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di Mlix_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Fails and Memories. ***
Capitolo 2: *** Can't escape. ***



Capitolo 1
*** 1. Fails and Memories. ***


Era successo, di nuovo: io, Callie Torres, super star con il bisturi e super bomba sexy, ero di nuovo stata lasciata. E, per giunta, di nuovo nel parcheggio del Grey-Sloan Memorial!
Come avevo potuto permettere che accadesse un’altra volta? Dopo O’Malley mi ero promessa che non avrei mai più permesso a nessuno di spezzarmi il cuore in quel modo ma, poi, è arrivata Erica. Avrei giurato che finalmente fosse la persona giusta.. Ovviamente mi sbagliavo. Credevo che mi amasse e, invece, alla prima volta che non viaggiavamo alla stessa lunghezza d’onda, se n’è andata via, per sempre, lasciandomi un vuoto che credevo incolmabile.
A quel punto mi ero nuovamente giurata che non mi sarei più impegnata così a fondo in una relazione, non mi sarei più fatta spezzare il cuore per poi cercare di rincollarlo con colla e scotch..
Ma ogni promessa a me stessa è stata infranta da un bacio. Quel bacio. Arizona Robbins, il nuovo primario di pediatria con le farfalle sulla cuffietta mi aveva baciata e io, colta alla sprovvista, glie l’avevo permesso. Le avevo permesso di sfondare la barriera che mi ero costruita per tenere alla larga le persone.. E, Dio, non avrei dovuto farlo. Non nego di essere stata felice con lei. Abbiamo avuto tanti bei momenti, alcuni tra i migliori della mia vita.. Con lei ho condiviso molto, tanto, troppo. Con lei mi sono messa totalmente in gioco, con lei ho rischiato tutto. Tutto. Ed ho perso, uscendo da questa relazione, uscendo dal matrimonio sconfitta.
Perché era successo! Il mio matrimonio era fallito. La mia relazione era finita e io avevo nuovamente il cuore a pezzi. Quante volte sarebbe di nuovo dovuto succedere prima che capissi che molto probabilmente l’amore non fa per me? Due matrimoni falliti contornati da tradimenti e una relazione conclusasi in un parcheggio evidentemente non erano abbastanza.
E non lo erano per davvero perché è successo, di nuovo.
Un giorno conobbi lei, una specializzanda del terzo anno davvero sexy, simpatica ed intelligente.. In poco tempo mi ritrovai a provare qualcosa di davvero sincero per lei e anche quando sì scoprì che in qualche modo contribuì alla morte di uno dei miei più cari amici, le rimasi accanto andando contro a tutte le mie più care amicizie al Grey-Sloan Memorial. E poi lei mi ha letteralmente mollato. Un giorno tornai a casa nostra, un modesto appartamento che condividevamo dal momento in cui era venuta a Seattle, e non la trovai. La chiamai una, due, tre volte. Nulla. Mi accorsi che tutta la sua roba era sparita e, allarmata, andai a cercarla in ospedale. La incontrai mentre usciva dall’ingresso principale con uno scatolone fra le braccia.

- Penny! Ma che diavolo..?! A casa non c’è più la tua roba! Se credi che sia presto per la convivenza, possiamo parlarne e trovare una soluzione, ma.. - ..ma non era la convivenza il problema.
- Calliope.. – scosse la testa – Vado a New York. Non posso stare qui, non posso sopportare tutti gli occhi delle persone puntati su di me in attesa che commetta un errore in conferma dei loro pensieri. Non ce la faccio! -
- Possiamo parlarne! Possiamo trovare una soluzione, possiamo fare qualcosa, insieme.. -
- Mi dispiace Callie.. Prenditi cura di te stessa. E saluta Sofia da parte mia.. -
- Penny! Penelope! Se.. Tu.. Io.. – Non riuscì a finire la frase: le parole mi morirono in gola soffocate dai singhiozzi e dalle lacrime che ormai rigavano le mie guance.

Avevo nuovamente fallito. Qualcuno lassù ce la doveva avere per forza con me..

- Jo, una tequila per favore. – Sedendomi su uno sgabello al bancone. – Secondo te, faccio così schifo? Cioè, guardami.. Non credo di essere poi così male. Ho tante belle cose da offrire, oltre.. Oltre la pateticità di questo momento.. No, ok. Fai finta che non abbia detto nulla. – Annuisce. Jo è decisamente un uomo di poche parole, ma è un buon amico.
La porta si apre. Una voce familiare giunge alle mie orecchie, la sua risata cristallina.. Inconfondibile. Arizona! Non ho la forza di girarmi ed incontrare il suo sguardo. Non ho la forza di dovermi confrontare con uno dei miei fallimenti. Mi conosce troppo bene e si accorgerebbe immediatamente che c’è qualcosa che non va e io non voglio parlarne, soprattutto con lei. Lascio qualche dollaro sul bancone, cercando di andare a nascondermi in bagno.
Dio, speriamo che non mi abbia visto! Mi sciacquo le mani sotto l’acqua gelida.
Se ci fosse Mark, saprebbe sicuramente cosa dire o fare.. Me lo immagino a dire qualcosa come “Cammina a testa alta Torres! Vuoi fare un altro bambino? Sofia vuole un fratellino!” e io a ribadire il fatto che con gli uomini ho chiuso.
Cosa mi sta succedendo? La mia vita è un disastro, i miei sogni, i miei desideri non erano questi.. Non avrei mai immaginato che la mia vita foss-.. La porta del bagno si apre rivelando la figura della donna che ho amato per anni.

- Calliope, ciao. Non sapevo fossi qui! -
- Oh, ehm.. Non ti preoccupare Arizona. – Osservo la sua figura attraverso il riflesso dello specchio.
- Va tutto.. Bene? Ho saputo che la Blake, Penny ha chiesto il trasferimento a New York. Andrai anche tu? O avrete una specie di quelle relazioni a distanza come Mered-.. No, cioè. Non sono l’esempio più adatto.. -
- Arizona, per favore.. – sospiro.
- Non, volevo, davvero.. E’ stato un esempio stupido, non me ne sono resa conto. -
- Non devi farlo. Non dobbiamo essere amiche, non devi far finta che ti interessino le mie relazioni.. -
- Lo sai che mi preoccupo. -
- Beh, la Blake mi ha lasciata una settimana fa e io ho intenzione di ubriacarmi anche sta sera, quindi vai tu a prendere Sofia a casa della sua amichetta! – sbotto, girandomi verso di lei.
- Oh, ehm.. Mi dispiace.. Ma sappi che c’è sempre qualcuno che farà la fila per te. – Annuisce.
- Non ci provare, non lo fare, non mi baciare. Questa volta non mi farò fregare in questo modo! -
- Non avevo intenzione di farlo! – si avvicina.
- No? – Mi appoggio al lavandino.
- No. Ma tu? Mi lusinga il fatto che tu abbia subito pensato al nostro primo incontro! – Si fa pericolosamente vicina.
- No. -
- No? -
- No. -
- Sicura? -
- No! Cioè.. Sì. Sì. -
- Va bene.. – Ecco quel suo sorriso magico ed ecco.. Cosa? Il mio cuore accelera i battiti. – Ma non so se riuscirò ad accontentarti.. – Annulla la distanza fra le nostre labbra, facendole sfiorare per qualche secondo. – Io farò sempre la fila per te, Calliope. -
- Mmh mmh – incapace di proferir parola.
- Adesso vado a prendere Sofia e ti lascio con il tuo alcol! – Si allontana verso la porta.
- ..Domani. Domani vuoi venire a.. Cena, pranzo.. Colazione da noi, a casa. Con me e Sofia? – cosa diavolo sto facendo?
- Può darsi. Ho degli orari folli, quindi ti farò sapere presto.. – ridiamo.
- Ho detto le stesse parole per il nostro primo appuntamento! -
- Lo so, ma hai anche aggiunto “Che ne dici di domani?” -
- E’ perfetto. -

..E mi sono fatta fregare un’altra volta da quegli occhi e quel sorriso ma, giuro, questa è davvero l’ultima volta! Lei e solo lei è quella giusta: Arizona Robbins è davvero l’amore della mia vita e non ho più intenzione di rovinare tutto. Perché lei è il mio sogno.



Siate buoni, è la mia prima storia!!

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Capitolo 2
*** Can't escape. ***


« Dannazione, sono in ritardissimo per la riunione del consiglio! » Do un ultimo morso al mio panino, congedandomi da April. Cammino alla svelta fino all’ascensore, dove incontro Callie.
« Ehi, hai saputo? »
« Mmh? » voltandomi verso di lei.
« A quanto pare la riunione è stata rimandata. »
« Cosa?! Perché?! »
« Guarda, la Bailey ha mandato a tutti un messaggio: “La riunione è stata posticipata a causa di un imprevisto – Miranda Bailey”»
« Oh, grandioso! Il mio dannato cellulare non puo’ funzionare una volta tanto? Ho abbandonato il mio pranz- » un rumore assordante, uno stridulo rumore di ingranaggi risuona nella cabina dell’ascensore che all’improvviso si blocca. Pochi secondi e anche i cercapersone si mettono a squillare.
« Arizona, cosa dice il tuo? » osservo la faccia sconcertata di Callie, estraendo il mio cercapersone dalla tasca.
« ..Isolamento. Spero che sia uno scherzo! »
« No, anche il mio. »
« Ok: questo significa che siamo bloccate qui dentro grazie a quel nuovo dannato sistema di sicurezza, da sole e senza cibo?! »
« Vedrai che è solo questione di minuti.. A meno che non ci sia un altro pazzo omicida in giro per l’ospedale! » sdrammatizza.
Sospiro rassegnata all'idea di dover stare lì dentro almeno per qualche minuto. « ..Speriamo! »

[Venticinque minuti dopo]

« Dio, quanto è già passato? Un giorno? Due? »
« Solo mezz’ora, Arizona! E Owen dice che è scomparso un bambino dalla Nursery, lo stanno cercando. A lui è andata anche meglio con l’isolamento: è rinchiuso con Amelia nello stanzino del medico di guardia! »
« Sì, scusa se non sono Perfect-Penny-Ammazza-Mariti. » Sussurro più a me stessa che a lei.
« Cosa? » Punta lo sguardo su di me.
« Nulla.. » Cerco di far finta di nulla, guardando le porte che, ahimè, non vogliono aprirsi.
« E’ così che la chiamate? “Perfect-Penny-Ammazza-Mariti? Ti informo che non è stata colpa sua! Non del tutto.. Siete al quanto infantili, comunque! »
« ..Disse quella che andava in giro per l’ospedale a fare Wonder Woman per difendere la sua ragazza che neanche se la fila! »

[Quarantacinque minuti dopo]

« Potrebbe essere già in Texas quel bambino a quest’ora! »
« Ti dà così fastidio dover stare qui dentro con me?!»
« Effettivamente sì, Callie. E anche tanto! »
« Perché?! Dovremmo cercare di andare d’accordo, per il bene di nostra figlia, soprattutto. »
« Questo non implica che dobbiamo parlare di determinati argomenti. »
« Tipo il motivo del tuo fastidio?! »
« Esatto. »

[Un’ora dopo]

« ..Odio il fatto che tu mi abbia lasciato. Dopo che io ho insistito per la terapia e tu non hai voluto il divorzio per mesi.»
« Tu mi hai tradito con una donna che conoscevi da due giorni! »
« E tu con il tuo migliore amico, per giunta uomo.. » le faccio notare, come sempre.
« Non stavamo insieme in quel periodo, perché tu te n’eri andata in Africa lasciandomi da sola in mezzo ad un aeroporto, scrivevi a Teddy e non a me che non sapevo come stavi, se ti mancavo.. Pensavo che fosse finita e non ti avrei rivista per minimo due anni, tempo sufficiente per rifarsi una vita! »
« Sempre a rinfacciarmi le solite cose.. Non capisci nemmeno che alcune le ho fatte per te! » sospiro, distogliendo lo sguardo. « E lo dici tu che bastano due anni..! » per me senza dubbio non bastano.
« Non sapevo che scoparsi una donna a caso fosse per me.. »
« Non intendevo quello.. E non è stata una persona a caso. E’ stata la prima persona che dopo l’incidente aereo mi ha vista per quella che ero e non per “La povera dottoressa senza gamba incazzata con la moglie perché glie l’ha tagliata dopo una promessa”. Lei mi ha fatta sentire bene.. »
« Sì, ma IO ti sono stata vicina in tutto il tuo percorso di riabilitazione e guarigione.. IO ho sopportato le tue urla, IO ho sopportato le tue sfuriate, i tuoi insulti, il tuo continuo farmene una colpa.. Sì, ho dato il consenso per farti tagliare quella maledetta gamba e lo rifarei! Perché sei ancora qui, viva! Stavi per morire, Arizona, lo vuoi capire? Pensi che sia stato facile scegliere? Non lo è stato.. Per niente. E nemmeno dopo è stato semplice. » posso notare i suoi occhi lucidi.
« Mi dispiace Calliope, ma.. Ho dovuto ritrovare me stessa a tutti i costi. E’ stato essenziale per poter andare avanti.. E so che questo non giustifica le mie azioni.. So che non sono stata la persona migliore del mondo in un periodo che non era sereno per nessuno.. »
« ..E io ti ho perdonato. »
« Ma qualcos’altro si è rotto.. Dopo che.. » fa male parlare della nostra storia, fa male parlare di certe cose, ma finalmente è arrivato il momento giusto dal quale nessuna delle due può scappare. « .. Ho perso il nostro bambino. » qualche secondo di silenzio « Continuo a pensare che sarebbe stato un maschietto.. » ammetto sorridendo appena mentre entrambe sussuriamo “Joey Mark Robbins Torres”, il nome che avevamo scelto.
« Lo so. E forse perché non ero così presente quanto avrei dovuto.. E poi tu hai iniziato una nuova specializzazione con la Herman.. E la terapia.. E io ho capito delle cose, ho capito che avevo bisogno del mio spazio, di tempo, di ritrovare me stessa.. E ti ho lasciata nello studio della terapista. »
« Mi hai lasciata dopo aver tentato per mesi di “Aggiustarci”.. » piego la testa di lato distendendo le labbra quasi in un sorriso amaro.
« Tu non volevi essere aggiustata.. » i nostri sguardi si incrociano.
« Io non potevo essere aggiustata: so che torna sempre tutto alla gamba, ma è colpa sua. Perché mi ha cambiata profondamente e non solo a livello fisico.. E’ stato davvero difficile imparare ad amare il mio corpo nuovamente e tu in un certo senso sembravi non avvertire questo mio disagio. Pensavi al sesso e io non riuscivo nemmeno ad immaginare come avresti reagito alla vista.. Alla non-vista della mia gamba. Non ero più la donna bella e sexy  che avevi sposato.. »
« Oh, Arizona.. Tu eri e sei bellissima con o senza gamba! E ricordati che tu mi hai sposato dopo l’incidente in macchina.. Avevo le gambe, sì, ma non ero messa così bene all’inizio! »
« Me lo ricordo bene: un attimo prima ti ho chiesto di sposarmi e un attimo dopo eri stesa sul cofano della nostra macchina. Ho vegliato su di te per giorni interi in attesa che ti svegliassi, ho pregato e sai che non lo faccio mai.. E poi- »
« Mi sono svegliata e ti ho detto di sì! E tutto grazie ad un sogno.. »
« Cosa?! »
« Sì.. Mentre ero in coma ho sognato voi tutti medici dell’ospedale che cantavate.. E anche io cantavo! E tu! E Mark! La Bailey! Prima eravamo in macchina insieme, io e te, a cantare Running on Sunshine mentre tu mi ripetevi di mettermi la cintura e io ti dicevo delle cose e un attimo dopo stavamo cantando Universe and U. E ho capito, forse.. Forse come adesso, ch-.. » le porte finalmente si aprono, due vigili del fuoco irrompono nell’ascensore chiedendoci se stiamo bene; annuisco abbozzando un sorriso a Callie che, velocemente, si dilegua, probabilmente alla ricerca di Penny. Ma come fargliene una colpa? E’ la sua ragazza.

[Quattro giorni dopo]

Busso alla porta. So che è tardi e probabilmente si infurierà con me, ma devo sapere cosa stava per dire.
« Arizona? Cosa fai qui? Sono le undici di sera.. Sofia è già a letto da un pezzo. »
« Io.. Non sono qui per lei. Cioè, sì, anche per lei, ma.. Io devo sapere! Sono giorni che mi chiedo cosa tu stessi per dire prima che le porte dell’ascensore si aprissero.. Ti prego, dimmelo. Dimmelo in modo che possa mettermi l’anima in pace e.. Dimmelo.»
« ..Io ho capito che.. Sono stata una stronza ed ho sbagliato tante cose con noi. Ho capito che erano anche colpa mia, insomma.. »
« Oh. Ehm.. Forse è meglio che vada.. »  annuisco indietreggiando,  visibilmente imbarazzata. A cosa diavolo stavo pensando quando sono venuta qui? Sono un’idiota.
« Arizona, aspetta! » il suo sguardo cerca il mio « E ho capito anche che non voglio passare il resto della mia vita con nessuno che non sia tu. Sei.. La donna che amo e spero che tu possa perdonarmi per tutte le volte che ho tentato di aggiustarci a modo mio senza ascoltarti. » rimango immobile per qualche secondo. Non me lo sto immaginando, vero? Non sto sognando, tra cinque secondi suona la sveglia?
Muovo qualche passo nella sua direzione fino a ritrovarmi a pochi centimetri dal suo corpo. « Ti prego, perdonami se ti ho fatta soffrire, Arizona, sai che a volte non pens- » annullo la distanza fra le nostre labbra senza aspettare che finisca di parlare, perché ogni altra parola sarebbe superflua e non mi farebbe cambiare idea su quello che sto per fare.

Ho aspettato così tanto questo momento che non mi sembra reale. Ma lo è. E la sveglia non suonerà, io non mi sveglierò e questo non sarà l’amaro ricordo di un sogno. Questa è la realtà. E la realtà siamo io e Calliope con la nostra piccola Sofia. Insieme, per sempre.

« Ti amo anche io, Calliope. Sempre. »

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