Si svegliò di soprassalto, a notte fonda: c'era molta agitazione fuori dalla
sua stanza, ne era certa, sentiva molti passi rimbombare per il
corridoio.
Chissà che sta succedendo...
La sua curiosità l'avrebbe spinta ad uscire e controllare la situazione ma
decise di rimanere a letto, non le pareva saggio disobbedire sin dal primo
giorno alle regole impostele da Kabuto: aveva deciso di fidarsi ma dopotutto non
sapeva con chi aveva a che fare, avrebbero potuto farla fuori se si fosse
sbagliata sul loro conto! No, era decisamente meglio star buona e studiare la
situazione.
Ma la sua buona volontà non durò a lungo.
Non si sente più niente... Potrei dare una sbirciatina piccola piccola fuori
e non se ne accorgerebbe nessuno!
Così la curiosità, o forse la sua stupidità, ebbe il sopravvento e la ragazza
si decise a mettere il naso fuori.
Non c'era nessuno. Il corridoio fiocamente illuminato pareva deserto.
Accostò l'orecchio alla stanza di Kabuto ma non sentì niente, si azzardò
perfino a fare la stessa cosa con la stanza di Orochimaru; ancora niente.
Stava per tornarsene a letto quando vide una luce un po' più forte provenire
da una porta socchiusa, così vi si avvicinò camminando il più piano possibile e
si rese conto che altro non era che la porta del laboratorio di Kabuto.
Si chiese che diamine stesse combinando quello strano ragazzo a quell'ora di
notte.
In fondo se do un'occhiata senza farmi notare non faccio torto a nessuno.
Dopotutto se mi deve dare lezioni dovrà farmici entrare prima o poi, che importa
se guardo cosa nasconde con qualche giorno di anticipo?
Ma proprio mentre rifletteva sui suoi insani propositi delle voci la
distrassero: ci doveva essere ben più di una persona là dentro.
"Domattina recati a Konoha e controlla la situazione"
Era la voce di Orochimaru.
"...Intanto io continuerò a occuparmi del villaggio della Sabbia"
"Hai, Orochimaru-sama"
C'era anche Kabuto, come c'era da aspettarsi, ma di che stavano parlando?
Konoha era uno dei villaggi più forti, per quanto ne sapeva la ragazza, ed era
detto anche il villaggio della Foglia.
"Voi quattro invece rimarrete qui"
Molte voci risposero all'unisono all'ordine di Orochimaru.
Ma in quanti sono?!
Forse era davvero il caso di tornarsene a letto, rischiava davvero di farli
infuriare, avrebbe visto il laboratorio quando fosse stato meno affollato...
---
"Vieni pure avanti, Hikari-chan"
Si sentì gelare il sangue nelle vene al sentirsi chiamare da quella che, non
c'erano dubbi, era la voce di Orochimaru: ora che sarebbe successo? Si era
davvero messa in un bel guaio, Kabuto le aveva raccomandato di non farlo
arrabbiare in alcun modo!
Non pensò neppure per un nanosecondo di correre nella sua stanza, avrebbe
solo fatto una figura ancora peggiore, così aprì la porta e si fece avanti: il
laboratorio era una grande stanza con ai lati due tavoli pieni di oggetti
medici, di vasi di ceramica probabilmente contenenti erbe mediche, di
contenitori in vetro con animali morti; con riluttanza notò che su uno dei
tavoli c'era addirittura una mano: una mano vera, come mozzata, con un anello al
dito e perfino dello smalto viola sulle unghie!
Tuttavia la cosa che la inquietava maggiormente era ciò che stava al centro
della stanza: Kabuto ed altre quattro persone di aspetto molto strano
circondavano Orochimaru, seduto su una sedia di pietra che a Kary ricordò molto
un trono; uno di loro le sembrava quasi un ragno, aveva sei braccia, un altro
aveva... Due teste?! Era quello il tipo che l'aveva catturata! I restanti due
avevano quasi un'aspetto normale, non fosse stato per l'espressione non
esattamente rassicurante: una era una ragazza e uno un tizio alto e decisamente
robusto.
Inutile dire che tutti la stavano fissando con aria malevola, anzi forse
quello meno arrabbiato sembrava addirittura essere l'uomo dagli occhi d'ambra,
Orochimaru.
"Mi dispiace Orochimaru-sama" si scusò la ragazza: "Ho sentito dei rumori
e... ero curiosa... non volevo..."
Stava sudando freddo e il suo cuore perse un battito quando vide Orochimaru
alzarsi e farlesi più vicino, lanciando un'occhiata indecifrabile a Kabuto.
"Non importa, bambina" le disse con calma, poggiandole una mano sulla spalla:
"Per questa volta non fa niente"
Kary arrossì, ma non riuscì a capirne il motivo: avrebbe dovuto sentirsi
sollevata per non essere stata punita, eppure nel momento in cui la mano
dell'uomo le aveva sfiorato la spalla il suo cuore aveva cominciato a battere
ancora più forte e non accennava a rallentare.
Cos'è questa sensazione?
Forse era paura. O forse qualcos'altro. Non aveva mai provato niente del
genere.
Poi Orochimaru tornò a sedersi.
"Kabuto, accompagnala nella sua stanza" disse ad un tratto: "E che la cosa
non si ripeta"
"Hai, Orochimaru-sama"
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Appena furono rientrati nella stanza della ragazza, Kabuto la prese per la
maglia e quasi la sollevò da terra, spingendola contro il muro.
"Non ti azzardare mai più, mai più a disobbedirmi" la ammonì: "Per
questa volta ti è andata bene ma il prossimo errore che farai potrebbe essere
l'ultimo!"
"P-perdonami"
"Ora vai a letto e restaci"
Così dicendo la lasciò andare di colpo e uscì, chiudendosi la porta alle
spalle e lasciando Kary al buio, sola coi suoi pensieri. Quando si sentiva sola
o agitata era solita uscire e sedersi da qualche parte a guardare la luna e il
non poterlo fare la lasciò ancora più amareggiata, così si distese sul letto e
cercò di riprendere sonno senza pensare al fatto che ora probabilmente ce
l'avevano tutti con lei.
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Dormì sonni agitati quella notte e più di una volta si svegliò spaventata e
dovette trattenersi a stento dall'urlare, continuava a fare incubi strani su
quelle persone nel laboratorio, su Kabuto e soprattutto su Orochimaru: le faceva
paura, le ricordava in modo così evidente un serpente che temeva l'avrebbe
potuta mordere da un momento all'altro ma, allo stesso tempo, in qualche maniera
perversa la affascinava.
La mattina comunque arrivò lo stesso: lo capì solo perchè Kabuto venne a
svegliarla e a portarle la colazione, infatti nella sua come nelle altre stanze
che aveva visitato parevano non esserci finestre.
"Finisci in fretta di mangiare e poi rimetti in ordine la stanza, io devo
uscire e tornerò al più tardi stasera"
Kary lo guardò storto rosicchiando un biscotto, ricordandosi che era ciò di
cui stavano parlando la sera prima, ma quello la ignorò e continuò a
parlare.
"Stavolta vedi di non ficcare il naso in affari non tuoi"
"Posso almeno uscire?"
Kabuto inclinò la testa da un lato, come stesse pensando.
"Intendi fuori? Sì, ma non ti allontanare, se uno del quartetto pensasse che
cerchi di scappare ti farebbe fuori senza rifletterci su due volte"
"Allora è vero che sono una prigioniera"
Il ragazzo sbuffò piano e le si avvicinò.
"Ti ho già detto che sei fortunata, Orochimaru-sama sembra averti preso in
simpatia, ma non possiamo permetterci che ci sia gente che se ne va in giro a
raccontare a tutti dov'è il nostro rifugio"
"Perchè mai?"
"A Orochimaru-sama non piace essere disturbato" tagliò corto il ragazzo: "E
ora basta domande"
"No, aspetta!" esclamò Kary afferrandogli un polso per impedirgli di
andarsene: "Quando parli del 'quartetto' intendi i quattro che parlavano ieri
con te e Orochimaru?"
"Orochimaru-sama" la corresse subito lui: "Comunque sì, loro sono il
Quartetto del Suono, di solito il loro compito è quello di scortare
Orochimaru-sama"
Dissolto anche l'ultimo dilemma della giovane ninja medico, Kabuto stava per
andarsene, ma proprio sulla porta ci ripensò ed aggiunse: "Non avvicinarti a
loro, non gli sei simpatica quanto al signor Orochimaru, almeno non dopo la
scenata di questa notte"
---
Resistette un paio d'ore alla tentazione di uscire, poi cedette al desiderio
di aria fresca e si avviò per la sua nuova casa. Per il rifugio c'era parecchia
gente e Hikari provò anche a parlare con qualche persona, non tanto per fare
amicizia, quanto per cercare di scoprire di più su Orochimaru e sul piano di
sotto, al quale le era proibito l'accesso: aveva la netta impressione che
qualcosa le fosse tenuto nascosto.
Un paio dei servitori che incontrò furono disponibili e le raccontarono
qualcosa su ciò che voleva tanto sapere: a quanto pareva Orochimaru era un
autentico genio, un ninja dalla forza incredibile, originario di Konoha, che era
stato insignito del titolo di Sannin, ninja leggendario, e che sognava di
risolvere tutti i misteri dell'universo e scoprire i segreti e il senso della
vita umana; il piano di sotto altro non era che un luogo dove svolgeva i suoi
esperimenti.
Ora la storia del non voler essere disturbato ha già più senso si disse
lei, cominciando a fidarsi di più: Scoprire il senso della vita è uno scopo
molto nobile, anche se non credo basterebbero cento vite per riuscirci!
Massì, quasi quasi ora si sentiva davvero onorata di lavorare per un genio
del genere! Rincuorata delle risposte ottenute si diresse fuori e dedicò il
resto della mattinata a studiare dall'esterno la grande villa, capendo così
anche il motivo dell'assenza di finestre: a quanto pareva gran parte
dell'edificio era sotterraneo, spuntavano il tetto e forse un paio di
stanze.
Che costruzione particolare!
Sorrise.
Credo che potrei abituarmi a vivere qui, magari se mi dimostro brava nelle
arti mediche perfino quell'antipatico di Kabuto mi apprezzerà!
Quando cominciò a sentire i morsi della fame decise di rientrare: l'impatto
non era piacevolissimo, entrando e scendendo le scale d'ingresso sembrava di
immergersi nel buio, ma probabilmente ci avrebbe fatto l'abitudine, era tutto
illuminato abbastanza bene, quindi una volta dentro quasi non ci si accorgeva di
trovarsi sotto terra.
---
Si stava avviando verso la cucina quando una donna le venne incontro.
"Ciao Yukio" salutò gentilmente Kary riconoscendo una delle persone
conosciute poco prima e con la quale aveva scambiato due parole.
Yukio era una specie di sarta e si occupava della lavanderia; aveva dei
grandi occhi color nocciola e i capelli castani le arrivavano quasi alle spalle.
Dal punto di vista fisico loro due erano quasi all'opposto, Kary aveva gli occhi
del colore del mare e i capelli castani, sì, ma molto più lunghi rispetto a
quelli dell'altra, infatti le arrivavano quasi alla fine della schiena.
In linea di massima quella giovane donna era simpatica, forse la sua
adorazione per Orochimaru era un tantino troppa, ma non poteva certo giudicarla
per questo.
"Ah, Kary, proprio te" esclamò quella: "Ti ho portato dei vestiti, te li
manda il signor Orochimaru"
"Waoh, che gentile!"
Doveva ricordarsi di ringraziarlo, non si aspettava tanta generosità... Ma
Kabuto gli aveva proibito di rivolgergli la parola per prima...
"Adesso non c'è" disse Yukio intuendo i suoi pensieri: "Potrai ringraziarlo
stasera, se vuoi puoi portargli un paio di kimono puliti al posto mio, così
cogli al volo l'occasione!"
"Grazie mille, sarebbe fantastico!"
Era deciso, non poteva essere scortese con una persona dimostratasi tanto
buona e premurosa.
Non avendo niente da fare, decise di fermarsi in lavanderia ed aiutare la sua
nuova amica a lavare e piegare lenzuola, tende e completi ninja, trascorrendo
così in modo allegro l'intero pomeriggio ed evitando, per una volta, di
cacciarsi nei guai.
"Quel Kabuto è arrivato qui da poco" disse ad un tratto Yukio: "Ma sembra che
Orochimaru-sama riponga grande stima in lui"
"A te piace?" domandò Kary: "Credo mi trovi antipatica"
"Mah, non si riesce mai a capire cosa gli passa per la mente" sbuffò l'altra:
"E' sicuramente un tipo molto intelligente ma non mi fido troppo di lui, ha un
non so che di sinistro"
"Già" ammise Kary: "Tipo quel suo modo di sogghignare... Speriamo non sia
troppo severo come insegnante, io pensavo di essere brava nelle arti mediche ma
ho paura di non essere all'altezza!"
"Se Orochimaru-sama ti ha fatto rimanere deve aver visto qualcosa in te, lo
sarai certamente" la rassicurò Yukio: "Ora vieni, ceni con me assieme agli altri
che lavorano qui?"
Così la ragazza ebbe modo di fare altre conoscenze: provò un'antipatia
fortissima per un uomo in particolare, un certo Kentagu, che sembarava credersi
al di sopra di tutti, mentre gli altri le risultarono abbastanza
indifferenti.
Forse è vero che ho un carattere difficile si disse, rendendosi conto di
non essere riuscita a farsi amico nessuno a parte Yukio: Meno male che c'è
lei con cui parlare!
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Dopo cena l'amica se la trascinò fuori a fare una passeggiata e insieme
osservarono il sole tramontare da una radura poco lontana dalla villa, o meglio
dal rifugio di Orochimaru; rimasero sedute sull'erba umida fin quando il cerchio
del sole non fu del tutto scomparso, poi Yukio si alzò tutta sorridente ed
esclamò: "Che vento stupendo, vengo spesso qui la sera ma in due è molto più
divertente!"
Era vero, stando da soli anche il paesaggio più bello sarebbe sembrato
insignificante...
"Coraggio vieni!" le gridò l'amica che già correva verso casa:
"Orochimaru-sama a quest'ora sarà rientrato! Muoviti!"
Sembra così felice! Invece io ho ancora questa strana sensazione addosso. Mi
basta sentir nominare Orochimaru...
Appena rientrate mancò poco che andassero a sbattere contro un irritatissimo
Kabuto.
"Ah, sei qui" disse osservando la sua futura allieva con disapprovazione:
"Volevo appunto dirti che domani ci sarà un po' di agitazione e che non ci sarò
di nuovo, quindi fai come hai fatto oggi, le lezioni le rimandiamo di un altro
giorno"
"O-okay..."
Che aria di sufficienza, ma perchè non mi può vedere?
Superato anche l'ostacolo Kabuto, le due filarono dritte in lavanderia; a
Kary intanto era venuta in mente una cosa: aveva notato che poco prima il
ragazzo indossava un coprifronte di Konoha, ben diverso da quello che gli aveva
visto indosso la prima volta.
"Oh, quello che hai visto è il simbolo del villaggio del Suono!" le spiegò
Yukio: "L'ha fondato il grande Orochimaru... Per ora non è un vero e proprio
villaggio, è più un simbolo per riconoscere i suoi seguaci!"
"Quindi ne faccio parte anch'io, giusto?"
"Direi proprio di sì!"
Sorrideva, l'aveva conosciuta da poche ore eppure già era evidente quanto
fosse solare: Yukio le era proprio simpatica, assomigliava ad un raggio di sole,
sempre pronta a rischiarare la giornata altrui con una frase simpatica o uno
scherzo!
"Si sta facendo buio" osservò Kary all'improvviso: "Se non mi sbrigo andrà a
dormire, no?"
"In effetti hai ragione, aspetta che ti passo i suoi kimono..."
Così in men che non si dica si ritrovò di fronte alla porta delle stanze
private di Orochimaru.
Bussò una volta, poi due. Nessuna risposta.
Cavolo e adesso che faccio? Entro o no? Non posso mica tenermi io i suoi
vestiti!
Alla fine si decise ed aprì la porta: la stanza era spoglia, c'era solo un
letto con un comodino, una porta che con ogni probabilità conduceva ad un bagno
privato e su una delle pareti era appeso una specie di manifesto, una pergamena
raffigurante uno strano simbolo che la ragazza non aveva mai visto prima.
Glieli lascio sul letto ed esco.
Ma non aveva ancora mosso un passo che la porta a lato della stanza si aprì,
lasciando uscire un sottile velo di vapore.
"Buonasera, Hikari-chan" le disse una voce dal tono notevolmente sorpreso:
"Posso sapere che ci fai qui?"
Orochimaru era appena uscito da quella che aveva tutta l'idea di essere stata
una doccia calda e indossava solo un ascuigamano stretto in vita, i capelli
bagnati che gli ricadevano splendidamente sulle spalle candide, il corpo che
sembrava scolpito nell'avorio, solcato qua e là da gocce d'acqua.
"O-orochimaru-sama... I-io...!"
Come vorrei essere una di quelle gocce.
Arrossì di botto: ma come aveva potuto anche solo pensare di formulare un
pensiero del genere?!
"M-mi dispiace, le avevo portato i vestiti e--"
"Sta tranquilla" la rassicurò il ninja: "Non mordo mica!"
La risata leggermente roca del ninja la lasciò sconcertata: possibile che
anche stavolta non fosse arrabbiato? Kabuto l'aveva descritto come un tipo
tutt'altro che paziente!
"Dammi un attimo per mettermi qualcosa addosso, poi vorrei scambiare due
parole con te"
Pareva non fosse per niente imbarazzato, anzi era come se la situazione lo
divertisse...
Senza farselo ripetere la ragazza balzò fuori dalla stanza e si trascinò la
porta alle spalle, sedendosi poi per terra ad aspettare: il cuore le batteva a
mille, perchè non riusciva a non pensare a Orochimaru?
Com'era bello...
Si diede della stupida.
Non ti starai mica innamorando, spero? Quello non solo è fuori dalla tua
portata, ma se lo fai arrabbiare magari ti ammazza pure!
Si rannicchiò contro il muro cingendosi le ginocchia con le braccia:
"Stupida, stupida, stupida! Sono una cretina, ecco cosa sono!"
---
Una risata sommessa la fece zittire e alzare la testa.
"Eccoti qui" disse piano il Sannin: "Che stai facendo?"
"Niente" si giustificò Kary: "La stavo aspettando!"
Rientrò lentamente nella stanza dell'uomo e lo osservò sedersi sul letto, si
aspettava scioccamente di essere invitata a sedersi ma questo non accadde, così
si rassegnò all'idea di rimanere in piedi.
"Di cosa voleva parlarmi signore?"
"Niente, pensavo avessi tu delle domande per me, sei arrivata qui in modo un
tantino brusco, volevo sapessi che sei la benvenuta e che se deciderai di
essermi fedele avrai ciò che vorrai"
Un modo 'un tantino' brusco lo chiamava?! Chissà allora cosa considera
veramente brusco!!!
Ma rispose in modo nettamente diverso.
"Lei è stato molto gentile, signor Orochimaru, e io non ho niente ad
aspettarmi al di fuori di qui, quindi sono molto lieta di poterle essere utile
come medico" disse abbassando lo sguardo e chinando la testa in un mezzo
inchino: "Kabuto dà l'idea di essere un grande ninja medico, sarà un vero onore
averlo come maestro"
"E' molto bravo" ammise il Sannin: "E sono certo che anche tu lo diventerai,
i ninja medici sono fondamentali in un team equilibrato"
"Pare che io gli sia antipatica... E' sempre così gelido!"
Orochimaru parve molto sorpreso.
"E' un ragazzo difficile da capire, fa così un po' con tutti" disse: "Ma è
stato lui a propormi di prenderti con noi, quando ha capito che avevi le sue
stesse attitudini alla medicina"
"Come lui?!"
Poi all'improvviso si ricordò dove aveva sentito la voce del ragazzo la prima
volta.
"E' lui che mi ha vista qua fuori e mi ha fatta catturare!" esclamò: "Così
quando è entrato nella mia cella ha potuto notare la scomparsa del graffio che
mi ero fatta all'arrivo!"
"Esatto" si complimentò l'uomo: "E' da quel particolare che ha capito che eri
un medico. Sei molto intelligente, bambina, credo abbia visto in te qualcosa che
gli ricorda se stesso..."
Orochimaru rise ancora; come aveva fatto ad avere paura di lui?
"Ora vai a letto, voglio vederti fare progressi in un batter d'occhio,
chiaro? Pretendo l'eccellenza dai miei collaboratori e da te non mi aspetto
niente di meno"
"Sì, Orochimaru-sama" annuì lei rispondendo al sorriso complice rivoltole:
"Potete chiamarmi Kary se vi pare, è così che mi chiamavano di solito"
"D'accordo, se ti fa piacere... Ora vai Kary-chan, domani sarà una giornata
intensa e io sono stanco" le disse con un mezzo sbadiglio: "Anche un genio come
me ha bisogno di riposo, di tanto in tanto"
Allegramente la giovane shinobi si recò a letto, si infilò uno dei pigiami
che le erano stati regalati quella mattina e si stese sul materasso, aspettando
che il sonno la cingesse dolcemente nel suo abbraccio.
E così è successo tutto per colpa di quello strano ragazzo, Kabuto... O forse
dovrei dire che è successo tutto grazie a lui?
Pensavo mi odiasse...
---
Nel cuore della notte sentì nuovamente delle voci e dei passi ma stavolta
pensò bene di girarsi dall'altra parte tendendo solo l'orecchio per cogliere
delle eventuali voci: udì solo parole e suoni confusi, parlavano ancora di
Konoha, poi di Sabbia, di chunin e di un certo Sarutomi o Sarutobi, non capì
bene chi fosse.
Ogni notte qui succede qualcosa... Sarà la luna che ispira questi toni
cospiratori?
Sì, dev'essere proprio la candida faccia della luna pensò scherzandoci
sopra mentre riprendeva sonno.
Sono i segreti della luna...