1918 e le seconde possibilità di bessielizzie (/viewuser.php?uid=269645)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Isabella ***
Capitolo 3: *** Edward ***
Capitolo 4: *** incontro ***
Capitolo 5: *** gli ultimi attimi di felicità ***
Capitolo 6: *** arrivo dell' influenza spagnola ***
Capitolo 7: *** l'umana e il vampiro neonato ***
Capitolo 8: *** il tempo scorre nonostante tutto ***
Capitolo 9: *** lontani ***
Capitolo 10: *** il tempo scorre nonostante tutto e lentamente si guarisce ***
Capitolo 11: *** ritorno dai cullen ***
Capitolo 12: *** il tempo scorre e le ferite lentamente guariscono ***
Capitolo 13: *** Alice una nuova speranza ***
Capitolo 14: *** Stay strong ***
Capitolo 15: *** al peggio non c'è limite ***
Capitolo 16: *** il funerale di Bella ***
Capitolo 17: *** una seconda possibilità ***
Capitolo 18: *** 13 settembre 1987 ***
Capitolo 19: *** qualche anno dopo ***
Capitolo 20: *** primo giorno di scuola ***
Capitolo 21: *** verso la verità ***
Capitolo 22: *** Happy ending ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
1918 prefazione
Prefazione.
Questa storia è ambientata a Chicago
del 1918 e i due protagonisti sono Isabella ed Edward e sono entrambi umani.
Edward deve ancora diventare un
vampiro ed è un diciassettenne che vuole arruolarsi per andare a combattere al
fronte, ma poi sappiamo come è andata la storia …
Isabella è una crocerossina che
decide di partire per il fronte e quando va a comunicarlo ai suoi superiori
incontrerà Edward e qui ci sarà il
classico colpo di fulmine da cui nascerà una storia d’amore che non durerà molto
a causa del destino, ma il loro rapporto resisterà contro la morte e alla fine
si rincontreranno di nuovo dopo quasi novant’anni. Solo che questa parte della
storia si conosce già.
Angolo autrice: Di recente ho
ritrovato delle epistole dei miei bisnonni durante la prima guerra mondiale e
volevo dedicare questa storia a loro che ho conosciuto solo tramite racconti
dei miei famigliari e dalle foto. Buone feste
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Isabella ***
PRIMO CAPITOLO 1918
Chicago 1918
Pov.
Bella.
Era
da un paio di anni che la guerra stava devastando l’Europa e mio padre era
partito per quel fronte un anno prima quando la nostra patria decise di entrare
nella Grande Guerra per dare ulteriore supporto alla triplice intesa, quindi la
corrispondenza con il mio amato genitore era rada e noi ricevevamo poche sue
notizie e temevamo sempre il peggio.
Ero
la figlia maggiore e mi occupavo dei miei fratellini che fortunatamente i miei erano
piccoli per seguire le orme del
cavaliere Charlie Billy Swamn ma Mike e Jacob scalpitavano per partire per
l’Europa.
Io
avevo quasi 18 anni quell’anno e anch’io volevo dare una mano alla mia patria e
curare tutte le vittime di quel conflitto così di gran segreto decisi di
diventare una crocerossina.
Anche
mia madre aveva deciso di dare una mano alla società che era scossa da
quell’inutile massacro. Fin dall’inizio Renè era stata contraria alla guerra e
quando mio padre aveva deciso di partire per il fronte c’erano stati degli
enormi litigi, infatti lui come tutti gli uomini era convinto che questa guerra
avrebbe portato dei privilegi a chi vi partecipava.
“Charlie,
amore non te ne andare!Lo sai che la guerra non porterà niente di bene ma solo
morte!” lo supplicò ma orgoglioso com’era il capo famiglia se ne era andato
senza voltarsi, ma fortunatamente di rado si faceva sentire con le sue
cartoline, così un anno fa l’uomo più importante , fino allora, parti per il
fronte Europeo.
Nonostante
il periodo in cui decisi di partire anch’io il conflitto mondiale sembrava
volgersi a favore della nostra coalizione io temevo che quel massacro continuasse
ancora, infatti le dichiarazioni fatte dal nostro principale
nemico Guglielmo ii all’inizo del conflitto“Tornerete nelle vostre case prima
che le foglie iniziano a cadere dagli alberi” non mi rassicuravano molto
temendo che la grande guerra durasse ancora per molto nonostante quello che
stava succedendo.
Mia
madre lavorava presso una fabbrica di armi e noi figli le davamo una mano, ma a
me non bastava perché volevo rendermi utile al mio paese così decisi di
diventare una crocerossina.
All’inizio
il mio compito costituiva nel procurare beni di prima necessità per le
popolazioni che ospitavano il conflitto, ma dopo mesi di quel lavoro decisi che
dovevo partire per il fronte e quindi diventare una crocerossina da campo e
curare i feriti che giungevano dalle trincee.
Quando
decisi di andare ad arruolarmi era la fine dell’estate del 1918 e ormai il mio
18 esimo compleanno ormai era alle porte
e quindi mia madre non avrebbe potuto impedirmi di diventare una crocerossina
al fronte.
Erano
i primi giorni di settembre quando mi incamminai verso gli uffici per palare
con i miei superiori quando incontrai due meravigliosi occhi verdi che mi
fecero scordare cosa stavo facendo.
ANGOLO
AUTRICE: SALVE A TUTTI QUESTO SAREBBE IL PRIMO CAPITOLO E SPERO CHE VI
PIACERà . IN QUESTO CAPITOLO VI è INSERITO QUALCHE
PARTICOLARE DELL'EPOCA E LA MIA FONTE è IL SITO "INTINERARI
DELLA GRANDE GUERRA". IL PROSSIMO CAPITOLO SARà DAL PUNTO DI
VISTA DI EDWARD.
QUESTA
STORIA LA DEDICO AI MIEI BISNONNI E AL LORO FIGLIO MINORE CHE ERA IL
MIO MITICO NONNO, LUI PERò HA VISSUTO LA SECONDA GUERRA
MONDIALE. FORSE QUESTA STORIA SARà LA PRIMA DI UNA SERIE CHE PER
ORA NON HO ANCORA DECISO IL NOME, MA DI SICURO CI SARANNO BELLA ED
EDWARD IN DIVERSE EPOCHE.
SPERO DI RICEVERE QUALCHE VOSTRO PARERE ANCHE QUALCHE CRITICA COSTRUTTIVA. BUONA LETTURA E BUON 2014
UN'IMMAGINE DELL'EPOCA.
LA PROTAGONISTA. AVEVO SCRITTO ANCHE UNA SHOT DA CUI "DERIVA" QUESTA
STORIA E S'INTITOLA "E SE SI FOSSERO INCONTRATI PRIMA", CHI LA VOLESSE
LEGGERE LA PUò TROVARE NEL MIO PROFILO. ORA MI CONGEDO E VI
AUGURO UNA BUONA LETTURA E UN FELICE ANNO NUOVO
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Edward ***
Edward
Pov. Edward.
Era
il 1918 e il mio 18 esimo compleanno si stava avvicinando molto lentamente, ma
io non avrei aspettato un altro giorno per arruolarmi perché volevo diventare partecipe di quel conflitto e dare
una mano alla mia patria natia.
Avevo
già comunicato in famiglia le mie decisioni di arruolarmi e partire per il
fronte il prima possibile, ma mia madre non era entusiasta dei miei progetti e
nemmeno mio padre apprezzava ma comprendeva le mie necessità. Dal canto mio ero
triste perché sentivo mia madre Elisabeth singhiozzare per ciò che avevo
intenzione di fare.
“Cara
madre, non preoccupatervi io ritornerò vittorioso dalla guerra e tu sai
orgogliosa di me!” spesso le ripetevo convito
che partecipare a quel conflitto sarebbe stata una cosa buona.
“Figliolo
caro,non è come pensi! Quando si parte per la guerra non si ha la certezza
assoluta di ritornare. Ti supplico non partecipare a quell’inutile massacro *”
ribadiva lei.
“Io
lo devo fare non sono un codardo,madre!”
le ripetei per l’ennesima volta e me ne uscii di casa sbattendo la porta.
Quel
giorno dopo l’ennesima discussione per impedirmi di arruolarmi presi la
decisione definitiva e mi incamminai verso quegli uffici. Ero molto emozionato
dal passo che stavo facendo e alquanto timoroso che non mi accettassero per la
mia età.
“Non
preoccuparti Edward loro ti accetteranno perché hanno troppo bisogno di nuove
leve al fronte” mi disse il mio amico Taylor che mi stava accompagnando.
“Grazie
per le tue rassicurazioni, vorrei soltanto che mia madre Elisabeth potesse
capirmi come te. Vorrei che lei capisse che vorrei dare una mano ai nostri
alleati per impedire una nuova Caporetto *” gli risposi.
“Per
fortuna che sembrano passati quei tempi, anche se questa guerra doveva essere
un conflitto lampo ma poi è diventata una guerra di posizione”
“Hai
ragione dobbiamo contribuire anche noi alla resa degli imperi”
Poco
dopo all’ingresso dell’ufficio di reclutamento mi imbattei in due caldi occhi
marroni che mi attirarono verso di lei, facendomi dimenticare perché mi trovavo
in quel posto.
Note "inutile massacro" è una citazione di Benedetto sedicesimo a proposito della grande guerra.
La battaglia di Caporetto avenne nel 1917 quando gli austro ungarici
sconfissero le nostre truppe. I nostri nemici erano anche aggevolati
perchè la Russia nostra alleata si era ritirata dal conflitto a
causa della rivoluzione russa.
Angolo autrice: Salve, sono
tornata con un nuovo capitolo e spero che vi piacerà, in
precedenza vi ho lasciato delle note spero di essere stata esaudiente.
Quindi non mi resta di ringraziare chi ha letto ,recensito questa mia
storia. Grazie a tutti e spero di ricevere ancora altri vostri pareri.
lo so che non è in costume d'epoca, ma mi piace questa foto,ciao e buona epifania
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** incontro ***
incontro
Incontro.
Pov. Edward.
Ero andato ad arruolarmi per andare a
combattere al fronte prima che il conflitto terminasse quando mi imbattei in
una graziosa ragazza con uno sguardo da cerbiatta, così all’improvviso quasi mi
dimenticai perché mi ritrovai in quel posto.
“ Buon giorno signorina , una
graziosa fanciulla come lei non dovrebbe trovarsi in questo luogo non è molto
sicuro per lei” gli chiesi timoroso che si trovasse in quel posto per il mio
stesso motivo.
“Buon giorno signor ?” mi chiese
quella graziosa signorina.
“Edward Anthony Masen al vostro
servizio” gli risposi baciandogli la mano.
“Piacere di averla conosciuta, lei è
proprio un gentiluomo a preoccuparsi per me. Io sono Isabella Marie Swamn e
sono qui perché vorrei diventare una crocerossina al fronte e suppongo che
anche lei è qui per un motivo simile al mio”
“Lei è molto perspicace signorina, io
non vedo l’ora di partire per il fronte e rendermi utile alla nostra patria per
fermare la prepotenza degli imperi centrali.”
“Io ritengo che un conflitto non sia
mai utile ma un’ inutile strage. Io ci vado per curare i feriti e per cercare
mio padre. Lui è partito quasi un anno
fa ed è da diversi mesi che non riceviamo sue notizie”
“La guerra non è mai una cosa giusta,
ma bisogna difendersi dall’arroganza dei più forti e proteggere i più deboli.
Mi dispiace moltissimo per suo padre, quando saremmo al fronte l’aiuterò a
cercare suo padre” le dissi.
“ Lei è davvero un cavaliere e sono
felice di averla incontrata, anche se non abbiamo le stesse opinioni per quanto
riguarda il conflitto”
“La posso accompagnare presso gli
uffici?”
“Si, grazie” alla sua risposta positiva
il mio cuore prese a battere con più vigore.
Alla fine il mio amico ci aveva
lasciato soli e così io e Isabella ci andammo ad arruolare. Anche se l’avevo
appena conosciuta mi sembrava di conoscerla da sempre e temevo che il fronte l’avrebbe
spezzata prima di me.
Il nostro fu davvero un colpo di
fulmine e parlavamo di tutto come se fossimo due amici che si fossero appena rincontrati
dopo un lungo viaggio che li ha tenuti separati per molto tempo.
Dopo pochi giorni ero follemente
innamorato , ma dovevo corteggiarla come si doveva per una signorina e non
dovevo comportarmi come un animale solo perché temevo che la guerra ci avrebbe
tolto i momenti magici che volevo realizzare con lei.
Forse per lei avrei rinunciato anche
al mio sogno di andare a combattere al fronte anche se adesso stavo
frequentando i corsi di addestramento militare, ma il destino stava cambiando
le carte in tavola e a breve successe ciò che non mi sarei mai aspettato.
Mentre la grande guerra si stava per concludere a favore della triplice intesa
la morte aveva deciso di raddoppiare il suo lavoro con l’influenza spagnola.
Angolo
autrice: Salve a tutti ,sono tornata con un nuovo capitolo un po' corto
ma prossimamente ce ne saranno degli altri. Qui siamo al ridosso del
contaggio da influenza da spagnola e i prossimi capitoli saranno
leggermente drammatici.
Spero che
questo capitolo vi piacerà e di ricevere qualche vostro parere.
Qui sotto vi inserirò una foto di Robert, insiomma di
Edward in versione soldato, forse all'epoca aveva fatto il provino per
mission black list che non vedo l'ora di vedere ma che tardano ad
iniziare. Adesso mi resta che dirvi : "Ciao e buona lettura".
Non mi risulta che all'epoca i soldati avevano la tendenza a rasarsi.
All'epoca erano le donne a cambiare look anche perchè rimanendo
in patria prendevano il posto dei loro mariti nelle fabbriche quindi
anche i vestiti cambiavano. Adesso mi dileguo,ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** gli ultimi attimi di felicità ***
cap 5 1918
Gli ultimi istanti di felicità
Pov.
Isabella
Quando decisi di andare ad arruolarmi
per diventare una crocerossina al fronte mi imbattei in un bellissimo
giovanotto da degli occhi verdi e profondi come il mare che mi attiravano come
una calamita, era come se mi trovassi davanti a un buco nero e fossi attirata
da quella forza.
Non avevo mai provato quelle sensazioni
e non sapevo dargli un nome e volevo trascorrere tutto il tempo che avevo a
disposizione con lui, ma dovevo comportarmi come una brava signorina di buona
famiglia e dovevo avere così parlammo
dei nostri progetti e con grande terrore scopri che lui era uno dei tanti
ragazzi che voleva farsi ammazzare in guerra ma credeva di andarci per il bene
della nostra patria, io invece ci andavo per cercare mio padre e per curare i feriti.
Nonostante i suoi intenti bellici era
un vero gentiluomo e un vero cavaliere perché alla fine dei giorni di
addestramento ci incontravamo spesso e mi accompagnava a casa e qualche volta
si fermava a prendere il The in veranda quando mia madre ritornava.
Qualche volta Edward si era fermato
per dare una mano alla mia famiglia anche perché i miei fratellini erano un po’
piccoli per lavoro da uomini anche se Mike e Jacob si credevano dei veri ometti
,ma la loro forza non era ancora quella di un uomo fatto e finito.
Grazie a quei lavoretti Edward era
entrato nelle grazie di Reneè e sembrava che a poche settimane dal fatidico
incontro e immediato colpo di fulmine si iniziasse a sentire profumi di fiori
d’arancio ma c’era la guerra che stava giungendo al termine e si richiedeva
maggiore presenza di giovani leve al fronte per dare il colpo di grazia agli
imperi centrali, ma non era solo la guerra che ci preoccupava perché
nell’ospedale dove prestavo servizio iniziavano ad arrivare sempre più persone
con identici sintomi dal decorso letale.
Io ero preoccupata per queste vittime
di questo virus altamente letale ,ma anche perché non avevo ricevuto l’ordine
di partire per il fronte e probabilmente io ed Edward non saremmo partiti
insieme.
Come ti consuetudine Edward mi
aspettava fuori dall’ospedale per riaccompagnarmi a casa e quando mi vide mi
venne incontro di corsa e mi abbracciò fortemente e mi baciò, e quello fu il
nostro primo bacio ma che sapeva da ultimo e incominciamo ad incamminarci verso casa.
“Quale lieta notizia ti ha portato a
reagire in un modo così euforico?”
“Ho ricevuto la lettera con l’ordine
di partire per il fronte. Andrò ad affrontare i nostri nemici e vorrò essere
curato da te”
“Edward, a me non hanno ancora
chiesto di partire. Mi dispiace ma io devo rimanere qui sembra che serve più
personale per far fronte ad una nuova malattia .Quando parti?”
“La prossima settimana. La notizia
che mi dai mi preoccupa moltissimo e preferivo averti vicino che saperti qui
che stai dando una mano ai medici a combattere questo nuovo male. Perciò che ne
dici se questi giorni cerchiammo di trascorrerli insieme e poi dovrei parlare
con tua madre, ma forse è meglio che prima te lo chieda a te” mi disse e si
inginocchio.
Sapevo cosa stava per fare ed ero agitatissima , ma ero sicura
della risposta che gli avrei dato anche se una piccola parte di me stava accentando
solo perché avevo paura di perderlo .
“ Da quando ti ho conosciuta mi hai
stregato anima e corpo e sebbene è poco tempo che ci conosciamo mi sembra di
conoscerti e di amarti da sempre. Mi vuoi sposare?”
“Si, però ti vorrei sempre con me ma a breve partirai per il fronte e a me non è
ancora stato ordinato di partire”
“Si, questo lo so ma ritornerò.
Quindi aspettami e io ti prometto che ritornerò!”
“Come fai ad essere così sicuro?Lo
sai che quando si va in guerra non si è sicuri di ritornare a casa sani e salvi
guarda quello che è successo a mio padre!” gli dissi
“Ti prometto che ritornerò da te
qualsiasi cosa accada e poi saremmo felici”
“Che ne dici se adesso la smettiamo
di parlare del futuro e viviamo il presente”.
Dopo quella proposta di matrimonio io
ed Edward ci avviamo verso l’ufficio informazioni per controllare per
l’ennesima volta l’elenco dei caduti in guerra che veniva aggiornato ogni
giorno.
Quando entravo in quell’ufficio
spesso ne uscivo con la speranza rinnovata, ma quel giorno il destino aveva
deciso d’iniziare a tormentarmi. Quando arrivai controllai la lista e dopo un
paio di nomi lessi quello di mio padre.
Cavaliere Charlie Swamn deceduto in combattimento il 14
luglio 1918.
“Mi dispiace signorina, ma suo padre
è deceduto in combattimento. Lui è stato un grande combattente e senza di lui
non saremmo riusciti a conquistare delle posizioni in battaglia, lui sarà
ricordato come uno degli eroi della nostra patria”
Non riuscivo a parlare dal dolore per
aver avuto la conferma che il mio adorato padre non c’era più, non mi avrebbe
portata all’altare, non avrebbe visto diventare uomini Mike e Jacob e tutto per
la gloria. Cosa me ne facevo di un padre considerato quasi come un eroe della
nazione se lui non ci sarebbe più stato per me e per il resto della famiglia.
Edward sarebbe partito lo stesso e
probabilmente avrei perso anche lui, non era giusto che in un solo giorno avevo
appena ricevuto la notizia più bella e sprofondare nel buio della tristezza, ma
il peggio doveva ancora arrivare.
Angolo
autrice: Salve sono ritornata con un nuovo capitolo e spero che vi
piacerà e magari di ricevere qualche vostra opinione. I nostri
protragonisti stano vivendo gli ultimi momenti di tranquillità e
quindi i prossimi capitoli saranno un tantino tristi. Vorrei
ringraziare colei che ha recensito e coloro che seguono questa storia.
Buona lettura.
Scusatemi se ci sono degli errori, sotto vi lascierò delle foto..
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** arrivo dell' influenza spagnola ***
l'arrivo dell'influenza spagnola
L’arrivo
dell’influenza spagnola.
Pov. Bella
Durante le celebrazioni funebri in
onore di mio padre Edward mi fu sempre vicino e anche nei giorni successivi.
La scomparsa di mio padre fu
devastante per la mia famiglia e i miei fratellini ora si comportavano come gli
uomini di casa, Jacob che aveva 14 anni prese le rendi della famiglia ma per me
era ancora un bambino che aveva appena cambiato la voce.
Per fortuna che il dolore per la
scomparsa del soldato Charlie fu attenuato dal lieto annuncio del nostro
prossimo matrimonio, la signora Masen era felicissima anche perché sperava che
con me accanto il suo Edward avrebbe rinunciato ai suoi propositi bellici.
invece, Edward Senior Masen non era molto convinto del nostro matrimonio, ma
cambiò parere grazie alla moglie e dopo un po’ decise di appoggiarci.
In quei giorni mi sembrava di vivere
in paradiso nonostante vivessimo nell’inferno tra la guerra che giungeva a
termine e un nuovo male che continuava a mietere vittime senza sosta, ma quel
breve periodo per me fu come la pace prima della tempesta.
Io trascorrevo la maggior parte dei
miei giorni in ospedale ad aiutare i medici che cercavano di curare in
vanamente gli ammalati di spagnola. Dedicavo anima e corpo per aiutare a
strappare dalla mano della morte qualche persona e molto spesso ne uscivamo
sconfitti, tornavo a casa distrutta ma allo stesso tempo mi sentivo fortunata
di non essere stata contagiata da quel male e ciò implicava , almeno per me,
una specie di dovere nell’essere li ad assistere quei malati ogni giorno.
Finché un giorno arrivò per me arrivò
il colpo di grazia perché furono ricoverati i masen, il padre di Edward era già
in stato d’incoscienza mentre la madre e lui si reggevano a vicenda con i primi
sintomi dell’influenza.
“Il signor Masen va portato nel
reparto dei più gravi” dissi alle mie colleghe e poi guardai per un breve
istante Edward, ma poi mi rivolsi ancora alle mie amiche infermiere “vado a
chiamare il dottor Cullen”
“Buongiorno, faremmo di tutto per
salvarlo e ci prenderemmo cura anche di voi” dissi rivolta a Edward e a sua
madre.
Io ed Edward ci scambiammo l’ennesima
occhiata a volte era come se comunicassimo telepaticamente e lo sguardo del mio
fidanzato esprimeva tanto amore quanto una triste consapevolezza che per non
c’era poco tempo per stare insieme e che non avremmo potuto realizzare tutti i
nostri progetti.
Andai chiamare velocemente il dottor
Cullen, ma purtroppo non poté far niente
per il padre di Edward anche perché gli ultimi tentativi di rianimarlo furono
vani, quindi avevamo appena avuto la conferma che si trattava di spagnola.
Non potevo crederci che a breve non
avrei più visto quegli occhi verdi che mi avevano letteralmente stregata perché
anche lui era stato contagiato. Mi sentivo in colpa perché io pur lavorando in
quelle situazioni non ero ancora stata contagiata, nonostante fossi stata
prudente nell’evitare di portare al di fuori dell’ospedale quello che c’era
temevo di essere un’untrice.
Di quella malattia si sapeva che solo
pochi sopravvivevano , in quei casi molti vivevano come dei vegetali, e che
molti pensavano che stava arrivando la fine del mondo. La guerra che sembrava
giungere a termine ma che stando ai giornali eravamo quasi a 37 milioni di
vittime in tutte le nazioni in guerra, per non bastare era arrivata l’influenza
spagnola che in quanto a vittime era sulla buona strada per superare quello del
conflitto che si stava concludendo.
Dovevo andare dal mio fidanzato e da
sua madre per dargli quella sgradevole notizia e avrei fatto di tutto per non
fargli sparire quelle flebili speranze di sopravvivere alla spagnola.
Fortunatamente Edward e sua madre
erano in letti vicini e purtroppo appena mi avvicinai entrambi capirono che il
loro congiunto non ce l’aveva fatta.
Edward era seduto nel suo letto ed
era scosso da forti colpi di tosse e teneva un fazzoletto in mano, io temevo
nell’esaminarlo perché se ci fosse stato del sangue la fine del mio unico grande amore sarebbe
stata vicina.
“Buongiorno, come sta mia dolce
signorina?” mi disse tra un colpo di tosse e l’altro.
“Non sto bene sapendoti qui”
“Almeno non partirò per il fronte
domani”
“Trovi sempre un lato positivo nelle
situazioni peggiori mio caro”
“Vero, ma non ti devi preoccupare”
“Si, ma stai male”
“Come molti altri qui, ma magari sarò
tra i pochi che resisteranno a questo terribile flagello”
“Va bene, ma devi riguardarti. Farò
il giro degli altri pazienti e poi tornerò da voi, a dopo”
“Arrivederci”
Pov.
Edward.
L’addestramento stava procedendo a
gonfie vele e ogni giorno ero sempre più preparato per la guerra, ma i medici
dell’esercito stavano preparando dei vaccini per renderci immuni a quel male
che si stava diffondendo molto rapidamente e mortalmente.
Solo che ogni cura ha degli effetti
collaterali così dopo giorni iniziai a sentirmi male e così decisi di non
ritornare al capo di addestramento, ma in famiglia non ero l’unico a star male
anche mio padre era preso peggio.
Mia madre decise che saremo dovuti
correre all’ospedale ,ma una parte di me non ci voleva andare perché sapevo che
li c’era la mia unica ragione di vita e che con insistenza stava quasi per
farmi cedere per non partire dal fronte.
Quando giungemmo all’ospedale
ormai Edward Masen Senior era in stato
d’incoscienza e dovemmo lasciarlo perché provassero a curarlo, ma quella fu
l’ultima volta che vidi mio padre. Quando Isabella ritornò a prenderci cura di
noi capi che il mio amato genitore se ne era da poco andato e che avendo gli
stessi sintomi , ma allo stadio iniziale sfortunatamente avevo buone
possibilità di raggiungerlo a breve e quindi avevo poco tempo da trascorrere con
le donne più importanti della mia vita : Isabella e mia madre.
Non volevo che lei mi vedesse in
quello stato dovevo essere io a prendermi cura di lei, ma avevo una tosse che a
volte mi lasciava quasi senza fiato e iniziavo ad avere freddo, molto freddo.
Per fortuna che mia madre sembrava star meglio di me ma ugualmente ammalata ,
l’influenza ci avrebbe portato via entrambi? Ad ogni minuto che passava stavo
sempre peggio sia fisicamente che moralmente. Non volevo che mia madre e
Isabella mi vedessero morire , ma se proprio doveva succedere in quei momenti
volevo che gli ultimi volti che avrei visto fossero loro.
Continuavo a tossire e fortunatamente
trovai una specie di fazzoletto perché avevo bisogno di sputare, ma quello che
vidi non fu un bel segno e cercai di non mostrarlo a Isabella che stava curando
mia madre ma lei fu più veloce di me.
“Aspetta Edward che te ne prendo un
altro”
E poi vide cosa c’era e per quanto
cercasse di nasconderlo vedevo tutto il dolore che poi vide cosa c’era e per
quanto cercasse di nasconderlo vedevo tutto il dolore che c’era negli occhi
nella mia dolce Isabella.
“A breve passerà qui il dottor Cullen
e ti farà guarire!”
“Isa – Bella non fa-re co-sì” cercai
di dirle tra un colpo di tosse e l’altro.
“Edward, io
rimarrò vicino finche entrambi non usciremmo entrambi mano per mano da
quest’inferno” e posò la mano sulla fronte che stava scottando.
“Adesso
vado a prendere dell’acqua per farti abbassare la febbre”
Nel
frattempo mia madre che stava peggio di me aveva visto tutto la scena e mi
parlò.
“Mio amato
Edward capisco cosa sta provando Isabella e anch’io farò più che umanamente
possibile perché tu guarisca. Lo sai che è contro natura per una madre
sopravvivere al proprio figlio”
“Ma madre!
Da come è la situazione credo che saremmo insieme anche quando avremmo finito
di soffrire, ma a me dispiace dover lasciare Isabella” le risposi parlando
quasi normalmente visto che la tosse mi aveva dato qualche attimo di tregua.
“EDWARD io
farò il possibile per farti sopravivre” disse mia madre e poi svenne
“Madre,
MAMMA” urlai
Sentendomi
urlare arrivarono Isabella e il dottor Cullen che mi rassicurò che la mia amata
madre era solo svenuta. In effetti dopo poco si riprese, ma io ero esausto e mi
addormentai.
Quando mi
svegliai affianco a me c’era la mia dolce Isabella molto triste ed esausta e mi
preoccupai perché temevo che si stesse contagiando.
“No, Edward
io sto bene ma mi dispiace dirtelo ma la signora Elisabeth Masen vostra madre
non ha superato la notte”
Piansi
perché ero troppo esausto ed ero incosciente quando la mia amata mamma stava
morendo, non ho avuto la possibilità di dirle addio ma sapevo che presto
l’avrei raggiunta ora dovevo solo salutare la mia unica ragione di vita.
“Edward mi
dispiace non averti avvisato prima, ma non riuscivo a svegliarti quando tua
madre se ne è andata” cercava di tranquillizzarmi il mio amore.
“Isa-bella
“ cercai di chiamarla perché la tosse era ritornata, ma cercai di dirle quello
che dovevo prima di perdere coscienza un’altra volta e forse non sarei riuscito
a svegliarmi.
“Isabella,io
ti amo e mi dispiace tantissimo che i nostri sogni non si realizzano”
“ma…” cercò
di interrompermi .
“Lo so che
speri che io guarisca, ma sto male e mi sento peggio ad ogni istante nonostante
i farmaci che provano a somministrarmi . Probabilmente sarò la prossima vittima
di questo flagello, ma prima di andartene voglio dirti che ti ho sempre amata e
vorrei che tu mi prometta che quando non ci sarò più ti rifarai una vita, ti
costruirai una famiglia e vivrai anche per me e molto a lungo. Ti prego non
compiere atti contro la tua vita mi faresti morire per la seconda volta. Spero
che avrai una vita lunga e felice e piena di bambini, lo sai quanto mi dispiace
non poterti stare vicino”
“Edward,
non dire così ce la faremmo. Tu vivrai”
“Non sai
quan-to lo vorr-ei” dissi mentre la tosse tornò a colpirmi.
Quel giorno
mi sentii sempre più debole e pian piano senti l’oblio farsi sempre più
presente, ma anche in stato d’incoscienza sentivo la presenza del mio amore
accanto a me , ma non volevo che mi vedesse morire. Ad un certo punto non senti
più la presenza di Isabella ma come se mi spostassi da dove ero e poi un forte
fuoco , stavo bruciando.
Angolo
autrice: Salve, sono ritornata con un po' di ritardo e vorrei scusarmi.
Questo capitolo è stato un po' lungo anche perchè ho
deciso di inserire i due punti di vista dei due protagonisti in un
unico capitolo perchè questo capitolo sarà l'ultimo che
vivranno insieme fino a quando non si incontreranno dopo molti decenni,
ma questa parte della storia la si conosce e poi non vorrei svelare
troppo, ma se si parla del sopranaturale e di fantasia tutto è
possibile.
Piccole
precisioni: alcune fonti dicono che l'influenza spagnola è
aumentata anche a causa dei vaccini che i medici provavano a
somministrare agli ammalati. Il numero delle vittime è
reale. Alcune informazioni le ho trovate in Epidemia di Gina Kolata,
Mondadori 2000.
vi lascio delle foto in tema, spero di ricevere qualche vostro parere. Buona lettura alla prossima,ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** l'umana e il vampiro neonato ***
L'umana e il vampiro neonato
L’umana e il vampiro neonato
Isabella.
Avevo
trascorso parecchi giorni in ospedale, in fondo finché Edward rimaneva li io
non mi sarei mossa ma alla fine anche per me la stanchezza mi raggiunse e
alcune mie colleghe pensarono che anch’io fossi rimasta contagiata, ma il
dottor Cullen dopo avermi visita escluse quell’opzione ma mi consigliò di
rimanere in quel reparto.
“Vorrei
ritornare da Edward” dissi al medico
“Così
rischia di contagiarsi e Edward non vorrebbe che si ammalasse, ma le prometto
che se succede qualcosa la informerò subito”
Io ero
troppo stanca e sfinita per replicare che mi addormentai senza andare a fondo
della stranezza di quel medico.
Il
risveglio fu il peggiore della mia vita perché mi avvisarono che Edward non ce
l’aveva fatta a superare la notte e che il dottor Cullen si era preso qualche
settimana di ferie.
In poco
tempo avevo perso le due persone più importanti della mia vita, ma se con la
scomparsa di mio padre il vuoto che mi aveva lasciato era più sopportabile per
via della presenza del mio promesso sposo ora con la dipartita di Edward il mio
cuore sembrava come un enorme buco nero.
Volevo
salutarlo per l’ultima volta prima che fosse rinchiuso in una fredda bara, ma
nemmeno quello mi fu concesso perché temevano per la mia incolumità.
“Non mi
interessa vivere senza di lui” dissi ad Angela una mia amica e collega
“Lo so che
per te è difficile, ma tu sei una delle poche persone che non si è ancora ammalata
e quindi tu sei più preziosa di quello che pensi”
“Voglio
vederlo, voglio almeno avere la possibilità di dirgli addio”
“Bella,
devi tranquillizzarti. Devi recuperare le forze se vuoi andare al suo funerale
e poi lui non ti vorrebbe vedere in questo stato, vorrebbe che tu andassi
avanti con la tua vita che ti costruissi una famiglia”
“Angela,
non puoi dirmi questo. Non posso farlo, non adesso che ancora il suo corpo
giace in obitorio e credo che non lo farò mai”
“Mi hai raccontato
che glielo avevi promesso, che saresti andata avanti. Lo so che hai da poco
perso tuo padre e adesso l’amore della tua vita, immagino che sia doloroso ma
non sei sola ti darò una mano io ti sarò sempre vicina”
“Lo so che
glielo avevo promesso, ma per me la sua assenza è come la mancanza d’aria, mi
sento sola”.
“Non sei
sola, hai la tua famiglia , ci siamo noi le tue amiche e le tue colleghe.
Questo è un momento difficile e per quanto dura che sia per sopravvivere
bisogna andare avanti”
“Io non
voglio sopravvivere senza di lui”
“Bella, non
fare così. Forse Dio ha altri disegni per te” e Angela mi abbracciò, ma per
quanto bene le volessi il mio cuore in quel momento sembrava un cuore di
pietra.
Qualche
giorno dopo ci furono i suoi funerali insieme a quelli dei genitori e io ero
piegata in due dal dolore nonostante avessi recuperato le forze ed ero
ritornata fisicamente forte come prima, non riuscii a seguire tutta l’omelia
perché una parte di me era rinchiusa in quella bara.
Sapevo che
una buona signorina non avrebbe dovuto dare spettacolo del proprio dolore, ma
per me era troppo da trattenere e piansi tutte le lacrime che credevo di avere
in corpo.
Nonostante
fossi devastata dal dolore c’era qualcosa di strano in quel funerale, non so
come spiegarmi ma mi sentivo osservata e quando toccai per un breve attimo la
fredda bara di Edward ebbi la sensazione che li dentro non ci fosse nessuno, ma
probabilmente il dolore per la sua perdita mi faceva impazzire.
Edward.
Erano
trascorsi dei giorni da cui mi ero ammalato a quando ero riuscito a dire le mie
ultime parole alla mia unica ragione di vita e da quando avevo perso
conoscenza, quando successe tutto era sera e nonostante fossi incosciente percepivo
tutto anche quando mi sentii volare, e a quel punto crederti di essere morto e che
stasi andando in paradiso, ma mi sbagliavo perché ben presto conobbi il fuoco
dell’inferno.
Da quando
mi sembrò di volare a quando ebbi la percezione di bruciare erano trascorsi
pochi minuti e il dolore per la malattia che mi avrebbe spento non era niente
in confronto a quel fuoco che sembrava ustionarmi dall’interno.
Volevo
chiedere perdono per tutti i miei peccati, per aver fatto soffrire mia madre
per via della mia decisione di partire per il fronte, mi sentivo in colpa per
aver contagiato i miei genitori ma ero enormemente grato per non avere fatto lo
stesso con l’amore della mia vita però anche con lei mi sentivo in colpa per
essermi ammalato e per non essere riuscito a mantenere le promesse, per me
quello era come dire una blasfemia.
L’incendio
che ustionava dentro di me, dentro il mio corpo sembrava indomabile e cercai di
pregare qualcuno che mi uccidesse e portasse termine a quell’immane tortura, in
quei momenti per me la morte sembrava un sollievo ma sembrava che anche quello
mi fosse impedito.
Dopo un
lasso di tempo che mi sembrava eterno il dolore diminuì molto lentamente, la
percezione del mondo divenne sempre molto più forte e iniziai a percepire anche
dei sussurri che mi destabilizzarono.
“Scusami
Edward era l’unico modo per salvarti” la voce del dottor Cullen continuava a ripetermi
come una cantilena.
Ad un certo
punto sentii il bruciore che mi aveva tormentato per molto tempo concentrarsi
nel mio petto e mi spaventai convinto che finalmente fosse giunta la fine.
“Tranquillo
Edward, a breve tutto terminerà” mi disse ancora il medico che per diversi
giorni tentò di curare me e la mia famiglia insieme a lei.
Quello che
aveva annunciato il dottore si avverò, ma non come me lo immaginavo perché il
mio cuore cessò di battere ma non persi conoscenza anzi riuscii finalmente
aprire gli occhi.
“Cos’è
successo?” chiesi dopo essermi ripreso perché tutti i miei sensi erano più
acuti. Il dottore mi spiegò cos’ero diventato e quindi cos’era lui, e sinceramente
faticavo nel credergli nonostante tutte quelle sensazioni.
“Mi
dispiace, ma ho dovuto trasformarti in un vampiro e questa era l’unica
soluzione per salvarti dalla malattia e mantenere la promessa fatta a tua
madre” mi disse Charlise e quando mi nominò la mia dolce mamma un sacco di
ricordi ritornarono in me, ma ricordare era come guardare in una pozza di
fango. Provai dolore nel ricordare il volto di mia madre e dei miei genitori e
poi rividi il suo volto.
“Perché non
ha salvato anche mia madre? “ chiesi triste
“Mi
dispiace, ma era troppo tardi ed era difficile trasformarla in una sala piena
di pazienti”
“L’infermiera
Swan come sta? Dove si trova?” volevo andarla a trovare, ma prima volevo sapere
se era stata contagiata pure lei, insomma stando al mio salvatore dovevano
essere trascorsi tre giorni e volevo sapere se la donna della mia vita era
salva.
“Lei sta
bene. Ma non dovresti andarla a trovare perché sarebbe troppo pericoloso per la
sua incolumità, non ti sei ancora nutrito”
“Non sono
un pericolo per lei”
“Ora sei un
vampiro neonato e quindi il sangue umano è una forte attrazione per te, non
sapresti resistere e se la incontrassi non riusciresti a resisterle
nell’aggredirla. Devi nutrirti”
“Io la
voglio vedere” insomma non avevo sete finché non me l’aveva nominata, però ero
convinto di poterla rivedere, ma decisi di scendere ad un compromesso con colui
che mi aveva dato una seconda possibilità anche se non volevo abbandonare la
mia vita umana.
“Prima ti
nutri meglio è” replicò Charlise e poi sembrò riflettere “forse dovrei fargli vedere la sua infermiera, ma non vorrei correre il
rischio che lui la uccida e se sono così legati se lui si avvicina potrebbe
essere attratto dal profumo del suo sangue. Non voglio metterla in pericolo, ma
è giusto che lui dica addio alla sua vita umana”
“Senta io
non sono un pericolo per lei, non ho mai ucciso nessuno e non voglio dire addio
alla mia vita da umano. Quindi se per lei è più rassicurante andiamo a caccia e
poi mi può accompagnerà da lei”
“Aspetta un
attimo ,io non ho detto niente ho solo pensato”
Alla fine
scopri che oltre ad essere diventato un vampiro ero anche dotato e quindi
scopri cos’erano tutte quelle voci nella mia testa, mi sembrava d’impazzire a
tutte quelle novità, ma di una cosa era certo non avrei rinunciato a lei.
Scopri , durante la caccia, che nel mondo in cui ero da poco approdato c’erano
leggi e che bisognava mantenere l’anonimato pur di evitare la morte e
sinceramente le avrei rispettate perché ero appena scappato dall’inevitabile.
Scopri cosa intendeva Charlise che probabilmente la mia dolce Isabella non mi
avrebbe riconosciuto perché con la trasformazione in vampiro quando vidi la mia
immagine mi turbò, nonostante sapessi che
ero stato un ragazzo di bell’aspetto ora lo ero maggiormente e questo mi
imbarazza moltissimo, ma non mi interessavano i cambiamenti esteriori volevo
solo trovare un ordine in tutta quella confusione che era diventata la mia
nuova esistenza.
Quando
cacciamo eravamo in una zona boschiva lontano dalla città e prosciugai molti
predatori e in particolar modo i puma, gli erbivori non mi davano
soddisfazione.
“Se è deciso di vedere l’infermiera Swamn è
meglio che non obietti sul suo modo di cacciare, io credo che sia opportuno che
si nutri maggiormente se vuole vederla solo da lontano”
“grazie,
almeno è un piccolo passo. Però vorrei farle sapere che sono vivo”
“Edward,
anche a me piacerebbe che per voi ci fosse una possibilità ma adesso tu sei
troppo pericoloso per lei ed è meglio che lei ti creda morto”
“Non è
giusto, non ho chiesto di diventare un vampiro anche se le sono grato per
avermi salvato. Adesso sono pronto per vederla dal lontano!”
“Mi
dispiace per quello che ti sta succedendo, ma per adesso è meglio che non ti
avvicini troppo agli umani. Hai sentito il profumo del sangue dei puma che hai
mangiato?”
“Si era
delizioso”
“Ecco il
sangue di colei che desideri vedere così ardentemente non è paragonabile a
quello dei puma e non vorresti che lei diventasse una tua preda?”
“No,
assolutamente” dissi convinto, ma appena mi descrisse il profumo di un umano
ritornai ad avere sete e iniziai a cacciare di nuovo, pur di avvicinarmi a lei
avrei sterminato tutta la popolazione animale del posto.
Fortunatamente
non fu così e quel giorno riuscì ad assistere ai miei funerali e a vederla, ma
nonostante fossi abbastanza lontano riuscii a percepire il suo profumo e per un
istante voli bere quel suo sangue, ma la ragione fu più forte dell’istinto e
decisi di allontanarmi il più in fretta possibile
Angolo
autrice: Salve sono ritornata e spero che questo capitolo vi
piacerà e anche di ricevere qualche recensione anche critica se
volete perchè può aiutare a migliorarsi. In questo
capitolo ho ripreso una scena di breaking dawn part 1 ,il film.
un fotomontaggio trovato su google. Buona lettura e buona pasquetta
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** il tempo scorre nonostante tutto ***
il tempo scorre nonostante tutto
Il tempo scorre nonostante tutto
Alcuni anni dopo.
Edward.
Avevo visto
la mia dolce Isabella il giorno del mio funerale, ma ero distante chilometri e
nonostante la distanza il profumo del suo sangue era come se mi fosse ritornata
la tosse che mi tormentava durante i miei ultimi giorni da umano, ma nonostante
quel soave, delizioso profumo riuscii ad allontanarmi.
Ero
diventato un mostro, ma fui felice che qualcosa di me non era cambiato, infatti
non le avevo fatto del male, non l’avrei
fatta soffrire ma rinunciare a lei era un dolore atroce, averla vista
sofferente senza riuscirmi ad avvicinarmi per rassicurarla mi tormentava
nonostante una parte di me era contenta per non averla uccisa.
Io volevo
riavere una parte della mia vita da umano, non volevo abbandonare quello che
ero stato ma se non volevo diventare un mostro dovevo allontanarmi dai miei
affetti e quindi da lei, solo che lontano da Isabella avevo timore che il mio
cuore sarebbe diventato di pietra.
Trascorsero
diversi anni dalla mia trasformazione e successero molti fatti tra cui la
guerra a cui desideravo partecipare così ardentemente da umano fini a nostro
favore come la pandemia che aveva ucciso i miei genitori e che avrebbe fatto lo
stesso con me se non fosse intervenuto Charlise, tutto passava con lo scorrere
del tempo ma l’amore per la mia umana era come l’ultimo giorno che la vidi.
La memoria
umana tendeva scomparire specialmente nei primi anni da vampiro, ma io non
volevo dimenticare né lei né mia madre e
il mio animo era in tumulto come gli anni in cui stavo vivendo. Il mondo stava
faticosamente rimettendosi in sesto dopo la prima guerra mondiale come io stavo
cercando di non diventare completamente un mostro anche se la tentazione del
sangue era sempre più forte.
nel corso
degli anni ero riuscito a migliorare il mio autocontrollo e riuscivo
faticosamente stare vicino agli umani, gli insegnamenti del mio creatore mi
sembravano giusto, ma molto difficoltosi e a volte mi sembrava perfino che
cercasse di impedire di far uscire il mio vero Io e poi una parte di me ce
l’aveva con lui per avermi trasformato in un mostro che aveva bisogno di sangue
per sopravvivere, ma specialmente ero furioso perché non ero capace di
ritornare da lei .
Charlise
nel frattempo aveva trasformato Esme, una giovane donna che aveva tentato il
suicidio e che gli altri medici non avevano preso la briga di fare gli
accertamenti adeguati e l’avevano spedita in obitorio. Il dottore l’aveva
salvata e aveva trovato la sua compagna, mentre io continuavo a pensare a lei,
alla mia compagna umana e al poterla avvicinare in qualche modo. Per me era
ingiusto che Charliese potesse avere la sua compagna.
Mi sembrava
che fosse egoista che mi avesse privato della possibilità di stare con l’unica
persona che desideravo vivere anche se ero stato io a volermi allontanarmi da
lei per non farla soffrire.
Ogni giorno
era una tortura e più il tempo trascorreva più la mia memoria umana svaniva per
lasciare posto ai ricordi della mia vita come vampiro, ma due erano i volti che
non riuscivo a dimenticare.
L’arrivo di
Esme aveva portato una ventata di novità e lei mi voleva bene come se fossi il
figlio che aveva perduto, ma dentro di me c’erano dei forti sentimenti contro
il mio creatore fece nascere in me un sentimento di ribellione e dopo poco
presi la decisione di andarmene.
Charlise
non si oppose alla mia scelta come se sapesse cosa sarebbe successo a breve.
Così
iniziai la mia vita da nomade e grazie al mio potere potevo selezionare le mie
vittime e provare il brivido della caccia umana. Io non volevo uccidere
innocenti per sopravvivere e quindi iniziai la caccia a quei umani dai pensieri
da bestie.
Di solito
mi spostavo sempre di sera come i tradizionali vampiri, ma quella notte decisi
di andare a vedere un film e li potevo sondare le menti degli umani e mi
accorsi che tra i presenti non riuscivo a percepire una voce così decisi di
raffinare i miei sensi e non sentì ancora niente e fu li che la vidi, ma non
poco distante a lei c’era un uomo che non aveva pensieri disgustosi. Dovevo tranquillizzarmi
per evitare una stage e fare del male anche a lei, quindi decisi di agire con
cautela e lo avrei ucciso soprattutto per quello che aveva intenzione di fare a
lei.
Erano
trascorsi anni e la mia dolce Isabella non era più la ragazza che avevo
conosciuto da umano, ma era diventata un’affascinante donna e solo a rivederla
i miei sentimenti erano triplicati. Era giusto ritornare nella sua vita dopo
anni dalla mia presunta morte?Mi avrebbe riconosciuto? Si sarebbe spaventata?
Ma la domanda più importante era si era ricostruita una vita come le avevo
promesso nei miei ultimi istanti di vita da umano?
Solo che
non era ora delle riflessioni, io dovevo agire e salvarla da quel maniaco senza
spaventarla e soprattutto senza ucciderla perché nonostante tutto io ero attirato
dal suo sangue oltre che dal suo corpo, ma io non dovevo comportarmi come un
animale in calore altrimenti non ero diverso da chi le voleva farle male. Lei
era un fiore nel pieno della sua fioritura e non bisognava farlo sprecare prima
del previsto.
Agii molto
velocemente uccidendo quel malintenzionato e cercai di allontanarmi alla
massima velocità vampirica, ma mentre mi allontanavo sentii il suo sussurro.
“Edward!”
Isabella.
Erano
trascorsi alcuni anni dalla scomparsa del mio unico grande amore e
faticosamente ero riuscita ad andare avanti con la mia vita.
I primi
giorni furono talmente devastanti che perfino al suo funerale avevo la
sensazione che lui mi stesse guardando e per aggiungere altro al dolore nei
primi momenti avevo addirittura la sensazione che lui fosse sopravissuto a quel
terribile male.
Solo che
con lo trascorrere del tempo le ferite iniziavano a rimarginarsi solo che
sentivo terribilmente la sua mancanza. Di lui mi mancava tutto, la sua anima,
il suo sorriso e il suo dolce e profondo sguardo prezioso come lo smeraldo.
La guerra
era finita poco dopo la dipartita del mio amato, ma la società faticava a
risorgere dalle ceneri e l’influenza spagnola a causa di essa molti avevano
urlato alla fine del mondo, ma poi passò anche quella e io ero una delle poche
persone che si era sottoposta a pesanti rischi e ne ero rimasta illesa.
Quando per
te non è la tua ora la vita scorre anche quando si è nelle situazioni
pericolose, anche quando il dolore per la perdita delle persone più importanti
e talmente forte da farti fare gesti insensati e con il tempo tutto quel dolore
diminuisce e lascia posto ai ricordi più meravigliosi.
Erano
trascorsi degli anni dai fatti che mi avevano spezzato il cuore, ma nessuno era
riuscito a curare il mio cuore che era diventato di pietra da quando non c’era
più Edward. Mia mamma aveva provato a combinare un matrimonio, ma alla fine non
se ne fecce niente.
Di recente
anche mio fratello Mike aveva provato a combinarmi con qualcuno, ma poi
successe la fine del mondo.
Mike voleva
organizzare un’incontro tra me e un suo amico di nome Tayler e un’incontro si sarebbe dovuto svolgere in un teatro, ma
lui non c’era così convinsi mio fratello a lasciarmi entrare a vedere lo
spettacolo da sola.
Lo
spettacolo fu bellissimo, ma ad un certo punto ero stanca e la tristezza mi
portò a decidere di andarmene da quel posto però ad un certo punto sentii
quella strana sensazione di essere seguita e così aumentai il passo per
raggiungere mio fratello, ma non fui così rapida e senti un urlo provenire da
lontano.
“Edward”
sussurrai conovinta che lui fosse a poca distanza da me e non nell’oltretomba
ormai da anni anche se quando ero in pericolo pensavo sempre a lui.
Angolo
autrice: salve,sono ritornata e spero che questo capitolo vi
piacerà. Spero che lascerete anche qualche parere anche critico
,ma non offensivo. A me piaciono le critiche costrutive. Vi lascio una
manip dell'epoca, buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** lontani ***
lontani 1918
Lontani.
Edward.
Ero in quel
teatro non per godermi uno spettacolo, ma per sondare le menti per individuare
una potenziale preda da cacciare e iniziai a cercare a leggere tra i pensieri
delle potenziali vittime quando scopri dei pensieri malvagi verso di lei.
Bella
diventava sempre più stupenda e avrei voluto rimanergli al suo fianco, ma
purtroppo il destino o chi per esso non ce lo aveva permesso, e immaginavo che
più di qualche uomo sarebbe stato interessato ad un fiore come lei ma quello
che mi faceva bruciare di rabbia era che quel tizio aveva dei pensieri poco
consoni e umani contro una giovane donzella.
Mi bastarono
pochi istanti per decidere di cosa avrei fatto di quell’uomo ,se così si poteva
chiamare, lo avrei fatto fuori.
Lo
spettacolo non era ancora terminato ma da dove mi ero nascosto potevo vedere
tutto così come Bella che si stava alzando per andarsene da quel posto e
seguita dal suo futuro assalitore e dovevo muovermi per salvare la mia amata.
Per quella
belva erano i suoi ultimi istanti di vita e agi in modo silenzioso e veloce
come solo un vampiro poteva fare.
Avevo
ancora tra le mie mani il corpo inerme di quell’uomo quando senti sussurrare il
mio nome, quella voce l’avrei riconosciuta tra mille. Bella mi aveva visto
compiere quel crimine? Aveva visto il mostro che ero diventato? Solo che se
avesse visto quello che avevo fatto avrebbe urlato e non sussurrato.
Dovevo
scoprire cosa Bella aveva visto, ma prima mi sbarazzai del cadavere.
Quando
arrivai nei dintorni nella dimora di Bella mi misi all’erta per ascoltare
quello che succedeva. La mia dolce amata stava raccontando quello che le era
successo, ma da ciò che stava raccontando era evidente che lei non aveva visto
niente. Quindi il mio dubbio era se la
mia Bella percepiva la mia presenza anche se non appartenevo più al mondo dei
vivi?
Era
probabile che lei percepiva la mia presenza in fondo non ero completamente
defunto, solo che non volevo presentarmi così da lei. Non volevo che un mostro appassisse
il fiore che era diventata, non ne avevo il diritto di distruggere la sua vita.
“la mia cara sorella attira disastri, credo che sia
meglio che l’accompagni ovunque” stava pensando Mike.
“Forse dovremmo cercarle un giusto pretendente che le
faccia ritornare la voglia di vivere che aveva quando c’era Edward” pensava Jacob.
I due
fratelli di Isabella avevano il mio stesso parere su quello che la sorella
aveva bisogno, lei era diventata un’infelice calamita di disgrazie da quando
ufficialmente ero morto di spagnola. Jacob e Mike erano umani e non sapevano
che cerano pericoli più gravi di un semplice malintenzionato ad incombere su
Bella.
Io ero un
pericolo per lei, ma avrebbe potuto incontrare altri vampiri che non le
avrebbero risparmiato la vita quindi io almeno per un po’ potevo restare nelle
vicinanze come sua guardia del corpo.
Nel corso
dei giorni i fratelli non lasciarono mai da sola la loro sorellina e fortunatamente
nemmeno un pericolo di qualsiasi specie le era vicino.
Avrei
voluto tanto ripresentarmi da lei, ma prima avrei voluto essere degno di lei.
Non potevo presentarmi con due occhi rossi da mostro, mi avrebbe riconosciuto?
Mi avrebbe accettato? Mi avrebbe accolto? O sarebbe fuggita urlando via da me
come la protagonista di quel film che entrambi abbiamo visto in quel teatro?
Ero diviso
dalla voglia di andare da lei e quello di stare lontano per proteggerla e vinse
quest’ultima.
Dovevo
cercare di essere un uomo giusto, dovevo non avere voglia di ucciderla nonostante ci fosse una certa distanza,
dovevo eliminare il mostro e questo lo dovevo fare iniziando a perdonare
Charlise, ma probabilmente non ci sarebbe stato un futuro per noi ma almeno
avrei tentato di ritornare ad essere l’uomo che amava mentre io cercavo di
ritrovare me stesso lei poteva vivere la vita che ancora aveva.
Sarei
ritornato dal mio creatore e forse lui mi avrebbe aiutato a ritrovarmi. Il
primo passo verso la mia rinascita sarebbe stato riuscire a perdonalo per non
avermi dato la possibilità di scelta, per avermi rubato la mia umanità, per
avermi costretto ad una vita di stenti, ma solo ora dopo aver constatato quanto
pericoloso ero per lei, quanto ero indegno nei confronti della mia amata capii
che per stare vicino a lei dovevo eguagliarlo e che quello che aveva fatto per
me era per compassione, per bontà d’animo.
Angolino
tutto mio: Vorrei scusare la mia prolungata assenza nell'aggiornare
questa ff, ma quest'estate è stata un incubo per me e lentamente
mi sto ripredendo. Sono ritornata e ho intenzione di concludere questa
ff, ma non posso assicurarvi che aggiornerò settimalmente. Ho
altri capitoli pronti quindi ritornerò a breve. La scena del
tatro l'ho ripresa da breaking dawn part 1.
Trama:
Bella ed Edward si conoscono quando entrambi sono umani mentre entrambi
decidono di arruolarsi, lei come croccerossina e lui come soldato
pronto a partire per il fronte lontano dalla sua patria. Solo che la
guerra ormai sta giungendo a termine ma un altro incubo è
alle porte, Edward e la sua famiglia si ammalano di spagnola mentre
Bella fa da infermiera nell'ospedale dove lui è ricoverato. La
famiglia Masen è spacciata e sarebbe lo stesso per Edward se non
fosse per il dottor Cullen che di nascosto rapisce e trasforma Edward
in vampiro.
Il
legame che c'è tra Edward e Bella va oltre la trasformazione, ma
lui è un vampiro neonato e nella fase di ribellione dal suo
creatore in un teatro rivede Bella ma non si incontrano però lui
la salva da un malintezionato che diventa la sua preda. Bella
percepisce la presenza di Edward ma non sa spiegarsi tutto ciò.
I due continueranno a vivere una vita separata, ma grazie al sovrannaturale tutto è possibile.....
Questa è la scena a cui mi riferisco anche se mi immagino Bella molto più lontana da Edward.
Spero di ricevere qualche vostro parere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** il tempo scorre nonostante tutto e lentamente si guarisce ***
il tempo scorre nonostante tutto e il dolore lentamente passa
Isabella
Quella sera
mentre stavo ritornando a casa avevo la strana sensazione di essere inseguita e
di essere in pericolo, poi tutto di un tratto quella percezione d’imminente
pericolo scomparve ma quella di essere seguita non mi abbandonò.
Avevo la
sensazione che Edward mi stesse proteggendo, ma lui era volato in cielo da un
paio di anni. Come era possibile che percepissi ancora la sua presenza? Forse
era solo che il sentimento che ci legava superava anche la morte e forse per
quello che lo sentivo così vicino a me.
Non
riuscivo a dimenticarlo, il tempo scorreva lentamente ma il suo ricordo
rimaneva intatto come le sue ultime parole.
Non
riuscivo ad andare avanti con la mia vita senza di lui e nemmeno quelle piccole
distrazioni come quella grande invenzione che era il cinema muto mi distraeva.
Ero a metà
strada tra il teatro e la mia abitazione quando quella sensazione divenne più
forte e mi voltai.
“Edward” sussurrai
per non farmi passare per passa dalle persone che erano presenti in quella
strada.
Ovviamente
non ricevetti risposta, infondo nessuno che non era più tra di noi poteva
rispondere e poi nemmeno credevo al sovrannaturale quindi accelerai il passo.
Una volta
giunta a casa raccontai ai miei fratelli quello che era successo.
“Perché non
hai aspettato che venissi a prenderti? Lo sai che non è opportuno che una
giovane donzella come te cammini da sola. Il mio amico non c’era?”
“No, ma ho
preferito rimanere a vedere quel nuovo spettacolo”
“Dovevi
rimanere lì, a breve Mike sarebbe partito per venire a prenderti.” disse Jacob
“Non ce la
facevo rimanere lì”
“Bella, mi
dispiace vederti così triste nonostante siano trascorsi anni, ma anche Edward
avrebbe voluto che avresti proseguito con la tua vita” mi disse Mike.
Dopo quella
conversazione trascorsero alcuni giorni senza che la vita presentasse ulteriori
pericoli, stranezze o novità fino a quando fu Jacob a presentarmi un suo amico.
Charlie
Billy era una brava persona che sapeva conquistare la simpatia di una donna,
per la prima volta dalla scomparsa di Edward mi sembrava di respirare, di poter
sorridere di nuovo.
Il mio
cuore era andato a pezzi con la scomparsa del mio unico grande amore, ma di
quello che era rimasto c’era spazio per il mio amico? Se Edward fosse stato qui
lo avrebbe preso come un tradimento il mio avvicinamento a Charlie?
Con Charlie
ero di nuovo serena e spesso trascorremmo delle ore e a conversare di ciò che
era successo, con lui ero riuscita a parlare di Edward e della pandemia. Charlie
era riuscito a parlarmi della sua breve esperienza al fronte e come si augurava
che quell’inutile tragedia non si sarebbe ripetuta, ma la malasorte era sempre
dietro l’angolo.
Angolino tutto mio: Salve,sono
ritornata con un nuovo capitolo ma questa volta sarà Bella a
parlare. Fortunatamente non c'ho impiegato altri tre mesi per
aggiornare. Edward e Bella sarano separati ancora per molto e ci
saranno capitoli anche più tristi, ma anche grazie al
sovranaturale nulla è impossibile...
Questa foto potrebbe contenere spoiler per la durata della ff...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** ritorno dai cullen ***
ritorno dai cullen
Il tempo scorre
Edward
Quando ebbi
la certezza che Bella era al sicuro decisi che sarei ritornato da Charlise che
mi accolse come il figliol al prodigo e non credevo di meritarlo. Non era la
prima volta che mi sbagliavo su una persona, quindi forse la mia dolce Isabella
mi avrebbe accettato anche da vampiro? Solo che il suo profumo era tanto
delizioso anche a molta distanza che non potevo permettermi di avvicinarmi a
lei.
Se fossi
stato come Charlise forse io e la mia amata avremmo potuto avere un futuro, ma
anche il mio creatore c’aveva impiegato molto tempo per raffinare il suo autocontrollo
nonostante non avesse mai ucciso una persona. Quanto lo invidiavo!
Al mio
ritorno Esme e Charlise mi accolsero in un lungo abbraccio e se avremmo potuto
piangere lo avremmo fatto.
Charlise mi
rassicurò che si sarebbe occupato lui della mia disintossicazione dal sangue
umano. La mia riabilitazione non fu una passeggiata ma nemmeno difficile come
credevo, la prima caccia fu disastrosa perché dopo essermi nutrito di sangue di
erbivoro senti un piacevole profumino e parti all’agguato ma fortunatamente a breve distanza senti i pensieri ed Esme e
Charlise mi bloccarono, ma nei paraggi c’era un bel puma e il suo sangue si avvicinava
lontanamente a quella delizia che era quello umano.
Le caccie
successive furono migliori ma la strada per la mia completa riabilitazione era
ancora in salita.
Dopo alcuni
anni riuscivo a starmene in mezzo agli umani, ma non avevo perso la voglia di
nutrirmi di loro e non ero ancora riuscito ad avvicinarmi all’ospedale dove
avrei voluto lavorare con il mio creatore che ormai per me era diventato quasi
come un padre.
Erano gli
anni ’30 e da poco ci eravamo trasferiti a Rochester una città situata a sud
del lago Ontario nello stato di New York quando una notte Charlise ritornò a
casa con una ragazza in fin di vita. La ragazza in questione era una certa
Rosalie Hale che apparteneva ad una famiglia nota in città e per di più
benestante nonostante i tempi che correvano della grande depressione americana.
“Non potevo
lasciarla morire, sarebbe stata uno spreco ,non potevo” continuava a scusarsi Charlise.
“Dannazione
lei è la fidanzata di Royce King, lei è facilmente riconoscibile.” dissi a mio
padre.
“Lo so, ma
non potevo lasciarla morire era uno spreco dopo quello che le è successo!
Dovevo salvarla.”
“Dovresti
smetterla di decidere per gli altri, non so se lei desierebbe diventare un
mostro”
“Hai
ragione, ma non mi puoi impedire di salvare una vita. Se potessi salverei
tutti!”
“Il mondo
sarebbe pieno di mostri. Non è giusto quello che le hanno fatto a Rosalie, ma è
altrettanto ingiusto condannarla ad un’esistenza come la nostra. Dovresti
imparare a chiedere il loro consenso prima di trasformarli in mostri. Potevi
salvare mia madre!” Sbottai furioso e uscii prima che potesse replicare.
Non avevo
ancora digerito la mia trasformazione in vampiro nonostante ciò avesse
implicato a salvarmi la vita, non riuscivo a digerire la perdita della mia
umanità quanto il dolore della perdita di mia madre, non riuscivo a sopportare
di rimanere lontano dalla mia Bella perché se mi fossi avvicinato avrei voluto
ucciderla e mentre lei ormai era una bellissima donna di 30 anni io rimanevo
congelato nell’aspetto di un diciasettenne che credeva morto e come avrei
potuto spiegarli il fatto che non invecchiavo senza metterla in pericolo di
vita. Per di più ero talmente furioso perché leggendo nella mente del mio
creatore scopri che lui sperava che Rosalie avrebbe preso il posto di Bella, ma
questo era umanamente e vampiramente impossibile.
Avevo
sradicato un paio di alberi per calmare la rabbia quando percepì la presenza di
Esme.
“Edward,
non essere così furioso con Charlise!”
“Dimmi
perché non dovrei essere furioso con lui? Dammi una buona motivazione?”
“Lui lo ha
fatto per salvare una vita non per creare dei nuovi mostri. Per Charlise
salvare una vita è essenziale come per un umano respirare. Concordo con te sul
fatto che dovrebbe chiedere il consenso della persona, ma lui è mosso dalla
compassione.”
“Questo lo
avevo capito, ma avrebbe potuto salvare anche mia madre.”
“Mio marito
mi ha raccontato quello che vi è successo e sono del parere che Charlise non
sarebbe riuscito a salvarvi tutti e due nonostante l’epidemia si sarebbe notato
due persone scomparse, inoltre quando tua madre è venuta a mancare lui era
circondato da testimoni quindi aveva le mani legate. Io capisco la scelta di
Elisabeth perché anch’io avrei fatto la sua medesima scelta, per una madre è
naturale fare l’impossibile per vedere sopravvivere il proprio figlio come è innaturale
per una madre sopravvivere ad un figlio. Invido tua madre per la possibilità
che ha avuto e avrei fatto la sua stessa scelta per il mio piccolo. Grazie a
Charlise il dolore per la sua assenza è meno dolorosa ma è come se mi mancasse
un pezzo della mia anima. Quindi non preoccuparti per Elisabeth perché ovunque
lei sia è felice”
“Tu credi
che esista un aldilà e che mia madre sia fiera di me, nonostante io sia un
mostro?”
“Si, credo
che ci sia un qualcosa dopo la morte e che tua madre sia fiera di te. Tu non
sei un mostro.”
“Ma ho ucciso,
mi sono ribellato ai buoni insegnamenti di Charlise e non sempre approvo le sue
scelte.”
“Edward,
probabilmente hai più salvato vite che uccise. Non sempre i figli sono
d’accordo con i genitori e può capitare che si ribellino. Quindi caro Edward tu
non sei un mostro direi quasi che sei il vampiro più umano che conosca.”
“Grazie
mamma, ma le mie doti e le mie capacità non implicano la necessità di erigermi
a giudice per decidere chi vive o chi muore”
“Non essere
così duro con te stesso”
La conversazione
con Esme mi fu molto d’aiuto e riuscì a trovare un po’ di pace dentro di me, ma
non sapevo quanto sarebbe durata. Con Charlise venimmo ad un compromesso e si decise
che dopo di Rosalie non ci sarebbe stata nessun’altra trasformazione eccetto
consenso di chi ne avrebbe fatto le veci.
Con mio
grande stupore Rosalie si adattò molto più facilmente di me alla nostra dieta
vegetariana, ma lei non sopportava l’idea di essere trasformata in una vampira.
Rosalie giustamente dopo la trasformazione voleva vendicarsi dei suoi carnefici
e Charlise non era molto d’accordo sul togliere la vita anche alle persone più
crudeli del mondo.
Alla fine
Rosalie aveva ottenuto la sua vendetta nonostante le avessi consigliato di non
intraprendere quella via anche perché sapevo cosa si provava ad ergersi a
giudice. La mia dolce sorellina era una vampira bellissima, ma lo era anche da
umana per di più in fin di vita ma questo lato non mi scalfiva ,per me non
c’era nessuna donna più bella della mia amata Isabella.
Dopo qualche
anno nella nostra famiglia di vampiri vegetariani si uni Emmett McCarty.
Rosalie era a caccia su delle montagne del Tennessee e trovò il ragazzo in fin
di vita e corse da nostro padre per poterlo salvare.
Emmett
stava cacciando un orso quando venne aggredito da quest’ultimo, ma arrivò
Rosalie a salvarlo da morte certa per dissanguamento e questo suo gesto per me
fu di grande eroismo, non so spiegarmi tutt’ora come riuscì a portarlo da
nostro padre senza desiderarlo ucciderlo, le invido questa sua capacità di
resistere al sangue del suo compagno in fin di vita ma anche perché lei era
riuscita a fare quello che io non sarei mai riuscito a fare e dove avevo miseramente
fallito.
Da quando
Emmett venne trasformato in un vampiro per lui fu leggermente difficile ad
adattarsi alla dieta vegetariana della nostra famiglia e inciampò in qualche
errore. Emmett e Rosalie divennero una coppia molto focosa, molto appiccicosa
erano sempre insieme da risultare nauseanti.
Tra me e
Rosalie non sempre tirava buon veneto e spesso mal sopportavo la sua vanità, il
fatto che non le andasse a genio che non la seguissi come un cagnolino, ma non
riuscivo a vederla più che una semplice e fastidiosa sorella però il fatto di
essersi scelta Emmett come compagno me lo rendeva leggermente più simpatica.
Un giorno
quel vulcano di Emmett decise che avremmo dovuto fare una partita, lui era
euforico ma c’era solo qualcuna che lo mandava in tilt e Rosalie non aveva
voglia di giocare a football tanto che si avvinghiò al compagno per distrarlo.
“Certo che
sei sempre la solita guasta feste Rosalie!” Sbottai quando Emmett decise di
andare a sfasciare l’ennesima casa.
“SE avessi
seguito il mio esempio, magari ora non saresti solo! Forse ti stai struggendo
in vanamente per lei, potrebbe essere sposata con figli”
“ Farei di
tutto per vederla felice, anche lasciarla libera. Questo significa amare, non
voglio che sia costretta a diventare un mostro!”
“Avresti
dovuto lasciarla libera di scegliere, avresti dovuto dirgli quello che eri
diventato e così forse sarebbe potuta essere qui e saresti felice come noi!”
“Rose…”
Emmett stava cercando d’intervenire.
“Certo che
sei bella quanto stronza!”
“Basta voi due!
Vi state comportando come dei bambini!”
Alla fine
lasciai quei due a sbollire i loro bollenti spirti e decisi che forse sarei
riuscito ad avvicinarmi a Bella, insomma erano trascorsi un paio di anni che
non mi nutrivo di sangue umano e forse potevo resisterle per un paio di minuti.
Volevo rivederla e sapevo che quasi sicuramente per noi non sarebbe ritornato a
posto come era prima della mia vampirazione, ma avevo la necessità di vedere
come stava e se era andata avanti con la sua vita umana cosa che non avrei mai
potuto fare.
Angolino tutto mio: Salve sono ritornata
ad aggiornare e anche questa volta ci sono riuscita a non lasciare mesi
da un capitolo al successivo. Inizialmente volevo unire i due pov, ma
poi ho notati che anche i pensieri di Bella si sarebbero allungati che
ho deciso di separarli. Qui ho deciso di far vedere la vita dei Cullen
e del rapporto di Edward con la sua famiglia. In questo Edward c'ho
messo un po' di me.
Spero che vi piacerà, forse i
prossimi due capitoli saranno solo di Bella, ma non ne sono ancora
sicura. La morale di questi capitoli è che se ami una persona la
si lascia andare, ma dell' intera storia si parla delle seconde
possibilità.
Buona immacolata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** il tempo scorre e le ferite lentamente guariscono ***
1918 e le seconde possibilità
Il tempo scorre
e le ferite lentamente si rimarginano.
Isabella
Erano
trascorsi più di una decina d’anni da quando Edward mi aveva lasciata per
sempre, lo avevo assistito quasi fino alla fine della sua vita finché per
motivi di forza maggiore non avevo potuto assisterlo proprio nel momento del
trapasso.
Il suo
funerale fu straziante e per molto tempo non riuscivo a capacitarmi che lui se
ne fosse andato veramente per sempre, per giorni non ero riuscita nemmeno a
nutrirmi per il dolore causata dalla sua assenza poi anche se razionalmente
sapevo che non ci sarebbe stata speranza di rivederlo dentro di me avevo la
strana sensazione che in quella bara lui non ci fosse mai stato, avevo quella
strana sensazione che lui fosse ancora con me e che in qualche modo era il mio
angelo custode. Quella strana sensazione si accentuò quando una sera al ritorno
dal teatro quando percepii qualcuno che mi stava inseguendo e di essere in
pericolo, ma la sensazione di pericolo durò pochissimo ma quella di essere
inseguita e osservata durò ancora per giorni.
Raccontai
l’avvenuto alla mia famiglia ed era chiaro che loro erano preoccupati della mia
salute mentale e divennero più protettivi e i miei fratelli non mi
abbandonarono in nessuna occasione, per un breve attimo dubitai anch’io della
mia salute.
Si dice che
sarà il tempo a far guarire le ferite, ma nonostante i giorni, i mesi, gli anni
stavano lentamente trascorrendo non riuscivo a dimenticare Edward però avevo
iniziato ad accettare la sua perdita.
Un giorno
grazie a mio fratello incontrai Charlie Billy e lui fu una boccata d’ossigeno,
ma non fu amore a prima vista. Per me lui era come un fratello che non riusciva
a capacitarsi come una signorina di buona famiglia non fosse convolata a nozze
già da anni, così gli raccontai in parte la mia vita e come mi sentivo una
vedova dell’influenza anche se il mio amato Edward non era riuscito ad accasarmi.
Charlie
Billy mi raccontò che era stato al fronte e di come miracolosamente si era
salvato più volte dalla morte anche forse perché era stato assegnato al
rifornimento alimentare di tutti gli atri soldati. Lui mi raccontò quanto era
duro convivere con la consapevolezza che se legavi con qualcuno non avevi la
certezza che quel compagno d’armi sarebbe ritornato dai propri cari. Charlie
aveva combattuto delle volte e vedere cadere alcuni amici come le foglie in
autunno non era proprio salutare per la felicità in quel periodo.
Durante i
racconti di guerra provai vicinanza nelle pene patite dal mio amico e con il
tempo diventammo più che amici.
La fine
della prima guerra mondiale aveva portato degli strascichi in Europa tra le
quali la fine degli imperi centrali e quindi la nascita di nuove nazioni nel
vecchio continente, ma non era che nella nostra amata nazione non ci fossero
problemi nonostante gli stati uniti d’ America fossero usciti come vincitori da
quel conflitto mondiale.
Ma la
guerra aveva portato strascichi anche negli stati uniti e agli inizi degli anni
’30 con una grave crisi economica a causa di una sovrapproduzione ci colpi
tutti e diverse persone si uccisero perché non trovavano una soluzione a quei
gravi problemi , ma le difficoltà ci avvicinarono di più a Charlie e insieme
affrontammo quel brutto periodo.
Mi accorsi
di amarlo dopo anni da quando ci conoscemmo e fu come se la voragine lasciata
dalla morte di Edward iniziò a ripararsi ma molto lentamente.
Ero sulla
soglia dei 30 anni quando mi propose di sposarlo e accettai ,ma non mi
interessava cosa avrebbero detto le altre persone.
Il giorno
prima del mio matrimonio andai sulla tomba di Edward per salutarlo, anche se
sapevo che anche quando fossi stata sposata lo sarei andato a trovare.
“Caro Edward, avrei voluto che quello che mi
aspetterà all’altare domani fossi stato tu, ma il destino ha deciso di
separarci. Ti porterò sempre nel mio cuore, non scordartelo mai!”
Edward.
Dovevo
allontanarmi da Emmett e Rosalie e quindi decisi d’intraprendere un
viaggio e dopo un paio di giorni mi ritrovai nella mia tomba, ma un profumo
soave mi colpi come una palla di canone che mi fece ritornare una sete da
vampiro neonato.
L’umana che
era a poca distanza da me era la mia dolce Isabella, ma starle vicino mi era
impossibile perché volevo nutrirmi di lei. Non erano bastati gli anni di
assenza dal sangue umano, il suo mi faceva perdere il lume della ragione se mi
fossi avvicinato a lei così decisi di osservala da nascosto.
Riuscì ad
osservarla da lontano ed era magnifica e gli anni la miglioravano anziché
peggiorarla.
Ascoltai
quello che mi disse e in parte mi spezzò il cuore, ma poi capì che era la cosa
giusta starle il più lontano possibile e per me era fondamentale vederla
felice.
“Caro Edward, avrei voluto che
quello che mi aspetterà all’altare domani fossi stato tu, ma il destino ha
deciso di separarci. Ti porterò sempre nel mio cuore, non scordartelo mai!”
Dopo un po’ vidi che la raggiunse un giovane uomo e capì che era il suo
promesso, per un attimo avrei voluto farlo fuori per prendere il suo posto, ma
chi ero io per comportarmi in quel modo? Io l’avrei sempre amata, ma io non
sarei più stato un umano e Bella era troppo innocente per stare con un mostro
quindi decisi di lasciarla andare.
Angolo tutto mio: Salve, scusate la mia
assenza. Questo il pov di Bella, ma a breve comparirà un nuovo
personaggio che darà una speranza ald Edward....
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Alice una nuova speranza ***
Alice una nuova speranza
L’arrivo di Alice una nuova speranza
Edward.
Non
rimasi a Chicago per molto anche perché per me era troppo
doloroso vedere Isabella sposarsi, ma la decisione che presi era quella
più giusta. Cosa potevo offrirle se non riuscivo nemmeno ad
avvicinarla senza volerla uccidere?
Non
volevo sottoporla allo shock di vedere un mostro, non avevo la forza di
sentirla urlare alla mia presenza e così mi allontanai a
malavoglia da lei di nuovo con la consapevolezza che sarei ritornato
per controllare se la sua vita procedeva a gonfie vele.
Dopo
un paio di anni nella mia famiglia di vampiri si aggiunse una nuova
coppia: Alice e Jasper. Loro erano dei vampiri con dei doni e grazie al
mio nuovo fratello ero riuscito a controllare il dolore che mi ero
imposto.
Alice
, invece, vedeva il futuro e le bastò poco per capire
perché ero sempre taciturno ,perché mi isolavo,
perché mi immergevo nello studio, nella musica.
Solo
con la mia nuova sorella ero riuscito a confidarmi sulle mie pene
d’amore ma come sempre lei sembrava sapere qualcosa in più.
“
Lo sai Edward che questa è un’inutile sofferenza e poi
Bella un giorno sarà una di noi!” mi disse con un aria di
chi la sapeva lunga.
Dicendo
questo la mia amata sorellina mi mostrò una delle sue visioni.
Io e Bella stavamo correndo in un sentiero di montagna e lei era una
bellissima immortale , ma ciò che mi sconvolgeva era che nella
visione di mia sorella Bella era una diciottenne mentre ora era vicino
alla trentina di anni. Se ci fosse stata una possibilità sarei
rimasto al suo fianco anche se fossi sembrato suo nipote, per me lei
rimarrà sempre l’unica.
“Ma com’è possibile?”
“noi
siamo dei vampiri, il mondo non è come lo conoscono gli umani
quindi anche l’impossibile è possibile nel
sovrannaturale” mi rispose Alice.
“Dici
di vedere il futuro e di azioni che succederanno perché
avverano, ma io non voglio e non vorrò mai che Bella diventi
come noi!”
“Questa
visione è molto solida e sono sicura che quel fatto
succederà fra molto tempo. Lei diventerà una vampira
forse non sarai tu a trasformarla, ma succederà. L’unica
cosa certa è che succederà, ma ora ti vedo troppo deciso
sulle tue posizioni”
“Non voglio che lei diventi un mostro, non voglio che patisca le sofferenze che sto vivendo!”
“In
un punto hai ragione, i tempi non sono ancora maturi perché la
mia visione si averi. Mi dispiace che voi dovrete soffrire ancora per
molto! Però l’unica cosa certa è che sarete
felici!”
E
fu così che la conversazione tra la mia amata sorellina si
concluse, quel folletto di Alice voleva avere sempre l’ultima
parola ma ero rincuorato da una nuova speranza.
Edward.
Non
rimasi a Chicago per molto anche perché per me era troppo
doloroso vedere Isabella sposarsi, ma la decisione che presi era quella
più giusta. Cosa potevo offrirle se non riuscivo nemmeno ad
avvicinarla senza volerla uccidere?
Non
volevo sottoporla allo shock di vedere un mostro, non avevo la forza di
sentirla urlare alla mia presenza e così mi allontanai a
malavoglia da lei di nuovo con la consapevolezza che sarei ritornato
per controllare se la sua vita procedeva a gonfie vele.
Dopo
un paio di anni nella mia famiglia di vampiri si aggiunse una nuova
coppia: Alice e Jasper. Loro erano dei vampiri con dei doni e grazie al
mio nuovo fratello ero riuscito a controllare il dolore che mi ero
imposto.
Alice
, invece, vedeva il futuro e le bastò poco per capire
perché ero sempre taciturno ,perché mi isolavo,
perché mi immergevo nello studio, nella musica.
Solo
con la mia nuova sorella ero riuscito a confidarmi sulle mie pene
d’amore ma come sempre lei sembrava sapere qualcosa in più.
“
Lo sai Edward che questa è un’inutile sofferenza e poi
Bella un giorno sarà una di noi!” mi disse con un aria di
chi la sapeva lunga.
Dicendo
questo la mia amata sorellina mi mostrò una delle sue visioni.
Io e Bella stavamo correndo in un sentiero di montagna e lei era una
bellissima immortale , ma ciò che mi sconvolgeva era che nella
visione di mia sorella Bella era una diciottenne mentre ora era vicino
alla trentina di anni. Se ci fosse stata una possibilità sarei
rimasto al suo fianco anche se fossi sembrato suo nipote, per me lei
rimarrà sempre l’unica.
“Ma com’è possibile?”
“noi
siamo dei vampiri, il mondo non è come lo conoscono gli umani
quindi anche l’impossibile è possibile nel
sovrannaturale” mi rispose Alice.
“Dici
di vedere il futuro e di azioni che succederanno perché
avverano, ma io non voglio e non vorrò mai che Bella diventi
come noi!”
“Questa
visione è molto solida e sono sicura che quel fatto
succederà fra molto tempo. Lei diventerà una vampira
forse non sarai tu a trasformarla, ma succederà. L’unica
cosa certa è che succederà, ma ora ti vedo troppo deciso
sulle tue posizioni”
“Non voglio che lei diventi un mostro, non voglio che patisca le sofferenze che sto vivendo!”
“In
un punto hai ragione, i tempi non sono ancora maturi perché la
mia visione si averi. Mi dispiace che voi dovrete soffrire ancora per
molto! Però l’unica cosa certa è che sarete
felici!”
E
fu così che la conversazione tra la mia amata sorellina si
concluse, quel folletto di Alice voleva avere sempre l’ultima
parola ma ero rincuorato da una nuova speranza.
Precisazioni:
Salve a tutti, sono ritornata. Mi dispiace per l'ennesimo ritardo e
quindi ringrazio chi mi seguirà ancora e in particolar modo
Giselle Clare che recensisce ad ogni capitolo.
Alice
da una speranza ad Edward anche quando i tempi per una relazione con
Bella non sono ancora maturi. A questa ff volevo modificare il titolo
non che il finale è cambiato da quando ho iniziato a
scriverla.
Se cambio il titolo sarebbe 1918 una seconda possibilità. Cosa ne penste?
In
questa parte volevo aggiungere un pov Bella, ma sono un po' in
difficoltà quindi lo posterò prossimamente.
Cercherò di aggiornare almeno una volta al mese.
Per il finale dovrebbero esserci altri quattro capitoli...
Arrivederci
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Stay strong ***
stay strong
Stay strong
ISABELLA.
Erano trascorsi anni da quando Edward era morto e un bel po’ da quando
ero andata a trovarlo in cimitero annunciandogli il mio matrimonio.
Dopo quel giorno le mie visite al cimitero si erano diradate, ma anche se
ero una donna sposata e la mia vita stava proseguendo a gonfie vele, una parte
importante del mio cuore. Le mie visite a quel cimitero non furono come quel
giorno con la sensazione che lui fosse veramente a pochi metri da me e non
sotto terra.
Ero ritornata in quel cimitero anche prima di partorire, infondo andavo
nella sua tomba ogni qualvolta che potevo o quando succedeva qualcosa
d’importante nella mia vita come se lui potesse condividere gioie e dolori
della mia vita.
Andai a trovarlo anche quando scoprì di essere incinta e di nuovo il
mondo era in subbuglio.
“Buongiorno Edward, mi scuso non
essere passata prima ma la vita è dura. Il mondo sta peggiorando e non è più lo
stesso da quando te ne sei andato anzi è peggio. Io ho trovato un nuovo amore e
lui è il padre della creatura che porto in grembo, ma avrei voluto che fossi tu.
Se fossi vivo mi diresti che dovrei abbandonare il passato per godermi il
presente e il futuro, ma in questa vita è tutto incerto. L’economia del nostro
paese è in crisi molte persone si sono uccise per questo motivo, molte sono morte
di fame, c’è molto malcontento e temo che tutto ciò a breve porterà ad un nuovo
conflitto. Temo che il mio piccolo brontolone rischia di conoscere la terribile
strage che noi abbiamo vissuto.”
Quel discorso non lo avevo fatto in vanamente perché amavo leggere e
informarmi su quello che accadeva nel mondo quindi sapevo che la crisi
economica che aveva colpito gli usa aveva provocato effetti nefasti come la
nascita delle dittature in Europa. Diedi alla luce Marie nell’anno della notte
dei lunghi coltelli.
I miei timori si concretizzarono pochi anni con lo scoppio di un
conflitto peggiore di quello che Edward aveva conosciuto. A quel tempo avevo
avuto tre figli. Avevo sempre desiderato diventare madre anche se quel periodo
non era adatto per figliare, ma come avevo promesso la prima volta sulla tomba
del mio primo amore avrei difeso a spada tratta i miei figli. Ogni volta che
rimanevo in stato interessante andavo sulla tomba di Edward per me era come
presentargli i miei figli.
La crisi di sovrapproduzione che aveva portato al tracollo dell’economia
americana negli anni ’30 aveva colpito anche il resto del mondo. Per fortuna io
e la mia famiglia ne avevamo sentito poco le conseguenze anche se avevo sempre
il timore che i miei piccoli conoscessero la fame e il peggio che il mondo
poteva mostrare.
Charlie era un industriale che era riuscito a non essere sopraffatto
dalla crisi e con delle giuste manovre era riuscito a vendere il materiale in
eccesso senza dover licenziare i suoi dipendenti.
Il frutto della nostra unione erano tre stupendi bambini: Marie, Edward e
Rose.A loro dedicai tutta me stessa e insegnai a loro di essere delle persone
forti, di difendersi e di non sottomettersi mai, ma soprattutto di tenersi
stretto il loro amore e combattere per le persone che si ama.
Avevo da poco partorito il mio ultimo figlio quando ci fu l’attacco a Pearl
Harbor e la successiva entrata in guerra della nostra nazione. Quella gravidanza
mi preoccupava per l’età , per il nuovo conflitto. Mio marito fu chiamato alle
armi e non sapevo se il piccolo avrebbe rivisto il padre, ironia della sorte
stavo rivivendo quello che da ragazza temevo, ma non era di mia consuetudine arrendermi dalle difficoltà.
Fortunatamente la guerra non varcò nemmeno questa volta i confini degli
stati uniti d’America anche se quando fu attaccata la base navale di Pearl
Harbor si temeva che i giapponesi invadessero gli stati uniti, ma non fu così.
Ero disperata per la partenza di mio marito nel fronte. Ero triste perché
temevo che i miei figli non sarebbero cresciuti con il padre, ero infelice di
vedere concretizzati i miei timori e cioè vedere una persona amata partire per
il fronte.
La guerra durò quattro anni e da quando Charlie partì per il fronte ci
scambiamo spesso epistole finché non successe l’irreparabile, lui fu abbattuto
in un combattimento aereo.
Charlie lo avevo amato non quanto Edward ma era una parte molto
importante di me, ma dovevo farmi forza
dovevo proseguire con l’attività di mio marito, dovevo crescere i nostri figli
e non dovevo abbattermi come avevo fatto con la dipartita del mio primo amore.
Il dolore per la perdita di marito era molto forte, ma non mi sarei buttata giù
da un burrone come avrei voluto fare quando morì Edward. Adesso avevo dei figli
da crescere, avevo un’attività da portare avanti, c’erano delle persone che
dipendevano da me. Avrei lottato e non mi sarei arresa finché non avrei messo
al sicuro i mie piccoli e avrei regalato un futuro felice.
Avrei lottato per portare in patria la salma di mio marito perché i miei
piccoli avessero avuto una tomba su cui piangere il padre.
Riuscì a vincere quasi tutte le mie battaglie. I miei bimbi divennero
grandi in un mondo devastato dalle guerre ,ma che stava risorgendo dalle ceneri
di quel conflitto. Ero riuscita ad insegnarli ad essere delle persone giuste in
un modo dove i prepotenti avevano avuto l’occasione di scatenare la più
terribile di guerra. Avevo insegnato a loro a condividere la loro fortuna, di
essere gentili con le persone, di lottare per il vero amore e di tenersi
stretta la persona di cui si innamoreranno.
Dei miei figli ero molto legata a Marie , non che agli altri fossi di
meno, ma con lei avevo un rapporto particolare e solo a lei ebbi il coraggio di
raccontare di Edward e di come mi ero sentita
per essere crollata all’ultimo momento prima che se ne andassi, di come avevo
amato anche suo padre nonostante il mio primo amore fosse sempre rimasto nel
mio cuore.
Marie non fu gelosa del ricordo del mio primo amore anche perché sapevo
che avevo amato anche suo padre e che ogni amore era diverso.
Gli anni trascorrevano lentamente e anche la seconda guerra mondiale
fortunatamente ebbe un termine.
Angolo tutto mio: avevo promesso che
avrei impiegato meno di un mese nell'aggiornare invece non ci
sono riuscita e mi dispiace solo che ho scritto altri capitoli di
questa ff e appena potrò li posterò. Se avete notato ho
deciso di modificare il titolo e non di cambiarlo. Quindi dalla nuova
parte del titolo si potrà capire che qui ci sarà sempre
una seconda speranza anche quando sembra che sia tutto inutile. Neli
prossimi capitoli saranno solo i punti di vista di Edward. Buona
giornata e spero che continuerete a seguirmi nonostante i miei difetti
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** al peggio non c'è limite ***
al peggio non c'è mai limite
Al peggio non c'è limite
Edward.
La
mia vita da vampiro era mortalmente noiosa, ma ero stato io a
sceglierlo. Ho sempre Creduto che la mia trasformazione in vampiro
abbia portato il mio masochismo a livelli illimitati.
In
tutti quegli anni l’amore che provavo per la mia dolce Isabella
era rimasto immutato, ma ero del parere che lei doveva vivere la sua
vita da umana e non un’eternità di privazioni, di sensi di
colpa e di dolore.
Ritenevo crudele farle vivere quello che stavo vivendo io, non volevo che lei diventasse un mostro senza anima.
La salvezza dell’anima della mia amata era l’unica cosa che dava senso alla mia esistenza.
Era
trascorso un po’ di tempo da quando avevo visto l’unico
amore della mia esistenza. In quel periodo lei si stava per sposare e
io morivo dal desiderio di essere al posto dello sposo, ma non si
meritava un marito che credeva defunto da anni, che voleva ucciderla
solo per nutrirsi.
La
mia volontà di punirmi era talmente alto che decisi di
presenziare al matrimonio di Isabella. Quel giorno ovviamente ero a
diversi chilometri di distanza dall’edificio in cui si stava
celebrando l’unione tra Isabella e Charlie, ma grazie ai miei
poteri soprannaturali potevo osservare come se fossi in prima fila
quindi vidi tutto il rito religioso. Per quanto mi facesse male
osservare quella scena la consapevolezza di sapere che lei era al
sicuro alleviava tutto quel dolore che mi ero imposto.
Da quel giorno trascorsero decenni, ma grazie ad Alice sapevo come procedeva la vita di Bella.
Mia
sorella aveva tentato più volte di convincermi a ritornare da
lei, a velocizzare la sua visione ma io non l’avrei mai
trasformata in una vampira.
“Non la trasformerò mai in una vampira!” dissi per l’ennesima volta ad Alice
“Ne sei proprio sicuro?”
mi rispose con una domanda la mia simpatica sorellina e proprio in quel
momento lei ebbe una visione di una scena raccapricciante in cui tentavo di salvare la vita di Isabella.
“Quella signorina non è la mia Isabella perché dimostra più la metà degli anni che ora ha!”
“Edward, quella ragazza è Bella!”
“Come fai ad esserne così sicura?” dissi esasperato a mia sorella
“Lo
so perché non sposeresti nessuno al di fuori della tua
innamorata e se non ci hai fatto caso avevi la fede in quella
visione!”
“Bella
non vorrà sposare un mostro e io non voglio farla diventare una
vampira! Non adesso che si sta godendo la sua vita da umana.”
“Oltre
ad essere masochista sei anche testardo come un mulo. Se ti decidessi
di andare da lei forse saresti felice, invece di aspettare altri
decenni”
“Anche
se andassi da lei, tu credi che mi accetterebbe? Credi che una donna di
quasi 40 anni mi accetterebbe al suo fianco?”
“A
Isabella non interessa l’aspetto fisico vorrebbe riaverti. Non
sai quante volte è stata sulla tua tomba, io credo che sia stata
più da te che in quella di suo marito!”
“Lei è vedova.”
“Da quando lo sai?”
“Da un po’ di tempo!”
“Perché
non me lo hai detto?” ero un po’ arrabbiato con la mia
sorellina preferita e quasi improvvisamente si materializzò
Jasper. Cosa pensava che avrei alzato le mani su Alice solo
perché mi aveva tenuto nascosto un piccolo particolare sulla
vita della donna che da sempre amavo, io non ero quel genere di uomo.
Ero un mostro, ma non un violento sulle donne.
“Quando
ebbi quella visione eravamo dalle nostre cugine di Denali e Tania ti
stava facendo la corte. Sapevo che non avresti cambiato idea su Bella,
quindi speravo che nostra cugina ti rendesse felice”
“Hai
ragione su un punto. Io non cambio opinione sul mio rifiuto categorico
di trasformare il mio unico amore, ma per quanto riguarda Tania avrei
preferito che tu mi avessi riferito la tua visione in modo di fuggire
da quell’appiccicosa di vampira!”
“Dunque adesso che sai che Isabella è vedova cosa cambia?”
“niente!”
“Vedi che avevo ragione!”
“Vuoi sempre avere l’ultima parola Alice!”
Dopo
quella discussione andai a trovare Bella, ma sempre senza farmi vedere.
Rivederla per me fu un sollievo e vederla invecchiata per me era una
grande soddisfazione perché era così che una vita doveva
essere.
L’età
l’aveva resa più bella e a 40 anni era molto più
affascinante di quando ne aveva 30 o quando eravamo entrambi umani.
Notai
con gran mio piacere che era diventata una donna di successo, una donna
di affari e che i suoi figli erano delle gran belle persone anche se
tutti avevano un profumo succulento e fu per questo che me ne andai.
Gli
anni trascorrevano come l’acqua nei fiumi, nella mia famiglia non
si era più aggiunto nessun membro e la mia sete di sangue era
notevolmente diminuita tanto che ero riuscito ad ottenere una laurea in
medicina solo che non ero ancora capace di affiancare Charlise nel suo
lavoro.
L’abitudine
per un essere immortale poteva risultare tremendamente noiosa
nonostante i familiari, nonostante quell’oca giuliva di Tania
cercava di conquistare il mio cuore in vanamente, ma ci fu una pessima
visione che mi gettò nello sconforto.
Quel
giorno stavo componendo una nuova melodia per il mio amore umano quando
Alice sconvolta svenne. Non sapevo che i vampiri potessero svenire, ma
quello che vidi nei pensieri di mia sorella mi colpì a morte.
Bella era appena morta…
Angolo
tutto mio: Salve, sono appena ritornata con un nuovo aggiornamento. Vi
avviso che i prossimi capitoli sono un po' tristi e spero di riuscire a
trasmettere la sofferenza di Edward. Se avete qualcosa da segnalarmi
potete scrivermelo. Buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** il funerale di Bella ***
il funerale di Bella
Il funerale di Bella.
Il giorno più brutto della mia esistenza arrivò come un fulmine in un
cielo sereno. Seppellirono Isabella in una giornata di metà settembre e a Forks
diluviava come se tutti gli angeli del paradiso stavano piangendo, ma per loro avrebbe
dovuto essere un giorno di giubilo visto che l’anima più candida si stava
unendo a loro. La pioggia era incensante, per un umano la visibilità sarebbe
stata molto ridotta ma per era tutto chiaro, tutto troppo limpido come il
dolore che mi stava devastando. Avrei voluto piangere, ma non mi era concesso
nemmeno quello. Infondo ai mostri non era concesso di piangere e se non fossi
tremendamente disperato lo avrei ritenuto giusto.
Giunsi nel luogo dove si sarebbe tenuta la funzione funebre prima di
tutti, non me ne importava se qualcuno avesse notato la mia velocità disumana,
ma ciò che mi interessava veramente era vederla per l’ultima volta.
Fortunatamente ero il primo ad arrivare e nessuno c’era in quella stanza
tranne lei. La sua bara era aperta e vederla distessa lì fu un dolore talmente
forte per poterlo descrivere tanto che sperai di essere finalmente morto, ma mi
ero illuso . Isabella sembrava che dormisse. Il suo volto segnato dalla
vecchiaia sembrava sereno . Forse aver lasciato che vivesse la sua vita da
umana era stata la scelta migliore che potevo fare, ma se era stata la scelta giusta perché stavo così male?
“Nemmeno la morte, nemmeno la vecchiaia ha scalfito la tua bellezza. O
mio amore, avrei voluto che tu fossi mia sposa! Ma in nessun caso avrei
rovinato la tua anima. Non sono degno di te, ma vorrei poter avere solo un ultimo
istante con te per poterti dire che ti ho sempre amata. Ti prometto che in
qualche modo ci rivedremo! Avrei voluto che fossimo invecchiati insieme, ma non
ci è stata concessa questa possibilità. L’immortalità è sopravvalutata e non
sai quanto desidero raggiungerti. Solo che sono un uomo d’onore e mantengo le
promesse. Non sono certo che per me ci sarà un “dopo” della morte ma vivere in
un mondo dove non esisti è impossibile”
“Edward, non dire così! Ti ho già detto che lei ritornerà.” mi disse
Alice.
“Io mantengo sempre la parola data, quindi non ti preoccupare non farò
niente di stupido e insensato per i prossimi tre anni. Se lei non rinascerà
nessuno mi potrà fermare!” guardai Jasper che stava cercando di manipolare i
miei sentimenti. Avevo già provato a farmi uccidere dai miei fratelli ,ma non
ero riuscito nemmeno in quello. Mi sentivo un fallito perché non ero riuscito a
vivere con Isabella e ora non ero riuscito nemmeno a farmi fuori, per questo
ora ero un sorvegliato speciale con tutti i parenti al seguito per impedirmi di
andare a Volterra.
“Se vuoi rimanere anche per la funzione è meglio che ci allontaniamo per
non destare sospetti” intervenne Emmett.
Da vero masochista quale sono sempre stato decisi di assistere al
funerale del mio unico grande amore. Quella celebrazione per me fu la giusta
tortura per il mostro che ero stato tanto tempo prima.
Notai con grande piacere che Isabella era riuscita a realizzare i suoi progetti, ma mi chiedevo se
nella sua vita era stata veramente felice. C’era anche l’amata figlia Marie che
assomigliava tanto alla madre tanto da farmi male, il nome del più piccolo dei
figli di Bella era come il mio e ciò significava
che lei non mi aveva mai dimenticato. Alle esequie di Isabella c’erano i suoi familiari e anche Charlie ,il
ragazzino da cui doveva nascere il mio amore.
Quando la seppellirono per me il dolore fu indescrivibile peggio degli
ultimi istanti della mia breve vita umana, peggio della trasformazione in
vampiro, peggio dei rimorsi per l’essermi nutrito di sangue umano, peggio del
dolore fisico che la sete del sangue di Isabella mi provocava ma non c’era modo
per spegnere tutto quel dolore. La speranza era l’unico modo che mi faceva
sopravvivere.
“Edward, dobbiamo andare!” mi implorò Alice perché non riuscivo a
staccarmi da quel luogo.
“Ricorda che se non nascerà il 13 settembre 1987 io andrò dai Volturi.
Ricorda che ogni istante del mio dolore è perché mi hai voluto tenermi legato
ad una tua stupida visione!”
“Le mie visioni si avverano sempre”
“Ma sono imperfette!” cercai di evitare di ringhiare sulla tomba di
Bella. Noi avevamo assistito alle esequie e alla tumulazione del corpo della
mia amata da lontano e solo dopo che tutti i parenti di Isabella se ne andarono
ci avvicinammo.
“Figlioli, non è luogo da litigare. Fatelo almeno per Isabella!” ci
implorò mio padre accompagnato da un’ondata di pace controllata da Jasper.
Appena i miei familiari certi che mi ero tranquillizzato e che non avrei
fatto delle pazzie sussurrai sulla tomba di Isabella.
“Ti prometto che ci rivedremmo!”
Mentre sussurravo quelle poche parole pensai a come mi sarei ucciso ,l’avrei
raggiunta il prima possibile se la visione di Alice non si fosse avverata.
Quando avevo scoperto che Isabella era morta di Alzheimer avevo provato a
farmi uccidere da Jasper e a irritare Emmett, ma loro si erano limitati a
bloccare il loro fratellino disperato quindi decisi che avrei potuto scatenare
la sadicità di Caius perché farsi ridurre in cenere dalla propria famiglia era
impossibile.
“Sento che sei sconvolto, ma noi ti impediremmo di commettere atti
insensati. Hai voluto che lei vivesse la sua vita da umana e quindi sapevi che
sarebbe giunta anche per lei la fine” mi disse chiaramente Jasper dopo che
avevo provato attaccarlo, ma fui immerso in un’ondata di pace e per giunta
giunse Emmett a trattenermi.
“Non vale, il controllo dell’umore. Sono lieto della scelta di aver
permesso a Isabella di vivere la sua vita da umana però non riesco a vivere in
questo mondo senza di lei!”
Alice
ebbe altre visioni alcune tragiche e altre gioiose nei giorni
successivi e immediati alla morte e al funerale di Isaella. Una delle
sue allucinazioni era il mio matrimonio con Bella e una grande
parte di me sperava che tutto ciò si realizzasse.
“Come puoi mentirmi in questo modo? Lo sai che senza di lei non posso
vivere, lo sai che i morti non ritornano!”
“Non ti sto mentendo, Bella ritornerà!”
“Lo sai che succederà. Lo sai che lo farò appena ne avrò la possibilità.”
“Edward, io sento il tuo atroce dolore però Alice non ha mai mentito su
ciò che vede del futuro” intervenne Jasper.
“Quando si avvererà questa sua visione?”
“Il 13 settembre 1987 nascerà Isabella Marie Swan da Charlie e Reneè
Swan”
“Ma Charlie è il nipotino preferito di Isabella. Com’è possibile che lei
rinascerà proprio da lui? Non dirmelo, io devo andare a dirle addio ma se tra
tre anni la tua visione non si avvererà sai ciò che farò, nessuno può impedire
di raggiungerla!”
Al funerale avevo visto i familiari e anche Charlie ,il ragazzino da cui
doveva nascere il mio amore con la sua amichetta del cuore Reneè.
Isabella era riuscita a realizzare i suoi progetti, ma mi chiedevo se
nella sua vita era stata veramente felice. C’era anche l’amata figlia Marie che
assomigliava tanto alla madre tanto da farmi male, il nome del minore dei figli
della mia amata significava che lei non mi aveva mai dimenticato.
Il ricordo di quando la seppellirono per me fu un dolore indescrivibile
peggio degli ultimi istanti della mia breve vita umana, peggio della
trasformazione in vampiro, peggio dei rimorsi per l’essermi nutrito di sangue
umano, peggio del dolore fisico che la sete del sangue di Isabella mi provocava
ma non c’era modo per spegnere tutto quel dolore. La speranza era l’unico modo
che mi faceva sopravvivere.
“Edward, dobbiamo andare!” mi implorò Alice perché non riuscivo a
smuovermi da quella tomba.
“Non puoi rimanere sempre lì, figliolo” mi implorò Esme che ormai per me
era diventata come una madre.
“Lasciatemi qui, vi supplico!”
Non mi ricordo cosa successe dopo, strano per un vampiro, ma mi ricordo
che se qualcuno non mi avrebbe trascinato via sarei rimasto lì per gli altri
tre anni…
Dovevo una promessa alla mia famiglia e da uomo d’onore l’avrei mantenuta
e avrei impiegato quegli anni a diventare l’uomo degno per Isabella.
Se ciò che aveva predetto Alice il mio destino si sarebbe segnato il 13
settembre 1987 quando la fidanzatina di Charlie avrebbe partorito Bella, ma se
veramente lei si sarebbe rincarnata l’avrei aspettata per anni per incontrarla.
Angolo tutto mio: Scusate il ritardo e
spero di essere riuscita a trasmettere un po' di angoscia di Edward.
Questo è il link della canzone che mi ha ispirato questo
capitolo. Il prossimo sarà un capitolo femminile....
https://www.youtube.com/watch?v=-2U0Ivkn2Ds
il testo e la traduzione della canzone
Say something, I’m giving up on you
I’ll be the one, if you want me to
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you
And I am feeling so small
It was over my head
I know nothing at all
And I will stumble and fall
I’m still learning to love
Just starting to crawl
Say something, I’m giving up on you
I’m sorry that I couldn’t get to you
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you
And I will swallow my pride
You’re the one that I love
And I’m saying goodbye
Say something, I’m giving up on you
And I’m sorry that I couldn’t get to you
And anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you
Say something, I’m giving up on you
Say something
Say Something, traduzione
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
Sarò la persona giusta, se mi vuoi
Ovunque, Ti avrei seguito
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
E mi sto sentendo così piccolo
Era sopra la mia testa
Non so proprio nulla
E io inciamperò e cadrò
Sto ancora imparando ad amare
Semplicemente iniziando a gattonare
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
Mi dispiace di non essere riuscita ad arrivare a te
Ovunque, Ti avrei seguito
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
E ingoierò il mio orgoglio
Tu sei la persona che io amo
E ti sto dicendo addio
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
Mi dispiace di non essere riuscito ad arrivare a te
Ovunque, Ti avrei seguito
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
Dì qualcosa, sto rinunciando a te
Dì qualcosa
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** una seconda possibilità ***
una seconda possibilità
Una seconda possibilità
Isabella.
All’improvviso
sembrò che tutto il dolore che mi aveva tormentata per gli ultimi anni fosse
cessato così come un battito di ali. L’istante prima non riuscivo a ricordare
come trovare i polmoni per respirare e ora mi sentivo come una giovincella in
pieno delle forze.
Non riuscivo
a capire perché non vedevo i miei figli. Mi trovavo in un posto luminoso e cercai
di capire cosa mi ricordavo e stranamente ci riuscivo.
L’ultimo
ricordo era che una delle mie mani ricoperta da tubicini per delle flebo era
bagnata dalle lacrime di Marie e il piccolo Charlie , anche se piccolo non lo
era più ma un tenero adolescente che
cercava di consolare la sua mamma…
Quindi se
riuscivo a ricordare, se il dolore era sparito l’inevitabile era arrivato? Non
poteva essere, non volevo lasciarli soli, ma se era successo quello che pensavo
forse lo avrei rivisto…
Edward
provai a chiamare, ma non mi rispose ero ancora sola in quel luogo luminoso….
Forse mi
avrebbe accolto Charlie, mio marito. Forse Edward era arrabbiato perché mi
avevo rifatto una vita, ma anche quest’opzione mi sembrava inconcludente.
Ero immersa
in questi pensieri, in queste domande che non mi accorsi che accanto a me si
era materializzato qualcuno, ma non era Edward e nemmeno Charlie.
Lei era più
splendida di come l’avevo vista l’ultima volta, ma del resto stava morendo
quando la vidi per l’ultima volta. Ero con il dottor Cullen quando disse le sue
ultime parole.
“Salvalo, fa tutto
quello che è possibile per salvare la vita del mio Edward! Ti prego fai anche
quello che per gli altri è impossibile!” le ultime parole le aveva dette con un filo di voce
che mi stupisco che ora riesco a ricordarle.
All’epoca
quella richiesta mi sembrò la supplica che qualsiasi madre avrebbe fatto
sapendo che il figlio era anche lui in punto di morte, ma il dottor Cullen era
umano e non avrebbe potuto soddisfare l’ultima richiesta di Elisabeth Masen,
colei che sarebbe potuta diventare mia suocera se l’influenza spagnola non mi
avrebbe portato via suo figlio.
“Buongiorno cara e ben arrivata, non è come
pensa!” mi rispose ad un pensiero inespresso.
Non riuscivo
a capire cosa stava succedendo, ma se vedevo la signora Masen che era stata
vittima della spagnola molti anni prima era che l’unica cosa certa era la mia
dipartita ma perché non mi aveva accolta sua figlio? Perché lei mi leggeva nel
pensiero?
“Edward, non è qui! Lui è
sopravvissuto…”
“Aspetti, lei ha appena detto che suo
figlio è sopravvissuto alla spagnola?”
“Signorina Isabella, sento le sue
domande e vorrei risponderle a tutte ma ad alcune non posso farlo ma la
pregherei di non interrompermi”
“Mi dispiace”
“Tranquilla, non sono arrabbiata con
lei. Edward per sopravvivere è dovuto cambiare che qui non è visto di buon
occhio, ma tutto ciò lo ha reso una persona più nobile e dall’animo più
candido. Da qui posso vedere come procede l’esistenza del mio piccolo ed è
diventato una creatura della notte per vincere il male, ma nel corso della sua
esistenza ha sofferto molto per vincere la sua parte oscura. Lui è sempre stato
una persona pronta a sacrificarsi per il bene, lui voleva partire per il fronte
per salvare il destino della sua nazione e anche dopo la trasformazione ha
sacrificato la sua felicità per salvare la sua anima. Sono qui per proporle
qualcosa e so che lei può salvare mio figlio e ciò lo pensai anche quando la
incontrai per la prima volta.”
Mentre
Elisabeth mi stava raccontando quello che era successo ad Edward diventavo
sempre più confusa. Quindi Edward per sopravvivere era dovuto cambiare e ora
era una creatura della notte, ma questo cosa significava? Che era un vampiro,
uno zombie, ma suvvia tutto ciò era impossibile!
“Isabella, il mondo non è come
crede!”
Non era possibile
che esistessero le creature leggendarie, ma se ero in quel luogo mi stavo
sbagliando. Perché Edward non era venuto a trovarmi mentre ero ancora in vita?
Solo per timore di uccidermi? Io lo avrei accettato e lui avrebbe potuto darmi
la possibilità, avrei fatto di tutto pur di stargli accanto.
“Lo sapevo che lei avrebbe fatto di
tutto per quel testardo di mio figlio. Lui è venuto a trovarti un paio di
volte, ma avvicinarti era troppo difficile e avrebbe fatto qualsiasi cosa per
non ucciderti. Mi è data la possibilità di darvi una seconda possibilità. Lei è
d’accordo?”
Quando la
signora Masen disse quelle parole ebbi la conferma a quelle strane sensazioni
che avevo avuto qualche volta quando andavo sulla sua falsa tomba, o quando
rincasai da quel teatro tutta sola e con il timore d’essere inseguita e
osservata o ancora il giorno del matrimonio sentivo la sua presenza, ma perché non
mi aveva fermata? Io lo avrei seguito ovunque, io sarei diventata come lui ma
era tipico di Edward a rinunciare a qualcuno per salvarlo. Ora ero sicura che
non mi sarei lasciata sfuggire la seconda possibilità che ci era stata offerta.
“Si, ma in cosa consiste la seconda
possibilità?”
“Tu avrai la possibilità di rinascere
umana e avrai la possibilità d’incontralo.”
“Se lui ancora una volta dovesse
decidere al mio posto? Se fosse tentato di uccidermi? Come lo farò
riconoscere?”
“Ognuno è artefice del proprio
destino, ma ora Edward nonostante essendo immutabile è maturato e quindi è più
cosciente delle sue abilità”
“Vale la pena di provarci e questa
volta non mi fuggirà! Dove devo andare per ritornare da lui?” dissi incamminandomi.
“Aspetta!”
L’unica cosa
che ricordai fu una puntura di spillo.
Spazio personale: Salve, sono ritornata se
c'è qualcosa che non funziona potete dirmelo. In questo capitolo
mi sono ispirata ad un film che ho visto, ma non ricordo il nome.
Avrebbe dovuto esserci anche un nuovo punto di vista, ma non lo ho
inserito perchè preferisco approfondire il personaggio e poi
sarebbe più utile a collegare con quello del protagonista. Nel
prossimo capitolo non ci sarà solo Edward a parlare, ma anche
un'altra persona, indovinate chi è?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** 13 settembre 1987 ***
13 settembre 1987
13 settembre 1987
13 settembre 1987 ospedale di Forks.
Charlie
Nonna Isabella era morta da un paio di anni e
mi mancava ancora tantissimo, ora che stavo per diventare padre avrei voluto
che lei fosse qui con me.
Ricordo come fosse ieri quando mi raccontava le
storie per farmi addormentare e obbligatoriamente dopo le preghiere serali. La
mia infanzia era stata da sogno e speravo che lo fosse anche per la piccola in
arrivo.
Quando conobbi René la mia amata nonna le
avevano appena diagnosticato il morbo di Alzheimer, e i suoi primi ricordi
stavano iniziando sparire ma conoscere la mia fidanzatina l’aveva resa meno
depressa per la diagnosi.
Anche prima di ammalarsi mi ricordava sempre
l’importanza di lottare per il proprio amore.
“Ricordati piccolo di tenerti stretta la tua
anima gemella.”
Nonna continuava chiamarmi piccolo sebbene
fossi da poco entrato alla scuola di polizia. Ricordo tutt’ora quanto era
agitata quando scoprì quale sarebbe stata la mia professione, ma la rassicurai
che sarei stato prudente.
Io e René avevamo deciso che alla nostra
piccola l’avremmo chiamata come mia nonna. Grazie a mia moglie ero riuscito a
non crollare durante l’aggravarsi di quella malattia.
Fu René ad accogliermi in lacrime quando mia
nonna iniziò a non riconoscermi, a considerarmi un estraneo e quindi per me mia
moglie era un porto sicuro.
René amava mia nonna, agli inizi della nostra
relazione per mia moglie era un rifugio perché i suoi genitori non mi vedevano
di buon occhio, mia suocera continuava a dirle “ lascialo perdere, lui diventerà un poliziotto e userà le armi! Potrebbe
essere pericoloso!”
Provai più volte a spiegare alla mia futura
suocera che non avrei mai fatto del male alla sua adorata figlia, ma alla fine
riuscimmo a sposarci.
Quando mia moglie mi annunciò che presto
saremmo diventati genitori ero al settimo cielo e riempi di attenzioni la mia
donna e da quando era in preda alle voglie ero anche diventato un bravo cuoco,
la ricoprivo di attenzioni.
Il parto era previsto per metà settembre, ma la
piccola aveva fretta di nascere e René mi svegliò in piena notte del 12
settembre 1987 ed era in preda alle doglie.
Quella notte cercai di assumere il tipico
autocontrollo da bravo poliziotto qual ero, ma il timore che qualcosa andasse
storto era dietro l’angolo. Mi sentivo come quando ero a caccia di un criminale
e che il pericolo fosse sempre in agguato, ma rimasi sempre al fianco della mia
amata finché non arrivò Isabella Marie Swan.
La luce dei mie occhi, mia figlia nacque
all’alba e l’avrei protetta, curata, amata, cresciuta. Non credevo che potevo
essere l’artefice della perfezione, ma la mia piccola principessa era già
determinata a conoscere il mondo a poche ore di vita.
Pov. Edward.
Erano trascorsi esattamente tre anni da quando
la mia unica ragione di vita aveva intrapreso il suo ultimo viaggio. Da quel
giorno non ero più la stessa persona e avevo provato più volte a suicidarmi, ma
con scarso esito perciò mi sentivo un fallito.
In fondo chiunque non sarebbe riuscito a farsi
fuori con una sorella veggente che prevedeva tutte le mosse. Era a causa di
Alice che non ero ancora corso dai Volturi. La mia dolce sorellina aveva visto
che la mia amata Isabella sarebbe rinata il 13 settembre 1987 e io stupidamente
le avevo creduto.
Nel corso di quei tre anni però il mio animo
teatrale e adolescenziale aveva escogitato una serie di ripicche ai danni di
quel folletto di mia sorella.
Per un paio di mesi non volevo saperne di
nutrirmi tanto che se non fosse stato per mio padre presumo che mi sarei
trasformato in una pietra purtroppo vivente.
“Edward sapevi che lasciandola umana quello
sarebbe stata il suo destino. Ho visto che lei ritornerà, mi hai promesso di
non fare sciocchezze fino a quel giorno!” Mi
implorò Alice, ma anche mia madre e tutta la mia famiglia di vampiri era
d’accordo.
Avevo pensato di fare la statua vivente nel
confine dei Quielutes ma il mio progetto non era realizzabile con una sorella
veggente e poi ero una persona d’onore e dovevo mantenere la promessa.
Il giorno della presunta rinascita del mio
amore era ormai alle porte e a breve avrei scoperto se negli ultimi tre anni mi
ero punito per quello che ero per niente.
Era la sera del 12 settembre 1987 quando Alice
venne nel mio rifugio, la mia camera, invadendomi con i suoi euforici pensieri.
“René ha le doglie! Avevo ragione!” mi disse mentre riuscì a vedere tutto quello che stava succedendo.
“Sicura
di avere ragione?”
“Si, se vuoi domani andiamo al reparto
maternità?”
“Lo sai che non dobbiamo dare nell’occhio, ma
sono ansioso di scoprire se tutto quello che hai detto in questi ultimi tre
anni si avvererà!”
Senza parlare vidi l’immagine della piccola che
appena nata guardava con curiosità i genitori. Quello sguardo intelligente e
quel colore marrone cioccolato lo avevo visto solo nel mio amore umano, quindi
stava davvero per ritornare?
La notte successiva io e Alice andammo
direttamente nella nursery. I neonati stavano dormendo tranquillamente, ma
appena varcai la soglia di quella stanza fui colpito da quel dolce profumo che
in me risvegliava il mostro e solo una persona era in grado di fare. Isabella
era ritornata, era in quella stanza ed era una neonata e mi sentivo quasi come
un pervertito.
Mi avvicinai a quel fagotto che doveva essere
Isabella e come se si fosse accorta della mia presenza la bimba si svegliò, ma
non pianse anzi sorrise.
Era possibile che una neonata mi riconoscesse?
Inoltre era strano che una bimba a poche ore di vita sapesse già sorridere.
Quel contatto con la piccola mi sembrò di aver trovato la via per la casa…
Ora che l’avevo ritrovata, l’avrei aspettata e
non mi sarei lasciato sfuggire questa seconda possibilità.
Avevo un paio di anni per essere completamente
immune al suo profumo
Angolo tutto mio: Qui ci sono due punti di vista,
vi aspettavate Charlie? Se c'è qualcosa che non va potete
scrivermelo. Alcuni dettagli della vita di Charlie sono
occ...perché non ricordavo come si chiamassero i suoi parenti ma
anche perchè volevo dare una continuità alla prima vita
di Isabella con questa nuova. Per quanto riguarda le generazioni ho
preso spunto dalla mia vita...siccome i miei bisnonni avrebbero potuto
essere compagni di giochi di un Edward umano e io ho qualche anno in
più di Bella....insomma avrei potuto giocarci insieme alle
elementari...
Buona giornata e buone ferie per chi è al mare...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** qualche anno dopo ***
Qualche anno dopo
Un paio di anni dopo
Edward.
Erano trascorsi un paio di anni da quando era
nata nuovamente Isabella, ma avevo preferito non interferire nella sua infanzia
e andavo a controllarla appena sapevo che lei era in pericolo.
Quella simpatica veggente di mia sorella mi
teneva informata su tutto e quindi sulla sua crescita, sui suoi genitori, sulle
scuole che frequentava, i suoi amici. Dai racconti di Alice avevo scoperto con
rammarico che René e Charlie si erano separati quando Isabella era ancora
piccola.
Sebbene fosse ancora una bimba, Isabella aveva
lo stesso carattere della sua prima vita quindi era leggermente ribelle.
Alice aveva avuto una terribile visione della
birbante che per esprimere tutto il suo dissenso alla separazione dei genitori
si era rifugiata nel boschetto nel retro della casa di Charlie perdendosi.
Quando mia sorella ebbe la visione partì all’istante per salvare la piccola
furfante.
La raggiunsi appena in tempo prima che cadesse
in un precipizio, per poco non mi venne un infarto.
“Piccola, perché sei qui tutta sola nel bosco?”
“Mamma e papà sono cattivi, non mi vogliono
bene!”
“Non dire così, ti stanno cercando!”
Dopo quel breve scambio di battute portai la
bimba dove erano iniziate le ricerche in modo che la trovassero i soccorritori.
Lei non era spaventata dal freddo innaturale del mio corpo, dalla presenza di
un giovane sconosciuto in quei boschi. Così pensai che si ricordasse della sua
prima vita.
“Grazie
Edward!” sussurrò prima che me ne andassi confermando i miei sospetti visto che
non le avevo detto come mi chiamavo.
“Come sai il mio nome?”
“Me lo ha detto papà che tutti gli angeli si
chiamano: Edward. A papì lo ha raccontato sua nonna”
Alla risposta della bambina rimasi deluso,
quindi non si ricordava della nostra vita passata. Una cosa era certa che
quella bimba era la mia anima gemella perduta perché solo una persona aveva
quel profumo…che ogni volta che lo sentivo come un colpo al cuore ma ormai, a
causa di tanta sofferenza riuscivo a resistere alla tentazione.
Dovevo lasciare che si godesse la sua infanzia,
ma le sarei rimasto accanto ogni volta ne avesse bisogno.
Nel frattempo decisi di andare a trovare le mie
cugine e il resto della mia famiglia che si era trasferita in Alaska.
Trascorsero altri anni in cui Tania mi ronzo
intorno come una fastidiosa vespa, ma con arguzia quando era troppo invadente
la invitavo a fare qualche attività troppo impegnativa per lei. Non vedo l’ora
di vedere Isabella che ormai era un’adolescente.
Fu proprio quella veggente di mia sorella che
mi annunciò che ormai i tempi erano buoni per conoscerla ufficialmente, ma dal
canto mio continuavo a chiedermi quanto si ricordava di me? Avrei dovuto
presentarmi come un suo normale coetaneo o dirle subito la verità?
Dovevo dirle: “Salve, sono Edward Cullen e sono
lieto di conoscerla?” o “Salve, sono felice di rivederla, non sa quanto l’ho
attesa!” ?
Mentre mi stavo incamminando per Forks era più
propenso alla prima opzione per non spaventarla, ma una cosa era certa: non
avrei ripetuto gli errori del passato.
I giorni trascorrevano noiosamente e il liceo
di Forks mi sembrava un purgatorio. Contavo i giorni, le ore, i minuti, i
secondi che mi mancavano nel rivederla.
Isabella.
La mia vita era stata abbastanza tranquilla se
non si calcola il fatto che i guai sono follemente innamorati di me. Lo stesso non potevo dire dei ragazzi mi
evitavano quasi fossi un’appestata ma non ero un tipo di persona che cercava
l’attenzione di chi non la voleva.
Per quanto riguarda la mia abilità nel
cacciarmi nei guai preoccupava molto la mia amata mamma che mi teneva d’occhio
come un falco.
Quando i miei genitori si separarono ero molto
piccola e quasi non ricordo come ero il loro matrimonio, ma crescere con dei
genitori separati aveva segnato la mia infanzia. Di quel periodo ricordo la ma
fuga nel boschetto vicino alla casa di mio padre e di come fui salvata dal mio
angelo custode quando rischiai di cadere in un precipizio nel tentativo di
ritornare a casa.
Ricordo che a salvarmi fu un ragazzo, ma nel
corso degli anni quel ricordo sembrava quasi svenire se non fosse per il fatto
che mia madre continuava a ricordarmi quella disavventura infantile, anche se
lei non aveva mai conosciuto quel misterioso giovanotto che mi aveva salvata la
vita. Secondo René quel misterioso ragazzo del bosco non era altro che il
frutto della fantasia infantile.
Nel corso degli anni mia madre cercò ad
avvicinarmi alle attività sportive, ma in quel lato ero negata come mio padre.
René aveva provato ad iscrivermi ad un corso di
danza quando era una bimba, ma fin dalla tenera età avevo la capacità di
slogarmi la caviglia per un banale passo di danza classica.
Non mi piaceva danzare come non adoravo tornare
a Forks durante l’estate perciò Charlie veniva in Arizona, dove mia madre si
era trasferita. Per me era difficile trascorre dei giorni con dei genitori che
litigavano.
Con l’inizio dell’adolescenza è il rapporto
teso tra Charlie e René provocò un senso di ribellione, di solitudine ma
specialmente di reticenza in confronto dell’amore.
Sapevo già dall’età di 8 anni le nozioni
basilari di educazione sessuale, e fin dalla seconda infanzia sapevo chi
ricopriva il ruolo di genitrice, ovviamente la madre ero io.
Dopo Charlie mia madre era diventata come
un’eterna adolescente tra amori e nuovi flirt e spesso ero io, una ragazzina di
10 anni, a raccogliere i cocci.
Avrei voluto sapere com’era il rapporto dei
miei prima che iniziassero a litigare per ogni occasione, avrei voluto chiedere
a papà ma lo vedevo poco e quando c’era preferivo godermelo.
Papà si comportava da bravo genitore e per
fortuna con lui non mi sentivo il suo custode. Spesso mi chiedeva come si
comportava mamma con me, ma non avevo mai messo in cattiva luce mamma forse
perché pensavo di essere responsabile per lei.
Quando mamma conobbe Phil sembrò aver trovato
un porto sicuro, una persona che riusciva a tranquillizzare la sua irrequietezza.
Il secondo matrimonio di mamma venne celebrato
pochi giorni dopo il mio diciassettesimo compleanno e quel giorno si mise la
parola fine alle mie speranza che i miei genitori ritornassero insieme.
Da quando mia madre aveva accettato la proposta
di matrimonio capì che lei era al sicuro anche senza di me, capì che non sarei
riuscita a vivere con loro e trascinata da una parte all’altra degli USA per
gli allenamenti e gli ingaggi del mio patrigno.
Non odiavo Phil gli volevo bene perché amava
mia madre, ma non ero affezionata come con Charlie, in fondo il buon poliziotto
era mio padre.
Così decisi di trasferirmi a Forks.
Angolo tutto mio: Questa volta unito i due punti
di vista e spero che vi piaceranno. Se c'è qualcosa che non vi
va potete scrivermelo. Buona serata a tutti
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** primo giorno di scuola ***
Primo giorno di scuola
P
Primo giorno
di scuola.
Edward.
Avevo trascorso gli ultimi anni in Alaska dalle
mie cugine, anche se in qualche periodo me ne andavo in giro per il mondo o
negli atenei più illustri del pianeta per rimanere lontano da quell’oca giuliva
di Tania e anche per la mia enorme sete di conoscenza.
In quegli anni avevo ottenuto la mia seconda
laurea in medicina, ma nonostante fossi allenato nel resistere alla tentazione
del sangue non riuscivo a trascorre ogni singolo giorno in una sala operatoria,
perciò il mio sogno di esercitare come cardiochirurgo era ancora irraggiungibile.
“Anch’io ho impiegato molto, ma sono sicuro che
ci riuscirai figliolo.” Mi rassicurava Charlise.
Ero chino su un volume di cardiochirurgia quando la
veggente di casa ci annunciò che era giunto il tempo di ritornare a Forks.
“La visione si è solidificata. Vedo te e
Isabella che vi incontrerete nell’ora di biologia!”
“Si ricorderà di me?” le chiesi curioso
“Questo non lo vedo, non sprecare questa
seconda possibilità!” Mi rispose la mia amata sorellina. Alice aveva
una dote nel rendersi irritabile nel momento meno opportuni.
Ci trasferimmo a Forks qualche giorno dopo e
l’arrivo di Isabella era previsto a breve ,ma solo che già qualche giorno
prima i ragazzi del posto erano in subbuglio per la nuova arrivata. Quanto mi irritavano
i loro pensieri sulla mia Isabella! Quando la vidi nella mensa della scuola e fu
come sempre.
Ero sorpreso perché nemmeno dopo una vita, nemmeno dopo una manciata d'anni le
riuscivo a leggere la sua mente, ma rimanevo affascinato dal suo silenzio e dai
suoi occhi che parlavano per lei.
Sentì Isabella chiedere informazioni sulla mia
famiglia e come le rispondeva Jessica e come le sorrideva quando la sua amica
sembrò delusa al fatto che non avevo ceduto alle sue avance.
Da quel poco che avevo intuito sembrava che non
si ricordasse della sua vita passata, che non si ricordasse di quel nostro
incontro nella sua prima infanzia.
Da lì a poco avevamo la nostra prima lezione di
biologia ero teso come un alunno alla sua prima lezione. Arrivai in quell’aula
per primo e aspettai pazientemente che la mia piccola umana arrivasse.
Quando arrivò la classe era piena e il
professore era già arrivato. Supposi che in questa nuova vita Isabella aveva
acquisito un lato nuovo: l’essere ritardataria.
Dopo le convenevoli scambio di battute tra il
prof Medina e Isabella, quest’ultima sì incamminò verso il mio banco. Sorrisi
quando per l’ennesima volta la sentì correggere qualcuno che non la chiamava
Bella, ma tutto cambiò quando lei mi fu vicina e il suo profumo risvegliò il
mostro che avevo incatenato durante una vita lontano da lei.
Com’era possibile che a distanza di tantissimi anni
non riuscivo a tenere a bada il mostro in suo presenza? In mensa non mi aveva
fatto quest’effetto forse perché le ero relativamente lontano e nemmeno quando
era piccola.
Come mai adesso il suo profumo stava
risvegliando il mostro? Ero così concentrato in queste deduzioni che non mi
accorsi subito che Bella mi aveva parlato.
“Salve, sono Bella Swan. Lei come si chiama?”
mi salutò quasi come un secolo fa.
“Salve, Io sono Edward Cullen. Mi scusi per la
mia sbadataggine!” le risposi
“Per caso sei parente di un certo Edward che
vagava per i boschi tempo fa?”
“No” mentì e mi dispiacque nel farlo ma le
avrei raccontato il mio segreto in un secondo momento.
“Strano…” mi rispose come se volesse continuare
ma ci interruppe il prof di biologia.
ISABELLA.
Era il primo giorno di scuola nel nuovo liceo
che dovevo frequentare. Che strazio! Quasi sicuramente sarei stata l’oggetto
dell’attenzione di tutta la scuola e io non volevo essere la cavia
dell’interesse di un centinaio di adolescenti.
Dovevo portare pazienza, infondo nella mia
breve vita avevo avuto molta esperienza con adolescenti o almeno con adulti con
la sindrome da Peter Pan. Per fortuna che ora la mia amata mammina sembrava
essere entrata finalmente nell’età adulta alla veneranda età di quarant’anni.
Ora avrei dovuto affrontare gli adolescenti
veri, chissà se i miei coetanei di Forks erano più curiosi di quelli dell’Arizona?
Appena scesa dalla macchina notai subito
qualcuno che voleva suscitare il mio interesse.
“Bella macchina!”
Per educazione gli sorrisi a modo di saluto, ma
mi chiesi se quel tizio avesse bisogno di un paio d’occhiali. Il mio pick up
non era una macchina appena uscita dal concessionario, non era un’automobile da
suscitare interesse tra i ragazzi però aveva ragione su un punto: era una buona
macchina.
Mi incamminai immersa in quei pensieri felice
di non trovare altri scocciatori, ma appena mi avvicinai all’ingresso della
scuola mi ritrovai di fronte ad un nerd orientale con un sorriso a trentadue
denti.” Diamine, un altro” pensai ma mi sforzai di essere educata.
Questo era più irritante del primo e voleva che
finissi sul giornale della scuola! Ma questo Ben- Eric o come diavolo si chiama
mi aveva confusa per Kirsten Stewart?
“No, per favore non voglio finire nel
giornalino della scuola!”
“Ok!” mi rispose il nerd scodinzolante.
Forse era solo il primo giorno di scuola e poi
si sarebbero stancati della novità, ma per tutto il giorno avrei dovuto
sopportare di essere l’animale da circo.
Per fortuna le lezioni trascorsero tranquillamente
però la situazione si sarebbe ripetuta anche in mensa.
Decisi di pranzare con Angela che trovai una
ragazza simpatica nonostante mi scattò l’ennesima foto, ma per fortuna Eric le
disse che io non sarei diventata l’articolo di punta per il giornalino della
scuola. Il prossimo che mi avrebbe scattato una foto gli avrei sbattuto in
faccia un mio documento.
Poi c’era Jessica che era una chiaccherona e
sembrava invidiosa che tutti mi cercavano, ma se avessi potuto le avrei
regalato tutto ciò che stavo vivendo perché detestavo essere al centro
dell’attenzione. Quanto avrei voluto che fosse lei il giocattolino e magari si
sarebbe divertita.
Ad un tratto la porta della mensa si aprì ed
entrarono degli alunni strani e molto belli. Mi sembrava che avessero qualcosa
di particolare così chiesi a Jessica chi fossero e lei mi rispose che erano i
figli del dottor Cullen che si erano da poco trasferiti.
Bene, non ero l’unica nuova arrivata e
un’ondata di compassione mi invase per quella nuova famiglia. Poi arrivò il più
giovane dei fratelli.
“Lui è Edward Cullen, uno schianto però non
guarda nessuna!” mi disse Jessica.
Per poco non le risi in faccia pensando che
probabilmente era andata a caccia di quel tizio che mi ricordava vagamente una
persona….
Forse lui era il figlio di chi mi aveva salvata
nel bosco da piccola, forse era il dottor Cullen che era stato il mio angelo
custode. Forse sarei dovuta andare in ospedale per ringraziarlo del suo aiuto,
ma il volto di Edward mi ricordava qualcuno a cui ero stata molto legata…
Non riuscì a finire il mio pranzo a causa di
tutte quelle mie riflessioni, ma forse prima o poi avrei avuto una lezione con
lui e avrei risolto il caso.
Poco dopo avrei avuto lezione di biologia e
quindi nuove presentazioni, che noia.
Alla fine biologia non fu noiosa, ma molto
interessante e alquanto inquietante. Durante quella lezione il mio compagno di
banco fu proprio il giovane Cullen e appena ci presentammo ebbi un déjà-vu o flash
di un’altra vita.
Quel déjà-vu fu breve, ma abbastanza da
rivedere una scena: vedevo un tizio vestito da soldato durante la prima guerra
mondiale e lui era proprio il mio vicino di banco.
Quel posto mi stava facendo già impazzire?
Con nonchalance chiesi ad Edward se lo avessi
conosciuto in precedenza, ma ovviamente lui negò.
Fu con quella strana sensazione che alla fine
delle lezioni mi recai in segreteria per consegnare un documento e li lo
ritrovai, ma in quell’occasione mi guardò con odio e quello sguardo mi
scombussolo ricordandomi un paio di occhi verdi così identici ai suoi.
Stavo forse impazzendo?
Angolo personale: Salve, sono ritornata e spero
che vi piacerà questo nuovo aggiornamento. Io adoro le
recensioni costruttive quindi se notate qualcosa che non vi piace,
qualche errore avvisatemi...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** verso la verità ***
verso la verità
Verso la verità.
Bella.
Il primo giorno in quella scuola per me fu terrificante
visto che ero al centro dell’attenzione solo perché ero quella nuova. Il fatto
di essere la “nuova arrivata” non era la sola cosa che mi agitava, bensì il più
giovane dei Cullen.
Tutti quei ragazzi avevano qualcosa di misterioso, ma lui mi
ricordava una persona che avevo già visto in passato e mi sembrava di
conoscerlo da un’eternità e non di una manciata di ore.
Edward Cullen non poteva essere l’Edward che mi aveva
salvata da piccola, lui non poteva essere il mio angelo custode perché era
troppo giovane o forse poteva essere il padre. La possibilità che il mio
salvatore fosse il dottor Cullen non era possibile, per via del nome e per
l’aspetto, da lì a breve avrei scoperto che fisicamente non somigliava al
figlio. Fu proprio durante i primi giorni di scuola che Jessica mi raccontò
dettagliatamente che i giovani Cullen erano stati addottati dal dottore e dalla
moglie sterile. Solo che non mi fidavo molto di una chiacchierona di Jessica e
quindi forse dovevo fare un salto in ospedale per verificare…
Non era solo quella strana e misteriosa famiglia a incuriosirmi,
ma anche lo strano comportamento di Edward. Prima sembra fosse innamorato come
se mi aspettasse da un’eternità e poi mi trattò come se fossi un suo nemico
giurato. Quel bellissimo ragazzo per caso soffriva di disturbi della
personalità?
Altro fatto molto più inquietante fu quando ebbi un déjà-vu
di una vita passata e lui c’era. Dovevo avere delle risposte altrimenti
rischiavo d’impazzire.
L’indomani ero certa di fare l’interrogatorio a quel Edward,
ma non c’era. Il tizio fu latitante a scuola per una settimana tanto che avevo
pensato di chiamare dei poliziotti che cercavano persone scomparse.
Dopo una settimana Edward ritornò a scuola e si comportò con
noncuranza come se non fosse successo niente o forse ero io la pazza
immaginaria.
Quel giorno aveva piovuto quindi le strade erano ghiacciate
e ciò agevolava di molto il mio precario equilibrio. Infatti, mio padre aveva cambiato
le ruote della mia auto, che tenero.
Stranamente arrivai a scuola in anticipo, quando scesi dalla
mia macchina presi il mio zaino e qualche istante dopo ci fu l’incidente che mi
avrebbe uccisa se non fosse stato per Edward. Quell’evento fu molto veloce ma
ancora oggi riesco a ricordare ogni minimo dettaglio di come Edward lontano
diversi metri da me piombò vicino a me, di quando lui allontanò il furgoncino
di Tayler, di come mi mise al sicuro e come lui aveva negato l’evidenza.
Subito dopo quell’episodio ero ancora più confusa e forse
non dovevo andare in pronto soccorso ma in psichiatria.
Mi portarono in pronto soccorso e lì conobbi il dottor
Cullen, lui non poteva essere il mio angelo custode quindi l’unica soluzione
possibile era quella impossibile. Ero certa che Edward mi avesse salvata, ma un
normale diciassettenne non poteva fare quelle azioni, era impossibile.
L’unica soluzione plausibile era che il mio angelo custode
fosse proprio il mio compagno di classe.
Dovevo fare chiarezza, ma nei giorni successivi e immediatamente dopo
l’incidente il diretto interessato divenne sempre più misterioso ed era
evidente che non voleva darmi le risposte che cercavo però se ero in pericolo
lui arriva subito nella scena del misfatto come quella volta che Mike mi
accompagnò in infermeria perché stavo per svenire per via della lezione sui
gruppi sanguini. Quel giorno se non fossi intervenuta Mike ed Edward avrebbero
litigato. Fu proprio in quell’occasione che Mike sottolineo il suo precedente
invito a La Push con tutti i miei compagni di liceo, eccetto i Cullen ma mi
dispiaceva che non ci fossero loro.
In mezzo a tutti quei problemi finalmente i miei compagni di
scuola iniziavano a trattarmi come una di loro e non la nuova arrivata
A La Push conobbi Jacob, il figlio del migliore amico di mio
padre. Fu proprio lui a raccontarmi ridendo di un’antica leggenda dei
Quiellutes che parlava di una famiglia di freddi che secondo i vecchi capi
tribù non erano altro che i Cullen. Questa confessione la estorsi con un po’ di
moine al povero Jacob, pensavo che un mio sorriso facesse quell’effetto.
Eppure anche con Mike e Jacob avevo la sensazione di averli
già conosciuti da tanto tempo da un’altra vita solo che loro gli percepivo come
persone di famiglia, come dei fratelli.
La notte successiva sognai Edward e Jacob dove il primo era
un vampiro e il secondo un lupo, mi svegliai spaventata e se fosse stato un
paio di mesi fa ci avrei sorriso pensando di avere una fantasia molto
sviluppata. In quel momento le mie certezze stavano svenendo e quello che
conoscevo del mondo non era più certo.
Possibile che il ragazzo di cui ero attratta fosse una
creatura della notte? Forse dovevo chiedere un consiglio al dottor Cullen per
un ottimo psichiatra e nel frattempo avrei iniziato ad indagare. Il giorno
successivo avevo scoperto che a Port Angeles ci fosse una libreria che
possedeva un libro che avrebbe potuto dare una risposta ad alcune mie domande.
Qualche giorno dopo a scuola trovai Jessica e Angela che
progettavano di far shopping proprio a Port Angeles, loro dovevano andare ad
acquistare dei vestiti per il ballo di primavera. Il ballo, me lo avevano
chiesto in diversi e ovviamente avevo rinunciato perché non volevo rischiare la
vita e poi l’unico che forse avrei detto di si era distante.
Nei giorni di sole la famiglia Cullen andava in campeggio,
non sarebbe strano per chiunque ma per me era un altro fatto inquietante.
Qualche giorno dopo a Port Angeles le mie amiche si stavano
divertendo a scegliere l’abito per quello stupido ballo e io mi stavo annoiando
così decisi di avvisarle che sarei andata in una libreria. Fortunata come sono
all’uscita di quel negozio di libri mi persi e per giunta mi imbattei in un
gruppo di ragazzi che volevano farmi la festa.
In quegli istanti stavo pensando di mostragli qualche mossa
di karate ma una ragazza contro cinque tizi non poteva vincere. Dovevo trovare
un altro modo, ma improvvisamente apparve Edward a salvarmi. Com’era possibile
che lui c’era sempre a difendermi?
Ero stupita dalla presenza di Edward in quelle circostanze,
in quella città specialmente perché nell’ultimo periodo era stato freddo e
distante.
Quando salii in macchina non ebbi il tempo di ringraziarlo
che mi chiese di distrarlo, di aiutarlo a non compiere atti di cui si sarebbe
pentito contro quei criminali e così gli confessai che anch’io avevo avuto dei
pensieri cattivelli su Tayler che da quando aveva rischiato di investirmi
cercava in qualsiasi modo di farsi perdonare. Quel ragazzo lo avevo perdonato ma
la sua costante presenza come le sue perenne scuse mi irritavano.
Dissi ad Edward che Angela e Jessica mi stavano aspettando
quindi mi accompagnò al ristorante dove si trovavano. Come diamine sapeva che
loro erano lì?
Il mio eterno salvatore riuscì anche ad escogitare una scusa
per cenare con lui solo che Edward non cenò ovviamente. Tutti gli indizi
indicavano che lui era un vampiro buono. Quello che non riuscivo a capire era
il déjà-vu di un’altra vita.
La verità su quello che era venne a gala durante il viaggio
di ritorno e non ebbi paura alla conferma dei miei sospetti, il mio unico
timore era di vederlo sparire alle luci del mattino.
Il mattino seguente fu straordinario perché lo trovai in
camera mia e io non fui spaventata dalla sua presenza, dal suo atteggiamento da
stolker anzi lo adoravo di più e fu in quell’occasione che ci fu il nostro
primo bacio e che iniziai a ricordare che c’era stato un noi in passato.
“Buongiorno Bella, sai sei affascinante mentre dormi. Voglio
provare una cosa, ma promettimi di non muoverti.”
Non potevo che acconsentire perché il suo sguardo era così
ipnotico che poteva farti fare qualsiasi cosa.
No mi accorsi nemmeno che le sue labbra così perfette, marmoree,
delicate furono improvvisamente sulle mie ma all’istante mi sentì bruciare e
lui era l’unico a spegnere l’incendio.
Baciare Edward fu un’esperienza molto passionale, molto
travolgente e molto scioccante perché in quegli attimi rividi una mia vita
passata. Sembrava che fossimo agli inizi del secolo scorso… e noi ci
incontrammo in una zona di reclutamento. Com’era possibile tutto questo?
Era possibile che una persona potesse vivere più vite?
Fino a qualche settimana fa avrei risposto no, ma ora con un
fidanzato vampiro tutto era possibile.
Quindi se già in passato c’eravamo amati questo era il segno
del destino che dovevamo essere una coppia, ma non riuscivo a capire perché in
passato fosse finito tutto.
Avrei dovuto parlarne con Edward o mi avrebbe preso per
pazza?
Angolo
personale: mi scuso per l'enorme ritardo dell'aggiornamento di questa
ff. Quest'estate ho avuto dei seri problemi e quindi la scrittura
è passata in secondo piano. Mi dispiaceva per non poter
proseguire specialmente verso l'epilogo, ma sono ritornata. Il prossimo
sarà l'epilogo e spero di non deludervi. Credo che prossimamente
darò un'occhiata a questa e altre mie long...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Happy ending ***
Happy ending
Happy ending.
Bella
Quel bacio
fu l’inizio di tutto, la scoperta di un mondo che non conoscevo anche se già da
qualche giorno sospettavo che esistesse il sovrannaturale per via del mio
ragazzo vampiro.
Il bacio che
ci scambiamo nella mia camera rese più allegro Edward ,più intraprendente e
tutto ciò mi portò ad amarlo di più solo che iniziai a ricordare più
dettagliatamente la mia vita precedente e questo mi lasciò basita.
“Mia cara è
stato il mio bacio da maestro a lasciarti senza parole?” mi disse allegro ed
entusiasta.
“C’è
qualcosa in cui non sei capace? Non hai paura che entri Charlie?” chiesi
temendo che mio padre ci potesse scoprire e poi avevo la sensazione che il mio
vecchio lo avessi già conosciuto in precedenza… E per un attimo ebbi un altro
flash.
“Miss Swan, perché sì trova qui
reclutarsi?”
“ Non per lo suo stesso motivo. Io vorrei
andare al fronte per curare i feriti di quest’inutile strage e per cercare mio
padre.” Dissi al neo soldato Masen
mostrandogli l’unica foto che possedevo di mio padre ed era identico al mio
papà.
Stranamente
Edward non aveva notato quel mio attimo di esitazione e non mi chiese niente.
“Tranquilla, Charlie è uscito un’ora prima che
ti svegliassi!” mi rassicurò.
“Sei stato
qui tutto il tempo?” chiesi ancora scossa
“Si”
Esitai
qualche istante prima di chiedergli altre informazioni, incerta su come avrebbe
reagito.
“Edward, il
bacio è stato fantastico. Solo che mi ha portato a gala qualche vecchio ricordo
solo che mi sembra impossibile… Tu credi che sia possibile che io abbia vissuto
altre vite?”
“Bella,
credo che tutto sia possibile in questo mondo. Infondo non sono un mostro?” mi
rispose.
“ Tu non sei
un mostro. Cosa dici?” Dissi un po’ infastidita che il mio ragazzo sì
considerasse un mostro. Probabilmente aveva rinunciato a noi per una vita per
evitare di farmi del male e nonostante tutto sì sentiva ancora un mostro. Poi
cercai di porgli una questione spinosa :”Ecco, prima… durante il bacio..” iniziai
a dire imbarazzata.
“Ti ho fatto
del male?” intervenne subito con voce preoccupata.
“No, non è
quello. Solo che durante il bacio… oltre che a delle bellissime sensazioni ho
ricordato qualcosa di strano. Ho avuto un déjà-vu di un secolo fa… sembra che
io volevo partire per il fronte e c’eri anche tu. C’eri già nel 1918?”
“Si, ero già
in circolazione nel 1918 e quello che ti ricordi non è la tua immaginazione.
Solo che prima di rivelarti tutto ti devo mostrare un’altra cosa di me.”
Quel giorno
Edward mi portò nella sua radura e mi mostrò l’effetto che provocava la luce
nella sua pelle. Lui era fantastico mentre brillava che quasi mi dimenticai
delle domande che dovevo porgli.
“Edward, non
mi fai paura… tu sei bellissimo. Tu non sei un mostro, tu sei il mio angelo
custode!” gli dissi incapace di trattenermi.
“Ti sbagli,
non è così quello che vedi è la pelle di un assassino non di un angelo!” Mi
rispose.
“No, tu non
sei un assassino!” gli risposi e in un battito di ciglia mi fu accanto, ma non
mi spaventò.
“ Ho ucciso,
Bella!”
“ Non mi
importa. Tu mi hai salvato quando ero piccola…!”
“ Io ho ucciso
molte persone. Quando ero un vampiro neonato mi sono nutrito di sangue umano
perché ero stanco delle privazioni di Charlise così decisi di andare a caccia
di umani, ma grazie al mio dono riuscivo a capire chi si meritava di vivere o
di morire e così uccidevo solo criminali”
“Non ti
rendi conto che tu hai sempre salvato le persone. Tu sei un angelo custode!”
“Per
cortesia non chiamarmi così! Io non avevo il diritto di uccidere quei …”
“Non dire
così, tu sei il mio eterno salvatore. Tu mi hai salvata da piccola e credo che
in una vita precedente ci siamo amati, hai rinunciato a me pur di non
uccidermi. Non dire che mi ricordo male, perché dopo il bacio di poco fa ho
ricominciato a ricordare molte cose.”
“Bella, io
non volevo...”
Per la prima
volta il mio vampiro rimase senza parole… ma poi mi spiegò quello che avevo già
intuito che noi avevamo vissuto una storia in passato, quindi ero la reincarnazione
della mia bisnonna, ma che all’epoca aveva deciso di starmi lontano perché non
voleva uccidermi. Mi aveva raccontato ciò che ricordavo, ma lui aveva una
memoria più ferrea ed ero felice di poter capire finalmente quello che era
successo.
Capivo le
motivazioni di Edward nel rimanermi lontano, ma poteva cercarmi quando era un vampiro
neonato invece di scegliere lui. Gli rimproveravo solo questo. Cosa dovevo
fare? Come mi dovevo comportare con Charlie? Potevo chiamarlo ancora papà o
caro nipotino? Lui era stato anche il mio padre un secolo fa?
In quella
radura pensai anche a Charlie e anche su mio padre iniziai ad avere déjà-vu. Mi
ricordavo di come un secolo fa ci aveva salutato prima di partire per il
fronte, ero scioccata da come sarei riuscita a descrivere dettagliatamente
l’uniforme di mio padre.
Tutte quelle
rivelazioni per me erano troppe, ma allo stesso tempo non volevo rinunciare ad
Edward per una seconda volta. Solo che non mi sentivo pronta per diventare una
vampira e abbandonare i miei genitori, i miei amici. Edward stranamente riuscì
a leggere i miei dubbi e mi propose una soluzione.
Il mio
ragazzo mi spiegò che nel periodo in cui eravamo lontani aveva anche studiato
un modo per farmi diventare una vampira non immediatamente. La trasformazione
in vampiro bastava un morso mentre la vamprazione in standby consisteva in un
succhiotto.
Questo tipo
di trasformazione mi permetteva di rimanere ancora un’umana ma di avere un
invecchiamento molto lento potevo decidere se nutrirmi di sangue o di cibo e
potevo rimanere al sole senza brillare.
Quel
succhiotto ad Edward fu la cosa più paradisiaca che compì nella mia vita…. Oltre
alla nostra prima volta subito dopo il matrimonio avvenuto una settimana dopo
il diploma, ma tutto sì intesificò quando finalmente diventai una vampira dopo un po' di tempo.
Angolo tutto mio: salve, sono ritornata e
finalmente con l'epilogo. Non so se questa mia "trovata" di una
trasformazione in Standby per permettere a Bella di vivere le sue
esperienze umane vi sia piacciuta. In precedenza vi ho anticipato
che rivisionerò questa long perchè trovo che ci siano
delle differenza di stile nel corso dei capitoli scritti in periodi
diversi e ovviamente per gli errori che mi saranno sfuggiti. Spero che
mi lascerete qualche commento, non mordo se mi criticate forse solo se
mi offenderete... scherzavo io non mordo nessuno!
Arrivederci
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2368525
|