Nothing and Everything
Nothing and Everything.
Cosa
sono il Nulla e il Tutto? Niente od ogni cosa…o forse solo il secondo di
silenzio tra un’emozione e il suo rifiuto.
Non riesco a
capire perché stia facendo questo…spero solo che serva…non capisco cosa sia
questa nuova leggerezza e forse per saperlo devo prima dire alle tenebre…devo
dire addio…
Il punto è che
non voglio…conosco il mio rifugio buio e non lo voglio lasciare…qui sono al
sicuro.
E poi c’è quella
sensazione…quella maledetta sensazione…che non è più con me…era il mio allarme e
mi doveva proteggere, ma ora…niente.
Non mi sento
inadeguate, colpevole, spaventata o chissà che altro… sono solo…io.
Ma non va bene!
Non posso essere solo Rosalie…non è giusto, non è vero…non sono più me da troppo
tempo…non voglio più esserlo da quella sera.
Se lo fossi
dovrei raccontare, parlare, mostrare al mondo la mia ferita, la mia indecenza…ma
questa nuova cosa…Dio mio, non so neanche cosa sia….mi trascina fuori…vuole
vedermi rovinata…sbugiardata davanti a tutti quelli che conosco…davanti a lui.
E’ tutta colpa
sua se la sensazione non è qui a proteggermi…lui è un ragazzo stupendo, mi piace
e forse di più…lo vorrei…e lei non mi protegge…non mi strappa da lui come aveva
fatto con gli altri.
Ha sempre
funzionato con tutti, a parte Edward e Carlisle, ma ora…niente di niente…non c’è
verso.
Era arrivata
durante una visita a Denali…mi avevano accompagnato a conoscere le mie cugine
adottive…mai piaciute le visite ai parenti, ma loro erano simpatiche e gentili.
Kate, Irina e Tanya.
Ma evidentemente
quello era il periodo delle affiliazioni e anche alle tre sorelle si era
aggiunta una coppia: Carmen ed Eleazar.
Sono di origini
spagnole, con i capelli e gli occhi scuri e la pelle olivastra sotto il colorito
pallido…il ragazzo era veramente bello e mi ero messa a guardarlo di sottecchi,
ignorata del resto, quando cominciai a sentire un peso sul
petto…un’inadeguatezza, un senso di terrore e di stare sbagliando…non mi dovevo
avvicinare…era un uomo, nonostante tutto…sarebbe risuccesso.
Finora è sempre
andata così, ma con Emmett…è tutto sparito…dovrei raccontargli, ma non riesco.
Non ho mai
raccontato a nessuno, parlando, quello che mi è successo.
Non ho mai detto
che…che…
Il foglio era strappato, di
netto, e rovinato da una macchia d’inchiostro, come se la pena fosse stata
spezzata.
Stavo iniziando a
intuire…non avrei voluto sapere cosa succedeva dopo, ma ormai…dentro, conoscevo
il destino della mia povera amica.
Girai il foglio, pensando
di non trovare quella parola.
…VIOLENTATA.
Lo stava urlando.
Non so perché , ma me la
immaginai in quella stessa stanza, la finastre chiuse e una macchia nera sul
pavimento, a respirare male, incredula di avercela fatta e per un secondo più
tranquilla, prima di dover rientrare nell’inferno.
Quella maledetta
sera tornavo dalla casa di Vera…
Vera!
…alla mia…quando
li ho visti…sotto quel lampione, le bottiglie in mano, a due passi dalla porta.
C’era lui con
loro…c’era Royce…
Royce…O Dio santissimo…
Ricorderò per
sempre le loro parole…Rose! Ecco la mia Rose!!...Dov’eri finita? Avevamo
freddo!...Non è più bella di tutte le bellezze della tua Georgia??....Fa’ un po’
vedere come sei fatta!
E quelle
risate…le loro mani…i visi rossi per l’alcool e l’eccitazione…di vedermi davanti
a loro distrutta e indifesa…la paura e il terrore di aver capito tutto e non
poter fare niente.
E i colpi per
tenermi incollata al suolo, mentre mi spogliavano e mi strappavano di dosso gli
abiti per violentarmi, toccarmi e fare quello che volevano.
E quelle
stelle…il primo e l’ultimo istante di tutto.
Il freddo…e la
certezza di morire, dolce e accetta, e il vento sulla pelle.
Ero
lì…seduta…ferma…immobile, quasi priva di coscienza…conscia di quello che sapevo
e triste per questo, distrutta.
Chi era lei per me?
Nessuno, una morta…aveva la mia età e avevo visto la sua vita schizzarmi sotto
gli occhi…ora ne vedevo la fine, più desolante e ovvia che mai.
Non mi accorsi nemmeno di
aver iniziato a piangere…non era un pianto isterico, di rabbia o dolore…non mi
accorsi nemmeno di aver iniziato.
Lo capii soltanto quando
sentii il viso e il collo bagnati dalle lacrime che cadevano sul vestito d’oro
che mi era sembrato così fragile, ma che ora, in confronto alla felicità,
sembrava l’acciaio.
Ma il gelo
aumentò, molto più vicino a me e il vento iniziò a soffiare sulla mia pelle con
violenza.
Quando riaprii
gli occhi per la prima volta ero al caldo e non sentivo assolutamente niente.
Ero completamente in pace.
C’erano delle
voci…di persone che, come tante altre, avrebbero deciso il mio destino.
-Lei!! Fra tutte
le ragazza che rischiano di morire ogni giorno, lei dovevi salvare. La
cercheranno dappertutto!!-
-Non potevo
lasciarla lì. Lo capisci questo? Era troppo inumano.-
-Tanto in questo
mondo è inumano...-
-Edward...come
puoi pensare di non aiutarla...noi possiamo salvare chi è più debole di noi...questo
è il dono che è stato fatto a tutti noi.-
-Esme...-
-E ora, che hai
intenzione di fare?-
-Non penso ce la
farà.-
Mi chiesi cosa
dovevo ancora fare, per cosa dovevo lottare…io ero già morta, chiedevo solo di
potere stare finalmente in pace…
Non ero cosciente
del mio corpo, ma la mia mente c’era…sapevo chi stava parlando: Carlisle, Esme
ed Edward Cullen…oggi sono la mia famiglia…se quello che mi hanno fatto sia
stato bene o male, non lo so ancora…
In quel momento
desideravo solo che i battiti del mio cuore fossero contati e, inaspettatamente,
venni esaudita…anche se non nel modo inconsueto…
Come poteva scrivere se il
suo cuore non batteva più? Come poteva soffrire e amare?
Due dita gelide
si appoggiarono sul mio collo, forse per cercare il battito, e poi iniziò tutto.
Un lampo di
dolore mi attraversò. Senza sparire. Qualcosa di innaturalmente acuminato mi
trapassò la pelle del collo...e ne uscì.
Mi irrigidii e
sentii le mie braccia che si contraevano in uno spasimo.
Poi il freddo
scomparve per diventare l’inferno.
Cominciò piano
nel petto e si allargo come una macchia di petrolio incendiato in tutto il mio
corpo per consumarlo.
Il mio respiro
divenne irregolare e iniziai a rantolare...era tutto così caldo, troppo caldo e
la mia mente era annegata nel dolore e concentrata solo su di esso.
Qualcosa di
gelido si appoggiò di nuovo sul mio collo... una mano... era così
meravigliosamente fredda. Mi aggrappai a quell'ultima ancora, sperando che mi
aiutasse a risalire.
Eppure mi
arrivavano solo scuse.
Un altro spasimo.
Strinsi la mano più forte. Non la volevo, ma non riuscivo a staccarmi.
Il mio corpo
smise di ascoltarmi...il respiro e il battito del cuore erano frenetici, come se
avessero saputo di dover morire poco dopo...gridai...perché il dolore non si
calmava se gridavo? A che mi serviva quell’ ultimo appiglio umano?
-Scusami.
Piccola, perdonami...finirà.-
La voce si perse
nel nulla. O nel fuoco.
Smisi di pensare
o sentire, avvolta da qualcosa che non sarebbe dovuto essere destinato a me.
Riprendere
coscienza di me fu peggio che averla persa.
Il bruciore
ricomparve più violento e demoniaco di prima con la consapevolezza di esserne
immersa e di non poter fare niente.
E
ricomparvero le voci.
-Quanto
manca?- Quanto mancava a cosa, accidenti ?! Non sopportavo di non sapere cosa
diavolo stesse accadendo a me e al mio corpo!!
-Maledizione a
quei porci! Aveva la sua vita e ora diventerà un mostro per colpa di due tipi
diversi di mostri...-
-Ma cosa
stai?-
-Edward. Non
puoi sempre sentire e sapere tutto. So quanto faccia male questa consapevolezza
in momenti come questi, ma non puoi salvarle tutte, non sei onnipotente... hai
già impedito che la vita di tante andasse a rotolo...-
-Questa città
è piccola. Se avessi controllato meglio i pensieri che mi arrivavano l'avrei
potuta aiutare...-
-Lo potrai
fare anche adesso. Avrà bisogno di aiuto.-
-Sarebbe stato
meglio se l'avessi fatto prima...-
Che avrebbe
dovuto fare prima? E che aveva in testa quel povero pazzo? Cosa pensava di
essere capace di fare? Stenderli tutti? Un ragazzo contro cinque uomini? Certo
che gli scemi...
Tutto intorno
a me appariva più chiaro e definito e per un attimo ebbi la sensazione che il
dolore cominciasse a lasciarmi...i piedi e le punte delle dita non stavano
bruciando più, erano... fresche.
-Tesoro, forse
è meglio se cominci a spiegarle cosa le è successo...è abbastanza cosciente?-
Cosa mi era successo? Grandioso o orrendo: era finita ma come al solito non ho
deciso niente...fantastico.
- Piccola,
Rosalie…riesci a sentire?-
Girai la testa
e, fissando Carlisle negli occhi, gli chiesi cosa diavolo mi fosse successo…o
meglio che mi stava succedendo.
Non volevo che
mi raccontasse tutto…che senso può avere aggiungere un inferno a un altro?
Edward gli si
avvicinò per un attimo e sussurrò qualcosa che non riuscii a capire, parlava
tanto in fretta…
- Quando ti ho
trovato stavi per morire, lo sai vero?-
-Perché non mi
hai lasciato lì? Perché non mi avete permesso di morire?? E questo maledetto
bruciore!! E una nuova, stupida cura? Smettetela!!-
- Ora è tardi.
Spero che mi perdonerai…ho deciso per te. Ma non potevo lasciarti lì…-
-Perché?-
-Perché una
vita conta.-
Mi voltai di
scatto…era Edward.
-Fra poco
tutto questo finirà…ascoltami…e non prendermi per pazzo, per favore.- Sorrise
un po’ amaro.
- Rosalie…ora
tu non sei più umana. Per molti, ma puoi ancora esserlo…in modo diverso…-
-Ma che
accidenti vuol dire?- Ricominciai a sentire il petto bruciare più forte, il mio
cuore veloce.
- Sei un
vampiro.-
Rimasi
paralizzata…ero un mostro.
< Dio, l’ha detto. Ti prego, no, dimmi che ho
letto male…è un codice…non può essere…>
Volevo alzare i tacchi, scappare, lontano da
quello che sapevo. Come?
Perché tutte a
me?? Non bastava già aver perso l’amore, la serenità, la felicità e Dio solo
sapeva che altro? Il destino non mi aveva già dato addosso abbastanza? Avevo
chiesto o sperato troppo?
< Ma perché tutte a me?? Non era sufficiente
avere un interesse insensato e ossessivo per una morta? Che poi manco è
morta…più o meno. Noooo…dovevo anche scoprire che lei è una vampira…e io mi sono
per giunta intrufolata in casa sua!! Ma che genio!! Che ho fatto di male…e anche
lei?? >
Rimasi
paralizzata.
Poi, di botto,
sentii una specie di esplosione nel petto…violenta, bruciante.
Sobbalzai e
Carlisle mi prese di nuovo la mano, come se stesse per scadere il tempo.
- Tra poco la
trasformazione terminerà e io non so come sarai al risveglio. Noi non siamo
vampiri normali.
NON
UCCIDIAMO GLI UOMINI.
Cheeee?!?!?
Sopravviviamo
grazie al sangue animale e ci sappiamo controllare. Se lo vorrai, potrai
restare con noi…nella nostra famiglia.
Qualunque cosa
sceglierai, sappi che non sarai mai un mostro…ricordatelo.-
Avrei voluto
rispondere, ma, in quel preciso istante, il mio cuore prese a bruciare.
E non come
prima…tutto il calore stava lasciando il mio corpo e schizzando verso il petto,
concentrandosi.
Ricaddi
indietro e mi sentii mancare il respiro.
Veloci, sempre
più affannati, i battiti mi risuonavano nelle orecchie, come nella più folle e
mortale delle corse.
Di botto fu il
silenzio…e una specie di pace.
Riaprii gli
occhi e li ritrovai in fianco a me, cauti.
- Come ti
senti? Senti un bruciore in gola?-
Non me ne ero
accorta e portai la mano alla gola…niente di che, solo la secchezza che si ha
dopo aver cantato a lungo quando fuori c’è vento.
Lo dissi e
vidi gli sguardi di tutti rilassarsi.
- Bene, questo
ci da un po’ di tempo. Rosalie, credi alla storia che ti ho raccontato prima?-
- Neanche a
una sola parola. Perché non vi fate ricoverare tutti?? Essere pallidi non vuol
dire essere esseri mitologici.-
- Guarda la
tua pelle.-
Era più chiara
del solito…- Sono sempre stata pallida.-
- Non ti
sembra di vedere e sentire meglio?-
A dire la
verità, me ne ero già resa conto…la danza della luce riflessa degli specchi era
quasi una magia…- Ho sempre avuto una buona vista.-
Si avvicinò
alle tende e aprì la finestra: la luce dell’ alba entrò nella stanza e andò a
posarsi sulla pelle del dottore.
Brillava.
Si scostò e
lasciò che quel raggio arrivasse sulla mia pelle: rimasi a guardare il mio
braccio…non era più carne, ma un diamante di seta.
- O mio Dio.
Allora è tutto vero…sono davvero un…un…un vampiro.-
Scattai in
piedi e, mentre mi giravo per prendere una coperta da mettermi addosso, mi
accorsi di indossare una camicia da notte lunga alla caviglia…erano stati
loro…gentili.
- E’ mia…spero
che non ti sia piccola.-
Restai a bocca
aperta: si preoccupavano per me.
- Grazie…Esme.-
Mi sorrise di rimando.
- Come va la
gola?-
- Brucia un
po’ di più…perché sempre questa domanda?-
- Ci serva per
capire quando abbiamo sete…tu sei una nuova vampira, una neonata, ed è già
incredibile che tu sia così calma, ma è meglio non rischiare…andiamo a caccia??-
Andai nel
panico più assoluto…caccia…sete…
- Cosa vuol
dire tutto questo?-
- Quando
abbiamo sete diventiamo più pericolosi…anche se con il tempo impariamo a
dominarla. Non ti preoccupare, non uccideremo nessuna persona, solo degli
animali…-
- Come farò??
– Ero sull’orlo di una brutta crisi di panico.
- Sarà
naturale…ti verrà spontaneo…è normale.-
Annuii, ben
poco convinta.
Esme mi si
avvicinò. – Forse prima è meglio che si dia un’occhiata, che dici?-
- Perché?? –
Lei riprese a
parlare, con una dolcezza che assomigliava a quella di una madre – Vedi, con la
trasformazione anche il nostro aspetto cambia un po’…a volte è difficile
accettarlo, anche se forse per te sarà più facile…in particolare, non ti
preoccupare degli occhi…ti abituerai e tre poco cambieranno…-
Ero sempre più
stressata, ma lasciai che Esme mi appoggiasse un braccio intorno alle spalle,
mentre mi accompagnava verso il bagno.
- Ti ho
lasciato dei vestiti…se ti serve qualcosa dillo.-
Entrai
esitante a occhi chiusi e mi trovai di botto davanti a quel maledetto specchio…i
miei occhi.
Rossi, come
rubini insanguinati, e terrificanti.
Sentii una
specie di rabbia violenta sul punto di esplodere, ma riuscii a calmarmi…avevo
visto anche il resto.
Quelle due pietre inumane sul mio viso illuminavano il volto di un angelo:
ogni mia caratteristica si era armonizzata con le altre, creando un insieme
perfetto e unico…divino.
Presi tra le
dita una ciocca di capelli…fili di seta d’oro. Seguii quella mano fino alla
spalla e poi rimasi bloccata davanti allo specchio.
Ora capivo
cosa volesse dire “ Forse per te sarà più facile”…ero già bella, ma in quel
modo…le gambe sembravano più lunghe e le braccia più affusolate, la vita più
sottile e il seno più formoso.
Provai a
sorridere…una magia ammaliatrice, ecco cos’era.
Mi vestii alla
svelta: sentivo la gola bruciare di più ogni minuto che passava e uscii dalla
stanza.
-Tutto bene??-
- Sì, grazie-
< Ma come “ Sì, grazie”?? Ma eri normale tu
prima che ti succedesse tutto o avevi già seri problemi?? Penso la seconda….ti
hanno appena detto che sei diventata un essere mitologico, non tradizionale per
giunta, e tu fai la persona tranquilla?? Non sarà mica un problema
genetico…ecco da dove arriva la mia curiosità da pazza…sempre tutta colpa
tua…non fossi una vampira, avrei anche due paroline da dirti…mi cacci in un
guaio dopo l’altro…non hanno mai pensato di farti esorcizzare da piccola??-
Dove accidenti mi ero cacciata?? Il mondo
aveva invertito la rotazione? Facile…spaventoso ed…eccitante. Sapevo bene che
quello non era propriamente un comportamento intelligente, ma io, la piccola
umana, ero mortalmente attratta da quel mondo che non sarebbe mai dovuto
esistere…in fondo il frutto proibito attrae.
-
Pronta per
andare? Dopo ti sentirai meglio, vedrai. -
-
Dove andremo
a…cacciare?-
- Oltre le
colline. Lì non ci va mai nessuno perché “qualcuno” ha “casualmente” sparso la
voce che ci sia un animale pericoloso…indovina chi è stato? –
- Lo avete
fatto per proteggerci? –
- Anche per
comodità…non c’è bisogno di controllare tutto…praticità.-
Se c’era un
disilluso in quella famiglia, era Edward…mai piaciuti i tipi come lui…non era un
pensiero difficile, ma automatico.
- Grazie, Miss
Hale –
Lo avrei
bombardato di domande se Carlisle ed Esme non mi avessero trascinato via.
Cominciammo a
correre: non avevo mai provato qualcosa di simile, la parola “volare” non rende
neanche lontanamente l’idea.
Al primo salto
schizzai 10 metri più in alto del dovuto per un attimo riuscii a godermi l’aria
profumata dei pini che mi passava sul viso e tra i capelli.
Atterrai tra
il gruppo e mi guardai attorno spaesata: il bruciore cresceva e io non avevo
idea di che fare.
- Tranquilla, è
già nella tua natura. Chiudi gli occhi e concentrati sugli odori e i suoni…che
senti? Che capisci? Cosa sai di dover fare? –
Non ci fu bisogno
di dire oltre: schizzai in avanti, attratta da quel modo pieno di vita pulsante
e di sangue che mi circondava…era l’onnipotenza stessa.
Una folata mi
prese in pieno e io la seguii, attratta ma non ancora persa.
< Come lui, sei
lucida e puoi decidere, ma oramai sei catturata dalla bramosia…>
Mi acquattai dietro all’albero, scattante e pronta ad attaccare.
<…Sei nascosta
nell’ombra, pronta a distruggere per il tuo piacere…>
Mi lanciai sul cerbiatto davanti a me, come la predatrice perfetta che ero. In
due instanti l’animale era a terra, terrorizzato e conscio di cosa stava per
accadere, gli occhi sbarrati, anche senza l’intelligenza.
<….e ora atterri
l’altro, ignorando ogni paura o legame…ammettilo, dov’è la differenza?...>
Affondai i canini
nel collo morbido, sentendo il liquido cremisi e denso, scivolarmi per la gola e
alleviare quel dolore bruciante, persa nella beatitudine del momento…perfetto.
<….è
meraviglioso…ti piace, Rosalie e lo sai…che te ne importa ora degli altri, ora
che hai il potere? Puoi decidere tu per ogni tuo capriccio…>
Prosciugai ogni goccia di vita e mi tolsi di dosso la carcassa, sospirando, per
un attimo calma e rilassata.
< Siete uguali,
non negarlo. Avete entrambi agito per il vostro piacere, senza pensare a nulla,
solo per desiderio…non sei migliore di lui, non crederlo per un secondo…al posto
di un animale poteva esserci un umano e tu avresti goduto della sua morte…che vi
divide allora, mostri dell’inferno?>
Crolla sul
terriccio.
Era vero, tutto e
maledettamente vero.
Cominciai a
singhiozzare, non solo per quello che avevo fatto, ma anche per quello che mi
avevano fatto. Mi ritrovai ad accarezzare la pelliccia esangue del cervo, come
avrei voluto che accadesse a me.
Stavo per perdere
la testa, quando due mani mi sollevarono il mento e un ciocca di capelli rossi
comparve nel mio campo visivo.
Edward.
- Non provare mai
più anche solo a pensare qualcosa che assomigli a questo…non lo fare, ti prego.
In questo momento tu, la forte e invincibile neonata, sei l’essere più fragile
dell’universo:ma ora siamo qui e ti aiuteremo, te lo prometto…rimani e saremo la
tua famiglia e, beh, cercherò di essere un buon fratello…su di me puoi contare,
e anche su di loro…non ti lasceremo. Ma tu, non pensare mai più cose simili…è
terribile solo sentirle…anche se ora tu avessi ucciso un intero villaggio,
saresti ancora il più puro degli angeli in confronto a loro, mi hai capito??-
Annui e mi portai
le mani sul viso per asciugarlo, ma non sentii nulla.
- Non possiamo
piangere, dormire o cambiare. Ed è dura ucciderci.-
- Che vuol dire
che non possiamo cambiare? –
- Siamo congelati
nel nostro ultimo istante di umanità, senza mai crescere o invecchiare.-
Mi sorrise, un
vero sorriso per una buona volta, e mi tese la mano. – Forza, tirati su…un cervo
non è mica abbastanza e poi ne avremo di cose da dirti…dai…Rosalie. –
Erano umani.
Al diavolo le
palle mostri bevitori di sangue e assassini di fanciulle, erano migliori di
tanti uomini.
Non potevo
credere alla storia che si delineava, perfetta e impossibile, sotto ai miei
occhi: la maledetta luce, che finiamo per cercare come degli ossessi, si va
sempre a nascondere nei luoghi più improbabili, ma questa non è forse la regola
del mondo?
Belli come dei,
quelle creature facevano pazzie per non diventare mostri ed erano pronte ad
accogliere, forse…forse non ero poi in guai così catastrofici…se mi avessero
beccata potevo calcolare uno 0,00001% di possibilità di scamparla…forse meno,
alla Legge di Murphy non ero mai piaciuta…
Continuammo a
cacciare per parecchio e, con mio grande sconcerto, non ho mai avuto altre
difficoltà…era naturale e facile; Come resistere al sangue umano del resto. Per
una neonata ho sempre avuto un buon autocontrollo, anche se forse è stato in
gran parte merito di Carlisle…è un maestro eccezionale e un vero padre, penso
che sia così anche per Ed…sperò che lo sarà anche per lui.
Il tempo passava
tranquillo, a parte gli sbalzi d’umore miei o quelli del mio adorato fratellino
che di solito erano correlati ai miei, per via dei pensieri…simpatico curiosare
nella testa altrui.
Ma le bombe
innescate prima o poi devono esplodere, è fisica.
Esme era andata a
fare compere ed era tornata con dei vestiti per me: penso di essere rimasta a
fissarli un buon 5 minuti, prima di ricordare che le persone educate
ringraziano. Per sdebitarmi decisi di aiutarla a sistemare i suoi, non che
fossero tanti, e involontariamente cominciai a curiosare…
Allora è davvero
un vizio di famiglia!! Avevo ragione, c’entri sempre tu!
E mi accorsi che
erano tutti della stessa taglia, come se non prevedesse nulla, neanche una
gravidanza…e le chiesi perché non avesse ancora avuto un bambino.
Rimase bloccata
per un po’, poi piegò la camicia che aveva in mano e si sedette sul letto.
Mi sedetti in
fianco, in colpa: pensavo di aver toccato qualcosa di doloroso.
Si girò piano. –
Non possiamo.-
Mi appoggiai la
mano sulle labbra, la vedevo triste davvero. – Mi dispiace tanto, Esme, non…non
volevo farti parlare di un problema così doloroso, scusami…-
Mi abbracciò e mi
accarezzò i capelli. – Rosalie, noi vampiri non possiamo avere bambini…non
cambiamo mai e la gravidanza è come un uragano di modifiche… quello che serve
per far crescere il piccolo viene creato e tutto muta.-
Ero paralizzata,
distrutta. – Vuoi dire che tutto quello che siamo sono splendide eterne statue
di giaccio incapaci da vita e amore? –
- Povera
piccola…no, non siamo ghiacciai perenni, quando amiamo è per sempre, non importa
chi o come…e grazie a questo siamo in perenne movimento: ogni forte emozione ci
rende diversi e così ogni dolore.
Nell’animo siamo
tutto tranne che statici, ma il nostro corpo invece è paralizzato nell’ultimo
istante di vita umana. –
- Ma dov’è ora la
differenza tra noi e una roccia? –
- Anche la roccia
si sgretola, noi restiamo, a meno che non ci distruggano, un po’ come la Terra…e
se non possiamo dare la vita, possiamo proteggerla…. –
- E’ questo che
cos’è, un specie di patto per avere in cambio eternità e bellezza?-
Amo quegli
aspetti, ma sarei pronta a restituire tutto anche oggi pur di riavere il mio
corpo caldo e vitale per nove mesi…a qualunque prezzo.
- No, è solo la
nostra condizione…per sopravvivere alla morte, l’ultimo cambiamento per
ritornare all’inizio, bisogna fermarsi…è solo il motivo per cui siamo vivi. –
Non sapevo cosa
dire, fare…niente di niente.
Mi ritrovai di
nuovo nell’abbraccio freddo di Esme, come una ragazzina adolescente tra le
braccia di sua madre. – So a cosa stai pensando, piccola…non sei la sola. Tanti
di noi desiderano poter tornare indietro, per poter di nuovo essere sereni e in
preda alle emozioni più sciocche e travolgenti, per poter vedere il proprio
ventre o quello della compagna crescere per far posto nel mondo a una nuova
vita…non ci abbandona mai. Quello che devi continuare a cercare è la
felicità…arriverà; Rosalie, e sempre nel modo e momento più insperato. –
Passai la notte
seduta sul cornicione sterno della casa: era un posto così…rilassante. Guardavo
le stelle, le nuvole, la luna e quelle migliaia di nuovi colori che tutti i
giorni mi passavano davanti agli occhi…meravigliosi ed irripetibili.
< Hai capito ora
cosa ti hanno fatto veramente? Non ti hanno rubato solo il corpo, l’innocenza e
la vita, ma anche i sogni e le speranze…cosa avevi chiesto sempre alla tua vita?
Dei bambini e l’amore del tuo compagno per quello che avevate da vivere…neanche
sapevi cosa era l’amore ma eri pronta ad accettare quello che veniva…E ora, cosa
hai tra le dita, se non un’eternità da sola?>
Scattai in piedi,
in preda all’ira…la prima volta era stata la disperazione per essermi sentita
uguale a lui, ma ora, erano rabbia, odio e dolore allo stato più puro.
Vendetta.
Per me, le mie
speranze e le vite rubate al modo.
Per la famiglia,
illusa come me, la mia amica, felice della mia gioia.
Per tutto ciò che
mi era caro.
Li avrei uccisi
tutti:prima i suoi amici, senza neanche ricordarne il nome, il loro odore per
scovarli e poi lui.
Da solo.
Facendogli capire
di stare per morire, inerme.
Sarei diventata
come loro, ma non mi importava, al diavolo tutto e tutti.
Avrei tradito
fiducia e affetto, ma era il mio ultimo pensiero.
Appoggiai sul
tavolo della cucina un foglio per avvisare che me ne sarei andata e feci per
uscire.
- Aspetta.-
- Fatti gli
affari tuoi, Edward, e fuori dalla mia testa! –
- Ferma solo un
secondo…sai cosa stai andando a fare? –
- Sì.-
- E non hai
paura? –
Mentii. – Perché
mai dovrei averne? –
- Non sui torna
mai indietro. Sicura di volerlo fare…me ne occupo io. Tu devi avere
giustizia... –
- Pensai ai tuoi
di problemi e lasciami in pace…lo so anch’io che dopo sarò come loro, ma lo davo
fare o sarà sempre peggio. E ora, giù le zampe dai miei pensieri, per cortesia.-
- Non potrai mai
essere come loro, te l’ho già detto…sarai migliore di loro per l’eternità. Non
vorrei che tu soffrissi...-
- E allora
lasciami in pace!! CHE CREDI DI SAPERNE , TU?? –
Corsi nella notte
fino a quando…qualcun altro mi chiamò: volevo ignorare, non avrei avuto il
coraggio di guardare in faccia Carlisle e dirgli quello che stavo per fare, ma
mi fermai…mi fidavo.
- Se sei di
fretta, corri pure, Rosalie. Ti volevo solo salutare. Cerca di tornare in
fretta: mancherai a tutti.-
Di nuovo…restai
bloccata un’altra volta.
- Sei sicuro che
vuoi che torni? Dopo? –
- Ma quante volte
te lo dobbiamo ripetere? Sei della nostra famiglia e ti aspetteremo sempre.-
Mi avvicinai e mi
sedetti sul prato, accanto a lui.
- Ma come potrò
guardarvi in faccia? Sarò solo un mostro.-
- Oltre ad Edward
hai deciso di far impazzire anche me? Non potrai mai essere un mostro. Punto.
Siamo le creature più temute e negate del mondo perché incarniamo i sogni e le
paure più folli…è la nostra natura. Se decidiamo di provare ad essere diversi,
ad andare contro a qualcosa che è dentro di noi…ognuno ha le proprie
motivazioni, anche tu hai le tue…e non venire a dire che lo hai fatto per
noi…una cosa del genere non si fa mai per qualcun altro…-
- Ma io ora sto
rinnegando tutto…completamente. Se sai perfettamente cosa farò, come puoi dirmi
di tornare e che non sarò come loro? –
Stavo malissimo:
a essere sinceri ero sull’orlo di una crisi isterica in piena regola…perché mi
lasciavano fare e non mi condannavano?
- Rosalie, anche
se pensi di volerti solo vendicare, tu stai solo cercando di avere giustizia…sia
che nessuno lo potrà mai fare e allora cerchi di sistemare le cose da te…forse
non è il modo migliore e tanti potrebbero dire che tu non ne hai il diritto, ma
questo è l’unico modo che ti resta… Quello che ti rende diversa da loro è che tu
non cerchi qualcosa solo per te, ma anche per tutti coloro che ami o che avresti
amato…ti hanno portato via tutto e ora meriti giustizia…ecco dov’e la
differenza. Adesso tocca a te decidere, pensaci perché ognuna delle due scelte
lascerà conseguenze indelebili…non ti aspettiamo, torna quando vuoi. –
- Carlisle,
aspetta, per favore…perché Edward sembrava così…così triste per me? Perché si è
offerto lui di andare? La cosa non lo riguarda…-
- Vedi un paio
d’anni prima che ci trasferissimo Edward è andato via…come vampiro normale.
Viveva nelle città e si nutriva del sangue di assassini, stupratori, feccia
come…come…-
- Come lui.-
- Sì…è riuscito a
salvare tante persone, specie ragazze, ma mi ha detto di non riuscire a
sopportare il peso di quelle vittime…alla fine è tornato…per me e Esme è stata
la felicità più totale. Non vuole semplicemente che anche tu senta quello che è
toccato a lui, ti vuole proteggere…sai, si sente in colpa…non avrebbe mai voluto
che succedesse…è convinto che sia stata colpa sua…che non abbia fatto abbastanza
attenzione…-
- E’ decisamente
l’essere più stupido del mondo.-
- E’ fatto
così…tende ad esagerare le cose…-
- Grazie.-
Mi appoggia al
tronco accanto e Carlisle, dopo avermi sorriso, si allontanò.
Restai lì a
pensare e poi cominciai a correre nella notte.
Ogni notte uccisi
uno dei membri della banda, ma non toccai mai il loro sangue: mi
disgustava…niente di loro sarebbe rimasto dentro di me. Gli spezzavo
semplicemente l’osso del collo.
L’ultima sera mi
preparai come un’attrice alla prima: avevo predisposto ogni singolo dettaglio.
Mi ero intrufolata in un negozio di abbigliamento di couture e avevo preso un
abito da sposa che assomigliasse al mio, poi l’avevo sistemato.
Davanti a uno
specchio in una camera vuota indossai prima il lungo abito bianco: meraviglioso,
con una gonna ampia e stretta ai fianchi era tempestato di pietre. Infilai il
corpetto e strinsi i laccetti di seta sul petto. Pettinai i capelli, appoggiai
il velo sulla testa e, prima di uscire, misi un lungo mantello nero.
La serie di
omicidi aveva avuto l’esito sperato: si era rintanato come un topo dietro ad una
porta blindata con due guardie armate a proteggerla.
Non persi tempo
con i due uomini: probabilmente neanche si sono accorti di morire.
Tolsi il mantello
e lo gettai a terra e con un colpo di mano spalancai la porta, Entrai e poi la
richiusi.
Lui era lì,
contro il muro, che mi puntava contro una mitraglietta.
Mi avvicinai
piano. – Royce, che fai, non vieni a salutare la tua sposa? Ora è tardi per non
voler vedere il vestito, hai già rovinato tutto. Perché non mi guardi? Non avrai
paura di me? Sono io la tua Rose, la tua fata.-
Cominciò a
sparare. Vedevo i proiettili al rallentatore e lì evitai.
Quando gli fui
davanti mi tolsi il velo dagli occhi, puntando i miei rubini di fiamme sul suo
viso pallio e sudato, corroso dall’interno.
- Royce, perché
tremi? Non vuoi venire con il tuo angelo?-
-Rosalie…Rose, ti
prego, basta…ora sei un angelo, basta, non volevo, non volevo…-
- Non parlare…non
c’è bisogno. Non mi dire che non mi volevi rubare tutto quello che avevo o che
sognavo. Sono venuta a prenderti, non sei felice? Mi desideravi così tanto da
uccidermi che sarò io a portarti via…-
Non respirava
quasi più. Fuori era l’alba, un giorno di sole. Con un salto spalancai la
finestrella in alto e la luce mi colpi, spezzandosi in migliaia di arcobaleni di
diamanti e illuminando la stanza.
- Sei un angelo
davvero…ti prego, lasciami qui…rimedierò, ti prego…Rosalie, io ti amo…-
- Shhhh. Ti
voglio rivelare un segreto. Non sono venuta per portarmi con me, ma solo per
ucciderti.- Gli accarezzai il volto con le dita e poi, con un colpo, gli piegai
il collo…era finita.
Lasciai cadere il
corpo e uscii dalla finestra. E ripresi a correre.
Sentivo già che
avevo fatto, ma ormai era stato così…non si può tornare indietro.
Quel peso
lentamente è diventato come la seta: è lì, resta sempre con me, ma non
è…insopportabile. Viviamo assieme.
Tornai a casa e
loro erano lì, ad aspettarmi, la mia famiglia, per me, solo per me, per una
volta.
Questo è tutto
quello che è successo a Rosalie, quello che non voglio raccontarti, perché ho
paura di perderti…non ho scritto tutto per fartelo leggere, non è il mio genere
di cose. Questi fogli resteranno da qualche parte nascosti e penso che nessuno
li leggerà mai. Questa alla fine è solo la mia storia…non conta nulla per il
mondo, che nemmeno la conosce e non lo farà mai… per me…questa sono io, che non
ho il coraggio di mostrarmi del tutto. E neanche di raccontare, perché in realtà
volevo solo qualcuno che mi ascoltasse fino in fondo, senza una parola o
un’occhiata…per farcela da sola. Ho bisogno di sapere di potercela fare...Non so
se gli racconterò mai tutto…se succederà…allora saremo insieme, saremo uno…e
sarà bello, davvero.
< Bene,
benissimo…ma cosa si può volere di più dalla vita?? Ricapitolando, ho scoperto
che: i vampiri esistono, non assomigliano a Dracula e io sono già morta.
Quanto possono
dare per aver frugato tra le cose personali di una vampira, probabilmente tutt’ora
al limite di una crisi di nervi…semplice, mi rimandano dalla diretta
interessata, che tanto se la sbriga lei, problema in meno al sistema
giudiziario.
Perché non sono
andata in vacanza la mare…qui vicino ci sarà il mare? Dicono tutti che lo vedi e
poi muori.
Allora è questa
la tua storia, cara la mia amica…complimenti, ci si potrebbe scrivere sopra un
libro…mi sa tanto che il destino ce l’aveva davvero con te…che male avrai fatto
all’ordine cosmico?? >
Mi alzai e
iniziai a girare intorno al letto per riordinare le idee: potevo metterla sul
rider finché volevo, ma la verità era che quella ricerca mi aveva messo
sottosopra la vita…oltre all’esistenza di creature mitologiche, avevo trovato un
esempio pratico di quanto le apparenze ingannino, di quanto siano solo le nostre
azioni che ci rivelino davvero…e di quanto l’umanità potesse essere
brutale…piangevo ancora, senza accorgermene… era diventato tutto così strano,
senza senso e maligno che non avevo le parole. Tirai fuori dalla tasca le foto
e le guardai: le avevo in tasca tutte, non solo quelle di Vera, ma anche le
mie…piccoli pezzi di vita rubata e ora ferma.
Non era ancora
tramontato il sole di sabato e pensai di prendere in mano il diario…per sapere
tutto…e poi alzare i tacchi, con molta fortuna.
Girai intorno al
letto, ma inciampai nell’orlo del vestito e mi trovai per terra, distesa…non era
poi scomodo neanche il pavimento se si ha sonno e io ne avevo…
Avevo chiuso gli
occhi, quasi involontariamente, quando appoggiai di botto il piede per terra,
sbattendolo, e sentendo poi un sibilo.
Mi accorsi di non
essere più da sola. Avevo compagnia…che bello!
Messaggio
dall’Autrice pazza.
Ehmmmmmmm….Dunque……Sto
per venire travolta dalla vostra giusta e meritatissima collera?? Vi prego,
ferme con quei coltelli da lancio…scusate, scusate, scusate, scusate, scusate,
scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate, scusate,
scusate….
MI scuso
all’infinito per questo indecente ritardo ma…me ne sono successe troppe: oltre a
scuola, ditemi dove hanno sepolto Carlo Magno così do fuoco alla sua tomba!!, il
mio povero modem ha avuto un incidente ed è ancora al centro assistenza…in gravi
condizioni…per intenderci posto e leggo le ff a scrocco da un’amica troppo
buona.
Unica
consolazione, il cap è abbastanza lungo…spero che vi sia piaciuto, nonostante
l’argomento decisamente triste…è stato difficile anche per me scriverlo…no
temete il prossimo sarà mooooolto più demenziale…chi sarà il primo a dare di
matto?? Si accettano scommesse…
Un grazie
gigantesco alle sante fin troppo buone che mi hanno commentato:
·
Clitemnestra
·
Scarlett Blood
·
Wawa chan
·
Thsere
·
Kumiko Chan
Grazie anche
CallieAm e Kari87che mi hanno aggiunta alle ff
seguite…anche se non ho ancora ben capito che vuol dire quell’opzione…scusate
l’ignoranza °-°’’’
Perdonatemi
ancora, giurò che cercherò di postare prima.
P.S. Grazie
davvero anche a quella santa ragazza di Estrella, che mi lascia usare il suo PC
per postare…sei un’amica!!
Ciao, ciao…me
implora ancora perdono…
Un bacio
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