Quando i libri si incontrano.

di Fonissa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La profezia ***
Capitolo 3: *** Hogwarts ***
Capitolo 4: *** Lo smistamento ***
Capitolo 5: *** Prime lezioni ***
Capitolo 6: *** A lezione del confetto rosa. ***
Capitolo 7: *** Mantelli infuocati e punizioni ***
Capitolo 8: *** Lezioni di Difesa contro le Arti Oscure - parte 1 ***
Capitolo 9: *** "Consideralo fatto!" ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Harry aprì gli occhi di scatto non appena Ron lo chiamò. Si mise gli occhiali e guardò l’amico ancora mezzo addormentato.
“Che vuoi?” chiese Harry. Ron sembrò pensarci su prima di rispondere.
“Silente ci ha chiamati. Ha detto che deve parlarci di una cosa parecchio importante.”
“Va bene. Mi vesto e arrivo.” Harry era ormai abituato a essere chiamato dal preside per avvenimenti importanti. Dopo cinque anni ci si fa l’abitudine. Ma gli pareva assai strano che li avesse chiamati a quell’ora. Dopo essersi vestito, si diresse a passo spedito verso l’ufficio del preside. Quando aprì la porta non fu molto sorpreso di trovare Hermione già li, ma fu piuttosto perplesso quando vide che c’era anche Ginny.
“Ginny! Che ci fai qui?” domandò Ron, curioso e arrabbiato allo stesso tempo.
“Mi ha chiamata Silente.” In quel momento il preside fece la sua apparizione dalla porta dell’ufficio, guardando sorridente i ragazzi. Poi si sedette al suo posto.
“Buonasera ragazzi –iniziò a dire- quello che voglio dirvi stasera è molto importante, ma vedo che non ci siamo ancora tutti…” e in quel momento varcò la porta l’ultima persona che Harry si fosse mai aspettato di vedere: Draco Malfoy.
“Mi scusi per il ritardo preside –esordì sorridendo-, per poi guardare gli altri- ma voi che ci fate qui?!”
Silente guardò i ragazzi con fare divertito. “Oh bene, ora ci siete tutti.”
“Anche Malfoy è stato chiamato da lei?” chiese Harry incredulo.
“Ma certamente, ora, se volete ascoltarmi…”
“Non è giusto! –scattò il biondo- che avrebbe da dirci a tutti noi?! Eh?!”
“Se magari volesse ascoltarmi, signor Malfoy.” Disse silente con la sua solita calma. A quel punto, tutti e cinque i ragazzi guardarono Silente.
“Allora, se vi ho chiamati qui, è per un fatto grave. Uno squarcio multi-dimensionale si è aperto nel nostro mondo.”
“Un che cosa?!” chiese Ron.
“Uno squarcio multi-dimensiola.E’ tipo un portale che collega più mondi.” Rispose Hermione con quella sua aria da saputella.
“Esatto, signorina Granger. Dicevo, abbiamo cercato di comunicare con qualcuno che sta oltre il portale, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta. Visto e considerato che non possiamo sapere se la gente dell’altro mondo è pacifica, andrete voi a controllare.”
“E quando partiremo?” chiese Ginny allarmata ma anche emozionata.
“Tra due ore-rispose il preside- preparatevi in fretta.” Si guardarono stupiti l’un l’altro, poi salutarono il preside e corsero ognuno verso il proprio dormitorio, per prepararsi il più in fretta possibile.
Ginny era davvero emozionata per tutta questa faccenda. Insomma, non capitava tutti i giorni che un portale ti portasse in un’altra dimensione. Ma era anche spaventata. Sapeva che Ron, Harry e Hermione avevano già vissuto esperienze simili. Perfino Draco era più preparato di lei. E se avesse avuto paura? E se non fosse stata all’altezza?
Era a questo che penseva mentre andava verso il portale. Era spuntano nel bel mezzo del lago, e i cinque ragazzi dovettero andare su due scialuppe diverse mentre il preside li guardava da lontano.
“Bene ragazzi, siete pronti? Chi va per primo?” chiese Harry.
“Io, ovviamente –disse Draco con quel suo tono da sbruffone- chi altri potrebbe altrimenti?” e detto questo saltò nel portale, seguito da Harry, Ron, Hermione e infine Ginny.
 
Leo Valdez fu non poco sorpreso quando cinque ragazzi più o meno della sua età, vestiti in modo bizzarro, spuntarono dal nulla nella sua camera. Tanto è vero che saltò giù dal letto guardando stranito i ragazzi. Dal canto suo, Hermione trovò strano ritrovarsi in una normale camera di un ragazzo, anche se più che a una camera assomigliava a un’officina.
“Non preoccuparti! Non vogliamo farti del male!” disse rivolta al ragazzo, che, stranamente, si calmò, guardandoli più con occhi curiosi che spaventati.
“Chi siete?!” chiese.
“Beh ecco, forse ti suonerà strano, ma noi veniamo da un’altra dimensione, e siamo maghi…” disse con pazienza Hermione.
“Maghi?! Tipo quelli alla TV che fanno apparire i conigli dal cilindro?” chiese Leo stordito.
“Certo che no, razza di idiota –disse Draco puntadogli contro la bacchetta- e ora dicci dove si trova chi vi comanda!”
“Ehy ehy ehy! Cosa intendi fare con quel ramosciello?” disse Leo con tono di sfida, prima di incendiare la bacchetta del biondo, che rimase molto stupito. A quel punto Leo non ebbe più paura.
“Fidatevi- disse alzandosi in piedi con una luce folle negli occhi- non siete gli unici strani qui.”
 
*ANGOLO AUTRICE*
Ed eccomi con una nuova ff! Naturalmente, questo è solo il prologo. Questo sarà un mega crossover, spero che vi piaccia ;)
Recensite in molti eh
P.S.= qui c’è il mio account facebook da scrittrice su efp ;)
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Capitolo 2
*** La profezia ***


A Draco non stava molto simpatico quel ‘Leo Valdez’, non solo perché gli aveva bruciato la bacchetta, ma anche perché in quel momento li  stava conducendo in una certa ‘Casa Grande’ con aria di superiorità, ancora in pigiama. Del canto suo, a Leo non stava simpatico quel ‘Draco Malfoy’, soprattutto dopo che gli aveva puntato contro una certa ‘bacchetta’. Invece Hermione si guardava intorno.
“Ma perché ci sono tante cabine? E perché sono così diverse?” chiese.
“Ogni cabina è destinata ai figli di una divinità diversa” rispose Leo.
“Divinità? Cosa intendi?” domandò Ginny stupita.
“Le divinità della mitologia greca- rispose il figlio di Efesto-  sapete, Zeus, Poseidone, Ade, Afrodite ecc… Io sono figlio di Efesto!”
“Pft, non ci credo!” esclamò Draco.
A quel punto una strana luce brillò negli occhi di Leo. Si fermò davanti a loro e mostrò le mani. All’inizio non sembrava succedere niente, ma dopo alcuni secondi spuntarono delle fiamme sulle sue mani.
“Miseriaccia!” esclamò Ron. Dopo alcuni minuti Leo spense le fiamme, guardando il mago biondo con superiorità.
“Ora ci credete?”
“Certo che si!” rispose Harry stupito, lanciando uno sguardo a Draco alla non-dire-niente-o-ti-ammazzo.
Alla fine giunsero a questa famigerata Casa Grande. Bussarono e dopo alcuni minuti venne ad aprire Chirone.
“Ehy! Un centauro!” esclamò Harry.
“Li conoscete?” chiese Leo.
“Si, ci sono anche da noi” rispose la più piccola dei Weasley. Chirone continuava a guardare i sei ragazzi confuso, così per attirare l’attenzione fece finta di tossire.
“Leo, che ci fai a quest’ora di notte qui? Con questi altri ragazzi? Aspettate…non mi sembra di avervi mai visti…”
“Ok, forse non ci crederai –disse il mezzosangue- ma loro sono maghi e vengono da un’altra dimensione”
Chirone per qualche secondo assunse un’espressine stupita, ma poi li fece accomodare all’interno. A Harry sembrò che dicesse ‘non li aspettavo così presto’ ma fece finta di non aver sentito. Si sedettero attorno a un tavolo.
“E quindi, voi venite da un’altra dimensione…” iniziò Chirone.
“Si-rispose Hermione- siamo maghi e veniamo dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Siamo stati mandati qui da Silente, il nostro preside, per controllare che non ci fosse nessuno che potesse attaccarci” Gli altri quattro maghi annuirono, mentre il centauro li guardava sorridendo.
“Leo-disse- va a chiamare gli altri”
 
Harry e Ron non si aspettavano che ‘gli altri’ fossero ben altri 8 ragazzi ancora assonnati e col pigiama, più una ragazza dai capelli rossi scesa dal piano di sopra, e infatti quando videro tutte quelle persone iniziarono a borbottare tra di loro. Del canto loro, i semidei si chiedevano perché li avessero chiamati nel bel mezzo della notte, e perché ci fossero cinque ragazzi mai visti prima. Chirone fece accomodare tutti e chiese il silenzio.
“Allora- iniziò- quello che sto per dirvi è complicato, quindi voglio che mi seguiate. Questi ragazzi –e indicò i maghi- vengono da un’altra dimensione e sono maghi”
Ci furono facce sorprese e borbottii tra i mezzosangue, ma Chirone continuò.
“Vengono da una scuola di magia e stregoneria chiamata Hogwarts, e il loro preside, Silente, li ha mandati qui per controllare che non ci fosse qualche nemico..”
“Noi non faremmo mai male a qualcuno!” esordì un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi. Harry non potè fare a meno di pensare che gli assomigliasse.
“Si, lo so Percy, e infatti in realtà non sono qui per questo. Ora ascoltatemi e non  fate interruzioni. Io e Silente ci siamo scambiati messaggi prima dell’estate, quando si è aperto per la prima volta il portale. Quando ci siamo accorti che il portale portava anche in altre dimensione abbiamo deciso di agire. Così, prima che si chiudesse, abbiamo deciso che se mai si sarebbe riaperto, mi avrebbe mandato alcuni dei suoi ragazzi migliori”
Solo silenzio tra i ragazzi. Restarono così per dieci minuti, i maghi che guardavano increduli i semidei e i semidei che guardavano stupiti i maghi. All’improvviso la ragazza con i capelli rossi che era scesa prima dal secondo piano si alzò di scatto e i suoi occhi iniziarono a emanare una strana luce verdognola.
“Rachel!” urlò una ragazza con i capelli biondi e gli occhi grigi. Ginny e Hermione si misero una mano sulla bocca mentre Ron, Harry e Draco guardavano con occhi9 sbarrati. Poi la ragazza iniziò a parlare. La sua voce era profonda, millenaria:
“Nove mezzosangue altrove andranno
Cambiar dimensione loro dovranno.
Senza dimenticare di imparare
Una ribellione dovran guidare.
Alla fine due guerre combatteranno
Ma alcuni di loro soccomberanno”
Disse, prima di cadere svenuta.
 
*ANGOLO AUTRICE*
ED ECCOMI DI NUOVO QUI! Allooooooora, i nostri eroi hanno incontrato i nostri maghetti! E a quanto pare Chirone sapeva tutto ouo In quanto a Rachel, si, quella è una profezia, ma non vi spoilero niente, vi dico solo che è legato al fatto che questa storia è un mega crossover u.u
Beh, che dire, lasciate tante recensione e…alla prossima!

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Capitolo 3
*** Hogwarts ***


A Rachel ci volle una mezz’oretta per svegliarsi. Più qualche minuto per rendersi conto di quel che era successo.
“Rachel, stai bene?” le chiese Annabeth preoccupata.
“Si –rispose la rossa- ormai ci ho fatto l’abitudine”  le due ragazze ridacchiarono leggermente prima di voltarsi verso gli altri e far vedere che l’oracolo stava bene. Tutti si rassicurarono, tranne i maghi che sembravano ancora leggermente confusi.
“Come mai è svenuta?” chiese alla fine Ginny.
“E’ una storia complicata… sapete cosa è un oracolo?” chiese Piper.
Hermione scattò sull’attenti, come quando fanno una domanda a scuola e lei ha la risposta pronta, praticamente sempre.
“Un oracolo è una persona che nell’antica Grecia prevedeva il futuro attraverso profezie..” disse.
“Granger, ti prego, risparmiaci la tua solita lezione da saputella”  la interruppe acido Draco.
“Aspettate – disse Ron all’improvviso- questo vuol dire che quella ragazza ha appena detto una profezia?!”
“Si –si intromise Chirone- Rachel, puoi ripetere la profezia?
Rachel annuì, poi iniziò a ripetere i versi. Tutti erano attenti a una minima parola che pronunciava, come se pendessero dalle sue labbra. Quando finì, tutti i presenti assunsero uno sguardo pensieroso.
“Nove semidei che dovranno cambiare dimesione. Beh, mi sembra ovvio che i nove semidei siamo noi” disse Percy con un certo orgoglio negli occhi.
“Già, e dovremmo guidare una ribellione, combattere due guerre e alcuni di noi moriranno. Che fortuna..” esclamò Nico sbuffando.
“Quel verso, ‘senza dimenticare di imparare’, cosa vorrà dire?” pensò Hazel.
Annabeth doveva star pensando la stessa cosa, visto che ripeteva tra se e se quel verso. Poi all’improvviso fece una strana faccia, come se all’improvviso avesse avuto l’illuminazione.
“Ma certo! –disse- dobbiamo andare in un’altra dimensione, giusto? E dobbiamo anche imparare qualcosa…”
In quel momento Hermione fece la stessa faccia che aveva fatto la figlia di Atena poco prima.
“La nostra dimensione! Nella nostra scuola!” esclamò. I ragazzi si guardarono tra di loro stupiti.
“Quindi noi dovremmo andare nella vostra scuola? E diventare maghi?” chiese Jason sbattendo ripetutamente le palpebre.
“Hermione, sei sicura che la profezia intenda questo?” chiese Harry dubbioso.
“Si ne sono sicura!” esclamò la strega.
“Ne sono sicura anche io!” disse la ragazza dai capelli biondi.
“Se lo dice Hermione, io mi fido” acconsentì Ron.
“Per me, se lo dice Annabeth, è così” concordò Percy.
Fu così che nove semidei si ritrovarono a fare le valigie in fretta e furia per partire per un’altra dimensione. Non molto dopo, si ritrovarono tutti nella stanza di Leo (alcuni dei figli di Efesto si era svegliato e aveva chiesto cosa succedesse, ma Leo gli aveva detto che era tutto ok e che dovevano tornare a dormire)
Aspettarono per circa dieci minuti che si riaprisse il portale e poi saltarono dentro.
 
Harry si era completamente dimenticato che il loro portale era nel bel mezzo del lago,e fu infinitamente grato che le barche non si fossero mosse da li. Anche se andavano un po’ stretti, almeno non avrebbero dovuto nuotare fino a riva rischiando di essere presi dalla piovra gigante. Appena sbarcarti, si diressero verso il castello. Nel frattempo i semidei guardavano con entusiasmo ogni cosa che li circondasse, da un filo d’erba alle stelle. Ma quando arrivarono di fronte alla scuola, restarono letteralmente incantati. Non avevano mai visto una scuola così possente e grande. Quando entrarono dentro addirittura alcuni sospirarono un ‘wow’.
“Vi piace la nostra scuola?” chiese Ginny.
“E’ meravigliosa, davvero, complimenti!” esclamò Reyna.
“Pft. Questa scuola non è un gran chè, ce ne sono di migliori” disse Draco.
“Malfoy, sta zitto” lo rimproverò Harry.
“Nah, secondo me questa scuola è stupenda!” esclamò il figlio di Poseidone sorridendo a Harry. Quest’ultimo non potè non pensare che tra lui e quel ragazzo sarebbe nata un’ottima amicizia.
“EHY! Sono sicura di aver appena visto un quadro muoversi!” esclamò all’improvviso Piper, che era leggermente sbiancata.
“Strano –rispose Ron- di solito a quest’ora dormono”
“Scherzi vero?!” disse Frank.
“No, non scherzo. Da noi i quadri si muovono e parlano! Sono magici!”
I nove ragazzi nuovi ritornarono a guardarsi intorno ancora più meravigliati e stupiti. Erano convinti che non ci potesse essere cosa più strana, finchè non arrivarono alle scale. Scale che si muovevano.
“Vi avverto –iniziò Hermione- alle scale piace cambiare. Non emozionatevi o troppo, o potremmo perdervi per la via”
Qualche rampa di scale dopo,che fortunatamente non si erano mosse troppo, arrivarono davanti all’ufficio del preside. Silente li aspettava la fuori, nonostante ormai stesse sorgendo il sole.
“Benvenuti! –iniziò il preside accogliendo i semidei- è un onore per noi avervi qui! Spero che la nostra scuola sia di vostro gradimento”
“Eccome!” esclamò Leo.
Silente sorrise, prima di continuare.
“Beh, sono sicuro che saprete che io e Chirone eravamo d’accordo a farvi incontrare, se non altro per non far scatenare guerre tra una dimensione e un’altra. Domani verrete annunciati all’intera scuola e smistati, ma per ora potete riposarvi nei dormitori dei Grifondoro”
“Smistati? Che intende dire?” chiese Hazel curiosa.
“Oh –rispose il preside- nella nostra scuola gli alunni sono divisi in quattro case, Grifondoro, Corvonero, Serpeverde e Tassorosso, in base alle loro potenzialità”
“Io, Ron, Hermione e Ginny siamo Grifondoro, mentre Malfoy è Serpeverde” s’intromise Harry.
“Si. Comunque, per le prime due settimane farete lezione tutti insieme, per darvi il tempo di abituarvi. Ora andate, domani sarà una giornata lunga” li congedò Silente. Così Ron, Ginny, Hermione, Harry e i semidei si avviarono verso i dormitori dei Grifondoro, mentre Draco andò verso quello dei Serpeverde senza nemmeno salutare.


*ANGOLO AUTRICE*
Allora, tecnicamente questo capitolo doveva essere più lungo, ma era venuto trooooppo lungo, quindi lo diviso in due parti :D
Allora, i semidei sono a Hogwarts! Che bella cosa XD E tra Percy e Harry sta nascendo una bella amicizia... staremo a vedere
Il prossimo capitolo verrà pubblicato tra 3-4 giorni
sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 4
*** Lo smistamento ***


Qualche ora dopo Percy, Jason, Nico, Leo e Frank, che per ora condividevano la stessa stanza, furono svegliati da qualcuno che bussava alla porta. Nico infilò la testa sotto il cuscino rifiutandosi di alzarsi, e Frank andò ad aprire ancora assonnato. Trovò Ron e Harry, vestiti con delle strane uniformi rosse e oro.
“Volevamo avvertirvi che tra poco c’è la colazione, e annunceranno la vostra presenza, in più verrete smistati” li informò Ron.
“Se volete vi aspettiamo, così vi accompagniamo e non vi perderete” propose Harry.
Frank accettò e informò gli altri, che non sembravano gradire molto il doversi alzare così presto dopo quella nottata. Ma non volevano arrivare tardi al loro primo giorno, così si trascinarono fuori dal letto e si vestirono come al solito.
Quando arrivarono nella Sala Grande, restarono a bocca aperta nel vedere tutti quei ragazzi seduti a quattro tavoli differenti.
“I ragazzi si siedono ai tavoli in base alla casa di appartenenza” spiegò Harry mentre si dirigevano a quello che doveva essere il tavolo dei Grifondoro.
‘Più o meno come al Campo Mezzosangue’ pensò Percy. Quando si furono avvicinati, notarono che le ragazze erano già li che parlavano con Ginny e Hermione. Si sedettero affianco a loro per parlare, almeno fino a quando non si alzò Silente. A quel punto tutti si zittirono.
“Buongiorno! –iniziò- Come avrete notato, quest’oggi sono qui con noi dei nuovi ragazzi. Spero che mi crediate e che non mi prendiate per pazzo, ma questi ragazzi vengono da un’altra dimensione”
Una serie di borbottii si susseguirono tra i maghi, ma a Silente bastò un gesto della mano per farli stare di nuovo zitti.
“Come stavo dicendo, vengono da un’altra dimensione e sono semidei, figli di un dio o una dea. Naturalmente, anche loro verranno smistati, ma per le prime due settimane seguiranno le lezioni insieme, per adattarsi. Visto che è la prima volta che vengono a una scuola di magia e stregoneria, inizieranno a seguire le lezioni del quinto anno. E ora, iniziamo lo smistamento!”
Una donna, che doveva essere una professoressa, fece apparire una sedia e un vecchio cappello. Aveva in mano una pergamena con su scritto dei noi.
“Quella è la professoressa McGranitt –spiegò Hermione- è l’insegnante di trasfigurazione. Ora vi chiamerà uno alla volta, voi non dovete fare altro che andare la e farvi mettere quel cappello in testa”
I semidei annuirono, anche se non tutti sembravano proprio convinti. La McGranitt iniziò a elencare i nomi.
“Arellano, Reyna”
Reyna si alzò dal suo posto e con passo deciso andò a sedersi sullo sgabello. Appena si sedette, la McGranitt prese il cappello e glielo mise in testa. Questo, con grande sorpresa della figlia di Bellona, iniziò a parlare.
“Reyna, figlia di Bellona. Vedo molto coraggio in te. Ma hai anche ottime capacità e un grande cervello, penso che sarà meglio… CORVONERO!”
Un tavolo colorato di blu e argento esplose in applausi e urla mentre Reyna andava verso di loro.
La professoressa riprese a leggere la pergamena.
Chase, Annabeth”
Annabeth si alzò e camminò attraverso la sala fino ad arrivare allo sgabello, imponendosi di non sussultare quando il cappello avrebbe iniziato a parlare.
“Annabeth, figlia di Atena. –iniziò quest’ultimo-  hai coraggio, questo si vede, ma hai davvero un ottimo cervello. Penso che ti troveresti meglio in CORVONERO!”
Di nuovo i corvonero esultarono mentre Annabeth andava a sedersi vicino a Reyna, non prima di rivolgere un’ultima occhiata a Percy.
 “Di Angelo, Nico”
Nico andò verso lo sgabello imbarazzato, ma cercando di non farlo vedere. Si sedette aspettando di sapere la sentenza del cappello.
“Nico, figlio di Ade. Oh, una personalità complessa, molto complessa”
‘Sta zitto’ pensò Nico, sperando che il cappello non rivelasse niente di imbarazzante. Come se il cappello l’avesse letto nel pensiero, passò subito oltre.
“Mh, credo che saresti benissimo in SERPEVERDE!”
Un boato si udì dal tavolo dei Serpeverde mentre Nico lo raggiungeva il più in fretta possibile.
“Grace, Jason”
Jason si alzò dopo aver ricevuto una pacca sulla spalla da Percy, attraversò la sala e si sedette.
“Jason, figlio di Giove. Coraggio da vendere –iniziò il cappello- e anche fedele agli amici. Non c’è dubbio, GRIFONDORO!”
Urla provenirono dal tavolo di grifondoro, mentre Jason si risiedeva a quest’ultimo.
 “Jackson, Perseus”
Percy camminò con sicurezza fino a sedersi.
“Perseus, o meglio Percy, figlio di Poseidone. Con te non c’è nessun dubbio. GRIFONDORO!”
Ormai i Grifondoro avevano iniziato a battere anche le mani mentre Percy andava a sedersi vicino a Jason. Il figlio di Poseidone era felice di essere capitato nella stessa casa di Jason, anche se non poteva dire lo stesso di non essere nella stessa casa di Annabeth.
“Lavesque, Hazel”
Frank sorrise incoraggiante a Hazel e quest’ultima ricambiò il sorriso. Andò a sedersi prendendo un respiro.
“Hazel, figlia di Plutone. Hai molto spirito di sacrificio, questo è certo. Sei anche una buona amica, quindi… TASSOROSSO!”
Si sentirono degli applausi e qualche urla da parte di un tavolo giallo-nero. Hazel andò a sedersi tra di loro leggermente imbarazzate, rivolgendo ogni tanto qualche occhiata a Frank.
“McLean, Piper”
Piper prese un respiro e si alzò spedita verso il cappello.
“Piper, figlia di Afrodite. Sei coraggiosa, questo è certo. Ma in te vedo molta bontà d’animo e poca voglia di essere al centro dell’attenzione. Ho deciso, TASSOROSSO!”
Altre urla da parte del tavolo di Tassorosso. Piper si alzò sorridendo e andò verso Hazel, sedendosi affianco a lei.
“Valdez, Leo”
Leo si alzò con quel suo fare sicuro e un tantino ridicolo, dirigendosi dritto dal cappello.
“Leo, figlio di Efesto. Ci sarebbero mille cose da dire su di te, quindi arriverò subito al dunque… SERPEVERDE!”
Un boato si levò dai Serpeverde. Solo due ragazzi non sembravano molto entusiasti. Nico e Draco Malfoy. Sinceramente, nemmeno Leo era molto entusiasto di ritrovarsi a far parte della stessa casa di quel biondino, ma fece buon viso a cattivo gioco e andò a sedersi vicino a Nico.
“Zhang, Frank”
Frank era l’ultimo. Si diede coraggio da solo e lanciò un’occhiata a Hazel, prima di sedersi.
“Frank, figlio di Marte. Hai molte qualità. Hai molta bontà d’animo, non c’è dubbio, e spirito di sacrificio. TASSOROSSO!”
Ancora urla dal tavolo dei tassi. Frank si sistemò vicino a Piper e Hazel, sorridendo a quest’ultima.
Alla fine la McGranitt portò via lo sgabello e il cappello e il preside si avvicinò al podio per parlare.
“Spero che i nuovi studenti si trovino bene qui da noi, come spero che vi comportiate bene con loro. E ora, potete mangiare!” disse. Appena finì di parlare sui tavoli apparve ogni genere di cibo si potesse immaginare. I ragazzi iniziarono subito a mangiare e dopo un po’ Ginny si alzò, dicendo di voler presentare Luna a Reyna e Annabeth.
“Allora-esordì Percy rivolto a Ron e Harry- come sono i professori qui?”
“Beh –iniziò Harry- la McGranitt è brava come insegnante, anche se è leggermente severa…”
“Io non la trovo severa!” esclamò Hermione.
“Perchè tu sei una so-tutto-io” l’accusò Ron. Quei due, a Percy sembrarono proprio lui e Annabeth quando si erano incontrati da poco.
Harry continuò: “Poi c’è il professor Piton, che ama i serpeverde e odia i grifondoro, in particolare me… e poi c’è la Umbridge” Harry pronunciò quel nome con disprezzo indicando con la testa una donna vestita di rosa.
“Apparte il fatto che sembra un confetto, cosa può far di così tremendo?” chiese Jason.
“Lo scoprirete presto” esclamò Ron sbuffando, ritornando al suo pollo.
 
Ginny aveva raggiunto il tavolo dei corvonero, invitando Luna a conoscere le due semidee.
“Luna, ti presento Reyna e Annabeth. Ragazze, lei è Luna Lovegood” le tre ragazze si salutarono sorridendo. Annabeth pensava che Luna avesse qualcosa di strano, non avrebbe saputo dire cosa, ma guardando Reyna capì che anche lei stava pensando la stessa cosa. Comunque, sembrava una semplice ragazza, anche se era una maga, e sembrava anche amichevole, quindi, perché non provare a fare amicizia?
 
Piper, Hazel e Frank avrebbero creduto di trovarsi a disagio nel tavolo dei tassorosso, non conoscendo nessuno, ma alla fine scoprirono che erano tutti molto amichevoli. E infatti, stavano tranquillamente parlando con gli altri, anche se la figlia di Afrodite continuava a rivolgere occhiate verso il tavolo di Grifondoro.
“Uno dei due è il tuo fidanzato?” le chiese sorridendo una ragazza seduta affianco a lei. Doveva avere la sua stessa età. Aveva lunghi capelli castani che le arrivavano a metà schiena e grandi occhi verdi.
“Già –rispose- quello biondo”
“Non preoccuparti, gli studenti di altre case si incontrano sempre. Apparte quando c’è il coprifuoco”
Piper si sentì molto sollevata da questa notizia.
“Io sono Piper, e tu?”
“Mi chiamo Felcy” le sorrise la ragazza.
 
L’atmosfera al tavolo dei serpeverde non era di certo la migliore. Draco aveva già diffuso notizie sul conto di Leo, e ora tutti lo squadravano. Sospirò e si rivolse a Nico.
“Allora Di Angelo, siamo solo noi due qui”
“Già, che allegria –rispose il figlio di Ade sbuffando- e a quanto pare già non hai una buona fama”
“Ehy! Io sono Leo Valdez, mi rifarò presto!” rispose sorridendo il figlio di Efesto. Nico non potè far altro che alzare gli occhi al cielo, sperando che quella torcia umana non ne combinasse una delle sue.
 
 *ANGOLO AUTRICE*
Saaaalve! Allora, mi scuso per il ritardo, ma il mio computer mi aveva abbandonato, e in più il capitolo non mi convinceva… Comunque, i semidei sono stati smistati. Spero solo di non aver commesso qualche sbaglio smistandoli, ma penso di no ;)
Che dire, con Leo e Draco nella stessa casa se ne vedranno delle belle XD E diciamo che i semidei non sono al quinto anno solo perché non sanno niente di magia, ehehe
All’inizio ero indecisa se rivelare o no la loro discendenza divina (?) Ma visto che sono andati a Hogwarts per unirsi ai maghi, mi sembrava giusto così ;)
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Prime lezioni ***


Il giorno dopo iniziarono le lezioni anche per i semidei. Da quel che avevano capito dalle lamentele di Ron, non era proprio il giorno perfetto per iniziare. E infatti, dopo neanche dieci minuti della prima lezione si ritrovarono quasi tutti annoiati a morte. Ron e Harry iniziarono a giocherellare tra di loro e dopo un po’ si aggiunsero anche Percy e Jason. Leo si teneva impegnato con qualche bullone come suo solito, Nico aveva la testa posata sulle braccia e uno sguardo annoiato, mentre Hazel, Piper e Frank chiacchieravano tra di loro ridendo ogni tanto. Solo Annabeth, Hermione e Reyna sembravano attente alla lezione, anche se la figlia di Bellona ogni tanto si distraeva. Finita la lezione, e dopo un breve incontro con una corvonero con consecutivo litigio di Ron e Hermione, giunsero all’aula di Piton e presero posto.
“Secondo te, Piton darà qualche pozione più facile considerando che ci sono nuovi studenti?” chiese Harry verso Ron.
“Ovvio che no, anzi, scommetto che ce ne darà una difficile –rispose il rosso-  mi dispiace per voi” aggiunse poi rivolto verso i nove, che si scambiarono uno sguardo nervoso. In quel momento la porta sbattè ed entrò il professore di pozioni. Dopo aver chiesto il silenzio si avviò verso la cattedra e fece un discorso su maghi e gufi che i semidei non capirono molto. Poi fece apparire la ricetta della pozione sulla lavagna. A Percy girò la testa solo a guardare quelle parole. Alla lezione di prima nessuno di loro si era preso la briga di star ad ascoltare, apparte Annabeth e Reyna, figuriamoci di prendere appunti! Ma ora doveva fare i conti con la dislessia. Si guardò intorno e scoprì che anche gli altri si stavano guardando preoccupati.
Annabeth sospirò. Non le andava proprio di prendere brutti voti già alle prime lezioni, anche se non sapeva bene come funzionassero i voti li. Alzò pian piano la mano, guardando Piton,
“Professore –disse- noi abbiamo un piccolo problema…”
Il professore guardò tutti e nove i semidei.
“Certo signorina Chase, ne sono a conoscenza” e detto questo fece apparire nove recipienti pieni di una strana pozione color rosso scuro, per poi farle levitare fino ai nove.
“questa è una pozione per la dislessia. Bevetela e iniziate a preparare la Bevanda della Pace”
Bevvero la pozione, e dopo qualche secondo di euforia dovuto alla possibilità di poter finalmente leggere, cominciarono a preparare la pozione.
Inutile dire che fu un disastro per tutti. Non avevano mai preparato una pozione e in più quella non era proprio la pozione più facile del mondo. Solo a Harry andò peggio, quando Piton fece scomparire completamente la sua pozione.
“Non è stato molto giusto…” disse Percy una volta che furono in corridoio.
“Piton non è mai stato giusto con me” rispose Harry arrabbiato.
“Come fa Silente a fidarsi ancora di lui?!” esclamò Ron.
“Ron, ne abbiamo già parlato. Silente deve avere buone prove…” ribatté Hermione.
“La volete smettere di bisticciare?!” esclamò Harry all’improvviso. Quei due stavano iniziando a dargli sui nervi. Si allontanò di corsa, lasciando gli altri a guardarlo perplessi.
“Ma cosa gli è preso?” si chiese Ron confuso.
“Beh, non è che sia proprio molto rilassante sentirvi litigare” disse Leo.
“Davvero? Davvero siamo insopportabili?” esclamò Hermione leggermente sorpresa. Non aveva mai pensato di dar così fastidio a Harry.
“No no, non è così” la tranquillizzò Piper lanciando un occhiataccia a Leo.
“Oh… Allora perché si comporta così? Forse è solo molto stressato. Sai, dopo il comportamento di Seamus ci si è messo anche Piton...” iniziò Hermione, pensando ad alta voce.
“Mi sa che hai ragione” l’assecondò Ron.
“Bene. Io adesso ho Rune Antiche, ma dici a Harry che io e te smetteremo di litigare quando lui la smetterà di scaricare i suoi nervi su di noi” e detto questo, Hermione se ne andò.
“Quando è arrabbiata fa paura” esclamò Ron guardandola andare via.
Poco dopo arrivarono nell’aula di Divinazione, dove trovarono Harry già seduto al suo tavolo. Ron lo raggiunse, mentre gli altri si accomodarono a coppie ai tavoli vuoti: Jason e Percy, Annabeth e Reyna, Nico e Leo e Hazel e Frank. Solo Piper rimase sola, ma non per molto perché Felcy, la compagna Tassorosso che aveva conosciuto il giorno prima, la chiamò a sedersi affianco a lei.
La lezione andò come al solito per Ron e Harry, ovvero noiosa. L’unica differenza era che ogni tanto alzavano lo sguardo guardando confusi i loro nuovi compagni, che parlottavano tra di loro e sembravano arrabbiati. Non ci volle molto per scoprire il perché di questa rabbia.
“Questo è un insulto a tutti gli oracoli!” sbottò infatti Annabeth appena uscirono dall’aula.
“C’è gente che rischia la vita per colpa delle profezie!” disse Jason.
“Ti appoggio completamente!” dichiarò Percy, battendo il pugno al figlio di Giove.
“Ragazzi, per quanto questa lezione sia stata ridicola, potreste abbassare la voce? Stiamo dando spettacolo” sussurrò Hazel. Effettivamente, molti ragazzi si erano fermati a guardarli incuriositi.
“Da voi devono essere molto importanti queste cose” appurò Ron.
“Non immagini quanto” sospirò Frank.
“Non per abbatervi, ma la prossima lezione sarà peggio. Ora abbiamo la Umbridge” disse Harry.
“Il confetto rosa?” chiese Leo.
“Il confetto rosa” confermò Harry.
 
*ANGOLO AUTRICE*
SAAALVE! Ma quanto tempo non ci sono stata? Lo ammetto, parecchio, ma il mio computer era morto.
Ma ora è risorto (?) e sono di nuovo qui! :D
Questo è un piccolo capitolo di passaggio. I nostri semidei sono ufficialmente entrati nel vivo di Hogwarts :D
Alla prossima
Sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 6
*** A lezione del confetto rosa. ***


Entrarono nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure. La Umbridge era già li, seduta alla cattedra.
“Buon pomeriggio!” disse con voce melensa, quando tutti si furono seduti.
Alcuni risposero al saluto, altri, come Harry e Percy, sbuffarono.
“No, non ci siamo. Dovete rispondere: ‘buon pomeriggio professoressa’”  Gli alunni, a malincuore, eseguirono.
“Bene, via le bacchette!” e detto questo, la professoressa fece apparire delle parole sulla lavagna.
Ai semidei non ci volle molto per capire che una lezione senza bacchette era uguale a una lezione noiosa.
Quando ebbero ricopiato quello che aveva scritto la Umbridge alla lavagna (‘gli obbiettivi del corso’), ordinò a tutti di iniziare a leggere il primo capitolo del libro di testo. Solo una persona non iniziò a leggere: Hermione. Cosa strana, visto che di solito leggeva ogni cosa che le capitasse sotto gli occhi. E invece questa volta non aveva nemmeno aperto il libro, ma teneva la mano alzata aspettando che la Umbridge la degnasse di uno sguardo. Annabeth e Reyna la guardarono curiose. Hermione si voltò leggermente verso di loro, indicando la lavagna col mento. Le due semidee rilessero per bene i tre punti scritti e poi si guardarono con gli occhi brillanti. Subito alzarono anche loro la mano fissando la professoressa, che non poté far a meno di dar retta alle tre ragazze.
“Volete chiedere qualcosa sul capitolo, signorine?”
“No, non sul capitolo…” iniziò Hermione.
“Ma sui tre punti scritti alla lavagna” disse Reyna, poco prima che la Umbridge ribattesse. Se c’era qualcuna capace di tener testa a quella specie di rospo rosa, quella era Reyna.
“Oh…e cosa?”
“Li non c’è scritto niente sull’usare la magia” disse Annabeth.
Tutti gli studenti alzarono lo sguardo, fissando la lavagna. In effetti, i tre punti non sfioravano nemmeno l’idea dell’usare la magia.
“Usare la magia? –chiese la Umbridge dolce- perché mai dovremmo usare la magia?”
Gli alunni si guardarono, sbigottiti. Perfino i semidei ci rimasero.
“Se studierete bene la teoria, andrete bene all’esame –continuò- visto e considerato ciò che à successo negli anni scorsi, il ministero ha deciso di rivoluzionare il programma di studi, per apprendere gli incantesimi di difesa senza rischi…”
“Ma se saremo attaccati non sarà sen…” disse Harry a voce alta.
“Gli alunni alzano la mano se vogliono parlare, signor Potter” lo interruppe la Umbridge. Jason alzò la mano.
“Mi dica, signor..”
“Grace –iniziò Jason- io non ne so molto di magia e cose simili. Ma se esiste una materia che serve a difenderci, immagino che ci siano dei pericoli..”
“Si aspetta di essere attaccato durante la lezione, signor Grace?”
“No, ma…”
“Chi mai attaccherebbe dei ragazzini come voi?”
Al figlio di Giove vennero in mente circa mille nomi di mostri ( e non solo) che lo avevano attaccato, ma preferì non dirlo.
Harry sembrava sul punto di dire qualcosa, ma fu interrotto da Reyna, che fece scattare in alto la mano ricevendo subito il permesso di parlare.
“Non resteremo per sempre ragazzini. Cresceremo e prima o poi ci ritroveremo ad affrontare qualcuno o qualcosa. E a quel punto non sarà la teoria a salvarci”
Reyna aveva parlato con voce dura, guardando freddamente l’insegnante. Gli alunni di Hogwarts, anche se concordavano con ciò che aveva detto, la guardarono con un misto di curiosità e paura. Ma i semidei riuscirono a capire perfettamente il perché del comportamento della figlia di Bellona.
La Umbridge nascondeva qualcosa, e usava il suo potere da insegnante per non far venire nulla alla luce. Era un abuso di potere. E questo Reyna, pretore del Campo Giove, non poteva assolutamente accettarlo.
Nonostante tutto la professoressa sorrise.
“Esattamente, che tipo di pericoli pensa che ci siano là fuori, signorina Arellano?”
“Oh non lo so, forse Voldemort!” esclamò Harry, all’improvviso, prima che reyna potesse rispondere. Tutta la classe, a parte i nove, sembrò agitarsi. Neville addirittura cadde dallo sgabello.
“Chiariamo questa cosa… vi è stato detto che un certo Signore Oscuro è tornato. Bhè… questa è una bugia!” esclamò la Umbridge, calcando sulla parola ‘bugia’.
“Non è un a bugia! Io l’ho visto!” urlò Harry.
“La professoressa tolse dei punti a Grifondoro, ripetendo che quella era solo una bugia.
“E quindi secondo lei Cedric Diggory è morto da solo?”
L’intera classe mantenne il respiro. I semidei drizzarono le orecchie.
“La morte di Diggory è stato solo un incidente!” esclamò la Umbridge.
“Un po’ come la sua nascita…” disse Leo guardando la professoressa, a voce talmente bassa che lo sentì solo Nico, che era seduto affianco a lui. Suo malgrado, il figlio di Ade fu costretto a coprirsi la bocca con le mani per non far vedere che rideva.
“Aspettate, state dicendo che qualche tempo fa è morto un alunno, è ‘risorto’ un certo ‘Signore Oscuro’ e poco tempo dopo si è aperto un portale tra dimensioni e siamo arrivati noi?” chiese Percy, senza pensarci.
Senza volerlo, aveva scatenato una serie di bisbigli tra tutti i ragazzi.
“Punizione, signori Potter e Jackson! –la Umbridge estrasse un rotolo di pergamena rosa, ci scrisse qualcosa sopra e la porse ai ragazzi-  portate questo alla professoressa McGranitt, cari”
Harry, furioso, si alzò, prese la pergamena e uscì dall’aula, con Percy che lo seguiva.
“Io ho avuto un’arpia come professoressa, letteralmente… ma questa è peggio!” esclamò.
Harry lo guardò col sopracciglio alzato per qualche secondo, ma prima che potesse fare domande arrivarono davanti all’ufficio della professoressa McGranitt.
Bussarono, e subito la professoressa aprì la porta.
“Potter? Jackson? Come mai non siete a lezione?”
“Siamo stati mandati da lei” e detto questo, il ragazzo con gli occhiali consegnò la pergamena rosa.
La professoressa la lesse lentamente, per poi squadrare con lo sguardo i due ragazzi ed invitarli ad accomodarsi nel suo ufficio. Quando si furono seduti, la McGranitt iniziò a parlare.
“Potter, è vero che hai urlato contro la professoressa Umbridge dicendo che il Signore Oscuro è tornato?”
“Si” rispose Harry.
“Jackson, è vero che hai –e qui lesse la pergamena rosa- ‘incoraggiato la classe a credere alle bugie del signor Potter?”
Percy era shockato. Aveva solo fatto un’osservazione, non era mica saltato sul banco urlando ‘dovete tutti credere a Harry!’
“Io non… -riuscì a borbottare- io…avevo solo pensato ad alta voce..”
“Capisco –disse la McGranitt- Jackson, Potter… prendete un biscotto”
I due ragazzi per qualche secondo si guardarono straniti.
“Prendiamo…cosa?” chiese Harry.
“Prendete un biscotto”
Presero un biscotto.
La professoressa guardò i ragazzi con sguardo ansioso
“Dovete stare attenti. Una cattiva condotta durante le sue lezioni potrebbe costarvi di più di qualche punto in meno ai Grifondoro”
“Che cosa…” disse Harry, a bassa voce.
“Potter, sai da dove viene…”
“Ehm… io no” s’intromise Percy. La McGranitt lo guardò, per poi sospirare.
“Viene dal ministero” la risposta di Harry bastò per far tacere Percy. Aveva sentito parlare del ministero da Annabeth (che aveva chiesto informazioni ai suoi compagni Corvonero).
La campanella suonò. La McGranitt prese di nuovo la pergamena della Umbridge.
“Sarete in punizione tutte le sere della settimana, da domani”
“Tutte le sere?!” esclamò Harry.
“Oh perfetto, sono qui da un paio di giorni e sono già in punizione…” sbuffò Percy.
La professoressa sorrise, invitandoli a prendere un altro biscotto.
“Ricordate cosa ha detto la Umbridge al discorso di inizio anno?” chiese.
“Qualcosa sul progresso…” disse Percy, cercando di ricordare le parole che Annabeth gli aveva detto il pomeriggio prima. Quella ragazza era la sua salvezza.ù
“Comunque…il ministero sta interferendo…” disse Harry.
LA McGranitt sospirò.
“Sono contenta che almeno ascoltiate Hermione Granger e Annabeth Chase”



*ANGOLO AUTRICE*
Prima di tutto, mi scuso se questo capitolo è un pò troppo simile al libro...ma quelle parti erano troppo epiche XD
Allora, questa è la lezione del famoso confetto rosa! :D E Percy è già in punizione, ma poverino :,)
Ci si vede alla prossima!
Sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 7
*** Mantelli infuocati e punizioni ***


Il resto del giorno e quello seguente passarono tra le battute di Malfoy e le voci che giravano nella scuola. Ormai tutti parlavano solo di Harry e di come avesse urlato contro la Umbridge.

Era di questo che stavano discutendo Leo e Nico, nella sala comune dei Serpeverde che era al momento vuota.

“Certo che in questo posto sono tutti un branco di pettegoli...” disse Leo, giocherellando con qualche bullone.

Nico annuii, seduto al suo fianco.

“Fortunatamente al Campo Mezzosangue quasi nessuno è così, beh, a parte alcuni della casa di Afrodite...”

Nico guardò il figlio di Efesto con una strana espressione, come se non riuscisse a credere quello che aveva appena detto l'altro.

“Perchè quello sguardo?” chiese quest'ultimo confuso.

“Davvero pensi che al campo non siano pettegoli?”

“Perchè, tu non lo pensi?”

“Ovvio che no! In quel posto nessuno pensa ai fatti suoi, sempre a pensare alle vite degli altri...” Nico si fermò, quando si accorse di starsi infiammando un po' troppo.

“Che vorresti dire... oh” Leo si diede dello stupido per non averci pensato prima. Era da qualche mese che al campo girava voce di una possibile relazione tra Nico e Will, e quasi tutti ne parlavano.

Il ragazzo dai capelli ricci si guardò intorno, prima di chinarsi verso il figlio di Ade.

“A proposito di quella voce che gira al campo... è vera?” chiese, sussurrando.

Nico disse qualcosa di incomprensibile, portandosi le ginocchia al petto.

“Se magari alzi un po' di più la voce, potrei sentirti”

“E chi ti dice che io voglia dirtelo, Valdez?”

“Andiamo Di Angelo, sono due giorni che viviamo nella stessa camera, ormai si potrebbe dire che siamo quasi migliori amici!” esclamò Leo, ridendo.

Nico lo guardò, sospirando.

“Si, è vero” disse, tutto d'un fiato.

“Oh...beh, sono felice per te!”

“G-grazie...” rispose il più piccolo, leggermente stupito.

In quel momento, entrarono alcuni alunni serpeverde del primo anno.

“Ehy Di Angelo, vuoi vedere qualcosa di divertente?”

“Dipende da cosa intendi per divertente, Valdez”

Leo gli fece l'occhiolino, avvicinandosi ai piccoli serpeverde.

“Che ne dite se vi faccio vedere qualcosa di fantastico?” gli chiese.

Loro annuirono entusiasti, e Leo iniziò a fare qualche giochetto col fuoco, come fare il giocoliere con palle infuocate.

I ragazzini lo guardavano tutt'occhi, mentre Nico osservava la scena sperando che non mandasse a fuoco niente. Dopo qualche minuto, quando ormai i piccoli erano completamente catturati da quell' 'esibizione', Draco Malfoy scese le scale del dormitorio. Per qualche secondo rimase leggermente stupito, per poi riprendere il suo solito ghigno.

“E' questo che sanno fare i semidei? Dei giochetti da circo? Mi aspettavo di più...” disse, ridacchiando. Nico dovette concentrarsi per stare calmo, altrimenti avrebbe aperto una crepa mandandolo dritto al Tartaro.

E nel frattempo, a Leo per sbaglio scappò una piccola fiammella, che andò sul mantello del biondo purosangue.

 

Reyna, Hazel, Piper e Annabeth stavano tranquillamente camminando per i corridoi parlando di quanto avrebbero preferito scontrarsi di nuovo contro Gea piuttosto che avere un'altra lezione con la Umbridge, quando videro correre davanti a loro Draco Malfoy col mantello in fiamme, seguito da Leo e Nico che però se la stavano prendendo comoda, come se stessero facendo una passeggiata.

“Dimmi che quello non è opera tua” disse Piper al figlio di Efesto, indicando Malfoy che si era chiuso nel primo bagno che aveva visto.

“Chi ti dice che sia colpa mia...” iniziò Leo.

“Si, è colpa sua” lo interruppe Nico.

“Ma tu da che parte stai?”

“C'era bisogno di infuocargli in mantello?”

“Guarda che ti ho visto che ti stavi trattenendo dall'ucciderlo”

“Hai detto bene, mi stavo trattenendo. Tu invece non ci ha pensato due volte”

Durante quello scambio di battute, Reyna e Hazel spostavano gli occhi da uno all'altro, confuse. Quei due sembravano quasi...amici.

“Ragazzi -l'interruppe Annabeth- ora non serve discutere. Dovete solo sperare che non mettano in punizione anche voi”

“E io cosa c'entro?” esclamò Nico.

“Sicuramente Malfoy farà anche il tuo nome...” spiegò Piper.

 

Nel frattempo, in un'altra parte di Hogwarts, Percy e Harry erano appena arrivati di fronte all'ufficio della professoressa Umbridge. Bussarono,e una voce melensa disse loro di entrare.

Trovarono la professoressa seduta alla scrivania, intenta a bere del thè. Ma la cosa più inquietante era che tutto era di uno stomachevole rosa confetto, mentre sulle pareti erano appesi piattini raffiguranti gatti.

“'Sera signor Potter. 'Sera signor Jackson” disse la professoressa Umbridge, posando il suo thè.

“Buonasera professoressa Umbridge” risposero i due ragazzi.

“Prego, sedetevi” disse la donna, indicando due piccoli tavoli con due sedie abbastanza separati, le uniche cose che non erano rosa in quella stanza. I due si sedettero, guardando la Umbridge in attesa. Questa bevve un altro po' dalla tazzina, poi posò lo sguardo sui due.

“Signor Jackson, lei sistemerà per me dei moduli -iniziò, prendendo una pila enorme di fogli e mettendoli sul tavolo di Percy- mentre lei, signor Potter, riscriverà delle frasi per me. Usi la mia penna” finì, prendendo un foglio rosa e una penna e poggiandoli sull'altro tavolo.

“Non mi ha dato l'inchiostro” disse Harry.

“Non le servirà. Ah, e non voglio sentir volare una mosca”rispose la professoressa, sorridendo.

I primi minuti andarono bene, anche se Percy stava avendo un po' di difficoltà con tutti quei moduli. Ma dopo un po', il figlio di Poseidone notò una strana espressione sulla faccia di Harry. Gli lanciò uno sguardo come a chiedergli se stesse bene. Il ragazzo con gli occhiali annuì, ritornando a scrivere, ma Percy non gli credette molto. Cercò di sbirciare sul foglio rosa, ma la Umbridge lo vide e lo richiamò.

Dopo quelle che sembrarono ore, il rospo rosa chiese a Harry di avvicinarsi e di mostrarle la mano. Il ragazzo obbedì.

“Mh... bene -disse la donna- ma la lezione deve rimanere più impressa. Vi aspetto gli le prossime sere. Ora potete andare”

Percy e Harry salutarono, per poi dirigersi nella sala comune dei Grifondoro. Li trovarono Jason, Ron ed Hermione ad aspettarli.

“Avete sentito cos'è successo oggi?” chiese Ron, appena i due ebbero oltrepassato il quadro.

“No...” disse Harry, confuso.

“Leo ha incendiato il mantello di Malfoy” spiegò Jason, trattenendosi dal ridere.

“Davvero?” esclamò Percy, trattenendo la sua risata in un largo sorriso.

“Si! Io e Frank non c'eravamo, me lo hanno raccontato le ragazze. Hanno detto che Malfoy urlava per il corridoio col mantello in fiamme!”

E con questo, entrambi i semidei scoppiarono a ridere.

“Non c'è niente da ridere secondo me” disse Hermione.

“Non essere così severa. In fondo Leo e Nico si sono solo presi un rimprovero. Piton non punirebbe mai dei Serpeverde”

“Cosa c'entra Nico?” chiese Percy.

“Era con Leo quando è successo il fatto -spiegò Jason- come è andata la punizione?”

“Credevo che sarebbe andata peggio, anche se mi scoppia la testa. Dovevo ordinare dei moduli e negli ultimi minuti l'effetto della pozione per la dislessia è finito. Dovrebbe durare di più di una giornata” disse Percy, sedendosi su una poltroncina.

“Mh, si. Anche a me è andata bene. Mi ha solo fatto scrivere delle frasi”

Restarono qualche minuto a parlare, poi andarono a dormire.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Io non sto ancora ridendo per la scena di Draco col mantello in fiamme, nono ( in realtà si).

Allora, prima di tutto, scusatemi per il ritardo. D'ora in poi no ce ne saranno più u.u

Ma ora passiamo al capitolo: sappiate che io adoro l'idea di un'amicizia tra Leo e Nico *---*, quindi dovrete sopportarmi.

L'idea di Draco in fiamme l'avevo in mente dall'inizio, e finalmente l'ho potuta scrivere :D

La punizione di Percy e Harry è andata piuttosto bene... o no? (chi ha letto Harry potter lo saprà, ma dettagli)

E quindi...alla prossima!

Sciao sciao

-Animalia

 

 

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Capitolo 8
*** Lezioni di Difesa contro le Arti Oscure - parte 1 ***


I giorni seguenti si svolsero sempre nello stesso modo, tra lezioni, battibecchi tra Draco e Leo (fortunatamente senza altre fiamme) e i pomeriggi passati con la Umbridge. O almeno, finchè non arrivò quella mattina.

Era lunedi ed erano tutti a colazione. Hermione stava leggendo un articolo della Gazzetta del Profeta a voce abbastanza alta, mentre Harry, Ron e i semidei l'ascoltavano. L'articolo parlava chiaro: la Umbridge sarebbe diventata inquisitore supremo di Hogwarts, con il diritto di giudicare gli insegnanti e applicare alcune regole per far diventare Hogwarts un posto migliore.

“Un posto migliore...si certo, come no...” borbottò Percy.

“Dovrà assistere alle lezioni?! Seriamente?” esclamò Hazel.

“Scommetto che stamattina ce la ritroveremo alla prima ora nella nostra classe” bofonchiò Ron.

Fortunatamente il rospo rosa non era a Storia della Magia e non venne nemmeno nelle due ore di pozioni, la quale non fu disastrosa come le altre volte, senza contare il fatto che Piton aveva considerato il lavoro generale 'penoso'. I semidei avevano preso tutti una A come voto alle loro pozioni, a parte Annabeth e Reyna che erano riuscite a prendere O, con grande stupore degli altri maghi. Anche se non sapevano come funzionassero i voti, i nove avevano capito che non erano tanto male in queste cose. Sempre se riuscivano a leggere ovviamente.

Hermione però era leggermente arrabbiata: lei aveva preso la sufficienza.

Era di questo che si stava lamentando a mensa, anche se diceva di non voler lamentarsi.

“Hermione, se vuoi sapere quanto abbiamo preso, basta chiedercelo” la interruppe Ron.

“No... ma se volete dirmelo...”

“io ho preso S, contenta?” sbottò il rosso.

“Beh, non c'è niente di cui vergognarsi” intervenne Fred, che era arrivato con George e Lee Jordan.

“Ma S sta per...” cercò di dire Hermione.

“Esatto, Scadente -rispose Lee- sempre meglio di D, ovvero desolante”

Harry ebbe un improvviso colpo di tosse. Percy sospettò che lui avesse preso proprio D e si scambiò uno sguardo d'intesa con Jason. Hermione invece non se ne accorse, concentrata com'era sui voti.

“Il massimo è E, ovvero Eccezionale... poi c'è A”

“No, prima c'è O, Oltre ogni previsione -disse George- ho sempre pensato che io e Fred avremmo dovuto prendere O in tutto, perchè solo il fatto di presentarci agli esami era oltre ogni previsione”

Risero tutti, tranne Hermione, che continuò.

“Bene, dopo O c'è A, ovvero Accettabile, che è la sufficienza”

“Mi stai dicendo che ho preso la sufficienza?! -esclamò Percy- la prima sufficienza nella mia vita!” aggiunse poi contento, facendo ridere tutti i presenti.

“Avete avuto un'ispezione in classe?” domandò poi Fred.

“No, e voi?” rispose Hermione.

“Ad Incantesimi, prima di pranzo” disse George.

“Com'è andata?” chiese Jason.

“Non male. La Umbridge non ha quasi parlato, si è seduta in un angolo a prendere appunti. Poi ha chiesto ad Alicia com'erano di solito le lezioni, e lei ha detto che sono molto buone” rispose Fred.

“Che avete oggi?” chiese poi a Harry.

“La Trelawney... e la Umbridge”

“Allora vedi di controllarti, se perdi un altro allenamento di Quidditch Angelina impazzirà” disse George.

“Già, una settimana penso che sia bastata” disse Percy, scambiandosi uno sguardo con gli altri.

Non ci era voluto molto per scoprire la vera natura della punizione di Harry. La frase 'non devo dire bugie' era ora incisa sul dorso della sua mano, e non sarebbe guarita facilmente.

Per loro sfortuna, la Umbridge era presente a Divinazione. Salutò la Trelawney e, mentre quest'ultima distribuiva i libri, si sedette pochi centimetri dal posto della professoressa di Divinazione.

Per un po' la lezione procedette bene. Dovevano solo interpretare i sogni l'uno dell'altro (cosa che si rivelò molto interessante per i semidei), mentre la Umbridge prendeva appunti.

“Allora -disse dopo un po', avvicinandosi alla collega- da quanto tempo lavora come insegnante?”

“Sedici anni” rispose acidamente la professoressa di divinazione.

L'inquisitore continuò con le domande, fino a quando non chiese di farle una predizione.All'inizio la Trelawney era tibutante, poi se ne uscì con:

“Lei è in gran pericolo” con tanto della sua solita voce d'atmosfera.

La lezione di Difesa contro le Arti Oscure non andò meglio. Hermione, che aveva letto tutto il libro di teoria, tentò di dire la sua opinione su un argomento ma la Umbrudge la zittì, togliendo cinque punti a Grifondoro e iniziando un discorso sul Ministero e gli insegnanti degli anni precedenti. Quando però affermò che Quirrel era stato l'unico insegnante abbastanza bravo, Harry perse il controllo.

“Oh si, Quirrel era un gran insegnante. Peccato che avesse Voldemort dietro la testa” disse.

E fu così che Harry Potter prese un'altra settimana di punizione. La mattina dopo, la cicatrice sulla mano gli sanguinava di nuovo. Dovette anche sorbirsi la sgridata di Angelina e un rimprovero della McGranitt.

Stava per esplodere, se lo sentiva. Ma Harry non aveva capito che tutta la scuola stava per esplodere. La Umbridge infieriva sempre di più nelle lezione senza che Silente potesse farci nulla, Il Ministro della Magia affermava che non c'erano rischi in giro, quando ormai era chiaro che qualcosa di oscuro stava accadendo.

Per questo quello stesso giorno, a pranzo, dopo che la Umbridge aveva esaminato la lezione della McGranitt, Hermione si alzò da tavola puntando verso i tavolo dei corvonero e sedendosi tra Annabeth e Reyna.

“Fammi indovinare: c'è qualcosa che non va e noi dobbiamo rimediare” disse Annabeth.

“Esatto -rispose Hermione- ora vi spiego”

Il resto della conversazione si confuse tra i mormorii degli altri studenti.

 

Era ormai mezzanotte quando Harry uscì dall'ufficio della Umbridge con la mano sanguinante. Si aspettava che fossero già tutti a letto, e invece nella sala comune dei grifondoro trovò Hermione, Ron, Percy, Jason e, con sua grande sorpresa, Annabeth e Reyna.

Hermione gli diede una ciotola con uno strano liquido giallo in cui mettere la mano.

“Quella donna è orribile” borbottò la ragazza.

“Sai Harry, prima che tu arrivassi, stavamo parlando di fare qualcosa” esclamò Annabeth.

“Io avevo proposto il veleno” disse Ron.

“E io l'annegamento” continuò Percy.

“Ma no... dobbiamo fare qualcosa per il pessimo modo in cui insegna”

“Cosa possiamo fare ormai?” chiese il rosso, sbadigliando.

“Beh, veramente... a me, Reyna e Hermione sarebbe venuta un'idea” propose Annabeth.

“Salvati dalle ragazze -sbuffò Jason sorridendo- come i vecchi tempi...” aggiunse poi lanciando un'occhiata a Percy.

“Se per vecchi tempi intendi circa un mese fa... ma prego, illustrateci la vostra idea” rispose il figlio di Poseidone.

Annabeth e Reyna alzarono gli occhi al cielo, mentre Hermione iniziò a spiegare:
“Abbiamo bisogno di imparare la Difesa, in questi tempi. E credo che abbiamo superato la fase in cui impariamo solo dai libri. Abbiamo bisogno di un vero insegnante che ci mostri come usare gli incantesimi”

“Se stai pensando a Lupin...” s'intromise Harry.

“No, lui è troppo impegnato con l'Ordine. Non ci arrivi Harry? Stavo pensando a te

Harry all'inizio pensò che fosse tutto uno scherzo. Ma non poteva esserlo, le loro facce erano troppo serie.

“A me?” sussurrò.

“Si, a te che ci insegni Difesa Contro le Arti Oscure” disse Annabeth.

“Ma io non sono un insegnante...”

“Harry, non importa quel che sai, importa quel che hai fatto!” esclamò Hermione.

“Quel che ho fatto? In che senso?”

Ron sbuffò, iniziando a elencare tutte le imprese di Harry fin dal primo anno.

“Ma quella non era bravura, era fortuna...” cercò di interromperlo Harry, ma il suo migliore amico continuava imperterrito.

All'improvviso Harry si alzò arrabbiato, facendo cadere la ciotola che aveva vicino. Iniziò a parlare di cosa significasse trovarsi faccia a faccia con la morte, saper di poter essere uccisi da un momento all'altro, che cose simili non potevano essere insegnate e che nessuno di loro sapesse cosa si provasse.

“Harry...noi non intendevamo...” cercò di dire Hermione, ma Percy la precedette.

“Ehy amico, calmati. Secondo me hai ragione. E sai perchè ti dico questo? Perchè anche io ho provato le stesse cose. Veder... morire... le persone a te più care e non poter fare nulla, saper di poter morire da un momento all'altro... io so cosa si prova. Non sto qui a raccontarti tutto quel che ho fatto, ti basta sapere che noi – e qui indicò il resto dei semidei- abbiamo sconfitto Gea...”

“Gea?! Intendi quella Gea?! La figlia di Caos?” esclamò Hermione shoccata. Annabeth annui, mentre Percy continuava.

“Ma l'abbiamo fatto insieme, aiutandoci. Abbiamo bisogno del tuo aiuto Harry. Ci penserai?”

Harry si calmò, annuendo leggermente.

“Sei stato bravo, Testa d'Alghe” sussurrò Annabeth a Percy.

“io e lui siamo molto simili...” rispose il figlio di Poseidone.

Alla fine andarono tutti a dormire.


*ANGOLO AUTRICE*
Allora, questa è la prima parte del capitolo vero e proprio, che ho dovuto dividere per ragioni di tempo :D
Ci vediamo domani o dopodomani con la seconda parte!
sciao sciao
-Animalia

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Capitolo 9
*** "Consideralo fatto!" ***


Non parlarono delle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure per due settimane, fino a quando una mattina a pozioni Hermione chiese a Harry se ci avesse pensato. E lui ci aveva pensato, e anche molto.

“Mh... non so... -disse- ricordi che è stata quasi tutta fortuna?”

“E' inutile negarlo, tu sei bravo in difesa contro le arti oscure. Sai fare cose che nemmeno gli adulti sanno fare. Viktor lo diceva sempre”

“Ah si? E cos'altro diceva Vicky?” disse Ron con una punta di gelosia.

“Ron, ora non è il momento. Allora Harry, ci stai?”

“Mh...si. Ma solo a voi due...”

“Beh, devi includere anche quei nove...” disse Ron indicando i semidei.

“E poi, non sarebbe giusto secondo me. Tutti quelli che vogliono imparare hanno il diritto di farlo” disse Hermione.

“Si, ma dubito che molte persone sarebbero interessate. Loro mi considerano un pazzo, ricordi?” sbuffò Harry.

“Io invece penso che ci sarebbero molte partecipazioni... senti, il primo fine settimana di ottobre si va a Hogsmade. Che ne dici di dire a tutti quelli interessati di andare li?”

“Perchè fuori scuola?” chiese Ron.

“Non credo che la Umbridge approverebbe ciò che abbiamo in mente”

 

L'orologio ticchettava nella sala comune dei tassorosso, scandendo le dieci di sera, mentre Piper, Hazel e Frank cercavano di finire i compiti, aiutati da Felcy.

“Perchè abbiamo lasciato Divinazione per ultima?! L'effetto della pozione sta finendo!” si lamentò Piper, incrociando le braccia sul tavolo e poggiandoci la testa sopra.

“Non potete prenderne un'altra?” chiese Felcy, ricopiando in bella i suoi appunti.

“Il professor Piton dice che ci farebbe male, tipo vomito o altro..” sbuffò Frank.

“Io non sopporto questa materia. Non è solo difficile, ma anche non veritiera! Molto probabilmente un figlio di Apollo ne sa di più su profezie e altro rispetto a questo libro.” esclamò Hazel, alzando gli occhi al cielo.

“Apollo? E' una divinità, giusto?” chiese Felcy con occhi curiosi.

“Si, dio del sole, delle arti, delle profezie e bravissimo arciere.” le rispose Piper. La strega tassorosso annuì con occhi brillanti.

“Se vuoi chiedere altro, dici pure.” disse Hazel, ricnoscendo quello sguardo.

Felcy sembrò timorosa, ma poi prese un grosso respiro, iniziando a parlare.

“Dove vivono i semidei? E gli dei? Avete incontrato i vostri genitori divini? Come fanno i mortali a non accorgersi di niente? Com'è essere semidei?”

I tre sbatterono gli occhi, scossi da quella raffica di domande. Poi sorrisero, mettendo da parte i libri.

“Allora, questa è la parte più strana. Gli dei, ovviamente, non sono più sul monte Olimpo. Sono sull'Empire State Building, al 600° piano, che può essere visto solo dai semidei.” rispose Piper sussurrando.

“Noi alloggiamo in estate al Campo Mezzosangue per i semidei Greci, al Campo Giove per i semidei Romani. Ma chi vuole può rimanere li per il resto dell'anno, sono i posti più sicuri.” continuò Hazel.

“Abbiamo visto i nostri genitori divini, ma credimi, non sempre è piacevole. E i moratli non si accorgono di niente grazie a una specie di nebbia magica chiamata foschia.” concluse Frank.

“Che io so creare.” aggiunse con fierezza Hazel, ridendo.

Felcy aveva gli occhi pieni di gioia e stupore e ascoltava tutto attentamente.

“Si, ma non avete risposto all'ultima domanda: com'è essere semidei?”

Gli occhi dei tre si federe un po' più tristi, ma cercarono di sorridere.

“Alcune volte sono felice di esserlo. Altre volte vorrei non aver mai ricevuto questo dono. Ognuno di noi cerca di vivere una vita normale, ma non sempre ci si riesce. Quando poi hai sulle spalle delle grossi responsabilità, ti senti come schiacciato. E ci sono momenti in cui non puoi aiutare i tuoi amici, ma solo guardare mentre rischiano...” Piper non riuscì a finire la frase e si coprì la bocca per soffocare un singhiozzo, mentre Hazel l'abbracciava.

Felcy perse la sua espressione allegra, sostituendola con una malinconica.

“Io...credo di dovervi raccontare una cosa...”

Non fu facile per lei parlare di Cedric Diggory. Non avevano frequentato lo stesso anno, ma erano amici. Decise di raccontare tutto dall'inizio, dal loro incontro quando l'aveva aiutata coi compiti di erbologia, fino al labirinto al torneo Tremaghi. Raccontò del Ballo del Ceppo, di Cho, di come non fosse caduto moralmente scegliendo di aiutare Harry e di come si fosse savrificato. Disse che lei credeva a Harry, sapeva ciò che Cedric avrebbe fatto in quella situazione.

Alla fine aveva le guance bagnate e un sorriso amaro.

Hazel, Frank e Piper avrebbero voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma Nico, Leo, Reyna e Jason entrarono all'improvviso nella sala comune dei tassorosso, attirando la loro attenzione.

“Quando vi ho detto il modo per entrare, non mi aspettavo di certo che piombasse qui all'improvviso oltre il coprifuoco.” esclamò Piper. Fortunatamente, gli altri erano già nei loro dormitori.

“Dobbiamo dirvi una cosa importante.” disse Reyna, seriamente.

“E c'era bisogno di quattro persone?” chiese Frank. Jason sospirò.

“Saremmo dovuti venire io e Reyna, ma abbiamo incontrato questi due per la strada.” disse, indicando Leo e Nico.

“Che ci facevate nei corridoi a quest'ora?” chiese Hazel, guardando i due serpeverde come una madre guarderebbe i due figli rientrati con mezz'ora di ritardo.

“Non guardare me, è stata una sua idea e mi ha trascinato!” si difese Nico.

“Però non hai opposto resistenza!” esclamò il figlio di Efesto.

“Ti ho urlato contro!”

“BASTA E ASCOLATE!” sbottò Reyna. Si guardò intorno, e iniziò a raccontare il piano suo, di Hermione e di Annabeth.

“Se ci scoprissero potremmo essere espulsi.” disse Hazel.

“Penso che sia un rischio che bisogna correre.” esclamò Frank, sorridendole.

“Dovete parlarne solo a persone fidate, che lotterebbero con determinazione.” disse Jason.

“Penso di sapere a chi parlarne.” rispose Piper, lanciando un'cchiata a Felcy che era stata lasciata in disparte.

Si dissero il luogo e l'orario dell'incontro, poi gli altri uscirono velocemente, così come erano entrati.

“Ah, voi due -esclamò Reyna a Leo e Nico, prima che si dividessero per andare ognuno al proprio dormitorio- cercate di tenere Malfoy fuori dai nostri piani.”

“Consideralo fatto!” la rassicurò Leo, facendole l'occhiolino. La figlia di Bellona alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Allooora, ci sono molte cose che devo dirvi:

  1. ogni volta che dico che aggiornerò presto, per cause maggiori mi è impossibile, quindi ora non dirò niente.

  2. Questa non è la vera sconda parte del capitolo, diciamo che è un intermezzo e che la seconda parte arriverà nel prossimo capitolo.

  3. Perdonatemi per il capitolo corto, vi prego.

  4. Purtroppo o per fortuna, nella mia testa c'è tutta una linea della storia con la Leyna e un'amicizia Leo/Nico. Perdonetemi.

  5. Niente, ci vediamo alla prossima!

    Sciao sciao

    -Animalia

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