L' estate dei fantasmi

di Alexia Anderson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il caso del giovane Landry ***
Capitolo 2: *** Un'apparente giornata normale (p.1) ***
Capitolo 3: *** Un'apparente giornata normale (pt 2) ***



Capitolo 1
*** Il caso del giovane Landry ***


L' ESTATE DEI FANTASMI Cap. 1:Il caso del giovane Landry Non era mai successo niente a Peaceville,in Louisiana, nemmeno durante l' estate in cui scomparve Elijah Landry. Fu un caso eccezionale, <> per la precisione. Il fatto che il suo corpo non fosse mai stato trovato diede a me e alla mia migliore amica Carrie qualcosa su ci fantasticare. E a Peaceville,fantasticare era praticamente l'unico passatempo possibile. Stando al cartello dell' autostrada, Peaceville ospitava 346 BRAVE PERSONE E 3 VECCHI BACUCCHI e doveva essere un bel posto in cui vivere,ma era tutta una bugia. Il cartello era stato affisso dal papà di Corey Riffin dopo l'evaquazione. Peaceville era sulla strada per Baton Rouge e tutti sembravano convinti che sarebbe bastato fare qualche ritocco qua e là per invogliare gli abitanti di New Orleans in fuga dall'uragano a stabilirsi nella nostra città. Nessuno di loro però si era trattenuto più del tempo necessario per consumare la cena...Come biasimarli? C' erano solamente una stazione di servizio e una tavola calda chiamata Red Stripe che noleggiava dvd per tre dollari a serata, ma non aveva mai niente di interessante. La madre di Carrie si imbestialiva regolarmente perchè il grill era fuori uso. E le prediche di Padre Rey erano talmente appassionate che persino i nostri battisti preferivano sedersi sulle panche della sua chiesa piuttosto che fare il giro della città per andare alla loro messa, specie quando pronunciava, per l'ennesima volta, i suoi sermoni sull' odiare il peccato e amare il peccatore. Era puro intrattenimento, l' unico che avevamo a disposizione. Quando dovevamo andare a scuola eravamo in dieci a prendere l'autobus che in meno di un' ora ci portava a St.Amant. Almeno era un diversivo,ma quando arrivava l'estate ci rimanevano solo i vecchi film del Red Stripe, le messe extra e la nostra immaginazione. Dato che né io né Carrie avevamo la patente, ci inventavamo storie di ogni genere. Be',almeno era quello che facevamo prima. A volte fingevamo di essere dei cavalieri,non ci importeva che in realtà dovessero essere maschi:se volevamo,sapevamo andare a cavallo e brandire la spada alla perfezione. Altre volte eravamo delle streghe,degli esseri soprannaturali o qualsiasi altro personaggio ci venisse in mente o ricordassimo dalla lettura di qualche libro preso in biblioteca. Vedevamo magia dappertutto. Peaceville ci stava stretta. Eravamo migliori di tutta quella gente che andava e veniva senza mai chiedersi quale forza oscura si nascondesse nel color rosso sangue dei gigli davanti alla chiesa. Nessun altro si faceva domande o si prendeva il disturbo di riflettere su qualcosa. E ci deprimeva essere le uniche a farlo. Quando avevamo 12 anni, Carrie si era punta un dito facendo una promessa:una volta presa la patente sarebbe scappata da Peaceville, portandomi via con sé. Vedere il sangue uscire dal suo dito mi aveva fatto venire i brividi,ma avevo lasciato che pungesse anche il mio dito. Tutti possono fare un semplice patto,ma il nostro doveva essere suggellato con un incantesimo. Questo succedeva tanto tempo fa, quando c' era una New Orleans verso la quale fuggire,prima dell'uragano,prima che compissimo 14 anni. Poi tutto cambiò. Dato che era nata a febbraio,Carrie li festeggiò per prima. Ed era stata la prima anche a mostrare i segni dello sviluppo fisico. Voleva che tutti la credessero imbarazzata quando la spallina del reggiseno le scivolava sul braccio, ma io la conoscevo meglio di chiunque altro. Ogni volta che succedeva, si guardava furtivamente attorno per capire chi l'avesse notato. Compii 14 anni a maggio e non sentii l'esigenza di cambiare chissà che cosa. Non mi serviva un reggiseno e, in ogni caso, non lo volevo. Peaceville era sempre la stessa. Ancora non potevamo andarcene e dovevamo aspettare altri due anni per avere la patente. I nostri giochi mi andavano benissimo. Carrie, invece, aveva voluto cambiarne alcuni. Avevamo smesso di essere SOLTANTO delle streghe:ci doveva essere per forza anche un innamorato, prendevamo delle mele e recitavamo contorte formule d'amore. E soprattutto non giocavamo più all' aperto, dove i ragazzi avrebbero potuto vederci e tirarci dei sassi. Prima i sassi glieli avremmo rilanciati addosso. Ma per me,inventare mondi immaginari era troppo importante e non valeva la pena litigare con Carrie per la sua nuova fissazione, quindi preferivo lasciar perdere. Un giorno,dopo la messa,percorremmo tutte le file del cimitero fino alla sua parte più antica. -Tutto a posto?-mi chiese Carrie dopo avermi aiutata a salire sulla tomba di Jules Claiborne. Era solo una lastra di pietra grigia,lunga poco meno di due metri. Piegai le gambe e mi sistemai sulla lastra. -Io sto bene, e tu?- Carrie abbassò la testa,facendosi cadere i riccioli blu sul viso. Aveva dei bei capelli. Formavano delle spirali simili a molle e spesso mi divertivo a tirarglieli piano per vederli rimbalzare su e giù. Non sapeva cosa volesse dire avere i miei odiosi,lisci e sottili caoelli rossi. -Tutto bene. Ascolta- Carrie stava lanciando un nuovo incantesimo. Mentre tentava di invocare gli spiriti,mi misi le mani dietro le orecchie per ascoltare meglio e chiusi gli occhi. Non sentii niente di insolito:sentii il suono delle cicale e del vento leggero. Ma lei non prestava attenzone alle cicale. Non sentii nulla di strano,ma finsi di essere spaventata e bisbigliai -Cos'è stato?- -Stanno cercando di comunicare con noi-mi spiegò Carrie,colpendo la tomba con le mani-Siamo le uniche in grado di sentirle,Laney- Annuii,preparandomi ad un'esperienza mistica. Sempre a bassa voce,mormorai un appena percettibile -Oooh...- -Riesci a sentirli?- -Sì,sì-bisbigliai,mentendo. -Dobbiamo coprire le loro ossa.Vai a stenderti laggiù- Scesi dalla tomba di Jules e andai verso quella di sua moglie Cecily. Stendendomi sulla pietra,chiusi gli occhi-E adesso?- Carrie mormorò-Respira molto lentamente,solo lo stretto necessario, e aspetta. Devono credere che siamo morte,così non avranno paura di avvicinarsi- Sembrava che le anime,uscite dai loro corpi terreni ma non ancora andate in paradiso,si stessero affollando intorno a noi. Non dovevo sforzarmi più di tanto per trattenere il respiro:la paura e l'emozione mi avevano pietrificata. L'aria era calda e umida,come quella di un falò. Le mie orecchie percepivano voci confuse. Mi girai a fatica verso Carrie,ma non mi vide.Per un momento pensai che fosse morta. Avvertivo un dolore al petto,un grido che non riuscivo a tirare fuori,quando qualcuno mi toccò i capelli. Un flash accecante mi passò davanti,lasciando poi posto all'ombra di un volto con due occhi scurissimi. Una folata di vento mi accarezzò l'orecchio e sentii una voce. Aveva il sapore del trifoglio,era verde,fresca e dolce. -Che cosa fai,Laney?- FINE PRIMO CAPITOLO Angolo Autrice Rieccomi qua con un'altra storia. Avevo ispirazione... Con due long già in corso (una sulla Grojband e una sui Big Time Rush)ne aggiungo un'altra. Sarò stupida no? Ho già finito la mia prima short (o come cavolo si scrive) e non vedo l'ora di finire quella sui BTR e l'altra per finire una volta per tutte questa. Vi invito a vedere le altre mie fan-fiction (oltre a quelle della Grojband) e recensire. Sennò preparatemi della pasta alla carbonara (oggi ho voglia di quella) e una torta al cioccolato. Oppure ordinatemi una pizza con la nutella e saremo amici per sempre. Ora vado. Ci vediamo il prossimo capitolo Ciaus Kiss kiss LaneyEvelyn01.

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Capitolo 2
*** Un'apparente giornata normale (p.1) ***


L' estate dei fantasmi Cap. 2: Un'apparente giornata normale (p.1) In un attimo smisi di smisi di aver paura di Cecily Clairborne. Si era trattato di un semplice spavento che io stessa mi ero procurata, ma la voce di quel ragazzo che mi sussurrava qualcosa all'orecchio.....quella era reale. Prima ancora di rendermi conto che mi ero mossa, i miei piedi iniziarono a sprofondare nel terrenosoffice e andai a sbattere contro Carrie: - L'hai sentito?-. Mettendosi seduta, Carrie mi fece una smorfia:-Ma devi...- -Dico sul serio!-le afferrai un braccio, strattonandola mentre guardavo in giro per cercare di individuare quel volto. Vidi solamente un alone chiaro, ma riuscii a scorgere un ragazzo molto alto che scivolava rapidamente tra le lapidi per poi sparire tra gli alberi. -Ma cosa ti è preso?- sbuffò Carrie. Iniziò a tuonare, preannunciando un temporale, ma c'era ancora abbastanza luce perchè Carrie vedesse o sentisse quel ragazzo. Scoprire che non ci riusciva mi fece rabbrividire. Deglutendo a fatica, le lasciai il braccio e mi voltai in tutte le direzioni alla ricerca di prove che, purtroppo,non possedevo. Avevamo finto tante volte, e non sapevoproprio come fare a convincerla che era davvero successo qualcosa. Era un pò come la storia di "Pierino e il lupo" che mi raccontava mio padre. Ormai arresa, dissi:-Sta per piovere, ci conviene andare.-. Nessuno sapeva sospirare di disgusto come Carrie ma, scendendo dalla tomba di Jules, si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Conun gesto plateale, si diresse verso il cancello senza voltarsi. Sapevo quanto adorava quelle uscite teatrali. Quella volta non ci feci caso, l'orecchio mi pizzicava ancora dopo il mormorio misterioso e volevo tornare a casa. Uscite dal cimitero, io e Carrie iniziammo a riflettere sul da farsi. Per un pò restammo sedute sulla veranda di casa mia a guardare i fratelli Delancie che giocavano vicino al ruscello. In mezzo agli alberi e alle piante, riuscivamo a scorgere due teste dai capelli castani che si muovevano in su e giu. Restavano fermi per un attimo, poi scappavano non appena uno spruzzo d'acqua si sollevava verso il cielo. Laney:-Sembrerebbero petardi.- Carrie:-Dici?- Laney:-Sì, ma non sono potenti come i Magnum che avevano l'estate scorsa.- L'aria densa vibrò a causa di un'altra esplosione. Sentii lo scoppio nelle orecchie e sulla pelle e continuai a seguirne il rumore mentre si confondeva con quello della pioggia. Una sirena iniziò a suonare in lontananza e i Delancie cominciarono a correre verso casa, imprecando. Grazie a loro avevo imparato alcune delle migliori parolacce che conoscevo. Finito lo spettacolo, Carrie aprì l'ombrello e scese uno scalino con un salto:-Andiamo al Red Stripe a prenderci una Coca.- Avvertii un nodo allo stomaco:-Non ho un soldo- Carrie scrollò le spalle:-Io sì. Te li presto.- -In realtà forse ne ho un pò anche io. Ma tanto tua madre non ci fa mai pagare!- -Sì, ma poi dobbiamo sparecchiare i tavoli, badare a Pel di Carota, lasciare che la mamma si intrometta in tutti i nostri discorsi, portare fuori la spazzatura.....non esiste.- Aggrottando le sopracciglia, dissi di nuovo:-Ma è gratis!!- Dopo un pò andammo al Red Stripe, senza andare dalla madre di Carrie. Durante il tragitto le parlai del fantasma:-Prima ho davvero sentito qualcosa. E ho anche visto qualcosa.- Le sopracciglia di Carrie erano sparite sotto i suoi boccoli:-Non è vero!- Ma la pioggia aveva lavato via la sua stizza. Incrociai le dita sulla bocca due volte per assicurarle che non stavo mentendo:-Te lo giuro.- -E allora?- -Ho visto un ragazzo. Mi ha chiesto cosa stavo facendo. Che di per sé non sarebbe strano, se non per il fatto che in realtà non era lì.- -Che aspetto aveva?- -Capelli e occhi castani. L'ho visto solo per un secondo, ma c'era. Si è chinato su di me e mi ha detto...Che cosa fai, Laney?- Parlammo ancora un pò del ragazzo fantasma, finchè non apparve LUI. -Ciao Corey.- Sgattaiolai via, facendo delle smorfie davanti ad una busta di pretzel al burro. Poi,solo per farla arrabbiare, urlai :-Ehy,Corey!- Stava facendo gli occhi dolci a Corey Riffin, la chiome blu per la quale dovevamo assolutamente andare al Red Stripe. -Ciao, Iris.-Cominciò a raccontare a Carrie del nuovo modellino che stava costruendo. ANGOLO DELL'AUTRICE INDECISA: Ma ciaooooooooo. Come stanno i miei Grojbandiani preferiti? Sono riuscita ad aggiornare e sento gli angeli cantare "ALLELUIA" sopra la mia testa. Ho sonno, ma sono qui per chiedervi di votare. Il prima possibile aggiornerò con un nuovo capitolo e volevo chiedervi una cosuccia: volete che aggiorni QUESTA o ROCK 'N ROLL C.I.A.? Votate la vostra preferita e conterò i voti. La più votata l'aggiornerò, la seconda l'aggiornerò più avanti. Votate, per favore. Perchè sono molto indecisa. Grazie mille a tutti. LaneyPenn01

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Capitolo 3
*** Un'apparente giornata normale (pt 2) ***


L'ESTATE DEI FANTASMI CAPITOLO 3 : Un'apparente giornata normale (pt 2) Strisciai verso i frigoriferi sul retro, per evitare di cedere alla tentazione di tirare pizzicotti a Carrie mentre faceva la stupida con Corey. A giudicare da come annuiva mentre le parlava del suo modellino della Torre Eiffel, sembrava che Ben ne avesse una a grandezza naturale nel cortile. Lo conoscevano da sempre e non era poi così interessante. Era appassionato di modellini e fumetti e in chiesa ci tirava sempre i capelli. C'erano solo due cose che valeva la pena sapere su di lui: che gli avevano dato il nome di un personaggio di Shakespeare (Corey Jaron BENVOLIO Riffin) e che aveva iniziato a lavorare come magazziniere per il signor Ourso* dopo che la madre aveva scoperto di avere un tumore al seno. Agguantando un paio di biscotti-gelato, li superai facendo più rumore possibile Laney:- Allora quello spirito lo invochiamo domani?- Le guance di Carrie diventarono rosse, come se fossero state schiaffeggiate Carrie:- Come ti pare Laney.- Corey:- Evocare spiriti? Siete delle streghe o roba simile?- Laney:- Siamo sensitive. Le anime perdute parlano più forte al cimitero.- Corey:- Sul serio?- Carrie:- E' solo un gioco.- Lei stritolò la lattina talmente forte che le nocche della mano le diventarono bianche. Laney:- No,è una cosa seria. Solo che non vuole vantarsene, tutto qui.- Corey:- Potrei vedere come fate, una volta?- Carrie:- Se vuoi, te lo mostro io.- Il suo tono di voce diventò più dolce Corey:- D'accordo.- Carrie:- Se vieni a casa mia, posso insegnarti ad ascoltare nel modo giusto.- Pagai il mio gelato e me ne andai prima che gli promettesse di svelargli i nostri incatesimi segreti. Appena aprii la porta, fui investita da un forte odore di cipolla e peperoni verdi fritti. Mio padre era in piedi ai fornelli e teneva la padella più lontana possibile dal corpo, per non sporcare la sua nuova divisa blu con su scritto dietro: OFFICINA SIDERURGICA E MECCANICA DA JESSIE. Vederlo preparare la cena era come assistere ad un musical. Le pentole sbattevano fra loro, l'olio sfrigolava e le salsicce fischiavano quando le incideva con la punta del coltello. Sotto tutto quel baccano, lo sentivo canticchiare a bocca chiusa. Eravamo solo io e lui: la mamma era morta in un incidente d'auto quando io avevo tre anni. Tutti i miei ricordi sulla mamma si limitavano ad una lunga chioma di capelli castano-rossi e un costume da bagno rosso. Quella sera gli chiesi varie cose sui fantasmi, ma l'argomento non si concluse. Lui non ne voleva parlare. Metà rosa e metà blu, la mia camera era esattamente un incrocio tra la stanza di una bambina e di una ragazza. Se da una parte c'erano delle ballerine dipinte ad acquerello, sull'altra avevo appeso una serie di poster di pop star che mi fissavano: era per colpa loro che dovevo andare a cambiarmi in bagno. Messa la mia camicia da notte bianca, mi sedetti sulla mia scrivania (bianca) che avevo dall'asilo. Finalmente, nascosto tra una pila di quaderni, trovai il mio libro degli incantesimi, uguale a quello di Carrie. Avevamo scritto un incantesimo all' inizio, un avvertimento, a chi avrebbe aperto il quaderno nero, che non fossimo io e Carrie: CHIUDI QUESTO LIBRO AL PIU' PRESTO, O TI CRESCERA' UNA PUSTOLA SULL'OCCHIO PER OGNI INCANTESIMO CHE LEGGERAI. Una parte di me avrebbe voluto incontrare Corey con un paio di occhiali da sole e delle bende domani. Sfogliai le pagine per trovarne una vuota, subito dopo quella con la ricetta per sconfiggere i lupi mannari e quella dell'elisir di lunga vita. Avevo in mente di usare il titolo COME METTERSI IN CONTATTO CON I MORTI, ma dopo la conversazione avuta con mio padre, non ne ero più tanto sicura. Nonostante questo, dovevo comunque scrivere qualcosa. A papà piaceva dire che parlare con Dio era normale, mentre sentire la sua risposta non era proprio un buon segno. Ricordando quelle parole, fu facile trovare una definizione per la nostra ultima scoperta. La scrissi il più velocemente possibile, poi infilai il libro nel cassetto, con la penna e tutto. A differenza degli altri incantesimi, non immaginavo che avremmo usato tanto spesso COME PERDERE IL LUME DELLA RAGIONE. *Il signor Ourso è il proprietario del Red Stripe, dove Corey lavora come magazziniere. E' scorbutico, irascibile e non ha amici o parenti. AnGoLo AuTrIcE: Ma buonasera!!! Sono contenta di essere riuscita ad aggiornare. Non ho fatto i compiti di latino, di italiano e neanche di matematica a causa di QUALCUNO di mia conoscenza che non risponde ai miei messaggi. Comunque: parlando della storia, che ve ne pare? Se volete sapere cosa si sono detti Laney e suo padre a cena, non esitate a chiedermelo. Detto questo aspetterò fino alle 11 la risposta di quel QUALCUNO (CHE SPERO ABBIA CAPITO DI COSA E SOPRATUTTO DI CHI STO PARLANDO). Commentate ok? Un bacio, ciauuuuuussssssss.

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