Un sogno fin troppo reale

di BishamonYG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Tragico risveglio. ***
Capitolo 2: *** II. Un incontro inaspettato ***
Capitolo 3: *** III. Il caffé migliore di sempre. ***
Capitolo 4: *** IV. Stasera cena fuori. ***
Capitolo 5: *** V. Nothingness ***
Capitolo 6: *** VI. Attack on Koala. ***
Capitolo 7: *** VII. Die a hundred times ***
Capitolo 8: *** VIII. Under the eyes of the moon. ***
Capitolo 9: *** IX. Friendzone. ***
Capitolo 10: *** X. Tutto si risolve prima o poi. ***
Capitolo 11: *** XI. Hollywood. ***



Capitolo 1
*** I. Tragico risveglio. ***


Quante di voi hanno sognato almeno una volta il proprio idolo?
Andiamo, io una volta ho sognato di mangiare in mezzo alla strada con il mio cantante preferito con non-chalance mentre passavano auto di ogni tipo pronte a metterci sotto.
Ma chiudendo questa parentesi inutile, chi non ha mai sognato Robert Downey Jr? E se non l'avete sognato ammettete di esservi fatte almeno un filmino mentale su di lui eh (?)
Questa storia sarà qualcosa di simile, o almeno ciò che la mia mente riuscirà a partorire. 
Ci sentiamo sotto!

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-FEDEEEE! ALZATI CHE SONO LE 9.00!!-

Cosa diavolo urlava mia madre di prima mattina? Siamo in vacanza, estate, mamma capisci? ESTATE.
Aprii gli occhi molto pigramente cercando il cellulare sul comodino e, dopo aver urtato qualsiasi cosa esistente al mondo, finalmente lo afferrai accendendolo.
Eccolo, la visione migliore dell'universo, tipo quando trovi il frigorifero pieno, anzi, meglio!
Robert Doweny Jr. era lì in tutto il suo splendore a fare da blocco-schermo al mio cellulare appartenente ai secoli del nonno di mio nonno. Il mio sguardo non potè non andare a cadere sull'orario, 8.15, mamma, otto. e . un . quarto.
Cosa non ti è chiaro di 8.15? COSA.
Decisi comunque di alzarmi, o meglio, cadere dal letto in una versione 2.0 di panda obeso e strisciare verso il bagno urlando.
-OH! Sono le 8! Cosa mi svegli di prima mattina, me lo spieghi cristo!-
In tutta risposta mia madre si affacciò nel bagno (privacy inesistente immagino) tutta euforica con dei biglietti per non-so-dove.
-Dobbiamo partire! Tua zia ci ha già prenotato un volo per Los Angeles alle 12.58!!!-
Per poco non soffocai con la mia stessa saliva, perché dovevamo andare dalla zia adesso? Che poi chi se l'è mai filata di striscio quella?
-Mamma mi prendi per il c*lo o cosa.-
-Sbrigati che devi fare la valigia, stiamo lì fino alla fine di Agosto, spicciati!-
Detto ciò sparì da dove era apparsa per correre verso qualche lato a me oscuro della casa.
Tornai nella mia stanza spalancando la finestra, chiusi la porta e mi sedetti sul letto riflettendo sugli ultimi 10 minuti passati dopo quel tragico risveglio.
-Risveglio traumatico.
-Notizia traumatica.
-Zia traumatica.
Altro? No, per adesso no.
Dovevamo partire per un altro Continente, io che è già tanto se ho messo piede fuori dalla Sicilia per andare a Milano in gita scolastica anni fa dovevo passare le vacanze estive da una zia che neanche ero sicura di aver mai visto in vita mia, in più dall'altra parte del pianeta. Wow.
Mia madre mi aveva fatto trovare la valigia vuota dall'altro lato del letto così che la riempissi il più in fretta possibile, iniziai a riempirla con i vestiti che indossavo di solito:  pantaloncini, una felpa, jeans, canotte, maglie a maniche corte e un numero incalcolabile di camicie, poi misi la canotta extra-large di papà che avevo rubato così da avere un comodo pigiama che non mi facesse morire di caldo la notte, in più era degli AC/DC, dell'ultimo disco "Rock or Bust", con quella dormivo divinamente!
Poi misi in una maxi-tasca a parte intimo & co e in una busta, come mi aveva ordinato il Boss (mamma), misi diverse paia di scarpe, diverse perché ne ho migliaia, chiaramente neanche un paio contenente qualcosa di oscuro come il "tacco". Comunque tra queste misi tre paia di scarpe sportive e un paio di stivali stile anfibi che amavo troppo.
Infine buttai dentro qualche libro a caso e i miei accessori vitali: collane, bracciali, bandane tragiche e anelli vintage sempre del nonno di mio nonno.
Chiusi la valigia, la lasciai in stanza e andai in cucina, erano già passate due ore, puntuale come sempre, mia madre aveva già messo nella sua valigia l'immancabile per tutta la famiglia, così che una volta lì non ci sarebbe mancato nulla di essenziale.
-Per me possiamo andare!-
I miei mi guardarono in malo modo, ero diventata un alieno? Che cosa fantastica potevo andare su Marte adesso!
-Cosa c'è, sono così brutta da guard- AH VERO UN SECONDO!!-
Urlai correndo in stanza mentre i miei ridevano di gusto, ero ancora in pigiama.
Riaprii la valigia, presi dei Jeans strappati, la canotta "basket-style" da far invidia a un dodicenne thug-life, l'intimo e corsi in bagno, feci una doccia ultra veloce, asciugai i capelli e mi vestii per poi andare a mettermi un paio di vans con un motivo floreale abbinato alla canotta, amavo anche quelle scarpe chiaramente.
Misi la matita all'interno degli occhi, non amavo truccarmi, ero più una ragazza acqua e sapone, mi pettinai e indossai una collana che avevo già messo in valigia seguita da 3 anelli, adoravo indossare quel tipo di cose, per me erano essenziali, legai una bandana nera al polso e richiusi tutto andando nuovamente in cucina, stavolta portando con me la valigia, il cellulare,il caricabatterie e le cuffie.
Da lì a poco finalmente arrivammo in aereoporto, finalmente si fa per dire, sai che gioia andare da una zia sconosciuta, la cosa positiva era che avrei messo piede negli USA, avevo sempre sognato di passeggiare per le vie Americane bevendo un caffè in un bicchierone preso da Starbucks, era sempre stata una scena fissa nella mia mente da quando avevo iniziato a stalkerare la vita dei miei attori preferiti, esattamente dall'età di quattordici anni, adesso ne avevo 22 e quel sogno si stava realizzando.
Si erano fatte le 13.00 e stavamo decollando, stavo per andare a Los Angeles, mettere piede in America, lo stesso continente di Robert Downey Jr, respirare la stessa aria di Johnny Depp, guardare lo stesso cielo di-
I miei pensieri furono interrotti da una hostess che mi chiese gentilmente se volevo prendere qualcosa, presi del caffè anche se in teoria era l'ora di pranzo, misi le cuffie badando che il cellulare fosse impostato in modalità aereo, non volevo finire a respirare la stessa aria del cast di Lost sperduta nel nulla, feci partire la Playlist che adoravo di più e mi addormentai guardando fuori dal finestrino, il mio ultimo pensiero fu "diavolo ma allora davvero le nuvole sono come su Minecraft!".
Tra 12 ore sarei stata nel luogo dei miei sogni. 

-Fede? Hey! Ti ho preso un panino, prendi.-
Mia madre ci teneva proprio a svegliarmi per qualsiasi cosa esistente nella vita, mi diede un panino, erano passate 6 ore e doveva essere l'ora di cena, cenare con un panino non era il massimo ma mi accontentai e dopo pochi minuti quella "cena" era solo un ricordo. Mi misi a leggere uno di quei libri che mi ero portata dietro a mano in modo da avere un passatempo valido durante il volo, dopo tre ore di sana lettura ripresi le cuffie e attesi l'arrivo osservando fuori, saremmo arrivati all'una, o meglio alle 15 dato il fuso orario, e chi ce la faceva a passare un pomeriggio, io ero già stanca morta.

Le successive ore passarono in fretta, finalmente incominciai a intravedere quelle grandi città, pochi minuti dopo atterramo, mi alzai di scatto sbadigliando seguendo i miei genitori intenti a recuperare i bagagli e a chiamare un taxi che ci portasse a quella che doveva essere la casa della fantomatica Zia, lì era tutto diverso, la gente andava di fretta, il traffico era sempre bloccato, i negozi, diavolo i negozi li avrei svaligiati, i palazzi altissimi e infine quel sottofondo di auto, voci e altro che rendeva la città viva, era tutto dannatamente stupendo, il mio sogno...
Arrivati a casa della zia (più che casa sembrava una villa, avevamo una parente ricca e continuavamo a vivere come barboni in una casa in campagna? Certe volte mi chiedo che razza di famiglia ho) suonammo al campanello, la porta fu aperta quasi subito, come se ci attendessero dietro quest'ultima, inquietante.
Venni assalita da una ragazza, doveva avere la mia età, forse era mia cugina o qualcosa di simile, il suo americano era impeccabile, aveva gli occhi verdi e i capelli castani, magra e alta più o meno 1.65 o giù di lì, devo ammettere che si vestiva bene, o almeno secondo i miei gusti stravaganti aveva stile.
-Ciao! Tu devi essere Federica! Non vedevo l'ora di conoscerti sono Diana e ho un anno in meno di te! 21! Ho sempre sperato di incontrarti, mia mamma mi parlava spesso di voi!-
Mia "ziasconosciutafinora" si unì alle presentazioni con una voce alquanto stridula.
-Oddio come sei cresciuta! Sono passati vent'anni! Io sono tua zia, ti ricordi di me? Mi chiamo Angie!-

Ed ecco la tipica frase di quei parenti che magari ti hanno vista solo una volta nella vita quando avevi 2 giorni e mezzo.
Guardai entrambe con uno sguardo a metà tra il "chicacchiosiete" e il "sonofelicediconoscervi" cercando di dire qualche frase comprensibile in quella lingua.
-Oh.. Sì.. Ehm.. Io sono Federica, sono felice di conoscervi, mamma mi ha parlato spesso di voi (Sì, non sapevo neanche che esistevate nel mondo) spero legheremo da adesso!-
Spostai l'attenzione su mia madre, anche se non sembra sono una ragazza alquanto chiusa e introversa, almeno prima di fare conoscenza. Dopo qualche minuto andammo a "pranzare" (per me quello era un pranzo di mezzanotte) e una volta finito Diana si offrì di farmi vedere la mia stanza.
Salimmo una rampa di scale infinita, quella casa era enorme, ben arredata a metà tra il bianco e il nero, proseguimmo per un corridoio con un'infinità di porte, la seguii finchè non si fermo di fronte a una porta alla destra, della serie "l'ultima porta a destra", la spalancò guardandomi tutta eccitata ed entrammo.
Rimasi a bocca aperta, letteralmente, altro che stanza quello era un appartamento! Era enorme! Una volta entrati ci si trovava in un salotto le cui pareti erano alternate tra il rosso e il bianco e il pavimento era composto da enormi mattonelle bianche, all'interno si trovava una mega tv alla parete, un divano in pelle bianco, un tavolino basso di vetro, una libreria in legno scura e un mega tappeto circolare rosso, c'era anche una terrazza la quale si poteva raggiungere da due stanze, il salotto e la camera da letto. Vogliamo parlare la camera da letto? Le pareti e il pavimento erano dello stesso colore del salotto, una finestra enorme riempiva tutta la parete e dava accesso al terrazzo, all'interno c'era un letto a due piazze con il copriletto rosso, di fronte una piccola TV alla parete, un armadio, due comodini, un divano sotto la TV e a fianco una porta che portava al bagno, anch'esso enorme completo di vasca.
Diana decise di lasciarmi a sistemare le mie cose, così feci e dopo qualche ora avevo sistemato tutto ed ero pronta per la cena, cenammo animatamente con le solite battute di papà che si scoprì un vero americano nell'anima poi finalmente potei dirigermi verso la mia stanza. Stavo letteralmente morendo di sonno, si erano fatte le 22.30, volevo solo dormire. Mi buttai nel letto, non riuscivo a crederci, nel giro di 24h la mia estate monotona e pallosa si era trasformata in qualcosa di epico, ero a Los Angeles, avrei girato tutta la città nei prossimi giorni, non poteva esserci nulla di migliore, era un sogno.
Mi addormentai cullata da quel pensiero, sarebbero stati dei giorni stupendi.


 

|| Questa è la mia prima fanfiction, spero sia scritta decentemente, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione critica o positiva che sia! Mi farebbe davvero piacere e mi aiuterebbe a migliorare.
Btw spero che quelle parti descritte in modo idiota vi strappino qualche sorriso, detto questo ci vediamo nel prossimo capitolo!
Bye Bye!

 

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Capitolo 2
*** II. Un incontro inaspettato ***


Stavo sognando di certo, ne ero sicura. Perché? Semplice, uno dei miei gruppi preferiti stava suonando la mia canzone preferita solo per me, oh sul serio non dovevate, che carino da parte vost-
Aspetta.
Cosa.
Dopo pochi secondi riuscii a connettere con il mondo terrestre, mi stava squillando il cellulare, altro che concerto privato, figurati se quelli sapevano persino della mia flebile esistenza... 
Iniziai a cercare a tentoni il cellulare sul letto con intenti omicidi verso colui che osava svegliarmi, finalmente lo afferrai e, seppur avessi voluto scaraventarlo contro la parete, risposi portando il cellulare all'orecchio destro.
=Fede!!! Ma sei caduta in qualche buco??? Che fine hai fatto!=
Dovetti allontanare il cellulare dall'orecchio per evitare la perdita dell'udito, e credetemi ci ero andata vicino stavolta. Era la mia migliore amica, Valentina, ed erano passate si e no tre ore da quando avevo chiuso occhio, era l'una di notte, certo da lei le 10, non era comunque una scusa plausibile per svegliarmi.
-Vale, mi spieghi quale diamine di motivo hai per svegliarmi all'una di notte?!-
Credo che da li a breve avrebbe tentato di portarmi in un manicomio per pazzi.
=Hai sbattuto la testa?! Sono le dieci!=
-E' L'UNA, FAMMI DORMIRE.-
=Fede hai l'orologio sballato!=
-Senti è difficile da spiegare giuro che domani ti spiego!-
=Mi devi spiegare di come stamattina scendendo dal letto hai sbattuto contro un mobile e sei caduta in un burrone perdendo totalmente la capacità intellettiva? O magari hai semplicemente sognato Mr. Robert che ti rapiva nel buio notturno e romantico senza un buon motivo?=
Forse dovevo spiegarle tutto o da li a poco sarei sul serio impazzita...
-Allora, ascolta, ieri mattina mia mamma mi ha svegliata alle otto dicendo tutta una serie di cose riguardo una visita a mia zia a Los Angeles, del quale non conoscevo l'esistenza, così alle 13 eravamo già in volo, adesso mi trovo in America e qui il fottuto orario è indietro di nove ore, calcolando quindi mentre da te sono le dieci del mattino qua è l'una di notte, posso dormire?-
=Tu hai sbattuto la testa non c'è altra soluzione, ma che hai bevuto?=
-Ti invio una foto poi promettimi di farmi dormire ti prego.-
=Ok, ti invio un messaggio anche se dubito dell'integrità del tuo cervello adesso.=
-Sisì, ciao!-
Cliccai il tasto di chiusura quasi trapassando il cellulare, avevo perso minuti preziosi di sonno inutilmente e adesso dovevo alzarmi e fare una foto per chissà quale motivo. Mi trascinai strisciando fino in terrazza accendendo le luci esterne, ero ancora vestita, mi ero addormentata senza neanche accorgermene, fantastico, scattai una foto con la faccia più innervosita che mi venne in mente cercando di prendere gran parte della strada ancora illuminata dai lampioni e gliela inviai, come previsto iniziò a inviare messaggi vocali del tipo "oddio! Ma sei davvero lì?", "Nooo ti ricordi quando da piccole volevamo andarci?", "Sì e io dovevo vivere con quell'attore", "E poi dicevi che diventavi la moglie di quello", andò avanti così per una buona mezz'ora finché non le dissi chiaramente che avevo bisogno di dormire e dopo vari saluti finalmente spensi il cellulare maledendola in qualunque modo.
Conoscevo Valentina da quando avevo 3 anni, eravamo subito diventate buone amiche e quando alle medie fu bocciata ci ritrovammo nella stessa classe, lì iniziai a farle una testa enorme su vari attori che mi facevano andare in pappa il cervello, iniziai a tartassarla tanto da farle condividere i miei stessi interessi e adesso seppur fossero passati circa 10 anni eravamo anche più legate di prima e lei non tardava sempre a farmi qualche battutina riguardo Robert Downey Jr e Johnny Depp, miei idoli indiscussi, mi portava sempre a farmi film mentali nel caso li avessi incontrati, roba del tipo che sposavo Robert mentre lei si faceva ospitare da Johnny. Spensi la luce e rientrai assicurandomi di aver chiuso le tende, l'indomani non mi sarei alzata neanche se mi trascinavano giù dal letto, indossai la "Canotta-pigiama" dato che non volevo tornare a svegliarmi con i vestiti del giorno prima, soprattuto indossare una collana di catenine e ciondoli appuntiti durante il sonno non era molto consigliabile, ricordo una volta in cui mi svegliai con un taglio sul viso e per giorni non indossai più nulla che avesse a che fare con il collo, dopodiché andai a dormire sperando finalmente in un sonno tranquillo, magari senza interruzioni.

"WAKE UP! IT'S LATE!"
Mi coprii la faccia con il cuscino, qualcuno aveva spostato le tende e la luce mi stava uccidendo, non so esattamente a chi appartenesse quella voce, e l'unica parola che avevo sentito era "Leit",  la cosa si ripetè a lungo finché non decisi di rispondere in qualche modo farfugliando qualche parola in italiano.
"Non lo voglio il latteee!"
"What?"
"Cosa? Perché parli in... Ah."
America. Zia. Los Angeles. Diana.
"Ohm.. Sorry, I don't want milk.."
"Milk? Wich milk?" [N.d.a. continuerò in italiano, mi sembra inopportuno fare dei dialoghi in inglese, anche perché è già tanto se so dire Hello. (?)]
"Non hai detto che c'è il latte?"
"Ho detto che è tardi, non che c'è il latte! Alzati dormigliona!"
"Ah sì, mi sto alzando aspettami giù.."
Detto ciò Diana mi abbandonò andando in soggiorno, erano appena le 10.00, perché tardi? Se le inventano tutte per farmi alzare.
Mi alzai anche se controvoglia, feci una doccia veloce, mi vestii, stavolta evitando ciondoli, bracciali e bavagli, misi una canotta bianca molto leggera, dei pantaloncini in jeans, un paio di ciabatte che erano apparse da non so dove e scesi con un passo stile Zombie.
Erano tutti in soggiorno con la loro tazza di caffé fumante, avevo sentito che lì il caffé non era come in Italia e potevo ben notarlo anche solo dal fatto che la quantità era il triplo di quella che prendevo io di solito, chiacchieravano del più e del meno riguardo a come avrebbero passato la giornata, mia madre sarebbe uscita con mia zia, mio padre sarebbe andato a fare un giro con lo zio in qualche valle lì intorno mentre Diana aveva una lezione di non so cosa in non so dove, ottimo.
Mi sedetti accanto a mio padre dopo aver preso anch'io una tazza di quel caffé dando un buongiorno generale per tutti, mi raccontarono i loro programmi nel pomeriggio di cui stavano già parlando poco prima, dicendomi che sarei rimasta sola in casa e indicandomi posti dove sarei potuta andare a passeggiare nel caso volessi uscire, ottimo, prima giornata in una città sconosciuta completamente sola.
Non fraintendetemi, non è che amassi molto la compagnia, anzi, ero una tipa piuttosto asociale, ma l'idea di girare sola nella seconda città più grande degli USA senza conoscere minimamente nulla e nessuno non mi allettava parecchio, decisi comunque che quel pomeriggio sarei uscita, avrei raggiunto la spiaggia di Venice e sarei stata lì fino alla sera, poi avrei preso un taxi per tornare a casa che fortunatamente era poco distante.
Pranzammo alle 12.00 e nel giro di un'ora ognuno aveva preso la propria strada, in casa restavo solo io, misi le vans nere, una collana dalla catena color oro e la maschera di Iron man come ciondolo e uscii assicurandomi di aver preso cellulare, soldi e chiavi, presi un taxi ed eccomi in quella spiaggia immensa, con mia sorpresa vidi che poco distante c'era anche uno skate park, quel luogo era il paradiso, sarei tornata di certo con una tavola da skate prima o poi!
Intanto dovetti accontentarmi dei miei piedi, andai in un bar, presi un gelato e andai a sedermi sul bordo del molo che dava sul mare ad osservare la spiaggia e la gente.
Adoravo andare in giro sola, poter fare ciò che volevo, osservare tutto, la gente, la natura, il paesaggio, qualsiasi cosa, potevo passare ore lì immobile a guardare le persone, ce n'erano sempre di ogni tipo, adoravo immaginare dove stessero andando o semplicemente il loro stato d'animo, era un bel passatempo infondo. Dopo aver finito il gelato scesi in spiaggia, mi stesi lì a osservare il cielo, almeno finché non chiusi gli occhi e mi abbandonai tra le braccia di Morfeo.
Fui risvegliata da qualcosa, o meglio qualcuno lì vicino che con il suo bel passeggiare mi aveva cosparsa di sabbia, ero una ragazza tranquilla in genere, ma non appena sveglia, e soprattutto se svegliata in quel modo.
-MI SPIEGHI SECONDO QUALE CRITERIO TI METTI A CORRERE QUA INTORNO GETTANDOMI DELLA SCHIFO DI SABBIA ADDOSSO?-
Mi ero alzata di scatto e stavo urlando ciò al tipo di spalle, colui che non so in quale modo mi aveva sommersa seppur involontariamente di sabbia. Dico involontariamente perché scattò facendo un balzo su se stesso per poi girarsi.
"Io... Mi scusi, non volevo, cioè non mi ero accorto della sua presenza, quind-" Si stava girando verso di me per pronunciare queste parole, ma non potei far altro che interromperlo.
"SI, OVVIO, PERCHE' UNA PERSONA E' INVISIBILE ADESSO, MA DOVE HAI GLI... occhi... Aspetta, tu sei... "
SBEM! Il tipo adesso si era girato! E sapete chi era? Niente di meno che Mr. Downey! 
Certo con tutta quella roba che aveva addosso era abbastanza irriconoscibile, ma una fan sfegatata come me lo avrebbe riconosciuto persino con addosso una tuta da astronauta!
Avevo sempre sognato questo momento, sul serio, in qualsiasi modo, per strada, a una première, al cinema, magari anche sotto casa mia, ma diamine, non mi sarei mai immaginata di dovergli urlare contro, questo mai!
Ma è anche vero che ho un orgoglio, e seppur in quel momento avrei voluto soltanto svenire feci finta di nulla... No scherzo, ma mi trattenni comunque.
"Sì, sono io, shhh... Senta, mi dispiace non l'avevo completamente notata, di solito questa spiaggia a quest'ora è isolata.."
"Ah.. Sì, ehm.. Isolata.. La spiaggia..." Dovevo riprendermi, diavolo sembrava che avessi di fronte Dio in persona! Okay forse era cosi, ma un minimo di contegno!! "Scusa, cioè, scusi, forse l'ho aggredita senza una buona ragione, mi perdoni, anzi ehm.. Ora vado, credo sia meglio..."
So che avrei rimpianto un'occasione simile per il resto della mia vita, ma hey, ci avevo parlato, era già tanto, cioè... Ma a chi dovevo darla a bere, la verità è che già mi stavo maledicendo nel dire quel "ora vado", fosse per me gli sarei già saltata addosso facendogli cose che qui non si possono scrivere.
"Non è lei a doversi scusare! E' colpa mia, facciamo così, le offro un caffé così magari mi perdona." Disse quell'ultima frase ammiccando, capite? Mi aveva fatto l'occhiolino e in più aveva sorriso, potevo morire felice adesso! Mi sentii avvampare, letteralmente, ero certa di esser diventata più rossa dei pomodori che coltiva papà in Italia.
"Non.. Non si preoccupi, non deve, non è il.. caso..."
"Oh... La mia non era una domanda! A proposito, diamoci del tu, ti aspetto dopo cena in quel bar! Ciao!"
Avevo un appuntamento? No.. Era un caffé per farsi perdonare, magari per evitare che qualche rivista se ne uscisse con frasi tipo "Le star sommergono di sabbia le persone", ma che stavo pensando, se ne stava già andando e io neanche sapevo che cacchio di orario era "dopo cena"!
"Aspetti! Dopo cena a che ora?!"
"19.30!"
Ma chi è che cena alle 18.30 in questo universo?! Non capirò mai gli Americani, mai.
PIUTTOSTO. Dovevo tornare a casa, erano già le 18, non volevo arrivare in ritardo al mio incontro tanto atteso con il mio idolo. Idolo? Avevo sul serio incontrato il mio idolo? E se aveva visto la mia collana? Cosa aveva pensato? Gli ho urlato contro! Mi odia! Fantastico, incontro Robert Downey Jr e gli urlo contro! Oddio ma che stavo dicendo, e se mi avesse offerto quel caffé solo perché gli facevo pena? Dovevo smetterla con questi pensieri o da lì a poco avrei dato di matto.
Mi avviai verso casa, ero felice, agitata, ansiosa, titubante, preoccupata, euforica, ero tutto! Sarebbe stato il caffé più buono della mia vita! (Per intenderci, non tanto per il caffé, ma per il resto). 


 
{E questo è più o meno il secondo capitolo (?). 
 Come sempre spero sia scritto in modo leggibile e ovviamente se volete fatelo o vi uccido a sprangate lasciate una recensione, che sia positiva, neutra o cattiva, ma lasciatela, mi farebbe davvero piacere, adesso vi lascio, kisskiss bangbang. (?)

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Capitolo 3
*** III. Il caffé migliore di sempre. ***


SBEEM!
Sbattei la porta e corsi verso il frigo mentre con una mano mi toglievo i pantaloncini e con l'altra gettavo cellulare, chiavi eccetera sul tavolo, erano le 18.20 e non c'era ancora nessuno in casa, avevo un'ora per prepararmi per quel caffé, ma poi da quando ci si prepara per un caffé?
Inciampai poco prima di raggiungere il frigorifero (addio al futuro da equilibrilista), certo, avevo i pantaloncini alle caviglie, ma dovevo per forza avere un incontro ravvicinato del terzo tipo con Ariston +++ plus? Sì, Ariston, il frigo. Avevo appena dato una testata ad un figorifero, fantastico! Lo aprii velocemente e tirai fuori dei pomodori, le sottilette e qualcosa che aveva l'aria di contenere della salsa cocktailz, dopo di che infilai tutto a caso dentro un panino e mi avviai correndo verso la mia stanza, dovevo prendere dei vestiti decenti.
Sì perchè per un caffé ci vogliono dei vestiti adatti, soprattuto se è un caffé con Robert Downey Jr.! Comunque dopo aver finito il panino non avevo ancora scelto un cacchio, così decisi di andare a farmi una doccia (almeno per togliere la sabbia che mi aveva appena sommersa, anche se non l'avrei mai tolta in un altro momento, dopo tutto era la sabbia di Robert! Vi rendete conto? Robert mi ha gettato della sabbia in faccia! Potrei mettere quella sabbia in un barattolo e custodirlo per il resto della mia vita!!), dopo dieci minuti ero fuori da quella maxi doccia-vasca-piscinainminiatura, mi asciugai e mi ritrovai al punto di partenza. Armadio. E i minuti passavano.
 18.45. Niente. 
18.50. Niente. 
18.55. Avevo deciso. No scherzo. 
19.00. MANDATEMI UN SEGNALE DIAMINE. 
Sbattei le ante dell'armadio per poi riaprirle subito dopo e ripetere lo stesso passaggio circa una decina di volte, poi ad un tratto il nulla. O meglio, il tutto. Mi era piombato addosso tutto il contenuto di quell'armadio, partendo dai vestiti finendo con le coperte e i piumoni dell'inverno.
"Gran bel segnale grazie!"
Dovevo aver fatto un gran baccano perché dopo circa due secondi e mezzo Diana piombò in stanza, santa donna.
"Oddio, ho sentito un bot- Ma che... stai facendo...?" La sua faccia era come quella di chi cerca di trattenere una risata che potrebbe distruggere il muro del suono.
"No, nulla, sto studiando il tessuto dei miei vestiti... Sai..." Ed ecco che la bestia liberò il suo ruggito, scoppiò a ridere talmente forte che dovetti lanciarle una di quelle maglie addosso.
"DIANA. ASCOLTA. HO UN'URGENZA. TRA VENTI MINUTI DEVO ESSERE IN UNA CAFFETTERIA CON... UN TIPO... SI'.. UN TIPO. AIUTAMI A PRENDERE DEI VESTITI DECENTI."
"DAVVERO? Ho sempre sognato di poter aiutare qualcuno a scegliere dei vestiti! Com'è questo "tipo"? E' figo? Non è che ti sei già trovata un fidanzato ehh?" 
Chi non ha mai sognato di vestire povere donzelle in difficoltà? IO. 
"NO! Cioè, è brutto. Bruttissimo. ORA PRENDI DEI VESTITI, TI PREGO."
Blasfemia! Cosa avevo appena detto? Bruttissimo? Per punizione non toccherò la nutella per il mese successivo, giuro!
Comunque dopo varie moine Diana in quattro e quattr'otto tirò fuori dalla matassa un paio di jeans, una maglia bianca, una giacchetta nera "se fa freddo", roba che manco mia madre, e i miei amati anfibi, poi si precipitò sul mio comodino dove avevo lasciato le mie cianfrusaglie meglio definite come "collane/anelli" e prese una collana con un gufo per ciondolo, avete presente quel coso che andava di moda circa un millennio fa? Ecco. 
Le strappai di mano il tutto e ringraziandola indossai il tutto.
Alle 19.15 ero pronta. Mi precipitai alla porta ma la cugina stratosferica mi fermò tenendomi per un braccio e trascinandomi in bagno.
"Ma come! Non ti trucchi?!"
AHAHAHAHAHHAHA. No.
"Ma quali trucchi, fammi uscire che sono in ritardo!" Ci mancava solo che mi presentavo conciata da Clown.
"Ti accompagno io dai! Fatti truccare!"
E così pochi secondi dopo avevo quei pennelli demoniaci che mi spalmavano in faccia polveri magiche.
Non so quanto tempo passò ma quando finalmente sentii urlare "finito!" corsi giù per le scale senza neanche guardarmi allo specchio trascinandomi quella maledetta dietro, giù trovai la combriccola di parenti intenti a fare cose che fanno i parenti, li salutai con un cenno e continuando a trascinare Diana per il lembo della maglia uscii fuori.
Erano le 19.20 e finalmente salimmo nella Diana's machine, una macchina più colorata del cappellaio matto di Alice in Wonderland, roba che ti riconoscevano a 8 km di distanza e magari ti scambiavano per una di quelle insegne del circo. 
Le dissi il nome del bar e in pochi minuti arrivammo. Ora le opzioni erano due. O Diana correva peggio di Schumacher o i Taxisti qui non sapevano neanche cosa era quel pedale chiamato Acceleratore. Decisi di non rifletterci troppo, la salutai e scesi entrando in quel fantomatico bar.
Tutti si girarono verso di me alcuni sorridendo, altri guardando sorpresi con la bocca spalancata, manco fosse entrata Miley Cyrus con la palla. Iniziai a sorridere guardando tutti e salutando gente che salutava, poi collegai che doveva esserci qualcuno alle mie spalle, avete presente quelle figure di _ _ _ _ _ (giochiamo all'impiccato (?)) che si fanno di solito, ecco. 
Mi voltai e lo vidi, sbarrai gli occhi, un sorriso ebete si dipinse sulla mia faccia, vedevo gli angioletti e gli uccellini volteggiare per la stanza, quasi sentivo anche le campane. Avrete capito che colui che aveva attirato l'attenzione non era una ragazza seminuda su una palla ma bensì Robert, il mitico grande Robert Downey Jr, di fronte a me, di nuovo, e io che continuavo a guardarlo come un bimbo a cui si regalano le caramelle.
"Hey... Tutto bene? Vuoi un bicchiere d'acqua?"
"Acqua? Ah sì... Cioè no, tutto bene, grazie Signor Downey!" drizzai su me stessa come un militare.
"Signor?" Lo disse alzando le sopracciglia facendo il finto offeso "Diamine non sono mica così vecchio! Che dici di andare a sederci?"
-No, non sei vecchio, sei perfetto.- O almeno era quello che avrei voluto urlargli contro ma mi limitai a scusarmi e a seguirlo al tavolino che aveva indicato poco prima.
"Allora, non ci siamo presentati, io sono Robert, piacere di conoscerti." e tese la mano verso di me.
Davvero? Credevi sul serio che non conoscessi il tuo nome? Tra un po' so anche quanti litri di sangue hai in corpo, figurati.
"Ah, giusto, io sono Federica, piacere di conoscerla!" e gli strinsi la mano. E che mano!
"Ancora con questa formalità? Ti ho detto di darmi del tu, potrei sul serio offendermi!"
"Ha rag- Hai ragione scusa!" Diamine sembrava avessi dimenticato i miei 10 anni di studio forzato di inglese tutto d'un tratto, e quando si tolse gli occhiali da sole dalle lenti blu mostrando il più bel sorriso esistente in tutto l'emisfero credo di aver dimenticato anche l'italiano.
"Così va meglio! Allora, che dici Federica, vogliamo prenderlo questo caffé o dobbiamo aspettare che ci buttino fuori?" E detto ciò con un cenno chiamò il cameriere, che poi, nei bar dei barboni dove andavo in Italia se non alzavo io il sedere per andare al bancone e chiedere un caffé non si smuovevano neanche con un fucile puntato sulla tempia, questi sono grossi progressi.
A due secondi il cameriere fu lì con un tacquino per le ordinazioni, decisi di ordinare per prima, avevo mangiato un cacchio di panino per cena e adesso il mio stomaco reclamava qualcosa di commestibile.
"Io prendo un caffé con caramello e panna e una ciambella alla crema, grazie."
Ed ecco lo sguardo del cameriere mutare in un espressione tipo "qualiproblemitiaffliggonozia", ormai ci ero abituata, fui sorpresa da Robert che neanche ci fece caso.
"Per me lo stesso! Tranne la ciambella, quella la voglio al cioccolato."
C O S A. Robert Downey jr. che prende il mio caffé? VUOLE INTOSSICARSI O COSA.
Il cameriere si dileguò per prendere le altre ordinazioni.
"SERIOUSLY?"
"Mi è sembrato invitante!"
"Non voglio essere la responsabile della tua morte, sai quante persone ne risentirebbero?"
"Ci vuole ben altro per buttare giù Iron Man!" e ammiccò, per la seconda volta, potrei strisciare fino alla cima del monte Everest e poi raggiungere la Corea, rubare un koala e morire felice dopo quel gesto.
"Sr. Downey, signorina, ecco a voi." Grazie per il salvataggio SuperCameriere!
"Sembra sia arrivata l'ora della verità!" Si portò la tazza alla bocca, ero a metà tra l'infarto e la tachicardia, e poi quegli occhi, e quelle labbra, e... Stop.
"E' fantastico!"
"Sul serio?"
"E' appena diventato il mio caffé preferito!" Ed ecco che si leccò le labbra. 
Portai la tazza in faccia per evitare scoprisse la mia passione per i semafori. 
Dopo aver finito di mangiare/bere lasciò dei soldi sul tavolo e uscimmo fuori, ritornando in spiaggia.
"Allora, parlami di te, Federica, non sei di qui vero?"
No, guarda, ho solo storpiato 20 frasi negli ultimi 4 secondi, dici?
"Uhm.. Sì. Sono qui da circa 24 ore, una vacanza improvvisata insomma, sono italiana, Sicilia esattamente, ho 22 anni e niente di particolare..."
Non che ci sia qualcosa di interessante nella mia vita, vivo in una campagna lontana dal paese, in mezzo ai lupi e ai panda apicoltori.
"Italia, ci sono stato più volte. Oh guarda, ecco la scena del crimine!"
Sì eravamo arrivati al luogo del delitto, dove mi aveva soffocata con la sabbia.
"Si... Riguardo a prima mi dispiace di averti aggredito!"
"Non è colpa tua, sono io che da perfetto idiota ti ho gettato quintali di sabbia addosso!"
Meglio cambiare discorso. Decisamente.
"Allora.. Avete intenzione di esaminare la scena del crimine, Sherlock?"
"Chi vi dice che io non lo abbia già fatto, Irene?"
"E a quali conclusioni siete arrivato, Sherlock?"
"Cosa otterrei a rivelarle a una criminale come voi, Irene?"
"Dipende cosa volete in cambio, Sherlock."
"Magari il numero di una certa Federica essendo che non ho modo di contattarla in futuro, Irene."
E finemmo per scoppiare entrambi a ridere come due idioti.
"Si.. ahahah.. il mio numero è-" Assolo di chitarra.
PERCHE'
NO BASTA, NUOVO PROGRAMMA, ROMPERE IL CELLULARE.
[N.d.A.: Qui chiaramente parlano in italiano (?)]
-PRONTO?-
=Fede! Ti ho svegliata?=
-Secondo te vado a dormire alle dieci di sera?!-
=E allora che hai! Pare che ti ha morso un'ape!=
-Indovina con chi sono?-
=Johnny ovvio.=
-Riprova!-
=Robert ovvio=
-SI!-
=Certo Fè, ora dimmi con chi sei.=
-CON ROBERT.-
Robert nel frattempo era lì zitto zitto che osservava, mannaggia a Valentina, io a quest'ora lo avrei mangiato vivo, comunque forse aveva capito più o meno il discorso, perché si avvicinò e mi strappò letteralmente il cellulare dalla mano, mettendo il vivavoce.
=Sì e io sono con Dicaprio!=
-Hi!- 
=Eh? Fede? Hi...= Più che Hi, quello era un ahi di quando sbatti contro lo spigolo di un mobile.
-Nice to meet you, I am Robert Downey Jr.!-
=WTF. FEDE MA MI PIGLI PER IL C*LO.=
-Can you repeat?-
=Oh... Nothing... Nice to meet you, I'm Valentina!=
-Well , Hello Valentina , now I have a pending coffee with Federica, see you soon!-
E staccò la chiamata.
"Dov'eravamo rimasti?". Mi guardò con la faccia più innocente di sempre. 
"HAHAHAHAHHA! Sì! Il mio numero!"
"Giusto! Ecco scrivi qua." E mi tese il braccio con una penna, sul serio? Avevano inventato la carta, e poi, lui non aveva un cellulare dietro? Non facciamoci domande.
"Fatto. Direi che si è fatto tardi, che dici se torniamo alle nostre rispettive case?"
"Certo, ti accompagno, ho lasciato l'utilitaria nel retro del bar."
Fu inutile rifiutare perché dopo pochi minuti eravamo sul retro del bar, e... Alla faccia dell'utilitaria, una macchina simile non l'avrei potuta comprare neanche con i risparmi di quattordici vite. Gli indicai casa "mia" e poco dopo eravamo arrivati, ora ne ero sicura, i taxisti non conoscevano quel dannato pedale. Oppure avevo accanto un altro Schumacher.
"Bene... Allora ci sentiamo, ho passato una bella serata, ciao." 
Un ghiacciolo sarebbe stato più caldo di me giuro.
"A presto Federica!" 
Adesso, capisco che per voi è un gesto normalissimo, ma mi baciò una guancia.
ROBERT DOWNEY JR. AVEVA POGGIATO LE SUE SPLENDIDE LABBRA SCOLPITE DA MICHELANGELO SULLA MIA GUANCIA SCOLPITA DA UN PAGURO.
Scesi dalla macchina facendogli un'ultimo cenno prima di entrare, e una volta dentro iniziai a saltare/ballare/sbattereipiediaterrastilegiocatoridiRugby e tutte queste cose assieme.
Mi accorsi dopo che tutta la santa famiglia mi osservava manco fossi un dinosauro con la laringite. Diana mi venne incontro tutta sorridente con l'aria di chi la sa lunga.
"ALLORA?"
"TU. NON. PUOI. CAPIRE. AH." 

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Salve a tutti people!
Ed ecco il terzo capitolo servito con un contorno di "Ma che ca**"!
(Vi ho lasciato una gif di Robert tanto per perdonarmi nel caso il capitolo faccia schifo.(?))
Per il caffé ammetto di aver preso spunto da un'altra FF, dove appunto c'era questo caffé con sopra i pinguini.
BTW. Recensite come sempre o vi vengo a strappare la gola con una pinzetta per le sopracciglia e vi regalo un biscotto a forma di Rob!
Ringrazio chi ha recensito ( Kane0042 ; Koalaseimio_99 ) e chi ha messo la storia tra le seguite e chi tra le preferite, detto questo vi saluto e al prossimo capitolo!
Kiss Kiss Bang Bang

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Capitolo 4
*** IV. Stasera cena fuori. ***


"ALLORA? COSA E' SUCCESSO? CON CHI ERI? CHE AVETE FATTO? PARLAMI DI LUI!"

Mi trovavo nella stanza di Diana, di certo non per mia volontà, dato che mi aveva trascinata  prendendomi per un braccio e tirandomi per la casa stile cadavere fino a quella camera, che più che altro sembrava un commissariato dato che la nostra amata cuginetta si stava dilettando a farmi il terzo grado. Comincio a pensare che il suo sogno sia fare l'ispettore di polizia, e la capisco, era anche il mio, ma non credo sia il caso di fare pratica con me, Diana.
Comunque mi trovai costretta a rispondere ad ogni singola domanda, o quasi, dato che ogni qualvolta chiedesse chi fosse il fantomatico accompagnatore cercavo di deviare.

"Sì, ma come si chiama lui? Insomma, com'è fatto!"
"Sei de coccio! Ti ho detto che è un ragazzo abbastanza carino."
"Continui a non dirmi nulla! DAI!"
"CHE CACCHIO, VA BENE. Si chiama Robert, è alto qualche centimetro più di me, ha-"
"E' UN NANO DA GIARDINO?"
Avrei tanto voluto risponderle di sì, ma non sarei stata apposto con la coscienza in futuro.
"STA ZITTA. DICEVO... Ha i capelli e gli occhi marroni, e ha la barba! Cioè è tipo... Tony Stark! Hai presente? Ecco. Uguale proprio!" 
Ed ecco il pratico esempio del "darsi la zappa sui piedi".
"Sul serio? Lo voglio conoscere allora! Quando me lo fai incontrare?!"
Ed ecco il pratico esempio del "quanto sei idiota da uno a novecentosessantadue".
"MA CHE DEVI CONOSCERE. COL CACCHIO." 
"Ma perché?! Uffa... Ma aspetta... Quanti anni ha?"
Deglutii. Quella era una domanda a cui non avrei mai voluto rispondere.
"Qualcuno più di me... Sì..."
"Qualcuno quanto?"
"C-Cingudndadsjo."
Ammetto che non mi ero sentita neanche io nel dirlo.
"TRADUCI."
"CINQUANTA OK?"
"COSA?! HA L'ETA' DI TUA MADRE."
"GALLINA VECCHIA FA BUON BRODO!"
"ECCO APPUNTO, BUONO SOLO PER FARE IL BRODO."
"MA NON DIRE IDIOZIE."
"IDIOZIE? QUANDO AVRAI 40 ANNI LUI SARA' DECREPITO CON L'ARTROSI E L'ALZEHIMER."
"NO...n... Tsk! VADO A DORMIRE. BUONANOTTE."
"'NOTTE! Oh.. tieni, il telefono!" Allungò una mano passandomi il cellulare "Hai un messaggio, almeno sa usare un cellulare, è un passo avanti!" 
"CHIUDI QUELLA BOCCA CON LA VINILICA!" 
Uscii fuori da quella stanza come se stesse andando a fuoco, o forse ero io che stavo ribollendo, pronta per essere servita in tavola con contorno di funghi e olive nere.
Mi avviai dentro la mia camera sbadigliando sonoramente come un ippopotamo, sbloccai il cellulare, c'era talmente tanto buio da non distinguere un cavolo, ad esempio la porta che avevo lasciato chiusa.
La stessa porta che adesso era contro la mia fronte.
"PORCO GNOMO LADRO CATATONICO." 
Era fantastico imprecare in italiano a Los Angeles, nessuno ti capiva, potevi insultare la gente che finiva per risponderti con un sorriso! 
Soprattutto dopo aver sbattuto sullo stesso punto poche ore prima, urlare ti dava un certo senso di libertà.
Mi gettai sul letto massaggiandomi il bernoccolo e aprì il messaggio, era di un numero che non avevo salvato in rubrica.
-Buonanotte Federica, sognami. ;*
-Sherlock -
Come se già non lo facessi tutte le notti, "Sherlock".
"Ma che cacchio faccio il verso al mio cellulare, basta, non gli do la buonanotte, tanto non se la merita, ma chi se lo fila dai!"
-'Notte Mr. Holmes!-
Le ultime parole famose.
Spensi il cellulare, misi il pigiama e mi addormentai.
O almeno ci provai, dato che iniziai a farmi filmini mentali su Robert, pensando al fatto che io quel tipo fino al giorno prima me lo sognavo di notte che lo incontravo, e poi me lo ritrovo in spiaggia intento a costruire un castello di sabbia su di me, roba che se lo racconto mi portano dallo strizzacervelli più esperto al mondo!
Poi i miei pensieri passarono alle parole di Diana, quasi trent'anni di differenza, chissà come si sente Amber Heard al fianco di Johnny Depp, vorrei tanto conoscerla... Ma anche Johnny eh.. MA CHE DICO, IO HO ROB. 
COSA.
NON HO NEANCHE ROBERT.
'Fede ti stai rincoglionendo.'
'Lo so cervello, non ti ci mettere anche tu.'
'Scusa è che non mi facevo vivo da tanto, e adesso sto rischiando di perdere qualche neurone.'
'Oh diamine sparisci!'
Stavo letteralmente impazzendo.

Alla fine riuscii ad addormentarmi e, udite udite, mi svegliai anche presto quella mattina!
Scivolai giù dal letto (per non dire che caddi provocando un terremoto peggiore di quello del Nepal), feci una doccia e scesi a fare colazione, stranamente non trovai nessuno di sotto, meglio così no? Azzardai a cuocere del latte, cercando di evitare di cucinare anche la cucina stessa, le uniche esperienze che avevo avuto erano state su The Sims 3, avevo ucciso il marito di mia figlia. 
Presi dei biscotti e mangiai il tutto, da quanto non facevo una colazione simile? Dalle vacanze di 8 anni fa circa?
Quella notte avevo dormito magicamente, anche se avevo fatto un sogno molto strano dove avevano rapito Diana. Credo che il mio buon sonno dipendesse da quello, ma lei non lo dovrà sapere mai.
Una volta finita la colazione salii nella mia stanza, lì mi ritrovai di fronte al cellulare che stava bello comodo sul letto con il display acceso.
-Buongiorno, adesso che hai il mio numero mi aspetto che mi chiami! Non capita tutti i giorni di avere il numero di cellulare di una star come Robert Downey Jr. ;)-
La modestia proprio! Risposi con un buongiorno senza filarmi di striscio il resto del messaggio e aggiunsi il numero in rubrica, come lo avevo salvato?
-RDJ *.*-
Roba che neanche le ragazzette in piena crisi ormonale.
Ma adesso il vero dilemma era: 
"Lo chiamo? Sì vabé! No ma io mi vergogno. E se lavora? E se lo disturbo? E se è con suo figlio e lo sta cambiando o qualcosa di simile? E SE E' CON SUSAN? Poi litigano, e non mi vuole più neanche vedere! Io non lo chiamo, tanto che ci fa dai!!"
E così passai due giorni con le mie pippe mentali, che pian piano si trasformarono anche in mal di testa, difatti la mattina del terzo giorno (erano circa le 14 in realtà) quando mi alzai per andare in bagno quasi mi venne un infarto, saltai un metro indietro quando vidi la brutta copia di Alice Cooper allo specchio, due occhiaie da far invidia a uno zombie!
Non feci in tempo neanche a fare i miei dannati bisogni che sentii urlare mia zia al piano di sotto.
"Teeeesooooro! Ti vogliono alla porta!" 
Ma tesoro cosa che ti lavo la faccia nel budino di ieri.
"Digli che sto scendendo!"
Così, senza manco essermi lavata la faccia e con in mano il caffé che, come tutte le mattine, mia mamma mi aveva fatto trovare in stanza, scesi di sotto e andai alla porta.
Aprii.
Cosa era.
Un rappresentante dell'Avon con la divisa invernale o un barbone mal-mal-malridotto?
"Senta, qui non abbiamo bisogno di nulla, provi nella casa accanto, arrivederci."
E chiusi la porta, o forse, a giudicare dal botto, credo si fosse rotta, pazienza la ripagherò.
Dlin Dlon.
"CHE DUE PALLE!" Non mi stancherò mai del mio italiano.
Riaprii abbastanza innervosita, avevo la tazza con il caffè alla bocca. Avevo appunto.
Era LUI. 
Magari con circa ventisei indumenti meno di prima, ma era L U I.
Sputai tutto, sul serio, metà caffé mi andò di traverso, l'altra metà adesso era ben distesa sulla mia canotta/pigiama. Giusto! Ero anche in mutande! (Almeno erano gran parte coperte) Potrei ridere se non fossi in una situazione del tutto oscena, credo che alla fine di queste vacanze faranno un libro comico su di esse.
"Cercavo una certa Federica, ma credo di aver sbagliato edificio, almeno che non siamo ad Halloween, ma non credo, uhm.. Arrivederci!"
Faceva anche le battute, mimando anche di andarsene, fosse la volta buona di rompere quella porta?
"No, non hai sbagliato casa, tranquillo la tua memoria funziona ancora malgrado l'età, Robert."
"Touchè!" 
1 a 0 per me, Holmes.
"Vado a darmi una sistemata, aspetta in salotto, faccio subito."
Così feci, difatti pochi minuti dopo ero giù con una faccia decisamente migliore direi e soprattutto con dei vestiti, avevo indossato una canotta bianca e dei pantaloni mimetici, ma neanche il tempo di poggiare il piede sull'ultimo gradino che qualcuno scampanellò nuovamente alla porta. Avrebbe aperto qualcun altro, io avevo un ospite importante, decisamente troppo importante.
O magari vado ad aprire io, magari mentre apro esco per vedere se hanno portato il giornale, magari scappo in Florida con la scusa della corsetta. Oh magari raggiungo il mio sposo immaginario in salotto.
"Eccomi!"
Mi sedetti nel divanetto di fronte a lui, era un tavolinetto a separarci, ma potevo benissimo scavalcarlo per saltargli addosso e stup-
Ehm... sì.
"Finalmente! Stavo considerando l'idea di farmi un pisolino!"
"Ci ho messo solo cinque minuti scarsi!"
"E gli altri di lato!"
"Insomma, sei venuto per un motivo o no?"
"Hai ragione, potresti portarmi il tuo cellulare?"
Come se fosse la cosa più normale del mondo, e per lui lo era, data la sua espressione!
"Sei serio?"
"Mai stato così serio, baby."
BABY. Deglutii e tirai fuori dalla tasca dei pantaloni mimetici che avevo indossato poco prima il cellulare, poi glielo passai titubante. 
Lo stava per accendere, poi mi venne in mente una cosa, così, di colpo. Ripresi tra le mani quell'oggetto guadagnandomi una sua espressione che in altri momenti avrei adorato.
"EHM. La password!"
Alzò entrambe le sopracciglia (come a dire "Seriously?") per poi ammiccare facendo una delle sue battute.
"Se hai una mia immagine come sfondo non ti preoccupare, ti capisco, anch'io vorrei metterla." 
Fosse solo quello! Come blocco schermo avevo una sua foto, poi avevo tolto la frase "Life companion" che si trova all'acquisto del cellulare sostituendola con "Robert Downey Jr <3".
In più una volta sbloccato il cellulare si poteva ben notare lo sfondo raffigurante lui sdraiato sul pavimento con un modellino di Iron Man tra i denti, più un widget che scorreva le immagini di una cartella a mia scelta, in quel caso era una cartella interamente dedicata niente di meno che a lui. 
Sbloccai il cellulare, andai tra le immagini, precisamente in quella contrassegnata "Anime/Manga" e misi la prima che mi venne davanti come "Schermata Home e di blocco", era un panda che teneva alzato il terzo dito con una nuvoletta con su scritto "FUCK YOU." 
[N.D.A. Magari lascio l'immagine sotto, accanto alla foto di Robert]
Chiusi tutto, tolsi il widget e consegnai nuovamente il cellulare sperando non andasse in stand-by, il "Robert Downey Jr. <3" era ancora lì, e non volevo mi scambiasse per una fan assatanata, anche se lo ero in realtà.
"Devi avere una password Kilometrica!"
Ma se neanche la ho la password in realtà...
"Eh già..." Sorrisi passando un dito sotto al naso, avevo questo "tic" da sempre, lo facevo quando ero nervosa.
"Allora.. Uhm... Vediamo, RDJ?! Cosa è quella faccina?!" 
Stava trattenendo le risate, si capiva benissimo, e lo capivo!
"Non sapevo come salvarti! Quella faccia è più ironica che altro!"
"Certo!! Pffuahahahahha!!"
Scoppiò a ridere, stavo per sprofondare all'interno del nucleo del nostro bel pianeta.
"Comunque, volevo farti vedere questo, vedi? Qui c'è scritto "mi aspetto che mi chiami!", bè? Sai quante ragazze pagherebbero anche solo per avere il mio numero,dovresti considerarti fortunata e sfruttare un'opportunità simile!"
"Se pagherebbero così tanto potrei iniziare a venderlo in giro, non credi? Ho solo pensato che avrei potuto disturbarti... Sì insomma magari ti davo fastidio."
"O semplicemente temevi di non poter resistere alla mia voce terribilmente sexy?"
SUL SERIO? Sì!
"FIGURATI. Se voglio ti posso chiamare tutti i giorni!"
"Io non ne sarei così sicuro invece."
"Tsk! Lo farò! Ogni pomeriggio ti chiamerò!"
"In caso contrario?"
"Farò tutto quello che vuoi."
Federica, mi dispiace dirtelo, ma ti sei appena scavata la fossa da sola, e credo basti poco per venire ricoperta di terra e morirci dentro, e non ci sarà nessun Iron Man o roba simile a salvarti.
"Affare fatt-"
"FEDE! Non è che l'altra sera ho lasciato la mia trousse da- ROBERT DOWNEY JR?"
Diana... Oh carissima Diana... PERCHE' TUA MADRE NON TI LASCIAVA A SCAMPANELLARE FUORI DALLA PORTA? MAGARI VENIVA UN TORNADO E VOLAVI VIA.
"Oh, no cara, non hai lasciato la tua trousse da me!"
E lui pure a darle corda.
Dalla a me la corda, devo impiccarmi.
"Sì Diana, è nel bagno della mia camera, vai."
"QUEL ROBERT DI CUI MI AVEVI PARL-"
"HO DETTO CHE E' NEL BAGNO DELLA MIA CAMERA."
"SI MA-" Le feci un'occhiata capace di fulminare anche Thor. "D'ACCORDO MA STASERA NE RIPARLIAMO."
Ci mancava solo questa, dovete sapere che la mia cara cugina è una fan quasi ai miei livelli di Robert, sarà una cosa genetica.
"Mi dispiace... Diana, ma Federica stasera cena fuori, dovrete rimandare la vostra chiacchierata sull'uomo più attraente del mondo per questa volta!"
"Vorrà dire che se ne parlerà domani, vero Fede? Mi raccomando, divertiti." Detto questo salì per le scale con uno sguardo malizioso, cosa crede, che lo stupro sul serio?
Ma poi lui se lo sogna che io metto piede fuori di casa, l'asociale che è in me protesta.
"Io stasera in realtà ho.. uhm... da fare."
Se lo diceva un pollo di gomma parlante era più credibile.
"Non credo ci sia qualcosa più importante di una cena con una star di Hollywood cara, passo a prenderti alle 18.30!"
Si alzò e si sporse verso il divano su cui ero seduta io, era decisamente troppo vicino potevo sentire benissimo il suo respiro, rimasi immobile a due centimetri dal suo viso, poi si avvicinò al mio orecchio e dischiuse le labbra in un sussurro.
"Carine la cartelle nel cellulare, e anche la frase all'avvio."
Inutile dire che avvampai di colpo mentre lui si allontanava verso la porta tutto soddisfatto, tossii più volte e non appena fui sicura di aver assunto un colorito normale lo raggiunsi.
"Allora... A stasera."
"A stasera!" Fece l'occhiolino, sorrise e uscì.
Notai che vicino all'auto c'erano un paio di indumenti, lì riconobbi dopo, era quell'ammasso di roba che indossava quando aveva suonato la prima volta, ovvio che non l'avevo riconosciuto, sembrava un barbone di quelli che stanno sotto i ponti!
Chiusi la porta, poco dopo sentì l'auto partire, mi appoggiai un secondo a riflettere e...
Ma che diavolo avevo combinato! Tralasciando la cena che già era tragica di suo, dovevo chiamarlo tutti i giorni? CHE CACCHIO AVEVO DETTO.
QUANTO SONO IDIOTA.
QUANTO?
Pranzai velocemente un po' a caso e mi avviai verso la mia stanza, tra poche ore dovevo essere a cena con.. CON LUI e più che una persona sembravo uno zombie uscito direttamente dal set di The walking dead!
E in più... CHE CACCHIO DOVEVO INDOSSARE.
"DIANA VESTITI, USCIAMO!"
Si affacciò dalle scale urlando a sua volta.
"ARRIVO, FAMMI INDOVINARE, ANDIAMO A FARE ACQUISTI?"
"SI, SBRIGATI."
Andai a mettere gli anfibi, presi il portafoglio e attesi all'entrata.
"Eccomi, allora, ti porto in un negozio dove ci sono un sacco di cose carine, costano anche poco!"
Le farò una statua prima o poi.
A distanza di dieci minuti fummo di fronte al negozio, era abbastanza vicino a casa da arrivarci a piedi, una voltata entrate ci ritrovammo in una stanza enorme, a destra c'era un fila enorme di vestiti appesi, a sinistra uno spazio dedicato a delle scarpe e uno alle maglie e a Jeans, gonne e pantaloni in generale.
Diana salutò calorosamente la commessa.
"Ciao tesoro, cosa ti serve?"
"La mia amica ha bisogno di un vestito, stasera ha una cenetta romantica".
Mi guardò maliziosamente indicandomi. Ho già detto che vorrei che il pavimento sotto di me sprofondasse?
"Aspettate sedute qui!"
Ci indicò delle poltroncine nere di fronte a dei camerini, poco dopo tornò con una marea di abiti tra le mani, passai un'ora a provare il tutto, alla fine ne scelsi tre, poi, purtroppo, mi cadde l'occhio su dei pantaloni...
"Aspetta. Ma se prendo una maglia elegante, un paio di pantaloni e... Ohw.. Degli stivali con il tacco?"
Poco dopo ero nella mia stanza con una maglia larga blu che lasciava le spalle scoperte (sembrava un sacco ma era bella dai.), dei pantaloni blu scuro, e delle scarpe che... Ma chi avrebbe detto mai che mi sarei innamorata di un paio di stivaletti con il tacco? 
Erano stupendi, grigi con la suola nera (era simile a quella dei miei anfibi in realtà) e una fibia  color oro alla caviglia, semplici, ma fantastici.
Mi feci truccare, non so neanche io perché, misi la schiuma ai capelli e alle 18 ero pronta, anche in anticipo.
Mi guardai allo specchio, e dire che quella stessa mattina sembravo Ozzy Osbourne dopo una sbronza, fai progressi ragazza!
"Però potevi prenderlo un vestito!"
"Non ho mai indossato un vestito in vita mia, mi ricordo per la comunione avevo costretto mia mamma a comprarmi un tailleur con cravatta e pantaloni rosa. Fu l'unica volta in cui potevo considerarmi "elegante"".
"Prima della fine di questo mese avrai un vestito!"
"E' la convinzione che fotte la gente."
"Ahhh. Sta zitta!"
Toc Toc. 
Chi è? L'uomo nero!
No ok.
"Avanti!"
"Fede, c'è... C'è... Lui."
Era mia madre, inizialmente credevo avesse visto un fantasma, poi quando indicò il mega poster alla parete capì che intendeva.
"Ah.. Mamma si chiama Robert. Scendo subito!"
"ASPETTA. METTI QUESTA."
Un'altra collana? Diana se vuoi te le regalo se le ami così tanto! 
Misi quella roba che mi aveva dato e scesi per le scale attenta a non cadere con quei cosi ai piedi, mia mamma era al mio fianco.
"Fede... Tony... ha la mia età, lo sai vero?"
"Mamma, "Tony" si chiama Robert, ed è sposato con tre figli."
Arrivai di sotto e rimasi quasi a bocca aperta, nella mia mente stavo perdendo sangue dal naso alla vista di  tale bellezza.
Aveva una maglia blu scuro che sfumava verso il bianco, una giacca grigio scuro e dei pantaloni dello stesso colore, infine, le immancabili sneakers nere e bianche. Sembrava uscito da una delle mie immagini del cellulare.
"Hey?! Terra chiama Federica!"
Quanto ero stata a guardarlo, quanto?
"Stavo... Riflettendo, sì."
"Su quanto io fossi terribilmente sexy?"
"Narcisista."
"Realista."
"Eccentrico."
"Originale."
"Inoppor-"
Sembravamo Sherlock Holmes e John Watson.
"Non avevate una cena voi due?"
"Giusto, Diana, vogliamo andare Irene?"
"Certo... "Mr. Holmes"."
Dopo aver finito il nostro teatrino finalmente uscimmo, arrivati all'auto inforcò i suoi occhiali da sole (come se bastassero a camuffarlo), ma soffermiamoci all'auto, era diversa da quella della scorsa volta, era un'audi con i vetri oscurati, adesso direte, per non farsi riconoscere e passare inosservato ovvio, invece no, perché era arancio metallizzato! 
ECCENTRICO.
Entrammo dentro, non ero mai salita su un'auto simile, la più costosa su cui ero stata era un Sub della polizia.
No, non sono mai stata arrestata.
Erano le 3 del mattino ed io camminavo per la statale con due amiche, stavamo tornando dalla Chiesa - no, non faccio riti satanici- e questi tipi avevano deciso di darci un passaggio, quel giorno decisi di volere un'auto uguale per il futuro.
"Comunque sei... abbastanza bella anche tu, uhm..."
"Anche? Non ho mai detto una cosa simile a te."
"Ma lo pensavi poco fa!" 
Ammiccò e partì, quella sera lo avrei ucciso, giuro.


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Hello People!

Ed ecco il quarto capitolo con un contorno di-
Ho già fatto questa battuta.
SCUSATE PER LA LUNGHEZZA.
Inizialmente mi ero fermata a quando Robert le dava appuntamento per la sera ma mi sono accorta che era troppo corto, così ho deciso di aggiungere questo pezzetto, ma adesso è troppo lungo! Scusate D:
Spero che con la gif di Robert mi perdoniate, non è bellissimo? 
Quello è il panda che ho come immagine sfondo (?).
BTW. Il sogno dove Diana viene rapita l'ho fatto sul serio, se volete metto un capitolo extra tra oggi e domani e ve lo racconto!
Spero vivamente di non annoiarvi e che continuiate a leggere, ma soprattuto di strapparvi qualche sorriso ogni tanto, o magari qualche pensiero tipo "questa si droga forte"!
Come sempre recensite se non volete che vi venga a prendere a casa con una motosega e ringrazio chi ha recensito la scorsa volta, perché vi amo, sul serio! 

koalaseimio_99 ; AntoLisa84 ; Ensamma_Vargen e Kane0042 
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In più ringrazio doppiamente Koalaseimio per avermi suggerito qualcosina e vi lascio il primo abbozzo del capitolo ^ che avevo iniziato a scrivere a casa sua, come potete notare subito dopo quattro righe ha continuato lei. (?)

Al prossimo capitolo! Kiss Kiss Bang Bang <3

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Capitolo 5
*** V. Nothingness ***


[N.D.A. Scusate per questo coso qui all'inizio, ma mi è appena caduto un insetto addosso e alzandomi di colpo mi è caduto il pc. Ora capite da chi ha preso la nostra protagonista? Niente, ci tenevo a rendervi partecipi della mia vita.]

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A volte mi chiedo perché.
Sì, perché.
PERCHE' LA GENTE DECIDE DI USCIRE QUANDO DECIDO DI FARLO IO?

"Mph."
Sbuffai, eravamo fermi da tredici minuti in quel serpente di automobili, avete presente il giochino del serpente che si allunga mangiando le mele? Quello dei cellulari dell'anteguerra.
Ecco, quella fila era così, solo che non mangiava mele, mangiava la mia pazienza e quella di tutta la gente nella mia stessa situazione.
Oh però c'era da dire che ci muovevamo! Di un millimetro al minuto.
Mi girai verso il finestrino, come se ci fosse qualcosa che potesse distrarmi.
In effetti c'era un bambino, un bambino di 11 anni che mi fissava.
Lo fissai.
Mi fissò.
Lo fissai.
Mi fissò.
Uscì la lingua e mi fece una smorfia.
Alzai un sopracciglio, uscii la lingua, incrociai gli occhi e ricambiai la smorfia facendo anche il verso. 
Si girò, magari se ne andava! Si, certo. Abbassò i pantaloni e mostrò il suo bel sedere.
Seriamente?
Lo guardai, sempre alzando un sopracciglio, e mostrai il mio dito medio.
"Posso sapere che stai facendo?"
Robert si avvicinò al mio finestrino, e notò il bambino, lo stesso bambino che non appena vide il mio accompagnatore scappò via.
DOV'E' IL TUO DIO ADESSO? EH? EH? EEEEH?
Passarono diversi minuti, il traffico era ancora bloccato, e noi con lui.
"Shit! Ho capito, passiamo al piano B." Disse convinto tra sè e sè.
Robert, cosa è il piano B, hai una macchina volante? In quel caso ti appoggio!
"Hai intenzione di chiamare Jarvis con due armature pronte a portarci dav- COSA STAI FACENDO SCUSA."
No, sul serio, io scendo. A COSTO DI STRISCIARE FINO A CASA MA IO SCENDO.
"Calma, non ti fidi di me?"
"OH CERTO. Se io stessi per cadere da un grattacielo di tremiliardi di piani e tu fossi lì, pronto a tendermi la mano per salvarmi, credo che farei un tuffo da olimpiadi verso l'asfalto io stessa!"
Stava facendo inversione, ma non quell'inversione normale, quella a "U", no, troppo semplice per uno come lui!
Era uscito dal suo posticino nel ventre del serpente di automobili per andare nell'altra corsia, e non nella direzione opposta come la gente normale, macché, Robert Downey Jr. normale? Ma neanche nei sogni di un criceto in coma. 
Stavamo andando contromano.
"Come la fai difficile! Vedila così, sto solo prendendo una scorciatoia!"
"VERSO L'INFERNO."
Continuò a zig-zagare tra le auto che ci venivano contro, essendo che la strada aveva varie corsie avevamo almeno una percentuale del 0.000009% di sopravvivere.
Mi parve di vedere le stelle dalla felicità quando finalmente svoltò a sinistra, stavamo andando nel verso giusto, senza quintali di automobili pronte a sfracellarsi contro le nostre teste.
"Visto? Siamo ancora tutti interi e in una strada decisamente meno affollata!" Alzò le sopracciglia e fece una sorta di sorriso, se così si poteva definire quella linea retta con un quarto di curva alle estremità.
"Tu sei pazzo."
"Si chiama "saper trovare una soluzione in qualunque situazione"."
"Si chiama "ho rischiato di morire a bordo di un auto con l'uomo più... più... idi..ota del mondo!"
"Stavi per dire sexy, ammettilo!" 
Quasi quasi scendo e torno a scaraventarmi contro quelle auto a 200 km/h, che dite? 
"Pensa a guidare."
"Certo, cara."
GLI SPIACCICO LA TESTA SUL PARABREZZA. 
Continuammo per varie vie secondarie, sempre per evitare il traffico, e dopo qualche minuto finalmente si fermò.
Ma dove eravamo? Sono sicura che se osservavo meglio notavo gruppi di gatti intenti a indagare all'interno di qualche sacco della spazzatura. 
Era quella la cena? Spazzatura? 
Ma che cacchio ho nel cervello, in quale mondo parallelo una star mangia spazzatura?!
"Vieni!"
Ma dove devo venire che non c'è manco una formica zoppa qui intorno?
Scese dalla macchina e io feci lo stesso, la chiuse e si avviò per quel vicolo facendomi segno di seguirlo, dopo pochi passi si fermò, e quasi non ci sbattei contro, eravamo di fronte ad una porta rossa che aveva un finestrino rotondo, cercai di guardare dentro ma era annebbiato, si poteva vedere solo la luce proveniente dall'interno.
Aprì la porta, entrò e lo seguii, eravamo in una cucina, tipo quelle dei ristoranti che si vedono in TV! Avete presente Ratatouille? ECCO.
Ci mancava solo un topo chef.
I vari cuochi neanche si accorsero di noi, solo una cameriera che tra un po' faceva cadere l'aragosta con tutto il mega piattone che aveva in mano, e la capivo fin troppo bene!
Finalmente arrivammo in sala, era enorme, con le pareti verdi e il soffitto bianco, i tavoli in legno con sedie del medesimo materiale ma con cuscini bianchi in pelle. C'erano diverse porte-finestre che portavano a uno spazio all'aperto che aveva l'aria di un giardino, era stupendo, sarebbe stato bello cenare fuori.
Eravamo sotto lo sguardo di tutti i presenti quando iniziò ad urlare.
"Joseph! Vieni qui!"
Un cameriere di colore vestito da pinguino (non letteralmente eh) si avvicinò a noi.
"Yoh man! Dimmi tutto!"
"Hey ragazzo, trovami un tavolo qui fuori, non farmi fare brutta figura con la signorina."
Oh Robert, non faresti brutta figura neanche con un calamaro rosa in testa.
"Certo! C'è un tavolo prenotato qui fuori ma per te questo ed altro, è il numero 24."
Oh certo. Chissene dei comuni mortali che avevano pagato per avere uno squarcio di tavolo prenotato, diamo il posto alla star!
"Grazie amico!" E Robert ne era anche felice!
"No."
"Cosa c'è Federica?" 
"Scusi, possiamo anche aspettare, non abbiamo fretta."
Joseph, credo si chiamasse così, mi osservò per un attimo colpito, guardò Robert per poi tornare a me.
"Certo signorina, come desidera, ci sarà un tavolo all'aperto pronto tra una decina di minuti, il 17, non appena i signori si saranno alzati potrete prendere posto."
Così si dileguò, sparendo dallo stesso punto da cui era apparso.
"Mi spieghi per quale motivo gli hai detto così?" Ok, adesso era certo che potevo andarmene a mangiare tra i gatti e vivere con loro finché Diana non venisse a cercarmi, e, nel caso mi trovasse, prendermi.
"Quella gente ha pagato e prenotato un tavolo, non credo sia giusto darlo a qualcun altro solo per fare bella figura e accaparrarsi la simpatia di un attore." 
L'avevo detto tutto d'un fiato, mi guardò come si guarda un bambino che cavalca un alpaca viola e arancio fluo, infatti mi pentii subito di aver detto quelle cose.
"Però... Sì.. Cioè, devi essere abituato a queste cose, scusa, non... Coè se vuoi vado... Ovvio che vuoi cosa dico, meglio che vado a casa prima ch-"
"Ma che stai dicendo, anzi scusa hai ragione tu sono io l'idiota, e... Guarda il tavolo si è liberato, vogliamo accomodarci?" 
Io gli salto addosso e lo mangio vivo adesso, come si fa a non amarlo?
"Sì!!" 
Ma neanche una bambina di tre anni con il pupazzo di Peppa Pig.
-Ma seria oh.-
Cervello, ora mi serve l'intestino, pensa a lavorare.
-Il tuo intestino è pieno di farfalle.-
Ti danno fastidio per caso? Vuoi che mangio un insetticida?
-Oh magari, così muori anche tu.-
MI FAI MANGIARE.
"HEY?!"
Perché a volte mi incanto in questo modo cancellando il mondo esterno?
"Pensavo a cosa ordinare!"
-Ma a chi vuoi darla a bere-
"Così intensamente? Non è che pensavi a me?"
-No, stava pensando a quanto siano belli i tuoi baffi ben definiti!-
"PER CRISTO STAI ZITTO UN ATTIMO!" . . . . Cosa stavi facendo? No niente parlavo con il mio cervello! "Aspetta. Non dicevo a te, che hai capito, c'è un tipo dietro che non smette di urlare battute e ridere da solo." 
Io mi sotterro sotto dieci kg di sabbia in Libia, ciao.
"Ah ovvio!"
"Sì!" Mi girai, e per mia fortuna, credo si possa definire così, c'era un anziano che non smetteva di urlare con la moglie cose ridicole.  "Scusi, potrebbe abbassare la voce? Grazie."
Robert scoppiò a ridere, e ci credo.
"Allora, dicevamo, pensavi a me giusto?"
"A quanto sei egocentrico."
"Coerente."
"Infantile."
"Sognatore."
"Imm-"
"I signori vogliono ordinare?"
In effetti la gente stava cominciando ad osservarci in modo strano, e non perché al tavolo c'era Robert Downey Jr. in persona, ma per il nostro botta e risposta abbastanza ridicolo.
Sul serio, potevamo aprire uno show, sarebbe stata la volta buona di dare un senso alla mia esistenza!
Guardai di fretta il menù e ordinai il primo piatto che mi venne davanti.
"Ehm.. Per me... Salmone in crosta con salsa di limone!"
Ma che cacchio è.
"Io prendo una bistecca alla griglia, grazie."
La volevo anch'io!
"E da bere?"
"Qual è il miglior vino che avete?" 
Robert, non sai una cosa, a me il vino rosso fa schifo, purché non sia del Lambrusco Emiliano, ma non credo di trovarlo qua.
Potrei sputartelo in faccia.
"Le suggerisco lo Chardonnay, Mr. Downey."
"Vada per quello!"
Alla fine si rivelò un vino bianco, e credo di averne bevuto 3/4 io, anche il salmone era squisito, non avevo mai mangiato qualcosa di così buono prima d'ora!
"Woah! Buonissimo cacchio!!" 
Praticamente urlai guadagnandomi un'occhiata sconcertata di tutti i presenti.
"Hey piccola, non immaginavo ti piacesse tanto il vino!"
Se fossi stata sobria avrei sicuramente assunto il colore del naso di un clown, ma in quel momento scoppiai a ridere senza neanche un buon motivo.
Improvvisamente mi sentii chiamare da dietro.
"Scusi signorina, non ero io quello che doveva abbassare la voce?"
"Scusa nonno! Purtroppo qua, il mio amico, non sente bene e devo mettermi a urlare sai, la vecchiaia si fa sentire anche per lui!"
Il vecchio si mise a ridere, credo di averlo conquistato.
"Oh cara! Capisco il suo amico, mi creda! Per questa volta lascio perdere, è proprio simpatica comunque!"
Mi girai e vidi Robert osservarmi offeso, e lo capivo, ma non era mica colpa mia se con tutte le ragazze che c'erano era venuto a cena con me!
"Lo prendiamo il dolce?! Dai!"
Mi correggo. SE FOSSI STATA SOBRIA MI SAREI COME MINIMO DECAPITATA DOPO UNA COSA SIMILE.
Per un attimo mantenne il "mode:offeso" poi mi guardò ridendo. Credo avesse capito che era a cena con una malata mentale cronica. 
"Certo!" chiamò il cameriere che chiese le rispettive ordinazioni, io chiesi un millefoglie alla nutella, credo neanche lo avessero mai fatto, lui una cheesecake.
Dopo qualche minuto arrivò il tutto, divorai il mio dessert come una morta di fame.
"Vacci piano con quello, non ti ha fatto nulla di male!"
"No è che non mangio la nutella da quando ho detto che eri bruttissimo!!!" Risi.
Cervello?
Hey Cervello! Ci sei?!
-Sono quiiii!!!!-
Stai bene?
-Una favola zia!! Sto tizio spacca di brutto hahahahaha-
E' questo che accade quando qualcuno beve? Sul serio?
"Come scusa? Che hai detto?"
"Sììì, dovevo dire qualche cavolata a Diana così non rompeva, ma qui tutti sanno che sei il più figo del mondo!!! VERO GENTE??"
La "gente" iniziò ad animarsi, qualcuno commentava quanto fossi ridicola, altri ridevano, altri cercavano di ignorarmi.
"Credo dovrei farti bere più spesso, dopotutto il vino veritas!"
"Il vino che???"
"Oh... Nulla! Che dici, ti porto a casa o vuoi che la gente inizi a chiederti autografi?"
"Sì andiamo, ho un sonno che neanche un cinghiale in letargo!"
"I cinghiali non vanno in letargo."
Lasciò dei soldi sul tavolo e raggiungemmo l'auto, almeno riuscivo a camminare senza cadere, non ero ubriaca del tutto, un po' brilla ecco (sì, un po').
Dopo poco eravamo di nuovo per le vie di Los Angeles, stavolta con meno traffico.
Si fermò solo per farmi prendere un caffé dato che gli stavo rendendo la guida impossibile, mi assestai un po', poi ripartimmo.
"Robert, non mi stai portando a casa vero?"
"Ti preferivo prima!"
"Dove stiamo andando?"
"Oh.. Fidati di me, sono o non sono "l'uomo più figo del mondo"?"
"Non... Non ero io quella."
"Ah no?"
"Tsk."
Proseguimmo in silenzio, io ero incantata a guardare il cielo notturno, lui a guidare (ma dai?).
"Robert?"
"Dimmi cara!"
"Ma perché devi sempre rendere le cose impossibili!"
"Ok Ok! Dimmi."
"Grazie per la serata, per non avermi fatto cenare fuori insieme a qualche barbone di turno dopo ciò che ho detto, di solito non sono così rompipalle, e grazie per non aver approfittato di me mentre ero con il cervello partito per chissà dove."
"Hey sarò un egocentrico, eccentrico, narcisista, inopportuno.. umh.. infantile e... Ah si! Immaturo! Ma di certo non mi approfitto delle donzelle ubriache!"
"Non ero ubriaca! Mi fai finire?!" Fece cenno di sì con la testa ridendo mentre continuava a guardare la strada. "Volevo dirti che lo sei anche tu."
"Cosa sono? Sicura di non essere ancora ubriaca?"
"Quello che mi avevi detto prima di partire!"
"Uhm?"
"So che hai capito benissimo! Sei particolarmente- UN GATTO ATTENTO!"
Frenò di colpo, se non avessi avuto la cintura di sicurezza avrei già trapassato il parabrezza con la testa.
Il gatto passò, così ripartì. Sono sul serio così sfigata? Un gatto? MA SIETE SERI?
"Sono un gatto attento quindi?"
"SEI BELLO, OKAY? E NON SEI NE' INOPPORTUNO NE' INFANTILE, E NEANCHE IMMATURO, O NARCISISTA ED ECCENTRICO, OKAY QUELLO FORSE SI' MA IL PUNTO E' CHE SEI UNA.. BELLA PERSONA. CIOE'... PUOI ESSERE QUELLO CHE VUOI MA E' QUELLO CHE TI RENDE.. Ehm... Una persona stupenda... Sì!"
Ma che diavolo sto dicendo! Fa che un'auto mi si sfrantumi in testa!
Di tutta risposta si girò a guardarmi sorpreso, durò un secondo, stavamo andando a tipo 493343 km/h ok, ma fu solo quel secondo, un misero secondo.
"ROBERT GUARDA QUELLA CAZZO DI STRADA!!!"


Il nulla.

Di nuovo.

Solo che stavolta non erano un mucchio di vestiti ad essermi finiti addosso.

No, tutt'altro, era qualcosa di molto più pesante di degli stupidi vestiti, non riesco a ricordare.


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HOLA PEOPLE OF INTERNET. (?)

Ok. Io non so come siamo arrivati a questo punto, sul serio.
Mi dispiace un sacco, ma dovete capire che la mia mente non è sana, basta notare l'NDA all'inizio.
COMUNQUE FEDERICA STA BENE. Come chi sta bene dopo essere caduto da un grattacielo.
SORRY.
BTW.
Spero come sempre di avervi fatto ridere, anche se non credo, ringrazio Diana (quella vera) per i suoi piccoli suggerimenti, grazie Koala-sama.
E soprattutto ringrazio chi recensisce!
Vi amo, vi scriverei ad uno ad uno per ringraziarvi!

Kane0042 ; AntoLisa84 koalaseimio_99 Ensamma_Vargen 
Come sempre recensite o vi lancio un gatto killer in faccia pronto a staccarvi le orecchie e al prossimo capitolo!
Kiss Kiss Bang Bang 

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Capitolo 6
*** VI. Attack on Koala. ***


"DOTTORE! QUALCUNO! SI E' SVEGLIATA, PRESTO VENITE!!!"

Aprii gli occhi e l'unica cosa che vidi fu il bianco... Dove diavolo ero? In paradiso? E io che mi aspettavo l'inferno.
Provai ad alzarmi ma un mal di testa allucinante me lo impedì costringendomi a ricadere rovinosamente sul letto.
"Sta giù! Per adesso devi riposare!"
A parlare era stata una donna che sistemava della roba accanto al mio letto, era più o meno sulla quarantina, con una maglia a maniche corte rossa e larga e una a maniche lunghe bianca sotto di essa, indossava dei pantaloni rossi, e alla tasca della maglia portava un cartellino: "Luisa Armstrong".
"Dove sono esattamente?"
"Sei in un ospedale, adesso arriva il medico, ti ho portato del cibo intanto, per qualsiasi cosa mi chiami premendo questo interruttore."
Detto ciò sparì lasciando su una sorta di tavolinetto mobile accanto al letto due piatti, cercai di capire cosa contenessero sporgendomi il piu' possibile provando ad evitare quel dolore che percorreva la meta' del mio corpo, in uno deduco ci fosse della pasta ma più che altro sembrava pappa scaduta per gatti, mentre l'altro conteneva un mattone. Aspetta. 
Un mattone? 
Guardai meglio, era della carne panata, ah ecco. 
Accanto ai piatti c'era una mela, almeno qualcosa di decente, ma in quel momento avevo tutto fuorché fame.
Prima di tutto, perché ero in un ospedale? Cosa era successo la scorsa notte? 
Mi guardai, avevo una gamba e un braccio ingessati, entrambi i destri, e l'addome completamente fasciato, ma cosa...
Ricordavo solo di aver fatto una figura tragica con Robert dicendogli... ODDIO MA CHE CACCHIATE AVEVO DETTO.
Ma tralasciando ciò, il resto? 
Chiusi gli occhi, respirai a fondo e tornai con la mente alla sera scorsa, poi un lampo.

— 
- ROBERT GUARDA QUELLA CAZZO DI STRADA! -
Un'auto guidata da un ubriaco malridotto ci stava venendo contro poi il nulla.

Aprii gli occhi, non vedevo niente, era tutto buio, sentivo qualcosa premermi addosso e un dolore insopportabile alla gamba, cercai di focalizzare ciò che ci circondava, ma riuscii solo a scorgere una figura al mio fianco, doveva essere Robert, poi caddi di nuovo in un sonno più che profondo.

— 

Robert! Come stava lui? E se fosse-
"Federica! Ben svegliata, sono il Dottor Smith come ti senti?"
"Uno schifo.. Credo... Lui dov'è?!"
"In questo momento devi pensare solo a riposare."
"Può dirmi almeno che è successo? Che cosa ho?!"
"Hai avuto un incidente, è andata piuttosto bene, hai solo la gamba destra rotta, stessa cosa il braccio destro, tre costole incrinate più qualche graffio e livido qua e là."
"No ma davvero ho avuto un incidente? Senza di lei non ci arrivavo, grazie!"
"Vedo che l'umorismo non ti manca, è un buon segno, comunque, due giorni fa, mentre andavi  verso la spiaggia di Santa Monica con il Sig. Downey, un'auto guidata da un uomo ubriaco vi è andata contro a una velocità oltre il limite stabilito, l'uomo in questione è ancora in coma, non sappiamo se si risveglierà, l'incidente è stato terribile, è un miracolo se sei ancora viva, un uomo che stava attraversando quella stessa strada ha chiamato un'ambulanza e vi hanno portati qui, l'altra auto era praticamente sopra la vostra, la ruota destra ha sfondato il parabrezza, un centimetro in più e saresti stata colpita da essa."
"Due giorni fa? Cosa è successo a Robert!?"
"Esattamente, due giorni. Oh, non ti preoccupare per lui, ha solo qualche piccola lesione, sta benissimo, l'auto ha distrutto solo metà della vostra, la metà dove eri tu."
"Menomale... Anzi.. Menomale un corno! APPENA ESCO DI QUA... PORCO DUE LO AMMAZZO A COLPI DI... DI SED-"
"Non ti affaticare, adesso hai solo bisogno di riposare. Un'ultima cosa, ci sono i tuoi familiari qui fuori dalla notte dell'incidente, che dici, li facciamo entrare?"
Mi sorrise dolcemente, Dottor Smith, tralasciando che il suo nome mi ricorda un veterinario, ricordi che non ho 10 anni, grazie.
"Certo, li faccia entrare..."
Aprì la porta facendo segno a qualcuno di entrare.
"No, solo i parenti, grazie."
Una volta entrati tutti mi salutò dicendo che sarebbe tornato tra un'oretta e uscì.
I parenti che entrarono furono mia madre, mio pade, mia zia, mio zio e Diana. Tutta la santa famiglia in una stanza un metro per due.
"Federica! Amore mio, come stai?"
Mia madre mi si fiondò addosso seguita da mio padre.
"MAMMA PER CRISTO, MI FAI MALE!"
"Scusa!!!"
"Tranquilla! Ho solo un braccio e una gamba rotti, tre costole impanate e qualche cosa in giro per il corpo..."
"Che significa tre costole impanate? Ti hanno aperto la pancia!?"
"INCRINATE. Anche se non so che significa, comunque nel complesso sto bene, ho solo un gran mal di testa."
"E ci credo, sembri na mummia con quella roba in testa!" Papà, il tuo umorismo mi illumina.
In testa? Ora che ci penso mi sentivo un po' insalsicciata lì sopra...
"Forse ho qualche lesione e graffio anche lì... Diana.. ma che cacchio stai facendo?!"
Era girata di spalle, intenta a fare qualcosa alla mia gamba appesa, cioè a quella rotta.
"Una dedica!"
MA STA BENE MENTALMENTE? 
"Sì, non appena ha saputo che non eri in pericolo ha subito sperato ti fossi rotta qualcosa per scriverti addosso!" Zia, mi chiedo se ti è caduta dalle braccia quando era piccola, o sei caduta anche tu insieme a lei?
"MA SEI SERIA? NO MA DICO, SEI SERIA? LASCIA... STARE LA MIA GA..MBA."
Non riuscivo manco a gridare, mi affaticavo subito e iniziava a farmi male l'addome.
"Non gridare, il dottore ha detto che devi riposarti!"
"Come mi riposo con una che mi scrive la gamba? Di solito quando uno va a trovare qualcuno che ha rischiato di morire chiede "come ti senti" non ti pare?"
"Dai, ho fatto... Comunque, Robert è qualche stanza più in là, sua moglie non ha fatto altro che lamentarsi per cose inutili tutto il tempo!"
"C'è sua moglie ovvio, che diceva?"
"Niente di speciale, però pensa che la prima cosa che ha detto quando l'ha visto è stata "Robert! Avevi una intervista fissata per oggi, come faccio adesso!", le importa molto di suo marito!"
"Diana prendi il tuo regalo dai!"
"Che regalo? Non dovevi mica!"
Tirò fuori da un pacchetto un peluche, un Koala per l'esattezza.
"Ah... Sì... Bellissimo grazie!"
Lo presi con la mano ancora sana, con tutte quelle flebo mi veniva difficile persino muovermi, ma perché un Koala? A me non piacciono i koala diamine, e pensandoci, chi è il tizio in questo mondo che adora i Koala!?
"Ah, comunque, promettimi di non smettere di respirare."
CHE SIGNIFICA SCUSA.
"Spiegami il senso di questa frase, Diana."
"Tu promettimelo!"
Comincio a credere che l'incidente l'abbia fatto lei.
"Te lo prometto, respirerò per sempre, o almeno fino a quando vuole Dio."
"Perfetto, hai presente quando prima il Dottor Nigg, quando ci ha fatti entrare, ha detto "solo i parenti"?"
"Smith. Comunque sì, chi c'è?"
"No, Nigg perché è scuro, quindi Nigga. Comunque, c'è una certa Valentina qui!"
"COSA?"
"Sì, è un'idea fantastica Nigg vero?"
"INTENDEVO VALENTINA, CHISSENE DEL NIGG."
"Ah sì, è qui fuori!"
"FATELA ENTRARE!"
La porta si aprì, per un attimo pensai di essere in uno di quei film fighissimi dove c'è il re che da ordini e subito tutti fanno quello che dice.
"Che cos'è questo baccano?" Purtroppo invece era il Dottore.
"DOTTORE, LA PREGO, FACCIA ENTRARE LA RAGAZZA QUI FUORI."
"Non gridare, ti fa male! Comunque la farò entrare, a patto che smetti di urlare, signori, vi prego di uscire, siete già in troppi qui dentro."
Mi era capitato il migliore!
La sfilza di parenti usci fuori stritolandomi e rompendomi le altre quattro costole sane, poi il dottore fece entrare Valentina, stavolta però rimase dentro.
Iniziammo a parlare in italiano/siciliano/elfico/arabo/ind- ok basta.
"Vale!! Ma sei tu sul serio? No madò non ci credo!"
"Sì!! Tua mamma m'ha detto che stavi in ospedale e io sono partita subito!"
"Mi sei mancata un macello, non puoi capire!"
"Pure tu! Marò pari na mummia!"
"Sì, ma sono mezza rotta qua, tra n'po' mi esce la milza dalla bocca vedi te!"
Passò una mezz'ora scarsa nella quale discutemmo di un sacco di cose unendo circa venti lingue diverse, mi disse che sarebbe partita subito e che non poteva fermarsi di più, che era passato tutto il cast degli avengers mentre i miei erano dentro, e che aveva rischiato un infarto.
Poi il dottore disse che era il momento di riposare così ci salutammo.
"Dottore... Ma se io.. metti caso, cioè non che lo faccio eh... Provo ad alzarmi, uscire, incontrare Jeremy Renner e Tom Hiddleston, e..."
"Hai una gamba rotta, e nel caso volessi saltellare, hai il catetere attaccato, e nel caso volessi portartelo dietro, hai le flebo, e nel caso volessi tirarti dietro la sbar-"
"Okay Okay, ho capito. Ma se volessi andare in bagno?"
"Ho detto che hai il catetere attaccato."
"Oddio.. No vi prego, no... Che schifo!"
"Per adesso devi tenertelo, non c'è altro modo, adesso ti lascio riposare, è tardi, buonanotte!"
"Notte Nigg!"
"Nigg?"
"Smith, scusa, comunque puoi dire alla mandria di parenti che possono benissimo andare a casa adesso, buonanotte!"
Mi fece cenno di sì e uscì.
Aveva ragione, dovevo riposare, non riuscivo neanche a tenere gli occhi aperti, così mi addormentai.
Passò qualche oretta, sentivo qualcosa sulla spalla, cercai di scostarla con la mano ancora utilizzabile ma riprese poco dopo sulla guancia, la scostai di nuovo, ma riprese ancora. 
Aprii gli occhi.
"AAAAAAAAAH!!!!!"
DA QUANDO IN QUA CI SONO I MANIACI IN OSPEDALE!?
Il maniaco si spaventò almeno quanto me, perché cadde sul tavolino mobile dove avevo lasciato il cibo facendo cadere tutto.
Accesi la luce con il telecomando attaccato alla sbarra del letto.
ERA ROBERT.
"Robert?!"
"Mi hai fatto prendere un colpo!"
"AH. TU."
Una voce dal corridoio ci raggiunse.
"Signorina tutto apposto?"
"S-Sì! Non si.. ehm.. COSA FAI... Preoccupi Luisa!!"
Robert si era sdraiato dietro al letto, forse aveva già previsto che sarei stata meno credibile di un cinghiale travestito da panda anoressico.
L'infermiera entrò, constatò non ci fosse nessuno, sistemò il tavolino e andò via.
"Come stai!? Non mi hanno detto niente, dicevano che non ti svegliavi, che eri grave, che.."
"Sono viva, vedi!?"
"Ho temuto il peggio! Cosa ti è successo?"
"Al contrario tuo, io non posso girare di notte per le camere, ho una gamba e un braccio rotto, tre costole incrinate e delle lesioni per tutto il corpo, poi mi hanno bendato la testa ma non so neanche perché. E in tutto questo, tu... TU... Non ti sei fatto un cacchio di niente!"
"Mi dispiace un sacco! Cioè... Hai bisogno di qualcosa? Farò tutto il possibile, è tutta colpa mia, aspetta, ti è caduto questo!"
Prese il koala e me lo mise sull'addome.
"IL MALE. COSA METTI LI' SOPRA SE HO LE COSTOLE FATTE."
"Sorry! Tieni!"
"E comunque, quel coso, l'ho buttato IO a terra!"
"S-Sorry!!!" 
Lo prese e lo gettò nuovamente sul pavimento.
"Hai almeno un buon motivo per essere qua?!"
Ma dov'è la sorveglianza? Prima fanno un macello perché non posso neanche muovermi, poi fanno girare i pazienti (per quanto lui, che non ha praticamente un cacchio, a parte qualche livido e graffio, possa definirsi tale) in giro di notte!
"Certo! Scusarmi prendendomi cura di te, no?"
"Ho un dottore, e una cugina che verrà tutti i giorni a partire da adesso, mi pare."
"Ah sì, l'ho vista, non credo sia molto affidabile a dirla tutta!"
"Sì forse hai ragione, ma è sicuramente più utile di te, dato che non credo ti lasceranno passare le tue giornate in questa stanza."
"No tranquilla, mi dimettono domani mattina, potrò stare qui tutto il tempo che voglio."
"Ci sono degli orari stabiliti, e lasciano entrare solo i parenti, sai?"
Se avessi anche solo la forza di muovere un muscolo si ritroverebbe questo tavolino in faccia.
"Tesoro, io sono Robert Downey Jr, cosa credi?"
Se non mi avesse causato una quasi-morte starei già sognando il matrimonio dopo quel tesoro, oh sì, magari una cerimonia in spiaggia, una luna di miele ai Caraibi, un viaggio con uno yacht, un- 
-Ti ha fatto sfracellare contro un ubriaco, ti rendi conto?"
Ma tu non sei morto?
-Non saresti qua se io fossi morto.-
Sarebbe stato meglio!
"Tesoro teniamolo per quando ci saremo sposati."
"Hai intenzione di sposarmi, potrei considerare l'idea..."
Finse di rifletterci su..
"E' un cacchio di modo di dire, vuoi andare a dormire? Domattina ti svegli nel tuo bel lettino, torni a casa dalla tua bella famiglia e ti dimentichi di me per il resto dei tuoi giorni... Sì, non è male come idea."
"D'accordo, andrò a dormire, ma domattina non appena mi avranno dimesso sarò di nuovo qui che tu lo voglia o meno."
Lo mandai al diavolo e finalmente se ne andò...
Riflettendoci sarebbe stato bello, mi sarei potuta vendicare... E l'idea mi allettava parecchio.
Mi addormentai pensando a quale sorta di schiavitù potevo costringerlo, e devo dire, malgrado il mal di testa, ebbi dei sogni tranquilli.

"Sveglia! Il mattino ha l'oro in bocca!"
"Se... 'Na sega."
Mi svegliai senza capire una mazza di ciò che quel qualcuno aveva urlato, e senza neanche aprire gli occhi urlai qualcosa che potevo comprendere solo io, in italiano ovviamente.
"Puoi ripetere? Comunque buongiorno!"
Guardai l'orologio posizionato sulla parete di fronte al letto, ci misi un po' a distinguere quei numeri, poi finalmente capii qualcosa.
"Ma buongiorno cosa se sono le 6 del mattino, Dottor Smith ma lei non era quello che mi doveva fare riposare?!"
"Così sono diventato il tuo Dottore?"
ROBERT.
". . . Ma tu non dovevi andartene stamattina? EH?"
"Siamo euforici gia' di prima mattina! Comunque dovrei essere libero per le 11.00, così, dato che i miei amici arriveranno tra un po' mi hanno lasciato fare un giretto..."
"Fammi indovinare, il giretto te l'ha fatto fare l'infermiera pazzamente innamorata di Tony Stark?"
"No! Quella è stata ieri notte!"
Fa che gli cada un koala di ghiaccio in testa! Ti prego!
Il Signore accolse la mia richiesta.. Certo, non era caduto un koala, ma almeno doveva andarsene, o così speravo.
Si avvicinò un'infermiera, che se non era innamorata di Tony Stark doveva esserlo di Sherlock Holmes, perché da come lo guardava pareva pronta a donare il suo corpo e tutto ciò a cui lui potesse aspirare.
"Mr. Downey, sono arrivati i due signori che stava aspettando per aiutarla a preparare le sue cose, si sbrighi!"
Ci teneva proprio a lui quella tizia.
"Mh? Grazie dell'avvertimento... Maria! Li lasci pure proseguire per la loro strada, si accorgeranno di me passando e verranno direttamente qui." 
La donna arrossì parecchio quando sentì pronunciare il proprio nome, ma seriamente? Hai una targhetta con su scritto pure il tuo codice fiscale quasi, e ti meravigli?
Ste avances non si usano dai tempi del mio prozio Giacomino!
"Ma lei dovrebbe essere nella sua stanza Mr. Downey!"
"Non si preoccupi per me, anche se lo apprezzo molto, si fidi e faccia come dico." Ammiccò maliziosamente nel dirlo, la donna quasi svenne, poi tornò a fare il suo lavoro (e come lo svolgeva bene!).
"Ho tre cose da dire."
"Oh. Certo, tutto quello che vuoi!"
Era ancora in modalità schiavetto, le cose da dire sarebbero state quattro.
"Bene, la prima è...  Quante sono le infermiere di cui hai... diciamo approfittato durante la tua permanenza qui? La seconda invece... Sei così malridotto da aver bisogno addirittura dei tuoi amici per portare la tua "roba"? Mentre la terza, ti farà piacere sapere che qua dentro non entrerà nessuno di loro. Un'ultima cosa, puoi darmi un bicchiere d'acqua?"
Ascoltò con attenzione il tutto, non appena finii di parlare corse a riempire un bicchiere situato su un tavolo vicino alla porta con dell'acqua posta sullo stesso tavolo.
"6. Sì. Entreranno e... Ecco a te!"
Non ebbi il tempo di rispondere che dal corridoio si udì una voce e dei passi.
"Robert?! Ma dove diavolo sei finito!"
Lui corse alla porta, perché diamine l'hanno portato all'ospedale se lo sanno solo loro.
"Ragazzi! Entrate pure, fate come se foste a casa vostra!"
DOV'E' IL KOALA QUANDO SERVE.
Dalla porta entrarono... Ah...
"E lei? Hai fatto conquiste in questi due giorni?"
Disse il primo. Io non avevo neanche la forza di aprire la bocca per dirne una delle mie.
"Oh. No, no! E' Federica, credo sia ovvio comunque che è attratta da me!"
Io ero lì, a fissare uno dei due uomini, incapace di proferire parola, niente usciva dalle mie labbra, a parte saliva. 
No, non letteralmente!
"Ah.. La sfortunata nell'incidente!" Rispose sempre il primo. PERCHE' INVECE "LUI" NON PARLAVA?
"Esatto! Ma.. Tesoro, perché non parli? Conoscendoti mi avresti dovuto urlare già una ventina di insulti a raffica!" Sentire quel tesoro mi fece sussultare, riacquistai incredibilmente l'uso della parola!
"Tesoro. . . Sì . . . Hai ragione. . ." 
A sapere che avrei detto una cosa simile restavo zitta...
"NO. CIOE'. TESORO UN CAVOLO! E ATTRATTA DA TE MANCO SE MI PAGANO." Io, malgrado stessi insultando Robert, non riuscivo a spostare lo sguardo da LUI.
"Ecco! Comunque, anche se ormai lo sapete, lei è Federica! E... Un momento, cosa avete da fissarvi tanto voi due? Guarda che sono geloso!"
"Ma che cacchio dici, geloso di chi?!" 
"Di Jeremy ovviamente!" Ecco, ora lo prendo a sprangate in faccia.
Comunque, Jeremy. 
JEREMY LEE RENNER. CAPITE?
E qui si scopre l'uomo che, dopo Johnny e Robert, possiede il mio cuore dal 2011, esattamente dall'uscita di Mission Impossible: Protocollo Fantasma. ( e il fatto che non preferisca Tom Cruise la dice lunga.)
Ah sì. Comunque l'altro tipo era Mark Ruffalo, quello che straparlava intendo, Hulk.
"Jeremy..." Riuscì solo a dire, mica controbattevo, ma vi pare.
Madonna, ero diventata più ritardata di quell'infermiera di prima!
Comunque, in tutto questo, noi continuavamo a fissarci.
-Ma tu non amavi Robert?-
Sai da quanto sogno sto momento?
-E di Robert che mi dici? Non hai mai sognato di incontrarlo? Devo ricordarti quando, nel 2009, urlavi a tua mamma di comprarti qualsiasi cosa avesse a che fare con Sherlock Holmes?-
ZITTO, NON FAI ALTRO CHE ALLUNGARE LA ROBA, POI VIENE UN POEMA PER COLPA TUA.

"Mr. Downey, il medico sta andando nella sua stanza per gli ultimi controlli!"
"Diavolo, ragazzi aspettatemi qui dentro, e... Jeremy, Federica..."
"Sì?" Dicemmo all'unisono, avevo detto la stessa cosa di Jeremy! Siamo anime gem-
"Continuate a fissarvi!" Disse, poi uscì correndo verso la sua stanza, più che un'ospedale quello sembrava un albergo!
-Secondo me è geloso-
Secondo me dovresti pensare a farti i cavoli tuoi.
"Io sto in corridoio, presto arriverà Chris! Vi lascio soli soletti."
Mark potrei odiarti. O amarti. 
Rimanemmo io (certo, mica potevo fare Lazzaro e andare in giro come Robert) e Jeremy.
"Dobbiamo continuare a fissarci a lungo?" Disse ridendo, risi anch'io. 
Vedete? Se Robert dicesse le cose in questo modo avremmo più discorsi pacifici!
"Spero di no! Comunque... Piacere di conoscerti, Federica."
"Jeremy! Ieri Robert non ha fatto altro che parlare di te, i medici hanno detto che da quando si è svegliato, non appena arrivato, ha cercato subito di scappare da loro per venire a vedere come stavi!"
"Immagino... Si è anche preso la briga di farmi da schiavo..."
"Ti piacciono i Koala?"
ANCORA CO STO KOALA.
"Eh? Ah, intendi quello? Per niente!"
"Neanche a me!"

L'inizio di una lunga e profonda amicizia. 
-O qualcosa di più?-
Vattene.



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Ed eccoci qua, un altro mega capitolo, ve lo dovevo per il ritardo di due giorni!
Purtroppo ho avuto (e ho tutt'ora) malori fisici, quali la perdita di un orecchio e la perdità di una gola, non preoccupatevi, presto me li sostituiranno con altri nuovi (?).

Non so quanto possa far ridere questo capitolo, dato che stavo talmente morendo che per scrivere qualcosa di decente dovevo prima mettermi a vedere cinghiali clown, ma tralasciando ciò, Federica non è morta, Robert nemmeno, evviva la vita!
Adesso.
Jeremy Renner, sta iniziando a piacermi, quindi ho voluto inserirlo, ma si spera che Federica resti dalla parte di Robert, perché Jeremy ha un altro scopo nella storia (?).
Detto ciò ringrazio Eleonora e Alessia che mi hanno dato molti spunti e mi hanno aiutato a scrivere una riga ogni mezz'ora, grazie! (?)

E ringrazio chi ha recensito : 
koalaseimio_99Ensamma_VargenKane0042thaabicknafi AntoLisa84.
Chi mi ha messo tra gli autori preferiti, chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi legge in silenzio!  
 
VI AMO.

Continuate a recensire se non volete trovarvi la faccia dentro un forno a microonde e a presto!
Kiss kiss Bang Bang !

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Capitolo 7
*** VII. Die a hundred times ***


"Jeremy?"
"Sì?"
"Potresti prendermi quel dannato koala?"
Mi guardò come se fossi matta, ma prese comunque il peluche tra le mani e me lo consegnò, a quel punto cercai di girarmi come potevo cercando di evitare di spezzare un'altra costola e allo stesso tempo di inquadrare la finestra, aperta da non so chi.
Una volta presa bene la mira, seppur con la sinistra, tirai il koala immaginando una musica di sottofondo del tipo "I believe I can fly, I believe I can touch the sky" mentre lui cadeva tristemente giù alle porte dell'ospedale stesso.
"Tu sei pazza!" Disse scoppiando a ridere, e aveva anche ragione!
"Quel koala iniziava sul serio a darmi fastidio!"
"Ho notato!"
Guardai l'orologio, era passata un'ora, avevo più o meno raccontato la mia vita dall'arrivo a Los Angeles, adesso almeno non ero una perfetta sconosciuta per lui!
"Ti vuoi sedere? Insomma sei stato lì in piedi per un'ora, fermo davanti alla porta come una guardia svizzera, io al posto tuo starei già strisciando verso una sedia.."
"Tranquilla, ci sono abituato, ma accetto l'offerta comunque!"
Ma come si fa a essere abituati a stare in piedi scusate, se mi si presenta una sedia davanti io mi ci butto sopra manco fosse una vasca idromassaggio!
Si andò a sedere sulla sedia accanto al letto, ora mi sarebbe venuto pure il torcicollo per girarmi a parlare!
"Non bisogna mai fare un'abitudine di qualcosa di scomodo, cioè, se vedi delle sedie mica le guardi e ti metti a discutere con loro su quanto sia bello il sole!"
"Hai ragione, eppure mi sarebbe piaciuto discutere con una di queste sedie sai? Magari erano pure simpatiche!"
"Stai dicendo che preferiresti parlare con delle sedie piuttosto che con me?"
Mi finsi offesa e lui finse di rifletterci.
"Mhh. . .Però le sedie non buttano koala dalla finestra facendomi rider-"
-SBAAM!-
La porta si aprì, o qualcuno aprì la porta, oh insomma, fatto sta che adesso era aperta e forse aveva anche procurato un buco profondo quanto la Great Rift Valley in Africa alla parete di quella stanza.
Da essa entrò una Diana alias Demone inferocito con in mano... Oddio no..
"TU!!!"
"P-Posso spiegare..."
"COSA DEVI SPIEGARE!?"
"Io.. Insomma.. Io e Jeremy stavamo parlando di quanto fosse... bello.. quel koala, poi a un certo punto, sì... E' saltato, tipo sbuuuuf! Dalla mia mano! Capisci? Ed è finito contro la finestra! Però Jeremy ha detto che sarebbe sceso a riprenderlo! Vero?"
"Oh... Ehm... Sì! Stavo giusto andando a p-"
Fece per alzarsi ma Diana lo interruppe costringendolo a tornare al suo posto, stavo sul serio avendo paura di quella donna.
"SI PERCHE' ADESSO I KOALA VOLANO. E JEREMY... COSA DIAVOLO CI FA QUA DENTRO JEREMY RENNER? PRIMA ROBERT, ORA LUI, VUOI FARMI PRENDERE UN INFARTO?"
"Ma magari..."
"COSA? MADONNA IO TI UCCIDO! TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO?"
"DIANA, TI HO DETTO CHE E' STATO UN INCIDENTE, DAMMI QUEL KOALA, IO AMO I KOALA LO SAI? DAMMELO."
Me lo lanciò contro e quasi non mi uccise, sul serio dovevo morire a causa di un koala!?
Lo strinsi con il braccio sinistro a me, mimando un abbraccio, avrei vomitato da lì a poco.
"E TU... JEREMY... E DIRE CHE ERI ANCHE UN BUON ATTORE!!"
"Ma anch'io amo i Koala! Sì! Fede dammi quell'animale."
Me lo strappò dalle mani e lo abbracciò di colpo con un espressione che lasciava intendere un "Visto? Siamo migliori amici io e questo schifo qua."
"MA A CHI VOLETE PRENDERE PER LE NATICHE?! CHIEDETE SCUSA ALMENO, IO VI UCCIDO!"
Un'altra voce si unì alla... diciamo animata discussione.
"Ma che diavolo sta succedendo qua dentro? Jeremy?!"
Chris Evans? Non so, vuole entrare anche Rihanna a braccetto con Michael Jackson? Accomodatevi! Ah eccolo, anche Mark, ovviamente!
"Hey! TU! FERMA! QUELLA RAGAZZA STA GIA' MALE PER CONTO SUO, COSA SPERI DI FARE?"
Chris fermò per le spalle Diana, un altro passo e sarei morta, già mi immaginavo in paradiso a sorseggiare il caffé Lavazza con Enrico Brignano e San Pietro.
Appena Diana vide Chris... Oddio ma che era, mi chiedo se anch'io quando avevo incontrato Robert avevo assunto un'espressione simile... Forse per Jeremy sì però...
"Christopher Robert Evans?"
"In persona!"
"Fede... Ti perdono solo per lui, sappilo..."
Grazie al cielo, Chris ti devo un Hamburger.
Jeremy si avvicinò al mio orecchio con l'intento di sussurrarmi qualcosa, ecco, se non ero morta prima potevo benissimo morire adesso.
"Per fortuna, l'abbiamo scampata bella grossa!"
"Non so quante volte ho rischiato di morire in questa settimana..."
"Dottor Nigg!!"
"Sì, Diana... Sono io ma... Federica, mi spieghi cosa sta succendendo in questa stanza? I pazienti si lamentano che sono stati svegliati da delle minacce di morte, gradirei capirne qualcosa."
E così passai la mattinata a spiegare al dottor Nigg/Smith tutto quello che era successo dall'arrivo di Robert, inutile dire quanti rimproveri dovettimo subire, ma dopo tutto questo lui ebbe la bella faccia tosta di dirmi che Robert avrebbe avuto il permesso di venire nella mia stanza quando voleva, mentre Diana solo all'orario stabilito, ed era pure parente lei!
Quell'uomo (Robert) lo avrei ucciso!
"Bene, adesso devo chiedere a tutt... Signor Downey?"
"Avevo intenzione di offrire ma siete troppi!"
Tutti scoppiarono a ridere, anche i polli da casa mia, io dovetti contenermi dal forte dolore all'addome, mannaggia alle costole.
"Ecco il pranzo della nostra paziente preferita!"
"... Robert... Io ti ador-"
"Federica non può mangiare quelle... cose."
"Andiamo, dottore, può chiudere un occhio!"
"Li ho già chiusi entrambi per permetterle di far visita alla ragazza quando vuole, quelle cose le fanno male."
Mentre i due discutevano infilai la mano sul vassoio afferrando il primo sacchetto che mi venne incontro, poi Robert me ne passò un'altro, nascosi entrambi sotto le lenzuola e il dottore non si accorse di nulla, forse sul serio aveva chiuso gli occhi... Quando esco gli passo il numero del mio oculista, potrebbe fargli comodo.
"Adesso cortesemente, uscite tutti fuori subito."
E così fecero, sembravano un gregge di pecore accalcate contro la porta, era una scena piuttosto divertente.
"Bene, adesso arriverà Luisa con il pranzo, dopo passerò a toglierti qualcuna di queste bende e a fare dei controlli."
"Quanto tempo ci vuole per guarire?"
"Per le costole un mesetto, riguardo alla gamba i tempi variano a seconda dell'individuo e della frattura, essendo che la tua non è scomposta ci vorrà meno del tempo previsto ma ci sarà comunque bisogno della riabilitazione, qualche settimana e sarai fuori di qui."
"Cosa? Mesi? E in Italia quando cacchio ci torno? Ok che non me ne può fregare di meno ma volevo ricominciare gli studi... Ma perché non me ne stavo a casa dico io..."
"Non ti preoccupare, tutto si sistemerà, adesso vado, vuole che dica qualcosa a Mr. Downey?"
"No, mi saluti Jeremy, dubito lo rivedrò..."
"Ah... Dimenticavo, Robert ti aiuterà a mangiare, chiaramente quando potrà."
"Ah."
"A dopo!"
Io gli faccio ingoiare un cane obeso giuro.
Poco dopo, come detto da Nigg, entrò Luisa con il suo ambaradam di schifezze sputate dai lama.
"Ciao Luisa!"
"Hey! Oggi pollo e pasta con la fagiolina!"
"Fantastico! Puoi già riportarli indietro!" Mimai lo stesso tono entusiasta di voce di lei nel dirlo.
"Se non mangi qualcosa finisci male!"
"Non mangiavo la fagiolina neanche quando me la cucinava mio padre, e dovrei mangiarla qua? Mangerò qualcosa ugualmente, tipo... l'arancia, sì!"
"Quale arancia? Questa è una mela!"
"PERCHE' UNA MELA E' ARANCIONE?"
"Hai ragione, per stavolta ti lascio stare, non hai tutti i torti, stasera guai a te se non mangi!"
"Sì Sì Mommy! Bye!"
Ritornò da dove era venuta portandosi dietro le sue prelibatezze per ratti, subito dopo entrò Robert e io tirai fuori i miei sacchetti, adesso dovevo solo imparare ad aprirli con una mano.
"Hey, lascia ci penso io!" 
Mi sento una paralitica.
"Cosa si mangia?"
"Ahehm, come antipasto abbiamo delle bruschette direttamente dalle macchinette dell'ospedale! Come primo invece ecco delle ciambelle, una per te e una per me, per secondo ecco dei biscotti con contorno di patatine e per dessert del... questo coso insomma.
Da bere le ho portato del thé e dell'acqua, mi è stato proibito di prendere la coca-cola!"
"Credo che prenderò la ciambella e le bruschette... Il dessert è invitante, credo sia creme caramel! Perfetto, da bere mi accontento dell'acqua."
"Vuoi che ti imbocchi?"
"No, daddy, ce la faccio da sola, grazie."
Così mangiammo quelle cose che non mi avrebbero fatto di certo bene, ma il dottore non doveva sapere nulla e a me andava bene così, una volta finito, Robert si sbarazzò delle cartacce e io presi a bere la mia tanto pura acqua.
"Che mi dici di J?"
La stessa acqua che adesso era estesa per il perimetro della stanza.
Tossii un paio di volte prima di poter riprendere a parlare decentemente.
"C-Cosa Jeremy?"
"Ho visto come vi guardavate piccola, insomma, sarò vecchio ma non cieco!"
Piccola?
-Piccola.-
Ah.
"Non so lui, ma io lo guardavo in quel modo solo perché è il mio attore preferito dopo di... te."
"Quindi preferisci lui a me?"
"Pensala come vuoi..."
Per fortuna quella triste discussione fu interrotta dal dottore, spiegò che doveva visitarmi e invitò Robert a uscire, una volta dentro fece i suoi controlli e con mia grande felicità tolse le bende da mummia che avevo addosso, mi disse che sarebbe arrivata un'infermiera per aiutarmi a lavarmi e che per la sera avrei avuto una cena speciale.
Se per speciale intende una pizza avariata può benissimo attaccarsela alle braccia e volare verso l'isola che non c'è.
"Bene, ora vado, ah... Dimenticavo..." Dimentichi troppe cose amico. "C'è tua madre qui fuori con i tuoi vestiti e le tue cose, non puoi mica stare con quella camicetta a vita."
Aprì la porta, poi si girò verso di me parlando a qualcuno in corridoio.
"Salve Sig. Renner, Federica adesso si deve sistemare, so che è l'orario delle visite, ma se vuole può farle visita tra un'oretta."

Dopo essermi "sistemata" o meglio... Dopo essermi fatta passare una spugna bagnata in ogni angolo del corpo da una perfetta sconosciuta, e dopo essermi fatta lavare i capelli dalla stessa persona dotata di tenaglie al posto delle mani, finalmente mi sentivo meglio, la donna mi aiutò a indossare una delle mie camicie, scelta rigorosamente da me, e dei pantaloncini, poi mi salutò e uscì.
"Libertà!"
Per quanto una persona in ospedale possa essere libera.
Bussarono alla porta, pensai subito fosse Jeremy così dissi di entrare.
"Quindi anche tu sei dotata di fronte e capelli!"
"Sta zitto, mi sembra un sogno essermi tolta quei rotoli di carta igienica di dosso..."
"Comunque sono passato a lasciarti il numero, così quando ti sarai rimessa passeremo una giornata per le strade di L. A. magari evitando qualche ubriacone alla guida di un missile!"
"Certo! Lì c'è il mio cellulare, tornerai a farmi visita vero?"
"Almeno una volta a settimana!"
-Non dimentichi nulla?-
Ho cambiato immagine sia del blocco schermo che dello sfondo, cosa devo dimenticare?
-E che immagine hai messo?-
Una foto di Tom, Robert e ... Jeremy... Oh diamine, al diavolo, tanto conta come foto del cast, no?
"Bella foto!"
"Ah quella, sì, seguo gli Avengers e quindi..."
Mi guardò con l'espressione di chi la sa lunga e si mise a scrivere il numero, poi mi salutò e uscì dalla stessa porta da cui un attimo dopo entrò un... Cameriere? 
Un cameriere che spingeva una sedia a rotelle.
Ovvio.
"Signorina Ruggeri?"
"Ehm.. Sì, sono io..."
"La prego di venire con me."
"Sì ma io come ci salgo su quella cosa?"
"Lasci fare a me."
"Se lo dici tu..."
Mi prese di peso, tipo il principe con la principessa... Una principessa ingessata, mi mise sulla sedia e partimmo verso l'infinito e oltre.
No, andammo semplicemente su un ascensore che ci portò all'ultimo piano, su una terrazza, un uomo mi porse una coperta durante il "viaggio", cercai di metterla sulle spalle alla benemeglio e attesi l'arrivo.
Si fermò sul retro del terrazo, un luogo praticamente isolato, eccetto un tavolo apparecchiato per due stile ristorante per ricconi dove una bottiglia d'acqua ti costa quanto una casa perché proviene dalle sorgenti del monte Pesceconiglio.
Da un lato vi era un uomo, cercai di distinguerlo, ma chi poteva essere se non Robert? Appunto.
Dall'altro lato non c'era neanche la sedia, mi mise lì, appostandosi in piedi alle mie spalle, era inquietante...
"E questa da dove ti è venuta?"
"Dovevo farmi perdonare per l'incidente!"
"Se questi sono i tuoi modi di perdonare dovrei farti fare guai più spesso!"
"Allora, che dici di iniziare a cenare?"
"Come desidera, Mr. Downey!"
Dovrebbero mettere la faccia di Robert al posto di quella di Lincoln sul monte Rushmore!
Portarono l'antipasto, lì mi sorse un dubbio... 
"Robert..."
"Dica!"
"Ma come cacchio mangio? Ok che l'antipasto sono olive e prosciutto e posso prenderli con una mano, ma se tipo mi si piazza davanti una bisteccona come diavolo faccio?"
"Ho pensato a tutto! Ti porteranno la carne già tagliata e potrai scegliere se prendere gli spaghetti come me o un qualsiasi tipo di pasta a scelta!"
"Credo di farcela con gli spaghetti..."
"Perfetto!"
"Grazie Robert..."
"Di nulla piccola."
Piccola tuo bisnonno.
Anche se uomo.
I piatti si susseguirono, e non mi trovai mai una volta in difficoltà, anche per bere, il vino mi veniva versato direttamente dal cameriere alle mie spalle, ammetto che la prima volta credetti volesse rubarmi il cibo e mi ci buttai sopra per difenderlo.
Arrivammo al dessert.
"Robert?"
"Sì?"
"Come cacchio la taglio questa cosa abnorme scusa?"
"Ho pensato anche a quella."
"Ah sì?"
Spostò la sedia al lato di fianco al mio del tavolo, ci si sedette e iniziò a tagliare il mio dolce (aveva la base in marmo secondo me quel coso.), una volta tagliato un pezzo mi fiondai sulla forchetta ma lui mi precedette.
"Fai "Aaaah"!"
"Cosa diavhowf"
Aveva detto fai "Ah" non "Ti infilo questa cosa in bocca appena spiccichi mezza parola", tra un po' mi strozzavo!
Ingoiai quel pezzo di dolce appartenente al mondo degli Dei del marmo.
"POTRESTI EVITAHWHF"
IO GLI SPUTO ADDOSSO TUTTO.
"Cosa?"
"Madfowhna io twi uffisdo!"
"Non credo di aver capito!"
"TI UCCIDO, FERMO."
Scoppiò a ridere sotto la mia occhiata, quella stessa occhiata nella mia mente lanciava raggi laser capaci di uccidere anche una pietra.
E so che le pietre non hanno vita.
"Dai! Gli ultimi due bocconi!"
"Okay Okay, papà!"
Mangiai gli ultimi due pezzi con un sottofondo di "arriva l'aeroplanino/trenino/nave/sottomarino/traghetto/qualunquecosacapacedifareunmetrodistrada!", al che quasi non gli urlai contro.
"Grazie per la cena, e per tutto quello che fai per me.."
"Sei sporca..."
"Cosa?"
Si avvicinò lentamente a me, e molto pericolosamente, afferrando un tovagliolo..
-Com'è che al posto del tovagliolo... Avvicina la faccia?-
Strappai il tovagliolo dalla sua mano e mi pulii la faccia come meglio potevo, lui rimase a metà dal suo posto e la mia faccia, stupito, ah dovevate vederlo!
"Bella scusa, Robert!"
"Volevo sul serio pulirti!"
"Ho notato!"
"Ammetti che ti sarebbe piaciuto.."
"Sarebbe piaciuto di più a Susan, non credi?"
-Ammetti che ti sarebbe piaciuto!-
Sta zitto, non immischiarti in cose che non ti riguardano.
-Sono il tuo cervello, è ovvio che mi riguardano, e compare cuore la pensa come me.-
Salutamelo..
Ci sistemammo, Robert prese le sue cose, poi mi riaccompagnò giù nella mia stanza dicendomi che si era messo d'accordo con il direttore dell'ospedale e con il dottor Smith/Nigg e mi aiutò a sdraiarmi.
"Allora.. Buonanotte Robert, grazie ancora..."
"Buonanotte piccola!"
Fece per andarsene ma lo fermai prendendolo per una manica e abbassandolo alla mia altezza, poi con non so quale potere divino mi spinsi verso di lui e gli diedi un bacio sulla guancia.
"'Notte."

Quando finalmente uscì dalla stanza mi addormentai, non prima di imprecare contro me stessa ovviamente, se sarebbe stato tutti i giorni così non so quanto avrei retto.
 

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Ed eccoci qua!

Mannaggia a Federica, ho dovuto riscrivere 484 volte sto capitolo perché non avevo idee e uno e due il pc mi moriva tra le braccia.
Porco gnomo!
E niente, spero vi piaccia e scusate il solito ritardo del cacchio.ì.
A proposito ringrazio un sacco Alessia e Eleonora per le idee perché senza di loro starei ancora a scrivere cose senza senso.
Cercherò di ridurre al meglio la permanenza di Fede in ospedale, anche perché è quasi paralitica, sul serio!
Ringrazio un sacco tutti quelli che hanno recensito:

la cugina (Che bel nome!) Kane0042  ; koalaseimio_99 ; Ensamma_Vargen ; darkemily.
Continuate a recensire se non volete trovarvi il cadavere di un cinghiale sotto casa e a presto!
Kiss Kiss Bang Bang 


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Capitolo 8
*** VIII. Under the eyes of the moon. ***


"Fede sto entrando!"
"Tanto non puoi trovarmi nuda, sai."

Era passato un mese circa, giornalmente veniva a trovarmi Rob, cenavamo insieme in stanza poi tornava la mattina successiva portando sempre cibo diverso, Jeremy invece veniva una o due volte a settimana, passavamo un pomeriggio insieme, magari scendevamo anche in cortile, sempre se il dottore non mi picchiava con il tubo della pressione, anche lui portava qualcosa, certo non del cibo, ma cose carine scelte a caso.
Presto mi avrebbero dimessa e avrei iniziato la terapia, e casualmente era Robert colui che doveva portarmici giornalmente.

"Non perdi mai la tua ironia vedo!"
"Certo Dottor Nigg, allora, cosa c'è oggi?"
"Dovresti scendere, è venuto un famoso attore per far visita ai bambini dell'ospedale, una bella occasione per svagarsi no?"
ODDIO. JOHNNY DEPP ARE YOU? ORA STRISCIO FINO AL PIANO TERRA E GLI SALTO ADDOSSO GIURO.
"CHI? CHI E'?"
"Sorpresa!"
"SCENDIAMO SUBITO, DAI."
Prese la sedia a rotelle, non mi sembrava il caso di fare un canguro zoppo con una stampella, mi ci buttai sopra e, dopo essersi fermato quattordici volte per parlare con infermiere a caso, alla quindicesima gli urlai contro.
"Senti... Come cacchio ti chiami, Ambrogia, stasera ti fai la tua cenetta con il dottorino, ma adesso io devo scendere quindi vedi di andare dal tuo paziente preferito per portagli il cibo dei paguri. Grazie."
Poco dopo Nigg mi ringraziò e finalmente scendemmo, sapevo benissimo che sarei dovuta arrivare circa dieci minuti prima, infatti quando fummo nella sala preparata apposta riuscii a vedere solo un ammasso di persone accalcate contro qualche tizio sconosciuto, seppur messe in ordine eh.
"Dobbiamo arrivare lì davanti, al costo di perdere l'altra gamba."
E così finalmente eccomi lì, davanti all'attore... 
...
"Nigg... Andiamocene, non voglio neanche che mi rivolga un'occhiata."
"Cosa?! E' Leonardo DiCaprio!"
MA SIAMO SERI? DOVEVA ESSERCI JOHNNY LI.
QUEL TIZIO SEMBRAVA UN TALEBANO AL PASCOLO.

E così tornammo in stanza, con una delusione abnorme.
Il resto dei giorni passarono come gli altri, poi cominciai anche la terapia, con Robert che ogni giorno mi faceva inventare un santo diverso.
Finalmente arrivammo all'ultimo giorno, e chi ce la faceva più!
Uscii tutta pimpante dall'edificio creato apposta per tali casi, camminavo quasi come prima, Robert si era offerto di accompagnarmi in auto ma avevo deciso di andare a piedi fino a casa, mi fermai ad una pasticceria, lui mi avrebbe attesa fuori.
Una volta entrata fui pervasa dall'odore di ventordici dolci uniti a formare il paradiso, ma fu altro ad attirarmi, come quando senti di dover fare solo una cosa nella vita, come se quella cosa ti appartenesse, ecco.
Quella torta... Quella torta arcobaleno, l'ultima, l'unica, lì ferma ad aspettare me.
"Scusi, posso avere questa torta?"
Non ero stata io a parlare, o almeno, non solo io, perché quelle stesse parole le aveva dette anche una ragazza al mio fianco... Non so per quanto sembrerà una ragazza dopo che le avrò piazzato la mia mano in faccia.
Nessuno tocca il MIO cibo.
NESSUNO.
"Senti, quella torta è mia, prenditi lo strudel li sotto e non rompere." 
Avrei fatto di tutto per averla, mi aveva chiamata insomma, la sentivo, urlava "Ei Fede, comprami!!!".
"Ma quello strudel del cavolo te lo prendi tu! La torta l'ho vista prima io."
"Senta, signora, mi dia quella torta e facciamola finita."
"Lei non le da un corno, ho detto che è mia!"
"Ma tua cosa?! Adesso le torte sono di proprietà?!"
"Se non sono di proprietà non è neanche tua!"
In tutto questo la commessa continuava a guardarci incredula. MA DARMELA LA TORTA NO?
"Se non vuoi ritrovartela direttamente in faccia ti conviene lasciarmela."
"Cosa fai minacci?!"
"Mi sto sul serio innervosendo."
"Ah sì? Non ti dico io!"
"MI DIA QUELLA CRISTO DI TORTA."
"HO DETTO CHE E' MIA."
"SAI COS'ALTRO E' TUO? IL CALCIO CHE STO PER-"
"Fede? Che succede?"
"ROBERT. SUCCEDE CHE QUESTA TIZIA MI VUOLE FOTTERE LA TORTA."
"Robert Downey Jr.?!"
"Sì cara, Robert Downey Jr., e sai chi sta aspettando? ME E LA MIA TORTA."
"Sentite ragazze... Io avrei un'idea.."
"Spara."
"Prendiamo questa torta e ce la mangiamo tutti insieme, che dite?"
"Ci sto!"
CHE COSA CI STAI. MA SEI SERIA? PRIMA MI FAI UN BORDELLO CHE LA TORTA E' TUA E POI...
Robert, il tuo solo esistere compromette l'intero universo.

E così eccoci tutti a casa mia.
SOLO CON QUALCUNO DI TROPPO.
"E lei chi è? Ti sei trovata un'amica qui finalmente!"
"No mamma, mi basta Diana, lei è una ladra e basta."
"Ladra io?! SEI TU CH-"
"Aspettate vado a prendere i pop corn!"
"Sta zitto Rob, mangiamo questa benedetta torta."
"Per la torta aspettiamo un ospite!"
"Inviti gente nelle case altrui?" 
"Qualcosa di simile!"
Mio padre si avvicinò alla ragazza, adesso che la guardavo meglio era anche carina, bassa, anzi, nana, ma carina. Capelli biondi e lisci, occhi scuri, carnagione chiara... 
Proprio come una perfetta ladra di dolci.
"Sbaglio o sei italiana?"
"Sì! Anche voi?"
"Esatto, veniamo dalla Sicilia!"
"Anch'io!"
"Ommioddio allora siamo legate dal destino, ovvio. Sì papà, uao."
"Non ascoltarla, come ti chiami?"
"Clarissa, voi?"
Mia madre nel mentre mi inviava occhiatacce per spingermi a presentarmi... E va bene.
"Io sono Federica, comunque da quello che ho capito ti piace Robert?"
"COSA. NO."
"Andiamo, così mi offendo!"
"Preferisco il mio Jem..."
"Allora ti piacerà il nostro ospite!"
Questa ci sviene in casa.
"Che ospite?"
DLIN DLON.
Parli del diavolo...
"Vado io.."
Quale scusa migliore per scappare.
Andai ad aprire la porta, chiaramente era Jeremy, io cercai di uscire ma mi fermò neanche fatto mezzo passo.
"Dove credi di andare?"
"Ovunque, ma non voglio restare un minuto di più in questa casa di pazzi."
"Riacquistare la gamba ti ha dato troppa libertà!"
"Tsk. Vedrai anche tu. Entriamo dai."
Entrammo, lui dietro di me, io che mi avviavo verso il soggiorno, dove erano tutti pronti ad afferrare una fetta di torta.
"Bene gente, è arrivato l'ospite, Clarissa lui è-"
"ODDIO. O D D I O. E' LUI. E'... AAAAAAAH."
Scusate io me ne vado. 
Stava correndo come un toro verso il mantello rosso, se non mi sarei spostata adesso ero ancora in ospedale. Gli saltò addosso attaccandocisi come King Kong con un grattacielo.
Robert mi si avvicinò sussurrandomi qualcosa all'orecchio.
"Perché non hai fatto così con me?"
"Non me ne hai dato la possibilità... E a giudicare da cosa ne sarebbe venuto fuori ti ringrazio.."
La giornata passò così, una sorta di festicciola in onore del mio abbandono allo sport del paralitichismo. Sport molto praticato nel mondo, anche a livello agonistico.
Clarissa se ne andò lasciandomi il numero, Diana non si era fatta viva tutto il giorno e adesso era anche ora di cena, ma che diavolo fa quella ragazza nella vita. 
Secondo me ha un allevamento di koala in Alabama.
Robert ebbe una chiamata da Susan, non capì molto, ma quella donna... Le avrei dato fuoco con il bianchetto che usavo a scuola, comunque anche lui doveva andare.
Rimanemmo semplicemente io e Jeremy, seduti su quel divanetto che il mese prima era occupato da Robert, un mese di vacanza passato in ospedale... Si chiama sfiga? Sì, direi di sì.
"Jeremy, vado a prendere una pizza, resti a cena? Farebbe piacere a tutti."
"Certo! Ma per la pizza vengo con te."
"No, tranquillo, la pizzeria è qui all'angolo, faccio subito!"
Inutile dire che passammo venti minuti della nostra esistenza a decidere chi avrebbe preso la pizza, inutile anche dire che vinsi io e andai da sola, ammetto di aver usato la scusa del dottore "devi camminare tanto!".
Presi i soldi, le chiavi e mi incamminai al Pizza Palace, era a qualche isolato da lì, e avevo proprio voglia di stare un po' da sola, cosa che in tutti questi giorni mi era risultata difficile anche di notte.
Ero quasi arrivata quando due ragazze mi si piombarono davanti uscendo da una di quelle porte al lato del marciapiede, erano italiane anche loro, ma era giornata?
"Ale ma che cacchio mi spingi?!"
"Ma se sei tu che per scendere quattro scale ci stai mille anni!"
"Ma pensa a scusarti a sta ragazza!"
"Giusto.. Sorry! It isn't my fault!"
"Ah e di chi? Senti chiedile dov'è la pizzeria."
"Yes, Sorry, can you... Ele come si dice spiegare?"
"Cosa so io, mica sono un vocabolario."
"Can you espieghing me where is the pizzery?"
"Ma sei seria?"
Decisi di evitare a entrambe altre difficoltà con quella strana lingua che è l'inglese.
"Ragazze, tranquille, sono italiana come voi!"
"Grazie al cielo, scusaci, ma Ale qua non sa dire mezza parola neanche in italiano, figurati in inglese!"
"Ma pensa per te!"
"Puoi dirci dov'è la pizzeria più vicina?"
"Ci stavo andando anch'io, volete venire con me?"
"Certo! Grazie mille!"

Eccomi a camminare con due complete sconosciute... Anzi, credo si chiamassero Ale e Ele, avevano la mia età circa, ed erano anche al mio livello di pazzia, se così si può definire!
Arrivammo in pizzeria, io presi due pizze, loro qualche kg di patatine e altrettanti di pizza, nel tornare ci presentammo, Alessia e Eleonora, magari sarebbero diventate anche due nuove amiche! 
Le salutai quando arrivarono a destinazione e proseguii per il mio cammino, sempre più veloce, sentivo una strana ansia addosso, come se qualcuno mi seguisse, ad un tratto mi fermai, mi voltai e...
"MA CHE CRISTO FAI QUA DIO MI HAI FATTO VENIRE OTTO INFARTI IN UNA VOLTA PER COLPA TUA IO ADESSO MUOIO, SI, TORNO ALL'OSPEDALE, NON RESPIRO PIU' AIUTO CHIAMATE UN DRAGO, PORTATEMI IL DOTTOR NIGG, UCCIDETE QUESTO TIZIO AIUTO. NO AIUTO. CALMA."
"Oddio! Non volevo spaventarti! Scusa!"
In realtà tra un po' moriva a terra dal ridere. MAGARI.
"NON VOLEVI SPAVENTARMI? JEM, MA TI SEMBRA NORMALE INSEGUIRE QUALCUNO DI NOTTE?"
"Volevo solo controllare non ti venisse qualcuno addosso!"
"Dovresti inventare una scusa migliore."
"Ok! In realtà ora non torni a casa."
"Ah... No? E queste pizze le do in pasto ai topi americani?"
"Le mangiamo insieme, in spiaggia. Ti avevo promesso un'uscita, non ricordi?"
"Sì, di pomeriggio, per le strade di Los Angeles, camminando. Ricordi?"
"Un cambio di programma!"
"Devo avvertire i miei..."
"Sanno già tutto, vieni, ho lasciato la moto all'angolo."
Come speri arrivino sane delle pizze via moto? Non facciamoci domande.
"Okay che adoro le moto, ma queste dove le metti?"
"Le tieni in mano tu."
Come se fosse ovvio.
Poco dopo eravamo in spiaggia, due pizze, tre coperte (perché tre non lo so neanche io) , due lattine di coca-cola.
-Sai che manca?-
Cosa?
-ROBERT.-
MA SEI SVEGLIO? QUI ACCANTO A ME C'E' JEREMY RENNER E TU PENSI A ROBERT.

Stese la coperta più grande a terra (ora si spiega tutto), me ne avvolse una alle spalle, poi fece lo stesso con la sua, io mi fiondai direttamente sulla pizza e così iniziamo a cenare.
"Scusa ma non hai pensato che tra un po' fa buio?"
"Programmo questo giorno da circa un mese! Stanotte c'è la luna piena."
"Sai che sono un lupo mannaro? Posso trasformarmi e mangiarti."
"Quindi dici che dovrei andarmene e lasciarti qui, da sola?"
"Sai credo che abbandonerò la mia carriera da lupo mannaro!"
"Ah sì?"
"Decisamente!" 
Passammo una serata tranquilla, a parte qualche bacio e carezza intendo.
-COSA?-
Scherzavo!!
-. . .-
Arivammo finalmente alla fine di quella pizza che di pizza non aveva manco l'olio, ma in compenso aveva così tanto sale da sfamare un'intera popolazione di formaggini, difatti stavo morendo di sete, e l'unica cosa bevibile nelle vicinanze era la coca cola di J (la mia era finita da un pezzo) e il mare.

Optai per il mare.
"Jem... Puoi darmi un po' di coca?"
Mi guardò e me la passò subito, mi sa che sono l'unica che si fa problemi per qualsiasi cosa esistente nell'umanità, ma la cosa strana era che aveva bevuto poco e niente!
Mandai giù quasi metà della sua bevanda e gliela riconsegnai.
Bacio indiretto.
No.
"Allora che si fa?" era ancora presto e non mi andava proprio di tornare a casa.
"La facciamo questa passeggiata?"
"Ti seguo!"
Posammo le coperte, buttammo le scatole e le lattine e ritornammo in spiaggia.
Gli feci segno di aspettarmi e tolsi le scarpe, così fece anche lui, dopo riprendemmo la nostra passeggiata improvvisata, parlammo del più e del meno, di cose anche totalmente inutili, eppure quando arrivammo al ponte del molo, lo stesso dove mi trovavo il primo giorno lì a Los Angeles, sembravano essere passati solo pochi minuti.
Ci sedemmo al limite, osservando la luna che adesso regnava alta sulla città, iniziava a fare freddo, così come iniziai a tremare come una foglia, lui se ne accorse e mi strinse a se con un braccio.
"E' proprio bello qui di notte, vero?"
"Sì... C'è qualcosa di.. non so, magico. Ero venuta qui il giorno dopo essere arrivata, ne avevo sentito parlare ma non immaginavo fosse così bello."
"Dicono che dipende da con chi ti trovi, di solito."
"Sì, certo!"
"Giuro!"
"Ceerto."
"Eppure per me è così."
"Cos-"
Mi girai a guardarlo, il tempo di voltarmi e le mie parole furono interrotte sul nascere, mi stava baciando, non so quanto durò, ma non mi dimostrai molto partecipe, so solo che avevo sentito delle voci alle nostre spalle, voci che si erano appena interrotte.
Guardai alle nostre spalle, Robert fermo a guardarci, Susan che correva infuriata verso di lui.
"Fede...?"

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Ed eccoci all'ottavo capitolo! 
Ho pensato che ci voleva un bacetto dopo tutto questo tempo!
Di certo non tra... 
SCUSATE. 
*Scappa in Messico*
*Torna*
Ho dimenticato il cellulare. 
*Torna in Messico.*
NO RAGAZZI, SONO LE MIE MANI CHE SCRIVONO STE COSE, PARDON, MA SI SISTEMERA' TUTTO, LA FF DOPO TUTTO E' SU ROBERT, MICA SULLO SCOCCAFRECCE. 

Adesso, ho introdotto tre personcine che in futuro diventeranno anche le best della nostra protagonista! 
Clarissa, Alessia e Eleonora! Gente che conosco personalmente, mi è sembrato giusto metterle perché si sono dimostrate attaccatissime alla storia! Dovevo sdebitarmi!
(Clarissa in tutto questo non c'entra un cacchio, è solo una tizia affetta da Ebola.)

Ringrazio chi ha recensito: 
Kane0042la cuginaEnsamma_VargendarkemilyAntoLisa84
Continuate a farlo se non volete beccarvi la morte di qualche vostro animale, tipo le formiche e al prossimo capitolo!
Kiss Kiss Bang Bang! <3 :D 

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Capitolo 9
*** IX. Friendzone. ***


"Robert, dove diavolo stai andando!? Vuoi tornare dentro!? Non puoi lasciare tutti in asso così!"

Era Susan a parlare, lì vicino c'era un bar, magari erano lì per qualche occasione in particolare con qualcuno di importante e lui era uscito, non so, per prendere una boccata d'aria? Ma in quel momento non è che avessi tutta sta voglia di indagare sul perché lui fosse lì, piuttosto... No... Non lo sapevo neanche io!
"Sì Susan, torno subito, aspettami dentro con gli altri."
Così sparì nell'oscurità notturna, mentre Robert era ancora lì, fermo a qualche metro di distanza da noi, non sapevo bene cosa dire, avevo appena baciato... Jeremy, okay, ma a lui cosa doveva importare?
"Ho interrotto qualcosa?"
Il suo tono però non era ironico come sempre, c'era qualcosa di diverso...
"Robert..."
"No problem! Vi lascio soli, piccioncini."  
Così dicendo fece retrofront e raggiunse Susan.
"Ma che gli è preso?"
-Jeremy, figlio mio, lo capirebbe pure un bradipo cosa gli è preso-
Allora vuol dire che sono inferiore ad un bradipo.
-No, tu sei tarda e basta... E' geloso!-
"Non saprei, beh... Sì è fatto tardi e io inizio anche a morire di freddo... Andiamo?"
"Certo, ti riaccompagno!"
Tolse il braccio dalle mie spalle e si alzò, poi mi aiutò a fare lo stesso e ci incamminammo verso la moto, dovevamo aver fatto kilometri prima, sembravamo non arrivare più!
Dopo circa ventordici ore di imbarazzante silenzio raggiungemmo la meta, rimisi le scarpe sedendomi sul marciapiede, ci impiegai un sacco di tempo dato che lui aveva già fatto ed aveva anche messo in moto, lo raggiunsi e mi tuffai letteralmente sulla sella.
"Vuoi buttare giù entrambi?" 
"Sto cercando di affrettare le cose! Un altro minuto e divento un ghiacciolo!"
Scese dalla moto e per poco non caddi appresso a lui, mi voleva sul serio lasciare a congelare o cosa?
"Vieni!"
Ma era serio? Scesi e lui alzò la sella, tirò fuori una delle coperte usate prima e me la porse, poi salì di nuovo sulla moto facendomi segno di andare, mi avvolsi come una mummia nella coperta e partimmo, eviterei di dire che fui costretta a stringermi a lui quasi stritolandolo, ma non posso.
Appena arrivati mi fiondai a terra, tolsi la coperta e gliela restituii.. Come dovevo salutarlo? Ma chissene frega, se esisteva la parola "ciao" ci doveva essere un motivo, no?
"Beh.. Allora ciao!"
Seh.. Ciao un corno, si sporse verso di me e mi diede un piccolo bacio sulle labbra, lo guardai un po' sorpresa poi feci un sorriso che somigliava a quello di un paguro rachitico, mi voltai e camminai velocemente/corsi verso la porta, infilai la chiave quasi a sfondare la serratura e mi buttai praticamente dentro chiudendomi la porta alle spalle. Di fronte a me c'erano mia madre e Diana. Diana sei resuscitata?
"COSA HO APPENA VISTO, TU ORA MI RACCONTI TUTTO."
"No Diana, lei deve raccontare un paio di cose a me."
Ho tre opzioni:
1. Farmi trascinare da Diana nella sua stanza per subire di nuovo il terzo grado.
2. Sentirmi la ramanzina di mia madre e prepararmi al peggio.
3. Andare a dormire e mandare a quel paese tutto il mondo.
"Bene, domani avremo tutto il tempo di parlare, adesso l'unica persona con cui voglio stare è me stessa, e siamo già troppe."
Corsi verso le scale salendole a venti a venti, mi buttai praticamente sulla porta ed entrai nella mia stanza, mi sedetti sul divano... Poi mi sdraiai... Poi mi misi sottosopra.
"Cristo santo!"
Decisi di farmi un bagno, non riuscivo a darmi pace, l'indomani dovevo anche chiamare Robert, sì perché durante la bella permanenza all'ospedale mi aveva detto che una volta uscita dovevo mantenere la mia promessa, chiamarlo tutti i giorni, e dovevo iniziare da domani. Evviva la vita!
Dopo essermi rilassata per circa venti decenni uscii dalla doccia, misi il pigiama (la solita canotta XXXL) e andai a dormire, non prima di aver controllato il cellulare: Un messaggio.
Doveva essere Robert, mi dava la buonanotte ogni sera, controllai meglio.

00.42
Jeremy ♡: 
Goodnight ♡ ♡ 

Ah. Ovvio. 
Non so vuoi infilarci anche un polmone?
Risposi senza mettere alcun tipo di organo, mi aspettavo un messaggio da Rob e invece... 
Okay, gli voglio bene, è diventato un amico, ma non credo di ricambiare i suoi sentimenti, no.
Mi addormentai senza neanche accorgermene, dovevo essere stanchissima dato che mi risvegliai la mattina successiva all'ora di pranzo, quasi caddi per le scale quando mi ritrovai mia madre ad attendermi al piano di sotto. La raggiunsi barcollando ancora in pigiama e la seguii in salotto sedendomi di fronte a lei, avrò vent'anni ma ancora ho paura del suo sperimentare il lancio in lungo della ciabatta.
"Allora..." che bel modo di iniziare un discorso, mamma.
"Allora?"
"Cosa speri di fare con quello?!"
"Oh.. Tirare su famiglia, fare undici bambini, comprare una casa e creare una squadra di calcio!"
"Puoi prepararti già a tornare in Italia allora."
"Ma secondo te ero seria?! Non voglio farci un cacchio, per me è solo un amico, gli voglio bene ma non in quel modo."
"VUOI FRIENDZONARLO?" 
"DIANA TI FAI I FATTI TUOI? VAI A MANGIARE."
"Devo crederti?"
"Mamma, ho vent'anni e passa, fidati di me..."
"D'accordo... Però Tony mi sta simpatico!"
"Si chiama Robert! E non farti film mentali!"
Finalmente fui libera di consumare il mio pranzo ormai incollato, sono certa che se provavo ad alzare un filo di pasta tiravo fuori direttamente tutto il piatto.
"Diana, mi passi Robert?"
Tutti si voltarono verso di me, cosa diavolo avevano da guardare?
"Beh? Me lo passi o no?"
"Come ti passo Robert?!"
"Ma sei idiota? Ho detto mi passi l'olio!"
"Hai detto Robert! L'hanno sentito tutti!"
"Passami quel cacchio di olio e facciamola finita."
A parte questo inconveniente il pranzo passò tranquillo e alle 16.00 ero in camera mia con il cellulare tra le mani, dovevo chiamarlo.
Presi il numero tra la rubrica e chiamai.
=Pronto?= Come se non avesse il mio numero.
-Robert?-
=Ciao.=
-Tutto bene?-
=Sì. Di che hai bisogno?=
-Avevi detto che dovevo chiamarti ogni pomeriggio, ricordi?-
=Il tuo darling non è geloso?=
-Ma di che darling parli?-
=Il caro vecchio Jeremy! O Jem, come lo chiami tu.=
-Perché dovrebbe essere geloso?!-
=Sentire un altro uomo all'infuori di lui, a me non andrebbe bene.=
-Ma che... Senti, abbiamo fatto un patto e ho intenzione di rispettarlo, quindi gradirei un po' di partecipazione da parte tua.-
=Aspetta! Ho un'idea!=
-Ma di che diavolo...-
"Tuuuu Tuuu"
-Ma chi stai chiamando?!-
=Hey Bro!=
-Jeremy?-
=Fede? Buongiorno!=
Aveva sul serio aggiunto Jeremy alla chiamata o sto ancora dormendo? Ma cosa diavolo gli prende?!
=Hey vecchia volpe! Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere risentire la tua Federica.=
-Ma che diav-
=Grazie amico, ma l'avrei chiamata ugualmente tra qualche minuto! Tempismo perfetto.=
MA SIETE SERI?!
-Senti Robert, non so cosa cristo hai in testa, ma io chiudo. E fanculo anche al patto, quando avrai deciso di ragionare con il tuo cervello mi fai uno squillo, okay? Jem, noi due dobbiamo parlare, quando vuoi fatti vedere da queste parti. Buon proseguimento, darling.-
Detto ciò staccai, mi stavo sul serio innervosendo, mi ritrovavo con un uomo a caso dietro e quello che mi- Cioè... E Robert che dava di matto! Cosa cavolo può succedere in una notte? 
Abbiamo attraversato il Triangolo delle Bermuda senza accorgercene? 
No perché se è così fatemelo sapere che vado a fare una puntata di Super Quark.

Manco il tempo di vestirmi che Jeremy era già sotto casa a suonare, così riecco mia zia a urlare "tesoro" per le scale.
Scesi di sotto, salutai tutti e uscii fuori, era davanti alla porta tutto tirato a lucido, credo che comunque potrei regalarlo a Clarissa... Ma anche Eleonora, per Alessia vedo più un tipo come Evans... O Hemsworth. Ma che diavolo mi metto ad accoppiare gente quando mi devo preparare un discorso mentale decente per non farlo stare male?!
"Hey!" Si avvicinò con l'intento di baciarmi ma lo respinsi.
"No... Jem dobbiamo parlare."
"Che succede? Ho fatto qualcosa che non va?"
Ora mi viene voglia di sbattermi la testa al muro finché non perdo i sensi.
"No, non hai fatto niente... Sono io che sono idiota, scusa..."
"Ti piace lui eh?"
COSA. 
"Eh? Cosa? Chi?"
"Robert.."
"N-NO. Però... Non credo che... Noi.. Insomma tu.. Cioè io..."
-Terra chiama Federica! RICORDI COME SI PARLA?-
Ci manchi solo tu adesso.
"Ho capito, tranquilla..."
"No tu non hai capito! Capisco i tuoi sentimenti, sul serio, ma non credo di provare lo stesso..."
"Vedi che avevo capito? Adesso credo sia il caso di spiegarlo anche a Robert..."
"Cosa c'entra lui?!"
"Oh niente, ci teneva soltanto ad assistere al nostro matrimonio!"
"Davvero?"
"Ovvio che no! Però credo che lui sia cotto di te, e non credo abbia preso bene il fatto del nostro bacio... Adesso vado, ho bisogno di un po' d'aria..."
"Cos... C-ciao Jem, ogni tanto fatti sentire..."
"Certo!"
Si tipo quando una coppia si lascia e si scrive una volta all'anno per augurarsi buon Natale, con tanto di ritardo.
Sparì tra le strade di L.A. con la sua moto, ma che diavolo avevo combinato? Avevo urgente bisogno di sentire qualcuno, o sarei impazzita da lì a poco.
Creai un gruppo su Telegram con le ragazze incontrate ieri, ci eravamo scambiate i numeri e quale occasione migliore per farle conoscere tra loro?
-Hey ragazze, sono Fede, ho bisogno di parlarvi, che dite se ci vediamo tra un po' al Subzero in Venice?-
Risposero tutte dopo neanche un minuto dicendo che ci sarebbero state, solo Eleonora avrebbe ritardato, doveva fare delle compere se lo sa lei dove.
Mi sistemai meglio e partii in anticipo, passai dalla pasticceria dove presi un'altra di quelle torte arcobaleno, poi mi recai al luogo dell'incontro. Guardai dentro, Clarissa e Alessia erano già lì che chiacchieravano come se si conoscessero da anni e anni, le raggiunsi subito e Clari quasi non mi atterrò saltandomi addosso, o meglio, saltando addosso alla torta.
Attesimo un quarto d'ora l'arrivo di Eleonora ordinando una birra e una coca, non so secondo quale criterio ma alla ragazza delle torte non piaceva quel liquido degli dei, la birra intendo, avrei dovuto accettare questo inconveniente.
Quando finalmente la nostra cara amica ci degnò della sua presenza la presentammo a Clary, o meglio, Alessia la presentò.
"Indovinate chi ho incontrato?"
"Se non lo sai tu..."
"Sempre divertente tu! Ho incontrato Jeremy Renner!!"
In pratica l'unica colpita fu Alessia... 
"Avete presente? Jeremy Renner? Lo conoscete?! Hawkeye!"
"L'ho incontrato anch'io!" 
Clarissa, ti hanno insegnato a non parlare, anzi, sputare, con la bocca piena?!
"Davvero?" lo chiesero all'unisono, secondo me oltre che cugine, Alessia e Eleonora erano anche gemelle. Diverse sì, ma gemelle.
"Me l'ha fatto conoscere Fede!"
"FEDE CONOSCI JEREMY RENNER?"
"Diciamo di sì..."
"E non ci hai detto niente!?"
"Ci siamo conosciute ieri come diavolo facevo!"
Passai un'ora a raccontare le avventure di Federica nel paese delle meraviglie aka Los Angeles, un'altra mezz'ora a calmare gli ormoni delle tre donne e circa dieci minuti a rispondere alle loro domande.
"Secondo me Robert ti vuole! Anzi sai che dico? ROBERICA."
"Clary, non è che c'erano sostanze illegali nella torta? Cosa cacchio è Roberica?"
Alessia diede gran voce al suo intelletto.
"E' una ship!"
"Una pecora?"
"Una ship è tipo una coppia, tipo quando shippi Cenerentola e Eric!"
"Ma Eric non era quello della Sirenetta?"
"Sì vabè, hai capito!"
"Ok, quindi sarebbe tipo Robert+Federica? MA COS- NO."
"Io sono d'accordo con Clari invece!" 
Grazie Ele, continua a supportare una malata e ti ritroverai presto come lei.
"Idem!"
Anche tu Ale.
"Sì però anche il mio Jem ti vuole... Cioè ieri a pranzo ti guardava come l'ottava meraviglia del mondo..."
Okay, forse dovevo raccontare anche gli ultimi avvenimenti.
"HAI FRIENDZONATO IL MIO JEM?"
"C-Clari... L'hai detto anche tu che..."
"Se tu dopo questa non ti metti con Robert ti costringo a mangiare tremila- EBOLA!"
"Come la mangia l'ebola?" 
Giusta osservazione gemelle.
"NO! C'E' EBOLA!"
"Stai bene?"
Indicò la porta del locale, in effetti c'era un uomo, anzi, a guardarlo meglio quello era Mark! Avevo fatto amicizia anche con lui, ogni tanto accompagnava Jeremy in ospedale e scambiavamo quattro chiacchiere... Ma perché Ebola?
"MARK RUFFALO!"
"Sì, sembra lui... Come mai lo chiami Ebola?"
"Lo conosci?"
"Siamo amici, diciamo.."
"CONOSCI ANCHE JOHNNY DEPP?"
"Se conoscessi Johnny sarei già sposata con lui madre di trenta figli."
"Precoce! Comunque lo chiamo Ebola perché rovina sempre ogni foto, e viene male in ognuna di esse, tipo questa!"
Tirò fuori il cellulare indicandoci una foto di Jeremy e Robert, dietro il braccio di Robert sbucava la testa di Mark con una faccia da zombie... Ora capisco...
"Che bello..." 
Cosa esce dalla mia bocca. Chi è che mi mette queste parole addosso. Chi.
"Ebola?"
"Robert!"
"SEI COTTA."
"Nell'uovo!"
"Potreste evitare di giocare ad intesa vincente? Vi iscrivo a Reazione a catena, che dite?"
Passammo vari minuti a discutere su cose inutili quando Clarissa se ne uscì con la domanda del secolo.
"Mi fai conoscere Ebola?"
"Basta che non lo chiami Ebola appena lo chiamo..."
"Prometto! Gli offro anche un pezzo di torta!"
Mi ricorda tanto una certa Erza Scarlet, dettagli.
Alzai la mano in direzione di Mark, lui mi notò quasi subito e urlò dall'altro lato della stanza alzandosi e raggiungendoci.
"Fede! Che ci fai qui?"
"Anch'io sono felice di vederti! Comunque prendevo un caffé con delle mie amiche!"
Ma se neanche abbiamo toccato mezza tazzina...
Si presentò alle ragazze, erano tutte molto felici di conoscerlo, credo di aver trovato tre fan degli Avengers, ed erano anche italiane! Chiamiamola fortuna!
"Oddio, Eb- Mark,  sono una tua fan!"
"Davvero? Ragazze che dite se facciamo una foto?"

Inutile dire che la foto venne bene, eccetto lui... Ma questi son dettagli. 
Comunque la giornata trascorse tranquilla per il resto, quando tornai a casa mi sentivo anche più sollevata, quell'uscita era stata utile, l'unica domanda che avevo in testa aveva il nome di Robert, di certo non lo avrei chiamato per i prossimi sessant'anni a venire.

Ero nella mia stanza quando mia madre bussò, la feci entrare e mi raggiunse in camera da letto.
"Fede tra cinque giorni partiamo!"
"Okay mamma... ASP- COSA?"

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Ohohoh ecco il nono capitolo! 
Siamo già a nove? Come vola il tempo (?).

Mi scuso per le fan di DiCaprio e di Mark Ruffalo, non intendo offenderli, anche perché sono anch'io una fan di Mark! 
Di Leo un po' meno ma meglio non dirlo.
Vi ho lasciato una foto dove Mark si impegna in tutto il suo essere fotogenico!
Ringrazio tutte voi che recensite, siete degli angeli, vivo nel terrore che un giorno una di voi smetta di farlo (?)
Vi elenco come sempre: 
la cuginaEnsamma_VargenKane0042AntoLisa84darkemily.
(Sono io daltonica o i nomi spuntano di un altro colore? (?))

Tutti devono sapere quanto siete importanti, anzi, farò di voi un esercito e conquisteremo il mondo!
Chi si vuole unire alla conquista recensisca, in caso contrario potrebbe ricevere un orso in groppa ad un alligatore direttamente dietro la porta di casa, e niente, a presto!
Kiss Kiss Bang Bang! 

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Capitolo 10
*** X. Tutto si risolve prima o poi. ***



Mi svegliai alle 10:00 quella mattina, avevo passato la notte pensando alle parole di mia madre, dovevo partire tra 5 giorni, tornare alla civiltà, iniziare a studiare, trovarmi anche un lavoro e magari una casa per non continuare a fare la mantenuta.
Certo, non avevo passato questi due mesi come speravo, piuttosto preferivo stare in Italia buttata sul letto, in pratica era lo stesso, tranne per qualche kg di gesso addosso. Però, malgrado avessi passato gran parte del mio tempo rinchiusa in ospedale, quella vacanza sarebbe stata la migliore mai fatta in vita mia, e non perché ho visto l'America, no... Figuriamoci, non ho neanche visto Los Angeles a parte due strade contate sulla punta delle dita, lo sarebbe stata per le persone che ho incontrato, per le amicizie fatte, insomma... 
Cacchio stiamo parlando di mezzo cast degli Avengers e Robert Downey Jr! Non Pinco Pallino gente, Robert Downey Jr! 
Non appena metterò piede in Italia farò il giro delle mie conoscenze spiattellando a tutti la mia foto con lui! Quella foto che non ho.
Cose da fare: Foto con Robert, Jeremy, Chris, Ebol- Mark.
Mi sarebbero mancati in fondo, Chris no... In effetti non ci avevo scambiato manco due parole, a parte "Ciao" e "Piacere di conoscerti", ma dettagli.

Dopo aver sprecato minuti della mia vita ripensando al mio imminente viaggio decisi di prendere il cellulare sul comodino, allungai la mano ancora con gli occhi chiusi, tastai tutta la superficie ma a parte trecentoventidue cose inutili non trovai un cacchio, alzai il cuscino, scostai le coperte, guardai prima sul pavimento alla destra del letto, poi rotolai verso il lato sinistro, mi sporsi e.... Caddi.
Caddi trascinandomi dietro copriletto, lenzuolo, piumone inesistente e il peluche che mi ero portata dietro di nascosto (non dico il Koala, quello l'avrei regalato a qualcuno). 
Alzai lo sguardo urlando contro ogni atomo esistente sulla terra e maledicendo la mia spalla, poteva evitare di farsi colpire, che so, si scansava, non so come ma poteva farlo! Gettai un'occhiata sul letto ormai nudo, il cellulare era lì fresco come una rosa come se volesse dirmi "ah ah ah. C*gliona.".
"GUARDALO IL BAST*ARD* ADAGIATO COME UNA FOTTUTISSIMA PRINCIPESSA SUL PISELLO."
Mi alzai a mo di zombie gettandomi su di esso, lo accesi e fui inondata da un "ding" che durò circa tredici anni dei cani. Quando si fermò finalmente potei vedere chi cacchio era che aveva passato la sua vita inviando messaggi inutili all'esistenza umana.
Il gruppo.
-Ragazze... Una domanda, ma avETE UNA FOTTUTA VITA SOCIALE?

Btw, vi devo parlare di una cosa, fatevi sentire appena vi svegliate, anche se credo prima moriranno venti papa e ne resusciteranno altrettanti dato che l'ultimo messaggio risale alle 6.30 di questa mattina, vi invito a cercare il termine "dormire sul vocaboario" e... Buongiorno.-

Digitai tutto totalmente a caso, infatti mi ritrovai a correggere ogni singola parola, cose tipo "Non ce la fagiano" al posto di "Non ce la faccio", oppure "Mongolfiera" al posto di "Mongola", e potrei fare un elenco lungo fino in Molise, se il Molise esistesse.
Okay questa era triste.
Quando finalmente inviai erano passati tre dì e otto notti, andai a farmi una doccia, mi vestii e scesi di sotto con la mia tazzona di caffé bollente che ormai tanto bollente non era.
Giù fui assalita da Diana che mi saltò addosso stritolandomi, stranamente la tazza restò intatta.
"Mi mancheraiiiii! Fede giuro che verrò a trovarti! Ogni mese, e porterò tanti koala!"
"Ecco... Sì, anche tu, però evita i Koala... Cioè sai, non so se sono permessi sugli aerei, ehm, dopo la pubblicità del Kinder Maxi li hanno messi tutti in una lista No-Fly."
"Davvero?"
"S-Sì! Che cosa triste eh?"
"Mi dispiace un sacco! Porterò qualcos'altro, tranquilla!"
"Certo, ci conto!"
Feci per andare verso il resto della famiglia riunita come sempre a tavolino, ma passano le loro vite seduti su quei divani?
"Aspetta un attimo... Ti volevo chiedere.."
"Sì?"
"Come va con Rob? Sono seria!"
"Rob? MA CHI LO-"
"Ho detto seria!"
"Ok... Boh, non lo so, aveva detto che dovevo chiamarlo ma ieri quando l'ho fatto si è comportato da schifo e ha aggiunto Jem in chiamata, facendo battutine inutili con un tono che era tutto fuorché ironico... Così l'ho mandato a fare un giro in culandia e gli ho detto che non l'avrei chiamato più. E non mi scrive più neanche la buonanotte, ma sta bene mentalmente o cosa?"
Raccontai tutto con un tono tragico e lei rise, cioè, io ti racconto le mie avventure tristi e tu ridi?
"COSA RIDI?"
"E' geloso!! Pensa che tu e Renner state insieme!"
"Ma geloso di cosa! Ma che cacchio dici, comunque può tranquillamente andare a farsi benedire da Papa Francesco per quanto mi riguarda."
"Chiamalo!"
"Ma neanche se strisci da qua fino alle fogne di Manhattan."
"Vorrà dire che farò qualcosa io..."
"Ma che devi fa... Dove cacchio vai!"
Sparì per le scale, la mandai a quel paese mentalmente e mi diressi verso il salotto.
Pranzammo tranquillamente e poche ore dopo sentii suonare alla porta, andai ad aprire io e mi trovai di fronte Ale, Ele e Clari con un sorrisone grande quanto un villaggio indiano, le feci entrare e le spinsi verso la mia stanza senza neanche farle presentare alla famiglia.
Sbattei la porta e mi sedetti sul divano, aspettai che furono loro a parlare anche perché non sapevo neanche come iniziare il discorso!
Fu Ale la prima a parlare. (In italiano ovviamente)
"Allora, dicci tutto!"
"Bè... So che ci siamo appena conosciute e-"
"Hai qualche malattia terminale?"
"NO CLARI, NON HO NESSUNA MALATTIA."
"In effetti potrebbe essere..."
"Ele non ti ci aggiungere, fatemi parlare!"
"E chi ti ha detto niente!" Innocente la mangiatorte.
"VOI."
"Dai parla!"
"Menomale che c'è Ale... Comunque niente... Devo partire tra 5 giorni."
"SERIAMENTE?"
"Sì Clà... Anzi no!"
"Mi hai fatta preoccupare!" No Ele, sbagli.
"4 giorni!"
"Ah."
"Vabbè dai, ci possiamo vedere in Italia, anche io devo partire a breve!"
"Facile per te che vivi in Sicilia, io sono della Puglia e Ele sta in Lombardia!"
"Dai ragazze, ci sentiremo per messaggio, non preoccupatevi!"
Non me la bevo neanche io.
"Sì dai! Abbiamo il gruppo e poi ogni tanto possiamo comunque riunirci!"
Dopo essermi tolta questo peso e aver promesso insieme di scrivere giornalmente nella chat se ne andarono per via di qualche impegno sconosciuto, mi ritrovai di nuovo nella completa solitudine. Guardai l'orologio, erano le 16.45, avrei dovuto chiamare Robert... SE MAGARI NON FOSSE STATO UN ... UN.
Così la giornata passò noiosamente e tristemente monotona.
Il giorno dopo neanche avevo voglia di alzarmi, infatti restai a letto fino alle 15:00, più o meno quando squillò il cellulare.
Risposi senza aprire neanche gli occhi, mi ero addormentata con il cellulare accanto.
-Vale, sappi che se sei te ti prendo a pugni fino a farti scomparire.-
=E' così che tratti chiunque ti chiama?=
-ROBERT!!!-
Credo mi abbiano sentito anche in Libia.
=Sei così felice di sentirmi da volermi rompere un timpano?=
-Sì! Cioè no! Però diciamo che ormai avevo perso le speranze riguardo al poterti risentire...-
=Non credevo mi amassi tanto!=
-SENTI. Hai qualcosa da dire o no?-
=Certo... Avevamo detto che se non chiamavi facevi tutto quello che volevo, no?=
-Non ci credo...-
=Credici piccola!=
-Non chiamarmi in quel modo... Cosa vuoi che faccia?-
=Sabato avrai un impegno tutta la giornata.=
Era Sabato, ci sarei andata anche strisciando con lui, anche in Africa nella savana, ma cacchio, dovevo tornare in culandia.
-Sabato non posso...-
=Tutto quello che volevo... No?=
-Ma non ci sarò quel giorno!-
=Mh... D'accordo, ti concedo venerdì!=
-Non posso neanche venerdì.-
=Domenica?=
-Domani?-
=L'altra!=
-Neanche...-
=Inizio a credere che Diana mi abbia detto una cazzata.=
-Diana? COSA TI HA DETTO?-
=Di chiamarti perché non potevi vivere senza di me!=
-Non ci credo...-
=Credevo di essere un buon attore... Mi ha detto che tra te e Jeremy non c'è nulla, ma a quanto pare hai diversi impegni con lui dato che non puoi trovare una giornata per vedermi.=
-Tra me e Jem? Cosa dovrebbe importarti?-
=Tengo alla pelle del mio amico! Comunque devo andare.=
-Aspetta!-
=Vuoi raccontarmi dove ti porterà stasera? O dove stanotte vi è scappata una scop-=
-Ma che cosa dici? Sai perché non posso venire venerdì? Sabato e Domenica? E anche il resto delle giornate dopo quei giorni?!-
=Per stare con-=
-SVEGLIATI. DEVO PARTIRE SAI. E per inciso, tra me e Jeremy non c'è nulla, neanche ci sentiamo più. Ma sembra ti importi molto più di questo che di tutto il resto dell'umanità.-
=Partire?=
-Ricorderai che non vivo in America, vero? Devo tornare in Italia.-
=Quando?=
-Giovedì...-
=Bene, domani, dopodomani e il domani ancora... E quello successivo avrai da fare!=
-Cos--
=Domattina passo alle 8:00, bye bye piccola!=
-Non chiam--
Staccò la chiamata.
Vuole farmi fare un altro incidente per farmi restare?
Ma poi sul serio era geloso di Jeremy? Ma figurati!
Che poi cosa diavolo dobbiamo fare in quattro giorni... Sarebbe più facile risolvere trenta enigmi del Prof. Layton che capire cosa diamine gira nella  testa di quell'uomo.
Appure avevo un sorriso ebete in faccia, andai in bagno, mi guardai allo specchio.
Sembravo Jeff The Killer durante gli anni più bui della sua vita.
Mi diedi una sistemata un po' a caso e chiamai le ragazze praticamente urlando ciò che era appena successo. 
Tutte e tre in coro mi urlarono contro qualcosa riguardo il mio amore per Robert, Clarissa non tardò a tirar fuori quella sua cosa strana, Rubrica... Robica... Roberica! Roba che se lo sa solo lei cosa infilano nella torta arcobaleno.
Tentai invano di spiegare che il mio amore per Robert arrivava solamente al livello "Idolo indiscusso sulla faccia della terra.", ma alla fine dovetti arrendermi alle loro urla da fangirl in crisi ormonale.
La sera ci riunimmo tutte a mangiare una pizza al Pizza Palace, se prendevamo un cinghiale crudo era meglio.
"Allora Ele, che mi dici del tuo incontro con Jem?"
"Si voglio sapere anch'io, non è che mi rubi il mio amore?" Clari, il tuo amore si chiama torta arcobaleno, e posso rubartelo solo io.
"Ma non è stato nulla di che, dovevo andare in una fumetteria per comprare qualcosa sugli Avengers, andava bene qualsiasi cosa insomma... comunque niente, l'ho beccato per strada con le mani in tasca e la testa bassa, mi è venuto addosso e io ero già pronta con la mia dose di scuse, poi ho visto che era lui e mi sono morte le parole in bocca..."
"Poi?!"
"Per scusarsi mi ha accompagnata in fumetteria, si è presentato e abbiamo fatto una foto!"
"Pfff! A te non ti ha abbracciata!"
"Si invece! Quando ci siamo salutati!"
"Si ma con me è stato più preso!"
Clarissa che continuava ad autocompiacersi faceva morire, Alessia guardava entrambe con uno sguardo da chi sta assistendo a uno spettacolo di due pazze da ricovero.
"E' stato preso per il collo, ecco cos'è stato, e vorrei farti notare che è merito mio se l'hai incontrato! Adesso mangiamo sta poltiglia qua prima che diventa un frisbee per cani."
Le convinsi con il mio paragone idiota e in men che non si dica finimmo la nostra cena, poi ci salutammo e ci incamminammo ognuna per casa nostra, una volta arrivata mi gettai sul letto felice... E dire che mi ero svegliata con una voglia di vivere pari a quella di un lombrico con l'ernia al disco.
Chissà cosa aveva in mente Robert, avrei pagato milioni per scoprirlo, non vedevo l'ora passasse quella notte.
Puntai la sveglia alle 7 in punto e mi addormentai ansiosa di sapere cosa mi riservava il giorno a venire.

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Ed eccomi con un nuovo capitolo, e anche con un ritardo di non so quanti giorni, ho avuto diverse sventure e crisi in questi giorni, sono arrivata al punto di prendere a pugni un accappatoio per sbollirmi.
Risultato?
Ho una mano che sembra abbia passato la seconda guerra mondiale.
E fa male.

COMUNQUE.
Scusate se ci sono errori o qualcosa di tragico ma ho fatto tutto di fretta, poi si è fatto tardi e volevo pubblicare entro stanotte, quindi perdonatemi con Rob :c.

DAI CHE LE COSE SI SONO AGGIUSTATE, FESTEGGIAMO.
Circa. C'è ancora un viaggio in sospeso, secondo voi si sentono via piccione poi? Lo scopriremo nelle prossime puntate!

No ok. RINGRAZIO UN SACCO ELEONORA E ALESSIA, MA UN SACCO TIPO. *Regala una sacco di patate alle due ragazze*
Mi hanno salvata mentre annegavo nel fango della mia mente, non riuscivo ad andare avanti e puff.
Ringraziamole tutti quanti in coro, dai! Come un gruppo di drogati! 
No... *se ne va in silenzio*.

Come sempre ringrazio chi ha recensito: Kane0042 ; la cugina ; darkemily ; AntoLisa84 e Ensamma_Vargen.

Non so cosa farei senza di voi! Vi invito a continuare a farmi sapere la vostra se non volete vedere la vostra casa scappare con dei piedi immaginari mentre un uomo di tre metri da fuoco alle vostre scorte di cibo, per chi non lo fa spero prima o poi lo faccia, mi aiuterebbe a migliorare e mi darebbe anche idee dato che sto un po' a corto, anzi, chi ha qualche conisiglio / idea me lo scriva!
In omaggio un Robert in plastica a grandezza umana.

Adesso vi saluto, al prossimo capitolo!
Kiss Kiss Bang Bang!

 

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Capitolo 11
*** XI. Hollywood. ***


Ultimo aggiornameto 11/09/2015.
*Si getta sotto un ponte *

Okay, avete tutto il diritto di strapparmi gli occhi, uccidermi, mandarmi al rogo, farmi assassinare, o qualsiasi cosa vi passi per la testa di fare, sono fin troppo consapevole del mio fare schifo, non mi aspetto che tutti tornino a recensire come una volta, ma spero comunque di farmi perdonare pian piano.
Sorry, adesso vi lascio al proseguimento della storia.

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Quella mattina mi alzai ancor prima che suonasse la sveglia, di solito accade così quando vai a dormire con la consapevolezza di dover fare qualcosa di importante l'indomani.
Aprii gli occhi, fissai il soffitto riflettendo un attimo su cosa dovevo fare quel giorno, poi, dopo minuti di intensa riflessione scattai come una molla sul materasso, afferrai il cellulare: “6.30”, tolsi la sveglia ormai inutile e mi fiondai in bagno concedendomi a una doccia più lunga del dovuto, alle 7.30 ero fuori, asciugata, vestita e... e vestita, che pretendete?
Presi uno zaino infilandoci portafogli, bottiglietta d'acqua e una felpa per l'evenienza, chissà se Robert mi avesse portato sul monte Everest dovevo essere pronta!
Neanche il tempo di prendere un caffè suonarono alla porta, mi catapultai ad aprirla, roba che avevo alzato una corrente d'aria capace di abbattere un elefante in Africa.
“Vedo che mi attendevi con ansia!”
“Sei così pimpante anche di prima mattina?”
“Solo se necessario! Vieni, ho preso un'auto utilitaria per passare inosservati.”
“Cos'è? L'ultima Audi uscita? L'A4?”
“No! Devo ancora prenderla quella ora che ci penso...”
Nel frattempo eravamo arrivati al cancello di casa e...
“Robert...”
“Sì, cara?”
“Cosa. Diavolo. E'. Quella. Cosa.”
“Cosa ha che non va?”
Una Nissan Cube GIALLA. -

Potevo comprendere splo la Nissan Cube, okay.
MA GIALLA?

Vi invito a osservare sulla rete tale auto, se volete aggiungete al nome dell'auto il nome R. Downey, poi ditemi.

“È...”
“Stupenda? Fantastica? Magnifica? Uhm... Favolosa?”
“OBBROBBRIOSA.”
“Devi sul serio rivedere i tuoi gusti...”
Fece una faccia colpita, come se fossi stata io ad avere un'auto dalla forma di un cubo.
Dopo diverse proteste fui costretta a salire su quella cosa, una volta dentro cercai di sprofondare nel sedile. E ci sarei riuscita se magari i sedili non fossero stati in pietra.

“Posso sapere almeno dove siamo diretti con questo dado ambulante?”
“Solo se smetti di offendere la mia piccola.”
“Okay, hai una stupenda auto, con colori assolutamente NON sgargianti, e soprattutto NON ECCENTRICA.”
“Insisto sul tuo dubbio gusto estetico.”
“Hai intenzione di dirmi verso quale universo ci stiamo spostando?”
“Siccome sono un uomo molto geniale-
“Magari senza sparare banane.”
“Okay, siccome sono un uomo molto-
“Ho detto senza sparare banane.”
“SICCOME SONO UN UOMO.”
“Già meglio.”
“Da quand'è che sei così eloquente?”
“Divento ossessivamente rompipalle quando circolo su attrezzi osceni.”
“Ho intenzione di farti girare i luoghi più belli di Los Angeles dato che hai deciso di passare le vacanze a fare conoscenza con dei dottori, e ho intenzione di farlo con quest'auto.”
Ignorai con molta difficoltà metà della frase, per evitare di lanciargli un Koala.
“ANDREMO ALLA WALK OF FAME?”
“Perché andarci se non c'è la mia stella?”
“Ma...”
“Ti ci porterò solo perché ne ho già una.”
Lo guardai con due occhi a palla che minacciavano di fuggire dalle orbite.
“No piccola, sto parlando di Betty.”
“Ah. Betty."
“L'auto.”
“Robert, se non parti la tua Betty si moltiplcherà in centinaia di lattine di Pepsi scaduta.”

Dopo circa ventordici minuti spesi a discutere su quanto quella macchina somigliasse a un limone partimmo. E io ancora non sapevo dove cacchio stavamo andando.
Dopo altri ventordici minuti imboccavamo una strada che usciva dalla città e un cartello indicava l'entrata verso il “Monte Lee”.
Molti capiranno subito dove eravamo diretti, io invece so di Geografia quanto Captain America sa di tecnologia.

“Dai tuoi sguardi deduco che tu non abbia ancora capito dove siamo diretti!”
“E' grave?”
“Ti direi che non lo è, ma non mi piacciono le bugie!”
Lo sapevo che in aereo dovevo leggere quei Deplìant che mia madre aveva preso chissà dove.
“È comunque un bene, la sorpresa sarà più grande e il tuo amore verso di me crescerà a dismisura.”
“Non accetti proprio il fatto che non sia caduta ai tuoi piedi al nostro incontro?”
“In realtà eri già ai miei piedi!”
“Mi stavi sommergendo di sabbia!”
“Chi era quello che dormiva su una spiaggia?”
“Era... Cioè... SENTI.”
Mi lanciò un'occhiata eloquiente e in quel momento lo odiai a morte, ma amavo comunque ogni smorfia che il suo viso formava...
-Tu hai dei problemi.-
Torna a lavorare.

“Stiamo per arrivare, reggiti forte quando mi salterai addosso urlando: “Ti amo Rob!"”
Imitò una voce da gallina senza piume.
“1. Non ho quella voce. 2. Non ti salterò addosso. 3. Sono tre ore ch- ODDIO.
IO TI AMO.”
Un'altra occhiata peggiore di quella di prima, ma me ne fregai altamente e mi gettai fuori dall'auto quasi volando.
Hollywood Sign.

Sarà ridicolo ma sogno di calpestare quel luogo da sempre, manco fosse la luna.
Mi affiancai all'enorme scritta allargando le braccia verso la città.
-Ti ci manca solo Jack ad abbracciarti da dietro.-
Non rovinerai questo momento.
Mi voltai verso Robert che nel frattempo mi aveva raggiunta, feci un sorriso a 45 denti e gli saltai praticamente addosso, tutto ciò sotto le occhiate di una decina di turisti.

“Bè?”
Alzò le sopracciglia come a sottolineare quanto avesse fatto colpo con questa sorpresa. Ma me ne fregai altamente.
“È... È stupendo!”
“Cosa dicevamo sul fatto che mi ami?”
“Che sei un fottutissimo egocentrico.”
“Un fottutissimo egocentrico che ami?”
Lo ignorai bellatamente e finalmente lo liberai da quell'atroce stretta che gli stavo riservando da diversi minuti, andai a sedermi sotto la lettera “H”, anche se il terreno era praticamente solo terra.
Pochi secondi dopo mi raggiunse anche lui.
“Hai appena lasciato Robert Downey senza risposta!”
“Oh, il tuo ego ne risentirà!”
“Non se mi rispondi.” Il suo sguardo si fece serio e io persi un colpo. Anzi ne persi venti. In realtà mi chiedo se il mio cuore sta battendo ancora adesso...
“Ahm... Bè... Tu, Io... Cioè, tu sei, sì cioè.... Okay, forse è c-
“Anata wa shashin o toru koto ga dekimasu ka?” [N.D.A. non traducete da Translate Google che vi da l'astrogoto.]
“EH?”
Salvata da una Giapponese all'angolo. Grazie donna.
“Of course!”
“Sai il cinese?!”
“No Rob, ma sta cercando di cavarmi un occhio con quella macchina fotografica.”
“Ma al diavolo lei e la fotografia!”
La seguii come fuggendo dal diavolo e cercai di perdere più tempo possibile costringendola poi a scattarmi diverse foto con il mio cellulare.
“Setto no otoko?”
Indicò me e Robert con il mio cellulare. Ci misi un po' (trenta minuti) a capire che intendeva, presi Robert per un braccio dicendogli di fare una foto, dopo circa venti scatti ne uscirono un paio decenti, salutammo la tizia (Rob non la degnò di uno sguardo) e ci dirigemmo all'auto.

“Fottuta cinese.”
“A me è sembrata simpatica!”
“Con dieci persone presenti proprio da me doveva venire?”
“Non eri tu quello a cui piaceva attirare le donne?”

Ripartimmo per non so dove, io che me la ridevo, Robert che malediceva i Giapponesi e i Cinesi del mondo, senza neanche distinguerli.
Stesimo in silenzio durante metà del viaggio, così presi il jack per collegare il cellulare alla radio, non appena attaccai partì una canzone totalmente a caso, che mi chiedo cosa diavolo ci faceva in quella playlist.
Feci per cambiarla ma mi fermò, dicendomi di rimetterla.
“Mi piace l'attacco.”
“È una canzone italiana!”
“Come si chiama?”
“The Biggest Show after the Big Bang.”

Jovanotti insieme agli AC/DC, i Guns n' Roses, i Led Zeppelin... COME.
“Traducimela.”
Feci ripartire la canzone, lui ascoltava come se da essa dipendesse la sua stessa vita.
“Il più grande spettacolo dopo il Big Bang,
Siamo noi, io e te,
Che abbiamo fatto a pugni, io e te,
Fino a volerci bene, io e te,
Che andiamo alla deriva, io e te,
Nella corrente.
Io e te.
Che attraversiamo il fuoco con un ghiacciolo in mano, che siamo due puntini ma visti da lontano, che ci aspettiamo il meglio come ogni primavera, io e te.”

Più che cantare sembrava recitassi la divina commedia.

“Il più grande spettacolo dopo il Big Bang,
Siamo noi, io e te.

Ho preso la chitarra senza saper suonare,
è bello vivere anche se si sta male,
volevo dirtelo, perché ce l'ho nel cuore,
son sicurissimo... Amore.”

Accostò la macchina a sinistra di colpo, mi osservò come se stesse cercando il significato della vita sulla mia faccia, io come risposta lo guardavo cercando di capire cosa diavolo stesse pensando.
Schiuse le labbra come per dire qualcosa, si fermò, le richiuse, poi mi baciò.
E altro che bacio casto e puro.
Iniziò dandomi un piccolo bacio a stampo, poi riprese, stavolta lasciai che le nostre lingue si esplorassero a vicenda, fu carico di passione, ci staccammo solo quando i polmoni chiesero pietà.
“Robert...”
Mi sorrise.
“No...”

 

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Ne approfitto per fare gli auguri a Mark che oggi fa il compleanno!


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Ok quel "No" vi avrà uccise tutte, o almeno gran parte di voi, MA.
No, niente ma, resusciterete, sappiatelo!
Ringrazio coloro che hanno recensito... Due mesi fa (?), e soprattutto colei che lo ha fatto pochi giorni fa facendomi ricordare che sono un'idiota lasciandovi appese tutte: Iron Arrow 2003 ;
Ensamma_Vargen ; Kane0042 ; Darkemily ; AntoLisa84 ; Lacugina . (Il pc durante questo lasso di tempo ha subito diverse malefatte, ora è un morto vivente, quindi pardon ma non riesco a taggare, porco daino.)

Recensite se vi va, non vi minaccio più perché neanche me lo merito (?).
Alla prossima!
 
 
 

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