It's not fair if you hide your emotions

di VanillaWave
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 2: *** Ciò che provo davvero ***



Capitolo 1
*** Vecchie conoscenze ***


IT'S NOT FAIR IF YOU HIDE YOUR EMOTIONS.

Capitolo 1: "Vecchie conoscenze"

"Nico~Nico~Nii! Dritta al tuo cuore, con un Nico~Nico~Nii!"

Maki non riusciva a togliersi dalla testa quel motivetto, a detta sua, stupido e fastidioso, nonostante il tempo passato.

Smise di contemplare il bicchiere di succo che aveva in mano, rimuginando su ciò che era appena successo.

Le μ 's si erano sciolte da qualche tempo e altri gruppi di School Idol avevano preso il loro posto. Maki aveva continuato a studiare (prendendo il massimo dei voti, ovviamente) insieme a Rin e Hanayo, con cui non parlava più molto. “In fondo”, pensava, “quelle due si completano a vicenda anche senza di me”. Non sapeva neanche che fine avessero fatto le altre compagne.

E purtroppo Maki si rendeva conto che alla fine dell'estate avrebbe dovuto affrontare la realtà imposta dalla sua famiglia. Proprio quel giorno i suoi genitori le avevano comunicato che il giorno dopo sarebbe andata a studiare medicina in un'altra città. Era già tutto pronto: biglietti per il treno, iscrizione e posto in cui alloggiare.

Maki boccheggiò un confuso ”Sì, certo” e dopo essersi cambiata, aveva deciso di uscire a prendere una boccata d'aria. Non aveva mai avuto voglia di studiare medicina, ma alla fine non poteva farci nulla.

Per strada i ricordi di School Idol avevano iniziato a riaffiorare (come Maki si aspettava) velocemente e prepotentemente, da quando Honoka le aveva chiesto di partecipare, alle A-RISE, alle BiBi, all'ultimo Live.

Ma il motivetto di Nico regnava sovrano fra quei ricordi.

 

No, no, no! Nico appartiene a tutti!”

 

-E guarda dove vai, Tomato-chan! Mi hai fatto cadere il gelato! -

-Eh? -

Immersa nei suoi pensieri, Maki non si era accorta che sia il suo bicchiere sia il gelato erano caduti rovinosamente a terra e non ci badò molto. Piuttosto, fu colpita da quel Tomato-chan. Non ci mise molto a capire di chi si trattasse.

-Umpf, con tutti quei soldi un intervento agli occhi potresti pure fartelo. Sei ancora strabica ...-

-Non sono strabica e non chiamarmi Tomato-chan!- esplose la rossa infastidita, iniziando a giocherellare nervosamente con le ciocche.

-Nico ti chiama come vuole, Tomato-chan- a cui seguì una smorfia di orgoglio tipica della ragazza.

-Accidenti a te, resti sempre una bambina!-

-Certo! Sono la bambina preferita da tutti, la n.1 delle Idol, Nico! Nico~Nico~Nii!-

A sentire quel richiamo, i fratellini di Nico (ragione per cui era qui, probabilmente) accorsero dalla sorella e iniziarono a imitarla.

-Basta, ci rinuncio- sbuffò Maki e con portamento fiero si sedette su una panchina vicina.

-Da domani non ti vedrò più e vivrò in pace.

L'altra, impegnata a crogiolarsi nella sua vittoria, si girò di scatto.

-Cosa?-

-Mi trasferisco, no?

Evidentemente scioccata (Maki non potè trattenere un sorriso), la ragazza dai capelli corvini lasciò i suoi fratelli e si sedette vicino l'altra, fissandola intensamente.

-Nico vuole sapere tutto.

-E perchè mai? -

Nico sorrise orgogliosamente:- Perchè resto comunque la tua senpai, ovvio!-

Vedendo l'amica non convinta completamente le si avvicinò ancora di più, e con lo sguardo più tenero che riuscisse a fare, le sussurrò:- E poi tu vuoi bene a Nico, vero?-

Maki, imbarazzata da quella vicinanza e arresa, sospirò: -Va bene-.

Prese fiato e iniziò a raccontare:- Ho sempre detto che non avrei p otuto continuare la mia carriera di Idol a lungo perché i miei genitori mi hanno imposto di studiare medicina. Non che a me piaccia... ma non posso farci nulla. Speravo che con il tempo cambiassero idea, che capissero che voglio stare qui... ma così non è stato. E quindi, domani me ne andrò.-

-Non lo hai detto a Koizumi e Hoshizora?-

-Be'... no. Non parliamo da un bel po'...-

-Probabilmente perché non sopportano più il tuo caratteraccio!- fece Nico per sdrammatizzare, venendo ignorata dall'altra. In realtà, stava solo cercando di calmare il magone che provava. Non voleva assolutamente che Maki se ne andasse, anche perché dubitava che sarebbe tornata.

Restarono in silenzio a lungo, continuando a guardarsi fugacemente, cercando di indovinare la mossa dell'altra.

La prima a rompere il silenzio fu la più giovane.

-Perché continui a guardarmi? Mi sembra di averti già detto tutto.-

-Ma se sei sempre tu a guardarmi!-

-Ti ho guardata perché sei stata tu a guardarmi per prima!-

-Vedi! Allora mi stavi guardando!-

Maki decise di arrendersi ancora davanti alla testardaggine di Nico. "Quante storie per uno sguardo" pensò. Non riusciva ancora bene a discernere il rapporto che aveva con la sua ex-collega, che sembrava divertirsi nel nascondere le sue vere intenzioni. Erano rivali, o amiche?

Nel frattempo i loro sguardi continuavano a incontrarsi contro la loro volontà. Maki non poteva negare di voler osservare la ragazza dai capelli neri, che al contrario suo era cambiata: aveva abbandonato i codini che era solita portare, era cresciuta un po' e da quello che poteva intravedere dalla semplice maglietta rosa che portava, anche il seno era cresciuto abbastanza (cosa di cui Nozomi sarebbe stata molto felice). I suoi occhi rosso rubino però non erano cambiati ed erano proprio quelli che attiravano Maki, impedendole di distogliere lo sguardo: quegli occhi slealmente magnetici. Avrebbe passato giornate a guardarli.

"Dovrei parlarle", pensavano.

"Nasconde sicuramente qualcosa" e alla fine non combinavano nulla.

Solo quando il parco, già piccolo e spoglio di sè, iniziò a svuotarsi Maki prese parola.

-Si sta facendo tardi... dovrei andare anch'io... - e fece per alzarsi. Fallendo, perché Nico le strinse la mano e la guardò con uno dei suoi tipici broncetti da bambina.

"Ma tu guarda come cambia carattere" pensò Maki. Provò a mollare la presa, fallendo di nuovo.

-Nico-chan, e ora cosa c'è?-

-Non voglio che tu te ne vada...-

-Ma se prima hai fatto tante storie per uno sguardo!-

Nico non rispose. Si limitò ad abbracciare la ragazza e a singhiozzare silenziosamente. Maki, seppur imbarazzata, la strinse a sè per tranquillizzarla. Per quanto entrambe non riuscissero a sopportarsi, l'una stimava l'altra per le sue qualità, e non riuscivano a vedersi abbattute.

-Non devi essere triste, Nico-chan!-

-Ma io non voglio che tu te ne vada...-

-Io...-

Perché mentire? Probabilmente non sarebbe tornata più. Non sapeva di preciso cosa fare: in genere era la senpai a consolarla. Fece la cosa più spontanea che le venne in mente: le diede un bacio sulla fronte, come si fa con i bambini piccoli, e iniziò a parlarle.

-Ascolta Nico-chan... tu non puoi piangere. Sei la n.1 delle Idol, sei quella che deve portare allegria a tutti... come fai se piangi per sciocchezze simili? E adesso dai, fammi un sorriso da Nico!-

Nico intonò sommessamente un "Nico~Nico~Nii!" che a Maki non parve fastidioso come si aspettava.

-Visto? Ora scusami, ma è ormai sera e devo andare. Probabilmente anche Cocoa, Cotaro e Cocoro stanno aspettando.-

Entrambe si alzarono e mentre Nico chiamava a raccolta i suoi fratellini, l'altra tentò di rallentare il percorso per più che poteva. Non voleva assolutamente tornare a casa.


 

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Erano le sei di mattina. Sebbene il sole splendesse e facesse già caldo, Maki non aveva nessuna voglia di alzarsi. La notte precedente aveva ricevuto diverse chiamate da Nico, ma non aveva risposto a nessuna di esse consapevole che anche lei sarebbe scoppiata a piangere se lo avesse fatto. Si alzò pigramente dal letto, si lavò e si cambiò. Prese di malavoglia la costosa valigia e il biglietto, lasciò un post-it ai suoi genitori (che erano fuori per lavoro) e si incamminò verso la stazione vicina. Il suo treno partiva alle sette, quindi si sedette su una panchina e iniziò ad aspettare. Evitò di usare l'MP3, dato che era pieno di canzoni delle μ's. Non sapeva che tre figure le stavano correndo incontro.

-Maki-chaaan!- delle voci familiari la chiamavano da lontano.

-Che cos...ah!-

Per poco non venne travolta da Nico, Hanayo e Rin in tuta da ginnastica. Nessuno sembrò badarci più di tanto, quindi tirò un sospiro di sollievo e iniziò a osservarle: Nico aveva ancora i capelli sciolti, Rin li aveva fatti crescere fino alla spalla e li teneva legati in un piccolo codino, mentre Hanayo era dimagrita.

-Che ci fate qui?- chiese sorpresa.

-Ecco, Nico ci aveva detto che tu saresti partita oggi, e così Kayochin nya proposto di venirti a salutare e magari farti cambiare idea, nya!-

Maki guardò Nico sorridere: -Dovevo pur sdebitarmi in qualche modo per ieri, no?-

Successivamente, la rossa si rivolse ad Hanayo: -Ma come avete fatto a sapere l'ora a cui sarei dovuta partire?-

-Non lo sapevamo... così abbiamo pensato di stare qui tutta la giornata...-

-Be', per fortuna non avete aspettato tanto.-

-Comunque sei stata molto cattinya a non dirci nulla.-

-Io non volevo dire nulla a nessuno! È Nico-chan che si impiccia sempre!-

-Non dirmi che non sei felice, Tomato-chan!-

Maki non riuscì trattenere una risata.

Hanayo chiese timidamente:- Ma davvero non puoi cambiare idea? Guarda che puoi anche restare con una di noi...- e arrossì al solo pensiero.

-No, purtroppo...-

Non finì la frase che le tre si fiondarono ad abbracciarla (anche se Maki pensò più a un tentativo di soffocamento). Nessuna delle quattro riuscì a trattenere dei lacrimoni, ma poi Hanayo e Rin si ricordarono che Nico aveva imposto di non piangere e si trattennero.

-Hanayo-chan, Rin-chan, Nico-chan... grazie davvero, sono davvero felice di essere stata con voi, e chiedo scusa per avervi ignorato. Ma non posso sfuggire alle condizioni imposte dalla mia famiglia. Ci sentiremo, magari ci rincontreremo... ma ora devo andare, è arrivato il treno. Noi saremo sempre amiche, ricordatelo!-

Mentre salutavano tentando di sorridere, Maki aveva finalmente deciso di usare l'MP3, ora non era più preoccupata di “affrontare” il passato.

Mentre il treno partiva continuava a fissare lo sguardo magnetico di Nico e Nico continuava a fissare il suo.

Era sicura che avrebbe incontrato di nuovo la sua rivale.


 

Continua!

~~~~~~~

ANGOLO AUTRICIAH! (?)
Che bello scoprie che la tua OTP ha una canzone sua, sì. C:
Anyway, vi ricordate di me? *silenzio totale*
Sono l'autrice che ha scritto quella kotoumi un po' di tempo fa (che vi chiedo ancora di recensire ;^;) e che ora torna alla ribalta con quella che doveva essere una OneShot, ma quando si parla della mie waifu tendo a essere un "tantino" eloquente. Aggiornerò presto(credo, la puntualità; non è mai stata una delle mie virtù) e poi  mi ritirerò Tibet per meditare sui miei piani malvagi  mi allontanerò da EFP per allenarmi nella scrittura.
Riguardo alla fanfic,fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie in anticipo,
~VanillaWave
 

 

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Capitolo 2
*** Ciò che provo davvero ***


IT'S NOT FAIR IF YOU HIDE YOUR EMOTIONS
Capitolo 2: Ciò che provo davvero”

-Davvero non è un problema?- gli occhi di Nico si illuminarono dalla gioia, riflettendosi nella tazza di tè che aveva in mano e in tutta l'atmosfera lussuosa di casa Nishikino.

-Ma certo che non è un problema! Mia figlia sarà felice di ricevere qualche amica ogni tanto. È lì sola, in una villa molto grande...- La voce pacata e gentile della madre di Maki la distingueva dalla figlia, il cui tono era sempre nervoso o annoiato. La ragazza dai capelli corvini rimirò il biglietto su dove era scritto il nome della città e l'indirizzo: una città che lei non conosceva, ma secondo la madre della compagna, raggiungibile anche con un breve viaggio in treno. Ottenerlo era stato molto più facile di quel che aveva pensato: aveva bussato, la signora Nishikino l'aveva riconosciuta dai racconti della figlia e l'aveva accolta nel migliore dei modi. Aveva chiesto dove abitasse la figlia, e l'altra non aveva esitato a dirle tutto. E lei che si aspettava chissà che tiranni.

-Be', la ringrazio tanto, Nishikino-sama!- Nico si alzò dal divano su cui era seduta e si avviò verso l'uscita.

-Torna pure quando vuoi!-

Durante il ritorno a casa iniziò a riflettere sul da farsi. Aveva dei risparmi sufficienti a comprare un biglietto per l'treno. In quei giorni sua madre era fuori con i suoi fratellini, avrebbe avuto campo libero. Arrivata a casa si fiondò in camera sua, fra i tanti peluches e poster di Idol, e accese il cellulare.

Immagino che Tomato-chan abbia finito per oggi” e iniziò a digitare un messaggio a Maki :
“ Non ti manca la migliore Idol, eh Tomato-chan? (`ε´)”
Aspettò qualche minuto, senza perdere le speranze.

“Ancora con questo soprannome? (o ̄∇ ̄o) E comunque no.”

Nico sorrise. Sapeva che l'amica sentiva la sua mancanza.
“Non ti credo, nessuno può vivere senza Nico! -ω- ”

“Uff... se proprio devo essere pignola mi mancano tutte le μ's, no?”
“Ma come siamo carine quando facciamo le tsundere! (^ε^) ”

“Che vuoi dire ora?”
“Nulla, nulla... piuttosto, come va?”

“ A dire la verità, non è molto difficile studuare...mi annoio. Domani non ho scuola e dovrò rimanere a casa... ”
“Ah, mi dispiace. Senti, ora devo andare, ci si sente! ≧▽≦ ”
Nico buttò il cellulare sul letto e iniziò a volteggiare per la stanza. Aveva una fortuna sfacciata. Controllò l'orario dei treni del giorno dopo e decise che non sarebbe andata a mani vuote: si trascinò in cucina, afferrò dei dolcetti che sua madre teneva sempre pronti e li mise in una scatolina. “Così va bene” si disse, e tornata nella sua stanza indossò il pigiama per poi crollare in un sonno profondo.

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-Ah! Ma perché i treni devono partire sempre così presto!-

Nico era sicura di non aver mai corso così veloce in vita sua. Era letteralmente rotolata dal letto, aveva visto l'ora, aveva preso i primi vestiti che le erano capitati sotto mano e aveva iniziato una corsa pazzesca per arrivare in orario. Arrivò giusto in tempo per prendere un biglietto e salire sul treno.

-Ah, ce l'ho fatta!- Nico tirò un sospiro di sollievo e iniziò a cercare nella borsa i dolcetti. Poi si ricordò.

-No! Li ho lasciati a casa!- iniziò a piagnucolare e a lamentarsi in modo infantile, incurante delle persone che si erano girate verso di lei. Decise che l'unica cosa da fare era stringersi nel suo bel felpone bianco e ammazzare il tempo con qualche gioco nel suo cellulare.

Il treno arrivò a destinazione senza troppe complicazioni. Nico prese un bel respiro e cercò di chiedere indicazioni. In breve tempo si ritrovò davanti a una piccola villetta bianca con un cortile molto ben curato.

“Sua madre non scherzava quando intendeva una villa” la ragazza si fermò ad ammirarla, sentendo provenirne un suono familiare:

Aishiteru banzai!
Koko de yokatta, watashitachi no ima ga koko ni aru
Aishiteru banzai
Hajimatta bakari, ashita mo yoroshiku ne mada gooru janai...

Sorrise nel sentire la voce della sua compagna e si fermò a canticchiarla prima di bussare. Ad aprire fu (come si aspettava) Maki, che indossava una semplice maglietta lunga e un paio di shorts. Nico rimase immobile per un po'.

-Nico-chan! Cosa ci fai qui?-

-Non sei contenta?-

-Ma...-

Entrò e si accomodò su un lussuoso divano che si trovava vicino al pianoforte dove Maki stava suonando prima. Quest'ultima le si accomodò vicino.

-Hai rimesso i codini...-

-E allora? Non ti piacciono?-

Non le lasciò il tempo di rispondere, perché notò una cosa interessante sul pianoforte.

-Ah! Ma tu guarda un po'... qualcuno conserva ancora i vestiti dei Live!-

Le iridi violacee di Maki brillarono, cercando di nascondere in qualche modo l'imbarazzo.

- E anche s-se fosse? Non ti interessa! S-Sono davvero ben fatti... sarebbe un peccato buttarli...-

-Già, hai ragione.- Lo sguardo di Nico si fece improvvisamente serio, mentre l'altra si risiedeva sul diario.

-Insomma, sei venuta qui solo per rimproverarmi di conservare ancora i vestiti?-

 

-Perché devo parlarti.-
-Di cosa?- chiese Maki incuriosita.
La ragazza prese un bel respiro e iniziò a parlare.
-Fin da quando ti ho vista per la prima volta, ho avuto sentimenti contrastanti per te. Ti ammiravo... ma al tempo stesso, non riuscivo a sopportarti. Ma ricordi quando ti ho  trascinata con me all'Otonokizaka di notte, per vedere se c'era davvero un fantasma come diceva Nozomi... ho capito. Quando mi sono fatta male, tu ti sei presa cura di me e mi hai dato la mano... nessuno l'aveva mai fatto. Solo che non riuscivo a dirti cosa provavo. E non volevo che tu te ne andassi! Perciò se non l'hai capito Maki-chan, tu mi--
Non ebbe il tempo di finire la frase che Maki la baciò di colpo. Un bacio lungo a cui Nico, chiudendo gli occhi, corrispose subito. Entrambe si staccarono, rimanendo però con il volto a pochi centimetri di distanza.
- Ce ne hai messo di tempo, stupida. Ho sempre provato le stesse identiche cose, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Non mi ero mai accorta che fossimo così uguali...anche tu mi piaci! Anche  se non sopporto quel "Nico~Nico~Nii"- ridacchiò.
- Be', se vorrai essere la mia ragazza dovrai imparare a farlo anche tu.-
- CHE?!- Maki arrossì alla sola idea.
- Dai, è facile! Metti le mani così e poi... Nico~Nico~Nii!-
La giovane dai capelli rossi deglutì e lasciò che la mora le spiegasse come fare.
Nico~Nico~Nii...-
-Secondo me andrebbe meglio con il tuo nome.-
-Maki~Maki~Maa...andiamo Nico-chan, non posso farlo!-
-Uffa, come sei antipatica!-
-Senti chi parla!-
Mantennero una smorfia reciproca per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere. 
- Senti Nico-chan, ti andrebbe di venire con me a un festival in città? In fondo non dovremo preoccuparci più di essere solo noi due insieme...-
-Ci sto, nico!-
Maki non poteva essere più felice. Passarono tutta la serata insieme, a parlare dei vecchi tempi (era felice che Nico si tenesse in contatto con Rin e Hanayo), a tenersi per mano, e specialmente a litigare su dove andare per prima.
Mentre passeggiavano si ritrovarono a canticchiare una delle loro canzoni preferite.
Tabun ne ashita koso sunao ni waraikakeru yo
Kimete mo tamerai kibun… O-ka-shi!
Iyana seikaku shiteru ne douse konna seikakuda mon
Kocchi konai? Kocchi kinasai!
Nee… hontou wa…
- La ricordi ancora?- Chiese Maki sorpresa.
-Ovvio! Quando Umi scrisse il testo non potei fare a meno di rimanere colpita: eravamo esattamente io e te. Probabilmente è la mia canzone preferita.-
-Mi mancano le μ's...- sospirò Maki.
- Non sei l'unica...-  
Si guardarono a lungo in quegli occhi così magnetici. Videro tutti i momenti passati insieme, e a entrambe scappò una lacrima. La più giovane si strinse forte alla sua fidanzata: non voleva piangere, ora che era finalmente felice. Il gesto sembrò tranquillizzare entrambe, che ripresero a ridere e a divertirsi.
Tornarono a casa stremate. Maki si sdraiò pigramente sul divano, cosa che permise a Nico di legarle i capelli con i suoi nastri.
-Ecco, ora assomigli molto di più a Nico!-
-Ma cosa  fai?- Maki non potè mantenere il tono arrabbiato e scoppiò a ridere.
-Ah, a proposito Tomato-chan, credo di non aver il biglietto per tornare. Mi sa che mi tocca dormire con te.-
-Nico-chan! Lo hai fatto apposta, ammettilo!- la rimproverò Maki.
-E anche se fosse? Credo che potresti anche essere ospitale con la numero uno delle Idol, Nico! Nico~Nico~Nii!-
"Non cambierà mai" si disse Maki. Le si avvicinò per un altro bacio, che l'altra accettò con piacere, e poi si mise alla ricerca di due pigiami. In cuor suo però, sperava che questa non sarebbe stata l'ultima notte.

~~~~~

Piccolo bonus (?)

Maki continuava a guardare i fiocchi di neve fuori dalla finestra, sentendosi dannatamente sola. Non immaginava che il suo primo inverno da sola potesse essere così noioso. Non aveva neanche pensato ad addobbare la casa. Pensò di ritornare al pianoforte, ma poi sentì bussare e andò ad aprire incuriosita.

Quello che vide fu semplicemente fantastico: tutte le μ's la attendevano davanti all'uscio.

-MAKI-CHAAN!!- Honoka la abbracciò stretta a sè prima di ricevere un'occhiataccia da Umi e Kotori.

-Honoka...-Maki non sapeva esattamente cosa dire. Sapeva solo di essere estremamente felice.

-Abbiamo saputo che sei qui da sola e quindi siamo venute a trovarti.- disse Eli.

-Nicocchi ci ha detto che siete fidanzate, in fondo vi ho sempre visto bene insieme!- trillò Nozomi.

-C-Che?- Maki arrossì e si avvicinò a Nico, che le strinse la mano.

-Siamo veramente felici, nya!-

La ragazza dagli occhi viola sorrise emozionata. Si asciugò una lacrima, diede un bacio alla sua ragazza, e quella sera decise di rivivere i momenti passati insieme alle μ's un'altra volta ancora.

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ANGOLO AUTRICE
Ossia, piccolo sfogo inutile. (?)
Mentre scrivevo, ho pensato di buttare tutto all'aria, lasciare la prima parte incompleta  e darmi al paracadutismo . In effetti, questa è solo l'ennesima NicoMaki dove 'ste due non si sopportano, scoprono di amarsi e si mettono insieme. Già. E tuttavia ho deciso di continuare ancor più decisa, per una mera questione di orgoglio.
"Questa non è una NicoMaki, questa è la NicoMaki" mi sono detta, e così ho continuato a scrivere. Peccato che subito dopo averla letta sono andata decisa a comprare il mio primo paracadute. Ma tuttavia era lì, quella piccola fic masochista che implorava di essere postata. Quindi, caro lettore che sei capitato qui probabilmente per sbaglio, questa sarà la mia ultima fanfic per molto tempo.
Ma ti assicuro che le mie schifezze torneranno. E saranno molto più potenti. 
(Se dopo tutto ciò vuoi ancora recensire sappi che ti costruirò una statua nella mia città)
~VanillaWave

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