I never meant to fall for you

di Reflection2190
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I fear you ***
Capitolo 2: *** Hurts like Hell ***



Capitolo 1
*** I fear you ***


      CAPITOLO 1
I fear you
Il silenzio regnava sovrano nel castello. Nonostante fosse pomeriggio, il sole ancora splendente aveva indotto tutti a riversarsi nell’ormai verdeggiante giardino. Si potevano udire le urla dei bambini, le risate, i rapidi passi delle dame che percorrevano il vialetto di ciottoli.

In una delle stanze, lontana da tutta quella esplosione di gioia, Lola cercava disperatamente di far addormentare suo figlio, il piccolo John. Il bambino, lievemente febbricitante, piangeva ininterrottamente da ormai due giorni, recando non poche ansie alla ragazza, ancora molto incapace nell’essere madre.
La sua giovane età e la gravidanza inaspettata l’avevano proiettata in un mondo che, a volte, le appariva troppo grande, troppo difficoltoso. Metteva tutta se stessa nelle cure per suo figlio, anche se a volte – non poteva negarlo –desiderava essere come le sue amiche.
Non Mary, la cui vita era di gran lunga più soffocante della sua.. Amava la leggerezza di Kenna, il modo in cui si lasciava andare, seguendo la “passione” senza pensarci troppo.
Adorava la fermezza d’animo di Greer, la cui scelta di vita, per quanto discutibile, la rendeva comunque felice. Tutte loro avevano ormai una direzione.. Qualcosa o qualcuno da perseguire. Persino Mary, dopo la fugace storia con Lord Condé, aveva capito quale fosse il suo vero posto, e cosa si aspettasse dalla relazione con Francis.
Delle quattro dame, Lola era quella con il futuro più incerto. Aver avuto un figlio con Francis le precludeva molte strade, per prima quella di un matrimonio che le consentisse di avere una famiglia tutta sua.
La corte intera la vedeva come l’amante del re – cosa che non era, affatto – e questo induceva ben pochi uomini ad avvicinarsi a lei. Erano tutti spaventati da quella posizione che occupava ai loro occhi, nessuno osava mai chiederle qualcosa di più che non fossero semplici domande di rito.
Odiava quella situazione, non vedeva via d’uscita. Era come bloccata, intrappolata in una vita che iniziava a starle stretta. La sua famiglia, diseredandola, non le aveva dato certo aiuto in quella già difficile situazione. Riusciva a capire i motivi per cui i suoi genitori potessero avercela con lei. Con il riconoscimento di John da parte di Francis, Lola ormai non poteva che essere etichettata come la madre di un bastardo, e questo non recava certo onore alla sua casata.
Ma diseredarla, lasciarla completamente da sola in una terra che non era la sua, in un castello le cui dinamiche complesse erano all’ordine del giorno.. Beh, quelle erano cose che le avevano spezzato il cuore.
L’amore di suo figlio leniva quelle pene ed alleviava il senso di solitudine, ma vi erano momenti, proprio come quello, in cui avrebbe voluto qualcuno al suo fianco. Qualcuno che la proteggesse dal pericoloso mondo che la circondava, dalla vita precaria che attendeva sia lei che suo figlio.
 
“Avanti, John… calmati”
 
Sussurrò, cercando di fermare i suoi pensieri e di rivolgere le attenzioni al suo bambino. Lo stringeva tra le sue braccia, cercava di placare il suo pianto, accarezzava il suo piccolo viso contratto e si sentiva impotente.
Una delle nutrici, la più fidata, la raggiunse con una bevanda calda
 
“Questo dovrebbe funzionare”
 
Il tono sicuro della donna fece sorridere, sollevata, Lola, che consegnò nelle sue ben più esperte mani John. Continuò ad osservarlo con apprensione mentre la governante tentava di fargli mandar giù qualche  goccia di quel rimedio. Si aggirava nella stanza, una mano sotto il mento ed il passo nervoso, pregando che quel pianto avesse fine.
Ogni sussulto del bambino era un sussulto del suo cuore, e quando –dopo un tempo che le parve infinito- finalmente John si calmò, improvvisamente per lei fu la pace.
 
“Non so che cosa farei senza di te, Louise!”
 
Sospirò, gli occhi socchiusi per il sollievo ed un lieve sorriso sulle labbra. Quel silenzio era, dopo giorni, il suono più bello che le sue orecchie potessero udire, e Lola se lo godette per qualche minuto prima di lasciare la stanza, sicura che suo figlio fosse ora in buone mani.
Avrebbe voluto unirsi alle sue amiche fuori dal castello, ma prima avrebbe dovuto cambiare l’abito, sgualcito nei numerosi tentativi di placare John durante tutta quella giornata. Si diresse dunque nella sua stanza, dove con l’aiuto di una delle serve che le erano state assegnate indossò un abito porpora, stretto in vita e dalla gonna piuttosto ampia. Acconciò i capelli, legandoli e fermandoli con un nastro che richiamava il colore del vestito, impreziosito da piccoli diamanti, e truccò leggermente gli occhi.
Una volta pronta, lasciò infine le sue stanze per recarsi all’uscita del palazzo.
 
I suoi passi risuonavano nei corridoi deserti.. Era uno scenario quasi surreale quello che le si prospettava man mano che procedeva. La grigia pietra dei muri pareva non avere occhi ed orecchie, come invece accadeva di solito, e Lola si lasciò andare a qualche corsa per affrettarsi a raggiungere gli altri, contro ogni rigida regola del buon comportamento. Da una lady quale lei era ci si aspettava un portamento elegante, ma quando era sicura che fosse sola, Lola diveniva semplicemente una ragazza qualunque. Le piaceva concedersi qualche libertà, perché in qualche modo le ricordava ciò che era stata un tempo: una ragazzina piena di sogni ed aspettative, amante della vita e della disobbedienza – occasionale – alle regole.
A passo rapido, dunque, si precipitò lungo la scalinata che conduceva al portone, ma fu costretta a fermarsi, interrotta da una voce alle sue spalle.
 
“Lady Lola!”
 
La ragazza, ora immobile, impiegò qualche secondo prima di voltarsi verso l’uomo da cui quella voce ormai quasi familiare proveniva. Dovette raccogliere una buona dose di pazienza, in quell’istante, considerando che Lord Narcisse non fosse esattamente una delle migliori compagnie per lei.
Dopo un sospiro, ancora con l’affanno dovuto alla corsa, Lola girò sui tacchi, ritrovandosi faccia a faccia con uno degli uomini più “pericolosi” presenti alla corte di Francia
 
“Lord Narcisse”
 
Affermò in tono secco, mentre si propinava in un breve inchino
 
“Sto per raggiungere le altre dame fuori, sono piuttosto di fretta”
 
Cercò di fuggire il prima possibile, ma lui non sembrava essere dello stesso parere. Lola si chiedeva di continuo perché Narcisse insistesse tanto nel volerla intrattenere. Era accaduto più volte che l’uomo si avvicinasse a lei, a volte soltanto per sincerarsi delle sue condizioni, altre per proporle di “approfondire la loro conoscenza”. In tutti i casi, la ragazza era sempre stata piuttosto abile nel giocarsi le sue carte, cercando di non sembrare scortese ma, al contempo, senza dare molte speranze
 
“Che siate di fretta si nota. Non dovreste affannarvi così tanto, le vostre amiche sono tutte impegnate con i rispettivi compagni al momento”
 
Lo sguardo di lui la ipnotizzava ed allo stesso tempo le incuteva timore.. Eppure, nonostante ogni fibra del suo corpo le dicesse di fuggire via da quell’uomo, c’era qualcosa che la teneva ben ferma al suo posto.
 
“Riuscite forse a vedere attraverso i muri?”
 
Incrociò le braccia al petto, guardandolo ora sarcastica. Tendeva a dimenticare che Narcisse avesse fonti dovunque e per qualunque cosa, e la cosa la rendeva piuttosto irrequieta perché ciò stava a significare che lui sapesse molte cose sul suo conto. Lo aveva dimostrato già in precedenza, per quel che riguardava la dote di Lola. A parte Kenna, nessuno era a conoscenza della sua situazione economica né del suo tentativo di salvare il suo denaro, per impedire che cadesse nelle mani della famiglia di Lord Julien. Eppure, misteriosamente, Narcisse era al corrente persino di quel dettaglio.. E per quanto gli fosse grata dell’aiuto che le aveva dato, restava pur sempre scettica riguardo alla sua persona. Quell’uomo sapeva troppo, e troppo aveva fatto contro il suo re.
Egli rise.. Una risata gutturale, quasi macabra e carica di ironia. Lola faticava a pensare che potesse ridere spontaneamente, per il solo fatto di essere divertito.
 
“In un certo senso.. Ho occhi ovunque”
 
Affermò in tono malizioso, accompagnando quella frase ad uno sguardo che lasciava poco adito all’immaginazione. La ragazza ebbe un breve sussulto, ma si riprese immediatamente. Non poteva lasciarsi intimorire, né far credere all’uomo che lui avesse un qualche effetto su di lei.. Anche se persino Lola iniziava a dubitare del fatto che sopportasse poco la sua presenza.
 
“Ovviamente. Le vostre spie sono ovunque, che sciocca nel pensare che non abbiate qualcosa sotto il vostro controllo!”
 
Narcisse le si fece più vicino, lo sguardo ancora fisso nel suo. Quegli occhi color ghiaccio sembravano quasi incatenarla a lui. Non riusciva a muoversi o a reagire, come una preda che viene immobilizzata dal suo predatore. Si strinse nelle sue braccia, come a volersi proteggere da quella sensazione di impotenza che la pervadeva. Lui le si parò davanti, ad una vicinanza che la ragazza trovò allarmante
 
“Mi chiedevo per quale motivo insistiate nel voler trascorrere il vostro tempo con chi non merita le vostre attenzioni, Lady Lola”
 
“Oh, e chi le meriterebbe?”

 
Chiese ironicamente lei
 
“Beh, qualcuno di affascinante e temuto da tutti tanto quanto voi. Qualcuno che vorrebbe offrirvi – in maniera del tutto disinteressata – un pomeriggio all’aria aperta. Da soli.”
 
Le iridi azzurre di lui si illuminarono di qualcosa di diverso. Un lampo di lussuria, forse. Per Lola era ancora molto complesso capire quell’uomo dall’aria misteriosa, cosa che la metteva non poco sulla difensiva. Era abituata a leggere molto facilmente le persone, attenta com’era a voler conoscere anche il più piccolo particolare. Lo avrebbe fatto anche con lui, che stimolava non poco la sua curiosità, se non fosse che Narcisse era il nemico giurato di Francis, e Mary aveva molte rimostranze sul suo conto. Un uomo così potente e pericoloso doveva essere tenuto lontano.. La sua reputazione era già abbastanza compromessa, non voleva assolutamente dare adito ad ulteriori maldicenze.
 
“Non credo sia il caso, Lord Narcisse. Con tutto il rispetto… L’idea di restare da sola con voi mi mette i brividi.”
 
Sorrise in modo sfacciato, prima di fare un inchino e voltargli le spalle
 
“Spero siano brividi piacevoli. Ad ogni modo, l’invito resta aperto, Lady Lola!”
 
Continuò con un tono di voce più alto, per accertarsi che la ragazza lo ascoltasse. Sebbene Lola non lo vedesse, riusciva ad avvertire il sardonico sorriso sul volto di lui, e sorrise di rimando – non vista -.
Doveva ammettere che, per quanto irritante potesse essere, Narcisse esercitava un certo fascino su di lei. La sua mente si ritrovò a pensare per un attimo a come potesse essere un pomeriggio da sola con lui. Non sapeva figurarselo, in effetti, ma da tutto ciò che di lui sapeva, poteva facilmente dedurre che Narcisse non si sarebbe certo limitato ad offrirle un tè. Rabbrividì di nuovo al pensiero ma, come se lui fosse stato in grado di prevederlo prima con le sue parole.. Il brivido era ben diverso.
Sentendo le guance avvampare, affrettò il passo verso il portone in legno massiccio, e quando le guardie lo spalancarono, fu ben più che lieta di essere avvolta dalla leggera brezza che spirava nel giardino. 

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Capitolo 2
*** Hurts like Hell ***


 
Le sue amiche, come aveva previsto, erano languidamente sdraiate sul prato, accanto al piccolo lago antistante il castello.
Essendo l’ora del tè ormai vicina, avevano ben pensato di allestire su di una coperta un vero e proprio banchetto pomeridiano. Piatti ricolmi di dolci, tazze, teiere, zuccheriere… I francesi erano soliti storcere i loro nasi alla vista di quella ingenua spontaneità delle ragazze scozzesi.
Ma loro –e persino Mary in persona –ignoravano ben volentieri la rigida etichetta, per un’ora  o due almeno.
“Lola!”
Kenna iniziò a sbracciarsi, provocando nella ragazza un moto di imbarazzo non indifferente. In seguito al suo urlo, tutte le dame ed i gentiluomini che passeggiavano in giardino si erano voltati nella sua direzione e la scrutavano ora con il loro solito interesse.
Poteva sentirli borbottare sul fatto che fosse sola, che il re non fosse in compagnia della regina e, dunque, avrebbero tratto ben presto le loro erronee conclusioni.
Scosse il capo infastidita, dopo aver oltrepassato un gruppo di signore che aveva riconosciuto come le fedelissime di Catherine – e dalle quali si teneva ben alla larga – e raggiunse infine le tre ragazze.
“Devi proprio attirare l’attenzione di tutti?”
Domandò con un certo tono di rimprovero alla sua amica, prima di lasciar dissolvere il suo fastidio, donando a tutte loro il suo consueto sorriso.
“Dove sei stata finora?”
Esordì Mary, mentre le porgeva una delle preziose tazzine di Limoges, le uniche in cui la regina prendeva il suo tè.
Lola esitò a rispondere, avvertendo il sangue correrle al viso. Certo, avrebbe potuto dire semplicemente la verità. Suo figlio stava male ed era quindi stata trattenuta… Ma era il “dopo” a turbarla al punto da renderla incapace di proferire parola.
“Da... John, fino a pochi minuti fa. Ha pianto ininterrottamente per tutto il giorno e non ho lasciato la sua stanza neanche per un attimo. Tuttavia.. La governante è riuscita a placarlo, così vi ho raggiunte”
Allungò un braccio per prendere un biscotto, ma il silenzio delle sue amiche la indusse ad alzare gli occhi ed a guardarle, una ad una, con aria interrogativa
“C’è qualcos’altro…”
Mormorò Greer, le palpebre socchiuse ed il viso contratto nella sua solita espressione dubbiosa ed indagatrice. Le altre due annuirono, scrutandola con attenzione ed un velo di curiosità mal celata che infastidì la giovine scozzese non poco.
Lola non era brava a mentire o a nascondere alcunché alle sue amiche, tuttavia parlare di Lord Narcisse la poneva in estremo disagio.
Se da un lato lo detestava, dall’altro avrebbe forse odiato ancora di più la disapprovazione delle ragazze, ed in particolar modo di Mary. Che non scorresse buon sangue tra il nobile ed i sovrani, era cosa ormai nota a tutti. E che fosse inviso alla gran parte della Corte di Francia non aiutava  certo la sua causa… Eppure, Lola provava indubbiamente una certa simpatia nei suoi confronti, nonostante lo negasse. Avrebbe quindi mal sopportato le ennesime accuse contro di lui.
“Nient’affatto. Sono soltanto esausta. Parliamo di qualcosa che non riguardi i bambini, per favore?”
Chiese con tutto l’entusiasmo che era in grado di simulare, prendendo a sorseggiare cautamente il suo tè bollente.
Fu Kenna a prendere la parola, narrando con dovizia di particolari ogni pettegolezzo che era riuscita a carpire e che, ovviamente, non vedeva l’ora di spifferare loro.
“Oh, Lady Yvette si è appena scoperta in dolce attesa, ma tutti si chiedono chi sia il padre… Se suo marito o il suo amante.. E poi Bash mi ha detto che…”
Ben presto, l’attenzione di Lola andò scemando. Era realmente esausta, ma ancor di più era /tediata/ da quelle chiacchiere. Non che le disprezzasse… Tuttavia, la sua mente sembrava essere altrove. E sapeva benissimo a cosa fosse dovuto.
Iniziava a chiedersi cosa sarebbe accaduto, se avesse accettato la proposta di Lord Narcisse. In quel momento, si sarebbe trovata con lui, probabilmente intenta a deviare ogni suo tentativo di seduzione ed al contempo impegnata a scoprire aspetti che –durante i loro incontri in pubblico– non poteva mostrarle.
Immaginò i suoi occhi, chiari quanto il cielo azzurro che in quell’istante stava contemplando, guardinghi e sempre velati da una malizia che –dopotutto– non le dispiaceva affatto. E poi c’era la sua voce… Calda e suadente, sembrava la accarezzasse ogni qualvolta lui pronunciasse il suo nome.
Un fremito la attraversò, mentre la sua immaginazione si spostava ora alle sue labbra. Era sul punto di immaginare come sarebbe stata la sensazione di averle premute sulle sue, che Greer la scrollò.
Fu costretta a seguire gli sguardi delle sue amiche, ancora scossa e confusa dallo scherzo che la sua mente le aveva appena tirato
“…ma loro due sono la più grande novità. Le mie cameriere erano così esaltate che non hanno resistito e si sono decise a raccontarmi tutto!”
La voce di Kenna era ormai divenuta un sottofondo. Gli occhi di Lola si erano posati sulle due figure che sembravano ergersi al di sopra di tutti coloro che occupavano in quel momento il giardino.
Catherine e Lord Narcisse erano impegnati in una discussione piuttosto importante, a giudicare dalle espressioni serie sui loro volti. Tuttavia, qualcosa nel modo in cui si guardavano fece sì che Lola provasse –per la prima volta da quando il nobile uomo aveva iniziato con le sue insistenze– un moto di gelosia non indifferente.
“Credo che le voci siano fondate”
Replicò Mary in tono pungente
“Francis stesso mi è sembrato decisamente in disappunto con sua madre circa le sue nuove alleanze… Per così definirle”
Roteò gli occhi al cielo e scosse il capo, tornando a bere il suo tè, sogghignando appena
“E se fosse lei ad aver scritto quel diario?!”
Sbottò Kenna, cercando disperatamente l’attenzione di Lola che, dal canto suo, era ancora troppo intenta a guardare in cagnesco la madre del Re. Non era mai entrata nelle sue grazie, quella donna… E la cosa era reciproca, ovviamente. Ma ora… Oh, in quell’istante avrebbe voluto strapparle quella ridicola corona incastonata tra i suoi capelli a cui tanto teneva e schiaffeggiarla… Sì, schiaffeggiarla per toglierle dal volto quel sorriso sornione.
“….Lola?”
“Mh?”
“Hai scoperto che Narcisse è il famoso amante.. E se fosse stata Catherine a scrivere quelle pagine?”
“Ne dubito… Lei stessa sostenne le nostre supposizioni su Lord Aris e disse di aver soltanto /letto/ il diario”
Borbottò con tono contrariato, decidendosi a distogliere l’attenzione dalla coppia.
“E preferirei comunque pensare che sia qualcun’altra, la donna… Sarebbe orribile. Catherine, mio Dio!”
Le ultime parole fuoriuscirono dalle sue labbra con fin troppa veemenza, mal celando il suo stato d’animo.
Il solo pensiero che quelle “avventure d’amore” fossero di Catherine insieme a Narcisse le fecero ribollire il sangue. Avrebbe bruciato quel diario, piuttosto che rileggerlo ancora.
Non sarebbe più stata capace di fantasticare, dopo che Kenna le aveva instillato quel tarlo.
“Lola ha ragione… Pensare a quei due sarebbe un incubo!”
Mary, che di per sé era piuttosto riservata quando si trattava di simili argomenti, fece comprendere con il suo tono di voce che quel pettegolezzo e le susseguenti supposizioni non sarebbero più stati trattati, almeno per quel pomeriggio. E Lola ne fu ben più che grata, tanto che si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Si rialzò immediatamente dopo, sotto gli sguardi sconcertati della sue amiche.
Solitamente adorava trascorrere del tempo con loro, ma la spossatezza per quella giornata intensa unita a quell’irrazionale sentimento che stava provando per quei due l’avevano resa nervosa.
“Credo che mi ritirerò nelle mie stanze. Non mi sento bene”
Rivolse loro un sorriso affettato e prima che potessero replicare, si avviò a passo svelto verso l’entrata del castello.
Evitò con cura di posare lo sguardo su Lord Narcisse…. Ma poteva chiaramente avvertire due occhi che la fissavano.
Bruciavano sulla sua pelle come fiamma viva. 

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