The good and the evil...

di skat3r_leso
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The good and the evil... ***
Capitolo 2: *** Rainbow In The Dark ***
Capitolo 3: *** Wake up me from my destiny ***
Capitolo 4: *** Where the angels are hidden ***
Capitolo 5: *** How to save the life ***
Capitolo 6: *** Your love is a lie ***



Capitolo 1
*** The good and the evil... ***


the good and the evil...

Cammino a passi veloci, quasi mi sembra di volare, sfacciatamente attraversiamo i vicoli della città che ora dorme, innocenti persone ignare di un mondo a loro sconosciuto. Ora come sovrana c'è solo la notte. Buio che aleggia sulle teste di noi esseri che ci aggiriamo solo quando il sole tramonta e le tenebre calano.
Superiamo una chiesa con grand velocità, siamo in pochi, ma quanto basta per sterminare mezza città d’umani. Ma questo, questo non è il nostro scopo. O almeno, non questa notte.
Procediamo saltando da un tetto all’altro come se potessimo sollevarci nell’aria, come piume, e ci ritroviamo a camminare uno affianco all’altro a testa alta, passo deciso, armati fino al collo.
Una leggera goccia mi sfiora il viso, fredda e gelida, la sento fin troppo forte per il mio corpo famelico di sangue, troppo bollente per una semplice goccia di pioggia; un brivido mi sale lungo la schiena, quando riprendo ad ascoltare i miei passi sotto la pioggia.
Tac... Tac... Tac...
Dei canti cupi, privi di gioia mi fanno drizzare le orecchie e fermare di colpo. Ascolto il suono lugubre che attira la mia attenzione, ma mi accorgo non solo la mia, anche quella dei miei compagni.
Mi concentro su quelle voci strazianti e ascolto in assoluto silenzio, in pochi secondi mi materializzo di fronte a loro, comparendo da una nube di fumo nero che si dissolve. Ed eccole li, le piccole e adorate banshee, urlatrici nate, capaci di ucciderti con un solo urlo.
Gracili, dalla pelle chiarissima, la luce della luna le fa apparire quasi trasparenti, abiti lunghi, mal ridotti e stracciati, bianchi come se fossero fantasmi che si muovono sotto il fruscio leggero del vento, la pioggia non sembra nemmeno toccarle, i capelli chiari e leggeri si muovono anch’essi mentre le dolci creature dagli occhi rossi per il loro incessante pianto alzano il volto verso di noi, furiose. Consce della loro prescritta fine.
Allungano le loro mani verso di noi tirando indietro la testa e scoprendo i denti affilati, in segno di difesa emettono un sibilo strozzato in gola, quasi a volerci spaventare. Cose da bambini.
Con un balzo degno di un felino pronto all’agguato la mia compagna di giochi balza al centro del gruppo delle donne urlatrici, a mani nude con un singolo colpo fa finire come un leggero cuscino la donna contro un muro del palazzo di fronte.
Presa anche io dall’adrenalina di uccidere mi muovo svelta caricando le cartucce della pistola, non voglio che i miei due compagni si divertano senza di me, sopratutto Alex che dopo si prende il merito con il capo.
Estraggo dalla cintura le due pistole con maestria e da distanza, avvicinandomi a loro a passo deciso miro la testa di quelle pazze. Ed ecco il piombo partire dalla mia piccola 9 mm andando a far esplodere la testa di una di loro, come un cocomero maturo.
Il ritmo si fa più sfrenato, le uccisioni si fanno più veloci, quasi non mi rendo conto di chi colpisco, ma poco me ne frega.
Un singolo errore e mi potrebbe costare la vita, può essere stressante una cosa del genere per altre persone, ma non per me. Non per una creatura non morta.
Alex, il mio compagno dagli occhi rossi come le fiamme, prende la sua pistola nel retro del giubbotto di pelle, con movimenti precisi, veloci e laterali, decapita ogni sua avversaria che si avvicinava più del dovuto.
Una cerca di aggredirmi saltando verso di me, intenzionata a farmi fuori... Gioco sporco assalire alle spalle, non lo impareranno mai. Prendo una delle stelle di ferro, dalle punte affilate come lame, con precisione lo pianto nel suo petto, ma non solo l’attraversano come se fosse burro, ma in un momento ritornano da me, che le afferro prontamente e le poso negli anfibi.
Uccise tutte quelle creature odiose ci feriamo, ansimando. Syria, la mia compagnia e fedele soldatina ha tutti i capelli in disordine; lei odia combattere con le armi, preferisce prendere a calci nel sedere ogni essere diverso da noi. Alex intanto se la ghigna sotto i baffi, un’altra vittoria da aggiungere alle sue glorie, niente di più importante per lui.
Io, beh... non vedo l’ora di andarmene da questo posto, tanto il nostro capo avrebbe mandato altre creature meno importanti di noi a pulire quei cadaveri e resti di persone.
Prendo una sigaretta con un abile gesto, nel retro dei pantaloni di pelle, con un movimento veloce, quasi impossibile da vedere ad occhi umani me la porto alla bocca, più soddisfatta del dovuto del mio sterminio. Pronta a tornare, a casa.

< Abbiamo finito qui per oggi, andiamo > Riesco a dire con voce gelida, come sempre priva di emozioni. Non mi sono ancora presentata. Io sono, o meglio ero, Arlyne. Prima una ragazza dalle mille qualità e dalle potenzialità di un adulto. Ora mi ritrovo in una vita che non è la mia. Non riesco a provare emozioni, pensare come una volta mi è impossibile, come se la mia volontà è stata repressa.
Sono intrappolata perennemente nel corpo di una 18 enne. Non che la cosa mi dispiaccia, ma è seccante pensare di restare per sempre con il corpo di una ragazzina immatura.
Mi ritrovo a cacciare qualsiasi creatura che non abbia a che fare con il mio mondo. La mia casa.
Può sembrare egoista uccidere creature che non hanno fatto assolutamente nulla, ma come ho detto prima, per me è impossibile provare pietà. Sono diventata una cacciatrice di sangue per ottenere solo ciò che voglio.
Finalmente la pace.
Un’altra possibilità.

< Un’altra bella battuta di caccia. Niente di più eccitante > Si intromette Alex. Mi volto verso di lui. Anch’esso intrappolato per sempre nel corpo di un adolescente. Dimostra non più di 17 anni. Viso candido, capelli scuri, ribelli che gli ricadono sul volto pieno di ironia. I suoi occhi rossi come le fiamme della nostra unica casa. Il nostro unico rifugio.
Il suo sorriso ampio solca le guance piene; Anche se è condannato ad uccidere per sempre non smette mai di essere positivo.
La sua fine non è stata delle migliori, in passato ha ucciso un ragazzo della sua stessa età per vendicare gli insulti presi.
Il paradiso bisogna conquistarselo, non basta fare i bravi samaritani per passare l’eternità a bere vino sulle nuvole. Beh, a noi quel posto non ci verrà mai concesso.

< Eccitante? E’ così noioso… prendi uccidi, sporchi e te ne vai > Poso le mie due amiche inseparabili nella loro fondina in cuoio. Bollenti come sempre; Non smetteranno mai di stancarsi di lavorare con me.
Sbuffo sonoramente iniziando a correre come se niente fosse attraverso gli alberi della raduna dove ogni sera andiamo a cacciare, ovviamente senza farci sentire da nessuno. Niente tracce di noi. Esseri invisibili.
Sembra quasi di volare da quanto siamo veloci; un leggero odore di muschio si inala nelle mie narici. Odio avere l’olfatto così sviluppato, ogni odore diventa insopportabile. Se solo provassero questa tortura chi afferma che essere incinta è fastidioso.
Mi taglio per sbaglio con un ramo pieno di spine, l’odore del sangue sovrasta quello dell’erba fresca di pioggia. I miei occhi si infuocano come poche volte succede; il bruciore al petto si fa sentire più forte del previsto. Quanto tempo non bevo sangue? Troppo ormai. Tanto da non riuscire più a controllarmi.
Anche il mio stesso odore mi eccita solo all’idea di succhiarne anche solo una goccia. Così caldo e denso.
Il cervello inizia a mandare gridi acuti, peggio delle creature che abbiamo ucciso poco prima.

< Questo è il bello: fare ciò che vuoi senza sporcati dopo le mani > Sento i passi di Alex dietro di me, non riesce a tenere la mia andatura ma almeno ci prova. A lui non è mai importato il nostro sporco lavoro di uccisori di creature diverse dalla nostra stirpe.
Non ci prova nemmeno a ribellarsi dal capo, se lo facesse finirebbe subito nelle fiamme senza pietà. Come ognuno di noi d’altronde.
Il nostro non è un capo qualsiasi, ad ogni sgarro ne vale una pena; non è uno con cui si può decisamente ragionare.
Per fortuna le grida nel mio cervello sono passate, per il momento. Tregua perlomeno.
Non sono una neonata, sono così da anni ormai. Più esperienza ho, meglio riesco a controllarmi.
Il capo non manda pivelli a caccia, potrebbero farsi scoprire dagli umani o cedere alla tentazione di ucciderne qualcuno.
Nessun umano è al sicuro con un demone dei nostri, appena trasformato, nei paraggi.

< Eccitante come essere non morti > Emetto un ringhio soffocato, roco che proviene dal petto. Lo respingo giù per la gola, impedendogli di uscire e permettermi di uccidere un mio compagno.
Odio essere ciò che sono, odio uccidere e odio chiunque si permetta di trovare il lato positivo in questa vita che non merito.
O forse sì?
Corriamo, non ci fermiamo mai, le nostre energie non si esauriscono nemmeno sotto tortura. Niente e nessuno ci riesce a fermare. Questo è uno dei pregi di essere un servo dell’inferno.
I cani abbaiano al nostro passaggio, non sanno che è meglio evitarci, ma per rispetto agli umani e per tenere l’equilibrio ci asteniamo di fare una strage e scatenare una guerra.
L’ultima cosa che mi serve è essere uccisa in battaglia, ci tengo a finire il mio lavoro. A raggiungere il mio obbiettivo; per quanto esso sporco sia.

< Eddai Arlyne, come sei acida oggi > Per un momento il mio istinto da predatrice si fa sentire quando sento la voce di Syria intromettersi. La più vecchia del gruppo. Vecchia, si fa per dire.
Non più di 23 anni. Condannata anch’essa a vivere una vita peggio di quella che meritiamo.
Non che qualcuno si merita una vita simile. Ma forse, quelli come noi, sono condannati a rimanere nell’ombra e camminare nelle tenebre, uccidendo chiunque gli si para di fronte, solo per il gusto di farlo.
Cosa è giusto e cosa è sbagliato, a noi non interessa, noi facciamo solo ciò che ci dicono di fare.
Obbediamo agli ordini, come è giusto che sia.
Lei è finita ad essere demone per l’eternità dopo l’errore di essersi innamorata della persona sbagliata. L’uomo dei suoi così detti sogni, che l’ha convinta fino ad uccidere per lui.
Ed ora eccola qui, a pagare per i suoi errori.
Non c’è azione senza conseguenza.

< Sbrighiamoci prima che mister figo si lamenti > Nemmeno me ne sono accorta di essere arrivata nel posto in cui siamo comparsi sulla terra. Nel mondo degli esseri vivi. Che hanno ancora la fortuna di poter respirare, di poter sentire il proprio cuore battere e il sangue pulsare nelle vene.
A noi, questo privilegio non è stato concesso; ma di conseguenza possiamo fare molto altro.
Eccome se possiamo. Mai sentito parlare di vita immortale?
Uno dei tanti pregi – difetti – di un piccolo demone.
Uno dei tanti. Il resto è tutto da scoprire.


< Non vedo l’ora di vederlo. Magari ci scappa una notte a letto > Interrompe i miei pensieri la voce di Syria, come tanti campanellini assordanti; la ragazza dai lunghi capelli biondi come il grano, più scompigliati della criniera di un leone le dona un aria selvaggia. Il suo passo simile ad una gatta.
Io, in confronto a lei sono impacciata... niente a che fare con il suo atteggiamento nobile da far innamorare un imperatore.
Più che ad una gatta, mi si potrebbe paragonare ad un lupo.
Niente a che vedere con le fusa ammaliatrici della bionda.
I miei sono solo ringhi.
Le mie gambe sono lunghe come quelle di un lupo e mi donano un ottima resistenza.
Il mio olfatto è più sviluppato di quello dei miei compagni. Cento volte più sensibile di quello dell’uomo.
I miei occhi chiari come la luna alta nel cielo. Argento. Cupi. Privi di bagliore.

< Hai pur sempre me > Alex pronto come sempre le si avvicina con passo veloce e flessuoso. Non l’ho nemmeno visto spostarsi.
Ogni occasione per lui è buona per avvicinarsi troppo a una di noi.
Negli inferi è rispettato. Un ottimo soldato, calcolando che fa parte di noi da soli 57 anni.
Non ha ancora scontato la sua pena, un giorno sarà anche lui libero di girare, lasciandosi la sua ombra d’assassino alle spalle.
Lui si può paragonare più ad un falco.
I suoi denti acuminati e affilati come lame. Pronte a lacerare la carne delle sue prede.
Si muove nell’aria leggero, con grazia e leggiadra. Si abbatte sulle sue prede in silenzio.
Senza nemmeno dagli la possibilità di rendersi conto della sua imminente morte.

< Ma come siete smielosi > Rivoltante la scena che mi si para di fronte. Due demoni in gesti affettuosi. Troppo affettuosi per i miei gusti.
Niente di peggio. Uccidere in confronto a questo è una passeggiata. A una simile visione mi si potrebbe rivoltare lo stomaco senza troppi complimenti.
Nel mio cuore non c’è posto per l’amore. Nella mia anima... ce l’ho ancora un anima?
Non ho fatto in tempo a rendermene conto di averla, che mi è stata portata via.
Creo un varco temporale di ombre. Un portale.
Da un mondo passo all’altro in qualche secondo.
Uno dei tanti doni di cui parlavo prima.


Camminiamo veloci nei pressi del posto più caldo del mondo, e non solo... Caldo per le fiamme che bruciano tutto, per i demoni assettati di odio e pieni di vendetta. Io non sono come loro; io sono qualcosa di molto peggio.
Sempre uno di fianco all’altro, pieni d’orgoglio per il nostro lavoro sporco, ma perfetto, ci dirigiamo verso la sala del nostro capo.
L’unico e indiscusso, bastardo come pochi, colui che mi ha rimandato in vita offrendomi altre pene oltre a quella che avrei dovuto vivere. Un’altra possibilità di vivere, mi aveva detto.
A mio parere, un’altra possibilità di soffrire. Vagare nell’ombra della notte uccidendo creature immortali, come noi.
L’inferno è sempre stato scontato, il paradiso bisogna conquistarlo. Bene, io non avevo conquistato altro che un intera vita ad uccidere. Sempre meglio che quel posto luminoso, noioso... Dove gli angioletti dalle ali bianche bevono vino in allegra compagnia davanti ad un maxi schermo che trasmette le vite di tutti i comuni mortali: come farsi gli affari degli altri. E infine, non meno importante, Lui... Il supervisore di tutti. Colui che mi ha negato le porte del paradiso, estirpandomi le ali e condannarle ad essere nere, scure e prive di qualsiasi luce... Di speranza.

< Casa dolce casa > Sospiro pesantemente slegandomi la lunga treccia che riesce a contenere i miei lunghi capelli color della notte. Neri corvini a riflessi blu. Effetti collaterali di vivere una vita del genere.
Limitano leggeri sulle mie spalle esili e nude mentre ondeggiano come per esultare della loro libertà.
Beati loro.
Almeno qualcuno che esulta esiste anche in questo mondo fatto di sole grida e urli disperati.
L’unica mia vera casa.
Dopo essere morta non ho più nessuno. Nemmeno in vita. Sola. Completamente sola.
Ecco perchè ora mi ritrovo qui, a pagare per colpe non mie. Io ho fatto solo ciò che mi sentivo di fare.
Smettere di soffrire la solitudine.
Smettere di vivere una vita ingiusta.

< Non vedo l’ora di arrivare in camera mia e buttarmi a letto, tu Arlyne? > Mi domanda squillante Syria. Come fa ad essere sempre così felice lo sa solo lei.
Non smette di abbozzare il suo sorriso sghembo da far innervosire chiunque. Perchè tutti sono felici e io non posso permettermi un simile privilegio? Cos’ho che non va? Perchè io non riesco a vedere il lato positivo di questa assurda situazione?
Sono solo una bambina capricciosa che uccide la notte e vive come un vegetale agli ordini del capo di giorno.
Non c’è nulla di positivo ad avere le ali nere e l’ombra d’assassina che mi perseguita giorno per giorno.
Anno per anno.
Per quanto mi sforzo di essere ottimista, non è nella mia ottica.
Sono realista.

< Prima parliamo con Lucifero, prima potrò levarmi voi due piattole dalle scatole > Ebbene sì, Lucifero è il nostro capo.
Il padrone degli inferi. Colui che fa tanto scalpore nelle vite umane.
Colui tanto famoso come l’onnipotente.
Fanno male a pensare che lui sia meno importante. Lui attacca. Lui lascia il segno. Lui scompare come è comparso.
Impossibile liberarsene.
Noi i suoi schiavi personali. I suoi burattini. Coloro che liberano il mondo umano dalle creature scappate dagli inferi e che hanno trasgredito le regole di invadere il mondo umano.
Oppure semplicemente chi non gli va molto a genio.
Ci manda in spedizione ad uccidere senza pietà. Solo così possiamo liberarci dalle nostre colpe.

< Ma.. Alex l’hai sentita? Non le piacciamo > Dide in tono lamentevole la bionda con una voce molto simile a quella di un bambino capriccioso che si lamenta perchè nessuno si degna di ascoltarla.
Percorro il lungo corridoio a grandi passi. Il suono dei miei tacchi sul cemento non è udibile ad orecchio umano. Leggeri come la pioggia sull’erba alta.
Solo il mio udito riesce a percepire simile suono.
Uomini apparentemente umani, alti e robusti incappucciati fino agli occhi sono disposti a schieramento lungo il corridoio.
Per niente umani. Demoni.
Sento la loro puzza a distanza e arriccio il naso sentendo ridere Alex che ogni volta lancia una risata fragorosa per il mio olfatto fin troppo sensibile.

< Moi cherie cosa ti abbiamo fatto per esserti antipatici? > Domanda Alex comparendo all’improvviso di fronte a me, uscendo da una nube di fumo nero con passo aggraziato. Come se la terra sotto i suoi piedi non esistesse.
Un ragazzo tanto bello non l’ho mai visto. Condannato ad una vita da perenne 17 enne.
Se il suo cuore battesse ancora, ora avrebbe più di 60 anni, nel mondo dei vivi.
Dopotutto, essere un demone ha i suoi vantaggi.
Mi fissa con le sue iridi rosse sangue e un sorriso balena sul suo viso facendo scoprire la dentatura perfetta e bianca. I suoi canini affilati come lame appena lucidate. Pronte ad uccidere.

< Nulla, la vostra sola presenza mi irrita > Rispondo in un ringhio cupo dandogli uno spintone al petto e facendolo volare indietro. Con un passo leggero atterra appoggiando i piedi sul terreno come se non fosse nemmeno stato sbalzato per oltre 20 metri da un solo pugno.
Mi sorride beffardo e scuote la testa. Ormai è abituato ai miei cali d’umore.
Arrogante. Presuntosa. Orgogliosa. Sleale.
Tutto ciò che serve per creare un soldato perfetto, pronto per andare in guerra.
Una cacciatrice di sangue.
Quasi mi potrei paragonare ad un vampiro data la mia innata sete verso il sangue. Quel buon sapore caldo e dolce.
Niente di più irresistibile che del sangue umano.
Ci ritroviamo di fronte ad un enorme portone in legno massiccio ricamato in oro. Una porta impossibile da oltrepassare nemmeno per un demone esperto.
L’unica porta che ci divide dal nostro salvatore.

< Il mio signore vi attende, inoltre signorina Arlyne il padrone intende parlarle più tardi in privato > Perfetto mi manca solo che Lucifero vuole parlarmi in privato. Ero già felice di poter andare a riposare quel minimo che basta per poter affrontare un’altra caccia.
Maledetto lavoro. Maledetta vita. Maledetto Lucifero.
Un giorno il sole tramonterà anche per me. Prima o poi sarò libera anch’io.
Se prima non vengo uccisa da qualcuno.
Con sangue freddo rispondo con un cenno verso l’uomo incappucciato di fronte a me.
Donna dal sangue freddo, incapace di amare.

< Tutte le fortune a te sorellina, speravo di rimanere io da sola con lui > Si intromette Syria con voce fanciullesca. Si avvicina a me con passo leggero. Delicato.
Appoggia il suo mento color porcellana alla mia spalla nuda facendo ricadere i suoi lunghi capelli ricci sul mio corpo sbuffando sonoramente.
Il suo viso è quello di una fanciulla privata dei suoi sogni.
Delle sue favole.
Dove il principe azzurro in sella al cavallo bianco ti rapisce dagli incubi.
A noi questo non potrà mai succedere.
Mai.

< Che seccatura se vuoi te lo lascio > Mi riprendo dallo stato in cui sono caduta. Guardare creature immortali mi affascina sempre. A chi non piacerebbe poterle fissare? Poterle osservare da lontano. Come esemplari rari.
Si stacca dalla mia spalla lasciandomi il freddo percorrere le vene. La mia temperatura è fin troppo calda e si abitua in fretta al calore.
Un brivido mi percorre la schiena ma non riesco a capire se sono i pensieri a causarmi brividi o il freddo.
Il grande uomo spalanca il portone rivelando Lucifero. In tutto il suo splendore.
Dannatamente bello. Capelli bianchi poco sotto le spalle, dritti come spaghetti che ricoprono in grand parte i suoi occhi color rossi sangue. Vividi. Ci scruta da sotto le lenzuola nere del suo letto dove affianco stringe una di noi.
Demone. Occhi neri come la notte. Scuri e profondi. Le occhiaie li circondano risaltando la pelle bianca cadaverica.
Nuda di fianco a lui con i capelli lunghi e rossi che le ricoprono i seni.

< Bentornati, aspettavo con ansia il vostro ritorno > Cupa la sua voce riecheggia nella stanza. Beffarda e dannatamente seducente.
Sinuoso si alza di fronte a noi coprendosi con il lenzuolo. In automatico ci inginocchiamo su un ginocchio portando le braccia conserte sull’altro e abbassiamo la testa in segno di sottomissione.
Sento il suono sordo del lenzuolo che vola sul pavimento e il dolce profumo di Lucifero invade come un ondata la stanza.
Dolce. Elettrizzante. Dannatamente forte.
Come fragola sulla panna per gli umani, per noi quel profumo è irresistibile. Raramente si riesce ad essere lucidi ad un simile sapore.

< Abbiamo svolto come ci aveva chiesto il compito che ci avete assegnato > Rispondo a testa bassa smettendo di tanto in tanto di respirare quella droga per le mie vene.
Cauto e silenzioso prende i suoi pantaloni in pelle e li indossa invisibile ai nostri occhi.
Improvvisamente sento qualcosa, o meglio qualcuno che mi tocca delicatamente i capelli che mi sfiorano il viso.
Delle dita si posano sotto il mio mento e lentamente lo alza in un gesto sinuoso. Innaturale.
Un secondo prima ero inginocchiata per terra. L’attimo dopo in piedi, di fronte a Lucifero che mi sovrasta con la sua altezza.
Con il suo respiro dolce sul mio collo.
Niente di più irresistibile.

< Ha altro per noi? > Domando in un soffio cauto. Imbarazzo quello che sto provando? Impossibile per una come me.
Lui è il capo. Io non posso innamorarmi di uno come lui. Ho già perso l’anima per lui.
Non intendo perdere altro.
Come se ce l’avessi ancora qualcosa da perdere in una vita simile.
Lo guardo negli occhi, immobile, inaudibile respirare una simile droga.
Sarebbe come cedere all’eroina per un umano. Una dolce droga che ti entra nelle vene e che ti prende anima e infine corpo.
Forse il mio corpo è l’unica cosa che non ho ancora perso.
Non ancora.

< No, direi che per oggi basti, potete andare… tranne te Arlyne > Fa cenno verso i miei compagni, senza smettere di fissarmi con sguardo seducente. Troppo facile capire cosa vuole.
Troppo semplice capire che lui è il capo e ottiene ciò che vuole.
Sento i passi leggeri di Alex e Syria raggiungere la porta e superare la soglia con grande velocità. Beati loro.
Liberi di andare a riposare mentre io devo subirmi ancora Lucifero.
Alti compiti di sicuro.
Altra caccia.
Da sola.

< Perché non ti unisci a noi? Sai, in tre è più divertente > Sorride beffardo inclinando leggermente gli angoli della bocca seducente e rossa come il sangue in un sorriso sghembo. La testa di conseguenza si piega leggermente verso destra e non smette di fissarmi. Passare le sue dita calde sulle mie guance.
Potrebbe uccidermi in qualunque momento. Con qualsiasi cosa. Come avrebbe voluto.
A suo piacimento.
Io sono solo un burattino. Un soldatino ai comandi del capo che gioca con le sue marionette.
Pronto a gettare il suo giocattolo appena il filo si spezza.

< No grazie, muoviti a dirmi cosa vuoi > Rispondo acida scoprendo leggermente i canini affilati. Lui capisce al volo che non ho voglia di giocare. Ne di scherzare.
Non ho tempo per i giochetti stupidi di un bambino capriccioso. Sposta con velocità la sua mano calda dalla mia guancia e si siede al bordo del letto mentre mi fissa ancora.
Come una preda. Pronto a saltarmi addosso appena abbasso la guardia.
Come un cacciatore esperto.

< Nonono così non si fa… hai proprio un bel caratterino > Come mille lame taglienti le sue parole mi trafiggono il corpo facendomi sussultare.
Ecco uno dei tanti motivi per cui ora mi trovo qui.
Un carattere non mio. Un carattere che mi ha rovinato. Che mi ha fatto rimanere sola.
Che mi ha costretto a fare cose azzardate per il peso che dovevo sopportare.
Da sola è impossibile farcela. Nemmeno con tutta la volontà del mondo.
La speranza prima o poi ti abbandona.
Inevitabilmente.

< E’ la tua presenza che mi irrita > A denti stretti rispondo a tono distogliendo lo sguardo troppo velocemente.
Se ne accorge di aver centrato il punto. Di aver toccato il tasto dolente.
La mia debolezza.
La mia vita precedente. Quando il mio cuore si degnava ancora di battere e il sangue di pulsare nelle mie vene.
Sangue caldo. Sangue dolce. Non sangue freddo e privo di sapore.
Quello che ora mi circola nelle vene è sangue di una sporca assassina. Niente di eccitante per un lurido vampiro.
Confronto al sangue di una dolce donzella umana il nostro sangue è spazzatura.

< Ho un compito per te; sai da un po’ di tempo un certo vampiro continua a darmi sui nervi. Ora che ho trovato dove si trova voglio che lo elimini > Sospira come se fosse stanco di qualcosa. L’unico che è davvero riposato, che non fa niente tutto il giorno si permette anche di essere stanco.
Maledetta vita. Sarò ripetitiva ma non è altro che la semplice verità.
La sporca verità.
Un’altro compito da eseguire da sola. Rischiando la mia pelle per uccidere un vampiro che a me non ha mai dato fastidio.
Un povero vampiro innocente.

< Hai tanti demoni a disposizione, perché io? > Domando confusa a quell’ordine di caccia.
I vampiri hanno una puzza orrenda. Sono esseri innaturali persino peggio di noi.
Esseri invisibile ad occhi umani. Più strani di quanto si possa immaginare.
Flessuosi e innaturali.
Ho sempre odiato combattere contro di loro. Troppo veloci. Troppo invisibili. Troppo forti.
Ottimi combattenti e capaci di ucciderti con un solo morso al collo.

< Non ti ricordi il nostro piccolo patto? > Domanda in un sorriso fin troppo ironico per i miei gusti. Odio essere presa in giro.
Come se non fosse plateale il nostro patto di anime.
Io combatto per lui.
Lui mi rispedisce a calci nel sedere sulla terra, come un anima libera dai suoi peccati.
Come se non fosse mai successo nulla di grave.
Come se non fossi mai morta.

< C’è l’ho marchiato a fuoco sulla pelle > Rispondo in un sibilo stridulo molto simile a quello di una vipera in fase di difesa.
Come dimenticarsi di essere arrivata ad uccidere per tornare in vita dopo un mio errore? Impossibile. Nemmeno se lo volessi potrei dimenticare.
Lo fisso negli occhi, incapace di muovermi. Incapace di reagire ad un simile affronto.
Lui sorride divertito. Io tesa come una corda di violino.
Niente di peggio.

< Brava piccola, ora vai, al più presto riceverai istruzioni > Compare di fronte a me, come un fulmine. Non sono riuscita nemmeno a guardarlo da quanto si muove velocemente.
Appoggia le sue labbra calde e dolci alle mie amare e piene di odio. Un bacio fugace. Un bacio che strappa solo rancore e rabbia.
Sorride. Io piango interiormente.
Mi domando solo il perchè di una vita simile.
Perchè proprio a me.
Esco dalla camera a grandi passi. Veloci. Arrabbiati. Isterici.
Picchio per terra i tacchi per sottolineare il mio stato d’umore e avvisare chi mi sta intorno.
Entro in camera mia sbattendo la porta con odio verso tutti. Verso tutto.
Ansimante mi guardo intorno squadrando la stanza, come se non l’avessi mai vista prima d’ora.
Mi avvicino al mio unico amore.
La mia unica passione.
Pianoforte.
Mi siedo di fronte ad esso. Delicato. Antico. Le mie lunghe dita iniziano a sfiorare i tasti bianchi come la neve producendo un suono dolce.
Il suo suono leggero che esprime tutte le mie più intime emozioni. Mi fa crescere. Mi fa pensare.
Mi aiuta a non pensare a cosa non devo.
Libera la mia anima imprigionata nel corpo, così che possa volare libera. Finalmente.
I miei piccoli segreti vengono espressi in un semplice tocco di dita. Accarezzano velocemente i tasti senza pensarci mi trascina in un vortice di emozioni.
Divento musica.
Diventa un mondo fatto di dolce melodia. Diverso da quello che sono abituata ad ascoltare.
Al solo udire quelle leggere ma forti note mi si riempie l’anima e il cuore.
Il tempo passa lentamente mentre il mio mondo si riempie sempre di più di note. Un mondo dove nessuno può entrare. Aggredirmi.
Il dolce suono si diffonde nella stanza vuota per poi sparire come è comparso.
Lasciando un vuoto che si colma di pensieri non detti.

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Capitolo 2
*** Rainbow In The Dark ***


Felice anno nuovo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.... Ormai non sembrano più nemmeno auguri ma solo diplomazia e ipocrisia, ma poco importa XD Se lo dicono tutti perchè non dirlo anche io U_U Per una  volta seguiamo il gregge U_U Passando ad altro, sono felice che la mia storia vi piaccia... Oltre a 100 letture... Però nessuno che lascia un cavolorcio di commento... Sigh... Bravi bravi mi rovinate il Natale facendomi deprimere... Anche se è già passato XDXD
Non capisco perchè bibba88 abbia messo la mia ff nei preferiti ma non lascia commenti... Mi farebbe piacere sapere solo il perchè o almeno di cosa ne pensi dato che ti piace tanto da metterla nei preferiti... Bah, sarei felice che me lo facessi sapere, ci conto.
Grazie in particolare a Nika_night , bibba88 , Siana e Heather91 per aver messo la mia storia nei preferiti.
A parte questo vi lascio alla lettura del capitolo e invito quelli che leggono a recensire dato che le letture sono così tante O_O Non costa nulla farmi felice sigh ç_ç  Alla prossima, ciau.  
 
Padme86: Taoooooo! Grazie per i bellissimissimi complimenti *______* Non mi aspettavo tanto successo ç_ç Spero che anche gli altri capitoli ti piacciano, anche se ormai ti leggi le anteprime =P Ah a proposito, felice anno nuovo ç_ç Ti lascio alla lettura del capitolo, spero sia di tuo gradimento, fammi sapere... Ciau baci baci XD
 
medea90: Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee grazie millissime dei complimenti *____* Sono strafelice che la mia storia ti piace *_____* Spero continuerai a seguirmi, almeno ci conto sigh ç_ç Eccoti servito il capitolo, spero ti piaccia, fammi sapere ci conto, ciau
 
Siana: -.- Hai toppato account -.-" Ecco cosa succede a fregare il login agli altri :P:P A te non rispondo nemmeno.... Tanto... XDXD No dai povera peste U_U Sono contento che recensisci e leggi la mia storia e sbagli pure a lasciare commenti... Dettagli XDXD Alla prossima, eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee buon anno nuovo anche se ti ho già fatto gli auguri solo tipo 50 volte. Tao
 
Nika_night: Ciauuuuuuu!! Grazie dei complimenti bellissimi, sono strafelice che la mia storia venga seguita =D L'idea della storia non so nemmeno come mi sia venuta sinceramente XD Ma grazie per apprezzarla.... Ad essere sincero non so nemmeno come si svilupperà la storia U_U Vado alla cieca e a ispirazione del momento XD Eccoti il capitolo servito su un piatto d'argento, baci alla prossima.

 
Heather91: Salve anche a te e buon anno nuovo XD Ma non fatemi le recensioni così corte che poi non so cosa rispondervi XDXD Dai scherzo l'importante è esserci U_U Grazie per seguire la mia storia, spero continuerai a seguirla. Eccoti il prossimo capitolo anche se leggermente in ritardo... Opsssssssssssss. Alla prossima spero, ciau.

 
Nena Hyuga: Buon anno nuovo anche a te =D Grazie per seguire la mia storia, non pensavo piacesse... Manco volevo pubblicarla XDXD Mi ci hanno obbligato =( A parte questo, grazie milleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per i bellissimi complimenti, spero continuerai a seguirmi, ci conto perlomeno ^_- Eccoti seguito il prossimo capitolo, spero ti piaccia, fammi sapere, ciau, alla prossima.

                    

 

Rainbow          In         The                Dark

 

L'ora non è tarda, ma di vita umana non c'è ombra. Solo la luna da un significato alla serata.
I lampioni rinchiusi nel loro splendore illuminano con luce soffusa e spenta le strade strette e circondate da case antiche.
L'unica luce che si nota e risalta agli occhi è la pizzeria del piccolo paesino. L'unica. Dove amici e parenti si riuniscono per cenare insieme, in compagnia. In allegria.
Una delle tante cose che mi manca. Mi manca non poter più provare ad essere felice. Ottimista.
Di non poter più sorridere. Di non permettermelo.
La luce dolce e delicata della luna sfiora i miei capelli. La guardo. Alzo gli occhi al cielo e mi perdo ad osservarla.
Se potessi piangere i giorni in cui la guardavo con gli occhi di una bambina sognatrice lo farei.
Sbuffo sonoramente e mi rimetto a camminare a passo deciso verso i vicoli più stretti.
L’odore dei vampiri si fa sempre più sentire. Di male in peggio. Il vampiro che sto cercando non è nei paraggi.
Ci mancava solo questa. Un vampiro che ama giocare a nascondino e per di più, ci sa anche fare in questi giochi. Almeno lasciasse qualche sua traccia tanto per poterlo uccidere così finirei il mio compito il prima possibile.
Schiena dritta, forse fin troppo superiore ai comuni mortali, normali. Passi veloci e leggiadri, troppo aggraziata per essere un umano come gli altri. Troppo facile riconoscermi nel mondo di quegli imbranati che sono semplicemente creature che si limitano a vivere. Testa alta, fin troppo sicura di me stessa.
I miei tacchi sfiorano con delicatezza e prepotenza il terreno ruvido e duro sotto i miei piedi. Le braccia immobili che ricadono alla mia vita. Se qualunque umano mi vedesse così di sicuro finirei per essere chiusa in qualche gabbia per esperimenti.
 
< Bellezza, che ci fai qui tutta sola? > Interrompe i miei pensieri la voce di un ragazzo. Fredda. Profonda. Calma. Beffarda.
Salta con un passo felino dal tetto di una casa e atterra in punta dei piedi con grand disinvoltura.
Il suono dell’atterraggio è silenzioso. Sordo. Un sorriso sghembo si apre sul suo viso incorniciato dalla luce della luna.
Bianco come la porcellana e i due grandi occhi color dell’oro brillano. La cosa che attira di più la mia attenzione, sono i denti affilati che sporgono dalle labbra rosee. Come un pugno nello stomaco mi fa mancare il fiato.
Vampiro.
 
< Nulla... prendo aria > Rispondo acida, quasi avendo paura di aver incontrato un vampiro. Ottimi combattenti. Veloci. Forti. Succhiatori di sangue. Niente di peggio che un vampiro.
Si avvicina a me con passo flessuoso e leggero. Per essere bello è... magnifico. Viso delicato e lineamenti morbidi.
Non so se è l’argento della luna che lo rende perfetto, ma rimango a fissarlo a bocca aperta.
Ma cosa mi prende? Non dovrei uccidere un vampiro?
Creature perfette, dal fascino sinistro. Morti tornati in vita per tormentare e uccidere i vivi.
Immortali. Umani di giorno, ma nella caccia e per difesa svelano la loro vera natura.
Esseri non morti.
 
< Una carina come te non dovrebbe andare in giro da sola... Sai, hai un buon odore > Annusa l’aria con prepotenza e sente il mio profumo. Allarga le narici e si volta verso di me di scatto con occhi pieni di divertimento.
 Un vampiro che dice ad un demone di avere un buon odore, non l’ho mai sentita questa.
Sicuramente è uno dei tanti vampiri che uccide solo per il gusto di farlo e non per sete di sangue.
Ha trovato pane per i suoi denti, di sicuro non mi faccio uccidere da uno di loro. Non è il primo vampiro che incontro e uccido.
Prove inconfutabili sono le cicatrici sulla mia pelle candida.
Un trofeo per chi le ha lasciate, perchè poi sono inevitabilmente morti di fine atroce.
Sono immortale solo per gli esseri diversi da me. Solo se un demone mi attacca posso morire.
Il suo veleno sarebbe letale sul mio corpo.
Paura di un vampiro che fa i complimenti ad un demone non ne ho.
 
< Il tuo mi disgusta > Ringhio cupa mostrando i denti emettendo un suono feroce e mettendomi in posizione di difesa, ritraendo il mio corpo al vampiro.
Balza in avanti in un movimento sinuoso e mi prende per i polsi con fare molto possessivo. Riesco a liberarmi solo dopo che ha abbassato la guardia avvicinando pericolosamente i miei denti al suo collo.
Una risata invisibile gli scoppia nel petto.
E’ divertito dal fatto che non riesco a difendermi come devo.  Bene, gli servo subito ciò che cerca.
Inizio a colpirlo da ogni direzione il più possibile. Lui veloce come un ghepardo evita grand parte dei miei fendenti.
Con movimento felino mi avvento su di lui con ferocia e poca grazia. Segno che i giochi sono terminati in quel preciso istante.
Mi acquatto nella postura che probabilmente la mia vittima riconosce perfettamente, mostrando tutti i denti bianchi e affilati come tante piccole lame.
Mi avvento su di lui dandogli un morso alla gola e inizio a succhiare il suo sporco sangue. Sporco d’altre vittime di cui lui si è nutrito.
Finalmente sangue freddo e dolce. Forse un po’ amaro per essere sangue, ma sapendo che è di un vampiro non mi lamento.
Troppo presa dal sangue che da troppo tempo bramo non sento nulla di quello che sta succedendo intorno a me.
Solo dei ringhi feroci spezzano l’aria facendomi voltare con troppa velocità.
Demoni.
Maledizione! Hanno sentito l’odore del sangue e sono corsi a nutrirsi.
Mi alzo di colpo come se avessi appena preso la scossa e mi volto verso di loro, ringhiando e mostrando i denti per la seconda volta in pochi minuti. Troppi per i miei gusti.
Estraggo le mie due pistole con velocità inaudita. Elettrizzata. Impaurita.
Inizio a mirare le teste dei demoni che avanzano sempre di più verso di me e lascio cadere le cartucce usate delle mie pistole.
Colpo dopo colpo.
I demoni sembrano dimezzati, ma come ogni mia fortuna ne sbucano altri. Un’infinità di pallottole mi passano di fianco al viso e alla spalla, sfiorandomi il viso e lasciandomi cadere una goccia di sangue caldo sulla guancia. Il piombo mi ha sfiorato la pelle.
Immobile. Incredula. Sto combattendo contro i miei simili. Contro quelli che dovrebbero essere la mia famiglia.
Sorpresa che i miei ultimi caricatori mi hanno abbandonata. Ora è davvero finita.
Mi volto in direzione del bosco lasciando cadere le due pistole e inizio a correre come una forsennata.
Corro più veloce di un ghepardo a caccia. Ma questa volta sto scappando. Sto fuggendo dalla mia morte imminente.
Compaiono di fronte a me, prima che riesco a creare un portale mi saltano addosso in tre iniziando a mordere il mio corpo come animali a caccia. A lacerare la mia pelle morbida e dolce. A nutrirsi del mio sangue.
Consapevole di stare per morire. Sento le forze abbandonarmi. Il petto bruciare come se stesse per esplodere.
Un altro ringhio pieno di furia e rabbia, profondo fa fermare i morsi di quelle creature che mi stanno letteralmente mangiando viva.
Una figura leggiadra, disinvolta si porta al centro dei demoni, sfrecciando come un fulmine e mostrando i denti bianchi al chiaro della luna.
Con gli occhi socchiusi lo riesco a guardare. Il volto coperto dalle ombre prodotte dal cappuccio.
Fisico asciutto e slanciato. La corporatura ben evidenziata ma non esagerata. Questo è tutto quello che i miei occhi riescono a captare in un momento simile.
Lo vedo scagliarsi contro una decina di demoni da solo con l’intento di allontanarli quanto basta per prendermi in braccio e sfrecciare veloce tra gli alberi. Nemmeno sente il mio peso. Apro gli occhi lentamente ma le palpebre sembrano pesare il triplo.
Si chiudono da sole facendomi cadere in stato di trance.
Solo buio.
Avrei preferito poter dormire in un momento così. Invece no.
Il suono leggero del vento che fischia. I passi delicati di diverse figure rompono la quiete. Tutto buio intorno a me.
Solo i suoni riesco ad udire.
Timorosa di aprire gli occhi mi concentro su di essi.
Parole sussurrate in un altra stanza distante da dove mi trovo in questo momento.
Gocce di un rubinetto che perde in un lavandino di ferro.
Nessun battito di cuori. Nessun sangue pulsare nelle vene.
Ma sono sicura che ci sono persone ovunque mi trovo. Le sento parlare veloci. Sibilare. Acute come tanti campanellini.
Mi decido ad aprire gli occhi. La luce sopra di me è troppo forte e inizio a sbattere le palpebre troppo forte, tanto che gli occhi mi si fanno rossi e iniziano a bruciare.
Alzo il busto leggermente iniziando a squadrare la stanza. Fitte ovunque per il corpo mi fanno provare acuti dolori e mi accorgo di non avere più il mio bustino in pelle ne i miei pantaloni attillati ma solo una lunga camicia da notte, fin troppo femminile per i miei gusti.
Lilla e lunga fino alle ginocchia. Un ringhio cupo mi scoppia nel petto per quell’assurdità.
Scorro con lo sguardo lungo la stanza esaminando ogni granello di polvere, quando mi trovo un vampiro di fronte a me in pochi secondi. Nemmeno il tempo di accorgermene.
 
< Ben svegliata > Sussurra tanto che fatico a sentirlo. Dallo spavento balzo all’indietro accovacciandomi al muro in posizione di difesa mostrando i denti in un ringhio.
Ancora quelle fitte mi fanno sentire uno straccio. Poso lo sguardo sulle mie braccia, una volta bianche come la porcellana, ora ricoperte di lividi, tagli e graffi.
Maledetti demoni.
Lucifero mi sentirà per questa grande idea di mandare demoni neonati in caccia sulla terra.
Osservo il vampiro di fronte a me che è arretrato di qualche passo tenendo le mani in avanti e alzandole leggermente.
Segno di difesa ma niente d’aggressivo.
Capisco che è innocuo ma, l’odore non riesco a sopportarlo.
Inclino la testa di lato sibilando profondamente. Non gli scrollo gli occhi di dosso.
Buono o non buono, vampiro rimane.
 
< Vampiro > Dico a denti stretti fissandolo ancora.
Capelli scompigliati e ribelli color argento che ricadono spioventi sugli  occhi color ametista. Sguardo pensieroso e perso nel vuoto ma sul viso gli si mostra lo stesso un grand sorriso scoprendo i suoi canini troppo lunghi e affilati per i miei gusti.
Morto di fame, silenzioso e menefreghista. Ecco cosa gli si legge in faccia.
I suoi lineamenti ben definiti mentre mi squadra dolcemente.
Mi metto in posizione eretta ma non smetto di mostrare i denti in segno di difesa. La guardia non l’abbasso mai.
Scema sì, ma non così tanto, spiacente.
 
< Buona buona buona... ti ho salvato la vita, demone > Risponde mostrando i denti perfetti in segno di difesa quando mi vede avvicinarsi innocentemente.
Non ho intenzione di saltare addosso a nessuno, sopratutto perchè sono loro a giocare in casa. Per questa volta.
Mi avvicino cautamente, scrutando ancora la stanza in cui mi ritrovo.
Fredda. Piena di vita. Ma che emana allo stesso tempo calore e sicurezza.
I mobili antichi.  Puliti e intagliati nel legno con raffinatezza. Delicati colmano il vuoto della stanza in ordine.
Poso lo sguardo sul vampiro che mi ha salvato la vita e lo vedo rilassato, senza timore di me.
Ci guardiamo negli occhi per qualche istante. Un’eternità.
 
< Non ti ho chiesto aiuto, dove mi trovo? > Domando distogliendo lo sguardo da quelle iridi color ametista.
Mi sono persa a fissare un vampiro. Che cosa assurda.
Sento i suoi passi leggeri come foglie, muoversi lungo la stanza allontanandosi da me.
Mi giro di scatto. Paura di rimanere da sola? Paura che se ne possa andare?
Sfortuna – fortuna – è ancora nella stanza che cerca qualcosa in un cassetto.
Con una lentezza studiata e delicata traffica nel disordine – ordine – del cassetto estraendo una garza arrotolata su se stessa.
 
< Nel mio castello... non potevo lasciarti li... > Risponde alla mia domanda cauto porgendomi la garza ben curata.
Gliela strappo direttamente dalle mani senza un minimo di delicatezza ne tanto meno di riconoscenza.
Mi guarda sorridendo, anche se negli occhi gli si legge che non mi da piena fiducia. Come biasimarlo.
Sono un demone e nessuno mi vorrebbe al suo fianco.
Anch’io avrei paura di me stessa. Dei miei poteri. Del mio non controllo.
Non sono più la ragazza di una volta. Ho perso tutto.
Ho perso niente.
 
< Grazie ma spiacente, devo ucciderti > Rispondo guardandomi intorno senza rendermene conto e mi accorgo solo dopo pochi minuti che il vampiro mi sta ancora fissando.
Io non ho paura di vampiri. Io non ho paura di nessuno. Non ho avuto paura della morte da viva, non permetto che in questo momento la paura prenda il sopravvento su di me.
Abbasso gli occhi e mille pensieri mi affollano la testa. Mille voci mi chiamano. Gridano il mio nome.
Mille vittime sul mio curriculum che non danno tregua. Strazianti.
Non mi rendo conto nemmeno conto di chi sono. Cosa faccio.
E sopratutto dove sono.
 
< Hai un debito verso di me > Sembra accorgersi di ciò che penso e si avvicina lentamente e aggraziato a me, come un fantasma leggero e invisibile agli occhi umani. Una lentezza assoluta. Innaturale.
Posa due dita sotto il mio mento e lo alza delicatamente. Io... odio i vampiri. Io odio tutti. Io odio me stessa.
Nessuno mi deve toccare. Nessuno mi deve guardare.
Io non voglio nessuno. Io non desidero nessuno.
Io... ho bisogno di qualcuno.
 
< Voglio andarmene > Lo spingo con due braccia sul petto. Un’azione decisa e piena di energia.
Sobbalza all’indietro atterrando sulle punte dei piedi guardandomi accattivante. Il mio fiato si fa corto e la mia pressione è salita.
Le mie guance si fanno rosse e lui se n’accorge.
Si sistema la camicia che per il salto si è stropicciata. Sfacciatamente mi guarda facendo sparire l’espressione divertita.
Il mio fiato riempie la stanza di sospiri irregolari ed entrambi rimaniamo in silenzio a guardarci.
Ripenso a ciò che ho detto. Voglio andarmene. Voglio restare.
Voglio qualcuno che mi protegge.
Voglio uccidere.
Voglio affetto. Voglio sangue.
 
< Quando sarai in grado di camminare.. ora andiamo, mio padre ci aspetta > Risponde distaccato voltandosi verso la porta. Girandosi di spalle. Dopo quello che ha fatto per me dovrei essergli grata.
E invece so dire solo che me ne voglio andare. Non lo so nemmeno io cosa voglio.
Tutta la faccenda dei demoni contro di me mi ha fatto perdere la consapevolezza di chi sono. Ho trovato qualcuno che mi difende. Che mi ha difeso.
Qualcuno che io dovrei uccidere.
Un passo dopo l’altro lo seguo velocemente per i lunghi corridoi in pietra. Umidi. Troppo per la mia pelle surriscaldata dal fuoco dell’inferno.
A destra delle porte di legno, una dopo l’altra si parano alla mia vita. A sinistra delle ampie finestre ornate in oro e tende viola danno la vista sul bosco.
Non riconosco la zona e ne sono preoccupata.
Chissà Lucifero cosa penserà. Se si preoccuperà di sapere se sono ancora viva.
Non gliene fregherà niente. Povere vittime come me gli capitano tutti i giorni.
Giovani soldati inesperti, futuri sterminatori d’esseri immortali. Succhiatori di vite innocenti a loro modo.
Il vampiro si blocca di colpo ad un ultima porta, protetta da altri giovani vampiri incappucciati. Parla a loro silenziosamente, ma sento tutto. Faccio finta di non ascoltare ma seguo parola per parola.
Ci fanno passare e l’argenteo apre la porta di legno massiccio con grand gentilezza.
 
< Padre... le ho portato la nostra ospite > La voce sottile del giovane vampiro riempie la stanza vuota.
Apre il portone leggermente spingendo sul legno pesante facendo un passo verso il centro della stanza.
Uno spostamento d’aria mi riporta alla realtà. Di fronte a me si materializza un altro vampiro.
Più potente.
Magro ed esile, dai capelli anch’esso color argento fino alle spalle dritti come spaghetti.
Chiaro di pelle e magro come un chiodo.
Mi scruta con le grandi iridi rosse. Curioso. Spaventato.
Fa un leggero passo indietro senza mostrare alcun segno d’emozione sul volto.
 
< Mhh... un demone, conosci le leggi Kai > Con voce vellutata il vampiro più adulto ma allo stesso giovane fa intendere che la mia permanenza in questo castello è finita.
Le loro leggi. Le nostre leggi. Niente pietà. Niente fiducia. Niente amicizia.
Solo orgoglio. Odio. Guerra e tanto sangue.
Ecco le nostre leggi. La legge del più forte.
Prima ci credevo ma ora... ora non so più cosa pensare. Un vampiro mi ha salvato la vita da demoni.
Loro non hanno un cuore.
Il mio è rotto da molto tempo... congelato e represso tutti i sentimenti.
 
< Lo so padre, ma... era in difficoltà > Io non sono mai in difficoltà. O meglio... non lo ammetterò mai.
Mi ha salvato la vita e lo accetto, ma non posso permettergli di raccontare a tutti che sono una debole.
Che lui ha combattuto con demoni a mani nude e senza l’aiuto di nessuno, mentre io, povera cretina mi stavo facendo mangiare viva dai miei stessi compagni.
Mai fidarsi di stupidi demoni alle prime armi.
Per loro esiste solo e solamente il sangue. Non vedono altro.
 
< I demoni uccidono la nostra gente, dobbiamo scappare da loro o ucciderli nello stesso modo > Conferma l’adulto con voce autoritaria.
Scorro lo sguardo attraverso tutta la stanza e mi perdo ad osservare ogni angolo. Enorme con vetrate ovunque. E mi domando se i vampiri non dovessero vivere al buio.
Probabilmente no.
Mi soffermo senza accorgermene su ogni intagliamento dei mobili. Su ogni fessura e mi perdo dal dialogo dei due vampiri.
Una sensazione di meraviglia non l’ho mai provata. Ne sono affascinata. Terrorizzata.
Mi volto verso i due che discutono ancora di me. Dovrebbe importarmene.
E allora perchè sono così sicura che Kai saprà difendermi? Lui è un vampiro.
Io... un demone.
 
< Non sono di questa opinione padre > Controbatte la voce di Kai come un dolce ringhio. Niente d’aggressivo. Provocante.
Forse le loro leggi non sono poi così diverse dalle nostre. Lui è il capo e niente e nessuno ci può discutere.
Nessuno può andargli contro. Nemmeno uno dei suoi figli. E allora perchè lo chiama padre? Rispetto? Paura?
Li osservo distaccata. Persone più belle e affascinanti non ne ho mai viste. Nemmeno la statua più bella riesce a tenere il confronto.
Rimango ammaliata dalle loro sinuose labbra fini e rosee che si muovono invisibili ma dolci.
 
< Se permettete ci sono anche io... parlate con me > Mi intrometto nel discorso dei due facendoli voltare verso di me e i loro occhi si fermano sulla mia figura.
Non abbasso lo sguardo, forse troppo orgogliosa, o troppo terrorizzata all’idea di abbassare la guardia.
Loro rimangono vampiri, io un loro nemico. Non posso permettermi di fidarmi di qualcuno, se non di me stessa.
Loro non meritano la mia fiducia, loro non meritano niente. Come io non ho avuto niente. Questo è tutto quello che riesco a provare.
Odio.
Niente di più, niente di meno.
 
< Il tuo nome? > Mi domanda il loro capo stando sempre a distanza da me. Anche lui ha paura, come io di loro. Non sono armata, non ho niente che può ucciderlo.
Non ho forze per combattere e qualcuno si è curato di me, cucendomi le ferite una ad una con ago e filo. Le ferite degli esseri immortali sono gli unici che mi possono scalfire. Non rimarginarsi.
Questo Lucifero lo sa. E allora perchè diavolo ha permesso che degli stupidi imbecilli mi attaccassero?
Non ci si può fidare di nessuno. Nemmeno di chi ti comanda.
 
< Arlyne... succhia sangue > Rispondo acidamente tenendo le spalle dritte con fare di superiorità. L’orgoglio non lo perdo mai.
L’avevo in vita. L’ho anche da non morta.
Non vedo l’ora di andarmene da questo posto. Inizia a spaventarmi. A mettermi in soggezione.
I loro sguardi mi scrutano e il vampiro più grande fa capire che io devo sparire. E non nel senso di andarmene.
Se devo morire voglio solo che Lucifero faccia vendetta su questi esseri bastardi.
 
< Modera i termini, uccidetela > Alla parola “uccidetela” succedono cose che nemmeno riesco a vedere.
Sento i passi di diversi uomini scendere con maestria e leggerezza da sopra le finestre dove si trovavano le fessure che scrutavo poco prima. I loro respiri non ero riuscita a sentirli.
Le loro presenze invisibili.
Dannati vampiri.
Li sento veloci come fulmini che mi arrivano addosso, ma non riesco a capire altro che i miei capelli che si spostano seguendo il movimento d’aria coprendomi il volto.
Io immobile con le braccia lungo la vita, gli occhi sbarrati in quello che non riesco a vedere.
Mi sento sbalzare indietro e la vista non è più su quelli che sembrano essere piume in movimento, ma sulle spalle robuste del vampiro che mi ha salvato la vita.
Di fronte a me accovacciato in posizione di difesa. D’attacco.
Ringhia ripetutamente mostrando i denti e solo ora capisco che mi sta difendendo. Ancora una volta.
Mi difende dai suoi simili che arretrano di qualche passo senza accennare di ritirare i denti bianchi e affilati.
 
< Mi assumo io la responsabilità > Non smette di mostrare i denti minacciosi e un altro ringhio gli scoppia in petto come un avviso che da quella posizione non si muove.
Scruto gli altri vampiri. Affascinanti. Dannatamente belli. Sensuali. Non riesco a distogliere lo sguardo dalle loro figure.
Donne dai volti bellissimi e contratti, quasi come dipinte a olio su un quadro antico. Su una tela.
Mi guardano con gli occhi profondi e pieni di energia, curiose. Anche loro affascinate dalla mia presenza.
Per qualche strana ragione faccio diversi passi indietro, cercando di scappare. Troppi vampiri intorno.
Kai contro di loro non può niente. E allora perchè non lo attaccano?
C’è qualcosa che non riesco a capire.
Forse... la famiglia.
 
< Come vuoi, appena si sarà ristabilita dovrà andarsene e se la rincontrerai di nuovo non devi esitare ad ucciderla > Un altro ringhio cupo mi blocca di colpo per il polso impedendomi di fare altri passi indietro. Terrorizzata mostro i denti d’istinto ma la mano allenta la sua presa e sento la voce fredda e sensuale di un altro vampiro che mi calma alle spalle.
Kai.
Con un solo spostamento veloce è riuscito a portarsi alle mie spalle e afferrarmi prima che qualcun altro lo facesse al posto suo.
Con quel tocco gelato mi rassicura in qualche strano modo.
Mi sento più protetta di prima con le sue dita lunghe e fini sul mio braccio pieno di lividi. Un sollievo quel ghiaccio su quelle contusioni.
 
< Come desideri > Ancora una volta rimango abbagliata da quella dolce armonia nella sua voce.
Stringe leggermente la presa su di me e abbassa lentamente il capo verso suo padre. Non capisco il motivo di quel gesto, ma rimango affascinata dai così semplici gesti sinuosi e innaturali. Tutto di loro mi estasia.
Ci dirigiamo a passo lento verso la sua camera, dove poco prima mi ritrovavo sdraiata mezza morta.
Entriamo e lui non è più al mio fianco. Mi accorgo che sono sola e lui è sparito nel nulla. Senza che me n’accorgessi.
Mi avvicino velocemente alla finestra enorme e con delicatezza assoluta, quasi avendo paura di essere scoperta la apro.
Ma non faccio in tempo a mettere fuori il naso per andarmene che qualcuno  mi blocca in tempo.
 
< cerchi di evadere? Non sei in condizioni di stare in piedi, figurati di correre per il bosco > Qualcosa di freddo circonda il mio braccio dolorante. Bollente.
La sua voce fredda e distaccata mi giunge alle orecchie, come un ringhio. Preoccupato.
Sempre girata di spalle mi domando perchè si preoccupa di me... di un demone.
Noi non dovremmo andare d’accordo. Non dovremmo socializzare.
Il nostro destino è sterminare le nostre razze a vicenda.
Ucciderci senza pietà. Senza ragione.
 
< Ma si puo sapere cosa vuoi da me? Io dovrei ucciderti > Mi volto verso di lui mostrando i denti leggermente, senza nemmeno accorgermene. Istinto. Di sopravvivenza? O di caccia?
Si allontana leggermente allentando la presa sul mio braccio.
Ci guardiamo qualche secondo negli occhi e nemmeno dopo le mie crudeli parole sembra essere terrorizzato.
Non un segno d’emozione gli attraversa il viso. Teso. Mascella contratta.
Respira appena. Immobile e cauto a qualsiasi movimento.
Una statua.
 
< Socializzare con la mia coinquilina > All’improvviso un sorriso gli si apre sul volto distaccato, cambiando completamente la sua espressione. Mutandola in felice e spensierata in pochi istanti.
Mi domando come faccia a sorridere così radioso di fronte ad un demone, pronta ad ucciderlo appena ne ha l’occasione.
Perchè tutta questa fiducia? Perchè tutta questa confidenza?
A volta sembra distaccato, che non si voglia avvicinare troppo, altre che mi prende in giro, con i suoi sorrisi sghembi odiosi.
Altre è fin troppo dolce nei miei confronti... Perchè fa così?
 
< Spiacente di deluderti, ma io devo eliminarti > Rispondo a tono distogliendo lo sguardo dal suo viso perfetto.
Mi dirigo verso un divano di pelle color viola scuro e mi ci butto sopra a peso morto sbuffando sonoramente. Ormai non sembro più nemmeno io convinta del fatto che noi due siamo nemici.
Ci dovremmo odiare. Uccidere a vicenda e far colare quel sangue caldo tanto bramato da entrambi.
E allora perchè non accade niente di tutto ciò?
 
< Per quello ci sarà tempo... ad esempio, l’eternità se ti può bastare > Sorride radioso spostandosi velocemente sul tavolo di fronte al divano dove mi sono buttata per pensare.
Con passo aggraziato si siede su di esso e appoggia i gomiti sulle gambe piegandosi leggermente in avanti e mettendo il mento sul palmo, mentre mi scruta silenzioso e sorridente.
Si distrae per qualche secondo e io n’approfitto per scomparire alla sua vista nella nube di fumo nero.
 
< Uffa... dimmi dov’è un bagno, devo farmi urgentemente una doccia... voi vampiri vi lavate per caso? Sai... puzzate > Compaio alle sue spalle, in ginocchio sullo stesso tavolo dove è seduto lui.
Annuso profondamente l’aria e arriccio il naso con grand disprezzo, ma non accenno ad allontanarmi da quel vampiro.
Fulmineo si muove creando un veloce spostamento d’aria. Colto alla sprovvista e pensando lo stessi attaccando scompare nel vuoto, lasciandomi sbilanciare in avanti e vedere il legno del tavolo avvicinarsi sempre più al mio viso.
Naso rotto in arrivo.
 
< Prima porta a destra > Sento la sua voce provocante e sensuale alle mie spalle. Lo sento sorridere maliziosamente. Con un solo balzo è riuscito a portarsi alle mie spalle e prendendomi per le braccia evitandomi di sbattere sul tavolo.
Giro lentamente il viso verso di lui e sento il suo respiro ghiacciato sul mio collo bollente.
Un solo morso e mi avrebbe ucciso. Nel suo sorriso sghembo mostra appena i denti bianchi e perfetti.
Ma troppo appuntiti e troppo vicini alla mia pelle.
 
< Che hai da guardare? > Domando scendendo velocemente dal tavolo con un salto invisibile. Sordo.
Mi metto di fronte a lui e lo guardo con gli occhi socchiusi. E’ inginocchiato sul tavolo che mi guarda a sua volta, i lunghi capelli scompigliati davanti al volto e non accenna a far scomparire quel sorriso malizioso che gli si apre sul volto.
Non lo capisco proprio. Vampiro, bah che razza incompresa.
Se le donne pensano che gli uomini siano esseri incompresi, provassero a comunicare con un vampiro.
 
< Io? Nulla... secondo te cosa potrei guardare in una bella ragazza che si va a fare la doccia? > Sorride eloquente e capisco a cosa illude.
Ha sbagliato ragazza – demone – con cui giocare.
Mostro i denti emettendo un ringhio cupo e lui non accenna a far scomparire quel sorriso trionfante che gli dona dannatamente.
Si avvicina al bordo del tavolo trascinandosi inginocchiato e guardandomi negli occhi.
I suoi, così profondi ed espressivi. I miei, vacui e inespressivi. Niente a confronto con lo sguardo ammaliante di lui.
Io, solo un demone, serva di Lucifero.
Lui, una delle tante leggende immortali ed esseri perfetti.
Vampiro.
 
< Tu avvicinati più del dovuto alla porta e io non esito a riempirti di piombo > Con un solo passo mi ritrovo al suo petto con l’indice che preme sulla sua camicia bianca.
Poso i miei occhi su quelli di lui e lo minaccio notevolmente, ma come sempre lui non da segni d’intelligenza nella sua mente.
Di solito una “persona” dovrebbe essere impaurita. Lui no.
Non un segno di paura. Di qualsiasi emozione.
Divinamente irresistibile quell’espressione che gli solca le guance pallide. Quasi porcellana.
Ringhio fortemente, ma lui immobile non si muove. Mi volto arrabbiata verso la porta di legno e me ne vado altezzosamente per i miei pensieri di poco prima.
Incantarsi a guardare un vampiro. Imbecille! Ma che diavolo mi prende?
Passo dopo passo lo sento ridere fragorosamente e di gusto per la situazione.
Ha intuito i miei pensieri e n’è divertito. Lo odio. Lo odio. Lo odio.
Ma ne sono attratta.

 

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Capitolo 3
*** Wake up me from my destiny ***


Rieccomi ad aggiornare questa pietosa storia di cui alla fine ci saranno tanto di lancio di verdure addosso al sottoscritto U.U
Ringrazio tutti quelli che leggono, anche se le letture sono tante si potrebbe anche recensire ç_ç
In ogni caso li ringrazio lo stesso, non so perchè ma lo faccio XD
In particolare un ringraziamento va a chi è così coraggioso di recensire:

Siana: Per una volta che ne combini una giusta -.-" E per una volta che sei la prima a recensire ti risparmio la pena di morte nell'acido bollente U.U Me clemente per semplici plebei XD Grazie per avermi aiutato con questo capitolo senza di te mi sarebbe venuta una crisi isterica probabilmente =) So che ti piacciono i ragazzi sensuali, misteriosi e sexy perchè se no nn parleresti con me a quest'ora XD E modesti soprattutto U.U Baci Alla prossima.

Padme86: Salve!! Ogni volta vi stresso con le mie anteprime XD Povere donne costrette a subirsi le mie lamentele XD Sigh mi commuovono i tuoi complimenti stupendi ç_ç Grazie mille non me li merito e lo sai ç_ç Arlyne da come sai non sarà più così tosta ma inizierà a cedere e avere i suoi momenti no per via del nostro vampiro XD Ma tu sai già come sarà il finale non è valido XD Ci conto ad avere la tua anche su questo capitolo e sopratutto consigli per migliorare ç_ç Eccoti il capitolo, ti lascio a leggere, alla prossima baci baci tvtb

Nena Hyuga: Ehilà =) Oddeo grazie infinte per seguire la mia storia e per avere il coraggio di averla messa nei preferiti *_* Non ci posso credere *_* Mhh purtroppo il nostro giovane e impavido (scemo >.> ) vampiro si troverà nei casini per la nostra protagonista XDXD La ragazza demone non farà più la preziosa ci puoi scommettere =) Leggere per scoprire, sopratutto il prossimo capitolo XD Grazie tante per i complimenti e perchè non volevo pubblicarla... uhm... a me sinceramente non mi piace come scrivo XD Bando alle ciance ti lascio al capitolo o starei a risponderti per ore XD Un bacio, alla prossima.

medea90: Salveeeeeeeeeeeeee =) Sono strafelice che continui a seguirmi *_* Ma dai mi hai riassunto tutta la storia in quattro righe =P Scherzo U_U Spero davvero che questo capitolo ti piaccia e grazie anche a te per le bellissime recensioni, ti lascio al seguito, alla prossima un bacione.

Iria: Oddio una recensione da una della autrici più brave di efp O_O Datemi un pizzicotto perchè sto sognando O_O Non ci posso credere O_O Ok, mi riprendo -.-" Non fa nulla se non recensirai ogni capitolo, me l'ha riferito Pad che hai molto da fare quindi don't worry U.U E mi ha pure detto che sei completamente pazza quindi anche se ti presentavi in giacca e cravatta dubitavo XD Siamo in due ad amare i vampiri e qualsiasi altra cosa che riguarda il mondo sconosciuto ad occhi umani =) E comunqueeeeeeeeeee sì, sono un ragazzo U.U Eccoti servito il capitolo spero che ti piaccia e ci conto tanto tanto tanto ad una tua recensione *_* Sogno troppo neh? XD Grazie mille dei complimenti, mi hanno fatto davvero piacere, baci e alla prossima.

bibba88: Non ci posso credere sono riuscito a farti recensireeeeeeeeeeeeeeeeee O_O Quale onore ricevere una tua recensione ç_ç Grazie mille per aver commentato non sai quanto mi hai reso felice XD Scuse più che accettate mi sembra plausibile dato lo splendido commento U.U Spero continuerai a seguirmi, ci conto ^_-

Nika_night: Ehilà! Non fa nulla per il ritardo, te l'ho detto che ci metto un po' ad aggiornare dato che la storia fa pena ç_ç Spero davvero che anche questo capitolo ti piaccia come l'altro, e il prossimo prometto che accadrà qualcosa fra i due U.U Basta non parlo più *_* Conto ad avere tuoi consigli e dirmi se è scritto meglio o peggio questo così so se migliorare ç_ç Mhh direi che i caratteri dei due protagonisti sono ancora confusi per ora XD Ci vorrà tempo per conoscerli per quello che sono davvero XD Grazie mille dei complimenti =) Alla prossima, baci.


Wake  up  me  from  my  destiny



Le tenebre non sono ancora calate.
Le lancette sull’orologio segnano le 19 di sera.
Seduta al centro di un enorme sala vuota attendo il vampiro dagli occhi come gemme. Persa nei miei pensieri più intimi.
Chiusa nel mio silenzio.
Penso alla mia vita e a quanto non mi piace. Alla stessa vita che solo la mia forza può riuscire a cambiarla.
Volto lo sguardo verso la piccola finestra, mi appoggio a braccia incrociate sul tavolo e il mento sul bianco marmo di esso.
Mi perdo ad osservare ogni ricamatura e sfumatura nel cielo. Tutti i colori che solo una semplice sfera luminosa riesce a creare.
Ogni piccolo particolare dove la luce ricade ed illumina gli spazi più nascosti lasciando nell’ombra quelli che la stessa luminosità non riesce a raggiungere.
Riporto lo sguardo sulle piastrelle della sala e inizio a contarle. Odio dover far qualcosa pur di non pensare.
...
Centotrentadue...centotrentatre... centotrentquat...
Che noia ma quanto ci mette ad arrivare, non ne posso più di stare ad aspettare.
Sbuffo sonoramente e inizio a torturarmi le mani mangiandomi le povere unghie ormai poco femminili, quando finalmente il portone alle mie spalle si apre.

< Ecco a te > La sua voce dolce e sensuale mi giunge alle orecchie. Seduta al tavolo dei vampiri mi sono persa nei miei pensieri più intimi e lui, mi risveglia come un angelo dagli incubi in cui ero caduta.
Aspetto il pranzo che Kai si è offerto di portarmi. Pranzo di vampiri.
Pranzo di morte.
Ho rifiutato qualsiasi cibo da parte loro. Ma lui, LUI si deve sempre preoccupare per me.
E’ straziante non sapere il perchè di tutta questa fiducia nei miei confronti.
Fiducia che io non merito.
Che io non voglio avere.
Perchè non capisce? Perchè è così dannatamente testardo?

< Cos’è? > Domando poco educatamente osservando il vassoio che tiene fra le mani. Color dell’argento e ricamato, colmo di pietanze. Frutta d’ogni tipo.
Manco fossi una persona reale.
Ho sempre saputo che i vampiri sono dei signori raffinati ed eleganti, oltre che maledettamente immortali. Ma non avrei mai pensato fino a questo punto.
Lui, così sinuoso e dannatamente irreale. Bello. Sensuale. Mi porge il grand vassoio che tiene fra le lunghe dita marmoree.
Ci guardiamo negli occhi e lui non sembra per nulla intimorito da me.
Perchè?

< Cibo… non si vede? > Risponde con ironia abbozzando un sorriso sghembo e appoggiando delicatamente il vassoio sul tavolo di legno. Veloce, Invisibile. Con un tonfo sordo.
Si siede di fronte a me con delicatezza innata.
Se si aspetta che mi mangio cibo donato da vampiri si sbaglia di grosso.
Spingo via il vassoio con due dita verso di lui guardandolo riluttante all’idea di toccare cibo del nemico. Perchè è questo ciò che siamo.
Nemici.
Mi guarda confuso. Interrogativo mi domanda con quelle due pozze ametista il perchè del mio gesto. Deluso.
Deluso del mio rifiuto.

< Lo vedo, ma non lo voglio grazie, chissà cosa ci avete messo > Mi alzo lentamente dalla sedia spostandola delicatamente dietro di me.
Appoggio la schiena contro il muro in sassi e incrocio le braccia al petto, mentre lui fissa ancora il vassoio.
Sembra davvero deluso dal mio comportamento e... non capisco perchè... mi sento in colpa.
Dannatamente in colpa.
Non vuole farmi niente di male, solo aiutarmi a guarire e io lo tratto male.
Scema, cretina... orgogliosa degli inferi del cavolo!
Mi prenderei a schiaffi da sola potessi.

< Se volessi ucciderti l’avrei fatto da tempo, mangia > Insiste il vampiro apparendo autoritario senza alzare però il tono della voce, rimanendo calmo.
Seduto al suo posto e non alzando lo sguardo da quel vassoio. Come se la sua mente fosse altrove.
Se lui avesse voluto uccidermi l’avrebbe già probabilmente fatto.
Non lui, i suoi simili meschini.
Gli aristocratici signori della notte.
Io una semplice ragazza dall’anima persa e serva di Lucifero per l’eternità.
Libertà? Solo un sogno.

< No non mi fido > Ringhio voltandomi verso l’orizzonte guardando attraverso quei vetri della finestra talmente puliti che appaiono invisibili.
Scruto ogni particolare e mi accorgo che il castello è circondato da un enorme muro con un cancello principale.
Guardie su ogni pilastro e telecamere ovunque.
Cani da guardia per tutto il perimetro del giardino curato e dannatamente irreale e stupendo.
Niente di luminoso. Niente fiori o fontane. Solo erba e cespugli.
Ma tutto quello che riguarda i vampiri inizia ad affascinarmi. Anche i più semplici fili d’erba del loro giardino.

< Mangia ti ho detto, o quelle ferite non guariranno > Sussurra lentamente e sento uno spostamento d’aria, ma non mi volto. So che è lui.
So che non mi farà mai del male.
Sento il suo respiro freddo sul mio collo e percepisco la sua presenza dietro di me. Non osa toccarmi. Sfiorarmi.
Il mio sguardo è fisso sull’orizzonte, sulle montagne alte e la sfera luminosa alta sopra di esse.
Mentre sento il suo sguardo fisso su di me. Sul mio collo.
Percepisco la sua voglia di succhiare del sangue, ma so che non lo farà.
Per qualche dannata ragione ne sono sicura.

< Sono già guarite > Sussurro a mia volta e non capisco il motivo per cui non mi muovo da quella posizione. Fa un passo leggero in avanti, quasi sordo e si avvicina a me.
Sento le sue mani gelate sfiorare con la punta delle dita le mie, bollenti al suo tocco.
Solo un semplice sfioramento e mi fa salire la rabbia. Nessuno deve toccarmi!
Mi volto velocemente e lo spingo via con delicatezza studiata e mi allontano arricciando il labbro superiore e mostrando i denti in tutto il loro splendore e lui capisce il suo sbaglio.
Faccio un passo, ma il fiato viene a mancarmi e mi appoggio con una mano alla sedia.
Maledette ferite.

< Ti tieni in piedi a malapena > Fa un passo verso di me allungando una mano per aiutarmi, ma si ferma prima di raggiungermi.
Timoroso di un altro mio improvviso calo d’umore.
Mi rimetto a schiena dritta dopo aver ripreso a respirare normalmente.
Ha dannatamente ragione, non sono per niente guarite le mie ferite. Si avvicina cauto e mi appoggia una mano sulla fronte per sentire se gli effetti dei morsi hanno portato ad altri virus nel mio corpo.
La sua mano gelata mi fa sentire sollevata per il troppo caldo che ho in corpo.
Troppo abituata alle fiamme dell’inferno.
Scosta con delicatezza il mio ciuffo di capelli davanti al volto, sfiorandomi delicatamente e appoggia il dorso della mano sulla mia fronte.
Lo guardo negli occhi e quando lui sorride gli mostro in tutta risposta i denti.
E lui sorride di più.

< Aspetta…> Circondo con delicatezza il suo polso fine con le mie lunghe dita e lo guardo per qualche istante negli occhi.
Immobili.
Ma che si dicono tante di quelle cose che solo un silenzio può ascoltare.
Mi guarda confuso e non capisce perchè sono sull’attenti. Il mio corpo da rilassato è passato ad essere completamente teso.
Contratto e all’erta d’ogni piccolo rumore.
La sensazione che qualcosa di brutto sta per accadere mi entra nelle viscere e mi surriscalda il corpo e mi accorgo che la presa sul polso del giovane vampiro è aumentata.
Preoccupato dalla mia reazione e dai miei occhi vividi, mutati in qualche secondo mi fissa aspettando una risposta.

< Cosa? > Si guarda attorno e cerca di seguire il mio sguardo perso.
Non ha ancora capito che non è la vista il mio forte. L’udito e l’olfatto, ecco cosa è perfetto in me.
Avanzo di un passo verso la porta della stanza e lui mi segue come un cagnolino.
Dietro di me, aspetta solo la risposta ai suoi dubbi.
Io sono fin troppo concentrata per sentirlo. Troppo presa dal fatto che Lucifero o uno dei suoi demoni migliori... è qua.
Sotto il mio stesso tetto.
Più potente di me. Molto più forte. La sua aura è troppo forte e potente per dei semplici vampiri.
Il sangue mi arriva al cervello con fin troppa velocità e sento il corpo bruciare di vampate di paura.

< Non lo senti? Odore di morte… > Mi fermo di colpo e annuncio il presagio che ho avvertito pochi secondi fa.
Lui è dietro di me. Spaventato. Non capisce cosa succede e solo il mio olfatto è riuscito a percepire la minaccia ancora distante dal castello.
Non riesco a capire quale demone può essere. Chi è. E come batterlo.
Mi si chiude lo stomaco all’idea che possa essere Lucifero in persona venuto a reclamare il suo giocattolo preferito.
Me.

< Non sento niente... che dici? > Mi prende per il polso bruscamente seriamente spaventato e mi fa girare verso di lui.
Non ho nemmeno la forza di ringhiagli contro per quel gesto così aggressivo verso di me. Troppo presa dalla minaccia imminente sulle nostre teste.
Mi porto le mani alle tempie e l’aura del demone si fa sempre più forte. Più distruttiva nei miei confronti.
Come unghie su un vetro mi assorda la sua presenza. Urla, mentre vola verso di noi.
Kai mi guarda confuso e aspetta una mia reazione.
Un mio segnale d’avvertimento a quello che sta succedendo.

< Si sta avvicinando… > Sussurro avvicinandomi a lui per qualche strana ragione e lui non capisce il motivo del gesto.
Nemmeno io.
Le sue urla si fanno più forti e i miei poveri timpani ne risentono. Strazianti quelle grida di trionfo.
Molto simile al verso di un’aquila in volo. In cerca di prede.
Mi butto a terra in ginocchio e le urla mi danno il tormento. Mi sta semplicemente distruggendo con semplici urla.
Kai s’inginocchia delicatamente su una gamba di fronte a me e sposta leggermente le mani che stringono forte le tempie e mi guarda negli occhi.

< Ora lo sento anche io, che diavolo è? > Sente anche lui quelle urla agghiaccianti e si porta le mani sulle orecchie. Finalmente anche lui soffre le pene dell’inferno che sto patendo io.
Ci guardiamo negli occhi, ancora inginocchiati per terra per quella tortura che c’è offerta su un piatto d’argento.
Non riesco a capire che demone possa essere.
Urla... vola... Molti demoni ne sono capaci.
Questo però ha una potenza incredibile. Niente poteri lo sento.
Solo molta potenza.
Un gargoyle?
No impossibile loro non urlano.

< Non lo so > Gli rispondo abbassando le mani dopo che le urla sono cessate, lasciando un silenzio di ghiaccio.
Troppo silenzio.
Quando tutto sembra cessato, l’aura del demone persiste e un tonfo pazzesco ci riporta alla realtà dei fatti.
Un lampo di luce intensa entra dalla parete alle mie spalle dopo che è stata distrutta da un onda d’urto provocata dal demone.
I detriti e i residui di mattoni si sollevano ed esplodono in mille pezzi facendomi sbalzare in avanti, fra le braccia del vampiro.
Prontamente mi afferra tra le sue braccia accoglienti e muscolose facendomi appoggiare al suo petto.
Mi guarda, ma niente di divertito gli si apre sul volto, la situazione è troppo difficile per pensare a cose che non dovremmo.
Mi rimetto in piedi insieme con lui e nemmeno il tempo di comprendere che il muro non c’è più che un vampiro dagli occhi color pece e i capelli castani si piomba all’interno della stanza.

< Un demone ci attacca! > Urla all’improvviso il vampiro dai lineamenti dolci ma allo stesso tempo contratti per la paura.
Kai lo fissa per qualche istante e gli fa cenno con la testa. Maledetta lettura nel pensiero fra vampiri.
Anche io voglio sapere cosa pensa l’altro giovane vampiro. Fratello di Kai.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo che Kai insieme all’altro si voltano verso il buco creato nella parete, intenti ad andare a difendere il castello e la loro gente.
Stupidi.

< Non è un demone normale… è mandato da Lucifero > Afferro il polso di Kai con irruenza e mi aggrappo a lui facendolo voltare.
Mi guarda confuso e probabilmente pensa che mi sto preoccupando per lui.
Stronzate.
L’odore del demone non è uguale al mio o di qualsiasi altro essere degli inferi. Questo è molto più potente di noi tutti messi insieme.
Un demone segugio.
Lui cerca quello che Lucifero gli ordina di trovare. Pronto a qualsiasi cosa. Indistruttibile.
Anime di creature che al nostro Signore non servono più fanno una creatura simile.
Potente il doppio degli altri.

< Come fai a saperlo? > Mi domanda bloccando i piedi nel terreno e anche l’altro vampiro si ferma per osservarmi curioso.
Osservo l’altro vampiro di fianco a Kai e m’accorgo che la sua presenza m’irrita più di quella dell’argenteo.
Per qualche strana ragione lo vedo come una minaccia e istintivamente gli mostro i denti in un ringhio d’avvertimento.
In tutta risposta anche lui arriccia il labbro superiore e mi avverte che la cosa è ricambiata in tutti gli aspetti.
Kai si volta verso di lui e gli fa segno con la testa di andarsene e così il moro fa.
Lasciandoci soli.
Soli in questo disastro anche più grande di noi.

< Il suo odore… ogni demone ne ha uno particolare, quelli strettamente legati a Lucifero hanno un odore simile al suo > Ritiro i denti quando l’altro vampiro è scomparso oltre il corridoio a falcate degne di un leone a caccia.
Kai mi guarda negli occhi preoccupati e un ringhio gli scoppia nel petto quando capisce che il pericolo è più grande di quanto si aspettasse.
Si volta in direzione da cui provengono urla agghiaccianti e correndo sulle piastrelle fredde a velocità disumana raggiungere il caos totale.
Io dietro di lui cerco di seguirlo saltando ogni detrito residuo dell’esplosione.
Entriamo con poca delicatezza nell’enorme salone dove un tempo i vampiri stavano seduti ai loro posti a sorseggiare pacificamente da piccoli bicchieri in cristallo del sangue.
Prima perfettamente in ordine con le poltrone in pelle nera allineate fra loro. Ora tutte buttate alla rinfusa per la stanza piena di sangue ovunque.
Corpi di vampiri per terra privi di vita, coperti da una pozza di sangue intorno e qualche frattaglia del loro corpo. Distesi a terra e anche così sembrano perfettamente belli.
Le urla nella stanza sono devastanti come le grida di una benshee e i ringhi dei vampiri non smettono di echeggiare come quelli di un leone.
Il sangue sulle pareti è nulla confronto all’agghiacciante demone al centro della stanza.
Le sue unghie lunghe ed affilate come lame piantate nel petto di un giovane vampiro senza vita penzolante nelle sue mani. Come una bambola nelle mani di un bambino.
Le ali del demone color carne emettono un rumore stridulo ad ogni battito rompendo il silenzio glaciale che si viene a creare.
Le sfumature color rosso sangue sulle venature delle ali ossute lo rendono ancora più pericoloso per le punte affilate come rasoi.
Gli altri vampiri acquattati in posizione di difesa a terra. Denti in mostra e ringhi feroci dai loro corpi minuscoli confronto a quello dell’enorme demone.
Si volta verso di me e forse ha sentito l’odore di demone e ci guardiamo negli occhi.
Il suo volto è ben evidenziato dai lunghi tratti contratti e minacciosi, ben definiti e appuntiti i suoi lineamenti da demone cacciatore.
Gli occhi verdi smeraldo dalla forma felina mi scrutano con curiosità. I suoi, ornati da pesanti occhiaie nere e righe di trucco colato sulle guance scure. I miei, pieni di angoscia e quello che ora vorrebbero rigarmi le guance sono lacrime.
Sposta i suoi occhi vividi di sangue e fissa il giovane vampiro di fianco a me. Per qualche strana ragione a quello sguardo su Kai, mostro i denti al demone.
In tutta risposta lei porta la testa all’indietro e lancia un grido assordante che mi fa rabbrividire e coprire le orecchie con le mani.

< Cazzo… non è uno dei soliti demoni di Lucifero… questo l’ha creato lui > Mi volto verso Kai e mi accorgo che i suoi occhi sono come i miei.
I suoi simili uccisi come carneficina da un demone davanti ai suoi occhi. Niente di più straziante.
Un rantolo improvviso alle spalle di Kai ci fa voltare di scatto e notiamo un ragazzo – vampiro – disteso a terra che sputa sangue.
Una ferita gli si apre al petto e con grande riluttanza mi avvicino a lui aiutandolo ad alzarsi e lo porto all’esterno di quella macabra visione.
Kai intanto rimane dentro guardandomi.
Mi fa cenno con la testa per ringraziarmi ma non serve dire altro.

< Dobbiamo imprigionarlo, presto muovetevi! > Sento per la prima volta Kai alzare la voce.
Rimane lo stesso sensuale.
Porto il vampiro dai capelli neri all’esterno e lo faccio appoggiare a uno dei letti e lo aiuto a sdraiarsi.
In quella stanza è tutto più angosciante. Nessun rumore. Niente urla. Niente grida.
Solo quel silenzio che dice molto di più di semplici parole.
Lo aiuto velocemente a curarsi la ferita che non smette di schizzare sangue a fiotti.
Completamente sporca di sangue dopo averlo bendato emetto un ringhio cupo. Preoccupato.
Corro con velocità inaudita verso la sala di prima e mi piombo all’interno del caos generale.
Kai cerca di attaccare il giovane demone con i suoi fratelli, ma non riescono a far niente di positivo contro di esso.
A mani nude e piena di ferite non riesco molto ma cerco di aiutarli come meglio posso.
Con grazia studiata le salto addosso e cerco di morderle il collo ma non riesco a fare niente di tutto ciò. Prima che la toccassi mi sbatte via con una sola mano facendomi volare contro una parete.
Le ossa le sento in frantumi.
Dio maledetto demone.
Kai mi guarda preoccupato e io sono ancora distesa per terra. Schiena bollente su pavimento gelato.
I ringhi cupi dei vampiri... le urla... il sangue a fiotti...
Sorrido divertita. Con agilità mi riporto in piedi sorridendo e allungando le braccia verso l’alto per sentire se tutte le ossa sono ancora al loro posto.
Tutto risulta regolare.
Il sorriso si ampia.
Scatto verso di lei con un balzo degno di una gazzella e mi porto alle sue spalle, le sue ali sbattono come quelle di un pipistrello e mi fanno balzare via con un semplice spostamento d’aria.
Volo di nuovo verso la stessa parete di prima ma questa volta appoggio i piedi sopra ad esso e mi accovaccio divertita.
Mostro i denti. Eccitata.
I vampiri mi guardano confusi.
Salto di nuovo verso di lei che lancia un urlo che rompe i vetri e le lampadine nella sala facendo calare le tenebre.
Gioca a suo favore. Il buio non è per niente il mio forte.
Porto la situazione a mio favore, cammino come una fata appoggiando i piedi delicatamente al pavimento e lei non mi sente.
Io si.
Sento il suo respiro forte e pesante a qualche centimetro da me. Sento i vampiri che l’accerchiano.
Game over.
Il demone viene fatto a brandelli in pochi istanti con un urlo assordante.
Nel buio sento i denti affilati che divorano la carne eccitati dall’odore del sangue.
Si percepiscono i ringhi che emettono tra loro troppi presi dalla competizione di mangiare.
Come animali che divorano la loro preda.
Non sento niente oltre questo rumore assordante di ringhi e urla per le mie povere orecchie delicate come petali di rosa.
Un braccio muscoloso mi afferran alla vita da dietro con irruenza e con una mano mi tappa la bocca impedendomi di gridare.
Inizio a dimenarmi come una forsennata ma la presa è troppo forte anche per me.
Affondo i canini nella sua pelle morbida davanti alla mia bocca, ma questo non emette nessun rumore.
Nessun lamento.
Il buio m’impedisce di vederlo, solo di sentire che mi trascina dove c’è luce nel corridoio.
Mi posa finalmente a terra lasciandomi cadere come un sacco di patate.
Sbatto con le ginocchia per terra, ma come una pallina mi rialzo in un millesimo di secondo voltandomi verso chi mi ha trascinata fino a li e gli salto addosso atterrandolo per terra di schiena e avventando i miei denti al suo collo.
Maledetto vampiro.
Mordo la pelle gelata e i miei canini in meno di pochi secondi attraversano quella carne che sembra surgelata. Il vampiro sotto di me si dimena e con un braccio mi scaraventa contro un muro.
Non ho nemmeno guardato in faccia chi è stato, ma so che non amo essere toccata.
Da nessuno.
Ancora con le spalle al muro mi sento bloccare di nuovo e mi accorgo che c’è Kai di fronte a me.
Il sangue che gli cola dai due buchi sul suo collo perfetto e bianco come la porcellana.

< Abbiamo subito molte perdite, e la colpa e tutta di quella ragazza! > Un ringhio feroce fa voltare Kai verso la voce maschile che ha spezzato i nostri respiri irregolari.
Ho attaccato Kai.
Non ci posso credere di averlo fatto davvero.
Il capo dei vampiri ora è lì di fronte a noi. Furioso con me.
I suoi occhi sono accecati da odio nei miei confronti. Finalmente Kai lascia la presa sui miei polsi dopo essere riuscito a calmarmi.
Sposta Kai con un braccio e lo fa arretrare di qualche passo per la sua forza.
Mostro i denti minacciosi verso il vampiro più anziano in segno di difesa.
Kai potrà essere buono.
Lui no.

< Ma padre come potete dirlo? > La voce di Kai si fa preoccupata, quando vede l’altro vampiro avvicinarsi a me.
E’ da solo e con le mie abilità posso ucciderlo.
Non sarebbe facile, ma potrei farcela. Poi però dovrei liberarmi anche di Kai.
Fatti suoi se lui si vuole mettere contro di me, che lo faccia pure, non glielo impedisco di morire di morte orrenda come tutti gli altri sulla mia fedina penale.
Allunga una mano verso di me che viene prontamente spostata con uno spintone da parte mia e un ringhio poco amichevole sibila tra i miei denti stretti.
Mi acquatto in posizione di difesa e il vampiro pensa che lo sto attaccando.
Altri sei vampiri appaiono dal nulla e ci circondano.
Orgoglioso delle sue guardie sorride trionfante.
Io inizio veramente ad incazzarmi.
Maledizione non è possibile che devo sempre salvarmi la pelle.

< L’ha mandato lei per ucciderci tutti, uccidetela! > Ma non è possibile che succede sempre così. Questa parola l’ho già sentita due volte in due soli giorni, dalla stessa persona per di più.
Gli altri vampiri si acquattano per attaccarmi, in cerchio. Non ho possibilità di fuga.
Sposto lo sguardo su Kai. Terrorizzato.
E’ trattenuto da altri due vampiri, mentre si dimena urlano parole che non riesco a capire.
Un vampiro spicca un balzo verso di me a denti in mostra, cerca di attaccarmi e io istintivamente cerco le mie pistole nei pantaloni.
Niente.
Oltre che fregata e pronta per la mia morte, anche disarmata.
Una nube di fumo nero mi avvolge come ombre. Dalle caviglie si attorciglia sinuosamente come serpenti sul mio corpo e io inerte sto ad aspettare quello che mi succede.
I vampiri sono tutti immobili a bocca aperta. Come me.
Mi avvolge e si fa molto più fitta la nube nera.
La mia mente si alleggerisce e mi sento molto più leggera del solito. Quasi stessi fluttuando nel nulla.
Nelle tenebre.
È tutto nero e non riesco a vedere nient’altro.
I vampiri sono scomparsi. O sono io quella ad essere scomparsa?

< Dov’è? È sparita > Sento la voce di Kai nelle tenebre. Riconosco che è preoccupato.
Preoccupato per me. Solo e soltanto per un demone scomparso nel nulla.
Mi sembra di stare in gabbia. Allungo le braccia per controllare che sono ancora libera, ma solo buio mi circonda. Sotto i miei piedi non c’è nulla. Sto fluttuando nelle ombre.
Vorrei gridagli che sono qui. Che sono presente anch’io e che sento perfettamente tutto.
Ma qualcosa nella gola mi blocca la voce. M’impedisce di parlare.
Di gridare.
Brucia e più mi sforzo di far uscire qualcosa più mi faccio del male.
Le mie mani si portano automaticamente alla gola e la stringono fortemente per il dolore.

< Cercatela la voglio morta > Ancora sento la voce di quel vampiro. Gli vorrei staccare la testa a morsi e questa non è di certo una metafora.
Sento che ringhia contro Kai e altri ringhi feroci e d’approvamento si alzano minacciosi.
I vampiri ora sono contro di me.
Com’è sempre stato.
Con questo pensiero e l’immagine di Kai che succhia il mio sangue ferocemente e assetato di morte, le palpebre si fanno pesanti.
Come una bambola di pezza cado a terra lasciandomi andare, accompagnandomi con delicatezza. Le gambe mi cedono e il mio cervello si spegne per minuti. Forse ore.
Solo le ombre mi circondano.
Ombre del mio passato.

- Mamma... dì a papà di smetterla di riprendermi... non sono più una bambina –
Il sole alto nel cielo... rosa... azzurro... candido... pace e serenità...
Il cinguettare degli uccellini... una dolce armonia... una sinfonia naturale e perfetta... oltre le alti valli verdi...
Sbocciano i fiori e i profumi si fanno più intensi per gli umani... margherite... rose... viole... Mimose...
17 anni e sembra che la vita che si ha davanti è infinita... puoi tutto... sei tutto...
Il rossore sulle guance che bollono per l’imbarazzo e una figura maschile, illuminata dalla luce. Sorridente come un dolce angelo con una telecamera in mano... mi nascondo sotto i lunghi capelli neri corvini e sorrido alla luce del sole... felice... spensierata... viva...
- Arlyne, tu sarai per sempre la nostra bambina –
E ancora un altro angelo mi bacia la fronte calda... labbra materne e accoglienti, rassicuranti...
Scappo via correndo allegra, attraverso la prateria inondata di profumo e mi sembra di volare...
Mai avrei pensato di poterlo fare davvero...
Le nuvole soffici ricoprono il cielo azzurro limpido e l’erba fresca mi sfiora la schiena quando mi ci butto sopra a peso morto...
Le rondini passano e con esse il mio pensiero spicca il volo...
Libera... il vento che soffia leggero nei capelli scompigliandoli leggermente e creandomi fastidio...
Un raggio di sole si posa sul mio viso e un ampio sorriso mi solca le guance rosee...
Libera... libera... felicemente libera di vivere...


Stordita cerco di battere le palpebre. I miei incubi continuano a darmi il tormento, ma finalmente sento terra sotto di me.
Non sto più volando nel nulla. Loro non possono più aggredirmi da sveglia.
Apro lentamente gli occhi e mi accorgo che non c’è più solo buio ma il viso dolce e puro di Kai.
Sbatto più volte le ciglie pensando sia tutto un sogno dato che la sua immagine è sfocata. Sembra che non sia lui.
Non ci posso credere che sia davvero lui dopo quello che mi è successo.
Mi ritrovo sdraiata a terra, ma non riesco a muovere un singolo muscolo. Qualche gemito incompreso mi esce dalla bocca socchiusa e l’immagine di Kai scompare nel nulla.
Un incubo.
Si materializza di fronte a me il volto duro e cattivo di Lucifero.
Ho varcato la soglia dei due mondi.
Solo ora posso iniziare ad avere paura.

< Ben tornata > La sento. Una voce alquanto sensuale. Profonda. S’insinua nelle mie orecchie risvegliandomi da quello stato di coma onnisciente in qui sono caduta.
Il mio padrone.
La mia condanna a vita si staglia di fianco a me.
Mi squadra dall’alto, mentre io sono distesa supina a terra; il suo sguardo gelido mi entra nelle ossa.
Nessuno nella mia vita è riuscito mai a mettermi paura come quegli occhi.
Freddi. Distanti. Pieni di ferocia e crudeltà.
Ma sensuali allo stesso tempo.

< Che ci faccio qui? > Smarrita. Ecco come mi sento. Trascinata come una bambola dal mondo terreno a quello infuocato e oscuro dell’inferno.
Una bambola.
Ecco cosa sono; una bambola di pezza che è usata dal suo padrone ogni volta che vuole soddisfare i suoi capricci.
Mi guardo intorno.
La mia casa.
No, non casa la mia prigione a vita.
Mi alzo da terra facendo leva sulle mani, mentre lucifero torna a sedersi sulla sua poltrona di pelle di vampiro prendendo della carne da un vassoio con una forchetta d’oro.
Mi guarda impassibile senza una parola masticando lentamente il cibo.

< E’ stato un po’ difficile trovarti… in un covo di vampiri > Ecco finalmente che parla. Non ha la voce da arrabbiato. Non mi guarda nemmeno. Perso nei suoi pensieri come sembra e troppo concentrato da altro.
Calmo, fin troppo.
Come una bomba ad orologeria che sta per esplodere.
È insoddisfatto, lo sento. Uno dei suoi demoni che stava con dei vampiri.
Inaudito. Contro le regole.
Fin da quando esistono vampiri e demoni, sono state instaurate leggi severe sulla coesistenza e convivenza.
Vampiri e demoni non possono stare insieme.
Ne essere amici.
Ne ora ne mai. Nemici per sempre.

< Io… > Inizio a parlare, di solito so tenergli testa, ma questa volta no.
Il suo sguardo continua a penetrami nelle ossa più gelido che mai.
M’incatena al suolo.
Ho semplicemente paura. Paura di essere uccisa da lui per aver trasgredito alle regole.
Per portarmi via quella parvenza di vita che vita non è, ma che cerco in tutti i modi di rimanere attaccata.
Ho una tremenda paura di Lucifero.
Il sangue mi si gela delle vene al solo pensiero di cosa potrebbe farmi.

< Shhh, l’importante è che sei di nuovo qui tra noi, peccato che mi hanno ucciso la mia piccola creatura > Lucifero mi zittisce sensualmente alzandosi dalla sua poltrona, facendo segno alle sue guardie di andare e lasciarci soli.
Si avvicina a me mettendomi un dito sulle labbra tracciandone il contorno.
Bollente. La pelle liscia ma dura allo stesso tempo.
Il mio cervello intanto sta cercando di elaborare una scusa plausibile per non essere punita più di tanto.
Lucifero continua a disegnare il profilo con il suo dito, disegnando tutto il viso.
Diabolico. Bastardo. Affamato di Sesso.
Forse sarà la mia punizione per i miei peccati.

< Mi hanno aiutato… > Ecco quello che non volevo dire. La verità
Lucifero sta usando i suoi strani poteri sedutivi per indurmi a dire la verità. Non voglio mettere in pericolo Kai, l’unico che mi ha aiutato in questo schifo di mondo.
Abbasso lo sguardo. Mai fatto prima d’ora, ma se lo mantengo alto, ancora non so cosa potrebbe uscire dalla mia bocca.
Già sono dannata per l’eternità, ora con questa storia sono ancora più nei casini di prima.
Vorrei solo pace. Felicità. Tranquillità.
Un sogno che non potrà mai realizzarsi.

< Ahah vampiri che aiutano demoni, piccolina devi aver battuto la testa > Ride sadico e si allontana da me per raggiungere la sua credenza di cristallo puro pieno di bevande alcoliche.
Non l’acool che trovi in giro sul mondo umano. Per loro sarebbe mortale berlo.
Apre una delle ante della credenza tirando fuori una bottiglia color azzurro brillante versandosene un bicchiere pieno. Si volta poi verso di me appoggiandosi sul bordo della credenza fissandomi nuovamente, mentre gioca con il bicchiere ancora pieno.
Voglio andarmene. Ora. Subito.
Scappare da lontano da tutto e tutti.
Un po’ di pace in questa vita schifosa.
Invece sono lì ferma immobile davanti a lui senza poter far niente.
Decidere della mia vita. La sua vita ormai.
Che può far terminare con uno schiocco di dita.

< Uno di loro mi ha salvato la vita > Dico sincera per sviarlo dalla sua missione sanguinaria sui vampiri. Una delle poche cose che fanno infuriare davvero Lucifero e quando qualcuno di noi entra in contatto con i suoi nemici primari.
Ho trasgredito a quella regala e ora ucciderà sicuramente Kai.
Ma se mi ha aiutato che motivo ha di ucciderlo subito?
Ma per Lucifero non esistono questi ragionamenti.
Lui è il male fatto a persona.
Il male dei mali.
L’angelo di Dio caduto dal cielo perché il suo cuore era nero.
Diventato demone per la sua malvagità verso tutti.

< I vampiri sono essere subdoli che ingannano la mente, sicuramente voleva ucciderti > Continua il suo discorso bevendo la sostanza azzurra dal bicchiere con un unico sorso e sbattendo il bicchiere sul tavolo con una forza tale che si distrugge in mille pezzettini.
Se io fossi stata in quel momento lo stesso bicchiere, mi avrebbe ridotto come cenere.
Deglutisco senza far trasparire che ho paura in quel momento.
Il sangue non arriva bene al cervello.
Non riesco a pensare niente di niente.
Solo alla mia probabile morte in quel momento.

< Forse ha ragione…> Annuisco lasciando perdere quella battaglia persa. Il mio unico obiettivo in questo momento è salvarmi la pelle.
Meglio dargli ragione e quietare la sua sete di morte.
Lo guardo, mentre sospira e si va a sedere sul letto poggiando il mento sulle gambe incrociate.
Sta pensando.
Quanto vorrei poter leggere quello che gli passa in quella sua mente diabolica.
Non mi resta che aspettare.
Tutta quest’attesa mi rende ansiosa.
Irritabile. Impaziente. Nervosa.
In fondo sto aspettando il mio giudizio finale.
Qualunque cosa sia sono pronta a tutto.

< Vai Arlyne riposati e guarisci, appena sarai ristabilita devi riprendere il tuo lavoro > Fa cenno con la mano di sparire. Rimango lì spiazzata. Senza parole.
Ho appena scampato la mia morte. Forse qualcuno da lassù ha voluto graziarmi per questa volta.
Ma per me Dio e il paradiso sono esclusi e gli avrò fatto talmente pietà che per una volta ha deciso di darmi un piccolo aiuto.
Guardo ancora Lucifero che ha fatto entrare da una porta secondaria una giovane demone di bell’aspetto.
Sfogherà la sua rabbia repressa nel sesso come il suo solito fare. Guardo la ragazza mezza svestita.
Il suo unico compito e soddisfare le voglie di Lucifero. Quelle che hanno questo ruolo in vita, sono state puttane.
Donne di strada senza alcuno scopo nella vita. E quando si ritrovano all’inferno non cambia più di tanto.
Che differenza c’era tra vita e morte per loro?
Ringrazio solo di non aver fatto quella fine e avere una sorte leggermente migliore della loro.
Come se la mia sorte fosse felice.
Invece ha un tragico e nostalgico finale.

< Sì mio signore > M’inchino a Lucifero finalmente, quando ho realizzato che posso andarmene da li.
Giro i tacchi uscendo dalla porta sentendomi più leggera di prima.
La testa svuotata dai pensieri, mantengo un passo spedito nei corridoi senza dar a vedere che voglio uscire da li.
Mi dirigo verso l’area dei portali sperando che nessun’altra complicazione quel giorno si mettesse sul mio destino.
Arrivo al gran portone supero le guardie che mi lasciano passare senza dire niente. A quell’ora quasi nessuno entra o esce.
Via libera. Niente testimoni. Niente congetture su di me.
Libera di scappare alcune ore da questo schifo di vita.
Prendo il primo portale libero focalizzando nella mente dove voglio andare.
Entro all’interno tutto diventa buio.




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Capitolo 4
*** Where the angels are hidden ***


Salve a tutti gli intraprendenti che si fanno avanti a leggere questa storia penosa -.-“ Non pensavo di avere tanto successo O_O Devo ringraziare chi mi ha obbligato a pubblicarla allora XD
A parte questo ringrazio ancora tutti quelli che mi seguono e sono così gentili da lasciare commenti a dir poco stupendi che non merito ç_ç
La frase riportata alla fine è presa dal testo dei Paramore – Decode.
La traduzione:
j”Come faccio a decidere ciò che è giusto? Quando stai oscurando la mia mente... Non posso vincere la tua battaglia persa, tutte le volte... Come posso appropiarmi di ciò che è mio quando sei sempre sulla difensiva, ma non porterai via il mio orgoglio... No. Non questa volta... Non questa volta”
Dopo questo piccolo dettaglio passo a ringraziare tutti quelli che recensiscono, non smetterò mai di dirvi che vi adoro *-* Cosa farei senza di voi XD Mi sono perso Bibba88 e Heather91 per strada ç_ç Spero recensirete ancora ç_ç Ci conto per lo meno ç_ç
 
Helens: Che bello una nuova recensionista *-* Non ci posso credere che la mia storia piaccia così tanto da essere seguita ç_ç Grazie mille anche a te per aver avuto il coraggio di avere aperto questa penosa ff XD Spero continuerai a seguirmi, più siete più aggiorno velocemente XD Se non viene seguita non vale la pena di essere continuata, no? =) Anche io adoro i vampiriiiiiiiiiiii *-* Grazie ancora, spero continuerai a seguirmi, ci conto ^_- Ciau alla prossima kiss.
 
Padme86: Taooo!! Ma lo dico sempre che io scrivo da cane XD Sempre ammesso che un cane sappia scrivere O.O Mamma non pensare sempre al sadomaso =P Altro che Africa ti conviene scappare in Alaska per scappare dalla vendetta di chi sai tu =P Grazie mille dei bellissimi complimenti, spero tanto che anche questo capitolo ti piaccia XD In questo capitolo il rapporto dei due inizia ad avere seri traballamenti XD Il dialogo con Lucifero mi ha aiutato chi sai tu ç_ç Stavo sclerando con l'altro capitolo, mi ero incasinato e bloccato ç_ç Blocco dello scrittore =P Non merito così tanti complimenti ç_ç Ti lascio al capitolo, alla prossima, baci baci, il tuo fratellino, tvb =)
 
Siana: Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =) Non smetterò di ringraziarti per avermi aiutato con l'altro capitolo XD E non ti sei innamorata solo della storia U.U Grazie mille dei complimenti, se non ci fossi tu, questa storia probabilmente non sarebbe mai saltata fuori ç_ç Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se ormai lo so già XD Alla prossima, baci baci, Dade XD
 
Nika_night: Che belloooooooooooooo la tua recensione arrivata subito *-* Me felice *-* Cos'è quella faccia ç_ç Se scrivo sempre peggio dimmelo così cerco di migliorare sigh ç_ç E poiiiiiii Babbo Natale è già passato =P Massimo la befana potevi fare XD In questo capitolo ci saranno confusioni sopratutto per Arlyne, verso il suo passato e verso Kai, spero ti piaccia, fammi sapere U.U Grazie mille per avermi corretto, errore di distrazione, chiedo venia in ginocchio ç_ç Se noti altri errori dimmeli grande sensei U.U Grazie ancora per la recensione, alla prossima, baci.
 
Nena Hyuga: Ciauuuu!! Non so più come ringraziarti per seguire la mia storia *-* Grazie infiniteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee, ok la pianto e mi riprendo XD Se ti piace come descrivo le sensazioni della ragazza demone in questo capitolo ce ne saranno molte, e sopratutto confuse =) Per quanto riguarda Underworld... hai perfettamente ragioneeeee, prendo spunto da molti film che adoro, tra cui quello *-* Come "Lasciami entrare" che avrò visto 4 volte di fila XD "Constantine" e "Van helsing" film che adoro e da cui prendo spunto, quindi se troverai cose che riprendono alcune cose da certi film sai perchè *-* Grazie ancora e non smetterò di dirlo XD Alla prossima un bacione.
 
medea90: Ciau non ti vedevo più arrivare e mi stavo preoccupando ç_ç Pensavo che la mia storia fa tanto pena che non ti piace più *me va in un angolo a fare cerchietti sul pavimento* ç_ç Grazie per aver recensito alla fine =) Per quanto riguarda il fatto che Arlyne rifiuta Kai è un mistero XD Per ora =) Spero che anche questo capitolo non ti deluda, alla prossima, ciauz
 
Iria: Non ci posso credere che ce l'hai fatta a recensirmi, non smetterò mai di ringraziarti *-* Amo lo stile dark e gotico per quello la storia sarà incentrata molto su tutto quel mondo oscuro XD Grazie mille del bellissimo commento e dato che tu sei un esperta in questo genere di cose, se hai consigli o critiche da fare sono lieto di accettarle *-* Tu sei l'esperta da quanto ho visto con le tue ff io alle prime armi XD Spero di risentirti ancora, alla prossima, un bacione.
 
Aphrodite: Non so davvero come ringraziarti per aver recensito tutti e tre i capitoli e per seguire questa storia *-* Figurati se sei comparsa all'improvviso, l'importante è che non scompari all'improvviso XD Grazie mille per i bellissimi complimenti non mi aspettavo che mi seguivate in così tante, non so davvero come ringraziarti ç_ç Anche io amo il fantasy *-* Però misto all'horror U.U E sì puoi chiamare Arlyne demone perchè è proprio quello che è... un demone dall'anima sporca per qualcosa di ancora misterioso, respinta da Dio e serva di Lucifero XD Per sapere cos'ha combinato per diventare tale creatura non ti resta che leggere, se lo dico ora mi rovino la storia U.U Anche se in questo capitolo si accenna parte del suo passato. Spero di non dire troppo. Ma sai che non conoscevo affatto Revy di black lagoon O.O Non l'avevo mai sentito nominare O.O Se ti piace il modo in cui viene descritto il carattere di Arlyne in questo ce la vedrai molto confusa e allo stesso tempo attratta U.U Arlyne è piena di guai da quando conosce il vampiro XD Se no la storia sarebbe noiosa, no? XD Non posso rivelarti se Lucifero tiene ad Arlyne, fa parte del futuro, e se tutto questo ha uno scopo preciso U.U Come ho già detto non resta che leggere =) Grazie infinite per averla messa nei preferiti, e spero continuerai a seguirmi e scusa se la mia risposta è così lunga ma ci tenevo tanto a ringraziarti come ho fatto con tutti gli altri, rispondendo a tutti e tre i commenti, spero di non averti annoiata, un bacio.

 
 
 
Where           the          angels           are           hidden
 
 
 
Persa nei miei pensieri corro tra gli alberi come non ho mai fatto prima. Se potessi piangere, lo farei.
La luce del giorno ormai sta calando e con essa sorge la notte.
Tutti riposano. Non noi.
Noi esseri immortali, condannati ai nostri pensieri per l’eternità.
Non dormiamo mai... quanto mi manca poter chiudere gli occhi e iniziare a sognare.
A fantasticare su un altro mondo... migliore.
Da un ramo all’altro mi sposto con grazia innaturale. Libera di volare.
Di sentire il vento nei capelli. I miei piedi si muovono con perfetta sincronia e la meta si fa sempre più vicina. Come i ricordi.
Il cielo si tinge di rosso e blu. La sfera luminosa si abbassa dietro i monti lasciando spazio alla mia musa. La luna.
Percorro un lungo sentiero sterrato e mi sembra di udire ancora le voci allegre. Di vedere quei sorrisi affettuosi, che giocano nell’erba alta.
Mi guardo intorno e mi accorgo che niente è cambiato. Tutto è come prima.
Come l’ho lasciato.
Manchiamo solo noi.
Un nodo alla gola mi si forma ripensando ai giorni in cui guardavo lo stesso sole andare a dormire, seduta su quell’altalena che ora ondeggia da sola, mossa dai leggeri soffi di vento.
La osservo e la vedo... una bambina dal viso dolce... sorridente e felice... i suoi corti capelli sbarazzini al vento. Osserva il sole andarsene con gli occhi sognanti... felice di vivere... felice di poter sognare.
Si volta verso di me e mi guarda corrucciata. Gli occhi color caramello pieni d’energia... pieni di voglia di vivere.
Passano istanti e la bambina alza la manina soffice e paffutella, e il suo braccialetto verde smeraldo tintinna come tanti campanellini quando muove la mano per salutarmi.
Mi sorride. Divertita. Rassicurante.
Io... immobile. Come una statua.
Alzo leggermente una mano e la muovo per ricambiare i saluti.
Ed ecco i tanti campanellini riecheggiare nella prateria vuota.
E la bambina scompare sorridendo. Com’è comparsa, se ne va.
Lasciando la sua cristallina e innocente risata entrarmi nelle viscere che mi rimbomba nella testa. Inquietante.
Un soffio di vento mi pizzica sul viso e io sono ancora li... ferma a fissare il nulla.
Il nulla che per me aveva un senso.
Abbasso leggermente il mento e alzo il polso... ed eccolo li. Lo stesso braccialetto della bambina verde smeraldo consumato dal troppo tempo.
Lo stesso che mi ha regalato la mamma per i miei 6 anni.
Questa volta cammino verso la casa che mi si para di fronte a qualche metro di distanza.
Una volta, tutta bianca con la staccionata di legno. Ora... ammuffita e con le travi di legno in vista e la staccionata non si regge più in piedi.
Se solo papà vedesse com’è finita la sua adorata casa.
Passo attraverso quella che una volta era la porta d’ingresso e l’odore dei miei genitori m’inala le narici dandomi un senso di nostalgia... di famiglia.
Percorro la lunga scalinata di legno trascinando l’indice appoggiato alla parete verde acqua e mi torna in mente, quando da piccola correvo su e giù per quelle scale... quando Babbo Natale mi portava i regali e io inciampavo sempre di li.
O da adolescente che me n’andavo in camera mia sbattendo i piedi per sottolineare che ero arrabbiata.
Dio, quanti ricordi.
Il corridoio è sempre lo stesso se non fosse che è tutto bruciato.
Maledetto incendio. Maledette fiamme.
A questo pensiero mi scoppia un urlo in corpo che vorrei gridarlo a tutto il mondo.
Mi fermo davanti alla mia camera e il pavimento sotto di me scricchiola leggermente.
Non ce la faccio ad entrare in camera mia, un passo dopo l’altro, indietreggio con gli occhi umidi. Me ne voglio tornare per la mia strada.
Succede tutto troppo velocemente. Non mi accorgo di nulla, solo la mia schiena che va a sbattere contro una parete della casa e l’alito freddo di un vampiro sul mio collo.
Kai.
Non lo guardo negli occhi perchè siamo troppo vicini. Ma riconosco il suo dolce profumo.
Fisso le sue labbra pallide socchiuse dai sospiri gelati e i denti bianchi appuntiti.
Sensuale.
Maledetto vampiro.
 
< Che ci fai qui? > Il mio fiato si fa fin troppo corto e sospiro sulla sua bocca delicata.
Troppo vicini. Troppo a contatto con il ghiaccio.
E allora perchè mi sembra di andare in fiamme?
Non oppongo resistenza per qualche strana ragione e la mia schiena viene premuta con irruenza contro quella parete che cigola ad ogni nostro movimento.
Le sue mani, una posata delicatamente sul mio fianco esile e nudo, l’altra mi tiene stretta in quella presa contro il muro.
Le mie fremono della voglia di afferrarlo e sbatterlo contro il mio corpo.
NO! Maledizione ma che diavolo dico!
 
< Dovrei fare la stessa domanda… sei sparita > Risponde in un sussurro al mio orecchio.
Brividi percorrono la mia schiena e mi fanno venire la pelle d’oca, ma non smetto di andare a fuoco.
Allenta la presa su di me e mi permette di muovermi e di andarmene. O almeno, allontanarmi da lui.
Non so se sono io o il cervello che comanda il corpo, ma i miei piedi da lì non si muovono e il mio corpo continua ad essere attaccato a quello del giovane vampiro.
Si allontana lui quel poco che basta per guardarci negli occhi e quei diamanti color ametista mi catturano per l’ennesima volta.
 
< Non dovresti trovarti qui > Lo guardo negli occhi per qualche istante e una volta per tutte mi allontano da lui. Mi segue con lo sguardo.
Ad ogni mio passo i legni sotto di me cigolano ed emettono un rumore inquietante.
Il silenzio che cala lo è ancora di più, per quanto possibile è.
Sento i suoi occhi puntati sul mio corpo. Mi sento come una preda.
Ma se dovessimo combattere sarebbe ad armi pari.
Nessuna preda. Nessun cacciatore.
Solo due giovani ragazzi con istinti tutt’altro che umani.
 
< Neppure tu, dovrei ucciderti > Lo sento camminare dietro di me silenzioso. Segue i miei movimenti invisibili.
Un passo dopo l’altro ripenso a quello che ha appena detto.
Lui deve uccidermi.
Io devo ucciderlo.
Non dovremmo stare a parlare come stiamo facendo ora. Dovremmo ucciderci a vicenda.
Io non dovrei provare nulla di tutto ciò che mi fa provare quello stupido vampiro orgoglioso.
Lucifero mi ucciderà se saprà che sto conversando con la mia preda.
Con la SUA preda.
Lo odio per quello che fa alle altre persone immortali.
Odio chiunque.
Se lo avessi detto prima di conoscere il vampiro, ci avrei creduto... ora nemmeno io riesco a credermi.
 
< Ma non lo farai > Fermo i miei piedi saldi al pavimento e m’immobilizzo. Anche lui si ferma a qualche passo alle mie spalle.
Un vampiro qualsiasi mi avrebbe già attaccata in quella posizione.
Lui no.
Nessuno dei due parla e solo il silenzio prende il sopravvento nella casa. Solo lui sa cosa gli frulla nella testa. Solo io so cosa pensa la mia.
Sorrido all’idea di ciò che ho detto. Sembro così convinta di un vampiro nemico che nemmeno io riesco a credere che potrebbe uccidermi.
Appoggio delicatamente una mano sul legno che una volta era un tavolino e lo sento che si avvicina a me. Finalmente.
 
< Cosa te lo fa pensare? > Si avvicina lentamente alle mie spalle e appoggia il suo petto muscoloso alla mia schiena fragile in questo momento.
Niente di tutto questo è previsto nelle mie regole di sopravvivenza e questo stupido vampiro mi confonde dannatamente le idee.
Senza voltarmi mi allontano da lui ancora di qualche passo. Bruscamente e con troppa irruenza ma non m’interessa.
Mi volto verso di lui di scatto e lo guardo negli occhi per qualche istante.
Furiosa per il suo comportamento da menefreghista nato.
Io ho delle leggi da seguire e questo certamente non è consentito da Lucifero.
 
< Non lo so > Lo fisso negli occhi per qualche istante e capisce che è meglio non avvicinarsi troppo a me.
Non accetto che un semplice vampiro mi tocchi come se tra noi non ci fosse niente di diverso. Niente di terribile.
I suoi occhi sono confusi e non capisce perchè sono così irruente a volte. Altre così... confusa.
Comincio a scendere per le scale cigolanti saltellando come un piccolo gatto con agilità e lui rimane immobile in cima alle scale dove poco prima ero di fronte a lui.
Non voglio più avere niente a che fare con lui. Mi sto convincendo troppo di quello che non è.
Mi sto convincendo del fatto che lui è un essere buono.
Maledizione lui è un vampiro.
... un vampiro.
 
< Ho seguito il tuo odore che mi ha portato qui talmente è forte > Sento la sua voce veloce come un sibilo di un serpente e con disinvoltura salta per le scale. Invisibile. E molto sensuale.
Si acquatta di fronte a me per il salto e si rimette in posizione eretta sistemandosi la felpa bianca.
Sbuffo sonoramente e mi volto dalla parte opposta e faccio per cambiare direzione di marcia.
Un passo.
Due passi.
Tre pas...
Ancora lui! Si mette di fronte a me e si appoggia allo stipite della porta accennando un sorriso sghembo facendo scoprire i suoi canini.
M’immobilizzo stupita per la sua testardaggine e lo guardo con un sopracciglio alzato.
E’ impossibile questo vampiro.
Menefreghista. Testardo. Orgoglioso e arrogante.
 
< Strano che non ti abbia portato negli inferi > Gli ringhio contro e mi volto ancora una volta in una direzione dove lui non sia nel mio perimetro di vista.
Questa volta i passi non sono tre. Bensì cinque. E ancora eccolo li.
Immobile che sorride fissandomi divertito seduto sul tavolo della sala ormai da buttare.
Dondola le gambe giocose. Immobile come una statua tutto il resto.
Il suo sorriso come un lampo a ciel sereno mi colpisce in tutto quello che sembra orribile alla vista.
Muri neri e ormai ammuffiti, tappezzerie ormai da buttare, mobili bruciati e così anche tutto il resto. Tutto in questa vecchia catapecchia è da dimenticare.
Come i miei sentimenti.
 
< Devi sapere che un demone ha lo stesso odore di quando era umano solo 200 volte più intenso > Si alza leggiadro da quella posa da Dio e si avvicina sulle punte. Mi gira intorno come un leone che aspetta la mossa falsa della sua preda.
Non lo seguo con lo sguardo, fisso la specchiera di fronte a noi nel vecchio armadio una volta usato dalla mamma per controllarmi, quando giocavo da sola in sala, mentre lei cucinava.
Mi guardo allo specchio e mi osservo centimetro per centimetro.
La mia pelle così soffice pronta per essere addentata dal vampiro che mi gira intorno. I miei occhi dal taglio così orientale color della luna. I lineamenti così apparentemente dolci ma così orgogliosi e determinati e il mio corpo... semplicemente quello di una 18 enne a cui è stata stroncata la vita da un giorno all’altro.
 
< E con questo? > Sussurro una volta che il giovane vampiro si è fermato alle mie spalle. Lo guardo attraverso lo specchio e le mie labbra s’incurvano leggermente in un sorriso quando mi domando se i vampiri si possono riflettere nello specchio.
Lui non guarda lo specchio è troppo preso ad osservare ogni millimetro del mio collo. Scosta leggermente i capelli color della notte appoggiati delicatamente sulle spalle nude e sento il suo respiro gelato su di esso.
Abbassa delicatamente il viso verso la mia pelle e scopre i denti non minacciosamente... ma come assetato.
Non ho paura di lui per qualche strana ragione.
Mi sfiora con assoluta calma studiata con le labbra sensuali e lo lascio fare, mentre lo osservo.
Perso nei suoi pensieri e troppo preso da quel contatto.
 
< Nulla…> Sospira impercettibile all’udito. La sua voce si fa più bassa e vellutata del solito e lo vedo chiudere gli occhi.
Sale leggermente dalla spalla fino al collo e le sue mani come neve sul fuoco mi fanno risvegliare dai miei pensieri.
Le posa sulle mie braccia immobili a penzoloni sui miei fianchi e il contatto si fa troppo vicino per me. Non posso. Non devo. Non voglio.
Questa volta non lo spingo via, mi volto verso di lui e lo guardo intensamente negli occhi.
Questa volta tocca me farlo confondere. Farlo impazzire.
 
< Che cosa vuoi da me? > Gli domando a qualche centimetro di distanza. Da quanto è alto mi tocca alzare leggermente il mento verso di lui per guardarlo negli occhi.
Sbarazzini mi fissano curiosi. Si fa serio in pochi secondi per la domanda che gli ho appena posto.
Nemmeno lui sa cosa ci sta accadendo.
Allungo la mano verso il suo petto e ora è il mio turno. Appoggio l’indice caldo come lava e lo faccio scorrere verso la sua cintura dei pantaloni.
La mia bocca si fa più vicina al suo collo e quella che mostra i denti ora sono io.
Ma lui non si muove, respira solo a fondo per qualche strana ragione.
Il suo petto invece è immobile come una tavola di legno, anche se il suo respiro si fa sempre più irregolare.
 
< Non lo so neppure io > Delicatamente posa due dita sotto il mio mento e mi alza il viso che è dannatamente vicino al suo.
Il suo respiro si decide a calmarsi e solo dopo pochi secondi mi accorgo che non sta per niente respirando.
La mia bocca, forse fin troppo rossa e carnosa per l’eccessivo trucco, aggressiva, a pochi centimetri da quella fine e sensuale di lui, così sinuosa e immobile.
Non sento altro che il mio battito del cuore.
Nient’altro.
Succede troppo velocemente. Il mio labbro superiore si arriccia e un odore famigliare si avvicina. Mostro i denti furiosamente e lui si allontana di qualche passo per la paura che stessi attaccando lui.
Non è suo l’odore a disgustarmi.
Demoni.
 
< Demoni…devi andartene > Spaesata e impaurita cerco di capire a quanti chilometri di distanza sono ancora quei maledetti demoni.
Se lo scoprono qui lo ammazzano.
E per ragione a me ancora oscure io non voglio che ciò accada. Lui è una mia preda.
Sarò io ad ucciderlo.
Mi avvicino a lui velocemente, quando mi accorgo che il tempo a nostra disposizione non basta per sparire nel nulla.
Stringo le mie dita in quelle ibernate di lui e lo trascino al piano superiore correndo a velocità umana.
Non capisco il motivo del mio gesto, ma lo sto facendo. E’ come se il mio corpo prendesse decisioni proprie senza ascoltare il cervello.
 
< Di nuovo? > Mi domanda cercando di correre il più lentamente possibile.
Stringe delicatamente la presa sulla mia mano, mentre corriamo sulle scale e lo sento fremere di vendetta per i suoi simili uccisi dal demone di Lucifero.
Non è il momento.
Se Lucifero viene a sapere che sto aiutando un vampiro mi ucciderà con uno schiocco di dita e stranamente quello che mi preoccupa ancor di più è che ucciderà anche Kai.
Svoltiamo l’angolo velocemente ed entriamo in camera mia.
Un’ondata del mio profumo da ancora viva m’invade i pensieri.
Scuoto la testa e mi rincuoro del fatto che dei demoni ci stanno per venire ad uccidere.
Ancora.
 
< Hanno sentito il tuo odore > Prendo velocemente un pezzo di trave tutto bruciato dalla mia vecchia scrivania e lo lancio contro il vetro della finestra già rotto.
Pezzi di vetro sporgevano troppo dalle travi e almeno sono volate via impedendo al vampiro di farsi male. Non voglio un animo innocente sulla coscienza.
Si copre il volto voltandosi verso di me per l’impatto, ma l’apertura non è abbastanza grande.
Le due ante sono unite per la colatura della plastica a causa delle fiamme e le ha rese inseparabili.
Inizio a trafficarci troppo ansiosamente e per questo non riesco a concludere niente.
Si avvicina lui spostandomi delicatamente per i fianchi e con un semplice pugno divide le due ante.
Io immobile lo guardo ad occhi aperti.
Maledizione ci sarei riuscita anche io.
Se solo ci avessi pensato.
 
< Non ti lascio da sola > Si volta verso di me e mi prende per le spalle guardandomi negli occhi.
L’odore di quei maledetti demoni si fa più intenso. Come la mia paura d’altronde.
Sentiamo un rumore di vetri rotti e i rantolii agghiaccianti farsi più forti nel salone.
Ci voltiamo verso la porta in assoluto silenzio e ascoltiamo i passi. Non sono più di sette. Ma nemmeno meno di quattro.
Contro due non possiamo niente.
A me risparmiano perchè sono un demone. Sono venuti qua per lui.
Per ucciderlo e nutrirsi del suo sporco sangue.
 
< Vattene o ti uccideranno > Sussurro in modo che non ci possano sentire e lo spingo delicatamente verso la finestra. Sale agilmente e con grazia innaturale e si acquatta sulle travi di legno.
Si volta verso di me e ci fissiamo negli occhi intensamente.
I passi e i versi di quelle creature si fanno più udibili anche ad orecchio umano. Salgono le scale. Seguono il suo odore e muoiono dalla voglia di nutrirsi di sangue.
Ci dobbiamo dire addio?
Probabilmente questa sarà l’ultima volta che lo vedrò.
Ma so che non sarà così.
Ne sono dannatamente certa.
 
< Ci vediamo piccola Arlyne > Mi fissa ancora negli occhi e io sono immobile di fronte a lui. Ascolto ogni singolo rumore e so per certo che gli mancano solo qualche secondo per scappare.
Si deve muovere se vuole vivere.
Velocemente e invisibile mi prende il volto fra le sue mani delicate all’apparenza ma dure come una roccia e mi avvicina a lui.
Posa le sue labbra così fredde alla mia fronte per poi voltarsi verso la foresta e sparire con uno slancio degno di un pipistrello.
Pochi secondi dopo, contati con battito di cuore accelerato, entrano i demoni.
Delusi di trovare solo me.
Gli avviso con un ringhio che il maledetto vampiro è riuscito a scappare.
E’ riuscito a mettersi in salvo anche per questa volta.
E finché io esisterò lui ci sarà.
 
How can I decide what’s right? When you’re clouding up my mind, I can’t win your losing fight, all the time... How can I ever own what’s mine, when you’re always taking sides, but you won’t take away my pride... No, not this time... Not this time...

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Capitolo 5
*** How to save the life ***


Ehilààààààààààààààààààààààààà miei avventurieri XD Scusate per l'enorme ritardo ma tra lavoro e tutto il resto mi sono perso per strada... inoltre word si rifiutava di collaborare e ho dovuto chiedere aiuto ad una persona, se no questo capitolo non sarebbe mai stato pubblicato.
Beh, a parte questo ringrazio come sempre chi legge e chi recensisce.
In particolare ringrazio la mia ragazza che mi ha aiutato a scrivere questo capitolo, mi scuso per come mi sono comportato nei tuoi confronti solo perchè ero isterico di mio, il lavoro che hai fatto per me è a dir poco perfetto, e senza di te non sarei mai riuscito a finire in tempo, quindi grazie mille.
Passando oltre, ringrazio chi recensisce, mi raccomando continuate a seguirmi ^_-
Ah, se trovate errori ditemelo che ve ne sarei davvero grato, non ho avuto tempo di rileggerlo come si deve.

Padme86: Tao mammolo =) Ora ti mi ucciderai vero? vero? Che mago indovino =) No dai scherzo, grazie anche a te del bellissimoooooooooooooo commento U.U Ma io non me li meritooooooooo ç_ç Il rapporto con Kai, come saprai per le anteprime, qua si faràààààààà moooooooooolto intenso XD Ci sarà un'altra scena di bacio, ma molto diversa dall'altra =) Spero ti piaccia, scusa per la recensione corta ma sai, mi si è ghiacciata la mano, problemi di circolazione dovuto al panico da risposte alle recensioni XD Hihihihi dai alla prossima, baci dal vampirello che ti vuole tantoooooooooooo.... bene =P

Siana: Ehilààààààààààààààààààààààààààà *-* Sappi che nel momento in cui ti rispondo c'è il cervello che pensa solo a "mi dispiace" per tu sai cosa... comunque, cercando di concentrarmi sulla risposta, grazie ancora per le recensioni =) Grazie infinite per avermi aiutato anche con questo capitolo non so come ringraziarti, hai letto l'anteprima non è valido XD Spero che ti piaccia lo stesso =P Baci, Dade.

Aphrodite: Ehilà, contento che ci sei sempre =) Sì, mi ha detto Pad che purtroppo non hai internet e recensisci quando puoi, vai tra non c'è problema ^_- Aspetto sempre tutti prima di aggiornare, e poi sono lento di mio quindi non credo tu possa battere la mia lentezza XD Se nell'altro capitolo volevi i demoni mortiiiiiiiii allora in questo vorrai Kai morto!! Leggere per scoprire non anticipo nulla XDXD Non mi uccidere però =P Per il passato di Arlyne mi sa che dovrai aspettare un pochino ç_ç Spero tu sia paziente XD Alla prossima, baci e grazie ancora.

Nika_night: Ciauzzz =) Spero che anche questo capitolo ti lasci senza respiroooooooooooo *-* Ce ne saranno delle belleeee *-* E sopratutto delle orrende per lo stile di scrittura ahah XD Per favore in questo capitolo ho un serio bisogno del tuo aiuto per la grammaticaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ero stra di fretta e non sono riuscito a rileggere un bel niente ç_ç Ma sai che non ho mai visto quel film? Ora che me l'hai detto me lo guardo >.< Grazie mille per la recensione e i bellissimi complimenti XD Alla prossima, baci.

Nena Hyuga: Salveeeeeeeeeeeeeeee, ma che vi prende tutti vi perdete gli aggiornamenti O.O Dai l'importante è che hai recensito, meglio tardi che mai XD Anch'io ho recensito tardi il tuo capitolo, devi scusarmi ma mi perdo pure io XD Grazie ancora per il bellissimo commento U.U Ehi! Cosa insinui su noi ragazzi? Eh? Le ragazze sono diventate più frettolose e pervertite di noi, che credi? XD Non fate le sante che noi conosciamo la vostra vera identità U.U Spero che questo capitolo ti piaccia, fammi sapere ci conto ^_- Alla prossima, baci.

Helens: Ehiiiiiiiiilààààààà non fa nulla se ti sei persa per strada ahah L'importante è che recensisci, no? ahah Grazie a te e alla tua amica per i commenti bellissimi sulla mia storia penosa, sono lieto che faccia così tanto successo, manco me l'aspettavo e volevo cancellarla XD Ti lascio al seguito della ff, spero ti piaccia questo capitolo, fammi sapere ^_- Alla prossima, baci.

Iria: Ehilà, sono contento che anche lo scorso capitolo ti sia piaciuto, spero che anche questo sia di tuo gradimento... comunqueeee volevo dirti una cosa... posso, vero? Hai lasciato una recensione alla mia ragazza in "In a night of rain" in cui dici a LEI che non recensisce tutti i capitolo di altre storie, come la tua... Beh, volevo solo avvisarti che quella storia la scriviamo in due e quell'avviso l'ho lasciato io, quindi per favore non prendertela con lei, che non c'entra nulla e raramente riesce a scrive la storia perchè lavora o sta con me, quindi non legge nessuna storia ne tanto meno riesce a recensire, solo io riesco a farlo perchè non ho nulla da fare XD "Amici" come prima vero? ç_ç Spero di non aver detto niente di sconveniente ma ci tenevo a dirlo ç_ç Comunque tornando alla mia storia, ti ringrazio tanto per lo splendido commento, alla prossima. Baci.

jessy16: Ehilààààààààààààààà sono contento che sei resuscitata dal mondo dei morti per riunirti nella mitica combricola che si è formata XD Hihihihihi dici sempre che vengono sempre interrotti? ECCO! Leggiti il cap e taci vah U.U Ricrediti delle mie doti di rottura di palle sulle interruzioni U.U Bene, i complimenti te li meriti tutti dato che sei riuscita a commentare tutti i capitoli in soli due giorni =) Non dire che sono bravo o mi incazzo, perchè non lo sono =P E poi mi hai visto quanto divento sclerotico quando scrivo XD Dettagli U.U Per quanto riguarda la tua richiesa, NO, non mi puoi prendere a calci Lucifero! Lasciamelo intero che mi serve per la storia XD Ti lascio al capitolo, spero ti piaccia, alla prossima, baci tvtrb.

medea90: Ciau, non fa nulla per il ritardo, l'importante è che ti piaccia la storia e non ti sforzi di leggerla ç_ç Spero che questo capitolo ti piaccia, anche se ci ho messo leggermente tanto a scriverlo, ops ç_ç Alla prossima e davvero, non fa nulla se recensisci in ritardi. Baci.


How to save the life

Cammino a passi decisi nel mondo degli inferi. Niente di più divertente di un simile mondo.
Uno strazio.
Mi guardo in giro e non vedo altro che demoni d’ogni tipo, quasi tutti con forma umana. Quasi tutti giovani ragazzi con la fedina penale sporca.
Ormai non c'è più limite nemmeno a questo. Si uccidono tutti come se fosse un divertimento. Senza una ragione, senza un motivo... solo per divertimento.
Critico gli altri, ma non è ciò che faccio io?
Sì, forse sì. Dovrei piantarla di osservare gli altri con occhi critici di chi la sa lunga.
Non so un cazzo.
Solo il suono dei miei tacchi interrompe la quiete e il silenzio glaciale in questo posto.
Tutti pensano che l'inferno sia un posto pieno d’urla e fuoco. Beh, bisogna piantarla di pensare al diavolo con la coda e la forca.
Giro uno dei tanti angoli dei lunghi corridoi pieni di vetrate ampie color rosso sangue e non faccio altro che pensare a lui.
Ma perchè non riesco a levarmelo dalla testa?
Nemmeno m’interessa di cosa gli capita. Non è nessuno per me.
Devo piantarla d’essere ciò che non devo essere.

< Arlyne! Dove sei stata? > La voce di Syria mi giunge alle orecchie come tanti campanellini assordanti. Non mi volto e continuo per la mia strada.
Non voglio parlare con nessuno, tanto meno con i miei compagni che mi assillano di domande.
Mi affianca Alex, in tutta la sua altezza, con passo degno di un felino.
Sorride, mentre guarda avanti e con la coda dell’occhio mi scruta divertito.
Cos’ha da sorridere così lo sa solo lui. Il pensiero che sappia tutto mi invade il corpo come l’allarme dell’antifurto.
Alex è il più sveglio e il più agile del gruppo, e se mi avesse seguito?
E se avesse scoperto tutto?

< In giro… ma che hai fatto hai capelli? > Domando quando Syria mi affianca dal lato opposto dove Alex continua a camminare.
La scruto con un occhiata fulminea e mi accorgo che la sua chioma selvaggia è stata domata come una cascata lucente di capelli raccolti in treccine.
Ne hanno di tempo da perdere per migliorare il loro aspetto, io giro ancora con gli stessi vestiti da tre giorni.
Osservo il giovane demone al mio fianco trafficare nella tasca dei jeans strappati ed estrarre una sigaretta andando alla ricerca del suo accendino.
E’ troppo strano Alex, sa sicuramente qualcosa che non deve.
Maledizione quanti problemi.

< Niente di che, una spuntatina qua e la > Sorride Syria prendendo una treccina tra le dita e arrotolandosela.
La osservo da vicino, studiando i suoi occhi e la sua felicità. La sua spensieratezza.
No, lei è la stessa di sempre.
E’ il ragazzo che non mi convince.
Con la coda dell’occhio senza farmi vedere lo osservo. Continua a fumare impassibile ai nostri discorsi.
In silenzio perso nei suoi pensieri.
Quanto darei per leggere cosa gli passa nella mente. Guarda avanti serio.
All’improvviso si volta verso di me e si accorge che lo sto osservando e sorride divertito.

< Veramente da ricci sono passati a lisc... > M’interrompe il braccio d’Alex che va a posarsi pesantemente sulle mie spalle con molta sfacciataggine.
Lo caccio via con uno spintone e lo osservo scettica.
Ma che gli salta in testa? E’ tutto fulminato questo ragazzo – demone -.
Getta la mezza sigaretta, non ancora finita per terra, ancora accesa, mentre ci cammina sopra. Si volta verso di me e mi guarda negli occhi.
Finalmente posso studiarlo.
I suoi occhi sono divertiti e pieni d’ironia. E’ lo stesso di sempre, ma sono sicura che qualcosa in lui non mi convince.
Ma cosa?

< Allora perché non vieni più in missione con noi? > Mi domanda finalmente girando l’angolo del lungo corridoio buio e pieno di demoni assetati di sangue.
Lo seguo attenta e cercando di capire dove vuole arrivare con quest’inutile discorso.
Osservo la sua andatura veloce, a lunghe falcate sinuose e innaturali e mi perdo a domandarmi perchè ognuno di noi è dotato di simile agilità.
Ma per me le creature più affascinanti rimangono i vampiri.
Kai.
Dal fascino irresistibile. Una sola occhiata e non gli scrolli più gli occhi di dosso.
Forza eccezionale, movimenti veloci e estremamente agili.
Il mix perfetto per rimanere incantati ad osservarli.

< Ho avuto… altri impegni > Si volta verso di me e un ampio sorriso gli si apre sul volto facendo scoprire tutti i suoi denti bianchi come la neve, facendo risaltare subito all’occhio i canini affilati.
Scuote la testa divertito da quello che ho appena detto.
Sì, sa qualcosa che non deve. Maledetto demone.
Troppo furbo perché sia un semplice servo di Lucifero.
In vita doveva essere un fenomeno di ragazzo dato il suo carattere tutto squilibrato ma allo stesso tempo sensuale.
Chi dalla vita non pretende nulla e prende tutto con leggerezza assoluta.

< Come sei misteriosa… in ogni caso Lucifero ci ha convocati tutti e tre > Annuncia trionfante girando per l’ultima volta verso la sala del consiglio di Lucifero.
Apriamo l’enorme portone di ferro battuto e l’ampia sala si para ai nostri occhi.
Completamente buia, la pareti nere, solo le luci soffuse rosse sangue illuminano il lunghissimo tavolo rettangolare al centro della stanza.
Tutto il resto è vuoto e privo di colore.
Sul tavolo una lunga tovaglia bianca che ricorda molto un lenzuolo, creando contrasto con tutta l’oscurità che ci circonda.
Ci fermiamo sulla soglia della sala guardandoci in giro e notando che dentro non c’è anima viva.

< Bene bene bene, ecco la mia squadra di cacciatori preferita al completo > La voce sensuale di Lucifero ci giunge alle orecchie e come d’istinto c’inginocchiamo di fronte alla sua figura.
Sento i suoi passi leggeri come un petalo di rosa che cade sul vetro che si avvicinano.
Li conto fino a quando posso percepire il suo profumo a qualche centimetro da me.
Mi alzo lentamente e me lo trovo di fronte che mi sovrasta con tutta la sua altezza.
A confronto con lui io sono una briciola. Le sue spalle larghe e muscolose e il petto ben scolpito mi mettono in soggezione.
Io alta non più di 1.67 centimetri e massimo 55 kg.
Mi sento impotente di fronte a simile bellezza mista a potenza.

< Che missione hai per noi ? > Domanda la voce ferma d’Alex rivolgendosi verso Lucifero.
Lui non sposta minimamente lo sguardo da me. Mi osserva centimetro per centimetro.
Non un segno d’emozione sul suo volto contratto.
Perchè ho come l’impressione che tutti sappiano qualcosa che io non so?
Inizio a non fidarmi più dei miei simili. Della mia famiglia.
Ma che diavolo mi prende?
Non riesco più a ragionare lucidamente da quando ho conosciuto i vampiri e sono entrata in un mondo a me completamente sconosciuto.
Ho sempre avuto la mentalità troppo chiusa, pensando che loro bevessero sangue per uccidere, che sono esseri completamente subdoli e pronti ad ingannare.
Ma ora... ora che li conosco riesco a fidarmi di un solo vampiro.

< Vorrei che andaste con Arlyne nella sua missione > Si volta verso Alex e Syria finalmente.
No! Maledizione! Se vengono anche i miei compagni in missione scopriranno che Kai lo conosco, ma non voglio ucciderlo.
Non ancora.
Un ringhio mi scoppia nel petto e istintivamente i miei canini sporgono dalle labbra rosee.
I miei compagni e Lucifero si voltano di scatto verso di me. Confusi.
Ritiro tutta la grinta che si è fatta spazio nel mio copro e riprendo controllo di me stessa cercando di mettere insieme qualche frase.
L'unica cosa che voglio è rivedere Kai.
La ragione non la so nemmeno io, ma sono sicura che è questo ciò che voglio.

< Non ce n’è bisogno > Cerco in tutti i modi di sembrare il più tranquilla possibile. Non mi riesce molto bene dato lo sguardo che mi rivolgono tutti.
Lucifero con un cenno della mano fa andar via Syria e Alex, che a passo veloce, dopo un inchino spariscono oltre la soglia del portone.
Il signore del male non si muove dalla sua posizione e mi fissa serio.
Non so perchè, ma so che questa volta per me non ci sarà nessuna punizione, anche se il suo sguardo fa pensare altro.
Si avvicina cauto a me, sorpassandomi con agilità.
Si porta alle mie spalle dove posa delicatamente le mani bollenti sui miei esili fianchi.
Avvicina il viso al mio collo, appoggiando il suo petto alla mia schiena. Annusa prepotentemente il mio odore e arriccia il naso. Disgustato.
Probabilmente ha sentito l'odore di vampiro.
Il profumo di Kai.

< Con dei vampiri da sola non è facile > Mi prende arrogantemente per le spalle e mi fa voltare verso di lui troppo prepotentemente.
La mia mente sta imprecando in tutte le lingue che conosce. Maledizione ha sentito l'odore di Kai.
Se mi scopre la mia - non - vita sarebbe finita.
E quella di Kai compresa.
Mi afferra per le spalle e la sua presa si fa troppo decisa. Inizia a farmi male e mi muovo leggermente facendoglielo capire con un leggero gemito di dolore.
Allenta la presa su di me, ma non smette di guardarmi negli occhi.
Non è solo serio.
E' anche fuorioso come se non bastasse.
Sposta le mani in un movimento fulmineneo e mi prende il volto fra le dita stringendo leggermente, incatenando il suo sguardo con il mio.

< Vorrei andare da sola… e poi passo innosservata > Abbasso lo sguardo e rompo il contatto visivo con Lucifero.
Lascia la presa sul mio viso e riporta le mani sui miei fianchi troppo sinuosamente. Si avvicina lentamente a e me e porta una mano sul mio ciuffo ribelle davanti agli occhi e lo scosta leggermente dietro l'orecchio, sfiorandomi con la punta delle dita la fronte.
Non riporta la mano al suo posto, al contrario la posa come un petalo di rosa sulle mie labbra, iniziando a disegnarne ogni particolare, sfiorandomi leggermente.
Mi perdo in quel tocco così maledettamente sensuale e chiudo gli occhi facendomi trasportare da lui.
Smette per qualche istante spostando le dita, lasciando la pelle diventare fredda. Apro gli occhi lentamente e un sorriso sghembo gli si apre sul volto.
Dannatamente bello.
Maledettamente bastardo.

< Se insisti tanto piccola Arlyne > Sorride divertito spostandomi con un solo strattone verso di lui.
Velocemente e invisibile s’impossessa delle mie labbra e come se fossero una cosa sola le mie si dischiudono dopo che la sua lingua preme prepotente sulla mia bocca.
Insinua la sua lingua e inizia a giocare con la mia divertito.
Quando mi rendo conto di quello che sta succedendo lo sposto con uno strattone, pulendomi con il torso della mano la bocca. Disgustata.
Esco dalla stanza con la sua risata divertita in sottofondo.
Mi chiudo il portone alle spalle fuorisamente ed esco da quell'inferno.
Inizio a camminare svogliatamente tra gli umani. Ormai non ci faccio più caso a loro, e loro a me.
La camicia leggermente sbottonata fa voltare i semplici ragazzi verso di me, non sanno ciò che sono veramente. Ignoro, se dovessi mostrare i denti si spaventerebbero come femminuccie.
Maschi.
Mi dirigo verso la parte vecchia della città, tra i pittoreschi carrugi e gli angoli del centro storico.
Non passa nessuno attraverso queste stradine ormai da ristrutturare. Io le trovo lo stesso dal fascino sinistro che danno il loro più antico splendore.
Gli alti palazzi spuntano appena la stradine finiscono sinuosamente. L'odore che m’invade le narici mi è famigliare.
M’invade la mente e si fa spazio tra i miei pensieri.
Mi guardo intorno e mi assicuro che non c'è nessuno nei paraggi. Come un ragno mi arrampico per il palazzo senza farmi vedere e una volta in cima inizio a seguire la scia di profumo.
Maledettamente attratta.
Salto da un tetto all'altro a circa 50 metri da terra, ma non m’interessa.
Ansiosa arrivo al punto dove l'odore finisce, ma in giro non c'è anima viva.

< Ma mi segui sempre > Una voce sensuale mi giunge alle orecchie. Così fredda ma piena di sentimenti.
Riconosco il suo profumo a chilometri di distanza.
Kai.
Si avvicina alle mie spalle da dietro, lento come un predatore a caccia. Non mi volto. Voglio che sia lui ad avvicinarsi a me. Voglio che sia lui a cercarmi.
Forse esagero pensando che sia lui quello attratto da me.
Forse sogno troppo.
O semplicemente mi sto solo illudendo che sta succedendo qualcosa che non deve accadere per nessuna ragione al mondo.
Stupida ragazzina ribelle che rischia la vita per niente.

< Il tuo odore è così forte che lo si sente per chilometri > Rispondo sempre girata di spalle con i sensi all’erta ascoltando ogni minimo rumore nelle vicinanze e soprattutto i suo passi.
Veloci. Leggeri. Precisi.
Si avvicina a qualche centimetro su di me, posso sentire il suo respiro afrodisiaco sul collo che mi solletica e mi provoca scariche elettriche lungo la schiena.
Molto meglio la sua presenza che quella intossicante di Lucifero.
Il suo odore m’inebria e sale per le narici diffondendosi per tutto il corpo.
Non mi sta toccando, ma il solo suo sfiorarmi con il respiro mi manda fuori giri.
Non capisco che diavolo mi prende, non mi sento più me stessa.
Devo piantarla di vederlo.
E allora perchè i miei sensi mi portano sempre da lui?

< Perché non sei con la tua famiglia? > Domando voltandomi verso di lui con uno scatto veloce. Lo guardo negli occhi e noto che non è per nulla rilassato.
I suoi occhi sono cambiati per qualche strana ragione e lo vedo più agitato.
Forse è solo una mia impressione, ma il fatto che non si avvicina a me fa capire altro.
Si volta dandomi le spalle e si allontana sinuoso e innaturale verso il bordo del grattacielo.
Mi domando cosa gli passa per la testa, cosa darei per potere leggere i suoi pensieri.
Credo che anche lui si affligga di questo pensiero.
Lui che puo' leggere la mente dei suoi simili, ma quella di un altro essere immortale no.
Mi posso ritenere fortunata.

< Volevo stare un po’ da solo > Risponde in un sussurro appoggiandosi alla ringhiera e guardando il paesaggio. Continua a darmi le spalle e non riesco a capirlo.
Mi volto anch'io dall'altra parte, guardando ogni palazzo della città.
Noia, assoluta noia.
Una battaglia all'ultimo sangue è tutta un'altra storia.
Per qualche strana ragione mi mancano certe battaglie. Mi manca potermi sfogare a suon di piombo.
Con la coda dell'occhio continuo ad osservarlo, ma lui da quella posizione, non si muove.

< Sopra un grattacielo rumoroso? > Chiedo e mi guardo intorno; un paesaggio di città pieno di palazzi e grattacieli grigi come il piombo.
Le persone affollano le strade indaffarate per chissà quale impegno. Con nessun pensiero per la testa.
Creature strane gli umani. Come se un tempo non lo fossi stata anche io.
Ma quelli sono tempi andati e i ricordi umani stanno lentamente sparendo dalla mia memoria.
La mia vita è questa ora. Quella di un demone cacciatore.
Di un'assassina.
Sento lo sguardo penetrante di Kai su di me che mi osserva.
Imperscrutabile. Silenzioso.

< La vista e magnifica e poi… la mia mente per qualche ora può tornare umana > La voce profonda di Kai continua a parlarmi, confessandomi i suoi più intimi pensieri.
Non credevo che ad un essere immortale potesse mancare la vita comune. Forse perché ne perdiamo il ricordo, ma Kai, il suo sguardo così profondo sembra non volersi staccare da quello che era prima di lasciare la vita terrena.
Guardo nella stessa direzione in cui il suo sguardo si posa, cercando di capire il significato delle sue parole.
Osservo ogni particolare e cerco di andare al di la di un semplice sguardo.
Non è così semplice come sembra cercare un significato in tutto questo caos.
Forse perchè non guardo con gli occhi di chi ha ancora qualcosa in cui sperare.

< Non ti seguo > Dico sedendomi sul cornicione a strapiombo di almeno 50 metri d’altezza.
Un salto da niente, per me, ma mortale per un umano qualsiasi. Sarebbe bello poter far vedere ad un semplice umano di cosa siamo capaci.
Kai si siede con i suoi movimenti rapidi e leggiadri di fianco a me.
Il sole ormai sta tramontando da quella distesa di grattacieli tingendo le finestre di rosso che si riflettono con forza sui nostri occhi.
Il panorama diventa schifosamente romantico, ma non riesco a far a meno di restare lì, accanto al giovane vampiro, ormai diventato la mia droga personale.
Mi domando solo quando riuscirò ad ucciderlo davvero.
Quando ne troverò la forza.

< Guarda quelle persone > Mi dice guardando ancora dritto verso di se qualcosa che al mio occhio sfugge.
Non capisco cosa trovi di tanto interessante in questa città caotica.
Tutti i suoni duplicati per duecento volte al mio orecchio mi assordano più di quanto possa immaginare. Mi verrebbe voglia di tapparmi le orecchie.
Certi suoni per il mio udito non sono un bene.
Macchine, voci, suoni di clarkson che offuscano i sensi. Li confondono. Mi rendono nervosa.
Meglio la tranquillità dei boschi.
O la melodia del mio dolce pianoforte, dove tutto perde per qualche istante, il valore.

< Le vedo e allora? > Mi sporgo leggermente per vedere la fiumana di persone sotto di noi, ognuna con qualche commissione da fare.
Mamme con bambini al seguito, uomini con valigette e cellulari in mano di fretta che tornano a casa dal lavoro.
Un via e vai di persone. Frenetico. Incessante.
Non capisco di cosa ci sia di così interessante nell'osservare persone con la propria vita.
Il paesaggio si fa così surreale che un leggero sorriso mi si apre sul volto.
Noi, seduti con le gambe a penzoloni su un grattacielo ad osservare gli umani, con il tramonto in faccia.
Cose da libri.

< Una volta ero come loro… mi divertivo, piangevo, andavo a scuola… tutto quello che un umano ha > Confessa un Kai diverso dal solito.
Malinconico e triste, attaccato ai suoi ricordi di quando era ancora umano.
Sono curiosa della vita che conduceva, dei suoi interessi, di che scuola faceva.
Mi sto comportando come una bambina innamorata.
Ma sto perdendo davvero la testa per questo vampiro? Non posso. Non devo. È illecito.
Sono troppo testarda per innamorarmi di qualcuno, chiunque esso sia.
E Lucifero lo ucciderebbe senza troppi complimenti se sapesse una cosa del genere.

< Non ricordo molto della mia vita da umana > Confesso a Kai girandomi verso di lui, perdendomi in quei bellissimi occhi color ametista.
Tutto quello che ricordo è offuscato, non ho memoria quasi di nulla; né dei miei genitori. Della mia infanzia. Della mia adolescenza.
Tutto è offuscato da una patina leggera come il fumo che non mi permette di vedere oltre.
Solo gli odori dei miei vecchi ricordi mi portano indietro nel tempo, permettendomi di rivivere per qualche istante ciò che ero.
Lucifero ha voluto donarmi olfatto e udito, ma niente vista purtroppo.
Per quello sono paragonabile ad un semplice umano.
Kai invece, puo' vedere anche al buio.
Tsk, vampiri, tutte le fortune a loro.

< Neppure io… ma qualcosa rimane sempre… li invidio > Un leggero sorriso spunta sulle labbra morbide di Kai, chissà che tipo era quando era un umano. Magari l’esatto opposto di com’è adesso.
Guarda quelle piccole sagome colorate e la curiosità prende il sopravvento anche su di me.
Per qualche strana ragione mi fermo a fissare una ragazza dai lunghi capelli corvini che passa abbracciata con un ragazzo.
Accentuo l'udito e mi perdo a sentire la sua risata cristallina e felice.
Schifosamente felice.
Smetto di farmi gli affari degli altri e mi concentro su altro.
Alzo lo sguardo e vedo il nostro riflesso nella finestra di fronte. Fortuna è un magazzino abbandonato o qualcuno ci potrebbe vedere.
Kai si è studiato questo posto a memoria probabilmente, per quello sa che puo' venire qua per stare da solo con i suoi pensieri.

< Perché? > Chiedo curiosa di sapere ogni suo più intimo segreto. Non capisco cosa mi attragga tanto di lui.
Sempre serio. Misterioso. Con un fascino al di fuori del comune. Una calamita che però non posso inseguire perché le regole del nostro mondo non ce lo permettono.
C’è sempre qualcosa d’ingiusto. Sempre è stato, e sempre lo sarà.
Mi rassegno a questo particolare e alzo ancora di più lo sguardo, questa volta sul paesaggio oltre i grattacieli.
Verso le montagne in lontananza, dove noi andiamo sempre a caccia.
Viste così sono fin troppo belle da osservare.
Guardate con i semplici occhi di un umano, il paesaggio è romantico.
Mentre io vedo solo la notte che cala lentamente e il cielo che si tinge color sangue, gli umani che si vanno a chiudere nelle loro case, lasciando spazio ai sovrani della notte e le loro battaglie di millenni.

< Perché sono felici, possono avere figli, una famiglia… noi siamo intrappolati per sempre in un corpo freddo e d’acciaio > Risponde dando la tanto attesa risposta.
Ha ragione e su questi pensieri non mi ero mai era soffermata prima d'ora.
Forse perché non necessitavo più di quei bisogni che un umano ha durante la vita.
Avere un figlio. Chissà come sarebbe stato. Tenerlo tra le braccia. Cullarlo. Coccolarlo. Sangue del mio sangue.
Oppure avere qualcuno la notte da amare accanto a se.
Tutto questo a noi è stato precluso il giorno della nostra condanna all’immortalità.

< Non poter sentire più sapori, odori, ne mangiare ne bere… solo saziarti di sangue > Continuo io per lui, cercando nella memoria quelle piccole ma significanti cose che non avevamo più. Quelle piccole cose che tutti i giorni ci potevano far sentire felici.
Ora i sensi ci servono come armi letali per uccidere. Precisi e inesorabilmente infallibili. Armi a doppio taglio.
Per Kai, poi, deve essere particolarmente difficile resistere alla tentazione del sangue umano.
Deve essere come una droga dolce. Il cui odore ti perseguita fino a farti impazzire e perdere il senno della ragione facendoti diventare il peggiore dei mostri che uccide per avere ciò che desidera.
Mi domando solo se è ciò di cui si ciba lui.
Improvvisamente dalla bocca di Kai esce una risata cristallina che non ho mai sentito prima.
Mi guarda divertito, mentre assumo un cipiglio interrogativo per quel suo strano comportamento. Vederlo così lo rende ancora di più irreale e dannatamente attraente. Non capisco perché uno come lui è diventato un dannato.
Eppure ora sono qui insieme a lui, il mio nemico mortale a parlare come due vecchi amici e non come due che si dovrebbero uccidere a vicenda.

< Perché ridi succhiasangue? > Chiedo leggermente irritata alzandomi dal cornicione, mettendomi in piedi e sovrastandolo con una mano appoggiata al mio fianco severa più che mai, anche se in verità e non lo do a vedere mi piace la sua risata.
E le sue labbra così morbide e sensuali da baciarle con foga. Non devo cedere. Non posso. Non devo. Non con lui.
Mi scrollo il pensiero dalla testa scuotendo la testa e continuo a guardarlo dall'alto in basso.
Che diavolo ha da ridere lo sa solo lui.

< Per una volta ti sei sciolta > Smette di ridere tirandosi in piedi anche lui e con un rapido gesto mi mette dietro l’orecchio una ciocca di capelli ribelli.
Ma che sta facendo? Non dovrebbe usare simili gesti. Soprattutto con me che odio il contatto fisico.
Però questo semplice sfioramento non l’ho nemmeno percepito.
Oppure ho semplicemente lasciato correre perché il mio corpo desidera ardentemente un contatto con lui.
Mentre la mia testa lo odia.
Che cosa complicata. Confusa.
Non capisco più niente per colpa di questo stupido vampiro.

< E ridi di me? > Continuo e arretro di qualche passo per aumentare il distacco tra noi due.
Tutto questo mi sta leggermente facendo impazzire. Non sarei mai dovuta venire qui.
Ma il suo profumo così inebriante mi ha condotta senza volerlo qui. Da lui.
Lontano da Lucifero. Dall’inferno. Dai miei compagni. Lontano dalla morta e dalle battaglie.
Con Kai al mio fianco riesco a dimenticare di ciò che sono e di quello che faccio. Nessuno è mai riuscito prima a farmi un simile effetto.
Se solo sapessi che cosa frulla nella testa di Alex. Lui è quello che mi spaventa più di tutti. Il più furbo ragazzo di tutti i mondi.
Ha un’intelligenza da far paura ed è quello che temo di più.

< Eri così… buffa > Fa serio pochi secondi dopo.
Io buffa? Un demone che caccia spietata di sangue, buffa? Questo succhia sangue ha bisogno seriamente di un paio d’occhiali, e all’istante.
Odio essere presa in giro. Ne va del mio orgoglio. È più forte di me e non ci posso fare nulla.
Minuti di silenzio affliggono la mia mente.
Penso e ripenso a ciò che non dovrei.
Conclusioni? Sì, sono decisamente arrabbiata.
Un sorriso mi si apre in volto e inclino leggermente la testa di lato osservando il giovane vampiro di fronte a me.
Il silenzio è calato completamente.

< Questa me la paghi > Lo fisso per qualche istante negli occhi. Sembra passare un’eternità, quando invece sono solo una manciata di secondi.
Nulla di più eccitante che gli occhi pieni di divertimento di un vampiro.
Non stacca gli occhi dai miei e come due calamite non riusciamo a staccarci gli occhi di dosso.
Agile sposta le gambe in un movimento invisibile e balza all’indietro posando delicatamente i piedi sul cemento, in bilico con il vuoto.
Mi sorride divertito e si lascia cadere nel nulla di schiena sorridendo, cadendo a peso morto.
Come una leggera piuma.
Scatto verso la soglia del palazzo velocemente e lo vedo precipitare nel vuoto. Continua a sorridere come un angelo.
Accovacciata per terra mi lancio con una spinta nel vuoto, lasciandomi cadere per seguire lui.
Il vento mi scompiglia i capelli e vedo la terra avvicinarsi sempre di più.
Ci guardiamo negli occhi finché con disinvoltura appoggia i piedi paralleli e atterra dolcemente e delicatamente sulla terra con un sordo tonfo.
Atterro di fianco a lui imitandone i passi e guardandolo con il fiatone per la discesa troppo lunga per me. Lui sa trattenere il respiro. Io no.
Lo osservo e con velocità inaudita si acquatta per terra appoggiando una mano al suolo e saltando verso il grattacielo da cui siamo scesi poco prima.
Maledetto mi farà diventare scema di questo passo. Ringhio ferocemente lanciandomi anch’io nel salto e seguendo i suoi movimenti.
Atterro poco distante da dove si trova il giovane vampiro. Sperando sia pronto per affrontarmi.
Il mio respiro si fa sempre più irregolare per la troppa fatica di stagli dietro.
Sono solo un semplice demone, non riesco a stare al passo di un vampiro.
Mi guarda divertito e io lentamente m’inginocchio per terra. Gli angoli della sua sinuosa bocca s’inclinano leggermente verso l’alto, sorridendo beffardamente.

< Tutto qui? > Mi domanda quasi scoppiando a ridere.
Non riesco nemmeno più a respirare dalla fatica che ho fatto. 50 piani di grattacielo non è bello farli tutti saltando e volando a mezz’aria per scendere.
Alzo gli occhi che sono terribilmente pieni d’ira.
Mi provoca.
Non lo sa che la giovane Arlyne non va mai provocata?
Presto lo imparerà a spese proprie.
Molto presto.

< Che fai? Provochi? > Domando riportandomi in posizione retta e rimettendomi in piedi, ricordando molto il passo di un felino.
Un passo dopo l’altro mi avvicino a lui arrabbiata come mai prima d’ora.
Lui non si muove, immobile come una statua. Solo il leggero vento gli scompiglia i capelli.
A qualche passo dal vampiro m’immobilizzo lasciando che il silenzio cali tra noi due.
Ci guardiamo intensamente negli occhi e nessuno dei due prova a muoversi.
Ci scrutiamo a vicenda. Ci studiamo.
Moriamo dalla voglia di vedere chi di noi due è il più forte.

< No di solito lotti meglio di così… ah ricordo tu sei una donna > L’affronto appena ricevuto è decisamente troppo.
Io sono una ragazza demone. Non una semplice donna. Il mio non è un linguaggio da femminuccia.
Non mi faccio problemi ad uccidere e se qualcuno si ritiene alla mia altezza il gioco si fa più interessante.
Ho rischiato più volte di uccidere i miei compagni per il mio bel caratterino.
Non sa con chi sta parlando.
Nessuno può darmi della femminuccia.
Nemmeno il più bello e buono dei vampiri.

< Questo non vuole dire che sia più debole di te > Gli ringhio contro mostrandogli i denti bianchi e affilati. Sorride più divertito di prima.
Maledetto vampiro strafottente.
Troppo sicuro di se. Una lezione non gliela leva nessuno.
Scomparendo nel nulla davanti ai suoi occhi riappaio dietro di lui. Continua a non muoversi e fissare un punto indefinito.
Sa dove sono. Sente il mio odore.
Con lentezza mi avvicino a lui con passi sinuosi con l’intento di prenderlo alle spalle.
Sciocca, ma chi credo di prendere in giro?

< Vediamo fatti sotto> Ringhia ferocemente spostando agilmente il corpo e voltandosi verso di me in pochi secondi.
Con movimenti rapidi e passi pesanti anch’io mi lancio verso di lui con un ringhio. Ci scontriamo come due fulmini. Invisibili ad occhi umani.
Io acquattata dalla parte opposta dove si trovava poco prima il vampiro, lui nella mia stessa posizione al mio posto.
Scompaio di nuovo nel nulla lentamente e sorridendogli. Trattengo il respiro così che lui non può più sentirmi, quando non riesce più a vedermi.
Lo vedo spaesato e si guarda in giro. Mi cerca e non mi vede.
Perfetto.
Con un salto perfetto e rapido compaio dalla nube di fumo nero e gli salto al collo con un ringhio, facendolo sbalzare contro una cassa di legno.
Si rialza velocemente correndomi incontro, saltando da una cassa all’altra. Da un filo ad una ringhiera.
I suoi salti sono lenti. Omogenei. Gentili. Sembra un ghepardo all’attacco.
Mi sembra impossibile potergli staccare gli occhi di dosso.
Con movimenti sinuosi ma potenti mi salta addosso, esplosivo ma morbido mi atterra al cemento.
Si siede a cavalcioni sul mio bacino. Afferra i miei polsi premendoli contro il cemento.
I suoi denti si ritirano e il ringhio scompare.
Si fa serio in pochi secondi e mi guarda negli occhi.
Si abbassa con studiata lentezza su di me, appoggiando la fronte alla mia e sfiorandomi il naso con il suo. Il suo respiro finalmente si fa più veloce.
Lo sento ghiacciato sulla mia bocca.
Lotta tra desiderio e lucidità. Appoggia le labbra sulle mie in un bacio rubato.
Ci sfioriamo delicatamente e il cervello mi va completamente in tilt. Ricambio il bacio che si ripete con un semplice sfioramento di labbra.
Si abbassa definitivamente su di me premendo la bocca sulla mia che ricambia.
Lo mordicchio divertita, mentre lui cerca di approfondire il bacio.
Si sposta sul mio collo facendo scorrere la lingua e posandola per qualche minuto sulla mia pelle. Inizia a succhiare e sento i canini taglienti sulla pelle. Mi sfiorano in quel bacio, ma mi fanno riprendere lucidità.

< Levati > Sussurro in un sospiro quasi non riuscendo più a pensare lucidamente. Cerco di muovere le braccia, ma sono ancora bloccate a terra dal vampiro.
Tento di dimenarmi alzando il busto e cercando di farlo alzare e la sua presa si allenta sui miei polsi esili.
Si alza lentamente scostandosi un ciuffo ribelle sul volto e i suoi occhi si fanno pieni d’agonia. Sento la gola bruciare e mi porto una mano dove sento colare un liquido caldo.
Sangue.
Mi ha morsicata e non me ne sono resa conto. Troppo presa dalle sue attenzioni.
Mi avrebbe potuto uccidere.

< Forse è meglio che vada > Abbassa lo sguardo quando allungo la mia mano colante di sangue. Leggere gocce cadono sul pavimento e l’odore si alza forte ed intenso.
Le sue pupille si dilatano e smette di respirare di colpo.
Combatte contro la voglia di saltarmi addosso e bere il mio sangue, il suo autocontrollo non è dei migliori.
Ritraggo la mano e la pulisco velocemente nei pantaloni di pelle e copro la ferita con i capelli per impedire all’odore di arrivare al vampiro.
Si avvicina cauto a me alzando finalmente lo sguardo.
I suoi occhi non mi piacciono, pieni di sete.

< Non toccarmi più > Gli ringhio contro scoprendo i denti e scomparendo nel nulla velocemente.
Non mi piace lo sguardo che ha assunto Kai. Non è da lui comportarsi così.
Per qualche strano motivo ci sono rimasta male.
Dannatamente male.
Me ne vado con la coda fra le gambe, persa nei miei pensieri e inizio a rivalutare le mie aspettative verso il giovane vampiro.






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Capitolo 6
*** Your love is a lie ***


Salve a tuttiiiiiiiiiiiiii!! Mi scuso per l’enorme ritardo da far paura, ops ç_ç
E’ che ho appena passato una gara, fortunatamente passata bene e ora riesco a dedicarmi tra lavoro e studio alla scrittura... spero XD
Passiamo oltreeeeeeeeeeeeeee... ringrazio sempre chi recensisce, e invito a farlo chi legge e basta XD
Un ringraziamento speciale va a:
 
Siana: Eh ja a quanto pare ci sei anche tu... ma devo per forza risponderti?? Uff... devo vero? Forza e coraggio... *Grande respiro prima del suicidio* Forse ci sono U.U Ecco U.U Grazie amoooooooooooooooo per avermi scritto questo capitoloooooooooooooooooooo con lo studio e le gare e il lavoro avrei aggiornato forse quando il mondo sarebbe finito XD Grazie per aver recensito e dei bellissimi complimenti U.U Alla proxima, un bacio, Dade.
 
Padme86: Mammoloooooooooooooooooooo *.* Grazie anche a te per i bellissimi commenti ma tanto ormai lo sai XD Non lo so sinceramente come faccio -.-" So solo che le scene noiose le lascio fare a Siana ahah io mi scazzo troppo XDXD E il bacio è stato premeditato da tempo U.U Come sai, in questa storia non andrà NIENTE per il verso giusto e il bacio è solo l'inizio di una serie di... mmmm.... sfortunati eventi XDXD Sono contento che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero che anche questo sia di tuo gradimento... Un bacioooooone dal tuo fratellino ino ino XD Tvb... forse U.U
 
jessy16: La mia pervertitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!! Visto visto che per una santa volta sono bravo anch'io XD Donna di poca fede U.U Daiiiiii ancora che la meni con questa finestraaaaaaaaaaaaaaaa!! Qualche volta ti ci butto davvero se non la pianti!!! E a quanto vedi nessuno soffre di vertigini =P ( A parte l'autore stesso ahah XD ) Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se sei a Berlino in questo momento... s****a potevi portarmi con te facendomi entrare in valigia clandestinamente =P Alla prossima pervertita! Baci tvtrb
 
Nika_night: Salveeeeeeeeeeeee!! Prima di tuttooooooooo... grazie per i complimenti U.U E poi nella mia storiaaaa niente andrà come deve quindi meglio non abituarsi ai lieti fni XDXD Grazie anche per avermi corretto quelle frasi, tra world che aveva deciso di non funzionare, il poco tempo a disposizione non l'avevo riletto ad essere sincero quel capitolo... Se anche in questo c'è qualcosa che non quadra fammelo pure notare, anche se sarebbe meglio in privato, sai com'è XDXD Alla prossima spero, un bacio e grazie ancora per la recensione.
 
Aphrodite: Ciauuuuuuuuuuuz! Ma che ritardo O.O Sei sicura di stare bene? O.O Hai recensito appena ho aggiornato, fai un baffo a speedy O.O Non rivelerò mai ciò che ha scoperto Alex muahahahah U.U Non per ora almeno U.U In questo capitolo c'è meno azione e poi purtroppo fa un po' schifo e leggermente in ritardo, ops -.-" Perdono ç_ç Sono contento che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e per la scena di Kai stile Bradon Lee, devo dire che non mi sono ispirato a quel film anche se rimane uno dei miei film preferiti *ç* E gli uomini non sono troppo avidi =P Al prossimo capitolo e spero che anche questa schifezza di capitolo ti piaccia, ciaux baci.
 
Nena Hyuga: Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =) Ma noooooooooooooooooooooo pekkè Kai ti ha fatto arrabbiare? *.* Povero vampiro - cretino XD - indifeso *.* E poi se non rovinavo tutto la storia sarebbe già finita, e tu non lo vuoi, vero? *.* Non mi dire di sì o me ne vado in un angolino a deprimermi XD Ok, vedi che anche io sparo cazzate a tutto spiano XD Grazie dei bellissimi complimenti, al prossimo capitolo, spero XD Ciauz un bacio.
 
Red Robin: Ehilààààààààààààààà anche a te =) Sìììì il titolo dello scorso capitolo è quello di una canzone... come tutte le altre d'altronde XD Grazie per i commenti, anche se io devo recensire ancora i tuoi -.-" Se non avessi la testa sul collo perderei anche quella, sicuramente XD Beh, spero di risentirti, anche se ne dubito fortemente ahah Ciauz XD
 
medea90: Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Tranquilla se sei arrivata in ritardo... purtroppo anche io con gli impegni, tra lavoro e studio e gare non capisco più un piffero @_@ Grazie mille per il bellissimo commento... spero continuerai a recensirmi ^_- Ci conto =) Scusa per la risposta penosa ma anch'io sono di fretta -.-" E' un miracolo se sono riuscito ad aggiornare XD Alla prossima e grazie ancora per la recensione XD Ciauzzz =)
 

Your love is a lie


Cammino per le strade della città e mi guardo intorno come incantata dal romanticismo che mi circonda.
La luce del tramonto tinge tutto di rosso e si riflette sull’acqua del fiume che scorre nella parte più antica, come sangue vitale e al contempo mortale.
Scorre lenta sotto le voci dei passanti che spettegolano dei fatti di cronaca.
Mi perdo ad ascoltare solo i miei lunghi passi decisi e non posso fare a meno di pensare a lui.
Al nostro bacio.
Così intenso... emozionante... stronzo! E’ un emerito stronzo! Vampiro del cavolo avrebbe potuto uccidermi e io scema sono caduta ai suoi piedi.
Dovrei maledirmi da sola invece che stare a pensare a ciò che è successo.
Il tuo amore è una bugia.
Una sporca bugia. Sei attratto da me com’essere immortale.
Il tuo non è amore.
Vampiro da quattro soldi.
Cerco di concentrarmi sulle voci dei passanti e mi metto ad ascoltare delle donne dietro di me che parlano tra loro.
 
< Avete sentito? Da giorni non si fa parlare di strani omicidi > Voci. Ognuna con un timbro diverso dall’altro. Cammino sul marciapiede di una strada, e ascolto casualmente quel che tre donne stanno dicendo, mentre passeggiano dietro di me.
Non che m’interessi particolarmente sentire i disastri umani, ma farei di tutto ora per dimenticare il bacio di Kai.
Le sue labbra sopra le mie.
Così delicate. Vellutate. Morbide.
 
< Pare che facciano parte tutti di una stessa organizzazione > Continua una seconda donna dalla voce più infantile rispetto alla prima.
Certo che gli umani non hanno molto da fare se spettegolano sempre su fatti di cronaca. Dovrebbero vivere un giorno da demoni così capiscono cosa sia un vero lavoro, oppure come uccidere qualcuno.
Altro che pistole o delitti di passione.
Guerre vere e proprie tra bene e male.
Scontri di sangue. E chi è il più forte vince sempre.
 
< Ma che organizzazione, erano dipendenti o scienziati che lavoravano agli esperimenti a Ginevra > Continuo ad ascoltare.
La rivelazione della donna si fa interessante.
Pare che gli omicidi sono tutti collegati tra loro. Però non essendo di questo mondo non so minimamente cosa siano gli esperimenti che conducono a Ginevra.
Ma che faccio m’interesso dei loro stupidi cavilli? Ho una missione da compiere e mi sto adagiando troppo sugli allori.
Passo dopo passo continuo a percorrere la strada, mentre i miei tacchi producono rumore sull’asfalto.
Non ho meta. Non ho casa. Vago da sola in questo mondo d’umani.
 
< Ma gli omicidi sono tutti diversi tra loro > La cosa diventa sempre più strana. Perdo il filo del discorso, mi allontano dalle donne e prendo una strada secondaria meno trafficata e affollata. Nemmeno quel discorso è riuscita a farmi togliere dalla testa Kai.
Sta diventando un’ossessione.
È il mio nemico, dovrei distruggerlo e invece passo le mie giornate con lui.
Tutto, ogni angolo di questa città caotica mi ricorda il viso di Kai.
Kai. Kai. E ancora Kai.
Vai al diavolo vampiro da quattro soldi, maledetto il giorno in cui ti ho incontrato.
Continuo a camminare spedita fino a quando il tacco della mia scarpa s’incastra in un foglio di giornale.
Che patetica figura.
Lo tolgo, faccio per buttarlo, ma la mia attenzione è nuovamente attirata dalla notizia.
 
 
Ancora morti misteriose: Joker colpisce un altro operaio a Ginevra.
 
La morte di Michailovskij Dem’yan, è l’ultima di un lunghissimo elenco d’omicidi e morti misteriose d’operai all’European Organization for Nuclear Research a Ginevra.
Stando alle autorità federali, Dem’yan sarebbe stato assassinato in casa sua, con 10 coltellate.
L’assassino ha lasciato un gioco enigmistico che svela il delitto e una firma, Joker.
L’assassino non è ancora stato trovato, dopo 12 morti degli operai all’esperimento di Ginevra.
Il crimine è stato perfetto e oltre all’enigma l’assassino ha inviato alla polizia numerose lettere manoscritte che preannunciano nuovi crimini e che portano la firma sempre di Joker.”.

 
< Ciao… ti stavo cercando > Una voce profonda mi prende alle spalle facendomi voltare di scatto.
Come diavolo ho fatto a non sentire un semplice umano?
La sua presenza confusa con quella degli altri non l’ho per niente sentita avvicinarsi. Sto perdendo colpi e questo non va per niente bene.
Ma che diavolo mi prende? Da quando conosco quel maledetto vampiro, non faccio altro che distrarmi.
Sì, devo assolutamente piantarla con lui.
 
< E tu chi sei? Cosa vuoi da me? > Guardo il ragazzo che mi si para di fronte... non più di 20 anni. Alto e slanciato. Molto più alto di me, meno muscoloso che Kai ma lo stesso dal fisico asciutto.
Una chioma bionda scompigliata e gli occhi azzurri intesi, più del cielo stesso mi scrutano.
Lo guardo osservando ogni suo piccolo particolare.
Ma che diavolo vuole da me?
Mi ci manca solo un umano che rompe in una giornata storta.
 
< Io sono Devon, piacere… tu devi essere un demone giusto? > Mi volto dandogli le spalle e tornando per la mia strada tra le stradine del borgo più antico.
La gran città l’ho superata a passo umano, solo per fare quattro passi e poter dimenticare ciò che è successo con Kai.
Quei pensieri non mi hanno ancora dato tregua e non riesco a smettere di pensarci.
Sono il mio chiodo fisso ormai.
 
< Dall’odore sei umano… > Continuo a dagli le spalle sentendo i suoi passi dietro di me che mi seguono silenziosi.
Svolto l’angolo del sentiero sterrato e mi posiziono dietro il muro in sassi aspettando che la mia prenda cada in trappola.
Non deve sapere che io sono un demone. Gli umani non devono sapere ciò che sono.
L’equilibrio dei due mondi deve essere rispettato ad ogni costo.
O la guerra sarebbe stata aperta.
 
< Si... ma ho una dote speciale … la parola psionico ti dice niente? > Sento la sua voce calma e calda provenire ancor prima dell’angolo.
Lo aspetto famelica di ucciderlo per aver scoperto il mio segreto.
Spalle al muro e muscoli tesi, ma lui sembra non arrivare mai, eppure... era dietro di me.
Mi sporgo leggermente guardando oltre il muro e lo vedo appoggiato sulla stessa casa, dal lato opposto dove mi trovo io, e mi osserva, divertito.
Mi guarda negli occhi e un sorriso ampio gli solca le guance color porcellana.
Inizio a non sopportare più davvero nessuno.
 
< Ne ho sentito parlare… però non ho tempo da perdere con te > Ogni tanto qualche umano sviluppa capacità al di fuori del comune, paragonabili agli essere immortali.
Sono solo alcune eccezioni, casi sperduti in tutto il mondo ma alquanto rare e poco insignificanti.
Da soli non possono nuocere a nessuno e molte delle volte rimangono all’oscuro per non diventare esperimenti da laboratorio.
Nel frattempo sono ancora lì, impalata a guardarlo come una stupida.
E la cosa che mi da ancora più fastidio è che lui mi osserva centimetro per centimetro, come se fossi un fenomeno da baraccone.
 
< Aspetta ho bisogno di parlarti … ho bisogno del tuo aiuto > Butto la sigaretta per terra che ho acceso spegnendola con la suola delle scarpe, girandomi per andare via e chiudere questa patetica questione.
Mi convinco sempre di più che gli umani non hanno nulla da fare nella vita.
Mi volto nella direzione opposta e faccio per andarmene, ma il ragazzo mi afferra per il braccio.
Insistente il tipo.
Mi fermo di colpo, immobile e sbuffo sonoramente.
Se non fosse che poi scapperebbe a gambe levate gli mostrerei i miei denti, pronti per bere il suo nettare vitale.
 
< Non aiuto gli umani > Ma cosa vuole ancora? Una sanguisuga sarebbe meno fastidiosa che questo ragazzino.
Non capisco cos’ho fatto di male per meritarmi una simile tortura.
Voglio solo un attimo di pace, un attimo per me stessa in questa vita da dannata.
È chiedere tanto?
A quanto pare se sei dannato, la pace non puoi meritarla.
Mi rassegno a questa cosa e riprendo a camminare per la mia strada, ma i suoi passi non abbandonano il mio udito.
Mi segue come un cagnolino al guinzaglio.
Dio se potessi gridare lo farei.
 
< Hai sensi più sviluppati di qualunque altro … mio padre è stato ucciso > Certo che ho i sensi sviluppati se no come potrei svolgere il mio lavoro?
E di certo il fatto che suo padre sia stato ucciso non mi intenerisce minimamente.
Questa è la dura legge della vita, anche ai miei genitori è toccata questo destino.
Non è come nelle favole “tutti vissero felici e contenti”.
In questo mondo vince sempre il male.
La speranza non esiste. È solo per gli illusi.
 
< E cosa dovrei farci? > Sbuffo spazientita. Voglio andarmene, ma la curiosità di quegli omicidi mi spinge a rimanere qui.
Dentro di me sento una strana sensazione che entro breve succederà qualcosa di molto pericoloso.
Di solito il mio sesto senso non mi abbandona mai.
Ma come potrebbe interessarmi? Non rientra nei miei compiti risolvere le grane degli umani.
Non mi volto, ma lo sento ancora a qualche metro da me.
Mi fermo di scatto e mi giro con arroganza a qualche passo da lui.
Se non avesse avuto i riflessi pronti, mi sarebbe venuto addosso da quanto veloce mi sono girata.
 
< Sei quella con l’aura diciamo più “positiva” degli altri. Aiutami a trovare l’assassino> Mi supplica con gli occhi a qualche centimetro da me.
Forse mi fa un po’ pena... lui, in cerca dell’assassino dei suoi genitori.
Mi ricorda troppo qualcosa e non mi piace questa storia.
Gli do ancora una volta le spalle e rincomincio a camminare pensando a tutto quello a cui non dovrei.
Prima il vampiro e ora questo.
Dio ma un dannato non può stare in santa pace?
 
< Sentiamo cosa hai da dirmi, ma non qui in un posto più tranquillo > Sbuffo chiedendo a quell’umano bizzarro di andare da un’altra parte.
Questo parco mi sembra un po’ troppo affollato per i miei gusti.
Sento occhi che puntati addosso, ma forse e solo la mia impressione di essere sempre seguita da qualcuno.
Prendo a camminare seguendo il mio istinto alla ricerca di un luogo più tranquillo per le mie orecchie.
Quelle per me che sono minuti e secondi, sono ore per quell’umano, infatti, camminiamo per quasi un’ora uscendo dalla città e dai suoi rumori assordanti che vengono sostituiti da una vaga tranquillità…
 
< Non mi fissare > La mia pazienza ha un limite ben definito che è meglio non varcare.
Ha guardato troppo per i miei gusti, anche se non lo guardo direttamente negli occhi lo sento dietro di me che mi guarda come trapassandomi da una parte all’altra.
È davvero fastidioso, come se mi spogliasse con gli occhi e mi lacerasse la pelle.
Mi giro verso di lui di scatto, e preso dalla paura salta in aria non aspettandosi quel gesto da parte mia.
Attento piccolo che se si esaurisce la mia pazienza può finire male e questo non lo vuole nessuno dei due.
 
< Sc…scusa e che siete così... > Risponde balbettando, girando tutto agitato il viso da un’altra parte.
Gli essere umani sono davvero strani, dovrei comprenderli anche io visto che in un passato lontano dai miei ricordi lo ero anche io.
Ha il viso tutto rosso dall’imbarazzo, come un bambino colto a guardare qualcosa che non doveva.
Buffo.
Si tortura anche le mani e non riesce a guardarmi direttamente in faccia.
 
< Cattivi? Paurosi? > Dico con voce sprezzante e il suo sguardo alle mie parole diventa di nuovo serio avvicinandosi a me, ancora rosso in volto.
Di fegato ne ha il ragazzino per avvicinarsi ad un demone con poteri al limite della comprensione umana pronto ad ucciderlo se rivela il segreto o se avrebbe minato la mia incolumità.
Mi fissa negli occhi e non abbassa minimamente lo sguardo.
Se avesse avuto qualche altro potere oltre a quello di manipolare la mente umana, sarebbe riuscito a farmi paura.
 
< Attraenti > la sua risposta mi lascia un po’ sbigottita.
Attraenti. Belli. Affascinanti.
Pensavo che solo tra noi ci vedessimo in questo modo, esseri dall’aspetto perfetto in grado di ammaliarci tra noi.
Un’arma letale capace di far cadere un demone ai miei piedi solo con lo sbattere delle ciglia se voglio.
Non pensavo che anche gli umani ci vedessero in questo modo. Ho sempre avuto l’idea che ci vedessero come brutti esseri con corna e denti aguzzi.
A quante pare mi sbagliavo. E anche di grosso.
 
< Qui va bene è abbastanza isolato > Indico un fiume secco con un ponte e decido di dirigermi li. Saremo tranquilli lontano dallo sguardo indiscreto di qualche passante.
Ci avviciniamo e il ragazzo si siede su una delle tante casse di legno abbandonate consumate dalle tarme.
Sempre meglio della città piena di rumori, qui mi trovo molto più a mio agio.
Tranquillità e nessun rumore assordante per le mie povere e delicate orecchie.
Iniziavo ad avere una crisi isterica se restavo in quel caos.
 
< Non mi hai detto ancora il tuo nome > Chiede timido dopo attimi di silenzio prendendo la parola; tutta questa storia è snervante, mi sto proprio rimbambendo da quando nella mia vita, chiamiamola così è piombato Kai.
Prima d’ora non mi sarei neppure lontanamente sognata di passare del mio tempo con umano.
La mia esistenza è fatta di cacce notturne. Di morte.
 
< Arlyne e ora sbrigati non ho tutto il giorno > Rispondo velocemente chiudendo lì la questione nomi, ed evitando altre domande scoccianti da parte sua.
Prima finisce e meglio è. E prima posso andarmene.
Però il mio sesto senso mi dice di rimanere, di sentire questa bizzarra storia al limite dell’assurdo.
Inizio a camminare avanti e indietro a grandi falcate, aspettando con impazienza che il ragazzo inizi a parlare.
 
< Da qualche tempo qualcuno identificato con il nome Joker sta facendo incetta di persone molto vicine al progetto di Ginevra > Joker, questo nome non mi è nuovo.
Mi fermo a pensare a quest’individuo e mi torna in mente che era citato nell’articolo di giornale trovato poco prima a terra.
C’è qualcosa di strano in tutta questa storia.
Qualcosa che va al di la dei semplici omicidi. Non lo sembra, ma è tutto collegato tra di loro.
 
< Progetto di Ginevra? > Chiedo curiosa di sapere ancora dettagli, sedendomi anche io su una di quelle casse.
La mia mente vortica di mille pensieri. Di mille teorie e supposizioni. Tutto è collegato a questo progetto il cui scopo mi è ancora ignoto.
M’inizio ad interessare a questi omicidi... Joker... la questione mi attira, e non poco.
Chissà chi è, colui che uccide con un nome falso e commette omicidi perfetti lasciando giochi enigmatici.
Che artista del male.
 
< Si vede che voi demoni non siete informati > Dice con fare superiore guardandomi negli occhi.
Ma come si permette questo ragazzino a dire che non siamo informati?
Più che altro ci teniamo lontano dai loro paranoici problemi. I nostri mondi devono essere separati o sarebbe il caos totale.
La gran legge prevede che i buoni stanno in alto.
Le creature manipolate dal grande cerchio della vita in mezzo.
E noi, grandi esseri del male, in basso... all’inferno.
 
< Non sul mondo umano > Rispondo semplicemente prendendo un’altra sigaretta; la terza in questa giornata.
L’accendendo nella speranza che mi scarichi il nervo.
Aspiro una boccata di fumo e la faccio uscire dalla bocca con piccoli cerchietti che si espandono nell’aria perdendosi.
Come un gran detective nella mia mente si fa viva l’immagine di Joker.
Ecco ciò che mi serviva per non pensare a Kai.
Un serial killer dall’animo creativo.
Perfetto.
 
< Si tratta di un progetto per la costruzione di un impianto che riproduca i buchi neri e il Big Bang. Ma null’ultimo periodo strane morti stanno prendendo d’assalto chiunque faccia parte del progetto. L’unico indizio comune > Continua mentre il mio sguardo vaga nel vuoto e assimilo le sue informazioni.
Esperimenti scientifici per riprodurre l’inizio della vita sulla terra… che cosa ci sarà di strano in tutto questo?
Più lo ascolto più mi convinco che gli umani sono esseri senza ne filo ne logica.
Però la storia mi prende e mi concentro su questi indizi comuni.
 
< Sei un ragazzino, perché te n’occupi tu? lascia a chi di dovere > Dico senza troppi giri di parole. Un moccioso non dovrebbe occuparsi di certe faccende, per quello esiste la polizia, anche se il loro lavoro lascia sempre poco a desiderare.
Finisco la sigaretta che fa la sua solita fine, come tutte le altre a terra.
Forse dire moccioso è esagerato dato l’età del ragazzo, ma confronto a me che dimostro appena i miei 18 anni ma lunghi anni di vita eterna... è un moccioso in fasce.
 
< Nessuno fino ad ora è riuscito a scoprire niente… e poi voglio vendetta … mio padre è stato ucciso > Confessa il ragazzo e la sua voce si fa furiosa.
Arrabbiata. Isterica.
Guardo i suoi occhi che sono diventati due fessure e mi sputa in faccia questa verità alzandosi in piedi e tenendo i pugni stretti conficcandosi le unghie nella carne.
Immagini. Ricordi. Qualcosa di lontano riaffiora nella mente.
La figura di mio padre che mi salutava prima di andare a dormire. La voce della mamma che cantava in cucina, mentre preparava la torta che mi piaceva tanto.
Poi il buio. L’incendio. I loro corpi e le loro grida.
Come me, quel ragazzo ha perso qualcuno che amava.
 
< Va bene ti aiuterò… tra due giorni qui nello stesso posto, stessa ora > Non posso crederci alle parole che mi escono dalla bocca.
Ma che diavolo faccio? Sveglia Arlyne sei un demone, non un aiuto caritatevole per umani.
Il tuo compito è uccidere non salvare vite.
Devo andare sul serio prima di combinare danni. Mi alzo velocemente saltando sul parapetto del ponte e il ragazzino velocemente mi segue a ruota correndo cercando di stare al mio passo.
Cosa inutile non ha la mia agilità.
 
< Davvero? E ora dove vai > Mi grida dal basso per farsi sentire.
È davvero un bambino al mio confronto.
Ma prima d’essere prigioniera in questo corpo lo ero anche io. Forse per questo ho deciso di aiutarlo.
Forse perché ricorda un po’ quella che ero prima di morire.
Prima di diventare ciò che sono.
Un’assassina.
 
< Un po’ qua … un po’ la… > Rispondo fugacemente, balzando con uno salto in aria. Il sole è ormai tramontato da un pezzo e i pochi lampioni illuminano fiocamente la strada deserta.
Continuo a correre nell’oscurità in cerca finalmente di un po’ di pace.
So già dove i miei muscoli mi porteranno. Il desiderio è incontenibile. Quello di una notte tornare alle proprie radici.
Lascio fare a loro, mentre piano piano mi lascio trasportare nella mia vecchia casa…
 
 

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