No Church in the Wild

di AdharaSlyth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Bellamy Blake non crede in Niente ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Natural Instincts ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Earth Skills, Earth Kills ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - And if tomorrow never comes ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Bellamy Blake non crede in Niente ***


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NOte:

Buon pomeriggio belle persone!
Sto lavorando per strutturare un ff a più capitoli, ma con l’università e gli scout la cosa mi sta richiedendo un sacco di tempo!
Quindi ho pensato di farvi un piccolo regalino nel mentre, sempre che la storia vi piaccia si intende, per chiedervi di perdonarmi se ci metto sei anni a scrivere qualcosa di decente.

Ma contestualiziamo un secondo lo sbrodolo di parole che segue!

Quest’anno sono super-intrippata con xFactor, in particolare con gli Urban Strangers 😍!

Perché ammettiamolo, non vi siete squagliati anche voi sentendoli cantare alle audizioni?!

Ed ecco che negli ultimi due giorni non riesco a smettere di cantare il ritornello di “No Church in the Wild”… fino a che oggi durante Lingua Latina B…. SONO STATA FOLGORATA.

E quindi eccovi una ficcina piccina piccina!

Fatemi sapere cosa ne pensate! 

Lot of Love

Adhara Slyth.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

No Church in the Wild

.: Bellamy Blake non crede in niente:.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Human beings in a mob

What’s a mob to a king?

What’s a king to a God?

What’s a god to a non-believer?

Who don’t believes in anything?

Will he make it out alive?

All right, all right!

No church in the wild…”

 

 

 

 

Bellamy Blake non crede in niente.

Questo ha capito Clarke Grifffin dopo soli pochi giorni sulla terra.

Non crede in loro, nei Cento, non crede in lei.

Lo sa e lo vede.

Vede come non si cura delle loro vite, come non batte ciglio all’idea di sacrificarli, come ha esitato quando le ha afferrato le mani mentre rischiava di cadere nella trappola dei grounders.

A lui non importa niente, niente potrebbe essere più grande di lui, della sopravvivenza sua e di Octavia.

 

Bellamy Blake non crede in niente.

Ha sparato senza rimorsi al cancelliere Jaha!

Ha sparato senza rimorsi al loro comandante, alla loro guida, all’unica persona sulla Colonia, a cui forse importava davvero di tutti loro.

Dell’unica figura davvero meritevole, Bellamy Blake non ha avuto pietà.

 

Bellamy Blake non crede in niente.

Fin dalla nascita di sua sorella, ha contraddetto la Gaia Doctrine, l’unica legge più grande di tutti loro, l’unico monito che fosse al di sopra delle scelte degli uomini, della loro volontà, persino della loro vita.

Aveva voltato le spalle alla Gaia Doctrine, che aveva sempre trasceso qualsiasi altra cosa!
Ma a Bellamy Blake sembrava non essere mai importato. 

 

E tutto questo non importerebbe neanche a Clarke se fossero ancora sulla Colonia, al sicuro.

Non le importerebbe mai di sapere in cosa crede o meno quel waldentita scorbutico e scontroso.

Ma sono sul suolo adesso.

Non gli è rimasto nulla in cui credere, nessuna regola, nessun ideale, solo nuda e cruda sopravvivenza.

Non c’è niente se non loro e il pericolo.

Nemmeno il vecchio Dio in cui credevano gli umani prima si salpare per il cielo.

Che la natura selvaggia, assassina.

E anche se sei Bellamy Blake, non esiste nessun luogo in cui ci si possa rifugiare assieme alle proprie convinzioni.

 

 

 

 

 

 

Will he make it out alive?

All right, all right!

No church in the wild…”

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Natural Instincts ***


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NOte:

Sono tornata presto!! 

Lo so, è strano, ma ho avuto una folgorazione (si, un’altra!). Ho pensato di trasformare “No Church in the Wild” nel primo capitolo di una long.

Vi spiego. Dopo aver finito di scriverla mi sembrava incompleta. Mi uccideva il pensiero di lasciarla così, con Clarke che pensa malissimo di Bellamy.
Mi sentivo come se stessi tradendo la #bellarke, e quindi ho prontamente trasformato la One-shot in una long, in cui spero di rimanere un pochino più fedele a me stessa.

Ci sono però un paio di avvertimenti che sento di dover fare:

  1. I personaggi potrebbero apparire un pochino OOC, perché tutto quello che accade credo che sarà ambientato nella prima stagione, quando ancora i rapporti tra i due sono piuttosto tesi.
  2. Per questa volta userò un linguaggio un pochino più forte del solito, anche se non è assolutamente nelle mie corde, ma lo sento molto più vicino al genere di storia che ho in mente.
  3. Non sarà una di quelle ff pucciose che sono solita scrivere. Con questa storia voglio cercare di cimentarmi in qualcosa di un pochino diverso, e continuare a rispecchiare il titolo. Il titolo “No Church in the Wild” per me significa una cosa molto particolare: vuol dire che non ci sono regole, non c’è Dio, non c’è religione. I Cento sono abbandonati a loro stessi, e nonostante Clarke cerchi di essere per loro la voce della ragione, tutti loro sono comunque proda indifesa dell’unico istinto più forte di tutti: la sopravvivenza.

Specificato ciò, spero che la storia vi piaccia!

Vi prego non mi linciate! (*si rannicchia dietro il bancone del bar in cui è seduta a scrivere*)

 

Adhara Slyth

 

 

 

 

 

 

 

 

No Church in the Wild

.:Natural Instincts:.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Buongiorno principessa. >>

<< Che cosa vuoi Bellamy? >> gli ringhiò contro vedendolo entrare nella tenda medica con il solito sorriso strafottente stampato in viso.

<< I miei uomini si chiedevano se per caso sua altezza fosse in grado di fornirgli… anticoncezionali. >>

<< Di ai tuoi ragazzi >> rispose calcando con attenzione dell’ultima parola << che gli basterà tenerselo nei pantaloni. >>

Bellamy continuava imperterrito a sorridere, neanche provasse qualche perverso tipo di piacere nel farsi fulminare continuamente dagli occhi glaciali di Clarke.

<< Alcuni sono stati in isolamento per anni! Ora che siamo libri, è difficile chiedergli di trattenersi… >>

<< Anche io sono stata in isolamento due anni, ma non mi pare che tu mi veda andare in giro a darla via! >>

Il suo intento di portare il proprio esempio per contrastare le motivazioni di Blake non sembrò portare nessun vantaggio, dal momento che l’unica reazione del ragazzo avvicinarsi pericolosamente a lei fino a intrappolarla tra una parete della tenda e il suo corpo.

<< Forse dovresti… chissà se non ti aiuterebbe a scioglierti un po’… >> le bisbigliò chinandosi all’altezza del suo viso.

La Clarke della Colonia sarebbe rimasta paralizzata dalla viscida proposta sottintesa in quelle parole, ma convivevano sulla terra da un po’ ormai, e anche lei aveva imparato i suoi trucchi.

<< Bella idea. >> gli sorrise maligna << Scommetto che è quello che hai consigliato anche ad O. >>

Lo osservò compiaciuta mentre si irrigidiva, ma non vedendo nessuna fiamma negli occhi, decise che poteva ancora rincarare la dose.

<< Deve essere per questo che ieri è venuta da me a farsi togliere dei pezzi di corteccia dalla schiena… >> sibilò, sgusciando fuori dallo spazio angusto in cui lui l’aveva chiusa e cominciando a girargli attorno.

<< Mi domando quale dei tuoi “uomini” se la… >>

<< Sta zitta! >> le gridò guardandola furente, mentre lei permetteva di nuovo alla propria espressione di tornare calma e professionale.

<< Non possiamo correre rischi Bellamy. Non abbiamo abbastanza stabilità nell’alimentazione perché anche solo una delle ragazze possa portare a termine una gravidanza, e anche se ce la facesse, non credo di avere le competenze necessarie a far nascere un bambino senza che qualcuno di faccia male, specie con le attuali condizioni igieniche. >>

Per un attimo contemplò l’idea di accarezzargli la guancia, mentre osservava lo sguardo del giovane farsi scuro e consapevole.

Finchè non si ricordò che era con quel miscredente di Bellamy Blake che stava parlando.

<< Quindi dì a quegli idioti dei tuoi ragazzi di tenerselo nei pantaloni e non rompere. >>

<< D’accordo principessa. >> grugnì uscendo frustrato dalla tenda.

<< Statemi a sentire dementi! >> lo sentì gridare alla piccola folla che doveva essersi raccolta fuori dal tenda << La dottoressa ha detto… >>

A Clarke venne quasi da ridere e per un brevissimo istante pensò che forse, forse in loro, nei Cento, Bellamy Blake credeva.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Earth Skills, Earth Kills ***


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NOte:

Eccoci di nuovo!

Ci sono un paio di cose che volevo dirvi prima di cominciare questo nuovo capitolo…. La prima è che tratta di un episodio raccontato nella serie ma ampiamente modificato (vi prego non lapidatemi!).

La seconda è che mentre scrivevo il capitolo ero disperata perché nessuno di voi aveva ancora recensito la storia e stavo per mollare.

E invece!!

Devo quindi chiedere perdono a BellarkeStydia22 che invece ha prontamente risposto alla chiamata e rispondere alla sua unica, ma immensamente gradita recensione!

 

BellarkeStydia22: Tesoro mio!! Ma certo che ti sposo! Dimmi solo dove e quando! A volte mi sembra che ci sia solo tu che mi capisci a questo mondo!

Scherzi a parte sono stata davvero felice di ricevere la tua recensione, mi ha ridato la spinta per continuare a scrivere questa ff!! Ti confesso anche che questa non è la long che avevo progettato mentre finivo “Ten Things” e anche che questa sfortunatamente è una.. long corta. Nel senso che questo è già il penultimo capitolo :(

Non essere troppo arrabbiata con me! 😘

 

AdharaSlyth

 

 

 

 

 

 

 

 

No Church in the Wild

.:Earth Skills, Earth Kills:.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Devi farlo Bellamy. >> gli sussurrò mettendogli in mano il coltello e lanciando un occhiata al corpo straziato di Atom.

<< Non sono l’assassino che pensi. >> bisbigliò.

<< Hai sparato al consigliere Jaha sulla Colonia. Non è diverso. >>

<< L’ho fatto per poter venire a proteggere Octavia. Era legittima difesa! Questo… questo è un omicidio, Clarke. >>

<< Questa è pietà Bellamy. >> lo guardò negli occhi che non gli erano mai apparsi così profondi e scuri e gli tolse lentamente le dita dall’elsa.

<< Dammi il coltello, so come fare perché non soffra. >>

Si avvicinò ad Atom, canticchiando per lui una vecchia ninnananna della Colonia e affondò la lama nel collo del ragazzo, con la stessa precisione di un chirurgo in sala operatoria.

Atom se ne era andato in un sospiro.

<< Avevi mai ucciso prima, principessa? >> 

Quando Clarke alzò gli occhi su di lui, Bellamy era tornato quello di sempre. Osservava il corpo senza vita del loro ex compagno che se non fosse nulla di più di una carcassa di animale qualsiasi.

<< Non sono te. >> gli rispose fredda prima di riavvicinarsi al corpo.

<< Non lo toccare. >> alzò la voce lui afferrandole un braccio << La roba che lo ha ridotto così potrebbe essere ancora velenosa. >>

<< Dobbiamo portarlo al campo. >>

<< E rischiare che il cadavere in putrefazione ci faccia ammalate tutti? Bella idea principessa! Meno male che sei il nostro medico. >>

<< Atom merita di tornare dagli altri, il suo posto era con noi! >> gli ringhiò arrabbiata. 

Come era possibile che quel ragazzo si curasse così poco della loro vita, della vita in generale. 

Come era possibile che non gli importasse delle cerimonie, dei riti, del diritto dei loro compagni di salutare quello che in un certo modo era stato loro amico per l’ultima volta.

<< Hai ragione. >> affermò serio sorprendendola << Il posto di Atom era con noi, ma quel… cadavere non è che un corpo come un altro. >>

Le prese la mano e la guardò dritta negli occhi << Quello non è Atom. >>.

Clarke si rese conto che forse c’era qualcosa di sensato nel modo in cui Bellamy Blake credeva, nel suo non voler togliere la vita ad Atom.

Era proiettato nel presente, mentre lei restava ancorata al passato, ai ricordi.

Bellamy non aveva voluto uccidere Atom, ma quando l’anima del ragazzo era volata via in quell’ultimo sospiro, era stato in grado di accettare la sua dipartita molto meglio di lei che era la stessa persona che aveva impugnato il coltello.

E mentre si avviavano in silenzio nel bosco, lasciandosi quello che era successo alle spalle, Clarke Griffin non poté fare a meno di pensare che Bellamy Blake aveva fede in molte più cose di quante lei sospettasse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - And if tomorrow never comes ***


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NOte:

Siamo tornati!

Cioè, io sono tornata… non so bene perché uso così spesso il plurale maiestatis… NON IMPORTA, PASSIAMO OLTRE! 😁

Piccolo background info box di questo capitolo:

  • E’ nato da una delle prime scene che mi erano venute in mente dopo aver scritto il primo capitolo, e onestamente avevo già finito di scriverlo quando ancora non avevo idea di di che cosa avrebbe trattato quello precedente.
  • Come al solito il linguaggio e i personaggi sono un pochino più selvaggi che nella serie TV o nei libri, ma spero he mi perdonerete per questo!

Ma prima di concludere… spazio alle risposte alle recensioni!

 

BellarkeStydia22: Ciao sweetie! Non smetterò mai di ringraziarti per le tue splendide recensioni che mi tirano sempre su il morale, specie quando sono convinta che le mie ff facciano schifo! 

Mi dispiace un sacco che anche questa volta siamo alla fine ma credo di essere di nuovo affetta dal blocco… depressione 😩!

Spero almeno che questo ultimo capitoletto ti soddisfi e di sentirti presto!  

 

AdharaSlyth

 

 

 

 

 

 

 

 

No Church in the Wild

.:And if tomorrow never comes:.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Principessa..!”

Bellamy non fece in tempo a chiederle niente prima che la ragazza si fiondasse voracemente sulle sue labbra, buttandogli le braccia attorno al collo con uno slancio che per poco non gli fece perdere l’equilibrio.

“Wo wo wo!” la bloccò sentendo le mani fresche di lei farsi strada sotto la sua maglia “Non che non muoia dalla voglia di scoparti principessa, anzi! Ma che ne è stato del discorso sul “Non possiamo permetterci gravidanze”?”

“E del discorso “Dovresti darla via, magari ti aiuterebbe a rilassarti”?” gli chiese mentre si levava con foga la maglia prima di passare a quella di lui.

“Te la sto dando adesso!” gli bisbigliò cominciando a passare la mano sulla cerniera dei pantaloni del ragazzo “E il tuo amico sembra contento…”

“Credimi principessa, siamo più che contenti entrambi! Ciò nonostante non capisco perché proprio adesso.” Si mise a questionare nonostante le sue stesse mani lo stessero tradendo mentre scivolavano sulla schiena nuda di Clarke fino al gancetto del reggiseno.

“Potremmo morire domani…” gli sussurrò fermandosi un secondo e abbassando lo sguardo.

“E ti sembra una buona motivazione per venire a letto con me?” le chiese stizzito.

“Potremmo morire domani e tu non avresti saputo che ho cambiato idea su di te, che non penso più che sia senza Dio e senza legge. Non avresti saputo che ti stimo, e ammiro il modo in cui hai cercato di tenere fuori dai guai quella banda dic azioni là fuori. Non avresti saputo che ogni volta che ti guardavo mi facevi sentire più forte e più fragile allo stesso tempo, che mi si torce lo stomaco e mi viene voglia di lasciarmi andare.” gli rispose a bassa voce fissandolo con quei suoi enormi occhi azzurri, decisi e spaventati allo stesso tempo, per poi riprendere ad avvicinarsi per portare pericolosamente le labbra a sfiorare l’orecchio di lui.

“E non avresti saputo che ti penso, che la sera quando vado a dormire mi eccita il pensiero che potremmo essere insieme. Non sapresti che è dal primo momento in cui siamo atterrati in questa landa dimenticata da Dio e dagli uomini, che desidero strapparti i vestiti di dosso e scoparti fino a perdere me stessa!”

Bellamy non poté fare altro che continuare a fissarla dritta negli occhi, stupito e compiaciuto all’idea di essere lui, l’unica persona capace di tirare fuori il lato più animalesco e selvaggio di Clarke Griffin.

A malapena si accorse di come le labbra di lei avevano percorso lentamente la linea della mandibola per poi arrivare a strusciarsi nuovamente sulle sue.

“Allora che ne dici?” gli sussurrò mordendogli il labbro “Ti sembra una buona ragione adesso?”

“Cazzo si!” ringhiò appena prima di incollare le labbra a quelle di lei e di portarla verso la branda tenendola saldamente per le cosce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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