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di Danilibre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lei ***
Capitolo 2: *** The new home ***
Capitolo 3: *** Familiari ***
Capitolo 4: *** . . . ***
Capitolo 5: *** capitolo 5: Ehi Tranquilla. ***
Capitolo 6: *** capitolo 6: Sorpresa! ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 : FINE ***



Capitolo 1
*** Lei ***


Castiel si ricordò la prima volta che lui e Dean andarono in una casa famiglia del Kansas per adottare un bambino, era un giorno piovoso di Dicembre.
La struttura dall'esterno sembrava spoglia ed era colorata di un grigio spento, Un'enorme recinzione di ferro delimitava il perimetro tra la strada e il giardino, che passava tutt'intorno alla struttura.
Nel giardino vi erano diversi palloni abbandonati e giochi come altalene e scivoli.
Dean parcheggiò L'impala in uno dei parcheggi divanzi all'enorme cancello, quasi cadente, della casa famiglia, restarono in macchina per diversi minuti scrutando la struttura con fare preoccupato.
Sarebbero stati in grado di fare i genitori? Erano mesi che vivevano insieme e le cose andavano bene, ma avere un figlio? e se non ne fossero stati capaci ?
<  Ehi, stai bene?   > Dean si girò a guardare Castiel che si torturava le mani.
<   Non lo so... sono molto agitato... e se non ne fossimo capaci?! e se non fossimo dei buoni genitori ?!   >   Cas gesticolava e la sua voce tremava.
Dean gli prese le mani e gliele  baciò. Quel gesto lo rassicurava sempre, gli toglieva tutta l'agitazione di dosso.
<   Stai tranquillo, andrà tutto bene, e poi mica siamo da soli! C'è Gabriel,Balthazar,Sammy e Charlie!  > Gli sorrise.
Il suo sorriso non era cambiato con gli anni, gli faceva sempre perdere un battito, lo faceva innamorare sempre di più.
<   Dai andiamo.   >  Dean lo spronò e scese dalla macchina.
Castiel lo seguì a ruota e si strinse nel Trech, Dean lo affiancò e gli prese la mano, per poi dirigersi lentamente verso il citofono del portone.
Si scambiarono un'occhiata prima che il maggiore premesse il bottone rosso, restarono in silenzio ascoltando la pioggia battere sull'affalto, sulle lamiere di ferro e sulle loro giacche.
Una voce femminile occupò il silenzio:
<  Si?  > la voce metallica sembrava giovane.
<  Salve, Avevamo un'appuntamento, sono Dean Winchester.  > rispose il maggiore.
Si sentì un rumore acuto ed'il cancello si aprì lentamente, Castiel strette ancora di più la mano di Dean mentre entravano nell'enorme strada fatta di ghiaia.
Cas si concentrò sul rumore dei loro passi e sul calore dalla sua mano stretta in quella del maggiore.
Si accorse di essere davanti alla porta di vetro solo quando Dean lo lasciò per poter aprire la maniglia nera, lo lasciò entrare per primo.
L'interno era completamente l'opposto dell'esterno, era colorato e vivace. C'erano svariati disegni attaccati alle pareti, alcuni pastelli abbandonati sui tavolini di plastica e nell'aria sisentiva una musica allegra, si sentiva ridere e dei gridolini vivaci.
Cas era sconvolto, non si aspettava tutta questa allegria.
Una ragazza li accolse sorridente.
<  Salve, sono la responsabile di turno, mi chiamo Alice.  >
Appena fu a pochi passi dai due uomini allungò la mano destra, Dean la strinse subito e si presentò.
<  Io Sono Dean Winchester, lui è il mio ragazzo Castiel Novak.  > La ragazza porse la mano pure al minore, che tutibante ricambiò la stretta.
<  Avete già fatto un giro nell'istituto? Sapete già come funziona e nel caso sapete già chi vorreste adottare?  > la Ragazza chiuse le mani in grembo e studiò il volto del maggiore.
<  Io sono già venuto a fare un giro un mese fa, ed'ho già espresso il mio desiderio di Adottare Claire.  >  era sicuro di se, si sentiva nel tono che usava.
Alice si rabbuiò per un'istante per poi guardare il minore.
<  No hem... è la prima volta che vengo qui... sarebbe possibile passare un pò di tempo con Claire prima di passare alla parte pratica...?  > Cas teneva le mani nelle tasche del Trech, ma era così agitato che sentiva le unghie entrargli nella carne.
<  Nessun problema, da questa parte.  >  Fece una piroetta, facendo muovere i suoi capelli neri, e si diresse in un corridoio seguita a dai due uomini.
Passarono dinanzi a molte camere dalle porte chiuse ed'entrarono in una in cui c'era soltanto un tavolino di plastica azzurro, un tappeto formato da tanti pezzi di Puzzle e uno scriglio contenente dei giochi.
<  Aspettate qui, vado a recuperare Claire.  > Non diede il tempo di ricevere una risposta che Alice era già sparita chiudendosi la porta alle spalle.
Dean si chinò sullo scrigno dei giochi e guardò all'interno, tirò fuori un trenino di legno ed' il suo volto si rallegrò.
<  Questo era uno dei giochi che  Sammy adorava, lo muoveva su tutte le superfici possibili, ci dormiva insieme. Quanti ricordi.  > Lo sguardo era perso nel vuoto come se vivesse un flashback.
<  Amore...  > La voce bassa di Castiel lo fece tornare alla realtà, si girò e lo guardò.
<  Cas, stai tranquillo. Andrà tutto bene, appena la vedrai ti innamorerai come è successo a me.  >  Tornò a frugare tra i vari giocattoli esaminandoli con cura.
Il minore si sentì pervadere da un senso di Gelosia. Si, era geloso che Dean potesse innamorarsi di qualcun altro, indipendentemente dal fatto che fosse adulto o meno. Gli apparteneva e il fatto di doverlo dividere con una terza persona lo agitava,quasi lo spaventava.
E se la bambina avesse rovinato tutto quello che faticosamente hanno costruito? E se...
La porta si aprì ed'una bambina bionda entrò timidamente.
Aveva il volto costellato di lentiggini, gli occhi azzurri ed'era molto minuta per avere 5 anni.
Dean le andò subito incontro e si inginocchiò per poter arrivare alla sua altezza.
<  Ciao Claire, ti ricordi di me?  > il suo volto era sorridente come non mai, poche volte lo aveva visto così pieno di vita.
La piccola annui, aveva gli occhi fermi in quelli del minore.
Cas provò una strana sensazione, come se da un momento all'altro il suo cuore potesse scappare dal suo corpo. Quella bambina aveva un qualcosa di speciale, aveva ragione Dean. Se ne innamorò subito.
La piccola aggirò il maggiore e lentamente si avvicinò al minore, allungò le braccia come se volesse essere presa in braccio e Cas l'accontentò. Il suo corpo era così leggero che aveva paura di farle male.
Claire appoggiò una mano sul cuore del minore,mentre l'altra la posò sulla sua guancia.
Restarono a fissarsi per un tempo che sembrò un'eternità. I loro occhi avevano quasi la stessa tonalità, se non fosse che la piccola aveva delle macchie più scure.
Dean prese il telefono e scattò una foto, per poi avvicinarsi a loro.
<  Allora, non è così brutto come credevi?  > Chiese alla piccola.
<  Angelo.  > La voce di Claire era un suono melodioso.
<  Esatto, è il mio angelo.  > Lasciò un bacio sulla tempia alla bambina e poi uno sulla guancia del minore.
<  Scusate l'interruzione  > Una  voce femminile interrupe quel momento.
Alice era sulla porta e teneva in mano un paio di fogli uniti da una penna.
<  Se non vi dispiace dovrei farvi firmare un paio di codumenti prima che possiate andare a casa, logicamente se firmate Claire verrà con voi..  >  La ragazza sorrideva, ma i suoi occhi erano bui.
Dean le si avvicinò, la piccola non toglieva gli occhi dal minore. Il suo sguardo indagatore lo metteva in soggezione.
<  Cas, devi firmare anche te.  > Disse Dean dandogli le spalle.
<  ... Si...  > Il minore appoggiò delicatamente la piccola a terra e si avvicino al maggiore.
Prese la penna e firmò ovunque dovesse, ma mentre riconsegnava i fogli ad Alice sentì qualcosa stropicciargli il trech.
Preso alla sprovvista si irrigidì e guardò Claire che stringeva in un pugno il fondo della sua giacca, sorrideva. Il suo sorriso era simile a quello del maggiore, com'era possibile ?
<  Bene, Claire se vieni con me andiamo a prendere le tue cose.  > La ragazza allungò una mano verso la piccola e la bambina si nascose sotto il trech di Castiel abbracciando la sua gamba.
<  Ok, va bene, vado a prenderle io. Seguitemi nell'atrio.  >  Alice era sorridente e si diresse nel corriodoio, fermandosi a metà per aspettare i due uomini insieme alla piccola.
Dean prese in braccio Claire mentre con la mano libera tenne quella di Castiel.
La loro vita con la piccola iniziò così.
 

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Capitolo 2
*** The new home ***


La pioggia era aumentata e dava segno di non voler smettere, l'auto era parcheggiata all'esterno della casa famiglia e avrebbero dovuto percorrere tutto il giardino prima di poter arrivare All'impala...
La piccola aveva solo una minuscola borsa con all'interno due cambi di vestiario e il suo spazzolino personale, i due uomini non avevano un'ombrello e ne la struttura ne aveva a disposizione uno da prestargli, Così Cas decise di usare il suo trech per coprire la piccola.
Logicamente la giacca toccava per terra, ma Dean la prese in braccio e la coprì con cura,
lasciandole scoperto il volto. Era carinissima, i suoi occhietti azzurri indagatori, passavano da un volto all'altro e poi infine sul cancello che stavano attraversando.
<  Hai paura?  > Le chiese il maggiore.
<  No  > Rispose la piccola, guadagnandosi un'altro bacio sulla tempia.
<  Non devi averne, ti amiamo e ti ameremo per sempre. Non ti faremo mancare nulla,  è una promessa.  > La voce del maggiore era profonda e rassicurante, ma sembrava che parlasse più per se stesso che con lei.
Claire si strinse di più nella giacca.
<  Profuma di buono.  > Commentò in un sussurro, Dean rise.
Arrivati all'auto Dean la sistemò con attenzione sui sedili posteriori mentre Castiel le prendeva posto accanto. Era inzuppato d'acqua e perfino delle goccie gli cadevano sul volto.
Claire era molto silenziosa, misurava ogni gesto prima di agire, Dean guardava ripetutamente lo specchietro retrovisore per assicurarsi che stesse bene. Forse era fin troppo protettivo, ma lui era fatto così.
Arrivarono nel vialetto della loro casa ed il maggiore parcheggiò con cura prima di recuperare la valigia della piccola abbandonata sul sedile del passeggero. Castiel e Claire erano già davanti alla porta , riparati dal tettuccio della veranda. Dean si fermò a metà strada ad'ammirare lo spettacolo che aveva davanti.
Castiel gli dava la schiena,ma era leggermente girato ad'osservare la piccola che indossava ancora il suo Trech. Sembrava una versione minuscola di lui, sembrava quasi che avessero lo stesso portamento. Il minore allungò una mano verso la bambina che lentamente si avvicinò ricambiando il gesto. Il minore si girò a guardare il maggiore con aria interrogativa.
<  Dean...  > La sua voce bassa lo fece riprendere.
<  Si?  > Rispose avvicinandosi ad appoggiando la valigia della piccola sulla sedia di legno.
<  Le hai tu le chiavi?  > Domando il minore.
Il maggiore tirò fuori dalla tasca della giacca un mazzo di chiavi e le fece tintinnare davanti al suo volto, prima di prendere quella più grande ed aprire la porta, per poi riprende la valigia ed'entrare in casa, seguito dagli altri due.
La casa era arredata con molte librerie piene di libri di vario genere, un enorme divano attirava l'attenzione con il suo colore nero pece, un tavolino era posizionato davanti ad'esso e divideva il divano dalla televisione. La cucina era divisa in due da un enorme tavolo di legno, preso apposta per le cene di famiglia.
La bambina sembrava smarrita, girava per le stanze toccando ogni cosa a cui poteva arrivare.
<  Ti piace ?  > Le chiese Dean,  togliendosi la giacca ed'attacandola all'attacca panni accanto alla porta.
Claire annui ed il maggiore sorrise.
<  Dai vieni ! ti faccio vedere il resto della casa!  > Salì le scale lasciandole il tempo di raggiungerlo.
La piccola lo seguì saltellando sui gradini finché non arrivò al pianerottolo da cui si vedevano le varie camere.
Dean era fermo davanti ad'una delle porte e la esortava ad'entrare, Claire aprì la porta allungandosi sulle punte dei piedi ed entrò estasiata.
La stanza era rosa e bianca, c'erano diverse principesse Disney attaccate ai muri e svariati giochi sparsi per il pavimento, in un'angolo c'era anche un cavalletto fatto su misura per lei.
La bimba fece un giro della camera e corse incontro al maggiore abbracciandolo.
<  Sono contento che ti piaccia, anche se in verità devi ringraziere Castiel! io sono una frana in queste cose!  > Dean gli sfregava il braccio sulla schiena e la piccola strette di più la presa sulle sue gambe.
Il maggiore la prese in braccio e tornò al piano di sotto, dove il minore stava preparando la cena.
<  Amore, la piccola ti deve dire una cosa. Dai tesoro dillo!  > Il volto del maggiore era così splendente.
Cas rimase impietrito con la padella a mezz'aria, fissava i due e provava gelosia.
Vederli così in sintonia lo faceva sentire in disparte, come se fosse il terzo incomodo.
<  G-grazie  > Sussurro la piccola e nascose il volto nel petto dei Dean, che rise a quella reazione.
<  Sai, mi ricorda te quando ci siamo conosciuti.  >
Era vero, ricordava se stesso quando era più piccolo, quando si nascondeva dietro a Gabriel per la timidezza.
<  Non c'è di che.  > Era l'unica cosa che riuscì a dire, si sentiva notevalmente a disagio.
Dean lo capì e lasciò la piccola a terra.
<  Perché non vai a giocare nella tua nuova stanza? Ti chiamiamo quando la cena è pronta!  > La esorto e Claire scappò su per le scale, con ancora indosso il cappotto del minore che le faceva da mantella.
Il maggiore si appoggiò al piano della cucina fissando il minore preso nella preparazione dei piatti.
Sentiva il suo sguardo addosso, sapeva di cosa voleva parlare eppure non voleva iniziare il discorso, sarebbe passato per quello infantile.
Rimasero in silenzio per dei minuti,  finché Castiel non decise di rompere il silenzio.
<  Cosa?  > Frustrato appoggiò entrambe le mani sul tavolo, inclinò la schiena e lo fissò.
Dean lo guardò spaesato, non era un posizione che prendeva spesso, anzi.
<  Ti senti bene?  > Riuscì a domandargli
<  Sto benissimo.  > Gli rispose secco il minore.
<  va bene, Drama Queen, cos'hai?  >  Si staccò dal bancone e incrociò le braccia al petto.
Cas lasciò cadere la testa e chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e tornò a guardarlo.
<  é che...   > Scosse la testa, come per mettere in ordine i suoi pensieri.
<  è che, cosa?  > La voce di Dean era diventata più dura, come il suo sguardo.
<  é che è arrivata da neanche un giorno e io mi sento escluso, ecco cosa c'è! Capisco che avere un figlio è la cosa che hai sempre voluto, ma ho paura che...  > Sentiva la gola bruciargli, l'agitazione stava prendendo il sopravvento...
<  Oh, Cas..  > Si avvicinò ed il minore si tirò dritto.
<  Cas... non potrei mai, MAI dimenticarmi di te o cose del genere.  > Lentamente annullò la distanza che c'era tra i due e lo baciò, le sue mani si intrufolarono sotto la camicia del minore ed accarezzavano ogni millimetro di pelle che riuscivano a toccare.
Le mani di Cas si piantarono sui fianchi di Dean avvicinando i loro bacini.
Le labbra del maggiore segnavano la  sua mandibola e scesero sul collo, toccando un punto sensibile del minore che gemette a quel contatto. Il respiro affannato gli stuzzicava la gola e lo eccitava.
<  D-dean..  > Risucì a sussurrare.
Il maggiore mugugnò in risposta mentre le sue labbra risalivano fino al suo orecchio, ed incominciò a mordicchiarlo e a succhiarlo, mentre col suo peso lo spinse con la schiena sul tavolo. Cas si sentì prerplesso, mentre vedeva l'amante salire a cavalcioni su di lui, le sue mani lentamente gli slacciarono la camicia, mentre i suoi occhi erano fissi in quelli del minore.
<  D-dean... La bambina... La cena...  >
Il maggiore si bloccò, si era dimenticato della piccola al piano di sopra, scese lentamente dal tavolo e si allontanò di pochi passi, prima di passarsi una mano tra i capelli.
<  Me ne ero compleatamente dimenticato... e ora come facciamo... Astinenza? Non ci riuscirò mai...  > Sembrava parecchio preoccupato.
Cas si tirò su e si sistemò la camicia, ridacchiando.
<  è seriamente questo il tuo problema? Sei preoccupato che non avremo il tempo di fare l'amore?  > Sapeva sempre come tirarlo su di morale, quell'uomo era incredibile.
<  Si! Lo sai che ne ho bisogno!  >
<  Cosa l'abbiamo fatta a fare la camera da letto insonorizzata?  > Rispose il minore.
Ridacchiarono entrambi, quella notte i loro problemi sarebbero stati sistemati.
Cenarono e cercarono di socializzare il più possibile con Claire, l'indomani avrebbe conosciuto il resto della famiglia e dovevano sapere se lei preferisse aspettare o no, ma la piccola sembrava felice di incontrare i nuovi familiari.
Erano le 21 e i due uomini misero a letto la piccola, Dean le rimboccava le coperte e la coccolava a letto, mentre Cas gli leggeva una favola.
Si addomentò quasi subito e i neo-padri si sentirono pieni di felicità e orgoglio mentre la guardarono dalla soglia della porta.
Cas prese la mano di Dean e fece un paio di passi in direzione della loro camera da letto, mentre il maggiore chiuse la porta della stanza della piccola.
La loro vita da Padri iniziò così.
 

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Capitolo 3
*** Familiari ***


Erano le 6 di mattina quando Castiel si svegliò, la luce fiacca che entrava dalla finestra illuminava il letto ed il suo corpo nudo.
Si stropiccio gli occhi e guardò l’amante beatamente addormentato.
Dei Flashback della notte precedente gli offuscarono la vista: I vestiti abbandonati sul pavimento, i bottoni della sua camicia strappati dalla frenesia del momento, il respiro caldo del maggiore sul suo corpo, le sue mani che si incastrano alla perfezione in quelle dell’amante, i gemiti, i “ Ti amo” sussurrati, le loro bocche incollate, i  loro gesti frenetici...
si imbarazzò coprendosi la faccia con le mani, ma le sue labbra non smettevano di sorridere.
<  Buon giorno  > la voce rauca dell'amante  lo fece riprendere.
<  'giorno  > rispose togliendosi le mani dalla faccia.
Il maggiore mugugnò e si stiracchiò le braccia e la schiena allungandosi.
<  Che ore sono ?  >
<  Le 6:15  > rispose il minore.
<  E' molto presto, la piccola starà ancora dormendo... ti va una doccia?  >
La proposta era molto allettante e Cas annuì sorridendo come un ebete.
Amava fare la doccia insieme, il corpo di Dean ricoperto di schiuma dovrebbe essere vietato ai deboli di cuore da quanto era magnifico.

Il getto d'acqua calda risucchiò ogni intorpidimento dovuto dal sonno, il panno mordibo era un sollievo per la pelle irritata dal troppo moto fatto la notte passata.
Finirono la doccia e si rivestirono in fretta e mentre Cas preparava la colazione il maggiore andò a svegliare la piccola nella sua stanza.
Appena Dean entrò in camera la piccola stava ancora dormendo e decise che poteva concedersi un'attimo di relax sdraiandosi accanto a lei.
Il suo corpo minuto era troppo piccolo per quel letto da una piazza e mezza, quindi non faticò a trovare un posticcino pure per lui.
Si mise a giocare con i suoi capelli Biondi, erano morbidi come quelli del minore.
Era quasi straordinaria la somiglianza che i due uomini avevano con lei, sarebbe passata benissimo per loro figlia, ma che stupidaggine. Lei era la loro figlia.
Claire si stropicciò gli occhi e guardo intontita il maggiore.
<  Buon giorno tesoro, è ora di svegliarsi! Castiel sta preparando la colazione!  > Dean sorrideva guardandola.
La piccola annui e lentamente lo scavalcò con difficiltà, per poi dirigersi al pian di sotto ancora in pigiama, Il maggiore la seguì chiudendosi la porta della stanza alle spalle.
Fecero colazione tutti insieme, Dean accese la tv e mise il telegiornale, ma prontamente Castiel cambiò e mise su i cartoni.
<  Perché?!  > Lo rimproverò il maggiore.
<  Dean.  > Replicò il minore guardando la piccola.
<  Oh, giusto.  > Rispose.
La piccola rise a quella scena, la sua risata contaggiò entrambi gli uomini.
Ci avrebbero messo un pò ad'abbituarsi ad'un nuovo membro della famiglia, ma in cuor loro l'amavano.

Finirono di fare colazione e la piccola aiutò a sistemare la cucina come poteva, prendeva i bichieri e li portava al lavello dove Cas si era piantato, mentre Dean puliva il tavolo.
<  A che ora arrivano gli altri?  > Chiese il maggiore appoggiandosi al mobile accanto al minore.
<  Verso le 10, pranziamo insieme. Balthazar e Gabriel portano la torta.  > rispose senza staccare gli occhi dal lavello.
<  Hai sentito, piccola? Gli zii ci portano la torta!  > Andò a prendere in braccio la piccola, che stava seduta sulla sedia a guardare la televisione, e corse per la cucina facendola ridere.
<  La torta! La torta! Dillo anche te piccola, Torta!  > Il maggiore strillava dalla felicità.
<  Torta! Torta!  > Lo assecondò la piccola alzando un braccio al cielo.
Cas guardò tutta la scenetta, Dean ci sapeva fare con i bambini, lo sapeva, ma vederlo in azione era tutta un'altra cosa.
Faceva dei versi buffi e Claire rideva di conseguenza.
Finito di sistemare tutta la cucina, si mireso a guardare la televisione. Castiel era andato a recuperare il blocco da disegni per la piccola e dei pastelli colorati, mentre lui aveva portato giù il suo cavalletto e la sua vecchia valigetta contenente i colori.
Dean guardò il telegiornale, mentre la piccola cervaca di disegnare sul tavolino intanto che Castiel faceva un ritratto ad'entrambi.
<  Hanno legalizzato i matrimoni tra coppie Gay.  > Informò il maggiore leggendo una della notizie che scorrevano in sovraimpressione.
<  Wow, bello.  > Commentò il minore senza staccare gli occhi dalla tela.
<  Cos'è " Gay" ?  > Domandò la piccola che fissava il maggiore.
Ci fu un secondo di silenzio in cui perfino Castiel rimase col pennello ammezz'aria.
Dean si maledì mentalmente. Ora come avrebbero fatto a spiegarglielo ?
<  Hem... Tesoro, le coppie Gay sono... Sono due persone che si amano anche se sono dello stesso sesso... Noi, ad'esempio, ci amiamo anche se siamo due uomini... capito?  > rispose imbarazzato il maggiore.
La piccola annuì e tornò a colorare il suo album.
I due uomini si guardarono preoccupati, ma poi tornarono ogniuno ai propri affari.

Il campanello trillò e tutti fissarono la porta,spaesati.
Il tempo era volato.
Dean andò ad'aprire e si trovo davanti un'uomo alto quasi due volte lui, i capelli erano lunghi fino alle orecchie,  Era Sam.
Si scambiarono un'abbraccio ed  il minore dei Winchester entrò senza troppe cerimonie, teneva in mano un pacchetto rosa con un fiocco bianco sorpra. Si immobilizzò quando vide Claire che lo fissava, però si era spostata, ora era alle spalle di Castiel che era ancora seduto dinanzi al cavalletto.
Cas  si asciugò le mani con uno strofinaccio e si alzò andando incontro a Sam, si scambiarono una stretta di mano e tutti gli uomini si girarono verso la piccola.
Dean andò a prenderla e la prese in braccio, ma lei si nascose contro il suo petto.
<  Non è identica a Cas quando l'abbiamo conostiuto?  > Rise il maggiore.
<  E' vero,sono identici.  > Tutti scoppiarono in una risata.
Sam si avvicinò alla piccola e si piegò per arrivare alla sua altezza.
<  Ehi, io sono Sam e tu?  >  Le porse la mano.
La piccola lentamente si girò per guardarlo e dopo un'attenta analisi all'ungò una mano verso la sua.
<  M-Mi chiamo Claire... > Sussurrò.
<  Beh, ciao Claire. Questo è per te.  > Porse il pacchetto alla piccola che prontamente venne preso e scartato.
Erano diversi libri per bambini, tutti colorati e pieni di figure. La piccola sorrise e ridacchiò, mostrando il regalo ai neo-padri che ricambiarono i sorrisi.
<  Grazie Sammy, non c'era bisogno.  > lo ringraziò il maggiore.
Sam non ebbe il tempo di rispondere che il campanello trillò di nuovo.
Castiel andò ad'aprire e si trovò Balthazar e Gabriel con altri due pacchetti tra le mani.
Si scambiarono dei baci sulle guancie e anche loro entrarono senza chiedere il permesso.
Gabriel entrò per ultimo e si piombò subito sulla piccola prendendola in braccio e fregando la sua guancia barbuta con quella della piccola, che rise a quel gesto.
<  Oh ma che piccola, carina,dolce Bambina! Ve la rubo e la porto a casa con me. Faremo tanti giochetti: Nascondino,Disegnamo,Prepariamo le torte e facciamo gli scherzetti allo zio cattivo.  > la sua voce era acuta, nonostante dall'aspetto sembrava un'uomo quasi d'istinto.
La piccola rideva e annuiva.
<  La barba, Prude! .  > Si lamentava Claire.
<  Gabe. Lasciala dai, avrete tempo per giocare!  > Lo rimproverò il minore dei Novak.
Balthazar era stato in disparte tutto il tempo, aveva portato la torta in cucina ed'era tornato nel salotto con un solo pacchetto in mano.
Appena Gabriel mise a terra la piccola, Balth si inginocchiò e le porse  il pacchetto .
Claire lo guardava, ne era come incantanta.
Prese il regalo e lo scartò lentamente, Erano svariati pacchetti di mollette colorate.
La piccola sorrise e mostrò le mollette ai presenti, prima di abbracciare il maggiore dei Novak preso alla sprovvista.
<  Grazie!  > Lo ringraziò e corse da Castiel alzando le braccia per essere presa in braccio.
Il minore la assecondò e si mise a commentare le mollette con la piccola, mentre tutti i presenti li guardavano. Gabe non si lasciò sfuggire il momento e fece una foto con la datata macchina fotografica.
<  E Charlie?  > domando Dean a Sam
<  E' fuori città per lavoro, tornerà settimana prossima.  > Rispose.
<  Caspita, è da un bel pò che non la vedo.  Pranziamo?  > Disse.
<  Va bene, vado a preparare il pranzo.  > Rispose Cas lasciando andare la piccola.

Gabriel, Dean e Sam erano rimasti in salotto per giocare con la piccola, mentre Castiel e Balthazar stavano preparando  da mangiare.
Era da tempo che non stavano da soli ed il minore sentiva una sensazione di pace, di protezione e nostalgia.
<  Allora, come vanno le cose qui?  > Domandò il maggiore.
<  Bene, insomma, ora che c'è anche Claire dobbiamo allargare i nostri spazzi, ma ci faremo l'abitudine.  >  Rispose senza staccare gli occhi dalla pentola.
<  E voi due? tutto bene?  > Domandò nuovamente.
<  Beh, si. Tutto come al solito.  >
<  Perfetto, ma lo sai che se succede qualcosa...  >  Balth guardava il pavimento.
<  Balth..  > Lo rimproverò il minore.
<  Si lo so, ma devo ricordartelo.  > Alzò le braccia al cielo e tornò a sistemare il tavolo.
Non era la prima volta che faceva un discorso del genere.
Lui era favorevole al rapporto che il minore aveva con Dean, ma era sempre stato restio sul compagno. Voleva la sua felicità, ma ne avevano passate così tante che il maggiore era preoccupato per loro.
Castiel non ci dava molto caso, lui era contento della vita che avevano.

Pranzarono tutti insieme e passarono la giornata tra giochi,risate e nessun pensiero per la testa.
Era bello staccare dalla solita Routine e passare una giornata in compagnia.
Gabriel torturava la bambina abbracciandola e dandogli dei bacini sulle guancie, ma quella prontamente scappava e si nascondeva dietro ad' uno dei padri o dietro allo Zio " cattivo " , come era stato soprannominato Balth.
Tutti gli invitati andarono via la sera tarda, cenarono li con loro, e per la piccola era ora del bagnetto prima di andare a letto, Dean si propose di fare il bagno con lei, ma Cas si sentiva più sicuro se ci fosse stato anche lui.
Prepararono la vasca riempiendola a metà di acqua calda e ci aggiunsero un pò di Bagno schiuma, logicamente i due uomini non potevano fare il bagno nudi, quindi misero su dei Boxer larghi così da non sconvolgere la piccola.
Per fortuna la vasca era abbastanza grande per tutti e tre e dopo aver giocato con la piccola Dean uscì per asciugarla e metterla a letto, mentre Castiel si beò del silenzio, della tranquillità e di quell'attimo di solitudine.
Si lavò lentamente prendendosi il suo tempo, quando la porta si aprì ed il maggiore ri entrò nella stanza, questa volta senza indumenti.
<  Si è già addormentata, povera.  > Commentò rientrando in vasca.
Cas rise e fissò le mani dell'amante mentre gli risalivano le gambe fino ad'arrivare al Boxer per poi sfilarlo lentamente.
<  Dean...  >  Sussurrò
<  Shh. Non vorrai correre il rischio che ci senta.  > Lo rimproverò
Annullarono la distanza che li separava, le loro labbra si cercavano, si bramavano.
I loro corpi fremevano.
Dean si appoggiò allo schienale della vasca e Cas gli si sedette sulle gambe, la bocca del maggiore scese fino al suo petto e gli lasciò diversi succhiotti sparsi qui e la, mentre con la mano lo stimolava.
Le mani del minore trovarono il loro posto incastrandosi nei capelli del maggiore.
Sentiva il respiro accellerato dell'amante e la sua mente si offuscò, guardava il soffitto ma l'unica cosa che vedeva era bianco.
<  Ti voglio.  > Era l'unica cosa che riuscì a dire, cercando di guardarlo.
Dean si immobilizzò per un secondo. Castiel bagnato d'acqua, i suoi capelli più scuri, gli occhi che bramavano un contatto più diretto, il suo petto che si alzava ed'abbassava all'impazzata. Era una delle scene più erotiche che avesse mai visto.
Il minore gemette, le spinte del maggiore erano sempre più brutali, i respiri sempre più spezzati, i graffi sempre più profondi, le loro labbra sempre più unite.
 Lo amava, tutto il suo corpo lo cercava sempre. Lui lo riempiva, lui lo completava.
Uscirono dalla vasca e senza neanche asciugarsi andarono nella camera da letto, Dean si chiuse la porta alle spalle e anche per quella notte ci sarebbero stati solo loro. I loro cuori ed i  loro corpi impegnati in una dimostrazione d'amore  così profonda, lenta e passionale da far dimenticare il tempo e lo spazio. Si, perché non c'è niente di più intimo che fare l'amore con la propria metà di cuore.
 

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Capitolo 4
*** . . . ***


Erano passate ormai alcune settimane da quando Claire era entrata a far parte della loro piccola famiglia,ogni giorno imparavano sempre più cose: Che era brava nel disegno e nel canto, che i vestitini non le piacevano e che non aveva bisogno di aiuto a fare le piccole cose come, lavarsi i denti, pettinarsi i capelli o vestirsi.
Più imparavano a conoscerla più la amavano. La piccola stava instaurando un legame profondo col maggiore dei due uomini, mentre il minore era tenuto un po' in disparte. Quando Claire voleva parlare con qualcuno o semplicemente fargli vedere un disegno correva da Dean invece che da Castiel, logicamente lui ci rimaneva male, ma a detta del maggiore era solo una questione di quanto uno di loro passava più tempo con lei.
Ed era vero, il minore aveva ricominciato ad andare al lavoro e con le faccende domestiche non aveva molto tempo, però gli sarebbe piaciuto che lei l'abbracciasse quando tornava a casa o che solamente lo salutasse, ma invece no. Quella sera dopo cena si misero tutti a guardare un po' di Tv prima di andare a dormire, la piccola era seduta sulle gambe di Dean che le stava facendo e disfando una treccia, cosa che alla piccola piaceva, mentre Cas era dall'altro lato del divano con il suo solito album da disegno in mano.
Dean e Claire ridevano seguendo le avventure dello sfortunato protagonista mentre il minore era totalmente preso dal ritratto che stava disegnando. Non si accorse neanche che i due avevano spento la tv ed erano andati al pian di sopra finché non sentì chiudersi una porta. Il rumore lo catturò e lo fece tornare alla realtà, posò la matita e il blocco da disegno sul tavolino e si appoggiò allo schienale del divano portandosi le mani a coprirsi il volto. Era ferito, esausto e demoralizzato. Delle lacrime gli sfuggirono sulle guancie e gli inumidirono le mani, quelle lacrime le teneva dentro da un po', pensava di essere abbastanza forte da tenersi tutto per se. Si asciugò il volto con la camicia e si guardò intorno, Questo era il piccolo nido per lui e Dean. Quello che avevano sempre desiderato, quello che loro si meritavano. Non era geloso della piccola, ma si sentiva solo.
Perfino negli ultimi giorni Dean non gli dava più molte attenzioni, la sera si metteva a letto e si addormentava subito lasciando il minore nella tenenbrosa e angosciante notte. Sentiva la rabbia montargli dentro, partire dal cuore ed'espandersi in tutto il corpo.
Guardò il disegno di Dean che stava facendo, la disperazione prese il sopravvento. Prese il blocco da disegno e strappò il foglio in tanti piccoli pezzi, le lacrime non accennavano a fermarsi. Magari disegnare qualcosa lo avrebbe calmato, cosa che succedeva sempre, prese la matita e senza pensarci incominciò a scarabocchiare. Tentativo fallito, disegnò nuovamente gli occhi del maggiore. La frustrazione gli fece lanciare il blocco da disegno contro la libreria, facendo cadere dei soprammobili. Una statuetta raffigurante un'angelo si ruppe nell'impatto con pavimento, le ali si staccarono. Appoggiò i gomiti sulle gambe e si prese la testa tra le mani, ansimava, piangeva e tremava.
<  Cosa è successo...  > La voce spaventata del maggiore non gli era d'aiuto.
<  Cas... cosa succede?!  > Si faceva sempre più vicino, mentre il tremore del minore aumentava. Appena Dean gli appoggiò una mano sulla spalla non riuscì a controllarsi, lo scostò bruscamente e corse fuori di casa senza prendere il cappotto.
< CAS  > Gli urlò dietro il maggiore, ma lui non accennava a fermarsi.

Correva, Correva il più lontano possibile. Aveva bisogno di stare da solo, in quella fredda sera di Novembre. Non gli importava se faceva freddo, se la gola gli bruciava, se il suo fiatone stava diventando incontrollabile, lui correva. Non sentiva più le urla del maggiore, ormai era troppo lontano. Non sapeva nemmeno dove stava andando, lui assecondava le sue gambe, il suo cuore. Mente il suo cervello era preso in una furente guerra tra la ragione e il sentimento. Da un lato avrebbe dovuto tornare a casa e parlarne con lui, ma dal canto suo avrebbe voluto restare da solo, staccare e tornare dai suoi fratelli...almeno per un pò. Rallentò fino a fermarsi.
Era arrivato davanti alla sua vecchia casa, erano mesi che non ci veniva. Il freddo pungente lo investì facendolo tremare, si avviò camminando fino a sotto la veranda. Neanche il tempo di bussare che già Balthazar venne ad aprire la porta tenendo in braccio una coperta. La poso con cura sulle spalle del minore e lo accompagnò al divano, mentre lui andò a preparare una tazza di tè bollente per riscaldarlo, per poi sederglisi accanto. Restarono in silenzio per un tempo che sembrava interminabile. Gabriel gli avrebbe fatto domande, ma sapeva che il fratello più grande se aveva bisogno di parlare avrebbe dovuto iniziare lui il discorso.

< Come facevi... >  La sua voce tremava, bevve un altro sorso di tè.
<  Semplicemente : Mi ha chiamato Dean dicendo che eri scappato di casa. Dove altro potresti andare se non a casa TUA.  > Accentuò il " Tua " alzando leggermente la voce.
<  Non ti interessa il motivo... ?  > Lo guardò.
<  Me lo diresti?  > Lo fissò di rimando il maggiore. Si fissarono intensamente. Uno di quegli sguardi che non avevano bisogno di parole, bastava guardarsi negli occhi per capire tutto, e fu così.
<  Capisco.  > Disse piatto Balth.
<  Cas, devi capire una cosa.... Di sicuro Dean non lo fa apposta, per lui nato per fare il padre, è una cosa naturale. Invece per tu no, devi imparare pian piano. Il tuo carattere ed il suo sono molto diversi ed ora che c'è anche la piccola è normale avere degli alti e bassi... Quando sono morti i nostri genitori, quando siete venuti a stare con me... ti ricordi quanto litigavamo io e Gabe? Ti ricordi tutte le volte che tornava a casa la sera pieno di lividi ?  > Il maggiore fissava la tazza ancora piena che era stata appoggiata sul tavolino.
< Ci abbiamo messo un bel pò prima di trovare una sintonia e così farete voi. Non avere fretta, ma si paziente perché poi sarà una cosa meravigliosa.  >
Castiel non sapeva perché ma parlare con lui, ascoltarlo, lo faceva sentire bene. Era la loro roccia, se succedeva qualcosa sia lui che Gabriel andavano a sfogarsi da lui.
<  Capito... hem... forse è meglio che torni..  > Sussurrò il minore.
<  Mica vorrai andartene conciato così! Vai a farti una doccia intanto ti presto dei miei vestiti.  > Cas annuì e scappò nel bagno al pian di sopra, nella sua vecchia camera.
Si spogliò e mentre aspettava che l'acqua arrivasse alla temperatura giusta l'occhio gli cadde sullo specchio posto alla sua sinistra. Aveva un'aspetto patetico, gli occhi rossi e gonfi, i capelli piatti e bagnati. Da quella posizione si intravedeva il tatuaggio sulla sua schiena, si girò in modo da avere un visuale migliore e lo contemplò come poche volte aveva fatto. Aveva fatto aggiungere una scritta dopo il trapianto di midollo osseo, una piccola frase: " Always Keep Fighting " al centro della schiena, proprio tra le due ali. Si, era quello che doveva fare, Essere forte.
Aveva superato cose peggiori di un po' di depressione, non voleva rovinare tutto quello che aveva costruito con fatica e sangue. Si fece una doccia veloce, beandosi del calore dell'acqua contro il suo corpo, ma ogni pensiero era indirizzato a Dean.

Come avrà reagito?

 Cosa avrà pensato?

 Sarà arrabbiato?

 Impaurito?

 Perso?


 e la piccola?

 Avrà sentito?


Uscì di corsa dal Box doccia e si coprì con un asciugamano tornando della sua vecchia camera, sul letto erano apparsi alcuni indumenti casual. Si vestì in fretta e tornò al piano di sotto, Balthazar era accanto alla porta con una giacca di pelle in mano, gliela porse non appena fu abbastanza vicino da poterla prendere. Si guardarono per un istante, prima che il maggiore tornò alle sue faccende. Cas uscì e tornò sui suoi passi, non pensava a niente e forse era meglio così.
Non appena fu sotto la veranda di casa sua sbirciò dalla finestra e vi trovò Dean seduto sul divano con la statuetta dell'angelo tra le mani. Non si accorse che quando aveva gettato l'album da disegno aveva proprio rotto la statuetta che la madre di Dean gli aveva regalato da piccolo.Si sentì malissimo, ma si fece coraggiò ed entrò. Si aspettava di ricevere un pugno, di sentire la sua voce arrabbiata che lo rimproverava, invece l'unica cosa che sentì furono le sue braccia stringersi attorno al suo corpo.
<  Cas... DIO CAS.  > Gli sussurrò all'orecchio.
Il maggiore lo spinse contro il muro e lo baciò con brutalità, ma poi si addolcì. Una mano di Dean si aggrappò alla T-shirt del minore, mentre il braccio libero trovò posto dietro al suo collo. Lasciò penzolare la sua testa contro il petto di Cas. Erano singhiozzi quelli che sentiva? Stava veramente piangendo?
<  Non. Farlo. Più. Mi.Hai.Fatto.Spaventare.  > Disse senza alzare il volto. Le braccia del minore lo circondarono e lo strinserò più vicino.
<  No, mai più.  > Si sentiva completo. Non era più triste, nè solo.
Il minore gli alzò il volto e gli asciugò le lacrime prima di baciarlo nuovamente.
<  perché sei scappato?  > gli sussurrò il maggiore
<  avevo bisogno di star da solo...  > disse un mezza bugia.
<  pensavo di non rivederti più... Ho avuto paura che te ne andassi veramente.  >
<  non potrei mai lasciarti.  >
si baciarono di nuovo, le loro labbra, i loro corpi desideravano di più.
Il minore lo prese per mano e si avviarono al pian di sopra, nella loro camera.
la loro sete di inimità fu sazziata.
Le paure di Castiel attutite.
La disperazione di Dean annullata.

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Capitolo 5
*** capitolo 5: Ehi Tranquilla. ***


< EHI, APRI LA PORTA! >
Castiel si svegliò di sopprassalto, la sveglia segnava le 6:23. Sentì la voce preoccupata del maggiore provvenire dal corridoio, si alzò e per poco non cadde cercando di mettersi i boxer ed una maglietta prima di correre da Dean. Lo trovò dinanzi alla porta di Claire appoggiato allo stipite con la testa abbandonata al legno che li separava dalla piccola.
< Cosa è successo?! > Si allarmò a sua volta il minore.
< L'ho sentita gridare e son venuto a vedere cosa avesse, però appena mi ha visto è corsa a chiudere la porta a chiave! >
< Claire, stai bene?! > Riprese il maggiore, con un tono più alto.
< Va via! > Squittì la piccola, dalla sua voce si sentiva che aveva paura.
< Dean... > Disse Castiel, ma non sapeva come finire la frase.
< Claire! apri la porta! > Urlò Dean, si allontanò dalla porta e si girò verso il minore con sguardo preoccupato.
< Non voglio parlare con te! > Claire stava piangendo ? Cerché la sua voce tremava?
Castiel guardò il maggiore e lo vide ferito, la piccola non voleva parlare con lui. Era un colpo basso.
< Claire, sono Castiel... mi fai entrare? > Provò, forse avrebbe funzionato. E fu così.
< Solo tu... > La sua voce era più vicina, come se si fosse avvicinata alla porta.
< Se ti fa piacere entro solo io...> Propose il minore.
Si sentì la chiave girare nella toppa, ma la piccola non aprì. Castiel guardò Dean che gli fece un cenno con la testa prima di dirigersi verso il pian di sotto. Castiel posò la mano sulla maniglia e lentamente entrò nella stanza, vide Claire rannicchiata sul letto con la copertina che le lasciava scoperti solo gli occhi. Sapeva che i bambini si affezionavano a degli oggetti, ma vederla li immobile coperta dalla sua piccola armatura fatta di lana era sorprendente. Si avvicinò con cautela sedendosi ai piedi del letto e la guardò.
< Cosa è successo piccola? > Sussurrò, magari i rumori troppo forti in quel momento l'avrebbero spaventata.
< Ho fatto un sogno... > Si strinse ancor di più nella sua armatura. Cas annuì.
< Che sogno hai fatto? Ti va di raccontarmelo? > Tutta la sua concentrazione era indirizzata a lei, la studiava nei piccoli movimenti e memorizzava le tonalità che usava nel parlare.
Claire stette in silenzio per un pò.
< Lui era cattivo... aveva gli occhi neri, tu mi proteggevi... avevi delle ali.. > Castiel impallidì, come faceva... come ... non capiva.
< Lui diceva delle cose brutte, cose cattive... > Continuò la piccola.
Il minore ebbe dei Flashback di quando sognò anche lui Dean legato sulla sedia, ricordò le ali che bruciavano dopo aver scavalcato il cerchio di fuoco, ricordò il tatuaggio che lo illuminava di rosso, ricordo i suoi occhi totalmente neri. Si riprese, non doveva lasciarsi pervadere dalla paura, doveva essere forte,per lei.
< Dean non ci farebbe mai del male, specialmente a te. Non oserebbe neanche alzare un dito su di te anche perché se ti facesse del male non lo perdonerei mai, anzi, non ci vedrebbe mai più. Era solo un'incubo, un sogno cattivo. > Si torturava le mani, come faceva Balthazar quando era agitato.
La piccola annuì lentamente. Lentamente uscì dalla sua armatura e gattonò fino a sedersi sulle sue gambe,lo abbracciò. Forse aveva letto il terrore che si era impossessato del viso del minore poco prima, o forse aveva solo voglia di essere rassicurata. Castiel recuperò la copertina rosa della piccola e gliela porse sulle spalle per poi stringerla al suo petto.
< Sei un pò più tranquilla? > Gli sussurrò e Claire alzò il volto per guardarlo e sorrise annuendo. Sorrise anche il minore. Si sentì un borbottio e la piccola si rabbuiò per un secondo.
< Fame... > Sussurrò timida. Il minore rise facendo ridere anche lei.
< Facciamo così: Quando ti capiterà un'altro Incubo vienimi a svegliare, ok? >
< Si > Squittì in risposta.
< Bene, ora andiamo a mangiare! > Si alzò tenendo in braccio Claire e uscirono dalla cameretta per poi dirigersi In cucina, dove Dean stava preparando la colazione. La tv era accesa e come di consueto mostrava un canale per bambini, la tavola era apparecchiata, vi erano già posizionati i diversi tipi di cereali, di succhi ed'una borraccia contentente l'acqua. Il maggiore non si accorse dell'arrivo dei due finché non si girò per mettere a tavola anche i Pancakes bruciacchiati che stava finendo di cucinare.
< Ehi. > Commentò con il piatto a mezz'aria. Castiel lasciò andare Claire ancora nella sua piccola armatura e si avvicinò per dargli il bacio del buon giorno che prima non era riuscito a dargli. Dean ricambiò senza staccare gli occhi dalla piccola, che aveva preso il suo posto al tavolo.
< Tutto apposto...? > Commentò sussurandogli nell'orecchio.
< Dean, tranquillo era solo un incubo. > Lo rassicurò il minore. Dean annuì e lentamente e si sedette lasciando il piatto in centro alla tavolata. Anche Castiel si era seduto, come al solito, di fronte a Claire.
< Che programmi abbiamo per oggi? > La voce del minore annullò il silenzio che si era creato.
< Io... devo andare a fare un paio di commissioni dopo il lavoro, quindi dovrei tornare per ora di cena più o meno... > Rispose il maggiore ingoiando il succo che stava bevendo.
< Io sono a lavoro fino alle 17 però... > Commentò il minore.
< Piccola, ti va di andare dallo zio Gabriel oggi? Stai un pò con lui? > Propose il maggiore alla piccola, che prontamente rispose annuendo con entusiasmo. Dean era felice che claire non ce l'avesse con lui, si sentiva più leggero, ma un altro pensiero gli teneva la mente occupata... La sua " commissione " , quella che avrebbe fatto quel pomeriggio.
Finirono di Fare colazione e i due uomini si prepararono per le proprie mansioni. Accompagnarono la piccola a casa Novak e Castiel rimase in salotto a ringraziare Gabriel e a fargli vedere cosa avevano portato per far giocare la piccola, mentre Dean andò a parlare con Balthazar che stava finendo di fare la colazione.
Balth era seduto al suo solito posto mentre Dean era in piedi, stavano parlando di qualcosa, ma non riuscì a capire quale argomento stessero trattando. Ad un certo punto i due si strettero la mano, il maggiore dei Novak annuì e guardo il minore, mentre Dean sorridente tornò nel salotto.
Era curioso di sapere cosa si fossero detti, ma il volto impassibile del maggiore non gli diceva nulla... forse si percepiva un pò di preoccupazione nei suoi occhi ma non ne era sicuro. Qualcosa in lui gli diceva che non doveva aspettare molto per scoprirlo.
La sera Dean era pieno di energie, ma continuava a toccarsi la tasca dei Jeans, Cas intravise una specie di scatoletta nera ma non capì di cosa si trattasse. Pensava fosse un regalo per Claire, ma non ne era sicuro. non sapeva e odiava non sapere le cose, specialmente odiava aspettare che l'altro gli rivelasse di cosa si trattasse.
Dopo aver messo a letto la piccola, come al solito, Dean scappò in camera e appena Cas entrò lo vide contemplare il contenuto della scatola.
< Cos'è? > domando sulla soglia della porta.
< No, niente! > rispose il maggiore nascondendo la scatola nel suo cassetto.
< Dean... >
< Non è niente, tranquillo! Andiamo a letto che è tardi > Il sorriso del maggiore lo riusciva a tranquillizzare, ma non riuscì a prendere sonno.
Mentro l'amante dormiva beato lui avrebbe voluto alzarsi e curiosare, ma sapeva che se l'altro lo avesse scoperto ne sarebbe nato un litigio e ci rinunciò.
Si girò e rigirò nel letto finché la stanchezza non prese il sopravvento.

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Capitolo 6
*** capitolo 6: Sorpresa! ***


Castiel si svegliò rilassato, era da tempo che non dormiva così bene, si stiracchiò per bene e appoggiò la mano al posto di Dean per svegliare anche lui, ma quando le dita toccarono il lenzuolo si preoccupò. Si tirò su a sedere e lui non c'era, guardò l'ora ed'erano le 9:15. Si maledì mentalmente e quando decise di alzarsi sentì la porta aprirsi, Claire entrò portando un bicchiere d'acqua seguita dal maggiore che teneva tra le mani un vassoio con diversi oggetti sopra: Un piccolo vasetto contenente una rosa rossa, una tazzina piena di caffè e un'altra piena di latte e cereali. Dean appoggiò tutto sul letto e si sedette a gambe incrociate, Claire lo imitò tenendo in mano il suo bicchiere colorato.
<  Ma cosa...  > La voce di Cas era ancora rauca a causa del sonno.
<  AUGURI PAPA' !  > Claire urlò alzando le braccia al cielo, facendo rovesciare un pò di acqua sul lenzuolo.
Castiel la fissò. " Papà ", era la prima volta che lo chiamava così, si sentì pervaso da un senso di piacere e di entusiasmo.
risucì a riprendersi dopo qualche istante.
<  G-grazie piccola..  > Le sorrise di rimando.
<  Auguri amore  > Anche Dean sorrideva e si sporse per dargli un bacio.
<  Ma che giorno è ?!  > Era ancora rintronato.
<  Che idiota !  > Il maggiore rise, facendo ridere anche la piccola.
<  E' il tuo compleanno!  > Riprese la piccola guardando Dean con preoccupazione.
<  Di già...?  > Disse Cas con espressione confusa e piegò di poco la testa di lato.
<  Si! Ora mangia che dobbiamo uscire!  > Disse il maggiore, ancora sorridente.
<  Ma il lavoro?  >
<  Ho chiamato ieri dicendo che, visto che è il tuo compleanno, prendevi un giorno libero. Ti fanno gli auguri pure loro!  >
<  Ah... ok...  > Comincò a bere il caffè, aveva bisogno di qualcosa di forte in quel momento.
Non riusciva ancora a crederci che Claire l'avesse chiamato Papà.
<  Aspetta, perché dobbiamo uscire?  > Domandò dopo aver riposto la tazzina.
<  Beh, andiamo a fare Shopping! Alla piccola servono dei vestiti nuovi e ne prendiamo anche noi! Il tuo Trech è lurido !  > Commentò il maggiore.
<  Già già  > gli fece eco la piccola.
<  Ehi! non insultate il mio Trech!  > Cas assunse una finta espresione arrabbiata fancendo ridere tutti i presenti.
Fecero colazione con tranquillità ridendo e scherzando, il minore si accorse dopo che i due erano già pronti per uscire. Dean indossava un suo classico completo, una T-shirt nera con sopra una camicia rossa, ma questa volta indossava dei Jeans attillati neri e degli anfibi. Quelli erano i suoi pantaloni da " grandi occasioni " poche volte lo aveva visto con quelli indosso. Claire indossava un vestitino rosa con un fiocco nero in vita, i capelli biondi erano sciolti, ma vi erano due piccole treccine unite dietro. Erano veramente belli insieme, li fissò. Voleva imprimersi quell'immagine nel cervello. Dean portò via Claire insieme al vassoio così da permettere al minore di vestirsi. Non voleva vestirsi come al solito, visto che i due hanno indossato dei completi che non avrebbero mai usato normalmente, si sentì in dovere di essere all'altezza. Si accorse di avere ancora i vestiti che Balthazar gli aveva prestato, Indosso la T-shirt rosso scuro e usò anche la giacca classica. Erano anni che non usava una maglietta, invece della camicia. Indosso pure un paio di Jean neri, non aderenti, e un vecchio paio di Nike nere. Era strano che si sentisse a suo agio con quel tipo di abbigliamento, si aggiustò un pò i capelli e scese al pian di sotto. Claire e Dean erano sul divano, il maggiore sentendo dei rumori sulle scale si girò a guardare e si incantò.
<  Beh... come...sto?  > Era imbarazzato, Dean era completamente perso nel guardalo.
<  Bene! Bene!  > Gridò ridacchiando la piccola. Tutti scoppiarono a ridere.
<  Sei perfetto !  > Commento il maggiore alzandosi e prendendo le chiavi dalla tasca dei jeans.
<  sei pronto ?  > Domandò andandogli incontro. Il minore annuì e la piccola trotterellò fuori dalla porta tutta felice, Dean le corse dietro per non farla correre in strada, mentre Cas chiuse la porta con la sua copia di chiavi.
Andarono in un centro commerciale della città accanto, ci erano andati poche volte e mai con Claire. Lei era entusiasta per le vetrine colorate addobbate già per natale, i neo-padri dovettero correrle più volte dietro per non perderla, Dean commentò più volte che avrebbero dovuto portarsi dietro un guinzaglio guadagnandosi una risata dal minore e un finto broncio da Claire. Visitarono diversi negozi per bambini comprando alcune magliette e alcuni pantaloni per la piccola. Aveva gusti difficili, niente di troppo colorato, niente di troppo luccicoso, niente di troppo stupido. Le persone si giravano a guardare quella strana coppia mano nella mano con una piccola bambina bionda. Alcune signore sorridevano, alcuni Signori alzavano il sopracciglio e commentavano tra di loro, alcuni bambini li fissavano. A loro non interessava. Si fermarono per pranzo in un fast food e dopo una lunga pausa ritornarono allo shopping. Quando Castiel controllò l'orologio si accorse che era quasi ora di cena, lo fece notare al maggiore e annuì entusiasta.
<  Claire è ora di andare a cena!  > Prese in braccio la piccola e tornarono nel parcheggio.
<  torniamo a casa o... ?  > Domandò il minore dopo aver riposto le buste nel bagagliaio.
<  Nah! perché tornare a casa ora? Andiamo fuori a cena!  > Propose il maggiore e Claire saltellò felice.
<  Ok, è deciso, andiamo fuori a cena!  > Disse il minore aprendo la portiera anteriore, per far salire la piccola. Controllò che avesse messo la cintura e poi si sedette al posto del passeggero. Il viaggio durò poco, Dean accese la radio e partì " Shake it off " ed'alzò il volume, Claire ballava a ritmo mentre Cas annuiva e muoveva la testa, mentre il maggiore la cantava felice.
Al ristorante il minore scoprì che Dean aveva già prenotato per 3, il che lo spiazzò per un secondo. Non era il classico ristorantino normale, no. Questo era un ristorante rinnomato, Con tanto di candele sui tavoli e camerieri in giacca e cravatta. Castiel si ringraziò mentalmente per non aver indossato il suo classico completo, sennò lo avrebbero scambiato per uno di loro! Il loro tavolo era in un'angolo appartato. Claire si sedette contro il muro e i due uomini si sedettero uno davanti all'altro, in modo da non dargli il modo di uscire. Non che non si fidassero di lei, ma era la prima volta che la portavano fuori a cena. Un cameriere sulla ventina portò loro i menù e si dileguò silenziosamente come era arrivato. 
<  Dean...sei sicuro che possiamo permettercelo...?  > Commentò Castiel dopo aver dato un'occhiata alla Carta.
<  Tranquillo, ho fatto un pò di straordinari per questo giorno!  > lo rassicurò sorridendo. Il minore annuì per nulla a suo agio. Il cameriere tornò a prendere gli ordini.
<  Per me... le lasagnette alle verdure...  > Commentò Castiel.
<  Per me la tagliata, per te tesoro?  > Disse Dean.
<  Pasta bianca!  > Rispose Claire.
<  Ci porta anche un pò di vino rosso? Decida lei quale, e un po’ di acqua naturale.  > Il maggiore chiuse il menù e Glielo porse, seguito dalla piccola, che dovette prenderlo con entrambe le mani, e dal minore. Il ragazzo si dileguò un'altra volta facendo ritorno con una bottiglia di vino e l'acqua, per poi andarsene un'altra volta. I tre risero e scherzarono per tutta la sera, il cibo era ottimo, il locale per nulla affollato e molto intimo, l'unica pecca e che tolsero la candela rossa dal tavolo, con la piccola lì era pericolosa. Mangiarono anche il dessert, Claire si sporcò tutta la faccia mangiando il profitterol al cioccolato facendo ridere i due uomini. Dean pagò il cameriere con la carta di credito, non si alzò neanche, la lasciò sul piattino ed'il ragazzo fece il restante.
<  Ora ! papà ora!  > Commentò la piccola tutta felice, guardando il maggiore.
<  Sisi! ci arrivo.  >Lle rispose sorridendo.
<  Cosa?  > Disse il minore preoccupato. Dean si alzò e gli andò accanto.
<  Sono anni che stiamo insieme, no ? Direi che ora che abbiamo una figlia... sia ora di... ufficializzare la cosa...no?  > La sua voce tremava. Castiel era totalmente perso, non capiva.
<  Cas... alzati per favore.  > il minore lo assecondò. Tutti i presenti si fermarono a guardarli, alcuni farfugliavano tra di loro. Dean si inginocchiò e tirò fuori la scatolina nera dalla tasca dei Jeans, la aprì e lo guardò.
<  Castiel, Io ti amo. Sei l'amore della mia vita, abbiamo condiviso esperienze: Ospedali,incubi,sogni. Ci siamo allontanati per anni e ci siamo ritrovati. Tu sei tutto per me, io non esisto più senza di te. Abbiamo preso Claire per formare una famiglia ed è la cosa più bella che mi sia successa. Sei il mio angelo, seriamente! mi hai salvato più volte dalla morte, fisica e mentale. Quindi ti chiedo, qui davanti a tutti, M-Mi vuoi sposare?  >
I suoi occhi erano piantati in quelli del minore.
Castiel stava per piangere, anzi era sicuro che alcune lacrime gli erano scappate, le sentiva sulle guancie.
<  Si. Cento, mille volte si!  > La sua voce tremava.
Dean si tirò in piedi e sorridente come non mai lo abbracciò. Sentirono fischi di approvazione e mani che battevano, ma ormai erano in un mondo tutto loro. L'anello ricoprì alla perfezione il dito di Castiel, che si perse a vedere quella fede in oro bianco così perfetta e liscia. Claire scappò dalla sedia ed abbraccio le gambe dei due padri, Il minore la prese in braccio e la piccola gli stritolò il collo, facendo ridere il maggiore.
Ormai era ufficiale, erano un famiglia.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 : FINE ***


Erano giorni che Dean era in ansia, aspettava questo momento da una vita. Era sempre più sicuro di voler passare il resto della sua esistenza con lui e con la piccola Claire, entrata come un uragano nella loro vita. La stanza era completamente bianca, se non fosse stato per i mobili e le decorazioni in oro, si specchiava in un enorme specchio in ferro battuto. Il colletto della camicia che lo stritolava, Il panciotto nero chiuso in vita con dei bottoni lucidi, la giacca nera fatta su misura,un lungo cappotto nero decorato con dei bottoni bianchi, i pantaloni in tinta avevano una striscia più scura ai lati, le scarpe tirate a lucido ed un papillon così stretto da non permettergli di deglutire normalmente. Non aveva paura, era sicuro di se. Ma a chi voleva darla a bere? Stava tremando dalla paura. Aveva paura che l'altro lo abbandonasse sull'altare, che rinunciasse all'ultimo. No, non doveva pensarci. Si passò una mano tra i capelli scompigliandoli un pò, non gli piacevano troppo piatti. Si sentì bussare alla porta.
<  Avanti  > Urlò Dean. Sam entrò nella stanza tenendo un pacchetto tra le mani, anche lui era vestito tirato a lucido, perfino i suoi capelli erano stati acconciati per l'occasione.
<  Hei, tutto bene? Sei un figurino!  > Commentò entrando nella visuale dello specchio.
<  Non ti pare che questo completo mi ingrassi?  > Rispose sarcastico il maggiore. Sam scoppiò a ridere e Dean si girò a guardarlo. <  Stai facendo la cosa giusta, so che siete perfetti e che siete dei genitori meravigliosi.  > Lo rassicurò il minore.
Anche loro riuscivano a leggersi gli occhi e vedeva che Dean era pieno di terrore. Si abbracciarono, uno di quegli abbracci che fanno sparire tutte le insicurezze, tutti i dubbi, tutte le paure. 
<  Grazie Sammy  > Commentò il maggiore staccandosi. Sam annuì e sorrise porgendogli il pacchetto che aveva tra le mani, Dean lo scartò e vi trovò un fazzoletto bianco con ricamate sopra due lettere : M.W.
Il maggiore lo guardo spaesato, stava per piangere.
M.W.
Mary Winchester La loro madre.
< Come...  > Riuscì a dire.
<  L'ho trovato nei vecchi ricordi della mamma, ho pensato che dovessi portarla con te in questo giorno così importante.  > Il minore appoggiò una mano dietro al collo del maggiore.
<  Sam... io...  > Non risuciva a parlare.
<  Regalalo a Claire quando sarà più grande, so che la mamma avrebbe voluto questo.  > Si abbracciarono di nuovo finchè qualcun'altro bussò alla porta.
<  Avanti  > Commentò Dean asciugandosi le lacrime.
Charlie entrò nella stanza raggiante come al solito, indossava un vestito rosso in tinta con i suoi capelli.
<  Ehi ragazzi! Wow Dean stai benissimo!  > Commentò non appena li raggiunse.
< Grazie, Charlie.  > Rispose di rimando. La ragazza notò subito il fazzoletto che teneva in mano e glielo rubò velocemente per poi infilarglielo nel taschino della giacca.
<  Ok ora sei veramente perfetto!  > Gli strizzò l'occhio ed'uscì velocemente come era arrivata.
<  Non la capirò mai.  > Disse il maggiore.
<  Siamo in due.  > Rispose il minore.
Sam guardò l'orologio che aveva al polso, era quasi ora. Dean lo capì subito e le gambe incominciarono a tremargli visibilmente. Saltellò più volte sul posto muovendo le mani, per poi girarsi davanti allo specchio per l'ultima sistemata.
<  Io vado, mi riconoscerai, sarò quello al tuo fianco.  > Gli diede una pacca sulla spalla prima di dileguarsi oltre la porta.
Aveva ancora pochi minuti prima di dover affrontare gli occhi di tutti i presenti. Bevve un sorso di acqua e anche lui uscì dalla porta. Era il primo che doveva entrare,Si sentì una musichetta e l'enorme portone si aprì proprio davanti a lui.
Il suo cuore batteva all'impazzata, gli occhi di tutti erano su di lui. Dean fece i suoi primi passi verso l'altare che era occupato dal parroco,Charlie e Sam, dalla sua parte, mentre Balthazar e Gabriel occupavano l'altro lato. Si concentrò su di loro, cercava di non far caso alle panche scure addobbate con dei mazzi di rose bianche con al centro una rosa rossa.
Teneva gli occhi fissi in quelli di Sammy che gli sorrideva felice. Affrontò i due gradini, che li sepavara, con puro terrore, sperava di non cadere proprio ora che era arrivato li.
Non cadde e appena si fermò accanto a suo fratello riprese a respirare, per quanto poteva.
Appena la musica finì ne partì un'altra, un pò più melodiosa. Claire fece capolino tenendo un cestino da cui prendeva dei petali colorati per spargerli sul tappeto rosso della navata, camminava lenta, ma i suoi capelli ondulavano nonostante la complicata capigliatura. Il suo vestitino bianco aveva dei decori neri e seguiva ogni movimento della piccola.
Dean stava per piangere solo a guardarla, era bellissima.
Proprio alla fine delle panche lanciò il cestino ad'una signora che era in prima fila e corse incontro al maggiore abbracciandogli le gambe. Si sentì degli " Oooouuuu " tra il pubblico e Dean la prese in braccio, lasciandogli tanti baci sulle guancie, ma non appena un'altra melodia risuonò nella chiesa la lasciò andare e lei trotterellò accanto a Sam, che la prese per mano sorridendogli. La sinfonia riempiva la cappella , tutti i presenti si girarono a guardare l'inizio della navata ancora deserta.
Più la musica andava avanti e più aveva paura di non vedere il suo amato, si agitò e guardò il fratello che lo rassicurò con un cenno della testa.
Appena tornò a guardare la navata lo trovò li. Più bello che mai nel suo completo bianco, identico al maggiore.
Dean si perse a guardarlo, i loro occhi erano incollati, i loro respiri sincronizzati, i loro cuori scalpitavano all'unisono. Esistevano solo loro, le altre persone non venivano calcolate.
Appena Castiel gli fu a pochi passi Dean allungò una mano verso di lui e Castiel la prese, non si lasciarono per il restante della cerimonia.
Il parroco lesse sul suo immenso libro: <  Tu, Dean, Vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Castiel, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?  > La sua voce era rauca e guardava i due con sguardo apprensivo.
<  Lo voglio.  > Rispose autoritario il maggiore.
<  E tu Castiel, Vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Dean, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?  > Continuò il prete.
<   Lo voglio.   > La sua voce tremava, aveva le guancie rigate dalle lacrime eppure non smetteva di sorridere.
<   Le fedi per favore.   > Il prece fece un cenno con la mano alla piccola Claire che seguiva tutto con attenzione, ma che prontamente corse a prendere il cuscinetto che Charlie aveva in mano.
Fece attenzione a non farlo cadere e non appena fu accanto ai suoi genitori, Dean si abbassò per lascairgli un bacio sulla guancia, mentre Cas gli passò un mano sulla testa. La piccola sorrise porgendo il cuscinetto ai due uomini. Dean prese la prima fede ed alzò la mano di Castiel.
<  Io, Dean, accolgo te, Castiel, come mio sposo, mio angelo protettore, mio amante, mio fedele amico, mio complice. Io ti accolgo come parte di me, del mio essere,del mio passato e del mio futuro.  > Dean pronunciò queste parole senza smettere di guardarlo negli occhi.
Castiel aveva gli occhi lucidi e tremava visibilmente.
Il minore prese la restante fede e Dean gli porse la mano.
<  Io, Castiel, Accolgo te, Dean, come mio sposo, Mio salvatore, mio fedele amico, mia musa. Ti accolgo come mio amante, come l'amore della mia vita, come mio compagno per l'eternità.  > Si dovette fermare un paio di volte poiché la sua voce si rompeva dall'emozione.
<  Per il potere conferitomi dalla Chiesa... vi dichiaro marito e marito! Puoi baciare lo sposo!  > Riprese il parroco chiundendo il tomo che stava leggendo.

Aspettavano quel momento da lunghissimi anni, si baciarono li davanti a tutti, mettendo a nudo la propria anima. Uscirono dalla chiesa in preda agli applausi ed al riso che gli stavano lanciando. Il resto della giornata fu indimenticabile, perfino Balthazar riuscì a scherzare e ridere con la nuova famiglia, la piccola correva di qua e di la rincorsa da Gabriel per tutto il ristorante che avevano prenotato per la cerimonia. Tutti si divertirono, ottimo cibo, ottima musica, ottima compagnia, l'unico momento imbarazzante fu quando alcuni dei presenti si alzarono per dare il brindisi ai novelli sposi.
Iniziò Sam:  <  Vorrei fare i miei più sinceri auguri a voi due. Castiel ormai ti reputo mio fratello, quindi non esitare a venirci a chiedere il ben che minimo favore e Dean... La mamma sarebbe orgogliosa di te.  > Alzò il bicchierino di Champagne e tutti i presenti seguirono il gesto.
Sam e Dean si abbracciarono, ma poi fu il turno di Gabriel... Castiel aveva paura di quello che potesse dire... specialmente dopo i bicchieri di troppo che aveva bevuto.
Salì sul piccolo palchetto e stette in silenzio per alcuni secondi, aveva gli occhi lucidi, ma non riuscì a dire niente. Scoppiò a piangere e Balthazar si alzò per farlo scende ma tornò sul palco prendendo il posto del fratello preso in cura dalla piccola Claire.
<  Credo di parlare anche al posto di mio fratello, Castiel... siamo veramente felici per te. Ne hai fatta di strada da quel piccolo ragazzino di 18 anni alle prese con la prima cotta, il bullismo, i sogni e la disperazione. Ricordo il modo in cui guardavi Dean a quell'età, con quel mix di curiosità, fascino e preoccupazione. Ora lo guardi con occhi orgogliosi e sempre più innamorati. Sarete perfetti insieme ed anche la piccola sarà orgoiosa di voi.  > Alzò il bicchierino e tutti i presenti fecero lo stesso.
<  Lo sono già!  > Commento la piccola con un finto broncio correndo in contro allo zio " cattivo " che la prese in braccio.
<  Vuoi dire qualcosa anche te?  > Le chiese e Claire annuì.
<  Vi voglio bene  > Gridò facendo ridere tutti.
I neo padri si alzarono dal loro tavolo e gli andarono vicino, Dean prese la piccola e Castiel abbracciò Balthazar per poi avvicinarsi a Gabriel ed abbracciare anche lui.
La cerimonia finì e tutti tornarono a casa, non prima di aver scartato i regali che molti, tutti, avevano portato, molti oggetti per la casa e qualche vestito per Claire.
Castiel e Dean non potevano permettersi una vera luna di miele, ma decisero di fare un regalo collettivo anche per la piccola e di passare un paio di giorni a DisneyWorld, come vacanza. Tornarono a casa dopo una settimana più stanchi di come erano partiti, ma ora erano veramente una famiglia, presto si sarebbero trovati alle prese con : cotte,scuola e dubbi. ma non potevano essere più pronti e carichi di vita.

Questa volta il lieto fine sarà realizzato nel migliore dei modi, il più vivo, il più felice, il più brillante dei lieti fine, perché era quello che si meritavano dopo anni di sofferenza, dopo anni di combattimenti, dopo anni passati tra insicurezze e problemi, questa volta no. Per il resto della loro vita vissero felici e contenti come chiunque debba essere e chi più di loro lo avrebbe meritato?

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