Running Up That Hill

di aru_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Swap the places. ***
Capitolo 2: *** Tell me, we both matter, don't we? ***
Capitolo 3: *** You and me... won't be unhappy. ***



Capitolo 1
*** Swap the places. ***


Running Up that Hill

“Se solo potessi, farei un patto con Dio, e farei in modo che lui invertisse i nostri ruoli”

Ad ogni passo sentiva quel rumore metallico a cui ormai era da troppo tempo abituato.

Si sedette a terra appoggiandosi  ad un albero, rimanendo a pensare a tutto quello che lui e il suo fratellone avevano passato… nonostante tutto sia lui che Ed non avevano ancora trovato il modo di riavere indietro i loro vecchi corpi.

Fissò il cielo, nero, macchiato di stelle.

Sentì un fruscìo dietro di lui, e al voltarsi scorse una figura esile sdraiata proprio dietro all’albero a cui stava appoggiato.

Si alzò per constatare di chi si trattasse.

Una ragazza dormiva sdraiata sull’ erba, i lunghi capelli neri, eccetto per una ciocca bianca che le incorniciava il viso al lato destro,  contrastavano molto con la pelle diafana. Il respiro era lento, quasi impercettibile. Sopra di lei una coperta di plaid rossa la riparava alla benemeglio dalla fredda brezza notturna.

Ad Alphonse si sarebbe bloccato il respiro, se solo avesse potuto respirare. Una sensazione di nostalgica malinconia lo pervase, come se quella perfetta estranea avesse da sempre avuto qualcosa a che fare con lui.

Una smorfia si dipinse sul volto di lei, al che aprì gli occhi rivelandoli azzurro ghiaccio, quasi bianchi.

Alla vista della grande armatura sgranò questi ultimi, fece per alzarsi e scappare ma, nemmeno lei seppe perché,  non riuscì a muovere nemmeno un muscolo.

-Ah!! Scusa!! Non volevo spaventarti…- si scusò Al con un leggero inchino -…è solo che passeggiavo e… ti ho vista..-

 -Fa.. fa niente…- rispose lei con un sospiro, per poi accantonare la coperta e sedersi.

Il silenzio serpeggiò imbarazzante fra i due, nessuno sapeva cosa dire, e nessuno accennava ad andarsene.

-Co..come ti chiami..?- azzardò Alphonse. Se avesse potuto arrossire, lo avrebbe fatto.

-Rie-  rispose innocentemente voltandosi a guardarlo  – e tu..?-

-Alphonse-

E il silenzio calò di nuovo.

 

 

Erano passati tre anni da quel giorno. Meglio, da quella notte.

Nonostante Al cercasse di sciogliere le corde che lo legavano e le sue proteste, lei continuava a tracciare sul pavimento un cerchio alchemico intorno a lui.

-Rie!! Rie no! Non farlo!!-

Come se non lo stesse alscoltando, completò il cerchio.

Poggiò le mani a terra e mentre piangeva una luce si sprigionò attorno a loro.

-Voglio che tu riabbia il tuo vecchio corpo…-

La luce li avvolse del tutto.

Sentì il freddo di stare su un pavimento. E fu la prima sensazione fisica dopo tanto tempo. Era confuso, ma poco a poco si fecero strada un pensiero nella sua mente e una lacrima sulla sua guancia.  Rie.

Aveva sacrificato il suo corpo per ridargli indietro il suo.

*** Questo era il primo capitolo.. spero vi sia piaciuto e scusate se sono.. troppo sintetica é__è *inchino* Spero di ricevere tante recensioni ^^ ciaoo!!

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Capitolo 2
*** Tell me, we both matter, don't we? ***


Tell me, we both matter, don't we?



C'era silenzio attorno a lui, ma era come se ci fosse il caos più completo. La sua voce gli rimbombava nella testa, sempre, sempre più forte. Si guardava le mani tremanti attraverso gli occhi offuscati dalle lacrime che copiose gli colavano lungo il viso arrivando poi a terra con un impercettibile stillicidio. Aveva ottenuto ciò che da troppo tempo aspettava di riottenere, ma ora senza Rie niente aveva più senso.

Avrebbe preferito restare un'armatura per tutta la vita piuttosto.

Un'armatura... si avvicinò all'armatura che aveva ospitato la sua anima per tutti quegli anni. Quanto la aveva odiata...

Si leccò il dito indice della mano destra, e, tolta la testa dell'armatura, lo passò sul sigillo di sangue di suo fratello, cancellandolo.

Si morse il dito, il dolore gli fece uno stranissimo effetto. Lo sentì molto più forte di quanto non avrebbe fatto un'altra persona. Poi qualcosa di bagnato, caldo, che scorreva, lento lungo il dito e ancor più lentamente si diramava lungo la mano e poi a terra. Il suo sangue.

Con quello disegnò un nuovo sigillo, e pianse, pianse sapendo che non c'era altra maniera per riaverla indietro.

Senza pensarci su, batté le mani fra di loro, il leggero rumore quasi non si sentì, ma lui lo percepì rimbombare ovunque dentro di sé, nella sua mente, nella sua anima. Potente come un'esplosione.

Al poggiare le mani sull'armatura, la luce si sprigionò di nuovo.



-A..alphon..se...?-

La voce rotta da un pianto che non avrebbe potuto liberare.

Lo vide, a pochi metri da lei. In un lago rosso che lentamente si spandeva attorno a lui.

Sentì gridare. E non si accorse di essere stata lei a farlo.

Corse disperata a soccorrerlo, lo abbracciò e solo in quel momento notò due cose; entrambe la fecero sussultare.

Vide le mani che sorreggevano il ragazzo, le conosceva fin troppo bene. Tante volte le aveva accarezzate, molte di più le aveva baciate.

Le mani dell'armatura di Alphonse.

La seconda, non meno scioccante per lei, era vedere che al ragazzo mancava un braccio. Era visibilmente stato strappato con violenza, il sangue sgorgava copioso dalla spalla...

-R..ie...- riuscì a sillabare Alphonse prima di perdere i sensi.



Corse, corse più veloce che poté, fuori dallo scantinato, su per le scale di casa Elric.

-Edward..EDWARD!!!!- gridò a squarciagola. La voce rimbombava nell'armatura vuota.

Il ragazzo biondo corse da loro allarmato.

-Che cos....- sgranò gli occhi nel vedere l'armatura tenere in braccio il corpo di suo fratello -Al!! Ci sei riuscito??- continuò al limite dell'incredulità, ma poi notò, con un tuffo al cuore, che al corpo di suo fratello mancava il braccio sinistro.

-No Ed, sono Rie!!-



Alphonse si svegliò in un luogo che riconobbe subito.

Stava in un lettino, dalla finestra si scorgeva un paesaggio di campagna, illuminato dalla luce del tramonto, fin troppo conosciuto.

Resembool.

Alzò il braccio destro e lo fissò, l'altro non lo aveva più.

Non sentiva più nemmeno le gambe, però.

Scoprì che però quest'ultima sensazione derivava da tutt'altra ragione. Le gambe gli si erano addormentate perché qualcosa di pesante bloccava la circolazione. Rie, nella grande armatura, stava con le braccia e la testa appoggiate su di esse.

-Rie..-

-Alphonse!!- l'armatura si alzò di scatto -sei sveglio...-

-Rie....-

Nonostante il dolore alla spalla, il ragazzo si sedette di scatto e la abbracciò, nonostante avesse un solo braccio.

Pianse lacrime calde e amare. Pianse rendendosi conto ancora una volta di più di ciò che Rie aveva sacrificato per lui.

Del dolore a cui aveva voluto far fronte al suo posto.

Per uno sbaglio di cui non aveva la minima colpa.

Di quanto dovesse amarlo per aver fatto un sacrificio simile.

E di quanto lui stesso la amava.

Baciò il freddo metallo, bagnato di calde lacrime.




* * *


E anche questo chap è andato ^^ spero vi sia piaciuto... ringrazio Ebony per aver recensito ^_^ Ho provato a seguire il tuo consiglio...devo dire, un po' ha funzionato, ma devo fare più pratica ^^''' grazie mille.

Recensite in tantii *___*

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Capitolo 3
*** You and me... won't be unhappy. ***


You and me...won't be unhappy.



Due sagome si stagliavano in cima alla collina, in controluce rispetto al sole che sorgeva in quel momento. Al guardarle meglio, si riconoscevano una ragazza dalla corporatura esile, non molto alta, dai lunghi capelli neri fatta eccezione per una ciocca bianca, ed una grande armatura accanto a lei che le cingeva le spalle con un braccio.

Lei appoggiò la testa contro il grosso braccio metallico, lui si voltò a stringerla fra le braccia, come se avesse dovuto proteggerla...


Gli occhi di Alphonse si mossero nel sonno sino a dargli il risveglio.

La stanza era completamente buia, fatta eccezione per qualche fascio di luce che uno spicchio di luna gettava attraverso la finestra. Per la prima volta dopo molti anni, aveva dormito. E sognato.

Ripensando al sogno sentì le lacrime pungergli gli occhi.

Si ricordava benissimo di quella notte. Rie era stata sveglia a fargli compagnia sino all'alba. E la notte non gli era sembrata più tanto lunga.

Avevano parlato di molte cose; nonostante ormai sapessero quasi tutto l'uno dell'altra, quella notte scoprirono nuove cose.


Come del fatto di essere innamorati l'uno dell'altra.


Alphonse si era innamorato di lei dalla prima notte che l'aveva vista, addormentata dietro a quell'albero, apparentemente indifesa.

Era rimasto molto sorpreso dalla dichiarazione di Rie. Si chiedeva come avesse potuto innamorarsi di uno come lui, un'armatura vuota.


Ora riusciva a capirlo meglio. Nonostante Rie ora fosse lei armatura, i suoi sentimenti non erano cambiati. Dopotutto, il corpo è solo il contenitore dell'anima...

Chiuse gli occhi tentando di riprendere sonno ma non ci riuscì.

Flash del passato gli si presentavano davanti agli occhi appena li chiudeva, come se i ricordi fossero un film proiettato sulle sue palpebre.

Vedeva Rie sorridere, piangere.


Rie era una ragazza che aveva perso tutto ciò che aveva in pochi istanti. La sua casa era andata a fuoco portandosi via la madre e la sorella minore, tutta la sua famiglia. L'esperienza l'aveva rafforzata e resa una persona particolare. Una persona molto sensibile, che andava oltre alle apparenze, che però spesso rimaneva nascosta dietro ad una barriera per proteggersi.

E' strano” gli aveva detto una volta “io cerco sempre di non affezionarmi a nessuno... perché ho paura che poi li perderò. Però con te è diverso, è stato più forte di me...non voglio né perderti mai, né vederti soffrire...”.


Rie non riusciva a sopportare il fatto che Alphonse soffrisse. Anche se lui non glielo diceva mai, lei lo sentiva che la sua condizione di sola anima lo faceva soffrire moltissimo.

Quando lo accarezzava, quando poggiava le labbra sulla testa dell'armatura dove avrebbe dovuto essere la sua bocca, sapeva che lui non sentiva niente.

E forse era per questo che aveva deciso di sacrificare se stessa.


Alphonse si alzò. Se fosse stato un minuto di più lì a rimuginare sul passato, di sicuro sarebbe impazzito.

Camminò verso la porta, attraverso il buio, la aprì e trovò Rie seduta in corridoio, ovviamente sveglia.

-Ciao Rie..- si sedette accanto a lei.

-Al... come stai?-

-Sto bene...- e tu? Avrebbe voluto chiederglielo, ma aveva paura della risposta. Sentiva come se quella situazione fosse tutta colpa sua. Se non si fossero mai incontrati, Rie non sarebbe finita così.

Sapeva comunque che anche se glielo avesse chiesto, lei avrebbe risposto che stava bene.

Si sentiva terribilmente in colpa.

Guardava in basso e non aveva il coraggio di guardarla in faccia. Come se ne avesse avuta una.

-Rie...- disse a bassa voce, avendo trovato il coraggio dopo vari minuti -ti giuro che troverò il modo di ridarti il tuo corpo...senza perdere quello che tu mi hai ridato.-


* * *


Mah... questo capitolo mi fa un po' schifo. Nel senso, non avevo troppa ispirazione e fra l'altro mi gira la testa. Mi dispiace di non aver potuto scrivere il capitolo come l'avevo pensato...

Per Ebony: grazie per i tuoi consigli ^^ Più avanti spiegherò meglio tutto, è che vado per gradi ^^''' Non mi piace rivelare tutto subito. E sul fatto che assomiglia all'anime... si lo so xD Ma è fatto un po' apposta.

Ci sentiamo nel prossimo capitolo ^^'''

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