Come non mi avessi mai lasciato

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo scippo ***
Capitolo 2: *** La via di fuga ***
Capitolo 3: *** Ciò che è importante ***
Capitolo 4: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 5: *** Dolce notte ***
Capitolo 6: *** Dove eravamo rimasti ***
Capitolo 7: *** La mia famiglia ***



Capitolo 1
*** Lo scippo ***


* Sono passati, quanto? Un paio d'anni?
  Sinceramente pensavo di essermi dimenticato di te. Non nel senso che mi era passata la cotta eh! 
  Nel senso proprio dimenticato.
  Eppure mi ha sorpreso rivederti.

  La prima cosa che ho pensato è stata " Ma io la conosco quella vecchia signora! "
  Beh, si mantiene bene per la sua età! Vorrei gridare il suo nome e fermarla!
  Se solo lo ricordassi!
  Ma poi tu hai visto me, hai allungato il tuo rugoso braccio e mi hai salutato correndomi incontro! *

- Va beh Jonouchi, ora la pianti?-
- Non è colpa mia se sei vecchia- fiatò timidamente sorseggiando il frullato seduto in un bar insieme a lei:
- Ma, a parte la tua vecchiaia, come va Mai?-
- Allora lo ricordi il mio nome!- Puntualizzò ticchettando le dita sul tavolino tondo e bianco.
Sorrise senza dire niente e lei continuò:
- Beh, ho fatto un po' di giri per il mondo! Sono stati anni piacevoli. E tu? A parte il poeta?- Riferita al suo iniziale prologo.
- Il solito.-
- Il poveraccio quindi.-
Morì dentro in quell'istante pronunciando le sue ultime parole:- Paghi tu il conto vero?...- Stendendosi senza fiato lungo il tavolo.

Lei pagò il conto.
- E comunque... hai parlato di una cotta prima- puntualizzò ancora lei mentre lasciavano quel piccolo bar per passeggiare lungo le vie di Domino.
- Ho anche detto che sei vecchia, o è reale tutto o è reale niente!- 
In ogni caso lei era sempre bellissima. Oltre che estremamente sensuale come al solito. 
E lui non riusciva a non sorriderle con occhi sognanti.
- E tu sei scemo! Poi ti chiedi perché sono sparita!- Aumentò il passo facendo l'offesa.
- Ma non me lo sono chiesto!- Rise inseguendola.

Le prese il polso:- Quello che mi chiedo è perché non sei tornata!-
Lo guardò con occhi lucidi per un istante, per poi abbassare lo sguardo:- Non ho potuto- la sua voce tremava.
- Non hai potuto?!-
- No...- tirò su col naso.
- Perché?!- Preoccupato la costrinse a guardarlo.
- Perché la macchina ha fuso a 500 chilometri da qui!- Scoppiò in lacrime.
- Ma va*** str***! E io che ti prendevo sul serio!-   
- No davvero si è fusa, però è tutto risolto tranquillo!-
- Non ero preoccupato.-
Lei rise di gusto.

Continuavano a passeggiare dimenticandosi anche il motivo per cui erano usciti.
- Piuttosto- continuava lui:- Ti fermi o sei di passaggio? Hai un posto dove fermarti? Perché non sei passata a salutare? Hai incontrato gli altri? Li vuoi incontrare?-
- Ouh oh oh oh! Una domanda alla volta!- Il sole iniziava a calare leggermente:
- Allora... sono di passaggio, mi fermo pochi giorni!- Rispose radiosa, lui però a questa frase strinse i pugni.
- Sono arrivata appena oggi per questo non ho fatto visita a nessuno! Sto alloggiando in un hotel qui nei paraggi.- 
Continuò:- Sinceramente Katsuya, non so se sarei venuta a farvi visita e non so se voglio incontrare gli altri- prese un tono più serio.
- Ah- sfiatò lui:- Ti sto dando fastidio quindi?- Disse con tono scontroso guardando altrove. 
- Assolutamente no! Sono felicissima di averti incontrato!... Non pensare questo!-
- E allora cosa?-
- E' che starò per così poco tempo che... non so se sarebbe un piacere o un dolore rivedervi...- Era seria adesso. 
- Io sono stato un piacere o un dolore?- La guardò negli occhi senza distogliere lo sguardo, lei quasi ne rimase rapita.
Tardò un po' a rispondere, e poi sorrise dolcissima senza smettere di guardarlo, stringendosi le braccia al petto:- Tu sei sempre un piacere!-
Jonouchi Katsuya sorrise leggermente, come un ebete.

- Ma se io sono un piacere... allora perché vai via?- Ribatté a voce bassa ma il discorso venne interrotto bruscamente da un uomo che spintonò la povera Mai facendola cadere a terra.
Si sbucciò il ginocchio che prese un po' a sanguinare.

- Ehi brutto deficiente sta un po' attento!!- Jonouchi gli gridò contro per poi aiutare la donna:
- Tutto bene, Mai? Stai sanguinando!-
- Si.. ahí, ma non è niente di che... oh no!!- Notò solo adesso la donna che l'uomo le aveva preso la borsa.
- Che cosa?! Ti ha preso la borsa?!- Jonouchi senza pensarci provò ad inseguirlo correndo più veloce che poteva, e lasciando la povera Mai lì a terra ferita.
- Jonouchi aspettami!!- Urlò ma lui era già partito, allora provò ad alzarsi anche se la ferita le faceva un po' male e cercò di raggiungerlo.

Lo trovò poco più in la in un vicolo della città.
- Katsuya!... Mi hai lasciata sola in mezzo alla strada!- Lei zoppicava un po'.
- Oh... scusami, ma volevo acciuffare quel bastardo!... Invece l'ho perso di vista- respirava affaticato in quel vicolo buio, il sole era tramontato del tutto:
- Avevi qualcosa d'importante?-            
- Fondamentalmente i soldi, e le chiavi dell'albergo, e...- non riuscì a trattenere le lacrime pensandoci:- ...e il mio deck.- 
- Oh...- Le si avvicinò:- Cazzo. Mi dispiace da morire!- Le sfiorò le spalle:- E ti sei fatta pure male!... Aaargh!! Devo trovare quel bastardo! Aveva girato da questa parte ne sono sicuro!-
- Non fa niente, davvero- ripeteva, sfiorandosi il ginocchio e lasciandosi aiutare dalle braccia del ragazzo.
- Non fa niente...-
- Mai?...- Lui si calmò ma non era affatto convinto della sua reazione.
- Non fa niente!...- Infatti lei non riuscì a trattenersi scoppiando in lacrime tra le sue braccia.
- Farò di tutto per cercarlo, giuro!... -Le disse lasciandosi stringere.

Gli sembrò quasi un miracolo. Sentirono una voce provenire da una cantina lì vicino. Farfugliava qualcosa:
- Che schifo!... Mi sono quasi fatto prendere per cosa?! Delle chiavi, delle carte e pochissimi soldi!... Speravo avesse molto di più quella puttana!-
- L'importante è che non ti abbiano preso. Andrà meglio la prossima volta.-
- Lo spero!... A 'sto punto era meglio se mi trascinavo lei dietro e mi divertivo un po'!-
- Ahah, era bella?-
- Uno schianto, altro che bella!-

Jonouchi Katsuya e Kujaku Mai rimasero lì in quel vicolo senza fiatare, le voci che avevano sentito erano sicuramente del ladro e di un suo complice! 
Avevano base lì sotto!... Ottimo! Jonouchi gliele avrebbe date di santa ragione!
Si mise a spiare nei cunicoli che davano alle cantine del palazzo.
- Katsuya!... Vieni qua... smettila!- Diceva lei a voce bassa cercando di fermarlo:- E' pericoloso piantala! Non ne vale la pena!...-
Lui raggiungendola:- Sì che ne vale la pena! Ci tieni o no al tuo deck?! E poi hai sentito come hanno parlato di te?!-
- Ci tengo eccome alle mie Lady Arpie!... Ma ci tengo anche alla mia pelle e alla tua!...-
- Tu stai tranquilla!... Vai in hotel e chiama uno dei ragazzi... chiama Honda! Ti do il numero!... Io so quello che faccio!- Si mise a correre dove meglio credeva per poter raggiungere i delinquenti.
- Jonouchi!!... - Sfiatò:- Chiamare Honda?! E che gli dico?!...- Si lasciò scivolare a terra in preda al panico:- Fa' che vada tutto bene!- Si strinse nelle spalle.

Poi una voce, ma lei era sola adesso.
- Oh oh oh... ma guarda... la bambolona!... Il contenuto della tua borsa mi ha fatto schifo ma tu sei splendida.-
La donna spalancò gli occhi, sfiatando un nome in cerca di aiuto:- Jonouchi...-

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Capitolo 2
*** La via di fuga ***


* Spero vivamente che Mai sia arrivata all'hotel!
  Maledetti schifosi bastardi! Ma perché?!
  Rovinare una giornata così!... Quanto mi è mancata!... 
  E voi l'avete fatta piangere e le avete rubato le sue amate carte!
  Ve la farò pagare!... *

Era riuscito a trovare il modo di entrare in quella cantina forzando una finestra e buttandosi giù.
Sembrava vuota adesso. Non vedeva neanche più la borsa. Dovevano averla portata via!
Ma sopratutto Jonouchi non sapeva che il ladruncolo aveva trovato la donna nel vicolo per puro caso.

- Ascoltami...- Lei cercava di tenere il controllo della situazione.
- Sentiamo bambola.-
- Puoi tenerti i soldi e tutto il resto ma ti prego solo di restituirmi il mazzo di carte- lei zoppicava ancora un po' cercando di allontanarsi piano da lui.
- Ahahahah perché?!... E poi la borsa non è più con me! Sai quanti soldi c'erano poi!...-
- Allora te ne darò molti di più. Ma ridammi le mie carte!- Lei era seria, lo fissava negli occhi.
- Piuttosto. Dov'è il ragazzo che stava con te?- Lui non aveva paura.
Mai sussultò appena lui nominò Katsuya.

* Fa' che stia bene!... Quello stupido!...* Pensava nel panico.
- Non so dove sia!... Era solo un conoscente.-
- Voleva abbordarti?- Sorrise avvicinandosi fiero.
- Non ne ho idea! Ridammi le mie carte!- Alzò leggermente la voce lui la spintonò sul muro facendole male.
Strinse nella tasca il foglietto con il numero di Honda, se solo potesse chiedergli aiuto!
- Non me ne frega niente di ridarti indietro quelle stupide carte! Non so neanche dove stiano adesso!... A me importa solo ciò che voglio io- Le stringeva le mani intorno al collo, lei non riusciva a gridare.
Lui continuò:
- E io voglio i tuoi soldi, se ne tieni altri. E te.- 
Gli occhi di lei si fecero lucidi per poi svenire in quel vicolo mal ridotto.

Riaprì gli occhi in una stanza buia, entrava solo un po' di luce da una finestrella in alto. Era una cantina?
Era uno dei luoghi dove si incontravano i malviventi?
Era sola?

* Arpie?... Dove siete? Aiutatemi.
  Dov'è Katsuya?... Perché mi ha lasciato sola?
  Perché mi avete lasciato anche voi?!...
  Ho freddo. *

Muoveva piano le mani riprendendo colore, si aggiustò la gonna e notò che in tasca aveva ancora il foglio di carta.
Non aveva un telefono con sé però, se l'erano portato via.
In ogni caso sembrava che non avessero abusato di lei mentre era svenuta. Forse volevano farlo adesso, da sveglia e in un luogo sperduto.
Le faceva male tutto, il collo, la schiena e le gambe. Riuscì a notare solo ora che non era sola nella stanza. Era talmente buio che non riusciva a guardare in fondo.
C'era un ragazzo svenuto.
Lo raggiunse quasi strisciando.

- Katsuya!!- Esultò a voce bassa, era svenuto. 
Avevano preso anche lui ma era vivo e stavano insieme.
Lo strattonò nel tentativo di svegliarlo.
Lui riaprì gli occhi:- ...Mai!... Che ci fai qui?!- Si alzò di scatto.
- Che ci fai tu qui?!.. Non dovevi fare l'eroe?!-
- Sono entrato nella cantina ma qualcuno mi ha aggredito alle spalle con qualcosa!... E sono svenuto...-
Era arrabbiato e le strinse le spalle:- Ma tu?! Perché non sei in hotel?!-
- Beh perché hanno trovato anche me, mi hanno quasi strozzato e mi tengono qui per stuprarmi probabilmente.-
- Con che tranquillità dici questo.-
Lei alzò le spalle.
L'abbracciò:- Mai. Scusami- Lui scoppiò in lacrime:
- Sei tutta ferita!... E ...non ti hanno toccato in quell'altro senso vero??-
- No, non ancora. Non credo insomma. Ero svenuta. Ma non sento la "porta aperta"-
- Che cosa?...- La ignorò facendo finta di non capire in una crisi di pianto.
- Ma ti vuoi calmare?!- Lei era molto più tranquilla di lui:- Stiamo insieme adesso! E stiamo abbastanza bene! Cerchiamo di uscire da qui!-
Lui le accarezzava piano il collo cercando di "guarirla":- Ma come fai a stare così calma?! Come hanno osato?! E che vogliono farti poi?!-
Non la smetteva di lamentarsi:- E con me poi?! Credono che li lasci fare?! Io li meno!! Li faccio a pezzi!-
- Smettila!- Lei lo sgridò:- Io voglio solo andare via da qui!... Voglio stare al sicuro!-
- Mai!- Gridò riprendendole le spalle tra le mani e smettendo di piangere:- Tu sei al sicuro con me. E io ti ridarò tutto ciò che ti hanno preso.-
Quasi la convinse ma poi:
- Sto in queste condizioni proprio perché tu hai inseguito lo stronzo- cinica.
Lui pianse di nuovo.

- Ti ridarò il deck- serio di nuovo.
- Voglio solo andare via. Davvero.-
- Allora ti tirerò fuori da qui, andrai via e tornerò a prenderti il deck!-
Gli tirò un ceffone dritto in faccia.
- Non pensarci nemmeno- era serissima:
- Domani mattina voglio svegliarmi accanto a te- non scostava lo sguardo da quello di lui, ora anche i suoi occhi si fecero lucidi.
Lui non fiatò.
- E non accanto al tuo cadavere toccata da un altro- si asciugò le lacrime.
- Andiamo via prima che tornino- completò lui guardando la finestra. Ma era troppo in alto! Come facevano a uscire da lì?!
L'unica soluzione era uscire dalla porta. Ma magari i ladri erano proprio nella stanza accanto.
- Sono armati?- Chiese lei attaccandosi al suo braccio come se lui fosse il suo scudo.
- Non credo... hanno solo bastoni. Ma quelli... li posso avere anche io- staccò un pezzo di legno da una cassa trovata in terra.
Lei gli sfiorò la vita con le mani.
- Ehi ma che fai?!- Quasi arrossì.
- Controllo se hai il telefono, che vuoi che faccia?!-
- No, a quanto pare se lo sono preso. Hai ancora il numero di Honda?-
La donna annuì, peccato fosse inutile senza un telefono.

Non avevano alternativa. Jonouchi sfondò la porta.
Non c'era nessuno, solo un corridoio ancora più buio.
- Stammi vicino- sfiatò lui sfiorandole la mano.
- E chi si allontana. Tu piuttosto, stammi vicino!-
- Perdonami- pianse ancora.
- Smettila di piangere e cammina!-
- Sì... snif- avanzavano lungo il corridoio finché una luce che veniva dalla strada li fece notare un condotto d'aria abbastanza largo da poterli "ospitare".
Ci mise moltissimo a convincere la ragazza ma si rifugiarono lì dentro.

- Spero solo che non moriremo d'asfissia!- Lei.
- Sii ottimista!- Lui.
- Che splendida giornata per essere ottimista!-
- Era bella fino a poche ore fa- rispose serio lui che le faceva strada.
- Era bellissima- concluse lei.

Poi risentirono di nuovo quelle voci.
- Sono usciti!-
- Che cazzo!... Ti hanno visto in faccia?!-
- Ehm... la donna sì...-
- Dobbiamo immediatamente trovarli!-
 
Ma loro avanzavano nel condotto riuscendo a salire di piano. Forse ce l'avrebbero fatta!... Quei ladri non erano poi così svegli grazie al cielo!

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Capitolo 3
*** Ciò che è importante ***


* L'unica cosa che voglio è starti accanto. Va bene così.
  Sono veramente una stupida. Perché volevo ripartire tra pochi giorni?
  Perché voglio sempre scappare da te? *

Lo guardò quasi di nascosto, era seduto accanto a lei, rannicchiati vicino a un muro.
Il condotto aveva lasciato momentaneamente spazio a una stanzetta leggermente più larga dove potevano riposare un po' e cercare di capire quale strada fosse meglio prendere.
Nessuno dei due fiatava. Cercavano di prendere più aria possibile.

* Io ti amo!... 
  Perché non ho il coraggio di dirtelo?... Né di dirmelo!...
  Vorrei dirtelo adesso. Ma so che non è il momento adatto... * Lei sorrise a sé stessa e lui parlò:

- Comunque sì... avevo una cotta per te- non la guardava mentre le diceva questo.
- Ah...- lei:- Una cotta?... Beh, chi non ha una cotta per una coniglietta di Playboy!...- Sorrise ma era triste mentre quasi si prendeva in giro da sola:
- Beh... se avevi questa cotta, quando t'è passata?- Continuò lei. Parlavano a voce bassa come se dovessero confessarsi le cose tutte adesso.
Come se avessero paura che non ci sarebbe stata altra occasione.

Lui sorrise abbassando la testa e lasciando che i capelli gli coprissero il viso:- Va beh... dobbiamo riprendere a cercare una via d'uscita?-
Lei gli scostò i capelli dagli occhi per poterlo guardare meglio e accennare a sua volta un sorriso:- Anche io avevo una cotta per te, bimbo!- 
Lui arrossì, sorrise ancora e riprese a gattonare seguito dalla sua donna lungo il condotto.
Sentivano sempre dei rumori che sembravano seguirli. Sicuramente erano loro!... Ma continuavano la loro fuga senza paura.
Insieme. 
- Prometto che non ti abbandono più- mormorava lui sentendosi in colpa.
- Non hai colpa tranquillo. Non più di tanto almeno!- Non era molto consolante lei.
Poi finalmente notarono la luce dei lampioni di Domino! Il condotto finiva su una delle strade della città! 
Bastava riuscire a forzare le sbarre già malridotte e scappare via.
Erano felici!
Ma lui si fermò. Il condotto dava anche ad un altra stanza dalla luce accesa.
Li vide. Erano i ladri e sfogliavano il deck di Mai mormorando qualcosa.

- Ha detto che avrebbe pagato molto per riaverlo indietro!-
- Se sta scappando via non ci tiene poi tanto!... Brucia quelle carte e troviamo quei due!-

* Brucia quella carte! * Jonouchi non poteva permetterlo!
* Se sta scappando via non ci tiene poi tanto! * Non glielo avrebbe lasciato fare.
Sfondò con un calcio improvviso le sbarre che davano alla strada per spingere di peso la donna e trascinarla fuori.
La donna che non era riuscita a sentire il discorso e non si era accorta di niente. Si accorse solo che lei cadeva in salvo sulle strade di Domino e lui invece rimaneva lì.
- Katsuya!!- Gridò scivolando lungo il muro mentre lui con un altro calcio si lasciava cadere nella stanza dove si trovavano i due malviventi.

- Scusa. Tornerò!- Le sorrise.
- Hai promesso di non lasciarmi!!- Lei pianse all'istante rotolando giù per la strada e perdendolo di vista.
Lui invece si ritrovò in piedi, fiero e arrabbiato, alle spalle dei due malviventi.

.


- Ma che cazzo?!- Gridò lo scippatore.
- Come sei finito qua?- Il complice.
Lui rispose semplicemente con un pugno sulla faccia di entrambi, scaraventandoli sul muro.
- Datemi quelle carte. Non vi azzardate nemmeno a rovinarle!- Il suo sguardo era serio e senza paura.
- Brutto figlio di puttana!- Uno dei due prese il bastone cercando di difendersi ma Jonouchi sapeva come evitare i colpi!
Le carte intanto erano a terra.

* Voi non avete la più pallida idea di cosa quelle carte siano per Mai!
  E io gliele riporterò indietro! *

Una delle arpie che giaceva a terra sembrò quasi che gli rispose con un triste sorriso.
* E anche queste carte vogliono tornare da Mai! *

Continuava a dargliele di santa ragione, era una bestia!
I due uomini avevano paura, non riuscivano a fermarlo.
Lo scippatore riuscì a radunare tutte le carte e tremando gliele porse:
- Eccole! Eccole! Stanno qui!... Prendile!... Ma lasciaci in pace!-
Il ragazzo lo guardò con disprezzo, ma allungò le sue mani verso quel deck pieno ormai di polvere.
Fu in quel' attimo che felice di averlo tra le mani si distrasse e venne nuovamente colpito alle spalle dalle ultime forze del complice.
Perse i sensi e lo scippatore gli diede il colpo di grazia trafiggendoli lo stomaco con dei pezzi di legno appuntiti.
Rimase lì a sanguinare con il deck in mano.

Intanto Mai correva ignorando il dolore. Piangeva senza riuscire a fermarsi.
* Perché?! Brutto scemo! Perché?!! 
  Dovevi rimanermi vicino! Dovevamo scappare insieme!!
  Perché stai rischiando così tanto per delle stupide carte!!... * Si accasciò addosso alla prima cabina telefonica che trovò.

Non aveva spiccioli, doveva chiamare la polizia!... Sperando che il numero fosse gratis! 
Ma si accorse che qualcuno aveva lasciato gli spiccioli del resto!... Potevano bastare?
Chiamò la polizia. E poi con quelli spiccioli chiamò un altro numero. Lo aveva ancora in tasca.
E forse non erano lontani da casa sua!

- Pronto?...-
- Honda?!- La sua voce tremava come non mai.
- Chi è?!-
- Sono Mai!... Katsuya è in pericolo!- Guardò in fretta il nome della via riuscendo a spifferarglielo in tempo prima del:
" Biiiiiiip. Chiamata terminata. " Si lasciò cadere tra le lacrime stringendo le mani al petto.

Era realmente una fortuna che Honda abitasse lì vicino. 
In lontananza si sentivano le sirene della polizia.
Sarebbe andato tutto bene.

* Andrà tutto bene amore mio...
  Stanno venendo a salvarti.
  Del resto non mi importa più.
  Voglio solo svegliarmi accanto a te.
  Non andrò più via.
  Non scapperò più.
  Io voglio solo che tu stia bene.
  Io ti amo!... *

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Capitolo 4
*** Di nuovo insieme ***



* Forse avevo di nuovo perso i sensi, perché sentii il mio corpo sollevarsi in aria.
  Ho aperto gli occhi un attimo e vedevo le mie arpie.
  Mi tenevano in braccio e cercavano di parlarmi.
  Scusate ragazze.
  Perdonatemi per ciò che sto per dirvi.
  Non voglio piangere mentre vi dico questo.
  Perché vi voglio bene!...
  Io vi voglio tanto bene! Ve ne ho sempre voluto!
  E ve ne vorrò sempre!
  ... Ma vi prego!... Salvate il mio Katsuya!...
  Anche se questo voglia dire dirvi addio!...
  Io non voglio dire addio a lui!
  Lui è più importante.
  Più importante di tutto. 

  Ecco lo sapevo.
  Sto piangendo. *

Sorrise tra le lacrime aprendo gli occhi, non erano le sue arpie che la portavano in braccio, era Honda!
- Mai! Mai! Finalmente hai aperto gli occhi!!... Dov'è Jonouchi?!- Il ragazzo correva nel panico e lei riuscì a farfugliare qualcosa.
Riconobbe il posto il ragazzo vedendo delle grate rotte. "Abbandonò" la ragazza lì vicino, lei si voltò, non era venuto solo, c'erano Anzu e Yugi.
Hiroto Honda si arrampicò su per il cunicolo mentre la sirena della polizia era sempre più vicina! 
Sarebbe stato meglio aspettare l'arrivo dei poliziotti ma il ragazzo aveva troppa paura di arrivare tardi!

- Va tutto bene Mai- sentì una voce calda, le sembrò ancora quella delle sue arpie. Invece era Anzu.
La stringeva forte al suo petto, senza nemmeno piangere.
- Va tutto bene Mai- ripeté anche Yugi che le stava accanto.
Era tutto così confuso.

* Ragazze, arpie mie, aiutatelo. 
  Vi prego!... *

Hiroto riuscì a trovarlo, era a terra e i ladri erano ancora lì.
Per loro non ci fu scampo. La furia di Honda era anche peggio di quella di Jonouchi, spaccò loro il muso lasciandoli svenuti a terra. La polizia li avrebbe trovati lì, poi che farne era compito loro.
Ma Katsuya Jonouchi era a terra con gli occhi chiusi.
Stringeva tra le mani il deck di Mai Kujaku ormai sporco di sangue.
Quelle carte sembravano avergli tamponato la ferita, si erano macchiate di sangue ma forse era merito loro se il ragazzo riaprì gli occhi in ambulanza.

Mai era accanto a lui. Stesa sulla barella accanto sorridendo.
L'ambulanza partì.
- Mai... stai bene?- Faticava a parlare ma non poteva starsene zitto.
- Mi avevi promesso che non mi avresti lasciata- lei sorrideva.
- Sono qui adesso- riuscì a muovere un po' le dita e si accorse di non avere più il deck fra le mani.
- E' qui- disse lei. Aveva gli occhi lucidi mentre lo stringeva a sé.
- Sai Katsuya?.. Le mie arpie mi hanno ascoltata- sorrise piena di gioia chiudendo gli occhi e gettando una lacrima.
Si addormentò abbracciando forte le sue arpie, sporche del sangue del suo amato ma vive come non mai.

Era la mattina dopo quando Kujaku Mai riaprì gli occhi su un letto di ospedale.
Jonouchi non era in stanza con lei, chiaramente era più grave. Ma accanto a lei c'era Anzu.
- Ben svegliata!- Le sorrideva sbucciando una mela e porgendogliela:- Ne vuoi?-
- Sì, grazie- sorrise riuscendo ad alzarsi leggermente.
- Dov'è Katsuya?- Le chiese spaventata.
- Sta bene!... Cioé... sta male. Ma sta bene!... Tu piuttosto?-
- Io sto benone!... Solo qualche graffio!...- Si guardò intorno.
- Le tue carte sono qui!- Anzu aprì il cassetto tranquillizzandola. 
- Le vorrei ringraziare- continuò la mora non riuscendo a trattenere le lacrime:- Per aver salvato Jonouchi!..- Se le asciugò in fretta.
Mai l'abbracciò forte facendola arrossire, e le disse solo una cosa:- Ciao Anzu!... Mi sei mancata!-
- Ci sei mancata anche tu!... Non lasciare più il nostro Jonouchi, sei mancata tanto soprattutto a lui- Continuava a piangere piano sorridendo.
- Te lo prometto- rispose la bionda:- Non vado via. Mai più!... E io mantengo le promesse- borbottò.

Anche Jonouchi Katsuya si era svegliato accolto dal calore dei suoi amici e di sua sorella.
- Shizuka...-
- Brutto scemo!!... Come hai osato farmi stare tanto in pensiero?!- Che non riusciva a smettere di piangere.
- Poi mi devi spiegare questa storia eh imbecille!- Hiroto.
- Si può sapere cos'è successo??- Yugi.
- E' successo che ho ripreso il deck a Mai. Anche se è inguardabile adesso.-
- Io penso che per lei adesso sia ancora più bello!- Yugi sorrise.
- Smettiamola di parlare di carte e parliamo del fatto di come tu le hai prese e io spaccato il muso a quei due!- Hiroto.
- Guarda che anche io li ho menati parecchio sai?! E' facile vincere quando qualcuno prima ti fa quasi tutto il lavoro!- Katsuya.
- Ooooh certo!... Chi sta in ospedale e chi no??- Hiroto.
- Ah ah ah! Dai ragazzi l'importante è che stiamo tutti bene!- Yugi.
- Yugi se parli così sembra che credi alle parole di Honda.-
- Eh beh- Hiroto.
- Siete stati tutti e due molto imprudenti come al solito!- Yugi.
- Sei noioso come una femmina Yugi!- Hiroto e Katsuya.
- Ehi!- Shizuka .
- Dico solo la verità!- Yugi.
- Piuttosto... Shizuka cara... ho salvato tuo fratello!... Che grande gesto d'amore!- Hiroto.
- Ma sta' zitto, stronzo!- Katsuya.
- Ragazziiiiiii...- Yugi.

Poi il medico lì cacciò dall'ospedale.
- Ma bravi eh, vi dovete sempre fare riconoscere?- Anzu li aveva raggiunti fuori l'ospedale.
- Mi sono vergognata tanto!- Shizuka.
- Scusa Anzu hai ragione, anche io mi sono vergognato Shizuka- Yugi depresso.
- Visto che sei noioso come una femmina Yugi?!- Hiroto.
Yugi più depresso ancora.
- Mai uscirà dall'ospedale domani. Alloggia in un hotel del centro però aveva prenotato la stanza per tre giorni soltanto.-
- Ah... quindi andrà via prima che Jonouchi possa uscire dall'ospedale?- Yugi dispiaciuto.
- Io voglio farle visita!- Shizuka.
- In realtà lei ha cambiato idea e vuole restare ma...-
- Sì!! Alloggerà a casa nostra senza problemi!- Esclamò Shizuka:
- Glielo puoi andare a dire tu Anzu, i dottori non ci fanno più entrare in ospedale...- Arrossì imbarazzata per poi borbottare:- Come se io avessi colpe poi!-
- Neanche io ho colpe- Borbottò Yugi.
- Sei proprio una femmina- commentò Hiroto ferendolo al cuore.
Anzu sorrise e obbedì alle parole di Shizuka.

Quindi quando Jonouchi Katsuya tornò a casa si ritrovò una donna in camera.
- Ma non mi avevi avvertito di questo- puntualizzò alla sorella.
- Sopresaaaaa!- Dissero in coro le due.
- Va bene- rispose serio spingendo la sorella fuori la stanza rimanendo solo con la bionda.
Si chiuse la porta alle spalle e la raggiunse di scatto per abbracciarla forte. Più forte che poteva.

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Capitolo 5
*** Dolce notte ***


* Quanto tempo sono stato in ospedale? Boh... non molto comunque, non moltissimo. 
  Eppure mi ha sorpreso rivederti.
  Mi sei mancata.
  E - ho avuto tanta paura di perderti!- * Disse anche lei completando insieme i suoi pensieri.

Erano seduti sul letto. Sotto la maglietta bianca di lui si vedeva ancora una fascia mentre lei indossava una tuta nera e aveva i capelli raccolti.
Anche se era quasi in pigiama la trovava ancora più bella!

- Tsz... perdermi?... Pensavi che mi sarei fatto battere da due scemi?- Spavaldo rispose allontanandosi leggermente imbarazzato.
- Ti sei fatto battere da due scemi- puntualizzò tanto per cambiare.
- Allora... ho già fatto questo discorso anche a Honda!...- 
- No va bene va bene, basta! La prossima volta che fai una sciocchezza del genere però ti pianto e me ne scappo per conto mio!- Arrabbiata.
- Ti ho riportato le tue arpie...- brontolò.
- Sporche di sangue.-
- Mmmm... scusaaaa- gli venne quasi un altro attacco di pianto isterico.
- No no no fa niente!... Le trovo quasi più belle!- Sorrise riabbracciandolo leggermente e dandogli un paio di pacche sulle spalle, e continuò:
- Le hai ringraziate piuttosto?-
- Non ricordo sinceramente... nel dubbio lo faccio adesso, grazie Arpie!- Sorrise dando un bacio sulla guancia alla ragazza come se le arpie fossero state lei.
La donna sorrise e toccò lui la ferita quasi rimarginata.
- Fa male?- Gli chiese.
- Ancora un po'.-
- Devi riposare ancora per molto?-
Alzò le spalle:- I medici hanno detto qualcosa, non me lo ricordo però!-
Lo guardò male come a dire "tu sei tutto scemo".
- Allora sta sera riposa! E domani vorrei chiederti un appuntamento!-
- Un appuntamento??- Arrossì.
- Voglio continuare quella bella giornata!- Lei sorrise bellissima, e con gli occhi lucidi.
Lui ci mise un po' a rispondere ma poi alzò le spalle:- Va bene!-
Fece per stendersi sul letto mentre la ragazza si avviava verso la porta.
- Però lascia il tuo deck a casa per favore- continuò quasi ironico.
Lei ridacchiò e uscì per andare a dormire in camera di Shizuka.


* Ma perché non l'ho fermata?
  Non potevamo dormire insieme? *

Si chiedeva guardando il soffitto steso sul letto.

* Non ricordo neanche più bene di cosa parlavamo mentre scappavamo da qui bastardi.
  Ha detto che le piaccio?
  Ah no... ha detto che le piacevo.
  Beh... anche io ho detto che mi piaceva.
  Che stupido!...

  E adesso dovrei avere le palle di dirle che mi piace ancora esattamente come la prima volta??
  Come la prima volta...
  In realtà mi piace sempre un po' di più. *

"Beh, chi non ha una cotta per una coniglietta di Playboy!" Gli tornò in mente questa frase.
Lì per lì non ci fece caso ma cosa voleva intendere lei?

* Forse ho fatto bene a non chiederle di rimanere in camera con me.
  Forse a lei non fanno altro che chiederle di passare le notte insieme!...
  Forse mi reputa come loro?...
  Forse lo sono?... * 

Si voltò rannicchiato sulla sinistra, strinse il cuscino in un pugno. L'idea di quello che aveva fatto lei in passato lo faceva vomitare.
Tanto che gli venne quasi da piangere.

* A me piaci.
  Ma non perché sei bellissima.
  Mi piaci perché...
  ...perché sei bellissima in tutto. 

  E scusa... * stringeva il cuscino sempre più forte facendo scendere una lacrima.

* ...Se voglio passare la notte con te * si addormentò così.

Lei ci mise più tempo a prendere sonno, non tanto per i mille pensieri che le affollavano la testa ma più che altro perché erano due donne nella stessa camera.
Non riuscivano a starsene zitte.
- Senti Shizuka cara!... Tu lo sai che mi piace tuo fratello, vero?-
- Oh oh sì che lo so!! Anche tu piaci a lui!- Shizuka era di ottimo umore.
Stavano in due letti vicini l'una di fronte all'altra.
- Ma questo lo deduci tu o lui te l'ha detto?- Chiedeva curiosa la bionda.
- Lui non lo direbbe mai!... E' troppo cocciuto!- Arrabbiata col fratello.
- Non posso dargli colpe comunque, non sono molto diversa da lui!... - Sorrise sconfitta la donna.
- Rimani con noi per sempre Mai - La ragazza dai capelli rossi chiuse gli occhi con un sorriso sfiatando questa frase con un pizzico di malinconia. Come se si sentisse sola e con quella frase intendesse dire:
" Rimani con mio fratello, e rimani con me!... Non lasciarci soli!... "
E Mai sapeva bene come ci si sente a essere soli.
Si voltò piano verso il comodino dove custodiva le arpie, sfiorò il suo deck e piano iniziò a parlare:

- Sai piccola Shizuka... - non era neanche sicura che la stesse ascoltando o si fosse addormentata.
- Quello che ho dovuto fare io è stato brutto...
  Ma non riesco a vivere con l'idea che si possa cambiare.
  Vorrei tanto rimanere accanto a voi per sempre... come hai detto tu.
  Ma non so come si fa!... Che cosa stupida vero?
  Ho troppa paura della normalità... - Strinse i pugni al petto non riuscendo a trattenere le lacrime.
- Ma voglio vivere con Katsuya!- Si voltò a guardarla in lacrime, aveva gli occhi chiusi, probabilmente dormiva.
Le sfiorò il viso:
- Se solo sapessi quanto ti invidio piccolina... tu potrai sempre stargli accanto.
  Io non lo so.
  Per quanto tempo lui mi vorrà bene?-

La sorella di Jonouchi inconsciamente sfiorò la mano della donna, aveva ancora un sorriso stampato sul volto.
Quel gesto la fece tranquillizzare di colpo. Come se lei facesse già parte di quella famiglia, come se l'avessero sempre voluta lì con loro.
Sorrise, e si avvicinò leggermente per darle un bacio sulla guancia a e augurarle una:- Dolce notte Shizuka cara- e si addormentò sfiorandole la mano.

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Capitolo 6
*** Dove eravamo rimasti ***


Il sole era già alto da un bel po'.
La sorella di Jonouchi aveva preparato la colazione per tutti e si affrettò a svegliarli con gioia.
E ancora assonnati si radunarono attorno al tavolo.
- Buon giooorno- sbadigliò la donna bionda che aveva ancora i capelli legati ma tutti scompigliati sul viso.
- Buon giorno!- Risposero i due fratelli sorridendo.
Mangiavano piano.
- Perché mi guardi?- Chiese Mai al ragazzo ancora assonnata.
Shizuka sorrise felice.
- Eh?... Ti sto guardando?- Anche lui era ancora nel mondo dei sogni.
- Da un pezzo.-
- Scusa... non pensavo a niente- si giustificò, ma poi continuò:
- In realtà... pensavo che mi piaci vestita così- sputò il rospo senza troppo imbarazzo.
- Oh oh oh- Shizuka era felicissima. 
- Ah... - emise Mai:- Ti piaccio in pigiama e non vestita sexy?-
- Sì... sei molto bella così- sorrise sincero.
La donna non rispose, semplicemente le si stampò sul viso un sorriso ebete esattamente come quello che di solito aveva lui.
Andarono a prepararsi per "l'appuntamento" poi, mentre la ragazza dai capelli rossi sistemava casa.

Verso le dodici erano pronti per uscire.
Lui non si era nemmeno cambiato, era rimasto in maglietta bianca e Jeans.
Ma quando uscì dalla camera la sorella lo sgridò:- Ma vuoi cambiarti almeno maglietta?! Ti si vedono tutte le fasce!-
- E me?! Fa figo!-
Lo guardò male e lui si cambiò la maglietta con una uguale ma azzurra.
Subito dopo uscì dalla camera di Shizuka anche Mai. Indossava un paio di jeans e una maglietta nera elegante con una leggera scollatura sul seno.
I capelli sempre alzati che lasciavano cadere poche ciocche intorno agli occhi e alle orecchie.
Lui non fiatò.
- Ti piaccio così?- Chiese lei sorridendo.
- Yea- rispose lui secco.
- Gli piaci molto!- Commentò cinica la sorella al posto suo.
- Lo so- rispose Mai prendendolo di peso e trascinandolo con sé fuori casa.
 
Tornarono in quel bar, dove poche settimane prima si erano presi un frullato.
- Paghi di nuovo tu vero?- Disse lui.
- Sei davvero indecente- rispose lei.
- Senti... ricordi di cosa stavamo parlando?... Prima dell'arrivo del bastardo intendo...-
- Ehm... no... perché?- Ci pensò su la donna sorseggiando il suo frullato.
- Ah sì!- Ricordò lui:- Ti chiedevo perché...- si interruppe guardandosi intorno per scaramanzia, come se quella domanda generasse uno scippatore di borse, continuò:
- Perché vai via se ti piace stare con me...?-
Lei ci mise un bel po' prima di rispondere.
C' era un vento piacevole e il sole splendeva alto facendo luccicare i loro biondi capelli.

- Non lo so... bella domanda!- Disse infine lei.
Lui le sfiorò le mani:- Senti... puoi rimanere quanto vuoi a casa mia!... Cioè a Shizuka non da fastidio se rimani in camera con lei!-
Ci pensò su lui e continuò:- L'unica cosa dovresti pagare le cose da sola!- Borbottò imbarazzato:- Saremmo ancora più felici se paghi per tutti!- 
- Declino l'invito- rispose secca e offesa.
- Dai scherzavo!... Cioè se vuoi pagare ben venga però anche gratis sei ben accetta in casa!-
- Ok ok... va bene... d'altronde è da un sacco di giorni che sto buttata a casa tua! L'unica cosa che obietterei è...-
- Cosa?-
- Devo dormire per forza in camera con Shizuka?-
- Perché ti è antipatica?-
- Ma tu sei tutto scemo!... Nel senso non posso dormire con te?!- Disse a voce bassa leggermente imbarazzata.
- Ah... oh... beh... come vuoi!- Alzò le spalle come se la cosa gli fosse indifferente.
- Se la cosa ti da fastidio sia!...- Si voltò a braccia conserte dall'altra parte.
- Non vorrei desse fastidio a te...- rispose serio.
- Non te l'avrei chiesto no?- Disse lei non capendolo, poi vista la serietà di lui tornò a guardarlo avvicinando il busto al tavolo:
- Perché pensi possa darmi fastidio?...-
- Beh...- lui quasi balbettava a voce flebile:- Forse più di uno ti ha chiesto una notte insieme...- strinse i pugni sperando non si arrabbiasse.
Lei non si arrabbiò.
- Tu non sei uno- rispose seria ma con un tono dolce:- E non mi hai chiesto una notte. Mi hai detto che posso rimanere quanto voglio, no?-
- Certo!- Si rallegrò leggermente.
- Tua sorella mi ha chiesto di rimanere per sempre!- Lei rise di gusto.
Lui si colorò di rosso pensando "sarebbe come essere sposati".
- Facciamo così- continuò lei sfiorandoli delicatamente la mano, era così sensuale anche con un paio di jeans, era bellissima:
- Rimango da te finché tu vorrai!... E vi comprerò i dolci ogni giorno!-
La guardò incantato qualche secondo per poi scoppiare a ridere:- Vada per i dolci!-
- Ti amo- sfiatò infine lei velocemente, guardandolo seria negli occhi, arrossendo leggermente mentre il vento le muoveva piano le ciocche.
E lui non si azzardò più a dire niente.

Passarono forse addirittura tre minuti prima che lui provò a riprendere il discorso:
- Quindi la cotta non ti è passata?...-
- Direi che aumentata- sorrideva lei, dolcissima mentre il cuore le batteva forte. Stringeva le mani sulle ginocchia, ora sembrava una bambina!
Lui sorrise, non riusciva a guardarla negli occhi:- Perché hai aspettato tanto prima di dirmelo?-
- Perché tu non me l'hai mai detto- si giustificò lei:- Dovevo fare la figura di una quindicenne alle prese con la sua prima cotta? Fammi capire?!- Alterò leggermente la voce.
- Ma tu mi piaci!...-
- Non è vero tu mi odi!- Rispose lei quasi ignorando la sua risposta.
- Non è vero che ti odio!-
- Sì che mi odi!... Semplicemente sono bella e quindi ti faccio alzare l'alberello!-
- Ma come parli?!...- Rise leggermente poi riprese serietà:
- Non rischio la vita per prendere la carte a una che mi fa alzare l'alberello!-
Scoppiò a ridere anche lei:- Va beh allora un pochettino mi vuoi bene!-
Lui si alzò di scatto trascinandosi lungo il tavolo, buttò per sbaglio giù il frullato e prese il suo viso di forza, baciandola.
Il tempo sembrò fermarsi, anche se furono pochi istanti.

Si staccarono piano l'uno dall'altra, increduli come fosse un sogno.
Come fosse stato un lampo.
Troppo veloce.
Ma accecante.

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Capitolo 7
*** La mia famiglia ***


- Ti sei sporcato i pantaloni- fu la prima frase dopo quel bacio.
Il frullato gli era colato tutto addosso, per fortuna non si era rotto il bicchiere.
- Andiamo via in fretta prima di fare altre figure ok?- Rispose lui.
Lei annuì e corse a pagare per poi fuggire in fretta ridendo.

Si fermarono vicino a una fontana così da poter pulire almeno leggermente i pantaloni.
- Bene!...- Respirò lei guardando il cielo:- E adesso che si fa?-
Lui era seduto a strofinarsi i pantaloni:- Si va a casa così mi cambio?- Ironico.
- Perché hai altri pantaloni?- Ironica anche lei, forse.
- Ah ah.- 
Decisero di andare realmente verso casa.
Passeggiavano silenziosamente l'uno accanto all'altra quasi senza fiatare.
Il cielo iniziava leggermente a inscurirsi. 
- Comunque non mi hai detto se ricambi- gli ricordò lei guardando altrove con un lieve sorriso.
- Ho detto che mi piaci!- La guardò lui arrossendo e alterandosi.
- Io ho detto che ti amo- lo guardò anche lei adesso mentre continuavano a camminare.
- Beh... non è la stessa cosa?...-
Lei lo guardò malissimo e poi continuò:
- Spero che non sia la stessa cosa. Perché per la cronaca tu mi piaci.
  Ma mi piace anche... Honda per esempio! E' molto carino!
  E poi quando era ferita mi ha preso in braccio e mi ha stretto!... Waaah!-
Lui la guardò malissimo prendendo in pieno il colpo.
- Ed è pieno di ragazzi che mi piacciono eh!... Davvero tanti!
  Oh! Anche quello è molto carino!- Ne indicò uno a caso.
- Anche Seto Kaiba è moooolto carino!- Continuava.
- Va bene basta basta basta!! Non dirlo mai più!- Andò su tutte le furie.
- Cosa che Kaiba è carino?- Rise, lui sbuffò guardando altrove.
- Perché?- Continuò lei:- Tu non trovi Anzu una bella ragazza? Non ti piace?- Chiese cinica.
- Sì va bene, tu mi piaci di più!-
- Ah beeeh, uaoh!- Lei guardò nuovamente altrove.
Pochi secondi dopo gli diede una botta in testa con la borsetta.
- Ahia!-
- Te lo sei meritato, stronzo!-
Si fermò prendendole le spalle, serio:
- Va bene! Va bene!...
  t... a...o- Borbottò.
- Tao?-
- Ti amo!!- Sputò finalmente, continuò:
- Ti amo!... Tanto!... Penso tanto, non amo molte volte insomma.
  Ma ti amo!...-
- Sei convincente quanto un cammello che vende gelati.-
- ...?! Ma da dove ti escono?!-
- Sono fantastica!!- Autocompiacendosi.
- Sei strana, non fantastica...-
Mai gli prese, non molto delicatamente, il viso tra le mani:- Allora...- Guardandolo negli occhi:
- Dobbiamo andare a casa sì o no?-
- Shrri- Era un "sì" ma non riusciva a parlare dato che lei gli schiacciava le guance.
Rise ancora la donna prendendogli la mano e ritrascinandolo verso casa.

- Sei felice?- Le chiese timidamente poco dopo, continuando a camminare.
- Sì che sono felice!-
- Anche se sono scemo?- Parlava a voce molto bassa molto imbarazzato.
- Anche se sei scemo!- Lei invece aveva una voce molto più squillante.
- Scusa se sono scemo.-
- Nha... mi piaci anche per questo!-
- Mi sei tremendamente mancata in questi anni... non hai la più pallida idea di quanto.-
Lei lo guardò di sfuggita, erano quasi arrivati a casa e lui prese le chiavi.
- E scusa se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo...- Aprì la porta.
- Non devi scusarti. Ne parlavo anche con tua sorella!...
  Sono io la prima a non avere il coraggio di ascoltare i miei sentimenti.
  E sopratutto ho sempre tanta paura- si chiuse nelle spalle.

Era quasi buio, il sole iniziava a tramontare presto.
Entrarono in casa continuando a parlare, Shizuka era uscita, trovarono un suo biglietto in casa "Sono a fare la spesa! Baci baci!".
Dopo averlo letto Jonouchi spezzò il momento:- Dovevi andare tu a fare spesa!... Con quali soldi sta facendo la spesa?!-
- Io ti pago solo il dolce ho detto!...-
- Uff... dicevi comunque? Paura di cosa?- Tornò serio poggiando il bigliettino sul tavolo.
- Dei sentimenti umani penso- sorrise guardandolo.
- Mh- non capiva.

Entrò in camera per cambiarsi i pantaloni, entrò anche lei senza curarsene poggiandosi sul letto.
- Penso che nessuno in realtà possa volermi bene a lungo!
  Quindi sono io la prima a scappare e sparire!
  Magari se mi faccio vedere raramente è più difficile che una persona si stanchi di me, non credi?- Sorrideva sempre anche se la sua voce tremava leggermente.
Lui intanto si cambiava i pantaloni, aprì il cassetto e sta volta fu lei a smorzare il discorso:
- Oh ma guarda dicevi il vero! Hai altre paia di pantaloni!-
- Certo che ne ho!!- Gliene lanciò addosso un paio arrabbiato.

Mentre si infilava il paio asciutto lei lo fermò di nuovo scherzosa:
- Puoi rimanere così se vuoi!-
- Ma come fai a fare un discorso serio sui sentimenti umani e poi chiedermi di rimanere in mutande me lo spieghi?!-
- Mi piaci in mutande!- Rispose schietta ridendo.
- Non riesco a prenderti seriamente se rimango così!- Si rivestì ignorandola e poi si sedette accanto a lei.

- Dicevo che le persone si stancano di me!-
- Come ci si può stancare di te?! Seriamente... te ne esci con frasi del tipo "si alza l'alberello" in un discorso completamente   serio!
  E' impossibile stancarsi di te!- Il tono di voce di Jonouchi si era alzato molto da quando erano entrati in casa.
Lei sorrise di gusto e lasciò cadere la testa sulla spalla di lui.
- Senti...- lei.
- Dimmi...- di nuovo imbarazzato.
- So che non mantieni le promesse...-
- Come sarebbe a dire?! Cos'è questa voce adesso?!-
- Ma promettimi di non lasciarmi... questa volta promettimelo davvero!- I suoi occhi si fecero lucidi mentre con le mani si stringeva al braccio di lui.
In fondo sembrava realmente una bambina che andava protetta.
Il ragazzo l'abbraccio.
- Te lo prometto. Sta volta veramente.-
- Katsuya...-
- Sì?-
- Vuoi essere il mio ragazzo?- Sfiatò chiudendo gli occhi.

Un'altra volta ancora lui rimase zitto lasciando i secondi passare. Poi:
- E me lo chiedi?-
- Hai di nuovo un sorriso scemo stampato in viso vero?-
- No!...- Sì, lo aveva.

Rimasero a dormire insieme quella notte.
Senza fare niente però, solo abbracciati.
Ogni tanto il ragazzo sentiva che lei piangeva nel sonno.
Ma quando succedeva l'abbracciava più forte, e lei smetteva.

* Credo sia realmente impossibile dimenticarsi di te.
  Rimani con me. Ti prego.
  Sii parte della mia famiglia.
  E io sarò la tua famiglia. *

Le strinse la mano portandola al cuore.
E si addormentò, felice.

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