THE BIG EASY

di cm209
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                            THE BIG EASY: an NCIS/NCIS NOLA based story
 
 
Avvertenze. Non sto a farvele:  le conoscete già
 
Prologo.
 
Avevano trascorso una serata normale.
Nulla di particolare: avevano ordinato da uno dei tanti Popeye’s presenti a New Orleans due menù “white” con il riso e i biscuit al burro e li avevano portati a casa per mangiarli davanti alla televisione. Avevano guardato un film non particolarmente impegnativo.
Lei si era fatta piccina tra le sue braccia, quasi a voler cercare protezione.
Erano poi andati a dormire lei in camera da letto e lui sul divano
“Già c’è stato un incendio qualche giorno fa, non voglio ne scoppi un altro” le aveva detto scherzosamente.
Lui era piuttosto all’antica ma, quella sera entrambi si erano lasciati prendere la mano.
 
Il giorno dopo lui si alzò stiracchiandosi e andò in cucina.
Tirò fuori il latte e le uova dal frigorifero e la farina da un armadio e cucinò delle crepes e preparò del caffè.
Aveva intenzione di farle una sorpresa.
Si conoscevano da qualche mese.
Si erano incontrati in un modo piuttosto fortuito a New Orleans dove lui si trovava per trascorrere qualche giorno di vacanza e avevano scoperto di essere loro agio l’uno in compagnia dell’altra.
Da cosa era poi nata cosa.
Mise il caffè in un bricco che poi mise su un vassoio assieme a della marmellata a un versa latte, lo zucchero e uno spalmatore e si diresse in camera.
Voleva farle una sorpresa.
“Ehi Caitlin, sveglia, giù dal letto marmottina” disse entrando.
La scena che si presentò davanti ai suoi occhi lo lasciò senza parole.
La stanza era in perfetto ordine, come se nessuno ci avesse dormito.
Corrado posò il vassoio su un tavolino
“Caitlin, dove sei? Che scherzo vuoi farmi?” disse, il tono di voce che tradiva una certa apprensione.
La cercò in bagno e nelle altre stanze della casa
“Caitlin, ti prego vieni fuori, sto cominciando a preoccuparmi, dove sei?”
Nessuna risposta.
Sentiva che il panico montava dentro di lui anche se cercava di non lasciarsi sopraffare da quella sensazione.
“Caitlin, ti prego, dove sei? Vieni fuori” le ultime parole tra le lacrime
Ancora silenzio.
Rientrò in casa e si sedette sul divano prendendosi il viso tra le mani e lasciandosi andare a un urlo disperato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.
 
“Allora? Loretta cosa mi sai dire?”
La dottoressa Wade alzò lo sguardo
“Maschio, circa 34 o al massimo 35 anni. Un passante ha trovato stamane il corpo mentre portava il cane a spasso. A giudicare dall’aspetto del cadavere direi che la morte è avvenuta stanotte, indicativamente tra le 02:00 e le 03:00”
Dwayne Pride, capo della sezione di New Orleans dell’NCIS guardò li cadavere.
Pareva che stesse dormendo.
“Cosa può essere successo secondo te?” domandò alla dottoressa
“Basandomi sull’aspetto e soprattutto sull’odore potrei ipotizzare che il poveretto abbia alzato troppo il gomito e sia andato in coma etilico cui poi è seguito il decesso ma, dovrò fare l’autopsia per poterti dare conferma. I familiari sono già stati avvertiti?”
“Ci stanno pensando Sonja e Chris. Meredith sta cercando qualche testimone nei paraggi ma non credo riuscirà a ottenere molto. Se è morto nella fascia oraria che hai indicato tu…Che brutta fine poveretto”
Loretta scosse il capo
“Non vorrei essere al posto dei suoi genitori quando riceveranno la notizia. Dwayne, faccio questo lavoro da un sacco di anni ma…”
Pride annuì
“Lo so, lo so. Non ci si fa mai l’abitudine a cose del genere. Ed è meglio così”
“Pride-Meredith Brody si avvicinò-ho parlato con due senza tetto che sono abitudinari di questa zona. Hanno detto di aver visto il marinaio ieri sera uscire da un fast food qua vicino. Ha dato loro qualche dollaro per comprarsi da mangiare e poi si è allontanato”
“Tutto qui? Non ti hanno detto nulla di altro?”
“No, ho chiesto loro se avevano notato qualcosa di strano nel suo comportamento ma, non mi hanno detto nulla al riguardo: era tranquillo e non lasciava trasparire nessuna preoccupazione”
“D’accordo. I rilevamenti a che punto sono?”
“Mah, non c’è molto da rilevare. La sola cosa degna di nota anzi, le sole cose degne di nota sono il puzzo del cadavere e il vomito addosso ai suoi abiti. Oggetti tali da far pensare ad atti violenti o tracce sospette non ne abbiamo trovato. Abbiamo passato al setaccio la zona circostante ma non abbiamo cavato il proverbiale ragno dal buco”
Dwayne si guardò attorno: un piccolo capannello di curiosi si era formato.
L’arrivo degli agenti di Polizia o dei federali dell’NCIS in questo caso aveva sempre la capacità di attirare le persone.
“Loretta, devi fare altri rilevamenti?”
“Direi di no. Lo farò portare all’obitorio e poi procederò all’autopsia”
“Okay, portiamo via questo poveretto. Bisognerà poi ricomporlo per prenderlo presentabile ai genitori”
“Chris e Sonja li hanno rintracciati. Li ho contatti poco fa e ho detto loro di portarli alla sede dell’agenzia. Non penso sia una buona cosa far vedere loro il figlio in queste condizioni” disse Meredith
Loretta fece un cenno agli obitoriali che misero il cadavere in una cassa di metallo che fu poi messa sul furgone del Coroner che poi partì in direzione dell’obitorio
 
Stava sistemando la lampadina dell’ingresso quando vide il postino arrivare e fermarsi davanti a casa sua.
“Jake, un caffè o vai di fretta?”
“Mah, considerato che devo consegnarti della posta potrei anche fare uno strappo alla regola”
“Cos’è? Adesso non vi è neppure consentito fermarvi a bere un caffè?”
“No no per carità però sai basta un passante diciamo così ficcanaso fa una segnalazione  potrebbe arrivare un richiamo. Il mio capo non ha mai detto nulla, sanno benissimo che ogni tanto facciamo una sosta per un caffè o per bere una coca cola però sai, se arriva voce devono intervenire”
“Ho capito ho capito. Fatelo ma fatelo da furbi”
Jake annuì mentre entravano in casa
“Come te la passi?”
“Al solito Jake, al solito. Ogni giorno mi alzo e vado a lavorare, torno a casa, mangio, vado a dormire e spero di svegliarmi sentendo il suono delle sue risate cosa questa che viene poi puntualmente smentita dalla cruda realtà” Corrado parve guardare un punto fisso nel vuoto mentre teneva in mano il suo mug con il caffè fumante
“Non capisco a oggi, a distanza di due mesi cosa sia successo. Cosa l’abbia spinta a fare quel gesto. Io l’ho sempre trattata come una principessa. Non lo so, non lo so proprio” scosse sconsolato il capo mentre sorseggiava il caffè
“Devi fartene una ragione Corrado. Forse si è resa conto di non provare nulla per te e ha voluto troncare”
“Okay okay va bene ma, perché farlo così? Perché? Dopotutto non ho mai fatto nulla di scorretto nei suoi confronti anzi”
Jake posò il tazzone e aprì la borsa con la corrispondenza
“Forse è proprio questo che l’ha impaurita oppure che le ha dato una falsa impressione su di te”
“Non ti capisco amico mio spiegati”
“Ciò che voglio dire-Jake gli diede quattro buste-è che magari delle due l’una: o il tuo amore, il tuo volerle bene era talmente forte che lei ha avuto paura e si è resa conto di essere indegna di tali sentimenti oppure che si è sentita oppressa da questo tuo modo di essere e ha preferito farla finita”
“Io non capisco Jake ma, se aveva questi pensieri per la testa perché non parlarmene?”
“Eh su questo non posso esserti di aiuto amico mio mi dispiace-Jake si alzò e si strinsero la mano-ad ogni modo ti ringrazio per il caffè. Era ottimo. A buon rendere”
“Oh Jake, non sarà certo un tazzone di caffè a mandarmi in rovina”
Si salutarono e Corrado tornò in casa.
Scorse rapidamente la corrispondenza: un biglietto di auguri per il carnevale dalla famiglia che risiedeva a Denham Springs assieme allo zio due réclame di un negozio in un centro commerciale dove lui si recava spesso e infine una busta anonima, senza mittente a lui indirizzata.
Incuriosito la aprì.
Al suo interno c’era una bustina in carta velina con una foto.
Corrado la aprì e restò a bocca aperta.
All’interno di quella bustina c’era una fotografia di Caitlin.
Il suo sorriso luminoso, quel sorriso che qualche mese prima lo aveva stregato.
Doveva essere stata fatta in un altro stato.
Caitlin indossava un giubbino e un cappellino sui quali campeggiava la scritta NCIS.
Corrado ipotizzò che la fotografia potesse essere stata scattata qualche anno prima: Caitlin sembrava molto più giovane.
Perché?
Cosa ti ho fatto di male?
Perché?
Ti ho sempre trattato come una principessa, come una regina.
Perché?
Erano questi i pensieri che si formavano nella sua mente mentre le lacrime iniziavano a scorrergli sulle guance.
Era dibattuto tra la voglia di fare a pezzi quella fotografia e quella invece di conservarla come una reliquia.
Era la sola cosa che avesse di lei.
Oltre ai ricordi dei momenti passati in sua compagnia.
Riguardò quella immagine, la toccò delicatamente
“Te ne sei andata senza un perché, senza spiegarmi nulla. Adesso mi mandi una tua fotografia. Perché mi fai questo Caitlin? Perché?” disse tra sé e sé Corrado.
Era certo fosse stata opera di lei questa fotografia ma, perché?
Era sparita senza dargli alcuna spiegazione, senza uno straccio di biglietto, senza lasciare nulla.

Parimenti però questa sua fotografia…
Corrado si diede una rinfrescata al viso e andò in camera per fare qualche ricerca al computer.

Ecco il primo capitolo. 
Io mi scuso con chi segue questa storia così come le mie altre storie che vi invito a leggere e valutare ma, ho avuto impegni di lavoro e anche un grave incidente anche se per fortuna non mi sono fatto nulla....
Buona lettura e commentate mi raccomando

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 
Capitolo 2.
 
“Ehi King viene un attimo qui a dare un’occhiata”
Pride si diresse verso Chris Lassalle uno dei suoi agenti.
“Hai trovato qualcosa?”
Il caso di quel marinaio trovato morto per strada si stava avviando a una probabile conclusione di morte dovuta ad ab ingestis ma Dwayne voleva essere comunque sicuro di aver esplorato tutte le possibilità
“Guarda qui, questi sono i curiosi che si erano accalcati mentre stavamo facendo i rilevamenti.-Lassalle fece scorrere le immagini-questo qui si è fermato e poi mentre io e Meredith ci stavamo avvicinando si è allontanato”
“Non è effettivamente un atteggiamento normale ma può anche darsi benissimo che non centri nulla. Tu e Brody cercherete di capire chi sia e poi andrete a fargli le solite domande di rito. Può benissimo darsi che non abbia visto nulla e il suo allontanamento mentre vi avvicinavate sia solamente una coincidenza”
“Allora, si chiama Corrado Grassi, è un italiano che lavora qui negli Stati Uniti, prima era un infermiere poi ha dovuto dare le dimissioni e adesso lavora in un negozio di alimentari a Metairie di nome Meydrich’s Fine Foods. Abita al 1720 di Demosthenes Street”
“Okay, andate e cercate di sapere qualcosa di più su di lui”
 
Corrado stava finendo di sciacquare i piatti quando sentì suonare il campanello.
Aprì e si trovò di fronte un uomo e una donna
“Lei è Corrado Grassi?” domandò la donna
“Si. Con chi ho il piacere di parlare?”
“Agenti Brody e Lassalle, NCIS” gli mostrarono le credenziali
Gli occhi di Corrado si illuminarono di speranza.
“Vi avrei cercato io. Prego, accomodatevi”
“Ci avrebbe cercato lei?” domandò Meredith
“Si. E’ una cosa un poco complessa da spiegare. Posso offrirvi un caffè?”
Si guardarono per un istante e accettarono.
Un profumo delizioso si diffuse nel salone proveniente dalla cucina
“E’ una bella casa, complimenti ma non credo possa…”
“Oh agente Brody non tragga conclusioni affrettate. In questa casa ci abitavano in origine i miei zii ossia la sorella di mia madre e suo marito, un militare americano che mia zia conobbe negli anni’60 a Cagliari in Sardegna. Si sposarono e vennero ad abitare qua poi si trasferirono a Sulphur poiché la vendettero. Da Sulphur, dove abitavano in origine i genitori di mio zio si trasferirono a Denham Spring un sobborgo di Baton Rouge, la capitale della Louisiana”
“Una storia un po’ lunga ma lei come ha fatto poi a diventare proprietario di questa casa?” domandò Chris
“Ecco, io ho dato le dimissioni dall’Ospedale in cui lavoravo e gli ho intentato causa”
“Lei lavorava al Memorial Hospital in cardiologia”
Corrado annuì
“Esattamente agente Brody-si alzò dopo aver sentito il fischio della napoletana-ma poi mi hanno in pratica costretto a dimettermi dietro minaccia”
“Vuole spiegarsi meglio?”
“Si. Sapete cosa si intende per obiezione di coscienza?”
“Si. Il rifiutarsi di eseguire un compito o qualsivoglia altra cosa qualora sia in contrasto con i propri principi morali” rispose Chris
“Esatto-Corrado capovolse la caffettiera lasciando perplessi per qualche istante Meredith e  Chris-dopo vi spiegherò il perché di questo mio gesto. Allora, avevamo ai tempi ricoverato un malato che oltre ad avere un problema di cuore ne aveva anche uno di natura tumorale e il suo stato clinico peggiorò molto rapidamente. Nessuno vuole veder soffrire un malato, tantomeno gli operatori del settore della salute ma, un conto è la terapia palliativa giusta e doverosa e un altro è il non voler far soffrire in toto una persona”
“Lei intende l’eutanasia” disse Meredith
“Esatto. Si trattava di fare una terapia palliativa, per modo di dire, molto forte che avrebbe portato questo poveretto alla tomba. Ora, sicuramente alla tomba lo avrebbe portato il tumore ma, accelerare questo viaggio non spetta a noi. Non siamo noi a decidere quando e come staccare la spina”
“Ma lei ha ricevuto un ordine”
“Se l’ordine va contro la legge suprema ossia la legge del buon Dio la disobbedienza non solo è giusta ma è anche doverosa. Si deve obbedire a Dio anziché agli uomini”
“Costa il difendere questi principi” osservò Meredith
“Certo ma, io vi assicuro che se dovessi, rifarei esattamente ogni singola cosa. Ho dovuto dare le dimissioni, è vero, ma vi posso assicurare che non mi sono mai sentito così sereno. Come diceva un Sacerdote Benedettino, Dio lo abbia in gloria,  tu vai a letto sereno di coscienza la sera? Io si. Gli altri non lo so e francamente non me ne importa”
“Come andò a finire poi? Lei ha detto di aver fatto ricorso contro il licenziamento”
“Esatto agente Brody. Ho fatto ricorso citando il diritto alla libertà religiosa e all’obiezione di coscienza ad essa collegata e il tribunale mi ha dato ragione ma, si era formato un ambiente assai ostile e così preferii non rientrare in servizio, avevo vinto il ricorso e l’Ospedale fu costretto sia a pagarmi i danni sia a risarcirmi di tutte le spettanze e con quei soldi mi misi a cercare una casa consona e trovai questa che era appunto la casa dove avevano abitato i miei zii”
“Posso sapere quanto ha dovuto pagare per questa casa?”
“In italiano diremmo me l’hanno tirata addosso
“Che vorrebbe dire?”
“Prezzo stracciato. In tutto me la sono cavata con 200000$ e ho ancora avanzato. Ho sfruttato qualche conoscenza tra i miei ex pazienti. Alla firma dei documenti, quando sono entrato in questa casa come padrone, bè vi sembrerà strano ma mi sono messo a piangere. Era qualcosa che era mio, qualcosa che mi ero comprato con i miei sacrifici, la mia fatica, un risarcimento per le cattiverie che mi erano state fatte”
Corrado versò il caffè nelle tazzine
“Zucchero?” domandò
Meredith e Chris fecero segno di no.
“E’ ottimo. Ha un gusto diverso da quello che facciamo qui in America”
“E’ vero. Questo qui è più buono”
“Se ne volete ancora non fatevi problemi, la caffettiera è lì. Allora, credo vogliate sapere il perché delle parole vi avrei cercato io
“Si e no. Volevamo sapere il perché lei si trovasse sul luogo in cui è stato ritrovato il cadavere di un marinaio anzitutto e poi perché lei si sia allontanato proprio quando noi ci stavamo avvicinando” disse Chris
“Allora, era semplice curiosità. Ho visto quel capannello di persone e ho voluto capire cosa stesse succedendo poi, dopo aver visto che si trattava di un morto me ne sono andato. Non ho per nulla fatto caso al fatto che voi eravate lì vicino se no non mi sarei mosso anche se non ho proprio idea in cosa avrei potuto esservi di aiuto in quanto non ho visto assolutamente nulla. Non so neppure chi sia il defunto o la defunta se è una donna”
Corrado sembrava davvero sincero.
Almeno era questa l’impressione che Meredith e Chris ricavarono dalle sue parole e dal suo tono di voce.
 
“Perché prima ha detto che ci avrebbe cercato lei?” domandò Meredith
Corrado si alzò e prese una cornice porta foto da una mensola mostrandola ai due agenti
“Lei era la mia compagna. E’ scomparsa due mesi fa. Ieri ho ricevuto una sua fotografia in una busta anonima. Ho visto che indossava un giubbino con la scritta NCIS. Stavo giustappunto finendo di sistemare i piatti usati per mangiare e poi sarei venuto a cercarvi nella vostra sede per esporvi questo problema della sua scomparsa dato che aveva un giubbino con il logo della vostra agenzia”
“Ha conservato la busta con cui ha ricevuto la fotografia?” domandò Meredith
“Certamente. Se avete la pazienza di attendere un attimo vado a prendere tutto”
Corrado si diresse verso una stanza lasciando i due agenti dell’NCIS soli
“Io l’ho già vista ma, non ricordo dove. Forse Pride può aiutarci” disse Chris
“Io invece credo di sapere chi sia ma prima voglio fargli una domanda” disse Meredith
“Ecco qui le buste. La fotografia era dentro questa busta che a sua volta era dentro quest’altra. Ho cercato di capire subito la provenienza ma, non c’era scritto nulla. Come potete vedere sono anonime”
Corrado era tornato nella sala di soggiorno
“Corrado, come si chiamava la sua compagna?”
“Bè, dovreste saperlo anche voi dato che era una  vostra collega comunque il suo nome era Caitlin Suzanne Murphy”
Meredith e Chris si scambiarono un’occhiata
“La conoscete? Vi prego, se la conoscete, vi prego…Io…Lei…” Corrado non riuscì a finire la frase.
Cominciò a singhiozzare.
In situazioni come quelle, Chris e Meredith lo sapevano bene, era meglio non fare o dire alcunché ma lasciare che la persona si sfogasse e così fecero
“Va meglio ora?” Chris gli diede un fazzolettino di carta
“Si. E’ scomparsa da due mesi come già vi ho detto e io dovrei rassegnarmi, dovrei farmene una ragione ma non ci riesco o meglio stavo cominciando ad abituarmi al fatto che probabilmente non l’avrei più rivista e poi è arrivata questa sua foto”
“Potrebbe essere un falso voglio dire chi le dice che la sua compagna sia una nostra collega?”
“Ecco agente Lassalle io non avrò buon spirito di osservazione ma, ho visto che lei e la sua collega vi siete scambiati un’occhiata di intesa quando ho detto il nome della mia compagna. Vi prego, vi scongiuro, se sapete dove è, se sapete come sta ditemelo, se sapete cosa faccia, io vorrei davvero cercare di capire cosa sia successo. Senza dubbio ho sbagliato, senza dubbio ho fatto qualcosa che non andava fatto ma vorrei capire il mio sbaglio”
Erano combattuti.
Erano indecisi se chiamare il loro capo oppure no.
Le parole di Corrado, il suo tono di voce esprimevano davvero sincerità e preoccupazione per ciò che poteva essere accaduto alla sua compagna.
“Corrado-alla fine decisero di fidarsi. Fu Meredith a parlare-la sua compagna si chiama effettivamente Caitlin ma, non posso per il momento dirle il suo cognome che non è Murphy ma un altro. Adesso contatteremo telefonicamente il nostro responsabile che chiameremo qui anzi no, la inviteremmo a seguirci alla nostra sede per poter parlare in sicurezza e lontano da orecchie indiscrete”
Una luce di speranza si accese nei suoi occhi
“Vi prego, lei è la cosa più bella che mi è successa, vi prego”

Eccovi qua il capitolo2. 
Le cose iniziano a farsi un po' più complicate.
Penso abbiate capito chi sarebbe questa Caitlin di cui si parla.
Commentate mi raccomando

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