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“Da
ragazzina pensavo che tua madre fosse una brava
donna, ma decisamente isterica” disse Hermione.
Passò la cera sopra il ripiano
del mobile in legno, stringendo la pezzuola con forza. I capillari
azzurrini
erano gonfi e si vedevano sotto la pelle.
“Invece
ora ho capito perché era così”.
Aggiunse.
Afferrò un ninnolo a forma di cagnolino di ceramica, si
voltò e si abbassò con
la schiena porgendolo a Ginny che lo afferrò.
“Tutti
quei figli?” domandò quest’ultima. Si
girò e
appoggiò il ninnolo accanto ai due vasi e a un contenitore
d’argento sul
tavolo.
“Non
solo. Soprattutto un marito che si comporta da
bambino e non si decide a crescere. Lavoriamo tutto il giorno entrambi,
non è
una scusa valida” si lamentò, passando a Ginny una
biscottiera.
“Tu
esageri, sapevi com’era mio fratello quando lo
hai sposato” si lamentò la rossa.
“No
Ginny, pensavo di sposare un impacciato
avventuriero, non qualcuno che mi avrebbe rinchiuso in casa. Questa
esistenza è
diventata una catena” si lamentò Hermione.
[1]
Madame
Gaston, la canzone della Bella e la Bestia.
:"Cara
Granger,
dicono che hai sempre voluto quello che non potevi avere.ma io ho
quello che
non hai mai notato.
Sinceramente
D.M.""Cara Granger,
dicono che
hai sempre voluto quello che non potevi avere.ma io ho quello che non
hai mai
notato.
Sinceramente
D.M."
(37) Fanfictions Challengers II
(37) Fanfictions Challengers II
Cap.2 Lettera
“Signora
Ministro, mi perdoni” disse una voce
maschile. Hermione si tolse gli occhiali da lettura e se li mise sulla
testa.
Alzò il capo e guardò Percy entrare, aprendo la
porta.
“Una
lettera dal signor Malfoy. Vuole che gliela
consegni di persona, visto che i gufi qui non possono più
entrare” disse. La
Weasley guardò il fratello del marito e si leccò
le labbra.
“Se
è di nuovo un tentativo di corruzione, gliela
rimandi indietro. Io non sarò come Cornelius o gli altri
miei predecessori, non
accetterò i suoi soldi in cambio di agevolazioni da parte
del Ministero” sancì
indurendo il tono. Percy negò con il capo e si
avvicinò alla scrivania.
“Ha
detto che era personale e che se troverà la
lettera di suo interesse, potrà raggiungerlo al suo maniero
alle dieci di
questa sera” ribatté compunto il più
grande. Appoggiò la lettera sulla
scrivania, si voltò e si diresse verso l’uscita.
Hermione si piegò e la prese
tra le mani. Guardò l’altro uscire e strinse le
labbra fino a renderle sottili.
-E’
inquietante quanto sia servile e silenzioso-
pensò. Osservò la lettera e la aprì
uscendone un foglietto di pergamena.
:"Cara
Granger,
dicono che hai sempre voluto quello che non potevi avere.ma io ho
quello che
non hai mai notato.
Sinceramente
D.M.""Cara Granger,
dicono che
hai sempre voluto quello che non potevi avere; ma io ho quello che non
hai mai
notato.
Sinceramente
D.M."
lesse a bassa voce. Sorrise e le gote le si arrossarono.
“Pensavo
di essere troppo grande per queste cose”
mormorò.
Hermione si
strofinò ripetutamente la macchia d’inchiostro che
le imbrattava la guancia.
Inspirò, espirò e una ciocca le ricadde dallo
chignon che portava. Si piegò in
avanti e suonò il campanello.
-Forse sto
sbagliando tutto. Andiamo, sto andando da Malfoy! Quello che non faceva
altro
che ripetermi che ero una sporca mezzosangue … ed era Ron a
difendermi- pensò.
Abbassò lo sguardo e vide una macchia di cioccolato
all’altezza del ginocchio
sulla stoffa di seta blu dell’abito da sera.
“Hugo”
sibilò.
“No,
Draco.
Hai dimenticato il mio nome Granger?” domandò
Malfoy. Hermione sgranò gli
occhi, avvampò e alzò il capo.
“N…
no. Hugo
e mio figlio” sussurrò. Draco sorrise e
incrociò le braccia.
“Rose
è tua
figlia e il mio si chiama Scorpius. Astoria si è portato mio
figlio, Granger, ma so
fin troppo bene chi sono i tuoi marmocchi e come se la passano a
Hogwarts”
ribatté. Hermione aggrottò le sopracciglia e
unì le mani.
“Veniamo
al
dunque. Quella lettera era alquanto sconveniente e l’ho
bruciata. Gradirei che
tu …” ringhiò. Draco avanzò
e le guardò le occhiaie, abbassò lo sguardo e
vide
dei tagli sul collo della donna e sulla sua spalla scoperta
un’ustione.
“Come
fai a
stare con lui?” domandò. Hermione
boccheggiò, arrossì ancor di più e
strinse i
pugni.
“Cosa
c’entra
con il discorso mio marito Ron?” chiese alzando la voce.
Draco strinse le
labbra.
“Ricordo
una
combattiva giovane donna nel fiore degli anni e ora mi ritrovo una
stanca donna
davanti schiacciata dalle rughe e dai segni di quella che pare
più una guerra
che una famiglia” disse secco. Si voltò e
rientrò in casa.
“Ti
offro un
the” dichiaro. Hermione sgranò gli occhi e lo
seguì rimanendo con le braccia
premute ai fianchi del corpo in maniera rigida. Si voltò e
chiuse
meccanicamente la porta.
“Credevo
tu odiassi i mezzosangue” disse Hermione.
Si sporse e prese una zolletta di zucchero dalla zuccheriera
d’argento con la
pinzetta del medesimo metallo prezioso.
“E
stimavo mio padre” rispose Draco. Si sporse e
mise la tazzina sopra il vassoio sul tavolino. Si alzò la
manica e mostrò il
marchio nero.
“Questo
mi ha fatto cambiare idea su molte delle
cose che odiavo e apprezzavo” disse atono. Hermione
impallidì e si voltò,
guardando il camino spento.
“Cambiamo
argomento?” propose. Malfoy si abbassò la
manica, recuperò la tazzina e soffiò sul vapore
caldo che ne usciva.
“Che
ne dici dei tuoi boccoli? Sono rimasti
invariati in tutti questi anni, ho ancora una voglia matta di toccarli.
E’ una
delle mie fissazioni diciamo ‘infantili’ che non
sono andate via nel mio
maturare” spiegò il Serpeverde. Hermione
sentì una sensazione di caldo al
petto e alle gote.
Prompt:
Quando ti parlo non riesco a smettere di sorridere.
Lanciata
da Silvia Giorgetti (LittleHarmony13)
Cap.5
Isteria
“Da
ragazza mi dicevano che litigavo con Ron perché
ero isterica per il troppo studio. Quando i bambini erano piccoli mi
dicevano
che ero isterica perché dovevo crescerli. Ora mi dicono che
sono isterica
perché lavoro troppo. La colpa però non
è mai di Ron, no, il povero signorino
amico del prescelto è un auror casto e puro” si
lamentò Hermione. Sbuffò,
accavallò le gambe e bevve d’un fiato il suo the.
“Come
ci sono arrivata a questo?” domandò. Draco
sorrise, sprofondò nella poltrona e le guardò le
gambe lisce. Alzò lo sguardo e
i suoi occhi incontrarono quelli di lei che brillavano riflettendo la
luce
delle candele della stanza.
“Ora
sì che ti riconosco, Granger” mormorò.
Hermione
appoggiò la tazza sul tavolino e alzò lo sguardo.
“Parlando
di te, vivi solo?” chiese. Malfoy si mise
una delle rade ciocche biondo platino dietro l’orecchio.
“Sì,
ma se vuoi parlare di me non prendere argomenti
così blandi. Diciamo qualcosa di sensato. Quando ti parlo
non riesco a smettere
di sorridere” sussurrò suadente. Hermione strinse
le mani sulle ginocchia e si
alzò in piedi.
“Devo
andare, a casa pensano che sono a una riunione
di lavoro” balbettò. Il serpeverde
annuì.
Hermione strinse
le gambe e deglutì un paio di volte.
“Insomma,
vengo qui da due settimane e ora ti do anche fastidio con questa
richiesta”
sussurrò la Granger. Si passò le mani sulla gonna
rosa a pieghe. Draco s’inginocchiò
davanti alla gabbietta. Guardò il muso ingrigito di
Grattastinchi e si grattò
la testa.
“Ci
credo
sia troppo vecchio per sopravvivere agli assalti dei tuoi figli, ormai
è
anziano” sussurrò. Hermione si chinò,
facendo oscillare i boccoli castani.
“Stai
attento, ancora graffia. In realtà vorrei che lo tenessi
perché Ron l’ha sempre
odiato e se uno dei ragazzi si fa male, mi costringerà a
buttarlo in mezzo a
una strada” spiegò. Malfoy ghignò.
-Weasley
è
sempre stato convinto di avere in pugno la sua gattina-
pensò. Si voltò e
guardò il viso di Hermione, le guance arrossate e la bocca
socchiusa.
“Lo
terrò io,
promesso” rispose.
-In
fondo,
non dire gatto se non ce l’hai nel sacco e tu Weasley, stai
compiendo tutte le
mosse sbagliate proprio perché ti senti così
sicuro- pensò.
Capitolo 7 *** Cap.7 Furetti di pan di zenzero ***
Ringrazio anche solo chi legge. Mi sono riferita a quando Malocchio ha trasformato Draco in un furetto e al fatto che Ron stava con Lavanda Brown.
Partecipa alla fanfiction challenge: Personaggi: Draco, Hermione
Prompt: Furetti di Pan di zenzero, profumo di lavandaPersonaggi: Draco, Hermione Prompt: Furetti di Pan di zenzero, profumo di lavanda
Cap.7 Furetti di pan di zenzero
“Questa volta perché avete litigato?” domandò Draco. Guardò Hermione piegarsi in avanti e chiudere il forno.
“E’ stata colpa mia. Ero tornata nervosa perché hanno bruciato un gruppo di elfi domestici …” spiegò la Granger. Si mise una ciocca di capelli castani ondulati dietro l’orecchio e si rizzò. Draco accarezzò Grattastinchi sul capo e si appoggiò contro lo stipite della porta della cucina.
“Dimmi solo il motivo. In fondo sono tre mesi che mi vieni a trovare, non mi sconvolgerò” mormorò. Il gatto miagolò spalancando le fauci e i baffi davanti al muso schiacciato tremarono. Hermione si mordicchiò il labbro e si girò.
“Ho sentito del profumo di lavanda e mi sono ricordata che in fondo, anche nei nostri anni d’oro, mi aveva spesso fatto soffrire” borbottò. Il micio saltò giù dalle braccia di Draco e uscì dalla cucina. Hermione sospirò. Malfoy le si avvicinò, si tolse un fazzoletto dalla tasca e le pulì la guancia a forma d’impasto per i dolci.
“Ti ha fatto piangere anche il giorno in cui siete diventati amici, ma non giudicarlo per il passato. Giudicalo per il fatto che ogni sera sei costretta a scappare dalla tua vita per quanto è insopportabile” spiegò. Hermione sorrise.
“Ho una sorpresa per te, demone tentatore. Così imparerai” sancì. Draco le si avvicinò e socchiuse gli occhi. Granger si spostò verso sinistra, la gonna frusciò strisciando contro il piano cottura.
“Ti ho preparato dei biscotti di pan di zenzero a forma di furetto” sussurrò Hermione. Malfoy sorrise e negò con il capo.
-Mi raccomando, non rinfoderarli mai gli artigli, micetta- pensò.
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi Luna, Ron
Prompt: trappole per gatti
Trappole per gatti
“Mi dispiace Luna, ma Hermione non c’è
questa sera” spiegò Ron. Chiuse la porta e si
grattò la guancia spruzzata di efelidi. La bionda
avanzò, guardò a destra e a sinistra con gli
occhi sporgenti. Osservò le macchie nere sul pavimento, una
catasta di sedie rotte in un angolo e delle bottiglie di burrobirra sul
divano. Si voltò e la collana di tappi di sughero che
indossava tremò.
“E’ da molte sere che il Ministro della Magia va in
riunioni serali?” domandò. Weasley
sbadigliò e annuì.
“Ha lasciato delle lasagne in frigo, se vuoi ti posso offrire
quelle. Ti fermi molto?” chiese. Lovegood scosse il capo.
“Domani dovrò ripartire o mi perderò la
migrazione degli zuffoli di montagna” spiegò.
“Miseriaccia che peccato! Non ci si vede mai!” si
lamentò il rosso. Si diresse verso la cucina.
Luna unì le mani pallide e sorrise.
“Attento, qualcuno sta mettendo delle trappole per
gatti” sussurrò.
Ringrazio
anche solo chi legge. Partecipa alla fanfiction challenge: Personaggi: Ron, Luna Prompt: scacchi magici
Scacchi magici
“Sapevo che ti eri sposata con Rolf” disse Ron.
Socchiuse gli occhi e guardò la scacchiera. Un pedone
dimenava le mani e un cavallo sbadigliò. Luna si mise la
bacchetta dietro l’orecchio e accavallò le gambe.
“Mi considerava incapace d’intendere, di volere e
di crescere i suoi figli nel momento in cui ho avuto più
successo di lui” spiegò Luna. Con il cavallo
mangiò la torre di Ron che crollò su se stessa.
Il rosso avanzò il pedone e mangiò il cavallo
della bionda. La bestia si accasciò con un nitrito.
“Sì, beh, tutti almeno una volta abbiamo pensato
tu fossi tocca … non ti offendere”
spiegò Weasley.
“Ed io ho pensato spesso tu fossi sciocco. Giochi a scacchi
magici, mentre ci sono giochi ben più importanti nella tua
vita” ribatté Lovegood. Giocherellò con
la collana di tappi di burro-birra che indossava.
Ringrazio
anche solo chi legge. Partecipa
alla fanfiction challenge:
Personaggi: Draco, Hermione
Prompt: vorrei vedere sulle tue labbra il sorriso che avevi
con quell'abito rosa.
Cambiamenti
“Non sai che idea geniale è venuta ieri a quel
demente di un Weasley! Ha invitato Luna a passare le vacanze
di Natale da noi! Ha detto che ci faremo due risate …
sì, come noi. Altri piatti da lavare proprio quando tornano
i ragazzi a casa …” si lamentò
Hermione. Sbatté una serie di carte sul tavolo e si
massaggiò le tempie. Sospirò e guardò
l’immagine di una strega intenta a urlare dietro a delle
sbarre e la fotografia di un goblin intento a mostrare il terzo dito.
“Ed io non so come evitare la prossima guerra dei goblin,
come riuscirò a comprare i regali?”
domandò Hermione. Sentì gli occhi pizzicare e si
passò le mani tra i capelli ondulati. Sospirò e
sentì il petto dolerle.
“Me ne occuperò io dei regali”.
S’intromise Draco, le si avvicinò e le mise una
mano sulla spalla.
“Non ti posso chiedere un altro favore. Non dopo che hai
dovuto portare Grattastinchi al San Mungo per fargli togliere quelle
cisti” biascicò. Draco le afferrò il
mento con la mano e le fece voltare il capo.
“Lo faccio a una condizione. Vorrei vedere sulle tue labbra
il sorriso che avevi con quell'abito rosa. Quello che avevi al ballo
del ceppo” le mormorò. Hermione avvampò
e sorrise.
“Sei cambiato davvero tanto Malfoy”
borbottò.
Ringrazio anche solo chi legge. Partecipa alla fanfiction challenge:
Pairing: Draco/Hermione.
Prompt: "Hermione perchè non esci mai senza quel coso? Quel cellulare?" "Perché è come se fosse il mio secondo cervello Malfoy."
Lanciata da LittleHarmony13
Compere
“Ancora grazie per avermi accompagnata a fare le compere di Natale” disse Hermione.
Draco guardò la puffola pigmea in ceramica sull’ultimo pacco davanti al suo viso.
“Questo non è un regalo. E’ una sfida al buon gusto” borbottò e dilatò le narici. Hermione ridacchiò, uscì il cellulare dalla tasca e digitò su una serie di tasti.
“Suvvia, a Molly piacerà” ribatté. Malfoy strinse più forte la pila di pacchi ed evitò un uomo di mezza età e si chinò schivando un gufo.
“Hermione perché non esci mai senza quel coso? Quel cellulare?” domandò il biondo. Hermione socchiuse gli occhi e corrugò la fronte.
-Per Ginny ho preso la caffettiera parlante, a Harry un nuovo kit per la scopa- pensò.
“Perché è come se fosse il mio secondo cervello Malfoy”. Aggiunse. Draco evitò due maghi e ghignò.
“Se fosse valido la metà del cervello originale, sarebbe il marchingegno più utile mai nato” ribatté.
Capitolo 12 *** cap.12 La pazienza ha un limite ***
Partecipa alla fanfiction challenge: Personaggi:Hermione,Draco Prompt: ho una pazienza del diavolo, ma non chiedermi di studiare giapponese con te!
La pazienza ha un limite
Draco inspirò ed espirò. Si passò la mano tra i corti capelli biondo platino, si leccò le labbra ed espirò nuovamente. Strinse con l’altra mano il bicchiere pieno per metà di wisky incendiario, le gote erano arrossate e gli occhi azzurri erano liquidi.
“Ho una pazienza del diavolo, ma non chiedermi di studiare giapponese con te!” sbottò. Hermione si passò le mani sulla lunga gonna blu. Draco le si avvicinò e guardò i tre dizionari aperti sulla propria scrivania.
“I Waarokku arriveranno domani e non credo che quegli stregoni giapponesi così pieni di sé si abbasseranno a imparare l’inglese” spiegò la Granger.
Sorseggiò dal bicchiere e le iridi color cielo brillarono di color grigio metallico. Passò accanto a una libreria.
“Sono pur sempre un Serpeverde. Devo richiedere qualcosa in cambio e ho qui davanti una donna che ha perfettamente seguito la via della grandezza” sussurrò con voce roca. Hermione avvampò, mise una ciocca di capelli ondulati dietro l’orecchio.
“E cosa vorresti Malfoy?” sibilò. Draco si piegò, le afferrò la mano e le baciò il dorso.
“Un bacio se riusciamo in una sera, Granger” mormorò. Hermione voltò il capo, si morse l’interno della bocca e sentì le guance bruciarle. Osservò le tende blu notte davanti alla finestra.
-Se non riesco a portare l’aiuto dei popoli che hanno già liberato i loro elfi domestici, non riuscirò a liberare quelli inglesi. E’ una buona causa- rifletté. Tirò indietro la mano e annuì.
“Affare fatto” sussurrò.
Prompt:
"Quale
parte di "Hermione non è cosa tua" ancora non hai capito,
Weasley?"
[lanciata
da Martowl Efp]
Personaggi:
Hermione, Draco
Prompt:
saccenza e snobismo fanno un marchio distintivo dei Serpeverde. E del
genio, ma
figurati se verrò mai a dirtelo.
Ron
vs Draco
Draco
passò la pezza sulla bacchetta di biancospino.
Infilò il pezzo di stoffa in un contenitore di cera per
legno e la strofinò
nuovamente contro la sua bacchetta. La porta dell’ufficio si
spalancò di colpo
e sbatté. Ron avanzò, il viso era arrossato e le
sopracciglia erano aggrottate.
“Tu!”
gridò. Le guance erano vermiglie e le orecchie
gli tremavano. Malfoy sorrise, accavallò le gambe e
piegò il capo.
“Maledetto
bas**rdo!” urlò Weasley. Draco si leccò
le labbra e ghignò.
“Finalmente
te ne sei accorto, ma non preoccuparti,
non ho ancora violato la gattina. Le sue unghie tagliano e
semplicemente tu non
le hai smussate” spiegò. Ron sbatté la
porta e avanzò, calciò il cestino
facendo rovesciare dei pezzi di carta sul pavimento.
“Schifossisimo
snob, il fatto che sia riuscito a
entrare nel Magistero della Magia, non mi fa certo dimenticare che tu
dentro
sei marcio. Ti manca una morale e Hermione non cadrà mai
nella tua trappola.
Smettila di vederla!” ruggì Weaslye. Draco si
passò una mano tra i capelli
biondo platino e sbadigliò.
“Abbassiamo
il livello della conversazione a uno che
il tuo cervelletto possa comprendere. Quale
parte di
"Hermione non è cosa tua" ancora non hai capito, Weasley?"
domandò. Ron tirò fuori la bacchetta e
schiacciò un pezzo di cartaccia sotto il
piede.
“Smettila
di fare il saccente con me. Sono un auror,
posso arrestarti anche solo per resistenza a ufficiale della
magia!” strillò.
-L’essere
saccenti e lo snobismo sono un marchio
distintivo dei Serpeverde. E del genio, ma figurati se verrò
mai a dirtelo. Non
capisci il genio della Granger, come potresti capire il mio che le
è inferiore?-
pensò.
Prompt:
il premio è
concesso a chi lo paga abbastanza, di solito. Questo è il
primo che vinco
perchè lo merito.
Cap.14
I° bacio
Draco sporse
l’ombrello nero e coprì il capo della Granger.
“Cosa ci fa il
Ministro della Magia alle tre di notte tutto
solo?” domandò. Hermione si voltò verso
di lui, i capelli castani leggermente ondulati
gocciolavano. Le scie d’acqua scendevano lungo una vetrina
deformando i
manichini polverosi dall’altra parte.
“Che cosa ci fai
qui? Credevo fossi tornato a casa” mormorò
con voce rauca. Draco si sedette sul gradino accanto a lei.
“Se hai litigato
con quell’idiota di Weasley, la colpa
stavolta non è tua” le sussurrò
gentilmente. Si piegò in avanti e Hermione
avvicinò
il suo capo a quello del Malfoy.
“Finalmente non
potrai prendertela con te stes …”.
Proseguì,
Hermione si sporse e lo baciò. Draco sgranò gli
occhi e l’ombrello gli cadde a
terra con un piccolo tonfo. Rotolò sull’asfalto, i
capelli biondo platino del
mago s’inumidirono. Hermione si staccò,
sgranò gli occhi e si alzò. Malfoy fece
lo stesso e la strega indietreggiò, voltandosi.
“Hermione
… ti prego, no … ti supplico
…”. Hermione sgranò
gli occhi e si voltò. Draco la abbracciò, la
strinse al petto e sospirò.
“Sei la prima
cosa bella che mi capita, sono stato costretto
a stare solo, o circondato da falsi intenti solo a odiarmi”
mormorò. Granger
chiuse gli occhi e inspirò.
“Il premio
è concesso a chi lo paga abbastanza, di solito.
Questo è il primo che vinco perché lo
merito” spiegò.
“Sei davvero
cambiato” biascicò Hermione. Rabbrividì
sentendo delle gocce gelide scenderle lungo la pelle sotto il colletto.
Harry inspirò
ed espirò guardando il migliore amico sdraiato
sul proprio divano. Si grattò la testa e scosse il capo,
leccandosi le labbra.
Sentì dei passi alle proprie spalle e si voltò
vedendo sua moglie avvicinarsi.
“Domani arrivano
i ragazzi, mio fratello non può rimanere
qui a sbraitare contro loro zia” sussurrò. Potter
si piegò e diede un bacio
sulla fronte di Ginny.
“Ti
amo” sussurrò. La rossa sospirò e
annuì un paio di
volte, incrociò le braccia sopra il seno e piegò
di lato il capo.
“Lo so, ma non
è un buon motivo per tenerlo qui mezzo
ubriaco” borbottò. Harry la abbracciò e
sospirò. Le iridi verdi erano liquide e gli occhi gli bruciavano.
“Tranquilla,
anche i suoi ragazzi tornano a casa. Vorrà tornare
dalla sua famiglia e sicuramente tutto si
sistemerà” la consolò con voce roca.
Capitolo 16 *** Cap.16 Vigilia di Natale con l'influenza ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction
challenge:
Pairing: Draco/Hermione
Prompt:
influenza
Cap.16 Vigilia di Natale
con l’influenza
Draco sprofondò
nella poltrona, la sua vestaglia argentea
faceva contrasto con la stoffa verde scuro. Malfoy chiuse gli occhi
dalle iridi
azzurre-grigie liquide. Inspirò ed espirò.
“Ti senti bene
papà?” domandò Scorpius. Si
avvicinò alla
poltrona del genitore e tastò la fronte del padre, il viso
del genitore era
arrossato e madido di sudore.
“Sei
bollente” disse. Draco socchiuse un occhio e sorrise.
“Un gentiluomo
non si lamenta dei suoi malesseri” mormorò
con voce roca. Il figlio incrociò le braccia.
“Rose dice che
anche sua madre soffre d’influenza e ha paura
che la attacchi a quel fragilino di Hugo” spiegò.
Draco richiuse l’occhio e
socchiuse le labbra screpolate.
“La febbre
girerà al Ministero” biascicò. Scorpius
socchiuse
gli occhi e ghignò.
“Sarà,
ma l’unica volta che io e Rose avevamo entrambi la
febbre, ce l’eravamo attaccata a vicenda … in un
contatto molto ravvicinato”
sussurrò. Draco scoppiò a ridere e
sentì le tempie pulsare.
“Non hai proprio
preso niente da tua madre” sancì.
Prompt:
cavatappi,
sonnambulismo, fermati con me, per favore!
Cap.17 Giorno di Natale
“Sedici
strillettere, ottantaquattro gufi e novantadue
messaggi nel camino” disse Rose. Appoggiò il
gruppo di coltelli e forchette d’argento
sul tavolo, passò la mano sulla tovaglia bianca di pizzo. Si
voltò e osservò la
figura del fratello nell’altra stanza. Hugo gettò
l’acqua sopra un’altra testa
umana fatta di fuoco, trasformandola in cenere.
“Novantatre!”
strillò. Ron strinse il pugno, corrugò la
fronte e abbassò lo sguardo.
“Lo sai, se non
vado, quegli strozzini dei folletti useranno
questa mia magra figura per sottolineare come io non sia realmente
interessata ...”
spiegò Hermione. Aprì il forno e ne
tirò fuori il pollo arrostito stringendolo con le
presine. Si rigò e raggiunse il tavolo.
“E’
solo una stupida festa” borbottò il Weasley. Luna
piegò
i tovaglioli e li mise sul tavolo. Afferrò un cavatappi e lo
sollevò.
“E questo
è solo un cavatappi, ma se non ci fosse questa
cena natalizia fallirebbe” spiegò.
“Novantaquattro!”
si sentì gridare Hugo dalla stanza
accanto.
“Papà,
sei diventato sonnambulo ultimamente? Ti stanno
venendo delle occhiaie terribili” domandò la
primogenita.
“Vai, voglio che
i ragazzi si godano questa giornata”
borbottò Ron. Si alzò, strisciò
indietro la sedia e si diresse verso le scale.
Salì al piano di sopra, chiuse gli occhi e
massaggiò le palpebre con le dita.
Si voltò sentendo dei passi e vide Luna. Fece un mezzo
sorriso.
“Devi andare
anche tu?” domandò con voce roca. Lovegood lo
abbracciò e il rosso sospirò.
“Sto ben
…” biascicò.
“Fermati con me,
per favore. Meglio che una bottiglia d’alcool”
mormorò Luna, interrompendolo. La punta delle orecchie gli
si arrossò.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Prompt: Music in my soul- Dark Moor
http://www.youtube.com/watch?v=KmPilkIRDPg
Cap.18 Il ballo
di Natale
Hermione scese la
scalinata, i suoi passi erano coperti dal
brusio. I lunghi capelli castani le oscillavano dietro il capo.
Evitò un
folletto, strinse le labbra sentendolo ridacchiare. Passò
oltre tre maghi con
delle tuniche color porpora, superò due uomini con le tube.
La sua figura si
rifletté nei flute di
vetro sul vassoio
di un cameriere, ingiallita dallo champagne che contenevano. Nascose le
occhiaie e il viso dietro un ventaglio nero che faceva contrasto con il
vestito
rosa che indossava. Una ciocca ondulata le sfuggì da dietro
l’orecchio. Percy
la raggiunse e le porse il braccio.
“Finalmente, era
l’ora che arrivaste, iniziavo a temere
…”
disse. Draco gli diede uno spintone e porse il braccio ad Hermione.
“Chi disturba
una signora che è stata malata da poco, non
merita di certo di accompagnarla alle danze” disse indurendo
il tono.
“Non volevo
mancare di rispetto al Ministro” sussurrò con
voce stridula il Weasley.
“Cosa
ti è saltato in mente di uscire con quel ragazzaccio?!
Ti ho detto mille volte …” gridò Ron.
Il volto era arrossato e ansimava.
“Questa
è la mia vita. Ho il diritto di fidanzarmi con chi
voglio!” urlò Rose. Sbatté con forza il
piatto con sopra il panettone, uno
schizzo del budino che lo farciva macchiò la tovaglia.
“E se
mamma fosse qui, mi darebbe ragione!”. Aggiunse la
primogenita, sentiva gli occhi bruciare.
“Peccato
che mamma non sia mai qui. Io vado a buttare la
spazzatura” sibilò acido Hugo. Raggiunse la porta
di servizio e uscì.
“Torna
subito qui signorino! Siamo a Natale, il minimo che
possiate fare è rimanere a casa!” urlò
Ron. Sentì la gola raschiata bruciargli
e la vista gli si appannò.
“Pettinati
i capelli e riposati un po’. Allora forse avremo
un padre presentabile per Natale” ringhiò la
figlia. Si voltò e seguì il padre
fuori dalla porta. Il Weasley sospirò, si lasciò
cadere sulla sedia facendola
scricchiolare e chiuse gli occhi. Appoggiò il gomito sul
tavolo e si nascose il
volto dietro la mano.
“Scusaci
Luna, non è esattamente la migliore scena che ti
potessimo far vedere” mormorò con voce roca.
“Questi
pasticcini hanno un buon profumo. Penso che ne
mangerò uno prima che possano attirare dei
Branitelli” sussurrò Lovegood. Ron
sorrise e abbassò la mano.
“Beata
te che vivi in un mondo tuo” mormorò. Luna si
voltò
facendo mulinare i lunghi capelli biondi.
“Anche
mio marito e i miei figli facevano così, per questo
ho imparato a fare dolci” spiegò. Ron
tossì ripetutamente.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge: Personaggi:
Draco,Hermione
Prompt: zucchero a
velo, diamanti
Lanciata da La morte fidanzata
Cap.20 Capodanno
“Grazie per
averci invitato alla festa di Capodanno. A casa
le cose sono così tese che non sarebbe stata una serata
piacevole e di sicuro
un buon modo per cominciare il nuovo anno” disse Hermione.
Versò lo zucchero a
velo sui gonfi dolci di pasta fritta.
“Sono contenta
quando posso vedere i miei nipotini” rispose
Molly. Passò lo stracciò sul pavimento della
tana. Hermione si sfilò i guanti
da forno, si voltò e li appoggiò sul tavolo.
“Scusami un
attimo, torno subito” disse. Si voltò e
proseguì
lungo il corridoio. Aprì la porta del bagno ed
entrò. Si richiuse la porta alle
spalle, sentì picchiettare e si voltò.
Guardò un gufo ticchettare con il becco.
Granger sospirò, si avvicinò al vetro,
girò la maniglia e aprì. Il gufo le
lasciò un pacco tra le mani e lei sospirò.
“Persino qui mi
trova il lavoro” mormorò. Aprì il pacco
e
sgranò gli occhi vedendo un accappatoio in seta dorata con
incastonati dei
diamanti. Deglutì a vuoto un paio di volte e prese un
bigliettino di pergamena.
“Io ne ho uno
uguale. Non sarebbe carino fare in modo che si
conoscano? Buon Capodanno. Draco Malfoy” lesse. Hermione
avvampò e sorrise.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Pairing:Luna, Ron
Prompt: Cos'è una piscina?
Cap.21 Capodanno per Ron
“Quindi
dove te ne andrai?” domandò Ron. Si
appoggiò al cancello metallico con le
braccia incrociata e piegò il capo, il vento gli fece
dimenare i corti capelli
rossi intorno al viso.
“In
Cornovaglia mi attendono i Frustanavilli. Conducono attraverso i fiumi
i
mormorii delle anime e si nutrono di ciò che viene
abbandonato per i campi di
agrifogli” spiegò Luna. Mise le mani dietro la
schiena, unì le dita e piegò il
capo. Le iridi azzurre degli occhi sporgenti brillarono e i capelli
biondi le
vorticarono intorno al viso.
“E’
stato bello rimanere qui per le feste. Avete reso felici Rolf e la sua
amante,
ma soprattutto i miei figli. Lorcan mi ha spedito una lettera
ringraziandomi di
non essere tornata in tempo per metterlo in imbarazzo”.
Aggiunse gentilmente.
Ron deglutì a vuoto un paio di volte, strinse e
aprì un pugno ripetutamente.
“E’
un vero peccato che non resti fino alla fine della festa. Mio padre
aveva una
mezza idea di portarci a una piscina babbana. Ormai è
anziano e mamma
acconsente a realizzare questi suoi piccoli desideri”
ribatté. Luna si sporse
in avanti e sbatté ripetutamente gli occhi.
“Cos’è
una piscina?” domandò. Ron sorrise e le mise una
mano sulla spalla.
“Devi
rimanere per forza, devi vederla una piscina. E’
essenziale!” annunciò.
“Forse
è un’altra l’anima che ha impellente
bisogno che ne ascolti il mormorio”
sussurrò la bionda. Si sporse e baciò la guancia
del Weasley.
Per ricordare che oggi
è la giornata contro la violenza
verso le donne.
Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.22 Marchi indelebili
Draco strinse le gambe e
appoggiò il mento sulle ginocchia,
il vento gli fece sbattere i corti capelli biondo argento contro il
viso. Si
appoggiò contro lo stipite della finestra,
osservò il cielo plumbeo di Londra e
le guance erano arrossate, il fiato si condensava davanti al suo viso.
Chinò il
capo e osservò il braccio nudo, conficcò
l’unghia nella carne coperta dal nero
teschio del marchio, il serpente si muoveva dentro le sue fauci, dalla
mandibola ossea spuntavano dei denti ricurvi. Graffiò la
pelle conficcando a
fondo l’unghia nella carne e il sangue gli scese lungo la
pelle pallida. Sentì
la porta scattare, le iridi azzurre erano liquide e i suoi occhi erano
arrossati. Guardò Hermione avanzare verso di lui, sorrise e
nascose il braccio
dietro la schiena.
“A cosa devo la
vostra visita, Ministro?” domandò la
Granger. Lei sospirò e gli si avvicinò.
“Non prendermi
per sciocca Malfoy, ho visto cosa facevi”
ribatté. Draco si morse un labbro a sangue e si
voltò.
“Non
è mancanza di fiducia verso di te, è solo la
vergogna
della mia debolezza” sussurrò. Hermione si
sollevò la manica della casacca, gli
appoggiò una mano sulla spalla e gli mise il braccio davanti
al viso
mostrandogli delle pallide cicatrici biancastre.
“Ho ancora
scritto mezzosangue” sibilò Hermione. Draco le
baciò la pelle facendola rabbrividire e si voltò.
“Non
è un insulto. Tu sei meglio di noi mezzosangue, di me,
di mia zia, dei mangiamorte …” sussurrò
con voce roca. Le accarezzò il viso con
il dorso della mano e la vide indietreggiare, la ferita gli pulsava.
“Mi dispiace
solo ti abbiano fatto violenza, amore mio”.
Aggiunse.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Ron, Luna
Prompt: zucchero e lavanda.
Cap. 23 Capodanno in
piscina
“Doveva proprio
andare a lavoro? Chi litiga a Capodanno,
bisticcia tutto l’anno!” gridò Ron.
Tirò un calcio a uno dei sedili di plastica
bianca appoggiati contro la parete facendolo rovesciare addosso ad
altri due
con un fracasso che rimbombò nella sala vuota.
Luna si voltò e
guardò la porta sbarrata della piscina, si
girò e guardò la superficie dell’acqua,
avvertiva l’odore del cloro pungerle le
narici.
“Se ne sono
andati tutti” sussurrò. Tirò fuori la
bacchetta
e se la sistemò dietro l’orecchio, mise le gambe
oltre il bordo immergendole e
le dondolò sollevando una serie di schizzi.
“Sicuramente
penserai che sia sconveniente rimanere da solo
con te, miseriaccia” si lamentò il Weasley. La
punta delle orecchie gli divenne
vermiglia e le guance si arrossarono facendo risaltare le efelidi.
“Mi chiedo se tu
capirai mai che il ministero è come un
cespuglio di lavanda[1]
per lei” sussurrò la giovane. Tirò
indietro i piedi pallidi e li appoggiò sul
pavimento, delle gocce d’acqua scesero lungo la sua pelle
nivea e caddero sul
pavimento formando una pozza. Si voltò verso di lui e
guardò il costume a
pantaloncini color carta da zucchero[2]
del Weasley, sorrise e piegò il capo.
“Anche mio
marito andava spesso in un cespuglio di lavanda”.
Aggiunse.
[1]
La
lavanda significa diffidenza nel linguaggio dei fiori proprio per la
leggenda
comune cui si riferisce qui Luna. Infatti nella tradizione comune i
cespugli di
lavanda sono dei covi di serpenti, in questo caso di un serpeverde.
Quando
affondi sul pavimento, pavimento, pavimento
Con le luci che sono basse, basse, basse
Mi volto
“Non puoi venire
qui a litigare con me il primo giorno dell’anno!”
gridò Draco. Astoria passò il braccio sopra la
scrivania e fece cadere le
carte, il portapenne e la lampada ad olio che vi erano appoggiate.
“Ogni momento
è buono per ricordarti gli alimenti. Sei un
ministro, mi devi di più … o potrei farmi
affidare nostro figlio!” gridò la
donna. I capelli gonfi le circondavano il viso arrossato e gli occhi
erano
sporti in fuori. Malfoy si alzò in piedi facendo cadere la
sedia con un tonfo a
terra.
“Scorpius non lo
devi tirare in mezzo!” ululò. La donna gli
tirò uno schiaffo arrossandogli il viso e
digrignò i denti.
“Ho dovuto
portarlo io in grembo per dei mesi!” strillò con
voce isterica. Draco saltò sulla scrivania stringendo i
pugni e chinò il capo.
“E adesso usi il
tuo bambino per ricattarmi! Non sei degna
di essere madre” ringhiò. Strinse i pugni
conficcando le unghie nella carne,
incidendola. La donna boccheggiò, indietreggiò ed
estrasse la bacchetta.
“Crucio!”
ululò. Draco aprì la bocca, sentì
delle fitte
bruciargli tutto il corpo. Gemette di dolore, cadde a sinistra e
atterrò con un
tonfo. Le iridi azzurre gli divennero bianche e avvertì il
marchio sul braccio
bruciare. L’ex-moglie rialzò la bacchetta e gliela
puntò verso il petto.
“Me la
pagherai” sibilò.
“Expelliarimus!”.
Una luce rossa partì da una bacchetta alle
sue spalle, disarmando la nobile. Astoria si voltò e vide
Hermione avanzare. Il
Ministro la colpì con un incantesimo della pastoia, la
guardò diventare rigida
e grigia, udendo il tonfo quando il corpo della moglie cadde a terra.
Si voltò
verso Draco e corse verso di lui, s’inginocchiò
accanto a lui e gli accarezzò
il capo. Malfoy sentiva il pavimento gelido sotto la guancia, socchiuse
gli
occhi e sorrise.
“Chi
le prende il primo dell’anno,
le prende tutto l’anno” biascicò. La
Granger sospirò, gli afferrò le spalle e
lo sollevò facendolo sistemare in ginocchio. Draco
mugolò, le iridi azzurre
erano liquide, ricadde in avanti e il suo mento sbatté
contro la spalla della
donna.
“Sei
sempre stato lamentoso”
borbottò Hermione, stringendolo a sé.
Capitolo 25 *** Cap.25 Il gatto e il fiocco di neve ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction
challenge:
Personaggi:Hermione, Draco
Prompt:gatto,fiocco di neve
Cap.25 Il gatto e il
fiocco di neve
“Allora,
caro il mio
gatto, vuoi graffiare la mia ex a sangue?” domandò
Draco. Appoggiò la testa sul
cuscino affondando e alzò il capo, guardando il soffitto
dell’infermeria,
guardando il simbolo del ministero risaltare sul grigiastro del
soffitto.
“Non
c’è niente di cui scherzare. Ha infranto una
regola
importante proprio qui al Ministero. Dovrà essere
incarcerata e …” si lamentò
Hermione. Si appoggiò contro lo schienale della sedia di
plastica sentendolo
scricchiolare e si passò la mano nei ricci castani.
“Mi stai
ascoltando?” domandò. L’altro si
voltò su un
fianco, gemette ripetutamente e sorrise. Guardò la figura
della strega
risaltare sopra la parete verdina della stanza.
“Sì,
caro il mio ministro gatto”. La punzecchiò,
allungò la
mano e prese quella di lei vedendola arrossire. Hermione
abbassò il capo
sentendo le proprie guance surriscaldarsi e sentì la mano
del Malfoy gelida
stringere la sua.
“Se io sono un
gatto, tu sei un fiocco di neve” borbottò. Draco
accentuò il sorriso e chiuse gli occhi.
Partecipa
alla fanfiction challenge II: Personaggi:Hermione,Draco Prompt: pancia
Cap.26
Cicatrici
“Ti
resterà una
cicatrice all’addome” disse Hermione. Mise il
cucchiaio dentro il piatto, prese
un po’ di brodo e lo porse alle labbra di Malfoy.
Quest’ultimo schiuse le
labbra, ingoiò la sostanza calda e si grattò la
fronte.
“Ne
avevo già altre
per la stessa tecnica” rispose Draco. Le iridi azzurre
brillavano di riflessi d’argento.
Hermione si mordicchiò il labbro e abbassò il
capo, i lunghi capelli castani le
coprirono il viso.
“Harry
non voleva
lasciarti dei segni sulla pancia” mormorò. Draco
strinse le coperte, alzò il
capo osservando il soffitto e sorrise.
“Se
sapevo che
qualche piccolo graffio alla pancia ti avrebbe fatto venire a casa con
me,
questa sera, avrei chiesto a chiunque di ferirmi” disse.
Hermione sospirò e
negò con il capo.
“Sono
qui per
lavoro. Ricordati che dobbiamo controllare come va il progetto che
stiamo
portando avanti” ribatté.
“Dimenticavo
che
abbiamo mandato due principi goblin a studiare a Hogwarts. Certo,
indottriniamoli ed evitiamo guerre. In fondo, l’ipocrisia non
finisce mai”
borbottò Malfoy. Chiuse gli occhi, la testa gli
affondò nel cuscino.
“Ho
capito, finisco
questa zuppa e poi ci penso da sola” si lamentò
Hermione.
"Guarda che lo so dove
sei stata!"
gridò Ron. Hermione sbatté la porta della camera
da letto e inspirò dilatando
le narici. "Nemmeno sono tornata
che già mi
aggredisci?" domandò alzando la voce. Il rosso
tirò un calcio al piede del
letto provocando un rumore sordo. "E questo il punto,
mai una volta che tu
ci sia già, ormai!" urlò Weasley. Il viso era
vermiglio come i suoi
capelli, le efelidi spiccavano e le orecchie erano accaldate. Si
girò, afferrò
il manico di un baule e lo strisciò lungo il pavimento con
un verso stridulo. "Che cosa stai
facendo?" domandò
Hermione e la voce le divenne rauca. La luce della luna entrava dalla
finestra. "Me ne vado!"
urlò Ron. Hermione
inspirò, ed espirò ripetutamente. Si
voltò di scatto e i capelli castani
ondulati le ondeggiarono ai lati del viso. "Tu? Tu te ne vai?!
Sei un'idiota!"
ululò di rabbia. Si voltò, aprì la
porta e la spinse facendola sbattere.
Indietreggiò tremando e digrignò i denti. "Sai ... sai che ti
dico? Vattene!
Potevi anche farmi spiegare!" strillò. Sentì la
gola raschiare e gli occhi
le pizzicarono. Ron digrignò i denti, la superò e
uscì dalla porta. "Va da lui!"
ruggì.
Capitolo 28 *** Cap.28 Non merita il tuo dolore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi:Draco, Hermione.
Prompt: la miglior cura per un cuore infranto è un bacio.
Cap.28 Non
merita il tuo dolore
Draco
entrò
dentro la stanza e si chiuse la porta alle spalle. Guardò la
pila di fascicoli
e sentì il rumore della penna che strofinava contro la
pergamena.
“E’
tre
giorni che mi eviti qui al Ministero” disse.
Avanzò, sentì sbuffare e si fermò.
Strinse un pugno, abbassò il capo ed espirò.
Aprì la mano e la appoggiò sul
fianco, rialzando la testa.
“Non
ho
nessuna intenzione di perderti. Se è per
l’incidente non ti devi preoccupare.
Sono pronto a rischiare la vita per noi due. In fondo ho già
distrutto la
precedente” disse indurendo il tono. Raggiunse la scrivania
della Ministra e
scansò la pila di fascicoli con una mano. Hermione si
voltò, dandogli le spalle.
Draco si mordicchiò il labbro e incrociò le
braccia, guardando i capelli
castani della donna. Vide le spalle di lei tremare e corrugò
la fronte. Passò
di fianco alla scrivania e si voltò mettendosi davanti a
Hermione. Sgranò gli
occhi vedendo quelli arrossati di lei e le lacrime che le rigavano il
viso.
Hermione abbassò il capo e le ciocche di capelli le
coprirono il viso.
“Stai
piangendo?” domandò Draco.
S’inginocchiò davanti a lei e le prese le mani
strette a pugno appoggiate sulle proprie ginocchia sopra la gonna lunga
grigia. "I ragazzi
… i ragazzi come la
prenderanno? E’ colpa mia, è solo colpa
mia” biascicò con voce roca Hermione.
“E’
stato Weasley, vero? Non aveva il diritto di farti
star male” ringhiò Draco. Hermione
singhiozzò più forte e ansimò.
“Tanto
quello scemo non fa altro che spezzarmi il
cuore dai tempi della scuola” bisbigliò sentendo
la gola bruciare. Draco le
strinse più forte le mani.
“La
miglior cura per un cuore infranto è un bacio” le
disse dolcemente. Si sporse in avanti, fletté le gambe e la
baciò sentendo il
sapore salato delle lacrime sulle labbra di lei.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi:Draco, Hermione.
Prompt: matrimonio.
Partecipa all'Easter Egg Days:
Prompt: Imprese impossibili
Prompt: Uova di drago
Cap.29 Draghi
e matrimoni
Hermione
inspirò
rumorosamente, dimenò la bacchetta e fece esplodere i
canarini che aveva
evocato. Draco le si sedette accanto sopra la tazza del gabinetto che
portava
al Ministero. La puzza di urina e di polvere gli pungeva le narici.
Porse un
fazzoletto alla donna che lo prese e lo utilizzò per
asciugarsi gli occhi
umidi.
“Dopo
tutto
questo mi fa strano pensare sia finito il nostro matrimonio”
sussurrò con voce
rauca. Draco le accarezzò la testa e le baciò la
guancia.
“La
fine di
un matrimonio può significare l’inizio di un
altro” sussurrò seducente.
Hermione scosse il capo e Malfoy si allontano.
“Non
mi
sento pronta” biascicò. Draco le passò
una mano intorno alle spalle, le fece
appoggiare la testa sul suo petto e la tenne stretta a sé.
Allungò le gambe e
mise i piedi sopra le piume gialle di canarino.
“Posso
aspettare anche l’eternità”
sussurrò. Hermione sospirò e si staccò
da lui, alzò
il capo guardandolo negli occhi.
“Conquistarmi
è proprio un’impresa
impossibile, vero?” domandò. Draco le
passò una mano tra i
capelli e le baciò la fronte.
“E
se anche
tu, come Ron, ti stancherai di me?” chiese con voce roca la
castana.
“Ricorderò
i
mille motivi per cui mi sono innamorato di te”
sussurrò. Hermione rinfoderò la
bacchetta e gli prese le mani.
“Ad
esempio?”
domandò.
“Mi
ricordo
una ragazzina intelligente e curiosa. Soprattutto una notte, la ricordo
bella
come un’amazzone. Il fuoco del camino le illuminava il viso
selvaggio e gli
occhi le brillavano sia di curiosità, che di paura. Era
così tanto coraggiosa,
che mentre io tremavo fuori dalla finestra solo per
l’oscurità, lei era a una
mano di distanza da un uovo di drago che si schiudeva”
spiegò. Hermione sgranò
gli occhi, arrossì e sorrise.
“Tu
non ci
avevi seguiti solo per denunciarci alla Mc. Grannit. Tu spiavi me sin
dal primo
anno!” gridò. Draco avvampò,
chinò il capo e sospirò.
“Vi
attaccavo proprio per questo. Speravo che facendomi odiare da te, avrei
smesso
di amarti … e invece è inutile. Per quanto mi
abbiano insegnato l’odio per i
mezzosangue, il mio cuore batte solo per te, signora delle uova di
drago”
biascicò. Hermione lo abbracciò e
sentì gli occhi pizzicare.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Hermione, Draco
Prompt: Spirito
Cap.30 Ricominciare a vivere
Hermione
abbassò il foglio e sospirò.
“Ed ecco, ora
anche legalmente sono divorziata. Ci sono
voluti due mesi. Devo proprio diminuire la burocrazia” si
lamentò. Draco le
massaggiò le spalle e le baciò la testa.
“Ora non rischi
la bigamia” le sussurrò.Hermione mise le mani su quelle di Malfoy. Si
leccò le labbra e alzò il capo.
“Se
già gestivo poco una casa piccola, mi spieghi come
potrei essere la signora di un maniero?” domandò.
Draco si sporse e le baciò la
guancia.
“Potremmo
assumere una ventina di elfi domestici.
Retribuirli decentemente e dargli persino ferie e assistenza medica. In
fondo i
tuoi sono … dentisti, giusto? Possiamo farli curare a
loro” propose. Hermione
scoppiò a ridere e le iridi scure le brillarono. Scosse il
capo facendo
ondeggiare i lunghi capelli crespi.
“Questo
è lo spirito
giusto” sussurrò. Draco si staccò, mise
le mani sui braccioli della sedia del
Ministro e la fece girare. Si piegò in avanti e
appoggiò la fronte su quella di
Hermione.
“Allora, vuoi
sposarmi?” domandò. Hermione appoggiò
le sue
mani sulle guance candide di Draco.
“Sì,
voglio ricominciare a vivere con te” sussurrò. Si
sporse e baciò il Malfoy.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Percy, Luna
Prompt: Tu sogni mai?
Cap.31 Il passato di Luna
Luna si
voltò vedendo qualcuno comparire nel fuoco del manico e
sorrise.
“Benvenuto”
saluto.
“Quindi
tu
saresti quella malata di mente che ha distrutto la famiglia che mio
fratello si
era costruito? Ci mancava una scassafamiglie”
ringhiò Percy. Luna lo guardò
uscire dal camino.
“Non
ho
distrutto nessuna famiglia e ti pregherei di non urlare. Ron sopra sta
dormendo, ha passato un brutto periodo” spiegò.
Gli sorrise e socchiuse gli
occhi. Percy digrignò i denti.
“Eppure
anche lui lo sa che sei pazza. Ed inoltre ho sentito dire che tuo
marito ti ha
lasciato perché maltrattavi i vostri figli,
visionaria” sibilò. Le iridi di
Luna divennero vitree e lei rabbrividì.
Luna si strinse
il laccio per capelli
decorato con delle piume colorate, facendosi la coda alta. Si
sollevò la lunga
gonna azzurra e si mise a correre verso il figlio.
“Lorcan,
no, ti prego”. Il figlio afferrò
un vaso e lo buttò a terra, scoppiando a ridere. Luna lo
raggiunse e lo afferrò
per un braccio, tirandolo verso di sé. L’altro
figlio la raggiunse con uno
schiantesimo. La donna gridò e andò a sbattere
contro la parete, cadde a faccia
in giù e gemette sentendo le ossa dolere.
“Lysander!”
gridò. I due fratelli si
misero uno di fianco all’altro e la indicarono, scoppiando a
ridere.
“Lunatica,
lunatica!” urlarono. Luna
tirò su con il naso, le iridi le divennero liquide e una
lacrima le rigò il
viso.
“Sono
vostra madre!” strillò. La
porta dell’altra stanza si aprì ed
entrò suo figlio.
“Non
credi di esagerare? I bambini
stanno solo giocando” la rimproverò. Luna
sgranò gli occhi sporgenti e
rabbrividì.
“Mi
hanno fatto male” biascicò.
Guardò i figli arrampicarsi sul genitore, sedendosi ognuno
su una spalla
diversa.
“Se tu
mangiassi di più, ti
ammaleresti meno e non saresti così deboluccia. Insomma,
sono solo bambini. Che
razza di madre sei?” domandò l’uomo. I
due piccoli biondi le fecero la
linguaccia.
Luna
tirò su
con il naso, strinse gli occhi e deglutì.
“Mi
ascolti?!” gridò Percy. Luna sorrise e
rialzò la testa.
“Tu
sogni
mai?” domandò. Percy corrugò la fronte
e sollevò un sopracciglio.
“Cosa
c’entra?”
domandò. Luna piegò di lato il capo e congiunse
le mani.
“Io e
Ron
abbiamo deciso di sognare che insieme potessimo entrambi ricominciare a
vivere”
spiegò.
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Spirit of fire.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Dramione:
Matrimonio
Cap.31 Nozze a casa Malfoy
Il sacerdote indossava una collana
con i doni della morte e
stava ritto in piedi su un palchetto. Alcuni petali dei fiori
incastonati
nel gazebo sopra il loro capo caddero sopra
gl’invitati. Una trentina
di invitati erano seduti in una serie di sedie di plastica, che
affondavano nel
terreno ricoperto d’erba di una porzione di parco della villa.
Draco tolse il velo semi-trasparente
dal viso di Hermione e
sorrise. Il sole si rifletteva nelle sue iridi azzurro-grigie e faceva
brillare
di riflessi argentati i capelli biondo platino del giovane. Il vento
fece
oscillare il velo di pizzo della giovane strega, facendole aderire
addosso il
vestito bianco. Hermione sentiva le parole del prete come un borbottio
coperto
dal suono del vento e dal brusio delle voci degli ospiti. Si
voltò e vide
Lucius fissarla con gli occhi socchiusi e la bocca che lasciava
intravedere i
denti. Draco le afferrò la mano, Hermione si
voltò e vide che il giovane le
infilava un anello d’argento a forma di serpente.
“Sì, lo
voglio” sussurrò. Hermione sorrise, estrasse la
bacchetta e la sollevò.
“Accio anello”
disse con voce sicura. Un anello identico si
sollevò da un cuscino di paggetto e le volò in
mano.
“Allora, questo
è un matrimonio abbastanza di classe per te?”
le mormorò all’orecchio Draco.
“E’ un matrimonio
per amore, quello è l’importante” gli
rispose Granger.
Ron guardò Luna avanzare
verso di lui, indossava un vestito
giallo girasole e il suo viso era coperto da un velo azzurrino. La
giovane lo
raggiunse davanti alla croce celtica e prese le mani di lui nelle
proprie. Il
prete starnutì, tirò fuori un fazzoletto dalla
tasca del vestito nero e si
soffiò il naso. Ron vide una serie di lucciole danzare
intorno alla sua futura
sposa e le tirò indietro il velo.
“Non credevo che avresti
mai sposato uno come me, non faccio
altro che sbagliare, anche con te” mormorò. Luna
lo guardò negli occhi.
“La tua bocca
imparerà a seguire il tuo cuore, se non ti
lascerò impigrire. Vivremo qui, come selvaggi”
sussurrò.
Il prete aprì il libro
e cercò la pagina. Alzò lo sguardo e vide il
padre di Luna seduto su una
pietra, intento a cercare di afferrare una lucciola e
sospirò.
“Siamo qui riuniti
…”. Iniziò. Si sentiva in
lontananza il fruscio del vento, lo stormire delle foglie e il
gorgogliare di un laghetto.
- Perché io e Luna
vogliamo ricominciare a vivere – pensò il
rosso. La punta delle sue orecchie divenne vermiglia e si
sentì accaldato. Luna
gli sorrise, le sue iridi riflettevano l’azzurro del cielo.