Estranei a partire da ieri

di GaudinaSpecialALEC89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La partenza ***
Capitolo 2: *** Eppure mi manchi ***
Capitolo 3: *** Tristezza VS Serenità ***
Capitolo 4: *** Di sfuggita! ***
Capitolo 5: *** Se non te lo prendi tu… ***
Capitolo 6: *** Salvatelo ***
Capitolo 7: *** Io vivo la mia vita ***
Capitolo 8: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 9: *** Nostra ***
Capitolo 10: *** Incontri ***
Capitolo 11: *** Guarda un po’ chi si rivede ***
Capitolo 12: *** Attimi di paura ***



Capitolo 1
*** La partenza ***


Estranei a Partire da Ieri

 

POV Gaetano

La decisione è presa andrò via, mi hanno offerto il posto di Vice Questore a Verona. Non vorrei ma forse mi farà bene cambiare città. Mi dispiace solo lasciare i miei amici, ma so che capiranno e comprenderanno. Squilla il telefono, non ricordo dove l’ho messo e inizio la caccia al telefono. Lo trovo, rispondo
«Dotto’ ma è vero quello che si dice in giro? Che ve ne andate»
È Torre il mio migliore amico, il mio confidente, ma nonostante tutto non sono riuscito a dire niente nemmeno a lui, e ora lo trovo inevitabile e con un nodo alla gola gli do la conferma
«Torre si è vero, vado via qui mi sento soffocare»
Lo sento trattenere un gemito deve essere un duro colpo per lui, ma lo è anche per me un nuovo trasloco, una nuova vita, nuovi collaboratori e soprattutto niente prof, e forse è proprio meglio così.
«È per lei non è vero? Ci parlo io dotto’»
«No Torre non ne vale la pena è meglio così per tutti, ma tu mi devi fare un favore, non devi dire nulla su dove sono, e non devi dare nemmeno il mio nuovo numero, che ti manderò appena posso. Ho bisogno di staccare dalla vecchia vita, da lei»
«Va bene, non si preoccupi. Spero almeno che ci venga a salutare»
«Ovviamente, non sarei partito senza salutare te e la Lucianona»
E dopo esserci salutati chiudo il telefono e torno a sistemare le mie cose continuando a viaggiare nei miei pensieri.
Sto scappando, lo so ma non posso fare altrimenti. Lei mi ha ucciso e io devo cercare di rinascere non posso far tornare tutto come prima e fingere di essere solo un amico non più. O mia o niente e lei ha scelto niente.
Finisco di raccogliere le mie cose ed esco da quella casa e prima di chiudere la porta, rimango lì ad osservarla e sospiro. Quante cose successe lì dentro nei mesi passati. Mi faccio coraggio, chiudo tutto e chiamo l’ascensore che sembra non arrivare, nel mentre volto di poco lo sguardo verso la sua porta chiusa e per un solo secondo mi viene la voglia di bussare, ma resisto chiudendo gli occhi, cercando di togliermi dalla testa quel pensiero e anche lei.
Finalmente l’ascensore è arrivato metto tutto su e premo il pulsante. Mi sembra di vivere in un incubo. In un attimo tutto quello che ho sempre sognato sembra realizzarsi e poi invece si sgretola come un castello di sabbia abbattuto dalle onde.
Carico i miei bagagli in auto e mi dirigo verso il commissariato, ma prima devo passare da Piazza Vittorio per lasciare le chiavi del mio appartamento alla famiglia a cui l’ho affittato. Dopo aver sbrigato questa faccenda la mia tappa è il mio ex posto di lavoro. Parcheggio la macchina ed entro respiro quell’aria familiare e poi vedo arrivare Torre è strano con un mezzo sorriso triste sul volto lo so è colpa mia, ma con lui non è un addio ci terremo in contatto e poi ogni tanto potremo anche vederci, mica sto partendo per la luna. Gli vado incontro e l’abbraccio senza dire niente perché in questo momento non esistono parole, ma solo gesti. Sento una lacrima venire giù vorrei fermarla, ma non ci riesco questa volta è troppo anche per me.
Mi stacco da lui e cerco di sorridere, passiamo un po’ di tempo insieme e poi vado a salutare la moglie e tutti gli altri. E dopo il giro di saluti e le ultime raccomandazioni ai miei amici lascio il commissariato di Torino con una morsa al cuore che quasi mi toglie il respiro.
Torno in macchina e parto alla volta di Verona.

Angolo autrice:
Non è niente di che, anzi non sono per niente a scrivere ma questa storia mi è venuta in mente durante la notte e volevo rendervi partecipi dei miei scleri notturni, ovviamente la storia non si conclude qui ha un seguito spero che in qualche modo possa piacere.. a presto!

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Capitolo 2
*** Eppure mi manchi ***


"Ti ho detto delle cose 
che non avrei voluto dire. 
E a farti così male 
mi sono fatta male
Se me ne sono andata
Quando mi hai chiesto di restare
È stato per paura,
Perché mi viene da scappare.
E' la mia insicurezza
Che mi fa perdere ogni cosa
Ti giuro sei importante,
È un meccanismo di difesa.
Ti prego scusa"

 

POV Camilla

La sveglia trilla a tutto volume e io che sono ancora assonnata cerco di spegnarla ma non mi accorgo che quello che ho in mano è il telefono e non la sveglia, per questo quel maledetto aggeggio non smette gridare. Finalmente riesco a spegnerla e dopo essermi stiracchiata con la mano cerco Potty, ma non lo trovo. Scendo dal letto e vado in cucina inizio a preparare la colazione e nel frattempo raccolgo i pupazzetti della nipotina che mia figlia lascia spesso e volentieri in giro. Con lo sguardo cerco Potty e lo vedo sdraiato davanti la porta con un’aria triste. Finisco di fare colazione e vado a prepararmi per poi portare il cane a fare la passeggiata mattutina. Apro la porta di casa con Potty al guinzaglio e mi tira abbaiando verso casa di Gaetano, sono tentata di bussare perché non lo vedo a un po’ ma forse non ne ho il coraggio, da quando ci siamo parlati l’ultima volta gli ho detto che volevo restare sola e godermi la nipotina. L’ho visto altre volte di sfuggita. Mi faccio convincere da Potty e busso aspetto che venga ad aprire e penso a cosa dire, ma quando la porta si apre rimango sorpresa, non è lui che ha aperto, ma un uomo che non conosco.
«Buongiorno mi scusi, ma il vice questore Berardi è in casa?»
L’uomo mi guarda non capendo e poi mi dà una risposta
«Mi dispiace, ma non sta più qui ci ha affittato questa casa qualche giorno fa»
«Ah, ho capito e non mi sa dire dove è andato?»
«No purtroppo»
Gaetano è andato via, come è possibile? Non può aver lasciato tutto ed essere andato via dopo la scuola passo in commissariato per vedere se c’è.
Finisco di far fare la passeggiata a Potty, ma la mia testa è assente. Squilla anche il telefono e rispondo senza guardare
«Gaetano ma che fine hai fatto?»
«Camilla non sono Gaetano, sono Michele volevo sapere se dopo la scuola ti andava di vederci»
«Devo andare in commissariato»
«È successo qualcosa? Vuoi che ti accompagni?»
«Spero di no. Comunque no grazie non ce n’è bisogno, ora devo andare scusami ciao»
Chiudo la telefonata, salgo a casa Potty e corro a casa ma non riesco a non pensare a Gaetano che ha affittato casa sua, ma dove può essere andato?
La giornata a scuola sembra non passare più, ma appena suona la campana dell’ultima ora mi alzo e corro via peggio dei ragazzi che non vedono l’ora di andare a casa. Prendo la macchina e vado in commissariato, sembra tutto tranquillo e mi avvio per l’ufficio di Gaetano, ma mi precede Torre
«Buongiorno professore’ mi dispiace ma il dottore non c’è»
«Eh che problema c’è lo aspetto nel suo ufficio come è già successo»
«Questa volta è diverso è stato trasferito non lavora più qui infatti stiamo aspettando il sostituto»
È stato trasferito, oh mio Dio sto per sentirmi male Gaetano non c’è più è andato via davvero. Cerco il muro per appoggiarmi perché mi sento come se stessi per svenire.
È colpa mia, se è andato via è solo colpa mia. Le gambe le sento molli e la nausea si fa spazio con prepotenza.
«Professoressa si sente bene? Venga a sedersi»
Seguo Torre e mi metto a sedere respirando a fondo cercando di scacciare la nausea, ma senza risultati
«Dove lo hanno trasferito? Ho bisogno di parlare con lui, ho fatto un grande casino»
«Non posso dirle niente, mi dispiace. Però lo capisco gli avete spezzato il cuore»
Sento belle sue parole dolore, chissà come è dovuto stare a causa mia. Dovevo chiarire le cose prima. Il problema è che avevo solo bisogno di più tempo non volevo ferirlo e soprattutto perderlo non dopo averlo finalmente avuto che cretina sono stata.
Quando mi sono ripresa leggermente mi alzo saluto Torre ed esco dal quel luogo. Ora devo trovare un modo per mettermi in contatto con lui. Una soluzione la troverò cascasse il mondo.

 

POV Gaetano

Sono arrivato a Verona da qualche giorno, ma non ho preso servizio, ancora ho qualche giorno di riposo così ne approfitto per girare la città. Ho sistemato la casa nuova che nonostante sia piena di cianfrusaglie varie mi sembra vuota e fredda. Ora sto facendo una passeggiata e la mia mente mi tortura con immagini dei momenti con lei non riesco a toglierla dalla mia testa tanto che vado a sbattere contro qualcuno. Alzo lo sguardo e la vedo è una donna capelli mossi castani, con uno sguardo profondo e gli occhi nocciola. Sembra quasi una visione. È bellissima e ha un portamento elegante.
«Mi scusi ero distratto si è fatta male?»
«Non si preoccupi sto bene, anche io non ero del tutto attenta»
«Posso offrirle qualcosa da bere per farmi perdonare?»
Intanto rimango a guardarla sembra quasi che io non abbia mai visto una donna, quando invece sono fuggito a causa proprio di una donna.
«Non si preoccupi, davvero»
«Insisto una cosa qualsiasi»
«Va bene allora troviamo un bar»
Ci incamminiamo verso il primo bar più vicino a noi. Mi domando se ho fatto bene a invitarla infondo ancora sono preso da Camilla, perché mi faccio venire questi scrupoli quando lei non se n’è fatti per evitare di spezzare il mio cuore?!?!? Camilla addio da ora inizia la mia nuova vita senza te.
Arriviamo al bar ci accomodiamo e ordiamo e scopro che non beve alcolici.
«Mi scusi non mi sono presentato, sono Gaetano Berardi»
La vedo irrigidirsi per qualche secondo e per non darlo a vedere cerca di sistemarsi meglio sulla sedia e mi sorride di nuovo «Berardi? Per caso è un vice questore?»
La guardo incuriosito per poi sorridere a mia volta, forse ha sentito parlare di me al telegiornale per qualche caso
«Sì sono io, ma come ha indovinato?»
«Io sono Valenti Veronica, commissario del commissariato V di Verona, e stavamo aspettando giusto lei»
Sono sorpreso fra tante persone sono andato a scontrarmi proprio con il commissario del mio nuovo posto di lavoro ho iniziato in modo perfetto.
«Piacere di conoscerla e sicuramente lavoreremo bene insieme e avremo modo di conoscerci meglio»
Lei sorride sorseggiando la sua cedrata pensando alla fortuna che le è capitata avere per capo un figo pazzesco e per questo pensiero leggermente arrossisce.

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Capitolo 3
*** Tristezza VS Serenità ***


POV Camilla

Sono passati giorni ormai da quando ho scoperto che Gaetano è andato via, e da quel giorno ho un dolore continuo al petto. Mi sento persa senza di lui, e mi domando perché non l’ho capito prima, prima di perderlo prima di tutto questo.
Ho preso un periodo di ferie a scuola, non ho mai fatto una cosa simile, ci andavo anche con la febbre, ma ora non sono più io mi manca qualcosa e questo qualcosa spegne in me tutta la voglia di vivere.
Tutto questo è solo una conseguenza a quello che ho fatto e me lo sono meritato. Anche Livietta è preoccupata, dice che mi vede stanca, smorta e ha ragione. Ho un malessere continuo, le crisi di panico sono all’ordine del giorno e se aggiungiamo anche i continui giramenti di testa e il senso di nausea che non mi lascia per un solo secondo mi ritrovo davvero a terra. Esco poco da casa, il mio umore cambia di continuo e soprattutto per ogni cosa piango. Michele cerca di farmi uscire di farmi distrarre, ma la mia testa è sempre lì, Gaetano se n’è andato e io non riesco a rintracciarlo. Ho provato anche su internet a cercalo ma niente non lo trovo. Lo chiamo ma il suo numero risulta disattivato.
Prendo il pc l’unica cosa è mandargli un’email sicuramente l’indirizzo non l’ha cambiato. E inizio a scrivergli.
“Gaetano,
Dove sei finito? Lo so che sei andato via e so che lo hai fatto a causa mia e per quello che ti ho detto, ho capito che ti ho fatto soffrire che ti ho spezzato il cuore, ma avevo solo bisogno di tempo, ma allo stesso tempo avevo bisogno di te. Ti volevo vicino perché mi sentivo meno sola e protetta, ma come sempre ho fatto un casino. Ho bisogno di parlarti, voglio vederti e dirti tutto a voce. Ti prego dimmi dove sei, sto impazzendo a non averti qui! Camilla”
Invio l’email con la speranza che lui risponda. Mi sdraio sul letto abbracciando il cuscino, mi sento così adolescente al momento, immaginando che sia lui e mi addormento mentre una lacrima solitaria viene giù rigando il mio volto.
Il giorno dopo lo squillo continuo del telefono mi sveglia in un primo momento penso che sia Gaetano, ma sul display il come che compare è quello di Michele. Non ho voglia di rispondere e chiudo il telefono mettendolo nel cassetto del comodino. Prendo il computer e apro l’email sperando in una sua risposta, ma nulla non c’è nessuna traccia. Inizio a scrivergli un’altra email, ma una nausea fortissima mi costringe ad alzarmi dal letto per correre in bagno. Mi siedo vicino alla tazza e appoggio la testa al muro, maledetta tensione che non passa più. Mi alzo piano e mi sciacquo il viso per poi tornare in camera da letto pronta a continuare la mia email.
“Odio questo silenzio, ti prego urlami offendimi fai qualunque cosa, ma parlami ti prego. Scrivimi dimmi dove sei!? Ho bisogno di dirti quanto sei importante per me. Io non vivo più senza di te”
Spedisco anche questa email e in uno scatto di rabbia chiudo il pc con forza e dopo essermi vestita esco di casa sbattendo la porta ho bisogno d’aria sto davvero diventata pazza senza di lui!

 
 

POV Gaetano

Il lavoro a Verona procede alla grande, non abbiamo avuto molti casi su cui lavorare, ma ho potuto conoscere meglio i miei sotto posti. Con il commissario Valenti abbiamo stretto una specie di amicizia, nelle pause andiamo a prendere sempre qualcosa insieme e ho scoperto di avere molto in comune con lei, ma non gli ho parlato di Camilla, non perché non lo ritengo importante, solo perché mi sembra presto per parlare di queste cose con un’altra persona. Veronica è simpaticissima quando sono con lei mi sento me stesso. Le poche indagini che abbiamo dovuto fare le abbiamo fatte insieme e per un attimo mi è sembrato di essere tornato al tempo in cui le facevo con Camilla. Anche lei ha un metodo tutto su per risolvere i casi e questo non mi fa bene perché ripenso a lei. Ma cerco di non pensarci e concentrarmi su i casi.
Non posso dire che non mi manca perché sarei un bugiardo, anzi molte volte sono tentato di chiamarla anche per sbaglio. Però rinuncio tutte le volte ed è un bene. Inizio a stare meglio da quando sono qui segno che mi sto riprendendo. Sorrido di più e affronto le mie giornate in modo sereno.
Ora sono nel mio ufficio che sto firmando carte quando all’improvviso si apre la porta
«Gaetano e ora di pranzo? Vieni con me?»
È Veronica con la sua solita irruenza che mi fa sorridere ogni volta
«Se mi dai due minuti finisco e vengo»
Mi guarda con un sorriso furbetto, sa che qualcosa mi turba e cerca di farmi riprendere e l’ammiro per questo.
«No no muoviti non si può aspettare»
Scuoto la testa, con lei ho perso le speranze fin dall’inizio, ha la mia età ma sembra una ragazzina e su questo ogni tanto siamo uguali.
Chiudo tutto e mi alzo dalla sedia
«Andiamo visto che qualcuno qui ha fretta di mangiare»
E ci avviamo al ristorante vicino al commissariato.
Mentre mangiamo non so come ma ci ritroviamo a parlare dei motivi che mi hanno spinto a cambiare città e così le racconto tutto di Camilla e lei la vedo leggermente sconvolta
«Oh mamma mia ha fatto tutto questo e tu ancora la stai pensare? Se io fossi stata in te l’avrei messa in carcere e buttato via la chiave»
«Dai Verò mica la potevo arrestare per questo motivo»
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi. Non ridevo così da moltissimo.



Angolo Autrice:
Allora vi avviso non tutto è come sembra. Conoscermo Veronica(Nome Puramente Causale ahahahah) nei prossimi capitoli e capiremo che tipo di rapporto avranno i due! Per Camilla continuano i cavoletti amari e continua a non dire ciò che sente davvero..non so come finirà per lei xD

 

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Capitolo 4
*** Di sfuggita! ***


POV Camilla

Il periodo di riposo è finito e sono dovuta tornare a scuola.
Ancora non ho ricevuto nessuna notizia da Gaetano nonostante sia passato un mese da quando è andato via. I miei malesseri non si sono placati e così le persone a me vicine mi hanno costretto a fare una serie di controlli e domani dovrò andare in laboratorio per ritirare le analisi che ho fatto. Ho anche firmato finalmente la separazione da Renzo e ora davvero sono una donna libera. Michele continua il corteggiamento ma io non ho per niente voglia di vederlo o sentirlo, in questo periodo mi dà anche fastidio la sua presenza. Mi ha fatto piacere rivederlo dopo tanto tempo, ma di certo non ho nessuna intenzione di tornare con lui. E forse con il mio comportamento diciamo anomalo gli ho fatto capire che mi sarebbe potuto piacere se anche lui si fosse messo a corteggiarmi. E così sono riuscita a far scappare Gaetano «complimenti Camilla»
Cammino nel corridoio di scuola quando Anna mi si avvicina
«Camilla aspettami, ma cosa ti prende in questi giorni sei molto sfuggente?»
Ora che cosa le dico non voglio essere scortese con lei
«Causa parole dette nel momento e nel modo sbagliato e ho perso Gaetano! In più non sto nemmeno bene ho fatto delle analisi ora dovrei andarle a ritirare, anzi scusami ma devo correre prima che chiuda il laboratorio ci vediamo domani»
Tronco la conversazione e vado via, non ho voglio parlare con nessuno se non Gaetano se solo lui si facesse sentire.
Prendo la macchina accendo la radio, c’è un notiziario parlano di un caso di omicidio nella provincia di Verona, “il commissario Valenti sta vagliando nuovi indizi e ipotesi, ma ancora non si è trovato un possibile indiziato, la polizia brancola ancora nel buio” Mi manca indagare, mi manca tutto. Sospiro e spengo la radio arrivo davanti al laboratorio parcheggio e scendo. Ritiro le analisi e leggo i risultati spalanco gli occhi per quello che trovo scritto e mi devo reggere per evitare di cadere a terra. «Ci mancava solo questo al momento» ma subito dopo un sorriso mi spuntata sul volto, mancava da quasi due mesi.
 
***
 
Non so come mi sono trovata a dover accompagnare la mia classe in gita a Verona, che è la città dell’amore eterno visti Romeo&Giulietta, ma in questo periodo per me l’amore è pari a zero visto per come mi vanno le cose. Ma infondo solo io e l’insegnate d’inglese possiamo affrontare l’argomento Shakespeare. Dopo ore di viaggio ci fermiamo in albergo per rinfrescarci e nel pomeriggio la visita al balcone di Giulietta.
La visita alla casa di Giulietta e presa bene dai ragazzi sembra che finalmente qualcosa li appassioni, ma mentre stiamo continuando la visita sento un trambusto e mi affaccio dal balcone e guardo sotto c’è la polizia chissà cosa è successo?! Rimango a guardare per qualche minuto fino a quando non scorgo fra la folla qualcuno di familiare, penso di essermelo immaginato ma quando si fa largo capisco che è davvero lui il cuore mi si ferma. L’ho trovato finalmente. È un solo secondo ma anche lui alza lo sguardo e sembra incontrarsi con il mio, sorrido appena e scendo velocemente ora non mi sfugge più, ma quando arrivo giù lui non c’è già più mi guardo intorno ma non lo vedo. E lo sconforto mi prende di nuovo fra le sue braccia.

 
 
 

POV Gaetano

Sono a pranzo con Veronica quando riceviamo una chiamata di un omicidio nelle vicinanze del Balcone di Giulietta. Il tempo di pagare e ci dirigiamo sul posto. Come previsto ci sono tantissime persone e anche i giornalisti che non si fanno mai perdere un’occasione.
Dopo aver visto il cadavere inizio a chiedere in giro se qualcuno ha visto o sentito qualcosa, ma come sempre nessuno ha visto niente. La scientifica fa i rilievi e io intanto parlo con Veronica per farci un’idea di quello che è potuto succedere.
«Gaetano secondo me non si è trattato di una rapina finita male e poi dagli indizi che abbiamo per me non è nemmeno stato ucciso qui.»
«Quindi per te è stato ucciso da un'altra parte e poi trasportato qui?»
«Sì esatto dobbiamo capire però dove e perché»
«Ma al momento non abbiamo nessuno altro indizio spero solo che non sia un altro di quei casi irrisolti»
In quel momento per caso sollevo la testa e il mio sguardo incontra quello di una donna che sembra cercare qualcuno, mi bastano pochi attimi per capire chi è. È Camilla. Che ci fa qui? Spero che sia solo una coincidenza e non perché ha messo alle strette Torre per farsi dire dove poteva trovarmi! So per certo che mi ha visto così mi scuso con Veronica e le dico che ci saremo visti poi in commissariato e mi avvio a piedi sperando che lei, Camilla non mi raggiunga non ho nessuna voglia di parlare con lei, ancora non mi sento pronto per affrontarla.
Arrivo al commissariato e mi barrico nel mio ufficio cercando di non pensare a niente, ma averla vista nella mia nuova città non mi ha fatto bene. Sento la porta aprirsi e sussulto sulla poltrona ho paura che sia lei e invece è solo Veronica.
«Mi spieghi che ti è successo prima? Perché sei scappato?»
«Veronica mi hai fatto prendere un colpo, pensavo che fosse…niente, niente. Sono scappato perché mi è sembrato di vedere Camilla»
«Ti è sembrato o l’hai vista davvero? E quindi per paura te la sei filata»
Mi dice sorridendo mentre scuote leggermente la testa.
«L’ho vista e sono andato via, non me la sentivo di vederla, parlarci ecc. Sono venuto qui per questo per stare lontano da lei e ora me la ritrovo qui non va bene»
«Gaetano va tutto bene, ma non potrai scappare e nasconderti per sempre prima o poi dovrai affrontarla»
Ha ragione prima o poi forse parlerò con lei e vedremo come andranno le cose fra di noi, ma al momento voglio godermi la mia vita lontano da tutti questi pensieri.

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Capitolo 5
*** Se non te lo prendi tu… ***


 

POV Veronica

La mia vita non è il massimo in questo periodo, mi ritrovo sola dopo tanto tempo, dopo aver litigato con i miei a causa sua mi ha lasciata da sola. E piano piano sto cercando di risalire dal baratro in cui sono caduta. Lei, Claudia, una donna leggermente più piccola di me, con cui avevo intensione di passare il resto della mia vita, mi ha spezzato il cuore solo per far piacere ai suoi, ai quali non ha mai avuto coraggio di dirgli di noi, ha deciso di sposare un uomo lasciando me. Così mi sono dedicata anima e corpo al mio lavoro.
Quasi due mesi fa è arrivata la notizia che sarebbe giunto un nuovo vice questore, all’inizio questa notizia non l’avevo presa bene. Però dopo conoscendo meglio Gaetano ho capito che persona è e mi ci sono trovata subito bene. È nata una bellissima amicizia fra noi, ci siamo conosciuti e confidati lui mi ha dato una grande mano per cercare di superare la storia con Claudia e io sto facendo di tutto per fagli dimenticare la sua Camilla, peccato che non sia il mio tipo se no ci avrei fatto un pensierino.
Per casualità i nomi delle donne che ci hanno fatto soffrire iniziano per “C” e quando ci siamo resi conto di questa cosa abbiamo riso per molto tempo. Gaetano è un uomo davvero meraviglioso, mi domando come ha fatto Camilla a non sceglierlo. Vorrei conoscerla per capire come è veramente lei.
Il tempo oggi sembra non passare mai, rimango seduta alla mia scrivania a pensare e mi torna in mente che Camilla è qui a Verona, me l’ha detto Gaetano. Ho una sua foto sul telefono che me l’ha mandata lui e con le conoscenze che ho posso scoprire dove si trova. Così colgo l’occasione che lui sia fuori per le indagini per fare le ricerche, voglio sapere dove si trova questa Camilla, forse non me lo perdonerà, ma io non posso più vederlo così, devo fare qualcosa.
Non ho nemmeno iniziato a cercarla che nel mio ufficio entra come un fulmine l’agente Baldanza
«Commissario dico a lei visto che il vice questore non c’è, abbiamo saputo che il giorno della scoperta del cadavere c’era anche una scolaresca in gita lì, magari hanno visto qualcosa, mi sono fatto dare l’indirizzo dell’albergo di dove alloggiano. Andiamo io e Franginella?»
All’improvviso sentendo quello che sta dicendo Baldanza, sento un “Tac” è la famosa lampadina che si è accesa nella mia testa. Rifletto ancora su “c’era una scolaresca in gita…mm la Camilla del vice questore è una professoressa quindi sarà sicuramente lì in quell’hotel.
«Vengo anche io con voi»
Mi alzo dalla sedia e mi dirigo a passo svelto verso l’uscita, con la scusa delle indagini parlerò con lei.
Arriviamo all’hotel e i due agenti vanno a far chiamare il gruppetto per fare due chiacchiere, subito dopo li vedo arrivare e sembrano molto tranquilli e vedo anche lei, ma è un po’ agitata sembra cercare qualcuno o meglio sta cercando lui.
La vedo avvicinarsi a uno degli agenti e chiedergli qualcosa, e vedo uno di loro indicare verso la mia parte, e infatti in pochi attimi me la ritrovo davanti
«Buongiorno sono il commissario Valenti, mi dispiace coinvolgerla in tutto questo, ma stiamo cercando testimoni»
Dico con un tono serio senza far trapelare emozioni
«Buongiorno, Piacere io sono la Professoressa Baudino, non ci sono problemi se possiamo esservi utili perché non aiutare la polizia?»
E un leggero sorriso le spunta sul volto. Ci accomodiamo e inizio a fare le solite domande se ha visto o sentito qualcosa di strano, purtroppo però le risposte sono negative quindi non può essermi molto utile. La ringrazio e fingo di andarmene, ma qualcosa sul mio braccio mi blocca giro la testa e vedo la sua mano
«Si è ricordata qualcosa?»
Lei mi guarda con un sguardo colpevole come se avesse fatto qualcosa
«No volevo solo chiederle se per caso lavora con lei il vice questore Berardi è un mio amico e volevo salutarlo non ci vediamo da molto tempo»
Scuoto leggermente la testa, “ancora lo definisce amico?!?!? Veronica stai calma non la conosci, magari dice così solo per non raccontare i fatti suoi alla prima persona che incontra” mi rilasso e continuo a guardarla
«Certo è il mio superiore, è un uomo eccezionale, ci siamo frequentati per un po’ di tempo e poi alla fine abbiamo deciso di provare a stare insieme»
La vedo perdere colore e stringere il bracciolo della sedia “Veronica questa volta sei stata stronza e non poco, Gaetano ti ucciderà questo è poco ma sicuro”
La saluto di nuovo e questa volta me ne vado davvero e un leggero sorriso mi si stampa sul volto.

 
 

POV Camilla

Dopo aver incrociato con lui lo sguardo torno in albergo e mi metto sul letto e cerco di calmarmi, mi manca così tanto.
Il giorno dopo vedo arrivare la polizia in hotel e penso che ci sia anche lui, quando scendo inizio a cercarlo ma non lo vedo, mi avvicino a un agente e chiedo di lui, ma mi indirizza dal commissario, una donna e già solo al pensiero di saperlo a lavorare fianco a fianco con questa mi sale il sangue alla testa. Ma nonostante tutto cerco di stare calma. Parlo con il commissario per quanto riguarda il caso e poi verso la fine mi decido di chiedere di lui. Tutto mi aspettavo tranne quella risposta “abbiamo deciso di provare a stare insieme” mi si è gelato il sangue nelle vene e il cuore ha iniziato a far più male di prima. Aveva ragione Francesca nel dire “se non te lo prendi tu, lo farà qualcun’altra” però anche lui ci ha messo davvero poco a dimenticarmi.
Sospiro dopo che il commissario va via e mi appoggio a occhi chiusi alla spalliera della poltroncina “Camilla l’hai perso mi complimento con te” questi sono i miei pensieri in questo momento e istintivamente porto la mano al ventre e una lacrima calda riga il volto questa volta è davvero finita.

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Capitolo 6
*** Salvatelo ***


POV Gaetano

Finalmente sono steso sul mio divano e mi godo il silenzio leggendo un buon libro quando all’improvviso squilla il telefono è Torre chissà cosa vuole
«Torre dimmi anche a chilometri di distanza chiami nei momenti meno opportuni?»
Rido al telefono, non cambia mai
«Dotto’ ma che avete incontrato Camilla a Verona?»
«No, cioè sì. Cioè non proprio ci siamo solo incrociati per qualche secondo perché?»
«È venuta Camilla qui in commissariato, nervosa dicendo che io le avevo nascosto che voi vi siete fidanzato! E gliel’ha detto il commissario Valenti. Ma è vera questa cosa?»
«Ma che stai dicendo Torre, io fidanzato? E con chi? E poi non mi ha visto con nessuna. Aspetta gliel’ha detto Veronica? Ma cosa ha combinato? Grazie per l’informazione Torre sei sempre un amico»
«Di niente dotto’ è un piacere»
Lo saluto ed esco di casa diretto a casa di Veronica. Arrivato davanti al suo portone faccio opera di convincimento per calmarmi vorrei capire da dove l’è venuto di parlare a Camilla e dirle che ero fidanzato e poi fidanzato con chi?!?
Busso al citofono dico chi sono e aspetto il clic che apro il portone. Prendo l’ascensore e premo il numerino 6, mi appoggio alle pareti dell’ascensore. L’ascensore si ferma e quando si aprono le porte la vedo aspettarmi sulla porta
«Ciao Gaetano come mai da queste parti?»
Mi fa entrare e una volta dentro inizio a parlare
«Come ti sei permessa a incontrare Camilla e dirle che sono fidanzato»
«Gaetano fammi spiegare, non l’ho incontrata siccome poteva essere testimone dell’omicidio insieme a tutta la sua classe siamo andati in albero per parlare con loro e io ho parlato con lei. Solo che per fare un piacere a te e per farla ingelosire le ho detto che stiamo insieme io e te e credo che non l’abbia presa per niente bene.»
«COSA HAI DETTO? Ma ti sei impazzita dicendo così le hai fatto capire quanto poco tenessi a lei visto che teoricamente sono passati due mesi che io sono qui, Veronica da dove ti è venuto in mente. Ok volermi aiutare ma non così si è proprio esagerato»
«Scusami pensavo di fare qualcosa di giusto, vado a Torino a scusarmi se vuoi»
La guardo non so che dire sono davvero sconvolto, ma nonostante tutto non ho voglia di chiamare Camilla.
«Ma no dove vai, ora scusami ho bisogno di fare due passi, se con ci sono problemi io torno lunedì a lavoro buona serata»
Esco da casa di Veronica e decido di fare due passi. Prendo il telefonino, compongo un numero, il suo, che ormai so a memoria e rimango lì ad osservarlo e alla fine invece di cliccare su chiama lo cancello, ancora non mi sento pronto per affrontarla.

 
 

POV Camilla

Il viaggio da Verona a Torino non è stato per niente bello la notizia che Gaetano si fosse fidanzato mi ha piantato un coltello da cucina fra le scapole in più la nausea non mi abbandona un attimo e mi sembra di essere tornata indietro nel tempo a quando aspettavo Livietta.
Arrivata a casa mi sono concessa un bel bagno rilassante e dopo di corsa a letto il viaggio mi ha distrutto. Il giorno dopo ho ripreso la mia solita vita cercando di non pensare a lui, ma non ci sono riuscita e così ho deciso di andare a parlare con Torre lui poteva dirmelo e invece ci hanno pensato altri a farlo.
Appena lo vedo inizio ad urlargli contro e non è nel mio carattere, ma sono troppo nervosa. Lui cerca di tranquillizzarmi, dicendomi che non ne sapeva niente nemmeno lui e dal nervoso passo al pianto. Maledetti ormoni non li sopporto più.
Esco per rilassarmi tutto questo stress non mi fa bene. Faccio due passi a piedi e poi torno a prendere la macchina per andare a casa ho solo voglia di mettermi a letto e non pensare più a niente. Sono anche giorni che non accendo il telefono gli amici mi daranno per dispersa.
Arrivata a casa vado a vedere la piccola Cami che dorme nella sua stanzetta e mi siedo sulla sedia a dondolo e rimango ad osservarla pensando che da lì a poco ci sarà un altro piccolo a farle compagnia, ma non faccio in tempo a finire il pensiero che un dolore atroce mi colpisce al basso ventre, urlo. La piccola di conseguenza si sveglia e piange, mi alzo e rimango piegata per il dolore, mi sento svenire immagino cosa sta succedendo, ma non voglio non voglio, io voglio questo piccolo non può andare via. Nel frattempo arriva di corsa anche mia figlia
«Mamma che succede?»
Mi chiede guardando prima la piccola e poi me
«Chiama qualcuno devo andare in ospedale subito non voglio perdere questo bambino»
Dico disperata con le lacrime agli occhi. Ho paura. Vedo Livia con lo sguardo stupito non le ho ancora detto che sono incinta, ma questo non è il momento per dare spiegazioni.
La sento chiamare George, ed è lui che mi accompagna in ospedale i medici mi scendono dalla macchina e mi accompagnano verso la sala operatoria e l’ultima cosa che riesco a dire prima di chiudere gli occhi
«Salvatelo, non voglio perdere anche lui, salvatelo»
E poi il buio scese su di me.


Angolo Autrice: 
Prima cosa ringrazio tutte le persone che leggono e commentano la mia storia e che mi danno sempre consigli per migliorare sempre di più. Mi dispiace che non sto rispondendo alle recensioni, ma spesso è solo questione di tempo spero di riuscire a farlo per questo capitolo. Per il resto credo che dopo questo capitolo mi odierete del tutto e penserete che sono peggio degli autori.(non è vero non sono peggio di puù xD) spero che rimarrete con me per il prossimo capitolo.. un bacio a tutti
Queen89 

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Capitolo 7
*** Io vivo la mia vita ***


POV Camilla

Quando apro gli occhi sono nella stanza e il primo pensiero va al mio bambino e istintivamente porto le mani alla pancia voglio avere notizie appena vedo un medico chiedo. Mi volto di poco e noto qualcuno nella stanza metto a fuoco e scopro che è Michele
«Che ci fai qui? Chi ti ha fatto entrare?»
Non lo voglio lì, è anche colpa sua se ho ferito Gaetano gli ho mentito e l’ho fatto soffrire
«Ho chiamato a casa tua e mi ha risposto tua figlia dicendo che eri in ospedale e sono venuto a trovarti. Almeno io ci tengo a te vengo a trovarti il tuo amico poliziotto non si è fatto vedere per niente»
«Stai zitto che non sa nemmeno di cosa parli Gaetano non sa nemmeno che sono qui, lui non sa niente, se n’è andato per colpa tua e soprattutto per colpa mia»
Non riesco a rassegnarmi alla perdita e una ferita ancora fresca e poi saperlo felice con una che non sono io mi fa stare male ancora di più.
«Devi andare via non ti voglio qui»
Mi agito ancora di più e il non sapere se il mio bambino ci sia ancora mi rende super nervosa.
«Camilla non ti agitare che non ti fa bene, hai subito un piccolo intervento, e comunque se ti fa stare più tranquilla vado via.»
Dice lui prendendo la giacca dalla sedie
«Sì è meglio che vai. Ciao. Ah se incontri un medico mandalo qui»
Sono stata brusca, ma non mi interessa, da quando lui è andato via tutto mi indispone e infatti mi sono chiusa in me stessa non vedendo e non cercando nessuno e tutto questo via vai nella mia vita mi ha seccato. Il bello che sono stata io a dire che volevo restare libera e godermi la libertà ma tutte queste persone che entrano ed escono dalla mia vita sono troppe e l’unica che vorrei e che amo non c’è sta con un’altra. Stop! Fermi. Ho detto che amo oddio ho ammesso di amare Gaetano ci sono riuscita, ma come al solito ormai è troppo tardi lui non c’è già più. Ed ecco di nuovo le lacrime venire giù sono davvero destabilizzata senza di lui.
Vedo entrare nella stanza un medico insieme a mia figlia
«Buongiorno Camilla»
«Giorno mi dica del mio bambino»
Livia mi guarda con un mezzo sorriso e questo mi mette ancora di più in agitazione
«Allora? Mi dica mi devo mettere l’anima in pace?»
«Se mi fa parlare le dico come è la situazione. Allora la sua età non è favorevole per una gravidanza, ma devo dirle che questo piccolo ha tanta voglia di venire al mondo che si è aggrappato con tutta la sua forza alla sua mamma ed è rimasto lì, però deve stare in assoluto riposo per i prossimi mesi, quindi niente stress niente di niente tanto qui c’è sua figlia e la terrà d’occhio. Ora vi lascio buona giornata»
Alle parole del dottore un sorriso mi si stampa sul volto il mio piccolo è ancora qui lui non lascia la sua mamma sono troppo contenta, ma ora mi tocca affrontare mia figlia che fino a ieri sera non sapeva nulla della mia gravidanza.
«Quindi da ora in poi oltre a mia figlia dovrò prendermi cura anche dalla mamma e sarò molto molto severa»
«Scusami tesoro se non ti ho detto niente, ma non sapevo cosa fare e poi tutto il periodo nero mi ha scombussolato la vita, ma te l’avrei detto anche perché a breve si sarebbe iniziata a vedere la pancia»
La vedo avvicinarsi e mi abbraccia
«Tranquilla mamma va tutto bene, non ci pensiamo più.»
Scoppio a piangere ancora come vorrei che Gaetano fosse qui, ma non posso dirgli torna ti amo e sono incinta potrebbe pensare che lo voglio solo per questo. Ora però lui ha la sua vita. No al momento non gli dirò nulla del Bambino, ma in ogni caso non saprei come rintracciarlo, ma se invece parlassi con Torre sono più che certa che gli arriverebbe la notizia. Quindi devo stare lontana anche dal commissariato, ma al momento questo non è un problema. Devo stare a letto. Riposo forzato.

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Capitolo 8
*** Ritorno a casa ***


2 anni dopo

 

POV Gaetano

Tornare a Torino è sempre stato un mio desiderio, e ora che ho la possibilità di tornarci non me lo faccio ripetere due volte. Nuova casa, nuova vita per l’ennesima volta, ma forse ora è la volta buona. Niente appartamento, questa volta, villetta a due piani e con me c’è la mia compagna. Solo che questo ritorno non è come l’ho sempre immaginato. Ora entro a Torino sotto copertura il mio nome ora è Andrea Petrarca, e la mia compagna è Laura Alighieri, due cognomi della letteratura Italiana. E se penso alla letteratura Italiana penso a…no no meglio non pensarci almeno non al momento, devo finire questa missione e poi forse riuscirò ad andare da lei. Credo che dopo due anni sia arrivato il momento di parlare. Chissà la sua vita come è andata avanti, Torre mi ha detto che la vedeva poco in giro e quando la vedeva era sempre la stessa, ma mi ha giurato che non sta con nessuno. Io nemmeno mi sono messo con qualcun’altra e chiarita la situazione con Veronica fra noi è tutto tornato come prima. Ah Veronica nel frattempo ha trovato un’altra donna Alessandra, che ora ha dovuto lasciare a Verona per venire con me sotto copertura eh già è lei la mia Laura. La missione che abbiamo è trovare e arrestare un famosissimo mercante di armi che ora si trova qui a Torino.
Avendo un po’ di tempo libero vado sotto casa di Camilla, Torre mi ha detto che non ha cambiato abitazione, voglio vederla ne sento il bisogno. E all’improvviso la vedo uscire dal portone mi nascondo e per mano ha due bambina sicuramente una è Camilla la figlia di Livietta, ma l’altra forse è un’amichetta di Camillina. Lei è così bella, non è cambiata per niente anzi è ancora più bella. Vorrei andare da lei ma al momento non posso e vado via lasciando tutto per dopo. Averla rivista mi riempie il cuore di gioia, mi sento di nuovo bene. Mi ha fatto stare male ma penso che sia stata male anche lei per questo non posso starle lontano per tanto tempo.
Torno nella casa nuova e parlo con Laura/Veronica e le racconto che l’ho vista e che non vedo l’ora di finire questa missione per andare a parlare con lei e la vedo felice per me e fa bene perché io sono al settimo cielo.
 

 

POV Camilla

Sembro essere tornata a 20 anni fa quando è nata Livia non stava un attimo ferma e devo dire che ha preso dalla sorella. La piccola Nicole forse è anche peggio, da quando ha imparato a camminare fa cose assurde sale anche sulle spalliere dei divani, e corre ovunque starle dietro è un’impresa. Poi da quando Livia si è trasferita e i pomeriggi mi porta Camilla per farla giocare con Nicole non ho un attimo di pace.
Nicole in confronto a Camilla è leggermente più piccola si passano solo pochissimi mesi infatti Cami i due anni li ha già compiuti Nicole invece ha un anno e mezzo.
Oggi per fortuna riuscirò a dedicarmi un po’ a me stessa perché Renzo si è detto disponibile a tenere sia Cami che Nicole infatti le due pesti adorano stare con Lorenzo e quando sono tutti e tre insieme diventano un pericolo pubblico.
Esco con le piccole dopo averle vestite mi dirigo verso casa di Renzo infondo non devo fare chilometri si trova solo nell’altra scala.
Prendiamo l’ascensore e arriviamo al piano. Busso e dopo un po’ mi viene ad aprire Carmen e che mi fa accomodare mentre le bimbe, la mia con passo un po’ in certo, si dirigono nell’angolo dei giochi di Lorenzo.
«Grazie mille che tu e Renzo vi siete offerti di tenere Cami e Nicole, spero che non vi facciano uscire pazzi»
Vedo Carmen ridere e anche io scoppio a ridere
«Faremo del nostro meglio e poi siamo abituati oramai, quindi tu vai tranquilla prenditi tutto il tempo che vuoi per rilassarti ok?»
«Grazie ancora, mi raccomando però attenzione a Nicole non può mangiare cose con il glutine perché è celiaca.»
«Tranquilla, lo so infatti ho comprato tutte cose senza glutine sapendo che Nicole sarebbe stata un po’ qui, ora esci su se no le tue amiche ti vengono a prendere»
«Ok va bene, ora vado ma per qualsiasi cosa chiamatemi»
Vedo Carmen scuotere la testa e così mi decido a salutarla e ad uscire.
Tutti cercano di trovare il modo di farmi uscire da casa, da quando è nata Nicole non esco spesso se non per andare a scuola e per la sua tutela ho anche smesso di impicciarmi di casi di omicidio, ma mi mancano e mi manca anche lui chissà cosa starà facendo in questo momento magari un giorno passo da Torre per chiedere sue notizie e magari dire anche a lui e alla Lucianona dell’esistenza di Nicole.


Nicole




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Capitolo 9
*** Nostra ***


POV Gaetano

La missione è stata portata a termine e finalmente tutto può tornare alla normalità. Riprendo anche il mio posto nel commissariato di Torino e con me porto anche Veronica. Tutto sembra procedere per il meglio e mi sono anche convinto a parlare con Camilla voglio chiarite tutte le incomprensioni di questi ultimi anni.
Il ritorno nella casa vicino a quella di Camilla, mi ha ributtato addosso tutte le emozioni di quei mesi, gioia e dolore insieme. Il cuore ha iniziato a farmi male e il respiro sempre più corto. Mi spoglio e mi butto sotto la doccia per cercare di cancellare tutte quelle sensazioni che mi hanno colpito appena sono entrato. L’ho anche vista per qualche secondo, ma non mi sono fermato.
Sul posto di lavoro va tutto come al solito, non ci sono stati grandi casi, nessun omicidio ma meglio così. Però i delinquenti non si risparmiano, c’è sempre qualcuno che fa qualche rapina o altro, ma cose di poco conto.
Così in un momento di pausa mi metto sul divano e prendo dal portafogli una foto mia e di Camilla in uno dei momenti felici. Mi mancano quei momenti, ma lei ha scelto di stare sola senza nessuno intorno e io mi sono fatto da parte ma non sono riuscita a dimenticarla non posso farci di nulla.
Metto a posto la foto e chiudo gli occhi. Ma in quel momento sento la porta aprirsi di colpo e vedo comparire una Lucianona sconvolta e agitata
«Dottore ci hanno chiamato da un centro commerciale è scomparsa una bambina, ho già avvisato il commissario Valenti, ma credo che sia giusto che anche lei lo sappia, ci ha chiamato la Professoressa Baudino la piccola che è scomparsa era con lei»
«Cosa è sparita la piccola? E cosa stiamo aspettando? Vengo anche io Camilla sarà distrutta e immagino come starà Livia»
Vedo la Lucianona che vorrebbe dire qualcosa ma non lo fa e poi usciamo di corsa per raggiungere il centro commerciale per vedere cosa è successo.
Arriviamo sul posto tutte le porte sono state chiuse per prassi e tutto bloccato nessuno può entrare e nessuno può uscire.
Una volta entrati la security ci spiega in breve la situazione e io noto subito lei seduta su una panchina che si tiene la testa e si dondola avanti e indietro. Mi faccio coraggio e vado da lei le metto una mano sulla spalle, la sento sussultare, voltarsi e si alza guardandomi.
«La mia bambina era nel passeggino, mi sono voltata un attimo solo perché mi hanno urtato e mi è caduta la borsa e quando mi sono alzata la mia Nicole non c’era, non c’era più.»
I suoi occhi sono velati di lacrime che iniziano a scendere giù in pochissimo tempo e la sua voce è disperata quasi un lamento, non si regge nemmeno in piedi e se non fosse per me sarebbe già caduta a terra. Ci sentiamo tutti e due a terra e la stringo in un abbraccio. Nonostante tutto sono riuscito a capire che la bambina sparita non è Camilla, ma una certa Nicole, che sembra essere figlia di Camilla da quanto ho capito, ma ora non posso farle domande è troppo distrutta, non reggerebbe una serie di domande. La faccio riprendere e poi le chiederò il resto. Ora cerco solo di farla tranquillizzare.
«La troveremo Camilla, la troveremo te lo prometto che la troveremo»
Lei mi guarda singhiozzando
«Devi trovare la nostra bambina, non posso vivere senza di lei»
Alle sue parole rimango impietrito, “nostra bambina?” ho capito bene? Questa Nicole è mia figlia? Troppe domande affollano la mia mente, ma ora non c’è tempo devo trovare Nicole e do l’ordine a tutti di cercarla senza sosta.

 
 

POV Camilla

Mi sono tolta un piccolo peso, ho detto di Nicole alla Lucianona pregandola di non dire niente né a suo marito e né a Gaetano, e lei mi ha promesso che non avrebbe detto niente.
Da qualche giorno però ho saputo che Gaetano è tornato a stare accanto a me, ma io ancora non l’ho mai visto. Mi manca è vero, ma forse ancora non ho il coraggio di incontrarlo e rivelargli qualcosa che gli ho tenuto nascosto per due anni.
Spesso mi domando se è ancora fidanzato o se era tutta una finzione vorrei capirlo davvero quindi prima o poi dovrò incontrarlo.
Nel pomeriggio esco con Nicole e per la prima volta siamo sole io e lei, così andiamo a farci un giro al centro commerciale e con la scusa anche un po’ di shopping per la mia principessina che fra 4 mesi farà due anni.
Il nostro giro procede tranquillamente e abbiamo comprato tantissime cose, ci siamo date alla pazza gioia. Forse la sto viziando un po’ troppo, ma cosa ci posso fare è la mia seconda figlia femmina dopo 18 anni dalla prima e soprattutto e la figlia dell’uomo che amo e che per una mia scelta sbagliata non si trova accanto a me.
Mentre penso tutte queste cose qualcuno mi urta e la borsa mi scivola a terra, lascia per pochi minuti il passeggino e inizio a raccogliere le cose che sono cadute e ogni tanto do uno sguardo alla piccola. La seconda volta che alzo lo sguardo non la vedo più nel passeggino e il mio cuore si ferma non batte più, chiudo gli occhi convincendomi che la è stata la stanchezza a giocarmi un brutto tiro, ma quando li riapro la situazione non è cambiata.
«NICOLE, NICOLE DOVE SEI?»
Urlo con tutto il fiato che ho in gola e inizio a cercarla ovunque ma non c’è traccia di lei. Le lacrime iniziano a scendere copiose e il mondo sembra crollarmi di sopra. Qualcuno ha preso la mia bambina. Era legata ne sono più che sicura. Le persone sentendomi gridare mi si avvicinano cercando di capire che cosa sia successo, non sto capendo più nulla la mia bambina non c’è più. Sento qualcuno chiamare la polizia e fare il mio nome allora sarà qualcuno che mi conosce. Poi tutto si fa nero non sto capendo più niente. Fino a quando non arriva la polizia. Sento qualcuno che mi tocca e io sussulto mi volto ed è lui.
Lo guardo e gli dico che è sparita la mia bambina Nicole. Capisco che è sorpreso perché non capisce chi possa essere questa Nicole so che non è il momento giusto ma l’ansia del momento, la disperazione mi fa dire quello che avrei dovuto dirgli tempo fa
«Devi trovare la nostra bambina, non posso vivere senza di lei»
Sbianca lo vedo, ma non fa domande almeno non per ora e nella mia testa c’è il vuoto ma quella parola nostra continua a ripetersi in continuazione.
Non avevo mai provato un dolore così grande sembra che qualcuno sti cercando di tirarmi via il cuore dal petto, non mi darò pace fino a quando la mia piccola non sarà di nuovo fra le mie braccia. Non mi interessa di nulla troverò chi è stato a prendere la mia Nicole. La NOSTRA Nicole.




Angolo autrice:
Ok sono sadica, ma purtroppo se non metto qualche tragedia nei miei racconti non sarei io! Anche per questo motivo quasi 7 anni fa mi sono guadagnata il soprannome di diabolica. Perché in altre strorie facevo succedere cose davvero assurde. Detto questo ringrazio con tutto il cuore le persone che continuano a seguire questa mia storia e che aspettano il prossimo capitolo con ansia. Ringrazio chi recensisce e chi ha deciso di mettere nei preferiti e nelle seguite la mia storia. Siete davvero meravigliosi vi voglio bene. 
Al prossimo Capitolo

Queen89

PS. ho deciso di mettere un fotogramma della terza serie dell'ultima puntata perché mi sembrava quello che rappresentava di più il dolore di Camilla.

 

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Capitolo 10
*** Incontri ***


POV Gaetano

Rientrati in commissariato, mi sono chiuso in ufficio con Camilla e l’ho fatta stendere sul divano. Non l’ho mai vista così sconvolta. Mi metto a sedere anche io vicino a lei e le accarezzo i capelli
«La troveremo, non mi darò pace fino a quando non sarà di nuovo qui con noi» la mia voce cerca di trasmetterle tranquillità, ma so che niente potrà tranquillizzarla fino a quando la piccola non sarà di nuovo nelle sue braccia. La guardo e le sorrido
«Camilla, non ti accuso di nulla, quando sarà il momento parleremo di tutto, ma ora aiutami a capire chi può aver rapito la piccola»
Lei si mette seduta e mi guarda asciugandosi le lacrime. Posso percepire il suo stato d’animo.
«Mi dispiace, dovevo parlartene prima, ma il mio rimandare non è servito a niente. Comunque non so chi possa essere stato. In questi anni per il bene della bambina non mi sono immischiata in nessun caso. Nessun riscatto è stato chiesto ancora e poi è così piccola chissà che paura avrà»
Ascolto con attenzione le sue parole, magari è qualcuno che vuole vendicarsi, ma il nome di Camilla non è mai uscito nelle indagini. O forse volevano colpire me.
«Può essere che l’hanno rapita a causa mia?!? Chi sapeva che Nicole è figlia mia?»
Cerco di mantenere il tono di voce il più calmo possibile
«La mia famiglia e qualche giorno fa l’ho detto alla Lucianona qui in commissariato, forse qualcuno che ha sentito. Gaetano non ho mai avuto così paura. Cosa possiamo fare?»
La stringo in un abbraccio cercando di farle forza poi la sento staccarsi leggermente dal mio abbraccio e la vedo cercare qualcosa nella borsa
«Vuoi vedere nostra figlia?»
Le faccio sì con la testa e poco dopo mi ritrovo in mano una foto di una bambina dai capelli castani e ricci con due occhioni azzurri che mi fissano. Rimango lì a fissare quella foto della piccola che è un mix perfetto fra me e Camilla.
«È stupenda, se ha preso il tuo carattere immagino che sia un peperino»
Sorrido appena cercando in qualche modo di farla distrarre un po’ ma so che è difficile.
Mi guarda annuendo e si sistema meglio sul divano
«Sai in questa foto le avevo detto saluta papà e lei ha alzato la manina e ha iniziato a fare ciao ciao. Sai le ho sempre raccontato che il suo papà era in giro a catturare i cattivi e lei sembrava capire quello che le stessi dicendo e mi sorrideva. Con quegli occhioni così identici ai tuoi che mi facevano scogliere ogni volta che la guardavo e ora se penso che potrei non vederli più mi sento morire»
Sento la sua voce tremare e riprendere a piangere istintivamente l’abbraccio e la cullo dolcemente
«Camilla non dire così la troveremo vedrai, ma tu non devi pensare a queste cose, ora ci sono io con te. Mi dispiace se sono scappato così, ma ero ferito e stanco per come mi avevi trattato. Potevi cercarmi»
«Gaetano non è stato così facile, e poi la sola idea che tu saresti tornato solo per la bambina mi avrebbe ucciso e così ho evitato, sbagliando di dirti la verità. In questi anni ho allontanato tutti. Anche Renzo se non fosse per i bambini nemmeno lo vedrei neanche. Sai Nicole, nostra figlia, adora giocare con Camillina e con Lorenzo in fondo si passano solo 6 mesi. Vanno anche all’asilo nido insieme sono degli amori. Però fa strano vedere zii e nipote della stessa età»
Mentre Camilla parla immagino già la scena dei bimbi che giocano tutti insieme e del caos che combinano.
«Che ne dici se ti riporto a casa? Così ti metti sul letto e cerchi di riposare?»
«No se vado a casa sento di impazzire vorrei avere la mia Nicole con me»
Non finisce nemmeno di dire la frase che il mio telefonino inizia a suonare. Lo prendo dalla tasca della giacca è un numero anonimo ma rispondo lo stesso specialmente ora.
«Vice questore, ho sua figlia, se la vuole rivedere viva deve far liberare il drago se no sua figlia, morta la riavrà.»
«Non fatele del male cercherò di fare tutto il possibile vi prego non fatele niente»
Vedo Camilla alzarsi di scatto e venire verso di me. Io sento il mio cuore martellarmi nelle orecchie e cerco di restare calmo e dal telefono in sottofondo sento insieme al pianto di Nicole un treno che passa e subito dopo il telefono viene staccato.
Camilla inizia a farmi mille domande ma posso rispondere solo a poche
«Erano i rapitori di Nicole, vogliono che liberi il drago, un capo ultras accusato di omicidio, che io ho fatto mettere in carcere. Comunque ho capito che si trovano vicino a dei binari ho sentito passare un treno. Ora mi faccio mettere sotto controllo il telefono e se richiamano cerchiamo di individuarli»
«Gaetano te lo chiedo da mamma, fa in modo di non mettere in pericolo Nicole»
La guardo dolcemente
«Farò tutto il possibile te lo prometto»
Alla fine riesco a convincerla e a portarla a casa, ma non ce la fa a stare a casa sua e la porto a casa mia. Solo un attimo dopo aver aperto la porta mi ricordo che ho come ospiti Veronica e Alessandra.
Vedo Veronica venirmi incontro
«Gaetano sei tornat…»
Rimane con la frase a metà quando vede Camilla accanto a me che nel frattempo si è irrigidita
«Sì sono tornato, ma ho portato qui Camilla perché di là non riusciva a stare vista la situazione.»
Poi le guardo a tutte e due e le vedo strane, sicuramente è per quello che è successo due anni prima e intervengo prima che succeda qualcosa
«Camilla, Veronica non è la mia fidanzata lei sta con Alessandra, anni fa ha fatto tutto un casino e mi dispiace e dispiace anche a lei»
Continuo ad osservare Camilla, che sta studiando meglio Veronica ma continua a non aprire bocca.

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Capitolo 11
*** Guarda un po’ chi si rivede ***


POV Camilla

 
Il ritorno da Verona non è stato tranquillo, mi aveva scombussolato tutto. Il dolore che provavo mi stava uccidendo dentro. Con una mano accarezzai il mio ventre leggermente rigonfio e un lacrima solitaria venne giù nascosta dagli occhiali scuri. Quel commissario mi aveva sbattuto in faccia la fine di tutto. Avevo perso Gaetano perché avevo giocato con lui una volta di troppo.
Arrivata a casa, mi ero chiusa nella mia stanza e non avevo aperto a nessuno nemmeno alla mia “bambina” che chiedeva con insistenza di aprire la porta.
Stavo rannicchiata sotto un groviglio di coperte abbracciata a un cuscino che raccoglieva le mie lacrime.
Dovevo reagire, per il bene del piccolo che stava arrivando, ma non era per niente facile.
Il telefonino vibrava sotto il cuscino, ma non avevo voglia di rispondere a un Renzo, o a un Michele. Quei due ultimamente non mi lasciavano vivere. Non era servito a niente spiegare che non ero interessata a nessuno dei due. Sembravano due mosconi sopra il miele non li sopportavo più.
Quel dannato aggeggio non la smetteva più così lo presi, ma il numero non lo conoscevo e non so perché risposi comunque
«Mi dovete lasciare in pace come ve lo devo dire?!»
Ero convintissima che dietro quel numero sconosciuto si nascondeva uno dei due e invece la sorpresa
«Camilla? Scusi se la chiamo sono il commissario Valenti di Verona, ma volevo scusarmi per quello che le ho detto, non è vero non sono la fidanzata di Gaetano, ma se mi dà un’occasione ci troviamo da qualche parte e le spiego tutto»
All’improvviso tutto il nero era sparito e uno spiraglio di azzurro era comparso nella mia vita. Gaetano non era fidanzato allora forse c’era ancora speranza.
«Guardi che non mi deve spiegare niente, però se proprio vuole ci possiamo incontrare quando vuole»
«Io dovrei venire a Torino fra due mesi, la richiamo quando sono da quelle parti e ci organizziamo. Va bene?»
«Ok per me va benissimo. Ci sentiamo presto arrivederci»
E chiusi il telefono.
Ero felicissima questa notizia mi aveva risollevato il morale.
 
Due mesi dopo
Veronica aveva chiamato e ci dovevamo vedere il pomeriggio e io non sapevo cosa mettermi.
In quei due mesi lei si era fatta sentire quasi ogni giorno e come cosa mi sembrava alquanto strana eravamo anche passate dal lei al tu. Avevo una sensazione strana come se qualcosa non andasse, ma ho lasciato correre. Mi ero preparata cercando qualcosa che mi stesse bene e che non mi tirasse tanto sulla pancia, visto che era abbastanza in evidenza!
Avevo raggiunto il posto con 10 minuti di ritardo ma ovviamente era da me. Sentivo la piccola muoversi era agitata come lo ero anche io.
Avevo visto Veronica seduta e mi ero avvicinata al tavolo.
«Ehi ciao, scusa il ritardo, ma ultimamente sono più lenta che mai»
La vidi sorpresa mentre osservava la mia pancia.
«Non ti preoccupare lo capisco. Comunque ti volevo parlare di alcune cose»
Non sapevo che fare o come comportami e cercavo di sistemarmi al meglio sulla sedia
«Dimmi tutto»
«Allora devo confessarti una cosa quando Gaetano mi ha raccontato tutta la vostra storia e anche se non ti conoscevo ti ho giudicato e basta e mi dispiace. Però poi quando ti ho vista nell’hotel sono rimasta colpita e non ho capito più nulla e mi è uscita quella frase infelice su me e Gaetano, ma voglio sistemare le cose lui continua ad amarti Camilla, e poi lui non è il mio tipo, io sono più per i tipi come te»
La guardavo senza capire all’inizio cercavo di mettere in ordine tutto quello che mi stava dicendo quando all’improvviso me l’ero ritrovata a pochi centimetri dal mio viso. Mi sentivo quasi paralizzata non sapevo cosa fare. Avevo sentito il suo respiro sul mio collo e attimi dopo le sue labbra sulle mie. Dopo un attimo di smarrimento l’avevo allontanata da me.
«Veronica ma che stai facendo? Per favore non mi sembra il caso e soprattutto io amo Gaetano, nonostante tutto quello che ho fatto»
La vedevo agitata e tornare al suo posto
«Scusami Camilla non dovevo perdonami non so che mi è preso» …
 

Dopo due anni eccola lì di nuovo davanti a me. Quello che so e che Gaetano non sa nulla e io non so come comportarmi, ma ora non riesco a pensare a nulla se non alla mia bambina.
Sono ancora impalata davanti la porta quando sento un telefono squillare è quello di Gaetano. Risponde e dopo aver chiuso mi sussurra
«Mi hanno chiamato dalla questura è arrivato il nuovo PM che seguirà questo caso e devo andare tu resti qui?»
Lo guardo e gli stringo la mano
«Io vengo con te voglio sapere ogni cosa sulla mia bambina non mi interessa niente»
Gaetano saluta tutti e faccio la stessa cosa anche io e usciamo insieme diretti verso il suo ufficio. Arriviamo e una figura familiare si avvicina a noi.
Sonia De Giorgis, non la vedevo da una vita ma ora eccola di nuovo lì a lavorare fianco a fianco con Gaetano per salvare la nostra Nicole.
«Vice questore da quanto tempo, professoressa noto che nonostante sia cambiata la città lei sempre in commissariato è!»
Sempre simpatica non è cambiata di una virgola
«Credo che io debba essere qui, visto che la piccola che hanno rapito è mia figlia»
La vedo fissare Gaetano e poi me
«Oh un’altra figlia speravo in un maschietto questa volta»
Gaetano la fulmina con lo sguardo
«Sonia evitiamo questi discorsi e cerchiamo di far tornare a casa mia figlia prima che sia troppo tardi»
Il PM sgrana gli occhi sconvolta dalla notizia
«Avete fatto una figlia insieme? Ma la prof non era sposata?»
La guardo e sospiro
«È una lunga storia e ora non mi sembra il caso di raccontarla»
Detto questo tutti insieme ci avviamo nello studio di Gaetano per parlare del caso.

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Capitolo 12
*** Attimi di paura ***


POV Gaetano

 

Sono passate già due settimane e non ci sono ancora notizie di Nicole nessuno si è fatto più sentire dall’ultima volta e Camilla è crollata. È sempre buttata sul divano abbracciata a un cuscino. Non l’avevo mai vista così distrutta.
E io padre di una bambina mai vista privato troppo presto del suo affetto.
Impossibile che non riesco a scovare il luogo dove la tengono. Scatto in piedi dalla mia sedia e butto tutto giù dalla scrivania, non so più che pesci prendere. Il PM, Sonia, invece di agevolarmi sembra mettermi i bastoni fra le ruote. Blocca tutti i miei interventi, ma non capisco perché. Avrei bisogno di Camilla, lei ha sempre risolto ogni enigma, ma ora come posso contare su di lei? Non posso stressarla ancora, come non posso dirle che una telefonata anonima ci aveva condotto al corpicino di una bambina sparita circa un anno prima e io prima di arrivare sul luogo avevo il terrore che potesse essere lei. Sarebbe morta in pochi attimi e non l’avrei più recuperata così ho preferito non farle sapere niente. Non ho mai provato un dolore così forte, ma questo è il dolore di un genitore che non sa che fine ha fatto il suo piccolo. Ho solo provato le gioie dell’essere padre con Tommy e l’avrei fatto anche con lei. La mia piccola.
«Giuro che ti troverò amore mio fosse l’ultima cosa che faccio.» Sento qualcuno bussare alla porta e cerco di risistemare ciò che ho buttato a terra.
«Avanti»
«Dotto’ siamo riusciti a trovare il nascondiglio dove tengono nascosta la piccola. Avviso la prof?»
Mi rianimo sentendo quelle parole forse ci siamo la mia Nicole può tornare a casa
«No non avvisarla perché se non la troviamo le avremmo dato una speranza vana. E dimmi dove è questo posto così organizziamo una squadra»
«Lungo la vecchia stazione quella che passa dietro il vecchio palazzo di Giustizia e dovrebbero tenerla in una di quelle stanze.»
«Ok andiamo subito chiama gli altri»
«Subito Dotto’»
Prendo il mio cappotto, carico la pistola ed esco pronto per andare a trovare la mia piccola Nicole.
Arriviamo al posto e con calma saliamo le scale e iniziamo a cercare in tutte le stanze.
Il mio cuore a ogni stanza vuota perde un battito, ma quando entriamo nell’ultima stanza la luce della speranza si illumina ancora di più. Vedo una bimba, è Nicole, seduta su un tappeto intenta a giocare. “Almeno non le hanno fatto del male” Mi avvicino a lei e la prendo in braccio. I suoi occhioni azzurri mi scrutano cercando di capire chi sono, ma non piange si accoccola a me e inizia a succhiare il suo ditino. La stringo a me e mi sento felice mia figlia sta bene. Ora posso avvisare Camilla. All’improvviso sento degli spari mi volto e sento qualcosa penetrarmi nella spalla e poi solo dolore e sangue cado tendo la piccola ancorata a me e la proteggo con il mio corpo nessuno può farle del male. Nicole Scoppia a piangere, sento che ora ha paura. C’è confusione intorno a me sento voci lontane sembra che abbiamo arrestato i colpevoli.
«Dotto’ mi sentite? Dotto’… Un’ambulanza il Dottore è ferito»
Mi sento solo debole non ho la forza di parlare
«Chiamate Camilla. Avvisate Camilla»
Poi diventa tutto nero ma so che la nostra piccola è al sicuro.

 

POV Camilla

 

Sono sul divano come sempre ultimamente, quando sento bussare alla porta. Mi alzo contro voglia e vado ad aprire.
Mi trovo davanti due agenti in divisa e il cuore a impazzire la paura inizia ad impossessarsi di me.
«Stiamo cercando la signora Baudino»
«Sono io. Che successo?»
«Deve venire con noi in ospedale. Il vice questore ha chiesto di lei prima di perdere i sensi»
«Cosa?»
«Gli hanno sparato durante un’operazione»
Sento il pavimento mancare sotto i miei piedi, non posso perdere anche lui, soprattutto in questo momento non posso non dopo Nicole.
Sono appoggiata alla porta in trance non so che fare o dire
«Signora si sente bene? Signora?»
Vengo riportata alla realtà dal poliziotto, prendo la borsa e il cappotto e li seguo.
Arrivati in ospedale mi scortano fino alla porta della stanza
«Siamo arrivati noi torniamo al nostro lavoro»
Li ringrazio e sorrido leggermente. Se è dietro questa porta non è grave apro piano e la scena che mi trovo davanti mi riempie il cuore di gioia. Vedo Nicole seduta sul letto di Gaetano che gioca con lui e ride.
In quel momento passa un medico e si ferma
«Lei è la signora Baudino»
«Sì»
«Ho visitato sua figlia, sta bene è solo un po’ scossa ma credo che sia normale. Mentre suo marito ha solo una ferita alla spalla causata dalla pallottola ma niente di grave non abbiamo nemmeno dovuto operare»
Quando sento quelle parole tocco il cielo con un dico, stanno bene tutti e due. Poi entro e vado da loro
«Nicole»
Chiamo mia figlia che si tuffa letteralmente dal letto e mi vola in braccio
«Mamma mamma.»
La stringo forte a me e mi avvicino a lui
«Grazie per aver ritrovato Nicole»
Lui mi sorride e mi stringe la mano e istintivamente mi sdraio accanto a lui sul letto mettendo la piccola in mezzo. È così che ho sempre sognato di stare, certo non in un letto di ospedale.

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