Sei tu

di Goten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Era il classico giorno piovoso a Forks, tutto era nella norma, Mike Newton cercava continuamente di fare la corte a tutte le ragazze, il suo degno compare e amico, Tayler, gli faceva una concorrenza spietata.

Tutta la scuola sapeva della cotta che Jessica provava per il piccolo Newton e di quella colossale di Lauren verso Tayler, nonostante fossero ormai quasi novantanni che vivevo queste cose, non mi ero mai abituato alle soap opere scolastiche.

Unica eccezione alla regola a quanto pare era una ragazza di nome Isabella, figlia del capo della polizia di questa piccola e sperduta cittadina.

Anche quella mattina, Isabella, dovette dribblare Mike e Tayler, cominciavano davvero a diventare pressanti.

<< Hey, Angela! >>

Angela Weber, la sua amica più sincera.

<< Bella! >> Le sorrise. << Sei sfuggita alle loro avance e sei sana e salva. >>

<< Ha ha ha. >> Le fece il verso ironica.

<< Hai saputo la novità? >> Vedevo nei suoi occhi una scintilla di euforia, mentre sembrava che Isabella fosse pensierosa.

<< No, avanti, sono certa che mi puoi illuminare. >>

<< Da stamattina, ufficialmente, ci sarà un nuovo studente qui nella nostra scuola. >>

La guardò come se fosse impazzita. << E allora? >>

Si fece più vicina, sussurrandole all'orecchio, quasi fosse un segreto di stato. << E' un Cullen. >>

Isabella alzò gli occhi al cielo sbuffando. Una delle cose che non riesco a capire in questa scuola è perché tutti siano fissati con i Cullen. Bellissimi, certo. Quasi irreali da tanto sono belli, ma la cosa finisce li. Almeno per me. Sinceramente non ci vedo tutta questa euforia...

<< Bé? Non dici niente? >> Le domandò quasi delusa.

<< Angela, sinceramente, non mi interessa. >> Le rispose onesta.

<< Scherzi, vero? >>

Dal suo sguardo intuì che non scherzava affatto.

Fortunatamente la campanella venne in suo aiuto. << Ci vediamo a pranzo. >> La salutò entrando nell'aula di trigonometria, la materia, per lei, più orribile che potesse esistere.

Si sedette al suo posto, fortunatamente non divideva il banco con nessuno, e di questo ringraziavo ogni santo che conoscessi tutti i giorni.

Estrasse dallo zaino un quaderno per gli appunti e una matita.

Bene sono pronta per il massacro.

Mi veniva da ridere, era troppo buffa.

L'aula era piena, stavano solo aspettando il professore, stranamente in ritardo. Pochi attimi dopo, la porta dell'aula si aprì. Il professor Banner si diresse alla cattedra e dietro di lui, arrivai io...

Vedevo chiaramente i loro pensieri su di me, mi osservavano e mi valutavano, ma non mi interessava nessuno di loro, ero solo curioso di sapere lei cosa pensava di me...

Mia sorella Alice mi aveva fatto indossare un maglione marrone a strisce bianche, si potevano vedere chiaramente i calzini fra la scarpa e l'orlo dei pantaloni. Gli occhiali erano spessi quasi un dito, i capelli erano rossicci, tagliati a caschetto. La camicia usciva da sotto il maglione e attorno al collo avevo una sciarpa marrone scura.

Sentivo i risolini dei miei compagni di classe.

<< Ragazzi, vi presento un vostro nuovo compagno. >> Li zittì il professore, poi si rivolse a me. << Presentati e poi siediti nella seconda fila. >> Indicò il posto accanto a lei.

<< Erm... erm... mi chiamo Edward... erm... sono appena arrivato da Chicago. >>

Tenevo la testa bassa e mi fissavo le scarpe, dovevo dare l'aria di essere parecchio in soggezione.

Poverino, è in imbarazzo.

Ci furono attimi di silenzio.

<< Bene, ehm, accomodati al tuo posto. Limitati a seguire finché non ti metti in pari. >>

Incespicai più volte, ma alla fine, riuscì ad arrivare accanto a lei.

Mi fece un timido sorriso, non riuscì a non contraccambiare.

<< Ciao. >> Mi sussurrò a bassa voce, il professor Banner aveva cominciato a spiegare.

Le lanciai qualche occhiata furtiva, ero stupito che mi avesse rivolto la parola.

<< Ehm, ciao. >> Bofonchiai teso.

Tese la mano verso di me << Io sono Isabella Swan. >>

Questa volta girai tutto il viso verso di lei, ero veramente stupito. << Ehm... Edward Cullen. >>

Mi strinse la mano, la sua era calda, contro la mia fredda, quasi ghiacciata.

Ebbe un brivido.

<< Scusa... scusa... >> Mormorai afflitto.

<< No, tranquillo. >>

E' tenero.

Mi osservò attentamente. Che pelle pallida... Che occhi! Sembrano dorati!

Provò seriamente a capire cosa stesse spiegando il signor Banner, ma era, a quanto pare per lei, una lingua sconosciuta. Senza rendersene conto emise un piccolo lamento.

<< Tutto bene? >>

La mia voce bassa la fece voltare verso di me.

Che volto così serio per un ragazzo di soli diciassette anni.

<< No... >> Si lamentò tenendo sempre la voce bassa.

Mi avvicinai un po di più.

<< Non sto capendo nulla. >> Ammise con sguardo afflitto.

<< Oh... bé... è semplice devi solo invertire queste due e poi sommare il finale. >>

Mi guardò con occhi spalancati. << Tutto qui?! >>

Annuì sempre serio.

<< E perché diavolo lui la fa così lunga?! >> Sussurrò veramente stupita indicando la cattedra.

Non potei non ridacchiare, era troppo divertente vedere le sue smorfie.

<< Cosa c'è? >> Domandò aggrottando le sopracciglia.

<< Niente... >> Ridacchiai ancora.

La lezione si svolse abbastanza tranquilla, ogni volta che guardavo la sua faccia allibita, mi allungavo verso di lei e le spiegavo con parole semplici i complessi e arcani misteri della trigonometria.

E' un vero genio!

<< Che lezione hai adesso? >> Mi domandò mentre entrambi mettevamo i libri nelle rispettive borse.

<< Erm... >> Presi un foglietto dalla tasca dei pantaloni e lo porsi a lei.

Sfortunatamente non avevamo le stesse lezioni quel giorno, ma notai con gioia che parecchie ore della settimana combaciavano.

<< Sai dove devi andare? >>

<< Erm... >>

<< Edificio B. >> Mi indicò con il dito fuori dalla finestra l'altra ala dell'edificio.

<< Oh, ok... erm... grazie. >>

Stava per chiedermi se volessi essere accompagnato, ma due dei miei fratelli arrivarono in quel momento.

<< Edward? Andiamo... >> Si interruppero vedendoci assieme.

Isabella sorrise ad entrambi. << Beh, a quanto pare non ti perderai. >> Mi ridiede l'orario scolastico. << Grazie ancora per oggi, Edward. Ci vediamo... >> Mise lo zaino su una spalla e uscì sotto il sorriso strano di Emmett.

La mattina passò abbastanza veloce, ogni tanto sentivo i commenti degli studenti su di me. Erano tutti delusi, si immaginavano chissà che bellezza mozzafiato, invece nulla.

Ridacchiavo ancora quando entrai in mensa, scelsi il tavolo più nascosto di tutti, non credevo che qualcuno venisse a cercarmi, ma comunque, preferivo evitare anche solo di dare l'impressione di voler compagnia.

Estrassi un po' di libri e mi misi a leggerli. Ero conscio dello sguardo dei miei fratelli. Per quanto andassimo d'accordo, non avevo un rapporto così stretto con loro. Erano anni che vivevo a Denali. Adesso, dopo le continue e ripetute richieste di Esme avevo deciso di provare a vivere con loro. Non era male. In quei giorni, poco prima della scuola, avevo osservato quasi tutta la cittadina.

Moltissima gente era pressoché banale, quasi insignificante. L'unica eccezione era stata proprio Isabella. Il suo modo di fare e di pensare, mi aveva lasciato interdetto parecchie volte.

C'erano dei giorni, in cui avevo letteralmente fatto forza su me stesso per non andarle a parlare di persona.

Non potevo scoprirmi così, ma la sua mente mi affascinava.

Mike Newton intanto si sbracciava per farsi vedere, come sempre aveva tenuto un posto libero per Isabella. Nello stesso tavolo c'erano diverse persone, Lauren, Jessica, Angela Tayler...

Osservavo il mio libro, ma nella mente degli altri vedevo chiaramente la sala, ed eccola li, Isabella, era in fila per prendere una fetta di pizza e una bottiglietta di limonata.

La vidi osservare il tavolo dei miei fratelli. Sempre bellissimi, ma Edward? Dove diavolo... oh, eccolo.

Il suo sguardo si era posato su di me. Probabilmente si sta mettendo all'opera per portarsi in pari con il programma.

Appena libera, prese il vassoio e con un cenno della testa, salutò Angela, tirando avanti dritta verso di me.

<< Ciao. >> Mi salutò.

Abbassai il libro che stavo fingendo di leggere, le sembravo sinceramente stupito di vederla li. Ma lo ero veramente. Che diavolo faceva lei qui?

<< C.. ciao... >>

Mi sorrise amichevole. << Posso? >> Indicò con lo sguardo la sedia di fronte a me.

<< Oh... s..si, certo... >> Un po' goffamente spostai alcuni libri, le lasciai lo spazio per appoggiare il vassoio sul tavolo.

<< Grazie. >> Si sedette, aprendo la bottiglietta. << Allora, come è andato il primo giorno? >>

<< Ehm... bene. >> La fissai.

<< Che c'è? >> Bevve un sorso di limonata.

<< Oh... scusa, niente... >> Ripresi a leggere il libro.

Addentò la pizza e notai con divertimento che al tavolo di Angela, Mike e gli altri mi lanciavano occhiate poco furtive e commentavano la situazione strana. Anche al tavolo dei miei fratelli sembravano tutti sinceramente stupiti del fatto che mi trovassi li con Isabella.

Perché non si è seduto con i suoi fratelli?... Forse non va d'accordo con loro?

Forse non si conoscono ancora abbastanza bene per avere un rapporto più stretto?

Non sapeva quanto ci aveva preso.

Posò lo sguardo su di me, avevo in mano il libro di letteratura inglese.

<< A che punto sei arrivato? >>

Spostai di lato la testa guardandola, ancora sinceramente sorpreso dei suoi pensieri.

Mi sorrise incoraggiante. << Con il programma... a che punto sei? >> Indicò i libri.

<< Oh... ehm... buono. Sono quasi in pari... credo... >>

<< Ottimo. >> Non è facile fare conversazione con lui. << Non mangi nulla? >>

<< Erm... no, sono... molto delicato. Il dottor Cullen mi ha sconsigliato di mangiare a scuola. >>

<< Capisco, beh, in effetti, non ti perdi molto. >>

Le feci un accenno di sorriso.

E' davvero timido.

La campanella suonò, ricordando a tutti che ormai la pausa era finita.

<< Andiamo? >> Mi propose aspettandomi.

Annuì veloce, mi aiutò a raccogliere i libri ed assieme ci avviammo verso l'edificio A.

Nelle ultime due ore, sentivo che i pensieri di Isabella erano tutti per me, mi considerava un po strano. Angela era la sua vicina di banco e, a quanto pare voleva riferirle i commenti dei nostri compagni...

Tutti, a quanto pare, erano rimasti sconvolti nel vederci a pranzo assieme.

<< Allora, cosa dicono su di me... >> Bisbigliò ad Angela, non prestando attenzione alla lezione.

Il suo sguardo allegro le confermava che di sicuro dovevano esserci parecchie novità.

<< Secondo Jessica, tu stai coltivando l'amicizia con Edward per avvicinarti al resto dei Cullen. >>

Oh... per favore... che cosa squallida!

<< Secondo Lauren, tu e il nuovo arrivato siete perfetti assieme. >>

Ridacchiò. Edward, non sembra uno dei Cullen, mi ispira tenerezza e dolcezza. Non è perfetto.

<< Secondo Mike, Edward non ha alcuna speranza... >>

Tipico di Mike, credere di essere l'unico ragazzo sulla faccia della terra.

<< Secondo Tayler, stai solo facendo una buona azione... >>

Sospirò.

Possibile che nessuno abbia in simpatia Edward?

<< E tu? Cosa dici? >> Era curiosa di sapere cosa pensasse la sua amica.

Angela si raddrizzò sulla sedia. << Non lo so. Credo che ti stia simpatico, ma per adesso non vedo altro. >>

Ecco perché Angela piaceva sia a me che a Isabella, era sincera e vedeva le cose per come stavano.

Uscimmo dall'ultima lezione che stavano ancora chiacchierando, salutò distrattamente i nostri compagni, non so perché lo feci, ma la chiamai.

Isabella si fermò, voltandosi verso di me.

<< Edward. >> Mi salutò sempre con il sorriso sulle labbra.

<< Ciao. >> Mi salutò Angela.

<< Oh... ehm.. ciao. Io... io ti volevo chiedere, se era possibile... >> Mi sentivo un perfetto cretino a fare la parte dell'imbranato, ma non potevo fare altrimenti. Davo l'impressione di essere agitato, continuavo a gesticolare in maniera composta e a straparlare.

<< Edward, aspetta. >> Mi fermò afferrandomi le mani fredde.

<< Angela, ci vediamo domani. >> Salutò la sua amica con un sorriso divertito. Isabella mi sorprese anche adesso, aveva capito che il mio modo di fare agitato era per “colpa” della presenza di una terza persona. Aveva preferito allontanare la persona in questione piuttosto che allontanare me...

<< Oh, ma si, certo. A domani, ciao ragazzi. >> Ci salutò allontanandosi.

Rimanemmo io e lei, Isabella si voltò verso di me, lasciandomi andare le mani. Mi sorrise. << Allora, cosa volevi chiedermi? >>

<< S..si. Ecco, io non vorrei essere invadente. >>

Mi guardò incoraggiante.

<< Potresti passarmi gli appunti delle materie... >>

Mi viene da ridere, tutto questo trambusto per degli appunti. Ma è così dolce, come si può rifiutare un favore a un ragazzo così?!

<< Certo, nessun problema. >>

Sorrisi un po' più rilassato. << Bene... grazie. >> Sospirai.

Isabella ridacchiò. << Edward, sei simpatico sai. >> Mi diede scherzosamente un pugnetto sulla spalla. << Per quando li vuoi? >>

<< Oh.. bé, quan.. quando puoi portarli? >>

Si mordicchiò le labbra pensando. << Anche oggi se vuoi. >> In effetti non mi pare di avere nulla da fare di così importante.

<< Oh, si, va bene, dove? >> Sapevo perfettamente dove abitasse, ma la recita doveva proseguire.

<< Aspetta. >> Afferrò lo zaino e lo aprì, prese un quaderno e strappò un foglio, le porsi una penna. Scrisse rapida il suo indirizzo e telefono. << Ecco. >> Mi porse il bigliettino. << E' facile da trovare. >> Mi sorrise.

<< Ok, grazie... >>

<< Di nulla, a dopo... >> Mi salutò con la mano mentre sotto la fine pioggerellina raggiunse il suo pick-up.

Non distante dal suo mezzo, i miei quattro fratelli osservavano, chi compiaciuto, chi preoccupato la scena.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Sono sinceramente stupita! In 39 persone lo hanno messo fra i preferiti! E sono solo al primo capitolo! WOW! Sono felicissima!! Anche voi che avete commentato! GRAZIE!!

Stella_del_vespro_87: Grazie mille, sono onorata dalle tue parole!
Silvia_Cullen: Spero che ti piaccia anche questo secondo capitolo
aliceundralandi: Adesso che mi dici? ^_^
vitti: Edward conciato così, effettivamente fa un po ribrezzo ^^
RockAngelz: hahaha^^ anche a te non piacciono gli occhiali di Ed! ^^
pinkgirl: Grazie mille davvero ^_^
pazzerella_92: Hai capito benissimo, Edward da l'impressione di non essere un Cullen ^^ ma a tutto c'è un perchè...
patu4ever: Grazie mille, ci conto di vederti ancora nei commenti ^^
revelation80: Vero?! Ed è un genio ^^
Gius: Eccoti accontentata ^^
Toru85: Grazie del commento, eccoti il secondo capitolo.
BellaCullen88: Edward impacciato è molto tenero per me, ma no, non è da poco vampiro, più avanti spiegherà meglio le cose ^^
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Capitolo 2

<< Allora, racconta tutto! >> Esclamò Alice allegra, anche se sapeva benissimo cosa era successo.

<< Non c'è niente di così bello da dire, Alice. >> Mi tolsi quei maledetti occhiali fastidiosi, con un gesto irritato mi portai i capelli indietro.

<< Non è vero, e tu lo sai... >> Mi rimbeccò. A volte sapeva essere molto fastidiosa.

<< Alice, non è successo nulla, abbiamo solo parlato e gentilmente le ho spiegato quella stupida materia scolastica. Ancora non capisco perché mi devo agghindare in questo modo. Non posso semplicemente essere me stesso e basta? Perché devo fare la parte del secchione timido? >>

La macchina sfrecciava veloce sotto le gomme della Mercedes nera. << Perché, nel caso tu non lo avessi notato, nessuno, a parte Isabella Swan si è avvicinato a te. Nessuno. Tutte le volte che abbiamo cambiato scuola e casa, ti sei sempre lamentato che le sciocche ragazzine umane ti correvano dietro solo perché ci trovano belli. >> Sbuffò.

<< E allora? >>

<< Come sarebbe “e allora?”. Edward, Isabella si è avvicinata a te non perché tu sia bellissimo, ma per quello che stai mostrando. >>

<< Un falso Edward. >>

<< No. >> Ridacchiò. << Si sincero, a parte il balbettare, hai recitato oggi? Mentre eri con lei? >>

Dovevo ammetterlo, balbettamento a parte, non avevo mai recitato con Isabella, quella parte del mio carattere era assolutamente autentica. << No. >> Sospirai.

<< Appunto. Mi pare che Isabella sia stata bene con te, o sbaglio anche qui? >>

<< No, Alice. Non sbagli. Sei contenta? >>

<< Per adesso si. >>

Parcheggiò l'auto in garage, precedendomi nell'entrare in casa.

Avevo ancora un sacco di pensieri su Isabella, era simpatica e con il tempo, di sicuro saremmo potuti diventare amici.

Un umana e un vampiro amici. Scossi la testa ridacchiando tetro, se fosse davvero accaduto, lei sarebbe stata quasi sempre in pericolo al mio fianco.

Entrai in casa.

<< Ciao tappo. >>

<< Emmett. >> Lo salutai.

<< Allora, come è andata? >>

Dolce Esme, sempre in pensiero per i tuoi figli.

<< Bene. >>

<< E' andata più che bene! >> Si intromise Alice.

Davvero?! Sorrise speranzosa mia madre.

Non potei non annuire.

Oh Edward! Sono così felice!

Ovvio, voleva dire che sarei rimasto e non sarei tornato a Denali da Tanya.



Suonai il campanello, annunciandole il mio arrivo, sentì un gran trambusto e poi, la porta si aprì, mostrandomi una Isabella rossa e con il fiato grosso.

<< Ciao! >> Esclamò sorridente.

<< C.. ciao. >> Bofonchiai timidamente.

Notò solo in quel momento che non ero venuto da solo, ma accompagnato da mia sorella, Alice.

<< Edward, passo dopo a prenderti. >> Mi urlò da dentro la macchina.

Annuì e lei schizzò via, lasciandoci soli.

<< Vieni dentro... >> Chiuse la porta dietro di me e mi condusse nella piccola sala. << Accomodati, vado a prendere i quaderni. >> Indicò la poltrona e corse su per le scala, ci mise pochi attimi e ricomparve sempre con quel suo sorrisetto felice stampato in volto.

<< Eccomi. >> Sistemò i quaderni sul tavolino, mi sedetti accanto a lei, ero un po restio a starle così vicino, era strano per me, avere questo tipo di contatti con gli esseri umani. << Da quale vuoi cominciare?... >>

Afferrai un quaderno e lo scorsi abbastanza veloce, su un quaderno aggiunsi pochi appunti sugli argomenti che non avevo, in teoria, ancora fatto e poi passai ad un altro, tempo dieci minuti dopo ne presi un altro e un altro ancora.

Era sinceramente colpita. Edward a quanto pare ha fatto quasi tutto il nostro programma scolastico.

<< Wow... >> Le scappò dalla bocca, trovai i suoi occhi scuri osservarmi curiosa.

<< Cosa? >>

Scosse la testa. << Nulla, solo sono stupita. Hai fatto quasi tutto il nostro programma di scuola. Credo che sarò io a chiedere a te delle delucidazioni sugli argomenti, non il contrario. >> Ammise ridacchiando.

<< Oh... bé, se vuoi, posso aiutarti... >> Mi schiarì la voce. << Non sarebbe un disturbo per me. >>

Che voce melodica. << Davvero? >> Posso sinceramente sfruttare così questo ragazzo? << Mi piacerebbe. Oggi mi sono trovata bene, con te. >> Le sue guance assunsero una temperatura altissima e anche un colorito più acceso del solito. Sorrise imbarazzata. << Grazie >>

Mi piace stare in compagnia di Edward, mi sento libera di poter essere me stessa, di essere libera di esprimere ogni mio parere sia positivo che negativo. E' strano, perché in fondo, io e lui ci conosciamo solo da poche ore... eppure, a pelle, sento di potermi fidare.

I suoi pensieri mi fecero un immenso piacere, a quanto pare, il mio carattere le piaceva, forse poco a poco potevo eliminare quest'aria da imbranato e riprendere il mio vero aspetto.

Mi fissò mentre guardavo il mio orologio. << Bé, Alice verrà fra un paio d'ore a prendermi, se vuoi.. se hai qualche cosa da chiedermi... sono qui. >> Sorrisi mesto.

Mi guardò intenerita. << Non ti da fastidio? >>

Ridacchiai. << No. >>

Ho l'impressione che si stia piano piano abituando alla mia presenza, non balbetta più come prima.

Prese il quaderno di trigonometria e lo aprii. << Ecco. Diciamo che questa materia, non è proprio la mia preferita. >> Di nuovo quel rossore sulle guance.

Mi sistemai meglio gli occhiali e lessi qualche riga. << Non è difficile, guarda... >> Avvicinò il suo volto dove indicavo la riga in questione.

<< Devi solo... >> E partii in una spiegazione semplice e concisa dei vari termini e formule della materia.

E' affascinante ascoltarlo. Ha un modo di esprimersi che ricorda le persone del novecento. La sua voce poi, è veramente incantevole. Potrei ascoltata per ore senza mai stancarmi. Non ci vuole molto a capire che Edward, è un genietto. Un vero e proprio so-tutto-io.

Sobbalzammo entrambi quando la porta di casa si aprì e suo padre fece il suo ingresso.

<< Papà!? >> Corse con lo sguardo sull'orologio da polso. Era tardissimo, quasi le venti.

<< Bells... chi è questo ragazzo. >> Fece qualche passo verso di noi.

Mi alzai e molto educatamente mi presentai. << Sono Edward Cullen. Sono il nuovo compagno di Isabella. >> Gli porsi la mano.

<< E' un piacere Edward. >> Ricambiò la stretta. << Ti fermi con noi a cena? >>

<< Veramente... >>

In quel momento il campanello suonò, Charlie aprì la porta, trovandosi davanti una sorridente Alice.

<< Oh, buona sera Capo Swan, sono Alice Cullen. Sono venuta a prendere Edward. >>

<< Entra pure Alice. >> Si spostò per farla entrare.

<< Grazie. >>

Entrambi entrarono in salotto, io e Isabella stavamo mettendo via i libri.

<< Ecco, abbiamo finito. >> Sorrise. Un po mi dispiace che se ne vada. << Grazie ancora Edward. Sei stato gentilissimo. >>

Le sorrisi leggermente imbarazzato. << Di nulla... >>

Osservai Alice vicino a Charlie, sembrava stesse gongolando felice...

<< Ci vediamo domani. >> Mi salutò sulla porta, io annuì silenzioso.

Sicuramente ci saremmo visti, mi piaceva la sua compagnia, con Isabella, il mostro dentro di me, taceva...



In macchina, Alice non disse una parola e stranamente anche la sua mente continuava a fissarsi su un completino di pizzo che aveva visto in un negozio a Port Angeles.

Cosa diavolo stava succedendo? Possibile che negli anni in cui ero monacato da casa, mia sorella fosse cambiata così tanto? Me la ricordavo più invadente e ficcanaso.

<< Tutto bene, Alice? >> Non posso evitare di chiederglielo.

<< Benissimo. >> Si voltò verso di me sorridente. << Adesso che se qui, andrà tutto benissimo. >>

Ah, credo di aver capito, finalmente la famiglia si è riunita, la pecorella è tornata all'ovile...

Sbuffo leggermente, a nessuno della mia famiglia è mai piaciuta molto Tanya e soprattutto, il fatto che io avessi deciso di vivere a Denali con lei.

Esme, sapevo che aveva sofferto molto, mi considerava come un vero figlio e il sapermi così distante, l'aveva rammaricata tantissimo.

In effetti, ora che ci pensavo, non capisco nemmeno io le motivazioni che mi avevano indotto a rimanere con Tanya.

Lei era bellissima, molto seducente. Aveva mostrato un chiaro interesse per me, eppure, in questi anni in cui avevamo vissuto assieme, avevo sentito che lei non mi completava, non mi faceva sentire me stesso... non era la donna per me.

Avevamo anche discusso, non accettava il fatto che volessi andarmene. Sospirai di nuovo, non potei evitare di fare il paragone con Isabella, lei era molto dolce e sincera. Tutti i suoi pensieri rispecchiavano quello che diceva, non aveva secondi fini e da quello che avevo intuito, doveva essere una persona tremendamente leale.

Le mie labbra si distesero, il solo pensarla, mi faceva stare bene.

Aveva anche un buonissimo profumo, molto dolce e delicato, stare vicino a lei non era una sofferenza, sembrava quasi che riuscisse a placare la mia parte vampiresca. Accanto a lei, mi sentivo umano.

Era assurdo da pensare, eppure, era così. Il suo sangue non mi tentava come quello degli altri umani.

Arrivammo a casa qualche minuto dopo, Esme e Carlisle erano fuori a caccia, Emmett e Rose erano in sala a guardare un programma sulle auto sportive. Jasper venne incontro ad Alice, trascinandola su per le scale.

Io rimasi li, invidiandoli. Avevano tutti la loro compagna, erano completi, felici. Perché io non riuscivo a trovarla? Dove potevo cercarla? E soprattutto, come l'avrei riconosciuta?

Dio mio! Ma perché mi ponevo tutte queste domande? Basta! Per adesso avrei vissuto la mia eternità giorno per giorno, senza aspettarmi più nulla, senza cercare nulla.

Ora come ora, mi sarei goduto questa strana amicizia che stava nascendo con Isabella.

La notte aveva ricoperto tutto, ma per noi vampiri consisteva solo in un misero cambiamento delle tonalità dei colori.

Guardavo il bosco dalla vetrata di camera mia, odiavo la notte, era lunghissima e non avevo nulla per distrarmi. Sbuffai, dovevo aspettare che il sole sorgesse di nuovo...

Rimasi immobile per tutto il tempo, osservando e guardando i miei familiari uscire più volte sotto la luce delle stelle, chi per cacciare, chi solo per passeggiare. Non riuscivo a sentirmi completamente parte di questa famiglia, il senso di incompletezza era tornato prepotente a tormentarmi.

Fortunatamente, con l'arrivo del mattino, la vita degli abitanti di Forks riprese, mi cambiai, pronto anche quel giorno ad impersonare un Edward imbranato. Non vedevo l'ora di smettere quella farsa, ma ammetto che nel profondo, mi piacevano le attenzioni che Isabella mi dedicava. Me le avrebbe dedicate lo stesso se le avessi fatto vedere come ero in realtà?

Era una domanda che per adesso non aveva ancora una risposta.

<< Andiamo... >> Mi chiamò Jasper, precedendomi all'uscita.

Arrivammo a scuola in pochi minuti, gli studenti stavano arrivano, ancora sonnacchiosi, io facevo vagare lo sguardo, cercavo lei.

Sentì distintamente il motore del suo pick-up, sembrava un carro armato.

Non fece in tempo neanche a fare due passi fuori dal suo mezzo che Mike e Tayler le furono addosso.

Mi infastidì la cosa, non potevano avere un po' di rispetto per lei?

Sembravano delle api in cerca del miele...

Oddio, rincominciamo... Sospirò Isabella, cercando di essere gentile con loro, mentre tentava di entrare a scuola.

La seguì nelle menti degli altri studenti, sembrava più nervosa del solito, poi capì il perché. A quanto pare, si aspettava in ogni momento l'invito al ballo da Tayler e Mike, sapeva che avrebbe dovuto faticare parecchio per rifiutare le loro avance.

Il piccolo Newton, e anche il suo compare, aspettavano solo il momento propizio per invitarla al ballo di primavera.

Le sue e le mie lezioni furono abbastanza tranquille, i mormorii sul mio abbigliamento erano ancora in voga. I pensieri di tutti questi teenager dopo poco diventavano noiosi e ripetitivi.

Finalmente arrivò la tanto sospirata e agognata pausa pranzo. Presi possesso del tavolo più isolato, come il giorno prima. Non sapevo se Isabella si sarebbe unita ancora a me, ma dentro di me, ci speravo.

La sedia davanti a me si spostò e accolse la figura minuta di Isabella.

La guardai sinceramente stupito.

<< Ciao! >> Mi salutò sorridente.

<< C..ciao. >>

<< Allora, come mai quella faccia stupita? >> Mi domandò bevendo un sorso dalla sua bottiglietta.

<< Sono, stupito. >> Ammisi sincero.

<< Vedila così, sei l'unico che mi tratta in modo normale e non mi assilla. Sei la mia ancora di salvezza! >> Addentò la mela rossa che aveva con se.

Ridacchiai, io ero la sua ancora di salvezza.

<< Dai, dimmi sinceramente, chi inviterai al ballo? >> Accavallò le gambe e mi fissò serena.

<< Ehm... ballo? >> Credeva davvero che avrei invitato qualcuna? Perché secondo lei, avevo qualche chance di andarci con una ragazza?

<< Si, non hai visto nessuna da invitare? Qualcuna che ti possa piacere? >> Diede un altro morso alla mela e fece dondolare il piede.

<< Ehm... no. Io non vado al ballo. >> Mormorai a bassa voce.

<< Allora siamo in due. >>

<< Come? >>

<< Ho detto, che allora siamo in due a non andarci. >>

La fissai confuso. << Perché tu non ci vai? >>

Si guardò attorno con aria da cospiratrice, la sua voce si abbassò ancora di un tono. << Sono due motivi. Il primo è che non c'è un cavaliere che mi vada a genio. >> E fin li, potevo capirla. << Il secondo è che... >> Si guardò ancora attorno. << non so ballare. >> Fece una smorfia buffissima, e li, mi scappò una risata a malapena contenuta. Sembrava che dovesse rivelarmi chissà quali motivi.

Oddio! Bella sei troppo simpatica!

E' bello vederti ridere.

La vidi sorridere compiaciuta.

<< Dovresti ridere di più, ti dona sai. >>

In quel momento, pensai alla mia vita, non avevo mai avuto molte occasioni per ridere, ma con Bella, veniva tutto così naturale.

<< Bella, non ho avuto molte occasioni per ridere... >> Ammisi.

Bella? Mmm, si mi piace. << Bella? E questo nomignolo da dove lo hai preso? >>

<< Oh, scusa... scusa io... >>

<< No, no. Mi piace. >> Mi rassicurò. << Ti autorizzo ad usarlo! >> Ridacchiò.

Le sorrisi contento.

Oh, un altro bel sorriso!

<< Oh, un altra cosa. >> Mi disse. Ero sinceramente curioso. Si allungò verso di me, e prima che riuscissi a capire, le sue mani mi spostarono la frangia che copriva buona parte del volto. << Così va meglio. E' bello vederti Edward, non nasconderti. >>

Se fossi stato umano, sarei arrossito.

<< Oh.. ok ... >> Non sapevo più che dire.

Mi guardò in uno strano modo. << Che c'è? >>

<< Sono curiosa. Perché non hai avuto molte occasioni per ridere?... >> Sospirò. << Scusami... non rispondermi io... >>

<< No, va bene. Ehm... ti posso rispondere... >>

Mi guardava in silenzio, aspettando che continuassi.

<< ... bé, la mia storia non è molto divertente. I miei genitori sono morti di malattia. >> La vidi sgranare gli occhi.

Oddio! Edward, mi dispiace...

Fece per interrompermi ma io proseguì. << Il dottor Cullen mi ha adottato, ma io sono rimasto a Denali, in Alaska. Avevo trovato una ragazza, si chiamava Tanya. Lei, era molto... bella, la sua famiglia mi ha tenuto con se. >> Mi fermai un attimo, guardandola attento, i suoi pensieri erano veramente dispiaciuti per me. << Per un sacco di tempo, io e Tanya ci siamo frequentati... ma poi... ho capito che non provavo nulla per lei.. per me, era come una cugina, più o meno. >> Sorrisi mesto, stavo dicendo una mezza verità, occultando il fatto di essere un vampiro e che anche Tanya lo fosse. << Poi, Esme, la mia attuale madre, mi ha chiesto nuovamente di unirmi a loro, qui a Forks. E così, eccomi qui. >>

La mano di Bella afferrò la mia, stringendola con affetto. << Mi dispiace sinceramente, Edward. Scusami se ti ho chiesto di raccontarmi la tua storia. >>

Possibile che il freddo della mia mano non le desse fastidio? Non provava ribrezzo?

<< Non fa nulla, davvero. >> Che strano, mi trovavo io a rassicurarla.

Lasciò la presa sulla mia mano e quella mancanza di contatto fra di noi, mi lasciò per un attimo vuoto.

Mi piaceva il calore che lei emanava, era rassicurante.

<< Credo sia meglio andare. >>

Ci guardammo attorno, nessuno dei due aveva sentito la campanella suonare, la caffetteria era vuota.

<< Oh cavolo! Sono in ritardo! >> Scattò in piedi. << Ci vediamo!! >> Corse via verso il corridoio.

Isabella Swan, era di sicuro l'unico essere umano che sapeva sorprendermi.

Osservai ancora la mano che mi aveva stretto e provai un piccolo moto di tristezza, prima o poi, lei si sarebbe innamorata di qualcuno e allora, mi sarei dovuto mettere da parte.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sinceramente sono molto colpita! in 70 l'avete messa fra i preferiti! E sono solo al secondo capitolo! WOW! GRAZIE! E un GRAZIE ancora più grande va a voi che commentate!

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Capitolo 3

Al suono dell'ultima campanella, tutti gli studenti della Forks High School si fiondarono fuori dall'edificio, Bella correva come una pazza, sembrava che avesse dei lupi alle calcagna.

Forse c'è l'ho fatta!!

Esultò mentalmente, lo zaino le dondolava furioso sulla schiena, saltò una piccola pozzanghera. Era quasi arrivata al suo pick-up, quando inchiodò di colpo.

Noo!! Merda!! Non è possibile! E' un incubo!!

Si voltò verso la scuola, correndo nuovamente verso l'edificio.

Merda! Merda! Merda! Merda!

Dentro di me stavo ridendo come un cretino. Mike Newton era appoggiato al suo pick-up, inattesa di lei per invitarla al ballo.

Mi dispiaceva per lei, aveva quasi sfidato le leggi di gravità per correre via dai suoi pretendenti.

Camminai tranquillo lungo il corridoio della scuola, stavo per imboccare l'uscita quando due mani candide si aggrapparono alla mia giacca.

Sapevo benissimo chi fosse.

<< Ti prego aiutami! >> Mormorò implorante nascondendosi dietro la mia schiena.

Ridacchiai. << Bella, che stai facendo? >>

<< Bé... sei mio amico Edward? >>

<< Si, certo. >> Mi sentivo un po' idiota a parlare con lei aggrappata alla mia schiena.

<< Gli amici si proteggono fra loro, giusto? >>

<< Giusto >> Trattenni una risata.

<< Ottimo, allora tu... mi proteggi da loro. >> Da sotto il mio braccio sbucò la sua mano che indicava Mike e Tayler vicino al suo mezzo. Poco dopo da sotto il mio braccio, sbucò anche la sua testa.

<< Ehm... Bella? >> La chiamai, lei alzò il suo viso verso di me, dovetti trattenere tutto me stesso per non ridere a quella scena e da quello che sentivo, anche i miei fratelli dietro di noi se la stavano spassando alla grande.

Hai capito il nostro Eddino! Oddio, ti prego, non Emmett.

Che diavolo stai facendo idiota? Grazie Rosalie...

E' un nuovo modo di attaccare gli umani? Jasper, per favore...

Aspetta che lo sappia Esme! Farà i salti di gioia!! Alice...

Con la mano indicai a Bella di guardare dietro di noi, si ritrasse dal mio braccio e si voltò.

Oh che figura di merda doppia!!

Oh cielo! Ma dove le trovava queste esclamazioni! Sorrisi.

<< Ehm... ti serve un passaggio Isabella? >> Domandò Alice facendosi avanti.

Oddio, e adesso, che dico? << Ehm... in teoria no... >> Guardò ancora verso il suo pick-up. I suoi spasimanti erano ancora li.

<< Perché non gli dici che non vai al ballo con loro e basta? >> Domandai.

<< Bé, perché ci rimarrebbero male... >>

La fissai per un attimo. << Inventati che vai a trovare tua madre. >>

<< Già usata l'anno scorso e anche l'anno prima... >>

<< Mmm.. >> Sospirai. << Digli che non vai al ballo e basta. >>

<< Ci ho provato, ma loro insistono. >>

<< Che scusa gli hai propinato? >>

I miei fratelli ci osservavano curiosi e compiaciuti.

<< Bé, gli ho detto che rimanevo a casa a studiare... >>

Ci credo che insistono, sanno che è li e che è libera. Emmett aveva ragione.

<< Bella, l'unica soluzione è affrontarli. >>

Fece un verso strozzato e mi guardò come se dovesse andare al patibolo. Si stava immaginando la scena di lei con le catene ai polsi che andava diritta nelle mani dei suoi aguzzini.

Mi stava venendo da ridere, Bella la faceva più grave di quanto non fosse.

<< Vuoi che ti accompagni? >> Mi sforzai di rimanere serio.

Siii!!! Oddio si! Ti prego!! << Hem... se non ti fa nulla. >>

Le sorrisi incoraggiante.

Guai a te se mi molli li da sola! Ti vengo a prendere e tu uccido! Il suo pensiero venne corredato da una eloquente immagine di lei che mi soffocava con un cuscino.

Ridacchiai silenzioso.

Oh eccola! Che diavolo! Sempre con lui appresso!!

Netwon cominciava a stancarmi...

Possibile che Isabella stia sempre con lui?!

Anche Tayler cominciava ad essere una piccola spina nel fianco.

<< Ciao Bella! >> La salutò affettuoso come un cocker il piccolo Newton.

<< Mike, Tayler... vi dispiace spostarvi? Dovrei andare a casa... >> Rispose gentilmente, sperando ancora di evitare la terribile catastrofe del ballo.

<< Veramente Bella, avremmo qualcosa da chiederti. >> Mike si fece avanti di un passo.

<< Ah si? >>

E brava la mia Bella che faceva l'ingenua.

<< Con chi vai al ballo? >>

Bella prese un bel respiro profondo. << Io non... >>

<< Non dirmi che non ci vieni, ogni anno inventi una scusa diversa. >>

Merda secca! << Ehm, non sono scuse e comunque, quest'anno non vengo al ballo. >>

<< Qualunque cosa sia, non puoi rimandare? >> Tayler si stava facendo insistente.

Quello che vidi nelle loro menti mi lasciò basito, erano già stati invitati. Avevano lasciato in sospeso l'invito di Jessica e Lauren perché speravano entrambi che Bella li invitasse. Ma si poteva essere più villani?

<< Ehm... >> Decisi di intromettermi nel discorso. << io... io sapevo che Jessica e... Lauren vi avevano già invitato. >>

Tutti gli sguardi si puntarono su di me.

Ma tu che diavolo vuoi?!

Ma ti fai i fatti tuoi stupido di un Cullen?!

Dentro di me sogghignai, uno per Edward il vampiro e zero per i patetici umani.

Bella li fissò con occhi spalancati. << E' così?! >>

<< Bé, ecco... >> Tentennarono entrambi, imbarazzati e vergognosi. Ovviamente mi lanciarono mille e mille insulti.

<< Speravamo che venissi con uno di noi... >>

<< Non.vengo.al.ballo! >> Scandì ogni parola con rabbia malcelata. << E adesso, scusateci, io e Edward, dobbiamo andare. >>

Si spostarono dal pick-up, non prima di avermi lanciato due occhiate assassine. Buffo, io ero un assassino e loro credevano di intimorirmi.

Salì sul mezzo con Bella, ingranò la prima e uscimmo dal parcheggio.

Era tesa e molto molto arrabbiata.

<< Ehm... Bella, vuoi che... guidi io? >>

Oh Edward, sei sempre così carino con me...

Mi sorrise. << Si, forse è meglio... >> Accostò e facemmo scambio di posto.

<< Grazie. >> Mi disse di nuovo una volta ripartiti.

<< Di nulla, a che servono gli amici? >> Accennai ad un sorriso.

Ridacchiò. Sono felice di averti conosciuto, Edward Cullen

Anche io lo ero, anche io...

Fortunatamente la fine pioggerellina aveva smesso di scendere, i nuvoloni rimanevano comunque, ricordandoci la loro presenza.

Parcheggiai il pick-up davanti a casa Swan.

<< Dai, vieni dentro... >> Mi propose la mia Bella.

Entrammo in casa, Charlie era alla centrale, sarebbe tornato solo in tarda serata.

<< Ti va di guardare un film? >> Mi propose.

<< Si, volentieri. >>

Mi indicò il divano e mi sedetti, la osservai infilare un dvd nel lettore e poi, prese posto accanto a me.

<< Grazie ancora per oggi. >> Mi disse, poco prima che i titoli iniziali comparissero sullo schermo.

<< Di nulla. >> Mormorai, e il film iniziò.

Passammo due ore tranquille a guardare Orgoglio e Pregiudizio. Avevo letto il romanzo della Austen.

<< Adoro il personaggio di Darcy. >> Mi sussurrò Bella.

<< Perché? >> In effetti, era affascinante, ma nel romanzo, sapevo che aveva un caratteraccio, non era ben considerato. Solo alla fine si scopriva il suo vero carattere.

<< E' affascinante. Tutti lo considerano snob e crudele, ma alla fine è una vera sorpresa! Elizabeth è molto fortunata a sposarlo. >>

<< Ti piacciono i romanzi di Jane Austen? >>

Si voltò verso di me. << Li adoro! >> Non capivo se fosse il riflesso della tv o se nei suoi occhi ci fosse una qualche forma strana di luce... perché mi sembrava che stessero letteralmente luccicando.

Fino a questo punto amava i romanzi della Londra vittoriana?

<< Li ho letti anche io. >> Ammisi. << Li trovo molto belli. >>

<< Si, ma il mio preferito è Cime Tempestose. >>

La guardai allibito. << Come fa a piacerti? I due personaggi principali si odiano e muoiono. >>

<< Si, ma nel libro, si sente che si amano profondamente, l'odio è dettato dall'amore... >>

<< Sai, mi stupisci sempre. >>

Sorrise compiaciuta.

<< Che musica ascolti? >> Adesso ero ufficialmente curioso. Era raro trovare una ragazza a cui piacessero i romanzi della Austen. Le ragazze “moderne” neanche sapevano cosa trattavano.

<< Un po di tutto, ma adoro Claire de Lune di Debussy. >>

Ma io la sposo!! Ok Edward, mantieni la calma! Le piaceva Claire de Lune di Debussy! Avevamo praticamente gli stessi gusti!

Cercai di riprendermi.

<< Ti piace Debussy? >>

<< Molto. >>

<< Anche a me. >> Oddio, sembravo un imbranato totale! Mancava solamente l'apparecchio ai denti ed ero a posto.

Contegno Edward! Contegno!

Posizionai meglio gli occhiali sul naso, mi stavano dando un sacco di fastidio.

<< Ma tu, ci vedi anche senza? >> Indicò gli occhiali spessi un dito.

<< Si. Sono solo... ehm... riposanti. >>

Si allungò verso di me e me li sfilò. << E' bello vederti, te l'ho già detto. Non nasconderti. >> Hai degli occhi così belli!

<< Ok... ehm... niente più occhiali... >> Presi gli occhiali e li misi via. Da oggi in poi, basta con gli occhiali. Almeno era un fastidio in meno, e poi, a Bella piacevano i miei occhi.

<< Ottimo! >> Esclamò contenta, tirò su le gambe, appoggiandosi a me.

Mi irrigidii, ero nuovo a queste sensazioni. Mi sentivo come un ubriaco euforico, eppure, il mostro dentro di me dormiva, anzi, stava facendo le fusa...

Stare vicino a lei, mi calmava. E la cosa, mi piaceva un sacco.

Pochi attimi dopo avvertii il suo respiro regolare, spostai la testa guardandola. Si era addormentata.

Aveva un'aria così indifesa. Sembrava una bambina.

Provai qualcosa, nel profondo del mio petto, qualcosa di molto forte e caldo. Per un forte istante, avevo avvertito l'impulso di sfiorarle il volto con la mano. Ma non lo feci.

Lei era tranquilla e io stavo bene con lei vicino. Per il momento, poteva e doveva bastarmi.

La tv perse importanza, la guardai dormire e osservai i suoi sogni, erano buffi e incoerenti, finché ne incominciò uno che mi gelò.

C'era lei, in un bosco, correva, aveva paura. Scappava, ma non capivo da cosa, era sfuocata l'immagine.

<< Aiuto!! Aiuto!! >> Urlava con il fiato corto.

L'immagine divenne nitida. Era inseguita da... un licantropo!

La vidi inciampare, d'istinto ringhiai. Sapevo che era solo un sogno, ma il vederla così indifesa e impaurita, risvegliava il vampiro in me.

Il licantropo stava per attaccarla, Isabella chiuse gli occhi, ma non accadde nulla... dal niente, era sbucata una figura longilinea, un ragazzo... la pelle chiara, troppo chiara... si mise in posizione di difesa davanti a lei, ringhiando contro il licantropo. Isabella si nascose fiduciosa dietro di lui. << Stai attento... >>

Vampiro e licantropo si stavano sfidando...

Ma quello che mi sconvolse di più, fu capire che quel ragazzo, ero io. Ma non era l'Edward che Bella conosceva. No, quello era il vero Edward. Edward Cullen, il vampiro dai capelli sparati in tutte le direzioni, l'Edward Cullen vestito all'ultima moda. L'Edward Cullen, che presto sarebbe ricomparso...

Come poteva Isabella conoscermi? Come?

Avvertii un cambiamento, i sogno sfumò nel nero, il suo battito si fece più rapido, ancora pochi istanti e avrebbe ripreso conoscenza...

<< Hey... ben svegliata. >>

Aprì piano gli occhi, sollevandosi. << Scusa... mi sono addormentata. >>

Cercai di essere disinvolto. << No, tranquilla. >>

Sbadigliò ancora.

<< Cosa stavi sognando? >>

<< Mmm? >>

<< Ti sei agitata, era... un incubo? >>

Mi guardò con occhi ancora un po sonnacchiosi. Cosa ho sognato.... bho, e chi se lo ricorda...

<< Non ricordo... >> Ammise.

Non sapevo se esserne rincuorato oppure no, ma ricordavo perfettamente che Isabella, nel sogno era preoccupata per la sorte del vampiro. Che non si fosse accorta della sua natura?

Possibile...

La porta di casa si aprì e l'ispettore Swan fece il suo ingresso.

<< Bella, sono a casa... >>

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Silvia_Cullen; Sono sinceramente felice che ti piaccia questa storia ^_^
JessikinaCullen; Grazie tantissimi per i complimenti ^^ Sono felice che la storia porti questa ventata di allegria ^^
Patu4ever; Sono contenta che ti piaccia, più che la reazione di Charlie, dovrete vedere quella di Bella ^^
Bella_kristen; Grazie mille davvero per il tuo commento ^^ Sinceramente io odio Jacob, non lo sopporto neanche nel libro della Meyer, figurati nelle ficci. Edward effettivamente, qui si fa meno paranoie, adesso, sono curiosa di sapere cosa ne pensi di questo capitolo ^_^
Totta91; Haha^^ spero di averti soddisfatta con la reazione di Bella in questo capitolo! ^_^
Eka; Eeehh, ultimamente ne scrivo parecchie, pensa che ne ho già delle altre in cantiere e tutte quasi finite ^_^
Damaristich; hahahahaaa ^___^ Grazie davvero! Ho aggiornato, quindi mi ritengo salva! ^_^
BellaCullen88; A quanto pare, la scena dove Bella sfugge agli ammiratori, sta spopolando! ^_^ Sono contenta! Jacob è un'incognita, io lo odio, perciò, cerco sempre di non metterlo troppo in mezzo alle mie ficci, ma ogni tanto fa la sua comparsa... ^^
Florence; Grazie davvero, mi ha molto toccato il tuo commento! I pantaloni stile acqua in casa sono da morire! XD Si, effettivamente mi sono accorta che la parte del sogno non ha i tempi corretti, ma ultimamente ho poco tempo, sa per scrivere che per correggere, perdonatemi ^_^ Ma ad ogni modo, mi piace quando mi fanno notare queste cose, vuol dire che ho delle ottime lettrici! ^^ Ne sono fiera! Senza contare che proprio grazie a questi commenti costruttivi mi accorgo anche io stessa degli errori che faccio. Perciò: GRAZIE! ^___^ Ci vediamo al prossimo commento! ^^
Toru85; Sono contenta che ti piaccia, adesso, che mi dici della reazione di Bellina?? ^__^
Vitti; Sono contenta di averti fatto un bel regalo e perdonami per gli orrori che ogni tanto scrivo ^^ Ma sono sinceramente contenta che ogni tanto me li facciate notare, come ho scritto prima anche ad un altro commento, vuol dire che le mie lettrici, sono attente e vogliono che la storia sia scritta meglio perché piace ^___^ GRAZIE!! Un baciottone Goten

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Capitolo 4

Ero tornato a casa da poco, Alice era passata a prendermi, sempre puntuale per evitare l'invito a cena dell'ispettore Swan.

Ripensavo al sogno che Isabella aveva fatto e alle parole che aveva sussurrato. Temeva davvero per la mia incolumità in quel sogno... si fidava di me a tal punto?

Scossi la testa un po affranto. Non avrebbe dovuto, invece, lei sembrava fidarsi ciecamente di me. Di un vampiro.

Edward, va tutto bene?

Carlisle era alla porta di camera mia.

<< No. >> Sospirai. << Ho molte domande, e nessuna risposta... >>

Entrò mettendosi accanto a me. A cosa servono i genitori? La tua famiglia è qui, dimmi cosa ti succede...

E' vero, la mia famiglia era li, e io li stavo tenendo fuori da quello che mi stava accadendo.

<< E' complicato. >> Mi presi una manciata di secondi per riordinare le idee ed esprimergli i miei dubbi. << A scuola, ho conosciuto una ragazza, Isabella. >>

Alice glie ne aveva già parlato, ma aspettò che continuassi.

<< Lei, non si è limitata al mio aspetto esteriore, o almeno, a quello che ho mostrato pubblicamente a scuola. Lei, si è avvicinata, è diventata... una mia amica. La mia sola amica. >>

E questo ti turba?

<< No, anzi. E' bello stare vicino a lei. Io, riesco a controllare il mio lato vampiro. >>

Sentii il suo sguardo su di me. In che senso? Spiegati, Edward...

<< E' come se dormisse, mi sento umano accanto a lei. So di dover sempre dosare la mia forza e velocità. Ma non sento così impellente il richiamo del sangue. Il vampiro dentro di me, dorme, si assopisce. >>

Sbaglio o i suoi occhi sembravano felici?

<< Oggi però, è successa una cosa strana... eravamo a casa sua, stavamo guardando un film e lei, si è addormentata. A cominciato a sognare... era inseguita da un licantropo. Alla fine, ha sognato me, il vero me. L'Edward vampiro, che la salvava! Si era addirittura preoccupata che io non mi facessi male! >>

Guardai Carlisle ancora scosso. << Come è possibile? >>

<< Non lo so... non lo so... questa cosa mi sta tormentando. >>

Mise una mano sulla mia spalla. << Penserò a quello che mi hai detto, forse riusciremo a capire e a dare una risposta alle tue domande. >>

Lo guardai sinceramente commosso. << Grazie papà. >>

Carlisle mi abbracciò come se fosse il mio vero padre. << Ben tornato a casa Edward. >>

E finalmente mi sentì davvero al mio posto nella mia famiglia.

Adesso era il caso di chiamare Alice, dopotutto, Edward Cullen avrebbe fatto finalmente il suo ingresso a scuola fra poche ore.

Un lieve bussare alla porta mi annunciò l'arrivo di mia sorella.

<< Vi lascio. >> Ci salutò Carlisle uscendo dalla stanza.

<< Alice. >> La salutai.

<< Ho visto. Finalmente torneremo ad essere una famiglia. >> Mi abbracciò di slancio. << Forza! Abbiamo solo questa notte per farti tornare a splendere! >>

<< Aspetta! >> Le afferrai le mani. << Prima... voglio sapere cosa farà Bella. Come prenderà il mio cambiamento?... >>

La vidi concentrarsi e poi...

<< Grazie, Alice. Bene, cominciamo. >>

Saltellò da una parte all'altra della stanza aprendo gli armadi e tirando fuori tutto l'occorrente. Finalmente, Edward Cullen era tornato.

Osservai con un sorriso sghembo, la mia folle sorella, bastava dare ad Alice carta bianca per il proprio look e la facevi felice.

Quando scesi, vidi nelle menti di tutta la mia famiglia il mio aspetto. Ero tornato con i miei soliti capelli tirati indietro, niente occhiali, niente pantaloni alla caviglia. Alice aveva rimodernizzato il mio guardaroba.

<< Adesso sei un Cullen! >> Esclamò Emmett dandomi una pacca sulla schiena.

Ci sei mancato, fratello!

<< Anche voi... >> Mi guardai attorno e le vidi, appese al loro posto. << Andiamo? >> Afferrai le chiavi della mia Volvo, non vedevo l'ora di rimettermi al volante. Dal garage di casa Cullen uscirono due macchine; la jeep di Emmett e la mia Volvo.

Adesso, mi rimaneva solo, Isabella.

Sorrisi, la visione di Alice era buona, speravo che nulla potesse influire negativamente quella mattina.

<< Andrà bene. >> Mi rassicurò mia sorella.

<< Dici? >>

<< Io ho sempre ragione, Edward. >>

In effetti, era impossibile andare contro le visioni di Alice.

Leggermente più rincuorato, premetti l'acceleratore più a fondo, ancora pochi minuti e Isabella avrebbe conosciuto il vero me.

Parcheggiai poco distante dalla jeep di Emmett, in molti si erano voltati verso di noi, curiosi di sapere a chi appartenesse questa misteriosa Volvo argento.

Lo sbavare e la tachicardia delle ragazze, quando uscii dalla macchina, fu peggio che in un concerto rock!

A fatica riuscì a non mostrare lo sconcerto per i loro pensieri volgari e addirittura a luci rosse che si erano fatte.

Ma la cosa più sconvolgente era che solo adesso cominciavano a riconoscermi.

Il rumore del pick-up di Bella attirò la mia attenzione. Mi sentivo teso, quasi terrorizzato. Nonostante la visione di Alice, temevo che qualcosa potesse cambiare...

Aspettai vicino alla macchina il suo arrivo, che avvenne qualche minuto dopo.

Isabella, uscì dal pick-up, con le cuffiette del suo I-pod a tutto volume, caricò lo zaino in spalla e solo quando volse lo sguardo verso di me, si bloccò all'istante. Lo zaino le scivolò per terra e la sua bocca si aprì leggermente.

Porca miseria!

Non potei trattenermi e le sorrisi, mostrando i denti bianchissimi e perfetti.

La sentii trattenere il respiro. Porcaccia! Edward?! Oh.mio... wow!

Mi staccai dalla macchina e le andai in contro sorridente. << Ciao. >>

Stava ancora trattenendo il fiato. << Ehm... respira, Bella. >>

Prese due bei respiri profondi e mi guardò sconvolta. << Tu! >> Si allontanò di un passo guardandomi. << Edward! >>

La guardai come se fosse pazza, però mi stavo divertendo.

<< Come... come hai fatto? >> Mi girò attorno.

<< Ehm... Bella, possiamo entrare... >>

In effetti, le altre ragazze ci stavano ancora guardando, o meglio, si stavano facendo dei filmini erotici con me, come protagonista.

<< Oh... >> Si guardò anche lei attorno. << Certo, andiamo. >>

Entrammo a scuola velocemente. Mi ero quasi abituato a restare invisibile per gli altri, adesso, dovevo riabituarmi ad essere il sogno proibito delle ragazzine. Quasi quasi, mi dispiaceva aver abbandonato il mio camuffamento.

<< Stai bene, sul serio... >>

<< Bé, qualcuno ha detto che è bello vedermi... >>

Mi sorrise imbarazzata, e un leggero rossore arrivò sulle sue guance. Era veramente carina.

Subii un vero e proprio assalto da parte delle ragazze della Forks High School.

Da una parte lo avevo supposto, dall'altra ne ero profondamente irritato. Soprattutto Jessica mi irritava, con le sue continue avance e i suoi continui appostamenti per cercare di sorprendermi da solo.

Ogni tanto incappavo in qualche pensiero losco di mia sorella Alice e degli altri, che a quanto pare, si stavano divertendo un sacco nel vedermi in difficoltà.

Alla fine, optai per una scelta rapida e indolore, soprattutto per me; diventare freddo e menefreghista nei confronti di tutti. Isabella esclusa, ovviamente.

Attesi con ansia incredibile la pausa pranzo, Bella si sarebbe seduta ancora con me? O avrebbe, visto la mia popolarità improvvisa, cambiato posto?

Arrivai alla caffetteria e notai con sommo orrore che il mio tavolo era già occupato da almeno cinque persone, tutte di sesso femminile...

Cercai in ogni modo di star lontano dai loro pensieri, il ché, considerato tutto, era abbastanza difficile...

<< Ciao. >>

Questa voce amica mi diede motivo di sorridere. Mi voltai verso di lei. << Ciao. >>

Bella stava osservando anche lei la situazione. << Ah, vedo che abbiamo compagnia... >>

<< Già... >> Mugugnai infastidito.

Sghignazzò guardandomi.

<< Che c'è? >> Domandai sulla difensiva.

Sempre ridacchiando mi disse. << Sai come ti chiamano? >>

Oddio, che mi ero perso? Scossi piano la testa negativamente, temevo la risposta.

<< Ufficialmente ora sei soprannominato, il Dio dai capelli di bronzo. >> Mi diede una pacca amichevole sul braccio. << Meglio noto come; gran figo da paura. >> E rise senza ritegno davanti alle mie disgrazie.

Con una mossa veloce, la presi per i fianchi e la misi con le spalle al muro, era l'angolo più nascosto del corridoio, difficilmente qualcuno ci avrebbe visto.

Portai il mio viso a un soffio dal suo. << Non è carino ridere delle mie sventure... >> Alitai piano e suadente.

I suoi occhi si fecero vacui e la sua risata si spense, sapevo che nessuno resisteva al tono suadente della voce di un vampiro, ma adesso, che l'avevo provata su Isabella, mi sentii uno schifo. Non mi piaceva avere questo controllo su di lei, l'unica persona che mi aveva accettato per quello che ero...

Presi un respiro profondo e tentai di tirarmi indietro, grosso errore, il suo profumo mi colpì forte, dolce, delicato. Avvertì una scossa elettrica fra i nostri corpi, in quel momento, mi sembrò di essere diventato sordo a tutto il resto del mondo. Per me, esisteva solo lei; Isabella.

Era in mio potere, avrei potuto fare di lei ciò che pi volevo, ed in quel momento, le sue labbra mi tentavano follemente. Ma dentro di me, sentivo insistente una voce che mi urlava quanto tutto questo, fosse tremendamente sbagliato.

Aveva ragione, Isabella, non mi avrebbe mai perdonato.

Mi tirai indietro di un passo e le sorrisi innocentemente. << Allora, che facciamo? >>

La vidi sbattere più volte gli occhi e tornare in se. Questa era la Isabella che mi piaceva. Scosse il capo e mi fissò un po' stordita. << Oh... bé, lasciami prendere una pizza e poi vediamo. >>

Annuii. << Ti aspetto qui. >>

<< Si. >> Sghignazzò. << Al riparo da tutti gli ormoni femminili... >>

<< Ovvio. >> Le sorrisi sghembo, il suo cuore perse un battito.

Quel sorriso dovrebbero dichiararlo fuori legge! Si avviò verso la mensa, sotto lo sguardo attento e famelico degli altri studenti.

Mi venne istintivo ringhiare contro quei maniaci.

Veloce come una gazzella e goffa come un pinguino, Isabella afferrò un trancio di pizza e corse rapida alle cassa, dopo pochi attimi eccola di nuovo davanti a me.

<< Allora, dove andiamo? >> Addentò il trancio e mi fissò in attesa di una risposta.

In quel momento, notai che, a parte qualche apprezzamento sulla mia figura, Bella mi vedeva sempre come l'Edward imbranato che aveva conosciuto il primo giorno. E questo mi rese più rilassato. Almeno lei, non badava al mio aspetto esteriore.

<< Ehm... che ne dici se andassimo via. >> Proposi.

Addentò un altro pezzo di pizza. << Mmm... dove? >>

<< Port Angeles. >> Azzardai.

Smise di masticare e mi fissò seria. Mmm... marinare le ultime due ore... saltare educazione fisica... << Accetto! >>... palestra, ciao ciao...

Era euforica, a quanto pare, lei e l'educazione fisica, non andavano di pari passo. Mi annotai mentalmente di guardarla un giorno.

Ci avviammo per il corridoio e arrivammo in poco tempo all'uscita. La pioggia scendeva fitta. << Aspetta, arrivo subito. >>

Corsi alla macchina e pochi istanti dopo frenai la Volvo davanti a lei.

Isabella montò rapida, subito nell'auto si sparse il suo profumo, che con la pioggia era perfino più invitante di prima.

Si allacciò la cintura e mi fissò allegra. << Andiamo! >>

La Volvo fece le fusa sotto il mio tocco e con poche manovre uscimmo dal parcheggio della scuola, infilandoci in strada.

<< Guidi bene, sai >> Mi disse fra un boccone e l'altro.

<< Grazie. >> A dire il vero stavo andando pianissimo, ero solo a novanta, ma immaginavo che per un essere umano, andare a duecento fosse stato troppo.

<< Certo, se poi accelerassi un pochino, non sarebbe male... >>

La guardai con un ghigno. Accelerare un pochino eh?

Affondai il piede sul pedale, portando la vettura a centocinquanta.

Oh, molto meglio! Almeno non facciamo notte!

E così, le piaceva la velocità... mi annotai quel particolare. E dire che il suo pick-up non andava oltre i sessanta...

<< Edward, posso farti una domanda? >>

La osservai, si stava tormentando le mani, il che voleva dire che era tesa. << Certo... >>

<< Perché?... Voglio dire, perché hai cambiato il tuo aspetto? >>

Sorrisi. << Pensavo di aver già risposto a questa domanda. >> Voltai il viso verso di lei.

<< Guarda la strada per favore... >>

<< Ok... >>

<< Quindi, tu l'hai fatto per quello che ho detto? >>

<< No. Non solo... >>

Oddio, che vuol dire? A me andava bene anche prima... e se invece, avesse voluto fare colpo su una ragazza?... No, non è da lui...

I suoi pensieri erano una via di mezzo fra il comico e la verità. << ... diciamo che, il mio aspetto, è sempre stato questo. >> Ammisi. E adesso che avevo lanciato la patata bollente, mi aspettavo una reazione esplosiva da parte sua... che non avvenne.

Ah, quindi mi ha preso in giro fino ad ora...

<< No! Non ti ho presa in giro! >> Mi affrettai a rispondere, voltandomi di scatto verso di lei, non volevo che lo pensasse.

Spalancò gli occhi scuri. Non è possibile... no, è assurdo...

Mi sarei staccato la testa a morsi.

Devo averlo detto, non c'è altra spiegazione... lui non può...

Cosa fare? Rivelarle la verità o fingere ancora...?

Accostai la macchina sul ciglio della strada, Bella mi guardava e attendeva.

<< Io... >> Tentennai, i suoi occhi erano profondi e timorosi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


WoW! Mamma mia, sono veramente incredula che tutte le mie storie vi piacciano così tanto! GRAZIE!!! I vostri commenti sono veramente il motore che mi fa andare avanti! E GRAZIE anche alle 119 persone che l'hanno aggiunta nei preferiti! ^^

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Capitolo 5

Isabella aveva il respiro accelerato, il cuore le batteva forte, e un vago sentore di paura la circondava.

Avevo fatto un passo falso, lo sapevo, ma sentire nel suo pensiero la certezza che io l'avessi ingannata, mi aveva fatto agire prima di pensare.

Non volevo che lei si sentisse presa in giro, non da me.

E adesso, mi trovavo in una situazione ancora più spinosa.

Tutto il mio ragionamento durò solo una misera manciata di secondi, i più lunghi della mia intera esistenza.

La fissai ancora, era li, seduta, impaurita...

Lei aveva paura di me... NO! Non potevo permetterlo!

Un dolore forte e incomprensibile mi squarciò in due. Non volevo che lei avesse paura... non di me.

Solo in quel momento, immaginandomi una Bella impaurita correre via, lontano, urlandomi che ero un mostro, realizzai quanto era diventata importante per me!

L'ansia e la paura di perderla, mi fecero decidere...

Con lentezza, forse esagerata, presi con delicatezza la sua mano piccola e candida nella mia, forte e morta. << Non avere paura... >> Le sussurrai piano.

Isabella deglutì, avvertivo la tensione dei muscoli della sua mano tendersi, era indecisa. Avrebbe voluto sfilare la mano dalla mia presa morbida, ma da una parte, sentivo nei suoi pensieri una piccola fiducia affiorare.

<< Ti prego... io, so che è difficile da capire... >> Le sussurrai ancora piano.

La vidi aprire la bocca. << Tu... >> deglutì ancora. << tu leggi nella mente?... >>

Respirai a pieni polmoni. << Si. >> Confessai.

Oddio...

La sua mano tremò.

<< Per favore, non avere paura. >> La supplicai.

Potevo piangere? Non potevo, ma l'avrei fatto in quel momento.

La sua mente era un groviglio di pensieri confusi e distorti, era in panico... ed era tutta colpa mia... sapevo che non avrei mai dovuto sperare in qualche cosa... non dovevo affezionarmi ad un essere umano... ma Isabella era speciale... non avevo resistito. La mia forza era crollata subito davanti a lei.

Con gentilezza e tristezza, le lasciai andare la mano. Afferrai il pomello delle marce e misi in moto l'auto, l'avrei accompagnata a casa e poi, sarei uscito dalla sua vita.

Non ne avrei più fatto parte.

Quello che mi stupì, fu il sentire di nuovo la sua mano appoggiarsi sulla mia, di scatto mi girai verso di lei.

I suoi occhi mi fissavano ancora dubbiosi, ma la paura sembrava svanita.

Respirò profondamente. << Dovresti... dare tempo alle persone... >>

La guardai senza capire.

La sua presa si rafforzò ancora e un debole sorriso le comparve sul volto. << Edward, non puoi sganciare una bomba simile e non darmi il tempo di assimilare la cosa... >>

Sentivo nuovamente la speranza varcare le soglie del mio corpo.

<< Questo vuol dire che non hai paura? >> Domandai con un angoscia.

Prese un bel respiro. << No... >>

La sensazione di gioia che provai fu indescrivibile, non riuscii a tenere a freno le mie labbra che si aprirono in un enorme sorriso. << Grazie. >>

Mi schiaffeggiò scherzosamente la mano. Idiota! Ridacchiò.

<< Hey! Piano con le parole! >>

<< Ops... adesso dovrò stare attenta ai miei pensieri... >> Si rilassò sul sedile guardando attraverso il parabrezza.

<< Bé, diciamo che cercherò di non violare la tua privacy. >> Le concessi.

Si voltò ancora verso di me.

<< Ci conto. >> Gli angoli della sua bocca pendevano verso l'alto. Allora, abbiamo ancora un giro a Port Angeles da fare, mi sembra.

<< Subito! >> Mi sentivo stupidamente felice. Ingranai la prima e ripartimmo per la nostra meta, io felice e lei più tranquilla. Isabella stava diventando la mia gioia personale.



A Port Angeles ci recammo, su richiesta di Isabella nella libreria, cercava disperatamente un libro da regalare ad un suo amico, un tale Jacob.

All'inizio non capii, poi, mi arrivò chiara la notizia che quel ragazzo era senza dubbio un Quilutes.

Per il momento, non volli dar peso a quella rivelazione. Finalmente, dopo tanto tempo, mi stavo godendo senza problemi il pomeriggio come un ragazzo normale.

<< Edward!! >>

La voce di Isabella mi riscosse, mi stava aspettando davanti al chiosco dei gelati.

Ridacchiai sotto i baffi, con il freddo che faceva, voleva a tutti i costi un gelato.

<< Tu vuoi qualcosa? >> Mi domandò leccando il suo cono al limone.

<< No, troppo freddo. >> Aggiunsi come scusa. Non potevo ancora rivelarle che il mio cibo, normalmente consisteva in un fluido rossiccio molto gustoso per me e vitale per lei...

Scacciai dalla mente quel pensiero e la seguii, standole accanto.

Nelle menti delle persone, sembravamo una coppietta felice. Mi piaceva quel paragone, se non fosse che io e Bella, eravamo solo amici. Amici e basta... allora perché quella parola mi lasciava l'amaro in bocca?...

Isabella mi prese a braccetto e mi trascinò lungo il molo, mi sentivo leggero, felice.

<< Allora, adesso che facciamo? >> Chiesi.

Buttò il tovagliolino del gelato nel bidone li vicino e mi fissò pensierosa. Quando faceva quell'espressione, le sue sopracciglia si corrugavano, le sue labbra si arricciavano e il suo dito grattava leggero il lato sinistro del nasino.

Era buffa.

Era simpatica.

Era speciale.

Era mia.

Inorridii all'ultimo pensiero. Come avevo potuto pensarlo? No! Eppure, sia la parte umana che quella mostruosa di me, concordavano.

La fissai mentre guardava con circospezione i vari negozi.

Lei non poteva essere mia, lei per me era semplicemente un'amica, preziosa, certo, ma sempre e solo un'amica. Presto, avrebbe trovato un fidanzato, un ragazzo che l'avrebbe amata e lei l'avrebbe sposato e... basta!

Dovetti fermarmi! Il dolore che stavo provando nel saperla lontana da me, mi stava soffocando.

Ripresi conoscenza, quando mi accorsi che Isabella non era più in vista.

Rapido scorsi con lo sguardo il molo, il centro commerciale e le vie li vicino. Nulla!

Ansia, panico, dolore... era solo una minima parte di quello che sapevo stava per scoppiare dentro di me...

<< Edward...? >>

A pochi assi da me, Esme mi osservava curiosa e sbigottita.

Ragionai veloce, lei era un vampiro, lei poteva aiutarmi a trovarla! Stavo per chiamarla, quando due braccia mi afferrarono delicate in vita e sentì il corpo morbido di Bella premere contro la mia schiena.

<< Hey! Allora?! Che fai? Dormi in piedi?! >> Ridacchiò, lasciando la presa sul mio corpo e girandomi attorno, finendo con il posizionarsi davanti a me.

Il mio volto, doveva avere un'espressione di panico, perché all'improvviso la sua voce aveva una nota stonata. << Edward?!... Hey?! Tutto bene?!! >>

Non mi accorsi di quello che feci, reagii e basta, la presi fra le braccia e la baciai.

Tante cose accaddero in quel momento, i pensieri sconvolti di Esme, il battito furioso del cuore di Isabella, la fine pioggerellina che cominciava a scendere e... il mio senso di completezza.

Finalmente stavo bene. Finalmente avevo trovato il mio posto.

Sei tu... che voglio al mio fianco. Tu e solamente tu...

Questo continuava a ripetere la mia mente, mentre lambivo con gentilezza le labbra di Bella, mentre la mia bocca rimaneva posata sulla sua, mentre i mille e mille pensieri di Esme giravano attorno a noi sconvolti...

Non mi ero mai sentito così vivo e completo. Così consapevole di avere finalmente trovato colei che stavo cercando da tempo. La mia compagna, la mia metà...

In quel momento, qualcosa scattò in me, il mostro parve svegliarsi più forte di prima, anche lui aveva avvertito l'unicità dei miei sentimenti per Isabella, anche lui, d'accordo con la mia parte umana, premeva affinché non la lasciassi più andare.

Mia, solo ed esclusivamente mia!

Mi staccai di poco da quelle labbra, Isabella aveva gli occhi chiusi e la mente sconvolta.

Tenevo il suo volto fra le mani fredde, il mio respiro era affannoso, quasi quanto il suo.

La mia fronte appoggiava delicata contro la sua, le punte dei nostri nasi si toccavano.

<< Edward... >> Mormorò turbata, senza aprire gli occhi. << ... cosa... >>

Passai il pollice sulle sue labbra. << Sshhh... ti prego... >> Mi sembrava di aver corso per miglia e miglia, l'euforia dentro di me, scorreva come un fiume in piena.

Come potevo adesso farle capire tutto quello che stavo provando? Come potevo renderla partecipe della mia scoperta... come potevo evitare che lei mi lasciasse?

La vidi aprire gli occhi molto lentamente, il suo respiro era ancora affannoso, il suo cuore batteva veloce.

Mi persi in quegli occhi scuri, mi persi felicemente.

La mia voce suonava bassa e sensuale. << Isabella, io.. >>

<< Che stai facendo?!! >> Una voce maschile, profondamente irritante, accompagnata da un odore per me nauseabondo, mi interruppe. << Isabella!! >>

Un ringhio feroce stava nascendo nel mio petto. Chi era costui che conosceva la mia Isabella? Chi era questo folle che mi aveva interrotto?

Isabella voltò piano il viso ancora fra le mie mani, verso di lui. << Jake... >> Mormorò piano. Che cosa ci fa qui?

Il ragazzo, Jacob Black, era alto, molto alto, sicuramente un licantropo. Si avvicinò a noi, non potei evitare di leggere nella sua mente e quello che vidi, mi fece arrabbiare ancora di più.

Toglile le mani di dosso succhiasangue!!

Tolsi le mani dal volto della mia futura compagna e l'abbracciai alla vita delicatamente, la schiena di Bella appoggiava rigida su di me.

Il licantropo era a pochi passi da noi.

<< Isabella, ciao. Che fai qui? >> Che diavolo fai con un succhiasangue?!

<< Jake ciao... io e Edward, stavamo facendo un giro... >>

I miei occhi non lasciavano mai quelli del ragazzo. Non mi piaceva come guardava Bella e non mi piaceva quello che provava per lei... l'amava... assottigliai lo sguardo e scoprì di poco i denti. Non l'avrei mai lasciata a nessuno!

Bella avvertì la tensione fra me e lui, ma non capiva da cosa fosse scaturita...

<< Edward... >> La voce di Esme mi avvolse come un balsamo, non ero solo e anche il lupacchiotto lo vide.

Isabella si voltò verso mia madre.

<< Bella, lascia che ti presenti Esme, mia madre. >>

<< Oh, molto piacere. >> Le strinse la mano sorridente, ma nonostante ciò, la mia presa attorno alla sua vita non si sciolse.

<< E' un vero piacere conoscerti, Edward ci ha parlato molto di te... >>

Un lieve rossore le coprì le guance.

<< Stavi andando a casa? >> Le domandai.

Bastò che lei lanciasse uno sguardo rapido per capire. << Si, venite anche voi? Carlisle e gli altri non vedono l'ora di conoscerti Isabella. >> Le sorrise dolce.

<< Oh... io... >>

Jacob prese a tremare, brutto segno. << Isabella! Non andare... >>

Bella si voltò a guardarlo stupita. Perché?

Sapevo di giocare sporco, ma in quel momento, volevo solo portarla via da li, da lui. Suadente le sussurrai all'orecchio. << Isabella... >> si voltò a guardarmi, il suo sguardo si fece vacuo. << ... andiamo a casa... >> Odiavo usare la persuasione in questo modo, ma vedevo chiaramente che Jacob non avrebbe resistito ancora molto.

Lentamente, Isabella si avviò accanto a me.

<< Non puoi farle questo! Mostro! >> Sibilò Jacob venendo nella nostra direzione.

<< Stalle lontano. Lei non è tua... >> Sibilai di rimando, voltandomi appena verso di lui. << è mia! >>

Si fermò cominciando a capire. No! NO! Non puoi volerla per te! NOO! Il tremolio si fece sempre più forte.

<< Pazzo! Vuoi farci scoprire tutti?! >> Stavolta Esme era intervenuta al mio posto.

Velocemente arrivammo alla Volvo, posai Bella sul sedile passeggero, Esme corse verso la Mercedes, non prima di avermi sussurrato.

<< Spero che tu possa illuminarmi, Edward. >>

<< Senz'altro... >>

E partimmo, la Volvo correva veloce, sfiorai addirittura i duecentocinquanta, pur di portare Bella lontano da tutti.

Arrivammo a casa poco meno di mezz'ora dopo, Esme mi stava aspettando sulla porta, aveva già avvisato Carlisle, stava arrivando.

L'effetto della mia voce stava svanendo, Bella stava riprendendo possesso delle sue facoltà e adesso, sapevo di dover dare a tutti tante spiegazioni.

<< Dove siamo? >> La sua voce era leggermente rauca.

<< A casa mia. >>

Come diavolo ci siamo arrivati?! E Jake?! Cosa...

Lo sguardo che mi lanciò, non mi piaceva per niente, aveva paura e avrei scommesso tutto quello che avevo, che più tardi, ne avrebbe avuta ancora di più.

<< Vieni... >> Le porsi la mano, ma lei la rifiutò.

<< No. Edward, voglio... andare a casa... >> Panico e paura, un mix letale per qualunque essere umano.

<< Bella, ti prego. Non avere paura... ti porto a casa, dopo... >>

Scosse la testa, la mano bianca appoggiata ancora alla macchina.

<< Bella, ti ricordi di Esme? >> Le indicai la vampira che ci fissava sull'uscio di casa. << Siamo tornati a casa assieme... >> Le presi la mano con calma studiata. << ... andiamo, ci sta aspettando...>>

Si lasciò guidare in casa, ma sentivo e vedevo la paura nella sua mente.

Il sorriso di Esme la tranquillizzò un po. << Venite, Carlisle sarà qui fra poco... >> Ci fece strada, Bella si lasciò distrarre dall'interno dell'abitazione.

<< ... è bellissima! >> Sussurrò.

<< Ti piace? >> Gli occhi di Esme si illuminarono felici.

<< Moltissimo. >>

<< L'ha arredata lei. >> Le confessai piano, sapevo di dover procedere poco alla volta e soprattutto di dover a tutti i costi metterla a suo agio, perché entro pochi minuti, Isabella avrebbe saputo la verità.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


155 preferiti?! O.O WOW! Cavoli! Grazie! E i commenti sono stati bellissimi!!
Vi comunico che il prossimo è l'ultimo capitolo!

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Capitolo 6

Seduti sul divano bianco della sala, io, Esme e Carlisle osservavamo Isabella bere un succo d'arancia, amorevolmente preparato da mia madre.

Carlisle, al suo arrivo, aveva messo Isabella a suo agio, con la sua calma innata era riuscito a sedare una buona parte delle sue paure.

<< Quindi, tu saresti la famosa Isabella. >> Le sorrise benevolo. << Edward, ci ha parlato molto di te. >>

Isabella mi guardò arrossendo.

<< Siamo sinceramente felici, che tu e nostro figlio siate amici. Edward, ha faticato molto per trovare una persona sincera come te, Isabella. >>

Sorseggiò ancora un po' del suo succo.

<< Vedi, a causa del suo aspetto, è molto... come dire... >>

<< Corteggiato?. >> Gli venne in aiuto Bella.

<< Si, ma non solo... in molti si sentono attratti per il suo aspetto. Non conoscendo in realtà mai nulla del vero Edward. >>

Capisco... Mi guardò un attimo. Deve essere stato brutto per te...

<< Abbastanza... >> Risposi e notai gli sguardi dei miei genitori. << Lei sa. >> Dissi semplicemente. << Le ho detto che leggo nella mente. >>

I loro visi erano sinceramente colpiti ma non solo, sembravano felici...

Oh Edward... le hai rivelato questo, e non è scappata! Deve essere quella giusta!

Dole Esme, così positiva nei suoi pensieri.

Non è fuggita?! Sono molto colpito, Edward. Molto.

Anche io lo ero, e non solo... adoravo tutto di Bella, tutto.

<< Beh, che dire... sono molto contenta che tu lo abbia accettato Isabella. In molti sarebbero corsi via dalla paura. >> Le sorrise Esme felice.

<< Oh, mi creda, avevo paura... ma... >> Prese una manciata di secondi. << ...in fondo... sentivo che Edward, non mi avrebbe mai volutamente fatto del male. >>

Rimanemmo per un attimo in silenzio, quasi religioso.

Poteva essere che Bella cominciasse a sentire qualcosa per me?... Poteva?...

E come la mettiamo con il bacio che ho visto prima?

Mi schiarii la voce. << Si, ecco... vorrei dire anche il resto a Bella... >>

Ovviamente, Isabella mi guardava senza capire, mentre Carlisle e Esme trattennero davvero il fiato.

Edward, sei sicuro?! Hai idea di che rischio correrebbe lei, e anche noi?

<< Lo so. Ma non posso più rimandare... >>

Che cosa succede?

Guardai Bella osservarmi con i suoi occhi profondi e li capii di non riuscire a confessarle la mia più grande verità.

Sarebbe scappata, e io l'avrei persa...

<< Vieni, ti faccio vedere una cosa... >> Mi alzai aspettando che lei facesse altrettanto.

Uscimmo in giardino, camminammo vicini senza dire nulla, anche i suoi pensieri erano muti.

Ci fermammo ai piedi di una bellissima radura.

<< Che spettacolo... >> Mormorò Bella osservando le sfaccettature del cielo.

<< Si, veramente bello. >> Le presi la mano nella mia. << Mi dispiace per tutte le paure di oggi. >>

Abbassò lo sguardo, i suoi occhi erano puntati sulla mia mano fredda che teneva delicatamente la sua.

<< Non fa nulla... >> Sospirò.

<< Io... Bella, ci sono così tante cose che tu dovresti sapere su di me, ma ho paura. >>

Alzò di scatto il viso intrecciando il mio sguardo.

Tu paura?!

<< Si molta. Ho paura, che una volta scoperto tutto di me, scapperai via e mi lascerai... >> La mia tremò al solo pensiero.

<< Edward, perché dici così... >> Si avvicinò a me, posando l'altra mano sul mio petto.

La strinsi fra le braccia, e lei si lasciò cullare da me, il suo volto appoggiava sul mio torace...

Piano piano la sentì irrigidirsi... Oh... mio... dio...

Lentamente il suo volto si alzò osservando il mio. Il tuo cuore... non batte...

Ecco, il momento fatidico era arrivato e io, non ero pronto per affrontarlo... no, non ancora.

La strinsi più forte a me e immersi il mio volto fra i suoi capelli, sussurrandole... << ...ti prego... ti prego... non scappare da me... ti prego... resta... >> Suonava strana anche a me la mia voce, non l'avevo mai udita così sconvolta e così supplichevole.

Era rigida fra le mie braccia ed io, se avessi potuto, avrei pianto.

Un sottile venticello si alzò, portandomi la triste notizia che non eravamo soli...

<< Maledetto succhiasangue, lasciala andare! >> Quell'urlo spezzò il silenzio angoscioso che ci circondava. Maledizione! No! Non adesso! Non lui!

Isabella sobbalzò a quella voce, voltandosi verso di lui. << Jake... >>

Tremante di rabbia, Jacob Black ci osservava dall'altra parte del prato.

<< Stai infrangendo il patto Black. >> La mia voce era tornata neutrale, sapevo che in quel momento, quel ragazzo avrebbe potuto trasformarsi e ferire anche la mia Bella.

<< Me ne infischio del patto, mostro! Lasciala andare! >>

Allentai la presa su Bella.

<< Lei è libera di fare quello che vuole. >>

<< Non mi sembra proprio. Isabella, vieni via! Allontanati!! >>

Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi, sapevo di avere sul volto una smorfia di dolore, ma non potevo fare nulla per nasconderla.

Jacob Black aveva interrotto un momento importante e adesso, Isabella, sapeva solo che io ero un mostro a cui non batteva il cuore...

<< Jake... che cosa sta succedendo? >> I suoi occhi saettavano da uno all'altro.

<< Vieni via Isabella, è un mostro, è un... vampiro... >> Sibilò.

Isabella mi guardò con occhi spalancati, mai... mai avrei voluto che venisse a saperlo in questo modo.

<< Tu sei un vampiro... >> Sussurrò debolmente... non potei far altro che annuire... Adesso capisco... sei freddo come la neve, i tuoi occhi... il tuo cuore non batte... perché... tu sei... morto...

Si portò le mani alla bocca trattenendo un singhiozzo.

<< Mi dispiace... >> Sussurrai, non potevo e non sapevo cosa altro dire. << ... io, non ti avrei mai fatto del male, Bella... mai. >> Ero tremendamente sincero, lei era diventata tutto per me.

Di scatto, mi allontanai alla mia velocità, e quando la guardai nuovamente, vidi il terrore nei suoi occhi.

Non può essere vero... no... no...

Le sue gambe cedettero e si trovò seduta per terra, mi avvicinai piano, molto più lento della velocità umana. << Ti prego, Bella... non avere paura. >>

<< Stalle lontano! >>

Lentamente, Bella voltò il viso verso Jacob, proprio nel momento in cui il suo corpo, scosso dai tremiti stava lacerando i vestiti...

Oh.mio.dio... Jake, cosa sei?....

L'enorme licantropo ci fissava ringhiando.

Il cuore di Isabella prese a battere furioso, e alcune lacrime cominciarono a rigarle il volto.

<< Bella, non ti muovere... >> Le sussurrai avvicinandomi molto molto lentamente. Ad ogni mio passo, il lupo ringhiava sempre più forte, finché, vidi nella sua mente la decisione di attaccare.

<< Se mi vuoi uccidere, lascia stare lei... >> Dissi al lupo, causando un piccolo sobbalzo in Bella.

Con passi leggeri, mi allontanai da lei.

<< Edward... >>

<< Resta immobile... >> Sibilai. << ... non muoverti, non è te che vuole uccidere... >>

Un ringhio più forte fece la tremare.

Vattene, non voglio rompere il patto, a lei non farò nulla...ma tu, stalle lontano...

Guardai Isabella e poi Jacob. Avevo il cuore a pezzi, ma forse, era meglio così, lei era umana, io un mostro. Da come si erano svolte le cose, dubitavo fortemente che ora, Isabella, mi volesse al suo fianco. << Va bene. Concedimi solo di salutarla. >>

Mi voltai e avvicinai con calma alla donna che aveva rubato il mio cuore, mi chinai accanto a lei. << Bella... mi dispiace. Credimi... non ho mai voluto farti del male... >> Presi un profondo respiro e il suo profumo mi accarezzò dolcemente. << ... tu sei la cosa più importante per me. Sei l'unica che mi abbia preso il cuore... >>

Sgranò gli occhi. Cosa...

Le sorrisi triste. << ... io ti amo, Isabella... Avrei voluto dirtelo in un altro momento, ma non credo che avrò mai questa occasione... >> Non resistetti e le accarezzai una guancia. << ... addio amore mio... >>

Mi alzai e veloce corsi via, lasciandola li con Jacob, leggevo nella sua mente che non le avrebbe mai fatto del male, e con la morte dentro, tornai a casa.



Erano due settimane che ormai non vedevo più Isabella, non frequentavo più la scuola, ormai la mia assenza era definitiva. Esme e Carlisle erano preoccupati per me, sapevano quanto dolore avessi dentro, ma non osavo uscire di casa, sapevo che avrei ceduto e sarei corso da lei. Ma non potevo... Jacob aveva ragione, lei doveva essere libera e con me vicino, non poteva esserlo.

Il mostro dentro di me ruggì infelice e furioso.

Desideravo vederla ancora, riassaporare il suo profumo, sentire la sua voce...

<< Edward basta! Vai da lei!! >> Esclamò ad un certo punto Alice, non sopportando più nemmeno lei questa situazione.

Non la degnai neanche di una risposta, salii in camera e mi misi a fissare il bosco dalla grande vetrata.

Oggi, Carlisle era andato a scuola per ritirare ufficialmente la mia iscrizione. Sapevo che Bella era a conoscenza di tutto, l'avevo visto nei ricordi di Alice, ma questo non cambiava nulla.

In me, si stava facendo sempre più forte il desiderio di andarmene, lontano da tutto, lontano da lei...

Sei un idiota fratello sai!

Ora ci si metteva anche Jasper.

Perché non vai da lei, eri così felice prima...

<< E sentiamo Emmett, cosa dovrei fare? Le ho già detto quello che provo... >> per lei non conta nulla... << Per lei, sono un mostro... >> Finì a bassa voce.

No, sei un idiota, il ché è ben diverso!

Mi irrigidii di colpo. Quel profumo così dolce, quel battito soave, quella mente così particolare...

<< Bella... >> Sussurrai voltandomi...

Cosa ci faceva Isabella sulla porta di camera mia, vicino ai miei fratelli? Che stava succedendo?

<< Edward Cullen! >> Mi chiamò determinata. << Ti ho già detto una volta di lasciare il tempo di assimilare le notizie! >>

Aprii la bocca ma non uscii nessun suono.

<< Sono contenta di vedere che anche io riesco a stupirti. >>

<< Noi andiamo... >> Le disse Emmett dandole una piccola pacca sulla spalla.

<< Grazie. >> Rispose la mia piccola visione.

Fece qualche passo ed entrò.

Bello, molto arioso...

<< Che cosa ci fai qui? >> Sapevo che era una domanda che potevo fare dopo, ma non riuscivo ancora a concepire l'idea che Bella fosse qui, con me.

<< Oh bé, diciamo che... >> Si grattò il naso e in quel momento, vidi la sua fasciatura alla mano.

<< Che cosa ti sei fatta? >>

<< Oh, nulla, ho solo dato un pugno al mio ex amico... >> Mostrò fiera il suo arto.

<< Hai preso a pugni un ragazzo?! >> Stupito! Ero veramente stupito.

<< Certo! Ma nessuno si è premurato di avvertirmi che i licantropi hanno la testa dura! >> Esclamò scocciata.

Strabuzzai gli occhi, ora i conti tornavano. << Hai dato un pugno a Jacob Black?! >> La mia voce era stridula. Non si rendeva conto del pericolo che aveva corso?

<< Ovviamente! Quel... quel... >> Era veramente arrabbiata, le guance erano non rosse, sfioravano il bordeaux.

<< Cosa ti ha fatto? >> Senza riflettere mi avvicinai alla mia velocità e le presi la mano. Il sussulto di Bella mi colse improvviso.

<< Scusami... >> Le sussurrai mortificato lasciando andare la mano.

<< No... è solo che... >> la alzò nuovamente, aspettando che la prendessi. << ... mi devo abituare. >>

<< Non ti faccio ribrezzo? In fondo, io sono morto... >>

No. Sei fresco e mi dai sollievo...

Ridacchiai. << Sono meglio del ghiaccio istantaneo. >>

<< Certo. >> Sorrise.

Per qualche attimo, il silenzio tornò fra noi, spezzato solo dal suo respiro.

<< Sono felice che tu sia qui... >> Le confessai con voce bassa e roca.

Sul suo viso, apparve un sorriso delicato. << Anche io, Edward... mi sei mancato. >>

Sprofondai in quegli occhi che, da due settimane potevo solo ricordare. L'aria era elettrica attorno a noi...

Le sorrisi. << Ancora non mi hai detto perché lo hai picchiato... >>

Distolse lo sguardo e un suo ricordo mi colpì.

Ringhiai arrabbiato.

Quel cane, l'aveva baciata! Contro la sua volontà!!

<< Edward?! Edward!! >> Le mani di Isabella erano attaccate alla mia camicia.

<< Scusa... scusa... >> Chiusi gli occhi e respirai per calmarmi... fu un attimo, stupito aprì gli occhi.

Isabella, mi stava baciando... un semplice bacio a stampo, ma le sue labbra morbide, premute contro le mie, erano la cosa più bella che potessi assaporare.

Le mie braccia l'avvolsero e la strinsero con gentilezza contro di me.

Adesso, stavo di nuovo bene...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ragazzi, questo è l'ultimo capitolo!! Grazie mille a tutti voi che mi avete seguito, un abbraccio particolare a chi ha recensito e un grazie anche alle 173 persone che lo hanno messo nei preferiti!! ^__^

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Capitolo 7

Si poteva provare una felicità maggiore di quella che stavo provando in quel momento...? No, non si poteva.

Isabella era seduta fra le mie braccia, tranquilla e rilassata, completamente appoggiata al mio corpo. Ci stavamo godendo la tranquillità del posto, seduti sotto un albero in mezzo al giardino di casa mia.

Da un mese ormai, facevamo coppia fissa, era assurdo vedere, quanto velocemente passasse il tempo, da quando lei mi aveva baciato non mi aveva ancora detto se mi amava, nei suoi pensieri e nelle sue parole sentivo che mi voleva bene, un bene molto profondo, ma... non riuscivo a capire se quel bene potesse diventare qualcosa di più per lei.

Ogni tanto, lo spettro del suo abbandono si affacciava prepotente nella mia mente. Temevo il giorno in cui, si sarebbe innamorata di qualcuno e allora... NO! Non dovevo pensarci...

Si accoccolò meglio fra le mie braccia e sospirò contenta.

Per adesso, dovevo farmi bastare quello che mi dava... per adesso...

<< Come va la mano? >>

<< Bene, non fa più male. >>

Si voltò verso di me, dandomi un bacio gentile sulla bocca, il sorriso era sempre sulle sue labbra, e sapere di esserne io la ragione, mi dava alla testa. Io, un mostro senza anima, un essere dannato, ero in grado di far sorridere questo angelo giacente nelle mie braccia.

Le nuvole si stavano diradando e, come previsto da Alice, ancora pochi attimi e sarebbe uscito il sole.

<< Adesso, ti mostrerò una cosa... >> Le dissi spostandola accanto a me.

Cosa? Curiosa, era curiosa la mia adorata Bella.

<< Ti mostro cosa succede quando ci esponiamo alla luce del sole. >>

Mi afferrò la manica della camicia e mi guardò dubbiosa. << Non ti scioglierai, vero? >>

Ridacchiai. << No. Lo sai, tu guardi troppa tv. >>

<< Colpa di tuo fratello! >>

<< Dirò ad Emmett di non farti più guardare quei programmi scadenti. >>

Mi alzai e con calma presi a sbottonarmi la camicia.

Edward, così non vale... si sincero, vuoi farmi venire un infarto?

La guardai stupito. Era la prima volta che Bella pensava qualcosa del genere su di me... mi sentivo sinceramente lusingato.

Avvertivo chiaramente il battito del suo cuore farsi più veloce, così come il respiro... cosa era quel delizioso colore rosso sul suo viso?... Mmm, rallentai ancora un pochino e lei divenne ancora più rossa.

Mi piaceva sapere di farle provare queste sensazioni.

Slacciai finalmente l'ultimo bottone, con un paio di passi, raggiunsi il limite dell'ombra, ero voltato verso di lei, le sorrisi e mi spostai ancora di un passo indietro; la luce mi colpì in pieno.

Tanti piccoli arcobaleni cominciarono a splendere per la radura, io osservavo ogni singolo movimento, ogni singolo pensiero della mia donna.

Cosa avrebbe pensato adesso?

Le sue labbra si schiusero sorprese, i suoi occhi, se possibile, si allargarono ancora di più stupefatti.

<< Edward... >> La sua voce era poco più di un sussurro. << ... sei bellissimo... >>

Si alzò titubante e mi raggiunse. Con gentilezza estrema, prese la mia mano fra le sue, osservò rapita le sfaccettature di luce sulla mia pelle marmorea.

Il suo dito tracciava linee immaginarie, provocandomi mille e mille brividi. Mi piaceva il suo tocco su di me.

E la cosa che mi faceva gioire più di tutto era che; lei era mia, solo mia. Solo a me aveva dato la possibilità di essere vicino a lei in questo modo.

Era talmente presa da me, da non accorgersi di alcune lacrime fuggiasche.

<< Bella, che succede? >>

Le accarezzai il volto, perché piangeva? Cosa stava succedendo?

<< Bella, amore... cosa c'è? >>

Oh Edward... dei singhiozzi uscirono dalla sua bocca, si allontanò da me e fu come ricevere cento pugnalate in pieno cuore.

<< Bella, amore, mi stai facendo paura... che succede? Ti prego... >> Mi avvicinai ancora, sempre molto lentamente.

Scusami, scusami... ma io... e nuove lacrime e singhiozzi fecero la loro comparsa.

Non sapevo cosa fare, i suoi pensieri erano così confusi, lei era confusa... ma perché?

Le mie mani arrivarono alle sue braccia e con gentilezza l'avvolsero in una abbraccio.

<< Amore mio... perché fai così?... Bella, che ti succede? >>

Il suo viso era nascosto nel mio petto, mentre le sue mani erano chiuse a pugno sui lembi della mia camicia.

Io... non sono adatta a te, Edward...

Una lama di ghiacciò mi trafisse in due. Che stava pensando?!

Ho paura...

Perché? Aveva paura? Di me?... Perché diceva di non essere adatta?

<< Bella, ma che... >>

Sollevò il suo viso, mostrandomi il suo sguardo angosciato e timoroso.

Tu meriti di meglio di me, Edward... io, sono solo un insulso essere umano... io...

Alt! Fermi tutti, che stava blaterando?! Cosa voleva dire tutto quel discorso?

<< Bella, cosa stai cercando di dire...? >> La mia voce insicura rispecchiava la mia paura più grande; perdere lei.

Distolse lo sguardo dal mio. << ... io... >> La sua voce era strozzata, rauca per certi versi. << ... credo di non ... essere adatta a te... io... >>

La mia stretta si fece più salda, la mia paura più profonda si stava concretizzando.

<< C'è qualcun altro?!! Sei innamorata di un altro?!! >> La mia voce, solitamente così calma, ora sembrava a metà fra il dolore e la rabbia.

<< Cos... no... certo che no, Edward.. solo... >> Il suo volto era scattato di nuovo verso il mio.

<< Allora cosa?.. Vuoi lasciarmi?... E' così?!! >>

La sentii tremare, le stavo facendo paura, in effetti, vedevo chiaramente dalla sua mente il mio riflesso, sembravo impazzito.

Il suo tacere alla mia domanda mi mandò letteralmente in crisi. No! Non lo avrei mai permesso!! No! No! No!

Con uno scatto, presi Bella in braccio.

<< Edward... ? >>

Non le risposi, presi a correre veloce come non mai, lei era stretta a me, intimorita da questo mio lato, non volevo spaventarla, ma il terrore di perderla mi stava facendo agire senza riflettere.

Entrai in casa sparato, non salutai nessuno, mi fiondai in camera mia, l'adagiai sul letto e chiusi la porta a chiave.

I miei occhi erano diventati neri, le occhiaie ancora più marcate.

Edward... che stai facendo?... Edward...

<< Tu non mi lascerai... io non te lo permetto! >> Sibilai freddo.

Isabella tremò. << Edward... basta, mi stai facendo paura... >>

<< Paura?! >> Esclamai quasi fuori di me avvicinandomi a lei.

Bella scattò in piedi, cercando di raggiungere la porta. << Edward, fammi uscire, apri questa maledetta porta. >>

Non potei trattenere un ringhio rabbioso. No! Non sarebbe MAI uscita da qui! MAI!

Istintivamente Isabella si ritrasse, era una normale reazione per un essere umano, eppure, quel gesto mi fece male, tanto male.

<< Io, non ti lascerò andare... tu, sei mia, Isabella. >> La voce bassa e sicura che usai suonava estranea anche me, ma ormai il mio lato vampiro stava prendendo il sopravvento.

<< Io non voglio lasciarti... >> Sussurrò ancora tremante come un pulcino, lasciandosi cadere a terra, le ginocchia rannicchiate contro il petto, quasi in un gesto protettivo.

<< No, non lo farai, perché IO non te lo permetterò... sei tu che ho aspettato per quasi cento anni, Isabella, sei tu che io voglio al mio fianco per l'eternità, sei tu l'unica che possiede il mio cuore... >> Man mano le parole uscivano dalla mia bocca, sincere, limpide, nitide e definite, la parte umana di me, riprese conoscenza.

Mi resi finalmente conto di quanto l'avessi spaventata e impaurita. Mi odiai profondamente. Mi inginocchiai di fronte a lei. << Bella ti amo, Bella, perdonami... >> Sussurrai debolmente. Come avevo potuto spaventata tanto?!! Ero solo un mostro...

Passai stancamente una mano sul volto. Non potevo piangere, non potevo dimostrare quanto dolore stessi provando in quel momento... ero solamente un essere ripugnante.

Eppure, rimasi colpito quando sentii la sua mano calda e ancora tremante appoggiarsi sulla mia.

Con lentezza, levai la mano dagli occhi e la osservai triste. << Mi dispiace. Non volevo, Isabella.... mi disp... >>

Le sue dite si posarono leggere sulla mia bocca, le sue labbra si aprirono timide. << Tu.. provi davvero tutto quello che mi hai detto? >>

Ma ovvio che lo provavo! Lei era unica per me! La volevo accanto a me per l'eternità!

<< Si. >> Sospirai contro le sue dita bianche.

Il suo cuore accelerò i battiti.

<< Sono davvero così importante per te? >> Sussurrò ancora incredula.

Spostai con gentilezza la sua mano e ridacchiai cupo. << Isabella, tu sei la cosa più importante della mia vita... Ucciderei per te. >> La sentii trattenere il fiato. << Morirei per te. >>

Sentì chiaramente un'esplosione di calore provenire dalla mente di Bella.

<< Davvero... >> Deglutì ancora titubante. << Davvero mi vuoi per l'eternità, Edward? >>

Il mio sguardo si fece maledettamente serio. << Si. >> Risposi senza esitare.

Si avvicinò titubante, depositò un bacio leggero sulle mie labbra e su di esse sussurrò le parole più belle che potessi udire... << Ti amo, Edward Cullen. >>

L'abbracciai felice e senza più alcun indugio affondai i denti nel suo tenero collo.

Il suo sangue mi colpii forte, adesso era davvero mia, per l'eternità.

FINE!



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