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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Era il
classico giorno piovoso a Forks, tutto era nella norma, Mike Newton
cercava continuamente di fare la corte a tutte le ragazze, il suo
degno compare e amico, Tayler, gli faceva una concorrenza spietata.
Tutta la
scuola sapeva della cotta che Jessica provava per il piccolo Newton e
di quella colossale di Lauren verso Tayler, nonostante fossero ormai
quasi novantanni che vivevo queste cose, non mi ero mai abituato alle
soap opere scolastiche.
Unica
eccezione alla regola a quanto pare era una ragazza di nome Isabella,
figlia del capo della polizia di questa piccola e sperduta cittadina.
Anche
quella mattina, Isabella, dovette dribblare Mike e Tayler,
cominciavano davvero a diventare pressanti.
<<
Hey, Angela! >>
Angela
Weber, la sua amica più sincera.
<<
Bella! >> Le sorrise. << Sei sfuggita alle loro avance e
sei sana e salva. >>
<<
Ha ha ha. >> Le fece il verso ironica.
<<
Hai saputo la novità? >> Vedevo nei suoi occhi una
scintilla di euforia, mentre sembrava che Isabella fosse pensierosa.
<<
No, avanti, sono certa che mi puoi illuminare. >>
<<
Da stamattina, ufficialmente, ci sarà un nuovo studente qui
nella nostra scuola. >>
La
guardò come se fosse impazzita. << E allora? >>
Si fece
più vicina, sussurrandole all'orecchio, quasi fosse un segreto
di stato. << E' un Cullen. >>
Isabella
alzò gli occhi al cielo sbuffando. Una delle cose che non
riesco a capire in questa scuola è perché tutti siano
fissati con i Cullen. Bellissimi, certo. Quasi irreali da tanto sono
belli, ma la cosa finisce li. Almeno per me. Sinceramente non ci vedo
tutta questa euforia...
<<
Bé? Non dici niente? >> Le domandò quasi delusa.
<<
Angela, sinceramente, non mi interessa. >> Le rispose onesta.
<<
Scherzi, vero? >>
Dal suo
sguardo intuì che non scherzava affatto.
Fortunatamente
la campanella venne in suo aiuto. << Ci vediamo a pranzo. >>
La salutò entrando nell'aula di trigonometria, la materia, per
lei, più orribile che potesse esistere.
Si
sedette al suo posto, fortunatamente non divideva il banco con
nessuno, e di questo ringraziavo ogni santo che conoscessi tutti i
giorni.
Estrasse
dallo zaino un quaderno per gli appunti e una matita.
Bene
sono pronta per il massacro.
Mi
veniva da ridere, era troppo buffa.
L'aula
era piena, stavano solo aspettando il professore, stranamente in
ritardo. Pochi attimi dopo, la porta dell'aula si aprì. Il
professor Banner si diresse alla cattedra e dietro di lui, arrivai
io...
Vedevo
chiaramente i loro pensieri su di me, mi osservavano e mi valutavano,
ma non mi interessava nessuno di loro, ero solo curioso di sapere lei
cosa pensava di me...
Mia
sorella Alice mi aveva fatto indossare un maglione marrone a strisce
bianche, si potevano vedere chiaramente i calzini fra la scarpa e
l'orlo dei pantaloni. Gli occhiali erano spessi quasi un dito, i
capelli erano rossicci, tagliati a caschetto. La camicia usciva da
sotto il maglione e attorno al collo avevo una sciarpa marrone scura.
Sentivo
i risolini dei miei compagni di classe.
<<
Ragazzi, vi presento un vostro nuovo compagno. >> Li zittì
il professore, poi si rivolse a me. << Presentati e poi siediti
nella seconda fila. >> Indicò il posto accanto a lei.
<<
Erm... erm... mi chiamo Edward... erm... sono appena arrivato da
Chicago. >>
Tenevo
la testa bassa e mi fissavo le scarpe, dovevo dare l'aria di essere
parecchio in soggezione.
Poverino,
è in imbarazzo.
Ci
furono attimi di silenzio.
<<
Bene, ehm, accomodati al tuo posto. Limitati a seguire finché
non ti metti in pari. >>
Incespicai
più volte, ma alla fine, riuscì ad arrivare accanto a
lei.
Mi fece
un timido sorriso, non riuscì a non contraccambiare.
<<
Ciao. >> Mi sussurrò a bassa voce, il professor Banner
aveva cominciato a spiegare.
Le
lanciai qualche occhiata furtiva, ero stupito che mi avesse rivolto
la parola.
<<
Ehm, ciao. >> Bofonchiai teso.
Tese la
mano verso di me << Io sono Isabella Swan. >>
Questa
volta girai tutto il viso verso di lei, ero veramente stupito. <<
Ehm... Edward Cullen. >>
Mi
strinse la mano, la sua era calda, contro la mia fredda, quasi
ghiacciata.
Ebbe un
brivido.
<<
Scusa... scusa... >> Mormorai afflitto.
<<
No, tranquillo. >>
E'
tenero.
Mi
osservò attentamente. Che pelle pallida... Che occhi!
Sembrano dorati!
Provò
seriamente a capire cosa stesse spiegando il signor Banner, ma era, a
quanto pare per lei, una lingua sconosciuta. Senza rendersene conto
emise un piccolo lamento.
<<
Tutto bene? >>
La mia
voce bassa la fece voltare verso di me.
Che
volto così serio per un ragazzo di soli diciassette anni.
<<
No... >> Si lamentò tenendo sempre la voce bassa.
Mi
avvicinai un po di più.
<<
Non sto capendo nulla. >> Ammise con sguardo afflitto.
<<
Oh... bé... è semplice devi solo invertire queste due e
poi sommare il finale. >>
Mi
guardò con occhi spalancati. << Tutto qui?! >>
Annuì
sempre serio.
<<
E perché diavolo lui la fa così lunga?! >>
Sussurrò veramente stupita indicando la cattedra.
Non
potei non ridacchiare, era troppo divertente vedere le sue smorfie.
<<
Cosa c'è? >> Domandò aggrottando le sopracciglia.
<<
Niente... >> Ridacchiai ancora.
La
lezione si svolse abbastanza tranquilla, ogni volta che guardavo la
sua faccia allibita, mi allungavo verso di lei e le spiegavo con
parole semplici i complessi e arcani misteri della trigonometria.
E' un
vero genio!
<<
Che lezione hai adesso? >> Mi domandò mentre entrambi
mettevamo i libri nelle rispettive borse.
<<
Erm... >> Presi un foglietto dalla tasca dei pantaloni e lo
porsi a lei.
Sfortunatamente
non avevamo le stesse lezioni quel giorno, ma notai con gioia che
parecchie ore della settimana combaciavano.
<<
Sai dove devi andare? >>
<<
Erm... >>
<<
Edificio B. >> Mi indicò con il dito fuori dalla
finestra l'altra ala dell'edificio.
<<
Oh, ok... erm... grazie. >>
Stava
per chiedermi se volessi essere accompagnato, ma due dei miei
fratelli arrivarono in quel momento.
<<
Edward? Andiamo... >> Si interruppero vedendoci assieme.
Isabella
sorrise ad entrambi. << Beh, a quanto pare non ti perderai. >>
Mi ridiede l'orario scolastico. << Grazie ancora per oggi,
Edward. Ci vediamo... >> Mise lo zaino su una spalla e uscì
sotto il sorriso strano di Emmett.
La
mattina passò abbastanza veloce, ogni tanto sentivo i commenti
degli studenti su di me. Erano tutti delusi, si immaginavano chissà
che bellezza mozzafiato, invece nulla.
Ridacchiavo
ancora quando entrai in mensa, scelsi il tavolo più nascosto
di tutti, non credevo che qualcuno venisse a cercarmi, ma comunque,
preferivo evitare anche solo di dare l'impressione di voler
compagnia.
Estrassi
un po' di libri e mi misi a leggerli. Ero conscio dello sguardo dei
miei fratelli. Per quanto andassimo d'accordo, non avevo un rapporto
così stretto con loro. Erano anni che vivevo a Denali. Adesso,
dopo le continue e ripetute richieste di Esme avevo deciso di provare
a vivere con loro. Non era male. In quei giorni, poco prima della
scuola, avevo osservato quasi tutta la cittadina.
Moltissima
gente era pressoché banale, quasi insignificante. L'unica
eccezione era stata proprio Isabella. Il suo modo di fare e di
pensare, mi aveva lasciato interdetto parecchie volte.
C'erano
dei giorni, in cui avevo letteralmente fatto forza su me stesso per
non andarle a parlare di persona.
Non
potevo scoprirmi così, ma la sua mente mi affascinava.
Mike
Newton intanto si sbracciava per farsi vedere, come sempre aveva
tenuto un posto libero per Isabella. Nello stesso tavolo c'erano
diverse persone, Lauren, Jessica, Angela Tayler...
Osservavo
il mio libro, ma nella mente degli altri vedevo chiaramente la sala,
ed eccola li, Isabella, era in fila per prendere una fetta di pizza e
una bottiglietta di limonata.
La vidi
osservare il tavolo dei miei fratelli. Sempre bellissimi, ma
Edward? Dove diavolo... oh, eccolo.
Il
suo sguardo si era posato su di me. Probabilmente si sta
mettendo all'opera per portarsi in pari con il programma.
Appena
libera, prese il vassoio e con un cenno della testa, salutò
Angela, tirando avanti dritta verso di me.
<<
Ciao. >> Mi salutò.
Abbassai
il libro che stavo fingendo di leggere, le sembravo sinceramente
stupito di vederla li. Ma lo ero veramente. Che diavolo faceva lei
qui?
<<
C.. ciao... >>
Mi
sorrise amichevole. << Posso? >> Indicò con lo
sguardo la sedia di fronte a me.
<<
Oh... s..si, certo... >> Un po' goffamente spostai alcuni
libri, le lasciai lo spazio per appoggiare il vassoio sul tavolo.
<<
Grazie. >> Si sedette, aprendo la bottiglietta. <<
Allora, come è andato il primo giorno? >>
<<
Ehm... bene. >> La fissai.
<<
Che c'è? >> Bevve un sorso di limonata.
<<
Oh... scusa, niente... >> Ripresi a leggere il libro.
Addentò
la pizza e notai con divertimento che al tavolo di Angela, Mike e gli
altri mi lanciavano occhiate poco furtive e commentavano la
situazione strana. Anche al tavolo dei miei fratelli sembravano tutti
sinceramente stupiti del fatto che mi trovassi li con Isabella.
Perché
non si è seduto con i suoi fratelli?... Forse non va d'accordo
con loro?
Forse
non si conoscono ancora abbastanza bene per avere un rapporto più
stretto?
Non
sapeva quanto ci aveva preso.
Posò
lo sguardo su di me, avevo in mano il libro di letteratura inglese.
<<
A che punto sei arrivato? >>
Spostai
di lato la testa guardandola, ancora sinceramente sorpreso dei suoi
pensieri.
Mi
sorrise incoraggiante. << Con il programma... a che punto sei?
>> Indicò i libri.
<<
Oh... ehm... buono. Sono quasi in pari... credo... >>
<<
Ottimo. >> Non è facile fare conversazione con lui.
<< Non mangi nulla? >>
<<
Erm... no, sono... molto delicato. Il dottor Cullen mi ha
sconsigliato di mangiare a scuola. >>
<<
Capisco, beh, in effetti, non ti perdi molto. >>
Le feci
un accenno di sorriso.
E'
davvero timido.
La
campanella suonò, ricordando a tutti che ormai la pausa era
finita.
<<
Andiamo? >> Mi propose aspettandomi.
Annuì
veloce, mi aiutò a raccogliere i libri ed assieme ci avviammo
verso l'edificio A.
Nelle
ultime due ore, sentivo che i pensieri di Isabella erano tutti per
me, mi considerava un po strano. Angela era la sua vicina di banco e,
a quanto pare voleva riferirle i commenti dei nostri compagni...
Tutti, a
quanto pare, erano rimasti sconvolti nel vederci a pranzo assieme.
<<
Allora, cosa dicono su di me... >> Bisbigliò ad Angela,
non prestando attenzione alla lezione.
Il suo
sguardo allegro le confermava che di sicuro dovevano esserci
parecchie novità.
<<
Secondo Jessica, tu stai coltivando l'amicizia con Edward per
avvicinarti al resto dei Cullen. >>
Oh...
per favore... che cosa squallida!
<<
Secondo Lauren, tu e il nuovo arrivato siete perfetti assieme. >>
Ridacchiò.
Edward, non sembra uno dei Cullen, mi ispira tenerezza e dolcezza.
Non è perfetto.
<<
Secondo Mike, Edward non ha alcuna speranza... >>
Tipico
di Mike, credere di essere l'unico ragazzo sulla faccia della terra.
<<
Secondo Tayler, stai solo facendo una buona azione... >>
Sospirò.
Possibile
che nessuno abbia in simpatia Edward?
<<
E tu? Cosa dici? >> Era curiosa di sapere cosa pensasse la sua
amica.
Angela
si raddrizzò sulla sedia. << Non lo so. Credo che ti
stia simpatico, ma per adesso non vedo altro. >>
Ecco
perché Angela piaceva sia a me che a Isabella, era sincera e
vedeva le cose per come stavano.
Uscimmo
dall'ultima lezione che stavano ancora chiacchierando, salutò
distrattamente i nostri compagni, non so perché lo feci, ma la
chiamai.
Isabella
si fermò, voltandosi verso di me.
<<
Edward. >> Mi salutò sempre con il sorriso sulle labbra.
<<
Ciao. >> Mi salutò Angela.
<<
Oh... ehm.. ciao. Io... io ti volevo chiedere, se era possibile... >>
Mi sentivo un perfetto cretino a fare la parte dell'imbranato, ma non
potevo fare altrimenti. Davo l'impressione di essere agitato,
continuavo a gesticolare in maniera composta e a straparlare.
<<
Edward, aspetta. >> Mi fermò afferrandomi le mani
fredde.
<<
Angela, ci vediamo domani. >> Salutò la sua amica con un
sorriso divertito. Isabella mi sorprese anche adesso, aveva capito
che il mio modo di fare agitato era per “colpa” della
presenza di una terza persona. Aveva preferito allontanare la persona
in questione piuttosto che allontanare me...
<<
Oh, ma si, certo. A domani, ciao ragazzi. >> Ci salutò
allontanandosi.
Rimanemmo
io e lei, Isabella si voltò verso di me, lasciandomi andare le
mani. Mi sorrise. << Allora, cosa volevi chiedermi? >>
<<
S..si. Ecco, io non vorrei essere invadente. >>
Mi
guardò incoraggiante.
<<
Potresti passarmi gli appunti delle materie... >>
Mi viene
da ridere, tutto questo trambusto per degli appunti. Ma è così
dolce, come si può rifiutare un favore a un ragazzo così?!
<<
Certo, nessun problema. >>
Sorrisi
un po' più rilassato. << Bene... grazie. >>
Sospirai.
Isabella
ridacchiò. << Edward, sei simpatico sai. >> Mi
diede scherzosamente un pugnetto sulla spalla. << Per quando li
vuoi? >>
<<
Oh.. bé, quan.. quando puoi portarli? >>
Si
mordicchiò le labbra pensando. << Anche oggi se vuoi. >>
In effetti non mi pare di avere nulla da fare di così
importante.
<<
Oh, si, va bene, dove? >> Sapevo perfettamente dove abitasse,
ma la recita doveva proseguire.
<<
Aspetta. >> Afferrò lo zaino e lo aprì, prese un
quaderno e strappò un foglio, le porsi una penna. Scrisse
rapida il suo indirizzo e telefono. << Ecco. >> Mi porse
il bigliettino. << E' facile da trovare. >> Mi sorrise.
<<
Ok, grazie... >>
<<
Di nulla, a dopo... >> Mi salutò con la mano mentre
sotto la fine pioggerellina raggiunse il suo pick-up.
Non
distante dal suo mezzo, i miei quattro fratelli osservavano, chi
compiaciuto, chi preoccupato la scena.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Sono sinceramente stupita! In 39 persone lo hanno messo fra i preferiti! E sono solo al primo capitolo! WOW! Sono felicissima!! Anche voi che avete commentato! GRAZIE!!
Stella_del_vespro_87: Grazie mille, sono onorata dalle tue parole!
Silvia_Cullen: Spero che ti piaccia anche questo secondo capitolo
aliceundralandi: Adesso che mi dici? ^_^
vitti: Edward conciato così, effettivamente fa un po ribrezzo ^^
RockAngelz: hahaha^^ anche a te non piacciono gli occhiali di Ed! ^^
pinkgirl: Grazie mille davvero ^_^
pazzerella_92: Hai capito benissimo, Edward da l'impressione di non essere un Cullen ^^ ma a tutto c'è un perchè...
patu4ever: Grazie mille, ci conto di vederti ancora nei commenti ^^
revelation80: Vero?! Ed è un genio ^^
Gius: Eccoti accontentata ^^
Toru85: Grazie del commento, eccoti il secondo capitolo.
BellaCullen88: Edward impacciato è molto tenero per me, ma no, non è da poco vampiro, più avanti spiegherà meglio le cose ^^
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Capitolo
2
<<
Allora, racconta tutto! >> Esclamò Alice allegra, anche
se sapeva benissimo cosa era successo.
<<
Non c'è niente di così bello da dire, Alice. >>
Mi tolsi quei maledetti occhiali fastidiosi, con un gesto irritato mi
portai i capelli indietro.
<<
Non è vero, e tu lo sai... >> Mi rimbeccò. A
volte sapeva essere molto fastidiosa.
<<
Alice, non è successo nulla, abbiamo solo parlato e
gentilmente le ho spiegato quella stupida materia scolastica. Ancora
non capisco perché mi devo agghindare in questo modo. Non
posso semplicemente essere me stesso e basta? Perché devo fare
la parte del secchione timido? >>
La
macchina sfrecciava veloce sotto le gomme della Mercedes nera. <<
Perché, nel caso tu non lo avessi notato, nessuno, a parte
Isabella Swan si è avvicinato a te. Nessuno. Tutte le volte
che abbiamo cambiato scuola e casa, ti sei sempre lamentato che le
sciocche ragazzine umane ti correvano dietro solo perché ci
trovano belli. >> Sbuffò.
<<
E allora? >>
<<
Come sarebbe “e allora?”. Edward, Isabella si è
avvicinata a te non perché tu sia bellissimo, ma per quello
che stai mostrando. >>
<<
Un falso Edward. >>
<<
No. >> Ridacchiò. << Si sincero, a parte il
balbettare, hai recitato oggi? Mentre eri con lei? >>
Dovevo
ammetterlo, balbettamento a parte, non avevo mai recitato con
Isabella, quella parte del mio carattere era assolutamente autentica.
<< No. >> Sospirai.
<<
Appunto. Mi pare che Isabella sia stata bene con te, o sbaglio anche
qui? >>
<<
No, Alice. Non sbagli. Sei contenta? >>
<<
Per adesso si. >>
Parcheggiò
l'auto in garage, precedendomi nell'entrare in casa.
Avevo
ancora un sacco di pensieri su Isabella, era simpatica e con il
tempo, di sicuro saremmo potuti diventare amici.
Un umana
e un vampiro amici. Scossi la testa ridacchiando tetro, se fosse
davvero accaduto, lei sarebbe stata quasi sempre in pericolo al mio
fianco.
Entrai
in casa.
<<
Ciao tappo. >>
<<
Emmett. >> Lo salutai.
<<
Allora, come è andata? >>
Dolce
Esme, sempre in pensiero per i tuoi figli.
<<
Bene. >>
<<
E' andata più che bene! >> Si intromise Alice.
Davvero?!
Sorrise speranzosa mia madre.
Non
potei non annuire.
Oh
Edward! Sono così felice!
Ovvio,
voleva dire che sarei rimasto e non sarei tornato a Denali da Tanya.
Suonai
il campanello, annunciandole il mio arrivo, sentì un gran
trambusto e poi, la porta si aprì, mostrandomi una Isabella
rossa e con il fiato grosso.
<<
Ciao! >> Esclamò sorridente.
<<
C.. ciao. >> Bofonchiai timidamente.
Notò
solo in quel momento che non ero venuto da solo, ma accompagnato da
mia sorella, Alice.
<<
Edward, passo dopo a prenderti. >> Mi urlò da dentro la
macchina.
Annuì
e lei schizzò via, lasciandoci soli.
<<
Vieni dentro... >> Chiuse la porta dietro di me e mi condusse
nella piccola sala. << Accomodati, vado a prendere i quaderni.
>> Indicò la poltrona e corse su per le scala, ci mise
pochi attimi e ricomparve sempre con quel suo sorrisetto felice
stampato in volto.
<<
Eccomi. >> Sistemò i quaderni sul tavolino, mi sedetti
accanto a lei, ero un po restio a starle così vicino, era
strano per me, avere questo tipo di contatti con gli esseri umani. <<
Da quale vuoi cominciare?... >>
Afferrai
un quaderno e lo scorsi abbastanza veloce, su un quaderno aggiunsi
pochi appunti sugli argomenti che non avevo, in teoria, ancora fatto
e poi passai ad un altro, tempo dieci minuti dopo ne presi un altro e
un altro ancora.
Era
sinceramente colpita. Edward a quanto pare ha fatto quasi tutto il
nostro programma scolastico.
<<
Wow... >> Le scappò dalla bocca, trovai i suoi occhi
scuri osservarmi curiosa.
<<
Cosa? >>
Scosse
la testa. << Nulla, solo sono stupita. Hai fatto quasi tutto il
nostro programma di scuola. Credo che sarò io a chiedere a te
delle delucidazioni sugli argomenti, non il contrario. >>
Ammise ridacchiando.
<<
Oh... bé, se vuoi, posso aiutarti... >> Mi schiarì
la voce. << Non sarebbe un disturbo per me. >>
Che
voce melodica. << Davvero? >> Posso sinceramente
sfruttare così questo ragazzo? << Mi piacerebbe.
Oggi mi sono trovata bene, con te. >> Le sue guance assunsero
una temperatura altissima e anche un colorito più acceso del
solito. Sorrise imbarazzata. << Grazie >>
Mi
piace stare in compagnia di Edward, mi sento libera di poter essere
me stessa, di essere libera di esprimere ogni mio parere sia positivo
che negativo. E' strano, perché in fondo, io e lui ci
conosciamo solo da poche ore... eppure, a pelle, sento di potermi
fidare.
I suoi
pensieri mi fecero un immenso piacere, a quanto pare, il mio
carattere le piaceva, forse poco a poco potevo eliminare quest'aria
da imbranato e riprendere il mio vero aspetto.
Mi fissò
mentre guardavo il mio orologio. << Bé, Alice verrà
fra un paio d'ore a prendermi, se vuoi.. se hai qualche cosa da
chiedermi... sono qui. >> Sorrisi mesto.
Mi
guardò intenerita. << Non ti da fastidio? >>
Ridacchiai.
<< No. >>
Ho
l'impressione che si stia piano piano abituando alla mia presenza,
non balbetta più come prima.
Prese il
quaderno di trigonometria e lo aprii. << Ecco. Diciamo che
questa materia, non è proprio la mia preferita. >> Di
nuovo quel rossore sulle guance.
Mi
sistemai meglio gli occhiali e lessi qualche riga. << Non è
difficile, guarda... >> Avvicinò il suo volto dove
indicavo la riga in questione.
<<
Devi solo... >> E partii in una spiegazione semplice e concisa
dei vari termini e formule della materia.
E'
affascinante ascoltarlo. Ha un modo di esprimersi che ricorda le
persone del novecento. La sua voce poi, è veramente
incantevole. Potrei ascoltata per ore senza mai stancarmi. Non ci
vuole molto a capire che Edward, è un genietto. Un vero e
proprio so-tutto-io.
Sobbalzammo
entrambi quando la porta di casa si aprì e suo padre fece il
suo ingresso.
<<
Papà!? >> Corse con lo sguardo sull'orologio da polso.
Era tardissimo, quasi le venti.
<<
Bells... chi è questo ragazzo. >> Fece qualche passo
verso di noi.
Mi alzai
e molto educatamente mi presentai. << Sono Edward Cullen. Sono
il nuovo compagno di Isabella. >> Gli porsi la mano.
<<
E' un piacere Edward. >> Ricambiò la stretta. <<
Ti fermi con noi a cena? >>
<<
Veramente... >>
In quel
momento il campanello suonò, Charlie aprì la porta,
trovandosi davanti una sorridente Alice.
<<
Oh, buona sera Capo Swan, sono Alice Cullen. Sono venuta a prendere
Edward. >>
<<
Entra pure Alice. >> Si spostò per farla entrare.
<<
Grazie. >>
Entrambi
entrarono in salotto, io e Isabella stavamo mettendo via i libri.
<<
Ecco, abbiamo finito. >> Sorrise. Un po mi dispiace che se
ne vada. << Grazie ancora Edward. Sei stato gentilissimo.
>>
Le
sorrisi leggermente imbarazzato. << Di nulla... >>
Osservai
Alice vicino a Charlie, sembrava stesse gongolando felice...
<<
Ci vediamo domani. >> Mi salutò sulla porta, io annuì
silenzioso.
Sicuramente
ci saremmo visti, mi piaceva la sua compagnia, con Isabella, il
mostro dentro di me, taceva...
In
macchina, Alice non disse una parola e stranamente anche la sua mente
continuava a fissarsi su un completino di pizzo che aveva visto in un
negozio a Port Angeles.
Cosa
diavolo stava succedendo? Possibile che negli anni in cui ero
monacato da casa, mia sorella fosse cambiata così tanto? Me la
ricordavo più invadente e ficcanaso.
<<
Tutto bene, Alice? >> Non posso evitare di chiederglielo.
<<
Benissimo. >> Si voltò verso di me sorridente. <<
Adesso che se qui, andrà tutto benissimo. >>
Ah,
credo di aver capito, finalmente la famiglia si è riunita, la
pecorella è tornata all'ovile...
Sbuffo
leggermente, a nessuno della mia famiglia è mai piaciuta molto
Tanya e soprattutto, il fatto che io avessi deciso di vivere a Denali
con lei.
Esme,
sapevo che aveva sofferto molto, mi considerava come un vero figlio e
il sapermi così distante, l'aveva rammaricata tantissimo.
In
effetti, ora che ci pensavo, non capisco nemmeno io le motivazioni
che mi avevano indotto a rimanere con Tanya.
Lei era
bellissima, molto seducente. Aveva mostrato un chiaro interesse per
me, eppure, in questi anni in cui avevamo vissuto assieme, avevo
sentito che lei non mi completava, non mi faceva sentire me stesso...
non era la donna per me.
Avevamo
anche discusso, non accettava il fatto che volessi andarmene.
Sospirai di nuovo, non potei evitare di fare il paragone con
Isabella, lei era molto dolce e sincera. Tutti i suoi pensieri
rispecchiavano quello che diceva, non aveva secondi fini e da quello
che avevo intuito, doveva essere una persona tremendamente leale.
Le mie
labbra si distesero, il solo pensarla, mi faceva stare bene.
Aveva
anche un buonissimo profumo, molto dolce e delicato, stare vicino a
lei non era una sofferenza, sembrava quasi che riuscisse a placare la
mia parte vampiresca. Accanto a lei, mi sentivo umano.
Era
assurdo da pensare, eppure, era così. Il suo sangue non mi
tentava come quello degli altri umani.
Arrivammo
a casa qualche minuto dopo, Esme e Carlisle erano fuori a caccia,
Emmett e Rose erano in sala a guardare un programma sulle auto
sportive. Jasper venne incontro ad Alice, trascinandola su per le
scale.
Io
rimasi li, invidiandoli. Avevano tutti la loro compagna, erano
completi, felici. Perché io non riuscivo a trovarla? Dove
potevo cercarla? E soprattutto, come l'avrei riconosciuta?
Dio mio!
Ma perché mi ponevo tutte queste domande? Basta! Per adesso
avrei vissuto la mia eternità giorno per giorno, senza
aspettarmi più nulla, senza cercare nulla.
Ora come
ora, mi sarei goduto questa strana amicizia che stava nascendo con
Isabella.
La notte
aveva ricoperto tutto, ma per noi vampiri consisteva solo in un
misero cambiamento delle tonalità dei colori.
Guardavo
il bosco dalla vetrata di camera mia, odiavo la notte, era
lunghissima e non avevo nulla per distrarmi. Sbuffai, dovevo
aspettare che il sole sorgesse di nuovo...
Rimasi
immobile per tutto il tempo, osservando e guardando i miei familiari
uscire più volte sotto la luce delle stelle, chi per cacciare,
chi solo per passeggiare. Non riuscivo a sentirmi completamente parte
di questa famiglia, il senso di incompletezza era tornato prepotente
a tormentarmi.
Fortunatamente,
con l'arrivo del mattino, la vita degli abitanti di Forks riprese, mi
cambiai, pronto anche quel giorno ad impersonare un Edward imbranato.
Non vedevo l'ora di smettere quella farsa, ma ammetto che nel
profondo, mi piacevano le attenzioni che Isabella mi dedicava. Me le
avrebbe dedicate lo stesso se le avessi fatto vedere come ero in
realtà?
Era una
domanda che per adesso non aveva ancora una risposta.
<<
Andiamo... >> Mi chiamò Jasper, precedendomi all'uscita.
Arrivammo
a scuola in pochi minuti, gli studenti stavano arrivano, ancora
sonnacchiosi, io facevo vagare lo sguardo, cercavo lei.
Sentì
distintamente il motore del suo pick-up, sembrava un carro armato.
Non fece
in tempo neanche a fare due passi fuori dal suo mezzo che Mike e
Tayler le furono addosso.
Mi
infastidì la cosa, non potevano avere un po' di rispetto per
lei?
Sembravano
delle api in cerca del miele...
Oddio,
rincominciamo... Sospirò Isabella, cercando di essere
gentile con loro, mentre tentava di entrare a scuola.
La seguì
nelle menti degli altri studenti, sembrava più nervosa del
solito, poi capì il perché. A quanto pare, si aspettava
in ogni momento l'invito al ballo da Tayler e Mike, sapeva che
avrebbe dovuto faticare parecchio per rifiutare le loro avance.
Il
piccolo Newton, e anche il suo compare, aspettavano solo il momento
propizio per invitarla al ballo di primavera.
Le sue e
le mie lezioni furono abbastanza tranquille, i mormorii sul mio
abbigliamento erano ancora in voga. I pensieri di tutti questi
teenager dopo poco diventavano noiosi e ripetitivi.
Finalmente
arrivò la tanto sospirata e agognata pausa pranzo. Presi
possesso del tavolo più isolato, come il giorno prima. Non
sapevo se Isabella si sarebbe unita ancora a me, ma dentro di me, ci
speravo.
La sedia
davanti a me si spostò e accolse la figura minuta di Isabella.
La
guardai sinceramente stupito.
<<
Ciao! >> Mi salutò sorridente.
<<
C..ciao. >>
<<
Allora, come mai quella faccia stupita? >> Mi domandò
bevendo un sorso dalla sua bottiglietta.
<<
Sono, stupito. >> Ammisi sincero.
<<
Vedila così, sei l'unico che mi tratta in modo normale e non
mi assilla. Sei la mia ancora di salvezza! >> Addentò la
mela rossa che aveva con se.
Ridacchiai,
io ero la sua ancora di salvezza.
<<
Dai, dimmi sinceramente, chi inviterai al ballo? >> Accavallò
le gambe e mi fissò serena.
<<
Ehm... ballo? >> Credeva davvero che avrei invitato qualcuna?
Perché secondo lei, avevo qualche chance di andarci con una
ragazza?
<<
Si, non hai visto nessuna da invitare? Qualcuna che ti possa piacere?
>> Diede un altro morso alla mela e fece dondolare il piede.
<<
Ehm... no. Io non vado al ballo. >> Mormorai a bassa voce.
<<
Allora siamo in due. >>
<<
Come? >>
<<
Ho detto, che allora siamo in due a non andarci. >>
La
fissai confuso. << Perché tu non ci vai? >>
Si
guardò attorno con aria da cospiratrice, la sua voce si
abbassò ancora di un tono. << Sono due motivi. Il primo
è che non c'è un cavaliere che mi vada a genio. >>
E fin li, potevo capirla. << Il secondo è che... >>
Si guardò ancora attorno. << non so ballare. >>
Fece una smorfia buffissima, e li, mi scappò una risata a
malapena contenuta. Sembrava che dovesse rivelarmi chissà
quali motivi.
Oddio!
Bella sei troppo simpatica!
E'
bello vederti ridere.
La vidi
sorridere compiaciuta.
<<
Dovresti ridere di più, ti dona sai. >>
In quel
momento, pensai alla mia vita, non avevo mai avuto molte occasioni
per ridere, ma con Bella, veniva tutto così naturale.
<<
Bella, non ho avuto molte occasioni per ridere... >> Ammisi.
Bella?
Mmm, si mi piace. << Bella? E questo nomignolo da dove lo
hai preso? >>
<<
Oh, scusa... scusa io... >>
<<
No, no. Mi piace. >> Mi rassicurò. << Ti autorizzo
ad usarlo! >> Ridacchiò.
Le
sorrisi contento.
Oh,
un altro bel sorriso!
<<
Oh, un altra cosa. >> Mi disse. Ero sinceramente curioso. Si
allungò verso di me, e prima che riuscissi a capire, le sue
mani mi spostarono la frangia che copriva buona parte del volto. <<
Così va meglio. E' bello vederti Edward, non nasconderti. >>
Se fossi
stato umano, sarei arrossito.
<<
Oh.. ok ... >> Non sapevo più che dire.
Mi
guardò in uno strano modo. << Che c'è? >>
<<
Sono curiosa. Perché non hai avuto molte occasioni per
ridere?... >> Sospirò. << Scusami... non
rispondermi io... >>
<<
No, va bene. Ehm... ti posso rispondere... >>
Mi
guardava in silenzio, aspettando che continuassi.
<<
... bé, la mia storia non è molto divertente. I miei
genitori sono morti di malattia. >> La vidi sgranare gli occhi.
Oddio!
Edward, mi dispiace...
Fece per
interrompermi ma io proseguì. << Il dottor Cullen mi ha
adottato, ma io sono rimasto a Denali, in Alaska. Avevo trovato una
ragazza, si chiamava Tanya. Lei, era molto... bella, la sua famiglia
mi ha tenuto con se. >> Mi fermai un attimo, guardandola
attento, i suoi pensieri erano veramente dispiaciuti per me. <<
Per un sacco di tempo, io e Tanya ci siamo frequentati... ma poi...
ho capito che non provavo nulla per lei.. per me, era come una
cugina, più o meno. >> Sorrisi mesto, stavo dicendo una
mezza verità, occultando il fatto di essere un vampiro e che
anche Tanya lo fosse. << Poi, Esme, la mia attuale madre, mi ha
chiesto nuovamente di unirmi a loro, qui a Forks. E così,
eccomi qui. >>
La mano
di Bella afferrò la mia, stringendola con affetto. << Mi
dispiace sinceramente, Edward. Scusami se ti ho chiesto di
raccontarmi la tua storia. >>
Possibile
che il freddo della mia mano non le desse fastidio? Non provava
ribrezzo?
<<
Non fa nulla, davvero. >> Che strano, mi trovavo io a
rassicurarla.
Lasciò
la presa sulla mia mano e quella mancanza di contatto fra di noi, mi
lasciò per un attimo vuoto.
Mi
piaceva il calore che lei emanava, era rassicurante.
<<
Credo sia meglio andare. >>
Ci
guardammo attorno, nessuno dei due aveva sentito la campanella
suonare, la caffetteria era vuota.
<<
Oh cavolo! Sono in ritardo! >> Scattò in piedi. <<
Ci vediamo!! >> Corse via verso il corridoio.
Isabella
Swan, era di sicuro l'unico essere umano che sapeva sorprendermi.
Osservai
ancora la mano che mi aveva stretto e provai un piccolo moto di
tristezza, prima o poi, lei si sarebbe innamorata di qualcuno e
allora, mi sarei dovuto mettere da parte.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Sinceramente sono molto colpita! in 70 l'avete messa fra i preferiti! E sono solo al secondo capitolo! WOW! GRAZIE! E un GRAZIE ancora più grande va a voi che commentate!
=================================================================
Capitolo
3
Al suono
dell'ultima campanella, tutti gli studenti della Forks High School si
fiondarono fuori dall'edificio, Bella correva come una pazza,
sembrava che avesse dei lupi alle calcagna.
Forse
c'è l'ho fatta!!
Esultò
mentalmente, lo zaino le dondolava furioso sulla schiena, saltò
una piccola pozzanghera. Era quasi arrivata al suo pick-up, quando
inchiodò di colpo.
Noo!!
Merda!! Non è possibile! E' un incubo!!
Si voltò
verso la scuola, correndo nuovamente verso l'edificio.
Merda!
Merda! Merda! Merda!
Dentro
di me stavo ridendo come un cretino. Mike Newton era appoggiato al
suo pick-up, inattesa di lei per invitarla al ballo.
Mi
dispiaceva per lei, aveva quasi sfidato le leggi di gravità
per correre via dai suoi pretendenti.
Camminai
tranquillo lungo il corridoio della scuola, stavo per imboccare
l'uscita quando due mani candide si aggrapparono alla mia giacca.
Sapevo
benissimo chi fosse.
<<
Ti prego aiutami! >> Mormorò implorante nascondendosi
dietro la mia schiena.
Ridacchiai.
<< Bella, che stai facendo? >>
<<
Bé... sei mio amico Edward? >>
<<
Si, certo. >> Mi sentivo un po' idiota a parlare con lei
aggrappata alla mia schiena.
<<
Gli amici si proteggono fra loro, giusto? >>
<<
Giusto >> Trattenni una risata.
<<
Ottimo, allora tu... mi proteggi da loro. >> Da sotto il mio
braccio sbucò la sua mano che indicava Mike e Tayler vicino al
suo mezzo. Poco dopo da sotto il mio braccio, sbucò anche la
sua testa.
<<
Ehm... Bella? >> La chiamai, lei alzò il suo viso verso
di me, dovetti trattenere tutto me stesso per non ridere a quella
scena e da quello che sentivo, anche i miei fratelli dietro di noi se
la stavano spassando alla grande.
Hai
capito il nostro Eddino! Oddio,
ti prego, non Emmett.
Che
diavolo stai facendo idiota? Grazie
Rosalie...
E'
un nuovo modo di attaccare gli umani? Jasper,
per favore...
Aspetta
che lo sappia Esme! Farà i salti di gioia!! Alice...
Con la
mano indicai a Bella di guardare dietro di noi, si ritrasse dal mio
braccio e si voltò.
Oh
che figura di merda doppia!!
Oh
cielo! Ma dove le trovava queste esclamazioni! Sorrisi.
<<
Ehm... ti serve un passaggio Isabella? >> Domandò Alice
facendosi avanti.
Oddio,
e adesso, che dico? <<
Ehm... in teoria no... >> Guardò ancora verso il suo
pick-up. I suoi spasimanti erano ancora li.
<<
Perché non gli dici che non vai al ballo con loro e basta? >>
Domandai.
<<
Bé, perché ci rimarrebbero male... >>
La
fissai per un attimo. << Inventati che vai a trovare tua madre.
>>
<<
Già usata l'anno scorso e anche l'anno prima... >>
<<
Mmm.. >> Sospirai. << Digli che non vai al ballo e basta.
>>
<<
Ci ho provato, ma loro insistono. >>
<<
Che scusa gli hai propinato? >>
I miei
fratelli ci osservavano curiosi e compiaciuti.
<<
Bé, gli ho detto che rimanevo a casa a studiare... >>
Ci
credo che insistono, sanno che è li e che è libera.
Emmett
aveva ragione.
<<
Bella, l'unica soluzione è affrontarli. >>
Fece un
verso strozzato e mi guardò come se dovesse andare al
patibolo. Si stava immaginando la scena di lei con le catene ai polsi
che andava diritta nelle mani dei suoi aguzzini.
Mi stava
venendo da ridere, Bella la faceva più grave di quanto non
fosse.
<<
Vuoi che ti accompagni? >> Mi sforzai di rimanere serio.
Siii!!!
Oddio si! Ti prego!! <<
Hem... se non ti fa nulla. >>
Le
sorrisi incoraggiante.
Guai
a te se mi molli li da sola! Ti vengo a prendere e tu uccido! Il
suo pensiero venne corredato da una eloquente immagine di lei che mi
soffocava con un cuscino.
Ridacchiai
silenzioso.
Oh
eccola! Che diavolo! Sempre con lui appresso!!
Netwon
cominciava a stancarmi...
Possibile
che Isabella stia sempre con lui?!
Anche
Tayler cominciava ad essere una piccola spina nel fianco.
<<
Ciao Bella! >> La salutò affettuoso come un cocker il
piccolo Newton.
<<
Mike, Tayler... vi dispiace spostarvi? Dovrei andare a casa... >>
Rispose gentilmente, sperando ancora di evitare la terribile
catastrofe del ballo.
<<
Veramente Bella, avremmo qualcosa da chiederti. >> Mike si fece
avanti di un passo.
<<
Ah si? >>
E brava
la mia Bella che faceva l'ingenua.
<<
Con chi vai al ballo? >>
Bella
prese un bel respiro profondo. << Io non... >>
<<
Non dirmi che non ci vieni, ogni anno inventi una scusa diversa. >>
Merda
secca! <<
Ehm, non sono scuse e comunque, quest'anno non vengo al ballo. >>
<<
Qualunque cosa sia, non puoi rimandare? >> Tayler si stava
facendo insistente.
Quello
che vidi nelle loro menti mi lasciò basito, erano già
stati invitati. Avevano lasciato in sospeso l'invito di Jessica e
Lauren perché speravano entrambi che Bella li invitasse. Ma si
poteva essere più villani?
<<
Ehm... >> Decisi di intromettermi nel discorso. << io...
io sapevo che Jessica e... Lauren vi avevano già invitato. >>
Tutti
gli sguardi si puntarono su di me.
Ma tu
che diavolo vuoi?!
Ma ti
fai i fatti tuoi stupido di un Cullen?!
Dentro
di me sogghignai, uno per Edward il vampiro e zero per i patetici
umani.
Bella li
fissò con occhi spalancati. << E' così?! >>
<<
Bé, ecco... >> Tentennarono entrambi, imbarazzati e
vergognosi. Ovviamente mi lanciarono mille e mille insulti.
<<
Speravamo che venissi con uno di noi... >>
<<
Non.vengo.al.ballo! >> Scandì ogni parola con rabbia
malcelata. << E adesso, scusateci, io e Edward, dobbiamo
andare. >>
Si
spostarono dal pick-up, non prima di avermi lanciato due occhiate
assassine. Buffo, io ero un assassino e loro credevano di
intimorirmi.
Salì
sul mezzo con Bella, ingranò la prima e uscimmo dal
parcheggio.
Era tesa
e molto molto arrabbiata.
<<
Ehm... Bella, vuoi che... guidi io? >>
Oh
Edward, sei sempre così carino con me...
Mi
sorrise. << Si, forse è meglio... >> Accostò
e facemmo scambio di posto.
<<
Grazie. >> Mi disse di nuovo una volta ripartiti.
<<
Di nulla, a che servono gli amici? >> Accennai ad un sorriso.
Ridacchiò.
Sono felice di averti
conosciuto, Edward Cullen
Anche io
lo ero, anche io...
Fortunatamente
la fine pioggerellina aveva smesso di scendere, i nuvoloni rimanevano
comunque, ricordandoci la loro presenza.
Parcheggiai
il pick-up davanti a casa Swan.
<<
Dai, vieni dentro... >> Mi propose la mia Bella.
Entrammo
in casa, Charlie era alla centrale, sarebbe tornato solo in tarda
serata.
<<
Ti va di guardare un film? >> Mi propose.
<<
Si, volentieri. >>
Mi
indicò il divano e mi sedetti, la osservai infilare un dvd nel
lettore e poi, prese posto accanto a me.
<<
Grazie ancora per oggi. >> Mi disse, poco prima che i titoli
iniziali comparissero sullo schermo.
<<
Di nulla. >> Mormorai, e il film iniziò.
Passammo
due ore tranquille a guardare Orgoglio e Pregiudizio. Avevo letto il
romanzo della Austen.
<<
Adoro il personaggio di Darcy. >> Mi sussurrò Bella.
<<
Perché? >> In effetti, era affascinante, ma nel romanzo,
sapevo che aveva un caratteraccio, non era ben considerato. Solo alla
fine si scopriva il suo vero carattere.
<<
E' affascinante. Tutti lo considerano snob e crudele, ma alla fine è
una vera sorpresa! Elizabeth è molto fortunata a sposarlo. >>
<<
Ti piacciono i romanzi di Jane Austen? >>
Si voltò
verso di me. << Li adoro! >> Non capivo se fosse il
riflesso della tv o se nei suoi occhi ci fosse una qualche forma
strana di luce... perché mi sembrava che stessero
letteralmente luccicando.
Fino a
questo punto amava i romanzi della Londra vittoriana?
<<
Li ho letti anche io. >> Ammisi. << Li trovo molto belli.
>>
<<
Si, ma il mio preferito è Cime Tempestose. >>
La
guardai allibito. << Come fa a piacerti? I due personaggi
principali si odiano e muoiono. >>
<<
Si, ma nel libro, si sente che si amano profondamente, l'odio è
dettato dall'amore... >>
<<
Sai, mi stupisci sempre. >>
Sorrise
compiaciuta.
<<
Che musica ascolti? >> Adesso ero ufficialmente curioso. Era
raro trovare una ragazza a cui piacessero i romanzi della Austen. Le
ragazze “moderne” neanche sapevano cosa trattavano.
<<
Un po di tutto, ma adoro Claire de Lune di Debussy. >>
Ma io la
sposo!! Ok Edward, mantieni la calma! Le piaceva Claire de Lune di
Debussy! Avevamo praticamente gli stessi gusti!
Cercai
di riprendermi.
<<
Ti piace Debussy? >>
<<
Molto. >>
<<
Anche a me. >> Oddio, sembravo un imbranato totale! Mancava
solamente l'apparecchio ai denti ed ero a posto.
Contegno
Edward! Contegno!
Posizionai
meglio gli occhiali sul naso, mi stavano dando un sacco di fastidio.
<<
Ma tu, ci vedi anche senza? >> Indicò gli occhiali
spessi un dito.
<<
Si. Sono solo... ehm... riposanti. >>
Si
allungò verso di me e me li sfilò. << E' bello
vederti, te l'ho già detto. Non nasconderti. >> Hai
degli occhi così belli!
<<
Ok... ehm... niente più occhiali... >> Presi gli
occhiali e li misi via. Da oggi in poi, basta con gli occhiali.
Almeno era un fastidio in meno, e poi, a Bella piacevano i miei
occhi.
<<
Ottimo! >> Esclamò contenta, tirò su le gambe,
appoggiandosi a me.
Mi
irrigidii, ero nuovo a queste sensazioni. Mi sentivo come un ubriaco
euforico, eppure, il mostro dentro di me dormiva, anzi, stava facendo
le fusa...
Stare
vicino a lei, mi calmava. E la cosa, mi piaceva un sacco.
Pochi
attimi dopo avvertii il suo respiro regolare, spostai la testa
guardandola. Si era addormentata.
Aveva
un'aria così indifesa. Sembrava una bambina.
Provai
qualcosa, nel profondo del mio petto, qualcosa di molto forte e
caldo. Per un forte istante, avevo avvertito l'impulso di sfiorarle
il volto con la mano. Ma non lo feci.
Lei era
tranquilla e io stavo bene con lei vicino. Per il momento, poteva e
doveva bastarmi.
La tv
perse importanza, la guardai dormire e osservai i suoi sogni, erano
buffi e incoerenti, finché ne incominciò uno che mi
gelò.
C'era
lei, in un bosco, correva, aveva paura. Scappava, ma non capivo da
cosa, era sfuocata l'immagine.
<<
Aiuto!! Aiuto!! >> Urlava con il fiato corto.
L'immagine
divenne nitida. Era inseguita da... un licantropo!
La vidi
inciampare, d'istinto ringhiai. Sapevo che era solo un sogno, ma il
vederla così indifesa e impaurita, risvegliava il vampiro in
me.
Il
licantropo stava per attaccarla, Isabella chiuse gli occhi, ma non
accadde nulla... dal niente, era sbucata una figura longilinea, un
ragazzo... la pelle chiara, troppo chiara... si mise in posizione di
difesa davanti a lei, ringhiando contro il licantropo. Isabella si
nascose fiduciosa dietro di lui. << Stai attento... >>
Vampiro
e licantropo si stavano sfidando...
Ma
quello che mi sconvolse di più, fu capire che quel ragazzo,
ero io. Ma non era l'Edward che Bella conosceva. No, quello era il
vero Edward. Edward Cullen, il vampiro dai capelli sparati in tutte
le direzioni, l'Edward Cullen vestito all'ultima moda. L'Edward
Cullen, che presto sarebbe ricomparso...
Come
poteva Isabella conoscermi? Come?
Avvertii
un cambiamento, i sogno sfumò nel nero, il suo battito si fece
più rapido, ancora pochi istanti e avrebbe ripreso
conoscenza...
<<
Hey... ben svegliata. >>
Aprì
piano gli occhi, sollevandosi. << Scusa... mi sono
addormentata. >>
Cercai
di essere disinvolto. << No, tranquilla. >>
Sbadigliò
ancora.
<<
Cosa stavi sognando? >>
<<
Mmm? >>
<<
Ti sei agitata, era... un incubo? >>
Mi
guardò con occhi ancora un po sonnacchiosi. Cosa ho
sognato.... bho, e chi se lo ricorda...
<<
Non ricordo... >> Ammise.
Non
sapevo se esserne rincuorato oppure no, ma ricordavo perfettamente
che Isabella, nel sogno era preoccupata per la sorte del vampiro. Che
non si fosse accorta della sua natura?
Possibile...
La porta
di casa si aprì e l'ispettore Swan fece il suo ingresso.
<<
Bella, sono a casa... >> |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Silvia_Cullen; Sono sinceramente felice che ti piaccia questa storia ^_^
JessikinaCullen; Grazie tantissimi per i complimenti ^^ Sono felice che la storia porti questa ventata di allegria ^^
Patu4ever; Sono contenta che ti piaccia, più che la reazione di Charlie, dovrete vedere quella di Bella ^^
Bella_kristen; Grazie mille davvero per il tuo commento ^^ Sinceramente io odio Jacob, non lo sopporto neanche nel libro della Meyer, figurati nelle ficci. Edward effettivamente, qui si fa meno paranoie, adesso, sono curiosa di sapere cosa ne pensi di questo capitolo ^_^
Totta91; Haha^^ spero di averti soddisfatta con la reazione di Bella in questo capitolo! ^_^
Eka; Eeehh, ultimamente ne scrivo parecchie, pensa che ne ho già delle altre in cantiere e tutte quasi finite ^_^
Damaristich; hahahahaaa ^___^ Grazie davvero! Ho aggiornato, quindi mi ritengo salva! ^_^
BellaCullen88; A quanto pare, la scena dove Bella sfugge agli ammiratori, sta spopolando! ^_^ Sono contenta! Jacob è un'incognita, io lo odio, perciò, cerco sempre di non metterlo troppo in mezzo alle mie ficci, ma ogni tanto fa la sua comparsa... ^^
Florence; Grazie davvero, mi ha molto toccato il tuo commento! I pantaloni stile acqua in casa sono da morire! XD Si, effettivamente mi sono accorta che la parte del sogno non ha i tempi corretti, ma ultimamente ho poco tempo, sa per scrivere che per correggere, perdonatemi ^_^ Ma ad ogni modo, mi piace quando mi fanno notare queste cose, vuol dire che ho delle ottime lettrici! ^^ Ne sono fiera! Senza contare che proprio grazie a questi commenti costruttivi mi accorgo anche io stessa degli errori che faccio. Perciò: GRAZIE! ^___^ Ci vediamo al prossimo commento! ^^
Toru85; Sono contenta che ti piaccia, adesso, che mi dici della reazione di Bellina?? ^__^
Vitti; Sono contenta di averti fatto un bel regalo e perdonami per gli orrori che ogni tanto scrivo ^^ Ma sono sinceramente contenta che ogni tanto me li facciate notare, come ho scritto prima anche ad un altro commento, vuol dire che le mie lettrici, sono attente e vogliono che la storia sia scritta meglio perché piace ^___^ GRAZIE!! Un baciottone Goten
===================================================================
Capitolo
4
Ero
tornato a casa da poco, Alice era passata a prendermi, sempre
puntuale per evitare l'invito a cena dell'ispettore Swan.
Ripensavo
al sogno che Isabella aveva fatto e alle parole che aveva sussurrato.
Temeva davvero per la mia incolumità in quel sogno... si
fidava di me a tal punto?
Scossi
la testa un po affranto. Non avrebbe dovuto, invece, lei sembrava
fidarsi ciecamente di me. Di un vampiro.
Edward,
va tutto bene?
Carlisle
era alla porta di camera mia.
<<
No. >> Sospirai. << Ho molte domande, e nessuna
risposta... >>
Entrò
mettendosi accanto a me. A cosa servono i genitori? La tua
famiglia è qui, dimmi cosa ti succede...
E' vero,
la mia famiglia era li, e io li stavo tenendo fuori da quello che mi
stava accadendo.
<<
E' complicato. >> Mi presi una manciata di secondi per
riordinare le idee ed esprimergli i miei dubbi. << A scuola, ho
conosciuto una ragazza, Isabella. >>
Alice
glie ne aveva già parlato, ma aspettò che continuassi.
<<
Lei, non si è limitata al mio aspetto esteriore, o almeno, a
quello che ho mostrato pubblicamente a scuola. Lei, si è
avvicinata, è diventata... una mia amica. La mia sola amica.
>>
E
questo ti turba?
<<
No, anzi. E' bello stare vicino a lei. Io, riesco a controllare il
mio lato vampiro. >>
Sentii
il suo sguardo su di me. In che senso? Spiegati, Edward...
<<
E' come se dormisse, mi sento umano accanto a lei. So di dover sempre
dosare la mia forza e velocità. Ma non sento così
impellente il richiamo del sangue. Il vampiro dentro di me, dorme, si
assopisce. >>
Sbaglio
o i suoi occhi sembravano felici?
<<
Oggi però, è successa una cosa strana... eravamo a casa
sua, stavamo guardando un film e lei, si è addormentata. A
cominciato a sognare... era inseguita da un licantropo. Alla fine, ha
sognato me, il vero me. L'Edward vampiro, che la salvava! Si era
addirittura preoccupata che io non mi facessi male! >>
Guardai
Carlisle ancora scosso. << Come è possibile? >>
<<
Non lo so... non lo so... questa cosa mi sta tormentando. >>
Mise una
mano sulla mia spalla. << Penserò a quello che mi hai
detto, forse riusciremo a capire e a dare una risposta alle tue
domande. >>
Lo
guardai sinceramente commosso. << Grazie papà. >>
Carlisle
mi abbracciò come se fosse il mio vero padre. << Ben
tornato a casa Edward. >>
E
finalmente mi sentì davvero al mio posto nella mia famiglia.
Adesso
era il caso di chiamare Alice, dopotutto, Edward Cullen avrebbe fatto
finalmente il suo ingresso a scuola fra poche ore.
Un lieve
bussare alla porta mi annunciò l'arrivo di mia sorella.
<<
Vi lascio. >> Ci salutò Carlisle uscendo dalla stanza.
<<
Alice. >> La salutai.
<<
Ho visto. Finalmente torneremo ad essere una famiglia. >> Mi
abbracciò di slancio. << Forza! Abbiamo solo questa
notte per farti tornare a splendere! >>
<<
Aspetta! >> Le afferrai le mani. << Prima... voglio
sapere cosa farà Bella. Come prenderà il mio
cambiamento?... >>
La vidi
concentrarsi e poi...
<<
Grazie, Alice. Bene, cominciamo. >>
Saltellò
da una parte all'altra della stanza aprendo gli armadi e tirando
fuori tutto l'occorrente. Finalmente, Edward Cullen era tornato.
Osservai
con un sorriso sghembo, la mia folle sorella, bastava dare ad Alice
carta bianca per il proprio look e la facevi felice.
Quando
scesi, vidi nelle menti di tutta la mia famiglia il mio aspetto. Ero
tornato con i miei soliti capelli tirati indietro, niente occhiali,
niente pantaloni alla caviglia. Alice aveva rimodernizzato il mio
guardaroba.
<<
Adesso sei un Cullen! >> Esclamò Emmett dandomi una
pacca sulla schiena.
Ci
sei mancato, fratello!
<<
Anche voi... >> Mi guardai attorno e le vidi, appese al loro
posto. << Andiamo? >> Afferrai le chiavi della mia Volvo,
non vedevo l'ora di rimettermi al volante. Dal garage di casa Cullen
uscirono due macchine; la jeep di Emmett e la mia Volvo.
Adesso,
mi rimaneva solo, Isabella.
Sorrisi,
la visione di Alice era buona, speravo che nulla potesse influire
negativamente quella mattina.
<<
Andrà bene. >> Mi rassicurò mia sorella.
<<
Dici? >>
<<
Io ho sempre ragione, Edward. >>
In
effetti, era impossibile andare contro le visioni di Alice.
Leggermente
più rincuorato, premetti l'acceleratore più a fondo,
ancora pochi minuti e Isabella avrebbe conosciuto il vero me.
Parcheggiai
poco distante dalla jeep di Emmett, in molti si erano voltati verso
di noi, curiosi di sapere a chi appartenesse questa misteriosa Volvo
argento.
Lo
sbavare e la tachicardia delle ragazze, quando uscii dalla macchina,
fu peggio che in un concerto rock!
A fatica
riuscì a non mostrare lo sconcerto per i loro pensieri volgari
e addirittura a luci rosse che si erano fatte.
Ma la
cosa più sconvolgente era che solo adesso cominciavano a
riconoscermi.
Il
rumore del pick-up di Bella attirò la mia attenzione. Mi
sentivo teso, quasi terrorizzato. Nonostante la visione di Alice,
temevo che qualcosa potesse cambiare...
Aspettai
vicino alla macchina il suo arrivo, che avvenne qualche minuto dopo.
Isabella,
uscì dal pick-up, con le cuffiette del suo I-pod a tutto
volume, caricò lo zaino in spalla e solo quando volse lo
sguardo verso di me, si bloccò all'istante. Lo zaino le
scivolò per terra e la sua bocca si aprì leggermente.
Porca
miseria!
Non
potei trattenermi e le sorrisi, mostrando i denti bianchissimi e
perfetti.
La
sentii trattenere il respiro. Porcaccia! Edward?! Oh.mio... wow!
Mi
staccai dalla macchina e le andai in contro sorridente. <<
Ciao. >>
Stava
ancora trattenendo il fiato. << Ehm... respira, Bella. >>
Prese
due bei respiri profondi e mi guardò sconvolta. << Tu!
>> Si allontanò di un passo guardandomi. <<
Edward! >>
La
guardai come se fosse pazza, però mi stavo divertendo.
<<
Come... come hai fatto? >> Mi girò attorno.
<<
Ehm... Bella, possiamo entrare... >>
In
effetti, le altre ragazze ci stavano ancora guardando, o meglio, si
stavano facendo dei filmini erotici con me, come protagonista.
<<
Oh... >> Si guardò anche lei attorno. << Certo,
andiamo. >>
Entrammo
a scuola velocemente. Mi ero quasi abituato a restare invisibile per
gli altri, adesso, dovevo riabituarmi ad essere il sogno proibito
delle ragazzine. Quasi quasi, mi dispiaceva aver abbandonato il mio
camuffamento.
<<
Stai bene, sul serio... >>
<<
Bé, qualcuno ha detto che è bello vedermi... >>
Mi
sorrise imbarazzata, e un leggero rossore arrivò sulle sue
guance. Era veramente carina.
Subii un
vero e proprio assalto da parte delle ragazze della Forks High
School.
Da una
parte lo avevo supposto, dall'altra ne ero profondamente irritato.
Soprattutto Jessica mi irritava, con le sue continue avance e i suoi
continui appostamenti per cercare di sorprendermi da solo.
Ogni
tanto incappavo in qualche pensiero losco di mia sorella Alice e
degli altri, che a quanto pare, si stavano divertendo un sacco nel
vedermi in difficoltà.
Alla
fine, optai per una scelta rapida e indolore, soprattutto per me;
diventare freddo e menefreghista nei confronti di tutti. Isabella
esclusa, ovviamente.
Attesi
con ansia incredibile la pausa pranzo, Bella si sarebbe seduta ancora
con me? O avrebbe, visto la mia popolarità improvvisa,
cambiato posto?
Arrivai
alla caffetteria e notai con sommo orrore che il mio tavolo era già
occupato da almeno cinque persone, tutte di sesso femminile...
Cercai
in ogni modo di star lontano dai loro pensieri, il ché,
considerato tutto, era abbastanza difficile...
<<
Ciao. >>
Questa
voce amica mi diede motivo di sorridere. Mi voltai verso di lei. <<
Ciao. >>
Bella
stava osservando anche lei la situazione. << Ah, vedo che
abbiamo compagnia... >>
<<
Già... >> Mugugnai infastidito.
Sghignazzò
guardandomi.
<<
Che c'è? >> Domandai sulla difensiva.
Sempre
ridacchiando mi disse. << Sai come ti chiamano? >>
Oddio,
che mi ero perso? Scossi piano la testa negativamente, temevo la
risposta.
<<
Ufficialmente ora sei soprannominato, il Dio dai capelli di bronzo.
>> Mi diede una pacca amichevole sul braccio. << Meglio
noto come; gran figo da paura. >> E rise senza ritegno davanti
alle mie disgrazie.
Con una
mossa veloce, la presi per i fianchi e la misi con le spalle al muro,
era l'angolo più nascosto del corridoio, difficilmente
qualcuno ci avrebbe visto.
Portai
il mio viso a un soffio dal suo. << Non è carino ridere
delle mie sventure... >> Alitai piano e suadente.
I suoi
occhi si fecero vacui e la sua risata si spense, sapevo che nessuno
resisteva al tono suadente della voce di un vampiro, ma adesso, che
l'avevo provata su Isabella, mi sentii uno schifo. Non mi piaceva
avere questo controllo su di lei, l'unica persona che mi aveva
accettato per quello che ero...
Presi un
respiro profondo e tentai di tirarmi indietro, grosso errore, il suo
profumo mi colpì forte, dolce, delicato. Avvertì una
scossa elettrica fra i nostri corpi, in quel momento, mi sembrò
di essere diventato sordo a tutto il resto del mondo. Per me,
esisteva solo lei; Isabella.
Era in
mio potere, avrei potuto fare di lei ciò che pi volevo, ed in
quel momento, le sue labbra mi tentavano follemente. Ma dentro di me,
sentivo insistente una voce che mi urlava quanto tutto questo, fosse
tremendamente sbagliato.
Aveva
ragione, Isabella, non mi avrebbe mai perdonato.
Mi tirai
indietro di un passo e le sorrisi innocentemente. << Allora,
che facciamo? >>
La vidi
sbattere più volte gli occhi e tornare in se. Questa era la
Isabella che mi piaceva. Scosse il capo e mi fissò un po'
stordita. << Oh... bé, lasciami prendere una pizza e poi
vediamo. >>
Annuii.
<< Ti aspetto qui. >>
<<
Si. >> Sghignazzò. << Al riparo da tutti gli
ormoni femminili... >>
<<
Ovvio. >> Le sorrisi sghembo, il suo cuore perse un battito.
Quel
sorriso dovrebbero dichiararlo fuori legge! Si
avviò verso la mensa, sotto lo sguardo attento e famelico
degli altri studenti.
Mi venne
istintivo ringhiare contro quei maniaci.
Veloce
come una gazzella e goffa come un pinguino, Isabella afferrò
un trancio di pizza e corse rapida alle cassa, dopo pochi attimi
eccola di nuovo davanti a me.
<<
Allora, dove andiamo? >> Addentò il trancio e mi fissò
in attesa di una risposta.
In quel
momento, notai che, a parte qualche apprezzamento sulla mia figura,
Bella mi vedeva sempre come l'Edward imbranato che aveva conosciuto
il primo giorno. E questo mi rese più rilassato. Almeno lei,
non badava al mio aspetto esteriore.
<<
Ehm... che ne dici se andassimo via. >> Proposi.
Addentò
un altro pezzo di pizza. << Mmm... dove? >>
<<
Port Angeles. >> Azzardai.
Smise
di masticare e mi fissò seria. Mmm... marinare le
ultime due ore... saltare educazione fisica... <<
Accetto! >>... palestra, ciao ciao...
Era
euforica, a quanto pare, lei e l'educazione fisica, non andavano di
pari passo. Mi annotai mentalmente di guardarla un giorno.
Ci
avviammo per il corridoio e arrivammo in poco tempo all'uscita. La
pioggia scendeva fitta. << Aspetta, arrivo subito. >>
Corsi
alla macchina e pochi istanti dopo frenai la Volvo davanti a lei.
Isabella
montò rapida, subito nell'auto si sparse il suo profumo, che
con la pioggia era perfino più invitante di prima.
Si
allacciò la cintura e mi fissò allegra. <<
Andiamo! >>
La Volvo
fece le fusa sotto il mio tocco e con poche manovre uscimmo dal
parcheggio della scuola, infilandoci in strada.
<<
Guidi bene, sai >> Mi disse fra un boccone e l'altro.
<<
Grazie. >> A dire il vero stavo andando pianissimo, ero solo a
novanta, ma immaginavo che per un essere umano, andare a duecento
fosse stato troppo.
<<
Certo, se poi accelerassi un pochino, non sarebbe male... >>
La
guardai con un ghigno. Accelerare un pochino eh?
Affondai
il piede sul pedale, portando la vettura a centocinquanta.
Oh,
molto meglio! Almeno non facciamo notte!
E così,
le piaceva la velocità... mi annotai quel particolare. E dire
che il suo pick-up non andava oltre i sessanta...
<<
Edward, posso farti una domanda? >>
La
osservai, si stava tormentando le mani, il che voleva dire che era
tesa. << Certo... >>
<<
Perché?... Voglio dire, perché hai cambiato il tuo
aspetto? >>
Sorrisi.
<< Pensavo di aver già risposto a questa domanda. >>
Voltai il viso verso di lei.
<<
Guarda la strada per favore... >>
<<
Ok... >>
<<
Quindi, tu l'hai fatto per quello che ho detto? >>
<<
No. Non solo... >>
Oddio,
che vuol dire? A me andava bene anche prima... e se invece, avesse
voluto fare colpo su una ragazza?... No, non è da lui...
I suoi
pensieri erano una via di mezzo fra il comico e la verità. <<
... diciamo che, il mio aspetto, è sempre stato questo. >>
Ammisi. E adesso che avevo lanciato la patata bollente, mi aspettavo
una reazione esplosiva da parte sua... che non avvenne.
Ah,
quindi mi ha preso in giro fino ad ora...
<<
No! Non ti ho presa in giro! >> Mi affrettai a rispondere,
voltandomi di scatto verso di lei, non volevo che lo pensasse.
Spalancò
gli occhi scuri. Non è possibile... no, è
assurdo...
Mi sarei
staccato la testa a morsi.
Devo
averlo detto, non c'è altra spiegazione... lui non può...
Cosa
fare? Rivelarle la verità o fingere ancora...?
Accostai
la macchina sul ciglio della strada, Bella mi guardava e attendeva.
<<
Io... >> Tentennai, i suoi occhi erano profondi e timorosi.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
WoW! Mamma mia, sono veramente incredula che tutte le mie storie vi piacciano così tanto! GRAZIE!!! I vostri commenti sono veramente il motore che mi fa andare avanti! E GRAZIE anche alle 119 persone che l'hanno aggiunta nei preferiti! ^^
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Capitolo
5
Isabella
aveva il respiro accelerato, il cuore le batteva forte, e un vago
sentore di paura la circondava.
Avevo
fatto un passo falso, lo sapevo, ma sentire nel suo pensiero la
certezza che io l'avessi ingannata, mi aveva fatto agire prima di
pensare.
Non
volevo che lei si sentisse presa in giro, non da me.
E
adesso, mi trovavo in una situazione ancora più spinosa.
Tutto il
mio ragionamento durò solo una misera manciata di secondi, i
più lunghi della mia intera esistenza.
La
fissai ancora, era li, seduta, impaurita...
Lei
aveva paura di me... NO! Non potevo permetterlo!
Un
dolore forte e incomprensibile mi squarciò in due. Non volevo
che lei avesse paura... non di me.
Solo in
quel momento, immaginandomi una Bella impaurita correre via, lontano,
urlandomi che ero un mostro, realizzai quanto era diventata
importante per me!
L'ansia
e la paura di perderla, mi fecero decidere...
Con
lentezza, forse esagerata, presi con delicatezza la sua mano piccola
e candida nella mia, forte e morta. << Non avere paura... >>
Le sussurrai piano.
Isabella
deglutì, avvertivo la tensione dei muscoli della sua mano
tendersi, era indecisa. Avrebbe voluto sfilare la mano dalla mia
presa morbida, ma da una parte, sentivo nei suoi pensieri una piccola
fiducia affiorare.
<<
Ti prego... io, so che è difficile da capire... >> Le
sussurrai ancora piano.
La vidi
aprire la bocca. << Tu... >> deglutì ancora. <<
tu leggi nella mente?... >>
Respirai
a pieni polmoni. << Si. >> Confessai.
Oddio...
La sua
mano tremò.
<<
Per favore, non avere paura. >> La supplicai.
Potevo
piangere? Non potevo, ma l'avrei fatto in quel momento.
La sua
mente era un groviglio di pensieri confusi e distorti, era in
panico... ed era tutta colpa mia... sapevo che non avrei mai dovuto
sperare in qualche cosa... non dovevo affezionarmi ad un essere
umano... ma Isabella era speciale... non avevo resistito. La mia
forza era crollata subito davanti a lei.
Con
gentilezza e tristezza, le lasciai andare la mano. Afferrai il
pomello delle marce e misi in moto l'auto, l'avrei accompagnata a
casa e poi, sarei uscito dalla sua vita.
Non ne
avrei più fatto parte.
Quello
che mi stupì, fu il sentire di nuovo la sua mano appoggiarsi
sulla mia, di scatto mi girai verso di lei.
I suoi
occhi mi fissavano ancora dubbiosi, ma la paura sembrava svanita.
Respirò
profondamente. << Dovresti... dare tempo alle persone... >>
La
guardai senza capire.
La sua
presa si rafforzò ancora e un debole sorriso le comparve sul
volto. << Edward, non puoi sganciare una bomba simile e non
darmi il tempo di assimilare la cosa... >>
Sentivo
nuovamente la speranza varcare le soglie del mio corpo.
<<
Questo vuol dire che non hai paura? >> Domandai con un
angoscia.
Prese un
bel respiro. << No... >>
La
sensazione di gioia che provai fu indescrivibile, non riuscii a
tenere a freno le mie labbra che si aprirono in un enorme sorriso. <<
Grazie. >>
Mi
schiaffeggiò scherzosamente la mano. Idiota! Ridacchiò.
<<
Hey! Piano con le parole! >>
<<
Ops... adesso dovrò stare attenta ai miei pensieri... >>
Si rilassò sul sedile guardando attraverso il parabrezza.
<<
Bé, diciamo che cercherò di non violare la tua privacy.
>> Le concessi.
Si voltò
ancora verso di me.
<<
Ci conto. >> Gli angoli della sua bocca pendevano verso l'alto.
Allora, abbiamo ancora un giro a Port Angeles da fare, mi sembra.
<<
Subito! >> Mi sentivo stupidamente felice. Ingranai la prima e
ripartimmo per la nostra meta, io felice e lei più tranquilla.
Isabella stava diventando la mia gioia personale.
A Port
Angeles ci recammo, su richiesta di Isabella nella libreria, cercava
disperatamente un libro da regalare ad un suo amico, un tale Jacob.
All'inizio
non capii, poi, mi arrivò chiara la notizia che quel ragazzo
era senza dubbio un Quilutes.
Per il
momento, non volli dar peso a quella rivelazione. Finalmente, dopo
tanto tempo, mi stavo godendo senza problemi il pomeriggio come un
ragazzo normale.
<<
Edward!! >>
La voce
di Isabella mi riscosse, mi stava aspettando davanti al chiosco dei
gelati.
Ridacchiai
sotto i baffi, con il freddo che faceva, voleva a tutti i costi un
gelato.
<<
Tu vuoi qualcosa? >> Mi domandò leccando il suo cono al
limone.
<<
No, troppo freddo. >> Aggiunsi come scusa. Non potevo ancora
rivelarle che il mio cibo, normalmente consisteva in un fluido
rossiccio molto gustoso per me e vitale per lei...
Scacciai
dalla mente quel pensiero e la seguii, standole accanto.
Nelle
menti delle persone, sembravamo una coppietta felice. Mi piaceva quel
paragone, se non fosse che io e Bella, eravamo solo amici. Amici e
basta... allora perché quella parola mi lasciava l'amaro in
bocca?...
Isabella
mi prese a braccetto e mi trascinò lungo il molo, mi sentivo
leggero, felice.
<<
Allora, adesso che facciamo? >> Chiesi.
Buttò
il tovagliolino del gelato nel bidone li vicino e mi fissò
pensierosa. Quando faceva quell'espressione, le sue sopracciglia si
corrugavano, le sue labbra si arricciavano e il suo dito grattava
leggero il lato sinistro del nasino.
Era
buffa.
Era
simpatica.
Era
speciale.
Era
mia.
Inorridii
all'ultimo pensiero. Come avevo potuto pensarlo? No! Eppure, sia la
parte umana che quella mostruosa di me, concordavano.
La
fissai mentre guardava con circospezione i vari negozi.
Lei non
poteva essere mia, lei per me era semplicemente un'amica, preziosa,
certo, ma sempre e solo un'amica. Presto, avrebbe trovato un
fidanzato, un ragazzo che l'avrebbe amata e lei l'avrebbe sposato
e... basta!
Dovetti
fermarmi! Il dolore che stavo provando nel saperla lontana da me, mi
stava soffocando.
Ripresi
conoscenza, quando mi accorsi che Isabella non era più in
vista.
Rapido
scorsi con lo sguardo il molo, il centro commerciale e le vie li
vicino. Nulla!
Ansia,
panico, dolore... era solo una minima parte di quello che sapevo
stava per scoppiare dentro di me...
<<
Edward...? >>
A pochi
assi da me, Esme mi osservava curiosa e sbigottita.
Ragionai
veloce, lei era un vampiro, lei poteva aiutarmi a trovarla! Stavo per
chiamarla, quando due braccia mi afferrarono delicate in vita e sentì
il corpo morbido di Bella premere contro la mia schiena.
<<
Hey! Allora?! Che fai? Dormi in piedi?! >> Ridacchiò,
lasciando la presa sul mio corpo e girandomi attorno, finendo con il
posizionarsi davanti a me.
Il mio
volto, doveva avere un'espressione di panico, perché
all'improvviso la sua voce aveva una nota stonata. <<
Edward?!... Hey?! Tutto bene?!! >>
Non mi
accorsi di quello che feci, reagii e basta, la presi fra le braccia e
la baciai.
Tante
cose accaddero in quel momento, i pensieri sconvolti di Esme, il
battito furioso del cuore di Isabella, la fine pioggerellina che
cominciava a scendere e... il mio senso di completezza.
Finalmente
stavo bene. Finalmente avevo trovato il mio posto.
Sei
tu... che voglio al mio fianco. Tu e solamente tu...
Questo
continuava a ripetere la mia mente, mentre lambivo con gentilezza le
labbra di Bella, mentre la mia bocca rimaneva posata sulla sua,
mentre i mille e mille pensieri di Esme giravano attorno a noi
sconvolti...
Non mi
ero mai sentito così vivo e completo. Così consapevole
di avere finalmente trovato colei che stavo cercando da tempo. La mia
compagna, la mia metà...
In quel
momento, qualcosa scattò in me, il mostro parve svegliarsi più
forte di prima, anche lui aveva avvertito l'unicità dei miei
sentimenti per Isabella, anche lui, d'accordo con la mia parte umana,
premeva affinché non la lasciassi più andare.
Mia,
solo ed esclusivamente mia!
Mi
staccai di poco da quelle labbra, Isabella aveva gli occhi chiusi e
la mente sconvolta.
Tenevo
il suo volto fra le mani fredde, il mio respiro era affannoso, quasi
quanto il suo.
La mia
fronte appoggiava delicata contro la sua, le punte dei nostri nasi si
toccavano.
<<
Edward... >> Mormorò turbata, senza aprire gli occhi. <<
... cosa... >>
Passai
il pollice sulle sue labbra. << Sshhh... ti prego... >>
Mi sembrava di aver corso per miglia e miglia, l'euforia dentro di
me, scorreva come un fiume in piena.
Come
potevo adesso farle capire tutto quello che stavo provando? Come
potevo renderla partecipe della mia scoperta... come potevo evitare
che lei mi lasciasse?
La vidi
aprire gli occhi molto lentamente, il suo respiro era ancora
affannoso, il suo cuore batteva veloce.
Mi persi
in quegli occhi scuri, mi persi felicemente.
La mia
voce suonava bassa e sensuale. << Isabella, io.. >>
<<
Che stai facendo?!! >> Una voce maschile, profondamente
irritante, accompagnata da un odore per me nauseabondo, mi
interruppe. << Isabella!! >>
Un
ringhio feroce stava nascendo nel mio petto. Chi era costui che
conosceva la mia Isabella? Chi era questo folle che mi aveva
interrotto?
Isabella
voltò piano il viso ancora fra le mie mani, verso di lui. <<
Jake... >> Mormorò piano. Che cosa ci fa qui?
Il
ragazzo, Jacob Black, era alto, molto alto, sicuramente un
licantropo. Si avvicinò a noi, non potei evitare di leggere
nella sua mente e quello che vidi, mi fece arrabbiare ancora di più.
Toglile
le mani di dosso succhiasangue!!
Tolsi le
mani dal volto della mia futura compagna e l'abbracciai alla vita
delicatamente, la schiena di Bella appoggiava rigida su di me.
Il
licantropo era a pochi passi da noi.
<<
Isabella, ciao. Che fai qui? >> Che diavolo fai con un
succhiasangue?!
<<
Jake ciao... io e Edward, stavamo facendo un giro... >>
I miei
occhi non lasciavano mai quelli del ragazzo. Non mi piaceva come
guardava Bella e non mi piaceva quello che provava per lei...
l'amava... assottigliai lo sguardo e scoprì di poco i denti.
Non l'avrei mai lasciata a nessuno!
Bella
avvertì la tensione fra me e lui, ma non capiva da cosa fosse
scaturita...
<<
Edward... >> La voce di Esme mi avvolse come un balsamo, non
ero solo e anche il lupacchiotto lo vide.
Isabella
si voltò verso mia madre.
<<
Bella, lascia che ti presenti Esme, mia madre. >>
<<
Oh, molto piacere. >> Le strinse la mano sorridente, ma
nonostante ciò, la mia presa attorno alla sua vita non si
sciolse.
<<
E' un vero piacere conoscerti, Edward ci ha parlato molto di te... >>
Un lieve
rossore le coprì le guance.
<<
Stavi andando a casa? >> Le domandai.
Bastò
che lei lanciasse uno sguardo rapido per capire. << Si, venite
anche voi? Carlisle e gli altri non vedono l'ora di conoscerti
Isabella. >> Le sorrise dolce.
<<
Oh... io... >>
Jacob
prese a tremare, brutto segno. << Isabella! Non andare... >>
Bella si
voltò a guardarlo stupita. Perché?
Sapevo
di giocare sporco, ma in quel momento, volevo solo portarla via da
li, da lui. Suadente le sussurrai all'orecchio. << Isabella...
>> si voltò a guardarmi, il suo sguardo si fece vacuo.
<< ... andiamo a casa... >> Odiavo usare la persuasione
in questo modo, ma vedevo chiaramente che Jacob non avrebbe resistito
ancora molto.
Lentamente,
Isabella si avviò accanto a me.
<<
Non puoi farle questo! Mostro! >> Sibilò Jacob venendo
nella nostra direzione.
<<
Stalle lontano. Lei non è tua... >> Sibilai di rimando,
voltandomi appena verso di lui. << è mia! >>
Si fermò
cominciando a capire. No! NO! Non puoi volerla per te! NOO! Il
tremolio si fece sempre più forte.
<<
Pazzo! Vuoi farci scoprire tutti?! >> Stavolta Esme era
intervenuta al mio posto.
Velocemente
arrivammo alla Volvo, posai Bella sul sedile passeggero, Esme corse
verso la Mercedes, non prima di avermi sussurrato.
<<
Spero che tu possa illuminarmi, Edward. >>
<<
Senz'altro... >>
E
partimmo, la Volvo correva veloce, sfiorai addirittura i
duecentocinquanta, pur di portare Bella lontano da tutti.
Arrivammo
a casa poco meno di mezz'ora dopo, Esme mi stava aspettando sulla
porta, aveva già avvisato Carlisle, stava arrivando.
L'effetto
della mia voce stava svanendo, Bella stava riprendendo possesso delle
sue facoltà e adesso, sapevo di dover dare a tutti tante
spiegazioni.
<<
Dove siamo? >> La sua voce era leggermente rauca.
<<
A casa mia. >>
Come
diavolo ci siamo arrivati?! E Jake?! Cosa...
Lo
sguardo che mi lanciò, non mi piaceva per niente, aveva paura
e avrei scommesso tutto quello che avevo, che più tardi, ne
avrebbe avuta ancora di più.
<<
Vieni... >> Le porsi la mano, ma lei la rifiutò.
<<
No. Edward, voglio... andare a casa... >> Panico e paura, un
mix letale per qualunque essere umano.
<<
Bella, ti prego. Non avere paura... ti porto a casa, dopo... >>
Scosse
la testa, la mano bianca appoggiata ancora alla macchina.
<<
Bella, ti ricordi di Esme? >> Le indicai la vampira che ci
fissava sull'uscio di casa. << Siamo tornati a casa assieme...
>> Le presi la mano con calma studiata. << ... andiamo,
ci sta aspettando...>>
Si
lasciò guidare in casa, ma sentivo e vedevo la paura nella sua
mente.
Il
sorriso di Esme la tranquillizzò un po. << Venite,
Carlisle sarà qui fra poco... >> Ci fece strada, Bella
si lasciò distrarre dall'interno dell'abitazione.
<<
... è bellissima! >> Sussurrò.
<<
Ti piace? >> Gli occhi di Esme si illuminarono felici.
<<
Moltissimo. >>
<<
L'ha arredata lei. >> Le confessai piano, sapevo di dover
procedere poco alla volta e soprattutto di dover a tutti i costi
metterla a suo agio, perché entro pochi minuti, Isabella
avrebbe saputo la verità.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
155 preferiti?! O.O WOW! Cavoli! Grazie! E i commenti sono stati bellissimi!! Vi comunico che il prossimo è l'ultimo capitolo!
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Capitolo
6
Seduti
sul divano bianco della sala, io, Esme e Carlisle osservavamo
Isabella bere un succo d'arancia, amorevolmente preparato da mia
madre.
Carlisle,
al suo arrivo, aveva messo Isabella a suo agio, con la sua calma
innata era riuscito a sedare una buona parte delle sue paure.
<<
Quindi, tu saresti la famosa Isabella. >> Le sorrise benevolo.
<< Edward, ci ha parlato molto di te. >>
Isabella
mi guardò arrossendo.
<<
Siamo sinceramente felici, che tu e nostro figlio siate amici.
Edward, ha faticato molto per trovare una persona sincera come te,
Isabella. >>
Sorseggiò
ancora un po' del suo succo.
<<
Vedi, a causa del suo aspetto, è molto... come dire... >>
<<
Corteggiato?. >> Gli venne in aiuto Bella.
<<
Si, ma non solo... in molti si sentono attratti per il suo aspetto.
Non conoscendo in realtà mai nulla del vero Edward. >>
Capisco...
Mi guardò un attimo.
Deve essere stato brutto per te...
<<
Abbastanza... >> Risposi e notai gli sguardi dei miei genitori.
<< Lei sa. >> Dissi semplicemente. << Le ho detto
che leggo nella mente. >>
I loro
visi erano sinceramente colpiti ma non solo, sembravano felici...
Oh
Edward... le hai rivelato questo, e non è scappata! Deve
essere quella giusta!
Dole
Esme, così positiva nei suoi pensieri.
Non è
fuggita?! Sono molto colpito, Edward. Molto.
Anche io
lo ero, e non solo... adoravo tutto di Bella, tutto.
<<
Beh, che dire... sono molto contenta che tu lo abbia accettato
Isabella. In molti sarebbero corsi via dalla paura. >> Le
sorrise Esme felice.
<<
Oh, mi creda, avevo paura... ma... >> Prese una manciata di
secondi. << ...in fondo... sentivo che Edward, non mi avrebbe
mai volutamente fatto del male. >>
Rimanemmo
per un attimo in silenzio, quasi religioso.
Poteva
essere che Bella cominciasse a sentire qualcosa per me?... Poteva?...
E
come la mettiamo con il bacio che ho visto prima?
Mi
schiarii la voce. << Si, ecco... vorrei dire anche il resto a
Bella... >>
Ovviamente,
Isabella mi guardava senza capire, mentre Carlisle e Esme trattennero
davvero il fiato.
Edward,
sei sicuro?! Hai idea di che rischio correrebbe lei, e anche noi?
<<
Lo so. Ma non posso più rimandare... >>
Che
cosa succede?
Guardai
Bella osservarmi con i suoi occhi profondi e li capii di non riuscire
a confessarle la mia più grande verità.
Sarebbe
scappata, e io l'avrei persa...
<<
Vieni, ti faccio vedere una cosa... >> Mi alzai aspettando che
lei facesse altrettanto.
Uscimmo
in giardino, camminammo vicini senza dire nulla, anche i suoi
pensieri erano muti.
Ci
fermammo ai piedi di una bellissima radura.
<<
Che spettacolo... >> Mormorò Bella osservando le
sfaccettature del cielo.
<<
Si, veramente bello. >> Le presi la mano nella mia. << Mi
dispiace per tutte le paure di oggi. >>
Abbassò
lo sguardo, i suoi occhi erano puntati sulla mia mano fredda che
teneva delicatamente la sua.
<<
Non fa nulla... >> Sospirò.
<<
Io... Bella, ci sono così tante cose che tu dovresti sapere su
di me, ma ho paura. >>
Alzò
di scatto il viso intrecciando il mio sguardo.
Tu
paura?!
<<
Si molta. Ho paura, che una volta scoperto tutto di me, scapperai via
e mi lascerai... >> La mia tremò al solo pensiero.
<<
Edward, perché dici così... >> Si avvicinò
a me, posando l'altra mano sul mio petto.
La
strinsi fra le braccia, e lei si lasciò cullare da me, il suo
volto appoggiava sul mio torace...
Piano
piano la sentì irrigidirsi... Oh... mio... dio...
Lentamente
il suo volto si alzò osservando il mio. Il tuo cuore... non
batte...
Ecco, il
momento fatidico era arrivato e io, non ero pronto per affrontarlo...
no, non ancora.
La
strinsi più forte a me e immersi il mio volto fra i suoi
capelli, sussurrandole... << ...ti prego... ti prego... non
scappare da me... ti prego... resta... >> Suonava strana anche
a me la mia voce, non l'avevo mai udita così sconvolta e così
supplichevole.
Era
rigida fra le mie braccia ed io, se avessi potuto, avrei pianto.
Un
sottile venticello si alzò, portandomi la triste notizia che
non eravamo soli...
<<
Maledetto succhiasangue, lasciala andare! >> Quell'urlo spezzò
il silenzio angoscioso che ci circondava. Maledizione! No! Non
adesso! Non lui!
Isabella
sobbalzò a quella voce, voltandosi verso di lui. <<
Jake... >>
Tremante
di rabbia, Jacob Black ci osservava dall'altra parte del prato.
<<
Stai infrangendo il patto Black. >> La mia voce era tornata
neutrale, sapevo che in quel momento, quel ragazzo avrebbe potuto
trasformarsi e ferire anche la mia Bella.
<<
Me ne infischio del patto, mostro! Lasciala andare! >>
Allentai
la presa su Bella.
<<
Lei è libera di fare quello che vuole. >>
<<
Non mi sembra proprio. Isabella, vieni via! Allontanati!! >>
Lasciai
cadere le braccia lungo i fianchi, sapevo di avere sul volto una
smorfia di dolore, ma non potevo fare nulla per nasconderla.
Jacob
Black aveva interrotto un momento importante e adesso, Isabella,
sapeva solo che io ero un mostro a cui non batteva il cuore...
<<
Jake... che cosa sta succedendo? >> I suoi occhi saettavano da
uno all'altro.
<<
Vieni via Isabella, è un mostro, è un... vampiro...
>> Sibilò.
Isabella
mi guardò con occhi spalancati, mai... mai avrei voluto che
venisse a saperlo in questo modo.
<<
Tu sei un vampiro... >> Sussurrò debolmente... non potei
far altro che annuire... Adesso capisco... sei freddo come la
neve, i tuoi occhi... il tuo cuore non batte... perché... tu
sei... morto...
Si portò
le mani alla bocca trattenendo un singhiozzo.
<<
Mi dispiace... >> Sussurrai, non potevo e non sapevo cosa altro
dire. << ... io, non ti avrei mai fatto del male, Bella... mai.
>> Ero tremendamente sincero, lei era diventata tutto per me.
Di
scatto, mi allontanai alla mia velocità, e quando la guardai
nuovamente, vidi il terrore nei suoi occhi.
Non
può essere vero... no... no...
Le sue
gambe cedettero e si trovò seduta per terra, mi avvicinai
piano, molto più lento della velocità umana. <<
Ti prego, Bella... non avere paura. >>
<<
Stalle lontano! >>
Lentamente,
Bella voltò il viso verso Jacob, proprio nel momento in cui il
suo corpo, scosso dai tremiti stava lacerando i vestiti...
Oh.mio.dio...
Jake, cosa sei?....
L'enorme
licantropo ci fissava ringhiando.
Il cuore
di Isabella prese a battere furioso, e alcune lacrime cominciarono a
rigarle il volto.
<<
Bella, non ti muovere... >> Le sussurrai avvicinandomi molto
molto lentamente. Ad ogni mio passo, il lupo ringhiava sempre più
forte, finché, vidi nella sua mente la decisione di attaccare.
<<
Se mi vuoi uccidere, lascia stare lei... >> Dissi al lupo,
causando un piccolo sobbalzo in Bella.
Con
passi leggeri, mi allontanai da lei.
<<
Edward... >>
<<
Resta immobile... >> Sibilai. << ... non muoverti, non è
te che vuole uccidere... >>
Un
ringhio più forte fece la tremare.
Vattene,
non voglio rompere il patto, a lei non farò nulla...ma tu,
stalle lontano...
Guardai
Isabella e poi Jacob. Avevo il cuore a pezzi, ma forse, era meglio
così, lei era umana, io un mostro. Da come si erano svolte le
cose, dubitavo fortemente che ora, Isabella, mi volesse al suo
fianco. << Va bene. Concedimi solo di salutarla. >>
Mi
voltai e avvicinai con calma alla donna che aveva rubato il mio
cuore, mi chinai accanto a lei. << Bella... mi dispiace.
Credimi... non ho mai voluto farti del male... >> Presi un
profondo respiro e il suo profumo mi accarezzò dolcemente. <<
... tu sei la cosa più importante per me. Sei l'unica che mi
abbia preso il cuore... >>
Sgranò
gli occhi. Cosa...
Le
sorrisi triste. << ... io ti amo, Isabella... Avrei voluto
dirtelo in un altro momento, ma non credo che avrò mai questa
occasione... >> Non resistetti e le accarezzai una guancia. <<
... addio amore mio... >>
Mi alzai
e veloce corsi via, lasciandola li con Jacob, leggevo nella sua mente
che non le avrebbe mai fatto del male, e con la morte dentro, tornai
a casa.
Erano
due settimane che ormai non vedevo più Isabella, non
frequentavo più la scuola, ormai la mia assenza era
definitiva. Esme e Carlisle erano preoccupati per me, sapevano quanto
dolore avessi dentro, ma non osavo uscire di casa, sapevo che avrei
ceduto e sarei corso da lei. Ma non potevo... Jacob aveva ragione,
lei doveva essere libera e con me vicino, non poteva esserlo.
Il
mostro dentro di me ruggì infelice e furioso.
Desideravo
vederla ancora, riassaporare il suo profumo, sentire la sua voce...
<<
Edward basta! Vai da lei!! >> Esclamò ad un certo punto
Alice, non sopportando più nemmeno lei questa situazione.
Non la
degnai neanche di una risposta, salii in camera e mi misi a fissare
il bosco dalla grande vetrata.
Oggi,
Carlisle era andato a scuola per ritirare ufficialmente la mia
iscrizione. Sapevo che Bella era a conoscenza di tutto, l'avevo visto
nei ricordi di Alice, ma questo non cambiava nulla.
In me,
si stava facendo sempre più forte il desiderio di andarmene,
lontano da tutto, lontano da lei...
Sei
un idiota fratello sai!
Ora ci
si metteva anche Jasper.
Perché
non vai da lei, eri così felice prima...
<<
E sentiamo Emmett, cosa dovrei fare? Le ho già detto quello
che provo... >> per lei non conta nulla... << Per lei,
sono un mostro... >> Finì a bassa voce.
No,
sei un idiota, il ché è ben diverso!
Mi
irrigidii di colpo. Quel profumo così dolce, quel battito
soave, quella mente così particolare...
<<
Bella... >> Sussurrai voltandomi...
Cosa ci
faceva Isabella sulla porta di camera mia, vicino ai miei fratelli?
Che stava succedendo?
<<
Edward Cullen! >> Mi chiamò determinata. << Ti ho
già detto una volta di lasciare il tempo di assimilare le
notizie! >>
Aprii la
bocca ma non uscii nessun suono.
<<
Sono contenta di vedere che anche io riesco a stupirti. >>
<<
Noi andiamo... >> Le disse Emmett dandole una piccola pacca
sulla spalla.
<<
Grazie. >> Rispose la mia piccola visione.
Fece
qualche passo ed entrò.
Bello,
molto arioso...
<<
Che cosa ci fai qui? >> Sapevo che era una domanda che potevo
fare dopo, ma non riuscivo ancora a concepire l'idea che Bella fosse
qui, con me.
<<
Oh bé, diciamo che... >> Si grattò il naso e in
quel momento, vidi la sua fasciatura alla mano.
<<
Che cosa ti sei fatta? >>
<<
Oh, nulla, ho solo dato un pugno al mio ex amico... >> Mostrò
fiera il suo arto.
<<
Hai preso a pugni un ragazzo?! >> Stupito! Ero veramente
stupito.
<<
Certo! Ma nessuno si è premurato di avvertirmi che i
licantropi hanno la testa dura! >> Esclamò scocciata.
Strabuzzai
gli occhi, ora i conti tornavano. << Hai dato un pugno a Jacob
Black?! >> La mia voce era stridula. Non si rendeva conto del
pericolo che aveva corso?
<<
Ovviamente! Quel... quel... >> Era veramente arrabbiata, le
guance erano non rosse, sfioravano il bordeaux.
<<
Cosa ti ha fatto? >> Senza riflettere mi avvicinai alla mia
velocità e le presi la mano. Il sussulto di Bella mi colse
improvviso.
<<
Scusami... >> Le sussurrai mortificato lasciando andare la
mano.
<<
No... è solo che... >> la alzò nuovamente,
aspettando che la prendessi. << ... mi devo abituare. >>
<<
Non ti faccio ribrezzo? In fondo, io sono morto... >>
No.
Sei fresco e mi dai sollievo...
Ridacchiai.
<< Sono meglio del ghiaccio istantaneo. >>
<<
Certo. >> Sorrise.
Per
qualche attimo, il silenzio tornò fra noi, spezzato solo dal
suo respiro.
<<
Sono felice che tu sia qui... >> Le confessai con voce bassa e
roca.
Sul suo
viso, apparve un sorriso delicato. << Anche io, Edward... mi
sei mancato. >>
Sprofondai
in quegli occhi che, da due settimane potevo solo ricordare. L'aria
era elettrica attorno a noi...
Le
sorrisi. << Ancora non mi hai detto perché lo hai
picchiato... >>
Distolse
lo sguardo e un suo ricordo mi colpì.
Ringhiai
arrabbiato.
Quel
cane, l'aveva baciata! Contro la sua volontà!!
<<
Edward?! Edward!! >> Le mani di Isabella erano attaccate alla
mia camicia.
<<
Scusa... scusa... >> Chiusi gli occhi e respirai per
calmarmi... fu un attimo, stupito aprì gli occhi.
Isabella,
mi stava baciando... un semplice bacio a stampo, ma le sue labbra
morbide, premute contro le mie, erano la cosa più bella che
potessi assaporare.
Le mie
braccia l'avvolsero e la strinsero con gentilezza contro di me.
Adesso,
stavo di nuovo bene... |
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Ragazzi, questo è l'ultimo capitolo!! Grazie mille a tutti voi che mi avete seguito, un abbraccio particolare a chi ha recensito e un grazie anche alle 173 persone che lo hanno messo nei preferiti!! ^__^
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Capitolo
7
Si poteva provare una
felicità maggiore di quella che stavo provando in quel
momento...? No, non si poteva.
Isabella era seduta
fra le mie braccia, tranquilla e rilassata, completamente appoggiata
al mio corpo. Ci stavamo godendo la tranquillità del posto,
seduti sotto un albero in mezzo al giardino di casa mia.
Da un mese ormai,
facevamo coppia fissa, era assurdo vedere, quanto velocemente
passasse il tempo, da quando lei mi aveva baciato non mi aveva ancora
detto se mi amava, nei suoi pensieri e nelle sue parole sentivo che
mi voleva bene, un bene molto profondo, ma... non riuscivo a capire
se quel bene potesse diventare qualcosa di più per lei.
Ogni tanto, lo
spettro del suo abbandono si affacciava prepotente nella mia mente.
Temevo il giorno in cui, si sarebbe innamorata di qualcuno e
allora... NO! Non dovevo pensarci...
Si accoccolò
meglio fra le mie braccia e sospirò contenta.
Per adesso, dovevo
farmi bastare quello che mi dava... per adesso...
<< Come va la
mano? >>
<< Bene, non fa
più male. >>
Si voltò verso
di me, dandomi un bacio gentile sulla bocca, il sorriso era sempre
sulle sue labbra, e sapere di esserne io la ragione, mi dava alla
testa. Io, un mostro senza anima, un essere dannato, ero in grado di
far sorridere questo angelo giacente nelle mie braccia.
Le nuvole si stavano
diradando e, come previsto da Alice, ancora pochi attimi e sarebbe
uscito il sole.
<< Adesso, ti
mostrerò una cosa... >> Le dissi spostandola accanto a
me.
Cosa? Curiosa,
era curiosa la mia adorata Bella.
<< Ti mostro
cosa succede quando ci esponiamo alla luce del sole. >>
Mi afferrò la
manica della camicia e mi guardò dubbiosa. << Non ti
scioglierai, vero? >>
Ridacchiai. <<
No. Lo sai, tu guardi troppa tv. >>
<< Colpa di tuo
fratello! >>
<< Dirò
ad Emmett di non farti più guardare quei programmi scadenti.
>>
Mi alzai e con calma
presi a sbottonarmi la camicia.
Edward, così
non vale... si sincero, vuoi farmi venire un infarto?
La guardai stupito.
Era la prima volta che Bella pensava qualcosa del genere su di me...
mi sentivo sinceramente lusingato.
Avvertivo chiaramente
il battito del suo cuore farsi più veloce, così come il
respiro... cosa era quel delizioso colore rosso sul suo viso?... Mmm,
rallentai ancora un pochino e lei divenne ancora più rossa.
Mi piaceva sapere di
farle provare queste sensazioni.
Slacciai finalmente
l'ultimo bottone, con un paio di passi, raggiunsi il limite
dell'ombra, ero voltato verso di lei, le sorrisi e mi spostai ancora
di un passo indietro; la luce mi colpì in pieno.
Tanti piccoli
arcobaleni cominciarono a splendere per la radura, io osservavo ogni
singolo movimento, ogni singolo pensiero della mia donna.
Cosa avrebbe pensato
adesso?
Le sue labbra si
schiusero sorprese, i suoi occhi, se possibile, si allargarono ancora
di più stupefatti.
<< Edward... >>
La sua voce era poco più di un sussurro. << ... sei
bellissimo... >>
Si alzò
titubante e mi raggiunse. Con gentilezza estrema, prese la mia mano
fra le sue, osservò rapita le sfaccettature di luce sulla mia
pelle marmorea.
Il suo dito tracciava
linee immaginarie, provocandomi mille e mille brividi. Mi piaceva il
suo tocco su di me.
E la cosa che mi
faceva gioire più di tutto era che; lei era mia, solo mia.
Solo a me aveva dato la possibilità di essere vicino a lei in
questo modo.
Era talmente presa da
me, da non accorgersi di alcune lacrime fuggiasche.
<< Bella, che
succede? >>
Le accarezzai il
volto, perché piangeva? Cosa stava succedendo?
<< Bella,
amore... cosa c'è? >>
Oh Edward... dei
singhiozzi uscirono dalla sua bocca, si allontanò da me e fu
come ricevere cento pugnalate in pieno cuore.
<< Bella,
amore, mi stai facendo paura... che succede? Ti prego... >> Mi
avvicinai ancora, sempre molto lentamente.
Scusami,
scusami... ma io... e nuove lacrime e singhiozzi fecero la loro
comparsa.
Non sapevo cosa fare,
i suoi pensieri erano così confusi, lei era confusa... ma
perché?
Le mie mani
arrivarono alle sue braccia e con gentilezza l'avvolsero in una
abbraccio.
<< Amore mio...
perché fai così?... Bella, che ti succede? >>
Il suo viso era
nascosto nel mio petto, mentre le sue mani erano chiuse a pugno sui
lembi della mia camicia.
Io... non sono
adatta a te, Edward...
Una lama di ghiacciò
mi trafisse in due. Che stava pensando?!
Ho paura...
Perché? Aveva
paura? Di me?... Perché diceva di non essere adatta?
<< Bella, ma
che... >>
Sollevò il suo
viso, mostrandomi il suo sguardo angosciato e timoroso.
Tu meriti di
meglio di me, Edward... io, sono solo un insulso essere umano...
io...
Alt! Fermi tutti, che
stava blaterando?! Cosa voleva dire tutto quel discorso?
<< Bella, cosa
stai cercando di dire...? >> La mia voce insicura rispecchiava
la mia paura più grande; perdere lei.
Distolse lo sguardo
dal mio. << ... io... >> La sua voce era strozzata, rauca
per certi versi. << ... credo di non ... essere adatta a te...
io... >>
La mia stretta si
fece più salda, la mia paura più profonda si stava
concretizzando.
<< C'è
qualcun altro?!! Sei innamorata di un altro?!! >> La mia voce,
solitamente così calma, ora sembrava a metà fra il
dolore e la rabbia.
<< Cos... no...
certo che no, Edward.. solo... >> Il suo volto era scattato di
nuovo verso il mio.
<< Allora
cosa?.. Vuoi lasciarmi?... E' così?!! >>
La sentii tremare, le
stavo facendo paura, in effetti, vedevo chiaramente dalla sua mente
il mio riflesso, sembravo impazzito.
Il suo tacere alla
mia domanda mi mandò letteralmente in crisi. No! Non lo
avrei mai permesso!! No! No! No!
Con uno scatto, presi
Bella in braccio.
<< Edward... ?
>>
Non le risposi, presi
a correre veloce come non mai, lei era stretta a me, intimorita da
questo mio lato, non volevo spaventarla, ma il terrore di perderla mi
stava facendo agire senza riflettere.
Entrai in casa
sparato, non salutai nessuno, mi fiondai in camera mia, l'adagiai sul
letto e chiusi la porta a chiave.
I miei occhi erano
diventati neri, le occhiaie ancora più marcate.
Edward... che stai
facendo?... Edward...
<< Tu non mi
lascerai... io non te lo permetto! >> Sibilai freddo.
Isabella tremò.
<< Edward... basta, mi stai facendo paura... >>
<< Paura?! >>
Esclamai quasi fuori di me avvicinandomi a lei.
Bella scattò
in piedi, cercando di raggiungere la porta. << Edward, fammi
uscire, apri questa maledetta porta. >>
Non potei trattenere
un ringhio rabbioso. No! Non sarebbe MAI uscita da qui! MAI!
Istintivamente
Isabella si ritrasse, era una normale reazione per un essere umano,
eppure, quel gesto mi fece male, tanto male.
<< Io, non ti
lascerò andare... tu, sei mia, Isabella. >> La voce
bassa e sicura che usai suonava estranea anche me, ma ormai il mio
lato vampiro stava prendendo il sopravvento.
<< Io non
voglio lasciarti... >> Sussurrò ancora tremante come un
pulcino, lasciandosi cadere a terra, le ginocchia rannicchiate contro
il petto, quasi in un gesto protettivo.
<< No, non lo
farai, perché IO non te lo permetterò... sei tu che ho
aspettato per quasi cento anni, Isabella, sei tu che io voglio al mio
fianco per l'eternità, sei tu l'unica che possiede il mio
cuore... >> Man mano le parole uscivano dalla mia bocca,
sincere, limpide, nitide e definite, la parte umana di me, riprese
conoscenza.
Mi resi finalmente
conto di quanto l'avessi spaventata e impaurita. Mi odiai
profondamente. Mi inginocchiai di fronte a lei. << Bella ti
amo, Bella, perdonami... >> Sussurrai debolmente. Come avevo
potuto spaventata tanto?!! Ero solo un mostro...
Passai stancamente
una mano sul volto. Non potevo piangere, non potevo dimostrare quanto
dolore stessi provando in quel momento... ero solamente un essere
ripugnante.
Eppure, rimasi
colpito quando sentii la sua mano calda e ancora tremante appoggiarsi
sulla mia.
Con lentezza, levai
la mano dagli occhi e la osservai triste. << Mi dispiace. Non
volevo, Isabella.... mi disp... >>
Le sue dite si
posarono leggere sulla mia bocca, le sue labbra si aprirono timide.
<< Tu.. provi davvero tutto quello che mi hai detto? >>
Ma ovvio che lo
provavo! Lei era unica per me! La volevo accanto a me per l'eternità!
<< Si. >>
Sospirai contro le sue dita bianche.
Il suo cuore accelerò
i battiti.
<< Sono davvero
così importante per te? >> Sussurrò ancora
incredula.
Spostai con
gentilezza la sua mano e ridacchiai cupo. << Isabella, tu sei
la cosa più importante della mia vita... Ucciderei per te. >>
La sentii trattenere il fiato. << Morirei per te. >>
Sentì
chiaramente un'esplosione di calore provenire dalla mente di Bella.
<< Davvero...
>> Deglutì ancora titubante. << Davvero mi vuoi
per l'eternità, Edward? >>
Il mio sguardo si
fece maledettamente serio. << Si. >> Risposi senza
esitare.
Si avvicinò
titubante, depositò un bacio leggero sulle mie labbra e su di
esse sussurrò le parole più belle che potessi udire...
<< Ti amo, Edward Cullen. >>
L'abbracciai felice e
senza più alcun indugio affondai i denti nel suo tenero collo.
Il suo sangue mi
colpii forte, adesso era davvero mia, per l'eternità.
FINE!
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