LA MIA STORIA (2° PARTE)

di twilight98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** JOHN O'BRIAN ***
Capitolo 2: *** 30 ANNI DOPO....... ***
Capitolo 3: *** LA 1°NOTTE ***
Capitolo 4: *** UNA GIORNATA MOLTO STRANA ***
Capitolo 5: *** 2°NOTTE ***
Capitolo 6: *** KENNY ***
Capitolo 7: *** CENOTAFIO ***
Capitolo 8: *** STO BENE!!! ***
Capitolo 9: *** 4°NOTTE ***
Capitolo 10: *** LA FINE!! ***



Capitolo 1
*** JOHN O'BRIAN ***


~Il cielo sopra di me sta iniziando a farsi nuvoloso e stanno già iniziando le prime gocce di pioggia. Ho un male terribile alle costole e sto perdendo molto sangue. Ma non mi importa, io continuo a correre: corro per scappare dalla realtà, corro per scappare da mio padre, corro per scappare da me stesso e dalla mia vita. Corro per cosi tanto che finisco in un luogo che sembrano le campagne, dopo tutto la città non era molto lontana dalla campagna. Sono le 2:00 a.m ed è cosi buio che non riesco a vedere neanche una sagoma. Mi guardo intorno confuso cercando di capire dove andare, ma ad un certo punto sento le sirene della polizia, papà deve averla già chiamata per avviare le mie ricerche. Ma a me non importa, non ho alcuna intenzione di tornare.
J: << dannazione, adesso dove mi nascondo? >>
Inizio a cercare a disperato una qualunque via d'uscita. Alla fine mi nascondo tra due alberi paralleli tra di loro. Dopo che la polizia, senza rendersene conto, mi supera esco dal mio nascondiglio e continuo a correre dalla porta opposta degli alberi. Ho un male terribile al torace e ho la felpa completamente lorda di sangue, non ce la faccio proprio ad andare avanti cosi; devo cercare dei fermaci per curarmi e poi un nascondiglio per riposarmi. A quanto pare le mie preghiere erano state esaudite, infatti poco più avanti riesco la sagoma di una casa con il camino acceso, mandava un bellissimo calore. Forse lì avranno delle medicine, ma devo cercare di non farmi scoprire. Con passo lento, dolorante ma allo steso tempo deciso, mi dirigo verso quella casa. Quando arrivo guardo dalla finestra, noto che la luce è accesa, permettendomi di vedere un bellissimo soggiorno rustico con una antica tv con davanti un divano rosso a tre posti coperto da una coperta, rossa, bianca e nera, abbastanza vecchia; dopo quella stanza posso delle scale che portano al piano di sopra. Continuo a guardare l'interno accertandomi che non ci sia nessuno. Dopo essermene assicurato apro la finestra e entro, senza perdere tempo mi avvicino un attimo al camino, sono bagnato fradicio.
J: << brrrr, cavoli se fuori fa freddo >>
Dopo essermi riscaldato inizio a perlustrare tutta la casa in cerca del bagno, dopo tutto è li che si tengono i medicinali. Inizio a perlustrare tutte le stanze di sotto ma senza trovare niente, alla fine decido di andare a guardare al piano di sotto. Piano piano, senza fare salgo le scale e inizio controllare le stanze, ad un certo punto arrivo alla stanza dei due coniugi, notando che stanno dormendo chiudo molto lentamente la porta; poi continuo con le mie ricerche, finché non trovo il bagno. Quando entro inizio a cercare con velocità e con noncuranza nei cassetti mettendo cosi tutto a soqquadro, ormai il dolore è davvero insopportabile. Ad un certo punto sento una presenza alle mie spalle, non ho nemmeno il tempo di girarmi che vengo colpito dal manico di un fucile al torace, il dolore è cosi tremendo che cado a terra piangendo e gridando.
J: << OH DIO! >>
Inizio a perdere sangue dalla bocca e svengo.

…………………………………….

Quando mi sveglio, mi ritrovo nel divano del soggiorno e con delle fasciature nel torace. Ad un certo arriva una signora sui 60 anni con un raggiante sorriso in volto e con vassoio con una teiera e delle tazze per il the, stava canticchiando una bella canzoncina.
S:<< oh, ben svegliato piccolo >>
J: << piccolo? >>
S: << oh scusa, non ti ho chiesto quanti anni hai >>
Era una donna con i cappelli lunghi e bianchi, un viso tondo e degli occhi azzurri molto chiari. Era un pò cicciottella con una camicia da notte rossa e bianca, sembrava quasi la moglie di Babbo Natale.
J: << ne ho 15, signora….? >>
G: << chiamami Geraldine tesoro >>
 Ad un certo punto arrivò anche il marito, anche lui sui 60 anni: era un uomo alto e possente con capelli e barba grigi e bianchi, avevo un viso duro e vissuto e aveva gli stessi occhi verdi miei e di mio padre. Ad un certo punto inizio a piangere. Mi mancava mio padre ma allo stesso tempo avevo paura di affrontarlo, dopotutto era stato lui ad avermi picchiato a sangue.
G: << tesoro c'è qualcosa che non va? >>
J: << n-no, non è niente! >>
Dico, asciugandomi le lacrime con la mano. In quel momento prende parola il marito, con una voce da rimprovero.
S: << I TUOI GENITORI NON TI HANNO MAI SPIEGATO CHE NON SI ENTRA IN CASA DELLE PERSONE >>
G: << Erik ti prego calmati, amore >>
Ma subito dopo prendo parola io, gridando naturalmente.
J: << BHE, MI SCUSI SIGNORE MA AVEVO BISOGNO DI MEDICINE >>
E: << AVRESTI POTUTO CHIEDERCELE, NO? >>
J: << GIA', MA PECCATO CHE NON VI CONOSCESSI >>
Con quella risposta riesco finalmente a farlo stare zitto.
E: << in un modo o nell'altro, chi ti ha ridotto cosi? >>
A rispondere a quella domanda fu il telegiornale della televisione, il quale annunciava: << giovane ragazzo di 15 anni, di nome Jeremy Fitzgerald e scomparso ieri sera verso le 10:30. A tutti coloro che l'anno visto sono invitai a chiamare il numero 911, per informare la polizia. Ed ora passiamo alle altre notizie……..>>. La presentatrice non ci riuscì a finire perché Erik, se non sbaglio, aveva già spento la televisione.
E: << immagino tu ora sappia quello che dovremo fare, no? >>
G: << perché sei scappato di casa? >>
J: << perché…..perché mio padre mi ha picchiato, è stato lui a ridurmi cosi >>
E: << è la verità? >>
J: << si, per favore non chiamate la polizia. Non voglio tornare lì >>
E: << COSA?, e che cosa vuoi che facciamo allora? >>
J: << crescetemi come figlio vostro >>
G: << COME? >>
J << avete sentito bene. Voi non avete figli, dato che non ho visto foto che vi ritraggono con bambini, questa potrebbe essere la vostra e la mia possibilità di iniziare una nuova vita >>
G: << io, beh , non saprei >>
J: << come fate di cognome? >>
E: << O'brian! >>
J: << allora da adesso il mio nome è John O'brian! >>


Ps: Ciao ragazzi, da come potete vedere è iniziata la seconda parte di la mia storia. E se avete letto il capitolo avrete notato che ho salvato il nostro amato Jeremy. Spero che la storia vi piaccia.
Baci dalla vostra Twilight98!!!

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Capitolo 2
*** 30 ANNI DOPO....... ***


~Quello stesso giorno preparammo la mia "morte". Prima presero la mia felpa ne strapparono un lembo e lo portarono il più lontano possibile dalla casa, per portare la polizia fuori strada. In seguito, portarono la coperta dove ero stato avvolto in un capanno abbandonato e gli diedero fuoco: in modo da far credere della mia morte alla polizia. La parte più difficile fu quella di tenermi nascosto per abbastanza tempo, in modo che la gente si dimenticasse di me. E cosi Jeremy Fitzgerald è morto ed è nato John O'brian, figlio di Geraldine ed Erik O'brian. Ormai sono passati 30 anni, ho una moglie e un figlio, si chiamano Claire e Nathan. Io e la mia famiglia abbiamo deciso di trasferirci a Tombstone ( nome sparato a caso) la stessa città da dove sono scappato per sfuggire a mio padre. Ma non me ne faccio un problema, dopotutto sono passati 30 anni e poi sono riuscito a trovare un lavoro al nuovo ristorante Fazbear, che è stato riaperto come un'attrazione horror. In un certo senso questo lavoro è stata la mia ultima scelta, ma come ho già detto sono passati 30 anni ed io non sono più Jeremy Fitzgerald, ma John O'brian.
J: << Nathan dai sbrigati che dobbiamo partire >>
C: << tesoro, dovresti parlare a Nathan, non ha molta voglia di separarsi dai nonni >>
J: << certo amore, tu intanto sali in macchina >>
Molto velocemente salgo le scale della casa che ho condiviso con i miei "genitori" per 30 anni. E piano piano entro nella camera di Nathan, che come al solito sta giocando con la Wii.
J: << allora? >>
N: << allora cosa? >>
J: << hai intenzione di scendere o devo portarti giù di peso? >>
N: << non voglio lasciare i nonni e poi ho tanti amici qui >> Molto lentamente mi avvicino a lui e mi metto in ginocchio davanti al suo letto per guardarlo negli occhi ed inizio a parlargli dolcemente. Non ho alcuna intenzione di comportarmi come Vincent.
J:<< lo so tesoro, anche a me mancheranno i nonni e miei amici, ma se vogliamo una vita migliore ed una possibilità abbiamo bisogno di questo trasferimento >>
Non era ancora convinto, ma trovai subito il modo per tirargli su il morale.
J: << potremmo anche permetterci il cane che hai sempre desiderato >>
Subito dopo il suo sguardo si illuminò, e senza perdere tempo spense la console e corse in macchina.
N: << SU FORZA PAPA' MUOVITI! >>
J: << ARRIVO!! >>

……………………………… …..

Quando arrivammo a Tombstone lascai la mia famiglia a casa e mi recai a lavoro dove mi stava aspettando il nuovo proprietario. Per l'occasione mi misi un vestito viola e nero erano i colori preferiti di mio padre. Guardandomi allo specchio non potei non notare quanto somigliassi a Vincent, ho il suo stesso colore degli occhi, la sua stessa carnagione pallida e lo stesso fisico asciutto; mentre i capelli castani e il viso tondo sono di mia madre. Quando arrivai a lavoro vidi uscire dal locale la vecchia guardia notturna, stava ridendo come uno appena uscito dal manicomio e quando mi vide mi venne incontro come un ubriacone che ha in mano una bottiglia di vino.
NG: << BENE BENE, MA CHI C'E' QUI?, LA NUOVA VITTIMA SACRIFICALE? AHAHAHAHA >>
J: << s-scusi? >>
NG: << AHAHAHA, DIVERTITI NEL TUNNEL DELLA MORTE >>
J: << ma di cosa sta parlando? >>
NG: << LUI TORNA, LO FA SEMPRE; AHAHAHAHA >>
J: << lei è pazzo! >>
Faccio per allontanarmi, ma vengo afferrato per il braccio da quel malato mentale.
NG: << sarò pazzo, ma dimmi chi è il vero pazzo tra noi due? >>
J: << si potrebbe spigare >>
NG: << loro ti tengono d'occhio amico >>
J: << ma loro, chi? >>
NG: << AHAHAHAHAHA!!! >>
Lascia la presa e se ne torna sui suoi passi continuando a ridere in modo isterico.
J: << ok……direi che cominciamo bene >>
Con un po' di esitazione entrai nel ristorante. La giornata non era proprio iniziata bene.

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Capitolo 3
*** LA 1°NOTTE ***


~Quando entro non posso fare a meno di notare l'ambiente oscuro e pauroso che c'è all'interno dl ristorante. Dopo un po' arriva il nuovo capo del ristorante, forse il nipote del signor Fazbear.

C(capo): << salve signor O'brian >>
J: << salve >>
C: << oggi è il suo primo giorno di lavoro, giusto? >>
J: << si >>
C: << Bene, l'ho chiamata per dirle che lei non sarà più una guardia diurna >>
J: << aspetti, non vorrà licenziarmi senza avere ancora iniziato? >>
C: << no, io intendevo dirle che abbiamo deciso di spostarla direttamente al turno di notte >>
J: << perché? >>
C: << ha visto che l'uomo che appena uscito dal ristorante?, quel pazzo? >>
J: << ho avuto la fortuna di incontrarlo >>
C: << bhe, era la vecchia guardia notturna, ma ha deciso di licenziarsi >>
J: << perché? >>
C: << mi sa che aveva paura del buio >>
A quanto pare era una cosa di non voleva parlare, quindi decisi di non insistere; tanto se c'era qualcosa di strano l'avrei scoperto stanotte. Verso le 23:00 arrivai in ufficio e iniziò cosi la mai prima notte di lavoro.
J: << Che noia!, è mai possibile che lo dovevo trovare io il lavoro più noioso!? >>
Continuo a giocare con una pallina da tennis annoiato finché ad un certo punto non sento uno strano rumore venire da una stanza, e incuriosito guardo le telecamere. Quando vado alla cam8, vedo una strana figura a forma di coniglia che scompare dalla mia vista.
J: << non mi ricordavo di un coniglio fantasma in questa attrazione >>
Decido di lasciare perdere, dopotutto è un'attrazione horror. Due ore dopo inizio a sentirmi male e comincio a respirare affannosamente. Avevo sentito dire che c'era un problema con il sistema di ventilazione, ma cavolo non immaginavo fino a questo punto. Velocemente inizio a cercare dei bottoni per riparare il sistema di ventilazione, ma prima di poterci arrivare mi salta sopra una strana figura a forma di volpe, che mi fa prendere un grande spavento e che non mi da il tempo di riparare il sistema di ventilazione. Se non l'aggiustavo rischiavo di svenire per asfissia. Quando la strana volpe se ne va mi dirigo velocemente verso quei bottoni del cavolo, ma improvvisamente mi sento afferrato per il collo e sbattuto al muro. La botta è stata cosi da annebbiarmi completamente la vista, poi mi sento nuovamente afferrato per il colletto della camicia e riesco solamente una sagoma dorata e a forma di coniglio……..poi fu il buio. Mi risveglio improvvisamente nella mie sedia, o per meglio dire mi ritrovo a terra abbastanza stordito, nient'altro di strano. Forse è stato solo un sogno.

Ciao a tutti ragazzi!!!
Scusate se in questi giorni non ho scritto molto, ma ora sono qui e ho intenzione di rendere la vita di Jeremy un inferno.
* risata diabolica*, oh bhe ora vi saluto.
Baci dalla vostra Twilight98 :)

 

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Capitolo 4
*** UNA GIORNATA MOLTO STRANA ***


~Pov. Spring-trap………

Mi guardo intorno smarrito, finché non sento un rumore arrivare dalla sala grande. Piano piano mi avvicino per vedere che cosa succede. Noto due uomini entrambi sui 45 anni; ma il mio sguardo si sofferma su quello dai capelli castani, assomigliava tanto a mio figlio, a quest'ora dovrebbe avere circa la sua stessa età; cavoli, non è possibile che abbia passato 30 anni in quel limbo oscuro, a me sono sembrati solo cinque minuti: cinque minuti in cui ho dovuto dire addio per sempre a Kenny; cinque minuti di sofferenza che ho passato gridando e piangendo. Forse, se tutto si fosse fermato lì avrei potuto accettare la mia nuova situazione e invece mi tocca pure vivere come un morto che cammina tra i vivi. Improvvisamente i miei occhi diventano rosso sangue e inizio a guardare in cagnesco la futura guardia notturna: è tutta colpa di Jeremy, e questa nuova guardia, John O'brian se ho capito bene, è troppo simile a lui. Non mi importa se non è lui, in un modo o nell'altro avrò la mia vendetta su chi mi ha fatto del male.

……………………………………………..

Tutto il resto della serata passa con tranquillità, non appena scoccano le 6:00 vado a salutare il proprietario e mi dirigo verso casa. Lungo la strada mi ritrovo a pensare a quello che è successo ieri sera: sarà stato un sogno? E poi che cosa voleva dire la vecchia guardia notturna?.
J: << "lui ritorna, lo fa sempre!", chissà chi è lui? >>
?: << oppure che cosa è lui! >>
Mi giro verso la voce e rivela il volto di un uomo sui 70 anni, con addosso un maglione fatto a mano e dei pantaloni abbastanza larghi, ha una posizione curva e porta con se un bastone da passeggio; ha un viso severo pieno di rughe, con gli occhi infossati e ha una piccola barba bianca.
J: << mi scusi temo di non aver capito >>
?: << potrebbe essere una cosa, non una persona. O per meglio dire potrebbe non essere più una persona >>
J: << ma di chi sta parlando? >>
? : << di quel lui >>
J: << lei sa chi è? >>
?: << dipende, con chi sto parlando? >>
Ma che è successo a questa città in questi ultimi 30 anni, sembrano tutti pazzi.
J: << mi scusi, ma non penso di essere tenuto a dirglielo >>
?: << mi scusi signor O'brian >>
Non lo ascolto e ritorno sui miei passi.
?: << o devo forse chiamarla Jeremy Fitzgerald? >>
Mi giro di nuovo verso quell'uomo misterioso con gli occhi sbarrati, ma era già scomparso. Velocemente corro verso casa finché non arrivo al mio isolato e in quel momento rallento la mia corsa ricominciando a camminare. Però non me la ricordavo cosi lontana casa mia. Decido di non farci caso ma dopo mezz'ora di camminare faccio per tornare indietro , forse ho solo sbagliato strada. Continuo a camminare per uscire da quest'isolato ma è stranamente lungo, ansi, sembra infinito.
J: << una via non può durare cosi tanto >>
Inizio a correre, sento di star entrando nel panico. Ad un certo punto la strana via si trasforma nel corridoio del Fazbear pizza.
J: << ma che cosa sta succedendo? >>
Inizio a guardarmi intorno impaurito, poi ad un certo punto sento un rumore di passi meccanici che si stanno avvicinando. Inizio a correre verso l'uscita, sono certo di non potermi sbagliare in questo, ma alla fine anche questo corridoio si rivela infinito. Continuo a correre finché non vengo afferrato e lanciato verso il muro. Apro lentamente gli occhi e scopro che è di nuovo quella strana figura a forma di coniglio, lo vedo prendere improvvisamente un coltello lordo di sangue ancora gocciolante e si avvicina con fare minaccioso verso di me.
J: << STA LONTANO DA ME, NON OSARE TOCCARMI! >>
Ma il coniglio non ha alcuna intenzione di ascoltarmi e continua ad avvicinarsi con in mano quel coltello finché tra noi due c'è solo un centimetro di distanza.
J: << NOOOOOOOOO >>
L'immagine del coniglio svanisce insieme al corridoio e al vicolo infinito. In meno di un minuti mi ritrovo a un metro da casa mia, senza pensarci due volte corro verso e chiudo la porta a chiave. Mia moglie deve aver sentito il rumore della porta che sbatteva e deve essere scesa per vedere che cosa stava succedendo.
C: << c'è qualcosa che non va tesoro? >>
A quanto non dovevo avere una bella cera ma dopo avere inghiottito un pò di saliva e dopo essermi leccato le labbra secche inizio a parlare.
J: << No Claire, è stata solo una brutta giornata >>
C: << ok. Forse hai riposato poco in questo periodo, dovresti andare a dormire >>
J: << forse hai ragione. Buona notte amore >>
C: << buona notte >>

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Capitolo 5
*** 2°NOTTE ***


~Le ore passarono molto velocemente quella giornata ed ora io ero pronto per la mia seconda notte di lavoro. Quando arrivo davanti all'entrata della pizzeria continuo a guardare l'insegna con su scritto "Freddy's Fazbear pizza".
J: << forza John, quello che è successo ieri è stato creato dalla tua immaginazione >>
Prendo un lungo sospiro e con passo deciso entro nel ristorante, sono appena scoccate le 12:00 e non appena entro arriva la guardia diurna che mi da le chiavi del ristorante e poi se ne va. La notte sembra abbastanza tranquilla.
J: << visto John?, alla fine non sta accadendo niente di spaventoso……
Controllo molto attentamente le telecamere senza notare nulla di strano.
….e niente conigli zombie in avvicinamento! >>
Sono appena scoccate le 4:00 e tutto è sempre tranquillo e….noioso - _ -
Ma verso le 4:30 sento uno strano rumore provenire dal corridoio, inizio a guardare tutte le telecamere finché non mi soffermo alla camera 8 e vedo scomparire di nuovo quello strano coniglio dalla mia vista.
J: << nonononono…….non può essere vero >>
Preso dal panico inizio a schiacciare tasti a caso finché non ne tocco uno che fa ritornare quella specie di essere alla cam8.
J: << o-ok, penso di star iniziando a capire come funziona >>
Continuo a mandare via quella specie di animatronico mal riuscito per tutta la notte, finché non sento di nuovo il rumore del sistema di ventilazione che non funziona.
J: << no, non adesso!! >>
Inizio a cercare con il respiro affannoso i bottoni per riparare quell'affare ma mi sento nuovamente afferrato per collo e lanciato verso il muro.
J: << OH MA ANDIAMO E' L'UNICA MOSSA CHE SAI FARE? >>
Quello strano e spaventoso animatronico si stava avvicinando pericolosamente a me.
J: << STAMMI LONTANO MOSTRO >>
Inizio a correre verso l'uscita con quel mostro che mi stava alle calcagna, anche questa il corridoio sembrava essere infinito. Stavo forse sognando o c'era qualcosa di sovrannaturale in quel posto?.
J: << QUESTO è SOLO UN SOGNO, QUESTO è SOLO UN SOGNO , QUESTO è SOLO UN SOGNO >>
Ma nonostante tentassi di convincermi, sentivo sempre i passi robotici di quell'essere. Cominciavo a sentire un male atroce ai muscoli delle gambe e il corridoio era senza fine.
J: << PERFAVORE FATEMI USCIRE DA QUESTO POSTO MALEDETTO >>
Mentre corro inciampo e sbatto la faccia al muro e quel coso non si fa certo sfuggire l'occasione, infatti mi afferra il colletto della mia camicia e mi sferra un pugno che mi fa volare fino all' altra parte della stanza.
J: << allora n-non era l'u-unica mossa c-che conoscevi >>
Quel coso si avvicina molto lentamente a me e inizia a sferrarmi pugni e calci fino a farmi sputare sangue.
J: << l-lasciami an-andare >>
Continua a prendermi a pugni finché non perdo i sensi.

…………………………………….

J: << dove sono? >>
Davanti è apparsa una stanza piena di palloncini e giocattoli ed anche colorata con dei colori tra l'arancione e il bianco, forse della pizzeria, è di bambini che ridono e giocano felici. Ma improvvisamente davanti a me lo scenario inizia a cambiare: la stanza vivace e colorata lascia posto ad una stanza spoglia e grigia, i muri invece di essere colorati con arancione sono lordi di sangue ancora gocciolante, ei bambini adesso sono immobili sul pavimento e sono ricoperti anche essi di sangue e nella mia mano spunta un grosso coltello da cucina lordo di sangue; impaurito lo faccio cadere a terra.
J: << CHE COSA STA SUCCEDENDO? >>
Improvvisamente uno dei bambini che credevo fosse morto mi salto addosso e tenta di soffocarmi. Con calcio all'altezza della pancia lo allontano facendolo sbattere al muro. Strisciando mi allontano da quel demone, ma lui continua ad avvicinarsi.
J: << STAMMI LONTANO >>
B: << è TUTTA COLPA TUA, ASSASSINO! >>
J: << STAMMI LONTANO, IO NON TI HO MAI TOCCATO >>
Mi alzo in piedi e inizio a correre verso la porta, ma come sempre, quando hai bisogno di uscire la porta si blocca. Mi giro per vedere dove fosse il bambino: ma al suo posto e anche a quello della stanza in se, si crea una stanza completamente oscura e infondo c'è uno specchio. Molto lentamente mi avvicino e quando mi specchio vedo un uomo vestito completamente di viola della quale non riesco ad identificare il volto, i suoi abiti sono sporchi di sangue e tiene in mano lo stesso coltello da cucina che poco fa stavo tenendo in mano io. Improvvisamente l'immagine dell'uomo viola esce dallo specchio e tenta di sgozzarmi e in quel momento realizzo che è anche più forte di me, infatti in meno di un minuto mi ritrovo con lui sopra di me e io che tento di allontanare quel coltello dalla mia gola. Nel suo volto all'improvviso di crea un sorriso molto inquietante e si iniziano a formare degli occhi completamente rossi, che erano come se mi stessero guardando nell'anima. Poi all'improvviso tutta diventa buio.

……………………………………

J: << AHHHHHHHHHHHH >>
All'improvviso, come se niente fosse mai accaduto, mi sveglio in una stanza spoglia e buia, dove l'unica fonte di luce arriva da una piccola finestra in alto nella parete davanti a me. Inizio a guardarmi intorno smarrito e anche un po' dolorante, finché i miei occhi non incontrano quelli di un uomo anziano.
J: << aspetta!, tu? >>
?: << buongiorno signor Fitzgerald! >>

 

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Capitolo 6
*** KENNY ***


~J: << mi spieghi chi sei e che cosa vuoi da me? >>
?: << non mi sembra il modo giusto di rivolgersi a chi ti ha appena salvato la vita da Spring-trap >>
J: << da chi? >>
?: << come da chi?, pensavo l'avessi già capito >>
J: << ma di che diamine stai parlando? >>
?: << di quello che ti è successo stasera >>
J: << sarebbe a dire che tu sai che cosa è successo oggi? >>
?: << gli somigli davvero tanto >>
J: << ma che problemi hai? >>
?: << parlo del signor Vincent Fitzgerald, siete due gocce d'acqua >>
Quello strano individuo conosce mio padre, ma come è possibile?
J: << i-io non so di chi tu stia parlando >>
?: << smettila di fingere con me ragazzo >>
J: << f-fingere >>
?: << il tuo vero nome è Jeremy Fitzgerald, quando avevi 15 anni ti sei trasferito Tombstone con tuo padre e con il tuo fratellino Kenny. Il giorno del compleanno di Kenny tu, per fargli uno scherzo, l'hai preso e l'hai infilato nella bocca di G. Freddy, purtroppo per lui non c'è stato niente da fare. Verso le 10:00, nello stesso giorno, tuo padre ti ha picchiato cosi forte e cosi violentemente che tu sei stato costretto a scappare e da quel giorno è morto Jeremy Fitzgerald ed è nato John 0'brian >>
Rimasi a bocca aperta, io ci avevo messo 5 anni a crearmi questa nuova identità e a cancellare tutto il mio passato, e adesso lui stava riportando tutto a galla in soli cinque minuti.
J: << m-mi dici chi sei? >>
?: << sono io, Jonathan >>
J: << Jonathan?, ma io credevo che tu ti fossi trasferito o fossi già passato a miglior vita >>
JN: << bhe, mi dispiace averti deluso, ma io sono ancora qui e in questi due anni ho aiutato tutte le guardie notturne a scappare da Springtrap >>
J: << Springtrap?, è cosi che si chiama il coniglio? >>
JN: << quello non è un normale coniglio robot è qualcosa di più, soprattutto per te >>
J: << si come no >>
Faccio per andarmene ma lui mi dice una cosa che mi lascia senza parole.
JN: << non sei ancora andato al cimitero vero? >>
Mi giro verso di lui sorpreso, ma quando tento di dirgli qualcosa era già scomparso. Quando arrivo a casa vedo Nathan che sta giocando alla Playstation.
J: << ehi, come va campione? >>
N: << bene >>
J: << Ti sei fatto degli amici nella nuova scuola? >>
Non mi arrivò nessuna risposta e prima che potessi dire qualcos'altro sento Claire che mi chiama.
C: << John devo parlarti un attimo >>
J: << che c'è? >>
C: << Nathan ha dei problemi con i bambini della nuova scuola, è stato preso di mira da qualche bulletto >>
J: << e come lo sai? >>
C: << ieri quando sono venuta a prenderlo a scuola, l'ho visto che piangeva seduto su un'altalena. La maestra ha detto che aveva litigato con un suo compagno >>
J: << Oh. Quindi che cosa dobbiamo fare? >>
C: << Devi parlagli, dirgli qualcosa che l'aiuti ad affrontare questa situazione >>
J: << ok lo faro, però prima devo fare una cosa >>
C: << che cosa? >>
J: << devo andare a comprare delle pillole alla farmacia per il mio mal di testa >>
C: << ok ma sbrigati, non voglio che ti scordi di parlare con Nathan >>
J: << farò il più in fretta possibile >>
Detto questo esco di casa e mi dirigo in un luogo dove non ero ancora stato dopo il mio trasferimento: il cimitero. Quando arrivo chiedo al guardiano del cimitero della tomba di Vincent Fitzgerald, non so perché ma avevo intenzione di fidarmi di Jonathan e avevo la strana sensazione che in tutta questa ci fosse legato anche mio padre.
G(guardiano): << qui nessuna tomba che porta questo nome, però c'è un certo Kenny Fitzgerald, è la tomba numero 40 >>
Quando sento pronunciare quel nome la mia espressione diventa cupa.
J: << si….ehm….grazie lo stesso >>
Con il capo rivolto verso il basso mi dirigo verso la tomba n°40. Quando arrivo alzo lo sguardo verso l'incisione che c'è sulla lapide " Kenny Fitzgerald: nato il 10 dicembre 1975; morto il 10 dicembre 1983". Con le lacrime che mi scendevano dagli occhi mi piego all'altezza della lapide e continuo a piangere, riuscendo a dire soltanto una cosa:
J: << mi dispiace! >>

 

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Capitolo 7
*** CENOTAFIO ***


~Rimango a piangere davanti alla tomba del mio fratellino finché non arriva il guardiano del cimitero, con in mano la pianta del campo santo.
G: << signore sono venuto a dirle che in effetti c'è una tomba dedicata ad un certo Vincent Fitzgerald, però è un cenotafio >>
J: << un che? >>
G: << un cenotafio: una tomba senza il cadavere dell'individuo all'interno >>
J: << perché, che fine ha fatto il corpo? >>
G: << non si sa, il signor Fitzgerald scomparve improvvisamente un giorno di trent'anni fa. I parenti avevano avviato le ricerche, ma dopo sei mesi di ricerche venne dato per morto e cosi si è fatto un funerale senza il corpo del signor Fitzgerald >>
Ora avevo capito perché Jonathan voleva che venissi qui, in un modo o nell'altro mio padre c'entrava in questa storia e forse la sua scomparsa era stata causata da quel coniglio animatronico.
J: << ok, la ringrazio >>
E inizio a correre per andare al ristorante: devo parlare assolutamente con Jonathan
Quando arrivo entro di nuovo nella stanza dove mi ero risvegliato l'ultima volta, inizio a guardarmi intorno cercando Jonathan finché non sento aprire la porta dietro di me e vedo Jonathan.
JH: << sapevo che saresti venuto >>
J: << sono andato al cimitero e….. >>
JH: << lo so >>
J: << …..mi è stato riferito dal guardiano che il corpo di mio padre non è all'interno della tomba >>
JH: << e quindi? Che cosa pensi che significhi? >>
J: << penso mio padre sia scomparso a causa di quel mostro, se è quello che hai cercato di dirmi >>
JH: << ci sei quasi, ma hai ancora un po' di strada da fare per scoprire la verità >>
J: << ma perché non me la dici tu? >>
JH: << perché se vuoi affrontare Springtrap devi scoprirla da te >>
J: << aspetta io devo affrontare Springtrap? >>
JH: << te l'ho detto, capirai tutto a tempo debito. Ora se non ti dispiace devo andare a casa, oggi c'è polpettone per pranzo >>
Lo vedo uscire dalla stanze, rimando cosi io con i miei pensieri. Ma che cosa devo scoprire? E chi è Sprngtrap? E soprattutto perché lo dovrei affrontare?. Rimango in quella stanza a pormi domande a cui non riesco a dare alcuna risposta finché non esco per ritornare a casa, dovevo ancora parlare Nathan. Quando vedo Nathan che fa i compiti in cucina e senza indugio vado da lui.
J: << ehi tesoro, di che materia si tratta? >>
N: << matematica >>
J:<< posso aiutarti? >>
N: << papà tu non ne capisci niente di matematica >>
J: << vero, ma posso aiutarti in qualcos'altro >>
N: << ad esempio? >>
J: << forse riguardo a la tua situazione a scuola con quei bulli >>
N: << non ho bisogno d'aiuto >>
La sua voce sembrava molto infastidita dalla mia affermazione, ma io non mi faccio scoraggiare molto facilmente.
J: << almeno lascia che ti dia un consiglio: quando tu ti ritrovi davanti a quei bulli la prima cosa che devi fare è non mostrarti mia impaurito e quando ti provocano per farti fare a botte tu rispondi sempre con una nota di saggezza, devi essere sempre più in gamba di quegli idioti, che si sentono forti prendendosela solo con i più deboli ma se si ritroverebbero davanti a un gigante farebbero o i lecca culo, mi raccomando non usare mai questo termine, o semplicemente scapperebbero. >>
N: << ne sei sicuro? >>
J: << ovvio, ah…ehm….devo iscriverti ad un corso di karate >>
N: << ma hai detto che non devo fare a botte >>
J: << si, ma è in caso di difesa, solo di difesa, capito? >>
N: << si ><
Ora era di nuovo felice e lo ero anch'io
J: << allora, com'è quel problema di geometria? >>

………………………………….

Erano le 12:00 di notte ed io ero nel mio ufficio pronto alla mia terza notte di lavoro. Oggi Springtrap sembrava più incazzato che mai, forse perché ieri non era riuscito a portare il lavoro che aveva in cominciato e ora aveva intenzione di portarlo a termine. Continuo ad allontanarlo, ma penso di non riuscire a continuare ancora per molto.
J: << forza John, sono le 4:00, ce la puoi fare >>
Improvvisamente sento il telefono che squilla e io senza pensarci molto rispondo alla telefonata.
J: << pronto? >>
JH: << buona sera signor Fitzgerald! >>
J: << Jonathan? >>
JH: << l'ho chiamata per dirle che a partire dalla terza notte, di solito verso le 4:00 e 4:30, il nostro amico passa dai condotti di ventilazione >>
J: << cosa?, Passa anche per i condotti? >>
JH: << è quello che ho detto no? >>
J: << e come faccio per allontanarlo? >>
JH: << basta ammaccare due volte, sullo schermo del tablet, il condotto in cui lo trovi poi si chiuderà da solo. Niente di complicato no? >>
J: << ok, ce la posso fare! >>
JH: << bhe…..o ce la fai o muori >>
J: << va be, buona notte Jonathan! >>
JH: << buona notte! >>
Nonostante tutto, appena scoccano le 6:00 torno a casa e oggi mi preparerò psicologicamente a superare la quarta, temo che Springtrap non l'abbia presa bene.

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Capitolo 8
*** STO BENE!!! ***


~Sto camminando per la strada per fare una piccola passeggiata prima andare a lavorare al ristorante, oggi è proprio una bella giornata calda di primavera, sono le 7:00 del mattino e riesco a sentire l'odore dei fiori e il cinguettare degli uccelli.
J: << ci voleva proprio una bella passeggiata, in questo periodo mi sono solo preoccupato del mio lavoro tralasciando la mia salute >>
Ma le cose non sono destinate a durare molto, infatti in pochi minuti il paesaggio intorno a me cambia: il giorno lascia spazio alla notte, il cielo si fa nuvoloso e iniziano le prime gocce di pioggia e la di Tombstone scompare lasciando spazio ad un'altra che mi è abbastanza familiare, in effetti è la stessa strada che ho fatto anni fa per scappare da casa e arrivare alla casa degli O'brian, infatti riuscivo a vedere un gigantesco paesaggio campagnolo e anche i due alberi che ho usato per nascondermi dalle squadre di ricerca.
J: << ma che diavolo? >>
Comincio a guardarmi intorno, finché non sento un rumore. All'inizio penso che sia la squadra di ricerca ma alla fine sento un rumore di passi e una voce che mi chiama, in quello stesso momento sento un atroce dolore allo stomaco, il doloro è cosi forte che mi piego in due con le braccia premute sulla pancia, ma senza capire come, sento un liquido caldo che mi bagna le braccia, quando guardo noto che la mia mano è lorda di sangue e che si è stranamente rimpicciolita, sconvolto guardo tutto il mio corpo e scopro, con mia enorme sorpresa, che è tornato ad essere quello di un quindicenne.
J: << MA CHE STA SUCCEDENDO? >>
??: << Jeremyyyy!! >>
J: << c-chi c'è? >>
??: << Jeremyyy!! >>
J: << dove sei? >>
La voce che sentivo sembrava molto familiare, era una voce maschile che non aveva niente di buono.
J: << n-n-non ho paura di te!! >>
??: << è TUTTA COLPA TUA >>
In quel preciso momento mi venne addosso un uomo vestito completamente di viola, era lo stesso dell'incubo dello specchio, ma perché tentava sempre di uccidermi?. Con un calcio lo allontano da me e inizio a correre.
??: << vieni qui non ti faccio niente, AHAHAHAHAH >>
Pure lui comincia a inseguirmi ed è davvero più veloce di me.
??: << vieni qui voglio solo farti vedere una cosa >>
J: << STAMMI LONTANO MOSTRO >>
Capendo che non avrei mai ceduto velocizzò la sua corsa, finché non mi raggiunse e mi prese per il collo, in mano aveva ancora quel coltello, con la quale mi infilzò più volte lo stomaco.
 ??: << è T-U-T-T-A C-O-L-P-A T-U-A!! >>
E detto questo infilzò il coltello cosi affondo che fuoriuscì dalla mia schiena.
J: << AHHHHHHHHHHHHH >>

…………………………………………..

J: << AHHHHHHHHHHHHH >>
Mi risveglio nel mio letto tutto sudato e con le lacrime agli occhi per lo spavento.
C: << mhm…t-tesoro c'è qualcosa che non va? >>
Mi guardo intorno con gli occhi spalancati, finché il mio sguardo non si posa su Claire, la guardo un po' timoroso non sapendo cosa dire, ma le parole alla fine escono da sole.
J: << n-no niente che non vada >>
Il suo sguardo si fa più serio e abbastanza scocciato.
C: << John, in questo periodo sei molto strano. C'è qualcosa che non mi vuoi dire? >>
J: << no….non c'è niente >>
C: << LA PUOI SMETTERE DI MENTIRMI, IN QUESTI GIORNI SEI SEMPRE SPAVENTATO E TI GUARDI SEMPRE IN GIRO SOSPETTOSO, COME SE TI ASPETTASI DI VEDERE QUALCUNO CHE SPUNTI DA DIETRO L'ANGOLO >>
J: << ma smettila, che cosa può mai spuntare da dietro l'angolo? >>
C: << questo dovresti dirmelo tu, no? E ti prego, non inventare scuse!! >>
J: << io non invento scuse e solo che in questo periodo sono molto stanco >>
C: << a causa del lavoro? >>
J: << si tesoro e solo che mi devo ancora abituare a questo nuovo orario e riguardo ad ora è stato solo uno stupido incubo >>
C: << è solo questo? sei sicuro? >>
J: << si!! >>
Detto questo Claire scende dal letto e si dirige in bagno, mentre io scendo in cucina ad andare a vedere se Nathan è già sveglio. Quando scendo vedo Nathan che è davanti alla tv mi avvicino con passo svelto verso di lui.
J: << ehilà campione!! >>
N: << c-ciao >>
Il suo sguardo era perso nel vuoto e sembrava molto pensieroso e preoccupato.
J: << c'è qualcosa che non va? >>
All'inizio sembra che non abbia voglia di palarne, ma poi risponde, sempre con quella vocina timida e infantile.
N: << p-poco fa ho sentito te e la mamma litigare sul tuo strano comportamento che hai avuto in questi giorni >>
J: << tesoro sta tranquillo io……
N: << …….no!, io non penso sia cosi. Tu non sei mai stato il tipo che si stanca per gli orari pesanti, dopotutto ci sei abituato grazie al tuo vecchio lavoro. Quindi, mi spieghi perché sei cosi agitato? >>
Adesso mi sento veramente con le spalle al muro, devo trovare una scusa o un discorso che gli faccia cambiare idea.
J: << senti…..io sto bene e voglio il meglio per voi, quindi…..q-qualche volta può capitare un momento di agitazione, dopotutto ho il peso di una famiglia sulle spalle. Capisci cosa intendo giusto? >>
N: << si…….credo! >>
Dal suo tono non posso fare a meno di notare la sua poca convinzione su quello che avevo detto, ma decido di non dire altro, in questo momento l'unica cosa importante è superare la prossima notte a lavoro e ritornare sano e salvo a casa.


Nota dell'autore:
Ebbene, ciao a tutti ragazzi; spero che questo nuovo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Mi dispiace veramente tanto di non aver aggiornato molto questa storia, ma in questi giorni sono stata molto impegnata con la scuola e ho dovuto passare la maggior parte del mio tempo a studiare per verifiche e interrogazioni :°(. Ma adesso sono tornata e ho intenzione di finire questa storia in modo da poter iniziare a lavorare sull'altra :)!!!!!
Baci dalla vostra Twilight98!!!!

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Capitolo 9
*** 4°NOTTE ***


~Questo stesso pomeriggio mi sono preparato psicologicamente ad affrontare la mia quarta notte e non vedo l'ora di prendere a calci nel sedere quella sotto specie di coniglio zombie. Adesso sono le 21:00 e in ben che non si dica, con la stessa decisione di un uomo quando si prepara alla battaglia, indosso la mia divisa viola e mi dirigo verso la porta d'ingresso, ma a distrarmi dalla mia meta è la vocina spaventata ed infantile di mio figlio.
N: << p-papà? >>
J: << Nathan?, ma non dovresti essere già a letto? >>
N: << è solo c-che ho paura c-che una volta uscito da quella porta tu non tornerai mai più a casa >>
Rimango a guardarlo per un po', incredibilmente scioccato da questa sua affermazione, finché non rispondo. E gli prendo le sue piccole manine fredde e tremanti.
J: << oh tesoro……non….non c'è bisogno che tu sia cosi spaventato. Io sono in grado di cavarmela da solo e poi finora sono sempre tornato >>
N: << s-si, ma ora h-ho un brutto presentimento. Non potresti non andare a lavorare, solo per stanotte!? >>
La sua proposta è davvero invitante, ma non posso non andare a lavoro, sono solo ad un passo a scoprire la verità su Springtrap e forse anche su mio padre.
J: << no tesoro, oggi proprio non posso. Ma se vai a dormire posso andare a rimboccarti le coperte! >>
N: << v-va bene…….ma promettimi che ritornerai a casa >>
J: << te lo prometto!! >>
Dopo aver rimboccato le coperte a mio figlio vado a lavoro, ma senza sapere che dietro l'angolo c'è qualcosa che mi sta seguendo. Mi dirigo subito nel mio ufficio, quando mi seggo sulla mia poltrona, scoccane le 12:00.
J: << forza John…..ce la puoi fare…….tu sei molto più di quella sottospecie di coniglio zombie! >>
In lontananza, in fondo al corridoio, arriva un rumore cosi forte che mi alzare dalla sedia; incominciamo bene.

Intanto:

BOOM!!!!
Senza che me ne rendessi conto avevo fatto cadere una maschera di una volpe appesa al muro.
N: << Perfetto! Spero che papà non mi abbia sentito >>
Mi guardo intorno sperando di trovare……ehm….di trovare…….insomma di trovare qualcosa che mi dica che cosa sta accadendo a papà. Questo posto mette una tale paura, non c'ero mai andato di notte. All'inizio sembra tutto tranquillo ma ad un certo punto sento uno strano rumore di passi robotici, ma sembrano abbastanza lontani.
N: << tranquillo Nathan, qualunque cosa fosse adesso se n'è andata! >>
Prendo dalla mia tasca del pigiama il mio cellulare per farmi un po' di luce e continuo ad andare avanti. Passo per varie stanze senza trovare un bel niente, solamente qualche rumore in lontananza.
N: << uff…che noia ragazzi!!. Ehi aspetta un po'…..non sarà forse che…. >>
Punto il mio cellulare verso il corridoio dalla quale è giunto il rumore, forse è lì che devo andare, forse laggiù c'è la causa di tutti i problemi di papà.
N: << beh, come dice sempre il nonno: "a mali estremi, estremi rimedi"!! >>
Facendomi luce con lo schermo del mio cellulare entro in quello strano corridoio: le mura sono spoglie e piene di spaccature e infondo c'è una stanza con la porta semi aperta e da lì esce una luce bianca che non promette niente di buono, ma con un sospiro entro in quella stanza; è stanza spoglia con i muri sporchi con qualcosa di scuro e vecchio, che non riesco a distinguere e la luce va e viene. Improvvisamente, appare davanti a me un robot con le sembianze di coniglio dorato, ma orribilmente malandato e con la puzza di carne marcia che mi entra nelle narici, ma ciò che mi lascia pietrificato dalla paura sono i suoi occhi: occhi ne morti ne vivi, occhi che non mostrano alcuna emozione se non stanchezza, dolore, rabbia e soprattutto……pazzia. Spaventato cerco di ritornare indietro, ma la porta dietro di me scompare, velocemente mi rigiro ma il coniglio è già a un centimetro di distanza da me.

…………………….

N: << AHHHHHHHHHH! >>
Il rumore di un grido mi fa saltare dalla sedia facendomi distrarre dal mio lavoro.
J: << MA CHE C****? >>
N: << AITOOOO!, PAPA' AIUTAMI!!! >>
J: << Nathan? >>
Mi guardo intorno smarrito alla ricerca di mio figlio, ma come era arrivato qui?
N: << PAPA' AIUTAMIII!! >>
J: << ARRIVO NATHAN!! >>
Esco subito dal mi ufficio e mi dirigo da dove arrivano le urla, finché non entro in una stanza completamente spoglia, la stessa del mio sogno, ma dove non c'è nessuno.
J: << NATHAN….NATHAN DOVE SEI? >>
L'unica cosa che riesco a trovare di mio figlio è solo il suo cellulare, prendo quel cellulare e lo stringo al mio petto, rimango cosi finché davanti non appare la figura di mio padre che mi sorride, ma è solo questione di un secondo e lui scompare esattamente come è apparso, poi sento una mano che sfiora la mia spalla, mi giro e vedo che è Jonathan. Sempre con lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare, inizio a parlargli.
J: << Jonathan…..il coniglio zombie che mi sta perseguitano è mio padre, giusto? >>
JH: << Si >>
J: << è venuto per vendicarsi? Per farmi provare quello che ha provato lui quando ho ucciso Kenny, per questo ha preso Nathan? >>
JH: << c'è solo un modo per rispondere a questa domanda e tu lo sai! >>
Io continuo a guardare lo schermo del cellulare di Nathan e Jonathan continua a parlare.
JH: << è da tento tempo che scappi dal tuo passato, adesso è il momento di affrontarlo se vuoi cambiare il tuo futuro >>
J: << allora farò cosi!! >>

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Capitolo 10
*** LA FINE!! ***


~Attenzione: le frasi messe tra questi due segni *….*, sono i pensieri di Springtrap\ Vincent!!!

Con l'aiuto di Jonathan mi alzo da terra, mentre lui continua a guardarmi con lo sguardo di un padre quando il figlio prende un buon voto a scuola.
JH: << allora, che cosa intende fare signor Fitzgerald? >>
J: << oggi devo rimanere qui, non posso ritornare a casa senza Nathan! >>
JH: << e come farà con sua moglie? >>
Senza rispondergli prendo il mio cellulare e compongo il numero di Claire, me lo porto all'orecchio aspettando che mi risponda.
C: << Pronto? >>
J: << sono io Claire! >>
C: << amore, c'è qualcosa che non va? >>
J: << ti ricordi quando ieri mi hai fatto la domanda se ci fosse qualcosa che non andasse? >>
C: << si….perché? >>
Adesso il suo tono è diventato molto più nevoso e preoccupato.
J: << ti ho mentito Claire, c'era davvero qualcosa che non andava…..e….e adesso Nathan rischia di pagarne le conseguenze! >>
C: << c-che c-cosa vuoi dire? Adesso c-che c-cosa c'entra N-Nathan? >>
J: << C'è qualcosa che non ti ho mai detto del mio passato e che ora sta riaffiorando >>
C: << Per favore cerca di essere più chiaro >>
J: << mi dispiace, ma per ora non posso dirti niente. Ti basti solo sapere che oggi c'è il rischio che io non tornerò a casa. Io ti ho chiamata, perché voglio che stanotte verso le 5:00 tu venga con la macchina per riprendere Nathan e che poi scappiate e ritorniate a casa >>
C: << p-perché?, tu dove sarai mentre io farò questo?
J: << sarò a risolvere un conto in sospeso con un amico >>
Finito di dire questo chiudo la chiamata e spengo il cellulare, mettendomelo in tasca. Intanto vedo Jonathan che continua a fissarmi, mi sa che ha sentito tutta la mia conversazione con Claire.
JH: << hai fatto la cosa giusta!! >>
J: << speriamo che sia cosi…….allora, cosa dovrò fare esattamente stasera? >>

ALLE 4:00

Sono le 4:00 spaccate ed io, secondo il piano che ha deciso Jonathan, prendo la mia torcia per farmi un po' di luce in tutto il locale. Continuo a camminare facendo più rumore possibile per attirare quel mostro, infatti dopo qualche minuto di girare a vuoto, compare davanti a me, con il suo sguardo che non annuncia mai niente di buono.
J: << dov'è Nathan? >>
Senza rispondermi, apre la porta di una stanza, da dove esce Nathan sano e salvo.
N: << PAPA'!! >>
J: << TESORO, STAI BENE? >>
Lui corre verso di me per abbracciarmi e con le lacrime che gli scendono dagli occhi. Io rispondo subito all'abbraccio.
N: << m-mi dispiace papà, n-non dovevo seguirti!! >> (piangendo e singhiozzando)
J: << shhh! Sta tranquillo….adesso è tutto finito >>
Un rumore di metallo che sbatte contro il muro mi riporta alla realtà. È stato Springtrap è quel rumore significava solo una cosa: non aveva alcuna intenzione di giocare. Dopo aver afferrato il suo messaggio, lascio andare Nathan.
J: << Nathan devi uscire di qui >>
N: << e tu che farai? >>
J: << io ho una faccenda da sbrigare con un vecchio amico >>
N: << n-no, ti prego….l-lui ha in-intenzione di farti del male >>
J: << io non credo!! >> Sono certo che lui non mi abbia mai voluto fare realmente del male, altrimenti a quest'ora Nathan sarebbe già morto.
J: << ora va, la mamma e fuori con la macchina che ti sta aspettando >>
N: << va bene, però ricordati che non mi devi dimostrare di essere un eroe, tu lo sei già per me!! >>
J: << me lo ricorderò tranquillo!! >>
Dopo avergli risposto lui si allontana finché non esce dal ristorante e corre da sua madre. Dopo essermi assicurato di ciò vedo Springtrap che mi guarda con il solito sguardo carico d'odio e pazzia.
J: << dopo molto tempo, a quanto ci rincontriamo! È proprio piccolo il mondo! >>
Lui non fa niente e non dice niente, ma continua a guardarmi con uno sguardo che sembra abbastanza confuso, non capisco, perché non mi attacca?. Continuo a guardarlo con uno sguardo sospettoso, aspettandomi un suo attacco, ma lui continua a stare fermo a fissarmi. Ma perché fa cosi? Se non era un esca per attaccarmi, allora perché l'aveva preso e soprattutto se non voleva uccidermi, allora che cosa voleva?.
J
Dopo questa mia provocazione lui si risveglia da quella specie di coma e corre verso di me pronto ad attaccarmi, io senza pensarci su inizio a correre dalla parte opposta, ma dopo qualche secondo mi sento afferrato il braccio e inizia a sbattermi come una bambola di pezza al muro. Cerco in tutti i modi di ribellarmi, ma ad un certo punto sento un sonoro "crack" e poi mi sento lanciato verso il muro.
J: << AHHHH CRISTO! >>
Con gli occhi gonfi di lacrime per il dolore, causato dal braccio rotto, alzo lo sguardo verso il mio assalitore che si sta
avvicinando, piano piano, con la premuta sul braccio rotto, mi alzo e lo guardo negli occhi.
J: << su forza!, prendimi a calci fino a farmi sanguinare, l'hai già fatto una volta, non sarà cosi difficile per te adesso! >>
Mentre gli dico questo, vedo che improvvisamente si ferma e il suo sguardo passa dall'arrabbiato al confuso e infine al….rammaricato?

P0V SPRINGTRAP:

Continuo a guardare quell'uomo con sguardo carico d'odio. Ma poi dice qualcosa che mi lascia senza parole.
J: << su forza!, prendimi a calci fino a farmi sanguinare, l'hai già fatto una volta, non sarà cosi difficile per te adesso! >>
Lui continua a guardarmi con lo sguardo carico d'odio, ma io non ci penso nemmeno al suo sguardo.
J: << che cavolo guardi lattina? >>
*ma a cosa si riferiva prima? Non poteva riferirsi a Jeremy, no? E come faceva a sapere di quel fatto?*
J: << CHE C'è? TI SEMBRA STRANO CHE IO SAPPIA CHI SEI?, MI STAI ASCOLTANDO ALMENO? V-I-N-C-E-N-T F-I-T-Z-G-E-R-A-L-D! >>
*il modo in cui ha detto il mio nome mi ha fatto venire i brividi. Come fa a sapere il mio nome e soprattutto dove vuole andare a parare?*
Ad un certo punto i suoi occhi si riempiono di e ricomincia a parlare:
J: << CHE COSA VUOI DA ME? NON TI è BASTATO QUELLO CHE MI HAI FATTO 30 ANNI FA…..IL MODO MI HAI FATTO SOFFRIRE? >>
*ma che cacchio sta succedendo?*
Una sola frase detta da lui, mi toglie ogni mio dubbio.
J: << S-SONO IO….JEREMY >>
*Jeremy?, ma come è possibile? Io credevo che……o mio Dio!, n-non può essere vero!*
Non riesco a dire nemmeno una parola, se non una sola cosa:
S: << J-Jeremy? >>
J: << si! >>
S: << m-ma c-come è possibile? >>
J: << COME è POSSIBILE?. QUESTO DOVRESTI DIRMELO TU, PERCHé CONTINUI A PERSEGUITARMI CHE MALE TI HO MAI FATTO? >>
Con questa semplice frase riesce a farmi imbestialire e senza rendermene conto inizio a gridare anch'io.
S: << CHE COSA HAI FATTO?. PER COLPA TUA TUO FRATELLO è MORTO E MI VIENI A DIRE CHE COSA HAI MAI FATTO DI MALE? >>
J: << è COSI DIFFICILE PER TE DOPO 30 ANNI ACCETTARE LE MIE SCUSE? È VERO, HO FATTO DEL MALE A KENNY E GIURO CHE NON LO RIFAREI SE POTESSI, MA NEMMENO TU SEI COSI BUONO E PURO NO? >>
Senza pensarci su lascio uscire tutta la mia rabbia e gli sferro un pugno che lo lancia verso il muro. Ma nonostante la botta sia stata molto forte, si alza con il naso completamente sanguinante e con un'espressione che trasmette odio e ribrezzo.
J: << AHAHAHAHAH…..A QUANTO PARE NON TI SMENTISCI MAI, EH!? AHAHAHAHAH!! >>
S: << MI SPIEGHI DI CHE DIAVOLO STAI PARLANDO E DI CHE RIDI? >>
Improvvisamente il suo tono cambia dall'arrabbiato al provocatorio. *Ma dove vuole arrivare?*
J: << mi spieghi come fai a non capire, dopo 30 anni hai già dimenticato tutto quello che mi hai fatto passare? >>
*Cosa gli ho fatto passare io? Ma vogliamo parlare un po' di quello che ho passato io in questi anni?*
S: << Quello che hai passato tu?.....ma ti rendi conto di quello che ho passato IO?. Quando tu sei scomparso, ho passato i miei ultimi quattro anni della mia vita come se fossi stato in un specie di coma, ti rendi conto del dolore che mi hai dato? >>
J: << e dimmi di chi è la colpa di tutto questo?, se non sbaglio sei stato tu a picchiarmi a sangue e a farmi fuggire da casa e se non ci fosse stato Jonathan a fermarti adesso io non sarei qui! >>
S: << NON TI AZZARDARE JEREMY, NON OSARE AZZARDARTI DI NUOVO A FARLO! >>
J: << A FARE CHE? NON HO LA TELEPATIA; METTI UN CAVOLO DI COMPLEMENTO OGGETTO IN QUESTA FRASE!! >>
Prendo un "respiro" profondo e ricomincio a parlare.
S: << sto parlando di te, ok? Di te che ogni giorno della mia vita tentavi sempre di rendermi la mia giornata un inferno, di te che tentavi sempre di sminuirmi davanti a Kenny ed eri sempre pronto a farmi sentire una merda ogni volta che prendevo una decisione! >>
Il suo sguardo si fa più triste e malinconico e mi guarda come se fossi la più grande delusione della sua vita. È proprio quello sguardo a farmi sempre incavolare, infatti le mie dita si chiudono in un pugno, come se stesserò reagendo di istinto.
J: << si è sempre parlato di te, non è cosi forse? >>
S: << IO HO FATTO DI TUTTO PER RENDERE MIGLIORE LA VITA DI TE E KENNY…..CHE COSA POTEVO FARE DI PIU'? >>
J: << NO, TU HAI FATTO DI TUTTO PER RENDERE LA TUA VITA MIGLIORE. NON TI SEI MAI FERMATO AD ASPETTARE CHE NOI TI DICESSIMO LA NOSTRA OPINIONE, DOVEVO SEMPRE VENIRE IO DIRTI COSA NE PENSASSI E OGNI VOLTA CHE PARLAVO TU ERI SEMPRE PRONTO A SGRIDARMI E A DIRMI CHE NON MI IMPORTAVA NIENTE DI TE E DI KENNY!!! >>
Rimango a fissarlo come un ebete e inizio a riflettere su tutto quello che è successo in questi anni, mentre lui ricomincia a parlare, ma questa volta con tono più calmo.
J: << Quello che ti voglio dire è che….io volevo che tu prendessi in considerazione le mie opinioni su una tua decisione. Quando mia madre è morta, per me è stato un grande trauma che si è ingrandito quando dopo sei mesi ti sei risposato. Io c'è l'avevo con te perché te n'era completamente fregato di quello che potessi pensare su quella tua importante decisione. Ma quando è nato Kenny, io pensavo che le potessero migliorare, dopotutto i rapporti con la tua nuova moglie erano migliorati e avevo imparato ad apprezzarla come nuovo componente della famiglia, ma tu poi hai divorziato e anche quella volta non hai pensato minimamente a cosa ne pensassi io e da quel momento i miei rapporti con Kenny sono peggiorati e….e alla fine sono arrivato a fargli del male senza volerlo. E vuoi sapere perché? Perché avevo intenzione di farmi notare da te di riuscire a parlarti esattamente come dovrebbero parlare padre e figlio. >>
*è tutto qui? Volevi solo questo da me? Volevi una cosa cosi ovvia e banale che sa dare ogni genitore….tranne me!*
J: << q-quindi credimi quando ti dico che mi dispiace e che non ho mai voluto questo i-io….. >>
Senza pensarci due volte l'afferro per il colletto della camicia lo porto verso di me e l'abbraccio. Non riesco a dire niente riesco se non una cosa che forse avrei dovuto digli fin dall'inizio.
S: << m-mi dispiace!! >>
Noi cominciamo a piangere e a ridere insieme, sembriamo due drogati, ma non mi importa, l'unica cosa importante è aver capito i miei errori e l'aver ritrovato mio figlio.

FINE POV.SPRINGTRAP

Continuo a parlare mentre lui mi guarda come un completo imbecille. È incredibile, io gli sto aprendo per la prima volta il mio cuore e lui sa guardarmi come fa uno studente davanti un compito di matematica. Tento di finire il mio discorso, ma lui mi prende per il colletto della camicia e……mi abbraccia.
S: << m-mi dispiace!! >>
Non so cosa dire, i miei si riempiono di lacrime e iniziamo a ridere e a piangere come se fossimo due fatti di cocaina. Ma la cosa che poi mi lascia interdetto e che Springtrap, quel robot puzzolente di carne marcia e dal costume malandato, lascia il posto ad un fantasma alto, dai capelli neri, con gli occhi verdi e con indosso un giubbotto completamente viola.
J: << papà? >>
V: << si? >>
J: << ehm…guardati un po'! >>
Lui fa esattamente come gli dico e si guarda completamente sconvolto ma allo stesso tempo felice.
V: << s-sono l-libero?, sigh…… sono finalmente libero >>
Io continuo a guardarlo felice e senza sapere cosa dire. Era davvero tutto finito?.
V: << ti ringrazio! >>
J: << per cosa? >>
V: << ti ringrazio per essere mio figlio e voglio dirti che sono fiero dell'uomo che sei diventato!! >>
J: << e io ti ringrazio di avermi perdonato! >>
Senza dirci più niente lui sparisce, esattamente come faceva nelle mie visioni.
JH: << beh, sembra essere andato tutto liscio!! >>
J: << Jonathan? Ma si può sapere da dove sei spuntato? >>
JH: << conosco molti luoghi in questo ristorante, nascosti persino al proprietario >>
J: << mmh!! >>
JH: << che ti prende? Non sei contento che si sia risolto tutto? >>
J: << si, ma ho ancora intenzione di fare una cosa e ho bisogno del tuo aiuto! >>

……………………………

Io e Jonathan usciamo di corsa dal ristorante e esattamente un minuto dopo il ristorante prede fuoco, facendo scoppiare le finestre. Io ho avuto la brillante idea di andare in cucina e di farle prendere fuoco. Ho fatto questo perché è giusto che questo luogo di morte e distruzione venga raso al suolo. Io e Jonathan continuiamo a guardare quello spettacolo, finché  non veniamo interrotti da una voce femminile e da una infantile.
N: << PAPA'!!! >>
C: << JOHN!! >>
Mentre la mia famiglia ci raggiunge io alzo lo sguardo verso il cielo e sono certo di vedere una stella brillare più delle altre. Continuo a guardarla sicuro a chi appartenesse.
J: << arrivederci papà!! >>

NOTE DELL'AUTORE:
Salve a tutti ragazzi!!
Finalmente e dico finalmente, questa storia è stata completata. Scusate se ci ho messo tanto tempo per quest'ultimo capitolo, ma volevo che fosse un capitolo con la c maiuscola, spero di aver raggiunto questo scopo. Adesso devo dirvi che verso le vacanze di Natale, dato che non sarò occupata con la scuola, scriverò la mia prossima storia che sarà l'inizio di una serie, che avrà come protagonista un personaggio che di solito nelle altre fanfiction non viene molto usato.
Baci dalla vostra Twilight98!! :)

 

 

 

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