Heart broken

di Shieru__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa non va ***
Capitolo 2: *** Imperfezione ***
Capitolo 3: *** Incomprensione ***
Capitolo 4: *** Cellulari e un invito ***
Capitolo 5: *** Intendimento ***
Capitolo 6: *** L'aiuto c'è ma non si vede ***



Capitolo 1
*** Qualcosa non va ***


                                                                                        Heart broken




Aveva iniziato ad odiare gli ospedali proprio da quel giorno.
L’avevano  spinto ad andarci per dei controlli i quali erano sempre importanti ed effettivamente appariva troppo spossato negli ultimi tempi facendo preoccupare non poche persone.
Maledetto edificio bianco, non aveva mai avuto bisogno di lui in tanto tempo, perché doveva entrarci proprio adesso?
E per di più da solo?
“Buongiorno signor Muto” .
“Buongiorno” rispose entrando e sedendosi di fronte al medico.
“Ha già fatto le analisi giusto? In tal caso avremo i risultati a breve, nel frattempo può spiegarmi esattamente come si sentiva quando mi chiamato?”  iniziò  il dottore, togliendosi gli occhiali da vista e appoggiandoli sul tavolo.
“In realtà, personalmente non l’avrei chiamata affatto” rispose con una punta di acidità e stizza.
“Signor Muto , non mi sembra affatto un bambino, francamente non capisco questo suo comportamento”.
“Infatti non deve capirlo, io qui non ci dovevo venire, io non ne ho bisogno”.
“Incubi notturni e quindi notti insonni, affaticamento frequente e il sentirsi venire meno  credo siano motivi sufficienti ad avere bisogno di un controllo medico”.
“Se lo dice lei ma le ripeto che sto bene, sto benissimo, l’unico problema è che chi mi sta attorno si preoccupa troppo e ora mi scusi, devo andare…”.
“Signor Muto!”.
“Mi dica,  dottor Mikanawa…”.
“Non sottovaluterei i suoi sintomi come sta facendo lei … comunque le telefonerò appena  saprò i risultati delle analisi”.
“Bene, la ringrazio …. arrivederci”.
Uscendo dall’ospedale sentì di nuovo quel senso di oppressione nel petto, prese in considerazione l’idea di tornare indietro ma dandosi dello stupido decise di non dar ragione a quel medico che di lui non sapeva nulla.
Erano appena le 10 della mattina.
Dove poteva andare a passare un po’ il tempo?
Tornare a casa, no.
Troppo presto.
Si fermò in un piccolo bar  ma ordinò solo un bicchiere d’acqua fresca.
Non aveva voglia di nient’altro, la limpidezza e la purezza di quella bevanda era un toccasana e tanto gli bastava.
E mentre osservava  dei ragazzini che si rincorrevano, altri che giravano sui pattini  a rotelle e il cameriere che correva da una parte all’altra per portare tutte le ordinazioni, pensò a quanto gli aveva detto il medico.
Non ci doveva andare in quel maledetto ospedale, aveva solo avuto dei capogiri  e per il biancore del volto avevano insistito affinchè si visitasse.
Ma cosa gli doveva dire? Di assumere più zuccheri e vitamine?
E poi vide qualcuno venire verso di lui, sorridente e sorpreso di trovarlo proprio lì.
“Jii-chan! Ciao, com’è andata dal medico, che ti ha detto?” esclamò Yugi ansioso.
“Ciao nipote! Ehi ma cosa credi, che io sia un vecchietto? Ha detto che sono in piena forma e  che acconsentirebbe persino a mandarmi di nuovo a fare qualche scavo archeologico se volessi!”  prese a declamare il nonno del ragazzo, dando prova di elasticità con qualche esercizio sul posto.
“Jii-chan! Non ti sforzare! Non hai più l’età per queste cose lo sai!” commentò ridendo Yugi.
Tornando insieme a casa , uno dei due si diresse in salotto per una breve siesta mentre l’altro salì di corsa le scale che portavano in camera sua quando gli  squillò il cellulare.
“Pronto?”.
“Signor Muto?”.
“Ah… è lei dottor  Mikanawa, mi dica …”.
“Signor  Muto, vorrei che passasse  da me quanto prima, appena può…”.
“Che cosa? Ma se sono stato da lei fino a poco fa!”.
“Yugi, le tue analisi non mi piacciono per niente, devo parlarti al più presto”.
“ Le ho detto che è solo affaticamento, non credo affatto che ci sia …”.
“Yugi, tu hai un problema serio! E non credo che parlare a telefono sia il modo migliore per dirtelo! Yugi, per il tuo bene ti aspetto quanto prima …” e riattaccò.
Il cellulare però fu scaraventato in cima alla rampa di scale e andò ad urtare contro la porta della sua camera.
Il ragazzo si sedette sui gradini con la testa tra le mani, rimuginando sul da farsi.
Non gli aveva voluto dire niente ma sembrava qualcosa di serio e non credeva di poter stare così male da far tanto preoccupare un medico.
Decise di tornare di nuovo da lui, doveva chiarire la  situazione  o non avrebbe dormito quella notte.
Proprio quando stava per accingersi a scendere di nuovo la scalinata il suo cellulare squillò di nuovo.
“Pronto?”.
“Yugi! Com’è andata? Cosa ti ha detto il dottore? E’ tutto normale?” dall’altro capo si poteva udire chiaramente la voce di un Jounouchi  abbastanza preoccupata  e in ansia.
“Jounouchi-kun! Ma dove sei? Ti sento appena …” rispose Yugi.
“ Ah niente, niente, non ti preoccupare!”.
“Ah! Ho capito sai! Sei sulla moto e stai facendo qualche consegna, ma lo sai che ti può fare molto male? Fermati subito! Oppure chiamami dopo!”  disse il ragazzo agitandosi.
Ma perché doveva fare sempre il solito spericolato?
“Ok, mi sono fermato, ora mi dici come è andata per favore? Ti ha trovato qualcosa?”.
“Jounouchi-kun?”.
“Dimmi! Non è niente di che vero?”.
“Non sono stupido…”.
“…”.
“Sento ancora il rombo del motore, quindi attacco, ciao”.
“Ah, no aspetta! Va bene, va bene dannazione…”.
“ E non imprecare!” lo canzonò ridendo.
“Bene, adesso senti qualcosa mamma? No, eh?  Mi dici come è andata, mi stai facendo preoccupare sul serio!” ripetè Katsuya.
“Non ti preoccupare Jono … sto … benissimo … ho ritirato da poco le analisi e sono buone, stai tranquillo …”.
“Sicuro? Non mi sembri molto convinto, ma no, dannazione …Yugi! Mi senti ancora! Batteria … scarica … dopo … ciao!” e si udì  solo il fastidioso tuuu-tuuu della chiamata terminata.
“Certo … certo … che ne sono convinto Jono…”  spense il telefonino e lo mise in tasca.
Scendendo però ebbe di nuovo la conferma che qualcosa non andava.
Il mondo iniziò a girare, il respiro si mozzò e dovette aggrapparsi al corrimano per non cadere rovinosamente.
Sì, esattamente qualcosa non andava.
E sì,  da quel giorno Yugi odiava decisamente gli ospedali.













Fine primo capitolo. A chi interessa?  L’idea mi illuminava  da un po’ e ho provato a metterla in atto nonostante debba occuparmi anche di “Childhood” .
Spero di ricevere qualche parere anche su questa nuova idea.
Povero piccolo Yugi eh? XD Nel prossimo capitolo darò qualche spiegazione in più, questo è per lanciare l’idea, grazie a chi commenterà o leggerà soltanto ( Ma un minuscolo commentino è sempre gradito**).
Baci.

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Capitolo 2
*** Imperfezione ***


                                                                                                   Imperfezione


Qualche settimana prima…

“Jounouchi-kun! Finalmente! E’ mai possibile che debba sempre aspettarti?” esclamò un ragazzo che non era alto come quello che stava arrivando di corsa, tutto trafelato.
Ma in compenso aveva due grandi occhi viola che assottigliandosi risaltavamo le ciglia allungate e vestiva semplicemente con un pantalone nero e una camicia grigia.
“Sai che il lavoro mi distrugge Yuugi! Odio fare quelle dannate consegne di alimentari!”  ribattè il più alto, biondo, slanciato con una giacca bianca sopra al pantalone nero  e la maglietta gialla che spiccava al di sotto di essa.
“Non saresti costretto a farle se fossi venuto all’università con me” gli ricordò  il ragazzo, andandogli incontro e prendendo a camminare con lui.
“Te l’ho già detto Yuugi non mi sopravvalutare … dei due sei tu quello intelligente, l’università non è roba per me …”  disse fermandosi a comprare due gelati, uno a vaniglia e uno al cioccolato.
“No, io lo volevo a fragola” commentò  Yugi stizzito, voltando il viso dalla parte opposta, rifiutandolo.
“Ma sei vai pazzo per il cioccolato! Cos’è questa storia?” rispose l’altro, sorpreso.
“Non è affatto vero che non sei intelligente Jounouchi-kun ! Lo sei molto più di me e avresti di certo tutte le possibilità di frequentarla!” ribattè il ragazzo afferrando il cono al cioccolato.
“ Ma dai, non sono mica bravo come te con i rompicapi! Ci avrei messo secoli a rimontare il puzzle del millenn…ah … bè volevo dire…” scherzò bloccandosi di colpo, ripensando a quanto aveva detto.
Il puzzle del millennio era collegato al passato che era collegato all’Egitto che era , a sua volta, collegato ai ricordi che Yugi aveva di Atemu.
E sebbene rattristasse tutti il pensiero di Mou hitori no Yugi , per l’originale era comunque una botta ricordarlo.
Poi  il fatto di assomigliargli  purtroppo non era d’aiuto.
“Jounouchi-kun, il puzzle non è un argomento tabù, sono convinto che anche tu saresti riuscito a rimontarlo , solo che era destinato a me questo compito ma non vuol dire che tu debba basarti su ciò  per renderti conto delle tue ottime capacità, ti ricordo che sei diventato un vero duellante da solo, senza l’aiuto o la testa di nessuno” continuò sorridendogli.
Ma non era affatto sicuro , Jono, che quell’argomento fosse del tutto indifferente a Yugi.

“Yuugi…a te manca Atemu qualche volta? Ci pensi mai a come sarebbe stato se fosse rimasto con noi?” domandò  il biondo, pensieroso, continuando  a  leccare il cono gelato.
“Che domande fai, Jounouchi-kun? Non sarebbe mai potuto rimanere qui, era impensabile allora,  figurati adesso … oh! Guarda! Un negozio  di carte!” esclamò  subito dopo, svicolando, avvicinandosi al negozio.
“ Dai, Yugi, non dirmi che alla tua età giochi ancora a Duel monster!”  lo derise Jono , puntellandogli la guancia  per gioco.
“ Senti chi parla! Ma se dormi ancora con le carte vicino al cuscino!” lo schernì  a sua volta Yugi.
“Argh … e quando l’avresti visto?” chiese l’altro con fare circospetto.
“Jono, quello che ancora non hai capito è che tu sei un libro aperto per me” disse  chi stava aprendo la sua bustina di carte osservandole una a una.

“ Ehi a proposito, hai notizie di Anzu? Da quando è partita per l’America non la sento molto spesso”  domandò Jounouchi  sedendosi su una panchina nel parco di Domino.
“Beh, sì la sento qualche giorno sì e qualcuno  no, più che altro mi chiama lei…” rispose l’amico , facendo il vago.
“Cosa, cosa, cosa? E perché tu hai il suo numero e a me non l’ha dato? Cosa sono questi favoritismi? Uh! Da quando … tu e lei …” brontolò Jono, colto poi da un’improvvisa  illuminazione.
“Ma … ma che dannazione dici , Jounouchi- kun!” sbraitò Yugi in preda al rossore che colorava persino i capelli.
“Ehi! Hai detto “dannazione” ! Proprio tu! Mi sa che adesso dovremo andare da qualche psicologo o a confessarci …” commentò assecondandosi da solo.
“Smettila di prendermi in giro! E comunque tra me e Anzu non c’è niente capito?!  Tu o perdi il cellulare o non sei raggiungibile o comunque non lo usi mai, faceva prima a scriverti una lettera! Poi  me l’ha dato quando ci siamo salutati all’aeroporto dove ricordo il TUO ritardo”.
“Ah, giusto … dimenticavo che tu e Rebecca vi sposerete presto” commentò maliziosamente, ignorando quanto gli aveva appena detto.
“Ma che stai dicendo!” gridò scaraventandosi su di lui iniziando a colpirlo come poteva.
Era la giornata ideale per uscire e passeggiare anche se avrebbero voluto che ci fossero anche Honda, Bakura e Otogi.
Ma mentre il penultimo era in viaggio chissà dove, Riuji si occupava del suo nuovo negozio di giochi ( diversa ubicazione rispetto al precedente) e i clienti non gli davano tregua, così i giorni liberi a sua disposizione erano limitati.
Dunque  Jono e Yugi erano abituati ormai a passare giornate intere da soli tranne quando il primo lavorava o il secondo aveva da fare.
Almeno lui l’università l’aveva terminata ed era già un impiccio in meno.
“Piuttosto dimmi , e fai il serio!”  ringhiò Yugi sedendosi vicino a lui.
“ Cosa?” fece ridendo.
“ Hai sentito Honda-kun ultimamente?  Non lo vedo da un po’ ma diceva che doveva partire anche … Jounouchi-kun?”.
L’espressione sul viso dell’amico era uno spettacolo agghiacciante per Yugi.
Il viso di Jono era diventato talmente rosso di rabbia che l’altro temeva sarebbe esploso.
“Non lo nominare che appena lo vedo non hai idea di come lo riduco!”.
“Che cosa? Ma… ma che ha fatto?”.
“Cosa ha fatto?! Tu mi chiedi  cosa ha fatto quel gran bastardo?!” ringhiò infervorandosi maggiormente.
“Se… riesco ancora a collegare la bocca al cervello direi di sì…”.
“Maledetto… è andato in vacanza con Shizuka!” ammise, risiedendosi.
“Shikuza-chan? Tua sorella?” ripetè Yugi, sorpreso.
“No, Yugi, mia nonna”.
“Hai una nonna che si chiama Shizuka?”.
“Ti prego, dimmi che non dici sul serio…”.
“Comunque per me sei troppo geloso di lei, dovresti lasciarle più libertà, con chi va in vacanza  non credo…” fu interrotto da un’occhiataccia indemoniata da parte del biondo.
“Non mi ha nemmeno avvertito! Me! Il suo adorato fratellone! Mi ha chiamato quando era già arrivata! E poi quel bastardo mi ha salutato con quella vocetta saccente che voleva solo insinuare : “ Te l’ho fatta!” Ma aspetta che torna…aspetta…” borbottò alzandosi e uscendo dal parco.

Seguito a ruota dall’altro si fermarono di nuovo in gelateria perché Jono doveva distendere i nervi con un nuovo cono alla crema.
“Bene, e ora dove si va?”.
“ In sala giochi? E’ da un po’ che non  ci facciamo una capatina” propose Yugi.
Jono lo guardò pensieroso per poi gettarsi su di lui iniziando a strattonarlo affettuosamente.
“Il tempo passa ma tu dai giochi non ti stacchi mai Yugi!”.
Erano circa le sei del pomeriggio e i due amici si diressero verso la sala giochi più vicina sponsorizzata dalla KC.
“Ti prego dimmi che quella sigla sta per “Kompagnie di CD” mormorò Jounouchi quasi disgustato.
“Ma non credo proprio, Jono-kun, però dobbiamo ammettere che Kaiba-kun ha fatto progressi, non c’è un negozio o un’insegna di giochi che non porti la sigla della sua società, il parco divertimenti deve essere andato talmente forte che il suo monopolio  si dev’essere esteso…”  il ragazzo avrebbe continuato a rimuginare se non si fosse accorto che Jounouchi era avanti da un bel pezzo.
“Guarda! Questo deve essere un nuovo tipo di gioco di lotta credo, ma a differenza degli altri i giocatori si posizionano in cabina e iniziano a colpire il bersaglio che sarebbe poi l’avversario presente nell’altra, se riesci a non farti colpire guadagni punti mentre se ti colpiscono ricevi piccole scosse o vibrazioni, non so bene, leggo quanto c’è scritto qui…” esclamò Jono eccitato.
“Dai, Yugi, proviamolo!” propose il biondo che era già entrato in cabina.
“A-Aspetta Jounouchi-kun!”.

La suddetta cabina non era molto larga ma permetteva di abbassarsi o spostarsi leggermente di lato per evitare i colpi, era dotata di cuscini sui quali indirizzare i pugni sia all’altezza delle braccia che a quella delle ginocchia.
C’era poi un microfono tramite il quale i giocatori potevano comunicare.
Infine a inizio  partita un piccolo casco si abbassava sul capo di ognuno dei due e visualizzava il gioco e l’avversario che si poneva di fronte al giocatore.
-    Ready … Go! -
“Yugi, attento!” dal microfono  posto vicino l’orecchio del ragazzo  uscì la voce di Jono poco prima che Yugi ricevesse una scossa dal casco che indossava.
“Ma …” non riuscì a capire come difendersi che gli arrivò un’altra scossa.
“Yugi, devi colpire davanti a te, i cuscinetti! Avanti!” spiegò Jounouchi, rimanendo in attesa.
“Ah finalmente! Bravo Yugi, così si fa!” aggiunse subito dopo aver sentito la scossa da parte dell’amico.
Andarono avanti per circa un quarto d’ora e ovviamente le volte in cui Yugi era stato colpito era di gran lunga maggiori di quelli in cui era riuscito a sferrare un pugno a Jono.
“Prendi!” continuava il biondo, divertendosi.
“Anf … aspetta, Jono, facciamo …  una pausa” non sapeva nemmeno perché gli iniziasse a girare la testa e si sentisse stanco, era solo un gioco e delle scosse non potevano certo abbatterlo  in quel modo!
E poi sentì il bisogno di uscire subito da quella cabina,  intimorito perché un simile effetto non gli era mai capitato.
Si riprese stando all’aria aperta e poco dopo lo raggiunse Jounouchi, preoccupato.
“Yugi! Stai bene? Che cosa c’è, sei pallido …”.
“No, non è niente, ho solo avuto un capogiro, mi avrai dato troppe scosse!” rispose buttandola sullo scherzo.
“Vuoi che ti accompagni a casa? O dal medico?”.
“Ma dai, non farla tragica! Sarà stato un calo di zuccheri, non ti preoccupare, torno da solo”.
“Come vuoi, chiamami se dovessi avere bisogno…ci sentiamo presto va bene?” disse Jono, salutandolo.
“E scusa…” aggiunse quasi subito.
“Che cosa? Perché?”.
“A te non piacciono i giochi di lotta o comunque di violenza vero? L’avevo dimenticato, preso dall’euforia del momento non ho pensato che …” si scusò, non riuscendo a guardarlo negli occhi.
“Non dire sciocchezze, era un semplice gioco, non c’era nulla di reale e tu non hai niente di cui scusarti, ci vediamo presto Jounouchi-kun” gli rispose con un sorriso.
E ripresero entrambi, anche se in direzioni diverse, la strada di casa.
In fondo non era stata male come giornata , pensò Yugi, aprendo la porta.
Si erano divertiti e questo era l’importante.
Alla fine per lui c’erano state solo due imperfezioni:
La disavventura in sala giochi e,  nella loro conversazione, il riferimento ad Atem.









Il secondo capitolo sembra parecchio diverso dal primo eh? E’ un’atmosfera più … normale direi ma serviva comunque per iniziare a spiegare il primo che è in medias res e cioè ci si trova subito all’interno della storia.
Piccola precisazione: Il primo capitolo era, come dire, un po’ a trabocchetto: le persone che dovevano visitarsi e fare le analisi erano due, Yugi e suo nonno che incontrandosi per strada si salutano e il primo chiede al secondo come sia andata la visita.
Questo perché Yugi era al corrente della visita del nonno ma quest ultimo non sapeva che il nipote dovesse a sua volta visitarsi, perciò Jono è l’unico a conoscenza per il momento del fatto che Yugi abbia qualche problema.
Dov’è allora il piccolo inganno?
Nel farvi cadere su chi sia veramente malato perché mentre il nonno sta benissimo, meglio del nipote quest ultimo invece no.
E credo ci sia riuscita poiché non tutti (se non nessuno) hanno capito che in realtà (anche se alla fine mi sembra di avervi dato qualche indizio in più per farvi intuire che il “vero malato” era Yugi) la vicenda ruota intorno al fatto che la visita del nonno è andata bene mentre quella del nipote no.
Fine precisazione XD
Siccome non ho molto tempo ringrazio chi ha commentato il primo capitolo:
Dragoon: ti chiedo solo un piccolo favore, capisco che io aggiorni quasi in contemporanea le fic ma posso dimenticarmi di metterti nei ringraziamenti se non trovo il tuo commento nella apposita fic e mi dispiacerebbe, se puoi  non fare di tutta l’erba un fascio anche perché con la testa bacata che mi ritrovo ti ometterei stupidamente, grazie comunque, spero continuerai a seguirla! Un bacio!
Valerya90: Ciao cara, grazie mille per i tuoi complimenti, spero che ti piaccia questo capitolo! Bacioni.
Masayachan: Letto la precisazione? Capito ora?XD Dimmi questo se ti lascia perplessa in qualche punto, provvederò a spiegarlo nel prossimo! XD Vabbè grazie comunque, un bacio.
Rinalamisteriosa: Grazie mille del commento, che cos’ha Yugi poi lo scoprirai, piccino, spiace a me per lui…ok, basta, baci!XD
Detto questo, inviterei chi legge a lasciare una minuscola traccia del proprio passaggio, scrivere fan fic è stancante e credo si sappia questo, quindi perché non far contenti gli autori? Sarebbe tanto carino**
Ovviamente non obbligo nessuno, ringrazio tutti, un bacio da Sloth.

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Capitolo 3
*** Incomprensione ***


                                                                       Incomprensione

 

“Signor Muto…”.
“Mi chiami Yugi, sono giovane per il “signore”.
“Yugi, vorrei parlare con i tuoi genitori…”.
“Mio padre non l’ho mai conosciuto e non so dirle  dove si trovi  né tanto meno se sia ancora vivo mentre mia madre non vive più con me, ma è andata  in campagna da  un’amica, qui con me abita mio nonno, ma non credo che voglia far preoccupare un povero vecchio per i problemi del nipote vero?” domandò il ragazzo seduto davanti alla scrivania del medico sulla quale erano presenti varie carte, fogli e cartelline.

Stava firmando pratiche di minore importanza prima di dedicarsi al caso di Yugi.

“Si può sapere che cosa ho, dottore? Parli chiaro” lo pregò.
“Yugi, guardando le tue analisi risulta che tu sei cardiopatico, sai cosa significa?”.
“E’ lei il medico, me lo dica lei … riguarda il cuore?”.
“Sì,
in medicina, la cardiopatia è un termine con cui si indica qualunque anomalia strutturale o funzionale a carico del cuore. Le cardiopatie possono essere divise in congenite, se presenti fin dalla vita fetale, o acquisite, quando si sviluppano in un’epoca successiva alla nascita. Ho motivo di credere che la tua sia acquisita poiché hai manifestato problemi  a ventiquattro anni, e direi che è abbastanza dopo la tua nascita.  Bene, ora ti farò qualche domanda per capire cosa ha causato questa condizione … Pratichi sport?”.

“…”

“Yugi?”.
“No, non pratico nessuno sport”.
“ Effettui comunque attività che possono sollecitarti fisicamente o comunque causarti uno sforzo fisico?”.

Tutte le risposte le annotava su un foglio come se fosse un interrogatorio e Yugi iniziava a detestare quel suo modo di scrivere celermente e quella sua apparente calma.

“Duello, spesso”.
“Non seguo molto i campionati di Duel Monster ma ultimamente la tecnologia ha fatto passi da gigante giusto? Ormai il 3D è superato, i giocatori ricevono precisamente gli attacchi offensivi e ci sono diverse carte magie che sono passate da “proibite” a “disponibili” e che causano notevoli danni al duellante, dico bene?”.
“Non mi sembra che non segua molto i campionati, vedo piuttosto che se ne intende …” commentò Yugi senza sarcasmo.
“Quello che voglio dire  è che non voglio che tu combatta più in questo modo”.

A quel punto il ragazzo si alzò tanto in fretta da far spaventare colui che aveva di fronte.

“Che cosa?”.
“Mi hai capito bene, sei malato e non puoi fingere o svicolare, sono il tuo medico e come tale pretendo che tu salvaguardi la tua vita , Yugi, la tua malattia può guarire  ma non deve peggiorare per questo non voglio che non  ti affatichi con cose del genere, come i duelli” spiegò, cercando di essere il più lucido e calmo possibile.
“Non mi può impedire questo! Io duello da anni e non è mai successo niente! La causa deve essere un’altra! Deve per forza essere un’altra!”.
“Prima di tutti calmati e siediti, per favore …” provò a dire il medico ottenendo l’effetto contrario.
“No, che non mi siedo! Non mi interessa quello che dice lei, io continuerò a duellare e a fare quello che faccio tutti i giorni” continuò imperterrito il ragazzo.

Non poteva negargli di fare ciò in cui riusciva meglio, ciò che lo aveva legato a quella persona per tanto tempo.
Perché? Perché era capitato a lui? Cosa aveva fatto di male?

“Non ti sto chiedendo di non fare più quello a cui sei abituato! Yugi, hai detto di voler affrontare da solo questa situazione mi sembra, sei maggiorenne e perciò non sono obbligato a chiamare  i tuoi genitori ma speravo di parlare con una persona matura!”.

Matura? Lui non era maturo? Dopo tutto quello che aveva sopportato in tanto tempo … come potevano dirgli che non  era maturo? Cercare di andare avanti dopo che … dopo che …
Girò le spalle e tentò di uscire da lì, non riusciva più a ragionare con freddezza, la situazione gli stava sfuggendo e non capiva …. Non riusciva a capire perché stesse per iniziare a piangere.
Ma una mano lo afferrò improvvisamente, costringendolo a voltarsi.

“E’ perfettamente inutile piangere, devi evitare sforzi fisici, e agitarsi in questo modo è altrettanto sconsigliato, ti ho detto che possiamo fare qualcosa se accetti di operarti ma non credo ti rimangano molte alternative, stiamo parlando della tua vita, Yugi, non hai nessuno a cui vuoi veramente bene? Che non vorresti far soffrire se tu dovessi sentirti male davanti ai suoi occhi?” lo guardò fisso, con uno sguardo che in quel frangente Yugi non poteva sostenere.

Pensò subito a Jounouchi-kun, al nonno, Anzu, Honda-kun, cosa avrebbero fatto  se fossero venuti a conoscenza della sua condizione in quel modo?
A cui vuoi veramente bene … una persona …

“Credo che questa persona se ne sia andata tanto tempo fa …” abbassando lo sguardo ,  strattonò il suo stesso braccio per far in modo che lo lasciasse andare e se ne andò, sentendo la voce del  dottore che continuava a chiamarlo.

Quando uscì dall’ospedale notò che stava piovendo.
Perché in certe situazioni doveva sempre piovere?
Iniziò a correre ripensando a quanto gli aveva detto :
Cardiopatico, problemi al cuore e quindi difficoltà a condurre la sua vita, così come lui l’aveva programmata.
Non duellare più, evitare affaticamenti, non sforzarsi troppo  e allora cosa gli rimaneva da fare?
Non si era mai ritrovato in una situazione del genere, aveva continuato a vivere da solo da quel giorno.

“Atem! Non mi hai preparato a questo! Che cosa devo fare?!” lo gridò a nessuno.

Si stava rendendo conto di quanto uno spirito vecchio di 3000 anni potesse condizionare  la vita di una persona che era stata legata a lui tempo prima.
Credeva di non aver più bisogno di lui, ma adesso si ritrovava fermo,sotto la pioggia , col disperato bisogno di aggrapparsi a qualcuno, ti ritrovare una sua fortezza, un  qualcuno con cui condividere la sofferenza.
Lui ce l’aveva, ma se n’era andato e a lui sembrava di essere regredito al diciottenne che era , quando piangendo l’aveva salutato per sempre.
Adesso non capiva perché stesse rimpiangendo di non aver fermato il sé stesso che lo aveva lasciato andare, che anche se gli si stava spezzando il cuore  era rimasto immobile a guardarlo oltrepassare una porta.
Forse quel medico aveva ragione, forse era maturo solo dal punto di vista dei duelli con le carte, forse nella vita reale non era davvero capace più di gestire una situazione da solo.

 

 

 

“Yugi, dove vai?” domandò una voce assonnata, osservando con occhi altrettanto stanchi chi stava salendo le scale con un asciugamano sulla testa.
“Jii-chan, che ci fai in piedi? Torna subito a letto!” comandò il nipote, scendendo di nuovo i gradini che portavano in camera sua e spingendo delicatamente il nonno per le spalle verso la sua stanza da letto.
“ Non ti ho sentito rientrare e così mi sono alzato, sei stato con Jounouchi?”.
“S-Sì, esatto ma sono tornato, ora dormi Jii-chan, a domani, buonanotte” gli disse chiudendo la porta e spegnendo la luce.

Decise di andare a riposare anche lui, ne aveva bisogno.
Ma mentre si stava infilando il pigiama squillò il cellulare.
Quando si sarebbe deciso a spegnerlo dopo un certo orario sarebbe stato sempre troppo tardi, pensò.

“Yugi!”.
“Jounouchi-kun, il tuo tempismo è perfetto come sempre direi” lo salutò, cercando di infilarsi il pantalone.
“Momento sbagliato?”.
“Ma figurati, cosa c’è a quest’ora? Ti serve qualcosa?”.
“Tuo nonno mi ha telefonato per sapere  se eri con me, gli ho risposto di sì, ma tu in realtà dov’eri?”.
“Ha importanza, Jounouchi-kun?” domandò Yugi, spegnendo la luce di camera sua.
“Per tuo nonno forse no visto che è sicuro che tu eri a casa mia, ma per me, sì, Yugi, ha importanza.”
“Ero in giro”.
“Tu non sei mai in giro”.
“Ero da mia nonna”.
“Tu non hai una nonna”.
“Ero con Atem …”.
“Potevi dirmelo prima che non avevi voglia di rispondermi”.
“Dal tono non si capiva?”.
“Perché fuggi non appena ti mettono alle strette?” domandò poi Jono, non capendo la situazione.
“Io non sto fuggendo, o almeno non adesso, mentre parlo con te”.
“Buonanotte, Yugi ” e attaccò.
“Buonanotte, Jounouchi-kun”.

Ecco, un’altra cosa che non era riuscito subito ad afferrare.
Aveva davvero risposto in quel modo a Jounouchi-kun? E lui aveva sul serio attaccato il telefono senza dargli il tempo di rispondere?
Spense il cellulare immediatamente, timoroso di combinare qualche altro disastro.
E andò a dormire, sorridendo per non piangere.
Quel giorno non gliene era andata davvero bene una.

 

 

 

 

La mattina seguente si svegliò tardi, il nonno aveva già aperto il negozio e sbadigliando si alzò.
Pensava al giorno precedente , all’ ultimatum del medico, la pioggia, il senso di solitudine che non aveva più da anni, e la discussione con Jounouchi.
Non sapeva nemmeno se avevano davvero litigato, anche se  lo scambio di battute astiose e seccate non significava certamente che fosse tutto apposto.
Ma mentre scendeva le scale la vista gli si appannò improvvisamente perché la testa aveva iniziato a girargli e il respiro si era mozzato di nuovo.
Dovette fermarsi per respirare a pieni polmoni, continuando poi a scendere lentamente, reggendosi al corrimano.

“Yugi! Buongiorno dormiglione! Che fai ancora lì, vieni ad aiutarmi!” gridò la voce del nonno dall’entrata del negozio.
“Buongiorno Jii-chan” lo salutò il ragazzo.
“Guarda, c’era questa busta chiusa ,fuori la porta, l’ho trovata stamattina controllando la cassetta della posta, è per te” disse il vecchio porgendogliela.
“Grazie, Jii-chan” si avvicinò al banco e la aprì, notando al suo interno diversi  fogli e una specie di messaggio.

Yugi, hai dimenticato le tue analisi l’ultima volta.
Non ero obbligato a recapitartele ma ho pensato che ti sarebbero potute servire nel caso in cui decidessi di farti operare da qualcun altro.
Perché tu hai bisogno di un’operazione al più presto, non negarlo.
Ti aspetto nel caso in cui ti decida a ragionare.
In fede,
Tashiro Mikanawa

E sul nome era apposta la firma.
Nascose velocemente le cartelle dietro la schiena e mentre il nonno non guardava salì di filato in camera sua , gettando quelle carte in un armadio.

“Io esco, Jii-chan, torno presto e mi occupo del negozio!” disse uscendo.

Correva per raggiungere Jounouchi.
Per scusarsi per il modo in cui l’aveva trattato.
E per tentare di non pensare a tutti i suoi problemi, a quel dannato medico che aveva avuto la faccia tosta di inviargli quei fogli a casa sua!
E se suo nonno le avesse lette? Che sarebbe successo? Gli sarebbe preso un colpo come minimo.
Ma no, a questo non ci si pensa, basta fare il suo dovere e essere pagato , perché un’operazione del genere non poteva essere gratuita.
Lo trovò con delle casse in mano che stava sistemando su un furgoncino, forse per qualche consegna.

“Jounouchi-kun!” gridò Yugi, raggiungendolo.

Lui si fermò con una cassa in mano e lo guardò indifferente.

“Jounouchi-kun, mi dispiace tanto per come ti ho risposto ieri, scusami”. Lo pregò abbassando lo sguardo.

“…”

“Non essere arrabbiato con me, ti prego, non ti risponderò mai più così male, ero solo nervoso, perdonami, Jono-kun”.

Il biondo buttò la cassa nel furgoncino anzi la appoggiò con talmente tanta violenza che fece sobbalzare il ragazzo davanti a lui.

“Yugi, quello che non hai capito è che non mi interessa il tono con cui mi hai risposto, io capisco che se fai così c’è qualcosa che non va, ma tu fuggi, cerchi di svicolare, di non affrontare il problema, se questo riguardasse me tu ti faresti in quattro per aiutarmi, lo so perché ti conosco troppo bene, ma tu non permetti agli altri di darti una mano e cerchi di fare da solo” gli spiegò Jounouchi con un’improvvisa dolcezza nel tono di voce.

“Ma no, che dici…”.
“Atem non ci ha lasciati per farti vivere nella sua ombra , non se n’è andato affinchè tu ti isolassi al primo problema, per farti affrontare da solo tutto, Yugi ci sono momenti in cui è bene farsi aiutare…”.
“Non mettere in mezzo Atemu!” gridò.
“Ecco! Lo fai di nuovo! Perché ti nascondi dietro ad Atem, Yugi, perché non riesci ad andare avanti senza pensare a lui? Perché lo vedi ancora come il tuo rifugio, la tua protezione? Yugi, lui non è più qui, anche se lo chiami non c’è più un puzzle del millennio che lo farà apparire, accettalo!”.
“Ma perché, perché mi stai dicendo tutto questo solo ora?” .
“Non voglio che tu soffra ancora…”.
“Io non sto soffrendo, sto bene …”.
“Yugi, tuo nonno, tuo padre e  tua madre, prendili in giro come più ti piace, ma non osare dire bugie proprio a me, vedo perfettamente che stai male e lo sei sempre stato”.

Deglutì impercettibilmente, male aveva detto? Male in che senso?

“Lui manca a tutti, e lo so che a te in modo speciale, ma se non affrontiamo questo dolore ce lo porteremo con noi per sempre, perché non proviamo ad avere semplicemente un bel ricordo di lui? Senza infarcirlo di dolore e disperazione per la perdita” gli sorrise, cercando di dargli almeno un po’ di quel coraggio e sicurezza che solo una persona era capace di infondergli da sempre e senza fare il minimo sforzo.

“Sai Jounouchi-kun, avrei preferito che il puzzle lo avessi avuto tu fin dall’inizio, almeno non avrei … sofferto come sono stato costretto in certi momenti, adesso ci saresti tu nella mia situazione ma non sarebbe giusto … dannato, dannato Atem” mormorò più a sé stesso che all’amico, asciugandosi gli occhi che si stavano inumidendo.

“Yugi … sai che non è colpa sua …”.

Jono era forse l’unico che non se n’era mai andato, che era stato sempre vicino a lui in ogni momento e aveva appuntato tutto, tutta la apparente serenità di Yugi subito dopo che Atem se n’era andato, il suo incupirsi mano a mano che notava di assomigliargli molto, ogni volta che evitava di mostrare la sua immagine riflessa  quando lui era presente, timoroso che potesse notare qualcosa troppo esplicitamente.
Jounouchi ricordava bene tutte le volte che Yugi sorrideva felice, quando lo abbracciava perché aveva avuto una buona idea o aveva fatto una battuta particolarmente buffa.
Jounouchi segnava tutte le volte in cui Yugi rideva e quelle in cui era triste e queste ultime sapeva attribuirle quasi sempre ad un perché.
Capiva ormai alla perfezione se c’era qualcosa che non andava ma non comprendeva perché con lui non si aprisse mai del tutto.
Non riusciva a colmare quel divario che Atem aveva saputo creare tra lui e un amico che non se ne sarebbe andato mai, che non avrebbe lasciato Yugi da solo e che non gli avrebbe causato dolore.
Jounouchi annotava tutte queste nozioni nella testa e nel suo cuore.

“Lo so, Jounouchi-kun, lo so, è per questo che mi fa ancora più male”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bene, adesso sapete cos’ha Yugi.
Ci tengo a precisare che la cardiopatia non è una malattia da vecchi! Può averla benissimo un ragazzo di venti anni come uno di trenta o uno di quaranta.
A quanto ne so non ci sono target ma sono comunque sicura che non è improbabile come malattia.
C’era chi aveva espresso l’ipotesi di un tumore, ma è troppo drastico e il mio Yugi-chan non se lo merita oltretutto sarebbe anche più difficile da gestire.
Piaciuto comunque? Visto la “piccola litigata e chiacchierata” di Yugi e Jono?
Personalmente Jounouchi lo vedrei proprio così in una situazione del genere mentre Yugi … bè è comunque sconvolto per quello che ha saputo perché non se la aspettava e non l’avrebbe mai immaginata una cosa del genere.
Poi c’è il problema di Atem che non riesce ad allontanarsi dalla sua mente e lo condiziona parecchio tanto è vero che persino Jono si accorge che Yugi non riesce a superare questa cosa e continua a rifugiarsi  nel suo ricordo appena trova un ostacolo più grande.
Ovviamente Jono non conosce perfettamente la condizione di Yugi, lo verrà a sapere più avanti e allora capirà tutto.
Per il momento vuole solo aiutarlo a superare questo suo comportamento.
Yugi dal canto suo era convinto di riuscire ad andare avanti senza Atem e chissà, se non gli fosse successo niente non avrebbe iniziato di nuovo a pensarci così assiduamente.
E per questo detesta il fatto di essere tornato l’adolescente che viveva all’ombra di Atem bisognoso del suo aiuto e delle sue parole.
Bene, ora passiamo ai ringraziamenti altrimenti continuo a parlare e non la finisco più!

Valery90: Grazie mille per il commento cara, hai visto? Non era tumore per fortuna, povero Yugino mio!XD Comunque fammi sapere cosa ne pensi di questo, un bacione.

Dragoon: Io invece Jono all’università ce lo vedo sì e no, diciamo che lo vedo più un tipo che cerca di lavorare per cercare finalmente di non avere più problemi di questo tipo, e poi l’università, i libri e tutto costano e non so lui come avrebbe fatto. Comunque ho letto la tua fan fic e l’ho commentata^^ Grazie mille per la recensione cara, un bacio.

Masayachan: Non l’ho visto da nessuna parte quel gioco, sinceramente  l’ho inventato al momento e non avendo mai visto Kenshiro non credo avrei potuto emularlo da lì! Poi se l’ho visto da qualche altra parte e mi è rimasta impressa questa cosa nel subconscio non lo so, è possibile ma l’ho ideato al momento perché lo vedevo  troppo indicato soprattutto per Jono! XD Poi per quanto riguarda la scuola nessuno dei due era davvero bravo ma in Yugi ho visto di più quel cambiamento che gli avrebbe potuto far affrontare l’università decentemente questa volta anche perché rendendosi conto di non essere più un ragazzino doveva darsi da fare solo per il suo futuro. Ops! Questo forse è un po’ in chiave pseudo-filosofica, mannaggia! ù.ù E va bè, pazienza, forse non ti piacerà quanto il precedente, comunque grazie del commento e spero che i tuoi problemi soprattutto col pc si risolvano, un bacio.

Rinalamisteriosa: Hai visto cos’ha finalmente? ç_ç Piccino mica bisogna prenderla sotto gamba una cosa del genere! Grazie della recensione cara! Un bacio anche a te!

Vi informo che aggiornerò Childhood al più presto, ultimamente ho più ispirazione per Heart Broken e non capisco il perché! XD La prossima infanzia sarà su …. Eh! Spiacente non ve lo dico!XP

Grazie mille a tutti!

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Capitolo 4
*** Cellulari e un invito ***


                                                                                 Cellulari e un invito



Forse stava sbagliando e non l'aveva ancora capito.
La paura dell'ignoto lo stava sopraffacendo e non se ne rendeva conto.
"Non ti va proprio di aprirti con me vero?".
E Jounouchi con le sue pressanti richieste giustissime non aiutava di certo ma in fondo come dargli torto?
E...e se lo avesse preso a pugni per non averglielo raccontato prima?
Pensandoci bene era capacissimo di farlo, si sa che Jono ha dei problemi nel controllare la rabbia ed è impulsivo già di suo.
E sì, evidentemente lui, Yugi, stava iniziando a delirare cercando altre sucse campate per aria.
Col suo migliore amico poi, questa era da segnarsela.
"Bè, in realtà..." iniziò prendendo coraggio.
"Cosa?" lo incoraggiò il biondo aprendo i padiglioni auricolari a trecentosessanta gradi.
"Io...vedi..." ed era tipico di Yugi essere sempre così dannatamente timoroso nel dire o fare qualcosa a lui impronunciabile o assolutamente improponibile.
E poi arriva anche il momento in cui Jono desidera che la tecnologia non sia mai esistita sulla faccia della Terra.

Titittatitututititatitituuu

"Yugi! Accidenti a te e a quel tuo maledetto cellullare! E poi che razza di suoneria hai messo?!" sbraitò Jono.
Finalmente stava iniziando a sfilare qualche parola dalla bocca di Yugi e da cosa venivano interrotti?
Da una maledettissima chiamata? Con una suoneria del genere poi?!
Che almeno fosse una chiamata importante altrimenti...
"Perchè? Non ti piace? E' così carina, Jounouchi-kun!" facendo il finto offeso e lo stupito allo stesso tempo.
"Rispondi! Io intanto vado a prendermi una camomilla, non ne posso più...".
"Pronto?".
"My only loveeeeeee, how are you? I am  very happy to finally hear your voice!" esclamò una voce fin troppo squillante.
"R-Rebecca...mi hai quasi perforato un timpano..." rispose il ragazzo, controllando che ci sentisse ancora.
"Oh sorry, darling!".
"E poi...ti ho già detto che l'americano, l'inglese, quello che stai parlando così velocemente  non lo capisco..." ribattè seccato.
"Hai ragione, darling, scusami, è talmente tanto tempo che non vengo in Giappone! Ma sto subito per rimediare, ti ho chiamato per questo!".
"Co-cosa?".
"Hai capito bene, my love, farò un bel viaggetto per venirti a trovare che ne dici? Sono appena cominciate le vacanze estive dopotutto!".
Intanto Jounouchi era tornato e cercava di capire la situazione dalla faccia sconvolta dell'amico.
"Vuoi-vuoi venire in Giappone? Adesso?" ripetè per far capire al  biondo che esclamò:
"Quale disgrazia!".
"Ma chi c'è lì con te? Non mi vorrai dire che mi stai tradendo darling! Guarda che arrivo domani stesso se è così!".
" Ma no, che dici Rebe..." il cellullare  gli fu strappato improvvisamente di mano.
"Rebecca? Ciao cara, sono Jounouchi! Mi dispiace ma in questo momento siamo in viaggio! Quindi a casa non troveresti nessuno! Rimandiamo il tutto a un altro giorno va bene? Saluti da parte mia e di Yugi, ciao!" e riagganciò senza nemmeno sentire la risposta.
"Vedi ? è così che si fa..." esclamò restituendo il teleofno al proprietario che lo guardava scettico e divertito.
"La tua grande maleducazione ci salva fin troppe volte..." commentò.
"Maleducazione? Macchè, ho solo sbrigato in fretta quello che avresti dovuto fare tu!" ribattè, sedendosi .
"Ora puoi raccontarmi tutto senza che nessuno ci disturbi".
"Sì...ecco...ti ricordi quando..." iniziò di nuovo Yugi.
"Si?".
"Quando sono andato...".
"Siii??".
Far parlare quel ragazzo era come vincere alla lotteria- pensò Jono e non stava scherzando.

Titittatitutititatitituuuu

"Pronto?".
"Ciao Yugi!".
"A-Anzu...ciao, come...stai....!".
"Bene, e tu? Ma...ti sento male...cosa stai facendo....?" chiese pensierosa la voce della ragazza.
"Niente, impedisco...a Jonouchi di prendermi il cellullare!" rispose onestamente il ragazzo che stava tentando di tenere quel cane affamato di cellullari il più lontano possibile da lui.
"Oh! che carino! vuole salutarmi anche lui? Ciao Jono!".
"Ehm...non credo...sia questo...basta Jounouchi-kun! Dopo lo spengo!".
"Sì, infatti aspettarsi una carineria del genere da Jono era un pò come vincere alla lotteria" commentò Anzu, per niente sorpresa.
"Sono in Giappone, Yugi, sono appena tornata, puoi passarmi a prendere all'aeroporto?" chiese successivamente e Yugi si spostò talmente in fretta da far cadere Jono che adesso cercava solo di sentire cosa si dicevano.
"Vuoi che ti venga a prendere? Per me va anche bene, sarò da te in mezzora..." la rassicurò controllando che ore fossero e allo stesso tempo dandoun pugno in testa al biondo che li canzonava chiamandoli: Fidanzatini.
"Allora a tra poco, ciao!" e mise giù.
"Jonouchi-kun..." iniziò Yugi, dispiaciuto.
se doveva andare a prendere Anzu era ovvio che loro due non avrebbero potuto parlare.
Era un argomento che non si poteva snobbare in cinque minuti.
"Prometto che ti racconterò tutto stasera! Ciao!" disse  iniziando a correre.
"Adesso chi è il maleducato che non aspetta le risposte!?" gli gridò Jono, ridendo.
"Ma lo sai..ho imparato dal migliore!" ribattè salutandolo e sorridendogli.
Alla fine non importava si disse Jono.
Per il momento desiderava solo che Yugi stesse bene e che continuasse a sorridere.
E poi gli aveva detto che quella sera stessa gli avrebbe parlato.
Aspettare un'altra mezza giornata non sarebbe importato a nessuno, tanto meno a lui.
E tornò a malincuore a lavoro.


Intanto Yugi pensava a come fare a raggiungere l'aereoporto a piedi, che non era lontanissimo ma nemmeno tanto vicino.
E quel dannato sole di giugno gli  stava arrostendo il cervello quando un'illuminazione gli ricordò che era meglio comportarsi decentemente nelle sue condizioni e le analisi fecero capolino nella sua testa.
Sì, doveva decisamente fermarsi.
C'era un piccolo chiosco che non aveva mai visto ma dove c'era il fresco andava bene.
Sperava passasse un autobus o un taxi che lo portasse almeno nelle vicinanze ma sembrava non ci fosse nessuno per la strada a quell'ora eppure erano solo le tre del pomeriggio.
Poi una limousine si accostò proprio davanti a lui.
I finestrini erano oscurati, magari perchè al suo interno c'era laria condizionata.
Quelle macchine di ultima generazione che oltre a essere belle erano anche molto utili in giornate afose come quella.
Poi se ne abbassò uno e Yugi riconobbè il viso di...
"Mokuba!" disse avvicinandosi e il ragazzo lo salutò altrettanto felicemente.
"Salta su! voglio parlarti!" lo invitò aprendo la portiera.
Partirono subito velocemente.
"Ehi  Isono! Rallenta, non c'è bisogno di andare così in fretta!".
"Subito, signore...".
Intanto Yugi osservava il ragazzino, che poi tanto piccolo non era.
Aveva acquistato senz'altro una ventina di centimetri , portava sempre i capelli lunghi ma erano raccolti in una coda bassa.
Ah! E portava giacca e cravatta con lo stemma della KC.
In effetti sembrava un Seto in miniatura.
"Stavi andando da qualche parte? ti accompagniamo" gli domandò subito dopo.
"Bè, stavo cercando di arrivare all'aeroporto" un'occasione del genere non se la lasciava di certo sfuggire.
doveva essere il suo giorno fortunato.
"Sentito Isono!? All'aeroporto per piacere!".
"Stai partendo per caso?" disse un pò dispiaciuto Mokuba.
"No, devo solo andare a prendere Anzu...".
ti prego, fa che non..fa che non...
"Oh! E' diventata la tua fidanzata?" esclamò ancora più stupito.
"Ma perchè dovete pensarla tutti così?! No, non lo è!" rosso come un pomodoro maturo, non sapeva più che pesci prendere con tutti quei fraintendimenti.
Il ragazzo rise.
"Dai, non imbarazzarti, fareste una bella coppia secondo me!".
Ma da quando era diventato così vispo e sfacciato quel ragazzino?! pensò Yugi.
"Seriamente ora, volevo chiederti una cosa da parte di mio fratello...".
"Ah, mi dispiace..." commentò triste.
"Per cosa?".
"Seto deve essersi rotto una gamba per non essere venuto lui a chiedermelo" e si incupì.
"Va bene, va bene, ammetto di essermela meritata, ma sai che non è colpa sua, ha così tanto lavoro da sbrigare..." tentò di difenderlo il fratellino.
"Certo, ma per mantenere i rapporti potrebbe anche scomodarsi qualche volta, dopotutto non fa nemmeno bene lavorare sempre, comunque ti ascolto, cosa vorrebbe?".
"Organizzare un evento per gli appassionati di Duel Monster nel nostro parco a tema, sai quelli che stanno spopolando un pò dappertutto..." iniziò Mokuba.
"E il motivo?".
"Promuovere le vendite delle azioni della Kaiba Corporation, è convinto che dando feste, ricevimenti e gran galà intervengano anche molti acquirenti, se ci sono molti dipendenti i profitti sono maggiori, ultimamente si sta occupando molto della nostra società, ha perfino messo da parte i duelli...".
"Capisco, quindi io sarei uno sponsor?" commentò ridendo sotto i baffi.
"Ah...no...certo che no! vorrebe solo che da Campione tu partecipassi, potreste affrontarvi di nuovo, che ne dici?".
"Dico che vorrei parlare io con Seto qualche giorno di questi e che sono arrivato".
La macchina si fermò e Yugi scese ringraziando.
"Ti farò sapere io Mokuba".
"Allora prendi questo, chiama me al cellullare e io ti combinerò un appuntamento con lui, altrimenti sarebbe difficile che tu riuscissi ad accedere senza nemmeno un pass, mio fratello è una persona di riguardo! Ci sentiamo allora!" e gli lasciò un cellullare davvero sofisticato.
"Il cellullare non ti serveee??" gridò il ragazzo alla macchina e la testa di Mokuba uscì dicendo:
"Prendilo! ne avrò almeno una decina come quelli!".


Intanto era arrivato e per adesso l'unica preoccupazione era quella di trovare Anzu.
Iniziò a vagare all'interno dell'aeroporto con fare guardingo e di chi si è un pò sperso visto l'enorme spazio e  la calca di gente che usciva e entrava.
Incredibile ci avevano anche costruito dei piccoli punti di ristoro con bar e sedioline nel caso ti fossi stancato o avessi bisogno di qualcosa.
Alla fine però si sentì chiamare proprio da una di queste piccole oasi.
"Yugi!".
Anzu gli andò incontro abbracciandolo.
"E' da troppo tempo che non ci vediamo, mi sei mancato!" commentò sorridendo.
Non era cambiata affatto.
Era sempre la solita ragazza allegra, solare, forte e gentile con i suoi amici.
O forse era  per lui aveva sempre un riguardo un pò particolare.
"Anche tu, Anzu!" commentò il ragazzo, arrossendo leggermente.
Era una vita che la conosceva ma certe cose non cambiavano proprio mai.
"Sei diventata ancora più carina, Anzu, avrai avuto un sacco di ragazzi che ti facevano la corte in America!" scherzò Yugi, prese un suo bagaglio e si avviarono al di fuori dell'aeroporto chiamando un taxi.
"Non dire sciocchezze, Yugi!".
Parlarono del più e del meno, come facevano ai vecchi tempi tra i banchi di scuola.
Ridendo si raccontavano di tutto e Yugi ricordò perchè al liceo si era preso una cotta per lei, prima che incontrasse qualcun altro...
"Jounouchi, mi ha chiamata tempo fa...".
"Perchè?".
"Perchè voleva che tu avessi qualcuno con cui parlare visto che  con lui ci riuscivi a fatica ultimamente..." disse la ragazza, serena.
"Prima o poi picchierò sul serio, la bocca larga Jounouchi..." .















Sì, lo so sono in ritardo.
Purtroppo ho troppi impegni con la scuola, non ho un minuto di pace e word non mi funziona, così sono costretta a scrivere in un solo giorno un capitolo direttamente su NVU. Che sante scatole...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, la frase in inglese che dice Rebecca non ho idea se sia o meno corretta grammaticalmente.
Io so abbastanza bene l'italiano, il resto no purtroppo ed è un peccato.
Speigazioni ulteriori le rimanderò al prossimo capitolo, scrivete quello che non avete chiaro.
Vi ringrazio sempre per le recensioni e la scorsa volta ne sono state addirittura sei! Vi ringrazio!^-^
Valerya90
Rinalamisteriosa
Lust_lovesMariku
Masayachan
Dragoon

E un bel benvenuto al Trio_Infernale! Mi fa piacere che la legga anche tu, spero non mi abbandonerai!^^ Ciao!

Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio a tutti e grazie.


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Capitolo 5
*** Intendimento ***


                                                           Intendimento


Doveva ammettere che la presenza di Anzu lo tranquillizzava.
Mentre passeggiavano tranquillamente pensava a tante cose.
Prima tra tutte l'orribile fine che avrebbe fatto fare a Jounouchi per aver chiamato l'amica solo per una sciocchezza.
Il problema però persisteva.
Se proprio lui, Yugi, continuava a definirla "sciocchezza" significava che non aveva capito la sua reale importanza e che forse Jono, nonostante non sapesse di cosa effettivamente si trattasse, l'aveva comunque intuito attribuendogli il giusto peso e facendolo sentire ancora più idiota.
Era mai possibile che Jono fosse più giudizioso o riflessivo di lui?
Certa era una cosa però.
Se aveva ritenuto necessario l'intervento di Anzu era perchè ,avendoci riflettuto, aveva capito già da tanto che lui gli nascondeva qualcosa, quel qualcosa che non gli avrebbe rivelato facilmente e forse se ne era convinto ancora di più proprio perchè lui esitava, perchè in tutto quel tempo aveva taciuto, svicolando, mentendo solo a se stesso.
E forse a quel punto aveva anche pensato che con Anzu si sarebbe aperto finalmente, che a lei avrebbe detto tutto.
E perchè?
Perchè Jounouchi aveva maturato l'insana convinzione che forse lui, Yugi, tenesse più ad Anzu che a lui?
Che idiozia ma la colpa era soltanto sua.
"Sei pensieroso".
"Non molto...".
"Certo che sì, invece" ribatteva seria, guardando la vetrina di un negozio e trascinando la valigia trolley che aveva portato insieme alla borsa.
"Sì, forse un pò...ma non è niente di importante" rispose lui.
"Piuttosto mi vuoi dare per favore almeno il trolley?" aggiunse, prendendolo quasi a forza.
"Ce la facevo!" commentò, sbuffando.
"Sì ma non stiamo facendo una gara di resistenza!" disse l'altro, assumendo la stessa aria risentita.
E poi scoppiarono entrambi in una sonora risata.
"La lontananza ci fa male, Yugi, non va bene il fatto che non ci vediamo per troppo tempo a volte" sentenziò, entrando in un giardinetto e sedendosi su una panchina.
Yugi rimase in piedi, osservandola.
Era come se volesse dirgli: Adesso mettiamo le carte in tavola.
Ma lui...non voleva che gli altri si preoccupassero inutilmente, avrebbe voluto risolvere la questione da solo.
Non perchè non desiderasse il loro aiuto, perchè si divertisse a  tenerli all'oscuro ma perchè sentiva che doveva superare questa prova da solo o non sarebbe mai stato in grado di dimenticare Atem e sarebbe vissuto per sempre nel suo ricordo.
"Vuoi una caramella?" chiese Anzu ad un tratto.
"Prego?"  rispose il ragazzo, sgranando gli occhi.
"Dai, stavo scherzando! Non guardarmi così, perchè non ti siedi?" continuò, sorridendogli dolcemente.
"Mi avevi spaventato, non mi offrivano caramelle da quando avevo circa dieci anni" rise anche lui.
"Cosa ne dici, Yugi...Vuoi parlare?".
Sinceramente no.
"Capisco che hai difficoltà ad aprirti, soprattutto se è una cosa seria ma non ha mai fatto bene a nessuno tenersi tutto dentro troppo a lungo".
Non ne ho voglia.
"Perchè non rispondi? Cosa può essere successo di tanto grave da non volerlo dire nè a me nè a Jono? Non  ti fidi di noi? Oppure..." Anzu le provava tutte, prima o poi qualcosa lo avrebbe scosso e sapeva già chi "usare".
"Eri abituato a dire certe cose solo ad Atem?".
E come era previsto, lui la guardò prima sconvolto e poi distogliere nuovamente lo sguardo.
"Non dovevo confidargli niente, lui leggeva tutto da sè e questo ciò  che mi manca maggiormente di lui" le disse.
"Vuoi dire che ti manca il fatto che lui poteva leggerti nel pensiero senza che tu dicessi niente?".
"No, non è così semplice...mi manca il fatto che tra di noi non c'era bisogno di parole o gesti particolari, noi ci capivamo all'istante e in generale mi manca il non poter più farlo perchè lui..." si interruppe all'improvviso.
"...perchè lui alla fine era così importante per te, dico bene?" concluse per lui.
Forse Jono aveva ragione.
Forse Anzu era l'unica dopo Atem che non avesse bisogno di troppi indizi per capire qualcosa che lo riguardava.
E se era circondato da persone del genere, da amici che in tutto quel tempo non lo abbandonavano mai, che erano disposti a tutto pur di capire cosa ci fosse in quella sua testa non era forse il caso di smetterla di fare il bambino immaturo?
Decise di dirle tutto, ogni cosa.
Dal suo incontro col medico a tutto quello che ne era derivato, fino a quel pomeriggio e a loro due seduti a parlare su quella panchina.
"Sei arrabbiata?" disse poco dopo.
"Sto pensando..." rispose soltanto.
"Ah...".
"...".
Bè doveva ammettere in effetti che quella non era la reazione che si aspettava anche se non sapeva nemmeno lui che tipo di reazione aspettarsi.
Se Anzu faceva così, chissà cosa avrebbe detto Jonouchi-kun una volta venuto a conoscenza di tutto.
"Adesso ti faccio una domanda, Yugi".
Ecco, chissà quanti tipi di insulti ci sarebbero stati in quell'unica domanda, rimuginò Yugi ridendo tra sè e sè.
"Perchè credi di essere così poco importante, per te stesso e per i tuoi amici ?".
"Cosa vuoi dire?".
Esatto, proprio il tipo di domanda che non si sarebbe mai aspettato.
"Cosa voglio dire? Mi sembra ovvio...vorrei sapere perchè credi che la tua salute sia così poco importante al punto da pensarci talmente tanto per poi uscirsene con frasi come: "Non penso a niente di importante". Questo non sarebbe importante per te, Yugi? Bè per me lo è e lo sarebbe anche per Jono se tu non avessi avuto paura di parlargliene....".
"Non è che non ne volevo parlare...era solo....".
"Che non riuscivi ad accettarlo nemmeno tu, vero?" disse di nuovo al posto suo.
"Fai quasi paura, Anzu, capisci ciò che sto per dire prima ancora che io lo abbia formulato correttamente come pensiero " sorrise.
"Eh, già, mi faccio paura da sola...ma non per questo...perchè indipendentemente che sia io, o  Jono oppure Honda...se si tratta di te , Yugi, se stai male, se sei pensieroso, se c'è qualcosa che ti affligge, noi ce ne accorgiamo subito, tutti, senza dover entrare per forza in quella tua testolina" gli spiegò dolcemente, dandogli un colpetto sul capo.
"Grazie, Anzu".
"E adesso non è mica finita qui..." riprese subito con tono autoritario.
"Oh...oh...cos'altro mi devo aspettare?" chiese lui ridendo.
"Bè...prima di tutto mi sono stufata di stare qui, come due vecchietti! Ora ci alziamo e continuimo la nostra "pacifica e amichevole" conversazione da un'altra parte!" propose senza sentire la risposta di Yugi.
Si era già alzata e riappropiatasi del trolley era uscita dai giardinetti.
"Perchè non andiamo dove lavora , Jono?" disse Yugi raggiungendola e riprendendosi il bagaglio dell'amica del quale ormai ne  aveva fatto una questione personale.
"Ottima idea!".
Anche se aveva approvato pienamente l'idea dell'amico, ad Anzu non andava per niente di lasciare il discorso a metà, perciò decise che avrebbe concluso subito ciò che aveva cominciato.
"Vogliamo parlare del tuo chiodo fisso?".
"Sarebbe?" rispose facendo il vago.
"Lo sai."
"So anche di non volerne parlare allora...devo superarlo da solo".
"No, tu lo superi con me, che rappresento anche tutti gli altri, qui e adesso" ribattè lei.
"Anzu...Lui è storia vecchia ormai...sono solo io che continuo a pensarci ogni tanto...".
"Ogni tanto mi sembra riduttivo" commentò lei e notò una cosa che le fece gelare il sangue nelle vene.
"Stai bene, Yugi? Perchè ti trema la mano?" chiese avvicinandosi.
Si affrettò  a nasconderla dietro alla schiena , in effetti iniziava a girargli la testa e sebbene fosse pomeriggio inoltrato faceva ancora caldo.
"Sono solo stanco...sto camminando da questa mattina e avevo promesso a Jii-chan che sarei tornato presto per aiutarlo in negozio invece sono ancora qui per strada" disse ridendo,buttandola sullo scherzo.
"Andiamo a casa...ti riaccompagno e poi vado in albergo...".
"Che cosa? Ma non puoi andare in albergo...a casa c'è sicuramente un pò di posto anche per te, puoi venire a stare da me"  le disse.
"Non voglio disturbare, sono venuta all'improvviso avvisando solo Jono....e poi ho già prenotato...non preoccuparti" spiegò Anzu.
Continuarono a camminare silenziosamente per un pò quando Yugi si fermò, guardandola triste, quasi dispiaciuto.
"Dimmi la verità, Anzu...Credi che...io sbagli....nel non volerlo dimenticare? Che stupido che sono vero? Forse...se gli avessi detto...Resta...gli avrei fatto del male...ma non starei qui a soffrire così tanto adesso...è ridicolo pensare a questo adesso, ma io...non riesco....non riesco..." mentre la guardava gli occhi si inumidirono, gli si appannarono , abbassò lo sguardo e le lacrime scesero.
E in quel momento Yugi fu certo di aver ritrovato se stesso mentre  Anzu fu sicura di aver ritrovato lo Yugi che aveva lasciato alla sua partenza, quello che non aveva paura di esternare i suoi sentimenti agli amici, quello che se doveva piangere lo faceva e basta, quello Yugi tanto dolce che un peso troppo grande alla fine sarebbe stato costretto a posarlo per poi riprenderlo di nuovo aiutato da chi gli voleva bene, che lo avrebbe sostenuto  sempre, fosse stato per una malattia, fosse stato per la mancanza di una persona.
E all'improvviso si sentì stringere tra le braccia di Anzu e sebbene non piangesse quando lo guardò poco dopo aveva gli occhi lucidi.
"Atem sarà per sempre con noi perchè una persona muore davvero solo quando ci dimentichiamo di lei, se tu per tutto questo tempo hai pensato a lui non hai fatto altro che tenerlo vicino a te, nello stesso posto dove prima avevi il tuo puzzle...vicino al tuo e al nostro cuore".
La voglia di farla  pagare a Jounouchi-kun era passata così come era arrivata.
Adesso capiva perchè avesse  chiamato proprio Anzu e perchè avesse alzato una specie di muro tra loro.
Temeva che non avendo  più la sicurezza , la forza che solo il Faraone gli aveva sempre dato , lui non sarebbe stato capace di fare niente e che se lui non se ne fosse andato forse avrebbe saputo subito cosa fare.
La sua mancanza era  diventata un peso opprimente che non si sentiva di condivere con gli altri per non caricare anche loro.
Era bastato parlarne con qualcuno però, un pomeriggio perchè il cuore gli si liberasse.
Con una persona che conosceva ormai da tanto tempo e con la quale aveva un intendimento particolare.













Avviso: Questo sarà l'ultimo capitolo di questa fic (benchè la fine reale  sia ancora lontana). Mi spiace ma non ho voglia di lavorare per chi non mi fa sapere nemmeno cosa ne pensa. Scrivere costa fatica . Infatti oggi invece di ultimare questo quinto capitolo avrei potuto fare mille altre cose però mi sono dedicata al dialogo tra Yugi e Anzu e al superamento del primo di tutti i suoi dubbi e paure perchè ci tengo a quelle poche persone che leggono e che mi fanno sapere cosa ne pensano.
Ma le uniche persone che commenteranno già so che saranno solo quelle che conosco anche per msn mentre mi ritroverò almeno 70 letture e qualche preferito in più, come d'altronde è successo finora.
Mi spiace ma se ci si limita solo a leggere o a mettere tra i preferiti significa che la storia non piace giusto?
Quindi è inutile che io la continui vero?
A me andrebbero benissimo critiche, suggerimenti, di tutto se la storia non piace perchè vorrei impostarla e migliorarla secondo anche i gusti di chi legge! E se invece piace pregherei allora di farlo sapere perchè non costa nulla scrivere una piccola recensione.
Se noto che la situazione dovesse cambiare...concluderò la fic così come di dovere...
Altrimenti vorrà dire che non piace e la lascerò senza una fine.


Ringraziamo ora:
Chi ha messo "Heart Broken" tra i preferiti ovvero:
- giaggia
-Il_Trio_Infernale
-mileybest
-SMDO


E ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo:
Rinalamisteriosa: Grazie mille cara, mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensavi, ci sentiamo su msn se vuoi chiarimenti un bacione.

Valerya90: Ciao! Chissà cosa penserai dopo aver letto l'avviso eh? Bè...a me secca chiedere a ogni fine capitolo : Se la storia vi piace vi invito a commentare! Oppure con quei messaggi : Dona un pò di tempo per le recensioni farai felici gli scrittori. Questo è vero ma il commentare è un gesto spontaneo...se piace si recensisce...altrimenti no. E visto che mi ritrovo tantissime letture e solo i vostri commenti inizio a pensare che la storia non interessi più di tanto e che si commenti o perchè lo si richiede (non nel vostro caso) o perchè è un obbligo. Se vuoi ti dirò come finisce su msn....un bacione anche a te e grazie.

Dragoon: Ciao anche a te! Non preoccuparti io continuerò a seguire la tua storia comunque appena aggiornerai perchè da quando me l'hai fatta scoprire mi ci hai fatto incaponire...e ora devo sapere come si sviluppa, un bacio.

Masayachan: Haha, che brava , hai indovinato, era proprio quella. Non so perchè ma ce la vedevo come suoneria di Yugi o Jono...era azzeccata! Per quanto riguarda il carattere...bè...come avrai notato in questo capitolo Yugi finalmente si sfoga e ritorna a essere sè stesso, senza vivere all'ombra di Atem per sua scelta e senza il cercare di volerlo imitare. probabilmente le battute non sono da lui ma era comunque per indicare il cambiamento che era maturato in Yugi col passare del tempo e delle nuove esperienze. Però adesso non c'è bisogno di preoccuparsi...volevo farlo così per far intuire che comunque non era più l'adolescente di una volta ma Yugi è Yugi e non si cambia del tutto.
Peccato che non saprai mai come finisce XP scherzo chiedimelo su msn se vuoi...visto che qui chi commenta sono solo persone con cui posso parlare facilmente e subito.
Ma se ho solo i vostri pareri e tantissime letture ogni volta significa che non c'è voglia di commentare per farla andare avanti...Se non piacesse il numero di letture diminuirebbe....invece aumenta....pazienza, mi spiace, comunque grazie un bacio.


Può darsi che la continui se mi si chiederà di farlo...però vorrei più appoggio...perchè ripeto costa fatica scrivere per far felici chi legge e un vostro commento ripaga un 'ora di fatica, ma se non ci sono riscontri la voglia dell'autore o autrice che sia di scrivere viene meno, non lo dimenticate.
Un bacio e un grazie a tutti.

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Capitolo 6
*** L'aiuto c'è ma non si vede ***


L'aiuto c'è ma non si vede



Erano almeno dieci minuti buoni.
Dieci minuti nei quali tentava di ragionarci, di capire, lui ce la stava mettendo tutta., la sua buona volontà.
Ma l'altro era testardo, era un verme che ti faceva spostare ogni singolo nervo presente nel cervello, ogni neurone andava a fuoco mentre cercava disperatamente di non perdere la calma.
Jounouchi, lo stai facendo per Yugi  dopotutto- si diceva.
Stava abbassando la testa davanti a quell'essere perchè voleva aiutarlo visto che lui non aveva i mezzi.
e aveva pensato che dopo tutte le battaglie passate insieme un briciolo di compassione fosse nato nel cuore di quel miliardario buono a nulla dedito solo alle sue carte.
Di certo lui  avrebbe saputo aiutare il suo amico.


**********************************************


Poche ore prima...
"Jono, questo è tutto...ho preferito avvertirti io...nel caso...non so...ho sbagliato probabilmente...ma sono preoccupata e voglio solo che questa situazione si risolva...voglio fare qualcosa per lui, spero mi perdonerà" concluse Anzu, camminando per le strade di Domino.
"Non ti preoccupare, adesso che sappiamo tutto possiamo aiutarlo senz'altro..." rispose il biondo, dall'altro capo, con un tono freddo.
"Jono, Yugi sta venendo di corsa da te, perchè vuole dirti tutto" continuò la ragazza, poco rassicurata dal tono dell'altro.
"Certo , Anzu".
"Jounouchi...non essere arrabbiato...non voleva dire niente nemmeno a me, si è chiuso in se stesso e sei stato tu a chiamarmi dopotutto, altrimenti non avrei mai saputo nulla! Come sempre!" ribattè la ragazza.
"Non  sono arrabbiato...ma vedo..che avevo ragione...evidentemente con te si sente più al sicuro tanto da poterti raccontare una cosa del genere...io non devo ispirargli molta fiducia."
" Che razza di sciocchezze stai dicendo Jono? Non fraintendere per favore".
Sebbene capisse i problema Anzu era convinta che solo parlando Yugi e Jono faccia a faccia la situazione si sarebbe potuta risolvere.
"Non c'è bisogno di fraintendere nulla, Anzu, è comunque una questione che dobbiamo risolvere io e lui, senza intermediari, ma ti ringrazio per il tuo aiuto, senza di te sarei ad un punto morto" e attaccò.


***********************************************

"Kaibaaaaaa, già ti detesto di  mio! Vedi di non farmi perdere la pazienza ulteriormente altrimenti non ti basteranno tutti i pinguini che hai fuori alla tua squallidissima azienda per salvarti!" ringhiò il biondo.
"Jounouchi, sbaglio o hai il tuo solito crollo di nervi dopo aver parlato giusto una decina di minuti con me?" commentò ghignando l'altro.
"Ti sto solo chiedendo di aiutare Yugi! Hai di certo i mezzi tu!".
"Se Yugi vuole aiuto deve venire lui da me a chiedermelo, io non tengo conto di stupidi intermediari incapaci".
Punto critico. Punto critico. La chiamata stava per  essere bloccata da Jono.
"Anzi, credo che io e lui ci incontreremo presto, non potrà rifiutare il mio invito...vedrò allora cosa fare..." disse Seto, alzandosi dalla sua poltrona e prendendo a osservare il cielo al di là della ampia vetrata del suo ufficio.
"Non ci sto capendo niente, accidenti a te! Sappi che non ti lascerò incontrare da solo Yugi, lo accompagnerò e se tu non vorrai dargli una mano sappi che ce la caveremo con le nostre forze, tu non sei indispensabile!" sbraitò, gli stava venendo un gran mal di testa e non riusciva a capire perchè l'istinto gli avesse fatto chiamare proprio quel babbuino spilorcio e menefreghista.
"Stai  sfiorando lo squallore, Jounouchi, se non vi servo come mai mi hai chiamato?".
"Per dirti che sei un grande verme inutile!" e questa volta attaccò davvero, mentre dall'altro capo del telefono sicuramente era in corso una grassa risata.
Si sedette dietro al bancone del negozio di giochi, il Jii-san era uscito per delle compere, e ne aveva stupidamente approfittato, e adesso cercava di calmarsi  e di aspettare, calmarsi e aspettare, ma aspettare cosa?!
Alla fine convenne che entrambe le cose non è che gli riuscissero esattamente bene.
Quel giorno faceva un gran caldo, non riusciva a capire perchè il suo miglior amico non si fidasse di lui, perchè ad Anzu sì e a me no!
Questa era alla fine la frase che più gli ronzava in mente.
Aveva forse sbagliato qualcosa? Non l'aveva fatto sentire sicuro? O era proprio lui il problema?
Ma non l'avrebbe mai saputo se non parlando con il diretto interessato.
E poi...si aggiungeva giustamente la più grande cazzata che Jounouchi Katsuya  avrebbe potuto fare in una situazione come questa.
Sì, indubbiamente era un gesto dettato dalla condizione in cui si trovava, niente in contrario, ma...
Per chiamare Seto Kaiba?!  Quelo riccone buono a nulla e chiedergli di aiutare Yugi!
Che cosa aveva bevuto? Oppure lo aveva drogato bevendo un qualcosa di apparentemente sano? O aveva forse preso un colpo di sole?
Cosa gli era passato per la testa! Era ovvio che gli avrebbe solo riso in faccia ma sperava che ....sperava un qualcosa di inesistente .
Credeva  che in una situazione come quella anche Kaiba sarebbe cambiato, gli aveva solo chiesto se conosceva qualche buon medico in fondo.
Dopotutto immaginava che con Yugi fosse rimasto in rapporti accettabili, visto che a Jono che Kaiba precipitasse o no col suo jet privato non poteva fregare di meno.
Ma non tutto era perduto, aveva solo fatto una prova (risultato: detestava Kaiba ancora di più).
Aveva sempre risolto lui stesso le situazioni pià gravi che gli era capitate nella vita.
La separazione dei genitori, l'operazione agli occhi di Shizuka...
Certo, ovviamente era stato aiutato e anche questa volta sarebbe stato aiutato ad aiutare!
Fantastico gioco di parole Jono complimenti.
Per prima cosa svegliò il ragazzo che, avendolo raggiunto e essendosi assopito dopo la cordiale telefonata con Kaiba, sonnecchiava su una sedia vicino a lui, con le braccia incrociate sulla sedia.
"Honda! Accidenti a te, ti sembra questo il momento di dormire?!".
"Jounouchi, sei impazzito? Non lo sai che la calma è la virtù dei forti?" dichiarò stiracchiandosi , mettendosi in piedi .
"Bene, cosa conti di fare adesso? A quanto ho capito Yugi sta tornando qui, è inutile uscire, è meglio aspettarlo no?".
"...".
"Non rimuginare, rendimi partecipe, caro il mio impudente testone!" bofonchiò  colpendolo leggermente sulla testa.
"Impudente testone? Lasciamo stare altrimenti ti chiamerei in modo peggiore..."  commentò Jono.
"E cosa vorresti dire con questo?".
"Che non ho dimenticato la vacanza tua e di mia sorella, insieme!".
"Ho solo accompagnato lei e le sue amiche....oh! ma guarda! si è fatto tardi, forse è meglio uscire a cercare Yugi! Io ti precedo!" disse cercando di scansare la mano dell'amico che sfortunatamente lo afferrò per il colletto proprio nel momento in cui il telefono di casa squillò.
"Oh, Oh, che facciamo?"  tentennò Honda.
"Che cavolo vuoi che sappia io? Aspetta! E se fosse Yugi?" disse l'altro.
"Ma non stava venendo qui?"  continuò Hiroto.
"E se gli è successo qualcosa?" domandò preoccupato Jono.
"Bè...non lo sapremo mai se non rispondiamo e il telefono sta continuando a squillare".
"Pronto?".
"Jounouchi-kun! Meno male che ti ho trovato!".
A quel punto a Jono stava per prendere un colpo sicuro.
" Yugi! Dove cavolo sei? Va tutto bene?".
"Sì, Jounouchi -kun non preoccuparti, stavo tornando a casa quando...".
"Quando che???".
"Fammi finire, calmati , bè...una macchina mi ha fatto salire...." cercò di spiegare il ragazzo.
"Una macchina ti ha preso? Ti hanno rapito?".
"L'hanno rapito?!" si aggiunse Honda.
"Non mi hanno rapito! E' la macchina cioè...la limousine di Kaiba-kun!".
"E tu cosa diavolo ci fai nella limoucosa di quel verme?!" sbraitò Jounouchi.
No questo era troppo, cosa diavolo poteva volere quel bastardo?
Aveva espresso chiaro e tondo le sue intenzioni.
O forse...
Le stava per esprimere ma tu non gli hai dato il tempo- commentò una vocina nella sua testa.
"Jounouchi-kun, calmati, stavo tornando a casa, quando questa macchina mi ha fermato e mi ha chiesto di  poter essere portato da Kaiba-kun perchè mi stava aspettando, mi ha mostrato la prova di quello che diceva e così l'ho seguito, stiamo andando verso l'azienda di Kaiba-kun...".
"Bene! Tu sei portato lì, noi ci arriveremo da soli! Aspettaci stiamo arrivando, stai tranquillo".
"Jounoc" la chiamata fu interrotta.
"Bè, devo dire che il signor verme è passato il graduatoria da Verme per eccellenza o Sommo Verme o Verme Superiore a tutti gli altri vermi al semplice vermetto!" commentò Jounouchi, completamente andato.
"Di chi stiamo parlando?" chiese Honda.
"Non ha importanza! Forza, Honda, andiamo!".
"Dove?! e Non correre senza prima avermi informato di tutto! Si può sapere Yugi dov'è?" domandò quasi gridando e iniziando a correre dietro l'amicoche ormai era già uscito.
"Andiamo a fare una visitina al caro signor Kaiba!".












Uau, ma che capitolo XD  Direi che è di stallo più che altro, adesso vedremo nel prossimo cosa succederà allo Yugi "rapito" , Allo Jonouchi "esaurito", all'Honda "che non sta capendo niente" e al  Kaiba "verme".
Mi sono divertita a scriverlo più che altro e ho visto , miei cari lettori, che qualcuno di "sconosciuto" e che leggeva nell'ombra si è fatto avanti!

Parlo di I love sasunaru! ma salve! Spero che quello che ho letto non sia il tuo ultimo commento, dai! mi ha fatto piacere e non ti è costatoo nulla vero ?** Spero che ci sarai anche per questo! Baci e grazie! ^-^

Masayachan: sai che dopo aver letto il tuo commento sono andata a rileggere il capitolo?  a me non sembrava nulla di così perfetto e sentirlo dire da te fa un certo effetto visto che in ogni capitolo precedente qualcosa non andava, indi mi ha proprio sorpreso o.o In ogni caso grazie!

valerya90: Grazie , mi ha fatto piacere incontrare anche te! XD Bene come vedi non è l'ultimo , grazie del commento^^

Il _Trio_ Infernale: Ma ciao , mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensi! continua a seguirmi!^^ Un bacio!

Rinalamisteriosa: Ciao, cara, innanzitutto ti faccio gli auguri visto che non ci sei stata su msn^^ e poi hai visto? non è l'ultimo! Un bacione!

Dragoon: Tranquilla, non rimarrai appesa cioè senza conoscere la fine, o almeno credo dipende se mi sento stimolata nel continuare ù-ù XD Un bacione, fammi sapere anche di questo!


Bene, ci terrei a precisare che ho seriamente pensato di non continuare questa fic per i motivi che vi ho già spiegato nel precedente capitolo quindi è inutile che mi ripeta, vorrei solo direi che mi ha fatto piacere vedere commenti di altre persone, tutto ciò è gratificante non so se ve ne rendete conto^^
Perciò ho deciso di continuare , se però la situazione dovesse ritornare come prima nel senso che mi dovessi di nuovo venire a trovare con un numero spropositato di letture e solo quelle poche persone che conosco anche su msn che  commentano, bè...poi vedrete che succede!
Pubblicherò un capitolo in cui dico:

Per cause di forza maggiore Yugi è morto di malattia , spiacente, se le persone che leggevano mi avessero fatto sapere qualcosa, si sarebbe potuto salvare.


Carino no?  Un bacio gente!

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