Il fantasma vendicatore di StellinA003 (/viewuser.php?uid=826053)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 2- primo giorno di lavoro ***
Capitolo 3: *** capitolo 3- Amici? amici! o... quasi ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5- Attimi ***
Capitolo 6: *** Avviso ***
Capitolo 7: *** capitolo 6- una nuova amica ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Il fantasma vendicatore
Capitolo 1- Prologo
Ciao, mi chiamo Sana Kurata e ho 20’anni.
Sono un fantasma vendicatrice e mi manifesto di giorno nella villa degli Hayama per vendicare la morte di mia madre, separandoci. Io non sono esattamente morta, posso rivivere ancora ma la cosa che voglio fare in questo momento è vendicarmi, non m’importa di avere una nuova vita, anche se se mi trasformo in umana riuscirei per sempre a diventare un fantasma e ritornare da mia madre. Il principale della tragedia è Akito Hayama, 21’anni, capelli biondi, occhi ambrati, uomo ribelle e capace di qualsiasi cosa.
Non so cosa mi sia successo precisamente ma so solo che dopo la tragedia mi sono trasformata in un fantasma e la mia missione è vendicarmi.
Il mio piano fra poco verrà attuato, tutto è stato curato nei minimi dettagli, mi farò chiamare Fujiko Matsumoto.
Casa Hayama- ore 8:45
<< Akito! Akito! Sveglia >> Questa è Annamarie, la cameriera che lavora qui da 25 anni e che mi ha fatto praticamente da madre.
<< Annamarie, sì, ora mi sveglio >>
<< No, adesso lo dovrai fare. Tuo padre ha assunto una nuova cameriera e mi ha chiesto di chiamarti per occuparti di lei >> << E perché io? Non ci può andare lui? >> << Akito, sai che tuo padre è un uomo molto impegnato >>
<< Sì, sfortunatamente sì >>
<< Dai su, svegliati e vai a presentarti >>
<< D’accordo >>
Una volta finito scende giù all’ingresso dove girata c’è una ragazza dai capelli rosso fuoco che osservava la casa, come se la stesse studiando
<< Ehm… mi scusi… >>
La ragazza si gira e saluta Akito cordialmente
<< Salve, signor… >>
<< Akito Hayama >>
<< Oh si certo, mi scusi >>
<< No, niente >> Akito sembrava molto scocciato e questo alla ragazza non era di certo sfuggito.
<< Piacere, mi chiamo Fujiko Matsumoto e sono qui per il colloquio di lavoro con il signor Fuyuki Hayama, suo padre immagino >> disse porgendogli la mano << Mi dispiace ma mio padre adesso non può riceverla >>
<< Mmmh, che sfortuna! Ho proprio bisogno di parlagli, potrei allora parlare con lei? È suo figlio quindi immagino che sia la stessa cosa >>
<< No, ritorni un altro giorno >>
<< Su Akito, non essere scortese, non è gentile trattare così una donna >> << Annamerie, puoi andare a chiamare mio padre? Questa… donna, vuole parlare urgentemente con lui, io le ho detto che non può, ma insiste >>
<< Akito su, allora perché non ci parli tu? >>
<< Semplicemente perché a me non interessa il personale, è una questione di cui se ne deve occupare mio padre >>
<< Mi scusi se m’intrometto signore, ma io sono venuta qui per un colloquio di lavoro con suo padre e per telefono mi ha spiegato in modo chiaro e preciso che se lui non poteva, suo figlio sarebbe stato disponibile ed io non posso ritornarmene a casa dopo che sono venuta a piedi da Gunma solo per venire qui e non accetto assolutamente che venga rimandata anche perché ormai tutto è confermato >>
<< Capisco signorina, infatti adesso Akito parlerà con lei e metterà in chiaro tutto ciò su cui lei ha dubbi >>
<< Lo spero >>
<< Certo certo, venga con me >>
<< A presto >> dice Fujiko ad Annamarie
<< A presto cara >> Risponde quest’ultima.
Fujiko le rivolge un meraviglioso sorriso che subito viene ricambiato.
<< Allora, siediti >> dice Akito a Fujiko.
Fujiko fa come le viene ordinato e dice
<< Allora signore, io vorrei prima di tutto parlare dei miei orari di lavoro >>
<< Di solito le cameriere dormono qui, il weekend possono uscire con un permesso e se urgente anche in settimana e chi si deve occupare di qualcuno personalmente può dormire alla propria casa e il giorno dopo può ritornare >>
<< Bene, io non mi devo occupare di nessuno adesso >>
<< Quindi resterai qui 24h su 24h >>
<< Sì >>
<< Deve domandare qualcos’altro? >>
<< Sì, da quando comincio a lavorare? >>
<< Domani >>
<< Certo, allora a domani signor Hayama Akito >>
<< A domani >>
ANGOLO AUTRICE
Allora? Che ne pensate di questo breve prologo? Spero vi sia piaciuto…
A presto
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Capitolo 2 *** capitolo 2- primo giorno di lavoro ***
Il fantasma vendicatore
Capitolo 2- primo giorno di lavoro
<< Mamma, mamma! >> non rispondeva nessuno
<< Mamma! >> la inizio a cercare in tutte le parti della casa fino a quando arrivo in cucina trovandola stesa per terra, che stava perdendo molto sangue, così tanto che non mi accorsi nemmeno da dove proveniva.
<< Mamma, mio Dio, che ti è successo? >>
<< H-Haya-ma… A- ki-to Haya-yama >>
<< Hayama? Quell’uomo dell’azienda? Mamma! MAMMA, RISPONDIMI, MAMMA >> cado a terra, sfinita dal dolore.
Perché a me? Perché? Mamma
Una squadra di poliziotti fanno irruzione in casa, mi fanno delle domande ma io non rispondo, sono su un altro pianeta, completamente vuoto.
All’improvviso perdo i sensi e mi trovo in un altro posto, a me totalmente sconosciuto.
All’improvviso, noto una scritta, una scritta che mi fa ribollire il sangue: “Villa Hayama”.
Mi vendicherò.
Dopo mesi e mesi di ricerche su quell’uomo finalmente il mio piano verrà attuato.
Villa Hayama- ore 8:35
TOC TOC
Una volta che Annamarie aprì la porta Fujiko le fa un enorme sorriso
<< Ciao Fujiko >>
<< Ciao Annamarie, come sta? >>
<< Cara, io sto benissimo ma non essere così formale con me, per favore >>
<< Hahaha, d’accordo, non sarò più così formale Annamarie >>
<< Bene, brava ragazza, adesso entra >>
Una volta entrata Annamarie riprende la parola
<< Allora, adesso vado a chiamare il signor Hayama >>
<< Ah, ehm, senti Annamarie, potresti chiama re il figlio, il signor Akito anziché suo padre? No, non fraintendere, voglio parlare con lui solo perché ieri è stato lui a darmi indicazioni e oggi voglio chiedergli da dove iniziare e poi… >> << No Fujiko, non devi darmi spiegazioni, adesso lo chiamo e gli ordino di scendere >>
<< Grazie >>
<< Di niente >>
Annamarie sale su per la lunga rampa di scale e si dirige verso la camera di Akito.
Sana lascia posto ad un’espressione seria, molto seria e molto vendicativa.
Questo è solo l’inizio, caro Hayama…
*** POV AKITO***
<< Akito, Akito! >> Urla Annamarie alzando le tende delle finestre per far penetrare la luce del sole.
<< Annamarie, ti prego, basta urlare e abbassa le tende, per favore, non farmi perdere la pazienza >>
<< Su Akito, c’è la signorina Fujiko giù >>
<< Oh mio Dio, mandala via o chiama mio padre >>
<< No, mi dispiace Akito ma Fujiko vuole che sia tu a dire cosa deve fare perché sei stato sempre tu ieri a darle l’ordine, ti vede come il suo capo >>
<< Fantastico >> dice Akito con tutta l’ironia possibile.
<< Akito, non è il momento di fare l’ironico, alzati e vai da Fujiko >>
Akito si alza e ancora seduto sul letto dice
<< Io non sono il capo di nessuno okay? E adesso Annamarie, te lo chiedo per favore, puoi andare lì e dire a quella che io non comando nessuno? Sono il figlio del capo ma non IL capo, okay? Puoi ripetere queste stesse parole alla Matsumoto? >>
<< Oh oh, no, mi dispiace ma vedo che quella ragazza ti fa proprio un buon effetto, ti fa parlare molto di più, complimenti alla “Matsumoto” >>
<< Un buon effetto? Mi fa perdere proprio la pazienza, altro che buon effetto >>
<< Akito senti, mi dispiace ma io non le dirò assolutamente niente se non di aspettarti, adesso preparati, non si fa aspettare una donna >>
Akito poteva giurare di aver visto spuntare da dietro la porta, mentre la porta si stava chiudendo, un ghigno divertito da parte di Annamarie che lo fece sospirare e andare in bagno a prepararsi.
Una volta finito scese giù dove incontrò Fujiko.
<< Oh ciao signor Hayama >>
<< Di cosa hai bisogno? >>
<< Molto semplice, vorrei cominciare a lavorare e vorrei sapere cosa devo fare e metterci d’accordo sulle stanze >>
<< Senti >> inizia Akito con una calma forzata << IO non mi occupo di questo genere di cose, IO non sono il capo di nessuno, IO non devo assolutamente dirti niente, né riguardo la tua stanza, né di quello che farai, ieri era un caso a parte, oggi mio padre credo che sarà disponibile quindi vai da lui >> << Senta signore, io sono qui per LA-VO-RA-RE, non per giocare okay? Suo padre mi ha detto che in caso di bisogno potevo chiedere al figlio, in questo caso tu, e che potevo contare su di te in qualsiasi momento.
Adesso vorrei che lei mi dia informazioni perché lei ieri mi ha reso possibile della sua disponibilità e dato che lei sa cosa io voglio sapere e a che punto ieri è arrivata la nostra conversazione vorrei che lei mi desso altre informazione >>
<< Va bene, ma che sia l’ultima volta >>
<< Certo, come no >>
<< Senti, in qualità di tuo capo, non ti permetto di rispondermi >>
<< Punto 1, io, anche se sono solo una dipendente, sono un’umana, una persona, UNA DONNA e merito anch’io, come lei, rispetto, capo o non.
Punto 2, lei, ha appena detto che non è il capo di nessuno quindi non le permetto di trattarmi come una schiava perché lei, per me, non è assolutamente nessuno se non un conoscente, anzi, uno sconosciuto e non le permetto di prendersi tali confidenze, quindi, per favore, mi dia del lei come io le do del lei >>
<< Ma che sfacciata >>
<< Eh? Io sfacciata? Io? Io ho solo detto quel che penso! Che c’è? Il signor Hayama non digerisce il fatto che gli si viene detto la verità? >>
<< Senti ragazzina… >>
<< In quanto al fatto di anni per quanto mi riguarda io ho i tuoi stessi anni, quindi ragazzino… >>
<< Questa è bella! Io ragazzino? >>
<< Amplifon? Ho il numero, se vuole lo chiamo, non ho problemi se è per aiutare IL MIO CAPO >> Risponde a tono Fujiko marcando il tono di voce sulle ultime parole.
<< Sei davvero impossibile, in questo modo rischierai il licenziamento immediato >>
<< Mi deve dare del lei prima di tutto e poi, suo padre non credo che mi licenzierà solo perché ho risposto ad una provocazione di suo figlio, questo è il mio carattere e mi dovrà sopportare per quel che sono. Io non cambio solo perché lavora in questa casa chiaro? >>
<< Chiarissimo >>
<< Lo spero >>
<< Bene, adesso PUÒ andare nell’ufficio dove siamo stati ieri >> disse Akito marcando di più il “può” per farle capire che aveva capito il concetto forte e chiaro.
<< Ma certo signor Hayama >> Akito e Fujiko si dirigono verso lo studio dove era solito andare Akito per le riunioni che gli affidava il padre.
<< Bene signorina Matsumoto, adesso lei inizierà a lavorare almeno il primo giorno con le altre cameriere che vi faranno vedere come e cosa dovrete pulire la casa e occuparvi delle persone che ne occupano la proprietà, ovvero il servire i padroni di casa >> << Capisco, del pagamento ne parleremo più il là, non m’importa molto >> Akito da quel “non m’importa molto” rimase basito.
Ma come può non importarle? Non è venuta qui solo per riuscire a vivere con i soldi che le diamo?
Questa donna è un mistero.
Senza neanche rendersene conto, Fujiko era già arrivata in cucina dove stava Annamarie.
<< Ciao Annamarie! Il signor Hayama mi ha detto che il primo giorno dovrò lavorare con le altre cameriere. Non è che puoi farmi tu da “guida” >> << Ma certo Fujiko, non preoccuparti >> << Grazie >>
Fujiko e Annamarie si misero a lavoro ed entro mezzogiorno la casa era pulita e la tavola apparecchiata.
<< Adesso Fujiko arriveranno i padroni, il signor Hayama, Natsumi e Akito, noi dobbiamo servigli e augurargli buon pranzo >> << Sembra abbastanza facile >> << Sì, non è niente di che >>
Bene, credo proprio che il caro signorino Hayama oggi non pranzerà. Poi, stasera gli porterò giusto qualche avanzo per guadagnarmi un po’ di fiducia.
<< Buongiorno signori >> dicono all’unisono Fujiko, Annamarie e altre cameriere.
<< Buongiorno >> Dicono Natsumi, il signor Hayama e Akito.
<< Oggi cosa si mangia? >> Dice Natsumi sprizzando energia da tutti i pori come sempre. Annamarie risponde
<< Per primo abbiamo ottime lasagne, per secondo pollo al forno con contorno di patate, come frutta abbiamo fragole con panna e come dolce un’ottima torta al cioccolato fatta dalla migliore pasticcera della città, chiamata personalmente da me e Fujiko >>
<< Mmmh, ho sentito parlare di Fujiko ma non la conosco ancora, chi è? >> Fujiko prontamente dice << Io signora! >> << Oh! Finalmente faccio la sua conoscenza >> poi si alza dal suo posto a tavola e si avvicina a lei dicendo << Io sono Natsumi, per favore, non mi chiamare signora e mi dia del tu >> << Se io ti devo dare del tu, dammi anche tu del tu >> << D’accordo… noi diventeremo molto amiche >>
<< Ahaha, sì >> << Bene, adesso ti presenterò tutti i camerieri, la governate che già l’hai conosciuta, è Annamarie, e tutti i miei famigliari >> << Certo, una volta finito di mangiare andremo a conoscere tutti >> << No no, adesso, per primo inizierò con la mia famiglia >> << Su Nat, adesso è ora di pranzo, anch’io voglio conoscere bene Fujiko ma una volta finito di pranzare >> << Papà, può pranzare con noi? >>
<< Beh, se non è un problema sì >> << Per me è un problema >> interviene Akito.
<< Taci Aki, se papà dice sì, è sì >>
<< Ma taci tu che sembri una bambina con il tuo primo giocattolo >>
<< Grr, zitto, Fujiko non è il mio giocattolo >>
<< Su ragazzi, basta litigare! Akito, non vedo cosa ci sia di male nell’invitare una ragazza a pranzare con noi, me lo spieghi? >>
<< Semplicemente perché è una cameriera e poi non bisogna darle troppa confidenza >>
<< Ma Natsumi vorrebbe diventare sua amica e poi non credo cosa centri con il fatto che sia una cameriera >>
<< Perché poi se diventano amiche Natsumi e la “signorina” Fujiko si metterebbero a spettegolare e non lavorerebbe più perché assumerebbe un ruolo di preferenza in questa casa, e non è giusto >> Natsumi prende la parola << Parli proprio tu di preferenze quando Annamarie è la tua preferita >> << Di certo non spettegolo con lei come fate voi ragazze, specie se siete della stessa età >> Fujiko interviene << Scusatemi se m’intrometto nella vostra conversazione ma avrei anch’io qualcosa da dire. Io non spettegolo perché sono una persona seria e ho bisogno di questo lavoro e non vorrei perderlo per niente al mondo. Se sua sorella vuole diventare mia amica mi farebbe piacere perché io non ho mai avuto una vera amica e poi parlerò con lei solo se necessario e se una delle padrone mi chiede di conversare un po’, il mio dovere è ubbidire, non spettegolare a mio piacimento >> Natsumi rimane colpita dalle parole di Fujiko, così tanto che le fa i complimenti << Bravissima Fujiko >> poi si rivolge a suo fratello << Esattamente e quindi, caro fratello, non puoi opporti perché io sono il suo secondo capo >> << Anch’io sono il suo capo! >> si oppone Akito.
Fujiko allora con il ghigno sulle labbra dice << Oh! Mi dispiace signor Hayama ma lei non è il mio capo, me lo ha detto proprio lei, quindi… io non la considero un mio capo >> Queste parole lasciarono a bocca aperta tutti, anche Akito che per come è stato contraddetto è rimasto a bocca aperta, mai nessuno lo aveva trattato in quel modo, specie una donna.
Il signor Fuyuki allora per smorzare quel silenzio imbarazzante dice << Allora ragazzi, adesso basta, Fujiko, perché non vieni a pranzare con noi >>
<< Verrei volentieri ma non posso, essendo il mio primo giorno di lavoro vorrei rendermi utile in qualche modo, pranzerò più tardi con Annamarie, poi forse a cena potrei, sempre se l’invito sarà ancora valido >> << Ma certo Fujiko, l’invito sarà sempre disponibile per te >> << Allora grazie >>
Poi fa una specie d’inchino ai presenti e se ne va in cucina seguita da Annamarie. Una volta in cucina Annamarie ancora sbalordita dalle parole della ragazza dice << Fujiko, non ti sembra di essere stata troppo dura con Akito? >> << No, per niente, se l’è cercata. Io non spettegolo, io eseguo degli ordini e lui quando ci fu il colloquio ha detto esplicitamente che non è il mio capo ed io non lo tratto come tale >> << Sì però… >> << Basta, non voglio parlare più del signor Hayama >> << D’accordo >> poi Fujiko domanda << Annamrie, oggi potrei distribuire i piatti ai signori? Voglio fare qualcosa >> << Ma certo, non ci sono problemi, nel frattempo che tu distribuisci i piatti col primo, io sto in cucina a distribuire nei piatti il pollo >> << Okay >>.
<< Ecco a voi >> dice Fujiko portando tre piatti con lasagne come una perfetta cameriera.
Prima dà il piatto a Natsumi, poi al signor Fuyuki e quando arriva ad Akito “involontariamente” lo fa cadere addosso ad egli.
<< Oh mio Dio! Mi scusi, davvero non volevo, è il mio primo giorno di lavoro, mi perdoni >> Akito sentiva la rabbia salire, come si era permessa quella stupida << Basta! >> urla Akito << Sei venuta qui per lavorare, non per rispondere a persone che non conosci affatto. Se non sapevi fare la cameriera non vedo perché sei venuta. Sei un disastro! Basta, mi sono stancato, vado in camera, dite ad Annamarie di non portarmi nient’altro >> Akito va in camera sua arrabbiato più che mai, si era trattenuto dal menare un ceffone a quell’insolente.
Sana dal canto suo si sentiva pienamente soddisfatta.
Adesso cercherà di diventarle amica, di avere la sua fiducia. Il suo piano sta andando come voleva lei.
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Capitolo 3 *** capitolo 3- Amici? amici! o... quasi ***
Il fantasma vendicatore
Capitolo 3- Amici? Amici! O… quasi
TOC TOC
<< Chi è? >> << Signor Hayama, sono la signorina Fujiko, posso entrare? >> << No, va via >> << La prego, è questione di un minuto, le lascio una cosa e poi vado >> << D’accordo, entra >>.
Fujiko apre la porta con un vassoio in mano.
<< E quello cos’è? >> << Mh? Questo? Mi stupisco che lei non lo riconosca dato che vive tra cameriere e vassoi in oro. È un vassoio! Non lo riconosce? >>
<< Sì, so cos’è ma… cosa contiene >> << Del cibo no? >> << E per quale motivo? >> << Vuole per caso digiunare? >> << Quella era la mia intenzione, con lei in casa non mi sento più neanche sicuro a mangiare >> << Ehi! Cosa sta cercando d’insinuare? Io sono un’ottima cuoca >> << Certo, come no, in cucina ho sentito urla di Annamrie “ Fujiko, no quello non lo devi toccare, potrebbe bruciare tutto!” non erano state queste le parole di Annamarie? >> << Ehm… >>
<< Sei una pessima cuoca >> << Ma questo l’ha fatto Annamarie >> << In questo caso… lo mangio >> prende il vassoio dalle mane di Fujiko e lo apre.
Si vede che è stato fatto da Annamarie, ha un bellissimo aspetto e un ottimo profumino.
<< Allora? Ha intenzione di mangiarlo o lo fisserà per un’altra ora? >> << Ehm, no, adesso lo mangio >>
<< Bene >>. Akito mangia in silenzio e Sana lo scrutava attentamente. Akito se ne accorge e domanda
<< Che c’è? Sono sporco? >> Sana ride e dice
<< Ma no, ti stavo solo guardando >> << Motivo? >>
<< Così! Non si può? >> << Fa come vuoi >>
<< Grazie >>. Dopo minuti di silenzio Fujiko riprende a parlare << Ehm… senti, io volevo scusarmi per quello che ti ho fatto, veramente… non l’ho fatto di proposito, per me è importante mantenere il mio lavoro e se qualche volta le rispondo è solo perché io ho un mio carattere piuttosto impulsivo e ribelle >> Akito rimane stupito, è il primo argomento che trattavano senza litigare e serio.
<< Non dice niente? >> << Sono stupito >> Fujiko ride << E perché? >> << Non lo immagina? >> << Hahaha, in effetti sì. Litighiamo sempre, anche al colloquio di lavoro che dovrebbe essere una cosa seria ma invece abbiamo litigato e adesso abbiamo finalmente un’ottima conversazione >> << Già, e mi stupisco. Lei è una ragazza che sa tenermi testa e l’ammiro un po’ >>
Sana rimane stupita.
Non lo immaginavo così… così profondo.
Fujiko sorride << Davvero? Grazie. Anche… anche la mia mamma mi ammirava, me lo diceva ogni giorno >>
Sana sgrana gli occhi
Cosa mi prende? Ho parlato di mia madre con il suo assassino. Cosa mi succede? Perché mi comporto i n questo modo con lui?
<< E adesso? Non te lo dice più? >>
Sana sente crescere la rabbia. I suoi occhi, dapprima tristi, diventano infuocati, ma Akito non lo nota perché Sana, essendo un fantasma, riesce a mascherare le sue vere emozioni molto bene.
<< No, è morta, ma qualche volta la sento che me lo dice in sogno >> Fujiko questa frase la disse con una nota di rabbia che non era riuscita a nascondere.
<< Sei arrabbiata? >> << No, assolutamente >> << Sai, anche mia madre è morta 1 anno fa.
Mia madre mi dava sempre consigli su tutto, anche su come comportarmi quando c’è un ospite, di solito odio gli ospiti e faccio di tutto per farli arrabbiare ma da quando mia madre mi ha dato tutti quei consigli ho smesso. Mia madre era una donna unica, garbata, affrontava sempre tutto con il sorriso. Era senza rancori, era una donna degna di essere chiamata tale. Mi maca tantissimo sai Fujiko? >>
Sana rimane ancora una volta stupita. Sapeva che la madre era morta ma lei considerava Akito un uomo freddo, senza sentimenti, ma dopo le parole di Akito constatò che non era affatto così.
<< Mi dispiace Akito, anch’io sono nella tua stessa situazione, mia madre mi manca tantissimo ed era una donna così speciale, così buffa e così rispettabile che non mi sono mai sentita all’altezza di essere sua figlia sai? Mi sentivo un peso, un qualcosa di troppo.
Non ho mai messo in dubbio il suo bene per me né tantomeno il mio bene per lei però io mi sentivo una persona di troppo nella sua vita. Io e lei non ci assomigliavamo per niente, mio padre è morto durante un incidente quando ero ancora molto piccola, non mi ricordo nulla di lui e non l’ho mai nemmeno visto in foto. Mia madre diceva che ero la sua fotocopia però ogni volta che c’era un ospite in casa nostra, diceva sempre cose tipo “Che bella bambina! Non ti somiglia molto, l’hai adottata? Lo dico anche perché non è come te, neanche di carattere” molte volte ho dovuto subire parole del genere da estranei che di me e mia mamma non sapevano assolutamente nulla.
Per questo quando stavo con lei mi sentivo una nullità.
Lei era bella, dolce, simpatica, forte, riusciva a baciare la vita anche nei momenti difficili. Io invece dopo quelle continue parole mi sono preoccupata di costruire una maschera felice, per farmi vedere contenta da mia madre ma sapevo che lei sapeva che io non ero felice, infatti cercava sempre di rendermi tale dandomi un affetto che solo una mamma poteva dare.
Non ha mai fatto domande, lei sapeva, tutto. Ogni cosa che mi accadeva e nascondevo lei mi guardava negli occhi, capiva il problema e senza farmi domande a riguardo me lo risolveva dandomi il sorriso, breve, ma sincero. Ed erano proprio quei momenti che adoravo.
O almeno, credevo di adorarli fino a che non venne la sua morte. Dopo la sua morte capii che in realtà amavo solo il momento in cui lei mi donava affetto e mi ridava il sorriso, ma non ho mai amato il non parlare con lei dei miei problemi, confidandole cosa mi turbava oltre le parole di quella gente.
Non le ho mai dato la colpa di saper leggere bene negli occhi delle persone, la colpa la do a me stessa che ho sempre taciuto, chiudendomi in me stessa. Alle elementari tutti mi credevano una bambina pazza e solare, forte. Quella era la bambina che io AVREI voluto essere. Non ero forte, solare, pazza, gioiosa…, ero solo brava a recitare, ero un’ottima attrice anche nella mia vita, ed io odio le attrici, perché sono false, io sono falsa, io mi odio per tutto quel che non sono mai riuscita a dire a mamma, per i miei dubbi, le mie insicurezze. Solo dopo tanto tempo sono diventata forte, perché sai? Ho capito che nessuno nasce forte, ognuno di noi deve costruirsi la sua forza, anche se prima bisogna soffrire come cani, dopo sarai forte.
Io lo sono diventata dopo tutte le cadute e le rialzate da sola, già, da sola, mia madre non mi aiutava, perché non le confidavo niente. Lei è brava a leggere l’umore dagli occhi ma non era brava a sapere quali veri problemi affiggevano la gente, a meno che non le confidi il problema, ma io non lo facevo mai.
Per questo ho dovuto rialzarmi da sola. Prima della morte di mia madre però mi son detta “che brava! Sono riuscita a rialzarmi da sola, adesso sono diventata una donna forte, proprio come mia madre”… >> Fujiko iniziò a singhiozzare, poi continuò << Ma poi, dopo la sua morte mi son ridetta “a che serve essere diventa una donna forte, se mi sono persa il meglio per una madre e una figlia? Mi sono persa le chiacchierate, i pianti, le consolazioni, le giornate al cinema, i segreti confidati sotto una calda coperta con un film natalizio alla TV… mi sono persa il meglio che ci sia per una figlia o un figlio semplicemente perché sono un egoista. Se io mi sono sentita così in questi anni, non immagino come si sia sentita mia madre. Ma il giorno della sua morte ho pianto tantissimo, mia madre, anche se non lo dimostravo, era tutto per me, era il mio punto fermo, solo che ho seguito un altro percorso rispetto al suo. E questo percorso mi ha fatto perdere gli anni migliori della mia vita, ed anche se ne avrò altri 10, non potranno mai ritornare indietro, perché la persona a rendere speciali quegli anni non c’è più, e non ci sarà >> Akito rimane stupefatto.
Non avrebbe mai immaginato che una ragazza come Sana, una ragazza piena d’energia, avesse tale peso dentro di sé. Non avrebbe mai immaginato tutto questo, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Dopotutto Fujiko aveva passato una vita simile alla sua.
Dopo tanto, troppo tempo di silenzio Akito iniziò a parlare.
<< Sai Fujiko… ti posso chiamare Fujiko vero? O mi arriverà questa volta qualcosa in testa? >> Fujiko scoppiò a ridere, un sorriso vero però.
<< Certo stupido! >> Akito ridiventò serio e continuò a parlare << Tu hai vissuto una storia molto simile alla mia. Io sono stato sempre un tipo freddo perché nessuno mi capiva. Io al contrario di te inizialmente mi volevo confidare però i miei genitori erano troppo presi dal loro lavoro e mia sorella troppo presa dalla moda e dalle amiche, insomma… non eravamo una famiglia stabile, nessuno pensava a nessuno.
Col tempo, senza il vero affetto di qualcuno, diventai freddo e distaccato, allontanando tutti coloro che cercavano di stabilire un rapporta di qualunque tipo di affetto con me. La cosa peggiorò dopo la morte di mia madre, non piansi neanche al suo funerale. Già lei mi dava qualche volta dei consigli, era una donna garbata e tutto, ma senza un motivo preciso, è diventata con me fredda e distaccata
Dopotutto… >> fece un sorriso amaro << Dopotutto che senso ha sentire la mancanza di qualcuno che è come se fosse morto già da quando tu sei nato? Era questa domanda che nessuno riusciva a comprendere.
A me una persona che non ho mai conosciuto veramente non manca, è una cosa normale >>
<< Capisco, però è pur sempre tua madre, un vuoto lo sentirai lo stesso, anche se non dai a vedere, ci sarà sempre quel vuoto incolmabile >>
Non ho mai pensato che Hayama, l’assassino di mia madre potesse avere una storia così simile alla mia.
Dopotutto mi è stato d’aiuto, finalmente quel peso che mi attanagliava lo stomaco e perché no? Anche l’anima. Si sentiva… in gratitudine con lui? No, impossibile, lei lo odiava, era stato lui a toglierle la possibilità di instaurare un rapporto con sua madre, no, era stata lei, lui non c’entrava niente.
AAAH mi scoppia la testa!
<< Noi abbiamo fatto un’esperienza.
E dalle esperienze si ottiene sempre una lezione, bella o brutta che sia >> << Sai Fujiko, tu da tutte le tue cadute e rialzate hai preso un’enorme saggezza, forse non te ne rendi conto, ma anche se hai passato periodi bruttissimi, hai imparato molto >>
<< Già, ma forse io non lo riesco a riconoscere perché mi sento una nullità, e il sentirsi tale la chiami maturità e saggezza? Nha, impossibile >>
<< Tutto è possibile, basta solo crederci >>
<< Allora devi crederci anche tu. A te manca molto tua madre, anche se non lo ammetti >>
<< No, a me non manca per niente, io non l’ho mai conosciuta, è come se non fosse mai esistita >>
<< Ma invece è esistita. Tu hai ragione! COME se non fosse mai esistita, ma è esistita e non puoi non ammettere che ti manca, perché lei ti manca, lei è pur sempre tua madre, la donna che ti ha messo al mondo e che ti ha amato più di qualunque altra cosa al mondo, perché anche se non ci crederai, tua madre ti ha amato, ogni madre ha amato i propri figli, senza eccezione >>
<< Invece ti dico che l’eccezione esiste e sono io >>
<< No, non provare a dirlo Akito, voi non siete riusciti a istaurare un rapporto come io non l’ho fatto con mia madre, ma c’era un motivo. Quindi anche tua madre avrà avuto un motivo per non aver legato con te. Capisci? >>
<< No, mia madre non aveva nessun motivo per essere così fredda e distaccata da me, non ho mai capito cosa passasse per la testa dei miei genitori e sinceramente non m’interessa saperlo adesso >>
<< Tutto ciò che dici è il contrario di ciò che pensi e che vuoi >> << E smettila di farmi la predica! >>
<< Nessuna predica, sei tu che lo pensi, io dico solamente la verità >>
<< Certo, come no >> << Ehi! Cosa stai cercando d’insinuare? Che sono una bugiarda >>
<< Mmmh, forse >> Akito inizia a ridere, seguito a Fujiko che tira il suo piko delicatamente sulla fronte di Akito, facendolo sghignazzare ancora di più.
Anche se è l’assassino di mia madre, dopo aver sentito la sua storia sono meno arrabbiata, mi sento per caso in debito con lui? Forse.
So solo che vorrei questo momento non finisse mai.
<< Amici? >> questa domanda spiazza Sana.
Poi però sorride << Amici! O almeno… proviamo ad esserlo >>
<< Già, non si sa mai >> poi si fissano per qualche istante negli occhi e ricominciano a ridere e a rincorrersi.
Sì, sono proprio strani quei due…
ANGOLO AUTRICE
Ciao ragazzi! Innanzitutto buon anno, spero che quest’anno sia pieno di aggiornamenti, LOL, e tanta pace, ciò che nel 2015 non c’era almeno per me.
Allora, cosa ne pensate di questo capitolo? Piaciuto? E scusate se i capitoli sono così corti però è l’unico modo che ho per aggiornare in tempo.
Se li vorreste più lunghi però ditemelo così posso allungarli se volete.
A presto
SA
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Capitolo 4 *** capitolo 4 ***
Il fantasma vendicatore
Capitolo 4-
<< Akito allora io vado >> << Di già? >> << Eh sì, sono pur sempre una cameriera e questo è il mio lavoro >> << Okay! Allora ci vediamo domani?! >> << Sì! A domani >>. Fujiko prima di sparire del tutto dietro la porta gli sorride. Un sorriso che viene ricambiato.
<< Ehi Fujiko! >> << Ciao Annamarie! Perché non va a riposare? Faccio io qui >> << No, non preoccuparti cara, e poi ti ho già detto l’altra volta di non usare tutte queste formalità con me. Non sono una bambina ma non sono neanche una vecchia di 80’anni >> Fujiko ride << D’accordo >>.
<< Fujiko, adesso perché non vai a dormire? È stato piuttosto stancante questo primo giorno >>
<< Ma no! Ti aiuto! Dopotutto per me non è un problema! >> << No, non se ne parla nemmeno, tu devi andare a letto >>.
Fujiko la guarda con titubanza << Sicura sicura? >> << Sì! Sono sicurissima, non è la prima volta che faccio tutto da sola >> << Mmmh, e va bene ma se c’è qualcosa che non va non pensarci due volte a buttarmi giù dal letto >> << Ahahaha, non preoccuparti, stanotte dormirai tranquilla, ho quasi finito >>.
Ridono un altro po’ e poi Fujiko afferma << Bene Annamarie, adesso vado, a domani >> << A domani cara! >>
Quella notte Fujiko non riusciva a dormire e quindi decise di farsi una passeggiata per la casa.
Che cosa cavolo mi sta succedendo? Per una minima cosa mi sono rincretinita. Aaaah Sana basta pensarlo, non è normale!
<< Fujiko! >> << Aaah >>. Fujiko si spaventa a morte sentendo una voce alle sue spalle, o meglio dire, quella voce.
Poi si gira dalla parte di Akito e rimane a bocca spalancata: Akito era praticamente mezzo nudo, con un semplice pantalone.
<< Oh! Ehm… Akito, ciao! Come m- mai da queste pa.parti? >> Akito alza un sopracciglio scettico << Teoricamente e praticamente questa dovrebbe essere casa mia! >> << beh… sì… intendo… cosa ci fawi qui a quest’ora della notte? >> << Potrei farti la stessa domanda >> << Sì però dato che te l’ho fatta prima io devi rispondere tu per primo >>
<< Non riuscivo a dormire >> << Lo stesso >>.
Cade un silenzio imbarazzante ma che poi Fujiko rompe << Beh… credo sarà meglio andare, domani dovrò alzarmi presto >>. Akito non rispose, la lasciò andare, e una volta che lei fu sparita nelle ombre del buio, anche lui se ne andò, pensieroso.
Il giorno dopo Akito si sveglia di buon umore -cosa impercettibilmente strana- e, senza che Annamarie venga a svegliarlo, si alza e con il pigiama –solo pantaloni- va in cucina dove trova Annamarie.
<< Buongiorno dormiglione! >> << Giorno Annamarie >> << Allora? Novità? >> << No, perché? >> Annamarie gli lancia uno sguardo fugace << Mmh, e ieri? Quelle risate? >> << Oh… ehm… per quello... non è successo niente, siamo solo diventati, per quanto ci proviamo, ad essere amici >> << Mmh… capisco >> gli sorride e una voce s’intromette << Buongiorno Annamar… >> la frase resta sospesa dalla bocca di Fujiko.
Mentre parlava Akito si è girato e lei era rimasta incantata << Oh… ehm… Hayama! Che ci fai qui? >> << È casa mia! >> dice Akito con un ghigno stampato in faccia riprendendo la frase dalla notte scorsa, è successo ben due volte.
<< Sì… ma dico… vai a vestirti, e poi non è neanche un tempo buono quindi ti ammalerai >>
Akito non ribatté, scrollò le spalle e se ne andò con il suo solito ghigno.
Fujiko d’altronde restò immobile con la testa semi-girata << Allora? >> fu Annamrie a destarla dai suoi pensieri (per niente casti?) << Oh… ehm… sì Annamarie? Dicevi?! >> << Non mi stavi ascoltando >> << No… non è questo… è solo che >> << Akito ti ha ammaliata >>
<< Ma no! Che dici? È solo che non capisco perché si comporti così… >> << D’accordo, d’accordo. Adesso andiamo a lavorare, non perdiamoci in chiacchiere >>
<< Sì >> Sana adorava quella donna! Aveva subito capito che non voleva affrontare l’argomento perché anche lei non sapeva che rispondere… dopotutto Annamarie un po’ aveva ragione… il ragazzo potrebbe essere arrogante quanto vuoi ma se è bello è bello.
Non sapeva neanche lei cosa le succedeva quando stava con quel ragazzo ma una cosa le era certa: non era un buon segno.
Le ore passarono tra vari lavori domestici.
<< Fujiko! >> << Sì Annamarie? >>
<< Che ne pensi di Akito? >>
Fujiko era rimasta sorpresa dalla domanda di Annamarie, non se l’aspettava.
Comunque neanche lei sapeva cosa pensare di Akito.
<< Cosa dovrei pensare Annamarie? È un bel ragazzo, ha un carattere di merda ma quando vuole sa essere più carino con le persone >>
Annamarie sorride e prima di andarsene le dice
<< Lo immaginavo >>
Immaginava? Cosa immaginava?
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Si lo so, non è molto lungo ma era solo per non lasciare la storia troppo sospesa e non volevo far attendere.
Spero vi sia piaciuto quest’altro capitolo.
Alla prossima
SA
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Capitolo 5 *** capitolo 5- Attimi ***
Il fantasma vendicatore
Capitolo 5- Attimi
Passarono molti giorni dalla decisione di Fujiko e Akito di diventare amici e pian piano ci stavano riuscendo, anche se ogni volta battibeccavano, anche per qualcosa di insignificante, come la scelta del pranzo.
<< Sei insopportabile Hayama! Ho detto che oggi si mangerà carne di vitello >>
<< Matsumoto! Ti ricordo che sono io il proprietario di questa casa e il tuo padrone >>
<< Hahaha, ti sei scavato la fossa da solo infatti ti ricordo che tempo fa mi dicesti che tu non era il padrone dei nessuno quindi o i tuoi ordini non li ascolto, chiaro? E poi tu non sei il proprietario di questa casa,
bensì lo è tuo padre >>
<< Su ragazzi! Smettetela di bisticciare >> Interviene Annamarie
<< Annamarie! Ma è lui! Non lo vedi? Mi vuole dare ordini a destra e a manca >>
<< Su Akito! Basta! Lei è anche la cuoca quindi tocca a lei decidere >>
<< Annamarie! Prima che questa arrivasse mi davi sempre ragione! Ma vi siete messe d’accordo per rovinarmi? >>
<< Può darsi >> dissero in coro per poi scoppiare a ridere.
Akito vedendo Fujiko ridere si lascia trasportare anche lui dalle risate
<< Oh guarda Annamarie! Il mister congelatore sta ridendo >> poi si avvicina a lui e gli da una pacca affettuosa sulla spalla dicendo << Tu dovresti piangere! Sei la vittima! >> << Io sarei la vittima?! >> disse Akito inarcando un sopracciglio divertito.
<< Si! Altrimenti chi? Io? >> disse Fujiko allontanandosi di poco da lui.
<< Sì! >> Akito scattò per prenderla ma lei fu più veloce, si scostò e iniziò a correre per tutta la casa, che ormai conosceva come il palmo della sua mano.
Akito allora iniziò ad inseguirla.
POV AKITYO
Caspita però! È davvero veloce!
Così aumenta il passa
Adesso vediamo se riesci a starmi avanti.
Akito dopo quel pensiero aumenta la velocità.
Era vicinissimo a lei. Fra una corsa e l’altra erano arrivati in giardino.
Akito allora aumenta un altro po’ il passo e la riesce a prendere, bloccandola al grande albero fiorito che c’era in giardino.
Mette i palmi delle sue mani ai lati dell’albero per essere sicuro che non scappasse.
<< E allora? Adesso chi è la vittima? >>
Fujiko dal canto suo non riusciva a dire niente.
Restava immobile a fissarlo.
Anche Akito restò per un attimo interminabile a fissarla ma poi molto lentamente le si avvicinò. Si avvicinò a lei così lentamente che neanche lui si accorse di quello che stava facendo.
POV FUJIKO/SANA
Che cosa sta facendo? Si sta avvicinando?
Per un momento Sana chiuse gli occhi ma poi si ricordò che lui era l’assassino di sua madre e non poteva.
Non poteva tradire il suo orgoglio e soprattutto sua madre. Aveva una missione da compiere e di certo un paio di bellissimi occhi e un fisico mozzafiato non avrebbe cambiato i suoi piani.
Fujiko di scatto si allontanò e senza dirgli niente si allontanò da lui e si diresse verso l’entrata della villa, ma una mano le bloccò il polso. << Fujiko… ehm… scusa, non era mia intenzione >> << Non fa niente, tanto non è successo nulla, tranquillo Akito >>
<< Mi sento comunque in dovere di scusarmi >> << Senti Akito! Che ti sia chiara una cosa! Io non sono come le ragazze che conosci tu, chiaro? Io ho accettato di esserti amica solo perché volevo provare a conoscerti, non perché voglio fare con te chissà cosa >>
<< Sì Fujiko, lo so! E proprio per questo voglio esserti amico, proprio perché sei diversa >>
<< Non so se essere fiera o no per ciò che mi stai dicendo ma sinceramente non m’importa >> << Sul serio non ti importa? >> << Dammi un motivo valido per il quale dovrebbe importarmi. Ti conosco appena e non so niente di te e quindi non riesco a fidarmi completamente >>
<< Insomma Fujiko! Ti rendi conto che stiamo discutendo per un bacio che neanche c’è stato? >> << Sì, me ne rendo conto, ma tu non potresti capire >> << Ma cosa dovrei capire? È vero! Tu mi hai parlato un po’ di te ma sei troppo misteriosa >> << E sono l’unica? Anche tu non ti lasci andare completamente.
Akito noi ci stiamo conoscendo come amici, ma non lo siamo diventati completamente.
È vero che il nostro rapporto è migliorato ma non centra niente. Noi stiamo provando, okay? Ed io ogni tuo lato positivo e negativo che sia non gli ho ancora scoperti fino in fondo. Adesso scusami, ma devo andare >>
Si scosta bruscamente la mano di Akito dal polso e se ne va.
Fujiko però non andò in cucina perché non voleva vedere nessuno e Annamarie in queste settimane l’aveva ormai capita e quindi subito avrebbe chiesto qualcosa, o per lo meno, avrebbe sospettato qualcosa.
Andò in camera sua e si chiuse a chiave, così da impedire a chiunque di entrare.
Sana non sapeva cosa le stava succedendo.
Ogni volta che era vicina a quel ragazzo si sentiva bene, ma lei non dovrebbe sentirsi così, lei dovrebbe sentirsi male solo a guardarlo, dovrebbe sentirsi disgustata dallo stare vicino ad un mostro che ha ucciso sua madre, ma invece no.
Cosa mi sta succedendo? Perché?
Toc toc…
Oddio! E adesso chi è? Spero che non sia lui.
Fujiko decide di non rispondere, prima o poi chiunque sia si stancherà.
<< Fujiko! Fujiko! >> ma il desino era contro di lei: era proprio Akito.
<< Matsumoto apri questa porta o la butto giù >>. Fujiko a quel commento non seppe star zitta che subito disse << Spaccala pure, tanto sei tu che la paghi >> Adorava farlo innervosire.
<< Bene! L’hai voluto tu >>.
All’improvviso Fujiko non sentì più rumori.
Che se ne fosse andato?
Si avvicinò piano alla porta e l’aprì lentamente. Guardò a destra: niente.
Guardò a sinistra e
<< Aaah! >> urlò Fujiko per lo spavento: Akito le si era parato davanti ed era entrato nella stanza.
<< Ehi! Questa è violazione di privacy! Esci immediatamente dalla stanza >>
<< Io non prendo ordini da te! >> << Akito! Ti ho detto di uscire, non farmelo ripetere un’altra volta >>
<< E per quale motivo? >>
<< Per il semplice fatto che questa è la mia stanza e tu stai invadendo i miei spazi >>
<< Oh, se per questo questa è una stanza della mia casa e tu sei soltanto un’ospite >>
<< Bene! Allora me ne vado io >> con quest’ultima frase esce velocemente dalla stanza sbattendo violentemente la porta e scende per uscire fuori ma Annamarie la ferma.
<< Ehi tesoro! Perché stai piangendo? È colpa di Akito? >> << No, no! Non preoccuparti >>
<< E invece io mi preoccupo quanto voglio! E poi dì la verità! È stato Akito a farti piangere! >> << Beh.. ecco… A dire la verità sì, ma non preoccuparti, tanto ormai è passato! Ho pianto solo perché prima era un momento di nervosismo ma va tutto bene, non preoccuparti, davvero! Ma adesso vado un po’ fuori se non hai bisogno di me >>
Annamarie la guardava teneramente << Ma no! Vai pure e stai fuori quanto tempo necessario, ti copro io con i padroni >>
Sana le fa un sorriso di gratitudine
<< Grazie mille Annamarie >> << Di niente cara >> |
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Capitolo 6 *** Avviso ***
Salve a tutti! Lo so che non aggiorno da un bel po’ di mesi e mi dispiace, soprattutto per quelli che seguivano questa storia.
Voglio dirvi che il motivo della mia assenza è stato soprattutto per la mancanza di idee e anche per gli impegni che non mi lasciavano in pace un minuto.
Ma adesso ricomincerò a scrivere, fra un paio di giorni aggiornerò. Ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo.
Spero lo leggerete!
A presto
StellinA |
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Capitolo 7 *** capitolo 6- una nuova amica ***
Il fantasma vendicatore
Capitolo 6- UNA NUOVA AMICA
Ma cosa cavolo mi è preso? Mi sono rincretinita o cosa?
Non so perché ma quando sto vicina a lui mi sento molto nervosa.
Quando ci stavamo per baciare stavo praticamente sudando e il mio battito cardiaco era accelerato così tanto che si poteva sentire a un metro di distanza.
Ovviamente spero che lui non lo abbia notato perché altrimenti sarei imbarazzata anche solo guardandolo.
Oddio che vergogna!
No, aspettate, ma io non posso, non posso pensare queste cose! Lui è l’assassino di mia madre.
E con questa convinzione ritornò in casa.
<< Ehi cara! Tutto okay? >> questa era Annamarie << Sì! Adesso va un po’ meglio >>
<< Fujiko! Posso dirti una cosa? >>
Fujiko accennò ad un sorriso << Ma certo! >>
<< Akito forse non sarà la persona migliore del mondo ed è un donnaiolo, freddo e asociale ma è una persona onesta e con dei principi.
Lui, al contrario di molti, sa essere anche dolce e tutto quello che vuoi, basta solo che stia con la persona giusta.
Lui è asociale sempre ma se sta con la persona giusta, come ti ho detta, cambierà >>
Le parole che mi ha detto Annamarie mi hanno spiazzata, non perché non credo che Hayama possa cambiare, ma il motivo che mi turba è il perché ha detto proprio a me queste cose.
Dopo alcuni attimi di silenzio parlo.
<< Lo so Annamarie, so che tutti possono cambiare, sia in meglio che in peggio, anche io con gli anni sono cambiata, ma il motivo a me sconosciuto non è questo, ma il perché hai detto proprio queste cose su Akito a me >>
<< L’ho detto a te semplicemente perché vi vedo molto attaccati. Infatti adesso siete amici, o sbaglio? La vostra lite era solo una piccola incomprensione, sono sicura che rifarete pace e poi… credo che anche Akito meriti una seconda possibilità >> e se ne va, lasciandomi con un vuoto in testa incredibile.
Che strano!
Per tutta al giornata io e Akito ci siamo costantemente evitati e non posso che esserne felice di questo.
Dopo cena, Natsumi mi chiede
<< Fujiko! Andiamo in camera mia? Voglio conoscerti un po’ meglio >>
<< Ma certo! >> le faccio un sorriso, che viene ricambiato e saliamo in camera.
Nel mentre sentivo lo sguardo di Akito su di me e ciò mi infastidiva e imbarazzava allo stesso tempo.
<< Allora! Raccontami un po’ di te >> mi dice Nat
<< Beh, non c’è molto da sapere! Mi chiamo Fujiko, vengo da Gunma e poi… beh >>
<< E i tuoi genitori? >>
A quella domanda sussulto e tutta la rabbia che mi era rimasta nell’anima uscì tutta, insieme alla tristezza.
Nat molto probabilmente se ne sarà accorta Dto che mi chiede se sto bene.
<< Ehi Fujiko! Stai bene? >> << Benissimo, solo un po’ di malinconia >>
Lei non dice niente, e la ringrazio mentalmente.
Cerca di cambiare discorso.
<< Allora? Come ti trovi in questa casa? >>
<< Molto bene grazie! Mi sento molto a mio agio e ho legato un po’ con tutti i dipendenti. Sono davvero simpatici! Soprattutto Annamarie! >>
Lei sorride
<< Già! Annamarie lavoro qui da una ventina d’anni, se non di più, e ci ha fatti da mamma, amica e confidente. È sempre stata pronta ad ascoltarci e a darci consigli.
Lo so, forse per qualcuno potrebbe sembrare strano che una dipendente sia così speciale ma è la verità, lei non è una semplice dipendente.
Dopo la morte di nostra madre >> la sua voce trema un po’ << Lei è stata la prima a consolarci e a capirci.
Nostro padre si era chiuso in se stesso quindi anche la figura paterna era diventata quasi assente nelle nostre vite.
Io e Akito abbiamo sofferto molto, anche se lui non lo dava a vedere. Diceva sempre che stava bene ma io sapevo che non era così.
Akito, come papà, si era chiuso in se stesso. Il suo mondo oramai era fatto da alcol e ragazze che passavano ogni giorno dalla porta d’ingresso fino a camera sua.
Io ci soffrivo anche per lui, ma in un certo senso, per sfogarmi, lo ignoravo e continuavo per la mia strada, facendo finta di non star male mè per lui né per la situazione.
Ogni giorno infatti andavo a piangere segretamente da Annamarie e la pregavo di non dire niente delle lacrime.
Piangevo, mi sfogavo, per me, per nostra madre, per nostro padre e per Akito.
Vedere la tua famiglia distrutta, senza aver più provato ad instaurare un rapporto famigliare vero, era orribile.
Sentire i pianti, le grida e gli oggetti che cadevano ogni notte dalla stanza di mio padre non mi faceva chiudere occhio, non puoi capire cosa la mia famiglia ha dovuto passare >>
Mi dice senza fermarsi.
Io rimango sbalordita, non sapevo che la famiglia Hayama avesse dovuto passare una simile situazione.
Ho sempre pensato ad Akito come un uomo di ghiaccio.
Lo pensavo sino a qualche settimana fa, prima che mi confidasse come si sentiva, ma adesso ogni sbarra è caduta.
Nat inizia a singhiozzare. Non voglio che pianga.
Allora le metto una mano sulla spalla e cerco di consolarla come so fare io.
<< Nat! Io adesso non giudicherò la tua storia, semplicemente ti farò capire quanto anche io ho sofferto come te e la tua famiglia.
Adesso ti racconterò la mia storia.
Io vivevo con mia madre, mio padre è morto in un incidente stradale quando era ancora piccola, non ho né fratelli né sorelle.
Avevo semplicemente mia madre, che con la sua gioia di vivere e la sua allegria non mi faceva mancare niente, e non parlo solo delle cose materiali. Non mi ha mai fatto mancare un briciolo d’affetto.
Questo è vero. Ma io volevo un rapporto anche sociale. Lei era sempre stata occupata con il suo lavoro ed io ormai non era felice come una volta.
Forse ti domanderai perchè? Per il semplice fatto che ero debole. Già, ero debole, il giudizio degli altri mi faceva soffrire e questa cosa agli occhi di mia madre non passava inosservata.
Infatti mi riempiva sempre di regali, complimenti e sorriso, ed erano questi ultimi a far nascere sul mio volto un’espressione veramente felice.
Però, ad un tratto, la sua morte.
Ormai ero diventata grande, ed avevo sempre quell’espressione un po’ triste.
Io ho visto la morte passare davanti a mia madre e portarla via con sé per sempre.
Ho visto io stessa mia madre stesa su un pavimento in fin di vita su una pozza di sangue, che mi supplicava. Ho visto io stessa la vita che se ne andava dal suo corpo mentre chiudeva gli occhi per poi non riaprirli più >>
Iniziai a gridare e a piangere.
Natsumi mi appoggiò la mano sulla spalla, anche lei in lacrime e cercò di calmarmi.
<< Su Fujiko basta! Non riportare alla mente questi brutti dolori, adesso è passato.
Certo, il dolore rimarrà per sempre nei nostri cuori perché una mamma e il suo amore non si possono dimenticare ma adesso dobbiamo chiudere questo in un angolo della nostra mente e del nostro cuore. Loro non vorrebbero vederci così. Dobbiamo ricordarle con il sorriso, sempre, perché loro sono state la nostra forza quando non ne avevamo e i nostri sorrisi quando piangevamo.
Adesso che ci siamo sfogate dobbiamo promettere che non piangeremo più, che parleremo di loro con il sorriso sulle labbra >>
Sorrido veramente dopo ben 2 anni
<< Certo! >>
Ho una nuova amica e confidente.
ANGOLO AUTRICE
OKAY! SO CHE VI HO FATTO ASPETTARE TROPPO TEMPO E CHE IL CAPITOLO È UNA CACATA E CHE AKITO NON COMPARE, MA HO VOLUTO DARE SPAZIO ANCHE AD ALTRI PERSONAGGI.
QUESTO SARÀ OVVIAMENTE L’UNICO CAPITOLO DOVE AKITO NON APPARIRÀ. E SCUSATE SE TROPPO CORTO MA AVEVO BISOGNI ANCHE DI NON LASCIARE LA STORIA TROPPO IN SOSPESO DATO CHE È DA 3 MESI CHE NON AGGIORNO.
SPERO CHE LA SEGUIRETE ANCORA E SCUSATE PER IL RITARDO, SPERO DI RIUSCIRE AD AGGIORNARE IN TEMPO.
PROMETTO CHE QUESTA FIC SARÀ FINITA, SIA PER COLORO CHE LA SEGUONO SIAS PER ME CHE ADORO SCRIVERLA.
A PRESTO
STELLINA.
PS: OVVIAMENTE CONTINUERÒ ANCHE L’ALTRA.
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