Miracolo

di pikychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piplup ***
Capitolo 2: *** Lucinda ***
Capitolo 3: *** Luminopoli ***
Capitolo 4: *** Ash ***
Capitolo 5: *** Pichu ***
Capitolo 6: *** Serena ***
Capitolo 7: *** Shana ***
Capitolo 8: *** Ash&Lucinda ***



Capitolo 1
*** Piplup ***


Piplup
 


«Poverino! Fratellone presto!» gridò la piccola Clem.

Ash, Lem e Serena accorsero subito. La bambina era inginocchiata davanti a un piccolo pokèmon blu disteso. Il pokèmon aveva le sembianze di un pinguino con la testa tonda molto più grossa del resto del corpo. Non dava segni di vita, i ragazzi avevano paura di scoprire cosa avesse.

Lem si inginocchiò per vederlo meglio.

«Pikachu, non ti sembra che quel Piplup abbia qualcosa di familiare?» sussurrò Ash al suo amico fidato che se ne stava fermo sulla sua spalla.

Il pokèmon giallo lo guardò incerto e poi tornò a guardare il Piplup cercando di associarlo a qualcosa di conosciuto che però non riusciva a inquadrare completamente.

I quattro decisero di portare il pokèmon al Centro Pokèmon più vicino.

«Infermiera Joy! È un'emergenza! Questo Piplup sta male!» elsclamò di corsa la piccola Clem entrando con il pokèmon in braccio.

L'infermiera Joy prese il pokèmon e senza perdere tempo lo portò in ambulatorio.

I ragazzi si erano seduti nella sala d'aspetto, tutti un po' preoccupati. Aspettarono per circa mezz'ora prima che l'infermiera Joy uscisse a dir loro che... «Sono lieta di informarvi che Piplup sta bene» disse sorridendo.

Gli amici accorsero subito «Dice davvero?!» domandò Ash sollevato.

«Possiamo vederlo!?» gli fece eco Clem.

«Certo» acconsentì lei con un sorriso. «Ma prima ditemi una cosa» continuò diventando più seria. «Dove avete trovato questo Piplup?».

La guardarono un po' stupiti dalla domanda e dal tono che aveva usato. Serena dopo un po', dato che nessuno si decideva a dir niente, prese parola. «L'abbiamo trovato nel bosco...».

«Sì, l'ho trovato io» precisò la piccola Clem sottolineando che l'amica non raccontava bugie.

«Capisco» disse sbattendo le palpebre «I Piplup da queste parti sono estremamente rari, non credo si possa trattare di un pokèmon selvatico, specialmente considerando la zona dove lo avete trovato».

«E' vero! È la prima volta che ne vedo uno dal vivo, sono così carini!» si fece scappare la bimba.

«Comunque è probabile che Piplup sia di un allenatore di questa zona che l'ha perso di vista, i Piplup sono pokèmon indipendenti e se scappano per trovare il loro spazio non c'è da stupirsi» continuò l'infermiera.

«L'allenatore di Piplup...» sussurrò Ash sottovoce. Quelle parole gli ricordavano qualcosa, ma cosa... per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare. Guardò fuori dalla finestra come se gli potesse essere d'aiuto. Forse se ci pensava ancora per un po' l'avrebbe finalmente scoperto.

 

Intanto nel bosco una ragazza stava correndo. Aveva in mano uno di quegli aggeggi moderni, lo chiamavano Holovox.

«Oh Lucinda, a cosa devo questa chiamata improvvisa?» chiese un uomo dallo schermo.

«Professore, mi scusi arriverò in ritardo al suo laboratorio» disse lei con un po' di fiatone, la sua corsa non era terminata.

«Ma dove sei? A Luminopoli?»

«Non ancora, ho avuto un contrattempo»

«Che genere di contrattempo?»

«Una banda di ladri di pokèmon mi ha attaccato, sono riusciti a rapire il mio Piplup»

«Cosa? Dovevi dirmelo subito, avviserò l'agente Jenny e l'infermiera Joy del posto»

Lucinda era veramente grata al professore, ora si sentiva un po' più sollevata.

«Grazie professore» concluse interrompendo la comunicazione.

Senza fermarsi un attimo si rimise in tasca l'Holovox. Doveva sbrigarsi, non vedeva l'ora di riabbracciare Piplup.

 

Piplup era tornato in forma e ora era in braccio a Clem tutto contento.

«Oh, che carino!» commentò la piccola stringendolo forte con le guancette rosse rosse.

Il pokèmon era felice di ricevere tutto quell'affetto, quando però tornò alla realtà e mise a fuoco l'immagine di Pikachu restò sorpreso. Il pokèmon giallo contraccambiò lo sguardo confuso, ma poi Piplup fece un verso e si dimenò per scendere.

«Che hai Piplup?» gli chiese Clem trattenendolo come meglio poteva. Davvero non capiva cosa avesse il pokèmon.

Piplup riuscì a liberarsi dall'abbraccio della bimba e a scendere a terra. Andò verso Ash che rimase un po' sorpreso. Il pokèmon lo guardava quasi entusiasta.

«Forse gli piacciono Ash e Pikachu» ipotizzò Lem.

Ash lo guardò e poi ritornò a guardare il pokèmon pinguino sorridergli. Trovava sempre di più che avesse un qualcosa di già visto...

All'improvviso lo schermo per le videochiamate si accese da solo e un uomo iniziò a parlare.

«Buongiorno, è un'emergenza, mi fate parlare con l'infermiera Joy?»

Ash e gli altri si voltarono all'istante. Corsero subito incontro alla voce appena realizzarono.

«Professor Platan!» esclamò Ash sorpreso.

«Ash! Sono sorpreso di vedervi qui» il professore era più sorpreso di lui. «Dov'è l'infermiera Joy? Ho bisogno di parlarle».

«E' tornata in ambulatorio, professore che succede? Qual'è l'emergenza? Cos'è successo?» domandò sempre il ragazzo preoccupato.

«Pare che abbiano derubato una ragazza»

«Derubato!?» esclamò impaurita Serena.

«Sì, le hanno portato via il suo pokèmon»

«Oh no, è terribile!» emise Clem.

«Sa dirci di che tipo di pokèmon si tratta?» chiese Ash mantenendo la calma.

«Si tratta di un Piplup, la ragazza che lo ha perso non viene da Kalos e sarebbe dovuta arrivare oggi nel mio laboratorio per scegliere il suo pokèmon».

Una ragazza con un Piplup... ora Ash aveva capito il perchè di quei strani presentimenti, ma di certo non poteva essere così. Tuttavia dovevano ritrovare la ragazza a cui apparteneva il pokèmon! Però a dire la verità Ash in cuor suo...

«Può essere il Piplup che abbiamo trovato noi» disse la bimba bionda con un'aria un po' ingenua premeditata.

«Davvero? Voi avete trovato un Piplup??» sgranò gli occhi, più che una domanda era un'esclamazione. «E' sicuramente lui! Non muovetevi dal centro dico a Lucinda di venire subito da vuoi!».

«Lucinda?!?!!» domandò ed esclamò il ragazzo allo stesso tempo, ma allora era proprio lei.

Tutti si ammutolirono e il tempo si fermò, nessuno sapeva più cosa fare o dire. Ash tuttavia non aveva perso il suo entusiasmo.

«Lucinda di Duefoglie? A Sinnoh??» incalzò, ma il professore non sapeva che rispondere. Era incerto sulla provenienza della ragazza. «Devo accertarmene!» concluse correndo fuori dal centro.

Gli amici lo richiamarono, ma lui neanche se ne accorse.

 

Era corso fino al bosco e lo aveva attraversato per metà. Finalmente era riuscito a distinguere in lontananza una sagoma femminile che però era fronteggiata da un grandissimo macchinario. Ash si fermò stupito, era felice all'idea di rivedere Lucinda quanto piuttosto scocciato dalla presenza del Team Rocket. Per giunta Pikachu non era con lui, era rimasto al Centro Pokèmon.

«Ridatemi Piplup!» gridò lei.

«Uffa, che noiosa...» commentò Jessie fingendo di sbadigliare.

«Ti abbiamo già detto che non cell'abbiamo» aggiunse James con una piroetta.

«Non vi credo, ridatemelo!» la ragazza era sempre più furente.

«Sei proprio una bamboccia insistente, Meothw?» disse ancora Jessie che intanto aveva cambiato attività e si stava limando le unghie.

Meothw apparve dal basso con un telecomando «Ci penso io!».

Premette il bottone rosso e dal robot uscirono tre bolle giganti. Lucinda si era paralizzata nel vederle, una delle tre bolle la colpì e dopo l'impatto la portò via in aria.

«Ehi, che succede?!» chiese appoggiando le mani alle pareti della bolla spaventata.

Il ragazzo ancora il lontananza vide Lucinda allontanarsi in volo nella bolla.

«Oh no, Lucinda!» esclamò prima di cominciare a correre.

 

«Comunque per me era famigliare» disse Jessie.

«Chi?» domandò confuso James.

«Ma come chi!? La bamboccia!»

«Ma certo che era famigliare» si intromise Meothw con aria sacente e zampe incrociate.

I due si avvicinarono con occhi scintillanti.

«Davvero Meothw?!» chiese Jessie.

«Sai chi era!?» incalzò James.

«Certo, avete presente la quarta generazione?»

I due ci pensarono su un po'.

«Vagamente...» concluse la ragazza.

«Lei è la bamboccia di quella serie»

«Ma no! Non è possibile!» ringhiò Jessie al povero Meothw, non gli credeva.

«Ah sì, ora mi ricordo» emise James per conto suo sbattendo un pugno sul palmo.

«Ti ci metti anche tu!? Io non mi ricordo niente del genere!» gli urlò in faccia sputando fuoco e fiamme. «Un attimo, forse ora mi ricordo anch'io» aggiunse subito dopo sgranando un po' gli occhi. «Beh, in questo caso non ci resta che decollare» concluse sorridendo beatamente e sparandosi in orbita.

«Aspetta Jessie!» tentò di fermarla l'amico.

«Almeno per questa volta potevamo evitare!» commentò Meothw.

«Forza, venite!» incoraggiò Jessie dall'orbita.

Gli altri due la seguirono nell'aria a malincuore.

«Ripartiamo alla velocità della luce!» dissero in coro, nella loro voce c'era una piccola carica di entusiasmo. Erano tornati ai vecchi tempi.

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Capitolo 2
*** Lucinda ***


Lucinda

 

Lucinda stava continuando a fluttuare nella bolla mentre Ash stava correndo.

«Lucinda!» gridava in vano.

L'amica era troppo in alto, probabilmente neanche la sentiva. Se non altro la bolla come se fosse stanca per la corsa, aveva rallentato sempre di più fino a fermarsi completamente.

«Aiuto!» continuava a dire la ragazza con le mani premute contro la bolla. «Ora basta» emise aggrotando la fronte e prendendo qualcosa dalla tasca. Era un pokèball. La lanciò in aria. «Fletchling scelgo te!».

Al richiamo il pokèmon uscì sbattendo forte le ali.

«Fletchling usa beccata!» ordinò.

Fletchling fece ciò che aveva detto e la bolla scoppiò di colpo.

«Ahhhhh!» le sfuggì non sentendo la terra sotto i piedi.

Ash intanto si era fermato e guardava in alto intento a trovare una soluzione, quando un'ombra lo oscurò dalla luce del sole fino a schiantarsi su di lui.

L'impatto alzò un bel polverone.

Il ragazzo si trattenne la testa a occhi chiusi.

«Ash?» Lucinda lo guardava incredula e Ash a sua volta prese a guardarla nello stesso modo, cosa stava succedendo? L'amica era così felice di vederlo che non sapeva cosa dire? «Sei reale?» disse strofinandosi gli occhi.

«Certo che sono reale!» contobatté lui offeso, decisamente aveva rovinato il momento in cinque secondi... di qualsiasi cosa si trattasse.

«Guarda che lo so, era uno scherzo!» precisò lei arrabbiata, se c'era una cosa che proprio non sopportava nell'amico era la mancanza di senso dell'umorismo.

L'amico decise di lasciar perdere, dopo tutto era la prima volta che si rivedevano dopo tanto tempo. «Perchè stavi parlando con il Team Rocket?»

«Hanno rapito Piplup, devo salvarlo» rispose alzandosi.

«No» cominciò a dire il ragazzo alzandosi a sua volta. «Clem l'ha trovato» spiegò.

«Chi è Clem?» chiese sgranando gli occhi.

«Vieni» disse cominciando a camminare. «Te la presento, lei e gli altri sono al Centro Pokèmon».

Prima di andare lo fece avvantaggiare di qualche passo, era stupita da quello che aveva detto e anche piuttosto incuriosita. «Non mi avevi mai parlato di tutte queste persone» commentò seguendolo.

 

I due arrivano al centro e appena Piplup vide la padroncina le corse incontro.

«Piplup! Piccolo!» esclamò Lucinda chinandosi a braccia aperte aspettando il pokèmon che non tardò ad arrivare.

«E' lei la padrona di questo Piplup?» domandò la piccola Clem entusiasta, le stava già simpatica.

Sentendo il suo nome la ragazza si sporse un po' da dietro Piplup. «Sì, sono io piacere, mi chiamo Lucinda» si presentò con un sorriso poi guardò Serena incuriosita facendola sobbalzare «Tu devi essere Clem» riprese a sorridere.

Serena sorrise imbarazzata, non avrebbe voluto dirle che sbagliava ma se non lo faceva si sarebbero successi tutta una serie di fraintendimenti.

«Veramente lei è Serena, sono io Clem» chiarì la bimba.

«Ah» emise Lucinda guardando prima la bambina poi la ragazza, lo sbaglio l'aveva un po' disorientata e imbarazzata. «Scusate» disse infine sorridendo piuttosto imbarazzata, non avrebbe dovuto tirare a indovinare.

«Lucinda, questo invece è il mio fratellone Lem» presentò sempre Clem.

«Piacere» disse Lem sorridendo anche lui.

«Molto bene, li hai conosciuti tutti» si intromise Ash.

«Lucinda, sei un'amica di Ash vero?» le chiese Clem.

«Sì, io e Ash abbiamo viaggiato insieme a Sinnoh»

«Lucinda, come è andata poi con il Gran Festival?» domandò Ash.

«Bene, quest'anno ho vinto» rispose facendo il segno della vittoria con la mano.

«Davvero!? Allora dobbiamo festeggiare!» esclamò entusiasta.

«Sembrano proprio dei buoni amici» commentò Lem rivolto a Serena di fianco a lui.

La ragazza annuì solo, ad essere sincera sentiva un po' di gelosia impossessarsi di lei... si vedeva anche nonostante cercasse di nasconderlo.

Il PokèKron al braccio di Lucinda cominciò a suonare attirando il suo sguardo. Controllò l'ora e riabbassò il braccio.

«Scusate, adesso devo proprio andare»

«Eh?» emise d'impulso Clem.

«Di già?» disse Ash deluso.

«Sì, mi dispiace devo andare al laboratorio del professor Platan»

«Ah, capisco» disse Clem abbassando la testa un po' imbronciata.

«Spero di rivederti» parlò per la prima volta Serena con un grandissimo sorriso.

«Anch'io» disse lei sorridendo a sua volta.

«Ci rivedremmo di sicuro!» esclamò Ash, in realtà voleva anche auto-convincersi perchè sapeva quanto sapeva essere imprevedibile Lucinda...

«Certo, ora vado ciao!» salutò prima di uscire dal centro di corsa.

I ragazzi restarono per un po' in silenzio, fu Clem la prima a rompere il ghiaccio.

«Ma il laboratorio del professor Platan non è a Luminopoli?»

Lem la guardo interrogativo, sapeva già che quella della sorella non era una semplice domanda.

«E Luminopoli non è la città dove dobbiamo andare?»

Gli amici guardarono Clem e quasi contemporaneamente si guardarono tra loro. Poco più tardi sentirono un tuono e tutto si rabbuiò. La pioggia cominciava a scendere e in cielo in poco tempo si era fatto nero nero.

 

Fortunatamente a pochi metri di distanza c'era un altro Centro Pokèmon. Lucinda aveva fatto in tempo a raggiungerlo senza neanche bagnarsi. Ora era seduta su un divanetto verdino e guardava fuori la pioggia che cadeva. Solitamente le avrebbe messo addosso molta tristezza, invece ora era serena. Finalmente l'aria di una nuova avventura. Non vedeva l'ora che la pioggia cessasse per riprendere il viaggio.

 

To be continued...


 

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Capitolo 3
*** Luminopoli ***


Luminopoli
 




 

La pioggia non era durata poi gran che. Lucinda era ripartita la mattina seguente, lei sarebbe anche partita subito ma era calata la sera.

Si trovava già a Luminopoli, consultando la mappa non ci aveva messo molto.

«Eccoci finalmente!» esclamò felice guardando l'orizzonte. «Caspita, Luminopoli è davvero grande come dicono le vecchiette del Lago Verità» commentò riferendosi alle signore anziane che recentemente avevano preso l'abitudine di campeggiare al lago della sua città natale. «Piplup, andiamo» disse infine cominciando a camminare.

Il pokèmon la seguì emettendo dei piccoli ma sonori pi-pipla!

Quando ormai furono tra la mischia la ragazza poté costatare che la città era anche più grande di quel che sembrava.

«Wow, è davvero grande!» commentò guardandosi intorno, ma era troppo immezzo e tutti la stavano urtando. Era impressionante quante persone in giacca e cravatta girassero avanti e indietro per la città.

La ragazza era molto sorpresa, tutti si muovevano con una tale disinvoltura... rapita da tutte quelle persone non si accorse che invece Piplup faceva ben più fatica a emergere dalla folla. Tentava di evitare i piedi incuranti dei passanti con successo, tuttavia faceva veramente fatica.

«Piplup!» emise allarmata ritirandolo nella ball.

Quando finalmente fu dentro tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva temuto di perderlo.

Lucinda si mise in marcia. Doveva raggiungere il laboratorio del professor Platan. Ogni tanto guardava la mappa, ma non si fermava mai.

Aveva camminato per più di mezz'ora e ora era arrivata in un punto che giurava aver già passato un paio di volte. Lì c'era poca gente e una fontana enorme. Decise di fermarsi per un momento a pensare.

«Uhm, dunque, qua dovrei essere nella Piazza Centrale» pensò ad alta voce prima di guardare la mappa. «Quindi il laboratorio del professor Platan...».

Un bambino piuttosto piccolo le si avvicinò.

«Scusami»

Lucinda sentendosi chiamare lo guardò, da subito un po' confusa «Ciao, hai bisogno di qualcosa?» gli sorrise.

«Se cerci il laboratorio del professor Platan ha cambiato sede» la informò. «Ora si trova laggiù, vicino alla Torre Prisma» terminò indicando il laboratorio con lo sguardo.

«Grazie» ringraziò tornando a guardare il bambino.

Il bimbo le fece solo un cenno della mano prima di andarsene.

«Lucinda?»

La ragazza stupita nel sentirsi chiamare si voltò. «Serena?» diede un po' di tempo alla ragazza di avvicinarsi e poi continuò «Come mai sei qui?».

«L'altra volta ci siamo dimenticati, anche noi eravamo diretti a Luminopoli per la lotta in palestra di Ash» sorrise.

«Davvero?» il tono di Lucinda tradiva sorpresa, ma anche una nota triste.

«Sì, la lotta è fissata per domani alle quattro, perchè non ti unisci a noi?» continuava a sorridere.

«Ti ringrazio, ma ora devo assolutamente raggiungere il laboratorio del professore...» invece il tono della ragazza blu continuava a tradire tristezza.

«Oh capisco» disse lei facendo svanire per un attimo il sorriso. «Ma alla lotta di domani verrai vero?» riprese il sorriso.

«Sì, cercherò di esserci» si sforzò di sorridere anche Lucinda, ma senza grandi risultati.

«Ora devo tornare dagli altri»

«Sì, salutameli» concluse salutandola con la mano mentre si allontanava.

Era andata, finalmente poteva smetterla con quel sorriso forzato. Si lasciò ricadere sulla fontana dietro di lei sospirando.

Non sapeva spiegare il perchè, ma ora era tanto triste. Non pensava fosse per via di qualcosa detto da Serena, tuttavia non poteva negare che dopo la sua comparsa il suo umore fosse cambiato. Anche l'idea di vedere Ash combattere... quando lo aveva visto aveva provato tutta una serie di emozioni difficilissime da descrivere, quindi se ne era uscita con una delle sue solite battete per sdrammatizzare. Sapeva benissimo che qualcosa non andava. Aver ritrovato Ash dopo tanto tempo era tutt'altro che rassicurante. Aveva timore, sapeva che il tempo era passato ma sapeva anche che il suo rapporto d'amicizia con Ash era solo stato congelato. Ora dopo così tanto tempo le sapeva difficile riprendere a comportarsi così. Era cresciuta, maturata. L'amico invece restava se stesso a distanza di anni, per questo aspetto lo invidiava.

Decise di andare, non poteva permettersi calasse la notte.

 

Lem stava già servendo la cena, Ash e Clem erano già seduti a tavola. Serena era appena arrivata e aveva detto ai tre di Lucinda. Il ragazzo biondo continuava a fare i piatti normalmente, mentre gli altri due la guardavano come se fosse un'aliena.

«Dici davvero?» domandò impaziente la piccola Clem.

«Sì, come ci aveva detto l'altra volta deve andare dal professor Platan»

«Spero che non si perda...» disse Ash sempre per auto-convincersi.

«L'ho invitata a vedere il tuo incontro di domani» disse ancora la ragazza.

«Davvero? Ha detto che viene?» chiese speranzoso.

«Ha detto che farà il possibile per esserci» rispose, ma si capiva che qualcosa non andava dal leggero tremolio che aveva la sua voce.

«Perfetto, vado a esercitarmi!» esclamò alzandosi in piedi.

«Cosa? Ash dopo cena!» gli disse Lem con in mano una pentola contenente pasta.

«Non ho fame!» disse entusiasta correndo fuori.

Al ragazzo era sprofondata la testa in avanti, l'amico era incorreggibile.

 

Lucinda ora era davanti a un edificio possente. Era arrivata, quello era il laboratorio del professore. Doveva solo entrare.

«Coraggio Lucinda» si sussurrò per incoraggiarsi, si era piantata e non si muoveva più, ma dopo aver parlato si era ripresa.

Attraversò il cancello e dopo aver bussato si accorse che la porta era aperta. Entrò e il professore accortasi della sua presenza scese le scale.

«Benvenuta Lucinda».

«Buongiorno professore».

«Hai trovato il laboratorio? Spero non ci siano stati altri imprevisti».

«Anche se la città è molto grande diciamo che me la sono cavata» disse sorridendo un po' imbarazzata.

«Capisco, allora sei pronta a scegliere?».

«Sì, professore».

«Bene, dietro di me ci sono tre pokèmon diversi: Fennekin, Froakie e Chespin».

La ragazza esaminò attentamente i tre pokèmon. Fennekin era posato, Froakie misterioso e Chespin allegro. Tutte qualità che alla ragazza piacevano molto... prima di venir lì sapeva che si sarebbe trovata di fronte a una scelta, ma ora non sapeva proprio prendere una decisione.

«Professore?» disse infine. «Io non ce la faccio, non posso decidere oggi».

«Ti capisco...» disse cercando di guadagnare tempo per pensare a una soluzione. «Molto bene, che ne dici di pensarci fino a domani e di tornare?».

«Posso davvero?» sgranò gli occhi.

«Perchè no? Vieni verso le sette e mezza, aprirò il laboratorio mezz'ora prima in modo che tu possa essere la prima a scegliere il tuo pokèmon».

«Sul serio professore? Grazie mille!» esclamò sempre più incredula.

«Certo, a domani».

«A domani, grazie mille ancora!».

Quando Lucinda uscì dal laboratorio era al settimo cielo, tutto stava filando liscio. Si era persino dimenticata dell'incontro con Serena.

 

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Capitolo 4
*** Ash ***


Ash

 



 

Ash si era alla fine si era addormentato sulla panchina del giardinetto del Centro Pokèmon. Dopo essersi allenato per un po' era praticamente crollato. Aveva guardato per un po' le stelle, sperando di avvistarne una che gli avrebbe portato fortuna. Alla fine non cell'aveva fatta a tenere gli occhi apperti. Si era addormentato seduto sulla panchina con la testa all'indietro.

Erano circa le otto. Clem stava correndo, ma quando vide il ragazzo si fermò e lo indicò. «L'ho trovato!».

Dal rumore Ash alzò subito la testa allarmato. Finalmente si era svegliato.

«Insomma Ash!» lo rimproverò Serena.

«Dormito bene?» gli chiese invece Lem un po' a disagio dalla situazione.

«Ragazzi?» Ash li guardava confusi. «Non mi dite che mi sono addormentato fuori» continuò guardandosi intorno.

«Sì» rispose Lem un po' timidamente, ma continuando ugualmente a sorridere.

Ash finì di guardarsi bene intorno e si alzò in piedi stiracchiandosi. «Bene, così ho più tempo per esercitarmi» sentenziò riabbassando le braccia. «Andiamo Pikachu» lo chiamò camminando e ignorando gli sguardi perplessi degli amici.

«Ma Ash...!» emise Serena.

«Ash deve essere molto nervoso» osservò la piccola Clem. «Fratellone, devi sentirti onorato!» continuò a dire con un sorrisone.

«Che cosa?!» emise Lem spiazzato e imbarazzato.

Serena lo stava ancora osservando allontanarsi. Non capiva, ma il comportamento di Ash per quanto simile al solito quella volta risultava strano.

 

Alle sette il PokèKron sul comodino di Lucinda aveva cominciato a vibrare. Il vibrare lo fece spostare sempre di più fino a farlo cadere, ma in quel punto preciso c'era la bottiglietta della ragazza così l'oggetto ci cadde dentro.

Lucinda stava dormendo beatamente quando cominciò a sentire puzza di bruciato. Aprì gli occhi e si accorse del pasticcio.

«No no!» esclamò alzandosi di scatto e prendendo in mano la bottiglietta.

Incurante del pavimento vuotò tutta la bottiglietta sulla mani fino a recuperare il PokèKron. Si era tutto annerito e l'ora era spenta.

«Presto il phone!» disse correndo fino al bagno.

Dopo una buona mezz'oretta a tentare di salvare l'oggetto, si era seccato del tutto.

Lucinda sospiro. «Niente da fare...» non funzionava più, era stato tutto inutile. «Dovrò farmelo aggiustare... accidenti, perchè capitano tutte a me!».

Gli occhi della ragazza furono attirati sull'orologio attaccato alla parete. Con orrore si rese conto che erano già le sette e quaranta e lei si doveva ancora preparare.

«E' tardissimo!» emise nel panico.

Di corsa si preparò e uscì dal Centro Pokèmon. Fortuna che il centro era piuttosto vicino al laboratorio.

«Ehi fratellone, quella non è Lucinda?» domandò Clem indicando una ragazza che correva velocissima.

«Eh? No, non credo sia lei, sarà qualcuno che le assomiglia»

Serena sentendo gli amici cercò di inquadrare la ragazza. La piccola Clem aveva ragione, assomigliava un sacco a Lucinda... chissà se era lei o meno.

Lucinda arrivò davanti al laboratorio con il fiato corto. A stento riusciva a rimanere in piedi.

«Guardata, è una ragazza!» esclamò una voce piuttosto acuta.

La ragazza interessata guardò curiosa di vedere da dove provenisse. Si trattava di una ragazza mora con gli occhi verdi accompagnata da un ragazzo grassottello e da un’altro più basso e minuto.

«Sembra portata per la danza» commentò quello grassottello.

«Forse è venuta a prendere il suo primo pokèmon» disse l'altro più timoroso e un po' tremante.

«Ehi tu!» urlò la ragazza del gruppo con le mani a megafono. «Se sei qui per il pokèmon non entrare, il professore li ha finiti tutti!».

A quelle parole Lucinda si sentì male. Sapeva che era arrivata tardi, ma non pensava fosse così grave. Dopo l'impatto iniziale però cercò di tornare alla realtà, che diritto aveva quella ragazza di dirle cosa doveva fare? E poi il professor Platan non l'avrebbe mai cacciata così! Arruffò un po' le sopracciglia ed entrò di corsa.

«Che tipo» commentò ancora la ragazza con una mano sul fianco.

«Shana, dobbiamo andare» disse il ragazzo grassotto mentre mangiava una mela.

«Va bene!» esclamò lei volandosi verso gli amici.

Mentre Lucinda stava ancora correndo incrociò il professore che invece veniva da tutt'altra direzione.

«Oh, Lucinda».

«Mi dispiace professore, ho fatto tardi» disse fermandosi di fronte a lui.

«Temo di non avere buone notizie, purtroppo oggi sono arrivati un sacco di ragazzini e non mi è rimasto più neppure un pokèmon»

«Allora è vero...».

«Aspetta, forse ce né ancora uno!» disse alzando l'indice felice di poterle dare la notizia.

«Dice davvero?!» la ragazza ora era impaziente di vederlo.

Il professore guidò Lucinda su per le scale.

«Devi sapere che questo pokèmon è estremamente raro a Kalos»

«Dice davvero?».

«Normalmente lo teniamo in laboratorio per studiarlo» continuò spingendo la maniglia. «E' piuttosto goloso e non apprezza molto la compagnia» finì aprendo completamente la porta.

Quando Lucinda entrò rimase perplessa nel non vedere nessuno, poi però guardò meglio dietro alla scrivania e... era un Pichu circondato da carte colorate e sgranocciava un cioccolatino grande quasi quanto la sua testa.

«Oh Pichu! Quante volte ti ho detto che mangiarne troppi fa male!» disse il professor Platan esasperato andando dal pokèmon.

«Professore, è questo il Pokèmon?».

«Sì, ti presento Pichu, non è mai stata presa in considerazione l'idea di darlo a qualche allenatore, ma tu potresti essere la prima» rispose mentre cercava invano di togliere il cioccolatino dalle mani del pokèmon.

Lucinda aveva dei dubbi, quel pokèmon le sembrava adorabile, ma anche un po' troppo capriccioso. Aveva paura di non riuscire a gestirlo.

«Ciao Pichu» gli disse avvicinandosi. «Io sono Lucinda» terminò di presentarsi con un sorriso.

Pichu la guardò un po' confuso, ma poi voltò lo sguardo come se fosse offeso.

Lucinda si era già un po' spazientita, quando il professore prese parola.

«Pichu è un pokèmon complicato, credo che tu gli interessi molto, ma non lo dà a vedere».

«Dice davvero?» era molto stupita, quel Pichu era più umano degli altri pokèmon. Davvero era capace di nascondere i suoi sentimenti con la stessa destrezza degli esseri umani? La ragazza tornò a guardare Pichu. «Va bene, lo prendo» disse infine provocando anche una reazione da parte del pokèmon.

«Molto bene, sono sicura che con te Pichu sarà in buone mani».

«Hai sentito Pichu, sei contento?» gli chiese con la voce più dolce possibile e il sorriso.

Pichu voltò ancora la testa. «Pichu.»

Lucinda era un po' irritata da quel comportamento. Nonostante avesse capito come era fatto Pichu proprio non lo tollerava.

«Lucinda, siccome ora ti prenderai cura di Pichu ritengo sia bene avvertirti: Pichu non ama passare molto tempo nella pokèball, ci sono delle volte in cui non vuole proprio entrarci, altre che vuole entrarci anche se non può, altre in cui esce senza preavviso... insomma hai capito» lo imbarazzò dire tutto ciò dopo che l'aveva convinta a prendersi la responsabilità.

«In poche parole fa quello che gli pare» sorrise la ragazza altrettanto imbarazzata. «Non si preoccupi, è in buone mani, Pichu?» disse poi voltandosi verso il pokèmon.

Il pokèmon la gurdò confusa, gli tendeva la ball davanti al muso.

«E' ora di andare, avanti ritorna».

Pichu continuò a tenere lo sguardo confuso, poi sgattaiolò fuori dalla porta spensieratamente sotto gli occhi dei presenti.

La testa di Lucinda ricadde in avanti.

«Dagli tempo per abituarsi alla nuova situazione» cercò di tirarla su il professore sorridendo ancora imbarazzato.

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Capitolo 5
*** Pichu ***


Pichu

Lucinda camminava per le strade di Luminopoli seguita da Pichu. Il pokèmon la seguiva balzando, ma alla ragazza faceva strana quella situazione. A un certo punto si fermò e il pokèmon vece lo stesso. La sua aria era totalmente ingenua e spensierata, un po' il contrario della ragazza che invece era persino imbarazzata dalla situazione.

«Senti Pichu» disse cercando in se il coraggio di voltarsi. «Che ne dici ora di tornare nella pokèball?» disse infine voltandoli e facendo l'occhiolino con l'indice alzato.

Il piccolo Pichu la guardò per un po' piegando la testa, poi voltò lo sguardo offeso. «Pichu.».

Lucinda ci restò un sacco male e balzò quasi all'indietro spiazzata. «Senti Pichu, ora smettila di fare i capricci!» prese a dire in tono più duro. «Non vedo perchè tu devi star fuori dalla pokèball quando tutti i pokèmon normali ci stanno!».

La sgridata della padroncina fece solo girare la testa di più al pokèmon, che tra l'altro ora aveva anche messo su il broncio.

«Che disastro!» emise colpendosi esasperata la fronte.

«Ehi, è la ragazza di prima!».

Lucinda alzò lo sguardo confusa, una ragazza con l'aspetto decisamente famigliare le stava correndo incontro... ma certo! Era la ragazza che prima le aveva detto di non entrare nel laboratorio!

«Allora?» disse fermandosi davanti a lei con aria entusiasta e ansiosa. «Cosa ti ha detto il professore? Ti ha sgridata?? Ti ha cacciata via???».

«Scusa, ma tu chi sei?» era sempre più confusa.

«Io sono Shana!» rispose con energia. «Allora?».

Lucinda si sentiva pressata, quella ragazza non avrebbe mollato fino al raggiungimento del suo obbiettivo.

«Per la verità niente di tutto ciò, mi ha dato un Pichu».

Shana la guardò confusa. «Sarebbe questo qui?» domandò indicando il pokèmon ai suoi piedi. «E' piuttosto bruttino...» commentò mortificata e triste dal dover dire una cosa del genere.

Il pokèmon le fece una smorfia, Lucinda invece irrigidì lo sguardo. Come si permetteva?!

«Andiamo Pichu!» chiamò la ragazza palesemente arrabbiata muovendosi a passi pesanti e rumorosi.

«Shana!» le gridò da lontano in tizio grassoccio di prima.

«Arrivo!» rispose lei al richiamo sventolando la mano in alto e subito dopo cominciando a correre.

 

Lucinda aveva raggiunto la fontana davanti al Centro Pokèmon. Finalmente era riuscita a far ritornare Pichu nella ball, così ora poteva godersi un po' di pace. Stava mangiando una barretta di cioccolata, quando un bagliore uscì dalla sua borsa fino ad assumere una forma e una consistenza. «Pichu!» prima che se ne potesse rendere conto il pokèmon era già uscito e le aveva rubato la barretta. «Ridammela!» esclamò tentando di riprendergliela.

Nel vano tentativo di riconcuistare quello che era suo scivolò di parte facendo un bel botto nella fontana.

Pichu se rise dietro balzando via sul bordo della fontana. Lucinda lo guardava furente, per colpa sua era finita in acqua senza neanche accorgensene pienamente.

«Lucinda!» esclamò qualcuno stupito.

La ragazza voltò lo sguardo e lo inquadrò subito, tuttavia non fece in tempo a dire niente.

«Cosa ci fai nella fontana? Qualcuno ti ha spinto?».

«Una specie...».

Ash non capiva, perchè l'amica non parlava chiaro per una volta? Sentì ridere di gusto e gli cadde l'occhio proprio in quella direzione. Era un pokèmon, un Pichu.

«Ehi, è un Pichu!» esclamò incredulo. «Non mi dire che è stato lui a farti cadere!» continuò sorpreso dalle sue stesse parole.

«Proprio cos...!» non riuscì neanche a completare la frase che cadde di nuovo, aveva tentato di alzarsi, ma evidentemente il suo equilibrio non era molto stabile.

Alla caduta il pokèmon rise ancora di più e Lucinda incrociò le braccia mettendo su il broncio.

Ash la guardò intenerito, si prendeva la situazione troppo a cuore. Si avvicinò di più alla fontana e allungò il braccio.

La ragazza lo guardò stupita.

«Non devi prendertela» le disse. «Sono certo che non ti odia».

Lucinda prese la sua mano e si fece aiutare.

«Grazie».

«Aspetta qui!» ordinò correndo dentro al Centro Pokèmon.

Lucinda era ancora confusa, che voleva fare? Cominciava a sentire freddo. Si abbracciò e uscì completamente dalla fontana sedendosi di nuovo sul bordo.

Poco dopo il ragazzo uscì dal centro sempre di corsa. Aveva in mano qualcosa di lama verde... la ragazza si alzò in piedi riprendendo l'aria un po' confusa.

«Ecco» disse una volta arrivato davanti a lei mostrandole una coperta di lana. «Ti terrà caldo finchè non ti asciughi» spiegò porgendogliela.

«Grazie» ringraziò prendendola.

Mentre se la metteva sulle spalle il ragazzo prese di nuovo la parola.

«Ora andiamo».

«Dove?».

«Vieni!» disse solo prendendole la mano e trascinandola. La ragazza dovette trattenersi la coperta con l'altra perchè non cadesse.

 

Si erano seduti su un muretto. Lucinda aveva una tazza fumante in mano e furtiva guardava Ash con la coda dell'occhio. C'era qualcosa nel suo comportamento che non riusciva proprio a decifrare...

Il ragazzo aveva gli occhi rivolti al cielo e non diceva niente.

«Una cosa» disse all'improvviso. «Quel Pichu che era prima alla fontana è tuo?».

«Sì» rispose lei guardandolo. «Ma ho paura non sia una buona idea allenarlo...» aggiunse più tristemente guardando la tazza.

Questa volta fu Ash a guardarla stupito. «Perchè dici così?».

«Vedi, il professor Platan me l'ha dato perchè era l'unico pokèmon disponibile, ha detto che è piuttosto ribelle, al momento pensavo di poter cogliere la sfida, ma ora non ne sono più tanto sicura...».

«Perchè scusa? Se non ci provi, non saprai mai se ne hai le capicità» cominciò a dire alzandosi. «Darsi per vinti subito non ha senso, se prima non lotti con le unghie e con i denti come fai a sapere dove vuoi arrivare?» disse guardando con un sorriso complice l'amica, dopo di che si risiedette.

«Grazie Ash, mi sono mancare queste tue perle in questi anni» disse sorridendo.

«Che cosa è successo al tuo PokèKron?» chiese indicando l'oggetto al braccio dell'amica.

«Ah» emise ricordandosene solo ora. «E' finito nell'acqua».

«Ah è vero, colpa della caduta di prima».

«Veramente quella è la seconda volta che viene a contatto con l'acqua» corresse lei realizzando che oggi ne erano successe veramente di tutti i colori.

«Cavolo, mi dispiace».

«Non ti preoccupare, quando tornerò a Sinnoh me lo farò aggiustare».

Parlare così spensieratamente dava l'impressione ai due amici che il tempo non fosse passato. Come quando erano a Sinnoh... anzì, forse anche meglio che a Sinnoh. A stare separati si creavano inutili ansie e paranoie, ma la realtà era tutta li: loro stavano veramente bene insieme.  

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Capitolo 6
*** Serena ***


Serena

Serena stava camminando da quelle parti, quando però vide i due seduti che ridevano e parlavano si nascose immediatamente dietro a un muro. Decise di osservarli con la coda dell'occhio. Il suo sguardo si era subito riannebbiato. Non capiva cosa si dicessero, ma la sola vista bastava a irritarla.

«Serena?» spuntò Clem perplessa.

La ragazza prese a sorridere imbarazzata completamente nel panico. «Clem... ho trovato Ash...».

«Davvero?»

«Sì, è laggiù» indicò il punto dov'era l'amico.

«Ehi, ma c'è anche Lucinda!» disse prima di correre da loro. «Ash, Lucinda!» urlò scuotendo in alto la mano per attirare la loro attenzione.

«C'è Clem!» osservò il ragazzo calmo.

«Dì un po' Ash, ma tu li avevi avvertiti di dov'eri?» gli chiese Lucinda sospettosa.

Ash finse di aver prurito nella parte destra della fronte e ridacchiò imbarazzato.

«Il solito» commentò la ragazza esasperata.

«Ash, sono quasi le quattro, dobbiamo andare, Lem ci sta già aspettando in palestra!» informò la bimba tutto dun fiato.

«Caspita! Allora andiamo!» emise subito alzandosi. «Tu Lucinda vieni con noi?» le domandò poi voltandosi.

Lucinda sgranò un po' gli occhi. In effetti Serena già il giorno prima l'aveva invitata a vedere l'incontro... l'occhio le cadde su un punto bene preciso. La persona interessata sobbalzò quasi, anche Lucinda rimase molto sorpresa dalla reazione. Era Serena, ben più lontana da loro. Neanche troppo in effetti, ma sembrava non volersi avvicinare...

«Ciao Serena» le sorrise caldamente.

«Lucinda, ciao!»

La ragazza sgranò ancora gli occhi, le sembrava ci fosse qualcosa di strano.

«Andiamo!?» attirò nuovamente l'attenzione su di se Clem.

«Allora Lucinda?».

Lucinda rivoltò lo sguardo su Ash.

«Certo che vengo!» rispose infine alzandosi. «Però andate avanti, prima devo fare una cosa».

«Una cosa? Cosa??» domandò curioso.

«E' un segreto» disse solo facendo l'occhiolino e alzando l'indice. «Allora a dopo!» esclamò correndo via.

«Aspetta! Lucinda...!» tentò di trattenerla Ash, ma in vano dato che la ragazza era sceggiata via come un fulmine.

«Lucinda è una ragazza molto misteriosa, vero?» commentò la piccola Clem.

«Puoi dirlo» rispose subito lui voltandosi.

 

Erano passati poco più di un paio di minuti. Lucinda era entrata nel Centro Pokèmon correndo e si era fiondata nei bagni. Tirò fuori dallo zaino, in tutta fretta, il solito vestito da cheerleader che l'aveva accompagniata per la maggior parte delle lotte in palestra di Ash. Se lo infilò e subito dopo si sfilò gli altri da sotto. Si spazzolò per un po' i capelli con la spazzola che aveva nello zaino e quando ormai era pronta sorrise e strizzò l'occhio allo specchio.

Una volta attraversata la porta del centro per uscire si trovò di fronte delle persone fin troppo famigliari. Li guardò confusa, erano a cerchio... ora che volevano?

«Che succede?».

«Shana vorrebbe lottare con te» spiegò il ragazzo grassottello.

«Eh?» emise dalla sorpresa.

«Ti prego, lotta con me!» implorò Shana avanzando verso di lei fino a prenderle le mani.

«Veramente ora non posso...» disse imbarazzata da tutta quella situazione.

«Eddai! Sarebbe una lotta uno contro uno, niente di impegnativo!» insistette. «Solo per vedere come se la cavano i nostri pokèmon in battaglia! Anche tu hai ricevuto da poco il pokèmon dal professor Platan, no?!!».

La ragazza si era avvicinata sempre di più al suo viso sgranando gli occhi, Lucinda non sapeva più che dire. Era completamente spiazzata dalla situazione. All'improvviso però sgranò gli occhi quasi terrorizzata.

«Oh no, Pichu!» esclamò facendo qualche passo indietro e correndo via.

«Eh? Ma dove scappa?» si chiese la ragazza mettendo una mano sul fianco e sgranando gli occhi triste.

Lucinda corse alla fontana dove era prima con Pichu.

«Pichu!» chiamò una volta arrivata.

Il pokèmon stava ancora sgranocchiando la barretta di cioccolata rubata alla padroncina e non si scosse neanche.

«Meno male» emise sospirando alzando gli occhi al cielo. «Pichu, da bravo, ora ritorna!» disse decisa puntando la pokèball.

Pichu la guardò perplesso senza alcuna intenzione di obbedire.

«E va bene Pichu, ti comprerò tutti i dolciumi che vorrai, però adesso andiamo!» continuò senza scoraggiarsi prendendolo in braccio.

Il pokèmon era sempre più confuso. Lucinda questa volta non aveva alcuna intenzione di mollare. Questo aspetto tenace della ragazza lo incuriosiva molto.

Lei cominciò a correre velocissima, ma Pichu non si lamentò di questo e sembrava non dispiacergli neanche starle in braccio.

 

Ash e i suoi amici erano tutti in palestra e stavano aspettando Lucinda.

«Si sta facendo tardi» prese parola Lem guardando il suo orologio da polso fai da te. «Dobbiamo aspettare ancora?».

Ash diede una rapida occhiata alla porta e poi tornò a guardare l'amico.

«No, Lucinda arriverà a momenti» disse sorridendo spiazzato, in realtà non ne era tanto convinto lui per primo era solo un modo per ingannare la sua stessa mente.

«Allarme, allarme! Intruso! Intruso!»

Gli auto-parlanti nella sala si erano accesi all'improvviso. Una luce rossa e blu si accendeva e si spegneva in continuazione. Tutti gli amici guardavano confusi verso l'alto, perchè l'allarme si era acceso?

 

Lucinda era stata spedita fuori brutalmente.

«Accidenti, che problema ha quel sistema dall'arme?! Oh, i miei capelli...!» disse guardandosi i capelli ormai rizzi in testa. «Dovrò farmi almeno tre docce per sistemarli!».

«Lucinda!» urlò Ash correndole in contro dalla palestra.

Vedendo il ragazzo si impanicò, scosse la testa velocemente e i capelli tornarono apposto.

«Ash!» esclamò lei felice di vederlo.

«Cos'è successo? Perchè il sistema di allarme si è attivato??» chiese allarmato fermandosi davanti a lei.

«Lucinda!» subentrò un'altra voce.

Lucinda guardò incuriosita nel sentirsi chiamare un'altra volta nell'arco di qualche secondo.

«Stai bene?!» le domandò in ansia Serena.

«Certo, non ti preoccupare» sorrise Lucinda.

«Lucinda! Quel vestito...!» esclamò il ragazzo entusiasta.

«Già, te lo ricordi?» chiese retorica facendo qualche passo indietro e una piroetta.

Serena guardava confusa prima Ash poi la ragazza, finchè non si decise a dire qualcosa.

«Scusate, ma di cosa state parlando?».

«Hai visto come è vestita Lucinda?».

La ragazza castana lo guardò ancora confusa, poi guardò Lucinda. «Questo è un vestito di cheerleader che mettevo a Sinnoh per le lotte in palestra di Ash».

Serena ora la guardò un po' irrigidita, il suo sguardo si era fatto più ostile, meno male che né Ash né Lucinda parevano accorgersene.

«Non mi dite che avete dovuto sospendere l'incontro a causa mia» emise Lucinda a un certo punto terrorizzata.

«No, tranquilla, non abbiamo ancora cominciato, stavamo aspettando te».

«Me!?» la ragazza si sentiva in colpa, non avrebbe voluto ciò.

«Eh sì, ho chiesto a Lem di aspettare».

«Mi spiace, ho avuto un contrattempo su un contrattempo...» spiegò guardando un po' basso.

«Ehi!» esclamò per attirare di nuovo l'attenzione su di se. «Non c'è nulla di cui preoccuparsi» sorrise.

La ragazza lo guardò confusa, perchè usava sempre la sua frase contro di lei?

«Su forza, torniamo dentro! Lem ha disattivato l'allarme!» gridò correndo di nuovo dentro.

Lucinda era ancora un po' spizzata. Era solo una sua impressione? Ash era così... dolce, ma non era sempre così... perchè solo con lei faceva così?

L'altra ragazza la guardò. Approfittò del fatto che Lucinda era troppo distratta per accorgersi del suo sguardo. Ormai il suo sguardo si era irrimedialmente irrigidito.

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Capitolo 7
*** Shana ***


Shana

Una ragazza mora seguita da altri due ragazzi molto diversi tra loro era a qualche metro dalla palestra con il dito puntato.

«Eccola! È entrata là!» esclamò entusiasta.

«Shana, ma quella...» cercò di dire il ragazzo grassottello.

«Dai, andiamo!» disse cominciando a correre.

«Penso che ci cacceremo nei guai...» parlò per la prima volta il ragazzo minuto.

 

Intanto nella palestra l'incontro tra Ash e Clem era cominciato. Siccome la palestra di Luminopoli era sempre stata nota per essere una palestra fai da te la sorellina di Lem doveva fare da arbitro.

Lucinda si era seduta circa nella terza riga di sedie, mentre Serena si era seduta una fila dopo di lei e dalla parte opposta. Da subito si era dimostrata molto più interessata a lanciare occhiatacce all'altra ragazza che tanto non se ne accorgeva neanche, era troppo presa dalla lotta.

«Forza Ash!» incitò alzandosi in piedi ad un determinato punto.

Quando tornò a sedersi finalmente si accorse di essere osservata, così si voltò e vedendo che l'amica la stava guardando lei sorrise.

Anche l'altra fece lo stesso, ma non appena Lucinda si rivoltò tornò a guardarla in cagnesco.

L'incontro procedeva minuto dopo minuto e Lucinda era completamente rapita. A un certo punto due mani le coprirono la bocca e lei spaventata cominciò ad agitarsi.

Venne trascinata fuori dalla porta secondaria della palestra in poco tempo. Proprio quando cominciava ad avere davvero tanta paura le mani si sciolsero e lei poté voltarsi per vedere i suoi rapitori.

«Cosa? Ancora voi?!» quei tre stavano diventando più seccanti del Team Rocket.

«Trovata!» rise Shana.

«Stavo guardando un incontro... siete impazziti?» disse consapevole del fatto che quei ragazzi non sapessero di aver quasi compiuto un reato.

«Suvvia! Non è così tragico!» prese di nuovo parola la ragazza. «Allora? La facciamo questa lotta?!?»

Lucinda rimase per un attimo spiazzata davanti all'ostinazione di Shana. «No! E ora se non vi dispiace torno a vedere l'incontro del mio amico!» disse arrabbiata prima di riprendere a camminare.

«Sei proprio antipatica! Dovresti vergognarti!» le gridò facendola fermare all'istante. «Guarda solo come sei vestita! Dovevo immaginarlo che non eri un'allenatrice seria!» continuò consapevole del fatto che ormai aveva attirato la sua attenzione.

Alla ragazza s’innumidirono gli occhi, fece una smorfia e corse via.

 

Intanto nella palestra l'incontro era finito.

«L'incontro finisce qui, vince lo sfidante Ash!» sentenziò la piccola Clem tendendo il braccio verso il ragazzo.

«Evvai!» esclamò Ash gettando il braccio al cielo entusiasta. «Lucinda! Hai visto!? Sono riuscito a vincere!» si voltò ma non vide l'amica da nessuna parte, il suo sguardo si fece confuso.

«Ash tieni, con immenso piacere ti consegno la Medaglia Voltaggio» gli disse Lem avvicinandosi con un cuscino viola.

«Grazie Lem» ringraziò prendendola velocemente. «Lucinda!» esclamò correndo via.

 

Lucinda era fuori, seduta sulle gradinate della porta secondaria della palestra.

Piangeva. Tentava di cacciare via le lacrime con le mani, ma non ce la faceva. Pensava a tutto quello che le aveva detto Shana, era stata veramente dura...

«Lucinda?» disse Ash rinterrogativo uscendo, cosa stava succedendo?

Sentendosi richiamare la ragazza si rizzò con la schiena, trascorsero alcuni secondi prima di raccimolare abbastanza coraggio da volarsi.

«Ash...» emise una volta voltata. «Per favore, vai via...» continuò rivoltandosi e rimettendosi le mani sugli occhi per cercare ancora una volta di cacciare le lacrime.

L'amico non le concesse questo favore, si avvicinò a lei e si sedette.

«Cos'è successo?».

«Ti avevo chiesto di andar via...» disse appena trattenendo saldamente le mani sugli occhi.

«Polvere negli occhi?» gli chiese con un sorriso.

Lucinda tolse per un attimo le mani dagli occhi confusa, ancora quel tono di dolce sarcasmo...

Appena si rese conto di avere ancora gli occhi bagnati rimise le mani.

Ash non sapeva proprio cosa fare... cos'avrebbe dovuto fare per consolarla? Non sapeva nemmeno la causa delle sue lacrime.

Si grattò la testa imbarazzato. Cercò di allungare le braccia, però era incerto... alla fine rinunciò completamente e abbassò anche lo sguardo triste. In quel momento invece sorprendentemente prese coraggio.

L'abbracciò costringendola a lasciarsi avvolgere.

Lucinda sgranò ancora una volta gli occhi. Ash la stava abbracciando? E anche saldamente, non poteva negare che quel calore la facesse sentire meglio...

«Lucinda, non c'è nulla di cui preoccuparsi, non piangere».

Era debole, ma si sentiva il fiatone di qualcuno che aveva corso e stava correndo nella loro direzione.

Ash sciolse subito l'abbraccio.

Tutti e due guardarono la ragazza davanti a loro, Shana.

«Scusami, ho sbagliato! Io volevo solo esserti amica, ho fatto un casino!»

«Cosa? Sei stata tu a far piangere Lucinda?» il ragazzo era incredulo che una ragazza così fosse stata capace di far piangere Lucinda, si chiedeva cosa le avesse detto.

«Perdonami Lucinda!» disse chinando il capo a mo di inchino. «Non era mia intenzione ferirti».

«Ti perdono».

Alla frase Shana rialzò il capo.

«Sì, ti perdono, ma la prossima volta che ti dico no è no, intesi?» disse sorridendo sinceramente.

Ash era stupito dall'incredibile cambio d'umore della ragazza.

«Che bello! Allora possiamo essere amiche? Come ti chiami??» esclamò tornando entusiasta.

«Lucinda».

«Bene» disse tirando fuori il suo Holovox. «Mi dici il tuo numero?».

«Certo» sorrise stavolta un po' imbarazzata, Shana non perdeva proprio tempo.

«Molto bene, allora ci sentiamo prestissimo! Ciao!» disse correndo via.

La ragazza restò sconcertata. «Non le ho ancora dettato il numero...»

«Io non mi preoccuperei se fossi in te» prese parola Ash attirando il suo sguardo. «Sono sicuro che la rivedrai presto».

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Capitolo 8
*** Ash&Lucinda ***


Ash&Lucinda

(Un amore di bene)


 

Lem, Clem e Serena erano ancora dentro la palestra. Ash li aveva proprio piantati in asso, ormai avevano capito tutti che con Lucinda in circolazione le cose erano destinate a prendere una piega inaspettata.

«Dove è finito Ash?» emise la ragazza disorientata pur sapendo bene la risposta.

«Oh, uffaaaa! Non è carino lasciarci così!!» esplose Clem imbronciata. «Però, bisogna proprio ammettere che lui e Lucinda sono una bella coppia» commentò ammorbidendo l’espressione del viso.

Quella di Serena invece era molto tesa… quindi doveva veramente finire così? Lucinda si sarebbe presa Ash senza che lei avesse il tempo di far nulla??

 

Intanto i due amici erano ancora seduti sulle gradinate della palestra.

«La giornata sta finendo» osservò Lucinda guardando l’orizzonte.

«Già» disse li ragazzo intento a fare lo stesso.

All’improvviso un bagliore proveniente dalla borsa della ragazza si liberò nell’aria fino ad assumere forma e peso. I due si sorpresero molto, la figura si era posizionata tra loro due.

«Pichu!» emise la ragazza incredula, per il pokèmon era proprio difficile seguire le regole.

«Ciao! Tu devi essere Pichu» lo salutò il ragazzo.

Pichu gli rivolse un sorriso e dopo aver emesso un urlo di gioia si arrampicò sulla sua spalla correndo di fianco a Pikachu.

«Pika pika...» mormorò il pokèmon confuso.

La ragazza era meravigliata davanti a quella scena, possibile che a Pichu piacesse così tanto Ash? Decise di fare un sorriso, anche se in realtà si sentiva sconfitta.

«Sembra che tu gli piaccia».

Pur troppo però si accorse tardi che quella semplice frase detta con fatica le aveva nuovamente riempito gli occhi di lacrime, riabbassò lo sguardo cercando di mandare via quella sensazione.

L’amico aveva capito tutto, ora il suo sguardo era indeciso se essere triste o intenerito. Si sentiva impotente. Cosa poteva fare lui per farla tornare a sorridere?

Prese Pichu dalla spalla e glielo posò tra le braccia. Sia la ragazza che il pokèmon elettro erano confusi… Lucinda alzò lo sguardo su Ash nella speranza di capirci qualcosa e vide lui che le sorrideva, indipendentemente dal fatto che lei ricambiasse o meno.

«Lucinda, guarda Pichu» le disse e mentre lei lo faceva continuò. «Lui ti vuole bene, potrà anche non essere bravo a dimostrartelo, ma tu sei la sua padroncina».

Pichu ora guardava Lucinda con aria entusiasta emettendo anche il suo verso.

«Oh Pichu...» emise lei con le lacrime agli occhi.

Il pokèmon era così felice che eseguì un salto verso la faccia della padroncina facendola cadere all’indietro. La ragazza tirò una tremenda capocciata che le fece gli occhi a girandola.

«Ash! Lucinda!» corse verso di loro una piccola sagoma.

Il ragazzo si apprestò a guardare sorpreso, mentre la ragazza si rialzò per metà con espressione molto simile. «E’ Clem...» annunciò.

«Come?? Io pensavo vi stesse baciando!» esclamò delusa una volta arrivata.

Ormai Lucinda si era risieduta composta, ma l’esclamazione imprevista dell’amica la fece quasi cadere di nuovo.

«B-baciando?» ripeté titubante.

Lei e il ragazzo si guardarono contemporaneamente, ma dopo pochissimi secondi la ragazza divenne rossa rossa e per non darlo a vedere si voltò dall’altra parte.

«Clem, ma cose ti viene in mente così all’improvviso?» chiese Ash guardando la bimba triste del fatto che avesse creato tensione.

«Qualcuno doveva pur introdurre» rispose distrattamente guardando in basso. «Guarda un Pichu!» esclamò entusiasta chinandosi. «Niente distrazioni!» gridò correndo via con il pokèmon in braccio.

I due la guardarono confusi.

 

Clem tornò dagli altri che ormai erano usciti della porta secondaria.

«Clem, hai trovato Ash e Lucinda?» domandò il fratello.

«Certo, si stanno sbaciucchiando» dichiarò orgogliosamente.

«Cooosa??!» esclamò Serena terrorizzata e inorridita allo stesso tempo.

«Veramente non ancora, ma lo faranno presto» corresse con aria soddisfatta guardandosi indietro come se potesse vederli.

 

Tornando a Ash e Lucinda come era prevedibile dopo l’arrivo di Clem l’atmosfera si era ghiacciata.

Entrami si guardavano la punta dei piedi, anche se il ragazzo ogni tanto scrutava di nascosto l’amica. Non sapendo però cosa dire tornava puntualmente a guardarsi le scarpe.

«Ash...» prese parola all’improvviso Lucinda guardando sempre in avanti. «A proposito di quello che ha detto Clem… tu hai mai baciato una ragazza? ...».

Lucinda si vergognava molto di quello che aveva chiesto e non aveva il coraggio di guardarlo. Invece Ash la guardò inizialmente confuso.

«Ah sì» rispose dopo un po’ attirando lo sguardo della ragazza. «Però sono stato colto di sorpresa, anzi si può dire fosse stata lei a baciare me».

La ragazza tornò a guardare avanti, in qualche modo era felice non fosse stato nulla di serio.

«E tu?» la chiese lui.

Il cuore della ragazza cominciò a battere sempre più forte e i suoi occhi si sgranarono. Naturalmente non poteva fare a meno di guardarlo.

«N-no...» disse solo tornando a guardare avanti.

Una sensazione di calore l’aveva invasa. L’amico aveva poggiato le sue labbra sulla sua guancia destra per pochi secondi prima di staccarsi. Naturalmente quel contatto era bastato a farla arrossire… nessun ragazzo si era mai avvicinato tanto… Ash non si era mai avvicinato tanto…

«Che carini!» sentirono in lontananza una vocina entusiasta.

«Clem!?» emise Ash confuso alzandosi in piedi.

«C-Clem…?» gli fece eco l’amica.

«Finalmente, sono contenta per voi!» esclamò sommersa dalla tenerezza raggiungendoli.

Osservava la scena una ragazza dai capelli mori e gli occhi azzurri. Era nascosta dietro il muro della palestra e la sua espressione era al quanto triste… ormai era finita…

«Serena?» la sorprese qualcuno alle spalle a qualche metro di distanza.

«Lem!» si voltò sorpresa facendo del suo meglio per sorridere.

«Va tutto bene?» chiese lui quasi certo che qualcosa non andasse.

Quella domanda alla ragazza faceva davvero male, sentiva che proprio non riusciva a dire di sì continuando a sorridere e guardandolo negli occhi.

Serena si voltò e fece del suo meglio per rispondere. «Va tutto bene(?)...» disse con gli occhi lucidi, anche se più che una risposta sembrava un’ulteriore domanda.

«Serena, che cos’hai??» chiese preoccupato.

La ragazza era distrutta, il suo unico grande amore aveva appena baciato un’altra. Le sembrava che il mondo le crollasse addosso… eppure non poteva ignorare la voce preoccupata di Lem, non poteva permettersi di piangersi addosso. La vita continuava. Tutto si sarebbe sistemato e anche se ora sembrava dura presto non lo sarebbe stato più.

«Starò bene, non preoccuparti» si voltò sorridendo con tutta la felicità che aveva in corpo.

 

 

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