Can I Be Your Line? di Angiuz (/viewuser.php?uid=621473)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** One ***
Capitolo 3: *** Two ***
Capitolo 4: *** Three ***
Capitolo 5: *** Four ***
Capitolo 6: *** Five ***
Capitolo 7: *** Six ***
Capitolo 8: *** Seven ***
Capitolo 9: *** Eight ***
Capitolo 10: *** Nine ***
Capitolo 11: *** Ten ***
Capitolo 12: *** Eleven ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Harry era stanco. Stanco di quello stupido paesino: la
mentalità chiusa e l'arretratezza lo avevano
portato alla esasperazione.
Il suo unico obiettivo era andarsene: voleva lasciarsi tutto alle
spalle, tra cui il suo ex ragazzo, l’unico che gli aveva
fatto provare la vera definizione di amore e, sfortunatamente, anche
della parola “tradimento”. L’aveva
sorpreso a letto con un altro mentre tornava a casa con una bottiglia
di spumante per festeggiare il loro anno insieme.
Nick. Nick era il suo nome. Un nome che non avrebbe più
voluto sentire e una faccia che non avrebbe più voluto
vedere. Ma la cosa che gli aveva fatto più male era che
oltre al danno si aggiunse la beffa: invece di giustificarsi e cercare
un modo di tenersi stretto il riccio, quel traditore gli aveva riso in
faccia non appena Harry gli chiese spiegazioni con mille e
più frammenti di vetro di bottiglia a terra e spumante
appiccicoso ai piedi, dicendogli beffardamente: «Grazie per
il passatempo bimbo, ma non ho altro tempo da perdere a fare il
babysitter!» spingendolo fuori l’appartamento
ridendo.
Harry scappò, corse con tutto il fiato che aveva verso quel
parco che dava spazio ad un panorama mozzafiato, quel posto che ormai
riteneva suo, si fermò di colpo e con tutto il fiato che
aveva ancora nei polmoni urlò, urlò fortissimo.
Era passato un mese da quel fottuto giorno e Nick non si era
fatto vivo, segno evidente che non si era pentito di quello che aveva
fatto.
Harry dovette accettare così la triste realtà,
che si era presentata ancora una volta in modo troppo crudele.
Continuava ogni giorno a ripetersi: “Era ubriaco. Era solo
ubriaco”, ma dovette arrendersi. Nick non l’aveva
mai amato e pensandoci, non l’aveva neanche mai dimostrato,
se non nei loro momenti più intimi. Ma se per Harry quello
era amore, per Nick era solo divertimento. Ma
il riccio l’aveva capito troppo tardi e un altro uomo che
credeva fondamentale, lo aveva ferito e deluso.
Ora erano due gli “uomini” che lo avevano
abbandonato.
Era a quei due uomini senza coraggio, senza onore che pensava mentre si
decideva ad abbandonare tutto ciò che ricollegava a loro.
Gli venne un senso di vomito.
Doveva andarsene, doveva stare bene.
Così mentre faceva qualche ricerca su
l'università che avrebbe dovuto frequentare da lì
a pochi mesi, una città catturò la sua
attenzione: Edimburgo.
Non sapeva cosa realmente lo attirava, forse il nome, forse la Scozia,
o forse il fatto che anche essendo una grande città era
tranquilla, nonostante la sua apertura alle diverse culture. Era
diversa e forse per quello che decise di frequentare
l’Università proprio lì, a lui non
erano mai piaciute le cose tutti uguali, gli stereotipi e la chiusura.
Lui amava la diversità, la libertà e la
felicità che ne conseguiva.
Era curioso di scoprire nuove sensazioni ed emozioni che in nel
paesotto dove era cresciuto non aveva mai potuto vivere.
E poi sarebbe stata un ottimo movente per ricominciare. Harry voleva
una nuova vita.
Fu così che riuscì a convincere sua mamma Anne e
sua sorella Gemma a continuare i suoi studi in Biotecnologie in Scozia,
cosciente del fatto che lo avrebbero appoggiato in ogni sua decisione;
non che fosse un bambino viziato, ma sapeva che gli avrebbero fatto
fare qualsiasi cosa che potesse renderlo felice. E poi aveva
già trovato sistemazione: suo cugino irlandese, Niall,
viveva lì da qualche anno con il suo coinquilino e migliore
amico Liam, i quali lavoravano insieme in un’agenzia come
modelli. Appena gli aveva detto della sua intenzione di trasferirsi ad
Edimburgo, il biondo non aveva esitato a invitarlo a casa sua,
informandolo di una stanza libera pronta ad ospitarlo.
Da quel momento tutto ciò che aveva desiderato era a portata
di mano e niente e nessuno avrebbe potuto ostacolarlo.
Giovedì 27 Agosto 2015, ore
9:00. Aeroporto di Manchester
Harry era appena arrivato in aeroporto dopo mezz’ora di
viaggio in autobus, il rilassante rumore della pioggia non aiutava di
certo a rimanere lucido, conseguenza di una notte insonne dovuta
all'ansia, unica costante della vita del riccio.
Non era la prima volta che prendeva un aereo, ma non aveva mai
intrapreso un viaggio da solo e questo lo allarmava un po'. Aveva
appena varcato la soglia, oltrepassando quella linea invisibile che lo
separava dal passato al futuro e mai come prima d'ora si era sentito
forte e felice.
Da quel momento non sarebbe più stato il "frocio" che tutti
insultavano, nessuno più lo avrebbe guardato con disprezzo,
come ormai la gente del suo paesino faceva da anni. Da quel
momento non sarebbe stato più il figlio da proteggere, il
figlio senza padre, se padre poteva essere chiamato, visto che aveva
abbandonato lui, Gemma e sua mamma dopo aver trovato una nuova donna
con cui spassarsela. Non sarebbe più stato l’ex
ragazzo di quell’uomo schifoso. Pensò a Nick e al
padre. Sorrise: loro erano il passato.
Non sarebbe stato più l'Harry che aveva conosciuto lui
stesso, sarebbe stato diverso.
Da quel momento sarebbe stato solo Harry. Harry Styles e basta.
Lesse sul tabellone il gate e l'orario di partenza del suo volo,
così da dirigersi sorridente verso il proprio gate, non
prima di aver fatto una sosta alle toilette.
"Manchester-Edinburgh ore 10:30, Gate A26"
Passò dai controlli senza problemi e poté
dirigersi verso il bus che lo avrebbe portato all'aereo che attendeva i
suoi passeggeri.
Fortunatamente il suo posto era quello accanto al finestrino,
ci aveva sperato molto: non vedeva l'ora di fare foto al panorama
stupendo che di lì a poco si sarebbe presentato ai suoi occhi
Accanto a lui si sedette una signora sulla cinquantina, stretta nel suo
completo azzurro e un sorriso stampato in faccia che lui
ricambiò con tanto di fossette.
«Ciao bel giovane! Fortunatamente o sfortunatamente per te
sarò la tua vicina di posto per questo viaggetto di
un’ora» disse ridendo «Mi chiamo Kate,
posso chiederti perché un bel ragazzo come te fa un viaggio
tutto solo?»
“Le solite vecchiette curiose e pettegole, aaah!”
penso tra sé il riccio, ma buono com’era non
s’azzardò a rivolgersi male alla signora, quindi
decise che per un’oretta avrebbe sopportato un interrogatorio
degno di un capo di FBI solo per non far rimanere male Kate.
«Oh buongiorno signora Kate, intanto lasci che mi presenti!
Mi chiamo Harry» disse il ragazzo porgendole le mano, gesto
che la signora ricambiò in fretta non prima di aver
esclamato «Può darmi del tu e mi chiami soltanto
Kate, quel “signora” mi fa sentire
vecchia!» disse alzando gli occhi al cielo.
«Oh, va bene Kate. Faccio questo viaggio da solo
perché devo trasferirmi, in pratica ad Ottobre inizio a
frequentare l’Università ad Edimburgo.
E’ una sorta di cambio drastico di vita»
spiegò il riccio.
«Bello! Bello davvero. Un giovane ragazzo come te che lascia
tutto per andare a studiare lontano da casa, tu sì che sei
forte come i giovani dei miei tempi! Ormai non se ne trovano tipi
così in giro. Tanto che pensavo fossero estinti!»
disse Kate accompagnando l’ultima esclamazione con una grossa
risata che coinvolse anche Harry.
«Grazie Kate!» rispose il ragazzo con un grande
sorriso.
«Chi è la fortunata che ti ha al suo
fianco?» s’azzardò a dire la signora.
«Ehm, non ho ancora trovato qualcuno che restasse al mio
fianco, per la verità» replicò
lui.
«Non ci credo, stai scherzando! Un ragazzo così
bello, Dio mio! Ditemi come si fa!?!» esclamò Kate
sorpresa. «Magari potrei presentarti mia nipote, ha 11 anni,
ma crescerà…»
«No no, Kate. Per ora sto bene così, non
preoccuparti. Magari un’altra volta.»
«Dimmi chi è quella sgualdrina che ha osato
spezzare il cuore di questo bel ragazzo!» disse lei con tono
minaccioso.
«E’ una lunga storia, guarda. Non credo di farcela
a raccontartela» sussurrò il riccio.
«Ho capito, non vuoi raccontarmi nulla. Ma va bene
così, comunque, qualsiasi cosa ti abbia fatto sappi che non
ha capito nulla della vita!» disse la signora appoggiando la
mano sulla spalla del ragazzo, il quale sorrise ringraziandola.
Estrasse fuori dalla tasca il suo mp4, regalo di compleanno ricevuto da
parte della mamma a 14 anni. Mise riproduzione casuale, aspettando che
le note di una canzone ancora ignota al ragazzo iniziassero a suonare.
Chiuse gli occhi, ansioso di atterrare nella città dove
riponeva la speranza di una vita migliore mentre Same Love risuonava
come un sussurro nelle sue cuffiette azzurre.
“Si prega la gentile clientela di allacciare le cinture di
sicurezza: stiamo per atterrare. Grazie per aver scelto British
Airways!” avvisò la voce del copilota:
l’oretta di volo era giunta al termine.
«Sei stupenda Kate! Alla prossima» disse Harry
salutandola con due baci e scendendo dalle scale.
Finalmente potette calpestare il suolo scozzese: non era mai stato
così felice. Avrebbe voluto abbassarsi, inginocchiarsi e
baciare la terra se possibile, ma non lo fece: gli bastò
guardare la scritta “Edinburgh” e aveva
già capito che da lì a poco nulla sarebbe stato
come prima.
Note
d'autore
Ciao belle! Siamo Angi
e Liuz, due cugine che in un momento di noia hanno deciso di
intraprendere questo nuovo percorso.
Infatti è la
nostra prima storia e abbiamo un po' di paura di come potrebbe
presentarsi, quindi se ci lasciaste un vostro parere ne saremmo
veramente grate!
Questo prologo è l'inizio di tutto: come pensate che Harry
si troverà nella nuova città? E chi
incontrerà?
Harry, come abbiamo
visto, è un ragazzo intelligente, gentile ma ricordatevi che
è soprattutto deluso (questo è un particolare
molto importante, quindi tenetelo a mente!).
Un bacio e alla
prossima, All the love. xx
Siamo anche su wattpad,
ragazze :)
Per qualsiasi
chiarimento non esitate a contattarci!
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Capitolo 2 *** One ***
HARRY
La prima cosa che feci appena fuori
dall’aeroporto fu estrarre il telefono, ancora spento, dalla
tasca dei miei jeans scuri. Quando l’accesi notai che
c’erano due chiamate perse, entrambe ricevute da mia madre
circa dieci minuti prima dell’atterraggio. La richiamai
subito: volevo riascoltare la sua voce cristallina di cui
provavo già una certa nostalgia.
«Tesoro,
allora? Come va? Tutto bene il viaggio?» chiese mamma, con il
suo solito e ovvio tono preoccupato, mentre sorridevo pensando alla sua
agitazione.
«Mamma,
calma. Il viaggio è andato benissimo, pensavo
peggio.»
«Oh,
mi fa piacere. Ora ti incontrerai con Niall?» si
informò lei.
«Credo
proprio di si, sono un po’ stanco. Ora è meglio
che vada. Ciao mamma!»
Sospirai.
Il primo punto: arrivare sano e salvo a Edimburgo, era fatto.
Ora dovevo solo avvisare mio cugino e aspettare che venisse a prendermi
dall’aeroporto.
Inviai
così, un messaggio al biondo.
Hey,
Nì. Sono Harry, sono arrivato.
Passi a prendermi x?
ore
12:15 pm
Nialler:
Arrivo
bro x
ore 12:17 pm
Alzai
lo sguardo dal mio cellulare e notando una panchina libera, decisi di
sedermi su.
Non
potei non notare una famiglia che prendeva posto proprio sulla panchina
di fronte alla mia. Madre, padre e un figlio. Stavano ridendo per la
faccia buffa che aveva fatto il piccolino.
Famiglia.
L’idea di formare una famiglia dopo
l’università mi alleggiò in mente:
vivere nella stessa casa con la persona più importante di
qualsiasi cosa al mondo, insieme a qualche bambino o bambina.
Sarebbe
stato il massimo. Mi sarei preso cura di loro, non li avrei delusi o
abbandonati come aveva, invece fatto mio, per quel che può
essere ancora considerato, padre.
Fui
riscosso dai miei pensieri nel momento in cui sentii qualcuno
che mi abbracciava da dietro e mi stava sfondando il timpano, urlando
«HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRY!!!».
«Il
mio povero orecchio» borbottai, portando le mani a coprirsi
la parte dolorante. Niall scoppiò in un’allegra
risata che coinvolse tutti.
«Niall!
Che bello rivederti, come stai?» chiesi ricambiando
l’abbraccio del biondo.
«Mi
sei mancato, Tigro. Tutto bene, tu?» esclamò
Niall, ridendo sotto i baffi.
«MA…
TI RICORDI ANCORA QUEI SOPRANNOMI?» urlai.
«Come
potrei mai dimenticarli? Comunque tutto bene»
continuò Niall ridendo.
Solo
in quel momento notai la presenza di un altro ragazzo vicino a Niall,
leggermente più alto di quest’ultimo: aveva i
capelli castani abbastanza corti ai lati e alzati in un ciuffo al
centro, occhi color nocciola e l‘osservai abbastanza per
notare anche una voglia sul collo. Oggettivamente era un bel ragazzo.
Niall,
accortosi di quel momento di imbarazzo, disse: «Oh, non vi ho
presentato, che sbadato. Harry, lui è Liam, il mio
coinquilino. Liam, lui è Harry, mio cugino.»
E
ci stringemmo la mano, molto educatamente. Mi sembrava un
ragazzo apposto.
«Bene»,
continuò il biondo, «torniamo a casa
dai».
Così,
ci incamminammo verso la macchina.
Ero
felice, mi guardai attorno: il cielo sereno, gli alberi, i gabbiani che
volavano in cielo, i taxi neri parcheggiati, l’aria che
respiravo. Era tutto così irreale. Finalmente avrei vissuto
la vita che avevo tanto desiderato. Quello era il principio, il
principio di tutto.
Dopo
aver messo le valigie nel portabagagli, mi sedetti sui sedili
posteriori. Il biondino si mise alla guida, affiancato
dall’amico Liam mentre io guardavo, incredulo e affascinato,
la città dal finestrino.
La
strada principale che stavamo percorrendo era piena di vita, traffico
di automobili, taxi, bus e tram che correvano spediti. Una marea di
persone, turisti o del posto, intenti a spostarsi da una parte
all’altra della città.
Rimasi
ammutolito davanti al panorama che mi si presentava man mano che
andavamo avanti. Chiese di epoca molto antica in stile barocco, palazzi
storici, monumenti importanti, tutte cose che, fino a quel momento,
avevo potuto solo sognare. Era tutto così diverso dal mio
paesino.
Molte
volte ero finito su Internet, cercando immagini relative a Edimburgo,
pensando “E’ troppo bella,
wow!”. Ma neanche le immagini su internet rendevano
giustizia a ciò che mi si presentava davanti.
Il
sorriso che mi nacque in quel momento forse fu uno dei veri sorrisi che
feci dopo tanto tempo.
«Allora
Harry, che si racconta da quelle parti? Come sta la tua
famiglia?» chiese Niall per rompere il ghiaccio, mentre
svoltava a destra.
«Mh,
niente di che, è tutto okay. E a te? » risposi
subito, risvegliandomi dai miei pensieri.
«Va
a gonfie vele, non mi posso lamentare! Pronto per
l’università?» esclamò
sorridente mio cugino.
«Che
corso di laurea frequenterai
all’università?» chiese con un
po’ di timidezza Liam, stupendomi.
«Studierò
Biotecnologie e comunque sì, credo di essere pronto,
credo…»
Liam
si voltò verso di me e «Dai, vedrai che
andrà tutto bene!» mi disse con un sorriso.
«Speriamo,
va! Quindi entrambi vi siete sistemati in un’agenzia di
modelli?» chiesi cercando di mantenere vivo il dialogo.
«Sì,
hai un cugino sexy, che ci vuoi fare?» rispose Niall con uno
sguardo malizioso che provocò l’ilarità
di tutti. Non era cambiato di una virgola.
«Comunque
sì, ci pagano bene e a noi non dispiace fare questo
lavoro» rispose Liam «Niall,
lasciami in piazza, Sophia mi sta aspettando lì»
«Okay,
Lee!» rispose lui e qualche traversa dopo infatti, Niall si
fermò vicino una piazza abbastanza grande gremita di gente e
Liam, dopo averci salutato, uscì dalla macchina, andando
incontro ad una ragazza che purtroppo non riuscii a vedere molto bene.
«E’
la sua ragazza?» chiesi incuriosito.
«Sì,
si chiama Sophia ed è anche lei una modella. Infatti
è stata proprio lei ci ha consigliato di entrare a far parte
di quell’agenzia.»
Annui
sorridendo, davvero felice per loro.
«Da
quanto stanno insieme?» chiesi.
«Mh,
fra un mese fanno due anni.»
«Cavolo,
due anni, è tanto» esclamai sorpreso.
Niall
ridacchiò prima di urlare eccitato «Siamo
arrivatiii!»
«Yuhuuu!»
urlai ridendo alzando un pugno in aria.
Il
biondo accostò la macchina vicino ad una casa a due piani,
con un giardino abbastanza curato ai due lati della porta
d’ingresso. Passammo dal vialetto colmo di fiori e Niall
aprì la porta d’ingresso bianca, perfettamente
coordinata al colore marrone chiaro dei mattoni dell’esterno
della casa.
«Aspetta
che ti aiuto con le valigie, riccio!» esclamò
Niall e prendendo due delle mie valigie.
«Grazie
mille, non ce la facevo da solo» risposi. Appena entrato
nell’appartamento notai un attaccapanni vicino la porta e
delle scale che portavano al secondo piano.
«Signori
e signori, mi chiamo Niall e sarò la vostra guida per questi
dieci minuti. Vi farò vedere tutta la casa di un famoso
strafigo biondo!»
disse con tono da perfetta guida turistica Niall.
«Oddio,
non vedo l’ora!»
esclamai ridendo, continuando la scenetta messa in atto da Niall.
«Mi
segua, signor Styles»
disse Niall accompagnandosi con un inchino, provocandomi una grossa
risata.
A
sinistra c’era un salotto abbastanza grande, un piccolo
tavolino di legno al centro con sopra una confezione di caramelle alla
frutta, una libreria con libri di qualsiasi genere, due divani: uno
piccolo per due persone e un altro a L, tutti di colore rosso mentre le
pareti erano di un classico bianco. Inoltre c’era un camino
stile classico posto tra la televisione e la libreria, con
sopra foto di Niall da bambino e con Liam, le altre erano di
Liam con una ragazza, probabilmente Sophia.
A
destra delle scale c’erano due stanze: la cucina e il bagno.
La cucina non era molto grande, un piccolo tavolo era posto
accanto parete e di fronte vi era una cucina fornita di tutto
ciò che può essere utile in campo culinario.
Tutte
le stanze avevano una finestra che permetteva alla luce di illuminare
l’interno della casa, anche al piano superiore dove
c’era un altro bagno e tre stanze da letto.
Quella
a me destinata era tutta blu con le varie sfumature. Blu: il mio colore
preferito. Non mi sarebbe potuta capitare stanza migliore!
«Questa
è la tua stanza, spero ti piaccia!»
esclamò felice il biondino.
«Davvero
bella, grazie mille per questo giro turistico!»
risposi sinceramente, abbracciando il cuginetto.
«Mi
fa piacere! Oh, ma sono già le otto! Per le nove dovrei
uscire con Liam e Sophia, vuoi venire con noi o preferisci stare qui?»
domandò Niall, sperando che uscissi con loro.
Credo
che Niall fosse felicissimo: avremmo finalmente passato tanto tempo
insieme, sembrava quasi un sogno.
Ero
stato (e lo ero ancora) una delle persone fondamentali della sua vita:
un fratello, un migliore amico, una parte di sé. Purtroppo
poi Niall dovette ritrasferirsi in Irlanda dopo il divorzio dei suoi
genitori.
Appena
compì 18 anni decise di trasferirsi ad Edimburgo per
frequentare l’università, ma ci
rinunciò dopo qualche mese. Cercò casa e il
destino volle che dividesse un appartamento con un ragazzo sempre
sorridente, serio e a volte un po’ troppo sulle sue: Liam.
Inutile
dire che il carattere allegro e socievole del biondo colpì
Liam e diventarono bene presto migliori amici. Dopo che Sophia, la
ragazza di Liam, aveva proposto ai due di provare a fare un casting
all’agenzia di modelli con «Due fighi come voi non
possono sfuggire così!»,
furono assunti e lavoravano ormai da un anno. Così dopo anni
che ci sentivamo solo tramite dei telefonini, finalmente ci eravamo
rincontrati e l’emozione era visibile sul volto di entrambi.
«Certo,
Pimpi»
risposi. Iniziammo a ridere, pensando all’origine di quei
strani nomignoli che ci eravamo dati quando eravamo piccini.
*Flashback*
«Guardiamo Winnie the Pooh, ti
pregooooooo Nì»
supplicai,
quasi in lacrime.
«E va bene, Tigro»
rispose Niall, prendendomi in giro.
«Hey, non sono Tigro, sono Harry»
replicai offeso.
«Ma guarda che faccia! Assomigli tanto
a Tigro, lo sai?»
rispose il mio cuginetto, intenerito forse dalla mia faccina con il
broncio.
«Davvero? Wow»
esclamai stupito «E tu somigli a Pimpi»
continuai.
«Ah sì? E perché?»
chiese curioso il biondino mentre cercava di mangiare quante
più patatine poteva contenere la sua minuscola bocca,
cercando di capire il paragone.
«Perché sei un maialino,
guardati!» e scoppiammo a ridere, con quella spensieratezza
che solo i bambini di 6 e 7 anni potevano avere.
Dopo
aver fatto una bella doccia calda, indossai un paio di skinny
neri, i miei inseparabili stivaletti e una t-shirt bianca.
«Sono
prontoooo!»
urlai poco dopo.
Niall
si affacciò alla porta, pronto per uscire, in jeans, adidas
bianche ai piedi, una canotta bianca e una camicetta celeste aperta.
«Ci
siamo fatti belli, Horan! Tutte cadranno ai tuoi piedi, sono geloso eh»
scherzai.
Niall
sorrise, divertito «Dai, andiamo! i piccioncini ci stanno
aspettando giù.»
Scendemmo
così le scale e trovammo la deliziosa coppietta seduta sul
divano che, appena ci notarono, si alzarono in piedi e si avvicinarono
a noi.
«Harry,
lei è Sophia, la mia ragazza. Sophia, lui è il
cugino di Niall, Harry»
così Liam mi presentò la sua ragazza e solo
allora potei osservarla meglio: indossava dei pantaloni bianchi a vita
alta, un top nero e delle scarpe basse aperte nere. Aveva i capelli
lisci come la seta, castano chiari e degli occhi chiarissimi.
“Che bella coppia” pensai, sorridendo, mentre
stringevo la mano alla ragazza.
«Bene,
andiamo»
esclamò Niall e gli altri annuirono.
Uscimmo dalla casa e subito fui rapito dalle luci che illuminavano
quella città.
«Cavolo, Edimburgo è bellissima!»
sussurrai.
«Eh
già, davvero bella. E non hai visto niente! Domani ti porto
in giro per la città, se ti va»
disse Niall, immaginando già la mia risposta.
E
io felice come un bambino «Siii, non vedo l’ora!»
esclamai.
«Prendiamo
il bus ragazzi, non ci conviene prendere l’auto»
disse Liam e così ci dirigemmo verso la fermata del bus, il
quale arrivò dopo pochi minuti.
«Ecco
il 37! Questo è il bus che porta in centro»
mi informò Niall.
Entrammo
in un pub che si trovava più o meno in centro.
L’esterno era davvero carino: aveva dei tavoli attorno ai
quali c’era molta gente a bere drink di qualsiasi genere.
Alzai
gli occhi e lessi l’insegna : “Theatre Royal
Bar” scritto in stampatello color oro sullo sfondo in legno
nero, attorno ad essa vi erano piante con fiori lilla che rendevano il
locale davvero accogliente. Sopra all’insegna vi erano
quattro omini, anch’essi in legno che suonavano delle
chiarine.
Appena
entrati, la prima cosa che notai furono i lampadari di cristallo
affissi al soffitto. All’interno del locale vi era un piano
bar centrale in legno massello scuro, e alle pareti vi era una raccolta
di manifesti di spettacolo o di band musicali autografati, alcuni dei
quali vecchi di decenni. Disponeva di un vero e proprio tesoro di
storia del teatro.
Il
Theatre Royal era spettacolare.
«Theatre
Royal, aaah Harold, l’amerai anche tu! Hey, Zayn. Come
va?» Niall subito salutò il moro dietro il bancone
che era intento a riempire un boccale di birra a qualche cliente.
«Niall!
Tutto bene, dai. Oh, lui è tuo cugino?»
domandò il moro.
«Sì,
lui è il famoso Harry di cui ti parlavo. Harry, lui
è Zayn, un mio amico» fece Niall presentandoci e
porsi la mia mano che lui afferrò con una stretta di mano
decisa.
«Il
moretto è niente male» pensai a primo impatto.
Zayn era di una bellezza disarmante: occhi ambrati, capelli
neri come la pece, con il suo accenno di barba, tatuaggi che gli
contornavano il le braccia, e quel fascino medio orientale che
sicuramente faceva impazzire tutti.
«Harry,
prendi qualcosa?» mi chiese il barista.
«Solo
un analcolico alla frutta, grazie» risposi. Niente
più alcolici per un po’, dato che
l’ultima sbronza mi era finita male. Il giorno dopo non avevo
fatto altro che vomitare l’anima e non volevo riprovare
quell’esperienza, anche se in maniera più minuta.
Liam
e Sophia erano seduti attorno ad un tavolo di legno, su delle
poltroncine in pelle e io e Niall, dopo aver preso le nostre
ordinazioni, ci accomodammo accanto alla coppia.
«Quindi
ti sei trasferito qui per l’università?»
domandò la ragazza, continuando a sorseggiare il drink
arancione che gli aveva portato poco prima Zayn.
«Sì,
poi avevo voglia di cambiare aria…Non riuscivo
più a vivere nel mio paesino» risposi.
«Oh,
capisco. Molto meglio qui, è un posto tranquillo nonostante
sia una grande città!»
«Infatti,
ho notato. Mi piace molto: la prima impressione su questa
città è stata molto positiva.»
«Che
cosa studierai?» chiese ancora la ragazza, curiosa.
«Biotecnologie»
risposi.
«Oh
cavolo! Anche Zayn, il barista dico, studia Biotecnologie
all’università. Cioè deve iniziare
anche lui quest’anno, ha deciso di frequentare da
quest’anno.»
«Wow!
Quindi molto probabilmente frequenteremo il corso insieme!»
dissi eccitato, mentre rivolgevo un mezzo sguardo al moro al di
là del bancone intento a preparare drink a due clienti.
«Già!
Hai già trovato un compagno esclamò
Niall «Visto?»
La serata passò tranquillamente e io mi sentii sempre
più a mio agio con i nuovi: Liam e Sophia erano di ottima
compagnia.
«Harry,
sarai stanchissimo, è quasi l’una! Dai almeno noi
andiamo a casa, domani ci dobbiamo svegliare anche
presto» esclamò Niall.
Annuii:
ero un po’ stanco, il viaggio mi aveva un po’
scombussolato, ma non mi era dispiaciuta affatto quella serata. Mi ero
divertito molto con mio cugino, avevamo riso e scherzato tutto il tempo
e inoltre avevo conosciuto Zayn, mica roba da poco. Salutammo
quest’ultimo non prima di aver rassicurato Liam e Sophia che
il 37 sarebbe passato dopo pochi minuti.
«Divertitevi!
Ciao, Payno, ciao Sophia» salutò il biondo, con un
sorrisone, la coppietta. Feci lo stesso, salutandoli con la
mano e un «Ci
vediamo!».
Non
appena arrivammo a casa mi svestii, indossai il pigiama e prima di
spegnere le luci sentii il telefono vibrare.
«Sarà
Gemma sicuramente» pensai. Aprii il messaggio e infatti era
lei.
Gems:
Buona fortuna piccolo! Vedrai che andrà tutto
bene. Sii felice. xx
ore 01:32 am
Sorrisi.
Iniziava un nuovo capitolo per me.
Note
d'autore
Eccoci!
Questo è il primo e vero capitolo della storia dove Harry
arriva in città e si sistema in casa del cugino Niall e
dell'amico Liam. Quindi ci sono due nuove e bei personaggi! Inoltre
abbiamo introdotto la figura della dolce ed estroversa Sophia (che
amiamo tantissimo!) e del bel moretto Zayn, il quale sarà un
personaggio determinante!
Come vi sembra il nostro e caro Harry? Come si
evolverà la situazione? Ehehehe ci si vede al prossimo
aggiornamento!
Intanto ringraziamo
tutti coloro che hanno letto il nostro capitolo e chi ha messo la
storia tra le preferite/seguite/ ricordate. Non sapete quanto ci
rendete felici anche solo con una visita!
Per qualsiasi chiarimento non esistiate a contattarci!
Ci trovate anche su Twitter e Wattpad con il nick @STYLINSON10s.
E a tutte voi lettrici silenziose, fatevi sentire! Il vostro parere
è importantissimo!!!
Alla prossima, all the love xx
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Capitolo 3 *** Two ***
HARRY
Ok, sì che
ero contento di vivere finalmente ad Edimburgo in pace con me stesso
lasciando il mio dolore alle spalle, ma svegliarmi di soprassalto
sentendo qualcuno che si butta a peso morto sulla mia schiena gridando
«Buooooooooooooongiorno Tigro!» non era uno dei
miei obiettivi, ecco.
Si poteva notare di
certo che mio cugino fosse eccitato e contento nell’avermi
tra suoi piedi, come d’altronde lo ero anch’io, se
evitiamo certi risvegli traumatici, ovvio.
Ma gli volevo bene.
«Buongiorno
maialino! I tuoi risvegli sono stati sempre i miei preferiti. Mi hai
spezzato la schiena!»
«Ma
lo sai che ti voglio bene cuginetto!» disse ridendo.
«E poi è suonata la sveglia già due
volte e non l’hai sentita, quindi mi pareva giusto svegliarti
con il mio metodo. Sai come si dice: a mali estremi, estremi
rimedi!» continuò tirandomi un pizzicotto sulla
guancia.
«Sì
ok, ho capito ma prima di tutto levati da dosso: stai ancora beatamente
sdraiato sulla mia schiena! E poi mi stai già facendo
parlare troppo di prima mattina!!»
«Harold
la mattina è intoccabile, ho capito» rispose lui
togliendosi, finalmente, dalla mia povera schiena.
«Che
si fa stamattina?» chiesi al biondo.
«Andiamo
un po’ in centro, va bene?»
«Benissimo!
Il tempo di fare colazione, prepararmi e possiamo andare!»
«E
fu così che arrivò
mezzogiorno…»
«Gne
gne gne, faccio subito! Scommettiamo?»
«Vedremo,
vedremo» disse lui con tono canzonatorio.
Avevo
sfidato Niall e dovevo vincere, quindi sotto il suo sguardo cercai di
fare colazione il più velocemente possibile bevendo il mio
thè nero, bruciandomi così la lingua, data la
fretta. Appena finii di masticare l’ultimo biscotto ai
cereali, mi diressi in bagno e poi mi preparai per la grandiosa
giornata che avrei passato con il mio cuginetto preferito.
Dopo aver preso il 37
ed esser scesi alla seconda fermata su Princes Street, decidemmo di
fare un giro in piazza e concederci un po’ di
tranquillità negli enormi parchi adiacenti alla strada
principale.
L’aria
scozzese si respirava in ogni angolo: uomini con il kilt che suonavano
la cornamusa, bandiere scozzesi che sventolavano vicino ai monumenti,
la caratteristica Old Town, negozi con mille e più cartoline
che rappresentavano panorami mozzafiato e mucche hamish. E poi il
castello.
«Oh
cazzo, ma non assomiglia al castello di Harry Potter?» chiesi
a Niall a bocca aperta.
«Sì
Haz, hanno girato qualche scena del castello qui!» mi
informò «Se vuoi ti porto anche al bar che ha dato
l’ispirazione alla Rowling!»
«Niall,
ma lo sai che ti amo?»
«Mi
amo anch’io!» replicò.
Alzai gli
occhi al cielo, gesto che provocò le risate di Niall mentre
ci dirigevamo verso la Old Town.
Ero davvero curioso.
Era passato solo un giorno da quando ero atterrato qui e la mia vita
stava già prendendo una piega migliore di quanto fosse stata
negli ultimi anni. Niall mi distraeva, riusciva a farmi ridere anche
per una semplice cavolata e non mi ero ancora ritrovato senza sorriso
sulle labbra. Solo la notte precedente, prima di cadere fra le braccia
di Morfeo il mio pensiero cadde su mio padre: sarebbe stato contento
nel vedermi così felice e cresciuto tanto da vivere lontano
da casa. Ma non poteva sapere.
Lui ormai non mi considerava più suo figlio e
chissà se, a volte, si ricordava di avere una famiglia.
La
mattinata trascorsa con il biondo fu davvero divertente: dopo aver
visitato il castello (dove, precisiamo, Niall mi aveva chiuso nella
prigione per farmi uno scherzo) e il “The Elephant
House” e quindi, aver concluso il capitolo Harry Potter, ci
riposammo sull’erbetta di uno dei parchi in Princes Street.
«Ma ce l’hai ancora
con me?» mi chiese mio cugino.
«Ma ti pare normale che mi
chiudi in una prigione militare del castello?»
«Volevo solo farti uno
scherzo!» disse soffocando una risata.
«Mi hai fatto prendere un
attacco! Non riuscivo ad uscire e pensavo di morire!»
«Come sei catastrofico! Ma ti
pare che ti avrei lasciato lì?»
«E che ne so! Mica sei tanto
normale!» dissi tirandogli un pugno in testa.
«AHI!»
urlò «Ma è stato
divertente! Dovevi vedere la tua faccia dietro le sbarre mentre
chiedevi aiuto sbattendo i pugni sulla porta! Stavo morendo dal
ridere» disse ridendo.
«Avevo notato. Volevo
ammazzarti» dissi rivolgendogli uno sguardo assassino. Certo
che alcune volte riusciva ad essere davvero demente.
«Posso farmi perdonare
offrendoti un BigMac e una Coca-Cola?» propose «Sai, ridere mi ha fatto venire
fame e poi è già ora di pranzo.»
«Ma quanto sei stronzo? Mi vuoi
pagare con il cibo?»
«Daaaaai Haz!!» disse
abbracciandomi.
«Vabbè, accetto le
tue scuse solo se oltre a quel che hai proposto aggiungi anche le
patatine!»
«E poi dici a me che sono un
maiale! E va bene. Aahh che mi tocca fare per farmi
perdonare!» disse alzando gli occhi al cielo e alzandosi dal
manto d’erba su cui eravamo seduti.
«Ti voglio bene piccolo
irlandese!» dissi mentre ci incamminavamo verso il
McDonald’s a pochi passi da lì.
Dopo la mega abbuffata
del mezzogiorno, convinsi mio cugino ad accompagnarmi
all’Università per definire l’iscrizione
e chiedere informazioni per il test d’ingresso che avrei
dovuto fare. Quindi prendemmo nuovamente il bus che ci
lasciò a pochi metri dall’Università.
Passammo il cancello e
proseguimmo per un lungo tratto di strada sbrecciolata a cui lati vi
era una distesa di verde e alberi, e che portava all’ingresso
della mia futura scuola.
Sembrava una di quelle
che si vedevano nei film, non vedevo l’ora di frequentarla!
Nuova scuola, nuovi amici, nuovo capitolo, nuova vita!
Entrati, mi rivolsi
subito alla segretaria: una donna magra, abbastanza su con
l’età, con gli occhiali poggiati sul naso e un
rossetto fucsia che mi stava letteralmente accecando.
«Buon pomeriggio! Sono una
pre-matricola, vorrei chiedere informazioni sul test che
dovrò conseguire» chiesi educatamente.
«Le do un foglio con tutte le
informazioni necessarie, attenda un attimo» disse lei con
voce nasale, mentre si girava e rovistava tra mille fogli posti in un
cassetto.
«Ecco a lei!» fece e
mi porse il foglio.
«Grazie mille. Senta, vorrei
chiederle un’altra informazione se non le dispiace»
dissi mentre lei masticava una chewing-gum e mi guardava
annoiata. «Si tiene, per caso, qualche
corso di preparazione per il test?»
«Mi dispiace fiorellino, ma sei
arrivato tardi. L’ultima lezione si è tenuta 3
giorni fa» mi informò, mentre Niall tratteneva
malamente una risata per il nomignolo che mi aveva affidato la signora.
«Oh okay, grazie per la sua
disponibilità. A presto!» dissi sorridendo alla
signora McGonagall -come mi informava il suo cartellino-.
Mi voltai
verso Niall, accorgendomi così che non era più
accanto a me. Sorpreso mi voltai completamente per vedere dove si fosse
cacciato, trovandolo così all’ingresso mentre
parlava con due ragazzi: Liam e Zayn.
Mi
avvicinai a loro e «Heilà
ragazzi!» salutai.
«Hey Harry» fece
Liam, che non vedevo dalla sera precedente nonostante abitasse in casa
mia, salutandomi con una pacca sulla spalla.
«Ciao riccio!» mi
salutò, invece, Zayn.
«Come mai qui?»
chiesi incuriosito.
«Dovevo lasciare qui qualche
documento per l’iscrizione e Liam si è offerto di
accompagnarmi» spiegò Zayn. «Voi invece?»
«Volevo un po’ di
informazioni sul test che dovrei fare, quindi sono venuto con Niall che
mi fa da guida turistica» dissi ridendo.
«Simpatico Styles»
aggiunse mio cugino.
«Anche tu farai il test
martedì quindi?» mi chiese il moro, sorprendendomi
per il suo interesse nei miei confronti. La sera precedente non mi era
sembrato un tipo molto loquace, ma fuori dal campo lavorativo era
un’altra persona. Mi sembrava molto meno misterioso e
più amichevole, ma la sua bellezza rimaneva costante.
«Sì, per
Biotecnologie è necessario» risposi dopo qualche
secondo.
«Bene, mi sa che lo faremo
assieme» esclamò sorridendo.
«Oh già, Sophia mi
aveva detto che anche tu farai Biotecnologie!»
«Ecco, Sophia come al
solito…» disse il moro con tono seccato.
«Hey hey hey! E’
della mia ragazza che stai parlando Zayn, vacci piano» disse
Liam dando una pugno a Zayn, fingendosi offeso e tutti scoppiarono a
ridere.
«Zayn, tu sei abbastanza
preparato per il test?» azzardai. Volevo veramente
stringere un rapporto d’amicizia con lui, in fondo avremmo
frequentato la stessa scuola e lo stesso gruppo di amici.
«Oh sì
sì, ho studiato come un matto nei miei giorni liberi!
Tu?»
«Ehm, sto nella merda. Ho
appena saputo che i corsi di preparazione sono finiti e non so un cazzo
di Fisica! Non so come fare!» dissi disperato.
«Oh non preoccuparti. Se avessi
avuto qualche giorno libero avremmo studiato insieme, ma fino a
martedì sono occupato con il lavoro, ma se vuoi posso
prestarti i miei appunti di Fisica e il libro!» mi disse.
«Oddio grazie mille! Se puoi,
sarebbe davvero grandioso!». Cavolo, non mi sarei mai
aspettato che Zayn fosse un tipo così amichevole e
disponibile; dato il suo fascino avrei scommesso tutto che fosse un
tipo molto più riservato e sulle sue, ma evidentemente mi
sbagliavo. Oltre alla città, anche le persone non erano
niente male qui.
«Puoi passare più
tardi da casa, visto che oggi è giornata di chiusura del pub
e quindi sono libero! Fatti accompagnare da Niall a casa» propose lui.
«Perfetto. A dopo allora! E
grazie eh» dissi salutandoli, rivolgendo
a loro un sorriso.
«Di nulla. A dopo! Ciao Harry,
ciao Niall» salutò Zayn.
«Ciao ragazzi!» dissero Liam e Niall in
contemporanea.
Ci
dirigemmo così alla fermata del bus.
«NIAAAALL! Sono già
le sei, alzati, devi accompagnarmi da Zayn!»
Eravamo tornati da
un’ora a casa, il tempo di una doccia e «Riposiamoci qualche minuto» aveva proposto Niall. Ma il
suo “qualche minuto” si era trasformato in venti
minuti.
«Mmh,si, ora mi alzo» borbottò il
biondo, con pochissima voglia di alzarsi.
«ALZA.QUEL.CULO.DI.LI’» scandii bene le parole, prima
di prendere Niall dalle gambe e tirarlo giù dal letto.
«Harry, okay okay! Ora mi alzo» disse ancora un po’
assonnato, incamminandosi verso il bagno, da cui ne uscì
dopo un quarto d’ora, pronto.
«I’m reeeeaady!» urlò Niall dalle
scale, raggiungendomi in salotto che, pronto già da un
pezzo, stavo guardando la tv insieme a Liam con il quale avevo
chiacchierato un po’.
Era davvero un bravo ragazzo, insomma non sapevo con facesse a
sopportare Niall ogni santo minuto. Se fossi stato in lui avrei
cacciato Niall di casa già il secondo giorno.
«Dove abita Zayn?» chiesi curioso, entrando in
macchina.
«Qui vicino, a Pennywell Road» rispose subito il biondo.
«E perché non ci
andiamo a piedi, scusa?» domandai guardandolo con un
sopracciglio alzato e una smorfia stampata sulle labbra.
Tossì
e «No,
perché…» stava cercando di rifilarmi
qualche scusa mentre accendeva la radio e «Oddio. Not letting go! Amo
questa canzone!» urlai.
«Uuh you were something i
can’t replace» intonai tutto eccitato,
alzando il volume.
«You made my heart work, you
make me strongeeer» continuò il
biondo, sorpreso che anche io conoscessi quella canzone.
«And i’m not letting
goo, ohhh ohh» cantammo insieme, come in un
duetto, seguito da tante risate.
Arrivammo
sotto casa di Zayn e «Harold, non credo
verrò a prenderti» mi annunciò Niall
rivolgendogli uno sguardo sorpreso.
«E perché?» chiesi sempre più
curioso, notando il sorriso imbarazzato di Niall e le sue guance farsi
sempre più rosse.
«Niall James Horan?!» chiesi, ormai divertito.
«Devo….ehm….ho….un…appuntkdjf….oddio
sono quasi le sette, vai da Zayn che è tardi.»
«Non ci posso credere, Niall
Horan ad un appuntamento?!» dissi ridendo «Poi mi racconti tutto eh?» tirandogli un
pizzicotto sulla guancia bordeaux di mio cugino, ricevendo come
risposta uno schiaffo sul collo.
Suonai al
campanello e dopo poco il moro mi aprì. Indossava dei
pantaloni della tuta e una t-shirt semplice nera. Era davvero sexy.
«Hey Harry, come va?» chiese sorridente Zayn
«Zayn, tutto bene tu?» risposi, educatamente.
«Lo stesso, non mi posso
lamentare. Entra dai» il moro mi fece entrare in
casa e la prima cosa che notai fu che le pareti erano tappezzate da
disegni, di qualsiasi cosa. Erano molto belli, tanto da rimanerne
incantato.
«Di chi sono questi disegni?» chiesi, infatti, incuriosito.
«Miei, come hobby disegno e se
viene fuori qualche bel lavoro li appendo qui» rispose mentre si grattava la
testa, cercando di nascondere il rossore delle sue guance. Wow! Avevo
messo in imbarazzo Zayn.
«Cavolo se sono belli!» dissi sinceramente.
«Grazie, Harry» rispose lui. «Uh ecco questi sono gli
appunti, questo è un raccoglitore di un po’ tutte
le materie, e questo è il libro che ti servirà.
Spero ti siano d’aiuto, anche perché sono
argomenti abbastanza difficili»
«Grazie mille. Non so come
avrei fatto senza di te!». Era davvero un bravo
ragazzo, gentile e disponibile.
Mi
invitò a bere un caffè e mi offrì un
pezzo di torta preparata da sua mamma, il che accettai. Come rifiutare un
buon dolce preparato da una mamma?
Parlammo un
po’ dell’università e della nostro
corso, avevamo molte cose in comune.
«Oh cavolo, sono già
le otto! Ho un appuntamento con un mio amico. Scusa ma devo ancora
preparami» esclamò Zayn,
rendendosi conto dell’orario.
«Si è fatto tardi,
non preoccuparti» dissi alzandomi dalla
sedia «Ci sentiamo Zayn e grazie
ancora per tutto. Ciao!» dissi mentre mi mettevo la
felpa.
«Ma di nulla amico! Ci si vede» rispose lui.
Uscii
dalla casa, chiusi la porta dietro di me e iniziai a percorrere il
vialetto della casa del moro. E fu lì che lo vidi.
Un
ragazzo in skinny neri, vans e maglia bianca era appoggiato comodamente
su, quel che presumo, la sua auto rossa mentre fumava pacificamente la
sua sigaretta.
Non avevo mai visto
niente di più meraviglioso: aveva un visino roseo, con le
guance incavate e una fronte alta. Capelli disordinati e un ciuffo di
capelli castani si innalzava sulla sua testa e un accenno di barba che
lo rendeva davvero bello.
Alzò
il suo sguardo e posò i suoi occhi su i miei, rendendomi
conto solo in quel momento che lo stavo esaminando da troppo tempo.
Ero ad un metro da lui
e mi stava fissando di rimando, mentre soffiava via dalle sue labbra
sottili il fumo della sigaretta.
Mi soffermai sui suoi
occhi. Occhi azzurri. Chiari e bellissimi come il mare, da farne anche
invidia. Due pozzi d’acqua che fissavano i miei occhi verde
smeraldo, che messi in confronto ai suoi non avevano nulla di speciale.
Mi
mancò il respiro. Mi voltai, girando a destra: dovevo
tornare a casa. Non ce l’avrei fatta a sopportare il peso di
quello sguardo neanche un minuto di più.
Sentivo il suo sguardo
ancora su di me, sapevo che mi stava ancora guardando. Girai la testa e
i miei pensieri furono confermati: aveva ancora i suoi occhi puntati
sui miei e, preso alla sprovvista, si girò di scatto. Mi
girai anche io, ancora sconvolto dal ben di Dio che avevo avuto vicino
poco fa, incredulo di aver visto due occhi così magnifici da
destabilizzarmi.
“Porca
troia» fu il mio unico commento
rivolto a quel ragazzo a me ancora sconosciuto, consapevole che, da
quel momento in poi, i suoi profondi occhi mare non mi avrebbero lasciato in pace nemmeno per
un secondo.
Note
d'autore
Hey belle! Ci
scusiamo per il ritardo, ma tra lo studio per il test d'ingresso
all'Uni e impegni vari abbiamo slittato di un giorno! Poi le prossime
due settimane andremo in vacanza, ma non preoccupatevi, troveremo
assolutamente il modo per non abbandonarvi per 15 giorni.
Parliamo del capitolo: come vi sembra? Siamo entrati proprio nel vivo
della storia e abbiamo avuto una bella entrata in scena: Louis! Harry
è rimasto letteralmente folgorato dal suo sguardo. Come
credete si evolverà la storia? Non dovete far altro che
aspettare hahah
Non trovate adorabili i due cuginetti che continuano a farsi i
dispetti? Noi li amiamo! Invece, per quanto riguarda Zayn abbiamo
voluto dargli un aspetto diverso dal solito, molto più
aperto; anche nei confronti del nuovo arrivato, il che è
molto insolito. Mmmh, neinte spoiler ehehehe
Intanto potete scriverci lasciando un vostro pensiero positivo o
negativo, ne abbiamo bisogno!
Okay, non ci dilunghiamo troppo altrimenti le note diventano un altro
capitolo hahaha
Ringraziamo Gaia, la nostra beta, che è sempre disponibile e
di una gentilezza unica.
Alla prossima! All the love xx
P.s. Ci trovate anche su twitter e wattpad con il nick
@STYLINSON10s!
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Capitolo 4 *** Three ***
LOUIS
«Sono già le otto e quel cazzone non
è ancora uscito!» sbraitai, tamburellando le dita
sul manubrio della mia macchina. Zayn e i suoi ritardi.
Sbuffai , mandandolo a quel paese ma sapevo che non sarebbe mai
cambiato.
Uscii dalla macchina, chiusi lo sportello e mi ci appoggiai su. Il
venticello che soffiava a Settembre mi era sempre piaciuto:
quell’aria fresca che portava via l’estate e i
ricordi collegati ad essa, spazzava via ogni minima forma di
libertà, preannunciando l’autunno. Era un vento
che mi riportava con i piedi per terra, ricordandomi che a poco si
sarebbero riprese le vecchie abitudini: la monotonia delle giornate,
come sempre, come ogni anno.
Estrassi il pacchetto delle sigarette dalla tasca, ne presi
una e l’accesi. La portai alla bocca e aspirai, subito dopo
cacciai il fumo dalla bocca. Erano piccoli gesti che amavo e compivo
ogni giorno. Amavo la monotonia, non ci avrei rinunciato per nulla al
mondo.
Faceva parte di me da anni e non volevo che qualcuno o qualcosa
influisse negativamente sul mio equilibrio: era come se vivessi in una
bolla, facendo attenzione che nessuno la scoppiasse.
Alzarsi, sigaretta, colazione, prepararsi, uscire di casa,
sigaretta, scuola di fotografia, sigaretta, pranzo, cazzeggio,
sigaretta, cena, sigaretta, amici, sigaretta, dormire. Ormai ci ero
abituato e non volevo assolutamente cambiarla: persino mia sorella
aveva provato a dissuadermi e farmi cambiare idea, ma io, cocciuto
com’ero non gliel’avrei data mai vinta.
Fui riscosso dai miei pensieri dal rumore del portone di
casa di Zayn che si chiudeva, alzai lo sguardo, certo che fosse il mio
migliore amico pronto a ricevere una delle mie solite ramanzine sul
ritardo, ma il ragazzo in questione non era Zayn.
Un ragazzo con i capelli ricci, stretto nella sua felpa grigia che
fasciava perfettamente le sue spalle possenti, si voltò
nella mia direzione facendo scoprire il suo volto.
Era un ragazzo decisamente alto, visto le lunghe gambe coperte da degli
skinny neri, più si avvicinava più ne rimanevo
incantato: non vedevo così tanta bellezza racchiusa in un
corpo solo da anni.
Lo stavo fissando per cogliere ogni suo minimo particolare
fino a che mi soffermai sui suoi meravigliosi occhi: verdi. Erano di
una sfumatura mai vista prima, non c’era assolutamente nulla
che poteva anche minimamente ricollegarsi ai suoi occhi. Se avessi
avuto la mia Canon con me l’avrei di certo fotografato in
ogni sua angolazione: partendo dai suoi ricci, passando per le sue
labbra sottili e rosee, soffermandomi maggiormente sui suoi travolgenti
occhi verdi.
Non mi sembrava reale: possibile che non l’avessi
mai visto? Un dio greco che camminava per le strade di Edimburgo a
piede libero senza che io potessi cogliere ogni suo dettaglio con la
mia macchina fotografica. Doveva essere mio. Doveva essere la mia musa.
Restai a fissarlo a lungo, finchè lui non voltò a
destra lasciandomi ancora sognante ammirando i suoi occhi. Quando si
voltò, non potei che continuare a guardarlo: era come se
fossi ipnotizzato dalla sua bellezza; ma non appena lui si
voltò, sicuramente sentendosi i miei occhi puntati addosso,
girai la mia testa di scatto facendomi arrossire leggermente, colto sul
fatto.
Poco dopo che quel ragazzo scomparve dalla mia visuale, Zayn
uscì, finalmente da casa sua correndo.
«Scusa amico, ma ho avuto un
contrattempo!» si spiegò a corto di fiato,
probabilmente per la fretta con cui si era dovuto preparare.
«Tranquillo, ormai ci sono abituato» scherzai
«Comunque credo si sia fatto tardi per la serata al bowling,
a quest’ora la sala sarà sicuramente piena di
gente!»
«Oh okay, che ne dici di andare a Silverknowes?»
propose lui lanciandomi uno sguardo d’intesa.
«Assolutamente sì» risposi con un
sorriso sulle labbra.
Salimmo in macchina e guidai fino a destinazione.
Parcheggiai vicino al muretto e non appena scendemmo dalla vettura
bastò uno sguardo del moro che capii: voleva una sfida? E
sfida doveva essere. Lo guardai ridendo e al mio
«Tre!» iniziammo a correre sulla piccola collinetta
in discesa facendo a gara a chi arrivasse per primo alla nostra
panchina. Il Peter Pan che c’era in noi non ci avrebbe mai
abbandonato.
Come al solito Zayn vinceva sempre, essendo il più allenato
e più in forma dei due.
«Sei sempre il solito sfigato, Tomlinson!» mi disse
ridendo, mentre si sedeva sulla panchina di legno scuro.
«Oh ma grazie amico, non devi ricordarmelo sempre
eh!» ribattei con quel pizzico di ironia, sedendomi accanto a
lui appoggiando le mie gambe sulle sue.
«Quanto sei scemo! Comunque oggi ho incontrato tua sorella,
lo sai?» mi informò.
«Uh, davvero?» chiesi sorpreso.
«Sì, era con Liam. Aveva fatto un po’ di
compere e, visto che doveva rientrare a casa, ho chiesto a Liam di
darmi un passaggio all’Università per chiedere
informazioni» mi disse mentre estraeva la sua Marlboro dal
suo pacco di sigarette.
Non appena sentii pronunciare il nome di Liam sbuffai
involontariamente, gesto che provocò le risate di Zayn.
«Oh ma non avevi detto che ti era passata la tua cotta
adolescenziale per Liam Payne?» mi prese in giro il moro.
«Vaffanculo Zayn, lo sai che non mi è
mai andato giù il fatto che mia sorella e Liam stiano
insieme. Lui doveva essere mio!» dissi arrabbiato, soffiando
via il fumo della mia Camel.
«Smettila di fare la ragazzina gelosa, Tommo. Ormai
è andata così, fattene una ragione e trovati un
altro su cui sbavare!» mi rimproverò lui.
«Uhm, a proposito, chi è quel ragazzo che
è uscito da casa tua poco fa?» chiesi
curioso.
«Chi? Ah sì. Un amico. Dovevo prestargli dei libri
per l’Uni» mi
disse con leggerezza, quasi fosse una cosa di poco conto, ma come
potrebbe essere senza importanza un tipo come quello?
«Mh, okay» risposi,
facendo finta che non mi importasse dato il modo con cui mi aveva
risposto Zayn.
Finimmo per rilassarci su quella panchina fumando svariate sigarette,
contemplando il mare che faceva sfondo alla nostra visuale e ricordando
i vecchi tempi. Parlammo persino di quel lontano giorno
d’ottobre in cui ci conoscemmo.
Doveva essere un giorno come altri: io seduto su
quella panchina, con il mare di fronte, fumando la mia sigaretta, in
pace con me stesso, ma ad un tratto un ragazzino più piccolo
di me mi si pose davanti chiedendomi timidamente se potessi
prestargli un accendino.
«Certo,
ecco qui!» dissi
lanciandogli il mio accendino blu, che prese al volo.
«Grazie
amico» mi
disse mentre si accendeva la sigaretta. «Oh
merda!» disse
ad un tratto, spaventato.
Io lo guardai perplesso e guardai nella sua direzione scorgendo un
gruppo di ragazzi che passeggiava lì davanti.
«Che
succede?» feci io.
«Ti
prego nascondimi, non voglio che mia sorella scopra che fumo!» mi
disse lui terrorizzato.
«Dammi
la tua sigaretta, veloce!» dissi,
prendendo la sigaretta, nascondendola dietro la mano attento a non
scottarmi.
«Hey
stella, che ci fai qui?» disse
una ragazza dalla pelle olivastra e i tratti medio-orientali. Era
sicuramente la sorella di quel ragazzino.
«Doniya!
Nulla, sono con un amico. Tu?» disse
lui con un leggero imbarazzo, cercando di giustificarsi.
«Anch’io
sono con amici. Ci vediamo a casa Zay» si
congedò lei, sorridendo a tutti e due.
«Ecco
a te, stella!» scherzai
porgendo la sigaretta al ragazzino, il quale arrossì
violentemente.
«Grazie
davvero, comunque mi chiamo Zayn, non stella!» mi
disse porgendomi la mano che afferrai subito dopo dicendo «Piacere,
Louis!».
Quello fu l’inizio di tutto. Da quel
giorno non passai un pomeriggio senza la compagnia di Zayn,
consolidando sempre più il nostro rapporto.
Nemmeno quando gli confessai il mio orientamento sessuale
cambiò qualcosa, anzi lui, a sua volta, mi
confessò di essere bisessuale. Niente e nessuno poteva
rompere il nostro legame di amicizia che avevamo instaurato
così in poco tempo.
HARRY
“Sophia Smith ti ha inviato un messaggio” recitava
la chat di Facebook. Incuriosito aprii subito la chat .
“Che cosa potrebbe volere Sophia da me?” pensai.
Sophia Smith:
Hey riccio, posso chiederti un favore?
inviato alle 9:30pm
Harry Styles:
Ciao bella! Dimmi tutto
inviato alle 9:31pm
Sophia Smith voleva un favore da me. Che diamine poteva volere?
Insomma, c’eravamo conosciuti due giorni fa, ma mi era
simpatica quindi accolsi subito la sua richiesta.
Sophia Smith:
Domani è il compleanno di Liam, ma come al solito non vuole
festeggiare. Quindi stavo organizzando una festa a sorpresa e, dato che
Niall domani deve lavorare e intrattenere Liam, mio fratello non
è disponibile, Zayn è impegnato con il lavoro, mi
sono chiesta se tu fossi disponibile ad aiutarmi con i preparativi. Non
ce la faccio da sola...
inviato alle 9:34pm
Harry Styles:
Oh okay! Sarebbe grandioso. Sono super disponibile! Mi farebbe piacere
aiutarti :)
inviato alle 9:34pm
Sophia Smith:
Oddio, grazie mille! Non sai quanto te ne sia grata! Mi hai
letteralmente salvata hahah
Ci vediamo domani mattina su Princes Street vicino a Zara alle 10:30am,
okay? A domani e grazie ancora xx
inviato alle 9:35pm
Sorrisi. Che forza aveva quella ragazza! Non vedevo l’ora di
conoscerla meglio e aiutarla; saremmo diventati grandi amici, a quanto
pare!
Harry Styles:
Ma di nulla. Okay va benissimo, a domani! xx
inviato alle 9:36pm
Ero ad Edimburgo da due giorni e già avevo conosciuto dei
fantastici ragazzi: mi stavo decisamente ambientando bene! Mi facevano
tutti sentire a mio agio, non c’era momento in cui mi sentivo
fuori posto. Niall mi aveva integrato alla perfezione e non potevo
chiedere di meglio.
Sentii bussare alla porta della mia stanza, chiusi così il
mio laptop e con un «Avanti!»
invitai l’altro ad entrare.
«Hey
Harry! Che fai? Ti andrebbe di giocare un po’ alla
Play?» mi propose Liam.
Liam era un ragazzo davvero simpatico e sulle sue, rispettava gli spazi
degli altri e si assicurava sempre che tutto filasse liscio. Sophia era
davvero una ragazza fortunata ad averlo con sé: oltre
all’aspetto fisico che, onestamente, era da invidiare, il suo
carattere era quasi perfetto. Non gli avevo ancora trovato un difetto.
«Ohi,
sì ho appena spento il pc. Fifa?» gli chiesi
sorridendo.
«Quello
che vuoi! Basta che ci divertiamo, mi sto annoiando a morte»
mi disse il ragazzo ridendo.
Ci posizionammo sul divano e alla fine, come previsto, optammo per Fifa.
Dovevo ammettere che non era male a giocare, ma ero più
forte in quanto, durante i miei pomeriggi a casa dopo la
scuola, non avevo altro da fare che giocare alla Play. Quindi Fifa era
diventato uno dei miei migliori amici.
Bene. Avevo trovato un difetto a Liam: oltre a Fifa lo avevo battuto
anche in altri giochi. Diciamo che la Play non era il suo
forte.
«Ho
fame» mormorai quando sentii il mio stomaco brontolare.
«Che
ne dici di una pizza? La ordino subito» propose lui,
prendendo il cellulare.
«Sì
dai! Una margherita per me!»
Passammo la serata tra pizza e Play, ridendo come dei matti tanto che
non ci rendemmo conto che Niall era ritornato.
«Ragazzi!
Ma come vi permettete a mangiare una pizza senza me? Vi
diseredo» disse Niall fingendosi arrabbiato, o forse lo era
davvero?
«Niall!
Ma per chi ci prendi? Ne abbiamo presa una anche per te, devi solo
riscaldarla. E’ lì in cucina» dissi per
tranquillizzare mio cugino che sembrava che da lì a poco ci
avrebbe sbattuto fuori casa.
«Vi
perdono, per questa volta» disse mentre correva in cucina,
come se non mangiasse da giorni.
«Lui
e la pizza hanno una relazione amorosa davvero intensa» mi
disse Liam ridendo, facendomi ridere a mia volta.
«Hey…ftsfds…voi
due! Vi ho…ftsfds…sentiti!»
urlò Niall dalla cucina mentre sbranava la pizza.
Era un caso perso.
Avevamo iniziato una nuova partita ad Assassin’s Creed,
quando sentii urlare Niall in stile Tarzan mentre correva verso Liam il
quale mi stava rivolgendo uno sguardo terrorizzato. Atterrò
su di lui, rubandogli il joystick e «Voglio
giocare anch’io!» dire.
«Sì
okay Niall, ma potevi anche chiedermelo come fanno le persone normali,
invece di buttarti addosso!» disse Liam. Avrei scommesso oro
che lo stava davvero mandando male, nella sua testa. Al pensiero e alla
situazione scoppiai a ridere, coinvolgendo gli altri e due.
«Niall!»
urlai fermando la mia risata.
«Cosa
ho fatto adesso?» mi
chiese impaurito il biondo.
«Non
devi dirci qualcosa?» gli
chiesi alzando ripetutamente le sopracciglia.
«No,
vi giuro. Non l’ho finita io la Nutella!» disse
discolpandosi, alzando le mani.
«Ma
che cazzo Niall! Vogliamo sapere dell’appuntamento che avevi
oggi! Com’è andato?» chiesi.
«Tu.
Niall. Horan. Avevi un appuntamento?» urlò
Liam trafiggendolo con lo sguardo.
«Cazzo,
Harry!» disse
mio cugino.
«L’apocalisse
è vicina!» disse
Liam alzandosi dal divano, non appena vide che il biondo aveva iniziato
a correre via verso la sua stanza. Mi alzai anch’io cercando
di fermare mio cugino.
Dovevamo sapere. Avevamo il diritto di sapere.
«Aiuto!» urlò
Niall, mentre scappava per la casa con noi dietro che cercavamo di
acchiapparlo.
Riuscii a prendere il sopravvento e lo bloccai.
«Diccelo
ora!» lo
minacciai ridendo.
«Siete
una spina nel fianco. Ora vi siete pure alleati. Vi odio» disse
piagnucolante Niall.
“Racconta» ordinò
Liam, e io lo guardai incitandolo con una mano.
«E
va bene, idioti. Mi sono visto con una ragazza, Jade, abbiamo
passeggiato e abbiamo parlato un po’ di noi. Niente di che» disse
lui arrossendo.
Niall Horan che arrossiva. Caso raro.
«Ti
piace?» urlammo
io e Liam in contemporanea con un sorriso a trentadue denti.
«Uh
no!» disse
lui, scappando un’altra volta e buttandosi sul divano.
Okay, avevamo capito. Niall era cotto.
Io e Liam ci buttammo su di lui iniziando a solleticargli i fianchi: il
suo punto debole.
«Basta
ragazzi! Mi farete morire così!» disse
Niall mentre cercava di divincolarsi.
Per pietà lo lasciammo in pace, sedendoci accanto a lui e
accendendo la tv.
«E
tu mio piccolo Harry? Che hai combinato da Zayn?» mi
chiese con sguardo malizioso.
Arrossii pensando al ragazzo occhi mare che avevo incrociato fuori la
casa di Zayn.
«Nulla.
Abbiamo parlato e mi ha dato i libri che volevo» risposi.
Dovevo dirgli del ragazzo che avevo incontrato? E se me lo fossi
soltanto immaginato? No, era di certo reale. Non potevo aver immaginato
così tanta bellezza. Per il momento non gli avrei detto
niente. Doveva essere il mio segreto, in fondo avevo pochissime
possibilità di rivederlo, Edimburgo non era di certo Holmes
Chapel dove tutti si conoscono. Le probabilità che avevo di
rivederlo erano quasi nulle.
«Ah.
Solo questo? Zayn mi era sembrato così disponibile con te e
non è da lui, quindi pensavo ci avesse provato!» disse
Niall.
«Oh
sì, l’ avevo notato
anche io. Di solito non è così con le persone che
conosce appena. Sicuramente ha un occhio -e non solo uno - di riguardo
per te» mi
informò Liam.
«Davvero?
Io non ho notato niente di sospetto. Sembra solo gentile e disponibile.
E’ un bel ragazzo, non posso negarlo, però non
vorrei farmi film mentali che non esistono, ora come ora voglio stare
tranquillo» dissi
ai due, riferendomi a tutto quello che avevo passato con Nick. No, non
ero di certo pronto per illudermi e avere altre delusioni.
Volevo essere libero e felice.
Note d'autore
Ciao
belle! Scusateci per il ritardo, ma come avevamo detto nelle scorse
"Note d'autore" siamo in vacanza e abbiamo fatto dei salti mortali per
scrivere il capitolo e aggiornarlo.
Dobbiamo ancora farlo controllare dalla nostra beta, quindi scusateci
per evetuali errori.
Come
vi sembra questo capitolo? Abbiamo finalmente il POV di Louis, quindi
abbiamo messo in chiaro la sua personalità e i suoi
pensieri, soprattutto nei confronti di Harry, di cui non sa
assolutamente nulla, come d'altronde Harry.
Come si evolverà la situazione? Si rincontreranno i nostri
Larry? Vedremo nel prossimo capitolo!
Intanto rigraziamo susu per aver recensito e le persone che hanno messo
tra le seguite/preferite/ricordate la nostra storia. Grazie anche ai
lettori silenziosi, we're watching you! Fatevi sentire, non vi
mangiamo. Abbiamo i biscotti.
Come sempre, potete trovarci sia su Wattpad che su Twitter con il nick:
@STYLINSON10s
Alla prossima!
All the love xx
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Capitolo 5 *** Four ***
HARRY
Il raggio di sole che puntava il mio viso fu la mia sveglia di quella
mattina, come un perfetto clichè. Mi
chiesi il perché fossi stato tanto coglione a non coprire la
finestra con la tenda la sera prima. Aprii lentamente prima un occhio e
poi l’altro dando un veloce sguardo alla sveglia che segnava
le 9:07am.
Sbadigliai e accesi il mio cellulare notando un messaggio da un numero
sconosciuto. Sbloccai lo schermo e aprii il messaggio.
Numero Sconosciuto:
Hey Harry sono Sophia! Ho chiesto il tuo numero a Niall,
confermato alle 10:30am allora?
Fu solo in quel momento che mi ricordai della conversazione che avevo
avuto con Sophia il giorno prima, e “Cavolo
Sophia!”.
A Sophia:
Certamente! Ci vediamo tra un po’ xx
Mi alzai velocemente dal letto e corsi in bagno: dovevo essere
lì puntuale, cavolo me n’ero proprio dimenticato!
Scesi ancora in boxer al piano inferiore dove Niall stava preparando
dei toast per colazione.
«Buongiorno Haz! Dormito bene?» mi chiese il biondo.
«Liam è in casa?» gli domandai
guardandomi attorno ignorando bellamente la sua domanda.
«Oh sì grazie per il buongiorno, non dovevi Haz!
E, sì, sto bene anch’io!»
cantilenò Niall mentre accennava un sorriso.
«Oh scusa Niall» risi abbassando gli
occhi. «Buongiorno
anche a te! Ho dormito da favola» feci, mentre versavo il
latte nella tazza.
«Sei stupido Harry, lo sai? Comunque no non
c’è Liam, tranquillo. Sophia mi ha detto che
l’aiuterai. Che carino che sei stato, è davvero
contenta che puoi darle una mano» disse mentre mangiava il
suo toast prendendo posto di fronte a me al tavolino.
«Oh sì, mi fa piacere aiutarla. E’
davvero una ragazza simpatica e poi, cavolo è il compleanno
di Liam e lui che cosa pensava di voler fare? Annoiarsi per tutta la
serata? Bisogna festeggiare!» dissi alzando la voce
sull’ultime due parole mentre mordevo un biscotto e alzavo un
pugno in aria.
«Ma infatti! Quante volte ho cercato di dissuaderlo, ma
proprio non vuole festeggiare. Dice che non ha senso, che alla fine si
è un anno più vecchi. Mah»
sospirò il biondo mentre lo guardavo scuotendo la testa. Io
amavo festeggiare i compleanni: era un modo per far riunire tutta la
famiglia e gli amici, divertirsi tutti insieme e poi ci sono i regali,
taaanti regali!
«Io tra poco devo raggiungere Liam in agenzia e devo
intrattenerlo per tutta la giornata, ci vediamo stasera
allora?» disse mentre si alzava dalla sedia.
«Certo Nì, a stasera!» lo salutai.
Finita la colazione corsi in camera e indossai velocemente i miei
adorati skinny neri e una t-shirt con stampa dei Rolling Stones,
cercando di non inciampare mentre cercavo i miei stivaletti marroni.
Il bus si fermò proprio vicino a Zara all’orario
stabilito, ma tra le tante persone che passeggiavano sulla via, di
Sophia non c’era nemmeno l’ombra, così
le inviai un messaggio.
A Sophia:
Hey io sono qui, tu? x
Da Sophia:
Oddio scusami, sono qui, arrivo!
Mi guardai attorno cercando di trovarla, quando la vidi uscire proprio
da Zara con una busta in mano.
«Ciao
Harry!» mi salutò dandomi un bacio sulla
guancia. «Scusami,
ma ho visto un vestito in vetrina davvero stupendo e non ho saputo
resistergli! Guarda!» fece mentre tirava fuori il vestito
dalla busta e me lo faceva vedere, guardandolo con occhi sognanti.
Risi tra me e me. «Oh
cavolo, è davvero bello! Ti starà benissimo,
perché non lo indossi stasera?» proposi.
«HARRY!”
quasi urlò. Avevo detto qualcosa di sbagliato per
caso? «Sei
un genio!» disse abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio e risi di gusto. Era davvero una
potenza quella ragazza.
«Bene
ora che abbiamo il tuo outfit per stasera, dove andiamo
adesso?» le chiesi con un sorrisone.
«Vieni
con me. Ho in mente già tutto!» disse prendendomi
per mano trascinandomi non so dove.
La mattina passata con Sophia fu davvero divertente ma allo stesso
tempo stressante: mi aveva trascinato, e quando dico trascinato intendo
trascinato letteralmente, in mille e più negozi.
Perché si sa, tra bandierine, festoni, palloncini, non
potevamo non passare da H&M, farci 5 piani di Primark, River
Island, Jenners, Topshop…perché «Oh
Harry, questa camicia ti sta benissimo!» o «No
oddio, guarda che splendide scarpe!» o, peggio ancora,
«Guarda che completino sexy c’è da Ann
Sammers! Liam ne sarebbe entusiasta!» e io, disperato,
«Oh no Sophia, Ann Sammers proprio no, ti prego!».
Fui sollevato quando dopo aver prenotato la torta per la serata,
decidemmo di pranzare in un ristorante italiano.
«Un piatto di spaghetti alla carbonara è proprio
quello che ci vuole adesso!» disse Sophia. Ero stanco morto,
avevamo percorso non so quante volte tutta Princes Street con relative
parallele e traverse e lei sembrava che si fosse appena svegliata. Come
cavolo ci riusciva?
«Sophia ma non ti stanchi mai?» le chiesi
incuriosito mentre il cameriere appuntava due piatti di carbonara.
«No, me lo dicono tutti» rise. «Mi basta
un caffè appena sveglia e sto in piedi per tutta la giornata
senza stancarmi mai!» mi informò. «Oh
scusi, aggiunga anche dell’acqua,
grazie!» si rivolse al cameriere.
«Sei una forza» le dissi ridendo «Io mi
sveglio già stanco tanto che non ho la forza di abbandonare
il mio adorato letto!»
«E non vivi con me, figuriamoci!» mi fece mentre
scoppiavamo a ridere insieme.
«Quindi com’è che si svolgerà
la serata?» chiesi alla ragazza.
«Mh, allora dovremmo vederci tutti per 9 al Theatre Royal.
Niall porta Liam con una scusa e ci facciamo trovare tutti
lì e «Sorpresa!» fece mentre arrotolava
gli spaghetti con la forchetta.
«Oh ho capito. Chi ci sarà oltre a me, te, Niall e
Liam?»
chiesi curioso portando alla bocca una forchettata.
«Zayn e mio fratello. Non siamo in molti.»
«Hai
un fratello?»
chiesi. Zayn l’avevo conosciuto quindi era tutto okay,
c’era solo una new entry che dovevo ancora conoscere, mh
chissà.
«Sì, cioè non è propriamente
mio fratello, è il mio fratellastro, ma è
dall’età di 3 anni che viviamo insieme. Mio padre
si è risposato con sua mamma dopo che la mia è
morta subito dopo avermi messo al mondo…»
mi raccontò.
«Oh mi dispiace…»
feci stringendole la mano. Non sapevo cosa realmente dire, non ero mai
stato bravo con le parole, preferivo fare cose concrete: abbracciare,
stringere la mano o bastava anche uno sguardo per far capire che io ero
lì per l’altro.
«Non preoccuparti, amo la mia famiglia. E’ tutto
ciò che ho sempre desiderato, non potrei mai ringraziare
abbastanza mio padre per avermi permesso di crescere con la donna che
è diventata mia mamma e con quel ragazzo che è
diventato mio fratello. Sono tutto per me»
disse sincera.
Così le sorrisi e l’abbracciai. Era una forza, era
davvero una forza.
«Tu, invece? Hai un fratello o una sorella?»
mi chiese dopo aver sciolto l’abbraccio e avermi ringraziato
sottovoce.
«Ho una sorella. Si chiama Gemma ed è
più grande di me, ma ci assomigliamo così tanto
che ci scambiano persino per gemelli! Solo che lei è
più rompipalle di me»
dissi ridendo.
«Se
ti sentisse in questo momento credo che non sarebbe molto felice di
scoprire che dici queste cose a persone a lei sconosciute»
fece lei.
La guardai perplesso e «Ma
se neanche la conosci! Se la conoscessi non diresti così»
dire con un sorriso.
«Oh
hey piccolo, schieramento femminile! Girl power!»
disse lei guardandomi in cagnesco.
«Ahhhh
voi ragazze! Non vi capirò mai, ecco perché ci ho
rinunciato da tempo…»
sospirai.
«Sempre
meglio di voi maschi siamo!»
disse in modo altezzoso la bruna.
«Però
Sophia una cosa in comune l’abbiamo: non riusciamo a
resistere a un bel fustacchione!»
dissi travolgendo la ragazza in una risata contagiosa.
«Amo
avere amici gay! Vi adoro!»
disse tra una risata e l’altra, asciugandosi le lacrime.
Dopo pranzo andammo al Theatre Royal per sistemare le decorazioni e il
tavolo che avevamo prenotato per la festa di Liam. Dietro al bancone
c’era Olly, il cameriere che divideva i turni con Zayn e che
Sophia mi aveva appena presentato.
Sistemammo per bene le bandierine colorate, con vari palloncini
allegati e appendemmo il festone con “Happy Birthday
Liam!” proprio sopra al tavolo. Preparammo la tavola
sistemandola con bicchieri, piattini e tovaglioli identici alla
tovaglia; e dopo aver dato un’ultima occhiata alla lista
delle bevande, alcolici, vari cibi e stuzzichini con Olly mi
salutai con Sophia con un «A
stasera bella!»
e un bacio sulla guancia.
Tornai a casa stremato alle 7pm e dopo due ore dovevo essere
già pronto, lavato e sistemato per la serata. Decisi di
riposarmi sul divano e vedere la tv per una mezz’oretta
beandomi di quella momentanea solitudine.
Dopo che il mio programma preferito di cucina terminò salii
le scale per farmi una doccia rigenerante. Entrai in doccia e lasciai
che l’acqua fredda mi investisse completamente,
risvegliandomi totalmente e insaponandomi il corpo. Massaggiai i miei
capelli ricci con il mio shampoo al cocco e mi risciacquai nuovamente.
Mi sentii rinato, ora sì che ero pronto per affrontare la
serata!
Aprii il mio armadio e decisi di indossare la camicia che avevo
comprato quella mattina con Sophia accompagnandola con una giacca, dei
pantaloni non troppo eleganti e dei stivaletti neri.
Mandai una foto del mio outfit a Sophia chiedendole se fosse okay e
ricevetti un
Da Sophia:
Sei perfetto! x
che mi fece sorridere.
Erano le 8:30 pm ed ero pronto. Scesi le scale e mentre prendevo le
chiavi di casa, mi squillò il telefono notando la chiamata
di Sophia. Premetti sulla cornetta verde e risposi:
«Hey
che succede?»
«Harry
devi farmi un favore urgentemente!»
«Dimmi
tutto»
«Puoi
passare tu a ritirare la torta da Ben’s? Io non posso
muovermi, sto aiutando Olly con le ultime cose»
«Oh
okay, va bene. Ci vediamo lì tra poco. Un bacio,
ciao!»
«Ciao
e grazie ancora, meriti una statua, davvero!»
«Ma
va là, ciao!» conclusi la
chiamata ridendo.
Avrei fatto sicuramente ritardo. Per una volta buona che ero puntuale!
Ma vabbè, senza Harry significava senza torta quindi mi
avrebbero aspettato senza problemi.
Chiamai un taxi dato che volevo evitarmi la tratta con il bus con la
torta, passai da Ben’s e finalmente, dopo minuti
interminabili dietro a una fila di bus e altri taxi arrivai al Theatre
Royal Bar con venti minuti di ritardo.
Pagai il tassista e scesi dall’abitacolo. Mi diressi verso
l’entrata del pub e solo nel momento in cui alzai lo sguardo
notai la presenza di quel ragazzo che avevo visto il giorno prima.
Sì era proprio lui. Erano suoi quegli occhi azzurri che mi
stavano scrutando. Non potevo sbagliarmi.
Cavolo se era bello. Era lì fuori dal pub mentre fumava la
sua solita, a quanto avevo potuto notare, sigaretta.
Dovevo fare qualcosa, non potevo restare lì
impalato con una cazzo di guantiera in mano ad osservarlo come se fosse
un dio sceso in terra, anche se non si poteva certo darmi torto. Dovevo
davvero fare qualcosa, non dovevo perdere nessuna occasione. Non avrei
mai voluto avere rimorsi, non me lo sarei mai perdonato. Se il destino
aveva voluto farci incontrare una seconda volta, non era un caso.
Doveva significare qualcosa, dovevo solo capirlo. E se il destino ti
sfida, che fai, non ricambi?
Così con non so quale coraggio gli rivolsi la parola,
cercando di essere il più disinvolto possibile.
«Smettila di fumare: non fa bene!» dissi in un modo
autoritario.
«E tu chi saresti, scusa?» chiese, con un
sopracciglio alzato e l’aria da chi non si fa prendere per il
culo da nessuno.
«La tua mammina, babe!» esclamai facendogli
l’occhiolino e senza che quel ragazzo occhi mare potesse
ribattere, entrai nel Theatre Royal Bar.
Ero rosso fuoco in viso: ma come cazzo mi era venuto in mente di dirgli
“la tua mammina”? Dio mio ero proprio un coglione.
E poi, come se non bastasse, “babe”. Che
coglione. Che coglione con la C maiuscola. Non mi avrebbe
più rivolto la parola, ne ero sicuro. Semmai ci saremmo di
nuovo rivisti. Fanculo Harry, VAFFANCULO.
Appena entrato mi si avvicinò Sophia e «Harry! Sei
arrivato!» esclamò prendendo la torta porgendola a
Olly.
«Sano e salvo!»
dissi abbracciandola.
«Grazie mille per la torta, sei un tesoro!»
«Ma scherzi? Lo sai!»
«Ohi
Zayn! Come stai?»
chiesi non mi appena mi accorsi della figura del moro seduto ad una
sedia, avvicinandomi a lui.
«Oh Harry! Tutto bene, tu?»
mi fece dandomi una pacca sulla spalla.
«Alla grande»
risposi sorridendo, facendo arrossire il moro che fu salvato da Sophia
che «Zay dov’è Louis?»
gli chiese.
«Non so, forse è in bagno. L’ho visto
alzarsi 5 minuti fa»
gli rispose Zayn.
«Ti devo far assolutamente conoscere mio fratello, Harry!
Dovrebbe essere qui da qualche parte, solo che non lo trovo»
disse la ragazza guardandosi attorno. Ecco sì, ero davvero
curioso di conoscere il famoso fratello di Sophia, doveva essere un
bravo ragazzo a quanto pare.
Intanto mi ero avvicinato a Olly vedendolo in difficoltà con
dei bicchieri e cercai di aiutarlo, ponendo qualcuno di essi sul tavolo
quando la voce di Sophia mi vece voltare.
«Oh eccolo qui!»
esclamò.
E fu in quel momento che lo vidi.
«Ecco Harry, lui è Louis, mio fratello»
fece sorridendomi.
Louis era il fratello di Sophia. Louis era quel ragazzo.
Rimasi esterrefatto. Lui era in piedi dinnanzi a me che mi guardava
sorpreso.
«Louis, lui è Harry, il cugino di Niall di cui ti
ho parlato»
disse rivolgendosi al ragazzo occhi mare.
Porca puttana, con tanti ragazzi proprio Louis doveva essere suo
fratello? Proprio il ragazzo che mi aveva lasciato senza respiro?
Proprio il ragazzo a cui mi ero rivolto poco prima facendo una mega
figura di merda? Non riuscivo a capire se fosse una punizione o una
benedizione dal cielo. Era reale o stavo sognando? Stava succedendo
davvero?
Mi porse la sua piccola mano e posai il mio sguardo su di essa.
Sarei morto. Sarei di certo morto, lo sapevo.
Allungai la mia mano e la incastrai nella sua.
La mia mano era decisamente più grande rispetto alla sua, ma
quello che mi si presentava davanti non poteva essere una
casualità. Erano fatte per stringersi a vicenda, quasi
plasmate come un unico insieme e divise successivamente, aspettando che
si rincontrassero.
Erano così diverse ma così perfette.
«Piacere
Louis»
disse con la sua voce acuta ma perfetta per lui.
Alzai il mio sguardo e fu lì che capii.
«Io
sono Harry, piacere mio»
risposi con foce flebile e tremante.
Fu quando il verde dei miei occhi si incontrò perfettamente
nel blu dei suoi che me ne resi conto.
Lui doveva essere mio. Lui doveva essere la mia sorte, il mio destino,
la mia fortuna, il
mio traguardo.
Note
d'autore
Eccoci
qui! Siamo ancora vive, se ve lo chiedete. Perdonateci per il ritardo,
ma abbiamo siamo state davvero impegnate! Oggi è un miracolo
hahaha
Appena
abbiamo trovato un minuto libero, abbiamo approfittato. Scusateci
ancora!
Uh-la-la!
Che ne pensate del capitolo? E della storia in generale? Vi sta
piacendo? Okay, basta domande lol
Ma
quanto è carina Sophia? Eh?
Povero
il nostro Harry, quant'è impacciato? Voleva fare il figo con
il famoso ragazzo e poi? E finalmente i Larry si sono presentati aw!!!!
Mhh, vedremo un po' che cosa succederà nei prossimi capitoli
ehehehe.
Ah
e giusto per darvi un'info, noi il personaggio di Olly lo immaginiamo
come Olly dei Years&Years, non so se li conoscete, ma
>>>>
Alla
prossima! All the love xx
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Capitolo 6 *** Five ***
LOUIS
Forse non ero cambiato, ci stavo solo sperando.
Forse tutto era rimasto come prima ed ero solo convinto di essere
un’altra persona.
Volevo davvero cambiare, volevo davvero essere un altro.
Ero arrivato ad una fase della mia vita in cui non sapevo realmente
come avrei vissuto il resto. Non ero mai stato bravo a
prendere decisioni, mi affidavo spesso e volentieri al destino o da
qualcun altro che mi consigliava la cosa giusta da fare.
Volevo riprendermi la mia vita, ma come ogni volta ci cascavo sempre.
Come può una persona essere così tanto
condizionata da un’altra? Perché cambiare ogni suo
piano, ogni suo perfetto progetto per un paio di occhi?
Lui, lui mi aveva così preso, così plasmato a
sé, attratto come una calamita, così tanto da
sentire le onde magnetiche prendermi di colpo e, senza che potessi
ribellarmi, portarmi dal mio carnefice.
Sì, davvero pensavo che Harry, quel paio di occhi smeraldo,
avesse una sorta potere. Mi chiedevo se tutto questo funzionasse solo
con me o con tutti quelli a cui Harry puntasse i suoi occhi.
Non volevo ritrovarsi di nuovo schiavo di un paio di occhi. Volevo
cambiare, ma oramai il danno era stato fatto.
Lo avevo capito dopo avergli stretto la mano. Dopo avergli visto nei
suoi occhi terrore, felicità, imbarazzo e non so quante
altre emozioni messe insieme.
Lo avevo visto solo una volta prima di quella sera e ne ero rimasto
davvero folgorato, nel vero senso della parola. Pensavo solo a lui e a
quelle gambe perfette che gli facevano da pilastri al suo corpo magro
ma formato.
E ai suoi occhi. Il verde di quegli occhi mi avevano ossessionato sin
dal momento in cui si era insediato nel mio blu.
Quella sera doveva essere una festa, volevo solo ubriacarmi fino al
midollo per non pensare a chi stavamo brindando.
Eh già, Liam. Ne ero cotto da anni, ma non mi aveva mai
degnato di uno sguardo. Era il capitano della squadra di basket della
mia scuola, squadra di cui faceva parte anche il mio migliore amico
Zayn, al quale riuscivo ad estrapolare quante più
informazioni possibili sul conto di quel meraviglioso ragazzo occhi
d’ambra.
Ormai non ne poteva più di sorbire tutte quei smielosi e
adolescenziali commenti su quel ragazzo, e quando mi aveva pregato di
farmi coraggio e di rivelarmi a Liam fu lì che sentii il
mondo crollarmi addosso. Mia sorella mi doveva presentare il suo nuovo
ragazzo e chi se non Liam?
La città era piena, piena di ragazzi e lei con chi decide di
fidanzarsi? Liam Payne. Giusto, sì.
In fondo lei che ne poteva sapere? Non le avevo mai detto della mia
cotta per quel ragazzo per evitarmi altre ramanzine sul fatto che non
avessi abbastanza coraggio da dichiararmi a qualcuno, al contrario suo.
Lei è sempre stata più estroversa, più
simpatica e più amata da tutti. L’amavo
anch’io, alla fine.
Da quando era entrata a far parte della mia vita tutto si era
presentato nel modo giusto. Amavo il mio nuovo papà e la mia
nuova sorellina, mi avevano fatto ricredere in una famiglia, dopo che
il mio padre biologico mi aveva abbandonato non appena aveva saputo
della mia esistenza. Non aveva nemmeno voluto vedermi. Nemmeno una
volta. Suo figlio. Bastardo.
Io e Sophia avevamo stretto subito quel rapporto fraterno, era sempre
stata la prima a sapere tutto di me e io di lei. Ma quella volta
qualcosa non coincise.
Mi aveva parlato di un fantomatico ragazzo ma non mi aveva detto niente
di più perché, a detta sua, voleva farmi una
sorpresa nel momento in cui le cose fossero ufficializzate.
Mentre io, da quando avevo capito di essere attratto dal genere
maschile non avevo fatto un grande passo avanti. E detestavo mia
sorella quando puntualmente me lo rinfacciava: «Louis,
sei grande, sei un uomo e non hai le palle di andare da un tipo e
dirgli Ciao!», così per evitarle altre delusioni e
altre ramanzine per me avevo semplicemente omesso quella mia cotta per
Liam.
Quindi quella serata doveva essere un’ennesima conferma che
io e Liam eravamo destinati a rimanere dei semplici cognati.
Perciò che c’era di meglio di un brindisi in
più al festeggiato per dimenticarmi della merda che era la
mia vita sentimentale?
Costruirmi un’aria da cazzuto, insensibile e diffidente mi
era sembrata una buona idea, soprattutto durante gli anni che avevo
trascorso a scuola dettati da popolarità e venerazione da
parte degli altri studenti, ma erano solo una semplice farsa. A chi
volevo prendere in giro? Ero così tanto considerato un
playboy e un membro fondamentale della scuola, insieme a Zayn, che
nessuno poteva mai immaginare che non avevo il coraggio di presentarmi
ad un ragazzo.
Intanto quella posizione da figo e popolare non mi dispiaceva affatto e
mi faceva comodo. Solo che Liam Payne non mi aveva mai rivolto una
parola al di fuori di un «Ciao Tomlinson» detto per
cortesia, quasi fosse una forma di rispetto per il famoso Louis
Tomlinson.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che il figo in questione avesse una
cotta colossale per Liam Payne. Nessuno.
Ma infondo ero un ragazzo che amava la vita, amava la natura, amava i
dettagli e amava fotografare.
La fotografia era da sempre stata la mia ancora di salvezza. Quando
tutto andava male prendevo la mia macchinetta fotografica e scattavo.
Catturavo su un semplice display ogni cosa che mi ispirava, anche un
semplice fiore che richiamava la mia attenzione. Tutto quello che mi
sembrava degno di essere impresso nella mia vita.
Ed era la stessa che avevo pensato non appena guardai da vicino quegli
occhi. Meritavano di essere catturati. Da me o dalla mia macchina
fotografica, che importa? Dovevano essere miei, solo miei.
E al diavolo Liam Payne, al diavolo occhi d’ambra e capelli
d’oro, al diavolo muscoli perfetti.
Da quel momento non avrei desiderato altro che occhi verdi, capelli
ricci e gambe perfette.
HARRY
Non avrei mai immaginato che il fratello di Sophia fosse proprio quel
ragazzo. Louis. Louis era il suo nome.
Dopo tutti quegli anni spesi a rimuginare su quanto fosse noiosa,
sfigata e senza senso la mia vita, non avrei mai pensato che dopo il
capitolo Nick il mio cuore sarebbe ricominciato a battere per uno, fino
ad allora, sconosciuto.
Mi ero imposto di non pensare all’amore, di non cedere al
primo sguardo ammaliante, di essere un automa senza emozioni almeno per
un po’. Ma, ditemi, come si poteva restare impassibile
dinnanzi ad una meraviglia simile?
Louis era una di una bellezza rara. Sembrava così spavaldo e
non curante di ciò che gli stava attorno, ma rifletteva una
fragilità che nessuno si sarebbe mai immaginato da un tipo
come lui.
Ero bravo a capire le persone, sin da quando ero piccolo. Mi bastava
uno sguardo, un contatto e riuscivo a delineare un profilo di chi avevo
di fronte. Per questo rimasi altamente ferito e deluso da me stesso
quando Nick mi aveva abbandonato, possibile che non mi ero accorto
delle sue menzogne e dei suoi tradimenti?
Forse è vero che l’amore acceca.
L’amore, ah l’amore. Ero stato tremendamente
accecato da Nick da non rendermi conto delle malefatte che escogitava
alle mie spalle. Lo odiavo.
Ma dovevo essere forte. Ma poi, pensandoci, Nick era stato capace di
buttarmi così a terra, così in basso da non
credere più nell’amore. Da addirittura
rinunciarci. Gliela stavo dando vinta e non era giusto.
Lui era stato capace di farmi questo e ora aveva preso così
tanto potere su di me, tanto da rinunciare a ciò che di
più bello la vita potesse offrirci.
Non so se furono gli occhi di Louis o la mia mano stretta nella sua, ma
fanculo Nick: io volevo credere di nuovo nell’amore. E anche
se ne avrei sofferto, con di nuovo un cuore in mille pezzi in mano,
almeno ci avevo provato. Perché “se
perdi la speranza, fallisce la missione” diceva
qualcuno.
Non importa quante volte sarei caduto ma quante volte sarei riuscito ad
alzarmi, perché cara vita, se avevi deciso di sfidarmi, non
mi avevi colto impreparato, ma più forte di prima.
Dopo le presentazioni prendemmo posto al tavolo perfettamente addobbato
il pomeriggio stesso da me e Sophia e, per spezzare un po’ la
tensione e l’imbarazzo, Zayn aveva deciso di scambiare
quattro chiacchiere nel frattempo che Liam e Niall arrivassero.
«Harry allora come va lo con studio?» mi chiese.
Avevo lo sguardo di tutti e tre i ragazzi su di me. Ma solo uno di
quelli mi stava decisamente trafiggendo così tanto da
sentire il mio corpo sciogliersi e il mio viso trasformarsi in una
lanterna cinese. Calma Harry. Calma. Respira e vai!
«Oh, diciamo che non ho avuto tempo nemmeno di dare
un’occhiata ai tuoi appunti. Domani inizierò
seriamente a mettermi su, non vorrei non passare il test; altrimenti mi
ritroverò a spazzare le vie di Edimburgo con un camioncino a
tre ruote!» scherzai su, guardando Zayn che pronto a
rispondermi venne bloccato da una voce acuta alla sua destra. Harry
stai calmo. Non è niente.
«Vi conoscete già voi due?»
s’intromise, quindi, Louis quasi offeso, rivolgendosi per lo
più all’amico.
Stavo per rispondere quando Zayn, stizzito, mi precedette con:
«Sì, ci siamo conosciuti due giorni fa.
Perché?»
«Uhm, niente così. Harry, quindi tu sei il famoso
cugino di Niall, sei venuto qua per studiare?»
NO. CAZZO NO. Mi stava rivolgendo la parola. Louis occhi mare mi stava
parlando. Voleva sapere qualcosa da me. Cazzo. Harry rispondigli! Non
restare lì impalato!
«Ehm…s-si. Mi sono t-trasferito due g-giorni
fa» cercai di mettere in riga una frase con senso logico, ma
le mie guance non volevano di certo smettere di bruciare. Dannato
imbarazzo!
Uh Harry eri stato davvero intelligente! Poco prima lo avevi fatto
rimanere senza parole, avevi fatto lo spavaldo con la risposta pronta e
ora? Con una semplice domanda stavi diventando peggio di una tredicenne!
«Mh, wow. Che studi?» mi chiese. E
un’altra volta domandò lui. Cazzo Harry
quant’eri coglione da 1 a 10? Una domanda tu, no?
Intanto Zayn stava guardando Louis come se lo volesse trucidare in quel
momento, Sophia si alternava tra noi e il telefono -sicuramente stava
chattando con Niall, affinché tutto procedesse alla
perfezione- e Louis mi stava guardando con uno sguardo carico di
aspettative. Mi stava consumando con lo sguardo. E io? Io stavo
morendo. Ma qualcosa mi salvò, anzi qualcuno a dire il vero.
«SORPRESAAAAAAAAAAA!!» gridò Sophia
coinvolgendo tutti non appena ci accorgemmo che Liam e Niall fossero
entrati nel locale.
Niall mentre rideva, prese posto accanto a me, rubando uno stuzzichino
dal tavolo e salutando tutti con la mano, «Ciao
ragazzi!».
Liam, invece, aveva quasi la mascella a terra dallo stupore. Possibile
che non si fosse insospettito di nulla?
Sophia si gettò tra le sue braccia e lo baciò con
trasporto e dopo che la scena da film fosse definitivamente conclusa,
urlò: «Buon compleanno amore!»
Niall gli si fiondò addosso e iniziò a saltare
con lui quasi fossero in uno stadio intonando infatti qualche coro, a
loro si unì Zayn, mentre Louis si alzava timidamente e si
metteva accanto a me.
Riuscivo a percepire il suo profumo. Profumava di lavanda. Lavanda e
tabacco.
Fatto sta che quel profumo mi mandava in paradiso, quasi ne fossi
catturato. Avrei voluto respirare solo quel profumo per tutto il resto
della mia vita.
Fui risvegliato dal mio semi stato di trance da Niall che:
«Ragazzi unitivi a noi!!!!»
Ma perchè dovevo partecipare alle solite stronzate di mio
cugino? Ma la vera domanda era: perché alla fine cedevo
sempre?
Così ci ritrovammo tutti quanti a saltellare come imbecilli,
con Sophia che mi divideva da quegli occhi color del mare e la mia mano
che sfiorava la sua spalla.
Quando l’abbraccio si sciolse approfittai del momento per
fare i miei auguri a Liam, Louis la pensò come me e non
appena mi voltai per ritornare al mio posto, il mio sguardo si
posò su quello del liscio e potei credere di sognare, ma
l’occhiolino che mi rivolse mi fece perdere
vent’anni di vita.
La serata passò davvero velocemente tra Tennent’s
a fiumi e roba da mangiare che sembrava non finire mai. Niall e Louis
erano quelli che sicuramente avevano ingurgitato più litri
di birra tra tutti, lo si poteva notare dal fatto che stavano cantando
canzoni a squarciagola misto tra risate e batti cinque. Zayn era
diventato stranamente più silenzioso, ma ogni qual volta che
gli rivolgevo la parola non la smetteva di sorridermi quasi ne fosse
imbambolato. Che Zayn davvero avesse una cotta per me? Nahh,
impossibile.
Sophia e Liam erano i più calmi e insieme a me e Zayn
stavano intrattenendo una conversazione davvero interessante quando il
moro: «Oh Harry, visto che non hai ancora iniziato a
studiare, perché domani pomeriggio non vieni da me
così ripassiamo insieme?»
«Oh grazie davvero, sarebbe perfetto!» accettai
l’invito di Zayn, mi avrebbe aiutato e avrei passato un
pomeriggio in compagnia, quindi perché no?
Zayn mi sorrise ampiamente e mi lasciò un bigliettino con su
scritto il suo numero di cellulare.
«Prendi qui, è il mio numero! Così ci
organizziamo meglio per domani»
«Oh okay, grazie»
«Zayn! Lascia stare la mia mammina!».
Louis. Iniziai ad avvampare in viso. Ma che cazzo?
«Che?!» si rivolse a lui il moro.
Liam ed io ci stavamo guardando perplessi, quando arrivò
Olly con la torta urlando a Liam: «BUON COMPLEANNO!»
Dopo aver mangiato tutta la torta e aver fatto un altro giro di amaro,
arrivò il momento di rientrare e lasciare quel posto che
ormai puzzava di birra e di ossigeno consumato.
Per fortuna Niall aveva la macchina e quindi poteva portare me, Liam e
Sophia a casa, non prima di aver convinto il biondo a far guidare Liam
dato le condizioni in cui si ritrovava: non la smetteva più
di ridere da quando Louis gli aveva sussurrato qualcosa
all’orecchio.
Zayn, invece, fu costretto a guidare l’auto di Louis che
sorrideva e salutava a tutti, persino ai passanti e a qualche gatto che
si rifugiava tra i bidoni della spazzatura. Più lo guardavo,
più pensavo a quanto fosse divertente, bello, simpatico,
bello, ubriaco, bello, basso, bello, con un culo sodo. Ho
già detto bello?
Quanto a me, forse non ero lucido al 100%, ma riuscivo a capire
ciò che mi stava succedendo intorno e quando Louis si
avvicinò a me per salutarmi quel bacio sulla guancia e quel:
«Ciao mamma!» non credo fossero frutto della mia
immaginazione dato il mio quasi-svenimento.
«Ciao Haz! Ci sentiamo» mi disse invece Zayn,
toccandomi dolcemente il braccio e guardando truce Louis che salutava
questa volta un pipistrello che volava intorno al lampione.
«Certo, buonanotte Zay» feci io, rivolgendogli uno
dei miei sorrisi con tanto di fossette.
«Andiamo Lou!» disse in modo autoritario il moro,
strattonando Louis nella macchina mentre mi guardava e salutava con la
mano e aggiungendo un bacio volante.
Sarei morto. Sarei morto giovane.
Tornammo a casa sani e salvi. Trascinai Niall nella sua stanza e lo
buttai sul letto mentre diceva cose scoordinate e senza apparente
senso, e con un «Buonanotte Pimpi!» lo lasciai
dormire nella sua stanza.
Incrociai Liam che: «Dorme?» mi chiese.
«Sta già russando, senti un
po’» feci, aprendo leggermente la porta e facendo
segno al ragazzo di avvicinarsi.
“Sempre il solito! Si ubriaca come un matto per poi
sprofondare come un bambino!» mi disse ridendo. «Ah
Harry, comunque volevo ringraziarti per stasera. Sophia mi ha
raccontato tutto di ieri. Ti adora! Quindi, ecco, grazie per quello che
hai fatto!» disse con un po’ di imbarazzo.
«Ma cosa?» risi. «L’ho fatto
con piacere, siamo amici ora no?» e lo abbracciai.
«Ancora tanti auguri Liam!»
Quando sciogliemmo l’abbraccio ci augurammo la buonanotte e
ognuno si chiuse nella propria stanza.
Non appena potei stendermi sul mio adorato letto iniziai a rimuginare
su quanto accaduto in quei pochi giorni in cui ero lì. La
mia vita era cambiata così drasticamente che finalmente
iniziai a credere che tutto filasse nel modo giusto.
Avevo degli amici che, a quanto avevo potuto notare, mi avevano preso
in simpatia sin da subito e mi trovavo bene con loro. E poi, beh, poi
c’era Louis. Quel ragazzo occhi mare che mi aveva stregato e
fatto perdere qualche battito.
Mi stavo riprendendo dal mio stato di agonia, stavo ricominciando a
vivere. Ma come potevo ricominciare a vivere senza avere con me il mio
punto d’inizio?
La vita l’avevo sempre immaginata così: aveva un
punto d’inizio e uno di fine. Se c’era
l’inizio, c’era la fine. Ma per me la fine non era
un punto d’arresto, ma una vittoria, un traguardo, un modo
per dire: “Hey guarda: ce l’ho fatta! Sono arrivato
fino a qui. Ho vinto su tutto!”.
Per vivere avevo bisogno del mio inizio e del mio traguardo.
Lui doveva essere mio. E io suo. Ci avrei giurato.
Note
d'autore
Eccoci!
Abbiamo voluto farvi una sorpresa pubblicando il capitolo solo dopo 3
giorni!
Che
ne pensate? Fino ad ora è il mio preferito. Forse
perchè sono presenti più riflessioni e piensieri
dei due ragazzi.
In
questo capitolo abbiamo i Larry che finalmente interagiscono, anzi
è più Louis che cerca di intraprendere una
conversazione con il riccio, destando il disappunto del suo caro amico
Zayn. Come si evolverà la storia?
Estrella
mi aveva consigliato di mettere un banner ma non riesco a metterlo,
qualcuno che mi aiuti?
Intanto
ringrazio proprio Estrella per la recensione e a tutte voi che avete
messo tra le seguite/ricordate/preferite la nostra storia. Siamo
davvero contente! Spero che la storia vi stia piacendo.
Grazie
anche a voi lettrici silenziose! Se volete darci un vostro parere o
anche solo un consiglio positivo o negativo, noi siamo qui!
Vi
ricordiamo che siamo anche su Wattpad (di cui si occupa Liuz)!
Alla
prossima. All the love xx
-Angi
|
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Capitolo 7 *** Six ***
ZAYN
Non sapevo cosa davvero mi
fosse successo. Non avevo mai reagito così.
Harry mi affascinava,
nessuno mai mi aveva coinvolto così tanto con un semplice
“Ciao”.
Dal momento in cui
Niall mi aveva presentato il suo irresistibile cugino, i miei pensieri
non erano altro che rivolti a lui: ai suoi capelli lunghi e ricci, ai
suoi occhi verdi, alle sue mani, al suo petto -per quanto avevo potuto
notare grazie alla sua camicia sbottonata- su cui
alloggiavano due rondini.
Le mie mani bramavano
il suo corpo, le miei labbra chiedevano di assaporare il suo sapore, i
miei occhi chiedevano di essere guardati come nessuno aveva mai fatto
prima, magari da due occhi verdi.
La mia vita stava procedendo
secondo piani che i miei genitori mi avevano imposto: dopo aver finito
la scuola, avrei studiato all’Università e avrei
conseguito una laurea modello, pronto per lanciarmi nel mondo del
lavoro.
Ma io non ero quello
che i miei avevano plasmato a loro immagine e somiglianza, io ero Arte,
io ero altro. Non ero quello che volevano loro.
Per fortuna il destino
mi aveva concesso l’unico mio spiraglio di
libertà: Louis.
Da quando
l’avevo conosciuto potevo esprimermi liberamente senza
qualcuno mi giudicasse, anzi avevo trovato la persona che mi supportava
in ogni mia scelta e riusciva a mandarmi avanti anche quando ero a
pezzi.
Lo consideravo come un
fratello maggiore, colui che mi avrebbe dato una mano e ci sarebbe
stato sempre per me. Non riuscivo a immaginare la mia vita senza di lui.
Nonostante il mio
florido e riconoscente rapporto con il liscio, non ero ancora riuscito
a parlargli della mia attrazione per il nuovo arrivato. Ma il mio piano
di esprimermi erano andati in fumo da quando avevo notato che il mio
caro amico aveva insistito con battute e sguardi di troppo sul mio
oggetto del desiderio.
Quella sera al pub
avevo capito che anche lui avesse un occhio di riguardo per Harry. Dato
l’alcool che aveva ingerito ero certo che ciò che
faceva era quello che davvero voleva, perciò quando aveva
cercato di approcciare con lui facendogli battutine o, addirittura,
lasciandogli un bacio sulla guancia, avevo capito.
Anche Louis sembrava
interessato a quella testa riccia.
Poteva
andare qualcosa nel verso giusto nella mia schifosa vita?
Per
una volta, una volta soltanto, era troppo da chiedere?
Harry sembrava essere
l’unica nota positiva di una melodia scombinata,
l’unica nota suonata al momento giusto di una vita sbagliata.
Perché ogni qual volta che i miei occhi si posavano su di
lui, sembrava che il resto non esistesse.
Rimanevo incantato da
così tanta bellezza, tanto da non rendermi conto di
ciò che capitava all’esterno.
Riusciva ad
estraniarmi e a darmi una via d’uscita.
Per quanto bene
volessi a Louis, Harry doveva essere mio.
Louis era sempre stato quello
più spavaldo e combattivo per tutto, tranne per una cosa:
non riusciva a rapportarsi con chi gli piacesse. Erano passati anni da
quando mi aveva confessato della sua cotta per Liam, ma, come tutte le
altre volte, era riuscito a farselo scappare.
Perciò,
cosa mai poteva cambiare questa volta?
Se l’avesse
saputo, me l’avrebbe lasciato.
Avrei fatto finta di
nulla, avrei accantonato il suo interesse per Harry e avrei cercato di
renderlo mio.
Se ero egoista?
Sì, forse lo ero. Ma quando si presenta
un’occasione del genere e si hanno tutte le carte a favore,
perché non combattere fino all’ultimo?
Per una volta avrei
pensato a me stesso. Solo allo Zayn Malik che ero.
Da quando avevo
lasciato il mio numero ad Harry ero in un continuo stato di ansia. Mi
avrebbe chiamato? Mi avrebbe scritto? Avrebbe accettato?
Mille e più
complessi stavano nascendo nella mia mente, timoroso che il riccio
potesse non avere alcun interesse nei miei confronti.
Ero tentato di
scrivergli su Facebook o di chiedere il suo numero a Niall, ma alla
fine avevo desistito. Non volevo essere troppo opprimente, se voleva,
mi avrebbe scritto; altrimenti sarei andato avanti e lasciato che Louis
prendesse il mio posto.
Ma quando lo schermo
del mio cellulare si illuminò non potei non esultare e
mandai a fanculo tutti i pensieri che avevo fatto fino a quel momento.
Quel messaggio da
parte di un numero sconosciuto che salvai presto in “Harry ” era apparso sul
mio smartphone, recitava un semplice “Hey Zayn
sono Harry! A che ora ci vediamo oggi? x”, ma che per me
significa l’inizio. L’inizio di una bella avventura.
Risposi
tempestivamente al messaggio dei riccio dandogli appuntamento a qualche
ora dopo.
Bene, dovevo preparami
sia mentalmente che fisicamente.
Mancava solo
mezz’ora dall’ora X e avevo un’ansia
terribile. Dovevo stare calmo, ma non riuscivo a smettere di tremare.
Harry doveva essere lì solo dopo poco e io già
stavo andando in fiamme.
Avevo ordinato tutta
la casa, dal bagno alla mia camera, rendendo perfettamente accogliente
il mio piccolo appartamento. Avevo persino preparato i libri sul tavolo
e messo un po’ di acqua nel bollitore nel tal caso Harry
desiderasse un thè caldo.
Mi ero appena seduto
sul divano intento a guardare distrattamente un film noioso in TV,
quando suonò il campanello. Possibile che Harry avesse fatto
così tanto anticipo? Mancavano ancora 20 minuti
dall’orario stabilito.
Così mi
alzai, dando un’occhiata veloce allo specchio per controllare
se tutto fosse okay e mi avvicinai alla porta. Presi un grosso respiro
e finalmente decisi di aprire.
Un mix di sorpresa e
di delusione fecero scemare il mio stato d’ansia,
impossessandosi di me nel momento in cui vidi Louis sorridente sulla
soglia.
Harry sarebbe stato di
lì a poco qui a casa mia e Louis si era appena presentato.
Sebbene avrei voluto cacciare via il mio migliore amico per
allontanarlo dal mio riccio, una parte di me non aveva il coraggio di
affrontarlo, perciò lo feci entrare sperando che mi
lasciasse campo libero, dato che come al suo solito si sarebbe
trattenuto tutto il pomeriggio a casa mia.
«Ciao
Zay! Ti ho portato un regalino» mi disse non appena lo feci
entrare in casa.
«Lou! Cosa? » chiesi incuriosito, cercando di
vedere cosa stringeva tra le mani dietro la sua schiena.
«Taaa daaaa!» urlò, cacciando fuori un
sacchetto contenente dei cookies. Mi conosceva troppo bene.
«Grandeee!
Lo sai che ti adoro! Graziee!» gli saltai addosso,
abbracciandolo. Louis ridacchiò, sorridendomi di ricambio.
«Che
stavi facendo prima che il tuo migliore amico venisse a farti
visita?» scherzò Louis.
«Stavo
preparando casa, sai, deve venire Harry, dobbiamo studiare
insie-»
«Harry?!» mi interruppe Louis. Di tutto quello che
gli avevo appena detto, si ricordava solo di Harry. Ovviamente.
«Sì,
perché? Qualche problema?» dissi deciso, ma il
colore delle guance che si faceva sempre più rosso mi
tradì.
«Oi oi, qualcuno mi
nasconde qualcosa per caso?» chiese Louis, con sguardo
investigatore.
«Ma
smettila!» sbuffai, irritato dal suo comportamento. Chi
è senza peccato scagli la prima pietra, e Louis di certo era
l'ultima persona che avrebbe potuto dirmi una cosa del genere.
“Da che pulpito viene la predica…”
pensai.
*driiiiiin*
Contemporaneamente
io e Louis ci girammo in direzione della porta. «Harry
è arrivato, tu che hai intenzione di fare?»
domandai, nella speranza di ricevere come risposta “Vi lascio
soli soletti, me ne vado”, ma purtroppo rimasi deluso nel
ricevere «Credo proprio che rimarrò qui, mi sta
simpatico il riccio».
“Che
palle” pensai, alzando gli occhi al cielo. Amavo stare in
compagnia del mio migliore amico ma quel giorno, di certo, la sua
presenza non era gradita, non quando avrei passato un pomeriggio da
solo con Harry. Ecco.
Mi
incamminai verso la porta, presi un bel respiro e aprii la porta.
Più bello che mai, mi ritrovai un Harry sorridente davanti
casa. Sorrisi di ricambio, quanto poteva essere adorabile?
«Hey
Harry! Entra dai, starai morendo di freddo!» esclamai al
nuovo arrivato.
«Ciao
Zayn! Grazie mille ancora, non so come avrei fatto senza di
te» mi disse sorridendomi.
“Questo
e altro per te” pensai. Ah, che mi stava succedendo? Zayn
torna in te!
«D-di
niente, tranquillo» sorrisi timidamente.
«Ma salve a
tutti!» esclamò una voce dietro di me. Louis.
«C-ciao... »
rispose timidamente Harry, mentre le sue guance si imporporavano sempre
di più. Cazzo, cazzo, cazzo. No, dannazione.
«Lou,
se non ti dispiace, ora dovremmo studiare, tu fa quel che ti pare,
basta che non bruci casa okay?» dissi, rivolgendomi al mio
migliore amico.
«Per
farti stare più tranquillo starò con voi. Non mi
farà male sentire lezioni di….?»
domandò, rivolgendosi al riccio.
Harry
lo guardò esitante mentre si mordeva un labbro, mentre Louis
gli sorrideva amorevolmente. Mancava solo una Kiss-Cam e si sarebbero
baciati in quel momento. Odio profondo.
«Fisica»
risposi velocemente e «Andiamo?» feci, spingendo
delicatamente Harry verso il tavolo dove avremmo studiato.
I miei piani per conquistare
Harry stavano andando in fumo.
LOUIS
*un'ora dopo*
«Quindi,
ricapitolando: un punto materiale è in equilibrio statico
quando la risultante delle forze che agiscono su di esso è
nulla. Giusto?»
Tralasciando il fatto che non ci stavo capendo assolutamente niente, mi
stavo annoiando. Sembravano degli alieni, erano super attenti e
concentrati, capivano quelle diavolerie come se fossero una ricetta per
principianti. A quanto pare, erano davvero portati per quella materia.
Zayn spiegava abbastanza bene, lo si vedeva dai risultati sorprendenti
di Harry.
Dal canto mio, oltre a sguardi e sorrisi rubati al riccio, alle mie
battute fuori luogo e a doppi sensi, non stavo ottenendo i risultati
sperati. La situazione non era a mio favore.
«Facciamo una pausa? Che ne dici se ti porto
qualcosa?» chiese Zayn
«Sì,
qualche minuto per staccare la spina sarebbe l’ideale.
Potresti portarmi un bicchiere d'acqua?» chiese
al moro. Zayn prima guardò me, poi rivolgendosi al riccio
disse «Certo, arrivo subito!» e se ne
andò in cucina.
Eravamo
soli nella stanza.
«Sul
serio capisci quelle cose?» chiesi, per rompere il ghiaccio.
«Si,
basta che segui attentamente, non è una passeggiata, ma non
è nemmeno impossibile» rispose il ricciolino,
sorridendomi con tanto di fossette. Le sue fossette. Me le sarei
mangiate al momento, aw. Ok, Louis smettila.
«Niente
è impossibile, riccio» constatai, facendogli
l’occhiolino.
«Ecco
a te!» quasi urlò Zayn, porgendo un bicchiere
d'acqua all'ospite e uno sguardo minaccioso nei miei confronti. Che
cazzo voleva? Che gli avevo fatto?
«Grazie
mille» rispose gentilmente Harry e Zayn gli rivolgeva
un’alzata di spalle sorridendo.
L'osservai
mentre beveva. Un po' di acqua fuoriusciva dai lati della bocca,
bagnando le sue labbra e rendendole invitanti. Ingoiai la saliva, merda
quanto mi attraeva. Cosa avrei fatto a quelle labbra, cosa mi avrebbero
fatto, se solo…
Pensieri poco casti mi stavano alleggiando in mente mentre qualcosina
nasceva là sotto. Oh cielo!
Mi
sentii osservato: Zayn mi stava fissando con aria sospetta. Abbassai lo
sguardo, facendo finta di niente. Rialzai lo sguardo, Harry mi stava
fissando. Okay era una situazione alquanto strana e decisamente
imbarazzante così decisi di fare qualcosa.
«Zay
ho fame, vado di là a preparare pane e Nutella. Harry tu ne
vuoi?» chiesi, alzandomi dal divano.
«Ehm.. se ne volete
anche voi, sì» rispose impacciato Harry, guardando
Zayn aspettando un suo assenso.
«Okay vai
Lou, prepara tre fette» mi congedò il moro.
Arrivai in cucina e iniziai a
prendere delle fette di pane, un coltello e la Nutella, quando sentii
Zayn che faceva un battuta ad Harry e lui che rideva di gusto.
Oh, quindi era proprio
deciso il mio amico di prendersi Harry? Non l’avevo mai visto
comportarsi così con nessuno. Ma non riuscivo a stare fermo,
Harry era di una bellezza disarmante e nutriva qualcosa nei
miei confronti, in fondo, arrossiva solo in mia presenza,
qualcosa doveva pur sempre significare. Zayn aveva perso in partenza.
Dopo
aver preparato le tre fette di pane, portai il vassoio da i miei amici.
«Ecco a voi!» feci mentre prendevo una fetta,
mentre gli altri due facevano lo stesso.
Mi buttai con un salto sul divano e, non so come, mi ritrovai la fetta
di pane e Nutella letteralmente spalmata sulla mia t-shirt. Merda. Mi
alzai di scatto e lanciai la fetta, quasi fosse questa la colpevole,
sul tavolo.
«Fanculo,
la mia maglia preferita!» imprecai.
Zayn scoppiò a
ridere, portandosi la mano alla bocca evitando di sputare fuori
ciò che stava masticando; Harry, invece, mi
guardò divertito e avanzò verso di me.
«Stai
attento quando mangi, figliuolo. Non hai imparato nulla dalla tua
mamma?» mi fece serio, ma con un sorriso che lo tradiva,
mentre con un tovagliolo puliva l’eccesso di Nutella
dalla mia maglia. Lo guardai a bocca aperta.
«Dovresti
strofinarla con una spugna, acqua tiepida e detersivo per piatti se
vuoi che se ne vada via subito…» mi fece il riccio.
Scoppiai
a ridere. «Harry, ma sei davvero una mamma o?»
«Perché
che credevi, scusa?» mi fece lui, scoppiando a ridere a sua
volta.
L’unico
che non rideva era Zayn. Ci stava osservando, serio, con una calma
apparente che mi incuteva terrore: sarebbe scoppiato da un momento
all’altro.
Volevo
fotografare quella scena: era così ridicola! Se da una parte
c’ero io ed Harry in piedi che ridevamo, dall’altra
c’era Zayn che ci guardava come se volesse uccidere entrambi
–o solo me?-.
Quel momento idilliaco
terminò ben presto quando Zayn, evidentemente irritato,
scattò in piedi e
«Okay,
Louis, potresti lasciarci? Abbiamo molto da studiare e se ci interrompi
in continuazione non finiremmo mai. Avanti, ci vediamo
domani!». Era parecchio incazzato.
«Mi
stai per caso cacciando?» esclamai, con una punta di
delusione. La stessa che leggevo negli occhi di Harry.
«Lou, non farmelo
ripetere. Lasciaci studiare in santa pace! E poi faresti meglio ad andare
a casa subito per togliere via quella macchia enorme che ti sei
fatto!» sentenziò Zayn.
Sbuffai.
«Okay.
Ciao Harry! Buona fortuna con Mr. Secchione e grazie per i consigli
degni di una mamma con 10 figli!» dissi, uscendo di casa.
Sentii un leggero «Fottiti» da parte del moro ma
sinceramente, non mi importava poi così tanto.
Perchè era così incazzato? Proprio lui mi ha
sempre detto di dimenticare Liam e di andare avanti, ora che ho trovato
Harry, me lo impedisce? Ma vaffanculo. E poi con lui avevo trovato
sintonia e questo non accadeva da tempo. E poi, aspetta un
po’… nonostante Harry mi piacesse, gli avevo
rivolto la parola e avevo scherzato con lui! Che mi stava succedendo?
Mi
incamminai verso casa, con le cuffie nelle orecchie e tanti pensieri
nella mente.
Ero arrivato ad una conclusione: a entrambi piaceva Harry.
Ma
Zayn era un bellissimo ragazzo, per di più bisex. Non
avrebbe problemi a trovarsi qualcun’altro.
Io ero sempre rimasto a Liam.
Era come se la vita mi
avesse messo tanti muri davanti, uno più grande dell'altro.
Ed ero riuscito a superarli, in parte, fino all'arrivo di Liam. Quel
muro sembrava enorme, impossibile da superare. Ci provavo, prendevo la
rincorsa, deciso, saltavo, ma ci andavo a sbattere contro, cadevo e mi
facevo male. Ogni volta.
Ora avevo incontrato
Harry: una vita d'uscita. Come se su quel muro fatto di pietre,
impossibile da rompere, ce ne fosse una che fuoriusciva, ottima per
arrampicarsi e scavalcarlo. Non mi ero mai sentito così.
Zayn l'avrebbe dovuto
capire, Harry sarebbe stato mio.
Note
d'autore
Ohii ohii! Chi
c'è là?
SIAMO VIVEEE!!!
Siamo tornate con un nuovo capitolo. Scusateci e perdonateci e
linciateci per il mega ritardone, ma abbiamo avute dei problemi che
sicuramente non vorreste sapere lol No, vabbè, sempre le
solite cose: tra Università e scuola non capiamo
più nulla, ecco hahaha
A parte questo, ecco il capitolo! Come vi sembra? Ehehehe vediamo i
nostri Zouis che si contengono il povero e innocente Harry, come
andrà finire? Chi dei due farà il primo passo?
SONO APERTE LE SCOMMESSE lol
Anche se, poveri picci, due migliori amici che litigano per un ragazzo,
eh male male!
Che ne pensa Harry di tutto questo?
Non ci resta che aspettare la prossima puntata! O meglio, capitolo!
(Nella speranza di non fare un mega ritardo come questo, il
giorno prefissato dovrebbe essere giovedì, quindi ci
mettiamo subito all'opera).
Buona scuola, buona settimana, buon lavoro, buono tutto. Alla prossima!
All the love xx
-Angi e Liuz
|
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Capitolo 8 *** Seven ***
HARRY
Non
riuscivo a
capire cosa avesse irritato così tanto Zayn da cacciare Louis.
In fondo, lo stavo solo aiutando e, vabbè, a parte il mio
rossore sulle guance
e le battutine da parte del castano, non c’era motivo di
irritarsi. Ma forse,
un’idea del perché del comportamento del moro me
l’ero fatta e, molto
probabilmente, avevo ragione.
La
compagnia di
Louis mi aveva fatto davvero piacere. Non avrei mai immaginato che quel
ragazzo
bellissimo vicino casa di Zayn fosse proprio il fratello di Sophia e
che me lo
sarei ritrovato due giorni dopo a casa del mio nuovo amico.
Le ore passate a casa del moro, in compagnia dell’amico, mi
fecero sempre più
capire quanto fossi attratto dal ragazzo occhi mare. La cosa che mi
rendeva
davvero soddisfatto e propenso a rispondere o ricambiare battute e
certi
sguardi, era proprio il comportamento di Louis.
Mi sembrava, infatti, che lui avesse un occhio di riguardo nei miei
confronti
dato i continui sguardi d’intesa e il sorriso che gli nasceva
dopo ogni volta
che arrossivo per un suo gesto.
Quella situazione mi garbava
molto,
sembrava che Louis cercasse sempre di parlarmi, anche per uno stupido
motivo
oppure volesse essere
al centro della
mia attenzione.
Ma,
a quanto
pare, Zayn non era d’accordo. Quel pomeriggio guardava Louis
come se volesse
incenerirlo da un momento all’altro ed era abbastanza
ridicolo e imbarazzante
che io fossi il fulcro della loro “incomprensione”,
almeno da parte del moro,
perché Louis sembrava non avere problemi. E se Niall e Liam avessero avuto
ragione?
Non
appena Louis
andò via, continuammo a studiare Fisica per circa
un’altra mezz’ora. Poi Zayn,
notando il mio cambio d’umore, mi chiese: «Sei
stanco?». Sì ero stanco, ma di
certo non era solo per quello. Louis non era più in casa e
questo mi dispiaceva
parecchio.
«Eh
sì, oggi
abbiamo lavorato un bel po’. Senti, ma per caso, hai litigato
con Louis?»
chiesi curioso e abbastanza diretto: Zayn per tutto il tempo non aveva
smesso
di farmi complimenti ogni volta che capivo qualcosa e mi prestava tutte
le sue
attenzioni possibili, più del solito. Lo avevo persino
sorpreso mentre fissava
le mie labbra e arrossiva, sentendosi colto sul fatto. Allora
l’idea che mi
stavo facendo su di lui non era totalmente infondata…
«N-no,
perché me
lo chiedi?» fece, accigliato e preso alla sprovvista. Era
davvero tenero in
quel momento: aveva gli occhiali da vista che usava solo per studiare,
una
sopracciglia alzata e le labbra imbronciate. Se non avessi conosciuto
Louis,
avrei di certo accolto con piacere ogni singola attenzione che mi
prestava
Zayn.
«Per
come l’hai
cacciato via, prima. Non stava facendo nulla di
male…»
«Senti
Harry,
certe volte Louis esagera e questo non mi va bene. Non ti conosce
neanche e fa
battute fuori luogo, non mi sembrava il caso che continuasse a
comportarsi in
questo modo con te, ecco» disse gesticolando e rosso in viso.
Oh ci teneva
davvero così tanto a me? Era, quindi, geloso?
«Oh,
non ti
dovevi preoccupare così tanto Zayn. So rispondere alle
provocazioni e poi mi
sta simpatico, altrimenti gli avrei già risposto male da un
pezzo, fidati» feci
ridendo.
«No,
è che mi
irrita quando si comporta così»
continuò il moro. Sì era geloso.
«Zayn,
davvero,
non ti preoccupare. A me fa piacere, dopo tutto…
è un bel ragazzo e ci sto alle
sue provocazioni» affermai, cercando di fargli capire che ero
attratto da
Louis, ma forse non fu la cosa migliore da fare in quel momento. Zayn in quel momento faceva da ostacolo, mi separava da Louis e questo non mi rendeva molto felice. Zayn era davvero una bella persona, aveva un bel carattere ed era di una bellezza disarmante ma nella mia mente aleggiava solo e unicamente Louis. Volevo
in un
certo modo confessargli che, nonostante lui fosse un bel ragazzo, Louis
era il
centro dei miei pensieri sin dal primo momento in cui l’avevo
visto. Volevo
troncare sul nascere ciò che lui stava
cercando di costruire. Di certo non potei dirgli “Guarda
Zayn, sei un ragazzo
figo e intelligente, ma preferisco Louis, il tuo migliore
amico!”, sarebbe
rimasto davvero di merda.
«Ah»
rispose
lui, sbiancando.
«Tutto
bene
Zayn?» chiesi preoccupato appoggiando la mano sul suo
braccio. Lui abbassò lo
sguardo e fissò la mia mano.
«S-sì»
e si
alzò, prendendo dalla cucina un bicchiere d’acqua.
Mi alzai anch’io, forse era
arrivato il momento di andare via. Mi sentii come soffocare: quella
casa si
stava facendo sempre più stretta e la situazione non era di
certo delle
migliori. Avevo fatto in modo che il sorriso meraviglioso del moro
scomparisse
all’improvviso e togliere il sorriso dalle labbra di una
persona era una delle
cose che più odiavo. Non ne combinavo mai una
giusta…
«Sicuro?»
feci
nuovamente. Okay, Zayn c’era rimasto davvero male, Liam e
Niall avevano
ragione: piacevo a Zayn.
«Certo
Harry.
Comunque dovresti andare, si è fatto già buio e
io dovrei andare a lavorare tra
un po’…» disse con voce flebile, quasi
spezzata.
«Già.
Oh e
quindi…grazie per oggi. Se vuoi, puoi anche venire da me la
prossima volta!» dissi
mentre raccoglievo i miei appunti dal tavolo e li ponevo nella mia
tracolla.
«Sarebbe
una
buona idea» fece sorridendo mentre si avvicinava alla porta
per accompagnarmi
all’uscita e io lo seguivo.
«Ottimo.
Buon
lavoro per dopo, ci sentiamo». Mi aprì la porta e
feci un passo in avanti, ma
prima che potessi andar via, la voce di Zayn mi bloccò.
«Harry!
Grazie, piccolo.
Alla prossima!» mi salutò poi
avvicinandosi e lasciandomi un bacio sulla guancia, pericolosamente
vicino alla
bocca.
«C-ciao!»
mi
voltai di scatto, rosso in volto, mentre mi dirigevo verso quella che,
ormai,
era casa.
LOUIS
Coglione.
Sì ero decisamente un coglione. Come potevo aver dimenticato
il cellulare a
casa di Zayn? Ah, Harry. Ero così preso da lui che mi ero
dimenticato del mio
cellulare abbandonato sul divano.
Avevo
preso
felpa e mp3, ma cavolo, non avevo pensato al mio telefono!
Non
appena ero
arrivato a casa, mi ero liberato della maglia sporca –meno
male che non avevo
incontrato nessuno per la strada: avevo accuratamente scelto le strade
più
deserte- e avevo fatto ciò che mi aveva consigliato Harry.
Mentre giravo per la casa a petto nudo, avevo preso il detersivo per
piatti e
sgrassato un po’ e dopo avevo letteralmente buttato la maglia
nella lavatrice. Non
smisi di pensare ad Harry e il sorriso che avevo stampato sulla faccia
ne era
la causa.
Ma
se pensavo ad
Harry, automaticamente pensavo a Zayn. Era evidente che ci teneva in un
modo
particolare al riccio, ma non gliel’avrei data vinta. No, il
riccio doveva
essere mio.
Mentre
preparavo
un bel thè caldo, mi ricordai che non avevo chiamato Sophia
per tutto il giorno.
Mi avrebbe ammazzato per non essermi fatto sentire per più
di 24 ore. Era
meglio se la chiamavo subito.
Ed
ecco che mi
accorsi che non avevo il telefono.
Panico.
L’avevo
perso?
Ma
poi un lampo
di genio: l’avevo lasciato a casa di Zayn!
Afferrai
la
prima maglietta che mi capitò davanti e, dopo essermi
coperto con una calda
felpa e un beanie grigio –il mio preferito-, uscii di casa
quasi correndo.
Arrivai
quasi a
casa di Zayn dopo circa dieci minuti e stavo per svoltare
l’angolo quando li
vidi.
Mi
nascosi
prontamente dietro l’albero che contornava il vialetto di
casa del mio migliore
amico e, mentre cercavo di riprendere fiato dopo la corsa che avevo
appena
fatto, degna di un campione olimpionico, con solo un occhio cercavo di
vedere
meglio la scena.
C’era
Harry
sull’uscio di casa e Zayn di fronte a lui. Si stavano
sicuramente salutando e
il riccio sarebbe andato a casa sua di lì a poco. Pensai di
coglierlo di
sorpresa –non appena Zayn
avesse chiuso
la porta, ovviamente-, ma non avrei di certo immaginato che mi avrebbe
sorpreso
proprio lui.
Harry
stava per
salutare e lasciarsi alle spalle il moro, ma questo lo
richiamò e lui dovette voltarsi. Quello che
vidi dopo fu di certo un colpo dritto al petto.
Vidi
Zayn avvicinarsi
lentamente ad Harry per lasciargli un bacio e notai, malvolentieri, che
lui non
si allontanò. Zayn stava baciando Harry. Non volevo sapere
se fosse un bacio a
stampo, un bacio innocente o altro, volevo andare via da lì
per non assistere
un minuto di più alla mia sconfitta e togliermi quella scena
dalla mia testa,
così, con gli occhi lucidi, corsi via lasciando quei due
alla porta.
***
L’alcool
sì che
potevo definirlo il mio migliore amico: era sempre lì a
supportarmi nei momenti
più difficili e, anche questa volta, era al mio fianco.
Dopo
aver visto
i due amoreggiare, decisi di dirigermi verso il mio pub preferito, il
Theatre
Royal, nonché il pub dove lavorava Zayn, ma sapevo che il
suo turno doveva
essere qualche ora più tardi, o almeno.
Fatto
sta che mi
ritrovai in compagnia del mio alcolico preferito, un puro whisky
scozzese, e
qualche lacrima solitaria sulla faccia.
Olly
mi si
avvicinò preoccupato e mi chiese come stessi. Cercai di
rispondergli che tutto
andava a meraviglia e volevo solo divertirmi un po’, ma, non
riuscendo a
controllarmi, gli scoppiai a piangere in faccia.
Sapeva
com’ero
fatto quindi mi abbracciò per un po’ e mi
sussurrò che sarebbe andato tutto
bene, quando dovette lasciarmi per un cliente che chiedeva
insistentemente una
Gordon.
«Lou,
scusami ma
devo andare. Sono appena arrivati Niall e Liam, sono lì, li
vedi?» mi fece
dolcemente. Ecco, Olly doveva diventare il mio nuovo migliore amico,
era sempre
dolce, gentile ed era riccio, proprio come Harry. Oh no, ma
perché pensavo
sempre ad Harry?
«Grazie
Olly, ma
non credo sia nece-» non riuscii a finire la frase
perché mi ritrovai Niall e
Liam al mio tavolo. Evidentemente Olly li aveva richiamati qui da me.
«Louis! Che cazzo
stai facendo?» quasi urlò
Niall, strappandomi la bottiglia di Glenkinchie, ormai quasi vuota,
dalle mia
mani. «Ma ti sei rincoglionito tutto d’un
tratto?»
«Stai
calmo
Niall, se fai così è peggio» fece Liam
con un tono da padre. Irritante.
«Sei
irritante»
dissi, dando voce ai miei pensieri. Non bastava che avevo visto quei
due quasi
limonare davanti ai miei occhi, ci voleva anche Liam, la mia cotta
epocale mai
ricambiata, che faceva da ciliegina sulla torta. E poi con quel suo
fare da
bravo ragazzo che un tempo mi attraeva mi stava solo facendo andare
più in
paranoia. Irritante.
«Chi
io?» fece
Niall, quasi offeso.
«Tutti.
Siete
tutti irritanti» dissi strascicando le parole e cercando di
riprendermi la
bottiglia.
Quella
sera Liam
aveva deciso di non farmi stare tranquillo un attimo «Louis,
ci vuoi dire che è
successo? Vuoi che chiami Sophia? Sta per arrivare, ma se vu-»
«Ma
ti vuoi
stare zitto? Sophia di qua, Sophia di là, ma la smetti?
Quanto sei noioso!»
urlai, alzandomi in piedi.
«Ohi
Louis,
calmati!» mi disse Niall, mentre con una mano sulla spalla mi
faceva risedere.
«Vado
a prendere
un bicchiere d’acqua e poi lo portiamo a casa, questo sta
messo male stasera!»
disse Niall a Liam, ma dove cazzo se ne andava? Non poteva lasciarmi da
solo
ubriaco e con Laim, addirittura.
«Okay,
Nì. Lo terrò io a bada!» fece per
rassicurarlo, mentre fissavo le sua labbra muoversi. Le sue morbide e
grandi
labbra, le labbra che avevo sempre sognato di mordere, le labbra di
Liam Payne.
E
fu in quel
momento che feci una delle cazzate più grandi che avessi mai
fatto in vita mia:
baciare Liam Payne.
Ebbene
sì,
ubriaco com’ero, intento a fissare le sue labbra, come potevo
certo fermarmi
quando le sue labbra mi richiamavano più forte di qualsiasi
altra volta?
Appoggiai
le mie
labbra su quelle di Liam, il quale, sconvolto e sorpreso,
cercò di
allontanarsi, ma non glielo permisi: con la mia mano dietro la sua
nuca, lo
afferrai e infilai prepotentemente la mia lingua nella sua bocca.
Era
quello che
avevo sempre sognato da anni, ma non fu come pensavo: era
maledettamente
sbagliato.
Non avevo sentito nulla se non una sensazione di estraneità
a quel sapore di
miele che avevo immaginato: mi era sembrato così aspro,
senza nemmeno un
pizzico di zucchero e dolcezza. Era un miele venuto male, un miele che
non
aveva nulla di dolce, un miele imperfetto.
Liam
mi respinse
con tutta la sua forza, urlò un «Che cazzo
fai?» e quasi scivolai a terra,
facendo voltare tutta la gente verso di noi. Si pulì la
bocca con una mano,
mentre mi guardava ripugnante e io non potei che vergognarmi,
rendendomi conto
di ciò che avevo fatto, coprendomi la faccia con le mie
piccole mani.
Ma
la cosa che
mi fece rendere conto di aver compiuto il gesto più
sbagliato della mia vita fu
il rumore del frantumarsi a terra di un qualcosa di vetro alla mia
destra, che
mi fece voltare di colpo. E forse non avrei dovuto alzare gli occhi dal
bicchiere rotto in mille pezzi, non se avrei visto gli occhi delusi di
mia
sorella con le mani sulle labbra per reprimere un urlo e degli occhi
verdi che
mi fissavano quasi fossi un assassino colto sul fatto, con un coltello
e mano
sporchi di sangue, con accanto la sua vittima.
Merda.
Note d'autore
Saalve bella gente!! Siamo tornate con un nuovo capitolo, quello con
più colpi di scena fino ad ora lol
Che ve ne pare? Louis si è messo nei casini, nella merda
totale direi hahahah povero piccolo! Ha fraiteso il bacio di Zayn ad
Harry, vedendolo in una prospettiva diversa e ora ne sta pagando le
conseguenze.
Ora sì che la situazione si complica parecchio! Non resta
che aspettare al prossimo aggiornamento.
Ci scusiamo per il ritardo. Noi cerchiamo di scrivere il capitolo e
pubblicarlo entro una settimana dall'ultima pubblicazione, ma purtroppo
siamo in due ed è difficile coinciliare le ore libere, dato
che siamo impegnate con la scuola o altro :( Ma a parte questo,
cerchiamo il più possibile di pubblicare dopo 7 giorni. Per
qualsiasi informazione o dubbio potete contattarci sul nostro profilo
twitter in comune: @STYLINSON10s
dove diamo indicazioni sul prossimo aggiornamento o qualche incidente
di percorso lol
Ringraziamo Estrella per farci costantemente sapere il suo pensiero in
ogni capitolo (Grazie!!) e a tutte voi che avete messo la storia tra le
seguite/preferite/ricordate. E anche a voi lettrici/ori silenziosi,
fatevi sentire! Abbiamo bisogno di un vostro parere!
Grazie a tutti per esserci. Alla prossima!
P.s. Qualche giorno fa ho pubblicato una Songfic:
Cerotti. Se vi va, passate a leggerla!
P.p.s Ho creato un banner, ma non so come si aggiunge alla storia, se
qualcuno lo sa, potrebbe contattarmi? Grazie x
All the love as always x
-Angi (e Liuz)
|
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Capitolo 9 *** Eight ***
HARRY
Quando accettai
l’invito di Sophia di raggiungere Liam e mio
cugino al Theatre Royal per bere qualcosa, di certo non avrei mai
immaginato di
trovare Louis incollato alle labbra di Liam, suo
“cognato” per giunta.
Dopo che la ragazza mi aveva
convinto ad unirmi a loro, mi
costrinse a cambiarmi perché, a detta sua, il mio outfit
“non era consono a una
serata al pub”, perciò dopo aver indossato i miei
adorati skinny neri e una
camicia floreale che avevo portato da Holmes Chapel, uscimmo di casa.
Eravamo sul bus 37 quando lo
smartphone di Sophia squillò e
sentii la ragazza rassicurare all’altro capo del telefono che
a momenti saremmo
arrivati.
Nel frattempo
contemplavo la città dal finestrino del bus: non
c’era cosa più
bella di Edimburgo di sera, le luci, il castello, le persone che
passeggiavano,
era tutto così perfetto. Non avrei desiderato
città e compagnia migliore. Stavo
davvero bene.
«Era Liam»
mi disse, facendomi ridestare e anticipando la
risposta alla domanda che era sicura le ponessi.
«Che
ha detto?»
«Lui e
Niall sono già lì e hanno preso un tavolo,
manchiamo
solo noi insomma!»
«Scommetto
che Niall non ha saputo resistere un minuto di
più senza bere un po’ di birra!» dissi
scoppiando a ridere, coinvolgendo anche
Sophia.
«Siamo
arrivati, riccio! Prenota la fermata che scendiamo.»
«Ai suoi ordini,
capo!» le feci, imitando il saluto
militare.
Non appena
entrammo nel Theatre Royal, notammo malvolentieri
che era pieno di gente e di Liam e Niall non c’era nemmeno
l’ombra.
«Li
vedi?» le feci, mentre lei si guardava attorno.
«No!»
disse mettendo su una faccia alquanto scocciata. «Senti
H, ordiniamo un drink al bancone e poi li cerchiamo a dovere,
così risparmiamo
tempo!»
«Perfetto.»
Ci avvicinammo
al bancone dov’era Olly a servire i clienti e
non appena se ne liberò di alcuni, ci salutò e
«Ciao ragazzi! Che vi preparo?
Il solito Sophia?», ci fece.
«Certo
Olly!» disse Sophia sorridendogli.
«Tu,
Harry?» mi chiese il biondo.
«Lo
stesso di Sophia» dissi, mentre appoggiavo le braccia al
bancone, guardandomi ancora attorno nella ricerca dei due.
«A
voi!» fece Olly, poco dopo.
«Grazie!
Ascolta…ma hai per caso visto Liam e Niall?»
chiese
Sophia al barman.
«Oh
ecco sì, li ho visto poco fa. Credo dovrebbero essere
lì!» fece indicando verso sinistra.
«Perfetto!
Grazie mille Olly ed ecco a te!» disse Sophia
soddisfatta, lasciando i soldi sul bancone. «Stasera offro
io, Harry!» fece,
mentre con una mano mi fermava dal prendere il portafoglio.
«Grazie
Sò! Non dovevi, lo sai!» e le sorrisi.
«A dopo,
ragazzi!» ci salutò lui, continuando a servire
altri clienti.
«A
dopo Olly!» facemmo in coro, incamminandoci verso la
direzione prima indicata dal ragazzo.
Dopo pochi
passi, riuscii a scorgere Niall che si alzava dal
tavolo e andava via chissà dove. E fu in quel momento che li
vedemmo.
Louis era incollato alle labbra di Liam, il quale cercava di
allontanarlo senza
successo.
Quello che vidi dopo mi sembrò quasi un sogno o, meglio, un
brutto sogno.
Bicchiere a terra.
Frantumi di
vetro sparsi dovunque.
Un grido
soppresso.
Uno spintone.
I miei occhi
delusi.
I suoi occhi
colpevoli.
Le sue lacrime.
Lui che scappava.
Ero in una
specie di stato di trance, ero
immobilizzato. Mi trovavo nel mezzo di
una situazione strana, insolita e abbastanza scomoda. Non sapevo come
uscirne.
Ma, nonostante quello che vidi, i suoi occhi non erano gli stessi che
avevo
visto il pomeriggio stesso o la sera prima, erano diversi.
Ci vidi dentro tutto quello
che avevo bisogno in quel
momento e, forse, era tutto ciò che lui voleva che facessi.
E così,
senza pensarci, mi voltai e seguii quel ragazzo che era corso via verso
l’uscita.
Correva, correva
velocissimo, chissà dove tra le strade
trafficate, seppur fosse sera inoltrata, del centro città.
«Louis!»
urlai. Ma lui continuava a correre.
«Louis!
Fermati!» feci ancora, con il fiatone, ma senza
arrendermi. «Cazzo, Louis!»
Lo inseguii per altri due minuti, quando lo vidi, finalmente, fermarsi
per
riprendere fiato e sedersi sul bordo del marciapiede di fronte al
McDonald’s.
Aveva portato le gambe al petto e nascosto il visto tra le gambe, senza
smettere
di piangere un attimo.
«Hey,
stai tranquillo, ci sono io adesso» gli feci mentre
avvolgevo le mie braccia al suo corpo minuto e sedendomi accanto a lui.
«Va’
via» singhiozzò.
«Non
vado via da nessuna parte, Louis» sussurrai.
«Nessuno
merita uno come me, va’ via per favore»
continuò.
«Ma
che stai dicendo? Calmati, prendi un bel respiro. Stai
tranquillo» non mollai.
«Faccio
solo del male alle persone, va’ da Zayn. Lui è
meglio di me» mi disse, con voce bassa, dato che non aveva
ancora alzato la
testa dalla sue ginocchia.
«Zayn
è a casa sua e certamente adesso non ha bisogno di me,
al contrario tuo, quindi calmati e stai tranquillo» dissi
mentre gli
accarezzavo la spalla con movimenti circolari.
«Voglio
andare a casa, Harry» fece dopo qualche minuto di
silenzio, dove sia io che lui contemplavamo la naturalezza dei miei
gesti.
«Okay,
ora ci andiamo. Vieni» gli dissi mentre mi alzai e
gli porsi la mano che lui afferrò, alzandosi a sua volta.
Mostrò, così facendo,
il suo volto distrutto, rigato da lacrime e da occhi che non erano
più gli
occhi mare, cristallini e felici, ma grigi, tetri e senza alcuna
traccia di
felicità.
«Quale
bus dobbiamo prendere, Louis?» chiesi. Fino ad ora
avevo sempre preso il 37 e non avevo idea di dove abitasse Louis,
né che bus
prendere. Dovevo accompagnare Louis, ma, in fondo era lui che
accompagnava me.
«Il
29, passa tra 3 minuti» fece, asciugando il volto con la
manica della sua giacca.
Poco dopo salimmo sul bus e ci sedemmo uno accanto all’altro.
Né io, né Louis
parlammo per tutto il tragitto, ma riuscivo a vedere, dal riflesso del
vetro,
le lacrime che scendevano inarrestabili sulle sue guance.
Volevo capire
perché reagisse in quel modo, perché aveva
compiuto quel gesto e perché era scappato subito dopo.
Volevo sapere tutto di
lui.
Mi sentii
così vuoto e impotente, in fondo non lo conoscevo
bene, non sapevo come comportarmi, se qualche mio gesto potesse
irritarlo o
poteva giovargli.
Non sapevo se in
quel momento stavo sbagliando o facendo la
cosa giusta, ma era più forte di me: non l’avrei
lasciato lì, da solo, in quel
modo. Il mio cuore mi imponeva di fare qualcosa e non potevo rimanere
con le
mani in mano.
«Scendiamo
qui» sussurrò Louis, asciugandosi le lacrime con
le sue piccole mani.
Scesi dal bus, ci inoltrammo in una stradina alquanto buia e
silenziosa, e per
di più c’era anche la nebbia a far da contorno.
Camminavamo a passo svelto, vicini, ma non abbastanza da toccarci.
Eravamo
arrivati alla porta di quella, presumibilmente, era casa sua e Louis fu
il
primo a spezzare quel silenzio che alleggiava fra noi.
«E-ecco
siamo arrivati, grazie per avermi accompagnato.
Magari ti pago un taxi così ritorni a casa tua senza
perderti e-» non riuscì a
finire la frase che si voltò verso il giardinetto che
adornava la casa,
vomitando parte dell’alcool ingerito qualche ora prima.
Senza pensarci due volte afferrai la sua testa, mantenendogli i capelli
e
aiutandolo a reggersi in piedi.
«Non
vado da nessuna parte, Louis» gli dissi in modo
autoritario ma con un pizzico di dolcezza, non appena ebbe finito di
riversare.
Stravolto com’era, mi guardò con occhi stanchi e
non fece in tempo a parlare
che svenne tra le mie braccia. Lo afferrai prontamente e me lo caricai
sulla
spalla, non m’importava se avrebbe vomitato nuovamente e,
questa volta, sulla
mia schiena, ma era l’unico modo per portarlo su.
Tastai con la
mano le sue tasche per trovare le chiavi e
quando le trovai –nella tasca posteriore e, no Harry, non
dire che non ti è
piaciuto cercare le chiavi toccando il suo culo
così...così…meraviglioso, ecco-
aprii la porta e accesi la luce. Chiusi la porta con un calcio, non
troppo
forte, altrimenti si sarebbe svegliato, dato che si era bellamente
addormentato
sulla mia schiena –doveva essere molto comoda, allora- e
cercai la sua stanza.
Fu molto
faticoso trasportare il mio, ehm, amico? al piano
superiore e, a parte qualche intoppo –stavo per inciampare e
far rischiare la
morte ad entrambi, maledetti stivaletti!- riuscii a portarlo nella sua,
presumibilmente, camera e lo appoggiai delicatamente sul suo letto
illuminato
discretamente dalla luce del corridoio che avevo acceso poco prima.
Lo osservai mentre mugugnava qualcosa e si rigirava ancora vestito sul
suo
letto e stavo quasi per fare dietrofront, quando la sua flebile voce mi
ridestò
«Zayn, sei tu?».
Gli sorrisi anche se
sicuramente non riusciva a vedermi e mi
avvicinai a lui «No, Lou. Sono Harry». Lui
aprì lentamente i suoi occhi e «Oh»
sembrò ridestarsi, «Credo che dovr-» non
riuscì a terminare la frase che si
alzò di scatto dal letto e corse via con una mano sulla
bocca mentre reprimeva
i conati di vomito.
Lo seguii e lo trovai piegato
sulla tazza del water a
vomitare il resto dell’alcool di cui non si era liberato poco
prima, così corsi
nuovamente in suo aiuto e mantenni la sua testa e i suoi capelli per
facilitargli i movimenti. Mi sentii una specie di mamma chioccia e mi
venne da
ridere, in fondo, tutto era iniziato con questa storia, se ci pensavo.
«Ti
faccio così tanto ridere?» mi fece, rendendomi
solo in
quel momento che si era alzato ancora stralunato e traballante.
«Oh
no, ma ti pare? Stavo solo pensando a una cosa. Come ti
senti?» gli chiesi mentre lui si appoggiava le mani al
lavandino e si guardava
allo specchio.
«Una
favola» disse beffardo, con un sorriso triste e si
abbassò
a sciacquarsi la faccia.
«Va’
sul letto, io vado a prepararti un thè caldo e ti
rimedio un’aspirina» gli dissi preoccupato.
«Solo che non so dove si trovino»
feci mordendomi l’interno della guancia.
Risi un attimo,
cosa che gli provocò evidentemente una fitta
alla test, si portò una mano sulla tempia e chiuse gli occhi
dolorante.
«Fa nulla, cercherò. Tu vai a
distenderti» dissi invitandolo a riposarsi.
«Sono
giù in cucina, nel secondo ripiano a destra.
L’aspirina intendo.» fece voltandosi e
incamminandosi verso la camera da letto.
«Il thè
è nella credenza, invece.»
Scesi giù dalle
scale il più velocemente possibile -stando
attento a non rotolare giù- e andai direttamente al ripiano
dove trovai
facilmente l’aspirina. Fortunatamente il bollitore era
già al suo posto, quindi
dovetti solo accenderlo e aspettare.
Faticai un
po’ per trovare il thè, dato che la credenza era
piena di Coco
Pops di
tutti tipi e altra roba da
mangiare. Nonostante questo, aveva un vasto assortimento di
thè, ma c’erano
molte scatole di Prince
Of Wales,
quindi dedussi che fosse il suo preferito.
Presi due bustine e
due tazze e versai l’acqua bollente. Lasciai la tazza che
avevo preparato per me sul tavolo, l’avrei bevuto dopo aver
portato aspirina e
thè a Louis.
Salii al piano di sopra con
attenzione per non ustionarmi
con del thè bollente e mi affacciai nella camera del
castano, notando che stava
dormendo pacificamente. Quasi mi dispiaceva doverlo svegliare, ma prima
avrebbe
ingerito il medicinale, prima gli sarebbero passati i postumi della
sbornia. O
almeno.
Mi avvicinai al
suo letto e sussurrai «Hey Lou, svegliati.»
«M-mh?»
fece lui voltandosi verso di me.
«Ti ho
portato l’aspirina e il thè caldo.»
Aprì
un occhio solo e poi l’altro, guardandomi come se fossi
venuto da un altro pianeta.
«Uh,
Ha-arry» fece lui alzando il busto e appoggiando la
schiena sulla testiera.
Gli porsi la
tazza sorridendogli, «Ecco a te.»
Prese con
entrambe le mani la tazza e ne odorò prima il
profumo e mi guardò dolcemente, come se volesse ringraziarmi
mentalmente per
avergli preparato il suo thè preferito.
Ma prima che
potesse dire qualcosa gli porsi anche
l’aspirina e «Ecco anche l’aspirina,
prendila subito, per evitare i postumi
domani mattina» gli feci con un mezzo sorriso.
Mi
guardò con gli occhi lucidi e prese e ingoiò il
medicinale, dopo aver bevuto un sorso del suo thè.
«Grazie Harry» mi disse
abbassando gli occhi, fissando il liquido caldo.
«Oh, ma non
de-» iniziai a dire.
«No,
Harry» mi ammonì «Grazie per tutto
intendo.»
Gli sorrisi e
alzai le spalle, non sapendo come
rispondergli.
Finì
il suo thè e gli tolsi la tazza dalle mani «Ora
stai
tranquillo e dormi, io porto la tazza di sotto e vado a casa.»
«No!»
quasi urlò lui, facendomi sussultare. «No,
cioè» si
corresse «Non puoi andare da solo a quest’ora e poi
non sai nemmeno come
arrivarci!»
Lo guardai e mi
sfuggì un sorriso. «Mi arrangerò,
chiamerò
un taxi» feci.
«Ti
prego, resta» mi chiese quasi supplicante.
Strabuzzai gli
occhi a quella richiesta e non riuscii a
spiegarmi quali emozioni alleggiavano nel mio corpo in quel momento: da
gioia a
sorpresa, da spaventato a compassione. Louis Tomlinson mi sorprendeva
ogni
giorno di più.
«Okay,
resto» dissi, confortandolo «Ehm, ora porto la
tazza
giù» feci quasi tremante. Avevo accettato di
restare a casa di Louis, per tutta
la notte e, cazzo! avrei dormito nella stessa casa di Louis Tomlinson. Quasi me ne
resi conto solo in
quel momento.
Mi sorrise e mi allontanai.
Appoggiai la tazza nel lavandino
e solo allora mi ricordai del thè che mi ero precedentemente
preparato, ormai
freddo. Ma prima che potessi berlo, fissai l’orologio: erano
le 2:30 di notte e
stavo letteralmente morendo di sonno.
Abbandonai la mia giacca su
una sedia, ma dato che la mia
vescica reclamava di essere svuotata, corsi su in bagno per liberarmi.
Il thè
mi avrebbe aspettato un altro po’, in fondo si era
già freddato, se non
ghiacciato.
Dopo essere
uscito dal bagno, mi affacciai nuovamente alla
stanza di Louis, dove potei notare con mio grande piacere che era
già tra le
braccia di Morfeo. Mi avvicinai e lo guardai meglio: aveva ancora la
sua giacca
di jeans addosso e le sue Vans.
Decisi
così di levargli le scarpe e con qualche acrobazia
–degne di un contorsionista- riuscii a togliere la giacca da
Louis senza
svegliarlo.
Mi allontanai un attimo e appoggiai la giacca sulla sua sedia e le
scarpe
accuratamente accanto ad essa. Sì, ero un maniaco
dell’ordine al contrario di
Louis, a quanto pare, dato che la sua sedia era colma di robe
accatastate e
d’altro canto, ringraziai che la stanza fosse buia,
così da non vedere altro
caos – che sicuramente era presente- in giro.
Stavo per
allontanarmi quando m’accorsi che Louis si stava
lamentando nel sonno. Mi avvicinai a lui e lo guardai: stava
sicuramente
sognando qualcosa, di certo non bella e non ci fu cosa più
straziante vederlo
poi piangere nel sonno. Le lacrime gli rigavano la guancia, ma
continuava a
dormire.
Non sapevo cosa fare: avrei dovuto svegliarlo? O dovevo lasciarlo da
solo? No,
non se ne parla. Sembrava così debole e indifeso.
Così decisi.
Mi avvicinai
ancora di più e mi piegai sulle ginocchia. Gli
accarezzai la guancia «Va tutto bene, Louis» dissi
continuando ad accarezzarlo.
Sembrò rilassarsi un attimo, ma le lacrime continuarono a
scendere.
Non so cosa mi
prese e non so con che coraggio lo feci,
forse fu per la nottata burrascosa e non ordinaria che avevo appena
trascorso
che mi aveva scombussolato. Decisi, così, di accoccolarmi
accanto a lui nel suo
letto e lo abbracciai.
«Ora
ci sono io con te, stai tranquillo» gli sussurrai
dolcemente nell’orecchio, senza smettere di accarezzarlo.
Fu
così che Louis smise di
piangere e mi addormentai nello stesso letto di quel ragazzo occhi mare
che mi
aveva stregato sin dal primo momento in cui i nostri occhi si erano
incrociati:
Verde con il Blu.
Blu con il Verde.
Note d'autore
Saalve bella gente!! Siamo tornate con un nuovo capitolo molto fluff,
cioè adoro i Larry aw.
Poi dopo tutto quello che è successo sabato.. raga
l'abbraccio, vi rendete conto? Non si abbracciavano così da
ANNI!!! Io non mi sono ancora ripresa, non so voi...
Poi l'abbraccio di gruppo, i balletti, i sorrisi...erano
così contenti. Si meritano questa pausa e torneranno
più forti di prima. Noi non li abbandoniamo, vero?
Ritornando al capitolo.....
Qui vediamo il punto di vista della scena di Harry e quel
che viene dopo. Finalmente hanno avuto un po' di tempo da soli e hanno
fatto un gran bel passo avanti! Poi Harry che decide di aiutare Louis e
prendersene cura, che dolce! E i nostri cuccioli si addormentano
insieme ahhh la dolcezzaaa aw
Che ve ne pare? La situazione è sempre
più complicata, chissà che
succederà ehehe! Non resta che aspettare al prossimo
aggiornamento.
Ci scusiamo per il ritardo. Cerchiamo di scrivere il capitolo e
pubblicarlo entro una settimana dall'ultima pubblicazione, ma purtroppo
è difficile. Sappiate che, sebbene i ritardi, ci trovate
sempre qui perciò per eventuali chiarimenti o anche per
chiederci "Aò ma quando aggiornate???" siamo qui lol
Per qualsiasi informazione o dubbio potete contattarci sul nostro
profilo twitter in comune: @STYLINSON10s.
Ringraziamo particolarmente Estrella per
farci costantemente sapere il suo pensiero in ogni capitolo e a tutti
voi che avete messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
E anche a voi lettrici/ori silenziosi, fatevi sentire! Abbiamo bisogno
di un vostro parere, negativo o positivo!
Grazie a tutti per esserci. Alla prossima! xx
P.s. Ho scritto anche una songfic semrpe con i nostri Larry: Cerotti.
Se vi va, passate a leggerla!
P.p.s HEEEELP! Ho creato un banner, ma non so come si aggiunge alla
storia, se qualcuno lo sa, potrebbe contattarmi? Grazie x
P.p.p.s (?) Chi recensirà avrà un piccolo spoiler
del capitolo prossimo!
All the love as always x
-Angi (e Liuz)
|
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Capitolo 10 *** Nine ***
NIALL
Se qualcuno mi avrebbe detto che da lì a poco sarebbe successo tutto quel che poi è successo non ci avrei creduto. Perché sì, quella fu una delle sere più strane della mia vita.
Non pensavo che Louis fosse capace di compiere quel gesto, non so per quale motivo l’aveva fatto, ma ciò che mi preoccupava di più era che essendo ubriaco, aveva fatto ciò che non avrebbe fatto mai da sobrio; si sa che gli ubriachi fanno sempre quello che vogliono, senza pensare alle conseguenze e, sinceramente, pensare che a Louis potesse in qualche modo interessare Liam, mi faceva strano, ecco.
È inutile dire che dopo quel bacio successero un bel po’ di casini. Ma partiamo da Liam e Sophia.
Non appena Liam si rese conto che Sophia avesse visto tutto, non esitò ad alzarsi e andarle incontro.
«Sophia!» quasi urlò lui abbracciandola.
«Non. Mi. Toccare» disse Sophia con tono minaccioso, scostandogli le mani di dosso.
«Amore, non è come credi, davvero!» cercò in qualche modo di mettersi sulla difensiva. Liam mi sembrava davvero distrutto: non era colpa sua, si era ritrovato in quella situazione senza volerlo e ora stava pagando colpe che non erano sue. Louis era stato davvero un coglione…
«Ah non è come credo? Mi stai dando della stupida, per caso?» fece lei con le lacrime agli occhi.
Il pub era traboccante di gente che, come previsto, si erano tutti voltati verso i due ragazzi intenti a litigare, quasi fossero dei protagonisti di un reality show.
«Sò, per favore, vieni fuori e ne parliamo. Okay?» disse lui, supplicante e sul punto di una crisi di pianto.
«No, io resto qui. Quello che devi andare fuori e sparire dalla mia vista sei tu!» disse sprezzante. «Mi fai schifo. Mi fai solo schifo.»
«Ma se non sai che cosa è davvero successo, perché ti ostini tanto a non volermi parlare?» insistette il biondo.
«Non voglio sapere nulla. So soltanto di aver visto il mio fottuto ragazzo con la lingua infilata nella bocca di mio fratello, Liam. Mio fratello, porca puttana!» fece alzando le mani al cielo e con le lacrime che non la smettevano di rigargli il viso.
«Cazzo Sò, ma davvero credi che mi è piaciuto, che c’è qualcosa dietro a sta storia? Se vuoi sapere tuo fratello, stasera, si è scolato una bottiglia di whisky da solo e non so che cazzo gli è preso, ma me lo sono ritrovato addosso!» urlò Liam, cercando, in qualche modo, di spiegarli che non era colpa sua.
«Forse non hai capito che a me non me ne frega più un cazzo di voi due! Ora che quello è scappato via, vedi di farlo anche tu!»
«Ma porca puttana, Sophia! Ma non mi hai sentito? Io non c’entro nulla!» e si avvicinò a lei.
«Te lo devo ripetere un’altra volta? Spa-ri-sci!» lo allontanò ancora una volta.
«Se me ne vado adesso, non sarà per sempre, okay?» fece il mio amico guardandola negli occhi. Proprio in quei occhi che in quel momento erano tristi, delusi e sconvolti. Proprio quei occhi che lo amavano e forse mai avrebbero smesso di farlo…
Quei occhi che si stavano riempiendo sempre più di lacrime.
Liam si avvicinò a lei e le sussurrò nel suo orecchio un «Io non mollo per una puttanata, hai capito?» che fece rabbrividire e scoppiare definitivamente la ragazza.
«Va’ via, ti prego»
E lui se ne andò.
Mi ritrovai in una situazione davvero insolita, non sapevo che fare e cosa fare, se avrei dovuto seguire Liam o abbracciare Sophia. Non sapevo nemmeno che fine aveva fatto Louis e nemmeno mio cugino che ad un tratto non l’avevo più visto accanto a Sophia. Dove cavolo si era cacciato?
Dopo che accompagnai Sophia alla casa, tornai velocemente a casa mia per vedere come stesse Liam e se Harry fosse tornato, visto che non mi aveva risposto alle chiamate che gli avevo fatto.
Tornato a casa trovai Liam nella sua stanza al buio e sotto le coperte.
«Liam, posso entrare?» chiesi quasi timidamente, bussando alla porta e socchiudendola leggermente.
Non attesi neanche la sua risposta, entrai direttamente. Eravamo amici da troppo e tanto tempo, da quando misi piede per la prima volta ad Edimburgo. Non era di certo la prima volta che Liam e Sophia litigavano, ma nonostante tutto tornavano insieme più forti che mai. Questa volta Liam però era abbastanza strano, di certo non avrebbe mai abbandonato Sophia, era davvero dispiaciuto per quello che era successo.
«Liam, vuoi parlarne? Ti prego»
«Va’ via Niall, oggi non è giornata» rispose freddamente il ragazzo.
«Sai che non me ne andrò finché non mi parlerai, vero?» risposi io, sorridendo e avvicinandomi a lui.
Il moro sbuffò, si tirò su e si sedette sul cuscino. «Allora? Mi spieghi che è successo esattamente?» chiesi con cautela.
«Tempo fa andai con Zayn ad una festa. Lui si ubriacò e io bevvi qualche birra. Quando uscimmo dal locale, mi disse che se Louis mi avesse visto in quelle condizioni, sudato, leggermente brillo, mi sarebbe saltato addosso» rispose. Si fermò, prese un respiro e continuò.
«Gli chiesi il perchè e Zay rispose che io piaccio a Louis. Più di una semplice cotta. A Louis, capisci? Il fratello di Sophia! Questo sicuramente giustifica l'azione di stasera…»
Liam socchiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie.
Com'era possibile? Louis era, quindi, innamorato di Liam? Oh merda…
«Ma Louis sa che tu lo sai?» chiesi, gesticolando con le mani per far capire il mio gioco di parole.
«No. Il giorno dopo Zayn volle incontrarmi –evidentemente si era reso conto della cazzata che aveva fatto- e mi chiese, pregandomi in ginocchio, di far finta che lui non abbia mai detto nulla. Mi chiese di non dire niente a nessuno, soprattutto a Louis. Se Louis l'avesse scoperto non avrebbe esitato a farlo fuori» spiegò subito dopo.
«Ma con il casino che ha fatto ieri si è capito che gli piaci, e tutti l’hanno visto. Ah e sta cosa che la gente si ubriaca e poi fa puttanate deve finire!» commentai, facendolo sorridere almeno un po’.
«Che hai intenzione di fare? » continuai
«Stavo pensando di parlare con Louis. Sophia non mi crede? Bene, davanti alla verità e alle giustificazioni del fratello non potrà non crederci» esclamò Liam, convinto di ciò che diceva.
«E secondo te Louis dopo tutto quello che ha combinato avrà faccia di farsi vedere dalla sorella? Sogni amico!»
«Con le buone o le cattive dovrà farlo. Io amo Sophia e per uno svago del fratello io non rompo una relazione, okay?» si agitò lui.
«Okay okay, calmo! Qualsiasi cosa tu voglia fare, falla. Ma pensaci. Ora vado, ho veramente sonno. ‘Notte orsacchiotto» l'abbracciai calorosamente e gli scompigliai i capelli. La sua leggera risata risuonava nelle mie orecchie che mi rese davvero molto felice. «Solo una cosa…com'è stato baciare un ragazzo?» chiesi nell'orecchio a bassa voce, trattenendo le risate.
«È stato…strano. Ma, aspetta, a te che t’importa scusa?!» urlò lui lanciandomi il cuscino in faccia.
«Volevo vedere la tua faccia!» scappai, ridendo.
Uscii dalla stanza ed estrassi il mio telefono dalla tasca. Mi voltai verso la camera di Harry notandola vuota e fu proprio in quel momento che mi chiesi che fine avesse fatto Harry.
Provai così a chiamarlo.
Dopo vari squilli scattò la segreteria telefonica.
Guardai l'orario: erano le 3 del mattino, che cazzo gli era successo?
Aspettai dieci minuti e riprovai a chiamarlo. E così continuai nella successiva mezz'ora. Niente. Squilla ma non risponde. Iniziai a sudare freddo: non mi sarei mai perdonato se gli fosse successo qualcosa di grave, non ero stato abbastanza previdente e l’avevo lasciato a sé stesso. Ero un concentrato di emozioni: tensione, paura o, meglio, panico.
«Liam!» urlai entrando velocemente nella stanza del povero Liam che finalmente era riuscito ad addormentarsi.
«Ma cos- Niall, che succede? Sono le tre di not-»
«Harry non è in casa e non risponde al telefono. Lo sto chiamando da tanto tempo e non mi risponde. Squilla, ma non risponde, capisci? E se gli è successo qualcosa? E se l’hanno rapito e vogliono chiederci un riscatto? E se qualche maniaco lo sta stuprando? Oddio non me lo perdonerei mai! E se-» iniziare a degenerare rendendo palpabile la mia tensione in quel momento.
«Niall, cazzo calmati! È maggiorenne, è vaccinato, non ha di certo bisogno della babysitter personale e non sei mica tua zia! Lei sicuramente avrebbe reagito in questo modo, è pur sempre suo figlio!» fece con un mezzo sorriso. «Calmati, sa quello che fa. È un tipo con la testa a posto. Avrà avuto da fare, avrà conosciuto un ragazzo o è in discoteca. Cose da ragazzi, no? Domani tornerà. Se succede il contrario, chiamiamo la polizia, okay?» disse con tutta la calma di questo mondo.
Harry, il mio piccolo Harold, non poteva essere in pericolo. Doveva stare bene.
Annuii e Liam mi fece segno di distendersi vicino lui, sapeva che quando si trattava di Harry ero sempre ansioso e con mille preoccupazioni da fare invidia a mia nonna o alle nostre mamme.
E ci addormentammo così, un ragazzo che pensava alla sua amata e un ragazzo che pensava al cugino, angosciati più che mai.
HARRY
Qualcosa di bagnato. Si, proprio bagnato. E caldo. Sulla mia faccia. La mia guancia completamente bagnata. Ma che cazzo...
Aprii gli occhi e mi trovai un gatto grigio che mi leccava la guancia ed ero disteso su un letto, di certo non a casa mia: io, Niall e Liam non possedevamo un gatto, almeno fino ad oggi. Appena mi mossi leggermente, saltò giù dal letto e corse via, chissà dove. Mi stropicciai gli occhi, ma dov'ero?
La mia mente riprodusse le immagini della sera prima: Louis che bacia Liam, Sophia delusa, Louis che scappa, io che lo raggiungo e lo porto a casa, io che mi prendo cura di lui, io che dormo sul suo letto e abbracciato a lui. Sorrisi al ricordo delle ultime cose che erano successe.
Nella casa regnava un silenzio tombale: che stesse ancora dormendo? Allungai il braccio in cerca del corpo di lui accanto al mio, ma quello che trovai furono solo le fredde lenzuola bianche.
Sinceramente, rimasi davvero deluso. Mi ero aspettato di trovarlo ancora disteso accanto a me e di svegliarlo augurandogli un buongiorno, ma forse era troppo.
Decisi di alzarmi dal letto e di farmi la doccia, quando risaltarono alla mia visuale le centinaia di foto che tappezzavano la parete di fronte al letto. Non riuscii a trovare un aggettivo che rendesse tutto ciò che stavo provando in quel momento: c’erano foto di tramonti, di spiagge, di fiori, di ragazzi che facevano skate, di bambini che giocavano, di sorrisi, di abbracci, di Zayn, Liam e Niall; e Louis con Sophia sia da bambini che da adolescenti, andando a finire a quelle più recenti, erano davvero meravigliose. Rimasi a bocca aperta, innamorato di quelle foto che avrei voluto staccare e portarle tutte quante a casa mia, per sorridere ogni volta che i miei occhi si sarebbero posate su esse.
Dopo aver sorriso come un ebete davanti a quelle meraviglie, uscii dalla stanza per vedere se Louis era ancora in casa, così da poter chiedere di usare la doccia e salutarlo prima di andar via.
Rimasi ancor più deluso, quando, dopo aver controllato tutta casa, scopri che Louis non era proprio in casa. Se n'era andato.
Con l'amaro in bocca mi diressi verso la cucina, per bere un po' d'acqua. Quel che trovai sciolse mi sciolse: Louis mi aveva preparato la colazione. Aveva messo su una tovaglietta una tazza di tè ancora caldo (lo si poteva capire dal fumo che si liberava) e accanto dei biscotti, un toast e marmellata. Vicino alla tazza trovai un bigliettino con su scritto “X Harry”. Non persi un secondo di più: mi fiondai sul fogliettino e lessi ad alta voce:
“Harry, davvero, non so come ringraziarti per quello che hai fatto ieri sera. Grazie davvero, non me lo meritavo. Sono dovuto scappare, il dovere mi chiama! Non posso perdermi nemmeno una lezione di Fotografia, scusami! Ci vediamo.
p.s. ho notato la tazza di thè che non hai più bevuto ieri sera, così ho dovuto rimediare con la colazione. Goditi il mio Prince Of Wales: è raro che lo faccia bere ad altri!
Dal tuo Lou xxx”
Pensavo quasi di morire asfissiato nel giro di pochi secondi. Rilessi un’altra volta il bigliettino: non potevo crederci. Davvero mi aveva scritto tutte quelle parole? Ero arrossito di colpo e mi sentivo sciogliere come se fossi un ghiacciolo sotto al sole rovente d’Agosto.
Louis fottuto Tomlinson, mi avrebbe ucciso.
Così, dopo aver scoperto il perché di tutte quelle foto in stanza e perché se ne fosse andato, lasciandomi a casa sua, consumai con un sorriso sulle labbra la mia colazione, preparata da Louis.
Mi ero preso cura di lui e con un gesto apparentemente insignificante, mi aveva acceso la speranza che, forse, avevo qualche possibilità con il ragazzo che mi aveva stregato sin da subito. Avrei dovuto buttarmi? Mi venne, così, un’idea. Presi un post-it e una penna che avevo trovato sul tavolino e scrissi:
“Non ringraziarmi. L’ho fatto perché volevo. Anzi, grazie a te per la colazione, il Prince Of Wales è buonissimo! Devo comprarlo per me, assolutamente!
Spero di rivederti il più presto possibile.
Buono studio!
p.s. le tue foto sono indescrivibili! Complimenti!
p.p.s se hai bisogno di me, non esitare a chiamarmi: il mio numero è +44**********
La tua mammina xxx”
Ero un genio? Sì che ero un genio! Gli avevo lasciato il mio numero di cellulare nella speranza di essere richiamato il prima possibile.
Mi diressi in bagno e mi svestii per farmi una doccia rigenerante prima di ritornare a casa e chiamare Nia- oddio Niall! Non l’avevo avvisato di dover passare la notte fuori casa e per come è fatto a momenti avrebbe chiamato la polizia se non mi sarei fatto vivo!
Ero in mutande e corsi giù per le scale alla ricerca del mio cellulare buttato chissà dove quando sentii il campanello suonare. Che Louis fosse già tornato? Che avesse dimenticato qualcosa?
Andai così verso la porta e senza pensarci due volte, l’aprii.
Zayn.
Non riuscii nemmeno a salutarlo quando lo vidi arrossire d’un tratto e squadrarmi dalla testa ai piedi e- oh merda! Ma ero in mutande! Che idiota!
Ma prima che potessi spiegargli, o scappare da qualche parte per mettermi almeno dei dannati pantaloni, parlò lui.
«Ehm, Ha-arry, ho evidentemente interrotto qualcosa. Ora devo andare, ciao!» e scappò via senza darmi il modo e tempo di spiegarli che aveva frainteso tutto quanto e che poteva anche rimanere. Mi lasciò così in mutande e senza parole sull’uscio di casa di Louis.
Avevo combinato un casino, un bel gran casino.
Note d'autore
Saaalve bella gente! Eccoci qui con il nono capitolo!
Eh che dire? Vediamo per la prima volta il putno di vista del nostro biondo preferito che ci racconta di un Liam distrutto, dopo l'incompresione e la litigata con Sophia...
Harry, invece, si risveglia solo in casa di Louis, dato che quest'ultimo è costretto ad a seguire la lezione di fotografia. Con un bella scusa il ricciolino, gli ha lasciato il suo numeno di telefono, quindi vedremo un po'. E poi...un finale col botto! Povero Zayn...
Che ve ne pare?
Ringraziamo Estrella per aver recensito (GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!) e invitiamo il resto dei lettori a lasciarci un loro pensierino, pleeeeeease!
Ringraziamo, inoltre, tuti i lettori che leggono la storia e chi l'ha aggiunta tra le seguite/preferite/ricrodate. Vi amiamo!
p.s. per qualunque cose non esitate a contattarci o qui o su twitter (@STYLINSON10s). Vi ricordiamo che siamo anche su Wattpad.
p.p.s se vi va, leggete anche l'altra storia che ho pubblicato su questo canale, è una OS SongFic, si chiama Cerotti.
p.p.p.s (?) ho creato un banner, ma non so come aggiungerlo alla storia, s equalcuno può sarmi una mano ne sarei davvero grata!
GRAZIE MILLE A TUTTI PER LEGGERE LA NOSTRA STORIA. Alla prossima!
All the love,
-Angi ( e Liuz)
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Capitolo 11 *** Ten ***
HARRY
«Harry. Edward. Styles. E'. Arrivata. La. Tua. Fine.»
«Niall lo so, ho sbagliato, adesso calmati e posa quella scopa giù. Non mi faresti mai del male con quell'arnese, vero?» chiesi, cercando di calmare mio cugino che era diventato rosso per la rabbia, appena messo piede in casa.
«Harry potevi almeno chiamare o avvisare, no?! Sono stato tutta la notte sveglio, mi hai fatto preoccupare tanto!» esclamò il biondo, calmandosi un po', ma senza abbassare il tono della voce.
«Ho avuto da fare e sicuramente il telefono era l'ultima cosa a cui avrei dovuto pensare...» risposi con leggero rossore.
Niall mi guardava accigliato, stringendosi le braccia al petto.
«Harry, che sia l'ultima volta. Chiaro?» ordinò, come una perfetta mamma disperata con un figlio adolescente.
«Si, stai tranquillo...»
Non ero realmente sicuro di quella risposta ma almeno Niall si sarebbe tranquillizzato.
«Che cosa intendi con “ho avuto da fare”, eh birbantello?»
Il solito Niall. Era in grado di passare da 'mamma isterica' ad 'cugino pettegolo' in meno di un secondo.
Dovevo dirgli di Louis o no? Nella mia testa c'era troppo caos: emozioni e idee contrastanti. Avevo seriamente bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, cosa fin ora mai fatta. E a fanculo il Niall pettegolo, ma era pur sempre mio cugino, nonché il mio migliore amico, lui mi avrebbe aiutato a mettere su un piano tutto ciò che stavo provando. Quindi okay, gli avrei raccontato tutto.
«Niall, devo raccontarti un po' di cose...»
«Prendo i pop-corn» e dicendo così, scappò in cucina.
«Idiota...» sussurrai gettandomi sul divano.
Ritornò qualche minuto dopo con una bustona di popcorn bollenti e con bocca contenente un numero spropositato di questi ultimi.
***
«Quindi -chomp- sei stato tutta la notte -chomp- con Louis e avete -chomp- solo dormito?» chiese Niall, curioso e sempre più appassionato alla mia, definiamola, uhm, 'inizio di una cotta'? Ecco sì.
«Potresti smetterla di mangiare? Sono le undici di mattina, come fai?» chiesi, leggermente inorridito. «E poi mi innervosisci quando mastichi mentre mi parli!»
«Taci e rispondi alla mia domanda» disse in modo autoritario.
«Sì, abbiamo solo dormito» feci, mentre gli rubavo qualche popcorn dalla mano. «Stava male, era ubriaco, che avremmo dovuto fare?!». Le guance mi si colorarono di un leggero rossore mentre immaginavo come si sarebbe potuta svolgere la serata se Louis fosse stato nelle condizioni giuste, o meglio, non così ubriaco da star male.
«She looks too pure to be pink» disse Niall, imitando Rizzo del film Grease, facendo un'allusione nei miei confronti.
«Ma smettila! Non era il momento di pensare a quelle cose» mi morsi il labbro, sì sì come no, Harry.
«Ma ti piace?» chiese Niall, facendosi tutto d'un tratto serio.
«Io...non lo so, Niall. L'unica cosa che so è che quando sto con lui voglio che il tempo si fermi, voglio stare con lui perchè adoro stare in sua compagnia. E' simpatico, è divertente ed è anche un bellissimo ragazzo. Però nello stesso tempo non voglio correre, non lo conoscono quasi per niente. Poi dopo ieri...e Zayn...» dissi, buttando tutto fuori. Mi sentivo decisamente meglio per averlo detto a qualcuno, ma nello stesso momento ero più cosciente di quello che mi stava accadendo ed era tutto più incasinato di come pensavo.
«Okay, ti interessa, mettiamola così. Eh già, Zayn...chissà cosa avrà pensato quando ti ha visto in mutande!» fece trattenendosi una risata, dato che poco prima, quando gli avevo raccontato della visita del moro, aveva sputato tutti i popcorn dalla bocca senza smettere di ridere per dieci minuti buoni.
«Ti consiglio di parlarci il prima possibile. Chiarisci la tua posizione con Zayn così da avere il campo libero con Louis» esordì Niall, finendo definitivamente il suo spuntino.
«Bene, ma con Louis? Come mi dovrò comportare?» chiesi, quasi impaurito da quello che mi sarebbe potuto accadere.
«Gli hai lasciato il numero, no?! Se ci tiene, si farà sentire. Però non so se ti dovresti fidare, sai per tutto sto casino...Sii prudente, okay? Non fidarti ciecamente, può essere pericoloso» disse, serio come non mai.
«Ma perchè? Ha fatto qualcosa?» domandai, confuso più che mai.
«Detto in confidenza eh, rimane tra noi, vero?» chiese, sapendo già la mia risposta. «A quanto pare ieri Louis ha baciato Liam perchè gli piace. Gli ubriachi dicono e fanno ciò che da sobri non farebbero mai. Magari ti vuole usare solo per dimenticare la sua cottarella o per ripicca, gelosia, non lo so...» disse il biondo, sottovoce.
«Cos-» iniziai a dire ma fui interrotto dal rumore di una porta che si apriva.
«Salve ragazzi! Oh Harry, sei vivo allora! Visto Niall?». Era Liam, ancora in pigiama, sicuramente a pezzi. La voce allegra ma gli occhi spenti, e no, non perchè si era appena alzato. In quel momento pensai a Liam e Sophia che avevano sicuramente litigato a causa di Louis. Sperai con tutto me stesso che tutto si sarebbe risolto il prima possibile.
Niall di risposta gli fece la linguaccia.
«Buongiorno Liam, sì, sono vivo a quanto pare» risposi accennando un sorriso.
«Meglio così, dove sei stato sono fatti tuoi, ma tutto bene, vero?» chiese, come un padre.
«Sì, stai tranquillo. Tu come stai?» chiesi dolcemente.
«Liam?» si intromise Niall.
Liam si sedette a terra, di fronte a noi due che invece eravamo seduti sul divano.
«Non risponde al telefono» disse, sbuffando.
«Dalle un po' di tempo, riprova più tardi» disse il biondo.
Liam annuì e «Che si mangia oggi?» chiese, toccandosi la pancia.
«Pollo al Nando's?» chiese Niall con gli occhi a cuoricino.
«E pollo sia!» risposi, rendendolo felice.
Niall iniziò ad esultare ed io e Liam ci guardammo sorridendoci a vicenda.
***
«Niall io esco, vado all'università, sono uscite le graduatorie. A dopo!» esclamai, indossando il mio cappotto invernale.
Erano passati un po' di giorni dall'ultima volta che avevo visto Tomlinson, il quale non si era ancora preso la briga di mandarmi un semplice messaggio e per di più, in tutto questo sconforto, avevo fatto il test per entrare in università con uno Zayn Malik seduto -per ironia della sorte- accanto a me che non mi rivolgeva nemmeno uno sguardo, quasi fossi invisibile. Avevo persino provato a parlargli, ma a mala pena alzava un sopracciglio quando mi rivolgevo a lui. Era una situazione davvero imbarazzante e, sinceramente, odiavo questa specie di litigio inutile e infantile, per questo decisi di parlargli faccia a faccia così da risolvere la questione, ma il moro non faceva altro che non considerarmi. Dovevo solo trovare il momento giusto e sarei andato da lui. Non potevo perdere un amico per un'incomprensione a dir poco assurda.
«In bocca al lupo cugino! A dopo!» mi urlò Niall da chissà quale stanza, mentre lasciavo il mio appartamento.
Il freddo era ormai l'unico protagonista di ottobre, perciò mi chiusi più del dovuto nel cappotto.
Cuffiette nelle orecchie.
Another love di Tom Odell.
I wanna take you somewhere so you know I care but it's so cold and I don't know where
I brought you daffodils in a pretty string but they won't flower like they did last spring
Volti iniziano ad affollarsi nella mia testa.
And I wanna kiss you, make you feel alright,I'm just so tired to share my nights
Louis.
Voglio baciarlo e voglio farlo stare bene.
I wanna cry and I wanna love but all my tears have been used up
Sono stato troppo male per Nick, e se succedesse un'altra volta?
On another love, another love all my tears have been used up
Mi butto o no? Rischio o no? E se Louis si rilevasse un secondo Nick? E se fosse soltanto una mia illusione?
And if somebody hurts you, I wanna fight but my hands been broken, once too many times
Sento che lo devo proteggere, sento che succederà qualcosa tra di noi. E se non fossi abbastanza per lui?
So I'll use my voice, I'll be so fucking rude words they always win, but I know I'll lose
Nick fa ancora parte di me, non so se sono pronto. Ho paura di soffrire di nuovo.
And I'd sing a song, that'd be just ours but I sang 'em all to another heart
And I wanna cry I wanna learn to love but all my tears have been used up
Voglio imparare ad amare di nuovo.
On another love, another love all my tears have been used up
La canzone scorreva, suonando le sue dolci note nelle mie orecchie. Con testa bassa, sguardo confuso, continuai a camminare per le strade della mia nuova città.
***
«Mamma, mamma! Sono stato ammesso!» esclamai contento al telefono.
«Congratulazioni tesoro, sono felicissima per te!» rispose lei, commossa.
«Grazie mamma, non vedo l'ora di iniziare! Qui mi trovo benissimo, le persone sono adorabili, mi sto ambientando bene!» dissi, per farle il resoconto delle mie impressioni di quelle due settimane.
«Menomale dai, mi fa davvero piacere. Ora devo andare, a domani! Stai attento!» ci salutammo così: neanche il tempo di rispondere che aveva attaccato.
Mi sedetti su una panchina, presi il telefono e digitai il numero di Zayn. Dovevo assolutamente parlargli e chiarire.
Squillava ma nessuna risposta: segreteria telefonica. Dopo la quinta volta ci rinunciai, non sapevo proprio che fare. Mi alzai e mi incamminai verso casa.
LOUIS
Erano passati otto fottuti giorni da quando Zayn aveva deciso di evitarmi. Non rispondeva più al telefono e a quanto pare non solo a me. Ne parlai anche con Niall e persino con Olly, il quale mi avvisò che si aveva preso qualche giorno libero dal lavoro.
Così decisi. Infilai il cappotto, indossai il cappello ed uscii fuori di casa. Saltai sulla mia piccola auto rossa e mi fiondai a casa di Zayn.
Dopo qualche minuto, così, mi ritrovai sotto il suo portone, pronto a suonare il campanello. Cosa che feci, ma senza ottenere risposta.
«Zayn, so che sei lì dentro. Aprimi, ho bisogno di parlarti!» feci, deciso.
«Zayn!» So che era lì dentro, c'era la sua auto parcheggiata e riuscivo a vedere le luci della televisione che facevano la loro danza strana sui vetri delle finestre.
Battevo i pugni sulla porta, non ricevendo nessuna risposta. Non mi sarei arreso.
«Va via!> sentii appena.
«Zayn apri questa cazzo di porta, per favore! Non me vado di qui, lo sai!» urlai, cercando di farmi sentire, sottolineando l'ultima frase per fargli capire che ero deciso e lui lo sapeva bene.
Dopo qualche esitazione da parte dell'altro, sentii la porta aprirsi e un Zayn Malik incazzato più che mai, mi apparì davanti agli occhi.
«Posso entrare?» chiesi, gentilmente, con uno sguardo misto tra il supplichevole e il colpevole.
«Perchè non vai dal tuo fidanzato?» mi rispose freddo, guardandomi male.
«Cosa? Ma che stai dicendo Zayn?» sbottai. Ma che gli prendeva?
«Credi che non me ne sia accorto? L'ho visto, sai?» sputò, quasi con disprezzo.
«Ma cosa hai visto? Cosa?» urlai. Entrai con prepotenza dentro casa: non volevo dare troppo spettacolo ai vicini di casa del moro.
«Harry, in mutande, a casa tua. E non provare a negare, l'ho visto con i miei stessi occhi!» disse, spingendomi leggermente.
«Ma che ca-? Non è assolutamente vero! Ma ti è dato di volta il cervello?» urlai, nervoso e abbastanza annoiato da quella situazione. Harry in mutande? Che cazzo stava farneticando?
«Senti, mi sono rotto delle tue prese per il culo. So benissimo che avevi capito che Harry mi piaceva, insomma, era così evidente! E intanto, tu che fai? Te lo porti a letto. Sei un verme, un' egoista» mi sputò contro, con tutta la cattiveria.
«Io egoista? Zayn, ma ti senti?! Non sono andato a letto proprio con un cazzo di nessuno e adesso ti calmi e mi spieghi che diamine sta succendendo, okay?» risposi al suo tono di voce.
«Vaffanculo Louis! Non puoi entrare in casa mia a darmi del coglione, facendo finta di nulla, come se stessi inventando tutto! Quindi uno: prima di tutto quello che si deve calmare sei tu, due: non pensare minimamente di prendermi per il culo, perché non sono di certo stupido e tre: sei una gran testa di cazzo! Bell'amico di merda!» mi urlò contro. Rimasi esterefatto. Che caspita gli stava prendendo?
«Sai Zayn, vaffanculo tu. Stai sparando una cazzata dietro l'altra. Io ti giuro su chi vuoi, che non ci sono mai andato a letto e comunque mi stai facendo una predica che non regge. Quindi prima di alterarti, che ne dici di parlare da uomini maturi e confrontarsi?» dissi, tutto d'un fiato.
«Non ho nulla su cui confrontarmi a parte che ho un'egoista come amico che continua a fare l'innocente della situazione. Ti conosco Louis, so che stai mentendo, quindi per favore, sparisci.»
«Ma cazzo, Zayn! Ma ti sei rincoglionito tutto in una volta? Non ci sono andato a letto! E okay che mi piace, ma non è un po' affrettata la cosa? Cioè ti sembro mica il tipo che fa ste cose, no?»
«Oh oh oh! Adesso arriva la parte del Louis che si prende una sbandata per un ricciolino e il tuo povero Liamuccio dove l'hai lasciato? Già te lo sei dimenticato?»
«Zayn, che caz-»
«Ma sai che cosa mi fa più incazzare di tutta sta situazione? Eh? Il fatto che sta deliberatamente usando un povero ragazzino per dimenticarti di Liam! Con tutti i coglioni che ci sono in giro chi dovevi scegliere? Harry, diamine! La persona più sbagliata per questo tipo di cose. Lo ferisci così, lo sai?» fece guardandomi negli occhi Quasi fosse un fratello maggiore, quasi fose un suo amico di vecchia data.
«Zayn. Stai fraintendendo, di Liam non me ne fotte più un cazzo da quando ho visto Harry, lo capisci?»
«Non sparare cazzate! So di quello che è successo quella sera al pub, quindi non mentire. E poi bella mossa, amico! Baciare il ragazzo di tua sorella davanti a lei! Complimenti»
Nel momento stesso in cui finì di parlare fiondai un destro sul suo volto che riuscì ad intercettare solo dopo poche frazioni di secondo. Iniziò a uscire un po' di sangue dal labbro, portò le sue dita al taglio che gli avevo provocato, rendendosi in quel momento che c'era del sangue.
Che avevo fatto? Cosa mi era saltato in mente? Alzai gli occhi e li incastonai in quelli di Zayn che mi fissavano tetri. Mi facevo davvero schifo.
«Certo che sei una bella merda, eh!»
«Scusa Zayn, non vole-» cercai di scusarmi mentre mi avvicinavo per controllare che non fosse nulla di grave.
«Vattene. Sparisci» mi disse serio. Sembrava così deluso e arrabbiato che faticavo a credere che davvero avevo agito in quel modo.
«Zayn, ascoltami...»
«Ti ho detto vattene! Va' via da questa casa, va' via da me, va' via dalla mia vita, va' a fanculo e non farti più vedere, okay?» urlò, spingendomi verso la porta.
«Ho sbagliato Zay, ho sbagliato lo so, ma ti prego, non cacciarmi dalla tua vita» feci bloccandogli in tempo la porta, prima che potesse chiuderla definitivamente.
«Vaffanculo» sputò con rabbia, sbattendomi la porta in faccia.
Mi lasciò lì, fuori dalla sua casa con mille e più pensieri, rimorsi e colpe, ancora più confuso di qualche minuto prima e ancora più incasinato di quanto lo ero già.
“Andrà tutto bene, Louis” mi ripetei più volte a me stesso, prima di prendere l'auto e guidare chissà dove.
Note d'autore
Non so cosa dire, davvero. Scusate per l'enorme ritardo, non so come farmi perdona...scusatemi, scusatemi. Non vi sto a dire il perchè di sto ritardo perchè vi scoccerei, ma l'Uni impiega molto molto tempo, ecco.
Detto questo, non ho il wifi quindi sto aggiornando dal cellulare, quindi se la formattazione non è giusta, pazientate e al più presto provvederò ad riformattare il testo con le giuste proporzioni e html e robe varie. Non mi dilungo un minuto di più, anzi vorrei scusarmi ancor auna volta.
Un bacio e abbraccio va sempre ad Estrella! x
Grazie per tutte le visualizzazioni, siete tantissimi! E grazie anche a voi mettete la storia tra le preferite/seguite/ricordate, vi amiamo! Un grazie va anche a voi lettori/ici silenziosi/e, fatevi sentire.
Al più presto. Per qualunque cosa sono qui o su twitter come @STYLINSON10s.
All the love as always. xx
-Angi (e Liuz)
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Capitolo 12 *** Eleven ***
ZAYN
Ero
incazzato. E quando dico incazzato vuol dire che lo ero davvero.
Quel
coglione del mio migliore amico continuava a mentirmi spudoratamente,
nonostante fossi certo che stesse usando Harry per dimenticare la sua
cotta colossale, nonché Liam. E non m'importava se
continuava ad affermare
il contrario o se diceva che Harry gli interessava davvero.
La
mia rabbia non era dovuta esclusivamente dal fatto che Harry si lasciato abbindolare da Louis, perché ovviamente si vedeva
lontano un
miglio che ad Harry interessava Louis, ma ciò che davvero
non mi
andava giù era il secondo fine di Louis. Poteva negarlo
fino all'infinito, ma ne ero certo. Perchè baciare Liam da ubriaco,
quella
sera, allora?
Fanculo
Louis, a te e al tuo egoismo.
Come
avevo previsto non avevo superato il test d'ammissione e se dovevo
essere sincero, ne ero contento. Non so se l'avevo fatto di proposito
o meno, ma frequentare l'Università non era uno dei miei
obiettivi
principali. E fanculo anche ai miei genitori, tanto ormai la mia vita
era sempre stata una merda e continuava ad esserlo, quindi se volevo
essere davvero felice dovevo iniziare a cambiare le mie carte in
tavola.
Non
avrei frequentato l'Università, avrei continuato a lavorare
nel
Theatre Royal più del solito e avrei guadagnato e messo da
parte i
soldi con
i quali, poi, avrei potuto
pagarmi gli studi alla scuola privata d'Arte.
Fanculo
a tutti. Questa è la mia vita.
Per
quanto potevo non ammetterlo, la litigata con Louis mi aveva fatto
male. Non avevo mai litigato in quel modo con lui, non eravamo mai
arrivati sul punto di picchiarci per una litigata: bastava che ci
guardassimo negli occhi e si finiva condividendo una bella fumata
sulla solita panchina di fronte al mare di Silverknowes.
I
giorni dopo la famosa litigata li avevo passati lontano da tutti,
uscivo solo per andare a lavorare e pensavo, pensavo e pensavo.
Louis
aveva sbagliato. Io ci tenevo ad Harry, ma forse ero stato troppo
affrettato a trarre
le
mie conclusioni
Ma ero troppo orgoglioso e lui aveva sbagliato,
dovevo prima sbollire un po' la mia rabbia e forse, se lui me lo
avesse chiesto lo avrei perdonato. Per ora rimanevo fermo con le mie
idee.
Per
quanto riguardava Harry, forse lui non aveva colpe. Di certo non
potevo costringerlo a prendersi una cotta per me e ormai era palese
che tenesse a Louis, ma non riuscivo ancora a parlargli. Sì
c'ero
rimasto male, lui era il mio obiettivo. Ma, purtroppo, come sempre la
mia vita non andava nel verso giusto e se anche questa volta non era
dalla mia parte ci avrei messo una pietra sopra e sarei andato
avanti.
E
fu per questo, dopo giorni passati a tormentarmi quale fosse la cosa
migliore da
fare,,
che decisi di incontrare Harry e parlargli.
HARRY
Quando
ricevetti un messaggio di Zayn dove mi chiedeva di incontrarci al
Theatre Royal rimasi sorpreso. Okay, molto probabilmente aveva fatto
pace con se stesso e aveva deciso di parlami o, in caso peggiore,
aveva deciso di mandarmi a fanculo senza un apparentemente motivo.
Incominciavo a chiedermi se avesse
reagito in quel modo solo perché mi aveva trovato in mutande
in casa
di Louis, travisando la cosa, e quindi era geloso di Louis, il suo
migliore amico, o di me, non so. Era l'unica spiegazione.
Entrai
nel Theatre Royal e lo trovai seduto al tavolino mentre guardava
fisso nelo
vuoto.
«Hey»
gli feci avvicinandomi e sedendomi di fronte a lui.
«Ciao
Harry» mi salutò, alzando lentamente gli occhi, i
quali non
riuscivano a far trasparire alcuna emozione.
«Ehm,
quindi che-» iniziai, curioso di sapere quale fosse il reale
motivo
per cui mi avesse
invitato lì.
«Ecco,
sì» mi bloccò lui
«Sicuramente vorrai sapere perché mi sono
comportato in un certo modo con te in queste ultime settimane e
perché ora ti ho chiamato per parlare e ti sarai chiesto di
cosa,
suppongo» fece gesticolando con le mani.
«S-sì»
risposi imbarazzato.
«Bene.
Non mi piace fare giri di parole e quindi arriverò dritto al
punto»
mi fece guardandomi dritto negli occhi. Ma cosa cazzo?
L'ansia
incominciò a pervadermi nel corpo. “Oh no. Oh no.
Per favore Zayn
non dire quello che sto pensando” feci “Ti
supplico, non dopo
quello che mi è successo. Non voglio far male io alle
persone, ti
prego”.
Non
distolse il suo sguardo nemmeno per un secondo il che iniziò
a farmi
preoccupare sul serio. Inghiottii la saliva. Faticavo a respirare.
Non osai immaginare cosa gli passasse nella mente in quel momento.
«Quindi,
ecco, beh…Sin dal primo momento che ti ho visto ho pensato:
“Ma
hey, è un bel ragazzo, quindi perché non
provarci?”. Eh quindi,
beh, volevo dirti che mi piaci, Harry.»
“Merda”
pensai. «Merda» feci ad alta voce.
“Cazzo!” mi tappai la bocca.
Vidi
Zayn abbassare gli occhi dopo averli tenuti costantemente incastrati
nei miei e «No cioè, non è che come
pen-» inizia farfugliando.
«No
okay, Harry, lo so, lo capisco» mi bloccò lui.
«Ragazzi!
Che vi porto da bere?» fece squillante Olly. Che Dio benedica
Olly.
Mi aveva salvato da una situazione alquanto scomoda.
«Ehm,
per me un Martini,
grazie» dissi al biondo.
«Un
Gin-tonic» fece Zayn.
«Okay
ragazzi, arrivano subito» fece sorridente il cameriere.
Non
appena se ne andò, calò nuovamente quell'aria
tesa e imbarazzante
tra noi due.
Così,
presi l'iniziativa e «Okay Zayn. Allora-» feci
prendendo un grosso
respiro, pronto a trovare le parole più adatte per
rifiutarlo. Mi
dispiaceva troppo.
«No
Harry, fammi parlare. Non ho finito» mi bloccò
nuovamente lui.
«Harry,
io lo so che non mi ricambi ed è okay, davvero, non
preoccuparti.
Sai, quando ti ho visto quel giorno a casa di Louis, in mutande, mi
è
crollato il mondo addosso, perché hey, il ragazzo di cui mi
sono
preso una cotta era in mutande a casa del mio migliore amico. Quindi,
boh, è stato un trauma credimi. Ma non è che io
non abbia capito da
tempo che tieni in particolar modo a Louis, eh?» fece
sorridendomi.
Ricambiai
il sorriso e inghiottii un altro po' di saliva: era così
evidente?
Fu
Olly ad interrompere il discorso di Zayn portandoci cosa avevamo
ordinando e andando via con un sorriso.
«Quindi,
dicevo...» disse prendendo prima un sorso dal suo bicchiere.
Lo
imitai.
«E'
da un po' che ci ho fatto caso, quindi è stato un
allontanamento da
parte mia un po' graduale anche se non volevo accettare l'evidenza.
Quindi, non farti problemi nei miei confronti e sarei molto contento
se riprendessimo il rapporto di prima. Ah e ti chiedo davvero scusa
se magari mi sono comportato come un coglione non rivolgendoti la
parola, ma credimi, non è stato facile all'inizio.»
«Tranquillo
Zayn, davvero. Sono davvero contento che tu me l'abbia detto e non ti
sei fatto alcun problema a farlo. Sono orgoglioso di te, sei forte.
Ti sei fatto coraggio ed hai esposto te stesso, non è per
niente
facile. Quindi, beh, accetto le tue scuse anche se non dovevi,
davvero, è comprensibile. E poi sarei molto contento a
riprendere il
rapporto di prima, ecco.»
Mi
guardò e mi sorrise. Aveva un sorriso meraviglioso.
«Grazie
Harry. Sappi che da parte mia, me ne farò una ragione e
cercherò di
andare avanti come se non fosse successo nulla.»
Gli
sorrisi.
«Ora
che abbiamo risolto, quindi, ho da farti un avvertimento»
fece
serio.
«Cosa?»
gli dissi stranito.
«Stai
attento, Harry. A Louis, intendo. Sono il suo migliore amico da una
vita, lo conosco bene.»
«A
cosa dovrei stare attento?» feci un po' spaventato.
«Ho
paura che ti stia sfruttando. Come hai potuto notare quella sera qui
al pub, ubriaco, ha baciato Liam e sai perché?»
«P-perchè?»
sussurrai.
«Ha
una cotta per lui da anni. Quindi ho paura che ti stia sfruttando per
dimenticarlo. Stai attento, non innamorarti. Prima vedi e mettilo
alla prova e poi innamorati, ti prego. Lo dico per tuo bene Harry. Ci
tengo a te. Okay?»
Cosa?
Avevo sentito davvero bene? Quindi quel bacio non era solo frutto
della sbronza, ma una cosa voluta. Quindi
ciò che mi aveva detto Niall era vero. Assolutamente vero e
io, in
cuor mio, avevo sperato fosse una cazzata.
Diamine!
Tutte a me, tutte a me! Cosa avevo fatto di male per meritarmi
questo?
«Okay
Zayn, g-grazie. Sei stato gentile.»
«Figurati,
dovevo dirtelo. Non voglio che tu stia male.»
Gli
rivolsi un sorriso tirato e finii il mio Martini subito dopo.
Tornai
a casa e andai direttamente in camera mia. Mi fiondai letteralmente
sul letto e accesi lo stereo accanto al mio letto: un po' di musica
mi avrebbe fatto bene.
Proprio
nel momento in cui ero riuscito ad estraniarmi un po' dalla
realtà e
a godermi il letto e le note della musica dei
Coldplay che
riecheggiava nella stanza, il mio cellulare segnalò l'arrivo
di un
messaggio.
Chi
poteva essere? Non aspettavo nessun messaggio, avevo telefonato mia
madre qualche ora prima, Gemma era al lavoro come d'altronde anche
Liam e Niall. Presi in considerazione la possibilità che
Zayn mi
avesse scritto dirmi qualcos'altro o boh, non avevo idea.
Sopraffatto
dalla curiosità allungai il braccio e presi il cellulare che
avevo
appoggiato poco prima sul comodino.
Sbloccai
il telefono e aprii il messaggio. Numero sconosciuto. Ma chi cazzo è?
Numero
sconosciuto:
Hey
Harry, scusami se non mi sono fatto vivo per tutto questo tempo ma
non è stato un bel periodo e avevo voglio di stare un po' da
solo.
Comunque, a parte questo, come stai?
Louis
xx
Louis?
Ma guarda un po' chi doveva scrivermi! Dopo quello che Zayn mi aveva
raccontato poco prima, non sapevo se gioire, urlare o mandarlo a
fanculo, perché sì, ero molto tentato. Ma non lo
feci.
Io:
Ciao
Louis. Non preoccuparti, avevo immaginato. Va tutto alla grande, a
te? Va meglio? x
Louis:
Diciamo
di sì. Ti andrebbe di vederci, non so, domani mattina allo
Starbucks? Ti offro una colazione! :) x
Ma
merda! Che avrei dovuto fare? Dovevo accettare, rischiare e magari
soffrire o dovevo essere prevenuto ed evitare di mettermi nei casini
e vivere felicemente? Cosa dovevo fare?
Ero
talmente confuso che volevo lanciare via il telefono, prendere il
primo volo e andare in Zimbabwe.
Se
tenevo a Louis dovevo rischiare, ma ne valeva davvero la pena?
Così
decisi di affidarmi a l'unico in grado di darmi una risposta. Mi
sarei affidato al caso.
Mandai
un messaggio a Niall. Sì okay, poteva essere una cazzata,
avrei
forse sofferto, ma se il caso mi diceva che dovevo farlo, significava
che anche un'altra batosta mi avrebbe reso un uomo più forte.
Io:
Niall.
Sì o no?
La
risposta di mio cugino non tardò ad arrivare.
Così aprii il
messaggio ricevuto.
Niall:
Wtf?????
Io:
Zitto
e rispondi, per piacere.
Niall:
Tu
non sei normale. Ma, vabbè, ti dico sì.
Cos'è? Mi prepari la pizza
stasera?
Io:
Dopo
ti spiego. Comunque no, ma se ci tieni tanto la faccio portare a
casa.
Niall:
I
love you. xx
Io:
I
love you too. Maybe. xx
Ecco
il destino, o meglio, mio cugino, mi aveva dato la sua risposta.
Dovevo rischiare. Era la scelta migliore? Non m'importava, dovevo.
Per me.
Io:
Certo!
Ne sarei davvero felice! A che ora? x
Louis:
Grande!
9 am allo Starbucks in Princes Street, d'accordo? :)
Io:
Ottimo.
Ci vediamo domani allora. Buona serata! :))
Okay,
okay. Calma Harry. Avevi solo un appuntamento con un certo Louis
Tomlinson l'indomani mattina, ma stai tranquillo eh.
Oh
merda. Avevo un appuntamento, il mio primo appuntamento, con Louis.
LOUIS
Dopo
la litigata con Zayn ero stato davvero male. Non ero abituato a stare
senza di lui e in quei giorni ero davvero distrutto che a mala pena
mi andava di alzarmi e andare a seguire le lezione della mia amata
scuola di fotografia. E per saltare anche una lezione, significava
che stavo davvero male.
Quel
lunedì mattina mi svegliai stranamente di buonumore
così decisi di
andare a lezione.
Dopo
varie annotazioni di prospettiva, colori e contrasti, la nostra
professoressa ci informò di uno stage suppletivo che poteva
offrirci
crediti, che per me in quel momento erano necessari per completare il
corso.
Lo
stage proposto non era altro che trovare un modello o un paesaggio o
qualunque cosa noi decretavamo come simbolo esaustivo di bellezza.
Chi
altro o cos'altro poteva venirmi in mente se non Harry? Harry era la
bellezza, Harry era il mio ideale di bellezza assoluta, era la mia
musa, il punto più alto in cui un'artista potrebbe aspirare
come
perfezione. Un perfezione quasi divina.
Perciò,
non appena mi fu possibile, ritornai a casa e misi a soqquadro tutta
la mia camera affinché trovassi il post-it che mi aveva
lasciato
proprio Harry qualche tempo prima. Dovevo ritrovarlo: c'era scritto
il suo numero di cellulare.
Dopo
un'ora di ricerche riuscii a ritrovare il famoso post-it verde e mi
trattenni nell'esultare come Cannavaro nel momento in cui alzò al cielo la
coppa del mondo nel mondiali del 2006.
Salvai
immediatamente il numero sulla mia rubrica sotto il nome di
“Harry
:)”.
Decisi
di scrivergli subito, ma di certo non potevo farmi vivo dopo giorni
con un messaggio tipo “Hey Harry, devo fare un stage, mi
servono
crediti, vorresti essere il mio modello? Sai, sei la bellezza in
persona, quindi saresti l'ideale. Accetti?”. No, no, no e
proprio
no. Mi avrebbe mandato a fanculo e io non volevo comportarmi in quel
modo con Harry. Dovevo essere gentile e moderato, dovevo prenderlo in
un certo modo affinché si lasciasse andare completamente a
me.
Oltre
ad essere una buona occasione per recuperare un po' di crediti,
perché non sfruttare la stessa per trarre nei benefici nella
nostra
diciamo “amicizia” che volevo trasformare in
qualcosa di più?
Harry
sarebbe stato il mio modello. A tutti i costi.
Così
gli inviai un messaggio, con l'ansia di non essere risposto o, peggio
ancora, che lui declinasse la mia proposta.
E
gli scrissi, invitandolo a fare la colazione insieme a me e oh, ma
gli avevo proposto una specie di appuntamento? Oh merda. Senza
neanche rendermene conto avevo invitato il ragazzo che mi piaceva ad
un appuntamento. Strano, ma vero.
E
se il Louis che ero stesse finalmente cercando di cambiare? Non potei
esserne più felice. Louis stava rinascendo e solo grazie ad
Harry.
Note d'autrice
Oh heeeeey bella gente!
Siamo tornate con un nuovo capitolo! Vi siamo mancate eh?
A parte tutto, vediamo che Zayn ha deciso di parlare con Harry cercando di tenerlo in guardia dal suo migliore amico, ma il riccio si affida al caso (o meglio, Niall) e sceglie di accettare la proposta di Louis che gli ha chiesto un appuntamento. Fateci sapere che ne pensate! Ah e scusatemi per la formattazione dal cellulare, ma proprio non riesco a risolvere. Dal pc si legge bene, non so come fare. Scusatemi.
Detto questo, buon anno e buon primo mese dell'anno! (?)
Ci sentiamo alla prossima, all
the love as always! xx
p.s. un mega abbraccio ad Estrella. We love ya!
p.p.s se non sapete che fare e avete voglia di leggere una OS, ne ho
scritta una un po' di tempo fa; mi farebbe piacere se la leggereste.
Eccola qui! ----> Cerotti.
Lasciate un pensierino, se volete. Grazie
x
-Angi
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