The good and the evil... di skat3r_leso (/viewuser.php?uid=62878)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The good and the evil... ***
Capitolo 2: *** Rainbow In The Dark ***
Capitolo 3: *** Wake up me from my destiny ***
Capitolo 4: *** Where the angels are hidden ***
Capitolo 5: *** How to save the life ***
Capitolo 6: *** Your love is a lie ***
Capitolo 1 *** The good and the evil... ***
the good and
the evil...
Cammino a
passi veloci, quasi mi sembra di volare, sfacciatamente attraversiamo i
vicoli
della città che ora dorme, innocenti persone ignare di un
mondo a loro
sconosciuto. Ora come sovrana c'è solo la notte. Buio che
aleggia sulle teste
di noi esseri che ci aggiriamo solo quando il sole tramonta e le
tenebre
calano.
Superiamo
una chiesa con grand velocità, siamo in pochi, ma quanto
basta per sterminare
mezza città d’umani. Ma questo, questo non
è il nostro scopo. O almeno, non
questa notte.
Procediamo
saltando da un tetto all’altro come se potessimo sollevarci
nell’aria, come
piume, e ci ritroviamo a camminare uno affianco all’altro a
testa alta, passo
deciso, armati fino al collo.
Una
leggera goccia mi sfiora il viso, fredda e gelida, la sento fin troppo
forte
per il mio corpo famelico di sangue, troppo bollente per una semplice
goccia di
pioggia; un brivido mi sale lungo la schiena, quando riprendo ad
ascoltare i
miei passi sotto la pioggia.
Tac...
Tac... Tac...
Dei
canti
cupi, privi di gioia mi fanno drizzare le orecchie e fermare di colpo.
Ascolto
il suono lugubre che attira la mia attenzione, ma mi accorgo non solo
la mia,
anche quella dei miei compagni.
Mi
concentro su quelle voci strazianti e ascolto in assoluto silenzio, in
pochi
secondi mi materializzo di fronte a loro, comparendo da una nube di
fumo nero
che si dissolve. Ed eccole li, le piccole e adorate banshee, urlatrici
nate,
capaci di ucciderti con un solo urlo.
Gracili,
dalla pelle chiarissima, la luce della luna le fa apparire quasi
trasparenti,
abiti lunghi, mal ridotti e stracciati, bianchi come se fossero
fantasmi che si
muovono sotto il fruscio leggero del vento, la pioggia non sembra
nemmeno
toccarle, i capelli chiari e leggeri si muovono anch’essi
mentre le dolci
creature dagli occhi rossi per il loro incessante pianto alzano il
volto verso
di noi, furiose. Consce della loro prescritta fine.
Allungano
le loro mani verso di noi tirando indietro la testa e scoprendo i denti
affilati, in segno di difesa emettono un sibilo strozzato in gola,
quasi a
volerci spaventare. Cose da bambini.
Con un
balzo degno di un felino pronto all’agguato la mia compagna
di giochi balza al
centro del gruppo delle donne urlatrici, a mani nude con un singolo
colpo fa
finire come un leggero cuscino la donna contro un muro del palazzo di
fronte.
Presa
anche io dall’adrenalina di uccidere mi muovo svelta
caricando le cartucce
della pistola, non voglio che i miei due compagni si divertano senza di
me,
sopratutto Alex che dopo si prende il merito con il capo.
Estraggo
dalla cintura le due pistole con maestria e da distanza, avvicinandomi
a loro a
passo deciso miro la testa di quelle pazze. Ed ecco il piombo partire
dalla mia
piccola 9 mm andando a far esplodere la testa di una di loro, come un
cocomero
maturo.
Il ritmo
si fa più sfrenato, le uccisioni si fanno più
veloci, quasi non mi rendo conto
di chi colpisco, ma poco me ne frega.
Un
singolo
errore e mi potrebbe costare la vita, può essere stressante
una cosa del genere
per altre persone, ma non per me. Non per una creatura non morta.
Alex, il
mio compagno dagli occhi rossi come le fiamme, prende la sua pistola
nel retro
del giubbotto di pelle, con movimenti precisi, veloci e laterali,
decapita ogni
sua avversaria che si avvicinava più del dovuto.
Una
cerca
di aggredirmi saltando verso di me, intenzionata a farmi fuori... Gioco
sporco
assalire alle spalle, non lo impareranno mai. Prendo una delle stelle
di ferro,
dalle punte affilate come lame, con precisione lo pianto nel suo petto,
ma non
solo l’attraversano come se fosse burro, ma in un momento
ritornano da me, che
le afferro prontamente e le poso negli anfibi.
Uccise
tutte quelle creature odiose ci feriamo, ansimando. Syria, la mia
compagnia e
fedele soldatina ha tutti i capelli in disordine; lei odia combattere
con le
armi, preferisce prendere a calci nel sedere ogni essere diverso da
noi. Alex
intanto se la ghigna sotto i baffi, un’altra vittoria da
aggiungere alle sue
glorie, niente di più importante per lui.
Io,
beh...
non vedo l’ora di andarmene da questo posto, tanto il nostro
capo avrebbe
mandato altre creature meno importanti di noi a pulire quei cadaveri e
resti di
persone.
Prendo
una
sigaretta con un abile gesto, nel retro dei pantaloni di pelle, con un
movimento veloce, quasi impossibile da vedere ad occhi umani me la
porto alla
bocca, più soddisfatta del dovuto del mio sterminio. Pronta
a tornare, a casa.
<
Abbiamo
finito qui per oggi, andiamo > Riesco a dire
con voce gelida, come sempre priva di
emozioni. Non mi sono ancora presentata. Io sono, o meglio ero, Arlyne.
Prima
una ragazza dalle mille qualità e dalle
potenzialità di un adulto. Ora mi
ritrovo in una vita che non è la mia. Non riesco a provare
emozioni, pensare
come una volta mi è impossibile, come se la mia
volontà è stata repressa.
Sono
intrappolata perennemente nel corpo di una 18 enne. Non che la cosa mi
dispiaccia, ma è seccante pensare di restare per sempre con
il corpo di una
ragazzina immatura.
Mi
ritrovo
a cacciare qualsiasi creatura che non abbia a che fare con il mio
mondo. La mia
casa.
Può
sembrare egoista uccidere creature che non hanno fatto assolutamente
nulla, ma
come ho detto prima, per me è impossibile provare
pietà. Sono diventata una
cacciatrice di sangue per ottenere solo ciò che voglio.
Finalmente
la pace.
Un’altra
possibilità.
<
Un’altra
bella battuta di caccia. Niente di più eccitante > Si
intromette Alex. Mi
volto verso di lui. Anch’esso intrappolato per sempre nel
corpo di un
adolescente. Dimostra non più di 17 anni. Viso candido,
capelli scuri, ribelli
che gli ricadono sul volto pieno di ironia. I suoi occhi rossi come le
fiamme
della nostra unica casa. Il nostro unico rifugio.
Il suo
sorriso ampio solca le guance piene; Anche se è condannato
ad uccidere per
sempre non smette mai di essere positivo.
La sua
fine non è stata delle migliori, in passato ha ucciso un
ragazzo della sua
stessa età per vendicare gli insulti presi.
Il
paradiso bisogna conquistarselo, non basta fare i bravi samaritani per
passare
l’eternità a bere vino sulle nuvole. Beh, a noi
quel posto non ci verrà mai
concesso.
<
Eccitante?
E’ così noioso… prendi uccidi, sporchi
e te ne vai > Poso le mie due amiche
inseparabili nella loro fondina in cuoio. Bollenti come sempre; Non
smetteranno
mai di stancarsi di lavorare con me.
Sbuffo
sonoramente iniziando a correre come se niente fosse attraverso gli
alberi
della raduna dove ogni sera andiamo a cacciare, ovviamente senza farci
sentire
da nessuno. Niente tracce di noi. Esseri invisibili.
Sembra
quasi di volare da quanto siamo veloci; un leggero odore di muschio si
inala
nelle mie narici. Odio avere l’olfatto così
sviluppato, ogni odore diventa
insopportabile. Se solo provassero questa tortura chi afferma che
essere
incinta è fastidioso.
Mi
taglio
per sbaglio con un ramo pieno di spine, l’odore del sangue
sovrasta quello
dell’erba fresca di pioggia. I miei occhi si infuocano come
poche volte
succede; il bruciore al petto si fa sentire più forte del
previsto. Quanto
tempo non bevo sangue? Troppo ormai. Tanto da non riuscire
più a controllarmi.
Anche il
mio stesso odore mi eccita solo all’idea di succhiarne anche
solo una goccia.
Così caldo e denso.
Il
cervello inizia a mandare gridi acuti, peggio delle creature che
abbiamo ucciso
poco prima.
<
Questo
è il bello: fare ciò che vuoi senza sporcati dopo
le mani > Sento i passi di
Alex dietro di me, non riesce a tenere la mia andatura ma almeno ci
prova. A
lui non è mai importato il nostro sporco lavoro di uccisori
di creature diverse
dalla nostra stirpe.
Non ci
prova nemmeno a ribellarsi dal capo, se lo facesse finirebbe subito
nelle
fiamme senza pietà. Come ognuno di noi d’altronde.
Il
nostro
non è un capo qualsiasi, ad ogni sgarro ne vale una pena;
non è uno con cui si
può decisamente ragionare.
Per
fortuna le grida nel mio cervello sono passate, per il momento. Tregua
perlomeno.
Non sono
una neonata, sono così da anni ormai. Più
esperienza ho, meglio riesco a
controllarmi.
Il capo
non manda pivelli a caccia, potrebbero farsi scoprire dagli umani o
cedere alla
tentazione di ucciderne qualcuno.
Nessun
umano
è al sicuro con un demone dei nostri, appena trasformato,
nei paraggi.
<
Eccitante come essere non morti > Emetto un ringhio soffocato,
roco che
proviene dal petto. Lo respingo giù per la gola,
impedendogli di uscire e
permettermi di uccidere un mio compagno.
Odio
essere ciò che sono, odio uccidere e odio chiunque si
permetta di trovare il
lato positivo in questa vita che non merito.
O forse
sì?
Corriamo,
non ci fermiamo mai, le nostre energie non si esauriscono nemmeno sotto
tortura. Niente e nessuno ci riesce a fermare. Questo è uno
dei pregi di essere
un servo dell’inferno.
I cani
abbaiano al nostro passaggio, non sanno che è meglio
evitarci, ma per rispetto
agli umani e per tenere l’equilibrio ci asteniamo di fare una
strage e
scatenare una guerra.
L’ultima
cosa che mi serve è essere uccisa in battaglia, ci tengo a
finire il mio
lavoro. A raggiungere il mio obbiettivo; per quanto esso sporco sia.
<
Eddai
Arlyne, come sei acida oggi > Per un momento il mio istinto da
predatrice si
fa sentire quando sento la voce di Syria intromettersi. La
più vecchia del
gruppo. Vecchia, si fa per dire.
Non
più di
23 anni. Condannata anch’essa a vivere una vita peggio di
quella che meritiamo.
Non che
qualcuno si merita una vita simile. Ma forse, quelli come noi, sono
condannati
a rimanere nell’ombra e camminare nelle tenebre, uccidendo
chiunque gli si para
di fronte, solo per il gusto di farlo.
Cosa
è
giusto e cosa è sbagliato, a noi non interessa, noi facciamo
solo ciò che ci
dicono di fare.
Obbediamo
agli ordini, come è giusto che sia.
Lei
è
finita ad essere demone per l’eternità dopo
l’errore di essersi innamorata
della persona sbagliata. L’uomo dei suoi così
detti sogni, che l’ha convinta
fino ad uccidere per lui.
Ed ora
eccola qui, a pagare per i suoi errori.
Non
c’è azione
senza conseguenza.
<
Sbrighiamoci
prima che mister figo si lamenti > Nemmeno me ne sono accorta di
essere
arrivata nel posto in cui siamo comparsi sulla terra. Nel mondo degli
esseri
vivi. Che hanno ancora la fortuna di poter respirare, di poter sentire
il
proprio cuore battere e il sangue pulsare nelle vene.
A noi,
questo privilegio non è stato concesso; ma di conseguenza
possiamo fare molto
altro.
Eccome
se
possiamo. Mai sentito parlare di vita immortale?
Uno dei
tanti pregi – difetti – di un piccolo demone.
Uno dei
tanti. Il resto è tutto da scoprire.
<
Non
vedo l’ora di vederlo. Magari ci scappa una notte a letto
> Interrompe i
miei pensieri la voce di Syria, come tanti campanellini assordanti; la
ragazza
dai lunghi capelli biondi come il grano, più scompigliati
della criniera di un
leone le dona un aria selvaggia. Il suo passo simile ad una gatta.
Io, in
confronto a lei sono impacciata... niente a che fare con il suo
atteggiamento
nobile da far innamorare un imperatore.
Più
che ad
una gatta, mi si potrebbe paragonare ad un lupo.
Niente a
che vedere con le fusa ammaliatrici della bionda.
I miei
sono solo ringhi.
Le mie
gambe sono lunghe come quelle di un lupo e mi donano un ottima
resistenza.
Il mio
olfatto è più sviluppato di quello dei miei
compagni. Cento volte più sensibile
di quello dell’uomo.
I miei
occhi chiari come la luna alta nel cielo. Argento. Cupi. Privi di
bagliore.
<
Hai
pur sempre me > Alex pronto come sempre le si avvicina con passo
veloce e
flessuoso. Non l’ho nemmeno visto spostarsi.
Ogni
occasione per lui è buona per avvicinarsi troppo a una di
noi.
Negli
inferi è rispettato. Un ottimo soldato, calcolando che fa
parte di noi da soli
57 anni.
Non ha
ancora scontato la sua pena, un giorno sarà anche lui libero
di girare,
lasciandosi la sua ombra d’assassino alle spalle.
Lui si
può
paragonare più ad un falco.
I suoi
denti acuminati e affilati come lame. Pronte a lacerare la carne delle
sue
prede.
Si muove
nell’aria leggero, con grazia e leggiadra. Si abbatte sulle
sue prede in
silenzio.
Senza
nemmeno dagli la possibilità di rendersi conto della sua
imminente morte.
<
Ma
come siete smielosi >
Rivoltante la scena che mi si para di fronte. Due demoni in gesti
affettuosi.
Troppo affettuosi per i miei gusti.
Niente
di
peggio. Uccidere in confronto a questo è una passeggiata. A
una simile visione
mi si potrebbe rivoltare lo stomaco senza troppi complimenti.
Nel mio
cuore non c’è posto per l’amore. Nella
mia anima... ce l’ho ancora un anima?
Non ho
fatto in tempo a rendermene conto di averla, che mi è stata
portata via.
Creo un
varco temporale di ombre. Un portale.
Da un
mondo passo all’altro in qualche secondo.
Uno dei
tanti doni di cui parlavo prima.
Camminiamo
veloci nei pressi del posto più caldo del mondo, e non
solo... Caldo per le
fiamme che bruciano tutto, per i demoni assettati di odio e pieni di
vendetta. Io non sono come loro; io sono qualcosa di molto peggio.
Sempre
uno
di fianco all’altro, pieni d’orgoglio per il nostro
lavoro sporco, ma perfetto,
ci dirigiamo verso la sala del nostro capo.
L’unico
e
indiscusso, bastardo come pochi, colui che mi ha rimandato in vita
offrendomi
altre pene oltre a quella che avrei dovuto vivere. Un’altra
possibilità di
vivere, mi aveva detto.
A mio
parere, un’altra possibilità di soffrire. Vagare
nell’ombra della notte
uccidendo creature immortali, come noi.
L’inferno
è sempre stato scontato, il paradiso bisogna conquistarlo.
Bene, io non avevo
conquistato altro che un intera vita ad uccidere. Sempre meglio che
quel posto
luminoso, noioso... Dove gli angioletti dalle ali bianche bevono vino
in
allegra compagnia davanti ad un maxi schermo che trasmette le vite di
tutti i
comuni mortali: come farsi gli affari degli altri. E infine, non meno
importante, Lui... Il supervisore di tutti. Colui che mi ha negato le
porte del
paradiso, estirpandomi le ali e condannarle ad essere nere, scure e
prive di
qualsiasi luce... Di speranza.
<
Casa
dolce casa > Sospiro pesantemente slegandomi la lunga treccia
che riesce a
contenere i miei lunghi capelli color della notte. Neri corvini a
riflessi blu.
Effetti collaterali di vivere una vita del genere.
Limitano
leggeri sulle mie spalle esili e nude mentre ondeggiano come per
esultare della
loro libertà.
Beati
loro.
Almeno
qualcuno che esulta esiste anche in questo mondo fatto di sole grida e
urli
disperati.
L’unica
mia vera casa.
Dopo
essere morta non ho più nessuno. Nemmeno in vita. Sola.
Completamente sola.
Ecco
perchè ora mi ritrovo qui, a pagare per colpe non mie. Io ho
fatto solo ciò che
mi sentivo di fare.
Smettere
di soffrire la solitudine.
Smettere
di vivere una vita ingiusta.
<
Non
vedo l’ora di arrivare in camera mia e buttarmi a letto, tu
Arlyne? > Mi
domanda squillante Syria. Come fa ad essere sempre così
felice lo sa solo lei.
Non
smette
di abbozzare il suo sorriso sghembo da far innervosire chiunque.
Perchè tutti
sono felici e io non posso permettermi un simile privilegio?
Cos’ho che non va?
Perchè io non riesco a vedere il lato positivo di questa
assurda situazione?
Sono
solo una
bambina capricciosa che uccide la notte e vive come un vegetale agli
ordini del
capo di giorno.
Non
c’è
nulla di positivo ad avere le ali nere e l’ombra
d’assassina che mi perseguita
giorno per giorno.
Anno per
anno.
Per
quanto
mi sforzo di essere ottimista, non è nella mia ottica.
Sono
realista.
<
Prima
parliamo con Lucifero, prima potrò levarmi voi due piattole
dalle scatole >
Ebbene sì, Lucifero è il nostro capo.
Il
padrone
degli inferi. Colui che fa tanto scalpore nelle vite umane.
Colui
tanto famoso come l’onnipotente.
Fanno
male
a pensare che lui sia meno importante. Lui attacca. Lui lascia il
segno. Lui
scompare come è comparso.
Impossibile
liberarsene.
Noi i
suoi
schiavi personali. I suoi burattini. Coloro che liberano il mondo umano
dalle
creature scappate dagli inferi e che hanno trasgredito le regole di
invadere il
mondo umano.
Oppure
semplicemente chi non gli va molto a genio.
Ci manda
in spedizione ad uccidere senza pietà. Solo così
possiamo liberarci dalle
nostre colpe.
<
Ma.. Alex
l’hai sentita? Non le piacciamo > Dide in tono
lamentevole la bionda con una
voce molto simile a quella di un bambino capriccioso che si lamenta
perchè
nessuno si degna di ascoltarla.
Percorro
il lungo corridoio a grandi passi. Il suono dei miei tacchi sul cemento
non è
udibile ad orecchio umano. Leggeri come la pioggia sull’erba
alta.
Solo il
mio udito riesce a percepire simile suono.
Uomini
apparentemente umani, alti e robusti incappucciati fino agli occhi sono
disposti a schieramento lungo il corridoio.
Per
niente
umani. Demoni.
Sento la
loro puzza a distanza e arriccio il naso sentendo ridere Alex che ogni
volta
lancia una risata fragorosa per il mio olfatto fin troppo sensibile.
<
Moi
cherie cosa ti abbiamo fatto per esserti antipatici? > Domanda
Alex
comparendo all’improvviso di fronte a me, uscendo da una nube
di fumo nero con
passo aggraziato. Come se la terra sotto i suoi piedi non esistesse.
Un
ragazzo
tanto bello non
l’ho mai visto.
Condannato ad una vita da perenne 17 enne.
Se il
suo
cuore battesse ancora, ora avrebbe più di 60 anni, nel mondo
dei vivi.
Dopotutto,
essere un demone ha i suoi vantaggi.
Mi fissa
con le sue iridi rosse sangue e un sorriso balena sul suo viso facendo
scoprire
la dentatura perfetta e bianca. I suoi canini affilati come lame appena
lucidate. Pronte ad uccidere.
<
Nulla,
la vostra sola presenza mi irrita > Rispondo in un ringhio cupo
dandogli uno
spintone al petto e facendolo volare indietro. Con un passo leggero
atterra appoggiando
i piedi sul terreno come se non fosse nemmeno stato sbalzato per oltre
20 metri
da un solo pugno.
Mi
sorride
beffardo e scuote la testa. Ormai è abituato ai miei cali
d’umore.
Arrogante.
Presuntosa. Orgogliosa. Sleale.
Tutto
ciò
che serve per creare un soldato perfetto, pronto per andare in guerra.
Una
cacciatrice di sangue.
Quasi mi
potrei paragonare ad un vampiro data la mia innata sete verso il
sangue. Quel
buon sapore caldo e dolce.
Niente
di
più irresistibile che del sangue umano.
Ci
ritroviamo di fronte ad un enorme portone in legno massiccio ricamato
in oro.
Una porta impossibile da oltrepassare nemmeno per un demone esperto.
L’unica
porta che ci divide dal nostro salvatore.
<
Il
mio signore vi attende, inoltre signorina Arlyne il padrone intende
parlarle
più tardi in privato > Perfetto mi manca solo che
Lucifero vuole parlarmi in
privato. Ero già felice di poter andare a riposare quel
minimo che basta per
poter affrontare un’altra caccia.
Maledetto
lavoro. Maledetta vita. Maledetto Lucifero.
Un
giorno
il sole tramonterà anche per me. Prima o poi sarò
libera anch’io.
Se prima
non vengo uccisa da qualcuno.
Con
sangue
freddo rispondo con un cenno verso l’uomo incappucciato di
fronte a me.
Donna
dal
sangue freddo, incapace di amare.
<
Tutte
le fortune a te sorellina, speravo di rimanere io da sola con lui
> Si
intromette Syria con voce fanciullesca. Si avvicina a me con passo
leggero.
Delicato.
Appoggia
il suo mento color porcellana alla mia spalla nuda facendo ricadere i
suoi
lunghi capelli ricci sul mio corpo sbuffando sonoramente.
Il suo
viso è quello di una fanciulla privata dei suoi sogni.
Delle
sue
favole.
Dove il
principe azzurro in sella al cavallo bianco ti rapisce dagli incubi.
A noi
questo non potrà mai succedere.
Mai.
<
Che
seccatura se vuoi te lo lascio > Mi riprendo dallo stato in cui
sono caduta.
Guardare creature immortali mi affascina sempre. A chi non piacerebbe
poterle
fissare? Poterle osservare da lontano. Come esemplari rari.
Si
stacca
dalla mia spalla lasciandomi il freddo percorrere le vene. La mia
temperatura è
fin troppo calda e si abitua in fretta al calore.
Un
brivido
mi percorre la schiena ma non riesco a capire se sono i pensieri a
causarmi
brividi o il freddo.
Il
grande
uomo spalanca il portone rivelando Lucifero. In tutto il suo splendore.
Dannatamente
bello. Capelli bianchi poco sotto le spalle, dritti come spaghetti che
ricoprono in grand parte i suoi occhi color rossi sangue. Vividi. Ci
scruta da
sotto le lenzuola nere del suo letto dove affianco stringe una di noi.
Demone.
Occhi neri come la notte. Scuri e profondi. Le occhiaie li circondano
risaltando la pelle bianca cadaverica.
Nuda di
fianco a lui con i capelli lunghi e rossi che le ricoprono i seni.
<
Bentornati,
aspettavo con ansia il vostro ritorno > Cupa la sua voce
riecheggia nella
stanza. Beffarda e dannatamente seducente.
Sinuoso
si
alza di fronte a noi coprendosi con il lenzuolo. In automatico ci
inginocchiamo
su un ginocchio portando le braccia conserte sull’altro e
abbassiamo la testa
in segno di sottomissione.
Sento il
suono sordo del lenzuolo che vola sul pavimento e il dolce profumo di
Lucifero
invade come un ondata la stanza.
Dolce.
Elettrizzante. Dannatamente forte.
Come
fragola sulla panna per gli umani, per noi quel profumo è
irresistibile.
Raramente si riesce ad essere lucidi ad un simile sapore.
<
Abbiamo
svolto come ci aveva chiesto il compito che ci avete assegnato >
Rispondo a
testa bassa smettendo di tanto in tanto di respirare quella droga per
le mie
vene.
Cauto e
silenzioso prende i suoi pantaloni in pelle e li indossa invisibile ai
nostri
occhi.
Improvvisamente
sento qualcosa, o meglio qualcuno che mi tocca delicatamente i capelli
che mi
sfiorano il viso.
Delle
dita
si posano sotto il mio mento e lentamente lo alza in un gesto sinuoso.
Innaturale.
Un
secondo
prima ero inginocchiata per terra. L’attimo dopo in piedi, di
fronte a Lucifero
che mi sovrasta con la sua altezza.
Con il
suo
respiro dolce sul mio collo.
Niente
di
più irresistibile.
<
Ha
altro per noi? > Domando in un soffio cauto. Imbarazzo quello
che sto
provando? Impossibile per una come me.
Lui
è il
capo. Io non posso innamorarmi di uno come lui. Ho già perso
l’anima per lui.
Non
intendo perdere altro.
Come se
ce
l’avessi ancora qualcosa da perdere in una vita simile.
Lo
guardo
negli occhi, immobile, inaudibile respirare una simile droga.
Sarebbe
come cedere all’eroina per un umano. Una dolce droga che ti
entra nelle vene e
che ti prende anima e infine corpo.
Forse il
mio corpo è l’unica cosa che non ho ancora perso.
Non
ancora.
<
No,
direi che per oggi basti, potete andare… tranne te Arlyne
> Fa cenno verso i
miei compagni, senza smettere di fissarmi con sguardo seducente. Troppo
facile
capire cosa vuole.
Troppo
semplice capire che lui è il capo e ottiene ciò
che vuole.
Sento i
passi leggeri di Alex e Syria raggiungere la porta e superare la soglia
con
grande velocità. Beati loro.
Liberi
di
andare a riposare mentre io devo subirmi ancora Lucifero.
Alti
compiti di sicuro.
Altra
caccia.
Da sola.
<
Perché non ti unisci a noi? Sai, in tre è
più divertente > Sorride beffardo
inclinando leggermente gli angoli della bocca seducente e rossa come il
sangue
in un sorriso sghembo. La testa di conseguenza si piega leggermente
verso
destra e non smette di fissarmi. Passare le sue dita calde sulle mie
guance.
Potrebbe
uccidermi in qualunque momento. Con qualsiasi cosa. Come avrebbe voluto.
A suo
piacimento.
Io sono
solo un burattino. Un soldatino ai comandi del capo che gioca con le
sue
marionette.
Pronto a
gettare il suo giocattolo appena il filo si spezza.
<
No grazie,
muoviti a dirmi cosa vuoi > Rispondo acida scoprendo leggermente
i canini
affilati. Lui capisce al volo che non ho voglia di giocare. Ne di
scherzare.
Non ho
tempo per i giochetti stupidi di un bambino capriccioso. Sposta con
velocità la
sua mano calda dalla mia guancia e si siede al bordo del letto mentre
mi fissa
ancora.
Come una
preda. Pronto a saltarmi addosso appena abbasso la guardia.
Come un
cacciatore esperto.
<
Nonono
così non si fa… hai proprio un bel caratterino
> Come mille lame taglienti
le sue parole mi trafiggono il corpo facendomi sussultare.
Ecco uno
dei tanti motivi per cui ora mi trovo qui.
Un
carattere non mio. Un carattere che mi ha rovinato. Che mi ha fatto
rimanere
sola.
Che mi
ha
costretto a fare cose azzardate per il peso che dovevo sopportare.
Da sola
è
impossibile farcela. Nemmeno con tutta la volontà del mondo.
La
speranza prima o poi ti abbandona.
Inevitabilmente.
<
E’ la
tua presenza che mi irrita > A denti stretti rispondo a tono
distogliendo lo
sguardo troppo velocemente.
Se ne
accorge di aver centrato il punto. Di aver toccato il tasto dolente.
La mia
debolezza.
La mia
vita precedente. Quando il mio cuore si degnava ancora di battere e il
sangue
di pulsare nelle mie vene.
Sangue
caldo. Sangue dolce. Non sangue freddo e privo di sapore.
Quello
che
ora mi circola nelle vene è sangue di una sporca assassina.
Niente di eccitante
per un lurido vampiro.
Confronto
al sangue di una dolce donzella umana il nostro sangue è
spazzatura.
<
Ho un
compito per te; sai da un po’ di tempo un certo vampiro
continua a darmi sui
nervi. Ora che ho trovato dove si trova voglio che lo elimini >
Sospira come
se fosse stanco di qualcosa. L’unico che è davvero
riposato, che non fa niente
tutto il giorno si permette anche di essere stanco.
Maledetta
vita. Sarò ripetitiva ma non è altro che la
semplice verità.
La
sporca
verità.
Un’altro
compito da eseguire da sola. Rischiando la mia pelle per uccidere un
vampiro
che a me non ha mai dato fastidio.
Un
povero
vampiro innocente.
<
Hai
tanti demoni a disposizione, perché io? > Domando
confusa a quell’ordine di
caccia.
I
vampiri
hanno una puzza orrenda. Sono esseri innaturali persino peggio di noi.
Esseri
invisibile ad occhi umani. Più strani di quanto si possa
immaginare.
Flessuosi
e innaturali.
Ho
sempre
odiato combattere contro di loro. Troppo veloci. Troppo invisibili.
Troppo
forti.
Ottimi
combattenti e capaci di ucciderti con un solo morso al collo.
<
Non
ti ricordi il nostro piccolo patto? > Domanda in un sorriso fin
troppo
ironico per i miei gusti. Odio essere presa in giro.
Come se
non fosse plateale il nostro patto di anime.
Io
combatto per lui.
Lui mi
rispedisce a calci nel sedere sulla terra, come un anima libera dai
suoi
peccati.
Come se
non fosse mai successo nulla di grave.
Come se
non fossi mai morta.
<
C’è
l’ho marchiato a fuoco sulla pelle > Rispondo in un
sibilo stridulo molto
simile a quello di
una vipera in fase di
difesa.
Come
dimenticarsi di essere arrivata ad uccidere per tornare in vita dopo un
mio
errore? Impossibile. Nemmeno se lo volessi potrei dimenticare.
Lo fisso
negli occhi, incapace di muovermi. Incapace di reagire ad un simile
affronto.
Lui
sorride divertito. Io tesa come una corda di violino.
Niente
di
peggio.
<
Brava
piccola, ora vai, al più presto riceverai istruzioni
> Compare di fronte a
me, come un fulmine. Non sono riuscita nemmeno a guardarlo da quanto si
muove
velocemente.
Appoggia
le sue labbra calde e dolci alle mie amare e piene di odio. Un bacio
fugace. Un
bacio che strappa solo rancore e rabbia.
Sorride.
Io piango interiormente.
Mi
domando
solo il perchè di una vita simile.
Perchè
proprio a me.
Esco
dalla
camera a grandi passi. Veloci. Arrabbiati. Isterici.
Picchio
per
terra i tacchi per sottolineare il mio stato d’umore e
avvisare chi mi sta
intorno.
Entro in
camera mia sbattendo la porta con odio verso tutti. Verso tutto.
Ansimante
mi guardo intorno squadrando la stanza, come se non l’avessi
mai vista prima
d’ora.
Mi
avvicino al mio unico amore.
La mia
unica passione.
Pianoforte.
Mi
siedo di
fronte ad esso. Delicato. Antico. Le mie lunghe dita iniziano a
sfiorare i
tasti bianchi come la neve producendo un suono dolce.
Il suo
suono leggero che esprime tutte le mie più intime emozioni.
Mi fa crescere. Mi
fa pensare.
Mi
aiuta
a non pensare a cosa non devo.
Libera
la
mia anima imprigionata nel corpo, così che possa volare
libera. Finalmente.
I miei
piccoli segreti vengono espressi in un semplice tocco di dita.
Accarezzano
velocemente i tasti senza pensarci mi trascina in un vortice di
emozioni.
Divento
musica.
Diventa
un mondo fatto di dolce melodia. Diverso da quello che sono abituata ad
ascoltare.
Al solo
udire quelle leggere ma forti note mi si riempie l’anima e il
cuore.
Il
tempo
passa lentamente mentre il mio mondo si riempie sempre di
più di note. Un mondo
dove nessuno può entrare. Aggredirmi.
Il
dolce
suono si diffonde nella stanza vuota per poi sparire come è
comparso.
Lasciando
un vuoto che si colma di pensieri non detti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Rainbow In The Dark ***
Felice
anno nuovo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii....
Ormai
non sembrano più nemmeno auguri ma solo diplomazia e
ipocrisia, ma poco importa
XD Se lo dicono tutti perchè non dirlo anche io U_U Per una volta seguiamo il gregge
U_U Passando ad
altro, sono felice che la mia storia vi piaccia... Oltre a 100
letture... Però
nessuno che lascia un cavolorcio di commento... Sigh... Bravi bravi mi
rovinate
il Natale facendomi deprimere... Anche se è già
passato XDXD
Non
capisco perchè bibba88 abbia messo la
mia ff nei preferiti ma non lascia
commenti... Mi farebbe piacere sapere solo il perchè o
almeno di cosa ne pensi
dato che ti piace tanto da metterla nei preferiti... Bah, sarei
felice che me
lo facessi sapere, ci conto.
Grazie
in particolare a Nika_night , bibba88 , Siana e Heather91
per aver messo
la mia storia nei preferiti.
A
parte questo vi lascio alla lettura del
capitolo e invito quelli che leggono a recensire dato che le letture
sono così
tante O_O Non costa nulla farmi felice sigh ç_ç
Alla prossima, ciau.
Padme86:
Taoooooo! Grazie per i
bellissimissimi complimenti *______* Non mi aspettavo tanto successo
ç_ç Spero
che anche gli altri capitoli ti piacciano, anche se ormai ti leggi le
anteprime
=P Ah a proposito, felice anno nuovo ç_ç Ti
lascio alla lettura del capitolo,
spero sia di tuo gradimento, fammi sapere... Ciau baci baci XD
medea90:
Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee grazie millissime dei complimenti
*____*
Sono strafelice che la mia storia ti piace *_____* Spero continuerai a
seguirmi, almeno ci conto sigh ç_ç Eccoti servito
il capitolo, spero ti
piaccia, fammi sapere ci conto, ciau
Siana:
-.- Hai toppato account
-.-" Ecco cosa succede a fregare il login agli altri :P:P A te non
rispondo nemmeno.... Tanto... XDXD No dai povera peste U_U Sono
contento che
recensisci e leggi la mia storia e sbagli pure
a lasciare commenti... Dettagli
XDXD Alla prossima, eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee buon anno nuovo anche
se ti ho
già fatto gli auguri solo tipo 50 volte. Tao
Nika_night:
Ciauuuuuuu!! Grazie
dei complimenti bellissimi, sono strafelice che la mia storia venga
seguita =D
L'idea della storia non so nemmeno come mi sia venuta sinceramente XD
Ma grazie
per apprezzarla.... Ad essere sincero non so nemmeno come si
svilupperà la
storia U_U Vado alla cieca e a ispirazione del momento XD Eccoti il
capitolo
servito su un piatto d'argento, baci alla prossima.
Heather91: Salve anche a
te e buon anno
nuovo XD Ma non fatemi le recensioni così corte che poi non
so cosa rispondervi
XDXD Dai scherzo l'importante è esserci U_U Grazie per
seguire la mia storia,
spero continuerai a seguirla. Eccoti il prossimo capitolo anche se
leggermente
in ritardo... Opsssssssssssss. Alla prossima spero, ciau.
Nena Hyuga: Buon anno nuovo anche
a te =D Grazie per seguire la mia storia, non pensavo piacesse... Manco
volevo
pubblicarla XDXD Mi ci hanno obbligato =( A parte questo, grazie
milleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee per i bellissimi complimenti, spero
continuerai a
seguirmi, ci conto perlomeno ^_- Eccoti seguito il prossimo capitolo,
spero ti
piaccia, fammi sapere, ciau, alla prossima.
Rainbow In The Dark
L'ora
non
è tarda, ma di vita umana non c'è ombra. Solo la
luna da un significato alla
serata.
I
lampioni
rinchiusi nel loro splendore illuminano con luce soffusa e spenta le
strade
strette e circondate da case antiche.
L'unica
luce che si nota e risalta agli occhi è la pizzeria del
piccolo paesino.
L'unica. Dove amici e parenti si riuniscono per cenare insieme, in
compagnia.
In allegria.
Una
delle
tante cose che mi manca. Mi manca non poter più provare ad
essere felice.
Ottimista.
Di non
poter più sorridere. Di non permettermelo.
La luce
dolce e delicata della luna sfiora i miei capelli. La guardo. Alzo gli
occhi al
cielo e mi perdo ad osservarla.
Se
potessi piangere i giorni in cui la guardavo con gli occhi di una
bambina
sognatrice lo farei.
Sbuffo
sonoramente e mi rimetto a camminare a passo deciso verso i vicoli
più stretti.
L’odore
dei vampiri si fa sempre più sentire. Di male in peggio. Il
vampiro che sto
cercando non è nei paraggi.
Ci
mancava solo questa. Un vampiro che ama giocare a nascondino e per di
più, ci
sa anche fare in questi giochi. Almeno lasciasse qualche sua traccia
tanto per
poterlo uccidere così finirei il mio compito il prima
possibile.
Schiena
dritta, forse fin troppo superiore ai comuni mortali, normali. Passi
veloci e
leggiadri, troppo aggraziata per essere un umano come gli altri. Troppo
facile
riconoscermi nel mondo di quegli imbranati che sono semplicemente
creature che
si limitano a vivere. Testa alta, fin troppo sicura di me stessa.
I
miei tacchi sfiorano con delicatezza e prepotenza il terreno ruvido e
duro
sotto i miei piedi. Le braccia immobili che ricadono alla mia vita. Se
qualunque umano mi vedesse così di sicuro finirei per essere
chiusa in qualche
gabbia per esperimenti.
<
Bellezza, che ci fai qui tutta sola? > Interrompe i miei
pensieri la voce di
un ragazzo. Fredda. Profonda. Calma. Beffarda.
Salta
con un passo felino dal tetto di una casa e atterra in punta dei piedi
con
grand disinvoltura.
Il
suono dell’atterraggio è silenzioso. Sordo. Un
sorriso sghembo si apre sul suo
viso incorniciato dalla luce della luna.
Bianco
come la porcellana e i due grandi occhi color dell’oro
brillano. La cosa che
attira di più la mia attenzione, sono i denti affilati che
sporgono dalle
labbra rosee. Come un pugno nello stomaco mi fa mancare il fiato.
Vampiro.
<
Nulla... prendo aria > Rispondo acida, quasi avendo paura di
aver incontrato
un vampiro. Ottimi combattenti. Veloci. Forti. Succhiatori di sangue.
Niente di
peggio che un vampiro.
Si
avvicina a me con passo flessuoso e leggero. Per essere bello
è... magnifico.
Viso delicato e lineamenti morbidi.
Non
so se è l’argento della luna che lo rende
perfetto, ma rimango a fissarlo a
bocca aperta.
Ma
cosa mi prende? Non dovrei uccidere un vampiro?
Creature
perfette, dal fascino sinistro. Morti tornati in vita per tormentare e
uccidere
i vivi.
Immortali.
Umani di giorno, ma nella caccia e per difesa svelano la loro vera
natura.
Esseri
non morti.
<
Una carina come te non dovrebbe andare in giro da sola... Sai, hai un
buon
odore > Annusa l’aria con prepotenza e sente il mio
profumo. Allarga le
narici e si volta verso di me di scatto con occhi pieni di divertimento.
Un vampiro che dice ad un
demone di avere un
buon odore, non l’ho mai sentita questa.
Sicuramente
è uno dei tanti vampiri che uccide solo per il gusto di
farlo e non per sete di
sangue.
Ha
trovato pane per i suoi denti, di sicuro non mi faccio uccidere da uno
di loro.
Non è il primo vampiro che incontro e uccido.
Prove
inconfutabili sono le cicatrici sulla mia pelle candida.
Un
trofeo per chi le ha lasciate, perchè poi sono
inevitabilmente morti di fine
atroce.
Sono
immortale solo per gli esseri diversi da me. Solo se un demone mi
attacca posso
morire.
Il
suo veleno sarebbe letale sul mio corpo.
Paura
di un vampiro che fa i complimenti ad un demone non ne ho.
<
Il tuo mi disgusta > Ringhio cupa mostrando i denti emettendo un
suono
feroce e mettendomi in posizione di difesa, ritraendo il mio corpo al
vampiro.
Balza
in avanti in un movimento sinuoso e mi prende per i polsi con fare
molto
possessivo. Riesco a liberarmi solo dopo che ha abbassato la guardia
avvicinando pericolosamente i miei denti al suo collo.
Una
risata invisibile gli scoppia nel petto.
E’
divertito dal fatto che non riesco a difendermi come devo.
Bene, gli servo
subito ciò che cerca.
Inizio
a colpirlo da ogni direzione il più possibile. Lui veloce
come un ghepardo
evita grand parte dei miei fendenti.
Con
movimento felino mi avvento su di lui con ferocia e poca grazia. Segno
che i
giochi sono terminati in quel preciso istante.
Mi
acquatto nella postura che probabilmente la mia vittima riconosce
perfettamente, mostrando tutti i denti bianchi e affilati come tante
piccole
lame.
Mi
avvento su di lui dandogli un morso alla gola e inizio a succhiare il
suo
sporco sangue. Sporco d’altre vittime di cui lui si
è nutrito.
Finalmente
sangue freddo e dolce. Forse un po’ amaro per essere sangue,
ma sapendo che è
di un vampiro non mi lamento.
Troppo
presa dal sangue che da troppo tempo bramo non sento nulla di quello
che sta
succedendo intorno a me.
Solo
dei ringhi feroci spezzano l’aria facendomi voltare con
troppa velocità.
Demoni.
Maledizione!
Hanno sentito l’odore del sangue e sono corsi a nutrirsi.
Mi
alzo di colpo come se avessi appena preso la scossa e mi volto verso di
loro,
ringhiando e mostrando i denti per la seconda volta in pochi minuti.
Troppi per
i miei gusti.
Estraggo
le mie due pistole con velocità inaudita. Elettrizzata.
Impaurita.
Inizio
a mirare le teste dei demoni che avanzano sempre di più
verso di me e lascio
cadere le cartucce usate delle mie pistole.
Colpo
dopo colpo.
I
demoni sembrano dimezzati, ma come ogni mia fortuna ne sbucano altri.
Un’infinità di pallottole mi passano di fianco al
viso e alla spalla,
sfiorandomi il viso e lasciandomi cadere una goccia di sangue caldo
sulla
guancia. Il piombo mi ha sfiorato la pelle.
Immobile.
Incredula. Sto combattendo contro i miei simili. Contro quelli che
dovrebbero
essere la mia famiglia.
Sorpresa
che i miei ultimi caricatori mi hanno abbandonata. Ora è
davvero finita.
Mi
volto in direzione del bosco lasciando cadere le due pistole e inizio a
correre
come una forsennata.
Corro
più veloce di un ghepardo a caccia. Ma questa volta sto
scappando. Sto fuggendo
dalla mia morte imminente.
Compaiono
di fronte a me, prima che riesco a creare un portale mi saltano addosso
in tre
iniziando a mordere il mio corpo come animali a caccia. A lacerare la
mia pelle
morbida e dolce. A nutrirsi del mio sangue.
Consapevole
di stare per morire. Sento le forze abbandonarmi. Il petto bruciare
come se
stesse per esplodere.
Un
altro ringhio pieno di furia e rabbia, profondo fa fermare i morsi di
quelle
creature che mi stanno letteralmente mangiando viva.
Una
figura leggiadra, disinvolta si porta al centro dei demoni, sfrecciando
come un
fulmine e mostrando i denti bianchi al chiaro della luna.
Con
gli occhi socchiusi lo riesco a guardare. Il volto coperto dalle ombre
prodotte
dal cappuccio.
Fisico
asciutto e slanciato. La corporatura ben evidenziata ma non
esagerata. Questo è tutto quello che i miei occhi riescono a
captare in un
momento simile.
Lo
vedo scagliarsi contro una decina di demoni da solo con
l’intento di
allontanarli quanto basta per prendermi in braccio e sfrecciare veloce
tra gli
alberi. Nemmeno sente il mio peso. Apro gli occhi lentamente ma le
palpebre
sembrano pesare il triplo.
Si
chiudono da sole facendomi cadere in stato di trance.
Solo
buio.
Avrei
preferito poter dormire in un momento così. Invece no.
Il
suono leggero del vento che fischia. I passi delicati di diverse figure
rompono
la quiete. Tutto buio intorno a me.
Solo
i suoni riesco ad udire.
Timorosa
di aprire gli occhi mi concentro su di essi.
Parole
sussurrate in un altra stanza distante da dove mi trovo in questo
momento.
Gocce
di un rubinetto che perde in un lavandino di ferro.
Nessun
battito di cuori. Nessun sangue pulsare nelle vene.
Ma
sono sicura che ci sono persone ovunque mi trovo. Le sento parlare
veloci.
Sibilare. Acute come tanti campanellini.
Mi
decido ad aprire gli occhi. La luce sopra di me è troppo
forte e inizio a
sbattere le palpebre troppo forte, tanto che gli occhi mi si fanno
rossi e
iniziano a bruciare.
Alzo
il busto leggermente iniziando a squadrare la stanza. Fitte ovunque per
il
corpo mi fanno provare acuti dolori e mi accorgo di non avere
più il mio
bustino in pelle ne i miei pantaloni attillati ma solo una lunga
camicia da
notte, fin troppo femminile per i miei gusti.
Lilla
e lunga fino alle ginocchia. Un ringhio cupo mi scoppia nel petto per
quell’assurdità.
Scorro
con lo sguardo lungo la stanza esaminando ogni granello di polvere,
quando mi
trovo un vampiro di fronte a me in pochi secondi. Nemmeno il tempo di
accorgermene.
<
Ben svegliata > Sussurra tanto che fatico a sentirlo. Dallo
spavento balzo
all’indietro accovacciandomi al muro in posizione di difesa
mostrando i denti
in un ringhio.
Ancora
quelle fitte mi fanno sentire uno straccio. Poso lo sguardo sulle mie
braccia,
una volta bianche come la porcellana, ora ricoperte di lividi, tagli e
graffi.
Maledetti
demoni.
Lucifero
mi sentirà per questa grande idea di mandare demoni neonati
in caccia sulla
terra.
Osservo
il vampiro di fronte a me che è arretrato di qualche passo
tenendo le mani in
avanti e alzandole leggermente.
Segno
di difesa ma niente d’aggressivo.
Capisco
che è innocuo ma, l’odore non riesco a sopportarlo.
Inclino
la testa di lato sibilando profondamente. Non gli scrollo gli occhi di
dosso.
Buono
o non buono, vampiro rimane.
<
Vampiro > Dico a denti stretti fissandolo ancora.
Capelli
scompigliati e ribelli color argento che ricadono spioventi sugli occhi color ametista.
Sguardo pensieroso e
perso nel vuoto ma sul viso gli si mostra lo stesso un grand sorriso
scoprendo
i suoi canini troppo lunghi e affilati per i miei gusti.
Morto
di fame, silenzioso e menefreghista. Ecco cosa gli si legge in faccia.
I
suoi lineamenti ben definiti mentre mi squadra dolcemente.
Mi
metto in posizione eretta ma non smetto di mostrare i denti in segno di
difesa.
La guardia non l’abbasso mai.
Scema
sì, ma non così tanto, spiacente.
<
Buona buona buona... ti ho salvato la vita, demone > Risponde
mostrando i
denti perfetti in segno di difesa quando mi vede avvicinarsi
innocentemente.
Non
ho intenzione di saltare addosso a nessuno, sopratutto
perchè sono loro a
giocare in casa. Per questa volta.
Mi
avvicino cautamente, scrutando ancora la stanza in cui mi ritrovo.
Fredda.
Piena di vita. Ma che emana allo stesso tempo calore e sicurezza.
I
mobili antichi. Puliti
e intagliati nel
legno con raffinatezza. Delicati colmano il vuoto della stanza in
ordine.
Poso
lo sguardo sul vampiro che mi ha salvato la vita e lo vedo rilassato,
senza
timore di me.
Ci
guardiamo negli occhi per qualche istante.
Un’eternità.
<
Non ti ho chiesto aiuto, dove mi trovo? > Domando distogliendo
lo sguardo da
quelle iridi color ametista.
Mi
sono persa a fissare un vampiro. Che cosa assurda.
Sento
i suoi passi leggeri come foglie, muoversi lungo la stanza
allontanandosi da
me.
Mi
giro di scatto. Paura di rimanere da sola? Paura che se ne possa andare?
Sfortuna
– fortuna – è ancora nella stanza che
cerca qualcosa in un cassetto.
Con
una lentezza studiata e delicata traffica nel disordine –
ordine – del cassetto
estraendo una garza arrotolata su se stessa.
<
Nel mio castello... non potevo lasciarti li... > Risponde alla
mia domanda
cauto porgendomi la garza ben curata.
Gliela
strappo direttamente dalle mani senza un minimo di delicatezza ne tanto
meno di
riconoscenza.
Mi
guarda sorridendo, anche se negli occhi gli si legge che non mi da
piena
fiducia. Come biasimarlo.
Sono
un demone e nessuno mi vorrebbe al suo fianco.
Anch’io
avrei paura di me stessa. Dei miei poteri. Del mio non controllo.
Non
sono più la ragazza di una volta. Ho perso tutto.
Ho
perso niente.
<
Grazie ma spiacente, devo ucciderti > Rispondo guardandomi
intorno senza rendermene conto e mi accorgo solo dopo pochi minuti che
il
vampiro mi sta ancora fissando.
Io
non ho paura di vampiri. Io non ho paura di nessuno. Non ho
avuto paura della morte da viva, non permetto che in questo momento la
paura
prenda il sopravvento su di me.
Abbasso
gli occhi e mille pensieri mi affollano la testa. Mille
voci mi chiamano. Gridano il mio nome.
Mille
vittime sul mio curriculum che non danno tregua. Strazianti.
Non
mi rendo conto nemmeno conto di chi sono. Cosa faccio.
E
sopratutto dove sono.
<
Hai un debito verso di me > Sembra
accorgersi di ciò che penso e si avvicina lentamente e
aggraziato a me, come un
fantasma leggero e invisibile agli occhi umani. Una lentezza assoluta.
Innaturale.
Posa
due dita sotto il mio mento e lo alza
delicatamente. Io... odio i vampiri. Io odio tutti. Io odio me stessa.
Nessuno
mi deve toccare. Nessuno mi deve
guardare.
Io
non voglio nessuno. Io non desidero nessuno.
Io...
ho bisogno di qualcuno.
<
Voglio andarmene > Lo spingo con due braccia sul petto.
Un’azione
decisa e piena di energia.
Sobbalza
all’indietro atterrando sulle punte dei piedi guardandomi
accattivante. Il mio fiato si fa corto e la mia pressione è
salita.
Le
mie guance si fanno rosse e lui se n’accorge.
Si
sistema la camicia che per il salto si è stropicciata.
Sfacciatamente mi guarda facendo sparire l’espressione
divertita.
Il
mio fiato riempie la stanza di sospiri irregolari ed entrambi
rimaniamo in silenzio a guardarci.
Ripenso
a ciò che ho detto. Voglio andarmene. Voglio restare.
Voglio
qualcuno che mi protegge.
Voglio
uccidere.
Voglio
affetto. Voglio sangue.
<
Quando sarai in grado di camminare.. ora
andiamo, mio padre ci aspetta > Risponde distaccato voltandosi
verso la
porta. Girandosi di spalle. Dopo quello che ha fatto per me dovrei
essergli
grata.
E
invece so dire solo che me ne voglio andare.
Non lo so nemmeno io cosa voglio.
Tutta
la faccenda dei demoni contro di me mi ha
fatto perdere la consapevolezza di chi sono. Ho trovato qualcuno che mi
difende. Che mi ha difeso.
Qualcuno
che io dovrei uccidere.
Un
passo dopo l’altro lo seguo velocemente per i
lunghi corridoi in pietra. Umidi. Troppo per la mia pelle surriscaldata
dal
fuoco dell’inferno.
A
destra delle porte di legno, una dopo l’altra
si parano alla mia vita. A sinistra delle ampie finestre ornate in oro
e tende
viola danno la vista sul bosco.
Non
riconosco la zona e ne sono preoccupata.
Chissà
Lucifero cosa penserà. Se si preoccuperà
di sapere se sono ancora viva.
Non
gliene fregherà niente. Povere vittime come
me gli capitano tutti i giorni.
Giovani
soldati inesperti, futuri sterminatori
d’esseri immortali. Succhiatori di vite innocenti a loro modo.
Il
vampiro si blocca di colpo ad un ultima
porta, protetta da altri giovani vampiri incappucciati. Parla a loro
silenziosamente, ma sento tutto. Faccio finta di non ascoltare ma seguo
parola
per parola.
Ci
fanno passare e l’argenteo apre la porta di
legno massiccio con grand gentilezza.
<
Padre... le ho portato la nostra ospite > La voce sottile del
giovane vampiro riempie la stanza vuota.
Apre
il portone leggermente spingendo sul legno pesante facendo un
passo verso il centro della stanza.
Uno
spostamento d’aria mi riporta alla realtà. Di
fronte a me si
materializza un altro vampiro.
Più
potente.
Magro
ed esile, dai capelli anch’esso color argento fino alle
spalle dritti come spaghetti.
Chiaro
di pelle e magro come un chiodo.
Mi
scruta con le grandi iridi rosse. Curioso. Spaventato.
Fa
un leggero passo indietro senza mostrare alcun segno
d’emozione
sul volto.
<
Mhh... un demone, conosci le leggi Kai > Con voce
vellutata il vampiro più adulto ma allo stesso giovane fa
intendere che la mia
permanenza in questo castello è finita.
Le
loro leggi. Le nostre leggi. Niente pietà. Niente fiducia.
Niente amicizia.
Solo
orgoglio. Odio. Guerra e tanto sangue.
Ecco
le nostre leggi. La legge del più forte.
Prima
ci credevo ma ora... ora non so più cosa pensare. Un vampiro
mi ha salvato la vita da demoni.
Loro
non hanno un cuore.
Il
mio è rotto da molto tempo... congelato e represso tutti i
sentimenti.
<
Lo so padre, ma... era in difficoltà > Io non sono
mai in
difficoltà. O meglio... non lo ammetterò mai.
Mi
ha salvato la vita e lo accetto, ma non posso permettergli di
raccontare a tutti che sono una debole.
Che
lui ha combattuto con demoni a mani nude e senza l’aiuto di
nessuno, mentre io, povera cretina mi stavo facendo mangiare viva dai
miei
stessi compagni.
Mai
fidarsi di stupidi demoni alle prime armi.
Per
loro esiste solo e solamente il sangue. Non vedono altro.
<
I demoni uccidono la nostra gente, dobbiamo scappare da loro
o ucciderli nello stesso modo > Conferma l’adulto con
voce autoritaria.
Scorro
lo sguardo attraverso tutta la stanza e mi perdo ad
osservare ogni angolo. Enorme con vetrate ovunque. E mi domando se i
vampiri
non dovessero vivere al buio.
Probabilmente
no.
Mi
soffermo senza accorgermene su ogni intagliamento dei mobili.
Su ogni fessura e mi perdo dal dialogo dei due vampiri.
Una
sensazione di meraviglia non l’ho mai provata. Ne sono
affascinata. Terrorizzata.
Mi
volto verso i due che discutono ancora di me. Dovrebbe
importarmene.
E
allora perchè sono così sicura che Kai
saprà difendermi? Lui è
un vampiro.
Io...
un demone.
<
Non sono di questa opinione padre >
Controbatte la voce di Kai come un dolce ringhio. Niente
d’aggressivo.
Provocante.
Forse
le loro leggi non sono poi così diverse
dalle nostre. Lui è il capo e niente e nessuno ci
può discutere.
Nessuno
può andargli contro. Nemmeno uno dei
suoi figli. E allora perchè lo chiama padre? Rispetto? Paura?
Li
osservo distaccata. Persone più belle e
affascinanti non ne ho mai viste. Nemmeno la statua più
bella riesce a tenere
il confronto.
Rimango
ammaliata dalle loro sinuose labbra fini
e rosee che si muovono invisibili ma dolci.
<
Se permettete ci sono anche io... parlate
con me > Mi intrometto nel discorso dei due facendoli voltare
verso di me e
i loro occhi si fermano sulla mia figura.
Non
abbasso lo sguardo, forse troppo orgogliosa,
o troppo terrorizzata all’idea di abbassare la guardia.
Loro
rimangono vampiri, io un loro nemico. Non
posso permettermi di fidarmi di qualcuno, se non di me stessa.
Loro
non meritano la mia fiducia, loro non
meritano niente. Come io non ho avuto niente. Questo è tutto
quello che riesco
a provare.
Odio.
Niente
di più, niente di meno.
<
Il tuo nome? > Mi domanda il loro capo stando sempre a
distanza da me. Anche lui ha paura, come io di loro. Non sono armata,
non ho
niente che può ucciderlo.
Non
ho forze per combattere e qualcuno si è curato di me,
cucendomi le ferite una ad una con ago e filo. Le ferite degli esseri
immortali
sono gli unici che mi possono scalfire. Non rimarginarsi.
Questo
Lucifero lo sa. E allora perchè diavolo ha permesso che
degli stupidi imbecilli mi attaccassero?
Non
ci si può fidare di nessuno. Nemmeno di chi ti comanda.
<
Arlyne... succhia sangue > Rispondo acidamente tenendo le
spalle dritte con fare di superiorità. L’orgoglio
non lo perdo mai.
L’avevo
in vita. L’ho anche da non morta.
Non
vedo l’ora di andarmene da questo posto. Inizia a
spaventarmi.
A mettermi in soggezione.
I
loro sguardi mi scrutano e il vampiro più grande fa capire
che
io devo sparire. E non nel senso di andarmene.
Se
devo morire voglio solo che Lucifero faccia vendetta su questi
esseri bastardi.
<
Modera i termini, uccidetela > Alla
parola “uccidetela” succedono cose che nemmeno
riesco a vedere.
Sento
i passi di diversi uomini scendere con
maestria e leggerezza da sopra le finestre dove si trovavano le fessure
che
scrutavo poco prima. I loro respiri non ero riuscita a sentirli.
Le
loro presenze invisibili.
Dannati
vampiri.
Li
sento veloci come fulmini che mi arrivano
addosso, ma non riesco a capire altro che i miei capelli che si
spostano
seguendo il movimento d’aria coprendomi il volto.
Io
immobile con le braccia lungo la vita, gli
occhi sbarrati in quello che non riesco a vedere.
Mi
sento sbalzare indietro e la vista non è più
su quelli che sembrano essere piume in movimento, ma sulle spalle
robuste del
vampiro che mi ha salvato la vita.
Di
fronte a me accovacciato in posizione di
difesa. D’attacco.
Ringhia
ripetutamente mostrando i denti e solo
ora capisco che mi sta difendendo. Ancora una volta.
Mi
difende dai suoi simili che arretrano di
qualche passo senza accennare di ritirare i denti bianchi e affilati.
<
Mi assumo io la responsabilità > Non
smette di mostrare i denti minacciosi e un altro ringhio gli scoppia in
petto
come un avviso che da quella posizione non si muove.
Scruto
gli altri vampiri. Affascinanti.
Dannatamente belli. Sensuali. Non riesco a distogliere lo sguardo dalle
loro
figure.
Donne
dai volti bellissimi e contratti, quasi
come dipinte a olio su un quadro antico. Su una tela.
Mi
guardano con gli occhi profondi e pieni di
energia, curiose. Anche loro affascinate dalla mia presenza.
Per
qualche strana ragione faccio diversi passi
indietro, cercando di scappare. Troppi vampiri intorno.
Kai
contro di loro non può niente. E allora
perchè non lo attaccano?
C’è
qualcosa che non riesco a capire.
Forse...
la famiglia.
<
Come vuoi, appena si sarà ristabilita dovrà
andarsene e se la rincontrerai di nuovo non devi esitare ad ucciderla
> Un
altro ringhio cupo mi blocca di colpo per il polso impedendomi di fare
altri
passi indietro. Terrorizzata mostro i denti d’istinto ma la
mano allenta la sua
presa e sento la voce fredda e sensuale di un altro vampiro che mi
calma alle
spalle.
Kai.
Con
un solo spostamento veloce è riuscito a
portarsi alle mie spalle e afferrarmi prima che qualcun altro lo
facesse al
posto suo.
Con
quel tocco gelato mi rassicura in qualche
strano modo.
Mi
sento più protetta di prima con le sue dita
lunghe e fini sul mio braccio pieno di lividi. Un sollievo quel
ghiaccio su
quelle contusioni.
<
Come desideri > Ancora una volta rimango
abbagliata da quella dolce armonia nella sua voce.
Stringe
leggermente la presa su di me e abbassa
lentamente il capo verso suo padre. Non capisco il motivo di quel
gesto, ma
rimango affascinata dai così semplici gesti sinuosi e
innaturali. Tutto di loro
mi estasia.
Ci
dirigiamo a passo lento verso la sua camera,
dove poco prima mi ritrovavo sdraiata mezza morta.
Entriamo
e lui non è più al mio fianco. Mi
accorgo che sono sola e lui è sparito nel nulla. Senza che
me n’accorgessi.
Mi
avvicino velocemente alla finestra enorme e
con delicatezza assoluta, quasi avendo paura di essere scoperta la apro.
Ma
non faccio in tempo a mettere fuori il naso
per andarmene che qualcuno mi
blocca in
tempo.
<
cerchi di evadere? Non sei in condizioni di
stare in piedi, figurati di correre per il bosco > Qualcosa di
freddo
circonda il mio braccio dolorante. Bollente.
La
sua voce fredda e distaccata mi giunge alle
orecchie, come un ringhio. Preoccupato.
Sempre
girata di spalle mi domando perchè si
preoccupa di me... di un demone.
Noi
non dovremmo andare d’accordo. Non dovremmo
socializzare.
Il
nostro destino è sterminare le nostre razze a
vicenda.
Ucciderci
senza pietà. Senza ragione.
<
Ma si puo sapere cosa vuoi da me? Io dovrei
ucciderti > Mi volto verso di lui mostrando i denti leggermente,
senza
nemmeno accorgermene. Istinto. Di sopravvivenza? O di caccia?
Si
allontana leggermente allentando la presa sul
mio braccio.
Ci
guardiamo qualche secondo negli occhi e
nemmeno dopo le mie crudeli parole sembra essere terrorizzato.
Non
un segno d’emozione gli attraversa il viso.
Teso. Mascella contratta.
Respira
appena. Immobile e cauto a qualsiasi
movimento.
Una
statua.
<
Socializzare con la mia coinquilina > All’improvviso
un sorriso gli si apre sul volto distaccato, cambiando completamente la
sua
espressione. Mutandola in felice e spensierata in pochi istanti.
Mi
domando come faccia a sorridere così radioso
di fronte ad un demone, pronta ad ucciderlo appena ne ha
l’occasione.
Perchè
tutta questa fiducia? Perchè tutta questa
confidenza?
A
volta sembra distaccato, che non si voglia
avvicinare troppo, altre che mi prende in giro, con i suoi sorrisi
sghembi
odiosi.
Altre
è fin troppo dolce nei miei confronti...
Perchè fa così?
<
Spiacente di deluderti, ma io devo eliminarti
> Rispondo a tono distogliendo lo sguardo dal suo viso perfetto.
Mi
dirigo verso un divano di pelle color viola
scuro e mi ci butto sopra a peso morto sbuffando sonoramente. Ormai non
sembro
più nemmeno io convinta del fatto che noi due siamo nemici.
Ci
dovremmo odiare. Uccidere a vicenda e far
colare quel sangue caldo tanto bramato da entrambi.
E
allora perchè non accade niente di tutto ciò?
<
Per quello ci sarà tempo... ad esempio,
l’eternità se ti può bastare >
Sorride radioso spostandosi velocemente sul
tavolo di fronte al divano dove mi sono buttata per pensare.
Con
passo aggraziato si siede su di esso e
appoggia i gomiti sulle gambe piegandosi leggermente in avanti e
mettendo il
mento sul palmo, mentre mi scruta silenzioso e sorridente.
Si
distrae per qualche secondo e io n’approfitto
per scomparire alla sua vista nella nube di fumo nero.
<
Uffa... dimmi dov’è un bagno, devo farmi
urgentemente una doccia... voi vampiri vi lavate per caso? Sai...
puzzate >
Compaio alle sue spalle, in ginocchio sullo stesso tavolo dove
è seduto lui.
Annuso
profondamente l’aria e arriccio il naso
con grand disprezzo, ma non accenno ad allontanarmi da quel vampiro.
Fulmineo
si muove creando un veloce spostamento
d’aria. Colto alla sprovvista e pensando lo stessi attaccando
scompare nel
vuoto, lasciandomi sbilanciare in avanti e vedere il legno del tavolo
avvicinarsi
sempre più al mio viso.
Naso
rotto in arrivo.
<
Prima porta a destra > Sento la sua voce
provocante e sensuale alle mie spalle. Lo sento sorridere
maliziosamente. Con
un solo balzo è riuscito a portarsi alle mie spalle e
prendendomi per le
braccia evitandomi di sbattere sul tavolo.
Giro
lentamente il viso verso di lui e sento il
suo respiro ghiacciato sul mio collo bollente.
Un
solo morso e mi avrebbe ucciso. Nel suo
sorriso sghembo mostra appena i denti bianchi e perfetti.
Ma
troppo appuntiti e troppo vicini alla mia
pelle.
<
Che hai da guardare? > Domando scendendo
velocemente dal tavolo con un salto invisibile. Sordo.
Mi
metto di fronte a lui e lo guardo con gli
occhi socchiusi. E’ inginocchiato sul tavolo che mi guarda a
sua volta, i
lunghi capelli scompigliati davanti al volto e non accenna a far
scomparire
quel sorriso malizioso che gli si apre sul volto.
Non
lo capisco proprio. Vampiro, bah che razza
incompresa.
Se
le donne pensano che gli uomini siano esseri
incompresi, provassero a comunicare con un vampiro.
<
Io? Nulla... secondo te cosa potrei
guardare in una bella ragazza che si va a fare la doccia? >
Sorride
eloquente e capisco a cosa illude.
Ha
sbagliato ragazza – demone – con cui giocare.
Mostro
i denti emettendo un ringhio cupo e lui
non accenna a far scomparire quel sorriso trionfante che gli dona
dannatamente.
Si
avvicina al bordo del tavolo trascinandosi
inginocchiato e guardandomi negli occhi.
I
suoi, così profondi ed espressivi. I miei,
vacui e inespressivi. Niente a confronto con lo sguardo ammaliante di
lui.
Io,
solo un demone, serva di Lucifero.
Lui,
una delle tante leggende immortali ed
esseri perfetti.
Vampiro.
<
Tu avvicinati più del dovuto alla porta e
io non esito a riempirti di piombo > Con un solo passo mi
ritrovo al suo
petto con l’indice che preme sulla sua camicia bianca.
Poso
i miei occhi su quelli di lui e lo minaccio
notevolmente, ma come sempre lui non da segni d’intelligenza
nella sua mente.
Di
solito una “persona” dovrebbe essere
impaurita. Lui no.
Non
un segno di paura. Di qualsiasi emozione.
Divinamente
irresistibile quell’espressione che
gli solca le guance pallide. Quasi porcellana.
Ringhio
fortemente, ma lui immobile non si muove.
Mi volto arrabbiata verso la porta di legno e me ne vado altezzosamente
per i
miei pensieri di poco prima.
Incantarsi
a guardare un vampiro. Imbecille! Ma
che diavolo mi prende?
Passo
dopo passo lo sento ridere fragorosamente
e di gusto per la situazione.
Ha
intuito i miei pensieri e n’è divertito. Lo
odio. Lo odio. Lo odio.
Ma
ne sono attratta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Wake up me from my destiny ***
Rieccomi
ad aggiornare questa pietosa storia di cui alla fine ci saranno tanto
di lancio
di verdure addosso al sottoscritto U.U
Ringrazio
tutti quelli che leggono, anche se le letture sono tante si potrebbe
anche
recensire ç_ç
In
ogni caso li ringrazio lo stesso, non so perchè ma lo faccio
XD
In
particolare un ringraziamento va a chi è così
coraggioso di recensire:
Siana: Per
una volta che ne
combini una giusta -.-" E per una volta che sei la prima a recensire ti
risparmio la pena di morte nell'acido bollente U.U Me clemente per
semplici
plebei XD Grazie per avermi aiutato con questo capitolo senza di te mi
sarebbe
venuta una crisi isterica probabilmente =) So che ti piacciono i
ragazzi
sensuali, misteriosi e sexy perchè se no nn parleresti con
me a quest'ora XD E
modesti soprattutto U.U Baci Alla prossima.
Padme86:
Salve!! Ogni volta vi stresso con le mie anteprime
XD Povere donne costrette a subirsi le mie lamentele XD Sigh mi
commuovono i
tuoi complimenti stupendi ç_ç Grazie mille non me
li merito e lo sai ç_ç Arlyne
da come sai non sarà più così tosta ma
inizierà a cedere e avere i suoi momenti
no per via del nostro vampiro XD Ma tu sai già come
sarà il finale non è valido
XD Ci conto ad avere la tua anche su questo capitolo e sopratutto
consigli per
migliorare ç_ç Eccoti il capitolo, ti lascio a
leggere, alla prossima baci baci
tvtb
Nena Hyuga:
Ehilà =) Oddeo grazie
infinte per seguire la mia storia e per avere il coraggio di averla
messa nei
preferiti *_* Non ci posso credere *_* Mhh purtroppo il nostro giovane
e
impavido (scemo >.> ) vampiro si troverà nei
casini per la nostra
protagonista XDXD La ragazza demone non farà più
la preziosa ci puoi
scommettere =) Leggere per scoprire, sopratutto il prossimo capitolo XD
Grazie
tante per i complimenti e perchè non volevo pubblicarla...
uhm... a me
sinceramente non mi piace come scrivo XD Bando alle ciance ti lascio al
capitolo o starei a risponderti per ore XD Un bacio, alla prossima.
medea90:
Salveeeeeeeeeeeeee =)
Sono strafelice che continui a seguirmi *_* Ma dai mi hai riassunto
tutta la
storia in quattro righe =P Scherzo U_U Spero davvero che questo
capitolo ti
piaccia e grazie anche a te per le bellissime recensioni, ti lascio al
seguito,
alla prossima un bacione.
Iria:
Oddio una recensione
da una della autrici più brave di efp O_O Datemi un
pizzicotto perchè sto
sognando O_O Non ci posso credere O_O Ok, mi riprendo -.-" Non fa nulla
se
non recensirai ogni capitolo, me l'ha riferito Pad che hai molto da
fare quindi
don't worry U.U E mi ha pure detto che sei completamente pazza quindi
anche se
ti presentavi in giacca e cravatta dubitavo XD Siamo in due ad amare i
vampiri
e qualsiasi altra cosa che riguarda il mondo sconosciuto ad occhi umani
=) E
comunqueeeeeeeeeee sì, sono un ragazzo U.U Eccoti servito il
capitolo spero che
ti piaccia e ci conto tanto tanto tanto ad una tua recensione *_* Sogno
troppo
neh? XD Grazie mille dei complimenti, mi hanno fatto davvero piacere,
baci e
alla prossima.
bibba88: Non
ci posso credere
sono riuscito a farti recensireeeeeeeeeeeeeeeeee O_O Quale onore
ricevere una
tua recensione ç_ç Grazie mille per aver
commentato non sai quanto mi hai reso
felice XD Scuse più che accettate mi sembra plausibile dato
lo splendido
commento U.U Spero continuerai a seguirmi, ci conto ^_-
Nika_night:
Ehilà! Non fa nulla
per il ritardo, te l'ho detto che ci metto un po' ad aggiornare dato
che la
storia fa pena ç_ç Spero davvero che anche questo
capitolo ti piaccia come
l'altro, e il prossimo prometto che accadrà qualcosa fra i
due U.U Basta non
parlo più *_* Conto ad avere tuoi consigli e dirmi se
è scritto meglio o peggio
questo così so se migliorare ç_ç Mhh
direi che i caratteri dei due protagonisti
sono ancora confusi per ora XD Ci vorrà tempo per conoscerli
per quello che
sono davvero XD Grazie mille dei complimenti =) Alla prossima, baci.
Wake up me from my destiny
Le tenebre
non sono ancora
calate.
Le lancette
sull’orologio
segnano le 19 di sera.
Seduta al centro di un
enorme sala vuota attendo il vampiro dagli occhi come gemme. Persa nei
miei
pensieri più intimi.
Chiusa nel mio silenzio.
Penso alla mia vita e a
quanto non mi piace. Alla stessa vita che solo la mia forza
può riuscire a
cambiarla.
Volto lo sguardo verso
la
piccola finestra, mi appoggio a braccia incrociate sul tavolo e il
mento sul
bianco marmo di esso.
Mi perdo ad osservare
ogni
ricamatura e sfumatura nel cielo. Tutti i colori che solo una semplice
sfera
luminosa riesce a creare.
Ogni piccolo particolare
dove la luce ricade ed illumina gli spazi più nascosti
lasciando nell’ombra
quelli che la stessa luminosità non riesce a raggiungere.
Riporto lo sguardo sulle
piastrelle della sala e inizio a contarle. Odio dover far qualcosa pur
di non
pensare.
...
Centotrentadue...centotrentatre...
centotrentquat...
Che noia ma quanto ci
mette
ad arrivare, non ne posso più di stare ad aspettare.
Sbuffo
sonoramente e inizio
a torturarmi le mani mangiandomi le povere unghie ormai poco femminili,
quando
finalmente il portone alle mie spalle si apre.
<
Ecco a
te > La sua voce dolce e sensuale mi giunge alle orecchie.
Seduta al tavolo
dei vampiri mi sono persa nei miei pensieri più intimi e
lui, mi risveglia come
un angelo dagli incubi in cui ero caduta.
Aspetto
il
pranzo che Kai si è offerto di portarmi. Pranzo di vampiri.
Pranzo
di
morte.
Ho
rifiutato qualsiasi cibo da parte loro. Ma lui, LUI si deve sempre
preoccupare
per me.
E’
straziante non sapere il perchè di tutta questa fiducia nei
miei confronti.
Fiducia
che
io non merito.
Che io
non
voglio avere.
Perchè
non
capisce? Perchè è così dannatamente
testardo?
<
Cos’è?
> Domando poco educatamente osservando il vassoio che tiene fra
le mani.
Color dell’argento e ricamato, colmo di pietanze. Frutta
d’ogni tipo.
Manco
fossi
una persona reale.
Ho
sempre
saputo che i vampiri sono dei signori raffinati ed eleganti, oltre che
maledettamente immortali. Ma non avrei mai pensato fino a questo punto.
Lui,
così
sinuoso e dannatamente irreale. Bello. Sensuale. Mi porge il grand
vassoio che
tiene fra le lunghe dita marmoree.
Ci
guardiamo negli occhi e lui non sembra per nulla intimorito da me.
Perchè?
<
Cibo…
non si vede? > Risponde con ironia abbozzando un sorriso sghembo
e
appoggiando delicatamente il vassoio sul tavolo di legno. Veloce,
Invisibile.
Con un tonfo sordo.
Si
siede di
fronte a me con delicatezza innata.
Se si
aspetta che mi mangio cibo donato da vampiri si sbaglia di grosso.
Spingo
via
il vassoio con due dita verso di lui guardandolo riluttante
all’idea di toccare
cibo del nemico. Perchè è questo ciò
che siamo.
Nemici.
Mi
guarda
confuso. Interrogativo mi domanda con quelle due pozze ametista il
perchè del
mio gesto. Deluso.
Deluso
del
mio rifiuto.
<
Lo
vedo, ma non lo voglio grazie, chissà cosa ci avete messo
> Mi alzo
lentamente dalla sedia spostandola delicatamente dietro di me.
Appoggio
la
schiena contro il muro in sassi e incrocio le braccia al petto, mentre
lui
fissa ancora il vassoio.
Sembra
davvero
deluso dal mio comportamento e... non capisco perchè... mi
sento in colpa.
Dannatamente
in colpa.
Non
vuole
farmi niente di male, solo aiutarmi a guarire e io lo tratto male.
Scema,
cretina... orgogliosa degli inferi del cavolo!
Mi
prenderei a schiaffi da sola potessi.
<
Se
volessi ucciderti l’avrei fatto da tempo, mangia >
Insiste il vampiro
apparendo autoritario senza alzare però il tono della voce,
rimanendo calmo.
Seduto
al
suo posto e non alzando lo sguardo da quel vassoio. Come se la sua
mente fosse
altrove.
Se lui
avesse voluto uccidermi l’avrebbe già
probabilmente fatto.
Non
lui, i
suoi simili meschini.
Gli
aristocratici signori della notte.
Io una
semplice ragazza dall’anima persa e serva di Lucifero per
l’eternità.
Libertà?
Solo un sogno.
<
No non
mi fido > Ringhio voltandomi verso l’orizzonte
guardando attraverso quei
vetri della finestra talmente puliti che appaiono invisibili.
Scruto
ogni
particolare e mi accorgo che il castello è circondato da un
enorme muro con un
cancello principale.
Guardie
su
ogni pilastro e telecamere ovunque.
Cani da
guardia per tutto il perimetro del giardino curato e dannatamente
irreale e
stupendo.
Niente
di
luminoso. Niente fiori o fontane. Solo erba e cespugli.
Ma
tutto
quello che riguarda i vampiri inizia ad affascinarmi. Anche i
più semplici fili
d’erba del loro giardino.
<
Mangia
ti ho detto, o quelle ferite non guariranno > Sussurra
lentamente e sento
uno spostamento d’aria, ma non mi volto. So che è
lui.
So che
non
mi farà mai del male.
Sento
il
suo respiro freddo sul mio collo e percepisco la sua presenza dietro di
me. Non
osa toccarmi. Sfiorarmi.
Il mio
sguardo è fisso sull’orizzonte, sulle montagne
alte e la sfera luminosa alta
sopra di esse.
Mentre
sento il suo sguardo fisso su di me. Sul mio collo.
Percepisco
la sua voglia di succhiare del sangue, ma so che non lo farà.
Per
qualche
dannata ragione ne sono sicura.
<
Sono
già guarite > Sussurro a mia volta e non capisco il
motivo per cui non mi
muovo da quella posizione. Fa un passo leggero in avanti, quasi sordo e
si
avvicina a me.
Sento
le
sue mani gelate sfiorare con la punta delle dita le mie, bollenti al
suo tocco.
Solo un
semplice sfioramento e mi fa salire la rabbia. Nessuno deve toccarmi!
Mi
volto
velocemente e lo spingo via con delicatezza studiata e mi allontano
arricciando
il labbro superiore e mostrando i denti in tutto il loro splendore e
lui
capisce il suo sbaglio.
Faccio
un
passo, ma il fiato viene a mancarmi e mi appoggio con una mano alla
sedia.
Maledette
ferite.
<
Ti
tieni in piedi a malapena > Fa un passo verso di me allungando
una mano per
aiutarmi, ma si ferma prima di raggiungermi.
Timoroso
di
un altro mio improvviso calo d’umore.
Mi
rimetto
a schiena dritta dopo aver ripreso a respirare normalmente.
Ha
dannatamente ragione, non sono per niente guarite le mie ferite. Si
avvicina
cauto e mi appoggia una mano sulla fronte per sentire se gli effetti
dei morsi
hanno portato ad altri virus nel mio corpo.
La sua
mano
gelata mi fa sentire sollevata per il troppo caldo che ho in corpo.
Troppo
abituata alle fiamme dell’inferno.
Scosta
con
delicatezza il mio ciuffo di capelli davanti al volto, sfiorandomi
delicatamente e appoggia il dorso della mano sulla mia fronte.
Lo
guardo
negli occhi e quando lui sorride gli mostro in tutta risposta i denti.
E lui
sorride di più.
<
Aspetta…> Circondo con delicatezza il suo polso fine
con le mie lunghe dita
e lo guardo per qualche istante negli occhi.
Immobili.
Ma che
si
dicono tante di quelle cose che solo un silenzio può
ascoltare.
Mi
guarda
confuso e non capisce perchè sono sull’attenti. Il
mio corpo da rilassato è
passato ad essere completamente teso.
Contratto
e
all’erta d’ogni piccolo rumore.
La
sensazione che qualcosa di brutto sta per accadere mi entra nelle
viscere e mi
surriscalda il corpo e mi accorgo che la presa sul polso del giovane
vampiro è
aumentata.
Preoccupato
dalla mia reazione e dai miei occhi vividi, mutati in qualche secondo
mi fissa
aspettando una risposta.
<
Cosa?
> Si guarda attorno e cerca di seguire il mio sguardo perso.
Non ha
ancora
capito che non è la vista il mio forte. L’udito e
l’olfatto, ecco cosa è
perfetto in me.
Avanzo
di
un passo verso la porta della stanza e lui mi segue come un cagnolino.
Dietro
di
me, aspetta solo la risposta ai suoi dubbi.
Io sono
fin
troppo concentrata per sentirlo. Troppo presa dal fatto che Lucifero o
uno dei
suoi demoni migliori... è qua.
Sotto
il
mio stesso tetto.
Più
potente
di me. Molto più forte. La sua aura è troppo
forte e potente per dei semplici
vampiri.
Il
sangue
mi arriva al cervello con fin troppa velocità e sento il
corpo bruciare di
vampate di paura.
<
Non lo
senti? Odore di morte… > Mi fermo di colpo e annuncio
il presagio che ho
avvertito pochi secondi fa.
Lui
è
dietro di me. Spaventato. Non capisce cosa succede e solo il mio
olfatto è
riuscito a percepire la minaccia ancora distante dal castello.
Non
riesco
a capire quale demone può essere. Chi è. E come
batterlo.
Mi si
chiude lo stomaco all’idea che possa essere Lucifero in
persona venuto a
reclamare il suo giocattolo preferito.
Me.
<
Non
sento niente... che dici? > Mi prende per il polso bruscamente
seriamente
spaventato e mi fa girare verso di lui.
Non ho
nemmeno la forza di ringhiagli contro per quel gesto così
aggressivo verso di
me. Troppo presa dalla minaccia imminente sulle nostre teste.
Mi
porto le
mani alle tempie e l’aura del demone si fa sempre
più forte. Più distruttiva
nei miei confronti.
Come
unghie
su un vetro mi assorda la sua presenza. Urla, mentre vola verso di noi.
Kai mi
guarda confuso e aspetta una mia reazione.
Un mio
segnale d’avvertimento a quello che sta succedendo.
<
Si sta
avvicinando… > Sussurro avvicinandomi a lui per
qualche strana ragione e lui
non capisce il motivo del gesto.
Nemmeno
io.
Le sue
urla
si fanno più forti e i miei poveri timpani ne risentono.
Strazianti quelle
grida di trionfo.
Molto
simile al verso di un’aquila in volo. In cerca di prede.
Mi
butto a
terra in ginocchio e le urla mi danno il tormento. Mi sta semplicemente
distruggendo con semplici urla.
Kai
s’inginocchia
delicatamente su una gamba di fronte a me e sposta leggermente le mani
che
stringono forte le tempie e mi guarda negli occhi.
<
Ora lo
sento anche io, che diavolo è? > Sente anche lui
quelle urla agghiaccianti e
si porta le mani sulle orecchie. Finalmente anche lui soffre le pene
dell’inferno che sto patendo io.
Ci
guardiamo negli occhi, ancora inginocchiati per terra per quella
tortura che
c’è offerta su un piatto d’argento.
Non
riesco
a capire che demone possa essere.
Urla...
vola... Molti demoni ne sono capaci.
Questo
però
ha una potenza incredibile. Niente poteri lo sento.
Solo
molta
potenza.
Un
gargoyle?
No
impossibile loro non urlano.
<
Non lo
so > Gli rispondo abbassando le mani dopo che le urla sono
cessate,
lasciando un silenzio di ghiaccio.
Troppo
silenzio.
Quando
tutto sembra cessato, l’aura del demone persiste e un tonfo
pazzesco ci riporta
alla realtà dei fatti.
Un
lampo di
luce intensa entra dalla parete alle mie spalle dopo che è
stata distrutta da
un onda d’urto provocata dal demone.
I
detriti e
i residui di mattoni si sollevano ed esplodono in mille pezzi facendomi
sbalzare in avanti, fra le braccia del vampiro.
Prontamente
mi afferra tra le sue braccia accoglienti e muscolose facendomi
appoggiare al
suo petto.
Mi
guarda,
ma niente di divertito gli si apre sul volto, la situazione
è troppo difficile
per pensare a cose che non dovremmo.
Mi
rimetto
in piedi insieme con lui e nemmeno il tempo di comprendere che il muro
non c’è
più che un vampiro dagli occhi color pece e i capelli
castani si piomba
all’interno della stanza.
<
Un
demone ci attacca! > Urla all’improvviso il vampiro
dai lineamenti dolci ma
allo stesso tempo contratti per la paura.
Kai lo
fissa per qualche istante e gli fa cenno con la testa. Maledetta
lettura nel
pensiero fra vampiri.
Anche
io
voglio sapere cosa pensa l’altro giovane vampiro. Fratello di
Kai.
Persa
nei
miei pensieri non mi accorgo che Kai insieme all’altro si
voltano verso il buco
creato nella parete, intenti ad andare a difendere il castello e la
loro gente.
Stupidi.
<
Non è
un demone normale… è mandato da Lucifero >
Afferro il polso di Kai con
irruenza e mi aggrappo a lui facendolo voltare.
Mi
guarda
confuso e probabilmente pensa che mi sto preoccupando per lui.
Stronzate.
L’odore
del
demone non è uguale al mio o di qualsiasi altro essere degli
inferi. Questo è
molto più potente di noi tutti messi insieme.
Un
demone
segugio.
Lui
cerca
quello che Lucifero gli ordina di trovare. Pronto a qualsiasi cosa.
Indistruttibile.
Anime
di
creature che al nostro Signore non servono più fanno una
creatura simile.
Potente
il
doppio degli altri.
<
Come
fai a saperlo? > Mi domanda bloccando i piedi nel terreno e
anche l’altro
vampiro si ferma per osservarmi curioso.
Osservo
l’altro vampiro di fianco a Kai e m’accorgo che la
sua presenza m’irrita più di
quella dell’argenteo.
Per
qualche
strana ragione lo vedo come una minaccia e istintivamente gli mostro i
denti in
un ringhio d’avvertimento.
In
tutta
risposta anche lui arriccia il labbro superiore e mi avverte che la
cosa è
ricambiata in tutti gli aspetti.
Kai si
volta verso di lui e gli fa segno con la testa di andarsene e
così il moro fa.
Lasciandoci
soli.
Soli in
questo disastro anche più grande di noi.
<
Il suo
odore… ogni demone ne ha uno particolare, quelli
strettamente legati a Lucifero
hanno un odore simile al suo > Ritiro i denti quando
l’altro vampiro è
scomparso oltre il corridoio a falcate degne di un leone a caccia.
Kai mi
guarda negli occhi preoccupati e un ringhio gli scoppia nel petto
quando
capisce che il pericolo è più grande di quanto si
aspettasse.
Si
volta in
direzione da cui provengono urla agghiaccianti e correndo sulle
piastrelle
fredde a velocità disumana raggiungere il caos totale.
Io
dietro
di lui cerco di seguirlo saltando ogni detrito residuo
dell’esplosione.
Entriamo
con poca delicatezza nell’enorme salone dove un tempo i
vampiri stavano seduti
ai loro posti a sorseggiare pacificamente da piccoli bicchieri in
cristallo del
sangue.
Prima
perfettamente in ordine con le poltrone in pelle nera allineate fra
loro. Ora
tutte buttate alla rinfusa per la stanza piena di sangue ovunque.
Corpi
di
vampiri per terra privi di vita, coperti da una pozza di sangue intorno
e
qualche frattaglia del loro corpo. Distesi a terra e anche
così sembrano
perfettamente belli.
Le urla
nella stanza sono devastanti come le grida di una benshee e i ringhi
dei
vampiri non smettono di echeggiare come quelli di un leone.
Il
sangue
sulle pareti è nulla confronto all’agghiacciante
demone al centro della stanza.
Le sue
unghie lunghe ed affilate come lame piantate nel petto di un giovane
vampiro senza
vita penzolante nelle sue mani. Come una bambola nelle mani di un
bambino.
Le ali
del
demone color carne emettono un rumore stridulo ad ogni battito rompendo
il
silenzio glaciale che si viene a creare.
Le
sfumature
color rosso sangue sulle venature delle ali ossute lo rendono ancora
più
pericoloso per le punte affilate come rasoi.
Gli
altri
vampiri acquattati in posizione di difesa a terra. Denti in mostra e
ringhi
feroci dai loro corpi minuscoli confronto a quello
dell’enorme demone.
Si volta verso di me e forse
ha sentito
l’odore di demone e ci guardiamo negli occhi.
Il suo
volto è ben evidenziato dai lunghi tratti contratti e
minacciosi, ben definiti
e appuntiti i suoi lineamenti da demone cacciatore.
Gli
occhi
verdi smeraldo dalla forma felina mi scrutano con curiosità.
I suoi, ornati da
pesanti occhiaie nere e righe di trucco colato sulle guance scure. I
miei,
pieni di angoscia e quello che ora vorrebbero rigarmi le guance sono
lacrime.
Sposta
i
suoi occhi vividi di sangue e fissa il giovane vampiro di fianco a me.
Per
qualche strana ragione a quello sguardo su Kai, mostro i denti al
demone.
In
tutta
risposta lei porta la testa all’indietro e lancia un grido
assordante che mi fa
rabbrividire e coprire le orecchie con le mani.
<
Cazzo…
non è uno dei soliti demoni di Lucifero… questo
l’ha creato lui > Mi volto
verso Kai e mi accorgo che i suoi occhi sono come i miei.
I suoi
simili uccisi come carneficina da un demone davanti ai suoi occhi.
Niente di
più straziante.
Un
rantolo
improvviso alle spalle di Kai ci fa voltare di scatto e notiamo un
ragazzo –
vampiro – disteso a terra che sputa sangue.
Una
ferita
gli si apre al petto e con grande riluttanza mi avvicino a lui
aiutandolo ad
alzarsi e lo porto all’esterno di quella macabra visione.
Kai
intanto
rimane dentro guardandomi.
Mi fa
cenno
con la testa per ringraziarmi ma non serve dire altro.
<
Dobbiamo
imprigionarlo, presto muovetevi! > Sento per la prima volta Kai
alzare la
voce.
Rimane
lo
stesso sensuale.
Porto
il
vampiro dai capelli neri all’esterno e lo faccio appoggiare a
uno dei letti e
lo aiuto a sdraiarsi.
In
quella
stanza è tutto più angosciante. Nessun rumore.
Niente urla. Niente grida.
Solo
quel
silenzio che dice molto di più di semplici parole.
Lo
aiuto
velocemente a curarsi la ferita che non smette di schizzare sangue a
fiotti.
Completamente
sporca di sangue dopo averlo bendato emetto un ringhio cupo.
Preoccupato.
Corro
con
velocità inaudita verso la sala di prima e mi piombo
all’interno del caos generale.
Kai
cerca
di attaccare il giovane demone con i suoi fratelli, ma non riescono a
far
niente di positivo contro di esso.
A mani
nude
e piena di ferite non riesco molto ma cerco di aiutarli come meglio
posso.
Con
grazia
studiata le salto addosso e cerco di morderle il collo ma non riesco a
fare
niente di tutto ciò. Prima che la toccassi mi sbatte via con
una sola mano
facendomi volare contro una parete.
Le ossa
le
sento in frantumi.
Dio
maledetto demone.
Kai mi
guarda preoccupato e io sono ancora distesa per terra. Schiena bollente
su
pavimento gelato.
I
ringhi
cupi dei vampiri... le urla... il sangue a fiotti...
Sorrido
divertita. Con agilità mi riporto in piedi sorridendo e
allungando le braccia
verso l’alto per sentire se tutte le ossa sono ancora al loro
posto.
Tutto
risulta regolare.
Il
sorriso
si ampia.
Scatto
verso di lei con un balzo degno di una gazzella e mi porto alle sue
spalle, le
sue ali sbattono come quelle di un pipistrello e mi fanno balzare via
con un
semplice spostamento d’aria.
Volo di
nuovo verso la stessa parete di prima ma questa volta appoggio i piedi
sopra ad
esso e mi accovaccio divertita.
Mostro
i
denti. Eccitata.
I
vampiri
mi guardano confusi.
Salto
di
nuovo verso di lei che lancia un urlo che rompe i vetri e le lampadine
nella
sala facendo calare le tenebre.
Gioca a
suo
favore. Il buio non è per niente il mio forte.
Porto
la
situazione a mio favore, cammino come una fata appoggiando i piedi
delicatamente al pavimento e lei non mi sente.
Io si.
Sento
il
suo respiro forte e pesante a qualche centimetro da me. Sento i vampiri
che
l’accerchiano.
Game
over.
Il
demone
viene fatto a brandelli in pochi istanti con un urlo assordante.
Nel
buio
sento i denti affilati che divorano la carne eccitati
dall’odore del sangue.
Si
percepiscono i ringhi che emettono tra loro troppi presi dalla
competizione di
mangiare.
Come
animali che divorano la loro preda.
Non
sento
niente oltre questo rumore assordante di ringhi e urla per le mie
povere
orecchie delicate come petali di rosa.
Un
braccio
muscoloso mi afferran alla vita da dietro con irruenza e con una mano
mi tappa
la bocca impedendomi di gridare.
Inizio
a
dimenarmi come una forsennata ma la presa è troppo forte
anche per me.
Affondo
i
canini nella sua pelle morbida davanti alla mia bocca, ma questo non
emette
nessun rumore.
Nessun
lamento.
Il buio
m’impedisce
di vederlo, solo di sentire che mi trascina dove
c’è luce nel corridoio.
Mi posa
finalmente a terra lasciandomi cadere come un sacco di patate.
Sbatto
con
le ginocchia per terra, ma come una pallina mi rialzo in un millesimo
di
secondo voltandomi verso chi mi ha trascinata fino a li e gli salto
addosso
atterrandolo per terra di schiena e avventando i miei denti al suo
collo.
Maledetto
vampiro.
Mordo
la
pelle gelata e i miei canini in meno di pochi secondi attraversano
quella carne
che sembra surgelata. Il vampiro sotto di me si dimena e con un braccio
mi
scaraventa contro un muro.
Non ho
nemmeno guardato in faccia chi è stato, ma so che non amo
essere toccata.
Da
nessuno.
Ancora
con
le spalle al muro mi sento bloccare di nuovo e mi accorgo che
c’è Kai di fronte
a me.
Il
sangue
che gli cola dai due buchi sul suo collo perfetto e bianco come la
porcellana.
<
Abbiamo
subito molte perdite, e la colpa e tutta di quella ragazza! > Un
ringhio feroce
fa voltare Kai verso la voce maschile che ha spezzato i nostri respiri
irregolari.
Ho
attaccato Kai.
Non ci
posso credere di averlo fatto davvero.
Il capo
dei
vampiri ora è lì di fronte a noi. Furioso con me.
I suoi
occhi sono accecati da odio nei miei confronti. Finalmente Kai lascia
la presa
sui miei polsi dopo essere riuscito a calmarmi.
Sposta
Kai
con un braccio e lo fa arretrare di qualche passo per la sua forza.
Mostro
i
denti minacciosi verso il vampiro più anziano in segno di
difesa.
Kai
potrà
essere buono.
Lui no.
<
Ma
padre come potete dirlo? > La voce di Kai si fa preoccupata,
quando vede
l’altro vampiro avvicinarsi a me.
E’
da solo
e con le mie abilità posso ucciderlo.
Non
sarebbe
facile, ma potrei farcela. Poi però dovrei liberarmi anche
di Kai.
Fatti
suoi
se lui si vuole mettere contro di me, che lo faccia pure, non glielo
impedisco
di morire di morte orrenda come tutti gli altri sulla mia fedina penale.
Allunga
una
mano verso di me che viene prontamente spostata con uno spintone da
parte mia e
un ringhio poco amichevole sibila tra i miei denti stretti.
Mi
acquatto
in posizione di difesa e il vampiro pensa che lo sto attaccando.
Altri
sei
vampiri appaiono dal nulla e ci circondano.
Orgoglioso
delle sue guardie sorride trionfante.
Io
inizio
veramente ad incazzarmi.
Maledizione
non è possibile che devo sempre salvarmi la pelle.
<
L’ha
mandato lei per ucciderci tutti, uccidetela! > Ma non
è possibile che
succede sempre così. Questa parola l’ho
già sentita due volte in due soli
giorni, dalla stessa persona per di più.
Gli
altri
vampiri si acquattano per attaccarmi, in cerchio. Non ho
possibilità di fuga.
Sposto
lo
sguardo su Kai. Terrorizzato.
E’
trattenuto da altri due vampiri, mentre si dimena urlano parole che non
riesco
a capire.
Un
vampiro
spicca un balzo verso di me a denti in mostra, cerca di attaccarmi e io
istintivamente cerco le mie pistole nei pantaloni.
Niente.
Oltre
che
fregata e pronta per la mia morte, anche disarmata.
Una
nube di
fumo nero mi avvolge come ombre. Dalle caviglie si attorciglia
sinuosamente
come serpenti sul mio corpo e io inerte sto ad aspettare quello che mi
succede.
I
vampiri
sono tutti immobili a bocca aperta. Come me.
Mi
avvolge
e si fa molto più fitta la nube nera.
La mia
mente si alleggerisce e mi sento molto più leggera del
solito. Quasi stessi
fluttuando nel nulla.
Nelle
tenebre.
È
tutto
nero e non riesco a vedere nient’altro.
I
vampiri
sono scomparsi. O sono io quella ad essere scomparsa?
<
Dov’è?
È sparita > Sento la voce di Kai nelle tenebre.
Riconosco che è preoccupato.
Preoccupato
per me. Solo e soltanto per un demone scomparso nel nulla.
Mi
sembra
di stare in gabbia. Allungo le braccia per controllare che sono ancora
libera,
ma solo buio mi circonda. Sotto i miei piedi non
c’è nulla. Sto fluttuando nelle
ombre.
Vorrei
gridagli che sono qui. Che sono presente anch’io e che sento
perfettamente
tutto.
Ma
qualcosa
nella gola mi blocca la voce. M’impedisce di parlare.
Di
gridare.
Brucia
e
più mi sforzo di far uscire qualcosa più mi
faccio del male.
Le mie
mani
si portano automaticamente alla gola e la stringono fortemente per il
dolore.
<
Cercatela la voglio morta > Ancora sento la voce di quel
vampiro. Gli vorrei
staccare la testa a morsi e questa non è di certo una
metafora.
Sento
che
ringhia contro Kai e altri ringhi feroci e d’approvamento si
alzano minacciosi.
I
vampiri
ora sono contro di me.
Com’è
sempre stato.
Con
questo
pensiero e l’immagine di Kai che succhia il mio sangue
ferocemente e assetato
di morte, le palpebre si fanno pesanti.
Come
una bambola
di pezza cado a terra lasciandomi andare, accompagnandomi con
delicatezza. Le
gambe mi cedono e il mio cervello si spegne per minuti. Forse ore.
Solo le
ombre mi circondano.
Ombre
del
mio passato.
- Mamma... dì a
papà di smetterla di
riprendermi... non sono più una bambina –
Il sole alto nel cielo... rosa...
azzurro...
candido... pace e serenità...
Il cinguettare degli uccellini...
una dolce armonia... una sinfonia naturale e perfetta... oltre le alti
valli
verdi...
Sbocciano i fiori e i profumi si
fanno
più intensi per gli umani... margherite... rose... viole...
Mimose...
17 anni e sembra che la vita che si
ha davanti è infinita... puoi tutto... sei tutto...
Il rossore sulle guance che bollono
per l’imbarazzo e una figura maschile, illuminata dalla luce.
Sorridente come
un dolce angelo con una telecamera in mano... mi nascondo sotto i
lunghi
capelli neri corvini e sorrido alla luce del sole... felice...
spensierata... viva...
- Arlyne, tu sarai per sempre la
nostra bambina –
E ancora un altro angelo mi bacia
la
fronte calda... labbra materne e accoglienti, rassicuranti...
Scappo via correndo allegra,
attraverso la prateria inondata di profumo e mi sembra di volare...
Mai avrei pensato di poterlo fare
davvero...
Le nuvole soffici ricoprono il
cielo
azzurro limpido e l’erba fresca mi sfiora la schiena quando
mi ci butto sopra a
peso morto...
Le rondini passano e con esse il
mio
pensiero spicca il volo...
Libera... il vento che soffia
leggero nei capelli scompigliandoli leggermente e creandomi fastidio...
Un raggio di sole si posa sul mio
viso e un ampio sorriso mi solca le guance rosee...
Libera... libera... felicemente
libera di vivere...
Stordita
cerco di battere le palpebre. I miei incubi continuano a darmi il
tormento, ma
finalmente sento terra sotto di me.
Non sto
più
volando nel nulla. Loro non possono più aggredirmi da
sveglia.
Apro
lentamente gli occhi e mi accorgo che non c’è
più solo buio ma il viso dolce e
puro di Kai.
Sbatto
più
volte le ciglie pensando sia tutto un sogno dato che la sua immagine
è sfocata.
Sembra che non sia lui.
Non ci
posso credere che sia davvero lui dopo quello che mi è
successo.
Mi
ritrovo
sdraiata a terra, ma non riesco a muovere un singolo muscolo. Qualche
gemito
incompreso mi esce dalla bocca socchiusa e l’immagine di Kai
scompare nel
nulla.
Un
incubo.
Si
materializza di fronte a me il volto duro e cattivo di Lucifero.
Ho
varcato
la soglia dei due mondi.
Solo
ora
posso iniziare ad avere paura.
<
Ben
tornata > La sento. Una voce alquanto sensuale. Profonda.
S’insinua nelle
mie orecchie risvegliandomi da quello stato di coma onnisciente in qui
sono
caduta.
Il mio
padrone.
La mia
condanna a vita si staglia di fianco a me.
Mi
squadra
dall’alto, mentre io sono distesa supina a terra; il suo
sguardo gelido mi
entra nelle ossa.
Nessuno
nella mia vita è riuscito mai a mettermi paura come quegli
occhi.
Freddi.
Distanti. Pieni di ferocia e crudeltà.
Ma
sensuali
allo stesso tempo.
<
Che ci
faccio qui? > Smarrita. Ecco come mi sento. Trascinata come una
bambola dal
mondo terreno a quello infuocato e oscuro dell’inferno.
Una
bambola.
Ecco
cosa
sono; una bambola di pezza che è usata dal suo padrone ogni
volta che vuole
soddisfare i suoi capricci.
Mi
guardo
intorno.
La mia
casa.
No, non
casa la mia prigione a vita.
Mi alzo
da
terra facendo leva sulle mani, mentre lucifero torna a sedersi sulla
sua
poltrona di pelle di vampiro prendendo della carne da un vassoio con
una
forchetta d’oro.
Mi
guarda
impassibile senza una parola masticando lentamente il cibo.
<
E’
stato un po’ difficile trovarti… in un covo di
vampiri > Ecco finalmente che
parla. Non ha la voce da arrabbiato. Non mi guarda nemmeno. Perso nei
suoi
pensieri come sembra e troppo concentrato da altro.
Calmo,
fin
troppo.
Come
una
bomba ad orologeria che sta per esplodere.
È
insoddisfatto,
lo sento. Uno dei suoi demoni che stava con dei vampiri.
Inaudito.
Contro le regole.
Fin da
quando esistono vampiri e demoni, sono state instaurate leggi severe
sulla
coesistenza e convivenza.
Vampiri
e
demoni non possono stare insieme.
Ne
essere
amici.
Ne ora
ne
mai. Nemici per sempre.
<
Io…
> Inizio a parlare, di solito so tenergli testa, ma questa volta
no.
Il suo
sguardo continua a penetrami nelle ossa più gelido che mai.
M’incatena
al suolo.
Ho
semplicemente paura. Paura di essere uccisa da lui per aver trasgredito
alle
regole.
Per
portarmi via quella parvenza di vita che vita non è, ma che
cerco in tutti i
modi di rimanere attaccata.
Ho una
tremenda paura di Lucifero.
Il
sangue
mi si gela delle vene al solo pensiero di cosa potrebbe farmi.
<
Shhh,
l’importante è che sei di nuovo qui tra noi,
peccato che mi hanno ucciso la mia
piccola creatura > Lucifero mi zittisce sensualmente alzandosi
dalla sua
poltrona, facendo segno alle sue guardie di andare e lasciarci soli.
Si
avvicina
a me mettendomi un dito sulle labbra tracciandone il contorno.
Bollente.
La pelle liscia ma dura allo stesso tempo.
Il mio
cervello intanto sta cercando di elaborare una scusa plausibile per non
essere
punita più di tanto.
Lucifero
continua a disegnare il profilo con il suo dito, disegnando tutto il
viso.
Diabolico.
Bastardo. Affamato di Sesso.
Forse
sarà
la mia punizione per i miei peccati.
<
Mi
hanno aiutato… > Ecco quello che non volevo dire. La
verità
Lucifero
sta usando i suoi strani poteri sedutivi per indurmi a dire la
verità. Non
voglio mettere in pericolo Kai, l’unico che mi ha aiutato in
questo schifo di
mondo.
Abbasso
lo
sguardo. Mai fatto prima d’ora, ma se lo mantengo alto,
ancora non so cosa
potrebbe uscire dalla mia bocca.
Già
sono
dannata per l’eternità, ora con questa storia sono
ancora più nei casini di
prima.
Vorrei
solo
pace. Felicità. Tranquillità.
Un
sogno
che non potrà mai realizzarsi.
<
Ahah
vampiri che aiutano demoni, piccolina devi aver battuto la testa
> Ride
sadico e si allontana da me per raggiungere la sua credenza di
cristallo puro
pieno di bevande alcoliche.
Non
l’acool
che trovi in giro sul mondo umano. Per loro sarebbe mortale berlo.
Apre
una
delle ante della credenza tirando fuori una bottiglia color azzurro
brillante
versandosene un bicchiere pieno. Si volta poi verso di me appoggiandosi
sul
bordo della credenza fissandomi nuovamente, mentre gioca con il
bicchiere
ancora pieno.
Voglio
andarmene. Ora. Subito.
Scappare
da
lontano da tutto e tutti.
Un
po’ di
pace in questa vita schifosa.
Invece
sono
lì ferma immobile davanti a lui senza poter far niente.
Decidere
della mia vita. La sua vita ormai.
Che
può far
terminare con uno schiocco di dita.
<
Uno di
loro mi ha salvato la vita > Dico sincera per sviarlo dalla sua
missione
sanguinaria sui vampiri. Una delle poche cose che fanno infuriare
davvero
Lucifero e quando qualcuno di noi entra in contatto con i suoi nemici
primari.
Ho
trasgredito a quella regala e ora ucciderà sicuramente Kai.
Ma se
mi ha
aiutato che motivo ha di ucciderlo subito?
Ma per
Lucifero non esistono questi ragionamenti.
Lui
è il
male fatto a persona.
Il male
dei
mali.
L’angelo
di
Dio caduto dal cielo perché il suo cuore era nero.
Diventato
demone per la sua malvagità verso tutti.
<
I
vampiri sono essere subdoli che ingannano la mente, sicuramente voleva
ucciderti > Continua il suo discorso bevendo la sostanza azzurra
dal
bicchiere con un unico sorso e sbattendo il bicchiere sul tavolo con
una forza
tale che si distrugge in mille pezzettini.
Se io
fossi
stata in quel momento lo stesso bicchiere, mi avrebbe ridotto come
cenere.
Deglutisco
senza far trasparire che ho paura in quel momento.
Il
sangue
non arriva bene al cervello.
Non
riesco
a pensare niente di niente.
Solo
alla
mia probabile morte in quel momento.
<
Forse ha
ragione…> Annuisco lasciando perdere quella battaglia
persa. Il mio unico
obiettivo in questo momento è salvarmi la pelle.
Meglio
dargli ragione e quietare la sua sete di morte.
Lo
guardo,
mentre sospira e si va a sedere sul letto poggiando il mento sulle
gambe
incrociate.
Sta
pensando.
Quanto
vorrei poter leggere quello che gli passa in quella sua mente diabolica.
Non mi
resta che aspettare.
Tutta
quest’attesa
mi rende ansiosa.
Irritabile.
Impaziente. Nervosa.
In
fondo
sto aspettando il mio giudizio finale.
Qualunque
cosa sia sono pronta a tutto.
<
Vai
Arlyne riposati e guarisci, appena sarai ristabilita devi riprendere il
tuo
lavoro > Fa cenno con la mano di sparire. Rimango lì
spiazzata. Senza
parole.
Ho
appena
scampato la mia morte. Forse qualcuno da lassù ha voluto
graziarmi per questa
volta.
Ma per
me
Dio e il paradiso sono esclusi e gli avrò fatto talmente
pietà che per una
volta ha deciso di darmi un piccolo aiuto.
Guardo
ancora Lucifero che ha fatto entrare da una porta secondaria una
giovane demone
di bell’aspetto.
Sfogherà
la
sua rabbia repressa nel sesso come il suo solito fare. Guardo la
ragazza mezza
svestita.
Il suo
unico compito e soddisfare le voglie di Lucifero. Quelle che hanno
questo ruolo
in vita, sono state puttane.
Donne
di
strada senza alcuno scopo nella vita. E quando si ritrovano
all’inferno non
cambia più di tanto.
Che
differenza c’era tra vita e morte per loro?
Ringrazio
solo di non aver fatto quella fine e avere una sorte leggermente
migliore della
loro.
Come se
la
mia sorte fosse felice.
Invece
ha
un tragico e nostalgico finale.
<
Sì mio
signore > M’inchino a Lucifero finalmente, quando ho
realizzato che posso
andarmene da li.
Giro i
tacchi uscendo dalla porta sentendomi più leggera di prima.
La
testa
svuotata dai pensieri, mantengo un passo spedito nei corridoi senza dar
a
vedere che voglio uscire da li.
Mi
dirigo
verso l’area dei portali sperando che nessun’altra
complicazione quel giorno si
mettesse sul mio destino.
Arrivo
al gran
portone supero le guardie che mi lasciano passare senza dire niente. A
quell’ora quasi nessuno entra o esce.
Via
libera.
Niente testimoni. Niente congetture su di me.
Libera
di
scappare alcune ore da questo schifo di vita.
Prendo
il
primo portale libero focalizzando nella mente dove voglio andare.
Entro
all’interno tutto diventa buio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Where the angels are hidden ***
Salve
a tutti gli intraprendenti che
si fanno avanti a leggere questa storia penosa -.-“ Non
pensavo di avere tanto
successo O_O Devo ringraziare chi mi ha obbligato a pubblicarla allora
XD
A parte
questo ringrazio ancora tutti
quelli che mi seguono e sono così gentili da lasciare
commenti a dir poco
stupendi che non merito ç_ç
La frase
riportata alla fine è presa
dal testo dei Paramore – Decode.
La traduzione:
j”Come
faccio a decidere ciò che è giusto? Quando stai
oscurando
la mia mente... Non posso vincere la tua battaglia persa, tutte le
volte...
Come posso appropiarmi di ciò che è mio quando
sei sempre sulla difensiva, ma
non porterai via il mio orgoglio... No. Non questa volta... Non questa
volta”
Dopo questo
piccolo dettaglio passo a
ringraziare tutti quelli che recensiscono, non smetterò mai
di dirvi che vi
adoro *-* Cosa farei senza di voi XD Mi sono perso Bibba88
e Heather91
per strada ç_ç Spero recensirete ancora
ç_ç Ci conto per lo meno ç_ç
Helens:
Che bello una nuova recensionista *-* Non ci posso credere che la mia
storia
piaccia così tanto da essere seguita
ç_ç Grazie mille anche a te per aver avuto
il coraggio di avere aperto questa penosa ff XD Spero continuerai a
seguirmi,
più siete più aggiorno velocemente XD Se non
viene seguita non vale la pena di
essere continuata, no? =) Anche io adoro i vampiriiiiiiiiiiii *-*
Grazie
ancora, spero continuerai a seguirmi, ci conto ^_- Ciau alla prossima
kiss.
Padme86:
Taooo!! Ma lo dico sempre che io scrivo da cane XD Sempre ammesso che
un cane
sappia scrivere O.O Mamma non pensare sempre al sadomaso =P Altro che
Africa ti
conviene scappare in Alaska per scappare dalla vendetta di chi sai tu
=P Grazie
mille dei bellissimi complimenti, spero tanto che anche questo capitolo
ti
piaccia XD In questo capitolo il rapporto dei due inizia ad avere seri
traballamenti XD Il dialogo con Lucifero mi ha aiutato chi sai tu
ç_ç Stavo
sclerando con l'altro capitolo, mi ero incasinato e bloccato
ç_ç Blocco dello
scrittore =P Non merito così tanti complimenti
ç_ç Ti lascio al capitolo, alla
prossima, baci baci, il tuo fratellino, tvb =)
Siana:
Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =) Non smetterò di
ringraziarti per avermi
aiutato con l'altro capitolo XD E non ti sei innamorata solo della
storia U.U
Grazie mille dei complimenti, se non ci fossi tu, questa storia
probabilmente
non sarebbe mai saltata fuori ç_ç Spero che anche
questo capitolo ti piaccia,
anche se ormai lo so già XD Alla prossima, baci baci, Dade XD
Nika_night:
Che belloooooooooooooo la tua recensione arrivata subito *-* Me felice
*-*
Cos'è quella faccia ç_ç Se scrivo
sempre peggio dimmelo così cerco di
migliorare sigh ç_ç E poiiiiiii Babbo Natale
è già passato =P Massimo la befana
potevi fare XD In questo capitolo ci saranno confusioni sopratutto per
Arlyne,
verso il suo passato e verso Kai, spero ti piaccia, fammi sapere U.U
Grazie
mille per avermi corretto, errore di distrazione, chiedo venia in
ginocchio ç_ç
Se noti altri errori dimmeli grande sensei U.U Grazie ancora per la
recensione,
alla prossima, baci.
Nena Hyuga:
Ciauuuu!! Non so più come ringraziarti per seguire la mia
storia *-* Grazie
infiniteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee, ok la pianto e mi
riprendo
XD Se ti piace come descrivo le sensazioni della ragazza demone in
questo
capitolo ce ne saranno molte, e sopratutto confuse =) Per quanto
riguarda
Underworld... hai perfettamente ragioneeeee, prendo spunto da molti
film che
adoro, tra cui quello *-* Come "Lasciami entrare" che avrò
visto 4
volte di fila XD "Constantine" e "Van helsing" film che
adoro e da cui prendo spunto, quindi se troverai cose che riprendono
alcune
cose da certi film sai perchè *-* Grazie ancora e non
smetterò di dirlo XD Alla
prossima un bacione.
medea90:
Ciau non ti vedevo più arrivare e mi stavo preoccupando
ç_ç Pensavo che la mia
storia fa tanto pena che non ti piace più *me va in un
angolo a fare cerchietti
sul pavimento* ç_ç Grazie per aver recensito alla
fine =) Per quanto riguarda
il fatto che Arlyne rifiuta Kai è un mistero XD Per ora =)
Spero che anche
questo capitolo non ti deluda, alla prossima, ciauz
Iria:
Non ci posso credere che ce l'hai fatta a recensirmi, non
smetterò mai di
ringraziarti *-* Amo lo stile dark e gotico per quello la storia
sarà incentrata
molto su tutto quel mondo oscuro XD Grazie mille del bellissimo
commento e dato
che tu sei un esperta in questo genere di cose, se hai consigli o
critiche da
fare sono lieto di accettarle *-* Tu sei l'esperta da quanto ho visto
con le
tue ff io alle prime armi XD Spero di risentirti ancora, alla prossima,
un
bacione.
Aphrodite:
Non so davvero come ringraziarti per aver recensito tutti e tre i
capitoli e
per seguire questa storia *-* Figurati se sei comparsa all'improvviso,
l'importante
è che non scompari all'improvviso XD Grazie mille per i
bellissimi complimenti
non mi aspettavo che mi seguivate in così tante, non so
davvero come
ringraziarti ç_ç Anche io amo il fantasy *-*
Però misto all'horror U.U E sì
puoi chiamare Arlyne demone perchè è proprio
quello che è... un demone
dall'anima sporca per qualcosa di ancora misterioso, respinta da Dio e
serva di
Lucifero XD Per sapere cos'ha combinato per diventare tale creatura non
ti
resta che leggere, se lo dico ora mi rovino la storia U.U Anche se in
questo
capitolo si accenna parte del suo passato. Spero di non dire troppo. Ma
sai che
non conoscevo affatto Revy di black lagoon O.O Non l'avevo mai sentito
nominare
O.O Se ti piace il modo in cui viene descritto il carattere di Arlyne
in questo
ce la vedrai molto confusa e allo stesso tempo attratta U.U Arlyne
è piena di
guai da quando conosce il vampiro XD Se no la storia sarebbe noiosa,
no? XD Non
posso rivelarti se Lucifero tiene ad Arlyne, fa parte del futuro, e se
tutto
questo ha uno scopo preciso U.U Come ho già detto non resta
che leggere =)
Grazie infinite per averla messa nei preferiti, e spero continuerai a
seguirmi
e scusa se la mia risposta è così lunga ma ci
tenevo tanto a ringraziarti come
ho fatto con tutti gli altri, rispondendo a tutti e tre i commenti,
spero di
non averti annoiata, un bacio.
Where the angels are hidden
Persa
nei
miei pensieri corro tra gli alberi come non ho mai fatto prima. Se
potessi
piangere, lo farei.
La luce
del giorno ormai sta calando e con essa sorge la notte.
Tutti
riposano. Non noi.
Noi
esseri immortali, condannati ai nostri pensieri per
l’eternità.
Non
dormiamo mai... quanto mi manca poter chiudere gli occhi e iniziare a
sognare.
A
fantasticare su un altro mondo... migliore.
Da un
ramo all’altro mi sposto con grazia innaturale. Libera di
volare.
Di
sentire il vento nei capelli. I miei piedi si muovono con perfetta
sincronia e
la meta si fa sempre più vicina. Come i ricordi.
Il
cielo
si tinge di rosso e blu. La sfera luminosa si abbassa dietro i monti
lasciando
spazio alla mia musa. La luna.
Percorro
un lungo sentiero sterrato e mi sembra di udire ancora le voci allegre.
Di
vedere quei sorrisi affettuosi, che giocano nell’erba alta.
Mi
guardo
intorno e mi accorgo che niente è cambiato. Tutto
è come prima.
Come
l’ho
lasciato.
Manchiamo
solo noi.
Un nodo
alla gola mi si forma ripensando ai giorni in cui guardavo lo stesso
sole
andare a dormire, seduta su quell’altalena che ora ondeggia
da sola, mossa dai
leggeri soffi di vento.
La
osservo e la vedo... una bambina dal viso dolce... sorridente e
felice... i
suoi corti capelli sbarazzini al vento. Osserva il sole andarsene con
gli occhi
sognanti... felice di vivere... felice di poter sognare.
Si
volta
verso di me e mi guarda corrucciata. Gli occhi color caramello pieni
d’energia...
pieni di voglia di vivere.
Passano
istanti e la bambina alza la manina soffice e paffutella, e il suo
braccialetto
verde smeraldo tintinna come tanti campanellini quando muove la mano
per
salutarmi.
Mi
sorride. Divertita. Rassicurante.
Io...
immobile. Come una statua.
Alzo
leggermente una mano e la muovo per ricambiare i saluti.
Ed ecco
i
tanti campanellini riecheggiare nella prateria vuota.
E la
bambina scompare sorridendo. Com’è comparsa, se ne
va.
Lasciando
la sua cristallina e innocente risata entrarmi nelle viscere che mi
rimbomba
nella testa. Inquietante.
Un
soffio
di vento mi pizzica sul viso e io sono ancora li... ferma a fissare il
nulla.
Il
nulla
che per me aveva un senso.
Abbasso
leggermente il mento e alzo il polso... ed eccolo li. Lo stesso
braccialetto
della bambina verde smeraldo consumato dal troppo tempo.
Lo
stesso
che mi ha regalato la mamma per i miei 6 anni.
Questa
volta cammino verso la casa che mi si para di fronte a qualche metro di
distanza.
Una
volta, tutta bianca con la staccionata di legno. Ora... ammuffita e con
le
travi di legno in vista e la staccionata non si regge più in
piedi.
Se solo
papà vedesse com’è finita la sua
adorata casa.
Passo
attraverso quella che una volta era la porta d’ingresso e
l’odore dei miei
genitori m’inala le narici dandomi un senso di nostalgia...
di famiglia.
Percorro
la lunga scalinata di legno trascinando l’indice appoggiato
alla parete verde
acqua e mi torna in mente, quando da piccola correvo su e
giù per quelle
scale... quando Babbo Natale mi portava i regali e io inciampavo sempre
di li.
O da
adolescente che me n’andavo in camera mia sbattendo i piedi
per sottolineare
che ero arrabbiata.
Dio,
quanti ricordi.
Il
corridoio è sempre lo stesso se non fosse che è
tutto bruciato.
Maledetto
incendio. Maledette fiamme.
A
questo
pensiero mi scoppia un urlo in corpo che vorrei gridarlo a tutto il
mondo.
Mi
fermo
davanti alla mia camera e il pavimento sotto di me scricchiola
leggermente.
Non ce
la
faccio ad entrare in camera mia, un passo dopo l’altro,
indietreggio con gli
occhi umidi. Me ne voglio tornare per la mia strada.
Succede
tutto troppo velocemente. Non mi accorgo di nulla, solo la mia schiena
che va a
sbattere contro una parete della casa e l’alito freddo di un
vampiro sul mio
collo.
Kai.
Non lo
guardo negli occhi perchè siamo troppo vicini. Ma riconosco
il suo dolce
profumo.
Fisso
le
sue labbra pallide socchiuse dai sospiri gelati e i denti bianchi
appuntiti.
Sensuale.
Maledetto
vampiro.
<
Che
ci fai qui? > Il mio fiato si fa fin troppo corto e sospiro
sulla sua bocca
delicata.
Troppo
vicini. Troppo a contatto con il ghiaccio.
E
allora
perchè mi sembra di andare in fiamme?
Non
oppongo resistenza per qualche strana ragione e la mia schiena viene
premuta
con irruenza contro quella parete che cigola ad ogni nostro movimento.
Le sue
mani, una posata delicatamente sul mio fianco esile e nudo,
l’altra mi tiene
stretta in quella presa contro il muro.
Le mie
fremono della voglia di afferrarlo e sbatterlo contro il mio corpo.
NO!
Maledizione ma che diavolo dico!
<
Dovrei
fare la stessa domanda… sei sparita > Risponde in un
sussurro al mio
orecchio.
Brividi
percorrono la mia schiena e mi fanno venire la pelle d’oca,
ma non smetto di
andare a fuoco.
Allenta
la presa su di me e mi permette di muovermi e di andarmene. O almeno,
allontanarmi da lui.
Non so
se
sono io o il cervello che comanda il corpo, ma i miei piedi da
lì non si
muovono e il mio corpo continua ad essere attaccato a quello del
giovane
vampiro.
Si
allontana lui quel poco che basta per guardarci negli occhi e quei
diamanti
color ametista mi catturano per l’ennesima volta.
<
Non
dovresti trovarti qui > Lo guardo negli occhi per qualche
istante e una
volta per tutte mi allontano da lui. Mi segue con lo sguardo.
Ad ogni
mio passo i legni sotto di me cigolano ed emettono un rumore
inquietante.
Il
silenzio che cala lo è ancora di più, per quanto
possibile è.
Sento i
suoi occhi puntati sul mio corpo. Mi sento come una preda.
Ma se
dovessimo combattere sarebbe ad armi pari.
Nessuna
preda. Nessun cacciatore.
Solo
due
giovani ragazzi con istinti tutt’altro che umani.
<
Neppure tu, dovrei ucciderti > Lo sento camminare dietro di me
silenzioso.
Segue i miei movimenti invisibili.
Un
passo
dopo l’altro ripenso a quello che ha appena detto.
Lui
deve
uccidermi.
Io devo
ucciderlo.
Non
dovremmo stare a parlare come stiamo facendo ora. Dovremmo ucciderci a
vicenda.
Io non
dovrei provare nulla di tutto ciò che mi fa provare quello
stupido vampiro
orgoglioso.
Lucifero
mi ucciderà se saprà che sto conversando con la
mia preda.
Con la SUA
preda.
Lo odio
per quello che fa alle altre persone immortali.
Odio
chiunque.
Se lo
avessi detto prima di conoscere il vampiro, ci avrei creduto... ora
nemmeno io
riesco a credermi.
<
Ma
non lo farai > Fermo i miei piedi saldi al pavimento e
m’immobilizzo. Anche
lui si ferma a qualche passo alle mie spalle.
Un
vampiro qualsiasi mi avrebbe già attaccata in quella
posizione.
Lui no.
Nessuno
dei due parla e solo il silenzio prende il sopravvento nella casa. Solo
lui sa
cosa gli frulla nella testa. Solo io so cosa pensa la mia.
Sorrido
all’idea di ciò che ho detto. Sembro
così convinta di un vampiro nemico che
nemmeno io riesco a credere che potrebbe uccidermi.
Appoggio
delicatamente una mano sul legno che una volta era un tavolino e lo
sento che
si avvicina a me. Finalmente.
<
Cosa
te lo fa pensare? > Si avvicina lentamente alle mie spalle e
appoggia il suo
petto muscoloso alla mia schiena fragile in questo momento.
Niente
di
tutto questo è previsto nelle mie regole di sopravvivenza e
questo stupido
vampiro mi confonde dannatamente le idee.
Senza
voltarmi mi allontano da lui ancora di qualche passo. Bruscamente e con
troppa
irruenza ma non m’interessa.
Mi
volto
verso di lui di scatto e lo guardo negli occhi per qualche istante.
Furiosa
per il suo comportamento da menefreghista nato.
Io ho
delle leggi da seguire e questo certamente non è consentito
da Lucifero.
<
Non
lo so > Lo fisso negli occhi per qualche istante e capisce che
è meglio non
avvicinarsi troppo a me.
Non
accetto che un semplice vampiro mi tocchi come se tra noi non ci fosse
niente
di diverso. Niente di terribile.
I suoi
occhi sono confusi e non capisce perchè sono così
irruente a volte. Altre
così... confusa.
Comincio
a scendere per le scale cigolanti saltellando come un piccolo gatto con
agilità
e lui rimane immobile in cima alle scale dove poco prima ero di fronte
a lui.
Non
voglio più avere niente a che fare con lui. Mi sto
convincendo troppo di quello
che non è.
Mi sto
convincendo del fatto che lui è un essere buono.
Maledizione
lui è un vampiro.
... un
vampiro.
<
Ho
seguito il tuo odore che mi ha portato qui talmente è forte
> Sento la sua
voce veloce come un sibilo di un serpente e con disinvoltura salta per
le
scale. Invisibile. E molto sensuale.
Si
acquatta di fronte a me per il salto e si rimette in posizione eretta
sistemandosi la felpa bianca.
Sbuffo
sonoramente
e mi volto dalla parte opposta e faccio per cambiare direzione di
marcia.
Un
passo.
Due
passi.
Tre
pas...
Ancora
lui! Si mette di fronte a me e si appoggia allo stipite della porta
accennando
un sorriso sghembo facendo scoprire i suoi canini.
M’immobilizzo
stupita per la sua testardaggine e lo guardo con un sopracciglio alzato.
E’
impossibile questo vampiro.
Menefreghista.
Testardo. Orgoglioso e arrogante.
<
Strano
che non ti abbia portato negli inferi > Gli ringhio contro e mi
volto ancora
una volta in una direzione dove lui non sia nel mio perimetro di vista.
Questa
volta i passi non sono tre. Bensì cinque. E ancora eccolo li.
Immobile
che sorride fissandomi divertito seduto sul tavolo della sala ormai da
buttare.
Dondola
le
gambe giocose. Immobile come una statua tutto il resto.
Il suo
sorriso come un lampo a ciel sereno mi colpisce in tutto quello che
sembra
orribile alla vista.
Muri
neri
e ormai ammuffiti, tappezzerie ormai da buttare, mobili bruciati e
così anche
tutto il resto. Tutto in questa vecchia catapecchia è da
dimenticare.
Come i
miei sentimenti.
<
Devi
sapere che un demone ha lo stesso odore di quando era umano solo 200
volte più
intenso > Si alza leggiadro da quella posa da Dio e si avvicina
sulle punte.
Mi gira intorno come un leone che aspetta la mossa falsa della sua
preda.
Non lo
seguo con lo sguardo, fisso la specchiera di fronte a noi nel vecchio
armadio
una volta usato dalla mamma per controllarmi, quando giocavo da sola in
sala,
mentre lei cucinava.
Mi
guardo
allo specchio e mi osservo centimetro per centimetro.
La mia
pelle così soffice pronta per essere addentata dal vampiro
che mi gira intorno.
I miei occhi dal taglio così orientale color della luna. I
lineamenti così
apparentemente dolci ma così orgogliosi e determinati e il
mio corpo...
semplicemente quello di una 18 enne a cui è stata stroncata
la vita da un
giorno all’altro.
<
E
con questo? > Sussurro una volta che il giovane vampiro si
è fermato alle
mie spalle. Lo guardo attraverso lo specchio e le mie labbra
s’incurvano
leggermente in un sorriso quando mi domando se i vampiri si possono
riflettere
nello specchio.
Lui non
guarda lo specchio è troppo preso ad osservare ogni
millimetro del mio collo.
Scosta leggermente i capelli color della notte appoggiati delicatamente
sulle
spalle nude e sento il suo respiro gelato su di esso.
Abbassa
delicatamente il viso verso la mia pelle e scopre i denti non
minacciosamente... ma come assetato.
Non ho
paura di lui per qualche strana ragione.
Mi
sfiora
con assoluta calma studiata con le labbra sensuali e lo lascio fare,
mentre lo
osservo.
Perso
nei
suoi pensieri e troppo preso da quel contatto.
<
Nulla…> Sospira impercettibile all’udito.
La sua voce si fa più bassa e
vellutata del solito e lo vedo chiudere gli occhi.
Sale
leggermente dalla spalla fino al collo e le sue mani come neve sul
fuoco mi
fanno risvegliare dai miei pensieri.
Le posa
sulle mie braccia immobili a penzoloni sui miei fianchi e il contatto
si fa
troppo vicino per me. Non posso. Non devo. Non voglio.
Questa
volta non lo spingo via, mi volto verso di lui e lo guardo intensamente
negli
occhi.
Questa
volta tocca me farlo confondere. Farlo impazzire.
<
Che
cosa vuoi da me? > Gli domando a qualche centimetro di distanza.
Da quanto è
alto mi tocca alzare leggermente il mento verso di lui per guardarlo
negli
occhi.
Sbarazzini
mi fissano curiosi. Si fa serio in pochi secondi per la domanda che gli
ho
appena posto.
Nemmeno
lui sa cosa ci sta accadendo.
Allungo
la mano verso il suo petto e ora è il mio turno. Appoggio
l’indice caldo come
lava e lo faccio scorrere verso la sua cintura dei pantaloni.
La mia
bocca si fa più vicina al suo collo e quella che mostra i
denti ora sono io.
Ma lui
non si muove, respira solo a fondo per qualche strana ragione.
Il suo
petto invece è immobile come una tavola di legno, anche se
il suo respiro si fa
sempre più irregolare.
<
Non
lo so neppure io > Delicatamente posa due dita sotto il mio
mento e mi alza
il viso che è dannatamente vicino al suo.
Il suo
respiro si decide a calmarsi e solo dopo pochi secondi mi accorgo che
non sta
per niente respirando.
La mia
bocca, forse fin troppo rossa e carnosa per l’eccessivo
trucco, aggressiva, a
pochi centimetri da quella fine e sensuale di lui, così
sinuosa e immobile.
Non
sento
altro che il mio battito del cuore.
Nient’altro.
Succede
troppo velocemente. Il mio labbro superiore si arriccia e un odore
famigliare
si avvicina. Mostro i denti furiosamente e lui si allontana di qualche
passo
per la paura che stessi attaccando lui.
Non
è suo
l’odore a disgustarmi.
Demoni.
<
Demoni…devi andartene > Spaesata e impaurita cerco di
capire a quanti
chilometri di distanza sono ancora quei maledetti demoni.
Se lo
scoprono qui lo ammazzano.
E per
ragione a me ancora oscure io non voglio che ciò accada. Lui
è una mia preda.
Sarò
io
ad ucciderlo.
Mi
avvicino a lui velocemente, quando mi accorgo che il tempo a nostra
disposizione non basta per sparire nel nulla.
Stringo
le mie dita in quelle ibernate di lui e lo trascino al piano superiore
correndo
a velocità umana.
Non
capisco il motivo del mio gesto, ma lo sto facendo. E’ come
se il mio corpo
prendesse decisioni proprie senza ascoltare il cervello.
<
Di
nuovo? > Mi domanda cercando di correre il più
lentamente possibile.
Stringe
delicatamente la presa sulla mia mano, mentre corriamo sulle scale e lo
sento
fremere di vendetta per i suoi simili uccisi dal demone di Lucifero.
Non
è il
momento.
Se
Lucifero viene a sapere che sto aiutando un vampiro mi
ucciderà con uno
schiocco di dita e stranamente quello che mi preoccupa ancor di
più è che
ucciderà anche Kai.
Svoltiamo
l’angolo velocemente ed entriamo in camera mia.
Un’ondata
del mio profumo da ancora viva m’invade i pensieri.
Scuoto
la
testa e mi rincuoro del fatto che dei demoni ci stanno per venire ad
uccidere.
Ancora.
<
Hanno sentito il tuo odore > Prendo velocemente un pezzo di
trave tutto
bruciato dalla mia vecchia scrivania e lo lancio contro il vetro della
finestra
già rotto.
Pezzi
di
vetro sporgevano troppo dalle travi e almeno sono volate via impedendo
al
vampiro di farsi male. Non voglio un animo innocente sulla coscienza.
Si
copre
il volto voltandosi verso di me per l’impatto, ma
l’apertura non è abbastanza
grande.
Le due
ante sono unite per la colatura della plastica a causa delle fiamme e
le ha
rese inseparabili.
Inizio
a
trafficarci troppo ansiosamente e per questo non riesco a concludere
niente.
Si
avvicina lui spostandomi delicatamente per i fianchi e con un semplice
pugno
divide le due ante.
Io
immobile lo guardo ad occhi aperti.
Maledizione
ci sarei riuscita anche io.
Se solo
ci avessi pensato.
<
Non
ti lascio da sola > Si volta verso di me e mi prende per le
spalle
guardandomi negli occhi.
L’odore
di quei maledetti demoni si fa più intenso. Come la mia
paura d’altronde.
Sentiamo
un rumore di vetri rotti e i rantolii agghiaccianti farsi
più forti nel salone.
Ci
voltiamo verso la porta in assoluto silenzio e ascoltiamo i passi. Non
sono più
di sette. Ma nemmeno meno di quattro.
Contro
due non possiamo niente.
A me
risparmiano perchè sono un demone. Sono venuti qua per lui.
Per
ucciderlo e nutrirsi del suo sporco sangue.
<
Vattene o ti uccideranno > Sussurro in modo che non ci possano
sentire e lo
spingo delicatamente verso la finestra. Sale agilmente e con grazia
innaturale
e si acquatta sulle travi di legno.
Si
volta
verso di me e ci fissiamo negli occhi intensamente.
I passi
e
i versi di quelle creature si fanno più udibili anche ad
orecchio umano.
Salgono le scale. Seguono il suo odore e muoiono dalla voglia di
nutrirsi di
sangue.
Ci
dobbiamo dire addio?
Probabilmente
questa sarà l’ultima volta che lo vedrò.
Ma so
che
non sarà così.
Ne sono
dannatamente certa.
<
Ci
vediamo piccola Arlyne > Mi fissa ancora negli occhi e io sono
immobile di
fronte a lui. Ascolto ogni singolo rumore e so per certo che gli
mancano solo
qualche secondo per scappare.
Si deve
muovere se vuole vivere.
Velocemente
e invisibile mi prende il volto fra le sue mani delicate
all’apparenza ma dure
come una roccia e mi avvicina a lui.
Posa le
sue labbra così fredde alla mia fronte per poi voltarsi
verso la foresta e
sparire con uno slancio degno di un pipistrello.
Pochi
secondi dopo, contati con battito di cuore accelerato, entrano i demoni.
Delusi
di
trovare solo me.
Gli
avviso con un ringhio che il maledetto vampiro è riuscito a
scappare.
E’
riuscito a mettersi in salvo anche per questa volta.
E
finché
io esisterò lui ci sarà.
How can I
decide what’s right? When you’re clouding up
my mind, I can’t win your losing fight, all the time... How
can I ever own
what’s mine, when you’re always taking sides, but
you won’t take away my
pride... No, not this time... Not this time...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** How to save the life ***
Ehilààààààààààààààààààààààààà
miei avventurieri XD Scusate per l'enorme ritardo ma tra lavoro e tutto
il resto mi sono perso per strada... inoltre word si rifiutava di
collaborare e ho dovuto chiedere aiuto ad una persona, se no questo
capitolo non sarebbe mai stato pubblicato.
Beh, a parte
questo ringrazio come sempre chi legge e chi recensisce.
In
particolare ringrazio la mia ragazza che mi ha aiutato a scrivere
questo capitolo, mi scuso per come mi sono comportato nei tuoi
confronti solo perchè ero isterico di mio, il lavoro che hai
fatto per me è a dir poco perfetto, e senza di te non sarei
mai riuscito a finire in tempo, quindi grazie mille.
Passando
oltre, ringrazio chi recensisce, mi raccomando continuate a seguirmi ^_-
Ah, se
trovate errori ditemelo che ve ne sarei davvero grato, non ho avuto
tempo di rileggerlo come si deve.
Padme86:
Tao mammolo =) Ora ti mi ucciderai vero? vero? Che mago indovino =) No
dai scherzo, grazie anche a te del bellissimoooooooooooooo commento U.U
Ma io non me li meritooooooooo ç_ç Il rapporto
con Kai, come saprai per le anteprime, qua si
faràààààààà
moooooooooolto intenso XD Ci sarà un'altra scena di bacio,
ma molto diversa dall'altra =) Spero ti piaccia, scusa per la
recensione corta ma sai, mi si è ghiacciata la mano,
problemi di circolazione dovuto al panico da risposte alle recensioni
XD Hihihihi dai alla prossima, baci dal vampirello che ti vuole
tantoooooooooooo.... bene =P
Siana:
Ehilààààààààààààààààààààààààààà
*-* Sappi che nel momento in cui ti rispondo c'è il cervello
che pensa solo a "mi dispiace" per tu sai cosa... comunque, cercando di
concentrarmi sulla risposta, grazie ancora per le recensioni =) Grazie
infinite per avermi aiutato anche con questo capitolo non so come
ringraziarti, hai letto l'anteprima non è valido XD Spero
che ti piaccia lo stesso =P Baci, Dade.
Aphrodite:
Ehilà, contento che ci sei sempre =) Sì, mi ha
detto Pad che purtroppo non hai internet e recensisci quando puoi, vai
tra non c'è problema ^_- Aspetto sempre tutti prima di
aggiornare, e poi sono lento di mio quindi non credo tu possa battere
la mia lentezza XD Se nell'altro capitolo volevi i demoni mortiiiiiiiii
allora in questo vorrai Kai morto!! Leggere per scoprire non anticipo
nulla XDXD Non mi uccidere però =P Per il passato di Arlyne
mi sa che dovrai aspettare un pochino ç_ç Spero
tu sia paziente XD Alla prossima, baci e grazie ancora.
Nika_night:
Ciauzzz =) Spero che anche questo capitolo ti lasci senza
respiroooooooooooo *-* Ce ne saranno delle belleeee *-* E sopratutto
delle orrende per lo stile di scrittura ahah XD Per favore in questo
capitolo ho un serio bisogno del tuo aiuto per la
grammaticaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ero stra di fretta e non sono riuscito a
rileggere un bel niente ç_ç Ma sai che non ho mai
visto quel film? Ora che me l'hai detto me lo guardo >.<
Grazie mille per la recensione e i bellissimi complimenti XD Alla
prossima, baci.
Nena Hyuga:
Salveeeeeeeeeeeeeeee, ma che vi prende tutti vi perdete gli
aggiornamenti O.O Dai l'importante è che hai recensito,
meglio tardi che mai XD Anch'io ho recensito tardi il tuo capitolo,
devi scusarmi ma mi perdo pure io XD Grazie ancora per il bellissimo
commento U.U Ehi! Cosa insinui su noi ragazzi? Eh? Le ragazze sono
diventate più frettolose e pervertite di noi, che credi? XD
Non fate le sante che noi conosciamo la vostra vera identità
U.U Spero che questo capitolo ti piaccia, fammi sapere ci conto ^_-
Alla prossima, baci.
Helens:
Ehiiiiiiiiilààààààà
non fa nulla se ti sei persa per strada ahah L'importante è
che recensisci, no? ahah Grazie a te e alla tua amica per i commenti
bellissimi sulla mia storia penosa, sono lieto che faccia
così tanto successo, manco me l'aspettavo e volevo
cancellarla XD Ti lascio al seguito della ff, spero ti piaccia questo
capitolo, fammi sapere ^_- Alla prossima, baci.
Iria:
Ehilà, sono contento che anche lo scorso capitolo ti sia
piaciuto, spero che anche questo sia di tuo gradimento... comunqueeee
volevo dirti una cosa... posso, vero? Hai lasciato una recensione alla
mia ragazza in "In a night of rain" in cui dici a LEI che non
recensisce tutti i capitolo di altre storie, come la tua... Beh, volevo
solo avvisarti che quella storia la scriviamo in due e quell'avviso
l'ho lasciato io, quindi per favore non prendertela con lei, che non
c'entra nulla e raramente riesce a scrive la storia perchè
lavora o sta con me, quindi non legge nessuna storia ne tanto
meno riesce a recensire, solo io riesco a farlo perchè non
ho nulla da fare XD "Amici" come prima vero? ç_ç
Spero di non aver detto niente di sconveniente ma ci tenevo a dirlo
ç_ç Comunque tornando alla mia storia, ti
ringrazio tanto per lo splendido commento, alla prossima. Baci.
jessy16:
Ehilààààààààààààààà
sono contento che sei resuscitata dal mondo dei morti per riunirti
nella mitica combricola che si è formata XD Hihihihihi dici
sempre che vengono sempre interrotti? ECCO! Leggiti il cap e taci vah
U.U Ricrediti delle mie doti di rottura di palle sulle interruzioni U.U
Bene, i complimenti te li meriti tutti dato che sei riuscita a
commentare tutti i capitoli in soli due giorni =) Non dire che sono
bravo o mi incazzo, perchè non lo sono =P E poi mi hai visto
quanto divento sclerotico quando scrivo XD Dettagli U.U Per quanto
riguarda la tua richiesa, NO, non mi puoi prendere a calci Lucifero!
Lasciamelo intero che mi serve per la storia XD Ti lascio al capitolo,
spero ti piaccia, alla prossima, baci tvtrb.
medea90:
Ciau, non fa nulla per il ritardo, l'importante è che ti
piaccia la storia e non ti sforzi di leggerla ç_ç
Spero che questo capitolo ti piaccia, anche se ci ho messo leggermente
tanto a scriverlo, ops ç_ç Alla prossima e
davvero, non fa nulla se recensisci in ritardi. Baci.
How
to save the life
Cammino a passi decisi nel mondo degli inferi. Niente di
più divertente di un simile mondo.
Uno strazio.
Mi guardo in giro e non vedo altro che demoni d’ogni tipo,
quasi tutti con forma umana. Quasi tutti giovani ragazzi con la fedina
penale sporca.
Ormai non c'è più limite nemmeno a questo. Si
uccidono tutti come se fosse un divertimento. Senza una ragione, senza
un motivo... solo per divertimento.
Critico gli altri, ma non è ciò che faccio io?
Sì, forse sì. Dovrei piantarla di osservare gli
altri con occhi critici di chi la sa lunga.
Non so un cazzo.
Solo il suono dei miei tacchi interrompe la quiete e il silenzio
glaciale in questo posto.
Tutti pensano che l'inferno sia un posto pieno d’urla e
fuoco. Beh, bisogna piantarla di pensare al diavolo con la coda e la
forca.
Giro uno dei tanti angoli dei lunghi corridoi pieni di vetrate ampie
color rosso sangue e non faccio altro che pensare a lui.
Ma perchè non riesco a levarmelo dalla testa?
Nemmeno m’interessa di cosa gli capita. Non è
nessuno per me.
Devo piantarla d’essere ciò che non devo essere.
< Arlyne! Dove sei stata? > La voce di Syria mi giunge
alle orecchie come tanti campanellini assordanti. Non mi volto e
continuo per la mia strada.
Non voglio parlare con nessuno, tanto meno con i miei compagni che mi
assillano di domande.
Mi affianca Alex, in tutta la sua altezza, con passo degno di un felino.
Sorride, mentre guarda avanti e con la coda dell’occhio mi
scruta divertito.
Cos’ha da sorridere così lo sa solo lui. Il
pensiero che sappia tutto mi invade il corpo come l’allarme
dell’antifurto.
Alex è il più sveglio e il più agile
del gruppo, e se mi avesse seguito?
E se avesse scoperto tutto?
< In giro… ma che hai fatto hai capelli? >
Domando quando Syria mi affianca dal lato opposto dove Alex continua a
camminare.
La scruto con un occhiata fulminea e mi accorgo che la sua chioma
selvaggia è stata domata come una cascata lucente di capelli
raccolti in treccine.
Ne hanno di tempo da perdere per migliorare il loro aspetto, io giro
ancora con gli stessi vestiti da tre giorni.
Osservo il giovane demone al mio fianco trafficare nella tasca dei
jeans strappati ed estrarre una sigaretta andando alla ricerca del suo
accendino.
E’ troppo strano Alex, sa sicuramente qualcosa che non deve.
Maledizione quanti problemi.
< Niente di che, una spuntatina qua e la > Sorride Syria
prendendo una treccina tra le dita e arrotolandosela.
La osservo da vicino, studiando i suoi occhi e la sua
felicità. La sua spensieratezza.
No, lei è la stessa di sempre.
E’ il ragazzo che non mi convince.
Con la coda dell’occhio senza farmi vedere lo osservo.
Continua a fumare impassibile ai nostri discorsi.
In silenzio perso nei suoi pensieri.
Quanto darei per leggere cosa gli passa nella mente. Guarda avanti
serio.
All’improvviso si volta verso di me e si accorge che lo sto
osservando e sorride divertito.
< Veramente da ricci sono passati a lisc... >
M’interrompe il braccio d’Alex che va a posarsi
pesantemente sulle mie spalle con molta sfacciataggine.
Lo caccio via con uno spintone e lo osservo scettica.
Ma che gli salta in testa? E’ tutto fulminato questo ragazzo
– demone -.
Getta la mezza sigaretta, non ancora finita per terra, ancora accesa,
mentre ci cammina sopra. Si volta verso di me e mi guarda negli occhi.
Finalmente posso studiarlo.
I suoi occhi sono divertiti e pieni d’ironia. E’ lo
stesso di sempre, ma sono sicura che qualcosa in lui non mi convince.
Ma cosa?
< Allora perché non vieni più in missione
con noi? > Mi domanda finalmente girando l’angolo del
lungo corridoio buio e pieno di demoni assetati di sangue.
Lo seguo attenta e cercando di capire dove vuole arrivare con
quest’inutile discorso.
Osservo la sua andatura veloce, a lunghe falcate sinuose e innaturali e
mi perdo a domandarmi perchè ognuno di noi è
dotato di simile agilità.
Ma per me le creature più affascinanti rimangono i vampiri.
Kai.
Dal fascino irresistibile. Una sola occhiata e non gli scrolli
più gli occhi di dosso.
Forza eccezionale, movimenti veloci e estremamente agili.
Il mix perfetto per rimanere incantati ad osservarli.
< Ho avuto… altri impegni > Si volta verso di
me e un ampio sorriso gli si apre sul volto facendo scoprire tutti i
suoi denti bianchi come la neve, facendo risaltare subito
all’occhio i canini affilati.
Scuote la testa divertito da quello che ho appena detto.
Sì, sa qualcosa che non deve. Maledetto demone.
Troppo furbo perché sia un semplice servo di Lucifero.
In vita doveva essere un fenomeno di ragazzo dato il suo carattere
tutto squilibrato ma allo stesso tempo sensuale.
Chi dalla vita non pretende nulla e prende tutto con leggerezza
assoluta.
< Come sei misteriosa… in ogni caso Lucifero ci ha
convocati tutti e tre > Annuncia trionfante girando per
l’ultima volta verso la sala del consiglio di Lucifero.
Apriamo l’enorme portone di ferro battuto e l’ampia
sala si para ai nostri occhi.
Completamente buia, la pareti nere, solo le luci soffuse rosse sangue
illuminano il lunghissimo tavolo rettangolare al centro della stanza.
Tutto il resto è vuoto e privo di colore.
Sul tavolo una lunga tovaglia bianca che ricorda molto un lenzuolo,
creando contrasto con tutta l’oscurità che ci
circonda.
Ci fermiamo sulla soglia della sala guardandoci in giro e notando che
dentro non c’è anima viva.
< Bene bene bene, ecco la mia squadra di cacciatori preferita al
completo > La voce sensuale di Lucifero ci giunge alle orecchie
e come d’istinto c’inginocchiamo di fronte alla sua
figura.
Sento i suoi passi leggeri come un petalo di rosa che cade sul vetro
che si avvicinano.
Li conto fino a quando posso percepire il suo profumo a qualche
centimetro da me.
Mi alzo lentamente e me lo trovo di fronte che mi sovrasta con tutta la
sua altezza.
A confronto con lui io sono una briciola. Le sue spalle larghe e
muscolose e il petto ben scolpito mi mettono in soggezione.
Io alta non più di 1.67 centimetri e massimo 55 kg.
Mi sento impotente di fronte a simile bellezza mista a potenza.
< Che missione hai per noi ? > Domanda la voce ferma
d’Alex rivolgendosi verso Lucifero.
Lui non sposta minimamente lo sguardo da me. Mi osserva centimetro per
centimetro.
Non un segno d’emozione sul suo volto contratto.
Perchè ho come l’impressione che tutti sappiano
qualcosa che io non so?
Inizio a non fidarmi più dei miei simili. Della mia famiglia.
Ma che diavolo mi prende?
Non riesco più a ragionare lucidamente da quando ho
conosciuto i vampiri e sono entrata in un mondo a me completamente
sconosciuto.
Ho sempre avuto la mentalità troppo chiusa, pensando che
loro bevessero sangue per uccidere, che sono esseri completamente
subdoli e pronti ad ingannare.
Ma ora... ora che li conosco riesco a fidarmi di un solo vampiro.
< Vorrei che andaste con Arlyne nella sua missione > Si
volta verso Alex e Syria finalmente.
No! Maledizione! Se vengono anche i miei compagni in missione
scopriranno che Kai lo conosco, ma non voglio ucciderlo.
Non ancora.
Un ringhio mi scoppia nel petto e istintivamente i miei canini sporgono
dalle labbra rosee.
I miei compagni e Lucifero si voltano di scatto verso di me. Confusi.
Ritiro tutta la grinta che si è fatta spazio nel mio copro e
riprendo controllo di me stessa cercando di mettere insieme qualche
frase.
L'unica cosa che voglio è rivedere Kai.
La ragione non la so nemmeno io, ma sono sicura che è questo
ciò che voglio.
< Non ce n’è bisogno > Cerco in
tutti i modi di sembrare il più tranquilla possibile. Non mi
riesce molto bene dato lo sguardo che mi rivolgono tutti.
Lucifero con un cenno della mano fa andar via Syria e Alex, che a passo
veloce, dopo un inchino spariscono oltre la soglia del portone.
Il signore del male non si muove dalla sua posizione e mi fissa serio.
Non so perchè, ma so che questa volta per me non ci
sarà nessuna punizione, anche se il suo sguardo fa pensare
altro.
Si avvicina cauto a me, sorpassandomi con agilità.
Si porta alle mie spalle dove posa delicatamente le mani bollenti sui
miei esili fianchi.
Avvicina il viso al mio collo, appoggiando il suo petto alla mia
schiena. Annusa prepotentemente il mio odore e arriccia il naso.
Disgustato.
Probabilmente ha sentito l'odore di vampiro.
Il profumo di Kai.
< Con dei vampiri da sola non è facile > Mi
prende arrogantemente per le spalle e mi fa voltare verso di lui troppo
prepotentemente.
La mia mente sta imprecando in tutte le lingue che conosce. Maledizione
ha sentito l'odore di Kai.
Se mi scopre la mia - non - vita sarebbe finita.
E quella di Kai compresa.
Mi afferra per le spalle e la sua presa si fa troppo decisa. Inizia a
farmi male e mi muovo leggermente facendoglielo capire con un leggero
gemito di dolore.
Allenta la presa su di me, ma non smette di guardarmi negli occhi.
Non è solo serio.
E' anche fuorioso come se non bastasse.
Sposta le mani in un movimento fulmineneo e mi prende il volto fra le
dita stringendo leggermente, incatenando il suo sguardo con il mio.
< Vorrei andare da sola… e poi passo innosservata
> Abbasso lo sguardo e rompo il contatto visivo con Lucifero.
Lascia la presa sul mio viso e riporta le mani sui miei fianchi troppo
sinuosamente. Si avvicina lentamente a e me e porta una mano sul mio
ciuffo ribelle davanti agli occhi e lo scosta leggermente dietro
l'orecchio, sfiorandomi con la punta delle dita la fronte.
Non riporta la mano al suo posto, al contrario la posa come un petalo
di rosa sulle mie labbra, iniziando a disegnarne ogni particolare,
sfiorandomi leggermente.
Mi perdo in quel tocco così maledettamente sensuale e chiudo
gli occhi facendomi trasportare da lui.
Smette per qualche istante spostando le dita, lasciando la pelle
diventare fredda. Apro gli occhi lentamente e un sorriso sghembo gli si
apre sul volto.
Dannatamente bello.
Maledettamente bastardo.
< Se insisti tanto piccola Arlyne > Sorride divertito
spostandomi con un solo strattone verso di lui.
Velocemente e invisibile s’impossessa delle mie labbra e come
se fossero una cosa sola le mie si dischiudono dopo che la sua lingua
preme prepotente sulla mia bocca.
Insinua la sua lingua e inizia a giocare con la mia divertito.
Quando mi rendo conto di quello che sta succedendo lo sposto con uno
strattone, pulendomi con il torso della mano la bocca. Disgustata.
Esco dalla stanza con la sua risata divertita in sottofondo.
Mi chiudo il portone alle spalle fuorisamente ed esco da quell'inferno.
Inizio a camminare svogliatamente tra gli umani. Ormai non ci faccio
più caso a loro, e loro a me.
La camicia leggermente sbottonata fa voltare i semplici ragazzi verso
di me, non sanno ciò che sono veramente. Ignoro, se dovessi
mostrare i denti si spaventerebbero come femminuccie.
Maschi.
Mi dirigo verso la parte vecchia della città, tra i
pittoreschi carrugi e gli angoli del centro storico.
Non passa nessuno attraverso queste stradine ormai da ristrutturare. Io
le trovo lo stesso dal fascino sinistro che danno il loro
più antico splendore.
Gli alti palazzi spuntano appena la stradine finiscono sinuosamente.
L'odore che m’invade le narici mi è famigliare.
M’invade la mente e si fa spazio tra i miei pensieri.
Mi guardo intorno e mi assicuro che non c'è nessuno nei
paraggi. Come un ragno mi arrampico per il palazzo senza farmi vedere e
una volta in cima inizio a seguire la scia di profumo.
Maledettamente attratta.
Salto da un tetto all'altro a circa 50 metri da terra, ma non
m’interessa.
Ansiosa arrivo al punto dove l'odore finisce, ma in giro non
c'è anima viva.
< Ma mi segui sempre > Una voce sensuale mi giunge alle
orecchie. Così fredda ma piena di sentimenti.
Riconosco il suo profumo a chilometri di distanza.
Kai.
Si avvicina alle mie spalle da dietro, lento come un predatore a
caccia. Non mi volto. Voglio che sia lui ad avvicinarsi a me. Voglio
che sia lui a cercarmi.
Forse esagero pensando che sia lui quello attratto da me.
Forse sogno troppo.
O semplicemente mi sto solo illudendo che sta succedendo qualcosa che
non deve accadere per nessuna ragione al mondo.
Stupida ragazzina ribelle che rischia la vita per niente.
< Il tuo odore è così forte che lo si
sente per chilometri > Rispondo sempre girata di spalle con i
sensi all’erta ascoltando ogni minimo rumore nelle vicinanze
e soprattutto i suo passi.
Veloci. Leggeri. Precisi.
Si avvicina a qualche centimetro su di me, posso sentire il suo respiro
afrodisiaco sul collo che mi solletica e mi provoca scariche elettriche
lungo la schiena.
Molto meglio la sua presenza che quella intossicante di Lucifero.
Il suo odore m’inebria e sale per le narici diffondendosi per
tutto il corpo.
Non mi sta toccando, ma il solo suo sfiorarmi con il respiro mi manda
fuori giri.
Non capisco che diavolo mi prende, non mi sento più me
stessa.
Devo piantarla di vederlo.
E allora perchè i miei sensi mi portano sempre da lui?
< Perché non sei con la tua famiglia?
> Domando voltandomi verso di lui con uno scatto veloce. Lo
guardo negli occhi e noto che non è per nulla rilassato.
I suoi occhi sono cambiati per qualche strana ragione e lo vedo
più agitato.
Forse è solo una mia impressione, ma il fatto che non si
avvicina a me fa capire altro.
Si volta dandomi le spalle e si allontana sinuoso e innaturale verso il
bordo del grattacielo.
Mi domando cosa gli passa per la testa, cosa darei per potere leggere i
suoi pensieri.
Credo che anche lui si affligga di questo pensiero.
Lui che puo' leggere la mente dei suoi simili, ma quella di un altro
essere immortale no.
Mi posso ritenere fortunata.
< Volevo stare un po’ da solo > Risponde in un
sussurro appoggiandosi alla ringhiera e guardando il paesaggio.
Continua a darmi le spalle e non riesco a capirlo.
Mi volto anch'io dall'altra parte, guardando ogni palazzo della
città.
Noia, assoluta noia.
Una battaglia all'ultimo sangue è tutta un'altra storia.
Per qualche strana ragione mi mancano certe battaglie. Mi manca potermi
sfogare a suon di piombo.
Con la coda dell'occhio continuo ad osservarlo, ma lui da quella
posizione, non si muove.
< Sopra un grattacielo rumoroso? > Chiedo e mi guardo
intorno; un paesaggio di città pieno di palazzi e
grattacieli grigi come il piombo.
Le persone affollano le strade indaffarate per chissà quale
impegno. Con nessun pensiero per la testa.
Creature strane gli umani. Come se un tempo non lo fossi stata anche
io.
Ma quelli sono tempi andati e i ricordi umani stanno lentamente
sparendo dalla mia memoria.
La mia vita è questa ora. Quella di un demone cacciatore.
Di un'assassina.
Sento lo sguardo penetrante di Kai su di me che mi osserva.
Imperscrutabile. Silenzioso.
< La vista e magnifica e poi… la mia mente per
qualche ora può tornare umana > La voce profonda di
Kai continua a parlarmi, confessandomi i suoi più intimi
pensieri.
Non credevo che ad un essere immortale potesse mancare la vita comune.
Forse perché ne perdiamo il ricordo, ma Kai, il suo sguardo
così profondo sembra non volersi staccare da quello che era
prima di lasciare la vita terrena.
Guardo nella stessa direzione in cui il suo sguardo si posa, cercando
di capire il significato delle sue parole.
Osservo ogni particolare e cerco di andare al di la di un semplice
sguardo.
Non è così semplice come sembra cercare un
significato in tutto questo caos.
Forse perchè non guardo con gli occhi di chi ha ancora
qualcosa in cui sperare.
< Non ti seguo > Dico sedendomi sul cornicione a
strapiombo di almeno 50 metri d’altezza.
Un salto da niente, per me, ma mortale per un umano qualsiasi. Sarebbe
bello poter far vedere ad un semplice umano di cosa siamo capaci.
Kai si siede con i suoi movimenti rapidi e leggiadri di fianco a me.
Il sole ormai sta tramontando da quella distesa di grattacieli tingendo
le finestre di rosso che si riflettono con forza sui nostri occhi.
Il panorama diventa schifosamente romantico, ma non riesco a far a meno
di restare lì, accanto al giovane vampiro, ormai diventato
la mia droga personale.
Mi domando solo quando riuscirò ad ucciderlo davvero.
Quando ne troverò la forza.
< Guarda quelle persone > Mi dice guardando ancora dritto
verso di se qualcosa che al mio occhio sfugge.
Non capisco cosa trovi di tanto interessante in questa città
caotica.
Tutti i suoni duplicati per duecento volte al mio orecchio mi assordano
più di quanto possa immaginare. Mi verrebbe voglia di
tapparmi le orecchie.
Certi suoni per il mio udito non sono un bene.
Macchine, voci, suoni di clarkson che offuscano i sensi. Li confondono.
Mi rendono nervosa.
Meglio la tranquillità dei boschi.
O la melodia del mio dolce pianoforte, dove tutto perde per qualche
istante, il valore.
< Le vedo e allora? > Mi sporgo leggermente per vedere la
fiumana di persone sotto di noi, ognuna con qualche commissione da fare.
Mamme con bambini al seguito, uomini con valigette e cellulari in mano
di fretta che tornano a casa dal lavoro.
Un via e vai di persone. Frenetico. Incessante.
Non capisco di cosa ci sia di così interessante
nell'osservare persone con la propria vita.
Il paesaggio si fa così surreale che un leggero sorriso mi
si apre sul volto.
Noi, seduti con le gambe a penzoloni su un grattacielo ad osservare gli
umani, con il tramonto in faccia.
Cose da libri.
< Una volta ero come loro… mi divertivo, piangevo,
andavo a scuola… tutto quello che un umano ha >
Confessa un Kai diverso dal solito.
Malinconico e triste, attaccato ai suoi ricordi di quando era ancora
umano.
Sono curiosa della vita che conduceva, dei suoi interessi, di che
scuola faceva.
Mi sto comportando come una bambina innamorata.
Ma sto perdendo davvero la testa per questo vampiro? Non posso. Non
devo. È illecito.
Sono troppo testarda per innamorarmi di qualcuno, chiunque esso sia.
E Lucifero lo ucciderebbe senza troppi complimenti se sapesse una cosa
del genere.
< Non ricordo molto della mia vita da umana > Confesso a
Kai girandomi verso di lui, perdendomi in quei bellissimi occhi color
ametista.
Tutto quello che ricordo è offuscato, non ho memoria quasi
di nulla; né dei miei genitori. Della mia infanzia. Della
mia adolescenza.
Tutto è offuscato da una patina leggera come il fumo che non
mi permette di vedere oltre.
Solo gli odori dei miei vecchi ricordi mi portano indietro nel tempo,
permettendomi di rivivere per qualche istante ciò che ero.
Lucifero ha voluto donarmi olfatto e udito, ma niente vista purtroppo.
Per quello sono paragonabile ad un semplice umano.
Kai invece, puo' vedere anche al buio.
Tsk, vampiri, tutte le fortune a loro.
< Neppure io… ma qualcosa rimane sempre…
li invidio > Un leggero sorriso spunta sulle labbra morbide di
Kai, chissà che tipo era quando era un umano. Magari
l’esatto opposto di com’è adesso.
Guarda quelle piccole sagome colorate e la curiosità prende
il sopravvento anche su di me.
Per qualche strana ragione mi fermo a fissare una ragazza dai lunghi
capelli corvini che passa abbracciata con un ragazzo.
Accentuo l'udito e mi perdo a sentire la sua risata cristallina e
felice.
Schifosamente felice.
Smetto di farmi gli affari degli altri e mi concentro su altro.
Alzo lo sguardo e vedo il nostro riflesso nella finestra di fronte.
Fortuna è un magazzino abbandonato o qualcuno ci potrebbe
vedere.
Kai si è studiato questo posto a memoria probabilmente, per
quello sa che puo' venire qua per stare da solo con i suoi pensieri.
< Perché? > Chiedo curiosa di sapere ogni suo
più intimo segreto. Non capisco cosa mi attragga tanto di
lui.
Sempre serio. Misterioso. Con un fascino al di fuori del comune. Una
calamita che però non posso inseguire perché le
regole del nostro mondo non ce lo permettono.
C’è sempre qualcosa d’ingiusto. Sempre
è stato, e sempre lo sarà.
Mi rassegno a questo particolare e alzo ancora di più lo
sguardo, questa volta sul paesaggio oltre i grattacieli.
Verso le montagne in lontananza, dove noi andiamo sempre a caccia.
Viste così sono fin troppo belle da osservare.
Guardate con i semplici occhi di un umano, il paesaggio è
romantico.
Mentre io vedo solo la notte che cala lentamente e il cielo che si
tinge color sangue, gli umani che si vanno a chiudere nelle loro case,
lasciando spazio ai sovrani della notte e le loro battaglie di millenni.
< Perché sono felici, possono avere figli, una
famiglia… noi siamo intrappolati per sempre in un corpo
freddo e d’acciaio > Risponde dando la tanto attesa
risposta.
Ha ragione e su questi pensieri non mi ero mai era soffermata prima
d'ora.
Forse perché non necessitavo più di quei bisogni
che un umano ha durante la vita.
Avere un figlio. Chissà come sarebbe stato. Tenerlo tra le
braccia. Cullarlo. Coccolarlo. Sangue del mio sangue.
Oppure avere qualcuno la notte da amare accanto a se.
Tutto questo a noi è stato precluso il giorno della nostra
condanna all’immortalità.
< Non poter sentire più sapori, odori, ne mangiare ne
bere… solo saziarti di sangue > Continuo io per lui,
cercando nella memoria quelle piccole ma significanti cose che non
avevamo più. Quelle piccole cose che tutti i giorni ci
potevano far sentire felici.
Ora i sensi ci servono come armi letali per uccidere. Precisi e
inesorabilmente infallibili. Armi a doppio taglio.
Per Kai, poi, deve essere particolarmente difficile resistere alla
tentazione del sangue umano.
Deve essere come una droga dolce. Il cui odore ti perseguita fino a
farti impazzire e perdere il senno della ragione facendoti diventare il
peggiore dei mostri che uccide per avere ciò che desidera.
Mi domando solo se è ciò di cui si ciba lui.
Improvvisamente dalla bocca di Kai esce una risata cristallina che non
ho mai sentito prima.
Mi guarda divertito, mentre assumo un cipiglio interrogativo per quel
suo strano comportamento. Vederlo così lo rende ancora di
più irreale e dannatamente attraente. Non capisco
perché uno come lui è diventato un dannato.
Eppure ora sono qui insieme a lui, il mio nemico mortale a parlare come
due vecchi amici e non come due che si dovrebbero uccidere a vicenda.
< Perché ridi succhiasangue? > Chiedo
leggermente irritata alzandomi dal cornicione, mettendomi in piedi e
sovrastandolo con una mano appoggiata al mio fianco severa
più che mai, anche se in verità e non lo do a
vedere mi piace la sua risata.
E le sue labbra così morbide e sensuali da baciarle con
foga. Non devo cedere. Non posso. Non devo. Non con lui.
Mi scrollo il pensiero dalla testa scuotendo la testa e continuo a
guardarlo dall'alto in basso.
Che diavolo ha da ridere lo sa solo lui.
< Per una volta ti sei sciolta > Smette di ridere
tirandosi in piedi anche lui e con un rapido gesto mi mette dietro
l’orecchio una ciocca di capelli ribelli.
Ma che sta facendo? Non dovrebbe usare simili gesti. Soprattutto con me
che odio il contatto fisico.
Però questo semplice sfioramento non l’ho nemmeno
percepito.
Oppure ho semplicemente lasciato correre perché il mio corpo
desidera ardentemente un contatto con lui.
Mentre la mia testa lo odia.
Che cosa complicata. Confusa.
Non capisco più niente per colpa di questo stupido vampiro.
< E ridi di me? > Continuo e arretro di qualche passo per
aumentare il distacco tra noi due.
Tutto questo mi sta leggermente facendo impazzire. Non sarei mai dovuta
venire qui.
Ma il suo profumo così inebriante mi ha condotta senza
volerlo qui. Da lui.
Lontano da Lucifero. Dall’inferno. Dai miei compagni. Lontano
dalla morta e dalle battaglie.
Con Kai al mio fianco riesco a dimenticare di ciò che sono e
di quello che faccio. Nessuno è mai riuscito prima a farmi
un simile effetto.
Se solo sapessi che cosa frulla nella testa di Alex. Lui è
quello che mi spaventa più di tutti. Il più furbo
ragazzo di tutti i mondi.
Ha un’intelligenza da far paura ed è quello che
temo di più.
< Eri così… buffa > Fa serio pochi
secondi dopo.
Io buffa? Un demone che caccia spietata di sangue, buffa? Questo
succhia sangue ha bisogno seriamente di un paio d’occhiali, e
all’istante.
Odio essere presa in giro. Ne va del mio orgoglio. È
più forte di me e non ci posso fare nulla.
Minuti di silenzio affliggono la mia mente.
Penso e ripenso a ciò che non dovrei.
Conclusioni? Sì, sono decisamente arrabbiata.
Un sorriso mi si apre in volto e inclino leggermente la testa di lato
osservando il giovane vampiro di fronte a me.
Il silenzio è calato completamente.
< Questa me la paghi > Lo fisso per qualche istante negli
occhi. Sembra passare un’eternità, quando invece
sono solo una manciata di secondi.
Nulla di più eccitante che gli occhi pieni di divertimento
di un vampiro.
Non stacca gli occhi dai miei e come due calamite non riusciamo a
staccarci gli occhi di dosso.
Agile sposta le gambe in un movimento invisibile e balza
all’indietro posando delicatamente i piedi sul cemento, in
bilico con il vuoto.
Mi sorride divertito e si lascia cadere nel nulla di schiena
sorridendo, cadendo a peso morto.
Come una leggera piuma.
Scatto verso la soglia del palazzo velocemente e lo vedo precipitare
nel vuoto. Continua a sorridere come un angelo.
Accovacciata per terra mi lancio con una spinta nel vuoto, lasciandomi
cadere per seguire lui.
Il vento mi scompiglia i capelli e vedo la terra avvicinarsi sempre di
più.
Ci guardiamo negli occhi finché con disinvoltura appoggia i
piedi paralleli e atterra dolcemente e delicatamente sulla terra con un
sordo tonfo.
Atterro di fianco a lui imitandone i passi e guardandolo con il fiatone
per la discesa troppo lunga per me. Lui sa trattenere il respiro. Io no.
Lo osservo e con velocità inaudita si acquatta per terra
appoggiando una mano al suolo e saltando verso il grattacielo da cui
siamo scesi poco prima.
Maledetto mi farà diventare scema di questo passo. Ringhio
ferocemente lanciandomi anch’io nel salto e seguendo i suoi
movimenti.
Atterro poco distante da dove si trova il giovane vampiro. Sperando sia
pronto per affrontarmi.
Il mio respiro si fa sempre più irregolare per la troppa
fatica di stagli dietro.
Sono solo un semplice demone, non riesco a stare al passo di un vampiro.
Mi guarda divertito e io lentamente m’inginocchio per terra.
Gli angoli della sua sinuosa bocca s’inclinano leggermente
verso l’alto, sorridendo beffardamente.
< Tutto qui? > Mi domanda quasi scoppiando a ridere.
Non riesco nemmeno più a respirare dalla fatica che ho
fatto. 50 piani di grattacielo non è bello farli tutti
saltando e volando a mezz’aria per scendere.
Alzo gli occhi che sono terribilmente pieni d’ira.
Mi provoca.
Non lo sa che la giovane Arlyne non va mai provocata?
Presto lo imparerà a spese proprie.
Molto presto.
< Che fai? Provochi? > Domando riportandomi in posizione
retta e rimettendomi in piedi, ricordando molto il passo di un felino.
Un passo dopo l’altro mi avvicino a lui arrabbiata come mai
prima d’ora.
Lui non si muove, immobile come una statua. Solo il leggero vento gli
scompiglia i capelli.
A qualche passo dal vampiro m’immobilizzo lasciando che il
silenzio cali tra noi due.
Ci guardiamo intensamente negli occhi e nessuno dei due prova a
muoversi.
Ci scrutiamo a vicenda. Ci studiamo.
Moriamo dalla voglia di vedere chi di noi due è il
più forte.
< No di solito lotti meglio di così… ah
ricordo tu sei una donna > L’affronto appena ricevuto
è decisamente troppo.
Io sono una ragazza demone. Non una semplice donna. Il mio non
è un linguaggio da femminuccia.
Non mi faccio problemi ad uccidere e se qualcuno si ritiene alla mia
altezza il gioco si fa più interessante.
Ho rischiato più volte di uccidere i miei compagni per il
mio bel caratterino.
Non sa con chi sta parlando.
Nessuno può darmi della femminuccia.
Nemmeno il più bello e buono dei vampiri.
< Questo non vuole dire che sia più debole di te
> Gli ringhio contro mostrandogli i denti bianchi e affilati.
Sorride più divertito di prima.
Maledetto vampiro strafottente.
Troppo sicuro di se. Una lezione non gliela leva nessuno.
Scomparendo nel nulla davanti ai suoi occhi riappaio dietro di lui.
Continua a non muoversi e fissare un punto indefinito.
Sa dove sono. Sente il mio odore.
Con lentezza mi avvicino a lui con passi sinuosi con
l’intento di prenderlo alle spalle.
Sciocca, ma chi credo di prendere in giro?
< Vediamo fatti sotto> Ringhia ferocemente spostando
agilmente il corpo e voltandosi verso di me in pochi secondi.
Con movimenti rapidi e passi pesanti anch’io mi lancio verso
di lui con un ringhio. Ci scontriamo come due fulmini. Invisibili ad
occhi umani.
Io acquattata dalla parte opposta dove si trovava poco prima il
vampiro, lui nella mia stessa posizione al mio posto.
Scompaio di nuovo nel nulla lentamente e sorridendogli. Trattengo il
respiro così che lui non può più
sentirmi, quando non riesce più a vedermi.
Lo vedo spaesato e si guarda in giro. Mi cerca e non mi vede.
Perfetto.
Con un salto perfetto e rapido compaio dalla nube di fumo nero e gli
salto al collo con un ringhio, facendolo sbalzare contro una cassa di
legno.
Si rialza velocemente correndomi incontro, saltando da una cassa
all’altra. Da un filo ad una ringhiera.
I suoi salti sono lenti. Omogenei. Gentili. Sembra un ghepardo
all’attacco.
Mi sembra impossibile potergli staccare gli occhi di dosso.
Con movimenti sinuosi ma potenti mi salta addosso, esplosivo ma morbido
mi atterra al cemento.
Si siede a cavalcioni sul mio bacino. Afferra i miei polsi premendoli
contro il cemento.
I suoi denti si ritirano e il ringhio scompare.
Si fa serio in pochi secondi e mi guarda negli occhi.
Si abbassa con studiata lentezza su di me, appoggiando la fronte alla
mia e sfiorandomi il naso con il suo. Il suo respiro finalmente si fa
più veloce.
Lo sento ghiacciato sulla mia bocca.
Lotta tra desiderio e lucidità. Appoggia le labbra sulle mie
in un bacio rubato.
Ci sfioriamo delicatamente e il cervello mi va completamente in tilt.
Ricambio il bacio che si ripete con un semplice sfioramento di labbra.
Si abbassa definitivamente su di me premendo la bocca sulla mia che
ricambia.
Lo mordicchio divertita, mentre lui cerca di approfondire il bacio.
Si sposta sul mio collo facendo scorrere la lingua e posandola per
qualche minuto sulla mia pelle. Inizia a succhiare e sento i canini
taglienti sulla pelle. Mi sfiorano in quel bacio, ma mi fanno
riprendere lucidità.
< Levati > Sussurro in un sospiro quasi non riuscendo
più a pensare lucidamente. Cerco di muovere le braccia, ma
sono ancora bloccate a terra dal vampiro.
Tento di dimenarmi alzando il busto e cercando di farlo alzare e la sua
presa si allenta sui miei polsi esili.
Si alza lentamente scostandosi un ciuffo ribelle sul volto e i suoi
occhi si fanno pieni d’agonia. Sento la gola bruciare e mi
porto una mano dove sento colare un liquido caldo.
Sangue.
Mi ha morsicata e non me ne sono resa conto. Troppo presa dalle sue
attenzioni.
Mi avrebbe potuto uccidere.
< Forse è meglio che vada > Abbassa lo sguardo
quando allungo la mia mano colante di sangue. Leggere gocce cadono sul
pavimento e l’odore si alza forte ed intenso.
Le sue pupille si dilatano e smette di respirare di colpo.
Combatte contro la voglia di saltarmi addosso e bere il mio sangue, il
suo autocontrollo non è dei migliori.
Ritraggo la mano e la pulisco velocemente nei pantaloni di pelle e
copro la ferita con i capelli per impedire all’odore di
arrivare al vampiro.
Si avvicina cauto a me alzando finalmente lo sguardo.
I suoi occhi non mi piacciono, pieni di sete.
< Non toccarmi più > Gli ringhio contro
scoprendo i denti e scomparendo nel nulla velocemente.
Non mi piace lo sguardo che ha assunto Kai. Non è da lui
comportarsi così.
Per qualche strano motivo ci sono rimasta male.
Dannatamente male.
Me ne vado con la coda fra le gambe, persa nei miei pensieri e inizio a
rivalutare le mie aspettative verso il giovane vampiro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Your love is a lie ***
Salve
a tuttiiiiiiiiiiiiii!! Mi scuso per
l’enorme ritardo da far paura, ops ç_ç
E’
che ho appena passato una gara,
fortunatamente passata bene e ora riesco a dedicarmi tra lavoro e
studio alla
scrittura... spero XD
Passiamo
oltreeeeeeeeeeeeeee... ringrazio
sempre chi recensisce, e invito a farlo chi legge e basta XD
Un
ringraziamento speciale va a:
Siana: Eh
ja a quanto pare ci
sei anche tu... ma devo per forza risponderti?? Uff... devo vero? Forza
e
coraggio... *Grande respiro prima del suicidio* Forse ci sono U.U Ecco
U.U
Grazie amoooooooooooooooo per avermi scritto questo
capitoloooooooooooooooooooo
con lo studio e le gare e il lavoro avrei aggiornato forse quando il
mondo
sarebbe finito XD Grazie per aver recensito e dei bellissimi
complimenti U.U Alla
proxima, un bacio, Dade.
Padme86: Mammoloooooooooooooooooooo
*.* Grazie anche a te per i bellissimi commenti ma tanto ormai lo sai
XD Non lo
so sinceramente come faccio -.-" So solo che le scene noiose le lascio
fare a Siana ahah io mi scazzo troppo XDXD E il bacio è
stato premeditato da
tempo U.U Come sai, in questa storia non andrà NIENTE per il
verso giusto e il
bacio è solo l'inizio di una serie di... mmmm.... sfortunati
eventi XDXD Sono
contento che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero che anche questo
sia di
tuo gradimento... Un bacioooooone dal tuo fratellino ino ino XD Tvb...
forse
U.U
jessy16: La
mia
pervertitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!! Visto visto che per una santa volta
sono
bravo anch'io XD Donna di poca fede U.U Daiiiiii ancora che la meni con
questa
finestraaaaaaaaaaaaaaaa!! Qualche volta ti ci butto davvero se non la
pianti!!!
E a quanto vedi nessuno soffre di vertigini =P ( A parte l'autore
stesso ahah
XD ) Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se sei a Berlino
in
questo momento... s****a potevi portarmi con te facendomi entrare in
valigia
clandestinamente =P Alla prossima pervertita! Baci tvtrb
Nika_night:
Salveeeeeeeeeeeee!!
Prima di tuttooooooooo... grazie per i complimenti U.U E poi nella mia
storiaaaa niente andrà come deve quindi meglio non abituarsi
ai lieti fni XDXD
Grazie anche per avermi corretto quelle frasi, tra world che aveva
deciso di
non funzionare, il poco tempo a disposizione non l'avevo riletto ad
essere
sincero quel capitolo... Se anche in questo c'è qualcosa che
non quadra fammelo
pure notare, anche se sarebbe meglio in privato, sai com'è
XDXD Alla prossima
spero, un bacio e grazie ancora per la recensione.
Aphrodite:
Ciauuuuuuuuuuuz! Ma
che ritardo O.O Sei sicura di stare bene? O.O Hai recensito appena ho
aggiornato, fai un baffo a speedy O.O Non rivelerò mai
ciò che ha scoperto Alex
muahahahah U.U Non per ora almeno U.U In questo capitolo c'è
meno azione e poi
purtroppo fa un po' schifo e leggermente in ritardo, ops -.-" Perdono
ç_ç
Sono contento che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e per la scena di
Kai
stile Bradon Lee, devo dire che non mi sono ispirato a quel film anche
se
rimane uno dei miei film preferiti *ç* E gli uomini non sono
troppo avidi =P Al
prossimo capitolo e spero che anche questa schifezza di capitolo ti
piaccia,
ciaux baci.
Nena
Hyuga:
Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee =) Ma noooooooooooooooooooooo
pekkè Kai ti ha
fatto arrabbiare? *.* Povero vampiro - cretino XD - indifeso *.* E poi
se non
rovinavo tutto la storia sarebbe già finita, e tu non lo
vuoi, vero? *.* Non mi
dire di sì o me ne vado in un angolino a deprimermi XD Ok,
vedi che anche io
sparo cazzate a tutto spiano XD Grazie dei bellissimi complimenti, al
prossimo
capitolo, spero XD Ciauz un bacio.
Red
Robin:
Ehilààààààààààààààà
anche a te =) Sìììì il
titolo dello scorso capitolo è
quello di una canzone... come tutte le altre d'altronde XD Grazie per i
commenti, anche se io devo recensire ancora i tuoi -.-" Se non avessi
la
testa sul collo perderei anche quella, sicuramente XD Beh, spero di
risentirti,
anche se ne dubito fortemente ahah Ciauz XD
medea90:
Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Tranquilla se sei arrivata in ritardo...
purtroppo
anche io con gli impegni, tra lavoro e studio e gare non capisco
più un piffero
@_@ Grazie mille per il bellissimo commento... spero continuerai a
recensirmi
^_- Ci conto =) Scusa per la risposta penosa ma anch'io sono di fretta
-.-" E' un miracolo se sono riuscito ad aggiornare XD Alla prossima e
grazie ancora per la recensione XD Ciauzzz =)
Your love is a lie
Cammino per le strade della città
e mi guardo intorno come incantata dal romanticismo che mi circonda.
La luce del tramonto tinge tutto
di rosso e si riflette sull’acqua del fiume che scorre nella
parte più antica,
come sangue vitale e al contempo mortale.
Scorre lenta sotto le voci dei
passanti che spettegolano dei fatti di cronaca.
Mi perdo ad ascoltare solo i miei
lunghi passi decisi e non posso fare a meno di pensare a lui.
Al nostro bacio.
Così intenso... emozionante...
stronzo! E’ un emerito stronzo! Vampiro del cavolo avrebbe
potuto uccidermi e
io scema sono caduta ai suoi piedi.
Dovrei maledirmi da sola invece
che stare a pensare a ciò che è successo.
Il tuo amore è una bugia.
Una sporca bugia. Sei attratto da
me com’essere immortale.
Il tuo non è amore.
Vampiro da quattro soldi.
Cerco di concentrarmi sulle voci
dei passanti e mi metto ad ascoltare delle donne dietro di me che
parlano tra
loro.
< Avete sentito? Da giorni non
si fa parlare di strani omicidi > Voci. Ognuna con un timbro
diverso
dall’altro. Cammino sul marciapiede di una strada, e ascolto
casualmente quel
che tre donne stanno dicendo, mentre passeggiano dietro di me.
Non che m’interessi
particolarmente sentire i disastri umani, ma farei di tutto ora per
dimenticare
il bacio di Kai.
Le sue labbra sopra le mie.
Così delicate. Vellutate.
Morbide.
< Pare che facciano parte
tutti di una stessa organizzazione > Continua una seconda donna
dalla voce
più infantile rispetto alla prima.
Certo che gli umani non hanno
molto da fare se spettegolano sempre su fatti di cronaca. Dovrebbero
vivere un
giorno da demoni così capiscono cosa sia un vero lavoro,
oppure come uccidere
qualcuno.
Altro che pistole o delitti di
passione.
Guerre vere e proprie tra bene e
male.
Scontri di sangue. E chi è il più
forte vince sempre.
< Ma che organizzazione, erano
dipendenti o scienziati che lavoravano agli esperimenti a Ginevra
> Continuo
ad ascoltare.
La rivelazione della donna si fa
interessante.
Pare che gli omicidi sono tutti
collegati tra loro. Però non essendo di questo mondo non so
minimamente cosa
siano gli esperimenti che conducono a Ginevra.
Ma che faccio m’interesso dei
loro stupidi cavilli? Ho una missione da compiere e mi sto adagiando
troppo
sugli allori.
Passo dopo passo continuo a
percorrere la strada, mentre i miei tacchi producono rumore
sull’asfalto.
Non ho meta. Non ho casa. Vago da
sola in questo mondo d’umani.
< Ma gli omicidi sono tutti
diversi tra loro > La cosa diventa sempre più strana.
Perdo il filo del
discorso, mi allontano dalle donne e prendo una strada secondaria meno
trafficata e affollata. Nemmeno quel discorso è riuscita a
farmi togliere dalla
testa Kai.
Sta diventando un’ossessione.
È il mio nemico, dovrei
distruggerlo e invece passo le mie giornate con lui.
Tutto, ogni angolo di questa
città caotica mi ricorda il viso di Kai.
Kai. Kai. E ancora Kai.
Vai al diavolo vampiro da quattro
soldi, maledetto il giorno in cui ti ho incontrato.
Continuo a camminare spedita fino
a quando il tacco della mia scarpa s’incastra in un foglio di
giornale.
Che patetica figura.
Lo tolgo, faccio per buttarlo, ma
la mia attenzione è nuovamente attirata dalla notizia.
“Ancora morti
misteriose:
Joker colpisce un altro operaio a Ginevra.
La
morte di
Michailovskij Dem’yan, è l’ultima di un
lunghissimo elenco d’omicidi e morti
misteriose d’operai all’European Organization for
Nuclear Research a Ginevra.
Stando
alle autorità federali, Dem’yan sarebbe stato
assassinato in casa sua, con 10
coltellate.
L’assassino
ha lasciato un gioco enigmistico che svela il delitto e una firma,
Joker.
L’assassino
non è ancora stato trovato, dopo 12 morti degli operai
all’esperimento di
Ginevra.
Il
crimine è stato perfetto e oltre all’enigma
l’assassino ha inviato alla polizia
numerose lettere manoscritte che preannunciano nuovi crimini e che
portano la
firma sempre di Joker.”.
< Ciao… ti stavo cercando > Una voce profonda
mi
prende alle spalle facendomi voltare di scatto.
Come diavolo ho fatto a non sentire un semplice umano?
La sua presenza confusa con quella degli altri non l’ho per
niente sentita avvicinarsi. Sto perdendo colpi e questo non va per
niente bene.
Ma che diavolo mi prende? Da quando conosco quel maledetto vampiro,
non faccio altro che distrarmi.
Sì, devo assolutamente piantarla con lui.
< E tu chi sei? Cosa vuoi da me? > Guardo il ragazzo
che mi si para di fronte... non più di 20 anni. Alto e
slanciato. Molto più
alto di me, meno muscoloso che Kai ma lo stesso dal fisico asciutto.
Una chioma bionda scompigliata e gli occhi azzurri intesi,
più del cielo stesso mi scrutano.
Lo guardo osservando ogni suo piccolo particolare.
Ma che diavolo vuole da me?
Mi ci manca solo un umano che rompe in una giornata storta.
< Io sono Devon, piacere… tu devi essere un demone
giusto? > Mi volto dandogli le spalle e tornando per la mia
strada tra le
stradine del borgo più antico.
La gran città l’ho superata a passo umano, solo
per fare
quattro passi e poter dimenticare ciò che è
successo con Kai.
Quei pensieri non mi hanno ancora dato tregua e non riesco a
smettere di pensarci.
Sono il mio chiodo fisso ormai.
< Dall’odore sei umano… > Continuo a
dagli le spalle
sentendo i suoi passi dietro di me che mi seguono silenziosi.
Svolto l’angolo del sentiero sterrato e mi posiziono dietro
il muro in sassi aspettando che la mia prenda cada in trappola.
Non deve sapere che io sono un demone. Gli umani non devono
sapere ciò che sono.
L’equilibrio dei due mondi deve essere rispettato ad ogni
costo.
O la guerra sarebbe stata aperta.
< Si... ma ho una dote speciale … la parola psionico
ti
dice niente? > Sento la sua voce calma e calda provenire ancor
prima
dell’angolo.
Lo aspetto famelica di ucciderlo per aver scoperto il mio
segreto.
Spalle al muro e muscoli tesi, ma lui sembra non arrivare
mai, eppure... era dietro di me.
Mi sporgo leggermente guardando oltre il muro e lo vedo
appoggiato sulla stessa casa, dal lato opposto dove mi trovo io, e mi
osserva,
divertito.
Mi guarda negli occhi e un sorriso ampio gli solca le guance
color porcellana.
Inizio a non sopportare più davvero nessuno.
< Ne ho sentito parlare… però non ho tempo
da perdere con
te > Ogni tanto qualche umano sviluppa capacità al di
fuori del comune,
paragonabili agli essere immortali.
Sono solo alcune eccezioni, casi sperduti in tutto il mondo
ma alquanto rare e poco insignificanti.
Da soli non possono nuocere a nessuno e molte delle volte
rimangono all’oscuro per non diventare esperimenti da
laboratorio.
Nel frattempo sono ancora lì, impalata a guardarlo come una
stupida.
E la cosa che mi da ancora più fastidio è che lui
mi osserva
centimetro per centimetro, come se fossi un fenomeno da baraccone.
< Aspetta ho bisogno di parlarti … ho bisogno del tuo
aiuto > Butto la sigaretta per terra che ho acceso spegnendola
con la suola
delle scarpe, girandomi per andare via e chiudere questa patetica
questione.
Mi convinco sempre di più che gli umani non hanno nulla da
fare nella vita.
Mi volto nella direzione opposta e faccio per andarmene, ma
il ragazzo mi afferra per il braccio.
Insistente il tipo.
Mi fermo di colpo, immobile e sbuffo sonoramente.
Se non fosse che poi scapperebbe a gambe levate gli
mostrerei i miei denti, pronti per bere il suo nettare vitale.
< Non aiuto gli umani > Ma cosa vuole ancora? Una
sanguisuga sarebbe meno fastidiosa che questo ragazzino.
Non capisco cos’ho fatto di male per meritarmi una simile
tortura.
Voglio solo un attimo di pace, un attimo per me stessa in
questa vita da dannata.
È chiedere tanto?
A quanto pare se sei dannato, la pace non puoi meritarla.
Mi rassegno a questa cosa e riprendo a camminare per la mia
strada, ma i suoi passi non abbandonano il mio udito.
Mi segue come un cagnolino al guinzaglio.
Dio se potessi gridare lo farei.
< Hai sensi più sviluppati di qualunque altro
… mio padre
è stato ucciso > Certo che ho i sensi sviluppati se
no come potrei svolgere
il mio lavoro?
E di certo il fatto che suo padre sia stato ucciso non mi
intenerisce minimamente.
Questa è la dura legge della vita, anche ai miei genitori
è
toccata questo destino.
Non è come nelle favole “tutti vissero felici e
contenti”.
In questo mondo vince sempre il male.
La speranza non esiste. È solo per gli illusi.
< E cosa dovrei farci? > Sbuffo spazientita. Voglio
andarmene,
ma la curiosità di quegli omicidi mi spinge a rimanere qui.
Dentro di me sento una strana sensazione che entro breve
succederà qualcosa di molto pericoloso.
Di solito il mio sesto senso non mi abbandona mai.
Ma come potrebbe interessarmi? Non rientra nei miei compiti
risolvere le grane degli umani.
Non mi volto, ma lo sento ancora a qualche metro da me.
Mi fermo di scatto e mi giro con arroganza a qualche passo
da lui.
Se non avesse avuto i riflessi pronti, mi sarebbe venuto
addosso da quanto veloce mi sono girata.
< Sei quella con l’aura diciamo più
“positiva” degli
altri. Aiutami a trovare l’assassino> Mi supplica con
gli occhi a qualche
centimetro da me.
Forse mi fa un po’ pena... lui, in cerca
dell’assassino dei
suoi genitori.
Mi ricorda troppo qualcosa e non mi piace questa storia.
Gli do ancora una volta le spalle e rincomincio a camminare
pensando a tutto quello a cui non dovrei.
Prima il vampiro e ora questo.
Dio ma un dannato non può stare in santa pace?
< Sentiamo cosa hai da dirmi,
ma non qui in un posto più tranquillo > Sbuffo
chiedendo a quell’umano
bizzarro di andare da un’altra parte.
Questo parco mi sembra un po’ troppo
affollato per i miei gusti.
Sento occhi che puntati addosso,
ma forse e solo la mia impressione di essere sempre seguita da qualcuno.
Prendo a camminare seguendo il
mio istinto alla ricerca di un luogo più tranquillo per le
mie orecchie.
Quelle per me che sono minuti e
secondi, sono ore per quell’umano, infatti, camminiamo per
quasi un’ora uscendo
dalla città e dai suoi rumori assordanti che vengono
sostituiti da una vaga
tranquillità…
< Non mi fissare > La mia pazienza ha un limite ben
definito che è meglio non varcare.
Ha guardato troppo per i miei gusti, anche se non lo guardo
direttamente negli occhi lo sento dietro di me che mi guarda come
trapassandomi
da una parte all’altra.
È davvero fastidioso, come se mi spogliasse con gli occhi e
mi lacerasse la pelle.
Mi giro verso di lui di scatto, e preso dalla paura salta in
aria non aspettandosi quel gesto da parte mia.
Attento piccolo che se si esaurisce la mia pazienza può
finire male e questo non lo vuole nessuno dei due.
< Sc…scusa e che siete così... >
Risponde balbettando,
girando tutto agitato il viso da un’altra parte.
Gli essere umani sono davvero strani, dovrei comprenderli
anche io visto che in un passato lontano dai miei ricordi lo ero anche
io.
Ha il viso tutto rosso dall’imbarazzo, come un bambino colto
a guardare qualcosa che non doveva.
Buffo.
Si tortura anche le mani e non riesce a guardarmi
direttamente in faccia.
< Cattivi? Paurosi? > Dico con voce sprezzante e il
suo sguardo alle mie parole diventa di nuovo serio avvicinandosi a me,
ancora
rosso in volto.
Di fegato ne ha il ragazzino per avvicinarsi ad un demone
con poteri al limite della comprensione umana pronto ad ucciderlo se
rivela il
segreto o se avrebbe minato la mia incolumità.
Mi fissa negli occhi e non abbassa minimamente lo sguardo.
Se avesse avuto qualche altro potere oltre a quello di
manipolare la mente umana, sarebbe riuscito a farmi paura.
< Attraenti > la sua risposta mi lascia un po’
sbigottita.
Attraenti. Belli. Affascinanti.
Pensavo che solo tra noi ci vedessimo in questo modo, esseri
dall’aspetto perfetto in grado di ammaliarci tra noi.
Un’arma letale capace di far cadere un demone ai miei piedi
solo con lo sbattere delle ciglia se voglio.
Non pensavo che anche gli umani ci vedessero in questo modo.
Ho sempre avuto l’idea che ci vedessero come brutti esseri
con corna e denti
aguzzi.
A quante pare mi sbagliavo. E anche di grosso.
< Qui va bene è abbastanza isolato > Indico un
fiume
secco con un ponte e decido di dirigermi li. Saremo tranquilli lontano
dallo
sguardo indiscreto di qualche passante.
Ci avviciniamo e il ragazzo si siede su una delle tante
casse di legno abbandonate consumate dalle tarme.
Sempre meglio della città piena di rumori, qui mi trovo
molto più a mio agio.
Tranquillità e nessun rumore assordante per le mie povere e
delicate orecchie.
Iniziavo ad avere una crisi isterica se restavo in quel
caos.
< Non mi hai detto ancora il tuo nome > Chiede timido
dopo attimi di silenzio prendendo la parola; tutta questa storia
è snervante,
mi sto proprio rimbambendo da quando nella mia vita, chiamiamola
così è
piombato Kai.
Prima d’ora non mi sarei neppure lontanamente sognata di
passare del mio tempo con umano.
La mia esistenza è fatta di cacce notturne. Di morte.
< Arlyne e ora sbrigati non ho
tutto il giorno > Rispondo velocemente chiudendo lì
la questione nomi, ed
evitando altre domande scoccianti da parte sua.
Prima finisce e meglio è. E prima
posso andarmene.
Però il mio sesto senso mi dice
di rimanere, di sentire questa bizzarra storia al limite
dell’assurdo.
Inizio a camminare avanti e
indietro a grandi falcate, aspettando con impazienza che il ragazzo
inizi a
parlare.
< Da qualche tempo qualcuno
identificato con il nome Joker sta facendo incetta di persone molto
vicine al
progetto di Ginevra > Joker, questo nome non mi è
nuovo.
Mi fermo a pensare a quest’individuo
e mi torna in mente che era citato nell’articolo di giornale
trovato poco prima
a terra.
C’è qualcosa di strano in tutta
questa storia.
Qualcosa che va al di la dei
semplici omicidi. Non lo sembra, ma è tutto collegato tra di
loro.
< Progetto di Ginevra? > Chiedo
curiosa di sapere ancora dettagli, sedendomi anche io su una di quelle
casse.
La mia mente vortica di mille
pensieri. Di mille teorie e supposizioni. Tutto è collegato
a questo progetto
il cui scopo mi è ancora ignoto.
M’inizio ad interessare a questi
omicidi... Joker... la questione mi attira, e non poco.
Chissà chi è, colui che uccide
con un nome falso e commette omicidi perfetti lasciando giochi
enigmatici.
Che artista del male.
< Si vede che voi demoni non
siete informati > Dice con fare superiore guardandomi negli
occhi.
Ma come si permette questo
ragazzino a dire che non siamo informati?
Più che altro ci teniamo lontano
dai loro paranoici problemi. I nostri mondi devono essere separati o
sarebbe il
caos totale.
La gran legge prevede che i buoni
stanno in alto.
Le creature manipolate dal grande
cerchio della vita in mezzo.
E noi, grandi esseri del male, in
basso... all’inferno.
< Non sul mondo umano > Rispondo semplicemente
prendendo un’altra sigaretta; la terza in questa giornata.
L’accendendo nella speranza che mi scarichi il nervo.
Aspiro una boccata di fumo e la faccio uscire dalla bocca
con piccoli cerchietti che si espandono nell’aria perdendosi.
Come un gran detective nella mia mente si fa viva l’immagine
di Joker.
Ecco ciò che mi serviva per non pensare a Kai.
Un serial killer dall’animo creativo.
Perfetto.
< Si tratta di un progetto per la costruzione di un
impianto che riproduca i buchi neri e il Big Bang. Ma
null’ultimo periodo
strane morti stanno prendendo d’assalto chiunque faccia parte
del progetto.
L’unico indizio comune > Continua mentre il mio
sguardo vaga nel vuoto e
assimilo le sue informazioni.
Esperimenti scientifici per riprodurre l’inizio della vita
sulla terra… che cosa ci sarà di strano in tutto
questo?
Più lo ascolto più mi convinco che gli umani sono
esseri
senza ne filo ne logica.
Però la storia mi prende e mi concentro su questi indizi
comuni.
< Sei un ragazzino, perché te n’occupi tu?
lascia a chi
di dovere > Dico senza troppi giri di parole. Un moccioso non
dovrebbe
occuparsi di certe faccende, per quello esiste la polizia, anche se il
loro
lavoro lascia sempre poco a desiderare.
Finisco la sigaretta che fa la sua solita fine, come tutte
le altre a terra.
Forse dire moccioso è esagerato dato
l’età del ragazzo, ma
confronto a me che dimostro appena i miei 18 anni ma lunghi anni di
vita eterna...
è un moccioso in fasce.
< Nessuno fino ad ora è riuscito a scoprire
niente… e poi
voglio vendetta … mio padre è stato ucciso
> Confessa il ragazzo e la sua
voce si fa furiosa.
Arrabbiata. Isterica.
Guardo i suoi occhi che sono diventati due fessure e mi
sputa in faccia questa verità alzandosi in piedi e tenendo i
pugni stretti
conficcandosi le unghie nella carne.
Immagini. Ricordi. Qualcosa di lontano riaffiora nella
mente.
La figura di mio padre che mi salutava prima di andare a
dormire. La voce della mamma che cantava in cucina, mentre preparava la
torta
che mi piaceva tanto.
Poi il buio. L’incendio. I loro corpi e le loro grida.
Come me, quel ragazzo ha perso qualcuno che amava.
< Va bene ti aiuterò… tra due giorni qui
nello stesso
posto, stessa ora > Non posso crederci alle parole che mi escono
dalla
bocca.
Ma che diavolo faccio? Sveglia Arlyne sei un demone, non un
aiuto caritatevole per umani.
Il tuo compito è uccidere non salvare vite.
Devo andare sul serio prima di combinare danni. Mi alzo velocemente
saltando sul parapetto del ponte e il ragazzino velocemente mi segue a
ruota
correndo cercando di stare al mio passo.
Cosa inutile non ha la mia agilità.
< Davvero? E ora dove vai > Mi grida dal basso per
farsi sentire.
È davvero un bambino al mio confronto.
Ma prima d’essere prigioniera in questo corpo lo ero anche
io. Forse per questo ho deciso di aiutarlo.
Forse perché ricorda un po’ quella che ero prima
di morire.
Prima di diventare ciò che sono.
Un’assassina.
< Un po’ qua … un po’
la… > Rispondo fugacemente,
balzando con uno salto in aria. Il sole è ormai tramontato
da un pezzo e i
pochi lampioni illuminano fiocamente la strada deserta.
Continuo a correre nell’oscurità in cerca
finalmente di un
po’ di pace.
So già dove i miei muscoli mi porteranno. Il desiderio
è
incontenibile. Quello di una notte tornare alle proprie radici.
Lascio fare a loro, mentre piano piano mi lascio trasportare
nella mia vecchia casa…
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=308439
|