That's me, Ashley Purdy

di StormyPhoenix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wretched ***
Capitolo 2: *** Friends ***
Capitolo 3: *** Projects ***
Capitolo 4: *** Unusual party ***
Capitolo 5: *** Texting, talking ***
Capitolo 6: *** Let's have a drink ***
Capitolo 7: *** She's not okay ***
Capitolo 8: *** Sarcasm is a weapon ***
Capitolo 9: *** Tipsy things ***
Capitolo 10: *** Awakening ***
Capitolo 11: *** Thoughts ***
Capitolo 12: *** Unrefusable offer ***
Capitolo 13: *** Funny guys ***
Capitolo 14: *** Sleep, sleep ***
Capitolo 15: *** Love isn't always fair ***
Capitolo 16: *** First concert ***



Capitolo 1
*** Wretched ***


Ed eccomi con un'altra storia! Come per le altre, non garantisco che riuscirò ad aggiornare regolarmente, ma abbiate pietà T.T cercherò di fare ciò che posso :3 
Beh, che dire di questa storia? E' stata un'idea che è arrivata come un fulmine. Tutti nascondono debolezze e insicurezze dietro un'immagine di sé stessi forte e perfetta, e credo che Ashley Purdy non sia immune da ciò. Mi è piaciuto davvero molto provare ad immedesimarmi in lui, un uomo davvero affascinante e talentuoso che apprezzo tantissimo :3 ergo ciò che scrivo non è ciò che davvero Ashley pensa eh xD anche se non lo scrivo, ma il disclaimer ufficiale vale sempre: non mi appartengono personaggi (tranne quelli creati da me), posti e altro ed è tutto frutto della mia testolina bacata xD
Che altro dire? Buona lettura! ;3
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Bum.
Bum.
Bum.
La testiera del letto che sbatte ritmicamente contro il muro.
Rumore accompagnato ogni volta da gemiti femminili.
I miei versi ed occasionali sospiri mischiati ad essi.
Il sudore che mi ricopre la pelle tatuata e abbronzata.
I miei lunghi capelli neri sparsi sulle spalle e disordinati.
Continuo ad affondare ritmicamente, con forza, nel corpo di una donna della quale so a malapena il nome, la mia mente è offuscata dall'alcol.
Un urlo mi esce spontaneo dalle labbra quando raggiungo il culmine; butto all'indietro la testa, gli occhi nascosti dalle palpebre strizzate roteano verso l'alto; onde di piacere si propagano nel mio corpo, è come se mi fossi liquefatto e ricomposto...
Ma nonostante tutto sento che manca qualcosa, in quell'unione di due corpi.
C'è che non sono diventato tutt'uno con il corpo della ragazza con cui ho appena avuto un rapporto sessuale.
E' stato solo sesso. Una mera e semplice soddisfazione della mia lussuria, di una voglia temporanea. Non c'è stato amore.
Qualcuno riderebbe, se esprimessi a voce l'ultimo pensiero che ho formulato. Amore. Ho parlato di amore proprio io, quando tutto ciò che faccio è rimorchiare e portare a letto donne sempre diverse, spezzando anche il cuore a qualcuna di loro più sensibile e meno superficiale, solo per soddisfare un momentaneo ed effimero desiderio. Ammetto che le cose stanno così, ho anche cercato di essere gentile nel comunicare con le ragazze con cui non desideravo più essere in contatto, ma non è servito a granché. Una coscienza ce l'ho, quindi mi sento in colpa, e non poco.
Ho la fama di donnaiolo impenitente, ma quasi nessuno, eccetto i miei amici più stretti che sono anche i miei colleghi di band, si preoccupa di scoprire cosa cela la mia immagine. Secondo quanto comunica la mia apparenza risulto essere Ashley Purdy, bassista dei Black Veil Brides, bello, tatuato, amante del whisky, delle belle donne, del porno e del sesso. Ma se si scavasse più in fondo e si oltrepassasse la mia immagine, verrebbe fuori dell'altro: si scoprirebbe che dopotutto ho un cuore, una grande sensibilità, insicurezze che nascondo dietro un'apparente sicurezza di me stesso, difetti (come tutti gli esseri mortali d'altronde) e, anche se provo ad illudere me stesso, un gran bisogno di amare ed essere amato.
Questi sono i pensieri che mi frullano in testa mentre, steso sul letto, mi giro verso il lato esterno, di fronte alla finestra della mia camera, ignorando la bionda nuda che dorme nel mio letto.
Urge un cambiamento nella mia vita.
E devo scoprire come agire per far sì che ci sia.

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Capitolo 2
*** Friends ***


E rieccomi qui! :3 Ho deciso di aggiornare questa storia in attesa di riuscire a portare avanti le altre mie due storie lunghe in questi giorni, anche se in realtà vorrei anche pubblicare una one shot ma l'ispirazione mi fa i dispetti e non riesco a trovare un finale >.< beh, non vi tedio oltre u.u buona lettura! <3
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Mi risveglio, sorpreso di non ricordare quasi quando mi fossi addormentato. Il sole è sorto da poco, ma già riempie la stanza con la sua calda luce.
Tendo un braccio e tasto alla cieca al mio fianco, scoprendo così che la ragazza non c'è più, e sospiro. Al suo posto c'è un bigliettino: "E' stato fantastico! Richiamami quando vuoi xx", corredato con il suo numero di telefono. Seee, contaci che ti richiamo. Me ne sono accorto che fingevi. Non ho richiamato le altre che non hanno finto, figurarsi se richiamo proprio te che hai più silicone che sangue in corpo e hai anche finto.
Mi alzo, stiracchiandomi a mo' di gatto, poi mi dirigo verso il bagno e scruto la mia immagine nello specchio.
I capelli sono okay, anche se un po' in disordine e leggermente arricciati sulla fronte per il sudore; quel poco di trucco messo la sera precedente è colato miseramente e ora sembro un panda, per il resto è tutto come al solito.
«Hey, bestia sexy!» dico al mio riflesso nello specchio, atteggiandomi a sex symbol. «Ti trovo un po' strapazzato» continuo nel mio monologo, tornando improvvisamente serio e scrutandomi attentamente; sotto il kajal sbavato riesco ad intravedere due bei segni violacei e, per quanto mi sforzo di sorridere, i muscoli dolgono e viene fuori un sorriso tiratissimo, quasi finto.
«Forse è ora di sottoporsi a un po' di shopping-terapia per riprendermi» concludo, dandomi un buffetto su una guancia; mi lavo la faccia, pulendola dal trucco, poi torno in camera e afferro il cellulare, componendo velocemente un numero.
«Qui Andy Biersack!»
«Sveglia, pigrone!» esclamo, sentendo la voce sonnacchiosa del mio collega di band.
«Ash, cosa diamine puoi mai volere da me alle 8 e 30 di mattina? Stavo dormendo beatamente!»
«Beh, vorrei proporti un'opera di bene per il sottoscritto, nonché tuo amico!»
«Spara.»
«Bang! No scherzo, ho bisogno di un po' di shopping-terapia, vuoi accompagnarmi?»
«E va beeene, non sia mai che io abbandoni un amico nel momento del bisogno!»
«Grande! Ce la fai ad essere qua a casa mia per le 9 e 30?»
«Perfetto! A dopo!»
Chiudo la telefonata, poi getto il mio iPhone fuxia sul letto e torno in bagno per lavarmi i denti; fischiettando, infilo una canotta nera, jeans neri strappati, un paio di stivali e una giacca di pelle, poi metto un filo di trucco e, quando esco di casa, sono le 9 e 28. Persino due minuti di anticipo!
Poco dopo parcheggia davanti casa mia una grossa auto nera dalla quale scende Andy, fasciato nei suoi usuali vestiti neri aderentissimi.
«Buongiorno, migliore amico bisognoso di shopping-terapia!» esordisce, sfoderando un ampio sorriso mentre mi abbraccia e mi dà anche un'amichevole pacca sulla schiena.
«Grazie per essere venuto» replico, con un sospiro, sciogliendo poi l'abbraccio.
«Vuoi raccontarmi che succede?»
«Ti racconterò ora che ci mettiamo in macchina.»
Andy annuisce, poi entrambi saliamo in auto; accomodatomi sul sedile comodissimo e rivestito di pelle accanto al posto di guida, abbandono la testa verso dietro e sospiro di nuovo, ad occhi chiusi.
«Dove si va?»
«Che ne dici di fare un salto al Virgin Megastore?»
«Oh, sicuro!»
Ci mettiamo in strada; per qualche minuto, l'unico suono è quello del motore.
«E' strano vederti così giù...» commenta il mio amico, scrutandomi con la coda dell'occhio seppur concentrato nella guida.
«Lo so, sembro così allegro e felice fuori...ma, amico mio, non è affatto così, e me ne sono reso conto stanotte» dico, mesto. «Mi sono stufato di portarmi a letto una donna ogni volta diversa e ubriacarmi per non pensare al vuoto che ho dentro. Ho voglia di innamorarmi, di amare e di essere amato.»
Il cantante continua ad osservarmi, poi appoggia una mano su una mia spalla. «Roba seria. Ma sai bene che non ci si innamora di chiunque, e soprattutto amare comporta tante cose, anche dedizione e sacrificio, proprio come facciamo noi musicisti per la musica. E l'amore non corrisposto fa soffrire, eccome...ma nonostante tutto l'amore è la cosa più bella che esista a questo mondo.»
Rialzo la testa per guardare Andy e accenno un sorriso. «Eh già...non sarà facile perdere le cattive abitudini, ma ci proverò. Tu potresti presentarmi qualche amica, magari!» scoppio a ridere dopo l'ultima frase e lo contagio.
«Juliet ne avrà sicuramente tante!» esclama lui, ravviandosi i capelli. «Dovresti provare a rivolgerti a lei!»
«Beh, la prossima volta che la porti nella nostra compagnia le parlerò» concludo, sorridendo.
«Siamo arrivati!» proclama Andy, rallentando con l'auto e cercando un parcheggio: per fortuna ne troviamo subito uno, quindi piazziamo là il macchinone e ci dirigiamo alla volta di uno dei più grandi negozi di musica di Los Angeles.
Appena entrati, trascino letteralmente il cantante verso la mia sezione preferita, quella del rock anni '80, ansioso di spulciare tra i nuovi arrivi e tra i vinili.
«Wooooh! Il vinile di "Girls, Girls, Girls" dei Motley Crue!» esclamo, prendendo tra le mani la confezione del vinile.
«Hai gli occhi a forma di cuoricini» ride Andy, dandomi un buffetto.
«Pensavo fossero a forma di stelle!» ribatto, facendogli una linguaccia, poi poggio il disco. «Passo a prenderlo dopo, tanto nessuno lo comprerà nel frattempo!»
«Ottima trovata, perché ora sarò io a trascinarti!» ora è il mio amico a trascinarmi, e mi porta precisamente verso la sezione dedicata al punk rock.
«Ah, i cari vecchi Alkaline Trio» sospira, accarezzando le copertine di alcuni cd. «Nei nuovi arrivi ci sono parecchi gruppi interessanti, ma non so se comprare qualcosa!»
«Beh, perché no? La shopping-terapia non è riservata a me» scherzo, sorridendo e incoraggiandolo.
«Mh, e va beeene» acconsente, spostandosi lungo il corridoio. «Ho cambiato idea, voglio un cd dei Danzig!» esclama, mettendosi improvvisamente a correre; lo seguo e, quando frena bruscamente, gli arrivo addosso e precipitiamo sul pavimento.
«Ash, non saltarmi addosso in pubblico!» ride, dandomi un buffetto mentre ci rialziamo. 
«Colpa tua!» gli rispondo per le rime, esibendo una linguaccia magistrale.
Dopo esserci rimessi in piedi, ignorando le occhiate strane delle poche persone nei nostri paraggi e senza ulteriori incidenti, arriviamo al reparto dell'heavy metal e Andy, dopo qualche minuto di osservazione, sceglie un cd dei Danzig; ritorniamo poi al reparto del glam, dove recupero il vinile dei Motley Crue e infine andiamo alla cassa per pagare.
Venti dollari per un vinile? Oh bene, pensavo peggio!
«Adesso sì che sto meglio!» sospiro quando risaliamo in auto, sorridendo.
«E' proprio vero che la shopping-terapia fa proprio bene a volte, coccolarsi un po' ogni tanto è cosa buona!» concorda il mio amico, sorridendo di rimando.
«La prossima volta portiamo con noi anche Jake, Jinxx e Chris però! Anche a costo di portarceli con la forza» propongo, con aria cospiratrice.
«Eccellente» concorda lui, con la stessa faccia da malandrino.

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Capitolo 3
*** Projects ***


E va bene, aggiorniamo anche questa u.u buona lettura! <3
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Appena arrivo a casa, mi spiattello letteralmente sul letto, poi prendo l'iPhone e controllo se ci sono chiamate perse o sms ricevuti.
Ci sono tre sms: uno è di Chris e dice "Amicooo su con la vitaaa!", un altro è di Jake che dice "Posso partecipare anche io alla prossima seduta di shopping-terapia? *-*" e l'ultimo è di Jinxx e dice "Festa a tema per la settimana prossimaaaaaa!". Ridacchio, poi rispondo a tutti e tre: invio un'emoticon con sorriso a trentadue denti e un cuoricino al mio caro batterista, un pollice in su a mister Pitts e un "SEI UN GENIACCIO! *-*" a Jeremy.
Poi trovo due chiamate perse: non compare un nome per il numero che c'è sul display, ergo è un numero che non ho in rubrica. Mi balena in mente un'intuizione e mi fiondo a prendere il bigliettino lasciatomi dalla bionda di ieri, poi verifico e constato effettivamente che il numero coincide. Come diamine fa ad avere il mio numero di telefono?! O forse gliel'ho dato mentre ero sbronzo?
Giusto in quel momento il telefono inizia a vibrare e sul display appare il numero della tipa. Prendo un profondo respiro prima di rispondere.
«Qui Ashley Purdy!»
«Ciao bel fusto.»
La voce somiglia a quella della tipa di ieri, ma non ne sono sicuro.
«Ci conosciamo?»
«Non ricordi chi sono?! Sono Ellis, la bionda della notte scorsa!»
Ah, adesso sì che mi sembra proprio di riconoscere la voce.
«Ah, ora ricordo. Comunque, come mai mi cercavi?»
«Oh, così, non sapevo che fare.»
Sospiro. Come no, proprio perché non sapeva che fare.
«Non me la dai a bere. Spara, che vuoi?»
«Mi chiedevo soltanto se stanotte il tuo letto è freddo e hai bisogno di qualcuno per riscaldarlo, tesorino...»
La voce è così mielosa da essere quasi appiccicosa e falsa come le imitazioni delle Louis Vuitton.
«Oh, grazie del pensiero ma non ne ho bisogno» rispondo, lapidario.
«Suvvia, il tuo amichetto si sente solo, lo sento...»
«Sopravviverò. E troverò come non farlo sentire solo.»
«Oh, insomma, cosa ti prende?! Questa notte non mi pare tu abbia fatto tutte queste storie!!!»
Mi è partito un timpano, porca troia quanto urla.
«Oh beh, si dà il caso che fossi ubriaco fradicio, cara...potrei aver scopato una qualunque altra donna e comunque non me ne ricorderei, e in genere non sento il bisogno di richiamarle, a meno che non siano state particolarmente brave nel soddisfarmi, e tu ieri hai finto, oh se hai finto, porca puttana!»
«Come osi dirmi questo?!»
«Addio, e bada a non gonfiarti troppo col silicone, se no prima o poi ti vedrò galleggiare in aria come un dirigibile.»
Chiusa la telefonata, tiro un grosso sospiro. Stavo per cedere alla tentazione di dirle di venire, ma ho resistito. Sono stufo di bionde rifatte e senza cervello, se devo proprio trovare qualcuna per riscaldarmi il materasso la preferisco con almeno un grammo di sale in zucca!
Il mio iPhone ricomincia a vibrare e i miei nervi automaticamente si tendono, poi leggo il nome sullo schermo e mi rilasso di colpo: è Jinxx.
«Hey mr. Creepy!»
«Hey Ash! Tutto bene con la seduta di shopping-terapia?»
«Oh sì, una meraviglia! Jake mi ha già chiesto di poter venire con me e Andy la prossima volta!»
«Immagino! Comunque, pensavo, a proposito della festa...è troppo difficile scegliere un unico tema! L'abbiamo già fatto in passato, ma stavolta ho difficoltà nella scelta!»
«Che ne dici di un semplice party in maschera o costume? Okay, forse è un po' scontato, però aggiungerei 'maschera o costume che hanno stile e magari sono anche particolari', quindi magari si possono reinterpretare a proprio piacimento alcuni travestimenti!»
«Purdy, sei un fottuto genio!»
«Ah no, Ferguson, qui il genio sei tu!»
«No, tu!»
«Insisto!»
«Guarda che possiamo stare anche fino a domani qui al telefono a discutere, non mollo mica!»
«E va bene, hai vinto! Quando è il party, allora?»
«Uhm, oggi è lunedì, giusto? Direi sabato, visto che c'è anche l'urgenza di farti passare una serata di svago, e si terrà nella nostra bella villa, giusto per non far prendere troppa polvere al salone!»
«Spiritoso! Perfetto, inizio subito a pensare a cosa mettere!»
«Va bene! Ci vediamo presto, amico!»
Finita la telefonata, inizio subito a meditare sull'outfit per la festa. Uhm, all'ultimo party di questo tipo mi sono presentato vestito da cowboy super figo, ops, che modestia!, e a quelli precedenti mi sono vestito persino tipo qualcuno dei Kiss e non ricordo più cos'altro. Mmmh...trovato, sarò un grande capo indiano in versione più moderna! Perché non ci ho mai pensato prima?! Posso persino usare metà della mia vecchia war paint! Però devo trovare da qualche parte un copricapo di piume...
Afferro le chiavi e corro fuori casa a prendere la mia adorata moto: mi dirigo senza indugio verso la zona Studio City, in cui c'è un fantastico negozio dedicato al mondo dei nativi d'America, sicuramente troverò qualcosa lì.

Torno a casa, soddisfatto. Ho trovato ciò che cercavo, ma non potevo portarmelo a casa per carenza di spazio, quindi ho chiesto di tenere da parte l'articolo da me scelto in modo da poter andare a prenderlo in un secondo momento, magari ci torno con Andy se acconsente ad aiutarmi a trasportare il mio acquisto con la sua auto che è decisamente più spaziosa della mia moto.
Perfetto, le cose stanno andando bene per ora.

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Capitolo 4
*** Unusual party ***


Sì, vi autorizzo a prendermi a sassate u.u buona lettura! <3
Mi sono divertita a creare su Polyvore alcune outfit che verranno citate nel corso del capitolo, quelle più intuibili le lascio alla vostra immaginazione :3 eccole:
Ashley: http://www.polyvore.com/costume_party_outfit_for_purdy/set?id=110258089
Jinxx: http://www.polyvore.com/crow_inspired_costume_party_outfit/set?id=115816508
Andy: http://www.polyvore.com/nikki_sixx_inspired_costume_party/set?id=115823624
Jake: http://www.polyvore.com/hawaian_costume_party_outfit_for/set?id=115825478
Nuovo personaggio femminile (1) : http://www.polyvore.com/rocker_alice_in_wonderland/set?id=115828424
Nuovo personaggio femminile (2): http://www.polyvore.com/manga_rocker_girl/set?id=100109318
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Sono davanti allo specchio e mi osservo.
E' arrivata la fatidica sera della festa, e mi sto vestendo; in verità devo anche sbrigarmi se non voglio fare tardi!
I jeans neri strappati, freschi di bucato, stringono un po' più del solito sulle gambe; rimarrò a petto nudo, ma per uscire di casa indosserò la mia adorata giacca di pelle; ai piedi ho degli anfibi.
Finisco di truccare gli occhi, poi traccio delle linee sul viso, lentamente ma con precisione; una volta finito, indosso il fantastico copricapo di piume comprato qualche giorno fa e poi ammiro il risultato. Wow, ma sono davvero io quel figo nello specchio?
Mi do da solo un buffetto, ridendo della mia piccola mancanza di modestia. 
Non ho voglia di rimorchiare questa sera, ma spero di fare qualche conoscenza interessante alla festa!

«Purdy! Sei tu o sei un sosia indiano del vero Ashley?» mi chiede Jinxx, aprendomi la porta della nostra grande villa. La musica è a palla: riesco a sentirla bene anche là sulla soglia della casa, e in quel momento parte Fiend Club dei Misfits.
«Eric Draven, quale onore! Oppure sei Jeremy Ferguson?» scherzo, dandogli un buffetto.
«Siamo in vena di ironia, eh? Vieni, amico» replica, facendomi entrare.
Appendo nell'atrio la mia giacca, poi seguo il mio amico nel salone. E' pieno di gente e c'è davvero molta, molta confusione. Presto sono circondato da un turbine di colori: riconosco qualche costume tra le persone vestite nei modi più disparati.
«Ash!» mi volto e mi trovo faccia a faccia con qualcuno che somiglia molto a Nikki Sixx ma non è lui; lo riconosco dagli occhi.
«Andy! Ti ho riconosciuto solo per via degli occhi, sei vestito e truccato così bene da essere irriconoscibile!» esclamo, abbracciandolo.
Al suo fianco noto Juliet, vestita da Joan Jett.
«Ciao Juliet!» la saluto, con un sorriso.
«Ciao Ashley!» mi risponde, sorridendo anche lei. «Ti trovo bene!»
«Oh, grazie» commento, con una scrollata di spalle. «Sentiamo un po', quante amiche hai portato alla festa?»
«In verità poche, solo una decina!»
«Bene, se farò qualche conoscenza interessante avrai la mia gratitudine allora!»
Juliet ride, tenendosi al braccio del suo fidanzato. Sorrido ancora, poi vado oltre.
«Ommioddio Jacob Mark Pitts come ti sei conciato!» sgrano gli occhi trovandomi di fronte Jake con una camicia a motivo floreale decisamente estiva, bermuda, infradito e una ghirlanda di fiori al collo, poi scoppio a ridere. «Come sei sexy!»
«Ahahah, grazie Ash!» mi ringrazia lui, dandomi una spintarella e ammiccando. Vicino a lui spunta Ella, con un reggiseno e una gonna fatti come come di foglie e piume, perfetta ballerina di hula.
«Vi siete messi d'accordo per il costume, vedo! Che ventata di estate, mi fa già molto caldo!» dico, facendomi vento con una mano e facendo scoppiare a ridere entrambi.
Più avanti spunta una specie di hot dog gigante con la faccia di Christian; non riesco a trattenere una sonora risata.
«Solo tu potevi scegliere un costume del genere, Chris!»
«Io aaaamo il cibooooo!» strepita Christian, ballando con Lauren, la sua ragazza, vestita da unicorno.
Vago ancora per la sala e mi imbatto in una Alice nel Paese delle Meraviglie in versione più scura e rocker e riconosco la nuova fiamma di Jinxx, Mary.
«Ehi Ash, hai visto il mio uomo?» domanda, un po' in ansia.
«Oh, l'ho visto solo quando mi ha aperto la porta, temo di non esserti d'aiuto» rispondo, un po' imbarazzato.
Arrivo fino al banco al quale servono gli alcolici, con l'idea di bere qualcosina di leggero. Ordino un Sex on the beach e, appena arriva, decido di sorseggiarlo con calma mentre mi guardo attorno e mi godo Kickstart my heart dei Motley Crue a volume altissimo.
Noto un gruppetto di ragazze, piuttosto nutrito, che chiacchiera allegramente e ogni tanto ammicca nella mia direzione: tra loro vi sono alcune bionde con cui sono andato a letto nei mesi passati e mi sale un po' di irritazione. Stavolta non le ho invitate io, chi diamine l'ha fatto al posto mio?!
All'ennesimo accenno diretto verso di me, dedico loro uno sguardo assassino: le ragazze che mi riconoscono impallidiscono e cambiano posto nella sala, dirigendosi verso un angolo più nascosto, le altre si disperdono; una di loro, solitaria, giunge al banco a ordinare un angelo azzurro, poi si siede su uno degli alti sgabelli, abbandonando accanto alle sue gambe un enorme martello finto.
Sembra uscita da un fumetto o da un videogioco!
Ha una parrucca che sfuma dal blu al celeste lunga e un po' disordinata sotto alla quale intravedo ciocche di capelli neri e sulla quale spuntano degli occhialini in stile aviatore, una giacca di pelle nera, una canotta nera attillata con su stampato un teschio vagamente simile ad un acchiappasogni, ben due cinture di finti proiettili, shorts neri, calze bucate e un pesante paio di New Rock dalla suola alta almeno dieci centimentri, bracciali borchiati, due piume azzurre ai lobi e una croce argentata al collo. Potrei quasi temerla sia per l'arma, seppure finta, che per quelle scarpe...un calcio dato con quegli stivaloni potrebbe spedire qualcuno dall'altra parte di Los Angeles o fare mooolto male!
La sconosciuta si volta verso di me, come captando i miei pensieri, e mi ritrovo a fissare un paio di occhi dalle iridi rosse per via delle lenti colorate ma ugualmente profondi.
«Hey, cosa fa una bella ragazza tutta sola qui?»
Lei storce il naso. «Non mi andava di stare in compagnia di quelle oche, iniziavo ad infastidirmi, preferisco bere qualcosa senza starnazzate nelle orecchie! Comunque, intraprendente grande capo indiano, il tuo viso mi è familiare» aggiunge, osservandomi. «Sei Ashley Purdy, il bassista dei Black Veil Brides, giusto?»
«Smascherato» rispondo, alzando le braccia in segno di resa. «Invece il tuo viso non l'ho mai visto. Ti ha invitata Juliet?»
«Sì, sono sua amica, ho accettato l'invito anche se non conosco quasi nessuno qui.» 
«Oh beh, almeno conosci me e i miei colleghi di band...»
«Non di persona, ma sicuramente per fama, e poi la vostra musica mi piace parecchio!»
Le regalo un sorriso smagliante e lei sorride timidamente di rimando; sembra a suo agio, ora. «Tu invece, eroina di fumetto, hai un nome?»
«Ovvio! Mi chiamo Amber Burns.»
«E' il nome del personaggio del tuo costume o il tuo?»
«Beh, il mio, mi sembra ovvio che ti dica il mio vero nome se mi presento!»
Scoppio a ridere. «Mi sembra giusto! Scusami, ogni tanto dico qualche cazzata!»
«Tranquillo, non sei l'unico!» ride anche lei, e la sua risata è così carina che non riesco a fare a meno di notarlo.
Il brano che inizia in quel momento mi lascia spiazzato per qualche attimo: è Can't get away, un brano della mia ex band, Stolen Hearts!
«Perché la voce del cantante di questo brano mi è così familiare?» chiede Amber, grattandosi la testa. «Ah, ecco! Sei tu con la tua ex band! Mi piace un sacco questa canzone!»
«Sì, sono io...mi fa piacere che ti piaccia così tanto!» replico, giocherellando con una ciocca di capelli e sperando che non si noti il rossore che è affiorato sui miei zigomi. Di solito sono io a far arrossire le ragazze e a percepire il loro imbarazzo, ora invece tocca a me sentire le guance bruciare e sperare che nessuno se ne accorga.
Nel frattempo mi rendo conto di aver vuotato il mio bicchiere e ordino un altro Sex on the beach; Amber invece è ancora a metà bicchiere e beve a piccoli sorsi, forse non è molto abituata all'alcol.
Appena arriva il mio secondo drink, esulto interiormente per il progresso appena fatto; di solito mi scolo almeno tre drink pesanti di fila solo all'inizio, invece questa volta mi sto contenendo e per ora ho preso solo alcolici leggeri. E bravo Ashley, continua così che vai alla grande.
«Ashley!»
Improvvisamente sbuca Jinxx, leggermente affannato.
«Certo che c'è veramente tanta gente, ho fatto fatica a trovarti!» esordisce, tirando un sospiro. «Ti sei per caso scordato?»
«Di cosa, di grazia?» replico, storcendo il naso.
«Non avremo montato tutto quell'impianto e i nostri strumenti per bellezza, spero!»
«Ah!» esclamo, sbattendomi una mano in fronte. Mi volto a guardare Amber, piuttosto divertita dalla scena. «Ehm, Amber, dovrei andare un attimo...ci si rivede tra poco!»
«Oh, va bene» risponde lei, con un sorriso.
Seguo il mio collega e giungiamo sul palchetto che abbiamo allestito nel salone, dove è tutto già montato e pronto.
«Buonasera gente! Sì, lo so, non è nostra abitudine esibirci vestiti così» inizia Andy, al microfono, ridendo «ma per stasera sarà così. Vi regaleremo un piccolo concerto gratis!»
Consulto un attimo la lista dei brani stilata dal frontman, poi prendo in mano il mio basso, controllo che sia accordato e mi metto in posizione.
Il brano d'inizio è Rebel Love Song. Suono, andando di qua e di là sebbene lo spazio sia molto più ridotto di quello dei soliti palchi, sventolando allegramente il mio copricapo di piume e i miei capelli.
Cerco con lo sguardo Amber tra la folla, e la trovo proprio in prima fila, sorridente e distesa nonostante il gruppo delle oche bionde sia quasi dietro di lei. Le faccio un occhiolino e la vedo per un attimo confusa prima di ricambiare con un sorriso.
La cosa va avanti così per tutta la nostra mini-esibizione, io continuo a stuzzicarla ammiccando nella sua direzione e lei continua a sembrare un po' imbarazzata, anche se poi inizia a "rispondere" con piccole smorfie e linguacce.
Il fatto che finora abbia assunto pochissimo alcol mi fa sentire un po' strano ma tutto sommato non male, riscopro il piacere di sentirmi più lucido e attento, specie ora che la mia attenzione è tutta diretta, senza il mio totale consenso, verso Amber.
Alla fine di quel concertino riponiamo gli strumenti e ci mischiamo di nuovo nella folla degli invitati e raggiungo la ragazza, passando poi con lei ore molto piacevoli trascorse a chiacchierare; l'unico alcolico non leggerissimo che ha bevuto ha diminuito la timidezza che aveva prima, ora è più spigliata ma sempre piuttosto timida e mai sfacciata.
«Devo andare, si è fatto tardi e ho promesso a mia madre che sarei rientrata almeno prima delle tre» dice Amber, guardando l'orario sul cellulare e prendendo la borsa.
«Se vuoi posso accompagnarti» mi offro.
«Oh, no, stai tranquillo, non abito molto distante da qui...»
«Ma sono pur sempre le tre di notte e siamo comunque a Los Angeles, non è sicuro per una ragazza camminare da sola in piena notte.»
«E va bene, mi arrendo...ma solo perché sei stato così gentile da offrirmi un passaggio!»
Prendo anche io la mia giacca, poi vado a salutare i miei colleghi e dedico al microfono un saluto generale a tutti gli invitati, poi raggiungo la ragazza e insieme ci immergiamo nella notte di Los Angeles.
L'aria è fresca ma non gelida, qui la temperatura non è quasi mai rigida. Amber mi segue fin dove ho parcheggiato la moto, le porgo il casco che non posso indossare per via del copricapo e, dopo che l'ha indossato, salgo sulla moto e la invito a fare altrettanto; sento le sue braccia allacciarsi al mio torace e avverto uno strano calore accompagnato da un formicolio. Mi dice dove abita, il nome della via mi è familiare; una volta fissata in mente la destinazione, do gas e parto.
E' qualcosa di fantastico viaggiare veloce sulla moto con una ragazza abbracciata a me; non è una cosa che faccio adesso per la prima volta, ma soltanto ora mi dà questa bellissima sensazione!
Dopo dieci minuti circa arriviamo a destinazione; Amber scende dalla moto, mi restituisce il casco e si risistema un po' i capelli.
«Beh, sei stato davvero molto gentile, grazie mille» dice, sorridendo.
«E di che» replico, ricambiando il sorriso. «Sai, mi piacerebbe mantenermi in contatto con te e conoscerti meglio...»
«Oh, per me va bene» commenta, colta di sorpresa ma comunque contenta; fruga nella borsa e poi, con una penna, mi scrive il suo numero sul dorso di una mano in mancanza di un foglietto. «Vorrei dirti solo un'ultima cosa...»
«Dimmi pure.»
«Sono fidanzata, ma mi piacerebbe molto averti come amico.»
Sento improvvisamente qualcosa che mi pesa sullo stomaco simile ad una pietra. «Va benissimo.»
Amber mi guarda, negli occhi leggo una sorta di rimpianto mista a simpatia, poi mi si avvicina e mi lascia un bacio su una guancia. «Buonanotte, grande capo indiano.»
«Buonanotte a te, ragazza uscita da un fumetto giapponese» rispondo, limitandomi a sollevare un angolo della bocca; la osservo mentre sale le poche scale del porticato e scompare poi dietro una massiccia porta color mogano.
Mentre mi rimetto in sella e mi dirigo verso casa, rimugino sugli ultimi eventi. Non mi aspettavo di certo di conoscere una ragazza interessante come lei, con qualche grammo di sale in zucca e molto da raccontare...e nemmeno mi aspettavo di finire in friendzone, non mi è mai successo prima. Non riesco a fare a meno di sospirare, mogio. Forse c'è una speranza...che il rimpianto che le ho letto negli occhi significhi che non è felice con il suo fidanzato? Probabile. Non aveva sul viso tutta quella luminosità che compare sul volto di chi è felicemente innamorato e ricambiato, quella che ho scorto sul viso di Andy quando parla della sua Juliet o su quello di Jake quando vede Ella. Per ora posso esserle solo amico, ma mi impegnerò ad essere un ottimo amico, è troppo bella e preziosa per farle del male.
Arrivato a casa, vado in bagno a struccarmi e mi svesto con una certa lentezza; mi distendo sul letto in boxers, pensoso, accoccolandomi nel mio nido di lenzuola. Prendo il mio iPhone, scrivo rapidamente un sms di buonanotte e lo invio al numero ancora scritto sulla mia pelle che poi inserisco nella rubrica, ripromettendomi poi di cercare il suo profilo su Facebook.
Il sonno arriva furtivo e, quasi prima che me ne accorga, le mie palpebre si chiudono e scivolo nel mondo dei sogni, con un sorriso sulle labbra.

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Capitolo 5
*** Texting, talking ***


Sì, sono ancora viva x.x finalmente riesco ad aggiornare! Buona lettura!
Brani consigliati per la lettura: Rooney, When did your heart go missing?





Il sole mi colpisce in viso; mi rigiro nel letto, mugolando, ma poi mi rassegno alla ripresa di coscienza e apro gli occhi, piano.
Sono ancora tutto rannicchiato nelle lenzuola avvolte al mio corpo che formano una sorta di rifugio, la stessa identica posizione di quando mi sono addormentato; praticamente ho dormito come una pietra senza muovermi neanche di un centimetro.
Mi balzano subito in mente i ricordi della serata precedente...poi mi ricordo del proposito che mi ero fatto prima di dormire. Mi connetto subito a Facebook e cerco il nome della ragazza conosciuta la sera prima: trovo subito il suo profilo e per alcuni minuti osservo attentamente la sua foto profilo, faticando un po' a riconoscere in quei tratti la persona che ho visto con molto trucco, parrucca e lenti colorate. Ha lunghi capelli neri piuttosto lisci con un grosso ciuffo sulla fronte, occhi grigi quasi sempre contornati da vistoso trucco nero, un viso regolare, ovale e ben fatto e un corpo non proprio magro ma con le curve al posto giusto...ed è bellissima. Non m'importa un fico secco se è diversa dalle ragazze che solitamente preferisco, ovvero bionde e magre dal fisico perfetto, anzi ora in confronto a lei tutte quelle biondine sembrano scialbe e insignificanti.
"Ash, Ash, che combini mai? Stai per caso iniziando a provare qualcosa?" fa una vocina nella mia testa, e poco dopo annuisco, rispondendomi da solo; rimango fermo per alcuni minuti, con il cellulare ancora in mano, e un sorriso quasi da rincoglionito subito si fa strada sulla mia faccia e non se ne va per un bel po', tanto che poi sento dolere un po' i muscoli della faccia non abituati da un certo tempo a sorridere così tanto.
Ad un certo momento mi riscuoto dal mio torpore e il cellulare: sono le nove e trenta...e poco dopo arriva un sms che apro subito.
"Buongiorno :D scusa se non ti ho risposto alla buonanotte ma già dormivo!"
E' lei!
Improvvisamente ho voglia di piroettare per tutta la casa, ma penso piuttosto a digitare la risposta al messaggio.
"Buongiorno, tranquilla :) tutto bene? Dormito bene? :)"
Vibra il cellulare. "Mi sono addormentata subito e ho dormito come un sasso :) tu?"
Digito rapidamente la risposta: "Anche io :)", poi mi balena in testa una strana idea. "Ti va di vederci per bere qualcosa oggi pomeriggio?"
Attendo quasi un minuto la risposta e inizio a temere il peggio, poi arriva finalmente un altro sms che apro immediatamente, speranzoso: "Perché no? ;) dimmi luogo e ora".
Le dò appuntamento in un bar dalle parti di casa mia per le cinque del pomeriggio...quando lei mi dà il suo assenso via messaggio inizio di colpo a sentirmi bene, anzi, benissimo!
Squilla il telefono e rispondo immediatamente senza guardare chi mi chiama.
«Pronto?»
«Ben svegliato, mr. Purdy!»
E' la voce di Andy.
«Ti sento un po' strano, sei ancora distrutto dalla serata di ieri?»
«Ah beh, direi di sì...chiamavo solo per dirti che oggi proviamo da dopo l'una alle quattro anziché dalle dieci, ti sta bene?»
«Certo! Allora a dopo, collega!»
«A dopo!»
Passo il resto della mattinata mettendo a posto la mia camera e riordinando di qua e di là, poi mando giù qualcosa per pranzo e mi cambio per andare a provare con i miei colleghi.
 
«Hey Ash! Cosa ti è successo?» esclama Andy quando arrivo nella sala.
«Eh?» replico, perplesso.
«Hai una faccia diversa dalla solita...o hai appena preso una botta in testa o ti sei innamorato!» si intromette Jinxx.
«Già!» commenta Jake.
«Dicci la verità, amico, tanto la tua faccia è un libro aperto» ride Christian, giocherellando con le bacchette della batteria.
«E va bene!» sospiro, con le mani alzate in segno di resa. «Ieri sera, alla festa che abbiamo dato, ho conosciuto una delle ragazze che Juliet ha invitato...»
«Una di quelle bionde tettone?» salta su Christian, interrompendomi.
«Spiacente di deluderti, CC, ma no, mi sono stufata delle bionde rifatte e senza cervello...ho conosciuto una ragazza che non è bionda e non porta la quinta o la sesta di reggiseno, ma è ugualmente molto bella, posso dirlo anche se ieri sera era travestita e truccata pesantemente.»
«Forse ho capito!» esclama Jinxx. «Parli di quella ragazza con la parrucca azzurra, i vestiti da rocker e il maxi martello finto?»
«Esatto» rispondo, sorridendo. «Abbiamo chiacchierato tutta la serata e poi l'ho riaccompagnata a casa perché volevo che arrivasse a casa sana e salva...»
«Eeeeeeeeeeeee?» fa Andy.
«E' stata brava?» scherza Jake.
«Non me la sono portata a letto!»
I miei quattro colleghi strabuzzano gli occhi.
«Che evento è mai questo?»
«Non ci credo!»
«Domani arriva un terremoto!»
«No, un uragano! Inchiodate assi alle finestre!!»
«Ahahah» rido, facendo poi una linguaccia. «Non me la sono portata a letto per due motivi: uno, mi sono rotto di storie di una notte, due, è già fidanzata.»
«Ahia!» geme Jinxx, strizzando gli occhi. «Brutta cosa, amico...»
«Ma forse ho qualche speranza...» soggiungo, con un sorrisino.
«Ah sì?»
«Quando ieri sera ha accennato al suo ragazzo, non mi è sembrata davvero felice. Non aveva sul viso quella luce che compare sul viso di Andy quando si tratta di Juliet, o sul tuo quando pensi a Mary, o su quello di Jake quando vede Ella, o ancora su quello di Christian quando è con Lauren...»
«Mh, capito» commenta Jinxx mentre gli altri annuiscono appena per dire la stessa cosa. «Beh, che altro dire, buona fortuna amico! Quando la rivedrai?»
«Oggi pomeriggio alle cinque ad un bar!» mugolo, stropicciandomi la faccia con le mani. «Sono inguardabile, devo ripassare a casa per sistemarmi dopo le prove!»
«Ma va là!» fa Christian, dandomi una piccola spinta. «Su, ora proviamo, prima che si faccia tardi!»

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Capitolo 6
*** Let's have a drink ***


Arieccomeeeee! :D Buona lettura! <3
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Quando finiamo di provare sono ormai le quattro passate; mi congedo dai miei colleghi e corro a casa per prepararmi.
Mi faccio una doccia e mi rilasso per qualche minuto sotto il getto di acqua tiepida; appena ho finito di lavarmi mi avvolgo in un asciugamano e asciugo i capelli, poi mi precipito in camera e spalanco le ante dell'armadio per scegliere i vestiti.
Okay, non devo andare a suonare ad un concerto né devo andare ad un evento mondano o elegante, posso scegliere qualcosa di più semplice...ma cosa?! Oddio, mi sento una ragazzina in paranoia per i vestiti al primo appuntamento!
Be', direi che per il momento è meglio non spaventarla, quindi non metterò niente di elaborato. Infilo una maglietta amaranto con su scritto "Rock'n'roll is devil's music", jeans strappati e un paio di stivali, poi aggiungo qualche catena alla cintura e infilo la giacca di pelle, giusto per tirarmela un po'.
Corro in bagno a finire di sistemarmi; una linea di matita e basta, neanche un po' di fondotinta o cipria, una pettinata ai capelli, un po' di profumo e sono pronto, oltre che in anticipo, l'orologio sull'iPhone segna le 16:30. Salgo in sella sulla mia moto, do gas e parto per il luogo d'incontro.

Arrivo a destinazione venti minuti dopo grazie al traffico, ma per fortuna sono ancora in anticipo; parcheggio e mi appoggio ad una ringhiera vicino al locale, in attesa, e inganno il tempo osservando i veicoli che scorrono per la strada, perdendo la cognizione del tempo.
«Hey!»
Mi volto e vedo Amber arrivare, leggermente scarmigliata. Indossa una canotta nera aderente e un po' lunga, una camicia di almeno una taglia più grande rossa e a quadri, un paio di leggings curiosi con degli intrecci di lacci e semplici Dr Martens neri; eccetto una leggera linea nera intorno agli occhi, non è truccata, e i capelli neri sono un po' disordinati per la corsa. Ha con sé una grossa borsa di pelle nera con borchie, e non riesco a fare a meno di domandarmi perché le donne girano spesso con quasi mezza casa appresso.
«Ciao Amber!» esordisco, sorridendole.
«Uh, mi hai riconosciuta?» rimane un attimo interdetta. «E io che mi sbracciavo perché credevo non mi avessi riconosciuta! Comunque chiedo venia, sono un po' in ritardo.»
Sono appena le 17:03, non è un gran ritardo, ho conosciuto donne molto più ritardatarie, ma mi fa piacere che fosse ansiosa di arrivare in orario.
«Non preoccuparti per il ritardo. Comunque sì, ti ho riconosciuta!» rispondo, gongolante. «E' vero che ieri sera eri travestita e truccatissima, ma mi hai detto il tuo nome e - non prendermi per un maniaco - ho cercato il tuo profilo su Facebook e ho visto come dovevi apparire senza tutto quel trucco e parrucco! Sei molto bella anche al naturale.»
«Immagino sarei stata irriconoscibile se tu non avessi visto una mia foto...comunque grazie» fa lei, imbarazzata, ravviandosi il ciuffo.
«Su, vieni» la invito; lei mi prende sottobraccio e insieme entriamo nel bar. Troviamo un tavolino libero in un angolo e subito ci sediamo.
«Volete ordinare?»
E' già arrivato il cameriere. Mizzica, che rapidità!
«Sì, grazie. Per me un Bacardi alla pesca» rispondo.
«Per me una Coke Zero» dice Amber poco dopo di me.
Mentre il tipo si allontana, osservo la ragazza di fronte a me che giocherella con un piccolo menù che è sul tavolo, leggermente nervosa.
«Parlami un po' di te, Amber.»
Lei sussulta lievemente, tornando a guardarmi. 
«Uh, non sono molto brava, ma ci proverò...» inizia a dire, giocherellando con un grosso anello che ha all'indice destro. «Sono nata qui a Los Angeles, ho ventidue anni e lavoro come estetista e truccatrice in un salone di bellezza di questa città insieme ad una collega con cui faccio i turni, oggi non sono di turno e quindi sono qui, altrimenti avresti dovuto attendere altre due ore perché fossi libera. Poi, uhm...beh, fisicamente mi vedi come sono, e per sapere com'è il mio carattere preferisco che tu mi conosca più che io te lo descriva...non mi piace molto descrivere questo lato di me, oltre alla personalità.»
«Mh, capisco» replico, guardandola ancora. «E ti piace descrivere i tuoi gusti e i tuoi hobby?»
«Oh, quello sì!» esulta Amber, contenta. «Tanto per cominciare, ascolto qualunque genere di musica, basta che una canzone mi dica qualcosa, non mi piace molto il rap, detesto la musica house, sono fissata con il rock e il metal, e ultimamente sono in fissa con l'hard rock e il glam metal!»
«Yeah! Dammi il cinque sorella!» esclamo, e lei mi dà un cinque sonoro, stupendomi per l'energia di quella mano sottile.
«I miei hobby sono cantare, suonare pianoforte e chitarra, scrivere, disegnare, ballare e sognare ad occhi aperti» continua, leggermente rossa in viso per il repentino entusiasmo che l'ha travolta «e, in quanto a gusti in genere, mi piacciono cose che di solito agli altri non piacciono, per esempio vestire così, anche se adesso è un po' una moda, ma io vesto così praticamente da sempre. Adoro borchie, lacci, fibbie, anfibi, jeans skinny, maglie di band, ma anche cose colorate, e ho un debole per i vestiti gotici, sebbene non abbia esattamente il fisico per indossare quegli abiti. Tutto chiaro il ritratto di gusti e passatempi?»
«Come il sole!»
Finalmente arriva il ragazzo di prima con le nostre ordinazioni; ogni tanto mando giù un sorso di Bacardi e lei fa lo stesso con la sua Coke, ma non smettiamo di parlare. Diamine, non finirei mai di parlare con lei, è così bello...riusciamo anche a parlare di argomenti demenziali senza alcun problema! E' come parlare con i miei colleghi di band, con la differenza che lei è poco più che una sconosciuta.
Visto che sia io che lei abbiamo finito i nostri drink e non ci va più di stare seduti, ci alziamo e andiamo alla cassa; prima che abbia il tempo di prendere i soldi pago io per lei.
«Ashley!» fa lei, con gli occhi sgranati.
«Dimmi!» le rispondo, facendo una faccia da angioletto.
«Non dovevi, dai!» continua, protestando debolmente.
«Invece sì, altrimenti non sarei un galantuomo!» ribadisco, facendo finta di essere serio.
«E va beeene...ma la prossima volta ti mordo se lo rifai!» protesta ancora, ridendo.
«Accomodati!» replico, facendole una linguaccia.
Usciamo di lì e poi passeggiamo un po', senza una meta precisa, continuando a parlare.
«Oddio, sono le 18:45! Alle 19 ho un impegno!» esclama Amber, notando l'orario.
«Vuoi che ti accompagni?» le domando, premuroso.
«Visto che a piedi non arriverei in tempo, mi faresti un grosso favore!»
Esulto di nascosto mentre torniamo davanti al bar, dov'è ancora parcheggiata la mia moto; le do il casco che ho nel ripostiglio sotto il sedile, proprio come la sera prima, lei se lo mette e io faccio lo stesso, poi sale in sella, stringe le braccia attorno al mio torace e partiamo.
In dieci minuti arriviamo di fronte ad un palazzone moderno, e Amber mi fa capire che deve scendere là.
«Grazie di tutto!» esclama, con un sorriso, togliendosi il casco e restituendomelo; lo rimetto a posto e sfilo il mio momentaneamente.
«E di cosa?» dico, divertito.
«Beh, per avermi offerto la Coke, per aver chiacchierato con me, per avermi accompagnata di nuovo con la tua moto, in sintesi per il tempo passato con te» risponde lei, riconoscente. «A presto!» mi saluta, stampandomi un bacio su una guancia, e scappa.
Proprio come la notte precedente rimango fermo, ma non mi limito ad osservarla mentre scompare dietro al portone dell'edificio; avverto un certo calore nel punto dove le sue labbra si sono impresse e mi sembra di sentire quello stesso calore anche dove fino a poco prima le sue braccia si stringevano a me.
Sto già capitolando, qualcosa sta crescendo in me molto velocemente, ma devo in un certo senso controllarlo...non posso permettermi di farle del male.

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Capitolo 7
*** She's not okay ***


Anche se assediata da compiti e interrogazioni, ho voluto pubblicare il nuovo capitolo per farvi felici :3 buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Dead By April, In my arms




«Facciamo un selfie?» fa Amber, con una vocina.
E' un soleggiato pomeriggio e siamo appena usciti dallo stesso bar in cui ci siamo incontrati per la prima volta dopo la festa in maschera.
«Perché no?» esclamo, ridendo. La ragazza prende il suo cellulare, ci mettiamo un attimo in posa e scatta rapidamente una foto.
«Oddio come sono venuta male!» si lamenta lei. 
«Ma no, dai, sei venuta bene!» la blandisco, sorridendole. «Se ti può consolare, anche io che vengo sempre bene sono venuto meno bene del solito!»
«Che modestia!» ride lei, facendo finta di darmi uno scappellotto, poi improvvisamente ridiventa seria. «Ti va di venire a casa mia?»
«Quando?»
«Ora. Tanto si può arrivare anche a piedi, bastano cinque minuti.»
Annuisco e la seguo docilmente fino a destinazione.
In un angolo del giardinetto che circonda casa sua c'è un albero che offre con la sua presenza e la sua ombra un posto appartato e tranquillo, e lei mi porta proprio lì. Si siede su un ramo basso dell'albero che funge da sedile, e io vicino a lei.
«Uhm, non te l'ho mai chiesto...ti sembro inopportuna se mi azzardo a domandarti quale sia la tua attuale situazione sentimentale?» chiede Amber all'improvviso, abbassando gli occhi sulla lattina di Monster che ha in mano.
«E perché mai? E' una domanda innocente, se posta da una persona garbata come te» la rassicuro, con un sorriso. «Beh, sono single, come sempre, ma da un po' di tempo lo sono effettivamente...ultimamente mi sono stufato di avere storie di una notte, soprattutto con donne rifatte, bionde e senza cervello.»
«Beh, ammiro il coraggio con cui hai preso una decisione del genere» commenta Amber, pensierosa. «Non deve essere facile...»
«E hai ragione, non lo è» asserisco, storcendo un po' la bocca «ma sto già avendo i primi risultati positivi, quindi non me ne pento assolutamente.»
La ragazza sorride, riaggiustandosi i capelli con fare un po' nervoso.
«Tu invece?» le chiedo, cauto.
«Io? Beh, sono fidanzata da qualche mese con un certo Matt Yale» risponde, affabile. «E' una relazione stabile, niente "fuochi d'artificio" frequenti, ma non mi lamento più di tanto.»
Scruto con certosina attenzione il suo viso mentre parlava del suo ragazzo e colsi nei suoi occhi proprio quello che mi aspettavo di vedere: un'ombra di malinconia, di delusione.
«Beh, se è stabile è cosa buona dopotutto.»
«Non so se nel mio caso è proprio così...»
Improvvisamente avverto che la conversazione ha preso una piega più intima e personale. Sento che Amber vuole parlare e sfogarsi con me, sebbene sappia che non sono esattamente un suo amico stretto.
«Vuoi parlarne? Hai bisogno di sfogarti?» le chiedo, gentilmente.
«S-sì...» mormora. «In realtà è tutto così stabile perché lui non si fa sentire quasi mai...si fa sentire solo ogni tanto, quando parliamo in videochiamata su Skype sta due minuti a chiacchierare con me e poi si fa i cazzi suoi lasciandomi lì come un'idiota, non mi comprende quando voglio sfogarmi, non mi parla mai nemmeno di sé, mi fa ingelosire con altre ragazze...e, come se non fosse abbastanza, è da mesi che lui vuole da me qualcosa che io non mi sento di dargli e per questo ogni volta litighiamo...»
Di colpo i grandi occhi di Amber sono colmi di lacrime che iniziano a scivolare sulle sue guance.
Non so che dire, non so che fare.
Solo una cosa mi viene spontanea da fare...
L'abbraccio.
Sento la sua testa accoccolata tra una mia spalla e il mio collo, i suoi capelli mi fanno il solletico, ma non ci bado, penso solo a lei che in quel momento sta piangendo tra le mie braccia e mi ha appena narrato il suo segreto dolore.
Dopo qualche minuto si ritrae gentilmente dalla mia stretta e cerca di risistemarsi il trucco che le è un po' colato per il pianto.
«Io ti conosco ancora così poco e probabilmente non saprei dirti le parole giuste...» inizio, cauto. «Ma riesco a dirti soltanto che mi dispiace che tu stia male...e che, da quel poco che ho sentito, lasciatelo dire, ma quel Matt non ti merita affatto.»
«Forse è così...» risponde lei, con la voce ancora tremante dopo aver pianto. «Ma ho qualcosa che mi tiene legata a lui...un senso di colpa. Mesi fa, quando stavamo insieme per la prima volta, l'ho tradito durante un party al quale ero stata invitata da un'amica, ero ubriaca e il ragazzo con cui l'ho tradito era così bello...ho lasciato Matt per il senso di colpa che mi attanagliava. Dopo alcuni mesi di silenzio, in cui ho avuto un'altra breve relazione finita male, lui è tornato e siamo tornati insieme...ma non fa altro che fare leva sul mio forte senso di colpa...come posso liberarmene?»
Resto in silenzio, serio. «Puoi liberarti di questo senso di colpa soltanto facendotene una ragione. Eri ubriaca, non potevi ragionare lucidamente. E probabilmente ti eri ubriacata perché la situazione con Matt di allora era identica a quella attuale. Ho detto bene?»
«Sì.»
«E allora è inutile tormentarsi per un errore commesso inconsapevolmente...tutti sbagliamo. E non è giusto far leva sui sensi di colpa e far stare male qualcuno per questo.»
«E non è finita qui...sono sicura che, se lo lascerò di nuovo o comunque definitivamente, lui verrà a cercarmi e a vendicarsi...» le ultime parole di Amber sono agghiaccianti. «Conoscendolo, non credo lo farebbe davvero, ma chi mi garantisce che non avrà un raptus di follia e non verrà a cercarmi per mettere in atto il suo proposito?»
«Se pure ne avrà uno, dovrà vedersela con me» rispondo, deciso.
«Sei pazzo? Potrebbe ucciderti!» geme la ragazza, terrorizzata.
«Ma cosa hai capito?» rido, cercando di smorzare la tensione. «Non vado mica davanti a lui sventolandogli le chiappe in faccia e invitandolo ad impallinarmi...userei comunque alcune tattiche che lui non si aspetta.»
«Sei pazzo ugualmente...vuoi difendere me, una ragazza conosciuta da poco, vuoi correre un rischio per una quasi sconosciuta!»
«Non è una novità che io sia pazzo, però» commento, con un sorrisino.
«Ah, quello sì, ma ci sono due ipotesi per la scelta che hai appena fatto: o sei proprio fuori di zucca, o boh.»
Avverto che ha omesso la seconda ipotesi. Voleva forse dire "o sei innamorato"?
«Prima o poi lo scoprirai, chi lo sa?» la prendo in giro, tentando di risollevarle il morale; finalmente Amber sorride di nuovo, almeno per un attimo.
«Purtroppo ora devo andare, sono le 15:30 e ho appuntamento con i miei colleghi di band in sala prove tra mezz'ora» dico, un po' mogio, guardando l'orologio del cellulare.
«Oh, va bene» risponde la ragazza, anche lei un po' delusa dal fatto che sia già finito anche quest'altro pomeriggio insieme.
Mi alzo e mi ripulisco da eventuali tracce di erba e pezzettini di legno, e lei fa lo stesso.
«Grazie...» mormora, con gli occhi un po' lucidi.
La fisso per un po', poi cedo all'istinto e la stringo forte a me; mentre le accarezzo la schiena per rassicurarla, affondo il viso tra i suoi capelli e respiro profondamente, inalando il loro profumo.
«Non c'è di che...quando hai bisogno, sai dove trovarmi» rispondo, sorridendo e sfiorandole una guancia rossa con un dito.
I suoi occhi e miei occhi si incatenano e una forza invisibile ci avvicina sempre più, ma all'improvviso mi rendo conto di ciò che sta succedendo e sobbalzo lievemente, allontanandomi.
«A presto!» mi dice lei, imprimendo su una mia guancia un lieve bacio.
«A presto, piccola.»
Mentre ritorno davanti al bar per riprendere la moto, sento le guance bruciare. Stavamo per baciarci. L'attrazione non è unilaterale, forse anche lei è attratta da me. Era un momento perfetto, ma qualcosa in me mi ha spinto a reagire in quel modo e l'ha spezzato...e credo di sapere perché. Non voglio causarle ulteriori problemi, soprattutto con il suo ragazzo.
Chissà come sarebbe andata se nulla avesse interrotto l'attimo...

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Capitolo 8
*** Sarcasm is a weapon ***


Rieccomiiii! :D
Non ricordavo nemmeno di avere già un capitolo pronto t.t la mia memoria inizia già a fare cilecca! Ebbene, beccatevi anche questo aggiornamento :P
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Ed Stevens, Junkie / Green Day, Know your enemy





«Ash, stai bene?»
Ritorno bruscamente alla realtà quando Andy mi si para davanti, vagamente preoccupato.
«Oh, sì, sì, sono solo un po' stanco» dico, facendo un gesto con la mano per dirgli di star tranquillo.
«Mh, sei sicuro che non ci sia dell'altro?» chiede Christian, venendo anche lui vicino a me.
«Siete diventati i miei psicanalisti o cosa?!» rido, vedendo i miei colleghi così preoccupati per me che mi circondano e mi poggiano le mani sulle spalle.
«Siamo i tuoi amici e colleghi di band!» esclama Jake.
«Esatto! E se noi vogliamo essere i tuoi psicanalisti o semplici amici che raccolgono le tue confidenze tu non puoi opporti» proclama solennemente Jinxx.
«Okay, okay, vi dico tutto» mi arrendo. «Prima di venire qui sono stato con Amber.»
«E...?»
«Ci siamo quasi baciati.»
«Alèèèèèèèèèèèè!» strepita Christian, contento.
«Chris, non c'è molto per cui esultare...lei è fidanzata, non voglio che per colpa mia si ritrovi nei guai con il suo ragazzo...»
«Ma chi sarà mai questo fantomatico fidanzato di Amber così minaccioso?» fa Jake, ironico.
«E' un certo Matt Yale. Qualcuno di voi lo conosce?»
«Oddio sì, io lo conosco!» salta su Christian. «Dimmi che è uno scherzo.»
«Perché dovrebbe essere uno scherzo?»
«Perché lui è orribile e Amber è sprecata con uno come quello! Guarda su Facebook, forse c'è il suo profilo, così puoi vederlo. Magari compare nella situazione sentimentale di Amber.»
Prendo il mio iPhone, entro su Facebook e vado sul profilo di Amber; leggo le sue informazioni e alla voce "Situazione sentimentale" compare una scritta: "Impegnata con Matt Yale". Da lì giungo sul profilo di quel tizio e...la mascella mi casca quasi fin sul pavimento quando vedo le foto.
Di viso non sarebbe nemmeno male, ha gli occhi scuri e i capelli biondo scuro cenere, ma è sgraziato, ha troppa barba che lo fa sembrare più vecchio della sua età ed è decisamente sovrappeso, sebbene si possa evincere che è di una certa statura.
E così questo sarebbe Matt Yale, il famoso fidanzato di Amber Burns, quello che la fa soffrire non facendosi sentire, non dandole attenzioni e facendola ingelosire con altre ragazze?
O è un perfetto idiota, o fuma roba tagliata male.
Non ha assolutamente un aspetto fisico adeguato per poter fare il playboy, e stando alla descrizione di Amber forse non ha nemmeno bellezza interiore notevole.
Ora so che faccia ha il mio rivale, colui a cui piace la stessa ragazza che piace a me; posso competere e cercare di avere la ragazza che mi attrae, ho sicuramente delle speranze di farcela.
«Trovato» dico, inespressivo.
«Vediamo un po'» fa Andy, prendendomi di mano il cellulare. «Uh mamma che brutto!»
«Non è nel mio stile insultare, ma questo ragazzo è proprio bruttino» commenta Jinxx, con un sopracciglio inarcato.
«Concordo con Jinxx» aggiunge Jake.
«Amico, in questo sei fortunato, hai un rivale che non ha neanche la metà delle tue doti fisiche!» Christian la butta sul ridere...beato lui che ci riesce.
«Non bastano quelle, ci vuole anche il cervello...poi che me ne faccio dell'essere più bello del mio rivale se casomai non mi volesse?»
«Probabilità inesistente, amico, se stavate per baciarvi c'è sicuramente qualcosa.»
«Ops, scusa per la cazzata che ho appena detto...comunque Amber sta ancora con Matt perché è legata a lui da un senso di colpa per delle vicende personali che li hanno portati ad un distacco e ad un riavvicinamento. E' per questo che lei non l'ha ancora lasciato.»
«...uh...»
«Quindi per ora posso esserle amico e starle vicino, magari col tempo le sparirà quel senso di colpa e le cose cambieranno.»
E lo spero davvero.
«Tempo al tempo, e qualcosa cambierà.»

E' ormai sera quando finisco le prove con la band. Mentre mi avvio verso casa, mi immergo nei miei pensieri. 
Sono passati tre giorni circa da quando ho visto Amber l'ultima volta, per fortuna ci siamo sentiti ogni tanto via sms. Mi manca, anche se c'è una vocina alquanto molesta nella mia mente che ogni tanto si fa sentire e cerca di negare ciò; ma so che quella vocina è il residuo del donnaiolo impenitente e orgoglioso che ero qualche tempo fa.
«Ashley!»
Quasi mi scontro con Amber, che viene dalla direzione opposta alla mia.
«Ciao Amber!» la saluto, allegro, poi noto che tiene per mano una persona; distolgo gli occhi da lei e guardo chi è la persona con lei, e improvvisamente sento freddo nel petto.
«Matt, lui è il mio nuovo amico, Ashley, è il bassista di una band locale molto famosa» dice Amber, facendo le presentazioni. «Ash, lui è Matt, il mio ragazzo.»
«Piacere» rispondo, accorgendomi poi del mio sorriso che si è congelato dopo aver stretto la mano a Matt. Lui, fin troppo sicuro di sé con i suoi chili di troppo e la sua barba, con indosso una maglia rossa stinta, jeans comodi e sneakers, ha il viso come di pietra; i suoi occhi, scuri e piccoli, mi stanno quasi passando ai raggi x.
«Dunque saresti un bassista, huh?» si decide finalmente a dire, senza smettere di scrutarmi. «Come si chiama la tua band?»
«Black Veil Brides, suoniamo principalmente rock con influenze anni '80 o hard» rispondo, aggiungendo anche due dettagli giusto per tirarmela un po' davanti a lui. Sono pur sempre un musicista famoso, posso permettermelo, specie di fronte a persone che mi analizzano così spudoratamente con lo sguardo.
«Ah» commenta Matt, sollevando un sopracciglio. «Non credo sia il mio genere, sebbene io sia un grande fan del rock anni '80.»
Crede di farmi un dispetto dicendo così?
«Eh vabbè, capita, ognuno ha i suoi gusti, se qualcuno non ci apprezza in compenso ci sono altre dieci persone che stravedono per noi» replico, sollevando un angolo della bocca, beffardo.
«Buon per voi. Ehm, Amber? Devo andare a prendere la metro per tornare a casa, vieni» dopo l'ultimo commento, la sua attenzione si rivolge verso Amber, e la sua non sembra tanto una domanda. Lei annuisce, e ho la sensazione che l'abbia fatto con una certa rassegnazione.
«Io devo scappare, ho da fare a casa...ciao Amber! A presto!» mi congedo, sorridendo alla ragazza, poi mi rimetto in cammino, senza curarmi affatto di salutare Matt.

Dopo essere entrato nel box doccia, rimanendo fermo per un po' sotto il getto d'acqua prima di iniziare ad insaponarmi, continuo a rimuginare sugli ultimi fatti.
No, decisamente non mi piace quel ragazzo. 
Ha un'autostima ridicolmente alta tanto da non rendersi conto che non è esattamente uno che può tirarsela così tanto, non è esattamente un belvedere...in più, è stato dannatamente antipatico, e se anche io lo sono stato l'ho fatto solo in risposta al suo fastidioso atteggiamento.
Spero solo che Amber non se la sia presa per questo...
Quando torno in camera per asciugarmi e vestirmi, trovo un sms di Amber e subito lo apro per leggerlo.
"Hey Ash, scusa ancora per l'atteggiamento di Matt, non so cosa gli sia preso, di solito è più simpatico e amichevole quando conosce qualcuno...però hai fatto bene a rispondergli in quel modo perché ha rasentato la maleducazione con te!"
Sospiro di sollievo, poi ridacchio. Pensavi di averla vinta tu, caro Matt Yale? Ho vinto io che sono stato sarcastico ma sicuramente meno maleducato di te, e ho vinto perché la tua ragazza è più d'accordo con il suo amico che con il suo fidanzato!
Digito subito la risposta, dopo aver asciugato i polpastrelli ancora umidi dopo la doccia. "Non preoccuparti :) anzi, pensavo che ce l'avessi con me perché non mi sono comportato proprio benissimo...ma lui è stato dannatamente irritante! By the way, posso chiederti una cosa?"
Qualche secondo, e arriva la risposta. "Certo ^-^"
"Se posso sapere...come mai avevi quello sguardo così rassegnato e poco contento quando ti ha chiesto di accompagnarlo a prendere la metro? Non mi pareva tanto fosse uno sguardo di dispiacere perché lui doveva andarsene..."
In attesa, inizio a vestirmi; l'altro sms arriva giusto mentre ho la maglietta infilata per metà e annaspo alla ricerca del cellulare, finendo poi spiaccicato sul letto con l'iPhone in mano e un braccio teso in stile Statua della Libertà. Dopo aver finito di indossare l'indumento, leggo finalmente il messaggio.
"Te lo direi volentieri, sai che di te mi fido...è una cosa che nessuno sa, neanche le mie amiche più intime...ma se te lo dicessi ti scandalizzeresti o ti faresti una cattiva idea di me :/"
Ridacchio per un attimo prima di tornare serio. "Scandalizzarmi? Io? Ricordati che hai a che fare con un pervertito xD e poi non mi permetterei mai di giudicare. Non ti forzo mica, se vuoi puoi dirmelo, se non vuoi non fa nulla."
E' sorprendente come si fidi già di me anche se ci conosciamo poco...ed io sono onorato di avere la sua fiducia.
Ancora qualche minuto di attesa, poi il cellulare vibra di nuovo. "Matt vuole sempre andare prima alla stazione perché così possiamo "imboscarci". Peccato che quando facciamo così non solo non si cura minimamente di fare qualcosa di carino, che so, baciarmi, ma poi pretende da me...certe cose...e rischiamo spesso di essere visti o scoperti. Odio quel momento delle nostre giornate insieme."
Okay, mi rimangio quello che ho detto. Il fatto che io sia piuttosto esperto in campo sessuale diventa totalmente insignificante di fronte alla confessione di Amber. Per quanto possa essere bello farsi fare determinate cose da una ragazza, pensare a quel grassone antipatico che le impone di fare quella cosa e lo fa in un luogo con pochissima privacy mi dà il voltastomaco. "Oh...non avrei mai immaginato... :/ non riesci proprio a convincerlo a non fare queste cose in quel posto?"
"A volte ci riesco, ma poi vedo che mette il muso e sento che è imbronciato e la cosa mi pesa. E' maledettamente bravo a farmi pesare le cose, te lo assicuro."
Le scrivo augurandole la buona cena, poi abbandono l'iPhone sul tavolo in cucina mentre mi preparo qualcosa di commestibile e rimugino sulle ultime scoperte.
Non riesco a fare altrimenti, più conosco Matt attraverso le parole di Amber e più mi prudono le mani per il desiderio di strozzarlo. Non solo è bruttino e con l'autostima assurdamente alta, ma si permette anche di trattare così la sua ragazza, di trattarla quasi alla stregua di una puttana...ma che razza di ragazzo è?! Dove vive, nel mondo di YouPorn?!
Dopo cena, prendo in mano il mio basso e suono un po', ripassando qualche canzone a caso, così immerso nei miei pensieri da non far nemmeno caso ai movimenti delle mie mani.
Successivamente appoggio in grembo la mia chitarra acustica, osservandola attentamente per notare eventuali danni e graffi. La accordo, poi prendo il plettro e lo poggio sulle corde, cercando una canzone da suonare.
Le mani partono, strimpellano le corde, le parole vengono fuori da sole...la canzone non parla di me, non parla a me...parla ad Amber, è per lei.
You're not alone, we'll brave this storm and face today, you're not alone...
Quando le corde si sono fermate dopo le ultime note, mi accorgo di avere gli occhi umidi.
"Ash, Ash...ti sei commosso suonando per lei e pensando a lei...cosa combini, eh amico?" fa una vocina nella mia testa.
Mi asciugo gli occhi, poi sorrido...so qual è la risposta.

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Capitolo 9
*** Tipsy things ***


E rieccomi! :3
Ho finalmente ripreso la storia, visto che mi sono sbloccata un po' e ho avuto un po' di idee, quindi ho deciso di aggiornare u.u preparatevi, ho delle belle cose in serbo per voi!
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Kito ft. Reija Lee, Sweet talk






Mi ridesto dopo un sonno senza sogni, al suono della sveglia.
Mentre mi strofino gli occhi e ritorno alla realtà, realizzo che è il mio giorno libero, quindi volendo posso poltrire ancora a letto; mi rotolo un po' tra le lenzuola e poi mi accoccolo di nuovo in posizione per dormire, ma il sonno ormai è lontano.
Mi perdo nei pensieri, senza seguire un filo logico, sorridendo ogni tanto con una faccia da beota...
Il cellulare che squilla interrompe il mio svago. Lo afferro e rispondo senza nemmeno guardare chi è.
«Qui Ashley Purdy!»
«Collega!!»
Christian ha seriamente rischiato di farmi diventare mezzo sordo. «CC, che diamine urli? Mi hai spaccato un timpano!»
«Scusa, non volevo! Era solo per darti una sveglia allegra!»
«Oh, piccolo Chris coccoloso, allora ti perdono. Novità?»
«Oh beh...sono tornato single.»
Rimango un attimo in silenzio. «Uh...mi spiace davvero tanto, amico mio.»
«Oh, tranquillo, non preoccuparti...la cosa era nell'aria già da un po', mi ero già preparato all'idea che sarebbe successo prima o poi.»
«Beh, però mi dispiace ugualmente e lo sai. Dunque stasera usciamo così ti svaghi un po', okay?»
«Mmmh, in verità io...»
«Okay CC, ci vediamo stasera» replico, con tono scherzoso ma di chi non ammette altra risposta.
«A stasera, collega!»

«Uahahahah!» Christian ha appena sparato l'ennesima boiata e Amber sta ridendo parecchio. Forse anche troppo...da quando siamo qui al locale, è già al terzo drink. Beh, in realtà anche io.
«Ding dang, who is your boss?» canto quasi a squarciagola, leggermente stonato, e lei riprende a ridere come una matta.
Anche gli altri sono un tantino allegri, con o senza l'ausilio di alcolici: Andy fa il buffo per far ridere Juliet, Jake ed Ella ridono guardandoli e Jinxx e Mary li seguono a ruota, e le signorine non hanno tutte bevuto, mentre noi giovanotti sì.
Il tono della conversazione resta lo stesso per svariato tempo, poi dopo la mezzanotte le cose sembrano iniziare a prendere un'altra piega: Andy e Juliet si rincantucciano a sbaciucchiarsi e a darsi baci eskimo, Jinxx e Jake iniziano a pomiciare con le rispettive fidanzate. Il povero Christian fissa tristemente il suo bicchiere, cercando di ignorare le coppiette che lo attorniano che, grazie all'alcol che è entrato in circolo, si sono scordati di avere un po' più di tatto.
Sento una risata bassa vicino al mio orecchio; mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con Amber, che tiene gli occhi chiusi e sembra aspettare qualcosa. 
Le guance iniziano a ribollirmi furiosamente.
"Che aspetti?! Baciala!" urla una voce nella mia testa, alla quale se ne sovrappone un'altra che dice "Non fare cazzate, Ash!"...che fare?
Sono diviso tra il desiderio di baciarla e il timore di fare qualcosa di sbagliato, non è nemmeno lucida, non so se vuole davvero questo...guardo Christian che, sebbene mogio, mi fa un occhiolino e accenna un sorriso, come per incoraggiarmi.
«Aaashley...» mormora Amber, ancora ad occhi chiusi; la vista delle sue labbra socchiuse mi dà il colpo di grazia.
Mi avvicino a lei; tremante ed esitante, poggio le mie labbra sulle sue.
Mi esplode qualcosa dentro in quell'esatto momento, sento come se avessi un fiume di lava che mi scorre dentro, ma è una sensazione assolutamente positiva.
Dopo alcuni secondi mi allontano un poco da lei, senza aria nei polmoni, respirando rapidamente; la ragazza è ancora immobile nella stessa posizione e il sangue le è affluito copiosamente alle guance.
«Mi piaci» confesso, sottovoce, riavvicinandomi a lei, desideroso di baciarla di nuovo.
«Anche tu» biascica lei in risposta, premendo il naso contro il mio, poi di colpo si schianta su di me; appena riesco a capire cosa è successo, mi accorgo che si è addormentata di botto.
Possibile che poco alcol abbia avuto un tale effetto su di lei?
Christian ridacchia, poi fa un verso strano a metà tra una foca e un asino e richiama l'attenzione degli altri ragazzi, che iniziano a spanciarsi dal ridere.
«Ehm, ragazzi, devo riportare a casa Amber, si è addormentata di sasso» dico, timidamente, accennando alla ragazza addormentata e momentaneamente appoggiata in grembo.
«Per come dorme puoi portarla direttamente da te, basta che non le fai nulla» interviene Jinxx, sorridendo un po' maliziosamente.
«Buona idea» replico, facendogli la linguaccia. «Sta' tranquillo, non le torcerò un solo capello. Qualche volenteroso che mi aiuta?»
«Io!» salta su Jake.
«Pitts, tu sì che sei un bravo giovanotto» lo prendo in giro.
«Gne gne gne, lo so» mi risponde per le rime lui.
«Dovrei portarla a casa mia, puoi fare da autista per favore?»
«Come no!»
Saliamo in macchina, lui al posto di guida e io dietro, dopo aver sistemato Amber sui sedili posteriori; pochi minuti e siamo davanti casa mia e Jake mi aiuta a portarla dentro e a toglierle la giacca e gli anfibi prima di deporla sul mio letto.
«Bene, io raggiungo di nuovo i ragazzi...per qualunque cosa noi ci siamo!» dice, dopo aver finito di aiutarmi, con un sorriso.
«Va bene, ragazzi, e grazie mille, siete dei tesori» rispondo, dandogli un abbraccio. «Salutatemi le vostre ragazze, e passate bene il resto della serata!»
«A domani, collega!» mi saluta il chitarrista, poi torna in macchina, rimette in moto e parte.
L'orologio digitale sul comodino segna le 01:30. Piuttosto presto per i miei standard, ma vabbè.
Amber dorme come una pietra, senza dare segni di risveglio, con indosso una camicia a quadri e dei leggings neri. E' così bella e ha un'aria così innocente...potrei stare tutta la notte ad osservarla.
Mi do un buffetto in faccia appena mi rendo conto di aver pensato una cosa simile, ma sorrido.
Dopo aver fatto tappa in bagno per rimuovere il poco trucco sugli occhi e prepararmi per la notte, torno in camera e mi spoglio e mi infilo sotto le coperte con soltanto i boxers addosso.
Dopo Ellis, il mio letto è sempre rimasto vuoto dall'altro lato, e mai è stata nel mio letto una ragazza con cui non ho avuto intenzione di fare sesso...è decisamente un primato e una novità. Spero solo di non metterla a disagio facendomi trovare in mutande...
Improvvisamente sento caldo, molto caldo.
La vicinanza di Amber inizia a sortirmi uno strano effetto, per metà piacevole e per metà imbarazzante...
Respiro profondamente, cercando di calmarmi, e sento il sonno che finalmente arriva.

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Capitolo 10
*** Awakening ***


Eccomi qui ad aggiornare! Ho dovuto resistere all'impulso di aggiornare subito, è che speravo di ricevere almeno una recensione prima di aggiornare e così è successo *-*
Vi ringrazio per l'affetto e l'apprezzamento, seriamente.
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Adam Lambert, Runnin'







-Amber-
Riapro gli occhi, riprendendo coscienza dopo un sonno di pietra che sembra essere durato un giorno intero.
Cerco di mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo, senza riconoscerla; inizio a sentirmi spaesata e a disagio.
Mi volto e noto un corpo disteso ad una ventina di centimetri da me, dormiente. Distinguo a malapena nella penombra dei lunghi capelli scuri sparsi sul cuscino, spalle coperte da qualcosa, probabilmente tatuaggi, sento un profumo a me familiare...
Ashley.
Sono nel suo letto.
Lui è lì vicino a me e dorme.
Ed è mezzo nudo.
Arrossisco violentemente e il battito accelera bruscamente, mi sento imbarazzata per la situazione ma attratta da essa allo stesso momento.
Ho un mezzo vuoto di memoria, ma ricordo bene di non aver bevuto molto, è solo che non reggo bene l'alcol...
Ed Ashley mi ha baciata.
Gliel'ho chiesto proprio io, in preda ad un irresistibile impulso.
Ricordo distintamente il tumulto interiore provato quando ho sentito la sua bocca poggiarsi sulla mia, le sue labbra sottili e soffici sulle mie...
In quel momento mi sono sentita bene, mi sono sentita libera e felice...
Ora però mi sento in colpa.
Baciando Ashley, ho tradito Matt.
Di nuovo.
Ma...
Se io amo Matt, non ho bisogno di qualcun altro.
Ma se qualcun altro mi fa sentire meglio di Matt...
C'è qualcosa che non va.
Forse è tutta la situazione.
O forse sono io, che come sempre mi faccio troppe pippe mentali.
Mentre ancora mi dibatto tra questi pensieri, Ashley si rigira scompostamente nel letto e la distanza tra noi due diminuisce improvvisamente: il suo corpo è a pochi centimetri dal mio, proprio davanti ai miei occhi ho la visuale del suo collo e delle sue clavicole un po' sporgenti.
Le guance mi bruciano, ma nonostante questo tento di non farmi prendere da ansia o panico; avvertendo il suo calore, mi rilasso e poggio la testa sul cuscino sotto il suo braccio disteso, quasi contro il suo petto, e sento gli occhi appesantirsi di nuovo.
Non mi importa nient'altro in questo momento.
Quando mi sveglierò, ci penserò.
Ora voglio solamente stare bene.

-Ashley-
Riapro gli occhi lentamente, avvertendo inconsciamente la luce nella stanza che è diventata più forte.
La prima cosa che metto a fuoco è una massa di capelli neri sotto il mio mento; spalanco gli occhi di colpo e realizzo che è Amber, e sta dormendo quasi attaccata a me.
Forse durante la notte mi sono rigirato così tanto da esserle finito quasi addosso...
Proprio in quel momento anche lei apre gli occhi, sbattendo lievemente le lunghe ciglia, poi nota la mia presenza e le sue guance si imporporano di colpo mentre pone alcuni centimetri di distanza tra lei e me.
«Scusa...» mormora, un po' imbarazzata.
«E per cosa, di grazia?» rispondo, con una leggera risata. «Comunque buongiorno» aggiungo, con un sorriso, tentando di metterla a suo agio.
«Buongiorno a te» replica lei, sorridendo a sua volta. «Grazie per esserti preso cura di me e avermi ospitato nel tuo letto.»
«Oh, non c'è di che, davvero.»
La vedo guardarsi intorno. «Puoi dirmi dov'è il bagno?»
«La porta è lì dietro di me» le indico, girandomi.
«Grazie.» Amber si alza, si stiracchia un po' e poi si dirige verso il bagno, camminando a passo leggero e felpato e chiudendo la porta dietro di sé. Sento lo sciacquone, lo scorrere dell'acqua e la sua voce, come se stesse parlando con se stessa, poi finalmente esce fuori, struccata e visibilmente messa meglio.
«Hai un armamentario di make up che può fare invidia a quello di una donna, sai?» mi dice, con una risata, sedendosi a rimettersi le scarpe.
«Eheheh, lo so bene, fa parte del mio essere spaccone» la prendo in giro, facendo delle smorfie.
La ragazza recupera giacca e borsa, e mi rassegno all'idea che se ne sta andando; mi infilo un paio di pantaloni e l'accompagno alla porta.
«Beh...grazie di nuovo per tutto» proferisce, sorridente e lievemente imbarazzata allo stesso momento, poi un'ombra cala sui suoi occhi quando si avvicina per abbracciarmi.
«Per così poco...per un'amica questo e altro» rispondo, socchiudendo gli occhi e sospirando prima di lasciarla andare.
Mi saluta, agitando la mano e sorridendo, e prima che si volti faccio lo stesso; dallo spiraglio della porta aperta, la osservo mentre ferma un taxi e sale a bordo e sparisce poi nella tipica folla di auto del mattino.

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Capitolo 11
*** Thoughts ***


Ciao a tutti!
C'è voluto così tanto prima che aggiornassi per via di molte cose che sono successe e si sono affollate, ma anche perché ho sperato fino all'ultimo che arrivasse una recensione e questo è successo finalmente! Ringrazio calorosamente tutti i lettori e i recensori e in particolare SheDark :3
Il capitolo è un po' "statico", ma vi sono belle cose in serbo, quindi non disperate u.u
Buona lettura!
Brani consigliati per la lettura: Linkin Park, Points of authority / System Of A Down, Marmalade




-Amber-
«Arrivo, arrivo!» sbuffo, mollando le cuffie sulla scrivania per rispondere al cellulare che sta già squillando da qualche secondo. «Pronto?» dico, dopo aver fatto scorrere un dito sul display.
«Ehi.»
E' Matt. «Oh, ciao. Tutto ok?» 
«Mh, sì. Tu?»
«Idem, un po' stanca. Ieri sono uscita con amici e ho fatto un poco tardi.»
«Scommetto che tra gli amici ci stava il tuo amichetto bassista.»
«Sì, e c'erano anche Juliet le altre.»
«Mh.»
«...che vuoi dire?»
«No, niente, niente...»
«Come dici tu.»
Qualche attimo di silenzio.
«Quell'Ashley non mi piace.»
«Ah sì? E perché mai?»
«Non mi piace e basta. Mi sa troppo di pallone gonfiato, arrogante e maleducato.»
«Beh, se ti stai riferendo all'altro pomeriggio ti faccio notare che neanche tu ti sei comportato molto bene. Almeno al primo incontro uno dovrebbe tentare di essere educato.»
«Alla fine sono io che ho torto?»
«Non ho detto questo, ho detto che sì, forse Ashley in quel frangente non è stato molto cortese, ma hai iniziato tu.»
«Ok.»
«Non devi assentire per farmi sentire realizzata. Se vuoi dire che sei d'accordo, fallo perché lo sei davvero.»
«Mh.»
Lo detesto quando fa così.
«Quando hai intenzione di rivedermi?»
«Non lo so. Sono leggermente incasinato con il college.»
Alzo gli occhi al cielo. Frequenta il college nonostante abbia faticato parecchio ad essere promosso negli ultimi anni di high school... non per qualcosa, ma se non aveva voglia di impegnarsi non avrebbe dovuto scegliere anche il college, è solo uno spreco di soldi. Poi se lui è occupato, beh, è lui, se non posso io perché ho da fare sono storie. Ma decido di essere diplomatica.
«Va bene, la prossima volta che ci sentiamo mi dici. Tieni conto che tu sei occupato con il college, ma anche io sono occupata col lavoro.»
«Okay. Io vado, ciao.»
«Ciao.»
Chiusa la telefonata, mi concedo finalmente di sbuffare sonoramente.
Ultimamente sono più o meno così le nostre telefonate. Piccoli scontri, nessun argomento di cui parlare e finisce là, mi sembra persino strano che oggi non abbia rimesso in mezzo il suo famoso chiodo fisso.
Non un "come stai?" sinceramente interessato, non un accenno a rendersi disponibile anche solo a farmi sfogare quando qualcosa va male o a confidarmi qualcosa di sé... nulla di nulla.
E' una relazione vera, questa?

-Ashley-
Mannaggia alla pigrizia.
Dovrei rimettere in ordine la mia stanza, invece sono ancora accoccolato sul letto.
Quasi quasi mi farei un'altra dormitina...
Chiudo gli occhi e improvvisamente piombo nel sonno.
E' quasi del tutto buio. 
Non so dove sono.
Sento qualcosa di morbido che si poggia sul mio collo ad intervalli regolari, ogni volta dei brividi corrono giù per la colonna vertebrale.
Labbra.
Gemo, tentando di farmi sentire dalla ragazza che sta su di me.
«Sssh...» mi zittisce, senza alzare la testa, alitando su una mia spalla. Mi sembra di conoscere quella voce...
Una mano sottile scivola con lentezza esasperata verso il basso e, giusto mentre la misteriosa ragazza mi ruba il fiato con la sua bocca sulla mia, stringe sul rigonfiamento tra le mie gambe.
«Mh!» gemo disperatamente durante il bacio, avvertendo il ruvido e passionale massaggio sulla mia virilità in tutta la sua inebriante forza.
La persona misteriosa alza finalmente la testa, e incontro un paio di occhi grigi incorniciati da capelli neri...
E qui risprofondo nel buio più assoluto.

Mi risveglio di scatto, fremente; ho un'erezione paurosa nei pantaloni e il cuore che galoppa, dunque respiro profondamente nel tentativo di calmarmi.
Appena il battito cardiaco ridiventa normale, tiro un sospiro, poi mi accorgo della mia eccitazione ancora là, per nulla diminuita.
Il battito cardiaco aumenta di nuovo in maniera percettibile mentre ripenso al sogno, ancora vivido nella mente, quasi davanti agli occhi; quasi senza rendermene conto, una mia mano scende giù, giù, fino al davanti dei morbidi pantaloni di tuta che ho indosso. 
Qualcosa là sotto pulsa, chiede...
Sciolgo i lacci dei pantaloni e li scosto verso il basso, premo la mano e attraverso i boxer percepisco una sensazione di umido.
Non ce la faccio più a resistere.
Eppure c'è qualcosa che ancora mi frena, non so bene cosa...
Le mie dita si infilano sotto l'elastico delle mutande, al contatto tra la zona bollente del mio corpo e l'aria rabbrividisco violentemente come se avessi freddo; successivamente ritornano sulla carne ormai nuda.
"Non pensare ad Amber, Ash, non pensare a lei..." una vocina nella mia testa grida, in tono di avvertimento.
Se penso a lei ora, sono finito... finirò per pensare a ciò che sto facendo appena la rivedo... ma è più forte di me, non riesco a non pensare al nostro bacio di stanotte e al sogno che ho fatto... la tipa del sogno era troppo simile a lei, sensuale, eccitante...
Muovo su e giù, piano, applicando pressione, aumentando poi la velocità gradualmente.
Il respiro accelera insieme al battito del cuore, un leggero strato di sudore emerge sulla mia fronte, l'eccitazione è ormai alle stelle e non resisterò ancora per molto...
Improvvisamente sento abbaiare i miei due volpini e sobbalzo, perdendo la concentrazione.
Merda.
Prima o poi ne farò manicotti di pelliccia di quei due piccoli esserini rumorosi.

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Capitolo 12
*** Unrefusable offer ***


Sciau! :3
Anche se per me è un periodo impegnativo ho deciso di aggiornare di nuovo perché non mi va di farvi attendere ancora molto, dunque ecco qui un nuovo capitolo! Ne ho un altro pronto e un altro lo sto scrivendo, ma per ora dovrà rimanere in standby fino a quando non sarò libera dagli impegni T.T
Buona lettura e grazie ancora a voi lettori e recensori! <3
Brani consigliati per la lettura: Saliva, Superstar






Riemergo dal buio del sonno e dell'incoscienza rapidamente, rendendomi conto che il cellulare sta vibrando sul comodino e fa un rumore che pare quasi assurdo nel silenzio della casa. Cerco di afferrarlo più velocemente possibile e rispondo, senza guardare il nome sul display.
«Qui Ashley Purdy!» dico, cercando di dare meno possibile l'impressione di essermi appena svegliato.
«Ash, sono Andy!»
«Andy! Dimmi tutto.» Per fortuna è solo il mio collega, altrimenti avrei sbranato chiunque fosse stato a svegliarmi.
«Ricordi che dopodomani andiamo in tour con i Bullet For My Valentine, vero?»
«Certo, che domande sono! Perché me lo chiedi?»
«Beh, stavo pensando ad una cosa.»
«Oooh, sai anche pensare?»
«Purdy, sfotti poco o la prossima volta che ci vediamo ti scasso di botte!» Andy ride di gusto dopo averlo detto, so benissimo che non lo farà davvero, mi vuole troppo bene.
«Comunque, dicevo... che lavoro ha detto Amber che fa?»
«Estetista e truccatrice in un salone di bellezza qui a Los Angeles» rispondo, sentendomi improvvisamente un po' teso. «Perché?»
«Stavo pensando di darle un'opportunità per fare esperienza e magari allargare la sua clientela o anche aprirsi una sua attività... che ne pensi di portarla in tour con noi come truccatrice? Sì, lo so, ci siamo sempre arrangiati da soli per il trucco, ma mi sembrava una buona idea e volevo proporla anche agli altri.»
Ho gli occhi sgranati e sono senza parole.
Immagino come sarà avere Amber sul tour bus, il contatto quasi costante che ciò potrebbe implicare e altri risvolti. Da una parte l'idea mi suona troppo strana, dall'altra c'è una voce nella mia mente che esulta in stile tifo da stadio e acclama questa idea come pazza e geniale allo stesso momento.
«Per me va benissimo» dichiaro, tentando di non far trasparire nulla di compromettente dal tono di voce. «Consulta gli altri e poi fammi sapere, okay?»
«Certo! A dopo, Ash.»
«A dopo, Andy.»
Dopo aver appoggiato il cellulare a posto mi strofino gli occhi, poi mi sfrego le mani sulla faccia, decisamente ansioso.
Dopo qualche minuto arriva un sms, e afferro al volo il telefono per leggerlo.
"Gli altri sono d'accordo. Ne parlo un attimo con 'quelli al piano di sopra', giusto per correttezza. Quando avrò l'okay definitivo ti faccio sapere!"
Altri minuti di attesa che per me sono assolutamente snervanti.
Mi tormento una ciocca di capelli, nel tentativo di distrarmi.
Vibra il cellulare di nuovo, e sobbalzo; lo prendo con le mani che quasi mi tremano. Leggo parole per me fatali.
Mi stropiccio il viso con le mani un'altra volta.
Dio, in che situazione sto per cacciarmi.

-Amber-
Il cellulare vibra e io sobbalzo, tornando alla realtà.
Mi sono svegliata da poco, entro un'ora devo essere al salone per iniziare a lavorare.
Chi sarà mai che mi chiama a quest'ora? Spero non sia Matt, non ho voglia di iniziare male la giornata.
Prendo il telefono, leggo sul display il nome di Ashley e sento un piccolo tuffo al cuore, poi rispondo.
«Qui Amber Burns!»
«Buongiorno, Amber!»
Ha ancora la voce un po' impastata dal sonno, lievemente rauca, e questo mi piace.
«Buongiorno a te, Ashley, ben svegliato! Tutto okay?»
«Non c'è male, piccola. E tu?»
«Oh, sto bene, al solito... sono da poco sveglia anche io e devo prepararmi per andare al lavoro.»
«Ho una notizia buona in anteprima per te!»
"Oddio, Ashley sa essere pericoloso" penso, trattenendo una risata. «Davvero? Dimmi tutto!»
«I miei colleghi vogliono proporti di essere la nostra truccatrice per il mini tour che dopodomani inizieremo con i Bullet For My Valentine.»
Sgrano gli occhi fin quasi a temere che mi caschino a terra. «Cooosa? Serio?!»
«Serissimo! In giornata telefonerò al salone dove lavori, così ne parlerò con la tua datrice di lavoro.»
«Io... sono senza parole...» riesco appena a proferire, troppo sorpresa per formulare un pensiero coerente.
«Ti arriveranno presto news, piccola. Buona giornata e buon lavoro!» mi saluta, e prima che io riesca a spiccicare parola chiude la telefonata.
Non ci credo.
Un mini tour insieme ad una band famosa, come loro truccatrice! Con tante persone più brave e quotate, hanno voluto scegliere me!
Sono così contenta che potrei esplodere da un momento all'altro!
Poi però un piccolo pensiero mi si insinua nella mente.
Andare con loro comporterà viaggiare insieme a loro sul tour bus. Certo, avrò la mia cuccetta e quant'altro, ma questo comporterà un contatto più stretto con Ashley.
Arrossisco violentemente.
Come farò?
Sono già confusa e attratta da lui, questo sarà un colpo di grazia.
Potrei tornare più confusa di prima, o...
"Amber, smettila di farti pippe mentali!" mi rimprovera una vocina nella mia mente che mi riscuote da quel torpore; inizio a prepararmi, con ancora nella mente le parole del bassista.

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Capitolo 13
*** Funny guys ***


E' passato quasi un mese dall'ultimo capitolo, quindi direi che è ora di aggiornare! u.u
Ho dovuto spezzare il capitolo in questo modo, l'altra parte sarà nell'altro così il pezzo sarà legato ad un pezzo successivo molto significativo :)
Ringrazio vivamente tutti i lettori e i recensori!
Buona lettura! <3
Brani consigliati per la lettura: Cinema Bizarre, I came 2 party





«Amber!» mi chiama la mia datrice di lavoro, distraendomi un attimo dal mio lavoro.
«Un attimo che finisco e arrivo!» rispondo, facendole cenno di attendere; finisco ciò che sto facendo ad una cliente, poi corro da lei.
La proprietaria del salone e mia amica, Soraya, una ragazza bruna con occhiali dalle lenti grandi e piuttosto squadrate, mi attende alla sua scrivania mentre sfoglia alcune carte.
«Ha chiamato Ashley Purdy, bassista dei Black Veil Brides» esordisce, mettendo da parte i fogli e guardandomi «e vuole che tu sia la truccatrice della band per il loro prossimo tour. Hanno già anche deciso che ti spetterà una bella sommetta, alla fine dell'evento.»
Mi spunta sul viso un sorriso da un orecchio all'altro. «Notizia splendida! Tu che ne dici?»
«Hai ancora strada da fare, ma a mio giudizio sei una delle più brave di questo salone, quindi sono perfettamente d'accordo e non porrò alcun ostacolo. Sarà per te un'esperienza importante.»
Abbraccio Soraya forte, e lei ricambia la stretta.
«Avrai l'onore di accompagnare una delle mie band preferite, sai?» aggiunge. «Trattami bene Jeremy, è il mio preferito.»
«Lo farò senz'altro!»

Sono appena uscita da lavoro quando mi squilla di nuovo il cellulare; rispondo immediatamente, senza guardare il mittente della chiamata.
«Sì?»
«Hey Amber! Che ti avevo detto?» fa dall'altra parte la voce di Ashley, dal tono gongolante.
«Sono ancora senza parole, quindi non so davvero che dirti!»
«Sorpresa, eh?»
«Moltissimo, davvero. Dove sarà la prima data?»
«Proprio qui a Los Angeles, al Club Nokia. Gli orari sono quelli classici dei concerti, cancelli che si aprono verso le 21.30 o anche dopo.»
«Verrò per le 20 allora, va bene?»
«Perfetto! Comunque... che fai di bello?»
«Sono uscita poco fa dal lavoro e sono piuttosto stanca, ora vedo se riesco ad acchiappare un taxi per tornare a casa... e tu?»
Lo sento ridere appena. «Oh, oggi per me era giornata di riposo, quindi non ho fatto alcunché e ora sto facendo altrettanto. Scusa, devo scappare un attimo» all'improvviso si congeda. «A dopo!»
Di nuovo non faccio in tempo a rispondere che la telefonata è già chiusa.
Ma perché mai andava di fretta?
Boh.
Sto qualche minuto ancora ferma, attendendo di veder passare un qualche mezzo pubblico di trasporto e controllando le notifiche sul mio cellulare, quando all'improvviso sento un rombo di motore e mi accorgo di una moto che ha appena parcheggiato nelle vicinanze; il conducente si leva il casco e con un gesto fluido del capo si riaggiusta i capelli lunghi.
È Ashley!
«Ma che ci fai qui?!» gli chiedo, dopo essergli corsa incontro.
«Sono venuto a prenderti per portarti a casa, non vedi?» ridacchia lui.
«Ma... non dovevi, dai!» protesto debolmente, ma prima che io riesca a finire mi mette il casco in mano e apre il vano per prendere l'altro.
«Su, andiamo» mi dice, sistemandosi per ripartire; mi sistemo anche io e salgo in sella, e si riparte.
Durante il viaggio mi accorgo che la visiera del casco è un poco sollevata, ma non la rimetto a posto; inspiro con forza e percepisco il profumo dei vestiti e dei capelli di Ashley, a pochi centimetri dal mio viso, poi mi stringo ancora un poco a lui, tenendo le braccia ben serrate attorno al suo torace. Sotto le dita mi pare quasi di sentire il suo battito cardiaco accelerare...
Appena giunti davanti casa mia, rallenta e frena; mi tolgo il casco e anche lui fa lo stesso.
«Tutto okay? Niente budella attorcigliate per il viaggio?» mi chiede, con una risata.
«Sto benissimo, altro che nausea!» gli rispondo, ridendo a mia volta.
Improvvisamente sento un cellulare squillare e sono certa che non è il mio; infatti è di Ashley, che lo prende al volo.
«Qui Ashley Purdy!» risponde, tutto pimpante. «Oh, ciao Chris, tutto okay? Mh, bene, io sto bene... che dici? Serata karaoke a casa nostra?! Scommetto che l'idea è stata tua! Sì, d'accordo, subito, aspetta in linea» e si allontana un attimo dal telefono. «Amber» si rivolge a me «Christian ha organizzato una cena con serata karaoke a casa nostra ed esige che ci sia anche tu, dovremmo essere là tra un'oretta. Che gli dico?»
«Digli di darmi il tempo di cambiarmi così andiamo!»
«Perfetto. Sì, Chris» riprende la telefonata «viene anche lei. Ahahah, sei contento manco avessi ricevuto un regalo! Okay, okay. A tra poco, collega.»
«Allora io corro a prepararmi. Vuoi entrare? Non mi sembra carino lasciarti qui fuori» dico, cogliendolo alla sprovvista.
«Oh, se non do disturbo va bene» risponde, alquanto titubante.
«Ma quale disturbo! E poi da persone come te mi faccio disturbare volentieri» replico, ridendo. «Mia mamma abita nell'altra metà della villetta, ma è spesso fuori per lavoro e non daresti disturbo neanche a lei, ne sono sicura.»
Prendo dalla borsa le chiavi e apro la porta; faccio segno ad Ashley di entrare e accomodarsi, poi entro anche io e richiudo la porta.
«Vuoi qualcosa?» chiedo, mentre lo vedo che si guarda intorno.
«Oh, no, grazie.»
Sorrido, poi scappo in camera mia e chiudo la porta.
Dopo una veloce rinfrescata al viso, opto per una felpa con su scritto "Normal people scare me", jeans strappati e un paio di creepers nere, poi mi ri-trucco facendo il solito trucco nero pesante, mi pettino e spruzzo un po' del mio profumo preferito, Hypnose di Lancome; riprendo la mia giacca di pelle e la borsa e torno nell'ingresso, trovando Ashley seduto sul divano del soggiorno intento a sfogliare un giornale a caso.
«Sono pronta!» annuncio, poi quando vedo che mi sta guardando faccio anche una piroetta.
«Wow!» fa lui, con un sorrisino. «Bene, andiamo.»
Risaliamo in sella e partiamo, dopo poco arriviamo a destinazione e suoniamo alla porta.
«Buonaseraaaaaa!» ci accoglie Christian, stritolando prima me e poi Ashley in un abbraccio. «Aspettavamo solo voi!»
Nel salone, davanti ad un maxischermo attorniato da cavi e roba varia, sono tutti ammucchiati sul divano.
«Buonasera!» saluto tutta pimpante, attirando l'attenzione; mi fermo a salutare ognuno dei colleghi di Ashley con un abbraccio. 
«Un bacino, ti prego, dammi un bacino!» mi si presenta davanti di nuovo Christian, facendomi gli occhioni dolci. Rido, poi gli imprimo un grosso bacio su una guancia e lo vedo gongolare.
«Piccolo Chris tenero!» esclamo, abbracciandolo.
«Okay, ora siamo gelosi e offesi» fanno gli altri quattro, facendo finta di mettere il broncio e incrociando le braccia.
«Ma no dai!» mi affretto a dire, fingendo agitazione per stare al gioco e ridendo, poi mi avvicino al divano; do un bacio su una guancia fresca di Jinxx, poi su una di Jake, poi mi fermo un attimo a ridere vedendo Andy che fa il labbruccio tremulo e gli stampo un grosso bacio su una guancia tiepida e leggermente ruvida di barba, per ultimo do anche ad Ashley un bacio a schiocco su uno dei suoi zigomi sporgenti e lo vedo sorridere.
Suona improvvisamente il campanello.
«Il cibo è arrivatooo!» cinguetta Christian, precipitandosi alla porta; paga rapidamente e ritorna con una pila di cartoni che posa su un tavolo per andare a prendere le birre e altre bibite.
«Pizza e schifezze varie per tutti!» esulta Andy.
«Bene, un altro strappo alla dieta» geme Jake, poi ride.

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Capitolo 14
*** Sleep, sleep ***


E rieccomi qui ad aggiornare! :D
Volevo aspettare qualche altra eventuale recensione prima di aggiornare, e così è successo, quindi ecco qui il nuovo capitolo!
In realtà il pezzo importante di cui parlavo nelle note d'autore dello scorso capitolo non è ancora qui, ma già si percepisce qualcosa... e più di questo non posso dirvi, se no vi rovino la sorpresa :B
Grazie a tutti i lettori e i recensori che mi seguono!
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Boys Like Girls, Thunder (acoustic, per l'ultimo pezzo)






«Su, diamo inizio alla serata di karaoke!» strepita Christian, arrivando in corsa sul divano; fa cadere tutti e fanno un'ammucchiata.
L'apripista, quasi ovvio, è Andy che si esibisce nella sua versione di Fiend Club dei Misfits, una canzone che ricordo bene di aver sentito al party a tema quando ho incontrato Ashley, e a fine canzone mi sbraccio in stile fangirl... è pur sempre un cantante famoso che apprezzo, eh!
Dopo di lui si offre Christian, che quasi strappa il microfono dalla mano del cantante e sceglie di provare a cantare Livin' on a prayer dei Bon Jovi; non riesco a trattenere le risate, poiché ogni tanto prende qualche piccola stecca e lui stesso a tratti fatica a cantare perché gli viene da ridere.
«Grande Chris!» esulto a fine canzone e batto il cinque e lui ricambia, entusiasta.
«Sotto a chi tocca!» fa Andy, invitando il prossimo cantante con un gesto della mano.
«Eccomi!» salta su Ashley, poi allarga le braccia, quasi fosse una celebrità che raccoglie applausi; la canzone da lui scelta è Sex action degli L.A. Guns, e appena finisce ne canticchia un'altra giusto per farci ridere, Party like a rockstar, raccontandomi poi che la cantò casualmente tempo fa, durante un'intervista, con una tipa dalle unghie lunghissime e stranissime, dopo aver improvvisato un pezzo di Everytime you go away di Paul Young.
«Insomma ti sei divertito quella volta, eh?» replico, dandogli un piccolo pugno contro un braccio.
«Moltissimo!» mi risponde per le rime, con una smorfia buffa.
«Su Jinxx, facci sentire qualcosa!» acclama Christian, battendo le mani tutto eccitato.
«E va beeene» Jinxx si alza finalmente dal suo posto e si accinge ad esibirsi. «Se per caso stono non lanciatemi i pomodori, vi prego!»
Sceglie Crazy train di Ozzy Osbourne dall'immensa lista di brani e la canta davvero per benino.
«Grazie, troppo gentili, meno male che non mi avete linciato» commenta alla fine del brano, con un inchino scherzoso. «Se avessi avuto la chitarra l'avrei anche suonata, ma meglio evitare, non voglio sembrare uno spaccone.»
«Jaaaaakey» chiama Andy, quasi canticchiando. «Non vorrai provare a sottrarti!»
«Figurati se ci riesco, se mi rifiuto come minimo mi costringete o mi saltate addosso» Jake sembra rassegnato, ma in realtà sorride a trentadue denti; si alza e ci regala la sua versione di Nothing else matters dei Metallica.
«Anche io mi associo a quello che ha detto prima Jinxx a proposito della chitarra, comunque» aggiunge, ridendo, prima di tornare al suo posto.
«E ora... Aaaamber!»
«Oddio, devo proprio?» improvvisamente mi si forma un magone. Non sono abituata a cantare in pubblico, mi sale sempre una grande ansia...
«Certo che devi!» afferma Christian. «Se no mi ritengo offeso!»
«Non è giusto però, così mi ricatti» protesto, cercando di fargli lo sguardo da Gatto con gli stivali. «E va bene, hai vinto, ti accontento» mi arrendo; mi alzo a prendere il microfono e scorro un po' la lista delle canzoni, alla ricerca di un brano cantabile per me.
«Possibile che non abbiate nulla di facile da cantare per una ragazza?» brontolo, poi mi capita sott'occhio un brano interessante, Make me wanna die dei The Pretty Reckless.
Il magone diminuisce mentre canto, sebbene rimanga percepibile, ma cerco di controllarmi il più possibile per non bloccarmi.
A fine canzone i cinque rimangono per qualche secondo in silenzio e mi sento parecchio osservata, poi prorompono in urla e applausi... mi stanno prendendo in giro oppure no?
«Esagerati, sono davvero stata così brava?»
«Decisamente! Hai una voce notevole, ragazza» commenta Andy, annuendo più volte, e i suoi colleghi ripetono il gesto.
«Ommioddio, ho cantato davanti ad una band famosa che ha anche apprezzato» biascico, coprendomi la faccia per non far vedere il mio colorito da peperone.
L'improvvisata "Corrida" continua, con l'aggiunta di altro cibo, altra Coca Cola e altre birre. Nelle pause ci inventiamo i giochi e gli scherzi più strani e idioti che riusciamo a trovare: ingaggiamo battaglie con pezzi dei cartoni ormai vuoti, tiri a segno con i tappi delle bottiglie e poi, tra gridolini e risatine, saccheggiamo alcune piante sul terrazzo e ne facciamo una corona floreale improvvisata da mettere in testa a qualche malcapitato per ridere un po'. 
Alle due di notte, ormai, Christian ronfa a metà tra il divano e il pavimento insieme a Jinxx, Jake ed Andy scherzano dandosi palpatine a vicenda e ridacchiando furiosamente ed Ashley, seduto sul pavimento, giace abbandonato contro il divano, come del resto anche io. Ho in circolo una quantità di alcol sufficiente a farmi sentire stordita e, prima di riuscire a fare una qualsiasi cosa, sprofondo nel sonno.

Riapro gli occhi e ben poco passa prima che io mi accorga di aver dormito, di nuovo, in un posto che non è casa mia.
Metto a fuoco l'ambiente circostante, ancora nella penombra del primo mattino, e capisco di non essere nemmeno nel salotto della sera prima: sono in una stanza di letto, probabilmente al piano di sopra, tappezzata di poster di band e di ragazze in bikini succinti. Deve essere la stanza di Ashley, come minimo.
Sposto lo sguardo e ho come un déjà vu: Ashley dormiente e senza maglietta nello stesso letto in cui sono io. 
È vicino, troppo vicino... avvampo violentemente.
In momenti come questi, in cui sono ancora rimbambita dal sonno e dagli alcolici, la presenza di Ashley è per me un qualcosa che mi fa provare inquietitudine per la sua vicinanza e piacere perché la apprezzo, mi piacciono il suo calore e il suo profumo. 
Ho dormito più volte con un amico che col mio ragazzo... la cosa mi fa quasi ridere, è paradossale ma è indicativa anche di come ognuno dei due mi fa sentire a mio agio: Ashley del tutto, Matt quasi per niente, soprattutto ultimamente.
Le mie riflessioni si interrompono quando percepisco che il bruno si sta muovendo e richiudo gli occhi, rapida, fingendo di dormire. Improvvisamente avverto un calore e qualcosa di morbido e caldo; socchiudo gli occhi e scorgo le clavicole di Ashley troppo poco distanti dal mio naso, oltre a sentire un leggero soffio che mi solletica i capelli ad intervalli regolari e il suo braccio poggiato a peso morto sul mio fianco... mi ha abbracciata. Sento come se avessi delle fiamme accese proprio sul viso. Mi muovo un poco, ma la presa si serra e mi ritrovo con una guancia premuta contro il suo sterno... insomma, dalla padella alla brace.
Per qualche minuto cerco di respirare lentamente, temendo quasi che lui possa sentire il cuore che mi martella nella cassa toracica, poi sposto leggermente il viso e appoggio l'orecchio al suo petto; il suo battito, lento e regolare, mi trasmette istantaneamente una sensazione di tranquillità e mi rilassa a tal punto che chiudo gli occhi e risprofondo nel sonno.

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Capitolo 15
*** Love isn't always fair ***


Orbene, ho deciso di essere clemente e vi posto il nuovo capitolo dopo appena una settimana, solo che per il prossimo ci sarà da attendere un poco di più perché non sto avendo moltissimo tempo e l'ispirazione viene a tratti u.u
Grazie a tutti i lettori e i recensori per il loro interesse e il loro affetto!
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Black Veil Brides, Love isn't always fair / Scars On Broadway, Serious






Non ho idea di quanto tempo sia passato quando avverto i movimenti del ragazzo vicino a me, ma non riesco a svegliarmi; il discreto mal di testa che ho mi impedisce di recuperare totalmente la lucidità e rimango immobile e ad occhi chiusi, sospesa in un limbo fra il sonno e la veglia.
«Amber...» lo sento sospirare all'improvviso, con voce sonnolenta, mentre mi stringe ancora un po' a sé e preme lievemente le labbra sulla mia fronte; sento il mio viso farsi rovente e prego che non se ne accorga.
Rimaniamo così per non so ancora quanto tempo, finché non avverto la luce del sole sugli occhi e sono costretta al risveglio; una volta aperti gli occhi, noto che anche lui è sveglio e la cosa accentua il mio imbarazzo, essendo ancora stretta fra le sue braccia.
«B-buongiorno...» balbetto leggermente.
«A te...» mormora, con un sorrisino, anche lui visibilmente impacciato a causa della situazione.
«N-non è successo niente stanotte, vero?» chiedo, improvvisamente assalita dal timore di aver fatto qualcosa che non doveva essere fatto nei momenti di poca lucidità.
Ashley corruga le sopracciglia per un attimo. «No, affatto. Come mai me lo chiedi?»
«M-momentaneo spavento, volevo solo assicurarmi di non aver combinato niente.»
Il ragazzo rimane pensieroso per qualche secondo, poi distende i tratti del viso; tende una mano e mi sfiora una guancia con il pollice e, pur colta di sorpresa, non mi sottraggo. Il suo tocco è delicato e dolce e non suscita in me alcun istinto di ripugnanza o fastidio.
«Sei bellissima, sai?» mormora, accennando un sorriso.
«Con questa faccia schifosa post alcol e sonno?» storco il naso e rido, ma vedo che Ashley è serio.
«Sì, anche con questa faccia» asserisce.
«Non mi starai mica prendendo in giro, vero Ash-»
Non faccio in tempo a finire di protestare che Ashley mi chiude la bocca con un bacio; sussulto al contatto con le sue labbra soffici e calde e la forza di ribellarmi viene improvvisamente a mancare, per cui non oppongo resistenza.
«Ora mi credi?» sussurra Ashley, ponendo giusto qualche millimetro di distanza fra i nostri visi.
«Ash, io...» cerco di dire qualcosa, ma non so davvero cosa dire. Mi sento legata al mio ragazzo, in un qualche modo gli sono affezionata, ma allo stesso tempo sono attratta da lui in una maniera impressionante che quasi mi intimorisce.
Mi metto a sedere, imbarazzata. «Avrei bisogno del bagno, dov'è?»
«Ultima porta in fondo al corridoio.»
Mi alzo, tenendo la testa bassa nel tentativo di nascondere le guance rosse, poi apro la porta, mi guardo intorno con circospezione ed esco, richiudendo la porta senza rumore.
Dio, cosa ho fatto? 
Ho baciato di nuovo Ashley... 
E al mio ragazzo non ci ho pensato neanche un istante, come se non esistesse.
Questo dovrebbe comunicarmi qualcosa?
Credo di sì, ma è un qualcosa che richiede dei cambiamenti radicali e non mi sento ancora pronta ad agire ed accettare le ignote e inquietanti conseguenze.
Intanto da domani fino agli inizi di novembre sarò a contatto con lui e so che succederà qualcosa... qualcosa che mi costringerà infine a scegliere.

-Ashley-
«Puoi darmi un passaggio per tornare a casa, per favore?»
La voce di Amber interrompe il filo dei miei pensieri; mi volto verso di lei e annuisco, rapido. «Il tempo di vestirmi e ti accompagno. Oggi lavori fino alle 19?»
«Sì, e vorrei preparare i bagagli stamattina per non ridurmi all'ultimo momento e sclerare, normale amministrazione per me» risponde, con una risata.
Mi rivesto più velocemente possibile, mentre lei inizia a scendere al pianterreno; scendo e prendo le chiavi e il mio casco da dove li ho lasciati la sera prima e lei mi segue.
Il viaggio di ritorno mi pare breve, troppo breve, e quasi subito arriviamo a destinazione.
«Grazie mille, e appena puoi ringrazia i tuoi colleghi per la serata di ieri, è stata davvero molto piacevole» dice, togliendosi il suo casco e restituendomelo. «A presto, Ash» mi saluta, stampandomi un bacio su una guancia e poi allontanandosi.
«A presto, Amber.»

-Amber-
Appena entrata a casa, mi lascio cadere mollemente sul divano, rimanendoci per qualche minuto.
A volte detesto rimanere da sola con me stessa, e questa è una di quelle volte. Non capisco cosa ho in questa testolina che mi impedisce di decidermi una buona volta a fare qualcosa.
Provo a fare a me stessa un giochetto di domanda e risposta, come se la vocina nella mia mente dialogasse con me.
Perché stai con Matt?
Perché provo qualcosa per lui, no?
Non puoi rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Allora, qual è il vero motivo?
Volevo provare a ricostruire con lui una relazione che potesse essere bella come lo era nei primi tempi in cui stavamo insieme.
Sei sicura che fosse bella, o eri innamorata e sei diventata anche mezza cieca?
Per dei versi era bella, dopo la prima rottura ho realizzato che per amore ho ignorato molte cose e accondisceso troppe volte.
Dunque, è possibile ricreare un idillio che non c'è mai stato?
Ne dubito fortemente, ma si può riprovare.
E cosa stai ottenendo? Sei felice con lui?
In teoria ho ottenuto che stiamo insieme, ma in realtà no, non sono così tanto felice.
Dunque? Cosa ti tiene ancora legata a lui?
Un affetto che comunque provo, sarà pure abitudine, e anche quel famoso senso di colpa.
E puoi continuare così? Con lui che ti dà a malapena qualche attenzione, ti maltratta, ti usa per il suo piacere e poi ti ignora?
No, ma pensavo di poterlo aiutare a cambiare, lui stesso mi disse che potevo aiutarlo a migliorare...
Illusa. Gli uomini, se vogliono cambiare, cambiano da subito, non cercano la scusa della donna che deve aiutarli. L'istinto da crocerossina è una fregatura. Davvero credevi fosse possibile?
Forse sì. Ma, come già detto, sono un'illusa.
C'è qualcuno che ti rende più felice di Matt?
Sì.
Chi?
Ashley.
Toh, il famoso bassista dalla fama di donnaiolo impenitente, sicuro di sé e dall'indiscutibile fascino che in realtà cela dietro l'immagine tutta un'altra persona. E come?
Beh... già che mi riservi attenzione pur essendo un VIP per me è tanto. Poi è un amico caro, sincero, affidabile e simpatico. Mi sta vicino, pur sapendo che sono impegnata, mi fa la corte senza essere invadente... e mi ha già baciata due volte, con tutto quello che ne è conseguito.
Bene, in queste affermazioni c'è già qualcosa su cui riflettere.
Sì?
Se non sei rimasta indifferente ai suoi baci, qualcosa vorrà pur dire.
Sicuramente. Beh... bacia bene.
Seee, chi vuoi convincere che è quello il motivo per cui hai reagito al suo bacio?
Nessuno, ma è la verità.
Hai avuto una reazione perché ti piace la persona che te lo ha dato. Un bacio può dartelo chiunque, ma ti emoziona se la persona che te lo dà ti piace. Pensi che io sia fessa?
No, no... beh, è una giusta osservazione. Allora sì, direi che mi piace.
Allora cosa aspetti a mollare quel caciocavallo su due gambe e correre fra le braccia del bel musicista?
Mi blocca il senso di colpa precedentemente citato.
Ah. E ne vale la pena?
Cosa, di farmi bloccare da questo o di averlo?
Entrambi.
Non lo so. So solo che io, persona solitamente fedele al partner, quella sera, a quel famigerato party, ho bevuto tre drink pur sapendo che reggo poco l'alcol e ho baciato un ragazzo che non si è sottratto e l'ho fatto come se avessi avuto una temporale amnesia della mia situazione sentimentale. E mi sento in colpa perché ho predicato bene e razzolato male.
Beh, tutti lo fanno in fondo, ma l'importante è riconoscere il proprio errore, no?
Certamente.
Tu lo riconosci il tuo errore, allora perché ti tormenti ancora da sola?
Perché Matt me lo rinfaccia spesso, come se fosse un motivo per non fidarsi più di me.
Ecco, vedi? C'è un altro errore, ma non è tuo: è suo. Se ci pensi bene ti viene in mente, te lo ha detto anche Ashley quel giorno, nel giardino di casa tua.
Cioè? Che se lui non avesse già iniziato ad ignorarmi e maltrattarmi io non avrei cercato in un'altra persona le cose che lui non mi dava?
Brava Amber. E allora, chi ha la colpa? Chi sbaglia e se ne pente, o chi sbaglia e non gliene frega niente di scusarsi?
Direi la seconda cosa.
E allora?
Non ho ancora abbastanza coraggio per decidermi... temo di sbagliare lasciando Matt e dando una chance ad Ashley.
Timore comprensibile, ma nel frattempo potresti almeno decidere di mettere fine all'accanimento terapeutico che è diventata la tua relazione, no?
Ci penserò. Ma poi c'è anche dell'altro...
Cioè?
Ancora non conosco Ashley molto bene e voglio conoscerlo meglio prima di iniziare una relazione con lui, sono già rimasta scottata troppe volte e voglio essere cauta.
Saggia decisione, ragazza.
Solo in quel momento mi ricordo di non aver ancora acceso il cellulare e mi affretto a farlo, mettendolo in carica; appena è acceso, mi rendo conto di avere alcune chiamate perse, una da parte di Soraya e altre tre da parte di... Matt.
Pochi secondi dopo il display si illumina di nuovo e compare il nome di Matt, segno che mi sta chiamando, e dopo qualche squillo rispondo.
«Pronto?»
«Ciao. Finalmente ti sei decisa a rispondermi, eh?»
«Non l'ho fatto apposta. Ieri sera mi si è scaricato il cellulare e l'ho messo a caricare stamattina perché ieri ho fatto tardi e mi sono svegliata poco fa.» Non è una bugia, ma diciamo che c'è un'omissione.
«Fai la bella vita, eh?»
«Anche se una persona lavora, esiste una cosa che si chiama "vita sociale" per la quale ogni tanto vale la pena fare tardi.»
«Per "vita sociale" intendi frequentare quel gruppo di schizzati?»
«Non sono pazzi, e comunque non ti riguarda. Io non mi metto a sindacare sulla gente che frequenti, e anche nel tuo gruppo ci sono elementi discutibili, per cui non apriamo la discussione che è meglio.»
«Beh, sono il tuo ragazzo, mi importa.»
«Toh, ti importa solo ora? Che coincidenza, ti interessi solo ora perché sto frequentando un gruppo di ragazzi, sebbene di solito ci sia anche compagnia femminile nel gruppo.»
«Vabbè, lasciamo perdere. Stasera possiamo vederci?»
«No, mi spiace. Da stasera fino agli inizi di novembre lavorerò con quel "gruppo di schizzati" come loro truccatrice nel tour che iniziano stasera con i Bullet For My Valentine.»
«E me lo dici ora, così?»
«Tu non mi dici mai nulla della tua vita e dei tuoi impegni. E poi te l'ho detto un giorno prima, quanto preavviso volevi? Ho avuto l'incarico ieri.»
«Ah. E quindi?»
«Sarò la loro truccatrice, avrò uno spazio mio sul loro tour bus insieme agli altri membri dello staff e alla fine verrò anche pagata.»
«Bene. E quindi quando ci vediamo?»
«A novembre, come già detto.»
«E come faccio ad aspettare così tanto?»
«Improvvisamente ti dispiace aspettare? Ma come, non sei sempre impegnato al punto che non hai quasi tempo per contattarmi ed uscire con me? Senti, sono stufa e ora devo andare a fare le valigie per domani, oggi pomeriggio lavoro, non ho altro tempo da perdere, quindi ciao.»
Chiudo la telefonata senza nemmeno aspettare che mi risponda, poi sbuffo sonoramente; apro la libreria musicale e metto in riproduzione la playlist con i brani più pesanti e rabbiosi per cercare di sbollire la rabbia mentre faccio le valigie.
Mentre tiro fuori della roba dall'armadio per piegarla e metterla in borsa, mi ricapita fra le mani la maglia nera con il teschio-acchiappasogni, quella che indossavo la sera che ho conosciuto Ashley, e per qualche secondo mi fermo, ricordando quella serata e ogni piccola cosa che, adesso, mi sembra tanto dolce; dopo un po' mi riscuoto e torno con i piedi per terra, mettendo la canotta da parte per indossarla quella sera.

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Capitolo 16
*** First concert ***


Salve! Chiedo venia per l'attesa, ma da qualche mese le idee o scarseggiano o quando le ho non posso scrivere e poi passano di mente, oltre tutto anche i miei vari impegni non contribuiscono... credo sia un poco corto questo capitolo, ma spero non sia un problema :)
Buona lettura. <3






Arrivo al Club Nokia in super anticipo, poiché partita da casa col timore di fare tardi, e sorpasso i cancelli, fermandomi poi ad attendere; dopo un tempo che non so quantificare vedo passare i tour bus delle band partecipanti, che parcheggiano non molto distante, e da essi scendono diverse persone, fra cui cinque ragazzi che riconosco subito.
«Ehilà! Sei arrivata prestissimo!» esclama Ashley, vedendomi lì, sorridendo e poi salutandomi con un abbraccio.
«Sono uscita di casa il prima possibile, non volevo fare tardi» rispondo, con un sorriso, prima di voltarmi e salutare anche gli altri quattro con un rapido abbraccio.
«Prima di entrare vorrei dirvi una cosa... vi ringrazio infinitamente per avermi scelta come truccatrice» esordisco, guardando ognuno di loro «molto probabilmente non ne avevate bisogno perché siete abituati a cavarvela da soli, ma comunque volevo esprimervi tutta la mia gratitudine.»
«Non c'è di che, davvero» mi risponde Andy, con un sorriso, mentre ci incamminiamo verso il camerino. «Sei una ragazza in gamba e meritavi di avere quest'occasione.»
Sorrido a trentadue denti, impossibilitata ad esprimere ancora la mia gratitudine a parole, seguendoli; arrivati lì, attendo fuori dalla stanza che si vestano e, dieci minuti dopo, Christian si affaccia per avvisarmi che sono pronti.
«Bene, chi sarà la mia prima cavia?» ridacchio, sfregandomi le mani.
«Mi sacrifico io!» fa Andy, ridendo, poi si siede e attende che io mi sia munita dell'occorente.
«Dimmi tutto.»
«Un po' di fondotinta chiaro giusto per dare compattezza e un poco di trucco nero agli angoli esterni degli occhi, a destra sfumato verso il basso.»
«Perfetto.»
Sento una stranissima ma piacevole sensazione mentre applico il fondotinta con una piccola e soffice spugnetta e poi con un pennellino scurisco l'esterno degli occhi, trascinando poi un polpastrello sulla sua pelle per creare l'effetto da lui chiesto. 
«Che te ne pare?» chiedo, porgendogli uno specchio.
«Perfetto! Grazie mille!» risponde, tutto contento, sorridendo, poi si alza. «Sotto a chi tocca!»
«Iooo!» Christian si precipita verso di me e si siede con così tanta foga che rischia di cadere.
«Bene CC, cosa devo farti?»
«Due begli occhi da panda!»
«Sul serio? Devo prenderti a pugni?»
«Spiritosa! Comunque seriamente, vorrei un po' di nero bistrato intorno agli occhi.»
«Oookay!»
Il batterista si rivela perfettamente disciplinato mentre lo trucco, senza muoversi o lamentare il solletico del pennellino sulla pelle.
«Wow! Grazie!» esclama il bruno, osservandosi nello specchio, poi mi abbraccia e mi stampa un bacio su una guancia.
«Avanti il prossimo!»
«Ci sono io!» Jinxx si fa avanti e si siede. «Non ti chiederò nulla di difficile, vorrei solo una bella incipriata con la cipria più chiara che hai.»
Accontento subito il chitarrista e, appena finito, sorride tutto contento.
«Jake, tu?»
«Io sono a posto così, grazie» dice Jake, con un sorriso. «Penso che sia rimasto solo Ashley come tuo cliente per questa sera.»
«Esattamente!» il bassista si accomoda sulla sedia con molta nonchalance, accavallando le gambe e scoppio a ridere. 
«Dunque, come vuoi che ti impiastricci la faccia?»
«Gradirei una buona base di fondotinta e cipria e il contorno degli occhi fatto col kajal, grazie.»
Fino a quando finisco di usare la spugnetta riesco a mantenermi piuttosto impassibile, ma poi mentre calco accuratamente la matita nera lungo la forma piccola e allungata dei suoi occhi, tenendo la pelle un po' tesa con le dita, sento le mani tremarmi e mi impongo di mantenere un autocontrollo bestiale per non accecarlo e non fargli notare la mia reazione.
«Al bacio proprio!» commenta, osservandosi nello specchio, poi mi da un bacio su una guancia. «Grazie, sei davvero brava!»
«Oh, non esageriamo...» cerco di minimizzare, rossa come un pomodoro.
«Sono realista, quindi se lo dico è vero» replica lui, con un tono che non ammette repliche e una finta faccia truce.
«Manca poco all'inizio!»

Insieme agli altri membri dello staff mi sistemo in un lato del backstage vicino ad un ingresso laterale del palco, chiacchierando ogni tanto con loro; devo dire che sono tutti molto simpatici e alla mano, credo che mi troverò molto bene con loro.
La folla sotto il palco è enorme e rumorosissima; sorrido mentre osservo le tante ragazze e i tanti ragazzi che urlano i nomi delle band che si esibiranno, con gli occhi che brillano e le braccia al cielo, ripensando ai pochi concerti a cui ho potuto assistere quando ero più piccola, e in quel momento mi sento parte di loro, sono come loro una ragazza che, anche se per lavoro, è al concerto in cui suonerà una band che le piace ed è molto emozionata.
Iniziano i Bullet For My Valentine, gruppo che ricordo di aver ascoltato ogni tanto ma senza troppa attenzione, e mi ritrovo a seguire il ritmo delle loro canzoni con il piede.
Dopo di loro è il turno dei ragazzi; Ashley mi fa l'occhiolino e mi manda un bacio con una mano prima di avviarsi verso il palco e io, arrossendo, riesco a ricambiare solo con un sorriso, poi percepisco su di me gli sguardi delle persone che mi circondano.
«Sembra che il signorino Purdy stia flirtando con te» commenta un ragazzo; non pare averlo detto con malizia, ma la cosa mi infastidisce un pochino... è come se ci avesse osservati a lungo, e le persone che guardano per troppo tempo mi mettono a disagio.
«Siamo buoni amici, non credo stia facendo questo» rispondo, laconica, preferendo non rivelare troppo.
Il brano che fa da sottofondo all'entrata in scena dei ragazzi ha una intro leggera ma misteriosa, cupa, che cede dopo poco il posto all'inizio vero e proprio di una canzone chiamata "Shadows die"; sento improvvisamente il sangue scorrere più rapido e caldo nelle vene e molteplici brividi lungo la spina dorsale, e queste sensazioni permangono per tutto il tempo della loro esibizione, in cui suonano in totale nove brani, uno più bello dell'altro.
Andy non sta fermo un attimo sul palco, è carico e incita la folla, perfetto intrattenitore, e pure Ashley non è da meno poiché saltella da una parte all'altra del palco, mentre i chitarristi si limitano a fare headbang pesante e il batterista non riesco nemmeno a vederlo bene da dove sono io; non posso fare a meno di ammettere che sono semplicemente fantastici.
Dopo di loro tocca ad una band di nome Stars In Stereo, ma la mia concentrazione va a scemare, ero così carica mentre guardavo i miei amici e ora inizia a farsi sentire la stanchezza, frutto di ore piccole, alcol e varie preoccupazioni, quindi vado a sedermi da qualche parte nel backstage.
Quando i ragazzi rientrano mi alzo e vado incontro a loro, con un mega sorriso.
«Siete stati fantastici!» esclamo, contenta.
«Oh, sei troppo gentile!» si schermisce Andy, sorridendo, poi mi abbraccia per ringraziarmi e similmente fanno i suoi colleghi.
«Piaciuto il concerto?» mi sussurra Ashley ad un orecchio, dopo avermi abbracciata.
«Molto, cerbiatto delle praterie» rispondo, ridacchiando, e anche lui ride, avendo capito l'allusione, poi mi stringe giusto un altro poco a sé prima di lasciarmi andare.

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