Azzardato

di KingRose_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Sei sicura di volerlo fare?”
“Certo che lo sono, Severus. Lui mi ama e soprattutto io amo lui.”
Stronza, sempre a ricordare che non sono io quello che ami.
Lily si voltò, la gonna si gonfiò leggermente intorno alle sue ginocchia.
“Come sto?”
“Sei bellissima … “, ma non sapeva se si riferiva al modo splendido in cui le calzava l’abito o il sorriso che le illuminava tutto il volto.
“Sei sicuro di non voler rimanere?” il tono dolce con cui glielo chiese lo fece intenerire.
“Si, Lily. E lo sai anche tu che è meglio così. Il tuo fidanzato- calcò molto la parola con tono sarcastico- e i suoi amici non mi amano particolarmente. Goditi la festa, va bene così.”
Lily sospirò e gli carezzò una guancia. “ Ti voglio bene.”
Io ti amo invece, dannazione, ti amo!
“Anch’io”.
Lo salutò con un bacio sulla guancia e scappò via. La volta seguente l’avrebbe vista con una fede al dito.

 
Severus alzò gli occhi all’orologio, erano le 10.45. Tra quindici minuti doveva essere in classe, con i compiti corretti. Si era perso all’incirca a metà, ma i propositi c’erano.
Quanti anni sono passati, sedici? Diciassette? Probabilmente diciassette…
Dopo così tanti anni ancora non riusciva a togliersi il ricordo di Lily dalla testa. Non ci sarebbe mai riuscito.
Sospirò e iniziò a riordinare i compiti. Sentiva un particolare bisogno di fumare una sigaretta.
Si alzò al suono della campanella e si diresse verso la classe, consapevole dei borbottii delusi che si sarebbero diffusi alla risposta negativa sulla presenza delle verifiche corrette.
 
“Buongiorno, ragazzi!”
Qualche buongiorno di risposta soffocato dal trambusto degli studenti che si siedono.
“Ha portato le verifiche?”
“No, non oggi. Domani ve le porto.”
Borbottii delusi, sbuffi, sospiri,silenzio.
Aprì il libro e iniziò a spiegare. Non tutti lo ascoltavano, ma almeno nessuno faceva rumore. e non si sarebbero permessi di farne, non con lui, lo spietato professor Piton.
Represse un sorriso a quel pensiero.
Interruppe il discorso per riprendere Malfoy, in ultima fila, intento a sghignazzare con i compagni. Stava per riprendere il discorso quando una chioma rossa, in prima fila, lo distrasse.
Non lo stava guardando come al solito, con gli occhi illuminati dall’interesse e la mano che si muoveva svelta a riempire il foglio di appunti con una scrittura minuta e frettolosa.
Era appoggiata alla sedia, le gambe accavallate e una ciocca di capelli in mano. Leggeva un libro con molto interesse, incurante del  rumore che i compagni, approfittando del silenzio del professore, stavano facendo.
Assomigliava particolarmente a Lily, quel giorno. Ma forse avrebbe trovato somigliante anche quella Parkinson, con il suo pavoneggiare con i ragazzi così insopportabile e irritante. O forse no, Hermione Granger, la migliore studentessa del suo indirizzo, assomigliava davvero a Lily e non solo per il colore dei capelli. Il modo di fare gentile e a volte un po’ spazientito, l’interesse con cui seguiva ogni materia e i conseguenti buoni voti, anche il fatto di avere un amico innamorato senza speranze.
Si avvicinò al suo banco e picchiettò con le nocche sulla superficie bianca, un po’ sporca di grafite e cancellature, per attirare la sua attenzione.
“Cosa leggi?”
Lei alzò lo sguardo leggermente smarrita poi risponde, toccandosi i capelli, a disagio.
“Jane Eyre”.
Non si accorse, Piton, del leggero sorriso che gli curvò le labbra. Era troppo intento ad ammirare gli occhi della ragazza e a cercare di non pensare al fatto che avrebbero continuato a distrarlo per altri sei mesi.
 
 
 
Buonsalve!
 Sono tornata a scrivere su loro due, una long questa volta (se tutto va bene).
La storia sarà ambientata interamente ai giorni nostri e in un semplice liceo classico.
Qualsiasi consiglio/parere/suggerimento/opinione è più che gradito.
Vi ringrazio in anticipo!
KingRose_       
              

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


La campanella suonò l’intervallo. Hermione chiuse a malincuore il libro. Sebbene fosse la quarta volta che lo leggeva ne era sempre innamorata. Non avrebbe di certo smesso se non fosse stato per la promessa fatta a Ginny di incontrarla durante l’intervallo.
Si avviò dunque per il corridoio diretta verso la classe della sua migliore amica, quando una voce la bloccò: “Mione, aspetta. Hai preso appunti?”. Ovviamente la voce apparteneva a Ron, non ebbe bisogno di voltarsi per capirlo. La stava guardando con un’espressione così tragica che rasentava la comicità. Harry, dietro di lui, non si sforzò nemmeno di nascondere la sua risata.
“No,Ron, stavo leggendo.” rispose. Al suo sospiro sconsolato, evitò di rincarare la dose rimproverandolo perché non ne prendeva da solo, quindi si voltò e ricominciò a camminare.
Quando arrivò, Ginny la stava già aspettando mordendosi un labbro e giocando con una ciocca di capelli. Appena la vide le gettò le braccia al collo, incurante di trovarsi in mezzo ad un corridoio.
“Devo dirti una cosa. Vieni, vieni!” le disse, trascinandola per un polso fino alle macchinette. Inserì frettolosamente una moneta e schiacciò un pulsante, Herimone cercò di fermarla perché non solo Ginny aveva selezionato un caffè, ma aveva anche tolto lo zucchero. Non fece in tempo ad avvertirla che l’amica iniziò a parlare: “Mi ha baciata. Dean, intendo.”
Hermione la guardò con gli occhi sgranati. “Quando?”, sembrò più un ordine che una domanda ma non ci fece molto caso.
Ginny si chinò per prendere il bicchiere e rispose: “Ieri durante il secondo intervallo. Stavo tornando in classe e mi è spuntato davanti, stavo per chiedergli di spostarsi ma non ho fatto in tempo perché mi ha baciata e se n’è andato. Stamattina ho provato a cercarlo ma mi hanno detto che è rimasto a casa.”.
“Beh era da un po’che gli piacevi, non puoi negarlo. L’aveva notato anche tuo fratello.” concluse Hermione ridendo.
Ginny borbottò qualcosa che fu reso inudibile dalla campanella. “Mio Dio, è imbevibile questo coso. Fai la brava, Mione. Ci vediamo dopo!”, le disse salutandola con una mano e gettando il caffè nel cestino.
Hermione la osservò mentre si allontanava. Dean non era l’unico interessato a Ginny, e la quantità di occhi che si girava per seguirla in corridoio ne era una prova. Il problema era l’insuperabile cotta che la rossa aveva per Harry. Immersa in questi pensieri non riuscì ad evitare la persona che stava camminando esattamente dietro di lei. Per un momento fu tutto nero, poi due mani la afferrarono per i gomiti, aiutandola a stabilizzarsi. Quando incontrò gli occhi del suo professore preferito, Hermione non potà evitare di arrossire.
Il mondo si fermò: gli studenti intorno a loro smisero di muoversi. Non esisteva null’alto se non quegli occhi neri. Le mani la lasciarono e allora potè riprendere a respirare. Schiuse le labbra per scusarsi ma la sua attenzione fu catturata dal sorriso divertito dell’uomo, e di nuovo il suo cuore perse un battito.
“Stia più attenta la prossima volta, signorina Granger.” le disse. Stava ancora sorridendo quando si allontanò.
 
“Sei insopportabile Lucius, vattene” sbuffò Severus. Era la decima volta in tre giorni che lo supplicava di accompagnarlo ad una cena di famiglia, come se fosse un adolescente che vuole evitare i parenti il giorno di Natale.
“Dammi un valido motivo Severus. Sono tuo amico, me lo devi.”  rispose Lucius, abbandonando per un secondo il suo tono mellifluo per adottarne uno lontanamente simile alla disperazione.
“Odio tua cognata, non è abbastanza?” chiese esasperato.
Lucius lo guardò alzando un sopracciglio: “No.”.
“Vai a farti fottere, Lucius. Devo lavorare.” detto questo si voltò e si accese una sigaretta. Aveva tutta l’intenzione di cercare un buon libro in biblioteca e ignorare il mondo per il resto della sera.
 
 
Hermione chiuse il libro sbuffando. Era terribilmente distratta e sapeva esattamente che il motivo della sua distrazione era  un certo incidente avvenuto a metà mattinata che l’aveva fatta scontrare con un certo professore. Tuttavia stava impiegando tutte le sue forze per negarlo a se sessa. Vista l’impossibilità di continuare lo studio decise di distrarsi in uno dei suoi modi preferiti: sarebbe andata in biblioteca.
L’idea di distrarsi in biblioteca non la rendeva più così entusiasta ora. Voleva soltanto prendere un libro, aveva già anche deciso quale, le serviva soltanto una scala per arrivarci. Non ci sarebbe stato alcun problema se questa non fosse stata occupata da una signora che non aveva nessuna intenzione di scendere e concedergliela un secondo. Dopo aver cercato di raggiungere il libro, decisamente al di fuori della sua portata, saltando per dieci minuti, si era arresa a fissarlo con le braccia incrociate e le labbra serrate.
Avrebbe continuato così probabilmente per la prossima mezz’ora  se non fosse stato per una mano che si allungò a prenderle il libro, mentre all’orecchio una voce che Hermione conosceva molto bene le sussurrò: “Buongiorno, signorina Granger”.
 
 
Sono secoli che non aggiorno, chiedo umilmente venia. Il capitolo è un pochino più lungo per farmi perdonare!
Confido in voi per molti utili consigli.
A presto!
KingRose_

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Tre cose piacevano a Severus della biblioteca: l’odore di vecchi libri, il brusio silenzioso e la capacità che quell’atmosfera aveva di calmarlo. A queste, negli ultimi venti minuti, se n’era aggiunta una quarta: le peripezie della signorina Granger per raggiungere un libro.
Per quanto lo trovasse affascinante alla fine aveva deciso d’aiutarla. E si era rivelata una scelta più che gradita dal momento in cui poteva godere dell’odore dei suoi capelli, così vivici ora che si era avvicinato, e il piccolo sussulto che il suo intero  corpo aveva avuto quando le si era avvicinato alle spalle.
Sei sulla soglia dei quarant’anni, ma sai ancora come far saltare una donna. Complimenti, vecchio mio!
Rise al pensiero.
“È questo?” le chiese in un altro sussurro.
Lei si limitò ad annuire, tese le mani per prendere il libro, ma fu prontamente alzato oltre la sua portata. Si girò e incontrò lo sguardo dell’uomo. C’era una scintilla di fastidio nei suoi occhi, ma anche qualcos’altro. Timore?
Severus abbassò lo sguardo sul libro che aveva tra le mani.
“Madame Bovary?”, chiese leggermente sorpreso, alzando un sopracciglio.
“Sì, è molto bello. Lei l’ha letto?” rispose. Adesso era l’interesse ad accenderle gli occhi.
“Sì, una volta. Ero a-“  “Hermione! Hermione!”. Un’altra chioma rossa fece capolino da dietro lo scaffale.
Gli occhi di Ginny esaminarono la scena e videro tre cose molto normali: la sua migliore amica in biblioteca, il suo professore di lettere in biblioteca, un libro tra le mani del suo professore.
Al contempo registrarono una cosa molto strana: la sua migliore amica e il suo professore  (la sua migliore amica e il suo professore, insomma!) straordinariamente vicini.
“Signorina Weasley, non le hanno mai detto che non si urla in biblioteca?”, disse Piton in tono mellifluo.
“Certamente, professore, ma vede…  Hermione devi venire con me!” disse Ginny, prese l’amica per il polso e la trascinò via, lanciando al professore uno sguardo perplesso e un arrivederci urlato da sopra la spalla.
 
Facendo un rapido riassunto,  tre cose piacevano a Severus della biblioteca: l’odore dei vecchi libri, il brusio silenzioso e i clienti che occasionalmente si potevano incontrare, specialmente se belle ragazze con grandi occhi color nocciola molto espressivi. 

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