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di Alex995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Rimpianti ***
Capitolo 3: *** Bacio ***
Capitolo 4: *** Arnold ***
Capitolo 5: *** Scelte ***
Capitolo 6: *** Complicità ***
Capitolo 7: *** Colpo di scena ***
Capitolo 8: *** Fiori ***
Capitolo 9: *** Party ***
Capitolo 10: *** Prima volta ***
Capitolo 11: *** Cena ***
Capitolo 12: *** L'amore è nell'aria. ***
Capitolo 13: *** Sorprese ***
Capitolo 14: *** Un viaggio nel passato ***
Capitolo 15: *** Scoperte ***
Capitolo 16: *** Rapimento ***
Capitolo 17: *** Ferro zincato ***
Capitolo 18: *** Salvataggio ***
Capitolo 19: *** Dubbi ***
Capitolo 20: *** Bugie ***
Capitolo 21: *** Proposta ***
Capitolo 22: *** William ***
Capitolo 23: *** Guai seri ***
Capitolo 24: *** Vigilia ***
Capitolo 25: *** Rabbia ***
Capitolo 26: *** Conferenza ***
Capitolo 27: *** Mavi ***
Capitolo 28: *** Alfred Miller ***
Capitolo 29: *** Isabel ***
Capitolo 30: *** Divorzio ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Sabato 

-Possibile che tu stia ancora dormendo?-
La voce della mia compagnia di stanza, mi sveglia dal sonno profondo in cui ero caduta. E' sabato mattina quindi non ho corsi da seguire, fuori fa freddo e l'ultima cosa  che voglio è uscire da sotto le coperte. 
"Peccato che sia impossibile farlo capire a Sara." 
 E' il mio terzo anno a Yale ma di certo, non mi sono ancora abituata al freddo pungente avendo vissuto per anni a Las Vegas. 
-Hai intenzione di dormire tutta la giornata?- chiede Sara alzando di poco le coperte per stendersi accanto a me. 
Ricordo ancora la prima volta che ci siamo viste. Lei è arrivata su una macchina della polizia scortata dal padre , 3 agenti e sua sorella Laurel che fortunatamente non è nella mia cerchia di amici. Sara ed io ci siamo capite fin dal primo momento, condividendo l'amore per la matematica e per il cibo cinese. 
-Visto che stamattina non ho lezione, si! E poi ieri sera ho dovuto ripulire il vomito di Caitlin. Non puoi andare nel tuo di letto?- dico ancora con gli occhi chiusi. 
Il nostro è come un appartamento: ci sono due stanze con due letti ciascuna, un salotto in comune dove di solito ci riuniamo
per studiare, un bagno e un cucinino dove c'è un piccolo frigo e un fornellino per cucinare qualcosa quando la mensa è chiusa. Sara divide la camera con Caitlin mentre io la divido con Iris che in questi giorni è dal padre a Central City. 
-Sentivo una puzza strana in salotto ma non pensavo fosse vomito.- dice Sara evitando la mia domanda di proposito. -Cos'è successo?-
-E' tornata da quel party a cui era stata invitata, ubriaca marcia. Borbottava di aver ballato con un certo Ronnie e poi è crollata sul divano per vomitare tutto l'alcool.-
-Ronnie? Intendi Ronnie Raymond? Il cugino di Oliver Queen?-
-Sara era cosi ubriaca che non ricordava neanche il suo nome...dubito che abbia davvero ballato con un ragazzo, soprattutto se parliamo di Ronnie Raymond.-
-Chissà, forse hai ragione....-
Si alza dal letto e mi scopre completamente facendomi rabbrividire.
-Ah quasi dimenticavo. Barry ha lasciato un messaggio sulla porta. Vuole vederti alle 11 nell'ufficio del professor Wells.-
-Che ore sono?- chiedo sbadigliando.
-Le 11 meno 10.- 
"Cosa??!?!"


Mi vesto in fretta e furia ed esco di corsa dalla mia camera nel dormitorio femminile. Sono le 11:05 e non ho avuto neanche il tempo di prendermi un caffè.
"Non posso iniziare la giornata senza un caffè." 
Salgo al terzo piano verso l'ufficio del professor Wells dove so di trovare il mio migliore amico. 
-Mi dispiace.- dico attirando la sua attenzione e facendolo cosi voltare verso di me. -Ho fatto tardi.-
-Non ne avevo dubbi.- dice accennando un sorriso facendomi ridere. 
-Allora cosa succede?- 
Barry mi spiega che il professor Wells, ovvero il nostro professore di fisica, ci ha chiesto di appendere dei volantini in tutte le bacheche del campus per promuovere una gara di fisica quantistica che ci sarà tra un paio di mesi. 
-Mi hai fatto correre qui alle 11 del mattino solo per un paio di volantini? Ma non hai un cuore , Allen?- chiedo mentre mi porge all'incirca 100 locandine rettangolari.
-Hey, pensavo che volessi un voto più alto in fisica.- dice sorridente mentre ci avviamo verso le scale. 
-E dimmi, esiste un voto più alto di A+?-
Dopo circa mezz'ora, e dopo un caffè bollente posso fare ritorno nella mia stanza. Sto appendendo l'ultimo volantino proprio sulla bacheca del mio corridoio, quando la mia attenzione viene attirata da tre ragazzi che stanno girovagando per il corridoio. 
-Ecco è qui ne sono sicuro!- dice uno dei tre indicando proprio la mia porta. 
-Scusate posso aiutarvi?-
I ragazzi non si voltano neanche ma uno di loro, un ragazzo con i capelli biondi e gli occhi azzurri,  mi risponde con un semplice : "No grazie." 
Uno dei tre sta scrivendo qualcosa su un minuscolo fogliettino di carta. 
-Non lasciare il tuo numero, non lasciare il tuo numero..- dice il ragazzo biondo con la felpa dei Toronto Blue Jays  che mi ha liquidato prima. 
-Non sto lasciando il mio numero , ma il tuo!- dice il ragazzo che ha parlato per primo in tono euforico. 
-Quella è la mia camera.- dico attirando la loro attenzione. Si girano verso di me e mi squadrano da capo a piedi. 
Fortunatamente ho indossato un leggins nero, le mie scarpe da ginnastica bianche e un maglioncino grigio con uno scollo a V. I capelli sono sciolti e il viso è libero dagli occhiali. 
Dico fortunatamente perchè ho davanti a me, i 3 ragazzi più conosciuti di Yale. 
Tommy Merlyn, alto, moro con gli occhi chiari è il cosiddetto figlio di papà. 
Ronnie , il famoso cugino di Oliver Queen, si vanta di essere un latin-lover, ma in realtà tutti sanno che è un tenerone. 
E poi c'è lui colui che mi ha liquidato con quel semplice "No grazie":  bello da far paura, con un sorriso che ti lascia senza fiato, e un fisico scolpito. Oliver è il figlio di Rober e Moira Queen, gli ereditieri più ricchi di Starling City. 
Va a letto con tutte e non ama avere relazioni fisse. Tranne forse con Laurel Lance visto che ci è stato fidanzato per un anno circa prima di mollarla per una super modella.
-Okey, metti il mio numero.- dice Oliver sorridendo. Io lo guardo perplessa chiedendomi se ci stia provando.
-Sei sicura che questa sia la tua camera?- chiede Ronnie come se dovesse avere una conferma.
-Lo era fino ad un'ora fà...quindi credo proprio di si.- dico accennando un sorrisetto falso. Oliver in tutto questo mi stai fissando ma io per la troppa vergogna  non incrocio il suo sguardo. 
-Posso aiutarti?- aggiungo.
-Si sto cercando una ragazza.-
-Beh mi sembra ovvio visto che sei nel dormitorio femminile.- scrollo le spalle prendendolo un pò in giro.
-La ragazza ci sa fare, eh?- chiede Tommy elogiandomi davanti a tutti.
-Stai cercando Caitlin vero?- chiedo ignorando la battutina. 
-Oh finalemente l'ho trovata... ve l' avevo detto che era qui.- dice guardando gli amici tutto sorridente. -Posso vederla?-
-L'ultima volta che l'ho vista stava dormendo come un sasso. Sai dopo la sbronza di ieri....- 
-Ma sta bene vero? Mi sembrava un pò strana quando l'ho riaccompagnata qui stanotte.- chiede visibilmente preoccupato.
-Tu.....l'hai....riaccompagnata?- chiedo balbettando. 
-Certo. Non si reggeva in piedi.- dice Tommy al suo posto.
-Beh su questo siamo d'accordo... posso dirle che sei passato.-
Lui mi ringrazia dandomi il biglietto piegato a metà con sù scritto qualcosa. Dopo essersi congedato, Tommy e Ronnie si avviano verso l'uscita mentre Oliver resta li a fissarmi come uno stupido. 
-Volevo solo chiederti scusa per il comportamento dei miei amici..... -
-Certo..immagino che sia la prima volta, vero?- chiedo facendo del sarcasmo.
-Io non ti piaccio.- dice intuendo qualcosa. -Tu non mi conosci ma io non ti piaccio.-
-Oh io ti conosco eccome.- dico superandolo prendendo le chiavi dalla tasca per aprire la porta. -Tu sei Oliver Queen. Chi non ti conosce? 
-La mia fama mi precede.- dice accennando un sorriso. 
-Oh nono... conosco il tuo nome solo perchè Sara mi ha detto che siete andati a letto insieme quando ti sei lasciato con sua sorella Laurel.-
Si sorprende che sappia tutte quelle cose. Noto il suo sguardo perplesso cosi continuo: 
-Non mi interessi tu....cioè non mi interessa la tua vita privata ma sai...... Sara è la mia migliore amica.- 
-Mi sorprendo che non mi abbia mai parlato di te.- dice facendo qualche passo verso di me.
-Sai...credo che le circostanze dei vostri incontri fossero un pò più..... intimi. Vi dovevate dare da fare nel bagno della palestra perciò...-
-Wou.- dice Oliver divertito. -Sono offeso. Ma nonostante tutto accetterò il tuo invito ad uscire.-
-Come scusa?- chiedo perplessa e allo stesso tempo divertita. 
-Passo a prenderti stasera alle 8?- 
Siamo a pochi centrimetri di distanza. Riesco a sentire il suo profumo e il suo calore. Essendo più bassa di lui sono concentrata sulle sue spalle larghe e sicuramente molto scolpite. 
-Io .....sono impegnata con qualcun'altro.- dico allontanandomi da lui per avere quanta più distanza possibile tra i nostri corpi.
Sembra amareggiato da questa rivelazione. 
Non è completamente vero quello che ho detto. Con Cooper mi sto semplicemente sentendo e qualche volta, resta a dormire nel mio letto per.... beh per condividere un pò di calore umano.
-E' stato un piacere signor Queen.- faccio per entrare in casa ma la sua mano mi blocca il braccio sinistro.
-Non so neanche come ti chiami.-
-Felicity. Mi chiamo Felicity.-


-Indovina chi mi ha chiamato oggi pomeriggio.-
Sara ed io come tutti i pomeriggi, stiamo facendo la nostra corsetta per tutto il campus. Nonostante il freddo , stare in movimento ci permette di creare calore e quindi di non morire congelate.
-Chi? Adam?- chiedo riferendomi al ragazzo con il quale si sta sentendo la mia coinquilina.
-No. Queen. - dice lasciandomi senza parole . Mi fermo per qualche secondo con la scusa di dover riprendere aria. Ma in realtà mi sto chiedendo cosa Oliver voglia da Sara. 
-Perchè ti sei fermata?- chiede ritornando di poco indietro vedendomi ferma.
-Solo un minuto... cosa voleva Queen?- chiedo curiosa. 
"Non devo farmi strane idee.... lui è solo un Don Giovanni."
-Indovina?- chiede divertita.
-Vuole scopare?- chiedo facendo ipotesi.
"Dimmi di no, dimmi di no...."
- Mi ha chiesto di te.-
Il mio cuore si ferma per un secondo. Perchè ho sperato che non le avesse chiesto di scopare? E soprattutto perchè Oliver Queen avrebbe chiesto di me?
-Cosa? Cioè voglio dire perchè?- chiedo balbettando.
-Voleva sapere qualcosa su di te.... soprattutto se eri impegnata come gli hai raccontato.-
-Tu mi hai retto il gioco non è vero?- chiedo sicura dell'allenza della mia amica. Ma il suo sguardo mi dice tutt'altro.
-Sara?-
-Gli ho detto solo la verità, Fel.- dice iniziando di nuovo a correre.
-Sara!- sbotto nervosa. Metto il turbo e la raggiungo in un paio di secondi. -Cosa gli hai detto?-
-Che ti stai sentendo con un ragazzo ma che non sei impegnata ufficialmente. Sappiamo entrambe che con Cooper le cose non sono cosi serie.- 
-Perchè avresti fatto una cosa del genere?-
-Perchè nonostante la fama di Oliver a telefono sembrava davvero interessato a te, Fel.- dice Sara aprendo la porta del dormitorio femminile per entrare nel corridoio che poi ci condurrà al nostro appartamento.
-Vuole solo entrarmi tra le gambe, Sara.- sbotto alzando gli occhi al cielo.
"Sarei curiosa di sapere com'è a letto in verità...."
-Credimi amica mia. Sarebbe l'esperienza più bella della tua vita.-
Sara prende le chiavi della porta e la apre.
-E' cosi bravo a letto come si dice in giro?-
Non ho neanche il tempo di finire la frase che mi ritrovo davanti i 3 moschettieri e Caitlin, seduti sul divano mentre bevono una birra.
Naturalmente sono tutti in silenzio, e questo significa che hanno sentito ciò che ho detto.
-Chi è bravo  a letto? - chiede Caitlin rompendo il silenzio.
-Cosa ci fate qui?- chiede Sara avvicinandosi al divano per abbracciare Merlyn. Io rivolgo uno sguardo ad Oliver che è troppo concentrato sul mio abbigliamento.
"Ma cosa diavolo ha da guardare? E' una semplice tuta."
-Ho trovato il  messaggio di Ronnie accanto al letto...ma quando ho chiamato quel numero....- inizia Caitlin pronta a spiegarci le cose.
-Ho risposto io.- dice Oliver terminando la frase per lei. 
-C'èra il tuo numero sul foglietto.- dico ricordando stamattina.
-E' solo finito nelle mani sbagliate.- dice attirando l'attenzione su di lui da parte di tutti. Divento bordeaux ma allo stesso tempo mi mostro passiva al commento.
"Non farti ingannare...vuole solo del sesso. Ricordatelo."
-Pensavamo di andare a bere qualcosa domani sera. Che ne dite?- chiede Ronnie guardando Caitlin che subito annuisce contenta. Mi avvicino alla poltrona dov'è seduta la mia amica, e mi siedo proprio accanto a lei sul bracciolo. Rivolgo uno sguardo a Oliver, sorridendo essendo divertita dalla sua faccia.
Non so cosa gli stia passando per la testa ma una parte di me muore dalla voglia di scoprirlo.
-Per me va bene.- dice Sara prendendo sottobraccio Tommy. -Lis?- 
Tutti guardano me. Guardo Caitlin che mi supplica con lo sguardo. Non posso dirle di no.
-Bene, allora passiamo a prendervi noi. Ma dovremmo prendere due macchina visto che siamo in 6.- dice Tommy euforico guardando con uno sguardo complice Oliver. Quest'ultimo gli sorride compiaciuto poi dice:
-Prendo la mia. E' da un pò che non esce dal parcheggio.-
-Forse perchè tutte le ragazzi che ti scopi sono del campus?- dico sottovoce facendo ridere Sara e Ronnie.
-Felicity viene in macchina con me domani.- ammette sicuro di se tutto sorridente Oliver.
-Non ci penso proprio.- dico io alzandomi per andare in bagno e fare la doccia.


Domenica

Sono alla mensa del campus per fare colazione. E' molto presto infatti non c'è quasi nessuno, se non gli inservienti e alcuni ragazzi della squadra di football. Ho il mio caffè, la mia ciambella e il mio adorato computer per svolgere una ricerca di storia. 
Sto sorseggiando il liquido bollente quando il mio cellulare inizia a squillare e vedo la foto di Sara sullo sfondo.
-Cosa c'è?- chiedo mettendo il telefono tra l'orecchio e la spalla per continuare a digitare dati sul computer.
-Sei in mensa vero?- chiede Sara dall'altro lato quasi divertita.
-Si, perchè?-
-Perchè è appena andato via Oliver. Si è presentando con la colazione per tutte ma in realtà cercava te. Gli ho detto che eri in mensa.-
-Oliver cosa?- chiedo stupita bisbigliando al cellulare. 
-E' libero questo posto?-
Una voce alle mie spalle mi fa letteralmente saltare. Mi volto e lo vedo in tutto il suo splendore, con un cartone che contiene due caffè caldi, e una bustina bianca con delle brioche.
-Devo andare Sara.- dico attaccando. Poso il cellulare sul tavolo e mi volto di nuovo verso di lui. -Ci sono altri 3 posti, visto che il tavolo è da 4. Anche se volessi potrei dirti che sono tutti occupati, ma dopo un pò ti renderesti conto che la mia era solo una bugia quindi......siediti pure.- 
Sorride posando tutto sul tavolo, e si mette proprio di fronte a me.
-Ti ho portato la colazione ma da come vedo....hai già provveduto.- 
Il suo sguardo si posa sulla ciambella intatta e sul caffè nella tazza.
-Mi dispiace.... non potevo sapere che avresti fatto una cosa cosi.- dico cercando di giustificarmi.
-Volevo soltanto farmi perdonare visto che abbiamo iniziato con il piede sbagliato.- dice scrollando le spalle. Prende uno dei due caffè e inizia a berlo. Noto dall'etichetta del bicchiere che non è un bar del campus. Quindi mi faccio coraggio e prendo il caffè che Oliver ha preso per me.
-Fai cosi con tutte? Frecciatine e colazione calda sperando che cadano nella tua trappola?- 
-Come mai sei già sveglia?- chiede ignorando completamente ciò che gli ho detto. Lo guardo con uno sguardo interrogativo restando in silenzio per alcuni secondi.
"Ha evitato la mia domanda perchè sa che ho ragione! O andiamo di' qualcosa, penserà che sei morta."
-Non riuscivo a dormire. Tu invece?-
-Avevo delle faccende da sbrigare visto che la settimana prossima sarà il compleanno di Tommy. E poi ho avuto l'idea di portarti la colazione.-
-Il compleanno di Tommy? Beh sono contenta.... almeno una festa sarà giustificata nel vostro dormitorio.- dico facendolo ridere.
Sta per ribattere quando una ragazza si avvicina al tavolo dove siamo seduti attirando l'attenzione di Oliver.
-Pensavo mi avresti richiamato...- dice la mora in modo civettuoso. -O almeno pensavo mi avresti fatto una visitina in settimana... non ti sento da giorni.-
Guardo la ragazza meravigliandomi di come non faccia a sentirsi ridicola visto che letteralmente si sta abbassando ai livelli di signor-sicurodisè. Oliver mi guarda non sapendo come uscire da questa situazione. E' in difficoltà o sbaglio?
-Lei è.....Elena. Un'amica.- dice cercando forse di giustificarsi. Mi guarda negli occhi mentre annuisco falsamente.
Io abbasso lo schermo del pc, raccatto le mie cose e mi congedo.
-Vi lascio soli....ci vediamo in giro.Grazie per il caffè. - dico alzandomi.
Sento Oliver chiamarmi ma non ho intenzione di ascoltarlo. Perchè dovrei? Per sentire un'altra delle sue scuse patetiche? E' ovvio che va a letto con una ragazza differente tutte le sere. Cosa dovevo aspettarmi? Chissà a quante altre avrà portato la colazione solo per avere una scopata facile facile.

Sono arrivata nel dormitorio femminile, e sto aprendo la porta del mio appartamento, quando sento la voce di Barry che mi chiama da lontano. Mi volto e lo vedo tutto sorridente.
-Hai per caso vinto alla lotteria?- chiedo entrando in casa sapendo che mi seguirà.
-Iris. Sta tornando. Ho appena finito di parlare con lei.- dice euforico.
-Sai credo che dovresti dirglielo. Quello che senti.....da quanto tempo va avanti questa storia?- mi siedo sul divano posando il computer sul tavolino di fronte a me.
Sono seduta allo stesso posto di dov'era Oliver ieri pomeriggio.Mi sembra quasi di sentire il suo profumo nell'aria.
-Ma sei impazzita? E se non dovesse ricambiare? Rovinerei tutto per un qualcosa di cosi banale....-dice sedendosi accanto a me amareggiato dall'idea.
-Qualcosa di cosi banale?- chiedo dandogli un pugno sul braccio. 
-Ahia!- sussulta accarezzandosi il braccio. -Perchè l'hai fatto?
-Perchè l'amore non è qualcosa di banale.- replico alzandomi per andare in cucina. -Preparo qualcosa di caldo ti va?- 
Mentre sto versando il thè nelle tazze, sento qualcuno bussare alla porta.
-Chi può essere?- chiede Barry alzandosi dal divano sbuffando.
-Caitlin dovrebbe essere in biblioteca, Sara non lo so.- 
Prendo le tazze e ritorno in salotto quando mi ritrovo davanti Oliver che sta guardando in modo strano Barry.
-Oliver? Cosa ci fai qui?- chiedo sorpresa. 
-Sono venuto per spiegarti di Elena... non è come pensi.- si avvicina ma poi si blocca di colpo guardando Barry. -E' lui Cooper?-
-Come sai di Cooper?- 
-Me l'ha detto Sara a telefono ieri.- dice Oliver senza staccare gli occhi da Barry.
"Maledetta Sara Lance. Ha la lingua lunga!" 
-Mmmm, no io sono Barry. Barry Allen. Il migliore amico di Felicity.- dice il ragazzo porgendogli la mano. 
Dopo le presentazioni, Barry, non so per quale motivo, inventa una scusa banale e mi lascia sola con Oliver. Mi siedo sul divano posando le tazze sul tavolino mentre  Oliver resta all'inpiedi osservandomi.
-Puoi anche sederti eh.- dico scocciata al mio ospite. 
"Perchè mi comporto cosi? In fin dei conti, cosa mi importa di lui?"
-Perchè te ne sei andata?- 
-Perchè non volevo restare . E' la tua vita privata, le tue questioni. Non mi riguardano.-
-Si ma stavamo.....parlando.- dice serio.
-Poi però è arrivata la ragazza che ti sei scopato ed ho preferito andarmene.-
-Senti, so che può sembrare strano ma con Elena non è.....-
-Oliver non mi interessa.- dico interrompendolo. -Non mi interessa con chi sei andato a letto, con chi esci, chi fa parte della tua vita e no. Sei un Don Giovanni, la tua vita ruota intorno ad una sola necessità: ovvero scopare nuove ragazze.- 
-E' il motivo del perchè sto cercando di stare il più lontana da te, perchè nonostante tu non mi interessa, so che in un momento o nell'altro, potrei cadere nella tua trappola e ritrovarmi come quella ragazza che sta ancora aspettando che tu la chiama.- aggiungo trovando le parole esatte per non ferirlo. Ma alla fine mi rendo conto che sono riuscita a fare l'esatto apposto. 
-Io e te non abbiamo niente in comune, quindi la cosa migliore è chiudere qualunque cosa ci sia tra di noi e ritornare a fare come abbiamo sempre fatto.-
-Ovvero?- chiede perplesso.
-Ignorarci completamente.-


-Lis! Andiamo, non sei ancora pronta?-
Sono sul divano a vedere un programma di cucina. Nonostante la completa assenza di mia madre quand'ero bambina, cucinare è l'unica cosa che proprio non mi riesce. Ci ho provato davvero ma niente.
-Sara non ho voglia di uscire.-
-Riguarda Oliver?- chiede sedendosi accanto a me.
"Come fai a saperlo? "
-Come...? Cioè no, non riguarda lui. Non mi sento molto bene tutto qui.-
-Mi ha raccontato della vostra litigata e del fatto che non vuoi più vederlo...mi ha chiesto un consiglio su cosa dovesse fare.-
-Oliver Queen che chiede consigli sul mondo femminile?- chiedo sarcastica.
-Non chiederlo a me..... non si è mai comportato cosi neanche con mia sorella.-
Sara si alza e continua a prepararsi. Caitlin è già pronta e sta cercando di convincermi ad uscire pensando che il motivo del mio malumore sia legato a Cooper.
In realtà non lo sento già da un paio di giorni, ma sono stata cosi impegnata a non pensare a Oliver Queen, che in questo momento è l'ultimo dei miei problemi. Ripenso alla chiacchierata con Sara e mi chiedo se sto facendo un errore con Oliver. In fin dei conti, sono partita in quarta come sempre senza dargli la possibilità di spiegare.
Qualcuno bussa alla porta, e Caitlin corre ad aprire. Sulla soglia compaiono Tommy, Ronnie e Oliver che uno alla volta salutano la mia amica e poi entrano. 
-Cosa ci fai ancora cosi?- chiede Merlyn preoccupato rivolgendo uno sguardo a Oliver. 
-Lis non si sente bene, quindi resta a casa.- spiega Caitlin coprendomi le spalle. 
Poso i miei occhi sull'abbigliamento di Oliver e mi rendo conto che nessuna donna potrebbe resistergli stasera. Camicia bianca, jeans scuro e cappotto.  Nonostante tutto, il suo sguardo sembra triste.
-E ora chi lo sopporterà Oliver per tutta la sera?- chiede Ronnie scherzando ricevendo una gomitata da Caitlin.
Sara dopo pochi minuti esce dal bagno cosi tutti sono pronti ad andare. Oliver continua ad osservarmi e qualche volta decido di guardarlo a mia volta come  se volessi dirgli qualcosa.
"Voglio chiedergli scusa? Voglio semplicemente che resti qui con me e non esca con loro? Dopo tutto quello che gli ho detto mi darebbe ascolto?"
-Lis se hai bisogno di qualunque cosa....-inizia Sara comportandosi come una mamma apprensiva. Mi alzo per darle un bacio sulla guancia. 
-Lo so, devo chiamarti.- dico interrompendola. -Divertitevi. E mi raccomando non bevete troppo soprattutto tu, Caitlin.-
-Agli ordini capo.- dice la mia amica prendendo Ronnie per mano per poi uscire dall'appartamento. Sara e Tommy li seguono poco dopo mentre Oliver li avvisa di  avviarsi.
Siamo uno di fronte all'altro, in silenzio. Lui guarda me , io guardo il pavimento.
-Eviti di uscire con noi per quello che è successo stamattina? Guarda che se vuoi ....-
-Non è per quello. Semplicemente non mi va di uscire.-
Alzo lo sguardo e sembra che lui mi stia leggendo nella mente. -Esci e divertiti.-
Sottolineo il divertiti, come se gli stessi suggerendo "Esci, conosci qualcuna, portatela a casa e scopatela. Più male mi fai e prima capirò che non sei il tipo giusto per me.-
-Buona serata Felicity.-
Esce di casa e si chiude la porta alle sue spalle. Sbuffo rumorosamente prendendomi la testa tra le mani. Cosa diavolo mi stai facendo?
Ho inserito un DVD nel lettore, preso una birra e preparato dei pop-corn. L'unica cosa commestibile in casa che sono riuscita a trovare.
Le ragazze e  i ragazzi sono andati già via da mezz'ora, e io mi chiedo cosa stia facendo Oliver. Avrà già trovato qualcuno?
Cerco di distrarmi guardando il film quando qualcuno bussa alla porta. Scocciata mi alzo dal divano, vado ad aprire e mi ritrovo davanti l'ultima persona che avrei mai immaginato.
-Cosa ci fai tu qui?- chiedo perplessa. -Pensavo fossi andato....-
-L'unico motivo del perchè ho accettato di uscire è perchè sapevo che ci saresti stata tu. - ammette Oliver scrollando le spalle. Noto che tra le mani ha alcune buste di plastica con cibo d'asporto.
-Hai preso cibo cinese?- chiedo meravigliata.
-Sara mi ha detto che sei una cuoca terribile.... e che sicuramente non avresti potuto offrirmi niente di commestibile cosi....-
Mi guarda accennando un sorriso e io non posso fare altro che farmi da parte per lasciarlo entrare.


-Cos'altro ti ha raccontato Sara su di me?-
Ho appena finito di mangiare una porzione di involtini primavera. Oliver ha preso cibo per un reggimento intero. La roba sembra non finire mai.
-Che sei un'informatica. Ti piace mangiare ma non cucinare. Ha detto che sei un terribile cuoca.-
-Questo poteva anche ometterlo....ricordami di ucciderla.- sbotto facendolo ridere.
-E' l'unica mia ex che mi parla ancora..... tutte le altre sono scomparse.-dice mettendosi di fianco sul divano per potermi guardare meglio. 
-Probabilmente sono rimaste deluse dalle grandezze.- dico lanciandogli una frecciatina. Lui mi guarda scioccato facendo fatica a trattenere un sorriso.
-Nessuna ragazza è mai rimasta delusa dalle mie grandezze.- dice lanciandomi il cuscino che aveva sulle gambe. 
-Questo lo dici tu.- dico divertita.
-Puoi sempre provare.- dice con una voce eccitante facendo risvegliare in me un folle desiderio.
-Credo che passerò.- dico dopo qualche secondo cercando le parole adatte da utilizzare.  -Approposito ... mi dispiace. Per stamattina intendo. Certe cose non le pensavo veramente.-
-Definisci "certe cose".- dice volendo andare più nello specifico. -Ti riferisci al fatto che non ti interesso? O al fatto che sono uno che si scopa tutte?-
Sorrido cercando di pensare a cosa dirgli. Non posso mentirgli perchè ormai è evidente che la sua presenza qui non mi è indifferente. Se non mi piacesse, non lo avrei fatto entrare. Il mio cuore gli ha chiesto di rimanere quando se ne stava per andare. E'  la mia testa che ha detto o pensato cose che non voleva davvero si avverassero.
-Per entrambe le cose.- dico cercando di essere quanto più generale possibile. 
-Quindi non ti interesso?- 
-E' complicato. Io non so come muovermi...- 
-Perchè non sai come muoverti?- dice strisciando sul divano per avvicinarsi a me. La sua mano si poggia sul mio braccio. 
-Oliver io non sono come le altre ragazze.-
-Questo lo so, perciò mi attiri come mai nessuna abbia mai fatto.- dice dolcemente.
-Io non vado a letto con il primo che capita... cioè è successo con Cooper ma non voglio essere una di quelle ragazze che ti conosce,perde la testa e poi viene scaricata.-
Si sporge leggermente verso di me affinchè possa accarezzarmi il viso. 
Il suo viso pian piano si sta avvicinando al mio, e il panico improvvisamente mi assale. 
-Forse..... dovremmo vedere il film.- ammetto allontanandomi un pò e prendendo il telecomando per premere play. 
Gli spiego velocemente i passaggi iniziali e subito sembra essere  molto preso. Peccato che io non arrivo alla fine del film perchè crollo come un sasso sul petto di Oliver.
E misteriosamente lunedi mattina, mi ritrovo nel mio letto al caldo sotto le coperte e senza nessuna traccia di Oliver.
Quando mi guardo intorno, noto che sul comodino accanto al letto c'è un biglietto con un numero di telefono.
                                                                 "Chiamami quando ti svegli. Sei bellissima mentre dormi."

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Capitolo 2
*** Rimpianti ***


Lunedi 

-Com'è andata ieri sera?- chiedo a Caitlin curiosa.
-Ronnie è fantastico. Lui è romantico, gentile, altruista, buono....-
-Ed eccola che ricomincia ad eloggiare Ronnie e le sue qualità perfette.- dice Sara a bassa voce facendomi ridere. 
-Spiritose....ma parliamo di lei signorina Smoak. Cos'è successo con Oliver?- chiede Caitlin.
-Abbiamo chiarito, parlato un pò, cenato....ah Sara devo ringraziarti per avergli detto che sono una pessima cuoca.-
-Non c'è di che Smoak. Mi devi un favore.- dice strizzandomi l'occhio. 


-Mi scoccio di seguire Geografia. Ho paura di addormentarmi in classe.- ammette Sara facendomi ridere. Io alla prima ora ho informatica : una passeggiata visto che ho già preso un master al liceo per programmazione.
Sto per dire qualcosa, quando Caitlin mi da una gomitata indicandomi con lo sguardo l'arrivo di Cooper. Non lo vedo e sento da giorni. Chissà cos'ha fatto il 
cretino.
-Hey bellissima.- dice avvicinandosi a me pronto a darmi un bacio sulle labbra. Mi scosto giusto in tempo e le sue labbra toccano la mia guancia sinistra.
Noto gli sguardi perplessi delle mie amiche. Neanch'io so perchè mi sono spostata. 
-Pensavo fossi morto. Dove sei stato?- chiedo tranquilla. 
-Avevo delle cose da sbrigare... com'è andato il weekend?-
-Benissimo.- ammetto sorridente perchè è cosi. Se non fosse stato per Oliver a quest'ora chissà cosa starei facendo.
"Ma cosa sto dicendo? Se non fosse stato per Oliver? Non devo farmi coinvolgere, dannazione."
-Sono libero per pranzo... che dici stiamo un pò insieme?- si sporge verso di me e mi prende il mento tra le mani affinchè i miei occhi possano guardare i suoi. 
Prima che possa rispondere, Caitlin mi da un'altra gomitata. Questa volta la guardo in cagnesco non capendo il motivo del suo gesto. Quando mi fa cenno di guardare verso l'ingresso vedo Tommy,Ronnie e Oliver. Quest'ultimo mi guarda con uno sguardo glaciale. 
Ronnie arriva al nostro tavolo prima di tutti e da un bacio a Caitlin. Poi è il turno di Tommy che si siede accanto a Sara ed infine Oliver che si avvicina, supera la sedia libera accanto a Tommy e si dirige verso di me per darmi un bacio sulla testa.  
-Buongiorno bellissima.- dice il modo spavaldo, prendendo una sedia libera dal tavolo dietro di noi per sedersi accanto a me. -Dormito bene?-
-Wou, wou, wou cos'è questa storia piccola? Te la fai con Queen ora?- chiede Cooper alzando un pò il tono della voce.
-Cosa? No. Siamo solo .....- guardo Oliver non sapendo come definirci. Lui mi guarda con i suoi occhi azzurri e inizia a sorridere come un cretino. 
-Vai a letto con lui? Tanto uno vale l'altro no?- dice Cooper attirando l'attenzione di Oliver che smette di sorridere. Si volta verso di lui e si alza quasi come se
volesse picchiarlo.

-Non ho sentito bene, cos'hai detto?- chiede Oliver osservando Cooper con aria minacciosa. -Non ti azzardare a parlarle cosi, mi sono spiegato?-
-Ohoh amico, calmati.- dice Tommy alzandosi dal suo di posto per bloccare Oliver per un braccio.
Osservo la scena senza dire una parola. Perchè davvero non saprei cosa dire.
Oliver si comporta come se fossimo fidanzati mentre Cooper come se fosse uno stronzo madornale.
-E chi saresti tu? Il suo nuovo scopa-amico?- chiede Cooper sorridendo falsamente.
-No qualcuno che se non la smetti, ti farà rimpiangere di essere nato.- dice Oliver tranquillamente. Tommy si mette tra lui e Cooper facendo segno a quest'ultimo di andarsi a fare un giro. Nella sala mensa è caduto un silenzio di tomba, mentre tutti osservano lo spettacolo divertiti. 
Merlyn dice qualcosa sottovoce a Oliver che si calma visibilmente. Quando si gira verso di me per vedere la mia espressione, non so cosa fare ne cosa dire.
Vorrei ringraziarlo perchè Cooper è stato un vero cretino, ma allo stesso tempo, come si è permesso di interferire?
Il brusio della sala ricomincia a crescere, mentre tutti riprendono a mangiare visto che lo spettacolino è finito.
Tutti stanno ancora aspettando che dica qualcosa, ma tutto quello che riesco a fare è prendere la borsa e alzarmi.
-Non so cosa sia successo, ma non avevi nessun diritto di fare questa scenata. Non stiamo insieme mettitelo in testa.- dico prima di puntargli un dito contro il petto e sparire dalla mensa.



-E' vero?- 
Barry Allen è appena entrato nel mio appartamento chiedendo spiegazioni. Sono sul divano a sottolineare con il mio evidenziatore giallo canarino le pagine di fisica che dovrò portare all'esame. 
-E' tutto vero.- dice Caitlin arrivando in salotto con un libro da leggere su Dickens.
-Cosa è vero?- chiede Sara uscendo dal bagno.
-Che Oliver Queen e Cooper quasi non si picchiavano per Felicity?- chiede Barry rivolgendo il suo sguardo su di me.
-Ah quello? Sisi è tutto vero.- dice Sara richiudendo la porta del bagno.
Mi sembra uno spettacolo teatrale.
-E perchè lei è cosi calma?- chiede il mio amico sperando che qualcuno gli risponda.
-Perchè è una scema!- urla Sara chiusa ancora nel bagno.
-E perchè sarei una scema, sentiamo?- chiedo nervosa. 
Sara di colpo apre la porta e si avvicina a me. Ha una spazzola in mano e ho davvero paura che possa lanciarmela appresso.
-Perchè Oliver Queen non si è mai sporto cosi tanto per una ragazza. L'ha fatto con te e tu quasi l'hai mandato a quel paese!- dice Sara puntandomi la spazzola
contro. -Devi essere pazza.-
-Hai mandato a quel paese Oliver Queen?- chiede Barry sconvolto. -Non ci credo. Non avrai mica la febbre?!- si avvicina  e mi mette una mano sulla fronte.
-Sara non aveva nessun diritto di intromettersi. Cooper non mi risponde ai messaggi, per colpa sua non vuole più parlarmi. -
-Come se ti interessasse davvero. Quel cretino di Cooper non aveva nessun diritto di parlarti cosi solo perchè qualche volta avete fatto sesso.- 
-Non voglio saperne della vostra vita sessuale, cambiamo argomento?- chiede Barry visibilmente sconvolto sedendosi accanto a Caitlin.
-Dovresti parlargli. Da stamattina non fa che scervellarsi su cosa fare per poter di nuovo parlare con te.-
"Davvero?Possibile che si stia facendo tutti questi problemi solo per potermi parlare di nuovo?"
-Non ho voglia di parlarne.... vado in camera.- dico chiudendo il discorso sperando che la predica finisca qui.


Il foglietto con il suo numero che mi ha lasciato è ancora sul comodino.
"Stupido destino, non far girare tutto intorno a Oliver Queen!"
Mi chiedo cosa stia facendo. In fin dei conti, ieri avevamo fatto piccoli passi da gigante mentre ora, per il mio caratteraccio, siamo ritornati ad essere come due 
estranei. Senza pensarci due volte, prendo il cellulare, compongo il numero e lo chiamo.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli. 
Quattro squilli.
Sto per attaccare quando sento la sua voce.
-Sono io.- dico imbarazzata. 
-Felicity?!- chiede titubante pensando forse di star sognando.
-Io.... volevo solo chiederti scusa. Lo so è la seconda volta in due giorni ma davvero non so cosa....-
-Non devi chiedermi scusa. Nonostante non mi penta di ciò che ho fatto, so di aver sbagliato.- dice non completamente convinto. 
Resto in silenzio per alcuni secondi, cercando il coraggio di chiedergli di vederci. In fin dei conti, mi manca. Stamattina quel bacio che mi ha dato, mi ha fatto venire la pelle d'oca. 
-Sei ancora li?- chiede.
-Si. Scusa stavo pensando ...-
-Ho voglia di vederti.- dice dolcemente quasi interrompendomi. 
Il mio cuore quasi si scioglie. Com'è possibile non cadere nella sua trappola se tutto quello che dice giunge alle mie orecchie come la cosa più romantica ed erotica che si possa dire ad una ragazza?
-Stavo pensando la stessa cosa.- ammetto trovando il coraggio di essere cosi sincera.
-Che ne dici di un caffè? O meglio ancora una cioccolata?- propone.
-Vanno bene entrambi.- dico imbarazzata.
-Passo a bussarti tra mezz'ora allora.-
Attacca e quando guardo l'orologio mi rendo conto che sono le 6. Fuori è già notte fonda.
Salto dal letto ed apro l'armadio per scegliere cosa mettere. Ho davvero l'imbarazzo della scelta, ma alla fine per non destare troppi sospetti, punto per un jeans
chiaro  stretto, una camicetta color carne e le solite scarpetta da ginnastica bianche. 
Mi sposto in bagno, ringraziando il signore che sia libero visto che di solito Sara ci mette cent'anni per farsi i capelli. Il fatto che vada di fretta attira l'attenzione delle mie coinquiline che stavano studiando sul divano tranquillamente.  Mi lavo i denti e inizio a truccarmi quando entrambe mi raggiungono
e iniziano a farmi cento domande. 
-E se mi stessi preparando per uscire con Cooper?- chiedo per depistarle visto che sono tanto convinte  che mi stia preparando per Oliver. 
-Tesoro, mai e poi mai hai avuto quel luccichio negli occhi quando dovevi vederti con Cooper.- dice Sara lasciandomi senza parole con una Caitlin che ride di gusto.


-Quanto tempo fa doveva arrivare?- chiede Caitlin guardando l'orologio appeso alla parete. Sara è uscita per la sua corsetta da sola visto l'impegno che ho preso con  Oliver. 
-Circa 15 minuti fa. Avrà fatto tardi, chissà.- dico sicura di me sperando che non mi abbia dato buca. Non riuscirei a perdonarglielo. Controllo il cellulare in continuazione sperando in qualche messaggio che però non arriva. Poi mi rendo conto di non avere copertura.
-Non ho segnale.- 
-Perchè non vai tu da lui? Oliver condivide l'appartamento con Ronnie, puoi sempre venire con me e fingere di avermi accompagnato.- propone Caitlin dopo qualche minuto di silenzio.
Cosa potrebbe succedere? In fin dei conti, siamo nel XXI secolo, non necessariamente gli uomini devono passare a prendere le donne. 
Un pò titubante, Caitlin mi prende per mano ed entrambe dopo aver infilato i giubbotti usciamo dal dormitorio femminile per andare verso quello maschile.
Dopo circa dieci minuti a piedi, Caitlin ed io entriamo finalmente nell'area del dormitorio maschile dove è accesa l'aria condizionata. Saliamo al secondo piano e 
percorriamo alcuni corridoi prima che la voce di qualcuno attiri la mia attenzione.
-Sei hai bisogno di qualunque cosa sai dove trovarmi.- 
La sua voce. La stessa voce che ha utilizzato mentre era a telefono con me. Quella dolce e disponibile. 
Blocco Caitlin per un braccio e la tiro verso il muro per evitare che Oliver o qualcun'altro la veda. 
-Grazie per tutto.  Come sempre solo tu sai come aiutarmi. Ne avevo decisamente bisogno era da un pò che non lo facevamo.-
Mi sporgo leggermente e vedo una ragazza di spalle che sta parlando con Oliver. Alta, capelli marroni, fisico scolpito. Appoggia la sua mano sul braccio di Oliver
e lo accarezza dolcemente.
-Lo sai è sempre un piacere per me... soprattutto se si tratta di te.-
Il mio cuore si ferma all'istante. Dimmi che non ci è andato a letto. Ti prego.
-Ora però devo scappare. Ho un appuntamento al quale non posso mancare.- 
-Una ragazza?- chiede la mora curiosa.
-Si.- 
-Allora buona serata Ollie.- si sporge verso di lui e gli pianta un bacio a timbro sulle labbra. Lui non si scosta neanche. Anzi non sembra per niente disturbato. 
-Buona serata Laurel.-
Laurel.
Come Laurel Lance, la sorella di Sara.
La sua ex.


Fortunatamente va dalla parte opposta alla nostra, quindi ho tempo di riprendere fiato dopo che Oliver entra nell'appartamento e chiudere la porta. 
"Si starà andando a preparare il bastardo."
-Non sappiamo se ci è andato a letto....- dice Caitlin sottovoce.
-Non importa Cait. Senti c'è un posto dove devo andare. Se dovesse venire a cercarmi, digli che non sai dove sono. Ci vediamo più tardi.- dico ripercorrendo
il percorso fatto all'andata ma questa volta fermandomi al primo piano dove c'è la sua camera.
Ho davvero bisogno di lui in questo momento. 
Busso alla 4H più volte sperando che ci sia. Non voglio restare sola stanotte e non voglio neanche impietosire le mie compagne di stanza.
Un ragazzo bassino, con i capelli legati da un codino viene ad aprirmi la porta. 
-Ciao Felicity.- dice sorridente.
-Cisco, dimmi che è dentro.- dico quasi pronta a scoppiare in lacrime.
Prima che possa rispondere, sento una porta aprirsi e un ragazzo uscire per raggiungerci.
-Chi è?- chiede prima di vedermi. Gli basta incrociare il mio sguardo, e capisce al volo cosa sia successo.
Si avvicina a me, e io senza pensarci due volte corro per gettarmi tra le sue braccia.
-Non piangere Fel.- dice Barry accarezzandomi i capelli dolcemente. 
-Posso restare qui per stanotte?- 

Martedi

Barry ed io siamo amici da molti anni. 
Molti quando ci vedono insieme cosi affiatati, pensano subito che tra di noi ci sia qualcosa in più di una semplice amicizia. 
Tra di noi è subito nato quel feeling, che ci rende inseparabili. Ed è per questo motivo che stanotte, dopo aver visto Oliver con la sua ex, ho deciso di restare
da lui a dormire.
Non è la prima volta che dormo da lui: fortunatamente Cisco, il suo compagno di stanza, non ha nessun problema a condividere la stanza con una donna.
-Sono tanto indecente?- chiedo uscendo dalla camera di Barry con addosso una delle sue felpe  dell'università.
-Stai bene.... hai solo un pò gli occhi gonfi per....- 
Evita di dire lacrime, perchè sa che non mi piace piangere davanti a nessuno.
La mia vita è sempre stata complicata: mio padre mi ha abbandonato, mia madre lavora come cameriera in un casinò a Las Vegas, non abbiamo mai avuto molti
soldi per questo motivo mi sono rimboccata le maniche e ho vinto una borsa di studio per questa prestigiosa università. Sennò col cavolo che ci andavo!
-Vieni, andiamo a fare colazione. Sono sicuro che con un buon caffè passa tutto.- dice Barry sorridente aprendo la porta del suo appartamento.
Ho messo il silenzioso al cellulare per non essere disturbata, e stamattina quando ho aperto gli occhi, ho trovato 15 chiamate di Oliver, 5 suoi messaggi e svariate chiamate di Sara e Caitlin. Visto che ieri sera non avevo copertura, pensavo di trovare anche dei messaggi di ieri pomeriggio ma niente.  Non mi
ha proprio considerato il bastardo.
Scendiamo le scale, usciamo dall'edificio e percorriamo i giardinetti che ci porteranno alla mensa. Barry sempre premuroso e senza secondi fini, mi mette un braccio sulle spalle e mi avvicina a se per non farmi sentire freddo.
"Abbiamo dormito cosi anche stanotte, quindi che problema c'è?"
Timbriamo la tessera della mensa, ed entriamo nella grande stanza, riprendendo subito calore visti i condizionatori accesi. Barry dietro di me, mi cinge i fianchi e mi spinge alla macchinetta del caffè. Alcune ragazze del corso di informatica mi salutano, e Barry qualche volta mi sussurra cose all'orecchio su quanto siano brutte, o false facendomi ridere. 
Non è mai stato un tipo cattivo: so che lo fa solo per strapparmi una risata. 
Mi guardo intorno alla ricerca di Sara o Caitlin, quando le vedo al tavolo che di solito occupiamo, con Merlyn, Ronnie e Oliver.
"Devo farci l'abitudine: Sara è l'ex scopa-amica di Oliver, mentre Ronnie e Caitlin ora stanno insieme."
Una volta preso il caffè, lascio Barry parlare con un suo amico, e fuggo dal suo abbraccio per chiedere a Sara le chiavi del nostro appartamento.
Mi sono appena allontanata da Barry, quando vedo Oliver alzarsi e venire verso di me.
-Dove sei stata?- chiede bloccandomi la strada.
-Buongiorno anche a te.- dico sorridendo falsamente. Tutto quello che è successo tra noi due è solo un brutto ricordo.
-Dove cazzo sei stata? - mi chiede furioso. Non l'ho mai visto cosi. Sembra stanco, teso come se non avesse chiuso occhio stanotte. 
-In giro.- dico freddamente. 
 -In giro?- chiede arrabbiandosi. -Ti ho cercata per tutto il campus, e ti ho chiamata tutta la notte! Perchè non mi hai risposto?-
-Non ho prestato attenzione al cellulare...capita quando si è in compagnia.- dico lanciandogli una frecciatina. 
Continua a guardarmi con quello sguardo glaciale aspettando risposte che non arriveranno mai.
-Pensavo che ti fosse successo qualcosa.-dice dolcemente cambiando tono di voce. Mi prende la mano per stringerla nella sua  come se volesse accertarsi che io sia  davvero li di fronte a lui. Il calore del suo corpo, mi provoca un brivido per tutta la spina dorsale. 
-Se non ho risposto è perchè ero impegnata.- dico divincolandomi dalla sua presa. 
-Con Allen? Ma non era il tuo migliore amico?- chiede indicandolo con un cenno della testa. 
-Non necessariamente se uso la parola impegnata, implica che sia andata a letto con qualcuno. Forse questo vale per te, non per me.-
-Perchè mi stai trattando cosi? E perchè mi hai evitato ieri? Dovevamo vederci. -
Le sue parole mi fanno capire che Caitlin non ha aperto bocca, neanche con Sara. E che quindi nessuno sa che ho visto Oliver con Laurel ieri sera. 
-Ho cambiato idea.- dico scrollando le spalle. -Ora se non ti dispiace....-
Cerco di superarlo per raggiungere le mie amiche ma senza risultati. Continua a guardarmi con i suoi occhi blu intenso sperando che gli dia qualche spiegazione.
-Come sta Laurel?- chiedo dandogli un piccolo indizio. 
Silenzio.
-Hai ritardato all'appuntamento perchè ti sei visto con lei, no?- 
-Ci hai visti?- chiede perplesso.
Ora ha collegato tutto. E' bastato il suo nome ed ha capito il perchè del mio comportamento. 
-Eravate nel corridoio del campus.... poteva vedervi chiunque.-
-Felicity non è come...Lei è solo un'amica. - cerca di giustificarsi ma lo blocco subito.
- Per essere un'amica sembrava molto rilassata e soddisfatta del vostro incontro....le avrai dimostrato di saperci fare.- 
Ripenso a quello che ho visto ieri e mi si velano gli occhi di lacrime. 
-Ti prego non....- mi prende il viso tra le mani affinchè possa guardarlo negli occhi. -Non è successo niente con Laurel. Te lo giuro. Lasciami spiegare.-
Scuoto la testa, negandogli questa opportunità. Non ho voglia di sentire altre scuse. Deve finire.
-Vi siete baciati. Mi basta sapere questo per finirla qui.- cerco di divincolarmi ma non ci riesco.
-Non chiuderti con me. Non farlo di nuovo.- dice avvicinando la sua faccia  alla mia come se volesse baciarmi. Nonostante la presa sul mio viso, riesco a spostarmi di poco, ed evitare che le nostre labbra entrino in contatto. Il bacio che voleva darmi rimane sospeso nell'aria. E' cosi vicino a me che riesco a sentire il suo cuore battere e il suo profumo che lo rende irresistibile. 
-Troppo tardi. Spero solo che il sesso con lei, sia stato cosi grandioso da aver buttato tutto all'aria con me per niente.- 
Le mie mani finiscono sulle sue ma solo per invitarlo a lasciarmi andare. A malincuore lo fa vedendo dalla mia espressione che difficilmente cambierò idea. 
Mi asciugo una lacrima che senza permesso sta scivolando sul mio viso e raggiungo le mie amiche. 
Sara si alza subito e mi abbraccia  sussurrandomi delle cose all'orecchio. 
-Cosa sta succedendo? Hai pianto per caso? E' tutto apposto? - 
Ha notato che indosso la felpa di Barry e che ho gli occhi gonfi. Nessuno mi conosce meglio di lei. 
Ci dividiamo e faccio finta che non sia successo niente. 
-Certo che è tutto apposto. Mi dispiace non avervi avvertito ma ho dormito da Barry. Sai che lo faccio spesso.-
-Si ma le altre volte almeno avvisavi... ha quasi dato di matto.- dice indicandomi Oliver con un cenno del capo. 
-Me ne sono dimenticata. Sai che ho la testa tra le nuvole in questo periodo. Ho solo bisogno delle chiavi per fare una doccia e prepararmi per il corso del professor  Wells.-
Sara prende dalla tasca le chiavi e me le porge. 
-Grazie.Ci vediamo dopo.-
Mi giro verso Oliver che è immobile quasi dietro di me e lo supero facilmente. Non so come potrei reagire se dovesse toccarmi di nuovo.
Una parte di me, vorrebbe solo picchiarlo per avermi preso in giro. L'altra parte invece, vorrebbe gettarsi tra le sue braccia e abbracciarlo forte.
Ma la seconda opzione non avverrà mai.
Ho chiuso con Oliver Queen.

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Capitolo 3
*** Bacio ***


Giovedi

Sono due giorni che cerco di evitare tutti. Mi sveglio molto presto per non dare spiegazioni alle ragazze e rincaso molto tardi con la scusa di passare del tempo con Barry che si sente solo per l'assenza di Iris. Quelle rare volte che sono a casa per più di mezz'ora chiedo di non essere disturbata. 
So che se Oliver si presentasse alla porta di casa, Sara lo lascerebbe entrare e cercherebbe di farci chiarire. 
Una parte di me non vede l'ora di rivederlo perchè so che nonostante tutto quello che mi ha fatto, mi manca terribilmente. Nessuno mi è mai mancato cosi. 
Lo conosco da meno di una settimana ma è come se si fosse impresso bene nella mia mente e nel mio cuore.
L'altra invece, riconosce di essere stata umiliata già abbastanza ed è per questo motivo che sto cercando di distrarmi in tutti i modi possibli. 
                                         
                                                                                    Verrai alla festa di Tommy? Non mi hai ancora dato una risposta.

Sara mi messaggia a metà giornata visto che ormai sono due giorni che ci vediamo solo di sfuggita. Ieri sera ho trovato sul comodino un messaggio che mi avvisava della festa in onore di Tommy per i sui 21 anni. Ovviamente ho riconosciuto la scrittura di Oliver, per questo motivo ho accartocciato il foglietto e lo buttato nel cestino dell'immondizia della camera.

                                                                                                                              Passo Sara. Ho già impegni.

In realtà, proprio stamattina Barry mi ha informato che domani sera ha un impegno con Cisco che gli ha chiesto di uscire per andare a bere qualcosa insieme volendo parlare di una ragazza che gli interessa del campus.
Non ho detto niente a riguardo, visto che in questi due giorni, mi sono praticamente trasferita da loro e Cisco poverino non ha detto niente accettando la cosa.
Pazienza, passerò venerdi sera a casa a vedere un documentario sui pinguini.


Venerdi 

La sveglia suona alle 7 nonostante non abbia alcun corso da seguire oggi.
Maledizione, non l'ho staccata ieri sera!
La mia mano esce da sotto al piumone e afferra il cellulare per spegnere quella suoneria odiosa. Mi stiracchio leggermente , poi riprendo a dormire come se
non fosse successo niente. Non so dire quanto tempo dopo, ma ad un certo punto sento il piumone alzarsi e qualcuno stendersi accanto a me.
In base al fisico e in base al profumo, riconosco subito che è Sara nonostante sia alle mie spalle.
-Sei sveglia?- chiede sottovoce.
-Mmm...- mormoro nel sonno evitando di parlare.
L'ho evitata per due giorni e non perchè non volessi darle spiegazioni. Ma semplicemente perchè non volevo sentirmi ancora di più una fallita per essermi fidata di un tipo come Oliver Queen.
-Mi dispiace per questi giorni. Ti ho lasciato stare perchè sapevo che avevi bisogno di tempo ma ora mi manca la mia migliore amica.-
Mi abbraccia da sotto le coperte accoccolandosi contro di me.
Accenno un sorriso, poi prendo la sua mano e la stringo nella mia.
-Come l'hai scoperto?- chiedo sentendola tirare un sospiro di sollievo.
-Me l'ha detto lui.... per telefono.-
Resto in silenzio non sapendo cos'altro dire.
-So che è l'ultima cosa che vuoi sentire ma..... gli manchi.-
Il mio cuore ricomincia a battere dopo giorni di agonia. Mi sono chiesta spesso cosa stesse facendo, o se mi stesse pensando. Ma erano tutte domande senza
una risposta non avendo la possibilità di incontrarlo ne di parlargli.
-Te l'ha detto lui?- chiedo curiosa. Mi pento subito di essermi interessata.
-L'ho visto ieri mattina a colazione. Non ha parlato con nessuno, ma ha controllato di continuo al cellulare per vedere se arrivavano messaggi. Per lo più parlo
con Tommy.-
-Capisco.- dico secca. 
-Quanto è seria la cosa?- chiede dopo un pò.
-Non voglio più vederlo nè sentirlo Sara.- dico sicura di me nonostante queste parole mi spezzino il cuore.
-No io intendevo.... quanto ti piace Oliver.-
Mi sento imbarazzata a parlare di queste cose con lei. Primo perchè è andata a letto con Oliver troppe volte per contarle solo su due mani. Secondo perchè 
mi sento cosi presa in giro che vorrei soltanto dimenticare questa storia al più presto.
-Non mi piace. Non mi è mai piaciuto.- dico mentendo. 
-Quindi se dovesse chiedermi di nuovo un consiglio , devo dirgli di lasciar perdere?- chiede poggiandosi sul gomito per potermi osservare meglio.
Mi giro verso di lei e la guardo curiosa.
Di nuovo? Le sta chiedendo consigli per riconquistarmi?
-Felicity Smoak dobbiamo lavorare sulle tue bugie. Sei una pessima bugiarda.- dice iniziando a farmi il solletico facendomi ridere dopo giorni di lacrime.


Nonostante le abbia detto più volte di stare bene, Sara ha chiamato Caitlin a raccolta per vedere un film tutte insieme. Sono stata io ad un certo punto, a spegnere il DVD per farle preparare visto che mancavano due ore alla festa e Caitlin fremeva per andarsi a cambiare. Le ho aiutate con i capelli, con il trucco ed infine con i vestiti per tenermi occupata.
Tra un paio d'ore se ne vanno, e io resterò di nuovo sola.
Quando vedo che è tutto sotto controllo, torno in salotto e mi godo la scena di vederle in ritardo. Sono come le galline nel pollaio che corrono da una parte a un'altra.
-Sapete è divertente.- dico attirando la loro attenzione. Sara mi fa la linguaccia, mentre Cait si avvicina affinche possa allacciarle il vestito nero che ha comprato
per l'occasione.
-Sei uno schianto, Snow. Ronnie non avrà occhi che per te stasera.- dico sincera.
-Sicura che non vuoi venire?- chiede preoccupata. -Potresti svagarti.-
-No, Cait. Tranquilla. Vi aspetterò sveglie. E mi raccomando non bere troppo e attenta a Sara.-
-Perchè dovrebbe stare attenta a me?- chiede la diretta interessata dal bagno mentre si sta truccando.
-Perchè sei pericolosa. Soprattutto ad una festa nel dormitorio maschile.- dico facendo ridere Cait.
Dopo 15 minuti , sono entrambe pronte per andare. Se avessi la forza necessaria per vederlo, mi preparerei in 5 minuti e le seguirei stasera.
Ma so che anche solo incrociare i suoi occhi, o sentire il suo tocco sulla mia pelle, rovinerebbe il mio lavoro di questi giorni.
-Ho dimenticato gli orecchini!- dice Caitlin correndo nella sua camera. Sara ed io siamo una di fronte all'altra senza dire una parola. Ronnie sarà qui a momenti visto che si è offerto di venire a prendere le ragazze per portarle alla festa.  
Cerco di sorridere ma in realtà dentro mi sento a pezzi. Non riesco davvero a capire cosa mi abbia fatto Oliver Queen.
-Sicura che stai bene?- chiede Sara avvicinandosi. 
Abbasso lo sguardo cercando di non piangere , ma dopo un pò Sara mi prende il mento e mi alza il viso dolcemente.
-Cosa c'è tesoro?- chiede dolcemente.
-Mi manca.- dico scrollando le spalle. Le lacrime iniziano a scorrere ma mi rifiuto di abbracciare Sara visto che cosi le sporcherei il vestito. -Non so cosa mi abbia fatto, ma mi manca.-
-Vieni qui scema.- dice non curandosi del favoloso tubino bianco che le mette in risalto le forme. -Andrà tutto bene. Te lo prometto. Fidati di me.-
Se non la conoscessi bene, penserei che stia escogitando qualcosa. Ma sa bene che non voglio più vedere Oliver ne sentire parlare di lui nonostante mi manchi cosi tanto.
-Non dire niente a Cait, ok? Stasera è la sua prima uscita ufficiale con Ronnie e non deve pensare a me.- dico staccandomi da lei. Mi asciuga le lacrime e mi sorride dolcemente.
-Domani sei prenotata per tutta la giornata ok, Smoak?- 
-Agli ordini capo.-


Sono le 11 e non ci sono molti film da vedere. Sono nel mio letto con il portatile acceso sul comodino quando sento la porta di casa aprirsi.
-Sara?- chiedo preoccupata.
-Sono io, Fel.- risponde  facendomi calmare. Nessuno potrebbe entrare senza le chiavi, ma in realtà quando Sara e Cait sono fuori casa ho sempre il terrore
che possa succedere loro qualcosa di brutto.
-Va tutto bene?- chiedo visto che mi aspettavo facessero più tardi. Apre la porta della mia camera e la lascia aperta. 
-Cait ha mal di testa, sono venuta a prenderle un analgesico.-
-Ricordati che non puoi prendere medicine con l'alcool.-dico apprensiva.
-Lo so, mamma. Tranquilla.- dice facendomi ridere. -Che stai facendo?-
-Ho appena finito di vedere un film. Avevo intenzione di fare una chiamata skype con mia madre ma sta lavorando.-
Qualcosa alle mie spalle ha attirato la sua attenzione,e quando seguo il suo sguardo noto che si sta concentrato sui fazzolettini bagnati di lacrime.
-Il film. Era un genere triste.- dico giustificandomi. La realtà è che ad un certo punto, ho smesso di seguire la storia d'amore del film e ho ripensato a Oliver. 
-L'unico film per il quale piangi è Titanic.- dice Sara sgamandomi. -Non dovevo uscire stasera. Lo sapevo che dovevo restare a casa con te.-
-E mancare al compleanno di Tommy? Non se ne parla. I miei problemi devono restare fuori dalle vostre vite private, te l'ho detto.-
-Senti non ti arrabbiare ma c'è una cosa che devo dirti...- inizia Sara attirando completamente l'attenzione su di lei. La mia mente sta già iniziando a volare con la 
fantasia, quando sentiamo bussare alla porta.
-Vado io. Prendi l'analgesico per Caitlin.- mi alzo dal letto e corro a vedere chi è. 
Quando apro la porta, tutte le mie barriere cadono. Perchè l'unica e l'ultima persona che volevo vedere è proprio qui davanti a me , in camicia bianca, jeans e giacca che mi guarda teso.
Sara aveva ragione, sembra che non dorma da giorni. Eppure nonostante tutto è sempre bello.
-Che ci fai tu....?- inizio cercando  le parole giuste per non sembrare ne troppo acida, ne troppo dolce. Poi improvvisamente capisco.
-E' stata Sara, vero?- chiedo già conoscendo la risposta. 
Sento il rumore dei tacchi dietro di me e mi giro per guardarla. Sorride compiaciuta prima di darmi un bacio sulla guancia e salutare Oliver con una pacca sul petto.
-Fate i bravi.- dice prima di scomparire nel corridoio. 
-Sara mi ha detto che stavi male.....- 
E' la prima volta in 3 giorni che sento di nuovo la sua voce. Cerco di concentrarmi su cosa dirgli ma è difficile. Dannatamente difficile.
-Sto bene.- dico seria. -Mi dispiace che ti abbia scomodato cosi. E' la festa del tuo migliore amico. Vai da lui che sicuramente ha bisogno di te.-
Il mio cuore cerca di inviare impulsi al cervello perchè non è questo quello che vuole. Ma è la mia testa che comanda. Non posso fare altrimenti.
-Io ho bisogno di te.- dice lasciandomi senza parole. Fa qualche passo verso di me, ma io ne faccio altri andando all'indietro lasciandogli intendere che non 
posso avere un contatto con lui.
-Non mi importa se tu non vuoi parlarmi. Resterò qui fin quando non cambierai idea.- dice chiudendosi la porta alle spalle e mettendosi le mani in tasca. La sua tenacia è sorprendente. A quest'ora potrebbe stare con una qualunque altra ragazza del campus ed invece è qui, con me, che sono vestita con il mio pigiama con i koala. Solo ora mi rendo conto di come sono vestita!
Che figura....
-Mettiti comodo allora.- dico indicandogli il divano per poi sparire il camera mia.


Sapere che si trova a solo una parete di distanza, non mi da molta forza di volontà. Non riesco a pensare lucidamente quando l'unica cosa che vorrei fare e andare di là, baciarlo e.....
Ma ho promesso a me stessa che avrei dimenticato Oliver Queen per sempre. E cosi dev'essere.
Un fischio mi avvisa dell'arrivo di un messaggio.

 
Non so cosa tu mi abbia fatto, ma mi manchi. Ti prego lasciami spiegare.

Quando mi rendo conto che il messaggio è di Oliver, scoppio a piangere come ho fatto con Barry. E non riesco a fermarmi neanche quando sento la porta della
mia camera aprirsi lentamente e Oliver entrare senza alcun permesso.
-Felicity, no.- dice a malincuore. Sento alcuni fruscii ma non riesco bene a capire cosa stia facendo. 
-Oliver va via.- dico quando lo sento alzare il piumone, stendersi accanto a me e prendermi tra le sue braccia. 
-Non vado da nessuna parte fin quando non mi ascolti e mi dai una seconda possibilità.- mi mormora nell'orecchio dolcemente. -Non sono andato a letto con Laurel.  E' vero mi ha baciato, ma non ha significato niente. E' venuta a chiedermi un consiglio su Tommy visto che le ha chiesto di uscire
e non sapeva come comportarsi.-
Mi calmo dopo qualche secondo, ripensando alle parole che mi ha appena detto nell'orecchio. 
Ed è questa volta che vorrei sprofondare nell'imbarazzo. Gli ho tenuto il broncio per tre giorni solo perchè ha dato dei consigli alla sua ex?

Silenzio.

Non so cosa dire.

Mi sto comportando come una bambina. Ma cosa diavolo mi succede?
-Hai persona la lingua?- chiede divertito. 
L'ultima cosa che voglio è che si prenda gioco di me. Di nuovo. 
-Non mi importa.-
-Ah non ti importa? Allora perchè stai piangendo?-
Dannazione. Lo odio.
-Non è vero che non ti importa. Lo sappiamo entrambi che non è cosi.- dice dolcemente tirandomi più vicina a lui. Oppongo molto resistenza muovendo brutalmente le braccia e alla fine lo colpisco sul naso.
-Ahia!- dice portandosi entrambe le mani sul naso e facendomi cosi spaventare. -Che dolore....-
-Oh Dio! Oliver, scusami..- dico voltandomi verso di lui per controllare il danno al naso. -E' rotto?-
Cerco di togliergli le mani per vedere se gli sta uscendo del sangue ma oppone resistenza. La smorfia di dolore svanisce e quando guardo i suoi occhi, noto
una scintilla di divertimento.
Stava solo scherzando. 
Toglie le mani e i miei sospetti sono fondati quando mi rendo conto che il naso non è nè rotto per la botta, nè sporco di sangue.
Scuoto la testa stanca di questo suo comportamento infantile e cerco addirittura di uscire dal letto, ma lui è più veloce ed infatti mi blocca le gambe con le sue, 
fa in modo che mi stenda accanto a lui questa volta trovandomelo di faccia. Non so come , finisco letteralmente tra le sue braccia.
-Lasciami.- dico nervosa.
-Sai , non credo che riuscirai a liberarti facilmente. Sono più grosso di te.- dice contento per essere riuscito a fregarmi. Non posso fare altro che giocare al suo
gioco. Oliver appoggia la testa sul cuscino, abbassando lo sguardo per potermi guardare negli occhi.
-Hai ragione, le leggi della fisica non mi permetteranno di uscire dalla tua morsa..... ma posso sempre attentare ai gioielli di famiglia.- dico semplicemente trasformando  la sua espressione divertita in una terrorrizzata.
-Qualcuna ti ha mai dato una ginocchiata li sotto?- chiedo indicando un cenno della testa le sue parti intime e muovendo di poco la gamba per fargli capire che
non sto scherzando.
-Non lo faresti mai.- dice sicuro di sè. Fa più pressione sulle mie gambe per evitare di farmi muovere. 
-E come fai a saperlo?-
-Perchè non mi faresti mai del male.- dice facendomi alzare completamente lo sguardo cosi da incontrare i suoi occhi. -Cosi come io non ti farei mai del male.- .
Oliver si sporge per lasciarmi un bacio sulla guancia. Non vedendo nessuna mia reazione, continua passando alla fronte, poi al naso, poi di nuovo alla guancia e 
infine si ferma a pochi centrimenti dalla mia bocca. 
-Sei bellissima anche quando piangi.- dice dolcemente baciandomi l'angolo della bocca. 
Chiudo gli occhi assaporando quel semplice tocco. Voglio le sue labbra sulle mie. Al diavolo i buoni propositi. Perchè non è possibile negare l'evidenza per sempre. Oliver Queen mi piace e anche troppo. 
Quando riapro gli occhi, la mia mano finisce sul suo bellissimo viso e poi dietro alla sua nuca per avvicinarlo a me. Oliver non oppone nessuna resistenza. Entrambi  lo vogliamo, doveva accadere e basta. 
Alzo un pò la testa e lo bacio. 
Le sue labbra sono morbide, sottili. L'accenno di barba mi solletica leggermente ma non mi importa. Non mi muove più di tanto non sapendo cosa fare. 
Credo che non voglia rovinare tutto, di nuovo.
-Felicity?- mi chiama mentre le nostre bocche sono ancora in contatto per questo bacio a timbro che sta durando secondi. -Felicity, cosa vuoi?-
-Voglio che tu resti qui.- dico cercando di congiungere le nostre labbra di nuovo. 
-E...?- chiede ancora volendo il permesso per baciarmi nonostante tutti i miei tentativi.
-Baciami, Oliver.- dico finalmente liberandomi da un peso. Oliver sorride prima di avvicinarsi a me dolcemente e piantare le sue labbra sulle mie. 
 Dolcemente assapora la mia bocca, ed io la sua.
Baciarlo è la cosa migliore che abbia mai fatto nella mia vita.
Mi stringe tra le sue braccia, accarezzandomi la schiena con le mani su e giù, sciogliendo i miei muscoli come se le sue carezze fossero un balsamo emolliente.
Le mie mani invece sono tra i suoi capelli, per impedirgli di separarsi da me. Non so dove ci stiamo dirigendo, e per ora non voglio saperlo.
Non quando le labbra di Oliver mi stanno baciando cosi.
Un gemito mi scappa dalle labbra, e Oliver emette un suono gutturale con la gola, spostandosi leggermente da me.
-Forse .....- 
-Si è meglio.- dico imbarazzata quasi balbettando leggendogli nella mente. Ci stavamo spingendo troppo in....là. 
Mi da un bacio  sul naso, poi continua a guardarmi ammaliato.
-Che cosa mi stai facendo? Non riesco a starti lontana.- dice sincero facendomi sciogliere il cuore. 
Con una mano mi accarezza la schiena, mentre con l'altra si sorregge la testa volendomi guardare meglio. Io sono rannicchiata quasi contro il suo petto, avendo
però un'ottima visuale del suo viso e delle sue braccia forti. 
-Quindi eri sincero prima? Quando hai detto che ti sono mancata?- chiedo imbarazzata.
-Ero serio.- dice guardandomi negli occhi. -Questi giorni sono stati....difficili.-
-Perchè allora non mi hai contattato?- 
-Sara mi ha consigliato di lasciarti stare per un pò. Ha detto che conoscendoti, avevi bisogno di tempo per chiarirti le idee. Ma quando stasera mi ha detto che ti 
mancavo e che non smettevi di piangere,  ho mandato all'aria l'idea di darti altro tempo, e sono corso qui. Da te.-  dice.
-Quindi non sei andato a letto con Laurel?-
-No.- dice scuotendo la testa più volte. -E' vero Laurel ed io siamo stati insieme, e lei è stata importante per me, ma è finita.-
-Perchè non mi hai chiamato o mandato un messaggio per dirmi che avresti tardato all'appuntamento?-
-Non pensavo che la cosa con Laurel durasse di più e invece il tempo è volato. Mi dispiace.-
-Vi ho visto insieme.... pensavo che mi avessi dato buca per lei. E poi come sempre sono partita in quarta.-
Inizio a ridere e lui mi segue a ruota, sporgendosi verso di me per lasciarmi baci sulla fronte.
-Non dovresti ritornare alla festa? Tommy si starà chiedendo dove sei.-
-E' stato lui a dirmi di venire qui....e poi è impegnato con Laurel. E' in buone mani.- dice prima di sbadigliare facendomi intendere di essere stanco.
-Da quanto tempo non dormi?-
-Non mi faccio una bella dormita da giorni.... tra il compleanno di Tommy da organizzare, e la discussione con te....diciamo che ero distratto.-
Mi accorgo solo ora che indossa ancora la cravatta intorno al collo. Gliela slego , gli slaccio alcuni bottoni della camicia, e butto la cravatta sul letto di Iris dove c'è anche la sua giacca.
-Cosa stai facendo? Non vorrai approfittarti di una persona stanca?- chiede lui giocando.
-Dormi, Queen. Oppure ti caccio fuori a calci.- 
Mi giro verso il comodino per spegnere la luce e poi ritorno alla posizione di prima. Oliver mi stringe di nuovo tra le sue braccia prima di augurarmi la buona notte.
-Buonanotte Oliver.-
Dopo qualche secondo , sento di nuovo la sua voce.
-Ah e per la cronaca. Adoro il tuo pigiama.-

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Capitolo 4
*** Arnold ***


Sabato 

Ho caldo.
Strano per una che soffre il freddo avendo vissuto per anni a Las Vegas. Eppure stamattina ho caldo.
Cerco di muovermi, ma la cosa mi risulta difficile visto che è come se fossi ancorata al letto. 
E poi ricordo.
Apro gli occhi solo per avere conferma del fatto che Oliver sia ancora qui e che tutto questo non sia solo un sogno. E' alle mie spalle,mi tiene stretta a sè con 
una mano sul fianco mentre le nostre gambe sono intrecciate.  Cerco di divincolarmi dalla sua presa ma è tutto inutile. Oliver pronuncia qualche parola sconnessa, e mi tira ancora di più a sè.
Ho bisogno di andare in bagno, bere un bicchiere d'acqua gelato e assolutamente guardarmi allo specchio. Sarò un mostro.
-Altri 5 minuti.- mormora Oliver con la voce impastata dal sonno dopo l'ennesimo tentativo fallito di scappare. 
-Oliver devo andare.- 
-Dove?- chiede stringendomi di più a sè. 
-Devo andare in bagno.- dico sincera sperando che mi lasci andare. -Ti avviso che ho la vescica piccola.-
Ride leggermente e poi alza il braccio lasciandomi alzare. -Torna presto.- dice mettendo il cuscino sul quale stavamo poggiando la testa in posizione verticale
per potersi mettere più comodo. Apro la porta della camera e me la richiudo alle spalle dolcemente sperando di non svegliare le ragazze.
-Che stai facendo?- chiede Iris facendomi saltare. Sara e Caitlin sono sul divano accanto alla nostra amica probabilmente facendole compagnia. 
-Iris.- dico avvicinandomi a lei per abbracciarla. -Sei tornata!-
-Sono appena arrivata... ma cosa succede?- chiede indicando la porta della nostra camera.
-E' una lunga storia...posso spiegarti.-
-Già fatto.- dice Sara sorridente. -Hai visto Cait? Che ti avevo detto? Avevano solo bisogno di una spintarella.-
Guardo l'orologio sulla parete e noto che sono solo le 9 del mattino. 
-Hai già salutato Barry?- chiedo sperando che almeno lui sappia del suo arrivo.
-In realtà no volevo fargli una sorpresa....- dice tutta sorridente.
-Perchè stai sorridendo?- chiede Sara alzandosi dal divano per posizionarsi accanto a me. -Siamo qui già da 10 minuti, e non smetti di sorridere! Che succede, West?- 
-Mentre ero a Central City da mio padre mi sono resa conto di una cosa...- 
-Oh finalmente ci è arrivata!- sbotto porgendo il 5 a Sara che lo batte capendomi al volo.
-Tutte l'avevate capito mentre io........- dice Iris fermandosi di colpo visto che la sua attenzione è attirata da qualcosa alle mie spalle.
Mi giro leggermente e  vedo Oliver con il petto nudo avendo la camicia mezza sbottonata,  i capelli spettinati e un sorriso mozzafiato sulle labbra.
Hai la camicia, chiuditela maledizione!! 
-Buongiorno ragazze.-dice Oliver avvicinandosi e mettendomi le braccia intorno al corpo. Mi da un bacio sulla testa poi fa l'occhiolino a Sara.
-Manco per due settimane e guarda cosa succede....- dice Iris sottovoce a Sara. -Piacere. Sono Iris West.- dice la mia amica porgendo la mano ad Oliver.
-Oliver Queen.- dice il ragazzo accettando la mano e sorridendole.
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Iris decide di andare da Barry, sia Caitlin che Sara spariscono nella loro camera per potersi preparare.
Ci diamo appuntamento in sala mensa per fare colazione tutti insieme visto che è sabato.
-Dormito bene?- chiede Oliver una volta che siamo soli.
-Ho avuto caldo. Emani troppo calore.- dico prendendolo in giro. -Tu invece?-
-Non dormivo cosi da anni.... se potessi mi trasferirei qui.- dice dandomi un bacio veloce sulle labbra.
-E' tutto merito del materasso.... è di ottima qualità.-
-O forse è tutto merito tuo..- 
Dopo aver mandato via Oliver, decido di prepararmi visto che sto morendo di fame. Ieri sera non ho mangiato proprio  niente e stamattina ho intenzione di mangiare cibo per un reggimento intero.
Quando Sara e Caitlin sono pronte, prendiamo i cappotti e usciamo. Durante il tragitto le ragazze mi fanno tantissime domande alle quali però rispondo con indizi vaghi. Non so neanch'io cosa dire in realtà quindi preferisco tenermi tutto per me finchè le cose non saranno più chiare.
Arriviamo in mensa, e troviamo i ragazzi già li ad aspettarci.
Mi metto in fila per i cereali e il caffè, quando sento le mani di Oliver cingermi i fianchi. Si mette dietro di me e mi abbraccia dolcemente.
-Niente ciambelle stamattina?-
-Oh prenderò anche quelle. Sto morendo di fame.- dico facendolo ridere. Devo riprendere l'allenamento con Sara. Non posso rischiare di diventare una balena.
Dopo un paio di minuti, siamo liberi di ritornare al tavolo e mi sento in dovere di chiedere scusa a Tommy per la mia assenza e soprattutto quella di Oliver.
-Non chiedermi scusa. Sono contento che le cose tra di voi si siano risolte.-
Gli do un bacio leggero sulla guancia poi prendo posto accanto ad Oliver. Parliamo della festa, del fatto che Sara ha ballato per tutta la sera con una ragazza
esterna all'università e di Caitlin e Ronnie che ad un certo punto sono spariti dalla pista da ballo.


L'unica persona con la quale posso parlare è Sara visto che infondo è l'unica a conoscere bene Oliver. Le racconto tutto nei minimi dettagli, rispondendo
alle sue domande come se fossi in sede d'esame.
-Io.... per quanto ne so, non si è mai comportato cosi neanche con mia sorella. Di solito era sempre Laurel a cedere quanto litigavano, o ad avvicinarsi a lui per
chiedere scusa in ogni caso anche se lei aveva ragione e lui torto.-
-Sara non so cosa fare. Davvero. Mi sento strana...-
-Ne hai parlato con lui? Cioè avete chiarito questa situazione?-
-E cosa dovrei dirgli?- chiedo retorica. -Senti, ieri ci siamo baciati, quindi ora posso ritenermi impegnata?-
-No, cosi scapperebbe. Ne sono sicura.- dice la mia amica ridendo. 
-Non voglio rimanere delusa, tutto qui.- dico scrollando le spalle. -Credo che mi piaccia veramente.-
-E a chi non piace Oliver Queen?- chiede sarcastica.
-Grazie Sara sei davvero d'aiuto.- dico lanciandole un cuscino appresso.
Stiamo parlando della serata di ieri quando Iris entra in camera come una pazza e si stende sul suo letto dove Sara è seduta.
-Hey che succede?- chiede apprensiva accarezzandole i capelli.
-Lo odio. Giuro che lo odio.-
Si dimena sul letto e dal suo viso capisco che è andata male la chiacchierata con Barry.
Mi siedo anch'io accanto a lei e cerco di farla parlare. 
-Sono andata nel suo appartamento e non c'era. Allora l'ho chiamato al cellulare ma era staccato. Fortunatamente ho incontrato Cisco mentre stavo tornando qui e mi ha detto che il caro Barry Allen è andato a prendere un caffè con una certa Patty visto che era stato invitato.-
-Barry che esce con una ragazza?- chiede Sara titubante. La guardo con sguardo severo ammonendola. -Che c'è? Barry esce solo con te ma tu sei.....tu. Non sei
compresa nell'universo femminile sei la sua migliore amica.-
-Ho perso tempo, lo sapevo che dovevo parlargliene prima.- dice Iris sconsolata.
-Iris, tesoro ascoltami. Piaci tanto a Barry. Ne sono sicura.-  dico dandole coraggio a dichiararsi. -Non ti ha mai detto niente perchè non voleva rovinare la vostra amicizia ma.... gli piaci tanto. E da molto tempo.-
-Davvero?- chiede speranzosa. -Quindi questa Patty non è nessuno per lui?-
-Io non l'ho mai sentito nominare una Patty. Ha nominato sempre e solo te.- 
Caitlin arriva in camera e mi avvisa che Oliver mi sta aspettando in salotto. Non voglio lasciare sola la mia amica, ma entrambe mi spingono ad andare da lui per
vedere cosa vuole.
-Hey.- dice non appena mi vede. Si sporge e mi da un bacio veloce sulle labbra. -Che ne dici di un caffè?-
-Ne avrei bisogno almeno 2.- dico sorridendo. 
-Andiamo, allora.-
-In realtà Iris  ha avuto un problema con un ragazzo e...non mi sento di lasciarla sola.-
-Qualcosa di grave?- chiede preoccupato. 
-Voi uomini siete strani.- sbotto nervosa. -Prima vi piace una ragazza, poi ne uscita con un'altra. Certe volte siete proprio cretini.-
-A me interessa solo una persona in questo momento, quindi escludimi da questo gruppo.- dice prendendomi tra le braccia e congiungendo le nostre labbra. 
Baciare seriamente Oliver Queen è tutt'altra cosa che dargli un semplice bacio a timbro. Lui è cosi passionale, sa come toccare una donna e mandarla in fiamme.
Anni di pratica.
Scaccio via questo pensiero, e sorrido contro le sue labbra quando la barba inizia a farmi il solletico.
Le mie mani vanno a intrecciarsi dietro al suo collo affinchè non mi lasci andare.
Ci separiamo leggermente perchè Oliver si rende conto che sto ridendo di qualcosa.
-Ridi di me?-
-La tua barba punge signor Queen.- lo sfotto notando la sua espressione divertita. 
-Ho capito devo toglierla.-
-No, no, no. Scherzavo. Sei sexy con la barba. In realtà sei sexy sempre soprattutto quando sei senza maglia. Con il tuo fisico e il tuo testosterone, anche degli 
uomini cambierebbero sesso per venire a letto con te.-
Noto la sua faccia perplessa e divertita cosi mi correggo. -Cioè intendevo dire , che ..... sei attraente. E poi hai un fisico che sembra marmo. Quante volte ti alleni? E che tipo di allenamento fai? Anche quello a letto per te risulta essere un'allenamento?-
Sgrano gli occhi quando mi rendo conto di ciò che ho detto. 
-Dio, sei cosi bella anche quando balbetti.-
Sta per baciarmi quando siamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Alzo gli occhi al cielo e mi allontano da lui, andando ad aprire trovandomi di fronte
un accaldato Barry Allen.
-E' qui, vero?- chiede conoscendo già la risposta. Entra e si ferma di colpo quando vede Oliver.
-Oliver, ciao.- dice perplesso. -Ma non avevate litigato?- mi chiede sottovoce.
-Abbiamo fatto pace.- dice Oliver sorridendo. -Bello rivederti Barry.-
-Mi racconterai tutto quando avrò tempo ma ora dimmi dov'è Iris. Voglio salutarla.-
L'unica cosa che Barry riceve da me è un pugno fortissimo sul braccio. Sta zitto e non si lamenta del dolore solo perchè non vuole sembrare una femminuccia davanti a Oliver.
-Perchè l'hai fatto?- chiede guardandomi strano.
-Chi è Patty?- chiedo incrociando le braccia al petto aspettando spiegazioni. 
-Come sai di Patty?-
-Iris è venuta a cercarti per farti una sorpresa. Cisco le ha detto che eri con Patty a prendere un caffè.- dico seccata. 
-E' solo un'amica...-
Quando mi risponde cosi, gli dò un altro pugno questa volta più leggero.
-Sono mesi che ti piace Iris e tu che fai? Vai a prendere un caffè con un'altra?-
-Non sapevo che sarebbe tornata oggi. Non me l'ha detto.- dice giustificandosi.
-Voleva farti una sorpresa genio!- sbotto nervosa. 
Sara apre la porta della mia camera ed esce attirata dal baccano. 
-Ti conviene farla calmare. Sai quanto sia difficile farle cambiare idea quando è arrabbiata.-
Barry sparisce in camera mia, mentre Sara si trattiene con noi in salotto per alcuni minuti.
-Visto l'orario , dovremmo rimandare per il caffè ma..... che ne dici di una cena?-
Oliver attira di nuovo l'attenzione su di sè, facendo qualche passo verso di me  proponendomi questa cosa.
-La cena andrà benissimo.- dico sorridendogli.
-Passo a prenderti alle 7?-
Annuisco prima che mi dia un bacio veloce sulle labbra ed esca di casa.


-Fel?!- chiede Sara chiamandomi dal bagno.
-Sara che succede?-
-E' arrivato Arnold.- 
Oh no. Non è possibile.
-Sei sicura?- chiedo titubante. -Posso entrare?-
Quando Sara mi dice di si, entro nel bagno insieme a lei e la trovo in difficoltà con gli assorbenti tra le mani.
-Non è in anticipo?- chiede lei sapendo che mi ricordo perfettamente tutte le date delle nostre ultime mestruazioni.
-Si di qualche giorno ....-
Abbiamo iniziato a chiamare il ciclo mestruale Arnold, quando per la prima volta mentre Sara stava uscendo con un tipo più grande di lei, mi chiamò per dirmi
che aveva un'emergenza femminile e che quindi aveva bisogno di assorbenti. Nonostante la scelta del lessico, il ragazzo rimase cosi sconvolto dalla parola
mestruazione che da allora, decidemmo di usare tra di noi questo nome in codice.
-A te ancora niente?-
Sara ed io, tutti i mesi, abbiamo in ciclo contemporaneamente. Non chiedetemi com'è possibile, ma lo è.
-Ti prego Sara non nominare neanche la parola ciclo. Stasera devo uscire con Oliver, non voglio che niente o nessuno rovini questa uscita.-
-Stavo solo chiedendo, di solito siamo sincronizzate.-


Le parole di Sara, sono state come una sveglia per il mio ventre che subito ha iniziato a lavorare per provocarmi crami fortissimi tanto da non riuscire a stare seduta.  Caitlin sta cercando di accudire entrambe, visto che sa perfettamente di cosa abbiamo bisogno o di cosa abbiamo voglia.
Io sono nel mio letto mentre Sara e nel suo. E' cosi strano vedere una ragazza come Sara, forte e resistente, piegata (letteralmente) per una cosa come il ciclo.
Prendo il cellulare e chiamo Oliver, dicendogli che sono impossibilitata ad uscire.
-E' successo qualcosa?- chiede visibilmente preoccupato.
-Mmm.... sai, cose...femminili.- dico imbarazzata.
-Ah..- dice capendo tutto. 
-Eh già.- dico un pò divertita. -Sono una pentola a pressione.- dico facendolo ridere.
-Hai bisogno di qualcosa?-
Gelato alla menta con scaglie di cioccolato. Una borsa calda visto che ho i piedi congelati e un massaggio. Oh davvero pagherei per un massaggio.
Mi rendo conto che ho detto tutto questo a voce alta. 
-Sto scherzando Oliver. Sono in buone mani con Caitlin.- dico dandomi mentalmente della stupida per essermi lamentata come una bambina.
-Qualcuno sta lavorando contro di noi per impedirci di uscire insieme, lo sai vero?-
-Si...- dico amareggiata. E' già la terza volta che ci diamo buca a vicenda. 
-Ci vediamo domani mattina? Passo a vedere come stai.-
-Si, ci vediamo domani mattina.-
-Buonanotte Smoak.-
Sono solo le 8 di sera ed Oliver mi ha già dato la buona notte. Probabilmente avrà da fare qualcosa visto che non mi messaggia.
Oh sarà in dolce compagnia.
La mia mente. Qualche volta pensa da sola.
Prendo il mio iphone e inizio a leggere un libro in pdf, quando la porta di camera mia si apre lentamente mostrandomi Oliver in tuta da ginnastica, con una busta tra le mani.
-Che ci fai tu qui?- chiedo poggiando il cellulare sul comodino e voltarmi verso di lui.
-Beh volevi un massaggio. Thea dice che sono molto bravo a fare i massaggi perciò...- scrolla le spalle e si avvicina al letto per porgermi una bustina.
Thea? E chi è questa?
-Mia sorella.- dice leggendomi nella mente.
Tocco l'involucro di plastica e mi rendo conto che è congelato. Poi capisco.
-Mi hai comprato del gelato?- chiedo perplessa.
-Non del gelato qualsiasi.... gelato alla menta con scaglie di cioccolato. Ho girato 5 supermercati per trovarlo.-
Si toglie la felpa, cosi da rimanere solo a mezze maniche e inizia a slacciarsi le scarpe. Sono cosi concentrata sul suo corpo scolpito che resto senza parole.
-E la borsa calda?- chiedo balbettando.
-L'hai detto tu stessa che emano calore... fammi spazio Smoak.-

Entrambi siamo a letto, leggermente alzati cosi da poter mangiare ogni tanto un cucchiaio o due del gelato che Oliver mi ha portato. 
I miei piedi si sono subito riscaldati grazie al calore di Oliver mentre i crampi e i dolori alla schiena sembrano essersi attenuati. 
-Non ho mai conosciuto nessuno che mangia gelato alla menta.- dice dopo avergli dato un'altra cucchiaiata del composto.
-Tutta colpa di mia madre, lo portava a casa il sabato sera e da allora non mangio nient'altro.-
-Come vanno i dolori?- chiede premuroso.
-La schiena va molto meglio.... la pancia invece sta lavorando come se un fabbro stesse scalfendo il ferro in una fabbrica.-
Oliver senza preavviso mi toglie il barattolo con il gelato dalle mani e mi gira in modo da essere completamente stesa di schiena. 
Poggia la mano sulla pancia ed inizia a massaggiarla con movimenti rotatori molto lenti.
-Anche mia sorella Thea soffre quando ha il ciclo.- dice quasi come se si volesse giustificare.
-Non mi hai mai parlato di lei.- affermo notando quanto poco conosciamo l'uno dell'altro.
-Non ne abbiamo mai avuto l'occasione.-
-Parlami di lei.-
-Beh lei è.... lei è Thea. E' testarda, sostenuta, cambia idea difficilmente. La settimana prossima compirà 18 anni.-
-Sembra.....essere la tua fotocopia.- dico facendolo sorridere. 
-Quindi secondo te io sono testardo e sostenuto?-
-Parole di Sara non mie.- dico come se volessi giustificarmi.
-Non basarti su quello che dicono gli altri. La maggior parte delle persone che sono li fuori non mi conoscono per quello che sono realmente.-
Non sapendo cosa dirgli , afferro la sua mano sulla mia pancia e la stringo forte.
-E' vero ho un passato e un presente particolare, sono stato con molte donne ma mai con nessuna, mi sono sentito come mi sento con te.-
-Posso farti una domanda?- chiedo.
-Certo che puoi.-
Mi metto di nuovo sul fianco cosi da poterlo guardare meglio.
-Perchè è finita con Laurel?-
Questa domanda lo spiazza. 
-Diciamo che... come ben saprai i miei genitori hanno costruito un'azienda a Starling City che un giorno dovrò dirigere io. Ma è proprio questo il punto: tutti sanno cosa dovrò fare in  futuro ma non hanno chiesto nemmeno una volta cosa ne penso. Mia madre aveva fatto affidamento sul potere che aveva Laurel su di me affinchè potesse convincermi a laureami velocemente e tornare a casa a dirigere la Queen Consolidated.-
-Tuo padre cosa ne pensa?-
-Sarebbe felice di vedermi seduto alla sua scrivania, ma sa anche che è la mia vita e dovrei scegliere io cosa farne.-
-Segui il tuo cuore. Non pensare di deludere le persone che ti circondano, perchè un giorno se ti alzarai e ti renderai conto che la tua vita è uno schifo, non potrai tornare indietro e fare scelte diverse.-


Domenica 

-Ti ha portato del gelato?- chiede di nuovo Sara sottovoce  pensando di non aver capito bene. E' stata proprio la mia amica a svegliarmi stamattina e a raggiungermi in camera mentre Iris  ancora dorme nel suo di letto. 
-Si.- annuisco imbarazzata.
-E ti ha fatto un massaggio per calmare i dolori del ciclo?-
-Si.-
Sara spalanca la bocca per poi richiuderla. Davvero non sa che dire.
-Gli unici massaggi che ha mai fatto, sono stati prima del sesso. E ti posso assicurare che erano davvero degli ottimi massaggi.-
Si accorge di aver esagerato a parlare e subito si scusa con me come se mi avesse insultato.
-Sara non sarai l'unica a fare battutine sulla bravura di Oliver... tranquilla va bene.-
In realtà non va bene per niente.
Dentro sto morendo di gelosia. 
-Come mai non è rimasto per la notte?-
-Iris è tornata... non voleva essere di troppo.- dico scrollando le spalle. Ieri sera gli ho offerto più volte di rimanere con me ma ha sempre rifiutato. 
Non ho voluto insistere soprattutto perchè stamattina aveva intenzione di dormire fino a tardi e recuperare le ore di sonno perse. 


Mi sento molto meglio. Ed è per questo motivo che decido di fare una sorpresa ad Oliver ed andare a prendere la colazione. 
La fila alla mensa è quasi inesistente, quindi nel giro di 15 minuti, prendo tutto quello di cui ho bisogno e mi avvio verso i dormitori maschili. 
Quando arrivo alla sua porta, busso più volte con la speranza di non svegliare nessuno.
-Hey Smoak.- dice Ronnie aprendomi la porta mezzo assonato.
-Ti ho svegliato?- chiedo sperando in una risposta negativa.
-Mmm, no. Sono appena uscito dal bagno.- dice scostandosi un pò per lasciarmi entrare. Poso tutto ciò che ho preso alla mensa sul tavolo del salotto, per poi
prendere uno dei tre caffè caldi e porgerglielo. 
-Grazie.- dice sorridente prima di berne un sorso. -Come stai?-
Sbianco a quella domanda sperando che Oliver non abbia raccontato i dettagli sul mio ciclo agli amici.
-Oliver mi ha raccontato che non stavi bene ieri. Un'indigestione o cose cosi... - dice vedendomi perplessa.
-Si....sto molto meglio.-
 -Nonostante sia felice che tu sia qui, soprattutto perchè mi hai portato la colazione, devo dirti che Oliver è andato  a correre.-
-A correre?- chiedo titubante. Ieri sera non ha accennato ad una corsa mattutina. Anzi, voleva dormire il più possibile per recuperare le forze.
-Si. Si è svegliato verso le 7. Manca da allora.-
Sono le 9.30 del mattino. E' fuori da già due ore. Quanto cavolo corre?


Dopo aver salutato Ronnie, decido di tornarmene a casa. Avendo lasciato il cellulare in camera sotto carica, aspettarlo sarebbe stato inutile visto che non so l'orario del suo rientro.
Sto passeggiando tra i sentieri del campus diretta al dormitorio femminile, quando vedo un ragazzo e una ragazza seduti su una panchina.
Mi chiedo come facciano a stare li fermi, immobili all'aperto, visto la temperatura bassissima.
Decido di proseguire senza prestarci molta attenzione. Ma non so per quale motivo,  la mia attenzione ritorna su di loro.
E poi mi rendo conto che c'è Oliver seduto su quella panchina. Ed è insieme ad una ragazza.
Indossa la tuta. Quindi è andato a correre veramente.
Dubiti di lui? Non stiamo insieme, può fare quello che vuole.
Sono cosi distratti l'uno dall'altro, che non si accorgono neanche della mia presenza.  Sono ferma li a meno di cento metri da loro e mi chiedo cos'abbiano da dirsi di tanto urgente da doverlo fare al freddo e soprattutto soli.
Improvvisamente Oliver volta la testa verso un punto indeterminato e mi nota. Ci mette un pò a capire chi sia la persona che li sta osservando.
Alzo la mano in segno di saluto e accenno un sorriso attirando completamente la sua attenzione. 
Mi sento di troppo quindi decido di fare marcia indietro e questa volta tornare davvero al mio dormitorio. 
Non dovrei essere qui, ad osservarlo. Oliver può fare ciò che vuole. Non stiamo insieme.
Faccio finta di niente quando Oliver inizia a chiamarmi affinchè mi fermi e lo aspetti. 
-Felicity?!- urla correndo verso di me. Mi fermo visto che ignorandolo farei solo la figura dell'immatura.
-Hey! Scusa non ti avevo sentito.- dico voltandomi verso di lui. 
-Davvero? Ma se stavo praticamente urlando?- chiede sarcastico, avvicinandosi per potermi toccare. 
-Ero distratta.- dico mentendo. Si abbassa leggermente per darmi un bacio a timbro sulle labbra. 
-Come ti senti? -
-Mai stata meglio.- dico freddamente. 
-Come mai sei uscita?-
-Ti ho portato la colazione, ma non eri in camera.- dico scrollando le spalle come se la cosa fosse poco importante.
-Mi hai portato la colazione?- chiede con un tono tale da farmi sentire un'idiota.
-Si volevo ringraziarti per ieri. Per essermi stato vicino ecco.-
-Mi dispiace, se l'avessi saputo sarei tornato prima.- dice. -E non devi ringraziarmi. L'ho fatto con piacere.-
La donna che era seduta con lui sulla panchina, è ancora li e sta guardando nella nostra direzione. Ci starà osservando.
-Non fa niente tranquillo... senti io ora vado, ho delle cose da fare.- 
-Felicity, va tutto bene?- chiede vedendomi rivolgere degli sguardi alle sue spalle. 
-Tutto alla grande.- dico sorridente. -Ritorna dalla tua amica, ti contatto dopo ok?- 
Gli lascio un bacio sulla guancia e scappo dalla situazione imbarazzante in cui mi sono trovata.

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Capitolo 5
*** Scelte ***


Domenica

-Cosa significa che è scappata?-
-Significa che è scappata Tommy, cos'altro c'è da dire?- chiedo retorico facendo sbuffare il mio migliore amico.
E' da stamattina che non sento Felicity. Le ho mandato un paio di messaggi ai quali però non ha risposto. 
Sono sicuro che questa sua freddezza è dovuta al fatto che stamattina mi ha vista in compagnia di Shado.
Solo grazie a Ronnie ho saputo che lei, Sara e Caitlin sono uscite per svagarsi un pò. 
-Sii più specifico amico. Scappata nel senso di "devo andare ho un appuntamento" o scappate nel senso "non voglio essere il terzo incomodo vi lascio soli"?-
-Ma quala terzo incomodo? Stiamo parlando di Shado.- sbotto nervoso.
-Ollie ti ricordo che con Shado ci sei andato a letto.- precisa Ronnie. 
-Una sola volta.- dico mettendo in chiaro le cose. -Ora siamo buoni amici.-
-E questo Felicity lo sa? Andiamo Oliver vi conoscete da una settimana! E' normale che vedendoti con una ragazza si faccia delle idee sbagliate.- dice Tommy
bevendo un sorso della sua birra.
-Quindi credete che Felicity mi stia evitando?- chiedo confuso.
-Ha motivo di farlo? Cioè avete definito ciò che sta accadendo tra di voi?- mi chiede Ronnie sedendosi sul divano accanto a me.
-In che senso scusa "definire ciò che sta accadendo"?-
-Andiamo amico pensavo che dopo Laurel avessi capito come stanno le cose....State solo uscendo o state insieme?- puntualizza Tommy rendendomi le cose più 
semplici. 
-Stiamo uscendo....credo.- dico non sapendo cosa rispondere.
-Credi? Mettiamola cosi: hai il permesso di vedere altre ragazze?- chiede mio cugino.
-Non avendo definito cosa c'è tra di noi...credo di si.-
-E lei? Può frequentare altri ragazzi?-
Quando Tommy pronuncia questa frase, quasi non lo strozzo. Non riesco neanche a pensarla una cosa del genere. Ricordo ancora quando l'ho vista con addosso
i vestiti di Barry. Tante volte l'ho immaginata in atteggiamenti intimi con quel coglione dell'ex. Tutte le volte che ci è andata a letto, l'ha baciato, l'ha coccolato. 
Felicity che abbraccia un altro? O che bacia qualcun'altro che non sia io?
NO. La risposta è NO.
-Oddio.- sussurra Tommy come se avesse visto un fantasma. 
-Cosa?- chiedo confuso.
-Sei geloso di lei. Ti conosco bene. La tua testa stava immaginando Felicity con un altro ragazzo.-
-Non sono geloso di lei.- 
-Ah non lo sei? Quasi davi di matto quando hai visto Felicity entrare in mensa con i vestiti di Allen.- dice Ronnie ridendo ricordando la scena. 
-Sta succedendo di nuovo.- dice Tommy sottovoce a Ronnie.
Davvero li odio quando fanno cosi. Sono insopportabili.
Non ho il tempo di rispondere a questa insinuazione , perchè la mia gamba inizia a vibrare. Tiro fuori dalla tasca il cellulare e leggo il nome Caitlin Snow.
-E' Caitlin.- dico guardando Ronnie. Subito mio cugino si alza probabilmente per andare a controllare il cellulare e vedere se ci sono chiamate perse.
Se ha chiamato me ci dev'essere un motivo.
-Hey Caitlin.- dico rispondendo.
-Oliver?!- dice urlando visto che data la musica dev'essere in un posto molto rumoroso.
-Hey dove sei?- chiedo sperando che mi senta.
-Senti, mi dispiace chiamarti, so che Felicity non lo vorrebbe ma.....siamo in un bar. Sara e Felicity  hanno bevuto molto e non so come riportarle a casa.-
-Dove siete?- chiedo alzandomi di colpo e facendo segno a Ronnie e Tommy di andare.


Il posto dove le ragazze hanno deciso di svagarsi è una discoteca non molto distante dal campus di Yale.
Qualche volta ci sono venuto in occasione di alcune serate, ma essendo un tipo a cui non piace ballare, cerco di stare alla larga da questi posti.
Paghiamo l'ingresso ed entriamo nel cosidetto "Fifty shades".
-Posticini tranquillo eh?- urla Tommy divertendosi da morire. 
-Cerchiamo le ragazze e andiamocene.- dico serio sperando che Felicity non si sia cacciata in qualche guaio.
Superiamo delle tendine ed entriamo nella mischia. C'è gente che balla sui tavoli, altra che non si regge in piedi. Resto per alcuni secondi fermo cercando di intravederla tra la folla ma è tutto inutile. Ci saranno duecento persone. 
Ronnie alle mie spalle, mi tocca il braccio e mi indica la figura poco chiara di Caitlin che è distratta da qualcosa. 
La raggiungiamo e prima di tutto, le chiedo dove sia Felicity.
-Guarda tu stesso!- dice urlandomi all'orecchio  indicandomi con la mano una direzione qualunque. Mi concentro sulla folla e la vedo: sta ballando con Sara,
in un vestitino un pò troppo corto e aderente che le mette in risalto il fisico e le lascia le gambe scoperte. Tacchi alti e capelli mossi completano il tutto, rendendola incredibilmente sexy.
La mia espressione cambia di colpo, quando mi rendo conto che alle spalle delle ragazze ci sono due cretini che ci stanno provando. 
-Amico non fare stronzate.- dice Tommy leggendomi nel pensiero.
Cerco di calmare la rabbia ma mi risulta molto difficile visto il modo in cui Felicity sta ballando con loro. Probabilmente è cosi ubriaca che non si è neanche accorta di chi ha alle spalle.
Le mie gambe partono da sole, nel momento in cui vedo uno dei tue tipi, mettere le mani suoi fianchi di Felicity per far strusciare il suo corpo contro quello della
bionda. Tommy alle mie spalle mi segue a ruota volendo evitare di creare problemi. L'ultima volta che ho fatto a botte ero a Starling City. Il giorno dopo la notizia era su tutti i tabloid. Mia madre era furiosa. 
Supero delle persone fin quando non arrivo proprio di fronte a Felicity e a quel cretino che la sta toccando.
-Hey.- dico alzando le mani di quel tipo dal corpo di Felicity. -Sparisci.-
-Oliver?!- chiede Felicity sorridendo gettandosi praticamente tra le mie braccia. Le metto la mano destra  sulla schiena mentre le sue finiscono dietro la mia nuca  intrecciate.
-Ragazzi anche voi qui?- dice Sara continuando a ballare energicamente con un drink in mano. Guardo Tommy e gli faccio segno di portarla via. 
-Hey amico, la ragazza sta con me.- dice il tizio che poco fa stringeva Felicity. 
-Te lo ripeto di nuovo: sparisci.- dico minaccioso. 
-Sapevo che dovevo scoparmela prima.- dice prima di voltarsi per andarsene.
-Cos'hai detto?- urlo per sovrastare la musica ma credo che dalla mia espressione facciale abbia capito che sono incazzato nero. 
Non riesco a essere lucido. Non quando qualcuno le parla cosi. 
Tommy ritorna di nuovo da me e io le affido Felicity ordinandogli di portarla fuori e metterla al sicuro in macchina. Il mio amico è restio nel farlo, ma quando mi giro per guardarlo si rende conto che sono già esploso. La rabbia che avevo dentro si sta trasformando in adrenalina. 
Prima che il tizio se ne possa rendere conto, gli do un pugno in piena faccia facendolo cadere svenuto a terra. 


La sicurezza mi trascina fuori come se fossi un deliquente. Ringrazio di non essere più a Starling altrimenti a quest'ora dovrei subirmi la ramanzina della
mia adorata madre. Mi avvio nel parcheggio dove Tommy e Ronnie sono vicino alle macchine e stanno parlando con Caitlin. 
-L'hai steso vero?- chiede Ronnie serio notando la mano rossa. 
-Dov'è Felicity?- chiedo vedendo le due macchine: quella di Sara e la mia.
-E' nella tua macchina. Ronnie ed io andiamo con le ragazze.- dice Tommy dandomi una pacca sulla spalla. Non è un gesto qualunque. So che l'ha fatto per
chiedermi se sto bene. Annuisco prima di rivolgere uno sguardo a Caitlin. 
-Sto bene.- dice la ragazza leggendomi nella mente. -Sapevo che non dovevamo uscire ma Sara ha insistito per andare a bere qualcosa e....-
Ronnie la abbraccia vedendola scossa. Se non fossimo arrivati noi come sarebbero andate a finire le cose?
-Ci vediamo al campus.- dico andando verso la mia macchina. Quando salgo, noto che Felicity è sveglia. 
Metto in moto senza dire neanche una parola. Il silenzio tra di noi sta diventando imbarazzante. A peggiorare le cose è il traffico che troviamo sulla statale visto che è domenica sera.
-Volevo evitarti e guarda dove mi ritrovo.- sussurra sottovoce prima di ridere.


-Andiamo Felicity, non rendere le cose più difficili.-
Siamo appena arrivati al campus, e sto praticamente trascinando Felicity verso il suo appartamento. Gli altri non sono ancora arrivati visto che Tommy ha 
sbagliato strada essendo stato distratto più volte da Sara.
-Sei cosi buffo.- dice quando riesco ad aprire la porta di casa e gettare le chiavi sul divano.
-E tu sei ubriaca.- 
-Si, di te.- dice schietta per via dell'alcool.
-Ora ne sono davvero sicuro.-  sussurro convincendomi ancora di più del fatto che abbia bevuto troppo.
-Sai mi sono chiesta in questi giorni come sia il sesso con te.-
Mi fermo di colpo, sentendomi in imbarazzo. Siamo in camera sua, le luci sono soffuse, Felicity non indossa praticamente niente e la mia mente sta già facendo
strani pensieri su di lei e me nel suo letto. 
-Quindi ho capito che se voglio veramente saperlo o posso chiedere in giro a tutte le ragazze che ti sei scopato in questi anni.....-
Nonostante sia stra-fatta, mi ferisce la concezione che ha di me. 
-Oppure provare io stessa se sei davvero bravo.- 
Si avvicina maliziosamente a me e intreccia le mani dietro alla mia nuca. Un attimo prima i suoi occhi sono nei miei , mentre l'attimo dopo ho le sue labbra sulle mie.
Non so come rispondere, non so come comportarmi.
Se una settimana fa una bella ragazza mi avesse offerto una notte di sesso cosi su un piatto d'argento, non avrei rifiutato per nessun motivo al mondo.
Ma non posso fare questo a Felicity. Non posso usarla cosi quando il suo stato di lucidità è pari a 0.
Mentre mi sta baciando, le sue mani finiscono sul minuscolo pezzetto di stoffa che indossa, e lentamente tira giù la cerniera restando cosi solo in intimo.
E' difficile resisterle. Soprattutto se è mezza nuda davanti a me e mi sta invitando a farla mia. 
Mentre continua  a baciarmi senza sosta mi sbottona la camicia , accarezzando i muscoli lentamente facendomi fremere.
Il suo profumo si mescola all'odore forte della tequila, azionando nella mia testa un campanello d'allarme che mi da la forza di agire e spingerla lontana da me. 
-Felicity fermati.-
-Non è questo che vuoi?- dice dandomi una piena visione del suo corpo e delle sue forme. -Puoi avermi, Oliver. Devi solo volerlo.-
-Non stasera.- dico togliendomi la camicia ormai sbottonata e mettendogliela sulle spalle scoperte. Essendo più alto di lei, la stoffa la copre fino ai glutei.
Resta delusa dalle mie parole, cerca di chiudersi la camicia alla meglio e mi guarda come se stesse recuperando la lucidità.
-Non sono abbastanza rispetto alle altre no?- chiede sorridendo falsamente. 
-Sei ubriaca. Non voglio venire a letto con te mentre sei in questo stato.-
-Puoi sempre andare dalla tua amichetta e chiederle se ti concede una scopata. Sempre se non è troppo ubriaca ovvio.- dice riferendosi a Shado. Sapevo che prima o poi me l'avrebbe rinfacciato. 
-Non mi pare di essere andato in un bar ad ubriacarmi in cerca di qualcuno con cui passare la notte.- dico ferendola. Nel momento in cui i suoi occhi si velano di lacrime, mi rendo conto di quanto forti siano state le mie parole. 
-Mi dispiace...- cerco di avvicinarmi ma mi blocca con un gesto della mano.
-Non cercavo qualcuno con cui passare la notte.- dice giustificandosi. -Cercavo di distrarmi visto che la situazione tra di noi mi confonde terribilmente.-
La confonde? In che senso?
-Io.... non ho ancora capito cosa stai cercando. Perchè non voglio essere una delle tante Oliver.- dice sincera facendomi sciogliere il cuore.
-E so che è presto, o che probabilmente non hai proprio preso in considerazione l'idea che tra di noi ci possa essere qualcos'altro di "questo".... ma io l'ho fatto. 
L'ho iniziato a fare nel momento in cui mi sono resa conto di essere caduta nella trappola.-
Non voglio ferirla. E' qui di fronte a me , dopo essersi praticamente dichiarata, e invece di scappare l'unica cosa che vorrei fare è abbracciarla. 
-Io sono la tipa da fidanzati, non una escort.-
Si sta davvero paragonando ad una prostituta? Ma quanto diavolo ha bevuto?
Guardandola in faccia mi sembra abbastanza lucida. Sta solo utilizzando l'effetto dell'alcool per essere sincera e dirmi finalmente ciò che vuole per noi.
La domanda è: voglio la stessa cosa?
Felicity mi sta espressamente dicendo che non vuole che veda altre donne . E per vedere intende andarci a letto.
-Pensaci , va bene?- dice avvicinandosi per darmi un bacio veloce sulla guancia. Si avvicina all'armadio, prende una t-shirt , si sfila la camicia e me la porge
prima di scomparire chissà dove nell'appartamento. 

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Capitolo 6
*** Complicità ***


Sabato 
Felicity'POV


Non è mi è mai risultato facile dire addio alle persone che amo.
La prima fregatura l'ho avuta da mio padre che, stanco della vita che conduceva con me e mia madre, ci ha lasciato trasferendosi chissà dove con una bella
modella russa.
La seconda invece, da mia madre. Nel bene e  nel male mi è sempre stata vicina, facendo gli straordinari a lavoro, per potermi comprare tutti i libri
al liceo o qualche particolare regalo che desideravo per Natale. Ma è sempre stata quel tipo di donna che si vergognava delle sue origini, delle sue condizioni economiche e per questo mascherava tutto con i vestiti attillati e i tacchi alti. 
La terza ed ultima, l'ho avuta da Oliver. 
E' da una settimana che non parliamo. Una settimana che non ripenso a quel giorno e a quanto sia stata affrettata nel mettere Oliver davanti a una scelta
cosi importante. Probabilmente sarebbe ancora qui.
Poi però ripenso alle parole di Sara e mi autoconvinco che era cosi che doveva andare.
Oliver ed io non staremo mai insieme.
-Hey buongiorno.- dice Iris entrando in camera già pronta. -Dormito bene?-
Da un paio di giorni a questa parte, Iris è sempre sorridente e soprattutto assente. Se non è a casa è con Barry, se invece è con noi ha la testa tra le nuvole
inserendosi qualche volta nei nostri discorsi con semplici cenni del capo.
-Ho dormito bene, si. Ma come mai se già vestita? Oggi è sabato.-
-In realtà..... Barry ed io andiamo a fare una passeggiata.-  dice imbarazzata.
Mi fa piacere vederli cosi. In realtà non vedo Barry da qualche giorno. E se non fosse stato per Oliver probabilmente non mi sarebbe neanche venuto a cercare.
Qualche giorno fà, Barry stava camminando nel corridoio con Cisco quando si è imbattuto nei 3 moschettieri. Non sapendo niente su di noi e sul fatto che avessimo rotto/chiuso la nostra storia, ha iniziato a chiedere di me e di come andassero le cose.
E' stato liquidato con un colpo di tosse da Ronnie e un'occhiataccia da Tommy. O almeno cosi ha detto.
-E tu? Hai programmi con quel tipo? Come si chiama.....Palmer?- chiede aggrottando la fronte.
E questo mi dimostra che Iris non era mentalmente con noi per tutta la settimana.
Ho incontrato Ray Palmer martedi scorso. E' arrivato a Yale solo da pochi mesi, visto che ha frequentato per due e anni e mezzo l'università di Berkley.
Stavo uscendo di spalle  dalla sala mensa accompagna da Sara e Caitlin, quando improvvisamente nel girarmi, ho urtato qualcosa facendo cadere il mio caffè
caldo con latte scremato.
Quel qualcosa era Ray.
Inutile dire che mi sono scusate diecimila volte, mi sono offerta di pagargli la lavanderia, ma ormai il danno era già fatto: la sua camicia, credo di flanella bianca ormai era a chiazze marroni. 
Ray tranquillamente mi ha semplicemente sorriso e detto di stare tranquilla. Una chiacchiera tira l'altra e alla fine mi sono proposta di offrirgli un caffè
 visto il guaio combinato. Mi ha raccontato qualche aspetto della sua vita, il fatto che adora le scienze quasi quanto io adoro mangiare gelato alla menta.
Parlando mi sono resa conto che siamo molto simili. Ed è difficile trovare qualcuno bello come lui che abbia i miei stessi gusti.
-E' ....complicato.- dico scrollando le spalle.
-Pensi ancora ad Oliver?-
Finora nessuna di loro aveva pronunciato il suo nome ad alta voce. Neanch'io lo avevo fatto. Beh tranne che nella mia testa.
-Ma no! Ormai è una cosa passata.- mento spudoratamente. -Non so ancora cosa voglio da questa persona, e Ray è il tipico ragazzo che se gli piace 
qualcuna mette le cose in chiaro.-
Se solo anche Oliver avesse fatto cosi. Forse ora non mi ritroverei cosi indecisa sul da farsi.


Oliver' POV 

E' difficile andare avanti quando hai la persona che ti piace praticamente a un metro di distanza. 
E' già da una settimana che non sento nè vedo Felicity. Beh, in realtà a vederla la vedo visto che mio cugino è fidanzato con la sua migliore amica ma un paio
di volta ci siamo incontrati in sala mensa (io entravo, lei usciva) e non mi ha degnato neanche di uno sguardo. Come se fossimo due estranei.
-Perchè sei già sveglio?- 
La voce impastata di Elena, mi ricorda la notta focosa che ho trascorso con lei. Notte che come tutte le altre non ha significato niente. 
-Devo andare.- dico alzandomi ripensando alla promessa fatta a me stesso qualche giorno fà.
Non condividerò mai più il letto con nessun'altra.
L'ho fatto con lei per bene due volte, e non lo farò mai più. Le premure che ho avuto con lei non accadranno più con nessun'altra. 
Elena cerca di convincermi con un secondo round, ma grazie ad alcune scusa patetiche riesco ad andare in bagno, farmi una doccia e vestirmi per andare a fare
colazione. Sono le 10 di sabato mattina e i miei amici non sono nell'appartamento. Ronnie sarà con Caitlin, mentre Tommy con Laurel. 
Dopo aver timbrato il cartellino della mensa, inizio a fare la fila per prendere un caffè e una ciambella. Quando sono a metà fila, riconosco la voce di Felicity che sta ordinando varie cose. 
-5 Caffè di cui 2 macchiati e 4 briosche da portare.-
Nonostante sia amante del caffè, capisco che starà aspettando qualcuno per la colazione. Mi guardo intorno alla ricerca di alcuni visi familiari e noto Caitlin, Ronnie e Sara seduti  tavolo che di solito occupiamo per pranzare. 
La mia mente corre al pensiero che i caffè sono 5 e non 4, chiedendomi chi altro Felicity stia aspettando. Quando il cameriere le porge la sua ordinazione, 
la bionda ha alcuni problemi a portare tutta quella roba per una questione di equilibrio.
Senza pensarci due volte esco dalla fila e mi avvicino per aiutarla quando accanto a me, mi ritrovo un ragazzo alto, moro, robusto che sta prendendo i caffè
di mano a Felicity.
-Scusa il ritardo, ho avuto un problema con la doccia.- dice il tizio sorridendo a Felicity la quale ha ancora il suo sguardo puntato nel mio. 
Non so cosa dire, non so cosa fare. Vorrei soltanto capire chi è questo cretino visto che non l'ho mai visto nella mia università.
-Tranquillo sei arrivato giusto in tempo, Ray. Sei il mio salvatore.- dice Felicity rompendo il contatto tra i nostri occhi e dando un bacio veloce a questo
Ray  sulla guancia.
Un gesto semplice, forse quotidiano, visto che il ragazzo non rimane per niente sorpreso dalla cosa.
Cosa sarà successo tra questi due?
In nel frattempo resto in silenzio, mettendo distanza tra di noi nel momento in cui Felicity si allontana con il suo nuovo amico per andare al tavolo dove sono seduti gli altri.
Faccio per ritornare al mio posto, contento almeno che la fila sia quasi finita, quando il ragazzo che era dietro di me mi dice di andare in fondo. 
Lo guardo perplesso, poi non volendo creare problemi, decido di rinunciare al caffè e di uscire per un giro in macchina.
Questa giornata è iniziata proprio una merda. 

Ritorno in stanza circa due ore più tardi, incrociando i miei amici che sono sul divano per una partita alla play.
-Hey amico, ma dov'eri?- chiede Ronnie senza staccare gli occhi dallo schermo della tv. 
-Chi è quel tizio che stamattina stava con Felicity?- chiedo vedendolo bloccarsi di colpo. Tommy mette pausa alla partita e guarda me e Ronnie curioso.
-Li hai visti?- chiede spalancando gli occhi.
-Vederli è un eufemismo. Praticamente si sono baciati davanti a me.- sbotto nervoso. 
-Baciati? Sulle labbra?- chiede Tommy.
-No.-
Ci mancava solo quello. Lo avrei direttamente strozzato quel Ray.
-Perchè non me l'hai detto? Da quanto tempo va avanti questa storia?- chiedo volendo quante più informazioni possibili.
-Si sono conosciuti martedi. Felicity gli ha versato un caffè addosso e visto che era nuovo, si è offerta di fargli da guida.-
-Ha anche bisogno della guida il coglione?- chiedo infastidito iniziando a camminare avanti e indietro.
-Oliver calmati. Poteva capitarle un tipo come Tommy.- dice Ronnie subendosi un'occhiataccia da me e dal mio migliore amico. -Ray sembra essere un tipo apposto, è di buona famiglia, intelligente....-
-Ray?- chiedo notando quanta familiarità cia tra quei due. -Lo chiami Ray?-
-Ollie, non capisco quale sia il tuo problema.- dice mio cugino alzandosi per venirmi incontro. -Perchè sei arrabbiato?-
Io non sono arrabbiato. Io sono furioso è diverso. 
Meno di una settimana, e ha già trovato qualcuno con cui rimpiazzarmi? Ma come diavolo fa? E' una calamita per gli uomini!
-Io?- chiedo sbuffando e contemporaneamente ridendo. -Io non sono arrabbiato.-
-Sicuro che sia tutto apposto?- chiede Tommy. -Da una settimana ti comporti in modo strano.-
Per lui sono strano perchè non sto uscendo con nessuna ragazza. Entrambi non sanno cos'è successo con Felicity, visto che non ho voluto dare spiegazioni
a nessuno. Non volevo essere giudicato. 
-Cos'è successo con Felicity , bro?- chiede Ronnie vedendomi il silenzio dopo molti secondi.
Non so cosa Caitlin gli abbia raccontato, probabilmente i fatti in caratteri generali, ma non voglio che si sappia la verità. Non voglio far sapere a tutto che sono
scappato.
-Mi sono reso conto che non mi interessava realmente.-
-Dopo tutto..quello che hai fatto?- chiede Tommy balbettando. -Cioè amico, non ti sei mai comport...-
-Tommy, discorso chiuso.- dico interrompendolo prima di sparire in camera mia. 


Elena mi ha lasciato un messaggio dicendomi di chiamarla. Lo prendo e lo accartoccio gettandolo nel cestino accanto alla scrivania.
Non ho nessuna voglia di stare con nessuno. Non ho voglia di andare con nessuna.
Ho rovinato tutto. L'ho persa. 
Mi siedo sul bordo del letto e mi prendo la testa tra le mani. Provare quello che provo per lei, mi spaventa terribilmente. Lei mi fa sentire come un ragazzino
alle prime armi. Un pò come mi sentivo con Laurel quando abbiamo iniziato a frequentarci ufficialmente ma molto di più. Felicity sembrava capirmi meglio di chiunque altra, anche meglio della mia famiglia.
Non so cosa fare, come comportarmi, se lasciarmi la storia alle spalle. Possibile che sia andata avanti cosi velocemente?
Il mio cellulare inizia a  squillare e quando lo prendo dalla tasca noto che è Shado che mi chiama.
-Queen, dove sei?- chiede forse per vederci.
-Sono in camera, perchè?-
-Ho appena visto Felicity con un tipo che non sei tu. Cosa sta succedendo?-
Quando Felicity mi ha incontrato con Shado al parco domenica mattina, entrambi ci stavamo raccontando le ultime novità visto che lei si stava sentendo con un
tipo nuovo mentre io stavo frequentando Felicity. Vorrei tanto che la gente smettesse di parlarmi di lei. Non riesco a togliermela dalla testa neanche per un secondo.
-Shado, è complicato....non ne voglio parlare.-
-Sto arrivando.- dice attaccando senza lasciarmi tempo di spiegare.
Dieci minuti dopo, ritorno in salotto solo per andare ad accoglierla una volta che Tommy le ha aperto la porta. Mi da un bacio sulla guancia poi si avvia verso
la mia camera da letto. I miei amici mi guardano sorridenti, pensando che Shado sia venuta per scopare.
Tommy mi strizza l'occhio prima di ritornare a giocare con Ronnie alla play. 

Mi chiudo la porta alle spalle e Shado inizia l'interrogatorio.
-Allora, spiegami cosa cavolo sta succedendo. Sembravi preso da lei e ora? La vedo con un altro che non sei tu?-
-Shado, non ne voglio parlare.- dico stendendomi sul letto appoggiando la schiena sulla testiera del letto. 
-Non ne vuoi parlare? La settimana scorsa mi hai fatto una testa tanta su quanto sia speciale, intelligente, bellissima e ora? Che diavolo hai combinato?-
-Perchè devo per forza aver combinato qualcosa? Non potrebbe essere finita  e basta? Non ci tenevamo abbastanza. - dico scocciato. 
-Parla per te. Se fosse cosi, non sarebbe scappata quando ci ha visto insieme nel parco la settimana scorsa. O stamattina nonostante fosse in compagnia di un figo
pazzesco, non mi avrebbe fulminato con lo sguardo.-
Di tutto quello che mi ha detto, riesco solo ad afferrare le ultime parole. 
-Che intendi? Che intendi per fulminare con lo sguardo?-
-Aveva il tipico sguardo di una che è gelosa. Stava uscendo dal dormitorio maschile mentre io stavo entrando. Chissà cosa avrà pensato.-
E' gelosa. 
Sapevo che fosse gelosa di me, ma ora saperlo di nuovo, cambia tutto. Probabilmente sta cercando di utilizzare quel tizio di nome Ray solo per lasciarsi la storia
alle spalle. 
-Che stai aspettando ancora? Vai da lei.- dice incoraggiandomi.
-Ho rovinato tutto Shado. Non posso presentarmi cosi da lei come se niente fosse.-
Qualcuno bussa alla porta, bloccando la conversazione. Tommy fa capolino in stanza seguito da Elena Bertinelli. 
-Ollie, pensavo mi chiamassi.- dice avvicinandosi per darmi un bacio sulle labbra a stampo. 
-E questa chi è?- chiede scontrosa notando Shado. E' proprio una figlia di papà.
-Chi sei tu.- dice Shado a tono. 
Mi diverto a vedere la mia amica cosi. E' una tipa calma, ma sa difendersi bene. Sia fisicamente che verbalmente. 
-Shado lei è Elena.- dico presentandole.
-Siamo andati a letto insieme stanotte.- dice Elena come se avesse vinto alla lotteria. Era da mesi che ci provava. Ieri è stata la prima e ultima volta.
-Cioè spiegami sei andato a letto con lei?-
Shado mi guarda con uno sguardo complice, facendomi capire che l'unico modo per scaricare Elena è farle capire che sono occupato.
-Non è come pensi...- dico recitando alzandomi per andare da lei.
-Stai con me e sei andato a letto con lei?- chiede furiosa nonostante i suoi occhi mostrino divertimento.
-State...insieme?- chiede Elena sbiancando di colpo. -Non mi avevi detto che eri impegnato.-
-Non doveva dirtelo lui, dovevi saperlo tu visto che ci provi con lui da settimane.- dice Shado fulminandola con lo sguardo. -Ora sparisci se non vuoi che dica a tutto il campus che sei una ragazza facile ruba fidanzati.-
Elena mi guarda arrabbiata, di certo non si aspettava una cosa del genere e neanch'io. Per fortuna che Shado è una brava attrice e una grande amica.
-Ti devo un favore.- dico dandole un bacio sulla fronte per avermi facilitato le cose. 
Shado mi da un pugno sul braccio facendomi male. -Sei un cretino Queen.-

Domenica 

Mi sono svegliato molto presto per andare a correre e schiarirmi le idee. Mi devo ricordare di chiamare assolutamente Speedy visto che sarà indaffarata con i
preparativi del suo party per i suoi 18 anni. Il suo compleanno è domani ma per motivi a me ignoti, ha deciso di festeggiare la settimana prossima.
Se fossi stato a Starling almeno avrei potuto distrarmi e non pensare a Felicity. Non l'avrei vista con quel cretino. E invece eccomi qui, 
a correre nel campus di Yale con le mie cuffiette e la musica a tutto volume.
Dopo circa un'ora, decido di andare a prendere un caffè alla caffetteria del campus  sicuro non trovare nessuno a quest'ora visto che ha aperto da poco.
Entro, saluto alcuni inservienti e poi mi avvio a prendere il mio caffè caldo. Mi guardo intorno, immaginando di non trovare nessuno e invece, seduta tutta sola
ad un tavolo in un angolo della mensa c'è lei. Felicity.
-Scusami.- chiedo al ragazzo che mi sta servendo. -Da quanto tempo è qui quella ragazza?-
Ha lo sguardo perso, non si è accorta del fatto che sono qui. Sta bevendo qualcosa, seguendo con le dita il bordo della tazza di ceramica.
-Dall'apertura, amico.- dice il tizio dandomi il mio bicchiere di cartone con il doppio caffè amaro che ho ordinato. Resto li a fissarla per alcuni secondi, quando
inaspettatamente alza lo sguardo e incrocia il mio. Resta interdetta per un pò, poi spezza il contatto  imbarazzata.
Mi avvicino al suo tavolo, poi mi rendo conto di essere accaldato e leggermente sudato.  Se fossi andato a fare la doccia, non l'avrei incontrata qui da sola. 
-Ciao.- dico attirando la sua attenzione. -Posso sedermi?-
-Siamo in un paese libero.- dice lei freddamente scrollando le spalle. Mi siedo ed inizio a sorseggiare la bibita calda. Noto che non ha preso un caffè ma una tisana. 
-Come vanno le cose?- chiedo sperando che mi parli di Ray e del fatto che tra di loro non ci sia niente. Alza lo sguardo e noto le occhiaie. Da quanto tempo non dorme?
-Bene, tu?- dice titubante.
Cosa dovrei dirle? Che sto bene  o semplicemente la verità?
-Potrei stare meglio.- ammetto guardandola per bene come se la mia testa e il mio cuore volessero scattarle una fotografia per ricordare ogni suo piccolo particolare. Indossa gli occhiali, i capelli sono sciolti, ha una felpa dell'università e un paio di leggins.
Cala un silenzio imbarazzante tra di noi, visto che entrambi non sappiamo cosa dire ne cosa fare. Si starà chiedendo cosa sono venuto a fare qui visto che sto
muto come una mummia.
-Stavo pensando...che prima o poi questa situazione dovrà finire tra di noi.- dice facendomi tirare un sospiro di sollievo. -Voglio dire frequentiamo la stessa università, tuo cugino e la mia migliore amica stanno insieme... dovremmo cercare di lasciarci questa storia alle spalle, non ti pare?-
-Io non ci riesco.- dico schietto facendola sussultare. Non si aspettava qualcosa del genere. Glielo leggo negli occhi. -Mi manchi.-
-Io sto andando avanti Oliver.-
-Con chi? Ray?- chiedo sarcastico.
-Si, Ray. E' gentile, apprensivo, premuroso, sa quello che vuole soprattutto.- dice lanciandomi una frecciatina. 
-Stai cercando di convincere me o te stessa?- chiedo.
-Non capisco cosa tu voglia. Qual'è il tuo problema Oliver?-
-Il mio problema è.....-
Non riesco a terminare la frase perchè vedo il viso di Felicity corrucciato. Mi giro per vedere cosa sta succedendo e vedo Elena avvicinarsi a noi.
-Buongiorno Oliver .- dice acida. 
Questa ragazze è un guaio. Maledetto me che ci sono andato a letto.
-Non ti conviene parlare con lui... è un falso che cerca solo di portarsi a letto quante più ragazze è possibile.- dice la mora rivolta a Felicity. 
-Dimmi qualcosa che non so.- dice Felicity sottovoce affinchè possa sentirla solo io. Mi guarda imbarazzata visto che ha capito che è successo qualcosa con Elena.
-La tua fidanzata sa che stai con questa qui?- chiede di nuovo facendo cadere la goccia che fa traboccare il vado. Felicity che non mi stava guardando, alza lo sguardo scioccata. I suoi occhi dicono tutto. 
-Se posso darti un consiglio, non ti conviene metterti contro di lei. Shado mi è sembrata una tipa pericolosa.- dice Elena sottovoce di nuovo rivolta alla bionda. 
-Shado?- chiede perplessa. -La tipa del parco?- 
-Non è il suo tipo vero?- chiede Elena divertendosi. 
-Non è come sembra.- dico guardando la mora severo come se volessi ucciderla.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Elena sparisce mentre Felicity continua a guardarmi con uno sguardo indecifrabile. Poi si alza e io la seguo a ruota volendole spiegare la verità.
-Non mi devi spiegare niente, Oliver. Cerchiamo per il bene dei nostri amici di lasciarci questa storia alle spalle, ti va?- 
Rimane in silenzio alcuni secondi poi aggiunge: 
-Spero che tu possa essere felice.- 

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Capitolo 7
*** Colpo di scena ***


Domenica
Oliver's POV

Credevo che rinunciare a lei sarebbe stato facile. Volevo che andare avanti, continuare ad essere L'Oliver Queen di sempre e far finta che niente sia mai accaduto.
Ma mi sbagliavo. 
Mi sbagliavo perchè sapere di provare qualcosa per lei e non averla, mi distrugge. Vederla con un altro e sapere che tra di loro ci potrebbe essere qualcosa, mi fa salire una rabbia dentro che potrebbe sfociare in qualcosa di troppo grande. Troppo grande anche per Oliver Queen. 
Dopo questo spiacevole incontro, torno a casa e mi butto sotto la doccia con la speranza di distrarmi. L'acqua calda scivola sul mio corpo cosi come lei è scivolata via da me in pochi giorni.
E pensare che una settimana fa, a quest'ora potevo chiamarla e dirle che avevo deciso di stare con lei. Che avevo deciso di provarci. 
Quando esco dalla doccia e vado in camera mia, vedo mio cugino steso sul mio letto.
-Perchè tutto il campus pensa che tu e Shado state insieme?- chiede dopo qualche sguardo da parte mia perplesso. 
-Shado si è inventata questa bugia affinchè potessi appendere Elena. Quella ragazza è troppo....-
-Petulante?- dice mio cugino completando la frase per me.
-Esatto.-
-E' il brutto di essere Oliver Queen. Tutte ti vengono dietro ma non è mai la persona giusta.- dice lanciandomi una frecciatina. 
-Come l'hai scoperto?- chiedo notando che è ancora in pigiama quindi deduco che non si è mosso dall'appartamento.
-Mi ha chiamato Caitlin.- dice facendomi intuire tutto.
-Gliel'ha detto Felicity?-
-Si.  L'ha solo vista sconvolta. Mi ha chiamato per chiedermi se vi eravate visti e se l'aveva saputo da te o erano solo voci.-
Resto in silenzio, non sapendo cosa dire.
Maledetta Elena Bertinelli! 
-Allora, mi vuoi dire cosa sta succedendo?- chiede Ronnie preoccupato alzandosi dal letto per mettersi seduto sul bordo di esso. -Sai che puoi dirmi tutto, non capisco perchè ti stai comportando cosi....-
-Ronnie non c'è niente da dire. Felicity ed io abbiamo chiuso, tutto qui. Ora se non ti dispiace dovrei cambiarmi.-


Compongo il numero, sperando che senta il telefonino. Sarà cosi presa dai preparativi per il suo party che non avrà tempo di parlare con me.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
E finalmente risponde.
-Thea Queen.- dico camuffando la voce.
-Ollie, quante volte devo dirtelo che questo giochino non funziona più con me?- chiede ridendo a telefono per il mio tentativo finito male di fregarla.
-Quand'eri bambina funzionava Speedy.- dico malinconico ricordando i vecchi tempi.
-Sarò sempre una bambina per te, Ollie. Allora come vanno le cose?-
Le racconto le poche informazioni essenziali che di solito si raccontano ai genitori: sto bene, non sto studiando per niente, sto mangiando, dormo poco e mi diverto tanto. Le chiedo come stiano andando i preparativi, e si sfoga per ben 10 minuti, su come mia madre voglia controllare il suo party mentre nostro padre apre il  portafoglio senza problemi per accontentare la sua adorata bambina.
-Dovresti farti sentire più spesso....ci manchi tanto a casa.- dice sincera.
-Altri 5 giorni e poi ci rivediamo....mi mancate tanto anche voi.-
-E come sta Ronnie? E Tommy? Mamma mi ha detto che entrambi si sono fidanzati.- 
Tommy fidanzato ufficialmente? Chissà, forse anche Laurel l'avrà messo davanti ad una scelta e di sicuro Tommy non avrà fatto il mio stesso errore.
-Si, Ronnie ha conosciuto una ragazza. Si chiama Caitlin . Mentre Tommy sta uscendo con Laurel. Ma lo conosci, fin quando non lo vedrò all'altare non potrò mai dire che è ufficialmente fidanzato.-
Mia sorella dall'altro lato del telefono scoppia a ridere.
-Voglio che vengano al mio party la settimana prossima.... voglio conoscere la donna che ha conquistato Ronnie Raymond. E mi piacerebbe rivedere Sara e Laurel. Non voglio scuse. ...Tu invece fratellone? Ci sono novità?-
Non ne hai idea. Ma sarebbe inutile parlarne visto che non sono novità positive.
-Mmm... niente che sia importante.-
-Ollie va tutto bene? Ti sento strano.-
-E' stata solo una settimana stressante tutto qui.-
-E non centra per caso una certa ragazza bionda di nome Felicity?- chiede curiosa lasciandomi sbigottito. Come fa a sapere di Felicity?
-Come.....chi te l'ha detto?-
-Ti ho chiamato qualche giorno fa sul tuo cellulare ma tu non c'eri. Quando ha risposto Ronnie mi ha detto che eri con questa ragazza... mi ha detto
che sembravi preso.-
IO LO UCCIDO. Maledetto Ronnie Raymond.
Se non fosse mio cugino e mio amico lo avrei già preso a pugni. Ma stare un pò zitto no?
-Non è andata in porto.- dico triste.
-Vuoi parlarne?- chiede apprensiva.
-Non c'è granchè da dire Speedy.... siamo troppo diversi. E lei si sta già vedendo con un altro perciò.... è finita.-
-Falla ingelosire.- propone mia sorella.
-Non funzionerebbe. Mi ha visto con cosi tante donne diverse in due settimane che ci ha fatto l'abitudine.-
-Perchè non provare le tue tecniche di rimorchio? In fin dei conti hanno sempre funzionato.-
-Con lei no.... lei è diversa.-
Le racconto di quei pochi giorni che abbiamo trascorso insieme. Di come mi sentivo quando la baciavo, la stringevo tra le braccia o di come l'ho accudita per farle passare i dolori mestruali. Thea mi ascolta silenziosa, lasciandomi parlare e solo qualche volta interrompendomi per darmi qualche consiglio femminile per capire cosa fare.
Sia lei che Shado sono della stessa idea: devo riprovarci.


Sono le 7 di sera, quando Ronnie rientra in casa e mi trova a fare una partita alla play. Non mi guarda neanche in faccia visto che stamattina abbiamo avuto una specie di discussione quindi tocca a me chiedergli scusa e cercare di risolvere la situazione. 
-E' colpa mia, dovrei farmi gli affari miei. Ma sono tuo cugino e non voglio vederti soffrire.-
-Io sto bene Ronnie.- mento. -E' solo un periodo un pò cosi ma passerà.-
-Tommy pensa che sia dovuto al fatto che lui e Laurel stanno uscendo insieme.- dice sedendosi sul divano accanto a me.
Perchè pensa queste cose, Merlyn? Gli ho detto più volte di provarci con Laurel. E sono stato io a spingere Laurel tra le sue braccia. 
-Io invece penso che sia dovuto al fatto che Felicity ti ha rimpiazzato con Ray.- aggiunge vedendomi silenzioso.
-E'....solo strano vederla con un'altro visto che meno di una settimana fa stavamo uscendo insieme.- ammetto sincero. -Ma sto bene davvero. Quando torneremo da Starling ritornerà tutto come prima.-
O almeno lo spero.
Informo Ronnie dell'invito di Thea esteso a Caitlin e a Laurel per la sua festa dei 18 anni.
-Ah e inoltre ti ringrazio di aver detto a mia sorella di Felicity. Sei un amico, davvero.- dico dandogli un pugno sul braccio. Essendo robusto, non mostra neanche un briciolo di dolore.
-E' stato un piacere. Ora dammi la possibilità di batterti.- si alza per prendere un joystick e sfidarmi.
-Nei tuoi sogni.- dico sorridendo rendendomi conto di essere circondato da persone che mi vogliono bene.


-Ti arrendi?- chiede Ronnie dopo l'ennessima partita vinta.
-Come..... com'è possibile? L'ultima volta che ho giocato contro di te, eri una schiappa.- chiedo sconvolto. E' diventato più bravo di me. E pensare che gli ho
insegnato io a giocare.
-Tommy fa schifo a giocare. L'allievo supera il maestro.- dice euforico.
Guardo l'orologio e mi rendo conto che sono le 10 di sera. Mi chiedo cosa stia facendo Felicity.
-Sai... oggi pomeriggio sono uscito con Felicity, Caitlin e colui che non vuoi venga nominato.- dice Ronnie per riportarmi alla realtà. 
Nota che ha attirato completamente la mia attenzione cosi continua: 
-So che probabilmente non vuoi saperlo ma.... Ray mi ha chiesto un consiglio su Felicity. Da quanto ho capito voleva provarci stasera.-
Bene, quindi tra di loro non è ancora successo niente!
-Non ho potuto dirgli altro che provarci... sembra preso da Felicity e lei sembra essere felice con lui.-
Cosa? Che cazzo ha detto?
-Quindi secondo te ci proverà stasera?-
-Se non ci ha già provato. Ma tanto cosa ti importa? L'hai detto tu stesso che è una cosa passata no?- chiede retorico. Conoscendomi sa che provo qualcosa di
forte per lei. Lo sa e per questo motivo mi ha spifferato questa cosa affinchè potessi fare qualcosa prima di perderla per sempre.
-Corri, Oliver che aspetti?!-
Prima che possa dire altro, mi alzo dal divano e corro fuori dall'appartamento verso il dormitorio femminile.


Corro. Corro come non ho mai fatto in vita mia. Sperando che non sia troppo tardi. 
Sperando che non mi chiuda la porta in faccia nel momento in cui le dirò che sono pronto per lei, per noi. 
Quando arrivo nel corridoio del dormitorio femminile, il mio cuore batte all'impazzata e cerco di riprendere fiato e di creare un discorso di senso compiuto per quando c'è l'avrò davanti.
Ho capito che mi piaci tanto, proviamoci.
 
Sono stato uno stronzo, perdonami. Posso cambiare, posso renderti felice.

Non avevo bisogno di tempo per pensare. Sapevo e so bene cosa voglio. Voglio te.
 
Quando sento il rumore di una porta aprirsi, mi nascondo dietro ad un muro e resto in silenzio sporgendomi leggermente con la testa vedendoli li, insieme sulla soglia.  Felicity ha una mano sul suo braccio. Sembrano essere molto freddi l'uno con l'altro. Probabile che abbia detto di no alle sue avances?
-Ti ho visto in difficoltà, mi dispiace averlo fatto. Forse ho corso un pò troppo.- dice Ray dolcemente alla bionda.
-No Ray, non è questo... è che non me l'aspettavo ecco. Non mi aspettavo che mi baciassi.-
Doccia fredda. Allora è successo. Ray l'ha baciata e lei?
-Mi sembrava il momento giusto per farlo visto che ci stiamo frequentando da quasi una settimana.....-
-Sai una cosa? Hai fatto bene....voglio dire... mi piaci. Ho solo bisogno di tempo per abituarmi, tutto qui.- dice Felicity avvicinandosi pericolosamente a lui.
-Prenditi tutto il tempo che ti serve, ok?
Ray abbassa la testa e le posa un bacio a stampo sulle labbra.
Ed è in questo preciso momento che vorrei uscire e ucciderlo con le mie stesse mani. Poi però mi ritornano alle mente le parole di Ronnie:
Felicity sembra essere felice con lui.
Chi sono io per impedirle di essere felice? In fin dei conti, ho avuto la mia opportunità e l'ho sprecata. Ora Ray ha tutto il diritto di godersi la sua possibilità con 
Felicity.
Ma che cazzo dico? Mi arrendo cosi facilmente solo perchè ho sprecato la mia opportinutà?
I due si separano e Ray  va nella direzione opposta alla mia. Vedo la bionda, appoggiarsi allo stipite della porta del suo appartamento e guardare il vuoto.
Non so perchè ma decido di uscire allo scoperto. 
Lei sussulta quando mi vede sbucare da dietro al muro pensando che sia uno sconosciuto. 
-Dio, Oliver! Mi hai fatto saltare!- dice portandosi una mano sul petto per calmare il respiro affannoso.
-Mi dispiace.- dico avvicinandomi a lei per poterla toccare. Mi serve poterla toccare, ho bisogno di un contatto con lei e la sua pelle calda e profumata.
-Non fa niente tranquillo.- dice freddamente come se stesse ricordando cosa le ho fatto passare. 
-No, Felicity. Mi dispiace.- dico riferendomi a tutto quello che le ho fatto sperando che capisca. Lei fa qualche passo indietro verso l'interno dell'appartamento
quando la mia mano si avvicina al suo fianco per attirarla verso di me.
-E' troppo tardi, Oliver.- dice senza guardarmi negli occhi mostrando più interesse nel pavimento.
-No che non lo è.- dico eliminando la distanza tra i nostri corpi mettendole una mano sul viso affinchè possa guardarmi negli occhi. -Lo sai bene che non è troppo tardi per noi.-
I nostri occhi  sembrano essere incatenati. Siamo cosi vicini, che riesco a sentire il suo profumo e il suo respiro accellerato. Che si stia convincendo? 
-E' troppo tardi, Oliver.- ripete togliendo la mia mano dal suo viso per chiudere la porta e creare una barriera enorme tra di noi.
La mia mano resta sospesa nell'aria. Cosi come le parole che volevo dirle. 
Ho rovinato tutto. Ma come?  Come  sono riuscito a rovinare una cosa bella come Felicity?
 Felicity pian piano stava  cambiato la mia vita in un modo che io non credevo possibile. E dovevo capire prima quanto fosse importante per me.
Dovevo capirlo prima che era quella giusta.
Sento dei rumori nel corridoio, e vedo la figura di Sara voltare l'angolo e fermarsi di colpo quando nota che sono li, fermo come uno stupido davanti ad una porta chiusa.
Mi volto verso di lei e solo guardando il mio viso capisce cosa sia successo.
-Ollie...- dice avvicinandosi per abbracciarmi. 

Felicity's POV

Ray mi ha baciato.
E' stato un bel pomeriggio, ci siamo divertiti. Avevo capito che provava qualcosa per me, ma cercavo di evitare i segnali che mi inviava non sapendo cosa fare. 
E poi stasera, mi ha raccompagnato a casa e BAAM. E' successo.
Non volendolo ferire, ho deciso di mentirgli e di dirgli che ho bisogno di tempo. 
Si , mi servirebbe tempo per dimenticare Oliver.
E dulcis in fundo, quando Ray se n'è andato, ho trovato il ragazzo per il quale ho perso la testa praticamente nascosto nel corridoio che spiava tutta la scena.
Mi ha detto che gli dispiace. 
E io gli ho detto che era troppo tardi. Troppo tardi per i ripensamenti, per noi due, per essere felici insieme.
Cosa diavolo ho fatto?
Come hanno fatto quelle parole ad uscirmi dalla bocca?
Sono tentata di riaprire la porta di casa e seguirlo per dirgli che non è vero, che provo ancora qualcosa per lui, ma non ci riesco. Non voglio essere presa di nuovo in giro, non voglio rendermi ridicola di fronte a Oliver Queen. 
Ray sa cosa vuole, gli interesso ed è gentile. Mi fa stare bene.
Non quanto Oliver certo, ma non posso volere tutto dalla vita. E poi dalle voci che corrono, lui si è ufficialemente impegnato. 
Perchè non si è deciso prima? Perchè non ha potuto fare una dannatissima chiamata? 
Questi pensieri mi assalgono tutta la notte. Il fatto che lui possa essersi pentito e che sia pronto ad avere una storia con me, mi fanno ragionare su quanto
sia stata stupida a chiudergli la porta in faccia.
Ma non posso ritornare sui miei passi. Mi ha fatto del male ed è ora che soffra anche lui per amore.

Lunedi

E' lunedi mattina e siamo in mensa a fare colazione. Barry mi ha mandato un messaggio per avvisarmi che il professor Wells sarà assente per tre giorni quindi
ho il tempo per riposarmi e riflettere per bene sulle mie scelte. 
Da stamattina Sara non mi rivolge la parola. Ho cercato di coinvolgerla in qualche conversazione ma i suoi semplici cenni con la testa mi hanno fatto
passare la voglia.
Sto parlando con Caitlin, quando la porta della mensa di apre e Tommy fa il suo ingresso in compagnia di Laurel e Ronnie.
Finora nessuno mi ha mai presentato Laurel, e a dirla tutta non ho molto voglia di conoscerla. 
Ma Tommy si sta avvicinando proprio al nostro tavolo quindi qualcosa mi dice che il fatidico giorno è arrivato: conoscerò la sorellina di Sara.
-Buongiorno a tutte.- dice Merlyn sorridente mettendo una mano sulla schiena di Laurel. -Questa è Laurel. Laurel loro sono Caitlin...-
-Piacere di conoscerti , Laurel.- dice Caitlin porgendole la mano prima che Ronnie l'abbracci da dietro e le dia un sonoro bacio sulle labbra.
-...E Felicity.- dice spostando lo sguardo su di me. 
-Sara ci ha parlato tanto di te, Laurel.- dico educata cercando di mettere da parte le mie controversie con lei. 
-Aspetta.- dice Laurel guardando Tommy. Lui la guarda e annuisce poi ritornano entrambi a guardarmi. -Tu sei Felicity! Oliver mi ha parlato tanto di te.-
Oliver le ha parlato di me? Quando? 
Prende posto accanto a me visto che c'è una sedia libera ed inizia a chiacchierare con me. L'hanno sempre descritta come una tipa snob che comoda tutti, ma in realtà è molto simpatica. Certo nutro ancora gelosia nei suoi confronti perchè lei è riuscita ad avere Oliver ed io no, ma queste sono cose passate.
Devo lasciarmi il passato alle spalle.
-E dov'è Oliver?- chiede Caitlin vedendo che manca il terzo moschettiere. Ronnie e Tommy mi guardano prima di annunciare che Oliver è ritornato a casa per fare una sorpresa alla sorella che oggi compie gli anni.
E' andato via? Quando? 
-E' tornato a Staling?- chiede Laurel perplessa. Neanche lei ne sapeva niente. -Pensavo che dovessimo partire tutti questo venerdi.-
Guardo Sara che silenziosamente continua a mangiare i suoi cereali. Capisco dal suo sguardo che lei sapeva.
-E' partito stanotte.- dice Tommy sedendosi accanto a Ronnie per poi mangiare la sua colazione. Sento gli occhi di Laurel su di me ma non ci faccio caso. Decido
invece di dedicarmi a Sara e al suo mutismo improvviso.
-Tu lo sapevi vero?- chiedo sottovoce per non attirare l'attenzione di tutti. -Perciò non mi rivolgi la parola. Oliver se n'è andato per quello che è successo ieri sera?-
Invece di rispondermi, preferisce alzarsi, salutare tutti freddamente e uscire dalla sala mensa per andare chissà dove.


-Non puoi non rivolgermi la parola per sempre.-
Sara è arrivata a casa da circa 10 minuti e si è chiusa in camera. Non mi rivolge la parola da 8 ore. 
-Ti prego, aprimi e parliamo.- dico visto che ha chiuso la porta a chiave lasciando fuori anche Caitlin.
-Puoi sempre dormire nel letto di Iris. Anche stasera non tornerà ne sono sicura.- dico sottovoce cercando di rassicurarla. Caitlin accenna un sorriso poi sparisce in cucina e ritorna poco dopo con una bottiglietta d'acqua. 
-Perchè ti schieri dalla sua parte e non dalla mia? Sai quanto ho sofferto in queste settimane. Pensavo fossimo amiche.- dico triste sperando di farla impietosire.
Ed infatti apre la porta , mostrandosi seduta a terra con le gambe al petto e una felpa enorme del campus.
-Non essere arrabbiata, Sara.- dico sedendomi affianco a lei per terra. 
-Lui si è aperto con te. - dice Sara guardandomi negli occhi evitando la mia richiesta. -E mi schiero dalla sua parte non perchè non ti voglio bene ma perchè so quanto hai sofferto. Lui ha scelto te e tu gli hai chiuso la porta in faccia.-
-Sara, ho passato giorni a piangere la sua assenza. E se mi stesse prendendo in giro? Non potrei sopportare un altra fregatura. E poi si è fidanzato. -
-Non si è fidanzato, Felicity.- dice come se niente fosse.
-Come scusa?-
Mi racconta di Elena. Mi racconta di come la ragazza che ho visto con lui al parco e incrociato nel dormitorio maschile sia in realtà un'amica di Oliver che  l'ha aiutato ad appendere Elena dopo che Oliver ci è andato a letto.
-Ora tralasciando il fatto che è andato a letto con un'altra ragazza, non ti dico di fidarti completamente di lui, ma almeno ricominciate a parlare. Lui ha paura di 
averti perso per sempre e vuole soltanto riprovarci con te.-
Ci è andato a letto nonostante avesse capito di tenere a me. Bel modo di dimostrarlo. 
-Te l'ha detto lui questo?-
-Si.-
-Quando?-
-Ieri sera. L'ho incrociato qui fuori e ci siamo messi a chiacchierare sulle scale.- 
Mi alzo e inizio a camminare per la stanza, confusa come mai prima d'ora. Cosa dovrei fare? Chiamarlo e dirmi che mi sono sbagliata?
-Cosa dovrei fare con Ray? Stasera mi ha baciato, ha fatto dei passi verso di me non posso chiudere con lui cosi come se niente fosse.-
-Ti ha baciato?- chiede Sara alzandosi velocemente da terra scioccata. -Felicity non prenderlo in giro.-
-Non lo sto prendendo in giro. Anche se in un modo particolare, Ray mi interessa. Penso sempre ad Oliver ma mi interessa.-
-Possiamo giocare questa carta a nostro favore... - dice Sara facendomi sedere sul letto prima di illustrarmi un piano diabolico.

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Capitolo 8
*** Fiori ***


Lunedi
Felicity's POV
                                                                                                                                                     Hey.
 
Invio il messaggio e aspetto che mi risponda.
Sara mi ha consigliato di recuperare un rapporto con Oliver e di farlo ingelosire frequentando Ray.
So che l'idea non è delle migliori ma, non ho altro modo per capire se lui ci tiene davvero o se è soltanto un gioco. Non sono quel tipo di persona , quella che tiene "due piedi in una scarpa" ma devo dire che l'idea della piccola Lance non è male. So controllarmi e so quando smettere. Chiuderò la cosa con Ray quando
avrò capito cosa fare con Oliver.
E se dovessi affezionarmi a lui?
E' quasi ora di cena, quando Sara mi avvisa che è arrivato Ray e ha portato la pizza per tutte.
Non mi aspettavo il suo arrivo, ma dopo ieri, sono sicura che questo è il suo modo di controllare che sia tutto apposto tra di noi.
-Mi dispiace non averti scritto, sono stato impegnato tutto il giorno.- 
-Hey tranquillo. Anch'io ho avuto delle cose da fare.- mi alzo sulle punte e gli do un bacio all'angolo della bocca. -Grazie per la cena. Ho una fame da lupi.-
-Non ne avevo dubbi.- dice Ray sfilandosi la giacca per sedersi a terra accanto a me e prendere un trancio di pizza. 
Finiamo di cenare e prendo Ray per mano portandolo in camera per stare un pò da soli. E' un bravo ragazzo, si vede che ti tiene. E io non riesco a farlo stare
male.  Eppure l'idea di dirgli che non è il caso sentirci più, mi spezza il cuore. Vuoi vedere che sotto, mi sto davvero affezionando a lui?
-E' proprio come la immaginavo.- dice guardandosi intorno.
-Cioè?- chiedo perplessa.
-Letto, pc portatile e molti libri.- dice semplicemente facendomi ridere.
Mi siedo sul bordo del letto e dopo un pò mi segue anche lui. Restiamo in silenzio creando attorno a noi un'atmosfera un pò imbarazzante.
-Mi dispiace  averti baciato, Felicity. Non dovevo , ho rovinato tutto.-
-Ray non dire cosi...- dico prendendogli una mano tra le mie. -Non hai rovinato tutto.-
-Quindi hai pensato a quello che ti ho detto?- chiede fraintendendo i miei gesti. 
-Si....io non...-
-Non sei pronta?- chiede traducendo le mie parole senza senso. -Hey tranquilla non fa niente.- 
Mi sorride dolcemente e si volta verso di me. Le nostre labbra sono vicinissime, basterebbe poco per baciarci. Quando vedo che non fa marcia indietro, capisco
che è quello il suo obiettivo. Baciarmi.
E' costretto ad allontanarsi quando il mio telefono inizia a cinguettare. 
-E' un messaggio scusa.- dico imbarazzata sperando che sia Oliver. 
-Tranquilla, devo andare.- dice dandomi un bacio sulla guancia per poi lasciarmi sola in camera. Ancora seduta sul letto mi prendo la testa tra le mani, cercando di fare chiarezza nella mia testa e nel mio cuore.
Beh in realtà il mio cuore ha già deciso a chi donarsi, ma è la mia testa a fare capricci. E' come se ci fosse un muro tra me e Oliver. Un muro fatto di paura e incertezza. Mentre con Ray non ho paura di mostrare i miei sentimenti perchè lui prova qualcosa per me. E me l'ha dimostrato. 
Prendo il cellulare e noto che è proprio un messaggio di Oliver.

                                                                                                                                    Hey.

Rispondo velocemente sapendo già cosa scrivergli.

                                                                                                        E' tutto ok? Ho saputo che sei a Starling City. 

La risposta non tarda ad arrivare.

                                                                                           Tutto ok. E' il compleanno di mia sorella. E' successo qualcosa?

Dritto al punto. Sa che ci dev'essere un motivo se l'ho contattato. 
Ed è a questo punto che non so cosa scrivergli. Perchè l'ho contattato? Per dirgli che ho sbagliato a dirgli che era troppo tardi, che vorrei fosse qui per stringermi tra le sue braccia, o semplicemente per dirgli che mi manca?
Dio, se mi manca.
Resto in attesa per qualche minuto, scrivendo frasi che poi alla fine cancello sembrandomi troppo banali. 
Sono ancora indecisa sul da farsi quando lo schermo del cellulare inizia ad illuminarsi e vedo una chiamata in arrivo da Oliver. 
Oh cavolo! Mi sta chiamando.
E ora?
Posso sempre non rispondere e dirgli che non ho sentito il telefono. 
Ma poi sono sicura che stanotte non riuscirei a dormire. Nonostante tutti i buoni presupposti, mi manca.  
Quando mi rendo conto che la telefonata si sta per annullare, rispondo.
-Hey.- 
-Felicity.- dice tirando un sospiro di sollievo.
-Mi dispiace non volevo disturbarti.- dico ricordando che è il compleanno di sua sorella.
-Mi sta salvando in realtà. Mia madre ha organizzato una cena noiossisma con alcune sue amiche, e mia sorella sta aprendo i suoi regali di compleanno.- dice sbuffando.
-Ti stai annoiando?- chiedo divertita.
-Si, preferirei studiare se potessi.-
Allora si sta annoiando tanto. Davvero tanto.
Rido alla sua frase per poi restare zitta e far calare un silenzio imbarazzante tra di noi.
-Ho conosciuto Laurel stamattina- dico per spezzare l'imbarazzo che si è creato. 
-Hai conosciuto Laurel?- chiede divertito.
-E' simpatica.- dico titubante non sapendo come altro definirla. -Mi ha detto che le hai parlato di me.-
-Ho parlato di te a molte persone Felicity.- dice schietto.
-Ad esempio?- chiedo curiosa.
-Shado,Laurel, mia sorella Thea...-
-Hai parlato di me a tua sorella? Perchè?-
-Ronnie le ha raccontato che stavo frequentando una ragazza. In realtà non vede l'ora di conoscerti, per questo motivo ti ha invitato al suo compleanno.-
Thea Queen vuole conoscermi? 
-Non credo che sia una buona idea venire... sai non mi sembra il caso visto come sono andate le cose.-
-Tranquilla Felicity lo immaginavo.- dice in tono dispiaciuto. 
-Approposito di Shado....  Sara mi ha detto la verità su di voi.- dico.
-Era tutta una bugia per appendere Elena.....non mi metterei mai con Shado. Siamo solo buoni amici.-
-Si ma sei andato a letto con Elena.- ammetto sentendomi triste per un momento.
-Ero ubriaco e di certo non mi serve come giustificazione ma.... non volevo lei Felicity.- dice lanciandomi una frecciatina. -L'ho capito troppo tardi però.-
Chi voglio prendere in giro? Nonostante tutto il male che mi ha fatto, Oliver Queen è ancora nel mio cuore e nei miei pensieri. Mi ha letteralmente conquistata.
-Quando torni?- chiedo cercando di mascherare il desiderio di vederlo. 
-Domenica prossima prenderò l'aereo insieme agli altri per tornare al campus. Perchè me lo chiedi?- chiede curioso conoscendo già la risposta.
-Solo curiosità. Divertiti in questi giorni Oliver.- dico cercando di camuffare la voce malinconica.
-La vedo difficile visto che l'unica persona con la quale vorrei divertirmi è a chilometri di distanza da me.- dice schietto facendomi venire la pelle d'oca.
-Buonanotte Oliver.- dico ignorando puntualmente la sua frase per non dire cose di cui potrei pentirmi domani.

Oliver's POV

Stavo cenando quando ho sentito la tasca del pantalone vibrare. Avendo gli occhi di mia madre puntati su di me, è stato difficile prenderlo e controllare il mittente. Solo quando tutti gli ospiti si sono alzati per spostarsi in salone e vedere Thea aprire i regali, ho preso il mio iphone e ho visto chi mi stava cercando.
Messaggio da Felicity 1 ora fa: Hey. 
Mi ha cercato. Felicity mi ha cercato.  
-Figliolo.-
Mio padre mi raggiunge in giardino dove ho appena finito di parlare con lei.
-Papà.- dico posando il cellulare in tasca e dandogli una pacca sulla spalla.
-Come mai qui fuori?- chiede visto che fa leggermente freddo essendo novembre.
-Una chiamata dall'università.- dico sorridendo al ricordo della voce di Felicity. 
-Una ragazza?- chiede curioso vedendomi cosi contento.
Non sono mai stato il tipo che ha chiesto consigli ai proprio genitori su ragazze, scuole e preservativi. Per quello c'era Tommy.
Ma questa volta, non sono tanto sicuro che il mio migliore amico possa darmi consigli adeguati per poter riconquistare la piccola Smoak.
Annuisco a mio padre il quale mi mette un braccio sulle spalle, e mi conduce verso il portico di casa per sederci sul dondolo della veranda.
-Come l'hai conosciuta?-
-Ronnie stava cercando una ragazza nel dormitorio femminile e ci siamo imbatutti in lei.- dico ricordando il primo giorno che l'ho vista. 
-E le cose come vanno tra di voi?-
-Male. Anzi male è un eufemismo.-
Gli racconto dei pochi giorni trascorsi insieme. Di come mi faceva sentire, di come mi guardava, di come un suo bacio sembrava essere l'unica cosa di cui avevo
bisogno e poi quello che è accaduto dopo quella famosa domenica di due settimane fa. 
-Perchè non hai fatto quella chiamata, Oliver?-
-Ero.....spaventato. Non mi sono mai sentito cosi in vita mia, e poi arriva lei con il suo sorriso e i suoi occhi e il mio mondo inizia a girare al contrario.-
-Ti sei....innamorato di lei?- chiede a bruciapelo mandandomi ancora di più in confusione.
-Lei mi fa sentire diverso. E' come se cancellasse tutti i miei difetti rendendomi migliore. Ma non penso di amarla....cioè non so neanche cosa sia l'amore.-
-Oliver anch'io da giovane ero come te....solo che a differenza mia, tu hai scelto di frequentare l'università di tua spontanea volontà.-
-Solo perchè a Yale ci sono belle ragazze.- dico precisando la mia scelta facendolo ridere.
-Se non avessi deciso, ora non saresti qui a parlarmi di Felicity.- 
-Giusto.- dico annuendo con il capo. 
-Non c'è giorno che mi alzo la mattina e mi renda conto di quanto sia stato fortunato ad aver incontrato una donna come Moira Queen. -
Mio padre gira leggermente il capo per osservare mia madre attraverso i vetri delle finestre.
-Sai quanti errori ho fatto e stavo per perderla? Non si possono neanche contare sulle dita di una mano. Ma posso dirti una cosa: non importa quanti errori fai. Se  pensi che Felicity sia la donna giusta, se pensi che stare con lei possa renderti felice come mai prima d'ora, fai di tutto per riconquistarla. E' con tutto, intendo tutto.-
Ripenso alle sue parole e mi rendo conto che ha ragione. 
Tutti mi dicono la stessa cosa: Shado, Sara, Thea. Ed ora anche mio padre. 
La domanda è: qualcuno sa come far cambiare idea a Felicity Smoak?
-Hai qualche suggerimento?- chiedo sperando in un aiuto.
-Le donne vogliono essere conquistate, Oliver. Fai di tutto per farla sentire amata.- 
Thea esce di corsa in veranda e sventola tra le dita un mazzo di chiavi con un portachiave rosso.
-Mi hanno comprato la macchina!- dice saltellando di gioia. 
-Voi cosa?- chiedo perplesso visto che io ho dovuto aspettare i  20 anni per la mia decappottabile grigia. 

Martedi
Felicity's POV.

-Felicity!- 
Mi sto finendo di preparare in camera quando Caitlin mi chiama a gran voce per invitarmi a raggiungerla in salotto. Iris sta ancora dormendo ma nonostante l'urlo non si è mossa di un centimetro. Prendo la borsa, il cellulare e apro la porta della camera lentamente per non svegliare la mia amica West.
-Che cavolo urli a fare? Iris sta ancor....- dico bloccandomi di colpo vedendo un tizio con un enorme mazzo di rose sulla soglia della porta. Resto sbigottita,
dalla quantità e dai colori che sono riusciti a combinare insieme creado un capolavoro floreale. 
-Sono fiori, per te.- dice Caitlin tutta sorridente.
Poso la borsa a terra, prendo l'enorme mazzo di fiori dalle mani del ragazzo delle consegne e lo poggio sul tavolino di fronte al divano in salotto.
-Deve mettere una firma qui.- dice il ragazzo porgendo una penna a Caitlin che senza problemi firma al posto mio. La mia amica, chiude la porta e si siede sul divano mentre io mi inginocchio per terra ad osservare questo mazzo di fiori che sembra essere uscito da un dipinto.
-Sono belli.- dice Caitlin toccando i petali di una rosa rossa. 
-Li manderà Ray.- dico sicura di me visto che in questi giorni sta facendo di tutto per poter far ritornare le cose come prima. Caitlin senza pensarci, prende il bigliettino volendo vedere probabilmente il messaggio del mittente. 
-Felicity?- mi chiama distraendomi dai fiori.
-Mmm?-
-Questi non sono da parte di Ray.- ammette sicura di se.
Come non sono da parte di Ray? Solo lui avrebbe potuto comprare un mazzo di fiori grande quanto il tavolino del nostro soggiorno.
-A meno che Ray non sia andato a prenderli di persona a Starling City.- dice la mia amica, porgendomi la bustina con le informazioni del fioraio.
-Oh.- dico spalancando la bocca. Vengono da Starling City. 
Apro il bigliettino, leggendo il messaggio che c'è scritto:
                                                                                                  
 
Non mi importa quante porte chiuderai per creare distanza tra di noi. Io riuscirò sempre a raggiungerti dovunque tu sia. 
Ho amato ogni momento trascorso con te perchè eravamo insieme. Tutto il resto non contava.
Pagherei per sentirmi di nuovo in quel modo.

                                                                    Oliver.
 



                                                                                                                                      Cenetta stesera?
Sono costretta a rifiutare l'invito di Ray e trascorrere la serata a casa a studiare. In realtà, lo studio è l'ultimo dei miei problemi viste le cose che sono successe oggi. Il biglietto di Oliver, i suoi fiori.
So che sto completamente ignorando i punti del  piano di Sara per far ingelosire Oliver attraverso Ray ma, non so fino a che punto sono disposta a giocare questo gioco. Sono confusa. Terribilmente confusa.
Caitlin con tanta pazienza avendo  alcune ore libere stamattina, mi ha disfatto la composizione del fioraio, tagliando i gambi dei fiori troppo lunghi per poi metterli tutti in un vaso di ceramica che ora erge sulla mia scrivania.
Non ho vista Sara tutta la giornata, ma le ho mandato un messaggio dopo pranzo per chiederle dove fosse scoprendo che è andata in città con Laurel per cercare
un vestito per il party di venerdi di Thea. 
Se decidessi di andare, non saprei neanche da dove cominciare.
Mi guardo nello specchio sulla scrivania, ragionando sul fatto che avrei bisogno di un acconciatura, un buon trucco e un vestito abbastanza decente per presentarmi ad una festa cosi sofisticata. 
Ma è inutile crearsi tutti questi problemi. Non ci andrò.
Sono sul letto, a studiare delle pagine di fisica, guardando ogni tanto il cellulare in attesa di un messaggio o una chiamata da Oliver.
Stamattina gli ho scritto un messaggio veloce per ringraziarlo dei fiori e abbiamo parlato un pò, fin quando non mi ha avvisato di dover staccare perchè aveva delle cose da fare.
Si è comportato in modo strano, come se non avesse voglia di parlare. Quindi, poso il cellulare in modalità silenziosa  sul comodino e ricomincio a 
concentrarmi sulla fisica stendendomi in modo tale che la mia testa sia ai piedi del letto.
Ma dopo neanche 10 minuti, il ronzio fastidioso alle mie spalle mi avvisa che qualcuno mi sta chiamando.
Spero tanto che non sia Ray visto che se dovesse chiedermi di vederci non potrei dirgli di no ma allo stesso tempo dopo non saprei come sganciarmi da lui.
Perchè ho cosi paura di vederlo?
Ogni volta che mi chiama, mi cerca, mi dimostra il suo affetto mi sento importante. Quasi invincibile.
Un ragazzo attraente, intelligente, di buona famiglia che si avvicina a me perchè gli interesso. Non mi è mai successo nella vita.
Se lo sapesse mia madre, farebbe i salti di gioia.
Mi giro controvoglia  e prendendo il cellulare tra le mani rispondo senza pensarci due volte.
-Hey.- dico contenta di sentirla. E' da giorno che non parliamo. 
-Felicity, amore mio. Come stai?-
-Amore mio? Andiamo mamma quante volte ti ho detto di non chiamarmi in questo modo?-
-Oh tesoro è solo un vezzeggiativo. Lo sai quanto ti voglio bene.-
-Si mamma lo so.- dico alzando gli occhi al cielo ricordando il mio primo giorno a Yale quando lei stessa mi accompagnò in giro per il campus attirando
l'attenzione di tutto il popolo maschile.
-Stai mangiando?-
-Si mamma.-
-E stai studiando?-
Secondo lei mi sono iscritta a Yale per guardare le mosche?! Certo che si!
-Si mamma.-
-E stai bene?- chiede di nuovo petulante. E' sempre cosi, lei che mi tormenta con domande inutili ed io che alzo gli occhi al cielo suscitando il divertimento delle
mie amiche. 
-Devo andare mamma.-
Attacco posando il cellulare dov'era prima e mi ristendo di nuovo.
Ma pochi secondi dopo  devo di nuovo ripetere il gesto.
-Pronto?- dico sapendo già chi è.
-Ti voglio bene.- dice mia madre velocemente sperando che possa attaccare.
-Ti voglio bene anch'io....- dico prima che possa portare a termine un'altra domanda costringendomi a trattarla male. 
Tolgo il silenzioso, mi metto seduta e decido che è ora di chiudere i libri tanto comunque in due ore non ho studiato molto. Poso il libro di fisica sulla scrivania accanto al vaso con i fiori che mi ha spedito Oliver accarezzando dolcemente i petali di una rosa rossa bellissima.
Chissà che starà facendo...
Prima che possa finire il pensiero, il telefono ricomincia a suonare. Sicura che sia mia madre, rispondo senza neanche vedere il mittente della chiamata.
-Basta chiamarmi. Ti ho detto che sto bene, mamma.-
-Mmmm.... sono contento di sapere che stai bene, ma non sono tua madre.- dice una voce maschile dall'altro lato del telefono.
Oddio! E' Oliver!
La mia mano finisce sul mio viso come se volessi schiaffeggiarmi. Che figura!
-Sei ancora li?-
-Si, scusa. E' che mia madre mi ha assillato con 2 chiamate di fila... pensavo fosse lei.-
-Non ti preoccupare. L'importante è che tu non abbia appeso. Approposito, mi dispiace per stamattina. Ma mia sorella Thea ha voluto andare a fare un giro
con la sua nuova macchina e.... diciamo che è stato complicato.-
-I tuoi le hanno regalato un auto?- chiedo scioccata.
-Si.- dice divertito.
-Ma ha la patente vero?- 
-Si ma..... è ancora alle prime armi. Eravamo in strada e se non avessi tirato due o tre volte il freno a mano a quest'ora sarei in carcere.-
-Il carcere di Starling City è lontano... non so se potrei venirti a trovare.-
Ma tutta questa intraprendenza da dove esce? Queste frasi da rimorchio non sono proprio da me.
-Eviterò di farmi arrestare allora.- dice dolcemente facendomi arrossire. Neanche da vicino è mai stato cosi.....schietto. E diretto con me. Abbiamo dormito insieme certo, ma non hai mai pronunciato frasi del genere se non una volta o due.
-Perchè i fiori? - chiedo riavvicinandomi alla scrivania. 
-Secondo mio padre, non c'è miglior modo per parlare con una ragazza se non attraverso i fiori.-
Io non so un emerito cavolo di fiori! Al secondo anno, li esaminavo per capire di che cosa fossero fatti ma nient'altro. Oliver come se riuscisse a leggermi nella mente, mi chiede di cercare nel mazzo di fiori, dei rami verdi con delle foglie quasi laminate.
-Sono rami di felci. Indicano la sincerità.- 
-E questi fiori porpora?- chiedo spostando l'attenzione su dei fiori che mi sono sempre piaciuti.
-Sono giacinti. Indicano il perdono.-
Solo quando, presa dalla curiosità, continuo a chiedergli il significato di particolari fiori, dopo un pò capisco che questa non è una composizione qualunque. Ogni fiore corrisponde ad una richiesta specifica di Oliver verso di me e verso la nostra "storia."
Perdono, sincerità, fiducia, primo amore. C'è tutto. 
Quando gli chiedo cosa intenda con primo amore sembra un pò imbarazzato. E me ne rendo conto,nonostante i chilometri di distanza, visto che inizia a balbettare e  a dire cose sconclusionate.
-E il biglietto?- chiedo aiutandolo a combattere questo imbarazzo che si sta creando.
-Pensavo che almeno quello parlasse da solo....-
Lo prendo di nuovo tra le mani e rileggo le parole che mi ha scritto.
-Quindi posso chiuderti di nuovo la porta in faccia?- chiedo sfottendolo un pò per vedere cosa dice.
-Potrai sempre chiudermi la porta in faccia. Basta che poi la riapri e facciamo la pace.- dice dolcemente facendomi sorridere come una stupida.
-Qui, non parli di riaprire nessuna porta.- dico precisa.
-Allora, la sfonderò. Nessun problema.- dice sicuro di sè.
Dopo quasi un'ora e dopo aver parlato di praticamente tutto, Sara entra come un fulmine in camera portando con sè un porta-abiti di stoffa.
-E' tutto okey?- chiede non sentendomi rispondere ad una sua domanda. 
-Si è solo Sara.- dico facendole strani gesti con le braccia per invitarla ad uscire. Ma lei al contrario si siede sul letto di Iris troppo concentrata sulla composizione di fiori sulla scrivania. 
-Ci sentiamo domani?- chiede Oliver con speranza.
-Buonanotte Oliver.- dico dolcemente per poi attaccare. 
-Bei fiori.- dice Sara sorridente. -Ma io ho qualcosa di molto meglio.-
Si alza, per appendere la stampella del porta-abiti alla porta, prima di mostrarmi l'abito più bello che abbia mai visto in vita mia.
Nero, a maniche lunghe tempestato qua e là di brillanti che sembrano essere veri. Corto fin sopra al ginocchio ma senza rendere la donna che l'indossa indecente. Sara lo prende e mi mostra il retro, rivelando una scollatura molto provocante che lascia la schiena scoperta dal collo fino all'osso sacro.
-E' bellissimo, Sara. Ottima scelta.- dico sincera.
-Fel, ci vuole un fisico perfetto per entrare qui dentro.- dice la mia amica tutta sorridente. -Fisico che hai tu.- dice porgendomi l'abito.
-Cosa?- chiedo perplessa. 
-L'ho preso per te. In realtà mi ha aiutato Laurel a sceglierlo. L'abbiamo visto e abbiamo subito pensato a te.-
-A cosa mi serve un abito se non verrò alla festa di Thea?- chiedo retorica avendo già comunicato a tutti la scelta di non venire alla festa.
-Ecco....-
Sara inizia a dirmi qualcosa, quando viene interrotta dall'arrivo di Tommy Merlyn.
-Gliel'hai detto?- chiede tutto sorridente entrando in camera mia.
Prevedo guai. Guai seri. 

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Capitolo 9
*** Party ***


Giovedi.
Felicity's POV


-Pensi che le piacerà?-
Ray mi sta mostrando il regalo che ha intenzione di comprare a sua sorella. La settimana prossima compirà 15 anni, e vorrebbe davvero comprarle un regalo che sia unico ed inaspettato.
-Credo che le piacerà eccome. Io a 15 anni, non avrei sognato altro.-
Siamo sul sito della apple, per comprare l'ultimo laptop che hanno messo in commercio.
-Ha una tecnologia Bluetooth 4.0, una capacità di 128 GB, un processore dual core a 1,6 Ghz.....-
Ray mi guarda perplesso, poi scoppia a ridere.
-Scusa, è l'abitudine.- dico imbarazzata.
L'ho contattato ieri e gli ho chiesto se oggi potevamo pranzare insieme. Lo sto evitando da giorni, soprattutto perchè non so come dirgli che questo week-end sarò via per questioni personali. 
-E' straordinario il modo in cui parli dei computer.... riusciresti ad affascinare anche uno stupido.- 
Lo guardo e gli sorrido mordendomi il labbro. Lo osservo bene, domandandomi come abbia fatto un tipo come lui ad interessarsi a me. 
Ray è attraente. Ha la mascella scolpita, un sorriso che ti fa perdere i sensi, occhi castani che ti fanno sentire a casa. 
La lontananza da Oliver, nonostante in questi giorni ci siamo riavvicinati moltissimo, si fa sentire.
-Senti....stavo pensando. Sabato hai impegni? Potremmo andare a mangiare in un ristorante italiano non molto distante da qui....-
-Ray, vorrei davvero. Ma questo week-end devo partire per delle questioni personali importanti.-
-Qualcosa di grave?- chiede visibilmente preoccupato.
E ora? Cosa gli dico? Le bugie non portano da nessuna parte. E lui non si merita di essere preso in giro. 
-Come sai, Ronnie è il cugino di Oliver Queen. E domani sua cugina festeggia i suoi 18 anni.... sono stata invitata a Starling City.-
Tommy ha prenotato un posto anche per me sul jet privato della Queen Consolidated. Ovviamente il jet è messo a disposizione da Oliver, ma lui non sa del mio arrivo. Sarà una sorpresa.
-Oh, capisco.- dice accennando un sorriso per niente disturbato dalla mia notizia. E' normale che non gli dia fastidio, visto che nessuno gli ha detto di Oliver e me.  
-Allora rimandiamo. Quando dovresti tornare?-
Secondo Oliver e Tommy, dovremmo essere di ritorno domenica sera. Ma conoscendoli, non ci metterei la mano sul fuoco.
-Lunedi sei prenotata. Non voglio scuse.- dice alzandosi per darmi un bacio sulla guancia e uscire dalla sala mensa.


Venerdi
Felicity's POV


-Una volta arrivati, dovete concederci minimo due ore per prepararci. Saremo ospiti di Oliver quindi non possiamo arrivare alla festa senza essere pronte.-
Rido per le facce di Tommy e Ronnie che guardano Laurel scioccati.
-Due ore? E che dovete rimettervi a nuovo?- chiede Tommy. 
Siamo sul jet privato della Queen Consolidated. Uno spettacolo.
Ci sono 3 blocchi di poltrone, ognuno con 4 posti per un totale di 12 passeggeri, esclusi il pilota e le hostess. 
Io non so per quale motivo, sono finita accanto a Laurel che eccitata per la festa non fa altro che pensare al trucco giusto per entrambe. Tommy è di fronte a lei, e a suo fianco c'è Sara. Ronnie e Caitlin sono alla mia destra, uno di fronte all'altro nell'altro blocco di posti.
Laurel vuole che tutto vada alla perfezione. Visto che Oliver non sa del mio arrivo, non so per quale motivo lei abbia deciso di prendere il mano la situazione e prepararmi come se fossi una bambola.
-Non pensarli, Felicity. Stasera non riuscirai a riconoscerti allo specchio.- dice Laurel sottovoce sfogliando alcune riviste.
Non so se prenderla come una minaccia o un complimento.

Oliver's POV.

E' il grande giorno. Il giorno della festa di Thea.
Mia madre mi ha comprato uno smoking nuovo visto che oltre agli amici di Thea, stasera ci saranno molti soci di papà della Queen Consolidated. Ora capisco cosa intendeva Thea, quando a telefono mi disse che nostra madre stava cercando di sabotare il suo party. Una festa per adolescenti è diventata una festa per anziani ricconi.
-Stai bene figliolo.- dice mio padre raggiungendomi nel corridoio in compagnia di mia madre.
-Tutto merito del gusto della mamma.- dico dandole un bacio sulla guancia.  -E Speedy?- chiedo visto che gli invitati sono già di sotto, pronti ad accoglierla. 
-Arrivo.- dice camminando nel corridoio con un vestito che la rende più grande d'età e un paio di tacchi che la rendono altissima.
-Wou.- dico a bocca aperta. E pensare che 18 anni fa, stringevo questo scricciolo tra le mie braccia come la cosa più preziosa al mondo. 
-Sei bellissima, tesoro.- dice mia madre aggiustandole leggermente i capelli.
-Si va in scena.- dice mio padre porgendo a mia madre il suo braccio mentre io faccio altrettanto con Thea.
-Non farmi cadere, Ollie.-
Scendiamo le scale di casa, accompagnati da un fragoroso applauso da parte dei nostri ospiti seguiti da alcuni fischi degli amici di Thea. Mi guardo intorno cercando Ronnie, Tommy e le ragazze ma non li vedo in giro. Non saranno ancora arrivati. Inoltre non sento Felicity da ore: stamattina le ho mandato un messaggio al quale ha risposto poi più niente. Più tardi proverò a chiamarla sperando che non sia in compagnia e possa parlare.
Ma visto che le ragazze sono qui, mi chiedo con chi debba essere impegnata.
La mia mente pensa subito a Ray, provocandomi un'ondata di gelosia.
Quando arriviamo a file scalinata, consegno Thea alle sue amiche, subendo molti sguardi d'apprezzamento. Qualcuna ci ha anche provato in passato, ma per quanto potessero essere belle o dotate, o scelto di stare alla larga da loro. Si sarebbero creati troppi casini.
Seguo i miei genitori nel salone, stringendo le mani ad alcuni soci che fanno parte del consiglio d'amministrazione dell'azienda di famiglia. Fermo un cameriere per prendere dei calici con lo champagne e lo porgo ai miei.
-Allora, Oliver. Come vanno le cose a Yale?- chiede Josh Smith amico d'infanzia di mio padre.
-Bene, spero di laurearmi per l'anno prossimo.-
Sulla soglia del salotto, vedo spuntare Malcom Merlyn il papà di Tommy. 
-Con permesso.- dico educatamente congedandomi dai nostri ospiti.
Mi avvicino a lui con la speranza che abbia notizie del figlio e degli altri visto che, è già da 3 ore che sono atterrati all'aeroporto di Starling ma non li ho ancora visti gironzolare per casa.
-Staranno sicuramente arrivando Oliver. Sta tranquillo.- dice Malcom indifferente come sempre nei confronti del figlio. 
Passa più di mezz'ora, quando decido di chiamare Ronnie e chiedergli che fine abbiano fatto. Ma la voce di Thea, mi fa chiudere la chiamata.
-Ollie! Sono arrivati!- dice Thea indicandomi Tommy e Ronnie che stanno appena entrando in salotto. Entrambi elegantissimi nel loro smoking nero si sono avvicinati a mia sorella per salutarla. 
-Piccola Thea. Tanti auguri.- dice Tommy stringendola forte tra le sue braccia. Una parte di me è sempre stata gelosa di Tommy visto che Thea ha sempre nutrito un certo affetto verso di lui. Quand'ero più giovane non capivo quanto fosse importante avere una sorella o un fratello minore. Crescendo ho capito quanto Thea fosse importante per me e quanto non potrei vivere senza di lei.
-Ho 18 anni , Tommy. Perchè tu ed Oliver vi ostinate a vedermi ancora come una bambina?- 
-Sarai sempre la nostra Speedy.- dice Ronnie dandole un bacio sulla guancia.
-Come va amico? E le ragazze?- chiedo arrivando da loro e  dando una pacca sulla spalla a Tommy. 
-Mmmm.... è colpa loro se abbiamo fatto tardi. 3 ore! 3 ore per farsi i capelli, il trucco, le unghie, i vestiti.... che palle mortale.- dice Ronnie sbuffando. 
-Si ma dove sono?- chiedo non vedendole in giro.
-Stanno arrivando tranquillo....- Tommy si avvicina al mio orecchio e mi dice: -Ah e per la cronaca... Mi devi un favore.-
-Di che stai....?- chiedo confuso guardandolo perplesso senza capire a cosa si riferisca. Ma non ho il tempo di completare la frase, che la vedo.
Laurel, Sara, Caitlin e Felicity sono appena entrate nel salotto di casa mia. Laurel ferma un cameriere per prendere 4 coppe di champagne che porge alle ragazze che sono con lei. Guardo Felicity a bocca aperta folgorato dalla sua bellezza: i capelli mossi sulle spalle, il viso truccato, un vestito nero,corto e aderente che le mette in risalto le curve e le forme.
-Come...?- chiedo senza nascondere la felicità nel vederla qui, a pochi passi da me. 
-Ci ho messo un pò a convincerla... ma alla fine ne è valsa la pena.- dice Tommy sorridendo contento.
-E' quella....?- chiede Thea curiosa notando il mio mutismo improvviso. 
Non le rispondo, perchè sono troppo concentrato su di lei.
 Non la vedo da una settimana, ho solo sentito la sua voce tramite un cellulare, e solo ora mi rendo conto che mi è mancata terribilmente. 
-Oliver, voglio presentarti....- Mio padre cerca di attirare la mia attenzione  bloccandomi per un braccio, volendomi sicuramente presentare qualche altro ospite della serata. Ma senza neanche guardare in faccia la persona che è in sua compagnia, gli chiedo di aspettare per correre da Felicity.
Sta parlando con Laurel quando la vedo ricevere una gomitata da Caitlin che la avvisa del mio arrivo. 
-Ragazze siete strepitose.- dico rivolgendomi a tutte senza staccare gli occhi da Felicity. Laurel e Sara solo le prime a sparire avendo visto tra la folla il padre che non vedono da mesi. Ronnie arriva dopo qualche secondo, prendendo Caitlin per mano per portarla da Thea per farle incontrare.
Io resto li, immobile di fronte alla ragazza più bella di tutta la festa.
-Io.... pensavo che non venissi.- dico accennando un sorriso. Poi però mi rendo conto che questa frase potrebbe essere fraintesa da lei cosi mi correggo. -Cioè sono contento che tu sia venuta, Thea non vedeva l'ora di conoscerti, ma pensavo che.....-
-Oliver, ho capito.- dice lei facendomi rilassare. -Doveva essere una sorpresa.-
-Sorpresa riuscita signorina Smoak.- dico avvicinandomi a lei per darle un bacio sulla guancia.
-Stai bene vestito cosi...anche se sembri un pinguino.- 
-Un pinguino?- chiedo scettico.
-Si ma un pinguino carino.- dice senza peli sulla lingua, facendo colorare le sue guance di rosso per l'imbarazzo.
-Vieni voglio presentarti una persona...- le porgo la mano  che accetta titubante. Mentre stiamo attraversando il salone, sento su di noi gli sguardi malefici delle amiche di Thea. Felicity capendo dove siamo diretti, posa la coppa di champagne che aveva in mano sul vassoio di uno dei tanti camerieri che girano per il salotto.
-Thea. Questa è Felicity.- dico una volta arrivati davanti a mia sorella. Speedy sorride contenta prima di abbracciare Felicity come se si conoscessero da anni.
-Oh.- dice Felicity, imbarazzata dal gesto.
-Sono cosi contenta di conoscerti, Felicity. Oliver non ha fatto altro che parlare di te. Ti sono piaciuti i fiori?-  dice Thea sputando parole a raffiche senza battere ciglio.
-E' bello anche per me conoscerti, Thea.- 
Le metto una mano dietro alla schiena e la tiro verso di me per allontanarla dall'uragano Thea. 
-E i fiori erano strepitosi.- aggiunge guardandomi negli occhi.
-Ollie è proprio come me l'avevi descritta... - dice Thea rivolgendomi uno sguardo d'intesa. -Non sono carini?- chiede alle amiche vicine che subito ci guardano con astio.
-Davvero Carini.- dice una di loro con un tono falsissimo.
-Non le pensare. Sono solo gelose che Oliver abbia trovato una fidanzata più bella di loro.- dice Thea sottovoce avvicinandosi a Felicity per non far sentire la cattiveria alle amiche.
"Fidanzata? Dopo mi ucciderà."
-La famosa Felicity.- dice un uomo alle nostre spalle cui voce riconoscerei tra mille. Felicity si gira verso mio padre che è in compagnia di mia madre.
-Felicity lui è mio padre, Robert Queen.- dico chiarendole le idee visto che la vedo un pò perplessa.
-Oh, certo.- dice capendo tutto. -E' un piacere signor Queen.- dice accettando la mano che mio padre le sta offrendo.
-Ti prego chiamami Robert.- dice mio padre gentilmente vedendola non propio a suo agio.
-E questa è mia madre, Moira Queen.- dico presentandole la donna che mi ha messo al mondo.
-Signora Queen è un piacere conoscerla.-
-Tutti sapevano della tua esistenza tranne io.- dice scherzando. -E' un piacere conoscerti cara.-
Mia madre le fa alcune domande, senza metterla per niente in imbarazzo, mentre mio padre mi fa l'occhiolino facendomi capire che approva.
Chi non approverebbe? Felicity è strepitosa.

Felicity's POV.

Ho conosciuto i genitori di Oliver e sua sorella Thea. E' stato strano, visto che Oliver non ha presentato singolarmene nessuna delle ragazze anche se Laurel e Sara bene o male le conoscevano già.
Da tutta la serata, le amiche di Thea non  fanno altro che osservarmi con la puzza sotto il naso cercando qualche difetto sul quale parlottare. E fortunatamente grazie alla precisione di Laurel, hanno ben poco sul quale parlottare. 
Oliver è sempre stato al mio fianco fin quando non è arrivato un pezzo grosso da conoscere e il padre l'ha trascinato lontano da me. 
-Perchè sei qui fuori?- chiede Oliver raggiungendomi sul terrazzo che da sul giardino della villa. Sono stata fino a 5 minuti fà in compagnia di Caitlin, la quale mi faceva notare tutte le differenze economiche che ci sono tra le nostre famiglie e quelle di Oliver e Ronnie. Anche lei come me è rimasta sbalordita, dallo sfarzo e dalla ricchezza di questa casa. Moira ci avrà messo davvero tante energie per poterla arredare.
-Mi sentivo troppo osservata dentro.- dico scrollando le spalle riferendomi alle amiche di Thea.
-Non hanno granchè su qui sparlare. Sei bellissima stasera, quindi non crearti problemi.-
E' tardi e fa freddo. Non ho pensato di mettere niente da sopra al vestito visto che non avevo preso il considerazione l'idea di uscire all'esterno.  Oliver vedendomi portare le mani sulle braccia per riscaldarmi si sfila la giacca per mettermela sulle spalle.
-Oliver, lascia stare.- dico bloccandolo, ma lui con una mossa agile riesce nel suo intento, coprendomi in modo tale che la sua giacca mi avvolga tutto il busto superiore. Oltre alla giacca, fa in modo che anche il suo calore corporeo mi tenga al caldo, abbracciandomi e intrecciando le sue mani dietro  la mia schiena.
-Cosi dovrebbe andare bene.- dice guardandomi negli occhi.
-Va più che bene.- dico sorridendo.
-So che non è il momento più opportuno ma....dobbiamo parlare.- dico prendendo l'iniziativa.
-Di cosa?-
-Sai bene di cosa Oliver. Di Ray.- dico facendogli scomparire il sorriso dalla faccia.
-E' successo qualcosa in questi giorni?- chiede senza staccarsi da me ma con un tono un pò preoccupato. -Ti ha baciato di nuovo?-
-Mi ha chiesto più volte se ho le idee chiare su ciò che voglio da lui.-
Ed è la verità. Ray, vuole una risposta. Non vuole mettermi fretta, ma è gia passata quasi una settimana dal nostro bacio.
-E tu?- chiede Oliver curioso.
-Non gli ho ancora risposto.-
Lo vedo tirare un sospiro di sollievo cosi aggiungo:
-Ma ho accettato il suo invito per andare a cena questo lunedi.-
Oliver non si aspettava una cosa del genere. Lo vedo dai suoi occhi, dal modo in cui decide di lasciarmi andare come se fosse scottato dal mio corpo.
-Perchè hai accettato il suo invito? Pensavo che.....-
-Cosa pensavi Oliver?- chiedo interrompendolo.
-Niente, lascia perdere.- dice mettendosi le mani in tasca. 
-Perchè fai cosi? - chiedo dolcemente facendo alcuni passi verso di lui. -Voglio solo capire cosa ti passa per la testa e cosa vuoi da me.-
-Non l'hai ancora capito?- chiede come se fossi stupida. -I fiori, il biglietto, il fatto che sia stato con te tutta la serata o che ti abbia presentato ai miei non ti dice niente?-
Certo che mi dice qualcosa. Ha fatto molto di più in questa settimana che durante quei pochi giorni trascorsi insieme.
-Sono qui con te ora. Non con Ray. Perchè ti comporti cosi come se ti avessi tradito?-
-Perchè sono geloso, dannazione! Tu sei qui con me, le cose stavano andando bene, e ora nella mia testa riesco solo a pensare che tu lunedi uscirai con quel cretino!-
Lui è geloso.E' geloso di Ray.
-Prima di tutto, Ray non è un cretino.- dico cercando di farlo calmare visto che non può sputare sentenze senza neanche conoscere una persona. 
-Ah ora lo difendi anche?- chiede sarcastico. -Hai già scelto e sei venuta qui per umiliarmi?-
Ma che considerazione ha di me? Avrei parlato con lui, sarei venuta qui e mi sarei conciata cosi se avessi scelto Ray?
-Io non ho scelto lui.- dico alzando leggermente il tono della voce per farlo ragionare sulla mia rivelazione. -Dannazione non ho scelto lui!-
Sono cosi stanca di questa situazione. Cosi stanca che lui non riesca a capire quanto ci tenga. 
-Se avessi scelto lui pensi che starei qui a parlare con te? Pensi che mi farei toccare da te o parlerei con te a telefono per più di un'ora?!-
Oliver mi guarda fisso negli occhi, senza dire una parola.
-Pensi che mi sarei preparata cosi solo per essere alla tua altezza?- chiedo iniziando a ridere un pò per sdrammatizzare la situazione. Lo guardo negli occhi perchè deve capire quanto le sue parole facciano male. Notando gli occhi lucidi si riavvicina a me e mi prende il viso tra le mani.
-Non piangere. Non voglio vederti piangere. Non per me.-
-Pensi che sia stato facile stare senza di te? Ho pianto per giorni aspettando quella dannata telefonata. E tu parli di scelta!- dico sarcastica, scostandomi brutalmente da lui per creare distanza tra di noi. 
- Felicity...- cerca di riprendermi tra le sue braccia, ma io mi allontano ancora di più. Comincio a camminare sul terrazzo avanti e indietro
parlando a vanvera. 
-Pensi che sia stato facile per me, incontrarti e perderti nell'arco di una settimana? Pensi che mi sia divertita o mi sia sentita bene a chiuderti la porta in faccia mentendoti sul fatto che fosse troppo tardi ? Tu mi parli di scegliere... io vorrei scegliere!- dico arrabbiata. -Dio! Se nel mio cuore non ci fossi tu, io lo sceglierei Ray. La mia testa dice di lasciarti andare, ma è il cuore che  prevale su tutto.-
Finalmente dopo quella che sembra un'eternità, ritorno a guardare Oliver negli occhi. E lui è li, fermo di fronte a me che mi osserva sorridendo come un cretino.
Voglio continuare a parlare con lui, voglio fargli capire cosa mi passa per la testa o cosa sento.
Ma lui preferisce, annullare la distanza tra di noi,  congiungere le nostre labbra, e dire tutto con un bacio.
E non un semplice bacio: era da settimane che non toccavo queste labbra. Morbide, sottili, esigenti. La barba mi punzecchia il viso, ma non mi importa.
Le mie braccia , che prima erano distese lungo il corpo, ora si portano dietro la sua nuca, e poi tra i suoi capelli. 
Mi sembra di essere ritornata a casa. Il cuore mi batte all'impazzata come se stesse per scoppiarmi nel petto. Le mani di Oliver si posano sui miei fianchi, e mi avvicinano ancora di più a lui facendomi sentire il rigonfiamento dei pantaloni.
E' eccitato. Mi desidera!!
Apro di più la bocca per permettere alle nostre lingue di incontrarsi, in una danza sensuale ed erotica. Le mani di Oliver indugiano sul mio corpo, passando dalla schiena, alla coscia, poi di nuovo suoi fianchi probabilmente non sapendo come muoversi.
E poi mi rendo conto che non è una questione di imbarazzo: a pochi metri da noi,ci sono gli ospiti della festa di Thea. E' vero la finestra che da sul terrazzo è coperta da tende color avorio, ma chiunque si affacciasse potrebbe vedere questo spettacolino senza pagare nulla.
-Oliver.- dico contro le sue labbra sperando che capisca.  Ma la mia voce sembra dire tutto tranne "lasciami andare".
Decido di prendere l'iniziativa, perchè se Oliver non ha intenzione di lasciarmi, allora sarà il caso di spostarsi. Apro gli occhi finora chiusi, solo per vedere se ci sono zone adiacenti al terrazzo, più coperte. 
Tiro Oliver per le bretelle  continuando a baciarlo, per trascinarlo verso l'angolo del balcone lontano da occhi indiscreti. Quando si rende conto cosa sto facendo, fa in modo che sia io ad appoggiarmi contro il muro e lui sia praticamente su di me.
Geme contro la mia bocca, facendomi eccitare anche di più. Le sue mani ora senza indugio, accarezzano la coscia priva di tessuti, risalendo poi per la schiena seguendo la spina dorsale, fino al collo.
-Dio, ti desidero cosi tanto.- dice staccandosi da me rendendosi conto di dove siamo. -Ma non possiamo qui.-
Vediamo la porta della finestra aprirsi, e siamo costretti a ricomporci. La mia acconciatura sembra essere ancora intatta, Oliver ha solo la camicia un pò sgualcita ma il resto è okey.
-Ma siete qui!- dice Tommy guardandoci con uno sguardo complice. -E' l'ora della torta.-


Oliver's POV

La festa è finita da circa un'ora. I miei dopo aver mostrato le camera ai nostri ospiti sono andati a letto a dormire.
Io sono in camera mia e mi sto togliendo questo dannatissimo smoking. Ronnie e Caitlin condividono la stessa camera, cosi come Laurel e Sara visto che Tommy è tornato a casa sua con suo padre, mentre Felicity non condivide la camera con nessuno. 
Avevo già pensato di raggiungerla stanotte visto che mia madre sicuramente non ci avrebbe permesso di dormire nello stesso letto, e a maggior ragione che è sola, sono ancora più convinto della mia scelta. Indosso il pantalone di una tuta, e una t-shirt visto che in casa fa caldo per i riscaldamenti. Lavo i denti, prendo il cellulare e decido di raggiungerla.  Apro la porta della camera silenziosamente sperando di non incontrare nessun inserviente. Controllo l'ora e vedo che sono le due del mattino. Sicuramente staranno dormendo tutti ma è meglio non rischiare.
Chiudo la porta senza fare rumore e mi muovo nei corridoi di casa come se fossi un ladro. Arrivo alla porta di Felicity, e la apro senza neanche bussare trovando Felicity al centro del letto completamente addormentata.
Il viaggio, i preparativi e la serata l'avranno stancata.
Alzo la coperta e mi stendo accanto a lei, quanto più vicino è possibile. Lei inizia a muoversi e gira la testa verso di me, aprendo leggermente gli occhi solo per rendersi conto se sono io o no.
Quando le metto un braccio intorno al corpo esile, mi rendo conto che indossa solo una maglietta a mezze maniche.
Mi sta proprio mettendo alla prova visto che praticamente se avessi potuto, l'avrei presa sul terrazzo di casa mia.
-Mmmm...- dice apprezzando le carezze che le sto facendo sulle gambe nude. 
La mano  non impiegata nelle carezze, la utilizzo per appoggiare la testa e osservare meglio Felicity. Solo guardandola, capisco come abbia potuto conquistarmi: lei è diversa, ingenua, dolce, premurosa. Dannatamente sexy. Cosa potrei volere di più dalla vita?
Ed è qui che capisco che con lei, almeno per ora non posso spingermi oltre. 
Se io ora dovessi andare oltre con Felicity, lei potrebbe pensare che io abbia fatto tutto questo per il sesso. E non è affatto cosi. 
Voglio che ricominci a fidarsi di me, e per farlo devo darle la massima fiducia anche con Ray. Se quel tipo gli piacesse tanto quanto ci piaccio io non mi avrebbe baciato. Non mi farebbe stare nel suo letto e non si farebbe toccare.
Anche se immaginarla con un altro, mi fa ribollire il sangue per la rabbia, non posso fare altro che lasciarla uscire con Palmer .
Sospiro rumorosamente attirando la sua attenzione.
-Cosa c'è che non va?- chiede con la voce stanca e impastata.
-Niente, torna a dormire.- dico dandole un bacio sulla guancia, per poi stendermi anch'io, appoggiando la testa sulla sua spalla e addormentarmi cullato dal suo profumo di gelsomino. 

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Capitolo 10
*** Prima volta ***


Sabato
Felicity's POV

Mi muovo nel letto alla ricerca di Oliver.
Stanotte mi ha raggiunta in camera e abbiamo dormito insieme. So che probabilmente non è atteggiamento migliore visto che i suoi genitori sono a pochi metri di distanza, ma non avendo fatto nulla di male, non ho avuto il coraggio di mandarlo via. 
Sento il calore del suo corpo e il suo profumo, quindi deduco che sia ancora qui. Quando mi metto a pancia in giù , mi giro verso il lato del letto dove ha dormito e apro gli occhi, lo vedo sorridere.
-Buongiorno.- dice piegando il braccio per poter poggiare la testa. 
-Da quanto tempo sei sveglio?- 
-Abbastanza da poterti vedere dormire.- dice sporgendosi verso di me e darmi un bacio veloce. 
-Mmm...- mormoro portando le mani dietro alla nuca per evitare che interrompa il contatto tra le nostre labbra. Con una forza che non mi appartiene, ma soprattutto grazie al suo aiuto, riesco a spostarlo e a farlo stendere sopra di me.
Lui dopo qualche secondo, smette di baciarmi, e mi blocca la testa con le mani iniziando a sorridere.
-Perchè stai sorridendo?-
-Sei ...buffa quando dormi.- dice schietto facendomi arrossire.
Cosa diavolo ho combinato? Perchè sono buffa? Anzi cosa significa essere buffa? Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.
Forse perchè nessuno si è mai fermato da te e si è soffermato ad osservarti dormire?
-Non avrò mica russato?- chiedo preoccupata.
-No.- dice Oliver scuotendo la testa. -Ma hai fatto dei strani rumori con la bocca... e poi qualche volta corrucciavi la fronte. Hai avuto degli incubi?-
Iris me l'ha detto più volte che quando dormo faccio degli strani rumori con la bocca. Io non ci ho mai badato visto che non ho mai avuto un ragazzo che rimanesse a dormire con me per tutta la notte.
-No non avuto incubi. Anzi, ho dormito benissimo.- dico cercando di cambiare argomento.
-Chissà perchè, eh?- chiede lui sarcastico.
Oliver si abbassa su di me, e fa strusciare i nostri nasi prima di darmi un bacio casto sulle labbra.
-Cosa vuoi fare oggi?- 
-Cosa si fa di particolare in una città come Starling City?- chiedo non avendo programmato niente per il resto della giornata.
-Potremmo prepararci, uscire per una passeggiata, andare a mangiare un boccone e nel pomeriggio visitare la Queen Consolidated.- dice dandomi baci veloci sul viso.
-Come mai mi vuoi portare in azienda?- 
-Papà ha saputo che sei un genio dell'informatica. Vuole mostrarti ciò che facciamo.-
-Sembra divertente.- dico sincera. 
-Oppure....potremmo restare qui. Sotto le coperte per il resto della giornata.- dice lasciandomi baci languidi sul collo. 
Inizio ad eccitarmi, soprattutto quando l'erezione di Oliver comincia a pulsare contro il mio busto. E' normale che Oliver pensi a fare sesso: sta condividendo il letto con una ragazza, tra di noi non è mai successo niente e praticamente mi sono aggrappata a lui come un koala per evitare di farlo spostare.
-Ma...non credo che la mia famiglia ne sarebbe contenta. Thea ha già detto che vuole trascorrere altro tempo con te prima di ripartire. E mio padre.....beh mio padre sembra essere affascinato da te. Hai conquistato anche loro, signorina Smoak.-
Sottolinea l'anche facendo riferimento  a se stesso. E cosi ti ho conquistato eh, Queen?
Si alza di colpo, facendo leva sulle braccia, rivelando gli addominali scolpiti da sotto la t-shirt che ha indossato come pigiama. 
-Devo tornare in camera prima che qualcuno mi veda.- dice mettendo il cellulare nella tasca dei pantaloni della tuta. -Ci vediamo tra mezz'ora giù ok?-
-Va bene.- dico scostando le coperte per andare a fare una doccia ed essere presentabile alla famiglia di Oliver.
Si avvicina , mi da un bacio veloce e se ne va.  10 secondi più tardi, mentre sto togliendo dalla borsa i vestiti che ho scelto di portare , la porta della camera si riapre e Oliver ricompare sulla soglia dicendomi:
-Ah e per la cronaca: adoro il tuo pigiama. E soprattutto quello che c'è sotto.-

Fare colazione con la famiglia di Oliver è stata la cosa più imbarazzante che io abbia mai fatto nel corso degli ultimi 21 anni di vita.
Tutti sono stati molto gentili, facendo domande su cosa voglio fare dopo la laurea, se ho intenzione di trasferirmi, sposarmi.
Tutte domande alle quali non ho saputo rispondere. Ovviamente ho detto qualcosa, ma niente che fosse assolutamente certo. Oliver per tutto il tempo ha cercato di farmi sentire a suo agio, sapendo quanto soprattutto sua sorella, potesse essere indiscreta sulla mia vita. 
Di certo non l'ha fatto apposta, so bene che Thea voleva solo conoscermi meglio. Sembra essere una brava ragazza, senza particolari vizi nonostante la sua giovane  età e il suo conto in banca.
-A cosa stai pensando?-
Oliver ed io siamo usciti per fare una passeggiata. Non sono mai stata a Starling City ma per quello che ho visto ora, sembra essere una città come le altre. 
Siamo in un parco all'aria aperta. Da qui, riesco a vedere i principali grattacieli della città fra cui la famosa Queen Consolidated.
-E' tecnicamente la nostra prima uscita insieme. E non dico in pubblico ma in assoluto.- dico girandomi leggermente verso di lui.
Oliver sorride prendendomi per mano per poi portarmi da un venditore ambulante e ordinare due caffè.
Ci sediamo su una panchina, e gli chiedo di raccontarmi tutto quello che gli passa per la testa. Il motivo del perchè sono qui è soprattutto conoscerlo e capirlo meglio. E non posso farlo se non parla con me.
-La tua prima volta?- chiedo ad un certo punto facendolo quasi affogare a causa del caffè che stava bevendo.
-Scusa?- chiede scioccato.
-La tua prima volta. Quando e con chi.- dico sicura di me. 
-Avevo.... 18 anni.-
-Lei era....?-
-Lavora per mio padre. E'.... strano parlare di queste cose con te.- dice imbarazzato.
-Strano? Guarda che c'è ben altro di strano.- dico evitando di pensare che è andato a letto con una donna che ancora oggi potrebbe comparire nella sua vita. 
-Ovvero?-
-Ti ho visto con non so quante ragazze differenti nell'arco di 3 settimane. Immaginare te che sei andato a letto con loro? Quello si che è strano.- 
Stranamente resta ammutolito dalle mie parole.
-Io non c'è la farei.- dice dopo un pò. 
-A fare cosa?-chiedo confusa.
-A vederti con altri ragazzi. Ti ho visto con Barry e sono andato su tutte le furie. Per non parlare di Cooper, o di Ray.- dice scrollando le spalle come se niente fosse. 
Non so come comportarmi. Già ieri sera mi aveva detto di essere geloso di Ray. Io pensavo fosse solo la paura di perdermi o essere umiliato o cose cosi.
Ma perchè essere geloso anche di Barry? Sa che tra di noi c'è solo una semplice amicizia. 
Mi volto verso di lui volendolo baciare, ma la mia attenzione viene attirata da un gruppo di ragazze che stanno correndo nel parco e che riserva ad Oliver un lungo se non lunghissimo sguardo d'apprezzamento.
Spero tanto che possano ammalarsi. Spero che possano cadere in acqua e morire congelate!
Oliver che si è accorto di tutto, ride per poi prendermi il mento e farmi di nuovo voltare verso di lui. Questa volta è lui ad avvicinarsi e senza problemi far congiungere le nostre labbra in un bacio fin troppo casto. Il ricordo di ieri sera, di io praticamente schiacciata contro il muro e lui su di me, riaccende la scintilla che solo Oliver ha  saputo trasformare in fuoco. 
Anch'io sono gelosa di lui. Dio se lo sono! 
E proprio per questo motivo, proprio per punirlo di aver riso di me, decido di giocare un pò con lui. Mi separo da lui, notando il suo sguardo meravigliato.
-Cosa c'è?- chiede.
Cerco di essere seria, ma mi viene troppo da ridere. Accanto alla panchina c'è un cestino nel quale getto il bicchiere di cartone ormai vuoto. Poi mi alzo e inizio ad allontanarmi suscitando il suo interesse.
-Ehi dove stai andando?- chiede confuso.
Continuo a camminare per creare quanta più distanza è possibile tra di noi. In realtà sto pensando a cosa poter fare per sfotterlo un pò.
-Felicity?!- mi chiama raggiungendomi. Mi si para davanti e nota la mia espressione seria.
-Non sono sicura di riuscire a sopportare questa situazione.- dico.
-Come...? Di che parli? Quale situazione?- chiede visibilmente preoccupato.
Sto facendo un ottimo lavoro, sembra essere davvero sicuro delle mie parole.
-Tutte che ti fissano, ti chiedono di uscire.... quelle che ti chiedono di scopare.... non credo di riuscirlo a sopportare.-
Oliver si guarda indietro chiedendomi se mi riferisco alle ragazze che sono appena passate.
Annuisco lasciandolo senza parole.
-Non sei seria,vero?-
Lo supero, sperando mentalmente me stessa di non aver esagerato altrimenti mi ucciderà. Me la farà pagare ne sono sicura.
-Felicity?- mi chiama di nuovo. Mi fermo, mi giro e lo guardo. Cerco di trattenere una risata ma è impossibile.
-Tommy aveva ragione. E' cosi dannatamente facile prenderti in giro.- dico ridendo come una stupida. Lui mi guarda sbigottito, poi leggo nei suoi occhi qualcosa mai visto prima: sollievo. 
Poi come se avesse collegato tutti i pezzetti del puzzle, mi guarda come se volesse dirmi: corri che tanto ti prendo.
Smetto di ridere vedendo la sua espressione seria. E poi inizio a correre.
Ringrazio di essermi messa le scarpette da ginnastica altrimenti a quest'ora sarei già caduta. Pensavo almeno di aver messo abbastanza distanza tra di noi, ma Oliver in un batte baleno, mi raggiunge alzandomi praticamente da terra con un solo braccio e mi fa volteggiare nell'aria. Quando mi mette giù, sto ancora ridendo come una bambina. 


-Salve signor Queen.-
Entriamo nell'edificio della Queen Consolidated, e subito moltissimi impiegati si fermano per stringere la mano ad Oliver. Dopo un pranzo sostanzioso in un locale chiamato Big Belly Burger, Oliver ed io siamo arrivati nella sua azienda di famiglia.  Dovrei essere controllata , ma Oliver ha garantito per me alla sicurezza risparmiandomi una fila molto lunga. 
-Questo edificio è favoloso.- dico osservando gli arredi e i materiali di costruzione. Un palazzo costruito interamente da ferro e vetro. 
-Vieni con me, Smoak.- dice Oliver mettendomi un braccio intorno alla vita per attirarmi a lui. Prendiamo l'ascensore partendo dal settore informatico.
-Wou.- dico entrando in uno dei tanti uffici. -Mi sento come i bambini al villaggio di babbo Natale.- dico euforica.
Oliver non è cosi d'accordo con me. Io al contrario di lui, qui ci passerei il resto della mia vita.
-Toglimi una curiosità.- dice chiamando l'ascensore per raggiungere i piani alti. -Se ti affascina tanto l'informatica, perchè sei finita a Yale?-
-La M.I.T ha rifiutato la mia domanda per la borsa di studio, quindi alla fine ho deciso di accettare l'offerta che mi sembrava più adeguata.-
-Hai deciso? Cioè mi stai dicendo che hai avuto richieste da altre università?-
-Yep.- dico fiera. 
-La M.I.T come ha giustificato questo rifiuto?- 
-Nella lettera che mi hanno inviato, mi hanno detto che non avevo i prerequisiti economici per soddisfare le volontà del rettore.- dico scrollando le spalle.
Non ho mai approfondito questo discorso con Oliver. E' anche un pò imbarazzante fargli sapere che non avevo i soldi necessari per pagarmi l'università.
-I tuoi non potevano permettersi la retta?-
-Mia madre lavora come cameriera. Mio padre.....-
Non so se dirgli la verità. E' brutto dire che sono stata abbandonata ma è cosi. E poi come pretendo di conoscere Oliver, senza che lui sappia niente di me?
-Mi ha abbandonato quando avevo 4 anni. Non lo vedo da allora.- aggiungo spiazzandolo completamente. 
Non riesce a dirmi niente di rassicurante, perchè non c'è niente di rassicurante nell'essere abbandonato da un  genitore. Lui ha una fortuna sfacciata, visto che i suoi genitori lo amano, ha un futuro assicurato  e un azienda multimilionaria da gestire. Yale per me è l'unica cosa certa della mia vita. Dopo la laurea  non so neanche che fine farò.
-Vieni qui.- dice attirandomi verso di lui per stringermi forte. -Non lo sapevo....non avevo idea.-
-Oliver, è successo tanto tempo fa. Non ho mai avuto bisogno di lui.-
Prima che possa replicare, le porte dell'ascensore di aprono, rivelando un ingresso molto accogliente fatto di quadri e poltrone di pelle chiara.
-Signorino Oliver.- dice una ragazza non appena varchiamo la soglia dell'ascensore. Non è la prima donna che lo saluta. Mi sono chiesta se tra quelle che abbiamo incontrato ci sia la famosa "prima volta". E' difficile capirlo visto che tutte lo osservano con uno sguardo adulante.
-Natasha, ti presento Felicity. Felicity lei è la segretaria di mio padre.-
La ragazza mi sorride poi dice ad Oliver che se dobbiamo vedere suo padre, dobbiamo aspettare un pò perchè adesso è in riunione con alcuni compratori di Tokyo. Io mi guardo intorno, notando che questo ufficio è grande quanto tutto il nostro appartamento a Yale.
-Siamo un pò in anticipo, ma mio padre sapeva del nostro arrivo. Nessun problema lo aspettiamo.- dice Oliver prima di abbracciarmi da dietro e darmi un bacio tra i capelli.
-Quindi questo dovrebbe essere il tuo futuro ufficio?- chiedo scettica.
-Eh già.... che ti sembra?-
-Tantino piccolo.... ti consiglio di abbattere la parete per avere più spazio.- dico sfottendolo e facendolo ridere.
Dopo circa mezz'ora, il padre di Oliver compare come una furia, richiamando Natasha a gran voce.
-Voglio sapere dov'è Curtis.- dice nervoso. 
Non riesco a sentire cosa dica Natasha, cosi spingo Oliver nell'ufficio del padre per cercare di calmarlo e capire cosa stia succedendo. 
Dopo un paio di minuti, vedo comparire il signor Queen sulla soglia della porta del suo ufficio. Ci metto un pò ad accorgermi di lui, ma quando lo faccio, vedo che si sta avvicinando e sembra essere abbastanza preoccupato.
-Felicity cara, devo chiederti un favore enorme.-


Non so come mi ritrovo nella sala riunioni, adiacente all'ufficio del signor Queen , con tutto il consiglio d'amministrazione della Queen Consolidated. Non riesco a scorgere bene le persone che ho davanti per via del buio visto che i lampadari sono spenti e l'unica fonte di luce, è un proiettore che riflette su un telo un immagine azzurra con su scritto Nessun segnale.
-Non riesco a rintracciare il nostro tecnico informatico e dovevamo iniziare una conferenza mezz'ora fà.-
-Vuole che ci dia un'occhiata?- chiedo leggendo la richiesta silenziosa nelle sue parole.
-Esatto.-
-Robert siamo sicuri che questa ragazza sia all'altezza? Non sembra molto esperta.- dice una donna che non riesco a vedere bene. 
-E' la migliore, Isabel.- dice Oliver pronto a difendermi.
Isabel. Allora la conosce.
Beh ovviamente la conosce, suo padre è il suo capo.
Mi chiedo come tutti facciano a sapere che sia brava con i computer. Oliver in primis, visto che non mi ha mai visto lavorare ad un computer prima d'ora.
Il signor Queen, mi sposta l'unica sedia libera (quella a capotavola quindi probabilmente la sua) e mi metto al lavoro cercando di capire dove sia il problema.
Cerco attraverso la scheda madre del computer, tracce di virus e noto che il software installato su questo computer è vecchio quasi quanto mia madre.
-Da quanto tempo non aggiornate il sistema?- chiedo sperando che qualcuno sappia rispondermi. -E' normale che il computer sia cosi lento. Questo software è vecchio quanto un dinosauro.- dico schietta.
Mi rendo conto di ciò che ho detto, e mi correggo subito visto che la maggior parte degli uomini presenti in stanza sembrano essere abbastanza anziani, tranne per la donna che ha cercato di screditarmi. 
-Non intendo dire che voi siete vecchi, sia chiaro. Siete giovani....cioè  non giovani quanto me ma..- 
Il signor Queen mi mette una mano sulla spalla e mi dice:  -Sarei più che contento di farlo, se sapessi come muovermi cara.Fa tutto quello che ritieni necessario ma fa partire la video chiamata.-  
Decido di aggiornare personalmente il software e nel frattempo, accedere al server del sistema della rete della Queen Consolidated per risalire al problema.
Una volta capito l'intoppo, nonostante sia illegale, hackero il server della Queen Consolidated per appoggiarlo su un software che possa sostenerlo al meglio.
-Ci siamo quasi..... -
Digito degli ultimi codici, poi la connessione si ristabilisce facendo tirare un sospiro di sollievo da parte dei presenti. 
-E' il server.- dico alzandomi per lasciare il posto al signor Queen. -Chieda al suo informatico di aggiornarmi i sistemi, e vedrà che la prossima volta non ci saranno problemi.-

-Sei stata grande li dentro.-
Oliver ed io siamo nell'ufficio del padre seduti su un divanetto a due posti davvero molto comodo. 
La segretaria del signor Queen ci ha portato due caffè per ammazzare il tempo. Nell'arco di un'ora non solo sono riuscita a farmi raccontare qualcosa di Oliver sulla sua infanzia, ma ho anche visto delle sue foto da bambino visto che il padre ha delle cornici d'argento con all'interno alcune foto di famiglia.
-Grazie per avermi difeso da quella donna....approposito chi è?-
Prima che possa rispondermi, la porta della sala riunioni si apre, facendo uscire i vari membri del consiglio d'amministrazione. Tra gli ultimi, esce anche la donna che ha cercato di intralciare il mio lavoro non credendo in me. E' bellissima: slanciata, fisico da paura, capelli castani. L'unico problema è che sembra non sorridere mai. 
-Oliver, che bello rivederti.- dice ruffiana avvicinandosi a Oliver per dargli un bacio languido sulla guancia.
-Isabel Rochev,  vorrei presentarti Felicity Smoak.- dice Oliver mettendomi un braccio intorno al corpo per farmi entrare nel vivo della conversazione.
-Piacere di conoscerti Felicity. Allora come vanno le cose a Yale?-
Non  mi ha guardato neanche negli occhi. Non mi ha chiesto scusa per la sua sparata del cazzo all'interno della sala riunioni visto che non mi conosceva neanche.
Mentre Oliver non mi stacca letteralmente le mani di dosso, tenendomi stretta a sè, io osservo la donna che ho davanti e il modo in cui si approccia con Oliver: lo guarda con occhi particolari, sorride poche volte , lo osserva come se fosse un pezzo di carne e lei fosse nel deserto del Sahara da giorni.
Oddio. E' lei.
E' lei la prima. La donna con la quale Oliver ha avuto la sua prima volta. E' lei.
Cerco di fuggire dalla stretta di Oliver, ma lui mi blocca ancora più saldamente a sè. Si gira leggermente verso di me per farmi una domanda silenziosa. Basta guardarci negli occhi per capire tutto.
Perchè vuoi scappare? Che stai facendo?
Ed io lo guardo a mia volta per fargli capire che ho capito. Ho capito che è lei la famosa donna con la quale ha perso la verginità. Chissà forse proprio in questo ufficio, o sul divano dove eravamo seduti poco fa. 
-Cosi....voi due state insieme?- chiede scrutandomi dalla testa ai piedi. Ma che problemi ha questa? E che cazzo, crescesse un pò!
-Noi.... in realtà..-
Ieri non ha avuto problemi a definirmi la sua fidanzata e ora? 
-Non mi sembra il tuo tipo Oliver.- dice schietta provocandomi. -Senza offesa ma Oliver è abituato ad altre tipo di bionde.-
Oliver resta in silenzio non sapendo cosa dire. 
-Oliver è abituato alle bionde che stanno stese mentre lui fa tutto il lavoro..- risposto a tono sorridendo falsamente -...o  chissà forse era lei il suo tipo prima che invecchiasse cosi tanto.- dico acida lasciandola ammutolita. 
-Con permesso, ti aspetto di sotto.- dico divincolandomi dalla  presa  di Oliver per avviarmi agli ascensori.


-Felicity, fermati.- dice correndomi incontro mentre come una furia mi avvio verso la macchina.
-Toglimi una curiosità, dov'è successo?- chiedo sarcastica.
-Dio, non puoi essere gelosa di una cosa successa anni fa!- 
-Come scusa?- chiedo voltandomi verso di lui più incazzata di prima. -Tu puoi essere geloso di persone che nella sfera sentimentale non significano niente per me, mentre io non posso arrabbiarmi se tu parli normalmente davanti a me con la donna che ti ha tolto la verginità?-
-No....volevo dire si.-
Scuoto la testa scocciata e mi rigiro per avviarmi alla macchina.
Il viaggio in macchina dura poco. Fortunatamente non becchiamo traffico, quindi nel giro di un quarto d'ora arriviamo alla residenza Queen.
-Mi terrai il muso per tutto il weekend?- chiede non appena scendo dalla macchina e mi avvio alla porta d'ingresso.
-Ieri non hai avuto problemi a dire a tutti che stiamo insieme anche se obiettivamente non è cosi perchè non abbiamo ancora chiarito cosa c'è tra di noi . E poi se io parlassi e ci provassi esplicitamente con uno con il quale sono andata a letto, tu saresti geloso?-
-Ovviamente.- 
-Allora si, si terrò il muso per tutto il weekend.- dico incrociando le braccia al petto come se fossi una bambina.
-Quindi non posso dormire con te stasera?- chiede divertito Oliver.
-Chiama Isabel, sembrava abbastanza interessata ai tuoi muscoli. Puoi sempre provare con lei.-

Thea è uscita con alcune amiche. Laurel, Sara e Tommy sono a cena dal signor Lance visto che domani pomeriggio dobbiamo ripartire per Yale. Ronnie e Caitlin sono andati a cena fuori in un ristorantino in città. 
I genitori di Oliver sono usciti da poco per andare a teatro a vedere un famoso spettacolo teatrale. Io sono in camera mia , mentre Oliver sembra essere sparito nel nulla.
Sto girando i canali della tv satellitare quando mi arriva un messaggio.

                                                                                            Ho combinato un casino in cucina e non so come rimediare. Mi vieni ad aiutare?

Oliver. Di sicuro non saprà neanche accendere il forno.
Beh non che io sappia fare granchè in cucina ma credo di avere leggermente più esperienza di lui in queste cose. Dopotutto non avevo camerieri che mi cucinavano piatti prelibati quando mia madre non c'era.
Scendo ringraziando il cielo di non essermi cambiata, in quanto girovagare mezza nuda in casa di un tuo uscente, darebbe una pessima impressione alla sua famiglia.
-Oliver?- lo chiamo una volta scese le scale visto che non so dove diavolo sia la sua cucina.
Sento dei rumori di pentole, cosi seguo il mio istinto, e apro una porta adiacente al salotto.
Lo vedo di spalle, distratto nel compiere movimenti precisi mentre muove una padella sul fuoco acceso. L'isola della cucina, è apparecchiata per due con due candele accese.
-Che stai facendo...?- chiedo sentendo un odore particolare. Possibile che sia cioccolato e fragole?
-Allora non sei più arrabbiata.- dice girandosi verso di me e mostrandomi il contenuto della padella. Amatriciana.
Ho fame. E io adoro la amatriciana.
-Certo che sono arrabbiata.- dico sedendomi su uno degli sgabelli dell'isola.
-Siediti che è quasi pronto.- dice ritornando a girare la pasta. Sta cucinando.
Oliver Queen sta cucinando per me. 

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Capitolo 11
*** Cena ***


Lunedi

Il weekend è stato fantastico. Oliver è stato fantastico.
Ha cucinato per me, ha dormito con me. Attento, premuroso, dolce. In questi due giorni non mi ha fatto mancare niente, dalle coccole, ai baci, alle carezze. 
Se da una parte, non ha fatto altro che trattarmi come una regina, dall'altra sembra essersi anche raffreddato. Non ci sono stati altri baci come quelli che ci siamo scambiati sul terrazzo di Villa Queen. Ogni volta che cerco di approfondire il contatto tra i nostri corpi, lui sembra allontanarsi. Come se non volesse fare il passo successivo con me. 
Sul quel dannato balcone però sembrava aver idee abbastanza chiare. Dio, se non ci fosse stata cosi tanta gente a solo un muro di distanza da noi, gli avrei stracciato la camicia e tutto sarebbe andato per il verso giusto. A quest'ora non mi starei facendo tutti questi problemi su di me, su di Oliver e sul mio aspetto.
-Felicity mi stai ascoltando?-
Ray mi riporta sulla terra, toccandomi leggermente la mano che è appoggiata sul  tavolo.
Mi ha portato in un ristorantino in città dove si mangia cibo italiano. Ho sempre amato la cucina italiana, da quando mia madre per il mio decimo compleanno, comprò del cibo d'asporto visto che non potevamo permetterci un soggiorno nella bella capitale della penisola.
-Dicevi?- chiedo mostrandomi interessata al suo discorso.
-Ti ho chiesto se ti piacerebbe venire al compleanno di mia sorella a Baltimora.- dice accennando un sorriso.
Oh cavolo. Prevedo guai.
-Ray....- sto per rifiutare la sua offerta quando il cellulare sulla tavola inizia a vibrare.
Un messaggio.

 
   Mi è venuta voglia di baciarti...
 
Dannazione è Oliver.
Sa che sono a cena con Ray. Ieri, sull'aereo di ritorno, ha fatto di tutto per farmi rinunciare a questa serata con Ray. Nonostante quel cretino di Oliver mi manchi tanto, mi fa piacere essere qui con Ray stasera. 
Proprio per questo, ritorno sul display principale e mi concentro sul mio accompagnatore.
-Ray, non credo sia una buona idea. Mi farebbe molto piacere, ma sono indietro con delle lezioni e tra qualche mese ci saranno gli esami.-
Capisce subito che la mia è solo una palla per non seguirlo. Non mi ha ancora chiesto cosa sia successo a Starling City, ne cos'ho fatto, ne con chi sono stata.
Non ci siamo praticamente sentiti, per due motivi: uno, lui era impegnato con una ricerca di fisica quantistica. Due, se Oliver mi avesse visto messaggiare con Ray sarebbe andato su tutte le furie. 
-Posso farti una domanda, Felicity?- 
Il telefonino vibra di nuovo avvisandomi di un altro messaggio.
                                                         
                                                                       .....e di toccarti. Dappertutto.

Divento rossa per l'imbarazzo rileggendo le parole di Oliver. Ma cosa diavolo gli prende? Perchè sta facendo una cosa del genere?
-E' mia madre.- dico notando lo sguardo perplesso di Ray. -Continua pure.-
-E' successo qualcosa a Starling City? Ti sento.... più lontana.-
Il piatto di pasta che avevo ordinato ormai è freddo, quasi congelato. So che dovrei dirgli di Oliver e di quello che abbiamo passato insieme prima che lo conoscessi ma non saprei da dove incominciare. L'ultima cosa che voglio è ferirlo. Non se lo merita.
-Ray, ho capito delle cose mentre ero via.- dico sincera. Sto per continuare quando il telefono, vibra di nuovo.

                                                                                           Dio, se fossi qui vedresti quanto ti desidero. 

Oh. Mio. Dio.
E' eccitato. Se non lo conoscessi, penserei che si stia dando da fare da solo mentre pensa a me. Eppure qualcosa mi dice che Oliver Queen è tutto, tranne uno che provvede da solo ai propri bisogni biologici. 
E se succedesse stasera? Se mi stesse aspettando in camera mezzo nudo sotto le coperte?
Dio, ma cosa diavolo penso?
-Tua madre deve volerti dire tante cose visto che non smette di messaggiarti.- dice lanciandomi una frecciatina. 
-Mi dispiace.- dico schietta.
-Per cosa? Per i messaggi o per aver preso una decisione su noi due?- chiede triste. 
-Io.... non voglio perderti. Ma iniziare qualcosa con te ora, non mi sembra la cosa giusta da fare.-
-C'è qualcun'altro?-
A questo punto non so cosa dirgli. Dovrei dirgli dell'esistenza di Oliver? Del fatto che questo weekend abbiamo praticamente trascorso 48 ore insieme?
-Chiedo in conto.- dice alzandosi dal tavolo per avviarsi alla cassa e pagare.

Il viaggio in macchina è stato silenzioso. Tutto mi sarei aspettata tranne che la serata finisse cosi. Tutti i buoni propositi di non farlo soffrire, sono finiti nel dimenticatoio. Se non fosse stato per Oliver ed i suoi stupidi messaggi, a quest'ora saremo ancora in quel bel ristorantino e io non avrei affrontato l'argomento di noi due, in questo modo cosi rude.  Parcheggia l'auto nel suo posto assegnato, ed entrambi restiamo in silenzio per alcuni secondi.
-Mi accompagni ?- chiedo sperando di avere la possibilità di spiegarmi.
-Certo.- dice accennando un sorriso. -Vieni.-
Durante il tragitto, cerco di avere un contatto con lui ma sembra ritrarsi sempre. Vorrei davvero spiegargli come stanno le cose, che non è colpa sua, che se non fossi interessata ad Oliver gli avrei detto di si già molto tempo fa.
Arriviamo all'ingresso del dormitorio femminile e mi fermo di colpo, per evitare che Ray possa accompagnarmi fino alla porta. Non so dove sia Oliver o quale siano le sue intenzioni, ma non voglio rischiare che si incontrino.
-Nonostante tutto mi sono divertito. Anche se per la maggior parte del tempo ho parlato da solo.-
-Mi dispiace Ray.- dico sincera. -Davvero, tanto.-
-Stai bene, ok? E se ha bisogno sai dove trovarmi.- dice avvicinandosi a me per depositarmi un bacio sulla guancia. Nel momento preciso in cui mi tocca, una scarica elettrica attraversa tutto il mio corpo, dai capelli fino alla punta dei piedi. I suoi occhi sono fissi nei miei, facendomi un richiesta silenziosa. Dopo tutto quello che gli ho fatto passare è il minimo.
Per questo motivo mi alzo leggermente sulle punte e gli do un bacio a stampo sulle labbra. 
Quando mi separo da lui, creando un pò di distanza, sento una voce familiare alle mie spalle.
-Sei tornata finalmente.- dice Oliver avvicinandosi a me per abbracciarmi da dietro. Resto sbigottita dal suo atteggiamento. Lo avevo pregato di comportarsi bene e di non fare scenate. Gli avevo anche promesso che non sarebbe successo niente e invece ho dato un bacio a Ray solo per dirgli addio.
-Non ci presenti, Fel?- dice Oliver comportandosi in modo strano. Mi libero dalla sua stretta, per guardarlo negli occhi.
-Sei ubriaco.- dico sicura di me. Non l'ho mai visto cosi.
-Piacere. Sono Oliver Queen.- dice porgendo la mano a Ray che un pò titubante la accetta senza capire cosa stia succedendo.
-Ray Palmer.-
-Oh so chi sei... sei quello che mi vuole rubare Felicity.- dice Oliver facendo accendere una lampadina nella testa di Ray.
-Io non ti voglio rubare proprio nessuno... - dice Ray tranquillo. -Non pensavo che Felicity fosse occupata.- dice guardandomi negli occhi.
-E infatti non lo sono, e non lo ero quando abbiamo iniziato a frequentarci.- ammetto cercando di spiegarmi. -E' solo successo e basta.-
-Felicity non mi devi nessuna spiegazione. Se vuoi stare con lui, nessun problema. Spero solo che tu non ti penta della tua scelta.- dice accarezzandomi il braccio.
Oddio. Hai detto le paroline chiavi. 
-Cos'hai detto?- chiede Oliver tirandomi verso di lui come se Ray mi stesse facendo del male. 
-Pensi che non sappia della tua fama? Tutti nel campus sanno che ti scopi una ragazza diversa ogni sera.-
-Beh da oggi in poi, non succederà più.- dice Oliver avvicinandosi un pò troppo ad Ray.
Evito di pensare alle parole dolci di Oliver visto che avverto un pò troppa elettricità nell'aria. Mi metto tra di loro, sperando che la situazione non degeneri. 
Una rissa qui, comporterebbe all'espulsione di entrambi e alla revoca della mia borsa di studio nonostante non sia la diretta interessata. Non saprei prendere a pugni neanche un sacco di box. Non è nella mia natura.
-Ragazzi, vi prego.- dico cercando di calmarli. 
-Chiamami quando lo troverai a letto con un'altra donna, Felicity.- dice Ray facendo scattare Oliver che mi spinge leggermente affinchè possa colpire Ray in pieno viso. Ci metto alcuni secondi, per rendermi conto che Ray ha risposto all'attacco rompendo il labbro di Oliver. Per evitare che questa rissa possa degenerare, mi metto tra di loro sicura che non mi colpiranno. Spingo Oliver verso il mio appartamento e una volta aperta la porta, la richiudo per ritornare da Ray. 
Ma di lui non c'è nessuna traccia. Sembra essersi volatilizzato.


Entro nella mia camera dopo aver parlato con Tommy e Ronnie e avergli detto che per stanotte Oliver rimarrà qui con me. E' ubriaco, potrebbe fare qualche sciocchezza. Il mio futuro è gia compromesso abbastanza.
-Grazie.- dice Oliver che seduto sul mio letto ora è intento a mettersi una borsa d'acqua gelata sul labbro gonfio.
-Che ti è saltato in mente?- chiedo furiosa. -Perchè diavolo ti sei ubriacato cosi?-
-Non rispondevi ai miei messaggi. Perchè non mi hai risposto?- chiede più lucido ma con un tono sempre strano.
-Ero a cena con una persona. Non mi sembrava una cosa carina messaggiare mentre eravamo a tavola.-
-Ma ti è sembrata una cosa carina baciarlo nel corridoio del campus eh?- chiede nervoso. 
-Era un bacio d'addio, l'ho semplicemente salutato!- sbotto alzandomi di colpo dal letto di Iris dove ero seduta per schiarirmi le idee. I fiori arrivati da Starling City sono ancora sulla mia scrivania ma sono appassiti visto che è trascorsa quasi una settimana da quando li ho ricevuti.
-Io non lo sapev....-
-Oh nono. Questa è la parte dove io parlo, e tu ascolti.- dico autoritaria. -Sai vero che dopo stasera potrei essere cacciata da Yale? Io sono qui grazie ad una stupida borsa di studio! Se il rettore scoprisse quello che è successo stasera, non potrei fare altro che fare i bagagli e andarmene!-
-Non permetterei che accada una cosa del genere.- dice pronto.
-E come faresti sentiamo? Chiamaresti tuo padre? I tuoi mille avvocati?- chiedo scettica ferendolo. -Non si tratta solo di me. Io non voglio vederti ridotto cosi.-
Lui si alza di colpo un pò traballante cosi decido di avvicinarmi a lui per evitare che possa cadere.
-Mi sono ridotto cosi perchè sapevo che saresti andata a cena con Palmer.- dice sorridendo come un cretino prima di inclinare la testa e depositarmi dei baci languidi sulle guance e poi sul collo.
-Ti avevo pregato di non fare cazzate. Ma tu come sempre non mi hai ascoltato.- dico incrociando le braccia al petto e sembrare arrabbiata. 
-Sei cosi eccitante quando ti arrabbi.- dice mordendomi il lobo dell'orecchio ignorando completamente ciò che ho detto. 
E' ancora ubriaco. E io che pensavo che il cazzotto in faccia gli avesse fatto riprendere la lucidità persa. 
-Oliver, non è il momento.-
Si sposta dietro di me, solo per scostarmi i capelli dalla schiena e riprendere a baciare il collo e la nuca. Le sue mani finiscono sui miei fianchi, tirandomi verso di lui cosi da farmi sentire l'erezione che preme contro i suoi jeans.
Emetto un gemito, maledicendomi mentalmente per aver scelto di indossare un vestito morbido e un paio di calze color carne il tutto completo di un paio di tacchi neri. 
So perfettamente che nel giro di pochi secondi, potrei ritrovarmi solo in intimo e tacchi senza neanche sapere come. Oliver ha esperienza. Mentre io faccio ancora fatica a slacciare i bottoni di una camicia senza creare tensione tra me e il mio partner prima di un qualunque rapporto sessuale.
Mi giro di colpo, stanca di lasciargli tutto questo controllo su di me e sul mio corpo, e faccio congiungere le nostre labbra in un bacio poco casto. Le mie mani come sempre vanno a finire tra i suoi capelli, mentre la mia lingua si scontra con la sua. Le mani forti e grandi di Oliver, finiscono sul mio vestito. Prende il bordo, lo alza leggermente e poi come se niente fosse, una delle sue mani finisce sui miei glutei per alzarmi e far si che le mani gambe si incrocino attorno la sua vita. Quando capisce che il vestito è bloccato tra il mio e il suo corpo e che quindi non può cadere e coprirmi di nuovo tutta, anche l'altra mano finisce sul mio sedere per paura che possa cadere.
Non dimentichiamoci che è ubriaco.
Le mie mani finiscono sul suo torace, facendomi rendere conto che indossa ancora la camicia. Cerco di sbottonargli i bottoni, ma quando vedo che l'impresa è troppo difficile , decido di strappargliela direttamente. I bottoni volano nella stanza finendo chissà dove, mentre la camicia finisce a terra ai nostri piedi.
Le mie mani finiscono sulle sue braccia, e poi sulla sua schiena. Senza preavviso Oliver mi stende sul letto, stendendosi sopra di me mentre le mie gambe sono ancora intrecciate attorno alla sua vita. La sua intimità struscia contro la mia, facendomi emettere gemiti che sfuggono dalle mie labbra senza nessun controllo.
Se qualcuno entrasse in camera ora, penserebbe che Oliver ed io ci stiamo dando da fare. Ma in realtà ci sono ancora strati di vestiti a dividerci.
Come se mi stesse leggendo nel pensiero, mentre la sua bocca è ancora sulla mia, le mani di Oliver finiscono sulle mie calze per poterle letteralmente strappare.
-Mi devi un paio di calze nuove.- dico dopo minuti di silenzio. 
-Siamo pari.- dice sensualmente facendo risalire una mano lungo tutta la lunghezza della coscia per poi arrivare all'intimo. Accarezza il tessuto di pizzo tirandolo leggermente giù senza denudarmi completamente. Si rende conto che sono ancora vestita, perciò mi fa segno di alzare le braccia cosi da togliermi definitivamente il vestito che avevo deciso di indossare per la cena. Resto in intimo davanti a lui, vergognandomi un pò per il mio fisico. Non sono come le sue ex, non sono mai stata formosa o desiderabile. Eppure Oliver mi guarda con occhi lussuriosi, come se in questo preciso momento non ci sia nient'altro che possa desiderare dalla vita.
-Sai da quanto tempo volevo vederti cosi? Accaldata, eccitata, praticamente nuda sotto di me?-
Le sue parole mi eccitano e mi imbarazzano allo stesso tempo. Nessuno mi ha mai parlato cosi. Nessuno mi ha fatto eccitare solo toccandomi o accarezzandomi la schiena.
Ma lui si. 
Le mie mani finiscono sulla cinghia dei suoi pantaloni per poter arrivare finalmente al dunque. E' ancora mezzo vestito mentre io sono nuda, vogliosa di lui e del suo magnifico corpo. Come può un semplice uomo farmi questo?
Gli abbasso di poco i pantaloni e i boxer per scoprire la sua virilità già ben eretta. Credo di non aver mai fatto commenti sugli amichetti dei ragazzi con i quali sono andata a letto ma.... devo dire che Oliver è molto ben dotato. Ora capisco il perchè fuori la sua porta ci sia la fila.
L'immagine di lui con altre donne, mi incupisce per alcuni secondi. La gelosia è cosi forte nei suoi confronti che immaginarlo con altre mi annebbia la mente. 
Sono sicura di ciò che stiamo facendo, ma non vorrei che l'alcool che Oliver ha ingerito, rovinasse la nostra prima volta. E se lui non si ricordasse niente domani? E se vuole solo questo da me e non è altro che un bravo attore?
Cerco di allontanare questi cattivi pensieri, e ritorno sulle labbra di Oliver facendogli intendere che sono pronta. 
-Che stiamo facendo?- chiede perplesso come se fin'ora al posto suo ci sia stato qualcun'altro.
Ma che domande sono? Dico siamo entrambi mezzi nudi e tu mi chiedo cosa stiamo facendo?
-Stiamo per....- non so come continuare la frase perchè non vorrei definire la cosa con termini sbagliati. -scopare.-
-E' questo il punto.- dice lui accarezzandomi leggermente la coscia, per poi stendersi accanto a me. Ha ancora indosso i pantaloni, il che rende la posizione da lui adottata scomoda. Come se fosse una cosa ovvia, o come se l'avessi visto nudo altre volte, si sfila le scarpe, si sfila i pantaloni e si rinfila i boxer.
Mi sento...usata. Imbarazzata, presa in giro.
-Qual'è il punto Oliver?- chiedo perplessa, alzandomi leggermente dalla posizione supina per alzare il piumone e infilarmici sotto. Non voglio che mi veda cosi, non quando sono mezza nuda davanti a lui.
-No, Felicity non correre con la mente.- dice raggiungendomi e stendendosi accanto a me sotto le coperte. -Io non voglio....scopare.-
-E cosa vuoi Oliver?-
-Voglio..... fare l'amore.- dice imbarazzato. Lui cosa? Ok, ora sono davvero confusa.
-E stasera ho bevuto. Non tanto perchè sono riuscito a fermarmi ma.... domani mattina, o in futuro voglio ricordarmi cos'è successo. Non voglio che sia
qualcosa di.... non voglio che accada cosi. Dev'essere...-
-Importante.- dico interrompendolo per concludere la frase al posto suo. 
-Esatto.- dice tirando un sospiro di sollievo. -Ho promesso a me stesso che non avrei fatto niente del genere con te, fin quando non ti saresti fidata completamente di me.-
-Io mi fido di te, Oliver.- dico sincera. -Pensi che se non mi fidassi ti avrei lasciato arrivare quasi in terza base?-
-Terza base?- chiede divertito.
-Yep.- dico abbracciandolo e poggiando la testa sul suo petto. So bene cosa voglio. E ora che so che Oliver non ha problemi con il mio corpo, ho intenzione di corromperlo. Non è poi cosi ubriaco come pensavo. 
Le mia mano, quella che sta sul suo torace, inizia a scendere verso i boxer che non riescono a nascondere il rigonfiamento troppo evidente.
-Felicity?- mi chiama ridendo Oliver capendo le mie intenzioni. -Fe-li-ci-ty. Che stai facendo?-
Mi blocca la mano con la sua, e se la rimette sul petto. 
Sarà una lunga notte.Molto lunga.

Martedi

Mi sveglio abbracciata ad Oliver. Per tutta la notte, non ci siamo proprio mossi dalla posizione dalla quale ci eravamo addormentati. Lui mi tiene stretta a sè, mentre io gli depongo languidi baci su tutto il torace. 
Dovrei essere furiosa, ma l'unica cosa alla quale riesco a pensare è che lo desiderio. Ieri ha picchiato Ray, si è rotto il labbro, mi ha fatto eccitare e poi mi ha lasciato in bianco.
Eppure, stamattina vorrei fargli capire come mi sono sentita ieri mentre le sue mani vagavano sul mio corpo, la sua intimità urtava la mia, le sue labbra toccavano le mie.
Decido di agire. 
Sfuggo dalla sua presa, slacciandomi il reggiseno e abbassandomi le mutandine di pizzo.
So che sembra essere una cosa da pazzi, ma l'unico modo che ho per fargli dimenticare quella stupida promessa che ha fatto a se stesso, è provocarlo.
O la va o la spacca.
Con una agilità che non mi appartiene, mi metto a cavalcioni su di lui, coprendomi sempre con la coperta. L'ultima cosa che voglio è che Iris torni e mi veda che mi do da fare con Oliver.
Osservo l'orologio è vedo che sono le 7,30. Ho un'ora e mezza per convincerlo. Poi dovrò alzarmi e prepararmi per la lezione del professor Wells.
-Mmm...- mormora Oliver ancora con gli occhi chiusi quando faccio avvicinare la mia intimità alla sua. Apre leggermente gli occhi quando inizio a baciarlo dappertutto.
-Buongiorno anche a te.- dice con la voce impastata dal sonno.  -Che stai facendo?- chiede curioso e leggermente divertito. 
Evito di rispondergli perchè sa bene cos'ho in mente. Ha capito tutto.
La sua erezione pulsa tra le mie cosce, convincendomi ancora di più della scelta che ho preso. 
-Felic....- non riesce a completare la frase perchè inizio a succhiargli il lobo dell'orecchio. Per quanto ne so, Cooper non ha mai fatto riferimenti sulla mia bravura a letto. Con Oliver dev'essere diverso. Voglio che questa cosa sia indimenticabile. Per entrambi.
-Andiamo Oliver.- sussurro sottovoce. -Non sei più cosi ubriaco.-
Da sotto le coperte, le mani di Oliver mi accarezzano le cosce, salendo lentamente verso i glutei e spalancando gli occhi per la sorpresa.
-Dio mio, sei nuda.- dice con una voce troppo sensuale irresistibile.
Mi mordo il labbro accennando un sorriso giocoso. E poi inaspettatamente, Oliver capovolge la situazione stendendosi sopra di me come ieri sera. 
Alza le braccia e con esse anche il corpo, come se volesse fare le flessioni, ma in realtà mi sta dando l'opportunità di abbassargli i boxer. Quando lo faccio, apro  istintivamente le gambe per accoglierlo.
-Tu sei sicur....?- 
Prendo il suo volto e lo abbasso verso il mio. Voglio che mi baci.
Ma Oliver sembra avere idee diverse.

Mi guarda negli occhi mentre si fa strada dentro di me, riempiendomi completamente. Oliver emette un gemito profondo dalla gola. 
Ci mette qualche secondo, prima di incominciare a muoversi. Sta cercando di capire se sto bene, se sto sentendo dolore. Non è la mia prima volta in assoluto, ma con Oliver sembra quasi come se lo sia. Mi lascia dei baci languidi sul petto, concentrandosi sui capezzoli del seno, poi sale su per il collo, fino ad arrivare alle labbra. Inarco la schiena per fargli capire che sono pronta. Lo ero da ieri sera, maledizione! Voglio la brutalità.
Oliver inizia a muoversi, prima lentamente poi velocemente senza sosta. Non è per niente brutale, anzi. 
-E' cosi bello stare dentro di te.- mormora nel mio orecchio facendomi sciogliere. La sua erezione pulsa dentro di me, provocandomi ondate di piacere mai provate prima. E Oliver continua a spingere, facendo scricchiolare il materasso. Lo sento gemere nel mio orecchio, facendomi eccitare sempre di 
più. Nonostante sia praticamente ancorata al letto, con Oliver su di me, riesco a capovolgere la situazione e a portarmi sopra di lui. 
Inizio a baciarlo con una foga che non mi appartiene, muovendomi su di lui senza sosta. Gemo contro la sua bocca, mentre Oliver mi tiene stretta a sè abbracciandomi forte. 
La testa mi gira nel momento in cui vengo mentre lui è ancora dentro di me. E' una sensazione provata poche volte: tutti sanno che per noi donne è difficile raggiungere l'orgasmo. Erano rare le volte che riuscivo a provare qualcosa con Cooper: lui non badava a me, ne al mio benessere. Era solo sesso. 
Oliver continua  a muoversi senza sosta, stancandomi completamente. Emetto dei gridolini un pò troppo a voce alta,  nel momento in cui Oliver mi penetra con dei colpi sfiancanti prima di urlare e raggiungere l'orgasmo.
-Cristo, Felicity.- 

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Capitolo 12
*** L'amore è nell'aria. ***


Martedi
Oliver's POV


-Stai bene?-
Sto cercando di riprendere fiato. Ma è difficile se ripenso a quello che è appena successo con Felicity. 
E' stato ...grandioso. Lei è grandiosa. 
Abituato alle altre ragazze che venivano a letto con me, solo per vantarsi di essermi entrate  nei pantaloni, è naturale aver provato un'esperienza del tutta nuova con Felicity. 
 Era eccitante vederla muoversi su di me mentre cercava di farmi provare piacere. Ed è stato soddisfacente sentirla gemere nel mio orecchio.
-Mai stata meglio.- dice guardandomi per un secondo prima di ritornare a fissare il soffitto.
Non volevo che succedesse cosi.  Ieri sera non so come sono riuscito a resistere alla tentazione di farla mia e farla sentire dolorante per giorni. Stamattina, la signorina Smoak si è praticamente buttata nella tana del lupo. Non ho saputo resistere. Era impossibile dirle di no.
-E' stato....- 
Noto che ha qualche difficoltà a definire ciò che è accaduto qualche minuto fà tra di noi. Spero che per lei sia stata la stessa cosa, visto che dal mio punto di vista è stato il miglior risveglio di sempre. 
-Già.- dico interrompendola. Non ci sono parole per descriverlo. 
Si gira verso di me, e mi guarda mordendosi il labbro.
Conosco quello sguardo. E' lo stesso sguardo che aveva stamattina, quando mi è saltata addosso praticamente nuda. Come pensavo, Felicity senza preavviso si  rimette a cavalcioni su di me e ricomincia a baciarmi.
-Secondo round.- dico prima di penetrarla di nuovo e farla mia.


-Non avevi una lezione mezz'ora fa?- chiedo notando Felicity che è ancora appisolata contro di me. Anch'io sono stanco, ma averla cosi vicina non mi permette di chiudere gli occhi e recuperare le forze. 
-Mmm...non voglio andare.- dice come una bambina che fa i capricci. 
Rido stringendola più forte a me e lasciandole un bacio sulla testa.
-So che ti può sembrare strano....-
Con questa frase attiro completamente la sua attenzione. Infatti alza leggermente il viso per guardarmi negli occhi.
-Non voglio che gli altri sappiano quello che è successo stamattina.-
Le spiego che non voglio che la nostra relazione sia resa pubblica a tutti. Nel campus c'è ancora gente (come Palmer) che crede che Felicity sia solo un passatempo per me.  E se dovesse venir fuori che è successo, non la lascerebbero in pace ne sono sicuro. Felicity è molto gelosa di me come io lo sono di lei. Non sopporterebbe l'essere presa di mira da tutte le ragazze con le quali ho avuto delle notti passeggere.
-Devo dedurre da ciò che mi hai detto che ....hai intenzioni serie con me, signor Queen.- dice lei punzecchiandomi. La guardo e mi rendo conto che non ha ancora capito niente. Non che io sia stato cosi intelligente da dirle le cose come stanno, ma è bello esplorare anche questo tipo di cosa tra di noi. 
-Sei la mia ragazza, Felicity.- dico accarezzandole la schiena. Lei resta basita da questa mia dichiarazione. 
Mi sembra di stare alle elementari, quando da bambino mandavo dei foglietti di carta alle bambine per chiedergli se volevano stare con me.
Felicity mi fa sentire come un bambino: con lei non ho preoccupazioni, nessun problema. Il mio obiettivo principale è farla sorridere, perchè quel sorriso
mi scalda il cuore in un modo mai provato prima.
-Quindi sono tua, signor Queen?- dice divertita.
-Esatto.- dico alzandomi di poco appoggiandomi su entrambi i gomiti. Mi abbasso su di lei per darle un bacio a stampo. -Sei ufficialmente impegnata con il sottoscritto.-


Ho deciso di non dire niente ai ragazzi. So bene quanto le loro chiacchiere possano girare per il campus.
Non ho ben capito quale siano le intenzioni di Felicity, se ha intenzione di parlare con le ragazze oppure no. So che potrebbe nascere dell'imbarazzo tra lei e Sara visto che in passato tra me e la piccola Lance c'è stato qualcosa. Lo stesso ragionamento vale per Laurel visto che è stata la mia fidanzata per quasi un anno, e ora che lei e Felicity sembrano essere entrate in sintonia e in amicizia, non vorrei che la mia ex dicesse qualcosa di strano alla mia attuale ragazza.
L'idea di essere occupato non mi spaventa. L'idea di essere di Felicity non mi spaventa.
Ovviamente non posso correre con la fantasia visto che non sono più un adolescente. Le cose con Felicity potrebbero andare male .
-Amico.- dice Tommy entrando in camera. Nonostante la voglia matta di stare con lei,  ho preferito tornare in camera e cambiarmi i vestiti di ieri.
Dopo una bella doccia, rientro in camera e trovo il mio migliore amico. -Stai meglio?-
Mai stato meglio, Tommy. 
-La sbornia, Ollie. Intendo per la sbornia di ieri.- dice lui vedendomi chiaramente perplesso.
-Oh sisi certo.- dico rivestendomi. -Sai che dopo una dormita mi passa tutto.-
-E la piccola Smoak? E' ancora arrabbiata?-
Spero di essermi fatto perdonare stamattina. Mi sembrava tutto tranne che arrabbiata o delusa. Anzi.
-Fortunatamente no.- dico sorridendo come un cretino ripensando a ciò che è successo meno di due ore fa.
-Hey che succede? Come mai quel sorriso cretino sul volto?-
-Mi sono impegnato ufficialmente con Felicity.- dico facendolo sorridere.
-Impegnato impegnato? E' grandioso amico!- dice Tommy avvicinandosi per darmi una pacca sulla spalla. -E quando hai intenzione di arrivare in base?-
Immaginavo una domanda del genere. Sto sempre parlando con Tommy. Sarebbe impossibile evitare certi argomenti.
-Per ora, voglio solo godermi a pieno ciò che mi offre. E per godere non intendo il sesso.- dico puntandogli un dito contro conoscendo molto bene la sua mente perversa.
-Oliver Queen che rinuncia al sesso?-
Oh no Tommy. Non potrei mai rinunciare al sesso.Soprattutto se si tratta di  Felicity Smoak.
-Voglio che si fidi di nuovo di me.... non voglio rovinare tutto come ho fatto in passato.- dico scrollando le spalle mentendo.
-E quando mai ti sei interessato ad una ragazza cosi? Voglio dire, oltre a Laurel.- dice preciso.
-Neanche con Laurel era cosi..... cioè lei è fantastica ma Felicity.... è diversa. Chissà potrebbe essere quella giusta.-
-Oh mio Dio.- dice Tommy inorridito come se avesse visto un fantasma. -Ti stai innamorato di lei.- 
-Ma cosa dici? Non so neanche cosa sia l'amore.- dico cercando di evitare il discorso. Mio padre mi ha detto la stessa cosa senza neanche conoscere la diretta interessata. 
-Hai fatto a pugni per lei. Hai dormito con lei più di una volta senza farci niente. L'hai presentata alla tua famiglia come tua fidanzata....-
-In realtà ha fatto tutto Thea.- dico interrompendolo.
-Come vuoi.- dice lui ignorando le mie parole. -Le hai mandato dei fiori da Starling City. Tu ti sei innamorato.-
-Tommy non posso gettarmi a capofitto in una relazione senza sapere come andranno le cose. E anche se mi stessi innamorando di lei, ho bisogno di tempo per capire cosa sia l'amore.-


Sono al terzo piano del dormitorio maschile e sto aspettando Ray Palmer.
Il suo coinquilino mi ha detto che sarebbe tornato dopo pranzo quindi, ho deciso di aspettarlo per parlargli.
So che è l'ultima persona che vuole vedere, io nutro la stessa sensazione verso di lui ma se sono qui è solo per Felicity. Aveva ragione a dire che ho fatto una cazzata: se la notizia della rissa arrivasse al rettore, saremo tutti fuori nel giro di mezza giornata.
Io posso anche lasciarla questa università ma Felicity non si merita questo.
Sto sorseggiando un caffè e sono seduto sui gradini di una scala in prossimità dell'appartamento di Palmer, quando sento la sua voce dalla fine del corridoio.
Mi alzo entrando nel suo campo visivo e lo vedo fermarsi improvvisamente.
-Questa è bella.- dice sottovoce prendendo dalla tasca un mazzo di chiavi. -Sei qui per un secondo roaund?-
Anche se queste parole mi costano,devo farlo.
-Sono qui per chiederti scusa. Ieri sera ero ubriaco e non volevo colpirti.-
Resta basito dalla mia dichiarazione. Pensava davvero che fossi venuto qui a picchiarlo?
-Scuse accettate.- dice titubante. -Dispiace anche a me averti colpito.-
-Me lo sono meritato.- dico scrollando le spalle. -Senti per quanto riguarda ieri..... cerchiamo di lasciarci questa storia alle spalle.-
-Per Felicity?- chiede curioso.
-Felicity è qui grazie ad una borsa di studio. E' un genio, ma nessuno al mondo ha ancora capito quanto vale. Se si dovesse venire a sapere, lei rischierebbe troppo. E non è giusto.-
-Nonostante quello che è successo, sono l'ultima persona che le vuole fare del male. Quindi, hai ragione. Dimentichiamoci questa storia e andiamo avanti.-
Da brav'uomo, mi porge la mano che accetto come promessa. Prima che mi allontani troppo, Palmer mi chiama di nuovo per darmi un avvertimento:
-Falle del male e te la dovrai vedere con me.-


Sono le 7 di sera, e sono in camera a fare degli esercizi fisici. Mio padre quando mi sono trasferito qui, grazie all'enorme stanza che ho avuto, mi ha comprato uno strumento chiamato salmon ladder ideale per i ragazzi  che come me  vogliono tenersi in forma. Questa macchina fa muovere tutti i muscoli soprattutto quelli delle braccia e del torace.
Sono all'ultima sequenza , quando la porta di camera mia si apre ed entra Felicity. Non mi aspettavo il suo arrivo. Abbiamo messaggiato fino a due ore fà, e l'avevo avvisata che dopo cena sarei passato io.
-Hey.- dico rimanendo sospeso in aria. 
Mi guarda più volte il torace visto che sono a torso nudo. Scuote la testa cercando di cacciar via chissà quale pensiero, poi mi dice:
-Loro sanno.-
Chi sa? Non riesco a capire bene a chi si riferisce, perciò metto da parte gli esercizi e la raggiungo per calmarla. Sembra imbarazzata, e leggermente scossa.
-Chi sa, Fel?- chiedo facendo mille pensieri.
-Lo-ro. San-no.- dice e capisco che si sta  riferendo alle amiche.
-Oh.- dico capendo che aveva deciso di mantenere il segreto anche con loro. -Come...?-
-Ci hanno sentito.-
-Cosa intendi con sentito?- chiedo confuso.
-Pensavano che stessimo litigando, poi  hanno sentito il rumore del materasso, me fare degli strani suoni e te urlare.-
Scoppio a ridere notando la sua espressione imbarazzata.
-Non ridere Oliver!- dice dandomi un pugno sul braccio. -Vorrei vedere te, subire un interrogatorio da parte dei tuoi amici, sulla nottata che abbiamo trascorso.-
-Sono sicuro che Tommy e Ronnie sarebbero meno indiscreti.- dico mettendole le braccia sulle spalle. -Stai tranquilla, sono sicuro che non diranno niente.-
-Non è per questo....volevo che rimanesse tra di noi.-
-Siamo stati troppo rumorosi, signorina Queen.- dico prendendomi gioco di lei. 
-Dobbiamo imparare ad essere meno rumorosi.- dice guardandomi con uno sguardo malizioso.
Il mio amico si sveglia subito dal suo dormiveglia, provocandomi un brivido d'eccitazione che mi fa venire la pelle d'oca. Mi butto letteralmente sulle sue labbra, e la tiro con me verso il letto, buttandomi all'indietro e trascinandola con me.
Felicity si mette a cavalcioni su di me e si sfila velocemente la felpa che indossava per restare solo con una canotta nera. Le mie mani finiscono sui suoi glutei, accarezzandole la schiena e poi il lato interno delle cosce. Mi metto seduto, in modo da poter baciare Felicity e allo stesso tempo appoggiare la schiena alla testiera del letto.
Non so come, ma ben presto ci ritroviamo a far l'amore cosi in quella posizione. In questo modo riesco a penetrare Felicity riempendola completamente. Le sue unghie qualche volta mi si conficcano nella carne a causa del piacere che prova. 
-Più veloce Oliver.- sussurra nel mio orecchio volendo di più.
Ai suoi ordini signorina Smoak.
E' difficile muoversi in questa posizione, soprattutto perchè non ho la possibilità di muovermi a pieno. E' Felicity quella che ha il controllo di tutto.
Per come sto, posso solo muovere i fianchi e fletterli qualche volta, affinchè il mio membro possa toccare fino in fondo le pareti interne della sua intimità.
-Cosi, ti prego non ti fermare.-
Sentirla gemere e supplicarmi, non fa altro che far crescere l'adrenalina dentro di me. Vedo anzi percepisco che è stanca, perchè i suoi movimenti sono più rallentati, per questo motivo le metto entrambe le mani sui glutei e la spingo verso di me.
Le pareti interne della sua intimità dopo qualche minuto si stringono intorno al mio membro e Felicity mi dona il suo orgasmo. Trema tra le mie braccia, mentre gli spasmi le annebbiano il cervello . Sfortunatamente non ho ancora finito con lei, visto che è difficile essere sazio di un corpo cosi. 
Con un pò di spinta, faccio in modo che Felicity possa stendersi di schiena sul materasso e io mi posiziono su di lei continuando a spingere. 
Le spinte non sono più cosi rudi, volendo godermi a pieno la sensazione di essere dentro di lei. Le bacio il collo, poi il lobo dell'orecchio e infine le labbra facendo incontrare le nostre lingue più e più volte. Una delle mie mani, finisce sulla sua coscia per migliorare l'angolazione delle penetrazione.
L'altra invece, le accarezza il viso. 
-Ti prego più veloce.-sussurra quasi con il fiato mozzato a causa dell'attività incessante che sta coinvolgendo il suo corpo già da 15 minuti. 
-Andiamo Fel,vieni di nuovo.- sussurro nel suo orecchio facendola gemere. Emette dei piccoli gridolini che mi indicano che sta per raggiungere di nuovo il culmine. Nel momento in cui, la penetro con spinte decisive, Felicity raggiunge di nuovo un ponderoso orgasmo e dopo un pò la seguo a ruota.
-Ora capisco perchè fuori la porta c'era sempre la fila.- dice Felicity dopo qualche minuto di silenzio dove l'unica cosa udibile erano i nostri respiri affannati. 
Piego il braccio e appoggio la testa sulla mano per osservarla meglio. Il sesso la rende ancora più bella. 
-Ci poteva anche essere la fila ma nessuna era te.- dico dandole un bacio a timbro sulle labbra.


Paura natalizia
Lunedi
Oliver's POV


-Com'è andata la tua giornata?-
Ormai è da quasi 10 giorni che non vedo Felicity. E' stato strano accompagnarla all'aereoporto e vederla andare via per andare a Las Vegas dalla mamma.
Più volte l'ho pregata di seguirmi a Starling City, ma a malincuore ha dovuto rifiutare visto che la pausa natalizia è l'unico periodo dell'anno che può trascorrere in compagnia della famiglia. Io trascorro le mie giornate insieme a Thea, insieme a mia madre che come ogni anno è sempre indaffarata con i regali di Natele e insieme a mio padre che cerca di inserirmi nei ritmi della Queen Consolidated.
-Sempre le solite cose....tu?-
E' da un paio di giorni che la sento strana. Se potessi guardarla negli occhi, capirei in un batter baleno cosa le passa per la testa. Ma stando a chilometri di distanza è difficile. 
-Ho seguito Thea per i negozi. E ho conosciuto il suo nuovo pseudo ragazzo.- dico ricordando l'incontro con quel Roy.
-Come ti è sembrato?- chiede Felicity incuriosita.
-E'....un tipo. Sembra tenerci a Thea.-
-Questa è la cosa importante.- ammette sincera.
-Dove sei?- chiedo non sentendo alcun rumore attorno a lei. Pensavo fosse in giro per gli ultimi regali di Natale e invece scopro che è a casa, stesa sul letto in camera sua.
-Sola soletta su un letto matrimoniale?-chiedo punzecchiandola.
-Questo letto è enorme. Non capisco perchè mia madre abbia deciso di prendere un materasso cosi grande.-
-Forse per farti stare più comoda?
-Oh forse perchè voleva che mi dessi da fare con qualcuno?- chiede retorica sapendo che sono geloso.
-Non svegliare il cane che dorme, signorina Smoak.- 
-Mi manchi.- dice cambiando completamente discorso. Da quando abbiamo ufficializzato la nostra relazione, lei sembra essere cambiata.
E' molto più spontanea con me, mi manifesta i suoi sentimenti senza problemi, mi dice tante cose dolci. Prima non si spingeva cosi oltre.
-Sul serio?- chiedo sorridendo come un cretino.
-No scherzavo.- dice lei mentendo. 
-Mi manchi anche tu.....vorrei fossi qui.- ammetto schietto.
-Non vedo l'ora di vederti. Davvero. Il tempo sembra non passare mai....-
Sono seduto sulle scale di casa, e infatti quando vedo mio padre entrare dalla porta d'ingresso saluto Felicity e chiudo la chiamata.
Mi fa un certo effetto parlare con lei davanti alla mia famiglia. Mi sento osservato, come se fossi nudo. Se ho persone in giro non sono in grado di dirle tutto quello che mi passa per la testa. E certe volte non sono solo cose dolci. Da certi discorsi passiamo ad altri totalmente diversi e decisamente più
imbarazzanti. Non voglio rendere partecipe i miei genitori della mia vita sessuale.
-Papà.- dico alzandomi per andargli incontro.
-Figliolo. Tua madre?-
-E' in cucina. Sta decidendo con Raisa il menù per stasera.-
E' già la vigilia. 
-Parlavi con Felicity?- chiede mio padre vedendo il cellulare tra le mie mani. 
Ormai tutti hanno capito che quando mi isolo è per parlare con lei. Il che non succede spesso, ma quando ci sentiamo siamo capaci di restare a telefono anche per due ore senza annoiarci mai.
-Si, papà.-
-E come sta?- chiede andando in salotto per bere sicuramente qualcosa. Lo seguo e mi siedo sul divano.
-Bene..- dico un pò moggio.
-Ti manca non è vero?- 
-Abbiamo trascorso le ultime tre settimane insieme. Ora sentirla attraverso uno stupido apparecchio, non mi basta.- ammetto.
-Perchè non la raggiungi?- propone mio padre. -Puoi prendere il jet aziendale dopodomani e raggiungerla.-
L'idea di mio padre non è cosi male.
-Potrebbe essere un ottimo regalo di Natale.- dice sedendosi accanto a me mentre sorseggia un bicchiere di scotch.
-Ho già provveduto a quello... - dico menzionandogli il bellissimo ciondolo che le ho preso in una gioielleria in città qualche giorno fa durante un giro in compagnia di Thea.
Quando l'ho visto ho subito pensato a lei. E' qualcosa di estremamente semplice: una catenina d'argento con una freccia che ricorda molto quelle di Cupido, il dio dell'amore.
-Gliel'hai detto?- chiede mio padre confondendomi. 
-Cosa?-
-Che la ami.-
-Cosa?- chiedo di nuovo. 
-La freccia non simboleggia questo? Il fatto che ha conquistato il tuo cuore?-
Quando ho visto il ciondolo ho subito pensato a lei, ma non so dire il perchè. Non ho pensato minimamente a questa simbologia.
-Perchè tutti quanti credete che sia innamorato di Felicity?-
-Semplicemente perchè non ti ho mai visto cosi.-
-Perchè non sono mai stato cosi con nessuna.- ammetto sorridendo leggermente.   -Io....non avevo pensato a questo collegamento in realtà. Non lo so a cosa pensavo. Sono cosi confuso.-
-E' normale essere confusi Oliver... è il bello dell'essere innamorati.-
-Papà io non so se sono innamorato di lei...-
-Tieni a lei?- 
-Tengo a lei?- chiedo sarcastico. - Dio, tengo a lei come a nessun'altra. Neanche Laurel mi faceva sentire cosi bene. C'è ovviamente qualcosa di molto forte che mi  lega a lei ma non so se è amore. Non ci sono dei sintomi o cose cosi?-
-Oliver , l'amore non è una malattia. Non ha dei sintomi. Esistono dei segnali certo, ma variano a seconda della persona che abbiamo accanto.-
-Tu come hai capito di essere innamorato della mamma?-
-Lei..... mi faceva sentire diverso. E non diverso in senso negativo. All'epoca non avevo una bella reputazione in fatto di donne, eppure lei ha scavato dentro di me e ha scoperto il vero Robert.-
Sentendo le parole di mio padre, mi rendo conto che anche Felicity mi fa sentire cosi. Lei sembra aver portato alla luce un nuovo Oliver. Un Oliver che prima non esisteva.
-Ancora oggi, ha la capacità di farmi sorridere dopo una giornata no. Mi stimola, mi capisce...-
-Ti rende migliore.- dico completando la frase per lui. 
-Esatto.- dice mio padre sorridendo. -Ed è il motivo del perchè l'ho sposata.-
Nella mente mi ritornano alla mente tutti i giorni che ho trascorso con Felicity. Queste ultime settimane con lei, sono state straordinarie. 
Mi sentivo bene e in pace con me stesso solo ad averla a qualche centimetro di distanza. I suoi baci sono cosi ossigeno. Le sue carezze come un massaggio curativo. Lei mi fa sorridere anche solo se si sporca il viso di gelato o se inizia a parlare a vanvera come fa quand'è imbarazzata.
E da tutti questi piccoli gesti che mi rendo conto della verità.
Sono innamorato di Felicity Smoak. 

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Capitolo 13
*** Sorprese ***


Mercoledi
Felicity's POV


Il giorno di Natale è trascorso tranquillamente. Come ogni anno, il 26 dicembre, mia madre ha organizzato una cena nella nostra umile dimora invitando le sue colleghe di lavoro ancora single e qualche vecchio amico del liceo. 
Per motivi economici mia madre non ha potuto frequentare un buon college. Ha sempre lavorato come cameriera in alcuni fast-food e negli ultimi anni ha trovato un impiego in una caffetteria nel centro di Las Vegas. Pagano bene, mamma riesce a pagare il mutuo, e sembra essere felice.
Anche se le manca la presenza di un uomo in casa.
-Perchè non vuoi dirmi con chi parli tutte le sere?-
-Mamma! Smettila!- dico sperando che si faccia i fatti suoi. E' da quando sono arrivata che vuole sapere di Oliver. Ha cercato anche di soffiarmi il cellulare ma i suoi tentativi sono falliti nel momento in cui mi sono accorta del suo piano diabolico.
-Ti sei fidanzata non è vero?-
-E' solo un amico dell'università.-
-E perchè quando parli con lui ti fai tutta rossa e sorridi come una cretina?- chiede punzecchiandomi.
Ma che razza di domande sono? Per fortuna che Oliver non è qui, altrimenti avrebbe utilizzato questa cosa contro di me. 
Siamo ritornati a casa dopo essere andate al supermercato a fare un pò di spesa. Stasera mia madre ha organizzato una cena con alcune amiche mentre io non so ancora che fine farò. Mi chiedo ancora cos'ha intenzione di cucinare visto che è davvero negata ai fornelli.
Alcuni amici del liceo mi hanno chiesto di uscire per una rimpatriata. E io non ho molta voglia di uscire visto che la maggior parte di loro sono fidanzati mentre il mio di ragazzo è a non so quanti chilometri di distanza da me.
Il cinguettare del telefono mi avvisa dell'arrivo di un messaggio. Esco dalla cucina dov'ero per mettere apposto la roba nella dispensa, e salgo le scale per andare in camera mia.

                                    Mio padre mi ha incastrato in una cena di lavoro. Ti chiamerò più tardi stasera. Mi manchi.

Cena di lavoro? Ti prego dimmi che non ci sarà anche Isabel.
 
                                                                                       Ci sarà anche "lei"?

Oliver risponde quasi subito.

                                              Andrà tutto bene. Mi manchi.

Al diavolo. Come diavolo può dirmi che andrà tutto bene, se la donna con la quale è a cena, non ha fatto altro che strusciarsi addosso a lui mentre ero di fronte a lei? 
Che nervi! Prendo il primo cuscino che mi capita tra le mani e lo lancio contro la porta. 
Perchè mi fa una cosa del genere? Posso capire che il padre l'abbia incastrato ma avrei preferito non saperlo. Anzi no.
Se l'avessi scoperto dopo mi sarei arrabbiata il doppio.
Oliver mi invia un altro messaggio al quale non rispondo. Mi chiede di rispondergli, ma ora non ne ho proprio voglia.


-Donna, questo tacchino è spettacolare. Devi assolutamente passarmi la ricetta.- dice Susan a tavola facendo un sacco di complimenti a mia madre.
Merito della rosticceria dietro l'angolo. 
Mia madre ha bruciato la carne nel forno nonostante dentro fosse ancora cruda. Ha dato tutta la colpa al forno, ma in realtà è lei il problema. 
-Ho trovato tutto su internet.- dice mia madre facendomi l'occhiolino. Abbiamo iniziato a cenare da poco nonostante siano già le 10 di sera.
Non sento Oliver dalle 7, e non so davvero come contattarlo e creare una conversazione. L'ho praticamente appeso, presa dalla gelosia che nutro nei suoi confronti.
-Allora Felicity dimmi. Come vanno le cose a Yale?- chiede Vanessa coinvolgendomi nella conversazione vedendomi silenziosa.
-Va tutto bene... quest'anno dovrei laureami.-
-Sapete che si è fidanzata?- chiede mia madre spettegolando.
Iniziano a riempiermi di domande, e io guardo mia madre con uno sguardo assassino. Non potrebbe stare un pò zitta?
Fortunatamente vengo salvata dal cellulare che inizia a vibrare. Spero che sia Sara o Caitlin, cosi che possano salvarmi da questo vero e proprio interrogatorio.
E invece leggo il nome di Oliver.
-Scusatemi devo rispondere.- dico alzandomi da tavola subendo gli sguardi curiosi di tutti. Mi sposto in cucina, appoggiandomi ad uno dei mobili della struttura in legno.
-Come sta Isabel?- chiedo scontrosa non appena rispondo.
-E' una cosa normale per te evitarmi per ore?-
-Eri in compagnia, non volevo disturbare.- 
- Non mi interessa Isabel, sto con te ora. Perchè non vuoi capirlo?-
-Potrà anche non interessarti, ma lei ci ha provato con te nonostante fossi davanti a lei. Scusa se non nutro particolare fiducia nei suoi confronti.-
-Sono io il tuo ragazzo. Devi fidarti di me, non di lei.-
-Come se fosse facile.- sussurro sottovoce sperando che non mi senta. E invece avviene l'esatto contrario perchè lo sento sospirare.

-Felicity Smoak sei la donna più gelosa e cocciuta che abbia mai conosciuto.-
-Dove sei?- chiedo capendo che non è in un posto chiuso ma sembra stare all'aperto.
-Sai.... avevo voglia di cambiare aria. Starling City era diventata noiosa.-
Dove diavolo è? 
-Sei ritornato al campus?- chiedo confusa.
-Prima ho fatto uno scalo d'emergenza. L'aereo aziendale ha avuto dei problemi.-
-Cosa?- chiedo preoccupata. -Stai bene?-
-Credo di si....In questo preciso momento sono a Ferrell Street. Credo di essermi perso.-
Oh mio Dio.
E' davanti casa mia. 
Non è possibile. Non può essere qui.

Mi sposto velocemente nel corridoio e corro ad aprire la porta per capire se mi sta prendendo in giro.
Lo vedo li, all'inizio del vialetto di casa, davanti a me ancora con il cellulare attaccatto all'orecchio che mi sorride dolcemente.
-Come....?-
-Dovevo arrivare prima, ma mio padre mi ha davvero incastrato in una cena di lavoro.- 
Mi rendo conto che è banale restare al cellulare con lui visto che l'ho proprio di fronte a me. Senza neanche indossare la giacca, corro verso di lui e gli salto praticamente addosso intrecciando le gambe intorno alla sua vita. Le mie labbra finiscono sulle sue, e inizio a baciarlo con foga.
Mi è mancato. Dio, se mi è mancato.
Il suo profumo, le sue labbra, il suo corpo. 
-Cosa ci fai tu qui?- chiedo tra un bacio e l'altro, guardandolo negli occhi.
-Hai detto che ti mancavo. E poi che il tuo letto era troppo grande. Non volevo che qualcuno prendesse il mio posto.- dice facendo ricongiungere le nostre labbra per un bacio appassionato. -Non hai idea di quanto mi sei mancata.-
-Quanto tempo resti?-
Noto che quasi alle sue spalle,c'è una macchina nera parcheggiata. Quando Oliver guarda verso la macchina, l'autista scende e prende qualcosa dal portabagagli.
Lo lascio libero scendendogli da dosso mentre mi dice:
-Non lo so... non ho ancora deciso. Speravo che mi potessi aiutare a decidere.-
L'autista si avvicina a noi con un borsone tra le mani. 
Oliver ha intenzione di restare qui. Con me. 
-Grazie Alfred.- dice Oliver prendendo la borsa.
-Dovere signor Queen. Signorina.- dice rivolgendomi un saluto per poi salire in macchina e sparire.


-Tu sei proprio sicuro vero?- chiedo titubante.
Oliver rimarrà da me per questi giorni. Quindi deve conoscere mia madre. 
Non è solo mia madre il problema: stasera è in compagnia delle sue amiche pettegole che so che faranno commenti su Oliver per tutta la vita. 
La cosa mi da letteralmente fastidio.
-Felicity andrà bene, tranquilla.-
-Sei sicuro vero? Possiamo sempre salire in camera  e far finta che non esista.-
-Fel? Andiamo.- dice Oliver dandomi un bacio sulle labbra per poi mettermi un braccio intorno alla vita. Mia madre e le amiche stanno chiacchierando, quando Susan si zittisce vedendoci sulla soglia del salotto.
-Oh dio.- sussurra a bocca aperta. Oliver sa di fare un certo effetto alle donne: non solo alle adolescenti ma anche alle donne che hanno superato una certa età.
Naturalmente sfrutta la sua bellezza a suo vantaggio: è alto, biondo, occhi blu oceano e fisico pazzesco. Chi non lo amerebbe?
Tutti gli occhi sono puntati su di noi. Mia madre è la prima ad alzarsi guardandomi stranita. Oliver mi stringe leggermente il fianco visto che sono diventata improvvisamente muta.
-Mamma, questo è Oliver. Oliver questa è Donna mia madre.-
-Piacere di conoscerla signora Smoak. Ho sentito tanto parlare di lei.- dice Oliver educato porgendo la mano a mia madre. Mia madre lo guarda con uno sguardo adulante, e con la bocca quasi spalancata. 
Chiudi la bocca che arrivano le mosche!
-Oliver? Piacere di....conoscerti.- dice balbettando. -Lui è...?-
Dio e ora? Cosa le dico?
-Il suo ragazzo, si.- dice Oliver prendendo la parola. 
-Oh Mio Dio!- dice mia madre tutta contenta. -Scusa l'euforia ma sei il primo ragazzo che Felicity porta a casa. Siediti, il viaggio dev'essere stato lungo.-
Mia madre trascina Oliver al posto che prima era occupato da me. Io resto in piedi non sapendo cosa fare.
-Da dove vieni Oliver?- chiede Susan curiosa.
-Starling. Starling City.- dice Oliver senza nessuna traccia d'imbarazzo.
Ma come diavolo fa? Io al suo posto, sarei già morta di vergogna.
-Non mi dire che hai viaggiato in macchina. E' un viaggio lungo ore!- dice Vanessa. -Sarai stanco poverino.-
Oliver non sa cosa dire. Non ho detto a nessuno della sua esistenza, figuriamoci il suo conto in banca.
-Veramente io....- 
-Mamma, ha viaggiato in prima classe.- dico  avvicinandomi a Oliver mettendogli entrambe le mani sulle spalle.
Alzati subito, dannazione! Non entrare nella tana del lupo!! 
-La mia famiglia possiede un jet privato.- dice chiarendole le idee. Mia madre guarda prima me poi di nuovo Oliver.
-Noi andiamo.- aggiungo prendendo Oliver per mano.
Mentre stiamo salendo le scale, sento mia madre dire: 
-Felicity usa precauzioni!-


Trascino Oliver in camera mia, e mi chiudo la porta alle spalle. Appoggio la testa allo stipite e scuoto la testa più volte.
-E' stato....-
-Imbarazzante.- dico interrompendolo. -Ma ehi, io ti avevo avvertito!- mi volto verso di lui e lo vedo osservare la mia camera. E' identica al periodo del liceo: ci sono vecchie foto di quand'ero bambina, alcuni trofei di gare scientifiche e appeso al muro il diploma che ho vinto al campo spaziale quando avevo 10 anni.
La mia camera è molto semplice, accogliente, le pareti sono rosa cipra e bianche e su una parete c'è anche un parato di color rosa antico.
-Non mi pento di averla conosciuta.... in fin dei conti, anche tu  hai conosciuto i miei.-
Oliver si avvicina a me e mi abbraccia intrecciando le dita dietro la mia schiena.
-Si ma non mi pare che i tuoi ti abbiano suggerito di utilizzare precauzioni per darti da fare con me.-
-Per quello c'è Tommy.- dice facendomi ridere. -E poi e' un bene che mi abbia conosciuto. Cosi se un giorno ti vorrò rapire, sa che sei in buone mani.- 
-Hai intenzione di rapirmi?- chiedo curiosa.
-Ci sto seriamente pensando...- dice dandomi un bacio.
-Hai davvero visto Isabel stasera?- chiedo sperando che mi abbia mentito.
-Si.- dice guardandomi negli occhi. Riesce a leggermi solo guardandomi. Sa quando sono arrabbiata o gelosa. Lo capisce facilmente.
-Felicity non è successo niente.- dice sperando di farmi calmare.
-Ho visto il modo in cui ti guarda. E' lo stesso modo in cui ti guardano tutte al campus. Con la sola differenza che lei è stata la prima con la quale sei andato a letto.-
-Non essere gelosa. Lei non significa più niente. Non ho mai tenuto a lei come tengo a te. Ti prego, credimi.-
La mia testa è un pò restia a cedere. So che ci tiene, in queste settimane insieme, ho capito che quello che prova per me è vero. A meno che non sia un brav'attore.
-Oh quasi dimenticavo.- 
Si allontana da me, per andare verso il borsone e prendere qualcosa. Vedo che prende una scatoletta di velluto blu.
-Anche se in ritardo, buon Natale.- dice aprendo la scatolina mostrandomi una collanina d'argento con un ciondolo a forma di freccia.
-Oliver è...stupendo.- dico prendendo la collana tra le mani e porgendogliela affinchè possa mettermela. Mi giro di spalle, mi alzo i capelli e Oliver mi mette la collana al collo.
-Avevamo detto niente regali ma quando l'ho vista ho pensato a te..- dice dolcemente facendomi venire i brividi. 
-Perchè la freccia?- chiedo accarezzando il ciondolo con le dita.
So già come ripagarlo di questo magnifico regalo. In realtà è l'unico modo che ho per ringraziarlo. Non posso offrirgli cose cosi costose, ma posso offrirgli me stessa. Sto ancora aspettando che Oliver mi risponda. Mi giro leggermente verso di lui e sottocchi, noto che è imbarazzato e ansioso. Mi chiedo cosa ci sia di cosi importante tanto da farlo stasera zitto come una mummia. 
Subito la mia mente corre facendo brutti pensieri. E se mi ha comprato questo regalo per farsi perdonare di qualcosa? E se è successo qualcosa con Isabel e non mi ha detto niente per non farmi arrabbiare?
-Oliver, cosa c'è?- chiedo dolcemente. 
-Mi sono reso conto di una cosa mentre eravamo separati. Volevo dirtela ma per telefono non mi sembrava il caso. E' il motivo del perchè sono venuto qui a trovarti.-
Oddio. Mi sta per lasciare. Ne sono sicura. 
Ora se ne uscirà con la solita storia: non ci tengo abbastanza, sono confuso, mi sono interessato ad un'altra etc etc.
Resto li ferma davanti a lui cercando di pensare se ho fatto qualcosa di male. Sta per parlare quando lo interrompo.
-Non so cosa tua voglia dirmi, ma voglio che tu sappia che se ho fatto qualcosa che ti ha offeso o fatto arrabbiare, ti chiedo scusa. So che la mia gelosia è un problema, certo anche tu sei un geloso e hai modi davvero particolari di dimostrarlo, ma sono due cose differenti. La gelosia di una donna è diversa da quella di un uomo...-
-Felicity!- dice Oliver prima di zittirmi con un bacio. 
-Ti prego dimmi cos'hai capito.- dico ormai con il cuore a mille.
-Ti amo.- dice accennando un sorriso. Le sue parole sembrano essere quasi un sussurro. Se avessi problemi d'udito penserei di essermi immaginata tutto.
-Cos'hai detto?- chiedo titubante.
-Ti amo.- dice lui serio.
Resto in silenzio e a bocca aperta per un minuto. Tutto mi sarei aspettata tranne questo. 
Oliver ha detto di amarmi. E io non so cosa dirgli. 
-Felic....-
Cerca di parlarmi, ma io mi butto sulle sue labbra, gettandogli le braccia al collo. Le mani di Oliver dopo qualche secondo, finiscono sulla mia schiena gemendo contro la mia bocca. Conoscendolo vuole parlare. Ma io non voglio parlare. Non ora. 
-Fà l'amore con me, Oliver.- dico tra un bacio e l'altro tirandolo verso il letto di camera mia.


Giovedi

Mi sono chiesta tante volte cosa sia l'amore. 
Non ho avuto l'opportunità di vedere i miei genitori innamorati, visto che mio padre ci ha lasciate quando avevo 4 anni. A malapena ricordo il suo viso.
Io d'altro canto, non ho avuto molte relazioni cosi da fare esperienza.
E' questo il motivo del perchè, quando Oliver ha ammesso di amarmi, l'ho semplicemente baciato non sapendo come rispondergli.
E se si aspettava una risposta invece? E se si aspettava un "Ti amo anch'io"?
Sono stesa sul fianco, ancora nuda visto la nottata trascorsa con Oliver, e lo osservo dormire tranquillamente.
Non mi sono mai soffermata troppo a guardarlo riposare, anche perchè di solito è lui quello che si sveglia presto e mi osserva dormire.
Stanotte non ho chiuso praticamente occhio, pensando a come dovrei comportarmi con lui dopo la sua rivelazione. So che tra di noi c'è qualcosa di forte, il semplice fatto che non riesco a stargli lontano ne è la prova. Ma è amore?
Dal viso rilassato, passo ad osservare il suo torace scolpito che si abbassa e si alza ritmicamente. 
Si è svegliato. 
-So che sei sveglio.- dico sorridendo leggermente.
E' un bravo attore. Non si è mosso neanche di un millimetro.
Vuole giocare? Ha già perso la partita.
La mia mano, poggiata sul suo torace sotto il piumone, scende lentamente verso il basso tracciando varie forme geometriche indistinte. Poi improvvisamente, arrivo al suo membro, ovviamente già ben sveglio, e inizio ad accarezzarlo percorrendo tutta la lunghezza più volte.
-Okey, hai vinto.- dice con la voce impastata dal sonno facendomi esultare di gioia. -Sei scorretta però.-
-Sono furba, signor Queen.- dico prendendo la spinta per mettermi a cavalcioni su di lui. -Sai, ho capito che riesci ad essere anche dolce in certe occasioni.- dico riferendomi alla nottata trascorsa insieme.
-Mi avevi chiesto di fare l'amore con te. Ogni tuo desiderio è un ordine.- dice poggiandomi entrambe le mani sui glutei e farmi aprire la gambe in modo che le nostre intimità potessero  stare a contatto.
Mi stendo completamente su di lui, poggiando la testa sul suo petto in prossimità del cuore.
-Felicity riguardo ieri sera....-
-Eri serio?- chiedo a bruciapelo.
Sento il suo cuore aumentare di velocità.
-Si. Hey ascoltami.... non te l'ho detto volendo sentire una ipotetica risposta. Cioè certamente sarei contento di sapere che provi lo stesso, ma so anche che è presto e che stiamo insieme da quasi due mesi....-
-Non è una questione di tempo, Oliver. Io.... non so cosa sia l'amore.- ammetto sincera interrompendolo. Mi alzo di poco, per guardarlo negli occhi.
-Tu come l'hai capito?
-E' stato mio padre... mi ha fatto notare delle cose.-
-Ovvero?- chiedo curiosa.
-Mi hai...cambiato. Da quando ti ho conosciuto e sto con te, ho messo la testa apposto. Sorrido come un cretino quando stiamo a telefono insieme, e la tua vicinanza mi tranquillizza come mai era successo prima d'ora. Tu mi rendi migliore.-
Se questa non è una dichiarazione, allora ditemi voi che cos'è.
Sto per far congiungere le nostre labbra, quando sentiamo qualcuno bussare alla porta.
-Felicity?!- chiama mia madre. -Siete presentabili?-
-Oh merda.- dico lanciandomi per terra sul pavimento e trascinandomi appresso il lenzuolo nel quale ero avvolta. 

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Capitolo 14
*** Un viaggio nel passato ***


Febbraio 
Domenica
Oliver's POV


Stamattina mi sono svegliato di buon ora, e ho preso la macchina per andare in città nel bar che Felicity adora tanto.
Non è un occasione come le altre, visto che oggi, la mia biondina compie 22 anni. 
Dopo averle fatto una sorpresa raggiungendola a Las Vegas, e dopo aver trascorso i 3 giorni più belli della mia vita insieme a lei e insieme a sua madre Donna,l'ho convinta a seguirmi a Starling City per trascorrere il capodanno insieme a Tommy, Sara e Laurel.
Inutile dirvi che quando ha sentito il nome di Sara, è corsa in camera a fare le valigie e dopo mezz'ora l'ho ritrovata accanto alla porta già con i documenti in mano.
Le cose con lei vanno a gonfie vele. Ovviamente ci sono giornate no che ci portano a litigare, ma dopo qualche ora ci riavviciniamo sempre, facendo pace nell'ultimo modo che conosciamo: facendo l'amore.
Sono già passati due mesi da quando le ho detto per la prima volta di amarla,e ancora non ho sentito una valida risposta fuoriscire dalle sue magnifiche labbra.
Più volte glielo ripeto, visto che Felicity è ancora insicura su di me e sul fatto che io possa davvero stare con un tipa come lei.
Qualche giorno fa, mentre stavamo litigando a causa della mia gelosia senza freni, mi ha chiesto come può un tipo come me interessarsi a una tipa come lei.
E' vero, siamo molto diversi: io non ho molte cose che mi legano a lei, proveniamo da due mondi diversi. Eppure il destino ha scelto di farci incontrare.
E io lo ringrazierò infinitamente per avermi fatto incontrare un angelo come lei. Il mio mondo è cambiato da quando è nella mia vita.
Busso alla porta dell'appartamento delle ragazze, sapendo che Sara è già sveglia. Ieri sera le ho detto che sarei passato per portare la colazione a tutte e soprattutto alla "nonnina."
-Hey buongiorno.- dice aprendomi la porta silenziosamente. Le porgo i caffè e le ciambelle che ho preso per lei, Caitlin e Iris e poi le faccio segno di aprimi la porta visto che le mie mani sono entrambe impegnate. In una ho un caffè e  una bustina bianca una ciambella al cioccolato, mentre nell'altra una rosa rossa.
-Hai fatto le cose in grande eh?- chiede Sara sorridente.
-Non hai ancora visto niente.- dico facendole l'occhiolino per poi entrare in camera di Felicity. 
La stanza è illuminata dalla poca luce del sole che entra attraverso la finestra. Felicity è raggomitolata nelle coperte e dorme profondamente. E' rilassata,il suo respiro è normale. Il letto di Iris è vuoto, quindi probabilmente o non avrà dormito qui oppure si è spostata nella camera di Sara.
Mi avvicino al comodino dove poso la colazione e poi senza fare rumore, mi stendo accanto a Felicity per svegliarla.
-Altri 5 minuti Sara....- mormora nel sonno con la voce impastata.
-Svegliati dormigliona.- sussurro dolcemente nel suo orecchio dandole un bacio sulla guancia. Nonostante sia alle sue spalle, percepisco che sta sorridendo.
Poi lentamente si gira verso di me e mi abbraccia. Apre un pò gli occhi, e io le metto sotto al naso la rosa rossa che le ho comprato.
-Buon Compleanno, Smoak.- dico dandole un bacio sulle labbra.
Felicity si mette seduta appoggiando la schiena alla testiera del letto e prende la rosa in mano per annusarla.
-E' semplicemente bellissima.- dice sorridendo. -Grazie.- dice dandomi un bacio.
Mi giro verso il comodino e le prendo la colazione per farla mangiare. Non avendo mai festeggiato un compleanno con le mie ragazze (non avendone mai avuta una), non sapevo cosa farle. Quando Tommy mi ha suggerito di concederle una notte indimenticabile sotto le coperte, ho deciso di chiedere consiglio a Sara. In fin dei conti è la sua migliore amica, conosce i suoi gusti.
Felicity inizia a sorseggiare il caffè, mentre io le apro la bustina con la ciambella. La luce del sole, si riflette sul ciondolo che le ho regalo a Natale creando vari bagliori nella stanza. Da quando gliel'ho messo al collo, non se l'è mai tolto. Neanche per andare a dormire.
-Da che ora sei sveglio?- chiede porgendomi un pezzettino di ciambella. Scuoto la testa per farle capire che non è per me, ma lei insiste cosi alla fine assecondo la sua richiesta.
-Non da molto.... un'ora forse.- 
Spero che non mi chieda cos'ho fatto in tutto questo tempo. Non voglio mentirle, ma allo stesso tempo non ho intenzione di spifferarle la mia sorpresa per stasera. 


Felicity's POV

Barry e Cisco se ne sono appena andati. Sono passati per farmi gli auguri visto che oggi divento un anno più vecchia.
Li ho accompagnati alla porta, e mi sto per sedere sul divano in salotto quando Sara mi chiama a gran voce.
-Dove pensi di andare?- chiede confusa.
-Divano?- rispondo scrollando le spalle.
-Devi prepararti.- dice avvicinandosi a me per prendermi per mano.
-Prepararmi? Perchè usciamo?- chiedo confusa.
-Noi no, ma tu si. Vai il camera tua. C'è una sorpresa.-
Mi sto avviando il camera quando Sara mi dice che devo essere pronta tra un'ora. 
Cosa diavolo avrà in mente?
Ho fatto una doccia, ho asciugato i capelli rendendoli morbidi e setosi, poi mi sono truccata ed infine ho indossato il vestito che era appeso dietro la porta della mia camera da letto.
Sono sicura che questa cosa sia opera di Oliver, ma fin quando non ne sarò esattamente certa non voglio trarre conclusioni affrettate.
Indosso le scarpe con il tacco e prendo il soprabito per andare in salotto. Le ragazze sono tutte li, che mi aspettano.
-Dio Felicity sei bellissima.- dice Sara emozionata. Si alza dal divano e mi viene incontro per abbracciarmi.
-Tutto merito del vestito.- dico riferendomi al magnifico abito azzurro che indosso. E' a giro maniche, non molto corto ma molto aderente.
-Allora sei pronta?- chiede Caitlin euforica raggiungendoci seguita da Iris. Mi accerchiano come se fossi una delinquente.
-Se sapessi per cosa, potrei risponderti.-
Sara prende dalla tasca dei jeans una bustina rossa porgendomela.
-Ha detto che avresti capito.- dice prima che possa aprirla.

                                                                                                                                Dove tutto ha avuto inizio.

Riconosco dalla caligrafia che si tratta di Oliver. Sapevo che era lui ovviamente, ma volevo una conferma.
-Che diavolo significa?- chiedo girando il fogliettino rettangolare sperando che ci sia scritto altro.
-E' una caccia al tesoro?- mi domando più confusa che mai.
Poi rileggo le sue parole e capisco. 
Dove tutto ha avuto inizio.
Ma certo! Il corridoio!
Sorrido e apro la porta di casa per uscire e trovare sul muro del corridoio adiacente a casa nostra, un altro biglietto.
Le ragazze mi seguono, portando con loro il mio cappotto.

                                                                                                                           Appuntamenti saltati.

Ci metto un pò a capire cosa Oliver intende con queste frasi elementari. Ci sono tante cose che mi vengono in mente quando leggo questa frase, ma l'unica cosa più probabile è che si riferisca al nostro primo appuntamento al quale non si presentò per colpa di Laurel.
-Ragazze, io vad....-
-Vai tranquilla!- dice Sara lanciandomi il cappotto.
-Vi voglio bene.- urlo prima di scomparire nel corridoio e correre nel dormitorio maschile.
Dopo 10 minuti, raggiungo il punto d'arrivo. Spero davvero di aver capito il messaggio del biglietto altrimenti sarò costretta a chiamarlo e a farmi spiegare dove diavolo si trova.
Arrivo davanti alla porta del suo appartamento, senza trovare nulla.
Maledizione!
Poi inaspettatamente la porta si apre, e mi appare davanti un Tommy Merlyn molto sorridente.
-Wou, Smoak sei uno schianto.- dice osservandomi da capo a piede visto che il  il soprabito è aperto. -Questa è per te.-
Mi porge una nuova bustina rossa, e quando la apro c'è un altro messaggio:
                                                                   
                                                                                                       In quell'occasione eri diventata "sorda."

-Ma cosa diavolo significa questa roba?- chiedo sperando che Tommy sappia qualcosa.
-Non chiederlo a me! Ha detto che avresti capito.-
Mi scervello per bene, pensando a tutto quello che è successo con lui negli ultimi tempi. Nonostante Oliver sia fantastico è difficile ricordare tutto quello che è successo in questi mesi.
-Ma certo!- dico dopo un pò avendo un lampo di genio. -Come ho fatto a non pensarci?!-
Ho finto di essere "sorda" quando all'inizio che uscivamo, ho visto Oliver seduto su una panchina del parco, insieme a quella Shado. 
-Grazie Tommy!- dico fuggendo via come un fulmine.
Arrivo al parco, e raggiungo in grande fretta la panchina dove quel giorno vidi Oliver in compagnia dell'amica. Cerco a fondo senza trovare nulla.
Possibile che mi sia sbagliata? Ripercorro a grande linee gli ultimi mesi e mi rendo conto che quella può essere l'unica connessione con il messaggio che mi ha scritto.
-Signorina Smoak?- dice qualcuno alle mie spalle facendomi sussultare. E' una voce che non riconosco. All'inizio mi spavento un pò, ma poi quando mi volto vedo che la persona che ho davanti ha uno sguardo familiare.
Non ricordo dove l'ho visto, ma da qualche parte mi sembra di averlo già incrociato.
-Signorina Smoak, sono l'autista del signor Queen. Dovrebbe seguirmi.- dice facendosi da parte per lasciarmi andare avanti.
-Ma certo!- dico ricordando tutto. -Lei è ....Alfred?- chiedo insicura.
-Esatto, signorina Smoak. Ora se vuole seguirmi, dovremmo andare. Siamo leggermente in ritardo con la tabella di marcia.-
-Tabella di marcia?- chiedo confusa. Inizio a camminare e Alfred mi segue a ruota. -Quindi lei sa dove stiamo andando?-
-Certamente signorina Smoak.-
Ci dirigiamo verso il parcheggio, e sussulto nel vedere una limousine parcheggiata nel parcheggio del campus. Alfred mi apre la portiera invitandomi a salire.
Non sono mai stata su una limousine. Fino a un pò di tempo fa non sapevo neanche cosa fosse una limousine.
-Mia madre mi ha detto di non salire mai in macchina con gli sconosciuti. Ha sempre detto macchina in senso generale e non una limousine. Non dovrebbe infuriarsi. - dico a bassa voce sedendomi sui sedili in pelle. Non so dove diavolo sto andando ne cosa diavolo Oliver ha organizzato per stasera.
Sto morendo dalla curiosità.
Mi guardo intorno, vedendo sulla mia sinistra una bottiglia di champagne e un calice di cristallo. Non voglio bere, visto che non mi sento ancora del tutto sicura di essere in macchina con qualcuno che non conosco.
Sullo sportello della limousine, ci sono vari pulsanti colorati. Ne premo qualcuno sperando cosi di riuscire a parlare con l'autista.
Dopo un pò, si cala una tendina tra i sedili dei passeggeri e il lato del conducente.
-C'è qualche problema signorina Smoak?- chiede guardandomi dallo specchietto retrovisore.
Alfred sa dove sto andando. Posso riuscirci. Posso farmi dire qualcosa.
-Alfred...-dico avvicinandomi a lui per potergli parlare meglio. -Sai che sono un'informatica? E sono anche molto brava.- 
Alfred sorride leggermente continuando a guardare la strada.
-Se mai un giorno, dovessi che ne so, rompere un computer o un telefonino, potrai sempre chiamarmi.-
-Signorina Smoak sta cercando di corrompermi?- chiede divertito ma allo stesso tempo serio.
-E' un poliziotto per caso? Perchè in tal caso stavo solo scherzando. Mi piace aiutare le persone in difficoltà che siano poliziotti, persone normali o delinquenti.-
Mi accorgo della stronzata che ho detto e mi correggo.
-Non che abbia mai aiutato dei delinquenti, sia chiaro. Non ho mai lavorato contro la legge del mio paese...-
Non mi accorgo che ci siamo fermati, fin quando Alfred non si gira verso di me e io mi zittisco solo guardandolo. Scende dalla vettura e mi apre lo sportello.
La prima sensazione che ho è quella del freddo: ho trascorso gli ultimi 10 minuti in una macchina molto comoda e soprattutto riscaldata. Siamo in città, non molto distanti dalla caffetteria che adoro.
Siamo davanti ad un negozio apparentemente chiuso. Leggo l'insegna e capisco che si tratta di un negozio di fiori.
-Prego da questa parte.- dice Alfred chiudendo la portiera dell'auto e avvicinandosi ad un cancelletto di ferro accanto al negozio di fiori. Mi invita ad entrare in quello che sembra essere un capannone. Completamente al buio.
Si congeda e risale in macchina ripartendo.
-Sembra un racconto degli orrori.- sussurro spaventata. Non riesco a vedere niente ne a sentire niente. Tranne il mio respiro e il cuore che batte a mille.
Improvvisamente però in un angolo della stanza scorgo una luce fioca pian piano diventare più forte. 
Quasi come una reazione a catena, se ne accendono delle altre, rivelandomi il vero luogo nel quale mi trovo.
E' una specie di serra, piena di alberi e piante con fiori magnifici. Le luci bianche sono nascoste tra i rami degli alberi, rendendo il posto una specie di giardino che sembra essere incantato. 
Sorrido e mi porto la mano sul viso stupita da quanto Oliver si sia dato da fare per rendere questa giornata stupenda. 
Mi guardo intorno, notando non molto distante da me una pianta che sembra essere un roseto. Su uno dei rami, con un piccolo buchetto sull'estremità
superiore , c'è un altro biglietto. 

                                                                                                                        Voltati. 

Mi giro leggermente e lo vedo. Indossa uno dei quei smoking che lo rendono irresistibile. Ha le mani in tasca e mi sorride.
Dio quel sorriso.
Sembra essere un dio greco sceso in terra.

 Alle sue spalle, vedo quello che sembra essere un gazebo tutto bianco con al centro un tavolo apparecchiato per due. 
-C'è l'hai fatta.- dice avvicinandosi. 
-I tuoi messaggi mi hanno fatto scervellare ma ne è valsa la pena.- dico sorridendo contenta. 
Mi sbottono il cappotto e lo sfilo lentamente.
-Ne è valsa la pena eccome.- dice squadrandomi da capo a piedi. 
Mi avvicino ancora di più a lui e  gli do un bacio sulle labbra. 
-So che starai morendo di fame, ma prima di cenare, ho una richiesta.- dice serio.
Richiesta? Se implica contatto fisico, sono pronta. Non ho mai fatto sesso in un posto del genere. Beh diciamo che con Oliver sto sperimentando delle nuove prime volte.
-Balla con me.- dice porgendomi la mano.

Sono negata nel ballo. Sono scoordinata, senza grazia. Sembro Genoveffa, la sorella di Cenerentola, quando nel cartone fa le prove di ballo con il principe.
Dio, mi renderò ridicola.

-Ma... non c'è la musica.- dico titubante sperando di fargli cambiare idea.
Oliver prende il telefono dalla tasca dei pantaloni e dopo un pò, nella stanza risuonano delle note mai sentite prima. 
Oliver prende il cappotto e lo poggia sul bordo di legno del gazebo. Poi ritorna verso di me, posa il cellulare nella tasca della camicia in prossimità del   petto, e mi prende tra le sue  braccia. 
Le mie mani finiscono dietro la sua nuca, mentre le sue dietro la mia schiena. Oliver si avvicina al mio orecchio e mi canta dolcemente le parole della canzone.
Non l'ho mai sentito cantare. Non pensavo avesse una cosi bella voce.
Ora che ci penso non  ho mai fatto qualcosa con Oliver di cosi normale e cosi intimo.
-Perchè hai scelto proprio questa?- chiedo curiosa lasciandomi trasportare dal ritmo.
-Perchè anche tu mi sei entrata nelle vene. E non riesco a mandarti via.-
Alzo la testa che prima era poggiata sul suo petto, e lo guardo negli occhi. 
E finalmente mi rendo conto di cosa sia l'amore. Quello vero, quello che ti toglie il respiro, ti libera la mente dalle preoccupazioni e dagli affanni.
Sono innamorata di Oliver Queen.
 
 


Angolo autrice:
Di solito, non scrivo un angolino a fine capitalo. Ma questa volta mi sembrava doveroso farlo. 
Prima di tutto mi scuso per la lunghezza del capitolo. Ma ho deciso che da questo punto in poi, farò dei salti temporali anche abbastanza evidenti.
Le cose devono evolversi, il tempo deve passare. Ho già molte idee per sviluppare la storia e vi anticipo che alcune sono davvero infami.
Seconda cosa, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito o  aggiunto la storia tra le seguite/ricordate.



 

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Capitolo 15
*** Scoperte ***


Inizio Marzo
Felicity's POV


-Mi dispiace averti trascinato in questa storia.- 
Sono passati solo pochi giorni dal mio compleanno.
Oliver è al mio fianco, seduto sulla comoda poltrona del jet della Queen Consolidated. Un viaggio a Starling City non era per niente previsto, almeno non ora visto che tra meno di due mesi avremo finalmente la cerimonia di laurea.
-Oliver, non potevo lasciarti partire da solo.- dico stringendogli una mano già tra le mie. -Concentriamoci sulla tua famiglia.-
Solo qualche ora fà, eravamo in un pub a festeggiare non so cosa. Tommy e Laurel ballavano come due scatenati. Caitlin e Ronnie giocavano a freccette.
Oliver ed io al tavolo parlavamo con Iris e Barry dei loro progetti per il futuro.
Sono stata molto contenta di sapere che le cose tra loro vanno bene: Barry è un ragazzo d'oro, Iris non poteva chiedere altro dalla vita.
 Doveva essere una serata come le altre, fatta di allegria musica e alcool.
E poi il mio sguardo si è posato sul televisore al plasma sul muro di fronte a me rivelandomi una notizia scioccante.
Attacco alla Queen Consolidated di Starling City. 4 morti.
Ti prego, no. Non può essere.
Inutile dirvi che quando Oliver ha letto la notizia, ha cercato di contattare la famiglia senza riuscirci. I telefoni in azienda sembravano essere isolati, mentre quelli a casa suonavano a vuoto. 
Ho capito subito che la sua mente stava elaborando strani pensieri. Sa che se qualcuno è entrato nella sua azienda era per colpire la sua famiglia. 
Laurel ha subito chiamato il padre per avere notizie. Sono stati minuti strazianti, soprattutto per Oliver. Ma poi quando Laurel ho scosso la testa più volte, Oliver ha ricominciato a respirare come prima. 
 I 4 morti di cui parlava la televisione, non sono altro che gli uomini armati entrati nella azienda di Oliver. Secondo il detective Lance, avevano un piano: sapevano come muoversi ed erano armati fino ai denti. 
-Chi potrebbe mai fare una cosa del genere?- chiede sconvolto. Non l'ho mai visto cosi. Tommy e Ronnie conoscendolo bene, e soprattutto conoscendo la famiglia Queen si erano offerti di accompagnarlo. Non era prevista la mia presenza qui, ma quando ho visto Oliver cosi scosso, ho mollato tutto e ho iniziato a preparare la valigia.
-Qualcuno che c'è l'ha con tuo padre? Qualche nemico in competizione?-
Oliver esclude l'idea a priori. 


Dopo circa due ore di volo arriviamo a Starling City in piena notte. Sarà l'una del mattino, e c'è una limousine ad aspettarci.
L'autista scende dall'auto e prende i bagagli di me e Oliver.
-Alfred ci sono novità?- chiede Oliver aprendo lo sportello e farmi entrare.
Si sta comportando in modo strano. Da quando abbiamo deciso di partire per Starling, sembra essere preoccupato anche per la mia incolumità.
Oliver dopo qualche secondo e dopo aver scambiato qualche parola con Alfred, mi raggiunge e mi prende per mano.
-Devo chiederti un favore.- dice serio prendendomi per mano. -So bene quanto tu sia testarda, e mi sono innamorato di te anche per questo motivo.-
Oliver me lo dice spesso che mi ama: di solito mentre facciamo l'amore, me lo sussurra nell'orecchio mentre passeggiamo per i corridoi di Yale oppure quando vuole qualcosa.
E in questo caso vuole qualcosa.
-La situazione è più grave di quanto pensassi. L'ultima cosa che voglio è metterti in pericolo. Quindi se mai le cose dovessero peggiorare, tu prenderai il jet con Thea e ve ne andrete il più lontano possibile.-
-Ma Oliver....- cerco di ribattere ma mi interrompe.
-Niente ma, Felicity.- dice categorico.
Lo guardo negli occhi e mi rendo conto che questa volta difficilmente cambierà idea.
-Per lontano non intendi Yale vero?- chiedo già conoscendo la risposta.
-Sanno che studio li. Potrebbero raggiungervi.- 
Nel giro di 15 minuti arriviamo alla Queen Consolidated. Lo spettacolo che abbiamo davanti non è dei migliori: ci sono dei giornalisti che si sono accampati all'entrata per avere un'intervista  esclusiva. Alcuni vetri dell'ingresso sono andati in frantumi probabilmente per i proiettili.
Avranno fatto fuoco anche qui?
-Signor Queen, una domanda.- dice uno dei giornalisti avvicinandosi per primo.
Oliver mi mette un braccio intorno alla vita e si fa largo tra la folla.
-E' vero che volevano colpire i suoi genitori?- chiede una donna mettendo il microfono davanti alla bocca di Oliver. Quest'ultimo non dice niente, continua a camminare come se nulla fosse. 
Mi chiedo come faccia a essere cosi impassibile. Siamo praticamente circondati e lui non mostra un solo segno di fastidio o rabbia.
Prima che me ne possa accorgere, un gruppo di uomini della sicurezza dell'edificio, bloccano i giornalisti dietro di noi cosi da lasciarci passare.
Ci sono agenti di polizia dappertutto. Pezzi di vetro, fori di proiettili, alcuni impiegati che stanno rilasciando una dichiarazione.
-Oliver!- dice un uomo di colore avvicinandosi a noi.
-John, state tutti bene?-
I due si abbracciano, poi iniziano a parlare sull'accaduto. Ci spiega che non possono muovere niente e che devono lasciare tutto cosi, fin quando non arriverà la scientifica per esaminare le prove.
Mi guardo intorno, cercando di capire a quali prove si riferisca, quando verso gli ascensori vedo un lenzuolo bianco per terra sporco di sangue. E' appoggiato su un  corpo ormai privo di vita.
-Felicity, questo è John Diggle. John questa è Felicity, la mia fidanzata.-
Sento la voce di Oliver e la sua mano sulla mia schiena ma sono paralizzata. 
E se ci fosse stato Oliver qui stasera? E se ci fosse lui sotto quel lenzuolo bianco?
Oliver segue il mio sguardo, irrigidendosi di colpo. Mi tira verso di lui e mi circonda le spalle con un braccio trascinandomi verso gli ascensori. 
Saliamo al piano degli uffici del padre di Oliver. C'è una gran confusione, agenti di polizia che vanno avanti e indietro come topini che scappano da un gatto affamato.
Quando le porte dell'ascensore si aprono, Oliver corre dai suoi genitori per abbracciarli. Vedo che qui è tutto al proprio posto e non ci sono vetri rotti nè fori di proiettili. Capisco che la sicurezza è stata molto brava a proteggere il proprio capo.
Varco la soglia dell'ufficio insieme a John Diggle, e subito Thea corre ad abbracciarmi.
Durante le vacanze di Natale, siamo state molto tempo insieme: siamo diventate molto più che amiche, visto che entrambe non abbiamo mai avuto una sorella, è come se ci completassimo a vicenda.
Il trucco è sciolto intorno agli occhi, è scossa e tesa.
-Stai bene?- chiedo premurosa.
-Sono cosi contenta che tu sia qui.-
Ha solo diciotti anni. Probabilmente si sente esclusa perchè i genitori non le dicono cosa realmente sta succedendo. 
Quando mi separo da Thea, mi avvicino ai genitori di Oliver per salutarli. Entrambi sono preoccupati, lo capisco dalla ruga sulla fronte che è corrucciata.
-Detective Lance.- dico salutando educatamente il padre di Sara e Laurel.
-Ciao Felicity.-
Mi riavvicino a Thea e la trascino con me sul divanetto. Non so bene cosa fare, se rimanere o portarla via da qui, ma guardando Oliver capisco che è il caso rimanere. 
-Nemici? Minacce o telefonate strane negli ultimi tempi?- chiede il detective Lance per fare chiarezza. 
-No, niente di tutto questo.-
-Una possibile rapina?- propone Oliver su due piedi.
-Un ipotesi da non escludere...come mai non avete dato l'allarme?-
-Le telecamere sono state messe fuori uso.- dice il signor Queen.
Telecamere fuori uso? 
-Che mi dici di te Oliver? Tutto normale al college?- aggiunge Quentin.
Oliver mi guarda per alcuni secondi come se volesse interpellarmi. Scuoto la testa.
-No nessuno.-
-Si sa qualcosa sulle loro identità? Avevano documenti addosso nel momento della sparatoria?- chiede la signora Queen che finalmente sembra aver ripreso coraggio nel parlare.
-Solo una planimetria dell'edificio.- dice il detective controllano un block-notes.
-E da dove diavolo l'hanno presa?- chiede Oliver arrabbiato.
Che domanda stupida. Ovviamente le planimetrie di un edificio, si possono trovare agli uffici comunali. Oppure.....
-Basta hackerare il sistema di rete della Queen Consolidated e il gioco è fatto.- dico attirando l'attenzione di tutti su di me.
Mi guardano come se fossi un extraterrestre, come se avessi detto una parolaccia. 
-Con hackerare intendi.....?-
-Entrare illegalmente nei computer dell'azienda, si.- dico completando la frase per Thea.
-Possono farlo?- chiede Oliver confuso.
-Possono fare anche di peggio. Se hanno una connessione veloce e nessun rischio di essere rintracciati, potrebbero anche mandarvi sul lastrico.-
Thea e la signora Queen sussultano quando pronuncio la parola lastrico.
-Questo spiegherebbe anche come mai le telecamere sono fuori uso?- chiede Moira. Io annuisco. 
-Come funziona?- chiede il detective Lance curioso.
-E' come un gioco di ruolo. Basta un semplice computer e un nome utente. Ovviamente questo nome utente deve rimbalzare sui vari satelliti del mondo affinchè poi sia praticamente impossibile da rintracciare.-
-C'è modo di sapere se  i computer sono stati manomessi?- chiede Oliver.
-Dipende dal tipo di hacker e dal tipo di virus che ha utilizzato. Se il virus ha praticamente deteriorato la scheda madre della centralina, allora siamo fritti.- dico scrollando le spalle. 
Il signor Queen, appoggiato al bordo della sua scrivania di legno, chiede a Oliver di parlare un attimo in privato da soli. Entrambi si spostano nella sala riunioni, e attraverso i vetri, li vedo parlottare. 
Nell'ufficio del signor Queen, arrivano altri agenti di polizia, avvisandoci che la scientifica è appena arrivata e che sono pronti a portare via i cadaveri.
-Felicity?- mi chiama Oliver affacciandosi dalla sala riunioni. -Vieni un secondo.-
Quando li raggiungo, il signor Queen mi fa una richiesta davvero particolare.
-Dopo tutto quello che è successo, non mi fido di molte persone qui dentro. A questo punto potrebbe essere coinvolto chiunque. Già una volta mi hai dato prova della tua bravura, e mio figlio si fida di te perciò....-
Ho capito cosa mi sta chiedendo.
Vuole che risalga all'hacker che ha manomesso il sistema della Queen Consolidated. 



Oliver's POV

Siamo ritornati a villa Queen da poco. Una pattuglia di polizia passa davanti casa nostra ogni 20 minuti, mentre degli agenti si sono appostati in macchina davanti alla porta d'ingresso.
Mio padre è nel suo ufficio a rivedere alcune carte di persone che in passato gli hanno fatto causa aspettando notizie sull'identità degli uomini deceduti.
Mia madre non riesce a dormire, cosi come mia sorella.  
Entrambe sono in salotto a fare compagnia a Felicity. Mia sorella sta guardando un film evitando tuttti i possibili notiziari della notte, mentre mia madre osserva Felicity lavorare a computer. Sta digitando codici e codici già da un'ora e per ora non ha trovato niente. 
Arrivo sulla soglia del salotto e la trovi li ancora a lavorare. Sono le 3 del mattino e lei non mostra neanche un segno di stanchezza.
Mia madre si alza dalla sedia sulla quale era seduta e si avvicina a Thea. Si mette con lei sotto il plaid, e l'abbraccia cercando di falla addormentare.
Thea è ancora scossa per l'accaduto.  Quando l'hanno chiamata per avvertirla dell'incidente, era in compagnia di Roy il suo ragazzo. 
Mio padre vuole tenerla fuori da questa storia , sapendo quanto sia apprensiva e si preoccupi anche per cose abbastanza banali.
Ma ormai è grande. Ha 18 anni. E se vuole sapere ed essere tenuta al corrente di ciò che succede, nessuno può contraddirla.
Mi avvicino a Felicity e le dò un bacio sulla testa. Mi posiziono dietro di lei e la osservo lavorare.
-Come sta andando?- chiedo curioso.
Vedo sullo schermo che ci sono dei video che mostrano l'atrio della Queen Consolidated. Poi improvvisamente l'immagine scompare del tutto.
-Maledizione.- dice quando sullo schermo compare la scritta  accesso negato.
-Che ne dici di una pausa?- dico apprensivo accarezzandole le spalle come se volessi farle un massaggio. Thea che fin'ora era distratta dalla televisione, si alza e viene verso di noi.
Felicity continuare a digitare dei codici ignorando completamente la mia richiesta.
-Dannazione.- dice di nuovo questa volta più a voce alta quando ricompare la scritta  accesso negato. 
-Felicity, guardami.- dico mettendomi sulla sua destra per poi inginocchiarmi. -Solo un paio di ore di sonno. Non ti chiedo nient'altro.-
-Non posso fermarmi ora, mi manca poco per...-
-Hey,amore.- dico chiamandola per la prima volta con questo vezzeggiativo.
Non mi sono mai piaciute queste smancerie: in realtà non mi sono mai sentito pronto per fare dei passi cosi avanti con qualcuna. Ma con Felicity è diverso. 
-Fel,che ne dici di un caffè?- chiede mia sorella venendo in mio soccorso. 
Da quando l'ha conosciuta, lei e Felicity si sono sempre capite. Thea ha trovato in lei una specie di sorella, con la quale confidarsi e spettegolare.
-Un caffè, si.- dice Felicity sorridendo leggermente. Guardo Thea e annuisco ringraziandola mentalmente.
-Con latte caldo e cannella, vero?- chiede Thea sparendo in cucina.
-Non riuscirai a trovarlo se non riposi un pò.- dico allontanandole di poco il pc. 
-Non sono stanca.... sono solo nervosa. Questo pazzo è bravo a nascondersi.- dice prendendosi la testa tra le mani e poggiando i gomiti sul bordo del tavolo di legno.
-Sei la migliore in questo campo.- dico rassicurandola. -Ma anche i migliori hanno bisogno di riposare.-
Felicity anche grazie a mia madre, acconsente a riposare per un pò mettendosi seduta sul divano. Prima di fare ciò però, imposta il computer in modo tale che la ricerca possa continuare anche senza effettivamente la sua presenza.
Mi siedo accanto a lei, e la tiro verso di me facendole poggiare la testa sul mio petto. Thea dopo 5 minuti ritorna in salotto, con una tazza fumante di caffè per la mia ragazza.
Peccato che sia crollata per la stanchezza.


Non ho riposato molto. Quando apro gli occhi dopo la mia nottata passata a far la guardia, sono ancora sul divano e Felicity è stretta a me.
Non c'è traccia nè di mia madre nè di Thea ,quindi deduco che siano salite in camera per dormire. Nel corridoio vedo i  domestici lavorare per casa, tra cui Raisa la donna che mi ha cresciuto, e mio padre che è appena arrivato sulla soglia del salotto e mi osserva con uno sguardo stanco.
-Non hai dormito?- chiedo a voce bassa sperando di non svegliare Felicity.
-Mmm... per niente. Tu figliolo?- chiede avvicinandosi per poi sedersi sul bracciolo del divano.
-Dormiveglia... avevo paura di chiudere gli occhi.- ammetto sincero.
-A chi lo dici. Sono salito 3 volte stanotte per controllare che tua madre e tua sorella fossero ancora in camera.-
-Trovato qualcosa?- chiedo riferendomi ai documenti.
-Niente di particolare, ma ho mandato tutto a Quentin per far controllare dei vecchi casi che mi sembravano strani.-
Mio padre si concentra su Felicity vedendola dormire profondamente.
-Ho saputo che non voleva dormire stanotte.- dice guardandola dolcemente.
-Si ...è testarda. Si è addormentata alle 3.-
-Mi ricorda tanto qualcuno.- dice probabilmente riferendosi a mia madre.
Sulla soglia del salotto, compare una domestica seguita da due agenti della polizia. 
-Signor Queen. Sono il detective Esposito , questo è il mio collega Ryan. Mi dispiace per l'orario ma abbiamo identificato gli aggressori.- dice uno dei due, prendendo  dei fogli da una cartellina.
Nonostante Felicity stia dormendo, decido di alzarmi per capire chi siano le persone che vogliono farci del male.
Mio padre ordina a una delle domestiche di portare del caffè e invita gli agenti ad accomodarsi. Mi porgono tra le mani le foto e inizio ad esaminarle.
-Mai visti in vita mia.- dice mio padre dopo uno sguardo attento.
-So che il detective Lance gliel'ha già chiesto ma....signor Queen ci sono stati problemi negli ultimi tempi al suo college?- chiede l'agente Ryan rivolto a me.
-Niente.- rispondo.
-Risse, qualche bevuta finita male...?- chiede Esposito.
-Non bevo e non faccio a pugni da un bel pò.-
Sottocchio vedo Felicity muoversi sul divano.
-Ho già chiesto di controllare il passato di ognuno di loro, per vedere se ci sono collegamenti con la Queen Consolidated.- dice Ryan. -Ma la cosa che ci preoccupa di più è che uno dei 4 aggressori frequenta il suo stesso college.-
Cosa? Riguardo le foto per cercare di capire di chi si tratti.
Non ho mai visto questi tizi. E uno di loro frequenta Yale?
-Quindi potrebbe essere collegato a lei, signor Queen.-


Dopo una doccia, e un doppio caffè ho seguito papà in azienda con John Diggle la sua guardia del corpo. Ad essere sinceri, John era stato assunto per proteggere me dai paparazzi quando ero più giovane e molto più irresponsabile. Quando ho iniziato il college, mi ha seguito per i primi mesi, poi mi sono reso conto che era davvero ridicolo girare per il campus con una guardia del corpo.
Sono cambiato, sono cresciuto e quindi l'ho rimandato a Starling City.
Felicity è rimasta a casa con Thea. Per questi giorni mia sorella non andrà a scuola per motivi di sicurezza. Preferisce di sicuro, restare a casa con Felicity e rendersi utile in qualche modo.
Quando arriviamo in ufficio, tutto sembra essere ritornato al proprio posto. Il pavimento è lucidato, i vetri sostituiti. Come se niente fosse successo.
-Oliver, che gioia rivederti.-
Isabel fa il suo ingresso nell'ufficio di mio padre, seguita dal suo assistente.
-Isabel.- dico avvicinandomi per darle un bacio sulla guancia. Ho sempre nutrito rispetto per lei: è una donna intelligente, in carriera, indipendente.
Un tempo avrei accettato le sue avances senza problemi. Ora , l'idea non mi passa neanche per la testa.
-Novità su ieri?- chiede spostandosi per andare da mio padre.
-Nessuna.. stiamo indagando.- risponde pronto mio padre firmando alcuni fogli. 
-E Oliver...dimmi dov'è la tua fidanzata? Non dirmi che è rimasta a Yale?- dice con un tono acido e lanciandomi una frecciatina.
-No, Felicity è a casa. Con Thea.- rispondo tranquillo.
-Le cose vanno a gonfie vele eh?- chiede sorridendo falsamente.
-Alla grande. Lei è quella giusta.- dico senza pensarci due volte.
Sento lo sguardo di mio padre su di me e mi rendo conto di ciò che ho detto. Una frase del genere può essere percepita solo in un modo: è lei quella giusta per me per tutta la vita.
Non intendevo questo. Sono ancora troppo giovane per sposarmi. Ho voglia di vivere a pieno la mia vita: ovviamente non mi dispiacerebbe avere Felicity al mio fianco.
-Signorina Rochev ha un appuntamento tra 5 minuti.- dice l'assistente guardando sulla cartellina che ha tra le mani.
-Dovrei finire dopo pranzo...ti trovo qui?- chiede maliziosa toccandomi il braccio.
-Certo.- dico educato. Spero solo che Felicity non lo sappia.


-Come sta andando?-
Sono con mio padre nel suo ufficio, e sono in viva voce con Felicity per avere aggiornamenti.
-Sono riuscita a rintracciare due dei tre computer utilizzati per manomettere il sistema della Queen Consolidated. I computer sono di proprietà di due dei aggressori.-
-E per quanto riguarda il terzo?- chiedo.
-Il segnale del suo nome utente rimbalza su tutti i satelliti del mondo. A differenza degli altri due,che erano dei principianti, lui è molto più esperto della materia.-
-Escludi che sia uno degli aggressori morti?- chiede mio padre.
-Ovviamente. Utilizza frequenze differenti per nascondere le proprie tracce. Ora sto provando con un vecchio trucchetto sperando che cada nella trappola come un coniglio bianco, ma non assicuro niente.-
Mio padre ed io sorridiamo per la cosa che ha appena detto Felicity. Anche in queste circostanze, ha la capacità di farmi sorridere come un bambino.
-C'è la farai Felicity. Per ora hai fatto un ottimo lavoro,.- dice mio padre.
Ho raccontato a mio padre che Felicity è cresciuta senza un padre. Quando gli ho detto che il padre l'aveva abbandonata per andarsene con una modella russa,ha spalancato la bocca ed è rimasto in silenzio per minuti interi.
Per lui, è qualcosa di inaccettabile.
Per questo motivo, sta cercando di infonderle sicurezza e coraggio.
-Grazie signor Queen.- dice.
Alzo la cornetta cosi da disattivare il vivavoce e prima di attaccare le ripeto per l'ennesima volta di amarla.


Felicity's POV

Sono riuscita a rintracciare il terzo computer. 
Quando la ricerca è terminata, quasi non volevo crederci. Ancora ora non posso crederci.
Come diavolo ho fatto a fidarmi di un tipo cosi? Come ho fatto a frequentarlo? E' solo un mostro.
Una mente diabolica, pronta a tutto per vendicarsi di una cosa successa tra ragazzi.
Ho mentito a Thea cercando di non farla allarme ulteriormente. E' già terrorizzata ogni qual volta sente un piccolo rumore per casa, figuriamoci se sapesse che l'aggressione hai suo genitori è colpa mia e di Oliver.
Beh, effettivamente non si tratta di colpe: vuole farcela pagare perchè mi sono messa con Oliver e l'ho praticamente appeso senza una valida spiegazione.
Con una scusa, chiedo a Thea la sua macchina per andare alla Queen Consolidated ed informare Oliver. Non c'è tempo da perdere.
Arrivo dopo 10 minuti, parcheggio la macchina e lascio la borsa sul sedile del passeggero prendendo solo il cellulare.
Se all'ingresso dovessero farmi storie per entrare, posso sempre chiamare Oliver e chiedergli di venirmi a prendere.
Sto attraversando il vialone che mi porterà all'ingresso, quando vedo attraverso i vetri nella hall la figura di Oliver.
E' da solo, indossa un completo con la cravatta. 
Più volte mi ha detto quanto questo abbigliamento lo annoiasse. Però quant'è bello. 
Sorrido come una stupida e continuo a camminare verso di lui, quando mi blocco di colpo, notando che la sua attenzione è attirata da qualcosa.
Non qualcosa. Ma qualcuno.
Il mio cuore perde un battito, nel momento in cui vedo Isabel Rochev, avvicinarsi a lui e mettergli entrambe le mani sulle braccia. 
Sono senza parole. E Oliver non si sposta neanche!
La situazione peggiora, nel momento in cui, Isabel si avvicina a lui ancora di più e alza il viso per depositargli un bacio all'angolo della bocca. Ovviamente notando  nessuna reazione da parte di Oliver, si sposta leggermente per far incontrare di nuovo le sue labbra con quelle del mio ragazzo.
Si tratta di un semplice bacio a stampo, poi Oliver si separa da lei facendo qualche passo indietro.
Sto per prendere il cellulare e chiamarlo, quando qualcuno alle mie spalle, mi mette una mano sulla bocca e un fazzoletto sul naso. 
Poi tutto diventa buio.

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Capitolo 16
*** Rapimento ***


-Isabel....-
Mi allontano da lei non appena le sue labbra toccano le mie. Mi ha chiamato mentre ero in ufficio con mio padre, e mi ha chiesto se potevamo incontrarci nella hall della Queen Consolidated perchè voleva dirmi qualcosa. Sembrava preoccupata al telefono, quindi ho acconsentito, pensando che mi dovesse dire qualcosa sull' irruzione di ieri in azienda. 
Ma poi, quando ci siamo incontrati, non ha fatto altro che chiedermi come stavo, se le cose andavano realmente bene con Felicity, se penso davvero che lei sia giusta per me....
Poi mi ha baciato. 
E' stata una reazione volontaria allontanarla. Non pensavo si sarebbe spinta cosi oltre.
Ho sempre accettato le sue carezze, e le sue premure solo perchè è una socia di mio padre, e la donna che dopo me possiede la maggior parte delle azioni della Queen  Consolidated.
Se mio padre dovesse perdere tutto, lei diventerebbe una mia socia. E a quel punto, sarebbe meglio averla dalla mia parte se non voglio che la mia famiglia inizi a vivere per strada.
-Non puoi davvero voler stare con quella ragazza. Siete di due mondi diversi...lei è povera, tu sei ricco. Tu sei Oliver Queen. Meriti di meglio.-
Ho sempre saputo che fosse una falsa. Quando la conobbi, rimasi affascinato dalla sua bellezza e dalla sua indipendenza.
Ora mi provoca solo ribrezzo.
-Tu saresti quella giusta per me, Isabel?-
-Ricordi Mosca?- chiede maliziosa. Mi mette una mano sul braccio e inizia a tracciare con le dita forme indistinte. 
Come potrei dimenticarmene. 
Eravamo nella capitale russa quando siamo andati a letto per la prima volta. Avevo 18 anni, mio padre mi convinse ad accompagnarlo perchè doveva firmare dei contratti con degli investitori della Queen Consolidated. Isabel, figlia di un caro amico di mio padre mancato per circostanze sconosciute, ha preso il posto in società sostituendo il padre defunto. Aveva solo vent'anni, ma era pronta a lavorare. Aveva le idee ben chiare.
Successe tutto senza una spiegazione. Io ero ubriaco, e senza alcuna ragione mi ritrovai fuori alla sua camera e bussai alla porta. I ricordi sono molti confusi per via dell'alcool, ma anche se non ricordassi quella notte, ricordo bene le altre volte in cui è successo. 
-Isabel, eravamo giovani. Le cose cambiano.-
-Non parleresti cosi se non ci fosse la piccola arrampicatrice sociale.-
-Non parlarle cosi.- dico serio e con una voce autoritaria. -Sai bene che ti ho sempre dato carta bianca con me, ma non mettere in mezzo Felicity.-
-E io che pensavo che fosse solo per il sesso.- dice divertita vedendomi cosi protettivo nei confronti della mia ragazza. -Dimmi che almeno è brava.-
-Oh si. E' brava eccome. Supera di gran lunga te.- dico lanciandole una frecciatina. Lei smette di sorridere e fa la sua solita espressione di quando è furiosa.
-Beh, questo è ancora da vedere.- dice facendo qualche passo verso di me facendomi intuire le sue intenzioni.
-C'è solo un problema.- dico facendole pensare che mi abbia convinto. E' cosi facile prendersi gioco delle donne: in passato mi bastava sorridere e sussurrare qualcosa sotto voce e il gioco era fatto. 
Non pensavo di avere questo stesso dono con Isabel. Pensavo fosse più intelligente.
Si sporge verso di me, e si avvicina al mio orecchio per mordermi il lobo.
Se una donna in passato avesse fatto qualcosa del genere, mi sarei subito eccitato, e l'avrei presa sulla prima superficie piana disponibile.
Ora voglio solo creare quanta più distanza è possibile. Eppure, mi sembra doveroso farle capire ulteriormente come stanno le cose.
-Amo Felicity.-
Non appena pronuncio questa frase, Isabel si ferma di colpo e si allontana da me.
-Non potrei mai tradirla, soprattutto perchè dovrei tradirla con te. E' devo dire che i miei gusti con gli anni sono molto cambiati: non mi piacciono più le stronze.-
Sento il mio cellulare suonare , perciò ho un ottima scusa per allontanarmi da lei.
-Se non ti dispiace.-
Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e esco dalla hall della Queen Consolidated. Fuori fa freddo, è scesa già la notte nonostante siano solo le 6.
-Hey Speedy.- dico rispondendo alla chiamata.
-Ollie, potresti chiedere a Felicity cosa desidera per cena? Mamma vuole saperlo.-
Cosa? Perchè mi chiama se Felicity è li con lei?
-Perchè non glielo chiedi tu visto che è li con te? Pensavo che ormai foste entrate in confidenza.- dico divertito.
Ma Thea dall'altra parte resta in silenzio. 
-Thea che succede?- chiedo confuso. -Felicity è li con te, vero?-
-Ollie, ha lasciato villa Queen circa mezz'ora fa. Ha scoperto l'identità del terzo uomo ed è venuta a dirtelo. Sembrava preoccupata.-
-Thea, cosa cazzo stai dicendo?- chiedo alterandomi.
Possibile che sia venuta e mi abbia visto con Isabel? Dio, non è possibile.
Non può essere.
-Ha preso la mia macchina Ollie.- dice Thea.
Mi guardo intorno notando la decappotabile che i miei genitori hanno regalato a mia sorella per il suo diciottesimo compleanno. E' alla fine del viale che porta all'ingresso  dell'azienda.
Corro sperando che Felicity sia li, pronto a darle delle spiegazioni, ma la macchina è vuota.
-La macchina  l'ho trovata.- dico cercando di aprire le portiere. Non appena lo faccio, vedo la borsa della mia ragazza sul sedile del passeggero. 
-E Felicity?-
Non c'è. Dannazione non c'è.
Non può essersi allontanata senza documenti. Non può essere andata da nessuna parte senza soldi.
C'è qualcosa che non va.


-Rispondi rispondi.-
Ho attaccato con mia sorella Thea, quasi subito, chiedendole di chiamare la polizia. 
Non so dove sia Felicity, l'ho cercata per non so quanto tempo, nei dintorni della Queen Consolidated, sperando che si sia mossa a piedi per schiarirsi le idee.
Ma di lei non c'è traccia.
Ho subito chiesto agli uomini della sicurezza di aiutarmi, ho cercato nella borsa il suo cellulare ma non l'ho trovato.
L'utente da lei chiamato non è raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi.
-Dannazione!- urlo dando un calcio all'aria. Lascio più di un messaggio in segreteria, pregandola di richiamarmi. 
-Figliolo che succede?- chiede mio padre correndo verso di me. La polizia è appena arrivata, seguita da mia madre e Thea. 
-Papà, l'hanno presa.- dico preoccupato. -Hanno preso Felicity.-
-Cosa?- chiede mio padre inorridito.
Thea mi si avvicina e mi abbraccia stringendomi forte. Mi sussurra all'orecchio che andrà tutto bene, ma io non le credo.
Volevo proteggerla e guarda che fine ha fatto.
-Prova a richiamarla, Oliver.- dice il detective Lance. Faccio come mi dice ma il telefono è sempre spento.
-Cazzo, cazzo!- urlo attirando l'attenzione di tutti su di me. 
-Oliver calmati.- dice mia madre avvicinandosi per accarezzarmi il braccio. -Possibile che si sia allontanata volontariamente?- 
-Non l'avrebbe mai fatto, le avevo detto che era pericoloso. E poi non ha i documenti, ne i soldi. Le è successo qualcosa, ne sono sicuro.- dico trattenendo le lacrime. Non posso ancora crederci.
-Allora, diramiamo un avviso di scomparsa per Felicity Smoak. Passate a setaccio tutta la città anche con delle unità cinofile.- ordina il detective Lance ai colleghi che subito si mettono al lavoro. 


-Cerchiamo di ricostruire i suoi ultimi spostamenti.-
La macchina di Thea è stata setacciata a fondo dalla scientifica per cercare tracce di sangue o prove che ci possano ricondurre alla persona che l'ha rapita.
Siamo a casa con il detective Lance, che ci sta facendo delle domande sulla giornata che ha trascorso Felicity prima di essere.....
Non riesco ancora a dirlo, neanche a voce bassa. Non posso crederci che qualcuno le abbia fatto del male.
-E' stata tutto il giorno con me. Abbiamo pranzato, lei ha lavorato sperando di riuscire a rintracciare il terzo computer che ha hackerato la Queen Consolidated.- dice  Thea asciugandosi le lacrime.
All'inizio Thea, come mia madre, pensava che Felicity si fosse allontanata da sola, ma dopo un pò ha capito che c'era qualcosa che non andava. 
-Stava indagando sugli aggressori?- chiede Quentin perplesso. -Robert, che diavolo ti è passato per la testa?-
Mio padre resta in silenzio, sentendosi colpevole di aver chiesto tanto a Felicity. 
-Quando la ricerca è terminata, mi ha chiesto la macchina per raggiungere Oliver ed informarlo. Sembrava sconvolta, preoccupata. Mi ha dato l'impressione di conoscere l'uomo che aveva rintracciato ma quando ho fatto domande lei mi ha detto che non era niente. Se solo non l'avessi lasciata andare da sola, non le sarebbe successo niente.- dice Thea balbettando per poi iniziare a piangere di nuovo.
Mia madre si siede accanto a lei sul divano e la culla tra le braccia per farla calmare.
Il cellulare di Felicity è ancora irraggiungibile. La mia mente sta iniziando a giocarmi brutti scherzi, immaginando le cose peggiori che le possano succedere: violenza sessuale, una  rapinao, un omicidio.
Per me è qualcosa di impensabile. Non posso perderla.
-Se Felicity è riuscita a risalire all'hacker, e l'ha riconosciuto, nulla esclude che il suo rapitore sia lo stesso che ha organizzato l'irruzione alla Queen Consolidated. A questo punto, devo per forza pensare che sia anche questo quinto uomo, una persona che frequenta Yale. Quindi, Oliver, te lo richiedo: ci sono stati problemi negli ultimi tempi, discussioni o risse tanto gravi da provocare un rapimento?- chiede Lance.
Io non lo so. Dannazione non lo so.
Ho la mente annebbiata. Mi sento cosi perso, cosi arrabbiato, cosi....vuoto. 
Il mio cellulare, che ho tra le mani, inizia a suonare avvisandomi dell'arrivo di una telefonata. Il mio cuore ricomincia a battere sperando che sia Felicity, ma quando leggo il nome di Sara ritorno ad incupirmi.
-E' tua figlia.- dico rivolgendomi a Quentin.
Avevo pensato di nascondere la verità a tutti, ma .... non me la sento. Non posso mentire a tutti. E se succedesse qualcosa di grave a Felicity?
Non posso pensarci ora.
-Sara.- dico alzandomi dal divano per avvicinarmi ad una finestra. Tutti gli occhi sono puntati su di me.
-Ollie, ciao! Come vanno le cose? Senti ho provato a chiamare Felicity ma il suo cellulare non è raggiungibile. Potresti passarmela?-
Chiudo gli occhi per un secondo, trattenendo le lacrime agli occhi.
E ora come glielo dico?
-Ollie, ci sei?- chiede non sentendomi rispondere.
-Sara...- cerco di parlare ma le parole mi si bloccano in gola.
-Ollie, dov'è Felicity?- chiede preoccupata.


Sono in salotto, seduto sul divano  insieme a Thea a vedere il notiziario. 
Non fanno altro che parlare dell'attacco all'azienda, del rapimento di Felicity e degli aggressori morti durante la sparatoria di 2 giorni fa.
Tutto mi sarei aspettato, tranne questo.
Mia madre mi ha consigliato di contattare la madre di Felicity è cosi ho fatto. Le ho raccontato tutto quello che so sul rapimento della figlia. Donna, come  tutte le madri, quando ha saputo la cosa era scossa. Mi ha detto che il prima possibile avrebbe preso un aereo e ci avrebbe raggiunto. 
Tutto avrei accettato, tranne che si facesse del male alla mia famiglia , ai mie amici e soprattutto a Felicity.
Da quando siamo ritornati a casa, alcuni agenti di polizia continuano a cercare Felicity in città controllando nei posti più assurdi come strade isolate, o zone di prostituzione nel quartiere di The Glades. Altri invece, sono di ronda a casa.
Hanno posto sotto controllo i telefoni di tutti sperando in una telefonata per chiedere un riscatto. Io ormai, spero solo che Felicity sia ancora viva.
Se , qualche giorno fà, sono entrati in azienda con l'obiettivo di uccidere, cosa li ferma a fare del male alla donna che amo?
-Mi dica che è uno scherzo.- sento una voce femminile all'ingresso parlare ad alta voce.
Mi alzo sapendo già di chi si tratta e mia sorella mi segue a ruota.
Arrivo sulla soglia del salotto, e vedo i miei amici in compagnia di mia madre. Sara, Laurel, Caitlin, Iris, Barry, Ronnie , Tommy e...Palmer. 
Il migliore amico  e mio cugino non appena mi vedono, superano tutti e mi vengono incontro. Tommy mi abbraccia mentre Ronnie mi da delle pacche sulla spalla. 
-Andrà tutto bene, lei sta bene ne sono sicuro.- dice Tommy sottovoce nel mio orecchio. Quando il mio migliore amico mi lascia andare, è Sara ad avvicinarsi per chiedermi spiegazioni. 
-Cosa cazzo è successo?- chiede furiosa. Ormai tutta l'attenzione è su di me: hanno delle domande e vogliono delle risposte.
Se sapessi chi l'ha presa, giuro che lo ucciderei con le mie stesse mani.
-Vi lascio soli.- dice mia madre salendo le scale di casa. 
Guardo Caitlin che ha gli occhi gonfi, Iris che sembra essere sconvolta e Barry Allen che come me, vorrebbe esplodere come un vulcano per la rabbia.
Poi il mio sguardo si posa su Ray Palmer che è rimasto in silenzio e in disparte dietro gli altri.
Le cose tra di noi sono iniziate con il piede sbagliato, ma questo non significa che noi non potremmo mai diventare "amici".
-Era con me quando Iris mi ha avvertito di Felicity... siamo venuti sperando di poter dare una mano.- dice Barry come se volesse giustificarmi.
-Barry non mi devi spiegazioni.- dico avvicinandomi a Ray per porgergli la mano. -Grazie di essere venuto.-
Felicity mi ha sempre detto che Palmer è un genio con i computer. Forse anche più di lei.
-Cos'hai tra le mani?- chiede Ray stringendo la mia mano tesa.


-L'hanno rapita davanti alla Queen Consolidated. Ha preso la macchina di Thea per raggiungermi e dirmi l'identità del quinto uomo che probabilmente aveva partecipato all'irruzione di azienda due giorni fà.- spiego una volta che ci siamo tutti messi comodi in salotto. 
-Il suo cellulare?- chiede Ray essendo pratico di tecnologia.
-Spento. Da qualche ora.-
Lo guardo sperando che capisca la mia richiesta silenziosa. Lui mi guarda a sua volta, ma con un'aria interrogativa.
-Cosa vuoi che faccia?- chiede Ray a voce alta. Nessuno si era accorto del nostro gioco di sguardi. Infatti quando Palmer parla a voce alta, le ragazze lo guardano perplesso. Prima di parlare, mi guardo intorno sperando che non ci siano nè agenti, ne poliziotti, nè i miei genitori in giro. 
-Il computer con il quale ha lavorato è là.- dico indicandogli con un cenno del capo il tavolo di legno. -La polizia l'ha già analizzato senza capirci niente. Trova tutto  quello che puoi ma non farne parola con nessuno.- dico guardando tutti soprattutto Sara e Laurel riferendomi agli agenti che sono in giro per casa. 
-Ollie perchè non vuoi coinvolgere la polizia?- chiede mia sorella al mio fianco.
-Non possiamo vedercela noi, Ollie. E' troppo rischioso.- dice Laurel. 
-La polizia non è riuscita a fare niente in queste ultime 48 ore. Ci è riuscita una ragazza laureata a Yale con un semplice computer.- dico freddo sperando che gli
altri capiscano il mio punto di vista. -Avvertiremo la polizia nel momento in cui sapremo la posizione esatta di Felicity. Ma per ora, cerchiamo solo di capire dove sia prima che sia.....-
Non riesco a portare a termine la frase. Ray senza dire niente si alza e si mette al lavoro, cercando a fondo nel computer le ultime ricerche effettuate da Felicity.
Raisa la nostra domestica, si offre di preparare da mangiare per i nostri ospiti nonostante siano le 11 di sera. Io le chiedo solo un caffè visto che  di sicuro farò un'altra notte in bianco.
Mi avvicino a Ray, e mi siedo accanto a lui per osservarlo lavorare. Mi sembra di rivedere Felicity.
Mi domando perchè lei abbia scelto me: Ray è intelligente, lui e Felicity hanno tante cose in comune. Forse se lei fosse stata con lui, a quest'ora sarebbe nel suo letto a dormire sonni tranquilli.
-Non ti incolpare.- dice Ray riportandomi sulla terra.
-Cosa?- chiedo confuso.
-Non è colpa tua... poteva succedere a chiunque di loro.- dice indicandomi con uno sguardo il resto dei ragazzi seduti in salotto. 
-Io.... dovevo stare più attento. E se le succedesse qualcosa?- chiedo retorico.
-Troveremo il modo di fargliela pagare.- dice lui serio senza una minima ombra di paura nella voce.
Non ho il tempo di rispondergli, che il mio telefonino inizia a suonare. E' a pochi centimetri da me, ma da lontano riesco a vedere la foto che ho impostato per il suo contatto ogni qual volta che mi chiama.
Quella foto l'abbiamo scattata a Las Vegas. E' la nostra prima foto insieme.
-E' Felicity.- dico facendo saltare tutti.
-Trattienila il più possibile al telefono,cerco di rintracciarla.- dice Ray digitando qualcosa sul computer.
-Amore?- chiedo rispondendo alla chiamata.
-Oh ma che dolce.... peccato che non sono Felicity.- dice una voce maschile.
-Dov'è Felicity?- chiedo furioso. Guardo gli altri che nel frattempo si sono avvicinati e sono tutti intorno al tavolo da pranzo.
-E' ancora viva... ma non per molto.-
-Chi sei?- chiedo non avendo ancora capito con chi sto parlando.
-Non l'hai ancora capito?- chiede divertito. -Sapevo che non eri intelligente ma non fino a questo punto. Mi chiedo come abbia fatto Felicity a sceglierti.-
Mi si gela il sangue. Ora ho capito.
Ora so chi c'è dietro a tutto questo e perchè Felicity sembrava cosi spaventata quando ha riconosciuto il quinto uomo.
-Cooper?- chiedo perplesso. Sottocchio vedo Sara e Caitlin sussultare quando sentono questo nome.
-Ci sei arrivato Queen.- dice sogghignando.
In sottofondo sento dei lamenti indistinti. Sono sicuro che si tratti di Felicity.
-La tua fidanzata si è svegliata....scusa ma devo andarmi a divertire un pò con lei.- dice attaccando.
-Non ti azzardare a farle del male, bastardo!- urlo sperando che non abbia chiuso la chiamata. -Cooper? Cooper?-
Quando dall'altro lato non sento niente,  butto il cellulare per aria e sbatto i pugni sul tavolo.

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Capitolo 17
*** Ferro zincato ***


Oliver's POV

-Almeno sappiamo chi l'ha presa.- dice Barry quando le acque si sono calmate. Riceve un'occhiataccia da me e Ray zittendosi di colpo.
Vedo Sara e Caitlin molto più preoccupate rispetto a noi altri, che parlano sottovoce come se avessero qualcosa da nascondere.
-Cosa c'è?- chiedo curioso notando tutto questo mistero.
-Ah? Niente.- dice Sara sussultando per lo spavento quando sente la mia voce.
-Non ti credo. Cosa c'è, Sara?- chiedo di nuovo questa volta avvicinandomi a lei. Lei e Caitlin si guardano per alcuni secondi, poi la fidanzata di mio cugino annuisce silenziosamente.
-Quando Felicity, ha iniziato a frequentare Cooper...- Sara inizia a raccontare poi si blocca di colpo. -Non dovremmo dirlo.- dice sottovoce a Caitlin.
-Cosa Sara? Continua dannazione!- dico innervosito da questo suo comportamento.
-Felicity un paio di volte è tornata a casa con dei brutti lividi sul braccio.- dice Caitlin attirando l'attenzione su di sè.
Che cosa?
No, non può essere.
Non può averla toccata. Non può averle fatto del male.
Perchè non mi ha mai detto niente?
-Lei ci ha sempre detto delle palle, per non farci preoccupare ma noi pensiamo che lui....-
-La picchiasse?- chiede Laurel inorridita interrompendo la sorella. -Che schifo.- sussurra sconvolta. 
La rabbia dentro di me continua a crescere, e il desiderio di fargliela pagare a quel lurido bastardo ormai ha raggiunto le stelle. 
-E se le avesse già fatto qualcosa?- chiede Caitlin piangendo silenziosamente prima che Ronnie si avvicini a lei e la abbracci.
-Ray?- chiamo a voce alta, avvicinandomi di nuovo a Palmer per vedere se ci sono progressi.
-So che è illegale, ma a questo punto, conoscendo l'identità di Cooper , ho hackerato le videocamere della città e ho dato via ad una ricerca di riconoscimento facciale per vedere i suoi ultimi spostamenti.- 
-Riconoscimento facciale?- chiede Barry avvicinandosi a noi. -Quello che usa l'FBI?-
-Mmmm.... si. Ovviamente non ho hackerato il sistema dell'FBI visto che non voglio andare in carcere, ma .... mi sono limitato ad hackerare quello della polizia di Starling City.- dice Ray imbarazzato.
-Puoi hackerare anche i computer di babbo Natale non mi interessa.- dico serio. -Trovami quel bastardo.-


La nottata trascorre senza notizie nè chiamate.
Ray ed io siamo ancora svegli, mentre le ragazze verso le 5 si sono appisolate sul divano per recuperare qualche ora di sonno. Tommy e Ronnie stanno preparando del caffè per tutti, per distrarsi un pò. 
Palmer dopo tutta la notte, ha isolato dei fotogrammi delle videocamere della città, ricostruendo gli ultimi spostamenti di Cooper. Io sono con una cartina a cerchiare i vari punti e a tracciare con delle linee il percorso che Cooper ha fatto con la macchina.
-Dovrebbe essere nelle zone di The Glades. Dopo che ha rapito Felicity, non ci sono più sue tracce.-
The Glades è un quartiere immenso. E' come cercare un ago in un pagliaio.
-Anche se volessimo controllare, ci vorrebbero giorni per setacciare ogni angolo della città. Il tempo è l'ultima risorsa che abbiamo.- dico scoraggiandomi ancora di  più.
Mio padre e mia madre, hanno ingaggiato degli investigatori per cercare di ottenere informazioni su Felicity in un altro modo. Sperano che attraverso delle conoscenze,  non del tutto raccomandate, possano scoprire dove Cooper tiene nascosta la mia fidanzata.
Mio padre si sente terribilmente in colpa. Mia madre è mortificata dell'accaduto e da ieri non fa altro che prepararsi un discorso su cosa dire a Donna, la madre di Felicity, che sta per arrivare da Las Vegas con il primo volo.
Nonostante non sia colpa loro, capisco come mai si sentano cosi colpevoli: hanno tanti mezzi per proteggere le persone che amano, e non sono riusciti a proteggere una ragazza di 22 anni che ora è nelle mani di un pazzo schizzato.
-Che mi dici del suo cellulare? Non sei riuscito a rintracciarlo?-
-Ha attaccato quasi subito, ma in base alle cellule telefoniche che ha agganciato...- Ray mi prende la penna che avevo tra le mani e disegna un cerchio quasi perfetto nella zona che ci interessa. -Dovrebbe essere in quest'aria.-
Noto subito che nell'aria da lui indicata, c'è la vecchia fabbrica della Queen Consolidated. Da piccolo giocavo spesso li, ma poi per motivi ambientali, la fabbrica è stata chiusa e da allora abbandonata.
-Ci hai mai avuto a che fare? Intendo con Cooper.- chiedo sperando di capire qualcosa in più di questo ragazzo per me sconosciuto.
-Sono arrivato da pochi mesi a Yale, e gli unici amici che ho siete voi.-
Mi guarda stranito come se avesse detto chissà cosa, e si corregge subito.
-Non che io e te siamo amici, chiariamoci. Cioè, chissà in un futuro lontano potremmo anche esserlo...-
-Ray, ho capito.- dico interrompendolo. Lui e Felicity hanno la stessa parlantina. Chissà se sono parenti alla lontana.
-Giravano delle voci però al campus su di lui... si diceva che spacciava droga negli spogliatoi e alla feste. Ma non so se è vero.-
Potrebbe averla drogata. Chissà, forse anche picchiata e peggio ancora violentata. Scaccio dalla mente questa atroce idea.
Sono affacciato al terrazzo di villa Queen, dove Felicity ed io al compleanno di Thea ci siamo baciati con passione.
 Cerco di pensare a qualcos'altro  ma è difficile distrarsi, quando sai che la donna che ami è nelle mani di un pazzo pronto a tutto per vendicarsi di un torto subito.
Mai e poi mai, lo avrei detto, ma mi sento terribilmente in colpa: se non avessi lasciato Felicity seguirmi, a quest'ora non starei patendo le pene dell'inferno.
Probabilmente se Felicity ed io non ci fossimo conosciuti, lei starebbe con Palmer ora.
O peggio ancora con Cooper. 
E se è vero che ha subito delle violenze da lui? E se è vero che la picchiava e lei mentiva alle ragazze per non farle preoccupare?
Probabilmente, le faceva del male e poi la ricattava cosi che non potesse dire niente in giro.
-Oliver?- mi chiama Laurel aprendo la finestra che da sul terrazzo sul quale ero uscito per riflettere. -Devi vedere questo.-


Quando sono rientrato in salotto, ho trovato tutti intorno a Palmer intenti ad osservare il computer. 
-E' arrivato questo video sul tuo telefonino inviato dal contatto di Felicity. L'ho trasferito sul computer.- dice Ray premendo play.
Il video mostra un luogo quasi al buio, con rare zone illuminate da quella che sembra la luce del sole. La risoluzione del video è pessima, e questo altera al massimo la possibilità di capire dove si trovino. Ray man mano che il video va avanti, isola dei fotogrammi per cercare di schiarire le immagini e renderle più chiare.
A primo impatto sembra essere un luogo molto ampio e con grandi soffitti. 
-Andiamo Felicity, non vuoi salutare i tuoi amici? Non vuoi salutare Oliver?- chiede Cooper alzando il viso della donna che amo mostrandomelo sporco di sangue e con un livido violaceo sotto li zigomo.
-Oddio.- sussurra Caitlin inorridita. 
Felicity sembra stanca. Gli occhi sono aperti, e quasi persi nel vuoto. 
L'avrà sicuramente drogata. 
-Chiedo scusa ai nostri telespettatori, ma Felicity non ha avuto modo di prepararsi per questi video d'addio. E' legata!- dice Cooper sogghignando e mostrando un inquadratura più ampia di Felicity seduta  su una sedia con i polsi e le caviglie legate. 
Felicity sussurra qualcosa di incomprensibile che non riusciamo a sentire. 
-Cos'hai detto? Non ho sentito bene?- chiede Cooper furioso riavvicinandosi a lei. Capisco dal suo tono che ciò che ha detto Felicity non gli è piaciuto.
-Sei solo uno stronzo.- ripete Felicity questa volta a voce più alta ricevendo uno schiaffo in pieno viso da Cooper.  
-Cazzo!- urlo sbattendo i pugni sul tavolo facendo spostare anche il pc. Non riesco a sopportare che qualcuno le faccia del male. Vederla ferita e non poter fare niente, mi fa sentire impotente. 
-Non posso guardare.- dice Laurel alle mie spalle che si allontana scossa.
-Perchè non mi uccidi? Hai un'arma usala.- dice Felicity rialzando il viso e sorridendo leggermente. 
-Hai molta fretta di morire. Pensavo che ti piacesse stare con me.- dice Cooper prendendole il viso tra le mani per darle un bacio con la forza. Quando si separa, Felicity gli sputa in faccia un pò di sangue misto a saliva.
-Sono legata a questa sedia da non so quanto. Come può piacermi una cosa del genere?-  chiede retorica.
Lo provoca. Ogni cosa che dice lo fa incazzare ancora di più.
-Con Oliver non li fai questi giochini? Tranquilla, nel prossimo video insegnerò un paio di trucchetti al signor Queen per migliorare la sua vita sessuale. Per la prima volta capirà cosa significa far urlare una donna per il dolore.-
Mi si gela il sangue e mi si ferma il cuore. Non riesco neanche a respirare.
-Vuoi fare un video qui? In mezzo a questo magazzino abbandonato tra polvere e lamiere di ferro zincato?- chiede Felicity rispondendogli a tono.
Cooper ignora completamente le sue parole e sposta la telecamera del cellulare cosi da riprendere solo se stesso.
-Mi divertirò anche per te, Oliver. Puoi giurarci.- 
Il video finisce cosi. Finisce con la faccia di quello stronzo che mi promette di divertirsi con la mia fidanzata. 
Le mie mani sono strette intorno al bordo del tavolo di legno e fanno abbastanza pressione da ridurmi le nocche di colore bianco per via della circolazione.
Inclino la testa cercando di riprendere la lucidità che ho perso guardando quelle scene strazianti. 
-Perchè diavolo lo provoca se sa che poi la picchia?- chiede Sara nervosa girando per il salotto come una trottola. -Dio, appena la rivedo devo dirgliene quattro.-
Nonostante la situazione, non posso non ridere. Sara non ha mai perso la speranza, ne la forza di agire. 
Con un qualunque problema, cosi come Laurel, ha sempre cercato di risolvere la cosa da sè, senza interpellare nessuno neanche i suoi genitori o peggio ancora suo padre.
-Vuole farci sapere che non smette di combattere, ecco perchè.- dice Ray sicuro di sè. -Non ha intenzione di piangere o farsi vedere abbattuta. In fin dei conti conosce Cooper e probabilmente sa fino in fondo che non le farà del male.-
-Questo non possiamo saperlo, Ray. Hai visto come l'ha ridotta?- chiedo a voce un pò troppo alta essendo furioso. 
-Hey, calmiamoci ora.- dice Laurel prendendo la parola.
-Calmarmi? - chiedo arrabbiato. -La mia ragazza è nelle mani di un pazzo che minaccia di violentarla in un....-
Mi blocco di colpo e ripenso alle parole di Felicity.
Come l'ha definito? Magazzino abbandonato con lamiere di ferro?
-Cosa c'è?- chiede Ronnie vedendomi silenzioso con la mano sospesa per aria.
-Ci ha dato un indizio.- dico sottovoce capendo tutto. -Rimetti il video. Nel punto in cui Felicity descrive il magazzino.-
Ray fa come gli dico e dopo qualche secondo, sullo schermo del computer ricompare l'immagine di Felicity. 
In mezzo a questo magazzino abbandonato tra polvere e lamiere di ferro zincato?
-Ci ha dato un indizio.- dico a voce alta. -Felicity ci ha dato un indizio per trovarla!-
-Di che parli, Oliver?- chiede Tommy senza capire.
-Il posto dove si trova è un magazzino abbandonato. Felicity intorno a lei ha visto lamiere di ferro zincato. Il ferro zincato è....-
-Un materiale tossico, altamente nocivo.- dice Barry interrompendomi.
-Esatto.- dico facendo il giro del tavolo per ritornare ad osservare la cartina della città. -Ray, controlla se ci sono fabbriche in città che utilizzavano questa particolare sostanza.-
Ray inizia a digitare qualcosa sul computer, avviando la ricerca.
-Ci sono. In passato due operai sono morti essendo stati in contatto con questa sostanza per più di un anno. Dopo una lunga causa, la fabbrica ha chiuso i battenti e ha risarcito le famiglie delle vittime.-
-Qual'è la fabbrica?- chiede Sara mettendosi dietro di Ray. 
-Oddio.- dice Ray alzando lo sguardo verso di me. - Queen Consolidated. Nel quartiere di The Glades.-


-Avete indagato da soli per tutto questo tempo? Ma cosa diavolo vi è passato per la testa?-
Come da piano, abbiamo chiamato il capitano Lance per avvisarlo di aver individuato la posizione di Felicity. 
A lui, si sono aggiunti mio padre e mia madre che quando hanno saputo la cosa, mi hanno iniziato a fare la predica. In realtà solo mia madre si è lamentata, mentre mio padre mi guardava con uno sguardo fiero.
- Non solo avete scoperto il nome del rapitore, ma ci avete anche parlato a telefono... - scuote la testa ridendo. -Senza dirmi niente! Come diavolo pensavate di agire?-
-Papà calmati.- dice Laurel avvicinandosi a lui. -Ti abbiamo avvertito una volta avute tutte le informazioni necessarie per muoverci. Ora che sappiamo dov'è dobbiamo agire prima che sia troppo tardi.-
Quentin Lance sbuffa sedendosi sul divano accanto a mia madre e a Sara.
-Dobbiamo creare un piano. La fabbrica è molto grande, non sappiamo dove questo Cooper tenga Felicity in ostaggio. Per prima cosa ci serviranno delle planimetrie dell'edificio.-
Lance guarda mio padre affinchè possa avere i fogli di cui ha bisogno. Ovviamente sapendo che quelle piantine, sono in ufficio alla Queen Consolidated, ho chiesto a Ray si scaricarle.
-Ecco a lei, detective Lance.- dice Ray porgendogliele sorridente.
Il padre di Sara e Laurel guarda Palmer perplesso. Ha capito tutto, ovviamente.
-Lei è un hacker?-
-Mi piace più definirmi un tecnico informatico...- dice Ray imbarazzato. -Mi dispiace aver hackerato il server della Queen Consolidated signor Queen ma era importante.-
-Non ti preoccupare Ray... ci sono abituato dopotutto.- dice mio padre facendo sorridere tutti.
Lance apre la planimetria dell'edifico sul tavolino davanti ai divani e studia le vie d'ingresso e d'uscita. Dopo qualche minuto anche grazie all'aiuto di mio padre che gli illustra alcune possibili via di fuga, Lance propone qualcosa. 
-L'unica soluzione sarebbe circondare l'edificio e fare irruzione.-
Cosa? No. Non se ne parla.
-Non se ne parla.- dico serio parlando per la prima volta dopo il suo arrivo.
-Oliver, è la soluzione migliore.- dice mia madre cercando di convincermi.
-Mai e poi mai la polizia farà irruzione in quel posto, sapendo che Felicity è nelle mani di un pazzo.- 
-Abbiamo un'altra soluzione?- chiede Tommy inginocchiandosi davanti al tavolino per osservare la piantina. 
-La soluzione migliore sarebbe avere una visuale termica dall'alto dell'edificio... ma la polizia non dispone di queste attrezzature.- risponde Lance.
-Chi le possiede?- chiede Caitlin. 
-FBI, CIA, Interpool.-
Guardo Ray che annuisce senza pensarci due volte.
-Nono, non pensarci neanche.-dice Sara alzandosi per avvicinarsi a Palmer. 
-Sara non ho altra scelta. Posso farcela.-
Tutti i presenti capiscono a cosa Ray si riferisca. In fin dei conti ha hackerato il server di una città intera... forse farlo con il database e le risorse dei federali sarà più difficile e nettamente più pericoloso.
-Non se ne parla. Non te lo lascerò fare.- dice Sara guardandolo fisso negli occhi.
Ma cosa diavolo le prende? Da quando in qua è cosi premurosa con Ray?
-Lo farò io.- dice mio padre attirando l'attenzione di tutti.
-Senza offesa Robert, ma non sai neanche accedere un computer figuriamoci hackerare un sistema federale.- dice mia madre.
-Ho un amico alla CIA. Mi deve un favore.- dice mio padre alzandosi e prendendo il telefono dalla tasca dei pantaloni per fare una telefonata.
Improvvisamente, il mio cellulare inizia a suonare avvisandomi di una chiamata. 
Di nuovo sullo sfondo del cellulare, compare la foto di me e Felicity.
-E' lui.- dico guardando tutti.



 

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Capitolo 18
*** Salvataggio ***


Felicity's POV

-Tieni, come da richiesto ecco il tuo ultimo desiderio.-
La testa mi fa male e mi scoppia. Ho un dolore lancinante alle tempie come se mi avessero messo degli spilli.
I polsi e le caviglie mi bruciano visto che sono legata da circa due giorni a questa maledetta sedia con del semplice spago da cucina. Fino a qualche ora fa, avevo anche dello scotch sulle labbra per stare zitta.  Il sapore del sangue , ormai è l'unica cosa che sento in bocca.
Non ricordo granchè di quello che è successo: ero appena arrivata alla Queen Consolidated, quando qualcuno mi ha preso da dietro e mi ha addormentato con un fazzoletto bianco pieno di etere. Non sono sicura che fosse etere, ma a questo punto una parte di me lo spera.
Al campus giravano delle voci strane su Cooper. Ovviamente le ho sempre ignorate pensando di conoscerlo.
Ma ora, non so se la persona che ho davanti è la stessa con la quale mi sono frequentata per delle settimane. 
Nei pochi momenti di lucidità, visto che molto spesso mi ha colpito in faccia con degli schiaffi, ho cercato di capire dove mi trovassi, cosi da inviare degli indizi ad Oliver che sicuramente mi starà cercando.
Cooper mi porge il telefono e lo mette in modo da bloccarlo tra l'orecchio e la spalla.
-Oliver?- chiamo senza forze. 
-Felicity?- dice Oliver tirando un sospiro di sollievo. -Amore, stai tranquilla andrà tutto bene.-
Non andrà tutto bene. Non quando Cooper sta bevendo alcool su alcool mischiato a delle stupide pasticche colorate. 
Sicuramente si starà drogando per eliminare la tensione dal suo corpo, e questo per me, non promette nulla di buono. Tutti sanno che quando si fa uso di alcolici e droghe, il sistema nervoso non risponde poi cosi bene ai segnali del cervello. E' come se si inviassero impulsi sbagliati percependo la realtà in maniera completamente diversa.
-Ha una pistola Oliver.- dico osservando l'arma tra le mani di Cooper. 
-Felicity, devi stare calma. Sto arrivando ok?- chiede sperando di calmarmi.
Invece di calmarmi, le sue parole non fanno altro che farmi cedere. 
Cedo perchè sto morendo di paura: ho paura di non rivedere più mia madre. Dio, in questo momento pagherei per uno dei suoi consigli o per uno dei suoi abbracci che mi dava quando ero bambina.
Ho paura di non rivedere le ragazze: sapere di non potergli dare più consigli sull'amore o sul college, mi provoca un blocco allo stomaco e mi fa mancare l'aria.
Ma la cosa che mi fa più paura è non poter rivedere più Oliver: il suo sorriso, i suoi occhi, sentire il suo profumo, sentire le sue braccia intorno al mio corpo, le sue labbra sulle mie.
In queste ore, ho immaginato tanti scenari  ipotizzando come sarebbero andate le cose. 
La maggior parte delle volte però, tutto questo finisce con una pallottola conficcata nel mio cuore e Oliver che mi culla tra le sue braccia. 
-Non so come andrà a finire questa storia e so che non è il momento migliore ma, devo dirti delle cose.- dico mentre sul mio viso iniziano a scendere le prime lacrime.
-Devi dire a mia madre che le voglio bene. E che mi dispiace averla sempre giudicata. E' stata la migliore madre del mondo.-
Quante volte l'ho insultata solo perchè non poteva permettersi qualcosa che desideravo davvero? Quante volte l'ho giudicata per aver fatto scelte sbagliate in campo maschile?
Tiro un grande respiro e continuo.
-Devi chiedere scusa alle ragazze perchè avevamo fatto un giuramento. Dovevamo laurearci tutte lo stesso giorno e lo stesso anno, ma....dille che gli voglio bene, ok?-
Ricordo ancora il nostro primo anno a Yale. Eravamo entusiaste di essere entrate in un college cosi prestigioso che per i primi mesi evitammo di studiare. Caitlin,  la saggia del gruppo, si interstandi' e un giorno ci chiese di fare una promessa: quelle di laurearci tutte quante lo stesso giorno e lo stesso anno.
Era una scusa per farci studiare, e se non fosse stato per lei, nonostante sia una ragazza con la testa sulle spalle, chissà dove sarei ora. 
Sento dei rumori strani dall'altro lato del telefono, ma evito di chiedere spiegazioni. Non so ancora per quanto tempo Cooper mi lascerà parlare con Oliver.
Lo guardo per un secondo, notando che si sta avvicinando minacciosamente. La pistola che prima era sospesa nell'aria, ora è tesa contro la mia testa. 
Chiudo gli occhi permettendo alle lacrime di scendere senza ritegno. 
-Felicity..?- mi chiama Oliver visto che non parlo da un pò.
-Ti amo. So che non è il momento migliore ma potrebbe essere l'unico, quindi..-
Cooper mi tira con forza il telefono da vicino all'orecchio e chiude la chiamata. 
-Mi dispiace, Felicity.- dice sottovoce prima di mettere il dito sul grilletto. Chiudo gli occhi di nuovo, sperando che tutto questo avvenga velocemente.
Non voglio soffrire, ho già sofferto abbastanza visto che mi ha picchiato per due giorni senza sosta. Non voglio che mia madre veda il mio corpo. Cooper mi ha ridotto abbastanza male, e credo di avere anche qualche costola rotta per via dei calci allo stomaco. 
Ma sono fortunata, perchè almeno non mi ha toccata. Non in quel senso, almeno.
Sento il rumore di uno sparo in lontananza e il rumore di un vetro che si rompe.

Sono morta? 
E' questo che si prova quando si muore?
Pensavo di non sentire nulla e invece, sento ancora il mio cuore galoppare nel petto a una velocità mai provata prima.
Sento dei passi in lontananza e degli spifferi d'aria che mi fanno venire la pelle d'oca essendo a mezze maniche. Quando cerco di aprire gli occhi, delle luci bianche quasi non mi accecano.
Sposto lo sguardo verso il pavimento e vedo una pozza di sangue ai miei piedi e un corpo senza vita.
Perdo i sensi prima di potermene accorgere.


Oliver's POV

Siamo in ospedale. Seduti ormai da due ore su delle sedie scomodissime a bere caffè che sembrava essere sciacquato con acqua calda.
Mio padre e mia madre, in compagnia di Donna la madre di Felicity, stanno parlando con il detective Lance per discutere di alcuni problemi che sono sorti durante l'irruzione all'ex fabbrica della Queen Consolidated. 
Non era previsto ciò che è successo: il piano era entrare e portarli fuori entrambi. Vivi.
Ma non è stato cosi. La paura di perdere Felicity è stata tale, da costringere un agente della polizia a sparare e prendere Cooper in pieno petto.
Quando sono arrivato, e ho sentito lo sparo, ho fatto di tutto per poter entrare dentro e raggiungere Felicity. Ma i ragazzi mi hanno bloccato spingendomi dalla parte opposta rispetto all'entrata.
Sono stati attimi strazianti, attimi dove il mio cuore ha smesso di battere. Fin quando dei paramedici, non sono usciti con una barella e su di essa c'era Felicity priva di sensi.
Sono riuscito solo a toccarle di sfuggita la mano prima che la caricassero sull'ambulanza e la portassero al Starling General Hospital.
Nonostante le lamentele di Donna, mio padre ha pagato una camera privata e ha chiamato il  nostro medico di famiglia affinchè non le manchi niente. 
Nella mia mente si susseguono vari flash di lei con il viso sporco di sangue, con lo zigomo gonfio, le occhiaie per la stanchezza, sporca di polvere visto il luogo dov'è stata rinchiusa per giorni...
Thea si siede accanto a me e inizia ad accarezzarmi i capelli. Ormai è da quando siamo arrivati che non ho detto una parola. Mi sono solo alzato per abbracciare Donna poi sono ritornato al mio posto.
Siamo tutti qui ad aspettare sue notizie. 
Vuoi un riscatto? Dimmelo. Ti darò tutto quello che vuoi, ma non farle del male. 
Le mie gambe si alzano da sole nel momento in cui vedo uscire il medico che si sta occupando di Felicity. Tutti lo accerchiamo contemporaneamente per avere notizie.
-Cosa sta la mia bambina?- chiede Donna. Le metto un braccio sulle spalle e la abbraccio.
-Lei sta.... bene.- dice il medico un pò titubante aprendo la cartella medica. -Ha una costola inclinata e molti lividi sul ventre. Le abbiamo fatto una TAC e per fortuna  non ha subito nessuna commozione celebrale ma non posso escludere che nei prossimi giorni potrebbe avere problemi di memoria.-
Gira un foglio e continua ad aggiornarci.
-Le abbiamo fatto delle analisi, rivelando nel sangue tracce di una droga leggera che di solito si somministra prima di un abuso sessuale.-
Donna scoppia a piangere e istintivamente la stringo più forte a me.
-Abbiamo fatto dei controlli ma per i risultati bisognerà aspettare... in giornata vi farò sapere se ci sono novità.-
Il medico si congeda da noi, ma prima che ciò accada mio padre lo chiama in disparte. Vedo il dottore scuotere la testa quindi deduco che mio padre gli abbia chiesto se c'è stato qualcosa da fare per Cooper.
-Il dottore ha detto che possiamo entrare a vederla, ma due alla volta e nel massimo silenzio.- dice mio padre dandomi una pacca sulla spalla.
Le prime ad entrare sono Donna e Sara. Tutti hanno insistito affinchè entrassi io per primo, ma ho rifiutato. Non so cosa mi aspetti là dentro, ma non sono pronto a vederla.
Dopo un quarto d'ora, escono e danno il cambio a Iris e Caitlin. Laurel è rimasta a casa con Thea, promettendole di venire domani a trovare la piccola Smoak.
Donna viene ad abbracciarmi e a piangere contro il mio petto.
-Starà bene. Nessuno può farle più del male.- dico cercando di tranquillizzarla.
-Il dottore ha suggerito una visita psichiatrica visto quello che ha subito.... e se non fosse la nostra vecchia Felicity?- chiede asciugandosi le lacrime dopo aver sciolto l'abbraccio.
-Non sarà più la Felicity di una volta... sarà una persona migliore.- 
Dopo che sono entrati i ragazzi e i miei genitori giusto per un saluto veloce, tocca a me. Ho suggerito a Donna di andare a villa Queen, per fare una doccia e cercare di riposare un pò.
Ho chiamato John Diggle la mia guardia del corpo, affinchè faccia la guardia insieme ad alcuni agenti di polizia al piano dov'è ricoverata Felicity.
Percorro un lungo corridoio, arrivando davanti alla sua porta aprendola lentamente. Quando la vedo, li in quel letto enorme, mi sembra più piccola di quanto la ricordassi.
Indossa un camice bianco, è stesa sotto le coperte dell'ospedale e ha vari cuscini sotto la testa cosi da non farle sentire dolore al ventre per la costola inclinata.
Ci sono dei fiori e dei palloncini con su scritto Pronta guarigione, Smoak.
Chiudo la porta alle mie spalle, guardandomi intorno, vedendo una poltrona quasi di fronte al letto dov'è la mia ragazza. La alzo senza nessuno sforzo, e la metto affianco al letto per poi sedermi.
Il viso è stato pulito dal sangue, rivelando un brutto livido sullo zigomo e delle occhiaie da far paura.
Eppure nonostante tutto, resta sempre bellissima.
Le prendo la mano e la stringo tra le mie, beandomi del calore umano che il suo corpo produce. Calore che indica che è ancora viva.
-Mi hai spaventato a morte lo sai Smoak?- chiedo  rilasciando delle lacrime che ostinavo a trattenere da giorni. -Sono tutti qui, lo sai? E' venuto anche Ray, per darci una mano a trovarti. Se non ci fosse stato lui, probabilmente non ti avremmo mai trovata.-
Ora che ci penso non l'ho ancora ringraziato. Ha lavorato per non so quante ore senza fare una pausa mettendosi anche nei guai visto che ha hackerato più volte il database della polizia di Starling City.  
-Ora vedi di svegliarti presto, che non appena i medici ci diranno che sei pronta, dobbiamo ritornare a Yale... dobbiamo laurearci.-
Attraverso un vetro vedo John passare per il corridoio prima di aprire la porta della camera dove mi trovo.
-Hey.- dice entrando chiudendosi la porta alle spalle. -Come sta?-
-Dorme. Il medico dice che si rimetterà.-
-Posso portarti qualcosa? Un panino, un caffè...?-
-No non voglio niente John. Non ho molto appetito.-
Annuisce per poi riavvicinarsi alla porta quando nella stanza si sente una terza voce.
-Io vorrei un panino....Dio, ho una fame.- dice con la voce impastata dal sonno.
Mi alzo in piedi quando la sento stringere la mia mano e aprire gli occhi debolmente. Accenna un sorriso che mi fa scoppiare a ridere di gioia.
Sta bene, è qui.
E soprattutto ha fame. Ora la riconosco.
-Ciao.- dico dandole un bacio sulla fronte. -Come ti senti?-
-Mmm... ho sete.-
-A questo si può rimediare.- dico versando dell'acqua in un bicchiere per poi porgerglielo con una cannuccia.
-Ho dolori dappertutto.- dice toccandosi il ventre per poi sussultare dal dolore.
-A questo non c'è rimedio.... mi dispiace.-
-E ho fame. Dio, ho voglia di quel panino che mangiammo in centro....come si chiama.... Burger Bully?-
-Big Belly Burger.- dice John avvicinandosi di nuovo al letto. 
-Salve Diggle.- dice Felicity.
-Di cosa ha voglia signorina Smoak?- chiede cordiale il mio amico di colore.
-John non credo che possa mangiare quel.....-
-Allora, un doppio panino con hamburger e formaggio. Una porzione di patatine con doppia maionese. Quel fantastico gelato con i biscottini e il ciccolato fuso, e infine una diet coke. Sa, per mantenere la linea.- dice interrompendomi dando una vera e propria lista della spesa.



Dopo pranzo, dopo la mia chiamata per avvisare che Felicity era sveglia, tutti si sono presentati in ospedale per salutarla.
Donna è stata la prima a lanciarsi sulla figlia per riempirla di baci. Poi è stato il turno delle ragazze.
-Non piangere Lance.- dice Felicity vedendo la guance di Sara rigate dalle lacrime. -Sto bene.-
Dopo Barry, Tommy e Ronnie è il turno di Ray il quale le da un bacio sulla fronte ringraziandola degli indizi che ci ha dato affinchè potessimo trovarla.
-Sei stata geniale, Smoak.- dice Tommy. 
-Sapevo che Oliver vi avrebbe chiamato e sapevo che saresti venuto anche tu, perciò....- dice Felicity rivolgendosi a Palmer.
Sapeva che sarebbe venuto? Io non lo avrei mai chiamato visto quello che è successo in passato.
-Sapevi che sarebbe venuto?- chiede Caitlin perplessa mentre è ancora abbracciata a Ronnie.
Felicity guarda Sara negli occhi come se volesse dirle qualcosa. La piccola Lance arrossisce di colpo poi sposta il suo sguardo su Ray.
-Solo uno stupido non se ne accorgerebbe.- dice Felicity rendendo le cose ancora più confuse. Ray che era di lato a Felicity, si sposta nella camera raggiungendo Sara.
-Io non lo avevo capito.- dice Tommy a voce alta intuendo tutto.
-Neanch'io in realtà.- dice Ronnie.
Io non ne avevo proprio idea ma preferisco tenermelo per me.
Ora capisco perchè Sara era contraria  che Ray hackerasse il database dei federali. Lo avrebbe messo a rischio e non poteva accettarlo.
Veniamo interrotti dall'arrivo di mio padre e mia madre. Quest'ultima è la prima ad avvicinarsi per dare un bacio sulla fronte a Felicity, mentre mio padre cerca di  abbracciarla in maniera un pò goffa.
-Ferro zincato, eh?- chiede mio padre divertito.
-In realtà avevo letto sui macchinari il logo della Queen Consolidated. Ma non potendolo dire... speravo che mi capiste anche cosi.-
-Io l'ho fatto.- dico sicuro di me. -Ovviamente non ci sarei mai arrivato senza l'aiuto di Palmer.- 
Ray mi guarda come se mi volesse ringraziare. Le cose tra di noi sono iniziate con il piede sbagliato ma chissà.... in futuro potremmo anche essere "amici."
Soprattutto ora che si è tolto dalla testa la mia ragazza le cose saranno più facili.
All'improvviso la porta della stanza di riapre, mostrandomi il detective Lance in compagnia di due agenti della polizia.  A grandi passi lo raggiungo e lo blocco prima che possa entrare.
So perchè è qui: di sicuro vorrà fare delle domande a Felicity ma in questo momento non mi sembra opportuno.
-Rimandiamo, Quentin.- dico sperando di convincerlo. Tutti mi guardano, compresa Felicity.
-Lo sai che non posso.... un ragazzo ha perso la vita, oggi. Devo farle delle domande.- dice sottovoce per evitare che qualcuno senta. 
So che non riuscirò a convincerlo . In fin dei conti, è uno degli uomini più cocciuti che abbia mai incontrato.
-Ad una condizione.- dico indicandogli con un cenno del capo i due gorilla alle sue spalle. -Devi entrare da solo.-
Se entrasse da solo, Felicity non vedrebbe la cosa come un vero e proprio interrogatorio visto che Quentin è il padre della sua migliore amica. 
-Noi ci vediamo dopo, ok Felicity?- chiedono retoriche le ragazze che rendendosi conto della situazione decidono di lasciarla sola. Escono tutte tranne i miei genitori,  Donna ed io.
-Come ti senti Felicity?- chiede Quentin dolcemente avvicinandosi al letto dov'è distesa Felicity. Istintivamente mi metto di fronte a lui e prendo la mano di Felicity tra la mia.
-Sto...bene.-
-Sai perchè sono qui, vero?- 
-Cooper è morto.- dice senza timore nella voce e con un tono dispiaciuto.
-So che è difficile, ma devi aiutarmi a far chiarezza sugli ultimi giorni, ti va?-


Felicity's POV

-Ero appena arrivata alla Queen Consolidated, quando qualcuno mi ha preso di spalle e mi ha stordito con un fazzoletto bianco. Da allora i ricordisono molto sfocati... cioè non si trattano di ricordi ma più che altro sensazioni. Mi sentivo chiusa come se fossi una bara, e vedevo delle luci rosse e bianche 
che si accendevano ad intermittenza irregolare.-
Ricordo di aver visto Oliver e Isabel. Lei che lo bacia e lui che non si scosta.
In queste ore pensavo fosse solo frutto della mia mente, ma non è cosi. E' successo davvero.
La testa mi scoppia. Di nuovo quella sensazione fastidiosa e dolorante come se avessi degli spilli nelle tempie.
Chiudo gli occhi cercando di ricordare altro. 
E proprio come se stessi sognando, le immagini mi appaiono davanti agli occhi.
-Poi ricordo di essermi svegliata nella fabbrica, e non riuscivo a muovermi visto che Cooper mi aveva legato polsi e caviglie.-
Ricordo che ho cercato di liberarmi. Mi sono guardata in giro e non vedendolo, ho cercato qualcosa che mi permettesse di slegarmi. 
Poi è arrivato.
-Mi ha dato uno schiaffo, e sono caduta a terra sbattendo la testa contro un oggetto di ferro. Aveva una bottiglia di alcool tra le mani, e puzzava di tequila, quindi ho capito che era ubriaco.-
Ricordo bene cos'è successo dopo. 
Cooper ha iniziato a camminare senza una metà poi si è riavvicinato a me e mi ha dato due calci nel ventre, facendomi urlare dal dolore. Istintivamente le mie mani finiscono entrambe li, dove qualche giorno fà, ho sentito le ossa rompersi. 
-Poi mi ha rialzato, mi ha tappato la bocca con dello scotch,e  ha iniziato a dire cose senza senso...-
Ha minacciato di fare del male a Thea. Mi ha detto che dopo avermi ucciso, sarebbe passata a lei. 
-I ricordi sono confusi... ero incosciente per la maggior parte del tempo, e quelle volte che mi svegliavo, lui prendeva il cellulare per fare un video ed inviarlo ad Oliver.-
La presa della mano del mio ragazzo si fa più forte facendomi istintivamente voltare verso di lui.
-Felicity, ti ha violentata?-
Una lacrima solitaria scende sul viso, facendo diventare improvvisamente Oliver bianco cadaverico. Lo guardo, e per un momento mi ritorna in mente la scena del suo bacio con Isabel.
Se non fossi stata li  lo avrei mai scoperto? E soprattutto perchè non si è scostato?
-Felicity?- mi chiama mia madre cercando di attirare la mia attenzione. 
Mi ha detto che lo avrebbe fatto. Mi ha detto più volte che era eccitato e che voleva farmi provare il dolore che mai nessuno aveva fatto in vita mia. 
-No.- scuoto la testa facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo. -No non mi ha violentata.-
Quentin si alza dal letto e saluta tutti prima di andarsene. Prima però che varchi la porta, gli chiedo chi provvederà al funerale di Cooper.
-Stiamo cercando di rintracciare qualche familiare.... -
-Non ha nessuno.- dico sicura di me conoscendo bene la sua storia. Me lo disse una delle prime volte che uscimmo insieme .
-I genitori sono morti quando aveva 8 anni ed è passato da una casa famiglia ad un'altra. Nessuno lo voleva, era un bambino troppo vivace.-
Mi si stringe il cuore quando pronuncio questa frase.
Non meritava di morire. Meritava di essere amato. 
Ovviamente avrebbe dovuto pagare, per quello che mi ha fatto e per quello che ha organizzato alla Queen Consolidated, ma non con la vita. La vita è preziosa.
Il detective Lance annuisce , poi esce dalla camera.
Mi asciugo le lacrime con un fazzoletto che mi offre la signora Queen, poi tutti escono dalla stanza lasciandomi sola con Oliver.
-Hey.- dice sedendosi sul bordo del letto accanto a me. -Stai bene?-
-Sono solo stanca... non dormo da giorni.- dico mentendo per non farlo preoccupare.
Alzo lo sguardo verso di lui e vedo i suoi bellissimi occhi azzurri circondati da occhiaie abbastanza profonde. La barba è lunga ma non troppo, i capelli in disordine.
-Devo dirti una cosa.- dice lui incredibilmente serio.
Ecco, ci siamo. Sta per scaricare la bomba.
-Riguarda Isabel. Mi ha baciato.-
Ero li quando ho visto la scena, ma fa comunque male sentire queste parole. Sono come una doccia fredda in pieno inverno.
-Mi ha chiesto di incontrarci con una scusa... mi ha baciato e in un primo momento..... non mi sono scostato.-
Smetto di guardarlo e abbasso la testa mortificata. In realtà sono più ferita che mortificata. Non ho nessuna colpa di ciò che è successo.
-Di' qualcosa.-
-Ti è piaciuto?- chiedo cercando di capire come mai quando si tratta di questa donna, Oliver sembra non mettere mai delle distanze appropiate tra loro.
-No, certo che no.- dice con un tono quasi schifato.
-Provi qualcosa per lei?-
-No. Io sono innamorato di te.-
-E allora spiegami Oliver, perchè non ti sei scostato?-  chiedo retorica.
-Io...non lo so.-
Non lo sa. Cosa cavolo significa che non lo sa?
-Ricordi cosa ti ho detto prima che Cooper chiudesse la chiamata?- chiedo sperando di non essermi sognata tutto.
Lui annuisce.
-Io sento davvero di amarti Oliver. E per questo motivo non mi sognerei di baciare un altro ragazzo. E tu dici di amarmi.... - 
Cerco di trovare le parole giuste per dirgli ciò che ho in mente.
-Forse devi ragionare se è questo quello che vuoi davvero dalla vita. Devi ragionare se sei davvero innamorato di me, se lo sei mai stato, se....-
Oliver mi zittisce facendo congiungere le nostre labbra per un bacio casto.
E' strano baciare una persona quando pensi che non la rivedrai più. Sento il suo profumo, il suo calore, le sue mani che pian piano risalgono lungo il corpo, per poter finire sul mio viso ed evitare di separarsi da me.
Tutte le mie barriere, cedono improvvisamente. Le mie mani finiscono tra i suoi capelli, assaporando a pieno questa bocca che mi è mancata cosi tanto.
So bene che tutto questo è sbagliato, so bene che dovrei lasciargli del tempo per riflettere, ma è stato lui a baciarmi.
-Non dubitare sul fatto che sono innamorato di te. Perchè lo sono.- dice staccandosi da me.
Lo guardo per alcuni secondi poi, sono io questa volta a  lanciarmi su di lui.  

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Capitolo 19
*** Dubbi ***


Felicity's POV

Mi hanno dimessa da qualche giorno. Visto che non sono in grado di affrontare un viaggio in aereo, non possiamo ancora lasciare Starling City e ritornare a Yale. Fortunatamente non è periodo di esami, anche perchè tra qualche settimana saremo ufficialmente dei neo-laureandi.
Le ragazze hanno insistito per rimanere con me e ripartire dopo domani. Si sono spaventate molto soprattutto Sara.
Mi ha raccontato che mentre ero nelle mani di Cooper, si respirava un'aria di tensione che si poteva tagliare con un coltello da cucina.
Almeno metaforicamente. 
Oliver era intrattabile, per poco non rompeva la maggior parte degli oggetti presenti nel salotto per via della rabbia che ribolliva dentro di lui in quei giorni.
Mia madre è ripartita ieri. Dopo essere stata ospite della famiglia di Oliver, è ritornata a Las Vegas dovendo tornare a lavoro. Ho trascorso dei momenti bellissimi in sua compagnia, ritornando indietro nel tempo, come quando ero bambina ed ero malata , lei si prendeva cura di me e mi coccolava.
Oliver, al contrario, non mi lascia un secondo sola. Da quando ho lasciato l'ospedale, se Thea deve andare a scuola o deve trascorrere del tempo con Roy, ha  delegato John Diggle di controllarmi. 
E' snervante sapere di essere dipendente da qualcuno, ma per ora devo farci l'abitudine: ho una costola inclinata, e non posso muovermi troppo altrimenti la situazione  potrebbe peggiorare.
Già ora indosso un busto ortopedico per stare dritta. Mi provoca un fastidio assurdo ma devo indossarlo per il mio bene.
-Non posso crederci che quella vipera abbia fatto una cosa del genere.- dice Sara sconvolta dopo che le ho raccontato cos'è successo tra Isabel e Oliver.
Cerco sempre di non nominarla e di non pensare a lei. Oliver ha visto che mi comporto più freddamente nei suoi confronti, e non perchè non ci tenga a lui ma perchè una parte di me ha paura di essere presa in giro.
Non è riuscito a darmi una valida motivazione sul perchè non si sia scostato da lei. E' una parte di me, non fa altro che pensare, che tutto questo sia solo un gioco, o un bel sogno dal quale mi sveglierò a momenti.
-Shh.- dico facendole segno di stare zitta avendo visto John Diggle sulla soglia della porta.
-Cos'hai intenzione di fare?- 
Cosa dovrei fare? Non farò proprio niente. 
-Niente, Sara.- dico mettendomi meglio sul divano nel salotto di casa Queen visto che la posizione inizia a risultare scomoda.
-Niente? Dio, Smoak sei la donna più cazzuta che conosco e non vuoi fargliela pagare?-
-Come potrei fare Sara? Lei è.... lei è lei.- dico scoraggiata.
Ho sempre voluto evitare un confronto con Isabel. Lei ed io siamo cosi diverse, ma entrambe vogliamo la stessa cosa. 
In fondo so che non si fermerà fin quando non avrà avuto ciò che vuole.
E io non voglio obbligare Oliver a stare con me solo per quello che è successo. Lui dice di essere innamorato di me, ma se invece si trattasse solo di compassione?
Dio, quanti dubbi.
-Cosa ti passa per la testa, Smoak?- 
-E se......-
Sto per dirle quali sono i miei dubbi, quando Oliver fa il suo ingresso in salotto indossando uno dei suoi tanti completi.
Anche stamattina è andato in ufficio con il padre per poter parlare con l'addetto alle pubbliche relazioni sulla questione del rapimento: ormai ne parlavo tutti i giornali e i notiziari.
Alcuni mi dipingono come l'amica di passaggio di Oliver Queen, altri come la mente della squadra che ha fatto irruzione alla Queen Consolidated...
Solo in pochi, quelli che hanno una versione più romantica della vita, credono che tra Oliver e me ci sia qualcosa di vero. Parlano addirittura di matrimonio.
Per non parlare di Cooper: lo descrivono come un mostro senza cuore, che era in cerca di soldi per cambiare stile di vita. 
Nonostante tutto, il signor Queen quando gli ho raccontato la storia sull'infanzia di Cooper, si è offerto di pagargli i funerali. 
-Hey, come ti senti?-
Oliver che si è avvicinato a me, si sporge un pò per far incontrare le nostre labbra in un bacio a timbro.
-Sto meglio.- dico accennando un sorriso.
-E gli altri?-
Dopo essersi tolto la giacca, si slaccia un pò il nodo della cravatta, e poi si siede accanto a me mettendomi un braccio sulle spalle.
-In giro....Laurel è con papà, Tommy da Malcom, Ronnie e Caitlin sono andati a fare un giro con Iris e Barry.- dice Sara prontamente.
-E Ray?- chiedo maliziosa facendole l'occhiolino. -Come vanno le cose?-
-Sai cosa? E' da un pò che non lo vedo. Vado a cercarlo. - Sara si alza e fugge da me sapendo che ero pronta ad iniziare un interrogatorio.
-Non finisce qui, Lance!- dico a voce più alta quando scompare dal salotto.
Oliver sorride, poi si volta verso di me e inizia a fissarmi.
-Sicura che stai bene?-
-Che me dici di te, Queen? Da quanto tempo non ti fai una bella dormita?- chiedo ignorando la sua domanda.
Sono solo le 11, c'è tempo prima che Raisa prepari il pranzo. In casa non c'è nessuno se non noi e i domestici. Potrebbe fare un sonnellino.
-Mmm, non lo so.- dice stendendosi sul divano, in modo che la sua testa finisca sulle mie gambe. Mi accarezza dolcemente il ginocchio mentre le mie mani finiscono tra i suoi capelli per fargli un massaggio rilassante.
-Com'è andata in ufficio?- chiedo curiosa.
Da quando sono tornata a casa, sono stata cosi distratta dagli altri che non ho avuto molto tempo di concentrarmi su Oliver. Ovviamente condividiamo la stessa stanza ma a causa delle medicine che sto prendendo una volta che tocco il materasso, crollo quasi subito come una pera cotta.
-Sempre le solite cose.... non vedo l'ora di tornare al campus... lontano da tutti, solo tu ed io.-
-Lo dici per Isabel?- chiedo senza pensarci due volte pentendomi subito della domanda fatta. Oliver si irrigidisce di colpo, e si rimette seduto sul divano.
-E' questo il motivo del perchè sei cosi fredda nei miei confronti?- 
-Vuoi darmi torto?- chiedo retorica. 
Volevo dimenticarmi la cosa, ma è difficile farlo. Ho troppi dubbi. 
-Pensavo che il discorso fosse chiuso.- sussurra portandosi entrambe le mani sul volto.
-Chiuso? Beh mi dispiace dirtelo Oliver, ma per me non è chiuso affatto.-
Tento di alzarmi un pò troppo velocemente dal divano, sussultando per il dolore quando una fitta atroce si irradia in tutto il corpo.
-Come devo dirtelo?- mi chiede seguendomi mentre mi dirigo in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua.
Quando arrivo, c'è Raisa ai fornelli che sta preparando il pranzo. Altri domestici stanno lucidando l'argenteria.
-Sto parlando con te.- dice Oliver a voce un pò troppo alta. Tutti escono dalla stanza, lasciandomi sola con lui. Mi avvicino al frigo, per prendere la brocca d'acqua e poi alla credenza per prendere un bicchiere di vetro. 
-Tu non ti fidi più di me.- sussurra inorridito. 
E' vero. Una parte di me non si fida più di lui. 
-Felicity guardami.-
Con pochi passi, mi mette le mani sulle spalle e mi fa voltare verso di lui.
-Ti prego, guardami negli occhi.-
Quando alzo lo sguardo, e incontro il suo, lui mi fissa per alcuni secondi come se volesse leggere qualcosa nei miei occhi.
-E' vero.- dice lasciandomi andare. -Tu non ti fidi più.-
-Io ho paura.- sussurro imbarazzata per mostrarmi cosi scoperta davanti a lui. 
-Di cosa, dannazione?- urla furioso.
Quando mi vede sussultare per lo spavento, si rende conto di ciò che ha fatto e si riavvicina a me per calmarmi.
-Mi dispiace, non volevo.- mi tira verso di lui e mi stringe tra le sue braccia. -Mi dispiace, perdonami.-
Quando le mie braccia si stringono intorno al suo corpo, Oliver si rilassa e tira un sospiro di sollievo.
-Che cosa vuoi che faccia?- chiede staccandosi da me per guardarmi. -Dimmi cosa vuoi che faccia.-
-Io... non voglio che tu faccia niente. Ho solo bisogno di sapere che non provi niente per lei.-
-Pensi che provi qualcosa per Isabel?- chiede confuso. -Fel, te l'ho detto che non è cosi.-
-E allora perchè non ti sei scostato?-
Ritorniamo sempre a quella domanda. Una domanda che non ha una risposta ovvia. 
Una domanda che non ha una risposta che possa annullare le mie paure e le mie preoccupazioni. Abbasso lo sguardo concentrandomi sul pavimento.
-Non lo so perchè non mi sono scostato, ok? Sono stato un coglione.-
Non l'avrei definito proprio cosi ma preferisco non contraddirlo.
-Urlami contro, picchiami ma non chiuderti in te stessa. Ho già provato questa sensazione ed è stata orribile. Non voglio di nuovo ripetere ciò che è successo mesi fa.-
Potrei picchiarlo. Ovviamente senza fargli del male.
Anche se sono sicura che anche se gli dessi uno schiaffo, non riuscirei a spostarlo neanche di un centimetro vista la sua massa muscolare.
Sto davvero pensando di fare una cosa del genere?
-Felicity.. ti prego.-
Si sporge verso di me, mi mette due dita sotto il mento e mi costringe ad alzare il viso verso di lui. Si avvicina quel pò, affinchè le sue labbra possano toccare le mie. Chiudo gli occhi, assaporando quel tocco leggero, ma che in me risveglia subito la fame che ho di lui. 
E' da giorni che non facciamo l'amore, giorni che non ci tocchiamo per questa stupida fasciatura e questo stupido tutore.
Lui ovviamente, segue le indicazioni del medico alla lettera. Non mi bacia più del dovuto per non cadere in tentazione.
-Qualche giorno fà, hai detto di amarmi.- sussurra costringendomi ad aprire gli occhi. Lo vedo che mi fissa. -E' cambiato qualcosa?-
Come fa a chiedermi una cosa del genere? Come puoi un sentimento cosi grande cambiare da un giorno all'altro?
Se fosse cosi facile, guarda quante persone dopo un errore,smetterebbero di amarsi. 
-No.- sussurro imbarazzata. Non ho mai detto a un uomo di amarlo, perchè non avevo mai capito cosa davvero significasse essere innamorati. Ora, invece,  guardo la persona che ho di fronte a me, e mi rendo conto che la risposta era proprio sotto al mio naso.
-Non seguire la testa.... - dice prendendomi il viso tra le mani.
-Non posso non seguirla... -
-Si che puoi. Il tuo cuore sta che non sto mentendo. Lo sai bene che ti amo.- dice facendo congiungere le nostre labbra di nuovo.
La mia mente proprio non vuole sbloccarsi: resto immobile praticamente bloccata tra Oliver e l'isola della cucina, senza sapere cosa fare.
Dovrei cedere? Dovrei credergli?
Il mio cuore sa bene che Oliver è innamorato di me. Eppure, la mia testa è ancora indecisa sul da farsi.
Nel momento in cui Oliver mi tocca il sedere però tutte le incertezze crollano. Sa bene come provocarmi o come farmi cadere nella sua trappola.  
Le mie mani finiscono subito dietro alla sua nuca per impedirgli di separarsi da me.
Non ho nessuna intenzione di fare dei passi indietro. Non ora.
Prima che me ne renda conto, Oliver mi prende per i glutei facendomi sedere sull'isola della cucina. Una parte di me vorrebbe fermarsi visto il luogo dove ci troviamo, ma l'altra..... la mia dea interiore sta facendo i salti di gioia per quello che sta accedendo qui.
Oliver geme nella mia bocca e mi slaccia lentamente i bottoni della camicetta rivelando il reggiseno di pizzo nero. Segue il merletto del reggiseno lasciando  dei baci languidi su tutto il petto, prima di risalire su per il collo e infine ritornare sulle labbra.
Le mie gambe istintivamente si chiudono intorno alla sua vita per far avvicinare le nostre intimità ancora separate dagli indumenti. Questa volta tocca a me sbottonargli la camicia bianca, accarezzando con le dita gli addominali scolpiti per poi scendere verso il suo bacino volendo raggiungere altro.
-Felicity non possiamo qui.- dice quando la mia mano arriva a toccare il suo membro già eccitato attraverso la stoffa dei pantaloni. -In realtà non potremmo e basta.-
Oh nono. Non farai marcia indietro signor Queen. Non quando siamo arrivati a questo punto.
Sono eccitata al massimo e voglio essere soddisfatta. Non è questo il compito di un fidanzato ben dotato e bravo  a letto?
-Non mi interessa se possiamo o no... in questo momento ho bisogno della tua fottuta brutalità. Quindi Queen datti da fare.- sussurro alla suo orecchio prima di mordergli il lobo dell'orecchio e farlo gemere a voce alta.
Quando mi riprende in braccio, le costole mi fanno male. Ma è un dolore sopportabilissimo visto il piacere che sto provando solo baciando l'uomo che amo.
Mi porta in giro per casa, e in cuor mio spero di non incontrare nessun domestico. 
Ho avuto gli occhi chiusi per un bel pò, ma quando li riapro mi ritrovo nel corridoio al piano di sopra dove ci sono le camera da letto. Oliver raggiunge la sua, apre la porta  e la richiude con un calcio.
Lentamente mi stende sul letto, provocandomi una fitta di dolore atroce difficile da mascherare. Si accorge dal mio viso che qualcosa non va.
-Felicity.- dice Oliver cercando di spostarsi da sopra di me. Gli occhi mi si velano di lacrime per il dolore ma cerco di non pensarci. Lo blocco con le gambe affinchè non si possa muovere.
-Baciami.- sussurro. 
-Non possiamo andare oltre.- dice scuotendo la testa.
-Mi ami, non è cosi? Ti sto chiedendo di baciarmi perchè è quello che voglio. Quindi fallo.- dico quasi supplicandolo.
Un pò titubante, Oliver si china su di me e mi ribacia. Le sue braccia sono piegate e disposte ai lati della mia testa, cosi da tenersi leggermente sospeso in aria e non gravare con il suo peso sul mio corpo.
-E' un ricatto lo sai vero?- chiede quando gli tolgo definitivamente la camicia e passo alla cintura dei pantaloni per slacciargliela.
-Ti desidero troppo.- dico eccitata facendogli perdere il controllo. 
Mi aiuta a sfilarsi i pantaloni e i boxer, mostrando il suo membro ben eretto, poi si concentra sui miei leggins e le mie mutandine.
-Non strapparmele, mi devi già un paio di calze.- dico ricordando la nostra prima volta.
-A Natale ti regalo un set nuovo.- dice ignorando completamente la mia richiesta e lacerando in due il tessuto di pizzo. Mi fa aprire le gambe e senza preavviso, mi penetra con una sola spinta.
Inarco il corpo in risposta e gemo a voce alta per la straordinaria sensazione di pienezza che mi provoca il suo membro. Oliver inizia a muoversi senza sosta,con delle spinte profonde, baciandomi i seni che chissà come sono stati liberati dal reggiseno.
Più spinge, più la mia eccitazione cresce alle stelle. Sto sentendo anche dolore visto che la posizione che abbiamo assunto mi provoca un leggero fastidio per la  costola inclinata ma indossando ancora il busto, non dovrebbero esserci grossi problemi.
-Quanto mi era mancato.- sussurra Oliver in prende all'eccitazione penetrandomi senza sosta con delle spinte decise.
-Più veloce, più veloce.- dico palpandogli i glutei più volte affinchè possa regolare diversamente la penetrazione.
Oliver produce dei suoni sconnessi con la bocca, baciandomi il collo e poi le labbra per far incontrare le nostre lingue in una danza sensuale ed erotica.
Dopo non so quanto tempo, la mia intimità si stringe intorno al suo membro, e il mio cervello si annebbia a causa di un ponderoso orgasmo che mi provoca spasmi in tutto il corpo.
Dopo qualche secondo, Oliver mi segue a ruota accasciandosi sopra di me senza forze.
Ci mettiamo un pò a recuperare fiato visto che, quando Oliver si accorge di essere praticamente steso su di me si sposta di lato, e mi trascina con lui in modo da potermi continuare a baciare.
-Sono stato abbastanza brutale?- chiede divertito e malizioso.
-Fin troppo.- 
-Ti ho fatto male?- chiede preoccupato piegando le braccia per alzarsi di poco dal letto.
-No, scemo.- dico tirandolo verso di me per baciarlo di nuovo.


-Devi aiutarmi.-
E' il giorno della partenza. I bagagli sono pronti, i ragazzi stanno caricando le macchine per andare all'aereoporto.
Prima di partire c'è una cosa che devo fare per questo motivo chiedo aiuto alla piccola Queen.
-Hey pensavo che dovessi partire.- dice Thea alzandosi dal letto mentre ascoltava la musica ad alto voluto. Prende un telecomando e spegne lo stereo accanto al televisore al plasma. Entro in camera sua e chiudo la porta affinchè nessuno ci sente.
Mi squadra da capo a piedi notando che non sono vestita come gli altri giorni: indosso un paio di jeans, una camicetta bianca e una giacca nera con i bordini bianchi. In questi giorni, a causa del busto, Thea mi ha visto girare con certe tuta di Oliver che mi rendevano enorme. 
-Devo partire infatti. Il volo è tra due ore.-
-Cosa succede?- chiede curiosa.
-Devi darmi uno strappo alle Queen Consolidated.-
Dopo circa venti minuti, mi ritrovo a camminare nel vialone dove una settimana fà mi hanno rapito. Thea ha insistito per accompagnarmi fin dentro, e per questo ho dovuto spiegarle il motivo della mia visita in azienda. All'inizio pensava che volessi salutare i suoi genitori, poi quando li abbiamo incrociati entrambi nel vialone di Villa Queen ,Thea si è inventata una balla per coprirmi.  
Arriviamo al piano dell'ufficio di Isabel, e quando il campanello ci avvisa di essere arrivate, l'ansia inizia ad assalirmi. 
-Fagliela vedere Smoak.- dice Thea spingendomi verso la scrivania dell'assistente di Isabel. Non appena dico il mio nome, l'assistente sbianca di colpo e si alza dal suo posto, chiedendomi di seguirlo per farmi accomodare nell'ufficio della vipera.
-Desidera qualcosa da bere signorina Smoak?- chiede premuroso. 
-Ho molta fretta, voglio solo parlare con la signorina Rochev.-
Non appena pronuncio il suo nome, la bella vipera, fa il suo ingresso in ufficio, nel suo solito completo nero e la sua solita maschera da morto vivente.
-Oh....Felicity, giusto?.- chiede sorpresa di trovarmi qui. 
Sai bene come mi chiamo vipera. 
-Signorina Rochev.-
L'assistente ci lascia sole e chiude la porta dell'ufficio.
-Pensavo che ci fosse Oliver, c'è Thea qui fuori.- dice lanciandomi una frecciatina. 
-Oliver è all'aeroporto. Siamo partendo per ritornare a Yale. Thea è con me.-
-Sono contenta che sia ancora viva... è un bene che sia arrivata in tempo la polizia.- dice sorridendomi falsamente.
Vipera di m****, spero che tu possa affogarti con il tuo stesso veleno!
-Anch'io sono contenta di essere ancora viva... cosi da poterti finalmente parlare.-
-Oh.- dice Isabel fingendosi sorpresa. -E' successo qualcosa?-
Mi prende alla sprovvista. 
Come può una persona mentire cosi? Sa perfettamente di cosa sto parlando. Anche se non avessi visto la cosa con i miei occhi, Oliver me l'avrebbe detto.
-Sai bene cos'è successo. Ti ho visto con Oliver..-
Isabel mi guarda come se avessi detto la cosa più ovvia del mondo. Sorride poi mi dice: 
-Felicity, so che questo potrà fare male, ma devi accettare la verità: Oliver ed io abbiamo qualcosa che tu o le altre non capirete mai. Tra di noi c'è feeling.-
Feeling? Scopare un ragazzo più giovane di lei , ora si definisce feeling?
-Isabel, Isabel , Isabel.- dico sporgendomi verso di lei accavallando le gambe. Ignoro il dolore atroce alle costole -Tra te e Oliver c'era tutto tranne che feeling. Qualuque cosa ci fosse, è passata. Lui adesso sta con me.-
-Le cose potrebbero sempre cambiare.- dice in tono arrogante. 
-Sai, mi fai pena.- dico facendole sgranare gli occhi.
-Come dici?- chiede perplessa.
-Mi fai pena. Sei una donna di successo, obiettivamente molto bella, ma sei sola. E' questa la verità. Cerchi di rubarmi Oliver perchè un giorno speri di 
rovinare anche la sua vita come hai fatto con la tua. Ma lascia che ti dica una cosa.-
Mi alzo dalla sedia sulla quale ero accomodata e poggio entrambe le mani sulla scrivania di legno.
-Fin quando io starò con Oliver, tu non ti avvicinerai più a lui.-
-Chi ti credi di essere? Sei solo una stracciona di Las Vegas.- dice lei tentando di ferirmi.
-Sarò anche una stracciona, ma Oliver sta con me.- dico facendole spalancare la bocca. -Ed inoltre non sottovalutare questa "stracciona." Con un semplice click tutto quello per il quale hai lavorato in questi anni, finirebbe come donazione per i poveri. E io non credo che tu voglia provare ad essere povera.-
Dopo averle sorriso falsamente, le do le spalle, e mi dirigo verso la porta.
-Ah quasi dimenticavo. Buona giornata.- dico educata prima di raggiungere Thea nel salottino all'ingresso del 15° piano.

 

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Capitolo 20
*** Bugie ***


Maggio
Felicity's POV


-Mi sembra di essere arrivata ieri, e invece guardaci! Ci siamo laureate.-
Caitlin è euforica ed eccitata all'idea di lasciare definitivamente Yale per ritornare a Central City e lavorare per i Laboratori S.T.A.R.
Non pensava di essere presa, e invece, il direttore dei laboratori , Harrison Wells è rimasto cosi impressionato dal suo curriculum, che l'ha chiamata personalmente e offrirle il lavoro.
Siamo tornate già da un mese, e le cose sembrano essere ritornate alla normalità. Nessuno parla dell'episodio con Cooper (anche se i primi giorni, era l'argomento principale di tutte le conversazioni in mensa), la mia costola sembra essere ritornata finalmente apposto (tanto che ho tolto il tutore e finalmente posso riprendere a respirare come una comune mortale), e le cose con Oliver vanno a gonfie vele.
-A me mancherà questo posto.- dico malinconica. In fin dei conti, è stata casa nostra per 3 anni. Qui è iniziato tutto.
-Non iniziamo  con le lacrime, vi prego.- dice Sara entrando in camera mia. -Ci siamo appena laureate, dovremmo festeggiare.-
-Festeggiare?- chiedo retorica. -Dopodomani la ditta dei trasporti verrà a caricare tutto questi scatoloni che per ora sono ancora vuoti!-
Le lancio un cuscino appresso, ma Lance si scosta avendo i riflessi pronti.
-Come hai fatto a chiamare una ditta di trasporti se non hai ancora deciso dove andare?- chiede Sara ridendo.
-Se n'è occupato Oliver.- dico piegando una felpa invernale per riporla nello scatolone.
-Stai pensando di tornare da tua madre?- chiede Caitlin.
In realtà non ho ancora deciso. 
Mia madre sarebbe ovviamente felicissima di ospitarmi da lei, ma so che se ritornassi a Las Vegas, riprenderei a fare la cameriera e non è quello il futuro che voglio. D'altronde ho cercato di approfondire il discorso con Oliver, ma ha sempre sviato il discorso , facendomi dimenticare del problema. 
Negli ultimi tempi l'ho visto un pò strano, come se nascondesse qualche mistero. Ho cercato di capire cosa gli passasse per la testa, se aveva qualche problema
che gli ronzava in mente, ma quando ho cercato di approfondire il discorso, lui mi ha semplicemente detto Non è niente, sta tranquilla.
-Potresti sempre venire a Starling City con noi.- propone Sara ricevendo un'occhiataccia da Caitlin.
In queste settimane, abbiamo cercato di lasciarci la storia del rapimento alle spalle. Le ragazze evitano di guardare notiziari in mia presenza, evitano di fare un qualsiasi riferimento che mi faccia pensare a quella orrenda settimana passata nella città del mio ragazzo.
So che Cooper è morto, e che ormai non c'è più nulla di cui avere paura, ma non posso nascondere che quando entro in camera e non c'è neanche una luce accesa, riesco subito con la paura che ci possa essere qualcuno sotto il letto o dentro l'armadio.
E' un atteggiamento infantile, ma ormai ho questa paura e non so come combatterla. 
-Io.... so che prima o poi dovrò ritornare a Starling.. Oliver abita pur sempre li. Ma, per ora non me la sento.- dico scrollando le spalle.
-Hey, non ci devi nessuna spiegazione.- dice Sara avvicinandosi a me per abbracciarmi. -Mi dispiace non volevo metterti pressione.-
Dopo qualche secondo che siamo abbracciate, Iris entra in camera seguita da Laurel Lance. Sembrano preoccupate.
-Qualcosa non va.- dice Iris sedendosi sul suo letto accanto a Caitlin. Sara si separa da me e si avvicina alla sorella.
-Che è successo?- chiedo immaginando bene a cosa Iris si stia probabilmente riferendo. Avrà litigato con Barry, o lo avrà visto parlare con un'altra.
-Barry. Si comporta in modo strano.- dice la mia amica West dando voce ai miei pensieri.
-Iris sicuramente ti starai facendo dei film.- dice Caitlin cercando di calmarla.
-Nono, ha ragione.- dice Laurel venendole incontro. -Anche Tommy si comporta in modo strano.-
-Che intendete per "strano"?- chiede Sara visibilmente confusa.
Strana è una persona che ha qualche problema da nascondere. O forse meglio dire qualche segreto.
-Sono andata nell'appartamento di Barry, perchè dovevo vedermi con lui. Quando sono arrivata, Cisco mi ha detto che aveva raggiunto Ronnie nella sua camera perchè dovevano parlare di qualcosa.  Allora sono andata nell'appartamento dei ragazzi, pensando di trovarli li e invece.....-
-Ha trovato me, imbambolata nel corridoio dopo che Ray e Oliver  mi avevano praticamente chiuso la porta in faccia. Ci stanno nascondendo qualcosa.- dice Laurel completando la frase per Iris.
Da quando in qua, il mio ragazzo e il mio pseudo ex, vanno cosi d'accordo?
-Ray? Il mio Ray?- chiede Sara perplessa. 
-Potrebbe essere una coincidenza... forse stavano facendo qualcosa che non potevate sapere.- dice Caitlin proponendo delle tesi per spiegare il loro comportamento.
-A meno che non stessero facendo una gara di lunghezze , hanno ragione. Si comportano in modo strano.- dice Sara facendomi ridere.
Non c'è li vedo i ragazzi a fare una cosa del genere. Di sicuro sono tutti ben dotati, o almeno lo immagino, ma mi sembra una cosa abbastanza infantile.
-Che ne pensi Fel?- chiede Laurel vedendomi troppo silenziosa.
Con il tempo, Laurel ed io siamo diventate buone amiche. E' sempre difficile parlare di certi argomenti con lei, ma ho scoperto che oltre ad essere una bella ragazza e anche molto intelligente. Vuole diventare avvocato.
-C'è solo un modo per capire se ci stanno nascondendo qualcosa.- dico prendendo il cellulare e invitando le altre a fare lo stesso. -Facciamogli una proposta  che non potranno rifiutare.- 
E' strano parlare di queste cose con loro. Non voglio neanche immaginare che tipi di messaggi stiano scrivendo ai rispettivi fidanzati. 

                                                                                                                Che ne dici di una ripassata di anatomia? 

So che il mio messaggio è abbastanza banale, ma non ho mai scritto messaggi a sfondo sessuale con nessuno. Tanto meno con Oliver.
E' imbarazzante, perchè sono cose che tutti potrebbero leggere anche per scherzo.
La risposta non tarda ad arrivare. 

                                                                                                                    Possiamo rimandare? Ti amo.

Mi ha detto di no.
Cioè, mi ha chiesto se possiamo rimandare. Oliver  non rinuncia mai a una sana e duratura scopata. 
Le suonerie delle mie amiche, mi avvisano che anche loro hanno ricevuto un messaggio.
Guardando le loro facce , capisco che hanno avuto buca.
-Mi ha detto che non può.- dice Laurel a bocca spalancata.
-Idem.- diciamo in coro le altre. 
Come se ci leggessimo nel pensiero, ci guardiamo per un secondo e poi usciamo di corsa dall'appartamento dirigendoci verso il dormitorio maschile. Prima di arrivare al terzo piano, ci fermiamo sulle scale del secondo per creare un piano d'attacco. Se hanno chiuso la porta in faccia a Laurel, come possiamo solo pensare di arrivare a loro senza essere viste?
-Non credo che sia una buona idea.- dice Caitlin preoccupata. -E se ci stessimo sbagliando?-
-Troveremo un modo per farci perdonare.- dice Sara maliziosa. 
-Dobbiamo trovare un modo per entrare.- dice Laurel. 
-La finestra in salotto affaccia su una scala antincendio. Due persone potrebbero arrampicarsi e  vedere se notano qualcosa di strano.- dico.
-Ottima idea, Smoak. Ma due devono distrarli alla porta.- dice Sara alzandosi. -Chi si arrampica con me?-
Iris guarda me, io guardo Caitlin, quest'ultima guarda Laurel.
Tutte sanno che sono negata in ginnastica. A differenza di Sara, che è agile come una molla, ogni qual volta che dovevo fare acrobazie o esercizi di riscaldamento i miei muscoli di bloccavano per più di una settimana.
-Vado io.- dice Iris battendo il cinque a Sara prima di scendere verso i giardinetti. Caitlin decide di accompagnarle, nel caso che si facessero male o qualcosa dovesse andare storto.
-Sei pronta?- chiede Laurel nel momento in cui arriviamo davanti alla porta dei ragazzi.
-Ho la vescica piena. Spero di non allagare tutto.- 
Laurel trattiene una risata, poi bussa alla porta ed entrambe aspettiamo che qualcuno venga ad aprirci.
Dulcis in fundo, ci aprono proprio Tommy e Oliver. 
-Hey, ragazze.- dico in coro a voce un pò troppo alta. Di sicuro l'hanno fatto per avvisare i complici del nostro arrivo. Mi alzo sulle punte per vedere qualcosa alle spalle di Oliver, ma entrambi escono fuori socchiudendo la porta alle loro spalle.
-Che succede?- chiede Oliver apprensivo baciandomi dolcemente.
Tommy e Laurel si allontanano un pò per avere intimità, mentre Oliver ed io restiamo sulla soglia della porta. Lui si appoggia al muro adiacente al suo appartamento, e mi tira contro di sè. La sua t-shirt è impregnata di un profumo che non sembra essere il suo. Questo sembra essere un profumo....femminile. Uno di quelli francesi che costano un botto.
-Sei impegnato?- gli chiedo curiosa.
-Ho dei pacchi da imballare, tutto qui.- dice tranquillo.
-E non puoi proprio rimandare?- chiedo maliziosa mordendomi il labbro inferiore. 
-Vorrei ma sono il alto mare.- 
-Posso sempre aiutarti io.- dico spostandomi di poco verso la porta per fargli capire le mie intenzioni. 
-Fel, ci sono i ragazzi dentro.- dice tirandomi di nuovo verso di lui. -Se proprio vuoi darmi una mano, posso sempre raggiungerti dopo.-
Eh no.
Se rifiuti l'offerta, la porta si chiude. Non si apre a tuo piacimento.
Ovviamente non è vero, sono sempre disponibile per lui tranne quando ho il ciclo.
-I ragazzi?- chiedo fingendo di essere sorpresa. -Ti stanno aiutando con il trasloco?-
Oliver non ha il tempo di rispondermi, che la porta si apre e compare sulla soglia Ray Palmer.
-Hey Felicity.- dice sorridendo.
-Ciao Ray. Anche tu aiuti con il trasloco?- chiedo lanciando ad Oliver una frecciatina.
Sottocchio vedo Oliver far si con la testa, ma quando mi giro per guardarlo fa finta di niente.
-Hai per caso visto Sara?- chiede Ray cambiando discorso.
Laurel nonostante sia distante, si gira e mi guarda complice.
-Io? No, non l'ho vista.- dico scrollando le spalle mentendo.
-Strano. Mi ha inviato un messaggio un pò particolare, sai per..... ho provato a chiamarla ma niente.-
Non appena Ray pronuncia questa frase, la presa di Oliver su di me si fà più forte. Anche Tommy, ritorna verso di noi mentre Laurel cerca di trattenerlo.
Si aggrappa al suo braccio, come se fosse un cane che oppone resistenza per ritornare dentro casa.
-Che strana coincidenza.- dice Oliver sottovoce.
Improvvisamente sentiamo un rumore particolare provenire da dentro l'appartamento. Pensiamo che si possa essere rotto qualcosa, ma poi capiamo che non è dentro l'appartamento bensi fuori. Le ragazze sulle scale antincendio.
-Dovremmo andare.- dice Laurel lasciando Tommy per poi tirarmi verso di lei. -Abbiamo tante cose da fare , vero Fel?-
Io cerco di trattenere una risata, mentre Laurel sfoggia il suo sorriso ammaliante prima di correre via da quella situazione imbarazzante.



-Cosa avete visto?- 
Siamo ritornate di corsa in camera, per non farci beccare dai ragazzi. Il rumore che abbiamo sentito, non era altro che Sara che per scendere velocemente dalle scale antincendio ha iniziato a scendere i gradini tre alla volta, provocando un rumore assurdo.
-Erano tutti li in salotto attorno ad una stupida lavagna a fogli mobili.- dice Sara camminando avanti e indietro per la stanza.
-Perchè sei cosi preoccupata, Sara?- chiedo vedendola cosi nervosa.
-Perchè c'era una donna con loro.- dice Iris tranquilla.
Cosa? 
Ora capisco perchè sentivo quell'odore addosso a Oliver. 
-Una donna?- chiede Caitlin sconvolta. -Non me lo avevate detto.-
-Chi è questa?- chiede Laurel sedendosi accanto a Caitlin e me.
-Si chiama Genevieve.- dice Sara acida. -E' di Parigi, e frequenta il secondo anno.-
-E tu sai tutto questo...perchè?- chiedo cercando di fare chiarezza. 
-E' l'ex di Ray. O almeno credo. - dice infastidita.
Ci hanno dato buca per una francese? Tutti sanno quanto poco d'accordo vadano i francesi e gli americani.
O forse erano i francesi e i tedeschi?
Comunque, poco importa.
-Che significa credi, Sara?- chiede Caitlin. -Lo è o non lo è?-
-Gli ronzava intorno... le prime settimane che ci stavamo frequentando lei era dappertutto. Sembrava comparire da tutte le parti.-
-Potrebbe anche essere un'amica, Sara.- dice Laurel più razionale.
-Un' amica ti palma il sedere in pubblico?- chiede retorica zittendoci tutte. 
-Il punto non è chi sia... il punto è che i ragazzi sono da soli con lei e non ci hanno detto niente.- dico cercando di coinvolgere tutte. In fin dei conti il problema non è questa Genevieve. Il problema è un altro.
-Perchè ci hanno mentito?- chiede Laurel perplessa. -Per quanto mi riguarda, non ho mai detto a Tommy cosa fare o non fare. Non capisco questo suo comportamento.-
-Perchè non andare da loro e chiederlo?- chiede Caitlin.
-Perchè faremo la parte delle fissate e delle gelose.- dice Sara fermandosi finalmente per sedersi accanto ad Iris. 
Ha ragione. Non possiamo comportarci in maniera cosi infantile. In fin dei conti, siamo adulte. 
-Hackeriamo i loro computer e vediamo se troviamo qualcosa.- propone Iris.
E io che pensavo che fossimo delle persone adulte.


Abbiamo deciso di non affrontare l'argomento. Nonostante per me sia difficile, abbiamo fatto un patto e intendo rispettarlo.
Sono passati due giorni da allora, e finalmente l'impresa dei traslochi è arrivata e sta caricando i nostri scatoloni per portarli a Starling City.
Dopo aver insistito tanto, ho accettato l'offerta di Oliver di trascorrere altro tempo insieme prima dell'inizio di settembre. Ho ricevuto molte offerte di lavoro come stagista, ma per ora niente sembra soddisfarmi. So bene cosa voglio fare nella vita, ma essendomi laureata a Yale è impossibile che qualche azienda mi chiami come tecnico informatico.
Ha anche pensato di tentare la strada dell'editoria, ma non mi piace scrivere. Non fa per me.
Ero un pò indecisa se accettare o no l'offerta di Oliver. Starling City non è il posto che preferisco in assoluto in questo momento. Viverci soprattutto. In fin dei conti, non mi ricorda cose molto positive.
-Sei pronta?- chiede Oliver facendo capolino sulla soglia della mia camera da letto.
-Si, sto solo prendendo la borsa.-
C'è un aereo che ci aspetta all'aeroporto per andare a Starling City. Con noi partiranno Sara, Laurel, Tommy e Ronnie.
Caitlin, Barry e Iris ci hanno salutato da poco, visto che tra un'ora parte il loro aereo per Central City mentre Ray da quanto ho capito, non andrà a Baltimora dai genitori ma farà un viaggio con alcuni compagni di semestre per festeggiare il voto della laurea.
-Sei nervosa?- chiede Oliver prendendomi per mano per raggiungere la limousine.
Non ha notato niente in questi giorni, o se l'ha fatto è stato un bravo attore fingendo poco interesse. So di non essere la migliore attrice del mondo, ma Oliver dice di conoscermi. Sa quando c'è qualcosa che non va, e se capisce ciò fa di tutto per far ritornare le cose apposto. 
Eppure ora, non l'ha fatto.
-No, perchè dovrei?-
Lui invece sembra essere euforico. Sta sorridendo da non so quanto tempo e sembra essere ansioso per qualcosa.
Il tragitto in macchina è breve. Tommy e Laurel cercano di coinvolgere Sara in una conversazione, ma la piccola Lance è più interessata a messaggiare con Ray.
-Ray sta andando alle Bahamas vero?- chiede Oliver conoscendo già la risposta.
-Si.- dice Sara triste. 
Le ho parlato e mi ha detto che è molto preoccupata che Ray possa fare qualche sciocchezza. Sara non è mai stata la tipa che si affeziona a qualcuno, ma se lo  fa è perchè ci tiene. 
-Non dovrebbe essere sull'aereo? Come fate a messaggiare?- chiede di nuovo il mio fidanzato ricevendo un'occhiataccia da me.
Ma cosa diavolo gli prende? Mette il coltello nella piaga ancora di più?
La limousine si ferma e Alfred, l'autista personale di Oliver scende per aprirci lo sportello. Il primo ad uscire è Tommy con Laurel, poi tocca a Sara e infine Oliver ed io. Prima che me ne possa rendere conto, sento le voci di Iris e Caitlin. Ci metto un pò a capire cosa stia succedendo, ma quando le vedo ai piedi della scaletta del jet insieme e Barry e Ray capisco che c'è qualcosa sotto. 
-Come..?-
-E' stato difficile. Conciliare tutto, decidere una data ma alla fine c'è l'abbiamo fatta.- dice Oliver interrompendomi. Mi abbraccia da dietro e non appena capisco a cos'era dovuto tutto quel mistero, i miei muscoli finalmente si rilassano. 
-Andiamo tutti a Starling?- chiedo euforica vedendo Sara baciarsi con Ray.
-Signor Queen, dobbiamo andare.- dice Alfred invitandoci a salire sull'aereo. Facciamo come ci dice, prendo posto accanto ad Oliver e di fronte a noi si siedono Laurel e Tommy. Ronnie e Caitlin occupano la fila dietro di noi, mentre Sara e Ray con Iris e Barry si siedono nel blocco di poltrone alla mia destra.
-Signor Queen, posso portarvi qualcosa da bere?- chiede l'hostess prima di illustrarci le procedure di volo. Oliver chiede di portare una bottiglia di champagne e dei calici per brindare.
-A noi che finalmente siamo laureati. Con la speranza che questo possa non finire mai.- dice alzando il bicchiere mentre tutti dicono Salute.
Guarda me perchè so che questo suo augurio riguarda noi come coppia. E guarda i nostri amici con la speranza che il college e le città nelle quali decideremo di lavorare non ci separino mai.
Bevo un sorso di champagne, poi poso il bicchiere sul tavolino di fronte a me. Sara sulla mia destra, mi porge una rivista che abbiamo comprato negli shop dell'aeroporto per ammazzare il tempo durante il volo. La mia attenzione dopo un pò viene attirata dalla voce del pilota tramite l'auto parlante. 
-Signori , buongiorno a tutti. E' il vostro comandante che vi parla. A nome di tutto lo staff di bordo , vorrei farvi i miei più sinceri auguri per i risultati raggiunti. Siete ufficialmente entrati nel mondo degli adulti!- 
Laurel ed io  ci guardiamo e sorridiamo, poi ritorno a sfogliare la rivista che ho tra le mani. 
-Vi invito a mettervi comodi e vi informo che atterreremo all'aeroporto di Charles de Gaulle nel primo pomeriggio. Buon viaggio.-
-Che cosa?- chiede Caitlin sconvolta dietro di me.
Mi giro per guardare Oliver, il quale mi fissa e sorride leggermente.
-Sorpresa.- dice Ray lasciandoci senza parole.
-Come ....?- chiede Laurel contenta ma allo stesso tempo perplessa. 
-Abbiamo pensato che meritavamo una vacanza... perciò... -
-Stiamo andando a Parigi?- chiedo euforica interrompendo Oliver.
-Esatto.- dice sporgendosi un pò per darmi un bacio a timbro.


Oliver's POV

Siamo appena arrivati all'albergo nel centro di Parigi che ci ospiterà durante tutto il nostro soggiorno. Ray, ha scelto ovviamente un albergo a 5 stelle, dove sarà possibile provare le specialità della cucina francese e godere della vista mozzafiato delle suite presidenziali. Dopo il check-in e aver ricevuto le chiavi, prendiamo gli ascensori e saliamo verso gli ultimi piani dove ci sono le nostre camere.
-Wou.- dice Felicity entrando nella suite che ho prenotato a nome mio. 
-Votre bagage, mousieur Queen.- dice il fattorino dopo aver lasciato le valige in salotto. 
-Merci beaucoup.- dico lasciando una profumata mancia per poi chiudere la porta.
In salotto, mi sfilo il giubbotto di pelle e lo poggio  sul divano di fronte il televisore al plasma. Osservo tutto nei minimi dettagli, passando dal salotto alla camera da letto per poi finire al bagno. Pensavo di trovare Felicity sul letto per provare il materasso, ma di lei non c'è nessuna traccia.
-Dove sei finita?- chiedo.
-Qui!- dice apparendo da dietro a una tenda bianca. La seguo sul balcone, e la abbraccio da dietro mentre entrambi ci concediamo qualche secondo da soli in compagnia di questa splendida vista. Sono solo le 7 del pomeriggio, ma la Torre Eiffel è illuminata con centinaia di lucine bianche che si accendono e si spegnano ad intermittenza regolare.
-Che ne dici?- chiedo dandole un bacio sulla testa.
-Non ci sono parole per descriverlo, Oliver.- 
-Sai che mio padre ha fatto qui la sua proposta a mia madre?-
Felicity si irrigidisce tra le mie braccia improvvisamente, come se avesse appena visto un fantasma.
-Tu non vuoi....?- chiede preoccupata senza neanche finire la frase.
-No, certo che no.- dico.
Come può pensare a una cosa cosi? Siamo giovani, abbiamo tutta la vita davanti.
Ovviamente molte volte ho affrontato l'argomento con mia madre, la quale non vede l'ora di vedermi sposato, e con dei figli.
-Oh grazie al cielo.- dice tirando un sospiro di sollievo. -Volevo dire, sarebbe stato strano... e con strano non intendo perchè saresti tu a farmi la proposta, anche se siamo nel XXI secolo, potrei anche pensarci io....ma non credo che sarebbe la stessa cosa vedere me in ginocchio visto la tua stazza.-
Rido per la sua parlantina che con il tempo non è cambiata. La amo per questo: da quando stiamo insieme, lei  sempre la stessa. Sono io quello cambiato.
Ma in meglio.
-Non intendo dire che sei grasso, l'aggettivo adatto sarebbe grosso. Anche se non credo che il tuo corpo, per quanto muscoloso tu sia,  superi di gran lunga le dimensioni del tuo amichetto. Ok, basta. 3....2.....1.-
-Fel?- dico interrompendola. -Credo di aver bisogno di una sana ripetizione d'anatomia.- dico muovendo i fianchi affinchè possa sentire contro il corpo, il mio membro già eccitato.
-Per fortuna che sono brava in scienze allora.- dice voltandosi verso di me, intrecciando le mani dietro la mia nuca.
-Sei più che brava...sei la migliore.- dico congiungendo le nostre labbra, prima di trascinarla in camera da letto.

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Capitolo 21
*** Proposta ***


Felicity's POV

Chiunque sia stato a Parigi, l'ha definita una delle città più belle al mondo.
Nonostante stia soggiornando in uno degli alberghi più costosi della città, capisco cosa tutti volevano dire. Tutti coloro che si vantavano di esserci stati, non si riferivano solo ai monumenti, o hai parigini (che a mio parere lasciano molto a desiderare), al cibo o al simbolo della città stessa.
Anche l'atmosfera qui è diversa.
Qui si respira aria di cultura, conoscenza, arte. Nei secoli scorsi, proprio questa città è stata la culla di molte correnti pittoriche, letterarie e filosofiche.
I "grandi" sono nati qui. 
Ovviamente  non voglio sminuire la grandezza della mia nazione: gli Stati Uniti restano una delle più grandi potenze al mondo al fianco della Cina e della Russia ma devo ammettere che nascere qui non sarebbe tanto male.
-Sei taciturno.-
Oliver ed io stiamo camminando mano nella mano in un giardino pubblico delimitato a nord dalla Torre Eiffel. Stamattina il mio ragazzo, mi ha praticamente trascinato li sopra con la forza visto che soffrendo di vertigini, non volevo salirci neanche se mi pagavano. Oliver pensava che scherzassi, continuava a ripetermi che sarebbe stata un'occasione d'oro e impossibile da ripetere. 
Stasera abbiamo cenato in un ristorante molto carino sugli Champs-Élysées, poco economico (ovviamente) con un orchestra che suonava musica dal vivo.
Oliver dopo aver chiesto il conto ha insistito per fare una passeggiata e raggiungere dopo gli altri in albergo. E' stata una giornata molto faticosa, avendo visitato il Louvre e la reggia di Versailles.
-Ho parlato con mio padre oggi.- dice serio. -Mi ha chiesto se ho preso una decisione.-
Siamo qui da solo 3 giorni, ma il signor Queen la mattina dopo il nostro arrivo, ha trattenuto Oliver a telefono sperando di convincerlo a prendere una decisione mediante il suo futuro.
Non necessariamente si riferiva alla Queen Consolidated, visto che con  le conoscenze delle famiglia Queen, se Oliver volesse fare un qualunque tipo di lavoro, gli basterebbe una chiamata e il gioco è fatto.
-Non hai ancora deciso vero?-
-Una parte di me, sa bene che loro hanno creato questo impero per il mio futuro e quello di Thea. L'altra, si sente incatenata a questa costrizione che mi stanno imponendo.-
-Oliver è la tua vita, fà quello che vuoi.- dico mettendogli una mano sul braccio per invitarlo a fermarsi.
-Fel, non è cosi facile.-
-Perchè non lo è , Oliver?- chiedo sperando di capire il suo punto di vista.
-E' complicato.- dice scrollando le spalle.
-Non lo è, se sai cosa vuoi.-
-Io voglio te.- dice lui guardandomi fisso negli occhi.
-Hey io sono già qui. Sto con te, non vado da nessuna parte.- 
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio dolcemente sulle labbra. Le braccia di Oliver finiscono per intrecciarsi dietro la mia schiena.
-Ricordati queste parole, ok?- chiede divertito, per poi trascinarmi verso una meta sconosciuta.


-So che è presto per noi. E so che siamo ancora giovani.-
Siamo ritornati in albergo. Oliver ha appena aperto la porta della nostra suite, quando mi ha lasciato li imbambolata nel salotto mentre lui correva verso la nostra camera da letto.
-E' da un pò che ci sto pensando in realtà, ma non sapevo come chiedertelo.-
Aspetta.
Presto, giovani, chiedere? 3 parole che in un unica frase significano solo una cosa. Mi siedo sul divano turbata. 

Proposta di matrimonio.

Oddio no.
Non posso sposarmi. Ho solo 22 anni, sono ancora troppo piccola.
E poi non ho mai pensato di sposarmi. Cioè solo un paio di volte ho fatto un sogno del genere, ma il mio pseudo marito era basso,grasso e calvo.
Oliver non corrisponde per niente a questa descrizione.
Oliver ritorna in salotto e si siede accanto a me sul divano, facendo cadere sul tavolino davanti a noi una cartellina con su scritto "Smoak-Queen."
Il mio cuore perde un battito.
E se avesse organizzato il matrimonio qui? Parigi è pur sempre la città dell'amore.
E Robert ha chiesto a Moira di sposarlo proprio qui, in questa città. Forse anche in questa stanza.
Oliver ne sarebbe capace.
-Oliver, io.....-
-Ascoltami, lasciami finire.-
Oliver apre la cartellina, prendendo dei fogli per mostrarmeli.
-Durante il nostro ultimo soggiorno a Starling, oltre che in ufficio, ho fatto dei colloqui con alcuni agenti immobilari.-
Lui cosa? 
Vedo scritto in grassetto sul primo blocco di fogli Acquisto Immobiliare , e mi tranquillizzo all'istante. 
Poi inizio di nuovo ad agitarmi.
Cosa diavolo avrà fatto? 
-Hai...?-
-Comprato una casa. Per noi due.- dice interrompendomi. Prendo i fogli in mano e leggo tutti i dati d'acquisto. La cifra mi fa sgranare gli occhi. 
Come può una casa costare tanto? Sarà una reggia. 
-Mmmm....-
-Lo so, lo so è una scelta affrettata. E so anche che , tu non vuoi vivere a Starling dopo tutto quello che è successo....ma..-
-Oliver, io non so neanche quale offerta di lavoro accetterò. Come posso dirti di si, senza sapere che fine farò a settembre?- chiedo interrompendolo io questa volta.
Non voglio ferirlo nè tanto meno dirgli di no, ma come posso prendere una decisione cosi grande senza ragionarci prima?
-Se vuoi, devi accettarne solo una.- dice lui serio ma allo stesso tempo divertito.
Non capisco bene a cosa si riferisca fin quando non mi si accende una lampadina nel cervello.
-Oh no.- dico scuotendo la testa. 
-Oh si.- dice lui sorridendo.
-Oh no, no. Non lo farò.-
Sono sicura di ciò che dico e lo porterò avanti fino alla fine dei miei giorni. Non posso fare una cosa del genere. Come mi vedrebbero gli altri? 
-Non è stata una mia decisione. Mio padre voleva parlartene una volta rientrati,  ma l'ho preceduto.-
-Oliver non posso accettare. Non posso lavorare per te.-
-Si che puoi. Faresti il lavoro che hai sempre sognato, e potremmo stare vicini.-
-Vicini, Oliver?- chiedo retorica alzandomi dal mio posto per camminare nella stanza. -Saremo a pochi metri di distanza.-
-E questo è un problema?- chiede confuso.
-Come mi vedrebbero gli altri? Sarei lo zimbello di tutti.- 
-Da quando in qua ti interessa dell'opinione degli altri?- chiede alzando un sopracciglio.
-Da quando sono fidanzata con un miliardario e la sua famiglia possiede un azienda in un palazzo a  17 piani.- dico sarcastica. Non so cosa mi dia più fastidio, se il fatto che abbia comprato una casa senza dirmelo o se abbia fatto progetti per il futuro senza neanche interpellarmi.
Certe volte non lo capisco. E' ovvio, che mi preoccupa sapere l'opinione che gli altri hanno su di me. Non voglio avere un lavoro solo perchè sono la fidanzata di Oliver Queen, o perchè sono una raccomandata. 
Voglio arrivarci per le mie capacità, dannazione.
-So che per te è difficile capirlo, ma io voglio essere scelta per le mie capacità. Non per delle raccomandazioni.-
-Cosa intendi con "per te è difficile capirlo scusa"?- chiede lui alzandosi a sua volta per poi fronteggiarmi. 
-Sai cosa intendo Oliver.- dico cercando di chiudere l'argomento per non sfociare in una discussione. Le cose stanno peggiorando.
-No, non lo so cosa intendi.- dice incrociando entrambe le braccia e assumendo la tipica espressione da bambino infastidito e nervoso.
-Lascia stare.- dico superandolo per dirigermi in bagno. - Non riesci a capirmi.-
-Cosa dovrei capire Felicity?-
Ecco ci siamo. Quando mi chiama Felicity è incazzato. 
-Sei la mia fidanzata, e sei brava con i computer. E' ovvio che mio padre voglia offrirti un lavoro.-
-Ovvio per te, e per lui ma non per gli altri che lavorano alla Queen Consolidated. Loro hanno delle lauree specifiche, dei master, io sono solo laureata  a Yale.-
-Solo?- chiede sarcastico. -Scusami tanto, parliamo di una delle migliori  università del mondo.-
-La smetti di comportarti cosi? Di fare sarcasmo su tutto quello che dico? Sono seria.-
Lo zittisco completamente lasciandolo senza parole. Sono stata troppo dura? Ho esagerato?
-Sto cercando di spiegarti come mi sento, ma non riesci a prendermi sul serio. Per te è tutto facile, nella vita non hai mai dovuto faticare per avere qualcosa. E ora la vita mi offre tutto su un piatto d'argento: un fidanzato perfetto, una casa che vale milioni, e il lavoro che ho sempre sognato...-
-Il problema non sono io.- dice rendendomi confusa. -Il problema è il futuro.-
E proprio quando Oliver pronuncia questa frase, capisco che un pò è la verità.
Io ho paura.
Paura di fallire, paura di perderlo, paura di rimanere scottata a tal punto da non fidarmi di nessun'altro. 
Paura di non essere abbastanza per le persone che mi circondano, paura di deludere chi mi ama. 
-Ti interesserà anche l'opinione degli altri, ma tu hai paura. Hai paura del futuro.-
-Non è esattamente questo.- 
-Nono, è proprio questo.- dice lui ignorando completamente ciò che ho detto. 
Perchè pensa di conoscermi cosi bene? Come può sapere cosa mi passa per la testa se non lo so neanch'io?
-Felicity tu mi ami?-
Che razza di domanda è? Certo che si.
-Si.- dico senza pensarci due volte.
-Hai mai pensato ad un futuro con me? Matrimonio, figli...?-
-Oliver non sarà un pò presto per parlare di questo argomento?- chiedo retorica.
-Ci sono donne che programmano di sposarsi a 25 anni e di avere non so quanti figli quando sono ancora praticamente delle adolescenti. Quindi rispondimi. E' mai successo?-
La mia mente non hai mai immaginato qualcosa del genere. Non ho mai neanche pensato a come potrebbero essere i nostri figli, perchè è un qualcosa di cosi lontano da me, che è quasi surreale.  
-No.- dico imbarazzata. 
Dal suo sguardo, capisco che per lui è stato il contrario.
Il fatto che abbia comprato questa casa, il fatto che abbia pensato al nostro futuro insieme ne è la prova.
-Vado a prendere una boccata d'aria.- dice uscendo dalla camera da letto con uno sguardo mai visto prima. 


E' mezzanotte passata e sono sul divano visto che non riesco a prendere sonno. 
Oliver è tornato circa un'ora fà, lasciandomi un bacio sulla testa (visto che fingevo di dormire) per poi andare in bagno e cambiarsi per la notte. Si è steso dalla sua parte del letto senza abbracciarmi nè attirarmi verso di lui per dormire come facciamo di solito. Quando il suo respiro si è regolarizzato, mi sono alzata e sono andata in salotto.
Stare immobile nel letto quando si è svegli è praticamente impossibile. Muovendomi avrei svegliato Oliver, svegliandolo avrei riaperto la discussione che stavamo avendo prima che decidesse di scappare.
Davanti a me, vedo la cartellina aperta con tutti i documenti sull'acquisto della casa. Inizio a sfogliarli per poi notare delle foto a colori che mostrano le stanze e gli interni. 
Dalle foto sembra essere un'attico. Un'attico con una vista mozzafiato. Ci sono delle scale che portano alla zona notte mentre al piano terra un salotto e una cucina comunicanti caratterizzati da un magnifico caminetto bianco a gas. 
-Perchè sei sveglia?-
Oliver alle mie spalle, mi fa sussultare. Mi giro verso di lui, per vederlo appoggiato allo stipite della porta che collega il salotto alla camera da letto. Indossa solo il pantalone di una tuta. 
-Non riesco a dormire.- dico girandomi di nuovo per sfogliare i fogli che ho tra le mani.
-Succede spesso?- chiede con un tono strano come se già conoscesse la risposta.
Da quando ho smesso di prendere le pillole per il dolore al torace, e la paura mi assale, mi risulta difficile dormire più di tre ore per notte.
Quando eravamo ancora a Yale, e Iris dormiva da Barry, ero costretta ad alzarmi in piena notte per andare nel letto di Sara e dormire abbracciata a lei.
Di sicuro sarà stata Lance a parlare.
-E' stata Sara, vero?-
-Aspettavo che me ne parlassi tu, ma non l'hai fatto. Pensavo fosse una cosa passata.- 
Si avvicina a me, sedendosi sul divano. Quando vede cos'ho tra le mani, si meraviglia moltissimo. 
-Quando dormo con te non succede, in realtà. Il problema è quando sono sola.- dico scrollando le spalle. Oliver si siede accanto a me e mi alza in modo da farmi sedere sulle sue ginocchia. Mi abbasso quel pò, affinchè la mia testa possa poggiarsi sul suo petto. Il profumo e il calore del suo corpo, mi tranquillizzano immediatamente.
-Mi dispiace per prima.- dice accarezzandomi la schiena.
-Non volevo dire quelle cose, Oliver.-
-Lo so... lasciamoci questa cosa alle spalle.-
Nella sua voce, e dal suo tono capisco a cosa si riferisce. Mi sta dicendo di lasciarci alle spalle questa cosa. E con questa cosa non intende solo la litigata ma anche la proposta che mi ha fatto. 
Improvvisamente divento triste. 
L'idea di andare a vivere con Oliver mi spaventava, ma mi piaceva. Non posso permettergli di togliere tutto da mezzo.
-Mi piacerebbe una cucina grande.-
-Cosa?- chiede Oliver confuso.
-Anche se non so cucinare, mi piace vederti farlo.Ricordo quando hai cucinato per me la prima volta.-
Eravamo a Starling , a casa dei suoi genitori. E avevamo litigato qualche ora prima. Quella sera è stato bello vedere Oliver fare qualcosa di cosi normale e diverso. Percepisco Oliver sorridere, poi mi stringe più forte a sè.
-Cos'altro?-
-Un divano per quando verranno degli ospiti. Dev'essere a L, un pò come quello che hanno i tuoi a casa. Solo più..... moderno.-
-Fel, potrai arredarla come vuoi. Sarà casa tua.-
Mi alzo quel pò, in modo da guardarlo negli occhi.
-Nostra. Casa nostra.- dico dandogli un bacio a stampo.
-Perchè hai cosi paura del futuro?- 
-Come potrebbe essere altrimenti? Guardaci. Le cose potrebbero cambiare, potremmo lasciarci, e io non voglio perdere tutto.-
-Fel, ascoltami. Mio padre ti ha scelto non perchè stai con me. Ma perchè sei un genio. Perchè in due circostanze sei riuscita a tirarlo fuori da guai solo grazie ad un pc e a una connessione wi-fi.-
-E se dovessimo lasciarci noi? Se in futuro qualcosa dovesse andare storto?- chiedo mentre una lacrima solitaria scende sulla guancia.
L'idea di perderlo è qualcosa di inaccettabile. 
-Siamo noi a decidere il nostro futuro. Siamo noi a decidere cosa fare e cosa no. E io ti amo troppo per lasciarti qualunque cosa tu faccia.- dice asciugandomi con il dorso della mano il viso bagnato. Mi tira verso di lui e fa congiungere le nostre labbra. Ma prima che ciò accada...
-Chiedimelo, Oliver.-
Lui resta basito da questa mia richiesta non sapendo a cosa mi riferisca. So che riesce a leggermi dentro, per questo motivo continuo a fissare i suoi occhi azzurro cielo.
-Verrai a vivere con me?- chiede dolcemente.
Sorrido come una cretina, perchè dentro di me non aspettavo altro.
Oliver sta bruciando le tappe, e io lo sto seguendo. Perchè sono innamorata di lui. Incondizionatamente innamorata di lui.
-Si.- dico prima di baciarlo con passione spostandomi di poco affinchè possa mettermi a cavalcioni su di lui. 

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Capitolo 22
*** William ***


3 anni dopo
Felicity's POV

Sono già passati tre anni da quando mi sono laureata a Yale.
Tre anni da quando lavoro alla Queen Consolidated,  vivo in un attico nel centro della città arredato magnificamente  anche grazie all'aiuto della piccola Thea Queen (che tanto piccola  non è visto che ormai ha 21 anni), e sono fidanzata con lo scapolo d'oro più ambito della città. 
La permanenza qui non è stata facile: in tutti questi anni non ho fatto molte amicizie, visto che tutti mi vedono solo come la fidanzata del capo e non come Felicity Smoak tecnico informatico. Le cose sono peggiorate, quando il direttore del settore informatico (che a mio avviso era un incompetente) si è licenziato e si è trasferito non so dove, e allora il signor Queen ha ben deciso di promuovermi per rimpiazzare il suo posto. 
Se i miei colleghi hanno iniziato a disprezzarmi e ad odiarmi, Oliver invece sembrava essere l'uomo più felice della terra. 
Le cose tra di noi non sono andate sempre bene vista la presenza di Isabel Rochev che nonostante il mio avvertimento continua a ronzare attorno al mio fidanzato. Ma tutte le volte, Oliver ha sempre cercato di tranquillizzarmi e di farmi capire che tutta questa gelosia verso quella donna (per non chiamarla pedofila) era inutile. 
-Fel, ma Oliver?-
E' da poco iniziato il mese di novembre e come tutti gli anni, Oliver ed io abbiamo organizzato una cena a casa nostra per festeggiare il giorno del Ringraziamento.
Ogni qual volta ci riuniamo per qualche festività mi sembra di essere ritornata indietro nel tempo, è come se non invecchiassimo mai. 
Tommie ha deciso di lavorare con il padre nell'azienda di famiglia e andare a convivere con Laurel. Quest'ultima dopo la laurea a Yale, ha iniziato a lavorare per il miglior studio di avvocati presenti in città. Dopo il falso allarme di una gravidanza, e dopo una proposta di matrimonio andata male, i due hanno deciso di vivere giorno per giorno ed evitare di fare progetti a lungo termine. Nonostante si amino alla follia, e stiano insieme da quasi 4 anni non vogliono ancora sentire pronunciare il fatidico si.
Sara e Ray, si sono trasferiti entrambi a Baltimora. Ray ha deciso di lavorare anche lui nell'azienda di famiglia e Sara follemente innamorata di lui (anche se non le piace ammetterlo) l'ha seguito per vedere come sarebbero andate le cose. E finora, anche per loro le cose vanno magnificamente.
Iris e Barry lavorano entrambi per la polizia di Central City. Iris come giornalista che si occupa delle pubbliche relazioni e Barry come scientifico. 
Gli unici ad avere dei problemi sembrano essere Ronnie e Caitlin che a causa della lontananza non possono vedersi spesso. Caitlin ha accettato un lavoro  ai STAR Labs, mentre Ronnie lavora con Oliver alla Queen Consolidated entrambi ai piani alti. Molte volte le hanno offerto di trasferirsi a Starling City e lavorare nel settore di scienze applicate dell'azienda di famiglia, ma la mia amica ha rifiutato categoricamente l'idea di venire a vivere qui e di cambiare lavoro.
A causa di ciò, si sono anche lasciati per un breve periodo ma poi ovviamente sono tornati insieme. 
-L'ho chiamato un'ora fà e mi ha detto che stava arrivando, Laurel.- dico osservando l'orologio sul polso che Oliver mi ha regalato l'anno scorso per Natale. Siamo tutti in salotto: i ragazzi vedono una partita di baseball di alcuni giorni fà registrata da Oliver, mentre noi ragazze li osserviamo mentre dicono parolaccie o parlano tra loro per le eventuali ammonizioni dei giocatori. 
-Iniziamo ad apparecchiare?- propone Sara sviando il discorso per poi andare dritta in cucina per prendere i piatti e i bicchieri. 
-Prendo la tovaglia.- dice Thea sparendo in cucina con Sara.
Thea è cresciuta tanto. Ricordo ancora la prima volta che la vidi, e la prima volta che le parlai. E' sempre stata più che matura per la sua età , ma credo che questo visibile cambiamento sia dovuto alla sua relazione con Roy Harper.
L'ho conosciuto quasi 3 anni fà, e mi è subito piaciuto. E' un ragazzo apposto, non beve ,non fuma, siamo molto simili visto che entrambi non possediamo neanche 1/10 del conto in banca dei Queen. 
Si sono conosciuti al Verdant, il night-club che Thea ha aperto dopo aver compiuto 18 anni visto che non voleva iniziare a lavorare nell'azienda di famiglia come Ollie.
-Dannazione ma l'hai visto?- chiede Ray alzando un pò troppo la voce riferendosi alla partita. 
Dopo una risata, iniziamo ad apparecchiare la tavola quando improvvisamente sento il rumore della chiave nella serratura. 
Molte sere, quando smettevo di lavorare, tornavo a casa e aspettavo che Oliver mi raggiungesse per cenare. Ogni volta che inseriva la chiave nella serratura saltavo dal divano e riscaldavo il cibo già cotto nel forno.
Ormai è un suono che saprei riconoscere tra mille. 
Lascio le posate a Iris e vado verso l'ingresso.
-Hey amico, c'è l'hai fatta.- dice Tommy alzandosi dal divano per raggiungerlo. 
Quando me lo trovo davanti, noto subito che c'è qualcosa che non va. Il completo grigio che indossava per il lavoro è stato sostituito da un abbigliamento casual.  Il viso è stanco, sembra essere preoccupato. 
-Mi scuso per il ritardo ma ho avuto dei problemi in ufficio.- dice salutando prima i ragazzi (visto che alcuni di loro non li vede da mesi) per poi avvicinarsi a me e darmi un bacio sulle labbra.
Sento subito che profuma non solo della sua colonia , ma anche di alcool. Ha bevuto.
E' successo altre volte che per festeggiare un nuovo cliente, a fine giornata, si facesse un brindisi o si bevesse qualcosa. Ma da quanto ne so, niente di tutto ciò era in programma.
-Com'è andata in ufficio? Qualche nuovo cliente?- dico cercando di sembrare quanto più tranquilla possibile. Nella mia mente iniziano a formularsi strani pensieri.
-Tutto tranquillo.- dice secco abbracciando le ragazze una ad una.
Oliver seguito da Tommie e Ronnie va in cucina per iniziare a cucinare. Sta organizzando questa cena da settimane, ma ora mi sembra cosi distratto e infastidito da qualcosa, che non credo la presenza dei nostri amici gli faccia cosi piacere. 
Io guardo Sara che mi guarda interrogativa, scrollando le spalle, facendole intuire che non capisco cos'abbia. Anche lei conoscendolo bene, sa che c'è qualcosa sotto.
L'ultima volta che mi ha nascosto qualcosa, stava organizzando un viaggio a Parigi per la laurea.
Qualcosa mi dice che non sarà un viaggio.


Dopo circa un'ora, siamo pronti a metterci a tavola. Tutti prendono posto, quando improvvisamente suona il telefono e quindi sono costretta ad alzarmi. 
-Pronto?-
-Signorina Smoak? Sono Jeff, l'assistente del signor Queen.-
Jeff che chiama alla 9 di sera? Non è mai successo prima d'ora.
-Dimmi Jeff.- dico.
-Mi dispiace disturbare a quest'ora ma potrebbe riferire un messaggio al signor Queen? Domani alle 9 ha un appuntamento con un nuovo investitore in compagnia della signorina Rochev.-
Quel nome mi fa ribollire il sangue. Com'è possibile che stia sempre in mezzo? Anche nelle edicole ormai trovo la sua faccia spiaccicata sulle riviste.
-Sa gliel'avrei detto io, ma oggi il signor Queen non si è proprio presentato a lavoro.- dice volendo giustificare la sua chiamata.
Che cosa?Cosa significa che non è andato a lavoro?
-Non ha lavorato oggi?- chiedo confusa guardando in direzione del tavolo da pranzo dove sono tutti seduti e chiacchierano tra di loro.
-No, mi ha chiamato stamattina e mi ha riferito che oggi non sarebbe venuto in ufficio, signorina Smoak.-
Mi ha mentito.
Mi ha anche detto che è andato tutto bene. Ma allora dove diavolo è stato?
-Oh ma che sbadata...certo. Me l'aveva anche detto che oggi si sarebbe assentato.- dico mentendo. -Grazie per la telefonata Jeff e buona festa del Ringraziamento.-
Chiudo la chiamata e cerco di pensare a cosa fare. 
E' come se mi fossi appena fatta una doccia fredda e la mia mente fosse totalmente scollegata dal corpo. 
Non voglio fare una scenata, nè tanto meno rovinare la cena a tutti ma devo sapere. Ha quasi sicuramente bevuto, e non era per festeggiare un nuovo investitore. Non è andato a lavoro nonostante stamattina mi abbia accompagnato con la macchina e mi abbia detto che ci saremo visti per ora di pranzo. Poi con un semplice messaggio mi ha chiesto di rimandare tutto perchè aveva troppo da fare.
E se si fosse visto con Isabel? E se avessero bevuto insieme tanto da andare a letto insieme?
-Hey, amore.- dice Oliver facendomi girare verso di lui e zittendo i nostri ospiti. -Chi era a telefono?-
-Mia madre.- dico dopo qualche secondo in silenzio. -Inizia pure a servire, vado a prendere il vino.- dico dirigendomi in cucina a grandi passi. 
Una volta arrivata in cucina, chiudo la porta per avere un pò di privacy e mi appoggio all'isola della cucina. 
Stare da sola non mi aiuta a scacciare i cattivi pensieri che ho in testa ma non ho molta scelta. Devo calmarmi, ritornare di là e far finta che non sia successo niente.
-Hey, il vino è a tavola.... cos'altro dev....-
Oliver mi raggiunge aprendo la porta della cucina per poi bloccarsi all'improvviso quando mi vede in quello stato. Non me ne sono neanche resa conto ma sto piangendo.
Delle lacrime senza il mio permesso stanno scivolando sul mio volto. Sono poggiata con le mani sul bordo dell'isola e la testa è leggermente inclinata in avanti.
-Che cos'è successo?- chiede Oliver apprensivo mettendomi entrambe le mani sulle spalle. Mi divincolo dal suo tocco e metto un pò di distanza tra di noi.
-Dove sei stato oggi?- chiedo.
-Te l'ho detto in uffi....-
-Non mentirmi, Oliver.- dico interrompendolo.
-Chi era a telefono?- dice intuendo tutto. 
-Jeff. Mi ha chiesto di ricordarti del tuo appuntamento delle 9 con Isabel e un nuovo investitore.- dico freddamente.
Lo vedo tranquillizzarsi come se si aspettasse la telefonata di qualcun'altro. 
-Aspettavi la telefonata di Isabel , Oliver? O di qualche altra donna che ti sei scopato?- chiedo furiosa.
-Ma che cazzo stai dicendo?- chiede confuso. -Pensi che sia andato a letto con qualcun'altra? Ancora con questa storia?-
-Oh nono, non mi farai passare per la pazza di turno. C'è un motivo se ho cosi paura che tu possa tradirmi. Mi hai mentito, mi stai mentendo...dimmi dove sei stato.-
Mi avvicino un pò a lui e lo guardo negli occhi con la speranza di capirci qualcosa. 
-Sono stato a Central City.- dice lui sottovoce.
Perchè è andato a Central City? 
Cosa diavolo sei andato a fare a Central City?
-I nostri amici sono tutti qui, quindi deduco che non sia stato un viaggio per salutarli.- dico cercando di calmarmi. 
-Dovevo vedere una persona... del passato.- dice lui cercando un contatto con il mio corpo. Tutte le volte che lo fa, tutte le volte che cerca di abbracciarmi è perchè sta per dirmi qualcosa che mi farà andare in bestia.
-Una donna?- chiedo conoscendo già la risposta. Oliver mi prende per mano e cerca di attirarmi in un abbraccio che però rifiuto. -Ci sei andato a letto?-
-In passato si.- dice lui imbarazzato. -E' stato un errore, ma da questo errore è nato....-
Oliver non riesce a continuare la frase. Mi guarda sapendo che ho capito tutto. Mi guarda con la consapevolezza di aver buttato una bomba grande quasi quanto questa città.
La testa mi gira, il cuore ormai batte per conto suo come se stessi correndo da ore. Mi sento le gambe deboli, come se stessi perdendo i sensi.
Un figlio. Oliver ha un figlio.
-Si chiama William. Ha 8 anni.- dice Oliver vedendomi confusa. -E' identico a me, solo è molto più intelligente. Ha preso dalla mamma.-
Mi sta dicendo tutte queste cose, con la speranza che io possa calmarmi e possa essergli d'aiuto per capire come comportarsi? Beh sta avendo l'effetto contrario, visto che dalle sue parole capisco che lui non lo sa da un giorno. Lui ha fatto probabilmente delle ricerche, è andato li a colpo sicuro.
-Da quanto..... tempo lo sai?- chiedo.
-Felicity, non da molto.- dice lui mettendomi entrambe le mani sulle spalle. 
-Da quanto Oliver?- chiedo seria insistendo.
-Due giorni. Lo so da due giorni.-


Oliver's POV

-Hai fatto un bel guaio, amico.- dice Tommy mentre siamo seduti in  salotto.
 Felicity è scomparsa nella nostra camera da letto seguita subito da mia sorella Thea, Sara e Caitlin. 
-Tommy non è il momento.- dice Ronnie vedendomi cosi silenzioso. Mi prendo la testa tra le mani e mi maledico per essere stato cosi stupido e cosi ingenuo.
Come potevo pensare che una notizia del genere non l'avrebbe mandata in bestia? Come pensavo che non avrebbe mai scoperto niente?
Sto con lei  da 4 anni, mi conosce meglio di chiunque altro, è la donna più intelligente che abbia mai conosciuto. 
Le ragazze non hanno detto niente per tutto il tempo, l'unica a parlare visto che mi conosce meglio è stata Laurel. Non mi ha fatto una ramanzina come il mio migliore amico, ma mi ha chiesto come l'ho scoperto e se c'era qualcosa che poteva fare.
-E' meglio se viene a stare da noi... -dice Sara scendendo le scale dell'appartamento insieme a Caitlin. Mi alzo dalla poltrona dov'ero seduto e le raggiungo.
-Che sta facendo?- chiedo preoccupato, immaginando lo scenario peggiore del mondo nella mia testa.
-Verrà a stare in albergo con noi per qualche giorno. Dalle solo il tempo di tranquillizzarsi.- dice Sara mettendomi una mano sul braccio.
Tranquillizzarsi? Se le do il tempo di ragionare e la lascio sola, questa è la volta buona che mi lascia. 
-Perchè non può semplicemente restare qui?-
-Voleva raggiungere la madre a Las Vegas. Questo è il meglio che sono riuscita a fare.- dice Sara. 
E io dovrei anche lasciarla uscire da questa casa con la consapevolezza che potrebbe non ritornare?
-Che cosa devo fare?- chiedo cercando di calmarmi per trovare una soluzione.
-Ora? Niente. Dovevi pensarci prima.- dice Sara acidamente superandomi per raggiungere Ray.
-Non iniziare Sara.- dico voltandomi verso di lei.
-No, io inizio eccome Oliver! Dopo 4 anni che state insieme, non hai trovato cinque minuti per dirle "Hey, forse ho un figlio?!"- chiede retorica avvicinandosi a me puntandomi un dito contro. -Ti sei dimenticato cos'ha sofferto con il padre? Ti ha mai raccontato cose le ha detto il padre prima di uscire dalla porta di casa e lasciarla completamente sola?-
No non lo so. Non ne ho la minima idea.
-Io non mi aspetto che tu capisca... ma che cazzo state insieme da tanto pensavo che la conoscessi.- 
-Io la conosco.- dico sicuro di me parlando di nuovo dopo alcuni secondi di silenzio.
-La conosci? E nonostante tutto sei stato cosi stupido da non dirle niente? Non parliamo di una cosa qualunque, Oliver! Un figlio. Un figlio cambia tutto.-
E da queste sue parole che mi rendo conto della gravità della cosa. 
Un figlio cambia tutto.
Un figlio può cambiare quello che c'è tra me e Felicity.
Sta pensando di lasciarmi.
Cancello completamente dalla testa questa idea, e inizio a salire le scale di casa mia per raggiungere la mia fidanzata in camera da letto.


Arrivo nel corridoio e noto che la porta  non è chiusa. Voglio entrare e parlare con lei ma conoscendola non vorrà neanche vedermi. Mi poggio allo stipite della porta e sento cosa lei e Thea si stiano dicendo.
-Vieni a casa con me... starei più tranquilla.- dice mia sorella dolcemente.
-Thea non voglio dare spiegazioni ai tuoi genitori... e non voglio essere io a dirgli che sono nonni. Dev'essere un problema di Oliver.-
Sento dei rumori in camera ma non riesco a capire bene cosa stiano facendo.
-Lo lascerai?- chiede Thea con un tono preoccupato.
-Thea... io sono innamorata di tuo fratello. Se non lo fossi credi che lo avrei seguito qui nella città dove il mio ex mi stava quasi per violentare e uccidere?- chiede retorica Felicity. -Io... non sono arrabbiata con lui perchè ha un figlio. Avere un figlio è la cosa migliore che gli potesse capitare nonostante pensavo che sarei stata io la prima a renderlo padre.-
Improvvisamente mi ritorna in mente la settimana che abbiamo trascorso a Parigi. Quando le ho chiesto di andare a vivere insieme, quando le ho chiesto se aveva mai immaginato una vita con me in futuro.
Lei l'ha fatto. Ha immaginato di rendermi padre.
-Noi dovremmo essere partners. Dovremmo essere complici, amici, confidenti. Qualunque problema io abbia, corro da lui perchè so che è sempre pronto ad ascoltarmi e a supportarmi. Lui non ha fatto la stessa cosa con me.-
-Ma questo non significhi che lui non ti ami... io non l'ho mai visto cosi felice da quando sta con te.-
-Io non metto in dubbio che lui non mi ami... ma probabilmente abbiamo una concezione differente di amore. Una cosa cosi, Thea.... non si può nascondere alle persone che si amano... ma lui l'ha fatto.-
ll cuore inizia a battermi forte, e mi ritorna quella stessa ansia che mi colpi quando seppi che era nelle mani di Cooper. Ho paura di perderla e questa volta se dovesse davvero succedere, non potremmo più tornare indietro. 
E' un pozzo senza uscita.
-Un figlio cambia tutto.- dice Felicity.
-Non il vostro amore, Fel. Quello non può cambiare.-
-Io credo che stia già cambiando.- dice Felicity. Mi sporgo un pò, per poter osservare cosa sta succedendo in camera. Sul letto c'è una piccola valigia blu rigida piena di vestiti.


1 settimana dopo.
Felicity's POV


Ormai è una settimana che non torno a casa. Da quando Sara e Ray sono ripartiti per Baltimora, Laurel si è offerta di ospitarmi a casa sua.
Tommy sembra essere contento della mia presenza , soprattutto perchè cosi può avvisare Oliver dei miei spostamenti. 
Anche Caitlin , Iris e Barry sono ripartiti visto che dovevano tornare a lavoro ma ci siamo ripromessi di vederci durante le vacanze di Natale per trascorrere l'anno nuovo insieme. 
-Hai fame?- chiede Laurel facendo capolino in ufficio portando con sè cibo d'asporto cinese.
-Hey.- dico liberandole la sedia di fronte a me. -Stavo per uscire per andare a pranzo.-
-Il pranzo è venuto da te.- dice sorridente porgendomi una delle buste.
Da quando Sara se n'è andata, Laurel ed io siamo diventate ottime amiche. Ci confidiamo, usciamo insieme la sera quando i ragazzi sono impegnati.... 
E' una ragazza in gamba, molto intelligente. 
-E' già la terza volta che mi porti il pranzo a lavoro... mi sta per caso controllando signorina Lance?- dico divertita.
-Voglio solo assicurarmi che tu mangi... sai ti vedo più magra.-
E io che volevo iniziare la dieta. 
Oliver ed io non parliamo da giorni. Ci siamo incrociati per sbaglio nella hall, e lui ha cercato di attaccare bottone con la scusa di sapere come stavano Tommy o Laurel.
Più volte è anche venuto nel mio ufficio, ma con delle scuse banalissime l'ho mandato via o me ne sono andata.
-Mi vedi più magra? Laurel ho preso 1 kg in una sola settimana. Senza considerare tutto quello che ho vomitato giovedi visto l'intossicazione alimentare del ristorante greco...-
Quel cibo era disgustoso. Ma Laurel e Thea hanno insistito tanto per uscire che alla fine, ho accettato il loro invito.
-Hai ragione..- dice Laurel ridendo mentre prende le bacchette tra le mani e inizia a mangiare i suoi ravioli a vapore.
Non appena apro la scatolina del mio cibo d'asporto, vengo subito inondata da un profumo che mi fa rivoltare lo stomaco. Laurel vede la mia faccia schifata e  mi chiede se vada tutto bene.
Non ho il tempo di rispondere che Jeff l'assistente di Oliver arriva in ufficio e mi chiede di seguirlo, visto che c'è un problema con il computer del signor Queen.
-Jeff non puoi chiamare qualcun'altro?- chiedo. Gli faccio notare che stiamo mangiando e che ho un ospite. E' pur sempre la pausa pranzo.
-Il signor Queen mi ha chiesto di chiamare lei....- dice mortificato. -Anche il signor Queen gliel'ha detto ma non c'è stato modo di fargli cambiare idea.-
Signor Queen?
-Jeff chi dei due vuole il mio aiuto? Oliver o il padre?- chiedo confusa. Questo ragazzo mi manda in confusione.
-Il signor Robert Queen, signorina Smoak.- dice lui. Guardo Laurel che nel frattempo cerca di trattenere una risata, mentre le chiedo scusa mi alzo e salgo su ai piani superiori.
-Jeff dobbiamo creare dei nomi in codice.... tu cosi mi manderai al manicomio.- dico mentre aspettiamo l'ascensore. -Che ne dici di Cip e Ciop?-
-Non li ho mai saputi distinguere signorina Smoak.- dice imbarazzato.
-Siamo in due.- dico sottovoce. -Allora che ne dici di Topolino e Paperino? Topolino è il signor Queen, mentre Paperino potrebbe essere Oliver.-
-Paperino e Topolino.- dice Jeff. -Ricevuto.-
Non appena le porte dell'ascensore si aprono, Jeff va nella direzione opposta rispetto alla sua scrivania. Io vado nell'ufficio del signor Queen per capire quale problema ci sia con il suo computer.
Ma quando arrivo sulla soglia, c'è Oliver ad aspettarmi, appoggiato sul bordo della scrivania e le braccia incrociate.
-Lo sapevo.- dico sottovoce.
-E io sapevo che se ti avessi fatto chiamare, mi avresti mandato a quel paese.- dice lui avvicinandosi a me. 
-Sei il mio capo. Non posso mandarti a quel paese.- dico scontrosa.
-Non sono il tuo capo. Sono il tuo fidanzato.- 
-Ah stiamo ancora insieme?- chiedo sarcastica. -E io che ho accettato l'invito di uscire fuori a cena con Jeff.- 
-Stai scherzando vero?-
-Potrei sempre uscirci e poi nascondertelo... tanto ormai la nostra storia si basa su delle bugie, no?- chiedo ignorando completamente la sua domanda.
Oliver scuote la testa visibilmente divertito. Non voglio essere presa in giro. Quindi faccio per andarmene, ma lui mi blocca per un polso.
-Ho davvero un problema al computer.- dice serio. Mi divincolo da lui , e vado alla sua scrivania per sedermi e capire cosa ci sia che non va. Non appena tocco il mouse, sullo schermo compaiono alcune nostre foto insieme.
Alzo lo sguardo per osservare Oliver e vederlo sorridere. 
C'è la nostra prima foto insieme, quella scattata nel giardini di Starling City 4 anni fa. Le foto di Parigi, le foto dei Natali passati, del nostro viaggio a Las Vegas quando Oliver mi ha insegnato a giocare d'azzardo, le foto che gli ho scattato i primi mesi quando siamo andati a vivere nella nostra casa.
-L'unico motivo del perchè non ti ho cercata in questi giorni, è perchè ogni qual volta che mi sentivo solo ho guardato queste foto per ripensare a quei momenti.- dice Oliver avvicinandosi  per poi inginocchiarsi proprio affianco a me. Lo guardo per un secondo, e all'improvviso dimentico completamente ciò che è successo tra di noi. Ci siamo solo noi in questa stanza. Solo lui ed io.
-Ho sbagliato a non dirti niente ma più tempo passiamo separati, più ci allontaniamo.-
Ha ragione. Non l'ho mai sentito cosi distante.
-E io ti amo cosi tanto che non posso rischiare di perderti Felicity.- dice prendendomi il viso tra le mani. Mi asciuga con il pollice una lacrima che silenziosamente  sta cadendo sulla guancia. 
Ci sono tante cose che mi passano per la testa. In questi giorni non ho fatto altro che pensare a William, che è cresciuto senza un padre. Alla madre di questo bambino che chissà sarà stata innamorata di Oliver.
Probabilmente potrebbe voler tornare con lui.
-Non è cosi facile Oliver.- dico scuotendo la testa. 
-Si che lo è. Ci amiamo, niente è più facile di questo.-
-William ha bisogno di un padre.- dico sperando che mi capisca. 
-Io ci sarò sempre per William. Sono suo padre e lui è mio figlio ma...-
Si ferma di colpo quando probabilmente capisce cosa sto pensando.
-Mi stai lasciando?- chiede confuso.
-Io non sto facendo niente Oliver.- dico alzandomi dalla sedia per ritornare nel mio ufficio. 
Sono praticamente arrivata alla soglia,quando Oliver mi chiede:
 -Mi stai lasciando pensando che questo mi spingerà da lei?-
-Io non ho detto niente.- dico tranquilla senza voltarmi verso di lui. 
-Allora se non è per questo c'è solo una spiegazione.-
Ti prego non dirlo. Non pronunciare quelle parole.
-Non mi ami più.- 
E in quel momento capisco che mentire è l'unica cosa che posso fare per allontanarlo da me. Fin quando non avrò capito cosa vuole anche se pensa di volere questo: noi due.
-Non ti amo più.- dico prima di dirigermi verso l'ascensore. 

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Capitolo 23
*** Guai seri ***


Oliver's POV

-Non ti amo più.- dice continuando a darmi le spalle.
Non ci credo. Non posso crederci.
Come può non amarmi più? Avrò sbagliato certo, mi sarò comportato da perfetto idiota, ma come può questo aver distrutto tutto? Stavamo costruendo qualcosa di importante. Stavo davvero pensando di trascorrere il resto della mia vita con lei.
E ora?
Felicity esce dal mio ufficio per andare a prendere l'ascensore che la porterà nel settore informatico della Queen Consolidated. Io resto li, fermo, immobile senza sapere cosa fare.
Nel momento in cui, sento il campanello dell'ascensore che mi avvisa dell'arrivo della cabina, le mie gambe si muovono da sole correndo all'ingresso per raggiungerla. Mi sembra di rivedere la scena a rallentatore: lei che con il capo abbassato aspetta che le porte si chiudano, io che non appena vedo che ciò sta accadendo, senza pensarci due volte mi fiondo nell'ascensore sperando che le porte non mi blocchino il passaggio.
-Oliver, che cavolo!- dice Felicity sussultando quando rischio di rimanere bloccato tra le porte.
Cerco di riprendere fiato, ma è impossibile visto che il cuore mi batte a mille visto lo spazio ristretto nel quale mi ritrovo a pochi metri dalla donna che amo. 
-Ma sei impazzito?- chiede perplessa.
-Non ti credo.- dico con il fiatone. Sono allenato, vado in palestra o faccio degli esercizi almeno tre volte alla settimana eppure non riesco a regolarizzare il respiro.
-Cosa?- chiede confusa.
-Non. Ti. Credo.- dico avvicinandomi a lei. -Non è vero che non mi ami più.-
Lei mi guarda come se avessi detto un'assurdità. Dentro di me, so bene cosa fare con lei. 
Ma sono ancora  cosi indeciso sul da farsi visto che non so quale reazione possa avere Felicity nei miei confronti.
In passato abbiamo risolto sempre tutto cosi. Ma non siamo mai arrivati a questo punto. 
-Si invece.- dice lei spezzando l'incantesimo tra di noi. Ritorna a fissare il pavimento e inizia a giocare con le mani. Cerca di creare dei nodi immaginari, come se stesse cercando di distrarsi. E' imbarazzata e nervosa.
-Allora guardami e dimmelo.- dico conoscendo i suoi punti deboli.
Tra di noi, è sempre stato cosi. Abbiamo un modo tutto nostro di comunicare, la maggior parte dei casi se non riusciamo a farlo fisicamente, lo facciamo guardandoci negli occhi.
Con il tempo, solo guardando i suoi occhi azzurri, sono riuscito a capire cosa pensasse o le passasse per la testa.
E' qualcosa di estremamente intimo, non ci sono mai riuscito con nessuno.
E' anche questo che mi ha convinto a ritornare sempre da lei. Non posso fare altrimenti, per me è come una calamita che attira un pezzettino di ferro.
Vedo Felicity prendere aria, per poi voltarsi verso di me e puntare i suoi occhi nei miei.
-Io....-
Balbetta qualcosa di incomprensibile, prima che inizi a scuotere la testa, cerchi di trattenere le lacrime per poi lanciarsi su di me per far congiungere le nostre labbra.
Non mi sorprendo totalmente di questa sua reazione, visto che anch'io avevo pensato di baciarla e prenderla in ascensore.  Ma la situazione tra di noi è cosi complicata, che per un momento scaccio dalla mente quest'idea per non spingermi oltre e rovinare tutto. 
Ma nel momento in cui, le mani di Felicity finiscono sulla mia cintura per slacciarla, tutti i buoni propositi vanno a farsi fottere. Cosi come tra un pò farò con la mia bellissima e focosa fidanzata.
Spingo il pulsante d'arresto dell'ascensore che nel frattempo stava continuando a scendere giù. Nel giro di pochi secondi, mi ritrovo con i pantaloni abbassati  e le mani di Felicity nei boxer che stringono la mia erezione. 
Le mie invece, le accarezzano le gambe per poi posarsi sulla gonna a tubino nera che indossa. Gliela alzo, cercando di liberarla da questi inutili strati di tessuto che ormai ci separano. 
-Dannazione, odio le calze.- dice facendomi sorridere. Non posso strappargliele, visto che, dobbiamo affrontare ancora una giornata di lavoro. E poi  fuori fa freddo non voglio che si prenda un raffreddore. 
Non ho mai fatto una cosa del genere, neanche con lei, ma a questo punto sono costretto con un pò troppa calma, ad abbassarle le calze in modo che non si strappino. Lei geme, quando il tessuto le scivola giù lentamente per le gambe, mentre le mie mani le accarezzano la pelle liscia e soda. Risalgo tutta la coscia, poi quando arrivo al sedere, la prendo in braccio in modo da  farle poggiare la schiena alla cabina dell'ascensore e farle intrecciare le gambe attorno alla mia vita.
Siamo ancora mezzi vestiti, mai e poi mai mi sarei aspettato di fare una cosa con lei qui nell'ascensore della mia azienda. Eppure sta per succedere, e la cosa mi eccita. Ancora di più di quanto non lo sia.
Ma nonostante tutto, non dimentico ciò che realmente voglio sapere. Felicity mi ha detto che non mi ama più.
So che non è vero, perchè se non mi amasse non sarebbe arrivata a questo punto con me.
-Felicity...-
Le sue mani, mi abbassano definitivamente i boxer, cosi da mostrare il mio membro eretto. La posizione che abbiamo assunto, non è delle più comode, ma non posso tornare indietro proprio ora. Un piccolo cambiamento potrebbe far saltare tutto.
Noto che indossa ancora le mutandine di pizzo, ma nel momento in cui le sposta, capisco che non le interessa. Quel gesto è il mio lasciapassare per prenderla e ritornare ad essere quelli che eravamo un tempo.
La penetro senza preavviso, facendola sussultare e gemere allo stesso tempo. 
Ricordo ancora la prima volta che abbiamo fatto l'amore: è stata la sensazione più bella della mia vita, entrare dentro di lei, muovermi per far raggiungere ad entrambi un ponderoso orgasmo.
Il bello di amare una persona, è che anche il sesso di trasforma in qualcosa di unico. Mai e poi mai, una donna quando veniva a letto con me riusciva a raggiungere l'orgasmo solo chiedendoglielo. A Felicity funziona cosi.
La sua intimità si adatta perfettamente al mio membro. I nostri corpi sembrano essere creati per muoversi insieme.
-Felicity, dimmi la verità.- dico continuando a penetrarla dolcemente. Lei mi lascia baci languidi sul collo, e poi inizia a mordermi il lobo dell'orecchio probabilmente per distrarmi.
-Dimmi la verità, ti prego.- dico quasi supplicandola.
Si separa dal mio collo, per guardarmi negli occhi e baciarmi dolcemente. 
Mi accarezza il viso, soffermandosi sulla barba per poi intrecciare le mani dietro il mio collo. 
-La sai la verità..- dice con la voce rauca. Scuote la testa come se volesse scacciare un cattivo pensiero, poi improvvisamente le sue guance si rigano di lacrime.
-Hey, no.- dico dolcemente asciugandole il viso bagnato. -Sono qui, non piangere.-
-Ho bisogno di te.- dice prima di baciarmi, e far incontrare le nostre lingue. Con lei ancora tra le braccia, mi muovo nell'ascensore e un pò goffamente mi siedo a terra con lei a cavalcioni su di me , per coccolarla mentre facciamo l'amore.
Ho bisogno di questo. Del contatto, dei baci che ci scambiamo, di sentirla gemere e piangere nel mio orecchio, di stringerla tra le braccia per farle sentire che ci sono, sono qui per lei. Perchè la amo.
Dio, se la amo. 
E' l'unica persona che abbia mai amato in tutta la mia vita. L'unica che mi abbia fatto sentire le farfalle nello stomaco, l'unica che mi abbia fatto sentire ancora un'adolescente.
E' proprio questo che mi fa convincere ancora di più, della scelta che ho preso. Proprio questo mi rende più convinto della scatolina di velluto che ho nella tasca della giacca che contiene l'anello di mia madre per chiedere alla donna che amo di sposarmi.
-Sono qui, ti amo. Non vado da nessuna parte.- dico riprendendo a spingere dentro di lei, per distrarla dai brutti pensieri. Felicity asseconda le mie spinte, baciandomi il collo con foga per poi aggrapparsi alle mie spalle. La stringo tra le mie braccia, spingendola leggermente all'indietro, per poterla penetrare meglio. Ormai sono quasi arrivato al culmine, e dai suoni sconnessi che escono dalla  bocca di Felicity capisco che anche per lei vale lo stesso.
Dopo un pò, le pareti interne dell'intimità di Felicity, si stringono intorno al mio membro bagnandomi completamente. Presa dalla foga degli spasmi Felicity si muove su di me facendomi raggiungere velocemente l'orgasmo, e con un gemito sonoro, mi appoggio alla sua spalla mentre il mio seme caldo si riversa dentro di lei.  

 
Felicity's POV

Ci rivestiamo in fretta e cerchiamo di renderci presentabili. Fortunatamente siamo ancora in pausa pranzo quindi quasi nessuno avrà notato che uno dei 3 ascensori nella hall  era fuori uso visto che c'eravamo noi dentro a darci da fare.
Mi sistemo i capelli, le calze e liscio con le mani la gonna a tubino nera che indosso. Guardo Oliver sottocchio, vedendolo sorridere come un cretino. Una volta che entrambi siamo pronti, Oliver spinge il pulsante per far ripartire l'ascensore per poi prendermi tra le braccia e baciarmi dolcemente.
-Non ripetere mai più una cosa del genere.- dice serio facendomi letteralmente sciogliere come un ghiacciolo. -Se questo era il tuo brillante piano per dare a William una famiglia, non hai fatto i conti con una cosa...forse la più importante.-
So bene a cosa si stia riferendo. Me l'ha detto anche mentre facevamo l'amore in ascensore. 
-Cioè?- chiedo fingendomi confusa come se non sapessi niente.
Oliver scuote la testa divertito, sorridendo leggermente.
-Amo te. Non lei. Non ho mai amato nessuna come amo te.-
-Nemmeno Isabel?- chiedo punzecchiandolo.
Lui sbuffa sonoramente come se fosse infastidito,  ma in realtà so che non è cosi. Ho bisogno di essere tranquillizata, di sapere che le altre non hanno alcuna speranza di portarmi via ciò che è mio. Anche se qualche anno fà, potevo avere dubbi su ciò che sto pensando ora non è più cosi. 
Oliver Queen è mio. 
-Non ho mai amato Isabel.-
Le porte dell'ascensore si aprono, rivelandoci proprio la vipera nella hall della Queen Consolidated vestita con un tubino verde smeraldo aderente e un paio di tacchi vertiginosi.
Mi divincolo dall'abbraccio di Oliver e cerco di trattenere una risata. Ma è davvero difficile visto che la mia peggior nemica è di fronte a me con una faccia da ebete.
-Oliver, tesoro.- dice avvicinandosi a lui per mettergli una mano sul braccio.
Non posso sopportare che lo tocchi, ma finalmente dopo anni ho capito il suo gioco. Pensa che questo silenzio da parte di Oliver possa farmi arrabbiare cosi da litigare con lui e lasciarlo.
-Stavo per chiamare i pompieri, l'ascensore non ripartiva più.- dice come se non avesse capito nulla.
-Ho del lavoro da sbrigare.- dico uscendo dalla cabina dell'ascensore.
-Si bisognerebbe chiamare la manutenzione.- dice Oliver sorridendomi maliziosamente. Isabel guarda prima lui poi me.
-Si, chiamami quando vengono... magari potremmo fare un giro di prova da soli. - dice facendogli l'occhiolino per poi andare nel settore informatico.


-Vorrei solo sapere perchè abbiamo creato un gruppo Whatsapp se poi alla fine parliamo sempre attraverso chiamate Skype.- dico guardando il laptop
sulla scrivania che mi rivela le immagini di Caitlin, Iris e Sara. Mi hanno scritto un messaggio 10 minuti fa per chiedermi se avevo da fare. Sono rare le occasioni che parliamo attraverso una webcam: con gli impegni di Caitlin e Iris, e il nuovo lavoro di Sara se riusciamo anche solo a scriverci tra di noi un saluto è anche troppo.
-La webcam rende di più l'idea.- dice Sara .
-Rende l'idea se non ci vedessimo da anni.- dice Iris ragionevole. -E' trascorsa solo una settimana dalla cena del  Ringraziamento.-
-Esatto.- dice Sara. -Un'intera settimana senza sapere novità su Lis e Oliver. Sto per andare al manicomio.- 
-Hai chiamato solo per sapere questo?- chiedo divertita. -Che amica!-
-Hey, parliamo del tuo futuro e della mia possibilità di essere zia visto che sono ancora giovane.- dice Sara scandalizzandomi completamente.
Fortunatamente ho un ufficio tutto mio, altrimenti inizierebbero già a circolare storie su una ipotetica gravidanza. 
-Sara....smettila.- dico imbarazzata.
-Oh dio.- dice la piccola Lance richiamando l'attenzione anche di Iris e Cailtin.
-Cosa c'è?- chiedono all'uniscono. 
-Hai fatto sesso con Oliver.- dice Sara spalancando gli occhi.
-Sara!- dico senza sapere cosa dirle di preciso. -Sono in ufficio e sto lavorando.-
-Quand'è successo? Ieri, stamattina? Oddio, nel tuo ufficio? Tipo  sulla scrivania? O nel suo? Lui a differenza tua ha una poltrona molto larga...-
-Perchè pensi che abbiano fatto sesso?- chiede Caitlin confusa.
La mia attenzione si posa sulla figura di un uomo che è sulla soglia del mio ufficio. Resto senza parole nel momento in cui, vedo Oliver sorridere come uno stupido con le braccia incrociate al petto ed è poggiato allo stipite della porta. Da quanto tempo è qui?
-E' ovvio che hanno fatto sesso. Ha la tipica faccia  di Mi sono ripassata Oliver Queen alla grande.- dice Sara facendo ridere Oliver.
-Io.... io devo andare.- dico abbassando lo schermo del laptop per chiudere le 3 chiamate contemporaneamente.
-Da quanto tempo sei li?- chiedo cercando di nascondere l'imbarazzo. 
-Non tanto...- dice entrando per poi chiudersi la porta alle spalle. Da due mandate alla serratura e poi si mette le mani in tasca.
-Oh no.- dico capendo il suo giochino. 
-Sara mi ha dato un'idea davvero grandiosa.- dice maliziosamente.
-Sto lavorando.- dico alzandomi dalla mia sedia per fronteggiarlo. -Siamo in ufficio, no.-
-Le  pareti non sono fatte di  vetro.....nessuno ci vedrà. Ma non posso prometterti la stessa cosa in quanto rumori.-
Mi eccito immediatamente al solo pensiero di noi due, mentre ci diamo da fare nel mio ufficio, sulla mia scrivania.
-Non credo che il mio capo sarebbe contento di tanta negligenza.- 
-Puoi sempre chiedere al tuo capo qualche ora di permesso.- dice accarezzandomi il corpo lentamente.
-Perchè parli di te in terza persona?- chiedo cercando di distrarlo.
-Io non sono il tuo capo.- dice prendendomi sotto le braccia per alzarmi e farmi mettere seduta sulla scrivania di legno. Oliver con un gesto rapido butta a terra tutti i fogli che c'erano sopra liberandola quasi per metà. -Sono il tuo fidanzato.-
-E questo dovrebbe convincermi a concedere me stessa....?- 
-Oh si. E' da una settimana che non ti sentivo gemere nel mio orecchio.-
Divento rossa per l'imbarazzo. Si abbassa leggermente per mordermi il lobo dell'orecchio e sussurrarmi altre cose sottovoce.
-Ora a te la scelta... posso prenderti qui sulla scrivania, o sul quel minuscolo divanetto.-
Le sue mani iniziano ad accarezzarmi le gambe per poi senza preavviso strapparmi le calze color carne.
-Non hai bisogno nè di queste..... nè di questa.- dice stracciandomi in due la mutandine di pizzo nera. Resto senza parole per questo suo comportamento , chiedendomi come dopo potrei continuare a lavorare senza intimo addosso.
-Non farti troppi problemi.... dopo di questo, torneremo a casa , mangeremo qualcosa al volo e poi affonderò dentro di te per tutta la notte. Quindi queste non ti  servono.- dice alzando il viso per potermi baciare sulle labbra. Nel momento che ciò accade, sono presa da una foga sessuale nei suoi confronti mai provata prima. Apro la bocca affinchè le nostre lingue possano incontrarsi mentre le mie mani passano sui suoi pantaloni e i suoi boxer.
Nel momento in cui, ancora da seduta, apro le gambe per poterlo ricevere dentro di me, Oliver senza problemi mi mette le mani sui glutei e mi alza. Si siede sul divanetto nell'angolo della stanza che contiene a mala pena lui, mentre io resto a cavalcioni su di lui.
Mi alzo quel pò, affinchè la mia intimità possa accoglierlo fino in fondo. Poi incominciano i giochi.


-Non so come ho fatto a resisterti in macchina. Dio eri praticamente nuda nella mia macchina.-
-Credo che abbiamo provato già abbastanza nuove superfici per oggi.... nonostante il sesso con te sia grandioso dovunque, niente supera il nostro letto.-
Siamo ritornati a casa da circa due ore. Oliver non mi ha dato il tempo neanche di chiudere la porta che si è fiondato su di me e mi ha presa in braccio per portarmi nella nostra camera da letto. 
-Sto morendo di fame..- dice piegando il gomito per poi poggiare la testa sulla mano. Faccio la stessa cosa, osservando come i suoi muscoli ben definiti si alzano e si abbassano ogni qual volta che Oliver respiri. Le mie mani finiscono involontariamente sul suo torace per fare dei disegni sconnessi.
-Il piano era cenare e poi darci da fare... non il contrario.- 
-Possiamo sempre seguire questo schema dopo...- dice maliziosamente abbassandomi il lenzuolo che avevo intorno al corpo scoprendomi  i seni.
-Non ne hai abbastanza?- chiedo divertita.
-Di te? Mai.-
Nonostante tutto si alza dal letto, indossa un paio di boxer puliti e il pantalone di una tuta e va in cucina a preparare la cena. Io lo seguo a ruota, indossando un completino intimo pulito e prendendo dall'armadio una t-shirt di Oliver. E' vero che siamo quasi a dicembre ma dentro casa, stiamo al caldo avendo acceso i riscaldamenti.
-Che ne dici di un pò di pasta?- chiede Oliver mentre mi sente scendere le scale. 
-Mi sembra perfetto.- dico prendendo posto su uno degli sgabelli dell'isola della cucina. Oliver prende dal frigo una bottiglia di vino e prende anche due bicchieri di cristallo.
-Vino?-
-Si grazie.- dico accennando un sorriso.
Vedendo Oliver versare il vino, mi ritorna alla mente la scorsa settimana quando, a causa di un imprevisto lavorativo, Tommy non è tornato a casa per cena e cosi Laurel ed io abbiamo cenato da sole.
Una chiacchiera tira l'altra, e a fine cena ci siamo ritrovate con due bottiglie di vino rosso finite fino all'ultima goccia. 
Quando poi la sveglia del mio cellulare ha iniziato a suonare avvisandomi di prendere la pillola anti concezionale, Laurel ha suggerito di non prenderla visto tutto l'alcool che avevo ingerito.
Mi sono detta: che cosa sarà mai? Ho bevuto solo una sera, non succederà più.
Ma quella che doveva essere un'unica sera si è trasformato poi in un vero e proprio rituale, lasciando le pillole nell'astuccio sempre allo stesso numero.
Oh merda.
Oggi Oliver ed io ci siamo dati da fare senza protezioni. E lui è arrivato al culmine dentro di me senza ritegno sapendo che ero sotto l'effetto delle pillole.
Oh merda. 
Potrei essere incinta. 

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Capitolo 24
*** Vigilia ***


Moira's POV

-Quando hai intenzione di chiederglielo?-
Mai e poi mai mi sarei aspettata di parlare con mio figlio di un argomento cosi delicato. 
Quando qualche giorno fà, Oliver è venuto da me per chiedermi l'anello di nonna Queen. Non sono rimasta del tutto sconvolta dalla sua richiesta visto che le cose con Felicity vanno a gonfie vele....quei due sono fatti l'uno per l'altro.
Nonostante ormai stiano insieme da 4 anni, Felicity è sempre stata la ragazza più educata e rispettabile entrata in casa mia. Intelligente, spiritosa, a modo suo molto attraente. Una donna che non ha mai badato ai nostri soldi, ma ha solo guadagnato l'amore di mio figlio nella maniera più leale che possa esistere: essendo se stessa.
Mi chiedo se abbiamo già discusso della possibilità di avere dei bambini. Vorrei tanto essere nonna.
A Robert e a me , mancano dei piccoli pargoletti che scorazzano per casa, urlando e giocando nei corridoi di questa villa immensa come facevano Thea e Oliver da bambini.
-Non lo so mamma.... pensavo durante la festa di Natale qui.- dice Oliver giocando con le mani in maniera nervosa.
-Mi sembra un'idea perfetta figliolo.- dico cercando di tranquillizzarlo.
Siamo entrambi sul divano aspettando che Felicity esca dallo studio con Robert visto che i due si sono riuniti per discutere di alcuni progetti da approvare nel reparto informatico dove lavora la mia futura cognata.
-Perchè sei cosi nervoso?- chiedo apprensiva.
Possibile che non sia convinto della sua scelta? O che abbia avuto dei ripensamenti?
-Oliver se non sei convinto di ciò che stai per fare.....-
-No mamma non è questo.- dice lui interrompendomi. -E se dovesse dirmi di no? In fin dei conti abbiamo 25 anni, siamo giovani.-
Pensa davvero che lei possa rifiutare la sua proposta? Quanta poca autostima ha mio figlio da quando sta con Felicity?
In un certo senso, non posso dargli torto. L'amore ci rende frettolosi, impacciati, chissà forse anche Robert si sentiva cosi prima di farmi la famosa proposta a Parigi.
Ma per Oliver e Felicity sarà diverso.... 
-Oliver, ho visto il modo in cui di guarda Felicity. E tu sai bene quanto lei ti ami. Perchè dovrebbe dirti di no?-
-Mamma in questi giorni si comporta in modo strano.... come se mi nascondesse qualcosa. Dopo la storia di William, non tutto è ritornato alla normalità.-
William. 
Il nipote che non sapevo di avere e che anche ora è come se non esistesse. Oliver mi ha espressamente chiesto di non cercarlo nè di mettermi in contatto con lui.
Ne ha discusso con la madre del bambino, e insieme hanno deciso di nascondere a quel bambino la verità. Oliver ha avuto la possibilità di incontrarlo a patto che non gli dicesse la sua vera identità.
Dopo un pò di storie, soprattutto da parte di Robert, che ovviamente voleva provvedere economicamente agli studi del nipote, abbiamo abbandonato l'idea di conoscerlo e l'idea che entrasse a far parte della nostra vita.
-Oliver, non credo che Felicity sia infastidita dall'esistenza di William. E' una ragazza che sa il fatto suo. E se davvero c'è qualcosa che non va, te lo dirà lei quando sarà pronta.-
Durante la vita, sono entrata in contatto con tante persone e soprattutto donne. Riuscivo a capire quando mentivano, o fingevano cose che in realtàà non erano vere. Felicity non mi ha dato quest'impressione. Anzi.
Tutti in famiglia la adoriamo. Per non parlare di Thea che ormai ha trovato una sorella con la quale confidarsi.
-Vuoi una mano con i preparativi?- chiedo.
-No mamma... tranquilla, ci penso io. Grazie comunque.- 
Oliver mi da un bacio sulla guancia e quando sentiamo la porta dello studio aprirsi, ci alziamo per andare all'ingresso.
-Il progetto è interessante, ma non sono ancora del tutto convinta del software che vogliono installare per migliorare le prestazioni di ricerca. Ho un amico che lavoraalla M.I.T. posso chiamarlo e chiedergli cosa ne pensa.- dice Felicity.
-Fai tutto quello che ritieni necessario.- dice Robert sorridendole.
Lo guardo e noto subito tutte le premure che ha verso di lei. So bene quanto lui adori Felicity, ma sapendo  quanto alcuni gesti  la mettano in  imbarazzo,non ha mai superato una certa linea immaginaria che si è creata nel loro rapporto. Soprattutto visto che oltre la fidanzata di Oliver è anche una nostra dipendente.
-Hey, sei pronta?- chiede Oliver  attirando l'attenzione su di lui. 
-In realtà dovrei parlare con tua madre da sola.- dice Felicity sorprendendomi.
Cosa dovrà dirmi? Oliver guarda prima me e poi lei, rimandendo basito dalla sua richiesta.
-E' tutto apposto?- chiede preoccupato avvicinandosi a lei.
-Si, tutto perfetto. Non ci metterò molto, mi aspetti in macchina?- chiede prima di dargli un bacio sulle labbra per poi rivolgere il suo sguardo su di me.
-Vieni , tesoro. - dico gentile prendendole la mano per andare in salotto e parlare da sole. Ha specificato che non voleva nessun'altro con noi, quindi chiudo entrambe le porte che collegano l'ingresso al salotto per avere un pò di privacy.


Felicity's POV

-Non voglio che si faccia una cattiva idea su di me, o che pensi che l'abbia fatto apposta. E' successo, e basta.- dico cercando di creare un discorso di senso compiuto per non mandare Moira Queen in tilt con la mia parlantina.
-Felicity, cara non potrei mai cambiare idea su di te. A meno che tu non abbia tradito mio figlio con qualcun'altro.- dice sedendosi sul divano per poi farmi cenno di sedermi accanto a lei.
Respira Felicity. E' una cosa facile da dire.
2 parole. 11 lettere.
Niente di più semplice. Prendi un bel respiro e butta fuori la bomba.
In questi giorni mentre ero in azienda o a casa ( mentre Oliver era impegnato a fare altro) ho già buttato fuori la maggior parte del cibo che ingerivo quando non avevo la nausea.
-Amo Oliver non potrei mai tradirlo.- dico sicura di me scacciando dalla testa questa idea cosi assurda.
-E allora cosa c....?-
-Sono incinta.- dico interrompendola. 
Moira ovviamente rimasta senza parole, spalanca gli occhi non appena pronuncio questa frase. 
-Non ne sono sicura ma i sintomi sono quelli. E ho un ritardo di 3 giorni.-
Vedendola ancora zitta, decido di smorzare l'imbarazzo raccontandole del fatto che ho sospeso le pillole, ma ripeto più volte che non è stata una cosa intenzionale.
Io non ho nessuno qui. Sara è a Baltimora, Iris e Caitlin a Central City. Vorrei parlarne con Laurel ma non vorrei farla sentire in colpa.
Già basto io come persona che si sente in colpa per l'accaduto.
Mai e poi mai mi sarei aspettata di diventare madre a 26 anni. Non ci ho mai pensato perchè non ho mai incontrato qualcuno come Oliver. 
E ora che è successo non so come comportarmi, cosa fare, come dirglielo soprattutto.
Potrei anche sbagliarmi, potrebbe essere un falso allarme. 
-Mia madre non è qui, le mie amiche non ci sono... non posso parlarne con Oliver perchè non so come reagirebbe. Non so che fare.- dico imbarazzata.
-Oh tesoro.- dice Moira abbracciandomi lasciandomi senza parole.
Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere. Mi aspettavo che mi avrebbe sgridato, inveito contro. 
Dannazione, non riesco a trattenere le lacrime. Stupidi ormoni. 
-No tesoro, non piangere... ci sono io, andrà tutto bene.- dice Moira dolcemente cercando di asciugarmi le lacrime. -Prenoto subito una visita dal mio ginecologo. Faremo delle analisi, sarai seguita dai migliori medici.-
Io non voglio i migliori medici. Ho solo bisogno di qualcuno che mi tranquillizzi, che mi dica cosa fare, come comportarmi.
Io non so niente di bambini. Non ho avuto fratelli, ne cugini, non ho amiche che hanno bambini piccoli. Non ho mai cambiato un pannolino, nè dato il biberon.
Come diavolo dovrei comportarmi?
-Ho solo bisogno di qualcuno che mi stia accanto, Moira. Non so cosa fare..-
-Oh tranquilla, tesoro. Ci sono io.- 


24 dicembre.
-Non capisco perchè tu sia cosi nervoso.- dico notando Oliver cambiare per la decima volta cravatta. -E' la solita cena che tua madre organizza per la vigilia.-
Ormai mi sono abituata a le sfarzose cene di Moira Queen. All'inizio ero sempre a disagio visto che nessuno mi conosceva, o nessuno pensava che Oliver facesse sul serio con me ma da due anni a questa parte le cose sono cambiate.
Beh anche questo Natale sarà diverso.
Mi porto istintivamente le mani sul grembo trovandolo ancora piatto. 
Non ho ancora deciso cosa fare: l'unica a cui ho comunicato la notizia è stata Moira, la quale mi ha prenotato una visita di controllo una settimana fà per fare dei controlli e sapere finalmente se sto portando in grembo il futuro erede della famiglia Queen.
Non mi è sembrata arrabbiata, anzi. Ha fatto di tutto per farmi sentire a mio agio, abbiamo trascorso molto tempo insieme dedicandoci anche ai regali di Natale andando in giro nella grandi boutique che ci sono in città.
E' stato come avere una seconda madre.
Ma non nascondo che la notizia della gravidanza non mi rende la donna più felice del mondo: prima di tutto per questi dannati sintomi e questi sbalzi di umore che ho a tutte le ore del giorno. Mangio tantissimo facendo insospettire anche Oliver visto che non sto più andando in palestra seguendo le indicazioni del ginecologo. Non so come Oliver potrebbe reagire visto che meno di un mese fà ha scoperto di avere un figlio di 9 anni e ora sta per averne un'altro.
Il ginecologo quando mi ha dato la notizia, vedendomi cosi confusa, mi ha anche suggerito la possibilità di abortire. Ho ancora due mesi per decidere cosa vorrò fare ma qualcosa mi dice che Moira non ne sarebbe cosi entusiasta.
E' cosi eccitata all'idea di diventare nonna. Ormai ci sentiamo tutti i giorni, mi chiama e viene a farmi visita in ufficio per sapere come sto e se ho bisogno di qualcosa.
Non ho ancora detto niente nè alle ragazze, nè a Thea visto che non voglio che la notizia si diffonda velocemente. Mi fido di loro, ma per ora devo avere i miei tempi per metabolizzare la cosa. 
Esco dal bagno adiacente alla nostra camera e ritorno da Oliver trovandolo ancora davanti allo specchio.
-Taglia la testa al toro e mettiti un papillon.- dico.
-Hai ragione, è solo un'altra stupida cena.- dice girandosi verso di me per poi rimanere a bocca aperta. Ho indossato un vestito rosso con uno spacco abbastanza profondo sulla gamba destra. E' aderente mi mette in risalto le curve. Curve che tra qualche mese perderò visto che diventerò peggio di una betoniera.
-Molliamo la festa e restiamo qui.- dice avvicinandosi per poi abbracciarmi.
-Tua madre ci ucciderebbe.- dico divertita. -Non possiamo mancare.-
-Non dicevi la stessa cosa quando abbiamo fatto tardi per il compleanno di mio padre.- dice dandomi una serie di baci languidi sul collo.
Sorrido al ricordo delle figuraccia che abbiamo fatto quel giorno a Villa Queen. Siamo praticamente spariti per circa venti minuti, e ci siamo nascosti in uno dei bagni al piano di sopra per darci da fare come due conigli.
Inutile dirvi che Tommy Merlyn quando ci ha visto ricomparire, ha iniziato a prenderci in giro ricevendo un pugno sul braccio da Laurel.
-Oliver, no.- dico spingendolo via da me per prendere il cappotto dall'armadio. -E' la vigilia di Natale. Dobbiamo uscire.-


La festa sta procedendo bene. 
Io sono un fascio di nervi visto che quando torneremo a casa, Oliver dovrà aprire uno dei tanti pacchetti che ci sono sotto l'albero con all'interno il test di gravidanza e la prima ecografia.
Sarà felice? Cercherà di tranquillizzarmi? Darà di matto?
A rendermi ancora più nervosa è la presenza alla festa di Isabel Rochev. Quando l'ho vista entrare nel suo magnifico vestito in salotto, quasi non mi strozzavo con gli stuzzichini. Mi ha sorriso falsamente poi è andata (ovviamente) alla ricerca di Oliver. 
Laurel e Tommy stanno parlando con il signor Merlyn mentre mia madre, la quale è stata invitata da Moira e Robert, sta amabilmente conversando con il detective Lance.
Sfortunatamente a causa di una bufera di neve, Sara, Ray , Iris , Caitlin e Barry non hanno potuto prendere un aereo e raggiungerci. Ronnie quando l'ha saputo quasi non dava di matto e se non fosse stato per Oliver e i suoi genitori a quest'ora sarebbe già arrivato a Central City a piedi. 
-Hey.- dice Thea raggiungendomi all'angolo bar. -Cosa stai bevendo?- chiede notando dell'acqua nel mio bicchiere.
-Semplice acqua, Thea. Non voglio ubriacarmi.- 
-Ma è la vigilia di Natale...e ci sono tutte queste persone noiose.- dice a bassa voce per non offendere nessuno. -Dovremmo divertirci.-
-Approposito sai perchè ci sono tutte queste persone? Pensavo fosse una festa in famiglia.-
-E' stato Ollie ad invitarle.... anche papà è rimasto sorpreso dalla sua richiesta.-
Oliver che chiede di celebrare il Natale con una festa in grande stile? Ma se non voleva neanche venirci qui!
-E' quasi mezzanotte.- dice Thea controllando il suo telefonino. -Sarà meglio cercare Roy.-
-Hey, non era solo una ricorrenza di capodanno?- chiedo confusa quando si è di poco allontanata da me. 
-Questo lui non lo sa.... ma ehi! Non dirlo in giro.- dice facendomi l'occhiolino. 
Le alzo il pollice in alto per poi vederla sparire tra la folla per raggiungere Roy che sta parlando con Ronnie.
Cerco Oliver con lo sguardo, senza vederlo in giro. Faccio la stessa cosa con Isabel, vedendola chiacchierare con alcuni membri del consiglio d'amministrazione della Queen Consolidated.
Dove diavolo sarà finito?
Improvvisamente una mano si posa sulla mia vita. Dalla grandezza e dalla forza nella presa capisco subito che si tratti di Oliver.
-Ti annoi?- chiede divertito.
Mi giro verso di lui e vedo che gli brillano gli occhi. Sembra euforico.
Noto che tra le mani ha il mio cappotto.
-C'è ne stiamo andando?- chiedo perplessa.
-Mettitelo.- dice porgendomelo. 
-Perchè?-
-Devo darti il mio regalo di Natale.- dice lui dolcemente accarezzandomi la guancia. -Sù muoviti.-
Faccio come mi dice, poi mi prende per  mano e mi conduce verso una delle finestre che da sul terrazzo. Subito il freddo mi investe, facendomi rabbrividire.
Una volta chiusa la finestra, mi mette le mani sugli occhi e mi invita a camminare rassicurandomi che mi farà lui da guida. Con un pò di fatica, riusciamo a scendere le scale che ci porteranno giù in giardino.
-Ultimo sforzo......eccomi.- dice Oliver una volta raggiunta una superficie piana. -Sei pronta?-
-Si.- dico curiosa per scoprire cosa Oliver quest'anno abbia in servo per me. Mi toglie le mani dagli occhi e ci metto un pò ad abituarmi di nuovo con la vista.
All'inizio cerco di focalizzare il mio sguardo su qualcosa in particolare ma davanti a me non vedo nient'altro se non buio.
Niente.
Non c'è niente.
Guardo Oliver perplessa facendolo ridere. Lui inizia a camminare e mi porge la mano per invitarlo a seguire.
-Un mucchio di volte ho pensato a come sarebbe stata la mia vita in futuro. Incontrare la persona giusta, avere dei figli, dirigere l'azienda di famiglia.... ma sai niente aveva senso prima. Poi ti ho incrociata in quel corridoio e tutto è cambiato.-
Sorrido al ricordo del nostro strano primo incontro nei corridoi di Yale. Sapevo bene chi fosse , ma ho sempre cercato di tenermi alla larga da lui visto la brutta fama che aveva al campus.
-Sei stata la prima a supportarmi, la prima a fare breccia nel mio cuore, la prima a rendermi veramente felice.-
-Ti supporterò sempre.- dico sicura di me. 
-Lo so... questa è una delle poche certezze che ho nella vita.- dice fermandosi di colpo per poi voltarsi verso di me. -Abbiamo avuti brutti momenti, abbiamo litigato, ci siamo urlati a vicenda cose orribili.... ma poi alla fine facciamo sempre pace. La maggior parte delle volte litighiamo a causa tua, ma non importa.-
-Hey!- dico fingendomi offesa. 
Oliver sorride leggermente poi prende un lungo respiro facendo entrare non so quanta aria fredda nei polmoni.
-Io non mi sento più solo da quando stai con me, Felicity.... mi sento di poter essere una persona migliore solo se tu sei al mio fianco.-
-Sono già al tuo fianco Oliver.- dico cercando di tranquillizzarlo. 
La mia attenzione viene attirata da una serie di luci che si accendono tra i rami degli alberi. Il giardino di Villa Queen che prima non era altro che un spaventoso scenario horror per via del silenzio e del buio, ora sembra essere diventato un giardino pieno di lucciole. 
Non è la prima volta che Oliver mi sorprende cosi. L'ha già fatto per il mio compleanno.
Ma questa volta non c'è nessun gazebo nè nessun tavolo apparecchiato per due. Dopo qualche secondo però,  ai nostri piedi si compaiono tante lucette bianche accese in maniera fissa. A differenza delle altre queste sembrano essere disposte in modo diverso.
Sembrano....comporre una frase.
-Che diavolo....?- chiedo guardandomi intorno meravigliata. Poi ritorno a guardare Oliver che mi osserva attento e  sorridente. 
-Che hai fatto?- chiedo cercando di capire cosa ci sia scritto sul prato.
-Scoprilo.- dice lui semplicemente.
Gli lascio la mano e con tutti i tacchi, corro verso le scale di casa Queen per salire sul terrazzo e avere una visuale migliore di tutta l'area che mi circonda.
Con un pò di fiatone, raggiungo la meta restando senza parole.

                                                                                                                                            Will you marry me?

Gli occhi mi si velano di lacrime, ho la pelle d'oca e la gambe stanno per cedermi.
Tutto avrei pensato tranne questo. Non potevo pensare una cosa cosi, perchè .... non lo so neanch'io il perchè.
Mi ha stupito.
Oliver è al centro di questa frase, con le mani in tasca che mi osserva sorridente. Cioè senza occhiali non lo vedo bene, ma conoscendolo deduco che stia sorridendo.
Si muove lentamente , ripercorrendo la stessa strada che ho fatto io per potermi raggiungere.
Sale i gradini uno alla volta, ed io per tutto il tragitto non faccio altro che seguirlo con lo sguardo. Nel momento in cui però me lo trovo davanti, mi perdo in quei magnifici occhi blu, e inizio a piangere.
-Voglio che sia per tutta la vita.- dice prendendo dalla tasca una scatolina blu di velluto per poi inginocchiarsi davanti a me.
Instintivamente mi porto la mano sulla bocca per la sorpresa, cercando di controllare tutte le sensazioni e le emozioni che sto sentendo dentro di me.
E se mi stesse chiedendo di sposarlo solo perchè sono incinta? E se sapesse del bambino?
No non è possibile... nessuno gliel'ha detto. Moira non ha aperto bocca ne sono sicura.
-Felicity Smoak... vuoi sposarmi?-
Fin quando non pronuncia queste parole, non avevo ancora ben realizzato cosa stesse accadendo. Potrei benissimo star sognando. Apre lo scatolino, mostrandomi uno strepitoso anello con un brillante al centro e tanti minuscoli brillantini intorno.
Lo guardo, e finalmente capisco perchè era cosi nervoso in questi giorni. 
Ancora ora ha uno sguardo preoccupato, come se dubitasse che io possa dirgli di si.
-No.- dico sicura di me dicendo la prima cosa che mi passa per la testa.
Noto il suo sguardo corrucciato e mi rendo conto di cosa ho detto.
-Non volevo dire no. - dico correggendomi sorridendogli. -Ma certo. Si, ti sposerò.-
Oliver chiude gli occhi per un secondo poi ricomincia a respirare. Prende l'anello e me lo infila, baciandomi la mano per poi alzarsi e far congiungere le nostre labbra. Prima che me ne renda conto, mi ha già preso tra le braccia, alzandomi da terra facendomi volteggiare nell'aria.
Sembra essere più giovane di quello che è, cosi spensierato e felice. E io mi sento cosi importante nel sapere che questa felicità è dovuta proprio alla mia risposta.
Succede tutto in pochi secondi: Oliver mi mette a terra, mi prende per mano e corre dentro nel salotto dove si sta svolgendo la festa. Mi lascia li al centro della pista circondata per lo più da estrenei, e quando tutti lo vedono correre verso il palco, si preoccupano pensando che sia successo qualcosa.
So cosa sta per fare. Non ho intenzione di fermarlo.
-Un attimo di attenzione per favore.- dice Oliver nel microfono bloccando gli uomini alle sue spalle che stavano suonando musica classica. 
Laurel e mia madre mi raggiungono pensando che sia successo qualcosa. Mi guardo intorno alla ricerca di Moira, Robert e Thea per vedere le loro facce quando Oliver annuncerà la cosa.
-Vorrei solo chiedervi di alzare i vostri calici e brindare con me per la mia felicità... la mia bellissima fidanzata Felicity Smoak, ha accettato di diventare mia moglie.- dice  Oliver lasciando tutti senza parole.
Poi si alza un boato fatto di applausi  e fischi. 
Alzo la mano sinistra e mostro l'anello a mia madre e a Laurel. Come immaginavo mia madre scoppia a piangere e sta per abbracciarmi quando arriva Thea e la precede stringendomi forte. Quando mi lascia andare, sono io ad abbracciare la donna che mi ha cresciuto. La mia bellissima e coraggiosa madre.
Non ho ancora avuto modo di dirle della gravidanza, ma in questo momento è l'ultimo dei miei problemi. Ora voglio godermi questo momento. 
Oliver ritorna verso di noi, non prima di aver stretto le mani ad alcune persone, per poi abbracciare Thea. 
-Sono cosi contento che entrerai a far parte della famiglia.- dice il signor Queen abbracciandomi. Poi è il turno di Moira. 
-Da quanto tempo lo sai? - chiedo intuendo che lei sapeva tutto. Una madre sa sempre tutto.
-Da un pò.- dice lasciandomi andare. 
Oliver mi mette un braccio intorno alla vita e mi attira a sè, per darmi un bacio sulla testa.
In un angolo della stanza, vedo Isabel intenta a bere un enorme bicchiere di champagne, sola soletta. Ci sta guardando con il suo solito sguardo malefico.
E da quello sguardo capisco che non è ancora finita.
La guerra è ancora aperta. 

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Capitolo 25
*** Rabbia ***


25 Dicembre
Felicity's POV


-Non possiamo rimandare a domani mattina? E' tardi.-
-Oliver, ti prego apri almeno questo.- dico indicandogli il pacchetto che ha poggiato sulle gambe.
Siamo ritornati a casa da poco: per tutto il viaggio non ho fatto altro che guardare lo splendido anello che ho al dito, e pensare a quale potrebbe essere la reazione di Oliver quando scoprirà che aspetto un bambino.
Ha insistito per andare a letto e rimandare tutto a domani mattina, ma a questo punto non posso più rimandare. Mi ero fissata una data di scadenza e deve essere rispettata. Oliver inizia a scartare la carta regalo, guardandomi in modo curioso quando si trova tra le mani uno scatolino bianco davanti senza scritte nè loghi di nessuna azienda.
-E' una bomba?- chiede divertito aprendolo.
Non proprio, Oliver.
Mi sta guardando e mi sta sorridendo, ma nel momento in cui riesce ad aprire lo scatolino, il suo sguardo scompare improvvisamente. Prende il testdi gravidanza tra le mani e lo guarda come se fosse l'oggetto più osceno che abbia mai visto in vita sua.
-Sei......?- chiede titubante.
-Incinta.- dico interrompendolo.
Non mi aspettavo che saltasse di gioia ma neanche questo. Dal suo viso e dalla sua voce non traspare nessuna emozione.
-Come?- chiede lasciandomi perplessa. -Cioè so come.... non prendevi la pillola?-
Ma che razza di domanda è? 
Certo che prendevo la pillola ma poi l'ho dovuta sospendere  perchè sono stata cosi cretina da bere come un vecchio rimorchiatore di camion.
-L'ho sospesa quando stavo da Laurel.- 
-E non hai pensato di dirmelo?- chiede acidamente. -Dannazione Felicity, dimmi che stai scherzando.-
Mi ferisce sapere che possa pensare una cosa del genere. Fingere di essere incinta? Per quale motivo poi? Può darsi che le sue ex in passato, per assicurarsi una bella vita , gli abbiano rifilato questa scusa ma pensare questo di me, dopo 4 anni insieme mi lascia basita.
-Ma per chi mi hai preso?- chiedo innervosita. 
-Per una che è venuta a letto con me e si è fatta mettere incinta.- dice come se stesse parlando con una sconosciuta.
-Come scusami? Ti ricordo che una cosa del genere si fa in due.- 
Oliver scuote la testa ripetutamente per poi mettersi entrambe le mani sul viso per coprirsi la faccia.
-Hey riparliamone domani mattina, ok?- dico dolcemente avvicinandomi a lui. 
-Domani mattina non cambierà niente Felicity.- 
-Io pensavo che tu...saresti stato contento.- dico scrollando le spalle.
-Contento? Ho scoperto di avere un figlio un mese fà. Due sono anche troppi.- dice furioso alzandosi dal divano per camminare avanti e indietro per la stanza. 
Come ho potuto pensare che sarebbe stato contento di ciò? E per fortuna che era lui ad immaginare il nostro futuro insieme perchè se non fosse stato cosi a quest'ora chissà dove saremo.
Decido di sedermi sul divano per cercare di calmarmi e rimettere insieme i cocci che sono andati in frantumi. Metaforicamente parlando.
-Cosa vuoi che faccia? Vuoi che abortisca?- chiedo confusa senza pensarci due volte.
-Ho bisogno d'aria.- dice prendendo il cappotto dallo schienale del divano per uscire. Se lui ha bisogna d'aria io di cosa dovrei aver bisogno? Una maschera d'ossigeno? Una lampada con un genio per poter esprimere i 3 desideri e tornare indietro nel tempo?
-Dove stai andando? E' tardi, non andartene.-
-Riservati le raccomandazioni per nostro figlio quando sarà grande, Felicity.- dice prima di uscire di casa sbattendo la porta facendomi cosi sussultare per lo spavento.
Non so come sono riuscita a trattenere le lacrime finora, ma quando se ne va, lasciandomi da sola ad affrontare tutta questa schifosa situazione, non posso fare altro che accasciarmi a terra e iniziare a piangere come una bambina.
Vorrei che mia madre fosse qui. Vorrei che Sara fosse qui.
Come potrò dirlo alle ragazze? Come lo dirò a Moira? 
Dio, quando saprà della reazione di Oliver andrà su tutte le furie.
Instintivamente mi guardo l'anello di fidanzamento che Oliver mi ha messo al dito meno di due ore fa. Come può dirmi di amarmi, se alla fine mi tratta cosi?
So che la scoperta di William l'ha scioccato, so che la scoperta di questo bambino l'ha mandato in tilt. Ma cosa dovrei dire io? 
Io che fino a qualche mese fà non sapevo cosa fosse il matrimonio o non avevo mai stretto tra le mani una tutina neonatale.
In questi 4 anni insieme, abbiamo litigato tante volte ma mai e dico mai, mi ha detto cose cosi cattive. Sa bene quanto certe cose mi feriscano e nonostante tutto,  stanotte ha parlato  senza farsi problemi. 
Vuoi che abortisca?
Prendo dal pacchetto finito a terra, la foto di quel minuscolo puntino che sta crescendo dentro di me e la osservo per bene. 
Come posso solo pensare di uccidere mio figlio? Non potrei mai farlo. 
Nonostante la paura che Oliver non possa essere al mio fianco è grande, io porterò avanti la gravidanza anche a costo di crescere un piccolo Oliver o una piccola Felicity da sola. 
Mia madre l'ha fatto, era sola e mi ha cresciuto nei migliori dei modi. Posso farcela.
 


Dopo un pò di insicurezze, ho deciso di preparare le valige per andare da mia madre per qualche giorno. 
So che scappare non è la soluzione migliore ma per ora è quello che mi sento di fare. Oliver ha bisogno di tempo, e io ho bisogno di qualcuno che mi rassicuri, non che mi inveisca contro. 
Una valigia è già al piano di sotto,accanto al divano.
Una parte di me, spera che Oliver nel vedere la mia roba già pronta, possa ricredersi e possa chiedermi scusa per tutto quello che mi ha detto. Ma come posso  pensare che abbia cambiato idea nel giro di qualche ora?
Ho cercato di chiamarlo per chiedergli dove sia, che cosa stia facendo. Sono quasi le 4 del mattino, e di sicuro si sarà chiuso in qualche bar a bere. 
Sto prendendo altra roba dall'armadio per riempire una seconda borsa, quando sento dei rumori al piano di sotto. Una porta sbattere, le chiavi che vengono lanciate sul tavolino, poi silenzio.
Dopo qualche secondo, dei rumori di passi (più che rumori direi tonfi) di qualcuno che sta salendo le scale.
Voglio farmi trovare impegnata, perciò continuo a piegare delle maglie sul letto per poi metterle nella valigia, che è aperta sul letto dal mio lato dove dormo di solito.
Oliver arriva velocemente in camera con il fiatone. 
-Cosa stai facendo?- chiede li fermo immobile sulla soglia. 
-Parto con mia madre domani per andare qualche giorno a Las Vegas.- dico seria senza un pò di insicurezza o tristezza nella voce. 
-Felicity, mi dispiace...-
-Risparmiati le scuse. Ora non mi servono a niente.- dico interrompendolo.
Lui si avvicina e si siede sul bordo del letto appoggiando le bracce sulle coscie e mettendo le mani in maniera tale da darmi l'impressione di star pregando.
Io ritorno verso l'armadio, per aprire la cassaforte e prendere i documenti per partire. Fingo di cercare qualcosa nell'armadio, visto che sento gli occhi di Oliver su di me.
Non posso guardarlo. Crollerei e lo perdonerei.
Ma se sono innamorata di lui, non dovrei fare proprio questo?
-Io.....ho reagito d'impulso...ho sbagliato.- 
La rabbia mi sale dentro, corrodendomi come se fossi stata bruciata da dell'acido. Mi giro di scatto verso di lui e prendo la prima cosa che mi capita tra le mani per lanciargliela appresso.
-Hey!- dice ricevendo il cuscino in piena faccia.
-Tu hai reagito d'impulso? Tu? Sei cosi ubriaco da non ricordarti cosa mi hai detto?-
Mi avvicino a lui e gli punto un dito contro quasi come se fosse un'arma. Lui guarda prima il mio dito, poi me, poi di nuovo il mio dito.
-Ho detto cose che non pensavo. Mi dispiace, non te ne andare.-
Ora che gli sono cosi vicina, riesco a sentire l'odore di alcool. Come immaginavo si è rinchiuso in un bar a bere.
-Invece di restare con me, e parlarne con me hai preferito chiuderti in un bar per bere. Ma di che razza di uomo mi sono innamorata?- 
Capisco da ciò che ho detto, che l'ho ferito. 
L'ho detto senza pensarci, e me ne pento subito.  
-Io ero spaventata, dannazione. Io sono ancora spaventata! Non so come comportarmi e tu mi dici che hai reagito d'impulso?- chiedo ignorando completamente ciò che gli ho detto qualche secondo fà.  -Hai idea di come mi sono sentita in queste settimane? Hai idea di quanto fossi preoccupata o nervosa? E poi arrivi tu e ti incazzi a morte con me solo perchè ho sospeso le pillole anticoncezionali.-
-Lo so mi dispiace tanto.- dice lui tirandomi per un fianco per farmi avvicinare a lui. Ometto un pò di resistenza, ma poi cedo completamente.
Oliver mi abbraccia intrecciando le dita dietro la mia schiena per poi poggiare la fronte sulla pancia. 
Un gesto che mi lascia senza parole.
-Mi dispiace, mi dispiace tanto. - dice a voce bassa come se non volesse essere sentito. Poi però mi rendo conto che non sta parlando con me.
Sta parlando con l'esserino che c'è nella mia pancia.
Mi si velano gli occhi di lacrime per questa scena.
Stupidi ormoni.
-Mi darai filo da torcere, già lo so.- dice ancora rivolto alla pancia. -Se la tua mamma ha cosi tanto controllo su di me, figuriamoci quanto nei avrai tu. Se la tua mamma mi ha fatto innamorata perdutamente di lei, chissà tu cosa mi farai.-
Le mie mani finiscono tra i suoi capelli per poterglieli accarezzare. E poi inizio a singhiozzare.
-Hey, no.- dice Oliver alzando il capo per poi attirarmi contro di se. Mi fa sedere sulle sue ginocchia, e si accoccola contro di me stringendomi forte. -Non piangere ti prego.-
-Sono gli stupidi ormoni.- dico per tranquillizarlo.
Oliver si avvicina al mio viso per asciugarmi le lacrime con dei baci. Poi passa alle mie labbra per approfondire il contatto, ma sono costretta ad allontanarlo a causa dei coniati di vomito.
Corro in bagno, e arrivo giusto in tempo al water per poter vomitare anche l'anima. Oliver mi raggiunge, mi tiene i capelli, e poi si alza per prendermi un asciugamano. Di solito quando mi libero, la sensazione di nausea sparisce ma ora.... è ancora presente.
Poi capisco.
-Oliver.- dico ancora scossa.
-Dimmi, hai bisogno di qualcosa?- chiede premuroso. Che scambi di personalità che ha quest'uomo. Prima è arrabbiato, poi è super dolce.
Non li capirò mai gli uomini.
-Devi farti una doccia.- dico seria e lui mi guarda perplesso. -L'odore di alcool mi disgusta.-
-Oh.- dice Oliver intuendo tutto. Mi aiuta ad alzarsi, e si inizia a spogliare mentre io mi lavo i denti e mi preparo per andare a letto. Dallo specchio riesco a vedere l'immagina di Oliver riflessa, che è intento a spogliarsi. Mentre mi sto lavando i denti mi blocco, nel vederlo cosi magnificamente allenato e cosi ..... grosso.
Tante volte mi sono soffermata sulle grandezze di Oliver. Non riuscivo a capire perchè il sesso fosse cosi grandioso con lui, poi l'ho capito.
-Ti piace quel che vedi?- chiede malizioso notandomi intenta ad osservarlo.
Oh , al diavolo l'odore di alcool. Al diavolo tutto.
Sciacquo lo spazzolino e la bocca con l'acqua, poi mi giro verso di lui e mi tolgo la maglietta che indossavo lasciandolo senza parole. Sono praticamente nuda davanti a lui visto che non indosso il reggiseno, e porto ancora un paio di mutandine striminzite. 
-Sai qual'è una delle cose positive dell' essere incinta?- chiedo già conoscendo la risposta.
-No.- dice Oliver osservandomi da capo a piedi.
Mi avvicino a lui e faccio incontrare le nostre labbra, intrecciando le mie dita nei suoi capelli. Le mani di Oliver finiscono sui miei glutei per alzarmi e prendermi in braccio.
Entriamo nella cabina doccia e il getto d'acqua calda mi investe completamente. L'erezione di Oliver preme contro la mia intimità facendomi gemere.
-Qual'è questa cosa positiva?- chiede curioso smettendo di baciarmi.
-Ho sempre voglia di farlo, signor Queen. dico mordendomi il labbro.
-Buono a sapersi, futura signora Queen.- 


Oliver's POV

E' stata la vigilia di Natale più strana che abbia trascorso in vita mia.
Ho chiesto a Felicity di sposarmi, lei mi ha detto di essere incinta, io mi sono incazzato a morte e come tutte le altre volte sono tornato a casa da lei seriamente dispiaciuto.
Le ho detto cose che non pensavo, ma sono stato preso dall'ansia. Scoprire di essere padre di un bambino di 9 anni, e ora rendermi conto che sto per diventarlo di nuovo è stata una scoperta sconvolgente.
Quando ero in quel bar, strapieno di ragazze alla ricerca di un avventura per la notte, riuscivo solo a pensare a Felicity. A quanto fossi stato stronzo, a quanto avessi dovuto rassicurarla. Avrei dovuto abbracciarla e dirle  Sono qui andrà tutto bene.
Solo quanto ho ripensato alla possibilità che potesse perdere il bambino, ho capito che dovevo raggiungerla e chiederle scusa. 
E poi come sempre dopo la pace, c'è stata un'intensa seduta di sesso nella doccia del nostro bagno.
Non so che ora sia, e non so da quante ore sto dormendo ma non voglio alzarmi da qui per nessuna ragione al mondo. Sento il calore e il profumo di Felicity e mi tranquillizzo all'istante nel costatare che è ancora accanto a me. 
Sento dei rumori ma non ci faccio caso, pensando di stare immaginando tutto e poi.....
Sento un urlo lancinante.
Spalanco gli occhi per lo spavanto quando mi rendo conto che la persona che sta urlando è Felicity. Felicity fugge dalla mia presa per alzarsi dal letto di corsa.
-Ma cosa....?- chiedo ancora con la voce impastata dal sonno.
Mi guardo intorno e vedo 3 figure ai piedi del nostro letto. 
-Dio, siete arrivate!- dice Felicity abbracciando Caitlin, Iris e Sara. Mi tranquillizzo all'istante e torno a poggiare la testa sul cuscino per tornare a dormire.
Ma è impossibile ritornare nel mondo dei sogni, quando le ragazze schiamazzano come delle oche. Sto per voltarmi verso di loro per invitarle ad uscire quando sento la risata cristallina di Felicity.
-Dio, è bellissimo.- dice Caitlin probabilmente riferendosi all'anello. Mi giro, alzo il cuscino cosi da poggiarmi alla testiera del letto ed osservare la scena a braccia incrociate.
Guardo la mia futura moglie, vedendola più bella di sempre. Sorride, ha il viso rilassato, sembra essere contenta.
E mi si riempie il cuore di gioia nel sapere che questa felicità è dovuta a me. 
Il mio sguardo passa sulle sue gambe lisce e nude. Dannazione ho di nuovo voglia di prenderla.
Vedo la mia erezione crescere da sotto le lenzuola, cosi prendo il cuscino di Felicity per coprire la mia virilità. 
-Queen, non si saluta?- chiede Sara riportando l'attenzione su di me. Io la guardo alzando un sopracciglio, Felicity ride capendo tutto, mentre io divento rosso per l'imbarazzo.
-Eh....-
-Sara è nudo.- dice Felicity interrompendomi. Sono a torso nudo e questo possono vederlo, ma c'era proprio bisogno di rivelare che sono completamente nudo sotto le coperte? 
Le ragazze spalancano gli occhi per la rivelazione. 
-Noi....vi aspettiamo di sotto ok? Oliver i ragazzi vogliono salutarti.- dice Iris trascinando le ragazze con la forza fuori la camera. Quando chiudono la porta, mi libero del cuscino di Felicity e guardo l'orologio sul comodino.
-E' quasi mezzogiorno.- dice la mia fidanzata precedendomi.
Sale sul letto quasi gattonando, e si avvicina a me per darmi un bacio sulle labbra.
-Buon Natale.- dice dolcemente.  Sta per allontanarsi da me quando la blocco, mi muovo in modo da farla stendere sul letto cosi da sovrastarla.
-Buon Natale. Ti amo.- dico baciandola.
-Mmm...non possiamo.- dice riferendosi all'erezione che preme prepotente contro la sua coscia. -Ci stanno aspettando di sotto e poi dobbiamo andare a pranzo da tua madre.-
La ignoro completamente, scivolando con il corpo più giù. Le alzo la maglietta che indossa e inizio a baciarle in ventre. Felicity ride, forse per il solletico, poi le sue mani si mettono tra i miei capelli per accarezzarmi la testa.
-Oliver, il medico ha suggerito di non dire niente a nessuno fin quando non avrò superato i 3 mesi di gestazione.- 
-E perchè ?- chiedo confuso. Smetto di baciarle la pancia e mi stendo accanto a lei.
Immaginavo che fosse andata dal medico visto che ieri sera ho visto anche un'ecografia nel pacchetto con il test di gravidanza. Ma per dirle questo.... che ci sia  qualcosa non va?
-C'è qualcosa che non va?- chiedo preoccupato.
-No, le analisi sono normali. Il feto non si svilupperà prima dei 90 giorni di gestazione e potrei.... perderlo. Tutto qui.- dice dolcemente.
L'idea che Felicity possa perdere nostro figlio mi da ansia. Devo stare attento, devo cercare di non farla affaticare.
-Che ne dici di restare per un pò a casa?- propongo.
-Oliver, continuerò a comportarmi normalmente. Non ho intenzione di abbandonare il lavoro. E poi......- dice accarezzandomi il viso.  -A soli pochi piani da me ci sarai tu. Se ho bisogno di qualcosa, di qualunque cosa, posso sempre chiamarti no?-
Qualcosa mi dice che non si riferisce a cibo o medicine. Dio, come fa a distrarmi cosi facilmente? 
Capisco che sta cercando di sviare il discorso. Non vuole neanche ponderare l'idea di poter perdere nostro figlio. Mi sento in dovere di rassicurarla.
-Hey, nessuno ti farà del male. Farò di tutto affinchè tu e lui siate al sicuro.- dico accarezzandole il viso.
-Potrebbe essere una lei.- dice facendomi considerare l'idea di avere due donne in giro per casa.
-Sono spacciato.- dico divertito facendola ridere.
Il suono della sua risata, è come vedere il sole nel cielo dopo giorni di pioggia.
E' come bere dopo ore nel deserto.
I suoi occhi brillano di una luce mai vista. Allora è vero che le donne incinte sono ancora più belle?
-Mi hai reso l'uomo più felice del mondo.- dico sincero. 
-Ti amo.- dice lei facendo congiungere le nostre labbra.
-Hey, avrete tutto il tempo di darvi da fare!- urla Sara al piano di sotto per farci muovere. Felicity ride contro le mie labbra, poi si alza e va verso l'armadio per prendere un vestito da indossare.
-Hey, ma il test e l'ecografia?- chiedo sperando che non siano di sotto, cosi che tutti possano vederlo.
-Nel tuo comodino.- dice lei facendomi l'occhiolino per poi sparire in bagno. 
Apro il cassetto, e prendo la minuscola fotografia che mi mostra mio figlio.
Non riesco bene a capire cosa stia osservando, visto che l'immagine che vedo è tutta nera con alcune macchine grige.
In un altra vita non sarò stato di sicuro un ginecologo. 
Mi alzo, prendo il portafoglio dai pantaloni che sono sul pavimento, e lo apro per inserire la foto dal lato delle banconote.
Sto per diventare padre. 

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Capitolo 26
*** Conferenza ***


Febbraio
Felicity's POV


-Le cose procedono magnificamente, i risultati delle analisi sono nella norma.. chiederei solo un pò più di riposo. Il bambino sembra essere affaticato.
Ti prescrivo delle vitamine che dovrai prendere fino alla fine della gravidanza. Ci vediamo tra un mese.- dice il dottore firmandomi una ricetta per poi porgere la mano a me e Oliver.
Sono già passati due mesi da quando ho comunicato ad Oliver di essere incinta e da allora le cose vanno alla grande. E' diventato super apprensivo, smette di lavorare molto presto per tornare a casa a farmi compagnia (anche grazie alla complicità del padre che ovviamente sa della notizia), mi cucina tante prelibatezze  viziandomi completamente come se fossi una bambina, e parla con la mia pancia tutte le sere.
In realtà lo fa anche la mattina o durante le ore del giorno quando non ha un bel niente da fare ma questo è un altro conto. 
E' divertente ed emozionante vederlo dire determinate cose a nostro figlia/figlio.
Lui è convinto che sarà un maschio mentre io sono convinta di aspettare una femminuccia. 
-Devi riposare,l'hai sentito il medico?Potresti usufruire di quelle ferie arretrate che hai.- dice Oliver mentre usciamo dal palazzo dove c'è lo studio medico per poi andare in macchina.
-Non posso prendermi dei giorni di festa... non posso stare a casa senza fare nulla.- dico sbuffando.
Apro la portiera della macchina e entro sedendomi dal lato del passeggero affianco a Oliver. Lui mette in moto e parte dirigendosi verso casa.
-Potresti sempre stare con mia madre e Thea per dedicarti ai preparativi del matrimonio.- dice Oliver cercando di convincermi.
Mi sembra ancora cosi strano il fatto che mi stia per sposare. Ma lo è ancora di più organizzare un matrimonio per 200 invitati.
Moira mi ha chiesto l'immenso favore di invitare anche delle sue care amiche dell'elite di Starling, che conoscendo Oliver da quand'era piccolo, non appena hanno saputo del matrimonio hanno insistito per partecipare all'evento.
Non abbiamo ancora deciso una location, nè un menu, nè le bomboniere nè gli abiti. Fortunatamente c'è Thea ad aiutarmi altrimenti non saprei cosa fare.
Quando abbiamo comunicato la data alla famiglia di Oliver e ai nostri amici, il 20 dicembre, tutti ci hanno chiesto come mai volevamo sposarci cosi tardi e cosi siamo stati costretti a sparare la bomba della gravidanza.
Ricordo ancora le facce di Caitlin e Iris quando hanno saputo che ero incinta. Sara è euforica alla notizia di diventare zia. Per non parlare di Thea che  ha già comprato non so quanti giocattoli da far utilizzare al piccolo.
Laurel si sente in colpa, ma dopo una lunga chiacchierata con Oliver, si è convinta che ciò che è successo non è per niente colpa sua. Anzi.
Se non fosse stato per lei a quest'ora non mi sentirei la donna più felice del mondo.
-Oliver non voglio che a lavoro sparlino di me...-
-Non pensare agli altri, devi pensare a nostro figlio.- dice dolcemente prendendomi la mano per accarezzarla.
-Parli facile tu.... ogni qual volta che devo andare a vomitare, sembrano dei paparazzi nascosti nei cespugli che spiano le celebrità.- sbotto nervosa.
-E' normale, stai per diventare la moglie del capo.- dice lui ricevendo uno sguardo retorico da me. -Dirò che sei influenzata. Ma ti prego, prenditi qualche giorno di festa.-
Alla fine sono costretta ad acconsentire alla sua richiesta. Sono rare le volte che Oliver insiste cosi, e non mi piace deluderlo.


-Dovremmo decidere una location... dev'essere magnifica. Un castello? O forse meglio ancora un bel matrimonio all'aperto?-
Quando sono arrivata a villa Queen, sono stata riempita di domande dalla piccola Queen che ovviamente ha chiesto come stia il nipotino. Dopo aver risposto a tutte le sue domande, le ho chiesto di aiutarmi con i preparativi, ed entusiasta della cosa,  ha subito preso il pc e qualche rivista matrimoniale e mi ha raggiunto in salotto. Moira è fuori con Robert, credo per sbrigare delle commissioni, mentre Oliver è ritornato in ufficio per dedicarsi ad alcuni investitori.
Raisa, si è offerta di portarmi qualcosa da mangiare, ma ho rifiutato visto l'abbondante colazione che Oliver mi ha preparato stamattina prima di andare dal medico.
-Thea non credo che sia il caso un matrimonio all'aperto... a dicembre farà freddo.- dico sfogliando una rivista di abiti da sposa. -E un castello non mi sembra una location ideale..-
Tutti i problemi sono nati, quando ho detto alla famiglia di Oliver di essere ebrea. Cioè, il mio orientamento religioso non ha influenzato la loro idea su di me, ma  sia Moira che Thea avevano immaginato il matrimonio di Oliver nella chiesa dove tutta la famiglia Queen aveva convolato a nozze.
Oliver è intervenuto nella discussione, proponendo come luogo per la cerimonia, la sala dove si è sposato John Diggle e sua moglia Lyla.
L'ho incontrata qualche anno fà, e subito mi è piaciuta. E' indipendente, forte, una brava mamma di una splendida bambina di nome Sara.
Chissà forse potrei chiedere a lei qualche consiglio sulla gravidanza.
-Forse hai ragione.... dio, forse dovremmo rivolgerci a un wedding planer..- dice amareggiata e scoraggiata dalle tante cose da fare.
-Hey! Mi hai aiutato ad arredare casa. Chi meglio di te può aiutarmi a preparare il mio matrimonio?- dico prendendole la mano, per poi stringerla tra la mia. 
Vuole che tutto sia perfetto, che quel giorno sia indimenticabile. E capisco anche che ci siano tante cose da fare, perciò si sente cosi demoralizzata. 
-Thea volevo chiederti una cosa...- dico sperando che la mia proposta le tiri su il morale.
Ci ho pensato molto, e vorrei tanto che fosse lei a farla questa cosa.
-Quel giorno, te la sentiresti di tenerla tu?- chiedo accarezzandomi la pancia facendole intuire a chi mi sto riferendo.
-Oddio, è una lei?- chiede spalancando gli occhi e buttando per aria le varie riviste che ha sulle ginocchia. Si alza dal divano e si siede ai miei piedi.
-No.... cioè non lo so. Potrebbe essere un lui, ma io sono convinta che sarà una lei.-
-Una piccola Queen che scorazza per casa, eh? Oliver sarà spacciato.- dice Thea facendomi ridere. La piccola Queen, mi mette una mano sul ventre accarezzandolo leggermente. E' possibile sentire un piccolo rigonfiamento, ma per ora nient'altro. Se prima mi era impossibile credere di essere incinta, ora mi sento come se avessi un palloncino dentro la mia pancia. 
E' una sensazione strana, difficile da spiegare.
Credo che sia la sensazione che provano tutte le donne quando la propria pancia comincia a crescere. 
-Che ne dici?- dico riportandola sulla terra visto che sembra essere ammaliata da quello che c'è sotto il maglione rosso che indosso.
-Mi piacerebbe tanto.- dice lei sorridente. -Grazie mille Felicity.- dice alzandosi di colpo per abbracciarmi.
Non sono del tutto sorpresa dal suo gesto, ma nonostante gli anni insieme, mi è ancora strano essere cosi contagiata dall'uragano Thea.


-Come sono andate le cose oggi?-
Oliver è in cucina a cucinare, mentre io sono seduta su uno degli sgabelli della cucina ad osservarlo lavorare. E' strano vederlo nelle vesti di amministratore delegato, e nelle vesti di padre/ futuro marito.
-Ho prenotato con Thea la prova dell'abito per la settimana prossima.- 
Visto che la pancia pian piano sta crescendo, e visto che il matrimonio è a dicembre, Thea e Moira hanno suggerito di scegliere l'abito ora cosi che dopo agosto,se non dovessi perdere i chili presi, i sarti avranno tutto il tempo di allargarlo o stringerlo in base alle mie nuove misure.
L'idea di andare a scegliere il mio abito senza mia madre o le mie migliore amiche mi spaventa. Ovviamente sarò in ottima compagnia, ma niente mi renderebbe più felice di avere Sara e Caitlin al mio fianco, e di ricevere i consigli amorevoli di mia madre.
-Hai avvertito le ragazze?- chiede Oliver girando il coltello nella piaga.
-Non potranno essere qui...- dico amareggiata. -Ma non fa niente. Vedranno l'abito dopo il parto.-
Vengo distratta dalla suoneria del cellulare che mi avvisa dell'arrivo di un messaggio. Mi alzo dallo sgabello, e vado verso il divano per prendere il dispotivo dalla borsa.
                                                                   
                                                                                                                    Canale 54. Non dare di matto, Thea.

-Chi è?- chiede Oliver vedendomi cosi silenziosa. Ignoro la sua domanda, e prendo il telecomando del televisore per mettere il canale indicatomi da Thea nel  messaggio. Oliver alle mie spalle, smette di tagliare le verdure da condire con la carne, e mi raggiunge.

                                                                                             Scoop sensazionale: Nuovo arrivo nella famiglia Queen.

-Come diavolo....?- chiede Oliver confuso prendendomi il telecomando dalle mani per alzare il volume.
Il servizio al notiziario, mostra decine e decine di foto scattate dai paparazzi mentre Oliver ed io entriamo ed usciamo dal palazzo del ginecologo stamattina.
A peggiorare ancora di più le cose, è una foto zoomata della cartella medica che stamattina avevo tra le mani.

 
Si direbbe che la signorina Felicity Smoak, abbia trovato il modo perfetto per accalappiarsi lo scapolo d'oro di Starling City. Che sia questo il motivo del futuro matrimonio della coppia? O Oliver Queen ha deciso finalmente di appendere le ali e costruirsi una famiglia?
Fonti certe vicine alla famiglia, ci hanno rivelato che la famiglia sembra essere entusiasta della gravidanza della futura consorte, ma la stessa cosa non si può dire del futuro sposo che al contrario, la sera della notizia e' scappato in un bar per dedicarsi ad altre attenzioni femminili. 

Come fanno a sapere tutte queste cose? 
Come si permettono di dire cose sul genere? Mi stanno dipingendo come una falsa, che si è fatta mettere incinta per i soldi?
Scrollo gli occhi dal televisore, solo quando vedo Oliver prendere il cellulare dalla tasca per comporre un numero.
-Hai visto?- gli sento chiedere alla persona che ha chiamato. -No, non mi interessa. Convoca una conferenza stampa e smentiamo queste voci del cazzo.-
Oliver gira il capo verso di me quando si rende conto che lo sto fissando e mi osserva severo. 
Non perchè sia arrabbiato con me, ma quella ormai è la sua solita faccia da Sono arrabbiato, non darmi a parlare.
-Lei ha bisogno di riposo. Tutte queste preoccupazioni non le fanno bene, papà.- dice Oliver allontanandosi per non farmi sentire nulla. 
Oliver sta parlando con Robert. La cosa mi tranquillizza visto che conoscendolo, avrebbe potuto chiamare il suo avvocato e fare causa a questo notiziario senza battere ciglio.
Ritorno a fissare la televisione, ma preferisco inserire il muto per non sentire tutte le stronzate che stanno dicendo.
Già era difficile andare alla Queen Consolidated, ed essere squadrata da capo a piedi solo perchè sono la fidanzata del capo. Figuriamoci ora, che tutti sanno che  sono incinta.
Ma come diavolo hanno fatto a sapere? Qualcuno deve aver fatto la spia.
Sento Oliver ritornare in salotto e dirmi qualcosa, ma le mie orecchie sembrano essere scollegate dal resto del corpo. Con le dita inizio a giocherellare con l'anello di fidanzamento chiedendomi se sposarmi sia ora, la cosa migliore da fare.
So bene quale sia la verità, so bene quanto Oliver mi ami, e so che mi ha chiesto di sposarlo senza sapere dell'esistenza di nostro figlio.
Ma gli altri no. Gli altri non sanno la verità. La stampa non la sa.
-Hey.- dice Oliver prendendomi per mano per poi inginocchiarsi davanti a me. -A che stai pensando?-
-Sapevo che sarebbe stato difficile, sapevo che la notizia sarebbe saltata fuori ....ma Oliver, hai sentito? Mi dipingono come una succhia soldi, come una che si è fatta mettere incinta per avere un futuro assicurato.- dico amareggiata.
-Ho parlato con mio padre, domani ha indetto una conferenza stampa in azienda. Chiariremo tutto.-
-Ne hai parlato con qualcuno?- chiedo cercando di fare chiarezza su tutto. 
-No, certo che no. E neanche la mia famiglia l'ha fatto.- dice lui tranquillizzandomi.
Le ragazze non possono essere state. Thea non ne ha fatto parola con nessuno.
Chi ha parlato con la stampa deve avercela a morte con me.....
Oddio, no.
Ditemi che non l'ha fatto.
-Cosa c'è?- chiede Oliver notando il mio sguardo.
-E' stata lei. Isabel.- dico sicura di me.
-Andiamo Felicity, è troppo anche per lei.- dice lui sbuffando alzandosi da terra per dirigersi di nuovo verso la cucina.
-Perchè la difendi sempre? Pensaci bene, in fin dei conti è una donna intelligente. E le persone in azienda parlano....forse anche troppo.-
Oliver che nel frattempo aveva preso il mestolo per girare il sugo nella pentola, come se fosse stato illuminato da una lampadina, alza lo sguardo verso di me e mi guarda colpevole.
Che avrà fatto?
-Dimmi che non l'hai fatto.- dico scuotendo la testa.
Oliver resta in silenzio.
-Quando, Oliver? Quando hai parlato con lei?- chiedo furiosa.
-Felicity, amore calmati. Non fa bene al bambino.- dice ritornando verso di me.
-Non ho intenzione di calmarmi. Dimmi quando hai parlato con lei.-
Lo guardo intensamente senza staccare i miei occhi dai suoi. Lui abbassa la testa verso il pavimento per rompere il contatto tra i nostri occhi.
Lo fa quando si sente mortificato.
-La vigilia di Natale.- dice lui sottovoce.
Cosa? La vigilia di Natale?
-L'hai incontrata in quel bar? O fuori? Vi siete dati appuntamento?- chiedo cercando di avere risposte.
-L'ho incontrata li.... abbiamo iniziato a bere e ...credo di essermi confidato con lei.-
-Dicendole cosa Oliver? Che sono incinta?- chiedo urlando. 
Non ci posso credere. Ha parlato con lei della nostra vita privata.
-Felicity...- 
Cerca di toccarmi ma mi divincolo.
-Felicity un corno! Sei andato dalla donna che ti ha tolto la verginità, a raccontarle i dettagli della nostra vita privata! Invece di stare qui con me!- urlo superandolo per andarmene in camera.
-Eravamo ubriachi, avevo bisogno di confidarmi.- dice lui come se questo potesse giustificarlo.
-Confidarti? Dovevi confidarti con me! Con la donna alla quale hai chiesto di sposarti! Non con un'estrenea.- dico iniziando a salire le scale. -Ci sei andato a letto, Oliver?-
-No, certo che no. Come puoi pensarla una cosa cosi?-
Mi giro verso di lui, e per la prima volta in vita mia vorrei che scomparisse. 
Sa quanto mi dia fastidio quella donna e nonostante tutto ha parlato con lei. Si è ubriacato con lei, sapendo che avrebbe potuto abusare di lui in qualsiasi momento.
Sono fortunata che almeno non abbia spifferato la cosa ai media prima, altrimenti se mia madre e le ragazze non l'avessero saputo, mi avrebbero ucciso.
-Il divano è comodo. Puoi dormici stanotte.- dico acida, prima di ricominciare a salire le scale per chiudermi in camera da letto.


La mattina dopo mi sveglio molto tardi.
Ieri sera ho fatto molta fatica ad addormentarmi senza avere Oliver accanto. Guardo l'orologio e notando l'orario,decido di alzarmi per scendere di sotto a fare colazione.
So bene di non trovare Oliver, visto che di sicuro è andato in ufficio. Oggi è sabato quindi l'azienda sarebbe chiusa, ma da quanto mi ha detto ieri, il padre aveva organizzato una conferenza stampa .
Dovrei essere presente, ma so per certo che con lui ci sarà anche Isabel. Non voglio incontrarla altrimenti la strozzerei.
Mi avvicino all'isola della cucina, trovandola apparecchiata per la colazione. Un biglietto è posto accanto alla ciotola dei cereali.

 
                 Torno presto, ti amo.
         Oliver.

 
Prendo del latte, lo verso nella ciotola, poi prendo un cucchiaio e mi siedo sul divano per fare colazione. Accendo la televisione con la speranza di distrarmi un pò, quando vedo in diretta la conferenza che si sta tenendo alla Queen Consolidated.
Decido di non cambiare canale, curiosa su ciò che Oliver avrà da dire alla stampa.
-Signor Queen, signor Queen. Come ci si sente a dover diventare padre?- chiede un giornalista tra la folla.
-Bene, anzi benissimo. Felicity ed io siamo molto contenti di diventare genitori.- dice Oliver al microfono.
Alle sue spalle vedo Moira, Robert e Thea accompagnati da John Diggle.
-Cosa ci dice delle voci che circolano in giro? E' vero che ha chiesto alla signorina Smoak di sposarla solo per via della gravidanza?- chiede qualcun'altro.
Oliver fa la sua solita espressione impossibile da decifrare. Non so cosa gli passi per la testa e in verità non voglio saperlo.
-Sono innamorato della donna che mi è accanto. Non sapevo che aspettasse un bambino, ed è per questo motivo che sono rimasto sconvolto dalla notizia. Sapete ha nascosto la cosa molto bene..- dice Oliver facendo ridere gli ospiti in sala. -Chi non è rimasto sconvolto nel sapere una cosa del genere? Se non è successo a nessuno, allora posso dichiarare di essere il primo uomo sulla terra ad aver avuto paura di diventare padre. E non perchè non ci tenga a Felicity, o perchè non voglia avere dei figli. Un figlio cambia tutto. Cosi come mio figlio quando nascerà, cambierà completamente la mia vita.-
Robert si avvicina a Oliver, e gli sussurra qualcosa all'orecchio.
-Mi dispiace signori ma il tempo è finito.- dice il mio futuro suocero allontanandosi dai riflettori insieme alla famiglia.



Sono al piano di sopra quando sento la porta di casa aprirsi. Abbandono l'idea di piegare i panni e riporli nell'armadio e decido di scendere giù per parlare con Oliver.
Mentre sono a metà scala, lo vedo intento a togliersi la giacca del completo, slacciarsi la cravatta e sedersi sul divano poggiando la testa sul bracciolo.
Ha l'aria di essere stanco, non solo per la nottata passata sul divano ma anche per tutta la facceda della stampa.  Oliver ha chiuso gli occhi quindi non si èaccorto della mia presenza nonostante non sia la persona più silenziosa di questo mondo.
-Hey.- dico dolcemente scendendo il resto delle scale. 
-Hey.- dice lui seguendomi con lo sguardo senza però alzarsi nè spostarsi dalla propria posizione. -Stai bene?-
-Ho visto la conferenza.- dico ignorando la sua domanda. Mi siedo sul divano accanto a lui, quasi di fianco piegando il braccio cosi da poggiarlo sul bracciolo.
-Stamattina non ti ho svegliato perchè dormivi cosi bene.... e poi ero sicuro che se fossi venuta l'avresti uccisa.-
-Uccisa, no. Mandata sul lastrico, si. A quello ci sto ancora pensando veramente.- 
Oliver accenna un sorriso poi ritorna nella sua situazione di mutismo. Evita di parlare di ieri sera. Ho esagerato.
E questa volta non posso dare tutta la colpa agli stupidi ormoni della gravidanza.
Prima che se ne possa rendere conto, mi alzo e mi siedo sulle sue gambe. Quando ciò accade, vedo Oliver sorridere. Con me ancora in braccio, si alza leggermente in modo da mettersi di fianco e poggiare la testa sul mio petto. Si accoccola su di me come se fosse una spece di koala e chiude gli occhi volendo evidentemente riposare. Gli dò un bacio sulla fronte e lo stringo a me, accarezzandogli la testa lentamente.
-Mi dispiace tanto per ieri.- dico sottovoce. 
-Sono stato io a sbagliare... ma ti prego, la prossima volta non costringermi a dormire sul divano.-
-Farò il mio meglio, promesso.- 
-Mmm....sarà meglio, altrimenti dovrò fartela pagare in un modo o nell'altro.- dice lui maliziosamente.
-Cerca di riposare.- dico ignorando completamente la sua frecciatina,chiudendo gli occhi insieme a lui appoggiando la testa sulla sua fronte. 



Angolo autrice:
Mi scuso infinitamente per il ritardo ma ho avuto una perdita in famiglia.
Questo capitolo è infatti dedicato a questa donna che è stata una seconda nonna per me.

 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e vi voglio avvisare che da ora in poi, arriverò velocemente al momento del parto.
Poi succederà qualcosa di inaspettato. Coinvolgerà il piccolo arrivato, quindi pronti!
Inoltre stavo pensando durante la feste di Natale di pubblicare una nuova storia, di pochi capitoli (circa 10), partendo dall'episodio di questo mercoledi. 
La mia mente, immaginava che nella tomba ci potesse essere Felicity (anche se la scena vera e propria non si vedrà mercoledi), ma poi si potrebbe scoprire che
in realtà, le cose non sono andate come si pensava....
Non posso anticiparvi molto ma se volete, potete sempre lasciarmi una recensione e chiedermi qualcosina in più.
A presto e baci a tutti. 

 

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Capitolo 27
*** Mavi ***


1 mese
Felicity's POV


-E' semplicemente bellissima.- 
Sara tiene tra le braccia la piccola Mavi di sole poche settimane. 
Sono tornata a casa da pochi giorni, dopo alcune complicazioni con la piccola, e i punti del cesareo che continuavano ad aprirsi, i medici hanno finalmente deliberato che ero pronta per tornare a casa. 
Mavi è nata in salute, ha 10 dita delle mani e 10 dita dei piedi. Ma quando hanno provato a farla piangere, la piccola non ha emesso nessun suono.
Non ho avuto il tempo neanche di vederla, che subito l'hanno portata via e le hanno dato dell'ossigeno per una insufficienza respiratoria. 
Oliver, che per tutto il parto mi ha tenuto la mano e cercava di darmi coraggio, l'ha seguita durante tutti i suoi spostamenti e da allora, non la lascia un secondo in pace.
Anche di notte, insiste per farla dormire con noi, nonostante abbia una stupenda cameretta tutta per sè con centinaia di giochi comprati da Thea e Robert.
-E guarda che occhioni!- dice Caitlin toccando il faccino di Mavi facendola sorridere.
E' una bambina che dorme sempre, piange poco anche se si trova in braccio a degli estranei. Ovviamente quando ha fame e devo allattarla, non c'è niente o  nessuno che possa farle cambiare idea. Inizia a piangere come l'allarme antifurto di una casa, e fin quando non la prendo tra le braccia non si calma. 
Moira e mia madre mi hanno detto che è una cosa normale: i neonati non riescono a riconoscere ancora bene le figure che hanno davanti, ma riconoscono la propria mamma per il profumo e il suono della voce.
-Voglio altri due o tre mostriciattoli come lei, Felicity.- dice Thea seduta accanto a me sul divano. Mia madre è in cucina a preparare il pranzo insieme a Moira mentre gli uomini sono in ufficio per sbrigare non so quale commissione di vitale importanza.
-Due o tre, Thea? Perchè non pensi di mettere su famiglia con Roy?- chiedo scettica.
-Sono ancora troppo giovane...e poi cosa ti costa?In fin dei conti.... bisogna fare molta pratica.- dice lei maliziosa facendomi l'occhiolino.
Posso fare pratica anche senza restare incinta, Thea.
Ormai conosco tuo fratello alla perfezione, e per anni ci siamo divertiti senza trovarci nessun bambino in giro per casa.
Ovviamente voglio almeno un altro bambino, ma non posso pensarci ora. Mavi deve crescere, io devo tornare a lavorare, ci sono troppe cose da fare.
-Quando abbiamo la prova dell'abito?- chiedo.
-Tra due settimane.... anche perchè siamo ad agosto! Quale bambino si sognerebbe di nascere il 18 agosto?- chiede Thea retorica facendomi ridere.
-Tua nipote!- dico alzandomi dal divano per andare in cucina e vedere se Moira o mia madre abbiano bisogno di una mano.
Per separare il salotto dall'angolo cucina, Oliver ha chiamato dei progettisti per creare una parete mobile che possa appunto dividere i due ambienti. 
Con un pò di fatica, per via dei punti, raggiungo Moira in cucina (mentre sta controllando la cottura del tacchino) vedendola sola.
-Moira, mia madre?-
-Oh tesoro, ha ricevuto una chiamata ed è uscita fuori a parlare.- dice indicandomi con un cenno del capo, la finestra che porta sul terrazzo.
Le sorrido, poi decido di uscire fuori per chiederle se sia tutto apposto.
-Non le ho ancora detto che l'hai cercata.... no, non se ne parla. Sono sua madre, devo dirglielo io. Si ti chiamo io quando avrò notizie...-
Mia madre è di spalle, appoggiata alla ringhiera del balcone intenta a parlare con chissà chi.
So per certo che l'argomento sono io , però.
-Mamma?- la chiamo facendola sussultare. Chiude il telefonino interrompendo cosi la conversazione.
-Tesoro, che ci fai qui?- dice facendo la finta tonta.
-Con chi parlavi?- chiedo avendo sentito tutto.
-Io? Con nessuno, niente di che tranquilla.-
Mia madre cerca di ritornare dentro ma la blocco per un braccio.
-Sei una pessima bugiarda. Dimmi chi era a telefono.-
Mia madre resta in silenzio e abbassa lo sguardo non volendo guardarmi negli occhi.
-Ti sei messa in qualche guaio?-
So bene quanto in passato a causa del gioco d'azzardo, si sia messa nei guai dovendo pagare dei debiti di gioco. Ma per quanto ne so, aveva smesso con quella vita.
-Mamma, se non mi parli non posso aiut....-
-Era tuo padre!- dice lei interrompendomi.
Cosa?
Cosa vuole?

-Vuole incontrarti.- dice vedendomi troppo silenziosa.
-Vuole incontrarmi? Chissà perchè.- dico riferendomi al mio matrimonio con Oliver. 
E' sempre stata una questione di soldi per lui, mi ha lasciato per scappare con una modella russa e ora chissà cosa vorrà da me. 
Avrà saputo attraverso i notiziari che sono diventata madre e che prossimamente convolerò a nozze con lo scapolo d'oro più ambito di Starling City. 
Dovevo aspettarmi una sua chiamata.
-Non è per i soldi... quando ci siamo visti mi ha raccontato qualcosa sulla sua vita e ti posso assicurare che non ha problemi economi.-
Aspetta..... quando ci siamo visti?
-L'hai incontrato, mamma? Oh, Dio. Non ti smentisci mai.-
Sento la porta di casa aprirsi, e un gran trambusto provenire dal salotto.
-Non dirlo a nessuno.- dico superandola per ritornare dentro.
-Felicity?- mi chiama mia madre. -E' qui  a Starling, sta alloggiando in non so quale albergo.-
Mi sta chiedendo di pensarci. E una parte di me non vede l'ora di incontrarlo per sputargli finalmente in faccia visto l'infanzia di merda che mi ha fatto trascorrere. Mentre l'altra.... mi dice di lasciar perdere, ora ho tutto quello che ho sempre sognato, perchè riaprire un capitolo della mia vita andato?
-Ci penserò.- 


2 mesi
-Perchè piange cosi?-
Oliver scende le scale di casa per raggiungermi in salotto. E' da più di 10 minuti che Mavi piange senza ritegno. Ho provato a darle del latte ma niente.
L'ho cullata sperando che si riaddormentasse ma nulla. Poi ho capito che si potrebbe trattare di una colichetta. 
-Credo sia una colica... le sto preparando una camomilla.- dico alzandomi dal divano per andare in cucina a controllare l'acqua sul fuoco.
-Hey amore di papà.- dice Oliver prendendomela tra le braccia per cullarla. -Che succede?-
Sono cosi stanca che questa scena mi fa sorridere a malapena. Ho bisogno di dormire e sfortunatamente, la mia piccolina non me lo permette.
Durante il giorno dorme per alcune ore, ma c'è sempre troppa gente a casa per dire Hey ho bisogno di dormire, vado a letto.
Quando mi rendo conto che l'acqua è pronta, la verso nel biberon mischiandola con un pò d'acqua fredda  e poi aggiungo un cucchiaino di camomilla per neonati.
Sbatto il biberon, e ritorno in salotto vedendo Oliver seduto sul bracciolo del divano con Mavi tra le braccia che continua a gridare.
Nel momento in cui, la mia piccolina apre la bocca per dare un altro strillo, le piazzo il biberon in bocca e con un pò di storie inizia a succhiare il contenuto della bottiglietta.
-Sto morendo dal sonno.- dico guardando Mavi.
-Vai di sopra, ci penso io.- dice Oliver prendendomi il biberon dalle mani. Acconsento solo perchè vedo che la piccola si sta calmando.
Di solito non abbandono mai Mavi, ma so che è in buone mani quindi posso chiudere gli occhi e cercare di riprendere a dormire.


La mattina dopo mi sveglio, e cerco tra le lenzuola il corpo caldo di Oliver. Siamo quasi ad ottobre , quindi inizia a fare freschetto. 
Ancora con gli occhi chiusi, muovo la mano verso il lato del suo letto, trovandolo gelato.
Alzo la testa dal cuscino e mi rendo conto che sono sola nel letto. 
Possibile che Mavi si sia svegliata e che non l'abbia sentita?
Infilo le pantofole, e vado nella cameretta adiacente alla nostra per controllare se mia figlia sia nella culla. Anche questa la trovo fredda.
Scendo le scale di casa, vedendo subito Oliver disteso sul divano  quasi sul bordo rischiando di cadere. Dopo alcuni gradini, noto le manine di Mavi muoversi ritmicamente contro il petto di Oliver.
La piccola è sveglia chissà da quanto mentre il papà....è praticamente crollato.
-Hey,tu.- dico sottovoce sporgendomi da sopra il poggiatesta per vedere la scena dall'altro. Mavi quando sente la mia voce, alza lo sguardo verso di me e inizia a  muovere le manine.
-Che stai facendo?-
Lei inizia a sorridere mostrandomi la bocca priva di dentini, iniziando a muovere anche le gambine. Guardo il biberon vuoto sul tavolino accanto al divano e capisco che Oliver non è proprio salito di sopra. Ha dormito sul divano per tutto il tempo.
-Papà lo lasci dormire,eh?- 
Oliver inizia a muoversi nel sonno stando però sempre attento a non fare del male a Mavi. Mi chiedo, come diavolo ci riesce?
-Le donne mi adorano, perciò mi lasciano dormire.- dice lui con la voce impastata attirando l'attenzione di nostra figlia su di sè. 
-Ricordamelo quando la prossima volta , Mavi si sveglierà in piena notte.- 


3 mesi.
Oliver's POV


Rientro a casa dopo essere stato in ufficio e tutte le luci sono spente. So per certo che Felicity e Mavi sono a casa.
Possibile che sia andata via la corrente?
Chiudo la porta, e noto che su ogni gradino della scala di casa, c'è una candela e dei vestiti sparsi. Mi avvicino e prendo tra le mani, uno dei tanti reggiseni di Felicity.
-Felicity?- la chiamo a voce non molto alta visto che per il silenzio che c'è in casa, deduco che Mavi stia riposando. Non è molto tardi, sono solo le 5 del pomeriggio.
Salgo la scala, raccogliendo da terra la lingerie che trovo sparsa per casa dirigendomi verso la nostra camera da letto. La porta è aperta, la luce è soffusa, Felicity è di fronte allo specchio osservandosi in un impermeabile color tortora.
La squadro da capo a piedi, vedendola su un paio di tacchi vertiginosi neri, i capelli sono mossi lasciati liberi sulle spalle, indossa un paio di calze scure. 
-Hey , sei tornato.- dice girandosi verso di me come se non mi avesse sentito. E' leggermente truccata, nell'aria riesco a sentire il profumo che le ho regalato per il compleanno quest'anno.
-Stai uscendo?- chiedo confuso. Di solito quando deve uscire con le ragazze (Laurel e Thea), mi avvisa prima cosi che possa organizzare una serata tranquilla a casa  con Ronnie, Roy e Tommy per badare a Mavi. E poi il nostro letto è irriconoscibile a causa di tutti i vestiti sparsi che ci sono sopra.
Qualcosa mi dice che non deve uscire.
-No, stavo solo provando questo nuovo acquisto... sai oggi sono uscita con Laurel.- dice tranquilla.
Mi siedo sul letto e la osservo mentre a sua volta mi guarda attraverso il riflesso dello specchio.
-Ti sta bene..- 
-Non mi convince ciò che c'è sotto però.- dice girandosi verso di me per poi slacciarsi la cintura del cappotto. Slaccia lentamente i bottoni e poi si mette le mani
sui fianchi affinchè il tessuto non possa coprire il suo corpo nudo.
Sapevo che stava tramando qualcosa ma questo.... supera di gran lunga la mia fantasia.
Le calze che indossa le arrivano fin sopra il ginocchio, e sono tenute sù grazie ad un paio di reggicalze con il bordo merlettato nero e rosso. La parte di pelle scoperta è davvero poca, le parti che mi interessano solo coperte da minuscoli strani di stoffa dello stesso colore del reggicalze.
-Perchè.... non ti convince?- chiedo quasi balbettando troppo stupito dal magnifico corpo della mia futura moglie.
Felicity durante il periodo della gravidanza, ha messo su peso certo ma nel giro di qualche mese,è riuscita a ritornare nella forma smagliante di un tempo.
Il seno è molto più prosperoso per via dell'allattamento ma la cosa non mi dispiace. Anzi.
-Sono un pò troppo....vestita. Non trovi?- chiede facendosi scivolare il soprabito lentamente giù dalle braccia per poi farlo cadere ai suoi piedi. 
Cammina verso di me, sopra quei tacchi altissimi, senza la minima ombra di incertezza. Me la trovo a pochi centimetri da me, e con un dito le accarezzo lo strato di pelle nuda.
Quando le metto la mano sul sedere, lei mi da uno spintone e mi fa finire disteso sul letto con le gambe ancora a penzoloni. 
-Sali più su Queen.- dice autoritaria. Faccio come mi ha chiesto, e lei lentamente mi toglie le scarpe e le calze lasciandomi i piedi nudi. Metto le mani sotto la testa pronto a godermi lo spettacolo nel momento in cui, lei si mette a cavalcioni su di me proprio sul mio membro già eretto. 
Abbiamo fatto l'amore altre volte, ma è sempre stato troppo veloce, troppo  romantico. Ora invece, credo proprio che Felicity abbia bisogno di questo.
Brutalità, sensualità.
Mi slaccia la cravatta, me la sfila e poi disfa il nodo senza problemi. Si china su di me per baciarmi, e quando sto per toccarle la schiena, lei con un gesto veloce mi prende le mani e me le lega alla testiera del letto con la cravatta che ho indossato per tutta la giornata.
-Vediamo un pò quanto riesce a resistere il signor Queen.- dice sottovoce nel mio orecchio prima di mordermi il lobo. 
Non è la prima volta che giochiamo cosi... devo dire che Felicity è riuscita a realizzare molti miei desideri sessuali. E' brava, prende l'iniziativa. 
A Yale , provammo anche a farlo sulla salmon ladder mentre facevo gli esercizi per tonificare gli addominali. Esperienza mistica a mio avviso, da provare.
Con le mani si slaccia il reggiseno lanciandolo chissà dove poi inizia a slacciarmi la camicia, e quando riesce a liberarmi dal tessuto, inizia a lasciarmi languidi baci su  tutto il torace scendendo verso la vita.
So quale sono le sue intenzioni.  Dio, ha intenzione di mettermi alla prova. 
Le sue mani esperte, finiscono sui pantaloni e sulla cinta che molto lentamente vengono aperti cosi da liberare i boxer che non riescono più a contenere il mio membro già eccitato.
-Qualcuno sembra essere felice di vedermi.- dice Felicity spostando con le dita l'elastico dei boxer per liberare il mio amichetto. Lo prende il mano facendomi gemere poi inizia a muoversi su e giù per tutta la lunghezza. 
-E' sempre felice di vederti.- dico con voce rauca troppo concentrato sul piacere che mi sta infondendo la donna che amo.
-Mmm...- dice Felicity abbassandosi per prenderlo in bocca.
Ora capisco realmente cosa aveva intenzione di fare.  Ha intenzione di farmi venire cosi?
-Cazzo, Felicity fermati.- dico cercando di liberare le mani per prenderla e farla mia. La mia testa però, quando Felicity inizia ad aumentare la velocità, non fa altro che desiderare ancora di più. Le gambe libere, mi danno la spinta necessaria per inarcare il bacino e farle capire che ho ceduto.
Quando in realtà....
Dopo un pò di forza, sciolgo il nodo fatto alla perfezione dalla mia ragazza,e senza che lei se ne accorga, la tiro praticamente su per farle lasciare il mio membro e incontrare le mie labbra.
Con una mossa agile, faccio si che possa finire sul materasso ed io su di lei, iniziando a baciare con foga i suoi seni, succhiandoli e tirandoli leggermente.
-C'è ne hai messo di tempo per liberarti.- dice lei quando le tiro giù le mutandine. Le alzo la gamba sinistra cosi da farla intrecciare dietro la mia schiena per poter migliorare anche l'intensità delle spinte.
Poi velocemente la penetro senza preavviso. E' bagnata fradicia, i suoi ormoni bagnano il mio membro facilitandomi l'ingresso nella sua intimità.
Felicity geme, mentre inizio a muovermi dentro di lei, controllando le spinte, le penetrazioni, roteando i fianchi più volte in modo che il mio membro possa toccare a fondo le pareti del suo sesso.
-Cristo, si sta cosi bene dentro di te.- dico aumentando la velocità visto che sono arrivato quasi al limite. Felicity mi conficca le unghie nella schiena e urla nel momento in cui, le pareti interne della sua intimità si stringono attorno a me liberandosi in un ponderoso orgasmo.
Fortunatamente non ho ancora finito con lei. Ho intenzione di fargliela pagare per ciò che mi ha fatto.
Sto per baciarla, quando sento Mavi piangere. Il letto smette di scricchiolare, io smetto di muovermi dentro di lei, Felicity spalanca gli occhi per la sorpresa.
-Non ci pensare neanche.- dico guardandola capendo le sue intenzioni.
-Non posso lasciarla piangere.-
-Non mi lascerai in preda ad un erezione colossale quando sto per venire.- dico incapace di credere che stia pensando davvero una cosa del genere.
-Quanto ti manca?-
-Quanto mi manca?- chiedo divertito. -Dimmi che stai scherzando.-
Improvvisamente Mavi smette di piangere e per alcuni secondi, Felicity ed io restiamo in silenzio in attesa che ricominci.
-Aveva sicuramente perso il ciuccio.- dice la mia fidanzata guardandomi divertita. -Se tu non la viziassi, lasciandola dormire con noi probabilmente lei non si sveglierebbe nei momenti più assurdi e più impensabili.-
Mi sta davvero sgridando in questa circostanza? Mentre ci stiamo dando da fare e sono pronto per venire?
La guardo e mi rendo conto che si sta divertendo. Sto iniziando anche a pensare che sia sia messa d'accordo con nostra figlia per farmi questo stupido scherzetto.
-Sai credo che resteremo qui fino a ora di cena.- dico malizioso riprendendo a spingere dentro di lei questa volta più lentamente. Le bacio il collo , poi le mordo
il lobo dell'orecchio. Ricomincio ad aumentare velocità solo quando Felicity è di nuovo pronta a donarsi a me.
Viene velocemente, poi è il mio turno seguirla a ruota.


4 mesi
Felicity's POV


Mavi riesce a stare dritta senza l'aiuto di nessuno. Spesso la lascio giocare a terra con Thea e Oliver si mette alle sue spalle, pronto a farle da cuscino se dovesse perdere l'equilibrio o decidesse di fare un tuffo all'indietro.
Il tempo sembra essere volato da quando Mavi è nata, e finalmente siamo arrivati al fatidico 20 dicembre.
Dire che sono pronta a pronunciare il famoso si, davanti a più di 200 invitati, è un eufemismo. I preparativi, le cose da scegliere, il vestito che doveva essere stretto di 2 centimetri perchè calzava troppo largo.... è stata una faticaccia. Ma alla fine c'è l'abbiamo fatta.
-Ancora pochi minuti e abbiamo finito.- dice il parrucchiere aggiustandomi i boccoli che ha appena creato con la piastra. Siamo in una stanca adiacente rispetto alla sala dove si terrà la cerimonia e il ricevimento. 
-Tesoro sei splendida.- dice mia madre emozionata. 
Ho indossato l'abito prima che Laurel iniziasse a truccarmi, e hanno coperto lo specchio cosi da nascondermi l'effetto finale.
-Donna, non farla piangere.- dice Laurel per evitare che il suo capolavoro venga rovinato. Il trucco si concentra molto sugli occhi, delineati da una matita nera e un ombretto tortora. Le guance leggermente rosate, il tutto accompagnato da un rossetto lucido sulle labbra carnose.
-Dove sarà la mamma?- 
Mia madre si sposta di lato, per lasciarmi osservare la mia futura cognata che stringe tra le braccia mia figlia in uno splendido abitino rosa, di tulle e perline bianche.  Mi alzo dalla sedia e mi avvicino a lei per osservarla in tutto il suo splendore. Ormai si vedono perfettamente i suoi occhioni azzurri, e i capelli castani che aveva alla nascita sono stati sostituiti da un biondo cenere.
Non riesco ancora a capire se sarà riccia, o avrà i capelli lisci proprio come me. Dovrò aspettare che crescano per scoprirlo.
-Amore della mamma, vieni qui.- dico porgendole le mani aspettando che si getti tra le mie braccia. Mavi senza pensarci due volte, spinge il corpo verso di me e cosi mi fa capire che vuole essere presa.
-Siamo tutti pronti di sotto?- chiede mia madre.
-Mmm...si. - dice Thea un pò titubante.
Cosa succede ora?
-Oliver è arrivato vero?- chiedo preoccupata che possa essere successo qualcosa.
-E' giù già da mezz'ora. E' un fascio di nervi....c'è stato un problema con il giudice di pace, ma è tutto sistemato.-
Che genere di problema?
-Si va in scena.- dice una voce maschile alle spalle di Thea. Ero cosi distratta da non accorgermi della sua presenza.
-John? Che ci fai tu qui?- chiede Thea perplessa prendendo Mavi di nuovo in braccio. 
-Mi accompagnerà lui all'altare, Thea.- dico chiarendole le idee.
Quando mamma mi ha ricordato che qualcuno avrebbe dovuto condurmi all'altare, avevo subito pensato a Barry.
E' il mio migliore amico, mi conosce meglio di chiunque altro. Poi però, ho capito che durante la navata avrei dovuto avere al mio fianco, un uomo che si è preso cura di me, mi ha protetto e mi ha dato consigli nei momenti più bui.
-Sul serio?- chiede Thea euforica. Mia madre che sapeva già la cosa, sorride dolcemente a Dig poi esce seguita da Laurel.
-Sei splendida, Felicity.- dice John dandomi un bacio sulla guancia. -Allora sei pronta?- 
-Ho le gambe che mi tremano.... non farmi cadere.- dico prendendo aria nei polmoni e accettando il suo braccio per aggrapparmi a lui.
-Questo mai.- dice lui sorridente prima di iniziare a camminare quando sente la marcia nuziale iniziare a suonare nella stanza.


-Dovresti dirmi dove stiamo andando lo sai, vero?- chiedo retorica cercando di ricavare informazioni da mio marito.
Mio marito.
Oliver è mio marito.

E' una cosa strana da pensare, quasi assurda da dire a voce alta.
-E' una sorpresa.- dice lui riportando di nuovo l'attenzione su Mavi. Siamo in volo sul jet della Queen Consolidated già da 3 ore e Mavi è seduta sulle mie gambe
bloccata a me tramite la cintura di sicurezza.
-Non mi hai fatto preparare neanche i bagagli... - dico ricordando il mio sguardo perplesso quando ho visto Alfred, il nostro autista, prendere le borse dal bagagliaio della limousine.
-Avresti capito tutto, signora Queen.- dice Oliver sporgendosi di poco per far incontrare le nostre labbra.
Mavi inizia a muoversi freneticamente, e inizia a fare strani suoni con la bocca.
-E poi, avevamo concordato che la luna di miele l'avrei decisa io.... tu tutto il resto.- dice divertito.
-Un suggerimento almeno?- chiedo curiosa.
-Ti bagnerai molto durante queste due settimane.- dice malizioso.
Che razza di suggerimento eh? E soprattutto in che senso mi bagnerò molto?


Oliver's POV
-Come vanno le cose li?-
Sono sul portico della casa che ho affittato per la luna di miele. E' l'unica costruzione che c'è su Mayaguana Island, nell'arcipelago della Bahamas. Mio padre conosce il pazzo che qualche anno fà ha deciso di compare un'intera isola per trascorrere le vacanze estive in totale relax. 
Dopo una chiamata, e stato ben felice di darci la propria casa, insieme al suo staff di camerieri che vivono li praticamente tutto l'anno.
Quando siamo arrivati, abbiamo avuto un fantastico aperitivo di benvenuto, e siamo stati accolti nei migliori dei modi. 
Una volta posati i bagagli, abbiamo fatto un giro per la casa, lasciando Mavi nella mani di una delle cameriere. E' una casa enorme solo per due persone,  c'è un bagno che è grande quanto il mio ufficio con un comodissima vasca da bagno.
Dico che è comoda, perchè proprio li, io e la mia consorte abbiamo passato la nostra prima notte da sposati.
-Tutto procede alla grande....Mavi ha ancora paura del mare.-
Sono a telefono con mio padre. Ci chiamiamo una volta al giorno, cosi per tranquillizzarli sul fatto che stiamo bene e ci stiamo divertendo.
Guardo Felicity sulla spiaggia, che gioca con Mavi sotto l'ombrellone di paglia. Oltre ad averla riempita di crema solare, le ha anche messo un buffo cappellino per proteggerle la testa.
-Davvero? E mangia ancora la sabbia?-
-No Mavi, la sabbia no.- sento dire da Felicity mentre cerca di pulire la bocca di nostra figlia.
-Si.- dico sorridendo. 
-Inviateci altri video... tua madre sta andando in depressione da quando siete partiti.-
-Lo farò papà. Ci sentiamo domani ok? Vi voglio bene.- dico chiudendo la chiamata. 
Poso il cellulare sul tavolino in veranda, e scendo le scale che mi porteranno in spiaggia. Felicity è inginocchiata sotto l'ombrellone e con l'acqua del mare , cerca di pulire le manine di Mavi.
Lei sembra divertirsi.
-Hey, Mavi. Vieni.- dico prendendola all'improvviso senza problemi alzandola da terra. Felicity si alza con lei,  e prende la ciambella per andare a mare.
Mavi mi mette le braccia intorno al collo, e appoggia la testa sulla mia spalla.
E' la solita posizione che assume quando ha sonno, ma in questo caso capisco che ha solo paura.
Felicity mi supera, entra in acqua e bagna la ciambella per poi guardarmi divertita.
-Non verrà mai.- dice lei sicura di sè.
-Scommettiamo?-
-D'accordo. Cosa ci giochiamo?- chiede divertita.
-Se vinco io, stasera ti concederai a me qui.- dico malizioso. 
-Affare fatto.-
Inizio ad entrare in acqua con Mavi ancora tra le braccia. Quando l'acqua tocca i suoi piedini, lei sussulta e inizia a piangere. Ma senza badarci troppo, la metto  nella ciambella e mi bagno completamente fino alle spalle. 
Mavi mi guarda, smette di piangere e poi fa la sua solita espressione indecifrabile.
Felicity accanto a lei la guarda curiosa. Forse ho vinto?
Poi però ricomincia a lamentarsi. Alzo gli occhi al cielo e cerco di tirare il salvagente verso di me, quando Felicity mi schizza con l'acqua. Continua a farlo, e decido di reagire schizzandola a mia volta.
Prima che me ne possa rendere conto, Mavi ha smesso di piangere e sta battendo le manine.
Felicity mi guarda, facendomi l'occhiolino.

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Capitolo 28
*** Alfred Miller ***


10 mesi
Felicity's POV


-Oliver, corri!- dico urlando sperando che mi senta al piano di sopra. Non posso credere ai miei occhi. -Si è alzata , Oliver,corri!-
Mavi è davanti a me, ed è in piedi. Sulle sue gambe.
Aspettavamo questo giorno da tanto ed ora è arrivato. Sta per camminare.
Oliver come un pazzo, scende gli scalini due alla volta, indossando solo il pantalone di una tuta morbida.  Si immobilizza quando vede nostra figlia in piedi. 
-Com'è successo?- chiede prendendo il cellulare per attivare la telecamera.
-Stavamo vedendo la televisione, mi sono distratta un secondo e poi BOOM è successo!-
Oliver si mette dietro di lei, chiamandola , costringendola cosi a farla voltare. Ora ha lo sguardo rivolto proprio verso il televisore.
-Mimo.- dice sorridente indicando lo schermo del televisore dove stanno mandato in onda il cartone di Alla ricerca di Nemo.
-Ha parlato!- dico euforica cadendo perfino dal divano dov'ero seduta.
-Andiamo, Mavi vieni da papà.- dice Oliver porgendole la mano mentre con l'altra tiene il telefono. Io mi metto dietro di lei pronta a prenderla.
Mavi inizia a muovere i primi passi, un pò incerta, aggrappandosi alla mano di Oliver che quando l'ha vista traballare , le ha stretto la manina tra la sua.
-Si!- dice lui riempiendola di baci.
Spegne la telecamera, la prende in braccio e la alza un paio di volte facendola volare praticamente in aria.
-Mimo.-  dice Mavi ridendo e battendo le manine.
E' la sua prima parola. Non è mamma, papà, pappa, o bua. Nono, la sua prima parola è Mimo.


Più Mavi cresce più mi rendo conto che assomiglia ad Oliver. Ha i capelli lisci e verso la fine si creano dei magnifici boccoli biondi. Gli occhi azzurri cielo, le facce espressive identiche al padre.... sono due fotocopie.
-Mimo, mimo, mimo.- dice Mavi gironzolando per casa con Oliver che le tiene la mano.
-Mimo?- chiede Thea perplessa. La piccola Queen e il suo fidanzato sono arrivati non appena hanno sentito che stava iniziando a camminare. Oliver ha chiamato a casa dei suoi genitori per comunicarlo alla mamma, ma essendo assente, ha risposto Thea.
Roy si gode la scena nel vedere Oliver cosi diverso rispetto all'ambito lavorativo. Non sembra essere l'amministratore delegato di una azienda multimilionaria.
-Nemo.- dico chiarendole le idee. -Vede Mimo dappertutto.-
-Quando lo direte a mamma  non ci crederà... ha iniziato a parlare. E a camminare.- dice Thea orgogliosa. 
Oliver fa sedere Mavi per terra e le da dei giochi per distrarla.
-Fermati o ti bloccherai con la schiena.- gli dico apprensiva. Mi avvicino a lui e gli dò un bacio a stampo per poi abbracciarlo.
Ma nostra figlia, ha intenzione di fare tutto tranne che fermarsi. Visto che non ha nessuno con il quale camminare, e ha ancora paura di farlo da sola, inizia a gattonare per tutta casa fermandosi di colpo quando vede le scarpe di Roy bloccargli la strada.
-Dove vai peste?- chiede Roy prendendola in braccio. Mavi si è abituata a essere presi da tutti. Ormai, anche le ragazze nonostante   non le veda sempre, sono diventate un punto di riferimento soprattutto per giocare.
Ogni qual volta che le vede, le chiama facendo dei versetti strani, e Sara subito corre da lei. Tutti stravedono per nostra figlia.
-Siamo stati scavalcati da un pesciolino dei cartoni animati..- dice Oliver leggendomi nel pensiero. Entrambi non possiamo crederci.
-Mimo.- dice Mavi allungando le braccine verso di me per essere presa.
-Mam-ma.- dico accontentandola. -Mamma.- ripeto sperando che riesca a ripetere questa parola. 
Mavi poggia la testolina sulla mia spalla, probabilmente volendo fare la nanna. Oliver alle mie spalle, le da un bacio sulla testa. 
-La porto di sopra, vedo di farla dormire.- dico congedandomi da tutti prima di salire.


 11 mesi.

-Sono cosi eccitata all'idea di ritornare a lavoro!- ammetto euforica mentre sono in cucina a preparare la cena.
Oliver è in salotto a vedere la replica di non so quale partita, e Mavi è con lui seduta sulle sue ginocchia. 
Quando è rientrato a casa dopo il lavoro, Mavi era nel box a giocare con alcuni pupazzetti gommosi. Io ero accanto a lei, e stavo ultimando gli ultimi controlli dei computer degli impiegati del settore informatico.
-Che ne dici di un pò di pasta?- chiedo non sapendo cosa vorrebbe mangiare. 
-Mmm...si, amore. Sono d'accordo.- mi risponde subito e un pò troppo velocemente. Non ha grandi pretese , di solito si accontenta anche di cose molto banali.
Sa che non so cucinare, e che sono una frana in cucina in generale. 
Mi asciugo le mani visto che stavo inserendo nella lavastoviglie dei piatti sporchi, la metto in funzione e poi li raggiungo entrambi in salotto.
Mavi è coperta dalle grandi spalle del padre, Oliver la tiene in modo da non farla cadere.
Supero il divano a L, mi metto di lato e vedo la faccina di mia figlia, completamente assolta nello schermo del televisore. Guardo Oliver, e mi rendo conto che  entrambi sono super concentratissimi (anche se non so cosa Mavi stia capendo), tutti e due hanno la stessa espressione Non disturbarci, siamo impegnati.
Odio quando Oliver fa quella faccia. E di solito succede sempre quando sta vedendo una partita di non so quale squadra del mondo.
-Stavo pensando di uscire.- dico  per vedere quanto mi stia sentendo. 
-Ottima idea.- dice lui poco interessato senza fare altre domande.
-Laurel mi ha invitato in quella nuova discoteca che si è aperta nei The Glades.... dice che ci saranno anche degli spogliarellisti.-
-Ottima idea.- ripete lui completamente distratto. Guardo la televisione e vedo che i giocatori si muovono nel campo senza una meta precisa.
Quando Oliver ed io, iniziammo ad uscire, lui fece di tutto per insegnarmi le regole di questo gioco. Comprò anche dei biglietti per una partita ma alla fine rinunciai al mio e lo passai a Ray, super contento di seguirlo.
Mi sposto ancora un pò, mettendomi quasi davanti al televisore, attirando l'attenzione di mia figlia che quando mi vede inizia a chiamarmi come sempre Mimo.
-Allora io esco?- chiedo titubante portando avanti il gioco.
-Mmm...-dice Oliver seguendo la palla nella tv.
Dannazione. Lo sport predomina sempre su tutto.
Sto per dirgli qualcosa, quando il mio telefonino inizia a suonare. Vado verso l'isola della cucina, abbandonando l'idea di portare a termine il mio piano, e rispondo nonostante chi mi stia chiamando, non è registrato nella mia rubrica.
-Pronto?- chiedo.
-La signorina Smoak?- chiede una voce maschile dall'altro lato.
-In realtà sono la signora Queen già da qualche mese....chi parla?-chiedo divertita ricordando quanto Oliver abbia insistito per farmi prendere legalmente il suo cognome. 
-Mi dispiace disturbarla, sono il dottor Evans del Starling General Hospital.-
Cosa?
L'ospedale?

Smetto di sorridere, e il mio cuore inizia a battere velocemente. 
-E' successo qualcosa?- chiedo preoccupata. Penso subito a mia madre, Moira o Robert, la piccola Queen, Laurel. 
-Si tratta di suo padre, vorrebbe vederla.-
Tutto mi aspettavo tranne questo.
Tutto mi aspettavo tranne che potesse giocare cosi sporco per vedermi.
E' passato quasi un anno dalla nascita di Mavi, e da allora ho sempre cercato di rimandare un incontro con lui. L'ho visto di sfuggita in una caffetteria mentre ero in giro con Thea e Mavi , ma ho preferito passare avanti e non fermarmi. 
Lui mi ha visto, facendo insospettire la piccola Queen, che ha iniziato a tempestarmi di domande, pensando che fosse un pedofilo o un serial killer.
Ti guardava come se ti conoscesse.
-Se è uno scherzo non è divertente.- dico sicura di me.
-Signora Queen....suo padre sta morendo.-
-Morendo?- chiedo attirando l'attenzione anche di Oliver che mette il muto alla tv. 
-Si.- dice semplicemente il dottore.
-Arrivo subito.- dico senza pensarci due volte chiudendo la conversazione. Se prima avevo dei dubbi sul volerlo vedere, ora invece tutti i dubbi sembrano essere scomparsi. 
Lui sta morendo.
Forse è malato? Per questo motivo è rimasto qui per tutto questo tempo?
-Devo uscire.- dico prendendo il cappotto sul divano e la borsa. -Torno presto, ok?-
-Hey è successo qualcosa?- chiede Oliver preoccupato. 
-Devo fare una cosa. Ma tranquillo è tutto apposto.- dico aprendo la porta di casa per uscire. -Ti amo.-


-Gli è stato diagnosticato un mieloma multiplo al sangue. Un tumore che attacca i globuli rossi bloccandone la riproduzione.-
-Da quanto tempo è malato?- 
-E' venuto da me circa un anno fà. Ma dalle analisi che mi ha portato, ho scoperto che era in cura presso un altro medico a Philadelphia.-
Il dottor Evans mi mostra delle analisi datate, di alcuni mesi fà. Non capisco molto di medicina, ma intuisco che i valori sono tutti scombussolati.
Osservo l'uomo che mi ha donato una parte di sè, per mezzo di un vetro. E' steso nel letto della sua camera, attaccato a decine di macchine. 
E' magro, ha perso molti capelli, la faccia è stanca. Dorme tranquillamente, anche se il suo respiro è affannato.
-Voglio i migliori medici per lui. Non mi interessa la spesa. Voglio i migliori.- dico sicura di me.
-Signora Queen... qui ci sono ottimi specialisti. Non è una questione di soldi, suo padre ha già provveduto a tutto.-
So bene cosa mi stia dicendo. Ho capito.
-Mi dispiace.- dice congedandosi lasciandomi sola.
Ci metto un pò a prendere coraggio ed a entrare dentro. In fin dei conti,cosa potrei dirgli?
Sarei capace di giudicare un uomo per tutti gli sbagli commessi, visto che sta praticamente sul letto di morte?
Poso la giacca, e la borsa su un divanetto libero e mi avvicino al suo lettino. Non apre gli occhi quindi o starà dormendo profondamente oppure non si è accorto della mia presenza.
-Alfred?- chiamo titubante.
Lui nulla. Continua a restare immobile.
Un pò incerta, mi siedo su una sedia li accanto e gli tocco la mano. 
Non ho un contatto con lui da 22 anni. Non sento la sua voce da troppo.
Eppure, quei solo 4 anni con lui,mi sono serviti per imparare ad andare in bicicletta, fare i calcoli in matematica, accendere e spegnere un computer.
Se è nata dentro di me questa passione è anche per lui. E' sempre stato un genio.
-Papà?- chiamo di nuovo sperando che cosi si svegli.
Apre gli occhi lentamente e ci mette un pò a mettermi a fuoco. Gira la testa verso di me, e non posso fare altro che sorridere.
-Sei qui.- dice con la voce rauca. 
-Ciao.- dico asciugandomi una lacrima che sta scendendo sul viso.
Resta in silenzio per un pò, probabilmente pensando alle cose giuste da dirmi. Sposta la mano solo per prendere la mia, e stringerla tra la sua.
-Perchè non mi hai detto niente?- 
-Non volevo....che mi incontrassi....solo perchè sto morendo.- dice lui balbettando e con l'affanno.
Inizio a singhiozzare,e  abbasso il capo cosi da poggiare la fronte sulle nostre mani intrecciate. 
E' pur sempre mio padre. Dentro di me, nonostante il male ricevuto, gli voglio ancora bene. 
-Mi dispiace tanto.- dice cercando di tranquillizzarmi. Ma non c'è niente che possa farmi tranquillizzare, visto ciò che ho fatto.
Sono stata tanto cattiva e vendicativa, da non chiamarlo per un anno. Un anno intero, mentre lui cercava di avvicinarsi a me  perchè stava morendo.
-Perdonami, ti prego.- dico con la voce impastata dalle lacrime. -Mi dispiace tanto.- 
-Di cosa dovrei perdonarti Felicity?- chiede lui confuso. -L'unica persona che qui deve essere perdonata sono io.-
Mi rimetto seduta come prima e inizio a guardarlo. Sto cercando di ricordare l'ultima volta che l'ho visto ma è difficile. Avevo 4 anni, ero solo una bambina.
Ma fortunatamente mi è stata data l'opportunità di vederlo ora e stargli accanto ora.
-Va bene cosi...va tutto bene. Siamo qui ora.- dico cercando di calmarlo. Gli accarezzo il viso, sentendo sotto le dita, una faccia leggermente ruvida per la barba e molto flaccida vista l'età.
 


Aspetto che mio padre si sia addormentato e decido di chiamare Oliver. Sono le 10 di sera, e sono qui già da un'ora. 
Chiudo la porta della sua camera, e mi metto nel corridoio, aspettando che mio marito risponda.
-Dove diavolo sei?- chiede preoccupato. -Ho chiamato Laurel e mi ha detto che non sei con lei.-
-Sono in ospedale.- 
-Arrivo subito.- dice.
-Nonono....ascoltami. Non è successo bene, io sto bene. Mi hanno chiamato perchè una vecchia conoscenza è malata, e mi hanno chiesto di venire per trovarlo e fargli compagnia.-
-E' un uomo? Di chi stai parlando?- chiede confuso e leggermente irritato.
-Io per stanotte resterò qui, ma tu devi farmi un piacere. Domani mattina potresti venire con Mavi?-
Non voglio mettere mia figlia in pericolo, so quanti germi ci sono in ospedale. Eppure una parte di me,freme affinchè mio padre possa vedere la mia splendida famiglia almeno una volta.
-Ne vuoi parlare?- chiede Oliver dolcemente. -Posso raggiungerti, voglio starti accanto.-
Le parole di mio marito, mi fanno piangere di nuovo. 
Lui è semplicemente speciale, dannatamente meraviglioso in tutte le sue sfaccettature. 
-No, voglio che resti con Mavi. Sta già dormendo?- chiedo cercando di apparire sicura.
-E' crollata dopo il touchdown.-
-E' proprio una Queen.- dico facendolo ridere.
-Se hai bisogno di qualunque cosa, chiama. Ci vediamo domani mattina, ok?-
-Oliver?- lo chiamo prima che attacchi.
-Dimmi, Fel.-
-Facciamo un altro bambino.- 
Oliver dall'altro lato resta in silenzio, e conoscendolo bene, si sarà seduto per assimilare bene la notizia.
-Sei incinta?- chiede euforico.
-No.- dico scuotendo la testa. -Voglio un altro bambino.-
-Sicura di essere in ospedale e non in una birreria? Sei ubriaca?- chiede perplesso.
Sorrido per la prima volta dopo ore. Lui riesce a farmi ridere anche con un solo sguardo. 
-Voglio un altro figlio.- continuo sperando che capisca che sono seria. 
La vita è troppo breve. 
L'ho visto con i miei nonni che sono morti troppo giovani, lo sto vivendo con mio padre ora. L'ho visto con Cooper, che per una stronzata, è morto sparato da un agente di polizia. 
E io voglio essere sicura di vivere a pieno la mia vita, senza avere rimpianti. 
Voglio un altro bambino, e voglio essere di nuovo madre. 
Vorrei fosse un maschietto, vorrei fosse forte come Oliver e intelligente come me.
Non che Oliver non sia intelligente ovvio, ma ..... ho più materia grigia di lui.
-Ci mettiamo all'opera appena torni, signora Queen.- dice malizioso.
Non posso parlare con lui di queste cose in ospedale. E' imbarazzato e ridicolo visto che ci sono persone malate.
-Ci vediamo domani mattina, ok? Dai un bacio a Mavi da parte mia. Ti amo.-


-Signora Queen?-
Apro gli occhi non appena sento una voce femminile chiamarmi. Sono accasciata sul divanetto della camera di mio padre, ho addosso solo il giubbotto che sto indossando tipo coperta.
-Mi dispiace disturbarla, ma suo padre dovrebbe prendere le medicine.-
Mi alzo di scatto, e mi avvicino a mio padre per svegliarlo. Controllo l'orologio notando che sono solo le 8 e mezza del mattino.
-Le solite pillole mattutine.- dice l'infermiera dolcemente non appena mio padre apre gli occhi. Con un pò di fatica, si alza e beve un sorso d'acqua, ingerendo le pasticche.
Poi si stende di nuovo, trovandosi quasi seduto nel letto e mi osserva.
-Hai un aspetto...orrendo.- dice lui scherzoso.
-Il tuo divano non è cosi comodo.- dico io facendogli spalancare la bocca.
-Sei rimasta qui? Per tutta..la notte?- chiede lui confuso.
-Non volevo lasciarti solo.... - dico prima che un altro infermiere porti dentro un vassoio con la colazione.
Mio padre un pò affaticato, inizia a mangiare ma dopo un pò incomincia a dire di non avere fame. Cerco di imboccarlo io, gli chiedo di sforzarsi ma niente. E' tutto inutile.
Improvvisamente sento qualcuno bussare sul vetro. Mi volto e vedo Oliver, accennare un sorriso con la piccola Mavi tra le braccia.
Mio padre fa alcuni versi strani, prima di chiedermi di posizionargli meglio i cuscini affinchè possa stendersi di nuovo.
-Papà?- chiedo. -Papà c'è qualcuno che voglio presentarti.-
Mio padre si gira verso il vetro che da sul corridoio, e inizia a sorridere vedendo di chi si tratti.
-Lui è Oliver. Mio marito.- dico indicandogli il diretto interessato, e Oliver subito alza una mano in segno di saluto.
-Sembra un tipo apposto.- dice con la voce affaticata. Anche stanotte aveva problemi a respirare, ma il medico mi ha detto che è normale.
-E' meraviglioso, l'uomo migliore che abbia conosciuto. - dico fiera. -E poi c'è la piccola peste...-
Mio padre la osserva per bene, poi dice: -E' identica a te.-
-E'.....- mi giro verso mia figlia per guardarla di nuovo. E' vero mi somiglia, ma io credo che sia la fotocopia di Oliver. -Lei è intelligente, creativa, precoce. L'unica pecca è che non dice ancora la parola mamma.-
Mio padre sorride poi riprende a fissarla. 
-Lo dirà quando ti sentirai pronta.-
Mi lascia senza parole.
-Quando sarò pronta?- chiedo perplessa.
-I bambini percepiscono le necessità degli adulti... lei ti chiamerà quando tu avrai davvero bisogno che lei lo faccia.-
-Mi sembra giusto.- dico sottovalutando le sue parole. Senza offesa ma non ha mai capito molto di bambini. 
-Vai da loro. Io ti aspetto qui.- dice lui chiudendo gli occhi forse per riposare un pò.
-Torno presto, va bene papà?- chiedo senza ricevere nessuna risposta.
Non so cosa mi succeda, e non so perchè lo faccio, ma istintivamente mi abbasso sul suo capo per dargli un bacio sulla fronte. 
-Ti voglio bene Lis.- dice lui sottovoce facendomi inumidire gli occhi. E' da anni che non mi chiamava più Lis.
Nessuno mi ha più chiamata cosi neanche mia madre.
-Ti voglio bene anch'io.- dico prima di uscire dalla porta della camera e raggiungere la mia famiglia.


Sono in sala d'attesa, facendo colazione con un cornetto e un caffè che Oliver mi è andato a prendere nel bar dell'ospedale.
Mavi è sulle mie ginocchia, osservando con attenzione le persone che ci circondano che sono principalmente medici in camici blu.
Improvvisamente vedo un paio di infermieri e il dottor Evans, correre verso la camera di mio padre.
Ed è come un sesto senso. Dentro di me , sento che si tratta proprio di lui.
Lascio Mavi ad Oliver e corro verso quella camera. La porta è aperta, i medici stanno staccando dei tubi e si ordinano cose a vicenda. Il dottor Evans sta facendo un massaggio cardiaco, e vedo l'ECG completamente piatto.
Non c'è più battito.
Non può essere.

Vedo tutta la scena a rallentatore, tutti i medici che cercano di spingermi fuori ma io non glielo permetto. Sento anche la voce di Oliver, ma non ne sono cosi sicura fin quando non lo vedo comparire al mio fianco senza Mavi tra le braccia.
Vorrei chiedergli dov'è, ma so bene che da buon padre l'avrà affidata a qualcuno di cui si fida.
-Ora del decesso, 9:10.- dice uno degli infermieri.
Scoppio a piangere e subito Oliver mi prende tra le braccia, cerca di cullarmi per farmi calmare, per poi trascinarmi con sè verso le sedie di plastica che ci sono nel corridoio e farmi sedere sulle sue gambe per continuare a piangere senza ritegno.




Angolo autrice: 
Chiedo infinitamente scusa per la mia assenza. Questa settimana ha subito due perdite in famiglia e non me la sentivo di scrivere. 
Ma ora sono qui, e vorrei dirvi che sono ancora indecisa su come continuare la storia. Vorrei utilizzare di nuovo la cattiveria di Isabel,
ma davvero non saprei come muovermi.
Ps: ho scelto come prima parola di Mavi "Mimo", visto che Stephen un pò di tempo fa pubblicò un video , dove Mavi ripeteva in continuazione Mimo! Qui c'è il link del video: https://www.facebook.com/stephenamell/videos/833776360040966/?theater (secondo 0:10). Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre, se avete idee per i capitolo futuri fatemelo sapere.

Grazie in anticipo!

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Capitolo 29
*** Isabel ***


11 mesi
Felicity's POV


-Hey.-
Oliver entra in camera e mi raggiunge dopo aver passato non so quanto tempo in questa stanza da sola.
Stamattina ci sono stati i funerali di mio padre, e da quando siamo tornati, non ho fatto altro che stringere tra le mani una vecchia foto che la mamma mi ha fatto recapitare via e-mail da Las Vegas.
Potevo avere all'in circa due anni. Solo ora mi rendo conto quanto mio padre avesse ragione.
Mavi è identica a me.
-Hey.- dico asciugandomi le lacrime.
Oliver si siede accanto a me e mi prende per mano. 
-Mavi?- chiedo non avendo visto mia figlia per tutta la mattina.
-E' con Thea e Roy.- 
Stamattina, era presente tanta gente che non ho mai visto. Molti di loro erano in uniforme quindi  ho dedotto che mio padre avesse a che fare con il mondo dell'esercito o della polizia. Quando mi hanno riconosciuto come Felicity, la bambina della quale si vantava sempre, tutti si sono avvicinati e mi hanno fatto le condoglianze. 
Mi sono sempre chiesta cosa abbia detto ai suoi amici sulla sua vita privata. Mi sono sempre chiesta se si sia creato una famiglia, avesse avuto dei figli, che tipo di vita conduceva, o se era riuscito a realizzare i suoi sogni. 
Incontrando queste persone stamattina, ho capito che lui non mi ha nascosto al mondo. Anzi.
Si vantava di me, sapeva che ero andata a Yale, sapeva dove lavoravo.... è come se mi avesse seguito da lontano per tutti questi anni di lontananza.
-Cosa vuoi che faccia?- chiede Oliver alzandosi dal letto per inginocchiarsi davanti  a me. Le mie mani finiscono istintivamente dietro la sua nuca per accarezzargli i capelli.
-Vorrei sapere qualcosa su di lui.... tipo cos'ha fatto in questi anni, dove lavorava, se aveva una nuova compagna... -
-Chiamo il nostro investigatore privato e gli chiedo di mettersi al lavoro.- dice Oliver pronto ad accontentarmi in tutti i modi.
-Abbiamo un investigatore privato?- chiedo titubante.
-Si.- dice lui accennando un sorriso. Si alza, e mi invita a fare altrettanto. Mi mette un braccio sulle spalle, ed insieme scendiamo di sotto, trovando John e Robert.
-Hey, tesoro.- dice Robert avvicinandosi  per abbracciarmi.
-Grazie di essere venuto, Robert.- dico accettando il gesto di mio suocero. 
Oliver scompare in cucina e inizia ad armeggiare con le pentole, pronto a cucinare qualcosa visto che è ora di pranzo.
Vado a sedermi sul divano e accendo la televisione per distrarmi un pò, quando improvvisamente qualcuno bussa alla porta.
-Vado io.- dice John precedendomi. 
Mi giro verso la porta di casa, curiosa su chi possa essere, e quando Dig la apre, vedo delle persone mai viste prima. 
-Sto cercando Felicity Queen.- dice una donna di colore vestita con un splendido tailleur nero.
Mi alzo dal divano, e vado a vedere chi mi cerchi. Oliver esce dalla cucina e ci raggiunge avendo sentito bussare alla porta.
-Chi la cerca?- chiede Robert sulla difensiva. In compagnia di questa donna, ci sono due uomini armati.
-Sono Amanda Waller.- dice la donna entrando senza essere invitata in casa dirigendosi verso di me.
Penso subito che si possa trattare di qualche strozzino. O di qualcuno al quale mio padre doveva dei soldi. 
-Una collega di tuo padre.- dice porgendomi la mano che accetto un pò titubante.



-Tuo padre mi ha parlato tanto di te... si vantava sempre di quanto fossi intelligente.-
Ci siamo accomodati in salotto, convinti che questa donna abbia qualcosa da riferirmi riguardo mio padre. In un primo momento ho pensato che fosse la sua compagnia, poi ho notato che non indossa la fede.
Vorrei chiederglielo ma non vorrei essere indiscreta.
-Cosa ci fate qui?- chiede Oliver seduto al mio fianco sul divano preoccupato. Questa donna non le piace. In realtà non piace neanche a me.
Non mi ispira fiducia.
-Tuo padre mi aveva incaricata di consegnarti questa...- dice prendendo dalla tasca della giacca una lettera sigillata. -E poi il numero del suo avvocato per quanto riguarda l'eredità.-
Eredità?
-Eredità?- chiedo perplessa. -Di qualunque cosa si tratti, non mi interessa.-
Amanda mi guarda curiosa, probabilmente chiedendosi cosa mi stia passando per la testa.
-Non sai neanche di cosa si tratta.- dice Amanda cercando di convincermi.
-Non lo vedo da quando avevo 4 anni. Ho passato con lui meno di 24 ore prima che morisse... mi basta questa come eredità.-
Cerco di trattenere le lacrime che mi inumidiscono gli occhi. 
Amanda guarda i due uomini alle sue spalle, come se avessi appena detto un'assurdità.
-Sono l'ultima persona che deve dirti qualcosa ma... credo che tu glielo debba.- dice Amanda mandandomi in confusione.
-Glielo devo?- chiedo confusa.
-Non hai idea di cosa ha passato tuo padre pur di proteggerti.- dice lei alzandosi pronta ad andarsene.
John Diggle è sull'attenti quando ciò accade, visto che nella stanza ci sono uomini armati, e lui vuole essere pronto a proteggerci in qualunque circostanza.
-E' stato un piacere.- dice la donna porgendo la mano sia a Robert che a Oliver.
Mi ribolle il sangue essere giudicata cosi da una donna che non mi conosce. Come si permette?
Con un cenno del capo, mi saluta, poi da uno sguardo d'intesa a John. Mi supera velocemente quando decido di bloccarla per un polso facendola sussultare.
-Non mi hai ancora detto che lavoro faceva mio padre.- dico cercando di indagare.
-Cosa ti ha raccontato tuo padre su di lui?- chiede lei perplessa. 
-Cosa ha raccontato a te?-
-Ti conviene leggerla.- dice indicandomi la lettera che ho lasciato sul tavolino di fronte al divano.


 
Cara Lis,
sono sicuro che se stai leggendo questa lettera è perchè non ci sono più. 
Una parte di me, spera che tu abbia accettato l'idea di incontrarmi. L'altra invece spera che tu continua a vivere nella tua bolla familiare lontano dai problemi e dalle sofferenze che ti ho sempre procurato.
Sono bene quanto hai sofferto. Ti sembrerà difficile da credere ma ti ho sempre seguito da lontano. 
So che ti sei laureata, lavori in una delle aziende più importanti della città, ti sei sposata con un uomo che spero tu ama, hai una bellissima bambina..
Nulla mi rende più felice nel sapere che sei andata avanti e la vita ti ha sempre sorriso. 
Avrei voluto esserci, ma le circostanze della vita, mi hanno impedito di starti accanto.
Voglio solo che tu sappia che, non ti ho abbandonato perchè non ti amavo o perchè non amavo più tua madre.
Vi amavo, e vi amo ancora oggi. Siete la cosa più bella che la vita potesse regalarmi.
La donna che ti ha consegnato questa lettera, è Amanda. Entrambi siamo stati reclutati 30 anni fà per lavorare in un'organizzazione governativa chiamata
A.R.G.U.S. L'obiettivo era proteggere il nostro paese, ma poi le cose sono cambiate e abbiamo iniziato ad uccidere gente innocente solo per l'interesse di uno dei tanti uomini che ci pagava.
Sono stato un mercenario, un assassino, un militare. E sono stato padre e marito di due delle donne che più amo al mondo.
Non dire a nessuno della mia identità, neanche a tuo marito. Quello che ho fatto potrebbe nuocerti, e non voglio metterti in pericolo.
Non quando so che non potrei proteggerti.
Con amore,
papà.



Sento di sotto la voce di Thea e la risata di Mavi. 
Chiudo la lettera , la rimetto nella busta e la poso nel comodino accanto al letto. 
Cerco di ricompormi, asciugandomi le lacrime per poi scendere di sotto e riabbracciare la mia piccolina.
Sto scendendo i gradini delle scale, quando vedo Oliver stringere Mavi riempiendola di baci. Thea li osserva spensierata, ma allo stesso tempo stanca per aver trascorso un'intera giornata con la piccola peste.
Quando mi vede, si avvicina e mi abbraccia forte dicendomi quanto sia dispiaciuta per la mia perdita.
-Grazie Thea.- sussurro dandole un bacio sulla guancia.
Mavi non appena mi vede, inizia ad agitarsi volendo venire in braccio. Le porgo le mani, e lei subito si lancia da me.
Posa la testa sulla spalla, e si aggrappa come un koala.
Mi viene subito da piangere e istintivamente la stringo più forte a me.
-Ma....mma.- dice Mavi incerta. -Mamma.-
Mi blocco di colpo quando capisco cosa la mia piccolina abbia detto. La allontano di poco da me, solo per guardarla in faccia. Lei mi osserva tranquilla, con i suoi occhioni azzurri, e la boccuccia leggermente aperta in un sorriso.
Guardo Oliver che sorride contento.
-Si, amore. Sono la tua mamma.- dico attirandola di nuovo  a me riempiendola di baci.


12 mesi
-Mavi, vieni qui che la mamma deve vestirti!-
Mavi non fa altro che correre per casa, vestita a pezzi. Sono riuscita solo a metterle le scarpine e la mutandina, poi ha iniziato a correre per casa, giocando a  nascondino con Oliver.
-Oliver, non farla giocare.- dico sperando che mi aiuti a vestirla. -Siamo in ritardo per la festa.-
-Fetta, fetta.- dice Mavi comparendo alle mie spalle uscendo dal bagno degli ospiti. 
-Dannazione Mavi, vieni qui.- 
La prendo in braccio e la porto in camera sua, facendole indossare velocemente l'abito che Moira le ha comprato per l'occasione.
Le spazzolo i capelli, le metto un frontino bianco in testa e le metto un pò di crema sul viso.
Siamo ad agosto, fa caldo, e Moira ha organizzato una festicciola per festeggiare il primo compleanno di nostra figlia. Thea ovviamente l'ha aiutata con i preparativi, chiamando un catering per gli adulti e degli animatori per i più piccoli.
Per l'occasione sono arrivati anche i nostri amici da Baltimora e Central City. Veramente Caitlin è arrivata già da qualche settimana visto che gli S.T.A.R labs hanno chiuso per le vacanze estive e lei è andata in ferie.
-Che succede?- chiede Oliver arrivando in camera già pronto.
-Hai finito di darle corda?- chiedo divertita.
-Hey, è lei che mi chiede di giocare!- dice lui sulla difensiva. 
-Il bello di essere genitori è che dovresti essere tu a comandare.- dico prendendo Mavi in braccia per affidarla a lui.
-Hai visto? La mamma se l'è presa con me.- dice Oliver sottovoce facendo ridere Mavi.
Vado in bagno, e inizio a prepararmi truccandomi leggermente gli occhi, sciogliendo i capelli lasciandoli liberi sulle spalle, per poi indossare un paio di ballerine e un vestitino blu acceso.
Non ho potuto indossare i tacchi per via del mal di schiena. Da un paio di giorni non faccio altro che dormire, sbadigliare, andare in bagno a fare pipi, mangiare.
Questa volta, so il perchè.
L'ho scoperto qualche giorno fà.
-Sono pronta.- dico scendendo le scale di casa raggiungendo mio marito e mia figlia.


Arriviamo a casa Queen con un pò di ritardo, accolti dalle cameriere (che colgono l'occasione di fare gli auguri a Mavi) e da Robert e Moira.
-Amore della nonna, vieni con me.- dice Moira quando metto giù Mavi. 
Raisa arriva all'ingresso e prende i miei effetti personali, facendomi poi gli auguri per la piccola.
Poco dopo, raggiungiamo gli ospiti in giardino, e io resto completamente spiazzata dalla grandezza dei gonfiabili e dalle decorazione scelte da mia suocera e mia cognata.
-Cosa te ne pare?- chiede Thea comparendo alle mie spalle. E' tutto in tema marino, e ci sono pesciolini dappertutto. 
Alla ricerca di Nemo. 
-Thea...è spettacolare. Ma non sarà un pò troppo?- chiedo perplessa.
-Ma quale troppo!- dice lei retorica. -Mia nipote sta crescendo.... e pensare che volevo anche affittare una giostra con i cavalli!-
Robert e Oliver cercano di trattenere una risata per l'esuberanza di Thea. Io la guardo basita non essendo stata abituata a tanti giochi e a tanti soldi.
-Non sei il solo che la vizia.- dico rivolta ad Oliver.
-Oh eccola!- dice Thea avvistando Mavi tra gli invitati. -Dio, sembra una principessa.-
Scende velocemente alcuni gradini, correndo verso sua nipote.
Moira per il suo primo compleanno, le ha comprato un vestitino bianco, un paio di scarpine laccate,con un enorme fiocco sulla testa.
Può sembrare pomposo, ma in realtà è molto originale.
-Quando compirà 18 anni cosa le organizzerà?- chiedo divertita.
-Me lo sono chiesto anch'io, cara.- dice Robert facendomi sorridere.
Quando vedo le ragazze, mi congedo velocemente da Oliver e il padre, e le raggiungo.
Non vedo Sara e Iris da settimane. Nonostante la mia amicizia con Laurel e Thea stia andando a gonfie vele, mi mancavano le mie amiche.
-Eccola, la futura mamma!- dice Sara urlando leggermente ricevendo una gomitata da Caitlin.
-Dannazione Lance, silenzio!- dico abbracciandola. Mi guardo intorno, vedendo che nessuno si è accorto della cosa, quindi mi tranquillizzo.
Laurel cerca di trattenere una risata ma è difficile vista l'esuberanza e il poco tatto della sorella. 
-Quando glielo dirai?- chiede Iris mentre la abbraccio.
-Volevo farlo stasera... ma non ne sono cosi sicura.- 
-Voglio esserci. Ti prego, voglio vedere la sua faccia!- dice Sara battendo le mani come una bambina.
-Immagina Thea cosa farà quando scoprirà la cosa.- dice Laurel sottovoce.
Mi guardo intorno, cercando Oliver notandolo con in compagnia dei ragazzi e....di Isabel.
Oh, no.
Cosa diavolo ci fa lei qui?

-Cosa ci fa lei qui?- chiede Laurel dando voce ai miei pensieri. 
Laurel ed io molte volte abbiamo parlato di Isabel e dei suoi atteggiamenti civettuoli nei confronti di Tommy e Oliver.
Non si tratta di sola gelosia, ma in questo caso si tratta di prevenzione. Isabel sa come tentare gli uomini, e nonostante io mi fida completamente di Oliver, non posso rischiare di perderlo.
-Thea!- la chiamo raggiungendola velocemente visto che è poco distante. E' in compagnia di alcune amiche, e stanno gustando dello zucchero filato.
-L'hai invitata tu?- chiedo indicandole con un cenno del capo la diretta interessata. 
Thea sa cos'è successo tra Oliver e Isabel, non può avermi fatto una cosa del genere.
-Si è presentata qui senza invito, Fel. Papà l'ha fatta entrare.- dice lei notando il mio nervosismo.
Certe volte dimentico che lei sia una delle soce della Queen Consolidated. Robert non sa cos'è successo tra lei e Oliver, per questo motivo non blocca l'avanzata di Isabel nella nostra vita.
Chi la vede, potrebbe scambiarla per una delle tante amiche di famiglia, gentile e amorevole , che si interessa della piccola arrivata.
Il suo unico obiettivo è entrare nei pantaloni di mio marito. Non ha trovato nessun'altro bravo a letto quanto lui. 
Isabel si avvicina un pò troppo ad Oliver, ed è in quel  momento che scatto come una molla. Le ragazze dietro di me, mi dicono di stare calma per non fare scenate, ma è difficile sentirle quando l'unica cosa che vedo è la mano di Isabel sul braccio di Oliver.
Tommy sbianca quando vede me e Laurel arrivare come delle furie. Ray continua a ridere forse per una battuta fatta, mentre Barry mi osserva preoccupato.
-Oh, ciao Felicity.- dice Isabel falsamente. Oliver che mi dava le spalle, si gira velocemente e mi mette un braccio dietro la schiena.
-Non sapevo saresti venuta.- dico guardando Oliver. 
Le ragazze si sono messe accanto ai rispettivi compagni e osservano la scena. Isabel è praticamente accerchiata.
-E' venuta per fare gli auguri a Mavi.- dice Oliver come se niente fosse.
Lui l'ha sempre difesa. Continua a farlo perchè crede che lei non abbia cattive intenzioni.
-Peccato che da quando è arrivata non ha fatto altro che parlare con te.- dice Laurel venendo in mio soccorso.
-Ero distratta tutto qui.- dice Isabel maliziosamente facendo l'occhiolino a mio marito. Oliver che ha capito tutto, mi tiene stretta a sè impedendomi di muovermi.
-Isabel...- dice Oliver ammonendola.
-Sai, mi è dispiaciuto sapere che non potrai partire con noi dopodomani. Mosca in questo periodo è bellissima.- dice Isabel guardando prima Oliver e poi me.
Partire? Dopodomani? Mosca?


Sapendo che Mavi è con Moira, e conoscendo l'astio tra mio suocera e Isabel, posso entrare in casa tranquilla e cercare di calmarmi.  
-Felicity....-
-Sparisci dalla mia vista. Non voglio nè vederti nè sentirti.- dico severa andando nello studio di Robert per poi chiudere la porta. 
Cerco di regolare il respiro, cerco di calmarmi per non uscire fuori e ucciderla con le mie stesse mani.
Cosa mi serve la grazia e l'eleganza, se alla fine lei mi provoca e io non so come risponderle?
E' come se avesse vinto. Lei vince sempre.
Nonostante sia sposata con Oliver e abbia una figlia con lui, lei non capisce. Lei lo vuole e se lo prenderà.
-Felicity...- 
Oliver entra in stanza seguito da Sara.
Più volte mi ha detto di calmarmi per il bambino, ma io non riesco a sentirla. Sono cosi incazzata.
-Cristo, devi sparire!- urlo furiosa.
-Felicity ti prego calmati.- dice Sara avvicinandosi a me.
-Sara,  potresti lasciarci soli? Voglio parlare da solo con mia moglie.- dice Oliver per restare solo con me.
-Ah ora sono tua moglie? Ora? Quando so tutto e sono furiosa con te?- chiedo retorica senza dare a Sara la possibilità di rispondergli. 
-Mi dispiace...- dice Oliver.
-Non basterà un mi dispiace, Oliver. Tra due giorni partirai con la donna con la quale sei andato a letto!-
-E' solo per lavoro!-
-Lavoro?- chiedo perplessa. -L'unico lavoro che lei vuole fare con te è sotto le coperte!-
-Sono sposato con te, perchè dovrei andare con lei?-
-E allora perchè non mi hai detto niente? Perchè mi hai mentito?- chiedo furiosa. 
Nel momento in cui, inizia a girarmi la testa, Sara prende la poltrona di Robert e mi fa sedere.
-Credo che hai la pressione bassa...hai bisogno di acqua e zucchero.- dice Sara lasciandomi li sola con Oliver.
Mio marito mi guarda, io guardo lui.
Sono incazzata nera. Con lui, con lei.
-L'hai fatto di nuovo.- sussurro inorridita. -Stai scegliendo lei.-
-Io non sto scegliendo lei.- dice Oliver avvicinandosi per poi inginocchiarsi di fronte a me. 
-Ti ho perdonato quando a Natale hai parlato con lei delle nostra vita privata, ti lascio lavorare con lei fino a tardi... ma questo è troppo.-
Sara entra in camera seguita da Raisa. Mi da un bicchiere e mi dice di berlo in un solo sorso. Sulla soglia della porta, vedo Laurel e Caitlin preoccupate al massimo.
-Non mi sento molto bene.- dico sottovoce a Sara.
-Dobbiamo andare in ospedale.- 
-Ha solo bisogno di calmarsi.- dice Oliver tranquillo.
Una fitta al ventre, mi fa sussultare per il dolore. Guardo Sara, e inizio a piangere.
Solo ora mi rendo conto di cosa intendesse la mia amica.
-Ray prendi la macchina.- dice Sara urlando al compagno che si trova fuori la porta. Barry prende l'iniziativa ed entra nello studio,  abbassandosi di poco per prendermi in braccio.
-Non starete esagerando?- chiede Oliver confuso.
-E' incinta Oliver.- dice Sara sbottando arrabbiata. 

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Capitolo 30
*** Divorzio ***


Felicity's POV

-Signora Queen , deve stare a riposo.-
Il ginecologo di Moira, mi ha appena fatto una visita di controllo. Mi ha detto che la placenta si stava distaccando dall'utero, portando in breve termine ad un aborto spontaneo. 
Fortunatamente ho seguito il consiglio di Sara e sono corsa in ospedale , cosi da fare delle flebo e prendere delle vitamine.
-Ma sta bene vero?- chiedo preoccupata. 
-Con le vitamine che le ho dato, il suo bambino starà bene. Deve stare tranquilla.-
Si congeda da me, e mi lascia sola con le mie amiche che per tutta la visita non hanno voluto lasciarmi sola. 
-Come ti senti?- chiede Thea apprensiva. Quasi non le veniva un infarto quando ha scoperto che ero incinta per la seconda volta, e c'era il rischio che le cose andassero male.
Mavi è rimasta a Villa Queen insieme a Robert e Moira. Secondo Thea la festa è andata alla grande, ma la mia piccolina non ha spento le candeline rimandando la cosa a quando saremo presenti anche Oliver ed io. Per stanotte rimarrà dai nonni, e tra un pò anche Thea la raggiungerà cosi da tranquillizzarla nel caso
dovesse fare storie vista la mia assenza e quella del padre. 
-Se non fosse stata per quella stronza...- dice Sara sbottando nervosa. 
Da quando siamo arrivati, Sara non ha fatto altro che sputare cattiverie sulla vipera. E' uscita nel corridoio, solo quando ho espresso il desiderio di bere un pò d'acqua e da quello che mi hanno raccontato Caitlin e Iris, ha detto della cosette anche a Oliver lasciandolo completamente senza parole.
E' difficile zittire Oliver Queen. Io poche volte ci riesco.
-Sara!- dice Caitlin richiamandola per il linguaggio.
-Che c'è? E' solo una puttana.- dice Sara scrollando le spalle. 
-Oliver vuole entrare.- dice Laurel accarezzandomi i capelli essendo accanto al mio letto. 
-Ora no.- dico cercando di fare chiarezza nella mente. Sono stata cosi poco attenta, e mi sono fatta coinvolgere cosi tanto da quella cretina che per poco non perdevo il mio bambino.
Istintivamente mi porto le mani sul grembo per accarezzarmi la pancia dolcemente.
-Felicity....-
Iris si zittisce visto che qualcuno bussa alla porta della mia camera. La porta si apre, e sulla soglia vedo John Diggle , vestito nel suo solito completo nero.
-Hey Dig.- dico sorridendogli dolcemente quando mi da un bacio sulla fronte.
-Come stai?- 
-Devo solo prendere delle vitamine.- dico tranquilla scrollando le spalle.
-Senti.... devo parlarti.- dice John facendomi subito alzare gli occhi al cielo. 
So di cosa vuole parlarmi. In fin dei conti, mio marito è il suo migliore amico nonchè guardia del corpo.
-Se sei qui per mettere una buona parola con Oliver, ti avverto. E' tutto inutile...-
-Non riguarda Oliver.- dice lui serio quasi interrompendomi.
Guarda le ragazze  chiedendo silenziosamente un pò di privacy. Perchè non vuole che le ragazze siano presenti?
-Vi lasciamo soli.- dice Caitlin prendendo l'iniziativa trascinando fuori Thea e Sara che non vogliono andarsene.
Le ragazze una ad una, escono dalla camera lasciandomi sola con il mio amico. Dig prende una sedia, e la mette accanto al letto per poi sedersi.
-Sono l'ultima persona che deve dirti questo ma.....devi sapere la verità.-


-Sei un agente dell'A.R.G.U.S.?- chiedo confusa.
-Non io... mia moglie Lyla.-
-Quindi tu conoscevi già Amanda Waller? E mio padre?-
-Conosco Amanda Waller da anni.... tuo padre non era nella stessa divisione di Lyla. Per questo motivo non l'ho mai incontrato.-
-Come sei diventato la guardia del corpo di Oliver?- 
Sono cosi confusa. Tutto quello che credevo essere vero, in realtà si è rivelata una bugia.
L'uomo che mi ha accompagnato all'altare, lo stesso che mi ha protetto dopo l'episodio di Cooper, conosceva l'organizzazione per la quale lavorava mio padre.
Quando la Waller si è presentata a casa, ho visto un gioco di sguardi tra di loro, ma pensavo che fosse più uno sguardo ammonitore che altro. 
-Quando mio fratello è morto in Iraq, ho deciso di cambiare vita. Ed essere la guardia del corpo di un rampollo ricco, era la migliore offerta che avevo in quel periodo.-
Ho la testa che mi scoppia. Ora mi sento tutta frastornata.
-Perchè mi stai dicendo questo?- chiedo perplessa. 
-C'è un motivo se Oliver ha accettato di andare a Mosca con Isabel.-
John sta per dirmi qualcosa che non mi piacerà. Lo capisco dal suo sguardo, dai suoi occhi fissi nei miei.
-Sono andati a letto insieme?- chiedo con la voce rauca, quando gli occhi si inumidiscono di lacrime. 
Oliver ed io siamo sempre stati uniti. Lui non mi ha mai tradita, non mi ha mai fatto ingelosire , perchè non ne aveva motivo.
Gli ho sempre dato tutta me stessa, gli ho sempre detto ciò che pensavo e l'ho amato incondizionatamente dal primo giorno che l'ho conosciuto.
-Felicity, tu forse non ti rendi conto di quanto Oliver ti ami...- dice John scuotendo la testa. -Lui ti ama. Ti ama cosi tanto, che morirebbe per te e per vostra figlia.-
Le parole di John mi tranquillizzano. 
So quanto Oliver mi ami. In questi anni, ogni piccolo gesto, me l'ha dimostrato. Ma quando ho saputo che , sarebbe partito con una donna che vuole andare a letto con lui, ho perso la ragione. Averla nella stessa stanza, mi fa cosi infuriare, che molte volte ho considerato l'idea di bruciarle i capelli, o metterle delle trappole in azienda per farla cadere e farle rompere l'osso del collo.
O chissà entrambe le gambe...
-Anche se non vuoi vederlo, è qui fuori ad aspettare di avere notizie su di te e vostro figlio.-
-Qual'è il problema allora Digg? Non capisco.- ammetto.
Mi sento una stupida. 
-La Queen Consolidated, da qualche mese sta affrontando grandi spese economiche...-
Digg mi racconta di quanto in questi mesi, la situazione in azienda non fosse cosi positiva come Oliver diceva tutte le volte; di quanto  Robert abbia cercato di  ristabilire un equilibrio nei bilanci dell'azienda senza arrivare a nessuna soluzione. Hanno chiesto dei prestiti , ma vista la crisi nessuna banca, si è offerta di dare una somma cosi alta senza nessuna assicurazione di rimborso.
Tutto mi aspettavo tranne che stessimo attraversando un problema economico. Oliver mi ha nascosto la cosa perfettamente,senza farmi dubitare di nulla.
Da quando sto con lui, mai una volta gli ho chiesto la carta di credito per andare a spendere. Oliver mi ha sempre dato tutto ciò di cui avevo bisogno. Da ragazza con i debiti scolastici, mi sono ritrovata a lavorare in un'azienda milionaria, viviere in un attico splendido, e avere addirittura un autista privato.
Oliver non ci ha fatto mancare niente, anzi. Ha comprato cosi tante cose a Mavi da rendere la sua cameretta un negozio di giocattoli.
-Isabel possiede una quota dell'azienda, questo le da la possibilità di prendere le decisioni con Robert e Oliver.-
-Cosa stai cercando di dirmi, Digg?-
-E' da mesi che va avanti questa storia... se solo Oliver lo venisse a sapere, mi licenzierebbe.- dice lui sbuffando facendomi intendere la gravità della cosa.
La verità che sta per dirmi Digg è cosi grave, da compromettere addirittura la loro amicizia?
-Non è la prima volta che Isabel fa della avance in pubblico a Oliver... e ti posso assicurare che il vostro matrimonio non l'ha fermata. Gli ha chiesto più volte di trattenersi dopo l'orario di lavoro per chiudere delle pratiche, e soprattutto dopo la nascita di Mavi , Oliver ha sempre rifiutato categoricamente le sue avance.-
-Poi le cose sono peggiorate.- dico sicura di me iniziando a capire.
-Lei era sempre più insistente, ha iniziato a fargli pressioni, fin quando un giorno, non l'ha minacciato di togliergli tutto.-
Non ci posso credere.
Non può essere.

-Lo sta ricattando.- dico capendo il suo piano diabolico.
-Se Oliver non parte con lei per Mosca, lei comprerà le sue azioni, smantellando l'azienda e vendendola al migliore offerente.-
Sono sconvolta. Davvero.
E' una donna cosi intelligente, se fosse più buona, avrebbe potuto sposarsi e avere dei bambini come succede a tutte le donne di questo pianeta.
E invece no: lei si è invaghita di un uomo sposato con la sottoscritta, ora lo ricatta e minaccia di mandarci tutti al lastrico.
-Oliver crede che una volta arrivati a Mosca, lei farà di tutto per finire a letto con lui, portando cosi...-
-Alla fine del nostro matrimonio.- dico inorridita interrompendolo.
-Esatto.- dice Digg. -Ma devi sapere che se Oliver sta facendo tutto questo è solo per la sua famiglia, per te e per Mavi.-
John mi prende la mano e la stringe tra le sue. Non so quale sia il motivo del perchè è venuto da me a dirmi tutto questo, ma la mia mente sta iniziando ad elaborare un piano per farla pagare a quella bastarda. 
-Hai un'idea?- chiede Digg vedendomi pensierosa.
-Una cosa ci sarebbe.....chiamami Laurel.- dico confondendolo ancora di più.




Sto giocando con  la fede nuziale girandola più volte intorno all'anulare quando la porta della camera dell'ospedale si apre lentamente, facendomi ritrovare faccia  a faccia con Oliver.
Dio, quant'è bello.
Sono le 10 di sera, tutti sono andati a casa e John ha insistito che almeno potesse vedermi prima di andare a dormire. Si chiude la porta alle spalle, resta in silenzio mettendosi le mani nella tasche dei pantaloni.
-Quello che è successo oggi, non succederà più.- dico piangendo silenziosamente cercando le parole giuste per dirgli cos'ho deciso.
-Felicity..-
Oliver fa dei passi verso di me, ma io lo interrompo.
-Isabel è stata una presenza costante nella nostra vita, e tu le hai permesso di avvicinarsi cosi tanto a noi, che ormai mi sono convinta che sarà sempre cosi.-
-Posso spiegarti tutto....-
-Non voglio che mi spieghi niente.- dico interrompendolo di nuovo. So già la verità ma questo non glielo dico.
Mi giro verso il mobiletto accanto al letto e prendo i documenti che mi ha lasciato Laurel da fargli firmare. -Ormai è andata.-
-Che stai dicendo?- chiede confuso vedendomi con quei fogli in mano. -Di che stai parlando?-
Gieli porgo, e lui un pò titubante li prende, spalancando la bocca non appena si rende conto di cosa si tratti.
-Voglio il divorzio.- dico asciugandomi le lacrime cercando di non farmi sopraffare le emozioni.
Oliver alza lo sguardo verso di me, e mi fissa perplesso.
Mi guarda cercando di scrutare nei miei occhi la verità. Ed io sono cosi convinta di ciò che sto facendo, che mi risulta facilissimo fargli credere che tutto quello che sta accadendo in questa stanza sia vero. 
-Non puoi lasciarmi..-
-Si che posso..- dico annuendo. -Ci sono state cosi tante bugie che ormai ho smesso di......-
Questo e' difficile dirlo ad alta voce.
Ma basta questo a mio marito. Basta lasciare una frase a metà per fargli credere che i miei sentimenti per lui siano svaniti cosi, come per magia.
Gli basta questo, per prendere dalla tasca della giacca la sua penna, e firmare l'ultima pagina della serie di fogli che gli ho dato prima.
Vedo una lacrima scendere sul suo viso stanco, e una parte di me non vorrebbe fare altro che alzarsi, baciarlo e stringerlo a me per fargli sapere che sono qui, per lui, ci sarò sempre nonostante gli errori e le bugie.
Ma non posso.
Non questa volta.

-Come farai con .....?- dice Oliver riferendosi al bambino che porto in grembo.
-Potrai essermi accanto durante la gravidanza. In fin dei conti è tuo figlio. E non voglio andare in tribunale, siamo adulti. Possiamo metterci d'accordo per  i fine settimana da passare con Mavi.-
Si è arreso.
Lo vedo dai suoi occhi.
Pensa che sia davvero finita.
-Tieni.- dico sfilandomi l'anello di fidanzamento di Moira che mi ha dato la viglia di Natale di due anni fà. -Arriverà la persona giusta.-  dico a malincuore, cercando di trattenere le lacrime.
E' solo una scenetta Smoak. Lo stai facendo per lui.
-Eri tu la persona giusta.- dice lui accennando un sorriso. -Ma ho rovinato tutto.-
No amore mio. Non hai rovinato niente.
Oliver deve andare a Mosca con Isabel.  Non averla intorno, farà in modo che John ed io possiamo portare a termine il nostro piano.
Guardo Oliver, lui guarda me.
E come una calamita attratta dal pezzettino di ferro, Oliver con pochi passi, arriva da me e pianta le sue labbra sulle mie per un bacio fin troppo casto.
Le sue labbra assaggiano le mie dolcemente, la sua lingua accarezza il mio labbro inferiore provocandomi dei brividi lungo tutta la schiena. 
Le mie mani finiscono dietro la sua nuca, affinchè lui possa approfondire il bacio ma inaspettatamente, si separa da me e poggia la fronte sulla mia.
-Ti amerò per sempre.- dice allontanandosi da me per avviarsi alla porta.
Se ne sta andando. 
E improvvisamente dentro di me, cresce il desiderio di averlo. Lo voglio qui, in questo preciso momento. Lo voglio dentro di me, sentendolo gemere nel mio orecchio mentre mi procura piacere.
-Dimostramelo.- dico in un sussurro meravigliandomi anche di me stessa. Oliver che era praticamente fuori dalla porta, lentamente si gira verso di me, e mi guarda scettico.
-Dimostramelo per un'ultima notte.- dico sperando che questo non mandi all'aria il piano. 
Se John dovesse scoprire che ho mandato all'aria il piano solo per una bella scopata con il mio focoso marito, mi ucciderebbe. Mentre il popolo femminile, farebbe un monumento in mio onore. 
Prima che possa dire altro, Oliver chiude la porta della camera a chiave e abbassa le tendine della finestra che danno sul corridoio. 
L'attesa non è mai stata cosi eccitante. 
Si toglie la giacca, la butta su una sedia, poi ritorna da me per fiondarsi di nuovo sulle mie labbra, prendendomi la testa a coppa con la sua mano cosi da impedirmi di  allontanarmi da lui.
Geme, sospira, con la mano libera sotto il lenzuolo mi tocca dappertutto risalendo lungo tutto il corpo, concentrandosi sulle gambe scoperte a causa del camice  medico. Poi arriva agli slip, scostandoli leggermente per far entrare due dita dentro la mia intimità già bagnata fradicia.
Si muove, le ruota, spinge dentro di me toccando contemporaneamente il clitoride sperando cosi di farmi venire. Ma il mio corpo vuole altro.
Le mie mani, vanno sui suoi pantaloni, facendogli capire a cosa realmente sono interessata. Oliver mi aiuta a lasciarlo nudo dalla vita in giù, e poi mi prende in braccio in modo che le mie gambe si intreccino intorno alla sua vita, non avendo alcuna flebo o tubo collegato al corpo.
Il suo membro pulsa contro la mia intimità, bagnandosi dei miei ormoni. Oliver mi accarezza i glutei, le cosce, poi si siede sul divanetto proprio sotto alla piccola finestra che da sul corridoio dell'ospedale, facendomi posizionare sopra di lui.
Con una sola mossa, mi penetra facendomi sussultare per la grandiosa sensazione nell' averlo dentro di me. Mi alzo e mi abbasso su di lui, assaporando a pieno il momento, fingendo che possa essere l'ultimo.
E bacio il mio bellissimo marito con la speranza che si renda conto di ciò che realmente sto per fare, di ciò che realmente sto proteggendo.
Non potrei mai lasciarlo. Perchè lui mi appartiene e io appartengo a lui.
Ma è questo quello che deve credere per ora. Deve credere che sia finita.
E una parte di me, glielo dimostra , facendo l'amore con lui come mai prima d'ora. 


Oliver's POV

Sono passati due giorni da quando ho visto e sentito Felicity per l'ultima volta.
Due giorni da quando ho firmato i documenti del divorzio, e da quando ho deciso di partire con Isabel a causa dei suoi stupidi giochetti. 
Sapevo che a Mosca ci avrebbe provato con me. Soprattutto dopo aver saputo che Felicity mi aveva lasciato.
Lei voleva rassicurarmi, distrarmi dai problemi..... con una scopata.
Beh, la sua scopata non potrà mai superare il bellissimo regalo d'addio che Felicity mi ha fatto nella camera dell'ospedale nella quale era ricoverata.
Sapere che è incinta, mi ha reso l'uomo più felice del mondo. Aspettavamo da tempo questo bambino, ci stavamo provando. E una parte di me, sperava che questo potesse farle cambiare idea sulla decisione presa.
Ma cosi non è successo.
-E' andata bene, no?- chiede Isabel non appena mettiamo piede nel mio ufficio alla Queen Consolidated. Questi due giorni con lei sono stato un vero inferno.
-Si.- dico scocciato prendendo posto sulla mia poltrona per chiudere il contratto appena stipulato per poi tornarmene a casa.
Mio padre e mia madre non hanno ancora saputo niente del divorzio. L'unica a saperlo è Laurel, visto che ha preparato i documenti.
Da quando ne so, Felicity non l'ha detto a nessuno e continua a vivere nell'attico, visto che i miei genitori sono andata a trovarla avendo scoperto la notizia della seconda gravidanza da Thea. 
-Andiamo, Oliver.- dice Isabel mettendosi dietro di me per poi farmi una specie di massaggio alle spalle. -Ormai è finita.-
-Solo a causa tua, Isabel. Solo a causa tua.-
-Avrà trovato già qualcun'altro, Ollie.- dice lei sperando di farmi cambiare idea su noi due.
-Voglio stare solo.- dico divincolandomi dal suo tocco. Lei alle mie spalle sbuffa, ma non accenna a muoversi.
Non ho mai toccato nessuna donna neanche con un dito, ma con lei ci sto realmente pensando. 
Alzo lo sguardo per un secondo verso la porta e la vedo.  
Indossa un tubino nero, i tacchi alti, i capelli sono mossi lasciati sciolti sulle spalle. Ha l'aria riposata, e ha un'espressione strana sul viso.
-Hey.- dico alzandomi per andare verso di lei. Non la vedo da giorni, e sapevo che mi era mancata. Ma vederla ora qui davanti a me, non fa altro che farmi rendere conto di ciò che ho perso.
-Stai bene?- chiedo apprensivo.
Perchè è qui? Che sia successo qualcosa con il bambino?
Prima che lei possa rispondermi, vedo alle sue spalle mio padre e Laurel. Quest'ultima indossa un tailleur e ha tra le mani la sua valigetta da lavoro.
Non dev'essere qui per una visita di piacere.
-Papà,ehi.- dico confuso. Non ho detto niente a mio padre delle minacce di Isabel per non farlo preoccupare. Ma dal suo sguardo capisco che qualcosa deve aver saputo. 
Felicity mi supera, ed entra nell'ufficio trovandosi faccia a faccia con Isabel.
-Libera il tuo ufficio, Isabel.- dice tranquillamente mia moglie senza un minimo cenno di insicurezza nella voce.
-Come scusa?- chiede lei confusa. -Con chi ti credi di parlare?-
-Con la nuova socia della Queen Consolidated.- dice Felicity girovagando per l'ufficio su quei trampoli alti.
Cosa?
-Non sapevo che ci fossero delle azioni in vendita.- dice Isabel guardando nella mia direzione. Se l'avesse saputo le avrebbe comprate.
Non so niente quasi quanto lei. A meno che le cose non si siano capovolte in due giorni, la Queen Consolidated continua a navigare in acque troppo profonde.
-Oh, non c'erano azioni in vendita. Ho comprato le tue.- dice Felicity divertita.
Isabel spalanca la bocca, e Laurel ne approfitta per porgerle un foglio con alcune firme sopra.
-Come...?- chiede Isabel perplessa.
-Ho ereditato una grande somma di denaro.... denaro che mi ha reso più ricca di te, cosi da fare un'offerta al consiglio d'amministrazione impossibile da rifiutare.-
Guardo mio padre, vedendolo troppo attento a seguire la conversazione. Si gira verso di me, solo per farmi un cenno con il capo per tranquillizzarmi.
-Come ha potuto comprare le mie azioni se non ero qui?- chiede Isabel confusa. Sono confuso tanto quale lei.
Affinchè ciò potesse accadere, mio padre ed io avremmo dovuto firmare dei documenti.  Ora mio padre è stato qui, quindi dopo aver saputo cos'ha architettato Isabel per venire a letto con me,  dubito che non abbia firmato.
Ma io..? Non ho firmato niente.
Isabel guarda mio padre che subito risponde.
-Io ho firmato qualche minuto fa.- 
Poi capisco tutto. 
-Mentre a Oliver è bastato fargli firmare una falsa copia....-
-Dei documenti del divorzio.- dico interrompendo Felicity avendo finalmente le idee chiare. Felicity, la mia bellissima e intelligente moglie, si gira verso di me per farmi un'occhiolino.
-Documenti del divorzio?- chiede mio padre preoccupato non sapendo niente a riguardo. 
La guardo e il mio cuore ricomincia a battere dopo giorni d'agonia. L'idea di averla persa per sempre mi aveva trasformato in un uomo vuoto.
-Facile come bere un bicchiere d'acqua.- dice Felicity ritornando a guardare Isabel. 
-Non può essere.- dice Isabel non volendoci credere.
-Oh Isabel, Isabel... ti avevo avvertito che avrei lottato per lui con le unghie e con i denti...- dice Felicity facendo il giro della scrivania per trovarsi di fronte a lei. -Ti avevo detto di allontanarti da lui, e tu invece hai  preferito sfidarmi.-
Quando Felicity ha parlato con Isabel?
-Sei solo una piccola poveraccia.-dice Isabel cercando di ferirla. 
Vorrei poter dire qualcosa ma mi sono ammutolito. 
-La poveraccia di appena tolto tutto quello che avevi... ora se non ti dispiace avrei bisogno del mio ufficio. Sai devo traslocare.-
Tra le due donne davanti a me, c'è un vero e proprio scontro aperto. Isabel guarda Felicity, Felicity la guarda sorridente capendo di aver vinto.
In soli due giorni è riuscita a chiudere una situazione spiacevole che mi preoccupava da mesi.
-Ho fatto bene ad andare a letto con tuo marito allora a Mosca.- dice Isabel acidamente senza scomporre Felicity.
Sto per dirle che non è vero, quando mia moglie inizia a ridere. 
Ride come se Isabel avesse appena fatto una battuta. Mio padre ed io ci guardiamo perplessi.
Poi improvvisamente, Felicity colpisce Isabel in piena faccia, dandole un pugno con la mano destra. Isabel per poco non cade a terra, mentre Felicity inizia a sbattere la mano in aria per il dolore.
-John Diggle è sempre stato con lui, puttana!-
Faccio un passo verso di loro, quando sento mio padre bloccarmi per un polso. Ora che ci penso, è vero. Il mio amico non mi ha lasciato in minuto da solo in questi due giorni. Mi ha detto che era solo una questione di sicurezza, ma ora  che so finalmente le cose mi sono più chiare.
-Dio, sognavo di farlo da tempo.- dice Felicity parlando a sproposito. 
-Io ti denuncio.- dice Isabel asciugandosi il labbro sporco di sangue.
-E io ti toglierò fino all'ultimo centesimo che hai ricavato lavorando qui....conosco un paio di associazioni no-profit che avrebbero bisogno di una tua donazione.- dice mio padre arrivando in soccorso di mia moglie che non sa cosa dire. 
-John, per favore porta la signorina Rochev, fuori da questo edificio.- continua mio padre chiamando la mia guardia del corpo alle sue spalle.
John entra nel mio ufficio, con uno stupido sorrisetto sulla faccia accompagnato da due agenti della sicurezza. 
Lo guardo e capisco che è stato lui a dire tutto a Felicity. Perchè non ci ho pensato prima?
-Ottimo lavoro, signora Queen.- dice John quando Isabel viene portata fuori.
-Grazie, mister Diggle.- dice Felicity alzando la mano per essere battuta il cinque.
Tra quei due è nato qualcosa di profondo. Avevo notato una sorta di amicizia, ma ora che ci faccio caso, sembra essere qualcosa di più.
John la protegge come se fosse una sorella minore.
Felicity tira un sospiro di sollievo e si gira verso di Laurel, ringraziandola per l'aiuto. 
-Cos'è questa storia del divorzio?- chiede mio padre avvicinandosi a me. 
-Niente papà, niente.... potresti lasciarmi solo con mia moglie, per favore?- chiedo affinchè tutti possano uscire. 
 Diggle mi supera, quando arriva sulla soglia prima che se ne vada, lo blocco cosi da parlargli. 
-Era una confidenza.- dico sottovoce sperando che la donna alle mie spalle non senta niente. 
-Amico, se non fosse stato per tua moglie, a quest'ora avresti perso tutto.- dice John.
-Da dove ha preso tutti quei soldi?-
-Ha accettato l'eredità di suo padre...- dice John scrollando le spalle.
Era cosi sicura di non voler niente da quell'uomo, ma alla fine per amor mio, l'ha fatto.
Ha preso quei soldi solo per poter salvare la nostra azienda e la nostra famiglia.
-Per le prossime ore, blocca il piano. Nessuno deve salire a disturbarci.- dico facendo intuire le mie intenzioni alla mia guardia del corpo.
John sorride e annuisce prima di avviarsi in ascensore con gli altri.
-Ah John?- dico facendolo voltare verso di me e attirando l'attenzione di tutti gli altri. -Grazie.-


Felicity's POV

-Mi hai preso in giro.- dice Oliver facendo qualche passo verso di me. 
-Tecnicamente ti ho salvato il culo.- dico ragionando per bene sulle mie azioni.
-Mi hai mentito.-
-Quello lo hai fatto anche tu.- dico lanciandogli una frecciatina. E' a pochi passi da me. Posso sentire la sua acqua di colonia, e il suo buonissimo odore.
-E mi hai fatto credere di non amarmi più.- 
-Ci hai creduto cosi facilmente...- dico ricordando la nostra conversazione in ospedale.
-Eri cosi seria.- dice lui malinconico.
-Dovevo convincerti a partire.- dico scrollando le spalle.
-Mi ami allora?- chiede lui ancora confuso.
Ma che razza di domanda eh? Ho fatto tutto questo per chi, senno?
-Come il primo giorno.-
Oliver si avvicina a me, e io indietreggio un pò andando a finire contro la sua scrivania. Sono bloccata tra lui e questa dannata superficie piana che mi da strani pensieri in testa.
-Perchè hai fatto tutto questo...?-
-Il matrimonio è un contratto. E noi siamo una squadra. Ma se non mi dici cosa succede, o mi menti, non posso aiutarti. E non posso essere un'ottima compagna di squadra quale vorrei essere.-
-Pensavo di averti persa.- dice Oliver ignorando completamente le mie parole.
-Ci è mancato poco.- dico seria. 
Poggia la fronte sulla mia, e mi mette le mani sui fianchi per avvicinarmi di più a lui e alla sua erezione che si sente benissimo anche attraverso la stoffa dei pantaloni.
-Mai più bugie Oliver.-
-E' il mio modo di proteggerti dal mondo..- dice lui dolcemente.
-Non ho paura se so che ci sei tu al mio fianco. Ti prego, promettimelo.-
Oliver mi bacia prima che possa dire altro. Inarco la schiena, le mie mani finiscono sulle sue spalle. La sua lingua lecca il mio labbro inferiore, ed io automaticamente apro la bocca per lasciargli capo libero.
-Dio, quanto ti amo.- sussurra prendendomi in braccio, per poi farmi sedere sulla scrivania del suo ufficio. Velocemente lancia per aria i vari fogli che ci sono su, liberandola a metà.
-Oliver, promettimelo.- 
Lui si blocca un secondo, e apre gli occhi fissandoli nei miei. Mi guarda, accenna un sorriso, e poi si avvicina alle mie labbra per sussurrare:
-Te lo prometto.-
Questa volta sono io che riprendo a baciarlo, con la consapevolezza che niente e nessuno potrà separarci. 
Abbiamo vinto. Insieme.



Angolo autrice:
E' finita. 
Con il titolo del capitolo ho voluto spaventarvi, ma non è la stessa cosa che ha fatto la piccola Smoak?
Non so chi nelle recensioni mi ha chiesto di voler vedere Felicity salvare o fare qualcosa di buono per l'azienda.....Beh  spero davvero di aver accontentato tutti.
Felicity alla fine ha accettato l'eredità del padre che era tutto tranne che un poco di buono come si credeva. Ha scoperto il piano di Isabel, e ha salvato il suo matrimonio con Oliver.
Credo che la settimana prossima pubblicherò una nuova storia, quindi restati sintonizzati!
Grazie mille per essere stati sempre presenti. 

Un bacio e a presto!

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