Ciò che voglio

di Paperetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Convinzione ***
Capitolo 2: *** Dubbio ***
Capitolo 3: *** Certezza ***



Capitolo 1
*** Convinzione ***


Nickname: Paperetta@ (forum) – Paperetta (EFP)

Titolo: Ciò che voglio

Fandom: Once Upon A Time

Personaggio utilizzato: Killian Jones/ Capitan Uncino (qui chiamato Killian o Hook)

Altri personaggi: Emma Swan, Regina Mills

Rating: Verde

Generi: Romantico, Introspettivo, Drammatico

Paring: Hook/Emma (Captain Swan)

Note: raccolta

Avvertimenti: spoiler!

Conteggio delle parole totali: 1566

NdA: c'è una ragione ben precisa per cui in certi momenti uso “Hook” e in altri “Killian”. Penso che Emma sia riuscita a risvegliare il lato umano di Hook, nel tempo, perciò quando è in sua presenza mi suona meglio chiamarlo appunto Killian.

Ho anche scelto, fondamentalmente per la stessa ragione, di fargli usare sempre il nome “Coccodrillo” invece che “Gold” o “Rumplestilskin”.

Per quanto riguarda la trama, sono tre flash tecnicamente a sé stanti ma seguono un filo preciso, ovvero quello che penso potrebbe essere un percorso di consapevolezza di Hook verso ciò che è accaduto e il suo rapporto con Emma.

Nelle prime due, mi riferisco a eventi realmente successi nelle ultime puntate, mentre la conversazione tra lui e Regina e tutta la terza sono solo ipotesi!

P.s. Suggerisco di leggere queste flash dopo aver visto gli episodi fino al 5x05, altrimenti non ci capite niente! xP

 

***

1 - Convinzione


Era steso sull'erba umida della sera. Gli occhi blu aperti sul cielo ancora tinto di rosso, il petto che lentamente si alzava, si abbassava, insieme al braccio della sua Emma che giaceva accanto.
Spostò lo sguardo su di lei. Non riusciva a concentrarsi su altro, l'istinto lo portava a cercarla di continuo, come per assicurarsi che fosse sempre là, che fosse sempre la stessa Emma che amava.
Ciò significa che potresti non amarla più? Si chiese. Se diventasse malvagia, se diventasse come il Coccodrillo, la vorresti ancora?
La vide levare il capo verso di lui. Gli sorrise debolmente.
« Pensavo ti fossi addormentato. » 
« Non finché tu sei sveglia » rispose. Avrebbe voluto accarezzarle il viso, ma il braccio libero era quello con l'uncino; così la prese su di sé e la fece rotolare dall'altra parte.
« Ehi! » rise Emma. Era da tanto che non la sentiva ridere. « Che fai? »
« Mi serviva la mano buona per questo » rispose Killian e col dorso delle dita le sfiorò il mento e la guancia. Emma sorrise mentre lo baciava, ma quando le loro labbra si allontanarono il suo sguardo era cambiato, come se un'improvvisa consapevolezza le avesse strappato via le ultime briciole di serenità. 
« Tutto bene? » le chiese, preoccupato. « Lo vedi ancora? »
Emma scosse la testa.
« No, adesso no. Ho solo… » Esitò. Gli parve indecisa se esprimere o meno i propri pensieri. La strinse più forte.
« Ti prego, confidati con me. Prima ti ha aiutata, potrebbe farlo anche ora. »
Per qualche secondo, il solo suono che li circondò fu il frusciare delle foglie al vento. Poi, Emma parve trovare il coraggio che le mancava.
« Cosa faremo se non potrò più tornare come prima? Io e te, cosa faremo? »
Avrebbe potuto fingere di essere sorpreso, ma quella domanda se l'aspettava da tempo. « E non voglio la risposta da fiaba che tanto tutto si sistemerà. Ho bisogno di sapere cosa ne sarà di noi due, Killian. »
Era la stessa domanda che si era posto poco prima, e prima ancora, e tante altre volte da quando l'oscurità aveva rapito la donna che amava. Ma ora che quelle parole provenivano dalla sua voce gli parve la domanda più stupida e insignificante che avrebbe mai potuto porsi.
« Se dovessi rimanere il Signore Oscuro per l'eternità, mi chiedi? » Si issò sul braccio e il suo sguardo si fece serio e intenso. « Non esiste magia, bianca o nera, in questo mondo o nell'altro, che possa tenermi lontano da te, Emma Swan. »   


***
Parole: 433

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Capitolo 2
*** Dubbio ***


***


2 - Dubbio

« Avrà avuto una ragione valida. »

« Non farlo, Hook. Conosco quell'atteggiamento, porta solo una montagna di guai e dolore. »

« Quale atteggiamento? »

« Quello di chi giustifica un'azione malvagia con le “buone ragioni”. Credimi, ne so qualcosa. »

Hook fronteggiava Regina nel grande ingresso della sua casa. I telefoni gli erano sempre stati ostici, e quando lo aveva chiamato per spiegargli ciò che era accaduto si era rifiutato di continuare a parlarne in modo tanto impersonale. Ora era lì, stanco per la lunga corsa e combattuto se essere più incredulo, triste o furioso.

Finalmente avevano un'informazione sugli eventi che non ricordavano e veniva a sapere che Emma aveva ingannato e manipolato il proprio figlio nella miglior imitazione dell'odiato Coccodrillo.

Dannazione! Dannazione!

« Perché non siamo riusciti a salvarla? » esclamò in preda alla rabbia. « Hai detto che abbiamo liberato Merlino, ma allora perché diamine non è tornata come prima? »

« L'unica cosa che so è che devi abbassare la voce. Henry sta dormendo » rispose Regina. La sua irritazione lasciava tuttavia ampio spazio all'inquietudine.

Hook cominciò a percorrere su e giù l'atrio, il cervello che lavorava frenetico e il respiro accelerato.

« Dev'essere successo qualcosa che l'ha fatta diventare così! È vero, aveva tutta quell'oscurità dentro di sé, ma neppure il Coccodrillo è diventato malvagio da un giorno all'altro. Devo parlarle… »

Si voltò con uno scatto e raggiunse la porta, ma la voce di Regina lo fermò sulla soglia.

« Aspetta, Hook. Devi cominciare a riflettere… »

« Riflettere? » esclamò di nuovo lui, voltandosi verso di lei. Non gli importava che Henry stesse dormendo: era al limite dell'autocontrollo.

«Sì » rispose Regina, la cui voce per contrasto suonava molto più controllata. « Lei ora è il Signore Oscuro, non è più l'Emma di cui ti sei innamorato… non interrompermi! Fammi parlare! Se non saremo in grado di farla tornare come prima, d'ora in poi sarà uno dei malvagi, uno di quelli che persone come i suoi cari genitori hanno combattuto per tutta la vita. E come ben ricorderai, i cattivi in questo accidenti di pianeta non posso avere un lieto fine e tu potresti stare con lei solo se tornassi ad essere il pirata di un tempo. È questo quello che vuoi? »

« Se servisse a stare con lei, certo! » rispose Hook con indignazione.

« Sei proprio sicuro? Hai visto come è andata tra Belle e Gold… »

« Emma non è come il Coccodrillo! »

« Lo diventerà! Apri gli occhi, Hook! Quello che ha fatto a Henry è esattamente il genere di cose che faceva lui. C'è l'oscurità più pura dentro di lei ora, non può più essere come un tempo… »

Hook non attese un altro istante. Aprì la porta e uscì sbattendola, senza fermarsi fino a che non ebbe messo diverse strade tra sé e Regina. Solo allora si poggiò contro il muro di un vicolo buio e chiuse gli occhi.

È questo quello che vuoi?

Se l'era chiesto molte volte in quei giorni. Non riusciva a darsi pace. Emma continuava a ripetergli di essere sempre la stessa, non si accorgeva di quanto fosse cambiata. La donna che amava era avventurosa, forte e furba, ma anche buona e altruista; era tante cose insieme che la rendevano irresistibile ai suoi occhi.

Di quella Emma, tuttavia, pareva non esservi più traccia.

 

***

Parole: 564

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Capitolo 3
*** Certezza ***


***


3 - Certezza

Hook sedeva scomposto sulla panca. Di fronte a lui, il mare si stendeva sterminato e calmo, liscio, perfetto.

Non lo sopportava. Per il capitano della Jolly Roger non esisteva nulla al mondo di più noioso della completa assenza di vento, e alla noia si aggiungeva il fastidio sapendo quanto, dentro di sé, vi fosse di tutto fuorché la calma.

Reggeva in mano uno degli acchiappasogni di Emma. Era stata lei stessa a darglielo. “Vuoi sapere cosa è successo?” gli aveva chiesto. “Bene. Allora guarda qui. Ma preferirei che non lo facessi, Killian.

Aveva insistito così tanto da abbattere ogni sua obiezione, eppure… eppure quella richiesta gli era parsa sincera. Emma temeva che lui scoprisse qualcosa di spiacevole, era evidente, e una parte di lui avrebbe voluto darle ascolto; ma l'altra parte, quella che stava sollevando l'acchiappasogni di fronte al viso, aveva bisogno di risposte.

I ricordi cominciarono a scorrere nel cerchio dell'amuleto come in un film. Non dovette neppure chiedere aiuto a Regina: Emma aveva già provveduto a sbloccarlo.

E così i tasselli tornarono al proprio posto, lentamente, scena dopo scena. Lui non ricordava, non poteva, ma vide se stesso insieme a Emma cavalcare su un prato e poi stringerla sull'erba; si vide insieme a lei a ballare sotto le stelle, abbracciati nella stanza di un castello, nascosti in una stalla; ma vide anche ciò che accadeva dentro di lei, e così sentì il dannato Coccodrillo che le parlava e la traviava e le dava il tormento fino a farle perdere il controllo. Si vide insieme a lei, seduta su un divano, mentre si carezzava il ventre con un debole sorriso, e infine la vide a terra, in una pozza di sangue, che strillava e piangeva e si copriva le orecchie per non sentire mentre le parole del Coccodrillo le rimbombavano nella testa.

È stata l'oscurità a ucciderlo. Non avrai mai più una vita normale: né tu, né Hook, né chiunque altro ti stia accanto.”

L'acchiappasogni gli cadde di mano. Non si era neppure accorto di quanto il suo cuore avesse cominciato a battere forte finché non fu costretto a chinarsi in avanti e respirare a fondo.

La verità. Eccola, finalmente.

Emma aspettava un bambino. Loro aspettavano un bambino. Un figlio… un figlio, accidenti! Un bambino o una bambina che era morto, morto chissà come, forse soffocato dalla stessa oscurità che, alla fine, aveva soffocato anche sua madre.

E io dov'ero? Dov'ero mentre tutto questo succedeva? Cosa diamine stavo facendo?

Si alzò all'improvviso e cominciò a correre in preda alla disperazione, ma si fermò altrettanto di colpo dandosi dell'idiota.

Non aveva bisogno di correre per andare da lei.

« Emma Swan. Emma Swan. Emma Swan. »

Ed Emma apparve di fronte a lui.

Killian la guardò. La guardò e in quell'aspetto così diverso, in quello sguardo così duro e imperscrutabile vide la donna che in quei mesi aveva sofferto tutto il dolore di una vita intera, con la sola colpa di aver voluto salvare tutti loro.

Senza che lei avesse il tempo di parlare, la trasse a sé e la strinse tra le braccia, forte, come a proteggerla, come a scusarsi di non essere riuscito a starle vicino.

E mentre lei, per un momento, abbassava il muro che si era eretta attorno e si abbandonava a lui, gli tornarono alla mente le parole di Regina.

È questo quello che vuoi?

E gli parve la domanda più stupida del mondo.

 

***

Parole: 569

NdA: qui finisce la raccolta! Spero che vi sia piaciuto leggere queste tre flash almeno quanto è piaciuto a me scriverle =)
Ah, ribadisco che quanto scritto in questa flash è solo un'ipotesi: povera Emma, ci manca solo questa T-T

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