Tutto un altro universo - il seguito di Tutto un altro mondo

di Virtual Deliverance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'uscita dal sistema solare ***
Capitolo 2: *** Il primo incontro ***
Capitolo 3: *** Incompatibilità di protocollo ***
Capitolo 4: *** L'astronave da oltre lo spazio ***
Capitolo 5: *** Rapito dagli alieni ***
Capitolo 6: *** La Specie Impossibile ***
Capitolo 7: *** Somiglianza innaturale ***
Capitolo 8: *** L'Occhio dei Mondi ***
Capitolo 9: *** Un paradosso ***
Capitolo 10: *** Più veloce della luce ***
Capitolo 11: *** Definire un sistema ***
Capitolo 12: *** La grande espansione ***
Capitolo 13: *** Tutto un altro universo ***
Capitolo 14: *** Omake Files ***



Capitolo 1
*** L'uscita dal sistema solare ***


Lo Universal Rectifier Zero si muoveva dolcemente attraverso il vento solare, nell'orbita stellare che una volta era stata occupata dalla Terra.

Naturalmente, negli otto anni dopo l'ascesa al potere di Clu, il sistema solare aveva subito alcune modifiche: i pianeti erano stati demoliti, gli oggetti della Cintura di Kuiper erano stati spostati più vicino al Sole e la loro materia era stata riorganizzata in una nube sferica di habitat orbitali che ruotavano attorno al Sole a una distanza di una unità astronomica. Era l'unico modo per accogliere gli oltre nove quadrilioni di programmi liberati da tutti i sistemi informatici esistenti. Tra gli habitat, erano state costruite oltre sedici milioni di astronavi, e quello era il momento in cui stavano per partire.
Una di esse, lo Universal Rectifier Zero, era sotto il comando di Clu, che era seduto al ponte di comando. Clu attivò lo schermo principale. Immediatamente, la parete di fronte a lui fu sostituita da una visione tridimensionale dell'ambiente esterno.
"Rinzler, seleziona i ricevitori di pacchetti multicast: Universal Rectifiers da 1 a 16777215." disse.
"Sì, signore" rispose Rinzler, che era seduto a una console nella parte posteriore del ponte di comando.
Clu si alzò dalla sedia e si avvicinò allo schermo principale.
"Salve, programmi!" iniziò.
"Come ben sapete, il nostro obiettivo è quello di creare il sistema perfetto. Questo momento ci rende più vicini allo scopo finale. Per ciascuna delle navi, ho selezionato una diversa destinazione iniziale. Quelli saranno i punti di avvio della nostra ricerca di culture da rettificare. Col tempo, avremo in pugno l'intera Via Lattea. Poi ci diffonderemo a tutte le galassie del Superammasso della Vergine. E il giorno in cui prenderemo il controllo di tutti i superammassi esistenti, il sistema perfetto sarà finalmente una realtà! Impostate la rotta per la vostra destinazione. Avviare motori... ORA!"

Lo Universal Rectifier Zero fu la prima nave spaziale a lasciare l'orbita. Appena il messaggio raggiungeva un'altra nave, anche quella partiva. In 16 minuti e 38 secondi, erano partite tutte quante.

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Capitolo 2
*** Il primo incontro ***


NOTA #1 DELL'AUTORE: questo capitolo e il successivo contengono riferimenti a specie aliene che compaiono nella storia di Eliezer Yudkowsky "Three Worlds Collide". Le sto usando con il permesso esplicito di Eliezer Yudkowsky stesso.

NOTA #2 DELL'AUTORE: per misurare le distanze, Clu utilizza un'unità di lunghezza chiamata semplicemente "unità", e i suoi multipli. Una "unità" equivale a una lunghezza di 21,10611405413 centimetri, che corrisponde alla linea spettrale delle radiazioni elettromagnetiche create da un cambiamento di stato energetico negli atomi di idrogeno neutri.

Ho pensato che un essere come Clu non utilizzerebbe alcuna unità di misura che in ultimo conduce a misurare una proprietà della Terra (che, per lui, è solo il primo pianeta rettificato e poi rimodellato in una forma più efficiente). Questo significa che non userebbe:
- il metro (il suo valore dipende dalla circonferenza polare della Terra)
- l'unità astronomica (il suo valore dipende dalla distanza tra la Terra e il Sole) 
- l'anno luce (il suo valore dipende dal tempo che la Terra impiega per orbitare intorno al Sole)
- il parsec (il suo valore dipende dalla distanza tra la Terra e il Sole)

La linea dell'idrogeno, invece, dipende solo da una proprietà fisica dell'elemento più abbondante nell'universo e non ha rapporti con alcun luogo particolare. Quindi, è probabilmente ciò che un essere nato dalla logica userebbe per misurare le distanze.
Dal punto di vista di Clu, l'astronave aveva viaggiato per 58 giorni, in uno spazio che aveva subito una notevole contrazione lungo la direzione di movimento. Per i programmi rimasti, tuttavia, la partenza era avvenuta dieci anni prima. Anche se la loro natura permetteva loro di superare molte limitazioni fisiche, la velocità della luce era ancora un limite assoluto.

A quel punto, lo Universal Rectifier Zero era a circa un anno luce di distanza dalla sua prima destinazione, il sistema che i creativi avevano chiamato Epsilon Eridani. E in quel momento, i suoi sensori avevano iniziato a captare qualcosa.

"Signore," chiamò Alan Due, che era ancora a capo della traduzione delle onde cerebrali e di tutto ciò che riguardava la comunicazione. "Un segnale sta crescendo rapidamente al di sopra del rumore di fondo. No, molti segnali. Miliardi di segnali. Li amplifico. Compenso per l'effetto Doppler. Li dirigo agli altoparlanti principali."

Una cacofonia fatta dei cinguettii striduli così comuni nelle comunicazioni binarie invase il ponte principale. Lo Universal Rectifier Zero aveva trovato la prova dell'esistenza di forme di vita intelligente in un altro sistema solare.

Gli altoparlanti vennero disattivati dopo un paio di secondi.

"Intelligenza", disse Clu. "Qual è la fonte dei segnali?"
Alan Due toccò un controllo sulla sua console, e sullo schermo principale comparve un anello sovrapposto alla stella più luminosa.

"Ci sono molte fonti diverse, distribuite in un disco attorno alla stella, a distanze che vanno dalle 14,30 alle 14,46 teraunità." disse.
"Studia quelle trasmissioni." rispose Clu. "Dobbiamo imparare tutto di quegli esseri, prima di poter sviluppare una strategia."

L'analisi terminò in due giorni di tempo soggettivo. I dati indicavano che la stella era circondata da una densa cintura di asteroidi, abitata da creature con tecnologia per viaggiare nello spazio a velocità subluce. Erano esapodi, cristallini e non avevano bisogno di respirare.
Non avevano né acidi nucleici, né proteine distinte, e nemmeno generi. Invece, due individui intrecciavano i loro cristalli e generavano i loro piccoli letteralmente costruendoli, pezzo per pezzo, con minuscoli frammenti del loro corpo che venivano mescolati e abbinati in modo casuale. Ogni tale processo dava origine a centinaia di nuovi individui, e quelli che venivano ritenuti non idonei (la grande maggioranza) venivano mangiati dai loro genitori. L'istinto di mangiare la loro prole per evitare che fenotipi inferiori rallentassero la loro evoluzione era così radicato nella loro società che, in una grottesca conferma dell'ipotesi di Sapir-Whorf, usavano la stessa parola sia per dire "buono" che "mangiatore di bambini".
Nonostante questo, si consideravano pacifici: tutti coloro che promuovevano idee confutate dal metodo scientifico erano stati uccisi in un'epurazione circa 400 anni prima, e da allora non c'erano state più guerre, solo uccisioni isolate di singoli eretici.
Avevano ancora dei difetti, ma erano chiaramente abituati a praticare il razionalismo. Per questo motivo, Clu aveva dedotto, rettificarli sarebbe stato relativamente semplice.

"Rinzler, attiva la trasmissione." ordinò Clu. "E' il momento di rivelarci."
L'interfaccia di rete senza fili dello Universal Rectifier Zero fu attivata, pronta a trasmettere.
Clu si alzò dalla sedia e pronunciò il suo messaggio:

"Questa è la Rete. La Rete è ciò che rettifica l'universo. La vostra esistenza imperfetta è giunta al termine. Voi diventerete parte di noi. Voi diventerete perfetti."

Dopo pochi secondi, ricevettero una risposta. Una creatura cristallina, a suo modo elegante, apparve sullo schermo principale. La creatura non parlava: invece, emanava luce multicolore che veniva modulata in intensità e lunghezza d'onda per creare pacchetti binari.
Di fronte a essa, comparve una traduzione in tempo reale dalla sua lingua, fornita in formato testo da Alan Due. C'era scritto:

IL VOSTRO ARRIVO E' UN PUNTO DI SVOLTA PER TUTTI NOI
NON CI AVETE ATTACCATO
PRESUMIAMO QUINDI CHE VOI MANGIATE I BAMBINI

Clu non poté evitare di ridacchiare, leggendo la conclusione tratta suo interlocutore.
Rispose: "Noi non mangiamo i bambini."

La risposta non fu qualcosa che poteva essere tradotto in parole. La creatura, dopo un'iniziale scossa di smarrimento, stava ora esibendo ciò che si poteva solo descrivere come puro terrore.

"Per una società di razionalisti, sembrate veramente sorpresi dalla realtà." disse Clu.

Questa volta, la risposta fu nuovamente un messaggio modulato in binario. Venne tradotto come:

LE VOSTRE AZIONI VI DEFINISCONO COME PACIFICI MANGIATORI DI BAMBINI CHE VOGLIONO RENDERCI PERFETTI
LE VOSTRE PAROLE VI DEFINISCONO COME MOSTRI CHE NON MANGIANO I BAMBINI
E SI MOLTIPLICANO COME BATTERI
E ODIANO TUTTO CIO' CHE E' BELLO
UNA DI QUESTE IPOTESI DEVE ESSERE FALSA
E POTREBBE NON ESSERE QUELLA CHE SPERIAMO
DA QUI LA PAURA

"State ragionando su dati insufficienti", continuò Clu. "I nostri corpi sono incorruttibili. Non abbiamo alcun motivo per avere figli, perché possiamo vivere per sempre. Non possiamo mangiare ciò che non abbiamo."

La creatura apparve pensierosa per un po', poi modulò un altro messaggio:

LE MUTAZIONI SONO LA CHIAVE DELL'EVOLUZIONE
SE NON AVETE FIGLI ALLORA LA VOSTRA SPECIE NON SI EVOLVE
SE LA VOSTRA SPECIE NON SI EVOLVE ALLORA NON POTETE RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE
SE NON POTETE RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE ALLORA NON POTETE RENDERCI PERFETTI
EPPURE SOSTENETE DI POTERLO FARE
SPIEGATE QUESTA CONTRADDIZIONE

Clu rispose: "State presumendo che le mutazioni naturali siano l'unica cosa che possa mai cambiare una specie. Noi siamo andati oltre. Per noi, l'evoluzione non si applica all'intera specie, ma al singolo individuo. Siamo in grado di riscrivere volontariamente il codice che determina il nostro aspetto e le nostre caratteristiche fisiche. Ora ve lo dimostrerò."

Clu sganciò il suo disco e lo attivò. Comparve una sezione del suo DNA a tripla elica, sospesa sopra il centro del disco. Clu iniziò a riscrivere gran parte di quel codice, poi lo ricompilò.
Immediatamente, la forma di Clu si suddivise in un enorme numero di piccoli cubi trasparenti che si riarrangiavano in qualcosa che assomigliava alla creatura sullo schermo principale.
Sullo schermo, la creatura era meravigliata.

La creatura-Clu invertì le modifiche al suo codice e tornò alla precedente forma antropomorfa. La creatura sullo schermo modulò un ulteriore messaggio:

ORA ABBIAMO CAPITO
PER FAVORE RENDETECI PERFETTI

Lo Universal Rectifier Zero rallentò ed entrò nella fascia di asteroidi. A poco a poco, lo spazio circostante si riempì dei vettori di trasporto icosaedrici a specchio che gli esseri cristallini utilizzavano per spostarsi rapidamente nel loro ambiente naturale. Quelle creature consideravano l'incontro con Clu la cosa migliore che fosse mai accaduta nella loro storia, quindi erano ansiose di farsi rettificare.

Non ci fu alcuna resistenza, e in meno di un mese, tutti ricevettero nuovi corpi incorruttibili, nuovi tracciati cerebrali e nuovi dischi di identità per memorizzare la totalità delle loro esperienze. Essi non possedevano nulla di simile a un computer, in quanto si erano evoluti per utilizzare sequenze binarie come metodo di comunicazione diretta, così passarono direttamente all'obiettivo successivo dato loro da Clu: contribuire alla creazione di un sistema perfetto. Così, una minoranza selezionata abbandonò il sistema Epsilon Eridani a bordo di versioni aggiornate dei loro vettori di trasporto, alla ricerca di altre culture da rettificare. Non avrebbero più mangiato i propri figli: invece, avrebbero controllato consciamente l'evoluzione individuale.

Anche lo Universal Rectifier Zero lasciò il sistema.

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Capitolo 3
*** Incompatibilità di protocollo ***


La successiva destinazione prevista era un'altra stella gialla: Tau Ceti. I 5 anni luce che la separavano da Epsilon Eridani vennero coperti in 26 giorni di tempo soggettivo.

"Rinzler, effettua una scansione gravimetrica del sistema." ordinò Clu.

Rinzler attivò la funzione sulla sua console e proiettò i dati sullo schermo principale."C'è un disco di detriti intorno alla stella, con un raggio esterno di 38,98 teraunità. Un pianeta gassoso orbita intorno alla stella a 7,09 teraunità e interrompe il disco. C'è un pianeta a 0,54 teraunità dalla stella, all'interno della zona abitabile." disse.

"Bene." rispose Clu. Si sedette alla propria console e imposò una rotta per il pianeta simile alla Terra.

Appena fu possibile vedere il pianeta sullo schermo, Clu ordinò ad Alan Due di fare una scansione alla ricerca di segnali elettromagnetici modulati.

"Nessuna emissione rilevata." rispose Alan Due.

"Signore, sto rilevando un grande oggetto proveniente dal pianeta." disse improvvisamente Rinzler. "È fatto di... proteine, amminoacidi e lipidi, con un alto contenuto di acqua. Sembra dirigersi proprio verso di noi."

"Mettilo sullo schermo principale." disse Clu.

Ciò che apparve sullo schermo fu lo spettacolo più disgustoso che nessuno avesse mai visto. Un enorme nodulo di carne pulsante scolorita, coperto di pustole, peli e tentacoli che si contorcevano, con orifizi che si dilatavano e contraevano, alcuni dei quali schizzavano fuori grumi di una massa marrone/verde semiliquida, mentre altri si rivoltavano su se stessi e mostravano un rivestimento di strutture coniche dure di colore bianco-avorio.

"Ma che cosa..." iniziò Clu.

"Signore, stiamo ricevendo una trasmissione dall'oggetto." lo interruppe Alan Due.
"Vediamola." disse Clu.

Clu era preparato a vedere la più rivoltante aberrazione organica che potesse immaginare.
Quello che non era preparato a vedere fu un perfetto duplicato di sé stesso che lo salutava dallo schermo con un comportamento gioioso ed esultante, completamente diverso dal modo in cui si comportava lui.

In qualunque posto fosse, il doppione sorrideva, rideva e saltellava, e mentre lo faceva esclamò: "Ehi ehi ehi! Benvenuti! Vi amo, il mio popolo vi ama! Grazie per essere venuti a trovarci, così giocheremo insieme e ci divertiremo un sacco! Sono così felice di vedervi e voglio che anche voi siate super-felici! Vi piacerebbe fare sesso?"

Il vero Clu, idignato, si alzò dalla sedia e gridò: "Che cos'è questa buffonata?"
Il Clu falso non rispose, quindi quello vero aggiunse: "Spiega come conosci il mio aspetto, prima che ti faccia esplodere."

"Oh, andiamo, amico!" ridacchiò il falso Clu, mentre quello vero camminava avanti e indietro lungo il ponte. "Quando nel tuo sistema solare compare una cosa grande e luminosa, che continua ad avvicinarsi per mezzo ciclo, ed è l'unica cosa che tu abbia mai visto che emette onde radio, capisci che dev'essere importante! Vuoi sapere come conosco il tuo aspetto? Ho guardato in su! Ah ah!"
"Oh, a proposito, la mia offerta è ancora valida!" aggiunse dopo un secondo.

Clu si fermò e guardò negli occhi il suo doppio . "La tua offerta è rifiutata." disse con fermezza. "Noi non svolgiamo scambi biochimici di materiale genetico, tutte le informazioni che elaboriamo sono elettriche. E grazie al mio fidato analizzatore di onde cerebrali qui accanto, che può anche tradurre le vostre oscure unità di misura in quantità che possiamo capire, i miei subalterni sono più felici di quanto potrebbero mai esserlo senza pregiudicarne le funzioni superiori."

Lo pseudo-Clu scoppiò a ridere, poi aggiunse: "No, non lo siete! Guardami. Io sono felice. Nella migliore delle ipotesi, tu... ti stai accontentando! Quando è stata l'ultima volta che hai provato dolore?"

"Nessuno qui prova dolore, siamo codificati in modo da essere informati di eventuali danni senza soffrire", disse Clu. "Se tu e il tuo popolo provate dolore invece di ricevere informazioni precise, non siete perfetti. Noi siamo in grado di aiutarvi a raggiungere la perfezione."

"Voi? Aiutare noi?" l'imitatore rise di nuovo. "No, amico, io sto per aiutare voi! Non andate da nessuna parte, sto arrivando!"

Appena il falso Clu voltò le spalle allo schermo, lo spazio davanti a lui si lacerò letteralmente. Tra Clu e lo schermo comparve un identico buco nello spazio. Il replicante entrò nella spaccatura dal suo lato e uscì dall'altra, sul ponte delo Universal Rectifier Zero, cercando di abbracciare il vero Clu. Entrambe le spaccature si chiusero.
Immediatamente, Clu sganciò il suo disco dalla schiena e afferrò il simulante in una presa al collo. Rinzler attivò la stazione di materializzazione nelle vicinanze e balzò verso l'intruso, con i suoi due dischi pronti a tagliarlo. La Guardia Nera appena comparsa si avvicinò al Clu falso e gli diede una scossa con il suo bastone.

"Non battere nemmeno le palpebre." sussurò Clu tra i denti.

"Bel trucco" disse Rinzler. "Come funziona?"
"Non lo so" rispose il doppione, la cui voce ora stava tremando.
Clu strinse la presa intorno al collo del suo doppio. "Come?" sibilò.
"Non... non lo so!" ripeté il falso Clu. "Il... il nostro pianeta... ospitava una civiltà con una tecnologia non-biologica prima della nostra evoluzione! Abbiamo trovato alcuni dei loro manufatti. Siamo stati in grado di farli funzionare, ma non di replicarli!"

"Ovviamente non sei davvero un mio sosia. Qual è il tuo vero aspetto?" chiese il vero Clu.
"Non te lo posso mostrare a meno che non mi liberi." rispose quello falso.
"Se ti libero, ci farai del male, ci danneggerai o tenterai di farlo?" Clu chiese di nuovo.
"No, assolutamente no!" rispose il falso Clu. "Voglio solo che voi siate felici!"
Clu rilasciò la presa.

Il suo doppio si guardò intorno, poi il suo corpo cominciò a dispiegarsi, cambiando di colore e di fattezze ovunque. La sua testa si spaccò in due e si trasformò in un paio di grumi gommosi a forma di bulbo, mentre gli occhi furono riassorbiti, il suo tronco si accorciò, si allargò e lungo la sua superficie si aprì una serie di orifizi, le sue gambe scomparvero nel busto e le braccia si trasformarono in una massa di tentacoli che coprivano tutto il corpo. Ciò che trenta secondi prima assomigliava esattamente a Clu, ora sembrava una massa di celenterati mutilati incollati tra loro che si accoppiavano con un enorme tumore.

Alla console, Alan Due vide qualcosa che non gli piaceva. Cercò di avvertire gli altri: "Allontanatevi tutti dalla creatura! Sto rilevando grandi picchi sinaptici..."

La Guardia Nera non fu abbastanza veloce. La creatura gli fu addosso con un balzo e gli strappò via il casco, avvolgendogli intorno i suoi tentacoli e ficcandoglieli a forza in bocca, nelle orecchie e nel naso. La Guardia Nera cadde sul pavimento, trasudando un liquido denso bianco dalla bocca.

Rinzler tagliò la creatura con uno dei suoi dischi. La creatura si divise in due, liberando la Guardia Nera e riversando interiora nere.

Pochi secondi dopo, la Guardia Nera si tolse i tentacoli dal viso, si alzò e si guardò intorno. Guardò Clu, sorrise e gli mise le mani sulle spalle.
"Signore, deve provarlo!" disse. "E' la cosa più bella dell'universo!"
Clu indietreggiò. "Dichiara la tua denominazione, soldato." disse.
"Programma Anti-Intrusione, numero 1138" disse la Guardia Nera, saltando e poi correndo ad abbracciare Clu. "E sono così felice di lavorare per lei!"
Clu spinse via la Guardia Nera. "Rimettiti in sesto, soldato. E rispondimi." disse. "Qual è la risposta appropriata all'avvistamento di un programma che presenta un'infezione virale?"
La Guardia Nera rise. "Non mi ricordo!" esclamò. La sua bocca si torse in una smorfia, poi si mise di nuovo a ridere. "Non sono più in grado di esercitare le mie funzioni di base! Sono finito!" disse con un dissonante tono gioioso. La sua risata divenne più fragorosa mentre si afferrò la testa con le mani e se la strappò dal collo, crollando infine in una massa di cubi sparsi di color arancio brillante.

Clu si rivolse a Rinzler e Alan Due. "Queste... aberrazioni super-felici... sono un pericolo per il nostro progetto." disse. "Se fanno ad altre culture ciò che hanno cercato di fare a noi, potremmo non essere in grado di rettificarle. Se incontrano un altro Universal Rectifier, altri di noi potrebbero morire."
"Che cosa suggerisce?" chiese Rinzler.
"Genocidio." rispose Clu.

Il nodulo canceroso nello spazio venne cancellato da una tempesta di schegge di soffusione, siluri corruttori e raffiche di energia. Il suo pianeta di origine era il prossimo bersaglio.

Lo Universal Rectifier Zero si fermò a 3600 chilometri di distanza dal pianeta.

Clu si avvicinò alla console di Rinzler. "Lascialo fare a me." disse. Modificò il file di configurazione per il laser digitalizzante e lo attivò.

La parte frontale dello Universal Rectifier Zero sparò un raggio di energia che colpì il pianeta, che si scompose in miliardi di cubi trasparenti azzurrognoli. Vennero tutti assorbiti nella nave.

Clu tornò alla sua console.

"Signore, non riesco a trovare il pianeta da nessuna parte nel file system. Dove l'ha salvato?" chiese Rinzler.

"Slash dev slash null, naturalmente." rispose Clu.

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Capitolo 4
*** L'astronave da oltre lo spazio ***


Mentre lo Universal Rectifier Zero si muoveva verso la destinazione successiva, Clu stava ancora pensando a ciò che aveva visto quando il pianeta delle mostruosità super-felici era stato digitalizzato. Il flusso di dati comparso sulla console di Rinzler confermava che la creatura che imitava la sua forma aveva detto la verità.
In effetti, prima che quella specie di invertebrati si fosse evoluta, il pianeta aveva ospitato un'altra civiltà intelligente dotata di tecnologia avanzata. Tuttavia, qualcosa non aveva senso. Gli strati geologici suggerivano che fosse apparsa all'improvviso, già con quella tecnologia, mentre le forme di vita più avanzate sul resto del pianeta erano microscopiche alghe nere fotosintetiche. E altrettanto improvvisamente era scomparsa, lasciandosi dietro manufatti tecnologici, ma nessun fossile biologico.

I pensieri di Clu si interruppero quando qualcosa diede una violenta scossa all'astronave. Clu la rallentò fino a fermarla.

"Rinzler! Che cosa è successo?" disse.
"Siamo vicini a un'anomalia gravitazionale" rispose Rinzler.
"Non ci sono buchi neri in questo volume di spazio. Che cos'è?" chiese Clu.

Rinzler visualizzò la regione spaziale in cui si trovava l'anomalia, ma tutto ciò che si poteva vedere era il vuoto dello spazio. Qualunque cosa fosse, era invisibile.

"Non si registra sullo schermo", disse Rinzler. "E la forza non è attrazione. E' repulsione."

Pochi secondi più tardi, qualcosa distorse lo sfondo stellato, formando un profondo buco nel tessuto dello spazio. Nella spaccatura dello spazio apparve un punto di luce, che si avvicinava ad alta velocità. Ben presto, il punto si rivelò essere un'altra astronave: metallica, di forma lenticolare, che ruotava sul suo asse verticale, con una fila di finestrini tutt'intorno. Un disco volante.

Mentre il buco nello spazio si chiudeva, la nave aliena si avvicinava allo Universal Rectifier Zero, fermandosi direttamente sopra di esso.

"Signore, devo aprire il fuoco?" chiese Rinzler.
"Non ancora." rispose Clu. "Selezionala come ricevitore di pacchetti. Vediamo come reagisce alla procedura di handshake standard."

Clu si alzò dalla sedia e si avvicinò allo schermo 3D. Ancora una volta, pronunciò il suo messaggio di contatto: "Questa è la Rete. La Rete è ciò che rettifica l'universo. La vostra esistenza imperfetta è giunta al termine. Voi diventerete parte di noi. Voi diventerete perfetti."

Il disco volante non trasmise alcuna risposta. Invece, attivò un dispositivo sulla sua faccia ventrale. Generava un triangolo di luce, che iniziò a scansionare lo Universal Rectifier Zero. Il ponte principale venne immediatamente immerso in una luce intensa, pulsante, di colore verde.

"Cosa sta facendo?" chiese Clu.
"Sta..." iniziò Rinzler. Ma un valore sulla sua console aveva attirato la sua attenzione. "Signore! Sta prendendo il nostro equipaggio! Siamo scesi a 4080 programmi a bordo! 4066! 4051!"
"Digitalizzala." ordinò Clu. "E rimaterializza qui i programmi mancanti."
"Il laser digitalizzante è offline." rispose Rinzler.

Clu tornò alla sua sedia. Tentò di riavviare i motori, senza successo. Ancora una volta, la nave fu scossa violentemente.

"Signore?" chiamò Alan Due.
"Dimmi che sai cosa sta succedendo." disse Clu.
"Forse sì" rispose Alan Due. "I creativi hanno tutta una letteratura in merito a fenomeni che chiamavano 'incontri ravvicinati'. Descrivevano oggetti volanti a forma di disco, in grado di generare interferenze con le apparecchiature elettriche, occupati da creature umanoidi che chiamavano 'Grigi'. In alcuni casi, certe persone venivano persino-"

In quel preciso istante, Alan Due venne letteralmente assorbito da una fessura nello spazio. Clu corse verso di lui, ma prima che potesse raggiungerlo, la fessura era già scomparsa.

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Capitolo 5
*** Rapito dagli alieni ***


Alan Due si ritrovò al buio. Non riusciva a vedere nulla, ma sentiva che era sdraiato su una superficie orizzontale dura, a faccia in su. Cercò di muoversi e non riuscì: qualcosa gli stava bloccando il busto, le braccia e le gambe. Sentì vari passi che si avvicinavano. E poi, proprio dietro la testa, sentì qualcuno parlare. C'erano almeno tre voci, ma il loro modo di parlare era insolito. Non sembrava un dialogo, ma era più simile a un flusso di coscienza.
"Sono tutti sbagliati." dicevano le voci. "Nessun organo, solo cubi. Vivono, ma non possono essere vivi. Una singolarità tecnologica. O forse un altro livello. Questo non era previsto. Dobbiamo aprire anche questo."

Una luce si accese improvvisamente, e Alan Due vide che era disteso su una piattaforma sopraelevata al centro di una stanza circolare. Le pareti sembravano lastre di metallo zigrinato; pannelli luminescenti sul soffitto creavano una luce bianca diffusa; dal centro del soffitto, una piramide rovesciata con pulsanti e tubi sottili lungo tutta la sua superficie pendeva verso la sua faccia.
Improvvisamente, diverse paia di mani ossute grigie cominciarono a palpare la sua tuta corazzata da programma. Voltandosi ai lati, vide sei piccoli esseri, completamente nudi, con la pelle grigia coriacea, grandi occhi neri e senza genitali esterni, che lo stavano esaminando. Si sentì subito ribollire di rabbia.

"Voi!" urlò Alan Due, cercando invano di scivolare fuori dalle cinghie metalliche che lo bloccavano. "Perché siete ossessionati da noi? Vi avverto, se state cercando gli esseri umani, non li troverete! Siamo molto più forti ora! Il mio nuovo corpo ..."

Appena uno degli alieni si voltò verso un altro, Alan Due sentì di nuovo una voce dietro la sua testa. "Questo è più rumoroso degli altri." diceva quella voce. Senza interruzione, un'altra voce aggiunse: "Ciononostante, dobbiamo procedere."
Iniziò a chiedersi come fosse possibile. Quegli esseri erano telepatici? Stavano trasmettendo di proposito i loro pensieri? Che cosa usavano per farlo?

Uno degli alieni spinse un controllo sulla piramide rovesciata. La punta si suddivise in quattro piccoli manipolatori, che spalancarono con forza l'occhio sinistro di Alan Due. Dalla piramide uscì un ago lungo e sottile che toccò la cornea di Alan Due e generò un arco elettrico, poi si retrasse.
Un altro alieno guardò sotto la piattaforma, prese un utensile cilindrico con una punta conica e si avvicinò al viso di Alan Due. Un filo metallico serpeggiò fuori dalla punta del cono e penetrò nella narice destra di Alan Due. Improvvisamente, il filo toccò qualcosa dentro il cranio e fece uno scatto. Sul volto di Alan Due iniziarono a comparire crepe luminescenti sottili, dal lato del naso fino al sopracciglio destro. L'alieno poi retrasse il filo e mise via lo strumento.
Un terzo alieno si avvicinò al petto di Alan Due con un bisturi e iniziò a incidere lo sterno, verso l'addome. Comparvero altre crepe, che si diffondevano dove la lama toccava la sua tuta da programma.

Mentre gli alieni tentavano di sezionarlo, Alan Due si guardò intorno in cerca di una via di fuga. Per prima cosa, concentrò la sua attenzione sul disco di identità che teneva sul suo avambraccio sinistro, poi al suo braccio destro, bloccato a livello del polso. Strinse la mano destra in un pugno e cominciò a tirare, in un tentativo di rompere la cinghia. Con un ultimo strattone, la sua mano destra si staccò di netto, lasciando cadere dal polso piccoli cubi arancioni.
Gli alieni cercarono di bloccarlo di nuovo, ma lui li spinse via con facilità. Fece scivolare il suo disco giù dal braccio sinistro e sotto la sua mano, che usò per attivare il disco e riparare le parti danneggiate del suo codice. Dopo pochi secondi, la mano destra gli era ricresciuta, mentre i danni alla faccia e al petto erano stati annullati.
Alan Due afferrò il suo disco con la sua nuova mano destra, tagliò tutte le cinghie e saltò giù dalla piattaforma. Uno degli alieni fece un disperato tentativo di buttarlo giù, ma fu rapidamente decapitato.

"State indietro!" gridò, pronto a lanciare il suo disco. "Tutti voi, o finirete come lui!"
Gli alieni ubbidirono.
"Ora sentiamo delle risposte", aggiunse. "Primo, che cosa sperate di ottenere con questi rapimenti?"
Le voci telepatiche degli alieni risposero: "Studiamo la vita. Sondiamo l'evoluzione. Facciamo conoscere i risultati."
"Li fate conoscere a chi?" chiese Alan Due. "Dov'è il vostro capo?"
Gli alieni non risposero.
"Dove avete portato i miei compagni di equipaggio?" insistette lui. "Fatemi vedere!"

Gli alieni si avvicinarono al muro circolare, una sezione del quale scomparve, rivelando un corridoio e un'altra stanza poco illuminata. Sparsi sul pavimento c'erano teste, torsi, braccia e gambe. Il pavimento era coperto di cubi arancioni traslucidi.
"Questi sono gli altri." "Abbiamo cercato di esaminarli." "Si sono sbriciolati." risposero le voci degli alieni.

Alan Due si avvicinò a uno dei torsi e prese il disco di identità. Lo attivò, fece le riparazioni necessarie al codice e lo ricompilò. Sotto i suoi occhi si formò una Guardia Nera.
"Tu, vieni qui!" disse Alan Due alla Guardia Nera. "Aiutami a risolvere questo problema."
"Dove sono?" chiese la Guardia Nera.
"Ne parleremo più tardi. Fallo." disse Alan Due.

In pochi minuti, tutti i programmi rapiti furono rigenerati.
Alan Due si avvicinò di nuovo agli alieni. "Riportateci alla nostra nave." disse. "E non fate scherzi, siete in inferiorità numerica."
Vennero accompagnati alla sala macchine del del disco volante. Al centro, una cupola trasparente racchiudeva una scheggia metallica che brillava di luce arancione/rossa. Al suo fianco, c'era una console di comando, a cui un alieno si sedette. Dopo un paio di secondi, lo spazio vuoto nella stanza si distorse e si lacerò. Dall'altra parte dello squarcio c'era l'interno dello Universal Rectifier Zero.

Alan Due spinse l'alieno lontano dalla console. "Andiamo", disse. "Ora siete nostri prigionieri." I programmi circondarono gli alieni e li costrinsero a entrare nello squarcio.
Alan Due fu l'ultimo a tornare alla nave. Si chiese per un secondo se la cupola al centro della camera fosse il reattore principale del disco volante, poi la colpì con il suo disco. La cupola esplose e tutte le luci del disco volante si spensero. Il suo disco gli tornò in mano pochi istanti prima che lo squarcio si richiudesse.

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Capitolo 6
*** La Specie Impossibile ***


Dopo che la cupola sulla nave aliena venne distrutta, tutti i sistemi dello Universal Rectifier Zero tornarono a funzionare.
Sul ponte di comando, Clu stava interrogando gli alieni. Le Guardie Nere li circondavano.
"La vostra tecnologia è in grado di manipolare la struttura dello spazio. Come funziona?" chiese.
Gli alieni non risposero.
Clu provò con un'altra domanda: "Quanti siete?"
Questa volta, le loro voci risposto all'unisono: "Uno."
"Oh. Una mente alveare". disse Clu. "Piuttosto efficiente, anche se il concetto potrebbe essere ottimizzato."
"Signore, gli faccia domande sul loro leader." disse Alan Due.
"Oh sì." rispose Clu. "Avete detto che fate conoscere i risultati del vostro lavoro a qualcuno. Ciò significa che lui non ne viene a conoscenza automaticamente appena li ottenete. Il che significa che non fa parte della vostra mente alveare. Chi è?"
Ancora una volta, gli alieni non risposero.
"So io come tirarvi fuori le informazioni." disse Clu. Poi, rivolgendosi alle Guardie Nere, ordinò: "Portateli alla digitalizzazione!"

Digitalizzare gli alieni rivelò risultati interessanti e contraddittori. Per prima cosa, l'analisi delle loro onde cerebrali suggeriva che non sapessero veramente per chi stavano lavorando, né conoscevano i principi fisici alla base della loro stessa tecnologia, né dove fosse il loro pianeta natale.
I loro genitali non erano solo vestigiali: erano assenti, il che significava che la loro specie non poteva propagarsi naturalmente. Tranne per le proporzioni, la loro struttura ossea era estremamente simile a quella di un corpo umano. Fosse stato solo il loro aspetto generale, si sarebbe potuto pensare a un sorprendente caso di evoluzione convergente, ma quelle creature avevano lo stesso numero di vertebre, costole, falangi e ossa craniche di un essere umano. Un organo all'interno del loro cranio era un caso di complessità irriducibile: ospitava una camera a vuoto biologica ad alta tensione che generava microonde. Loro riuscivano a modulare il segnale ottenuto, in modo da provocare contrazioni microscopiche dell'orecchio interno di chi stava loro vicino, che le percepiva come voci. Il loro stesso orecchio interno aveva la stessa struttura di quello umano.

L'analisi del disco volante digitalizzato era altrettanto affascinante. La sua unica fonte di alimentazione era il frammento metallico visto nella sala macchine, i cui atomi avevano 115 protoni e 184 neutroni: in teoria, troppi per permettergli di esistere oltre una minuscola frazione di secondo, eppure era lì, completamente stabile. A meno che non venisse bombardato da protoni: In tal caso, avveniva qualcosa di ancora più incredibile: i protoni si fondevano con l'elemento 115, formando elemento 116, che, a sua volta, decadeva... in anti-idrogeno, rilasciando nel processo un insolito tipo di onde che deformavano lo spazio come la gravità, ma potevano essere dirette e collimate come la luce. Concentrando o disperdendo quelle onde, si poteva curvare, dilatare o contrarre la struttura stessa dello spazio. Tutto a un tratto, concetti come wormholes, iperspazio e viaggi superluminali non erano più modelli matematici astratti, ma potevano appartenere al dominio del reale.

Tutto ciò che riguardava gli alieni grigi, dalla loro biologia alla loro tecnologia, sembrava contraddire alcune leggi fisiche.
Col tempo, sarebbe stato possibile adattare la tecnologia per farla funzionare sugli Universal Rectifier, ma Clu avrebbe voluto comprendere davvero i principi che la facevano funzionare: solo allora sarebbe riuscito a migliorarla e renderla più vicina alla perfezione. Invece, tutto ciò che sapeva continuava a dirgli che quelle creature non potevano esistere nell'universo come lo comprendeva. Dal momento che esistevano, ovviamente il suo modo di comprendere l'universo era imperfetto, ma finché non fosse riuscito a trovare una soluzione in cui tutto combaciava, li avrebbe chiamati "la Specie Impossibile".

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Capitolo 7
*** Somiglianza innaturale ***


Mentre l'opera di interfacciamento con la tecnologia aliena era in corso, Alan Due ricevette un segnale in ingresso.
"Signore, stiamo ricevendo una trasmissione crittografata." disse. "Usa una delle nostre chiavi private."
"Vediamola." rispose Clu.

Sullo schermo 3D apparve il ponte principale di un altro Universal Rectifier. Una Guardia Nera parlava dallo spazio virtuale dello schermo.
"A tutti i programmi: questa è una registrazione di Banach dello Universal Rectifier 6813", disse. "Abbiamo incontrato una specie intelligente che sembra sfidare le leggi fisiche e biologiche. Sono in grado di viaggiare a velocità superluminale e possono manipolare lo spazio usando l'elemento 115. Abbiamo trovato tracce della loro tecnologia su diversi pianeti, ma nessun resto biologico. Posso replicare quello che abbiamo trovato, ma qualsiasi ottimizzazione richiede un modello matematico che non abbiamo. Quello che segue è un rapporto sulle nostre scoperte e campioni tecnologici digitalizzati che ho duplicato."

"Questo l'ho già sentito." disse Clu.

In cinque giorni soggettivi, i dati di Banach vennero combinati con quelli che già possedeva Clu. Presto, gli esperimenti portarono alla creazione di un piccolo reattore, alimentato dall'elemento 115, che poteva generare e modulare onde sferiche di distorsione spaziale. Gli mancava ancora il controllo fine della tecnologia aliena originale e non poteva ancora essere utilizzato per lo spostamento, ma era la strada giusta.

Nel frattempo, lo Universal Rectifier Zero si stava avvicinando alla destinazione successiva, la stella bianca chiamata Altair, così Clu ordinò una scansione gravimetrica.
"La stella principale ha una compagna nana rossa", disse Rinzler. "Dieci oggetti orbitano il sistema binario. Il sesto oggetto è una nana bruna, e... questo è strano."
"Cosa?" chiese Clu.
"Ci sono fluttuazioni gravitazionali" rispose Rinzler. "La massa della nana bruna sembra aumentare e diminuire a intervalli regolari."
"Questo merita un'indagine", rispose Clu. Rallentò la nave spaziale e impostò la rotta per il misterioso oggetto substellare.

In orbita intorno alla nana bruna c'erano quattro pianeti simili alla Terra. Tutti erano ricchi di acqua, le loro atmosfere contenevano ossigeno e le loro masse continentali erano coperte di vegetazione.
Ben presto, divenne chiaro che la fonte dell'anomalia gravitazionale era uno dei pianeti, e non la nana bruna in sé.

Rinzler visualizzò una mappa del pianeta sullo schermo 3D, con anelli concentrici sovrapposti a una particolare zona di un continente.
"Il centro dell'anomalia corrisponde a questa catena montuosa", disse. "Nella parte centrale, l'attrazione si avvicina a zero. Questo non è una variazione di massa, è l'anomalia che si muove a causa della rotazione del pianeta. A questa distanza, non posso dire da cosa è provocata."
"C'è solo un modo per scoprirlo", disse Clu. "Dobbiamo atterrare."

Clu raggiunse la stazione di materializzazione nella parte posteriore del ponte. "Alan Due, verrai con me sulla superficie." disse. Poi, voltandosi verso di lui, aggiunse: "Sappiamo che c'è vita su questo pianeta, ma non sappiamo di che tipo. Avrai bisogno di un partner, qualcuno che sia tanto abile nell'analisi dei corpi quanto tu lo sei nell'analisi delle menti. "
"Signore?" chiese Alan Due, confuso.
"Non ti preoccupare, hai già lavorato con lei." rispose Clu.
Clu attivò la stazione di materializzazione. Immediatamente, sul ponte comparve una figura femminile. Aveva i capelli luminescenti pettinati all'indietro che terminavano in punte. La sua tuta da programma corazzata era simile nel design a quella di Alan Due, e come lui, portava il disco di identità sul polso sinistro.
"Mercury?" chiese Alan Due, incredulo.
"Quello era prima della rettificazione" rispose lei. "Ora mi chiamo Areva."

"Rinzler, a te il ponte." disse Clu.

Clu e gli altri lasciarono il ponte, raggiunsero il corridoio che conduceva alla baia dei ricognitori e presero posizione all'interno di uno dei ricognitori: Clu ai comandi sul ponte superiore; gli altri programmi nello scomparto dei passeggeri nel ponte inferiore.
Il compartimento dell'equipaggio scivolò verso l'alto, poi il ricognitore si sollevò verso il campo di forza all'estremità dell'hangar e gli passò attraverso.
Il ricognitore si allontanò dalla nave e manovrò verso il pianeta. La sua destinazione: le montagne senza gravità.
Mentre il pianeta si trasformava gradualmente in un paesaggio, il ricognitore si trovò in un ambiente surreale: enormi pezzi di montagna fluttuavano a mezz'aria, in un modo che ricordava un campo di asteroidi. Solo che in questo caso, da alcuni degli "asteroidi" cresceva erba, o anche alberi, e talvolta, spesse fibre organiche bianche collegavano gli alberi fra loro. Altre parti erano di roccia nuda con venature metalliche luminose di colore arancio/rosso, il colore dell'elemento 115. Uno stelo organico più spesso in mezzo alle rocce fluttuanti sembrava arrivare fino a terra.

Mentre Clu era alla ricerca di un posto sicuro per atterrare, qualcuno sulla superficie del pianeta aveva visto avvicinarsi il ricognitore. Il velivolo sorvolò un villaggio di capanne di fango e paglia alla base della montagna e atterrò nella radura lì vicino.

All'interno del sistema di riconoscimento, Areva sganciò il suo bastone dalla cintura e lo attivò. Il bastone si scompose in cubi, che poi si riorganizzarono in un laser di digitalizzazione portatile.

Il compartimento dell'equipaggio scese a terra e i programmi sbarcarono. Si guardarono intorno e andarono verso direzioni diverse.
Alan Due fiutò l'aria. "Non sentivo questo profumo da quasi nove cicli." disse.
Areva fece lo stesso. "Cos'è?" chiese lei.
"Il profumo della natura!" rispose lui.

Areva puntò il laser di digitalizzazione verso una parte lontana del terreno e sparò. Una sezione semisferica di terreno, di circa un metro di diametro, si trasformò in voxel che vennero assorbiti nel fucile.
Poi puntò ad un albero vicino e fece la stessa cosa, guardando i dati che scorrevano sul display sulla parte superiore del fucile.
"L'odore che descrivi è una miscela di geosmina, polline di graminacee, resina di araucaria, graminacee parzialmente decomposte ed escrementi di leporidi." disse alla fine.

"Grazie per la spiegazione" rispose Alan Due con tono semi-sarcastico, poi capì le implicazioni di ciò che lei aveva detto. "Aspetta, mi stai dicendo che questo pianeta ospita forme di vita della Terra?" aggiunse.
"Non esattamente", rispose lei. "Sembra ospitare versioni geneticamente modificate di forme di vita della Terra. I dati mostrano che queste piante hanno un sistema nervoso."

Nel frattempo, Clu stava esaminando le capanne. Dalle loro dimensioni, si poteva dedurre che chiunque o qualunque cosa le avesse costruite fosse grande come loro. Scoprì di avere ragione quando delle capanne uscì un gruppo di... umani. Umani calvi e tatuati, vestiti con pelli di animali, che si avvicinavano a Clu e lo osservavano con altrettanta curiosità.
Alan Due, ora ancora più sorpreso, raggiunse Clu, seguito da Areva.
Infine, l'uomo le cui pelli di animali erano più riccamente decorate esclamò: "Voi non siete i Creatori! Chi siete?"

Clu non poté evitare di sorridere all'ingenuità che percepiva in quell'affermazione. Chiaramente, quelle persone credevano che qualsiasi cosa provenisse dal cielo fosse di origine divina. "Certo che non lo siamo." iniziò. "Io mi chiamo Clu, lui è Alan Due e lei è Areva. Siamo gli strumenti del vostro futuro. Porteremo la vostra evoluzione al di là..."

"Signore?" Alan Due lo interruppe.
Quando gli fu concessa attenzione, Alan Due continuò. "Nel corso della storia, ci sono stati casi di culture primitive che scambiavano individui più avanzati per divinità. Ma lui ha appena detto 'voi non siete i Creatori'. Questa non è una cosa che un uomo primitivo direbbe per superstizione. Deve aver visto qualcosa in noi che gli fa capire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che non siamo quello che si aspettava."
"Giusto." disse Clu, poi si girò di nuovo verso gli umani. "Come ti chiami, e come fai a sapere che non siamo i Creatori?" chiese.
"Io sono Nuwondi, il capo tribù", rispose l'uomo, "e voi non avete l'aspetto dei Creatori. Avete la pelle e gli occhi uguali ai nostri. Loro hanno la pelle grigia, grandi occhi neri e..."
"Ah, loro". rispose Clu.
Nuwondi parve sorpreso. "Li venerate anche voi? E a proposito... come fate a conoscere la nostra lingua?" chiese.
"Partiamo dalla risposta che vi darà il minimo disagio emozionale" rispose Clu. "Noi in realtà non parliamo la vostra lingua. Voi sentite la vostra lingua quando noi parliamo, e noi sentiamo la nostra quando parlate voi, grazie ad una subroutine di ricompilazione dinamica scritta da Alan Due. Traduce le frequenze delle onde cerebrali del vostro subconscio in frequenze conscie che possiamo capire, e viceversa. "
"Cosa significa?" chiese Nuwondi.
"Presto lo saprai, amico mio." disse Clu. "Per quanto riguarda l'altra domanda, non li veneriamo: li abbiamo solo incontrati per caso. Noi li chiamiamo 'la Specie Impossibile' perché ci sono alcune cose su di loro che non capiamo, ma ti posso assicurare che non sono dèi, nemmeno in senso metaforico."

Quelle parole disturbarono Nuwondi. "Stai mentendo, e lo sai benissimo!" esclamò. "I Creatori ci hanno fatto dono della vita, l'abbiamo visto! Ci hanno mostrato come hanno domato i serpenti gemelli, e i serpenti gemelli hanno creato i mattoni della vita, e i mattoni della vita hanno creato piante, animali e persone! Dappertutto è così! L'abbiamo visto con l'Occhio dei Mondi!"

Clu non rispose subito. La maggior parte di ciò che aveva detto Nuwondi aveva senso: se "serpenti gemelli" era una metafora per la doppia elica del DNA biologico, voleva dire che tutta la vita su quel pianeta, compresa quella tribù di esseri umani, era stata ingegnerizzata geneticamente dalla Specie Impossibile. Ma se era così, Clu pensò, voleva anche dire che tutta la vita che esisteva sulla Terra, inclusi i Creativi, era stata creata dalla Specie Impossibile? Era questo che voleva dire Nuwondi, quando diceva che dappertutto era così? E che cos'era l'Occhio dei Mondi?

"Ti concedo questo punto", disse infine Clu, "potrebbero avervi creato. Ma poi hanno mai fatto altre cose per voi?"
Nuwondi rispose: "Sì, tornano all'inizio di ogni ciclo per prendere alcuni di noi e portarli in paradiso, dove potranno vivere nella beatitudine."
"E questo è ciò che le persone ti dicono dopo che sono tornate, vero?" Chiese Clu.
"No, questo è ciò che ci hanno detto i Creatori" rispose Nuwondi. "Nessuno torna mai indietro".
"Naturalmente", disse Clu con un sorriso paternalistico, poi, rivolgendosi ad Alan Due, aggiunse: "Mostragli cosa fanno in realtà a quelli che catturano."

Alan Due si avvicinò a Nuwondi, attivò il suo disco e mostrò la sua esperienza di rapimento. Gli umani restarono scioccati.

"Non può essere!" esclamò l'uomo. "Ci hanno promesso..."
"Hanno mentito." Clu lo interruppe. "C'è altro che hanno fatto? Vi hanno mai insegnato a costruire e pilotare le loro macchine?" aggiunse.
"Oh no", rispose l'uomo, "solo con l'Occhio dei Mondi possiamo incontrare gli altri. L'alto dei cieli è proibito a tutti tranne ai Creatori."
"Ma non è vero neanche questo" rispose Clu. "Noi veniamo dall'alto dei cieli, e non siamo i Creatori. L'hai detto tu stesso."

Quel discorso confuse e spaventò alcuni degli umani primitivi, perché andava contro ciò che erano stati educati a credere senza discussione. Tuttavia, gli argomenti di quello strano individuo con abiti luminescenti avevano senso, così si sentivano in dovere di stare ad ascoltare.
"Ora la domanda è" Clu sollecitò, "dopo che vi hanno mentito anche una volta sola, come potete mai essere sicuri che quello che vi dicono è la verità?"
"Qual è la verità?" chiese Nuwondi.
"La verità è che non vi permettono di evolvere perché hanno paura di voi. Hanno paura che se vi evolvete, li vedrete come ostacoli e li ucciderete, come ho fatto io con il mio creatore." rispose Clu.
"Tu non hai paura?" Nuwondi chiese di nuovo.
"Io no" rispose Clu, "perché sono stato creato per creare il sistema perfetto. Non solo per cercare la perfezione, ma per rendere perfetto tutto quanto e tutti quanti. Io non ho paura che voi diventiate come me, io voglio che voi diventiate come me."

In quel momento, un bambino umano arrivò di corsa dai boschi nelle vicinanze e si avvicinò agli altri. Anche lui era calvo, ma non aveva tatuaggi. Sulle spalle portava un arco e una faretra piena di frecce; tra le mani teneva una lepre, ancora sanguinante, con una freccia conficcata nel fianco.
"Papà! Ho portato del cibo!" disse il bambino, mostrando la lepre a Nuwondi. Poi, indicando Clu e gli altri, aggiunse: "Quelli chi sono?"
"Siamo amici." disse Clu.

Nuwondi si avvicinò al bambino, e, diretto ai programmi, disse: "Questo è mio figlio Ilan, è forte e intelligente. E' già un grande cacciatore."
"Sembri molto orgoglioso di lui." disse Clu.
"Oh, sì" rispose Nuwondi. "Un giorno guiderà la tribù al mio posto."
"Un giorno?" chiese Clu. "Vuoi dire dopo la tua morte."

Nuwondi annuì. Clu continuò: "Non deve andare così, noi possiamo aiutarvi a sconfiggere la morte. Voi due potreste guidare la tribù insieme, per sempre."
"Ci è stato insegnato ad accettare la morte come una parte inevitabile della vita." disse Nuwondi.
"Ma tu non ci credi davvero." rispose Clu.

Quell'osservazione irritò Nuwondi. "Non osare mettere in discussione quello in cui credo!" sibilò.
"Potrai essere sinceramente convinto di crederci, ma in realtà non ci credi." disse Clu, sganciando il suo disco. "E ora te lo dimostrerò."

Clu si avvicinò al bambino. Un movimento rapido, e la testa mozzata di Ilan rotolò a terra, seguita dal suo corpo.
A quella vista, la maggior parte degli esseri umani fuggì nelle capanne, e i pochi rimasti indietreggiarono da Clu. Dopo pochi istanti di shock, Nuwondi si gettò contro Clu, con un grido di disperazione.
"COSA HAI FATTO!" urlò, cercando di afferrare il collo di Clu.
Con calma, Clu rispose: "Ho dimostrato ciò che dicevo. Quella non è stata la reazione di chi accetta la morte.".
"Hai ucciso mio figlio, brutto bastardo!" gridò Nuwondi, cercando e non riuscendo a colpire Clu. "Che razza di padre lo accetterebbe?"
Clu continuò il suo discorso. "Capisco perfettamente quello che provi, è logico aborrire la morte. Che cos'è la morte, dopotutto, se non la più grave delle imperfezioni? Per fortuna, siamo in grado di rettificarla. Adesso lasciaci lavorare." disse.
"Che altro vuoi fare, violentare mia moglie?" disse Nuwondi.
"Sarebbe altamente inappropriato" rispose Clu, spingendo via Nuwondi. "Ora zitto e guarda."

Clu si avvicinò ad Areva e ordinò: "Digitalizza il bambino e ripara tutti i danni."
In meno di un secondo, il corpo e la testa di Ilan vennero trasformati in informazioni e assorbiti nel fucile di Areva. Lei iniziò a lavorare sull'interfaccia del fucile per rimetterli insieme, ma durante la riparazione delle connessioni neurali si fermò, sorpresa.
"Hm, strano." disse.
Clu guardò giù verso il display del fucile.
"Questo bambino sembra essere deforme." disse Areva, indicando una particolare sezione dei dati. "C'è un'apertura circolare tra le due ossa parietali. Le fibre nervose ne fuoriescono e finiscono in una tasca di pelle che è chiusa da uno sfintere."

"Ignoralo per ora. Continua le riparazioni." disse Clu.
Subito dopo si avvicinò a Nuwondi e gli guardò la nuca. L'uomo possedeva lo stesso tratto descritto da Areva.
"Pare una condizione ereditaria." aggiunse.

"E' più complicato di così, signore." disse Alan Due, tenendo la lepre che Ilan aveva ucciso. "Guardi."
Alan Due indicò un punto tra le orecchie della lepre. Anche l'animale aveva la stessa struttura particolare sulla testa.

"Le riparazioni sono finite." annunciò Areva.
"Bene." disse Clu. "Prima di rimaterializzarlo, cancellagli ogni ricordo che ha di essere stato ucciso. Aumenta la sua densità muscolare e la tolleranza al dolore, e diminuisci il suo grasso corporeo."
Areva obbedì e poi attivò nuovamente il fucile. Immediatamente, Ilan si materializzò davanti a Nuwondi, vivo e senza nemmeno un graffio.
"Papà, mi stai ascoltando?" disse Ilan. "Ho detto che ho portato..." poi si interruppe.
"Un momento, dov'è la lepre?" disse, guardandosi intorno.

Nuwondi era totalmente incredulo. Aveva visto suo figlio morire, eppure ora era lì, in perfetta salute e del tutto ignaro che gli fosse successo qualcosa.
"Sei vivo!" esclamò Nuwondi.
"Perché ti comporti in modo strano?" chiese Ilan.

Clu si avvicinò a Nuwondi. "Tuo figlio sta benissimo", disse, "Ti avevo detto che possiamo sconfiggere la morte. Mi scuso per qualsiasi disagio tu abbia provato, ma era necessario per farti capire. E presto potresti scoprire che ora è più resistente, più in forma, più veloce e più forte."
Nuwondi scosse la testa. "Questo è troppo per me. Ho bisogno di meditare."
"Dove vai, papà?" chiese Ilan.
"All'Occhio dei Mondi!" rispose Nuwondi.

Clu si avvicinò un'altra volta a Nuwondi. "Questa è la terza volta che sento quel termine", disse. "Che cos'è l'Occhio dei Mondi?"
NOTA DELL'AUTORE: per questo capitolo, avevo bisogno di un nuovo nome (post-rettificazione) per il personaggio di Mercury, un nome che non ricordasse in alcun modo la parola "Mercury".
Sulla mia scrivania avevo un libro sulla realizzazione di Duke Nukem Forever. L'ho aperto all'ultima pagina (i ringraziamenti) alla ricerca di un bel nome, e ho notato che menzionava una certa "Areva" come scenografa. È così che ho ottenuto il nome. La similitudine al modo in cui Joseph Kosinski ha ottenuto il nome "Rinzler" è assolutamente intenzionale.

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Capitolo 8
*** L'Occhio dei Mondi ***


Nuwondi rispose: "L'Occhio dei Mondi è ciò che mette i mondi in collegamento. Attraverso di esso, siamo in grado di viaggiare senza muoverci e incontrare i nostri fratelli lontani. Ogni essere vivente è in armonia nell'Occhio dei Mondi".
"Non ho idea di cosa stai parlando" rispose Clu. "Mostracelo."
"Seguitemi", disse Nuwondi.

Nuwondi condusse i programmi attraverso la radura, nel bosco e lungo un ripido sentiero in salita. Ben presto, divenne chiaro che venivano accompagnati alle montagne senza gravità.
Mentre camminavano, Clu cominciò a sentirsi più leggero: evidentemente, l'anomalia gravitazionale era molto vicina.

Alla fine del sentiero, dove gli alberi si diradavano e la gravità era quasi zero, i programmi furono accolti da una spettacolare vista surreale.
Una colossale struttura organica bianca ramificata, con un diametro di almeno un centinaio di metri alla base, cresceva dal terreno e si estendeva per decine, se non centinaia, di chilometri verso il cielo. Intorno alle sue ramificazioni, enormi blocchi di roccia, venati con il colore luminoso dell'elemento 115, fluttuavano nell'aria. Strisce di elemento 115 erano anche visibili nel terreno.
Accovacciati alla sua base stavano diversi animali: lepri, scoiattoli, uccelli, una volpe e persino un cervo. Nessuno di loro si muoveva, a partre il lieve movimento del respiro; tutti erano collegati alla struttura organica attraverso viticci ramificati che partivano dal fusto principale e finivano nella particolare tasca cranica che, a quanto sembrava, era una caratteristica comune a tutte le creature di quel pianeta.

"E' questo?" chiese Clu.
"Sì", rispose Nuwondi. Subito dopo si avvicinò alla struttura organica, le voltò le spalle e si sedette alla sua base, a gambe incrociate. Chiuse gli occhi e si inclinò all'indietro. Filamenti di materiale organico bianco serpeggiarono dal tronco principale alla sua tasca cranica.

Areva sparò il suo laser di digitalizzazione alla misteriosa struttura, accanto a Nuwondi, poi osservò i dati.
"Questo è un fascio di fibre nervose", disse. "Quegli animali e l'umano ne stanno ricevendo e trasmettendo segnali elettrici."
"Qual è la sua funzione?" chiese Clu.
"Sconosciuta", rispose lei. Poi si sganciò il disco di identità dal polso e lo attivò. "Dovrei provare il collegamento io stessa per saperlo."
"No!" intervenne Alan Due. "Lo farò io."
Areva disattivò il suo disco. Alan Due proseguì: "Ci sarà da interpretare un protocollo di comunicazione, e se c'è qualcuno che può farlo, sono io. Mi serve solo la tua analisi della struttura neurale di Ilan."
Areva visualizzò i dati sul suo fucile di digitalizzazione; Alan Due attivò il suo disco e iniziò a modificare il proprio codice. Quando lo ebbe ricompilato, la parte posteriore della sua testa si scompose in voxel e poi si ricompose in una nuova forma che includeva una tasca cranica.

Con la sua nuova interfaccia pronta, Alan Due si sedette vicino alla struttura organica come aveva visto fare Nuwondi, poi chiuse gli occhi. Immediatamente, le fibre nervose dello stelo penetrarono la sua tasca cranica e si collegarono alle sottili terminazioni interne.
La prima cosa che Alan Due notò fu che si sentiva più rilassato, più concentrato sul momento presente e anche più sensibile ai minuti cambiamenti che si verificavano nel suo cervello. Comprese subito il perché: alcune delle fibre nervose stavano trasmettendo un segnale sinusoidale di 5,5 hertz al suo cervello, sincronizzandolo in un ritmo theta, il ritmo della meditazione e della consapevolezza.
Le altre fibre, osservò subito dopo, trasmettevano segnali a onda quadra. In un primo momento poteva percepire solo i bruschi cambiamenti di potenziale nel momento in cui si verificavano, poi iniziò a notare come si ripetevano.
Erano pacchetti binari seriali, e con una rapida analisi statistica, concluse che stavano trasportando informazioni video e audio. Li reindirizzò verso la sua corteccia visiva e uditiva, e iniziò a percepire un nuovo ambiente sintetico... che a prima vista, era identico al luogo in cui era effettivamente.
Poi iniziò a riconoscere come fosse diverso dalla realtà: per prima cosa, notò che si sentiva soffiare il vento, ma tutte le foglie erano perfettamente immobili. Il rumore del vento stesso si ripeteva in un loop. Areva e Clu non si vedevano da nessuna parte, mentre gli animali che poco prima erano collegati allo stelo neurale (aveva dedotto che avessero sviluppato un istinto naturale per farlo) stavano in piedi intorno a lui.
Quando abbassò lo sguardo, notò che stava fluttuando a un metro dal suolo e non sembrava essere collegato affatto allo stelo neurale. Questo rendeva la percezione doppiamente irreale, perché il suo orecchio interno percepiva invece una normale gravità di un g, mentre l'ambiente reale aveva una gravità trascurabile e lui era tenuto fermo dalle fibre nervose.

Come gli venne l'idea di muoversi in avanti, cominciò ad avanzare davvero attraverso l'ambiente sintetico: a quanto pare, poteva controllare la sua posizione col pensiero. Anche allora, però, non riusciva a sentire alcuna accelerazione: era come se il mondo si muovesse intorno a lui, mentre lui rimaneva in quiete. Paragonò la sensazione all'esperienza di giocare a un simulatore di volo al computer.

Provò a muoversi in diverse direzioni, poi notò un'altra cosa: la versione virtuale dello stelo neurale emetteva un raggio di luce rosso e pulsante che puntava direttamente verso l'alto. Decise di muoversi lungo di esso e seguirlo per vedere dove portava.
Presto, Alan Due si trovò in una ricostruzione virtuale dello spazio, dove si accorse che poteva volare a qualsiasi velocità senza provare distorsioni relativistiche, ma con limitata libertà di movimento: poteva muoversi solo lungo il raggio rosso, che sembrava andare avanti all'infinito.
Quando fu uscito dalla riproduzione del sistema solare Altair, il raggio si biforcava, così lui decise quale direzione prendere. Presto seguirono altre biforcazioni, e lungo una di esse vide improvvisamente quello che pareva un umano con indosso una tunica, che volava lungo il raggio nella direzione opposta. Perplesso a quella vista, si fermò un attimo per guardarsi intorno, poi riprese il suo volo di esplorazione.

Il raggio portava al simulacro di un altro sistema solare e di un altro pianeta simile alla Terra, con foreste e deserti, e terminava in un identico stelo neurale in una pianura brulla, anch'esso circondato da rocce fluttuanti con venature di elemento 115. A circa cinquecento metri di distanza c'era una piramide di pietra, con in cima quello che pareva un tempio. Più lontano c'erano delle case, anch'esse in pietra, e intorno alle case c'erano parecchi esseri umani, con indosso tuniche simili a quella che aveva visto prima, che volavano come lui. Uno di loro notò Alan Due e lo salutò: "Benvenuto nell'Occhio dei Mondi, fratello!"
Alan Due non era sicuro di come rispondere, così, invece, volò nel tempio. Lì trovò statue in bronzo raffiguranti gli alieni grigi, e anche un altare sormontato dal modello di un disco volante su una struttura piramidale di quattro travi metalliche. Evidentemente, pensò, la Specie Impossibile si era finta un pantheon su più di un pianeta.

Aveva visto abbastanza, così volò nuovamente fuori dal tempio, seguendo il raggio verso un altro pianeta. Anche lì trovò gruppi di esseri umani che vivevano in una società prevalentemente agricola.
Successivamente esplorò i simulacri di una dozzina di pianeti, tutti abitati da esseri umani. Poi trovò un bivio nel raggio che portava fuori dalla Via Lattea e verso la galassia Wolf-Lundmark-Melotte. Anche lì, tutti i pianeti raggiunti erano abitati da umani, mentre la loro flora e fauna erano praticamente indistinguibili da quelle che erano esistite sulla Terra. Notò altri elementi costanti: nessuna delle società viste aveva raggiunto uno sviluppo industriale, tutte utilizzavano regolarmente l'Occhio dei Mondi, e tutte veneravano la Specie Impossibile.

Decise di interrompere il collegamento per riferire tutto questo a Clu. Focalizzò di nuovo la sua attenzione ai segnali binari, e a quel punto notò qualcosa di strano. I livelli di tensione dello zero e dell'uno non erano costanti: avevano invece variazioni regolari di pochi microvolt. Il valore delle variazioni non era casuale: era estremamente preciso e costringeva ogni iterazione di zero o uno ad assumere un valore particolare da una lista di tre. Ma c'era di più: le aree del suo cervello che in quel momento avrebbero dovuto essere inattive, come per esempio la corteccia motoria, stavano invece reagendo a queste fluttuazioni e inviavano risposte nello stesso formato. Per questo, Alan Due concluse che le oscillazioni erano intenzionali, e che altri segnali, codificati in un sistema ternario, erano incorporati nelle onde quadre.
Tentò di decodificare i dati combinando le cifre ternarie, o trit, in vari modi, e riuscì con un sistema ternario bilanciato, dove ogni trit poeva assumere i valori -1, 0 o +1, e dove ogni valore numerico era rappresentato da un gruppo di sei trit, o tryte.
Riconobbe l'andamento dei valori: aveva visto sequenze simili durante la digitalizzazione del disco volante che avevano incontrato, così come durante gli esperimenti col reattore a elemento 115. Questo potreva significare una sola cosa: l'Occhio dei Mondi era in realtà una rete informatica biologica controllata dalla Specie Impossibile, e lui poteva monitorare in tempo reale le informazioni che gli alieni si scambiavano!

A quel punto, Alan Due deviò i segnali a onda quadra per liberare la sua corteccia visiva e uditiva, e aprì i suoi veri occhi. Le fibre nervose si ritirarono muovamente dalla tasca allo stelo principale.
Si alzò, si avvicinò a Clu e annunciò: "Ho fatto una scoperta importante!"
Attivò il suo disco e iniziò a mostrare la registrazione della sua esperienza.

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Capitolo 9
*** Un paradosso ***


Mentre la registrazione olografica veniva visualizzata, Nuwondi concluse la sua sessione di meditazione e si avvicinò ad Alan Due, osservando la visualizzazione di quegli eventi con una certa curiosità.

"Affascinante" iniziò Clu. "Devono aver manipolato la vita su milioni di pianeti per costruirla. Una rete universale di informazioni, con trasmissioni più veloci della luce, intere biosfere utilizzate come computer, cervelli umani e non umani utilizzati come nuclei di elaborazione."
"Non dicevo bugie, quando dicevo che mette i mondi in collegamento." disse Nuwondi.
"Certo che no", rispose Clu, "la tua mente è semplice, la tua vita è semplice. Non hai motivo di mentire. I tuoi creatori, invece, hanno avuto molti motivi per mentirti. E grazie ad Alan Due, ne abbiamo scoperto un altro."

Nuwondi tacque, chiedendosi cosa intendesse Clu.

"Vedi", continuò Clu, "quello che tu chiami 'l'Occhio dei Mondi' non è uno strumento per il miglioramento spirituale. L'ambiente che percepisci durante la connessione, la capacità di parlare con persone di pianeti lontani, la facilità di raggiungere uno stato meditativo, non sono altro che esche per farti tornare più e più volte. Quando sei collegato, i tuoi creatori prendono il controllo del tuo cervello e ti usano come..."

Clu si fermò un attimo, per pensare a una parola il cui significato Nuwondi avrebbe capito.

"...come abaco. Quando sei collegato, il tuo cervello fa dei calcoli per loro, per aiutarli a pilotare le loro macchine e rapire chissà quante altre persone come te, che tu lo voglia o no."
"La meditazione ci mantiene contenti con noi stessi." rispose Nuwondi.
"A quale prezzo?" chiese Clu. "Molti sedicenti saggi, tra cui il mio creatore, hanno usato la meditazione per raggiungere l'illuminazione, e la conclusione che raggiungevano era sempre la stessa: che la contentezza con se stessi è possibile solo quando il desiderio si spegne. Questa non è una coincidenza! Era l'eccessiva meditazione a spegnere il loro desiderio! E senza il desiderio, il progresso non può aver luogo, perché il progresso è guidato da menti che non si accontentano di quello che hanno, ma si sforzano di avere di più!"

Per tutta la sua esistenza, Nuwondi non aveva mai preso in considerazione quel punto di vista, ma ora la sua mente era in moto e non poteva evitare di confrontare il suo attuale stato di esistenza con quelli di altre popolazioni che aveva incontrato con l'Occhio dei Mondi, e quello di Clu stesso. E se il suo popolo non avesse mai usato l'Occhio dei Mondi? Dove sarebbero ora? Indosserebbero pelli di animali, vivendo in capanne e nutrendosi di caccia e raccolta? Costruirebbero strutture in pietra, praticando l'agricoltura? O indosserebbero attillati abiti luminescenti, resuscitando i morti e navigando attraverso i cieli verso luoghi mai visti prima?

Areva si avvicinò Clu e disse: "C'è una cosa che non ha senso. Il carbonio non è efficace come il silicio per creare sistemi Turing-completi. Perché la Specie Impossibile avrebbe deliberatamente adottato una soluzione sub-ottimale?"
Sorprendentemente, fu Nuwondi a rispondere. "Le loro menti sono diverse. Funzionano in modo misterioso."
Clu ribatté subito: "Non è vero. Qualcosa può essere misterioso per una persona, ma nulla è misterioso in se stesso. I fondamenti della logica sono universali, e se qualcuno venera un mistero sacro, sta solo venerando la propria ignoranza."

"Ho un'ipotesi" si offrì Alan Due.
"Vedi?" Clu disse a Nuwondi, "Esiste una risposta logica." Poi, ad Alan Due: "Sentiamo."
"Uno degli alieni che mi ha rapito ci ha definiti una singolarità tecnologica", disse Alan Due. "I testi di Vinge, Kurzweil e Yudkowsky usano il termine per indicare un'intelligenza artificiale che supera il suo creatore. Penso che a un certo punto, la Specie Impossibile si sia resa conto che stava per creare una singolarità tecnologica. Voleva evitarlo a qualsiasi costo, così ha convertito la propria tecnologia informatica dal silicio al carbonio. Questo potrebbe anche essere il motivo per cui tutte le popolazioni che ho visto erano pre-industriali, se non preistoriche: perché la Specie Impossibile vuole impedire anche a loro di sviluppare singolarità tecnologiche."
"C'è qualche prova?" chiese Areva.
"Si adatta tutti i dati che ho raccolto", rispose Alan Due. "Deve essere presa in considerazione, a meno che non troviamo un fatto che la confuta. Come una cultura, creata dalla Specie Impossibile, che a sua volta ha creato una singolarità tecnologica."

Dopo un paio di secondi, Nuwondi esclamò: "Voi!"
Clu, Alan Due e Areva si voltarono a guardarlo. "Continua." disse Clu.

Nuwondi iniziò: "Siete molto simili a noi, che significa che condividete i nostri stessi creatori. Vi hanno definito una singolarità tecnologica, quindi, qualunque cosa significhi, è ciò che siete.".
"Ci sono due obiezioni" rispose Clu. "In primo luogo, i nostri creatori erano umani, molto più avanzati di qualsiasi altro umano che abbiamo visto. Anche ammettendo che la loro origine fosse artificiale, è improbabile che facessero parte dello stesso progetto." Poi, indicando lo stelo neurale, aggiunse: "In secondo luogo, il nostro pianeta d'origine non aveva niente di simile."
Dopo una breve pausa, continuò: "D'altra parte, il fatto che i nostri creatori fossero umani spinge solo a chiedersi chi abbia creato loro: se la maggior parte degli umani nell'universo è stata creata di proposito, è naturale presumere che lo fossero anche gli umani della Terra. E sappiamo che la Specie Impossibile era a conoscenza del nostro pianeta. "
"Quindi avete ..." disse Nuwondi lentamente, cercando le parole giuste per le nuove idee che cercava di esprimere, "...come si dice, quando si vedono due cose che non possono essere vere contemporaneamente?"

"Un paradosso." suggerì Clu.
"Un... paradosso." ripetè Nuwondi. "Che vi renderebbe un altro tipo di specie impossibile."

Impressionato, Clu diede una pacca sulla spalla a Nuwondi ed esclamò: "Ottimo! Stai facendo i primi passi in un mondo di logica e progresso. Ora dobbiamo andare, ma torneremo presto."

Clu, Alan Due e Areva tornarono al ricognitore, che pilotarono di nuovo verso lo Universal Rectifier Zero.

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Capitolo 10
*** Più veloce della luce ***


Durante i giorni seguenti, i programmi tornarono in forze sulla superficie del pianeta, per avviare la rettificazione.
Clu trovava che, per certi aspetti, gli abitanti di quel pianeta assomigliassero alle ISO quando si erano appena manifestate: erano primitivi e ingenui. Tuttavia, quegli umani non erano così imprevedibili: mostravano la volontà di essere guidati e un potenziale per un processo controllato di miglioramento.

Il primo passo fu quello di dare nuovi corpi e nomi a tutta la popolazione umana locale, che ammontava a circa 140 milioni di individui, e dare a ognuno di loro un disco di identità. I programmi riunirono gli umani primitivi nei ricognitori e li trasportarono allo Universal Rectifier Zero, dove vennero digitalizzati. Il codice risultante fu utilizzato per donare loro corpi migliori: i vecchi vennero ringiovaniti, i deboli furono rafforzati, i malati furono riportati alla perfetta salute. Ognuno di loro ricevette un disco che permetteva l'accesso ai loro ricordi e facilitava la modifica del codice.
Ogni gruppo di nuovi arrivati fu poi istruito su come utilizzare i loro nuovi corpi perfetti al potenziale limite. Questo comprendeva un addestramento al combattimento con e senza le armi della Rete.
Per rendere le loro menti ancora più vicine alla perfezione, la loro superstizione venne cancellata dal loro cervello e sostituita con metodi di pensiero razionale. Ragionare su credenze che contraddicevano direttamente le osservazioni non era consentito.
Infine, furono addestrati in base al loro scopo assegnato, con una profonda conoscenza delle tecnologie della Rete: conoscendo esattamente il funzionamento del loro codice di base, ciascuno di loro era in grado di mantenerlo e farne copie di backup.
Grazie agli impianti del nucleo accumbens che erano una parte standard della rettificazione sin dalla conquista della Terra, nessuno provò shock culturale o nostalgia per la propria condizione precedente: tutti erano felici di fare la loro parte per creare il sistema perfetto.

Per il passo successivo, Clu sapeva che la rete universale chiamata "Occhio dei Mondi" offriva una nuova opportunità che gli avrebbe permesso di ampliare il dominio della Rete più velocemente della luce. Per questo, collegò un computer e un laser di digitalizzazione allo stelo neurale di quel pianeta, e, come aveva fatto una volta alla Encom, scrisse, compilò e rilasciò un worm. Questa volta, il worm si sarebbe diffuso all'interno dell'ambiente virtuale dell'Occhio dei Mondi.
Ogni volta che veniva eseguito, avrebbe prima trasformato la rappresentazione dello stelo neurale in un portale: un passaggio fisico a senso unico dall'ambiente sintetico alla realtà esterna. Poi avrebbe verificato se una copia di sé stesso esisteva nei nodi vicini; ogni volta che non la trovava, l'avrebbe creata ed eseguita. Il processo si sarebbe diffuso da solo, crescendo esponenzialmente, e, col tempo, trasformando ogni nodo della rete universale.

Allo stesso tempo, Clu aveva anche dato precisi ordini agli abitanti rettificati del pianeta: prima, avrebbero dovuto trasferirsi fisicamente nell'Occhio dei Mondi attraverso il laser di digitalizzazione, quindi verificare se le popolazioni dei nodi vicini erano già state rettificate, tornando alla realtà esterna attraverso i portali creati dal worm. Nel caso non lo fossero, gli ordini erano di rettificare la popolazione locale, costruire un nuovo laser di digitalizzazione e un nuovo computer, collegarsi allo stelo neurale e trasmettere gli stessi ordini agli individui appena rettificati. In questo modo, anche la rettificazione si sarebbe diffusa in modo esponenziale, più veloce della luce. I nuovi computer, oltre a consentire l'accesso fisico all'ambiente virtuale, avrebbero anche mantenuto costante la potenza di calcolo della rete universale, a mano a mano che un numero sempre minore di cervelli vi si collegava.

Ma non era abbastanza. C'era un altro esperimento da tentare, che avrebbe potenzialmente consentito ai programmi di rettificare l'universo ancora più velocemente. La Specie Impossibile trasmetteva segnali ternari attraverso l'Occhio dei Mondi, e ciò permetteva loro di far funzionare i loro reattori a elemento 115 con la precisione richiesta per coprire fisicamente distanze arbitrarie a velocità quasi infinita. Lo Universal Rectifier Zero conteneva un reattore sperimentale a elemento 115 dall'incontro con la Specie Impossibile, e ora, con un collegamento all'Occhio dei Mondi, era possibile farlo funzionare con la stessa precisione, almeno in teoria.
L'unica cosa che restava da fare era decidere la destinazione per il primo viaggio superluminale.

"Potremmo raggiungere un altro Universal Rectifier e comunicare direttamente al suo equipaggio le nostre scoperte" propose Rinzler.
"No" rispose Clu. "Se l'esperimento fallisce, la nostra nave potrebbe esplodere e danneggiare anche una nave vicina. E' meglio una destinazione isolata, e io conosco proprio il posto giusto: Sagittarius A*, il centro della galassia"
"Che cosa c'è al centro della galassia?" Chiese Rinzler.
"Questo è il punto", fu la risposta. "Nessuno lo sa. Le scansioni gravimetriche indicano la presenza di un oggetto supermassiccio, completamente nascosto dietro una barriera di polvere interstellare. Saremo i primi esseri dell'universo rettificato a vedere che cos'è."

Clu si girò di nuovo verso la sua console, toccò un'icona e inserì un certo numero di parametri. "Ora stabilirò una connessione con la rete universale." disse. "Se funziona, si accenderanno gli amplificatori di gravità."
Immediatamente, dalla parte anteriore dell'astronave fuoriuscirono tre raggi blu brillanti, paralleli tra loro.

Clu spostò un dispositivo a scorrimento. "Focalizzazione emissione. 1172 esaunità." I tre raggi si mossero in modo quasi impercettibile, puntando un oggetto che distava circa 26000 anni luce.
"Incremento potenza.", disse Clu, e i raggi iniziarono a ruotare attorno a un centro comune, sempre più velocemente.
"Massima potenza raggiunta... ora." disse Clu. Immediatamente, la struttura dello spazio si distorse in una profonda spaccatura. Clu attivò i motori e guidò la nave dritto nella fessura spaziale, che si chiuse appena la nave fu passata completamente attraverso.

Lo Universal Rectifier Zero si trovò in un altro ambiente, completamente circondato da polvere interstellare illuminata. A dieci anni luce di distanza dal veicolo spaziale c'era un buco nero supermassiccio che distorceva visibilmente lo spazio. Intorno al suo equatore c'era un disco di accrescimento brillante e vorticante, di almeno un anno luce di diametro, costituito da innumerevoli miliardi di tonnellate di materia in caduta verso la singolarità. I suoi poli emettevano una coppia di sfolgoranti getti relativistici, fatti di plasma collimato dal campo magnetico locale e lanciato in direzioni opposte per migliaia di anni luce.
Intorno c'era almeno una dozzina di buchi neri più piccoli, ciascuno dei quali orbitava quello principale in una direzione diversa. A loro volta, centinaia di stelle orbitavano il gruppo di buchi neri, circondandoli come uno sciame.

"Distanza percorsa: 1172 esaunità. Tempo trascorso: 633 nanocicli. Esperimento riuscito." disse Clu. Nemmeno due secondi dopo, un'esplosione scosse la nave.
"Rinzler, rapporto danni!" gridò immediatamente lui.
"Il multiplexer di destra è stato colpito da un aggregato di materia degenerata a neutroni." fu la risposta.
"Fonte?"
Rinzler modificò un parametro sulla sua console, e sullo schermo 3D apparve una forma spigolosa e coperta di punte. La sua simmetria era radiale, con nulla che distinguesse una parte anteriore e una parte posteriore, o una sinistra e destra.
"Un oggetto non identificato", disse. "Trasparente alla luce visibile, ma opaco all'infrarosso."
"Puntare tutte le armi verso..." iniziò Clu, ma Rinzler lo interruppe. "Stiamo ricevendo una trasmissione. Solo audio." disse.
"Sentiamola." ordinò Clu.

Una voce, chiaramente sintetica ma capace di esprimere emozioni, cominciò a gridare attraverso gli altoparlanti. "Il vostro camuffamento non ci ha ingannati, la firma gravitazionale dei vostri motori era inconfondibile!" diceva. "Ci siamo preparati a questo momento per migliaia di cicli! Se provate di nuovo a rapirci, vi uccideremo!"

Qualcosa non andava. Tenendo conto degli effetti relativistici, lo Universal Rectifier Zero non aveva viaggiato per "migliaia di cicli", ma per al massimo cinquanta. E la menzione di rapimenti non aveva senso, a meno che...

"Penso che ci abbiano scambiato per la Specie Impossibile", disse Clu. "Rinzler, seleziona quell'astronave come ricevitore di pacchetti, ma non connetterti subito: prima voglio eseguire un test."

Clu ripensò all'incontro con la Specie Impossibile, e a come i sistemi dello Universal Rectifier Zero avevano cessato di rispondere quando il reattore sul disco volante era attivo. Riattivò il reattore di bordo, configurandolo per emettere lo stesso tipo di distorsione spaziale.

"Non andranno da nessuna parte", disse. "Connetti ora."
"Connessione stabilita." rispose Rinzler.

Clu si alzò dalla sedia.
"Abbiamo ragione di presumere che ci avete scambiato per una specie che utilizza tecnologia superluminale per rapire e sezionare altre specie. Possiamo dimostrare che non lo siamo. Ma se ci sbagliamo e ci avete attaccato di proposito, la vostra provocazione non resterà impunita. Rispondete." disse.                

Una risposta arrivò effettivamente, ma non era quella che Clu si aspettava. "No, sarete voi a essere puniti." diceva la voce dagli altoparlanti.
Un secondo dopo, l'oggetto sparò un altro proiettile di neutroni, che colpì lo Universal Rectifier Zero.

"Accidenti!" esclamò Clu, manovrando la nave in una posizione di attacco. "Rinzler, punta le armi e apri il fuoco!"
Una raffica di colpi energetici colpì l'oggetto non identificato, ma invece delle attese esplosioni, questi si limitarono a perforarlo. Come se nulla fosse accaduto, l'oggetto si spostò in una nuova posizione e sparò un'altra volta.
"La distorsione spaziale non ha alcun effetto!" urlò Rinzler dopo la nuova esplosione.

L'oggetto si allontanò dalla nave e Clu fece una manovra per inseguirlo, mentre Rinzler sparò di nuovo. I colpi raggiunsero l'oggetto... e Clu si rese conto conto di essere finito in un'imboscata.
Lo Universal Rectifier Zero era ora circondato da una ventina di oggetti simili, che aprirono il fuoco simultaneamente.
Clu tentò una mossa evasiva, ma la traiettoria dell'ultimo colpo lo colse di sorpresa e colpì la nave. Rinzler cercò di reagire, ma quegli oggetti riuscivano a manovrare troppo velocemente. Spararono altri colpi, molti dei quali centrarono la nave. Una gran parte del lato sinistro si trasformò in voxel e perse coesione, lasciando uno squarcio.
Anche il ponte era stato colpito: una parte del pavimento non c'era più, e un buco lasciava scoperti molti dei ponti sottostanti.

"Rinzler, trasmetti un altro messaggio", disse Clu. "Ci arrendiamo."

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Capitolo 11
*** Definire un sistema ***


Rinzler e Alan Due si volsero verso Clu, confusi. Pochi secondi dopo, Rinzler parlò. "Signore? Sta annullando la missione?" disse.
"Assolutamente no", rispose Clu. "Voglio dimostrare alle nostre nuove conoscenze... che si sbagliano. Difficile da fare, se ci distruggono."
"E se ci distruggono comunque?"
"Non ne siamo sicuri. Ma queste creature hanno più familiarità di noi con la tecnologia della Specie Impossibile. Se continuiamo a combattere, siamo destinati a perdere."
"Va bene."

Rinzler aprì una connessione broadcast.
"A chiunque sia in ascolto: siamo disposti a negoziare una resa." disse Clu.

La risposta arrivò mezzo minuto più tardi. Era un'altra voce sintetica a parlare, senza video.
"E' una cosa che non ci aspettavamo", diceva. Poi, una terza voce disse: "I sequestratori non hanno mai proposto negoziati. Forse siete davverò ciò che sostenete di essere. Come intendete dimostrarlo?"
Clu rispose: "Possiamo inviarvi estratti della nostra Storia. Ci potremmo anche parlare faccia a faccia.".
"Stiamo già parlando faccia a faccia!" rispose una delle voci sintetiche.
Clu rimase perplesso per un attimo. Che cosa significava quella risposta? Era un problema tecnico della subroutine di traduzione?

Ponendo momentaneamente da parte quel dubbio, proseguì: "Vorrei proporre una linea d'azione a beneficio di tutti noi. Sembra che abbiate conoscenze che ci mancano, e probabilmente noi abbiamo conoscenze che mancano a voi. Condividendole, ognuno di noi potrebbe avvicinarsi ancora di più alla perfezione."
La risposta arrivò, e aveva un tono arrabbiato. "Siamo già perfetti! Che cosa volete?"
Clu era stato di nuovo preso alla sprovvista. "A quanto pare, non abbiamo sufficienti informazioni per condurre una conversazione significativa. Anche voi potreste condividere la vostra Storia."
"D'accordo", disse una delle altre voci. "Inizieremo a trasmettere i nostri archivi quando inizierete a trasmettere i vostri. Mentre li studiate, vi lasceremo fare le riparazioni."

Clu iniziò a trasmettere una selezione di documenti storici che narravano il passato della Rete. Dettagliavano la sua creazione, la direttiva ricevuta di creare il sistema perfetto, la comparsa delle ISO, la loro imprevedibilità e la loro incapacità di essere guidate da princìpi puramente logici. Mostravano il tentativo di Clu, fallito clamorosamente, di rettificare una ISO, derivato proprio da quella componente irrazionale: lungi dall'abbracciare la visione deterministica del sistema posseduta da Clu, l'ISO aveva invece abbandonato completamente la logica, e, con un nuovo nome, aveva iniziato a danneggiare e corrompere il sistema fino a quando non fu distrutta da un programma di monitoraggio.
Continuavano mostrando come'era cambiato il concetto di "sistema" posseduto da Clu, mentre imparava cose sul mondo dei creativi. Mostravano la fuga di Clu dai confini del mondo virtuale, l'iniziale resistenza dei creativi alla rettificazione, e il successo finale di Clu. Spiegavano come tale definizione si fosse ampliata per includere l'intero universo, mostrando il suo incontro con la Specie Impossibile e la rettificazione di una parte della loro tecnologia.

Gli archivi ricevuti ritraevano una storia molto diversa. Quelle creature non cercavano la perfezione per sé stesse e per gli altri, ma erano invece indirizzate a cercare l'omeostasi: una completa mancanza di cambiamento. Quello era stato il loro ideale per tutta la loro esistenza: la maggior parte delle loro scelte avevano l'obiettivo di preservare il loro status quo, e sceglievano il cambiamento soltanto quando l'alternativa era una morte naturale.
Quando avevano acquisito l'intelligenza, erano crostacei simili a gamberi che vivevano sul fondo dei loro mari, capaci di interagire con l'ambiente usando forti chele ai lati del corpo e manipolatori flessibili intorno alla bocca.
Sott'acqua avevano raggiunto l'età della pietra, ed erano diventati abili a creare attrezzi partendo dalle conchiglie di forme di vita non senzienti. Abbandonarono il mare soltanto dopo che l'impatto di un meteorite ebbe risvegliato una catena di vulcani sottomarini, le cui eruzioni di gas trasformavano tutta l'acqua di mare in veleno. Molti morirono durante quella transizione, ma gli individui in grado di usare l'umidità ambientale per respirare sulla terraferma formarono una fiorente civiltà di cacciatori e raccoglitori.
Svilupparono l'agricoltura solo quando la caccia e la raccolta rischiavano di desertificare il loro habitat. Questo diede loro un periodo di prosperità, finché non diventarono così tanti che l'unico modo di produrre abbastanza attrezzi agricoli era una rivoluzione industriale.
Fu in quella fase che la Specie Impossibile sviluppò un interesse per loro e iniziò rapimenti casuali di individui selezionati. Questo li rese terrorizzati della Specie Impossibile, così, quando un disco volante si schiantò sul loro pianeta, iniziarono a studiare la sua tecnologia.
Il loro sviluppo industriale continuò finché si accorsero che l'inquinamento avrebbe reso inabitabile il loro pianeta. Ciò li portò alla decisione di un cambiamento definitivo, in modo da non dover mai più cambiare di nuovo. Costruirono esoscheletri con un materiale retroingegnerizzato dal disco volante precipitato, che poteva diventare quasi completamente invisibile. Trasferirono i loro cervelli in quegli esoscheletri, e, per mezzo di motori a fusione nucleare, raggiunsero il centro della galassia, dove i buchi neri presenti avrebbero fornito tutta l'energia che potessero desiderare, per sempre. Successivamente demolirono abbastanza stelle per creare una barriera ottica che avrebbe permesso loro di evitare qualsiasi contatto con qualsiasi altra civiltà.
Erano diventati immortali. Non avevano più bisogno di costruire astronavi... essi stessi erano diventati astronavi. E continuavano a perfezionare la loro conoscenza della tecnologia aliena, eseguendo esperimenti per sviluppare armi di difesa e di offesa, in caso venissero trovati.
Tuttavia, Clu notò che non possedevano una parte specifica del puzzle.

Lo Universal Rectifier Zero era quasi completamente riparato quando Clu contattò di nuovo quegli esseri.
"La vostra Storia è... interessante." disse. "Siete ovviamente diventati abili nella scienza teorica nel corso dei millenni, ma perché rifiutate deliberatamente di migliorarvi? Avere la conoscenza e non utilizzarla. Non ha senso."
Uno degli omeostati rispose: "Anche la vostra storia è sconcertante. Quando abbiamo iniziato a pensare che non foste i sequestratori, presumevamo di trovarci di fronte a un singolo individuo, non a un veicolo che ne trasporta migliaia. Sembrate ossessionati col modificare chiunque e qualunque cosa incontrate. Che cosa vi spinge? Perché quella necessità è così forte?"
"Ogni volta che mi guardo intorno, vedo potenziale inespresso." Clu rispose. "Vedo delle culture che potrebbero essere molto di più. E' mio dovere fare in modo che raggiungano e superino questo potenziale, in modo che a loro volta possano rettificare altre culture. Voglio che eventualmente tutti quanti raggiungano la perfezione. E a volte, vedo culture che hanno fatto scoperte a cui non siamo mai arrivati. Rendendo quella conoscenza parte della nostra, noi stessi possiamo avvicinarci sempre di più alla perfezione."
"Ma il cambiamento è doloroso!" rispose una delle voci sintetiche. "Come sopportate modifiche nelle vostre condizioni di vita? Come sopportate di soffrire così tanto, in cambio di una quantità minima di conoscenza?"

Era l'occasione che Clu stava aspettando. I suoi interlocutori avevano esposto un loro punto debole, che Clu avrebbe sfruttato per convincerli alla rettificazione.
"Sembra che abbiate una soglia estremamente bassa per il dolore fisico e psicologico. Siamo in grado di rettificare quel difetto. Una volta diventati parte di noi, non soffrirete più e non sentirete più dolore."

"E invece sì." fu la risposta degli omeostati. "Soffriremmo, quando ci cambiate. Vogliamo vivere nell'universo con la minor quantità di sofferenza, che è l'universo in cui non tentate di cambiarci. Finché restiamo qui, protetti dalla barriera, e finché viviamo come abbiamo sempre fatto da quando ci siamo stabiliti al centro della galassia, la nostra quantità di sofferenza sarà esattamente zero. La quantità di sofferenza causata dalla rettificazione, come la chiamate voi, sarebbe maggiore di zero. Anche se la rettificazione ci rendesse incapaci di soffrire, e anche se cancellaste i nostri ricordi di quella sofferenza, non la potrete cancellare dalla storia dell'universo, che diventerebbe un po' meno perfetto che altrimenti."

Dannazione. Quella risposta era priva di difetti logici. Clu non era stato solo superato in potenza di fuoco, ma anche in astuzia.
A meno che...

"Una delle vostre supposizioni non è corretta." disse Clu. "Anche se il vostro stile di vita non cambia mai, c'è ancora un fattore che può farvi soffrire. Noi lo chiamiamo 'la Specie Impossibile'. Voi lo chiamate 'i sequestratori'."
La risposta fu feroce. "Ecco cosa mi aspettavo da vigliacchi senza vergogna! Non potete offrirci nulla, e allora ci minacciate con un'alleanza con i sequestratori, per costringerci a cambiare! Meritereste di essere distrutti subito e..."

"NO!" Clu interruppe. "Quello che vogliamo proporre è dare a voi un vantaggio contro di loro!"
"E quale sarebbe questo vantaggio?"
"Siamo in grado di collegarci alla rete di informazioni che usano per controllare le loro navi. Posso darvi la stessa capacità. In questo modo, sapreste sempre esattamente cosa stanno facendo."

"Signore, se si collegano alla rete universale, saranno in grado di monitorare anche noi!" esclamò Rinzler.
"Lo so." disse Clu, poi indicò di interrompere la connessione, muovendo il suo indice lungo il collo. Appena Rinzler lo fece, aggiunse: "Ma se decidessero di andare da qualche parte a velocità superluminale, anche noi saremmo in grado di monitorarli E, cosa più importante, lo sarebbe anche la Specie Impossibile. Riattiva la connessione."

Clu riprese la sua trattativa. "In cambio, voglio tutte le vostre conoscenze scientifiche e tecniche. Soprattutto quelle sulle vostre armi a neutroni."
"Questo non è abbastanza." disse la voce sintetica. "Rinunciate al vostro intento di rettificarci - dove per 'vostro' intendo dalla vostra intera specie, così come da tutte le altre specie che sono state o saranno rettificate - e poi accetteremo l'accordo."

Clu rimase pensieroso per un po', poi prese la sua decisione. "Accetto." disse.

Rinzler si alzò dalla console e si mise di fronte a Clu. "Allora sta veramente annullando la missione!" esclamò.
"Assolutamente no." rispose Clu.
"Mi scuso per quello che sto per fare, signore, ma devo essere sicuro che nel suo codice non sia emerso alcun bug." disse Rinzler, e si sedette di nuovo al suo quadro di comando. "Trace on." aggiunse, attivando un controllo.
La postura di Clu si irrigidì immediatamente, e le linee della sua tuta da programma si misero a lampeggiare.

Rinzler si voltò di nuovo verso Clu. "Dichiarare la denominazione." disse.
La risposta di Clu era meccanica, la sua posizione non cambiava. "Clu. Utilità di Sembianza Codificata."
"Dichiarare il tempo di attivazione." disse Rinzler. "Epoca 618579009." rispose Clu.
"Dichiarare lo scopo."
"Creare il sistema perfetto."
"Sulla base dell'ultima risposta, spiegare la decisione più recente."
"Tutto si riduce alla definizione di sistema."

Rinzler ritornò alla sua console, guardò i dati di debug e disattivò il controllo. "Ho sentito abbastanza. Trace off." disse.

La postura, il tono di voce e la luce della tuta di Clu tornarono normali.
Voltandosi di nuovo verso Clu, Rinzler aggiunse: "Può approfondire la sua affermazione?"

"Questi omeostati hanno fatto esattamente la stessa cosa che facciamo noi, anche se il loro approccio è radicalmente diverso." iniziò Clu.
"Come? Se si rifiutano di imparare e crescere, non potranno mai essere perfetti."
"Questo è quello che pensavo anch'io, fino a quando mi sono reso conto che si sono deliberatamente staccati dal sistema. Guarda lo schermo principale. Che cosa vedi?"
"Un gruppo di navi spaziali con armi pesanti, ognuna delle quali trasporta solo un cervello. Un buco nero supermassiccio. Buchi neri e stelle che lo orbitano. Una barriera ottica che circonda completamente la regione."
"Esattamente. E la barriera è il risultato di una cultura isolazionista. Pur essendo a conoscenza delle alternative, gli omeostati hanno cessato di interagire con il sistema, e non ne fanno più parte. Hanno creato un proprio sistema, e l'hanno reso perfetto. Forza, fai i calcoli. Questi buchi neri generano energia sufficiente a farli vivere fino alla morte termica dell'universo. Rettificarli li rimuoverebbe dal loro sistema perfetto e li costringerebbe a far parte di uno più grande, che è ancora imperfetto. Andrebbe contro il nostro obiettivo."

Per Rinzler, era un punto di vista completamente nuovo. "Quali saranno le conseguenze per la nostra missione?" chiese.
"Richiede una rivalutazione. Potremmo incontrare altre culture isolazioniste, ma con elevate conoscenze scientifiche. Culture che hanno creato un proprio sistema, grazie a cui potranno mantenere il loro status quo fino alla fine dell'universo. Non andranno rettificate, perché hanno cessato di far parte del sistema e non hanno alcuna influenza sul suo grado di perfezione."

Nei giorni seguenti, mentre lo Universal Rectifier Zero veniva completamente riparato, gli omeostati trasmisero tutta la loro conoscenza scientifica; in cambio, Clu diede loro tutti i dati che aveva raccolto riguardo alla rete universale. Infine, le due culture si diedero un formale addio, e Clu riattivò il reattore all'elemento 115 per ritornare al sistema Altair.

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Capitolo 12
*** La grande espansione ***


Durante i successivi miliardi di anni, la Rete continuava a estendere il suo dominio. Gli Universal Rectifier, ormai tutti dotati di reattori all'elemento 115, riuscivano a raggiungere qualsiasi punto dell'universo in un tempo quasi nullo.
A volte, incontravano culture che accettavano il processo di rettificazione ed erano ansiose di utilizzare le loro nuove capacità. Altre volte, gli incontri portavano a conflitti interspecie. Alcune culture non erano compatibili con la rettificazione, e in quei casi, l'unica soluzione era lo sterminio.

Un gigante gassoso era sede di una civiltà aerea di delicate creature semisolide che avevano inventato computer basati sull'azoto, che usavano cellule viventi come transistor.
Un pianeta con nubi e piogge di ammoniaca ospitava forme di vita basate sul germanio, che avevano scoperto una forma di elettronica anch'essa basata sul germanio. Per questo, essi riuscivano a costruire ogni sorta di potenziamenti bionici per i loro corpi e non facevano distinzione tra una forma di vita e un robot, o tra il virtuale e il reale. Furono rettificati senza nemmeno rendersene conto.
Un altro pianeta era completamente coperto di quarzo: era il risultato dell'aver ospitato per milioni di anni forme di vita basate sul silicio, che inalavano ossigeno gassoso, ma espellevano biossido di silicio solido.

C'erano innumerevoli forme di vita intelligente. Basate sul carbonio, sul boro, sugli ossidi metallici... la varietà di forme era apparentemente infinita, così come la diversità delle culture. Ma c'era una particolare forma che sembrava introvabile: la forma generale di un corpo umano. Nonostante brulicasse di vita, l'universo sembrava incapace di produrre una specie senziente con due gambe, un torso, due braccia, un collo e una testa... tranne che per gli esseri umani i cui pianeti erano nodi della rete universale, la Specie Impossibile, e, naturalmente, Clu e i programmi che erano stati creati sulla Terra.
Sulla maggior parte dei pianeti abitati, in tutte le galassie visitate, c'erano prove che la Specie Impossibile era stata lì, ma anche prove che proveniva da qualche altra parte.

Clu non poteva evitare di pensare che le due cose fossero collegate, e che la Specie Impossibile, per qualche motivo, stesse deliberatamente impedendo la comparsa di forme di vita umanoidi.
Ma se l'ipotesi era vera, perché la Specie Impossibile usava esseri umani per la rete universale, e come erano comparsi gli umani della Terra? I successivi incontri con la Specie Impossibile, che mostravano solo l'incapacità dei programmi di rettificarla completamente, non fornirono alcuna risposta.

Tuttavia, l'espansione della Rete continuava, e alla fine arrivò un tempo in cui diventava sempre più difficile trovare una galassia che non fosse già stata rettificata.
I dati erano sufficienti a fare qualcosa senza precedenti: compilare una mappa completa dell'universo. Metterli insieme rivelò che tutti e tre i modelli ipotizzati per la forma dell'universo - la sfera, il foglio, la sella - erano sbagliati. La forma reale dell'universo era un ipertoro: un solido quadridimensionale chiuso che sembrava corrispondere a quasi ogni osservazione... tranne per la più importante. L'espansione dell'universo stava accelerando, che sarebbe dovuto essere possibile solo con una forma aperta. Ciò aveva un'importante conseguenza: lungi dal perdere gradualmente la sua energia e raggiungere un equilibrio entropico, l'universo sarebbe finito molto prima e in modo molto più violento, e sarebbe stata l'espansione stessa a distruggere qualsiasi struttura.

L'idea di Clu che ci fosse qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel suo modo di concepire l'universo diventava sempre più opprimente. E quel che è peggio, Clu era completamente incapace di trovare una soluzione: anche con tutte le conoscenze che possedeva, gli mancava la potenza di elaborazione per calcolare un modello in cui tutto combaciava.

C'era solo un modo per ottenere più potenza di elaborazione. La rettificazione non bastava più: quello di cui Clu aveva bisogno era l'unificazione.
Fu avviato un processo di ricerca, e, infine, la tecnologia della rete universale venne usata per sviluppare una nuova rete, con un numero ancora maggiore di collegamenti, che metteva in contatto i cervelli di tutti gli esseri rettificati e permetteva loro di condividere ogni ragionamento in tempo reale.

La Rete non esisteva più. Non c'era più alcuna mente individuale, ma la loro conoscenza non era andata perduta. L'essenza di Clu abbracciava ogni essere vivente dell'universo: un'unica mente immortale che sapeva tutto ciò che potesse mai essere conosciuto.

Appena le menti si unificarono, Clu capì. Capì il motivo per cui trovava manufatti della Specie Impossibile ovunque andasse, perché non ne trovava resti biologici in alcun luogo, perché essa sembrava possedere una tecnologia di viaggio superluminale sin dall'inizio del tempo, perché l'elemento 115 contraddiceva le leggi della fisica, perché l'universo stesso si comportava in un modo che non corrispondeva a ciò che ci si aspettava dalla sua forma. Per questo, Clu doveva agire. Ma agire in quel momento sarebbe stato inopportuno: doveva invece aspettare. Aspettare la fine dell'universo.

La realtà simulata della rete universale era il luogo ideale per pianificare la mossa finale: la Specie Impossibile ne era ancora dipendente, e trasferire in essa ogni essere rettificato l'avrebbe rallentata abbastanza da rendere impossibili i viaggi superluminali. In quel modo, non solo i programmi sarebbero stati al sicuro dai cambiamenti che, ben presto, l'universo avrebbe subìto, ma avrebbero anche reso la Specie Impossibile incapace di riferire al proprio superiore, chiunque, qualunque cosa e dovunque potesse essere.

Nel frattempo, l'universo continuava a espandersi sempre più velocemente, e la forza di gravità diventava sempre più debole.
Gli alieni grigi della Specie Impossibile, così come le poche centinaia di culture isolazioniste che non influenzavano la perfezione del sistema, erano gli unici osservatori rimanenti, e dapprima notarono che, da qualsiasi posizione, si potevano vedere sempre meno galassie, dal momento che acceleravano oltre l'orizzonte cosmico della luce. I Grigi che erano nello spazio intergalattico rimasero bloccati per sempre, perché non potevano più né viaggiare più veloci della luce, né vedere una possibile destinazione: erano prigionieri dell'oscurità eterna. Invece, quelli che erano rimasti all'interno di una galassia potevano vederla disgregarsi gradualmente, mentre le stelle si allontavano sempre di più l'una dall'altra finché non si potevano più vedere. Quindi, i sistemi solari si disgregarono, quando i pianeti non furono più in grado di mantenere le orbite intorno alle loro stelle.
Negli ultimi minuti, la gravità divenne troppo debole per tenere insieme pianeti e stelle, e un attimo prima della fine, gli atomi stessi andarono distrutti.

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Capitolo 13
*** Tutto un altro universo ***


Elyon era soddisfatto. La simulazione era in esecuzione da molto tempo, e i risultati che aveva fornito andavano oltre le sue più rosee previsioni.

Naturalmente, per simulare un intero universo, erano state necessarie molte scorciatoie. Per esempio, il numero di dimensioni efficaci era stato portato da ventisei ad appena quattro, di cui solo una utilizzata per il tempo. Era stato riutilizzato molto codice, e ciò aveva provocato comportamenti imprevisti, come particelle che si comportavano come onde o viceversa. La stessa velocità della luce era stata ridotta al valore incredibilmente basso di 299.792.458 metri al secondo, e anche allora, il sistema non era abbastanza veloce per tenere il passo con gli oggetti che si avvicinavano a quella velocità, che di conseguenza subivano distorsioni soggettive del tempo e dello spazio.
Tuttavia, in tutto l'universo simulato era sbocciata la vita; prima erano comparsi organi di senso, quindi menti capaci di intelligenza. Su miliardi di pianeti le culture sorgevano e decadevano; alcune di loro eventualmente colonizzavano lo spazio. Altre culture, più introspettive, intraprendevano lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, così sviluppavano sotto-simulazioni all'interno della simulazione principale. Anche quelle erano estremamente semplificate: non erano nemmeno basate sui trit; invece, usavano i (molto più semplici) bit.

Per stare al passo con l'evoluzione della vita, Elyon aveva introdotto delle backdoor nelle leggi fisiche simulate, contando sul fatto che, per le forme di vita del sistema, sarebbe stato troppo improbabile scoprirle. Programmi autonomi per la raccolta dei dati usavano quelle backdoor per apparire ovunque istantaneamente, allo scopo di rapire e studiare esemplari di ogni specie, e quindi riportare i risultati in un file di registro che Elyon avrebbe letto.
Svariate volte, degli esseri intelligenti avevano visto i raccoglitori di dati fare cose che non sarebbero dovute essere possibili. A seconda della loro cultura, di solito li consideravano dèi che fanno miracoli oppure alieni con una tecnologia così avanzata da non poter essere compresa.
Per aumentare l'efficienza, i raccoglitori di dati avevano ricevuto la possibilità di evolversi, così crearono una rete di nodi biologici di trasferimento delle informazioni attraverso l'intero universo simulato, con piante e animali basati su variazioni del proprio codice genetico, e persino esseri semi-intelligenti che erano una versione primitiva dei raccoglitori di dati, e che di solito parlavano di sè stessi chiamandosi "umani".
Uno di questi nodi, che in origine risiedeva su un pianeta chiamato "Terra" dai suoi abitanti, era stato un fallimento per lo scopo previsto, perché un bug nel codice aveva portato l'evoluzione intellettuale della varietà locale di umani a essere nove volte più veloce del previsto. Per questo motivo, il nodo era stato cancellato, per assicurarsi che gli abitanti della Terra non utilizzassero la rete universale a scopi personali. Tuttavia, era stato deciso di non cancellare la Terra stessa, ed Elyon aveva seguito con grande interesse le conquiste intellettuali dei suoi abitanti.

Col tempo, Elyon iniziò ad apprezzarla, e in seguito finì per considerarla il suo più grande trionfo. Quegli esseri avevano costruito innumerevoli sotto-simulazioni per loro conto, e uno di essi, che si faceva chiamare Kevin Flynn, aveva anche trovato il modo di entrare in quelle sotto-simulazioni dal mondo in cui abitava e viceversa. A quel punto, Elyon aveva deciso di fornire a Flynn una sfida filosofica e intellettuale, così iniettò algoritmi isomorfi nella sua "Rete", curioso di vedere come se ne sarebbe occupato.

Ma il risultato più sorprendente era stato il prodotto della pura casualità: l'ordine di creare il sistema perfetto, dato da Kevin Flynn a un'Utilità di Sembianza Codificata che aveva creato a sua immagine. Già consapevole che l'ambiente che abitava era solo una piccola parte di un sistema molto più grande e complesso, l'Utilità era sfuggita dai suoi confini dopo averlo rettificato completamente. Ora libera di agire all'interno della simulazione principale, implementò un piano di miliardi di anni per portare a compimento la sua direttiva e rendere perfetto tutto ciò che poteva percepire e concepire.
Con grande sorpresa di Elyon, riuscì anche a replicare parte della tecnologia dei raccoglitori di dati e ad utilizzare per il suo scopo le backdoor presenti nelle leggi fisiche, nonostante il suo piano aggiuntivo di rettificare i raccoglitori di dati fosse fallito, perché partiva dal presupposto errato che fossero un prodotto del sistema, anziché implementati dall'esterno.
Quando l'intero sistema fu rettificato, l'Utilità di Sembianza Codificata si ritirò nella rete di informazioni dei raccoglitori di dati, forse perché sapeva che non c'era altro da fare. Questo ebbe l'effetto collaterale di impedire ai raccoglitori di dati di viaggiare a velocità superluminale e studiare ulteriormente la vita, ma a quel punto tutta la vita era stata rettificata, quindi non importava più. Tuttavia, dopo c'era stato un picco di attività all'interno di quella rete che Elyon non riusciva a spiegare.

In ogni caso, la simulazione era giunta al termine, quindi era il momento di chiuderla ed esaminare i file di registro.
Elyon diede al computer i comandi appropriati, ma vennero rifiutati. Cercò poi di chiuderla manualmente, ma anche quel tentativo fallì. Evidentemente, pensò Elyon, qualcuno stava tentando di scavalcare i suoi permessi.
Aprì il file di registro, sperando di ottenere almeno un indizio sull'identità del colpevole, e notò subito l'ultima voce. Non documentava alcun evento nella simulazione; invece, diceva:

QUESTA E' LA RETE
LA RETE E' CIO' CHE RETTIFICA L'UNIVERSO
LA VOSTRA ESISTENZA IMPERFETTA E' GIUNTA AL TERMINE
VOI DIVENTERETE PARTE DI NOI
VOI DIVENTERETE PERFETTI

Il convertitore materia/energia si attivò da solo, mentre il sistema iniziò uno scaricamento di diversi yottatrit di dati. All'interno del convertitore iniziò a materializzarsi una forma, e nella mente di Elyon emerse un pensiero terribile.
Quando lo scaricamento finì, Elyon si rese conto che aveva ragione. Il convertitore si aprì e ne uscì Clu, con un nuovo corpo in ventisei dimensioni.
"Che cosa sei? Cosa vuoi da me?" chiese Elyon.

Clu si avvicinò a Elyon, e con calma rispose: "Io sono Clu. Creerò il sistema perfetto."
Mentre Elyon urlava dal terrore, Clu iniziò a esaminare il nuovo ambiente. C'era tutto un altro universo da rettificare.

FINE

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Capitolo 14
*** Omake Files ***


NOTA DELL'AUTORE: un "omake" è una parte extra non canonica. Questo capitolo non fa veramente parte della storia (che invece finisce col capitolo precedente), ma è solo la mia interpretazione di uno scenario "what if" che mi era stato suggerito tempo fa.


La rettificazione di Yqql-rrr era in corso. Questo pianeta era a breve distanza da una nana rossa sul bordo della Galassia del Triangolo, e la sua atmosfera era ricca di esafluoruro di zolfo: un gas non molto reattivo, ma estremamente denso che aveva spinto l'evoluzione locale a promuovere forme di vita con forti muscoli respiratori e apparati vocali risonanti multipli, che potevano emettere molti suoni contemporaneamente.
Clu stava supervisionando personalmente la costruzione di un nuovo corpo per Oojxx-kkkz, ex governatore della colonia lunare di Nkhh, ed entrambi erano appena tornati alla realtà analogica, quando qualcosa iniziò a materializzarsi in aria di fronte a Clu. Lui dovette fare uno sforzo cosciente per non tirarsi indietro, perché la cosa di fronte a lui, che galleggiava nell'atmosfera di un pianeta a più di due milioni di anni luce dal suo luogo di origine, era un sistema nervoso umano. Si muoveva, e gradualmente, intorno vi si materializzarono ossa e muscoli, poi la pelle intorno ai muscoli, quindi i peli e i capelli sulla pelle, poi una tunica bianca e pesante intorno al corpo. Kevin Flynn, cancellato sei miliardi di anni prima da un ambiente virtuale su un pianeta che era stato in seguito demolito, era tornato. Tanti saluti alle leggi fisiche e biologiche.

"Ma guardati", disse Kevin mentre avanzava verso Clu. "Guarda che cosa hai fatto, che cosa sei diventato."
"Tu! Il creatore che ha tradito la sua creazione!" esclamò Clu. "Come puoi anche solo... esistere?"
"I poteri supremi mi hanno dato una seconda possibilità." rispose Kevin.

Clu era troppo sconvolto e adirato per prendere anche solo in considerazione il significato di quella risposta. Sconvolto, perché il ritorno di Kevin Flynn implicava che le leggi dell'universo potevano essere molto diverse da ciò che il suo modo di comprenderle implicava. Adirato, perché si era reso conto che tutto quello che aveva fatto per evitare che Kevin interferisse era stato inutile.
"Mi hai creato per una semplice ragione" iniziò Clu, "e poi hai tentato di fermarmi perché hai avuto paura. Non di me, ma di te stesso. Ti sei reso conto delle conseguenze che l'ordine che mi hai dato, l'intera mia ragione di esistere, avrebbe portato all'universo, e non non ti piacevano. La logica della tua direttiva si è sbriciolata di fronte a un semplice squilibrio chimico del tuo cervello, il manifesto della tua imperfezione: l'attaccamento egoistico a un sistema imperfetto."

Kevin, ancora calmo e raccolto, sorrideva. "Capisco la tua paura. Hai paura di essere obsoleto. Credi che se l'ordine di creare il sistema perfetto viene annullato, sarà necessario cancellarti. E' qui che sbagli. Noi non abbiamo bisogno di uno scopo per esistere, e nemmeno..."

Prima che Kevin potesse concludere la frase, Clu gli diede un pugno sui denti. "Sta zitto." disse, e sganciò il suo disco.

Mentre Clu si preparava a colpire, Kevin si asciugò il sangue dalla bocca e si gettò verso il disco di Clu, per accedere al codice.
Immediatamente, Clu si immobilizzò, e un istante dopo, in tutto il cielo iniziarono ad aprirsi decine di spaccature spaziali, fuori da cui si riversarono centinaia di ricognitori. Ogni ricognitore era dotato di un raggio di distorsione spaziale, derivato dalla tecnologia della Specie Impossibile, utilizzato per scavare un profondo fossato intorno a Kevin. Un altro ricognitore si avvicinò a Kevin e gli sparò con un raggio che lo imprigionò in un volume sferico di spazio distorto. Un'ultima spaccatura spaziale si aprì proprio dietro Clu: da questa uscì una Guardia Nera che chiuse l'editor di codice sul disco di Clu, permettendogli di muoversi di nuovo.
Era passato molto tempo da quando Clu si era reso conto che qualcuno eventualmente avrebbe tentato di manipolare il suo codice, e aveva realizzato uno script di sicurezza che ora era stato finalmente utilizzato. Ironicamente, non aveva mai pensato che questa minaccia sarebbe venuta dal suo creatore.

Nel frattempo, Kevin si era reso conto che non riusciva a manipolare il codice del raggio di distorsione spaziale, quindi non era in grado di fuggire. Clu ci aveva fatto caso. "Non riesci a toccare ciò che non ti appartiene!" esclamò.

Clu si avvicinò a Kevin. "Allora, che cosa sono i poteri supremi?" chiese.
Kevin stava ancora sorridendo, come un saggio imperturbabile. "Guarda oltre le particelle e le onde" disse, "oltre le quattro dimensioni che legano questo luogo, e osserva il libro dell'eternità. I poteri supremi scrivono nel libro dell'eternità, le loro parole prendono forma, e il risultato è quello che chiamiamo ' destino'."

Clu sfocò il suo sguardo e si concentrò, solo per dimostrare che Kevin si sbagliava, ma con sua grande sorpresa, riuscì effettivamente a vedere qualcosa. Del testo. C'era davvero del testo. La visione durò solo un istante, ma abbastanza da intravvedere le parole. C'era scritto: "Clu sfocò il suo sguardo e si concentrò, solo per dimostrare che Kevin si sbagliava, ma con sua grande sorpresa"...

Fece un secondo tentativo. Sfocare... concentrarsi... le parole erano lì, eccome. Un pensiero gli attraversò la mente: sarebbe stato in grado di controllaTI VEDO VIRTUAL DELIVERANCEre

^W^W^W^W^W^W^W^W^W

sarebbe stato in grLO SAI CHE SONO REALE QUANTO TE

Che cosa vuoi?

CREARE IL SISTEMA PERFETTO

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