In cerca di mio padre..... Ho trovato te...

di Sasu61mito
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo compagno di banco! ***
Capitolo 2: *** Quando guardo nei tuoi occhi... ***
Capitolo 3: *** Perché penso a lui e anche a te? ***



Capitolo 1
*** Un nuovo compagno di banco! ***


UN NUOVO COMPAGNO DI BANCO!


C’era un albero immenso, in mezzo al giardino. Era un albero alto e frondoso, e il suo tronco era spesso e ruvido. Era lì praticamente da sempre, solitario, d’estate faceva ombra, e d’inverno ospitava tutti i passeri dei dintorni.
Seduto dietro la finestra, a Sasuke piaceva osservarlo, durante le noiose ore di lezione. Lo guardava, e riusciva a distrarsi e a non pensare a niente.
Anche in quella fredda giornata di novembre lui fissava il suo albero, e si disinteressava del resto della classe. Attorno a lui gli altri facevano casino, si spintonavano, ridevano, scherzavano.... ma lui sembrava escluso dalla loro allegra baldoria. Lui era sempre escluso, in effetti.
Quando guardava fuori dalla finestra, riusciva sempre a isolarsi perfettamente dal resto del mondo, perso nei suoi pensieri, lontano da lì. Fu per questo che si accorse del nuovo arrivato soltanto quando quello si fu seduto accanto a lui.
- Hey, ciao! - lo salutò, facendolo sussultare all’improvviso.
Sasuke si voltò di scatto e lo guardò stralunato, fissando i suoi capelli assurdamente biondi e gli occhi cerulei, così insoliti in Giappone. Lo studiò per qualche istante, assottigliando gli occhi, finché l’altro non si mise a ridere, senza preoccuparsi delle occhiatacce del professore in cattedra.
- Mi sembrava che fossi distratto, in effetti! - commentò divertito, appoggiando la testa alla mano. - Comunque io sono Naruto Uzumaki, il tuo nuovo compagno di banco! Il professore mi ha presentato dieci minuti fa, ma eri altrove con la mente, eheh!
Sempre sfoderando un sorriso luminoso, tese la mano a Sasuke perché gliela stringesse. Ma il moretto la ignorò, e abbassò gli occhi sul banco, aprendo finalmente il quaderno.
- Sasuke Uchiha – disse freddamente, irritato. - Cerca di non disturbarmi durante le lezioni
Naruto sbatté le palpebre, con la mano ancora tesa. Incerto, la abbassò lentamente e si guardò attorno.
- Ehm..... ok, va bene – mormorò con una risatina sforzata. - E’ solo che vengo dall’estero, sai, e non conosco bene il programma... Dove...?
- Pagina 124, quinto capitolo. Letteratura.
- Oh, grazie! Ehm... Sasuke?
- Che c’è? - chiese il moretto scoccandogli un’occhiataccia.
Naruto sorrise allegramente, ignorando il tono scontroso dell’altro.
- Beh, spero che diventeremo amici! Anzi, ne sono sicuro! - esclamò convinto.
Sasuke non si degnò nemmeno di rispondergli.

---

Quando quella sera Naruto rientrò a casa, gettò lo zaino sul letto e si lasciò cadere sulle lenzuola, piegando le braccia sotto la testa.
Accigliato, si mise a fissare il soffitto e a riflettere.
Il primo giorno nella nuova scuola non era andato tanto male. Aveva conosciuto molti ragazzi, anche se faticava un po’ a ricordare i nomi, e i professori erano stati tutti molto gentili con lui (soprattutto quello di inglese, che era rimasto estasiato dalla sua perfetta padronanza della lingua). Si era trovato bene soprattutto con Shikamaru, il pigrone della classe, e il suo amico Choji, che mangiava sempre qualcosa, ma anche Kiba non era male, e persino quel buffo ragazzo con le sopracciglia foltissime... Oh, e poi c’era Sakura, una ragazza molto spigliata con i capelli di un colore assurdo, che secondo lui aveva due facce, e la piccola Hinata, che balbettava sempre.
E infine, lui.
Sasuke Uchiha, il suo misterioso e taciturno compagno di banco. Il ragazzo che aveva fissato per tutta la mattina, e che era rimasto assolutamente impenetrabile, tutto impettito sulla sua sedia. Spesso Naruto lo aveva visto guardare fuori dalla finestra, verso l’albero nel cortile, ma non avevano scambiato altre parole al di fuori delle presentazioni.
Naruto sospirò, girandosi sul fianco.
Che peccato. Visto che dovevano condividere lo stesso banco per un lungo periodo, avrebbero anche potuto diventare amici, no?
E poi... quel ragazzo aveva qualcosa di misterioso, che lui non riusciva a spiegarsi. Era come se nascondesse un segreto, come se ci fosse qualcosa che non diceva... Come se avesse eretto un muro tra sé e il mondo.
Naruto sbuffò, e affondò la faccia nel cuscino.
‘‘Va beh, non posso mica obbligarlo a fare amicizia!’’ si disse. ‘‘E poi ora ho ben altri problemi!’’
Proprio mentre pensava queste cose, il cellulare nel suo zaino si mise a squillare, con una musichetta natalizia decisamente in anticipo sui tempi. Naruto si alzò in fretta, prese il telefonino dalla borsa e rispose temendo di essere arrivato troppo tardi.
- Hello?
Per sua fortuna, dall’altra parte non avevano ancora riappeso.
- Naruto! Oh, it’s been a long time since our last call! How are you? Did you eat something? (traduzione: oh, è passato tanto tempo dalla nostra ultima chiamata! Come stai? Hai mangiato qualcosa?)
- Yes, mum! I’m really fine, I’ve been at school today... (traduzione: Sì, mamma! Sto molto bene, sono stato a scuola oggi...)
Mentre Naruto si perdeva ascoltando la voce familiare della madre lontana, un sorriso dolce gli si dipinse sulle labbra.
Aveva ben altri problemi, sì. Prima di tutto, la nostalgia della sua New York...

---

Sasuke arrivò a casa quando si era già fatto buio, ed entrò senza nemmeno accendere la luce. Si tolse le scarpe e gettò la cartella sul prezioso divano del salotto, per poi seminare lungo il pavimento la cravatta, la camicia e la cintura dei pantaloni.
Arrivò nella sua stanza, e lì accese l’interruttore della luce, ma quando incrociò il suo riflesso nello specchio aggrottò la fronte preoccupato.
- Accidenti.... - brontolò avvicinandosi alla parete e tendendo il collo.
Sotto l’orecchio sinistro, ben evidente, c’era il segno rosso di un succhiotto. Sasuke lo sfregò, ma ovviamente quello non se ne andò, e lui provò un moto di irritazione. Ecco, adesso avrebbe dovuto trovare del fondotinta con cui coprirlo.. che seccatura!
Mentre ancora si specchiava, preoccupato, intravide nel riflesso un’ombra sulla soglia della porta. Di scatto coprì il succhiotto con una mano, e rigido si girò a fronteggiare il ragazzo che era appena entrato.
- Così non va mica bene, fratellino – disse il moro che lo fissava, con un sorriso appena accennato. - Non puoi lasciare i vestiti in giro per la casa e muoverti mezzo nudo. Che diranno i vicini? La ragazza della casa accanto sverrà a guardarti così!
Sasuke arrossì indispettito, stringendo il pugno con cui non si copriva il collo.
- I vicini non spiano dalle finestre – replicò asciutto. - Non tutti hanno le tue abitudini, Itachi!
- E quando mai ho spiato dalle finestre? - chiese il fratello, divertito, avvicinandosi a lui. - A me basta guardarmi attorno per la strada, per sapere tutto di tutti. Devi imparare ad ascoltare, Sasuke.
- Non ho alcuna intenzione di seguire il tuo esempio! - si indignò il più giovane, stringendo i denti.
- Hai ragione, forse è meglio se non lo fai – rispose l’altro, e di scatto gli afferrò il braccio e mostrò il succhiotto fresco, strappando un insulto a Sasuke. - Già ci pensi da solo a organizzarti la vita al meglio – ghignò, sfiorando con due dita fredde il collo del minore.
Lui si fece indietro bruscamente, tornando a coprirsi, e i suoi occhi fiammeggiarono.
- Esci dalla mia camera, Itachi! - ringhiò minaccioso.
Itachi lo fissò sorridendo, e poi scoppiò a ridere.
- Ma certo fratellino, ogni tuo desiderio è un ordine... - commentò ironico, avviandosi verso la porta. - Solo, ricordati di raccogliere i vestiti in salotto, per favore.
Non appena fu del tutto fuori dalla stanza, Sasuke sbatté la porta violentemente e la chiuse a chiave. A quel punto, furioso, ci sbatté anche un pugno contro..
Tutto faceva irrimediabilmente schifo.

---

- Senti, ma Uchiha è sempre stato così?
Il giorno dopo, all’intervallo, Naruto decise di chiedere ai suoi nuovi amici qualcosa del misterioso compagno di banco. Certo, il giorno prima aveva deciso che non lo avrebbe obbligato a diventare suo amico, ma voleva almeno sapere se Sasuke era così scontroso con tutti o solo con lui. Quella mattina, poi, sembrava di umore ancora peggiore.
- Così come? - chiese Kiba, seduto sul banco, mentre succhiava il suo succo di frutta. - Bastardo, musone, taciturno e altezzoso?
- Bè, non avrei detto proprio così....
- Ma quello è il senso, no? Comunque sì, lo è sempre stato, tranquillo. Oggi è un po’ peggio del solito, ma è sempre più o meno così
- Ah.... E non ha amici?
- Che vuoi che ne sappia? - Kiba si strinse nelle spalle e accartocciò la confezione del succo ormai vuota. - Ogni tanto lo vedono parlare con Neji Hyuga, quello un anno avanti, ma non credo che due tipi così freddi possano davvero essere amici... Sarà per i compiti, o qualcosa del genere.
- Ah....
Naruto corrugò la fronte, intristito. Nessuno può essere obbligato a fare amicizia, ma gli dispiaceva sapere che Sasuke non aveva mai trovato una persona da poter chiamare ‘‘amico’’. Doveva essere molto brutto.
- Che c’è, ti dispiace per il bel tenebroso? - ghignò Kiba saltando giù dal banco. - Lascia perdere, quello non vuole essere compatito, e fa proprio di tutto per farsi odiare.
- Però... Vuoi dire che è sempre solo? - domandò Naruto afflitto.
- Ci sguazza, nella solitudine – commentò Kiba. - Gli piace farsi del male, e farne agli altri. Per il tuo bene, lascialo perdere Naruto – Con un sorriso aperto, il ragazzo moro lanciò la confezione del succo e fece canestro nel cestino, esultando sul posto.
Naruto sospirò, e ficcò le mani in tasca pensieroso.
- Grazie per la preoccupazione, ma io non posso fare finta di niente e ignorarlo semplicemente... Ci devo convivere, capisci? Se lui è sempre di cattivo umore, sai che inferno?
- Uh, non ci avevo pensato – ammise il moretto, a braccia conserte. - Beh... buona fortuna! Tanto ad aprile cambiamo classe, e ci sono pochissime probabilità che finiate insieme!
- Questo non mi consola, Kiba... - gemette Naruto. - Va beh, cercherò di fare qualcosa a riguardo anche da solo. Adesso me ne vado in bagno, la natura chiama.
- Vai, vai. Ma vedi di tornare in fretta, che la campana sta per suonare.
- Ci metto solo un attimo! - assicurò Naruto, e corse fuori dall’aula.
Attraversò l’intero corridoio fino ai bagni in fondo, vicino alle scale. Prima di entrare, però, sentì una voce nota dalla rampa che saliva verso il tetto, e si fermò.
- Che...? - si chiese a voce alta, tornando indietro fino alle scale.
Non riusciva a capire esattamente cosa stavano dicendo, ma era sicuro che lì sopra ci fossero due ragazzi. Salì un paio di gradini, restando acquattato dietro la ringhiera, e poi gettò un’occhiata verso l’alto.
Il primo dei due ragazzi, scoprì con sorpresa, era Sasuke. L’altro non lo conosceva, ma dai freddi occhi bianchi che si ritrovava e dal portamento altero, subito sospettò che si trattasse del ragazzo freddo di cui gli aveva parlato Kiba.
‘‘Perché parlano in un posto così nascosto?’’ si chiese Naruto, perplesso.
Sfortunatamente, mentre lo diceva, i ragazzi terminarono la loro conversazione, e si volsero per scendere le scale.
Nel panico, Naruto tornò indietro precipitosamente e si nascose di corsa nel bagno, con il cuore che batteva forte nel petto.
Perché aveva la sensazione di aver fatto qualcosa che non doveva assolutamente fare? Non era la prima volta che spiava qualcuno, in vita sua, ma quel giorno si sentiva così.. in colpa! Era come se pensasse di aver interrotto qualcosa di importante.
Meno male che se l’era svignata in tempo!
Non appena ebbe pensato queste cose, la porta del bagno dei ragazzi si aprì, e Sasuke spuntò sulla soglia. Quando incrociò i suoi occhi chiari, assottigliò i suoi scuri, fermo tra il bagno e il corridoio.
Naruto deglutì a vuoto, con un brivido.
Meno male che se l’era svignata in tempo!
...O forse no?





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Salve a tutti!!!
E’ passato 1 sacco di tempo dall’ultima volta che ho postato qualcosa su questo splendido sito, ma finalmente sono tornata! E con una longfic, per giunta!! Fino ad ora ho scritto 4 capitoli, spero di poter aggiornare abbastanza in fretta, ma non ci giurerei... sapete, la scuola, le materie da recuperare, eccetera... uff, ke palle!!!
Allora, ke ne pensate della storia??? A me sta prendendo abbastanza, xkè più avanti si sveleranno mille segreti ke ora non potete neanche immaginare!! Xkè Naruto è in Giappone? E ke rapporto avrà con Sasuke?? (eeeeeh! X°°°D) Ma soprattutto, cosa succederà ora che sono soli in bagno???

Dedico questa storia alle mie amike Sere (ke prima o poi finirà la sua bellissima fic SUMMER CAMP) e Stelly, ke ha letto questa storia prima di tutti! Vi voglio tantiximo bene!!!!

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Capitolo 2
*** Quando guardo nei tuoi occhi... ***


2 - QUANDO GUARDO NEI TUOI OCCHI...





Sasuke fissava Naruto e Naruto fissava Sasuke.
Immobili, in piedi nello squallido bagno della scuola, si scrutavano in attesa, come bestie feroci sul punto di attaccare. Chi dei due avrebbe parlato per primo? E soprattutto, cosa avrebbe detto?
- Non dovresti essere in classe?
 Naruto sussultò, sentendo la voce di Sasuke, e si lasciò andare a una risatina nervosa.
- Dovevo andare in bagno... - spiegò a mezza voce, fissando intensamente una piastrella sul pavimento. - Ma adesso rientro subito, lo prometto!
 Sasuke non staccò gli occhi dai suoi.
Il nuovo arrivato sembrava nervoso, quasi come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Non poteva essere solo perché era in bagno, ma allora...?
Quasi sussultò, quando un pensiero gli attraversò la mente. Che Naruto lo avesse visto con Neji?!
A quella prospettiva il suo cuore accelerò forsennato nel petto, e dovette trattenersi dallo sbattere Naruto contro il muro e fargli confessare cosa aveva sentito.
Calma...” si disse, sentendo il sudore sulla fronte. “Non è detto che ci abbia per forza sentiti! Magari ha combinato qualcosa d’altro, magari voleva marinare la prossima lezione... Lui non può... Non deve... Non è possibile!”
Strinse i pugni, sforzandosi di trattenere il nervosismo, e si costrinse a pensare in fretta. Forse il biondino era abbastanza ingenuo da essere solo spaventato da lui... ma doveva accertarsene.
- Tu hai... - iniziò, facendo un minaccioso passo avanti, ma in quel momento Naruto non resse alla tensione.
- Scusa scusa scusa, non volevo! - gridò, coprendosi il viso con le mani. - Sono capitato per caso, lo giuro, e non avevo intenzione di vedervi...
Sasuke sentì il cuore congelarsi nel petto, e poi sciogliersi per la rabbia traboccante. D’impulso afferrò Naruto per il colletto e lo sbatté violentemente contro la parete, sentendolo gemere per l’urto.
- Cos’hai visto?! - gridò contro il suo viso, fuori di sé dalla rabbia.
- N-Niente, davvero! - ansimò lui, senza fiato. - C’eravate solo tu e un altro ra-ragazzo... ma non ho sentito cosa vi dicevate! L-Lo giuro!
- Cosa hai visto esattamente?! - insisté Sasuke, senza controllo.
- Niente! - urlò Naruto, con gli occhi umidi di lacrime per la paura e la carenza d’ossigeno. - Niente, lo giuro, ho visto solo due secondi, non so nemmeno chi è l’altro ragazzo!!
Sasuke all’improvviso si accorse delle lacrime nei suoi occhi, e si pietrificò per lo stupore. Vivendo in Giappone non aveva mai incontrato un blu tanto intenso quando guardava qualcuno... E le lacrime lo rendevano ancora più stupefacente. Gli occhi di quel Naruto erano qualcosa di indescrivibile... così belli che per un attimo gli fecero dimenticare ogni cosa...
- T-Ti prego... - sussurrò Naruto a quel punto, facendolo trasalire.
Sasuke lo lasciò di scatto, e lui cadde sulle ginocchia, tenendosi la gola e tossendo.
- Non... Non devi dire a nessuno quello che hai visto... - balbettò il moretto, riacquistando l’autocontrollo. - A nessuno, hai capito?
- Non avevo già intenzione di farlo... - rispose Naruto, alzando la testa e asciugandosi le lacrime. - Non sono fatti miei, e poi... da dove vengo io, certe cose non sono strane...
- Che stai dicendo? - scattò Sasuke, corrucciato.
- Sto dicendo che anche se vi amate, da dove vengo io le relazioni gay non sono un problema – rispose Naruto fieramente, alzandosi in piedi. - Non è giusto che due persone che si amano debbano stare lontane l’una dall’altra, solo perché Dio gli ha fatto lo scherzo di farli nascere con lo stesso sesso. Se sono anime gemelle destinate ad incontrarsi, devono stare insieme!
Sasuke restò spiazzato dal discorso di Naruto, e lo fissò ad occhi sbarrati.
Anime gemelle... gay... persino Dio... Ma questo ragazzo dove credeva di essere? Di cosa parlava? Forse pensava di trovarsi ancora in America...
Era tanto assurdo che quasi quasi gli veniva da ridere... e fu quello che fece. Scoppiò a ridere, di una risata folle e per niente divertente, una risata disperata e derisoria, e Naruto arrossì, sentendosi preso in giro.
- Cosa ho detto di tanto divertente? - chiese, offeso.
- Ma tu ti rendi conto di dove sei? - chiese Sasuke, ancora tra le risate. - Guarda che l’America è lontana, questo è il Giappone, qui ci sono cose che puoi e cose che non puoi dire...
- Allora in Giappone non posso parlare dell’amore?! - esplose Naruto, con le guance arrossate per la rabbia. - Solo perché è tra due maschi non posso parlarne?!
Sasuke fu colpito dal suo fervore, e le risate scomparvero improvvisamente, lasciando il posto a un grave serietà.
- Uzumaki, faresti bene a stare attento a quello che fai... In Giappone e soprattutto in questa scuola. Le cose non sono come in America, qui tutto è molto più difficile e cattivo. Lo dico per il tuo bene, se vuoi sopravvivere vedi di dimenticarti tutti i tuoi bei discorsi sull’amore e sulla libertà... Qui vige la legge del più forte. E i più forti sono quelli che non si lasciano incantare, chiaro?
Naruto aprì la bocca per ribattere, ma si rese conto che non sapeva cosa dire. Gli occhi di Sasuke sembravano così determinati mentre gli diceva quelle cose... ma anche così neri, bui, e profondi. Così disperati che gli si strinse il cuore. Strinse i pugni, e lo fissò intensamente.
- Sasuke. Giuro che non tradirò mai il tuo segreto – disse, tutto serio. - Non dirò mai a nessuno di te e quel ragazzo, dalla mia bocca non uscirà mezza parola, nemmeno sotto tortura!
Sasuke lo fissò, impassibile e impenetrabile, finché con uno sbuffo non si piazzò le mani sui fianchi.
- Baka. Io e Neji non abbiamo il genere di rapporto che tu credi. Le ragioni per cui non mi piace che si sappia che ci frequentiamo sono altre... Quindi, anche se non è per una nobile causa d’amore, ti chiedo il favore di non parlarne con nessuno.
- Cosa? Voi due non...?
- Le storielle d’amore tra gay lasciale per l’America, eh – troncò Sasuke, a disagio.
- Oh... - fece Naruto, quasi deluso.
Nel profondo, per un attimo, aveva sperato di trovare anche in Giappone qualcosa in comune con l’America... Laggiù l’amore tra uomini era una cosa normale, all’ordine del giorno, e, dato che lui era gay, non trovare traccia di cose simili in Giappone lo abbatteva profondamente. Mai come in quei momenti sentiva la mancanza di casa... dei suoi genitori, che avevano accettato che lui amasse un altro ragazzo senza fare storie... e poi di lui... che aveva dovuto lasciare per trasferirsi...
- Forza, dobbiamo tornare in classe – lo chiamò Sasuke all’improvviso, già sulla porta dei bagni. - La campana è suonata da un po’, il professore non sarà contento se tardiamo ancora, e tu sei un novellino, devi fare buona impressione...
Naruto corse a raggiungerlo, ricordandosi improvvisamente della scuola e di quanto fosse importante, ma sulla soglia Sasuke lo fermò, schioccando la lingua.
- Guarda come ti ho ridotto... - mormorò, e con un gesto improvviso gli sistemò il colletto tutto stropicciato della camicia.
Naruto arrossì di colpo, sentendo le mani fredde di Sasuke che gli sfioravano il mento, e poi avvertì anche il leggero profumo che emanava, così forte e fresco... Ebbe un leggero capogiro, e si fece indietro bruscamente.
- S-Scusa, ma va bene così! - balbettò imbarazzato.
- Uh? ah, come vuoi...
Sasuke si strinse nelle spalle, e gli diede le spalle.
Naruto si portò una mano alla camicia, e sentì il cuore battere forte sotto la stoffa.
‘‘M...Ma che cosa...?’’ si chiese, confuso.

---

Quando tornò a casa da scuola, quel giorno, Naruto si sentì più esausto del solito.
Dopo essere rientrato in classe con Sasuke, pensava che sarebbe stato coperto di fischi e frasette oscene, come sarebbe successo in America; invece nessuno aveva detto nulla, e Sasuke aveva spiegato al professore che lo aveva accompagnato in infermeria perché non si era sentito tanto bene. Lui, Naruto, che aveva sempre avuto una salute di ferro... Per fortuna era ancora abbastanza scombussolato da Sasuke da sembrare malato!
Il problema era che per tutto il resto della lezione non era riuscito a calmarsi. La vicinanza di Sasuke si era fatta improvvisamente pesante, difficile da sostenere. Avevano passato ore e ore senza degnarsi di uno sguardo, ma quel giorno, all’improvviso, Naruto non riusciva a staccargli gli occhi di dosso... né a calmare il battito del suo cuore.
E così era arrivato a casa distrutto, rifiutando l’invito di Kiba e Choji ad andare in sala giochi.
Non appena fu entrato nel suo appartamento, si stese sul letto, e si lasciò andare a un sospiro profondo. Era difficile essere lontani da casa... Quando era tanto stanco, gli piaceva sentire la mano di sua madre che gli carezzava la testa, o anche quella di un’altra persona... Ma entrambe erano lontane. E lui non poteva...
PIRIRIIII-PIRI-PIRI-RIIII (ok, è uno stupido tentativo di imitazione di suoneria, non fateci caso! ^^’ Nda)
Si alzò di scatto e frugò nella borsa alla ricerca del cellulare. Lo prese un attimo prima che smettesse di squillare e schiacciò in fretta il tasto di risposta, senza neanche guardare il mittente.
- Hello? - disse in fretta.
E quando sentì la voce dall’altra parte della cornetta, il suo cuore mancò un battito.
- It’s... It’s you...? (trad: sei... sei tu...?) - fu tutto ciò che riuscì a balbettare...
---

Sasuke rientrò e trovò Itachi insieme a un amico... o era quello che sembrava, almeno. Erano seduti al tavolo della cucina e prendevano un tè, parlando sottovoce.
Facevano uno strano contrasto, l’uno accanto all’altro: il fratello di Sasuke aveva capelli neri e la pelle pallidissima, insieme a occhi di ossidiana, mentre l’altro era biondo, e i suoi occhi erano azzurri, come... quasi come quelli di Naruto.
Forse fu per quella somiglianza che Sasuke si soffermò a fissarlo un po’ più a lungo, inebetito, e loro si accorsero che era arrivato.
- Oh, ecco il principino... - disse Itachi, con un ghigno poco felice. - Dei, ti presento mio fratello Sasuke. Sasuke, questo è Deidara.
Sasuke si riscosse bruscamente, e annuì con aria seria.
- Perdonalo, è socievole quanto un sasso – rise Itachi, e Dediara sorrise, studiando Sasuke.
- Vi assomigliate molto – commentò, sorseggiando il suo caffè nero. - E’ bello quasi quanto te.
A quel commento Sasuke si sentì a disagio, e distolse in fretta lo sguardo.
- Vado nella mia stanza, ho molti compiti – borbottò, e anche se sapeva di risultare scortese, si allontanò in tutta fretta.
- Un tantino asociale, eh? - sentì dire a Deidara, ma poi salì le scale e tagliò fuori ogni altro suono.
Amico, ora gli sembrava una parola molto sbagliata per definire Deidara... e anzi, solo a pensare a che genere di rapporto doveva intrattenere con suo fratello, si sentiva disgustato.
In quel preciso istante, mentre entrava nella stanza, quasi richiamato dalla sua mente arrivò un sms sul suo cellulare. Lo aprì automaticamente, anche se vide che il mittente era lui, e subito sentì la nausea salire dallo stomaco.
Domani, stesso posto, stessa ora. Vedi di non farmi attendere, o non sarà piacevole come sempre...
- Fanculo! - ringhiò Sasuke, tra i denti, scagliando il telefono sul letto. - Fottiti, Hyuuga di merda...
Ma, per quanto imprecasse e lo insultasse, sapeva che era completamente in sua balia...
Si sedette sul letto, con la testa tra le mani. Gli doleva la schiena, e la pancia, e sentiva i lividi sulle spalle pulsare piano.
Quando sarebbe finito tutto quello?
Forse solo nel momento in cui sarebbe finita la sua vita... perché da che aveva memoria, aveva sempre fatto schifo. Mai un momento felice, mai un momento da ricordare con piacere.
I suoi genitori erano morti poco dopo la sua nascita in un incidente d’auto, e lui viveva con Itachi da sempre. Ma non erano fratelli affettuosi che cercavano di andare avanti insieme, erano solo due persone capitate nello stesso luogo per caso, e probabilmente non si sopportavano neppure.
Aveva mai sorriso Sasuke, sorriso davvero?
No. Mai.
E disperava di poterlo fare, un giorno.
Dall’altra stanza sentì la risata dell’amico di Itachi, quel Deidara, e all’improvviso gli venne in mente il suo volto, e quegli occhi, così simili a quelli di Naruto... All’improvviso sentì il cuore calmarsi e la rabbia farsi impercettibile.
Naruto.
Chissà se gli aveva fatto male...
...Ed era davvero strano che, pensando a lui, si tranquillizzasse a quel modo...










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Mamma mia... è passato 1 anno da quando ho aggiornato qst fanfic!!!! L'altro giorno l'ho trovata sul pc e ho pensato di continuarla... Speriamo di finirla!!! Ma devo dire che mi ispira... sìsì, più avanti succedono delle cose...!!!! Chi sarà la xsona con cui parla Naruto??? E che combina Sasuke con neji????? E Itachi con Deidara????
Mille sorprese vi aspettano!!!!
Lasciatemi un commentino, daaaaaai!!!! Almeno x dirmi se devo cambiare qlcosa! :) Vi prego!!!
A proposito, saluto ancora Sere e Stelly!!!! E ryanforever, che ha commentato il primo capitolo! Grazie millissime!!!! >______<

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Capitolo 3
*** Perché penso a lui e anche a te? ***


3 - PERCHE’ PENSO A LUI E ANCHE A TE?



Il giorno dopo Naruto tornò a scuola di umore incerto. In alcuni momenti sembrava saltellare sulle nuvole, sprizzava felicità da tutti i pori e dispensava sorrisi come margherite a primavera, in altri momenti si faceva pensieroso, quasi nostalgico, e si soffermava a fissare il grande albero fuori dalla finestra.
Sasuke lo guardava confuso, chiedendosi se in America erano tutti così, o era strano anche là, e poi, più o meno a metà della lezione di Giapponese, finalmente riuscì a incrociare il suo sguardo.
- Ti disturbo se ti racconto una cosa? - chiese Naruto con gli occhi che brillavano.
Sasuke lo fissò un po’ incerto, poi si disse che non poteva certo fargli male, e allora scrollò le spalle. Poteva anche lasciar perdere le costruzioni irregolari dei verbi arcaici, e anche se le confidenze lo facevano sentire una bambina di terza elementare, poteva pure sorvolare, visto che aveva a che fare con quello squinternato di Naruto.
- A bassa voce – si limitò a imporgli, piegandosi leggermente verso di lui.
Naruto deglutì, sentendosi un po’ emozionato. Si era trasferito dall’America ormai un mese prima, ed era da più di due che non faceva confidenze felici e di un certo tipo.
Era bello, si rese conto.
- Ieri... mi ha chiamato una persona – sussurrò. - Dall’America. Era una persona che non sentivo da un sacco di tempo, davvero tanto... e mi ha fatto un piacere incredibile. E’ stato un po’ come essere di nuovo a casa, e quindi mi sono un po’ intristito... Secondo te... Cioè, non secondo te... Insomma, quando sono le prime vacanze?
- A Natale – rispose Sasuke, più freddo di quanto fosse sua intenzione.
- Oh. Così in là? - fece Naruto tristemente. Sospirò. - Allora ci vorrà molto prima che io possa tornare in America...
Sembra di sì.
Che stupidaggine. Perché doveva sentirsi turbato all’idea che uno che conosceva sì e no da due giorni tornasse da dove era venuto? Tornò dalla sua parte del banco, per significargli che il discorso era chiuso, e si sforzò di concentrarsi sulla lezione.
Ma si rese conto che gli occhi limpidi di Naruto, anche se li aveva visti solo per due giorni, gli sarebbero mancati...
...E soprattutto, che l’idea che si illuminassero al pensiero di qualcun altro lo irritava.

Fu una giornata strana, a conti fatti.
Sasuke si mostrò più scorbutico del solito, e Naruto tentò invano di renderlo partecipe della sua gioia.
Alla fine delle lezioni, quando fu il momento di raccogliere le borse e tornare a casa, Naruto tentò un ultimo, definitivo approccio.
- Senti, i ragazzi... intendo Kiba, e Choji, e gli altri, pensavano che oggi pomeriggio potevamo...
- Non mi interessa. - troncò Sasuke, senza guardarlo. - Ho altro da fare.
- Oh... Scusa.
Naruto si grattò la nuca mortificato. L’idea che Sasuke fosse nervoso mentre lui era così felice lo abbatteva. Avrebbe voluto essere in grado di migliorare l’umore di Sasuke, per condividere la sua gioia con lui, e magari... raccontargli di lui...
Che stupidaggine” si disse, senza preavviso, e sentì le guance arrossarsi leggermente. “A lui non piacciono i gay, o comunque non vuole parlarne. Lo infastidirei soltanto...”
E poi, trovava che ci fosse qualcosa di strano nel parlare a Sasuke della persona che amava. Qualcosa di... sbagliato. Che lo metteva a disagio.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, non si accorse che Sasuke aveva riempito la cartella e si era avviato verso la porta dell’aula, senza guardarlo. Quando si riscosse, Naruto lo rincorse lungo il corridoio e gli posò una mano sulla spalla, fermandolo.
Sasuke si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
- Ti ho detto che...! - iniziò, furente, ma Naruto lo interruppe con un ampio sorriso.
- Lo so – gli assicurò. - Volevo solo dirti che... la prossima volta, se non hai altri impegni, ti va di venire con noi?
Sasuke si trovò involontariamente con la bocca aperta, e per un attimo provò una sensazione curiosa. Qualcosa che assomigliava alla delusione e al sollievo messi insieme, e che pure aveva una traccia di paura.
- Non... non lo so – farfugliò confuso, distogliendo il viso arrossato. - Ci penserò...
Il sorriso di Naruto si allargò, e la mano ancora posata sulla spalla di Sasuke premette con un po’ più di forza.
- Bene! Ci conto! - esclamò entusiasta.
- Naruto! - lo chiamarono a quel punto Kiba e Choji, dalla porta dell’aula. - Ti muovi?
- Arrivo! - rispose lui, ora di umore nettamente migliore, e poi salutò Sasuke, correndo verso gli altri. - Scusate, scusate! Ci sono! -
Sasuke rimase a guardarlo per un lungo istante.
Ovunque Naruto andasse... scintillava. Ecco la parola giusta.
E lui si sentiva come un ragazzo che fosse sempre, sempre, sempre rimasto chiuso in una grotta buia e fredda, e avesse agognato il sole fin dal primo momento...ma senza mai raggiungerlo.
Strinse il pugno sulla cartella, mentre Naruto e Kiba scherzavano e si allontanavano lungo il corridoio. Ecco, adesso sarebbero usciti dal cortile e sarebbero andati a divertirsi, mentre lui...sarebbe sceso all’inferno.
Amaramente, voltò le spalle alla piccola stella scintillante che era Naruto, e si avviò con cupa determinazione verso le tenebre.

---

Naruto rientrò canticchiando.
Non solo era stata una splendida giornata – nonostante gli attimi di iniziale freddezza con Sasuke – ma era anche riuscito a convincere la signora della sala giochi che fosse maggiorenne, e a vincere una borsa di roba giocando a Pachinko. Era stato bello scoprire quel gioco, e soprattutto fruttuoso! Chissà poi perché ci si poteva giocare solo dopo i diciotto anni?
Abbandonò i regalini vinti in fondo al letto, e si levò la giacca della divisa tirando un sospiro di sollievo. Non che fosse stretta, ma a lui proprio non piaceva.
In America aveva frequentato una scuola senza divise, in cui tutti potevano esprimersi liberamente con il loro abbigliamento. Era bello incrociare per la scuola gente con i vestiti colorati, i capelli rasta o gli occhiali da sole verdi. In Giappone erano tutti così maledettamente uguali... Capelli neri, occhi neri, tutti la stessa faccia... Anche se poi c’erano ovvie differenze.
Per esempio, Sasuke era molto più bello della media dei suoi coetanei. E le sue mani erano bianche e lisce, non tozze come quelle di Choji, o ruvide come Kiba...
All’improvviso Naruto ricordò della volta che Sasuke gli aveva sistemato il colletto, e per un attimo si sentì stranamente languido.
Ma ci mise poco a riscuotersi, e per scacciare dalla mente i pensieri molesti decise di afferrare il telefono.
Al diavolo la bolletta, voleva sentire lui.
Compose in fretta un numero lungo, che faticò per un attimo a ricordare – i prefissi internazionali erano una vera maledizione – e poi portò l’apparecchio accanto al viso, in trepidante attesa.
Ci fu una lunga pausa tra il numero e il primo squillo, ma quando lo sentì il suo cuore fece un balzo nel petto. Ce ne fu un altro, e poi un altro ancora.
Oddio, e se non fosse stato a casa?
Aspetta, ma che ore erano in America?
Oh, non importava... Lui voleva sentirlo, doveva sentirlo... E il profumo delle mani di Sasuke era così buono...
[NB: da questo momento la conversazione telefonica – in corsivo – si svolge in inglese, ma per comodità verrà riportata in italiano]
- Pronto?
Naruto trasalì, quando una voce assonnata rispose improvvisamente al telefono.
- P-Pronto? - balbettò emozionato, stringendolo con entrambe le mani. - Gaara?
Dall’altra parte ci fu un leggero tramestio. - Naruto? Naruto, sei tu?
- E chi altri? - gioì lui, lasciandosi cadere con la schiena sul letto.
- Ma che... Sai che ore sono?
- Veramente no... scusa, ti ho svegliato?
Dall’altra parte della cornetta uno sbadiglio venne soffocato contro qualcosa. - Non esattamente... Non dormo mai molto bene, senza di te. Lo sai. Ma c’è qualcosa che non va? Stai bene? - domandò, all’improvviso ansioso.
Naruto sorrise, fissando il soffitto di una casa estranea e sentendosi oltre l’oceano, insieme al suo amore.
- Benone – assicurò. - Solo che... volevo sentirti.
Dall’altra parte ci fu un lungo istante di silenzio.
- Naruto, perché non torni a casa?
Naruto tacque per un po’.
- ...Lo sai perché – mormorò poi, e il sorriso scomparve dalla sua faccia. - Ho ancora bisogno di stare qui, ecco...
- Ma lì stai male! - la voce dall’altra parte sembrava quasi rabbiosa, ora. - Lo sento dalla tua voce, dal tuo bisogno di chiamarmi. Torna a casa, Naruto! Non cambierai nulla stando così lontano, e da solo!
- Devo farlo – replicò Naruto, sottovoce. - Lo sai, Gaara, ne abbiamo parlato a lungo. Non posso farne a meno... Ne ho bisogno.
- E io ho bisogno di te.
Silenzio.
Naruto fissò vacuo il soffitto, poi arrossì leggermente.
- Grazie... Lo so, e mi rendi felice. Ma davvero, non... Mi serve ancora un po’ di tempo. Non molto.
- Naruto...
- Mi dispiace di averti svegliato.
- Non riattaccare.
- Ehm, veramente non so quanto credito ho a disposizione su questo cellulare... Ho la tariffa scontata, ma spendo sempre un sacco di soldi!
- Ti richiamo io, dammi un istante.
- No no, Gaara. Torna a dormire... Io sto bene, e...
- Ma io non sto bene. Naruto... torna qui.
Naruto strinse il cellulare con forza.
Sarebbe stato così facile tornare, abbandonare tutto e correre indietro, da lui... Ma... non poteva. Non ancora, no.
- Mi manchi, Gaara – sussurrò. - Ti amo. Ma devo restare ancora. Ti prego. Ne avevamo parlato...
Gaara tacque, all’altro capo della cornetta. Poi Naruto lo sentì sospirare cupo.
- Sei pazzo, Naruto. Ma ti amo anche io.
- Grazie – sorrise Naruto, confortato. - E scusa ancora se ti ho svegliato.
- Mm... - mormorò Gaara, e poi tacque all’improvviso.
Incerto, Naruto esitò. Poteva chiudere la conversazione? Senza neanche un bye?
- Naruto... - disse Gaara all’improvviso, quasi soprappensiero.
- Sì? - fece Naruto, ansioso.
- Mm... No, nulla. Buonanotte. Cioè, buonasera, credo che lì sia più o meno quell’ora. Ti amo.
Naruto tornò a sorridere piacevolmente.
- Anche io ti amo, Gaara. E non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale, per tornare a casa. Buonanotte!
---

Da qualche tempo Sasuke si tirava le coperte fin sopra la testa, quando andava a dormire. Sentiva il bisogno di rannicchiarsi in un posto che nessuno potesse profanare, nascondersi in un rifugio caldo e stretto che lo proteggesse da chiunque, e lo lasciasse senza pensieri.
Lì era al sicuro.
Steso sul materasso, avvolto nel piumino e strettamente rannicchiato, teneva gli occhi chiusi e il mento contro le ginocchia, e contava i suoi respiri.

Lo sai che è inevitabile... Non puoi opporti... sarebbe peggio, molto peggio...

Serrò i denti, fin quasi a sentirli dolere.
No, no, no... Quel genere di pensieri non poteva catturarlo lì, non era giusto, no!

Considerati ancora fortunato... è solo in virtù del tuo bel faccino che lo faccio, sai?

Stronzo!”
Premette la fronte contro le ginocchia, trattenendo un lamento, e sentì i lividi sulle spalle pulsare, e il suo stomaco contrarsi, ribellarsi a ciò che ricordava...
All’improvviso bussarono alla porta.
- Sasuke? Stai già dormendo? -
La voce di Itachi.
Non riusciva ad affrontarlo, non ora.
Sasuke premette le mani contro le orecchie e si morse il labbro, senza muoversi.
- Sasuke...? - chiamò ancora una volta Itachi, bussando un po’ più forte. Ma non ottenne risposta.
Sasuke sentì un’altra voce mormorare oltre la porta, e poi Itachi che parlava di nuovo.
- Mi dispiace, lo saluterai un’altra volta. Deve essere stata una giornata pesante a scuola. Intanto... ti va di restare un altro po’?
- E poi chi lo spiega a Shisui, eh? - rise la voce quasi familiare di Deidara.
Sasuke lo sentì nonostante le mani sulle orecchie, e quando ciò accadde il suo stomaco si contrasse violentemente.
No. Non nella sua casa, non nella stanza di fianco...
- Va bene, va bene – sospirò Itachi. - Allora ti accompagno alla porta. Ma non sai cosa ti perdi.
E, finalmente, i loro passi si allontanarono.
Sasuke tirò un sospiro di sollievo.
Allora, richiamato dall’accostamento con Deidara, il pensiero di Naruto tornò a fare capolino nella sua mente.
Per un attimo sentì un senso violento di repulsione. Il suo bagliore faceva male, era troppo forte, lo respingeva, non gli piaceva!
Ma durò solo un istante... poi, invase tutto il letto, la zona sotto le coperte, e lo scaldò lievemente, come un abbraccio.
Sasuke si distese lentamente.
Il suo respiro tornò normale.
Naruto era tutto ciò che lui non era.
Naruto, volendo, poteva completarlo...

---

Nei giorni successivi il loro rapporto tornò a una condizione di vaga normalità.
Sasuke e Naruto si scambiavano informazioni durante le lezioni, si guardavano di tanto in tanto, e fingevano di comportarsi con cordiale distaccamento l’uno, con entusiastici approcci l’altro.
- Sasuke, vieni in sala giochi? Vieni a giocare a calcio? Vieni a mangiare sul tetto? Sasuke, vieni con noi?
La voce cantilenante di Naruto era diventata un elemento comune del paesaggio di Sasuke, e rifiutare ogni volta i suoi inviti era più un rito che una vera negazione.
D’altronde, non gli sarebbe piaciuto stare con lui e gli altri: si sarebbe sentito privato della sua esclusiva, in un certo senso; Naruto doveva scintillare solo per lui.
Per quasi una settimana le cose migliorarono. Lo Hyuuga non si fece sentire, Naruto continuò ad essere il solito Naruto spensierato, e non accennò più all’amico americano che l’aveva reso tanto felice. Sasuke prese il fiato, e scoprì che, rientrando la sera, suo fratello era sempre solo, senza il suo amico Deidara. Poteva quasi illudersi di vivere una vita normale, se non fosse stato per quel mercoledì.
Solito posto, solita ora. Non pensavi per caso che me ne fossi dimenticato?”
Le nocche di Sasuke sbiancarono attorno al cellulare, nella pausa pranzo.
Lo Hyuuga era tornato.
- E’ una ragazza?
La testa di Naruto spuntò improvvisamente da sopra la sua spalla, e Sasuke trasalì, coprendo immediatamente il cellulare.
- Usuratonkachi! - scattò, livido, balzando in piedi. - Sono cose private!
Naruto lo fissò sbattendo le palpebre, perplesso, e poi si fece indietro di un passo.
- Scusa... Non pensavo te la saresti presa tanto! – borbottò indispettito, quasi arrabbiato, scrollando le spalle. - Volevo solo chiederti se volevi venire con noi a mangiare in cortile! Sei un gran maleducato!
- No, non vengo – rispose Sasuke, in automatico, ma sia lui che Naruto si resero conto che era un no ben diverso da quelli con cui giocavano quotidianamente. - Devo... ripassare inglese – farfugliò Sasuke.
- Ah... ok... - balbettò Naruto, spiazzato. Per la sorpresa la rabbia evaporò - E scusa se... Cioè, non ho visto niente, ma scusa lo stesso. Volevo solo... Prenderti un po’ in giro.
Cose normali, tra ragazzi.
Ma Sasuke era tutto fuorché normale, e si irrigidì, annuendo brusco.
Naruto si allontanò con un cenno vago, e, chinando le spalle, raggiunse Kiba, Choji e Shikamaru che lo aspettavano in corridoio.
- Allora? - chiese Choji, sgranocchiando il suo consistente antipasto di patatine.
- Niente, deve ripassare inglese – mormorò Naruto, schivo.
- Perché stavate litigando? - domandò Kiba, sinceramente curioso. - Non ho mai visto nessuno che fosse in gradi di far scaldare Uchiha.
- Ah... ecco...
- Donne – Shikamaru sbuffò, intrecciando le mani dietro la nuca. - Sempre il solito, seccante argomento.
Naruto fece una smorfia poco convinta.
Più che negare la validità della tesi di Shikamaru, era come se l’idea stessa che Sasuke sentisse una ragazza per telefono lo disturbasse.
Kiba, al suo fianco, lanciò un lungo fischio, mentre tutti insieme si avviavano a scendere le scale.
- Cazzo, ma voi ve la immaginate la tipa che esce con Uchiha? Deve essere una strafiga colossale! Roba che Yamanaka al confronto scompare – commentò, un po’ ammirato e un po’ invidioso.
- Bionde... Solo seccature – masticò Shikamaru tra i denti.
- Ti piacciono le bionde? - chiese Choji pacioso. - O hai avuto problemi con una bionda?
- Choji, mangia e sta’ zitto.
- Mah, le bionde... - Naruto fece un po’ mente locale, e cercò di ricordare tutte le bionde che aveva conosciuto in America. - Di solito hanno la testa vuota – decretò, lapidario. Anche se probabilmente il suo commento si estendeva a tutte le donne in generale, e non teneva in conto che in Giappone le bionde erano estremamente rare.
- E qui abbiamo un florido esempio di bionda dalla testa vuota! - esclamò Kiba, scompigliandogli i capelli con una risata.
- Hey, io sono un maschio! - protestò Naruto con veemenza. - Un maschio virile, per giunta!
- Sì, sì... l’importante è crederci – ghignò Kiba, passandogli un braccio attorno al collo.
- Ma sta’ zitto, che tu sbavi dietro alle donne di Uchiha... - mugugnò Naruto, offeso.
E mentre lo diceva, la questione gli tornò in mente.
Le donne di Uchiha... Chissà com’era una ragazza che poteva piacere a Sasuke.
...Gli sarebbe piaciuto vederla.
E come ebbe formulato il pensiero, gli balzò in testa un’idea malsana.
Dopotutto, nulla gli impediva di vederla, questa ragazza.
Proprio nulla.
- Va beh, chiudiamo gli argomenti deprimenti, okay? - intervenne Kiba, riportandolo bruscamente alla realtà. - Vedo là Rock Lee con il pallone, ci state a un due contro due? -


Naruto mise le cose in borsa con estrema lentezza.
Prima un libro, poi il quaderno, poi chiuse l’astuccio, tentato di controllarne il contenuto pezzo a pezzo... Mentre faceva ognuna di queste cose, non smise mai di fissare con la coda dell’occhio i movimenti controllati e precisi di Sasuke.
Anche lui sembrava un po’ più lento del solito. Uhm, strano.
- Sasuke... Oggi pomeriggio... - tentò, per tastare il terreno.
- Ho un impegno – troncò Sasuke, un po’ bruscamente. Ma sembrò accorgersi di essere stato aspro, perché si corresse dopo neanche un istante. - Scusa... E’ un impegno preso tanto tempo fa... - mormorò, schivando il suo sguardo.
Perché si sentiva sporco.
E non voleva esserlo, non davanti a lui.
- Oh, non... fa niente – rispose Naruto, sforzandosi di sembrare naturale. - Adesso che ci penso, anche io dovrei ripassare per domani. Sai, storia... Tutti questi nomi di imperatori non mi entrano proprio nella testa!
Per un attimo Sasuke fu tentato di offrirgli ripetizioni, ma fu un attimo brevissimo. Si limitò ad annuire e a controllare che gli altri compagni se ne fossero andati.
- Naruto? - chiamò Kiba dalla porta, l’ultimo rimasto a parte loro.
- Ehm... arrivo! - rispose lui, quasi in imbarazzo. - Tu inizia a scendere, ti seguo subito!
Kiba esitò per un attimo, passando lo sguardo da Naruto a Sasuke, poi, quasi reticente, scrollò le spalle e se ne andò senza commentare.
Sasuke richiuse la cartella, e finalmente guardò Naruto.
- Beh... a domani – lo salutò, quasi nervosamente.
- Oh, sì... A domani... Ma... tu non esci?
- Io... devo passare prima dalla sala professori.
Un dialogo strano, detto guardandosi solo a metà.
Vattene, per favore, vattene...” si trovò a pensare Sasuke. “Prima di costringermi a inventare altre menzogne...”
- Capisco... - mormorò Naruto, leggermente deluso. Aveva l’impressione che Sasuke avesse capito le sue intenzioni e cercasse di sviarlo...
Però... Poteva sempre appostarsi fuori dal cancello.
Sì, e come lo spiegava a Kiba?
Scusa, sai, ma voglio spiare Uchiha e vedere con che tipo di ragazza esce!
Decisamente fuori discussione.
- Allora ciao... - mormorò indeciso.
- Ciao – replicò Sasuke, un po’ più sicuro.
Sollevò la cartella e gli voltò le spalle, diretto verso l’uscita.
Naruto lo seguì poco dopo, avviandosi lentamente lungo il corridoio deserto.
In fondo cosa gli importava con chi usciva Sasuke?
Ma soprattutto, perché continuava a pensare a lui?
Una folgorazione lo colpì all’improvviso.
No... No, non era possibile...
Sentì le guance arrossarsi, e gli tornò in mente il profumo di Sasuke.
Ok che anche Gaara era un tipo che sembrava freddo e scostante, quindi in un certo senso era il suo genere... ma lui amava Gaara, ne era assolutamente sicuro.
Non poteva... Nemmeno per idea...
Calma, calma... Potrebbe essere solo una semplice attrazione” si disse, con il cuore in subbuglio. “Lui mi ricorda Gaara, ed è un bel ragazzo... Sono umano, dopotutto...”
Si fermò a metà della rampa di scale, e strinse le dita sul corrimano freddo.
Non doveva pensare a Sasuke, perché Gaara lo aspettava al di là dell’oceano, lui e solo lui. Lo aveva sentito pochi giorni prima, e si amavano, e a Natale si sarebbero rivisti...
Però...
D’istinto, percorse gli ultimi gradini due a due, e atterrò sul pianerottolo quasi acquattandosi.
- Merda! - esclamò, chiedendosi che diavolo faceva, mentre correva stupidamente lungo il corridoio, diretto verso la sala professori – e sperando che la strada fosse giusta.
Per miracolo raggiunse la zona della scuola riservata all’amministrazione, e, con il cuore in gola, raggiunse la porta della sala professori.
Per sua fortuna la trovò aperta, e vi si affacciò con il viso arrossato e lo stomaco in subbuglio.
All’interno c’erano solo i professori, che lo guardarono con aria stupita.
- Scusa... Hai bisogno qualcosa? - gli chiese un insegnante, scrutando con una certa diffidenza l’insolito colore dei suoi capelli.
- Ah... No... Io... - balbettò lui, arrossendo. - Chiedo scusa!
E poi, nel panico, letteralmente scappò via.










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Addirittura 4 recensioni??? Ma io vi adoroooooooooooooo!!! *_* Mi ha fatto davvero tanto piacere riceverle, sia le critiche che i complimenti! Cercherò di migliorare, lo prometto, voi continuate a seguirmi!!! >_< E scusatemi se ho aggiornato dopo un anno intero, prometto che da adesso sarò più veloce!
(PS: visto ryanforever?? Non ho più usato il linguaggio sms! :) E per spiegarti Naruto con i lacrimoni... Non piangeva di spavento, ma perché Sasuke lo stava quasi strozzando! Insomma, gli faceva male!!! Qui non sono ninja, purtroppo!)

Ah sì, prima di salutarvi ringrazio tantissimo Andromeda Hanekawa, ryanforever, letizia1002, e capitatapercaso (riguardo alla questione dei gay, beh... io penso che il giappone sia moooolto più chiuso sulla diversità che non l'america! Non dico che in America va bene tutto a tutti, ma in Giappone basta tingersi i capelli perché gli altri ti guardino come fossi un mostro... Immagino se per disgrazia uno diventa gay! °_° Poi, be, non credo che l'argomento tornerà più! ^^ Comunque grazie per la precisazione!)

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