Io..Te, o NOI?

di QUEEN S OBLADIOBLADA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo rivale ***
Capitolo 2: *** Ora siamo pari... ***
Capitolo 3: *** Un incontro forzato ***
Capitolo 4: *** Sei nato perchè io ti odiassi ***
Capitolo 5: *** Aspettami prima di fare un salto e due piroette tra i vagoni ***
Capitolo 6: *** Ciao Bello! ***
Capitolo 7: *** Devi dirmi qualcosa? ***
Capitolo 8: *** Anche se non ci conosciamo bene... ***



Capitolo 1
*** Un nuovo rivale ***


"Mmm, te l'ho detto, potremo anche metterci insieme, ma non vedo a cosa mi gioverebbe, sei solo molto simpatico, carino si, niente di che.....ma non sei ricco, sei troppo grande e poi.....questi capelli troppo lunghi, no John no!"

Esordì una ragazza molto minuta e graziosa, stufa delle solite avance di un ragazzo, John per l'appunto, che mai si era dato per vinto, erano anni ormai che si diceva follemente innamorato di lei, Nagisa, che lo aveva rifiutato per questi motivi, forse troppo superficiali.

"Ma usciamo solo una volta unaaa e ti renderai conto che siamo fatti per stare insieme Nagisa!"

Intanto un altro ragazzo si godeva la scena. Alto, molto esile, sui 18 anni, acconciatura alla Beatles, occhi color ambra molto grandi tendenti verso il basso, che gli conferivano un'espressione molto dolce. George si avvicinó con un ghigno malefico, quasi come fosse felice che a Nagisa non importasse nulla di quel tizio.....John, ragazzo che odiava tanto, perché rivale in amore. Lui a differenza di quel John non andava dicendo in giro che l'amava follemente, per lui era solo una cotta stupida, ma non per questo non usava tutte le sue forse per raggiungere l' obbiettivo.
Una volta vicino ai due, iniziò a parlare con la ragazza, come se il suo rivale non esistesse:


" Hey ciao! Allora verrai domani sera?"

"Certo George, non me lo perderei per nulla al mondo!"

E John era li....in mezzo a quei due che parlavano come se lui non esistesse, come poteva anche solo sopportare quel cretino, che aveva chiesto a Nagisa di uscire, dove diamine si sarebbero visti...e perché accettare un invito da quello, perché, cos'ha in piú di lui?? Sono ormai tre anni, tre che ci va dietro, che non pensa ad altri che a lei, questo qua arriva dal nulla, si trasferisce nella sua scuola, il liceo artistico, per di piú nella sua stessa classe, e giá ha ottenuto risultati migliori dei suoi?
Non ci vedeva piú dalla gelosia, cosí si avvicinó a George pronto per sferrargli un pugno, era ormai a pochi centimetri dalla sua faccia quando quel cretino che fa?? Gli sorride, come un deficente, che fa finta di essere uno dolce educato ed ingenuo ragazzo.
George se la stava spassando, sapeva che non gli avrebbe mai menato, e gli sfoderó un sorrisetto leggermente strafottente. Quel ragazzo faceva il tosto, ma era una ricottina spappolata.
Aveva le sopracciglia aggrottate e tutto d'un tratto si contrassero in un espressione stupefatta e sbarrò i suoi grandi occhi allungati verde smeraldo, appena vide il suo sorrisetto. Quel John aveva davvero degli occhi particolari, ed un naso alla greca che credeva poter ritrovare solo nelle statue antiche elleniche e romane, ma rimaneva comunque un ragazzo molto antipatico...Lo aveva spiazzato:


"Muahahahah abbozza cretino, non sono un burino come te!" Pensó soddisfatto George.

"Oh, ma ci sei anche tu......ehm....Gismondo?"

Inizió George, in vena di cazzeggio, sapeva benissimo il suo nome ovvio, ma gli dava un certo ribrezzo pronunciarlo.

" Mi chiamo John"

Rispose seccamente l'altro
"Oh, e stavi parlando con Nagisa di cosa? Lo sai che non ti si fila no? Perché devi soffrire in questo modo Goffredo!"

"Stai zitto Gigino Giorgetto! Quello che faccio con Nagisa a te non deve interessare, io la corteggio quanto mi pare, tu ci stai provando e basta!"

"Io? Io sono solo un suo amico, e poi non ti dannare Goffry, il mondo é pieno di ragazze e...."

Disse George con un pizzico di malizia.

"E.....e... cosa, brutto ragazzino viziato?"

"A bello, se non ti bastano tutte le ragazze di questo mondo, ci sono anche molti ragazzi ahahahahah"

Stava davvero esagerando, stava superando ogni limite della sopportazione umana, lo sapeva, ma Dio, vedere quell'espressione sulla faccia del rivale era FAN-TA-STI-CO! E poi era anche riuscito a far ridere la ragazza.

"John, non rispondergli... Calmo, calmo. Mi ha fatto fare una figuraccia davanti al mio amore, e per di piú mi ha dato della checca! Come diamine si permette questo....questo io.....io cazzo, meglio che vada o finisce male per sto mingherlino!"

Pensó John, e con uno sguardo arrabbiatissimo che diceva- NON TI TOCCO PERCHÉ SEI COSÍ STUPIDO CHE POTRESTI CONTAGIARMI, MA TE LO GIURO, LA TUA VITA NON SARÁ FACILE- andó via, e per un attimo, molto piccolo, George pensó che forse aveva un po' esagerato...poco poco.

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Capitolo 2
*** Ora siamo pari... ***


 
George era elettrizzato, il bassista di un gruppo si era ammalato e non avrebbe potuto esibirsi, cosí chiamarono lui. E diciamoci la veritá questo concerto stava dando i suoi frutti....aveva convinto Nagisa ad andare a vederlo, non era un po' come un appuntamento?
Eccola, era venuta all' "appuntamento" i suoi occhi di ghiaccio e leggermente all'insù erano contornati, non poco pesantemente, da una matita nera, le sue labbra tendenti verso il basso le aveva accese come un semaforo rosso, con un rossetto....quasi fluorescente, ma era una figa lo stesso, o cosí pensava il bassista in quel momento, aveva persino fatto la piastra....forse, forse ci teneva a questa uscita? Forse aveva centrato nel segno e lei sarebbe caduta ai suoi piedi? E John, beh, John avrebbe proprio rosicato, ma magari avrebbe trovato le palle di prendersi un abbaglio per qualche altra ragazza, e non fissarsi sulla SUA Nagisa...quell'antipaticone! Ma perché rovinare quel bel momento pensando a un cretino? Salirono sul palco e fecero davvero un bello spettacolo, fecero cover dei Led Zeppelin, dei Queen, ma soprattutto, la band era di stampo Beatlesiano, quindi molte cover dei fab four. Nagisa pareva divertirsi e George non faceva altro che muoversi sensuale col suo basso e ammiccare alla ragazza. Finito il tutto, uscirono un po' insieme con gli altri membri del gruppo e George era al settimo cielo, stettero fuori fino a tardi in un locale vicino al luogo del concerto.
Risultato del suo fare le ore piccole...in classe stava dormendo, ma nessuno sembrava accorgersene, o meglio, a nessuno importava poi così tanto, nemmeno al prof. di progettazione, solo John sembrava dare importanza alla situazione, perfetta per potergli fare qualche dispetto...cosí....mentre dormiva.
Doveva vendicarsi per come lo aveva trattato qualche giorno fa, e si, era anche geloso, era uscito con la ragazza di cui era innamorato da ben tre anni...uno scherzetto innocente lo avrebbe fatto sentire meglio. Prese il suo pennarello indelebile e si avvicinò al ragazzo ignaro di tutto, doveva ammettere che aveva proprio un aria angelica mentre dormiva, sembrava quasi un bravo ragazzo, ma John era convinto che fosse solo apparenza, dietro a quell'aria pucciosa, conferitagli dai suoi occhi giganti e all'ingiù come un pesce lesso, e dal suo fare perfettino, si nascondeva sicuramente un arrivista ed un falso.
Iniziò a fare della sua faccia, una statua maya, e George continuava a dormire, senza accorgersi di nulla. Da come reagiva la pelle al contatto col pennarello, sembrava che avesse delle guanciotte davvero morbide, come se fossero dei grossi e dolci marshmellow...John, é il tuo nemico questo non il tuo dolcetto! Appena finí l'opera corse al suo posto e per una fortunata coincidenza suonò la campanella che fece svegliare George,
tutti si erano già preparati, correvano verso il cancello, la libertà, e tutti sembravano ridere di lui, addirittura qualcuno ne era inorridito...che aveva in faccia?? Ridevano per lui? Forse si era vestito un po' stile anni settanta eh...no ma che pensava, in quella scuola molti andavano vestiti così...e allora?
John si affrettò ad uscire, e con passo veloce fece qualche metro e si sedette su la panchina situata davanti un altro istituto superiore, istituto tecnico frequentato da Nagisa.
Seguito da John, c'era George, che di certo non avrebbe permesso, dopo una bella serata come quella che era stata ieri, che John avesse fatto la solita sdolcinata e appiccicosa conversazione con Nagisa, perché mai non si rassegnava?
Appena la ragazza uscí dal cancello, notó subito George e scoppiò in una risata isterica....perché, perché anche lei rideva...

"Hey George, che cosa ti é successo in faccia? Ahahahahahahah, sei stato tu John?"
"Cosa...cos'ho in faccia eh?Che mi hai fatto John!" Urló preoccupato George
"Io nulla piccoletto, nulla!"
George aprí la fotocamera interna del suo cellulare vide la sua faccia...come diamine aveva potuto fargli questo?Era solo uno stupido invidioso, che si sentiva forte prendendosela con i piú deboli.
"Non chiamarmi piccoletto cretino!Cosa ti ha dato il diritto di farmi questo eh? Sei invidioso per caso?Non prendertela con me per i tuoi fallimenti da uomo!"
Urló George risentito.
"Ma di quali fallimenti parli scemo? Avevo solo voglia di divertirmi tutto qua, potevi non dormire in classe no?" Ribbatté John.
L'altro ragazzo si sentiva a pezzi, subire uno scherzo del genere da un cretino del genere poi, Dio che umiliazione, non doveva neanche provare a piangere, no, non doveva dare questa soddisfazione a quel deficente del suo rivale. Cosí penso bene di avvicinarsi a Nagisa, darle due baci sulle guance e scappare, letteralmente scappare, tornare a casa, sperare di essere da solo per non dover dare nessun tipo di spiegazione su quello che aveva in faccia.
E John era li da solo, perché ormai anche la ragazza era andata in fermata, che ghignava soddisfatto, di che poi? "Ora siamo pari" credeva, ma era effettivamente così? Era soddisfatto a pieno, oppure una parte di se era restata amareggiata dal suo stesso comportamento?

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Capitolo 3
*** Un incontro forzato ***


 
Era la solita giornata di lavoro per John, dopo scuola era andato alla stazione della sua cittá, lavorava li. Aveva ottenuto un contratto di un anno per quel lavoro, di certo non era la sua piú grande aspirazione, ma per ora andava bene, anche perché non trovava altro.
" Hey John! Lo sai che abbiamo un nuovo arrivato oggi!?" Disse Ringo, l'autista del treno
" Mmm uno nuovo! Non mi dire che dovró stargli dietro e gui... "
John non riuscí nemmeno a finire la frase quando si ritrovó di fronte l'unica persona al mondo che mai e poi mai avrebbe voluto vedere anche fuori l'orario di scuola.
"Salve! Sono quello nuovo e..." Esordí George, che si fermó non appena vide quel ragazzo:piú alto di lui, magro con abbigliamento tipico di fine anni 60, proprio come lui, capelli lunghi biondi scuro, con migliaia e migliaia di ricci ribelli, occhi verdi allungati, zigomi e mascella molto virili, naso alla greca e labbra rosee e carnose.
Trattenne un urlo di terrore...che scherzi erano questi? Da quando quel cretino faceva il controllore? E da quando era così sfortunato?

" Tu! " dissero i due giovani all'unisono, guardandosi diritto negli occhi, quasi facessero a gara a chi abbassava per primo lo sguardo di sfida.
"Oh bene vi conoscete?" Chiese Ringo, del tutto inconsapevole dell'astio tra i due
"John Winston Harnon sai cosa fare, aiuta il tuo nuovo collega, non che conoscente, ad ambientarsi!" Riprese tutto euforico Ringo.
John si avvicinó al suo nuovo, per nulla gradito collega e gli parló a denti stretti
"Sappi che odio con tutto me stesso questa situazione pivello, quindi seguimi e fai quello che faccio io nulla di piú nulla di meno, non ci vuole la scienza!"
Ma George per canto suo si era girato dall'altra parte, lo ignorava si, credeva fosse l'unico modo per collaborare senza scannarsi e farsi licenziare ad entrambi.
"Hey George McLerrison? Dico a te!Devi essere garbato ok, non fare il cretino come al solito, chiedi a loro di farti vedere i biglietti, tono deciso e non altezzoso...per quanto possa esserti possibile..."
John andó a fare il suo lavoro in altre cabine piú avanti.
George si avvicinó a un gruppetto di quattro ragazze per chiedere di controllare i biglietti....ma inizió ad avere una conversazione con loro, e tutto stava facendo tranne il suo dovere, quando John di ritorno dalle altre cabine lo vide, si alteró presto
"Il biglietto...non ci devi provare, dove é finito tutto il tuo amore per Nagisa?" Tasto dolente...
"Ma io non la amo mica!Scusatelo...é un ragazzo tutto fumo e niente arrosto, sembra carino ed educato, ma è un antipatico burino...i biglietti prego!"disse George non guardando l'altro nemmeno per mezzo secondo.
"Che vuol dire che non la ami eh?" Disse il riccio spiazzato mentre i due si dirigevano nella cabina riservata ai controllori. George si siede con un po' di stizza davanti al collega.
"Vuol dire che a differenza di te che vai dicendo a tutti che la ami, convinto anche te di questo, io sono sincero con me e con il mondo...come faccio ad amarla?A 18 anni non si puó amare qualcuno...e poi non è nemmeno un innamoramento ne una stupida cotta! Mi piace ed è simpatica!"
"Sei una persona molto superficiale carino!" Carino tsk John, esistono molti altri insulti...
"Quindi per una stupida cotta o quello che è te ci provi? Io la amo davvero, ma te che ne vuoi sapere ragazzino pivello!" Continuó John
" Ho solo un anno in meno scemo!Io mi metto in gioco, sono sicura di piacerle! Per me tu..." Continuó il minore, ma si bloccó non appena vide una giovane coppia amoreggiare, appoggiata sulle porte del treno. George scattó in piedi, lasciando il povero Harnon senza una risposta completa.
"Ragazzi hm hm hm! Guardate qui!" Disse il minore con la capigliatura alla Beatles indicando severo un cartello che invitava le persone a non appoggiarsi alle porte, per evitare spiacevoli aperture improvvise di esse. 
"Va bene va bene, scusi ora ce ne andiamo!" Rispose il ragazzo.
"Hey pivello ma che fai?" Riprese John, che non fece nulla per trattenere le risate denigratorie su di lui
"Il mio lavoro é anche quello di far rispettare le regole! Lo vedi anche tu il cartello o ti ci devo sbattere la faccia?"
"Hey...vacci piano con le parole pivello!"
"Sennó?" Lo incalzò George.
"Sennò mi vedrò costretto ad ucciderti a sangue freddo!"Continuó il maggiore
"Che paura scemo!"
"Sei tu quello che fa paura pivello!Nemmeno il prof di fisica é così fiscale...quanti anni hai novanta?"
"Io a differenza di te faccio rispettare le regole...ma non pretendo nulla sai! Come faresti a far rispettare le regole se nemmeno tu le hai?" Concluse McLerrison e se ne andó in un altra cabina per evitare una rissa.
"Perché proprio lui, anche a lavoro!"
Pensiero che accomunava i due giovani
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Ciao a tutti...lo so che non scrivo benissimo, ma l'idea mi piaceva, é nato tutto da una gita a Roma che ho fatto con la scuola. Volevo fare un nuovo fumetto cosí mi guardavo intorno per trovare ispirazione, ho visto due controllori che stavano giocando con un cellulare e mi si è accesa la lampadina. Prima di iniziare a disegnare in genere scrivo un copione, e ho pensato, se viene una cosa decente perché non provare a pubblicarla? Si ci sono dei riferimenti ai Beatles ahahahah uno si chiama John Winston Harnon (harnon= harrison+Lennon) e l'altro George McLerrison (McLerrison= McCartney+Lennon+Harrison) e l'autista si chiama Ringo ahahah (io shippo la McLennon) se vi interessa lasciate una recensioncina, accetto critiche costruttive, ma non mi uccidete! Ringrazio coloro che hanno messo la storia tra le seguite!

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Capitolo 4
*** Sei nato perchè io ti odiassi ***


 
"Ma lo vedete si o no quel cartello eh? Non - vi - dovete - appoggiare - SULLA - PORTA! É pericolosissimo... E se si apre eh?!"
Un gruppo di ragazzine guardó sconcertato George
"Ragazze...quando vedete questo individuo...limitatevi a fargli controllare il biglietto, ma per il resto non ascoltatelo eh, poverino, é completamente.."
Si intromise John che fu interrotto da uno spintone del minore, nonostante fosse alto, comunque il biondo lo superava di qualche centimetro ed era molto piú gracile, ma la sua spinta aveva fatto effetto e John indietreggió di qualche passo, nel suo volto nessun'espressione stupita, solo quel solito sorrisetto strafottente e narcisista. In genere George non ricorreva alla violenza, ma quando qualcuno ci si metteva per farlo andare fuori di se...
"Si puó sapere che non va in te eh???!Ora capisco quando c'é LEI...ma dammi tregua Cristo!" Urló George, mentre il gruppetto di ragazze decise che fosse meglio non assistere a litigi tra colleghi.
"Ragazze se si apre la porta morite!" Gli rifaceva il verso il maggiore.
"Davvero? E se ti cade un asteroide in testa anche!" Riprese John ridendo della sua stessa battuta
"Hey scemo guarda...per te l'ho stampato io?" Chiese George indicando un'avvertenza sul foglio.
"Sei troppo fiscale pivello, rilassati, non fare piú appunti del genere, mi dai ai nervi. Perfettino del cazzo!"
"Io non sto alle tue regole" urló con gli occhi sbarrati il minore
"E io non ti sopporto proprio!" Rimbatté John, avvicinandosi sempre di più al suo collega fino a dargli una forte spinta che lo mandó a sbattere con la schiena proprio sulla porta tanto temuta.
"Che fai? No...no non ti avvicinare no!" Supplicò George mentre l'altro si avvicinava intrappolando il corpo del minore sulle ante, con il suo.
"E se si apre?" Disse John con un sorrisetto maligno
"Hey levati levatiiiiii, mi stai facendo paura!"
"Sei nato per farti odiare da me sai!? Lo ammetto, mi piacerebbe molto ucciderti!" Sussurró il biondo nel suo orecchio, provocandogli del solletico ed un colorito rossiccio
"A me piacerebbe che ti togliessi da addosso a me, che te ne andassi dal treno e che scomparissi dalla faccia dell'universo e oltre!"
"Mm per ora accontento solo il tuo primo desiderio!" Disse il maggiore allontanandosi
"Sei solo un frustrato Harnon!chi sono io, il tuo capro espiatorio?"
"Ooo non sei morto schiacciato tra le rotaie?"
"Non prendertela con me se con Nagisa non ti va bene!" Disse George mentre il collega si avviava a passo svelto verso il vagone riservato ai controllori.
"Dimmi, ce l'hai con me perché ti sono antipatico o perché io con lei ci sono riuscito"
Nessuna risposta arrivava alle orecchie di George che continuava a seguire il ragzzo
"Ma dimmi, in tutti questi anni ci sei mai riuscito ad uscire con lei eh?" Riprese il minore afferrando il polso di John
"Non gliel'ho mai chiesto esplicitamente" rispose secco il riccio liberandosi dalla presa
"Ah é così? Non glielo hai chiesto..mhhh e tu l'ami eh?!Per me tu non glielo chiedi perché sei un codardo, hai paura che la sua risposta sia..."
"Scommettiamo eh? Io riusciró ad uscire con lei McLerrison e tu starai zitto zitto, come i morti pivello, zitto come i morti!!"
"Quando vinceró la scommessa...dovrai farmi tuutte le tavole di geometrico e architettura capito, tutte!" Esordí George
"Quando IO vinceró mi aiuterai a rimbiancare casa e farai i tre quarti del lavoro ci stai?"
"Scommessa accettata" disse il pivello stringendo la mano al collega.
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"Permesso" Il minore si trovava sul davanzale della casa del suo rivale, che tra l'altro era molto vicina alla stazione dove lavoravano
"O ciao...tu devi essere George? Piacere, Eleanor! Sono la sorellina di John!"
"Piacere di conoscerti Eleanor!"
John stava scendendo di fretta le scale fissando George con un espressione di vittoria stampata sul volto.
"Ciao pivello" disse lasciandogli un pugno poco leggero sulla spalla.
"Io vado a mettermi dei vestiti che posso sporcare con la vernice. Intanto fermo qui e non fiatare!" Continuó il biondo
"Joooooohn! Che modi sono questi? Entra George!" Disse Eleanor invitando l'ospite ad entrare. 
Il minore aveva chiacchierato un po' con la sorellina del collega, aveva 15 anni e frequentava una scuola del cinema, a differenza di John era molto carina, simpatica e affabile.
"Tua sorella é molto carina!" Disse George per smorzare quel silenzio odioso tra i due nato non appena ebbero iniziato a verniciare la cameretta di John.
"Si adesso provaci anche con mia sorella cosí ti uccido all'istante"
"Intendo dire che è molto simpatica, in parole povere non ha ripreso da te "
"Io sono molto simpatico!"
"È perché con me non ti comporti proprio bene sai!" Disse con un filo di voce il minore, che si beccó un occhiataccia da parte di John.
"Cioè come faccio a dirti che sei una bella persona se con me ti comporti in modo antipatico..."
"E io che me ne faccio del tuo giudizio buono? Te l'ho già detto che ti ucciderei?"
"Si...credo di si! E io ti ficcherei tutta questa vernice in bocca...pensi che schiatteresti?"rispose George, mentre John si era girato dall'altra parte inzuppando nuovamente il suo pennello del colore quando immerse le sue mani nella vernice, si giró di scatto e imbrattó con due dita le guance di George facendolo assomigliare ad un indiano.
"Credo che mi prenderebbe un colpo!"
"O il tuo é un vizio! É questo che vuoi? La guerra?" Disse George con un tono non troppo serio, mentre si avvicinava al riccio e iniziava a fargli il solletico.
"No, no no ahahahah questa é slealtá ahahahahah io ti odio ti odio noooo!" John parlava tra le risate, e l'altro ragazzo continuava a solleticarlo e a spingerlo nell'incavo di un angolo della stanza.
"Ora avrò la mia vendetta!" Disse George bloccando il maggiore all'angolo, ormai senza piú forze per opporsi, ridere lo aveva inibito. Il minore immerse una mano nella vernice ed inizió dagli zigomi di John, con le dita percorse la loro forma, molto pronunciati e ehm...carini si. In realtà non si era mai soffermato a guardarlo da vicino, era il tipico ragazzo giudicato dalle ragazze molto affascinante.
"Sai ho trovato il nome in codice per te!" sussurrava George mentre disegnava un occhio proprio al centro della fronte del maggiore.
"Che nome in codice scusa?"
"Tu mi chiami sempre pivello!"
"Genio...si chiamano soprannomi!"
"Ok non lo vuoi sapere..." Disse George con una punta di dispetto mentre stava seguendo la linea del suo naso con l'indice ancora pieno di vernice
"Spara pivello!"
"Ti chiameró Greco!"disse tutto soddisfatto il minore, con un sorrisetto ebete, come se avesse appena fatto la scoperta del secolo.
"C...cosa e perchè?"
Beh la veritá era che...prima cosa assomigliava ad una statua greca, ma sarebbe sembrato un complimento, e alle persone narcisiste non si fanno i complimenti. Seconda cosa aveva il naso alla greca....
"Perché hai il naso alla greca!" Si giustificó un po'imbarazzato
"Mm e non te ne accorgevi, bisognava imbrattarlo con le dita....aspetta era un complimento?" Disse John fissandolo dritto negli occhi con un sorrisetto sghembo
"Niente complimento, era un commento!" Rispose George mentre con l'indice continuava a percorre la linea dritta del naso fino a raggiungere la bocca, che non esitó ad imbrattare
"No le labbra no!"
"Scommetto che lei non è come ti aspettavi, sennó saresti stato tutto il giorno a farmi due palle su cosa avete fatto te e Nagisa!" Disse George con aria di superiorità
"Dai non imbrattarle le labbra, non voglio doverti spaccare le dita!"
"Non é la risposta giusta...uno: Non mi hai risposto effettivamente. Due: Hai detto che mi uccideresti, perchè dovresti avere scrupoli nel spezzarmi le dita?" disse George guardando attento il lavoro che stava facendo, passava delicatamente il suo pollice imbevuto di vernice su tutto il suo labbro superiore...al contatto sembrava proprio che avesse delle labbra morbide
"Fa schifo fa schifoooo, mi prenderá un colpo!" Disse John mentre guardava il ragazzo assorto a fissare le sue labbra, quando gli venne da sorridere
"Che hai da ridere greco?" Si distolse per un attimo, aveva finito col labbro superiore ora toccava all'inferiore. Ma John rise nuovamente, e stavolta George rispose con un sorriso sincero
"Hai delle labbra morbide John" esordí un George molto perspicace.....che cazzo aveva detto? John era diventato tutto rosso e aveva sbarrato quei suoi grandi occhi verdi
"Ti rendi conto che sembra una situazione equivoca?" Sussurró John
"mh mh!" Disse il minore annuendo, e imbarazzato si morse il labbro istintivamente
"John.....John...mi hai chiamato John?"disse stupito il ragazzo
"Dicono che é il tuo nome!" Disse George mentre lo fissava e si sorridevano sinceramente
"Cosí dicono eh?Filibustieri!" Disse il biondino imitando un tono da uomo costernato che fece ridere il minore
"Hey ragazzi! Vi ho portato un po' di ..." Esordí Eleanor entrando di soppiatto nella cameretta del fratellone, e non appena lo vide intrappolato contro il muro, con avanti George, molto vicino al corpo dell'altro (sembravano una sottiletta)scoppió a ridere con un espressione mista tra il divertito e lo stupito.
"Vi ho portato la Limonta, ma vedo che vi siete giá dati da fare" continuó la sorellina, sperando che i ragazzi cogliessero quel doppio senso
"Credevo di entrare con una scusa per evitare che vi scannaste, ma vedo che state pomicia...ehm giocando come due ragazzini"continuó
"Grazie Eleanor!"esordí George girandosi appena appena, ma stando nella stessa posizione:spiaccicato contro John e con il pollice ancora sulle sue labbra
"Giá grazie, mi voleva far bere la vernice e farmi morire avvelenato!" Disse John dando una gomitata a George e lanciandogli un occhiataccia che diceva-togliti ora, chissá che pensa-
"Ma tu non opponi resistenza? Li lascio qui i bicchieri, magari prima pulitevi la faccia!"
I due, accettarono il consiglio di Eleanor e bevvero limonata in silenzio, poi George rinizió a verniciare solo, perché John era seduto sul suo letto a riflettere. Il pivello aveva ragione, come diamine faceva a colpire sempre nel centro del problema, loro due non si conoscevano affatto, eppure sembrava sapere spesso cosa gli passava per la testa.Nagisa non era come se l'aspettava, l'uscita non era stata come aveva fantasticato sempre, e in realtà era stato molto piú eccitante l'attesa dell'appuntamento che l'appuntamento stesso, ma era una cosa cosí frustrante...che era meglio non pensarci e far finta che una giornata con Nagisa sia stata splendidamente fantastica. Forse George non era poi così antipatico ma sta di fatto che comunque era una specie di terzo incomodo per lui...e anche se simpatico...forse
"Allora ti sto un po' piú simpatico adesso?" Disse George che si era inchinato per ritrovarsi alla stessa altezza del biondo che, preso dai suoi pensieri non lo aveva visto avvicinarsi e sussultó quando se lo ritrovó di fronte...che diamine faceva il pivello? Leggeva nella mente delle persone per caso? Stava pensando la stessa medesima cosa.
"Assolutamente no!" Rispose il maggiore.Bugiardo.
"Ma prima stavamo ridendo..o no?Sembravi sinceramente divertito di sicuro abbiamo..."
"Quanto parli! Se sei nato perché io ti odiassi come faccio..."
"Vai oltre a questa fase...lo sai anche tu ti ci metti a fare l'antipatico narcisista e prima dicevo che di sicuro abbiamo..."
"Se mi parli da così vicino mi fai diventare strabico e poi..."
"E poi i tuoi grandi e bellissimi occhi verdi sfigurano" disse George schernendolo e imitando un ragazzo un po' effemminato...anche se c'era un pizzico di convinzione in ció che aveva detto, ma l'altro stava ridendo di gusto.
"Dicevi?" Si riprese John continuando a sorridergli
"Sicuramente anche noi abbiamo dei punti in comune"
"A parte Nagisa?"
"Giá..."disse George prendendo una sedia e posizionandola davanti al ragazzo
"Pensa a come ci vestiamo, tutti e due abbiamo un abbigliamento dei fine sessanta, questo vuol dire che ci piacciono quegli anni, e quasi sicuramente abbiamo qualche band in comune!"
"Non ci dormi la notte per pensare alle mie camicine hippie?"
"Io amo le tue camicine hippie! Ehmmm...io non ne trovo di così belle" risero un' altra volta, poi John si girò e accese il suo stereo
"Here comes the sun durunduduuuu" la canzone aveva riempito tutta la stanza di felicità e ottimismo. 
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa" urló George scattando in piedi non appena udì quella melodia, i suoi occhi si erano riempiti di stelline
"Nooooo anche tuuuu" continuava ad urlare 
"Hey mi terrorizzi i neuroni cosa diamine scleri?"
"Se non avessi ancora quel po' di odio nei tuoi confronti ti abbraccerei! Sei un Beatlesiano!"
"Certo Joj" disse John alzando un sopracciglio come per rendere piú evidente l'ovvietà dei suoi gusti musicali
"Come mi hai chiamato?"
"Joj é come dire Giog...ed é un diminutivo del tuo nome..suppongo..."
"Mmmm non mi piace, mi ci chiamava mio fratello Richard... sembrerebbe quasi che io fossi il tuo cocchetto" A queste parole John si sentí un po' imbarazzato, ovviamente non intendeva fare la parte del fratello maggiore chiamandolo Joj...lui lo disprezzava fino al midollo!Anzi non sapeva nemmeno come gli fosse venuto in mente.
"Non mi faccio chiamare Joj da chi dice di odiarmi..."disse George lanciando una frecciatina virtuale al maggiore, che appena vide quell'espressione iniziò a ridere.
"Anche se non è vero"
"Cosa?"
"Che mi odi!" Rispose il minore con un sorrisetto malizioso di chi la sa lunga. A confermare la sua tesi, il sorrisetto ricambiato da parte di John...anche se, di sicuro non lo avrebbe presto ammesso a se stesso.
"Lo possiamo tenere acceso lo stereo? Per favore greco!"
"Ma certo pivello!"
Si era fatto tardi e per George era ora di andare.
"Mh, allora ciao greco!Ci si scanna a lavoro!" Disse ironico George sulla soglia della porta.
"Sera..."disse John mentre il minore si era avviato sulla strada per casa.
"Ehm...Pivello!" Disse John appoggiato di fianco sulla porta.
"Si?" Disse George girandosi non appena l'altro lo chiamó, con un sorrisone a trentadue denti
"Ehm..ecco domani abbiamo lo stesso orario di lavoro.." Disse imbarazzato John, non sapeva se chiederglielo o no...
"Sempre insieme greco...Il turno!" Rispose il minore sempre con quel suo sorriso sghembo sulle labbra
"Beh ecco pensavo che, visto che, cioé" parlava balbettando mentre si grattava la testa in segno del suo imbarazzo.
"É la prima volta che fai il turno di notte, e diciamo che a volte capitano persone poco raccomandabili, e se ti vedono solo potrebbero...che só rubarti qualche soldo, oppure.."
"John?" Disse stupito Il minore
"E che sai, ti vedono con quella faccia da cretino e pensano, questo pesce abbocca!" 
"Ma vaffanculo!"disse George, rigirandosi e riiniziando a camminare
"Se mi suoni qui a casa, ci andiamo insieme!"Urlò tutto d'un fiato il riccio.
Il minore fece uno scatto e si giró un'altra volta all'indietro
"Certo che ci andiamo insieme!"
"É che non voglio averti sulla coscienza capito!"
"Abbiamo una visione diversa di odio allora!" Sussurró George, troppo piano perché John potesse scandire tutte le parole
"Che dici?"
George lo salutó con un gesto della mano ed un altro sorrisone a trentadue denti e se ne andó, stavolta senza girarsi.
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Salve a tutti, spero che questa storia vi stia interessando almeno un po'. Lasciate una recensioncina, non vi mangio! Grazie a Dinda91, formularosa e templar9 per aver seguito la storia, spero continuerete a leggerla! Al prossimo aggiornamento!.

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Capitolo 5
*** Aspettami prima di fare un salto e due piroette tra i vagoni ***


 
"Quand'è che riusciamo con i tuoi amici del gruppo?
Nagisa ⌒.⌒"


George era confuso...era uscito con Nagisa, anche se sicuramente lei la prese come un invito al concerto, non come un appuntamento, perché lui al tempo, non le aveva detto nulla della piccola cotta. Glielo disse poco prima che John riuscisse ad avere un appuntamento con lei, ma visto che accettò le avance del maggiore, aveva dato per scontato chi tra i due lei avesse scelto. Eppure continuava a chiedergli di uscire, certo voleva che ci fossero anche tutti gli altri, ma il suo comportamento non risultava chiaro a George. Doveva chiarire una volta per tutte, ma non tramite sms.
"Va bene l'indecisione, ma non puó avere due piedi in una scarpa, deve decidersi, o io o greco!" Stava pensando nuovamente ad alta voce. 
"Hey fratellino sei diventato tutto matto?"
"Richard, ho bisogno di un consiglio..."
"Spara Joj!"
"Non chiamarmi Joj!" Si irrigidì 
"Scusa Joj!"
"...Allora si tratta della ragazza che mi piace"
"Quella Nagisa"?" Disse Richard avvicinandosi al fratellino.
"Giá é uscita con me, poi con quell'altro che ti dicevo.."
"Quel completo coglione che se lo vedo gli spacco la facc.."
"Ehm..no no, non ce n'è piú bisogno!" Tranquillizzò il fratello maggiore, che lo guardó con un'espressione di consenso.
"Insomma é uscita con me, poi con John, il che ho creduto di tirarmi indietro, peró spesso mi manda sms dove mi chiede di uscire, ma ne ha voglia solo se sto con gli altri del gruppo!"
"Indecisa la ragazza!"
"Io vorrei che scegliesse, o gli interesso io, o John giusto? Non può avere tutti e due! E io non sopporterei di uscire con una ragazza la quale piacciono due persone contemporaneamente!" La faccia di George aveva assunto un'espressione inorridita
"Poi...c'è da dire che questo comporta il fatto che tra me e quel tizio ci sia un odio quasi ingiustificato oserei dire....ho capito che é una brava persona in fondo e anche molto simpatico, e se lei non si decide ci scanneremo tutto il tempo, sai che questo non mi giova!"
"Certo, il lavoro e la scuola diventerebbero un inferno!"
"E sai anche che non mi piace avere astio con le persone! Quindi...cosa pensi della faccenda?"
"Non vorrei smontarti fratellino ma...credo che lei stia solo giocando con i tuoi sentimenti..e quelli dell'ormai ex coglione!" Rispose senza troppe cerimonie Richard, dando una pacca confortevole a Joj.
"Dici che lo fa apposta? La credi cosí maligna?"
"Mi hai chiesto un parere, questo è il mio! Ma tu ci devi parlare, quindi accetta di fare un uscita e dille tutto, poi la tua coscienza saprà che fare!"
George stette un po' con lo sguardo perso, a riflettere su ció che Richard gli aveva appena detto... no, Nagisa non poteva essere davvero così..cosí spregevole!"
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Erano le 23:45 quando George suonò il campanello di casa Harnon, i due avrebbero dovuto attaccare a lavoro a mezzanotte. 
"Ciao!" Disse un George pimpante, anche troppo per quell'orario...in genere il biondino andava a letto abbastanza presto, e si sentiva uno straccio.
"Quanto acido hai preso per stare cosí?" 
"Oh sembri uno zombie! Ce la farai a stare sveglio sul lavoro eh greco?" 
"Zitto, parli un po' troppo per i miei gusti!" Disse John chiudendo la porta dietro le sue spalle e avviandosi verso la stazione.
"John, John, me lo dici che é successo con Nagisa? Ti sei annoiatooo? Guarda che l'altra volta non mi hai risposto, quindi io l'ho capito che avevo ragione! A me non si raccontano balle!"
George sembrava un ragazzino di otto anni in preda ad una crisi di curiosità. Non faceva altro che passare da destra a sinistra rispetto a Harnon, e ogni tanto gli toccava la spalla per farlo girare dall'altra parte, come se non sapesse che era il minore che stava facendo il cretino
"Che palleeeee! Mr saputellosotuttoio, se lo vuoi sapere meglio di me come é andata con Nagisa, allora che me lo chiedi a fare eh? Se lo sai già!"
"Non hai negato!Non hai negato!" Sbarró gli occhi Joj, puntandogli un dito addosso.
"Dimmi perché, perché dovrei confidarmi con te?"
"Perché stai parlando con me Johnny!" Disse come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo, facendo un occhiolino malizioso verso il riccio. Gesto che fece diventare greco ancora piú imbarazzato di quanto non lo fosse stato prima per quel nomignolo. Quella notte il pivello era molto esaltato...
"John cosa?"
"Johnny! É un diminutivo del tuo nome...vabbé non diminutivo é..é, Johnny confidati con me e poi ti dico una cosa figa che ti interessa!"
"Non é che sei ubriaco?"
"Per nulla, ho preso un po'di caffé..qualche tazza... Sai amo dormire, non voglio farlo a lavoro però!"
"Dimmi la cosa figa!" 
"Solo se mi dici che ti sei annoiato con lei!"
"Non mi sono annoiato con lei!" .Bugia.
"Ok allora niente!"
John non insistette oltre, di sicuro non aveva proprio un bel niente di spettacolare da dirgli, era solo una tattica per farlo crollare, cosí da sfruttare i suoi punti deboli e accaparrarsi la sua amata.
"Posso tirarti un boccolo?" Chiese George con un faccino dolce.
"No!" A quella risposta il minore diede un piccolo pugno sulla spalla del biondino...che si giró con sguardo omicida, l'avrebbe davvero ucciso ora?Ma era cosí giovane e..e.. Ok forse il fatto che fossero arrivati al lavoro lo salvò.
"Primo: non muoverti da qui, aspettami prima di gironzolare, saltare e fare due piroette tra i vagoni!Devo un attimino fare qualcosa che a te non interessa. Secondo: calmati pivello, ti odio giá abbastanza, non complicare le cose facendo l'iperattivo fatto di LSD ok?"
"Che diamine di ragazzo stupido! Un giorno ti sorride sinceramente e l'altro ti spaccherebbe in due...penso che la percentuale di acqua nel suo corpo sia di gran lunga superata da quella dell'orgoglio!" Rifletté George, e dopo una lunga pausa annuì alle avvertenze dell'orgoglioso con fare distratto.
John andó per conto suo... col cavolo che lo avrebbe aspettato, ma chi si credeva di essere?La regina d'Inghilterra?! Tanto non gli importava nulla al maggiore chi c'era o chi non c'era sul vagone di non raccomandabile, lo avrebbe ucciso con le sue mani...quindi no, non era stato un gesto carino quello di chiedergli di andarci insieme alla stazione. Come aveva anche solo potuto credere che lo fosse?Preso dalla stizza inizió a chiedere i biglietti alle persone, che nonostante l'orario, erano molte..più o meno. In alcune cabine v'erano una decina di persone, in altre tre e certe erano desolate, come quella che stava percorrendo ora.
"Cazzo!" Urló George non appena le sue labbra furono colpite accidentalmente dal braccio di un ragazzo, forse poco piú grande di lui, che si stava dimenando dal suo giacchetto di pelle.
"Opps...scusa scusa, non l'ho fatto apposta! Ma siediti pure, ora cerco un fazzoletto..come mi dispiace!"
Gli aveva spaccato il labbro inferiore, come minimo doveva dargli un fazzoletto, cosí si sedette. Ma dal suo marsupio tiró fuori un coltellino, nemmeno il tempo di accorgersene che George si ritrovò con quel ferro affilato al collo e quel coglione che lo teneva stretto, dietro a lui.
"Ora tira fuori il portafogli!" Ordinó con aria minacciosa il teppista.
"I...io non, io non" Non si era mai trovato in una situazione del genere, e la sua razionalità non funzionava come avrebbe dovuto.
"Il portafogli scemo!" Insistette l'altro storcendogli con forza un braccio. Non glielo aveva rotto, ma cazzo che dolore. Aveva voglia di piangere, ma non doveva dargli una soddisfazione del genere no!
"N..non porto nulla con me, lasciami per favore!" Se avesse avuto i soldi glieli avrebbe dati di sicuro, non si sarebbe fatto scannare per qualche euro, il problema è che ne era uscito senza. Poi sentí la presa del ragazzo allentarsi su di lui.
"Che cazzo stai facendo pezzo di coglione!?" Era la voce di...la voce di John?Il teppistello lasciò la presa definitivamente e il biondino gli tirò un cazzotto dritto sul naso, e di tutta risposta quello gli diede un calcio in mezzo a...agli attributi insomma, prima di toccarsi la faccia tutto dolorante. George era li, immobilizzato e incapace di muoversi.
John si fece forza...nonostante stesse morendo dal dolore, si vedeva dal rossore negli occhi, lo prese per un braccio e per una fortunata coincidenza il treno fece la sua fermata.
"Vattene via coglione se non vuoi che ti ammazzi di botte, e non farti piú rivedere scendi!" Urló John, mentre l'altro lo fissava con aria di sfida.
"SCENDI CAZZO!" Ripeté il maggiore. E finalmente quello se ne andó.
"Sei un pezzo di deficiente, cosa cazzo vuol dire per te: Aspettami!?Ma sei un coglione? Completamente partito di testa, lo sai come ci si difende si o no? Mi vuoi guardare in faccia cazzo!?" Urló John, piú che arrabbiato, agitato, con ancora gli occhi rossi per il dolore. Il minore aveva gli occhi lucidi, era riuscito a non piangere, ma John aveva ragione, era un pezzo di deficiente! Alzó lo sguardo
"S..scusa Johnny!" Le lacrime stavano per uscire...se lo sentiva.
Il maggiore si avvicinó e guardando quel faccino triste si sentí in colpa.
"Forse l'ho aggredito un po'troppo" pensò risentito il biondo
"No, scusa io, che colpa ne hai te se..!" Cercó di tranquillizzare Joj, ma le lacrime non resistevano piú e uscirono dai suoi grandi occhi ambra leggermente all'ingiù e riabbassò lo sguardo
"No, no ora non piangere per favore!"sussurró John. Odiava la gente quando piangeva, quando qualcuno vicino a se lo faceva, rimaneva sempre impietrito e apparentemente indifferente e non curante. La veritá era che non sapeva come comportarsi, non sapeva mai che dire in situazioni delicate e quindi pensava di fare o dire qualcosa di ridicolo, e preferiva passare per l'insensibile.
"Si lo so scusa!" Disse fra le lacrime George, guardando il collega negli occhi
"Ti ha spaccato il labbro!"
"Lo so" fece per mordersi le labbra che sapevano di sangue.
"Deficente certo che lo sa!" Pensó John grattandosi il naso per l'imbarazzo. Ma l'altro gli sorrideva malinconicamente, quasi come capisse che non sapeva come comportarsi.
"Ehm, non piangere dai!" Sei un pezzo di cretino Harnon....beh forse un gesto confortante poteva anche farlo...piccolo piccolo.
Poggió delicatamente le sue mani sulle guance di George che lo fissava con uno sguardo cosí penetrante...certo aveva proprio degli occhi espressivi e giganteschi, come i suoi. Fece un movimento delicato con i pollici lungo le palpebre per poter togliere le sue lacrime.
"Che gesto stupido, merda!" Pensó il maggiore imbarazzato della sua azione, ma forse non aveva sbagliato modalitá di approccio..non lo sapeva era la prima volta che cercava di consolare qualcuno. George di tutta risposta dischiuse le labbra rendendo la sua espressione ancora piú dolce eh..."Cazzo e non guardarlo cosí!" Si maledisse John
"Hai bisogno di qualcosa?" George continuava a fissarlo e disse sorridendo
"Un abbraccio"
"Oh eee..io...io intendevo, beh ecco vedi, io dicevo che..." togli le tue mani sul suo volto cazzooooo!
"Io non intendevo quel tipo di..cioé vuoi un caffè oppure un the, il latte, oh.." Si chiarí imbarazzatissimo John
"Oh, io non...ahaha. Dio scusa!" Rispose George aprendo leggermente di piú i suoi occhi. Cavolo quanto erano belli.
"Cazzo!" Scattó John togliendo finalmente le sue mani dalle guance del minore.
"Che c'è?" Chiese preoccupato George
"C'é che se mi rifai un'espressione del genere muoio di diabete mio Dio, ecco che c'è scemo!" Pensó greco
"N..nulla!"si riprese il maggiore 
"Ti ha fatto male..li?"
"Abbastanza...e quindi cosa.."
"Grazie!" Disse il pivello tirandogli un riccio dorato
"Oh ehm si..io non, cioè dicevo, quindi cosa vuoi tra quello che ti ho detto prima?"
"Tutto quello che ti pare"
L'altro non rispose
"O ehm giuro che i soldi te li riporto non appena ci rivediamo, tranquillo!"
"Uhm..che? Ma per chi mi hai preso?Non me li devi ridare!" Rispose John allontanandosi per andare a prendere una bevanda al distributore. Prese una cioccolata calda ma quando tornó:
"Hey Joj se vuoi ti aiuto lo stesso a fare i disegni di geome...Joj..Joj?"
Ma il minore era piombato in un sonno profondo, e la cioccolata la bevve il biondino
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Salve! Spero che stia piacendo la storia, a me sta solo venendo il diabete a furia di scrivere. Se lasciaste una recensioncina ne sarei commossa ^.^

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Capitolo 6
*** Ciao Bello! ***


"Ma no Mirco, ha detto che veniva!" Disse George al suo amico.
Aveva accettato la proposta di Nagisa di uscire con lui e il suo gruppo, avrebbe trovato modo poi, per parlare da soli e chiarire quel dubbio che aveva.
"Oh Nagisa! Finalmente!" Urlarono in coro i quattro ragazzi.
Decisero di prendere qualcosa da bere e George approfittò del momento per agire. La prese per mano e uscirono fuori dal bar
"Devo dirti una cosa!"
"Uhm..ok George, é importante?mi stai mettendo ansia!"
"Io non..non capisco cosa ti passa per la mente!"
"Sei un uomo, non potrai mai capirlo!"disse la ragazza sfoggiando un sorrisetto malizioso
"Intendo, sei uscita con John, e quindi supponevo che tra i due avessi scelto lui, ma poi chiedi anche a me di uscire, vorrei dirti..Cioé decidi, o esci con me o con lui!"
"Non fare il geloso, io continuo a chiederti di uscire perché sei tu che mi interessi!" Disse con tono da gatta morta la ragazza, avvicinandosi sempre più a lui.
"E allora perché sei uscita con lui?"
"Perché mi faceva pena!" Sussurró avvicinandosi al suo corpo e iniziando a tracciare arabeschi con le dita sopra il petto del ragazzo.
"Cosa?Lui non ti deve fare pena, se ci esci è perché ti piace e..dovresti dirglielo, o lo faccio io!" Cavolo se avesse avuto questo atteggiamento qualche giorno fa, le sarebbe saltato addosso, ma adesso provava solo un senso di ambiguità verso lei.
"Cos'é una minaccia Georgie...ahahahah! Glielo diró puoi stare tranquillo!"
"Sicura?"
"Anche perchè se glielo dicessi tu non ti crederebbe, perché ti odia!"
Rispose Nagisa leccandosi le labbra con malizia.
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Beh doveva ammetterlo, si era vestito proprio bene! Una bella camicia attillata e dei pantaloni altrettanto stretti che risaltavano le sue forme e si allargavano leggermente a zampa d'elefante, sotto il polpaccio. Eh si, John era pronto per andare al compleanno del suo compagno di classe Mirco.
"Hey Bello!" Disse George appena vide il maggiore alla fasta.
"Uhm che??"
"Dico a te!" Rispose Joj come se fosse la cosa piú ovvia del mondo
"Chi..ch..ch..che cazzo?"
"Ciao!" Disse prendendo il suo volto tra le mani e lasciandogli un bacio sulla guancia
"Ma che cazzo hai fatto?!" Disse scioccato e irrigidito Harnon con la faccia rossa come un peperone
"Ti ho salutato!"
"Come mi hai salutato!?"
"Beh ti ho dato un bac" rispose con naturalezza il minore
"E zitto lo so che hai fatto!"
"Ma allora che cazzo chiedi a fare, sei strano Harnon! Io saluto tuuuutti i miei amici in questo modo e nessuno ha avuto una reazione tanto stupida!" Affermó con superiorità. Ora che John ci pensava, in effetti lui era un ragazzo molto espansivo e lo aveva visto salutare in questo modo molte sue amiche e amici....Eh, appunto così ci salutava gli amici? Quindi lo considerava tale?!
"Perché sei un mio amico vero?" Lo guardó con occhi dolci il minore
"Mh..." Disse alzando un sopracciglio"Potrebbe anche essere!" Continuó
"Uuu eh ehm...non sto sognando hai detto di si?"
"Ho detto che forse..."
"Mi piaci cosí! Bravo bravo!" Disse mentre si allontanava per buttarsi nella mischia dei suoi amici, convinto anche che Nagisa gli avrebbe detto la veritá, approfittando del fatto che era rimasto solo.
In effetti fu cosí, le si avventò subito sopra come una sanguisuga
"Ciao John!"
"Hey Nagisa, sei uno splendore!"
"Uhm grazie, me l'ha già detto qualcuno..."
"Ah ehm, potremo uscire un'altra volta?" Non poteva accettare il fatto che il primo appuntamento fosse stato una noia, lui l'amava ed era convinto che un secondo appuntamento sarebbe andato bene, doveva andare bene, era la donna della sua vita!
"Ok, é tutto fattibile per me!E quando dico tutto...intendo TUTTO" disse con voce ammaliante, era sicura che un uomo avrebbe interpretato mooolto bene la sua frase
"Oh ehm, aspetta, tu non mi ti filavi fino a qualche giorno fa!" Detto questo iniziarono a ballare
"Ma poi siamo usciti e ho capito che mi piacevi!" Si avvicinava sempre di piú. Beh evidentemente non aveva trovato l'uscita con John noiosa...
"Stai parlando davvero!" Disse incredulo. Come risposta gli arrivó un bacio pieno di foga, lei non gli lasció nemmeno il tempo di capire, che giá aveva inserito la sua lingua nella bocca di Harnon.... Era il primo bacio di John. E piú che Nagisa pensava che fosse un polpo che gli si era ficcato in bocca e che muoveva poco elegantemente i suoi tentacoli sbattendo dappertutto. Che schifo, credeva che fosse una cosa bella baciare LEI, credeva che il suo bacio dovesse essere qualcosa di paradisiaco invece..gli faceva schifo, ma nonostante questo aveva chiuso gli occhi
"Mh.." Gemette lei per provocarlo, e questo non fece altro che schifarlo ancora di piú. Aprí gli occhi. Diamine perché doveva esserci proprio lui la dietro, nel suo campo visivo? George. Aspetta li stava guardando?E sembrava..incazzato?Deluso?Ma dai geniaccio, stai baciando la ragazza che gli piace!
"Che fai John" si lamentó Nagisa quando lui si staccó con violenza, non poteva. A lui avrebbe dato fastidio se lei si fosse baciata con George davanti a lui, e come si dice, non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te! E poi sinceramente quel bacio faceva schifo! Joj aveva abbassato lo sguardo, sembrava cosí...cosí
"Credevo lo volessi!"piagnucolò Nagisa.
"O ehm si ma, vedi, non vorrei fare lo stronzo!" Disse John facendo un cenno con il volto indicando Joj
"Lui lo avrebbe fatto, e senza scrupoli!"
"Io no Nagisa!Scusa, ma se ti va possiamo sempre uscire insieme!"
"Mh se se !" Disse prima di andarsene via sbattendo la porta.
Il maggiore si avvió dove era seduto George
"Greco stai fuori?"
"Non...non ti dà fastidio?"
"Ebeh si!" Ma non tanto perchè quella era la ragazza che gli piaceva, in quegli ultimi giorni gli stava piacendo sempre meno per il suo comportamento poco cristallino. Quello che gli diede fastidio era che li stava prendendo in giro, a tutti e due! Cazzo, Richard aveva ragione!
"Beh, io avrei rosicato se tu l'avessi fatto davanti a me!"
"Che carino che sei!"
"Perché?" Chiese sbalordito John, credeva di trovarlo incazzato invece!
"Beh, sei stato altruista, molto altruista!"
"Oh, non proprio, le ho detto che peró potevamo uscire!"
"Mhmh, hai le labbra piene di rossetto!" Disse fissandole. Doveva dirglielo. Si fece coraggio
"John?"
"Si?"
"Grazie per l'altra notte..e poi devo dirti un'altra cosa.."
"Spara!"
"Lei ci ha preso in giro!" Disse sperando che John potesse credergli, o quantomeno ascoltarlo
"Nagisa?"
"Quando è uscita con te, subito dopo é uscita anche con me..cioè...non da sola, comunque io volevo chiarire perché...o me.."
"O te!" Continuó il maggiore
"E a me ha detto che le interessavo io e che con te..." É uscita solo per pena...dai non poteva dirglielo, avrebbe sofferto tantissimo.
"E che con te voleva provare almeno quella volta.." Continuó Joj
"Ma sta sera mi ha baciato?"
"Ho visto!" Disse il minore abbassando lo sguardo
"L..lo sai che c'è?"sussurró John poggiando una mano sul ginocchio del minore
"Che c'è Johnny?" Rispose risollevando il volto e guardandolo in quelle stupende iridi verdi
"Che...l'unica cosa che mi da fastidio dopo questo che mi hai detto, é che io ti ho trattato male per lei, mentre sei una persona..abbastanza non stronza George"(si dice simpatico)
"Anche io ti ho trattato male, e mi dispiace!Sai sei divertente ed é la prima volta che mi chiami per nome!" Disse sorridendogli dolcemente.
"Rieccolo lo sguardo diabetico, mamma mia, deve essere proprio dolce di carattere, non credevo che potesse rivelarsi una persona cosí. Cioé..lui riesce a mettere da parte l'orgoglio e dire: Si mi sei simpatico, voglio essere tuo amico. Mentre io vorrei dirglielo direttamente, senza un: Sei abbastanza non stronzo; ma che frase é, e dire invece: Mi piaci...cioè...ehm..no, cosí sembra ambiguo... sei una brava persona!; non riesco mai a dire un qualcosa di bello senza poi smentirmi. Chessó forse ho paura di dire cose troppe smielose e e, cazzo lo sto fissando da quando ho iniziato il monologo?"
"Il verde é piú sincero delle labbra" disse Joj poggiando la mano su quella dell'amico ( che si trovava ancora sul suo ginocchio )
"Verde?"
"Oh ....ehm i tuoi occhi John!"
"Io non dico bugie, ma.."
"Oh no, non fraintendermi, dicevo che, con le parole potrai anche ferirmi..." Detto questo John assunse un'espressione preoccupata
"...Ogni tanto eh, ma nei tuoi occhi c'e la veritá, cioé che non mi odi, anche se non lo dici, ma" continuó impacciato McLerrison
"Ah...credimi io non riesco proprio a...cioè sono una persona molto fredda e certe cose non mi vengono spontanee e.."
"Ma se fossi una persona fredda non mi avresti consolato perfettamente l'altra sera - anche se hai iniziato male, sbraitando in quel modo- e..e poi non mi stringeresti la mano ora se.."
"Oddio che? Scusa scusa, io non me ne sono reso conto mi dispiace!" Urló il maggiore che non si era proprio accorto di quello che aveva fatto. Gli aveva stretto la mano?Gliela stava stritolando in pratica...forse per la tensione che quel discorso provocava a John?
"Hey, non mi dispiaceva" disse quasi deluso Joj, che si beccó un'occhiata sconcertata da parte di Harnon.
"Eh..vabbé comunque ti dicevo che...io credo che tu non sia freddo, sei solo molto impacciato, un po' goffo, quando si tratta di rapporti umani, perché ti vergogni di dire o fare certe cose, poiché pensi di risultare ridicolo, o...o magari perché hai paura che qualcuno ti fraintenda. Ma questo non vuol dire che tu...non abbia bisogno di affet.."
"George, George, ho capito sai? Potresti fare lo psicologo, ma io sono freddo e basta, punto, non cercare chissá quale significato nascosto, perché non c'è."
"Ok Johnny cold, ma il discorso vale lo stesso!"
"Quale?"
"Anche se sei freddo non vuol dire che disprezzi i gesti belli, le coccole o come le chiami. Perció hai bisogno di affetto lo stesso, anche se non sai come dimostrarlo!Magari ricevere affetto ti aiuta a dare amore..."
"Amore o affetto?"
"Quello che ti pare!" Disse sorridendo
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Allora...il saluto di George non l'ho inserito casualmente. In classe mia ci sono due ragazzi che, minimo ogni cambio dell'ora, si guardano, si dicono "Bbbbbello!" ( eh si, marcano la B ) e poi si danno bacetti sulle guance, e poi....♡.♡ ve lo dirò al prossimo aggiornamento se qualcuno lo volesse sapere ( Lo diró anche se non dovesse importare nulla a nessuno) Questi due compagni di classe li shippo troppo ('o'). Comunque....se qualcuno volesse lasciare una recensioncina, ne sarei grata!

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Capitolo 7
*** Devi dirmi qualcosa? ***


 
"Ciao John!"
"Buongiorno George!" Disse Harnon, mentre il minore si incamminava tra i vagoni. Che gli prendeva? Come mai non lo salutava come era solito fare con gli amici? Non che John ci tenesse più di tanto ad essere salutato in QUEL modo...però era strano da parte sua. Il maggiore nemmeno si accorse che continuava a guardarlo allontanarsi. George, evidentemente imbarazzato da quegli occhi puntati addosso aggrottó le sopracciglia girandosi verso il riccio.
"Ma si può sapere perché fisso la gente e nemmeno me ne accorgo?" Pensó il biondino, mentre il collega stava percorrendo la strada a ritroso, ritrovandosi di nuovo davanti al maggiore
"Devi dirmi qualcosa?" Disse Joj alzando un sopracciglio e sorridendo ammiccante. Nessuna risposta.
"Eh? Eh? Devi dirmi qualcosa?" Insistette gongolandosi. Niente.
"Oh!" Lo spronó il minore toccandogli con un dito perfettamente teso la spalla.
"Oh ehm no!" 
"Allora per favore non guardarmi in quel modo! Fritzer congelato che non prova emozioni non fissa la gente in quel modo!"
"Ma che modo!?" Chiese imbarazzato il biondino. Nessuna risposta.
"E poi non sono freddo!" Si riprese John, provocando una faccia paradisiacamente, stupendamente soddisfatta e compiaciuta a George 
"Joj, avevi ragione, il fatto che io sia freddo non vuol dire che non provo emozioni, ma solo che sono impacciato a dimostrarle, perchè credo di non esserne in grado!" Detto questo il minore prese con le mani il volto di Harnon e lo bació sulla guancia, come era solito fare con amici e amiche.
"Bello, bello, bello!" Urló tutto euforico McLerrison guardandolo negli occhi e strattonando il suo volto
"Si può sapere che..."
"Ora che sei tornato in te, posso salutarti in modo normale! E poi mi devi promettere una cosa..."
"Dipende!"
"Devi promettermi che con me..." Sussurrò Joj, prendendo tra le dita un boccolo dorato.
"Che con me non userai piú quella corazza da:John l'insensibile" disse il minore sedendosi, seguito subito dopo da greco.
"Ok!" Rispose John sorridendo. Intanto Joj continuava a giocherellare con quella ciocca, mentre fissava intensamente l' amico, senza accorgersi che la sua mano ormai si era intrufolata tra quella folta capigliatura ricciolosa.
"Perché non sei insensibile. Anzi, ti dico che con me non devi usare troppo la razionalità, perchè ti bloccherebbe e ti farebbe sentire ridicolo"Le sue dita continuava ad accarezzargli il capo. Harnon poteva sentire il calore della mano di Joj, tra la sua pelle e i folti capelli, quelle dita affusolate che si muovevano lente e lo accarezzavano. Ed era in oltremodo imbarazzato. Si disse che se qualcun altro uomo avesse fatto una cosa del genere, o anche solo provato a toccarlo in quel modo, di sicuro gli avrebbe mollato un pugno in faccia. Ma pareva non intenzionato a farlo, anzi, sembrava piacergli tutto ció, malgrado non volesse ammetterlo.
"E ti assicuro che ai miei occhi non potresti mai essere ridicolo!" Ma come diamine faceva, come faceva a sostenere lo sguardo fisso su John per cosí tanto tempo? 
"George, lo sai che non dovresti toccarmi in questo modo? Non mi piace...mi fa sentire in imbarazzo!" Trovò il coraggio di parlare John. Cosí il minore tolse le sue mani da quel groviglio voluminoso ed estremamente morbido, e passó a tracciare su e giú con il pollice, la mascella virile del collega.
"Lo sai che c'è, mi sembri una checca!" Sbottó isterico il maggiore
"Se mi dessi una canna ti potresti lamentare in caso iniziassi a ridere senza motivo e per qualsiasi cosa?"
"Credo di no!Ma che c'entra!"
"Se mi guardi con quello sguardo così penetrante e dolce e con quel sorrisetto ebete, potresti lamentarti se diventassi frocio?"
"N...no?"
"Calmati, scherzavo ahahahahahah!" John era diventato rosso come un peperone... Sembrava cosí serio mentre diceva quelle cose che si era chiesto come diamine lo guardasse.
"Quanto sei carino quando ti imbarazzi!" Sorrise Joj
"Smettila!" Disse nervoso Harnon abbassando lo sguardo
"Sei ancora piú dolce!" Continuava il minore, sapeva che il biondo era imbarazzato, e si divertiva a sapere che era per quello che diceva lui.
"Io non sono dolce! Tu lo sei tsk!" A questa affermazione il minore sorrise compiaciuto.
"John devo chiederti se..." Joj si bloccò mentre fissava, con un'espressione quasi terrorizzata, un punto dietro il maggiore. E piú veloce che mai si scostò da John alzandosi e togliendo la sua mano dal volto del ragazzo.
"Ciao papà!" Quasi urlò il minore, inspiegabilmente nervoso. Ma il padre continuava a fissarlo senza rispondere, con un'espressione simile a quella del figlio.
"Ciao George...che ci fai qui?" Si riprese Paul.
"Ci lavoro papà..." 
"Ah già!"
Anche John si alzò e salutó l'uomo.
"Piacere John Harnon!" Si presentó quasi timidamente il ragazzo.
"Paul McLerrison...piacere mio" rispose l'uomo abbozzando un sorriso
"Tu che ci fai qui invece?" Chiese George
"Ho partecipato ad una manifestazione contro la buona scuola di Renzi, e ora dovrei tornare a casa"
"Capisco"
"Certo...ora vi lascio soli, ci vediamo a casa in caso dovessi dirmi...che so...qualcosina..."
I due lo fissarono sconcertati mentre si allontanava tra i vagoni. 
"Ma...avete litigato per caso?" Chiese John poggiando delicatamente una mano sulla spalla del minore.
"Eh? No! Era...strano boh, credo che fosse stanco" rispose Joj fissandolo dritto negli occhi.
"Ora é meglio se andiamo a controllare i passeggeri non trovi?" 
"Oh si, si!" Si riprese George.
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"Ma Paul, cosa staresti insinuando? Sai che nostro figlio é sempre stato un ragazzo espansivo e dolce " disse una donna che era la copia al femminile di George.
"Si...ma é diverso, avresti dovuto vederli cara, il modo in cui si guardavano...e poi erano vicinissimi! Se fosse stato un caso non avrebbe reagito in modo nervoso!"
Disse ansioso Paul, mentre George rientrava da lavoro.
"Credo che quel ragazzo sia il fidanzato di nostro figlio Linda!" Quasi urló preoccupato, mentre Joj si era nascosto ad origliare il discorso dei genitori.
"Eh va bene Paul, anche se nostro figlio fosse gay, che cambierebbe?"
"Stai dicendo sul serio? N..non lo so, é strano, io non avrei mai creduto che gli potessero piacere ragazzi!"
"Ora ti stai comportando come un omofobo caro!Rimane comunque nostro figlio!"
"Adesso basta!" Urló risentito George
"Oh caro, non ti preoccupare, per noi..." Cercò di parlare sua madre.
"No! Voi pensate che sia gay?!"
"Si caro, ma ti giuro che..." Disse premurosa la donna
"E io sono sempre l'ultimo a saperlo! Potevate dirmelo no! Si tratta comunque di mio fratello! Che famiglia...mi tenete all'oscuro dei fatti di Richard!"
I due rimasero a fissarlo e Linda tentò di spiegare di chi stessero parlando in veritá.
"George, mamma, papà..." Disse serio Richard, uscendo dalla sua cameretta, attirando l'attenzione di tutti e tre.
"Scusate se non ve l'ho detto prima, avrei dovuto confidarmi con voi, ma credevo che non mi avreste accettato facilmente!"
"Cosa dici Richard!?" Chiese sempre più scioccato il povero Paul.
"Che... potrei amare senza distinzione sia un uomo che una donna..." Rispose a testa bassa il fratello maggiore.
"Richard...e perché non dovremmo accettarti? Ti sei tenuto tutto dentro, non dovevi, io non potrei mai giudicarti per qualcosa che non va giudicata!" Rispose apprensivo Joj, mentre il povero padre non ci stava capendo piú nulla, gli stava quasi per prendere un infarto...pensava che fosse George ad essere gay, mentre si era ritrovato con la "confessione" del suo primo figlio...
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Ok...spero che all'ultima parte abbiate colto l'ironia della situazione 😄
Quindi abbiamo scoperto che il fratellone di George é bisessuale (sembra una taglia di magliette)
Spero che continuiate a leggere la storia, e magari, se voleste recensire ne sarei grata... 😊

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Capitolo 8
*** Anche se non ci conosciamo bene... ***


"Aaa ma allora lavori per davvero eh George?" Disse Nagisa con un espressione strafottente, seduta vicino a Mirko, l'amico di classe, quello che festeggiò il compleanno in cui la meschinità della ragazza era venuta totalmente a galla. Ma quel Mirko era evidentemente molto di più che un amico...
"Il biglietto grazie!" Disse semplicemente George, fissandola dritto negli occhi con uno sguardo freddo, distaccato e un pizzico di severità.
"Vuoi sapere perché uscivo con te?" Rispose la ragazza provocando una risatina soffocata a Mirko
"No, quello ora lo capisco, vorrei sapere perché IO uscivo con TE!"
"Faccio finta di non aver sentito...e John?"
"Sa tutto ció che deve sapere su di te e su quanto sei stata leale con noi!" Disse sicuro Joj, mentre il maggiore si stava avvicinando incuriosito, ancora ignaro di chi stesse per incontrare.
"Scommetto che sta ancora piangendo per il suo amore non corrisposto!" Disse con malizia Mirko.
"Scommetti male amico!" Disse, alzando due dita e mimando le virgolette che racchiudevano la parola amico.
"Casomai é ancora schifato dal tuo orripilante bacio!" Riprese con tono pungente il minore, diretto verso Nagisa. Mirko infastidito dall'affermazione si alzó di scatto avvicinandosi a Joj.
"Hey calmi ragazzi, che....." Intervení John, che si interruppe non appena realizzò di avere davanti una mezza specie di traditrice, e il suo compagno di classe, che non era di certo migliore di Nagisa.
"Ciao Johnny!" Disse con noncuranza la ragazza, e per conto suo Harnon rimase impietrito, lottando con emozioni contrastanti.
"Cosa vai dicendo in giro sul mio conto e sul mio modo di baciare?!"
Detto questo il maggiore fece un'espressione schifata, prese per un braccio George e lo trascinó in un'altra cabina.
"Non ci voglio rimuginare sopra, tantomeno non voglio ricordarmi quel bacio! Quindi spiegami solo..." Sussurró John
"Tutto quello che posso dirti é che Nagisa é una stronza, é uscita con me perché nella mia combriccola c'era anche Mirko e.."
"Ok, capito, argomento chiuso, vedila in positivo!" Disse sorridendo il maggiore
"E sarebbe?" Rispose George digrignando le labbra e le sopracciglia.
"Se non fosse per lei non ci saremmo mai odiati!" Disse proseguendo il suo cammino, lasciando indietro il minore che non riusciva a capire il senso preciso della frase.
"Ma non é carino odiarsi!" Quasi urlò George rimettendosi al passo del riccio e dandogli uno schiaffetto di rimprovero sulla spalla.
"Il fatto che prima ci odiavamo da più valore alla nostra amicizia! La rende più...non so, capito no?"
Il minore continuava a fissarlo con un'aria soddisfatta e senza rispondere.
"Hai capito?Hai proprio una faccetta da cucciolotto stupido!" Disse il biondino con una voce leggermente alterata, stritolando tra l'indice e il medio le guance morbidissime del suo collega.
"Passi da me questo pomeriggio?" Propose Joj sorridendo speranzoso, mentre l'altro continuava a giocherellare con le sue guance.
"Mi bastano 10...anzi, ci bastano 10 minuti!" Continuó velocissimo il minore, quasi fosse ansioso e avesse paura di ricevere una risposta negativa.
"Vuoi che ti aiuti con la prospettiva? Oppure con quella tavola del cavolo delle ombre sulla scala che..."
"No, non voglio che mi aiuti con la prospettiva!" Disse quasi deluso il moro, prendendogli le mani che stavano torturando la sua faccia, tra le sue.
"Oggi é il tuo giorno speciale!" Urló super contento Joj
"É il tuo compleanno Johnny! Guarda che mi sono informato!"
John rise oscillando il suo capo in segno affermativo.
"Volevo passare un po'di tempo con te...cioé solo con te, non con le altre persone che..."
John sorrise, diventando rosso come un peperone, tolse le sue mani dalla stretta di George e abbassó lo sguardo con imbarazzo, ogni tanto, sentiva come una morsa allo stomaco, e un calore che si diffondeva per tutto il suo corpo, provocata forse da determinati comportamenti del ragazzo che aveva davanti.
"E dopo 10 minuti mi mandi via?!" Disse il biondino con tono offeso.
"No, ma...vabbé era per dire!" Rispose l'amico riprendendo a camminare
"Auguri bello!" Urló tutto civettuolo il minore dandogli un bacio sulla guancia.
John sembrava non avere nessuna reazione a quel gesto, ma in realtà moriva dalla vergogna e si chiedeva come Joj potesse essere così spontaneo anche davanti a un vagone di gente.
"B-E-L-L-O!!" Riprese il collega, lasciandogli un altro bacio sullo zigomo, era evidente che lo stava facendo apposta per farlo imbarazzare.
"Ti senti giá più vecchio?"
"Dopo solo una settimana di lavoro con te, chi non si sentirebbe rinco?"Rispose ironico greco, beccandosi uno sguardo offeso dal collega, che si trasformò ben presto in un sorrisetto.
"Fritzerino mio!" Scherzò il minore sbattendo le suo lunghe ciglia come una prima donna, lasciandogli un altro bacio... un altro, e un altro ancora, per il puro piacere di vedere il suo amico arrossire ma fare finta di nulla.
Continuó fino a che non lo vide irritarsi, aggrottare le sopracciglia e girarsi di scatto, forse per intimargli di smetterla, ma effettivamente le labbra di Joj gli impedirono di parlare.
"Cazzo George!" Disse poco convinto John rivolgendo subito il volto al pavimento, con degli occhi sbarrati al massimo.
"Ti sei girato di botto, non ho fatto in tempo a frenarmi!" Si giustificó il minore che sarebbe scoppiato a ridere da un momento all'altro.
"Allora sii più attento quando credi di baciare una guancia ed invece baci delle labbra, guarda, sono differenti!" Disse a bassa voce il biondino, indicando con fare stizzito in sequenza continua prima le guance e poi le labbra.
"Pfffahahhaahahahah dai...puoi stare tranquillo, chiameresti quel contatto bacio? Io no! Ahahahahahha" rispose divertito George spingendo il collega in avanti.
"Che ci trovi da ridere?"
"É divertentissimo!Poi quella ragazza laggiú ci fissa, ahahahahahahahha!" Greco sbarró gli occhi e arrossí a quell'affermazione.
"Dai, avrà qualcosa da raccontare alle amiche!" Continuó il minore, che si beccó una schicchera sulla guancia.
"Ma ti immagini però che figo che sarebbe John, se io ci provassi con te?"
"Smettila di fare la checca!Non scherzare, e se quella è omofoba?"
"Se non sei gay non dovresti preoccuparti... sei gay?" Striduló tra le risate Joj, che non ricevette alcuna risposta
"Sarebbe divertente comunque farti la corte, perché arrossisci ogni volta!" Continuó il minore carezzando delicatamente il volto del collega, e leccandosi maliziosamente le labbra, per provocarlo, nulla di serio.
Ma John era stufo di arrossire ogni volta per quello che faceva George, era stufo di sentire quella sensazione strana al petto e allo stomaco, quella reazione che solo lui gli provocava, ma aveva sempre evitato di darsi una spiegazione, forse aveva paura di conoscere le conclusioni, forse le sapeva nel profondo. Non ce l'aveva col minore, voleva semplicemente essere lui a provocarlo, lui a farlo diventare rosso come un peperone e con lo sguardo imbarazzato. Quindi - e si stupí di se stesso - poggió la sua mano sulla morbida pelle del minore, carezzando con il pollice quelle labbra piene e leggermente inumidite dal gesto di scherno che gli aveva fatto prima. Joj, per lo stupore dischiuse leggermente la bocca, e guardó perplesso John, che insolitamente sicuro di se, inumidí la sua bocca in modo poco casto.
Non era mai capitato a George di provare un senso tale di imbarazzo, un imbarazzo cosí forte da paralizzarlo, inibirlo, e renderlo stranamente ansioso. Non poteva fare altro che guardare rapito quelle labbra, anch'esse piene e dall'aspetto morbido. Non poteva non perdersi in quegli occhi così verdi e profondi dal taglio allungato, impegnati in un'espressione di provocazione nata come un gioco, ma che ora non gli sembrava più tale. Si disse che era colpa della situazione se le gambe gli tremavano, se percepiva le farfalle sfrecciare nella sua pancia e se sentiva di voler far combaciare quelle labbra alle proprie, di..... Scacció via tutti quei pensieri troppo strani, quando il maggiore cambió traiettoria e gli andò a posare un bacio sulla fronte impallidita....
"Certo, mica mi avrebbe baciato volontariamente sulle labbra! Diamine! Per primo io non voglio un suo bacio, e poi lui sta solo cazzeggiando come ho fatto io prima, con la sola differenza che stavolta é lui a provocare me, sono io a sentirmi imbarazzato" pensó il minore, inconsciamente deluso del fatto che John avesse stravolto la traiettoria, andando a baciare la fronte....un bacio sulla fronte, che per quanto banale potesse essere fece perdere dei battiti al nostro piccolo Joj, che si sarebbe potuto mimetizzare perfettamente in una pozza di latte per quanto era impallidito.
"A dopo Georgie!" Disse Harnon soddisfatto del suo operato, lasciandogli un'altra carezza sul volto, e fissando McLerrison attentamente, prima di scomparire tra i vagoni, come se la sua espressione imbambolata e da cucciolotto fossero il suo trofeo.
"Che aspetto amorevolmente stupidooo!!!!" Pensó il maggiore tra se e se, che si maledisse subito dopo, stava diventando davvero una checca diabetica? Naaaaaaa diabetico forse, ma non era mai stato attratto da un altro uomo...in fondo uno non é che da punto in bianco inizia a provare sentimenti per qualcuno del suo stesso sesso. O Forse....
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"Johnnyyyy!" Tornó tutto come prima...il solito George pimpante ed espansivo. Forse il maggiore sperava che si sarebbe comportato in modo impacciato, per via dell'imbarazzo che gli aveva fatto prendere prima, ma McLerrison non gli diede questa soddisfazione.
"Seguimi, devi venire qui!" Continuó euforico George
"Hey quanto siamo gasati eh?!" Disse John con una punta di tenerezza, e, camminando dietro l'amico, si fermó a fissare una foto appesa al muro che ritraeva Joj all'etá di...piú o meno 13/14 anni.
"Zitto! Non dire nulla!" Urló stizzito il minore, evidentemente irritato dallo sguardo indecifrabile del biondino nello scrutare la sua foto. Gli prese la mano e lo trascinó in camera sua.
"Allora...niente preliminari" inizió imbarazzato George appoggiandosi sulla sua scrivania
"Devi stuprarmi?"
"Deficienteeee!!!!"
Il riccioluto sorrise semplicemente, con un'espressione di chi la sapeva lunga.
"Ho notato che in cameretta tua non hai questo CD, e beh, come fun numero due dei Beatles devi possederlo! il numero uno sono io" disse euforico McLerrison porgendogli un CD contornato da un nastrino verde.
"Love Album.....cos'è?"
"É un mashup tra le canzoni dei fab four, ed é stupendo!"
"Grazie Joj! Gli scarafaggi li ascolterei pure nella tomba!" Rispose il festeggiato scompigliandogli i capelli.
"Pensavo avessi inciso un album per esprimere tutto il tuo amore per me e regalarmelo come fosse una confessione, ma questo va bene lo stesso eh!"
Disse con aria civettuola e fintamente offesa il biondino.
"Non ti é bastato oggi? Farmi morire dalla vergogna! Un tale affronto, quando sai benissimo che io t'amo! Pfffahahahhahaha" Continuó la commedia McLerrison
"A parte gli scherzi, lo potremo ascoltare insieme, ti piacerebbe?" Chiese Harnon cercando di non apparire inopportuno. Come risposta affermativa ricevette un sorrisone a 32 denti...forse 40.
"Lo sai John..anche se ci conosciamo da poco io ti vedo come un fratello, é scemo forse dirai...visto che fino a poco fa ci scannavamo, ma sento come un qualcosa che ci lega e ci fa intendere perfettamente. E voglio dirti di non giocare a fare il finto cinico, anche se so che ti piace molto, ti prego di non prendermi in giro!"
Inizió impacciato Joj con i suoi occhioni da cucciolotto che a tratti fissavano il pavimento e a tratti il suo amico.
"Non ho nulla per cui prenderti in giro. Ci sembra così strano perché appunto ci conosciamo da poco e nemmeno tanto bene, ma nonostante questo, tu..." Provó a spiegarsi John cercando di non apparire un completo scemo.
"Io che?" Chiese impaziente McLerrison
"Tu... Hai un non so che di...ecco speciale!Anche solo quando ridi é come se irradiassi di positività tutto ció che ti circonda, e le persone lo percepiscono, o per lo meno io me ne sento travolto" Riprese tutto di un fiato il maggiore, che ormai si era seduto sopra il lettino dell'amico, e aveva un tono quasi colpevole, come se si sentisse tale perché gli stava esprimendo le sue sensazioni....o meglio, come se si sentisse sbagliato nell'avere certe emozioni nei suoi confronti.
"E mi sento felice quando ti vedo così propenso ad aiutare gli altri, o semplicemente ad amare gli altri...cioé tu sei una di quelle persone che sprizzano affetto da tutti i pori come se..."
"John io...cioè sei sincero?Non mi stai prendendo in giro?!" Disse incredulo il minore
"Non ti Prendo in giro..." Disse rassegnato il festeggiato, abbassando il suo volto e piegandolo da un lato. Pensó che George non avesse apprezzato tutto lo sforzo che aveva fatto per esprimersi in quel modo tanto sincero.
"Sei un ragazzo dolcissimo!" Disse Joj prendendogli il volto tra due mani e costringendolo a guardargli negli occhi.
"Non credevo di poterti trasmettere questa emozione, tanto per la cronaca....mi hai riempito l'anima di speranza, e mi hai motivato!"
"Motivato in cosa?"
"Motivato a vivere John"
Il maggiore continuava a fissarlo senza capire pienamente cosa stesse dicendo McLerrison.
"Cioè é tutto così strano non trovi?" Riprese con occhi lucidi il minore, e il biondino, preoccupato si alzó mettendosi di fronte a lui.
"Credevo di sapere come fosse essere morti, sapere di esistere senza alcuno scopo preciso nella vita, se non quello di essere l'oggetto della felicitá dei miei genitori. Bisogna rientrare nei loro stereotipi sai? Loro si fanno miliardi di pippe mentali e non posso sgarrare, non posso essere semplicemente un essere piccolo ed insignificante, che non ha chiesto a nessuno di vivere, no, loro vogliono che io dia il massimo....che SIA il massimo, ma io tutto questo non lo voglio per me. Hanno scelto di concepirmi per la loro gioia, se esiste poi, per un loro egoismo, non pensando che forse io non voglio dover dipendere da qualcuno per essere felice."
"Non dire così George, ti stai sbagliando! Chi ti ha messo in testa tutte queste cose?" Disse arrabbiato Harnon, sentendosi impotente davanti un tale discorso.
"La realtà John, la realtà me le ha messe in testa! Ci sono momenti felici si, ma non so sai, se possano compensare tutto il resto"
"Smettila!" Quasi urló John, stringendogli una mano.
"Credevo persino che le persone non siano state fatte per stare con altre persone, quale presunzione si può avere per pretendere che un essere umano si faccia carico dei macigni di un altro uomo? In fondo in fondo non si puó amare qualcuno, si ama tutto ció che la persona ti da, tutto ció che fa e ti far stare bene, non la persona. Ma uno non può vivere con questa convinzione, giusto?" Finí Joj, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Era la prima volta che mostrava a qualcuno questo lato di se.
"No Joj, no!" Disse, e istintivamente lo cinse tra le sue braccia, in un abbraccio che probabilmente valeva più di qualsiasi altra parola, che comunque non sarebbe mai uscita dalla bocca del maggiore.
"Io...non avevo idea che tu pensassi questo genere di cose, cioè ti vedevo sempre solare e non sapevo davvero che tu potessi soffrire cosí!"
"Allora lo sappiamo io te ora"
"Mi sento davvero impotente a vederti in questo modo Georgie, vorrei che tu..." Disse emozionato il maggiore, che con delicatezza, accarezzava la testa di Joj
"Tranquillo!" Disse il minore staccandosi dall'abbraccio e fissando negli occhi il biondino.
"Hai fatto tutto invece John! Mi hai detto delle cose che mai nessuno mi aveva detto prima, forse perché si danno per scontate."
"Non voglio che quei pensieri ti tormentino ancora, e mi sento bene sapendo che tutto ciò che penso di te ti fa sentire felice!"
"Non é solo questo, mi hai dato anche una scossa, mi hai riempito di calore con ciò che hai detto, perché pensavo davvero di essere inutile, ma ora mi basta sapere che c'è anche solo una persona al mondo a cui do delle emozioni, e credo...cioé é immensamente difficile spiegarmi non voglio sembrare..."
John lo abbracció nuovamente e George si sentiva tremendamente riportato in vita da quel ragazzo.
"La realtà ti avrà anche insegnato questo, ma pensa che...i...io potrei insegnarti altro, perché non sei inutile!" Sussurrò con occhi lucidi il maggiore, sfiorando involontariamente con le labbra l'orecchio dell'amico. A quell'affermazione Joj si strinse di piú a lui.
"Stai attento comunque quando decidi di dirmi certe cose..."
"Perché?" Chiese ansioso il maggiore
"Perché se continui di questo passo finiró per innamorarmi di te John!" Disse sotto voce, e con un suono appena percepibile poiché aveva le labbra poggiate sulla spalla dell'altro.
"Scemo!" Disse il riccioluto, sciogliendo l'abbraccio e diventando tutto rosso.
Il minore sorrise, come per fargli capire che stava solo scherzando, anche se una piccola parte di se, sapeva che quella possibilità di innamorarsi di Harnon era più che concreta...forse qualcosa si era giá smossa nel suo cuore.
"A che ora vengono i tuoi parenti?"
"Alle sette e mezza Joj!"
"Bene, sono le otto!" Disse ironico il minore tirando delicatamente un ricciolo del biondino.
"Ti conviene andare non trovi?"
"Ma io volevo restare con te!" Disse con aria tenera John
"Sicuro che possa andare?" Riprese il maggiore, prendendo delicatamente una guancia morbidosa di Georgie e stritolandola.
"Si! Devi!" Rispose semplicemente Joj porgendogli il suo CD, e quando le loro mani si sfiorarono, per errore, Harnon ebbe una strana sensazione, come se non gli bastasse di sfiorargli le mani per errore, ma volesse stringerle e intrecciarle alle sue perché...noo ma che giornata era quella? Troppi pensieri un po' strani...
"John il CD..." Disse imbarazzato il minore, dopo che l'amico continuava a fissarlo intensamente, in uno sguardo indecifrabile, e con le mani che stavano accarezzando delicatamente le sue.
"Scusa!" Urlò imbarazzatissimo il festeggiato, lasciando le sue mani li dove erano
"Scusa io, se ti faccio perdere tempo!" Disse mortificato pivello, che si avvicinó a greco per dargli un bacio di saluto, ma quello gli bloccó il volto prendendolo tra le sue mani, leggermente insicure. Rimasero un po' a guardarsi, a perdersi l'uno negli occhi dell'altro.
"Johnny...Cosa?" Sussurrò con tono interrogativo il minore, mordendosi il labbro inferiore per l'imbarazzo
"Non lo so..." Rispose greco, che a quel gesto semplice e innocente non avrebbe più potuto resistere.
"Scusa" Aggiunse il maggiore, discolpandosi per ció che l'istinto gli stava premendo di fare.
Inclinó il suo volto, assottigliando lo sguardo assorto e fissando il minore negli occhi, quasi come era accaduto quella mattina, con la sola differenza che ora era cosciente di ció che desiderava, anche se non sapeva il perché. Il minore, seppur imbarazzato e impaurito da quello sguardo tanto carico di desiderio e affetto, non cercó nemmeno per un momento di sfuggire a quegli occhi tanto affascinanti e rassicuranti, anche se si rendeva conto che forse sarebbero cambiate molte cose da li a poco.
Successivamente John contempló le labbra dell'amico, e si poteva notare perfettamente nel suo sguardo, che era ancora spaesato da tutte quelle sensazioni che stava provando. Il maggiore diminuí poco a poco la distanza tra le loro labbra, fino a che finalmente, timide ma decise, si unirono. Harnon credeva di aver fatto una grossa stronzata, ma il fatto che George non lo avesse spinto via e che anzi, poggió la sua mano calda accarezzando delicatamente il suo volto, smentí la sua paura. Il minore non perse tempo quando il biondino dischiuse la bocca, e approfondí il bacio potendo finalmente constatare nel modo piú tenero possibile che quelle labbra erano davvero stupendamente morbide come sembravano. Il maggiore fece scivolare le sue dita nei capelli folti e morbidi di McLerrison. John era un po' impacciato all'inizio, ma a George non importava, gli sembró quasi che da quando si scambiarono il primo sguardo d'odio, stessero solo aspettando quel contatto cosí intimo. Gli intrecci passionali tra le loro lingue, e il dolce scontro fra le loro labbra, erano di gran lunga più appassionanti e speciali dello schifoso bacio di Nagisa. Un gesto desiderato dal nulla, forse represso da molto tempo, ma molto più intenso di quello che il maggiore condivise con la ragazza che diceva di amare.
Il cellulare di greco squilló.
A malincuore si ritrassero, uno con l'essenza dell'altro mischiata alla propria, formandone una nuova, quella di John e George.
"I...io...é mia madre..." Si giustificó imbarazzato il festeggiato.
"Oh si, giusto devi andare!"
"Allora ciao!" Si guardarono ancora per un po' incerti di quello che sarebbe cambiato tra loro.
Avevano le guance che parevano le fiamme del confortante fuoco invernale, o meglio, rosse come la passione che guidó quel loro gesto. I loro stessi corpi ardevano di quella fiamma, innescata all'unisono, quasi non ne potesse più di essere smorzata con forza.
John andó via, e Joj ancora incredulo lo guardava dirigersi verso la porta d'uscita, nemmeno lo aveva accompagnato...
In quel pomeriggio i due trovarono l'emozione fantastica di cui Joj non era sicuro che potesse compensare tutto il male e la solitudine della vita. Quell'emozione che tutti cercano e a cui tutti aspirano...la felicitá. _^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^ Salve! Spero la storia continui ad interessarvi, ringrazio tutte coloro che hanno aggiunto tra le seguite o hanno recensito. In questo capitolo si scava un po' nel carattere di George, nonostante l'apparenza in realtà è molto triste poiché non trova il suo scopo nella vita e John esprimendogli le sue sensazioni gli fa capire che lui non é inutile, anche se ancora non trova del tutto il suo scopo ( un po' l'ha intuito ) spero di non essere stata troppo pesante con l'aggiunta di queste tematiche, e soprattutto spero che si fondano bene tra la trama della storia e che non appaiano come un pezzo preso ed incollato li con forza. Al prossimo aggiornamento, se volete lasciatemi una recensione, ne sarei grata. Ciao!

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