Remember Me

di Seulmate
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rain ***
Capitolo 2: *** My story ***
Capitolo 3: *** Signor Kim ***
Capitolo 4: *** Try to get on well ***



Capitolo 1
*** Rain ***


~~Capitolo 1

Era una sera buia e tempestosa. Le strade di Seoul erano quasi deserte a causa di quel temporale autunnale. “Ci mancava solo questo” pensai mettendomi a correre, cercando un tetto dove ripararmi. Quella sera avevo nuovamente litigato con mia madre e come ogni volta, per svagarmi un po', uscii di casa. Non avrei mai pensato, però , che dopo una bella giornata di febbraio si sarebbe messo a piovere. I temporali erano una delle cose che odiavo di più di tutte. I lampi e i tuoni mi facevano ogni volta rabbrividire. “Guarda che non succede niente se esci in mezzo ad un temporale!” mi aveva sempre detto mia madre. Non ero stupida e ormai avevo anche 18 anni. Ero spaventata a morte che un lampo mi colpisse in pieno ed ero consapevole che poteva succedere qualcosa del genere. Era proprio per questo che odiavo più di me stessa uscire nei giorni di temporale. Non volevo che la gente mi vedesse tremare come una foglia. Appena in tempo, mi misi sotto al cornicione di un market. Subito dopo, un lampo si scagliò su un albero, proprio vicino a me. Chiusi gli occhi per un secondo e cercai di riprendere a respirare regolarmente ma un tuono mi fece prendere un altro colpo così forte che d'istinto, mi rannicchiai a terra. Ad un certo punto, sentii un calore sulla mia spalla. Fu proprio in quel momento che tutto finì. Le mie orecchie furono come tappate, il mio cuore iniziò a battere regolarmente e il mio respiro fu di nuovo continuo.
X: tutto bene?- mi chiese una voce vicino a me.
Alzai lievemente la testa da in mezzo alle mani e mi trovai faccia a faccia con un ragazzo che si era messo accovacciato vicino a me. Annuii con la testa lentamente.
X: sicura? Sei un po' pallida in viso- disse aiutandomi ad alzarmi.
Annuii di nuovo lentamente. Mi sembrava tutto così surreale. Guardai la strada e perfino il temporale era finito.
X: allora io vado- mi sorrise e poi si allontanò.

Prof: Signorina Min... su quale pianeta sei?- disse interrompendo i miei pensieri.
Tornai con la mente sulla Terra e guardai la professoressa che mi aveva appena richiamata.
Prof: cerca di stare sul pezzo eh..- disse un po' seccata e ricominciò la lezione.

Sae: ehi Hari... che succede?- disse arrivando da dietro.
Io: nulla perchè?
Sae: non so... oggi sei molto distratta. Non sei mai stata così! Non avrai mica adocchiato qualche bel ragazzo.- sorrise curiosa.
Io: non sono come te che sono alla ricerca di un principe azzurro.
Sae: lo so, però sono sicurissima che anche tu vorresti essere la principessa di qualcuno.
Io: sono solo cose che capitano nelle fiabe quelle- dissi cercando di sveltire il passo.
Sae: come mai vai così veloce?- disse cercando di starmi dietro.
Io: oggi hanno previsto un altro temporale.. e sai che io e i temporali non andiamo molto d'accordo.- dissi arrivando il più veloce possibile alla fermata del pullman.
Sae: si, hai ragione. L' ultima volta..- le misi una mano sulla bocca.
Io: non ricordarmelo, grazie.- le feci un piccolo sorriso per invitarla a chiudere la bocca.

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Capitolo 2
*** My story ***


~~Capitolo 2

Il pullman arrivò prima del previsto, per fortuna. Salutai velocemente a Saera e salii. Cercai un posto vuoto e mi sedetti. Il pullman partì e prima di arrivare alla prossima fermata, passò davanti al market dove il giorno prima avevo incontrato quel ragazzo che mi fece sentire al settimo cielo. Mi ritrovai di nuovo con la testa fra le nuvole quando un tuono fortissimo mi fece sobbalzare. Mi guardai intorno, per vedere se qualcuno mi aveva vista, poi cercai di calmarmi. Guardai fuori dal finestrino e la pioggia scendeva giù a secchiate. Misi una mano nello zaino per cercare le cuffiette ma non le trovai. Un altro tuono e mi spaventai a morte. Chiusi gli occhi e strinsi i pugni. Cercai il più possibile di non tremare, ma proprio non riuscivo a farlo. Un attimo dopo, però, un ragazzo si sedette nel posto affianco al mio, che si era liberato da poco. Mi girai verso di lui e lo guardai per un po'. Aveva un viso che avevo già visto da qualche parte. Mi guardò anche lui, mi sorrise e mi porse una cuffietta.
X: così non sentirai i tuoni.
La presi e me la misi all'orecchio. Era una bella canzone melodica, non l'avevo mai sentita prima. Mi girai un'ultima volta verso il ragazzo e mi venne in mente dove l'avevo visto. Era lo stesso ragazzo che mi aveva tranquillizzato il giorno prima. Aveva delle capacità di tranquillizzarmi che non aveva avuto mai nessuno nei miei confronti.
Purtroppo ci volle poco all'arrivo della mia fermata. Mi levai la cuffietta e ringraziai velocemente il ragazzo, per poi scendere dal pullman e tornare a casa.

Io: sono tornata- dissi entrando in casa mezza bagnata per la pioggia.
Mia madre mi venne subito in contro con un asciugamano.
Mam: immaginavo che non ti fossi portata l'ombrello. Perchè sei così maldestra?- disse porgendomelo.
Lo presi e me lo misi sulla testa, mi levai le scarpe e andai in camera mia. Posai lo zaino ed andai in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Stavo letteralmente morendo di fame.
Mam: Hari-ah.. ieri sera poi sei scappata via e non abbiamo finito il nostro discorso- la bloccai.
Io: possiamo non riparlarne più?- dissi mangiando il mio snack.
Mam: invece ho bisogno di sapere anche il tuo parere..
io: mamma sai come la penso, te l'ho detto centinai di volte. Sono davvero felice che tu inizi a frequentare qualcuno dopo il divorzio con papà. Però non mi sembra assolutamente il caso che tu faccia entrare in casa mia uno sconosciuto.
Mam: è per qualche mese... è solo per non farlo rimanere in hotel per tutto questo tempo. Sono sicura che troverà una casa dove passare il tempo lui e...- iniziò a parlare a bassa voce- suo figlio.
Io: che?- mi andò di traverso il cibo.- credo di non aver sentito
mam: si, ha un figlio della tua stessa età
io: bene! Questa è una scusa in più per lasciarlo in hotel- dissi andando in camera mia.
Mam: ti prego! Sta spendendo tantissimi soldi, mi piacerebbe aiutarlo!- disse proprio quando stavo chiudendo la porta della mia stanza. Così evitai di continuare il discorso.
Erano ormai dieci anni che la mamma e il papà avevano divorziato. Papà ci aveva messo davvero poco a rifarsi una vita. Dopo il divorzio, decise di viaggiare per l'Europa e fu proprio in Italia che trovò una nuova moglie e un nuovo lavoro. E fu così che non lo vidi mai più. Però devo dire che, anche se non potevamo vederci o sentirci, a causa della lontananza, appena riusciva mi mandava qualche messaggino e questo mi rasserenava. La mamma, invece, inizialmente passò davvero un brutto periodo. Andò in depressione e perse il lavoro. Grazie alla nonna, riuscimmo ad andare avanti, ma non per molto. Quindi alcune volte, aiutavo un signore, al market vicino casa, a distribuire volantini. Così, per guadagnarmi qualche soldo per mangiare. Un giorno, però, mi arrabbiai seriamente con lei e le feci capire quanto fosse importante la vita e l'aiutai a guardare il mondo più positivamente. E fu così che riuscì a rialzarsi. Trovo subito un lavoro e poco dopo iniziò anche a frequentare qualche uomo. Erano quasi due anni che si frequentava con lo stesso signore. Si conobbero su un social network ed iniziarono a parlare del più e del meno. Il signor Kim era un signore coreano che, per lavoro, si era trasferito a Los Angeles, America. Qualche volta veniva qua a Seoul, sempre per lavoro, e si incontravano. Passavano uno o due giorni insieme, non di più. Perchè poi lui doveva tornare in America. Quella volta, però, chiese  alla ditta di macchine in cui lavorava se poteva avere il trasferimento a Seoul, proprio per vedere la mamma. La cosa si stava facendo ufficiale. Inizialmente mi andava bene, fin quando non lo vedevo. Ma adesso la mamma voleva persino portarlo in casa! Questa cosa mi dava profondamente fastidio. Con la mamma potevo fare quello che volevo, girare in casa in pigiama tutto il giorno e stare a guardare la televisione. Con altre persone in casa, questo non poteva succedere.

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Capitolo 3
*** Signor Kim ***


~~Capitolo 3

Io e mia mamma litigammo per giorni e giorni. Fin quando, riuscì a convincermi parlandomi della sua felicità. E se era felice lei, ero felice anche io. Quindi cedetti e accettai quella condizione. A meno che, fosse solamente per un paio di mesi e non di più.

Era la prima domenica d'inverno e le strade di Seoul erano congelate. Mi ero rifiutata di aspettare quel signor Kim e suo figlio a casa. L'avrei conosciuto quando sarei tornata a casa. Mi misi a camminare fino al Coffie Shop che io e Saera più preferivamo. Non era tanto per il solito bobble tea che avremmo preso quel pomeriggio, quanto per sfogarmi e parlare con qualcuno. Entrai nel negozio e mi guardai intorno. Saera era seduta in un tavolo poco lontano dal bancone che stava leggendo qualche giornale di moda. La raggiunsi e mi sedetti di fronte a lei.
Sae: oh, sei arrivata?- mi sorrise, togliendo lo sguardo dal giornale.
Annuii e mi levai il giubbotto.
Sae: allora? Non sei curiosa di sapere com'è questo signor Kim?
Io: assolutamente no- feci una smorfia.- basta che mia madre sia contenta... poi va bene tutto- feci spallucce.
Sae: mhh... secondo me invece saresti dovuta essere là quando sarebbe arrivato e accoglierlo il meglio possibile. È pur sempre il compagno di tua madre.
Io: anche no- sforzai un sorriso.- ordiniamo?- dissi prendendo il menù.

Io: dai, ti prego! Non puoi accompagnarmi a casa?
Sae: ma ti pare?! In casa tua ci sarà già un casino che non ti immagini... secondo te dovrei venire anche io?
Io: mia madre non si arrabbierà, anzi, sai quanto sia felice ogni volta vederti gironzolare a casa mia.
Sae: non mi interessa, non ho intenzione di venire- disse facendo il broncio.
Io: allora non ci vado nemmeno io a casa
sae: tua madre ti ha chiesto esplicitamente di andare a dargli una mano.
Io: se vieni anche tu ci saranno braccia in più per aiutarli!- feci un aegyo per convincerla.
Sae: va bene... però non fare più l'aegyo...
io: hai ragione..- dissi fingendo di averei brividi.

Io: sono tornata! C'è anche Saera che ci aiuterà- dissi gridando dalla porta.
Mam: venite! Siamo in cucina a mangiare delle tortine di riso che Taehyun ci ha gentilmente portato.
Feci una piccola smorfia e subito dopo ricevetti una piccola botta da Saera. Ci levammo le scarpe e poi raggiungemmo mia madre e i nuovi arrivati in cucina. Appena entrai in cucina feci un inchino per salutare il signor Kim e suo figlio. Appena mi alzai rimasi paralizzata. Il figlio del signor Kim era lo stesso ragazzo che il giorno prima avevo incontrato sul pullman e quello prima davanti al market.
Mam: Hari, lui e Kim Taehyun- disse indicando al signore che mi sorrise e fece un piccolo inchino- e lui è suo figlio. Kim Hanbin.
Tae: Hanbin ha la tua stessa età, come mi ha detto tua mamma. Spero vivamente che andrete d'accordo, siccome andrete anche nella stessa scuola.
Guardai subito mia madre. Questo particolare non me lo aveva ancora detto.
Mam: emh... si, questo Hari non lo sapeva ancora però, non ci saranno problemi. Vero Hari?
Scossi lievemente la testa e sforzai un sorriso.
Io: mamma, se non avete bisogno di me, io e Saera andiamo in camera. Va bene?
Mam: d'accordo- mi sorrise felice e poi tornò a parlare con i suoi ospiti.
Feci un segno a Saera e ci rinchiudemmo in camera mia. Mi sdraiai sul letto e feci segno di accomodarsi vicino a me.
Io: perfetto... sai questo cosa vuol dire?
Sae: cosa?
Io: che questi non se ne andranno mai più..
sae: dai, guarda il lato positivo, non è poi così male quel ragazzo.
Io: dici così solo perchè non lo devi tenere te in casa!
Sae: invece ti sbagli. È proprio carino.
Io: senti... forse non ci capiamo. Quelli si appropieranno di tutte le mie cose! Questo non mi piace neanche un po'- feci una smorfia.
Sae: dai, ce la puoi fare!
Io: non credo proprio.

Mam: è pronta la cena,vieni a tavola!- gridò dalla cucina.
Mi levai le cuffiette e posai il computer sulla scrivania. Andai in cucina e finii di aiutare mia madre a mettere il cibo in tavola. Poi presi posto e mi sedetti silenziosamente. Anche il ragazzo e il signore vennero in cucina e si sedettero.
Mam: buon appetito!- disse sorridente.
Tae: grazie, anche te- le sorrise e le strinse un po' la mano.
Li guardai per un attimo, feci una piccola smorfia ed iniziai a mangiare.
Tae: domani il mio Hanbin inizia scuola, posso affidarlo a te, vero Hari?- alzai lentamente lo sguardo verso il signore.
Mam: si, non ti preoccupare. Sarà in buone mani- disse mia madre battendomi nel tempo.
Il resto della serata,la passammo in silenzio. Io rimasi tutto il tempo con la testa china sul mio cibo.
Mam: voi andate, ritiro io qua.- disse a me e ad Hanbin.
Tae: si, l'aiuto io a Yoora.- sorrise.- andate, andate.
Ognuno andò in camera sua, senza degnarsi di uno sguardo. Mi chiusi in camera, mi sdraiai sul letto ed ascoltai ancora per un po' la musica. Poi, mi addormentai non troppo tardi.

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Capitolo 4
*** Try to get on well ***


Capitolo 4

 

Mi alzai dal letto e sbadigliai. Non era per niente un bel giorno quello. Non potevo più girare in casa mia come se fossi una barbona. Presi un elastico e mi feci una coda veloce, poi mi misi a correre per entrare per prima in bagno. Appena misi la mano sulla maniglia, qualcuno me la levò.

Io: scusa c'ero prima io..- dissi levandogli la sua e mettendo la mia.

Han: lo so.. ma io sono più urgente.- disse levandomi la mia.

Io: assolutamente no! Prima le femmine... - dissi levando nuovamente la sua mano.

Han: levati per favore!- disse seccato e spostandomi un po'.

Io: non ho intenzione di andarmene quindi levati tu!- dissi spingendolo un po'.

Mam: la finite ragazzi?! Basta litigare! Dovreste andare d'accordo voi due!- disse entrando in bagno e lasciandoci là fuori.

 

Tae: buona scuola ragazzi- disse sorridendoci e chiudendo la porta di casa.

Camminammo fino alla fermata in silenzio e il più lontani possibili. Arrivò il pullman e cercammo subito un posto libero. Era tutto pieno, ce n'erano solo due liberi. Io mi andai a sedere ed Hanbin rimase in piedi per un po'.

Io: non fare il bambino e vieni a sederti- lo rimproverai.

Lui si sedette e si mise il più lontano da me possibile.

Han:sia chiaro, lo faccio solo perchè era l'unico posto libero.

Io: fai come vuoi- dissi mettendomi le cuffiette alle orecchie.

 

Prof: abbiamo un nuovo alunno quest'anno. Kim Hanbin, vieni- disse la professoressa facendo entrare il mio nuovo coinquilino.

Han: ciao a tutti, sono Kim Hanbin. Prendetevi cura di me.- disse sorridendo.

Sae: che sorriso stupendo- mi disse a bassa voce.

Tutti gli fecero un applauso.

Prof: conosci già qualcuno nella classe?

Han: si, Min Hari- fece un sorriso maligno.

Prof: wow! Allora ti faccio mettere vicino a lei, così ti ambienti meglio. Va bene?

Han: perfetto!

Le bidelle portarono un banco vicino a me e glielo pulirono. Hanbin aspettò che tutto fosse pronto e poi si postò affianco a me e a Saera.

Sae: ciao, io sono Saera. Ci siamo visti già ieri sera- gli sorrise.

Han: ciao Saera- le sorrise cordialmente.

Io: perchè sei venuto qua?- gli chiesi seccata.

Han: per rovinarti anche le ore scolastiche- disse a bassa voce in modo che sentissi solo io.

Io: grazie- feci una smorfia.

Han: non c'è di che!

 

Sae: dai, non è poi così male- disse lavandosi le mani.

Io: perchè non vieni tu ad abitarci con lui?

Sae: magari!- disse facendo un sorriso da ebete.

Io: Saera, torna in te! Se hai intenzione di innamorarti di lui, non farlo. Non puoi sapere chi ti trovi davanti.

Sae: ah ah... già fatto...

io: che?! Non lo conosci nemmeno, l'hai visto per soli due giorni e ti sei già innamorata di lui?- dissi quasi ridendo.

Sae: sono sicura che questa volta con il tuo aiuto riuscirò a conquistare qualcuno- disse determinata.

Io: scordatelo!- dissi tornando in classe.

Sae: dai, siete pure fratellastri!

Mi bloccai.

Io: ti sembra il caso di raccontare una cosa del genere ai quattro venti?- le dissi a bassa voce.

Sae: era per dire che ci passi più tempo insieme di me... quindi potresti mettere una buona parola su di me e magari si innamora anche lui di me.

Io: a parte che non ci parlo proprio con quello... e poi, te lo dico da amica, dimenticalo!- dissi entrando in classe.

Sae: d'accordo, ora però parliamo di altro che è la al banco- disse sbuffando.

 

Sae: a domani ragazzi!- disse allontanandosi.

Io e Hanbin ci dirigemmo verso la fermata del pullman. Il pullman arrivò. Ci alzammo entrambi e appena si aprirono le porte, ci fiondammo dentro. Ci sedemmo in due posti completamente lontani e ci mettemmo ad ascoltare la musica.

 

Io: sono arrivata!- dissi levandomi le scarpe.

Han: anche io- disse levandosi le scarpe.

Mam: venite ragazzi, vi ho preparato una torta.- disse dalla cucina.

Mettemmo la cartella nelle nostre stanze e poi andammo in cucina.

Mam:com'è andata la scuola?

Io: male...

mam: perchè?

Io: Hanbin, con tutti i posti, dove si è messo? Vicino a me!- dissi prendendo una fetta di torta.

Han: ti ricordo che sono qua vicino a te. Quindi se vuoi sparlare di me, fallo in un altro momento.

Io: proprio perchè sei qua, sparlo di te.

Mam: Hari per favore! Basta!- disse arrabbiata- potresti smettere di fare la bambina?

Io: mamma... adesso sei pure dalla sua parte?

Mam: non sono dalla parte di nessuno... voglio solo che voi due andiate d'accordo.

Nessuno dei due rispose. Ci mangiammo la torta che aveva preparato la mamma e poi andammo ognuno nella nostra stanza.

 

Sae: guardalo quando sorride- disse con gli occhi a forma di cuoricino.

Io: non ho intenzione di guardare...- dissi continuando a giocare con il telefono.

Sae: uffa... quelle dell'altra classe si sono già accalcate a lui..- sbuffò.

Io: povere loro!

Sae: e povera me... che non avrò più la possibilità di essere la sua ragazza... ma se te mi aiutassi..-disse venendomi vicino e quasi supplicandomi.

Io: sai che anche se mi supplichi non funziona con me questa cosa.

Sae: che noia...

io: e pensa la cosa peggiore... stasera mia madre e Taehyung andranno a fare una cena fuori... quindi io dovrò stare con quello là!

Sae: rimarrei anche io con voi... peccato che stasera a mia madre è venuta la favolosa idea di invitare i parenti a casa- fece una smorfia.

Io: sarà una bellissima serata per entrambi, mi dicono.- dissi ironica.

 

Arrivammo a casa e passammo tutto il tempo ognuno nelle nostre camere. Poi, verso l'ora di cena, riscaldai il cibo che mi aveva già cotto mia madre.

Io: Hanbin, è pronto!- gridai dalla cucina.

Il ragazzo arrivò con il cellulare in mano e si mise seduto al tavolo.

Han: non è ancora in tavola?

Io: te lo potresti anche venire a prendere- dissi con una marea di roba in mano.

Hanbin sbuffò e si prese il suo piatto. Continuammo a mangiare in silenzio, senza guardarci nemmeno in faccia. Appena finì di mangiare si alzò, stava per andare in camera sua ma lo bloccai.

Io: potresti almeno dirmi grazie... visto che avrei potuto cucinare solo per me.

Han: oh... hai fatto un grande sforzo a scaldare la roba cucinata da tua madre.

Io: levati almeno il piatto- dissi seccata.

Hanbin prese il piatto e lo mise nel lavandino.

Han: contenta?- disse con un sorrisetto odioso.

Io: vuole morire giovane questo ragazzo- dissi a bassa voce.

Han: senti... non ho intenzione di andare d'accordo con te. Quindi finiscila!

Io: non voglio andare nemmeno io d'accordo con te.

Han: non ti sforzare nemmeno allora! Non lo sopporto quando cerchi di fare la gentile, va bene?- disse seccato.

Io: veramente io non ho mai provato a fare la gentile..

han: l'hai fatto... e smettila di farlo! Potevi anche non riscaldare la roba per me... mi sarei cucinato qualcos'altro. Non sono un bambino..

io: non ho detto questo.- dissi non riuscendo a capire dove volesse arrivare.

Han: anche tu ci odi a me e mio padre, come io odio te e tua madre. Quindi smettila! Mi fai salire il sangue in testa. Anche tua madre che fa tutta la carina... ce l'ho una madre. Non ho bisogno di lei, va bene?

Io: cosa centro io adesso? Se tuo padre è felice, non dovresti essere felice anche tu?

Han: no. Mio padre ha sempre pensato alla sua felicità e mai alla mia. Non volevo venire qua. È tutta colpa tua e di tua madre se adesso sono qua.

Io: veramente non so di che cosa stai parlando..- dissi senza capire.

Han: mio padre ha lasciato mia madre per colpa di tua madre. Si è innamorato, così ha detto. Ma non ha mai pensato a come si sentisse la mamma.. non ha mai pensato a come mi sentissi io.. ha solo deciso di sradicarmi da casa mia e portarmi qua come un pacco postale! Solo perchè secondo lui la mamma era pericolosa, era pazza. Ma è grazie a lui che è diventata così. Questo lo sa?! Non penso..- gridò con le lacrime agli occhi.- Io vi odio. Te e tua madre. Mi avete rovinato la vita! Vi odio con tutto me stesso. Quindi finitela per favore!

Abbassai la testa. Non sapevo che cosa dirgli. Ci volle poco che il ragazzo uscì dalla cucina e andò a rinchiudersi in camera sua. Sparecchiai il tavolo e ripensai a tutte le parole che aveva detto Hanbin poco prima. Io non le sapevo tutte quelle cose, mia madre non me ne aveva mai parlato. O forse, ero stata io a non volerle sentire. Magari se l'avessi ascoltata, le avrei consigliato di essere più adulta e di riflettere bene a quello che stavano facendo, tutto questo non sarebbe accaduto. Non mi è mai piaciuto l'odio e non è un bene che si impossessasse di un ragazzo così giovane. Mi sentii dannatamente in colpa. Così, appena finii di pulire la cucina, andai davanti alla porta della camera di Hanbin.

Io: Hanbin, posso parlarti?- chiesi bussando alla porta.

Inizialmente non mi rispose poi, dopo aver bussato una seconda volta sentii un piccolo sospiro.

Han: non ho intenzione di aprire..

io: va bene, non mi aprire. Posso anche parlarti da qua fuori.

Han: va via!- grido.

Io: Hanbin... per favore, ascoltami.

Han: ti ho detto di andartene!

Io: non me ne vado via da qua fin quando non mi ascolti

han: allora rimani là a vita.

Io: d'accordo.- mi misi seduta sulle ginocchia ed aspettai che Hanbin aprisse la porta.

 

Han: Hari... sei ancora là?- chiese aprendo la porta.

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