Non Esistono gli Addii

di kary218
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Gioco del Destino ***
Capitolo 2: *** I Segreti della Luna ***



Capitolo 1
*** Il Gioco del Destino ***


Sbam!

Ouch...

"L'abbiamo trovata, avevi ragione"

"Ne ero certo... Rinchiudetela"

Capitolo 1: Il gioco del destino

Sbattuta in una cella: una squallida cella vuota.

La ragazza si ripulì il viso con le mani e si fermò a studiare l'ambiente che la circondava: era sola in una minuscola stanza dalle pareti che sembravano scavate direttamente nella roccia, una massiccia porta di acciaio blindata a separarla dal mondo; una piccola finestra posta molto in alto era la sua unica fonte di luce.

Si rannicchiò nel punto in cui le pareva ci fosse maggior luce, fortunatamente era giorno e riusciva a vedere abbastanza bene.

Ad un tratto una goccia di sangue le rigò una guancia e cadde a terra con un imprecettibile 'plic': la giovane la rimirò incredula per qualche secondo, poi si tastò la fronte.

Maledizione! Mi sono tagliata...

Odiava farsi male e solitamente era molto attenta a non farsi mai un graffio ma evidentemente il tizio che l'aveva catturata non aveva prestato altrettanta attenzione alla sua incolumità fisica...

Sbattuta in una cella: una squallida cella vuota.

Ma come ci era finita una persona tranquilla come lei in un guaio del genere? Nel silenzio totale, in cui era suo malgrado immersa, si sforzò di ripercorrere passo dopo passo tutto ciò che le era accaduto da quando aveva lasciato il suo villaggio poche ore prima.

Il mio villaggio.

Una lacrima tiepida si affacciò sui suoi occhi ma fu sibito ricacciata indietro.

Non ho bisogno di nessuno. Di nessuno.

---

Aveva scagliato lontano il suo coprifronte e poi aveva vagato per alcune ore, sola nella foresta, fino a quando non si era ritrovata faccia a faccia con uno strano edificio, stupendo e inquietante insieme.

Assomigliava ad una villa signorile, enorme e con alcune pitture raffiguranti dei serpenti vicino al portone d'ingresso; ne era rimasta del tutto affascinata: senza osare avvicinarsi era rimasta lì a guardarla da poco distante... Almeno finchè un rumore non l'aveva distratta.

Si era nascosta appena in tempo per non essere vista dall'uomo che aveva sentito arrivare: indossava un mantello scuro col cappuccio, così non era riuscita a distinguerne i lineamenti.

Senza accorgersi della sua presenza, o almeno così aveva creduto, si era diretto alla strana villa e ne aveva varcato l'entrata.

Un po' intimorita dal fatto che ci potesse essere altra gente nei paraggi aveva deciso di allontanarsi, ma non aveva fatto in tempo a muovere più di una ventina di passi che un essere a dir poco spaventoso le aveva bloccato la strada e l'aveva catturata, trascinandola con sè nella strana costruzione e portandola al cospetto del tipo incappucciato.

Mi aveva vista ed è corso a fare la spia.

Ma dov'era finita? Proprio non riusciva ad immaginare cosa potessero volere da lei.

---

Plic!

Un'altra goccia di sangue.

Decretando che due goccie erano fin troppe, si concentrò e lasciò che il chackra fluisse nella sua mano destra, diventando di color verde brillante e avvolgendole il palmo; passò la mano sul taglio e quello subito scomparve.

In un istante lasciò che l'energia si disperdesse.

All'improvviso sentì una chiave infilarsi nella serratura della porta blindata: poco dopo un ragazzo faceva il suo ingresso nella cella.

Alto, con gli occhiali e lunghi capelli color dell'argento raccolti in una coda; poteva avere sì e no un paio d'anni più di lei e aveva un coprifronte del quale la giovane non riconobbe il simbolo.

La squadrò da capo a piedi con una specie di sorriso in volto. Non era allegria, non era dolcezza.

Era un ghigno e non prometteva niente di buono.

Poi qualcosa di strano accadde: lo sguardo del giovane si fissò sulla fronte di lei e subito il sogghigno scomparve per lasciare posto a... stupore forse?

Senza dire una parola quello si voltò e si richiuse la porta alle spalle.

Non c'erano dubbi, doveva trovare il modo per scappare, l'espressione del ragazzo le aveva messo una certa ansia addosso: si sforzò di guardare fuori dalla finestra ma era troppo in alto per lei e comunque anche se ci fosse arrivata non sarebbe mai riuscita a passarci attraverso; urlare sarebbe stato altrettanto inutile visto che erano nel cuore di una foresta pressochè sconfinata.

Diede un paio di spallate alla porta e poi rinunciò anche a quel progetto, avrebbe ottenuto solo di farsi male.

Rassegnata si riseddette e aspettò, sperando che prima o poi l'occasione buona le si sarebbe presentata davanti.

Perchè era stata catturata? Non aveva fatto niente di male!

Aspettò in silenzio finchè la porta non si aprì nuovamente.

---

Non avrebbe saputo dire con precisione quanto tempo fosse passato, comunque non più di una mezz'ora, e stavolta ad avvicinarlesi fu un uomo dalla carnagione chiarissima e dai capelli neri come la notte più scura; le si chinò accanto e le sollevò il viso con la mano cosicchè la giovane potè guardarlo negli occhi: d'istinto si ritrasse.

Serpente

Gli occhi d'ambra di quell'uomo le facevano paura, avevano le pupille quasi verticali, parevano quelli di un serpente, un serpente pronto a divorarla.

Ma no, non doveva lasciarsi intimorire.

"Che cosa volete da me?" chiese cercando di non abbassare lo sguardo: "Non ho fatto niente!"

"Stai tremando" osservò l'uomo: "Non aver paura. Kabuto-kun mi ha detto che sei un ninja medico, è vero?"

Kabuto chi? E come faceva a saperlo?

"Sì, avevo cominciato a studiare per diventare un medico" rispose lei: "Ka... Kabuto?"

Il suo interlocutore le rivolse un debole sorriso. Era dolce, sembrava rassicurante, ma la ragazza non era affatto certa che fosse anche sincero.

"E' il ragazzo che è entrato prima, dovreste avere più o meno la stessa età voi due" spiegò lui e poi domandò: "Qual è il tuo nome, bambina?"

"Hikari"

"Hikari e poi?"

"Hikari e basta"

L'uomo le rivolse un'occhiata di cui lei non riuscì a capire il significato, poi parlò nuovamente.

"Da oggi lavorerai qui Hikari, appena possibile Kabuto ti aiuterà ad affinare le tue abilità mediche e tu farai tutto ciò che ti sarà ordinato"

Non era una domanda.

Era con le spalle al muro, non aveva possibilità di scelta.

Ma dopotutto se anche l'avesse avuta cosa sarebbe cambiato? Non c'era niente ad aspettarla fuori.

Invece così avrebbe avuto una casa.

Annuì.

L'altro parve soddisfatto.

"Non mi avete ancora detto perchè sono stata catturata"

"Sta arrivando Kabuto-kun" disse l'uomo: "Tra poco ti mostrerà la tua stanza, risponderà alle tue domande e ti dirà tutto ciò che devi sapere"

"Sono già qui, Orochimaru-sama"

Di nuovo il ragazzo di prima, quel Kabuto: da come la guardava, Hikari era praticamente certa di non essergli affatto simpatica.

"Allora vi lascio"

---

Ormai era cosa certa: Kabuto la odiava.

Per qualche strana ragione continuava a scrutarla torvo anche mentre la accompagnava in giro per la sua nuova casa, spiegandole dove stavano la cucina, i bagni... Dal canto suo lei era convinta di aver già sentito la voce del ragazzo in precedenza, ma non riusciva a focalizzare bene quando.

"Questo è il mio laboratorio" disse ad un tratto, fermandosi davanti ad una porta chiusa: "Non voglio che ci metti piede a meno che non ci sia io con te. Verremo qui quando ti insegnerò le arti mediche"

"Voglio sapere perchè mi avete catturata" insistette lei: "Questo può considerarsi rapimento, lo sai? Mi avete portata qui e..."

"Dovresti ritenerti fortunata" la interruppe Kabuto bruscamente: "E onorata. Se Orochimaru-sama non avesse deciso di prenderti con noi, saresti già stata eliminata, non possiamo permetterci di avere gente che gira intorno alla villa"

"Avete paura delle spie o cose del genere?"

"Esattamente" rispose Kabuto seccamente, senza mai smettere di camminare.

"Orochimaru" ripetè lei: "E' lui che comanda qui?"

"Chiamalo Orochimaru-sama" la ammonì subito il ninja dai capelli d'argento: "E non mancargli mai di rispetto. Per ora non ho tempo di farti esercitare, quindi ti limiterai a darmi una mano nelle faccende domestiche, quando avrai acquisito le abilità mediche giuste, il tuo compito sarà quello di sostituirmi nel caso fossi in missione e di assistermi quando te lo richiederò. Tutto chiaro?"

La ragazza annuì ancora. Non si stava facendo troppe domande: Orochimaru era inquietante, certo, ma si era comportato bene, probabilmente era un ninja molto forte se tutti lo rispettavano così tanto e l'idea di avere un lavoro e una casa non le dispiaceva affatto. E se il sorriso che le aveva rivolto fosse stato proprio sincero? Magari era stata così sospettosa solo per via della situazione, magari era davvero una persona buona e l'avevano catturata solo per il timore che potesse essere una spia o qualcosa di simile...

"Che cosa c'è di qua?" si azzardò a domandare indicando una scala che portava al piano di sotto.

"Niente di importante" tagliò corto l'altro: "Anzi, ti pregherei di non gironzolare qui intorno; quando non hai niente da fare stai nella tua stanza"

"Okay" assicurò Hikari: "Ah... Io mi chiamo Hikari, o semplicemente Kary se preferisci"

Kabuto sembrò non farci caso, molto probabilmente aveva intenzione di aver a che fare con lei il meno possibile e di non doverla chiamare affatto.

"Questa è la stanza di Orochimaru-sama"

Un'altra porta chiusa.

"Non disturbarlo mai, non rivolgergli la parola a meno che non sia lui ad iniziare un discorso e non entrare per nessuna ragione nella sua stanza"

"Chiaro"

Camminarono lungo il corridoio in cui erano finiti ed arrivarono ad altre due porte in legno.

"Eccoci arrivati, questa è la mia stanza e quella la tua, tra poco ti porterò la cena; mangerai sempre nella tua stanza e dovrai occuparti di tenerla in ordine e lavare i tuoi vestiti, hai visto dov'è la lavanderia, no?"

Gliel'aveva mostrata poco prima, non sembrava poi così difficile da raggiungere.

"Perfetto, puoi andare"

---

Dopo cena si sentiva proprio bene: non gliene fregava un accidente di ciò che stava al piano di sotto, era soddisfatta di come si erano evoluti gli eventi.

Forse è una fortuna che mi abbiano presa per una spia, altrimenti starei ancora vagando a casaccio per i boschi!

L'unica sua preoccupazione erano gli occhi di Orochimaru e quel suo strano sorriso ma da ciò che aveva detto Kabuto sembrava non ci avrebbe avuto molto a che fare.

Non posso giudicarlo male solo per i suoi occhi, è una cosa stupida.

E poi, se avesse scoperto qualcosa che non andava, avrebbe sempre potuto provare a scappare, no?

Si sdraiò sul letto: era felice.

E' il gioco del destino. Prima non hai niente e poi d'un tratto hai tutto ciò che ti serve...

E' lo srano, perverso, meraviglioso Gioco del Destino.

 

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Capitolo 2
*** I Segreti della Luna ***


"Mi chiedo se davvero ci sarà di qualche utilità... Non ne sono convinto"

"Io invece credo proprio di sì"

Capitolo 2: I segreti della luna

Si svegliò di soprassalto, a notte fonda: c'era molta agitazione fuori dalla sua stanza, ne era certa, sentiva molti passi rimbombare per il corridoio.

Chissà che sta succedendo...

La sua curiosità l'avrebbe spinta ad uscire e controllare la situazione ma decise di rimanere a letto, non le pareva saggio disobbedire sin dal primo giorno alle regole impostele da Kabuto: aveva deciso di fidarsi ma dopotutto non sapeva con chi aveva a che fare, avrebbero potuto farla fuori se si fosse sbagliata sul loro conto! No, era decisamente meglio star buona e studiare la situazione.

Ma la sua buona volontà non durò a lungo.

Non si sente più niente... Potrei dare una sbirciatina piccola piccola fuori e non se ne accorgerebbe nessuno!

Così la curiosità, o forse la sua stupidità, ebbe il sopravvento e la ragazza si decise a mettere il naso fuori.

Non c'era nessuno. Il corridoio fiocamente illuminato pareva deserto.

Accostò l'orecchio alla stanza di Kabuto ma non sentì niente, si azzardò perfino a fare la stessa cosa con la stanza di Orochimaru; ancora niente.

Stava per tornarsene a letto quando vide una luce un po' più forte provenire da una porta socchiusa, così vi si avvicinò camminando il più piano possibile e si rese conto che altro non era che la porta del laboratorio di Kabuto.

Si chiese che diamine stesse combinando quello strano ragazzo a quell'ora di notte.

In fondo se do un'occhiata senza farmi notare non faccio torto a nessuno. Dopotutto se mi deve dare lezioni dovrà farmici entrare prima o poi, che importa se guardo cosa nasconde con qualche giorno di anticipo?

Ma proprio mentre rifletteva sui suoi insani propositi delle voci la distrassero: ci doveva essere ben più di una persona là dentro.

"Domattina recati a Konoha e controlla la situazione"

Era la voce di Orochimaru.

"...Intanto io continuerò a occuparmi del villaggio della Sabbia"

"Hai, Orochimaru-sama"

C'era anche Kabuto, come c'era da aspettarsi, ma di che stavano parlando? Konoha era uno dei villaggi più forti, per quanto ne sapeva la ragazza, ed era detto anche il villaggio della Foglia.

"Voi quattro invece rimarrete qui"

Molte voci risposero all'unisono all'ordine di Orochimaru.

Ma in quanti sono?!

Forse era davvero il caso di tornarsene a letto, rischiava davvero di farli infuriare, avrebbe visto il laboratorio quando fosse stato meno affollato...

---

"Vieni pure avanti, Hikari-chan"

Si sentì gelare il sangue nelle vene al sentirsi chiamare da quella che, non c'erano dubbi, era la voce di Orochimaru: ora che sarebbe successo? Si era davvero messa in un bel guaio, Kabuto le aveva raccomandato di non farlo arrabbiare in alcun modo!

Non pensò neppure per un nanosecondo di correre nella sua stanza, avrebbe solo fatto una figura ancora peggiore, così aprì la porta e si fece avanti: il laboratorio era una grande stanza con ai lati due tavoli pieni di oggetti medici, di vasi di ceramica probabilmente contenenti erbe mediche, di contenitori in vetro con animali morti; con riluttanza notò che su uno dei tavoli c'era addirittura una mano: una mano vera, come mozzata, con un anello al dito e perfino dello smalto viola sulle unghie!

Tuttavia la cosa che la inquietava maggiormente era ciò che stava al centro della stanza: Kabuto ed altre quattro persone di aspetto molto strano circondavano Orochimaru, seduto su una sedia di pietra che a Kary ricordò molto un trono; uno di loro le sembrava quasi un ragno, aveva sei braccia, un altro aveva... Due teste?! Era quello il tipo che l'aveva catturata! I restanti due avevano quasi un'aspetto normale, non fosse stato per l'espressione non esattamente rassicurante: una era una ragazza e uno un tizio alto e decisamente robusto.

Inutile dire che tutti la stavano fissando con aria malevola, anzi forse quello meno arrabbiato sembrava addirittura essere l'uomo dagli occhi d'ambra, Orochimaru.

"Mi dispiace Orochimaru-sama" si scusò la ragazza: "Ho sentito dei rumori e... ero curiosa... non volevo..."

Stava sudando freddo e il suo cuore perse un battito quando vide Orochimaru alzarsi e farlesi più vicino, lanciando un'occhiata indecifrabile a Kabuto.

"Non importa, bambina" le disse con calma, poggiandole una mano sulla spalla: "Per questa volta non fa niente"

Kary arrossì, ma non riuscì a capirne il motivo: avrebbe dovuto sentirsi sollevata per non essere stata punita, eppure nel momento in cui la mano dell'uomo le aveva sfiorato la spalla il suo cuore aveva cominciato a battere ancora più forte e non accennava a rallentare.

Cos'è questa sensazione?

Forse era paura. O forse qualcos'altro. Non aveva mai provato niente del genere.

Poi Orochimaru tornò a sedersi.

"Kabuto, accompagnala nella sua stanza" disse ad un tratto: "E che la cosa non si ripeta"

"Hai, Orochimaru-sama"

---

Appena furono rientrati nella stanza della ragazza, Kabuto la prese per la maglia e quasi la sollevò da terra, spingendola contro il muro.

"Non ti azzardare mai più, mai più a disobbedirmi" la ammonì: "Per questa volta ti è andata bene ma il prossimo errore che farai potrebbe essere l'ultimo!"

"P-perdonami"

"Ora vai a letto e restaci"

Così dicendo la lasciò andare di colpo e uscì, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Kary al buio, sola coi suoi pensieri. Quando si sentiva sola o agitata era solita uscire e sedersi da qualche parte a guardare la luna e il non poterlo fare la lasciò ancora più amareggiata, così si distese sul letto e cercò di riprendere sonno senza pensare al fatto che ora probabilmente ce l'avevano tutti con lei.

---

Dormì sonni agitati quella notte e più di una volta si svegliò spaventata e dovette trattenersi a stento dall'urlare, continuava a fare incubi strani su quelle persone nel laboratorio, su Kabuto e soprattutto su Orochimaru: le faceva paura, le ricordava in modo così evidente un serpente che temeva l'avrebbe potuta mordere da un momento all'altro ma, allo stesso tempo, in qualche maniera perversa la affascinava.

La mattina comunque arrivò lo stesso: lo capì solo perchè Kabuto venne a svegliarla e a portarle la colazione, infatti nella sua come nelle altre stanze che aveva visitato parevano non esserci finestre.

"Finisci in fretta di mangiare e poi rimetti in ordine la stanza, io devo uscire e tornerò al più tardi stasera"

Kary lo guardò storto rosicchiando un biscotto, ricordandosi che era ciò di cui stavano parlando la sera prima, ma quello la ignorò e continuò a parlare.

"Stavolta vedi di non ficcare il naso in affari non tuoi"

"Posso almeno uscire?"

Kabuto inclinò la testa da un lato, come stesse pensando.

"Intendi fuori? Sì, ma non ti allontanare, se uno del quartetto pensasse che cerchi di scappare ti farebbe fuori senza rifletterci su due volte"

"Allora è vero che sono una prigioniera"

Il ragazzo sbuffò piano e le si avvicinò.

"Ti ho già detto che sei fortunata, Orochimaru-sama sembra averti preso in simpatia, ma non possiamo permetterci che ci sia gente che se ne va in giro a raccontare a tutti dov'è il nostro rifugio"

"Perchè mai?"

"A Orochimaru-sama non piace essere disturbato" tagliò corto il ragazzo: "E ora basta domande"

"No, aspetta!" esclamò Kary afferrandogli un polso per impedirgli di andarsene: "Quando parli del 'quartetto' intendi i quattro che parlavano ieri con te e Orochimaru?"

"Orochimaru-sama" la corresse subito lui: "Comunque sì, loro sono il Quartetto del Suono, di solito il loro compito è quello di scortare Orochimaru-sama"

Dissolto anche l'ultimo dilemma della giovane ninja medico, Kabuto stava per andarsene, ma proprio sulla porta ci ripensò ed aggiunse: "Non avvicinarti a loro, non gli sei simpatica quanto al signor Orochimaru, almeno non dopo la scenata di questa notte"

---

Resistette un paio d'ore alla tentazione di uscire, poi cedette al desiderio di aria fresca e si avviò per la sua nuova casa. Per il rifugio c'era parecchia gente e Hikari provò anche a parlare con qualche persona, non tanto per fare amicizia, quanto per cercare di scoprire di più su Orochimaru e sul piano di sotto, al quale le era proibito l'accesso: aveva la netta impressione che qualcosa le fosse tenuto nascosto.

Un paio dei servitori che incontrò furono disponibili e le raccontarono qualcosa su ciò che voleva tanto sapere: a quanto pareva Orochimaru era un autentico genio, un ninja dalla forza incredibile, originario di Konoha, che era stato insignito del titolo di Sannin, ninja leggendario, e che sognava di risolvere tutti i misteri dell'universo e scoprire i segreti e il senso della vita umana; il piano di sotto altro non era che un luogo dove svolgeva i suoi esperimenti.

Ora la storia del non voler essere disturbato ha già più senso si disse lei, cominciando a fidarsi di più: Scoprire il senso della vita è uno scopo molto nobile, anche se non credo basterebbero cento vite per riuscirci!

Massì, quasi quasi ora si sentiva davvero onorata di lavorare per un genio del genere! Rincuorata delle risposte ottenute si diresse fuori e dedicò il resto della mattinata a studiare dall'esterno la grande villa, capendo così anche il motivo dell'assenza di finestre: a quanto pareva gran parte dell'edificio era sotterraneo, spuntavano il tetto e forse un paio di stanze.

Che costruzione particolare!

Sorrise.

Credo che potrei abituarmi a vivere qui, magari se mi dimostro brava nelle arti mediche perfino quell'antipatico di Kabuto mi apprezzerà!

Quando cominciò a sentire i morsi della fame decise di rientrare: l'impatto non era piacevolissimo, entrando e scendendo le scale d'ingresso sembrava di immergersi nel buio, ma probabilmente ci avrebbe fatto l'abitudine, era tutto illuminato abbastanza bene, quindi una volta dentro quasi non ci si accorgeva di trovarsi sotto terra.

---

Si stava avviando verso la cucina quando una donna le venne incontro.

"Ciao Yukio" salutò gentilmente Kary riconoscendo una delle persone conosciute poco prima e con la quale aveva scambiato due parole.

Yukio era una specie di sarta e si occupava della lavanderia; aveva dei grandi occhi color nocciola e i capelli castani le arrivavano quasi alle spalle. Dal punto di vista fisico loro due erano quasi all'opposto, Kary aveva gli occhi del colore del mare e i capelli castani, sì, ma molto più lunghi rispetto a quelli dell'altra, infatti le arrivavano quasi alla fine della schiena.

In linea di massima quella giovane donna era simpatica, forse la sua adorazione per Orochimaru era un tantino troppa, ma non poteva certo giudicarla per questo.

"Ah, Kary, proprio te" esclamò quella: "Ti ho portato dei vestiti, te li manda il signor Orochimaru"

"Waoh, che gentile!"

Doveva ricordarsi di ringraziarlo, non si aspettava tanta generosità... Ma Kabuto gli aveva proibito di rivolgergli la parola per prima...

"Adesso non c'è" disse Yukio intuendo i suoi pensieri: "Potrai ringraziarlo stasera, se vuoi puoi portargli un paio di kimono puliti al posto mio, così cogli al volo l'occasione!"

"Grazie mille, sarebbe fantastico!"

Era deciso, non poteva essere scortese con una persona dimostratasi tanto buona e premurosa.

Non avendo niente da fare, decise di fermarsi in lavanderia ed aiutare la sua nuova amica a lavare e piegare lenzuola, tende e completi ninja, trascorrendo così in modo allegro l'intero pomeriggio ed evitando, per una volta, di cacciarsi nei guai.

"Quel Kabuto è arrivato qui da poco" disse ad un tratto Yukio: "Ma sembra che Orochimaru-sama riponga grande stima in lui"

"A te piace?" domandò Kary: "Credo mi trovi antipatica"

"Mah, non si riesce mai a capire cosa gli passa per la mente" sbuffò l'altra: "E' sicuramente un tipo molto intelligente ma non mi fido troppo di lui, ha un non so che di sinistro"

"Già" ammise Kary: "Tipo quel suo modo di sogghignare... Speriamo non sia troppo severo come insegnante, io pensavo di essere brava nelle arti mediche ma ho paura di non essere all'altezza!"

"Se Orochimaru-sama ti ha fatto rimanere deve aver visto qualcosa in te, lo sarai certamente" la rassicurò Yukio: "Ora vieni, ceni con me assieme agli altri che lavorano qui?"

Così la ragazza ebbe modo di fare altre conoscenze: provò un'antipatia fortissima per un uomo in particolare, un certo Kentagu, che sembarava credersi al di sopra di tutti, mentre gli altri le risultarono abbastanza indifferenti.

Forse è vero che ho un carattere difficile si disse, rendendosi conto di non essere riuscita a farsi amico nessuno a parte Yukio: Meno male che c'è lei con cui parlare!

---

Dopo cena l'amica se la trascinò fuori a fare una passeggiata e insieme osservarono il sole tramontare da una radura poco lontana dalla villa, o meglio dal rifugio di Orochimaru; rimasero sedute sull'erba umida fin quando il cerchio del sole non fu del tutto scomparso, poi Yukio si alzò tutta sorridente ed esclamò: "Che vento stupendo, vengo spesso qui la sera ma in due è molto più divertente!"

Era vero, stando da soli anche il paesaggio più bello sarebbe sembrato insignificante...

"Coraggio vieni!" le gridò l'amica che già correva verso casa: "Orochimaru-sama a quest'ora sarà rientrato! Muoviti!"

Sembra così felice! Invece io ho ancora questa strana sensazione addosso. Mi basta sentir nominare Orochimaru...

Appena rientrate mancò poco che andassero a sbattere contro un irritatissimo Kabuto.

"Ah, sei qui" disse osservando la sua futura allieva con disapprovazione: "Volevo appunto dirti che domani ci sarà un po' di agitazione e che non ci sarò di nuovo, quindi fai come hai fatto oggi, le lezioni le rimandiamo di un altro giorno"

"O-okay..."

Che aria di sufficienza, ma perchè non mi può vedere?

Superato anche l'ostacolo Kabuto, le due filarono dritte in lavanderia; a Kary intanto era venuta in mente una cosa: aveva notato che poco prima il ragazzo indossava un coprifronte di Konoha, ben diverso da quello che gli aveva visto indosso la prima volta.

"Oh, quello che hai visto è il simbolo del villaggio del Suono!" le spiegò Yukio: "L'ha fondato il grande Orochimaru... Per ora non è un vero e proprio villaggio, è più un simbolo per riconoscere i suoi seguaci!"

"Quindi ne faccio parte anch'io, giusto?"

"Direi proprio di sì!"

Sorrideva, l'aveva conosciuta da poche ore eppure già era evidente quanto fosse solare: Yukio le era proprio simpatica, assomigliava ad un raggio di sole, sempre pronta a rischiarare la giornata altrui con una frase simpatica o uno scherzo!

"Si sta facendo buio" osservò Kary all'improvviso: "Se non mi sbrigo andrà a dormire, no?"

"In effetti hai ragione, aspetta che ti passo i suoi kimono..."

Così in men che non si dica si ritrovò di fronte alla porta delle stanze private di Orochimaru.

Bussò una volta, poi due. Nessuna risposta.

Cavolo e adesso che faccio? Entro o no? Non posso mica tenermi io i suoi vestiti!

Alla fine si decise ed aprì la porta: la stanza era spoglia, c'era solo un letto con un comodino, una porta che con ogni probabilità conduceva ad un bagno privato e su una delle pareti era appeso una specie di manifesto, una pergamena raffigurante uno strano simbolo che la ragazza non aveva mai visto prima.

Glieli lascio sul letto ed esco.

Ma non aveva ancora mosso un passo che la porta a lato della stanza si aprì, lasciando uscire un sottile velo di vapore.

"Buonasera, Hikari-chan" le disse una voce dal tono notevolmente sorpreso: "Posso sapere che ci fai qui?"

Orochimaru era appena uscito da quella che aveva tutta l'idea di essere stata una doccia calda e indossava solo un ascuigamano stretto in vita, i capelli bagnati che gli ricadevano splendidamente sulle spalle candide, il corpo che sembrava scolpito nell'avorio, solcato qua e là da gocce d'acqua.

"O-orochimaru-sama... I-io...!"

Come vorrei essere una di quelle gocce.

Arrossì di botto: ma come aveva potuto anche solo pensare di formulare un pensiero del genere?!

"M-mi dispiace, le avevo portato i vestiti e--"

"Sta tranquilla" la rassicurò il ninja: "Non mordo mica!"

La risata leggermente roca del ninja la lasciò sconcertata: possibile che anche stavolta non fosse arrabbiato? Kabuto l'aveva descritto come un tipo tutt'altro che paziente!

"Dammi un attimo per mettermi qualcosa addosso, poi vorrei scambiare due parole con te"

Pareva non fosse per niente imbarazzato, anzi era come se la situazione lo divertisse...

Senza farselo ripetere la ragazza balzò fuori dalla stanza e si trascinò la porta alle spalle, sedendosi poi per terra ad aspettare: il cuore le batteva a mille, perchè non riusciva a non pensare a Orochimaru?

Com'era bello...

Si diede della stupida.

Non ti starai mica innamorando, spero? Quello non solo è fuori dalla tua portata, ma se lo fai arrabbiare magari ti ammazza pure!

Si rannicchiò contro il muro cingendosi le ginocchia con le braccia: "Stupida, stupida, stupida! Sono una cretina, ecco cosa sono!"

---

Una risata sommessa la fece zittire e alzare la testa.

"Eccoti qui" disse piano il Sannin: "Che stai facendo?"

"Niente" si giustificò Kary: "La stavo aspettando!"

Rientrò lentamente nella stanza dell'uomo e lo osservò sedersi sul letto, si aspettava scioccamente di essere invitata a sedersi ma questo non accadde, così si rassegnò all'idea di rimanere in piedi.

"Di cosa voleva parlarmi signore?"

"Niente, pensavo avessi tu delle domande per me, sei arrivata qui in modo un tantino brusco, volevo sapessi che sei la benvenuta e che se deciderai di essermi fedele avrai ciò che vorrai"

Un modo 'un tantino' brusco lo chiamava?! Chissà allora cosa considera veramente brusco!!!

Ma rispose in modo nettamente diverso.

"Lei è stato molto gentile, signor Orochimaru, e io non ho niente ad aspettarmi al di fuori di qui, quindi sono molto lieta di poterle essere utile come medico" disse abbassando lo sguardo e chinando la testa in un mezzo inchino: "Kabuto dà l'idea di essere un grande ninja medico, sarà un vero onore averlo come maestro"

"E' molto bravo" ammise il Sannin: "E sono certo che anche tu lo diventerai, i ninja medici sono fondamentali in un team equilibrato"

"Pare che io gli sia antipatica... E' sempre così gelido!"

Orochimaru parve molto sorpreso.

"E' un ragazzo difficile da capire, fa così un po' con tutti" disse: "Ma è stato lui a propormi di prenderti con noi, quando ha capito che avevi le sue stesse attitudini alla medicina"

"Come lui?!"

Poi all'improvviso si ricordò dove aveva sentito la voce del ragazzo la prima volta.

"E' lui che mi ha vista qua fuori e mi ha fatta catturare!" esclamò: "Così quando è entrato nella mia cella ha potuto notare la scomparsa del graffio che mi ero fatta all'arrivo!"

"Esatto" si complimentò l'uomo: "E' da quel particolare che ha capito che eri un medico. Sei molto intelligente, bambina, credo abbia visto in te qualcosa che gli ricorda se stesso..."

Orochimaru rise ancora; come aveva fatto ad avere paura di lui?

"Ora vai a letto, voglio vederti fare progressi in un batter d'occhio, chiaro? Pretendo l'eccellenza dai miei collaboratori e da te non mi aspetto niente di meno"

"Sì, Orochimaru-sama" annuì lei rispondendo al sorriso complice rivoltole: "Potete chiamarmi Kary se vi pare, è così che mi chiamavano di solito"

"D'accordo, se ti fa piacere... Ora vai Kary-chan, domani sarà una giornata intensa e io sono stanco" le disse con un mezzo sbadiglio: "Anche un genio come me ha bisogno di riposo, di tanto in tanto"

Allegramente la giovane shinobi si recò a letto, si infilò uno dei pigiami che le erano stati regalati quella mattina e si stese sul materasso, aspettando che il sonno la cingesse dolcemente nel suo abbraccio.

E così è successo tutto per colpa di quello strano ragazzo, Kabuto... O forse dovrei dire che è successo tutto grazie a lui?

Pensavo mi odiasse...

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Nel cuore della notte sentì nuovamente delle voci e dei passi ma stavolta pensò bene di girarsi dall'altra parte tendendo solo l'orecchio per cogliere delle eventuali voci: udì solo parole e suoni confusi, parlavano ancora di Konoha, poi di Sabbia, di chunin e di un certo Sarutomi o Sarutobi, non capì bene chi fosse.

Ogni notte qui succede qualcosa... Sarà la luna che ispira questi toni cospiratori?

Sì, dev'essere proprio la candida faccia della luna pensò scherzandoci sopra mentre riprendeva sonno.

Sono i segreti della luna...

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