Vitae...Spem! di Triela_Rico (/viewuser.php?uid=48674)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogno ***
Capitolo 2: *** Piriazzi ***
Capitolo 3: *** Perdita ***
Capitolo 1 *** Sogno ***
Sole...aria
fresca...profumo di bucato...cinguettio di uccelli...cielo....
Mi sembra di sognare, di
non riuscire a crederci. Eppure...io sono VIVA...si, io sono viva e
posso muovermi...posso muovermi...."
saltando felice in terrazza mentre guarda svolazzare i panni stessi.
Rico saluta la giornata nel migliore dei modi. I suoi capelli
biondi vengono scompigliati dal vento mentre osserva meravigliata il
panorama mozzafiato. I suoi occhi scintillano di felicità e
si arrampica sul muretto per vedere meglio, il suo corpo viene sospinto
dal vento e lei alza le braccia come per volare anche se avverte un
pò di paura guardando giù. Una voce alle spalle
le dice
"Non aver paura, non
cè niente che possa fermarti...puoi volare lassù,
fino alla luna..."
una bella fanciulla in un vestito bianco le si avvicina sorridendo, le
ciocche di capelli color oro danzano incorniciandole il volto e il
vestito bianco si gonfia con il vento facendola sembrare una dea. Rico
si gira verso di lei e la fanciulla le porge la mano sorridendo, la fa
girare di nuovo verso il mondo fuori l'Ente e alzandole le braccia
esclama
"Vola mia piccola cara,
vola...adesso tu puoi fare tutto...hai il corpo che avevi semrpe
sognato e puoi tutto. Non temere quello che dovrebbe temere
te...VOLAAAAA!!!
spingendola. Rico si ritrova a scivolare nel vuoto e cercando un aiuto
allunga la mano alla fanciulla, lei si mette a ridere mentre scompare
dalla sua vista e si ritrova a cadere sempre più
giù, mentre il terreno le si avvicina...senza riuscire a
emettere un grido...
Jean:"
Rico...dove sei"
Non trovandola al poligono, Jean inizia a cercarla
al dormitorio. Non era mai accaduta una cosa simile e si chiede cosa
è successo per non farla arrivare puntuale.
Ha già chiesto ai colleghi, alla caserma vicino la zona
addestramento e le sorelle al dormitorio. Non resta che in camera.
Attraversa i corridoi a passo lento con una mano in tasca e gli
occhiali sul viso. Osserva intorno a se nel caso la vede passare ma
finora non ha avuto risultati. Mentre controlla ancora si ritrova
davanti la sua camera, apre la porta sperando sia lì.
Un colpo di vento lo sorprende appena entra, la finestra spalancata
illunima tutta la stanza, le tende volteggiano freneticamente e Rico,
seduta affianco la finestra, pare dormire. Jean entra e chiude la
porta, le folate cessano e si avvicina alla sorella. Col capo chino,lei
tiene in mano il dragunov svd che stava probabilmente pulendo prima di
appisolarsi e guardando bene Jean vede che piange nel sonno.
Jean:"
Rico..."
toccandole una spalla per svegliarla
Svegliata di colpo, Rico si butta in avanti cercando di proteggersi da
qualcosa e fa cadere il dragunov a terra, fortunatamente scarico. Dagli
occhi le scendono altre lacrime e si guarda le mani sconvolta.
Rico:"Era
un sogno...."
Jean:"Rico"
Rico si volta a guardarlo mentre ancora le lacrime le rigano il volto,
si era addormentata e quello di prima non era altro che un sogno.
Credeva fosse la realtà, tanto era realistico.
Rico:"Jean...io..."
Jean:"Preparati,
ti aspetto al poligono. Dallo a me il dragunov, lo tengo io"
Rico sistema l'arma nella custodia e gliela consegna dopo essersi
asciugata il viso. Jean la osserva tutto il tempo, era normale per le
marionette piangere se anestetizzate ma si chiede come mai lei piangeva
anche dormendo. Rimane perplesso, adesso mentre gli consegna la
custodia lei è tranquilla. Cosa poteva essere successo nel
sonno.
Jean:" Ti
aspetto là"
andandosene
Mentre apre la porta si volta verso Rico, si sta cambiando ed
rimane con la maglietta alzata perchè Jean le chiede
Jean:"
Qualcosa non va?"
Rico abbassa la maglietta e sorridendo risponde di no, Jean allora si
sistema gli occhiali e riaprendo la porta
Jean:"Se
qualcosa non va devi dirmelo. Voglio saperlo"
uscendo e chiudendo la porta
Lei si siede sul letto e si tocca il viso, non può credere
di aver fatto un sogno di quel genere. Solitamente erano semrpe
orribili dove lei non ha gambe e braccia. Per la prima volta fa un
sogno diverso, guardando fuori sorride contenta. Adesso si sente un
pò normale, spera di non sognare più come faceva
prima. Spera in un nuovo inizio.
Jean attende Rico al poligono, seduto con le braccia conserte,continua
a riflettere. Rico sta male? Ha qualche problema?
Il silenzio in quel momento è snervante, il poligono
è vuoto perchè lui sceglie sempre orari non
frequentati sopratutto dal fratello. Sa bene che la sua marionetta non
la addestra affatto e vedere con i suoi occhi l'inettitudine di una
delle cyborg che mal considera è troppo. Oltre Triela, che
vede come un pericolo costante a causa del condizionamento non imposto
dal fratello, Henrietta è il cyborg che Jean vorrebbe
volentieri togliere di mezzo con le sue mani. Non è mai
riuscito a sopportarne la presenza. Credeva che solo Triela gli
procurasse tale fastidio ma ora si accorge che Henrietta lo fa stare
nervoso ancora di più. In quella marionetta Jose aveva
cercato di riversare tutto quello che provava per la morte di Enrica,
questa cosa non la condivideva affatto. Il comportamento e il
significato che è in Henrietta lo fa arrabbiare, la trova
insulsa e troppo libertina. Anche lui da un certo punto di vista ha
cercato di sfruttare quello che sentiva dentro a causa del suo
passato,anche il nome Rico viene da Enrica ma anche dalla RICO
Act , agenzia per la lotta al terrorismo. Quindi ha agito
diversamente, anche se si accorge di essere in pensiero in quel
momento. Lui non vede Rico come una sostituzione della sorella come
Jose, ma lui sa di essere preoccupato per Rico e basta. Rico
è Rico, non Enrica. Eppure perchè si scervella
tanto.
Il silenzio tombale viene interrotto da rumore di passi, leggeri e
veloci.
Rico sta arrivando, non ha però le pistole perchè
Jean non vuole che le tiene in camera tranne se deve pulirle. Vedendola
arrivare non nota nulla di strano, sembra traquilla. Ma allora?
Rico:"
Eccomi, scusa il ritardo"
Jean:" Non
fa nulla, tieni e inizia"
Porge a Rico la pistola e le cartucce da inserire, si rimette seduto a
bracca conserte aspettando che lei inizia per infilare le cuffie.
Rico inserisce tutte le cartucce e sistema il colpo in canna, Jean si
mette le cuffie. Inizia a sparare 3, 4 5 colpi verso la testa della
sagoma quando viene interrotta da un addetto del poligono.
Addetto:"
Signor Croce, presto la vogliono in ufficio. Pare sia una cosa urgente"
Jean:"Va
bene arrivo"
levandosi le cuffie e alzandosi
Jean:"Rico,
scarica la pistola e vai in camera portandotela. Io devo andare."
Rico:"Si"
ossevando il fratello andarsene
Rico:"Jean...."
di colpo come se la frase fosse uscita sola
Jean si ferma e si volta levandosi gli occhiali
Rico:" Mi
dispiace per oggi, non succederà più"
Jean volta lo sguardo, sembra riflettere alcuni secondi. Poi sospira e
guarda lei
Jean:" Se
cera un motivo valido allora chiudo un occhio. Ma spero che non accada
più"
Rico:"No....non
succederà...."
Jean:"Bene,
fai quello che ti ho detto e non ti preoccupare Se le cose capitano una
volta va bene, ma non sempre..."
voltandosi per guardarla, i suoi occhi si vedono nonostante si sia
rimesso gli occhiali e paiono gelidi al solito
Poi se ne va lasciando Rico sola
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Capitolo 2 *** Piriazzi ***
Jean si reca subito in riunione, convocata d'urgenza dopo aver ricevuto
informazioni importanti.
Ferro lo attende davanti la porta, sempre seria e composta, gli
illustra brevemente la situazione.
Ferro:"Jean, abbiamo ricevuto dei rapporti dagli informatori di
Firenze. Pare che, dopo aver perso Filippo Adani, Piriazzi
stia
cercando di rintracciarlo per tutta l'Italia. Le brutte notizie sono
altre e peggiori. Qualcuno lo ha informato e ora sa in quale
città si trova Filippo Adani. Noi lo abbiamo trasferito qui
in
sede, così da poterlo sorvegliare meglio. Ma non sappiamo
chi
sia la talpa..."
Jean:"Capisco..."
voltando lo sguardo verso il corridoio
Ferro è una donna che per lavoro ha contatti con tante
persone,
ne ha viste davvero molte e cerca sempre di studiarle a fondo. Ma Jean
è un uomo diverso, riesce a crearsi un guscio capace di non
far
vedere nietne di se, nessuno riesce ad abbattere quella barriera. Solo
Jose sembra parlargli senza essere allontanato. Ma è il
fratello. Dopo due anni al servizio di Jean, non lo ha mai visto
parlare con qualcuno di altro se non il lavoro.Lo vede come un uomo
dedito solo a quello, il lavoro. Le uniche volte che si prende una
vacanza resta a casa o si reca con il fratello in Sicilia. Ma non
sempre, preferisce stare solo. Rico è una delle poche cyborg
che
Ferro considera. Preferisce le bambine forti e di carattere, Henrietta
e Angelica non sono di questo tipo. Rico è una
delle
migliori dell'Ente, sempre composta e attenta agli ordini del fratello.
Le altre come Henrietta no.
Jean si volta verso la porta per entrare e vede tutti i membri del
consiglio già riuniti attorno al capo. Lo stavano
aspettando, ma
già avevano iniziato a discutere in maniera sommaria.
Capo:" Come stavo dicendo, Jean, siamo a rischio. Davvero...se riesce a
rintracciare Adani rischiamo di essere nel mirino e venire scoperti da
tutti i clan a cui diamo la caccia. Per la prima volta...rischiamo un
attacco in sede."
il tono di voce sembra chiaramente forzato, Jean percepisce un alone di
tensione che gli fa vibrare la voce
Jose:" Però finchè resta da noi è al
sicuro.
Nessuno qui potrebbe essere la talpa, di sicuro è un
esterno.
Anche se Piriazzi ha saputo la città, trovarci non
sarà
semplice. La sede legale sulla carta è un centro medico, la
nostra sede è da tutt'altra parte."
poggiandosi sul tavolo coi gomiti
Hillshire:" Credo sia opportuno indagare sui collegamenti di Piriazzi.
A quanto sappiamo conosce dei politici, potrebbe essere stato uno di
loro a dirgli qualcosa."
Capo:" No, escludo. I nostri politici non conscono davvero l'Ente. Solo
il presidente del Consiglio è a conocenza della
verità.
Invece deve essere qualcuno non interno ma che ha informazioni. Per
prima cos bisogna scoprirlo. Poi, si deve cercare a Firenze gli
informatori e unirsi a loro. Jean affido l'incarico a te, hai lavorato
al caso Adani e sei l'unico che sa muoversi di conseguenza"
voltandosi verso di lui di scatto, cosa che da fasttisio a Jean
Jean:" Certo, per prima cosa andrò da Azo, l'informatore
migliore che abbiamo. Lui di certo saprà dirci qualcosa in
più e magari portarmi direttamente da Piriazzi"
mentre osserva la lavagna con le foto di Adani, Piriazzi e Firenze
Capo:"Ricordati però che hai a che fare con un uomo astuto e
potente. Molto più di Cristiano, ricordalo. Potrebbe essere
appoggiato politicamente anche se non è ufficiale. Molti
parlano
della destra radicale...."
Jean:" Io seguirò il mio lavoro, andrò dagli
informatori
e lo prenderò. E' questo l'obiettivo e intendo portarlo a
termine"
la durezza di Jean ammutolì tutti, deciso a prenderlo ad
ogni costo.
Jean ha imparato ormai che non bisogna temere in un laovro come il suo.
Devono essere i nemici a temere lui. Oltre alla sua intelligenza e
esperienza, Jean contava su Rico, addestrata perfettamente
per
uccidere e dar la caccia ai mostri che terrorizzano il paese.
Capo:" Bene, Ferro prendi gli uomini e inizia a studiare un modo per
sorvegliare sia Adani che la sede evitantdo brutte visite. Dobbiamo
essere pronti a tutto..."
Congedati tutti, il Capo si reca il giardino per andare a
vedere il suo cane.
Jean invece decide di preparare tutto per la partenza ma prima scende
ai laboratori per palrare col dottor Bianchi
Nel laboratorio il dottore ascolta le registrazioni delle visite alle
bambine. Ascoltava il dialogo con una certa Elle e si accorge di Jean
solo perchè lui si avvicina al tavolo
Bianchi:" Jean...avvisa prima di venire. Con le registrazioni da
controllare e riportare nella cartella medica, non sento chi arriva, mi
farai morire prima o poi."
Jean:"Tranquillo, non ti verrà l'infarto"
accendendosi una sigaretta
Bianchi:" Quando imparerari che qui siamo in un laboratorio e fumare
è vietato?"
agitando le mani
Bianchi quando riceve le visite di Jean sta sempre nervoso a causa del
comportamento che tiene nei laboratori. A iniziare dalle sigarette.
Jean:"Tanto sto per andarmene tramquillo. Vorrei solo sapere se le
cyborg quando sognano piangono"
Bianchi rimane incerto, la domanda che gli fa Jean è curiosa
Bianchi:"Da quanto sappiamo si, molte piangono quando sognano. Pare che
abbiamo immagini del passato o incubi legati in qualche modo al
presente nel sonno, cosa che porta le bambine a piangere senza
accorgersene. Si svegliano con le lacrime agli occhi e si atteggiano
come se stessero ancora sognando."
Jean osserva l'ambiente, riflette sulle parole del dottore. Se Rico
piangeva per qualche sogno, su cosa era? Sul passato o sul presente?
Bianchi:" Jean, perchè me lo chiedi"
Jean:"Niente rileggevo dei rapporti e mi è venuta questa
cosa"
buttando la sigaretta a terra per spegnerla con il piede. Bianchi segue
la scena non molto contento e lo fulmina con gli occhi appena incrocia
il suo sguardo
Jean:"Ora devo andare, parto per Firenze e ho delle cose da fare"
Bianchi:"Spero che sia la volta buona che lasci da qualche parte le
cattive abitudini....ci guadagniamo tutti..."
urlando mentre Jean esce facendogli un cenno con l a mano
Ora che ha avuto la risposta inizia a domandarsi cosa sogna e cosa le
provoca. Dolore? Disagio? Influenza il lavoro?
Improvvisamente si ricorda che le ha lasciato la pistola e decide di
andarla a prendere. Atraversa i corridoi interni e esterni e arriva ai
dormitori. Apre la porta della stanza di Rico e la cerca sul letto, lei
invece e' seduta sulla sedia, appoggiata alla finestra per guardare
fuori.
Si accorge della presenza di qualcuno e si volta
mentre
Jean avanza e chiude la porta. Rico si alza e lo saluta sorridendo
Jean:"Sono venuto a prendere la pistola"
senz adire altro, togliendosi gli occhiali
Rico si avvicina al tavolo e prende la pistola, i bossoli che aveva
tolto e li consegna al fratello. Jean li prende, mette i bossoli in
tasca e la pistola nella fondina vuota. Essendo in sede non
cè
bisogno di portarla e visto che Rico aveva prove al poligono la mette
nella findina vuota.
Jean:"Domani partiremo per Firenze, vai a letto presto e domani mattina
vieni nel mio ufficio"
Rico:"SI"
Jean rimane a fissarla, è calma e tranquilla. Fino ad ora
non ha
mai visto Rico preoccupata ne altro, in missione è una
professionista e fuori missione sempre calma ma vigile.
Jean:"Prima...avevi sognato?"
rompendo il silenzio mentre le tende si allungano col vento
Rico lo guarda come se vuole sapere di cosa parla, poi torna a
sorridere e con calma
Rico:"Si, stavo sognando"
Jean:"Ti succede spesso?"
Rico:"Di giorno non dormo mai, è stato un caso."
Jean:"E la notte sogni?"
Rico:"SI"
Jean:"Incubi?"
Rico:"Bè..."
arrossisce si colpo, poggiando sue dita su una guancia per pensare. Gli
occhi non guardano Jean ma cercano un appiglio intorno. Rico sa che
Jean non vuole problemi nelle cyborg durante le missioni. Se inizia a
vedere problemi, Rico deve fare degli esami.
Jean:"Voglio solo sapere se sogni, tutto qui"
Rico annuisce smettendo di sorridere
Rico:"Certe volte sogno di essere senza gambe e braccia e non
potendomi muovere tu mi abbandoni...."
Sconcertato, Jean si passa una mano in faccia. Possibile che non si
è mai reso conto di niente in due anni? Che sia stato tanto
cieco da non vedere in Rico tanto dolore?
Cercando come unico fine l'eliminazione dei terroristi, aveva scelto
Rico come suo cyborg perchè senza sentimenti e esperienze
della
vita precedente che influenzano il suo essere cyborg. Aveva fatto
modificare il corpo di Rico, quel corpo che gli era sembrato migliore
di altri nonostante la malattia. Ora, dopo due anni scopre che lei ha
incubi sui suoi arti e capisce che lei teme di essere abbandonata di
nuovo.
Rico lo fissa ma con occhi tristi, vede in lei paura e tristezza
insieme. Paura di un abbandono e triestezza perchè immagina
la
sua vita senza arti. Esattamente quella di prima.
Senza parole e non preparato a una cosa simile, Jean fa la
prima
cosa che gli passa per la testa. Poggia la mano sulla testa
di
lei senza pensarci, come un meccanismo spontaneo. L'unica cosa che
può far per ora, e basta.
Jean:"Rico....ormai domani andiamo a Firenze, al nostro ritorno me ne
parli meglio. Se stai male devi dirmelo, non ti faccio rimanere in
ospedale se pensi questo"
Rico ascolta quello che dice, lui ha capito ma nonostante questo non sa
come comportarsi con quella ragazzina che dovrebbe considerare solo uno
strumento. Se fosse stato Lauro, avrebbe fatto finta di niente. Ma si
è sempre preso cura di lei e lo
farà anche
adesso, ma dopo la missione.
Rico:" Va bene, andrò a dormire presto per domani"
Salutata la sorella, Jean esce e chiude la porta. Non capisce il peso
che prova nel petto. Era simile a quello provato pensato a Enrica,
anche se un pò diverso. Anche lui aveva incubi non
ricorrenti ma
li aveva. Però sapere che il suo cyborg si sveglia nello
stesso
modo che ha visto poche ora prima gli procura disagio. Un nodo alla
gola lo opprime tanto che, messi gli occhiali, si dirige nella sua
stanza per andare a dormire. Almeno, dormendo, avrbbe sognato altri
orrendi incubi che allontanano, fino al prossimo risveglio, il problema
di Rico dalla sua mente.
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Capitolo 3 *** Perdita ***
Henrietta entra in camera, tornata
da una missione di pedinamento con Jose non vede l'ora di andare a
letto. Felice della cena col fratello, prende il diario per scrivere.
Rico è a letto, non dorme ancora e gioca cn le carte sul
cuscino.
Henrietta:"Rico, sei già a letto?"
Rico:"Si, Henrietta. Domani mattina devo partire presto con Jean."
Etta:" E dove andate? Jose non ci sarà questa settimana,
sarò sola"
facendo il broncio mentre scrive
Rico:"
Vado a Firenze, cè un lavoro e partiamo domani. Non so
quando torno.
Puoi chidere a Triela di stare qui mentre non ci sono"
Henrietta
rimane a riflettere, sarebbe bello avere qualcuno con cui dormire
mentre Rico è via però sa che Triela non ama
dormire in altri posti se
non nel suo letto quando è al dormitorio. Si volta verso
l'amica, sta
continuando a giocare con le carte e letto. Non avendo mai ricevuto
regali da Jean, Rico non ha niente con cui passare il tempo tra un
amissione l 'altra e quando ha trovato le carte in una missione a
Genova nel covo di terroristi, le usa per divertirsi. Si, le ha prese
dal tavolo mentre Jean non vedeva ma infondo i terroristi erano morti,
che se ne facevano?
Rico:"Henrietta, ti capita mai di fare brutti sogni?"
Henrietta alza gli occhi dal diario
Henrietta:" Bè solitamente sogno Jose, brutti sogni qualche
volta ma sono ricordi delle missioni. Perchè"
A
Rico cade il castello di carte appena fatto, non riesce mai a finirlo
fino in cima. Le sistema e poggia la testa sul cuscino, Henrietta sogna
raramente incubi mentre lei spesso. Jean pareva sorpreso quando glielo
ha detto.
Henrietta:" Rico mi fai un favore?"
Rico si volta verso Henrietta, non ha sentito l'amica perchè
sovrapensiero.
Henrietta:"Potresti farmi un favore?"
Rico si siede nel letto
Henrietta:"Sai,
vorrei tanto un braccialetto. Jose mi ha detto che me ne
comprerà uno
però mi ha anche detto che a FIrenze ci sono dei negozi che
vedono
gioielli sul ponte Vecchio. Dice che sono i migliori di Firenze. Se
puoi me porti uno?"
Rico:"Va bene, lo chiederò a Jean domani"
Henrietta:"Vedi se puoi, mi piacerebbe tanto averlo con i fiori d'oro"
Rico:"Certo, domani convinco Jean"
sorridendo
Bussano alla porta e Triela entra incavolata
Triela:"Rico, è vero che domani parti?"
Rico:"Si Triela, vado a Firenze presto..."
triela:"E non potevi avvisare anche noi? Se non venivoo tu partivi
senza dire nulla"
con voce offesa
Rico:"Scusa, Jean mi ha detto di andare a letto presto e
così mi sono coricata"
Triela:"Vabene, ma perchè centra Jean!!!!"
Rico:"Ok"
ridendo
Triela:"Quando
torni? Spero non starai via molto. Domenica ho chiesto se possiamo fare
un picnic sul prato a ridosso del campo di addestramento. Dove abbiamo
visto la pioggia di meteoriti mesi fa"
Rico:"Che bello, spero davvero di esserci. Jean non mi ha detto niente."
Triela:"Possiamo spostarla, non cè problema. Intanto
avvisaci con una telefonata appena sai quando tornate"
Rico:" Va bene"
Triela:"Henrietta che hai fatto oggi?"
sedendosi al tavolo con l'amica che ancora scrive nel diario
Henrietta
racconta a Triela tutto quello che ha fatto con Jose senza riprendere
fiato tanto che, Triela cerca di calmarla perchè semra una
locomotiva..
Rico
si rimette a letto, è stanca ma non riesce a dormire
perchè le amiche
fanno baccano. Allora mentre loro sono messe a scherzare senza vederla,
prende il cuscino e lo tira ma becca in pieno Triela.
Rico:"Basta voglio dormire"
La
prende nella guancia sinistra e nel colpo i capelli le si sciolgono.
Henreitta resta scioccata e impassibile, Triela non si muove per
qualche secondo. Rico fissa le amiche senza muovere un muscolo.
Triela
si ritrova tutta scompigliata, Henrietta non sa che fare e guarda ora
Triela ora RIco. Triela si gira verso Rico, corre vicino il letto e
prende il cuscino di Etta per picchiare Rico, Etta prende il cuscino di
Rico e picchia Triela
Etta:"E' il mio cuscino quello"
Continuano a darsele per un pò finchè Triela non
si accascia al suolo esausta
Triela:"Basta, torni in camera. mi sono vendicata abbastanza"
Rico:"E' stato divertente, al mio ritorno lo facciamo di nuovo?"
Triela non crede alle sue orecchie, tutto questo tempo aveva fatto
divertire Rico mentre lei non riesce a stare in piedi
Triela:"Torno in camera"
scioccata
Henrietta:"Il mio cuscino!!!"
Triela tiene ancora il cuscino di Etta in mano
Triela:"Oh Scusa"
tirandolo in faccia a Etta
Rico
si siede nel le letto, Etta rincorre Triela fuori. Lei si sente bene,
adora scherzare con le altre e ora che va a Firenze senza vederle cosa
farà la sera?
Sono le sette di mattina e Rico viene
svegliata dall'abbiare di un cane e le urla di un uomo. La finestra
è
chiusa ma si sentono bene, si alza e apre la finestra. Viene investita
dalla brezza mattutina, fresca e frizzante che lasveglia
definitivamente. A fare baccano di prima mattian non sono altri che il
cane del Capo e il giardiniere che poverino viene presto a sistemare le
aiuole.
Giardiniere:" Dannato cane, lasciami. La tuta mi strappi. Accidenti"
Rico si mette a ridere divertita e si appoggia per vedere meglio,
Henrietta si sveglia pure per il frastuono
Henrietta:"Rico, chi è che fa baccano"
Rico:"Il cne del capo e il giardiniere. Torna a dormire, io devo
vestirmi"
chiudendo la finestra
Henrietta:"Di già?"
strofinando gli occhi
Rico:"Devo essere puntuale, dobbiamo prendere l'aereo per Firenze e
Jean preferisce andare presto."
Henrietta torna a dormire abbracciando il suo diario mentre Rico si
veste, prende il giubetto ed esce
Arriva
nell'ufficio di Jean, bussa ed entra. Lui non cè
però, lo attende
sedendosi nel divanetto di pelle. Dalle tende filtrano sottilissimi
raggi di sole che ancora sta timidamente comparendo in cielo. La stanza
è un fredda e mette un pò paura. Silenzo, solo
silenzio si sente
tutt'intorno. L'ente come orario apre alle 8:00 anche se ci sono le
guerdie di notte e qualcuno che lavora ancora, aspettando le otto per
tornare a casa.
Passi, pesanti e ritmati. Rico sa di chi sono.
Jean cammina semrpe allo stesso modo e lei che è marionetta
con l'udito
sviluppato riconosce tra mille suo fratello. Solo dal rumore di passi.
Jean entra in ufficio e trova Rico che aspetta sorridendo
Jean:"Sei già qui?. Fra mezz'ora andiamo all'aereoporto."
Rico
annuisce e resta seduta, Jean si mette al portatile e inizia a stampare
dei documenti. Mentre lavora al pc ogni tanto osserva Rico. Lei
è
sempre tranquilla, sorridente e piena di energia. In quel momento la
osserva mentre lei guarda la stanza. Poi le chiede
Jean:"Stanotte hai sognato?"
Rico:"No"
Jean:"Capisco."
Chiude
il portatile e si alza, si prepara le cose e seguito da Rico scende
nell'atrio per aspettare il taxi che arriva dopo cinque minuti.
Durante il tragitto non dicono nietne, scendono all'aereoporto e si
siedono per attendere di essere chiamati.
Jean:"Prendo le sigarette, sto venendo. Tu vuoi qualcosa?"
girandosi
verso Rico che fissa incuriosita una signora con un braccio un
cagnolino, la donna dorme e il cagnolino guarda Rico girando la testa
Rico:"No"
Jean:"Sicuro?"
Rico:"Si"
tornando a fissare il cane
Jean
guarda il cagnetto, piccolissimo tipo Chiwawa ma con del pelo e tutto
specchiato. Il muso finissimo e due occhi che sembrano i vetri che
mettono agli orsacchiotti per occhi
Jean si alza, si avvicina al cagnetto e gli fa
Jean:"Buwhau"
non urlando ma quasi e si allontana come se nietne fosse
Il
cagnetto si spaventa e inizia ad abbaiare come un matto, la padrona si
sveglia spaventata ma vedendo Jean che si allontana dice
Signora: No, tesorino. Il signore si è alzato, non ti ha
fatto niente. Sei prorpio pauroso di tutto, no. No."
baciandolo tutto mentre ringhia istericamente
Rico sorride nel vedere la scena e Jean, mentre compra le sigarette
osserva lei
Una voce risuona per tutto l'aereoporto per chiamare i clienti del
volo, Jean prende il giornale e torna da Rico per imbarcarsi.
Jean:"Vieni è il nostro volo"
Rico
segue Jean sull'aereo. La hostess li accompagna ai posti e dopo dieci
minuti decollano. Jean legge il giornale, le persone chiacchierano
mentre le hostess portano bevande e noccioline per i passegeri. Mentre
tocca a loro la hostess chiede a Jean cosa può dare alla
bambina.
Non
si era accorto che dormiva sul sedile mentre guardava fuori.
Solitamente stava sempre appiccicata al finestrino per vedere fuori.
Jean:"Li lasci a me per quando si sveglia"
La hostess avanza col carrello ma gli dice
Hostess:" E' sua figlia?"
Jean:"Mia sorella"
Hostesso:"Davvero? Oh, è così bella. Coplimenti
davvero, è davvero molto dolce"
Jean:"Già....."
fissando
Rico che dorme. uno scossone coglie i passeggeri ma per fortuna non
è
molto forte. Jean si sistema le cinture per ordine del pilota e mentre
le allaccia a Rico si accorge che lei continua a dormire e delle
lacrime scendono per le guance.
Il volo procede tranquillo senza altri scossoni e problemi. Jean
continua la lettura del giornale noncurante del vociare dei passeggeri
che conversano attorno a lui.
RIco:"Jean...siamo arrivati?"
Jean
alza gli occhi dalla pagina sportiva e si volta verso la sorella.
Assonnata e coi capelli per aria si guarda intorno spaesata.
Jean:"Siamo in viaggio, arriamo tra 20 minuti. Hai sognato?"
tornando a leggere
Rico:"si...ho fame..."
Lui si infila una mano in tasca e porge a Rico un sacchetto di
noccioline
Jean:"Hai dormito st'anotte?"
Rico:"Si, ma il cane del Capo e il giardiniere hanno litigato molto
presto stamattina e non ho dormito più"
Jean:"capisco"
fissando un signore che ride sguaiatamente pochi posti più
avanti
Finalmente arrivano all'aereoporto, prendono i bagagli e si apprestano
ad uscire quando la hostess di prima li ferma
Hostess:" Aspetta signorina, eccoti delle noccioline. Prima dormivi e
non ti ho dato niente. Sei davvero carina lo sai?"
Rico:"Grazie"
sorridendo
Hostess:"Oh, sei un amore. Ciao e buona permanenza a Firenze"
Rico annuisce e Jean le tocca la spalla per avviarsi
Mentre camminano per il centro storico Jean riceve una telefonata
"Jean:"Pronto...si sono arrivato...certo veniamo subito...a dopo!"
Rico guarda Jean aspettando istruzioni
Jean:"Azo ha chiamato, ci aspetta in un appartamento"
si
incamminano fianco a fianco cercando la via data dall'informatore
finchè non arrivano, entrano nell'edificio e bussano alla
porta
dell'appartamento
Apre un uomo magro e slanciato, occhi incavati e bocca sottile, vestito
di nero e molto semplice.
I due fratelli si accomodano e l'uomo dice a Jean
Azo:"Cosa vi do, dobbiamo parlare con calma non cè di meglio
che un buon bicchiere. Signorina, a te cosa dò?"
Rico:"Un succo di frutta"
Jean:"A me uno scoatch"
L'uomo
si avvicina a un vecchio piccolo frigorifero come l'appartamento,
piccolo e mal ridotto.Ovunque crepe, ragnatele e odore di chiuso.
Azo posa le cose sul tavolo e si siede copiato dai fratelli
Azo:"innanziutto
mi scuso davvero per il posto ma è uno dei miei "uffici",
come
informatore devo tenere celata la mia
identità...dunque...Jean...quanto
tempo"
Jean:"Si, da quando sei venuto a vivere qui"
mentre Rico sorseggia il suo succo
Azo si volta verso Rico, si avvicina e le dice
Azo:"Questo
ragazzo è il più schifoso esperto militare che
conosca...cara signorina
sei fortunata ade aver lui come fratello credimi...non cè
nessuno che
possa eguagliaro...se penso che è stato l'unico ad avermi a
avermi dato
del filo da torcere...è il miglior carabiniere e agente del
mondo..."
bevendo whisky
Rico:"Si, sono fortunata"
sorridendo all'uomo, Jean si toglie gli occhiali e chiede
Jean:"Azo...cosa sai dirmi su Piriazzi"
Azo:"Quell'uomo
è un vero bast****, senti a me...ha fatto fuori
più persone di quante
immagini. Non guarda in faccia neanche donne e bambini...pare che lui
stia cercando il tuo protetto e sappia che è a Roma.
Ovviamente lui è
qui per ora e parte nel pomeriggio. Se vuoi prenderlo devi andare
là
e...."
Il bussare alla porta blocca Azo
Azo:"Chi diavolo è..."
alzandosi spaventato
Jean:"NOn aspetti nessuno?"
Azo:"non dico mai a nessuno dove vado coi miei clienti"
Continuiano i colpi alla porta finchè qualcuno non dice
Voce:"Azo...sappiamo che sei lì...Piriazzi ha scoperto che
spifferi cose all'Ente e vuole parlarti"
Azo:"VIa...via..."
correndo verso una porta. Jean trascina Rico con se seguendo
l'informatore
Voce:"Azo...cavolo apri...non farci arrabbiare"
Azo chiude la porta e batte sul muro di fornte la
porta,finchè non trova il punto giusto
Si apre una porticina dietro la porta, Azo passa e dice a Jean di
seguirlo, lui passa e chiama Rico
Intanto gli uomini di Piriazzi hanno sfondato la porta e corrono verso
la porta chiusa prendendola a spallate
Rico
passa e Azo gira una manovella per chiudere la porta ma gli uomini
aprono la porta sparando alla serratura e entrano, il rumore del
meccanismo li fa girare verso la porticina e scoprono dove sono
Azo:"NIente, scappiamo..."
iniziando a correre seguito dai fratelli
Jean estrae la pistola e RIco fa altrettanto per proteggere Jean
Gli
uomini iniziano a sparare contro i tre che scappano per un passaggio
che conduce al palazzo affianco, entrano per la zona caldaia e corrono
su per il terrazzo
Mentre escono fuori in terrazzo partono dei
colpi che li costringono a nascondersi in posti diversi, Jean e Azo e
Rico da sola dall'altra parte
Jean:"Rico, vieni qui"
Mentre
RIco cerca di avvicinarsi dei colpoi la costringono a rispondere al
fuoco e spostarsi, Jean spara ma un uomo segue lei fin sul cornicione.
Rico si volta el'uomo si ferma puntandole la pistola
UOmo:"tu sei una delle bambine killer vero?"
Rico
spara un colpo dritto al cuore dell'uomo che spara prima di venir
colpito, il proiettile colpisce il cornicione sotto i piedi di Rico
causando il decimento dello stesso,mentre lei si voltava spaventata da
un colombo.
L'altro uomo spara verso di lei colpendola di striscio a una guancia
Jean che l'ha seguita vede Rico che sta cadendo indietro e cerca di
prenderla, le afferra le dita per tirarla su
Alle
sue spalle l'uomo gli dice di fermarsi mentre Rico appoggia il piede
sul sottocornicione ma questo si sgretola e lei scivola di
più mentre
Jean non riesce a tenerla bene.
Rico:"Jean, attento dietro di te"
Jean:"Zitta che ora ti tiro su"
mentre gli occhiali cadono nel vuoto
Rico
vede cadere gli occhiali ma guardando in alto vede l'uomo che tenta di
stordire Jean col calcio della pistola, lei punta la pistola e spara
L'uomo
colpito cade su Jean che perde le dita della sorella e la vede
scivolare giù, cerca di sporgersi ma l'uomo ancora vivo
cerca di
strangolarlo
Azo gli spara in testa e libera l'amico e lo aiuta a trascinarlo verso
l'altro
Azo:"Dovè la ragazzina"
improvvisamente
Jean si sporge da un cornicione per cercare Rico
Jean:"E' caduta...è caduta..."
Azo:"Dove...questo è un palazzo di 10 piani...non
sarà sopravvissuta...dove è caduta...quale lato
del palazzo era..."
Jean:"Sono tutti rotti, dove cavolo è..."
Jean si precipita di sotto, scende le scale a perdifiato mentre
l'informatore cerca di fermarlo
Azo:"Fermo, non saranno gli unici che Piriazzi ha mandato, siamo in
pericolo"
Jean:"RIco è caduta, devo trovarla"
continuando a scendere le scale
Finalemtne escono ma Jean non ricorda che lato del palazzo fosse
Jean:"L'ho persa!!!!"
correndo com eun pazzo
Di Rico nessuna traccia, da nessun lato del palazzo, disperati i due
uomini inziano a chiedere in giro
Uomo:"una
bambina bionda?..si lho vista... prima cèra un mucchio di
poltrone,
divani e letti vecchi in quel punto...vedete?...una bambina bionda ci
è
caduta di sopra...ho visto solo il momento in cui cadeva sui
mobili...un tonfo, davvero, è caduta non davanti ma
dietro....un divano
copriva il punto in cui è caduta...quando ho telefnato
alla polizia non cèra più niente...qualcuno
è venuto a prendere quel vecchiume...mi spiace...."
Jean:"Sa se stava bene, si è alzata...."
UOmo:"No,
come ho detto telefonato subito...ho visto solo che è caduta
suldivanetto a due posti...bè, qualcosa mi interessava ma
non a vevo
preso niente...dietro cèra un divanetto e lei lo ha preso in
pieno,pensavo fosse caduta da qualche piano....sta casa è
pericolante...ho visto solo che i due lati del divanetto si sono alzati
insieme e poi polvere...."
Jean corre per la strada sperando di
vedere un camoion che potrebbe aver preso i mobili ma l'uomo gli dice
che i mobili li hanon presi mentre era al telefono ed è
rimasto 5
minuti buoni per rispondere alle domande degli agenti.
Uomo:" E' raro che passa un camion, la gente di solito si porta i
mobili"
Azo intravede altri uomini di piriazzi
Azo:"Jean, andiamo. Ci sono altri uomini del boss, la troveremo ma ora
andiamo"
Jean e Azo scappano a piedi finchè possono, poi Azo chiama
qualcuno e una machcina arriva poco dopo per portarli via
Jean è nervoso, Azo cerca di calmarlo e chiama i suoi amici
per trovare la bambina
Azo:"Avrò bisogno di una foto della bambina per poterla
trovare."
Jean:"NOn ne ho ma posso procurartela"
Jean prende il cellulare sudando tantissimo e chiama la sede
Jean:"Jose sono io, vieni subito a Firenze è successo un
problema e ho bisogno della foto di Rico..."
Jose:"Jean cosa è successo, sei strano...va tutto bene?...a
cosa ti serve la foto di Rico"
Hillshire e Marco nella stanza con Jose guardano il ragazzo chiedendosi
cosa è successo
Jean:" Cè stata una sparatoria...Rico è caduta
dal decimo piano...e lho persa..."
Jose:"L'hai...persa....ma
come....Si va bene...sarò lì tra un'ora tu cerca
di stare calmo...porto
qualcuno?, va bene....porterò Hillhire e Marco tu cerca di
stare
tranquillo, la toveremo..."
Jose chiude il telefono, scosso e incredulo
Hillshire:"Jose...cosa è successo"
Jose:"hanno avuto un'imboscata e ....Rico è...caduta dal
decimo piano e non la trovano più...jean è
nervoso..."
i due colleghi sono sconvolti e siguardano perplessi
Marco:"Come ha fatto a perderla e come è caduta"
Jose:"non
lo so ma se è accaduto è colpta di Piriazzi,mio
fratello è sconvolto e
devo andare ad aiutarlo. Venite a darmi una mano"
I due uomini accettano e corrono a prepararsi e si avviano
all'aereoporto
Jean intanto si trova in casa di un amico di Azo e fissa fuori dalla
finestra sentendosi responsabile della cosa
Azo:"Amico...per favore non fare così...non potevi fare
molto in quella situazione...tieni molto a quel cyborg vero?"
Jean non risponde anche se lo guarda negli occhi
Azo:"Senti,
dopo le morti che hai avuto capisco che non vuoi afezzionarti a nessuno
ma se tieni a quella bambina non puoi negarlo, non ne ricavi
niente...è
viva ma non buttarti giù...puoi semrpe comunque sceglierne
un'altra
tornato a casa..."
Jean:"Non dire cretinate, Rico è il mio cyborg e non lo
cambio"
girandosi adirato verso l'uomo
Azo sorride, si alza dalla sedia e dà una pacca sulla spalla
di Jean
Azo:"Non negare ciò che sai di sentire..."
uscendo salla stanza
Jean resta a fissare la città per poi portarsi la mano sugli
occhi
Jose, Hillshire e Marco arrivano all'aereoporto un'ora e 25 minuti dopo
la chiamata di Jean.
Azo li attende per farli entrare velocemente in macchina sperando che
Piriazzi non controlli l'aereoporto.
Giungono
in un parcheggio sotterraneo per cambiare macchina, ripartono per
arrivare alla casa di un amico di Azo dove Jean li attende. I tre
uomini scendono dalla macchina,prendono le valigie e entrano in casa da
una porta nel garage.
Azo fa posare le loro valigie nell'atrio
Azo:" Lasciatele pure qui, adesso i miei uomini ve le porteranno su
nelle vostre stanze. Intanto vi accompagno da Jean"
La casa è parecchio grande, salgono al terzo piano e
attraversano vari corridoi per arrivare nella sala da giorno del piano
Hillshire:"Cè una sala da giorno per ogni piano?"
Azo:"Eh,
si. Il mio amico ha voluto fare piani a se stanti. Ogni piano ha gli
stessi servizi, comodità, stanze solo arredate diversamente."
I tre rimangono scioccati
Azo
apre una porta e entrano, Jean è seduto su una poltroncina
di pelle con
i gomiti sulle ginocchia, con una mano tiene la sigaretta. Appena li
vede si alza e va loro incontro
Jean:"Jose, hai portato la foto?"
Jose prende una fototessera dalla tasca del giubotto e la consegna al
fratello
Jose:"pensi di riuscire a trovarla con la foto?"
Marco:"Ma come lhai persa"
Jean:"Eravamo inseguiti, siamo saliti sul tetto e per cercare di
fermarli lei è caduta dal decimo piano..."
sistemandosi gli occhiali
Hiilshire:"E non l'avete trovata?"
Azo:"Abbiamo cercato in tutta la zona ma niente..."
Jose:"Siamo venuti per aitarti Jean....la troveremo"
sedendosi tutti per discutere mentre una cameriera porta del
caffè
Nella periferia di Firenze, in una casetta con pian terreno e primo
piano cè del movimento in cucina
Letizia: Mamma, mammà...è pronto???"
MAdre:" Calmati Letizia, ancora non si è svegliata"
Letizia:"Lo so, però vorrei portarle qualcosa su quando si
sveglia"
sorridendo
Madre:"Ma ancora non si è svegliata, aspetta un
pò"
Letizia:"Si, mamma...."
uscendo in strada col cagnolino
"....cosè questo rumore....vociare....tante
persone....cani.....uccelli...gabbiani????"
Rico apre gli occhi, tutti i rumori che sente le danno un senso di
tristezza
si
volta e stropicciandosi gli occhi cerca di capire dove si trova, muri
crepati e qualche chiazza di umidità punteggiano le pareti
bianco sporco
La
stanza è un pò scarna, un comodino e una
cassettiera di legno scuro;
una sedia e un armadio di colore diverso al resto del poco mobilio. Si
siede nel letto, guarda di nuovo la stanza e si gira verso la finestra
dietro di lei da dove vengono le voci
Di fonte cè una casa popolare molto alta color senape con
rigate nere da pioggia, delle signore gridano dai balconi
Scende
dal letto sul legno gelato e scricchiolante del pavimento, si affaccia
e vede una strada piena di gente, bancarelle e negozianti da un lato e
una piazzetta con dei bambini che giocano dall'altro lato. Davanti la
casetta cè solo una bambina che gioca col cane che appena si
accorge di
lei corre dentro casa
Rico si gira, la stanza rimbomba dei rumori della strada a causa
dell'eco, la porta si apre ed entra quella bambina
Letizia:"Ciao!!!Ben svegliata....come ti senti?"
Rico
spaesata la saluta ma la bambina le prende la mano e gliela stringe
contenta, entra anche la madre che porta a Rico del brodo caldo
Madre:"Ciao, spero che tu stia bene, ti ho portato qualcosa..."
posando il piatto fumante sul cassettone
Rico si guarda, ha una camicetta da notte a maniche lunghe color
sabbia, abbottonata al collo
Madre:"I tuoi vestiti erano tutti strappati così quando sei
stata portata qui ti ho cambiata"
Rico:"Portata qui?"
Letizia:"Si,
mio padre ha preso per strada dei mobili vecchi e quando sono andati in
magazzino ti hanno trovata dentro un divano"
Rico non capisce, la testa le duole tremendamente e il continuo vociare
da fuori la confonde ulteriormente
Letizia:"Qualè il tuo nome?"
Rico:"Il...mio nome?"
Letizia:Si, io mi chiamo Letizia...piacere..:"
Rico:"Letizia? che strano nome...."
riflettendo
Letizia:"E' un nome strano ma usato ed è molto bello"
Madre:"Allora, come ti chiami e come sei finita in mezzo al divano"
Rico si siede sul letto, si volta verso la finestra a pensare, ha solo
vuoto in testa
Rico:"Non lo so...."
in modo impercettibile
Letizia si avvicina a lei
Letizia:"Davvero non lo ricordi?"
Rico scuote la testa triste, non riesce a ricordare niente di niente ma
si sente leggera
Letizia:"Non ricordi niente di niente????"
Rico:"Ricordo...solo le onde del mare....della Sicilia...."
Letizia:""Sicilia...., ti chiameremo Sicilia finchè non
ricorderai chi sei"
MAdre:"Sicilia? Che nome è, Letizia"
Letizia:"E' molto bello, se lei ricorda solo questo che nome vorresti
metterle???"
Madre:"Si ma...Sicilia!"
Letizia:"A te va bene?"
voltandosi verso Rico
Rico:"Sicilia....va bene!"
Letizia:"Allora sarai Sicilia"
abbracciando una Rico incredula
Jose:"Azo, hanno notizie?"
chiedendo all'uomo mentre entra da una telefonata
Azo:"Purtroppo
no. Pare che non era previsto nessun ritiro di mobili però,
sembra che
ci siano degli uomini che ogni tanto passano per le strade a cercare
mobili o oggetti buttati per metterli in una discarica o qualcosa del
genere. Potrebbe essere una pista"
Jean fuma una sigaretta dietro l'altra senza levarsi mai gli occhiali,
dice solo qualche parola e fissa sempre la finestra
Hillshire:"Forse dovremmo cercare tutte le discariche, magari
è lì"
Marco:"Ma non sappiamo se è una discarica o no"
Jose:"Iniziamo a telefonare chiedendo se hanno ritirato cose in quella
via. Potremo così scartarle"
Messi
d'accordo prendono un portatile, iniziano a cercare tutte le discariche
della città. Jose telefona mentre Hillshire cerca con Marco
Jean
continua a fumare, non si capisce bene cosa fissa ma Jose è
sicuro che
sta fissando lo schermo del portatile di scorcio, non sa cosa il
fratello sta pensando per ora ma è sicuro che è
preoccupato
Jean improvvisamente si avvicina al tavolino, spegne la sigaretta e si
alza
Jean:"Sono stanco, vado a letto"
I
tre colleghi lo salutano quasi in coro mentre lo guardano uscire dalla
stanza a passo lento, Azo si siede sulla stessa poltrona dove era Jean
e chiede ai tre una cosa
Azo:" Cosa credete che farà Jean s e non troviamo la sua
ragazza?"
I
tre si guardano, Marco è perplesso e si appoggia allo
schienale a
braccia conserte, Hillshire si volta verso Jose che sta cercando di
riflettere
Jose:"Credo....si credo che lui alla fine ne
sceglierà un'altra anche se la cerca nello stesso tempo. Ha
scelto Rico
per un determinato motivo, non so quale sia ma finchè
può non si
fermerà nel cercarla. In questi 3 anni ha addestrato la sua
marionetta
con dedizione. E' un delle migliori per l'ente. E lui sa che perderla
significa
perdere un ottimo elemento"
Azo:"A me non sembra che si molto attivo nel cercarla"
alzando gli occhi su Jose
Jose:"E' fatto così, non ammetterebbe mai che è
preoccupato"
Azo:"Capisco"
fissando tutte le sigarette fumate dall'amico
Sul
letto della sua stanza, Jean cerca di chiudere occhio invano. Dopo un
pò finalemnte riesce a dormire ma inizia a fare un sogno
Si ritrova sul tetto, quel tetto. Vicino di lui passa Rico con la
pistola in mano inseguita dall'uomo.
"Rico"
grida
verso di lei che è sul cornicione, lei si volta verso di lui
e gli
sorride dolcemente. Mentre è voltata, l'uomo le spara e lei
per il
colpo viene spinta indietro nel vuoto
L'uomo sparisce, tutto si
fa buio tranne il cornicione, Rico sembra cadere a rallentatore, il
viso abbassato non si vede coperto dai capelli
Jean corre verso
di lei, mentre si avvicina il tempo sembra tornare e lei cade
più
velocemente, le afferra la mano ma sembra che pesi tantissimo, lei alza
il viso e gli sorride
"Jean...io morirò?"
per poi venire
risucchiata nel buoio, metnre la mano di Jean perde quella di lei e
rimane a mezz'aria come se volesse prendere qualcosa
Jean è sconvolto, si avvicina ma vede solo buio
"RIco...Rico....!!!!"
Chiama inutilemnte, si volta e si passa una mano nei capelli mentre fa
una smorfia col viso
Una folata di vento lo coglie, odore si salsedine e rumore di mare
Si ritrova in riva al mare, le onde che lambiscono le sue gambe e una
calma straordinaria
Delle risate lo raggiungono, che si avvicinano
Un cane compare davanti a una ragazzina, vestita con un vestito
azzurro, appena è più vicina Jean scopre che
è lei,
Rico.
A pochi passi da lei, cerca di fermarla con le braccia ma scompare,
ricompare poco più in là, con le gambe in acqua e
il viso a guardare il
sole
Jean si avvicina, la fissa e le dice
"Ti piace così tanto il mare?"
guardandola con lo sguardo profondo e sorpreso come quella volta, dopo
averla salvata in acqua
Lei
si gira, inizia a parlare ma dalla sua bocca non escono parole. Cade a
terra di colpo, senza avere il tempo di fare niente jean si vede Rico
disintegrare. Tutto intorno inizia a girare vorticosamente
finchè non
si ritrova all'ente in un corridoio
La sala operatoria era piena di medici che lavoravano sopra un corpo
"La stiamo perdendo, presto..."
"Il sangue è arrivato, adesso arriva il fegato..."
Non
capisce che succede, attraverso il vetro vede solo 10 persone nella
sala che cercano di salvare qualcuno, un rumore sordo lo coglie
d'improvviso
L'elettrocardiogramma iniziava a dare segni di
battito assente, i medici prendono iniezioni ma si fermano subito,
rimangono con le siringhe in mano
"E' morta...."
Un silenzio cala nella saletta, i medici posano le siringhe mentre un
altro stende un lenzuolo bianco sul corpo.
Escono
senza dire un a parola in fila indiana e con i camici sporchi di
sangue, lo fissano senza dire una parola e scompaiono nei corridoi
Jean
entra, sangue e arti artificiali sparsi per il pavimento, odore di
sangue e disinfettante lo nauseano un poco. Il letto è di
fronte a se,
allunga la mano e alza il telo, Rico giace senza vita mentre la
macchina continua a dare segno di battito assente in un rumore ormai
snervante.
Gli occhi sgranati, respiro bloccato...Jean si sente un pezzo di marmo
"Jean..."
una voce lo chiama, sente che conosce quella voce
Dietro
di lui cèra Rico, guarda davanti a se e Rico si trova ancora
sul
lettino morta, si volta e cè un'altra Rico nello stesso
momento sulla
soglia della porta vestita allo stesso modo
"Jean..."
"dimmi...Rico..."
"Perchè...perchè..."
"cosa..."
Lei lo guarda, da sotto i suoi piedi il pavimento inizia a diventare
nero
"Rico...."
spaventadosi mentre la chiazza diventa più grande
"Non mi abbandonare, ora che ho un corpo voglio vivere"
dice
forte mentre Jean si vede investire da un nero profondo e lei esplode
in mille pezzi, una gamba finisce sui suoi piedi prima di venire
risucchiato dalla chiazza nera
Nel buio profondo vede comparire lei, vestita di azzurro che gli porta
le mani sul viso e gli dice
"Il mare mi emoziona sempre...come vedere il sole...non lo avevo mai
visto...prima di essere il tuo cyborg"
in
modo dolce come faceva sempre quando lui non era duro nei suoi
confronti, gli viene in mente quando la salvò dopo esser
caduta in
laguna e tornando su, lei rimase per un pò a fissare il sole
felice
Jean apre gli occhi, sente un caldo soffocante per la stanza e si
ritrova sudato e ansimante
GUarda
la sveglia, aveva dormito poco più di un'ora, si toglie la
camicia
sudata e si siede sul bordo del letto,chino su se stesso mentre una
sirena della polizia echeggia dalla finestra aperta.
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