Can I Be Your Line?

di Angiuz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** One ***
Capitolo 3: *** Two ***
Capitolo 4: *** Three ***
Capitolo 5: *** Four ***
Capitolo 6: *** Five ***
Capitolo 7: *** Six ***
Capitolo 8: *** Seven ***
Capitolo 9: *** Eight ***
Capitolo 10: *** Nine ***
Capitolo 11: *** Ten ***
Capitolo 12: *** Eleven ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Harry era stanco. Stanco di quello stupido paesino: la mentalità  chiusa e l'arretratezza lo avevano portato alla esasperazione.
Il suo unico obiettivo era andarsene: voleva lasciarsi tutto alle spalle, tra cui il suo ex ragazzo, l’unico che gli aveva fatto provare la vera definizione di amore e, sfortunatamente, anche della parola “tradimento”. L’aveva sorpreso a letto con un altro mentre tornava a casa con una bottiglia di spumante per festeggiare il loro anno insieme.
Nick. Nick era il suo nome. Un nome che non avrebbe più voluto sentire e una faccia che non avrebbe più voluto vedere. Ma la cosa che gli aveva fatto più male era che oltre al danno si aggiunse la beffa: invece di giustificarsi e cercare un modo di tenersi stretto il riccio, quel traditore gli aveva riso in faccia non appena Harry gli chiese spiegazioni con mille e più frammenti di vetro di bottiglia a terra e spumante appiccicoso ai piedi, dicendogli beffardamente: «Grazie per il passatempo bimbo, ma non ho altro tempo da perdere a fare il babysitter!» spingendolo fuori l’appartamento ridendo.
Harry scappò, corse con tutto il fiato che aveva verso quel parco che dava spazio ad un panorama mozzafiato, quel posto che ormai riteneva suo, si fermò di colpo e con tutto il fiato che aveva ancora nei polmoni urlò, urlò fortissimo.

Era passato un  mese da quel fottuto giorno e Nick non si era fatto vivo, segno evidente che non si era pentito di quello che aveva fatto.
Harry dovette accettare così la triste realtà, che si era presentata ancora una volta in modo troppo crudele.
Continuava ogni giorno a ripetersi: “Era ubriaco. Era solo ubriaco”, ma dovette arrendersi. Nick non l’aveva mai amato e pensandoci, non l’aveva neanche mai dimostrato, se non nei loro momenti più intimi. Ma se per Harry quello era amore, per Nick era solo divertimento. Ma il riccio l’aveva capito troppo tardi e un altro uomo che credeva fondamentale, lo aveva ferito e deluso.
Ora erano due gli “uomini” che lo avevano abbandonato.

Era a quei due uomini senza coraggio, senza onore che pensava mentre si decideva ad abbandonare tutto ciò che ricollegava a loro. Gli venne un senso di vomito.
Doveva andarsene, doveva stare bene.
Così mentre faceva qualche ricerca su l'università che avrebbe dovuto frequentare da lì a pochi mesi, una città catturò la sua attenzione: Edimburgo.
Non sapeva cosa realmente lo attirava, forse il nome, forse la Scozia, o forse il fatto che anche essendo una grande città era tranquilla, nonostante la sua apertura alle diverse culture. Era diversa e forse per quello che decise di frequentare l’Università proprio lì, a lui non erano mai piaciute le cose tutti uguali, gli stereotipi e la chiusura. Lui amava la diversità, la libertà e la felicità che ne conseguiva.
Era curioso di scoprire nuove sensazioni ed emozioni che in nel paesotto dove era cresciuto non aveva mai potuto vivere.
E poi sarebbe stata un ottimo movente per ricominciare. Harry voleva una nuova vita.
 
Fu così che riuscì a convincere sua mamma Anne e sua sorella Gemma a continuare i suoi studi in Biotecnologie in Scozia, cosciente del fatto che lo avrebbero appoggiato in ogni sua decisione; non che fosse un bambino viziato, ma sapeva che gli avrebbero fatto fare qualsiasi cosa che potesse renderlo felice. E poi aveva già trovato sistemazione: suo cugino irlandese, Niall, viveva lì da qualche anno con il suo coinquilino e migliore amico Liam, i quali lavoravano insieme in un’agenzia come modelli. Appena gli aveva detto della sua intenzione di trasferirsi ad Edimburgo, il biondo non aveva esitato a invitarlo a casa sua, informandolo di una stanza libera pronta ad ospitarlo.
Da quel momento tutto ciò che aveva desiderato era a portata di mano e niente e nessuno avrebbe potuto ostacolarlo.
 
 Giovedì 27 Agosto 2015, ore 9:00. Aeroporto di Manchester
Harry era appena arrivato in aeroporto dopo mezz’ora di viaggio in autobus, il rilassante rumore della pioggia non aiutava di certo a rimanere lucido, conseguenza di una notte insonne dovuta all'ansia, unica costante della vita del riccio.
Non era la prima volta che prendeva un aereo, ma non aveva mai intrapreso un viaggio da solo e questo lo allarmava un po'. Aveva appena varcato la soglia, oltrepassando quella linea invisibile che lo separava dal passato al futuro e mai come prima d'ora si era sentito forte e felice.

Da quel momento non sarebbe più stato il "frocio" che tutti insultavano, nessuno più lo avrebbe guardato con disprezzo, come ormai la gente del suo paesino faceva da anni.  Da quel momento non sarebbe stato più il figlio da proteggere, il figlio senza padre, se padre poteva essere chiamato, visto che aveva abbandonato lui, Gemma e sua mamma dopo aver trovato una nuova donna con cui spassarsela. Non sarebbe più stato l’ex ragazzo di quell’uomo schifoso. Pensò a Nick e al padre. Sorrise: loro erano il passato.

Non sarebbe stato più l'Harry che aveva conosciuto lui stesso, sarebbe stato diverso.
Da quel momento sarebbe stato solo Harry. Harry Styles e basta.

Lesse sul tabellone il gate e l'orario di partenza del suo volo, così da dirigersi sorridente verso il proprio gate, non prima di aver fatto una sosta alle toilette.

"Manchester-Edinburgh ore 10:30, Gate A26"

Passò dai controlli senza problemi e poté dirigersi verso il bus che lo avrebbe portato all'aereo che attendeva i suoi passeggeri.
Fortunatamente il suo posto era quello accanto al finestrino,  ci aveva sperato molto: non vedeva l'ora di fare foto al panorama stupendo che di lì a poco si sarebbe presentato ai suoi occhi
Accanto a lui si sedette una signora sulla cinquantina, stretta nel suo completo azzurro e un sorriso stampato in faccia che lui ricambiò con tanto di fossette.

«Ciao bel giovane! Fortunatamente o sfortunatamente per te sarò la tua vicina di posto per questo viaggetto di un’ora» disse ridendo «Mi chiamo Kate, posso chiederti perché un bel ragazzo come te fa un viaggio tutto solo?»

“Le solite vecchiette curiose e pettegole, aaah!” penso tra sé il riccio, ma buono com’era non s’azzardò a rivolgersi male alla signora, quindi decise che per un’oretta avrebbe sopportato un interrogatorio degno di un capo di FBI solo per non far rimanere male Kate.

«Oh buongiorno signora Kate, intanto lasci che mi presenti! Mi chiamo Harry» disse il ragazzo porgendole le mano, gesto che la signora ricambiò in fretta non prima di aver esclamato «Può darmi del tu e mi chiami soltanto Kate, quel “signora” mi fa sentire vecchia!» disse alzando gli occhi al cielo.

«Oh, va bene Kate. Faccio questo viaggio da solo perché devo trasferirmi, in pratica ad Ottobre inizio a frequentare l’Università ad Edimburgo. E’ una sorta di cambio drastico di vita» spiegò il riccio.

«Bello! Bello davvero. Un giovane ragazzo come te che lascia tutto per andare a studiare lontano da casa, tu sì che sei forte come i giovani dei miei tempi! Ormai non se ne trovano tipi così in giro. Tanto che pensavo fossero estinti!» disse Kate accompagnando l’ultima esclamazione con una grossa risata che coinvolse anche Harry.

«Grazie Kate!» rispose il ragazzo con un grande sorriso.

«Chi è la fortunata che ti ha al suo fianco?» s’azzardò a dire la signora.

«Ehm, non ho ancora trovato qualcuno che restasse al mio fianco, per la verità» replicò lui.

«Non ci credo, stai scherzando! Un ragazzo così bello, Dio mio! Ditemi come si fa!?!» esclamò Kate sorpresa. «Magari potrei presentarti mia nipote, ha 11 anni, ma crescerà…»

«No no, Kate. Per ora sto bene così, non preoccuparti. Magari un’altra volta.»

«Dimmi chi è quella sgualdrina che ha osato spezzare il cuore di questo bel ragazzo!» disse lei con tono minaccioso.

«E’ una lunga storia, guarda. Non credo di farcela a raccontartela» sussurrò il riccio.

«Ho capito, non vuoi raccontarmi nulla. Ma va bene così, comunque, qualsiasi cosa ti abbia fatto sappi che non ha capito nulla della vita!» disse la signora appoggiando la mano sulla spalla del ragazzo, il quale sorrise ringraziandola.


Estrasse fuori dalla tasca il suo mp4, regalo di compleanno ricevuto da parte della mamma a 14 anni. Mise riproduzione casuale, aspettando che le note di una canzone ancora ignota al ragazzo iniziassero a suonare. Chiuse gli occhi, ansioso di atterrare nella città dove riponeva la speranza di una vita migliore mentre Same Love risuonava come un sussurro nelle sue cuffiette azzurre.

“Si prega la gentile clientela di allacciare le cinture di sicurezza: stiamo per atterrare. Grazie per aver scelto British Airways!” avvisò la voce del copilota: l’oretta di volo era giunta al termine.

«Sei stupenda Kate! Alla prossima» disse Harry salutandola con due baci e scendendo dalle scale.

Finalmente potette calpestare il suolo scozzese: non era mai stato così felice. Avrebbe voluto abbassarsi, inginocchiarsi e baciare la terra se possibile, ma non lo fece: gli bastò guardare la scritta “Edinburgh” e aveva già capito che da lì a poco nulla sarebbe stato come prima.
 



Note d'autore

Ciao belle! Siamo Angi e Liuz, due cugine che in un momento di noia hanno deciso di intraprendere questo nuovo percorso.
Infatti è la nostra prima storia e abbiamo un po' di paura di come potrebbe presentarsi, quindi se ci lasciaste un vostro parere ne saremmo veramente grate!
Questo prologo è l'inizio di tutto: come pensate che Harry si troverà nella nuova città? E chi incontrerà?
Harry, come abbiamo visto, è un ragazzo intelligente, gentile ma ricordatevi che è soprattutto deluso (questo è un particolare molto importante, quindi tenetelo a mente!).
Un bacio e alla prossima, All the love. xx
Siamo anche su wattpad, ragazze :)
Per qualsiasi chiarimento non esitate a contattarci!

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Capitolo 2
*** One ***


HARRY

La prima cosa che feci appena fuori dall’aeroporto fu estrarre il telefono, ancora spento, dalla tasca dei miei jeans scuri. Quando l’accesi notai che c’erano due chiamate perse, entrambe ricevute da mia madre circa dieci minuti prima dell’atterraggio. La richiamai subito:  volevo riascoltare la sua voce cristallina di cui provavo già una certa nostalgia.

«Tesoro, allora? Come va? Tutto bene il viaggio?» chiese mamma, con il suo solito e ovvio tono preoccupato, mentre sorridevo pensando alla sua agitazione.

«Mamma, calma. Il viaggio è andato benissimo, pensavo peggio.»

«Oh, mi fa piacere. Ora ti incontrerai con Niall?» si informò lei.

«Credo proprio di si, sono un po’ stanco. Ora è meglio che vada. Ciao mamma!»

Sospirai. Il primo punto:  arrivare sano e salvo a Edimburgo, era fatto. Ora dovevo solo avvisare mio cugino e aspettare che venisse a prendermi dall’aeroporto.
Inviai così, un messaggio al biondo.


Hey, Nì. Sono Harry, sono arrivato. Passi a prendermi  x?  
ore 12:15 pm



Nialler:

Arrivo bro x
ore 12:17 pm



Alzai lo sguardo dal mio cellulare e notando una panchina libera, decisi di sedermi su.
Non potei non notare una famiglia che prendeva posto proprio sulla panchina di fronte alla mia. Madre, padre e un figlio. Stavano ridendo per la faccia buffa che aveva fatto il piccolino.

Famiglia. L’idea di formare una famiglia dopo l’università mi alleggiò in mente: vivere nella stessa casa con la persona più importante di qualsiasi cosa al mondo, insieme a qualche bambino o bambina.
Sarebbe stato il massimo. Mi sarei preso cura di loro, non li avrei delusi o abbandonati come aveva, invece fatto mio, per quel che può essere ancora considerato, padre.

Fui riscosso dai miei pensieri nel momento in cui sentii  qualcuno che mi abbracciava da dietro e mi stava sfondando il timpano, urlando «HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRY!!!».

«Il mio povero orecchio» borbottai, portando le mani a coprirsi la parte dolorante. Niall scoppiò in un’allegra risata che coinvolse tutti.

«Niall! Che bello rivederti, come stai?» chiesi ricambiando l’abbraccio del biondo.

«Mi sei mancato, Tigro. Tutto bene, tu?» esclamò Niall, ridendo sotto i baffi.

«MA… TI RICORDI ANCORA QUEI SOPRANNOMI?»  urlai.

«Come potrei mai dimenticarli? Comunque tutto bene» continuò Niall ridendo.

Solo in quel momento notai la presenza di un altro ragazzo vicino a Niall, leggermente più alto di quest’ultimo: aveva i capelli castani abbastanza corti ai lati e alzati in un ciuffo al centro, occhi color nocciola e l‘osservai abbastanza per notare anche una voglia sul collo. Oggettivamente era un bel ragazzo.

Niall, accortosi di quel momento di imbarazzo, disse: «Oh, non vi ho presentato, che sbadato. Harry, lui è Liam, il mio coinquilino. Liam, lui è Harry, mio cugino.»
E ci stringemmo la mano, molto educatamente.  Mi sembrava un ragazzo apposto.
«Bene», continuò il biondo, «torniamo a casa dai».
Così, ci incamminammo verso la macchina.

Ero felice, mi guardai attorno: il cielo sereno, gli alberi, i gabbiani che volavano in cielo, i taxi neri parcheggiati, l’aria che respiravo. Era tutto così irreale. Finalmente avrei vissuto la vita che avevo tanto desiderato. Quello era il principio, il principio di tutto.

Dopo aver messo le valigie nel portabagagli, mi sedetti sui sedili posteriori. Il biondino si mise alla guida, affiancato dall’amico Liam mentre io guardavo, incredulo e affascinato, la città dal finestrino.

La strada principale che stavamo percorrendo era piena di vita, traffico di automobili, taxi, bus e tram che correvano spediti. Una marea di persone, turisti o del posto, intenti a spostarsi da una parte all’altra della città.

Rimasi ammutolito davanti al panorama che mi si presentava man mano che andavamo avanti. Chiese di epoca molto antica in stile barocco, palazzi storici, monumenti importanti, tutte cose che, fino a quel momento, avevo potuto solo sognare. Era tutto così diverso dal mio paesino.

Molte volte ero finito su Internet, cercando immagini relative a Edimburgo, pensando  “E’ troppo bella, wow!”.  Ma neanche le immagini su internet rendevano giustizia a ciò che mi si presentava davanti.

Il sorriso che mi nacque in quel momento forse fu uno dei veri sorrisi che feci dopo tanto tempo.


«Allora Harry, che si racconta da quelle parti? Come sta la tua famiglia?» chiese Niall per rompere il ghiaccio, mentre svoltava a destra.

«Mh, niente di che, è tutto okay. E a te? » risposi subito, risvegliandomi dai miei pensieri.

«Va a gonfie vele, non mi posso lamentare! Pronto per l’università?» esclamò sorridente mio cugino.

«Che corso di laurea frequenterai all’università?» chiese con un po’ di timidezza Liam, stupendomi.

«Studierò Biotecnologie e comunque sì, credo di essere pronto, credo…»

Liam si voltò verso di me e «Dai, vedrai che andrà tutto bene!» mi disse con un sorriso.

«Speriamo, va! Quindi entrambi vi siete sistemati in un’agenzia di modelli?» chiesi cercando di mantenere vivo il dialogo.

«Sì, hai un cugino sexy, che ci vuoi fare?» rispose Niall con uno sguardo malizioso che provocò l’ilarità di tutti. Non era cambiato di una virgola.

«Comunque sì, ci pagano bene e a noi non dispiace fare questo lavoro» rispose Liam «Niall, lasciami in piazza, Sophia mi sta aspettando lì»

«Okay, Lee!» rispose lui e qualche traversa dopo infatti, Niall si fermò vicino una piazza abbastanza grande gremita di gente e Liam, dopo averci salutato, uscì dalla macchina, andando incontro ad una ragazza che purtroppo non riuscii a vedere molto bene.

«E’ la sua ragazza?» chiesi incuriosito.

«Sì, si chiama Sophia ed è anche lei una modella. Infatti è stata proprio lei ci ha consigliato di entrare a far parte di quell’agenzia.»
Annui sorridendo, davvero felice per loro.

«Da quanto stanno insieme?» chiesi.

«Mh, fra un mese fanno due anni.»

«Cavolo, due anni, è tanto» esclamai sorpreso.

Niall ridacchiò prima di urlare eccitato «Siamo arrivatiii!»

«Yuhuuu!» urlai ridendo alzando un pugno in aria.

Il biondo accostò la macchina vicino ad una casa a due piani, con un giardino abbastanza curato ai due lati della porta d’ingresso. Passammo dal vialetto colmo di fiori e Niall aprì la porta d’ingresso bianca, perfettamente coordinata al colore marrone chiaro dei mattoni dell’esterno della casa.

«Aspetta che ti aiuto con le valigie, riccio!» esclamò Niall e prendendo due delle mie valigie.

«Grazie mille, non ce la facevo da solo» risposi. Appena entrato nell’appartamento notai un attaccapanni vicino la porta e delle scale che portavano al secondo piano.  

«Signori e signori, mi chiamo Niall e sarò la vostra guida per questi dieci minuti. Vi farò vedere tutta la casa di un famoso strafigo biondo!» disse con tono da perfetta guida turistica Niall.

«Oddio, non vedo l’ora!» esclamai ridendo, continuando la scenetta messa in atto da Niall.

«Mi segua, signor Styles» disse Niall accompagnandosi con un inchino, provocandomi una grossa risata.

A sinistra c’era un salotto abbastanza grande, un piccolo tavolino di legno al centro con sopra una confezione di caramelle alla frutta, una libreria con libri di qualsiasi genere, due divani: uno piccolo per due persone e un altro a L, tutti di colore rosso mentre le pareti erano di un classico bianco. Inoltre c’era un camino stile classico posto tra la televisione e la libreria, con sopra  foto di Niall da bambino e con Liam, le altre erano di Liam con una ragazza, probabilmente Sophia.

A destra delle scale c’erano due stanze: la cucina e il bagno. La cucina non era molto grande, un  piccolo tavolo era posto accanto parete e di fronte vi era una cucina fornita di tutto ciò che può essere utile in campo culinario.

Tutte le stanze avevano una finestra che permetteva alla luce di illuminare l’interno della casa, anche al piano superiore dove c’era un altro bagno e tre stanze da letto.

Quella a me destinata era tutta blu con le varie sfumature. Blu: il mio colore preferito. Non mi sarebbe potuta capitare stanza migliore!

«Questa è la tua stanza, spero ti piaccia!» esclamò felice il biondino.

«Davvero bella, grazie mille per questo giro turistico!» risposi sinceramente, abbracciando il cuginetto.

«Mi fa piacere! Oh, ma sono già le otto! Per le nove dovrei uscire con Liam e Sophia, vuoi venire con noi o preferisci stare qui?» domandò Niall, sperando che uscissi con loro.

Credo che Niall fosse felicissimo: avremmo finalmente passato tanto tempo insieme, sembrava quasi un sogno.
Ero stato (e lo ero ancora) una delle persone fondamentali della sua vita: un fratello, un migliore amico, una parte di sé. Purtroppo poi Niall dovette ritrasferirsi in Irlanda dopo il divorzio dei suoi genitori.
Appena compì 18 anni decise di trasferirsi ad Edimburgo per frequentare l’università, ma ci rinunciò dopo qualche mese. Cercò casa e il destino volle che dividesse un appartamento con un ragazzo sempre sorridente, serio e a volte un po’ troppo sulle sue: Liam.
Inutile dire che il carattere allegro e socievole del biondo colpì Liam e diventarono bene presto migliori amici. Dopo che Sophia, la ragazza di Liam, aveva proposto ai due di provare a fare un casting all’agenzia di modelli con «Due fighi come voi non possono sfuggire così!», furono assunti e lavoravano ormai da un anno. Così dopo anni che ci sentivamo solo tramite dei telefonini, finalmente ci eravamo rincontrati e l’emozione era visibile sul volto di entrambi.

«Certo, Pimpi» risposi. Iniziammo a ridere, pensando all’origine di quei strani nomignoli che ci eravamo dati quando eravamo piccini.

*Flashback*

«Guardiamo Winnie the Pooh, ti pregooooooo Nì
» supplicai, quasi in lacrime.

«E va bene, Tigro
» rispose Niall, prendendomi in giro.

«Hey, non sono Tigro, sono Harry
» replicai offeso.

«Ma guarda che faccia! Assomigli tanto a Tigro, lo sai?
» rispose il mio cuginetto, intenerito forse dalla mia faccina con il broncio.

«Davvero? Wow
» esclamai stupito «E tu somigli a Pimpi» continuai.

«Ah sì? E perché?
» chiese curioso il biondino mentre cercava di mangiare quante più patatine poteva contenere la sua minuscola bocca, cercando di capire il paragone.

«Perché sei un maialino, guardati!» e scoppiammo a ridere, con quella spensieratezza che solo i bambini di 6 e 7 anni potevano avere.



Dopo aver  fatto una bella doccia calda, indossai un paio di skinny neri, i miei inseparabili stivaletti e una t-shirt bianca.

«Sono prontoooo!» urlai poco dopo.

Niall si affacciò alla porta, pronto per uscire, in jeans, adidas bianche ai piedi, una canotta bianca e una camicetta celeste aperta.

«Ci siamo fatti belli, Horan! Tutte cadranno ai tuoi piedi, sono geloso eh» scherzai.

Niall sorrise, divertito «Dai, andiamo! i piccioncini ci stanno aspettando giù.»

Scendemmo così le scale e trovammo la deliziosa coppietta seduta sul divano che, appena ci notarono, si alzarono in piedi e si avvicinarono a noi.

«Harry, lei è Sophia, la mia ragazza. Sophia, lui è il cugino di Niall, Harry» così Liam mi presentò la sua ragazza e solo allora potei osservarla meglio: indossava dei pantaloni bianchi a vita alta, un top nero e delle scarpe basse aperte nere. Aveva i capelli lisci come la seta, castano chiari e degli occhi chiarissimi. “Che bella coppia” pensai, sorridendo, mentre stringevo la mano alla ragazza.

«Bene, andiamo» esclamò Niall e gli altri annuirono.
Uscimmo dalla casa e subito fui rapito dalle luci che illuminavano quella città.
«Cavolo, Edimburgo è bellissima!
» sussurrai.

«Eh già, davvero bella. E non hai visto niente! Domani ti porto in giro per la città, se ti va» disse Niall, immaginando già la mia risposta.
E io felice come un bambino «Siii, non vedo l’ora!» esclamai.

«Prendiamo il bus ragazzi, non ci conviene prendere l’auto» disse Liam e così ci dirigemmo verso la fermata del bus, il quale arrivò dopo pochi minuti.

«Ecco il 37! Questo è il bus che porta in centro» mi informò Niall.


Entrammo in un pub che si trovava più o meno in centro. L’esterno era davvero carino: aveva dei tavoli attorno ai quali c’era molta gente a bere drink di qualsiasi genere.
Alzai gli occhi e lessi l’insegna : “Theatre Royal Bar” scritto in stampatello color oro sullo sfondo in legno nero, attorno ad essa vi erano piante con fiori lilla che rendevano il locale davvero accogliente. Sopra all’insegna vi erano quattro omini, anch’essi in legno che suonavano delle chiarine.

Appena entrati, la prima cosa che notai furono i lampadari di cristallo affissi al soffitto. All’interno del locale vi era un piano bar centrale in legno massello scuro, e alle pareti vi era una raccolta di manifesti di spettacolo o di band musicali autografati, alcuni dei quali vecchi di decenni. Disponeva di un vero e proprio tesoro di storia del teatro.

Il Theatre Royal era spettacolare.

«Theatre Royal, aaah Harold, l’amerai anche tu! Hey, Zayn. Come va?» Niall subito salutò il moro dietro il bancone che era intento a riempire un boccale di birra a qualche cliente.

«Niall! Tutto bene, dai. Oh, lui è tuo cugino?» domandò il moro.

«Sì, lui è il famoso Harry di cui ti parlavo. Harry, lui è Zayn, un mio amico» fece Niall presentandoci e porsi la mia mano che lui afferrò con una stretta di mano decisa.

«Il moretto è niente male» pensai a primo impatto.  Zayn era di una bellezza disarmante: occhi ambrati, capelli neri come la pece, con il suo accenno di barba, tatuaggi che gli contornavano il le braccia, e quel fascino medio orientale che sicuramente faceva impazzire tutti.

«Harry, prendi qualcosa?» mi chiese il barista.

«Solo un analcolico alla frutta, grazie» risposi. Niente più alcolici per un po’, dato che l’ultima sbronza mi era finita male. Il giorno dopo non avevo fatto altro che vomitare l’anima e non volevo riprovare quell’esperienza, anche se in maniera più minuta.

Liam e Sophia erano seduti attorno ad un tavolo di legno, su delle poltroncine in pelle e io e Niall, dopo aver preso le nostre ordinazioni, ci accomodammo accanto alla coppia.

«Quindi ti sei trasferito qui per l’università?» domandò la ragazza, continuando a sorseggiare il drink arancione che gli aveva portato poco prima Zayn.

«Sì, poi avevo voglia di cambiare aria…Non riuscivo più a vivere nel mio paesino» risposi.

«Oh, capisco. Molto meglio qui, è un posto tranquillo nonostante sia una grande città!»

«Infatti, ho notato. Mi piace molto: la prima impressione su questa città è stata molto positiva.»

«Che cosa studierai?» chiese ancora la ragazza, curiosa.

«Biotecnologie» risposi.

«Oh cavolo! Anche Zayn, il barista dico, studia Biotecnologie all’università. Cioè deve iniziare anche lui quest’anno, ha deciso di frequentare da quest’anno.»

«Wow! Quindi molto probabilmente frequenteremo il corso insieme!» dissi eccitato, mentre rivolgevo un mezzo sguardo al moro al di là del bancone intento a preparare drink a due clienti.

«Già! Hai già trovato un compagno esclamò Niall «Visto?»


La serata passò tranquillamente e io mi sentii sempre più a mio agio con i nuovi: Liam e Sophia erano di ottima compagnia.

«Harry, sarai stanchissimo, è quasi l’una! Dai almeno noi andiamo a casa, domani ci dobbiamo svegliare anche presto»  esclamò Niall.

Annuii: ero un po’ stanco, il viaggio mi aveva un po’ scombussolato, ma non mi era dispiaciuta affatto quella serata. Mi ero divertito molto con mio cugino, avevamo riso e scherzato tutto il tempo e inoltre avevo conosciuto Zayn, mica roba da poco. Salutammo quest’ultimo non prima di aver rassicurato Liam e Sophia che il 37 sarebbe passato dopo pochi minuti.

«Divertitevi! Ciao, Payno, ciao Sophia» salutò il biondo, con un sorrisone, la coppietta. Feci lo stesso, salutandoli con la mano  e un «Ci vediamo!».

Non appena arrivammo a casa mi svestii, indossai il pigiama e prima di spegnere le luci sentii il telefono vibrare.

«Sarà Gemma sicuramente» pensai. Aprii il messaggio e infatti era lei.

Gems:
Buona fortuna piccolo! Vedrai che andrà tutto bene. Sii felice. xx
ore 01:32 am


Sorrisi. Iniziava un nuovo capitolo per me.




Note d'autore

Eccoci! Questo è il primo e vero capitolo della storia dove Harry arriva in città e si sistema in casa del cugino Niall e dell'amico Liam. Quindi ci sono due nuove e bei personaggi! Inoltre abbiamo introdotto la figura della dolce ed estroversa Sophia (che amiamo tantissimo!) e del bel moretto Zayn, il quale sarà un personaggio determinante!
Come vi sembra il nostro e caro Harry? Come si evolverà la situazione? Ehehehe ci si vede al prossimo aggiornamento!

Intanto ringraziamo tutti coloro che hanno letto il nostro capitolo e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ ricordate. Non sapete quanto ci rendete felici anche solo con una visita! 
Per qualsiasi chiarimento non esistiate a contattarci!
Ci trovate anche su Twitter e Wattpad con il nick @STYLINSON10s.
E a tutte voi lettrici silenziose, fatevi sentire! Il vostro parere è importantissimo!!!

Alla prossima, all the love xx

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Capitolo 3
*** Two ***


HARRY

Ok, sì che ero contento di vivere finalmente ad Edimburgo in pace con me stesso lasciando il mio dolore alle spalle, ma svegliarmi di soprassalto sentendo qualcuno che si butta a peso morto sulla mia schiena gridando «Buooooooooooooongiorno Tigro!» non era uno dei miei obiettivi, ecco.
Si poteva notare di certo che mio cugino fosse eccitato e contento nell’avermi tra suoi piedi, come d’altronde lo ero anch’io, se evitiamo certi risvegli traumatici, ovvio.
Ma gli volevo bene.

«Buongiorno maialino! I tuoi risvegli sono stati sempre i miei preferiti. Mi hai spezzato la schiena!»

«Ma lo sai che ti voglio bene cuginetto!» disse ridendo. «E poi è suonata la sveglia già due volte e non l’hai sentita, quindi mi pareva giusto svegliarti con il mio metodo. Sai come si dice: a mali estremi, estremi rimedi!» continuò tirandomi un pizzicotto sulla guancia.

«Sì ok, ho capito ma prima di tutto levati da dosso: stai ancora beatamente sdraiato sulla mia schiena! E poi mi stai già facendo parlare troppo di prima mattina!!»

«Harold la mattina è intoccabile, ho capito» rispose lui togliendosi, finalmente, dalla mia povera schiena.

«Che si fa stamattina?» chiesi al biondo.

«Andiamo un po’ in centro, va bene?»

«Benissimo! Il tempo di fare colazione, prepararmi e possiamo andare!»

«E fu così che arrivò mezzogiorno…»

«Gne gne gne, faccio subito! Scommettiamo?»

«Vedremo, vedremo» disse lui con tono canzonatorio.

Avevo sfidato Niall e dovevo vincere, quindi sotto il suo sguardo cercai di fare colazione il più velocemente possibile bevendo il mio thè nero, bruciandomi così la lingua, data la fretta. Appena finii di masticare l’ultimo biscotto ai cereali, mi diressi in bagno e poi mi preparai per la grandiosa giornata che avrei passato con il mio cuginetto preferito.

 
Dopo aver preso il 37 ed esser scesi alla seconda fermata su Princes Street, decidemmo di fare un giro in piazza e concederci un po’ di tranquillità negli enormi parchi adiacenti alla strada principale.
L’aria scozzese si respirava in ogni angolo: uomini con il kilt che suonavano la cornamusa, bandiere scozzesi che sventolavano vicino ai monumenti, la caratteristica Old Town, negozi con mille e più cartoline che rappresentavano panorami mozzafiato e mucche hamish. E poi il castello.

«Oh cazzo, ma non assomiglia al castello di Harry Potter?» chiesi a Niall a bocca aperta.

«Sì Haz, hanno girato qualche scena del castello qui!» mi informò «Se vuoi ti porto anche al bar che ha dato l’ispirazione alla Rowling!»

«Niall, ma lo sai che ti amo?»

«Mi amo anch’io!» replicò.

Alzai gli occhi al cielo, gesto che provocò le risate di Niall mentre ci dirigevamo verso la Old Town.
Ero davvero curioso. Era passato solo un giorno da quando ero atterrato qui e la mia vita stava già prendendo una piega migliore di quanto fosse stata negli ultimi anni. Niall mi distraeva, riusciva a farmi ridere anche per una semplice cavolata e non mi ero ancora ritrovato senza sorriso sulle labbra. Solo la notte precedente, prima di cadere fra le braccia di Morfeo il mio pensiero cadde su mio padre: sarebbe stato contento nel vedermi così felice e cresciuto tanto da vivere lontano da casa. Ma non poteva sapere.
Lui ormai non mi considerava più suo figlio e chissà se, a volte, si ricordava di avere una famiglia.

La mattinata trascorsa con il biondo fu davvero divertente: dopo aver visitato il castello (dove, precisiamo, Niall mi aveva chiuso nella prigione per farmi uno scherzo) e il “The Elephant House” e quindi, aver concluso il capitolo Harry Potter, ci riposammo sull’erbetta di uno dei parchi in Princes Street.

«Ma ce l’hai ancora con me?» mi chiese mio cugino.

«Ma ti pare normale che mi chiudi in una prigione militare del castello?»

«Volevo solo farti uno scherzo!» disse soffocando una risata.

«Mi hai fatto prendere un attacco! Non riuscivo ad uscire e pensavo di morire!»

«Come sei catastrofico! Ma ti pare che ti avrei lasciato lì?»

«E che ne so! Mica sei tanto normale!» dissi tirandogli un pugno in testa.

«AHI!» urlò «Ma è stato divertente! Dovevi vedere la tua faccia dietro le sbarre mentre chiedevi aiuto sbattendo i pugni sulla porta! Stavo morendo dal ridere» disse ridendo.

«Avevo notato. Volevo ammazzarti» dissi rivolgendogli uno sguardo assassino. Certo che alcune volte riusciva ad essere davvero demente.

«Posso farmi perdonare offrendoti un BigMac e una Coca-Cola?» propose «Sai, ridere mi ha fatto venire fame e poi è già ora di pranzo.»

«Ma quanto sei stronzo? Mi vuoi pagare con il cibo?»

«Daaaaai Haz!!» disse abbracciandomi.

«Vabbè, accetto le tue scuse solo se oltre a quel che hai proposto aggiungi anche le patatine!»

«E poi dici a me che sono un maiale! E va bene. Aahh che mi tocca fare per farmi perdonare!» disse alzando gli occhi al cielo e alzandosi dal manto d’erba su cui eravamo seduti.

«Ti voglio bene piccolo irlandese!» dissi mentre ci incamminavamo verso il McDonald’s a pochi passi da lì.


Dopo la mega abbuffata del mezzogiorno, convinsi mio cugino ad accompagnarmi all’Università per definire l’iscrizione e chiedere informazioni per il test d’ingresso che avrei dovuto fare. Quindi prendemmo nuovamente il bus che ci lasciò a pochi metri dall’Università.
Passammo il cancello e proseguimmo per un lungo tratto di strada sbrecciolata a cui lati vi era una distesa di verde e alberi, e che portava all’ingresso della mia futura scuola.
Sembrava una di quelle che si vedevano nei film, non vedevo l’ora di frequentarla! Nuova scuola, nuovi amici, nuovo capitolo, nuova vita!

Entrati, mi rivolsi subito alla segretaria: una donna magra, abbastanza su con l’età, con gli occhiali poggiati sul naso e un rossetto fucsia che mi stava letteralmente accecando.

«Buon pomeriggio! Sono una pre-matricola, vorrei chiedere informazioni sul test che dovrò conseguire» chiesi educatamente.

«Le do un foglio con tutte le informazioni necessarie, attenda un attimo» disse lei con voce nasale, mentre si girava e rovistava tra mille fogli posti in un cassetto.

«Ecco a lei!» fece e mi porse il foglio.

«Grazie mille. Senta, vorrei chiederle un’altra informazione se non le dispiace» dissi mentre lei masticava una chewing-gum e mi guardava annoiata. «Si tiene, per caso, qualche corso di preparazione per il test?»

«Mi dispiace fiorellino, ma sei arrivato tardi. L’ultima lezione si è tenuta 3 giorni fa» mi informò, mentre Niall tratteneva malamente una risata per il nomignolo che mi aveva affidato la signora.

«Oh okay, grazie per la sua disponibilità. A presto!» dissi sorridendo alla signora McGonagall -come mi informava il suo cartellino-.

Mi voltai verso Niall, accorgendomi così che non era più accanto a me. Sorpreso mi voltai completamente per vedere dove si fosse cacciato, trovandolo così all’ingresso mentre parlava con due ragazzi: Liam e Zayn.

Mi avvicinai a loro e 
«Heilà ragazzi!» salutai.

«Hey Harry» fece Liam, che non vedevo dalla sera precedente nonostante abitasse in casa mia, salutandomi con una pacca sulla spalla.

«Ciao riccio!» mi salutò, invece, Zayn.

«Come mai qui?» chiesi incuriosito.

«Dovevo lasciare qui qualche documento per l’iscrizione e Liam si è offerto di accompagnarmi» spiegò Zayn. «Voi invece?»

«Volevo un po’ di informazioni sul test che dovrei fare, quindi sono venuto con Niall che mi fa da guida turistica» dissi ridendo.

«Simpatico Styles» aggiunse mio cugino.

«Anche tu farai il test martedì quindi?» mi chiese il moro, sorprendendomi per il suo interesse nei miei confronti. La sera precedente non mi era sembrato un tipo molto loquace, ma fuori dal campo lavorativo era un’altra persona. Mi sembrava molto meno misterioso e più amichevole, ma la sua bellezza rimaneva costante.

«Sì, per Biotecnologie è necessario» risposi dopo qualche secondo.

«Bene, mi sa che lo faremo assieme» esclamò sorridendo.

«Oh già, Sophia mi aveva detto che anche tu farai Biotecnologie!»

«Ecco, Sophia come al solito…» disse il moro con tono seccato.

«Hey hey hey! E’ della mia ragazza che stai parlando Zayn, vacci piano» disse Liam dando una pugno a Zayn, fingendosi offeso e tutti scoppiarono a ridere.

«Zayn, tu sei abbastanza preparato per il test?»  azzardai. Volevo veramente stringere un rapporto d’amicizia con lui, in fondo avremmo frequentato la stessa scuola e lo stesso gruppo di amici.

«Oh sì sì, ho studiato come un matto nei miei giorni liberi! Tu?»

«Ehm, sto nella merda. Ho appena saputo che i corsi di preparazione sono finiti e non so un cazzo di Fisica! Non so come fare!» dissi disperato.

«Oh non preoccuparti. Se avessi avuto qualche giorno libero avremmo studiato insieme, ma fino a martedì sono occupato con il lavoro, ma se vuoi posso prestarti i miei appunti di Fisica e il libro!» mi disse.

«Oddio grazie mille! Se puoi, sarebbe davvero grandioso!». Cavolo, non mi sarei mai aspettato che Zayn fosse un tipo così amichevole e disponibile; dato il suo fascino avrei scommesso tutto che fosse un tipo molto più riservato e sulle sue, ma evidentemente mi sbagliavo. Oltre alla città, anche le persone non erano niente male qui.

«Puoi passare più tardi da casa, visto che oggi è giornata di chiusura del pub e quindi sono libero! Fatti accompagnare da Niall a casa» propose lui.

«Perfetto. A dopo allora! E grazie eh» dissi salutandoli, rivolgendo a loro un sorriso.

«Di nulla. A dopo! Ciao Harry, ciao Niall» salutò Zayn.

«Ciao ragazzi!» dissero Liam e Niall in contemporanea.

Ci dirigemmo così alla fermata del bus.
 


«NIAAAALL! Sono già le sei, alzati, devi accompagnarmi da Zayn!»

Eravamo tornati da un’ora a casa, il tempo di una doccia e 
«Riposiamoci qualche minuto» aveva proposto Niall. Ma il suo “qualche minuto” si era trasformato in venti minuti.

«Mmh,si, ora mi alzo» borbottò il biondo, con pochissima voglia di alzarsi.

«ALZA.QUEL.CULO.DI.LI’» scandii bene le parole, prima di prendere Niall dalle gambe e tirarlo giù dal letto.

«Harry, okay okay! Ora mi alzo» disse ancora un po’ assonnato, incamminandosi verso il bagno, da cui ne uscì dopo un quarto d’ora, pronto.

«I’m reeeeaady!» urlò Niall dalle scale, raggiungendomi in salotto che, pronto già da un pezzo, stavo guardando la tv insieme a Liam con il quale avevo chiacchierato un po’.
Era davvero un bravo ragazzo, insomma non sapevo con facesse a sopportare Niall ogni santo minuto. Se fossi stato in lui avrei cacciato Niall di casa già il secondo giorno.






«
Dove abita Zayn?» chiesi curioso, entrando in macchina.

«Qui vicino, a Pennywell Road» rispose subito il biondo.

«E perché non ci andiamo a piedi, scusa?» domandai guardandolo con un sopracciglio alzato e una smorfia stampata sulle labbra.

Tossì e 
«No, perché…» stava cercando di rifilarmi qualche scusa mentre accendeva la radio e «Oddio. Not letting go! Amo questa canzone!» urlai.

«Uuh you were something i can’t replace» intonai tutto eccitato, alzando il volume.

«You made my heart work, you make me strongeeer» continuò il biondo, sorpreso che anche io conoscessi quella canzone.

«And i’m not letting goo, ohhh ohh» cantammo insieme, come in un duetto, seguito da tante risate.

Arrivammo sotto casa di Zayn e 
«Harold, non credo verrò a prenderti» mi annunciò Niall rivolgendogli uno sguardo sorpreso.

«E perché?» chiesi sempre più curioso, notando il sorriso imbarazzato di Niall e le sue guance farsi sempre più rosse.

«Niall James Horan?!» chiesi, ormai divertito.

«Devo….ehm….ho….un…appuntkdjf….oddio sono quasi le sette, vai da Zayn che è tardi

«Non ci posso credere, Niall Horan ad un appuntamento?!» dissi ridendo «Poi mi racconti tutto eh?»  tirandogli un pizzicotto sulla guancia bordeaux di mio cugino, ricevendo come risposta uno schiaffo sul collo.




Suonai al campanello e dopo poco il moro mi aprì. Indossava dei pantaloni della tuta e una t-shirt semplice nera. Era davvero sexy.
«Hey Harry, come va?» chiese sorridente Zayn

«Zayn, tutto bene tu?» risposi, educatamente.

«Lo stesso, non mi posso lamentare. Entra dai» il moro mi fece entrare in casa e la prima cosa che notai fu che le pareti erano tappezzate da disegni, di qualsiasi cosa. Erano molto belli, tanto da rimanerne incantato.

«Di chi sono questi disegni?» chiesi, infatti, incuriosito.

«Miei, come hobby disegno e se viene fuori qualche bel lavoro li appendo qui» rispose mentre si grattava la testa, cercando di nascondere il rossore delle sue guance. Wow! Avevo messo in imbarazzo Zayn.

«Cavolo se sono belli!» dissi sinceramente.

«Grazie, Harry» rispose lui. «Uh ecco questi sono gli appunti, questo è un raccoglitore di un po’ tutte le materie, e questo è il libro che ti servirà. Spero ti siano d’aiuto, anche perché sono argomenti abbastanza difficili»

«Grazie mille. Non so come avrei fatto senza di te!». Era davvero un bravo ragazzo, gentile e disponibile.

Mi invitò a bere un caffè e mi offrì un pezzo di torta preparata da sua mamma, il che accettai. Come rifiutare un buon dolce preparato da una mamma?
Parlammo un po’ dell’università e della nostro corso, avevamo molte cose in comune.

«Oh cavolo, sono già le otto! Ho un appuntamento con un mio amico. Scusa ma devo ancora preparami» esclamò Zayn, rendendosi conto dell’orario.

«Si è fatto tardi, non preoccuparti» dissi alzandomi dalla sedia «Ci sentiamo Zayn e grazie ancora per tutto. Ciao!» dissi mentre mi mettevo la felpa.

«Ma di nulla amico! Ci si vede» rispose lui.


Uscii dalla casa, chiusi la porta dietro di me e iniziai a percorrere il vialetto della casa del moro. E fu lì che lo vidi.
Un ragazzo in skinny neri, vans e maglia bianca era appoggiato comodamente su, quel che presumo, la sua auto rossa mentre fumava pacificamente la sua sigaretta.
Non avevo mai visto niente di più meraviglioso: aveva un visino roseo, con le guance incavate e una fronte alta. Capelli disordinati e un ciuffo di capelli castani si innalzava sulla sua testa e un accenno di barba che lo rendeva davvero bello.

Alzò il suo sguardo e posò i suoi occhi su i miei, rendendomi conto solo in quel momento che lo stavo esaminando da troppo tempo.
Ero ad un metro da lui e mi stava fissando di rimando, mentre soffiava via dalle sue labbra sottili il fumo della sigaretta.
Mi soffermai sui suoi occhi. Occhi azzurri. Chiari e bellissimi come il mare, da farne anche invidia. Due pozzi d’acqua che fissavano i miei occhi verde smeraldo, che messi in confronto ai suoi non avevano nulla di speciale.

Mi mancò il respiro. Mi voltai, girando a destra: dovevo tornare a casa. Non ce l’avrei fatta a sopportare il peso di quello sguardo neanche un minuto di più.
Sentivo il suo sguardo ancora su di me, sapevo che mi stava ancora guardando. Girai la testa e i miei pensieri furono confermati: aveva ancora i suoi occhi puntati sui miei e, preso alla sprovvista, si girò di scatto. Mi girai anche io, ancora sconvolto dal ben di Dio che avevo avuto vicino poco fa, incredulo di aver visto due occhi così magnifici da destabilizzarmi.

“Porca troia
» fu il mio unico commento rivolto a quel ragazzo a me ancora sconosciuto, consapevole che, da quel momento in poi, i suoi profondi occhi mare non mi avrebbero lasciato in pace nemmeno per un secondo.






Note d'autore
Hey belle! Ci scusiamo per il ritardo, ma tra lo studio per il test d'ingresso all'Uni e impegni vari abbiamo slittato di un giorno! Poi le prossime due settimane andremo in vacanza, ma non preoccupatevi, troveremo assolutamente il modo per non abbandonarvi per 15 giorni.
Parliamo del capitolo: come vi sembra? Siamo entrati proprio nel vivo della storia e abbiamo avuto una bella entrata in scena: Louis! Harry è rimasto letteralmente folgorato dal suo sguardo. Come credete si evolverà la storia? Non dovete far altro che aspettare hahah
Non trovate adorabili i due cuginetti che continuano a farsi i dispetti? Noi li amiamo! Invece, per quanto riguarda Zayn abbiamo voluto dargli un aspetto diverso dal solito, molto più aperto; anche nei confronti del nuovo arrivato, il che è molto insolito. Mmmh, neinte spoiler ehehehe
Intanto potete scriverci lasciando un vostro pensiero positivo o negativo, ne abbiamo bisogno!
Okay, non ci dilunghiamo troppo altrimenti le note diventano un altro capitolo hahaha
Ringraziamo Gaia, la nostra beta, che è sempre disponibile e di una gentilezza unica.
Alla prossima! All the love xx
P.s. Ci trovate  anche su twitter e wattpad con il nick @STYLINSON10s!

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Capitolo 4
*** Three ***


LOUIS

«Sono già le otto e quel cazzone non è ancora uscito!» sbraitai, tamburellando le dita sul manubrio della mia macchina. Zayn e i suoi ritardi.

Sbuffai , mandandolo a quel paese ma sapevo che non sarebbe mai cambiato.
Uscii dalla macchina, chiusi lo sportello e mi ci appoggiai su. Il venticello che soffiava a Settembre mi era sempre piaciuto: quell’aria fresca che portava via l’estate e i ricordi collegati ad essa,  spazzava via ogni minima forma di libertà, preannunciando l’autunno. Era un vento che mi riportava con i piedi per terra, ricordandomi che a poco si sarebbero riprese le vecchie abitudini: la monotonia delle giornate, come sempre, come ogni anno.


Estrassi il pacchetto delle sigarette dalla tasca, ne presi una e l’accesi. La portai alla bocca e aspirai, subito dopo cacciai il fumo dalla bocca. Erano piccoli gesti che amavo e compivo ogni giorno. Amavo la monotonia, non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.
Faceva parte di me da anni e non volevo che qualcuno o qualcosa influisse negativamente sul mio equilibrio: era come se vivessi in una bolla, facendo attenzione che nessuno la scoppiasse.


Alzarsi, sigaretta, colazione, prepararsi, uscire di casa, sigaretta, scuola di fotografia, sigaretta, pranzo, cazzeggio, sigaretta, cena, sigaretta, amici, sigaretta, dormire. Ormai ci ero abituato e non volevo assolutamente cambiarla: persino mia sorella aveva provato a dissuadermi e farmi cambiare idea, ma io, cocciuto com’ero non gliel’avrei data mai vinta.

Fui riscosso dai miei pensieri dal rumore del portone di casa di Zayn che si chiudeva, alzai lo sguardo, certo che fosse il mio migliore amico pronto a ricevere una delle mie solite ramanzine sul ritardo, ma il ragazzo in questione non era Zayn.
Un ragazzo con i capelli ricci, stretto nella sua felpa grigia che fasciava perfettamente le sue spalle possenti, si voltò nella mia direzione facendo scoprire il suo volto.
Era un ragazzo decisamente alto, visto le lunghe gambe coperte da degli skinny neri, più si avvicinava più ne rimanevo incantato: non vedevo così tanta bellezza racchiusa in un corpo solo da anni.


Lo stavo fissando per cogliere ogni suo minimo particolare fino a che mi soffermai sui suoi meravigliosi occhi: verdi. Erano di una sfumatura mai vista prima, non c’era assolutamente nulla che poteva anche minimamente ricollegarsi ai suoi occhi. Se avessi avuto la mia Canon con me l’avrei di certo fotografato in ogni sua angolazione: partendo dai suoi ricci, passando per le sue labbra sottili e rosee, soffermandomi maggiormente sui suoi travolgenti occhi verdi.

Non mi sembrava reale: possibile che non l’avessi mai visto? Un dio greco che camminava per le strade di Edimburgo a piede libero senza che io potessi cogliere ogni suo dettaglio con la mia macchina fotografica. Doveva essere mio. Doveva essere la mia musa.

Restai a fissarlo a lungo, finchè lui non voltò a destra lasciandomi ancora sognante ammirando i suoi occhi. Quando si voltò, non potei che continuare a guardarlo: era come se fossi ipnotizzato dalla sua bellezza; ma non appena lui si voltò, sicuramente sentendosi i miei occhi puntati addosso, girai la mia testa di scatto facendomi arrossire leggermente, colto sul fatto.

Poco dopo che quel ragazzo scomparve dalla mia visuale, Zayn uscì, finalmente da casa sua correndo.

«Scusa amico, ma ho avuto un contrattempo!» si spiegò a corto di fiato, probabilmente per la fretta con cui si era dovuto preparare.

«Tranquillo, ormai ci sono abituato» scherzai «Comunque credo si sia fatto tardi per la serata al bowling, a quest’ora la sala sarà sicuramente piena di gente!»

«Oh okay, che ne dici di andare a Silverknowes?» propose lui lanciandomi uno sguardo d’intesa.

«Assolutamente sì» risposi con un sorriso sulle labbra.








Salimmo in macchina e guidai fino a destinazione. Parcheggiai vicino al muretto e non appena scendemmo dalla vettura bastò uno sguardo del moro che capii: voleva una sfida? E sfida doveva essere. Lo guardai ridendo e al mio «Tre!» iniziammo a correre sulla piccola collinetta in discesa facendo a gara a chi arrivasse per primo alla nostra panchina. Il Peter Pan che c’era in noi non ci avrebbe mai abbandonato.

Come al solito Zayn vinceva sempre, essendo il più allenato e più in forma dei due.
«Sei sempre il solito sfigato, Tomlinson!» mi disse ridendo, mentre si sedeva sulla panchina di legno scuro.

«Oh ma grazie amico, non devi ricordarmelo sempre eh!» ribattei con quel pizzico di ironia, sedendomi accanto a lui appoggiando le mie gambe sulle sue.

«Quanto sei scemo! Comunque oggi ho incontrato tua sorella, lo sai?» mi informò.

«Uh, davvero?» chiesi sorpreso.

«Sì, era con Liam. Aveva fatto un po’ di compere e, visto che doveva rientrare a casa, ho chiesto a Liam di darmi un passaggio all’Università per chiedere informazioni» mi disse mentre estraeva la sua Marlboro dal suo pacco di sigarette.

Non appena sentii pronunciare il nome di Liam sbuffai involontariamente, gesto che provocò le risate di Zayn.
«Oh ma non avevi detto che ti era passata la tua cotta adolescenziale per Liam Payne?» mi prese in giro il moro.

«Vaffanculo Zayn, lo sai che non mi è mai andato giù il fatto che mia sorella e Liam stiano insieme. Lui doveva essere mio!» dissi arrabbiato, soffiando via il fumo della mia Camel.

«Smettila di fare la ragazzina gelosa, Tommo. Ormai è andata così, fattene una ragione e trovati un altro su cui sbavare!» mi rimproverò lui.

«Uhm, a proposito, chi è quel ragazzo che è uscito da casa tua poco fa?
» chiesi curioso.

«Chi? Ah sì. Un amico. Dovevo prestargli dei libri per l’Uni
» mi disse con leggerezza, quasi fosse una cosa di poco conto, ma come potrebbe essere senza importanza un tipo come quello?

«Mh, okay
»
 risposi, facendo finta che non mi importasse dato il modo con cui mi aveva risposto Zayn.
Finimmo per rilassarci su quella panchina fumando svariate sigarette, contemplando il mare che faceva sfondo alla nostra visuale e ricordando i vecchi tempi. Parlammo persino di quel lontano giorno d’ottobre in cui ci conoscemmo.







Doveva essere un giorno come altri: io seduto su quella panchina, con il mare di fronte, fumando la mia sigaretta, in pace con me stesso, ma ad un tratto un ragazzino più piccolo di me mi si pose davanti chiedendomi timidamente se potessi  prestargli un accendino.

«Certo, ecco qui!» dissi lanciandogli il mio accendino blu, che prese al volo.

«Grazie amico» mi disse mentre si accendeva la sigaretta. «Oh merda!» disse ad un tratto, spaventato.

Io lo guardai perplesso e guardai nella sua direzione scorgendo un gruppo di ragazzi che passeggiava lì davanti.
«Che succede?» feci io.

«Ti prego nascondimi, non voglio che mia sorella scopra che fumo!» mi disse lui terrorizzato.

«Dammi la tua sigaretta, veloce!» dissi, prendendo la sigaretta, nascondendola dietro la mano attento a non scottarmi.

«Hey stella, che ci fai qui?» disse una ragazza dalla pelle olivastra e i tratti medio-orientali. Era sicuramente la sorella di quel ragazzino.

«Doniya! Nulla, sono con un amico. Tu?» disse lui con un leggero imbarazzo, cercando di giustificarsi.

«Anch’io sono con amici. Ci vediamo a casa Zay» si congedò lei, sorridendo a tutti e due.

«Ecco a te, stella!» scherzai porgendo la sigaretta al ragazzino, il quale arrossì violentemente.

«Grazie davvero, comunque mi chiamo Zayn, non stella!» mi disse porgendomi la mano che afferrai subito dopo dicendo «Piacere, Louis!»
.

Quello fu l’inizio di tutto. Da quel giorno non passai un pomeriggio senza la compagnia di Zayn, consolidando sempre più il nostro rapporto.
Nemmeno quando gli confessai il mio orientamento sessuale cambiò qualcosa, anzi lui, a sua volta, mi confessò di essere bisessuale. Niente e nessuno poteva rompere il nostro legame di amicizia che avevamo instaurato così in poco tempo.

 






HARRY 


“Sophia Smith ti ha inviato un messaggio” recitava la chat di Facebook. Incuriosito aprii subito la chat .
“Che cosa potrebbe volere Sophia da me?” pensai.
 
Sophia Smith:
Hey riccio, posso chiederti un favore?

inviato alle 9:30pm

Harry Styles:
Ciao bella! Dimmi tutto
inviato alle 9:31pm


Sophia Smith voleva un favore da me. Che diamine poteva volere? Insomma, c’eravamo conosciuti due giorni fa, ma mi era simpatica quindi accolsi subito la sua richiesta.

Sophia Smith:
Domani è il compleanno di Liam, ma come al solito non vuole festeggiare. Quindi stavo organizzando una festa a sorpresa e, dato che Niall domani deve lavorare e intrattenere Liam, mio fratello non è disponibile, Zayn è impegnato con il lavoro, mi sono chiesta se tu fossi disponibile ad aiutarmi con i preparativi. Non ce la faccio da sola...
inviato alle 9:34pm


Harry Styles:
Oh okay! Sarebbe grandioso. Sono super disponibile! Mi farebbe piacere aiutarti :)

inviato alle 9:34pm

Sophia Smith:
Oddio, grazie mille! Non sai quanto te ne sia grata! Mi hai letteralmente salvata hahah
Ci vediamo domani mattina su Princes Street vicino a Zara alle 10:30am, okay? A domani e grazie ancora xx
inviato alle 9:35pm


Sorrisi. Che forza aveva quella ragazza! Non vedevo l’ora di conoscerla meglio e aiutarla; saremmo diventati grandi amici, a quanto pare!

Harry Styles:
Ma di nulla. Okay va benissimo, a domani! xx
inviato alle 9:36pm


Ero ad Edimburgo da due giorni e già avevo conosciuto dei fantastici ragazzi: mi stavo decisamente ambientando bene! Mi facevano tutti sentire a mio agio, non c’era momento in cui mi sentivo fuori posto. Niall mi aveva integrato alla perfezione e non potevo chiedere di meglio.
Sentii bussare alla porta della mia stanza, chiusi così il mio laptop e con un 
«Avanti!» invitai l’altro ad entrare.

«Hey Harry! Che fai? Ti andrebbe di giocare un po’ alla Play?» mi propose Liam.

Liam era un ragazzo davvero simpatico e sulle sue, rispettava gli spazi degli altri e si assicurava sempre che tutto filasse liscio. Sophia era davvero una ragazza fortunata ad averlo con sé: oltre all’aspetto fisico che, onestamente, era da invidiare, il suo carattere era quasi perfetto. Non gli avevo ancora trovato un difetto.
«Ohi, sì ho appena spento il pc. Fifa?» gli chiesi sorridendo.

«Quello che vuoi! Basta che ci divertiamo, mi sto annoiando a morte» mi disse il ragazzo ridendo.

Ci posizionammo sul divano e alla fine, come previsto, optammo per Fifa.
Dovevo ammettere che non era male a giocare, ma ero più forte in quanto, durante i miei pomeriggi  a casa dopo la scuola, non avevo altro da fare che giocare alla Play. Quindi Fifa era diventato uno dei miei migliori amici.
Bene. Avevo trovato un difetto a Liam: oltre a Fifa lo avevo battuto  anche in altri giochi. Diciamo che la Play non era il suo forte.

«Ho fame» mormorai quando sentii il mio stomaco brontolare.

«Che ne dici di una pizza? La ordino subito» propose lui, prendendo il cellulare.

«Sì dai! Una margherita per me!»

Passammo la serata tra pizza e Play, ridendo come dei matti tanto che non ci rendemmo conto che Niall era ritornato.
«Ragazzi! Ma come vi permettete a mangiare una pizza senza me? Vi diseredo» disse Niall fingendosi arrabbiato, o forse lo era davvero?

«Niall! Ma per chi ci prendi? Ne abbiamo presa una anche per te, devi solo riscaldarla. E’ lì in cucina» dissi per tranquillizzare mio cugino che sembrava che da lì a poco ci avrebbe sbattuto fuori casa.

«Vi perdono, per questa volta» disse mentre correva in cucina, come se non mangiasse da giorni.

«Lui e la pizza hanno una relazione amorosa davvero intensa» mi disse Liam ridendo, facendomi ridere a mia volta.

«Hey…ftsfds…voi due! Vi ho…ftsfds…sentiti!» urlò Niall dalla cucina mentre sbranava la pizza.

Era un caso perso.

Avevamo iniziato una nuova partita ad Assassin’s Creed, quando sentii urlare Niall in stile Tarzan mentre correva verso Liam il quale mi stava rivolgendo uno sguardo terrorizzato. Atterrò su di lui, rubandogli il joystick e 
«Voglio giocare anch’io!» dire.

«Sì okay Niall, ma potevi anche chiedermelo come fanno le persone normali, invece di buttarti addosso!» disse Liam. Avrei scommesso oro che lo stava davvero mandando male, nella sua testa. Al pensiero e alla situazione scoppiai a ridere, coinvolgendo gli altri e due.

«Niall!» urlai fermando la mia risata.

«Cosa ho fatto adesso?» mi chiese impaurito il biondo.

«Non devi dirci qualcosa?» gli chiesi alzando ripetutamente le sopracciglia.

«No, vi giuro. Non l’ho finita io la Nutella!» disse discolpandosi, alzando le mani.

«Ma che cazzo Niall! Vogliamo sapere dell’appuntamento che avevi oggi! Com’è andato?» chiesi.

«Tu. Niall. Horan. Avevi un appuntamento?» urlò Liam trafiggendolo con lo sguardo.

«Cazzo, Harry!» disse mio cugino.

«L’apocalisse è vicina!» disse Liam alzandosi dal divano, non appena vide che il biondo aveva iniziato a correre via verso la sua stanza. Mi alzai anch’io cercando di fermare mio cugino.

Dovevamo sapere. Avevamo il diritto di sapere.

«Aiuto!» urlò Niall, mentre scappava per la casa con noi dietro che cercavamo di acchiapparlo.

Riuscii a prendere il sopravvento e lo bloccai.
«Diccelo ora!» lo minacciai ridendo.

«Siete una spina nel fianco. Ora vi siete pure alleati. Vi odio» disse piagnucolante Niall.

“Racconta
» ordinò Liam, e io lo guardai incitandolo con una mano.

«E va bene, idioti. Mi sono visto con una ragazza, Jade, abbiamo passeggiato e abbiamo parlato un po’ di noi. Niente di che» disse lui arrossendo.
Niall Horan che arrossiva. Caso raro.

«Ti piace?» urlammo io e Liam in contemporanea con un sorriso a trentadue denti.

«Uh no!» disse lui, scappando un’altra volta e buttandosi sul divano.

Okay, avevamo capito. Niall era cotto.
Io e Liam ci buttammo su di lui iniziando a solleticargli i fianchi: il suo punto debole.

«Basta ragazzi! Mi farete morire così!» disse Niall mentre cercava di divincolarsi.

Per pietà lo lasciammo in pace, sedendoci accanto a lui e accendendo la tv.
«E tu mio piccolo Harry? Che hai combinato da Zayn?» mi chiese con sguardo malizioso.

Arrossii pensando al ragazzo occhi mare che avevo incrociato fuori la casa di Zayn.

«Nulla. Abbiamo parlato e mi ha dato i libri che volevo» risposi. Dovevo dirgli del ragazzo che avevo incontrato? E se me lo fossi soltanto immaginato? No, era di certo reale. Non potevo aver immaginato così tanta bellezza. Per il momento non gli avrei detto niente. Doveva essere il mio segreto, in fondo avevo pochissime possibilità di rivederlo, Edimburgo non era di certo Holmes Chapel dove tutti si conoscono. Le probabilità che avevo di rivederlo erano quasi nulle.

«Ah. Solo questo? Zayn mi era sembrato così disponibile con te e non è da lui, quindi pensavo ci avesse provato!» disse Niall.

«Oh sì, l’ avevo notato anche io. Di solito non è così con le persone che conosce appena. Sicuramente ha un occhio -e non solo uno - di riguardo per te» mi informò Liam.

«Davvero? Io non ho notato niente di sospetto. Sembra solo gentile e disponibile. E’ un bel ragazzo, non posso negarlo, però non vorrei farmi film mentali che non esistono, ora come ora voglio stare tranquillo» dissi ai due, riferendomi a tutto quello che avevo passato con Nick. No, non ero di certo pronto per illudermi e avere altre delusioni.

Volevo essere libero e felice.

 





Note d'autore

Ciao belle! Scusateci per il ritardo, ma come avevamo detto nelle scorse "Note d'autore" siamo in vacanza e abbiamo fatto dei salti mortali per scrivere il capitolo e aggiornarlo. 
Dobbiamo ancora farlo controllare dalla nostra beta, quindi scusateci per evetuali errori.

Come vi sembra questo capitolo? Abbiamo finalmente il POV di Louis, quindi abbiamo messo in chiaro la sua personalità e i suoi pensieri, soprattutto nei confronti di Harry, di cui non sa assolutamente nulla, come d'altronde Harry.
Come si evolverà la situazione? Si rincontreranno i nostri Larry? Vedremo nel prossimo capitolo!
Intanto rigraziamo susu per aver recensito e le persone che hanno messo tra le seguite/preferite/ricordate la nostra storia. Grazie anche ai lettori silenziosi, we're watching you! Fatevi sentire, non vi mangiamo. Abbiamo i biscotti.
Come sempre, potete trovarci sia su Wattpad che su Twitter con il nick: @STYLINSON10s 
Alla prossima!
All the love xx
  

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Capitolo 5
*** Four ***


HARRY 


Il raggio di sole che puntava il mio viso fu la mia sveglia di quella mattina, come un perfetto clichè.  Mi chiesi il perché fossi stato tanto coglione a non coprire la finestra con la tenda la sera prima. Aprii lentamente prima un occhio e poi l’altro dando un veloce sguardo alla sveglia che segnava le 9:07am.
Sbadigliai e accesi il mio cellulare notando un messaggio da un numero sconosciuto. Sbloccai lo schermo e aprii il messaggio.

Numero Sconosciuto:
Hey Harry sono Sophia! Ho chiesto il tuo numero a Niall, confermato alle 10:30am allora?

Fu solo in quel momento che mi ricordai della conversazione che avevo avuto con Sophia il giorno prima, e “Cavolo Sophia!”.

A Sophia:
Certamente! Ci vediamo tra un po’ xx

Mi alzai velocemente dal letto e corsi in bagno: dovevo essere lì puntuale, cavolo me n’ero proprio dimenticato! Scesi ancora in boxer al piano inferiore dove Niall stava preparando dei toast per colazione.

«Buongiorno Haz! Dormito bene?» mi chiese il biondo.

«Liam è in casa?» gli domandai guardandomi attorno ignorando bellamente la sua domanda.

«Oh sì grazie per il buongiorno, non dovevi Haz! E, sì, sto bene anch’io!» cantilenò Niall mentre accennava un sorriso.

«Oh scusa Niall» risi abbassando gli occhi. 
«Buongiorno anche a te! Ho dormito da favola» feci, mentre versavo il latte nella tazza.

«Sei stupido Harry, lo sai? Comunque no non c’è Liam, tranquillo. Sophia mi ha detto che l’aiuterai. Che carino che sei stato, è davvero contenta che puoi darle una mano» disse mentre mangiava il suo toast prendendo posto di fronte a me al tavolino.

«Oh sì, mi fa piacere aiutarla. E’ davvero una ragazza simpatica e poi, cavolo è il compleanno di Liam e lui che cosa pensava di voler fare? Annoiarsi per tutta la serata? Bisogna festeggiare!» dissi alzando la voce sull’ultime due parole mentre mordevo un biscotto e alzavo un pugno in aria.

«Ma infatti! Quante volte ho cercato di dissuaderlo, ma proprio non vuole festeggiare. Dice che non ha senso, che alla fine si è un anno più vecchi. Mah» sospirò il biondo mentre lo guardavo scuotendo la testa. Io amavo festeggiare i compleanni: era un modo per far riunire tutta la famiglia e gli amici, divertirsi tutti insieme e poi ci sono i regali, taaanti regali!

«Io tra poco devo raggiungere Liam in agenzia e devo intrattenerlo per tutta la giornata, ci vediamo stasera allora?» disse mentre si alzava dalla sedia.
«Certo Nì, a stasera!» lo salutai.

Finita la colazione corsi in camera e indossai velocemente i miei adorati skinny neri e una t-shirt con stampa dei Rolling Stones, cercando di non inciampare mentre cercavo i miei stivaletti marroni.








Il bus si fermò proprio vicino a Zara all’orario stabilito, ma tra le tante persone che passeggiavano sulla via, di Sophia non c’era nemmeno l’ombra, così le inviai un messaggio.

A Sophia:
Hey io sono qui, tu? x


Da Sophia:
Oddio scusami, sono qui, arrivo!


Mi guardai attorno cercando di trovarla, quando la vidi uscire proprio da Zara con una busta in mano.
«Ciao Harry!» mi salutò dandomi un bacio sulla guancia. «Scusami, ma ho visto un vestito in vetrina davvero stupendo e non ho saputo resistergli! Guarda!» fece mentre tirava fuori il vestito dalla busta e me lo faceva vedere, guardandolo con occhi sognanti.

Risi tra me e me. 
«Oh cavolo, è davvero bello! Ti starà benissimo, perché non lo indossi stasera?» proposi.

«HARRY!” quasi urlò. Avevo detto qualcosa di sbagliato per caso? «Sei un genio!» disse abbracciandomi.

Ricambiai l’abbraccio e risi di gusto. Era davvero una potenza quella ragazza.
«Bene ora che abbiamo il tuo outfit per stasera, dove andiamo adesso?» le chiesi con un sorrisone.

«Vieni con me. Ho in mente già tutto!» disse prendendomi per mano trascinandomi non so dove.






La mattina passata con Sophia fu davvero divertente ma allo stesso tempo stressante: mi aveva trascinato, e quando dico trascinato intendo trascinato letteralmente, in mille e più negozi. Perché si sa, tra bandierine, festoni, palloncini, non potevamo non passare da H&M, farci 5 piani di Primark, River Island, Jenners, Topshop…perché «Oh Harry, questa camicia ti sta benissimo!» o «No oddio, guarda che splendide scarpe!» o, peggio ancora, «Guarda che completino sexy c’è da Ann Sammers! Liam ne sarebbe entusiasta!» e io, disperato, «Oh no Sophia, Ann Sammers proprio no, ti prego!».

Fui sollevato quando dopo aver prenotato la torta per la serata, decidemmo di pranzare in un ristorante italiano.
«Un piatto di spaghetti alla carbonara è proprio quello che ci vuole adesso!» disse Sophia. Ero stanco morto, avevamo percorso non so quante volte tutta Princes Street con relative parallele e traverse e lei sembrava che si fosse appena svegliata. Come cavolo ci riusciva?

«Sophia ma non ti stanchi mai?» le chiesi incuriosito mentre il cameriere appuntava due piatti di carbonara.

«No, me lo dicono tutti» rise. «Mi basta un caffè appena sveglia e sto in piedi per tutta la giornata senza stancarmi mai!» mi informò. «Oh scusi, aggiunga anche dell’acqua, grazie!»  si rivolse al cameriere.

«Sei una forza» le dissi ridendo «Io mi sveglio già stanco tanto che non ho la forza di abbandonare il mio adorato letto!»

«E non vivi con me, figuriamoci!» mi fece mentre scoppiavamo a ridere insieme.

«Quindi com’è che si svolgerà la serata?» chiesi alla ragazza.

«Mh, allora dovremmo vederci tutti per 9 al Theatre Royal. Niall porta Liam con una scusa e ci facciamo trovare tutti lì e «Sorpresa!» fece mentre arrotolava gli spaghetti con la forchetta.

«Oh ho capito. Chi ci sarà oltre a me, te, Niall e Liam?
» chiesi curioso portando alla bocca una forchettata.

«Zayn e mio fratello. Non siamo in molti


«Hai un fratello?» chiesi. Zayn l’avevo conosciuto quindi era tutto okay, c’era solo una new entry che dovevo ancora conoscere, mh chissà.

«Sì, cioè non è propriamente mio fratello, è il mio fratellastro, ma è dall’età di 3 anni che viviamo insieme. Mio padre si è risposato con sua mamma dopo che la mia è morta subito dopo avermi messo al mondo…
» mi raccontò.

«Oh mi dispiace…
» feci stringendole la mano. Non sapevo cosa realmente dire, non ero mai stato bravo con le parole, preferivo fare cose concrete: abbracciare, stringere la mano o bastava anche uno sguardo per far capire che io ero lì per l’altro.

«Non preoccuparti, amo la mia famiglia. E’ tutto ciò che ho sempre desiderato, non potrei mai ringraziare abbastanza mio padre per avermi permesso di crescere con la donna che è diventata mia mamma e con quel ragazzo che è diventato mio fratello. Sono tutto per me
» disse sincera.
Così le sorrisi e l’abbracciai. Era una forza, era davvero una forza.

«Tu, invece? Hai un fratello o una sorella?
» mi chiese dopo aver sciolto l’abbraccio e avermi ringraziato sottovoce.

«Ho una sorella. Si chiama Gemma ed è più grande di me, ma ci assomigliamo così tanto che ci scambiano persino per gemelli! Solo che lei è più rompipalle di me
» dissi ridendo.

«Se ti sentisse in questo momento credo che non sarebbe molto felice di scoprire che dici queste cose a persone a lei sconosciute» fece lei.

La guardai perplesso e 
«Ma se neanche la conosci! Se la conoscessi non diresti così» dire con un sorriso.

«Oh hey piccolo, schieramento femminile! Girl power!» disse lei guardandomi in cagnesco.

«Ahhhh voi ragazze! Non vi capirò mai, ecco perché ci ho rinunciato da tempo…» sospirai.

«Sempre meglio di voi maschi siamo!» disse in modo altezzoso la bruna.

«Però Sophia una cosa in comune l’abbiamo: non riusciamo a resistere a un bel fustacchione!» dissi travolgendo la ragazza in una risata contagiosa.

«Amo avere amici gay! Vi adoro!» disse tra una risata e l’altra, asciugandosi le lacrime.
 






Dopo pranzo andammo al Theatre Royal per sistemare le decorazioni e il tavolo che avevamo prenotato per la festa di Liam. Dietro al bancone c’era Olly, il cameriere che divideva i turni con Zayn e che Sophia mi aveva appena presentato.

Sistemammo per bene le bandierine colorate, con vari palloncini allegati e appendemmo il festone con “Happy Birthday Liam!” proprio sopra al tavolo. Preparammo la tavola sistemandola con bicchieri, piattini e tovaglioli identici alla tovaglia; e dopo aver dato un’ultima occhiata alla lista delle bevande, alcolici, vari cibi e stuzzichini con Olly  mi salutai con Sophia con un 
«A stasera bella!» e un bacio sulla guancia.

Tornai a casa stremato alle 7pm e dopo due ore dovevo essere già pronto, lavato e sistemato per la serata. Decisi di riposarmi sul divano e vedere la tv per una mezz’oretta beandomi di quella momentanea solitudine.

Dopo che il mio programma preferito di cucina terminò salii le scale per farmi una doccia rigenerante. Entrai in doccia e lasciai che l’acqua fredda mi investisse completamente, risvegliandomi totalmente e insaponandomi il corpo. Massaggiai i miei capelli ricci con il mio shampoo al cocco e mi risciacquai nuovamente.
Mi sentii rinato, ora sì che ero pronto per affrontare la serata!

Aprii il mio armadio e decisi di indossare la camicia che avevo comprato quella mattina con Sophia accompagnandola con una giacca, dei pantaloni non troppo eleganti e dei stivaletti neri.
Mandai una foto del mio outfit a Sophia chiedendole se fosse okay e ricevetti un

Da Sophia:
Sei perfetto! x

che mi fece sorridere.



Erano le 8:30 pm ed ero pronto. Scesi le scale e mentre prendevo le chiavi di casa, mi squillò il telefono notando la chiamata di Sophia. Premetti sulla cornetta verde e risposi:

«Hey che succede?»

«Harry devi farmi un favore urgentemente!»

«Dimmi tutto»

«Puoi passare tu a ritirare la torta da Ben’s? Io non posso muovermi, sto aiutando Olly con le ultime cose»

«Oh okay, va bene. Ci vediamo lì tra poco. Un bacio, ciao!»

«Ciao e grazie ancora, meriti una statua, davvero!»

«Ma va là, ciao!» conclusi la chiamata ridendo.



Avrei fatto sicuramente ritardo. Per una volta buona che ero puntuale! Ma vabbè, senza Harry significava senza torta quindi mi avrebbero aspettato senza problemi.
Chiamai un taxi dato che volevo evitarmi la tratta con il bus con la torta, passai da Ben’s e finalmente, dopo minuti interminabili dietro a una fila di bus e altri taxi arrivai al Theatre Royal Bar con venti minuti di ritardo.

Pagai il tassista e scesi dall’abitacolo. Mi diressi verso l’entrata del pub e solo nel momento in cui alzai lo sguardo notai la presenza di quel ragazzo che avevo visto il giorno prima. Sì era proprio lui. Erano suoi quegli occhi azzurri che mi stavano scrutando. Non potevo sbagliarmi.

Cavolo se era bello. Era lì fuori dal pub mentre fumava la sua solita, a quanto avevo potuto notare, sigaretta.

Dovevo fare qualcosa,  non potevo restare lì impalato con una cazzo di guantiera in mano ad osservarlo come se fosse un dio sceso in terra, anche se non si poteva certo darmi torto. Dovevo davvero fare qualcosa, non dovevo perdere nessuna occasione. Non avrei mai voluto avere rimorsi, non me lo sarei mai perdonato. Se il destino aveva voluto farci incontrare una seconda volta, non era un caso. Doveva significare qualcosa, dovevo solo capirlo. E se il destino ti sfida, che fai, non ricambi?

Così con non so quale coraggio gli rivolsi la parola, cercando di essere il più disinvolto possibile.
«Smettila di fumare: non fa bene!» dissi in un modo autoritario.

«E tu chi saresti, scusa?» chiese, con un sopracciglio alzato e l’aria da chi non si fa prendere per il culo da nessuno.

«La tua mammina, babe!» esclamai facendogli l’occhiolino e senza che quel ragazzo occhi mare potesse ribattere, entrai nel Theatre Royal Bar.


Ero rosso fuoco in viso: ma come cazzo mi era venuto in mente di dirgli “la tua mammina”? Dio mio ero proprio un coglione. E poi, come se non bastasse,  “babe”. Che coglione. Che coglione con la C maiuscola. Non mi avrebbe più rivolto la parola, ne ero sicuro. Semmai ci saremmo di nuovo rivisti. Fanculo Harry, VAFFANCULO.




Appena entrato mi si avvicinò Sophia e «Harry! Sei arrivato!» esclamò prendendo la torta porgendola a Olly.

«Sano e salvo!
» dissi abbracciandola.

«Grazie mille per la torta, sei un tesoro!»

«Ma scherzi? Lo sai!
»

«Ohi Zayn! Come stai?» chiesi non mi appena mi accorsi della figura del moro seduto ad una sedia, avvicinandomi a lui.

«Oh Harry! Tutto bene, tu?
» mi fece dandomi una pacca sulla spalla.

«Alla grande
» risposi sorridendo, facendo arrossire il moro che fu salvato da Sophia che «Zay dov’è Louis?» gli chiese.

«Non so, forse è in bagno. L’ho visto alzarsi 5 minuti fa
» gli rispose Zayn.

«Ti devo far assolutamente conoscere mio fratello, Harry! Dovrebbe essere qui da qualche parte, solo che non lo trovo
» disse la ragazza guardandosi attorno. Ecco sì, ero davvero curioso di conoscere il famoso fratello di Sophia, doveva essere un bravo ragazzo a quanto pare.
Intanto mi ero avvicinato a Olly vedendolo in difficoltà con dei bicchieri e cercai di aiutarlo, ponendo qualcuno di essi sul tavolo quando la voce di Sophia mi vece voltare.
«Oh eccolo qui!
» esclamò.

E fu in quel momento che lo vidi.

«Ecco Harry, lui è Louis, mio fratello
» fece sorridendomi.

Louis era il fratello di Sophia. Louis era quel ragazzo.  Rimasi esterrefatto. Lui era in piedi dinnanzi a me che mi guardava sorpreso.
«Louis, lui è Harry, il cugino di Niall di cui ti ho parlato
» disse rivolgendosi al ragazzo occhi mare.

Porca puttana, con tanti ragazzi proprio Louis doveva essere suo fratello? Proprio il ragazzo che mi aveva lasciato senza respiro? Proprio il ragazzo a cui mi ero rivolto poco prima facendo una mega figura di merda? Non riuscivo a capire se fosse una punizione o una benedizione dal cielo. Era reale o stavo sognando? Stava succedendo davvero?
Mi porse la sua piccola mano e posai il mio sguardo su di essa.

Sarei morto. Sarei di certo morto, lo sapevo.

Allungai la mia mano e la incastrai nella sua.

La mia mano era decisamente più grande rispetto alla sua, ma quello che mi si presentava davanti non poteva essere una casualità. Erano fatte per stringersi a vicenda, quasi plasmate come un unico insieme e divise successivamente, aspettando che si rincontrassero.

Erano così diverse ma così perfette.

«Piacere Louis» disse con la sua voce acuta ma perfetta per lui.

Alzai il mio sguardo e fu lì che capii.

«Io sono Harry, piacere mio» risposi con foce flebile e tremante.

Fu quando il verde dei miei occhi si incontrò perfettamente nel blu dei suoi che me ne resi conto.

Lui doveva essere mio. Lui doveva essere la mia sorte, il mio destino, la mia fortuna, il mio traguardo.






Note d'autore

Eccoci qui! Siamo ancora vive, se ve lo chiedete. Perdonateci per il ritardo, ma abbiamo siamo state davvero impegnate! Oggi è un miracolo hahaha 
Appena abbiamo trovato un minuto libero, abbiamo approfittato. Scusateci ancora!
Uh-la-la! Che ne pensate del capitolo? E della storia in generale? Vi sta piacendo? Okay, basta domande lol
Ma quanto è carina Sophia? Eh?
Povero il nostro Harry, quant'è impacciato? Voleva fare il figo con il famoso ragazzo e poi? E finalmente i Larry si sono presentati aw!!!! Mhh, vedremo un po' che cosa succederà nei prossimi capitoli ehehehe.
Ah e giusto per darvi un'info, noi il personaggio di Olly lo immaginiamo come Olly dei Years&Years, non so se li conoscete, ma >>>>
Alla prossima! All the love xx

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Capitolo 6
*** Five ***


LOUIS


Forse non ero cambiato, ci stavo solo sperando.
Forse tutto era rimasto come prima ed ero solo convinto di essere un’altra persona.

Volevo davvero cambiare, volevo davvero essere un altro.

Ero arrivato ad una fase della mia vita in cui non sapevo realmente come  avrei vissuto il resto. Non ero mai stato bravo a prendere decisioni, mi affidavo spesso e volentieri al destino o da qualcun altro che mi consigliava la cosa giusta da fare.
Volevo riprendermi la mia vita, ma come ogni volta ci cascavo sempre.

Come può una persona essere così tanto condizionata da un’altra? Perché cambiare ogni suo piano, ogni suo perfetto progetto per un paio di occhi?
Lui, lui mi aveva così preso, così plasmato a sé, attratto come una calamita, così tanto da sentire le onde magnetiche prendermi di colpo e, senza che potessi ribellarmi, portarmi dal mio carnefice.

Sì, davvero pensavo che Harry, quel paio di occhi smeraldo, avesse una sorta potere. Mi chiedevo se tutto questo funzionasse solo con me o con tutti quelli a cui Harry puntasse i suoi occhi.
Non volevo ritrovarsi di nuovo schiavo di un paio di occhi. Volevo cambiare, ma oramai il danno era stato fatto.
Lo avevo capito dopo avergli stretto la mano. Dopo avergli visto nei suoi occhi terrore, felicità, imbarazzo e non so quante altre emozioni messe insieme.
Lo avevo visto solo una volta prima di quella sera e ne ero rimasto davvero folgorato, nel vero senso della parola. Pensavo solo a lui e a quelle gambe perfette che gli facevano da pilastri al suo corpo magro ma formato.

E ai suoi occhi. Il verde di quegli occhi mi avevano ossessionato sin dal momento in cui si era insediato nel mio blu.
Quella sera doveva essere una festa, volevo solo ubriacarmi fino al midollo per non pensare a chi stavamo brindando.  

Eh già, Liam. Ne ero cotto da anni, ma non mi aveva mai degnato di uno sguardo. Era il capitano della squadra di basket della mia scuola, squadra di cui faceva parte anche il mio migliore amico Zayn, al quale riuscivo ad estrapolare quante più informazioni possibili sul conto di quel meraviglioso ragazzo occhi d’ambra.

Ormai non ne poteva più di sorbire tutte quei smielosi e adolescenziali commenti su quel ragazzo, e quando mi aveva pregato di farmi coraggio e di rivelarmi a Liam fu lì che sentii il mondo crollarmi addosso. Mia sorella mi doveva presentare il suo nuovo ragazzo e chi se non Liam?
La città era piena, piena di ragazzi e lei con chi decide di fidanzarsi? Liam Payne. Giusto, sì.
In fondo lei che ne poteva sapere? Non le avevo mai detto della mia cotta per quel ragazzo per evitarmi altre ramanzine sul fatto che non avessi abbastanza coraggio da dichiararmi a qualcuno, al contrario suo. Lei è sempre stata più estroversa, più simpatica e più amata da tutti. L’amavo anch’io, alla fine.

Da quando era entrata a far parte della mia vita tutto si era presentato nel modo giusto. Amavo il mio nuovo papà e la mia nuova sorellina, mi avevano fatto ricredere in una famiglia, dopo che il mio padre biologico mi aveva abbandonato non appena aveva saputo della mia esistenza. Non aveva nemmeno voluto vedermi. Nemmeno una volta. Suo figlio. Bastardo.

Io e Sophia avevamo stretto subito quel rapporto fraterno, era sempre stata la prima a sapere tutto di me e io di lei. Ma quella volta qualcosa non coincise.
Mi aveva parlato di un fantomatico ragazzo ma non mi aveva detto niente di più perché, a detta sua, voleva farmi una sorpresa nel momento in cui le cose fossero ufficializzate.

Mentre io, da quando avevo capito di essere attratto dal genere maschile non avevo fatto un grande passo avanti. E detestavo mia sorella quando puntualmente me lo rinfacciava: «
Louis, sei grande, sei un uomo e non hai le palle di andare da un tipo e dirgli Ciao!», così per evitarle altre delusioni e altre ramanzine per me avevo semplicemente omesso quella mia cotta per Liam.

Quindi quella serata doveva essere un’ennesima conferma che io e Liam eravamo destinati a rimanere dei semplici cognati. Perciò che c’era di meglio di un brindisi in più al festeggiato per dimenticarmi della merda che era la mia vita sentimentale?

Costruirmi un’aria da cazzuto, insensibile e diffidente mi era sembrata una buona idea, soprattutto durante gli anni che avevo trascorso a scuola dettati da popolarità e venerazione da parte degli altri studenti, ma erano solo una semplice farsa. A chi volevo prendere in giro? Ero così tanto considerato un playboy e un membro fondamentale della scuola, insieme a Zayn, che nessuno poteva mai immaginare che non avevo il coraggio di presentarmi ad un ragazzo.

Intanto quella posizione da figo e popolare non mi dispiaceva affatto e mi faceva comodo. Solo che Liam Payne non mi aveva mai rivolto una parola al di fuori di un «Ciao Tomlinson» detto per cortesia, quasi fosse una forma di rispetto per il famoso Louis Tomlinson.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che il figo in questione avesse una cotta colossale per Liam Payne. Nessuno.
Ma infondo ero un ragazzo che amava la vita, amava la natura, amava i dettagli e amava fotografare.

La fotografia era da sempre stata la mia ancora di salvezza. Quando tutto andava male prendevo la mia macchinetta fotografica e scattavo. Catturavo su un semplice display ogni cosa che mi ispirava, anche un semplice fiore che richiamava la mia attenzione. Tutto quello che mi sembrava degno di essere impresso nella mia vita.
Ed era la stessa che avevo pensato non appena guardai da vicino quegli occhi. Meritavano di essere catturati. Da me o dalla mia macchina fotografica, che importa? Dovevano essere miei, solo miei.

E al diavolo Liam Payne, al diavolo occhi d’ambra e capelli d’oro, al diavolo muscoli perfetti.
Da quel momento non avrei desiderato altro che occhi verdi, capelli ricci e gambe perfette.






HARRY


Non avrei mai immaginato che il fratello di Sophia fosse proprio quel ragazzo. Louis. Louis era il suo nome.
Dopo tutti quegli anni spesi a rimuginare su quanto fosse noiosa, sfigata e senza senso la mia vita, non avrei mai pensato che dopo il capitolo Nick il mio cuore sarebbe ricominciato a battere per uno, fino ad allora, sconosciuto.

Mi ero imposto di non pensare all’amore, di non cedere al primo sguardo ammaliante, di essere un automa senza emozioni almeno per un po’. Ma, ditemi, come si poteva restare impassibile dinnanzi ad una meraviglia simile?
Louis era una di una bellezza rara. Sembrava così spavaldo e non curante di ciò che gli stava attorno, ma rifletteva una fragilità che nessuno si sarebbe mai immaginato da un tipo come lui.

Ero bravo a capire le persone, sin da quando ero piccolo. Mi bastava uno sguardo, un contatto e riuscivo a delineare un profilo di chi avevo di fronte. Per questo rimasi altamente ferito e deluso da me stesso quando Nick mi aveva abbandonato, possibile che non mi ero accorto delle sue menzogne e dei suoi tradimenti?
Forse è vero che l’amore acceca. L’amore, ah l’amore. Ero stato tremendamente accecato da Nick da non rendermi conto delle malefatte che escogitava alle mie spalle. Lo odiavo.

Ma dovevo essere forte. Ma poi, pensandoci, Nick era stato capace di buttarmi così a terra, così in basso da non credere più nell’amore. Da addirittura rinunciarci. Gliela stavo dando vinta e non era giusto.
Lui era stato capace di farmi questo e ora aveva preso così tanto potere su di me, tanto da rinunciare a ciò che di più bello la vita potesse offrirci.

Non so se furono gli occhi di Louis o la mia mano stretta nella sua, ma fanculo Nick: io volevo credere di nuovo nell’amore. E anche se ne avrei sofferto, con di nuovo un cuore in mille pezzi in mano, almeno ci avevo provato. Perché “se perdi la speranza, fallisce la missione” diceva qualcuno.

Non importa quante volte sarei caduto ma quante volte sarei riuscito ad alzarmi, perché cara vita, se avevi deciso di sfidarmi, non mi avevi colto impreparato, ma più forte di prima.
 




Dopo le presentazioni prendemmo posto al tavolo perfettamente addobbato il pomeriggio stesso da me e Sophia e, per spezzare un po’ la tensione e l’imbarazzo, Zayn aveva deciso di scambiare quattro chiacchiere nel frattempo che Liam e Niall arrivassero.

«Harry allora come va lo con studio?» mi chiese. Avevo lo sguardo di tutti e tre i ragazzi su di me. Ma solo uno di quelli mi stava decisamente trafiggendo così tanto da sentire il mio corpo sciogliersi e il mio viso trasformarsi in una lanterna cinese. Calma Harry. Calma. Respira e vai!

«Oh, diciamo che non ho avuto tempo nemmeno di dare un’occhiata ai tuoi appunti. Domani inizierò seriamente a mettermi su, non vorrei non passare il test; altrimenti mi ritroverò a spazzare le vie di Edimburgo con un camioncino a tre ruote!» scherzai su, guardando Zayn che pronto a rispondermi venne bloccato da una voce acuta alla sua destra. Harry stai calmo. Non è niente.

«Vi conoscete già voi due?» s’intromise, quindi, Louis quasi offeso, rivolgendosi per lo più all’amico.

Stavo per rispondere quando Zayn, stizzito, mi precedette con: «Sì, ci siamo conosciuti due giorni fa. Perché?»

«Uhm, niente così. Harry, quindi tu sei il famoso cugino di Niall, sei venuto qua per studiare?»

NO. CAZZO NO. Mi stava rivolgendo la parola. Louis occhi mare mi stava parlando. Voleva sapere qualcosa da me. Cazzo. Harry rispondigli! Non restare lì impalato!

«Ehm…s-si. Mi sono t-trasferito due g-giorni fa» cercai di mettere in riga una frase con senso logico, ma le mie guance non volevano di certo smettere di bruciare. Dannato imbarazzo!

Uh Harry eri stato davvero intelligente! Poco prima lo avevi fatto rimanere senza parole, avevi fatto lo spavaldo con la risposta pronta e ora? Con una semplice domanda stavi diventando peggio di una tredicenne!

«Mh, wow. Che studi?» mi chiese. E un’altra volta domandò lui. Cazzo Harry quant’eri coglione da 1 a 10? Una domanda tu, no?

Intanto Zayn stava guardando Louis come se lo volesse trucidare in quel momento, Sophia si alternava tra noi e il telefono -sicuramente stava chattando con Niall, affinché tutto procedesse alla perfezione- e Louis mi stava guardando con uno sguardo carico di aspettative. Mi stava consumando con lo sguardo. E io? Io stavo morendo. Ma qualcosa mi salvò, anzi qualcuno a dire il vero.

«SORPRESAAAAAAAAAAA!!» gridò Sophia coinvolgendo tutti non appena ci accorgemmo che Liam e Niall fossero entrati nel locale.

Niall mentre rideva, prese posto accanto a me, rubando uno stuzzichino dal tavolo e salutando tutti con la mano, «Ciao ragazzi!».

Liam, invece, aveva quasi la mascella a terra dallo stupore. Possibile che non si fosse insospettito di nulla?

Sophia si gettò tra le sue braccia e lo baciò con trasporto e dopo che la scena da film fosse definitivamente conclusa, urlò: «Buon compleanno amore!»

Niall gli si fiondò addosso e iniziò a saltare con lui quasi fossero in uno stadio intonando infatti qualche coro, a loro si unì Zayn, mentre Louis si alzava timidamente e si metteva accanto a me.

Riuscivo a percepire il suo profumo. Profumava di lavanda. Lavanda e tabacco.

Fatto sta che quel profumo mi mandava in paradiso, quasi ne fossi catturato. Avrei voluto respirare solo quel profumo per tutto il resto della mia vita.
Fui risvegliato dal mio semi stato di trance da Niall che: «Ragazzi unitivi a noi!!!!»

Ma perchè dovevo partecipare alle solite stronzate di mio cugino? Ma la vera domanda era: perché alla fine cedevo sempre?

Così ci ritrovammo tutti quanti a saltellare come imbecilli, con Sophia che mi divideva da quegli occhi color del mare e la mia mano che sfiorava la sua spalla.
Quando l’abbraccio si sciolse approfittai del momento per fare i miei auguri a Liam, Louis la pensò come me e non appena mi voltai per ritornare al mio posto, il mio sguardo si posò su quello del liscio e potei credere di sognare, ma l’occhiolino che mi rivolse mi fece perdere vent’anni di vita.



La serata passò davvero velocemente tra Tennent’s a fiumi e roba da mangiare che sembrava non finire mai. Niall e Louis erano quelli che sicuramente avevano ingurgitato più litri di birra tra tutti, lo si poteva notare dal fatto che stavano cantando canzoni a squarciagola misto tra risate e batti cinque. Zayn era diventato stranamente più silenzioso, ma ogni qual volta che gli rivolgevo la parola non la smetteva di sorridermi quasi ne fosse imbambolato. Che Zayn davvero avesse una cotta per me? Nahh, impossibile.

Sophia e Liam erano i più calmi e insieme a me e Zayn stavano intrattenendo una conversazione davvero interessante quando il moro: «Oh Harry, visto che non hai ancora iniziato a studiare, perché domani pomeriggio non vieni da me così ripassiamo insieme?»

«Oh grazie davvero, sarebbe perfetto!» accettai l’invito di Zayn, mi avrebbe aiutato e avrei passato un pomeriggio in compagnia, quindi perché no?

Zayn mi sorrise ampiamente e mi lasciò un bigliettino con su scritto il suo numero di cellulare.

«Prendi qui, è il mio numero! Così ci organizziamo meglio per domani»

«Oh okay, grazie»

«Zayn! Lascia stare la mia mammina!».  Louis. Iniziai ad avvampare in viso. Ma che cazzo?

«Che?!» si rivolse a lui il moro.

Liam ed io ci stavamo guardando perplessi, quando arrivò Olly con la torta urlando a Liam: «BUON COMPLEANNO!»


Dopo aver mangiato tutta la torta e aver fatto un altro giro di amaro, arrivò il momento di rientrare e lasciare quel posto che ormai puzzava di birra e di ossigeno consumato.
Per fortuna Niall aveva la macchina e quindi poteva portare me, Liam e Sophia a casa, non prima di aver convinto il biondo a far guidare Liam dato le condizioni in cui si ritrovava: non la smetteva più di ridere da quando Louis gli aveva sussurrato qualcosa all’orecchio.

Zayn, invece, fu costretto a guidare l’auto di Louis che sorrideva e salutava a tutti, persino ai passanti e a qualche gatto che si rifugiava tra i bidoni della spazzatura. Più lo guardavo, più pensavo a quanto fosse divertente, bello, simpatico, bello, ubriaco, bello, basso, bello, con un culo sodo. Ho già detto bello?
Quanto a me, forse non ero lucido al 100%, ma riuscivo a capire ciò che mi stava succedendo intorno e quando Louis si avvicinò a me per salutarmi quel bacio sulla guancia e quel: «Ciao mamma!» non credo fossero frutto della mia immaginazione dato il mio quasi-svenimento.


«Ciao Haz! Ci sentiamo» mi disse invece Zayn, toccandomi dolcemente il braccio e guardando truce Louis che salutava questa volta un pipistrello che volava intorno al lampione.

«Certo, buonanotte Zay» feci io, rivolgendogli uno dei miei sorrisi con tanto di fossette.

«Andiamo Lou!» disse in modo autoritario il moro, strattonando Louis nella macchina mentre mi guardava e salutava con la mano e aggiungendo un bacio volante.
Sarei morto. Sarei morto giovane.

Tornammo a casa sani e salvi. Trascinai Niall nella sua stanza e lo buttai sul letto mentre diceva cose scoordinate e senza apparente senso, e con un «Buonanotte Pimpi!» lo lasciai dormire nella sua stanza.
Incrociai Liam che: «Dorme?» mi chiese.

«Sta già russando, senti un po’» feci, aprendo leggermente la porta e facendo segno al ragazzo di avvicinarsi.

“Sempre il solito! Si ubriaca come un matto per poi sprofondare come un bambino!» mi disse ridendo. «Ah Harry, comunque volevo ringraziarti per stasera. Sophia mi ha raccontato tutto di ieri. Ti adora! Quindi, ecco, grazie per quello che hai fatto!» disse con un po’ di imbarazzo.

«Ma cosa?» risi. «L’ho fatto con piacere, siamo amici ora no?» e lo abbracciai. «Ancora tanti auguri Liam!»

Quando sciogliemmo l’abbraccio ci augurammo la buonanotte e ognuno si chiuse nella propria stanza.
Non appena potei stendermi sul mio adorato letto iniziai a rimuginare su quanto accaduto in quei pochi giorni in cui ero lì. La mia vita era cambiata così drasticamente che finalmente iniziai a credere che tutto filasse nel modo giusto.

Avevo degli amici che, a quanto avevo potuto notare, mi avevano preso in simpatia sin da subito e mi trovavo bene con loro. E poi, beh, poi c’era Louis. Quel ragazzo occhi mare che mi aveva stregato e fatto perdere qualche battito.

Mi stavo riprendendo dal mio stato di agonia, stavo ricominciando a vivere. Ma come potevo ricominciare a vivere senza avere con me il mio punto d’inizio?

La vita l’avevo sempre immaginata così: aveva un punto d’inizio e uno di fine. Se c’era l’inizio, c’era la fine. Ma per me la fine non era un punto d’arresto, ma una vittoria, un traguardo, un modo per dire: “Hey guarda: ce l’ho fatta! Sono arrivato fino a qui. Ho vinto su tutto!”.

Per vivere avevo bisogno del mio inizio e del mio traguardo.

Lui doveva essere mio. E io suo. Ci avrei giurato.










Note d'autore

Eccoci! Abbiamo voluto farvi una sorpresa pubblicando il capitolo solo dopo 3 giorni! 
Che ne pensate? Fino ad ora è il mio preferito. Forse perchè sono presenti più riflessioni e piensieri dei due ragazzi.
In questo capitolo abbiamo i Larry che finalmente interagiscono, anzi è più Louis che cerca di intraprendere una conversazione con il riccio, destando il disappunto del suo caro amico Zayn. Come si evolverà la storia? 
Estrella mi aveva consigliato di mettere un banner ma non riesco a metterlo, qualcuno che mi aiuti? 
Intanto ringrazio proprio Estrella per la recensione e a tutte voi che avete messo tra le seguite/ricordate/preferite la nostra storia. Siamo davvero contente!  Spero che la storia vi stia piacendo.
Grazie anche a voi lettrici silenziose! Se volete darci un vostro parere o anche solo un consiglio positivo o negativo, noi siamo qui!
Vi ricordiamo che siamo anche su Wattpad (di cui si occupa Liuz)! 

Alla prossima. All the love xx 
-Angi

   

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Capitolo 7
*** Six ***


ZAYN

Non sapevo cosa davvero mi fosse successo. Non avevo mai reagito così.
Harry mi affascinava, nessuno mai mi aveva coinvolto così tanto con un semplice “Ciao”. 
Dal momento in cui Niall mi aveva presentato il suo irresistibile cugino, i miei pensieri non erano altro che rivolti a lui: ai suoi capelli lunghi e ricci, ai suoi occhi verdi, alle sue mani, al suo petto -per quanto avevo potuto notare grazie alla sua camicia sbottonata-  su cui alloggiavano due rondini.
Le mie mani bramavano il suo corpo, le miei labbra chiedevano di assaporare il suo sapore, i miei occhi chiedevano di essere guardati come nessuno aveva mai fatto prima, magari da due occhi verdi.

La mia vita stava procedendo secondo piani che i miei genitori mi avevano imposto: dopo aver finito la scuola, avrei studiato all’Università e avrei conseguito una laurea modello, pronto per lanciarmi nel mondo del lavoro.
Ma io non ero quello che i miei avevano plasmato a loro immagine e somiglianza, io ero Arte, io ero altro. Non ero quello che volevano loro.
Per fortuna il destino mi aveva concesso l’unico mio spiraglio di libertà: Louis. 
Da quando l’avevo conosciuto potevo esprimermi liberamente senza qualcuno mi giudicasse, anzi avevo trovato la persona che mi supportava in ogni mia scelta e riusciva a mandarmi avanti anche quando ero a pezzi.
Lo consideravo come un fratello maggiore, colui che mi avrebbe dato una mano e ci sarebbe stato sempre per me. Non riuscivo a immaginare la mia vita senza di lui. 

Nonostante il mio florido e riconoscente rapporto con il liscio, non ero ancora riuscito a parlargli della mia attrazione per il nuovo arrivato. Ma il mio piano di esprimermi erano andati in fumo da quando avevo notato che il mio caro amico aveva insistito con battute e sguardi di troppo sul mio oggetto del desiderio. 
Quella sera al pub avevo capito che anche lui avesse un occhio di riguardo per Harry. Dato l’alcool che aveva ingerito ero certo che ciò che faceva era quello che davvero voleva, perciò quando aveva cercato di approcciare con lui facendogli battutine o, addirittura, lasciandogli un bacio sulla guancia, avevo capito. 
Anche Louis sembrava interessato a quella testa riccia.

Poteva andare qualcosa nel verso giusto nella mia schifosa vita?

Per una volta, una volta soltanto, era troppo da chiedere?

Harry sembrava essere l’unica nota positiva di una melodia scombinata, l’unica nota suonata al momento giusto di una vita sbagliata. Perché ogni qual volta che i miei occhi si posavano su di lui, sembrava che il resto non esistesse.
Rimanevo incantato da così tanta bellezza, tanto da non rendermi conto di ciò che capitava all’esterno.
Riusciva ad estraniarmi e a darmi una via d’uscita.

Per quanto bene volessi a Louis, Harry doveva essere mio.

Louis era sempre stato quello più spavaldo e combattivo per tutto, tranne per una cosa: non riusciva a rapportarsi con chi gli piacesse. Erano passati anni da quando mi aveva confessato della sua cotta per Liam, ma, come tutte le altre volte, era riuscito a farselo scappare.
Perciò, cosa mai poteva cambiare questa volta?
Se l’avesse saputo, me l’avrebbe lasciato. 
Avrei fatto finta di nulla, avrei accantonato il suo interesse per Harry e avrei cercato di renderlo mio.

Se ero egoista? Sì, forse lo ero. Ma quando si presenta un’occasione del genere e si hanno tutte le carte a favore, perché non combattere fino all’ultimo?
Per una volta avrei pensato a me stesso. Solo allo Zayn Malik che ero.

Da quando avevo lasciato il mio numero ad Harry ero in un continuo stato di ansia. Mi avrebbe chiamato? Mi avrebbe scritto? Avrebbe accettato?
Mille e più complessi stavano nascendo nella mia mente, timoroso che il riccio potesse non avere alcun interesse nei miei confronti.
Ero tentato di scrivergli su Facebook o di chiedere il suo numero a Niall, ma alla fine avevo desistito. Non volevo essere troppo opprimente, se voleva, mi avrebbe scritto; altrimenti sarei andato avanti e lasciato che Louis prendesse il mio posto.

Ma quando lo schermo del mio cellulare si illuminò non potei non esultare e mandai a fanculo tutti i pensieri che avevo fatto fino a quel momento.
Quel messaggio da parte di un numero sconosciuto che salvai presto in “Harry ” era apparso sul mio smartphone, recitava un semplice “Hey  Zayn sono Harry! A che ora ci vediamo oggi? x”, ma che per me significa l’inizio. L’inizio di una bella avventura. 

Risposi tempestivamente al messaggio dei riccio dandogli appuntamento a qualche ora dopo. 
Bene, dovevo preparami sia mentalmente che fisicamente.



Mancava solo mezz’ora dall’ora X e avevo un’ansia terribile. Dovevo stare calmo, ma non riuscivo a smettere di tremare. Harry doveva essere lì solo dopo poco e io già stavo andando in fiamme.
Avevo ordinato tutta la casa, dal bagno alla mia camera, rendendo perfettamente accogliente il mio piccolo appartamento. Avevo persino preparato i libri sul tavolo e messo un po’ di acqua nel bollitore nel tal caso Harry desiderasse un thè caldo.
Mi ero appena seduto sul divano intento a guardare distrattamente un film noioso in TV, quando suonò il campanello. Possibile che Harry avesse fatto così tanto anticipo? Mancavano ancora 20 minuti dall’orario stabilito.
Così mi alzai, dando un’occhiata veloce allo specchio per controllare se tutto fosse okay e mi avvicinai alla porta. Presi un grosso respiro e finalmente decisi di aprire.

Un mix di sorpresa e di delusione fecero scemare il mio stato d’ansia, impossessandosi di me nel momento in cui vidi Louis sorridente sulla soglia.
Harry sarebbe stato di lì a poco qui a casa mia e Louis si era appena presentato. Sebbene avrei voluto cacciare via il mio migliore amico per allontanarlo dal mio riccio, una parte di me non aveva il coraggio di affrontarlo, perciò lo feci entrare sperando che mi lasciasse campo libero, dato che come al suo solito si sarebbe trattenuto tutto il pomeriggio a casa mia.

«Ciao Zay! Ti ho portato un regalino» mi disse non appena lo feci entrare in casa.
«Lou! Cosa? » chiesi incuriosito, cercando di vedere cosa stringeva tra le mani dietro la sua schiena.
«Taaa daaaa!» urlò, cacciando fuori un sacchetto contenente dei cookies. Mi conosceva troppo bene.

«Grandeee! Lo sai che ti adoro! Graziee!» gli saltai addosso, abbracciandolo. Louis ridacchiò, sorridendomi di ricambio.

«Che stavi facendo prima che il tuo migliore amico venisse a farti visita?» scherzò Louis.

«Stavo preparando casa, sai, deve venire Harry, dobbiamo studiare insie-» 
«Harry?!» mi interruppe Louis. Di tutto quello che gli avevo appena detto, si ricordava solo di Harry. Ovviamente.

«Sì, perché? Qualche problema?» dissi deciso, ma il colore delle guance che si faceva sempre più rosso mi tradì.

«Oi oi, qualcuno mi nasconde qualcosa per caso?» chiese Louis, con sguardo investigatore.
«Ma smettila!» sbuffai, irritato dal suo comportamento. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, e Louis di certo era l'ultima persona che avrebbe potuto dirmi una cosa del genere. “Da che pulpito viene la predica…” pensai.

*driiiiiin*

Contemporaneamente io e Louis ci girammo in direzione della porta. «Harry è arrivato, tu che hai intenzione di fare?» domandai, nella speranza di ricevere come risposta “Vi lascio soli soletti, me ne vado”, ma purtroppo rimasi deluso nel ricevere «Credo proprio che rimarrò qui, mi sta simpatico il riccio».

“Che palle” pensai, alzando gli occhi al cielo. Amavo stare in compagnia del mio migliore amico ma quel giorno, di certo, la sua presenza non era gradita, non quando avrei passato un pomeriggio da solo con Harry. Ecco.

Mi incamminai verso la porta, presi un bel respiro e aprii la porta. Più bello che mai, mi ritrovai un Harry sorridente davanti casa. Sorrisi di ricambio, quanto poteva essere adorabile?

«Hey Harry! Entra dai, starai morendo di freddo!» esclamai al nuovo arrivato.

«Ciao Zayn! Grazie mille ancora, non so come avrei fatto senza di te» mi disse sorridendomi.

“Questo e altro per te” pensai. Ah, che mi stava succedendo? Zayn torna in te!

«D-di niente, tranquillo» sorrisi timidamente.

«Ma salve a tutti!» esclamò una voce dietro di me. Louis.

«C-ciao... » rispose timidamente Harry, mentre le sue guance si imporporavano sempre di più. Cazzo, cazzo, cazzo. No, dannazione.

«Lou, se non ti dispiace, ora dovremmo studiare, tu fa quel che ti pare, basta che non bruci casa okay?» dissi, rivolgendomi al mio migliore amico.

«Per farti stare più tranquillo starò con voi. Non mi farà male sentire lezioni di….?» domandò, rivolgendosi al riccio.

Harry lo guardò esitante mentre si mordeva un labbro, mentre Louis gli sorrideva amorevolmente. Mancava solo una Kiss-Cam e si sarebbero baciati in quel momento. Odio profondo.

«Fisica» risposi velocemente e «Andiamo?» feci, spingendo delicatamente Harry verso il tavolo dove avremmo studiato.

I miei piani per conquistare Harry stavano andando in fumo.

 

 

LOUIS


*un'ora dopo*

«Quindi, ricapitolando: un punto materiale è in equilibrio statico quando la risultante delle forze che agiscono su di esso è nulla. Giusto?» 

Tralasciando il fatto che non ci stavo capendo assolutamente niente, mi stavo annoiando. Sembravano degli alieni, erano super attenti e concentrati, capivano quelle diavolerie come se fossero una ricetta per principianti. A quanto pare, erano davvero portati per quella materia. Zayn spiegava abbastanza bene, lo si vedeva dai risultati sorprendenti di Harry.
Dal canto mio, oltre a sguardi e sorrisi rubati al riccio, alle mie battute fuori luogo e a doppi sensi, non stavo ottenendo i risultati sperati. La situazione non era a mio favore.

«Facciamo una pausa? Che ne dici se ti porto qualcosa?» chiese Zayn

«Sì, qualche minuto per staccare la spina sarebbe l’ideale. Potresti portarmi un bicchiere d'acqua?»  chiese al moro. Zayn prima guardò me, poi rivolgendosi al riccio disse «Certo, arrivo subito!» e se ne andò in cucina.

Eravamo soli nella stanza.

«Sul serio capisci quelle cose?» chiesi, per rompere il ghiaccio.

«Si, basta che segui attentamente, non è una passeggiata, ma non è nemmeno impossibile» rispose il ricciolino, sorridendomi con tanto di fossette. Le sue fossette. Me le  sarei mangiate al momento, aw. Ok, Louis smettila.

«Niente è impossibile, riccio» constatai, facendogli l’occhiolino.

«Ecco a te!» quasi urlò Zayn, porgendo un bicchiere d'acqua all'ospite e uno sguardo minaccioso nei miei confronti. Che cazzo voleva? Che gli avevo fatto?

«Grazie mille» rispose gentilmente Harry e Zayn gli rivolgeva un’alzata di spalle sorridendo.

L'osservai mentre beveva. Un po' di acqua fuoriusciva dai lati della bocca, bagnando le sue labbra e rendendole invitanti. Ingoiai la saliva, merda quanto mi attraeva. Cosa avrei fatto a quelle labbra, cosa mi avrebbero fatto, se solo…
Pensieri poco casti mi stavano alleggiando in mente mentre qualcosina nasceva là sotto. Oh cielo!

Mi sentii osservato: Zayn mi stava fissando con aria sospetta. Abbassai lo sguardo, facendo finta di niente. Rialzai lo sguardo, Harry mi stava fissando. Okay era una situazione alquanto strana e decisamente imbarazzante così decisi di fare qualcosa.

«Zay ho fame, vado di là a preparare pane e Nutella. Harry tu ne vuoi?» chiesi, alzandomi dal divano.

«Ehm.. se ne volete anche voi, sì» rispose impacciato Harry, guardando Zayn aspettando un suo assenso.
«Okay vai Lou, prepara tre fette» mi congedò il moro.

Arrivai in cucina e iniziai a prendere delle fette di pane, un coltello e la Nutella, quando sentii Zayn che faceva un battuta ad Harry e lui che rideva di gusto. 
Oh, quindi era proprio deciso il mio amico di prendersi Harry? Non l’avevo mai visto comportarsi così con nessuno. Ma non riuscivo a stare fermo, Harry era di una bellezza disarmante e nutriva qualcosa nei miei  confronti, in fondo, arrossiva solo in mia presenza, qualcosa doveva pur sempre significare. Zayn aveva perso in partenza.

Dopo aver preparato le tre fette di pane, portai il vassoio da i miei amici.
«Ecco a voi!» feci mentre prendevo una fetta, mentre gli altri due facevano lo stesso.
Mi buttai con un salto sul divano e, non so come, mi ritrovai la fetta di pane e Nutella letteralmente spalmata sulla mia t-shirt. Merda. Mi alzai di scatto e lanciai la fetta, quasi fosse questa la colpevole, sul tavolo.

«Fanculo, la mia maglia preferita!» imprecai.

Zayn scoppiò a ridere, portandosi la mano alla bocca evitando di sputare fuori ciò che stava masticando; Harry, invece, mi guardò divertito e avanzò verso di me.

«Stai attento quando mangi, figliuolo. Non hai imparato nulla dalla tua mamma?» mi fece serio, ma con un sorriso che lo tradiva, mentre con un tovagliolo puliva l’eccesso di Nutella dalla mia maglia. Lo guardai a bocca aperta.

«Dovresti strofinarla con una spugna, acqua tiepida e detersivo per piatti se vuoi che se ne vada via subito…» mi fece il riccio.

Scoppiai a ridere. «Harry, ma sei davvero una mamma o?»

«Perché che credevi, scusa?» mi fece lui, scoppiando a ridere a sua volta.

L’unico che non rideva era Zayn. Ci stava osservando, serio, con una calma apparente che mi incuteva terrore: sarebbe scoppiato da un momento all’altro.

Volevo fotografare quella scena: era così ridicola! Se da una parte c’ero io ed Harry in piedi che ridevamo, dall’altra c’era Zayn che ci guardava come se volesse uccidere entrambi –o solo me?-.

Quel momento idilliaco terminò ben presto quando Zayn, evidentemente irritato, scattò in piedi e 
«Okay, Louis, potresti lasciarci? Abbiamo molto da studiare e se ci interrompi in continuazione non finiremmo mai. Avanti, ci vediamo domani!». Era parecchio incazzato.

«Mi stai per caso cacciando?» esclamai, con una punta di delusione. La stessa che leggevo negli occhi di Harry.

«Lou, non farmelo ripetere. Lasciaci studiare in santa pace! E poi faresti meglio ad andare a casa subito per togliere via quella macchia enorme che ti sei fatto!» sentenziò Zayn.

Sbuffai.

«Okay. Ciao Harry! Buona fortuna con Mr. Secchione e grazie per i consigli degni di una mamma con 10 figli!» dissi, uscendo di casa. Sentii un leggero «Fottiti» da parte del moro ma sinceramente, non mi importava poi così tanto. 
Perchè era così incazzato? Proprio lui mi ha sempre detto di dimenticare Liam e di andare avanti, ora che ho trovato Harry, me lo impedisce? Ma vaffanculo. E poi con lui avevo trovato sintonia e questo non accadeva da tempo. E poi, aspetta un po’… nonostante Harry mi piacesse, gli avevo rivolto la parola e avevo scherzato con lui! Che mi stava succedendo?

Mi incamminai verso casa, con le cuffie nelle orecchie e tanti pensieri nella mente.
Ero arrivato ad una conclusione: a entrambi piaceva Harry.

Ma Zayn era un bellissimo ragazzo, per di più bisex. Non avrebbe problemi a trovarsi qualcun’altro.

Io ero sempre rimasto a Liam. 
Era come se la vita mi avesse messo tanti muri davanti, uno più grande dell'altro. Ed ero riuscito a superarli, in parte, fino all'arrivo di Liam. Quel muro sembrava enorme, impossibile da superare. Ci provavo, prendevo la rincorsa, deciso, saltavo, ma ci andavo a sbattere contro, cadevo e mi facevo male. Ogni volta. 
Ora avevo incontrato Harry: una vita d'uscita. Come se su quel muro fatto di pietre, impossibile da rompere, ce ne fosse una che fuoriusciva, ottima per arrampicarsi e scavalcarlo. Non mi ero mai sentito così. 
Zayn l'avrebbe dovuto capire, Harry sarebbe stato mio.





Note d'autore

Ohii ohii! Chi c'è là?
 SIAMO VIVEEE!!! 
Siamo tornate con un nuovo capitolo. Scusateci e perdonateci e linciateci per il mega ritardone, ma abbiamo avute dei problemi che sicuramente non vorreste sapere lol No, vabbè, sempre le solite cose: tra Università e scuola non capiamo più nulla, ecco hahaha
A parte questo, ecco il capitolo! Come vi sembra? Ehehehe vediamo i nostri Zouis che si contengono il povero e innocente Harry, come andrà finire? Chi dei due farà il primo passo?
SONO APERTE LE SCOMMESSE lol
Anche se, poveri picci, due migliori amici che litigano per un ragazzo, eh male male!
Che ne pensa Harry di tutto questo?
Non ci resta che aspettare la prossima puntata! O meglio, capitolo! (Nella speranza di non fare un mega ritardo come questo,  il giorno prefissato dovrebbe essere giovedì, quindi ci mettiamo subito all'opera).
Buona scuola, buona settimana, buon lavoro, buono tutto. Alla prossima!
All the love xx
-Angi e Liuz

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Capitolo 8
*** Seven ***


HARRY

 

Non riuscivo a capire cosa avesse irritato così tanto Zayn da cacciare  Louis.
In fondo, lo stavo solo aiutando e, vabbè, a parte il mio rossore sulle guance e le battutine da parte del castano, non c’era motivo di irritarsi. Ma forse, un’idea del perché del comportamento del moro me l’ero fatta e, molto probabilmente, avevo ragione.

La compagnia di Louis mi aveva fatto davvero piacere. Non avrei mai immaginato che quel ragazzo bellissimo vicino casa di Zayn fosse proprio il fratello di Sophia e che me lo sarei ritrovato due giorni dopo a casa del mio nuovo amico.

Le ore passate a casa del moro, in compagnia dell’amico, mi fecero sempre più capire quanto fossi attratto dal ragazzo occhi mare. La cosa che mi rendeva davvero soddisfatto e propenso a rispondere o ricambiare battute e certi sguardi, era proprio il comportamento di Louis.
Mi sembrava, infatti, che lui avesse un occhio di riguardo nei miei confronti dato i continui sguardi d’intesa e il sorriso che gli nasceva dopo ogni volta che arrossivo per un suo gesto.
Quella situazione mi  garbava molto, sembrava che Louis cercasse sempre di parlarmi, anche per uno stupido motivo oppure volesse  essere al centro della mia attenzione.

Ma, a quanto pare, Zayn non era d’accordo. Quel pomeriggio guardava Louis come se volesse incenerirlo da un momento all’altro ed era abbastanza ridicolo e imbarazzante che io fossi il fulcro della loro “incomprensione”, almeno da parte del moro, perché Louis sembrava non avere problemi. E se Niall e  Liam avessero avuto ragione?

Non appena Louis andò via, continuammo a studiare Fisica per circa un’altra mezz’ora. Poi Zayn, notando il mio cambio d’umore, mi chiese: «Sei stanco?». Sì ero stanco, ma di certo non era solo per quello. Louis non era più in casa e questo mi dispiaceva parecchio.

«Eh sì, oggi abbiamo lavorato un bel po’. Senti, ma per caso, hai litigato con Louis?» chiesi curioso e abbastanza diretto: Zayn per tutto il tempo non aveva smesso di farmi complimenti ogni volta che capivo qualcosa e mi prestava tutte le sue attenzioni possibili, più del solito. Lo avevo persino sorpreso mentre fissava le mie labbra e arrossiva, sentendosi colto sul fatto. Allora l’idea che mi stavo facendo su di lui non era totalmente infondata…

«N-no, perché me lo chiedi?» fece, accigliato e preso alla sprovvista. Era davvero tenero in quel momento: aveva gli occhiali da vista che usava solo per studiare, una sopracciglia alzata e le labbra imbronciate. Se non avessi conosciuto Louis, avrei di certo accolto con piacere ogni singola attenzione che mi prestava Zayn.

«Per come l’hai cacciato via, prima. Non stava facendo nulla di male…»

«Senti Harry, certe volte Louis esagera e questo non mi va bene. Non ti conosce neanche e fa battute fuori luogo, non mi sembrava il caso che continuasse a comportarsi in questo modo con te, ecco» disse gesticolando e rosso in viso. Oh ci teneva davvero così tanto a me? Era, quindi, geloso?

«Oh, non ti dovevi preoccupare così tanto Zayn. So rispondere alle provocazioni e poi mi sta simpatico, altrimenti gli avrei già risposto male da un pezzo, fidati» feci ridendo.

«No, è che mi irrita quando si comporta così» continuò il moro. Sì era geloso.

«Zayn, davvero, non ti preoccupare. A me fa piacere, dopo tutto… è un bel ragazzo e ci sto alle sue provocazioni» affermai, cercando di fargli capire che ero attratto da Louis, ma forse non fu la cosa migliore da fare in quel momento. Zayn in quel momento faceva da ostacolo, mi separava da Louis e questo non mi rendeva molto felice. Zayn era davvero una bella persona, aveva un bel carattere ed era di una bellezza disarmante ma nella mia mente aleggiava solo e unicamente Louis. Volevo in un certo modo confessargli che, nonostante lui fosse un bel ragazzo, Louis era il centro dei miei pensieri sin dal primo momento in cui l’avevo visto.  Volevo troncare sul nascere ciò che lui stava cercando di costruire. Di certo non potei dirgli “Guarda Zayn, sei un ragazzo figo e intelligente, ma preferisco Louis, il tuo migliore amico!”, sarebbe rimasto davvero di merda.

«Ah» rispose lui, sbiancando.

«Tutto bene Zayn?» chiesi preoccupato appoggiando la mano sul suo braccio. Lui abbassò lo sguardo e fissò la mia mano.

«S-sì» e si alzò, prendendo dalla cucina un bicchiere d’acqua. Mi alzai anch’io, forse era arrivato il momento di andare via. Mi sentii come soffocare: quella casa si stava facendo sempre più stretta e la situazione non era di certo delle migliori. Avevo fatto in modo che il sorriso meraviglioso del moro scomparisse all’improvviso e togliere il sorriso dalle labbra di una persona era una delle cose che più odiavo. Non ne combinavo mai una giusta…

«Sicuro?» feci nuovamente. Okay, Zayn c’era rimasto davvero male, Liam e Niall avevano ragione: piacevo a Zayn.

«Certo Harry. Comunque dovresti andare, si è fatto già buio e io dovrei andare a lavorare tra un po’…» disse con voce flebile, quasi spezzata.

«Già. Oh e quindi…grazie per oggi. Se vuoi, puoi anche venire da me la prossima volta!» dissi mentre raccoglievo i miei appunti dal tavolo e li ponevo nella mia tracolla.

«Sarebbe una buona idea» fece sorridendo mentre si avvicinava alla porta per accompagnarmi all’uscita e io lo seguivo.

«Ottimo. Buon lavoro per dopo, ci sentiamo». Mi aprì la porta e feci un passo in avanti, ma prima che potessi andar via, la voce di Zayn mi bloccò.

«Harry! Grazie,  piccolo. Alla prossima!» mi salutò poi avvicinandosi e lasciandomi un bacio sulla guancia, pericolosamente vicino alla bocca.

«C-ciao!» mi voltai di scatto, rosso in volto, mentre mi dirigevo verso quella che, ormai, era casa.

 

 

 

LOUIS

 


Coglione.
Sì ero decisamente un coglione. Come potevo aver dimenticato il cellulare a casa di Zayn? Ah, Harry. Ero così preso da lui che mi ero dimenticato del mio cellulare abbandonato sul divano.

Avevo preso felpa e mp3, ma cavolo, non avevo pensato al mio telefono!

Non appena ero arrivato a casa, mi ero liberato della maglia sporca –meno male che non avevo incontrato nessuno per la strada: avevo accuratamente scelto le strade più deserte- e avevo fatto ciò che mi aveva consigliato Harry.
Mentre giravo per la casa a petto nudo, avevo preso il detersivo per piatti e sgrassato un po’ e dopo avevo letteralmente buttato la maglia nella lavatrice. Non smisi di pensare ad Harry e il sorriso che avevo stampato sulla faccia ne era la causa.

Ma se pensavo ad Harry, automaticamente pensavo a Zayn. Era evidente che ci teneva in un modo particolare al riccio, ma non gliel’avrei data vinta. No, il riccio doveva essere mio.

Mentre preparavo un bel thè caldo, mi ricordai che non avevo chiamato Sophia per tutto il giorno. Mi avrebbe ammazzato per non essermi fatto sentire per più di 24 ore. Era meglio se la chiamavo subito.

Ed ecco che mi accorsi che non avevo il telefono.

Panico. L’avevo perso?

Ma poi un lampo di genio: l’avevo lasciato a casa di Zayn!

Afferrai la prima maglietta che mi capitò davanti e, dopo essermi coperto con una calda felpa e un beanie grigio –il mio preferito-, uscii di casa quasi correndo.

Arrivai quasi a casa di Zayn dopo circa dieci minuti e stavo per svoltare l’angolo quando li vidi.

Mi nascosi prontamente dietro l’albero che contornava il vialetto di casa del mio migliore amico e, mentre cercavo di riprendere fiato dopo la corsa che avevo appena fatto, degna di un campione olimpionico, con solo un occhio cercavo di vedere meglio la scena.

C’era Harry sull’uscio di casa e Zayn di fronte a lui. Si stavano sicuramente salutando e il riccio sarebbe andato a casa sua di lì a poco. Pensai di coglierlo di sorpresa –non appena  Zayn avesse chiuso la porta, ovviamente-, ma non avrei di certo immaginato che mi avrebbe sorpreso proprio lui.

Harry stava per salutare e lasciarsi alle spalle il moro, ma questo lo  richiamò e lui dovette voltarsi. Quello che vidi dopo fu di certo un colpo dritto al petto.

Vidi Zayn avvicinarsi lentamente ad Harry per lasciargli un bacio e notai, malvolentieri, che lui non si allontanò. Zayn stava baciando Harry. Non volevo sapere se fosse un bacio a stampo, un bacio innocente o altro, volevo andare via da lì per non assistere un minuto di più alla mia sconfitta e togliermi quella scena dalla mia testa, così, con gli occhi lucidi, corsi via lasciando quei due alla porta.

***

 

L’alcool sì che potevo definirlo il mio migliore amico: era sempre lì a supportarmi nei momenti più difficili e, anche questa volta, era al mio fianco.

Dopo aver visto i due amoreggiare, decisi di dirigermi verso il mio pub preferito, il Theatre Royal, nonché il pub dove lavorava Zayn, ma sapevo che il suo turno doveva essere qualche ora più tardi, o almeno.

Fatto sta che mi ritrovai in compagnia del mio alcolico preferito, un puro whisky scozzese, e qualche lacrima solitaria sulla faccia.

Olly mi si avvicinò preoccupato e mi chiese come stessi. Cercai di rispondergli che tutto andava a meraviglia e volevo solo divertirmi un po’, ma, non riuscendo a controllarmi, gli scoppiai a piangere in faccia.

Sapeva com’ero fatto quindi mi abbracciò per un po’ e mi sussurrò che sarebbe andato tutto bene, quando dovette lasciarmi per un cliente che chiedeva insistentemente una Gordon.

«Lou, scusami ma devo andare. Sono appena arrivati Niall e Liam, sono lì, li vedi?» mi fece dolcemente. Ecco, Olly doveva diventare il mio nuovo migliore amico, era sempre dolce, gentile ed era riccio, proprio come Harry. Oh no, ma perché pensavo sempre ad Harry?

«Grazie Olly, ma non credo sia nece-» non riuscii a finire la frase perché mi ritrovai Niall e Liam al mio tavolo. Evidentemente Olly li aveva richiamati qui da me.

 «Louis! Che cazzo stai facendo?» quasi urlò Niall, strappandomi la bottiglia di Glenkinchie, ormai quasi vuota, dalle mia mani. «Ma ti sei rincoglionito tutto d’un tratto?»

«Stai calmo Niall, se fai così è peggio» fece Liam con un tono da padre. Irritante.

«Sei irritante» dissi, dando voce ai miei pensieri. Non bastava che avevo visto quei due quasi limonare davanti ai miei occhi, ci voleva anche Liam, la mia cotta epocale mai ricambiata, che faceva da ciliegina sulla torta. E poi con quel suo fare da bravo ragazzo che un tempo mi attraeva mi stava solo facendo andare più in paranoia. Irritante.

«Chi io?» fece Niall, quasi offeso.

«Tutti. Siete tutti irritanti» dissi strascicando le parole e cercando di riprendermi la bottiglia.

Quella sera Liam aveva deciso di non farmi stare tranquillo un attimo «Louis, ci vuoi dire che è successo? Vuoi che chiami Sophia? Sta per arrivare, ma se vu-»

«Ma ti vuoi stare zitto? Sophia di qua, Sophia di là, ma la smetti? Quanto sei noioso!» urlai, alzandomi in piedi.

«Ohi Louis, calmati!» mi disse Niall, mentre con una mano sulla spalla mi faceva risedere.

«Vado a prendere un bicchiere d’acqua e poi lo portiamo a casa, questo sta messo male stasera!» disse Niall a Liam, ma dove cazzo se ne andava? Non poteva lasciarmi da solo ubriaco e con Laim, addirittura.

 «Okay, Nì. Lo terrò io a bada!» fece per rassicurarlo, mentre fissavo le sua labbra muoversi. Le sue morbide e grandi labbra, le labbra che avevo sempre sognato di mordere, le labbra di Liam Payne.

E fu in quel momento che feci una delle cazzate più grandi che avessi mai fatto in vita mia: baciare Liam Payne.

Ebbene sì, ubriaco com’ero, intento a fissare le sue labbra, come potevo certo fermarmi quando le sue labbra mi richiamavano più forte di qualsiasi altra volta?

Appoggiai le mie labbra su quelle di Liam, il quale, sconvolto e sorpreso, cercò di allontanarsi, ma non glielo permisi: con la mia mano dietro la sua nuca, lo afferrai e infilai prepotentemente la mia lingua nella sua bocca.

Era quello che avevo sempre sognato da anni, ma non fu come pensavo: era maledettamente sbagliato.
Non avevo sentito nulla se non una sensazione di estraneità a quel sapore di miele che avevo immaginato: mi era sembrato così aspro, senza nemmeno un pizzico di zucchero e dolcezza. Era un miele venuto male, un miele che non aveva nulla di dolce, un miele imperfetto.

Liam mi respinse con tutta la sua forza, urlò un «Che cazzo fai?» e quasi scivolai a terra, facendo voltare tutta la gente verso di noi. Si pulì la bocca con una mano, mentre mi guardava ripugnante e io non potei che vergognarmi, rendendomi conto di ciò che avevo fatto, coprendomi la faccia con le mie piccole mani.

Ma la cosa che mi fece rendere conto di aver compiuto il gesto più sbagliato della mia vita fu il rumore del frantumarsi a terra di un qualcosa di vetro alla mia destra, che mi fece voltare di colpo. E forse non avrei dovuto alzare gli occhi dal bicchiere rotto in mille pezzi, non se avrei visto gli occhi delusi di mia sorella con le mani sulle labbra per reprimere un urlo e degli occhi verdi che mi fissavano quasi fossi un assassino colto sul fatto, con un coltello e mano sporchi di sangue, con accanto la sua vittima.

Merda.

 



Note d'autore

Saalve bella gente!! Siamo tornate con un nuovo capitolo, quello con più colpi di scena fino ad ora lol
Che ve ne pare? Louis si è messo nei casini, nella merda totale direi hahahah povero piccolo! Ha fraiteso il bacio di Zayn ad Harry, vedendolo in una prospettiva diversa e ora ne sta pagando le conseguenze.
Ora sì che la situazione si complica parecchio! Non resta che aspettare al prossimo aggiornamento.
Ci scusiamo per il ritardo. Noi cerchiamo di scrivere il capitolo e pubblicarlo entro una settimana dall'ultima pubblicazione, ma purtroppo siamo in due ed è difficile coinciliare le ore libere, dato che siamo impegnate con la scuola o altro :( Ma a parte questo, cerchiamo il più possibile di pubblicare dopo 7 giorni. Per qualsiasi informazione o dubbio potete contattarci sul nostro profilo twitter in comune: @STYLINSON10s dove diamo indicazioni sul prossimo aggiornamento o qualche incidente di percorso lol
Ringraziamo Estrella per farci costantemente sapere il suo pensiero in ogni capitolo (Grazie!!) e a tutte voi che avete messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. E anche a voi lettrici/ori silenziosi, fatevi sentire! Abbiamo bisogno di un vostro parere!
Grazie a tutti per esserci. Alla prossima!

P.s. Qualche giorno fa ho pubblicato una Songfic: Cerotti. Se vi va, passate a leggerla!
P.p.s Ho creato un banner, ma non so come si aggiunge alla storia, se qualcuno lo sa, potrebbe contattarmi? Grazie x

All the love as always x
-Angi (e Liuz)


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Capitolo 9
*** Eight ***


HARRY

 

Quando accettai l’invito di Sophia di raggiungere Liam e mio cugino al Theatre Royal per bere qualcosa, di certo non avrei mai immaginato di trovare Louis incollato alle labbra di Liam, suo “cognato” per giunta.

Dopo che la ragazza mi aveva convinto ad unirmi a loro, mi costrinse a cambiarmi perché, a detta sua, il mio outfit “non era consono a una serata al pub”, perciò dopo aver indossato i miei adorati skinny neri e una camicia floreale che avevo portato da Holmes Chapel, uscimmo di casa.

Eravamo sul bus 37 quando lo smartphone di Sophia squillò e sentii la ragazza rassicurare all’altro capo del telefono che a momenti saremmo arrivati.
Nel frattempo contemplavo la città dal finestrino del bus: non c’era cosa più bella di Edimburgo di sera, le luci, il castello, le persone che passeggiavano, era tutto così perfetto. Non avrei desiderato città e compagnia migliore. Stavo davvero bene.

«Era Liam» mi disse, facendomi ridestare e anticipando la risposta alla domanda che era sicura le ponessi.

«Che ha detto?»

«Lui e Niall sono già lì e hanno preso un tavolo, manchiamo solo noi insomma!»

«Scommetto che Niall non ha saputo resistere un minuto di più senza bere un po’ di birra!» dissi scoppiando a ridere, coinvolgendo anche Sophia.

«Siamo arrivati, riccio! Prenota la fermata che scendiamo.»

«Ai suoi ordini, capo!» le feci, imitando il saluto militare.

 

Non appena entrammo nel Theatre Royal, notammo malvolentieri che era pieno di gente e di Liam e Niall non c’era nemmeno l’ombra.

«Li vedi?» le feci, mentre lei si guardava attorno.

«No!» disse mettendo su una faccia alquanto scocciata. «Senti H, ordiniamo un drink al bancone e poi li cerchiamo a dovere, così risparmiamo tempo!»

«Perfetto.»

Ci avvicinammo al bancone dov’era Olly a servire i clienti e non appena se ne liberò di alcuni, ci salutò e «Ciao ragazzi! Che vi preparo? Il solito Sophia?», ci fece.

«Certo Olly!» disse Sophia sorridendogli.

«Tu, Harry?» mi chiese il biondo.

«Lo stesso di Sophia» dissi, mentre appoggiavo le braccia al bancone, guardandomi ancora attorno nella ricerca dei due.

«A voi!» fece Olly, poco dopo.

«Grazie! Ascolta…ma hai per caso visto Liam e Niall?» chiese Sophia al barman.

«Oh ecco sì, li ho visto poco fa. Credo dovrebbero essere lì!» fece indicando verso sinistra.

«Perfetto! Grazie mille Olly ed ecco a te!» disse Sophia soddisfatta, lasciando i soldi sul bancone. «Stasera offro io, Harry!» fece, mentre con una mano mi fermava dal prendere il portafoglio.

«Grazie Sò! Non dovevi, lo sai!» e le sorrisi.

«A dopo, ragazzi!» ci salutò lui, continuando a servire altri clienti.

«A dopo Olly!» facemmo in coro, incamminandoci verso la direzione prima indicata dal ragazzo.

Dopo pochi passi, riuscii a scorgere Niall che si alzava dal tavolo e andava via chissà dove. E fu in quel momento che li vedemmo.
Louis era incollato alle labbra di Liam, il quale cercava di allontanarlo senza successo.
Quello che vidi dopo mi sembrò quasi un sogno o, meglio, un brutto sogno.

Bicchiere a terra.

Frantumi di vetro sparsi dovunque.

Un grido soppresso.

Uno spintone.

I miei occhi delusi.

I suoi occhi colpevoli.

Le sue lacrime.

Lui che scappava.

Ero in una specie di stato di trance,  ero immobilizzato. Mi trovavo nel mezzo di una situazione strana, insolita e abbastanza scomoda. Non sapevo come uscirne.
Ma, nonostante quello che vidi, i suoi occhi non erano gli stessi che avevo visto il pomeriggio stesso o la sera prima, erano diversi.

Ci vidi dentro tutto quello che avevo bisogno in quel momento e, forse, era tutto ciò che lui voleva che facessi.
E così, senza pensarci, mi voltai e seguii quel ragazzo che era corso via verso l’uscita.

Correva, correva velocissimo, chissà dove tra le strade trafficate, seppur fosse sera inoltrata, del centro città.

«Louis!» urlai. Ma lui continuava a correre.

«Louis! Fermati!» feci ancora, con il fiatone, ma senza arrendermi. «Cazzo, Louis!»

Lo inseguii per altri due minuti, quando lo vidi, finalmente, fermarsi per riprendere fiato e sedersi sul bordo del marciapiede di fronte al McDonald’s. Aveva portato le gambe al petto e nascosto il visto tra le gambe, senza smettere di piangere un attimo.

«Hey, stai tranquillo, ci sono io adesso» gli feci mentre avvolgevo le mie braccia al suo corpo minuto e sedendomi accanto a lui.

«Va’ via» singhiozzò.

«Non vado via da nessuna parte, Louis» sussurrai.

«Nessuno merita uno come me, va’ via per favore» continuò.

«Ma che stai dicendo? Calmati, prendi un bel respiro. Stai tranquillo» non mollai.

«Faccio solo del male alle persone, va’ da Zayn. Lui è meglio di me» mi disse, con voce bassa, dato che non aveva ancora alzato la testa dalla sue ginocchia.

«Zayn è a casa sua e certamente adesso non ha bisogno di me, al contrario tuo, quindi calmati e stai tranquillo» dissi mentre gli accarezzavo la spalla con movimenti circolari.

«Voglio andare a casa, Harry» fece dopo qualche minuto di silenzio, dove sia io che lui contemplavamo la naturalezza dei miei gesti.

«Okay, ora ci andiamo. Vieni» gli dissi mentre mi alzai e gli porsi la mano che lui afferrò, alzandosi a sua volta. Mostrò, così facendo, il suo volto distrutto, rigato da lacrime e da occhi che non erano più gli occhi mare, cristallini e felici, ma grigi, tetri e senza alcuna traccia di felicità.

«Quale bus dobbiamo prendere, Louis?» chiesi. Fino ad ora avevo sempre preso il 37 e non avevo idea di dove abitasse Louis, né che bus prendere. Dovevo accompagnare Louis, ma, in fondo era lui che accompagnava me.

«Il 29, passa tra 3 minuti» fece, asciugando il volto con la manica della sua giacca.


Poco dopo salimmo sul bus e ci sedemmo uno accanto all’altro. Né io, né Louis parlammo per tutto il tragitto, ma riuscivo a vedere, dal riflesso del vetro, le lacrime che scendevano inarrestabili sulle sue guance.

Volevo capire perché reagisse in quel modo, perché aveva compiuto quel gesto e perché era scappato subito dopo. Volevo sapere tutto di lui.

Mi sentii così vuoto e impotente, in fondo non lo conoscevo bene, non sapevo come comportarmi, se qualche mio gesto potesse irritarlo o poteva giovargli.

Non sapevo se in quel momento stavo sbagliando o facendo la cosa giusta, ma era più forte di me: non l’avrei lasciato lì, da solo, in quel modo. Il mio cuore mi imponeva di fare qualcosa e non potevo rimanere con le mani in mano.

«Scendiamo qui» sussurrò Louis, asciugandosi le lacrime con le sue piccole mani.

Scesi dal bus, ci inoltrammo in una stradina alquanto buia e silenziosa, e per di più c’era anche la nebbia a far da contorno.
Camminavamo a passo svelto, vicini, ma non abbastanza da toccarci. Eravamo arrivati alla porta di quella, presumibilmente, era casa sua e Louis fu il primo a spezzare quel silenzio che alleggiava fra noi.

«E-ecco siamo arrivati, grazie per avermi accompagnato. Magari ti pago un taxi così ritorni a casa tua senza perderti e-» non riuscì a finire la frase che si voltò verso il giardinetto che adornava la casa, vomitando parte dell’alcool ingerito qualche ora prima.
Senza pensarci due volte afferrai la sua testa, mantenendogli i capelli e aiutandolo a reggersi in piedi.

«Non vado da nessuna parte, Louis» gli dissi in modo autoritario ma con un pizzico di dolcezza, non appena ebbe finito di riversare. Stravolto com’era, mi guardò con occhi stanchi e non fece in tempo a parlare che svenne tra le mie braccia. Lo afferrai prontamente e me lo caricai sulla spalla, non m’importava se avrebbe vomitato nuovamente e, questa volta, sulla mia schiena, ma era l’unico modo per portarlo su.

Tastai con la mano le sue tasche per trovare le chiavi e quando le trovai –nella tasca posteriore e, no Harry, non dire che non ti è piaciuto cercare le chiavi toccando il suo culo così...così…meraviglioso, ecco- aprii la porta e accesi la luce. Chiusi la porta con un calcio, non troppo forte, altrimenti si sarebbe svegliato, dato che si era bellamente addormentato sulla mia schiena –doveva essere molto comoda, allora- e cercai la sua stanza.

Fu molto faticoso trasportare il mio, ehm, amico? al piano superiore e, a parte qualche intoppo –stavo per inciampare e far rischiare la morte ad entrambi, maledetti stivaletti!- riuscii a portarlo nella sua, presumibilmente, camera e lo appoggiai delicatamente sul suo letto illuminato discretamente dalla luce del corridoio che avevo acceso poco prima.

Lo osservai mentre mugugnava qualcosa e si rigirava ancora vestito sul suo letto e stavo quasi per fare dietrofront, quando la sua flebile voce mi ridestò «Zayn, sei tu?».

Gli sorrisi anche se sicuramente non riusciva a vedermi e mi avvicinai a lui «No, Lou. Sono Harry». Lui aprì lentamente i suoi occhi e «Oh» sembrò ridestarsi, «Credo che dovr-» non riuscì a terminare la frase che si alzò di scatto dal letto e corse via con una mano sulla bocca mentre reprimeva i conati di vomito.

Lo seguii e lo trovai piegato sulla tazza del water a vomitare il resto dell’alcool di cui non si era liberato poco prima, così corsi nuovamente in suo aiuto e mantenni la sua testa e i suoi capelli per facilitargli i movimenti. Mi sentii una specie di mamma chioccia e mi venne da ridere, in fondo, tutto era iniziato con questa storia, se ci pensavo.

«Ti faccio così tanto ridere?» mi fece, rendendomi solo in quel momento che si era alzato ancora stralunato e traballante.

«Oh no, ma ti pare? Stavo solo pensando a una cosa. Come ti senti?» gli chiesi mentre lui si appoggiava le mani al lavandino e si guardava allo specchio.

«Una favola» disse beffardo, con un sorriso triste e si abbassò a sciacquarsi la faccia.

«Va’ sul letto, io vado a prepararti un thè caldo e ti rimedio un’aspirina» gli dissi preoccupato. «Solo che non so dove si trovino» feci mordendomi l’interno della guancia.

Risi un attimo, cosa che gli provocò evidentemente una fitta alla test, si portò una mano sulla tempia e chiuse gli occhi dolorante.
«Fa nulla, cercherò. Tu vai a distenderti» dissi invitandolo a riposarsi.

«Sono giù in cucina, nel secondo ripiano a destra. L’aspirina intendo.» fece voltandosi e incamminandosi verso la camera da letto. «Il thè è nella credenza, invece.»

Scesi giù dalle scale il più velocemente possibile -stando attento a non rotolare giù- e andai direttamente al ripiano dove trovai facilmente l’aspirina. Fortunatamente il bollitore era già al suo posto, quindi dovetti solo accenderlo e aspettare.
Faticai un po’ per trovare il thè, dato che la credenza era piena di Coco Pops di tutti tipi e altra roba da mangiare. Nonostante questo, aveva un vasto assortimento di thè, ma c’erano molte scatole di Prince Of Wales, quindi dedussi che fosse il suo preferito.
Presi due bustine e due tazze e versai l’acqua bollente. Lasciai la tazza che avevo preparato per me sul tavolo, l’avrei bevuto dopo aver portato aspirina e thè a Louis.

Salii al piano di sopra con attenzione per non ustionarmi con del thè bollente e mi affacciai nella camera del castano, notando che stava dormendo pacificamente. Quasi mi dispiaceva doverlo svegliare, ma prima avrebbe ingerito il medicinale, prima gli sarebbero passati i postumi della sbornia. O almeno.

Mi avvicinai al suo letto e sussurrai «Hey Lou, svegliati.»

«M-mh?» fece lui voltandosi verso di me.

«Ti ho portato l’aspirina e il thè caldo.»

Aprì un occhio solo e poi l’altro, guardandomi come se fossi venuto da un altro pianeta.

«Uh, Ha-arry» fece lui alzando il busto e appoggiando la schiena sulla testiera.

Gli porsi la tazza sorridendogli, «Ecco a te.»

Prese con entrambe le mani la tazza e ne odorò prima il profumo e mi guardò dolcemente, come se volesse ringraziarmi mentalmente per avergli preparato il suo thè preferito.

Ma prima che potesse dire qualcosa gli porsi anche l’aspirina e «Ecco anche l’aspirina, prendila subito, per evitare i postumi domani mattina» gli feci con un mezzo sorriso.

Mi guardò con gli occhi lucidi e prese e ingoiò il medicinale, dopo aver bevuto un sorso del suo thè. «Grazie Harry» mi disse abbassando gli occhi, fissando il liquido caldo.

«Oh, ma non de-» iniziai a dire.

«No, Harry» mi ammonì «Grazie per tutto intendo.»

Gli sorrisi e alzai le spalle, non sapendo come rispondergli.

Finì il suo thè e gli tolsi la tazza dalle mani «Ora stai tranquillo e dormi, io porto la tazza di sotto e vado a casa.»

«No!» quasi urlò lui, facendomi sussultare. «No, cioè» si corresse «Non puoi andare da solo a quest’ora e poi non sai nemmeno come arrivarci!»

Lo guardai e mi sfuggì un sorriso. «Mi arrangerò, chiamerò un taxi» feci.

«Ti prego, resta» mi chiese quasi supplicante.

Strabuzzai gli occhi a quella richiesta e non riuscii a spiegarmi quali emozioni alleggiavano nel mio corpo in quel momento: da gioia a sorpresa, da spaventato a compassione. Louis Tomlinson mi sorprendeva ogni giorno di più.

«Okay, resto» dissi, confortandolo «Ehm, ora porto la tazza giù» feci quasi tremante. Avevo accettato di restare a casa di Louis, per tutta la notte e, cazzo! avrei dormito nella stessa casa di Louis  Tomlinson. Quasi me ne resi conto solo in quel momento.

Mi sorrise e mi allontanai. Appoggiai la tazza nel lavandino e solo allora mi ricordai del thè che mi ero precedentemente preparato, ormai freddo. Ma prima che potessi berlo, fissai l’orologio: erano le 2:30 di notte e stavo letteralmente morendo di sonno.

Abbandonai la mia giacca su una sedia, ma dato che la mia vescica reclamava di essere svuotata, corsi su in bagno per liberarmi. Il thè mi avrebbe aspettato un altro po’, in fondo si era già freddato, se non ghiacciato.

Dopo essere uscito dal bagno, mi affacciai nuovamente alla stanza di Louis, dove potei notare con mio grande piacere che era già tra le braccia di Morfeo. Mi avvicinai e lo guardai meglio: aveva ancora la sua giacca di jeans addosso e le sue Vans.

Decisi così di levargli le scarpe e con qualche acrobazia –degne di un contorsionista- riuscii a togliere la giacca da Louis senza svegliarlo.
Mi allontanai un attimo e appoggiai la giacca sulla sua sedia e le scarpe accuratamente accanto ad essa. Sì, ero un maniaco dell’ordine al contrario di Louis, a quanto pare, dato che la sua sedia era colma di robe accatastate e d’altro canto, ringraziai che la stanza fosse buia, così da non vedere altro caos – che sicuramente era presente- in giro.

Stavo per allontanarmi quando m’accorsi che Louis si stava lamentando nel sonno. Mi avvicinai a lui e lo guardai: stava sicuramente sognando qualcosa, di certo non bella e non ci fu cosa più straziante vederlo poi piangere nel sonno. Le lacrime gli rigavano la guancia, ma continuava a dormire.
Non sapevo cosa fare: avrei dovuto svegliarlo? O dovevo lasciarlo da solo? No, non se ne parla. Sembrava così debole e indifeso. Così decisi.

Mi avvicinai ancora di più e mi piegai sulle ginocchia. Gli accarezzai la guancia «Va tutto bene, Louis» dissi continuando ad accarezzarlo. Sembrò rilassarsi un attimo, ma le lacrime continuarono a scendere.

Non so cosa mi prese e non so con che coraggio lo feci, forse fu per la nottata burrascosa e non ordinaria che avevo appena trascorso che mi aveva scombussolato. Decisi, così, di accoccolarmi accanto a lui nel suo letto e lo abbracciai.

«Ora ci sono io con te, stai tranquillo» gli sussurrai dolcemente nell’orecchio, senza smettere di accarezzarlo.

Fu così che Louis smise di piangere e mi addormentai nello stesso letto di quel ragazzo occhi mare che mi aveva stregato sin dal primo momento in cui i nostri occhi si erano incrociati: Verde con il Blu. Blu con il Verde.















Note d'autore


Saalve bella gente!! Siamo tornate con un nuovo capitolo molto fluff, cioè adoro i Larry aw. Poi dopo tutto quello che è successo sabato.. raga l'abbraccio, vi rendete conto? Non si abbracciavano così da ANNI!!! Io non mi sono ancora ripresa, non so voi...
Poi l'abbraccio di gruppo, i balletti, i sorrisi...erano così contenti. Si meritano questa pausa e torneranno più forti di prima. Noi non li abbandoniamo, vero?
Ritornando al capitolo.....
Qui vediamo il punto di vista della scena di Harry e quel che viene dopo. Finalmente hanno avuto un po' di tempo da soli e hanno fatto un gran bel passo avanti! Poi Harry che decide di aiutare Louis e prendersene cura, che dolce! E i nostri cuccioli si addormentano insieme ahhh la dolcezzaaa aw
Che ve ne pare? La situazione è sempre più  complicata, chissà che succederà ehehe! Non resta che aspettare al prossimo aggiornamento.
Ci scusiamo per il ritardo. Cerchiamo di scrivere il capitolo e pubblicarlo entro una settimana dall'ultima pubblicazione, ma purtroppo è difficile. Sappiate che, sebbene i ritardi, ci trovate sempre qui perciò per eventuali chiarimenti o anche per chiederci "Aò ma quando aggiornate???" siamo qui lol 
Per qualsiasi informazione o dubbio potete contattarci sul nostro profilo twitter in comune: @STYLINSON10s.
Ringraziamo particolarmente Estrella per farci costantemente sapere il suo pensiero in ogni capitolo e a tutti voi che avete messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. 
E anche a voi lettrici/ori silenziosi, fatevi sentire! Abbiamo bisogno di un vostro parere, negativo o positivo! 
Grazie a tutti per esserci. Alla prossima! xx

P.s. Ho scritto anche una songfic semrpe con i nostri Larry: Cerotti. Se vi va, passate a leggerla!
P.p.s HEEEELP! Ho creato un banner, ma non so come si aggiunge alla storia, se qualcuno lo sa, potrebbe contattarmi? Grazie x
P.p.p.s (?) Chi recensirà avrà un piccolo spoiler del capitolo prossimo!

All the love as always x
-Angi (e Liuz)

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Capitolo 10
*** Nine ***


NIALL

Se qualcuno mi avrebbe detto che da lì a poco sarebbe successo tutto quel che poi è successo non ci avrei creduto. Perché sì, quella fu una delle sere più strane della mia vita.

Non pensavo che Louis fosse capace di compiere quel gesto, non so per quale motivo l’aveva fatto, ma ciò che mi preoccupava di più era che essendo ubriaco, aveva fatto ciò che non avrebbe fatto mai da sobrio; si sa che gli ubriachi fanno sempre quello che vogliono, senza pensare alle conseguenze e, sinceramente, pensare che a Louis potesse in qualche modo interessare Liam, mi faceva strano, ecco.
È inutile dire che dopo quel bacio successero un bel po’ di casini. Ma partiamo da Liam e Sophia.

Non appena Liam si rese conto che Sophia avesse visto tutto, non esitò ad alzarsi e andarle incontro.

«Sophia!» quasi urlò lui abbracciandola.

«Non. Mi. Toccare» disse Sophia con tono minaccioso, scostandogli le mani di dosso.

«Amore, non è come credi, davvero!» cercò in qualche modo di mettersi sulla difensiva. Liam mi sembrava davvero distrutto: non era colpa sua, si era ritrovato in quella situazione senza volerlo e ora stava pagando colpe che non erano sue. Louis era stato davvero un coglione…
«Ah non è come credo? Mi stai dando della stupida, per caso?» fece lei con le lacrime agli occhi.
Il pub era traboccante di gente che, come previsto, si erano tutti voltati verso i due ragazzi intenti a litigare, quasi fossero dei protagonisti di un reality show.

«Sò, per favore, vieni fuori e ne parliamo. Okay?» disse lui, supplicante e sul punto di una crisi di pianto.

«No, io resto qui. Quello che devi andare fuori e sparire dalla mia vista sei tu!» disse sprezzante. «Mi fai schifo. Mi fai solo schifo.»

«Ma se non sai che cosa è davvero successo, perché ti ostini tanto a non volermi parlare?» insistette il biondo.

«Non voglio sapere nulla. So soltanto di aver visto il mio fottuto ragazzo con la lingua infilata nella bocca di mio fratello, Liam. Mio fratello, porca puttana!» fece alzando le mani al cielo e con le lacrime che non la smettevano di rigargli il viso.

«Cazzo Sò, ma davvero credi che mi è piaciuto, che c’è qualcosa dietro a sta storia? Se vuoi sapere tuo fratello, stasera, si è scolato una bottiglia di whisky da solo e non so che cazzo gli è preso, ma me lo sono ritrovato addosso!» urlò Liam, cercando, in qualche modo, di spiegarli che non era colpa sua.

«Forse non hai capito che a me non me ne frega più un cazzo di voi due! Ora che quello è scappato via, vedi di farlo anche tu!»

«Ma porca puttana, Sophia! Ma non mi hai sentito? Io non c’entro nulla!» e si avvicinò a lei.    

«Te lo devo ripetere un’altra volta? Spa-ri-sci!» lo allontanò ancora una volta.

«Se me ne vado adesso, non sarà per sempre, okay?» fece il mio amico guardandola negli occhi. Proprio in quei occhi che in quel momento erano tristi, delusi e sconvolti. Proprio quei occhi che lo amavano e forse mai avrebbero smesso di farlo…

Quei occhi che si stavano riempiendo sempre più di lacrime.

Liam si avvicinò a lei e le sussurrò nel suo orecchio un «Io non mollo per una puttanata, hai capito?» che fece rabbrividire e scoppiare definitivamente la ragazza.

«Va’ via, ti prego»

E lui se ne andò.

Mi ritrovai in una situazione davvero insolita, non sapevo che fare e cosa fare, se avrei dovuto seguire Liam o abbracciare Sophia. Non sapevo nemmeno che fine aveva fatto Louis e nemmeno mio cugino che ad un tratto non l’avevo più visto accanto a Sophia. Dove cavolo si era cacciato?

Dopo che accompagnai Sophia alla casa, tornai velocemente a casa mia per vedere come stesse Liam e se Harry fosse tornato, visto che non mi aveva risposto alle chiamate che gli avevo fatto.

Tornato a casa trovai Liam nella sua stanza al buio e sotto le coperte.

«Liam, posso entrare?» chiesi quasi timidamente, bussando alla porta e socchiudendola leggermente.

Non attesi neanche la sua risposta, entrai direttamente. Eravamo amici da troppo e tanto tempo, da quando misi piede per la prima volta ad Edimburgo. Non era di certo la prima volta che Liam e Sophia litigavano, ma nonostante tutto tornavano insieme più forti che mai. Questa volta Liam però era abbastanza strano, di certo non avrebbe mai abbandonato Sophia, era davvero dispiaciuto per quello che era successo.

«Liam, vuoi parlarne? Ti prego»

«Va’ via Niall, oggi non è giornata» rispose freddamente il ragazzo.

«Sai che non me ne andrò finché non mi parlerai, vero?» risposi io, sorridendo e avvicinandomi a lui.

Il moro sbuffò, si tirò su e si sedette sul cuscino. «Allora? Mi spieghi che è successo esattamente?» chiesi con cautela.

«Tempo fa andai con Zayn ad una festa. Lui si ubriacò e io bevvi qualche birra. Quando uscimmo dal locale, mi disse che se Louis mi avesse visto in quelle condizioni, sudato, leggermente brillo, mi sarebbe saltato addosso» rispose. Si fermò, prese un respiro e continuò.

«Gli chiesi il perchè e Zay rispose che io piaccio a Louis. Più di una semplice cotta. A Louis, capisci? Il fratello di Sophia! Questo sicuramente giustifica l'azione di stasera…»

Liam socchiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie.
Com'era possibile? Louis era, quindi, innamorato di Liam? Oh merda…  

«Ma Louis sa che tu lo sai?» chiesi, gesticolando con le mani per far capire il mio gioco di parole.

«No. Il giorno dopo Zayn volle incontrarmi –evidentemente si era reso conto della cazzata che aveva fatto- e mi chiese, pregandomi in ginocchio, di far finta che lui non abbia mai detto nulla. Mi chiese di non dire niente a nessuno, soprattutto a Louis. Se Louis l'avesse scoperto non avrebbe esitato a farlo fuori» spiegò subito dopo.

«Ma con il casino che ha fatto ieri si è capito che gli piaci, e tutti l’hanno visto. Ah e sta cosa che la gente si ubriaca e poi fa puttanate deve finire!» commentai, facendolo sorridere almeno un po’.

«Che hai intenzione di fare? » continuai

«Stavo pensando di parlare con Louis. Sophia non mi crede? Bene, davanti alla verità e alle giustificazioni del fratello non potrà non crederci» esclamò Liam, convinto di ciò che diceva.

«E secondo te Louis dopo tutto quello che ha combinato avrà faccia di farsi vedere dalla sorella? Sogni amico!»

«Con le buone o le cattive dovrà farlo. Io amo Sophia e per uno svago del fratello io non rompo una relazione, okay?» si agitò lui.

«Okay okay, calmo! Qualsiasi cosa tu voglia fare, falla. Ma pensaci. Ora vado, ho veramente sonno. ‘Notte orsacchiotto» l'abbracciai calorosamente e gli scompigliai i capelli. La sua leggera risata risuonava nelle mie orecchie che mi rese davvero molto felice. «Solo una cosa…com'è stato baciare un ragazzo?» chiesi nell'orecchio a bassa voce, trattenendo le risate.

«È stato…strano. Ma, aspetta, a te che t’importa scusa?!» urlò lui lanciandomi il cuscino in faccia.

«Volevo vedere la tua faccia!» scappai, ridendo.

Uscii dalla stanza ed estrassi il mio telefono dalla tasca. Mi voltai verso la camera di Harry notandola vuota e fu proprio in quel momento che mi chiesi che fine avesse fatto Harry.

Provai così a chiamarlo.

Dopo vari squilli scattò la segreteria telefonica.

Guardai l'orario: erano le 3 del mattino, che cazzo gli era successo?

Aspettai dieci minuti e riprovai a chiamarlo. E così continuai nella successiva mezz'ora. Niente. Squilla ma non risponde. Iniziai a sudare freddo: non mi sarei mai perdonato se gli fosse successo qualcosa di grave, non ero stato abbastanza previdente e l’avevo lasciato a sé stesso. Ero un concentrato di emozioni: tensione, paura o, meglio, panico.

«Liam!» urlai entrando velocemente nella stanza del povero Liam che finalmente era riuscito ad addormentarsi.

«Ma cos- Niall, che succede? Sono le tre di not-»

«Harry non è in casa e non risponde al telefono. Lo sto chiamando da tanto tempo e non mi risponde. Squilla, ma non risponde, capisci? E se gli è successo qualcosa? E se l’hanno rapito e vogliono chiederci un riscatto? E se qualche maniaco lo sta stuprando? Oddio non me lo perdonerei mai! E se-» iniziare a degenerare rendendo palpabile la mia tensione in quel momento.

«Niall, cazzo calmati! È maggiorenne, è vaccinato, non ha di certo bisogno della babysitter personale e non sei mica tua zia! Lei sicuramente avrebbe reagito in questo modo, è pur sempre suo figlio!» fece con un mezzo sorriso. «Calmati, sa quello che fa. È un tipo con la testa a posto. Avrà avuto da fare, avrà conosciuto un ragazzo o è in discoteca. Cose da ragazzi, no? Domani tornerà. Se succede il contrario, chiamiamo la polizia, okay?» disse con tutta la calma di questo mondo.

Harry, il mio piccolo Harold, non poteva essere in pericolo. Doveva stare bene.

Annuii e Liam mi fece segno di distendersi vicino lui, sapeva che quando si trattava di Harry ero sempre ansioso e con mille preoccupazioni da fare invidia a mia nonna o alle nostre mamme.

E ci addormentammo così, un ragazzo che pensava alla sua amata e un ragazzo che pensava al cugino, angosciati più che mai.
 
 
 
 
 
HARRY

Qualcosa di bagnato. Si, proprio bagnato. E caldo. Sulla mia faccia. La mia guancia completamente bagnata. Ma che cazzo...

Aprii gli occhi e mi trovai un gatto grigio che mi leccava la guancia ed ero disteso su un letto, di certo non a casa mia: io, Niall e Liam non possedevamo un gatto, almeno fino ad oggi. Appena mi mossi leggermente, saltò giù dal letto e corse via, chissà dove. Mi stropicciai gli occhi, ma dov'ero?

La mia mente riprodusse le immagini della sera prima: Louis che bacia Liam, Sophia delusa, Louis che scappa, io che lo raggiungo e lo porto a casa, io che mi prendo cura di lui, io che dormo sul suo letto e abbracciato a lui. Sorrisi al ricordo delle ultime cose che erano successe.

Nella casa regnava un silenzio tombale: che stesse ancora dormendo? Allungai il braccio in cerca del corpo di lui accanto al mio, ma quello che trovai furono solo le fredde lenzuola bianche.

Sinceramente, rimasi davvero deluso. Mi ero aspettato di trovarlo ancora disteso accanto a me e di svegliarlo augurandogli un buongiorno, ma forse era troppo.

Decisi di alzarmi dal letto e di  farmi la doccia, quando risaltarono alla mia visuale le centinaia di foto che tappezzavano la parete di fronte al letto. Non riuscii a trovare un aggettivo che rendesse tutto ciò che stavo provando in quel momento: c’erano foto di tramonti, di spiagge, di fiori, di ragazzi che facevano skate, di bambini che giocavano, di sorrisi, di abbracci, di Zayn, Liam e Niall; e Louis con Sophia sia da bambini che da adolescenti, andando a finire a quelle più recenti, erano davvero meravigliose. Rimasi a bocca aperta, innamorato di quelle foto che avrei voluto staccare e portarle tutte quante a casa mia, per sorridere ogni volta che i miei occhi si sarebbero posate su esse.

Dopo aver sorriso come un ebete davanti a quelle meraviglie, uscii dalla stanza per vedere se Louis era ancora in casa, così da poter chiedere di usare la doccia e salutarlo prima di andar via.

Rimasi ancor più deluso, quando, dopo aver controllato tutta casa, scopri che Louis non era proprio in  casa. Se n'era andato.
Con l'amaro in bocca mi diressi verso la cucina, per bere un po' d'acqua. Quel che trovai sciolse mi sciolse: Louis mi aveva preparato la colazione. Aveva messo su una tovaglietta una tazza di tè ancora caldo (lo si poteva capire dal fumo che si liberava) e accanto dei biscotti, un toast e marmellata. Vicino alla tazza trovai un bigliettino con su scritto “X Harry”. Non persi un secondo di più: mi fiondai sul fogliettino e lessi ad alta voce:

“Harry, davvero, non so come ringraziarti per quello che hai fatto ieri sera. Grazie davvero, non me lo meritavo. Sono dovuto scappare, il dovere mi chiama! Non posso perdermi nemmeno una lezione di Fotografia, scusami! Ci vediamo.

p.s. ho notato la tazza di thè che non hai più bevuto ieri sera, così ho dovuto rimediare con la colazione. Goditi il mio Prince Of Wales: è raro che lo faccia bere ad altri!


Dal tuo Lou xxx”
 
Pensavo quasi di morire asfissiato nel giro di pochi secondi. Rilessi un’altra volta il bigliettino: non potevo crederci. Davvero mi aveva scritto tutte quelle parole? Ero arrossito di colpo e mi sentivo sciogliere come se fossi un ghiacciolo sotto al sole rovente d’Agosto.

Louis fottuto Tomlinson, mi avrebbe ucciso.

Così, dopo aver scoperto il perché di tutte quelle foto in stanza e perché se ne fosse andato, lasciandomi a casa sua, consumai con un sorriso sulle labbra la mia colazione, preparata da Louis.

Mi ero preso cura di lui e con un gesto apparentemente insignificante, mi aveva acceso la speranza che, forse, avevo qualche possibilità con il ragazzo che mi aveva stregato sin da subito. Avrei dovuto buttarmi? Mi venne, così, un’idea. Presi un post-it e una penna che avevo trovato sul tavolino e scrissi:

“Non ringraziarmi. L’ho fatto perché volevo. Anzi, grazie a te per la colazione, il Prince Of Wales è buonissimo! Devo comprarlo per me, assolutamente!

Spero di rivederti il più presto possibile.

Buono studio!


p.s. le tue foto sono indescrivibili! Complimenti!

p.p.s se hai bisogno di me, non esitare a chiamarmi: il mio numero è +44**********



La tua mammina xxx”

Ero un genio? Sì che ero un genio! Gli avevo lasciato il mio numero di cellulare nella speranza di essere richiamato il prima possibile.
Mi diressi in bagno e mi svestii per farmi una doccia rigenerante prima di ritornare a casa e chiamare Nia- oddio Niall! Non l’avevo avvisato di dover passare la notte fuori casa e per come è fatto a momenti avrebbe chiamato la polizia se non mi sarei fatto vivo!

Ero in mutande e corsi giù per le scale alla ricerca del mio cellulare buttato chissà dove quando sentii il campanello suonare. Che Louis fosse già tornato? Che avesse dimenticato qualcosa?

Andai così verso la porta e senza pensarci due volte, l’aprii.

Zayn.

Non riuscii nemmeno a salutarlo quando lo vidi arrossire d’un tratto e squadrarmi dalla testa ai piedi e- oh merda! Ma ero in mutande! Che idiota!

Ma prima che potessi spiegargli, o scappare da qualche parte per mettermi almeno dei dannati pantaloni, parlò lui.

«Ehm, Ha-arry, ho evidentemente interrotto qualcosa. Ora devo andare, ciao!» e scappò via senza darmi il modo e tempo di spiegarli che aveva frainteso tutto quanto e che poteva anche rimanere. Mi lasciò così in mutande e senza parole sull’uscio di casa di Louis.

Avevo combinato un casino, un bel gran casino.

 









Note d'autore

Saaalve bella gente! Eccoci qui con il nono capitolo!
Eh che dire? Vediamo per la prima volta il putno di vista del nostro biondo preferito che ci racconta di un Liam distrutto, dopo l'incompresione e la litigata con Sophia... 
Harry, invece, si risveglia solo in casa di Louis, dato che quest'ultimo è costretto ad a seguire la lezione di fotografia. Con un bella scusa il ricciolino, gli ha lasciato il suo numeno di telefono, quindi vedremo un po'. E poi...un finale col botto! Povero Zayn...
Che ve ne pare?
Ringraziamo Estrella per aver recensito (GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!) e invitiamo il resto dei lettori a lasciarci un loro pensierino, pleeeeeease! 
Ringraziamo, inoltre, tuti i lettori che leggono la storia e chi l'ha aggiunta tra le seguite/preferite/ricrodate. Vi amiamo!

p.s. per qualunque cose non esitate a contattarci o qui o su twitter (@STYLINSON10s). Vi ricordiamo che siamo anche su Wattpad.
p.p.s se vi va, leggete anche l'altra storia che ho pubblicato su questo canale, è una OS SongFic, si chiama Cerotti.
p.p.p.s (?) ho creato un banner, ma non so come aggiungerlo alla storia, s equalcuno può sarmi una mano ne sarei davvero grata!

GRAZIE MILLE A TUTTI PER LEGGERE LA NOSTRA STORIA. Alla prossima!

All the love,
-Angi ( e Liuz)

 

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Capitolo 11
*** Ten ***


HARRY


«Harry. Edward. Styles. E'. Arrivata. La. Tua. Fine.»

«Niall lo so, ho sbagliato, adesso calmati e posa quella scopa giù. Non mi faresti mai del male con quell'arnese, vero?» chiesi, cercando di calmare mio cugino che era diventato rosso per la rabbia, appena messo piede in casa.

«Harry potevi almeno chiamare o avvisare, no?! Sono stato tutta la notte sveglio, mi hai fatto preoccupare tanto!» esclamò il biondo, calmandosi un po', ma senza abbassare il tono della voce.

«Ho avuto da fare e sicuramente il telefono era l'ultima cosa a cui avrei dovuto pensare...» risposi con leggero rossore.
Niall mi guardava accigliato, stringendosi le braccia al petto.

«Harry, che sia l'ultima volta. Chiaro?» ordinò, come una perfetta mamma disperata con un figlio adolescente.

«Si, stai tranquillo...»

Non ero realmente sicuro di quella risposta ma almeno Niall si sarebbe tranquillizzato.

«Che cosa intendi con “ho avuto da fare”, eh birbantello?»

Il solito Niall. Era in grado di passare da 'mamma isterica' ad 'cugino pettegolo' in meno di un secondo.
Dovevo dirgli di Louis o no? Nella mia testa c'era troppo caos: emozioni e idee contrastanti. Avevo seriamente bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, cosa fin ora mai fatta. E a fanculo il Niall pettegolo, ma era pur sempre mio cugino, nonché il mio migliore amico, lui mi avrebbe aiutato a mettere su un piano tutto ciò che stavo provando. Quindi okay, gli avrei raccontato tutto.

«Niall, devo raccontarti un po' di cose...»

«Prendo i pop-corn» e dicendo così, scappò in cucina.

«Idiota...» sussurrai gettandomi sul divano.

Ritornò qualche minuto dopo con una bustona di popcorn bollenti e con bocca contenente un numero spropositato di questi ultimi.



***
 

«Quindi -chomp- sei stato tutta la notte -chomp- con Louis e avete -chomp- solo dormito?» chiese Niall, curioso e sempre più appassionato alla mia, definiamola, uhm, 'inizio di una cotta'? Ecco sì.

«Potresti smetterla di mangiare? Sono le undici di mattina, come fai?» chiesi, leggermente inorridito. «E poi mi innervosisci quando mastichi mentre mi parli!»

«Taci e rispondi alla mia domanda» disse in modo autoritario.

«Sì, abbiamo solo dormito» feci, mentre gli rubavo qualche popcorn dalla mano. «Stava male, era ubriaco, che avremmo dovuto fare?!». Le guance mi si colorarono di un leggero rossore mentre immaginavo come si sarebbe potuta svolgere la serata se Louis fosse stato nelle condizioni giuste, o meglio, non così ubriaco da star male.

«She looks too pure to be pink» disse Niall, imitando Rizzo del film Grease, facendo un'allusione nei miei confronti.

«Ma smettila! Non era il momento di pensare a quelle cose» mi morsi il labbro, sì sì come no, Harry.

«Ma ti piace?» chiese Niall, facendosi tutto d'un tratto serio.

«Io...non lo so, Niall. L'unica cosa che so è che quando sto con lui voglio che il tempo si fermi, voglio stare con lui perchè adoro stare in sua compagnia. E' simpatico, è divertente ed è anche un bellissimo ragazzo. Però nello stesso tempo non voglio correre, non lo conoscono quasi per niente. Poi dopo ieri...e Zayn...» dissi, buttando tutto fuori. Mi sentivo decisamente meglio per averlo detto a qualcuno, ma nello stesso momento ero più cosciente di quello che mi stava accadendo ed era tutto più incasinato di come pensavo.

«Okay, ti interessa, mettiamola così. Eh già, Zayn...chissà cosa avrà pensato quando ti ha visto in mutande!» fece trattenendosi una risata, dato che poco prima, quando gli avevo raccontato della visita del moro, aveva sputato tutti i popcorn dalla bocca senza smettere di ridere per dieci minuti buoni.

«Ti consiglio di parlarci il prima possibile. Chiarisci la tua posizione con Zayn così da avere il campo libero con Louis» esordì Niall, finendo definitivamente il suo spuntino.

«Bene, ma con Louis? Come mi dovrò comportare?» chiesi, quasi impaurito da quello che mi sarebbe potuto accadere.
«Gli hai lasciato il numero, no?! Se ci tiene, si farà sentire. Però non so se ti dovresti fidare, sai per tutto sto casino...Sii prudente, okay? Non fidarti ciecamente, può essere pericoloso» disse, serio come non mai.

«Ma perchè? Ha fatto qualcosa?» domandai, confuso più che mai.

«Detto in confidenza eh, rimane tra noi, vero?» chiese, sapendo già la mia risposta. «A quanto pare ieri Louis ha baciato Liam perchè gli piace. Gli ubriachi dicono e fanno ciò che da sobri non farebbero mai. Magari ti vuole usare solo per dimenticare la sua cottarella o per ripicca, gelosia, non lo so...» disse il biondo, sottovoce.

«Cos-» iniziai a dire ma fui interrotto dal rumore di una porta che si apriva.

«Salve ragazzi! Oh Harry, sei vivo allora! Visto Niall?». Era Liam, ancora in pigiama, sicuramente a pezzi. La voce allegra ma gli occhi spenti, e no, non perchè si era appena alzato. In quel momento pensai a Liam e Sophia che avevano sicuramente litigato a causa di Louis. Sperai con tutto me stesso che tutto si sarebbe risolto il prima possibile.
Niall di risposta gli fece la linguaccia.

«Buongiorno Liam, sì, sono vivo a quanto pare» risposi accennando un sorriso.

«Meglio così, dove sei stato sono fatti tuoi, ma tutto bene, vero?» chiese, come un padre.

«Sì, stai tranquillo. Tu come stai?» chiesi dolcemente.

«Liam?» si intromise Niall.

Liam si sedette a terra, di fronte a noi due che invece eravamo seduti sul divano.

«Non risponde al telefono» disse, sbuffando.

«Dalle un po' di tempo, riprova più tardi» disse il biondo.

Liam annuì e «Che si mangia oggi?» chiese, toccandosi la pancia.

«Pollo al Nando's?» chiese Niall con gli occhi a cuoricino.

«E pollo sia!» risposi, rendendolo felice.

Niall iniziò ad esultare ed io e Liam ci guardammo sorridendoci a vicenda.


 


 

***


«Niall io esco, vado all'università, sono uscite le graduatorie. A dopo!» esclamai, indossando il mio cappotto invernale.

Erano passati un po' di giorni dall'ultima volta che avevo visto Tomlinson, il quale non si era ancora preso la briga di mandarmi un semplice messaggio e per di più, in tutto questo sconforto, avevo fatto il test per entrare in università con uno Zayn Malik seduto -per ironia della sorte- accanto a me che non mi rivolgeva nemmeno uno sguardo, quasi fossi invisibile. Avevo persino provato a parlargli, ma a mala pena alzava un sopracciglio quando mi rivolgevo a lui. Era una situazione davvero imbarazzante e, sinceramente, odiavo questa specie di litigio inutile e infantile, per questo decisi di parlargli faccia a faccia così da risolvere la questione, ma il moro non faceva altro che non considerarmi. Dovevo solo trovare il momento giusto e sarei andato da lui. Non potevo perdere un amico per un'incomprensione a dir poco assurda.

«In bocca al lupo cugino! A dopo!» mi urlò Niall da chissà quale stanza, mentre lasciavo il mio appartamento.

Il freddo era ormai l'unico protagonista di ottobre, perciò mi chiusi più del dovuto nel cappotto.
Cuffiette nelle orecchie.

Another love di Tom Odell.

 

I wanna take you somewhere so you know I care but it's so cold and I don't know where
I brought you daffodils in a pretty string but they won't flower like they did last spring


 

Volti iniziano ad affollarsi nella mia testa.


And I wanna kiss you, make you feel alright,I'm just so tired to share my nights

Louis.
Voglio baciarlo e voglio farlo stare bene.

I wanna cry and I wanna love but all my tears have been used up

Sono stato troppo male per Nick, e se succedesse un'altra volta?

On another love, another love all my tears have been used up

Mi butto o no? Rischio o no? E se Louis si rilevasse un secondo Nick? E se fosse soltanto una mia illusione?


And if somebody hurts you, I wanna fight but my hands been broken, once too many times


 

Sento che lo devo proteggere, sento che succederà qualcosa tra di noi. E se non fossi abbastanza per lui?
 

So I'll use my voice, I'll be so fucking rude words they always win, but I know I'll lose


Nick fa ancora parte di me, non so se sono pronto. Ho paura di soffrire di nuovo.

And I'd sing a song, that'd be just ours but I sang 'em all to another heart
And I wanna cry I wanna learn to love but all my tears have been used up

Voglio imparare ad amare di nuovo.

On another love, another love all my tears have been used up


La canzone scorreva, suonando le sue dolci note nelle mie orecchie. Con testa bassa, sguardo confuso, continuai a camminare per le strade della mia nuova città.


 

***

«Mamma, mamma! Sono stato ammesso!» esclamai contento al telefono.

«Congratulazioni tesoro, sono felicissima per te!» rispose lei, commossa.

«Grazie mamma, non vedo l'ora di iniziare! Qui mi trovo benissimo, le persone sono adorabili, mi sto ambientando bene!» dissi, per farle il resoconto delle mie impressioni di quelle due settimane.

«Menomale dai, mi fa davvero piacere. Ora devo andare, a domani! Stai attento!» ci salutammo così: neanche il tempo di rispondere che aveva attaccato.

Mi sedetti su una panchina, presi il telefono e digitai il numero di Zayn. Dovevo assolutamente parlargli e chiarire.
Squillava ma nessuna risposta: segreteria telefonica. Dopo la quinta volta ci rinunciai, non sapevo proprio che fare. Mi alzai e mi incamminai verso casa.


 


LOUIS
 

Erano passati otto fottuti giorni da quando Zayn aveva deciso di evitarmi. Non rispondeva più al telefono e a quanto pare non solo a me. Ne parlai anche con Niall e persino con Olly, il quale mi avvisò che si aveva preso qualche giorno libero dal lavoro.
Così decisi. Infilai il cappotto, indossai il cappello ed uscii fuori di casa. Saltai sulla mia piccola auto rossa e mi fiondai a casa di Zayn.
Dopo qualche minuto, così, mi ritrovai sotto il suo portone, pronto a suonare il campanello. Cosa che feci, ma senza ottenere risposta.

«Zayn, so che sei lì dentro. Aprimi, ho bisogno di parlarti!» feci, deciso.

«Zayn!
» So che era lì dentro, c'era la sua auto parcheggiata e riuscivo a vedere le luci della televisione che facevano la loro danza strana sui vetri delle finestre.

Battevo i pugni sulla porta, non ricevendo nessuna risposta. Non mi sarei arreso.
«Va via!> sentii appena.

«Zayn apri questa cazzo di porta, per favore! Non me vado di qui, lo sai!» urlai, cercando di farmi sentire, sottolineando l'ultima frase per fargli capire che ero deciso e lui lo sapeva bene.

Dopo qualche esitazione da parte dell'altro, sentii la porta aprirsi e un Zayn Malik incazzato più che mai, mi apparì davanti agli occhi.

«Posso entrare?» chiesi, gentilmente, con uno sguardo misto tra il supplichevole e il colpevole.

«Perchè non vai dal tuo fidanzato?» mi rispose freddo, guardandomi male.

«Cosa? Ma che stai dicendo Zayn?» sbottai. Ma che gli prendeva?

«Credi che non me ne sia accorto? L'ho visto, sai?» sputò, quasi con disprezzo.

«Ma cosa hai visto? Cosa?» urlai. Entrai con prepotenza dentro casa: non volevo dare troppo spettacolo ai vicini di casa del moro.

«Harry, in mutande, a casa tua. E non provare a negare, l'ho visto con i miei stessi occhi!» disse, spingendomi leggermente.

«Ma che ca-? Non è assolutamente vero! Ma ti è dato di volta il cervello?» urlai, nervoso e abbastanza annoiato da quella situazione. Harry in mutande? Che cazzo stava farneticando?

«Senti, mi sono rotto delle tue prese per il culo. So benissimo che avevi capito che Harry mi piaceva, insomma, era così evidente! E intanto, tu che fai? Te lo porti a letto. Sei un verme, un' egoista» mi sputò contro, con tutta la cattiveria.

«Io egoista? Zayn, ma ti senti?! Non sono andato a letto proprio con un cazzo di nessuno e adesso ti calmi e mi spieghi che diamine sta succendendo, okay?» risposi al suo tono di voce.

«Vaffanculo Louis! Non puoi entrare in casa mia a darmi del coglione, facendo finta di nulla, come se stessi inventando tutto! Quindi uno: prima di tutto quello che si deve calmare sei tu, due: non pensare minimamente di prendermi per il culo, perché non sono di certo stupido e tre: sei una gran testa di cazzo! Bell'amico di merda!» mi urlò contro. Rimasi esterefatto. Che caspita gli stava prendendo?

«Sai Zayn, vaffanculo tu. Stai sparando una cazzata dietro l'altra. Io ti giuro su chi vuoi, che non ci sono mai andato a letto e comunque mi stai facendo una predica che non regge. Quindi prima di alterarti, che ne dici di parlare da uomini maturi e confrontarsi?» dissi, tutto d'un fiato.

«Non ho nulla su cui confrontarmi a parte che ho un'egoista come amico che continua a fare l'innocente della situazione. Ti conosco Louis, so che stai mentendo, quindi per favore, sparisci.»

«Ma cazzo, Zayn! Ma ti sei rincoglionito tutto in una volta? Non ci sono andato a letto! E okay che mi piace, ma non è un po' affrettata la cosa? Cioè ti sembro mica il tipo che fa ste cose, no?»

«Oh oh oh! Adesso arriva la parte del Louis che si prende una sbandata per un ricciolino e il tuo povero Liamuccio dove l'hai lasciato? Già te lo sei dimenticato?»

«Zayn, che caz-»

«Ma sai che cosa mi fa più incazzare di tutta sta situazione? Eh? Il fatto che sta deliberatamente usando un povero ragazzino per dimenticarti di Liam! Con tutti i coglioni che ci sono in giro chi dovevi scegliere? Harry, diamine! La persona più sbagliata per questo tipo di cose. Lo ferisci così, lo sai?» fece guardandomi negli occhi Quasi fosse un fratello maggiore, quasi fose un suo amico di vecchia data.

«Zayn. Stai fraintendendo, di Liam non me ne fotte più un cazzo da quando ho visto Harry, lo capisci?»

«Non sparare cazzate! So di quello che è successo quella sera al pub, quindi non mentire. E poi bella mossa, amico! Baciare il ragazzo di tua sorella davanti a lei! Complimenti»

Nel momento stesso in cui finì di parlare fiondai un destro sul suo volto che riuscì ad intercettare solo dopo poche frazioni di secondo. Iniziò a uscire un po' di sangue dal labbro, portò le sue dita al taglio che gli avevo provocato, rendendosi in quel momento che c'era del sangue.
Che avevo fatto? Cosa mi era saltato in mente? Alzai gli occhi e li incastonai in quelli di Zayn che mi fissavano tetri. Mi facevo davvero schifo.

«Certo che sei una bella merda, eh!»

«Scusa Zayn, non vole-» cercai di scusarmi mentre mi avvicinavo per controllare che non fosse nulla di grave.

«Vattene. Sparisci» mi disse serio. Sembrava così deluso e arrabbiato che faticavo a credere che davvero avevo agito in quel modo.

«Zayn, ascoltami...»

 

«Ti ho detto vattene! Va' via da questa casa, va' via da me, va' via dalla mia vita, va' a fanculo e non farti più vedere, okay?» urlò, spingendomi verso la porta.

«Ho sbagliato Zay, ho sbagliato lo so, ma ti prego, non cacciarmi dalla tua vita» feci bloccandogli in tempo la porta, prima che potesse chiuderla definitivamente.

«Vaffanculo» sputò con rabbia, sbattendomi la porta in faccia.

Mi lasciò lì, fuori dalla sua casa con mille e più pensieri, rimorsi e colpe, ancora più confuso di qualche minuto prima e ancora più incasinato di quanto lo ero già.

“Andrà tutto bene, Louis” mi ripetei più volte a me stesso, prima di prendere l'auto e guidare chissà dove.




Note d'autore
Non so cosa dire, davvero. Scusate per l'enorme ritardo, non so come farmi perdona...scusatemi, scusatemi. Non vi sto a dire il perchè di sto ritardo perchè vi scoccerei, ma l'Uni impiega molto molto tempo, ecco.
Detto questo, non ho il wifi quindi sto aggiornando dal cellulare, quindi se la formattazione non è giusta, pazientate e al più presto provvederò ad riformattare il testo con le giuste proporzioni e html e robe varie. Non mi dilungo un minuto di più, anzi vorrei scusarmi ancor auna volta.
Un bacio e abbraccio va sempre ad Estrella! x
Grazie per tutte le visualizzazioni, siete tantissimi! E grazie anche a voi mettete la storia tra le preferite/seguite/ricordate, vi amiamo! Un grazie va anche a voi lettori/ici silenziosi/e, fatevi sentire.
Al più presto. Per qualunque cosa sono qui o su twitter come @STYLINSON10s.
All the love as always. xx
-Angi (e Liuz)

 

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Capitolo 12
*** Eleven ***


ZAYN


Ero incazzato. E quando dico incazzato vuol dire che lo ero davvero.

Quel coglione del mio migliore amico continuava a mentirmi spudoratamente, nonostante fossi certo che stesse usando Harry per dimenticare la sua cotta colossale, nonché Liam. E non m'importava se continuava ad affermare il contrario o se diceva che Harry gli interessava davvero.
La mia rabbia non era dovuta esclusivamente dal fatto che Harry si lasciato abbindolare da Louis, perché ovviamente si vedeva lontano un miglio che ad Harry interessava Louis, ma ciò che davvero non mi andava giù era il secondo fine di Louis. Poteva negarlo fino all'infinito, ma ne ero certo. Perchè baciare Liam da ubriaco, quella sera, allora?

Fanculo Louis, a te e al tuo egoismo. 


Come avevo previsto non avevo superato il test d'ammissione e se dovevo essere sincero, ne ero contento. Non so se l'avevo fatto di proposito o meno, ma frequentare l'Università non era uno dei miei obiettivi principali. E fanculo anche ai miei genitori, tanto ormai la mia vita era sempre stata una merda e continuava ad esserlo, quindi se volevo essere davvero felice dovevo iniziare a cambiare le mie carte in tavola.

Non avrei frequentato l'Università, avrei continuato a lavorare nel Theatre Royal più del solito e avrei guadagnato e messo da parte i soldi con i quali, poi, avrei potuto pagarmi gli studi alla scuola privata d'Arte.

Fanculo a tutti. Questa è la mia vita.


Per quanto potevo non ammetterlo, la litigata con Louis mi aveva fatto male. Non avevo mai litigato in quel modo con lui, non eravamo mai arrivati sul punto di picchiarci per una litigata: bastava che ci guardassimo negli occhi e si finiva condividendo una bella fumata sulla solita panchina di fronte al mare di Silverknowes.

I giorni dopo la famosa litigata li avevo passati lontano da tutti, uscivo solo per andare a lavorare e pensavo, pensavo e pensavo.
Louis aveva sbagliato. Io ci tenevo ad Harry, ma forse ero stato troppo affrettato a
trarre le mie conclusioni
Ma ero troppo orgoglioso e lui aveva sbagliato, dovevo prima sbollire un po' la mia rabbia e forse, se lui me lo avesse chiesto lo avrei perdonato. Per ora rimanevo fermo con le mie idee.

Per quanto riguardava Harry, forse lui non aveva colpe. Di certo non potevo costringerlo a prendersi una cotta per me e ormai era palese che tenesse a Louis, ma non riuscivo ancora a parlargli. Sì c'ero rimasto male, lui era il mio obiettivo. Ma, purtroppo, come sempre la mia vita non andava nel verso giusto e se anche questa volta non era dalla mia parte ci avrei messo una pietra sopra e sarei andato avanti.

E fu per questo, dopo giorni passati a tormentarmi quale fosse la cosa migliore da fare,, che decisi di incontrare Harry e parlargli.


HARRY


Quando ricevetti un messaggio di Zayn dove mi chiedeva di incontrarci al Theatre Royal rimasi sorpreso. Okay, molto probabilmente aveva fatto pace con se stesso e aveva deciso di parlami o, in caso peggiore, aveva deciso di mandarmi a fanculo senza un apparentemente motivo.
Incominciavo a chiedermi se ave
sse reagito in quel modo solo perché mi aveva trovato in mutande in casa di Louis, travisando la cosa, e quindi era geloso di Louis, il suo migliore amico, o di me, non so. Era l'unica spiegazione.

Entrai nel Theatre Royal e lo trovai seduto al tavolino mentre guardava fisso nelo vuoto.
«Hey» gli feci avvicinandomi e sedendomi di fronte a lui.

«Ciao Harry» mi salutò, alzando lentamente gli occhi, i quali non riuscivano a far trasparire alcuna emozione.

«Ehm, quindi che-» iniziai, curioso di sapere quale fosse il reale motivo per cui mi avesse invitato lì.

«Ecco, sì» mi bloccò lui «Sicuramente vorrai sapere perché mi sono comportato in un certo modo con te in queste ultime settimane e perché ora ti ho chiamato per parlare e ti sarai chiesto di cosa, suppongo» fece gesticolando con le mani.

«S-sì» risposi imbarazzato.

«Bene. Non mi piace fare giri di parole e quindi arriverò dritto al punto» mi fece guardandomi dritto negli occhi. Ma cosa cazzo?
L'ansia incominciò a pervadermi nel corpo. “Oh no. Oh no. Per favore Zayn non dire quello che sto pensando” feci “Ti supplico, non dopo quello che mi è successo. Non voglio far male io alle persone, ti prego”.

Non distolse il suo sguardo nemmeno per un secondo il che iniziò a farmi preoccupare sul serio. Inghiottii la saliva. Faticavo a respirare. Non osai immaginare cosa gli passasse nella mente in quel momento.


«Quindi, ecco, beh…Sin dal primo momento che ti ho visto ho pensato: “Ma hey, è un bel ragazzo, quindi perché non provarci?”. Eh quindi, beh, volevo dirti che mi piaci, Harry.»

Merda” pensai. «Merda» feci ad alta voce. “Cazzo!” mi tappai la bocca.

Vidi Zayn abbassare gli occhi dopo averli tenuti costantemente incastrati nei miei e «No cioè, non è che come pen-» inizia farfugliando.

«No okay, Harry, lo so, lo capisco» mi bloccò lui.

«Ragazzi! Che vi porto da bere?» fece squillante Olly. Che Dio benedica Olly. Mi aveva salvato da una situazione alquanto scomoda.

«Ehm, per me un Martini, grazie» dissi al biondo.

«Un Gin-tonic» fece Zayn.

«Okay ragazzi, arrivano subito» fece sorridente il cameriere.

Non appena se ne andò, calò nuovamente quell'aria tesa e imbarazzante tra noi due.

Così, presi l'iniziativa e «Okay Zayn. Allora-» feci prendendo un grosso respiro, pronto a trovare le parole più adatte per rifiutarlo. Mi dispiaceva troppo.

«No Harry, fammi parlare. Non ho finito» mi bloccò nuovamente lui.

«Harry, io lo so che non mi ricambi ed è okay, davvero, non preoccuparti. Sai, quando ti ho visto quel giorno a casa di Louis, in mutande, mi è crollato il mondo addosso, perché hey, il ragazzo di cui mi sono preso una cotta era in mutande a casa del mio migliore amico. Quindi, boh, è stato un trauma credimi. Ma non è che io non abbia capito da tempo che tieni in particolar modo a Louis, eh?» fece sorridendomi.

Ricambiai il sorriso e inghiottii un altro po' di saliva: era così evidente?

Fu Olly ad interrompere il discorso di Zayn portandoci cosa avevamo ordinando e andando via con un sorriso.

«Quindi, dicevo...» disse prendendo prima un sorso dal suo bicchiere. Lo imitai.

«E' da un po' che ci ho fatto caso, quindi è stato un allontanamento da parte mia un po' graduale anche se non volevo accettare l'evidenza. Quindi, non farti problemi nei miei confronti e sarei molto contento se riprendessimo il rapporto di prima. Ah e ti chiedo davvero scusa se magari mi sono comportato come un coglione non rivolgendoti la parola, ma credimi, non è stato facile all'inizio.»

«Tranquillo Zayn, davvero. Sono davvero contento che tu me l'abbia detto e non ti sei fatto alcun problema a farlo. Sono orgoglioso di te, sei forte. Ti sei fatto coraggio ed hai esposto te stesso, non è per niente facile. Quindi, beh, accetto le tue scuse anche se non dovevi, davvero, è comprensibile. E poi sarei molto contento a riprendere il rapporto di prima, ecco.»

Mi guardò e mi sorrise. Aveva un sorriso meraviglioso.

«Grazie Harry. Sappi che da parte mia, me ne farò una ragione e cercherò di andare avanti come se non fosse successo nulla.»

Gli sorrisi.

«Ora che abbiamo risolto, quindi, ho da farti un avvertimento» fece serio.

«Cosa?» gli dissi stranito.

«Stai attento, Harry. A Louis, intendo. Sono il suo migliore amico da una vita, lo conosco bene.»

«A cosa dovrei stare attento?» feci un po' spaventato.

«Ho paura che ti stia sfruttando. Come hai potuto notare quella sera qui al pub, ubriaco, ha baciato Liam e sai perché?»

«P-perchè?» sussurrai.

«Ha una cotta per lui da anni. Quindi ho paura che ti stia sfruttando per dimenticarlo. Stai attento, non innamorarti. Prima vedi e mettilo alla prova e poi innamorati, ti prego. Lo dico per tuo bene Harry. Ci tengo a te. Okay?»

Cosa? Avevo sentito davvero bene? Quindi quel bacio non era solo frutto della sbronza, ma una cosa voluta. Quindi ciò che mi aveva detto Niall era vero. Assolutamente vero e io, in cuor mio, avevo sperato fosse una cazzata.

Diamine! Tutte a me, tutte a me! Cosa avevo fatto di male per meritarmi questo?

«Okay Zayn, g-grazie. Sei stato gentile.»

«Figurati, dovevo dirtelo. Non voglio che tu stia male.»

Gli rivolsi un sorriso tirato e finii il mio Martini subito dopo.



Tornai a casa e andai direttamente in camera mia. Mi fiondai letteralmente sul letto e accesi lo stereo accanto al mio letto: un po' di musica mi avrebbe fatto bene.

Proprio nel momento in cui ero riuscito ad estraniarmi un po' dalla realtà e a godermi il letto e le note della musica dei Coldplay che riecheggiava nella stanza, il mio cellulare segnalò l'arrivo di un messaggio.

Chi poteva essere? Non aspettavo nessun messaggio, avevo telefonato mia madre qualche ora prima, Gemma era al lavoro come d'altronde anche Liam e Niall. Presi in considerazione la possibilità che Zayn mi avesse scritto dirmi qualcos'altro o boh, non avevo idea.

Sopraffatto dalla curiosità allungai il braccio e presi il cellulare che avevo appoggiato poco prima sul comodino.

Sbloccai il telefono e aprii il messaggio. Numero sconosciuto. Ma chi cazzo è?


Numero sconosciuto:

Hey Harry, scusami se non mi sono fatto vivo per tutto questo tempo ma non è stato un bel periodo e avevo voglio di stare un po' da solo. Comunque, a parte questo, come stai?

Louis xx


Louis? Ma guarda un po' chi doveva scrivermi! Dopo quello che Zayn mi aveva raccontato poco prima, non sapevo se gioire, urlare o mandarlo a fanculo, perché sì, ero molto tentato. Ma non lo feci.


Io:

Ciao Louis. Non preoccuparti, avevo immaginato. Va tutto alla grande, a te? Va meglio? x


Louis:

Diciamo di sì. Ti andrebbe di vederci, non so, domani mattina allo Starbucks? Ti offro una colazione! :) x


Ma merda! Che avrei dovuto fare? Dovevo accettare, rischiare e magari soffrire o dovevo essere prevenuto ed evitare di mettermi nei casini e vivere felicemente? Cosa dovevo fare?

Ero talmente confuso che volevo lanciare via il telefono, prendere il primo volo e andare in Zimbabwe.


Se tenevo a Louis dovevo rischiare, ma ne valeva davvero la pena? Così decisi di affidarmi a l'unico in grado di darmi una risposta. Mi sarei affidato al caso.

Mandai un messaggio a Niall. Sì okay, poteva essere una cazzata, avrei forse sofferto, ma se il caso mi diceva che dovevo farlo, significava che anche un'altra batosta mi avrebbe reso un uomo più forte.

Io:

Niall. Sì o no?


La risposta di mio cugino non tardò ad arrivare. Così aprii il messaggio ricevuto.


Niall:

Wtf?????


Io:

Zitto e rispondi, per piacere.


Niall:

Tu non sei normale. Ma, vabbè, ti dico sì. Cos'è? Mi prepari la pizza stasera?


Io:

Dopo ti spiego. Comunque no, ma se ci tieni tanto la faccio portare a casa.


Niall:

I love you. xx


Io:

I love you too. Maybe. xx


Ecco il destino, o meglio, mio cugino, mi aveva dato la sua risposta. Dovevo rischiare. Era la scelta migliore? Non m'importava, dovevo. Per me.


Io:

Certo! Ne sarei davvero felice! A che ora? x


Louis:

Grande! 9 am allo Starbucks in Princes Street, d'accordo? :)


Io:

Ottimo. Ci vediamo domani allora. Buona serata! :))


Okay, okay. Calma Harry. Avevi solo un appuntamento con un certo Louis Tomlinson l'indomani mattina, ma stai tranquillo eh.

Oh merda. Avevo un appuntamento, il mio primo appuntamento, con Louis.



LOUIS


Dopo la litigata con Zayn ero stato davvero male. Non ero abituato a stare senza di lui e in quei giorni ero davvero distrutto che a mala pena mi andava di alzarmi e andare a seguire le lezione della mia amata scuola di fotografia. E per saltare anche una lezione, significava che stavo davvero male.

Quel lunedì mattina mi svegliai stranamente di buonumore così decisi di andare a lezione.

Dopo varie annotazioni di prospettiva, colori e contrasti, la nostra professoressa ci informò di uno stage suppletivo che poteva offrirci crediti, che per me in quel momento erano necessari per completare il corso.

Lo stage proposto non era altro che trovare un modello o un paesaggio o qualunque cosa noi decretavamo come simbolo esaustivo di bellezza.

Chi altro o cos'altro poteva venirmi in mente se non Harry? Harry era la bellezza, Harry era il mio ideale di bellezza assoluta, era la mia musa, il punto più alto in cui un'artista potrebbe aspirare come perfezione. Un perfezione quasi divina.

Perciò, non appena mi fu possibile, ritornai a casa e misi a soqquadro tutta la mia camera affinché trovassi il post-it che mi aveva lasciato proprio Harry qualche tempo prima. Dovevo ritrovarlo: c'era scritto il suo numero di cellulare.

Dopo un'ora di ricerche riuscii a ritrovare il famoso post-it verde e mi trattenni nell'esultare come Cannavaro nel momento in cui alzò al cielo la coppa del mondo nel mondiali del 2006.

Salvai immediatamente il numero sulla mia rubrica sotto il nome di “Harry :)”.

Decisi di scrivergli subito, ma di certo non potevo farmi vivo dopo giorni con un messaggio tipo “Hey Harry, devo fare un stage, mi servono crediti, vorresti essere il mio modello? Sai, sei la bellezza in persona, quindi saresti l'ideale. Accetti?”. No, no, no e proprio no. Mi avrebbe mandato a fanculo e io non volevo comportarmi in quel modo con Harry. Dovevo essere gentile e moderato, dovevo prenderlo in un certo modo affinché si lasciasse andare completamente a me.

Oltre ad essere una buona occasione per recuperare un po' di crediti, perché non sfruttare la stessa per trarre nei benefici nella nostra diciamo “amicizia” che volevo trasformare in qualcosa di più?

Harry sarebbe stato il mio modello. A tutti i costi.

Così gli inviai un messaggio, con l'ansia di non essere risposto o, peggio ancora, che lui declinasse la mia proposta.

E gli scrissi, invitandolo a fare la colazione insieme a me e oh, ma gli avevo proposto una specie di appuntamento? Oh merda. Senza neanche rendermene conto avevo invitato il ragazzo che mi piaceva ad un appuntamento. Strano, ma vero.

E se il Louis che ero stesse finalmente cercando di cambiare? Non potei esserne più felice. Louis stava rinascendo e solo grazie ad Harry.


Note d'autrice
Oh heeeeey bella gente! Siamo tornate con un nuovo capitolo! Vi siamo mancate eh?
A parte tutto, vediamo che Zayn ha deciso di parlare con Harry cercando di tenerlo in guardia dal suo migliore amico, ma il riccio si affida al caso (o meglio, Niall) e sceglie di accettare la proposta di Louis che gli ha chiesto un appuntamento. Fateci sapere che ne pensate! Ah e scusatemi per la formattazione dal cellulare, ma proprio non riesco a risolvere. Dal pc si legge bene, non so come fare. Scusatemi.
Detto questo, buon anno e buon primo mese dell'anno! (?)
Ci sentiamo alla prossima, all the love as always! xx

p.s. un mega abbraccio ad Estrella. We love ya!
p.p.s se non sapete che fare e avete voglia di leggere una OS, ne ho scritta una un po' di tempo fa; mi farebbe piacere se la leggereste. Eccola qui! ----> Cerotti. Lasciate un pensierino, se volete. Grazie x

-Angi

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