Things Change.

di ImmaEFP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mea culpa. (Prologo) ***
Capitolo 2: *** Il confronto ***
Capitolo 3: *** Una vicina troppo VICINA. ***
Capitolo 4: *** Scambio di ruoli. ***
Capitolo 5: *** Ritorni e tentativi. ***
Capitolo 6: *** Verità e bugie (parte 1) ***
Capitolo 7: *** Verità e Bugie (parte 2) ***
Capitolo 8: *** 'IL GIOCO DEL DESTINO' ***
Capitolo 9: *** A rischio e pericolo. ***
Capitolo 10: *** Infantile. ***
Capitolo 11: *** Senza alibi. ***
Capitolo 12: *** Mai più senza te. ***
Capitolo 13: *** Il ruolo dell'amante. ***



Capitolo 1
*** Mea culpa. (Prologo) ***


 Come ci era arrivata lo sapeva con certezza,erano bastate ore di viaggio in aereo,ma quello che non riusciva a trovare era il motivo per il quale era tornata. A Londra ci stava bene,Livia e George l'avevano ospitata nel loro lussuoso appartamento cedendole forse la camera più grande e bella,equipaggiata di ogni tipo di comfort. Dal letto a baldacchino a due piazze,al tv a plasma gigante,e una vasca idromassaggio tutta sua,eppure aveva deciso di lasciare quella reggia e tornarsene a casa. Per non parlare della piccola Camilla che ormai non riusciva a tenere lontana,quel piccolo batuffolo rosa di cinque mesi le aveva riempito le giornate, che ultimamente si intristivano di ricordi,era ritornata a fare la mamma quando sua figlia di mattina frequentava i corsi universitari,e la situazione non le dispiaceva affatto. E se poi aveva deciso a malincuore di perdersi i momenti più belli della sua nipotina,allora c'era qualcpsa di valido che l'aveva spinta a prendere questa decisione.Avrebbe avuto mille altre occasioni per vederla crescere,sentirla parlare,e affrontare assieme a lei i suoi noiosi e ripetuti problemi,come ci finiscono un pò tutti.Ma forse non avrebbe avuto più tempo per risolvere la questione del cuore. Cinque mesi fa aveva mollato tutto ed era scappata,forse agli occhi di tutti soltanto per stare vicino a sua figlia,trovandosi la scusa che poi era ancora piccola per fare la moglie e la mamma,ma in realtà era scappata dai suoi sentimenti,dalla situazione in cui si era trovata a vivere. Aveva deciso di starsene da sola e di provare ad essere indipendente,soprattutto da Gaetano,e probabilmente era pure convinta di farcela,ripetendosi che non aveva bisogno di nessuno per stare bene,per sentirsi una donna,o per continuare a vivere la sua vita dopo l'ennesima delusione,la pià brutale.Col senno di poi che quello era stato un segno del destino,e forse doveva ringraziare il cielo se si era allontanata definitivamente da quell'uomo che in un modo o nell'altro avrebbe continuato a farla soffrire. Solo che ci aveva messo dieci anni per capirlo. Soltanto quando aveva finalmente ceduto alla passione con il commissario,oltre che al suo fascino.

Quella con Renzo era stata tutta un'altra storia,un capitolo interrotto e le successive pagine bianche,che ti lasciano con il fiato sospeso e la bocca spalancata,perchè non avrebbe mai potuto credere alla fine della storia d'amore con suo marito anche se nel suo inconscio era consapevole che quel legame era dettato dal vincolo del matrimonio e della paternità e che in fin dei conti l'amore era già finito da un pezzo. Ma come nel periodo prima di innamorarsi (nel vero senso della parola) del commissario non riusciva a dirselo,ad ammetterlo a se stessa,aveva avuto bisogno di viverla quella situazione per tradurre il suo cuore. Perchè fin quando si trattava di avances,di parole ammalianti o un casuale incontro tra amici (come credeva lei) allora non poteva minimamente immaginare di crearci una relazione,proprio quel pensiero era incompatibile con il resto dei suoi,anche se l'attrazione c'era,per lei era e doveva restare solo un reciprovo feeling e una provvista di collaborazione per le indagini criminali.
E forse proprio perchè non ci era finita del tutto dentro, non poteva ammettere la realtà. Un marito fedifrago e superficiale e una figlia problematica. Tradirlo non era nei suoi piani,anche perchè non avrebbe mai potuto abbassarsi a tali livelli,non tanto per Renzo,ma per se stessa,perchè ci era passata di striscio. Ma quando aveva potuto poi rendersi conto che quello che aveva accanto non era un uomo,allora si era rimproverata duramente, si era fatta in quattro,o più,per portare avanti il nome di quella famiglia,per trattenere l'istinto di provare a scoprire cosa realmente si nascondesse dietro "l'amicizia" con il poliziotto,per ritirarsi ogni volta che il destino ci metteva lo zampino,e non era servito neppure il perdono,a suo parere una vera dimostrazione di amore (che poi era stata ingenua),perchè le cose da allora erano peggiorate. Non aveva potuto prevedere o anche solo immaginare che suo marito le avrebbe stravolto la vita da un momento all'altra. E a pensare che lui le aveva promesso mari e monti pur di farsi perdonare e ripartire da zero e maledetta lei che si era fidata. E quando era stata trascinata nell'appartamento del suo "vicino" improvvisamente tutti i momenti le erano tornati in mente, quei continui incontri nello stesso posto,alla stessa ora non erano stati affatto casuali,e neppure tutte le volte che il destino provava ad avvicinarli (pericolosamente),questo voleva dire che lei era stata una stupida,che aveva sempre pensato agli altri e mai a se stessa,che era stata vigliacca ed egoista,che aveva di fronte un uomo sincero,innamorato,che l'aspettava da anni e che certe volte si malediceva per essersene completamente perso,sicuro che avrebbe dovuto rinunciarci.

Che poi lui era stato la dimostrazione dell'uomo che merita di essere chiamato tale,perchè anche se lei continuava a dirsi che quello era solo un vizio,che una volta avuta lui l'avrebbe mollata,in realtà sapeva benissimo di sbagliarsi,perchè la sua era solo una fottuta paura di ammettere che lo amava,come mai aveva amato suo marito. Voleva prendersi a schiaffi per tutto quello che era stata costretta a farsi,per tutto quello che aveva fatto a lui,e per tutto quello che aveva dato all'altro senza ricevere nulla. Ma lui,era stato disposto a dimenticare tutto,a metterci una pietra sopra,anche perchè tuttavia lui non poteva darle nessuna colpa (e quando ne aveva,lui non riusciva a dargliela).
Era una donna sposata,e con una figlia, e lui lo cpaiva benissimo anche se non riusciva a darsi risposte alla lista infinita delle sue domande. Perchè lei nonostante tutto continuava a starci insieme,perchè continuava a seguire i suoi passi quando al posto suo,che continuava a ripetergli di essere pazza di suo marito,avrebbe fatto di tutto per distruggere e seppellire l'ostacolo. Ma era stato anche disposto a rimangiarsi tutto e a starsene zitto,vivendo con il magone in gola,doveva arrendersi. Ma in quel momento lui aveva capito di non aver mai sbagliato,che l'amore che provava per quella donna non era stato uno stupido scherzo del destino,perchè aveva avuto la certezza che quello chhe stavano vivendo non era un sogno,o una serie televisiva. E in un attimo tutte le sue paranoie erano state spazzate via. Finalmente aveva avuto conferma di quanto lui stesso credeva,Camilla provava esattamente lo stesso,che si era dovuto trattenere per non distruggere ciò che aveva costruito.

E lui sapeva benissimo che non era solo una notte,che non era solo un'avventura,perchè lo sentiva,perchè lei gliene aveva dato prova. Lo voleva sul serio. L'avrebbe voluto già da prima,e per sempre.Si era reso persino conto che lei era spaventata,e che aveva bisogno di tempo (almeno inizialmente),e gli era bastato stringerla per proteggerla da quell'ossessione che non riusciva ad allontanarsi da lei. Si sentiva in colpa per tutto. Era da lì che partiva la loro storia. Cercava invece di dimenticare ciò che era accaduto in seguito. Era scesa dal taxi che dall'aereoporto l'aveva condotta fino a Torino,e si era fatta fermare,non sa perchè,di fronte al commissariato.Anche lì in un attimo le apparsero ricordi di ogni specie. Dal più perverso,al più romantico,al più triste. Si era ricordata del caso che vedeva coinvolta la sua alunna Sara e la camicia pulita che veniva cambiata,ma un attimo dopo i ricordi di quel bacio profondo e assetato e poi come a rompere la magia,quel "e tu non esasperarmi".

Le alternative ora erano due. O lui le avrebbe sbattuto la porta in faccia decidendo di eliminarla definitivamente dalla sua vita (col senno di poi che aveva ragione),o qualcuno doveva farlo santo,perchè l'avrebbe perdonata per l'ennesima volta. Anche se le faceva un male cane ammetterlo,lei era certa che aveva perso ogni occasione,che non c'era più rimedio. Quel che era stato fatto,era stato fatto. Ed era consapevole che se lui davvero le avrebbe fatto capire che l'aveva dimenticata,se ne sarebbe tornata a casa con il cuore in gola. Col fatto che poi avrebbe sicuramente ricominciato a patire,infondo li separava solo un pianerottolo. Le scarpe sembravano inchidate sull'asfalto,ma con tutte le sue forze,forse poche,si era trascinata verso l'entrata. Non era cambiato nulla,almeno esteticamente,e facendo tre respiri profondi e tre passi rapidi ma piccoli,aveva avuto il coraggio di guardare altrove. C'era sempre lui,l'amico che sapeva sempre tutto,che forse prima di tutti aveva capito che la loro non era solo un'amicizia.
L'ispettore Torre stava accanto a sua moglie,la Lucianona,visionando probabilmente qualche verbale e quando aveva sollevato lo sguardo,aveva incontrato gli occhi tristi e spenti della prof,e chi meglio di lui poteva capire lo stato d'animo della professoressa. Perchè lui,anche se stava dalla parte del commissario,non poteva evitare di pensare che la donna davvero provava qualcosa per Gaetano,che se non era mai stata innamorata sul serio,non sarebbe mai tornata,eppure avve lasciato la sua famiglia per ricostruire i cocci rotti. Ma stavolta probabilmente non era esattamente lo stesso, Perchè fin quando si trattava di respingere l'uomo che certe volte era pure pressante e insisteva a conquistarla allora lui non aveva voce in capitolo,e lo accettava con rammarico,anche se sapeva di ritrovarsela di nuovo di fronte,ma quando era successo quello che era successo,quando lei si era donata a lui,quando gli aveva promesso (parole escluse) che lo amava,non si trattava più di respingerlo,ma di ferirlo,in modo profondo e violento. Sapeva di aver commesso una cavolata e che era troppo tardi,ma meglio tardi che mai,si ripeteva costantemente durante il viaggio della sua mente quando stava cercando di trovare una soluzione. Con Torre aveva stretto negli ultimi tempi una bella amicizia,erano stati anche complici nelle indagini,soprattutto quando lui non riusciva a trattenersi e spifferava le novità sul caso. Ma lei sapeva di aver perso punti anche con quello che aveva sempre,in un modo o nell'altro,appoggiato le sue decisioni e le sue ipotesi,perchè quello che stava vedendo non era uno sguardo sorpreso e neppure di chi era estremamente felice,ma più che altro,quello era un segnale di avvertimento,quasi come a farle capire che non era stata una buona idea. In un primo momento l'avrebbe cacciata fuori di lì,ma lui il duro non sapeva farlo e com'era fatto aveva lasciato l'ascia e si era caricato di forze per affrontarla,sotto gli occhi della Lucianona che lo guardava pietrificata,come se aspettasse una sua reazione.

-Professoressa,cosa ci fate qui?- lei non aveva risposto subito,perchè non rusciva a decifrare con chiarezza quel messaggio,se la sua presenza era gradita o se doveva sparire.
-Ciao Torre.- eppure sentiva ancora il dolore linciarle la gola,tanto che per pronunciare due parole aveva fatto fatica.
-Quando siete arrivata?- ancora non riusciva a capire da che parte volesse arrivare.
-Qualche giorno fa.- e infatti aveva dormito in un albergo,in compagnia del suo cane Potty,ma le era convenuto visto che non se la sentiva di entrare nel suo appartamento per di più con il rischio di incontrarlo,anche perchè le era servito un po di tempo prima di prendere la giusta decisione e fare chiarezza nella sua testa.
-Ma non è che siete qui solo per il caso Foglietta?- lui voleva solo metterla alla prova,ma sapeva esattamente che il motivo era un altro.
-No,no Torre.- aveva pronunciato ricordandosi quanto quell'uomo le tirava su il morale anche con una semplice domanda.
-Ah,ho capito allora perchè vi siete presentata alle quattro del pomeriggio in commissariato,ma non vi pare di averci messo un po troppo tempo?- invadente com'era c'aveva pure ragionissima. Lei non poteva obiettare,ne tantomeno aveva trovato una risposta.
-Il vice-questore mi ha riferito che se rintracciavate me o qualcun altro per sapere di lui,dovevo mandarvi via,ma sapete anche che io ho un cuore,e che vederlo ridotto in quello stato mi fa stare proprio male.-
La sua espressione era delusa ma allo stesso tempo aveva compreso che per aggiustare la situazione c'era proprio visogno di un confronto,faccia a faccia,tra Camilla e Gaetano.
-Sta davvero male?- se lo chiedeva pure conoscendo già la risposta.
-Lui dice di no,che ormai vi ha dimenticata,ma io lo vedo che non è così,perchè io lo conosco troppo bene professorè,glielo leggo negli occhi che si sente tradito da voi.- anche se quell'uomo ne diceva anche troppo a parere di chi stava dalla parte di Gaetano,non era mia stato così sincero e profondo.
-Veramente ti ha detto così? Che mi ha dimenticata?- non l'aveva presa affatto bene,perchè pensava che anche se fosse stato il contrario,tornare sui loro passi,non sarebbe stato affatto facile.
-Professorè mi credete se vi dico che ha distrutto il porta penne mentre me lo confessava? Solo che quella era rabbia.- ma la Lucianona stava assistendo in disparte a tutta la scena e quando aveva notato che l'uomo stava andando oltre il limite si era alzata dalla sedia raggiungendolo all'istante e bloccandogli le mani. -Torre.- lui aveva compreso subito e si era fatto da parte garantendogli però che avrebbe fatto di tutto per poter ricevere il commissario. O forse non era necessario.
-Il commissario ora è impegnato ma...- e proprio in quello stesso momento si era liberato spalancando la porta come una furia e con un mega sorriso,dovuto sicuramente a tutt altro. Ma quando aveva sollevato lo sguardo e aveva capito che quella figura davanti a se era Camilla si era caricato nuovamente di rabbia,delusione e fastidio. E ancora una volta se l'era presa con Torre,aveva lasciato la maniglia della porta e si era avventrato sull'ispettore,urlando.
-Torre!-
-Dottò?
- aveva sobbalzato e la sua faccia era diventata di un bianco cadaverico.
-Non esigo distrazioni,torna al tuo lavoro.- non si era mai comportato con lui in quel modo,utilizzando un tono quasi violento,ma il problema era la persona con la quale l'aveva beccato a parlare.
-Comandi dottò- quel poverino aveva girato i tacchi ed era tornato dalla Lucianona. Gaetano aveva atteso che l'uomo ritornasse a fare il suo dovere prima di rivolgere uno sguardo alla donna che era agitata e sentiva una fitta prenderle lo stomaco e portarla altrove.
Si ricordava di tutte le volte che si rincontravano dopo qualche mese,o addirittura qualche anno,lui non si era mai ritrovato a reagire così,anche se probabilmente qualche volta era stanco dei suoi tira e molla,la accoglieva sempre come un uomo innamorato possa fare.
Ma appunto,stavolta era tutto cambiato,dapprima il suo comportamento nei confronti della donna.
-Gaetano.- aveva una folle paura di pronunciare il resto delle cose,e così attendeva che l'uomo le dicesse qualcosa,di bello o brutto che fosse,indifferente o meno,ma almeno sentendo la sua voce si sarebbe resa conto qual'era la cosa giusta da fare.
-Cosa sei venuta a fare?- l'uomo non aveva neppure pronunciato il suo nome,si era limitato a guardarla con aria delusa e con la rabbia negli occhi,uno sguardo capace di incenerire chiunque.Lui aveva fatto l'impossibile per dimenticarla e quando ci stava finalmente uscendo fuori,lei era ritornata come un uragano.
Anche se probabilmente quando gli appariva davanti si ricordava di quanto l'avesse amata e di quanto rifarebbe tutto dall'inizio,anche se sapeva che quegli occhi,quelle labbra,il suo profumo,gli facevano semore lo stesso effetto,lui stavolta non voleva cadere in trappola,e si era promesso di tenersi lontana da lei.
-Se hai la luna storta me ne vado.- anche stavolta aveva scelto le parole sbagliate,ma lei non era abituata a vederlo così,perchè quei due davvero non litigavano mai,non si scontravano neppure per un piccolo malinteso,anzi con i loro sguardi si capivano fino in fondo.

Ma lei voleva soltanto affrontare la situazione con calma,senza vedersi assalita. Insomma se quella sarebbe stata l'ultima volta che si vedevano,se con quella conversazione avrebbero chiuso i rapporti definitivamente,allora lei voleva farlo nel migliore dei modi,senza dover ricordare quel pomeriggio agitandosi e torturando i capelli dalla delusione di se stessa. L'uomo non si era pentito del tono di voce che aveva utilizzato ma forse era completamente d'accordo con il pensiero di Camilla,se voleva vivere in pace,senza più averla tra i piedi,se voleva cominciare tutto da capo,dovevano affrontare la questione,non risolvere perchè secondo lui non c'era nulla da chiarire,nulla che secondo lui potesse ritornare come prima. Ma se non avessero parlato,se lui l'avesse cacciata fuori dal commissariato,o l'avrebbe mollata senza darle parola,lui era sicuro se la sarebbe trovata giorno e notte ovunque,insistendo continuamente sul voler parlare.

Un respiro profondo connesso alla stessa rabbia e alla poca voglia che aveva sia di ascoltare la sua voce,sia di guardarla negli occhi,ma con un cenno della mano le aveva indicato di acconodarsi nel suo ufficio. Lei si era fatta prendere dal coraggio anche se nello stesso frattempo tremava dentro di sè,sapeva benissimo che non sarebbero usciti di lì come qualche anno prima,o addirittura come qualche mese,anche se avrebbe voluto,ma lei se ne sarebbe stata zitta e avrebbe accettato tutto ugualmente,perchè riteneva giusti che scontasse le proprie pene. Sapeva dunque che il periodo successivo sarebbe stato un inferno,che non avrebbe più vissuto allo stesso modo. Avrebbe smesso di stare bene con la paura di svegliarsi,perchè bene non stava,avrebbe smesso di prendere la camomilla,che a parer suo le riucordava troppo e tutto. Se si fosse guardata nello specchio non avrebbe visto più la donna che negli ultimi mesi era diventata grazie a lui,non avrebbe più avuto quel sorriso che le si stampava in faccia ogni volta che sentiva la sua voce o che lo osservava,non avrebbe più bevuto vermouth in vita sua e soprattutto si sarebbe tenuta lontano dalle indagini,col senno di poi che le era sempre stato difficile,pure quando avevano deciso di stabilire delle regole. Avrebbe smesso di essere fiera di se stessa. Anche se tutto questo sarebbe stato solamente difficile da affrontare,ogni angolo della casa,ma anche della città,le ricordava proprio il vice-questore. E ora doveva affrontarlo,e il suo ruolo sicuramente non aveva voce in capitolo,essere battuta dal commissario in questo caso era una sicura probabilità,lui aveva sempre saputo raggirare i sospettati,e sapeva riconoscere da un battito di ciglia se questi mentivano o meno,e sicuramente ci sarebbe riuscito anche con lei.

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Capitolo 2
*** Il confronto ***


Si era seduta su quella sedia che tante volte l'aveva accolta quando si rimboccava le maniche e cercava di capire di più sulle indagini,e certe volte proprio su quella sedia restava a guardarlo mentre si concentrava. Sembrava apparentemente tranquilla,ma in realtà dentro di se tutto faceva a botte,i suoi muscoli erano tesi e sentiva che prima o poi sarebbe crollata.
Lei aveva sempre fatto la forte,aveva sempre cercato di nascondere la parte più debole che solo qualche volta,quando era da sola, si abbatteva su di lei,come quando non riuscì più a trattenere le lacrime mentre si abbuffava di cibo quella sera quando dovette rinunciare a venti anni della sua vita,rimpiangendo i momenti in cui lei aveva fatto poco per se stessa,e poi quando si era sentita una fallita mentre una varietà enorme di ricordi le affollavano la mente,ricordando che tutto quello che aveva fatto per aiutarlo a farsi del male.

Si,perchè lei aveva contribuito in parte a infilarsi in quella situazione,perchè lei non riusciva a non dargli l'ennesima possibilità,perchè era troppo buona. Questo le tornò in mente proprio l'esatto moemnto in cui Gaetano si sedette dietro la scrivania con gli occhi puntati sul registro davanti a sè,facendole percepire che quella era proprio una situazione cui non voleva averci a che fare.Ciò che aveva dovuto sopportare lei per un lungo periodo,tutto il dolore che suo marito le aveva provocato,lei lo aveva scaricato su Gaetano,che a parere suo,ma di chiunque,non lo meritava.
In quei mesi lontana da tutto e da lui,in particolare,aveva cercato di distrarsi dalla realtà,cercava di non darsi tutte le colpe. Inizialmente credeva di non essere all'altezza di un uomo così leale e sincero,perchè sentiva di non potergli dare tutto quello che lui probabilmente da anni le stava offrendo,lei era già stata sconfitta da tutti,e non poteva vincere dopo aver fallito,almeno così lei credeva. Il problema non era Gaetano,e neppure Michele. Quello poi non centrava.

Insomma il problema era soltanto Camilla,neppure tanto perchè era stata scottata da una delusione,ma solo per quello che stava succedendo,così in fretta.
Lei non aveva rimpianto i momenti trascorsi con Gaetano,anzi,ogni volta che si ritrovava a pensarlo,la scena di loro due a fare l'amore,le stampava un'espressione meravigliosa,di chi probabilmente non ci rinuncerebbe mai,e inizialmente,quando era appena cominciata la loro relazione,Camilla voleva dare un volto più accentrato a quelloc he stavano costruendo. Erano felici,si vedevano di sera clandestinamente ma di pomeriggio,quando erano insieme non avevano paura di andarsene in giro come una vera coppia.
Camilla si era accorta di amarlo,o meglio,l'aveva ammesso,anche perchè per troppi anni quel sentimento era stato represso e non preso in considerazione. E infatti si era sentita libera quando i loro corpi erano diventati una sola cosa,e non sarebbe tornata per nulla al mondo indietro,perchè era quello che voleva. Per lei non era importante dirgli ti amo,anche perchè come spesso si ripeteva,contavano i gesti e lei in un modo o nell'altro gliel'aveva dimostrato. Lei gli aveva "detto" ti amo ogni volta che lo guardava negli occhi,ogni volta che lo teneva stretto,ogni volta che faceva l'amore con lui,ogni volta che litigavano,e soprattutto ogni volta che lei si allontanava da lui.Non aver pronunciato quella parola per lei non voleva dire che Gaetano era solo un passatempo per soddisfare i suoi desideri sessuali,non avrebbe mai potuto giocare con i suoi sentimenti,perchè se quello era un motivo per dimenticare la storia con Renzo o per approfittarsi della situazione,avrebbe sicuramente preferito restarsene da sola. Se Gaetano per lei non era L'INIZIO DI UNA VITA NUOVA,non avrebbe mai tentato di aggiustare le cose tra di loro quando per un fraintendimento si arrivava a litigare.

Per lei era diventato tutto difficile,il primo periodo sembrava viverlo come in una favola,dove tutto funzionava perfettamente,ma lei sapeva che non poteva andare tutto a rose e fiori. Cercava di viversi la sua storia,e dopo dieci anni,poteva contare realmente sui sentimenti dell'uomo,perchè lei sapeva con certezza che lui non si sarebbe mai stancato,che se l'aveva aspettata dieci anni era in grado di dimostrarle che l'amore c'era sempre stato e che non sarebbe mai scomparso. Questo significava che non avevano minimamente pensato alle conseguenze,dall'altra parte c'era il problema LIVIETTA che stava crescendo troppo in fretta,e poi RENZO e i continui assillamenti nel voler posticipare la separazione. La situazione non sembrava affatto facile e quello che lei poi non riusciva a reggere erano anche le continue proposte del poliziotto sulla convivenza o sul matrimonio.

E probabilmente lei lo capiva,perchè anche lei al suo posto avrebbe reagito allo stesso modo,e lo comprendeva,perchè sentiva che l'uomo,dopo averla aspettata per un periodo abbastanza lungo,aveva una fottuta paura di perderla,come poi era successo realmente. E poi era arrivato il momento in cui lei riteneva oppotuno stare da sola,per non dipendere più da nessuno,da niente,questo non significava però che non lo amava più,solo che si era sentita pressata,e doveva prendere il controllo di se stessa,capire cosa realmente ra importante,non che Geatano non lo fosse,ma spesso si ritrovava a dover reggere persino la gelosia ossessiva nei confronti di Michele,quando a parer suo non ce n'era motivo. Insomma lei avrebbe voluto stare con Gaetano nel momento in cui si sentiva pronta al 100%,non che non lo fosse,ma insomma non arebbe potuto di certo continuare a costruire qualcosa facendo finta di niente,facendogli credere che andasse tutto bene. Quello che si ripeteva costantemente era che la sincerità era la cosa più importante in un rapporto e lei lo era stata.
Perchè se avrebbe continuati a vivere con la paura di affronatre tutto insieme e di bruciare subito le tappe solo per accontentare l'uomo,non sarebbe arrivata da nessuna parte. E questo Gaetano lo sapeva benissimo,perchè anche se gli era difficile accettarlo,l'aveva capito guardandola solo negli occhi ma forse le idee non gli erano del tutto chiare.

Michele?
Ah,le viene proprio da dire che non si era mai sentita attratta realmente quando questo si era piazzato nella sua vita dopo trent'anni,per lei quello era solo un amico. Sicuramente non aveva lasciato Gaetano perchè non sapeva chi scegliere tra i due,perchè l'amore che provava per Gaetano era persino più grande di quello che in vent'anni l'aveva legata a suo marito,e da un momento all'altro,senza motivazioni valide,non poteva dimenticarselo. Perchè lei non avrebbe mai potuto fargli tanto male,punto uno perchè non lo meritava,ma soprattutto perchè lei non era tanto stronza fino a quel punto.

Il capitolo Michele era stato già chiuso tre decenni prima e se era ritornato sicuramente non era un segno del destino,ma solo una prova per metterli in gioco,per vedere fino a che punto Gaetano e Camilla fossero arrivati,se fossero riusciti a superare qualsiasi ostacolo,per dimostrare quanto la loro storia valesse sul serio. E alla fine Michele non era stato il vero problema. Prima che lei partisse infatti,l'uomo si era dichiarato confessando alla donna di provare ancora qualcosa,ma consapevole dei veri sentimenti della professoressa si era fatto da parte,e Gaetano,almeno su questo era sollevato,perchè aveva visto l'uomo dirigersi proprio verso un posto con le sue valigie,con la speranza di poter ricevere spiegazioni e invece l'aveva trovata qualche giorno dopo esattamente nelle stesse condizioni,stava per partire. E pensare che lui in un primo momento aveva addirittura pensato che la donna sarebbe corsa dall'uomo e si era trattenuto dall'accusarla solo nell'esatto moemnto in cui George era arrivato con la sua auto a prelevarla.
Insomma da lì poi era cambiato esattamente tutto nella vita di Gaetano,solo che Camilla ancora non lo sapeva.

Quei due intanto non si erano ancora guardati negli occhi da quando si erano chiusi nello studio,Gaetano sembrava non volerle rivolgere neppure una parola,e faceva fatica a sollevare lo sguardo. Camilla però reggeva poco quella che per lei già era una sconfitta.

-Almeno puoi guardarmi negli occhi?- doveva restare calma però cavolo,lui ci metteva di tutto per agitarla.

E per lui quella donna era rimasta la stessa. Così si era sistemato la giacca per spostarsi con gli occhi su di lei,aveva unito le mani sotto al suo mento e si cullava con la sedia accontentando dunque la donna,che a vederlo così calmo,la faceva ancora di più agitare,poi era toccato a lei guardarsi le gambe,perchè non riusciva a sopportare tanta indifferenza.

-Insomma vuoi parlare?- aveva pronunciato sbattendo le mani sulla scrivania facendola sobbalzare e i suoi occhi in un attimo erano tornati a guardare quell'espressione furiosa del poliziotto.

-Gaetano se hai intenzione di aggredirmi per tutto il tempo dimmelo ora,perchè se questa dovesse l'ultima volta che io e te ci rivolgiamo la parola,preferisco farlo in maniera civile!-anche se lei stava dalla parte del torto su questo aveva ragionissima e l'uomo era sbalordito dal comportamento della donna,voleva in un certo modo rinfacciarle tutto ma prima voleva sentire cosa lei avesse da dirgli.

Gaetano aveva calmato i suoi neuroni,almeno in parte,e si era risistemato sulla sedia.
-Bene,allora dimmi quello che hai da dirmi.- 

Camilla intanto non riusciva a respirare regolarmente. 
-Lo so che tu mi hai dimenticata,e probabilmente hai ragione,ma io no,io non l'ho fatto.- Quello sarebbe stato solo l'inizio della loro discussione,lo sapeva,perchè era stata imperdonabile.

-Davvero? Mi sembrava il contrario invece.- ma se lui continuava ad agitarla in quel modo se ne sarebbe andata da sola di lì,senza ripensamenti.

-Mi lasci parlare,cavolo?- lei era ancora più testarda. L'uomo aveva annuito tirando un sospiro di sopportazione.

-Io ho sempre fatto di testa mia,nessuno mi ha mai condizionata a prendere una decisione,e sono stata una stronza a credere di poter essere in grado di vivere da sola,di non dover dipendere da nessuno,ma non sai quanto mi sono sbagliata.- confessa tutto d'un fiato,concentrando tutte le sue colpe in un unica frase.

-E tu ora te ne sei resa conto Camilla?- Gaetano si era sollevato dalla sedia sbattendo nuovamente i pugnu sulla scrivania avvicinando il suo viso a quello della donna.

-Dopo tutto quello che mi hai fatto? Dopo tutte le volte che io ti ho cercata per avere una spiegazione,a te viene in mente solo ora di dirmelo? Ti ci sono voluti cinque mesi per capire questo? Ti ho amata per dieci anni Camilla,e non te l'ho mai nascosto,nonostante tutto però io non ti ho mai ferita,al contrario di quello che hai fatto tu lasciandomi senza motivo,eppure ti avevo dato e dimostrato tutto. Il tuo problema è che pensi solo a te stessa,è proprio perchè ti credi di essere forte che continui a sbagliare.- continuò l'uomo avendo in parte la comprensione della donna che però dovette interromperlo sull'ultima frase.

-Invece no,è proprio a me stessa che non ho pensato!- ribattè

-Ah no?- inarcò un sopracciglio ribattendo gli stessi motivi che aveva citato e avvicinandosi ancora di più alla donna.

-No!. la donna fece lo stesso,battendo le mani a pochu centimentri da quelle di Gaetano e avvicinando i suoi occhi nocciola a quell'azzurro che la mandava in estasi. Si fissarono per qualche minuti poi lei cercò proprio di fare la forte.
-Se avessi pensato a me stessa t'avrei già sposato.- l'uomo rimase senza parole,e non faceva che alternare il suo sguardo tra quegli occhi e le sue labbra. -Dirti che avevo paura di affrontare qualcosa più grande di me,pare poco,visto che non capiresti,ma è così,ho avuto paura Gaetano e tu non l'hai capito.- insomma lo stesso lui però aveva avuto ragione.

-Quindi tu vuoi dirmi che la colpa è mia,che se siamo arrivati a questo punto è colpa mia!- Gaetano alzò il tono di voce,sollevandosi da quel pezzo di legno che avrebbe ceduto di lì a poco e dopo aver girato a mezzo tondo la scrivania la raggiunse mantenendo ovviamente le distanze.
-Perchè giustamente sono stato io a portarti a letto e a mollarti senza un pò di decenza,perchè questo sono stato per te,soltanto un passatempo,ti sono servito per i tuoi comodi.-

-Non puoi accusarmi di questo!- ribattè Camilla sollevando le mani dal tavolo e puntando un dito contro l'uomo davanti a sè. Gaetano le si avvicinò bloccandole tra la mano quel dito e sospirando fortemente sul suo viso.

-Vuoi dire che mi hai amato sul serio? Forse all'inizio ci ero cascato Camilla,ma non hai saputo tenerti l'amore che ti avevo dato,non hai dimostrato nulla.-

La donna allora scoraggiata,si avvicinò,sembrava una sfida tra chi dei due riuscisse ad avere vittoria.
-Nonostante tutti i miei errori,si,io ti ho amato,e anche se non te l'ho mai detto,te l'ho dimostrato Gaetano,ho cercato di dirtelo persino quando facevamo l'amore,quello che volevo era tempo!-

La situazione sembrava peggiorare invece che attenuarsi,e l'uomo infatti,stanco si aveva lasciato la presa e l'aveva sorpassata volandosi di spalle. 
-Tempo,tempo,te ne ho dato di tempo.- Camilla si voltò verso le spalle dell'uomo cui riuscì a vedere i muscoli tesi. -Ti ho dato dieci anni di tempo per farti capire chi volevi Camilla!- si avvicinò strattonandole le spalle in modo da poterla far ragionare.

-Non mi serviva del tempo per capire che quello che volevo eri tu,volevo tempo per poter vivere la nostra storia,per dirti che non ero ancora pronta ad affrontare un matrimonio,a vivere insieme,che mi trovavo in una situazione completamente diversa,dove per la prima volta in tutta la mia vita mi sono sentita desiderata e amata in tutti i sensi. Per me era importante sapere che tu mi accettavi per quello che eravamo,che non pretendevi nulla Gaetano,il problema ero io,io che credevo di non poterti dare lo stesso. Mi hai travolta in un attimo,senza darmi modo di capire chi fossi.Avevo solo paura.- quel tono che era alto si era pacato nell'ultima affermazione. Avevo paura.

Fu Camilla a lasciare la presa e a sedersi per prendere fiato, mentre l'uomo,ancora disorientato,per quanto potesse leggere la sincerità in quegli occhi,non riusciva a cancellare tutto in un istante.
-Avevo paura di noi,avevo paura che saresti diventato la mia dipendeza,e un pò lo sei stato,e lo sei ancora,e io non dipendo mai da niente,e se poi è successo,è solo perchè credo che quando ne sei dentro non ne esci più,e anche se inizialmente facevo fatica a credere che tra noi potesse funzionare,poi l'ho ammesso,ho ammesso di amarti e soprattutto di non poter fare la nonna libera e indipendente,perchè io senza di te non ci so stare.- quelle parole spiazzarono Gaetano all'istante,perchè per lui era stato un pò lo stesso,anche se lui avrebbe sicuramente reagito in un altro modo.

L'uomo era alle sue spalle e la osservava mentre si tormentava le mani che un attim o dopo raggiungevamo le sue guance per asciugarsi le lacrime.
-Apprezzo lo sforzo che stai facendo per dirmi tutto questo,ma sai qual'è il punto Camilla?Sai cos'è che non riesco a mandare giù?- le chiese l'uomo ricevendo in cambio una negazione di capo,così si sedette di fronte a lei,Camilla sollevò lo sguardo e incontrò due occhi bellissimi ma intristiti e delusi.
-Che tu non hai cercato di affrontare questa situazione sin da subito,che tu hai proprio cercato di fare la forte,che tu non abbia espresso i tuoi dubbi,le tue incertezze davanti all'uomo che oggi ritieni di amare,che tu abbia evitato la realtà. Perchè quando feci l'amore con te ti promisi nello stesso momento che ti avrei ascoltata,che ti avrei sostenuta,che mi sarei fatto in quattro per vederti star bene.- disse l'uomo continuando a mantenere le distanze ma senza rimuovere lo sguardo su di lei.

-Lo so che ho sbagliato,e ti chiedo profondamente scusa,ma non riesco a dimenticare tutto quello che c'è stato tra di noi.- enunciò lei facendo fuori la sua parte forte e mostrandolgi quella debole.

-Per quanto io ti creda,non è più come prima Camilla. E' cambiato tutto,e quello a non dipendere da nessuno ora sono io.- per Gaetano non fu difficile pronunciare quelle parole ma Camilla sentiva delle fitte lacelarle l'anima,sentiva che l'uomo era profondamente sincero e che anche se avevano avuto un confronto così diretto e spontaneo,non era cambiato assolutamente niente,anche se lei si era spiegata e lui aveva cercato di capire,lei doveva rinunciarci per sempre,anche se con una minima speranza di poterlo conquistare.

-Cosa vuoi dire con questo Gaetano?- chiese infine la donna per accertare quello che ormai le frullava da qualche minuto nella testa.

L'uomo si avvicinò rapidamente al corpo della donna inarcandosi con la schiena e le prese il viso tra le mani per farsi guardare meglio,e in tutta leggerezza esclamò..-Io non ti amo più.-

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Capitolo 3
*** Una vicina troppo VICINA. ***


-Non ti amo più.-
Quella frase l'aveva accompagnata durante il viaggio di ritorno a casa. Non riusciva a credere di aver sentito proprio dalla bocca di Gaetano quella terribile,a parer suo,affermazione. Era andata da lui con la speranza di mettere in chiaro le cose,di non farsi più del male. Anche se ne sarebbe uscita sconfitta,le andava bene,l'importante per lei era restare almeno qualcuno,o qualcosa,senza dover rimpiangere nulla,e forse Gaetano le voleva dire proprio questo,che i loro ricordi erano morti e sepolti.
Certo,forse era pure comprensibile,ma a tutto aveva pensato tranne che lui potesse arrivare a tanto. L'amore che c'era stato tra di loro,che lui aveva sempre provato per Camilla,da un momento all'altro era sparito e lei gli credeva,perchè era stato assolutamente sincero.
In quei 10 anni lei aveva imparato a conoscerlo soltanto in uno sguardo,in un gesto,e quell'azzurro che si illuminava ogni volta che la osservava,era poi diventato nitido e spento.
Camilla era del parere che se un uomo ti ha amata sul serio,non smetterà mai di farlo,ti aspettarà qualunque cosa accada,e infatti lei,uscita dal commissariato,con le lacrime agli occhi fuggendo verso il taxi,pensò che anche lei era stata presa in giro,che in realtà l'uomo aveva trovato solo la giusta motivazione per togliersela dalle scatole. Ma forse,dentro di sè,sapeva benissimo che per Gaetano la loro storia era stata qualcosa di diverso,di estremamente reale ma ciò che le era difficile era trovare le risposte a tutti i suoi dubbi.

Fuggì non appena l'uomo mollò la presa,senza rispondergli,ne guardarlo negli occhi. Lei aveva deciso di non farsi vedere debole,di non dargliela vinta,perchè voleva apparire come quella donna che se deve chiudere una storia,lo fa e basta,senza sensi di colpa,senza insistere. Insomma prima di scoppiare in lacrime gli aveva fatto capire di essere d'accordo,che accettava le condizioni,ma a chi voleva darla a bere? L'uomo la conosceva più di tutti.
Per la prima volta si ritrovò a piangere per un altro uomo,quello della sua vita. Fu impossibile digerire il magone che aveva allo stomaco,si sentiva a pezzi,ripetendosi continuamente che era stata tutta colpa sua. Perchè lei era consapevole che se aveva perso lui,aveva perso tutto. Per un attimo pensò di staccare la spina,fuggire lontana da tutti e da tutto,e che quello che meritava era soffrire,solo che il dolore faceva troppa paura,e anche se sta volta le pugnalate dipendevano solo da lei,non riusciva a sopportare tutto in silenzio. 

Non riuscì neppure a rincasare nel suo vecchio appartamento,dove indipendentemente dalla sua volontà,era costretta a incontrarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte,con l'immancabile paura di dover assistere a qualcosa cui non le andava giù. Tutto le parlava di Gaetano,ogni angolo della sua casa,ogni centimentro dei suoi oggetti. La soluzione che adottò fu la stessa,albergo a tre stelle,lei e il suo cane,i pochi vestiti che si era portata dietro e una decina di pacchi di fazoletti più la scorta dei suoi calmanti che aveva cominciato a prendere qualche mese prima,solo che la dose era aumentava.

Quando tempo fa incontrò il poliziotto,il pensiero che un giorno si sarebbe ridotta in quello stato per lui,non le sfiorò neppure il cervello,a parte perchè il loro rapporto era unico,indistruttibile.
Nonostante lei ficcava il naso ovunque (che per le forze dell'ordine è illegale) lui non osava neppure linciarla,anche se stava attento a tenerla lontana dal pericolo,almeno ci provava perchè lei faceva sempre e comunque di testa sua,ed era un comportamento più che plausibili anche agli occhi della stessa Camilla che conosceva benissimo i sentimenti del commissario Berardi.
Nonostante tutte le volte che lei gli faceva notare che tra di loro non poteva esserci niente più che una semplice amicizia,nonostante i continui tira e molla,le ennesime respinzioni,e tutte le volte che lui era stato costretto a rimangiarsi le parole,il loro rapporto era rimasto sempre lo stesso,anzi negli ultimi anni si era intensificato ancora di più. E ora non poteva accettare di dimenticare tutto,perchè la situazione in cui si trovavano era l'opposto di quella in cui lei gli obbligava ad accettare quando scappava.

Non avrebbero più parlato neppure come vecchi amici,non avrebbero più riso insieme,non avrebbero più condiviso le reciproche ipotesi,non avrebbero fatto sopralluoghi insieme,non avrebbero più bevuto i vermouth,non avrebbero più condiviso un solo momento insieme.
Ma quello che sicuramente le faceva male più di tutto,non avrebbero più fatto l'amore,non l'avrebbe più riscaldata,non le avrebbe più preparato la cena o il pranzo,e tutte le volte che lui l'aveva abbracciata o aveva sorriso in modo diverso da come era abituato,tutte le volte che lui era libero di farle strane e piccanti proposte,tutte le volte che lui era libero di appropiarsi del suo collo,delle sue labbra o della sua pelle,doveva dimenticarle.
Non restava più nulla di loro due.E pensare che sua figlia Livietta l'aveva spinta a a tornare a Torino per sistemare quello successo tra Gaetano e sua madre,perchè ne era convinta,l'uomo non avrebbe resistito a lungo lontano da lei. Purtroppo si sbagliava,Gaetano non la voleva più nella sua vita.

                                                                                  *******************

E come sua madre si era preoccupata di prendersi cura di sua figlia,ora toccava a lei aiutare sua madre,e infatti,con il consenso di George aveva deciso di trascorrere un periodo nella città in cui era stata deportata anni prima. 

-Dovresti uscire da qui,guarda come ti stai riducendo,e poi in questa stanza non c'è neppure un filo di luce.- brontolò Livietta aprendo la finestra con la piccola Camilla tra le braccia,anche se non notò alcuna differenza. 
Intanto Camilla era coricata su quel letto freddo e rigido,circondata da un mucchio di fazzoletti sporchi.
Livietta cercava in un modo o nell'altro di farla distrarre dai ricordi e pure se per qualche secondo la strategia sembrava funzionare,un attimo dopo tornava a cantare il suo lamento.

-Vuoi costringermi a chiamare Gaetano e a farvi parlare una volta per tutte o la smetti di distruggerti?- blaterò irritata nel vedere sua madre in quello stato,doveva reagire.

Camilla si limitò con un gesto del capo,ma Livietta non era per niente sollevata,così si sedette accanto a lei,poggiando la piccola Camilla sulle sue gambe,che intanto giocava con la zip della maglia di sua nonna.

-Senti mamma,lo so che per te è difficile attraversare questo momento,e sicuramente la colpa è tua,ma devi reagire,se credi che tra di voi c'è ancora qualcosa,se ritieni che la vostra storia è stata importante,allora alzati da questo letto e dimostraglielo.-  Sul volto di Camilla si stampò un sorriso malinconico,e così prese coraggio a risponderle sollevandosi con la schiena sulla spalliera di quel letto che aveva assunto la forma del suo corpo.

-Ho cercato di farglielo capire,di dirgli in un modo o nell'altro che sono mi sono pentita,che non riesco a dimenticare quello che c'è stato,ma Gaetano mi ha detto chiaramente che non mi ama più.- a pronunciare l'ultima frase strinse gli occhi e i pugni dal dolore.

-Cerca di capire,ora lui è arrabbiato,l'hai lasciato senza spiegazioni,e sei ritornata pretendendo che lui ti perdonasse. Io sono sicura che lui ti ama ancora,ma non si fida più di te. Credimi mamma,una storia così importante,che va avanti da più di qualche mese,forse proprio da quando vi siete incontrati,lui non può averla seppellita. Quello ad avere bisogno di tempo è lui,avrò sicuramente bisogno di capire se prova gli stessi sentimenti di una volta,anche se ne sono certa,lui ti ama.- Ma Camilla quello sguardo lo sapeva riconoscere,sua figlia voleva soltanto rassicurarla,costringerla ad uscire da quella bolla di vetro che si era creata,perchè anche lei al suo posto avrebbe fatto qualunque cosa,anche mentire,pur di aiutarla.

-Conosco Gaetano da tantissimi anni,e so che quando dice una cosa,è serio.- ribattè sua madre che anche se cercava di credere alle parole di sua figlia,le ritronavano in mente il suo sguardo deluso,i suoi occhi arrabbiati e la sua voce decisa.

-Non ti sto chiedendo di correre da Gaetano e dirgli che sei innamorata di lui,ne tantomeno di insistere,ma soltanto di reagire,perchè se vuoi che cambi davvero qualcosa devi affrontare questa situazione. Non puoi continuare a piangerti addosso. Devi dimostrargli che non scherzi,che i tuoi errori sono stati solo frutto delle tue paure,che faresti qualsiasi cosa per lui. Insomma devi essere un po tu a condurre il gioco,a rincorrerlo come ha sempre fatto lui con te. E devi anche essere in grado di aspettarlo,allo stesso modo suo.- una richiesta allettante che sicuramente andava a favore di un cambiamento,almeno sperava,ma Camilla non faceva che ripensare a quella scena e a sentire che l'uomo davvero aveva deciso di ricominciare da capo,e anche se Camilla avesse tentato di conquistarlo,non avrebbe ottenuto nulla.

-Non ne sono così sicura Livia.- si scoraggiò tenendo tra le mani il piccolo braccio di sua nipote e sorridendo alla vista di quello splendido angelo.

-Mamma tu sei sicura di amare Gaetano?- anche se conosceva la risposta non poteva evitare di chiederglielo. Camilla tornò a guardare sua figlia negli occhi e quella che era una voce nitida e angosciante,fu sostituita dalla decisione e dalla sincerità.

-Certo che si,lo amo da morire.-  confessò tra le lacrime.

-Allora muoviti,esci da questo buco e dimostra che sei forte.-
Forse sua figlia aveva ragione,non poteva starsene seduta sperando che qualcosa cambiasse da sè. Se voleva davvero aggiustare quello che lei stessa aveva distrutto,doveva darsi da fare. Ma tutto con molta calma,senza dover contribuire al suo dolore,doveva riprendersi sicuramente,poi avrebbe mantenuto il controllo delle sue azioni.
Livia fece le valigie in una frazione di minuti,poi si dedicò al chack-out.

                                                   ********

Prima di tutto Camilla fu incoraggiata a tornare tra le mura di casa sua,sospirò fortemente e sostenuta dalle parole di sua figlia che intanto l'avrebbe lasciata per qualche ora da sola,riuscì a salire le scale.
Fino al piano nessun problema,ma quando osservò la porta di Gaetano fu invasa da un senso di nausea,e un'altra ondata di ricordi le comparse dinanzi agli occhi.
Quella porta era stata galeotta,così come lo era stata la camomilla. Si chiese persino che se non ne avesse avuto bisogno in che modo avrebbero ceduto alla passione che li teneva prigionieri da anni.
Conosceva ogni imperfezione e ogni centimentro di quella porta di legno,che negli ultimi tempi era abituata a sorvegliare,a sfiorare con mano. Infondo dietro quella porta avevano vissuto i momenti più belli della loro storia d'amore,per lei era come una sicurezza,una protezione,perchè se era dentro quell'appartamento con lui,non aveva bisogno di altro. Dietro quella porta cominciò il loro meraviglioso viaggio,che per uno strano scherzo del destino,si interruppe.
Quanto le sarebbe mancato ancor di più attraversarla.

Ma d'improvviso si voltò verso quella che era la sua di porta,nel suo mondo freddo e triste. Forse diventato dopo aver abbandonato il ricordo di quello che avevano vissuto anche lì. Dalle cene come se fossero una grande famiglia allargata,a quella volta che,dopo un'astinenza forzata,cedettero nuovamente alla passione,anche se forse il risveglio non fu dei migliori. Forse il ricordo più bello che potesse avere lì dentro era il suo profumo,quello che sentiva tutti i giorni e che a lei faceva andare su di giri,e anche se non era abituata ai giramenti di testa,quello era il più bello in assoluto.

Contò fino a dieci prima di girare la chiave nella toppa e quando sentì,per fortuna o per sfortuna,lo scatto,trascinò dentro il suo bagaglio. Inutile dire che fu invasa all'istante da un temporale di ricordi,e come se fosse in un sogno (o forse un incubo) le appariva davanti agli occhi la sua figura felice assieme al poliziotto,ridevano,scherzavano,si rinocorrevano e immancabilmente si baciavano. Non era più certa fosse stata una buona idea ritornare lì,dove batteva una volta il suo cuore.

Lasciò cadere la borsa sul pavimento che si rovesciò del contenuto,e senza sapere come,si ritrovò a pescare tra quegli oggetti qualcosa che potesse ricordarlo in maniera particolare. Avevano fatto solo qualche foto insieme,che teneva tra i ricordi nella sua scatola. Si,proprio quella dove conservava i ricordi di Michele,aveva bruciato ogni singolo momento trascorso con lui e aveva sostituito il resto delle cose con i pezzi della storia che la legavano a lui. Ma era un sacco vuota.

Le sue mani spazzarono via la polvere sul mobile in corridoio,dove lei teneva ancora la sua collana di perle nera,quella che piaceva tantissimo a Gaetano,decise di riporla perchè ne era certa,ne avrebbe fatto uso nei prossimi giorni.
In un istante fu colpita da un mal di testa allucinante,il pianto l'aveva sicuramente aiutata a sfogare il suo dolore,ma appunto stai bene solo al momento,poi dopo,mettici tutti gli effetti collaterali che vuoi,ti fa sentire una schifezza.D'istinto si portò le mani alle tempie massaggiandole con cura in contemporanea si poggiò al bancone della cucina per reggersi almeno in piedi.

-Cosa deve fare una persona qui per farsi passare i mal di testa.- si rese conto solo dopo di aver parlato come quando nella sua dispensa mancava la valeriana,e la maledetta straordinaria camomilla,anche se dovette ringraziare proprio la sua testa che ogni tanto dimenticava di fare la spesa.

Non avrebbe chiesto sicuramente un'aspirina al vicino di casa,che sicuramente era ritornato,ormai conosceva a memoria anche i suoi spostamenti,le sue abitudini,chissà se però aveva cambiato qualcosa in quel loro rifugio.
Si decise dunque a cercare una tisana che potesse almeno alleviarle quei dolori,e che in un modo o nell'altro potessero tranquillizarla,almeno in parte. 

Quando fu pronto si sedette sul divano,appena poco distante dalla porta di ingresso,considerando che riuscì a percepire i rumori provenienti dal pianerottolo. La sensazione fu diversa rispetto a quando quello che era il suo uomo,ritornava a casa. Se prima si fiondava alla porta per salutarlo o chiedergli di passare insieme la serata,ora aveva quasi paura di avvicinarsi allo spioncello per spiarlo. 
I passi si facevano sempre più vicini,sentì anche delle voci che però non riusciva a confrontare con     quella del commissario che sapeva riconoscere anche a mille miglia di distanza.
Quelle furono poi accompagnate da risate incontrollabili e poi da un ruzzolare di qualcosa sul pavimento,allora le risate furono insostenibili.Qualcosa però le diceva che quello non poteva essere Gaetano,faceva fatica a immaginarselo in compagnia di qualcun altro,uomo o donna che fosse, e sinceramente cominciò a preoccuparsi quando un fracasso raggiunse le sue orecchie.

Poggiò il bicchiere sul tavolo e raggiunse di corsa la porta d'ingresso che si aprì all'istante.
Si maledisse per non aver controllato prima chi fossero le due presenza.
Le parole si bloccarono in gola e restò con le labbra socchiuse e gli occhi puntati su quella scena.
Di fronte a lei c'era una donna bionda con un paio di occhi verdi,stranamente troppo coperta che stava raccogliendo una delle buste rovesciate in terra. Camilla incontrò gli occhi di quella che già te,eva essere una delle amiche di Gaetano. La donna si spostò i capelli sul viso e si accorse della presenza della vicina,in realtá la sua ex compagna. Come le faceva male poi pronunciare quella parola.

-Buonasera.- le rivolse la donna in tutta leggerezza,dunque intuì che Gaetano non le aveva neppure accennato della storia che aveva avuto con lei.

Gaetano,ancora chinato a raccogliere il resto delle cose,fu sorpreso dalla sua affermazione. Gli ci volle un attimo per capire a chi fosse rivolto il saluto,si sollevè con lentezza,sentendo immediatamente un casino dentro di sè,che andava oltre le farfalle nello stomaco. Cerco di sospirare,al contrario invece era agitatissimo,perchè finchè Camilla non era più la sua dirimpettaia,poteva stare tranquillo e viversi le sue relazioni,anzi dimenticava persino di aver traslocato solo per starle il più vicino possibile. 
Si sollevò completamente e si voltò verso quella figura che riuscì a riconoscere sin da subito quando i suoi occhi osservarono le linee delle sue gambe fino a incontrarla nei suoi occhi nocciola.
Quei sacchetti non erano stati prima di quel momento così pesanti,li tirò su di un colpo e non riuscì a distogliere lo sguardo da Camilla che intanto era ancora pietrificata.

-Camilla.- puntualizzò Gaetano dopo aver focalizzato il suo sguardo e realizzando che era tornata,i suoi occhi erano punato ancora verso la sua "vicina" e le labbra non riuscivano a pronunciare parola se non a tenerle socchiuse,sconcertando la donna accanto a sè.

-Vi conoscete?- esplose la biondina dopo aver compreso che la situazione era più complicata del previsto.

-NO!- urlarono in sintonia rivolgendo lo sguardo proprio a lei,che non vedendoci per nulla chiaro,inarcò il sopracciglio e guardò Gaetano con aria di chi non poteva crederci.

-Cioè si,ma solo di vista.- ribadì il poliziotto trattenendosi dal guardare l'espressione che si era fiondata sul volto di Camilla,che sembrava quasi sconvolta.

-Almeno sai che si chiama Camilla- espose il nome con un forte accento rivolgendosi però all'uomo,facendogli intuire che le cazzate a lei nessuno poteva raccontarle.

L'uomo,trepidante,non riusciva neppure a scavare nelle sue tasche alla ricerca delle chiavi. Camilla era disgustata,quel lurido vigliacco non aveva neppure avuto il coraggio di dirglielo in faccia.

-Amore hai tu le chiavi?- chiese alla bionda con lo sguardo fisso sul pavimento.

L'aveva chiamata amore,quindi non era solo un'amica. Si ricordò di tutte quelle volte che la chiamava in quel modo tirando sempre e comunque un sospiro di sollievo perchè non aveva più timore di pronunciare quella parola. Perchè era libero di poterlo fare.
La donna intuì che l'uomo era stato distratto dalla situazione e infilò la mano nelle tasche del cappotto di Gaetano tirandone fuori il mazzo di chiavi e facendolo dondolare davanti ai suoi occhi.

-Ah,che stupido!- blaterò ridendo,anche se sapeva che appena rincasati avrebbe dovuto assistere a un interrogatorio che sperava perlomeno si concludesse al meglio.
La donna gli rivolse un mezzo sorriso ma Gaetano si limitò ad afferrare le chiavi,e Camilla capii che l'uomo era seriamente nei guai,e non le dispiaceva troppo.
Chiuse la porta un attimo dopo che la donna lo trascinò dentro con tutte le sue forze.

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Capitolo 4
*** Scambio di ruoli. ***


-Mi dai una mano a sistemare la spesa?- aveva cercato di mantenere il segreto,di non rivelarle nulla sull'identità della donna che qualche minuto prima lui aveva definito con il nome Camilla. E neanche lei credeva alle coincidenze.


Stavano insieme da poco tempo e forse di lui non sapeva molto,ma le bastava guardare quegli occhi,o la sua espressione per studiare i suoi comportamenti fino in fondo,e quello sicuramente non era scaturito da un caso,da un disinteresse reciproco.
E se l'uomo,in un modo o nell'altro tentava di scappare dalla situazione facendo finta di nulla,con la speranza di fargliela bere,la donna aveva già capito che quella non era solo la sua vicina. Fermò l'uomo bloccando un braccio e lo costrinse a guardarla negli occhi,e lui,in quello stesso istante,si lasciò prendere dal panico,era consapevole che la donna avrebbe scavato nel profondo per farsi raccontare ogni particolare,ogni minimo dettaglio che legasse il suo compagno a Camilla.
Aveva inteso sicuramente che alla donna con la quale aveva cominciato da poco una relazione non poteva nasconderle la verità,perchè in un modo o nell'altro,lei l'avrebbe cercata da sola e sarebbe andata sicuramente a finire male,e lui questo,almeno stavolta,non lo voleva.
Aveva cercato di oltrepassare quella porta augurandosi che la donna se ne dimenticasse all'istante,e aveva contribuito cercando di distoglierla da quella figura. Ma la sua compagna non era stupida. Ma il punto era che per Gaetano,aprire quel capitolo,era un'ennesima coltellata al cuore.

Era certo che ricordare non gli facesse affatto bene,e in tutti quei mesi aveva fatto qualsiasi cosa pur di liberarsi della sua voce,del suo profumo che era rimasto imprigionato in ogni angolo della casa. Aveva cercato di evitare in ogni caso di ritrovarla nelle sue cose,tra gli spazi di quella casa buia e fredda,eppure tutto gli ricordava Camilla,a partire dal letto fino ad arrivare al divano. Per lui non era stato per nulla facile rassegnarsi,perchè sapeva di doverlo fare,una volta per tutte lui doveva tentare l'impossibile per dimenticarla,anche se era consapevole che se sarebbe ritornata,gli avrebbe sconvolto nuovamente la vita,come appunto,stava accadendo. Solo che per lui non era stato lo stesso rincontrarla come quando succedeva negli anni scorsi,dove gli occhi gli si illuminavano e i battiti cardiaci aumentavano.
Stavolta non si trattava di essersi mancati,o di essere più innamorati di prima,per la prima volta Gaetano avrebbe fatto di tutto per evitare di incrociarla ancora sulla sua strada,e anche se aveva tentato in tutti i modi,non aveva potuto far nulla per impedirlo.

Aveva fatto il forte sin dall'inizio,anche se le mura di casa sua erano state testimoni dei suoi pianti disperati. Si era scolato tre bottiglie di alcool nel giro di due giorni,e neppure condurlo in un centro per alcolisti anonimi sarebbe servito a fargli prendere il controllo di se stesso. Non riusciva a sotterrare i loro ricordi,tutti i momenti che avevano trascorso insieme,e svegliarsi al mattino gli sembrava quasi un miracolo,anche se avrebbe preferito il contrario. Con lei era arrabbiata,deluso e ferito profondamente,ma non riusciva ad accettare le condizioni che la donna le aveva imposto,anche se sicuramente non aveva fatto neanche un passo per farle cambiare idea. Anzi,non l'avrebbe più fatto. E proprio quando realizzò che aveva fatto di tutto per conquistarla,aspettandola persino dieci lunghissimi anni,sopportando tutte le sue indecisioni,i suoi tira e molla,capii che non gli restava nulla da fare se non rassegnarsi e dimenticarla.

L'aveva rincorsa per tutto quel tempo per cosa?
Per portarsela a letto per quattro mesi e poi vederla andar via?

Lui voleva di più. Lui voleva averla accanto tutti i giorni,lui voleva stringerla e proteggerla,voleva tenerla fuori dai guai e avrebbe fatto qualsiasi cosa per prendersene cura,avrebbe tanto voluto che quella diventasse la loro casa. tante volte l'aveva immaginata in abito da sposa e poi,con il pancione,perchè lui,con lei,voleva formare una famgilia,voleva prometterle una vita migliore di quella che fino a quel momento era stata costretta a sopportare.
Gli sarebbe bastato un solo sguardo per prometterle tutta la felicità del mondo,per assicurarle di aver fatto la scelta giusta,che non se ne sarebbe pentita. Lui voleva lei. Se solo l'avesse potuto prevedere prima,non le avrebbe permesso di entrare così nella sua vita,avrebbe fatto qualsiasi cosa perchè la passione restasse barricata dentro di loro,avrebbe fatto sicuramente meno male.

Eppure,se avesse soltanto potuto immaginare che quella loro meravigliosa storia d'amore era destinata a interrompersi,avrebbe sicuramente fatto in modo di farlo accadere soltanto quando anche lei era pronta,soltanto quando la donna gliel'avesse detto in faccia e soprattutto solo se avesse messo da parte (anzi seppellito) le sue indecisioni,le sue incertezze,le sue paure.
E se invece Camilla non avesse mai fatto il primo passo? Beh a quel punto lui doveva rimangiarsi tutto quello che provava nei suoi confronti,doveva morire col dolore di non poterla mai avere,doveva accontentarsi di poter parlare con lei,di poterla spiare dalla finestra,di poter bere con lei un vermouth,così come vecchi amici,e poi di vederla ficcare il naso nelle indagini.

E Camilla sembrava dargliene prova,anche se lui non avrebbe mai voluto ammetterlo. L'unica soluzine allora,se non potevano essere più nulla,era quella di allontanarsi per sempre,con la speranza di non incontrarsi più,perchè avrebbe voluto cominciare da capo.
L'idea di sparire però era stata rubata qualche giorno proprio da lei. La trovò una mattina in cortile,con le valigie appostate sull'asfalto e gli occhiali da sole. Anche se,vederla lontana era ciò che voleva,nello stesso momento avrebbe fatto di tutto per fermarla,perchè aveva avuto la certezza che tra di loro era finita sul serio.
Non
 riuscì neanche a scorgere i suoi fantastici occhi nocciola.
Quella fu l'ultima volta che la vide. Cercò di allontanare ogni giorno il suo sguardo,ma gli era impossibile. Quello che non riusciva più a fare era dormire nel suo letto,si girava e rigirava e si illuse di potersela trovare accanto,col lenzuolo a coprirle il corpo,ma sentiva soltanto l'odore della sua pelle.

E ogni volta sentiva delle fitte al cuore,scoppiava in lacrime,si tormentava i capelli e spesso gridava maledicendo se stesso perchè non riusciva a capacitarsene. Quella casa era diventato un incubo,non stava più bene. Fu Torre ad aiutarlo a superare quel momento,l'unica persona sulla quale poteva realmente contare,anche se forse non bastava ospitarlo nell'appartamento che era anche di sua moglie,decise che era troppo anche quello. Ma l'occasione giusta per allontanarsi,almeno per un po,si presentò al momento giusto.
Sarebbe stato via per almeno qualche mese,direzione Milano. Insomma anche se era ancora ferito,decise di darsi forza e decise di liberare la mente di qualunque cosa le ricordasse Camilla.

Fu proprio una sera che incontrò una donna seduta al bar che si scolava una bottiglia di wodka,sicuramente per un valido motivo e non poteva biasimarla. Non si reggeva in piedi e fu lui a trascinarla sulle spalle nell'albergo dove lui alloggiava visto che non aveva neppure idea chi fosse quella donna bionda dagli occhi azzurri. In pratica quella sera fu l'inizio della loro storia fatta di alti e bassi sicuramente,gelosia,ma quello che non avevano tentato di fare era scavare nella vita dell'uno e dell'altro,e forse da una parte era stato meglio così.
Non sapeva come avrebbe potuto reagire alla scoperta di un sentimento durato più di dieci anni,perchè anche lui sapeva che per averla amata tutto quel tempo voleva significare che non ne sarebbe uscito facilmente,o forse non ne sarebbe uscito più. Ma almeno lui tentava di ricostruire i cocci rotti in un altro modo,col tentativo di dimenticarla per sempre.

E anche se ogni tanto ci ripensava,avere accanto la sua nuova compagna,lo faceva sentire libero e vivo,perchè lei a differenza di Camilla gli dimostrava tanto e tutto,gli diceva ti amo,e gli dava tutte le certezze del mondo. E anche se forse Camilla sarebbe rimasta un pezzo importante della sua storia,quella donna era diventata l'amore della sua vita,o almeno cercava di convincersene.
Costruire qualcosa dopo un dolore così immenso per lui fu la prova che quella non era una delle sue solite storielle,ma qualcosa di importante, e non voleva impedire a nessuno di interrompere quella magia. Gaetano decise che era pronto a ritornare a Torino,perchè nula gli faceba più paura o tanto male,neppure un improvviso ritorno della sua ex compagna (se così poteva essere definita) con la sola differenza che avrebbe portato Erica con sè. Maledettamente però le loro strade si erano incrociate per l'ennesima volta e per colpa sua,ancora una volta,stava mettendo a rischio la loro relazione.

-Chi è davvero quella donna Gaetano?- gli domandò mentre i battiti del suo cuore accelleravano,con la speranza di non avere conferma di quanto lei stessa temeva.

Gaetano la guardò negli occhi e sospirò trepidante,purtroppo in certi casi non sapeva mentire. -Ma nessuno,una vecchia amica.- tentò di rendere la situazione almeno meno complicata ma Erica non aveva le idee ben chiare.

-Una vecchia amica? Strano perchè sia tu che lei vi siete comportati in modo strano.- Gaetano sapeva di essere a un passo dallo scoperto,ma tentava in tutti i modi di impedirlo.

 -In che senso Erica?- chiese con un'espressione interrogativa.

-Tu la evitavi e lei era quasi sconvolta.- la donna in quella frase aveva riassunto brevemente tutta la storia.

-Che ti devo dire,sarà stata un'impressione,siamo stati solo vicini di casa.- confessò raccogliendo le buste della spesa ancora in terra.

-Ecco,è quel '
siamo stati' che mi preoccupa.- pronunciò Erica seguendo Gaetano in cucina,l'uomo si voltò verso di lei e le prese il viso tra le mani.

 -E invece non devi,perchè io l'unica donna che amo veramente sei tu.-

 -Quindi c'è stato qualcosa,avevo ragione.- si scostò rapidamente.

-Ho mica detto questo?-

-No,ma l'ho intuito dal modo in cui mi hai risposto. Hai detto che l'unica che ami davvero sono io,questo vuol dire che centra qualcosa con la risposta alla mia domanda su chi è quella Camilla.-

Gaetano era fottuto,prima o poi avrebbe dovuto confessare.

-Erica,io con quella donna non centro nulla,non siamo mai stati nulla,se non vicini di casa,incontrati per caso.- confessò mordendosi la lingua per l'ennesima bugia che le stava raccontando.

-Me lo giuri?- si lasciò influire Erica dalla voce plagiata del commissario.

-Te lo giuro.- la strinse in un forte abbraccio,ingoiando quel nodo che si formò alla gola,anche se probabilmente non era finita lì.



                                             ******** 


Sua figlia Livia bussò alla porta quello stesso pomeriggio ma l'aspetto di sua madre non era sicuramente dei migliori,eppure era curiosa di sapere se avesse incontrato o meno Gaetano,insomma voleva notizie precise,ma qualcosa le diceva o che lei e Gaetano avevano litigato per l'ennesima volta o che aveva tentato di risolvere qualcosa ma con scarsi risultati.
E la faccia di sua madre parlava tanto,le solite borse sotto gli occhi che tra l'altro erano arrossati.Livia si trascinò dentro assieme al passeggino della piccola Camilla e si fece strada verso il divano.

-Allora? Ti prego dimmi che quelle sono lacrime di gioia.- desiderò per un attimo sua figlia vedendo sua madre asciugarsi rapidamente la guancia mentre si sedeva accanto a sua figlia,eppure sapeva benissimo che non era andata a buon fine.

Camilla scosse il capo e le sue labbra cominciarono a tremare perchè si stava trattenendo dal piangere. -Mamma.- poggiò una mano sulla spalla di sua madre come per rassenerarla ma questoc ontribuì solo a farla esplodere.


Camilla,dopo aver assistito alla scena sul pianerottolo,se ne ritornò dentro con un macigno allo stomaco,che non le faceva prendere aria,si accasciò sul pavimento e scoppiò in lacrime. Quello che dapprima non poteva sopportare era senza dubbio il fatto che Gaetano le portasse così tanta indifferenza,senza neppure rivolgerle uno sguardo,e poi in secondo momento il fatto che non avesse avuto il coraggio di raccontare la verità alla sua nuova compagna. Ecco appunto,quel pensiero poi la distruggeva completamente.

Perchè aveva avuto la prova,la testimonianza che le parole del commissario nel suo ufficio non erano state tutta una messa in scena solo per fargliela pagare,ma sul serio lui non provava più nulla per Camilla. E ogni volta che si ripeteva questo nella testa,sentiva una fitta attraversarle la schuena e raggiungerle il petto.
Era fallita per l'ennesima volta,non era riuscita a valere come donna,e di lei non ne restava più nulla. Stava male e non solo per quello.
In gran parte ce l'aveva con se stessa,perchè se avesse impedito alle sue paure,alle sue incertezze di rovinare tutto,ora non si sarebbe trovata a rimpiangere quello che erano diventati. Niente. Era solo colpa sua se neanche il tentativo di riappacificarsi era servito.

Ma almeno servì a mettersi nei panni che l'uomo per tanti anni aveva indossato. Infatti per la prima volta si rese conto di quanto le andavano stretti e che lei non avrebbe potuto portarli a lungo,proprio come aveva fatto il commissario. Quella era stata una prova schiacciante. Non sapeva neanche lei come l'uomo avesse potuto reggere quella situazione che lei stessa gli poneva di fronte. Non era per niente facile. Le bastò perdere Gaetano per capire quanto in realtà lo amasse.
E che non avrebbero smesso di farlo. I mal di testa aumentarono,si sfilò gli indumenti e cercò di alleviare la tensione sotto il getto di acqua calda. Ma ne uscì peggio di prima,un filo di vento gelido le attraversò le costole.

 -Avete litigato vero?- il punto era proprio quello,non si erano neppure parlati,lei non aveva potuto dare spiegazioni,lui non aveva potuto sfogare la sua rabbia,e questo faceva ancora più male.

-No,in realtà non abbiamo neppure parlato.- confessò a sua figlia soffiando il naso.

-E allora? Perchè stai così?- la sua espressione era quindi del tutto perplessa.

-Non è semplice.-

-Spiegati meglio.- si concentrò ad osservare sua madre che aveva lo sguardo diretto sulle sua gambe.

-Volevo affrontare la situazione con calma,senza pressare nessuno,senza commettere errori,senza pentirmi delle mie scelte. Ero sicura di arrivare con lui,un giorno,almeno ad un compromesso,e avrei tentato qualunque cosa per ritornare quello che eravamo.- era sincera,e sua figlia lo riconosceva.

-Ma? Vai al dunque.- la incoraggiò.

-Ma non serve più a niente Livietta. Di noi resteranno solo i ricordi,almeno per me.- un'altra fitta intensa all'altezza del cuore.

-Certo che tu non sai spiegarti proprio,non ti seguo. Che
 cosa significa?- Possibile che doveva tirarle le parole di bocca? Faceva una fatica enorme a tenere una discussione con sua madre.

-Non era come dicevi tu,che quelle parole erano dettate solo dalla rabbia. Lui ora è felice,sta bene,non mi ama più.- le si strinse il cuore a pronunciare quelle parole,ma era un'amara verità che doveva senza dubbio accettare.

-Ne sei sicura?- la incitò a riflettere.

-Ha una nuova compagna,ama un'altra donna,li ho visti ridere,erano bellissimi,lui era più leggero,lei era più sicura.- quell'affermazione linciò il cuore di suo figlia,vedere sua madre in quello stato e non poter fare di più,le provocava un dolore assurdo. Sapeva di non aver fatto abbastanza per lei,mai quanto sua madre l''aveva aiutata in altre occasioni.

-Non può finire così tra voi.- non voleva rassegnarsi,sapeva che quello che c'era tra loro due non poteva essere dimenticato.

-Invece è così,è finita Livietta,è finita per sempre.- scoppiò in lacrime e in un secondo sua figlia la strinse in un abbraccio passandole una mano tra i capelli per consolarla,ma servì a poco.

-Devi reagire mamma,devi essere forte,perchè sono sicura che se ti batti per quello che provi,se ora fossi tu a rincorrere Gaetano,riuscirete a guardarvi negli occhi e a innamorarvi ancora,come la prima volta.- continuò sua figlia,non per rassicurarla,ma solo perchè era ciò che sentiva,la pura e semplice verità.

-Il punto è che io non merito un uomo come lui,che mi da tutto,mi dimostra tanto,per tanti anni,e io lo mollo come se non fossimo mai stati nulla.- non riusciva a pensare diversamente.

-Sai perchè l'hai lasciato mamma? Perchè voi siete stati tutto e tu hai avuto solo paura.- tornò a guardarla negli occhi,quel nocciola si riempì di lacrime.

-Lo so,ma se credevo di essere tornata per farmi perdonare,per ricostruire qualcosa insieme,credevo male. Io non riuscirei neppure a star bene se dovessimo cominsiare almeno a parlare,e ritornare amici,perchè se lo guardo negli occhi io vedo la persona che mi ha amata,che mi ha voluta,e che anche io ho desiderato,non riuscirei a pensare di dovermi trattenere quando sono con lui.Almeno non dopo quello che siamo stati cinque mesi fa.- e su questo non si sbagliava.

Con tutto il dolore che le provocò suo marito,questo era sicuramente impassibile,il suo tormento non sarebbe mai finito,non avrebbe potuto affrontare quella situazione nel giro di pochi mesi come era capitato con suo marito. Si trattava di due casi distinti e separati.
Renzo le aveva fatto capire che non era stato destino,che non erano felici,che la sua strada era Gaetano. Gaetano le aveva fatto capire che lei non riusciva a stare senza di lui. Bel casino.

-Sai cosa devi fare mamma,non ho bisogno di ripetertelo.- le poggiò una mano sulla sua e la guardò negli occhi. 


Camilla doveva avere il coraggio di invertire i ruoli.




SPAZIO AUTORE:
Questi primi capitoli sono stati necessari per sottolineare i cambiamenti dei personaggi dopo cinque mesi,quindi ciò che è successo all'uno e all'altro nel corso di questo periodo. Abbiamo visto come si sono evolti,come le loro scelte sono state sostituite da altre,entrambi si sono pentiti,uno di amare,l'altro di allontanarsi. Mi sono seriti per chiarirvi anche le idee su cosa fosse successo sentimentamente a entrambi,e soprattutto per chiarire alcuni punti sui comportamenti visti nella sesta stagione. Diciamo che da qui dovrebbe partire proprio lo scambio di ruolo,sperando di poterne ricavare qualcosa,ma sicuramente non sarà facile visto che Gaetano,ahimè,sta con Erica. Sicuramente citerò altre cose riferite ai comportamenti incerti della sesta stagione,ma diciamo che fino a qui nulla di particolare.
Grazie e spero di poter scrivere presto! 


 

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Capitolo 5
*** Ritorni e tentativi. ***


Quella mattina Gaetano,accompagnato dalla sua nuova compagna, si sarebbe dovuto recare all'aereoporto a prelevare suo figlio Tommy che diveniva ogni cinque mesi quasi un pacco postale.
L'ultima volta che lo aveva salutato stringendoselo forte era stato proprio prima della batosta,prima che Camilla lo mollasse su due piedi.
E di questa cosa se ne compiace,semplicemente perchè non avrebbe saputo affrontare la questione con il piccoletto,come e in quali circostanze poteva dirglielo,se e come l'avrebbe presa,e così gli aveva evitato anche una sofferenza inutile,assistere alla scena il giorno del parto di Livietta sarebbe stato per lui un duro colpo,anche se in effetti non avrebbe capito il motivo,visto che per Tommy il sinonimo dell'amore tra suo padre e la sua prof preferita era il lieto fine da favola,il per sempre come accadeva spesso nelle storie che suo padre gli raccontava prima di farlo addormentare.
Gaetano però non poteva immaginare che da lì a qualche giorno Tommy sarebbe arrivato a chiedere di Camilla tramite cellulare,e lui aveva cercato di inventarsi balle su balle,ma Tommy aveva il presentimento,anzi la paura,che Camilla se ne fosse andata.
E così aveva confessato. Quel dialogo era stato molto difficile da portare a termine,Gaetano,ad ogni parola che pronunciava,sentiva bruciare lo stomaco,e a stento riusciva a trattenere le lacrime. 

Tommy? Tommy non sapeva come prenderla,se essere arrabbiato con Camilla o se credere che prima o poi tutto si sarebbe aggiustato,che sarebbero ritornati insieme,che era una piccola discussione,anche se quest'ultima non lo convinceva molto visto che Gaetano qualche tempo prima aveva detto lo stesso di Renzo e Camilla e i due non erano più tornati insieme.
Aveva avuto paura per tutto il tempo della telefonta,durata qualche minuto che sembrava un'eternità. Lui voleva molto bene a Camilla,la considerava una seconda mamma,quella che c'era quando Eva era fuori per un reportage,quella che l'aiutava a fare i compiti anche se poi si addormentava perchè la matematica le faceva da effetto anarcotico. Insomma,era consapevole che se Camilla e suo padre avevano deciso di lasciarsi,non potevano neanche più essere dei semplici amici,perchè neanche i suoi genitori avevano potuto.

Quando poi tempo dopo compose il numero di suo padre e rispose una voce femminile,sicuramente incompatibile con quella di Camilla,Tommy iniziò a preoccuparsi. Le amichette di Gaetano erano tornate.
Era arrabbiatissimo,non voleva vedere una donna diversa ogni settimana nella vita di suo padre,soprattutto non ora che anche lui sapeva che a suo padre piaceva la Cami.
Ma quello che si sentì dire non se l'aspettava,e in un modo o nell'altro,volendo o meno,doveva accettarlo. Erica avrebbe preso il posto di Camilla.
E nonostante l'avesse vista solo in una foto o tramite Skipe,e aveva sentito la sua voce chiara e sottile,Tommy faceva fatica ad andarci d'accordo,a volerle bene come ne voleva a Camilla,poi sotto consiglio di suo padre cambiò atteggiamento.

E quella sarebbe stata la prima volta che avrebbe potuto osservare meglio la donna da vicino. 
Non era abituato a vedere un'altra donna fissa accanto a suo padre che non fosse Camilla,ma stavolta aveva dovuto accettarlo,qualche minuto per realizzare e poi l'aveva salutata cortesemente,con un bacio sulla guancia. Il suo mini trolley blu e il suo drago non mancavano mai. 

Gaetano voleva a tutti i costi farli conoscere subito,con la speranza di non perdere neanche un minuto,perchè pur di convincersi che quella era davvero la donna della sua vita,aveva persino intenzione di affrettare le cose,bruciando addirittura le tappe,per non correre il rischi di cambiare idea e pentirsi della scelta. Ovviamente la raccomandazione di suo Padre era stata quella di non parlare dell'argomento Camilla in presenza di Erica e tutto questo solo perchè non voleva ammettere la verità. Tommy riusciva poco a trattenersi,anche se era arrabbiato con Camilla,voleva sapere come stava perchè gli mancava e aveva dovuto aspettare l'ora di pranzo per poterlo chiedere,quando Erica era scappata al suo lavoro. 

Erano rincasati,Gaetano tentava di distogliere lo sguardo dal volto di suo figlio,perchè temeva già l'interrogatorio a cui poteva essere sottoposto,ma quel piccoletto non si arrese. L'osservò in silenzio mentre riponeva i vestiti puliti e profumati nell'armadio e poi prese coraggio.

-Papà,tu sei felice con Erica?- Gaetano non sapeva come prendere la domanda del bambino,se con questo volesse arrivare a Camilla o se semplicemente voleva sapere se era felice.

Posò per un attimo le due magliette sul cassettone e si sedette accanto a suo figlio sul letto.
-Si Tommy,molto.Perchè me lo chiedi?- il piccoletto scrollò le spalle,poi riprese parola.

-Perchè allora non vuoi che parlo di Camilla quando c'è lei?- sputò il rospo trafiggendo il cuore di Gaetano che di fronte ad una tale affermazione non poteva mentire.

-Perchè vedi Tommy,io ho deciso di iniziare una nuova vita con un'altra donna,ho dimenticato Camilla dopo tutti questi anni,e se lei venisse a sapere che siamo stati insieme potrei farla molto soffrire.E tu non vuoi vero che questo accada?- Gaetano in parte cercava comprensione negli occhi di Tommy ma sapeva benissimo che dall'altro canto era molto astuto e intelligente.

-Ma se tra voi è finita perchè lei soffrirà se lo viene a sapere? Tu hai detto che non ti piace più la Cami quindi lei non deve avere paura di perderti.- l'aveva spiazzato un'altra volta con la sua affermazione.

-Vedi Tommy,Camilla è stata molto importante per me.- prese le mani di Tommy e le strinse fra le sue.

-E ora non lo è più?- chiese con voce sottile e gli occhi lucidi con la speranza di sentire il contrario.

-Si,ma vedi lei ha deciso di stare da sola e anche se è stato difficile accettarlo,ora le cose sono cambiate.Però se ti chiedo di non parlare di lei quando Erica sta con noi è per il semplice fatto che Camilla è ritornata.- confessò la più amara delle verità degli ultimi giorni,ricordando quell'incontro sul pianerottolo,e a tutti quei giorni che usciva di casa pregando di non incontrarla,e se mai succedeva si augurava di evitarla.

Come quella domenica mattina che,appena piazzato sul pianerottolo la vide uscire dalla porta del suo appartamento con Camilla jr fra le braccia.
L'effetto certo un pò era rimasto,lo stesso di quando dopo anni la rincontrava,restava pietrifcato a fissarla sempre con quel pizzico di malinconia,quel senso di disperazione di chi deve arrangiarsi e rassegnarsi,anche se le circostanze erano diverse.

E se in un primo momento tornava ad essere ammaliato e affascinato da quella donna,un attimo dopo ripensava a quanto male lei gli aveva fatto,e crollava. E prima di incontrare i suoi occhi,spariva sulle scale,trovandosi Camilla poco dopo disorientata sul fatto a seguire la sua figura allontanarsi e questo per lei era la prova dell'ennesimo fallimento,come donna valeva poco.

-Secondo me tu hai paura di dirglielo perchè quando parli di lei si capisce che ti piace ancora.- confessò ingenuamente il piccolo sravolgendo i pensieri di Gaetano che non poteva credere a ciò che aveva sentito,poteva anche essere la verità, ma se ne convinceva del contrario,solo perchè lui aveva deciso di non soffrire più. QUalunque cosa,si sarebbe accontentato anche delle briciole,ma con Camilla aveva chiuso.

-Ma cosa dici Tommy,a me Camilla non piace più,io voglio passare il resto della mia vita con Erica.- confessò Gaetano lasciando Tommy con l'amaro in bocca e gli occhi baganti di lacrime,che insistevano ad uscire e rigargli il volto.

-E ora perchè piangi?- continuò Gaetano raccogliendo le sue lacrime con i pollici.

-Perchè se tu non vuoi più bene a Camilla e lei non ne vuole più a te,vuol dire che non ne vuole neanche a me e quindi io non posso più vedere ne lei ne Potti.- l'ultima cosa che Gaetano voleva vedere era suo figlio star male per colpa sua.

-Ascolta Tommy,anche se io e Camilla non stiamo più insieme non vuol dire che lei non ti voglia più bene,solo che le cose sono cambiate,non potrai passare più tutto quel tempo con lei semplicemente perchè lei ha la sua vita e io la mia.- tentò di rimediare ma il bimbo scosse il capo singhiozzando.

-No papà,Camilla giocava con me anche quando non stavate insieme,tu vuoi che io non stia con Camilla perchè altrimenti Erica capisce e tu sei costretto a dirgli tutto.- Come poteva fingere di fronte a tanta sicurezza di scelta di parole?

-Tommy,guardami.- poggiò le mani sul braccio del bimbo che portò sugli occhi per asciugarsi le lacrime e tornò a guardarlo negl occhi.-ti sto solo chiedendo di capire,Erica è importante,ora è lei quella che desidera passare del tempo con te,ma questo non vuol dire che tu non puoi salutarla o volerle bene.- confessò Gaetano cercando di convincersi che era la cosa giusta,anche se poi sapeva che se dunque fosse capitato,lui era costretto a non evitarla.

E questo poteva riportarlo al passato,alla realtà e forse anche per l'ennesima volta alla verità,a quello che lui voleva o omeno,desiderava ancora. E poi si,aveva tremendamente paura di ritrovarsi Erica a fargli l'ennesimo interrogatorio e dunque a far venire a galla la verità. Non poteva perderla.

-Papà,ma tu non le vuoi più bene?- chiese con un filo di voce più calmo ma che distrusse il poliziotto.

-Certo che gliene voglio,ma con lei sono molto arrabbiato,sono deluso e non riesco a perdonarla.- sorrise malinconicamente e poi scompigliò i capelli di suo figlio.

-Ho capito. Però se a te non piace più non dovresti essere neanche più arrabbiato perchè c'è Erica. Dovresti fregartene.- Peccato che suo figlio aveva la sua stessa dote,quella di scavare fino in fondo per cercare la verità negli occhi del sospettato. E quelli erano cavoli amari,non ne sarebbe più uscito da quelle domande. 
Doveva trovare una soluzione per scappare dalla verità.

-Sai che mi è mancato tanto prepararti la pizza con la marmellata? Che ne dici? Dovrei avere una confezione di quella a ciliegia.- si alzò dal letto prendendo tra le braccia suo figlio che ormai semrbava sempre più pesante.

-Si papà però tu dopo rispondi.- Gaetano annuì maledicendo il fatto di non essere più furbo di Tommy.
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Le sue giornate erano diventate monotone.
La scuola le prendeva molto tempo e non se ne scoraggiava perchè più tempo stava lontana da casa sua,meglio si sentiva. Il primo pomeriggio lo passava in giro per il centro di Torino e aspettava circa le tre per rincasare quando aveva ormai imparato a memoria che a quell'ora il commissario era già fiondato al lavoro.

Lei non aveva voluto prendere tale decisione,la sua intenzione era quella di dimostrargli che si era pentita sul serio e che voleva riconquistare la sua fiducia,ma poi in base a quanto lui faceva o diceva,lei doveva attenersi e così,con il cuore in gola,aveva dovuto affrontare la vera natura delle cose e accettare le condizioni.
Non erano più una coppia (anche se effettivamente era stata lei a dargliene voce),e anche se aveva cercato almeno di accettare questo,non riusciva a credere che anche dieci anni di intesa,complicità,di vermouth,di chiacchiere, di reciproco rispetto,doveva svanire nel nulla.
Certo, lei non poteva pretendere dopo quanto successo di ritornare amici,ma il pensiero di aver gettato la loro "storia" cominciata un decennio prima le provocava un dolore assurdo. Lui non glielo aveva detto esplicitamente guardandola negli occhi,tanto ormai neanche quello faceva più, ma appunto lui glielo aveva fatto notare. La evitava ogni qualvolta si incrociavano,per che qual si voglia scherzo del destino,ogni santissimo giorno,alla stessa ora,nello stesso momento,si trovavano faccia a faccia,ma lui scontroso e freddo la superava.

Lei non doveva più immischiarsi nei casi di Berardi e questo le poteva andar bene anche se poi faceva fatica,poteva accettare il silenzio di Gaetano,un capitolo almeno per allora chiuso,che non sapeva quando e se sarebbe stato riaperto,e poteva andarle bene,poteva accettare persino il titolo di vicina di casa sconosciuta e impicciona,ma non poteva assolutamente tollerare certe cose. Come quando fu costretta a sentire (in realtà li spiava dalla scala inferiore) Gaetano pronunciare certe parole di fronte a Erica.

-Quella?Ma ancora con questa storia? Guarda che è solo una vicina rompi che ogni tanto veniva a chiedermi la camomilla.- 

Erica insisteva quel pomeriggio mentre rincasavano ad avere più informazioni sulla vicina del suo compagno,perchè neppure lei ci vedeva chiaro. E così,se lei doveva sentirsi dire certe cose,di essere sputtanata dovunque,era arrivato anche il momento di prendersi le sue soddisfazioni,di vedere fino a che punto l'uomo potesse sul serio resistere,perchè anche se c'era la probabilità che l'uomo fosse felice accanto all'altra,lei voleva la certezza assoluta,voleva le prove,e avrebbe accettao qualsiasi conclusione,ad ogni condizione,ma prima voleva vederci chiaro prima lei.

Insomma quello che si ripeteva era che se davvero per l'uomo lei non era più nulla, se effettivamente l'aveva dimenticata,non c'era tanto bisogno di mentire,di scappare dalla realtà,e anche se all'inizio Camilla si rassegnava all'idea di poter far ritornare il Geatano innamorato di lei,era solo per il semplice fatto che era stata scossa da quella donna,da quella che apparentemente sarebbe stata la sua sostituta,da quella che sarebbe stata la nuova vita dell'uomo che per dieci lunghissimi anni le aveva fatto la corte senza stancarsi di aspettarla,senza mollare la corda,senza arrendersi perchè con tutto il male che aveva potuto fargli,i sentimenti non puoi cancellarli come se fossero scritti a matita.

Anche perchè nonostante quanto successo lei era sicura che il commissario volesse soltanto scappare dalla cosa che l'aveva fatto stare sia bene che male, e come la filosofia sottolinea e ripete costantemente, gli opposti non possono stare l'uno senza l'altro. Il bene esiste,se esiste il male,così come il male esiste se esiste il bene. Insomma forse se mentre Gaetano si convinceva (a volte senza la certezza) che Erica era la donna della sua vita,che gli avrebbe cambiato per sempre la vita,quando poteva risultare il contrario,Camilla si convinceva che Gaetano stava mentendo a se stesso per il semplice fatto che voleva evitare di soffrire ancora,di ricadere in trappola e vivere la stessa situazione di qualche mese prima,avere Camilla,il suo desiderio più grande,e perderla ancora.Entrambi volevano convincersi della cosa che poteva renderli felici,che poteva farli sentire bene,almeno per un attimo,convincersi di qualcosa che non dipendeva più dalle solite scelte prese in tutti quegli anni. La verità era che Gaetano non voleva dipendere più da Camilla come aveva sempre fatto,Camilla non voleva più dipendere da se stessa come aveva sempre fatto.

E insomma due contrapposizioni dettate da un solo principio del mondo,l'amore.
Lei poteva tollerare anche certi atteggiamenti ma poi esplodeva quando si superava il limite. Come quella volta che,all'insaputa delle menzogne di Gaetano rivelate sull'identità di Camilla,incontrò Erica sul pianerottolo. La salutò cortesemente,perchè nonostante provasse un minimo di odio verso quella donna era stata educata e rispettosa. Permise di complimentarsi pure del suo aspetto (effettivamente era vestita molto bene) ma quella sembrava quasi guardarla disagiata,con schifo,Camilla tornò a non vederci del tutto chiaro.
Questo poteva significare due cose: o che semplicemente la schifava a pelle,o non riusciva a credere che poteva essere solo la vicina di casa del suo fidanzato.
Insomma che non si era bevuta la balla. E questo poteva significare per Camilla solo una cosa. Gaetano non aveva dato certezze ad Erica sul loro rapporto,non le aveva dimostrato nulla,perdendo anche la fiducia della donna,e di conseguenza ciò era scaturito dal suo arrivo.Che la donna aveva capito che l'uomo aveva mentito. Camilla non sapeva se sentirsi bene o meno. Forse da una parte poteva anche accontentarsi e sperare che lei avrebbe saputo tutto e prendenodlo poi a parole mollandolo da solo,ma d'altra parte se questo non succedeva lei aveva deciso di metterlo alla prova. Doveva constatare quanto sentiva o vedeva. E se ne convinse quando,ancora sul pianerottolo osservò Erica entrare nell'appartamento del poliziotto e la sentì blaterare.

-Oh ma quella è matta sul serio,hai proprio ragione, si impiccia di tutto,una gran ficcanaso.- sentì Camilla intuendo che di lei in quei giorni si era parlato e anche parecchio.

'Bene,lui continua a giocare sporco,a farle credere il contrario di quello che siamo stati.Lui prova a tenersela stretta,a non perderla,ora vediamo se dice la verità o se sta mentendo perchè ha paura. Voglio la prova che lo fai solo perchè lo pensi sul serio,o se le stai raccontando solo balle,perchè vuoi farmela pagare o perchè vuoi davvero credere che qualcuno possa prendere il mio posto. Vediamo se sai stare al tuo posto commissario' pensò Camilla maliziosamente tornando in casa.

Doveva preparare la sua vendetta,che per lei voleva dire prove,prove,prove.
Le restava una sola cosa da fare,prendere il posto di Gaetano.

Insomma doveva essere lei ora a rincorrere i suoi sentimenti,a provare disperatamente di conquistarlo,provare a farlo cedere,perchè insomma Gaetano nei tempi passati sapeva benissimo che Camilla provava qualcosa per lui,che la donna faceva molta fatica a resistere alle avances,che in realtà avrebbe desiderato cedere, ma che era semplicemente frenata dal vincolo del matrimonio che la legava a Renzo,o dal vincolo famiglia. Gaetano era consapevole,così come Camilla,che lei scappava dai sentimenti per non distruggere quello che aveva costruito,e lui poteva accettarlo. Ora toccava a Camilla provare a fare lo stesso,si trovava esattamente nelle stesse identiche condizioni cui era passato Gaetano,e anche lei voleva vedere fino a che punto poteva resistere l'uomo,che sicuramente non era proprio nelle vesti di Camilla qualche anno prima. Poteva ottenere la verità con la probabilità che stavolta non c'era bisogno di aspettare altri dieci anni.
O Gaetano avrebbe resistito fino alla fine facendole dunque apprendere che Camilla per lui era solo passato,o che lo stesso avrebbe ceduto al suo piano.
Bisognava studiarlo e metterlo in pratica.

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Capitolo 6
*** Verità e bugie (parte 1) ***


Camilla si rese conto quanto fosse difficile vestire il posto di Gaetano. Solo quando ebbe una prima visione della realtà,potè capire quanto l'uomo in tutti quegli anni di attesa aveva sofferto.
A partire dai rifiuti della donna,alle illusioni,alle incertezze.
Camilla temeva di doversi rassegnare e questo non la faceva star bene per niente,fu in quel momento che capì quanto l'uomo dietro tutto quello che faceva per conquistarla,stava soffrendo maledettamente.

Quanto era difficle vivere con il pensiero che un'altra donna lo sfiorasse (come lo stesso doveva essere stato per Gaetano immaginarla con Renzo). Allora Gaetano aveva anche tollerato abbastanza,come aveva potuto aspettarla dopo tutto quello a cui doveva assitere,a quello cui era sottoposto,come era riuscito ad amarla ancora?
Questo non riuscì a spiegarselo.
Solo che poi a differenza di ciò,sapeva di non potersene stare al suo posto,Gaetano aveva già fatto troppi passi verso di lei,l'aveva rincorsa per troppo tempo,e ora toccava a lei,anche se come principale obiettivo doveva rimediare a tutti gli errori commessi. 

Rimadiare in un modo un pò particolare,di quelli insoliti. 
Non poteva ormai dargli più nessuna spiegazione,non servivano a nulla,prima di tutto perchè lui non ne voleva sapere e poi perchè c'era Erica e lei sicuramente non avrebbe agito per farli troncare,almeno non direttamente.
Non contava più dirgli ti amo,a parte che era troppo tardi e poi Gaetano,almeno così come aveva detto,non poteva ricambiare.
Non lo avrebbe rincorso solamente per riconquistarlo,perchè sapeva di non arrivare a molto,e anche perchè lei voleva avere la soddisfazione di vederlo cedere.
Sapeva che l'uomo non riusciva a resisterle. Lei non poteva arrendersi,perchè qualcosa non quadrava,troppi punti lasciati in sospeso,troppi dubbi,davvero Camilla era un capitolo chiuso? Davvero lui era indifferente e non provava più nulla?
Più se ne convinceva,più le risultava strano,impensabile,almeno non dopo tutto quello che avevano passato insieme,non dopo quel percorso di vita condiviso. Non avrebbe fatto nulla per intromettersi tra lui e la sua nuova compagna,aveva giò le idee molto chiare di ciò che doveva fare.

Se lei non sapeva da dove partire in un modo o nell'altro il destino ci metteva sempre lo zampino.
Quel pomeriggio riconobbe quella donna,quella che sapeva chiamarsi Erica ed essere la compagna dell'amore della sua vita,nel cortile del palazzo.
Ma la sua attenzione ricadde principalmente su quel bambino che teneva per mano,sembrava averlo già visto da qualche parte,era girato di spalle e tra le mani aveva un drago molto simile a quello di Tommy.
Effettivamente,si ricordò che ogni tanto scendeva a Torino per stare con suo padre. Non intervenne subito,voleva attendere il momento giusto. 
Salì su qualche minuto dopo affrettando il passo per non perderli d'occhio,anche se sapeva dov'erano diretti. Il suo volto si coprì di espressione stupita e ovviamente stava fingendo per metabolizzare il suo piano.
I due le davano le spalle e stavano per entarre in casa.

-Tommy!- Camilla salì gli ultimi gradini e si avvicinò al piccolo che riconoscendo la sua voce si voltò verso di lei.

Ingenuamente si affrettò tra le sue braccia,senza far caso a Erica che era sempre più confusa e neppure alle raccomandazioni di suo padre degli ultimi giorni. Se avrebbe incontrato Camilla mentre era con Erica doveva fingere di non conoscerla. Ma cosa poteva farci se le voleva bene? Se nutriva per lei un affetto morboso?

-Camilla!- esclamò Tommy restando incollato alla donna. Camilla osservò gli occhi di Erica diventare sempre più piccoli,aveva un'espressione interrogativa e ci capiva sempre meno. 

-Quanto sei cresciuto,come sei stato a Los Angeles?- chiese di proposito Camilla per far notare alla donna che in realtà sapeva molto più di quanto poteva immaginare,insomma voleva farle capire che la tesi dettata da Gaetano era una balla.
Il suo obiettivo era farle capire che aveva accanto un uomo che non aveva avuto il coraggio di raccontarle la verità,poi avrebbe pensato al resto. Ma per ora non poteva prevedere cosa sarebbe accaduto,quindi il seguito dopo la prima soddisfazione.

-Sono stato benissimo.La mamma mi ha portato a vedere tanti posti bellissimi.- continuò a rispondere il bambino ancora sorpreso. Camilla si chinò per spettinargli i capelli poi sollevò lo sguardò osservando la donna,si sollevò e le porse la mano.

-Mi scusi,non l'ho neanche salutata.- la donna ricambiò il saluto freddamente poi si decise a proferire parola.

-Tommy tuo padre sta per ritornare,dai entriamo in casa.- Voleva semplicemente arrivare fino in fondo in quella conversazione,com'era possibile che quei due si conoscessero così bene? Che la semplice vicina di casa sapesse così tanto?

-Erica non vedo Camilla da tanto tempo,posso stare con lei e con Potty?- chiese il bambino con un velo di tristezza negli occhi che guardavano quelli sbarrati della bionda.

-Chi è Potty?- si rivolse al bimbo e poi a Camilla con aria sempre più curiosa.

-E' il mio cane,quello che piace tanto a Tommy,sa spesso giocano insieme.- Camilla finse di non sapere della falsa identità che le era stata attrubuita,come se la donna fosse almeno in parte consapevole del rapporto che li legava. Fin quando la donna ne era all'oscuro,Camilla poteva continuare il suo gioco.

La bionda era sempre più spaventata,non sapeva se procedere nel sapere qualcosa in più o se tenersi tutto e aspettare il rientro del commissario.

-Dai Erica posso stare con lei?- implorò la compagna di suo padre che non sapeva il da farsi. Camilla,avendo studiando perfettamente come far andare le cose,pensò a farlo ragionare. Si chinò nuovamente verso di lui e gli prese il viso tra le mani.

-Ascolta Tommy,avrai tempo per giocare con Potty,e poi tra poco sta per tornare tuo padre,sbaglio o termina verso le sette?- si rivolse alla donna che rimase stupita da quanto Camilla sapeva.
La guardò con disonore,le rivolse un messo sorriso finto e annuì. Per quanto poteva essere solo la vicina rompipalle che chiedeva la camomilla,ma sapeva fin troppo.

-Ecco,ricordavo bene. Tu sai dove abito,puoi venire da me quando vuoi.- continuò fingendo la sua ingenuità.

-Forza ora andiamo.Arrivederci signora.- Erica si affrettò ad aprire la porta e a fiondarsi dentro con Tommy.

Camilla aspettò la porta chiudersi prima di sorridere. Voleva proprio sentire che balla avrebbe inventato Gaetano al ritorno,quella donna per i suoi gusti,era troppo astuta.
Girò la chiave nella toppa e si fiondò sul divano in salotto. Pensò che quello era il modo giusto per dimostrarglielo. Prima la verità doveva saltare fuori,sicura poi che ci sarebbe stato lo scontro e a quel punto Gaetano le avrebbe sicuramente chiesto di stargli lontana,se lo sentiva. A quel punto sarebbe scattato il piano B.

Erica non ebbe il coraggio di chiedere al piccoletto che sicuramente in parte avrebbe confessato,e questo poteva farle male,preferiva ascolatare la versione di Gaetano. 
Fece mangiare Tommy e come se nessuna discussione fosse in programma preparò la cena riscaldando l'atmosfera con candele e luci soffuse.

Quando il commissario rincasò fu stupito da quanto vedeva,era capitato raramente di trascorrere una serata romantica. Ma sicuramente non era spaventato,almeno non subito. 
Accese le luci e la trovò seduta sulla sedia accanto al tavolo. Indossava uno dei suoi vestiti preferiti,esattamente quello in pizzo rosso. Lei lo fissava senza aprir bocca,lui lasciò cadere la giacca sul apvimento e si guardò intonro per assicurarsi che Tommy fosse a letto.
Si chinò leggermente verso la donna che si alzò di scatto prendendogli il viso tra le mani,esitò un attimo e poi corse a baciare con ardore le sue labbra,gli passò una mano sotto la camicia e quando l'uomo portò le mani all'altezza della zip del vestito per rimuoverlo,lei lo bloccò. Sorrise maliziosamente guardandolo negli occhi.

-Cosa pensi di fare?. si morse un labbro con una mano ancora inchiodata al capo di Gaetano.

-Quello che vuoi anche tu.- sorrise provicandola,baciandole il collo.

-Io non vado a letto con un traditore.- Gaetano rimase perplesso,non sapeva esattamente cosa volesse significare quell'affermazione,si sentì prendere dall'agitazione.

La donna fece un mezzo giro ritrovandosi dietro alle sue spalle,gli sfilò la camicia dai pantaloni e la rimosse completamente.
Gaetano stava al gioco credendo di essere vittima di seduzione,ma effettivamente non era così.
Erica cominciò a esaminare il suo corpo,strusciando le mani sulla sua pelle nuda.

-Chi è quella donna?- gli sussurrò dopo avergli morso il lobo di un orecchio.

-Di chi parli?- sperava non si trattasse di ciò che lui stesso temeva.

-Non mentire,i tuoi giochetti non mi piacciono.- la donna lo spinse sulla sedia. Gli si avvicinò lentamente cominciando a diventare più seria.

-Dimmi la verità,tutta la verità. Chi è Camilla?- Gaetano ingoiò la saliva che si era impastata alla gola,ma riuscì a sentire solo un fastidio enorme.

-Ti ho detto,è solo la mia vicina di casa.- La donna scosse il capo e cominciò a ridere.

-Credi davvero che io mi beva questa storia? Ho visto come l'hai guardata quella sera,eri freddo,la stavi evitando e lei sembrava sconvolta. Credevi di poter continuare a giocare con il fuoco? Ho visto bene come tuo figlio se l'abbracciava oggi pomeriggio,come si parlavano. E poi lei sa così tante cose su di te. Strano eh che la tua vicina si così troppo vicina?- continuò la donna lasciando Gaetano senza parole. Lui tentò di trovare una spiegazione plausibile,non troppo veritiera.Non aveva il coraggio di dirle la verità,ma in un modo o nell'altro ci avrebbe pensato lei.
Si avvicinò ancora di più al suo viso,e con un'aria dic hi non scherza continuò il suo discorso.

-Allora? Chi è quella donna? O dovrei dire,cosa c'è stato tra di voi?- Gaetano sentì il respiro pesante della donna sul suo viso,cercò di mantenere il controllo delle sue azioni,ma aveva una tremenda paura di raccontarle tutto,di farla soffrire,perchè lui l'amava davvero,voleva dimenticare quella storia per sempre e non riaprire ne un vecchio capitolo ne vecchie ferite,ed era questo il semplice motivo.

-E' lei la donna per la quale hai accettato il lavoro a Milano?- 

Quei giorni trascorsi a Milano Gaetano le parlò di una donna che lo aveva costretto ad allontanarsi da Torino accennandole soltanto che si era stancato di aspettare le sue decisioni dopo una lunga attesa. Non disse altro.

-S-si.- blaterò Gaetano chiudendo gli occhi,sperando che la donna non cambiasse umore.
Sapeva che nei momenti in cui litigavano la donna si trasformava,e quella onesta e buona diventava acida e scontrosa.

Ma inaspettatamente quella donna trascinò una sedia di fronte a quella dell'uomo e poggiò i gomiti sulel gambe mettendosi in una posizione comoda per concentrare tutta l'attenzione su di lui.

-Voglio sapere tutto.- quell'affermazione apparentemente tranquilla lo spaventava a morte.
Gaetano annuì. Ancora una volta però dentro di se sapeva che centrava qualcosa Camilla,che aveva fatto di tutto per mettersi dalla sua parte Tommy,soltanto perchè voleva rivendicare ciò che era stato suo egoisticamente.

Tirò un forte sospiro. 

-Camilla non è solo la mia vicina di casa. Camilla ed io siamo stati insieme.- si fermò per riprendere fiato,non si sentiva affatto leggero.

-Perchè non me l'hai detto?- esplose la donna con gli occhi pieni di rabbia.

-Aspetta!- insistè Gaetano prendendole le mani che però la donna scrollò subito.

-Tra me e Camilla è durato molto poco,solo qualche mese,ci siamo solo resi conto di non essere compatibili. Lei ha scelto la sua strada e io la mia.Per me lei non è mai stata importante,e se non te l'ho detto è per il semplice motivo che non volevo farti preoccupare,avresti frainteso e non volevo vederti star male. Ti giuro che lei non conta più niente.- cercò di guardarla negli occhi anche se temeva di non essere stato abbastanza convincente.

-Perchè allora tanta indifferenza? Perchè sembra che ogni volta che ti chiedo di lei non sai cosa rispondere,sembri agitato?- Erica voleva crederlo,ma prima le serviva una certezza. Gaetano stava continuando a mentirle,e non poteva immaginare che così avrebbe solo peggiorato le cose.

-Perchè io voglio dimenticare quello che c'è stato tra di noi. Ho deciso di chiudere per sempre con quel capitolo,e non volevo si riaprisse. Perchè è con te che voglio stare.- le prese di nuovo le mani,e questa volta non si ritrasse.

-Quindi ancora non riesci a dimenticarla?- chiese lei con un filo di voce.

-Certo che l'ho dimenticata,e ci sono riuscito da quando ci sei tu,voglio che tu ti fidi di me,che non dubiti dei miei sentimenti.Camilla ora è solo la mia vicina di casa. Forse lo è sempre stata.- le sorrise cercando di essere assecondato.

Erica decise di credergli e per ora non avrebbe chiesto di più.
Le importava che ora Gaetano amasse lei,che volesse soltanto lei. 
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Camilla si chiedeva come fosse andato l'interrogatorio.
Da quel che aveva potuto capire della donna era molto intelligente e avrebbe scavato fino in fondo per capirci di più in quella storia. A meno che non si lasciasse affascinare dai modi seduttori del commissario. A quelli nessuno sapeva resistere.

E se le cose fossero andate diversamente rispetto alle sue aspettative,non aveva certo intenzione di mollare.
Quella con Gaetano non poteva essere una storiella da quattro aprole e due coccole,ma qualcosa di più forte,vero. Una si quelle storie che ti segnano per sempre,che vanno e poi tornano,una di quelle storie di cui non puoi farne a meno. Dove l'uno non può vivere senza l'altro.

Camilla sapeva benissimo che Geatano stava cercando in tutti i modi di evitarla per il semplice fatto che altrimenti avrebbe ceduto l'ennesima volta,cascando ai suoi piedi. Camilla non era stupida,anzi,certe volte sapeva persino arrivare alle soluzioni del caso prima del poliziotto.
Trascorse la notte in bianco,ripensando a tutti quei momenti in cui si addormentava tra le braccia dell'uomo della sua vita,e tutte quelle volte che lui al mattino le portava la colazione,e tutte quelle volte che la stessa finiva sul pavimento perchè il desiderio di stare insieme,di sentirsi una cosa sola era più forte di tutto.

Gli mancava da morire. E l'era mancato anche quando era a Londra. Forse non tanto i primi tempi,perchè si occuoava di sua nipote,ma poi qualcosa scattò dentro di lei.
Cominciò a rendersi conto di quanto avesse bisogno di un uomo,di quell'uomo per stare bene,per vivere con la stessa intensità di sempre. Avea bisogno di lui,delle sue mani,della sua voce,delle sua parole,della sua risata,dei suoi sorriso,dei evrmouth che prendevano insieme,aveva bisogno di cambiare,aveva bisogno di passarci tutta la vita. Perchè si era resa conto di amarlo come mai aveva amato nessuno soltanto quando realizzò di averlo perso. Perchè realizzò che nessuno aveva mai fatto tanto per lei,nessuno aveva mai attraversato mari e monti per conquistarla,senza arredersi,nonostante i rifiuti,nonostante lui stesse sacrificando dieci anni della sua esistenza. Lui era stato incapace di metter su famiglia e tutto questo perchè ogni volta che ci provava,lei irromoeva nella sua vita, o comunque nei suoi pensieri.

Il mattino successivo Gaetano svegliò Tommy. L'avrebbe accompagnato a scuola,ma approfittando dell'assenza di Erica gli doveva chiedere di quanto successo il pomeriggio precedente.
Quando terminò la colazione lo trascinò nella sua camera e gli porse dei vestiti da mettere.
Esitò un attimo,poi prese il controllo del suo istinto e si avvicinò a lui.

-Senti Tommy,è vero che ieri hai incontrato Camilla?- ovviamente conosceva già la risposta,ciò che voleva sapere era qeullo di cui avevano parlato.

-Si papà.- disse ababssando lo sguardo. -Sei arrabbiato perchè l'ho salutata vero?-
Gaetano rimase colpito dal modo in cui il bambino gli rivolse la domanda,intuendo che era dispiaciuto.

-NO!Assolutamente Tommy. Volevo solo sapere cosa ti ha detto.- poggiò una mano sulla spalla e Tommy tornò a guardare suo padre.

-E'stata lei a venire da me e salutarmi,mi ha chiesto come era andata a Los Angeles e poi le ho chiesto di giocare con lei è con Potty. Camilla ha detto a Erica che passo molto tempo con Potty ma solo che ha appoggiato le sue parole dicendo che tu saresti tornato entro le sette e quindi non potevo stare con loro.- confessò il piccolo ingenuamente non potendo sapere che quelle poche parole avevano fatto infuriare suo padre. Gaetano sapeva benissimo che Camilla l'aveva fatto di proposito perchè non l'era andata a genio la storia della vicina di casa.

-Ho capito. E poi? Cosa ha detto più?- continuò.

-Poi noi siamo tornati a casa. Ma quindi Erica ha capito che tu e Camilla vi conoscete molto bene?- ecco,non poteva fare un discorso con lui senza arrivare al dunque.

-Vedi,Erica credeva che era solo la nostra vicina di casa,però lei ha parlato un pò troppo e le ha fatto capire che c'era qualcosa sotto,ma stai tranquillo,dai ora andiamo a scuola che è tardi.- Gaetano interruppe l'interrogatorio per non superare il limite,prese lo zainetto di suo figlio e raggiunsero il pianerottolo.

Stette a fissare la porta di Camilla ancora chiusa. Quella porta che per troppe volte era rimasto a guardare prima di prendere coraggio e andare da lei,anche se effettivamente se l'era trovata di fronte a chiedergli una camomilla.
Quella porta che tante volte era diventato per lui un'abitudine toccare con mano,quella porta che tante volte avrebbe voluto prendere a cazzotti dalla rabbia. Ma quella porta gli provocò qualcosa di più forte.  Avrebbe voluto sfondarla per dirle di stare lontano dalla sua vita.

Fermò Tommy per un braccio mentre che stava già scendendo le scale.
-Ascolta,io ho dimenticato una cosa dentro,tu comincia a scendere,ti raggiungo fra pochi minuti.-

Tommy annuì,scese le scale e aspettò che il piccolo scomparisse prima di avvicinarsi alla porta della sua vicina e sospirò fortemente. 
La sua mente viaggiò ancora una volta nei ricordi,chiuse gli occhi cercando di dimenticarla in quelle circostanze,visto che non era lì per lo stesso motivo.

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Capitolo 7
*** Verità e Bugie (parte 2) ***


Nei giorni precedenti non avrebbe potuto credere di arrivare a scontrarsi con la sua vicina di casa,e neppure qualche mese prima,quando tutto andava a gonfie vele. 
Da quando nella sua vita c'era Erica l'ultima cosa a cui aveva pensato era il ritorno della sua vecchia fiamma (parlare di fiamma poi,quello era stato un incendio).
Eppure quando decise di coinvivere con Erica,mai poteva immaginare che di lì a poco Camilla sarebbe ritornata sconvolgendogli la vita,anche perchè fin quando l'appartamento di fronte era momentaneamente vuoto lui si sentiva sollevato,libero di fare qualunque cosa,senza aver timore di ritrovarsela davanti,senza dover evitare i suoi sguardi,e raccontare alla sua nuova compagna di Camilla era inutile,tanto quella era sparita. Solo che non aveva previsto che il destino,come sempre accadeva,ci metteva lo zampino.

Esattamente come quando lui aveva deciso di sposare Roberta solo perchè si era rassegnato,perchè credeva di averla persa per sempre,che non l'avrebbe più vista. E invece lei fiondò nella sua vita per la terza volta,sconvolgendogli i piani,tanto che arrivò a lasciare Roberta,usando poi la scusa del caso di Danka,quando effettivamente si era approfittato della situazione per trovare il coraggio e farle capire in un modo o nell'altro che amava un'altra donna.

E poi quando inaspettatamente se la ritrovò in pieno centro di Torino,dopo circa cinque anni,quando oramai aveva perso ogni speranza,perchè si era completamente rassegnato,sebbene la tenesse ancora nel cuore e nella mente,sebbene non riuscisse a dimenticare il suoi occhi,il suo profumo. Tentò allora di metter su famiglia,ma fallì quando si rese conto di non esserne capace,perchè non smetteva di pensare a lei quando stava con Eva,perchè si immaginava Tommy quel figlio che aveva sempre desiderato da lei,perchè nonostante il ricordo lontano di lei,aveva quel volto sempre molto presente,e ogni volta che cercava di rimuovere quel pensiero,lei c'era sempre e comunque.
Perchè era incapace di amare una donna che non fosse Camilla. 

Quella donna gli stravolse la vita per l'ennesima volta,e fu in quel preciso momento,fuori al commissariato di Torino,che si rese conto di una cosa: il destino non si sarebbe arreso finchè lui non l'avrebbe conquistata. Insomma,lui se si era permesso di restarle ancora vicino,di continuare a provocarla,a sedurla,a rincorrerla, allora significava che c'era ancora un posto per lui,aveva ancora una possibilità,forse l'ultima. Si ripeteva che se a distanza di anni si erano ritrovati uno di fronte all'altro allora lui era destinato a stare con lei,e doveva in qualche modo conquistarla,promettendo a se stesso di riuscirci,anche insistendo per mesi,anni. Non si sarebbe arreso perchè era lecito che c'era un motivo se nello stesso istante,alla stessa ora,nello stesso posto Camilla piombava nella sua vita. Non poteva perdere quell'ennesima occasione,forse era la volta buona.

Tutti gli sbagli commessi,tutte le volte in cui aveva fallito,tutte le volte che si erano allontanati,o tornava lui,o tornava lei. Ci aveva sperato fino alla fine,per altri due anni intensi cui doveva assistere alle scene da coppietta apparentemente felice con Renzo e far finta di restare indifferente,tutte le volte che li vedeva mano nella mano,o che si scambiavano un gesto affettuoso lui moriva dentro ma sapeva di non poter essere arrabbiato,di non poterle voltare le spalle,quindi a lui stava bene,aveva deciso di attendere,seppur ogni tanto tentava di riscaldare il suo letto con altre donne,perchè nulla gli restava se non quello,e per sentirsi un pò meno uno schifo,un fallito,lui rimediava in quel modo.

Quando poi il destino decise di avvicinarli sempre di più,trovandosi pelle su pelle,cuore contro cuore,mani nelle mani,allora capì che non aveva sbagliato nulla,che aveva mandato le cose tutte nella perfetta direzione,che se non l'avesse trattenuta qualche anno prima a Torino,se avessero continuato a mentenere quelle regole,non sarebbe mai accaduto nulla.
Erano diventati una cosa sola,avevano ceduto alla passione,e lui sapeva che la donna provava esattamente le stesse cose,forse dallo stesso istante in cui lui se ne innamorò,solo che se ne accorse da meno tempo,quando potè realizzare che l'uomo che aveva accanto era completamente diverso da quello con cui aveva trascorso vent'anni,perchè lui le poteva dare quell'amore che l'era sempre mancato, quella carezza in più,quella parola pronta a difenderla pure quando aveva torto,che la proteggeva in qualsiasi momento.

E pure se si cacciava nei guai,se agiva illegalmente lui non la linciava,non le impediva di continuare perchè sicuramente da una parte non avrebbe mai potuto perchè non sapeva dirle di no,dall'altra perchè di lei si fidava,perchè sapeva che in un modo o nell'altro lei arrivava alla verità e pure quando veniva a sapere che agiva di nascosto,non riusciva ad avercela con lei per troppo tempo. 

E sebbene si tratteneva quando la guardava,perchè aveva voglia di baciarla,seppure si tenesse tutto dentro per non distruggere una famiglia,lui continuava ad amarla,forse più della prima volta.
E lei questo lo sapeva,e ne era si lusingata,ma dall'altra quando stava con lui doveva trattenersi e non era sempre facile,perchè c'era attrazione,perchè lei voleva cedere,ci stava così bene con lui.
Passava più tempo con lui che con il marito,non che volesse ma il loro rapporto era più forte di quello che la legava a Renzo,lui la comprendeva e la sosteneva sempre,era sempre pronto ad ascoltarla,rinunciava a tutto pur di dedicarle qualche minuto della sua giornata,la faceva sorridere,si faceva in quattro per tirarla fuori dai casini,e le diceva cose dal profondo del cuore,pure una semplice e banale parola risultava piena di amore,più di quanto le dicesse Renzo.

Ecco,l'altro si accontentava di chiederle scusa o di dirle ti amo,e basta,nessun gesto che potesse dimostrare quanto diceva,perchè tanto sapeva che la donna sarebbe tornata sempre da lui,insomma aveva la certezza che aveva accanto una moglie troppo fedele che si sarebbe tenuta tutto pur di restare con lui soprattutto per Livietta,aveva la certezza che non l'avrebbe mai persa,d'altronde si era tenuta pure il tradimento.

E poi quelle volte in cui desiderava crollare,quelle volte in cui una stretta di mano,un abbraccio,un sorriso con il commissario la faceva sciogliere,e anche se era capitato solo una volta di assaporare le sue labbra,lei si sentiva profondamente in colpa per quanto aveva fatto,anche se dentro di se sapeva di volere Gaetano.
Non poteva trascurare la sua vita,quella che si era costruita,quella che giorno dopo giorno aveva tentato di tenere su,mattone dopo mattone. Nonostante Renzo l'avesse abbandonata per un'altra donna,quello che per lei importava in seguito era stato il fatto che suo marito si era pentito e l'aveva implorata di tornare insieme,lei non si era sentita di mollarlo,voleva la prova che lui l'amasse davvero,che era degno di essere chiamato uomo,e forse ci stava riuscendo,e non poteva dunque tradirlo per un uomo che da una parte poteva risultare sono un capriccio.

Continuava a ripetersi che con Gaetano alla fine non poteva durare molto,quindi meglio tenersi il fedifrago. Perchè poi lei sapeva benissimo com'era Gaetano,o forse era quello che voleva credere lei,perchè sicuramente lei non era paragonabile a tutte le squinzie che si portava a letto,ma cavolo,era così testarda che per non ammettere di essere terribilmente attratta si ripeteva che avrebbe fatto la fine di tutte le altre,che avrebbe sofferto. Certo,e poi uno se ti vuole per una notte o una settimana non ti aspetta per dieci anni. Questo lei lo sapeva fin troppo bene. 

Lei,nonostante si tenesse stretto Renzo,non faceva nulla per allontanare l'ostacolo,cioè Gaetano,che cercava in tutti i modi di averla,e questo di certo non è un ragionamento logico per una donna che vuole tenere saldo il rapporto con il marito. Chiunque al suo posto si sarebbe allontanata da Gaetano per non mettere a rischio un matrimonio,chiunque avrebbe fatto capire al terzo incomodo che doveva rassegnarsi, e lei invece sembrava dargli corda,sembrava persino ammaliata da tanto amore,da tutto quello che lui faceva per lei,sembrava non riucire a stargli lontano.

E nonostante fosse a conoscenza dei suoi sentimenti,quella continuava a condividerci un percorso,perchè in fin dei conti lei non riusciva a pensare alla sua vita senza il commissario. Quando erano lontani in un modo o nell'altro lui era sempre nei suoi pensieri e quando lo incontrava le brillavano gli occhi,cavolo quanto era stata stupida.

E poi quello che erano diventati,lei non ne aveva mai dubitato,era sempre stata sicura di quello che aveva costruito con lui,altrimenti non ci avrebbe fatto l'amore,non avrebbe mai pensato di 'dirgli' ti amo,anche se a modo suo,con quei piccoli gesti,con quelle parole sussurrate di sera tardi o al mattino.
Si,perchè lei aveva avuto il suo modo di dimostrarglielo,di dirgli quanto per lui era stato importante in tutti quegli anni,e gli aveva persino fatto capire che l'aveva sempre desiderato,che era stato un chiodo fisso,una tentazione,una pazzia da compiere e voleva legarlo a sè per tutta la vita. Lei non aveva mai pensato di approfittarsene soltanto perchè voleva vendicarsi di suo marito,o perchè aveva il bisogno di soddisfare i suoi desideri sessuali,lei lo aveva fatto perchè aveva finalmente ammesso di provare le stesse identiche cose. E se poi il destino li aveva nuovamente allontanati,la colpa sicuramente era stata in gran parte sua.Forse era solo troppo spaventata,forse aveva solo bisogno di sentirsi leggera dopo tutto quello che in così poco tempo era successo. Sua figlia,suo marito,e lui,il suo nuovo compagno,che pur di non perderla insisteva per sposarla o per andarci a vivere insieme.
Forse aveva deciso di restare da sola perchè aveva capito che Gaetano poteva cambiarle la vita,che sino a quel momento non era stata resa migliore da nessuno. Sapeva che stavolta era qualcosa di forte e unico,indistruttibile,infinito,e lei era stata prigioniera di un amore finto per troppi anni,liberarsi dalla paura,dall'incertezza,o forse semplicemente sentirsi all'altezza di un uomo come Gaetano era molto difficile.

Lei lo sapeva a distanza di cinque mesi,lui lo aveva capito con il tempo e poco gli importava da quando stava con Erica. Anzi era diventata un peso,voleva farla scomparire volontariamente,certo che poi non avrebbe sentito la sua mancanza,era furioso con lei.
Era furioso perchè sentiva che lei aveva fatto tutto di proposito,ma quello che non riusciva ad accettare era il tempo che ci aveva messo per fare un passo,per cominciare a rincorrerlo,poteva pensarci prima,quando lui l'aspettava con ansia,quando lui si augurava di vederla tornare perchè aveva capito l'errore commesso.
Era arrivata nel momento sbagliato e soprattutto voleva conquistarlo nel momento inopportuno,quando ormai per lui non contavano più i suoi gesti,le sue parole.
Qualsiasi cosa lei avrebbe tentato di fare,lui non ci sarebbe più cascato e doveva dirglielo guardandola in faccia che ormai non le faceva più effetto,che era cambiato,che aveva deciso di mettere fine all'uomo che era sempre stato.


Sospirò ancora una volta e poi avvicinò l'indice al pulsante del campanello. Qualche istante dopo la porta si aprì e la figura che comparve davanti ai suoi occhi,rimase stupita,meravigliata da quell'incontro anche se sapeva benissimo che non era certo andato per il motivo che sperava,anzi con certezza poteva già intuire perchè si era presentato da lei alle otto e mezzo del mattino. Gaetano la osservò sconcertato,non che fosse ancora attratto (in realtà era quello che lui voleva credere),ma non riusciva ancora a vedere in lei la persona che aveva incontrato dieci anni prima,perchè se in quel momento poteva pensare di ritornare almeno amici,di vivere civilmente,non ci riusciva,era più forte di tutto. 

-Gaetano.- lo guardò con aria interrogativa,i suoi occhi sembravano rincorrere lo sguardo dell'uomo che ogni due secondi scappava da quel nocciola rifugiandosi sul pavimento,non riusciva neppure a guardarla in faccia. -Cosa ci fai qui alle otto e mezza del mattino?- chiese lei mantenendo un tono calmo di chi ha intenzione di recuperare un briciolo di rapporto,almeno amichevole.

Gaetano invece non riusciva a trattenere quelle quattro parole che voleva rinfacciarle,la guardò negli occhi con rabbia,con delusione.

-L'ultima cosa che avrei voluto fare era incontrarti,bussare alla tua porta,ma mi hai costretto tu a farlo.- Camilla non sapeva se star male per il tono di voce o se per quelle parole strazianti.

-Gaetano se sei venuto a farmi la morale puoi anche andartene.- rispose lei socchiudendo la porta che invece fu bloccata dalle mani di Gaetano che in un attimo divennero forti,pesanti.

Si trascinò dentro tenendo ferme le braccia della donna che invece insistevano nell'allontanarlo.
Chiuse la porta in un sol colpo e la spinse contro il muro.

-Devi stare lontana dalla mia vita.- le puntò l'indice dritto negli occhi,guardandola nuovamente con ira. -Cosa pensi di fare con Tommy? Manipolarlo per mettere alle strette me ed Erica? Vuoi che lei sappia di noi,soltanto per vendicarti?- l'uomo aumentò la forza tenendo i polsi di Camilla ben saldi tra le sue mani tanto da lasciarle un segno abbastanza visibile. -Camilla puoi insistere quanto vuoi,ma  non riuscirai a portarmi via la cosa più bella e vera che ho.- continuò per poi lasciarla libera.

-E tu Gaetano,tu hai avuto il coraggio di dirle la verità? Perchè le hai mentito,perchè continui a farlo?- ribadì Camilla guardandolo con aria di sfida e costringendolo a guardarla negli occhi. -Hai paura di dirle che quello che c'è stato tra di noi perchè sai benissimo che non è stato solo un gioco,che non sei stato capace di amare nessuna come me.- il suo tono si fece sempre più alto ma incredibilmente serio tanto che Gaetano non riusciva a guardarla mentre sentiva pronunciare tali cose.

Sapeva benissimo che Camilla aveva ragione ma il suo obiettivo era quello di cancellarla per sempre.

-Sai perchè non le ho detto di noi Camilla? Perchè mi sono reso conto di quanto io abbia sbagliato ad amarti,quanto è stato tutto un errore,mi sono soltanto illuso,più ti guardo e più vedo in te una donna senza un briciolo di dignità,mi fai soltanto pena.- la guardò con disprezzo,facendola sentire indifesa e piccola.

Non sapeva cosa rispondergli,per lei quell'uomo stava continuando a mentire a se stesso,stava facendo prevalere il suo orgoglio,ma sapeva benissimo che faceva tutto soltanto per pretendere la prova che non era ancora arrivata di sua spontanea volontà,e cioè la prova che appunto era stato tutto un errore amarla. Gaetano stava soltanto cercando di essere più forte e duro dei suoi sentimenti,lei glielo leggeva negli occhi,voleva soltanto smettere di rincorrerla per non trovarsi nelle stesse condizioni. Camilla non gli credeva più,lo conosceva fin troppo bene

-Tranquillo l'ultima cosa che voglio è riconquistare un uomo traditore e bugiardo.- Aveva proprio pensato a tutto,era risultata abbastanza convincente. I loro respiri erano così vicini e pesanti,restarono a guardarsi per qualche secondo,forse qualche minuto,senza dirsi niente. I loro occhi erano persi gli uni negli altri,ma c'era qualcosa di diverso.

-Siete una coppia così affiatata,che si dice proprio tutto,che non ha segreti.- proferì Camilla in tono sarcastico provocando Gaetano che aveva intuito dove volesse arrivare.

-Almeno lei non scappa.- la zittì avvicinando la mano alla maniglia della porta tirandola poi verso di se e lasciare Camilla pietrificata con lo sguardo diretto alla parete di fronte.

Aveva mentito ancora e Camilla non poteva crederci,quell'uomo proprio non voleva ammettere di non averla dimenticata del tutto,che c'era ancora qualcosa,che dieci anni di amore,mesi di passione,un rapporto intenso non potevano sparire in così poco tempo.
Che c'era un filo che li teneva ancora legati,che se erano ancora lì a distanza di cinque mesi,incontrandosi ancora una volta,voleva dire che erano destinati a dipendere l'uno dall'altro,che in qualunque posto,in qualunque strada,ovunque,si sarebbero ritrovati senza impedire al destino di fare il proprio gioco.

Questo poi le tirava su il morale,se lei avesse smesso di tentare il tutto per tutto per riaverlo,ci avrebbe pensato proprio il destino.
Non mollò la presa,quelle parole non la condizionarono per niente,sapeva che dietro quell'orgoglio maschile c'era ben altro,aveva studiato quel suo comportamento infantile e vigliacco,non poteva arrendersi,non gliel'avrebbe data vinta e infondo aveva fatto il minimo per vedere dove l'uomo sarebbe arrivato. Serviva qualcos'altro per metterlo alla prova.
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-Tommy dai che papà tra poco rientra,vai a fare il bagno.- gli urlò Erica dalla cucina.

Tommy stava giocando ai videogiochi,ormai si era rassegnato. Potty gli mancava tantissimo,così come anche Camilla,ma non poteva insistere quando la compagna di suo padre gli impediva di andare dalla vicina di casa che aveva imparato ad odiare. Le era bastato sapere solo che era stata con Gaetano perchè avesse l'istinto di tirarle uno schiaffo. Certo,non si sarebbe mai permessa ma il solo pensiero che in quel letto,in quella casa c'era stata Camilla la faceva andare su di giri.

L'atteggiamento del giorno prima di Camilla le fu finalmente chiaro,quella donna voleva semplicemente metterle i bastoni tra le ruote,lei non gliel'avrebbe permesso.
Ma doveva stare tranquilla perchè Camilla aveva pensato anche a questo,sicuramente non avrebbe usato lei come arma per far cedere Gaetano,non dopo che aveva compreso che Erica era a conoscenza della loro storia visto che l'incontro con Gaetano le aveva chiarito le idee. Gaetano le aveva chiesto di stare lontano dalla sua vita,questo voleva dire che o Tommy aveva sputato il rospo o Erica gliene aveva cantate quattro.

-Erica lo faccio dopo cena.- gli rispose con tono scocciato fissando gli occhi allo schermo.

Erica non ne poteva più nemmeno del piccoletto,certe volte doveva pure ritrovarsi a fare la madre,e questo sicuramente non le faceva affatto piacere,visto che quello non era suo figlio.

-Tommy dopo cena tu dovrai andare a letto,vai a fare immediatamente il bagno.- ma non si smosse dalla poltrona in camera sua,era infastidito dalla presenza della donna,continuava a sbuffare.

-Guarda che chiamo tuo padre poi quando torna sai benissimo che..- ma si bloccò non appena vide il bimbo correre verso la porta. In un primo momento credette di avercela fatta,ma poi quando sentì sbattere la porta di casa comprese quello che aveva intenzione di fare. 

"Quella Camilla mi sta rovinando la vita". pensò mentre il suo volto si riempì di rabbia,lei aveva deciso di acquistare un rapporto civile e buono con Tommy ma purtroppo per lui non era lo stesso. Aveva capito che lui voleva vedere Camilla al suo posto,che preferiva stare più tempo con la vicina che con la donna che viveva nella sua stessa casa,e questo comprometteva i suoi progetti.

Meglio però se ritornava a cucinare,d'altronde aveva sentito che il piccolo con Camilla ci stava bene,non vedeva perchè andarselo a riprendere,anzi almeno la lasciava in pace.
Gaetano rientrò poco dopo,all'oscuro di quanto accaduto entrò in cucina,le stampò un bacio sulle labbra e si guardò intorno.

-Ma Tommy? E' in camera?- Erica benchè si sentisse agitata non aveva timore a rivelargli dov'era scappato,anzi vedeva come occasione giusta per spingere l'uomo a dirgliene quattro alla vicina,era quello che desiderava,fare di tutto per allontanarli definitivamente. Ormai aveva capito l'obiettivo di Camilla,e se era quello di riprendersi Gaetano,allora avrebbe tentato l'impossibile per mettere al suo compagno strane idee in testa,facendogli cambiare idea sulla donna che aveva amato in passato.

Chi l'avrebbe vinta a questo punto? Erica o Camilla?

-Abbiamo litigato ed è uscito di casa.- confessò continuando a miscelare gli ingredienti nella pentola. Gaetanò spalancò gli occhi.

-Uscito di casa? Ma sei impazzita? E tu sei rimasta qui come se non fosse successo niente?- le urlò voltandola verso di lui.

-Tranqullo,sta in buone mani dalla sua Camilla.- proferì sorridendo ironicamente,poi riprese a controllare il sugo.
Gaetano rimase a lungo a riflettere,a concepire quanto la sua compagna gli aveva appena detto,e con tutta la furia inchiodò i piedi sul pavimento portandosi a passi veloci verso il pianerottolo,strinse i pungi e bussò in modo violento alla porta di Camilla.

-Camilla,apri!- Sbattè le mani sul legno scuro.

Camilla dall'interno stava ascoltando Tommy che gli raccontava delle sue giornate con Erica,un solo aggettivo:uno schifo. 
Ebbe tutto il suo appoggio,lei quella donna non la conosceva neppure,ma a pelle aveva sentito che non potevano essere amiche.
Quando sentì la voce di Gaetano sapeva di meritarsi un'altra incazzatura dell'uomo.
Si alzò dal divano e gli aprì.

-Gaetano,tutto questo casino devi fà? Stai più calmo.- lui si trascinò dentro con rabbia lasciando la porta aperta.

-Ma calmo un corno Camilla.- si avvicinò a suo figlio che intanto si rannicchiò sulla poltroncina verde,con la speranza di non essere stato lui il problema. -Tommy andiamo a casa!- prese con forza il suo braccio destro ma non riusci a tirarlo su. Camilla non poteva accettare di veder trattare così quel bambino che lei reputava quasi suo figlio.

-Gaetano!Così gli fai male.- prese le difese di Tommy ottenendo in cambio uno sguardo che poteva incenerire chiunque,era incazzato nero.

-Intanto qui non sei tenuta a dirmi come trattare mio figlio e poi come minimo avresti dovuto riportarlo da Erica invece l'hai tenuto quasi come se fosse un ostaggio.- si rivolse alla donna che rimase pietrificata di fronte alla scelta di parole.
Tommy assisteva alla scena con occhi bassi.

-Ostaggio? Non l'ho mai neppure sfiorato,ora mi dai addirittura della criminale,e se non l'ho portato da Erica è stato per il semplice fatto che non voleva tornarci.

Camilla quando aveva incontrato sulla porta gli occhi piccoli di Tommy che chiedevano un pò di pace,dopo aver ascoltato il motivo di tale decisione,lo incoraggiò a ritornare,ma senza speranza se lo vide incollato alla gamba,il piccolo cominciava a piangere e non aveva potuto fare altro se non accontentarlo.

-Perchè sei venuto da Camilla?- si voltò verso suo figlio che sollevò lo sguardo.

-Perchè mi ero stancato di Erica.- anche se la descrizione non combaciava con quella raccontata a Camilla.

-Perchè sei venuto proprio da lei dico.- Camilla non potè evitare di sentire il tono di voce con cui furono pronunciate tali parole.

-Tranquillo non gli ho fatto neppure un graffio,non potevo di certo mangiarmelo.- si difese Camilla incontrando gli occhi del commissario.

Lasciò per un attimo il braccio di Tommy e con forza prese quello di Camilla allontanandola dalla vista del bambino trascinandola in corridoio,per una seconda volta la spinse con forza contro la parete,si avvicinò in modo pericoloso respirando pesantemente sul suo viso.

-Senti Camilla,a che gioco stai giocando? Pensi di poterlo mettere dalla tua parte ancora una volta? Così magari chissà cosa gli metti in testa per fargli odiare Erica,devi smetterla di condizionarlo.- anche se quegli occhi la mandavano in estasi,in quel momento l'unica cosa che avrebbe tanto voluto fare era tirargli un ceffone.

Era stata accusata di qualcosa che non avrebbe fatto neppure al suo nemico,e nonostante lei fosse delusa dal comportamento che stava adoperando l'uomo,era una signora sin troppo educata per sporcarsi le mani,tanto che resistette.

-Sei tu che vuoi tenermi lontana da Tommy,quando non ne vedo il motivo visto che è venuto per stare con Potty.- dalle labbra di Gaetano uscì solo un piccolo suono paragonabile a una risata ironica,e aumentò la forza nella mano.

-Non dire cazzate,tanto dirò a Tommy che razza di persona orribile sei. Prima si scopa suo padre e poi fugge a Londra...- le rinfacciò in tono basso ma pesante suscitando in Camilla una reazione non proprio calma,e se prima voleva evitare di stampargli le dita della sua mano dritto in faccia,ora non ci pensò due volte,gli fece male tanto da percepirne il dolore.

Gaetano lasciò libera Camilla e si portò la stessa mano al viso per calmare il bruciore,la guardò negli occhi,era invasa di lacrime di delusione,ma non si sentì in colpa per quanto appena detto,anzi finalmente si sentì sollevato,e mentre lei restò impalata,raggiunse di nuovo Tommy e lo trascinò con forza verso la porta di ingresso. Notò che Camilla stava trattenendo dentro gli occhi e sulle labbra tutta la rabbia,la frustazione.

-Tommy vai in casa.- gli aprì la porta ma il piccolo non mollò la sua mano.

-Papà non litigate ancora.- un velo di tristezza sul viso di suo figlio.

-Ho detto vai in casa!- Tommy spaventato dal tono di voce e da quel dito che gli indicava la porta non ci pensò un secondo in più,attraversò il pianerottolo e si diresse alla porta.

Gaetano si accertò della sua assenza e rivolse un ultimo sguardo indignato alla donna che aveva di fronte.
-Quello ad aver sbagliato in tutti questi anni sono stato io,tu centri poco. Ora che ho potuto guardarti meglio, mi maledico per averti amata così tanto.- Questa volta Camilla sentiva che le parole anche se usate in un momento di rabbia e amarezza,erano state forti e sincere,si sentì respirare sul collo,lui si avvicinò al suo orecchio mentre gli era di spalle -Sparisci.- gli rivolse prima di uscire da quella casa e sbattere la porta.

Camilla non si pentì di quanto le sue mani avevano fatto,ma forse aveva leggermente complicato le cose,aveva tirato un po troppo la corda, e non sapeva più se procedere o se fermarsi a quel punto lasciandosi alle spalle quel pezzo di strada fatto assieme a lui.
Non voleva per nulla arrendersi,ma non voleva neppure fare colpi bassi.
Da una parte c'era il forte desiderio di vedere fino a che punto lui potesse arrivare,perchè infondo una parte di sè era certa che l'uomo l'amava ancora,dall'altra se avesse continuato non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione e metterselo contro.
Anche se per un attimo ripensò alle ultime parole di Gaetano,non si scoraggiò,sapeva da dove partire,arrivò in camera da letto e aprì l'ante del suo armadio. Lì dentro c'era la chiave di tutto.

Nota:
Ecco che Gaetano cambia atteggiamento verso Camilla.
Non abbiamo mai assistito ad una scena così forte,dove si arriva addirittura allo schiaffo,ma diciamo che da una parte lui ha ragione perchè è ancora ferito,ma dall'altra quello che si chiede Camilla è che se Gaetano non la ama più perchè continua a rinfacciarle tutto? Per fargliela pagare,per farla sentire in colpa? 
Diciamo che lui è sicuramente stato spinto dalla rabbia,ma secondo me,nasconde la sua parte debole,che di sicuro è l'attrazione verso Camilla. Insomma sta tentando in tutti i modi di risultare davanti a Camilla una persona diversa,più forte,che ha deciso di mettere fine all'uomo che era innamorato di lei. Vuole fargli capire che non ha più bisogno di lei per vivere. Non dipende più dal destino il suo percorso.

Ma è davvero così?

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Capitolo 8
*** 'IL GIOCO DEL DESTINO' ***


In tutti i casini in cui era stata coinvolta,una sola cosa non era riuscita a portare a termine:la sua separazione con Renzo. 
In un modo o nell'altro il destino centrava sempre qualcosa,lei arrivava in ritardo oppure c'erano i soliti finti contrattempi di Renzo.
Avevano rimandato per un lungo tempo e questo per quanto potesse rendere felice Renzo non faceva per niente star bene Gaetano che intanto non si sentiva sicuro che Camilla volesse definitivamente chiudere con suo marito,e questo aumentava ad ogni seduta mancata dall'avvocato.
Arrivò pure a pensare che a Camilla facesse comodo averlo tra i piedi e che aveva di proposito fatto tardI e nulla che potesse rassicurarlo del contrario. Si sentì sconfitto, ancora una volta c'era il pericolo di perderla,forse per sempre.

I primi tempi erano stati così tranquilli che l'ultima cosa a cui entrambi pensavano era proprio il capitolo Renzo che la legava da vent'anni. La passione li fece distrarre dalla realtà,nessuno pensò alle possibili conseguenze,nessuno aveva previsto quello che sarebbe successo. C'erano solo loro due.
Poi le cose divennero più complicate,lui tentava di affrontare la realtà,di superare ogni ostacolo,ma certe volte temeva di crollare,di perdere quello che aveva conquistato dopo tanto tempo e non era incoraggiante. Per la prima volta, da quando stava con Camilla, lui si era sentito libero, leggero, un uomo dai mille valori, scoperti tutti assieme alla sua donna.
Non poteva perderla,ed era stato proprio per questo, proprio perchè il divorzio non veniva mai preso in causa che lui insisteva sul matrimonio o sulla convivenza (che in un modo o nell'altro sarebbe giunto alle nozze).

Lui non aveva fatto quelle richieste perchè voleva affrettare le cose,perchè lui avrebbe potuto aspettare anche altri dieci anni, darle i suoi tempi e i suoi spazi, tanto per lui contava averla al fianco prima di dormire, di ritrovarsela al mattina coperta dalle lenzuola,o di vederla cucinare il loro piatto preferito,ma se si era spinto oltre era per il semplice fatto che lui senza di lei non ci sapeva stare e il solo pensiero che un giorno lei si sarebbe pentita della scelta che aveva preso lo costrinse a fare troppi passi avanti,arrivando a chiederle qualcosa che invece a lei spaventava da morire.
Sentiva che lei era ancora legata in qualche modo a suo marito, che in effetti il bene che gli voleva era incodizionatamente forte, e quello che spaventava lui era il modo in cui lei ogni tanto si soffermava a parlarne,ad occuparsi con lui della loro figlia.

Ma per Camilla non era lo stesso,anzi,mai avrebbe potuto pensare di arrivare ad essergli indifferente. Lei era sempre stata condizionata dalle scelte del marito,dalle sue parole,e quello che lui le rinfacciava la faceva sempre terribilmente sentire in colpa,tanto che proprio per questo motivo lei si allontanava da Gaetano,perchè credva di essere stata lei a sbagliare e quindi le toccava rimediare,ciò che invece non faceva mai Renzo.

Per Camilla dopo dieci anni le cose erano cambiate sul serio. Non era più succube di quell'uomo sbagliato,non dipendeva più dalla sua esistenza. E anche se in un primo momento lei era profondamente ferita,come ogni donna che viene tradita,non poteva evitare di mantenere con lui un rapporto civile,per il bene di Livietta ma anche per loro stessi,che non avevano null'altro da condividere.
Camilla era stata chiara sin dall'inizio,a distruggere tutto non era stata di certo lei. Lei fu decisa a lasciarlo senza ripensamenti,senza controbattere i suoi pensieri,anzi quando Renzo tentava di farle cambiare idea,lei non si lasciava condizionare,infatti lo intimò di rassegnarsi perchè quel che era fatto era fatto,nulla poteva tornare indietro,nessuno poteva rimediare a quel grandissimo casino,a quell'errore troppo grande che li aveva allontanati per sempre.E anche se lei ci stava ancora dentro,anche se lei aveva sperato fosse stato soltanto un incubo,era sicura della sua scelta.

Camilla per quanto gli aveva dato una seconda,una terza,una quarta possibilità per rimediare ai suoi sbagli,e per quanto era stata ingenua a farlo,fu decisa a chiudere una volta per tutte quel rapporto,e ne era certa,qualunque cosa lui avrebbe tentato di fare per riprendersela,non sarebbe ricaduta ai suoi piedi. Gliene aveva date troppe di occasioni e lui le aveva sprecate tutte.
Al momento della confessione si sentì una cretina,lei aveva fatto di tutto per lui,aveva rinunciato a tutto,persino a ciò che poteva farla stare sul serio bene,aveva messo da parte i suoi desideri,le sue tentazioni per lui,ed era stata ripagata in quel modo. 

Si era sempre contenuta di fronte al commissario,perchè sapeva di fare lo stesso errore di suo marito,lei non voleva essergli infedele,non ci sarebbe mai riuscita,anche se lei desiderava cedere con tutta se stessa,ma almeno,a differenza di suo marito,lei pensava alle conseguenze quando si sentiva attratta da Gaetano. Se solo ci avesse pensato prima a lasciarlo definitivamente,quando la lasciò per Carmen,forse avrebbe evitato di soffrire così tanto. E forse avrebbe pure evitato di continuare a far soffrire Gaetano,che intanto era l'unico a star male,si sarebbe accorta prima dei suoi sentimenti,ma questo gli era servito da lezione. 

Forse era stato meglio così,altrimenti avrebbe continuato a sbagliare,a fidarsi di lui. 
Passò del tempo prima che lei potesse realizzare la cosa e rendersi conto qual'era realmente il suo posto,ma intanto c'era Gaetano che se da una parte sentiva che era arrivato il suo momento,quello giusto (ed era anche parecchio soddisfatto e strafelice) dall'altra sapeva di non poter approfittarsi della situazione,sembrando agli occhi di Camilla un egoista,sapeva di doverle stare accanto senza cedere,senza sedurla,ma soltanto per farle superare quel momento,per farle capire che non era da sola,che non era stata lei a fallire o a perdere.
Per lui era straziante vederla star male,guardarla negli occhi e leggerci tanta rabbia,tanta delusione,avrebbe fatto qualsiasi cosa per strapparle un sorriso.
Mai come quel momento sentì di contare a qualcosa in quella situazione,sostenerla era importante,non poteva assecondarla a crollare.
Fu molto difficile per lui farla rialzare con dei piccoli gesti che non andassero oltre il limite,che non la facessero insospettire,ma alla fine riuscì a vederla sollevata,leggera,come mai si era sentita quando litigava con Renzo. Quel senso di malinconia,di mancanza verso suo marito era sparito. Era stato lui a buttare tutto in quel modo,di certo non era colpa sua,venti anni di matrimonio spariti in un breve istante,il tempo di sentire quelle parole.

Camilla a poco a poco scoprì una parte di se stessa che incosciamente aveva sempre posseduto,una parte che finalmente poteva farla prendere cura di se stessa,pensare a ciò che era giusto per lei e non solo per gli altri,tolse quella maschera che teneva su da troppo tempo e si sentì rinata. 
Non aveva rimpianti,se non quello di aver perso tempo a rincorrere qualcuno che non la meritava,non aveva bisogno di riflettere o di ripensarci,sapeva di aver fatto esattamente tutto quello che c'era bisogno di fare per non dipendere più da lui. 

E poi finalmente potè rendersi conto di quanto Gaetano avesse fatto per lei in quel momento così complicato,e quello che lei non riusciva a capacitarsene era il modo in cui Gaetano era riuscito a sopportare quella situazione,a vederla piangere,star male per un uomo che era stato il suo rivale da anni,come aveva potuto starle accanto senza stancarsi. Infondo Camilla non cedeva neppure alle sue avances,ai suoi tentativi di seduzione, e lui intanto aveva deciso di non scappare(come invece faceva lei),di non allontanarsi.
Lei non gli aveva dato neppure una speranza su loro due eppure forse in quel momento era l'ultima cosa che Gaetano avrebbe chiesto,perchè a lui importava vederla di nuovo sorridere,immischiarsi nei casi,bere assieme a lui i loro vermouth nel solito bar del centro.
Gaetano non si era apporfittato ne di lei ne di quanto accaduto per prendersela,per averla e questo era un gesto da vero uomo. E di certo lei sapeva che i sentimenti non erano cambiati,che lui si stava trattenendo per pensare prima alla sua situazione sentimentale,poi se le cose dovevano accadere,allora sarebbe venuto tutto da sè.
Camilla capì quanto quell'uomo la meritava,quanto quell'uomo era importante,quanto era da considerare sincero,quanto riusciva a trattenersi mentre avrebbe preferito cedere e farla cedere,e quanto valeva come uomo,e quanto lei si meritava tutto quell'amore. Tanto che Dante Alighieri e una buona camomilla la fecero ragionare.
Quello fu l'inizio della sua nuova vita.

Camilla Baudino.
Riuscì a far scorrere la penna su quel foglio bianco senza ne temere ne tremare,ma nonostante fosse sicura di quanto aveva appena fatto,non si sentì tanto leggera,perchè aveva sempre immaginato che il senso di liberazione che provava lo avrebbe condiviso con Gaetano. 

Avrebbe tanto voluto correre da lui un attimo dopo e buttarsi tra le sue braccia,urlandogli che potevano essere felici,liberi di stare insieme senza compromessi,senza essere più ostacolati,almeno non da quello che più spaventata Gaetano. Avrebbe potuto dirgli che per loro sarebbe iniziata una nuova vita,che non c'era più bisogno di fare gli amanti clandestini,che tutto il mondo poteva saperlo,ma probabilmente era stato troppo tardi.

Quella firma,quel foglio,però fu fondamentale per lei,perchè si accertò di quanto lei voleva realmente da se stessa,ossia cominciare da capo,voltare pagina,anzi cambiare libro ma tenendo conto di alcuni dettagli ancora da chiarire. Quel pezzo di carta fu per lei la prova che ce l'aveva fatta,che non aveva perduto niente,anche se forse non avrebbe cambiato le cose con Gaetano.

Tirò un sospiro di sollievo quando ebbe sentito dal loro avvocato che erano ufficialmente divenuti ex.
Uscì dal tribunale con tutta tranquillità mentre Renzo ormai si era rassegnato del tutto a perderla,soprattutto quando scoprì che lei era ritornata ma non per lui. Renzo non aveva intenzione di impedirglielo,ne di mettere a entrambi i bastoni fra le ruote,perchè se davvero voleva il suo bene,il suo bene era proprio questo. Ormai aveva un figlio da crescere e una donna da aiutare.
Cavolo,se solo Renzo ci avesse pensato prima forse con Gaetano le cose non sarebbero andate allo stesso modo.
Ma questo nessuno poteva assicurarglielo.

Livietta li stava aspettando all'esterno dell'edificio.
Lei aveva contribuito a spingere sua madre a rincorrere Gaetano,a fare qualcosa per rimediare,e probabilmente se non ci fosse stata Camilla starebbe ancora a versare lacrime,a tormentarsi i capelli,a crollare,quando invece proprio grazie a lei era stata forte,aveva affronatato tutto con ottimismo e anche se da questo ne avrebbe ricavato ben poco sentiva di doverla ringraziare.
In quei giorni le era stata molto vicina anche se si era tenuta lontano dalle discussioni,perchè in certe circostanze doveva cavarsela da sola.

-Mamma!- era poggiata al taxi tenendo sua figlia tra le braccia. -Finalmente. Quanto vi ci è voluto per scrivere i vostri nomi?- Alla fine per lei era stato giusto che i suoi mettessero fine alla loro storia,perchè non potevano continuare a vivere nella menzogna soltanto per prometterle un futuro felice,quando invece sarebbe risultata tutta una falsa.

Camilla le sorrise tirando il medesimo sospiro,una cosa l'aveva ottenuta,una cosa che la soddisfaceva a pieno,tanto che sbaciucchiò sua nipote.

-Dai,andiamo che noi abbiamo il volo tra due ore.- In effetti sentiva molto la mancanza di suo marito George e della sua città di cui si sentiva cittadina a pieno.

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-Mi raccomando,non farmi stare in pensiero,chiamami quando arrivi.- Camilla non riusciva a staccarsi dall'abbraccio di Livietta,per lei quel momento era prezioso. Da quando era diventata moglie e madre sentiva nostalgia di tutti quei momenti trascorsi insieme.

-E tu riguardati mamma. Ora sai cosa devi fare.- Furono costrette ad allontanarsi quando fu annunciato il suo volo. Si guardarono negli occhi e sorrisero.

Camilla tornò a casa in taxi,pronta a ripartire da zero,o meglio di riprendere quel capitolo rimasto in sospeso dalla sera precedente.
Salì le scale in tutta fretta per non rischiare di incontrare qualcuno cui la presenza non era gradita.
Sfilò il suo cappotto blu e la sua sciarpa,lanciò a caso la sua borsa sul pavimento e si tolse le scarpe lasciandole giacere a terra,si fregò del disordine e fiondò sul divano,fremeva guardando solo quello che aveva lasciato sul tavolino prima di ricevere la chiamata del suo avvocato,quello che aveva avuto il coraggio di prelevare dal suo armadio,in un posto al sicuro,un posto conosciuto solo a lei.

Sfiorò con le dite quella scatola di legno chiaro riuscendo a precepire sotto la pelle i segni che aveva fatto incidere. ''IL GIOCO DEL DESTINO'' pronunciò decifrando l'incisione.
Aprì quello che per lei era ormai diventato un tesoro e ne osservò il contenuto. 
Si dedicò a riempire quella scatola con molta cura,giorno dopo giorno,ricordo dopo ricordo,ogni cosa era di fondamentale importanza (almeno per lei).

Sorrise notando persino l'ordine in cui quelle cose erano disposte. Rovesciò le prime cose sulle sue gambe e con mano sfiorò quel foglio bianco che ricordò essere il disegno fatto da Tommy qualche tempo prima. Osservò attentamente il modo in cui era stato realizzato. Un sole che racchiudeva due figure,due persone,quelli erano suo padre e Camilla,quella che desiderava diventasse la sua seconda mamma. Camilla notò però che non erano molto vicini,lei era un pò più avanti rispetto all'uomo,questo voleva dire che il piccolo aveva compreso che le cose non andavano nel verso giusto.

In quella scatola Camilla aveva tenuto tutto ciò che riguardasse il percorso condiviso con il commissario,a partire da dieci anni prima,ogni cosa che la legava a lui sia dal punto di vista sentimentale,sia dal loro rapporto di amicizia. Solo che faceva coraggio a ripescare quei ricordi che sembravano trafiggerle l'anima.
Decise a muovere una mano per raccogliere dell'altro ma un rumore la distrasse da quel da farsi,il campanello della sua porta suonò.

Lasciò involontariamente tutto disperso sul divano e sul tavolino e raggiunse la porta di ingresso,potè vedere dallo spioncello chi era,e l'ultima persona a cui aveva pensato era proprio lui,Gaetano.
Sperava di non doversi sentire ancora rinfacciare i loro vecchi problemi.
Aprì e senza neppure salutarlo o guardarlo come avrebbe tanto voluto si rivolse con aria scocciata.

-Guarda se hai qualcosa da rinfacciarmi puoi anche risparmiartela,non ho visto ne Tommy ne Erica.- ma Camilla infondo non poteva immaginarsi un altro motivo per il quale lui le era di fronte se non al solito.

-No,no Camilla,non sono venuto a farti la predica,sono qui per un altro motivo.- pronunciò quelle parole con tono calmissimo tanto da riuscire a preoccupare Camilla.

-Ti ascolto.- smosse le mani davanti a lui in gesto di incoraggiamento,come per fargli sputare il rospo,anche se non si aspettava un granchè.

-Quando Tommy ieri è venuto qui era con il suo drago?- Camilla rimase ferma a riflettere,sul serio era andato da lei per chiederle di un pupazzo? Che vigliacco.

-Non mi ricordo esattamente,forse si,probabilmente no...non lo so Gaetano.- Era molto confusa,di certo non poteva ricordare quel dettaglio se in quel momento la sua attenzione ricadde sullo sguardo smarrito del piccolo.

-Ti dispiace se controlli? E' molto agitato e non vuole neppure cenare se prima non lo ritrova.- confessò Gaetano assumendo l'espressione di chi vorrebbe essere altrove ma non lì,come se avesse fatto fatica ad attraversare quel pianerottolo e bussarla.

-Tu resti qua? Fuori la porta? Almeno entra,non vorrei ti vedesse Erica,potrebbe pensare che tu ti scopi la vicina di casa.- sospirò ironicamente Camilla sorridendo maliziosamente e beccandosi un sospiro scocciato di Gaetano,pronto a ribadire quanto detto. -Non dire nulla,vado a cercare il drago.- lo fermò prima che potesse proferire parola e si voltò verso la camera degli ospiti dove aveva intrattenuto il piccolo la sera precedente.

Gaetano si fece spazio in casa,chiudendo la porta alle sue spalle e avviandosi verso il salone,infilò le mani in tasca e si guardò intorno sbuffando. Quel posto gli ricordava i tanti momenti trascorsi con lei,quel divano vittima della loro passione,del loro amore,ebbene si anche della loro repressione,di quanto proprio su quel divano si arresero a far l'amore.

Ma la sua attenzione ricadde su quanto disordine c'era,una scatola e metà del contenuto rovesciato.
Non riuscì a resistere,a far finta di nulla,si affacciò lungo il corridoio per assicurarsi che Camilla fosse ancora in camera e ne sollevò la prima cosa che gli capitò sotto le mani.
Voltò quello che apparentemente poteva sembrare un foglio bianco e quando si rese conto che quella era la stessa foto che conservava lui nel suo libro rimase sconcertato. Non aveva mai saputo di questo. Coincidenza o segno del destino? Da sottolineare che lui non ha mai creduto alle coincidenze.

Sorrise per un attimo e poi posò gli occhi su qualcosa di particolare,in un primo momento irriconoscibile,lasciò per un attimo cadere la foto tra le sue mani senza rendersi conto che questa era finita sul pavimento,e prelevò quest'altro.
Quando potè osservarlo meglio capì di cosa si trattava,era una rosa rossa,ormai appassita e diventata minuscola,ma ricordò essere una di quelle che le regalò lui quando potè scorgere il biglietto che ci aveva legato allo stelo "ROSA,ROSAE,ROSAE,ROSAM,ROSA,ROSA".

Che cosa significava tutto quello? Perchè lui non ne sapeva niente? E soprattutto perchè erano su quel divano? Gaetano in un primo momento pensò che tutto era stato pianificato,che ancora una volta lei aveva organizzato tutto alla perfezione per farsi perdonare. Ma non poteva crederci fino in fondo. 

Un'altra delle tante cose attirò la sua attenzione. 
Lo prese tra le mani,era un biglietto giallo,uno di quelli che spesso aveva utilizzato anche lui.
"Credo di avertelo dimostrato. Sono uno che sa aspettare...E anche se tu non lo dici..io ti amo. G."
Ad ogni parola che leggeva nella sua mente ricordò quanto fu straziante per lui scriverle,accompagnò tutto con un mazzo enorme di margherite e le fece consegnare a scuola. Non pretendeva di sentirsi dire ti amo,ma di farle capire quanto per lui fosse importante avere una certezza.

Sfiorò con le dita quel biglietto e senza rendersene conto lo voltò trovandosi a fissare quel rigo scritto a inchiostro molto chiaro ma pur sempre leggibile.
"Penso di non avertelo mai detto...ti amo anche io." In un attimo smise di respirare,si lasciò cadere nel vuoto,quelle parole avrebbe voluto sentirsele dire qualche tempo prima,e questo gli faceva ancora più rabbia.
Perchè l'aveva capito soltanto adesso? Nonostante quanto visto,e quanto altro c'era ancora da vedere, che lui sapeva benissimo appartenere alla loro storia,non riusciva a cambiare idea su di lei.

-Gaetano?- la voce di Camilla lo distrasse dai pensieri e fece scivolare tra le mani quel bigliettino per non destare sospetti,fece finta di nulla e si allontanò da quel posto raggiungendola.

Quando potè vederla negli occhi rimase a guardarla per qualche minuto,senza sorridere,senza aprire nemmeno bocca per respirare,pensò solo a quello che aveva appena letto e stentava a crederci.

-L'ho trovato,era finito nella cesta dei vecchi giochi di Livietta.- gli porse il pupazzo sorridendo a fatica,ma notò chiaramente il disorientamento di Gaetano che non sapeva con esattezza a cosa era riferito.Sembrava non reagire.
-Gaetano,tutto bene?- 

-Eh? Si,si. Grazie per questo,ora scusa ma..devo andare.- si affrettò ad aprire la porta senza neppure aspettare una risposta,sbattè leggermente la porta e Camilla sentì i passi dell'uomo allontanarsi.

"Veramente strano" pensò ritornando fra le cose che tentava di far rivivere,almeno nei suoi ricordi.
Si fermò non appena notò lo strano e misterioso modo in cui alcuni di essi erano finiti magicamente sul pavimento. 

-Sicura di non aver fatto cadere nulla.- disse chinandosi a raccogliere la foto. -E questo? Questo non l'avevo neppure preso dalla scatola.- rimase paralizzata prendendo il biglietto giallo,poi realizzò.
-Gaetano!- esclamò scuotendo il capo.

nota:
Salve!
Non vi ho fatto attendere molto perchè avevo già ben impostato l'evolversi della vicenda. Volevo ringraziare chi segue la mia storia,sono davvero soddisfatta dei risultati che sta ottenendo,almeno per la condivisione. 
Capitolo particolare e un pò misterioso,ma non si conclude qui...c'è dell'altro che scoprirete solo più avanti!

Alla prossima. Vi voglio bene.

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Capitolo 9
*** A rischio e pericolo. ***


-Papà per il mio compleanno posso invitare anche Camilla?- 

Gaetano sperava di non sentir pronunciare più quel nome,almeno non da quanto successo qualche giorno prima. Per lui fu complicato trovare una spiegazione a quanto vide, di certo non l' avvrebbe chiesta a Camilla, era sempre più confuso tanto da non riuscire neppure a capire cosa volesse realmente da lei.
Cercava di non prendere in considerazione quell'episodio,ma ogni volta il pensiero lo tormentava,non riusciva a non rivedere davanti ai suoi occhi quelle parole scritte dietro il biglietto che lui aveva fatto arrivare a scuola,o al fatto che lei conservasse ancora una rosa così inutile.

Cercava di credere che non era più tempo per lei di rimediare,che nonostante quel gesto così profondo lui non aveva nessuna intenzione di commuoversi o di lasciarsi influenzare. Anche se effettivamente,pur non ammettendolo,gli aveva sicuramente da una parte trafitto l'anima ma l'altra parte di sè dipendeva terribilmente da quanto li aveva legati. Bastò ripensare a quella rosa, o a quella foto perchè una serie di immagini si ripetessero costantemente dinanzi ai suoi occhi,come un vecchio film,il loro percorso di vita condiviso insieme. Dalla prima volta che si incontrarono,dalla prima volta che si diedero del "tu",dal primo vermouth bevuto,dalla prima volta che lui la osservò meglio e se ne innamorò.

In tutti quei mesi che gli era stato lontano,scomparsero tutti i ricordi (o forse quello che credeva lui),ma non potè impedire in quel momento alla sua mente di viaggiare nel passato e riviverli come se fosse accaduto tutto il giorno prima con la stessa intensità di sempre. Dimenticò quasi chi fosse lui,quanto aveva sofferto,quanto lei gli aveva fatto del male,ricordò solo di quanto era stato bene con lei,quanto era stato forte a non arrendersi,a resistere nonostante i continui tira e molla,e soprattutto al modo in cui era riuscito ad uscire da quella storia.
Non si sentì ne peggio,ne meglio,era allo stesso punto,ovvero sentiva di dover mentire a se stesso,solo che maledetto il suo orgoglio,si svegliò da quel mondo illusorio e ritornò alla sua nuova vita,ripetendosi che sarebbe stato solo un errore ritornare da lei e abbandonare Erica come se niente fosse,perchè lui sapeva come ci si sentiva ad essere troncati senza motivo.

Anche se da una parte sentiva di non essere rimasto indifferente,credeva di non voler cambiare le cose,di non darle un'occasione,di non assecondare i suoi piani. E poi restava di fatto che anche se l'avesse perdonata si sarebbe ritrovato nello stesso casino,era cocciuto,non voleva ammettere di provare ancora qualcosa. Ogni scusa era buona per continuare a fare la sua parte da vigliacco.
Insomma andava contro cuore,lui preferiva seguire la mente,e più la sua coscienza lo spingeva verso Camilla,lui volontariamente si allontanava. -Lei non potrà mai cambiare,basta,il passato non conta,non ora.- si ripetè scuotendo il capo per allontanare quel pensiero.- 

Fu da quella sera che decise di evitarla sul serio,senza neppure rivolgerle uno sguardo,e ovviamente perchè era ancora molto condizionato dalla rabbia,ma dall'altra parte perchè sapeva di rischiare tanto,di perdersi di nuovo nei suoi occhi nocciola e combinare un casino. Camilla aveva smesso con i suoi giochetti (almeno oer ora) ma Tommy gli aveva chiesto qualcosa a cui non sapeva cosa rispondere. Se avrebbe detto di no,avrebbe coinvolto suo figlio in una situazione in cui centrava poco ed era l'ultima cosa che desiderava,se gli avrebbe detto di si,quello a rimetterci poi sarebbe stato lui.

-Senti amore il tuo compleanno è tra due giorni,abbiamo ancora un pò di tempo per decidere chi invitare. Ora devo occuparmi della torta e del cibo.- Mentre pronunciava tali parole non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.

-Dai papà,a quello ci pensa Erica.Io vorrei che venissero anche Camilla e Potty.- lo implorò con voce sottile di chi spera di ricevere il consenso. Gaetano sapeva di fargli un torto,di impedirgli di trascorrere un compleanno tranquillo,sospirò e lo guardò negli occhi sorridendo.

-E va bene,invitiamo anche Camilla,glielo chiedi tu?- cedette alla richiesta sperando di non discutere nuovamente con Erica.

Tommy annuì prima di porgergli un'altra domanda. -Papà ma sei sicuro che a Erica non dispiace?- pensò in un secondo momento al rapporto che c'era tra le due donne.

-Tranquillo. Erica capirà e poi è una tua amica,puoi invitare chi vuoi alla tua festa.- bella scusa,un colpo basso per il commissario che tentava di nascondersi dietro una bugia per non ammettere che negli ultimi giorni non riusciva più ad odiarla come i primi tempi.

Tommy si chiedeva cosa fossero diventati suo padre e Camilla,ma preferì tenerselo dentro e vivere con quel dubbio fino alla fine dei suoi giorni.
Chiusero il discorso quando sentirono la voce di Erica giungere alle loro spalle.
 
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Con quella scatola Camilla sperava di arrivare a Gaetano in un altro modo,ma le cose andarono in fumo quando si accorse che lui ne aveva spiato il contenuto,il suo piano fallì prima ancora di cominciare.
Dunque forse era stato meglio così,in effetti quello che aveva intenzione di fare inizialmente non poteva fare altro che metterselo contro sempre di più,e forse avrebbe peggiorato solo le cose. 
Camilla non poteva pretendere in quel modo di ottenere soddisfazione,continuanado ad insistere come se fosse ossessionata.
Anche perchè Gaetano avrebbe sicuramente pensato che lei pensasse solo a se stessa egoisticamente,senza tener conto dei rispettivi sentimenti,avrebbe sicuramente disapprovato quel modo di far andare le cose.
Per non parlare poi delle conseguenze,non poteva sapere se l'uomo avrebbe reagito come lei sperava e infatti se le cose fossero andate storte,sarebbe stata ancora una volta lei a rompere i cocci.

Anche se da una parte voleva agire maliziosamente per metterlo alle strette e farlo cedere,continuando a provocarlo,c'era una parte di lei,quella più debole,che si lasciava condizionare proprio da quei ricordi. Non potè resistere,ce l'aveva messa tutta per non risultare banale e vittima ai suoi occhi,per non riconquistarlo con le solite attenzioni,con le solite scaramanzie,con le parole o tentando di proiettarlo nel passato,ma sentiva che toccava scombussolare un po la situazione.

E se neanche in quel modo non avrebbe ottenuto un granchè,allora significava che il piano B doveva andare in porto,che era Gaetano a volerlo a quel punto.
Decise di non agire subito,prima voleva far credere al commissario che lei si era distratta e non aveva badato a nulla (anche perchè aveva sperato in una reazione in Gaetano),ma in effetti le servì un pò di tempo per capire cosa farsene di quella scatola.

Sapeva che la sua borsa non avrebbe dato nell'occhio a nessuno,la fissò per qualche minuto e frettolosamente inserì la scatola,ora toccava a lei.
Uscì di casa prelevando la sua auto e dirigendosi presso quel posto che ormai conosceva come le sue tasche,non riusciva proprio a starci lontana,era più forte di lei. Quando si prometteva di cambiare direzione una volta giunta,i suoi piedi in un modo o nell'altro la trascinavano dentro e una volta avvistata da tutti s'inventava la scusa più assurda,perchè fuggire?
Cavolo solo che adesso era così complicato,non c'era stata una volta in cui ci aveva pensato due volte prima di entrarci,ma stavolta qualcosa la bloccava. Rimase a fissare l'edificio per qualche minuto,pensando più volte di tornare indietro ma prese coraggio e decisse di affronatre quella situazione.
Seguì la strada e spalancò le porte del commissariato.
Lì era conosciuta da tutti e quindi tutti erano a conoscenza di quello che era successo con il commissario,ma non si lasciò intimorire,d'altronde sapeva di avere l'appoggio di Torre che non riusciva proprio a mentirle o ad avercela con lei nonostante tutto,nonostante stesse dalla parte di Gaetano. Ma quello che Torre infondo infondo desiderava era vederli tornare come ai vecchi tempi,quando anche lui sosteneva tutta la felicità dei due innamorati.
Fu proprio lui a beccarla e ad avvicinarla,guardandosì però intorno per assicurarsi l'assenza di Gaetano,certo perchè sapeva di non fare esattamente la cosa giusta.

-Professorè che ci fate voi qui? Sapete che il dottore non vuole ricevervi.- testimoniò Torre facendole però intuire che lui su questo non riusciva proprio ad assecondarlo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di lasciarla libera di fare quello che voleva,perchè lui apprezzava quello che Camilla stava facendo per riconquistarlo. Solo che poi il commissario avrebbe scoperto tutto e se la sarebbe presa con lui.

-Si Torre,lo so,ma so anche che tu mi vuoi bene,che non mi cacceresti mai via da qui.- Camilla sapeva come abbindolarlo. Gli poggiò una mano sulla spalla e sorrise ottenendo l'espressione di Torre che non poteva non darle ragione.

-Si avete ragione,ma non è colpa mia se quello sta incazzato e poi voi sapete che se scopre che vi ho lasciata passare,se la prende con me.- Un attimò cambiò espressione diventando profondamente serio,e anche un pò dispiaciuto perchè non poteva assecondare Camilla.
Lei aveva la soluzione a tutto.

-E noi mica glielo diciamo?- Torre non sapeva se essere spaventato dalle parole o dal tono di voce.
Alla fine lei ebbe il consenso,infondo la prof è sempre la prof,e lui si fidava.

-Grazie.- gli sussurrò prima di attraversare il corridoio e raggiungere la porta del suo ufficio.
L'aprì di scatto sbattendola subito dopo quando notò Gaetano sobbalzare e la chiuse a chiave perchè aveva deciso di farsi ascoltare. Lui si alzò furioso dalla poltrona e la raggiunse,Camilla intanto aveva già riposto la chiave nella tasca dei pantaloni.

-Che cazzo fai?- non era per niente calmo e cercò di capire che intenzioni avesse. -Chi ti ha fatta entrare Camilla?- chiese facendole notare che la sua presenza non era affatto gradita.

-Non c'era nessuno,conosco bene la strada.- confessò la donna incrociando le braccia al petto. -Se vuoi mandarmi via non puoi farlo.- sorrise maliziosamente.

-Certo che posso,basta che prendo la chiave di riserva.- ma Camilla aveva pensato proprio a tutto,l'altra chiave non era stata lasciata incustodita.

-Allora devi avere il coraggio di infilare le mani nella tasca dei miei pantaloni.- Tanto lui non l'avrebbe mai fatto,non osava neppure guardarla negli occhi,quindi le sembrava impossibile arrivarla a toccare.

-D'accordo.- sospirò avvicinando la mano ai fianchi della donna intendo a prelevarla. Ma non poteva sapere che Camilla non gliel'avrebbe permesso,almeno non prima di aver portato a termine il suo piano.

Bloccò la mano dell'uomo che era a un centimentro dalla tasca dei suoi jeans e la strinse forte. 
Scosse il capo ridendo di gusto mentre Gaetano assune un'aria interrogativa e comprese che la donna non avrebbe mollato la presa. La conosceva fin troppo bene,se si metteva una cosa in testa nessuno poteva togliergliela,così come nessuno poteva impedirle di farcela.

-Ora tu stai fermo e mi ascolti.- gli obbligò Camilla e non avrebbe accettato come risposta un rifiuto,Gaetano questo l'aveva capito. Da una parte se voleva farla sparire in fretta allora doveva accettare la proposta,ma comunque era curioso di sapere cosa volesse dirgli.

Gaetano acconsentì restando in silenzio,tirando solo un sospiro di sollievo e infilando le mani in tasca,non riuscì però a guadarla con indifferenza,era deconcentrato in quello sguardo,perchè ancora non riusciva a togliersi dai pensieri quanto scoperto. Notò il modo in cui lei prelevò dalla borsa qualcosa e quando si accorse essere quella scatola,chiuse gli occhi. Era proprio quello che temeva. Aveva sperato fino alla fine che lei fosse lì per altro ma non proprio per quella scatola.
Lei lo guardò in modo serio,facendogli intuire che non era il momento di comportarsi come due persone infantili.

-Quello che voglio io è chiaro ad entrambi.- indicò la scatola che teneva tra le mani e Gaetano intuì che Camilla aveva chissà come scoperto che lui ne era a conoscenza del contenuto. -Ma se vuoi me ne vado,adesso la scelta è nelle tue mani.- continuò porgendogliela

Con quel gesto voleva fargli capire che lei ci teneva davvero,che non si trattava di uno stupido scherzo per allontanarlo da Erica e farne di lui ciò che voleva. Mise da parte la seduzione e diede posto ai ricordi,per farglieli rivivere. Perchè non poteva accettare di far finire le cose in quel modo,cioè considerare che Gaetano aveva dimenticato tutto in un arco di tempo così breve (quindi voleva ancora prove). Ma non poteva avere risposte se prima lui non ne svuotasse ogni cosa.
Camilla se era arrivata al punto di far toccare e vedere quella scatola per la prima volta a qualcuno era per il semplice fatto che lei non credeva che quelle cose potessero essere dimenticate,da un giorno all'altro. Cinque mesi per recuperare dieci anni.

-Non voglio sembrarti egoista,non voglio che tu pensi che ti pretendo,voglio che tu ricordi chi siamo stati e soprattutto cosa vuoi che diventiamo. Avrai potuto pensare che fino ad ora ho agito come una menefreghista che ti molla e poi ti riprende quando vuole,ma credimi l'ultima cosa che voglio è costringerti a prendere una decisione che non vuoi più.Non lasciarti condizionare da questa ma prendila.- Camilla insistette a mettergli tra le mani la scatola dei ricordi e lui sconcertato la prese senza proferire parola,la guardò negli occhi con l'amaro in bocca.

-Se sono ritornata,se sono ancora qui è perchè ti amo Gaetano,so che ora sarò io quella ad aspettare,a doverti rincorrere come hai fatto tu con me per dieci anni e credimi non so neppure se io riuscirò a resistere tutto questo tempo. Sarò io a rispettare la scelta che tu farai,nonostate io sia innamorata di te.- gli confessò con le lacrime agli occhi mentre un nodo le si formò alla gola.

Sapeva che quello poteva essere un addio e questo le provocava un dolore assurdo tanto che si sentì travolgere in pieno,come quando sei in una tempesta,dove non c'è luce,dove non c'è aria.
Se quella fosse stata l'ultima volta che l'avrebbe visto allora doveva essere il più bel momento della sua vita. Gli carezzò la guancia tenendo la mano ferma per qualche istante,giusto il tempo di restare a guardarlo negli occhi e mordersi un labro dal rimorso,lo guardò strappando quella luce di cui riflettevano i suoi occhi,i suoi giorni dipendevano da quell'istante. Si avvicinò alle sue labbra,chiuse gli occhi,lui rimase inerme,incosciente,non sapeva se allontanarsene o se concedergli quell'ultima cavolata. O forse era quello che voleva anche lui,sentire il suo respiro farsi leggero sul viso.

Gli lasciò un bacio leggero all'agnolo della bocca,in realtà riuscì solo a sfiorarlo,non fece altro,non voleva risultare presuntuosa e vigliacca,ma solo pentita,capace di aspettare,capace di amarlo. La vide allontanarsi e uscire di lì con assoluta fermezza,non attese nessuna risposta. Infondo Camilla aveva messo da parte per un attimo il suo orgoglio facendo prevalere l'amore che provava per il commissario.

Gaetano non seppe cosa fare,se assumersi la responsabilità di averla portata lui a quel punto o se continuare a voltarle le spalle. Trovò modo di realizzare la cosa solo qualche minuto dopo,quando concepì che aveva tra le mani la scatola di Camilla,quel tesoro custodito con molta cura. 
In quel momento solo una cosa lo spaventava a morte,se avrebbe aperto quella scatola,ritrovandosi a rivivere i loro momenti più belli,avrebbe rischiato di avvicinarsene profondamente.
Non potè decidere subito se lasciarla incustodita a prendere polvere o se sotterare per un attimo l'ascia di guerra tentando di scoprire cosa realmente si poteva fare della loro storia.
Si trascinò senza forze alla poltrona della scrivania,posò quella scatola davanti a sè restando a fissarla per un tempo indefinito,forse qualche secondo,forse qualche minuto o addirittura qualche ora.
Da una parte c'era il pensiero di Erica,avrebbe fatto male più a lei che a se stesso aprendola,sapeva che una volta caduto in trappola non ne sarebbe uscito facilmente,o forse non ne sarebbe proprio più uscito. Continuava a dirsi di starsene lontano,ma poi non resistette,mandò tutto a chissenefrega e la sollevò dalla scrivania.
Sfiorò il materiale di cui era fatto notando poi l'incisione che descriveva alla perfezione il loro percorso di vita. Un brivido,una scossa.

Trepidante riuscì a sollevare la parte superiore lasciandola davanti a se. I suoi battiti aumentarono alla visione di quelle cose.
In fondo alla scatola ce n'era una dalle dimensioni più piccole,ne osservò il packaging come se fosse la cosa più interessante del mondo,visto che ne temeva il contenuto ma poi con molta lentezza portò via la levetta di chiusura.
Camilla conservava un pezzo di carta velina dai colori gialli,lo toccò con mano per rendersi conto che effettivamente conteneva qualcosa. Era un fiore appassito,un fiore di campo.Li aveva comprati lui in caso non avesse apprezzato i suoi biscotti bruciati ma non resistette a darglieli lo stesso. Non riusciva a capacitrarsene come anche il più stupido gesto che aveva fatto per conquistarla fosse tra i suoi ricordi,conservato con così tanta premura,come se fosse la cosa più romantica,bella del mondo. Come se Camilla avesse paura di dimenticarsene. Infondo lei aveva conservato proprio tutto,questo voleva dargli certezza che lei non era mai stata realmente indifferente ai sentimenti del commissario.

Un altro oggetto insolito uscì da quella scatola,a prima vista poteva sembrare un semplice pezzo di pagina di giornale strappato,ma in realtà quel pezzo stropicciato aveva conservato un importante valore nel tempo. Quando potè capire di cosa si trattava piegò leggermente il labbro superiore,era ritratto in un'immagine,quella del caso di cui si occupò appena tornato da Praga,dove la incontrò a distanza di qualche anno.

E poi,poi quella cartolina,cavolo quella se l'era proprio dimenticata,non avrebbe mai potuto immaginare di ritrovare tra tutte quelle cose quella vecchia e insignificante cartolina che tra l'altro con il passare del tempo aveva cancellato persino la dedica,la osservò nei suoi minimi dettagli.

Ancora una volta si ritrovò a ripescare nel passato,un altro disegno di Tommy,conservato da più di due anni e la spilla da sceriffo che le aveva regalato suo figlio. La spilla che avevano tutti e tre,identica,importante,una spilla che voleva significare il legame che li univa,un pezzo di strada compituto assieme come se fossero una vera famiglia,e questo Tommy l'aveva sperato fino alla fine,si era illuso.

Nonostante Gaetano si ritrovò sotto il palmo della mano tutta la loro storia,nonostante si sentì terribilmente coinvolto in quei ricordi,non potè dimenticare quanto per lui era stato difficile doversene fare una ragione e considerare quel loro percoso come uno stupido scherzo del destino,destinato a finire tra un mucchio di altre cose insignificanti,senza senso. 

Non avrebbe mai voluto dimenticarsene,come se niente fosse,come se nulla avesse contato realmente,ne per lui ne per lei,perchè il pensiero di starne lontano lo ammazzava,ma era stata lei a volerlo. 
E lui aveva dovuto accettarlo a malincuore.
Ogni volta che ci ripensava si sentiva inutile,incapace di tenersela,e forse si era anche colpevolizzato in parte,per come magari certe volte era stato pressante o incomprensivo.
Una sera per l'ultima volta si trovò a ripercorrere la loro strada,dall'inizio della magia alla fine,sentendo un magone allo stomaco,piangendo a singhiozzo perchè non aveva mai immaginato di metterci la parola fine in quella storia. Almeno non in quel modo. Avrebbe approvato qualsiasi scelta finale,pure quella di non poterla mai avere,ma mai quella che si era ritrovato ad accettare. 
Sotterrò tutto,uccidendosi ancora una volta,rimpiangendo quello che erano stati,quello che poi erano diventati,voleva o meno,lui doveva ricominciare una nuova vita,senza di lei. Si rassegnò.

Ma quel loro destino non era affatto uno stupido scherzo,non avrebbe mai pensato di ritrovare a guardare il film della loro vita in quel modo,in quel momento,dopo tutto quello che era cambiato,eppure lui aveva tentato l'impossibile per evitarlo,per non rischiare più (e ci era anche riuscito del tutto). 
Questo voleva dire che qualcosa li legava ancora in modo profondo,questo voleva dire che lui doveva provare a ragionare,a riprendere in mano la situazione,doveva entrarci,rivivere tutto e capire cosa sul serio c'era da fare,come dovevano finire esattamente le cose tra di loro.
Solo che era molto complicato,non poteva fingere che non fosse successo niente,perdonarla,ritornarci insieme facendo per di più soffrire altre persone che non lo meritavano. E tutto peggiorò quando notò che sul fondo della scatola c'era un biglietto,lo tirò fuori e lo guardò incuriosito.
Non sembrava averlo mai visto.

'153 Giorni. Mi manca il tuo profumo in giro per casa,mi manca il lino soffice della tua camica sulla mia pelle,o quello leggero della tua felpa. Mi manca il sapore delle tue labbra sul mio collo,sulle mie labbra. Mi manca da morire dormire con te. 153 giorni,sto ritornando,mi manca vederti.' lesse quelle parole nella sua testa,ad ognuna di esse un treno sembrava passargli addosso,rompendogli le costole. Perchè quel biglietto non aveva avuto il coraggio di consegnarglielo lei stessa? 

Faceva male tutto questo,lui non ne poteva più,tanto da ritrovarsi nelle strette,tanto da non riconoscersi più.
Un ultima cosa servì a farlo crollare nell'abisso,a farlo cedere distogliendolo dalla realtà,quella realtà che aveva scelto di costruirsi da solo,senza capire se era realmente ciò che voleva.
La sua collana di perle nera,quella che a lui faceva impazzire,quella che lui le voleva vedere indossata,quella che sapeva farlo persino eccitare. 
Non stava affatto bene.

C'era solo un grande,enorme,irriparabile rischio,ora che si era lasciato condizionare dal passato,avrebbe potuto innamorarsene ancora una volta,se solo avesse incontrato quei suoi occhi o quelle sue labbra,ne era certo avrebbe ceduto,perchè era questo l'effetto che lei gli aveva sempre fatto,ridurlo in poco e niente facendogli capire che la sua vita aveva dipeso sempre e solo dalla sua esistenza.Che lui senza di lei non poteva esistere.

Allora c'era una scelta da prendere,due strade completamente differenti:o aggiungere alla lista un altro episodio da dimenticare,facendo finta di niente,cancellarla per sempre per non distruggere il presente,andando dunque contro cuore,o lasciarsi andare,inseguendo il destino,facendo rivivere la loro storia,magari dall'inizio,ma così rischiando di compromettere tutto quello che in quei mesi era riuscito ad ottenere,qualcosa che però poteva poi non ritornare più. Avrebbe perso definitivamente. Perchè di una cosa era certo:Camilla sapeva fuggire,Erica non sapeva più tornare.

Nota:
Non sono molto sicura su alcuni punti dell'ultima parte,forse non ero abbastanza concentrata,cioè in realtà non so se vi è arrivato quello che avevo intenzione di sottolineare,trasmettere.
Speriamo bene.

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Capitolo 10
*** Infantile. ***


Gaetano non poteva immaginare che quel pensiero l'avrebbe tormentato giorno e notte.
Non poteva sapere che avrebbe continuato a risentire nella sua testa quelle parole pronunciate con tanta fermezza e onestà,a quello sguardo diretto e deciso.
Credeva che una volta chiusa quella scatola il suo passato sarebbe sparito nuovamente,perchè era quello che si ostinava a fare. Si ostinava a credere che fosse la cosa giusta da fare,quando poi il suo era solo un tentativo di sopravvivenza,ma sapeva benissimo,e chiunque l'avrebbe capito,che non l'aveva dimenticata per un solo secondo in cui erano stati lontani.

E forse era anche giusto che lui se ne volesse allontanare così tanto da fare del male a se stesso,ai suoi sentimenti,perchè si,più cercava di dimenticarla,più sentiva lo stomaco arrotolarsi come una pallottola di carta. In quel momento riconobbe che in tutti quei mesi si era solamente sforzato facendola sparire dalla sua testa,ma anche e soprattutto dal suo cuore,si era mascherato di qualcosa che aveva paura,di qualcuno che non era lui,in cui non si riconosceva.
Tutto perchè si era stancato di continuare a vivere di aspettative,di speranze,in un mondo illusorio e completamente diverso dalla realtà in cui viveva Camilla,continuare a credere a quel fottuto destino.
Gaetano non aveva preso nessuna decisione,perchè se da una parte era stato coinvolto nei ricordi,se aveva rivissuto tutti i loro momenti,se nel profondo del suo cuore sapeva di amarla ancora,d'altro canto si costringeva a credere il contrario,considerando solamente che lei aveva commesso un errore imperdonabile. Non voleva invece farsi condizionare proprio da quelli che erano stati i loro momenti più forti.

Ecco cosa credeva,che Camilla voleva spingerlo nelle sue braccia e magari poteva anche riuscirci,perchè lui era coscente del fatto che quella donna lo rapiva soltanto con lo sguardo.
Se poi lui era a un passo dal cedere,la colpa cadeva nuovamente su Camilla,era Camilla ad averlo tirato in quella situazione,era Camilla che giocava con il fuoco,era Camilla che lo provocava,facendo la parte della seduttrice,perchè Gaetano non voleva ammettere che invece si sentiva terribilmente attratto,che nessuna donna avrebbe potuto prendere il suo posto,che non aveva mai smesso di amarla,no,meglio continuare a mentire a se stesso.
Si promise di pensarla allo stesso modo per i seguenti giorni,che anche se non riusciva ad odiarla,che se provava ancora qualcosa,il suo posto indubbiamente non era accanto a lei.
Ma purtroppo,o per fortuna di Camilla,trascorse notti insonne,in cui si rigirava nel letto come una cotoletta,cercando di eliminare dalla sua vista il volto di Camilla e dalla sua testa la visione di quella scatola che tra l'altro aveva chiuso nella cassaforte del suo ufficio per non dare spiegazioni anche a Erica,oltre che a se stesso.

Per quanto le sue parole lo intimavano a tenerla lontana,ma quello che sentiva era più forte,troppo forte da farlo sparire con un soffio. Gaetano aveva deciso di cambiare perchè se non l'avesse fatto non sarebbe cambiato nulla,non poteva vivere quel rapporto in cui solo una persona ci crede veramente e dunque se si fosse lasciato condizionare dal passato e da quello che gli chiedeva il cuore,non poteva prevedere come sarebbe andata a finire. Ecco,per lui era meglio continuare a fare la parte dell'imbecille e costringersi ad amare una donna che alla fine avrebbe solo sofferto che rivivere la stessa storia a suo rischio e pericolo,ma infondo quella poteva anche essere la volta buona,solo che nessuno gliene dava certezza.

Fin quando si trattava di rivedere davanti a se quella scena in commissariato allora la sua storia con Erica non era ad alto rischio,perchè lui aveva imparato anche a nasconderglielo,tanto si ostinava persino a credere che quello era solo un momento,ma potè constatare che non era così quando tutto quello che condivideva con la sua nuova compagna cominciava a ricordarle Camilla.
Persino quando faceva l'amore con Erica,ad occhi chiusi riusciva a sentire il calore e il respiro di Camilla,immagini di loro due che si intrecciavano,che si baciavano,che divenivano una sola cosa non lo lasciavano in pace,tanto che il più delle volte era costretto a interrompere l'atto.
Ormai anche quella casa non andava più bene,si sentiva soffocare,forse per i risentimenti,per i sensi di colpa che in fondo aveva anche lui,per il fatto che non poteva fingere che era tutto normale,che dall'altra parte del pianerottolo c'era la donna della sua vita,non poteva fingere che quella era la sua semplice vicina,che nulla in quell'appartamento le ricordasse lei,non poteva fingere almeno non ora che il destino voleva metterli alla prova per l'ennesima volta.

Fu in quel momento che decise di trovare una soluzione a quel male che sembrava incurabile,a quel desiderio che voleva atterrire con tutta la sua buona volontà,allontanarsene definitivamente,e non bastava evitarla. Ma come l'avrebbe spiegato a suo figlio Tommy al quale aveva promesso di poterla incontrare quando desiderava? E a Erica che aveva confessato che non era stata una storia importante? Quindi decise di rimandare il trasferimento e trovare un modo perchè questo accadesse in altre circostanze.

Restava un unico problema,la festa di suo figlio Tommy.
Aveva promesso a suo figlio di poter invitare anche Camilla,e ora non poteva tirarsi indietro,con quale scusa poi? Non poteva certo dirgli che lo faceva per allontanarsene perchè non riusciva a dimenticarla.
Gaetano sapeva che il desiderio più grande di suo figlio era proprio quello di vederla arrivare insieme a Potti e di vederli almeno per una volta come due persone che si vogliono bene,o che almeno fanno finta di volersene. Solo questo chiedeva Tommy,ma suo padre non aveva ancora avuto il coraggio di farle la proposta,aveva lasciato che fosse il bambino a occuparsene.

Al mattino del suo compleanno,ancora in pigiama,suonò alla sua porta con la speranza che lei gli dicesse di si. Camilla non sapeva chi aspettarsi,ormai ci aveva rinunciato visto che l'uomo non aveva reagito in nessun modo,almeno non in modo diretto.
La sera stessa,quando era tornata a casa,l'aveva incrociato sulle scale,sembrava andasse di fretta,non le aveva rvolto neppure uno sguardo,e la stessa cosa al mattino seguente quando erano usciti entrambi nello stesso istante,chiudendo la porta con la differenza di qualche secondo. Gaetano avrebbe voluto essere da tutt'altra parte ma non lì,e questo le fu chiaro.
Fece finta di nulla,le concesse di passare per prima ma aspettò che scomparisse prima di scendere. Camilla aveva tentavo l'impossibile,aveva giocato sporco intromettendosi tra lui e Erica,e poi aveva preso il posto dell'uomo che per anni l'aveva sedotta,ma non aveva portato a niente. Quasi si rassegnò.

Ovviamente come anche Gaetano aveva fatto in precedenza,contava sul destino che li aveva fatti sempre rincontrare,ormai si appigliava solo a quello per credere in quella storia,e che Gaetano in realtà era ancora perdutamente innamorato di lei.
Per un attimo decise di deporre le armi e aspettare un contrattacco del commissario,vedere una sua reazione definitiva,intanto poteva dedicarsi agli orrori dei suoi alunni. Quando si ritrovò il marmocchietto davanti a sè ne rimase stupita,alzò lo sguardo notando che la porta dell'appartamento di fronte era socchiusa,cominciò a chiedersi se quella fosse stata l'ennesima fuga da Erica o se era stato suo padre a mandarlo,solo perchè lui non aveva il coraggio di guardarla negli occhi,forse perchè sapeva di poter cedere.

-E tu che ci fai qui piccoletto?- si chinò sulle ginocchia per non farlo allentare nel collo e gli scompigliò i capelli.

-Cami,oggi è il mio compleanno.- quella vocina deliziosa poteva far sciogliere chiunque,Camilla sorrise a 32 denti.

-Ah davvero? Quindi sei diventato più grande.- gli stampò un bacio sulla guancia e poi ritornò a guardarlo negli occhi.

-Si. Ora lo so che tu e papà avete litigato e che non vi volete più bene,ma vorrei che tu venissi alla mia festa.- alle parole "non vi volete più bene" le si gelò il cuore,sentiva un magone allo stomaco,e potè sentire quanto questo facesse male a Tommy,oltre che a se stessa.

Pensare che quei due, nonostante i sentimenti che almeno apparentemente in passato non combaciavano,non avevano smesso un attimo di tenerci l'uno per l'altro,di volersi bene quasi da far invidiare una coppia di amici normali,perchè loro non erano amici normali,non potevano esserlo. Fece uscire dalle sue labbra un sorriso sforzato e elaborò nella sua testa la risposta.

-Questa sera?- Tommy annuì con un velo di tristezza ma anche con un minimo di speranza. -Vorrei tanto ma sono stanchissima.- gli poggiò una mano sulla spalla per farglielo capire.

-Dai Camilla,io voglio festeggiare anche con te e con Potti.- implorò con gli occhi lucidi e una vocina sottile e straziante.

-Sono sicura che ti divertirai lo stesso,tu fa finta che io sia con te vedrai che non sentirai la mia mancanza.- per quanto volesse accontentare il piccolo ma sapeva benissimo che la scelta di essere invitata alla festa non era stata sicuramente presa da Gaetano,quindi se quello per lei poteva risultare una forzatura,un peso,era meglio tenersi da parte. Tanto la sua presenza non sarebbe stata gradita.

Il viso di Tommy si riempì di tristezza,e Camilla non poteva certo sentirsi meglio dopo aver deluso le sue aspettative. -Cerca di capire Tommy,è un momento molto difficile,ti prometto che mi farò perdonare ma stasera davvero non posso.- Prese le mani del piccolo e le strinse forte per fargli arrivare il messaggio. -Io ti voglio bene,te ne voglio davvero tanto,e se tu stai male poi sto male anche io,ci saranno i tuoi amici e passerai un bellissimo compleanno. Hai capito?- Tommy era dispiaciuto ma non potè fare altro se non accettare a malincuore.

 -Però mi prometti che trascorreremo un giorno insieme,io tu e Potti?- chiese infine a mani giunte. Camilla sorrise stampandogli un altro bacio sulla guancia.

-Ma certo,ora però vai dal tuo papà che ti starà cercando.-

-No,papà lo sa che sono venuto da te,gli avevo chiesto di dirtelo ma ha preferito venissi io.- La goccia che fa trabbocare il vaso si dice. Camilla aveva avuto la certezza che le cose non sarebbero potute più cambiare.

Gaetano non era stato minimamente toccato da quei ricordi,che lei aveva già fatto abbastanza. Camilla riuscì a pronunciare un secco 'ah' per poi sollevarsi e intimare il piccolo a raggiungere la sua abitazione.

-Vabbè,io devo andare a scuola,sono in ritardo.- si giustificò evitandosi altre incazzature. Bene.Di certo non poteva darla vinta al commissario che sicuramente dopo aver ricevuto la notizia avrebbe sprizzato gioia ovunque. Poteva essere la volta buona per esaminare i suoi sentimenti e vedere davvero fino a che punto potesse arrivare a resistere. Ci avrebbe pensato per bene tutto il pomeriggio.

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Mai come quella volta era tanto entusiasta di organizzare la festa di compleanno di suo figlio,forse perchè aveva appreso dell'assenza di Camilla,che poi ne fu meravigliato perchè lei non avrebbe impedito a nessuno di essere felice,ma forse lo aveva fatto per gli stessi motivi,perchè magari si era decisa a farsi da parte,aveva capito come stavano le cose,o semplicemente l'aveva fatto perchè si sentiva di troppo,in qualunque caso a lui non fregava,e su questo faceva male,davvero molto male.
Prese un ritmo tale che poteva organizzarne anche altre due nello stesso momento,per i due anni successivi,forse la sua impresa stava riuscendo.
Non se ne rammaricò,non si sentì in colpa,almeno in quel momento. Forse doveva ringraziarla per il gesto eroico di non presentarsi,perchè in quel modo aveva contribuito a farsi dimenticare,a farsi allontanare. Il punto è che Gaetano non si accorse invece di quanto quella situazione faceva tristezza a suo figlio,a quanto in quella storia era lui l'unico a soffrire.
Eppure sembrava più felice ed emozionato suo padre che lui.
Perchè tanto suo padre pensava a ciò che faceva stare meglio se stesso e non a ciò che invece poteva rendere felice suo figlio.
Perchè sapeva che Camilla non aveva rinunciato alla festa perchè era stanca,ma semplicemente perchè suo padre non le voleva più bene.

La colpa ovviamente ricadde proprio su di lui. Partecipò ai preparativi con poco interesse,o forse neanche con un minimo,rimase tutti il tempo a fissare Gaetano che attaccava i festoni colorati alla parete con l'aiuto di Erica che ne approfittava per scaldare la situazione.
Tommy preferiva persino suo padre quando stava con le sue conquiste settimanali,ma questa proprio non riusciva a reggerla,e forse la colpa era stata anche di Erica,perchè se non si fossero conosciuti probabilmente ora lui non ci avrebbe messo un attimo per tornare da Camilla.

-Allora Tommy? Ti piace?- si voltarono entrambi verso il bambino che intanto teneva il broncio.

Tommy si alzò dal divano e con tutta la stizza si scatenò urlando -No,fa vomitare tutto!- chiuse i pugni e si diresse correndo in camera sua.

-Ma che gli prende?- Si chiese Gaetano guardando Erica negli occhi in modo perplesso.

 -Vuoi che ci parlo?- Erica sapeva di poter essere in gran parte l'unico problema,d'altronde per il bambino accettare la nuova compagna di suo padre era stato molto difficile.

-No Erica,tranquilla,meglio che ci vado io,tu intanto sistema le ultime cose.- Scese dalla sedia e raggiunse la camera di suo figlio.

Lo trovò sistemato sotto le coperte con le spalle rivolte alla porta di ingresso,gli si avvicinò con cautela e si assicurò che fosse sveglio. Si sedette alle sue spalle e gli poggiò la mano sulle gambe per attirare la sua attenzione,ma Tommy non ne voleva sapere nulla di vedere la sua faccia.

-Tommy,ascolta...- cercò di mantenere la calma e di far ragionare il piccolo.

-Vattene papà,tanto tu non mi vuoi bene.- pronunciò a bassa voce quasi convinto delle sue parole.

Gaetano rimase pietrificato. -Ma cosa dici Tommy?- Suo figlio si voltò con il busto verso di lui e lo guardò con gli occhi lucidi e rossi di chi ha pianto da poco. Stringeva tra le mani il suo drago come per sentirsi protetto.

 -Si papà,tu non mi vuoi bene,altrimenti non saresti così felice.- ma quelle parole non trovavano un filo per mantenere in piedi il discorso,almeno da parte di Gaetano.

-A chi ti riferisci? A Camilla?- Ormai pronunciare quel nome era un ennesimo colpo allo stomaco,il magone non era andato via.Quando ne parlava di lei solo come la donna che amava in silenzio era sicuramente meglio.

-Si papà,perchè tu sei così felice che lei stasera non viene mentre io non ho voglia nemmeno di festeggiare.- Lui si rese conto di quanto era stato vigliacco,lo intimò a tirarsi su e a mantenere una posizione più comoda per poter parlare.

-Tommy lo so che le vuoi molto bene ma non è colpa mia se ha scelto di non venire,tra me e Camilla le cose sono cambiate e forse non torneranno più come prima. E' difficile affrontare questo argomento con te perchè sei ancora piccolo,ma la mia felicità non dipende dalla sua presenza.- Non si era mai trovato a dare spiegazioni a suo figlio su qualcosa che lui era abituato a vedere ogni giorno,anche prima di realizzare che stavano insieme.
Forse Tommy non riusciva ad accettarlo proprio perchè si era abituato a loro come amici o coppia,ma mai come sconosciuti.
-Ora non serve che stai male perchè se non avessi voluto farti invitare Camilla non ti avrei permesso neppure di chiederglielo,per quanto potesse far star male me ma non ti avrei mai impedito di farlo. Ci saranno tutti i tuoi amici,ci saranno tanti giochi e poi Erica ti ha preparato una sorpresa,sai che potrebbe restarci male se tu non la ringrazi.-

Tommy abbassò lo sguardo,forse non era poi la fine del mondo se mancava Camilla,e forse le ragioni potevano essere ovvie da entrambe le parti. -Hai capito?-continuò Gaetano attirando lo sguardo del piccolo che annuì. -Ora perchè non cominci a prepararti che arriveranno tutti tra meno di un ora? Io vado ad aiutare Erica a sistemare i tavoli.- si sollevò dal letto e smielò un sorriso che venne ricambiato.

-Papà?- Tommy richiamò l'attenzione di Gaetano che si voltò.

 -Dimmi.-

-Ma tu vuoi ancora bene a Camilla?- Quel senso di liberazione era stato sostituito dal un senso di pesantezza,non era abituato a certe domande in quel periodo. Si voltò indietro assicurandosi che Erica fosse ancora intenta a sistemare le decorazioni e si avvicinò.

-Certo che le voglio bene,ma forse non più come prima,perchè quando una cosa si rompe è difficile raccogliere i cocci e metterli di nuovo insieme. Il bene che le volevo prima era diverso.- sperava di avergli chiarito i pensieri con quella che secondo lui poteva essere una teoria plausibile.

-Ma lei ti vuole bene come prima però.- quel piccoletto non si arrendeva ed era persino capace di abbatterlo e farlo sentire piccolo di fronte ad una cosa così grande come un sentimento.

-Forse ma tanto vorrà bene a qualcun altro in quel modo un giorno.- E invece no,perchè Gaetano sapeva benissimo che certi sentimenti,certe parole e certi gesti andassero conservati per una sola persona,quella per la quale ti faresti in pezzettini minuscoli,per la quale andresti in capo al mondo.
Lui sapeva fin troppo bene che quel tipo di bene lo si poteva provare per una sola persona,unica e irripetibile. E probabilmente nel suo piccolo era ancora così.


Alla fine era scampato al pericolo quando la voce di Erica lo chiamò per farsi aiutare. I preparativi erano terminati,erano tutti pronti per accogliere gli invitati. Non mancava nessuno,c'erano persino Torre e la Lucianona. Gaetano aiutava Erica a sistemare le bevande per i più piccoli nei bicchieri mentre Tommy era concentrato a raccontare ai suoi amici la lista di regali recapitati da sua madre. E nel caos riuscì a percepire il suono del campanello senza rendersi conto che all'appello però erano tutti presenti.

-Tommy vai ad aprire che io prendo il resto delle cose da mangiare?- servizievolmente Gaetano e Erica si spostarono verso la cucina per prelevare i vassoi con i panini,e con un sorriso sornione attraverò il gruppetto di bambini che urlava e si divertiva con poco.

-Fate attenzione.- non sapeva dove mettere piede per passare,sollevò lo sguardo per cercare Tommy quando si ricordò che era andato alla porta.

La vide,si tolse quel sorriso dalle labbra e rimase inerme. Tutte le voci intorno a lui sparirono come sparisce il sole in un giorno di tempesta. Furono sostituite dal sorriso incantevole di Camilla che era chinata verso Tommy a scompigliargli i capelli.
Non sapeva esattamente che effetto gli facesse quel sorriso,si sentiva in trappola ogni volta. Li vide abbracciarsi forte e un attimo dopo la donna,che era vestita in modo molto semplice e sempre nel limite,gli consegnò un paccheto che altro non poteva essere se non il suo regalo.
Gaetano poteva pensare che era passata lì solo per quello ma la sua attenzione ricadde sulle loro mani che si unirono e a Tommy che la trascinò tra la gente.

Il punto era che Camilla,stranamente,non lo aveva neppure salutato,non sembrava scossa da nulla,non si sentiva in imbarazzo,non sembrava essere lì per vendicarsi,o per fargli un dispetto e non dargliela vinta. Camilla sembrava essere lì esclusivamente per Tommy.

-Gaetano?Hai intenzione di mangiarli tutti tu?- La voce di Erica lo fece ritornare alla realtà,gli indicò il vassoio,Gaetano scosse il capo come per rimuovere quel pensiero dalla testa e riprese il controllo delle sue azioni,posò il vassoio sul tavolo accanto agli altri e cercò di togliere dalla sua faccia quell'espressione di fastidio,di disagio.

Perchè sentiva che gli dava fastidio il fatto che Camilla non si era neppure degnata di avvicinarsi a lui? Insomma lei ora stava dalla parte dell'indifferenza e a lui non andava per niente giù.
Si appoggiò al bordo del tavolo e incrociò le braccia,restando paralizzato a guardarla come per studiare i suoi atteggiamenti. Niente,neanche uno sguardo di sfuggita,parlava tranquillamente con Tommy che intanto saltellava di gioia.
Ma un istante dopo,i loro occhi si incrociarono come tutte quelle volte che si rincontravano,Camilla rimosse quella sensazione di felicità dal volto e alternò il suo sguardo tra gli occhi di Gaetano e il pavimento.

Esitò prima ma poi si accostò a lui lentamente cercando di non dare nell'occhio,approfittando che Tommy era distratto e che il resto degli invitati era concentrato a mangiare.
Aveva solamente intenzione di spiegare a Gaetano il motivo per il quale aveva cambiato idea,voleva stabilire una tregua,e fingere per almeno una sera che tra di loro non fosse successo nulla.
Ma alla fine uno dei due doveva pur compromettere le cose.

Mentre Camilla si sentiva completamente in sè,Gaetano era irritato da quella situazione particolare. Rimasero in silenzio,poi lui si guardò intorno e decise che per i suoi gusti c'erano troppe persone,la trascinò nel corridoio dopo essersi assicurato che nessuno li vedesse e la spinse fin dentro la camera da letto.
Quella camera che in un attimo li portò indietro nel tempo,quella camera che non poteva essere una semplice stanza. Lì avevano trascorso i momenti più belli,lì avevano consumato quel loro amore platonico e morboso,custodito e protetto per tanti anni.
Camilla si sentì abbandonare ai ricordi con un forte senso di nostalgia ma poi notò il modo in cui lui la guardava,con quegli occhi che potevano incenerire anche il più innocente degli innocenti. Teneva ancora stretto il suo braccio destro e cercava i suoi occhi che invece sembravano guardare altrove.

-Cosa sei venuta a fare,eh? Perchè ti ostini così tanto? Perchè hai deciso di rovinarmi l'esistenza? Vuoi capirlo che più continui a insistere e a farti notare più mi fai pena,più non ti riconosco?O forse sei venuta perchè hai capito che neanche con le parole o con i gesti riesci a comprarmi,che qualunque cosa tu abbia tentato di fare non ha portato a nessun cambiamento?- Camilla ne rimase sconvolta,inarcò un sopracciglio come per realizzare se avesse capito bene.
Tentò di mollare la presa ma lui la strinse ancora più forte,con una forza tale da far paura.

-Mi sa che ti sei bevuto il cervello,non crederai mica che sono venuta qui per fartela pagare o per provocarti?Figurati se perdo tempo in queste cavolate.- il suo tono era sincero e deciso,non sembrava affatto arrampicarsi sugli specchi e forse era proprio questo che lo spaventava. Perchè ammettiamolo a lui faceva piacere ricevere attenzioni in quel modo,avere così tanta importanza nella sua vita.

-E allora per quale motivo sei qui? Perchè ti sei presentata se avevi detto chiaramente a Tommy che non saresti venuta?- continuò l'interrogatorio con la speranza di spingerla a farle dire di più. Ma Camilla anche su questo lo batteva.

-Per Tommy,soltanto per lui. Perchè non mi sembrava giusto rovinargli la festa visto che ci teneva così tanto,ho pensato semplicemente che non dovevo farmi condizionare dalla situazione in cui siamo io e te,perchè certe cose finiscono appunto perchè ne devono cominciare delle altre. E non mi interessa se mi odi,se provi pena,e neppure il rancore e il senso di colpa che mi porto dentro,non posso coinvolgere le altre persone in questa storia.- pronunciò Camilla con determinazione,assumendo un atteggiamento completamente diverso da quello degli altri giorni.

 -E chi mi assicura che stai dicendo la verità? Che invece non sei qui per me?- la avvicinò a se respirandole pesantemente sul viso alternando lo sguardo tra gli occhi e le labbra.

Quegli occhi che gli tolsero l'orgoglio dal petto e lo fecero quasi crollare,si morse un labbro e si perse completamente a guardarla. Camilla scostò il capo per evitare un diretto contatto con lui prima che ancora avvenisse una fatalità e riuscì a liberarsi rapidamente dalle sue braccia.

-Non credere che il mondo ruoti intorno a te Gaetano,per quanto io ti abbia confessato che ti amo,ma non è così che si sistemano le cose,con la prepotenza e la superficialità. Non puoi trattarmi come ti pare.Io voglio soltanto rendere felice tuo figlio. Ho accettato la tua decisione,il tuo silenzio quindi tranquillo non ho intenzione di intromettermi ancora,puoi vivere sereno con Erica.-

Se nelle prime affermazioni aveva utilizzato un tono astuto e deciso,nell'ultima frase le parole le si spezzarono in gola,non riuscì neppure a guardarlo negli occhi mentre le pronunciava. Lui camminò lentamente verso di lei che intanto,per evitare altri casini,indietreggiò finendo con le spalle alla parete.

-Perchè ho come l'impressione che Erica ti dia fastidio?- il suo tono di voce divenne basso e provocatorio,studiò perfettamente i confini del suo collo con gli occhi,tenendole con forza il braccio.

Ma Camilla non poteva dargli la soddisfazione di cedere,anche perchè non era quello il patto. Non poteva assumersi una tale responsabilità quando poi Gaetano poteva benissimamente prima assecondare il suo piano e poi lasciarla con il suo risentimento a piangersi addosso.

-Gaetano lasciami e smettila di montarti la testa.- continuò lei sentendo i muscoli contrarsi sotto la sua stretta.

Gaetano scosse il capo,ora era lui a voler vedere a che punto resistesse e a vederla cedere almeno per un attimo,ma non aveva nessuna intenzione di confessarle che provava realmente qualcosa,insomma,un modo per vendicarsi,usando una strategia paragonabile a ciò che realmente gli era stato fatto a lui. Illuderla e poi mollarla. Ma almeno per ora Camilla non sembrava arrendersi.

-Ammettilo che non riesci a resistere,che senti la mia mancanza..- il suo respiro si avvicinava sempre di più al suo collo,ma Camilla sapeva che quello poteva essere un falso tentativo di rimorchio.

Lo spinse facendolo indietreggiare di qualche passo e si avvicinò alla porta rapidamente ma prima di uscire si voltò verso di lui e lo guardò con in modo pacato.

 -Avevo ragione quando pensavo che eri infantile.- si trascinò fuori chiudendo la porta alle spalle e lasciando l'abitazione e per fortuna di Gaetano nessuno si accorse della sua presenza,soprattutto Erica che era completamente distratta. Ma forse non lo sarebbe rimasta per troppo tempo.Almeno non fino a quando tutto le sembrava perfetto. Appunto,sembrava,ma non lo era. Le cose stavano per cambiare.

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Capitolo 11
*** Senza alibi. ***


Quella storia andava avanti ancora per qualche giorno.
Ma dall'altro lato,le cose sembravanno prendere una piega diversa. 
Gaetano,seppur ancora scottato dalla fine della storia con Camilla,cercava di essere più tollerabile.
Spesso,quando accompagnava Tommy a scuola e incontrava Camilla in cortile,si fermava a salutarla,costretto ovviamente da suo figlio che insisteva per restare due minuti con Potti. In quell'arco di tempo,che a loro sembrava infinito,restavano in silenzio guardandosi negli occhi. Nessuno prendeva l'iniziativa di aprire bocca e chiedersi almeno come stavano. Si erano creati come un muro invisibile,che nessuno dei due era in grado di scavalcare o buttare giù. O almeno nessuno dei due ci provava. 

Entrambi,non riuscendo a sopportare quella situazione imbarazzante,attendevano che passassero i due minuti. Camilla dal canto suo,sbuffava scocciata e per qualche secondo guardava altrove,in un punto in cui,incontrare gli occhi del commissario,era molto difficile.
Sentiva i nervi talmente tesi che,appena si allontanavano doveva constatare se riusciva a fare un passo in avanti. Gaetano,ancora confuso per la storia della scatola e di conseguenza della festa,non sapeva più controllare i suoi sentimenti.
Ogni volta che la guardava vedeva in lei la donna che l'aveva amato,anche se a modo suo. Per un attimo spariva quella che l'aveva mollato un giorno,con la scusa più stupida,davanti ad una macchinetta del caffè in un ospedale. Probabilmente quello doveva essere il giorno più felice ed emozionante per loro,ma a quanto pare,l'unico a portarsi un vuoto dentro era stato proprio Gaetano,che aveva assistito a quel quadretto da famigliola felice,definendosi poi "amico adottato". 
Vedeva in lei la donna che in quei mesi,aveva tentato di dargli una spiegazione plausibile,quella donna che,pentita dei suoi sbagli,voleva dimostrargli tutto quello che,nel tempo in cui erano stati insieme,non aveva avuto la forza o semplicemente il coraggio di dimostrare.
Inizialmente non era stata una mossa convincente,lui avrebbe voluto fosse accaduto prima,ma del resto non gli importava,non l'amava più,nella sua vita c'era Erica,ed era sicuro ci fosse restata per sempre. 

Camilla aveva fatto vari tentativi. Uno tra questi era stato ovviamente confessargli i suoi sentimenti,anche se non aveva ottenuto nulla. 
Il suo piano dunque era quello di vederlo cedere,forse con un risultato minimo e innocente.
Poi era passato in primo piano,il tentativo di riportare la loro storia alla realtà e fargliela rivivere,senza malizia,senza pretendere che lui ritornasse da lei,che la perdonasse.
Voleva soltanto che quello che avevano trascorso insieme,non venisse gettato.
E forse aveva contribuito in gran parte ad arrivare a quel punto,ma si sbaglia sempre in due. E dopo tutto quello che aveva dimostrato,in così poco tempo,per lei equivaleva agli anni in cui lo aveva fatto Gaetano. Solo che,quello che desiderava venisse fuori da quella situazione,sembrava restare allo stesso punto. Non c'erano speranze.
A quel punto,aveva lasciato perdere,Gaetano aveva fatto una scelta e voleva rispettarla. Lei aveva accettato in silenzio,senza contrabbattere.

Anche se quell'atteggiamento assunto improvvisamente da Camilla,era risultato per Gaetano alquanto strano. 
Poteva aver smesso sul serio di corrergli dietro,visto che lui le aveva dato "prova" che il loro legame si era definitivamente spezzato e quindi aveva capito,oppure,d'altra parte,poteva essere un tentativo di seduzione. Insomma poteva anche essere che Camilla,dopo aver tentato a lungo,aspettava una reazione da parte dell'uomo. E in questo caso stava funzionando. 
Camilla aveva smesso di far andare avanti il suo piano.
Mentre lui,proprio perchè lei era ritornata a "fregarsene",e che non gli lanciava piu segnali particolari di abbordaggio o di pentimento,era sempre più preso dalla situazione,voleva andare  fino in fondo e capire meglio.
Gli aveva fatto comodo vederla sudare tentando disperatamente di essere perdonata. Vederla ridotta in quelle condizioni in un certo modo gli avevano messo soddisfazione,si sentiva dalla parte del vincitore,voleva farle provare un briciolo di quello che aveva sentito lui negli anni precedenti,ma soprattutto come si era sentito quando lei lo aveva lasciato. 

E ora,il fatto che lei,avesse deciso di cacciare fuori la parte dura,testarda,fredda di lei,non gli andava giù.
Più la guardava,più la sentiva distante. 
Quella sera,mentre ritornava a casa,l'aveva trovata sulle scale mentre trascinava due buste enormi della spesa. Nonostante lui appariva comunque come quello che non provava più niente,almeno agli occhi di Camilla,amichevolemente si era offerto di aiutarla. Lei,contaria a tutte le sue aspettative,non glielo aveva permesso. Questo non faceva altro che peggiorare le cose e accertare la sua teoria. Camilla,a differenza di Gaetano,si era letteralmente scocciata di aspettarlo. E questo,gli toglieva l'intera quantità di ossigeno nei polmoni.

Potè riflettere molto su quanto stava accadendo. 
Arrivò alla conclusione che se andavano avanti così,sarebbero arrivati a odiarsi. A distruggere quella magia,quel sentimento che entrambi ancora sentivano. Se lui e lei erano ancora lì,voleva significare che ovunque andassero,non si sarebbero persi. Potevano anche costringersi a dimenticarsi,ma si sarebbero incontrati,indipendentemente dalla loro volontà. E guardandosi negli occhi si sarebbero ricordati di loro,anche se in qualche modo speravano di aver cancellato ogni singola parte di quegli istanti vissuti l'uno accanto all'altro. 

Erica in quei giorni si era insospettita.
Lo vedeva più agitato del solito,non si comportava mai in quel modo con lei.
La teneva spesso in disparte e se ne stava con suo figlio. Aveva pensato che il problema era la presenza di quello che lei definiva il pestifero,ma anche quando erano da soli,in camera da letto,lui preferiva leggersi un libro o dormire. Non c'era più dialogo e raramente riuscivano ad avere un rapporto.
Anzi,quelle poche volte che succedeva,l'intensità e la passione scomparivano. Lui,se ne stava con gli occhi fissi al soffitto,mentre lei si strusciava addosso per farsi desiderare.
Il punto è che non riusciva a togliersi l'immagine di lei quella sera, vestita di quell'abito nero che mostrava le sue cosce sotto le calze nere,il tutto adornato da quella collana che quando indossava si sentiva impazzire. Le avrebbe sbranato il collo,se avesse potuto farlo.
Lei addirittura,era arrivata al punto di chiedergli cosa fosse successo,anche se poi,aveva abboccato alla risposta,forse solo per convincersi che si stava sbagliando,che non era come temeva. 
Lei,più di tutte le altre donne con cui era stato,aveva una terribile paura di perderlo.

Gaetano si sentiva sempre più tormentato,era arrivato ad un punto in cui quasi volesse lasciare il suo orgoglio e scappare da lei. Dirle che non aspettava altro che una sua prova d'amore. E infatti lei gliel'aveva data.



Camilla era andata a scuola intorno alle undici e sarebbe rientrata solo per le sei,dopo i consigli di classe.
Era stanca. Aveva parlato per due ore consecutive.
Non aveva potuto neppure mangiare qualcosa,e non vedeva l'ora di gettarsi sotto l'acqua calda e infilarsi nel suo pigiama. 
Quelli erano stati i giorni più faticosi. Gaetano,probabilmente,era stato l'ultimo dei suoi pensieri. Si era rassegnata,anche se di notte ritornava fragile. 
Appena giunse dentro alla porta si sentì libera,in pace,tirò un lunghissino sospiro di sollievo. 
Casa sua era il mondo in cui le piaceva rifugiarsi,anche se qualcosa le ricordasse Gaetano,quello era l'unico posto dove si sentiva se stessa,dove poteva sfogarsi come e quando voleva,fare quello che le pareva,persino girare per casa mezza nuda. 

Quella sera,poteva fare lo stesso,almeno credeva. Nulla poteva sembrarle diverso almeno fino a quando qualcuno la colse di sorpresa alle spalle. Non potè voltarsi. Si sentì esattamente come qualche anno prima,quando due rapinatori,intenti a rubarle i diamanti,le puntarono una pistola alla testa e la intimarono di aprire la porta. Stavolta una mano possente,che faceva pressione sulla sua bocca,sostituiva le armi.
Sentì le gote andare a fuoco,le sue mani,che frugavano nelle tasche per cercare le chiavi,cominciarono a tremare. Non riusciva a controllare i suoi movimenti.

Sapeva come comportarsi se le fosse ricapitato,solo che in quel momento di panico,l'unica cosa che voleva fare,era urlare per attirare l'attenzione di Gaetano. Per tutti quei giorni si era allontanata,certo,ma mai come in quel momento,desiderava averlo accanto. 
L'altra mano la spinse contro la porta intimandola di aprire e anche in fretta.
La cosa assolutamente strana e ambigua era il silenzio totale. Chiunque la tenesse stretta in quel modo non aveva detto una parola.
Questo era ancora peggio. Si sentì precipitare in un attimo. Non immaginava cosa avesse intenzione di farle,ma qualsiasi cosa non era sicuramente incoraggiante. 

Riuscì,chissà come,ad infilare la chiave nella toppa e a entrare in casa,accompagnata dal misterioso personaggio che le teneva stretti i polsi in una mano. Non le permise di accendere la luce,c'era il buio totale. Maledette lei che aveva avuto la brillante idea di tenere chiuse tutte le finestre,dove non passava neppure un filo di luce. L'ora certo,non avrebbe migliorato la situazione. 
La sua bocca fu libera solo qualche minuto dopo,e da questa uscivano dei sospiri ansimanti,non riusciva ad essere calma,a dire alcuna parola.
Il punto era che loro restavano nello stesso punto della casa,che poteva constatare dai passi che aveva fatto,essere a poca distanza dalla porta di ingresso.
A volte,quando si infilava nei guai,ne era consapevole,ma nulla,proprio nulla,poteva condurla in una situazione del genere. 

'Ricordati solo di stare calma,di non urlare,di non provocare chiunque ti aggredisce. Prova a fargli qualche domanda,ma di quelle semplici. Non provare assolutamente a metterti contro di lui,e soprattutto tieni le mani al tuo posto'. Quelle furono le parole che battevano continuamente nella sua testa. Quella frase che qualche tempo prima Gaetano le aveva detto,consigliandole come stare alla larga dal pericolo,e affrontare l'aggressore per uscirne illesa.

-Ch-chi sei?- sospirò ancora tremante,con la speranza che funzionasse.
Dall'altra parte non arrivava nulla,se non una stretta ancora più forte. 

-Non voglio chiamare la polizia,ma dimmi cosa cerchi,ti darò tutto quello che vuoi.- continuò,pensando se la scelta di parole era provocatoria o meno.

Un sono minuto,finì con il petto contro la parete,la sua guancia leggermente schiacciata dalle mani del tipo che ancora non si era deciso a parlare.
Questo si avvicinò al suo viso,sospirando lievemente nel suo orecchio e dopo un attimo di esitazione,le leccò un punto del suo collo.

Camilla era fortemente disgustata da quel gesto,forse era lei l'oggetto del desiderio. Temeva di finire distesa a terra senza forze ed essere violentata senza pudore.
Era un uomo. Sicuramente una donna non avrebbe fatto lo stesso.
Lui le sfiorò una coscia,le stritolò leggermente un punto tra le dita e la sentì sobbalzare. 
In quel preciso momento,il volto di Camilla fu sommerso di paura,e qualche lacrima insisteva a scendere. 
Poi,toccò alle sue spalle. L'uomo silenziosamente,ne scoprì una. Le lasciò qualche bacio rapido,di nuovo Camilla sussultò e si rese conto che quella situazione stava degenerando.

-Cosa vuoi da me? Chi sei,perchè tutto questo?- ripetè ancora,sperando in una reazione dell'uomo,mentre quelle stramaledette lacrime crollarono sulle sue guance. 

-Shhhh.- L'unica cosa che potè sentire dalla bocca dell'uomo,questo la confondeva ancora di più. Non riuscì neppure a distinguere quel suono,tentare di riconoscere il tono di voce e confrontarlo con qualcuno che lei stessa conosceva,qualcuno che potesse avercela con lei.

Le mani raggiunsero il ventre di Camilla,che in un secondo fu scoperto. Il contatto fu estremamente diretto,contrasse l'addome dal freddo della pelle che si era appoggiata sulla sua. La cosa assolutamete strana era la sensazione che percepì in quell'istante. Quel movimento,quel gesto l'apparteneva in un modo o nell'altro.
Come se quel brivido l'avesse gia sentito . Ogni volta che le mani salivano,lei si contorceva sempre di più,e quando queste raggiunsero i seni,la sua reazione fu assurda. Quasi come se conoscesse quel tocco,quasi come se si riconoscesse in quella scena. Per un motivo strano e insolito,quel contatto le piaceva,come se lo avesse già avvertito. Ad un tratto,sentì i muscoli irrigidirsi,il sangue dentro di se si gelò. Ne era sicura,sarebbe impazzita da un momento all'altro.

Non si pronunciò più,aveva smarrito l'energia.
Un ennesimo secondo,breve,anche se il più lungo della sua vita,lui la voltò,tenendola ancora fissa al muro. Camilla non riusciva,purtroppo, a guardarlo negli occhi,a riconoscere un solo tratto del suo viso,non potè neppure toccarlo,i suoi polsi erano bloccati alla parete dalle mani di quello che sembrava diventare un incubo.
Si avvicinò alle sue labbra,Camilla chiuse gli occhi,strinse i denti,ma stranamente il tempo le sembrava scorrere troppo lentamente perchè l'intenzione fosse quella di baciarla.
Sentì respirarsi sul viso.

-Pensi che sia ancora infantile?- quel timbro di voce,chiaro e sottile, le era davvero troppo familiare,e soprattutto quella frase,o almeno qualche parola,non le era proprio nuova.

Solo qualche secondo per realizzare che l'uomo che continuava a farle pressione con il suo corpo,era proprio lui. Gaetano.
Lo spinse con forza,mentre tutta la tensione che l'aveva imprigionata fu finalmente scaricata.
Lui si ritrovò qualche passo più indietro,lei si incamminò verso la porta e accese l'interruttore.
Si ritrovarono faccia a faccia.
Camilla aveva assunto un espressione che non prometteva nulla di buono.
Gaetano si era fermato lì,davanti a lei,e non sapeva se essere soddisfatto della reazione che aveva avuto la donna,o se preoccuparsi per quello che lei,visti i suoi occhi pieni di rabbia,avrebbe sputato fuori.
Sta di fatto che si sentiva totalmente coinvolto in quell'atmosfera che si era creata,averla sotto mano,farne di lei quello che aveva represso per troppi mesi,desiderarla con le luci spente,sentirla sobbalzare al suo tocco. Tutto tremendamente eccitante.

-Ma che ti sei impazzito Gaetano? Cosa ti salta in mente?- le sue mani erano talmente rigide che se solo lui le avesse toccate si sarebbero staccate.

Più che altro la cosa che l'aveva irritata era stato il modo in cui lui aveva saputo spaventarla. Non tanto il fatto che le avesse messo le mani addosso in quel modo,tanto ci era abituata. 
Gaetano si levò quel sorrisetto malizioso dalla labbra. Probabilmente aveva sbagliato a pensare che la cosa potesse darle piacere. 
Un silenzio imbarazzante,la guardava negli occhi e si sentì terribilmente in colpa.

-Non volevo spaventarti Camilla.- rispose dispiaciuto,tentando di avvicinarsi.

-E invece ci sei riuscito benissimo. Quasi mi sentivo male per colpa tua. Piombare in casa mia come se fossi un ladro,anzi no,un maniaco sessuale,mettermi le mani addosso,che idiozia è questa?- replicò incavolata mentre la vena della tempia pulsava velocemente,da provocarle un mal di testa terribile.

Gaetano annullò le distanze,ma rimase comunque a qualche centimetro dal viso di Camilla. Lei,in quel momento,si sentì crollare. Erano giorni che non si scontrava con i suoi occhi azzurro cielo,che non osservava i lineamenti del suo volto. Sapeva che in quel modo,lei correva un pericolo,avrebbe ceduto in qualsiasi momento.
Se ne sarebbe fregata del resto. Ma era ancora titubante,di certo non avrebbe permesso a un paio di occhi e un respiro profondo di farla cadere in tentazione.

-Ammettilo Camilla,ammetti che hai sentito la mia mancanza,che volevi ti venissi a salvare.- Gaetano pronunciò quella frase mordendosi un labbro. Quel tono sensuale,quasi maniaco. Le dita di Gaetano sfiorarono il mento di Camilla,che per non farsi persuadere,si allontanò con lo sguardo. 

Gaetano scosse il capo piegando le sue labbra in un sorriso seducente,le bloccò i polsi tra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi.
Camilla non voleva. Non avrebbe resistito troppo a lungo,perchè andava contro le sue aspettative. Non voleva dargliela vinta. Per quanto aveva desiderato che lei e Gaetano ritornassero quelli di una volta,ma le cose erano andate diversamente,non come si aspettava.

-Ti ho sentita. Ho sentito come eri tesa mentre ti sfioravo la pelle nuda. Quando hai sobbalzato. Lo ricordo quel sussurro,come la nostra prima volta.- Camilla si sentiva sempre più vicina all'uomo. 

Camilla non reagiva,non sapeva cosa dire,cosa fare. Tutto le sembrava così assurdo. L'uomo che aveva fatto di tutto per tenderla lontana dalla sua vita,stava tentando in tutti i modi di catturarla.
Si allontanò dal suo viso,le lasciò liberi i polsi e le girò intorno. Camilla,intanto,lo guardava con la coda dell'occhio,per spiare i suoi movimenti.
Si fermò alle sue spalle,e in un colpo sferrato,le cinse la vita con le mani stringendola contro il suo bacino.
Rimase inerme,era un'assurda follia. 
Cosa sarebbe successo di lì a poco se avesse continuato a rimanere in silenzio?
Se non avesse reagito?
Il punto è che qualsiasi cosa tentasse di fare o dire,c'era sempre qualcosa che la bloccava,destandola completamente.

-Non hai nessuna prova commissario.- sospirò lei,sentendo il respiro di Gaetano sul collo.

Sapeva che in questi casi,si sbagliava di grosso. Era pur sempre un commissario.
Se Camilla voleva continuare a giocare,a lui non dispiaceva affatto.
Aumentò la forza e la strinse quasi da farle male. Camilla,sull'orlo della sconfitta,si pentì della scelta di parole. 
Portò le sue mani al ventre di Camilla,scoprendolo ancora un pò fino a giungere alla cintura che le teneva bel saldi i pantaloni. La aprì rapidamente sfilandola dai passanti.
Camilla non tentò neppure di allontanarlo,di impedirgli di fare quello che stava facendo.
O voleva una prova,o voleva lui.
Nessun'alternativa.
Lui era ancora dietro ma sapeva gestire molto bene la situazione. 
Le abbassò leggermente l'elastico dei pantaloni sul lato destro,poggiò le dita sul bacino,la sentì per l'ennesima volta,sussultare. 

Camilla pensò che era stata lei a condurre l'uomo su quei passi.
Se non fosse tornata,se non avesse dichiarato i suoi sentimenti,se non avesse insistito,e se Gaetano non avesse mai permesso a Camilla di dimostrarglielo,probabilmente non si sarebbero mai trovati in quello stato. Nessuno dei due si sarebbe sfidato.
Perchè si,quella era una sfida. Chi avrebbe ceduto per prima.
Non riusciva a contenersi.
Quelle mani così morbide,calde che un tempo l'avevano sedotta e portata a sceglierlo. Quelle mani che lei conosceva molto bene,ogni singolo dettaglio. Quelle mani che mentre facevano l'amore,le avvolgevano i fianchi,le cosce. Quel respiro sempre più presente sul suo collo,che di notte si incastrava perfettamente con il suo. Gaetano le mancava. 

-Non hai sentito niente professoressa?- le chiese spostandole i capelli per poterle lasciare un bacio sul collo.

Il silenzio in quel caso,per lei era diventato una priorità. 
Camilla si ostinava a stare zitta. Il suo scopo era quello di non dare a lui la soddisfazione di cedere,non dopo tutto quello che lei aveva fatto perchè fosse lui a farlo,a cadere ai suoi piedi.
Ma senza dubbio,lui su queste cose se la cavava meglio. Si sapeva mantenere,non si infilava mai in certe cose senza esserne completamente consapevole. Lei invece,a quanto pare,era sempre stata la figura debole,incapace di intendere e di volere.

Le mani scesero sempre più giù,infilandosi lentamente,ma non troppo, nei suoi pantaloni,raggiungendo l'elastico degli slip che strinse forte tra le dita.
Una forza talmente acuta da sentire dolore. Un piccolo saltello per smascherare il suo orgoglio,la sua integrità.

-Ti ho fatto una domanda professoressa,dovresti rispondermi.- contiinuò a marcarle sulla pelle il segno dell'elastico,mentre l'altra mano scoprì la sua schiena.

-Posso anche avvalermi della facoltà di non rispondere. Questo non è un'interrogatorio.- ribattè determinata,lasciando Gaetano stupito delle sue parole.

-Non vuoi proprio arrenderti. Lo so,su questo sei più brava di me. Sei più intelligente. Ma potrei anche costringerti...- insistè torturando la stoffa tra le dita sentendola contorcersi dal fastidio,dal bruciore.

-Un ufficiale di polizia non può menare il sospettato commissario,tantomeno costringerlo a parlare sotto tortura.- 

-Bhe,infatti non intendevo questo. Ma potrei passare alla seconda fase del piano.- le lasciò ammorbidire sulla pelle l'intimo,con delicatezza,per attenuare il dolore. Camilla si sentì sollevata. Ma le teneva sempre in possesso i fianchi e la schiena.

-Sarebbe?- 

-Finchè non confessi,sei in custodia cautelare,almeno fino a quando non scoprirò che sei innocente.- la situazione stava diventando sempre più calda.

-Ti conviene confessare,se non vuoi che ti arresti per reticenza.- Camilla aveva poche possibilità di scampare,o forse nessuna. Non le avrebbe permesso di scappare ancora.

-Ma non puoi arrestarmi. E poi scusa,perchè ti interessa sapere quello che ho sentito? Sbaglio o sei stato tu a dirmi che non mi ami più?- Non voleva mollare,avrebbe continuato a pensarla a modo suo,ad avere le proprie ragioni.

-Allora qualcosa hai sentito! Un commissario conosce molto bene i suoi sospettati.- 

-Non divagare commissario,e rispondi alla mia domanda.- continuò orgogliosa,sentendo che poteva ancora batterlo.

-Qui le domande le faccio io professoressa. E comunque qui nessuno sta parlando di amore.

-Ah,allora vuoi violentarmi? Soddisfare i tuoi desideri sessuali soltanto perchè Erica non te la da da mesi? O forse perchè non provi piacere?- Gaetano rimase stupito dal modo in cui lei,qualsiasi cosa dicesse,era fiera,decisa. Non sembrava affatto andare sulle difensive,anzi,quelle parole uscivano dalla sua bocca con una leggerezza assurda.

-Ammetto che con questi pantaloni mi stai parecchio eccitando,potrei anche strapparteli di dosso,ma ti assicuro che Erica me la concede tutte le sere.- In effetti era parecchio distratto dal modo in cui quei pantaloni mettevano in risalto le sue curve,evidenziando i suoi glutei. 

-Oh,almeno ti sta viziando,ecco perchè stai ancora insieme a lei. D'altronde tu sei abituato a questo tipo di relazioni.-
 

-Stai mettendo in dubbio la mia storia con Erica...questo è un punto a tuo sfavore,stai giocando sporco.- confessò avvicinandosi al suo orecchio e infilando leggeremente le unghia nella carne della sua schiena.

-Se tu amassi sul serio Erica,non saresti venuto qui da me,con queste intenzioni. Quindi,sei caduto in basso.- 

A quel punto Gaetano assunse un espressione seria,che non andava a favore di entrambi,ma a guadagnarci punti era il sentimento che li univa,un sentimento che nutrivano reciprocamente,allo stesso modo,senza conflitti.
Per quello non c'era neppure bisogno di testimoni. Era una cosa che sentivano dentro,che nessuno avrebbe potuto cancellare.

-Io amo Erica,ma mai quanto amo te.- sembrava quasi un tentativo di rassegnazione,come se qualcosa lo avesse spinto a prendere un'altra strada. Come se Camilla lo avesse spinto a cambiare dimensione a quelle parole,lasciando da parte l'orgoglio,la sete di potere,il senso di prevalere sull'altro. Alla fine era stato lui a confessare.
Camilla a quel punto,toccata da quell'affermazione si voltò verso di lui. Lo guardò nel profondo,senza distaccare lo sguardo. 

-Non è lo stesso Camilla. Forse lo era prima. Quando sei sparita. Non lo so cosa mi è successo. Credevo davvero di averti cancellata,che avrei costruito qualcosa con lei. Forse non sono neppure capace di fartelo credere,di farti credere che voglio lei,che amo lei. Io voglio te Camilla,solo te.- Restarono a guardarsi per infiniti secondi,minuti.

Nessuno dei due permise di interrompere quel momento,ne alle parole,ne ai gesti. Doveva essere un profondo confronto sentimentale. 
Entrambi però,avevano gli occhi lucidi,tremavano.
Avevano come quella sensazione che non si erano mai persi,che non avevano smesso un attimo di cercarsi.
E per quanto si fossero sforzati,in due momenti differenti,di allontanarsi,avevano la certezza che erano sempre stati vicini,con la mente,con il cuore,con l'anima.
Quel tentativo estremamente erotico di filtrare era stato sostituito da parole forti,vere,spontanee,profonde,che in un attimo avevano fatto ad entrambi chiarezza. 

Gaetano aveva rinunciato,aveva ceduto.
Si guardarono ancora per qualche secondo prima di raggiungersi,prima di gettarsi l'uno sulla bocca dell'altro. Un bacio rubato,incastrato perfettamente.
Le loro mani cominciarono a strofinarsi sugli abiti,a cercare la pelle. Si staccarono solo per riprendere fiato. Gaetano affondò le mani nei morbidi ricci di Camilla,che chiuse gli occhi. 
Quel bacio divenne famelico,assetato,si assaporarono come mai prima era successo. Un gusto afrodisiaco. 
Circondò con le mani la sua schiena,la spinse contro il suo bacino. Camilla potè sentire la sua erezione. Quello era il momento giusto per lasciare l'ascia,per smettere di correre,di affaticarsi,e lasciarsi trasportare solo da quella magia.

I loro volti erano bagnati dalle loro stesse lacrime. Lacrime che sapevano di paura,una paura che era come ad un tratto sparita proprio in quel momento,nel momento in cui si stavano concedendo. Quelle lacrime erano segno del loro appartenersi. Era quasi un senso di liberazione.
Gaetano la sollevò di peso portandola al suo bacino,lei incrociò le gambe,portò le braccia attorno al suo collo e approfondì quel bacio. Un bacio sensuale,erotico. Labbra spalancate,il gusto amaro del caffè che aveva bevuto prima di rapirla si mischiò a quello intenso della sua saliva. Sospirarono insieme,un sospiro di eccitazione. Non resistevano più.
L'unico posto più vicino,che gli avrebbe permesso di liberarsi da quel magone,era proprio a due passi da loro. Tenendola ancora stretta,la condusse sul divano,lasciandola cadere riversa,a pancia in sù,e accostandosi lentamente al suo ventre con le mani per sfilarla dei suoi abiti.
Giacca,cravatta,camicia,pantaloni caduti in terra. Restò a guardarla,poi,delicatamente,indietreggiò con le gambe,si mise a cavalcioni su di lei e le sfilò le calze nere.
Finalmente potè toccarla,stringere le cosce tra le mani. 

-Ti prego Gaetano....- lo implorò di smetterla,così rendeva le cose molto più complicate.

Si affrettò a rimuoverle gli slip. Ora erano completamente nudi,uno sull'altro. Si sfregarono uno contro l'altro,continuando a baciarsi.

-Camilla,Camilla...- ripetè il suo nome mentre il desiderio di farla sua diventava sempre più forte. I gemiti di Camilla lo spinsero a farlo subito.

-Voglio sentirti ora Gaetano,voglio sentirti dentro di me.- Poggiò una mano sul dorso nudo dell'uomo e l'altra sull'anca,stritolandola per bene. Lui divaricò le gambe della sua donna,e come se non ci fosse un domani,entrò nel suo piacere. Fecero l'amore,come non avevano mai fatto.

La sentì tremare,gemere,gridare,raggiungere l'apice. Finirono esausti uno sull'altro. Appagati.

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Capitolo 12
*** Mai più senza te. ***


Ecco un altro capitolo pronto da ieri sera!
Volevo premettere alcune cose. Inanzitutto dirvi che ho cercato di modificare il mio modo di scrivere,che a volte risultava troppo lungo e noioso,almeno per qualcuno. Sicuramente ci tengo ancora a dare spiegazioni precise e dattagliate,ma cercando di far parlare più spesso i nostri Gaudini. Non per vantarmi,ma credo di essere abbastanza soddisfatta del modo in cui ho scritto. Mi sono proiettata per la prima votla nel cercare di fargli assumere una forma decente,di equilibrare le parti,e soprattutto di inserire termini che non vadano a ripetersi! 
Da qui,cambieranno molte cose..e non parlo solo di scrittura!

 
Non si era mai sentita così.

La luce del giorno si infilò attraverso la finestra destandola da quel sonno che era tardato ad arrivare. 
Dovette strofinarsi gli occhi per inquadrare la figura al suo fianco,che con il forte bagliore di luce,non riusciva a focalizzare. 
Era lì,disteso al suo fianco,voltato nella sua direzione. 
Stava dormendo beatamente e lei riusciva a sentire il suo respiro leggero e regolare.
Sorrise d'impulso sollevandosi con il capo e restò a scrutare i lineamenti del suo viso. 
Quello che più le era mancato indubbiamente era il profilo perfetto delle sue labbra. Gli posò un dito sopra,facendo però attenzione a non svegliarlo. Erano così lisce,morbide,sentiva ancora il suo sapore. 
Chiuse per un istante gli occhi,andandosi a scontrare con i ricordi meravigliosamente intensi di quella notte.
                                                                                      ***
Erano stati risucchiati dal vortice di quel sentimento bollente,che per entrambi non era assolutamente cambiato. Forse,dopo l'esperienza che avevano vissuto,stando uno lontano dall'altro,sia fisicamente che sentimentalmente,qualcosa era anche aumentato. 
Forse il desiderio,la passione,la voglia di scoprirsi,di conoscersi. 
Perchè forse in fondo di loro,sapevano ben poco. 
Non è bastato guardarsi negli occhi,o soffocare le distanze,o credere nel destino. Serviva una prova schiacciante,in grado di unirli per sempre. In grado di contenere non solo la felicità o lo star bene insieme,ma anche e sopratutto la consapevolezza di appartenersi,di volere costruire un futuro. 
Avvolti dal rumore silenzioso dei loro respiri,le loro mani si perlustravano attentamente,le palpebre si schiudevano per assaporare le labbra,per graffiarsi la pelle nuda,i loro corpi si fondevano perfettamente,mentre tutte quelle paure,quelle insicurezze scomparivano come le onde del mare che cancellano i passi imprecisi sulla riva. 
Ignorarono entrambi il resto del mondo.
Avevano perso la ragione. Quei mesi lontani da loro,tutto quello che era accaduto nel frattempo,Erica,Tommy,Renzo,Livia..niente poteva condizionarli. 
Nessuno poteva permettere loro di annietare quel momento.
Tenendosi per mano avevano capito che quel momento lo stavano cercando da ancora prima di stare insieme,e soprattutto durante la loro relazione,ma questo,non era mai arrivato. 
Forse perchè non avevano avuto un attimo tutto per loro,senza fraintendimenti,senza complicazioni o imprevisti.
O c'era Renzo,o c'era Livietta con i suoi problemi,o le indagini,o il passato. 

O forse perchè non avevano saputo cercarlo. Gaetano si era permesso di cedere alla passione soltanto nel momento in cui aveva constatato che quel sentimento,quella storia era voluta anche da Camilla. 
Aveva avuto più di una certezza negli ultimi mesi. 
Anzitutto,Camilla aveva avuto finalmente il coraggio di confessargli quello che provava,anche se lui,apparentemente,era stato impassibile. 
In realtà,il suo intento era quello di influenzarla,vedendo a che punto sarebbe arrivata,che cosa sarebbe stata disposta a fare per lui,per conquistarlo,dopo il suo primo rifiuto. 
Ci era passato solo e sempre lui per quel vicolo stretto e buio,di cui trovarne l'uscita è a dir poco difficile. 
L'unica cosa che non sfuggì a entrambì era il modo in cui erano stati insieme,la condizione in cui avevano fatto l'amore. 
Anche se,questo non mortificò però la situazione. 
Gaetano aveva tradito Erica. 
Camilla non era più la sua fidanzata,ma la sua amante. 
Almeno fino a quando lui non avesse avuto il coraggio ci raccontare la verità alla donna che in effetti era a poco da loro. 
Che cosa gli avrebbe raccontato al suo ritorno? Erica era sicuramente rientrata. 
Ma la cosa,nuovamente,passò in secondo piano. 
C'erano solo loro due. 

Dopo aver riscoperto quel lato ardente e carezzevole,dopo aver raggiunto l'amplesso,si staccarono,restando uniti in un abbraccio. Non per paura di essere strappati via dal passato,ormai,ovviamente dopo le rispettive spiegazioni,erano pronti a metterci una pietra sopra.
Quello era un accordo,una promessa.
Restarono così per qualche minuto,poi,spinti ancora dalla voglia di recuperare il tempo perduto,si trascinarono in camera da letto.
I loro corpi atterrarono uno sull'altro,facendo riemergere una sorta di domanda nella testa del commissario.
''Noi due,che cosa siamo?'' Ma quello non era il momento adatto per chiederglielo,anche perchè lei,non poteva di certo rispondere ''Non siamo una coppia,ma non è detto che non possiamo diventarlo.''
 Lo leggeva nei suoi occhi.
Quell'istante,lo desiderava davvero,e non per compiacimento,ma solo e solamente perchè era il movente del crimine più bello che avesse mai commesso. Il primo e l'ultimo. Innamorarsi di lui.
Gaetano questo lo sentiva,e tutti i suoi dubbi,il 'non sono sicuro di noi' erano spariti come in un lampo.
Faceva l'amore con lei in una maniera talmente leggera e pacata,che sentiva essere arrivato davvero il momento giusto. 
Forse quando cominciò la loro storia,quella notte,nessuno pensò alle probabili conseguenze. Gaetano,infondo,davanti alla realizzazione del suo più grande desiderio,non considerò il fatto che Renzo,dall'altra parte del cortile,avrebbe cercato di impedire quella storia,in tutti i modi. 
Oppure che si sarebbe ritrovato la porta 'sbattuta' in faccia più volte perchè in quei momenti contava prevalentemente il matrimonio di Livia. 
Gaetano non poteva sapere che dopo quella sera,sarebbero cambiate molte cose. Quella storia non era andata poi come si aspettava,non come aveva programmato nella sua testa ogni volta che pensava a lei. Un conto era immaginarsi con lei,e un'altro,stare con lei. 
Questo l'ha potuto sapere solo nel momento in cui,gli atteggiamenti di Camilla erano divenuti enigmatici. 
Spesso la sentiva distante,lontana,pentita..e questo lo speventava più di tutto.
Aveva il timore che lei,non sentisse quel rapporto,quella storia,nello stesso modo in cui lo sentiva lui. 
Gaetano non poteva sapere che l'inizio del sogno sarebbe stato anche la fine della sua esistenza. 
Camilla,invece,dal canto suo,non aveva di certo messo in dubbio quanto fatto con il suo commissario,anzi,per la prima volta,aveva davvero paura di svegliarsi. 
Quello era il sogno più bello.
 
A frenarla poi,era stata quella paura,quel terrore che appariva nel momento in cui si rendeva conto che quella storia stava diventando davvero importante. 
E non solo.
Il fatto che lei ci stesse così bene,che sentiva di essere totalmente cambiata con lui,la trascinava in una sorta di oblio. 
Non si riconosceva più.
Per tanti anni aveva frenato quel sentimento che sicuramente provava nei confronti di Gaetano. 
Aveva contenuto il desiderio di starci al bacio,di non rifiutare le sue avances,e poi,si era trovata,così,tutto ad un tratto,a letto con lui. 
Non che la cosa ovviamente le portasse rammarico o sensi di colpa. Camilla,dopo la fine del suo matrimonio,l'aveva capito,e anche se era tardi (o forse no),voleva stare solo con Gaetano.

Paura. Paura di non potergli dare qualcosa,di ricambiare il sentimento nel modo giusto. Soltanto perchè non le restava più niente. Aveva perso la fiducia,la contentezza,la voglia di rimettersi a nuovo e ricominciare una nuova vita. Come poteva appagarlo di tutto quello che lui aveva fatto per lei in dieci anni,se non riusciva neppure ad amare se stessa? 

Tutto questo però,nessuno dei due se l'era ancora detto,o almeno,non lo ritenevano importante. Nella loro relazione mancava il dialogo,il confronto, o comunque quei pochi minuti a loro disposizione preferivano consumarli in modo appagabile.
Era arrivato il momento giusto per farlo,per dirsi tutto. 
Ma ci avrebbero pensato soltanto al risveglio. Quella notte,dopo aver rifatto l'amore,si addormentarono uno nell'altro,con il calore dei loro respiri a difenderli
                                                                                   ***
Precipitosamente gli carezzò una guancia. 
Gaetano era a petto nudo,e il lenzuolo bianco di seta leggera,gli copriva fortuitamente il bacino.
Non poteva credere ai suoi occhi. 
Quella visione aveva dei poteri straordinari su di lei. 
I suoi pensieri divagavano,era completamente ridestata. 
Era assolutamente il risveglio più tranquillo degli ultimi tempi. 
Custodiva quel momento gelosamente.
Il tocco delicato delle sue dita lo smossero dal sonno. 
Dischiuse gli occhi sentendo il calore delle sue mani che rapidamente andavano a intrufolarsi nei suoi capelli biondi e morbidi,e quest'ultimo gesto,gli provocò un meraviglioso e tenue sorriso.
Il sorriso di chi ha davanti a sè la felicità. 
Si allungò con il collo verso di lui,lasciandogli un bacio mielato ma dal quale lui non si sarebbe mai voluto staccare. Effettivamente,quando lei divise i volti,l'afferro per il collo e la condusse magicamente in un altro bacio violento e incontrollato. 
Era disposto anche a dimenticare tutto in quel momento,nulla aveva più importanza se non ricominciare dall'inizio. Una sorta di teletrasporto nel passato,per riordinare i loro sentimenti e viverli in maniera giusta,ricucire la dove qualcosa era stato bruscamente strappato,senza commettere gli stessi errori.
Lei era incantevole. 
Nessuna parola,nessun gesto poteva contenere tutta quella bellezza. 
Camilla,distesa sul fianco,si presentava completamente scoperta. Tirò lo sguardo sul suo corpo asciutto,le curve al punto giusto,i seni piccoli,le sue dita affusolate che incrociavano il mento,e quel sorriso epidemico,che non aveva terapie. Ma anche se fossero esistite,non le avrebbe cercate. Voleva morirci dentro.

-Come hai dormito?- si accostò leggermente a lei,e intrecciò la sua mano con quella di Camilla.

-Non dormivo così bene da quando ci siamo lasciati.- 

-Veramente sei stata tu a lasciarmi.- mugugnò in modo assolutamente ingenuo.

-Quanto hai ragione..Non avrei mai voluto.- gli strinse la mano d'impulso come per chiedergli scusa.

-Che cosa ti ha spinta a prendere quella decisione Camilla? Perchè l'hai fatto?- blaterò con un espressione seria,assorta per un attimo nel passato.
Camilla non proferì parola e rimosse gli occhi da quello sguardo magnetico.

-Camilla..- le sololevò lo sguardo,incastrandolo divinamente con il suo -Se ho fatto l'amore con te questa notte,vuol dire che ho intenzione di ricominciare,a costo di metterci una pietra sopra,di uscire da quella porta,lasciando il passato alle spalle,ma voglio che tu ti senta libera con me,di dire tutto quello che senti. E non intendo solo quando stai bene,ma soprattutto quando c'è qualcosa che non va,quando non sei sicura di una determinata situazione. Vorrei che tu ti aprissi di più. Perchè lo so che il motivo principale della rottura del nostro rapporto è stato questo,ma io ti ho mai contestato una tua parola? Neanche quando avevi torto mi sono permesso di farti pesare la cosa. Ho sempre chiuso un occhio,perchè l'amore che provo per te,è incondizionato.- 

A quelle parole,Camilla si ricredette. Gaetano non aveva mai preteso nulla da lei,se non quello di starle accanto,in qualsiasi vesti.  

-Gaetano io...- non sapeva da dove partire,perchè forse neanche quello che sentiva di volergli dire poteva colmare il vuoto che gli aveva lasciato. 

-Camilla,voglio solo la verità,e quando ti sentirai pronta,ma se non sei sicura di quello che abbiamo fatto stanotte,ti prego di dirmelo ora.- le spostò una ciocca dei suoi capelli ricci che le corpivano l'occhio sinistro. Si sentì attraversare da una scarica elettrica che la riportò al presente. Forse era il momento di mettere un punto al passato.

-Certo che sono sicura. Ho fatto di tutto per farmi perdonare,non potevo perdere quest occasione.- sorrise allungano una mano al suo viso e contemplarlo con una carezza.

-E allora cosa c'è che non va? Perchè quell'espressione?- 

-Perchè mi sento in colpa,e non solo per quello che è successo tra di noi..- 

-E per cosa?-

-Perchè non so se ti merito. Ho sbagliato tutto nella mia vita Gaetano. Tutto quello che ho fatto,non l'ho fatto per me,ma solo per quello che desideravano gli altri. Ho fatto delle scelte che forse non volevo prendere sul serio. Non ero consapevole di quello che poi sarebbe potuto accadere. All'inizio si sta bene,lo si vuole davvero,e tu lo sai che poi si sceglie sempre il posto in cui si è stati bene,magari però non è davvero quello giusto. Ti ritrovi imprigionata in una vita che non senti tua,che non ti appartiene più come una volta. Non potevo stravolgere tutto quello che avevo costruito,anche se in modo meschino. Non so per quale assurdo motivo,ma non ho mai saputo allontanarmi dalla mia vita con Renzo,forse perchè avevo imparato a coinviverci. Il nostro è stato sempre un rapporto monotono,ripetitivo. I momenti erano più o meno gli stessi. Lavoro,casa,scuola,Livietta. E in quei momenti nostri...- Gaetano,totalmente concentrato sulla donna,a quelle ultime parole la fermò,posandole un dito sulle labbra.

-Risparmiati i dettagli però.- rise ironicamente,lasciandola poi continuare.

-Si,Gaetano,non interrompermi.- tirò un sospiro,non uno dei migliori e si concentrò nella ricerca delle parole.  -Solo in quei momenti si cercava di star bene. Nel resto delle nostre cose,mancava qualcosa,quella scintilla. Quando parlavamo,o quando ci guardavamo negli occhi,non mi sentivo piena. Come quando invece lo ero con te. Perchè nell'esatto momento in cui ti incontravo,sentivo una scossa,una sensazione di contentezza,come se fossi completa.- 

-Ho capito Camilla,ma dovremmo parlare di quello che è successo a noi. Cosa c'entra questo?-

-Perchè è stato proprio in quei momenti che io l'ho capito. Per stare bene,sempre,avevo bisogno di te e non solo fisicamente. Avevo bisogno del modo in cui solo tu sapevi guardarmi,o delle parole che solo tu potevi dirmi. Avevo bisogno di te,e lo sapevo. E' per questo che non mi sono mai voluta allontanare,e che ogni volta che succedeva,mi sentivo di nuovo smarrita. A me bastava sapere che tu c'eri sempre e comunque.. Sapevo che qualsiasi cosa saresti stato disposto a sostenermi,ad aiutarmi,e questo per me era immenso,appagabile. Già in quel modo mi riempivi totalmente.Non mi sento in colpa per Renzo,ne tantomeno mi pento della mia scelta.Il nostro matrimonio era finito da un pezzo,lui non centra. Il punto è un altro Gaetano.- abbandonò quegli occhi azzurro profondo e si perse nel vuoto.

-Che cos'è che ti tormenta Camilla? Il passato per me è passato,non devi sentirti afflitta da quello che è successo,dalle scelte che hai preso quando ancora stavi con tuo marito,o meglio,con il tuo ex marito.- si corresse sorridendo ironicamente per il bluff,le prese una mano e la chiuse nel suo pungo delicatamente. 

-Non è il nostro passato che mi spaventa,almeno non quando io ero ancora sposata con Renzo.-

-Dici per quello che abbiamo vissuto insieme?-
Si limitò ad annuire con il capo,divagando con la mente in alcuni momenti dove si era sentita fragile,insicura,ma non del loro rapporto. Di se stessa.

-Quando la nostra complicità,la nostra intesa,la nostra collaborazione,la nostra profonda amicizia si è trasformato in qualcos'altro,qualcosa di molto più forte e vero,mi sono sentita intrappolata in due bivii. Da una parte vedevo la strada verso il mio futuro con te,senza Renzo,senza le tue ex compagne. In una casa tutta nostra,con una famiglia allargata e magari un figlio da crescere insieme,che portasse il tuo cognome. Un futuro senza contrasti,facile da raggiungere. Ma dall'altra,c'era il buio,il vuoto. Un abisso profondo che mi faceva ritornare sui miei passi. Non ero in grado di darti niente Gaetano,neppure quel sentimento che provavo realmente,da tutta una vita. Avevo perso tutto. Tu,invece,hai fatto molto più di quanto avevi già fatto. Eri arrivato a superare l'impossibile,pronto anche ad andare in capo al mondo con me. Io,invece,da stupida quale sono,ho lasciato tutto. Ho creduto di potermela cavare anche da sola,di essere "libera e indipendente".-

-E' proprio così che hai detto..- smontò le parole Gaetano,ritornando con la mente a qualche mese prima,davanti a quel distibutore da caffè che avrebbe preso a pugnate fino a sanguinare. Il suo sguardo un pò amareggiato,ma sicuramente molto più appacificato.

Camilla,per quanto cercasse di smentire le sue parole,sapeva di aver fatto un male irreparabile,almeno per un lungo tempo. Che un ceffone sarebbe stato sicuramente meno doloroso. Sentirlo ora pronunciare con quel tono dall'uomo ancora disteso accanto a lei,era una mazzata bella pesante. In quel momento capì quanto fosse stata per lui dura digerire quelle due parole,così semplici ma allo steso tempo violente.

-Gaetano..- le si formò un nodo alla gola,il suo respiro sembrò quasi cessare,ma l'uomo,abbozzando un sorriso,le fece riprendere ossigeno. 

-E' passato anche quello.- Sicuramente stava ancora metabolizzando nella sua testa quel discorsetto che non faceva una piega. Lui aveva fatto e detto ciò che aveva potuto per lei,perchè era stato ripagato in quel modo? Sapeva che c'era dell'altro sotto. 

-Anche se non ti credo..Lo so di essere stata una stupida,di averti ferito e anche tanto,nel modo peggiore che esista. In quel momento mi sono sentita persa. Avevo dimenticato il moivo per il quale aveva deciso di continuare a vivere. Sai quando credi di potercela fare e ti ripeti che è la volta buona? Che non rischi di ritrovarti nella stessa situazione in cui ci sei già finita? E per di più due volte? Così mi sono sentita con te. Unita,completa come un puzzle.Sembrava tutto così facile. Qualcosa si è rotto quando ti ho guardato negli occhi dopo qualche mese che stavamo insieme.- 

-Oddio,che c'hai visto di diverso nei miei occhi?- 

-Non scherzare.-

-Volevo solo sdrammatizzare.- 

-Sei pessimo.- lo giudicò accennando un sorriso. -Qualcosa mi diceva che stavi diventando molto più di quanto credevo. Avevi persino superato le mie aspettative. Mai nessuno aveva condizionato le mie scelte. Ho cominciato a vedere nel nostro amore quello che avevo sempre cercato. L'unica cosa in grado di unirmi e distruggermi nello stesso momento. Era una sensazione mai provata prima,qualcosa di imparagonabile al mio precedente matrimonio. Mi hai riempito il vuoto che avevo dentro da anni,hai assopito il mio incubo più grande,hai stravolto la mia vita facendo scomparire quella parte legata a qualcuno che invece di me si era dimenticato già da tempo. Sapevo che non sarei riuscita più a farne a meno,che la mia esistenza era condizionata dalla tua. E lo sai che io,non ho mai dipeso da qualcuno. Preferisco pensarla di testa mia,agire per conto mio,fare quello che mi pare infrangendo pure le regole. Ecco,è stato questo che mi ha spaventata..- si interruppe dipingendo sul volto un'espressione dispiaciuta,elaborando a mano a mano,e mettendo insieme,i pezzi più grandi dei suoi errori commessi.

-Mi ha spaventata sapere che per la prima volta,mi sono sentita aspettata,amata,voluta sul serio. Senza pretendere che io cambiassi. Tu mi volevi così com'ero. Ero sola e pure cornuta,facevo pena a chiunque.Ma mi hai voluta lo stesso,con tutti i miei difetti,comprese le occhiaie. Questo l'ho realizzato lentamente,quando ho sentito che stavi bene,che era quello che avevi sempre desiderato. E sapevo che mi avresti voluto sempre,che non mi avresti mai lasciata,per nessuna ragione. Mi spaventava questo. Abituarmi a qualcosa che non avevo mai conosciuto. Un amore vincolato solo e soprattutto dalla fedeltà. E tutto questo io non ho saputo ricambiarlo.-

Il tono di voce divenne più cupo. Qualcosa continuava a opprimerla,senza resistenza. Forse,consapevole del fatto che lui,dopo quella notte l'aveva completamente perdonata,non si era liberata del tutto della sua colpevolezza.

-Non sono neanche riuscita a dirti che con te stavo bene,che per me non era sesso,o vendetta,o soddisfazione personale,ma qualcosa di abissale,immenso,meraviglioso. Anche se a modo mio ho cercato di dirti che ti amavo,non bastava. Dovevo dimostrartelo,volevo farlo. Ma qualcosa mi frenava. E quando sei arrivato a chiedermi di andare a vivere insieme,o quando mi hai detto che eri anche pronto a sposarmi,sono precipitata. Ho sentito che non ce l'avrei fatta. La cosa che poi mi spaventava a quel punto,ero io. Non ero insicura del nostro rapporto,solo che..mi sono sentita schiacciare da qualcosa di più grande,da qualcosa che sicuramente volevo,ma non in quel momento e...e poi..- le parole si bloccarono alla gola,deglutì a fatica la saliva impastata in bocca e chiuse gli occhi. 

Gaetano non seppe come reagire. Anche se aveva atteso quelle spiegazioni da mesi,vederla incolparsi di ogni cosa,fare capolino nel passato aprendo vecchie ferite,non lo fece stare sicuramente molto meglio. L'ultima cosa che voleva,era vedere Camilla autodistruggersi. La bloccò,portando una mano sulle sue labbra.Lei,impulsivamente,riaprì gli occhi e a contatto con il suo tocco,i suoi pensieri si rimescolarono creando una confusione terribile.

-Basta,ti prego. Mi fa male vederti così. Non è colpa tua. Ma solo di quello che hai dovuto subire per tutti questi anni. Sono stato io a far precipitare la situazione,a pretendere di andare a vivere con te,o di affrettare la nostra storia. Se solo me ne avessi parlato,ti avrei aiutata Camilla.- 

-Sono stata egoista Gaetano. Ho pensato solo a quello che faceva male e bene a me stessa,e non a te. Mi sono tenuta nascosta la verità,con la speranza di guarire da quell'amore che ho provato solo e sempre per te. Sono scappata,senza rendermi conto che il mio angolo di vita eri tu. Ci ho provato.- 

-Sei scappata dalle tue paure Camilla,non da me. Sei sempre stata il mio epnsiero costante,giorno e notte. Hai solo tentato di capire se starmi lontana era la tua dimensione,se sarebbe stato lo stesso.- precisò Gaetano come se in quel momento riuscisse a leggerla nel pensiero. Per tutto il tempo lei aveva fatto altro che parlare e scusarsi,senza percepire però,che lui,con un solo sguardo,aveva già capito tutto.

-E infatti,quando ho capito che eri tu la mia dimensione...-

-Sei tornata.- continuò lui,afferrandole le mani e carezzandole in un modo talmente delicato e sensuale,che entrambi,erano disposti anche a chiudere lì la questione,e passare ad altro.

-Sono tornata sapendo che avrei dovuto conquistarti duramente. Non ho mai pensato lontanamente di importi di scegliere me. Solo che,mi mancavi da morire. Vederti era la prima cosa.- 

-Mi credi che quando ti ho vista,ho sentito che ti amavo più di prima?- aggiunse Gaetano ammiccando un sorriso tale da farla sciogliere,anche se,ricevette in cambio un colpetto sulla spalla.

-Però a me hai detto il contrario!- si morse un labbro. Per la prima volta,fingere gli era riuscito bene. Anzi,benissimo.

-Beh,in un modo dovevo pure fartela pagare,quello mi sembrava il minimo.- 

Cavolo,quanto era stata scema a prenderla sul serio,a portarsi per giorni la disperazione,a versare lacrime sul suo cuscino,a ridursi in briciole pur di rincorrere quel sentimento,eppure,lui,non aveva smesso un secondo di amarla. 

-Ammetto che sei riuscito a farmela bere. Non ero mai stata così male per nessuno.- 

-Era quello che desideravo,farti sentire quello che ho sentito io. Anche se,la durata tua,è stata minima. Perchè quando ho capito che avevi sofferto già abbastanza,ho ammesso che sentivo davvero di amare solo te.- sorrise sollevandola del tutto dal rancore,e portandola verso il bivio pù semplice da scegliere,quello del futuro con lui.

Ancora assorti uno negli occhi dell'altro. A esplorarsi dentro come se non ci fosse un domani.
Per la prima volta riuscirono a parlare di tutto,a creare un dialogo,qualcosa di profondamente consistente. 
Quelle parole,sia dell'uno,che dell'altro,servirono a mettere punti a un sacco di risposte ancora lasciate in sospese da qualche parte,o a concludere un vecchio capitolo. 
Come appunto quello di Michele. 
Un unica parola bastò a sollevare immediatamente Gaetano:PASSATO. 
Camilla,era solamente sta messa a dura prova. Dovette confrontarsi con i giorni più felici e liberi della sua vita adolescenziale,o comunque nell'età in cui tutto sembra più semplice.
Michele era solamente stato il sogno di tutte le ragazzine,lei era stata bene,ci aveva vissuto dei bei momenti,ma non aveva provato nemmeno un briciolo di tutto quello che la lega incondizionatamente al suo commissario. 
Gaetano ne trasse vantaggio,Michele era solo arrivato per dare prova a Camilla,di quanto il sentimento nutrito per lui in passato non era neanche lontanamente comparabile a quello che sentiva nei confronti del poliziotto. 
Passato l'argomento Michele,ormai definitivamente cancellato,fu il momento di chiarire il motivo esatto del suo allontanamento di Torino. Inizialmente Gaetano sembrò abbastanza titubante sulla questione,e per quanto avesse già sentito gran parte di quella storia,del motivo delle sue incertezze,che sicuramente non erano tutte attribuite alla fine del rapporto con Renzo,fu importante per lui capire fino in fondo.
Camilla fu abbastanza scorrevole e decisa a volergli dare tutte le possibili scusanti,che risultarono essere plausibili nello stesso momento in cui cominciò a parlare.

-Solo perchè dovevo riempire me stessa di tutto quello che mancava. Dovevo imparare a conoscere me stessa,a fidarmi del mio istinto,e non solo di quello investigativo. Dovevo essere consapevole di volere in tutti i sensi ricominciare da capo. Ti ripeto,non che non fossi sicura di noi. Non potevo stare con te solo perchè questo ti ripagava di tutta l'attesa. Non volevo che tu ti sentissi pieno soltanto con la mia presenza.Volevo darti di più,essere una certezza,una cosa vissuta a pieno. Forse ti bastava questo,lo so. Perchè non hai mai voluto altro. Non potevo continuare a stare con te e permetterti di reggere il mio silenzio.Volevo ritornare con te nel momento in cui mi sarei sentita forte e pronta per affrontare il resto,volevo darti anche io qualcosa,perchè lo meritavi.Vederti lì,a non chiedere niente,a non dire niente,a trattenere qualcosa che desideravi più di tutto e io non potevo tirartelo fuori,mi ha fatta capire che dovevo migliorare me stessa,uscire definitivamente dall'abisso in cui mi ero gettata.Ma poi,è stato troppo tardi.Potevamo farlo insieme,eppure ho scelto di stare da sola.Ero io la tua paura più grande Gaetano.-

Quanto erano vere quelle parole. Gaetano si rispecchiò tantissimo in quella frase. Sorrise appena. Sembrò uscire dall'inferno e proiettarsi nel paradiso.
Le sfiorò una guancia,accogliendo il suo sorriso caldo. Incrociò le mani alle sue.

-Certo Camilla,a me bastavi tu. Mi sei sempre bastata. Magari,se ad un certo punto,sono crollato anche io,è stata una paura,quella più grande,che mi accompagna da quando ti conosco. Quella di perderti. Scusami se ti ho fatto pressione. Sei sempre stata l'unica persona con la quale avrei voluto costruirmi una vita,e la sola idea che sarebbe potuto finire tutto,come le altre storie,mi ha spaventato a tal punto da coinvolgere anche te nelle mie paure. Non volevo un tuo "ti amo" soltanto per farmi contento,preferivo venisse dal profondo di te. Non volevo che tu rinunciassi a tua figlia,alle cene con i genitori di George,al catering che aveva organizzato Renzo,ma soltanto che mi rendessi partecipe,perchè volevo avere un posto nella tua vita. Volevo far vedere a tutti che avevo conquistato la donna della mia vita.-

Nel dire queste parole,Camilla dovette ricredersi,cambiando totalemente prospettiva dei suoi primi sospetti su quei comportamenti assunti da Gaetano,prendendoli ovviamente come capricci,come se gli importasse solo e soltanto appagare i suoi desideri.

-Hai sempre chiuso gli occhi su quello che facevo,anche quando discutevamo,quando non avevi più alibi per rincorrermi,eppure hai continuato a volermi..- aggiunse Camilla come alla ricerca di una risposta a quella sua perplessità. 

Cosa aveva di interessante lei in tutto quello? Perchè le dava così tante attenzioni? 

-Perchè probabilmente sapevo che quello che stavo facendo mi avrebbe portato a qualcosa prima o poi..A un tuo rifiuto o a un tuo chiarimento.- 

In tutto questo si stavano ancora guardando in volto,preferirono restare distaccati,una specie di precauzione. Era importante aprire e chiudere quell'argomento nello stesso istante,senza doverlo riprendere poi in seguito.

-E se avessi rifiutato? Se davvero egoisticamente avessi deciso di stare da sola,di fare la nonna "libera e indipendente?"-

-In quel caso,se tu non fossi tornata e fossi rimasta a Londra,avrei continuato a stare con Erica,tentando di cancellare tutto quello che c'era stato tra noi..-  

-Ci saresti riuscito?- chiese lei curiosa,assumendo il tono di chi,se si sente pronunciare la risposta sbagliata,potrebbe restarci male.

-Non lo so,non credo.- 

-E scusa,quando mi dicevi che volevi che sparissi?- ripropose con la speranza di poter chiarire proprio tutti i suoi dubbi. Lui,ridacchiò tra sè e sè,anche se questo non le sfuggì. Quello era l'interrogatorio più bello e intenso a cui avesse mai partecipato.

-Ma semplice,ovviamente,ero stato ferito. Anche io ho mentito a me stesso,ho creduto di poter vivere senza di te.Perchè per quanto il sentimento non era cambiato,io avevo bisogno di vivere lontano da te,mettermi alla prova. Se tutto questo era una coincidenza o realmente destino. Non credere sia stato semplice. La mia testa mi ripeteva che dovevo almeno provare a vivere un'altra storia,provare a dimenticarmi di te,ma il cuore,poi,mi riportava dalla donna di cui mi sono innamorato più di dieci anni fa.- 

Le si strinse il cuore. Tutto quello era servito per rimetterli sulla stessa strada. Sorrise per l'ennesima volta liberandosi da quel magone immenso che per lunghi mesi l'aveva perseguitata.

-E tu hai scelto di seguire il cuore?- lo interrogò consapevole della risposta.

-Credo proprio di si,mille volte il cuore amore mio.- sui volti di entrambi,gli occhi erano di una luce forte e luccicante. Penetrarono uno nell'altro,assottigliando quel pannello invisibile che li aveva tenuti distante,fino a farlo scomparire del tutto. 

-Scusami,scusami per tutto amore mio. Scusami per tutto quello che hai dovuto sopportare,mi dispiace. E' tutta colpa mia se...- ma nello stesso istante lui l'afferrò di peso,tacendo le parole con un bacio famelico,capace di distruggere tutti i pensieri negativi e farli precipitare nuovamente nella voragine della passione. 

-Gaetano..- tentò di liberarsi ma invano. 

-Basta parlare Camilla..- non riuscì più a tenere a bada i suoi ormoni. 

La fece rotolare sul letto,fino a posizionarla sotto di lui,mentre le loro nudità si toccarono leggermente,provocando una sensazione da brivido,suscitando pensieri perversi che non sapevano solo di sesso,ma anche e soprattutto di repressione e contentezza nello stesso momento. 

-Aspetta..- lei provò ad allontanarlo. Sapeva che c'era un ultimo importante argomento su cui dovevano prendere una decisione.

-Cosa c'è ancora?- si arrestò sospeso su di lei,mentre il desiderio di ammutolirla si faceva sempre più forte.

-Erica...- con una sola parola,Camilla riuscì a levare anche quest'altra intuizione del commissario. Scosse il capo sorridendo in modo divertito prima di finire sulle sue labbra e condurla in extasy. 

Camilla percepì in quel gesto,che tutto il resto,veniva dopo di loro. Zittì lasciandosi travolgere da quel caldo irrefrenabile.
Un solo grido a contenere tutta quella passione che i loro corpi riuscirono a far emergere un mattino come tanti,alla luce della quale erano già le nove e mezzo,e Erica dall'altra parte del pianerottolo,non aveva ancora notizie di Gaetano.

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Capitolo 13
*** Il ruolo dell'amante. ***


Una folata di vento entrò dalla finestra,facendole sbattere insistentemente. 
Quel trambusto lo fece sobbalzare dal sonno. 
Ancora intontito cercò di capire cosa stava succedendo. 

Voltandosi dall'altro lato,si accorse che Camilla era sparita,lasciando all'angolo del letto solo la sua vestaglia di raso blu. Sbadigliò stiracchiando le braccia. 
Probabilmente si era riaddormentato dopo aver rifatto l'amore con lei,che ricordò di aver lasciato poi rilassarsi sul suo petto. 

Percepì una strana sensazione. Non avrebbe mai potuto immaginarsi di nuovo con lei quando decise di chiudere per sempre quel capitolo,almeno in apparenza. 
Tentò di fare qualsiasi cosa pur di rifarsi una vita,di lasciarsi alle spalle dodici lunghi anni. Ma evidentemente non era scritto nel suo destino. 
Non riusciva a dimenticarsi di lei,pur se si sforzava. Poteva persino andare in capo al mondo per non vederla,distruggere ogni ricordo di lei,cancellare la sua immagine,ma anche a distanza di anni,le loro strade si sarebbero incrociate. Perchè loro due erano proprio questo. Scappavano soltanto per riprendersi,si evitavano solo per rincorrersi,si odiavano solo per amarsi.

Non ci era riuscito neppure lui. Lui che aveva deciso di sostituirla con Erica. Non era stato fedele. Qualsiasi cosa pur di riavere Camilla,persino imporle il ruolo di amante. 
Ecco,ora i ruoli erano stati completamente invertiti. 
Quando qualche mese prima la incontrò sulle scale,si promise di non cadere più in tentazione. Sapeva che effetto aveva quella donna su di lui. 
La paura più grande non fu solo spiegare a Erica la situazione ma soprattutto come avrebbe potuto non innamorarsene più. Anche se effettivamente non aveva mai smesso.
Ora,sembra che tutti quei pensieri siano spariti. 

Entrambi decisero di ignorare le conseguenze di quella notte. Sembravano due ragazzini alle prese con la loro prima storia seria. 
Era consapevole che dopo quella notte sarebbero cambiate molte cose. Intanto c'era il discorso da affrontare con Erica,raccontarle tutta la verità dall'inizio.

La cosa che contava era sapere che Camilla non sarebbe più scappata,perchè era stata lei a volerlo. Era stata lei a rincorrere quel sentimento che aveva ignorato per mesi. E probabilmente se lei non fosse ritornata,se lei non avesse fatto di tutto per conquistarlo,lui non avrebbe sicuramente fatto neanche un passo per ritrovarla. 
Si sollevò dal letto e allungò una mano sul mucchio di vestiti che evidentemente Camilla aveva provveduto a portare in camera dopo essersi alzata. Infilò i suoi boxer e si incamminò verso la cucina.
L'odore del caffè dilatò le sue narici.
Avvertì la sua presenza e si accostò leggermente alla parete per spiarla. 
Quella era la sua camicia,che lei indossava divinamente. 
Anche se era di qualche misura più grande,riusciva a intravedere le sue gambe nude e affusolate. 
Era di una bellezza incantevole. 
Non avrebbe mai voluto interrompere quel momento. Qualcosa però lo ridestò facendolo avvicinare alla donna voltata di spalle,intenta a versare il caffè nelle due tazzine. La colse di sorpresa,avvolgendole il bacino con le braccia e lasciandole un bacio sul collo. 

-Buongiorno amore.- era il secondo in una sola giornata. 

Ma era come se stessero insieme da sempre,come se non si fossero mai lasciati. 
Erano state poche le volte in cui di mattina si ritrovavano insieme nella stessa casa a godersi ogni istante,ogni secondo. 
Di solito Gaetano era sempre di fretta,e volava in ufficio dopo averle preparato la colazione e lasciata in un vassoio sull'angolo del letto. 
Oppure,era Camilla a mettersi la sveglia un quarto d'ora prima per scappare a casa e non destare sospetti. Ora era tutto diverso. 
Loro due erano lì,insieme,nella stessa casa,nello stesso posto,a ignorare il tempo che passava e a disdire tutti i loro impegni. A vivere quella relazione come una coppia normale. 
Camilla sorrise impulsivamente,lasciandosi cullare dal suo respiro. Sistemò anche i biscotti nel piatto e quando fù pronta,si voltò verso di lui.

-Avevo dimenticato quanto ti piacesse dormire.- parlò sottovoce guardandolo negli occhi. 

Lui aveva un'aria serena. Non sembrava affatto teso o imbarazzato. La cosa che spaventò Camilla per un istante,quella notte,era il risveglio. Forse Gaetano se ne sarebbe pentito. Quello poteva essere stato soltanto un momnto di debolezza. Sarebbe corso immediatamente da Erica. E lei,l'avrebbe lasciata lì,da sola,avvolta nelle lenzuola. 
Invece Gaetano era a pochi centimetri da lei. Abbastanza lucido per scegliere la persona giusta. 
E a quanto pare,la sua scelta era Camilla.
Era sempre stata lei,anche nei momenti in cui avrebbe preferito farla sparire.

-Io invece mi ricordo tutto di te,anche quando infilavi la mia camicia alle sei del mattino.- puntò gli occhi sul suo busto per indicare la camicia. 

-Scusami,ma sai,nella confusione,è stata la prima cosa che ho trovato.- mormorò una risata. Si morse il labbro inferiore passandogli le braccia intorno al collo. Lo avvicinò lasciandogli un bacio sulle labbra.

-Ti sta benissimo.- sussurrò al suo orecchio,provocandole un ennesimo brivido.
Era stato il buongiorno più bello della loro vita. Ritrovarsi insieme alle prime ore del mattino a stringersi,a guardarsi negli occhi e a desiderarsi ogni secondo più del primo. Era una sensazione meravigliosa.

                                                                          

-Tommy! Svegliati! Lo sai vero che devi andare a scuola. Non farmelo ripetere ancora.- 

Aprì prepotentemente la finestra della camera del piccolo che stava dormendo tranquillamente,intrappolato nei suoi sogni.
Ma nonostante i continui richiami,Tommy era davvero troppo stanco per alzarsi. 

Come regalo per il suo compleanno,Eva aveva organizzato una sorpresa. 
Il giorno dopo partì da Los Angeles arrivando a Torino,dove l'attendeva Gaetano. 
Anche se il loro rapporto era precipitato e si sentivano esclusivamente per Tommy,avevano deciso di mantenere una tregua. Quei due erano diventati come estranei. Non conoscevano nulla della propria vita,o comunque,nessuno dei due,volutamente,si era interessato dell'altro. 
Quando qualcosa si è rotto,rimettere insieme i cocci,è davvero complicato. Soprattutto,se per strada,hai smarrito quel pezzo in grado di far combaciare tutti gli altri. E allora,il legame,si spezza. 

Forse negli ultimi tempi,Tommy si era aperto abbastanza con sua madre. Gaetano non le aveva mai detto di Camilla e della relazione che avevano avuto,ma per come era andata poi a finire tra loro,a rimetterci fu il bambino. 
Cominciò a sfogarsi con lei,dopo aver appreso che Camilla era stata magicamente sostituita dalla donna bionda. Era deluso,arrabbiato. Anche se,alla fine fu la stessa Eva a rassicurarlo,pur non sapendo come erano andati realmente i fatti.
Così Eva era venuta a conoscenza della storia tra i due,anche se,in qualche modo,se lo aspettava.
Lei l'aveva capito subito.
Ormai erano passati molti anni dalla fine del suo rapporto con l'ex marito,e della vita di Gaetano non voleva saperne più nulla,a patto che ciò non coinvolgesse anche suo figlio. 
D'altra parte Tommy aveva sempre parlato bene di Camilla,e anche se con fatica,alla fine aveva accettato che facesse parte della sua vita.
Quando sbarcò a Torino,Gaetano aveva provveduto a farle arrivare un taxi che la portasse fino a destinazione. Si erano salutati con un innocente bacio sulla guancia e silenziosamente,l'aveva guidata in camera del piccolo che non vedeva da qualche mese. 
Tommy non era a conoscenza di nulla,se non che quel giorno non sarebbe andato a scuola.

-Me lo stai viziando Gaetano. A che ora è andato a dormire? - Il modo in cui glielo chiese era talmente irritante,che era meglio starle lontano venti passi. 

-Beh,siccome ieri è stato il suo compleanno,farlo andare a dormire alle nove e mezzo,mi sembrava assurdo. Ma tranquilla,si è trattato di una mezz'ora.- 

-Lo sai,anche se non sei stato molto presente quando è nato,hai recuperato tantissimo. Non fa altro che parlarmi di quanto vi divertiate insieme,dei momenti belli che trascorrete,da soli o con lei,Camilla.- 

A quel nome,Gaetano si sentì travolgere. 
Già,Tommy raccontava di loro due come una sorta di favola tutta sua. Una di quelle dove quando arriva l'ostacolo,i due innamorati,sono costretti a separarsi. Ma anche e soprattutto una di quelle favole dove chi legge,spera di arrivare presto al lieto fine,che è sicuramente scontato. 
Così Tommy aveva inteso la loro 'separazione'. 

Un modo per ritornare insieme. 

-La cosa che ora lo spaventa,è quella di non poterne più trascorrere. Pensaci Gaetano,Tommy le vuole bene,come se fosse sua madre,anche se questo non mi toglie nulla. Tu invece la ami,Gaetano. Come non hai amato mai me,e nessun'altra donna. Camilla ti ha cambiato,ti ha aiutato a riprenderti qualcosa che stavi per perdere. Non sforzarti di amare qualcun'altra,neanche lei è stupida. Puoi sempre decidere di fare la scelta sbagliata,ma non puoi impedire che sia la vita a scegliere per te. E se ti chiedi come l'ho saputo non importa,ma si impara tantissimo dai bambini.- Gaetano rimase pietrificato di fronte alla figura della donna che lo esortava senza compromessi. 

Erano giorni che lui ci pensava,sicuramente non furono solo le parole della donna a fargli riaprire quel capitolo,ma fu solo un motivo in più per convincersi che non poteva stare senza di lei. 
Ogni volta che ripensava a Camilla come la donna che continuava ad amare,sentiva anche le botte moralmente ricevute dalla stessa,e questo lo faceva sprofondare. 
Ma si era reso conto di non voler ammettere che nonostante tutto,era la donna della sua vita. 

Eva,potè dare definitivamente conferma di quanto stava accadendo,era stata il punto alla sua risposta. 
Non erano stati solo i tentativi di Camilla a farlo prendere quella decisione,o il sentimento che nutriva per lei da una vita,ma prima di tutto la consapevolezza di avere persone intorno che lo incitavano a seguire il proprio destino. 

-Quando si è da soli,si fanno scelte che non vorremmo mai fare,o non si prendono mai quelle che vorremmo prendere. Bisogna che ci sia qualcuno,dall'altra parte,che ti incoraggi,che ti faccia capire dove stai sbagliando,perchè un minimo di consapevolezza c'è.Ma si è davvero troppo deboli,per seguire il cuore.-

Eva era stata proprio la sua carica giusta. Nessuno,prima di lei,in quei mesi ci era riuscito così tanto.

Per quanto sapeva di ricambiare il sentimento di Camilla,di essere constantemente condizionato da quello che aveva tentato di fare,ma se nessuno l'avesse tirato da lì dentro,non avrebbe potuto mai stare in pace con se stesso,e rendersi conto che non c'erano alternative. O Camilla,o nessuno.

Alla fine Gaetano non rispose,sentì soltanto qualcosa dentro di lui,una vocina. Forse la sua coscienza,che gli urlava continuamente di darsi una mossa,o sarebbe stato troppo tardi.
Eva,davanti all'espressione assente del suo ex marito,lentamente svegliò suo figlio.

-Lo so che è difficile. Io non so cosa è successo tra di voi,ma quello che senti per lei,non sparisce se continui a convincerti che ami un'altra. Ti porto Tommy entro stasera,spero di non trovarti. Lo lascio a lei.- 

In quella frase Gaetano aveva praticamente avuto informazioni su come muoversi in giornata. Quando Tommy fu sveglio,rimase sorpreso alla vista di sua madre. Le si buttò tra le braccia cominciando a saltellare sul letto.
Dopo i rispettivi saluti tra madre e figlio,Tommy andò a prepararsi,lasciandoli ancora qualche minuto a confrontarsi.

-Gaetano,qualche anno fa,mi spaventava l'idea di vedere che tu potessi avere una relazione seria,sempre perchè le altre erano state di passaggio,e sinceramente,il pensiero che mio figlio,potesse voler bene a Camilla,mi portava a credere che si sarebbe affezzionato a tal punto di dimenticarsi di me. Ma lo so,lo vedo,quando è con me,io sono sua madre.Lei però è la donna che Tommy vorrebbe vedere al tuo fianco,perchè sa che tu sei felice.Metti tra parentesi tutto,le tue paure,le tue delusioni,e vorri il rischio di essere felice.- lo lasciò assorto in chissà quale pensiero,trascinando il piccolo bagaglio di Tommy in cucina.

Quando fu da solo,si mise comodo sul divano,anche se con i nervi tesissimi. Doveva fare qualcosa. Per un istante pensò a tutti quei momenti vissuti negli anni precedenti,e a come erano giunti poi a quel punto. E fu proprio tra le indagini che trovò la risposta.


-Tommy! Guarda che chiamo papà!- 

Erica rimase un attimo a soffermarsi su quanto aveva detto. 

Già,lei era tornata a casa verso le nove,dopo una lunghissima giornata di lavoro,e non aveva trovato nessuno in casa. 
Neanche un messaggio in segreteria o una chiamata persa sul cellulare. 
Sapeva che in quei giorni stava risolvendo un caso abbastanza complicato,ma solitamente non ci passava ore in commissariato senza neppure avvertirla del ritardo.

Quando sentì il campanello suonare,tirò un sospiro e ancora con il suo cappotto scattò ad aprire. Tutte le sue speranze finirono bruciate. Filmò la donna dalla testa ai piedi,e poi dai piedi alla testa. Accanto a lei,c'era Tommy,di cui sicuramente non si era preoccupata. Un pò di pace con Gaetano le avrebbe fatto comodo.

-Ciao,tu devi essere Erica.- sorrise soddisfatta Eva,vedendo l'espressione delusa della donna che si aspettava di vedere Gaetano. Le porse la mano ma la donna di fronte a lei era praticamente immobile.

-Si,sono io.- rispose in tono infastidito.

-Sono la mamma di Tommy,oggi siamo stati insieme ma l'ho riportato qui perchè devo partire subito.- Aspettò prima di aggiungere altro,ma il silenzio era devastante.

-Gaetano non c'è?- le chiese dando un occhiata in casa. Una parte di lei sapeva già la risposta,ma voleva sentirglielo pronunciare.

-Ancora non è tornato,perchè? Devi dirgli qualcosa?- 

-No,no,volevo solo saperlo.- rispose Eva,abbozzando un sorriso senza farsi troppo notare. 

Gaetano aveva seguito il suo consiglio. Non voleva trovarlo al rientro di Tommy,e così era stato. La ringraziò lasciando il piccolo dopo avergli dato un bacio,e attese che la donna chiudesse la porta.

Si voltò verso l'appartamento di Camilla e d'impulso,sorrise. Era sicura di aver contribuito a sistemare le cose,anche perchè,per quanto i loro rapporti non erano meravigliosi,la felicità di suo figlio veniva prima di tutto. E la felicità di Tommy,era proprio Camilla e Gaetano insieme.

-Bravo Gaetano,cominciamo a ragionare.- disse tra sè e sè,spostando lo sguardo in direzione delle scale e raggiungedole subito dopo. 
                                                                                
-Se sapessi almeno dove è finito! Maledizione,ma perchè non è tornato?- le sue gote divennero rosse,cercò di raccogliere il più disordine possibile,ma fece scaraventare tutto sul pavimento. Il che,fece sobbalzare Tommy dal letto,frustato dal fracasso e dalla voce agitata della donna.

-Erica,ho capito. Mi alzo,mi alzo.- volò dal letto in due secondi,e senza neppure chiedere perchè era diventata rossa,si diresse in bagno,lasciando lei china a raccogliere le cose,con lo sguardo diretto però in direzione del piccolo.

Stufa,lasciò le cose lì,e andò alla ricerca del suo cellulare.

                                   


Il tavolo imbandito per colazione. Caffè,biscotti,succo di arancia. 
Tutto quello che può creare la giusta atmosfera di casa. 
Anche la colazione rappresenta uno dei momenti più belli per una coppia. 
Seduti uno di fronte all'altro.
Le bocche che masticavano,ma i sorrisi a fare da cornice a tutto.

Camilla,aveva ancora un ora di tempo per prepararsi.Sarebbe entrata alla terza ora,ma tanto,la sua amica Anna l'avrebbe sicuramente coperta in caso di ritardo.
Gaetano invece era nei casini,o meglio non ancora,ma sapeva di finirci presto.
Torre lo stava sicuramente cercando,per non parlare di Erica. E pensare che se fosse uscito di lì,avrebbe potuto incontrarla,e come se ne fosse uscito,non lo sapeva neanche lui. Una buona scusa per restare con lei almeno fin quando Erica non sarebbe uscita per recarsi al lavoro.

Ancora sorridenti e con gli occhu lucidi,ricordando quella notte magica,furono distratti da un suono a cui sembravano non essere più abituati.
Gaetano lasciò il cornetto sul tavolo e afferrò il cellulare. Sul display comparve il nome Erica,e in un attimo,l'ansia si impossessò della sua voce.

-E' lei,che faccio?- guardò Camilla in segno di aiuto,ma lei,era sicuramente più confusa di lui. 

-Ti avevo detto di lasciarlo spento.- 

-Non sei di aiuto Cami.- quel tono di voce la fece sciogliere,soprattutto sull'ultima parola. 

Non l'aveva mai chiamata Cami,eppure le piaceva. Si setiva protetta,in un certo senso. Era felice,anche se dopo quella chiamata,potevano compromettersi le cose.

-Ti chiederà sicuramente perchè non sei tornato a dormire.- addentò un morso.
La situazione era delicata ma lei non aveva assolutamente intenzione di rinunciare ai suoi di momenti.

-Appunto,che cosa le dico? Che dormivo nell'appartamento di fronte a lei?- batteva le dita sullo schermo del cellulare in cerca di un aiuto,che non arrivava di certo dall'altra parte.

-Dormire non proprio.- quella punta di sarcasmo,non fece che peggiorare lo stato di Gaetano.

-Amore mi metti proprio coraggio. Se tu potessi provarci,messo insieme al tuo intuito investigativo,guarda,saresti un genio.- si tirò indietro con la sedia,si alzò agitato e cominciò a camminare avanti e indietro,aspettando che il suo cellulare smettesse di squillare.

-Perchè? Non lo sono?- e lei continuava a scherzare. 

Si voltò verso di lei,con i muscoli a dir poco tesi,si portò le mani alla testa e chiuse gli occhi.

-Cami,per favore,ho solo bisogno di uscire da questa situazione.- A quel punto,si vide Camilla arrivare con aria seria. 

-Gaetano,non dovresti neanche chiedermelo. Ti sei messo tu in questo casino,non ti ho chiesto io di venire. E' tua responsabilità uscire di qui e affrontarla,io non posso farci niente. Non voglio essere io a mettermi in mezzo e dirle che siamo amanti,anche perchè solo a pronunciarlo,mi viene la nausea. Dovresti essere consapevole di quello che hai fatto,e soprattutto..- le parole si fermarono alla gola.

-E soprattutto?- 

-Soprattutto se vuoi davvero stare con me,non dovresti neanche farti tutti questi problemi,e tenere nascosta la nostra relazione.- cacciò fuori in maniera determinata.

-Mi stai chiedendo di rispondere e dire che sono qui con te? Che stanotte invece che tornare a casa,siamo stati a letto insieme?- Camilla lo guardò anche irritata,se possibile.

-A letto insieme? E così che definisci quello che è successo? Che paura c'è Gaetano? Hai paura di perderla,o di dover essere tu per una volta a chiudere qualcosa? Sei vuoi davvero essere felice come lo eravamo prima,bisogna che tu prenda una decisione.-

Quella notte per lei era stata il vero inizio della sua vita nuovo,non era stata una notte,come tutte le altre.

-Ma non è facile Camilla. Come posso agire subito? Non me la sento di dirglielo ora.- sospira,tormentando i capelli e portandosi leggermente la testa all'indietro,sperando in qualche soluzione.

-Erica dovrà saperlo prima o poi,lascia che non vuoi dirglielo ora,ma devi trovarti una buona scusa per stanotte,lo sai?-

Incrociò di nuovo il suo sguardo. Il tono di voce di Camilla era diventato più pacato,e se possibile,anche piuttosto comprensibile.

-Cami..- annullò le ditanze afferrandola per un braccio. -Voglio solo che tu sappia che voglio stare con te,e che ti amo.-

Camilla sorrise,anche se era abbastanza scettica su come sarebbero andate da quel momenti in poi le cose.

-Lo so,è quello che voglio anche io. Aspetta che vada a lavoro,poi vai anche tu e ci pensi fino a stasera. Però,lo sai che deve essere una scusa plausibile,e quando ti senti pronto,le dirai la verità.- Gli poggiò una mano sulla guancia bollente,cercando di rassicurarlo.

-E qualsiasi cosa,prenditi tutto il tempo,anche a costo che io e te dobbiamo vederci clandestinamente o sentirci solo tramite cellulare. In fondo,per quello che ti ho fatto passare,un po me lo merito no? Ti aspetterei anche tutta la vita,ma,a condizione che tu non ci metta troppo,l'idea di te con lei..- solo il pensiero le fece venire un brivido,abbassò lo sguardo,stringendo i pugni.

Gaetano,intuì subito il problema. Le sollevò il viso e incastrò gli occhi con i suoi.

-Guardami,non devi temerlo neppure. Tu sei l'unica donna con la quale voglio passare le notti a fare l'amore. Si tratta di capire come uscirne il più rispettosamente possibile,senza essere troppo pungente. Tu lo capisci questo,vero?-

Si limitò ad annuire,poi lo strinse forte in un abbraccio,sentendo tutto il calore possibile che l'attraversava. 

-Ora...- lentamente l'afferro per le spalle e ritornò a guardarla -Vado a farmi una doccia,poi vado in commissariato che sicuro Torre mi sta dando per disperso. Non so quando ci vediamo,Erica oggi ha il turno fino alle quattro.- le sorrise,sfiorandole la guancia con la punta del pollice.

-Va bene,io sono qui che ti aspetto.-

Era una promessa. Anche se il desiderio di averlo tutto per sè,era talmente forte che avrebbe potuto pensarci lei a Erica e dirle tutto.
Ma non spettava a lei,e soprattutto non aveva nulla da ribadire,in quanto,dopo cinque mesi di silenzio,non poteva pretendere che andasse tutto come entrambi volevano. Non era sicuramente dalla parte di chi agisce in buona fede,visto che non aveva proprio fatto passare dei bei momenti a Gaetano nell'ultimo periodo.
 


-Allora...Ci sentiamo?- 
-Non vedo l'ora che tutto questo sia finito,voglio stare con te tutti i giorni.- 

Gaetano aveva fatto una doccia trattenendosi il più tempo possibile. 
Nel frattempo Camilla,aveva sistemato in cucina e si era anche dedicata a fare il letto. 
Poi,anche lei,si era preparata. 
Dalla finestra che dava sul cortile scorse la fugura di Erica che teneva lo zaino di Tommy sulla spalla destra. Uscito dal bagno,le si avvicinò lasciandole un bacio sul collo.

-Sta andando via.- disse Camilla afferando la mano di Gaetano e portandosela sul ventre. 

Il suo tono,faceva supporre che da una parte era profondamente dispiaciuta. Quel momento,se avesse potuto,l'avrebbe fatto durare tutta la vita. In cuor suo desiderava tanto che Erica avesse avuto un contrattempo e sarebbe rimasta barricata in casa. 
E si,desiderò anche,con tutte le sue forze,che potesse vederli,così magari si evitavano le mille balle e poi,la spiegazione.

-Vorrei poter restare ancora un po,ma devo andare.- Rimase ancora con le dita incrociate alle sue,poi si voltò scontrandosi con quell'azzurro cielo che la guardavano in modo incantevole.

-Lo so.- sorrise maliconicamente. 

Erano entrambi consapevoli di doversi separare,ma sapevano anche di non riuscire a staccarsi. Non riuscivano a stare l'uno senza l'altro. Era come se tra di loro ci fosse un qualcosa di invisibile che li teneva legati,e che qualsiasi movimento sarebbe risultato invano.
Una forza li stringeva ancora di più,fino a rompergli le ossa. 
Si abbracciarono ancora una volta,ispirando l'uno il profumo dell'altro. 
Si dissero qualcosa di travolgente in quel gesto,un linguaggio tutto loro.

Poi,ripresa conoscenza,si staccarono dirigendosi verso la porta di ingresso. 


-Anche io non vedo l'ora. Ti amo.- gli disse poggiando la testa allo stipite della porta. Lui l'afferrò per il bacino e le tolse quel sorrisetto a suon di baci. Prima di andare via,le sfiorò la guancia,e la guardò negli occhi.
Ora lo sapeva. Senza di lei,sarebbe finito tutto. Anche lui.
 


-Non lo so. E' sparito ieri sera. Non è tornato a dormire. No,non credo sia in commissariato. Non ci passa mai la notte e poi,mi avverte quando succede.-

Il suo tono di voce non era affatto calmo. 
Aveva come il presentimento che dietro tutto,c'era qualcosa. Gaetano non gliela stava facendo giusta. Avrebbe indagato fino in fondo per scoprirlo.

-Certo.Lo sai come la penso. Ho le mie fonti,stai tranquillo. Non mi lascio di certo prendere in giro.-

Staccò la chiamata e socchiuse gli occhi in segno di rabbia.

'Non funziona con me commissario Berardi'- girò i tacchi ed entrò nell'edificio.

 


Grazie per essere arrivate fin qui.
Questo più o meno è stato un capitolo di passaggio,ma mi permette di andare avanti con la storia.
Alcune cose tra Camilla e Gaetano,ancora non sono chiare. Ci sono tnte spiegazioni che devono darsi,ma credo che un po di pace,la meritano,e non solo in questo capitolo.
Non ho intenzione di rovinare tutto proprio ora che sono felici,visto che vi ho fatto già aspettare abbastanza nei precedenti.Ma quello che ho in mente,non so se vi possa piacere,spero solo sia attendibile.
Comunque,la questione che sia entrata Eva,non è a caso. Anzi,c'è un motivo per il quale l'ho inserita,ma non vi dico nulla.
Spero vi sia piaciuto,e che soprattutto non sia risultato noioso,sempre la mia più grande paura. 
Se vi va,fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione.

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