Heart broken di Shieru__ (/viewuser.php?uid=46121)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa non va ***
Capitolo 2: *** Imperfezione ***
Capitolo 3: *** Incomprensione ***
Capitolo 4: *** Cellulari e un invito ***
Capitolo 5: *** Intendimento ***
Capitolo 6: *** L'aiuto c'è ma non si vede ***
Capitolo 1 *** Qualcosa non va ***
Heart broken
Aveva
iniziato ad odiare gli ospedali proprio da quel giorno.
L’avevano
spinto ad andarci per dei controlli i quali erano sempre importanti ed
effettivamente appariva troppo spossato negli ultimi tempi facendo
preoccupare non poche persone.
Maledetto
edificio bianco, non aveva mai avuto bisogno di lui in tanto tempo,
perché doveva entrarci proprio adesso?
E per di
più da solo?
“Buongiorno
signor Muto” .
“Buongiorno”
rispose entrando e sedendosi di fronte al medico.
“Ha
già fatto le analisi giusto? In tal caso avremo i risultati
a breve, nel frattempo può spiegarmi esattamente come si
sentiva quando mi chiamato?”
iniziò il dottore, togliendosi gli occhiali da
vista e appoggiandoli sul tavolo.
“In
realtà, personalmente non l’avrei chiamata
affatto” rispose con una punta di acidità e stizza.
“Signor
Muto , non mi sembra affatto un bambino, francamente non capisco questo
suo comportamento”.
“Infatti
non deve capirlo, io qui non ci dovevo venire, io non ne ho
bisogno”.
“Incubi
notturni e quindi notti insonni, affaticamento frequente e il sentirsi
venire meno credo siano motivi sufficienti ad avere bisogno
di un controllo medico”.
“Se
lo dice lei ma le ripeto che sto bene, sto benissimo, l’unico
problema è che chi mi sta attorno si preoccupa troppo e ora
mi scusi, devo andare…”.
“Signor
Muto!”.
“Mi
dica, dottor Mikanawa…”.
“Non
sottovaluterei i suoi sintomi come sta facendo lei …
comunque le telefonerò appena saprò i
risultati delle analisi”.
“Bene,
la ringrazio …. arrivederci”.
Uscendo
dall’ospedale sentì di nuovo quel senso di
oppressione nel petto, prese in considerazione l’idea di
tornare indietro ma dandosi dello stupido decise di non dar ragione a
quel medico che di lui non sapeva nulla.
Erano
appena le 10 della mattina.
Dove poteva
andare a passare un po’ il tempo?
Tornare a
casa, no.
Troppo
presto.
Si
fermò in un piccolo bar ma ordinò solo
un bicchiere d’acqua fresca.
Non aveva
voglia di nient’altro, la limpidezza e la purezza di quella
bevanda era un toccasana e tanto gli bastava.
E mentre
osservava dei ragazzini che si rincorrevano, altri che
giravano sui pattini a rotelle e il cameriere che correva da
una parte all’altra per portare tutte le ordinazioni,
pensò a quanto gli aveva detto il medico.
Non ci
doveva andare in quel maledetto ospedale, aveva solo avuto dei
capogiri e per il biancore del volto avevano insistito
affinchè si visitasse.
Ma cosa gli
doveva dire? Di assumere più zuccheri e vitamine?
E poi vide
qualcuno venire verso di lui, sorridente e sorpreso di trovarlo proprio
lì.
“Jii-chan!
Ciao, com’è andata dal medico, che ti ha
detto?” esclamò Yugi ansioso.
“Ciao
nipote! Ehi ma cosa credi, che io sia un vecchietto? Ha detto che sono
in piena forma e che acconsentirebbe persino a mandarmi di
nuovo a fare qualche scavo archeologico se
volessi!” prese a declamare il nonno del ragazzo,
dando prova di elasticità con qualche esercizio sul posto.
“Jii-chan!
Non ti sforzare! Non hai più l’età per
queste cose lo sai!” commentò ridendo Yugi.
Tornando
insieme a casa , uno dei due si diresse in salotto per una breve siesta
mentre l’altro salì di corsa le scale che
portavano in camera sua quando gli squillò il
cellulare.
“Pronto?”.
“Signor
Muto?”.
“Ah…
è lei dottor Mikanawa, mi dica
…”.
“Signor
Muto, vorrei che passasse da me quanto prima, appena
può…”.
“Che
cosa? Ma se sono stato da lei fino a poco fa!”.
“Yugi,
le tue analisi non mi piacciono per niente, devo parlarti al
più presto”.
“
Le ho detto che è solo affaticamento, non credo affatto che
ci sia …”.
“Yugi,
tu hai un problema serio! E non credo che parlare a telefono sia il
modo migliore per dirtelo! Yugi, per il tuo bene ti aspetto quanto
prima …” e riattaccò.
Il
cellulare però fu scaraventato in cima alla rampa di scale e
andò ad urtare contro la porta della sua camera.
Il ragazzo
si sedette sui gradini con la testa tra le mani, rimuginando sul da
farsi.
Non gli
aveva voluto dire niente ma sembrava qualcosa di serio e non credeva di
poter stare così male da far tanto preoccupare un medico.
Decise di
tornare di nuovo da lui, doveva chiarire la
situazione o non avrebbe dormito quella notte.
Proprio
quando stava per accingersi a scendere di nuovo la scalinata il suo
cellulare squillò di nuovo.
“Pronto?”.
“Yugi!
Com’è andata? Cosa ti ha detto il dottore?
E’ tutto normale?” dall’altro capo si
poteva udire chiaramente la voce di un Jounouchi abbastanza
preoccupata e in ansia.
“Jounouchi-kun!
Ma dove sei? Ti sento appena …” rispose Yugi.
“
Ah niente, niente, non ti preoccupare!”.
“Ah!
Ho capito sai! Sei sulla moto e stai facendo qualche consegna, ma lo
sai che ti può fare molto male? Fermati subito! Oppure
chiamami dopo!” disse il ragazzo agitandosi.
Ma
perché doveva fare sempre il solito spericolato?
“Ok,
mi sono fermato, ora mi dici come è andata per favore? Ti ha
trovato qualcosa?”.
“Jounouchi-kun?”.
“Dimmi!
Non è niente di che vero?”.
“Non
sono stupido…”.
“…”.
“Sento
ancora il rombo del motore, quindi attacco, ciao”.
“Ah,
no aspetta! Va bene, va bene dannazione…”.
“
E non imprecare!” lo canzonò ridendo.
“Bene,
adesso senti qualcosa mamma? No, eh? Mi dici come
è andata, mi stai facendo preoccupare sul serio!”
ripetè Katsuya.
“Non
ti preoccupare Jono … sto … benissimo
… ho ritirato da poco le analisi e sono buone, stai
tranquillo …”.
“Sicuro?
Non mi sembri molto convinto, ma no, dannazione …Yugi! Mi
senti ancora! Batteria … scarica … dopo
… ciao!” e si udì solo il
fastidioso tuuu-tuuu della chiamata terminata.
“Certo
… certo … che ne sono convinto
Jono…” spense il telefonino e lo mise in
tasca.
Scendendo
però ebbe di nuovo la conferma che qualcosa non andava.
Il mondo
iniziò a girare, il respiro si mozzò e dovette
aggrapparsi al corrimano per non cadere rovinosamente.
Sì,
esattamente qualcosa non andava.
E
sì, da quel giorno Yugi odiava decisamente gli
ospedali.
Fine primo
capitolo. A chi interessa? L’idea mi
illuminava da un po’ e ho provato a metterla in
atto nonostante debba occuparmi anche di
“Childhood” .
Spero di
ricevere qualche parere anche su questa nuova idea.
Povero
piccolo Yugi eh? XD Nel prossimo capitolo darò qualche
spiegazione in più, questo è per lanciare
l’idea, grazie a chi commenterà o
leggerà soltanto ( Ma un minuscolo commentino è
sempre gradito**).
Baci.
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Capitolo 2 *** Imperfezione ***
Imperfezione
Qualche
settimana prima…
“Jounouchi-kun! Finalmente! E’ mai possibile che
debba sempre aspettarti?” esclamò un ragazzo che
non era alto come quello che stava arrivando di corsa, tutto trafelato.
Ma in compenso aveva due grandi occhi viola che assottigliandosi
risaltavamo le ciglia allungate e vestiva semplicemente con un
pantalone nero e una camicia grigia.
“Sai che il lavoro mi distrugge Yuugi! Odio fare quelle
dannate consegne di alimentari!” ribattè
il più alto, biondo, slanciato con una giacca bianca sopra
al pantalone nero e la maglietta gialla che spiccava al di
sotto di essa.
“Non saresti costretto a farle se fossi venuto
all’università con me” gli
ricordò il ragazzo, andandogli incontro e
prendendo a camminare con lui.
“Te l’ho già detto Yuugi non mi
sopravvalutare … dei due sei tu quello intelligente,
l’università non è roba per me
…” disse fermandosi a comprare due
gelati, uno a vaniglia e uno al cioccolato.
“No, io lo volevo a fragola”
commentò Yugi stizzito, voltando il viso dalla
parte opposta, rifiutandolo.
“Ma sei vai pazzo per il cioccolato!
Cos’è questa storia?” rispose
l’altro, sorpreso.
“Non è affatto vero che non sei intelligente
Jounouchi-kun ! Lo sei molto più di me e avresti di certo
tutte le possibilità di frequentarla!”
ribattè il ragazzo afferrando il cono al cioccolato.
“ Ma dai, non sono mica bravo come te con i rompicapi! Ci
avrei messo secoli a rimontare il puzzle del millenn…ah
… bè volevo dire…”
scherzò bloccandosi di colpo, ripensando a quanto aveva
detto.
Il puzzle del millennio era collegato al passato che era collegato
all’Egitto che era , a sua volta, collegato ai ricordi che
Yugi aveva di Atemu.
E sebbene rattristasse tutti il pensiero di Mou hitori no Yugi , per
l’originale era comunque una botta ricordarlo.
Poi il fatto di assomigliargli purtroppo non era
d’aiuto.
“Jounouchi-kun, il puzzle non è un argomento
tabù, sono convinto che anche tu saresti riuscito a
rimontarlo , solo che era destinato a me questo compito ma non vuol
dire che tu debba basarti su ciò per renderti
conto delle tue ottime capacità, ti ricordo che sei
diventato un vero duellante da solo, senza l’aiuto o la testa
di nessuno” continuò sorridendogli.
Ma non era affatto sicuro , Jono, che quell’argomento fosse
del tutto indifferente a Yugi.
“Yuugi…a te manca Atemu qualche volta? Ci pensi
mai a come sarebbe stato se fosse rimasto con noi?”
domandò il biondo, pensieroso,
continuando a leccare il cono gelato.
“Che domande fai, Jounouchi-kun? Non sarebbe mai potuto
rimanere qui, era impensabile allora, figurati adesso
… oh! Guarda! Un negozio di carte!”
esclamò subito dopo, svicolando, avvicinandosi al
negozio.
“ Dai, Yugi, non dirmi che alla tua età giochi
ancora a Duel monster!” lo derise Jono ,
puntellandogli la guancia per gioco.
“ Senti chi parla! Ma se dormi ancora con le carte vicino al
cuscino!” lo schernì a sua volta Yugi.
“Argh … e quando l’avresti
visto?” chiese l’altro con fare circospetto.
“Jono, quello che ancora non hai capito è che tu
sei un libro aperto per me” disse chi stava aprendo
la sua bustina di carte osservandole una a una.
“ Ehi a proposito, hai notizie di Anzu? Da quando
è partita per l’America non la sento molto
spesso” domandò Jounouchi
sedendosi su una panchina nel parco di Domino.
“Beh, sì la sento qualche giorno sì e
qualcuno no, più che altro mi chiama
lei…” rispose l’amico , facendo il vago.
“Cosa, cosa, cosa? E perché tu hai il suo numero e
a me non l’ha dato? Cosa sono questi favoritismi? Uh! Da
quando … tu e lei …”
brontolò Jono, colto poi da
un’improvvisa illuminazione.
“Ma … ma che dannazione dici , Jounouchi-
kun!” sbraitò Yugi in preda al rossore che
colorava persino i capelli.
“Ehi! Hai detto “dannazione” ! Proprio
tu! Mi sa che adesso dovremo andare da qualche psicologo o a
confessarci …” commentò assecondandosi
da solo.
“Smettila di prendermi in giro! E comunque tra me e Anzu non
c’è niente capito?! Tu o perdi il
cellulare o non sei raggiungibile o comunque non lo usi mai, faceva
prima a scriverti una lettera! Poi me l’ha dato
quando ci siamo salutati all’aeroporto dove ricordo il TUO
ritardo”.
“Ah, giusto … dimenticavo che tu e Rebecca vi
sposerete presto” commentò maliziosamente,
ignorando quanto gli aveva appena detto.
“Ma che stai dicendo!” gridò
scaraventandosi su di lui iniziando a colpirlo come poteva.
Era la giornata ideale per uscire e passeggiare anche se avrebbero
voluto che ci fossero anche Honda, Bakura e Otogi.
Ma mentre il penultimo era in viaggio chissà dove, Riuji si
occupava del suo nuovo negozio di giochi ( diversa ubicazione rispetto
al precedente) e i clienti non gli davano tregua, così i
giorni liberi a sua disposizione erano limitati.
Dunque Jono e Yugi erano abituati ormai a passare giornate
intere da soli tranne quando il primo lavorava o il secondo aveva da
fare.
Almeno lui l’università l’aveva
terminata ed era già un impiccio in meno.
“Piuttosto dimmi , e fai il serio!”
ringhiò Yugi sedendosi vicino a lui.
“ Cosa?” fece ridendo.
“ Hai sentito Honda-kun ultimamente? Non lo vedo da
un po’ ma diceva che doveva partire anche …
Jounouchi-kun?”.
L’espressione sul viso dell’amico era uno
spettacolo agghiacciante per Yugi.
Il viso di Jono era diventato talmente rosso di rabbia che
l’altro temeva sarebbe esploso.
“Non lo nominare che appena lo vedo non hai idea di come lo
riduco!”.
“Che cosa? Ma… ma che ha fatto?”.
“Cosa ha fatto?! Tu mi chiedi cosa ha fatto quel
gran bastardo?!” ringhiò infervorandosi
maggiormente.
“Se… riesco ancora a collegare la bocca al
cervello direi di sì…”.
“Maledetto… è andato in vacanza con
Shizuka!” ammise, risiedendosi.
“Shikuza-chan? Tua sorella?” ripetè
Yugi, sorpreso.
“No, Yugi, mia nonna”.
“Hai una nonna che si chiama Shizuka?”.
“Ti prego, dimmi che non dici sul
serio…”.
“Comunque per me sei troppo geloso di lei, dovresti lasciarle
più libertà, con chi va in vacanza non
credo…” fu interrotto da un’occhiataccia
indemoniata da parte del biondo.
“Non mi ha nemmeno avvertito! Me! Il suo adorato fratellone!
Mi ha chiamato quando era già arrivata! E poi quel bastardo
mi ha salutato con quella vocetta saccente che voleva solo insinuare :
“ Te l’ho fatta!” Ma aspetta che
torna…aspetta…” borbottò
alzandosi e uscendo dal parco.
Seguito a ruota dall’altro si fermarono di nuovo in gelateria
perché Jono doveva distendere i nervi con un nuovo cono alla
crema.
“Bene, e ora dove si va?”.
“ In sala giochi? E’ da un po’ che
non ci facciamo una capatina” propose Yugi.
Jono lo guardò pensieroso per poi gettarsi su di lui
iniziando a strattonarlo affettuosamente.
“Il tempo passa ma tu dai giochi non ti stacchi mai
Yugi!”.
Erano circa le sei del pomeriggio e i due amici si diressero verso la
sala giochi più vicina sponsorizzata dalla KC.
“Ti prego dimmi che quella sigla sta per “Kompagnie
di CD” mormorò Jounouchi quasi disgustato.
“Ma non credo proprio, Jono-kun, però dobbiamo
ammettere che Kaiba-kun ha fatto progressi, non
c’è un negozio o un’insegna di giochi
che non porti la sigla della sua società, il parco
divertimenti deve essere andato talmente forte che il suo
monopolio si dev’essere
esteso…” il ragazzo avrebbe continuato a
rimuginare se non si fosse accorto che Jounouchi era avanti da un bel
pezzo.
“Guarda! Questo deve essere un nuovo tipo di gioco di lotta
credo, ma a differenza degli altri i giocatori si posizionano in cabina
e iniziano a colpire il bersaglio che sarebbe poi
l’avversario presente nell’altra, se riesci a non
farti colpire guadagni punti mentre se ti colpiscono ricevi piccole
scosse o vibrazioni, non so bene, leggo quanto c’è
scritto qui…” esclamò Jono eccitato.
“Dai, Yugi, proviamolo!” propose il biondo che era
già entrato in cabina.
“A-Aspetta Jounouchi-kun!”.
La suddetta cabina non era molto larga ma permetteva di abbassarsi o
spostarsi leggermente di lato per evitare i colpi, era dotata di
cuscini sui quali indirizzare i pugni sia all’altezza delle
braccia che a quella delle ginocchia.
C’era poi un microfono tramite il quale i giocatori potevano
comunicare.
Infine a inizio partita un piccolo casco si abbassava sul
capo di ognuno dei due e visualizzava il gioco e l’avversario
che si poneva di fronte al giocatore.
- Ready … Go! -
“Yugi, attento!” dal microfono posto
vicino l’orecchio del ragazzo uscì la
voce di Jono poco prima che Yugi ricevesse una scossa dal casco che
indossava.
“Ma …” non riuscì a capire
come difendersi che gli arrivò un’altra scossa.
“Yugi, devi colpire davanti a te, i cuscinetti!
Avanti!” spiegò Jounouchi, rimanendo in attesa.
“Ah finalmente! Bravo Yugi, così si fa!”
aggiunse subito dopo aver sentito la scossa da parte
dell’amico.
Andarono avanti per circa un quarto d’ora e ovviamente le
volte in cui Yugi era stato colpito era di gran lunga maggiori di
quelli in cui era riuscito a sferrare un pugno a Jono.
“Prendi!” continuava il biondo, divertendosi.
“Anf … aspetta, Jono, facciamo
… una pausa” non sapeva nemmeno
perché gli iniziasse a girare la testa e si sentisse stanco,
era solo un gioco e delle scosse non potevano certo
abbatterlo in quel modo!
E poi sentì il bisogno di uscire subito da quella
cabina, intimorito perché un simile effetto non
gli era mai capitato.
Si riprese stando all’aria aperta e poco dopo lo raggiunse
Jounouchi, preoccupato.
“Yugi! Stai bene? Che cosa c’è, sei
pallido …”.
“No, non è niente, ho solo avuto un capogiro, mi
avrai dato troppe scosse!” rispose buttandola sullo scherzo.
“Vuoi che ti accompagni a casa? O dal medico?”.
“Ma dai, non farla tragica! Sarà stato un calo di
zuccheri, non ti preoccupare, torno da solo”.
“Come vuoi, chiamami se dovessi avere bisogno…ci
sentiamo presto va bene?” disse Jono, salutandolo.
“E scusa…” aggiunse quasi subito.
“Che cosa? Perché?”.
“A te non piacciono i giochi di lotta o comunque di violenza
vero? L’avevo dimenticato, preso dall’euforia del
momento non ho pensato che …” si scusò,
non riuscendo a guardarlo negli occhi.
“Non dire sciocchezze, era un semplice gioco, non
c’era nulla di reale e tu non hai niente di cui scusarti, ci
vediamo presto Jounouchi-kun” gli rispose con un sorriso.
E ripresero entrambi, anche se in direzioni diverse, la strada di casa.
In fondo non era stata male come giornata , pensò Yugi,
aprendo la porta.
Si erano divertiti e questo era l’importante.
Alla fine per lui c’erano state solo due imperfezioni:
La disavventura in sala giochi e, nella loro conversazione,
il riferimento ad Atem.
Il
secondo capitolo sembra parecchio diverso dal primo eh? E’
un’atmosfera più … normale direi ma
serviva comunque per iniziare a spiegare il primo che è in
medias res e cioè ci si trova subito all’interno
della storia.
Piccola precisazione: Il primo capitolo era, come dire, un
po’ a trabocchetto: le persone che dovevano visitarsi e fare
le analisi erano due, Yugi e suo nonno che incontrandosi per strada si
salutano e il primo chiede al secondo come sia andata la visita.
Questo perché Yugi era al corrente della visita del nonno ma
quest ultimo non sapeva che il nipote dovesse a sua volta visitarsi,
perciò Jono è l’unico a conoscenza per
il momento del fatto che Yugi abbia qualche problema.
Dov’è allora il piccolo inganno?
Nel farvi cadere su chi sia veramente malato perché mentre
il nonno sta benissimo, meglio del nipote quest ultimo invece no.
E credo ci sia riuscita poiché non tutti (se non nessuno)
hanno capito che in realtà (anche se alla fine mi sembra di
avervi dato qualche indizio in più per farvi intuire che il
“vero malato” era Yugi) la vicenda ruota intorno al
fatto che la visita del nonno è andata bene mentre quella
del nipote no.
Fine precisazione XD
Siccome non ho molto tempo ringrazio chi ha commentato il primo
capitolo:
Dragoon: ti
chiedo solo un piccolo favore, capisco che io aggiorni quasi in
contemporanea le fic ma posso dimenticarmi di metterti nei
ringraziamenti se non trovo il tuo commento nella apposita fic e mi
dispiacerebbe, se puoi non fare di tutta l’erba un
fascio anche perché con la testa bacata che mi ritrovo ti
ometterei stupidamente, grazie comunque, spero continuerai a seguirla!
Un bacio!
Valerya90:
Ciao cara, grazie mille per i tuoi complimenti, spero che ti piaccia
questo capitolo! Bacioni.
Masayachan:
Letto la precisazione? Capito ora?XD Dimmi questo se ti lascia
perplessa in qualche punto, provvederò a spiegarlo nel
prossimo! XD Vabbè grazie comunque, un bacio.
Rinalamisteriosa:
Grazie mille del commento, che cos’ha Yugi poi lo scoprirai,
piccino, spiace a me per lui…ok, basta, baci!XD
Detto questo, inviterei chi legge a lasciare una minuscola traccia del
proprio passaggio, scrivere fan fic è stancante e credo si
sappia questo, quindi perché non far contenti gli autori?
Sarebbe tanto carino**
Ovviamente non obbligo nessuno, ringrazio tutti, un bacio da Sloth.
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Capitolo 3 *** Incomprensione ***
Incomprensione
“Signor
Muto…”.
“Mi chiami Yugi, sono giovane per il
“signore”.
“Yugi, vorrei parlare con i tuoi
genitori…”.
“Mio padre non l’ho mai conosciuto e non so dirle dove si trovi
né tanto meno se sia ancora vivo mentre mia
madre non vive più con me,
ma è andata in
campagna da un’amica,
qui con me abita mio nonno, ma non
credo che voglia far preoccupare un povero vecchio per i problemi del
nipote
vero?” domandò il ragazzo seduto davanti alla
scrivania del medico sulla quale
erano presenti varie carte, fogli e cartelline.
Stava firmando
pratiche di minore importanza prima di
dedicarsi al caso di Yugi.
“Si
può sapere che cosa ho, dottore? Parli chiaro” lo
pregò.
“Yugi, guardando le tue analisi risulta che tu sei
cardiopatico, sai cosa significa?”.
“E’ lei il medico, me lo dica lei …
riguarda il cuore?”.
“Sì, in
medicina, la cardiopatia è un termine con cui si indica
qualunque anomalia
strutturale o funzionale a carico del cuore. Le cardiopatie possono
essere
divise in congenite, se presenti fin dalla vita fetale, o acquisite,
quando si
sviluppano in un’epoca successiva
alla
nascita. Ho motivo di credere che la tua sia acquisita
poiché hai manifestato
problemi a
ventiquattro anni, e direi
che è abbastanza dopo la tua nascita. Bene,
ora ti farò qualche domanda per capire
cosa ha causato questa condizione … Pratichi
sport?”.
“…”
“Yugi?”.
“No, non pratico
nessuno sport”.
“ Effettui
comunque attività che possono sollecitarti fisicamente o
comunque causarti uno
sforzo fisico?”.
Tutte
le risposte
le annotava su un foglio come se fosse un interrogatorio e Yugi
iniziava a
detestare quel suo modo di scrivere celermente e quella sua apparente
calma.
“Duello,
spesso”.
“Non seguo molto i
campionati di Duel Monster ma ultimamente la tecnologia ha fatto passi
da
gigante giusto? Ormai il 3D è superato, i giocatori ricevono
precisamente gli
attacchi offensivi e ci sono diverse carte magie che sono passate da
“proibite”
a “disponibili” e che causano notevoli danni al
duellante, dico bene?”.
“Non mi sembra che
non segua molto i campionati, vedo piuttosto che se ne intende
…” commentò Yugi
senza sarcasmo.
“Quello che voglio
dire è
che non voglio che tu combatta
più in questo modo”.
A
quel punto il
ragazzo si alzò tanto in fretta da far spaventare colui che
aveva di fronte.
“Che
cosa?”.
“Mi hai capito
bene, sei malato e non puoi fingere o svicolare, sono il tuo medico e
come tale
pretendo che tu salvaguardi la tua vita , Yugi, la tua malattia
può
guarire ma non deve
peggiorare per
questo non voglio che non ti
affatichi
con cose del genere, come i duelli” spiegò,
cercando di essere il più lucido e
calmo possibile.
“Non mi può
impedire questo! Io duello da anni e non è mai successo
niente! La causa deve
essere un’altra! Deve per forza essere
un’altra!”.
“Prima di tutti
calmati e siediti, per favore …” provò
a dire il medico ottenendo l’effetto
contrario.
“No, che non mi
siedo! Non mi interessa quello che dice lei, io continuerò a
duellare e a fare
quello che faccio tutti i giorni” continuò
imperterrito il ragazzo.
Non
poteva
negargli di fare ciò in cui riusciva meglio, ciò
che lo aveva legato a quella
persona per tanto tempo.
Perché? Perché era capitato a lui? Cosa aveva
fatto di male?
“Non
ti sto
chiedendo di non fare più quello a cui sei abituato! Yugi,
hai detto di voler
affrontare da solo questa situazione mi sembra, sei maggiorenne e
perciò non
sono obbligato a chiamare i
tuoi
genitori ma speravo di parlare con una persona matura!”.
Matura?
Lui non
era maturo? Dopo tutto quello che aveva sopportato in tanto tempo
… come
potevano dirgli che non era
maturo?
Cercare di andare avanti dopo che … dopo che …
Girò le spalle e
tentò di uscire da lì, non riusciva
più a ragionare con freddezza, la
situazione gli stava sfuggendo e non capiva …. Non riusciva
a capire perché
stesse per iniziare a piangere.
Ma una mano lo
afferrò improvvisamente, costringendolo a voltarsi.
“E’
perfettamente
inutile piangere, devi evitare sforzi fisici, e agitarsi in questo modo
è
altrettanto sconsigliato, ti ho detto che possiamo fare qualcosa se
accetti di
operarti ma non credo ti rimangano molte alternative, stiamo parlando
della tua
vita, Yugi, non hai nessuno a cui vuoi veramente bene? Che non vorresti
far
soffrire se tu dovessi sentirti male davanti ai suoi occhi?”
lo guardò fisso, con
uno sguardo che in quel frangente Yugi non poteva sostenere.
Pensò
subito a
Jounouchi-kun, al nonno, Anzu, Honda-kun, cosa avrebbero fatto se fossero venuti a
conoscenza della sua
condizione in quel modo?
A cui vuoi veramente
bene … una persona …
“Credo
che questa
persona se ne sia andata tanto tempo fa …”
abbassando lo sguardo , strattonò
il suo stesso braccio per far in
modo che lo lasciasse andare e se ne andò, sentendo la voce
del dottore che
continuava a chiamarlo.
Quando
uscì
dall’ospedale notò che stava piovendo.
Perché in certe
situazioni doveva sempre
piovere?
Iniziò a correre
ripensando a quanto gli aveva detto :
Cardiopatico,
problemi al cuore e quindi difficoltà a condurre la sua
vita, così come lui
l’aveva programmata.
Non duellare più,
evitare affaticamenti, non sforzarsi troppo e
allora cosa gli rimaneva da fare?
Non si era mai
ritrovato in una situazione del genere, aveva continuato a vivere da
solo da
quel giorno.
“Atem!
Non mi hai
preparato a questo! Che cosa devo fare?!” lo gridò
a nessuno.
Si
stava rendendo
conto di quanto uno spirito vecchio di 3000 anni potesse condizionare la vita di una persona che
era stata legata a
lui tempo prima.
Credeva di non
aver più bisogno di lui, ma adesso si ritrovava fermo,sotto
la pioggia , col
disperato bisogno di aggrapparsi a qualcuno, ti ritrovare una sua
fortezza,
un qualcuno con cui
condividere la
sofferenza.
Lui ce l’aveva, ma
se n’era andato e a lui sembrava di essere regredito al
diciottenne che era ,
quando piangendo l’aveva salutato per sempre.
Adesso non capiva
perché stesse rimpiangendo di non aver fermato il
sé stesso che lo aveva
lasciato andare, che anche se gli si stava spezzando il cuore era rimasto immobile a
guardarlo oltrepassare
una porta.
Forse quel medico
aveva ragione, forse era maturo solo dal punto di vista dei duelli con
le
carte, forse nella vita reale non era davvero capace più di
gestire una
situazione da solo.
“Yugi,
dove vai?”
domandò una voce assonnata, osservando con occhi altrettanto
stanchi chi stava
salendo le scale con un asciugamano sulla testa.
“Jii-chan, che ci
fai in piedi? Torna subito a letto!” comandò il
nipote, scendendo di nuovo i
gradini che portavano in camera sua e spingendo delicatamente il nonno
per le
spalle verso la sua stanza da letto.
“ Non ti ho
sentito rientrare e così mi sono alzato, sei stato con
Jounouchi?”.
“S-Sì, esatto ma
sono tornato, ora dormi Jii-chan, a domani, buonanotte” gli
disse chiudendo la
porta e spegnendo la luce.
Decise
di andare a
riposare anche lui, ne aveva bisogno.
Ma mentre si stava
infilando il pigiama squillò il cellulare.
Quando si sarebbe
deciso a spegnerlo dopo un certo orario sarebbe stato sempre troppo
tardi,
pensò.
“Yugi!”.
“Jounouchi-kun, il
tuo tempismo è perfetto come sempre direi” lo
salutò, cercando di infilarsi il
pantalone.
“Momento
sbagliato?”.
“Ma figurati, cosa
c’è a quest’ora? Ti serve
qualcosa?”.
“Tuo nonno mi ha
telefonato per sapere se
eri con me, gli
ho risposto di sì, ma tu in realtà
dov’eri?”.
“Ha importanza,
Jounouchi-kun?” domandò Yugi, spegnendo la luce di
camera sua.
“Per tuo nonno
forse no visto che è sicuro che tu eri a casa mia, ma per
me, sì, Yugi, ha
importanza.”
“Ero in giro”.
“Tu non sei mai in
giro”.
“Ero da mia
nonna”.
“Tu non hai una
nonna”.
“Ero con Atem …”.
“Potevi dirmelo
prima che non avevi voglia di rispondermi”.
“Dal tono non si
capiva?”.
“Perché fuggi non
appena ti mettono alle strette?” domandò poi Jono,
non capendo la situazione.
“Io non sto
fuggendo, o almeno non adesso, mentre parlo con te”.
“Buonanotte, Yugi
” e attaccò.
“Buonanotte,
Jounouchi-kun”.
Ecco,
un’altra
cosa che non era riuscito subito ad afferrare.
Aveva davvero
risposto in quel modo a Jounouchi-kun? E lui aveva sul serio attaccato
il
telefono senza dargli il tempo di rispondere?
Spense il
cellulare immediatamente, timoroso di combinare qualche altro disastro.
E andò a dormire,
sorridendo per non piangere.
Quel giorno non
gliene era andata davvero bene una.
La
mattina
seguente si svegliò tardi, il nonno aveva già
aperto il negozio e sbadigliando
si alzò.
Pensava al giorno
precedente , all’ ultimatum del medico, la pioggia, il senso
di solitudine che
non aveva più da anni, e la discussione con Jounouchi.
Non sapeva nemmeno
se avevano davvero litigato, anche se lo
scambio di battute astiose e seccate non significava certamente che
fosse tutto
apposto.
Ma mentre scendeva
le scale la vista gli si appannò improvvisamente
perché la testa aveva iniziato
a girargli e il respiro si era mozzato di nuovo.
Dovette fermarsi
per respirare a pieni polmoni, continuando poi a scendere lentamente,
reggendosi al corrimano.
“Yugi! Buongiorno
dormiglione! Che fai ancora lì, vieni ad
aiutarmi!” gridò la voce del nonno
dall’entrata del negozio.
“Buongiorno
Jii-chan” lo salutò il ragazzo.
“Guarda,
c’era
questa busta chiusa ,fuori la porta, l’ho trovata stamattina
controllando la
cassetta della posta, è per te” disse il vecchio
porgendogliela.
“Grazie,
Jii-chan”
si avvicinò al banco e la aprì, notando al suo
interno diversi fogli e una specie di messaggio.
Yugi, hai
dimenticato le tue analisi l’ultima volta.
Non
ero obbligato
a recapitartele ma ho pensato che ti sarebbero potute servire nel caso
in cui
decidessi di farti operare da qualcun altro.
Perché
tu hai
bisogno di un’operazione al più presto, non
negarlo.
Ti
aspetto nel
caso in cui ti decida a ragionare.
In
fede,
Tashiro
Mikanawa
E sul nome era
apposta la firma.
Nascose velocemente le cartelle dietro la schiena e mentre
il nonno non guardava salì di filato in camera sua ,
gettando quelle carte in
un armadio.
“Io
esco, Jii-chan, torno presto e mi occupo del negozio!”
disse uscendo.
Correva per
raggiungere Jounouchi.
Per scusarsi per il modo in cui l’aveva trattato.
E per tentare di non pensare a tutti i suoi problemi, a quel
dannato medico che aveva avuto la faccia tosta di inviargli quei fogli
a casa
sua!
E se suo nonno le avesse lette? Che sarebbe successo? Gli
sarebbe preso un colpo come minimo.
Ma no, a questo non ci si pensa, basta fare il suo dovere e
essere pagato , perché un’operazione del genere
non poteva essere gratuita.
Lo trovò con delle casse in mano che stava sistemando su un
furgoncino, forse per qualche consegna.
“Jounouchi-kun!”
gridò Yugi, raggiungendolo.
Lui si
fermò con una cassa in mano e lo guardò
indifferente.
“Jounouchi-kun,
mi dispiace tanto per come ti ho risposto
ieri, scusami”. Lo pregò abbassando lo sguardo.
“…”
“Non
essere arrabbiato con me, ti prego, non ti risponderò
mai più così male, ero solo nervoso, perdonami,
Jono-kun”.
Il biondo
buttò la cassa nel furgoncino anzi la appoggiò
con
talmente tanta violenza che fece sobbalzare il ragazzo davanti a lui.
“Yugi,
quello che non hai capito è che non mi interessa il
tono con cui mi hai risposto, io capisco che se fai così
c’è qualcosa che non
va, ma tu fuggi, cerchi di svicolare, di non affrontare il problema, se
questo
riguardasse me tu ti faresti in quattro per aiutarmi, lo so
perché ti conosco
troppo bene, ma tu non permetti agli altri di darti una mano e cerchi
di fare
da solo” gli spiegò Jounouchi con
un’improvvisa dolcezza nel tono di voce.
“Ma
no, che dici…”.
“Atem non ci ha lasciati per farti vivere nella sua ombra ,
non se n’è andato affinchè tu ti
isolassi al primo problema, per farti
affrontare da solo tutto, Yugi ci sono momenti in cui è bene
farsi aiutare…”.
“Non mettere in mezzo Atemu!” gridò.
“Ecco! Lo fai di nuovo! Perché ti nascondi dietro
ad Atem,
Yugi, perché non riesci ad andare avanti senza pensare a
lui? Perché lo vedi
ancora come il tuo rifugio, la tua protezione? Yugi, lui non
è più qui, anche
se lo chiami non c’è più un puzzle del
millennio che lo farà apparire,
accettalo!”.
“Ma perché, perché mi stai dicendo
tutto questo solo ora?” .
“Non voglio che tu soffra ancora…”.
“Io non sto soffrendo, sto bene …”.
“Yugi, tuo nonno, tuo padre e
tua madre, prendili in giro come più ti
piace, ma non osare dire bugie proprio a me, vedo perfettamente che
stai male e
lo sei sempre stato”.
Deglutì
impercettibilmente, male aveva detto? Male in che
senso?
“Lui
manca a tutti, e lo so che a te in modo speciale, ma se
non affrontiamo questo dolore ce lo porteremo con noi per sempre,
perché non
proviamo ad avere semplicemente un bel ricordo di lui? Senza infarcirlo
di
dolore e disperazione per la perdita” gli sorrise, cercando
di dargli almeno un
po’ di quel coraggio e sicurezza che solo una persona era
capace di infondergli
da sempre e senza fare il minimo sforzo.
“Sai
Jounouchi-kun, avrei preferito che il puzzle lo avessi
avuto tu fin dall’inizio, almeno non avrei …
sofferto come sono stato costretto
in certi momenti, adesso ci saresti tu nella mia situazione ma non
sarebbe
giusto … dannato, dannato Atem” mormorò
più a sé stesso che all’amico,
asciugandosi gli occhi che si stavano inumidendo.
“Yugi
… sai che non è colpa sua …”.
Jono era forse
l’unico che non se n’era mai andato, che era
stato sempre vicino a lui in ogni momento e aveva appuntato tutto,
tutta la
apparente serenità di Yugi subito dopo che Atem se
n’era andato, il suo
incupirsi mano a mano che notava di assomigliargli molto, ogni volta
che
evitava di mostrare la sua immagine riflessa
quando lui era presente, timoroso che potesse notare
qualcosa troppo
esplicitamente.
Jounouchi ricordava bene tutte le volte che Yugi sorrideva
felice, quando lo abbracciava perché aveva avuto una buona
idea o aveva fatto
una battuta particolarmente buffa.
Jounouchi segnava tutte le volte in cui Yugi rideva e quelle
in cui era triste e queste ultime sapeva attribuirle quasi sempre ad un
perché.
Capiva ormai alla perfezione se c’era qualcosa che non
andava ma non comprendeva perché con lui non si aprisse mai
del tutto.
Non riusciva a colmare quel divario che Atem aveva saputo
creare tra lui e un amico che non se ne sarebbe andato mai, che non
avrebbe
lasciato Yugi da solo e che non gli avrebbe causato dolore.
Jounouchi annotava tutte queste nozioni nella testa e nel
suo cuore.
“Lo so,
Jounouchi-kun, lo so, è per questo che mi fa ancora
più male”.
Bene, adesso
sapete cos’ha Yugi.
Ci tengo a precisare che la cardiopatia non è una malattia
da vecchi! Può averla benissimo un ragazzo di venti anni
come uno di trenta o
uno di quaranta.
A quanto ne so non ci sono target ma sono comunque sicura
che non è improbabile come malattia.
C’era chi aveva espresso l’ipotesi di un tumore, ma
è troppo
drastico e il mio Yugi-chan non se lo merita oltretutto sarebbe anche
più
difficile da gestire.
Piaciuto comunque? Visto la “piccola litigata e
chiacchierata” di Yugi e Jono?
Personalmente Jounouchi lo vedrei proprio così in una
situazione del genere mentre Yugi … bè
è comunque sconvolto per quello che ha
saputo perché non se la aspettava e non l’avrebbe
mai immaginata una cosa del
genere.
Poi c’è il problema di Atem che non riesce ad
allontanarsi
dalla sua mente e lo condiziona parecchio tanto è vero che
persino Jono si
accorge che Yugi non riesce a superare questa cosa e continua a
rifugiarsi nel suo
ricordo appena trova un ostacolo più
grande.
Ovviamente Jono non conosce perfettamente la condizione di
Yugi, lo verrà a sapere più avanti e allora
capirà tutto.
Per il momento vuole solo aiutarlo a superare questo suo
comportamento.
Yugi dal canto suo era convinto di riuscire ad andare avanti
senza Atem e chissà, se non gli fosse successo niente non
avrebbe iniziato di
nuovo a pensarci così assiduamente.
E per questo detesta il fatto di essere tornato
l’adolescente che viveva all’ombra di Atem
bisognoso del suo aiuto e delle sue
parole.
Bene, ora passiamo ai ringraziamenti altrimenti continuo a
parlare e non la finisco più!
Valery90:
Grazie mille per il commento cara, hai visto? Non
era tumore per fortuna, povero Yugino mio!XD Comunque fammi sapere cosa
ne
pensi di questo, un bacione.
Dragoon:
Io invece Jono all’università ce lo vedo
sì e no,
diciamo che lo vedo più un tipo che cerca di lavorare per
cercare finalmente di
non avere più problemi di questo tipo, e poi
l’università, i libri e tutto
costano e non so lui come avrebbe fatto. Comunque ho letto la tua fan
fic e
l’ho commentata^^ Grazie mille per la recensione cara, un
bacio.
Masayachan:
Non l’ho visto da nessuna parte quel gioco,
sinceramente l’ho
inventato al momento e
non avendo mai visto Kenshiro non credo avrei potuto emularlo da
lì! Poi se
l’ho visto da qualche altra parte e mi è rimasta
impressa questa cosa nel
subconscio non lo so, è possibile ma l’ho ideato
al momento perché lo
vedevo troppo
indicato soprattutto per
Jono! XD Poi per quanto riguarda la scuola nessuno dei due era davvero
bravo ma
in Yugi ho visto di più quel cambiamento che gli avrebbe
potuto far affrontare
l’università decentemente questa volta anche
perché rendendosi conto di non
essere più un ragazzino doveva darsi da fare solo per il suo
futuro. Ops!
Questo forse è un po’ in chiave pseudo-filosofica,
mannaggia! ù.ù E va bè,
pazienza, forse non ti piacerà quanto il precedente,
comunque grazie del
commento e spero che i tuoi problemi soprattutto col pc si risolvano,
un bacio.
Rinalamisteriosa:
Hai visto cos’ha finalmente? ç_ç
Piccino
mica bisogna prenderla sotto gamba una cosa del genere! Grazie della
recensione
cara! Un bacio anche a te!
Vi informo che
aggiornerò Childhood al più presto,
ultimamente ho più ispirazione per Heart Broken e non
capisco il perché! XD La
prossima infanzia sarà su …. Eh! Spiacente non ve
lo dico!XP
Grazie
mille a tutti!
|
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Capitolo 4 *** Cellulari e un invito ***
Cellulari e un invito
Forse stava
sbagliando e non l'aveva ancora capito.
La paura dell'ignoto
lo stava sopraffacendo e non se ne rendeva conto.
"Non ti va proprio di
aprirti con me vero?".
E Jounouchi con le sue
pressanti richieste giustissime non aiutava di certo ma in fondo come
dargli torto?
E...e se lo avesse
preso a pugni per non averglielo raccontato prima?
Pensandoci bene era
capacissimo di farlo, si sa che Jono ha dei problemi nel controllare la
rabbia ed è impulsivo già di suo.
E sì,
evidentemente lui, Yugi, stava iniziando a delirare cercando altre
sucse campate per aria.
Col suo migliore amico
poi, questa era da segnarsela.
"Bè, in
realtà..." iniziò prendendo coraggio.
"Cosa?" lo
incoraggiò il biondo aprendo i padiglioni auricolari a
trecentosessanta gradi.
"Io...vedi..." ed era
tipico di Yugi essere sempre così dannatamente timoroso nel
dire o fare qualcosa a lui impronunciabile o assolutamente
improponibile.
E poi arriva anche il
momento in cui Jono desidera che la tecnologia non sia mai esistita
sulla faccia della Terra.
Titittatitututititatitituuu
"Yugi! Accidenti a te
e a quel tuo maledetto cellullare! E poi che razza di suoneria hai
messo?!" sbraitò Jono.
Finalmente stava
iniziando a sfilare qualche parola dalla bocca di Yugi e da cosa
venivano interrotti?
Da una maledettissima
chiamata? Con una suoneria del genere poi?!
Che almeno fosse una
chiamata importante altrimenti...
"Perchè?
Non ti piace? E' così carina, Jounouchi-kun!" facendo il
finto offeso e lo stupito allo stesso tempo.
"Rispondi! Io intanto
vado a prendermi una camomilla, non ne posso più...".
"Pronto?".
"My only loveeeeeee,
how are you? I am very happy to finally hear your voice!"
esclamò una voce fin troppo squillante.
"R-Rebecca...mi hai
quasi perforato un timpano..." rispose il ragazzo, controllando che ci
sentisse ancora.
"Oh sorry, darling!".
"E poi...ti ho
già detto che l'americano, l'inglese, quello che stai
parlando così velocemente non lo capisco..."
ribattè seccato.
"Hai ragione, darling,
scusami, è talmente tanto tempo che non vengo in Giappone!
Ma sto subito per rimediare, ti ho chiamato per questo!".
"Co-cosa?".
"Hai capito bene, my
love, farò un bel viaggetto per venirti a trovare che ne
dici? Sono appena cominciate le vacanze estive dopotutto!".
Intanto Jounouchi era
tornato e cercava di capire la situazione dalla faccia sconvolta
dell'amico.
"Vuoi-vuoi venire in
Giappone? Adesso?" ripetè per far capire al biondo
che esclamò:
"Quale disgrazia!".
"Ma chi c'è
lì con te? Non mi vorrai dire che mi stai tradendo darling!
Guarda che arrivo domani stesso se è così!".
" Ma no, che dici
Rebe..." il cellullare gli fu strappato improvvisamente di
mano.
"Rebecca? Ciao cara,
sono Jounouchi! Mi dispiace ma in questo momento siamo in viaggio!
Quindi a casa non troveresti nessuno! Rimandiamo il tutto a un altro
giorno va bene? Saluti da parte mia e di Yugi, ciao!" e
riagganciò senza nemmeno sentire la risposta.
"Vedi ? è
così che si fa..." esclamò restituendo il
teleofno al proprietario che lo guardava scettico e divertito.
"La tua grande
maleducazione ci salva fin troppe volte..." commentò.
"Maleducazione?
Macchè, ho solo sbrigato in fretta quello che avresti dovuto
fare tu!" ribattè, sedendosi .
"Ora puoi raccontarmi
tutto senza che nessuno ci disturbi".
"Sì...ecco...ti
ricordi quando..." iniziò di nuovo Yugi.
"Si?".
"Quando sono
andato...".
"Siii??".
Far parlare quel
ragazzo era come vincere alla lotteria- pensò Jono e non
stava scherzando.
Titittatitutititatitituuuu
"Pronto?".
"Ciao Yugi!".
"A-Anzu...ciao,
come...stai....!".
"Bene, e tu? Ma...ti
sento male...cosa stai facendo....?" chiese pensierosa la voce della
ragazza.
"Niente, impedisco...a
Jonouchi di prendermi il cellullare!" rispose onestamente il ragazzo
che stava tentando di tenere quel cane affamato di cellullari il
più lontano possibile da lui.
"Oh! che carino! vuole
salutarmi anche lui? Ciao Jono!".
"Ehm...non credo...sia
questo...basta Jounouchi-kun! Dopo lo spengo!".
"Sì,
infatti aspettarsi una carineria del genere da Jono era un
pò come vincere alla lotteria" commentò Anzu, per
niente sorpresa.
"Sono in Giappone,
Yugi, sono appena tornata, puoi passarmi a prendere all'aeroporto?"
chiese successivamente e Yugi si spostò talmente in fretta
da far cadere Jono che adesso cercava solo di sentire cosa si dicevano.
"Vuoi che ti venga a
prendere? Per me va anche bene, sarò da te in mezzora..." la
rassicurò controllando che ore fossero e allo stesso tempo
dandoun pugno in testa al biondo che li canzonava chiamandoli:
Fidanzatini.
"Allora a tra poco,
ciao!" e mise giù.
"Jonouchi-kun..."
iniziò Yugi, dispiaciuto.
se doveva andare a
prendere Anzu era ovvio che loro due non avrebbero potuto parlare.
Era un argomento che
non si poteva snobbare in cinque minuti.
"Prometto che ti
racconterò tutto stasera! Ciao!" disse iniziando a
correre.
"Adesso chi
è il maleducato che non aspetta le risposte!?" gli
gridò Jono, ridendo.
"Ma lo sai..ho
imparato dal migliore!" ribattè salutandolo e sorridendogli.
Alla fine non
importava si disse Jono.
Per il momento
desiderava solo che Yugi stesse bene e che continuasse a sorridere.
E poi gli aveva detto
che quella sera stessa gli avrebbe parlato.
Aspettare un'altra
mezza giornata non sarebbe importato a nessuno, tanto meno a lui.
E tornò a
malincuore a lavoro.
Intanto Yugi pensava a
come fare a raggiungere l'aereoporto a piedi, che non era lontanissimo
ma nemmeno tanto vicino.
E quel dannato sole di
giugno gli stava arrostendo il cervello quando
un'illuminazione gli ricordò che era meglio comportarsi
decentemente nelle sue condizioni e le analisi fecero capolino nella
sua testa.
Sì, doveva
decisamente fermarsi.
C'era un piccolo
chiosco che non aveva mai visto ma dove c'era il fresco andava bene.
Sperava passasse un
autobus o un taxi che lo portasse almeno nelle vicinanze ma sembrava
non ci fosse nessuno per la strada a quell'ora eppure erano solo le tre
del pomeriggio.
Poi una limousine si
accostò proprio davanti a lui.
I finestrini erano
oscurati, magari perchè al suo interno c'era laria
condizionata.
Quelle macchine di
ultima generazione che oltre a essere belle erano anche molto utili in
giornate afose come quella.
Poi se ne
abbassò uno e Yugi riconobbè il viso di...
"Mokuba!" disse
avvicinandosi e il ragazzo lo salutò altrettanto felicemente.
"Salta su! voglio
parlarti!" lo invitò aprendo la portiera.
Partirono subito
velocemente.
"Ehi Isono!
Rallenta, non c'è bisogno di andare così in
fretta!".
"Subito, signore...".
Intanto Yugi osservava
il ragazzino, che poi tanto piccolo non era.
Aveva acquistato
senz'altro una ventina di centimetri , portava sempre i capelli lunghi
ma erano raccolti in una coda bassa.
Ah! E portava giacca e
cravatta con lo stemma della KC.
In effetti sembrava un
Seto in miniatura.
"Stavi andando da
qualche parte? ti accompagniamo" gli domandò subito dopo.
"Bè, stavo
cercando di arrivare all'aeroporto" un'occasione del genere non se la
lasciava di certo sfuggire.
doveva essere il suo
giorno fortunato.
"Sentito Isono!?
All'aeroporto per piacere!".
"Stai partendo per
caso?" disse un pò dispiaciuto Mokuba.
"No, devo solo andare
a prendere Anzu...".
ti prego, fa che
non..fa che non...
"Oh! E' diventata la
tua fidanzata?" esclamò ancora più stupito.
"Ma perchè
dovete pensarla tutti così?! No, non lo è!" rosso
come un pomodoro maturo, non sapeva più che pesci prendere
con tutti quei fraintendimenti.
Il ragazzo rise.
"Dai, non
imbarazzarti, fareste una bella coppia secondo me!".
Ma da quando era
diventato così vispo e sfacciato quel ragazzino?!
pensò Yugi.
"Seriamente ora,
volevo chiederti una cosa da parte di mio fratello...".
"Ah, mi dispiace..."
commentò triste.
"Per cosa?".
"Seto deve essersi
rotto una gamba per non essere venuto lui a chiedermelo" e si
incupì.
"Va bene, va bene,
ammetto di essermela meritata, ma sai che non è colpa sua,
ha così tanto lavoro da sbrigare..." tentò di
difenderlo il fratellino.
"Certo, ma per
mantenere i rapporti potrebbe anche scomodarsi qualche volta, dopotutto
non fa nemmeno bene lavorare sempre, comunque ti ascolto, cosa
vorrebbe?".
"Organizzare un evento
per gli appassionati di Duel Monster nel nostro parco a tema, sai
quelli che stanno spopolando un pò dappertutto..."
iniziò Mokuba.
"E il motivo?".
"Promuovere le vendite
delle azioni della Kaiba Corporation, è convinto che dando
feste, ricevimenti e gran galà intervengano anche molti
acquirenti, se ci sono molti dipendenti i profitti sono maggiori,
ultimamente si sta occupando molto della nostra società, ha
perfino messo da parte i duelli...".
"Capisco, quindi io
sarei uno sponsor?" commentò ridendo sotto i baffi.
"Ah...no...certo che
no! vorrebe solo che da Campione tu partecipassi, potreste affrontarvi
di nuovo, che ne dici?".
"Dico che vorrei
parlare io con Seto qualche giorno di questi e che sono arrivato".
La macchina si
fermò e Yugi scese ringraziando.
"Ti farò
sapere io Mokuba".
"Allora prendi questo,
chiama me al cellullare e io ti combinerò un appuntamento
con lui, altrimenti sarebbe difficile che tu riuscissi ad accedere
senza nemmeno un pass, mio fratello è una persona di
riguardo! Ci sentiamo allora!" e gli lasciò un cellullare
davvero sofisticato.
"Il cellullare non ti
serveee??" gridò il ragazzo alla macchina e la testa di
Mokuba uscì dicendo:
"Prendilo! ne
avrò almeno una decina come quelli!".
Intanto era arrivato e
per adesso l'unica preoccupazione era quella di trovare Anzu.
Iniziò a
vagare all'interno dell'aeroporto con fare guardingo e di chi si
è un pò sperso visto l'enorme spazio e
la calca di gente che usciva e entrava.
Incredibile ci avevano
anche costruito dei piccoli punti di ristoro con bar e sedioline nel
caso ti fossi stancato o avessi bisogno di qualcosa.
Alla fine
però si sentì chiamare proprio da una di queste
piccole oasi.
"Yugi!".
Anzu gli
andò incontro abbracciandolo.
"E' da troppo tempo
che non ci vediamo, mi sei mancato!" commentò sorridendo.
Non era cambiata
affatto.
Era sempre la solita
ragazza allegra, solare, forte e gentile con i suoi amici.
O forse
era per lui aveva sempre un riguardo un pò
particolare.
"Anche tu, Anzu!"
commentò il ragazzo, arrossendo leggermente.
Era una vita che la
conosceva ma certe cose non cambiavano proprio mai.
"Sei diventata ancora
più carina, Anzu, avrai avuto un sacco di ragazzi che ti
facevano la corte in America!" scherzò Yugi, prese un suo
bagaglio e si avviarono al di fuori dell'aeroporto chiamando un taxi.
"Non dire sciocchezze,
Yugi!".
Parlarono del
più e del meno, come facevano ai vecchi tempi tra i banchi
di scuola.
Ridendo si
raccontavano di tutto e Yugi ricordò perchè al
liceo si era preso una cotta per lei, prima che incontrasse qualcun
altro...
"Jounouchi, mi ha
chiamata tempo fa...".
"Perchè?".
"Perchè
voleva che tu avessi qualcuno con cui parlare visto che con
lui ci riuscivi a fatica ultimamente..." disse la ragazza, serena.
"Prima o poi
picchierò sul serio, la bocca larga Jounouchi..." .
Sì, lo so
sono in ritardo.
Purtroppo ho troppi
impegni con la scuola, non ho un minuto di pace e word non mi funziona,
così sono costretta a scrivere in un solo giorno un capitolo
direttamente su NVU. Che sante scatole...
Spero che il capitolo
vi sia piaciuto, la frase in inglese che dice Rebecca non ho idea se
sia o meno corretta grammaticalmente.
Io so abbastanza bene
l'italiano, il resto no purtroppo ed è un peccato.
Speigazioni ulteriori
le rimanderò al prossimo capitolo, scrivete quello che non
avete chiaro.
Vi ringrazio sempre
per le recensioni e la scorsa volta ne sono state addirittura sei! Vi
ringrazio!^-^
Valerya90
Rinalamisteriosa
Lust_lovesMariku
Masayachan
Dragoon
E un bel benvenuto al Trio_Infernale! Mi
fa piacere che la legga anche tu, spero non mi abbandonerai!^^ Ciao!
Fatemi sapere cosa ne
pensate, un bacio a tutti e grazie.
|
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Capitolo 5 *** Intendimento ***
Intendimento
Doveva ammettere che la presenza
di Anzu lo tranquillizzava.
Mentre passeggiavano
tranquillamente pensava a tante cose.
Prima tra tutte
l'orribile fine che avrebbe fatto fare a Jounouchi per aver chiamato
l'amica solo per una sciocchezza.
Il problema
però persisteva.
Se proprio lui, Yugi,
continuava a definirla "sciocchezza" significava che non aveva capito
la sua reale importanza e che forse Jono, nonostante non sapesse di
cosa effettivamente si trattasse, l'aveva comunque intuito
attribuendogli il giusto peso e facendolo sentire ancora più
idiota.
Era mai possibile che
Jono fosse più giudizioso o riflessivo di lui?
Certa era una cosa
però.
Se aveva ritenuto
necessario l'intervento di Anzu era perchè ,avendoci
riflettuto, aveva capito già da tanto che lui gli nascondeva
qualcosa, quel qualcosa che non gli avrebbe rivelato facilmente e forse
se ne era convinto ancora di più proprio perchè
lui esitava, perchè in tutto quel tempo aveva taciuto,
svicolando, mentendo solo a se stesso.
E forse a quel punto
aveva anche pensato che con Anzu si sarebbe aperto finalmente, che a
lei avrebbe detto tutto.
E perchè?
Perchè
Jounouchi aveva maturato l'insana convinzione che forse lui, Yugi,
tenesse più ad Anzu che a lui?
Che idiozia ma la
colpa era soltanto sua.
"Sei pensieroso".
"Non molto...".
"Certo che
sì, invece" ribatteva seria, guardando la vetrina di un
negozio e trascinando la valigia trolley che aveva portato insieme alla
borsa.
"Sì, forse
un pò...ma non è niente di importante" rispose
lui.
"Piuttosto mi vuoi
dare per favore almeno il trolley?" aggiunse, prendendolo quasi a forza.
"Ce la facevo!"
commentò, sbuffando.
"Sì ma non
stiamo facendo una gara di resistenza!" disse l'altro, assumendo la
stessa aria risentita.
E poi scoppiarono
entrambi in una sonora risata.
"La lontananza ci fa
male, Yugi, non va bene il fatto che non ci vediamo per troppo tempo a
volte" sentenziò, entrando in un giardinetto e sedendosi su
una panchina.
Yugi rimase in piedi,
osservandola.
Era come se volesse
dirgli: Adesso mettiamo le carte in tavola.
Ma lui...non voleva
che gli altri si preoccupassero inutilmente, avrebbe voluto risolvere
la questione da solo.
Non perchè
non desiderasse il loro aiuto, perchè si divertisse a
tenerli all'oscuro ma perchè sentiva che doveva
superare questa prova da solo o non sarebbe mai stato in grado di
dimenticare Atem e sarebbe vissuto per sempre nel suo ricordo.
"Vuoi una caramella?"
chiese Anzu ad un tratto.
"Prego?"
rispose il ragazzo, sgranando gli occhi.
"Dai, stavo
scherzando! Non guardarmi così, perchè non ti
siedi?" continuò, sorridendogli dolcemente.
"Mi avevi spaventato,
non mi offrivano caramelle da quando avevo circa dieci anni" rise anche
lui.
"Cosa ne dici,
Yugi...Vuoi parlare?".
Sinceramente no.
"Capisco che hai
difficoltà ad aprirti, soprattutto se è una cosa
seria ma non ha mai fatto bene a nessuno tenersi tutto dentro troppo a
lungo".
Non ne ho voglia.
"Perchè non
rispondi? Cosa può essere successo di tanto grave da non
volerlo dire nè a me nè a Jono? Non ti
fidi di noi? Oppure..." Anzu le provava tutte, prima o poi qualcosa lo
avrebbe scosso e sapeva già chi "usare".
"Eri abituato a dire
certe cose solo ad Atem?".
E come era previsto,
lui la guardò prima sconvolto e poi distogliere nuovamente
lo sguardo.
"Non dovevo
confidargli niente, lui leggeva tutto da sè e questo
ciò che mi manca maggiormente di lui" le disse.
"Vuoi dire che ti
manca il fatto che lui poteva leggerti nel pensiero senza che tu
dicessi niente?".
"No, non è
così semplice...mi manca il fatto che tra di noi non c'era
bisogno di parole o gesti particolari, noi ci capivamo all'istante e in
generale mi manca il non poter più farlo perchè
lui..." si interruppe all'improvviso.
"...perchè
lui alla fine era così importante per te, dico bene?"
concluse per lui.
Forse Jono aveva
ragione.
Forse Anzu era l'unica
dopo Atem che non avesse bisogno di troppi indizi per capire qualcosa
che lo riguardava.
E se era circondato da
persone del genere, da amici che in tutto quel tempo non lo
abbandonavano mai, che erano disposti a tutto pur di capire cosa ci
fosse in quella sua testa non era forse il caso di smetterla di fare il
bambino immaturo?
Decise di dirle tutto,
ogni cosa.
Dal suo incontro col
medico a tutto quello che ne era derivato, fino a quel pomeriggio e a
loro due seduti a parlare su quella panchina.
"Sei arrabbiata?"
disse poco dopo.
"Sto pensando..."
rispose soltanto.
"Ah...".
"...".
Bè doveva
ammettere in effetti che quella non era la reazione che si aspettava
anche se non sapeva nemmeno lui che tipo di reazione aspettarsi.
Se Anzu faceva
così, chissà cosa avrebbe detto Jonouchi-kun una
volta venuto a conoscenza di tutto.
"Adesso ti faccio una
domanda, Yugi".
Ecco,
chissà quanti tipi di insulti ci sarebbero stati in
quell'unica domanda, rimuginò Yugi ridendo tra sè
e sè.
"Perchè
credi di essere così poco importante, per te stesso e per i
tuoi amici ?".
"Cosa vuoi dire?".
Esatto, proprio il
tipo di domanda che non si sarebbe mai aspettato.
"Cosa voglio dire? Mi
sembra ovvio...vorrei sapere perchè credi che la tua salute
sia così poco importante al punto da pensarci talmente tanto
per poi uscirsene con frasi come: "Non penso a niente di importante".
Questo non sarebbe importante per te, Yugi? Bè per me lo
è e lo sarebbe anche per Jono se tu non avessi avuto paura
di parlargliene....".
"Non è che
non ne volevo parlare...era solo....".
"Che non riuscivi ad
accettarlo nemmeno tu, vero?" disse di nuovo al posto suo.
"Fai quasi paura,
Anzu, capisci ciò che sto per dire prima ancora che io lo
abbia formulato correttamente come pensiero " sorrise.
"Eh, già,
mi faccio paura da sola...ma non per questo...perchè
indipendentemente che sia io, o Jono oppure Honda...se si
tratta di te , Yugi, se stai male, se sei pensieroso, se c'è
qualcosa che ti affligge, noi ce ne accorgiamo subito, tutti, senza
dover entrare per forza in quella tua testolina" gli spiegò
dolcemente, dandogli un colpetto sul capo.
"Grazie, Anzu".
"E adesso non
è mica finita qui..." riprese subito con tono autoritario.
"Oh...oh...cos'altro
mi devo aspettare?" chiese lui ridendo.
"Bè...prima
di tutto mi sono stufata di stare qui, come due vecchietti! Ora ci
alziamo e continuimo la nostra "pacifica e amichevole" conversazione da
un'altra parte!" propose senza sentire la risposta di Yugi.
Si era già
alzata e riappropiatasi del trolley era uscita dai giardinetti.
"Perchè non
andiamo dove lavora , Jono?" disse Yugi raggiungendola e riprendendosi
il bagaglio dell'amica del quale ormai ne aveva fatto una
questione personale.
"Ottima idea!".
Anche se aveva
approvato pienamente l'idea dell'amico, ad Anzu non andava per niente
di lasciare il discorso a metà, perciò decise che
avrebbe concluso subito ciò che aveva cominciato.
"Vogliamo parlare del
tuo chiodo fisso?".
"Sarebbe?" rispose
facendo il vago.
"Lo sai."
"So anche di non
volerne parlare allora...devo superarlo da solo".
"No, tu lo superi con
me, che rappresento anche tutti gli altri, qui e adesso"
ribattè lei.
"Anzu...Lui
è storia vecchia ormai...sono solo io che continuo a
pensarci ogni tanto...".
"Ogni tanto mi sembra
riduttivo" commentò lei e notò una cosa che le
fece gelare il sangue nelle vene.
"Stai bene, Yugi?
Perchè ti trema la mano?" chiese avvicinandosi.
Si affrettò
a nasconderla dietro alla schiena , in effetti iniziava a
girargli la testa e sebbene fosse pomeriggio inoltrato faceva ancora
caldo.
"Sono solo
stanco...sto camminando da questa mattina e avevo promesso a Jii-chan
che sarei tornato presto per aiutarlo in negozio invece sono ancora qui
per strada" disse ridendo,buttandola sullo scherzo.
"Andiamo a casa...ti
riaccompagno e poi vado in albergo...".
"Che cosa? Ma non puoi
andare in albergo...a casa c'è sicuramente un pò
di posto anche per te, puoi venire a stare da me" le disse.
"Non voglio
disturbare, sono venuta all'improvviso avvisando solo Jono....e poi ho
già prenotato...non preoccuparti" spiegò Anzu.
Continuarono a
camminare silenziosamente per un pò quando Yugi si
fermò, guardandola triste, quasi dispiaciuto.
"Dimmi la
verità, Anzu...Credi che...io sbagli....nel non volerlo
dimenticare? Che stupido che sono vero? Forse...se gli avessi
detto...Resta...gli avrei fatto del male...ma non starei qui a soffrire
così tanto adesso...è ridicolo pensare a questo
adesso, ma io...non riesco....non riesco..." mentre la guardava gli
occhi si inumidirono, gli si appannarono , abbassò lo
sguardo e le lacrime scesero.
E in quel momento Yugi
fu certo di aver ritrovato se stesso mentre Anzu fu sicura di
aver ritrovato lo Yugi che aveva lasciato alla sua partenza, quello che
non aveva paura di esternare i suoi sentimenti agli amici, quello che
se doveva piangere lo faceva e basta, quello Yugi tanto dolce che un
peso troppo grande alla fine sarebbe stato costretto a posarlo per poi
riprenderlo di nuovo aiutato da chi gli voleva bene, che lo avrebbe
sostenuto sempre, fosse stato per una malattia, fosse stato
per la mancanza di una persona.
E all'improvviso si
sentì stringere tra le braccia di Anzu e sebbene non
piangesse quando lo guardò poco dopo aveva gli occhi lucidi.
"Atem sarà
per sempre con noi perchè una persona muore davvero solo
quando ci dimentichiamo di lei, se tu per tutto questo tempo hai
pensato a lui non hai fatto altro che tenerlo vicino a te, nello stesso
posto dove prima avevi il tuo puzzle...vicino al tuo e al nostro cuore".
La voglia di
farla pagare a Jounouchi-kun era passata così come
era arrivata.
Adesso capiva
perchè avesse chiamato proprio Anzu e
perchè avesse alzato una specie di muro tra loro.
Temeva che non avendo
più la sicurezza , la forza che solo il Faraone
gli aveva sempre dato , lui non sarebbe stato capace di fare niente e
che se lui non se ne fosse andato forse avrebbe saputo subito cosa fare.
La sua mancanza
era diventata un peso opprimente che non si sentiva di
condivere con gli altri per non caricare anche loro.
Era bastato parlarne
con qualcuno però, un pomeriggio perchè il cuore
gli si liberasse.
Con una persona che
conosceva ormai da tanto tempo e con la quale aveva un intendimento particolare.
Avviso:
Questo
sarà l'ultimo capitolo di questa fic (benchè la
fine reale sia ancora lontana). Mi spiace ma non ho voglia di
lavorare per chi non mi fa sapere nemmeno cosa ne pensa. Scrivere costa
fatica . Infatti oggi invece di ultimare questo quinto capitolo avrei
potuto fare mille altre cose però mi sono dedicata al
dialogo tra Yugi e Anzu e al superamento del primo di tutti i suoi
dubbi e paure perchè ci tengo a quelle poche persone che
leggono e che mi fanno sapere cosa ne pensano.
Ma le uniche persone
che commenteranno già so che saranno solo quelle che conosco
anche per msn mentre mi ritroverò almeno 70 letture e
qualche preferito in più, come d'altronde è
successo finora.
Mi spiace ma se ci si
limita solo a leggere o a mettere tra i preferiti significa che la
storia non piace giusto?
Quindi è
inutile che io la continui vero?
A me andrebbero
benissimo critiche, suggerimenti, di tutto se la storia non piace
perchè vorrei impostarla e migliorarla secondo anche i gusti
di chi legge! E se invece piace pregherei allora di farlo sapere
perchè non costa nulla scrivere una piccola recensione.
Se noto che la
situazione dovesse cambiare...concluderò la fic
così come di dovere...
Altrimenti
vorrà dire che non piace e la lascerò senza una
fine.
Ringraziamo ora:
Chi ha messo "Heart Broken" tra
i preferiti ovvero:
- giaggia
-Il_Trio_Infernale
-mileybest
-SMDO
E ringrazio chi ha
commentato lo scorso capitolo:
Rinalamisteriosa:
Grazie mille cara, mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensavi, ci
sentiamo su msn se vuoi chiarimenti un bacione.
Valerya90: Ciao!
Chissà cosa penserai dopo aver letto l'avviso eh?
Bè...a me secca chiedere a ogni fine capitolo : Se la storia
vi piace vi invito a commentare! Oppure con quei messaggi : Dona un
pò di tempo per le recensioni farai felici gli scrittori.
Questo è vero ma il commentare è un gesto
spontaneo...se piace si recensisce...altrimenti no. E visto che mi
ritrovo tantissime letture e solo i vostri commenti inizio a pensare
che la storia non interessi più di tanto e che si commenti o
perchè lo si richiede (non nel vostro caso) o
perchè è un obbligo. Se vuoi ti dirò
come finisce su msn....un bacione anche a te e grazie.
Dragoon: Ciao anche a
te! Non preoccuparti io continuerò a seguire la tua storia
comunque appena aggiornerai perchè da quando me l'hai fatta
scoprire mi ci hai fatto incaponire...e ora devo sapere come si
sviluppa, un bacio.
Masayachan:
Haha, che brava , hai indovinato, era proprio quella. Non so
perchè ma ce la vedevo come suoneria di Yugi o Jono...era
azzeccata! Per quanto riguarda il carattere...bè...come
avrai notato in questo capitolo Yugi finalmente si sfoga e ritorna a
essere sè stesso, senza vivere all'ombra di Atem per sua
scelta e senza il cercare di volerlo imitare. probabilmente le battute
non sono da lui ma era comunque per indicare il cambiamento che era
maturato in Yugi col passare del tempo e delle nuove esperienze.
Però adesso non c'è bisogno di
preoccuparsi...volevo farlo così per far intuire che
comunque non era più l'adolescente di una volta ma Yugi
è Yugi e non si cambia del tutto.
Peccato che non saprai
mai come finisce XP scherzo chiedimelo su msn se vuoi...visto che qui
chi commenta sono solo persone con cui posso parlare facilmente e
subito.
Ma se ho solo i vostri
pareri e tantissime letture ogni volta significa che non c'è
voglia di commentare per farla andare avanti...Se non piacesse il
numero di letture diminuirebbe....invece aumenta....pazienza, mi
spiace, comunque grazie un bacio.
Può darsi
che la continui se mi si chiederà di farlo...però
vorrei più appoggio...perchè ripeto costa fatica
scrivere per far felici chi legge e un vostro commento ripaga un 'ora
di fatica, ma se non ci sono riscontri la voglia dell'autore o autrice
che sia di scrivere viene meno, non lo dimenticate.
Un bacio e un grazie a
tutti.
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Capitolo 6 *** L'aiuto c'è ma non si vede ***
L'aiuto c'è ma non si
vede
Erano
almeno dieci minuti buoni.
Dieci minuti nei quali
tentava di ragionarci, di capire, lui ce la stava mettendo tutta., la
sua buona volontà.
Ma l'altro era
testardo, era un verme che ti faceva spostare ogni singolo nervo
presente nel cervello, ogni neurone andava a fuoco mentre cercava
disperatamente di non perdere la calma.
Jounouchi, lo stai
facendo per Yugi dopotutto- si diceva.
Stava abbassando la
testa davanti a quell'essere perchè voleva aiutarlo visto
che lui non aveva i mezzi.
e aveva pensato che
dopo tutte le battaglie passate insieme un briciolo di compassione
fosse nato nel cuore di quel miliardario buono a nulla dedito solo alle
sue carte.
Di certo lui
avrebbe saputo aiutare il suo amico.
**********************************************
Poche ore prima...
"Jono, questo
è tutto...ho preferito avvertirti io...nel caso...non
so...ho sbagliato probabilmente...ma sono preoccupata e voglio solo che
questa situazione si risolva...voglio fare qualcosa per lui, spero mi
perdonerà" concluse Anzu, camminando per le strade di Domino.
"Non ti preoccupare,
adesso che sappiamo tutto possiamo aiutarlo senz'altro..." rispose il
biondo, dall'altro capo, con un tono freddo.
"Jono, Yugi sta
venendo di corsa da te, perchè vuole dirti tutto"
continuò la ragazza, poco rassicurata dal tono dell'altro.
"Certo , Anzu".
"Jounouchi...non
essere arrabbiato...non voleva dire niente nemmeno a me, si
è chiuso in se stesso e sei stato tu a chiamarmi dopotutto,
altrimenti non avrei mai saputo nulla! Come sempre!" ribattè
la ragazza.
"Non sono
arrabbiato...ma vedo..che avevo ragione...evidentemente con te si sente
più al sicuro tanto da poterti raccontare una cosa del
genere...io non devo ispirargli molta fiducia."
" Che razza di
sciocchezze stai dicendo Jono? Non fraintendere per favore".
Sebbene capisse i
problema Anzu era convinta che solo parlando Yugi e Jono faccia a
faccia la situazione si sarebbe potuta risolvere.
"Non c'è
bisogno di fraintendere nulla, Anzu, è comunque una
questione che dobbiamo risolvere io e lui, senza intermediari, ma ti
ringrazio per il tuo aiuto, senza di te sarei ad un punto morto" e
attaccò.
***********************************************
"Kaibaaaaaa,
già ti detesto di mio! Vedi di non farmi perdere
la pazienza ulteriormente altrimenti non ti basteranno tutti i pinguini
che hai fuori alla tua squallidissima azienda per salvarti!"
ringhiò il biondo.
"Jounouchi, sbaglio o
hai il tuo solito crollo di nervi dopo aver parlato giusto una decina
di minuti con me?" commentò ghignando l'altro.
"Ti sto solo chiedendo
di aiutare Yugi! Hai di certo i mezzi tu!".
"Se Yugi vuole aiuto
deve venire lui da me a chiedermelo, io non tengo conto di stupidi
intermediari incapaci".
Punto critico. Punto
critico. La chiamata stava per essere bloccata da Jono.
"Anzi, credo che io e
lui ci incontreremo presto, non potrà rifiutare il mio
invito...vedrò allora cosa fare..." disse Seto, alzandosi
dalla sua poltrona e prendendo a osservare il cielo al di là
della ampia vetrata del suo ufficio.
"Non ci sto capendo
niente, accidenti a te! Sappi che non ti lascerò incontrare
da solo Yugi, lo accompagnerò e se tu non vorrai dargli una
mano sappi che ce la caveremo con le nostre forze, tu non sei
indispensabile!" sbraitò, gli stava venendo un gran mal di
testa e non riusciva a capire perchè l'istinto gli avesse
fatto chiamare proprio quel babbuino spilorcio e menefreghista.
"Stai
sfiorando lo squallore, Jounouchi, se non vi servo come mai
mi hai chiamato?".
"Per dirti che sei un
grande verme inutile!" e questa volta attaccò davvero,
mentre dall'altro capo del telefono sicuramente era in corso una grassa
risata.
Si sedette dietro al
bancone del negozio di giochi, il Jii-san era uscito per delle compere,
e ne aveva stupidamente approfittato, e adesso cercava di calmarsi
e di aspettare, calmarsi e aspettare, ma aspettare cosa?!
Alla fine convenne che
entrambe le cose non è che gli riuscissero esattamente bene.
Quel giorno faceva un
gran caldo, non riusciva a capire perchè il suo miglior
amico non si fidasse di lui, perchè ad Anzu sì e
a me no!
Questa era alla fine
la frase che più gli ronzava in mente.
Aveva forse sbagliato
qualcosa? Non l'aveva fatto sentire sicuro? O era proprio lui il
problema?
Ma non l'avrebbe mai
saputo se non parlando con il diretto interessato.
E poi...si aggiungeva
giustamente la più grande cazzata che Jounouchi Katsuya
avrebbe potuto fare in una situazione come questa.
Sì,
indubbiamente era un gesto dettato dalla condizione in cui si trovava,
niente in contrario, ma...
Per chiamare Seto
Kaiba?! Quelo riccone buono a nulla e chiedergli di aiutare
Yugi!
Che cosa aveva bevuto?
Oppure lo aveva drogato bevendo un qualcosa di apparentemente sano? O
aveva forse preso un colpo di sole?
Cosa gli era passato
per la testa! Era ovvio che gli avrebbe solo riso in faccia ma sperava
che ....sperava un qualcosa di inesistente .
Credeva che
in una situazione come quella anche Kaiba sarebbe cambiato, gli aveva
solo chiesto se conosceva qualche buon medico in fondo.
Dopotutto immaginava
che con Yugi fosse rimasto in rapporti accettabili, visto che a Jono
che Kaiba precipitasse o no col suo jet privato non poteva fregare di
meno.
Ma non tutto era
perduto, aveva solo fatto una prova (risultato: detestava Kaiba ancora
di più).
Aveva sempre risolto
lui stesso le situazioni pià gravi che gli era capitate
nella vita.
La separazione dei
genitori, l'operazione agli occhi di Shizuka...
Certo, ovviamente era
stato aiutato e anche questa volta sarebbe stato aiutato ad aiutare!
Fantastico gioco di
parole Jono complimenti.
Per prima cosa
svegliò il ragazzo che, avendolo raggiunto e essendosi
assopito dopo la cordiale telefonata con Kaiba, sonnecchiava su una
sedia vicino a lui, con le braccia incrociate sulla sedia.
"Honda! Accidenti a
te, ti sembra questo il momento di dormire?!".
"Jounouchi, sei
impazzito? Non lo sai che la calma è la virtù dei
forti?" dichiarò stiracchiandosi , mettendosi in piedi .
"Bene, cosa conti di
fare adesso? A quanto ho capito Yugi sta tornando qui, è
inutile uscire, è meglio aspettarlo no?".
"...".
"Non rimuginare,
rendimi partecipe, caro il mio impudente testone!" bofonchiò
colpendolo leggermente sulla testa.
"Impudente testone?
Lasciamo stare altrimenti ti chiamerei in modo peggiore..."
commentò Jono.
"E cosa vorresti dire
con questo?".
"Che non ho
dimenticato la vacanza tua e di mia sorella, insieme!".
"Ho solo accompagnato
lei e le sue amiche....oh! ma guarda! si è fatto tardi,
forse è meglio uscire a cercare Yugi! Io ti precedo!" disse
cercando di scansare la mano dell'amico che sfortunatamente lo
afferrò per il colletto proprio nel momento in cui il
telefono di casa squillò.
"Oh, Oh, che
facciamo?" tentennò Honda.
"Che cavolo vuoi che
sappia io? Aspetta! E se fosse Yugi?" disse l'altro.
"Ma non stava venendo
qui?" continuò Hiroto.
"E se gli è
successo qualcosa?" domandò preoccupato Jono.
"Bè...non
lo sapremo mai se non rispondiamo e il telefono sta continuando a
squillare".
"Pronto?".
"Jounouchi-kun! Meno
male che ti ho trovato!".
A quel punto a Jono
stava per prendere un colpo sicuro.
" Yugi! Dove cavolo
sei? Va tutto bene?".
"Sì,
Jounouchi -kun non preoccuparti, stavo tornando a casa quando...".
"Quando che???".
"Fammi finire, calmati
, bè...una macchina mi ha fatto salire...." cercò
di spiegare il ragazzo.
"Una macchina ti ha
preso? Ti hanno rapito?".
"L'hanno rapito?!" si
aggiunse Honda.
"Non mi hanno rapito!
E' la macchina cioè...la limousine di Kaiba-kun!".
"E tu cosa diavolo ci
fai nella limoucosa di quel verme?!" sbraitò Jounouchi.
No questo era troppo,
cosa diavolo poteva volere quel bastardo?
Aveva espresso chiaro
e tondo le sue intenzioni.
O forse...
Le stava per esprimere
ma tu non gli hai dato il tempo- commentò una vocina nella
sua testa.
"Jounouchi-kun,
calmati, stavo tornando a casa, quando questa macchina mi ha fermato e
mi ha chiesto di poter essere portato da Kaiba-kun
perchè mi stava aspettando, mi ha mostrato la prova di
quello che diceva e così l'ho seguito, stiamo andando verso
l'azienda di Kaiba-kun...".
"Bene! Tu sei portato
lì, noi ci arriveremo da soli! Aspettaci stiamo arrivando,
stai tranquillo".
"Jounoc" la chiamata
fu interrotta.
"Bè, devo
dire che il signor verme è passato il graduatoria da Verme
per eccellenza o Sommo Verme o Verme Superiore a tutti gli altri vermi
al semplice vermetto!" commentò Jounouchi, completamente
andato.
"Di chi stiamo
parlando?" chiese Honda.
"Non ha importanza!
Forza, Honda, andiamo!".
"Dove?! e Non correre
senza prima avermi informato di tutto! Si può sapere Yugi
dov'è?" domandò quasi gridando e iniziando a
correre dietro l'amicoche ormai era già uscito.
"Andiamo a fare una
visitina al caro signor Kaiba!".
Uau, ma che capitolo
XD Direi che è di stallo più che altro,
adesso vedremo nel prossimo cosa succederà allo Yugi
"rapito" , Allo Jonouchi "esaurito", all'Honda "che non sta capendo
niente" e al Kaiba "verme".
Mi sono divertita a
scriverlo più che altro e ho visto , miei cari lettori, che
qualcuno di "sconosciuto" e che leggeva nell'ombra si è
fatto avanti!
Parlo di I love sasunaru! ma
salve! Spero che quello che ho letto non sia il tuo ultimo commento,
dai! mi ha fatto piacere e non ti è costatoo nulla vero ?**
Spero che ci sarai anche per questo! Baci e grazie! ^-^
Masayachan: sai che
dopo aver letto il tuo commento sono andata a rileggere il capitolo?
a me non sembrava nulla di così perfetto e
sentirlo dire da te fa un certo effetto visto che in ogni capitolo
precedente qualcosa non andava, indi mi ha proprio sorpreso o.o In ogni
caso grazie!
valerya90: Grazie ,
mi ha fatto piacere incontrare anche te! XD Bene come vedi non
è l'ultimo , grazie del commento^^
Il _Trio_ Infernale:
Ma ciao , mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensi! continua a
seguirmi!^^ Un bacio!
Rinalamisteriosa:
Ciao, cara, innanzitutto ti faccio gli auguri visto che non ci sei
stata su msn^^ e poi hai visto? non è l'ultimo! Un bacione!
Dragoon: Tranquilla,
non rimarrai appesa cioè senza conoscere la fine, o almeno
credo dipende se mi sento stimolata nel continuare
ù-ù XD Un bacione, fammi sapere anche di questo!
Bene, ci terrei a
precisare che ho seriamente pensato di non continuare questa fic per i
motivi che vi ho già spiegato nel precedente capitolo quindi
è inutile che mi ripeta, vorrei solo direi che mi ha fatto
piacere vedere commenti di altre persone, tutto ciò
è gratificante non so se ve ne rendete conto^^
Perciò ho
deciso di continuare , se però la situazione dovesse
ritornare come prima nel senso che mi dovessi di nuovo venire a trovare
con un numero spropositato di letture e solo quelle poche persone che
conosco anche su msn che commentano, bè...poi
vedrete che succede!
Pubblicherò
un capitolo in cui dico:
Per
cause di forza maggiore Yugi è morto di malattia ,
spiacente, se le persone che leggevano mi avessero fatto sapere
qualcosa, si sarebbe potuto salvare.
Carino no?
Un bacio gente!
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