Draco e Hermione: Amici d’infanzia

di LovelySun96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1°Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2°Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4° ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo
 Era il 1 settembre del 1990. Quel giorno il cielo era completamente coperto da nuvole, come ogni giorno, d’altronde, a Londra. Chiunque avrebbe pensato che quell’atmosfera poteva essere cupa o tetra. Tutti tranne Hermione Granger. No, per lei quel giorno era stato nei suoi sogni da sempre. Già, quello sarebbe stato il giorno in cui lei sarebbe finalmente andata in quella scuola che amava, sarebbe andata ad HOGWARTS.
  Appena sveglia, la piccola Hermione salto giù dal letto e correndo si recò subito in bagno, dove ne uscii dopo un po’, già vestita e pronta per andare in cucina a fare colazione. Ma non appena arrivata davanti la porta della sua camera, questa sì aprì rivelando una piccola creatura con delle lunghe orecchie, la sua elfa domestica personale Lilith.

Lilith poteva sembrare più piccola rispetto agli altri elfi di casa Granger, ma dimostrava una forza dentro. Per questo, Hermione era molto attaccata a lei.
-Signorina Granger, i signori Granger mi hanno fatto andare a chiamare per dirle che l’aspettano nella sala da pranzo- disse la piccola elfa, un po’ timida.

-Si, Lilith. Sto scendendo. E, comunque, ti prego di chiamarmi solamente Hermione. –Disse strofinando la testa all’elfa.
 -Ma suo padre non approverebbe, signorina. -    

-Allora, sai che facciamo,- disse Hermione pensierosa- mi chiamerai solo con il mio nome quando saremo soltanto noi due. – Dopo che finì di parlare, Hermione abbracciò Lilith.


-Ok, sign……volevo dire, Hermione- disse l’elfa, ricambiando l’abbraccio. 

Quando si staccarono, l’elfa si smaterealizzò nelle cucine, mentre Herm scese le grandi scale di casa, arrivando nella sala da pranzo, dove l’aspettavano i suoi genitori, già seduti ai due capi del lungo tavolo.

Daniel e Jean Granger erano due dei più importanti nomi del mondo magico. Entrambi provenivano da famiglie Purosangue, i Granger e i Lovely. Si erano conosciuti grazie al loro matrimonio combinato, come accadeva, d’altronde, in quelle famiglie, ma appena si videro, per la prima volta, tra di loro scattò il colpo di fulmine. Dopo un anno, circa, nacque la piccola Hermione, che per i genitori era la loro propria luce, soprattutto per il padre, infatti, anche se Daniel era duro e severo, era molto geloso della figlia.
 -          Madre, padre, scusate il ritardo- disse Hermione, chinandosi davanti i genitori.

- Non ti preoccupare, amore mio. – disse Jean alzandosi e andando ad abbracciare la figlia.

Hermione ricambiò l’abbraccio e si andò a sedere nel suo posto. 
- Oggi questo ritardo ti sarà perdonato, solo perché è un giorno importante, ma vedi che non succeda più- disse Daniel, alzando gli occhi verso la figlia.

- Si, padre- disse Herm, con un piccolo sorriso.

Dopo aver finito di mangiare, Hermione, dopo aver chiesto il permesso di alzarsi ai genitori, corse subito in camera sua per sistemare le ultime cose nel baule e prender il proprio gatto, Moonlight, che la sua madrina le aveva regalato il mese prima, quando erano andati a Diagon Alley per comprare la sua bacchetta e i libri per la scuola.
 
- Hermione, scendi che dobbiamo andare alla stazione- disse il padre, interrompendo il ricordo della ragazza. –Lascia il baule lì, ci penseranno gli elfi-
 - Si, padre. Sto scendendo. –disse Hermione, dando un’ultima occhiata a quella che era la sua stanza, prima di chiudere per l’ultima volta la porta.

Scese le scale, ritrovandosi davanti i genitori e la sua elfa domestica, nel salone.

- Ciao Lilith- disse Herm stropicciando la testa della piccola elfa – ci vedremmo a Natale. –

-Arrivederci, signorina- disse Lilith con un sorriso.

-Hermione Granger, quante volte te lo devo dire che questo “affetto” verso un essere inferiore, non è accettabile per una ragazza della tua classe sociale- disse il padre con sdegno.

Prima che Hermione potesse dire qualcosa, Jean si intromise, dicendo che dovevano sbrigarsi a smaterealizzarsi alla stazione.

Hermione subito si ricompose, prendendo Moonlight, che si era fatto un giro per il salone, in braccio e prendendo la mano della madre per avvicinarsi a lei e al padre. Poco dopo, si smaterealizzarono.

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Capitolo 2
*** 1°Capitolo ***


1° Capitolo  
Un secondo dopo, la famiglia si ritrovò in un vicolo vicino alla stazione di London King’s Cross. Hermione, che non era ancora abituata alla smaterealizzazione, si sentì subito male. Così male da sembrare che tutto girasse intorno a lei.

-Hermione, stai bene? – le chiese la madre, appena la vide. Anche Daniel si preoccupò nel vedere la sua piccolina bianca come un lenzuolo.

-Si, mi gira solo un po’ la testa, ma tra poco mi riprendo- li rassicurò Herm. 
​-Hermione, tu non stai bene. Guarda c’è una panchina, siediti lì-disse il padre, mascherando la sua preoccupazione. Herm si sedette.

-Jean, manda un patronus a Malfoy-

-Si- affermò la moglie. Subito prese la bacchetta e con uno scatto la mosse. Da essa ne usci un fascio di luce, che prese la forma di un’orsa*. 
Herm non capì cosa la madre disse dopo, ma l’orsa inizio a correre lontano da loro.
Passarono pochissimi minuti che vicino alla famiglia si smaterealizzarono altre tre persone, i signori Malfoy e il loro unico figlio.
Quest’ultimo, appena vide Hermione, emise una faccia preoccupata e corse subito a sedersi vicino a lei, da buon amico. Si, Draco e Hermione erano migliori amici da tantissimo tempo, praticamente da quando erano nati. Le loro madri si erano conosciuti quando andavano ad Hogwarts, entrambe in casa Serpeverde, ed erano diventate subito amiche. Narcissa, d’altronde, era pure la madrina di Herm.

Draco, per Hermione, era il suo confidente migliore, lui era colui che l’aiutava sempre, la consolava, la incoraggiava. Lui era il fratello che lei non aveva mai avuto, anche se Draco voleva essere qualcosa di più di un fratello.

Draco, però, non voleva farglielo capire, perché aveva paura che il loro rapporto bellissimo di amicizia finisse. Forse glielo avrebbe detto in futuro, quando erano al quinto o al sesto anno. Per ora era meglio così, si convinceva Draco.

-Daniel, mi hai mandato un patronus, che cosa è successo di così importante? - parlo il padre di Draco, il signor Lucius Malfoy.

-Ti ho andato a chiamare per chiederti se le tue abilità di pozionista funzionano ancora. Qui, mia figlia non sta al pieno delle sue forze-

-Cosa è successo? – interruppe Narcissa, con tono preoccupato per la figlioccia.

-Effetti della smaterealizzazione- disse Daniel, mentre Jean, dopo aver dato un bacio sulla fronte alla figlia, si avvicinò al marito.

-Padre- disse Herm, alzandosi di scatto, seguita da Draco, che le metteva una mano dietro la schiena, per aiutarla – Sto meglio. Non vi preoccupate. –

-Granger, date retta a vostra figlia- affermò Lucius, guardando il volto della fanciulla, ritornato al colore naturale- Guardategli il viso. Comunque non ci sono rimedi pozionistici contro gli effetti della smaterealizzazione-

Dopo che finì di parlare, si avvicino al figlio e alla moglie.

-Hermione, sicura di stare bene? – chiese Daniel alla figlia, ricevendo solo un “si” con la testa dalla piccola. Capendo, le labbra del padre si mossero a formare un leggero sorriso, per sparire poco dopo. Erano pochissime le volte che il signor Granger sorrideva, ma la maggior parte di esse erano per la sua piccola Hermione.

-Con questo, direi che è meglio andare, se no i due ragazzi perderanno il treno – interruppe Narcissa.

Dopo questa affermazione, tutti si misero in cammino, tranne gli elfi, che si erano, nel mentre, già smaterealizzati sul treno, per poter posare i bauli e le gabbie degli animali dei due ragazzi. 

-Babbani dappertutto!! Che schifo!!- disse disgustato Draco, entrando alla stazione, che, però, ricevette lo sguardo arrabbiato di Hermione.

 Hermione non sopportava questo odio verso coloro che, secondo suo padre, Draco, Lucius e altri, erano diversi da loro, quelli che chiamavano Babbani, Mezzosangue e nati-babbani.

Secondo lei, non c’era nessuna differenza tra lei e gli “altri”, ma, purtroppo, questo non era il pensiero di alcuni Purosangue. Lucius, che, mentre, aveva fatto caso all’occhiata della giovane al proprio figlio, afferrò Daniel per una spalla.

-Granger, controlla tua figlia- Disse, con tono arrabbiato, Lucius.

-Hermione Granger, devo ribadirti quello che ho detto oggi? ** – urlò Daniel, mentre stavano camminando verso il binario 9 e3/4.

- Ma, padre…- si difese Herm, senza però riuscire a finire la frase.

-ZITTA! –

-Si, padre- disse la piccola con gli occhi pieni di lacrime.

Draco, a quella vista, gli passo un fazzoletto di stoffa, senza farsi vedere dal genitori. Hermione lo accettò, ringraziando sottovoce il ragazzo.

 

Arrivando davanti ai due binari, 9 e 10, Hermione si avvicinò a Draco, prendendogli il braccio.

A quel tocco inaspettato, il giovane avvampò e si girò per capire chi era, ritrovandosi a pochi centimetri dalla faccia della giovane.

Le sue guance si fecero lentamente più rosse. Draco, per il troppo imbarazzo, si allontanò quel poco che bastava per non farsi smascherare.

-Hermione, non spuntare così vicino- disse Draco, mettendosi una mano sulla faccia, ormai rossa.

-Draco, ma ora che dovremmo fare? Passare attraverso il muro? – domandò un po’ dubbiosa Herm.

-Tu stai a guardare- disse Draco ghignando.

 Hermione sapeva che quando spuntava quel ghigno nella faccia dell’amico, non succedeva nulla di buono. Infatti, Draco le prese la mano e la trascinò, correndo, verso il muro.

La giovane si chiuse gli occhi per proteggersi dall’imminente impatto, ma questo non avvenne, anzi quando Herm riaprì gli occhi si ritrovò davanti una scena bellissima.

Una locomotiva a vapore scarlatta, ferma lungo il binario gremito di gente, si ergeva davanti a lei. Un cartello in testa al treno diceva Hogwarts Express.

L’unica parola che Hermione riuscì a dire fu “Wow”, seguita dalle risa dell’amico vicino, a cui teneva ancora stretta la mano. Dopo di loro, anche i 4 genitori oltrepassarono la barriera.

-Herm, io vado avanti a cercare Tiger e Goyle, ci vediamo dentro- parlò Draco, lasciando la mano di Hermione. Draco sparì tra la folla, dopo aver salutato la madre e il padre definitivamente. La ragazza, mentre, si diresse verso i genitori per salutarli e salire poi nel treno.

 

-Madre, mi mancherete tanto- grido Herm abbracciando forte Jean.

-Anche tu, piccola mia- dopo di che baciò sulla testa della figlia e sganciò l’abbraccio.

Hermione, poi, si volse il padre, con cui non aveva parlato più, dopo la precedente sfuriata.

-Arrivederci, padre-

-Arrivederci- ricambio il genitore freddamente.

Dopo di che, Hermione si allontano per poi mischiarsi tra la gente. Salì sul treno, salutando per l’ultima volta, con la mano i genitori.

Il treno partì poco dopo, sparendo poi nell’orizzonte.

*"Mamma Orsa", affettuosa con i propri figli e pronta a difenderli a tutti i costi.
**Riprende Prologo
Momento Autrice :)
Ciao a tutti!  Scusate se non ho scritto nel primo capitolo.... Questa è la mia prima storia e spero che vi piaccia. Grazie e a presto pubblicherò il prossimo capitolo!  

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Capitolo 3
*** 2°Capitolo ***


2° CAPITOLO
Hermione si affacciò per salutare i suoi genitori, per l’ultima volta, con la mano, dal finestrino.
Guardandoli, le caddero alcune lacrime dal viso. Anche se era ancora arrabbiata con suo padre, le sarebbero, entrambi, mancati tantissimo, ma poi pensò che da lì a pochi mesi li avrebbe rivisti per festeggiare insieme il Natale.
Già, lei amava tantissimo le feste natalizie. Le piaceva addobbare l’albero, con sua madre, nel grande salone di casa, mettere le calze sopra il camino acceso e impacchettare gli innumerevoli regali. Amava anche le cose semplici come distendersi sul divano, con sopra una coperta, a leggere un bel libro, preso dall’enorme biblioteca di casa Granger.
Si, Hermione era un’amante dei libri e del sapere, e questo i suoi genitori lo sapevano bene, infatti le facevano trovare, sotto l’albero, sempre un libro nuovo.
Ogni anno, i Granger organizzavano un ballo la sera della vigilia, in cui partecipavano tutti i loro amici e parenti. Herm adorava quel momento, non perché poteva sfoggiare il suo nuovo abito, come, invece, facevano alcune ragazzine che conosceva, ma perché poteva rivedere i suoi amici, come Draco, e divertirsi con loro.
Pensando a questo, la piccola si mise in cammino, sul treno, alla ricerca del suo migliore amico.
Mentre passava da una cabina all’altra, tutto ad un tratto, si scontro con qualcuno e cadde all’indietro.
-Oh, scusa. Colpa mia-
-No, scusami tu. Andavo di fretta quindi non ti ho nemmeno visto- si scusò Herm. Stava cercando di alzarsi, quando si ritrovò davanti la mano del ragazzo, pronto ad aiutarla.
-Grazie- disse, accettando la mano.
Appena la ragazza fu alla sua stessa altezza, si ritrovò davanti un ragazzo un po’ pacioccone con la faccia rotonda e i capelli castani. Aveva un’aria preoccupata e imbarazzata, pensò la ragazza.
-Scusami, di nuovo, per esserti andato addosso, ma ero alla ricerca del mio rospo. Comunque, io sono Neville Paciock. – affermò, un po’ timido.
- Piacere, Hermione Granger-  Herm notò che l’espressione del ragazzo sì irrigidì, quando lei gli disse il suo nome, ma continuò a parlare.
-Se hai bisogno di aiuto, posso mettermi a cercarlo pure io-
-N-No, n-non ti preoccupare- balbettò Neville, prima di girarsi e scappare.
“Strano. Molto strano.” Pensò Hermione, prima d’ iniziare a corrergli dietro.
-Fermati, perché scappi? Che cosa ho detto di male? –gridò la ragazza, mentre stava quasi per raggiungerlo.
Il ragazzo si fermò. Hermione, finalmente poté parlargli.
-C-Che cosa vuoi da me? – disse Neville, stupendo Herm.
- Come cosa voglio? Sei tu che te ne sei andato senza dire niente-
-N-Non voglio avere niente a che fare con te e con la tua famiglia! – urlò.
 Il cuore della piccola, a quelle parole, perse alcuni battiti e Herm si ritrovò a rivivere alcuni momenti tristi della sua infanzia. Quando veniva emarginata da tutti i suoi compagni di scuola, solo perché i genitori dei bambini avevano detto di non frequentarla, con la scusa che i suoi erano cattivi. Rivisse tutti i pomeriggi in camera sua, a piangere, mentre la madre, bussando alla porta, cercava di farsi aprire. Ricordò tutte le volte che Draco, chiamato da Jean, accorreva a casa dell’amica e le stava accanto, sempre abbracciandola e accarezzandogli la testa. Era solo grazie a lui che Hermione riusciva ad risollevarsi e ad andare avanti.
Ma lei non ce la faceva più ad andare avanti, non ce la faceva più ad sentire le critiche delle persone che incontrava, sulle scelte e le idee di vita della sua famiglia, soprattutto di suo padre.  
-BASTA!!!!! BASTA!!!!! – gridò la ragazza piangendo e mettendosi le mani in testa. A quelle grida, numerosi visi si affacciarono dalle porte delle cabine vicine.
 Anche Draco, sentendo le urla, aprì la porta del vagone vicino. Appena la vide piangere, gli corse incontro e, con rabbia, prese il colletto di Neville.
-Che cosa le hai fatto? PARLA!!!!!- Urlo il biondo, mentre stringeva il pugno, ormai bianco.
-I-Io non…. - cercò di parlare il ragazzo, che mentre era sul punto di svenire.
-PARLA!!!!-
Tiger e Goyle, che avevano seguito Draco, cercarono di allontanarlo, ma non ci riuscirono.
Hermione, che mentre era riuscita a calmarsi un po’, si ritrovò davanti la schiena dell’amico e, senza pensarci, l’abbracciò.
-Herm …- sussultò Draco, appena sentì la fronte di lei sulla sua schiena. Lasciò la presa dal colletto di Neville e si girò. Appena se la trovò davanti, ricambiò l’abbraccio, che durò poco, perché la prese per la mano e correndo, si avviò con lei verso la porta del vagone, seguito da i suoi amici.
 
Quando si ritrovarono dietro la porta, Draco si rivolse ad Hermione, che ancora si stava asciugando le lacrime.
-Herm, che cosa è successo?
-Niente... – disse la ragazza, non convincendo l’amico.
-Herm, non sai mentire, soprattutto a me. Ti conosco troppo bene e le uniche volte che ti ho visto piangere così sono quando ti feriscono nel profondo…. Dimmi che cosa ti è successo. –
-Non mi è successo niente, ti dico. Ora, scusami ma devo andare in bagno. – Disse Hermione, mentre sì incammino, lasciando un Draco pensieroso.
 
Arrivò in bagno, dove si cambiò, mettendosi la divisa scolastica, e si lavò la faccia, per eliminare le ultime tracce del pianto. Dopo di che, uscì velocemente. Non voleva tornare dai ragazzi, non subito, per la verità, non voleva vedere la faccia preoccupata di Draco. Così decise che avrebbe trovato un posto dove stare da sola, per pensare o leggere uno dei libro che aveva nella borsa, per rilassarsi.
Ma pur troppo ormai tutte le cabine erano piene di studenti.
Mentre percorreva il vagone del treno, ormai rassegnata dal dover ritornare dai suoi amici, si accorse di una cabina quasi libera, e felice c’entro.
Appena varcò la soglia della porta, si ritrovò davanti due ragazzi, seduti vicino alla finestra.
I due ragazzi, che mentre si stavano facendo una scorpacciata di caramelle, la guardarono sorpresi.
-Ciao, è libero qui? – chiese Hermione, ricevendo un “si” con la testa da uno dei due.
Herm ringraziò, sedendosi e prendendo uno dei suoi libri preferiti “I grandi maghi e le grandi streghe della storia”.
-Ho saputo che un ragazzo sta cercando il suo rospo, sul treno. Menomale che ho scelto di portare il mio Crosta, anzi che un rospo, che è abituato a scappare. - disse il ragazzo con i capelli color carota, attirando l’attenzione della ragazza. - I gemelli mi hanno insegnato un incantesimo, ma credo che mi hanno fatto uno scherzo. –
- Scusami se mi intrometto, ma posso vedere questa magia- disse Herm, alzando gli occhi dal libro.
-O-Ok. – Il ragazzo prese la sua bacchetta malridotta e lanciò l’incantesimo che, come aveva previsto, non funzionò.
-Mi dispiace, sicuramente ti hanno preso in giro. Io ho provato a fare diverse magie e la maggior parte mi sono riuscite. Comunque io sono Hermione Granger, e voi siete? –
-Non ti preoccupare, lo fanno sempre. Io sono Ron Weasley- rispose, con la bocca piena di gelatine Tutti gusti + 1 -
-Io invece sono Harry Potter-
-Harry Potter, il famoso Harry Potter? Piacere. – Hermione, sorrise.
Parlarono e scherzarono per tutto il viaggio, così tanto che Herm si dimenticò di tornare da Draco e dagli altri e si addormento con Harry e Ron.
 
Nello stesso tempo, due vagoni più in là, Draco si stava chiedendo dove fosse finita la sua migliore amica, quando gli si avventò addosso una furia dai capelli biondi.
-Draco, dove è Hermione? Che cosa le è successo? Non è ancora tornata e stiamo arrivando ad Hogwarts. -
E’ arrivata Capitan-Ovvio, pensò Draco.
-DRACO LUCIUS MALFOY, vai a cercare Herm, forse è in pericolo, forse starà piangendo in bagno dopo quello che è successo - domandò Daphne Greengrass, molto protettiva verso Hermione. Si conoscevano solamente da un anno e mezza, ma erano diventate già molto amiche.
Il biondo si alzò per andare a cercare Herm, anche per non sentire più Daphne.
La cercò in tutte le cabine, ma alla fine la trovò. Dormiva sulle poltrone di una cabina. Aprì la porta senza fare rumore e si avvicinò a lei. È bellissima, anche quando dorme, pensò Draco. Si avvicinò sempre di più, fino a che le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza.
A quel tocco Hermione si mosse un poco, ma Draco, avendo paura che lei si svegliasse, si allontano subito. Ma lei non si svegliò, anzi un leggero sorriso spuntò sulla sua faccia.
 
Hermione si svegliò, quando il treno era già in stazione. Salutò i suoi nuovi amici e scese dal treno, avviandosi verso il guardiacaccia, Hagrid, che richiamava tutti per poi avviarsi verso il grande castello.

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Capitolo 4
*** 3° Capitolo ***


3°Capitolo

Scendendo dal treno, Hermione si mise alla ricerca di Draco e dei suoi amici, per dargli delle spiegazioni del perché non era più tornata da loro. Fortunatamente, li trovò subito dopo.
-Ragazzi! Scusatemi tantissimo se non sono più torn…. – cercò di scusarsi la ragazza, ma Draco la interruppe.
-Guardate chi finalmente ci ha degnato di venirci a trovare! Sicuramente ti sarai annoiata con quei due e ti sei ricordata di noi- Disse Draco con voce arrabbiata, mentre gli altri stavano in silenzio, anche Daphne, che in quel momento voleva saltare al collo dell’amica, abbracciarla fortissimo e dirle che l’è mancata così tanto.
Alle parole dell’amico Hermione rimase stupita.
-Draco, perché fai così? Non c’è bisogno che ti agiti - si difese Herm.
-Ragazzi, andiamo. Lasciamola qui! – Disse Draco, spingendo Hermione con una spalla per andare avanti. Ma prima che egli potesse fare un altro passo avanti, la riccia gli prese il polso e lo tiro indietro.
-Ma che fai? -
 - Noi dobbiamo parlare! – Poi rivolgendosi a Daphne e agli altri- Ragazzi voi potete andare, vi raggiungeremo dopo. –
-Ok- Disse Daphne, facendo il gesto del pollice alzato alla amica, per poi avvicinarsi all’orecchio di lei, prima di andarsene.  E senza farsi capire da nessuno, le sussurrò a bassa voce.
-È così da quando è tornato dopo che è andato a cercarti. –
-Grazie Daph. Comunque mi sei mancata anche tu, ci vediamo dopo. -
“Si vede che sei la mia migliore amica, ci capiamo in un secondo” pensò la ragazza bionda, prima di lasciare i due amici da soli.
Appena tutti se ne furono andati, Herm si rivolse a Draco.
-Ora possiamo parlare, ti dirò tutto. –
-Che cosa ti è successo con quell’idiota, Paciock? - Disse il ragazzo, dopo che era riuscito a calmarsi un po’.
- Ci siamo scontrati. Era gentile, mi ha anche aiutata ad alzarmi da terra. Soltanto che quando mi sono presentata, ha cambiato espressione ed è scappato e io gli sono andata dietro. Quando finalmente si è fermato, mi ha detto che non voleva avere niente a che fare con me e con la mia famiglia. – Hermione si fermò un attimo per fermare le lacrime prima che scendessero, di nuovo- Mi sono sentita come se fossi tornata quando ero piccola. Non volevo più ricordare quel male e quindi ho gridato. – Disse Hermione, con la testa verso il basso.
Draco guardava l’amica, estrefatto. Si diede del deficiente da solo. “Dovevo capirlo prima che era per questo. Hermione è una tipa calma, l’unica cosa che poteva farle avere una reazione del genere era legata alla sua infanzia. Che stupido che sono” penso il biondo. Senza che se ne accorgesse, temendo che lei potesse riiniziare a piangere, la strinse tra le sue braccia.
-Se devi piangere, piangi. – la rassicurò. Poche lacrime della ragazza caddero dai suoi occhi, grazie al calore dell’abbraccio. Draco era la sua ancora di salvezza. Lui c’era sempre quando lei aveva bisogno. Hermione questo lo sapeva.
Riprendendosi dopo un po’, Hermione gli chiese se aveva altro da chiedergli, senza mai lasciare la stretta.
-Si, perché te ne sei andata? –
-Avevo bisogno di stare da sola per calmarmi un po’, e poi sapevo che se te l’avessi detto in quel momento, tu saresti tornato ad arrabbiarti con Neville. Non volevo metterti in mezzo. –
-Va bene che ti preoccupi per me, ma io sono il tuo migliore amico, ti dovevi confidare con me, anzi andartene. Tu non sai quanto mi hai fatto preoccupare, perché non sapevo dove eri. Ti ho cercato dappertutto. Ti ho ritrovata dopo un po’ che dormivi, vicino a quei due. Vicino a un Weasley ed ad un altro. – Disse Draco, con serietà, omettendo il bacio che gli aveva dato. –
-Draco, non cominciare a fare discorsi come mio padre e il tuo. Comunque che hai con Ron Weasley? -
-Ok, non comincio. Ma lui proviene da una di quelle famiglie traditori del loro sangue. -
-Draco, basta ti prego di non dire queste cose. –
- Ma tu me lo hai chiesto. – disse Draco con il suo ghigno.
- Ok, però basta lo stesso. – sorrise Hermione, per poi slegare l’abbraccio di Draco, però tenendogli stretta la mano.
- Andiamo che è tardi. Il guardiacaccia stava aspettando tutti quelli del primo anno. Ormai qui non c’è più nessuno. – Disse Herm, mentre correva con Draco.
Fortunatamente riuscirono a prendere l’ultima barca che, attraverso il lago, li avrebbe condotti al enorme castello.
La piccola, tenendo sempre la mano dell’amico, guardo la struttura che si trovava davanti e ne rimase incantata.
Era stupenda, ricca di fascino e allo stesso tempo mistero. Hermione pensò che era meglio di come l’aveva sognata. Anche Draco ne rimase stupito.
Quella li sarebbe stata la loro casa per altri lunghi anni.
 
Dopo aver lasciato le proprie imbarcazioni, si misero in cammino. Varcarono l’enorme portone dove era intagliato lo stemma di Hogwarts. Dopo di che, salirono l’enorme scalinata per ritrovandosi di fronte la porta della Sala Grande. Prima di entrare, però, si trovarono la figura di una donna, anzi di una strega alta, vestita con un abito lungo color verde smeraldo. Aveva un volto molto severo.
-Benvenuti ad Hogwarts. Io sono la professoressa McGranitt. Dietro di me, si trova la Sala Grande dove i vostri compagni sono già seduti ai propri tavoli. Ma prima verrete smistati nelle 4 case. Sono: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde- Draco emise il un piccolo sorrisetto compiaciuto, mentre Hermione, attenta alle parole della donna, era diventata nervosa, così tanto da stringere fortissimo la mano del ragazzo.
Aveva paura di non sapere cosa sarebbe successo da lì a poco, il non sapere in quale casa avrebbe passato i prossimi anni, quale casa sarebbe diventata la sua nuova famiglia. Un po’ invidiava l’amico, sicuro di andare in Serpeverde, come i genitori.
Cosa avrebbero detto Daniel e Jean se lei fosse finita in altra casa rispetto a quella che loro speravano? Cosa avrebbe detto suo padre? Jean sarebbe stata felice, gli bastava sapere che Herm stava bene. Ma Daniel? Sapeva che suo padre, essendo stato lui stesso, privilegiava che la sua unica figlia finisse in Serpeverde. Il cappello parlante avrebbe avverato il sogno del padre?
Draco, sentendo la stretta farsi sempre più forte, capì la paura dell’amica. Si avvicinò all’orecchio di lei.
-Non ti preoccupare. Andra tutto bene. – Affermo il ragazzo, anche se il timore di finire in una casa diversa dall’amica lo preoccupava non poco.
 
Alle ultime parole della strega, il gruppo di nuovi alunni entrarono nella Sala Grande, dove vennero subito smistati.
Una delle prime fu Hermione. Quando il Cappello Parlante fu sopra la sua testa, Hermione si calmo un po’, anche grazie alle parole precedenti dell’amico.
-Ah, molto bene. Mh. Difficile. Cervello niente male. Si. Ma c’è qualcosa… Ci sono. GRIFONDORO! - Gridò l’oggetto magico, causando l’applauso della medesima casa.
Herm si alzo contenta, fino a quando non vide il volto lievemente triste di Draco. Egli, vedendo che il sorriso della piccola stava svanendo, si riprese e con il pollice alzato gli disse che andava bene.
La ragazzina, contenta, si sedette al suo posto, seguita dopo da Ron e Harry, anche egli Grifondoro.
Mentre Draco, insieme a Daphe, Tiger e Goyle, vennero smistati in Serpeverde.
 
Dopo aver sentito il discorso del preside Albus Silente e aver cenato con tutte quelle delizie, i vari studenti uscirono dalla sala al seguito dei propri prefetti.
-Grifondoro, con me. – Disse il prefetto, non che Percy Weasley, fratello maggiore di Ron.
 Hermione sentendosi chiamata si diresse verso la voce, ma un braccio la fermò.
-Aspetta Hermione -  Parlò Daphne, prima di stringere l’amica in un abbraccio stritolante.
-Daph, non respiro. E poi dovrei pure andare. –
-Lasciala Daph. - Rise Draco dietro.
-Ok- lasciò la presa la giovane- ma ricordati, Herm, che qualunque cosa accada, noi ci saremo sempre, anche se non siamo nella stessa casa. Noi ti vogliamo bene. Ci vediamo domani-
Affermo la bionda, insieme a Draco. Dopo di che, se ne andarono.
Herm salì le scale, per ritrovarsi, insieme a i suoi compagni Grifondoro, davanti il ritratto della Signora Grassa.
Percy disse la parola d’ordine, facendo aprire il quadro.
“L’interno è caldo e accogliente, quasi familiare” penso Hermione, guardando la sala comune, riscaldata dal calore del grande camino acceso.
I dormitori delle ragazze erano a piano terra, vicino alla sala comune, mentre quelli dei ragazzi erano al piano superiore. Herm corse subito a scoprire come era la sua camera, che avrebbe condiviso con altre tre ragazze.
Quando entrò si ritrovo quattro letti a baldacchino, dalle tende color rosso e oro, uno vicino all’altro. Ai piedi di ogni letto, era stato messo il baule di ogni ragazza. Hermione riconobbe subito il suo, e quindi anche il suo letto. Aprì il baule per prendere la carta da lettera, la piuma e la china. Aveva deciso di scrivere ai suoi genitori per informarli come era andata, ma qualcosa la fermo. La porta si stava aprendo. Alzo lo sguardo e si ritrovò davanti le sue nuove coinquiline. Due dovevano essere gemelle. Erano uguali, a parte il taglio dei capelli. Mentre la terza era una ragazza dai lungi capelli biondo castano, un po’ mossi.
-Ciao, io sono Hermione Granger. Da oggi saremo compagne di stanza. – Affermo felice la piccola Grifondoro, dando la mano alle ragazze, che ricambiarono subito.
- Ciao! Noi siamo Cali e Parvati Patil- Disse una delle gemelle- mentre lei è Lavanda Brown. –
-Ciao! –Salutò Lavanda, con un gesto della mano – Scusami se domando, ma tu non sei la ragazza che ha urlato nel treno? – chiese, senza freni inibitori.
Hermione non rispose. Non se la sentiva proprio di parlarne.
-Lavanda! Non vedi che è triste? Smettila! – Cali la difese- Comunque il ragazzo che ti ha difeso, era d’avvero carino. Qualche volta c’è lo presenterai, non è vero? –
Hermione sussultò. – Si, Forse…. Qualche volta. –
Gli venne da ridere al sol pensiero di Draco che cerca di scappare da quelle tre ragazze. Quelle non facevano proprio per lui.
 
Dopo aver un po’ parlato con loro, la giovane si sedette nel letto nell’intento di scrivere ai suoi genitori. Ma appena toccato il letto, si addormentò come un sasso. 
Momento Autrice :)
Ciao a tutti quelli che continuano a leggere la mia storia! Mi dispiace tantissimo di aver tardato a pubblicare il nuovo capitolo, ma ci sono stati alcuni problemi. Spero comunque che questo nuovo capitolo soddisfi le vostre aspettative. Grazie ancora!!! 
*Harry Potter e i suoi personaggi sono esclusivamente di proprietà della Rowling, questa fanfiction è stata scritta solo per puro divertimento.*

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4° ***


Capitolo 4°
 
Nella sala da pranzo di casa Granger, Daniel e Jean facevano colazione, servita da uno dei loro elfi domestici. Un’aria di tensione non aveva abbandonato i due coniugi dal giorno precedente. Avevano cominciato a litigare da quando Hermione era salita sul treno, e non avevano ancora finito.
-TUA figlia non si è ancora fatta sentire? - Disse il capofamiglia, con tono arrabbiato.
-Ti ricordo che è pure figlia tua. Comunque…… cosa ti aspettavi? Sarà arrabbiata con te, per come l’hai trattata ieri davanti a tutti, solo per salvaguardare il tuo onore. Comunque non ti preoccupare, sarà che era molto stanca, quindi si è addormentata subito e se n’è dimenticata. Io, a differenza di te, conosco MIA FIGLIA. Sicuramente, tra poco arriverà la sua lettera. - calmandosi, Jean riprese a bere la tazza di tè, che gli avevano portato. Un’ attimo dopo, come aveva previsto la donna, una civetta bianca planò sulla spalla destra di Jean. L’animale lasciò cadere la missiva, che finì nelle mani di Jean. Dopo averla sventolata un’po’ davanti agli occhi del marito, l’aprì.
 
Ciao Mamma,
Come va? Spero bene. Mi manchi già tantissimo, anche se è passato un giorno, mi mancano i tuoi abbracci e le nostre chiacchierate…
Scusami se non mi sono fatta sentire subito, ma sono successe tante cose (che poi ti spiegherò) ed ero così stanca. A proposito, la scuola è bellissima, proprio come me la raccontavi tu ogni notte. Ho conosciuto alcuni compagni simpaticissimi, si chiamano Harry Potter e Ron Weasley. Per fortuna siamo nella stessa casa…. All’ contrario di Draco e di Daphne.
 Mi dispiace se vi ho deluso, ma come avete capito non sono entrata in Serpeverde. Sono una Grifondoro…. Non arrabbiatevi. Tanto so che papà dirà che sono una delusione come sempre….
Io lo so che mi vuole bene, ma…
Comunque ci sono tante cose che vorrei dirvi, ma è già tardi e devo andare a fare colazione.
Ti manderò altre lettere, te lo prometto.
Ciao Mami
 
Ps: salutami Lilith e mio padre… la civetta si chiama Edvige, è di Harry.
 
Quando finì di leggere, Jean accarezzo la testa di Edvige, che poi volò via.
-Che dice Hermione? – chiese Daniel, con tanto interesse, anche se non lo voleva dimostrare.
- Sta bene, dice che si è fatta dei nuovi amici e…. – Jean non finì di parlare.
- Chi sono? Spero dei Purosangue – ecco che rispuntava il vecchio Daniel.
- Purtroppo, per te, no. Almeno, uno lo è, ma non come vorresti tu. – ridacchiava la donna.
-Sono Ron Weasley e Harry Potter. –
Daniel era rimasto scioccato. Sua figlia con quei due! Harry Potter, il - bambino – sopravvissuto, poteva sopportarlo, ma un Weasley… mai, e poi mai! Traditore del proprio sangue!
-E non è finita qui… tua figlia non è entrata in Serpeverde, ma in Grifondoro! – Disse la moglie, aspettando un’altra reazione dal marito.
- COME?!?! MIA FIGLIA, GRIFONDORO?! QUESTO NON POSSO ACCETTARLO, COSA DIRANNO DI NOI GLI ALTRI PUROSANGUE? CHE DELUSIONE!!! LA NOSTRA FAMIGLIA E’ DA GENERAZIONI SERPEVERDE! ORA VADO AD HOGWARTS, PARLO CON SEVERUS E LA TRASFERISCO A BEAUXBATONS! - urlò Daniel.
- Tu fallo, è vedrai che, non solo tua figlia non ti parlerà mai più, ma io ti caccerò direttamente di casa. -  disse Jean, con una faccia più che arrabbiata.
Alle parole della moglie l’uomo si zitti. Mai fare arrabbiare Jean Granger, lui lo sapeva bene, molto bene.
- C-Comunque io ci vado lo stesso a parlare con Severus-  disse Daniel, “leggermente” spaventato.
-Allora io verrò con te. –
-Ok-
Dopo aver finito la colazione, si smaterializzarono davanti al portone di Hogwarts.
 
 
Nel frattempo, dopo aver spedito la lettera dalla guferia, grazie ad Edvige, “prestata” gentilmente da Harry, Hermione scese le scale per andare a fare colazione in Sala Grande, non sapendo che a casa sua stava succedendo un finimondo. Appena scese l’ultimo gradino, si trovò davanti a se Draco e Daphne, che nel mentre l’avevano seguita.
-Buongiorno, ragazzi! –
-Giorno Herm! – rispose Draco, salutando con la mano, mentre Daphne le saltò addosso. Se non si era ancora capito, Daphne adorava Hermione. Lei era l’unica con cui esternava i propri sentimenti. –Ciao, Hermy!! Hai mandato la lettera ai tuoi? –
-Si, ma ho paura. –
- Di che cosa? – chiese Draco, pur sapendo la risposta, mentre si avviavano verso la Sala Grande.
- Di mio padre e del suo giudizio, sai come ragiona, Draco. – Hermione calò la testa.  Draco si fermò, dando una carezza sulla guancia di Hermione.
- Non ti preoccupare, si calmerà … e comunque ci saremo io, Daphne, Tiger e Goyle ad aiutarti, caso mai avessi bisogno. – Disse Draco sorridendo. Solo pochissime persone potevano vedere il raro ma meraviglioso sorriso di Draco, e tra quelle persone c’era Hermione.
Notando che la mano era ancora attaccata alla guancia della ragazzina, Draco la levò, arrossendo un po’. Menomale che nessuno l’aveva notato, pensò. Quanto si sbagliava. Infatti Daphne se ne accorse, sorridendo. Lei sapeva che il ragazzino provava qualcosa per l’amica, l’aveva capito solo guardandoli.
Dopo un po’ Daphne li prese per le braccia e inizio a correre.
-Daph, non così forte! Mi cade la borsa. –
-E’ tardissimo, dobbiamo andare… –
Arrivarono, sani e salvi, davanti la porta della Sala Grande. I due serpeverde salutarono Hermione, per poi dirigersi verso il proprio tavolo. La ragazzina, rimasta sola, si avviò verso Harry e Ron, che erano intenti a mangiare. Si sedette vicino a loro, prese dei pancakes e iniziò a mangiarli. Appena finito, tutti e tre si alzarono per andare alla loro prima lezione, Pozioni con il professore Piton.  Hermione lo conosceva già, era un carissimo amico di suo padre e padrino di Draco. Era simpatico e buono, con lei.
 
Arrivarono davanti alla porta dell’aula, stranamente chiusa, in anticipo rispetto a gli altri compagni.
-Ma guarda chi abbiamo qui? Potter e Weasley…  Attenta Hermione, potresti contaminarti. – Disse Draco, dietro di loro. Oggi, i grifondoro avrebbero condiviso la lezione con i serperverde.
-DRACO! – Daphne e Hermione non sopportavano questo comportamento.
-Hermione, non dovresti parlare. Draco ha pienamente ragione… - Quella voce la conosco, pensò la ragazza. Si girò, trovandosi di fronte i suoi genitori con affianco il professor Piton.
-Papà! Mamma! Che ci fate qui? –
-Siamo venuti per parlare con Severus, tesoro. – disse la madre, accarezzando la testa alla figlia.
-Hermione, ti dobbiamo dire una cosa. In privato-
Piton, sentendo quelle parole, ordinò agli altri alunni di entrare in classe e di aspettarlo per cominciare la lezione.
Harry e Ron, quasi corsero sentendo il tono del professore. Seguiti da Goyle, Tiger e Daphne.
Draco non si mosse. Sapeva che Hermione aveva bisogno di sostegno.
-Vorrei rimanere qui, se a voi non dispiace, professore? –
-Va bene, Malfoy. –
Dopo pochi secondi, tutti i ragazzini, Serpeverde e Grifondoro, erano in classe.
-Ora possiamo parlare – disse il signor Granger
- Hermy cara. Tuo padre ed io abbiamo deciso che sarebbe meglio se tu fossi trasferita in un'altra scuola, precisamente a Beauxbatons. – Disse Jean, triste.
 I due ragazzi rimasero scioccati.
-Ma… ma…. Perché? Solo perché sono una Grifondoro? Dimmelo papà, è solo per questo? – Urlò Hermione. Daniel non rispose.
- Non è questo, Hermy. E’ solo che…- Disse la madre.
- E’ solo che? Che cosa? –
- Ci sono cose che non puoi sapere, signorina. Cose che succederanno. – Daniel cercò di zittire la figlia.
- Tesoro, ascolta tuo padre… Te ne parleremo dopo. Devi accertarlo Hermione, è per il tuo bene. –
- No! Io rimarrò qui! – detto questo si fiondò in classe.
Jean si avvicino a Draco, che era ancora scioccato per la notizia.
-Draco, restale vicino-
- Si, signora Granger. – rispose il ragazzo, dirigendosi verso l’aula.
 I coniugi Granger salutarono il professore e si smaterializzarono al manor.
-Abbiamo fatto bene, Daniel? –
-Si, non ti preoccupare. E’ per il suo bene. – Daniel si avvicino alla moglie, abbracciandola.
- Ma era appena arrivata. Dovrà lasciare la scuola che ha sempre desiderato. Dovrà lasciare Draco e Daphne. Lei non vorrà mai, l’hai sentita. –
-Hai sentito cosa ha detto Severus, e poi i Greengrass manderanno le proprie figlie lì. Hermione non sarà sola. –
-Ok… Ha ragione. E’ la cosa migliore da fare. Draco rimarrà lì, quindi?
- Si-
-Scusami, Daniel. Andrò per un po’ in biblioteca a pensare. -
Jean se ne andò, lasciando il marito nell’atrio. Dopo poco, da una delle porte aperte spunto un cane, anzi una massa di pelo bianco, che correndo si avvio verso il padrone.
Max era un samoiedo di circa 4 anni. Jean e Daniel l'avevano regalato a Hermione per  il suo compleanno, ma si era affezzionato di più al padre. 
- Ciao Max .E’ normale che sia così triste- disse Daniel, accarezzando il cane, ricordando il discordo con Severus.

INIZIO FLASHBACK.

Jean e Daniel entrarono nell’aula del professor Piton.
-Severus, ti devo parlare riguardo mia figlia. Potresti chiedere al preside Silente di trasf… - Daniel rimase traumatizzato dalla occhiataccia della moglie – Ehm.... Volevo dire potresti stare attento a Hermione da oggi in poi? – disse ridacchiando.
-Daniel, ti stavo proprio mandando un lettera per parlare… non abbiamo buone notizie. -
-Che succede, Severus? – disse Jean, preoccupata.
-Mi sono arrivate delle notizie. LUI sta cercando di tornare. E quando tornerà vorrà che i suoi servitori lo seguiranno, o li ammazzerà con le proprie famiglie. –
I due coniugi rimasero senza parole.
-Ma comè? Ma non era morto? Harry Potter l’aveva ucciso. – Disse, quasi piangendo, Jean, ricordando il periodo in cui LUI era al potere. Hermione era piccolissima e ricordava benissimo le “missioni” che Daniel era costretto a fare per proteggere lei e sua figlia. Non voleva che tutto questo ritornasse. Quando tutto era finito, Daniel e altri avevano rischiato di andare ad Azkaban, ma erano riusciti a liberarsi dalle accuse, dicendo che erano costretti o sotto Imperius. Verità usata come bugia.
Aveva paura per la sua Hermy, che da piccola era stata costretta a subire i giudizi perfidi delle persone.
-No. Non se n’è mai andato. –
- Che significa questo, Severus? Tra quanto potrebbe tornare?  – Disse Daniel, pensieroso.
-Significa che vostra figlia deve essere portata lontana da qui. Magari trasferita in un'altra scuola, la Beauxbatons, per esempio. E’ pericoloso se rimane qui, e non solo perché è una Grifondoro. Non sarà l’unica che se ne andrà. Anche le figlie di Greengrass. Lucius, invece, ha deciso di lasciare Draco qui.  LUI potrebbe tornare domani o tra cinque anni, ma tornerà. –
 I tre rimasero in silenzio, fino a quando Daniel parlò.
-Ok, parleremo con lei e tra una settimana sarà trasferita. –
Tutti e tre uscirono dalla porta, ritrovandosi un gruppo di ragazzini di fronte.
 
FINE FLASHBACK

Momento Autrice :)
Ciao a tutti ! Mi dispiace per il grandissimo ritardo di 5 mesi :( Ma è stato un periodo di instabilità per me. Spero comunque che continuerete a leggere la mia storia e vi assicuro che continuero a scrivere più spesso. Prima di finire, volevo dedicare questo capitolo al mio angelo a quattro zampe, Max, che mi ha lasciato troppo presto....
GRAZIE PER AVER LETTO QUESTO CAPITOLO :)


 

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