The one who will bring the order

di itachiforever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo uno


“Sono già passati mesi dal mio arrivo, ma ricordo ogni singola cosa sia successa da quel giorno come se fosse passato solo qualche minuto.                                                                                                                                             Non so ancora come andrà a finire questa storia. Ho deciso di scrivere tutto dal principio, non si sa mai dovessi fare una brutta fine…magari qualcuno troverà questo libro e cercherà di portare avanti la mia causa.                             Mi chiamo Sasha, ho 17 anni e questa è la storia di come sono arrivata qui, a Minecraft, e di come sono diventata “Colei che porterà l’ordine”.”

Una ragazza era seduta alla scrivania della sua stanza a scrivere su un libro di cuoio marrone con una piuma bianca e una boccettina di inchiostro di calamaro vicino. Sembrava più la stanza di un guerriero che quella di una ragazza normale.                                                                                                                                                          Ma lei non era normale, e non solo perché era arrivata da un’altra dimensione.

“Era un pomeriggio di autunno e stavo camminando per le strade della mia città diretta verso casa. Il mio sguardo fu catturato da una piccola cosa metallica illuminata dalla luce di un lampione. Mi fermai ad osservarla e vidi che era una collana con un ciondolo argentato a forma di croce. Lo girai e con mia sorpresa vidi che non era una croce, ma una spada di diamanti. Pensai che qualcuno doveva averlo perso, così lo misi in tasca e continuai a camminare verso casa.                                                                                                                                      Da dove vengo io Minecraft non esiste, è soltanto un gioco creato per passare il tempo quando ci si annoia. Può sembrare una cosa assurda ma è così.                                                                                           
È inutile che io vi racconti cosa feci appena arrivata a casa.                                                                                                 Appena iniziai ad avere sonno, mi preparai per andare a dormire e ricordai la collana che avevo messo in tasca. La presi e me la provai, guardandomi allo specchio. Per un attimo mi sembrò di vederla luccicare, come se fosse stata incantata. Pensando fosse stato solo l’effetto della luce andai a letto senza toglierla e mi addormentai.
Mi ero avvicinata da poco al mondo virtuale di Minecraft e non me la cavavo affatto bene… finivo sempre per perdermi in qualche dungeon, cadere in un burrone o in mezzo alla lava. Così mi limitavo a guardare altre persone, molto più brave, che giocavano in modalità hardcore come se fossero in creativa. Una delle cose peggiori che poteva capitarmi, pensavo, era finire in Minecraft hardcore…ironia della sorte!
Torniamo ora a me che dormivo.                                                                                                                                         Quella notte non ricordo cosa sognai di preciso…di essere caduta in una sorta di portale forse…e due occhi bianchi e luminosi che mi fissavano…                                                                                                                               Quando mi svegliai non capii subito cosa fosse successo…guardai la mia mano, poi l’altra…mi alzai da terra esterrefatta e mi guardai intorno…non avevo più il mio normale aspetto…non ero più a casa mia…non ero più nel mio letto…non ero più nel mio mondo.                                                                                                                                                             Ero chissà come stata catapultata in Minecraft, in questo mondo di cubi che tanto mi attirava.                                       Come era possibile? Stavo sognando? Temo di no.                                                                                                             Rimasi in stato di shock per un po’, a guardare il vuoto davanti a me. Poi un bagliore attirò la mia attenzione.                         Accanto al punto in cui mi ero risvegliata c’era una spada di diamanti. Controllai la collana ma non c’era.                Cercai una soluzione, un modo per tornare indietro, ma non riuscii a fare nulla. Conclusi che la cosa migliore era comportarmi come avrei fatto nel gioco…speravo ancora di risvegliarmi da un momento all’altro.                        Feci un giro di esplorazione e constatai di essere su una piccolissima isola circondata dalla spiaggia e con due colline dominate dagli alberi. Mentre camminavo  mi imbattei in una chest con intorno quattro torce. La aprii e dentro trovai uno zaino, 9 blocchi di legno di quercia,3 bastoni, un’ascia e un piccone in legno. Misi tutto, comprese le quattro torce e la chest, nello zaino e continuai a girare. Ricavai alcuni semi cercando tra l’erba e vidi che a non molta distanza c’erano altre isolette. Provai ad abbattere un albero prendendolo a pugni, non credendo di potercela fare, ma effettivamente riuscii a ricavare un blocco di legno di betulla, facendomi comunque male alle mani. Presi quindi l’ascia e continuai ad abbattere un po’ di querce e betulle. Trovai una mela (da dove vengo io le mele non crescono né sulle querce né tantomeno sulle betulle), raccolsi i ramoscelli e li piantai (se lo avessi fatto nel mio mondo non sarebbero cresciuti ma solo seccati). Presi dei papaveri e dei denti di leone che avrei potuto usare se avessi incontrato dei conigli per attirarli. Presi anche un fungo e cercando di abbattere altri alberi l’ascia si ruppe.                                                                                                                                                                                                            Trovai una caverna, ma si stava facendo buio e per evitare spiacevoli inconvenienti cercai di crearmi un tavolo da lavoro. Non credevo fosse possibile ma riuscii a trasformare in assi i blocchi di legno e da quattro assi vicini messi a formare un quadrato creai un banco da lavoro. Costruii quindi attorno ad esso un piccolissimo rifugio dove a stento riuscivo a muovermi e usai una torcia per fare luce.                                                                                             Creai un’ascia e una spada di legno, pur avendo già quella di diamante e iniziai a sentire un rumore all’esterno che riconobbi subito: un ragno era vicinissimo.                                                                                                                     Ero stanca ma non sarei riuscita a dormire nelle condizioni in cui mi trovavo e soprattutto per la paura che avevo. Quindi costruii una barca e poi levai un blocco di legno dal rifugio per riuscire a vedere fuori, tenendo in mano la spada di legno.                                                                                                                                                                               Guardai fuori pregando che il ragno non fosse lì davanti. Lo sentivo, ma non lo vedevo. In compenso, in mezzo all’acqua di fronte a me, c’era un creeper che galleggiava, incapace di nuotare. Si girò e stette un po’ a fissarmi, mentre ero congelata sul posto. Dopo un po’ si girò di lato e mi ignorò…forse.                                                          Trasformai tutto il legno che avevo ottenuto in assi, ottenendone due stack da 64. Non riesco ancora a capire come diavolo si possa a trasportare tutta quella roba senza fatica. Da dove vengo io sarebbe impossibile!               Spuntò finalmente l’alba e decisi di uscire.”


“Oink!” La ragazza venne interrotta dal grugnito di un porcellino che la fissava.                                              “Cosa c’è Piggly?”                                                                                                                                                                   “Oink! Oink!” Il porcellino posò un guinzaglio ai suoi piedi.                                                                                          “E va bene, andiamo a fare una passeggiata” Sasha gli sorrise e gli mise il guinzaglio, per poi uscire insieme a lui dalla porta della sua camera.
                                                     


Angolo Autrice
Salve bella gente! :D (cit. Gabby16Bit)
Che posso dirvi…mi è venuta in mente questa storia mentre guardavo alcuni gameplay di minecraft e ho deciso di scriverla. Non so cosa ne verrà fuori di preciso ma farò del mio meglio.
Mi sono avvicinata da non molto al mondo di minecraft e quello che so si basa solo sui gameplay che ho visto e da quello che alcune amiche (più esperte di me) mi hanno detto, oltre a quella fantastica cosa che è wikipedia.
Spero che questa storia possa piacervi e che lasciate qualche recensione :3 e fatemi sapere se secondo voi c’è qualcosa da cambiare o migliorare.
A presto! (^v^)”/”
P.S. Il nome del maialino, Piggly, è un omaggio a un cartone animato che facevano tempo fa in tv che vedevo: Le avventure di Piggly Winks. Ditemi che qualcuno lo conosce vi prego!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Sasha era appena tornata dalla passeggiata con Piggly. Aprì una delle chest e prese qualche biscotto, andando di nuovo a sedersi sulla scrivania e riprendendo a scrivere mentre li sgranocchiava. Il porcellino invece era andato a stendersi sul tappeto di lana rossa ai piedi del letto a due piazze della ragazza, appisolandosi.
“Vediamo dove ero rimasta…Spuntò l’alba e decisi di uscire…”

“A non troppa distanza da me c’era uno zombie, proprio in riva al mare, che vedendomi uscì dall’acqua, ma riuscì a fare solo due passi prima di prendere fuoco, accasciarsi a terra e scomparire in una nuvola di fumo, lasciando solo un pezzo di carne marcia. Lo andai a prendere, seppur con molto ribrezzo. Se avessi incontrato dei lupi avrei potuto usarlo per addomesticarne uno, il che mi avrebbe fatto comodo.                                                                         Poco più lontano, nelle stesse condizioni del creeper c’era uno scheletro. Lasciai i due a farsi il bagno e mi girai verso il rifugio. In quel momento lo vidi: davanti a me, proprio accanto a quel piccolo mucchio di legna che era stato la mia salvezza quella notte, c’era un grosso ragno nero con gli occhi rossi come il sangue. Restammo a fissarci per qualche minuto, proprio come era successo poche ore prima con il creeper, senza muoverci e senza emettere un suono. Perché non mi attaccava? E perché io non stavo attaccando lui?! Avevo molte domande che mi frullavano in testa e nessuno che mi potesse spiegare qualcosa. Sorprendentemente si girò, come se non fossi neanche lì. Che in realtà i mob non fossero ostili? Ma allora perché quello zombie mi stava venendo incontro appena mi ha visto? Per essere sicura mi avvicinai con cautela e paura al ragno, che continuava a ignorarmi. Solo quando fui arrivata ad un passo da lui si girò, per darmi un’ultima occhiata prima di andarsene in mezzo agli alberi. Di certo quella non era una cosa normale, ma stavo perdendo troppo tempo e ogni minuto era prezioso, quindi mi rimisi a lavoro.   Distrussi il rifugio, riprendendo la legna, e raccolsi alcune canne da zucchero. Presi la chest e la misi vicino al banco da lavoro, mettendoci dentro tutto quello che avevo con me, in modo da poter andare nella caverna senza il rischio di perdere qualcosa. Portai solo il piccone di legno, le spade, un po’ di legna e la mela che avrei tenuto come ultima risorsa in caso avessi avuto bisogno di mangiare qualcosa.                                                                                       Sfortunatamente non c’era molto in quella caverna, che si era rivelata abbastanza piccola, solo un po’ di carbone. Lo presi e con il piccone raccolsi anche alcuni materiali come cobblestone, sabbia, arenaria e terra. Feci quindi un altro giro della piccola isola e trovai un maialino. Non avrei mai neanche pensato di uccidere un animale nella “vita reale”, ma quella mela non sarebbe durata per sempre e io sentivo già la fame farsi più forte. Uccisi il maialino, sentendomi profondamente in colpa e lasciando che le lacrime mi rigassero il volto. Spero solo che non abbia sofferto… Si accasciò al suolo e scomparve in una nuvola di polvere, come lo zombie, lasciando tre pezzi di carne.                    
Si fece di nuovo notte. Presi tutto quello che avevo procurato e partii con la barca.                                                                                                                       Vidi un’isoletta con altri maiali e delle pecore, ma c’erano anche uno scheletro, un creeper, un ragno, un enderman che spostava blocchi di sabbia e uno zombie che appena mi vide si gettò in acqua. Non sarei andata mai su quell’isola, o almeno la pensavo così.                                                                                                                                                          L’isola successiva era come la prima, con un trio di mucche e vari mob, tra cui un piccolo zombie che correva di qua e di là e due streghe che scrutavano attentamente l’orizzonte.                                                                                                                                         Non vedendo altre isole vicine decisi di tornare alla prima, sperando che l’alba arrivasse presto portando via i mob.                                                                                                                                                                                           Mi resi purtroppo conto che il ragno della mattina era stato un’eccezione e che i mob erano effettivamente ostili. Uccisi uno zombie e uno scheletro, beccandomi anche dolorosamente un paio di frecce al braccio sinistro, tirando fendenti con la spada di legno come se stessi scacciando mosche. Non avevo mai usato una spada e non avevo neanche mai combattuto con esseri simili, quindi ero terrorizzata all’idea che potessero prevalere. Provai ad uccidere un paio di creeper senza farli esplodere, ma ero troppo vicina e rimasi coinvolta in una doppia deflagrazione. Come non fossi morta non lo sapevo neanche io. Mi tirai su a fatica, arrampicandomi fuori dal buco che si era creato in mezzo al terreno. Neanche a farlo apposta l’enderman si teletrasportò accanto a me e dovetti fare appello a tutte le forze che mi erano rimaste per contrastare la curiosità che avevo di guardare dal vivo i suoi grandi occhi viola che mi erano sempre piaciuti.                                                                                                                 Mangiai la mela, recuperando un po’ le forze e mentre spuntava il giorno andai ad uccidere, sempre a malincuore, tre pecore, una mucca e un pollo. Avrei tanto voluto non dover più fare una cosa simile.                      Recuperai, oltre che carne, sabbia e terra, anche del filo, un occhio di ragno, altra carne marcia, un osso, delle frecce (comprese quelle che mi ero staccata dal braccio dolorante) e la lana che mi avrebbe permesso di farmi un letto. Accesi un fuoco nella fornace che avevo appena costruito e cucinai la carne, mangiandone un po’.                                                                       Poi partii di nuovo con la barca alla ricerca di un posto migliore. Capii che l’unica cosa che avrebbe potuto aiutarmi sarebbe stata trovare un villaggio, o comunque qualcuno che non voleva uccidermi."

 


Angolo Autrice
Eccomi qua con il secondo capitolo! E con il formato tutto sfasato come al solito! Che ve ne pare?                                                                                           Riuscirà Sasha a sopravvivere e a trovare un villaggio? Lo scoprirete solo se continuerete a seguire la storia XD io non faccio spoiler, anche se in effetti mi è stato detto che la trama potrebbe essere un poco scontata…quindi forse faccio meglio a dirvi due cose: 1. Non saltate a conclusioni affrettate perché alcune frasi potrebbero farvi, a ragione, pensare che le cose stiano andando in una certa maniera, mentre non è così. 2. Mi hanno detto che con il primo capitolo ho spoilerato il finale…invece no OuO la storia non finisce con Sasha che scrive il libro, ma…no, non dio niente, è ancora troppo presto uwu.
Recensite dai su u.u aspettiamo tutti un vostro parere *armata di scheletri dietro di lei pronti a colpire chi non recensisce*
Ciauuuu!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Avviso pre-capitolo: maledico il formato sballato con cui mi esce il testo come prima cosa, come seconda vi annuncio che ho deciso di raccontare ciò che Sasha scrive sul libro come un flashback (perché lo è in effetti…), ovvero ciò che lei ricorda mentre scrive. Così spero di riuscire a scrivere meglio le descrizioni dei fatti e le emozioni di Sasha, dato che nel libro che sta scrivendo non le esplicita molto per scelta sua u.u. Spero di essermi spiegata bene…O-O
Buona lettura! :3




Capitolo 3
Passai fuori un’intera notte, approdando sulla spiaggia di un deserto che si estendeva a perdita d’occhio.                                                                      Ci misi due giorni e un’altra notte per riuscire a superarlo, senza incontrare anima viva, neanche qualche animale. Solo qualche cactus, che raccolsi, e i vari mob notturni che cercavano in tutti i modi di farmi fuori, chi con frecce, chi a morsi e chi con le esplosioni. Per tutto quel tempo non mi fermai mai per dormire, volevo andare via da quella distesa di sabbia il prima possibile. Mangiai un po’ di pollo e feci piccole soste per riposarmi e guardarmi in torno, solo durante il giorno ovviamente.                                                                                                                                                                   Quasi alla fine della seconda notte riuscii ad arrivare alla fine del deserto, trovando una foresta pluviale con alte mangrovie.                                     Mi fermai poco dopo essere entrata nella foresta, evitando il più possibile i contatti con i mob, e decisi che per esplorare la zona avrei aspettato l’alba. Mi arrampicai sull’albero e riuscii a vedere il mare, non troppo distante da dove mi trovavo.                                                                          Quando fu il momento e la maggior parte dei mob furono andati via, mi misi in cammino per riuscire ad arrivare al mare, di nuovo.                              Non trovai niente di interessante, oltre la legna e alcuni semi di cacao, così quando arrivai alla piccola spiaggetta ricominciai a navigare verso quella che sembrava un’altra foresta di mangrovie.                                                                                                                                                                     Arrivai sulla sponda che era appena calato il buio. Mi avvicinai ad una piccola caverna naturale, assicurandomi che non fosse già occupata da qualche entità ostile, e la illuminai per bene, chiudendola con un muro di legna e lasciando un piccolo buco per poter controllare fuori. Costruii un letto e finalmente, dopo tutto quel tempo, riuscii a farmi una bella dormita. Ricordo che prima di addormentarmi mi chiesi se tutto quello non fosse solo uno strano sogno. Magari mi sarei svegliata nel mio letto, a casa mia. Avrei pensato di aver giocato troppo, di essermi fissata eccessivamente e ci avrei fatto una risata sopra. L’idea di quello che è successo dopo non mi avrebbe mai neanche sfiorato la mente…                                                                 La mattina mi svegliai un po’ triste, constatando che ero ancora su Minecraft. Se non sbaglio era il quinto giorno.                                                   Decisi che questa volta avrei esplorato la spiaggia, per poter capire subito se mi trovavo su un’altra isola o meno.                                                    Uscii dalla piccola grotta e mi incamminai, trovando poco dopo un golfo piuttosto grande. Sulla spiaggia si apriva una grande caverna naturale, il cui ingresso creava una voragine nella sabbia.                                                                                                                                                                      Mi avvicinai un po’ e vidi che poco distanti dall’ingresso c’erano del ferro e del carbone. Il ferro mi sarebbe stato utile, così andai a prenderlo senza timore, dato che il punto dove si trovava era illuminato dai raggi del sole. Sfortuna volle che uno scheletro aveva deciso di farsi una gitarella proprio lì, obbligandomi e tirare fuori la spada. Mi beccai un paio di frecce, ma riuscii ad eliminarlo. Ma per farlo avevo dovuto avvicinarmi a lui, e quindi all’interno della caverna, dove una coppia di zombie aveva pensato di potermi usare come pranzo. Eliminai a fatica anche loro, addentrandomi ancora di più e riuscendo solo ora a sentire il verso di un enderman.                                                                                                                                     Illuminai la caverna e vidi che era ben fornita di cunicoli. Mi armai di torce e piccone di pietra, raccogliendo una bella quantità di carbone e ferro. Trovai anche un canyon interno, con un fiumiciattolo e una cascata di lava.                                                                                                                      A quanto pare quella caverna piaceva molto agli scheletri. Saltavano fuori ad ogni angolo e mi riducevano ad un porcospino. Ora posso affermare per esperienza che levarsi una freccia dal sedere fa veramente male.                                                                                                                                     Non mi piace doverlo ammettere, ma ci stavo prendendo gusto a tirare fendenti a destra e a manca con la spada o il piccone, anche se mi muovevo in modo ridicolo e spesso i colpi me li beccavo io.
Non so bene il perché, ma qualcosa mi spingeva ad addentrarmi sempre di più nella caverna, ad esplorare ogni angolo più nascosto, per riuscire ad ottenere più materiale possibile. E questa strana necessità mi portò via altri due giorni, passati dentro la caverna, senza uscire o dormire, mangiando solo quando la fame si faceva insopportabile.                                                                                                                                                          Quando finalmente uscii, la mattina del sesto giorno, posizionai all’ingresso la fornace, fondendo il ferro in lingotti, coi quali riuscii a fare un’armatura complita, una spada e un piccona, dato che quelli in pietra mi avrebbero abbandonato da un momento all’altro.                                                                                                                                                                                                                             Avrei detto che le armature erano scomode, invece lasciavano abbastanza libertà di movimento e non erano neanche troppo pesanti…forse era arrivato il momento di smetterla di farmi domande del tipo “come riesco a far entrare una barca in uno zaino che porto in spalla?”.                            Mi addentrai nella foresta, trovando delle angurie e delle pecore, che questa volta, con sollievo mio e maggiormente loro, non fui costretta ad uccidere.                                                                                                                                                                                                                     Poco più lontano, ecco un altro de misteri di Minecraft: maiali sugli alberi.                                                                                                                     Ad un certo punto la foresta di mangrovie si interruppe, lasciando il posto alla pianura, dominata da un gruppetto di mucche, e dopo di quella ad una foresta di abeti, dove trovai delle zucche, con quella faccia intagliata sopra, e decisi che mi sarei creata un rifugio lì per quel momento.               Costruii una piccola casetta di blocchi di pietrisco e di terra 5x5 e di tre blocchi di altezza, con una porta di legno e senza finestre. Illuminai l’interno con una torcia e posizionai letto, banco da lavoro, fornace e chest.                                               
Uscii un attimo per controllare la situazione e fortunatamente, anche se era appena arrivata la sera, l’unico essere vicino a me era una mucca solitaria che brucava sotto un albero. Rientrai e misi tutto ciò che avevo nello zaino in chest, lasciando dentro solo una zucca, in caso avessi incontrato un enderman, le spade, i picconi, l’ascia, la legna, le torce, un po’ di carbone e gli ultimi pezzi di carne. Mangiai una fetta di anguria e poi andai a dormire.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Mi svegliai con il sorgere del sole. Rimasi sotto la coperta di lana per qualche minuto, pensando a cosa avrei potuto fare.
Il mio obiettivo in quel momento era trovare un villaggio o comunque almeno una persona. Questo significava andare in giro anche la notte, e chissà per quanto tempo.
Restare a letto non mi sarebbe servito, così uscii da quel buchetto in legno che mi ero creata e illuminai la zona con qualche torcia. Raccolsi un po’ di funghi che crescevano lì intorno e preparai delle zuppette niente male che mi avrebbero fatto da pranzo e cena per un bel pezzo.
Mi era venuta l’idea di abbattere qualche albero per avere più visibilità sul posto. Volevo anche fare dei pali in legno per poter segnare il percorso che avrei fatto nella mia esplorazione, in modo da non perdermi. Peccato che per quanto mi sforzassi non riuscissi a ricordare come si facevano le staccionate sul banco da lavoro.
Dopo vari tentativi a vuoto decisi che avrei usato semplicemente i pezzi di tronco o le assi, ma avrei aspettato qualche giorno per riposarmi prima di partire. Non che in effetti mi sia riposata poi tanto…
Mi arrampicai, quello stesso giorno, sulla montagna ai piedi della quale avevo dormito, senza neanche accorgermene. Trovai del carbone in bella vista e quindi iniziai a picconare come un minatore esperto. Qualunque cosa trovassi poteva essermi utile dopotutto.
Scesi di nuovo al rifugio e, ascia in mano, buttai giù un bel po’ di alberi, fino al tramonto.
Prima che qualche mob saltasse fuori mi chiusi in quella sorta di bunker che mi ero fatta, mangiai un’altra zuppa di funghi e poi andai a dormire.
La mattina dopo tornai in cima alla montagna e, guardandomi attorno, vidi solo foresta e altre montagne. Poi scorsi l’apertura di una caverna  in una piccola valle e decisi di andarci, scoprendo che era solo un passaggio per un canyon sotterraneo che nascondeva solo altro ferro e carbone. Probabilmente c’era anche altro, ma non mi sentivo pronta per mettermi ad esplorare attentamente le caverne e scavare per chissà quanto sperando di riuscire a trovare del diamante o almeno dell’oro.
Così, dopo aver passato un altro giorno in solitudine, piantando tutti gli alberelli che avevo raccolto, tornai a casa, aspettando un nuovo giorno.
Mi svegliai di nuovo all’alba e andai all’esplorazione della zona, trovando un fiume e costeggiandolo verso sinistra.
Camminai per mezza giornata, trovando una pianura, attraversata dal fiume, con una mandria di cavalli che pascolavano tranquilli. Era evidentemente una valle, dato che era circondata da montagne e non era molto vasta. Scorsi un bagliore e sperai si trattasse di un villaggio, ma erano solo degli alberi che andavano a fuoco a causa di una cascata di lava.
Tornai sui miei passi, sconsolata e affamata, e come se non bastasse si era fatto buio e un paio di zombie avevano pensato di uscire a farsi uno spuntino.
Riuscii comunque ad arrivare a casa tutta intera, grazie all’armatura di ferro che respingeva le frecce degli scheletri. “Certo che hanno una mira perfetta” mi ritrovai a pensare.
Mi presi tre giorni per decidere cosa fare e rilassarmi. “Resto qui o continuo a cercare aiuto?”. Conclusi che la scelta migliore era la seconda, anche perché stavo per finire le scorte di cibo e le mucche che pascolavano nei dintorni sembravano sparite nel nulla.
Il tredicesimo giorno dal mio arrivo feci di nuovo i bagagli e partii, costeggiando il fiume che avevo trovato, questa volta verso destra.
Camminai senza incontrare difficoltà finchè non fece buio. Mi ritrovai in una palude, con tre slime grandi quasi quanto me che mi bloccavano la strada. Quando giocavo a Minecraft non mi era mai capitato di incontrarli quindi era la prima volta che li vedevo. Presi la spada di pietra che avevo fatto la mattina, prima di partire, e appena quelli mi attaccarono iniziai a tirare fendenti. I due divennero quattro e poi otto. Riuscii ad eliminarli tutti e a guadagnarci anche delle slimeball. Uccisi anche qualche ragno durante il percorso, ma cercai di evitare tutti gli altri mob. Verso l’alba vidi qualcosa in mezzo all’acqua e mi avvicinai per vedere meglio oltre la nebbiolina che si era creata con i primi raggi del sole. Era una palafitta, forse di una strega, che si ergeva nel bel mezzo del laghetto e dietro questa, non troppo lontano, ce n’era un’altra.
Pregando che non ci fossero streghe, mi tuffai in acqua e nuotai fino alla prima, entrandovi grazie ad un blocco di legno che posizionai sotto la porta.
Era anche più piccola del rifugio che mi ero costruita e dentro c’erano solo un banco da lavoro, un calderone e un vaso vuoto sulla piccola finestra quadrata. Presi il calderone e il vaso e andai all’altra palafitta, vedendo che era identica alla prima sia per aspetto che per contenuto.
Andai sulla sponda opposta del lago, rispetto a quella dalla quale ero arrivata e mi inoltrai nella foresta, che questa volta ospitava anche dei funghi giganteschi.
Passai dentro quella maledetta foresta tre lunghi giorni, senza dormire e mangiando solo zuppa di funghi. Le chiome degli alberi erano così fitte che i raggi del sole non riuscivano a passare e i punti illuminati erano piccoli e rari. I mob quindi erano ovunque anche di giorno e questo di certo non mi aiutava. Ogni tanto vedevo qualche pollo che avrei potuto catturare, ma i mob erano troppi e non potevo mettermi ad inseguirli, dato che appena mi vedevano scappavano da tutte le parti.
Come se non bastasse i picconi e le asce si erano rotti e avevo finito il cibo, oltre appunto i funghi.
Una notte c’erano così tanti mob che dovetti correre senza fermarmi per un bel pezzo. Mi fermai solo perché la foresta si era improvvisamente interrotta, per lasciare spazio alla pianura. Peccato che io non me ne fossi accorta in tempo e caddi in un fosso nel terreno, facendomi male ad una gamba.
Non ebbi il tempo di controllare i danni che un ragno mi fu addosso. Lo spinsi via con tutte le forze che mi rimanevano, mi arrampicai fuori dal buco e ricominciai a correre zoppicando.
Guardando davanti a me vidi un fiume e sull’altra sponda il bagliore di un laghetto di lava, oltre ai numerosi mob. Stavo decidendo da che parte andare quando, per chissà quale colpo di fortuna, vidi un altro bagliore dietro quello della lava. Mi concessi il lusso di qualche secondo per guardare meglio.
“Un villaggio!” Credo che lo urlai, appena realizzai che era molto vicino. Subito dopo un altro urlo, di dolore stavolta, uscì dalle mie labbra, a causa di una freccia che era riuscita a perforare l’armatura che ormai stava cedendo, colpendomi la spalla. Mi girai giusto in tempo per beccarmi una seconda freccia, sul petto stavolta. Scivolai all’indietro, sbattendo la testa e ritrovandomi poi in acqua.
Stordita e con la vista appannata mi sforzai di nuotare fino alla riva opposta, arrampicandomi sull’argine e continuando, per quanto mi risultasse faticoso e doloroso, a correre verso quella che ormai era la mia ultima speranza.
Scansai tutti i mob che avevo davanti, cercando di stargli il più lontano possibile. Feci esplodere un creeper, evitando per un pelo di essere sbalzata in aria, e per poco non andai a sbattere contro un enderman. Ero ormai vicinissima al villaggio.
Oltrepassai un cartello senza leggerlo, tirando fuori la spada di diamante, che mi aveva condotto in questo strano mondo, e scagliandomi contro due zombie che battevano alla porta di una casa, uccidendoli.
Entrai ed ebbi appena il tempo di guardare i volti stupefatti di due villager, prima di cadere a terra svenuta.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Mi risvegliai il giorno dopo in tarda mattinata.
All’inizio non ricordavo cosa fosse successo, ma subito dopo gli avvenimenti della notte precedente si riversarono nella mia mente come blocchi di sabbia che ti crollano addosso e non ti permettono di respirare.
Mi risvegliai dentro un letto, in una casa di legno e cobblestone illuminata da un paio di torce e dalla luce che entrava dalle finestre.
Avevo un fastidioso mal di testa e mi sentivo piuttosto stanca. Mi alzai barcollando un po’, vedendo che non avevo più addosso l’armatura di ferro e che le varie ferite si erano rimarginate o erano state bendate. Vidi il mio zaino ai piedi del letto e controllai che ci fosse tutto, specialmente la spada di diamante. Fortunatamente nulla era stato toccato.
Decisi di uscire, sperando che gli zombie non avessero fatto un festino.
Aprii la porta e mi trovai proprio davanti a un piccolo casottino di legno che, dato il cartello, doveva essere un piccolo magazzino per grano, semi, patate e carote.
Guardando alla mia sinistra potei vedere una torre di legno abbastanza alta, che forse era una torre di controllo, con una vetrata che la attraversava per quasi tutta la lunghezza da tutti i lati.
A destra invece c’era un’altra casa e mi avvicinai ad essa. Accanto alla porta d’ingresso un cartello recitava “Charlie Gravel”. Stavo per bussare quando una voce dietro di me mi fece sobbalzare.
-Non è in casa. -
Mi girai per trovarmi davanti ad un villager con un vestito bordeaux. Lo guardai un attimo spaesata. “Da quando i villager parlano?!”
-Fa nulla, mi basta sapere che c’è qualcuno oltre me qui.- gli dissi dopo qualche secondo.
-Cosa intendi?- sembrava alquanto sorpreso della mia affermazione.
-Ecco…è una lunga storia…- stavo riflettendo se dirgli o meno del mio strano arrivo su Minecraft.
-Allora potrai raccontarla a tutti quanti più tardi, dopo che avrai mangiato qualcosa. Ci hai fatto prendere un bello spavento sai?
-Mi dispiace…sono…un po’ confusa dagli avvenimenti degli ultimi giorni ecco tutto…
-Beh hai proprio l’aria di una che se l’è vista brutta. Vieni con me, ti porto a mangiare qualcosa e intanto ti faccio fare il giro di Durin.
-Grazie- gli sorrisi – quindi questo villaggio si chiama Durin?
- Esatto- mi sorrise anche lui.
Mi fece passare vicino alla torre di guardia, poi accanto a una casetta sulla cui porta un cartello diceva “centro incontri”, poi mi mostrò il panificio, il negozio di bestiame che vendeva anche lana e cuoio e che faceva da macelleria. Mi fece passare davanti al ristorante ma prima voleva farmi vedere tutto il villaggio, così mi portò al pozzo, ai campi, al recinto delle pecore e a quello di mucche e maiali, ad un altro punto di osservazione più basso della torre, alla libreria/biblioteca che era anche la casa del vecchio saggio di quel villaggio, spiegandomi che solitamente ce n’era uno in ogni villaggio e città. Poi tornammo indietro al ristorante, dove a quanto pareva si era riunito tutto il villaggio per mangiare e ascoltare la mia storia.
Mi offrirono costolette di maiale, pane, patate al forno, anguria e come dolce una fetta di torta. In effetti stavo proprio morendo di fame.
Appena tutti finimmo un villager in tunica bianca mi si avvicinò e si presentò come il “Vecchio del villaggio”. Mi chiese di raccontare a tutti i presenti come avevo fatto a ridurmi nelle condizioni in cui mi avevano trovato, così decisi di soddisfare la loro curiosità, a costo di non essere creduta.
Raccontai loro del mio strano arrivo su Minecraft, di come avevo trovato la spada di diamante, cosa fino a quel momento era stato Minecraft per me e per tutti coloro che erano nel mio mondo, e infine quello che mi era successo una volta arrivata.
Tutti i villager erano molto sorpresi e confusi, tutti tranne il vecchio saggio, che mi guardava come se fossi stata una miniera di smeraldi. Lo guardai stupita e lui mi disse di seguirlo a casa sua, dove mi avrebbe raccontato anche lui qualcosa.
L’edificio era strutturato su due piani, ma era comunque piuttosto piccolo. Il piano superiore doveva essere la vera e propria casa, mentre il piano inferiore era occupato interamente da varie librerie stracolme di libri, alcune delle quali facevano da mensola a dei vasi di margherite, e da alcune poltroncine con tavolinetti di fronte. Mi fece sedere su una di queste, mentre cercava tra le librerie.
-Devo informarti che quanto sto per dirti ha dell’incredibile, almeno quanto quello che ci hai raccontato tu. Tutti noi abitanti di Minecraft aspettiamo da lungo tempo il tuo arrivo, e grazie a Notch quel giorno è finalmente arrivato.
Lo guardai, sempre più confusa, chiedendomi cosa significassero le sue parole.
-Cosa intendi dire? Di che parli?
-Sto dicendo che, se quello che hai raccontato è vero, tu – prese un rotolo di pergamena che sembrava piuttosto vecchio e mi guardò, con espressione molto seria – sei colui, o meglio, colei che riporterà l’ordine a Minecraft.

 




Angolo autrice
Ed eccomi qua col nuovo capitolo :D che ve ne pare?
Sasha sta per scoprire cosa (o chi) l’ha portata su Minecraft e perché.
Lettori silenziosi, ho bisogno del vostro consiglio adesso u.u non vi chiedo di recensire perché tanto se non volete farlo non lo fate comunque, ma vi chiedo di mandarmi almeno un messaggio dove mi suggerite dei nomi che starebbero secondo voi bene a dei villager. Spero che almeno qualcuno si faccia sentire, quindi mi raccomando! XD ( O vi mando un’orda di creeper in casa)
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

-Sto dicendo che, se quello che hai raccontato è vero, tu – prese un rotolo di pergamena che sembrava piuttosto vecchio e mi guardò, con espressione molto seria – sei colui, o meglio, colei che riporterà l’ordine a Minecraft.
Credo di essere rimasta a fissarlo senza respirare per almeno due minuti buoni.
-Ehm…cosa?- me ne uscii alla fine.
-Hai capito bene- mi disse con tono serio – leggi questa e ti sarà tutto chiaro- mi porse la pergamena.
La aprii delicatamente e iniziai a leggere. Sembrava tanto una profezia…
“ Il Divino Notch manderà dall’Aether colui che riporterà l’ordine su Minecraft, che con una spada di diamanti sconfiggerà l’Oscuro Dominatore del Nether e ci salverà. ”
“L’Oscuro Dominatore del Nether?” quelle parole mi fecero ricordare le tante storie che giravano sul mondo di Minecraft su un’entità che raramente era stata avvistata e che era sinonimo di grossi guai.
Solo uno era l’essere che poteva rispondere a tale epiteto.
-Sono appena arrivata e già mi dite che io – sottolineai bene quel pronome – dovrei sconfiggere Herobrine?!-
Il vecchio saggio mi guardò terrorizzato, forse non avrei dovuto pronunciare quel nome così forte…
-Silenzio! Non pronunciare mai quel nome! – Sembrava parecchio agitato, evidentemente i villager sono parecchio superstiziosi. – Cose orribili possono accadere se qualcuno lo dice… - pronunciò l’ultima frase con un tono molto basso, quasi un sussurro, guardandosi intorno allarmato.
- Ma… è solo una leggenda – provai a tranquillizzarlo dicendogli così.
- Mia povera ragazza… è molto più di una leggenda, qualcosa di ben peggiore… -
Lo guardai dubbiosa, decisa a chiudere lì quella discussione. Leggenda o verità, non potevo certo essere io la persona che cercavano.
-C’è una persona che ti potrebbe aiutare nel percorso che dovrai intraprendere – stavo per ribattere, ma mi precedette – Charlie Gravel è il benefattore di questo villaggio, nonché suo protettore. E’ un ragazzo sveglio e, insieme a me, ti spiegherà tutto ciò che c’è da sapere sul nostro mondo. –
Ormai mi ero rassegnata, era troppo convinto, ma si sarebbero accorti presto che “la prescelta” non potevo essere io. Sospirai e gli chiesi dove avrei potuto trovarlo.
-Abita in questo villaggio, ma un paio di giorni fa è uscito per andare in miniera, non dovrebbe tardare ad arrivare. Potresti aspettarlo a casa di Frank, il contadino, abita proprio vicino a lui. Ti ha ospitato mentre dormivi, non avrà problemi a continuare a farlo.
-Ehm…va bene, se per lui non è un disturbo –
Il vecchio saggio mi accompagnò fuori dalla porta. La casa accanto alla sua era quella di Charlie, che dava su un campo di grano, accanto al quale sorgeva la casa di Frank, che stava uscendo proprio in quel momento.
-Non dirgli di cosa abbiamo parlato per ora, lo diremo a tutti quando sarà il momento opportuno- mi sorrise. Era proprio convinto che li avrei salvati tutti? Frank ci venne incontro, salutandoci.
-Quindi starai da me? Che bello, mi fa piacere avere compagnia- Neanche mi conosceva ed era così felice di vedermi? – va pure a casa a sistemarti, io sono qui nel campo, se hai bisogno di qualunque cosa chiamami. – Detto questo andò nel campo a raccogliere grano e il vecchio saggiò mi portò a casa sua.
- Non stupirti troppo, è sempre così allegro. E’ un po’ sciocco, ma è una bravissima persona. – credo che avesse notato la mia sorpresa… certo che non è stato molto carino a dargli dello sciocco davanti ad un’estranea…
Un po’ indispettita, ma senza farlo notare, lo ringraziai per avermi accompagnato e lo salutai, entrando nella casa e chiudendo la porta dietro di me. Le persone che parlano male di altre alle loro spalle non mi sono mai piaciute, anche se poi dicevano la verità.
Presi dal mio zaino il letto, posizionandolo in un angolo della casa, e una chest, mettendo dentro tutto quello che avevo nello zaino. Poi uscii e andai nel campo, dove Frank aveva appena finito di raccogliere le spighe.
-Posso aiutarti?- gli chiesi, volendo sdebitarmi con lui in qualche modo.
-Ma no, grazie, ho quasi finito, devo solo piantare i semi-
-E non posso farlo io? Dai, voglio sdebitarmi con te in qualche modo-
-Bhe…d’accordo, se ti va- mi porse i semi – io preparo il terreno e tu li pianti allora- mi sorrise di nuovo. Era bello avere qualcuno così allegro vicino dopo essere stata sola per tutto quel tempo.
Lo aiutai con il suo lavoro e poi gli chiesi se aveva voglia di una passeggiata intorno al villaggio, tanto per fare qualcosa.
Mi parlò dei vari villager, dicendomi i loro nomi e di cosa si occupavano, anche se dimenticavo i nomi con una velocità impressionante.
Non potevo certo immaginare che in quel momento così tranquillo qualcuno, all’ombra dei grandi alberi di mogano della foresta vicino a Durin, mi stava osservando con attenzione.
-E che mi dici invece di questo Charlie Gravel?- gli chiesi
-Charlie ci ha aiutato a sistemare il villaggio dopo l’attacco di un gruppo di creeper. Era qui in zona in esplorazione, alla ricerca di qualche miniera e una notte ha trovato il nostro villaggio. Ci stava aiutando con gli zombie prima che i creeper attaccassero. Lui decise di trasferirsi qui e migliorò tutti gli edifici.- mi spiegò.
-Sembra proprio una brava persona da come ne parli-
-Oh sì, lo è- al suono di quella nuova voce mi girai, trovandomi davanti un ragazzo con gli occhi azzurri che indossava un’armatura di ferro.
-Charlie! Stavamo parlando proprio di te- gli sorrise il villager.
-Si Frank, ho notato. E con chi stavi avendo il piacere di parlare?- mi guardò, sorridendomi.
-Lei è Sasha, è appena arrivata, il vecchio saggio vuole che andiate da lui subito.
-Il vecchio saggio?- chiese il ragazzo.
-Si, mi ha detto di dirtelo appena saresti tornato e con te deve venire anche Sasha.
-Perché a me non ha detto niente?- chiesi ad alta voce, più a me stessa che a loro.
-Il vecchio è di poche parole- disse Charlie- dice solo il necessario. Allora andiamo subito, poso solo alcune cose a casa. Vieni con me Sasha? Così ci presentiamo meglio.-
-Si, ok. A dopo Frank, è stato bello passare del tempo con te- gli sorrisi, mi era davvero simpatico. Credo anche che arrossì leggermente alle mie parole.
-Oh…g-grazie, per me è stato un vero piacere.- Lo salutammo e Charlie mi invitò ad entrare a casa sua.
Era una costruzione di cobblestone a due piani, con dei pezzi di tronco e delle assi di legno che decoravano il tetto e i contorni delle finestre. Appena si entrava dalla porta si poteva notare il pavimento in mattoni di pietra cesellati, una parte dei quali, a destra, era coperta da un grande tappeto di lana blu. Attaccato al muro vi era un divano di legno a tre posti. La sala era ampia, con una fornace, un tavolo da lavoro, varie chest e un blocco di lapislazzuli sotto una finestra. Una scala a pioli portava al piano superiore.
Charlie mise nella fornace alcuni blocchi di ferro e posò in una chest alcuni blocchi d’oro, un po’ di redstone e un piccone mal ridotto di ferro.
-Bene, questa è casa mia. Posso offrirti qualcosa?-
-No grazie, sono apposto.-
-Ok, allora ti faccio vedere il piano di sopra, così mi levo l’armatura, e poi andiamo dal vecchio saggio.-
Mi fece salire la scala, portandomi in quella che doveva essere la sua camera. La stanza era una mansarda, con due grandi finestre che davano sulla parte anteriore e posteriore della casa. Un piccolo stanzino era il bagno. La parte sinistra della parete era occupata da alcune librerie e davanti una delle vetrate c’erano un letto a due piazze, un’armatura dorata da un lato e una chest dall’altro. Stavolta era l’intero pavimento ad essere ricoperto da un tappeto blu. I casi sono due: o il ragazzo è fissato col blu, o coi tappeti.
Charlie si levò l’armatura e la mise nella chest, rivelando dei corti capelli biondo scuro, una maglietta bianca e azzurra, pantaloni beige e scarpe rosse. Posò sul letto una spada di ferro e scese giù, seguito da me.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo in biblioteca.
-Allora, da dove vieni di bello?-
-Ehm…credo sia proprio di questo che ti voglia parlare il vecchio saggio…- gli dissi, un po’ nervosa.
-Cosa? E perché?-
-Non ne so molto neanche io sinceramente…-







Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Eccomi qui con un nuovo capitolo…cosa succederà alla dolce Sasha?
Ringrazio Lux in Tenebra per avermi consigliato il nome del villager Frank. Mi piace troppo come nome per un villager XD
Per finire vi lascio con un’immagine di Charlie. La skin non è mia, l’ho trovata su skindex e l’ho presa in prestito u.u
Alla prossima!
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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


Io e Charlie arrivammo dal vecchio saggio, che mi chiese di raccontare al ragazzo quello che già avevo detto al villaggio intero. All’inizio pensava fosse uno scherzo, ma la serietà sia mia che del vecchio gli fece cambiare idea.                                                                                                                                                                                   -Ancora non riesco a capire come sia possibile una cosa del genere…cioè non avrei mai immaginato che…insomma…                                                                                            Che dire, di certo avevo fatto colpo.
-Le vie di Notch sono infinite ragazzo mio, ricordalo.                                                          -Sì ma…come fa lei, che ha quanto ho capito è viva per miracolo, ad essere quella che sconfiggerà Her-ehm…Lui? Senza offesa, Sasha.                                                           -No no, figurati, hai perfettamente ragione. Neanche io ci credo molto a questa cosa. Sinceramente dubito fortemente perfino che esista. Ma guardiamo in faccia la realtà, sono la cena che cammina degli zombie, uso la spada come se fosse una racchetta da tennis ed è la prima volta che riesco a sopravvivere per così tanto tempo.- credo che il mio tono fosse anche piuttosto isterico in effetti…                                                                                -Capisco che tu sia dubbiosa e spaventata da tutto questo, ma, miei giovani amici, è un’occasione che non possiamo perdere.- disse il vecchio saggio.                                  -Ma anche volendo, non credo che da sola avrei molte possibilità.                                   -Ed è per questo che Charlie e i suoi amici ti aiuteranno. Ti allenerai con loro e ti insegneranno a sopravvivere e a combattere. Con la benedizione di Notch, presto sarai pronta.                                                                                                                                  -Ma sì, dopotutto potrebbe rivelarsi una cosa divertente. Non ci vedo ancora chiaro in questa faccenda, ma sarà bello avere una faccia nuova in giro con cui passare del tempo.- Affermò Charlie sorridendo.                                                                                -Molto bene allora, portala a conoscere i tuoi amici. Insieme ce la farete.- Detto questo, il vecchio saggio ci congedò e tornammo a casa di Charlie.                                             -D’accordo. Allora “maestro” cosa facciamo ora?- chiesi a colui che a quanto sembrava sarebbe diventato il mio mentore.                                                                                        -Per prima cosa ti porterò nel villaggio vicino a conoscere i miei amici e a procurarti un cavallo.                                      
-Un cavallo? Perché? A cosa mi servirebbe ora?                                                              -Se vuoi allenarti e diventare più forte dovrai viaggiare e il modo più comodo alla nostra portata è sicuramente viaggiare a cavallo.- Mi portò dietro alla sua casa, mostrandomi il un cavallo grigio con macchie nere sul dorso, che prima, quando mi aveva fatto vedere casa sua, non avevo notato, legato ad un palo da staccionata accanto al muro.
-Lui è Rufus, un regalo della mia amica Martha. Te la faccio conoscere appena arriveremo a Thorin. Ho una sella in più, te la presto volentieri.                                                               -Va bene…allora grazie per la sella.- Sinceramente ero un po’ dubbiosa. Non avevo affatto pensato a procurarmi un cavallo per prima cosa, ma che altra scelta avevo? Non mi avrebbe certo intralciato, anzi.            
Messa la sella che Charlie mi diede nello zaino, che andai a prendere a casa di Frank insieme alla spada di diamanti, partimmo alla volta di Thorin. La strada da fare non era lunga e non era affatto male passeggiare in compagnia di Charlie, anche se per tutto il percorso non fece altro che vantarsi su come avesse salvato il villaggio o su come avesse ucciso questo o quel mob e in quale pericolosa occasione. Ma alla fin fine mi stava aiutando no? Quindi che parlasse pure.                                                                                Il paesaggio non era affatto male. Seguivamo il sentiero di sabbia che ci avrebbe condotto al villaggio degli amici di Charlie attraverso la pianura. Ogni tanto scorgevamo qualche pecora o qualche pollo, ma molti meno di quelli che mi sarei aspettata, data la vastità della zona. Che li avessero uccisi tutti?                                                           
La foresta di alberi di mogano che circondava la vallata era estremamente fitta e decisamente inquietante, ma anche molto bella allo stesso tempo. Attraversammo un laghetto abbastanza grande passando su un ponte di legno di betulla che aveva costruito Charlie stesso. Poco dopo averlo superato dovemmo fermarci a causa di alcuni charger e alcuni goblin armati di bacchetta magica che avevano deciso di attaccarci.                         Li avevo già visti durante quei giorni, ma da lontano e i goblin erano decisamente i peggiori tra i due, anche se i pulcini troppo cresciuti non scherzavano. Tirammo fuori le spade e ci dividemmo gli avversari. Charlie si occupò dei goblin, a detta sua era meglio così, e io dei charger. Alla fine del mini scontro, io mi ero beccata solo qualche calcio, lui aveva la nausea per colpa degli incantesimi che gli avevano lanciato.                             Poco dopo arrivammo a scorgere le costruzioni in pietra e legno, ma quello che mi lasciò di stucco, fu il piccolo recinto messo a “protezione” di un portale per il Nether, proprio davanti all’entrata del villaggio.                  
-Non sorprenderti troppo, Il mio amico Thomas, il fratello di Martha, è un patito del combattimento. Chiederemo a lui di darci una mano. E’ stato nel Nether varie volte ed è sempre riuscito a tornare, più o meno intero.                                                                    -Ah bene, quel più o meno mi rassicura molto- ridacchiai, anche se internamente avrei solo voluto girare i tacchi e andarmi a rinchiudere in un bunker. Non ero mai stata neanche vicina ad un portale del Nether e, sinceramente, in quel momento avrei preferito continuare a stare lontana da quel vortice viola.                          
Charlie mi fece avvicinare. Il recinto non era fatto altro che da una ringhiera di ferro alta quanto una persona e l’ingresso era rappresentato da due blocchi di diorite messi a creare una sorta di scalino, preceduto da un paio di cartelli che intimavano di stare alla larga da quel posto pericoloso.                                                                    
Non era passato neanche un minuto che una voce ci fece sobbalzare. O almeno fece sobbalzare me.                        
-Ehi voi! Via di lì! – mi girai e vidi un ragazzo con i capelli castani, uno strano completo blu, bianco e marrone, scarpe nere e occhi azzurri, ma più scuri di quelli di Charlie, praticamente blu. Portava anche lui una spada di diamante legata alla schiena con una cintura.                                                                                                                     -Tranquillo Tom, non vogliamo fare niente al tuo prezioso portale- gli disse Charlie.          -Charlie, Sei tu! Non ti avevo riconosciuto, è da un po’ che non passi a trovarci- i due amici si strinsero la mano.                                                                                                   -Si lo so, ho avuto da fare…-                                                                                               -Certo, come no, sempre in miniera a cercare materiali per quelli della città. Ma riposati ogni tanto!- Charlie stava per rispondere ma l’amico lo precedette- E questa affascinante donzella? E’ la tua ragazza?- e si mise a ridacchiare, facendo diventare Charlie un blocco di redstone.                                                                                           
-Ma che dici?! Non è la mia ragazza, è una nuova amica, si chiama Sasha. Sasha, ho il dispiacere di presentarti il mio purtroppo amico Thomas Ironblock.-                            Quello si avvicinò e mi fece il baciamano, con mio forte disappunto. –Incantato, chiamami pure Tom-                         
-Eheh…sì, piacere mio Tom…- diciamo che se è vero che la prima impressione è quella che conta, lo avrei lasciato perdere all’istante.
 

 
 
Angolo autrice

Ciao a tutti!                                                                                                                                                        Finalmente dopo secoli sono riuscita a pubblicare un altro capitolo...con il solito formato sfasato che non si capisce da dove arrivi.                                
Non mi dilungherò troppo su questo angoletto e mi prendo solo un paio di righe per dirvi che in questo mondo di minecraft saranno presenti le mod. Di volta in volta vi dirò a quale mod mi sto riferendo.                                             
In questo capitolo hanno fatto una breve comparsa i Charger e i Goblin, due mob aggiunti nell’overworld dalla Nevermine: Advent of Ascension, che probabilmente sarà la mod più presente nella storia.                                   
Detto questo, vi lascio ad un’immagine di Thomas, che come l’altra non è mia ma ho trovato su skindex.                   
Alla prossima!


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8


Charlie spiegò tutto al suo amico, dicendogli anche quanto poco credesse alla storia della profezia.
-E io dovrei credere che una tipa è caduta giù dal cielo per sconfiggere qualcuno che non esiste?
Andiamo, Herobrine è solo una stupida storia per spaventare i bambini e non farli andare in giro da soli.- Disse Tom.
-Neanche io ci credo, ma il Vecchio Saggio ne è convinto. Dovevi vedere la sua faccia, mancava poco che si mettesse a saltellare dalla gioia.- Charlie sembrava piuttosto divertito in effetti.
-Senti amico, mi stai facendo uno scherzo? Lo sai che non mi piacciono, odio perdere tempo in queste sciocchezze.
-Non sto scherzando! Sasha diglielo anche tu!-
-E cosa devo dirgli? Non lo so come sono finita qui e ora è saltata fuori questa cosa di Herobrine. Non lo so se è vero e sinceramente non ci tengo neanche a scoprirlo. So solo che voglio trovare un modo per tornarmene a casa, profezia o meno.-
-Sentite, cosa volete da me? Tutta questa storia mi sembra assurda, che posso fare io?-
-Il Vecchio Saggio dice che dobbiamo allenarla, potresti farlo tu, sei il migliore che conosco nel combattimento, anche se non vorrei ammetterlo… se deve stare qui almeno si renderà utile, non è vero?- mi chiese Charlie. Mi aveva preso per una scroccona?
-Certo, farò quello che posso per aiutarvi, ma in ogni caso è vero, mi serve qualcuno che mi aiuti ad usare la spada, l’arco e tutte queste cose qui. E a quanto dice Charlie mi serve anche un cavallo.
- Non dirmi che vuoi farla partire subito! Se non sa combattere non durerà ancora per molto. Prima ci si allena in un luogo sicuro, poi ci si prepara per un viaggio e poi si parte.
- Ehm…si amico…mi sa che hai ragione- Charlie si grattò la testa. Eppure non mi sembrava così sbadato.
- Ci risiamo, ti ecciti troppo. Sasha, il tuo nuovo amichetto qui è fissato con le miniere e lo scavare, se potesse ti trascinerebbe con lui seduta stante.
- Se non ci fossi io che ti porto i materiali come ti faresti tutte quelle armi che ti piacciono tanto eh?
I due ragazzi si misero a battibeccare come bambini, cercando di affermare la propria “supremazia” in quanto minatore o combattente.
Andai a sedermi su uno dei blocchi di diorite davanti al portale, assistendo alla scenetta che mi stavano offrendo. Sembrava che la cosa sarebbe durata per un po’ e ad un certo punto mi stancai di sentirli. Mi concentrai quindi su un altro rumore, piuttosto forte data la mia posizione. Dal portale del Nether provenivano degli strani sussurri in una lingua incomprensibile per me, misti ad un gorgoglio simile a quello della lava che ribolle, ma come se fosse distorto.
Improvvisamente sentii un altro sussurro, diverso dagli altri. Era più forte, come se avessi avuto qualcuno vicino al mio orecchio, e aveva anche un tono diverso. Gli altri sembravano confusi,  sofferenti  e prodotti da più voci. Questo era una sola voce, profonda, chiara e sicura ma al tempo stesso gentile, amichevole perfino. E mi chiamava.
-Sasha- diceva la voce – Sasha. Vieni, entra. Vieni da me- Mi girai verso il portale, sobbalzando per lo stupore, e la voce sparì così come era iniziata. Dietro di me c’era solo il portale e nient’altro. Cominciai a guardarmi attorno, alzandomi in piedi. Ma oltre noi tre non c’era nessuno, da nessuna parte.
I ragazzi notarono il mio comportamento e smisero di bisticciare.
-Sasha? Tutto apposto?- Mi chiese Charlie.
-Eh? Ah sì…tutto bene, mi stavo solo guardando intorno.
-Sicura? Sembri agitata- Disse Tom.
-No no, va tutto bene. Ho sentito un rumore ma era solo il portale-
-Ah, i sussurri delle anime. Fanno uno strano effetto a tutti quelli che li sentono per la prima volta- Tom tagliò corto, ma Charlie aveva già deciso di raccontarmi tutta la storia che si celava dietro quelle voci.
- Si dice che le anime di tutti quelli che sono stati uccisi da Herobrine o dai mostri arrivino nel Nether e lì vengano intrappolate per sempre nella soulsand. Gli anziani dicono che sia la forma visibile di una dimensione per noi irraggiungibile dove queste anime continuano ad essere torturate, ma sono così tante e i lamenti così forti che riescono a superare due dimensioni ed essere udibili da chi si trova vicino al portale.
Per tutto il tempo Charlie aveva assunto un’espressione quanto più inquietante gli riuscisse. Tom cercava in tutti i modi di non ascoltarlo, scuotendo la testa irritato.
-Lascialo perdere- disse alla fine- sta cercando di spaventarti…anche se non sembra esserci riuscito per fortuna.
-Bhe…la storia è interessante, ma se il tuo obbiettivo era quello di spaventarmi hai proprio toppato- ammisi.
Charlie non sembrò esserne troppo sorpreso comunque – ma io non ho finito qui! – disse.
-Nooo ti prego, basta con questa roba!- implorò Tom, che non venne minimamente ascoltato.
- Si dice anche che a volte qualcuno abbia sentito una voce che lo chiamava provenire dal portale. Tutti quelli che sono entrati dopo averla sentita non hanno più fatto ritorno e tutti quelli che non vi sono entrati sono comunque morti qualche tempo dopo in modi orribili –
A quel punto credo che la mia espressione, fino a quel momento interessata e divertita, sia stata turbata da un velo di paura, che cercai di non far notare con una risata nervosa.
-Ah ah ah, certo certo, come no- dissi
- Visto? Neanche lei crede alle tue stupide storielle dell’orrore-
-Però ha detto di aver sentito un rumore. Magari Herobrine sa che lei è la prescelta e sta già preparando una trappola per farla fuori! Teme la potenza della grande Sasha!- Lui scherzava, ma mi resi conto in quel momento che la voce che avevo sentito poco prima era la stessa del sogno che avevo fatto prima di arrivare su Minecraft.
- Sì Charlie, molto divertente, davvero…-
- Eddai, stavo scherzando, non te la sarai presa vero?-
- E invece secondo me se l’è presa, e farebbe pure bene- intervenne Tom- non è questo il modo di trattare le belle ragazze- mi fece l’occhiolino e mi mise anche un braccio intorno alle spalle. Ma chi si credeva di essere?! Altra cosa che non mi piace: le persone che si prendono da subito troppa confidenza.
Come piccolo smacco personale nei confronti di Tom feci una piccola sceneggiata.
-E come la mettiamo se io adesso facessi qualcosa di inaspettato?- Tirai fuori dallo zaino la spada in diamante e la puntai verso Charlie.
I due si allarmarono e Tom tirò fuori prontamente la sua spada di diamante. Ha dei buoni riflessi, molto veloci, il ragazzo.
Charlie era totalmente disarmato al momento e indietreggiò di qualche passo – ehi ehi ehi che fai?!-
-Metti giù la spada ragazza!- Mi intimò Tom.
-Pfff ahahahah dovreste vedere le vostre facce!- non potei fare a meno di ridere. Charlie era terrorizzato e Tom si era anche lui preso un bell’infarto. Sembrava anche arrabbiato, forse più per il fatto di essere stato colto di sorpresa che per l’amico in pericolo. Abbassai la spada e anche Tom fece lo stesso.
-Non provarci mai più!- a quanto pare piacciono per niente gli scherzi a questo qui.
- Mi hai fatto prendere un colpo!- si lamentò Charlie.
-Almeno così siamo pari- sghignazzai, vedendolo ancora paonazzo per lo spavento.
- Ok, è vero, me lo sono meritato…-
- Bella spada comunque, quanta esperienza ti è costata incantarla così tanto?
Non vi ho ancora detto che effettivamente la spada di diamanti che avevo trovato è incantata, infatti manda dei bagliori colorati che la fanno risplendere.
-A dire il vero nulla, l’avevo con me quando sono arrivata…l’ho trovata già così, ma non l’ho ancora mai usata. Che enchanting ci sono?- Non avendola mai adoperata non sapevo neanche quale, o meglio quali, incantesimi fossero stati applicati.
- A giudicare dall’aspetto dovrebbe avere sharpness 4, knockback 2 e fire aspect 2! -mi spiegò Tom, guardando con ammirazione la spada.
-Wow! Allora è una spada fortissima per una principiante! Certo ci sono spade più potenti, ma procurarsele è dura. Sasha sei messa benissimo se parti così! Di questo passo potremmo andare a cercare dei dungeon prestissimo!
-Dei dungeon? Così già dall’inizio?- chiesi perplessa.
-Ovviamente no!- Esordì Tom – sono pericolose le caverne normali, figuriamoci i dungeon. Prima si allena e poi te la puoi portare alla ricerca di tutti i materiali che ti servono. Spada potente o meno, se non sa usarla non serve a niente.
-Ehm…si si certo, intendevo dire che…ecco…cioè se la alleniamo noi ci sbrigheremo.
Ricominciarono a battibeccare. Tom accusava Charlie di essere troppo impulsivo e lui si difendeva dicendo all’altro che era solo entusiasmo. Stanca di sentirli e coi nervi a fior di pelle decisi di intromettermi.
-Ma allora volete finirla?! Vi state comportando come dei bambini! In venti minuti avete iniziato a litigare già due volte. Piantatela o col cavolo che vi sto ancora a sentire!
I due smisero e mi guardarono torvi, scontenti di essere stati rimproverati probabilmente, ma non ebbero il tempo di dire o fare qualcosa che un urlo attirò la nostra attenzione verso il villaggio. Un villager con una tunica marrone stava chiamando a gran voce Tom perché andasse subito a vedere cosa stava capitando.
-Che succede?- chiese Tom una volta raggiuntolo. Un gran trambusto proveniva dal lato opposto del piccolo gruppo di case-
-Ci stanno attaccando! Ciclopi e Tree Spirits! Stanno per buttare giù la casa di Matt!- Urlò tutto agitato il villico.
-Merda, andiamo! Sasha vedi di dare una mano anche tu!- Detto questo Tom iniziò a correre verso il luogo dell’attacco, seguito da me e Charlie.
-E c’è bisogno di dirlo?!- gli dissi, anche un po’ irritata. Pensava che me ne sarei rimasta in disparte a non fare niente per aiutarli? Beh si sbagliava di grosso.
Arrivammo che i tree spirits avevano distrutto uno dei muri della casa di quel tale Matt, un villager che con vestito marrone e un grembiule nero. I ciclopi intanto stavano cercando di entrare in una casa di cobblestone nella quale si erano rifugiati gli abitanti del villaggio. Erano riusciti ad abbattere la porta, ma non riuscivano ad entrarvi perché troppo alti e troppo stupidi per capire che avrebbero dovuto abbassarsi.
Non appena comparimmo, gli “alberi mobili” ci vennero addosso. Per fortuna erano solo tre, quindi ne prendemmo uno per ciascuno come obbiettivo. Charlie, che si era procurato una spada in pietra in fretta e furia, e Tom non fecero troppa fatica ad eliminare i loro e subito andarono contro i ciclopi, superiori in numero e forza dato che eravamo tutti e tre senza alcun tipo di armatura. Io ci misi più tempo ad abbattere l’alberone, che mi sbalzò in aria, facendomi poi finire contro il muretto di un pozzo. Mi rialzai il prima possibile con la schiena dolorante, tornando a colpirlo con tutta la forza che avevo. Purtroppo questi mob sono immuni al contraccolpo. Non appena ebbi finito con lui andai a dare man forte conto i ciclopi. Alla fine riuscimmo ad eliminare tutti i mob ostili. Charlie aveva consumato quasi del tutto la spada, zoppicava e si teneva con una mano un braccio rotto. Tom era quasi illeso, a parte un occhio nero. Io me l’ero cavata abbastanza maluccio, con una gamba rotta e contusioni varie.
Tutti i villager ci ringraziarono e vollero sapere chi ero. Per tagliare corto dicemmo che ero una vecchia amica di Charlie in visita. Subito dopo Tom ci portò a casa sua per rimetterci in sesto.
Aveva creato una sorta di collina artificiale, sulla quale aveva costruito una torre di cobblestone a base rettangolare larga quanto una casa si piccole/medie dimensioni. La porta d’ingresso si affacciava sul centro del villaggio ed entrando da lì una scalinata a chiocciola portava fino in cima, dove si trovava la casa vera e propria. Tom ci fece accomodare sui divani e ci chiese cosa preferivamo mangiare per rimetterci in forze. Lui si preparò una semplice zuppa di zucca, che a sapere come si faceva, mi sarebbe tornata utile quando ero da sola, invece che mangiare solo quella di funghi. Bastava avere una ciotola e una zucca e il pasto era servito. Charlie si fece una strana insalata usando denti di leone, papaveri e semi dentro una ciotola. Altra ricetta che mi sarebbe tornata sicuramente utile. Io invece lasciai campo libero a Tom, non sapendo cosa avesse, e mi diede un paio di uova fritte. Dopo esserci rifocillati il padrone di casa ci fece visitare il resto della casa. Attraverso una botola di legno sul pavimento si andava nella sua camera, dove brillava un’armatura di diamanti accanto alla porta, e da un’altra dal lato opposto della stanza rispetto al suo portava a quella di sua sorella.
-A proposito, dov’è Martha?- chiese Charlie.
- E’ andata a Shopville a provare a vendere le sue pozioni, dovrebbe tornare entro sera – gli rispose Tom.
Così scoprii che come Charlie amava minare e Tom combattere, Martha aveva il pallino delle pozioni.
-Anche questo potrebbe tornarci utile. Avere qualche pozione con se fa sempre comodo- Il biondo iniziò a fantasticare su come sarebbero state le giornate in miniera con me al suo fianco ad aiutarlo, con disappunto di Tom, che stavo iniziando a capire. Dopo un po’ Charlie tende a diventare un tantino pesante, e coglie ogni occasione per raccontare come sia stato fantastico in una certa occasione.
Scocciato dalla parlantina dell’amico (come fanno ad essere amici non lo so, dato che litigano ogni tre per due) Tom ci invitò a salire sul tetto, che fungeva da terrazzo e punto di osservazione. Si riusciva a vedere tutto il villaggio da lì e in lontananza anche Durin. Ci affacciammo dal muretto di cobblestone e chiesi come mai dei mob avessero attaccato così un villaggio.
-Guarda di là- iniziò a spiegarmi Tom – oltre i nostri due villaggi la pianura è completamente vuota, c’è solo qualche albero di tanto in tanto ed è completamente circondata da foreste. Subito dopo di quella foresta di querce che vedi laggiù c’è un altro villaggio, Shopville, che è un mercato. Lì i mob non possono entrare perché è ben illuminato e completamente circondato da mura di pietra, oltre che difeso da Irongolem. Quindi tutti i mostri della zona sono attirati dai nostri piccoli villaggi e arrivano a frotte.
- E come mai non li fortificate anche voi?- chiesi.
- Ci abbiamo provato - mi rispose Charlie – ma sia a Durin che qui a Thorin i creeper facevano sempre saltare in aria le mura e i mob sono davvero troppi a volte. Da soli non sempre riusciamo a fermarli tutti in tempo e il ferro è troppo prezioso per noi. Non possiamo metterci a costruire Irongolem che durano una o due notti massimo. I villager vorrebbero aiutarci ma sono davvero negati nel combattimento. A Shopville invece oltre a loro ci sono anche mercanti e viaggiatori che si fermano li, quindi possono difenderla più facilmente.-
Dopo questa spiegazione Tom disse che era il caso di andare a rimediare ai danni subiti dalle costruzioni, così scendemmo a lavorare, aiutati dai villager. Poi mi portarono ad un grande recinto pieno di cavalli e asini per farmi scegliere il mio.
-Thorin è abbastanza famosa, alleviamo cavalli e asini e poi li vendiamo - mi disse Thomas - scegli pure quello che vuoi.
Li guardai tutti attentamente e alla fine scelsi, facendomi consigliare, una cavalla mansueta con il pelo marrone chiaro, zampe bianche, coda e criniera nere e una piccola macchia bianca sul muso.
Non era ancora stata domata, ma non ci volle molto. Fui disarcionata poche volte e poi iniziammo da subito ad andare d’accordo. La sellai e la chiamai Alice, il primo nome carino che mi venne in mente. Nonostante non fossi mai andata a cavallo prima di allora la trovai una cosa alquanto semplice da fare, oltre che divertente. Il moro mi disse di fare un giro intorno al villaggio per provare e così feci. Mi trovai molto bene con la mia nuova cavalcatura. Era abbastanza veloce e ubbidiva subito. Potei vedere anche un secondo recinto più da vicino, con un solo cavallo dentro, marrone con coda e criniera nere, sellato e con un’armatura di ferro addosso. Tom stava proprio salendo in groppa quando mi fermai davanti al cancelletto aperto.
-Questo è Felix- mi disse – è il mio cavallo. Andiamo a farci un giro insieme.
-Sì, volentieri!- dissi, felice dell’idea. Charlie ci raggiunse in sella ad un cavallo bianco, di quelli già domati, e andammo a fare un giro per la vallata.
Facemmo una lunga cavalcata in sella ai nostri destrieri. La pianura era abbastanza sprovvista di alberi, eccetto quelli delle foreste intorno, ma c’erano tanti fiori e anche un bel po’ di cavalli ancora in libertà, insieme a qualche pecora  e qualche mucca. Il fiume creava un sentiero d’acqua lungo il lato ovest, serpeggiando tra i dislivelli non molto alti del terreno. Riuscii anche a vedere un gruppo di procioni che cacciavano degli insetti. Ogni tanto venivamo inseguiti da dei charger che Tom prontamente eliminava. Peccato però, sono carini.
Stava per arrivare il tramonto quando vedemmo spuntare dagli alberi della foresta di querce un cavallo nero, cavalcato da una ragazza seguita da un procione che cercava di tenere il passo con tutte le sue forze. “Povero piccolo…” mi venne da pensare.
La ragazza si fermò appena arrivata da noi, e intuii subito si trattasse di Martha. Portava una felpa arancione e bianca con dei pallini rossi e riconobbi subito l’aspetto di una torta, dei pantaloncini a righe bianche e grigio chiaro e degli stivali rossi. Aveva i capelli castani alla base, che andavano a schiarirsi fino a diventare arancioni e poi bianchi sulle punte, e gli occhi verde scuro.
Salutò il fratello e poi, sempre stando in sella si catapultò a salutare Charlie, avvinghiandosi al suo braccio. Mi presentai e raccontammo anche a lei tutta la tiritera della profezia, alla quale si dimostrò scettica, come era prevedibile. Tornammo tutti insieme verso Thorin e arrivati davanti casa loro Charlie disse che era meglio tornare a Durin, dato che stava arrivando la sera. Così smontammo da cavallo. Tom e Martha misero i loro nel recinto più piccolo, mentre Charlie andò a rimettere quello che aveva preso in prestito nel recinto degli animali da vendere. Tom entrò direttamente in casa, Martha restò a fare gli occhi languidi a Charlie, che non se la filava per niente, con il suo procione Annie che ci saltellava intorno. Finalmente la ragazza ci permise di andarcene, staccandosi dal braccio di Charlie e ci guardò andare via. Tom mi diede anche un guinzaglio, in prestito dato che potevo farmene uno mio una volta arrivata a casa di Frank, con il quale tenevo Alice. Non mi andava di lasciare Charlie a piedi, così mi appiedai anche io. A poca distanza dal villaggio raccolse una margherita e me la regalò, come gesto di benvenuto, mi disse. Probabilmente però Martha, che ci stava ancora tenendo d’occhio, interpretò quel gesto come un altro…e da quel momento decise di odiarmi. Non potevo certo immaginare che avrebbe fatto ciò che fece qualche tempo dopo.



Angolo autrice
Ciaoooo!
Sono finalmente riuscita a pubblicare un nuovo capitolo.
Non so assolutamente che dirvi…a parte forse un piccolo avviso.
I mob ostili aggiunti dalle varie mod, in maggioranza, saranno abbastanza aggressivi e attaccheranno sia le persone che i villaggi, ma saranno anche piuttosto stupidotti. I mod classici invece, scheletri, zombie e quant’altro, saranno più intelligenti e meglio organizzati, più si è meglio è, tanto per farvi capire come andranno le cose. E per ora vi dico solo questo…
Quindi vi lascio con le mod usate in questo capitolo:
Ciclopi e Tree Spirits sono quelli aggiunti dalla Nevermine; i procioni li aggiunge la Mo’ Creatures (che a dire il vero aggiunge anche gli alberoni, solo che si chiamano Ent se non ricordo male e sono neutrali); Zuppa di zucca, insalata di fiori e uova fritte sono tre ricette aggiunte dalla Useful Foods Mod.
E con l’immagine di Martha Ironblock. Vi piace? Questa skin mi è piaciuta troppo appena l’ho vista. Come al solito non è mia ma l’ho presa da skindex.

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A presto!

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