Just tell me why

di my shining world 7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. Non un buon inizio ***
Capitolo 3: *** 2.Di male in peggio. ***
Capitolo 4: *** 3. Silenzi rumorosi. ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Ero stanca, sfinita, non ne potevo più. Essere metà veela mi aveva rovinato la vita.
Erano stati tutti bravi con le parole ma appena venivano a conoscenza della mia verginità o del mio rifiuto per il sesso mi allontanavano.
Non mangiavo, me ne stavo tutto il giorno chiusa in camera. Faceva fottutamente caldo ma non avevo né energia né volontà per andarmene a mare.
Mi sentivo incompleta... anzi vuota, totalmente vuota. Mi sentivo come un Mangiamorte ad Azkaban. In gabbia. Priva di libertà e di luce.
Non volevo tornare a scuola e vedere facce nuove e non.
Non ne potevo più di stare in Francia volevo andarmene il prima possibile.
Non ne potevo più di quella vita basata sulla superficialità.
Non ne potevo più di sopportare mio fratello e le sue maledette regole.
Non ne potevo più di sopportare il mio migliore amico con la sua oppressione.
Non ne potevo più delle lettere di mia madre che se ne stava bella felice a Londra con mio padre mentre Io Dovevo stare in quell’Inferno.

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Capitolo 2
*** 1. Non un buon inizio ***


13 agosto
“Dom esci da quella cazzo di camera” sibilò scocciato Louis da dietro la porta “che vuoi?” chiesi con lo stesso tono “c’è una lettera di mamma e papà” “non m’importa puoi anche incenerirla” “ma parla di una cosa che t’interessa, c’è scritto che...” lo interruppi “che casso leggi le mie cose??” “c’ero anch’io come destinatario” “ah” “dai muoviti esci di lì che tra un po’ arriva anche Marcus...” disse allontanandosi dalla porta, io sbuffai contrariata mi tolsi il pigiama e andai a farmi una doccia. Mi misi un jeans ed una maglietta a bretelle (le prime cose che trovai) e scesi al piano di sotto dove mio fratello mi aspettava seduto al tavolo della cucina scrutando con attenzione la lettera. Alzò lo sguardo “eccoti finalmente!” io sbuffai e mi sedetti sul tavolo facendo cenno a Louis di darmi la lettera, lui le diede un’ultima occhiata e poi me la porse ed io cominciai a leggerla.
 
Cari Dominique e Louis come state?
Vi volevamo informare di una cosa importante. Abbiamo deciso di farvi venire qui a Londra. Ci dispiace che dobbiate lasciare tutti i vostri amici, la vostra scuola, la vostra casa, ma pensiamo che sia meglio che veniate qui a Londra a vivere e non soltanto per vacanza. Per la scuola non ci sono problemi. Hogwarts è una scuola molto prestigiosa e la signora McGrannit non vede l’ora di conoscervi. La gente che vive qui è molto simpatica e cortese. E Londra è semplicemente magnifica. Qui ci sono tanti ragazzi con cui avete giocato da piccoli... poi ci sono pure i vostri cugini figli di zio Harry e zia Ginny, penso vi ricordiate di loro, sono dei veri tesori. Ci dispiace davvero tanto che l’ultimo anno di scuola dobbiate passarlo in un’altra scuola... vi eravate già abituati alla vostra... ma scommettiamo che vi troverete a vostro agio. Vi abbiamo allegato tutto il necessario per il viaggio. Quando arriverete a Londra penso che sappiate arrivare a Villa Conchiglia e se doveste avere difficoltà basta che usiate il cellulare... quello strano aggeggio babbano.
Enormi Baci, vostra madre Fleur e vostro pare Bill
p.s. Nicky piccina mia mi raccomando stai lontana dai giovanotti!! Louis bada alla mia piccola donna!!! Ci vediamo presto!! Non vedo L’ora ciao piccoli miei.


Fissai la lettera allibita, la lessi una decina di volte incredula, guardai mio fratello con bocca spalancata “ohscielo! MERLINO MI HA ASCOLTATA FINALMENTE!” esclamai saltandogli addosso e baciandolo freneticamente sulle guance “dai Dom... e smettila... so che sei felice... però...” “TI RENDI CONTO CHE ANDREMO A VIVERE A LONDRA? Potrò comprarmi Tante cose nuove” esclamai sognante Louis ridacchiò “oh finalmente ti brillano gli occhi!” sorrisi arrossendo “mi ci voleva proprio questa bella notizia! Non vedo l’ora di dirlo a Marcus!” saltellai via entusiasta appena sentii il campanello di casa suonare, aprii e mi buttai tra le braccia di Marcus “ahia fai piano Dom... mi hai fatto quasi cadere... che è tutta questa felicità?” mi chiese perplesso, ma con la curiosità negli occhi “parto per Londra” dissi sorridendo a 32 denti “Wao figo... e quanto ti stai?” chiese sorridente “Per sempre!” “Che? Come per sempre?” “vado a vivere a Villa Conchiglia con i miei genitori... finalmente me ne vado da sto schifo di Francia” “son felice per te... ma...come farai con la scuola?” “mamma e papà hanno provveduto a tutto” disse Louis comparendo da dietro di le mie spalle “Bonjour Louis, wao... beati voi... a me manca tanto Londra...” “Allora verrai a trovarci, una buona scusa per venire e starti più tempo” “già è vero... quando avete intenzione di partire?” “1 settembre” “capisco... vabè... Dom ci facciamo una passeggiata?” chiese poi a me “Certo che sì! Oggi ho l’umore alle stelle, dammi un attimo che prendo la borsa e gli occhiali” “ok muoviti” “OUI OUIII” presi una borsetta turchese molto trendy mi misi gli occhiali da sole e uscii di casa salutando Louis ed incamminandomi con Marcus chissà dove. Camminammo tantissimo e, per quanto parlammo, neanche feci caso al caldo afoso che imperlava la fronte del mio amico, lo scrutai ridacchiando e gli proposi di andare a berci una fresca birra.
Era strano ascoltare Marcus che parlava, cioè di solito ero io a parlare e lui ascoltava... invece in quel giorno parlò molto di se e la cosa mi rallegrò molto “bhe... dai non guardarmi con quell’espressione... che ci trovi di strano nel fatto che voglio essere un medimago?” mi chiese scrutandomi e facendomi ridere “nulla, semplicemente trovo strano che...” “che ti parli di me?!” spalancai gli occhi sorpresa “s-si... come hai fatto a capire cosa volevo dirti?” “ti conosco come le mie tasche” disse dandomi un pizzicotto sulla guancia “HEII!” lo fulminai con lo sguardo e lui scoppiò a ridere “amo quando fai la bambina arrabbiata” continuò a ridere contagiandomi “sei ingiusto stupido migliore amico” lo abbracciai “mi mancherai bionda piagnucolona” “tu a me non mancherai stupido rompipalle possessivo” mi guardò perplesso “bene allora neanche ti saluterò quando partirai” disse alzandosi dallo sgabello del Pub e andò a pagare le birre. Rimasi stordita da quella reazione ma poi lo raggiunsi buttandomi sulle sue spalle “eh va bene, mi mancherai” dissi scompigliandogli i capelli ricci “Dom, non per dire, ma... ci stanno guardando tutti...” inarcai il sopracciglio e mi guardai intorno “...casso” dissi staccandomi da lui e dandomi una sistemata e Marcus scoppiò a ridere facendomi voltare verso di lui sconvolta “perché ridi?” “perché c’è un gruppo di ragazze che ti sta incenerendo con lo sguardo” “pff...” feci un’espressione altezzosa ma di colpo spalancai gli occhi “aspetta... p-pensano che io e te...” “siamo fidanzati?! Poverine... vado a consolarle... tu torna a casa, ci vediamo più tardi bambolina” “non mi chiamare bambolina!!” sbottai scocciata, lui mi fece l’occhiolino e raggiunse il gruppo di ragazze al tavolino. Rimasi a guardarlo allibita, odiavo le sue maniere di scaricarmi appena vedeva delle ragazze, sbuffai ed uscii dal pub. Una volta fuori mi appoggiai al muro e mi accesi una sigaretta, fissai una coppia di fidanzatini che passeggiavano mano nella mano davanti ai negozi e un sorriso spontaneo irradiò il mio viso mentre la mia fantasia sdolcinata prendeva il sopravvento, ma una voce familiare mi fece tornare coi piedi per terra “Dom? Dom mi senti?” alzai lo sguardo e vidi gli occhi di Louis davanti al mio viso mentre con due dita teneva il mio viso sollevato “L-Louis?!” mugugnai frastornata mettendomi ad osservare una ragazza dai corti capelli castani, gli occhi nocciola ed un fisico asciutto che sbuffava e picchiettava col piede per terra guardando mio fratello “Louis... ma non ti stanchi mai eh?!” dissi con un sorriso metà malizioso e metà schifato “Dom, non son cose che ti riguardano e poi... da quand’è che fumi?” sbuffai scocciata “Lou, non son cose che ti riguardano” lo rimbeccai liberandomi il viso dalla sua mano “Dom!” disse severo “lasciami in pace e vatti a scopare l’ennesima zoccola” dissi voltandomi per andarmene via sentendo addosso lo sguardo incredulo della ragazza e di mio fratello. Sorrisi soddisfatta incamminandomi verso casa.
Una volta entrata in casa buttai borsetta e occhiali sul divano, salii al piano di sopra, mi chiusi a chiave in camera, mi buttai sul letto e pochi minuti dopo mi addormentai.

 
Dei capelli biondi corti e morbidi venivano stretti dalle mani della bambina, lui si scostò dal collo di lei per guardarla negli occhi, si persero uno negli occhi dell’altra, il biondino le prese la mano, le accarezzò dolcemente il viso e le sorrise “io volevo dirti una cosa” cercò di parlare lei e lui annuì per incoraggiarla a parlare “parto... per Parigi...” quando il biondino stava per parlare lei lo interruppe “per sempre” disse con fil di voce mentre le lacrime le inumidivano gli occhi, il bambino la guardò incredulo, i suoi vivaci occhi verde smeraldo si ombrarono di tristezza. Lasciò la mano di lei e si allontanò di qualche passo “perché? Mi avevi promesso...mi avev...” non riusciva a parlare, ma l’attenzione di entrambi fu catturata da una voce che chiamava il bambino, così lui la guardò, un’ultima volta, si voltò e scomparve nella vegetazione. La luce calda, che illuminava quello scorcio di vegetazione rigoglios,a fu oscurata da una triste luna che piangeva un addio mai detto. La bambina si accasciò sull’erba incapace di muoversi, incapace di parlare, incapace di versare lacrime. Di nuovo sola.
 
“NO” mi svegliai di soprassalto con un dolore lancinante nel petto, di nuovo quel sogno, di nuovo quei capelli, di nuovo quel volto, di nuovo quei tristi occhi verdi. Mi voltai di lato e vidi Louis che mi scrutava preoccupato “Dom... tutto bene?” chiese con voce tremante inginocchiato al lato del letto, annuii con fatica, sentivo i muscoli troppo rigidi e il mio cuore battere quasi fino a scoppiare.
“Dom si può sapere che ti succede?” mi chiese Louis dopo che riuscii a calmarmi “niente” risposi acida “Dom si vede che qualcosa non va se vuoi puoi parl” “IO NON HO NIENTE CHE NON VA” lo interruppi irata e gli feci segno col braccio di uscire dalla stanza e lui, che stava inginocchiato accanto a me, si mise in piedi dirigendosi fuori dalla stanza. Si voltò a guardarmi triste e poi scomparve nel buio del corridoio.
Sbuffai sonoramente ripensando al sogno. Era molto tempo che non mi assillava... mi sentivo confusa.
Capelli biondi, occhi verdi. Non conoscevo nessuno con quell’aspetto. Mi dissi che appena fossi tornata a Londra mi sarei imbottita di wischy incendiario peggio di James Charlus Potter.
Guardai il calendario e contai i giorni che mancavano al mio ritorno a Londra, mancavano venti giorni, venti cruciati giorni e sarei tornata nella mia amata Londra, in quella magicamente fantastica scuola: Hogwarts, la seconda casa di tutti i suoi studenti.
Mi voltai a guardare la finestra e fissai incantata il sole che tramontava, mi misi comoda sotto le coperte e mi addormentai.

I giorni successivi uscii con un paio di mie compagne di scuola, ma mi limitavo ad uscite mattiniere o pomeridiane, poi mi chiudevo in casa ed andavo a letto senza cena.
Mio fratello nei primi giorni mi rimproverava e cercava in tutti i modi di farmi mangiare e farmi divertire, ma poi, vedendo che erano tutti sforzi inutili, si limitò a lasciarmi occhiate tristi.
31 agosto

Mi svegliai piena di crampi, non avevo dormito molto quella notte.
Mi guardai attorno. Mio fratello giaceva addormentato su una sedia, con la testa poggiata sul lato sinistro del mio letto. Sorrisi involontariamente. I suoi grandi occhi azzurro zaffiro si aprirono lentamente “Bonjour Louis” dissi accarezzandogli lievemente i capelli color del grano “Buongiorno a te Bella Non Addormentata” ridacchiai ma poi la mia espressione da allegra passò a preoccupata “perché hai dormito così? Lo sai che puoi dormire sul mio letto!? E come mai sei qui? Che è succ” mise l’indice sulle mie labbra zittendomi “stai tranquilla è tutto a posto... ero passato a darti il bacio della buonanotte e vedendoti agitata nel sonno mi sono fermato da te” disse sorridendomi rassicurante “Grazie” sussurrai “Di nulla e comunque rallegrati che domani partiamo!” io annuii e cominciai a saltellare sul letto come una bambina. Lui all’inizio mi guardò esterrefatto ma poi salì sul mio letto e cominciammo a fare la lotta con i cuscini. Mio fratello, come ogni volta, mi disarmò e cominciò a farmi il solletico e io cominciai a ridere “stupido dai smettila!!” lo implorai ma lui fece un’espressione da finto offeso e continuò a solleticarmi “no dai smettila... daaai ti chiedo scusa! Scusa!” lui smise “Ora va meglio” disse dandomi un bacio sulla fronte.


“Dai smettila di fare lo stupido” disse la bambina “di fare cosa?” chiese lui con espressione incredula “lo stupido” disse da saputella, lui la guardò a lungo poi fece un ghigno e cominciò a solleticarla “Nooo il solletico no!” esclamò lei in preda alle risate, il bambino la guardava rapito da quel sorriso magnifico e quella risata cristallina.

Le lacrime mi rigarono il volto e, mentre singhiozzavo, Louis mi strinse forte in un abbraccio.
Cosa mi stava succedendo?
Non riuscivo a capire chi fosse quel bambino. Non riuscivo a capire perché mi fossi messa a piangere.
Mio fratello mi accarezzò con dolcezza i capelli.
Quel giorno cominciò nel peggiore dei modi. Piansi per ore senza capirne il motivo, arrivò l’ora di pranzo ma, tutte quelle lacrime, mi impedivano di mangiare, così rimasi a letto tutta la giornata.
Louis entrava e usciva dalla mia camera in continuazione, chiedendomi ossessivamente come stavo. Grazie a lui, a sera, riuscii a sententirmi molto meglio.
Finita la cena, ci sedemmo comodi sul divano a guardare un film d’azione e parlammo tantissimo su tutti gli amici e i cugini che avremmo rivisto una volta arrivati a Londra. Parlammo di tutte le bravate fatte con quel malandrino di James e la piccoletta rossa Lily, di quante ci fossimo divertiti nel prendere in giro quel poverino di Albus (loro fratello) e di quanto era stato entusiasmante andare al Luna Park. E tra una risata e l’altra ci addormentammo sereni sul divano.
Caddi dal divano con un sonoro tonfo svegliando mio fratello “Dom stai bene?” chiese preoccupato, ma poi guardandomi scoppiò in una fragorosa risata, guadagnandosi una’occhiataccia che lo zittì.
Mi alzai da terra e guardai l’ora “PER LA BARBA DI MERLINO E’ TARDISSIMO” esclamai correndo verso il bagno. Mi feci una doccia, poi uscii di corsa andando in camera a vestirmi e ritornai al bagno, sempre di corsa, a truccarmi.
Uscii come una furia dal bagno appena sentii il campanello di casa suonare, aprii subito e mi buttai tra le braccia di Marcus che mi afferrò al volo ridendo “Bonjour Dominique!!” disse sorridente “Buongiorno a te!” strillai entusiasta “sei venuto a salutarmi che dooolceee!!” lo abbraccia fortissimo “certo mon amour come potevo non venire a salutarti prima della partenza?” mi baciò la fronte “mi mancherai tantissimo” dissi facendomi triste “non mettere il broncio madamoiselle ti verrò a trovare il prima possibile” mi fece l’occhiolino ed io gli sorrisi grata.
Arrivò Louis con le valigie “muoviti Dom o perdiamo il treno!” “oui Louis agli ordini!!” dissi drizzandomi come un soldato, Marcus ci aiutò a portare i miei bagagli.
Arrivammo in stazione e io abbracciai per l’ultima volta il mio migliore amico “mi raccomando non andare sempre a puttane!” lo rimproverai “mon amour non potrei mai, io amo solo te” disse con tono teatrale, scoppiammo a ridere e quando lo riabbracciai, lui mi strinse forte e fu dquasi doloroso sciogliere quell’abbraccio.
Raggiunsi Louis e insieme salimmo sul treno che portava alla mia amata Londra, la mia amata e tanto desiderata libertà.
Io e mio fratello dormimmo per quasi tutto il viaggio.
Ancora assonnata sentii una voce elettronica che annunciava la fermata di Londra così, balzando in piedi, svegliai Louis saltellando di gioia. Prendemmo i bagagli e scendemmo dal treno, uscimmo dalla stazione e ci dirigemmo verso villa conchiglia. Inspirai l’aria e guardai il cielo sempre grigio della mia amata Londra.


Salve creaturine!
Tempo fa mi venne in mente di scrivere questa ff su Dominique (un personaggio che odio tantissimo) e ho deciso di renderle la vita difficile (come del resto rendo la vita difficile a tutti i miei personaggi PUAHAHA). Avevo questa storia fra gli appunti e ho dovuto revisionarla da capo a fondo (PAREVA ESSER STATA SCRITTA DA UNA BIMBAMINKIA) e il risultato è questo.
Ditemi cosa ne pensate.
Baci
Jade

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Capitolo 3
*** 2.Di male in peggio. ***


1 settembre
 
Arrivammo davanti a Villa Conchiglia.
Non mi sembrava vero di essere lì.
Osservai la villa e notai che non era cambiata, poi assieme a mi feci coraggio ed entrai “Nicky miaaa” piagnucolò mio padre venendomi incontro e sollevandomi da terra con un abbraccio “Oh piccola mia quanto mi sei mancata!” disse sciogliendo l’abbraccio e osservandomi “anche tu mi sei mancato tanto papà” non appena conclusi la frase arrivò nostra madre che soffocò me e Louis di baci “non potete immaginare quonto siamo felishi di riavervi qui con noi” disse commossa “su su andote di sopra a cambiorvi per la CENA” disse calcando sull’ultima parola. Io e Louis la guardammo perplessi e andammo verso le nostre camere per cambiarci.

Svuotai tutte le mie tre valigie e misi tutto nell’armadio con l’aiuto della magia e mi misi di fronte allo specchio pensando a cosa indossare. Tubino nero non molto scollato e delle ballerine, sempre nere, pensai.
Mi ritoccai il trucco che si era sbavato durante il sonnellino in treno, mi feci una lunga treccia nella quale intrecciai dei fiorellini e, appena mi ritenni pronta, uscii dalla camera. Sbattei addosso ad un affascinante Louis in smoking “Oh wao!” esclamai sorridente “sono strepitoso eh?!” disse lui ironico accennando un sorriso che pareva più una smorfia di dolore “Lou sei stupendo, non ti vedevo in smoking da... umh... da quando mamma e papà vivevano ancora a Parigi” dissi nostalgica “Ora vivremo di nuovo con loro” disse lui per consolarmi “Già” dissi sorridendogli. Che sorriso falso che era. Come uno dei tanti del resto. Perché Lou negava che ormai era troppo tardi per rimediare?
Non potevo nemmeno dirglielo. Almeno lui doveva non star male per gli sbagli dei nostri genitori, almeno lui doveva pensare che non ci fosse niente che non andasse.
Mio fratello non doveva star male anche per loro.
Feci un sorriso più luminoso pensando a quanto lui mi fosse stato accanto “dai, andiamo che ci aspettano” dissi iniziando a scendere le scale.

A metà dell’ultima rampa ci raggiunse nostra madre correndo “fiori miei venite” disse in tono troppo entusiasta “Fleur che succede?” chiesi perplessa, ma lei non rispose e ci trascinò davanti alla sala da pranzo che stranamente aveva le porte chiuse.
Uscì la bacchetta e spense tutte le luci “bene pisshini miei, spero che la serata vi pioshia” esclamò, un attimo dopo sentii il rumore delle porte che s’aprivano e la mano di mia madre che mi spingeva all’interno della sala da pranzo.
Dopo ci fu solo silenzio.
Non ebbi paura ma solo la sensazione che stesse per accadere qualcosa.
Le luci si riaccesero e...
“SORPRESA!” esclamarono in coro una marea di gente tutta sorridente. Sopra le loro teste fluttuava uno stendardo Rosso con una scritta Dorata: Bentornati a Casa Adorati Dominique e Louis.
Spalancai la bocca incredula e rimasi impalata a fissare tutte quelle persone, non convinta che fosse tutto reale e non un’allucinazione.
Volevo darmi un pizzicotto ma il corpo non rispondeva a nessun comando. Vidi un gruppetto di persone distaccarsi dal resto e venirmi incontro: Potter.
Erano ad un passo da me e mi squadravano da capo a piedi “Domi!” esclamò una ragazza dalla chioma rosso fuoco risvegliandomi da quello stato di torpore “Lily... Lily!” esclamai illuminandomi in viso, colmando le distanze con un nostalgico abbraccio “che bello rivedervi” dissi con la voce incrinata.
Li abbracciai tutti sorridendo come una psicopatica “scommetto che è stata vostra l’idea” dissi sapientemente e loro risero colpevoli.
Chiacchierammo facendoci le solite domande di circostanza. Mi chiesero com’era andato il viaggio e se se fossi felice di aver lasciato la Francia per tornare a Londra.
Ma, nonostante i sorrisi e la mia bravura d’attrice la piccola Lily capì che non andava tutto come avevo raccontato loro.
Altre bugie. Pareva ne fossi diventata dipendente.
Lily mi prese sottobraccio e mi portò in disparte “Si?” le chiesi sorridendo facendo finta di non aver capito che cosa volesse “Lo sai bene Domi” mi disse rivolgendomi uno sguardo eloquente e a quegli occhi color miele non potevo mentire.
Le raccontai tutto per filo e per segno.
Il rancore che provavo verso i miei genitori.
Il senso di colpa verso Louis che doveva assistermi.
Gli incubi.
Lo stomaco chiuso. Le difficoltà a rapportarmi con le persone. Le delusioni e le ansie.
Lei mi ascoltò con attenzione senza proferir parola e con quei suoi occhi mi disse molto più di quanto avrebbe potuto dirmi a parole
“Beh adesso basta parlare di me” dissi stancamente e lei annuì, così iniziammo a parlare di cosa lei avesse fatto in tutti quegli anni e l’ultima novità ci si presentò: un tipo alto, snello, dai capelli platino sorrideva verso Lily e la guardava con gli occhi luminosi “sbaglio o...” bisbigliai, indicandole il ragazzo con un ghigno, facendola arrossire “Hei” la salutò con una carezza sulla testa, poi si voltò verso di me “Buonasera Dominique e bentornata a Londra” disse Scorpius Hyperion Malfoy facendo un lieve inchino “grazie Scorpius...” dissi stranita ma mi ripresi subito “ e così voi due state insieme eh?!” continuai riprendendo il mio ghigno e per la prima volta vidi  Malfoy arrossire “emh sì...” disse arricciandosi un ciuffetto di capelli evidentemente nervoso ed imbarazzato facendomi sorridere “dai vi lascio soli piccioncini... divertitevi!” dissi facendo loro l’occhiolino ed allontanandomi.
Mi misi a cercare Louis e, come avevo immaginato, lo trovai con il suo migliore amico (che gli assomigliava in tutto) dal nome per me impronunciabile. Mi avvicinai a loro “sera!” dissi sorridente “Dominique!” esclamò l’amico di mio fratello “Dom ti ricordi di Lysander?” “certo che mi ricordo di lui” dissi con tono di ovvietà facendo ridere i due ragazzi “oh Lys ma Lorcan che fine ha fatto?” gli chiese Louis  d’un tratto “Purtroppo è vivo e vegeto ed è in giro per la sala, l’ho dovuto trascinare qui a forza”.
Lysander ha un fratello? Mi chiesi perplessa e poi ricordai.
Louis rise “non voglio immaginare quanto sia difficile conviverci” Lysander alzò gli occhi al cielo “non ne parliamo guarda...” “Lou io vado a prendere da bere... volete qualcosa?”dissi io sentendomi fuori posto in quella conversazione “si portami dell’acqua!” disse Lou e Lysander lo guardò sconvolto “Louis ma come? Mandi una ragazza a prenderti da bere?! La Francia ti ha proprio rovinato fratello!” disse sospirando, io risi e mi diressi al bancone delle bevande.
Mi persi tra i miei pensieri e, presa l’acqua per me e per mio fratello, mi diressi verso quest’ultimo. Quando qualcosa catturò la mia attenzione.
Due grandi occhi verdi smeraldo.

Sentii improvvisamente mancarmi l’aria.
I due bicchieri d’acqua mi scivolarono di mano e caddero per terra frantumandosi.
Ebbi giusto il tempo di sentire la voce di mio fratello che vidi tutto nero e  svenni fra le sue braccia.
 
La bambina se ne stava triste e tutta sola in un angolino dell’enorme salone di casa, mentre gli altri bambini festeggiavano il compleanno di Louis. Guardò la sua immagine riflessa nel vaso d’argento e tirò su col naso malinconica.
Stava per distogliere lo sguardo quando due grandi occhi verde smeraldo catturarono la sua attenzione. Erano sempre più vicini. Tutta tremante si voltò e gli si presentò davanti un piccolo bambino dalla pelle candida, capelli biondi come l’oro e due grandi occhi verdi “perché te ne stai qui tutta sola?” chiese scrutandola, lei non rispose troppo rapita da quegli occhi “come ti chiami bambina triste?” ritentò il bambino “m-mi chiamo D-Dominique” disse lei flebilmente “oh che bel nome, Do-mi-ni-que” sillabò il bambino sorridendole entusiasta.
 
“Dominique, svegliati!” sentii la voce di Louis così lontana, percepii una carezza sulla guancia  e le voci, prima lontane e confuse, si fecero più vicine e nitide. Aprii lentamente gli occhi e mi drizzai “C-che è successo?” balbettai intontita “mi stavi portando da bere... ti son caduti i bicchieri e sei svenuta, ti ho afferrato giusto in tempo” disse con espressione stravolta “ti prego Dom mi dici cos’hai?” aveva la voce roca “i-io... non lo so... mi son sentita mancare il respiro e poi mi son sentita senza forze e di colpo si è fatto tutto nero...” parlavo a fatica, cercando di trattenere i singhiozzi “cos’è che ti tormenta Dom?” “...un sogno” “che sogno?” “di un... un...” non riuscii a trattenermi e scoppiai a piangere “un... bambino... con dei grandi occhi verdi. La sua espressione delusa, i suoi lucenti occhi pieni di tristezza” singhiozzai mentre le lacrime mi appannavano la vista. Louis mi strinse a sé e si mise ad accarezzarmi i capelli con premura.
Sentii qualcuno parlare con Lysander e con mio fratello “che è successo?” chiese lo sconosciuto, aveva una voce... strana, bassa ma non troppo e leggermente roca, semplicemente stupenda “nulla... mia sorella è un po’ debole... niente di che” sentii dire da Louis “capisco...” bisbigliò, volevo sentire ancora la sua voce, ma quando fu sul punto di dire qualcos’altro Lysander, chissà perché, gli ringhiò di sparire e sentii l’altra voce allontanarsi borbottante. Poi chiusi di nuovo gli occhi e le voci si rifecero lontane.
Quando mi ripresi, m’asciugai gli occhi con il dorso della mano “C-chi era?” fu la prima cosa che chiesi “nessuno di importante” disse Lysander facendo una strana risata “scommetto che è quel emh come si chiama Lorcan(?) di cui avete parlato prima” dissi con un lieve sorriso e i due ragazzi mi guardarono esterrefatti.
Forse non s’erano accorti che m’ero ripresa?
Louis fece una strana occhiata a Lys, mi disse di aspettarlo lì qualche minuto ed entrambi si allontanarono a parlare in privato.
Non s’erano allontanati molto così potei ascoltare peiccoli pezzi di discorso, ma non avevano molto senso le frasi che ne uscivano. “occhi di lontano troppo nascosto” parole di Louis “tranquillo ho infilzato la bacchetta nel sacco” concluse Lys. Mi grattai una tempia perplessa non riuscendo a trovare un senso logico a quellefrasi, sbuffai sonoramente “Lu io vado a dormire” dissi dopo aver raggiunto Louis senza preavviso. Andai via sotto lo sguardo incredulo di mio fratello e del suo amico. Andai in fretta in camera e mi chiusi dentro a chiave.
Non avevo alcuna intenzione di tornare in quella sala con il terrore di rivederli. Di rivedere quegli occhi. Di rivedere tutta quella gente. Di rivedere la ‘compassione’ nei loro occhi quando mi guardavano. Di rivedere mio fratello in atteggiamenti strani, come se volesse nascondermi o tenermi lontana da qualcosa.
Perché a me? Cos’ho fatto di male? Mi chiesi affondando la faccia nel cuscino.
Mi misi a pancia in su a fissare il soffitto e, come uno sciame d’api, mille pensieri invasero la mia testa, costringendomi a cercare un filo logico fra tutti gli eventi accaduti in tutti quegli anni.

Era mezzanotte inoltrata ed erano passate più di tre ore dalla mia ‘fuga’. Non avevo sonno e un’assurda inquietudine mi divorava dall’interno.
Però il colore ocra con cui era stato pitturato il soffitto, mi diede un certo senso di tranquillità.

Qualcuno bussò alla porta e, senza pensarci, scesi dal letto e andai ad aprire.
Forse pensavo fosse mio fratello.
Aperta la porta però capii che, non solo non era mio fratello, ma era qualcuno di troppo bello per i miei occhi “Emh c-ciao! Ecco... giù t-ti aspettano” mi disse imbarazzato il ragazzo che mi stava di fronte evitando il contatto visivo “Oh. Umh, ok. Metto le scarpe e scendo” dissi senza esitare “v-va bene” disse guardandosi le punte delle scarpe. Lo scrutai, e notai quanto assomigliasse terribilmente a mio fratello, però aveva un qualcosa di diverso... emanava una specie di aura più... sexy e misteriosa. Distolsi lo sguardo e andai verso il mio armadio a cercare delle scarpe più comode “Hey non startene lì, su entra, non mordo mica. Non io almeno.” dissi facendo una piccola risata imbarazzata che per fortuna lo contagiò, perché lo vidi sorridere, nonostante cercasse di trattenersi.
Entrò, scrutò curioso la stanza, poi alzò la testa verso il soffitto “bello il color ocra” bisbigliò e non potei far a meno di sorridere a quell’esclamazione. Era stato difficile ottenere il permesso di colorare il soffitto. Ricordai quanto fu faticoso convincere mamma e papà. Dicevano che quel colore era brutto perchè sapeva di sporco. E non solo i miei genitori la pensavano così.
Quella sera sentirmi dire da qualcuno che quel colore era bello mi risollevò tantissimo l’umore “son contenta che ti piaccia, a nessuno che conosco è piaciuto” dissi facendo una smorfia  “A proposito... tu sei il fratello gemello di Lys giusto?” chiesi tornando a posare il mio sguardo su di lui, il ragazzo annuì leggermente con la testa, continuò a scrutare la stanza e si diresse verso la finestra “emh... ti converrebbe sbrigarti se non vuoi perderti i fuochi babbani! A quanto pare sono già tutti in giardino...” osservò con uno strano tono. Mi aggiustai velocemente i capelli “si dai andiamo” dissi e lui mi fu vicino in un lampo.
Uscimmo dalla camera e scendemmo al piano di sotto “Potresti andare da mio fratello riferirgli che tra un po’ lo raggiungo?” chiesi gentilmente, lui annuì e uscì in giardino, io invece andai in cucina a prendermi un bicchier d’acqua.
La vista di quel ragazzo mi aveva shoccata. Era tremendamente bello. Pensai che in quel lasso di tempo non ero riuscita a vedere i suoi occhi e mi chiesi perché quel ragazzo avesse guardato ovunque pur di non guardarmi in viso.
Sospirai e, preso il bicchiere d’acqua, uscii in giardino dove un euforico Louis mi venne in contro abbracciandomi “Lou che ti prende?” chiesi perplessa “quanto mi mancava questo tuo sorriso” disse al settimo cielo facendomi arrossire.
Non m’ero nemmeno accorta di star sorridendo, tutto merito di quel ragazzo, pensai.
Vidi Lysander che s’avvicinava e dietro lui James e la piccoletta rossa che mi sorrisero, poi si avvicinò Malfoy che diede un piccolo e dolcissimo bacio sulla guancia di Lily e si mise a parlare con il ragazzo che era venuto a vedere che fine avessi fatto, quel bellissimo fratello gemello di Lys. Avrei voluto tanto conoscere il suo nome e, quasi ad avermi letto nel pensiero, Lily si voltò verso di me “Dom, cugina, ti ricordi  di Lorcan? Da piccoli avevamo passato tantissimo tempo insieme. Poi, una volta partita non vi siete più sentiti” disse passando dal sorriso ad un’espressione triste, mi misi una mano tra i capelli “a dire il vero non me ne ricordo proprio” dissi imbarazzata e dispiaciuta e Lily fece un’espressione ancora più triste “cavolo, vi divertivate così tanto, c’era un certo feeling fra voi due” disse mogia, il suo ragazzo mi scrutò un attimo e poi distolse lo sguardo per posarlo sulla sua ragazza e le sussurrò qualcosa, la piccoletta annuì “noi andiamo un po’ dai miei genitori” disse Lily, annuii e loro si allontanarono.
Mi resi conto troppo tardi che Lorcan si era avvicinato a me e, di conseguenza, avvampai dal rossore facendogli sfuggire una risatina e il sorriso che gli illuminò il viso mi spiazzo totalmente, era di una bellezza assurda, rimasi lì ferma, come incantata.
Fu il primo botto di fuochi babbani a risvegliarmi da quell’incantesimo. E spostare la mia attenzione ai fuochi.
Mentre guardavo quello spettacolo mi accorsi che i miei occhi lacrimavano. Mi affrettai ad asciugarmeli scrutando Lorcan con la coda dell’occhio perché non mi vedesse in quello stato. Ma successe qualcosa di peggiore.
Mi pietrificai. No, non può essere vero, pensai, sperai.
E invece era tutto vero.
Due grandi occhi verdi mi scrutavano come in attesa.
E sentii nuovamente mancarmi l’aria. Lorcan se ne accorse e mi afferrò per la vita, sostenendomi. Poi mi strinse fra le sue braccia.
Che mi sta succedendo? Mi chiesi.
 Lorcan mandò James a chiamare mio fratello.
Perché?
Il mio respiro era affannato. Le forze mi avevano abbandonata. D’un tratto sentii sollevarmi a mezz’aria. Mi prese in braccio e mi portò in casa, fino in camera. Mi posò sul letto con estrema delicatezza e attese l’arrivo di Louis.
“Che ha?” chiese Lou preoccupato, Lorcan mi guardò per un istante poi si rivolse a mio fratello “Febbre. Lo sbalzo di temperatura e il drastico cambio d’ambiente  devono averle indebolito le difese immunitarie” disse Lorcan con un tono quasi professionale. Louis lo guardò male “Almeno di questo posso fidarmi” sibilò con un’accusa nascosta. Louis mi si avvicinò e mi accarezzò la testa “tranquilla piccola, il gemello di Lys è un dottore, puoi fidarti, è bravo. Quindi fa’ tutto quello che ti dice, così guarisci subito.” Disse sorridendomi. Non sapevo perché, ma i suoi sorrisi e le sue parole m’irritavano. Però sforzai un sorriso che rivolsi anche a Lorcan, che subito distolse lo sguardo da me, come ad ammettere la sua colpevolezza.


La febbre mi diede il tempo e la tranquillità giuste per mettere in ordine pensieri e eventi accaduti.
Non che non l’avessi capito subito, ma mi fu chiaro che gli occhi verdi che m’avevano tormentata per così tanto tempo in sogno, in quel momento erano reali. Erano gli occhi di Lorcan, il bambino che era stato il mio fedele compagno d’infanzia, ch’ero stata costretta ad abbandonare andando a vivere in Francia.
Sarei mai riuscita ad avere forza e coraggio di riallacciare un rapporto d’amicizia con lui?
Mi sentivo così in colpa, seppur colpa mia non fosse.
Ma si sa’ che il passato è il passato. E che niente è mai uguale a prima.



Ed ecco il secondo capitolo!
La storia sta uscendo dalla mia mente come una cascata infinita.
E' tardi e non ho voglia di controllare eventuali errori grammaticali e non.
Forse il capitolo è un po' confuso, forse no.
Ammetto che questa Dominique non è proprio malaccio... e quasi quasi mi dispiace farla soffrire così tanto. QUASI.
Beh care, io vado a dormire. Magari domani ritorno per dare un'occhiata alle storia.
Ma con me nulla è sicuro.
Continuo a chiedermi come mai stia aggiornando così tanto...
Vabbeh spero il capitolo vi sia piaciuto. Se sì recensite.
In caso contrario... recensite!
Buonanotte
Jade

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Capitolo 4
*** 3. Silenzi rumorosi. ***


13 settembre
Fissai il vuoto.
Seduta dietro un banco dell’aula di Storia della Magia di Hogwarts.
Non facevo che pensare e ripensare a Lorcan.
Suonò la campanella ed uscii dall’aula totalmente sovrappensiero.
Cominciai a camminare per i corridoi senza una meta e mi ritrovai in una parte del giardino, mi sedetti in un angolino appartato e mi misi a guardare il cielo.
“Sì è qui” “grazie a Merlino” “miseriaccia lo spavento” “sta bene?” “sisi” “non ne posso più di questa situazione è estenuate” “e io che devo dire? Che la vedo svenire in continuazione, porco Merlino!” “dai calmati, tra un po’ si sistemerà tutto” “col cazzo” “Louis finiscila, non sta mica morendo” l’ultima voce era femminile. Aprii gli occhi non capendo dove fossi, mi guardai intorno e non vidi nessuno “è sveglia” mormorò qualcuno e in un battito di ciglia mi ritrovai Louis davanti “oh santo cielo Dominique” la sua espressione preoccupata si rilassò lasciando spazio ad un sorriso di sollievo, ricambiai il sorriso “dove sono?” “in giardino” “ah” mi resi conto di avere addosso una giacca, che non era mia “di chi è questa giac” “mia” mi interruppe una voce, la voce di Lorcan, fonte di tutti i casini.
Poverino, mi dispiaceva per lui.
Mi alzai da terra e lo andai a cercare e miseriaccia pareva ancor più bello così illuminato dai piccoli raggi di sole che filtravano fra le fessure degli archi.
Non evitò il mio sguardo, anzi parve volesse solo quello “L-l-la tua g-giacca” balbettai e me la tolsi dalle spalle ma, prima che gliela porgessi, mi bloccò il braccio con una mano e con l’altra mi afferrò la vita stringendomi a sé, si avvicinò al mio viso “il tempo scorre” sussurrò quasi sulle mie labbra si allontanò in un baleno andandosene via con la giacca lasciandomi come un baccalà a fissarlo mentre andava via. Avevo visto delusione nei suoi occhi, occhi verde smeraldo, occhi lucenti, spenti dalla delusione.
Mi sembrava come se quella scena l’avessi già vista. Scossi la testa per riprendermi e ritornai da mio fratello che dallo sguardo pareva impaziente “Lu...” mi mise un dito sulla bocca per zittirmi “Dom non ora, dai andiamo” ubbidii e insieme rientrammo. Nella sala comune trovammo i Potter che,  appena si accorsero di me, si zittirono immediatamente. Notai Lysander, James, Lily e Albus seduti davanti al camino, poi, senza neanche aver avuto il tempo di cercare il fratello di Lys, mi raggiunse un raggio di sole che entrava dalla finestra, mi voltai a guardare e lo vidi appoggiato di schiena al muro con le braccia incrociate e uno sguardo perso nel vuoto “Dominique” Louis mi mise una mano sulla spalla “che...succede?” chiesi irritata.
Perché tutti mi guardavano come se fossi in uno stato pietoso?



HELLOOOO, its me...
AGAIN SO EARLY
Vi avviso che il prossimo capitolo lo aggiungerò fra qualche mes... a meno che non mi venga un improvviso raptus che mi porti a scrivere tanto e a migliorare la situazione di sta disgraziata...
Salut
Jade

 

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