Black wings

di Shayleene
(/viewuser.php?uid=875592)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




Black wings

 

La FF è ambientata dopo la fine della seconda stagione dell'anime di Kamisama Hajimemashita (che ho terminato ieri e ho adorato alla follia). Spero vi piaccia, lasciate un commento e una stellina se è di vostro gradimento!

CAPITOLO 1

Era una giornata come tante al Mikage Shrine, durante il secondo anno di permanenza di Nanami come divinità protettrice della Terra. Nell'ultimo periodo era stato tutto relativamente calmo, o almeno così lo si poteva definire se paragonato alla maggior parte delle disavventure vissute dalla ragazza e dai suoi due famigli.
I visitatori erano diventati più numerosi, e tutti erano perennemente impegnati con i più svariati compiti. Anche Onikiri e Kotetsu dovevano correre parecchio per aiutare la loro dea ad esaudire almeno una parte delle preghiere che le venivano rivolte. In poche parole: tutto procedeva per il meglio.
Mentre all'esterno risuonava il cinguettio degli uccellini appollaiati sugli alberi in fiore, dalla cucina del tempio si sentivano provenire dei rumori: quel giorno Nanami aveva deciso di occuparsi del pranzo al posto di Tomoe, visto che era impegnato come il suo solito nel giardino. Probabilmente doveva sentirsi più a suo agio circondato dalla natura che racchiuso da mura.
Davanti alla ragazza c'era una padella dove stava cucinando dello spezzatino, immerso in un sughetto profumato che bolliva leggermente per il calore della fiamma. Accanto c'era un'altra pentola in cui il riso con germogli di bambù si stava rosolando.
-Bene, ora devo solo sminuzzare le verdure...- mormorò Nanami afferrando il coltello e calandolo sulle zucchine. Ma da pasticciona com'era si distrasse in fretta e dopo pochi attimi si fece un taglio al dito. -Ahi!- esclamò, mettendo la mano ferita sotto l'acqua per cercare di arrestare il piccolo flusso di sangue.
Si udì una specie di rumore temporalesco quasi un uragano stesse sconquassando il tempio, e dopo pochi attimi Tomoe fu accanto a lei, lo sguardo vigile e le fiamme blu già pronte a bruciare l'eventuale nemico. Tuttavia, non appena vide cos'era successo fece un sospiro a metà tra il sollievo e la frustrazione.
-Certo che devi sempre combinare qualche disastro...- borbottò scuotendo la testa, la lunga coda grigio chiaro che saettava nell'aria.
Nanami gli assestò un pugno deciso tra le orecchie. -Non iniziare con le tue prediche, mi sono tagliata mentre stavo preparando il pranzo di cui avresti dovuto occuparti tu!- lo rimbrottò, mettendo il broncio.
"Perché dev'essere sempre così insopportabile?" pensò indignata lanciandogli uno sguardo truce. "Possibile che trovi sempre da ridire qualsiasi cosa io faccia?"
Il demone volpe si avvicinò a lei mugugnando qualcosa sul fatto che veniva sempre picchiato ingiustamente, facendola sedere su una sedia lì vicino e osservandole la mano. -Non è nulla di grave, basta metterci un cerotto e guarirà in poco tempo.-
Nanami fece per alzarsi e andare a prenderlo, ma Tomoe la fermò. -Resta ferma lì, ci penso io.- le ordinò in tono più morbido, tornando subito dopo con una garza bianca. Si inginocchiò davanti a lei, prendendole con delicatezza la mano tra le sue e iniziando ad avvolgere lentamente la garza attorno al dito.
"Incredibile come nonostante gli artigli riesca ad avere un tocco così leggero..." pensò Nanami sentendo un gran calore provenire dalla mano che il suo famiglio stava medicando.
La ragazza arrossì di colpo, agitandosi sulla sedia.
-Ecco fatto- proclamò Tomoe, rialzandosi in piedi. -Ehi, non ti sarai mica presa anche la febbre?- le chiese subito dopo, vedendo che la sua mistress era tutta rossa.
-N-non è nulla- balbettò lei agitando le mani davanti a sé e rischiando quasi di cadere dalla sedia.. -E' solo che sembrava che stessi per farmi la proposta di matrimonio, inginocchiato com'eri!- esclamò, sistemandosi più volte una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ridacchiando nervosa.
Tomoe si irrigidì di colpo, scuro in volto. -Non c'è pericolo che lo fosse, non mi mischierei mai con una debole umana.- La sua voce era fredda e dura come il marmo, agghiacciante quasi come nei momenti in cui era infuriato.
Gli occhi di Nanami diventarono grandi per lo stupore dovuto alla serietà della voce del suo famiglio e per la rabbia all'ennesimo rimprovero ingiusto che aveva ricevuto.
"Come può continuare a trattarmi così nonostante sappia benissimo ciò che provo per lui?! E' davvero un idiota senza cuore!"
-Ma certo, in fondo io non sono altro che una banale, goffa e inutile umana.- gli disse con una calma che presagiva la tempesta. Si alzò di scatto in piedi, togliendosi bruscamente in grembiule bianco che aveva addosso e dirigendosi a passo spedito verso il corridoio. -E visto che sono una semplice umana incapace non avrai problemi a gestire il tempio da solo per un po' di tempo!- gridò, mettendosi a correre senza voltarsi indietro.
-Nanami!- la chiamò Tomoe, allungando la mano. Nella sua mente comparve per l'ennesima volta l'immagine di Mikage l'ultima volta che l'aveva visto, quando aveva detto che sarebbe andato in città per un po' di tempo. Erano passsati più di ventun'anni da allora, e non era più tornato.
"No... non posso perdere anche lei!" rifletté in preda al panico, precipitandosi a cercarla. Mise a soqquadro tutto il tempio da cima a fondo perlustrando le camere, il ripostiglio, la sala da pranzo, il salotto e salendo perfino sopra il tetto, ma della dea non c'era traccia. Come aveva fatto a sparire così in fretta?
-Mizuki!- esclamò, quando vide l'altro famiglio che se ne stava spaparanzato sul pavimento a bere del sake. -Hai visto dov'è andata Nanami?-
Il serpente bianco si sollevò sui gomiti guardandolo con aria beffarda. -E perché dovrei dirtelo? In fondo sei stato proprio tu a farla scappare, idiota di una volpe. Sai, a volte mi chiedo se ti comporti da stupido o se lo sei veramente...- 
In un istante si ritrovò schiacciato contro la parete, con delle minacciose fiammelle bluastre a pochi centimetri dal suoi occhi verde acqua. -Giuro che se non me lo dici immediatamente stasera per cena ci sarà del serpente flambé appena catturato.- gli sibilò Tomoe all'orecchio con espressione malefica.
Mizuki emise un verso stridulo, cercando di allontanare il demone volpe da sé. -Va bene va bene, tieni giù quelle maledette zampacce dalla mia pelle delicata!- gridò, portandosi a distanza di sicurezza. Solitamente contava sul fatto che il demone volpe non lo avrebbe ferito per non far arrabbiare ulteriormente Nanami, ma se il problema era proprio lei non poteva essere certo di avere la completa incolumità. -Ad ogni modo...- aggiunse con un sorriso sornione, -sei davvero sicuro di volerlo sapere?-
Vedendo lo sguardo inceneritore che l'altro famiglio gli stava indirizzando, si affrettò a continuare infilando le mani nelle ampie maniche del suo kimono bianco decorato con linee azzurre. -Sai com'è, visto che tu non fai altro che respingerla e trattarla in malo modo ha preferito andare da qualcuno che l'apprezza maggiormente.-
-Giuro che se quel bastardo di Kurama osa metterle le mani addosso io...- sibilò Tomoe uscendo dalla stanza pronto a precipitarsi nell'appartamento del tengu-rock star, ma venne bloccato dalla voce palesemente compiaciuta di Mizuki.
-Oh no, non è andata affatto da lui.- Fece una breve pausa durante la quale guardò Tomoe negli occhi con aria di sfida. -Ma sul monte Kurama.-
Tomoe strinse le mani fino a farsi sbiancare le nocche. "Questa è la volta buona in cui farò sparire quel maledettissimo tengu dalla faccia della terra" pensò. Non avrebbe permesso a Jirou di portargli via Nanami. Aveva persino osato dichiararsi spudoratamente a lei quando credeva di essere spacciato a causa della bestia del tuono, e Nanami era ben conscia dei suoi sentimenti. "Devo impedirle anche solo di raggiungere quella montagna!"
L'attimo dopo era già sparito sul suo carro, in direzione del monte Kurama.
-Eh caro mio...- sospirò Mizuki divertito osservando il cielo mentre si portava alle labbra un'altra ciotolina di sake. -E' inutile fingere, sei follemente innamorato di lei.- 
Un fiore di ciliegio rosa acceso con piccole venature biance si staccò dall'albero lì vicino scendendo lentamente fino a posarglisi sul kimono, e il serpente bianco lo prese delicatamente, annusandone il profumo. -Ma ormai temo che sia sfuggita anche dalle tue mani.- mormorò amaramente, lasciando cadere il fiore a terra.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

CAPITOLO 2

Quella sottospecie di "stanza volante" che aveva utilizzato in alcune occasioni atterrò delicatamente a terra, e Nanami saltò giù alzando lo sguardo verso il monte Kurama che si ergeva davanti a lei. Non c'era più traccia del miasma che l'aveva avvolta quasi completamente un po' di tempo prima, e i pendii erano colorati del verde tenue e più scuro delle varie specie di alberi.
Si avviò con decisione, ancora infuriata per ciò che era successo.
"Possibile che non riesca ad evitare di dirmi tutte quelle cose perfide?" pensò, dando un calcio ad un ciottolo. "Forse è davvero meglio che stia lontana dal tempio per un po'. O magari sarebbe meglio se lo sciogliessi dal vincolo di famiglio così non dovrebbe più badare a me."
Ripensando al passato si rendeva conto che Tomoe era stato costretto a salvarle la vita ben più di una volta rischiando la propria, ma credeva comunque di aver fatto un buon lavoro come dea protettrice della Terra. In fondo i suoi poteri erano aumentati moltissimo, ed era diventata anche più indipendente. Eppure lui si ostinava a trattarla con sufficienza seguendola ovunque andasse per controllare che non combinasse qualche guaio.
Nanami sollevò i suoi grandi occhi nocciola verso il cielo, aspettandosi quasi di vederlo piombare lì da un momento all'altro. "La sua fiducia nei miei confronti è davvero così bassa?"
Nonostante si sentisse profondamente ferita e anche delusa, il fruscio del vento tra i rami unito a quell'atmosfera tranquilla riuscì a farle risollevare il morale. 
-Il ciliegio in fiore... sono arrivata!- esclamò, vedendo l'enorme albero dalla chioma rosata protendere i suoi forti rami sul villaggio di tengu come in sua protezione.
Improvvisamente udì una voce sorpresa alle sue spalle. -Ninf- ahem, Nanami, a cosa dobbiamo la tua visita?-
La ragazza si voltò, e davanti a sé vide il volto segnato da cicatrici di Jirou che la stava osservando. Gli corse incontro abbracciandolo forte.
-Jirou, sono così felice che tu sia guarito perfettamente!- gli disse. -Non mi sarei mai potuta perdonare se ti fosse rimasta qualche ferita permanente!-
Il tengu, nonostante inizialmente si fosse irrigidito sotto il suo tocco, ricambiò impacciato l'abbraccio. Quando Nanami si allontanò da lui le sembrò per un attimo che le sue guance fossero più rosse di prima.
-Anche... anche io sono felice di vedere che stai bene.- si sentì rispondere. -Posso aiutarti in qualche modo?-
Nanami giocherellò nervosamente con una ciocca dei suoi capelli castani. -Diciamo che mi sono resa conto di aver bisogno di una... vacanza. Ti dispiacerebbe se mi fermassi per qualche giorno al vostro villaggio?- gli chiese, sperando che non le dicesse di no. Sapeva che le donne non erano ben accette, ma era stato proprio Jirou a proporle di restare quando era riuscita a salvare Soujoubou, il terzo capo del villaggio.
Gli occhi scuri del tengu sembrarono quasi illuminarsi di luce propria, e Nanami sorrise per quella sua reazione. -Sei giunta al momento giusto, domani ci sarà una festa per celebrare il ciliegio!- le rispose entusiasta, facendole cenno di entrare nel villaggio. -Sono certo che anche fratello Shoujoubou sarà d'accordo nel farti partecipare, da quando ha saputo che hai aiutato Kurama sembra averti preso in simpatia.-
-Ti ringrazio infinitamente!- gli disse, con un sorriso caloroso. All'interno del villaggio qualche giovane tengu le lanciò uno sguardo sorpreso e timoroso allo stesso tempo, ma quelli che l'avevano conosciuta le fecero un cenno di saluto, nonostante rimanessero a debita distanza.
Ad un certo punto Jirou si girò verso un gruppetto di ragazzi che stava bighellonando. -Voi!- gridò, avvicinandosi a loro con aria furiosa. -Perché siete qui senza far nulla quando ci sono un'infinità di cose da preparare per la celebrazione?!- li strigliò, facendoli diventare tutti piccoli dalla paura. -Alzatevi in piedi e muovetevi ad andare ad aiutare gli altri!- gli ordinò, indicando con la mano un altro gruppo di tengu che stava trasportando delle decorazioni.
"E' pur sempre Jirou" pensò divertita Nanami. "Ma adesso si vede benissimo che non c'è più cattiveria nei suoi occhi." -Qualche problema con le preparazioni?- gli chiese quando le fu nuovamente vicino.
Jirou scosse la testa irritato. -E' stato deciso tutto così improvvisamente che abbiamo dovuto organizzare ogni cosa in fretta e furia, quindi i lavori stanno procedendo a rilento.- le rispose, passandosi la mano forte nei capelli scuri.
Nanami si fermò in mezzo alla strada. -Se vuoi posso darvi una mano!- gli disse, già entusiasta all'idea. Aiutare le persone in ogni modo faceva parte di lei, ed era anche per quel motivo che Mikage l'aveva scelta come dea protettrice della Terra anche se lei non lo sapeva.
-Non occorre, i miei fratelli riusciranno ad occuparsi di tutto per domani. Non preferiresti riposare un po'? Immagino che il viaggio ti abbia stancata...- le rispose Jirou, ma la ragazza fu irremovibile, come ogni volta in cui prendeva una decisione.
-Niente da fare, ormai ho deciso!- esclamò, dandogli una pacca sulla spalla. -Forza, dimmi come posso aiutarvi e mettiamoci al lavoro!- 
Con un sospiro di rassegnazione il tengu l'accompagnò per un rapido saluto al fratello Shoujoubou per poi spiegarle a grandi linee cosa avrebbe dovuto fare. Era mattina inoltrata quando iniziarono, e non smisero fino a quando il sole iniziò a tramontare facendo scendere una luce arancione scuro sugli alberi. La radura attorno al villaggio aveva già iniziato a trasformarsi, riempiendosi di grandi lanterne di carta che ondeggiavano dolcemente al vento, mentre dei teli colorati erano stati disposti a terra insieme a dei morbidi cuscini dove si sarebbero seduti i tengu, attorno a dei bassi tavolini di legno che sarebbero serviti per appoggiarci sopra le pietanze che i cuochi stavano preparando.
Tutti i tengu si erano ritirati per la cena e Jirou era andato a prendere una specie di sottile fascia di seta che avrebbero legato l'indomani attorno al tronco dell'albero. Nanami si era distesa sull'erba a braccia aperte, stanca morta ma felice. Tutto quel lavoro l'aveva aiutata a svuotare la mente e a ritrovare un po' di serenità.
Si sentiva più leggera, quasi i problemi che l'avevano afflitta fino ad alcune ore prima fossero rimasti ai piedi della montagna e non avessero osato seguirla fin lì.
"Certo che questo sarebbe davvero un bel posto dove stare..." pensò, lasciando che la brezza della sera le accarezzasse il volto.
Improvvisamente udì un lamento, e si alzò a sedere di scatto. Sotto il ciliegio c'era un piccolo tengu seduto a terra, che si asciugava le lacrime con le manine paffute. Nanami si avvicinò all'albero, accovacciandosi accanto al bimbo.
-Ehi piccolino, perché sei così triste?- gli chiese, facendo un sorriso dolce e rassicurante. Il tengu la guardo con i suoi occhioni azzurri, mormorando tra un singhiozzo e l'altro:-Non servo a niente, sono troppo piccolo e nessuno vuole il mio aiuto!- Poi, indicando una piccola lanterna posata vicino a lui aggiunse:-Volevo appendere questa lanterna fatta da me sull'albero, ma non so volare e non riesco neppure ad arrivare al ramo più basso!-
"Ma quanto è tenero?!" pensò Nanami, trattenendosi a stento dallo strapazzarlo di coccole. "E pensare che voleva solo rendersi utile..."
-E' deciso!- esclamò di colpo, facendo quasi spaventare il bambino. -Ci penserò io, ho giusto giusto un talismano che...- La sua voce si affievolì quando si rese conto di aver lasciato tutti i talismani al tempio. -Volevo dire, ci penserò io ad appendere la tua lanterna, non temere! Però promettimi di non piangere più, ok?- concluse, accarezzandogli maternamente la guancia.
Il piccolo tengu annuì felice. -Grazie sorellona, sei davvero gentilissima e bellissima!- le disse, mentre sul suo viso paffuto si apriva un sorriso tenerissimo.
Nanami si legò la piccola lanterna al fianco con la cordicella che serviva ad appenderla, si arrotolò le maniche ed iniziò a salire sull'albero.
"Fortuna che in educazione fisica me la sono sempre cavata!" pensò, mentre stringeva i denti sentendo le mani graffiarsi ogni volta che stringeva la presa sulla corteccia. Una volta perse per un attimo l'appoggio del piede, ma fortunatamente riuscì immediatamente a ritrovare un rametto su cui appoggiarlo.
-Bene, ci sono quasi...- mormorò ansimando per lo sforzo dopo un po', allungando la mano verso un ramo sopra la sua testa. In quell'istante una forte folata di vento la investì schiacciandola contro il tronco e facendole perdere l'appoggio.
-Aaah!- gridò, ritrovandosi pericolosamente appesa all'albero con un'unica mano. Sotto di lei sentì il bimbo urlare dalla paura, e cercò di tranquillizzarlo. -Va... va tutto bene!- gli disse, mentre le dita iniziavano a dolerle sempre di più. Non aveva altri appigli a cui aggrapparsi, e dentro di sé provava una terrore cieco. Cosa le sarebbe accaduto se fosse precipitata da un'altezza simile?
"Non ce la faccio..." pensò, mentre allentava la presa delle sue dita sul legno e iniziava a precipitare.

Chi salverà la pooovera Nanami? Magari nessuno muah ah xD
Che ve ne pare di questo secondo capitolo? Consigli? Osservazioni? E' tutto ben accetto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

L'umore già cupo di Tomoe stava peggiorando al passare di ogni minuto. Prima quella stupidissima risposta a Nanami, poi la sua fuga, la presa in giro di quell'inutile serpe di Mizuki... anche se forse non aveva tutti i torti, a pensarci bene.
"Dovrei smettere di pensare a lei in una maniera differente da come un famiglio pensa al dio che serve!" si redarguì, passandosi una mano sul volto per nascondere l'espressione frustrata. La situazione stava peggiorando: se prima credeva che i sentimenti per lei fossero dovuti al suo legame di famiglio, dopo essere stato libero dal vincolo per nemmeno un giorno si era conto che non era così.
Eppure sapeva anche di non poter pretendere di legare Nanami a sé. Lei era una semplice umana, nonostante i poteri da dea che le erano stati conferiti, e la sua vita si sarebbe presto spenta. Avrebbe dovuto lasciarla libera di prendere le sue decisioni, di potersi innamorare di un umano; si sarebbe potuto risparmiare secoli di sofferenza che sarebbero inevitabilmente giunti dopo la sua scomparsa. E tuttavia non riusciva ancora a convincersi a lasciarla andare.
-Dannazione!- gridò sferrando un pugno all'albero accanto a lui, che venne immediatamente inghiottito da un fuoco bluastro. Alcuni pettirossi si alzarono in volo spaventati lanciando cinguettii di sdegno.
Riprese a camminare all'interno del bosco, essendo stato costretto ad abbandonare il suo mezzo di trasporto a causa di una barriera che impediva l'ingresso di mezzi magici.
"Me la pagherà per avermi fatto fare tutta questa fatica!" pensò, stringendo i pugni e avanzando con aria truce. Dentro la sua testa una vocina maligna simile a quella di Mizuki gli disse:"E allora perché sei venuto fin qui? Avresti potuto aspettare che tornasse lei. Oppure hai paura che resti per sempre insieme a Jirou? Sicuramente lui sarebbe capace di trattarla molto meglio di te..."
-Basta! Bas...- iniziò ad urlare, bloccandosi immediatamente quando provò una terribile sensazione al petto. Era come se un peso lo stesse opprimendo mentre allo stesso tempo qualcuno lo stesse strappando in mille pezzi. Una fitta di dolore lo raggiunse anche alla testa, facendolo piegare in due per un attimo.
"Nanami" pensò, prima di iniziare a correre più rapidamente di un fulmine, una sfocata macchia bianca in una foresta verde.

-----------------------------------------------------------------

L'aria la colpiva come tante lame acuminate, mentre Nanami precipitava del vuoto. Eppure si sentiva quasi sospesa in una bolla, nella quale tutti i rumori erano svaniti nel nulla. Non c'erano più le grida disperate del piccolo tengu, nè il fischio dell'aria nelle orecchie. Niente.
Per un istante rivide davanti a sé il volto di sua madre che ricordava grazie ad un'unica fotografia, e sperò che se proprio doveva finire tutto in quel momento almeno le fosse concesso di andare dove si trovava lei.
Si raggomitolò e chiuse gli occhi, preparandosi ad un impatto doloroso e forse fatale. 
Quando ormai credeva di aver quasi raggiunto il terreno sentì delle braccia muscolose stringersi attorno a lei e frenare la caduta. Riaprì gli occhi, e vide due ampie e poderose ali nere sbattere vigorosamente.
-Jirou...- mormorò, appoggiando la testa al petto del tengu e scoppiando in un pianto di sollievo. Lui scese a terra, posandola delicatamente contro il tronco dell'albero e cingendole le spalle.
-Va tutto bene, ci sono qui io ora.- disse Jirou, accarezzandole lentamente la testa per farla tranquillizzare. -Non lascerei mai che tu ti facessi del male, Nanami.- Si mostrava sicuro, ma in realtà per un istante anche lui aveva provato paura. Aveva visto la figura di Nanami cadere proprio quando stava tornando al ciliegio per portare le ultime decorazioni, ed era riuscito a prenderla all'ultimo momento temendo quasi di non farcela.
Sentì uno strano tepore diffondersi dal petto, e abbassando lo sguardo vide che Nanami vi aveva appoggiato la sua mano esile. -Mi hai salvato di nuovo la vita, grazie.- gli disse con un sorriso, gli occhi ancora velati dalle lacrime.
Erano rimasti soli. Hirikourou, il piccolo tengu, era rientrato al villaggio su suo ordine, e tutti si erano ritirati nei dormitori.
-Lo sai che farei qualsiasi cosa per te.- gli rispose lui serio guardandola negli occhi nocciola che lo avevano catturato fin dalla prima volta in cui l'aveva scorta sotto quello stesso albero.
"Quanta dolcezza c'è nella sua espressione e nella sua voce..." pensò Nanami, sollevando il viso verso di lui.
-E darei tutto ciò che ho per poterti stare accanto- continuò il tengu. Le posò una mano ruvida ma delicata sul volto, avvicinandosi lentamente a lei.
"Per tutti gli dei, ora che faccio?! Che faccio?!" pensò allarmata la ragazza. Non sapeva come avrebbe dovuto agire, e non riusciva neppure a muoversi. Sapeva che se fosse rimasta insieme a lui probabilmente molti dei suoi problemi sarebbero spariti, e tuttavia non se la sentiva di abbandonare completamente il tempio. Chi si sarebbe occupato delle preghiere dei visitatori? Chi avrebbe tenuto lontano il miasma?
Mikage si fidava di lei, e non voleva deludere la sua fiducia. Eppure... sarebbe stato un peccato così grande godersi almeno un po' di tranquillità? Chiuse gli occhi, sentendo il respiro di Jirou sempre più vicino. Fino ad alcuni mesi prima avrebbe avuto timore di lui, ma ora che aveva scoperto il suo vero essere non poteva che provare tenerezza per quel ragazzo che aveva dovuto lottare fin da piccolo per non essere schiacciato dagli altri.
-Nanami, io ti...- lo sentì sussurrare. L'istante dopo però si udì quasi un boato ed uno schianto. Nanami spalancò gli occhi, e davanti a sé vide un kimono bianco attorniato da delle fiamme blu. Jirou si stava rialzando da terra qualche metro più in là, passandosi la mano sulle labbra per togliere del sangue che stava colando.
-Tomoe?!- esclamò, riconoscendo la coda e le orecchie del suo famiglio.
-Sono venuto a difenderti- rispose lui, avvicinandosi minacciosamente al tengu.
Nanami si alzò in piedi, furiosa come non mai. -Fatti da parte, idiota che non sei altro!- gridò precipitandosi verso Jirou. Tomoe fu costretto ad obbedire, ma lanciò uno sguardo carico di disprezzo al suo nemico.
-Jirou, tutto bene?- chiese la ragazza inginocchiandosi vicino al tengu.
-Non preoccuparti, non mi ha fatto nulla.- le ripose lui, con un impercettibile sorriso.
Tomoe fece un'espressione arcigna, giocherellando con una fiamma che ardeva sopra la sua mano. -Ah sì? Vogliamo riprovare una seconda volta? Magari mi andrà meglio!- sibilò, preparandosi ad attaccare.
-Vediamo di cosa sei capace, demone- ribattè Jirou stringendo i pugni.
-ORA BASTA!- strillò Nanami, mettendosi tra i due con le braccia spalancate. -Si può sapere quanti anni avete?- chiese furente, per poi aggiungere:-E tu, perché sei venuto fin qui?-
Il demone volpe arretrò di un passo, sorpreso dalla rabbia che percepiva nel tono della sua mistress. Non l'aveva mai vista così, almeno non a causa sua.
"L'ho già persa definitivamente?" pensò disperato.
-Sei venuto a controllarmi anche questa volta? Temevi che combinassi qualche disastro come il mio solito? Anzi no, probabilmente sei venuto a sgridarmi come fai sempre perché non sto adempiendo ai miei doveri di dea!- gridò Nanami. Aveva i pugni serrati, e non lo stava neppure guardando negli occhi.
-Nanami, io...- iniziò lui, ma venne immediatamente interrotto.
-So che odi che io sia una semplice umana, ma non puoi sfogare la tua frustrazione su di me! Ho sempre fatto del mio meglio per essere una brava dea, ma tu non fai altro che criticarmi! Non è normale che almeno per qualche giorno io voglia stare con qualcuno che mi capisce?-
Non appena Tomoe vide che Jirou a quelle parole si era avvicinato a lei con fare protettivo ringhiò:-Stalle lontana, o giuro che non rispondo delle mie azioni.- Poi fece uno scatto, prendendo in braccio Nanami e correndo via.
-Lasciami stare, idiota!- gli gridò contro lei, colpendolo debolmente con dei pugni. Dopo alcuni minuti riuscì a seminare Jirou, che si era lanciato al loro inseguimento. Nanami aveva smesso di protestare nel frattempo, chiudendosi in un cupo silenzio.
Quando credette di essere al sicuro, Tomoe la posò su un masso, inginocchiandosi davanti a lei. La ragazza neppure lo guardava in faccia.
-Nanami- la chiamò. -Nanami, guardami. Per favore.- Gli occhi furenti di lei incrociarono i suoi. -Ascoltami, non sono venuto qui per controllarti. E' solo che ero preoccupato, va bene?-
Nanami sbuffò, incrociando le braccia al petto. -Ma certo, eri preoccupato che accumulassi troppo lavoro arretrato al tempio, vero?- rispose piccata. Però anche se all'esterno sembrava furente, dentro di sé provava una grande tristezza.
"Perché devi rendere tutto così difficile? Non potevi lasciarmi qualche giorno da sola?" si chiese, tormentata. Tuttavia, quando sentì la risposta del suo famiglio sgranò gli occhi dalla sorpresa.
-No, ero preoccupato per te.- mormorò Tomoe abbassando lo sguardo.
Nanami rimase in silenzio, sentendo del calore espandersi dal suo petto.
-Avevo paura che te ne andassi- continuò il famiglio a voce bassa, quasi incomprensibile. -Temevo che tu scomparissi per sempre. Non avrei potuto sopportarlo.
Allora la ragazza parlò, il tono di voce più ammorbidito rispetto a prima. -Ma sapevi che ero sul monte Kurama, e allora perché preoccuparsi?-
Tomoe attese alcuni secondi prima di rispondere. -Perché sapevo che avresti incontrato Jirou, e so bene che cosa prova lui nei tuoi confronti.-
Nanami arrossì al pensiero che il tengu stesse per baciarla solo pochi attimi prima, e si sistemò nervosamente una ciocca di capelli dietro all'orecchio, sentendo tra le dita un fiore che si era staccato da un albero posandoglisi sulla testa. -E questo... cosa c'entrerebbe con te?- borbottò imbarazzata fingendo indifferenza.
Vide il demone volpe passarsi nervosamente una mano tra i capelli chiari. "E' rossore dovuto all'imbarazzo quello che vedo sulle sue guance?" si chiese sorpresa.
-C'entra, perché sono gli stessi sentimenti che provo io- sussurrò lui poco prima di avvicinarsi e di posare le labbra sulle sue. Nanami, nonostante lo shock iniziale, posò le mani sul suo petto stringendo il kimono come se avesse paura che quello fosse tutto un sogno.
Quando si allontanarono avevano entrambi le guance rosso fuoco. Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio Nanami sussurrò:-Allora perché per tutto questo tempo mi hai trattato come se di me non ti importasse niente?-
Tomoe abbassò le orecchie a disagio. -Non volevo che tu soffrissi a causa mia più del dovuto. Lo sai che non sono propriamente... delicato, certe volte.-
-Scemo- disse Nanami, ma sul suo viso era comparso un sorriso raggiante che Tomoe non le aveva mai visto. -Non ho bisogno di essere protetta, per poter stare al tuo fianco non solo come tua dea sono pronta ad accettare qualsiasi conseguenza.-
Si riavvicinò a lui, abbracciandolo e dandogli un lungo bacio.
Per questo nessuno dei due notò la grande piuma nera come la pece che volteggiò fino a toccare terra.

E qui si conclude la mia breve FF! Spero sia stata di vostro gradimento :)

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3313689