*IL DESTINO in UN SOGNO* di Viandante88 (/viewuser.php?uid=66819)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra sogno e realtà. ***
Capitolo 2: *** Il nuovo studente. ***
Capitolo 3: *** Fato o Coincidenza?.. ***
Capitolo 4: *** L'amore non è Bello... ***
Capitolo 5: *** Uno Strano Nonno. ***
Capitolo 6: *** L'ora di Sapere. ***
Capitolo 7: *** Una nuova Conoscenza... ***
Capitolo 8: *** Anime Gemelle. ***
Capitolo 9: *** Parentela. ***
Capitolo 10: *** Tutta la Verità ***
Capitolo 11: *** Il Fiore di Vita o di Morte. ***
Capitolo 1 *** Tra sogno e realtà. ***
*IL DESTINO IN UN SOGNO*
1: TRA SOGNO e REALTA'.
"Da giorni ormai faccio un sogno ricorrente.
E' notte e mi ritrovo sola per la strada, una strada sconosciuta.
Ad un certo punto vedo una luce in lontananza, come una specie di
fulmine a ciel sereno. Poi sparisce e al suo posto compare una persona.
Un ragazzo. Alto, almeno un metro e ottanta, dai capelli biondo cenere
mossi ed un pò lunghi legati all'indietro. Molto bello.
I suoi occhi sono come dorati, lo vedo avvicinarsi a me e sorridere...
poi mi sveglio."
"Ma daiii! Ma che sogno è Ginny?" rispose Linda dandomi una
leggera spinta sulla spalla.
Linda è la mia migliore amica da quando eravamo alle
elementari, siamo cresciute assieme, e ci siamo sempre raccontate tutto,
è una persona estremamente sincera ed impulsiva,
praticamente il mio esatto opposto!
Io mi chiamo Ginevra, ho 16 anni e frequento la terza liceo, sono una
ragazza normale, alta 1.65, capelli castano scuro, occhi verdi.
Mi considero carina e simpatica, anche se inizialmente con le persone
sono parecchio diffidente e riservata.
"Secondo te che può significare quel sogno?" chiesi a Linda
pensierosa.
"Cosa vuoi che possa significare? Che hai un estremo ed immediato
bisogno di trovare un FI-DAN-ZA-TOOO!"
Mi rispose lei scoppiando a ridere e cominciando a correre facendomi la
linguaccia.
Mi misi ad inseguirla. Ridevamo a crepapelle.
"Eccomi arrivata.." dissi io ancora col fiatone.
"Comunque mia cara segui il mio consiglio! Dobbiamo trovarci un
ragazzo... ne abbiamo bisogno!! A domaniiii!" urlò lei
già correndo via.
"Un fidanzato? mah.." pensai tra me entrando in casa.
"Ciao mamma, sono io!"
"Ciao Ginevra! Ti ho preparato il pranzo stò per andare al
lavoro! Che dici come mi stanno questi orecchini?"
Mi chiese mentre ancora ne stava infilando uno.
"Mi sembrano belli... considerando che sono miei!" risposi io
infastidita.
Lei rise. La risata della mamma era bellissima, non riuscivo mai a
dirle di no.
In verità era bella e basta. Lei aveva i capelli chiari, un
fisico perfetto per la sua età, e due occhi azzurri da fare
invidia.
A dirla tutta non era mia madre biologica, mio padre si era risposato
con lei quando io avevo 5 anni, quindi ormai la consideravo tale.
"Io vado tesoro! A stasera!" mi diede un bacio sulla guancia ed
uscì.
' E' sempre di fretta.." commentai io mentre mettevo la pasta a
scaldare nel micronde.
Dopo mangiato mi misi subito a fare i compiti in sala da pranzo,
davanti alla tv, come sempre sintonizzata sui Simpson!
Quel pomeriggio ne avevo pochi, così, visto che fuori c'era
un bel sole, decisi di uscire.
Mi diressi verso la piazza centrale, la parte del paese più
servita di negozi e mezzi.
Certo dalle mie parti non c'erano grandi magazzini, come nelle grandi
città, ma mi ci trovavo bene.
Andando verso il supermercato notai un nuovo negozietto, mi avvicinai.
C'era una cartello non molto grande con scritto:
" INAUGURAZIONE! NEL GIORNO 04/ 03."
Nient'altro. ' Ma è oggi...' pensai tra me. Entrai. Aprendo
la porta feci suonare qualcosa.
Guardando in alto notai una di quelle giostrine che tintinnano
dolcemente col vento, con attaccate delle lune di colore argento.
All'interno non c'era nessuno. Forse perchè erano oggetti
particolari, alcuni sembravano antichi, altri davano l'impressione di
essere stregati o incantati.
Sopra un tavolino scuro nel centro posati in un cesto nero, c'erano
degli amuleti, ognuno con un determinato significato.
Ne presi in mano uno di colore rosso brillante, a forma di cuore con
dei fili dorati attorno, molto particolare, e la descrizione diceva:
' Se vuoi trovare l'amore. Se vuoi trovarlo presto. Se vuoi amare per
sempre. Portalo con te e non te ne pentirai.'
Costava solo 2 euro. Era così patetico comprarlo?
"Perchè non prendi quello a forma di sole? Comprende un
pò tutto!" Esclamò una voce alle mie spalle.
Sobbalzai per lo spavento e mi girai., ma non vedevo nessuno.
"Sono qui!" continuò dall'alto la voce, alzai lo sguardo. Il
negozio era formato da più piani, lo notavo solo ora,
e questo ragazzo era appoggiato tranquillo ad una balconata in legno,
abbastanza spesso e scuro, che proseguiva portando
a delle scale sulla mia sinistra, ben nascoste però da
migliaia di cianfrusaglie appese dappertutto.
Non lo vedevo molto bene, penso fosse più o meno al terzo
piano.
"Aspetta. Scendo subito." disse scomparendo.
Intanto decisi di guardare anche l'amuleto che mi aveva consigliato, lo
trovai frugando un pò.
Era davvero bello, e non giallo come davo per scontato che fosse, era
di un lilla intenso con un contorno fuxia brillantinato,
lessi anche questa volta la descrizione:
'Per la tua felicità e di quelli che ti stanno attorno. Per
un amore vero e duraturo. Per una vita ricca, soprattutto di fortuna e
serenità.'
Non era per niente male. Mi piaceva, ma ora ero indecisa!
"Posso aiutarti allora?'" mi chiese di nuovo quella voce, ma questa
volta veniva dalle mie spalle.
Mi voltai con un espressione indecisa, guardando i pendagli: "Beh ecco,
è che sono un pò indeci..." Mi
ammutolì quando alzai lo sguardo.
"Che c'è? Stai bene?" domandò preoccupato e
stranito.
"No, cioè si... Scusa ora devo andare!" rimisi
giù velocemente gli amuleti e corsi fuori.
Non era possibile! Quel ragazzo, quel ragazzo! Era lui, ne ero certa,
era lo stesso del mio sogno!!
Ciao a tutti!
Non so come mi sia venuta, comunque questa è una nuova
storia!
Naturalmente l'ho appena iniziata, e prima di continuarla
finirò quella della nostra Nayade!
Però vorrei sapere che ne pensate e se secondo voi vale la
pena di continuare a scrivere!
Insomma datemi dei consigli! Ci conto!
Baci baci!
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Capitolo 2 *** Il nuovo studente. ***
: IL NUOVO STUDENTE.
Corsi a casa più velocemente che potevo, ero davvero
spaventata!
Come avevo fatto a sognare una persona che non avevo mai visto in vita
mia? Era assurdo!
'Ok, adesso calmati Ginevra, e ragiona... E' possibile che lo abbia
visto in giro senza farci caso e che il mio inconscio lo abbia
riportato
nel sogno, è razionale' respirai profondamente.
'L'unica domanda che mi pongo è, dopo tutto il paese
è piccolo, come diamine ho fatto a non notarlo un tipo
così!?'
'Forse allora si trattava di un sogno premonitore, magari sono una
specie di sensitiva e non lo sapevo...'
Ma cosa stò dicendo! Stò letteralmente
impazzendo! Sensitiva io che a malapena ricordavo che giorno era domani!
Sentì il rumore delle chiavi nella porta.
"Sono io! Tesoro!" era la voce di papà.
"Ciao Gin, che ci fai con la giacca stavi uscendo?" mi
domandò mentre si toglieva le scarpe.
"No, in verità sono appena tornata, ho fatto un giro in
piazza." risposi io ancora con la testa tra le nuvole.
"Ma che hai? Ti vedo strana? Non è che ti sei beccata la
febbre?" si avvicinò e mi posò le labbra sulla
fronte:
"ma no! Stai benissimo!" concluse scompigliandomi i capelli.
Mi tolsi la giacca e la appesi al gancio di fianco alla
porta, poi entrai in cucina, dove papà si stava
già mettendo all'opera per preparare
da mangiare. Dimenticavo di dire che lui è un cuoco e ha un
ristorante tutto suo giù in città, in
società con il suo migliore amico
di sempre, lo zio Raffaele, il papà di Linda per l'appunto!
In compenso mamma Silvia non sa neanche fare un uovo sodo! Ma Luca, mio
padre, è felice di poter cucinare per lei!
Sono davvero innamoratissimi, e tra poco faranno 10 anni di matrimonio!
Devo ammettere che fanno una bella coppia! Anche papà
infatti ha i capelli chiari e gli occhi verdi.
Io dalla mia vera mamma ho preso le cose peggiori i capelli scuri, ne
ricci ne mossi, un incubo, e la carnagione chiarissima.
Che però non mi dispiace così tanto devo dire, ci
sono affezionata! State indietro lampade!
"Senti papà.." cominciai a parlare sedendomi su una sedia e
appongiando le braccia al tavolino, sul quale mangiavamo normalmente
quando non avevamo ospiti.
"Uh uh.." mi rispose lui mentre assaggiava il sugo dal cucchiaio in
legno.
"Ti è mai capitato di sognare qualcosa che poi si
è avverato?" gli chiesi pensierosa facendo dei disegnini con
le dita sulla tovaglia.
Si girò verso di me con il cucchiaio ancora in mano e si
mise a pensare.
"Mmm.. beh, mi pare proprio di si tesoro.." disse dopo qualche secondo.
Mi girai subito verso di lui: "davvero?! e che cosa?!" gli domandai
curiosa di sapere! Forse allora non ero pazza!
"Ma come cosa Gin? Ho sognato tutta la vita di avere una famiglia
meravigliosa e un lavoro soddisfacente, e così è
stato!"
Sorridendo si rigirò mettendo l'acqua sul fuoco e
cominciando a canticchiare.
Ero perplessa: "Si beh, io veramente non intendevo proprio questo..."
risposi sotto voce sospirando.
"Ah no? E che cosa intendevi?" Chiese lui indaffarato ai fornelli.
"No, nulla..lascia perdere.." Conclusi rassegnata.
Forse mi stavo facendo tanti problemi per niente -in fondo.
Squillò il telefono e il suono improvviso mi fece spaventare.
"Vai tu Ginny?" mi chiese mio padre, come se avesse la minima
intenzione di muoversi dal suo sughetto.
"Si, si.." Tanto ormai ero già li.
"Pronto, chi è?"
"Ciaaaooo! Sono io! Ho assoluto bisogno che mi dica come cavolo si fa
l'esercizio di inglese! Non ci capisco una mazza!"
"Linda il prof lo ha spiegato oggi, è semplicissimo..." le
risposi in tono di rimprovero per farla arrabbiare.
"Dai Ginny! Io ti aiuto sempre in matematica! Poi durante la lezione di
inglese ero troppo impegnata a guardare Gerri!
Aahhh, è così bello! Ti supplicoooo!" insistette
lei.
Scoppiai a ridere:" Ma dai lo sai che non ti direi mai di no!" le dissi
dirigendomi a paralre in camera mia.
Sapevo che le cose sarebbero andate per le lunghe!
Rimanemmo un 'ora al telefono, mi ci volle mezz'ora solo per farle
capire l'esercizio, e nell'altra mi parlò senza
prender fiato di Gerri,
il nostro compagno di classe che le piaceva.
Quando riattaccammo scesi al piano di sotto, depositando il cordless al
suo posto. Entrai in cucina, la cena era in tavola.
"Sentite voi due avete a vostra disposizione un 'intera e stupenda
camera per strofinarvi l'un l'altra, se non la usate me la prendo
volentieri io,
visto che la mia è più piccola!" Esclamai quando
vidi papà attaccato a mamma Silvia impegnati a baciarsi.
"Hai ragione tesoro scusaci!" escamò la mamma avvicinandosi
a me e dandomi un bacio sulla guancia.
"Hey! Non dopo aver baciato lui però!" reclamai io pulendomi
con la mano.
Loro risero.
"Su coraggio, tutti a tavola ora! Penserai dopo a disinfettarti
tesoro!" Disse papà prendendomi in giro.
"Ah ah ah, spiritoso!" risposi sarcastica.
Mio padre aveva superato se stesso per la cena, come sempre del resto!
Appena finito me ne andai in camera mia e mi sdraiai sul letto
accendendo la televisione, non c'era nulla di bello, e alla fine
lasciai su un film d'amore, che raccontava la storia di una donna alla
ricerca continua del suo principe azzurro e alla fine si accorge
che lo ha sempre avuto accanto, e si innamora del suo miglior amico.
Quando finì spensi la tv. ' Troppo scontato' dissi tra me.
Accesi una luce sul comodino e mi misi il pigiama, dopo di che andai a
letto,
mi sentivo stanca. Però ero più tranquilla
rispetto al pomeriggio, soprattutto grazie a Linda, che con la sua
allegria e il suo
continuo chiacchierare riusciva sempre a distrarmi e a farmi
tralasciare i miei problemi.
Ero fortunata ad avere un'amica come lei, e poi dopo tutto nella vita
una coincidenza può anche capitare.
Quella notte feci ancora lo stesso sogno.
La sveglia cominciò a suonare alle sette come ogni mattina.
Allungai una mano per spegnerla e mi stiracchiai ancora con gli occhi
chiusi,
scesi in cucina per far colazione e sul tavolo trovai già il
mio bicchiere con a fianco il succo d'arancia e qualche biscotto.
In verità fino a qualche tempo fa non mangiavo la mattina,
ma mio padre ha sempre avuto da ridire al riguardo, quindi alla fine ci
siamo
accordati su qualche biscotto appunto, con molto zucchero ed energetici.
Secondo lui non si può iniziare la giornata a stomaco vuoto!
E io sapevo quanto era difficile smuoverlo se era convinto di qualcosa!
Tornai di sopra a lavarmi e vestirmi, quella mattina optai per un
maglioncino bluette e un paio di jeans scuri,
poi scesi di sotto misi la giacca ed uscì.
Proprio in quel momento arrivò Linda correndo, con un toast
spalmato di marmellata in bocca, e una parte di giubbino ancora da
infilarsi.
"Erdoami" esclamò col fiatone finendo di indossare il
giubbino tenendo sempre la fetta di pane tra i denti.
"Sei in ritardo... ancora!" feci l'arrabbiata.
Si tolse il pane dalla bocca:"Scusami davvero! Ma non è
colpa mia, la sveglia non è suonata!"
"Già immagino... ma tu l'avevi puntata?" le chiesi
conoscendo già la risposta.
"Beh... no! Ma questi sono particolari in fondo no?" mi rispose finendo
di mangiare e leccandosi le dita sporche.
"Sei proprio irrecuperabile Lilla!" scoppiai a ridere guardandola. Lei
fece lo stesso.
Arrivammo in classe prima del suono della seconda campanella e ci
sedemmo ai nostri posti, purtroppo quest'anno non eravamo vicine,
io ero nel terzo banco vicino alla finestra e lei nel quarto dalla
parte opposta.
Ma riuscivamo sempre a trovare un modo per parlare!
"Buongiorno a tutti ragazzi." salutò entrando il professore
di inglese.
Vidi Linda già cercare di nascondersi dietro al compagno
davanti, e mi misi a sorridere scuotendo la testa.
"Bene ragazzi da oggi ci sarà un nuovo studente nella nostra
classe, mi raccomando di comportarvi bene... Entra pure Damian."
Disse il prof. facendo un gesto con la mano.
Rimasi impietrita, non potevo crederci, era lui, ancora quel ragazzo.
"Ciao a tutti, il mio nome è Damian Dragomir Conticini, mi
sono trasferito da poco dalla Romania, e spero di trovarmi bene qui."
Parlò con una voce incantevole, non lo avevo notato il
giorno prima, ma era molto più bello dal vivo che nel mio
sogno.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie ladystorm94 per la tua bellissima recensione! Sono felice che
ti sia piaciuta, e spero ti piacerà anche questo capitolo!
Ancora grazie!
*Grazie pacci! Lo sai già che ti voglio bene no? Senza di te
non avrei neanche cominciato, grazie che mi incoraggi!
Ringrazio tutti voi che leggete, spero tanto che anche questa storia
possa piacervi, è più semplice dell'altra, ma
molto dolce!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee! Bacioni!
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Capitolo 3 *** Fato o Coincidenza?.. ***
3: FATO o COINCIDENZA?..
"Molto bene! Accomodati pure in quel banco vuoto." affermò
il professore indicando il posto al mio fianco, solo pochi centimetri
ci dividevano.
Mi vergognavo da morire, soprattutto per la figura che avevo
fatto al negozio. Cercai di coprirmi la faccia alzando il
libro, ma non servì.
"Ciao" mi salutò bisbigliando quando mi
passò accanto. Risposi con un sorriso, poi mi
ricoprì, completamente rossa per l'imbarazzo!
Per tutta la lezione rimasi con la testa sulle nuvole, non ascoltai una
parola, saperlo al mio fianco mi impietriva, e dimenticai anche di
aiutare
Lilla durante l'interrogazione! Il cambio d'ora sembrava non arrivare
mai!
Finalmente suonò la campanella.
In un attimo tutti si radunarono intorno al banco del nuovo arrivato, e
io invece mi diressi da Lilla che immaginavo fosse arrabbiata con
la sottoscritta. Appena mi vide girò la testa dall'altra
parte.
"Scusami ti prego!" mi misi in ginocchio a terra per essere all'altezza
del suo viso.
Lei si girò ancora accigliata: "Beh, ti perdono solo
perchè l'esercizio che mi hai spiegato ieri mi ha fatto
prendere la sufficienza!"
E sorrise:" ma si può sapere che ti è successo?
Sembravi su un altro pianeta!" domandò curiosa.
"Beh ecco, in verità è per il nuovo ragazzo..."
ammisi.
"Aaahhh, ora capisco! Ti piace non è vero? Beh è
sicuramente molto bello, niente in confronto al mio Gerri, ma comunque
molto bello!"
Affermò lei in tono riflessivo.
"No, non hai capito non è per questo.." Ci riprovai io.
"A no? E allora che cosa?" spalancò gli occhi incuriosita.
"Avvicinati con l'orecchio" Le feci cenno con il dito.
"CHE COSAAA? QUELLO DEL TUO SOGNO?" Gridò lei senza
accorgersene.
Le saltai addosso chiudendole la bocca con la mano, tutti si girarono
verso di noi perplessi. Io sorrisi facendo finta di niente, poi mi
rigirai verso di lei: "ssshhhhhhh! Ma sei impazzita?! Gridare in questo
modo?!" Le sussurrai nervosa.
Lei mi indicò la mia mano ancora sulla bocca, la tolsi:
"Scusamiii, non l'ho fatto apposta, ma devi spiegarmi!!" riprese lei.
In quel momento entrò il professore dell'ora successiva.
"Te lo dico meglio dopo!" le dissi avviandomi al mio posto.
Arrivò in fretta la fine della giornata, per una riunione
dei professori quel giorno uscimmo infatti tre ore prima, e ne ero
strafelice!
"Allora vuoi raccontarmi che è successo?! Non ce la faccio
più a resistereeee!" mi disse Lilla cominciando a saltellare
sul posto.
Sulla via di casa le spiegai tutto, della mia visita a quel nuovo
negozio e del mio incontro con quel ragazzo,
ancora incredula per quanto stava accadendo.
"Caspitaaa, certo che è davvero strano! Qui stiamo parlando
di destino amica mia, te ne rendi conto?!" esclamò lei
eccitata.
"Destino? Io la trovo più una cosa speventosa!" risposi
presa da dei brividi alla schiena.
"Ma cosa dici? E' una cosa bellissima! Voi due siete legati dal filo
rosso del destino! Te lo dico io!" era tutta contenta.
"Il filo rosso? Ma di che parli?" domandai inarcando gli
occhi.
"Vedi c'è una leggenda, per la quale le anime gemelle sono
legate tra loro da un filo rosso invisibile... E' il fato ad
intrecciare le loro strade!"
Affermò fiera annuendo.
"Tu credi troppo in queste cose... siamo noi a decidere il
nostro destino, e le anime gemelle, il principe azzurro...
sono solo storie per bambini.." Dissi io un pò malinconica.
"Accidenti Gin come sei cinicaaa! Ti comporti troopo da adulta! Devi
lasciarti andare di più nella vita!" disse sbuffando Linda.
Sospirai:"non so... forse hai ragione Lilla..". Ormai ero davanti casa.
"Ma certo che ho ragione, come sempre!" Aggiunse facendomi la
linguaccia e sorridendo.
Ci venne da ridere.
"Ci vediamo domani 'miss so tutto io' !" la salutai in tono scherzoso.
"Ciaooooo!" gridò correndo all'indietro lei e salutandomi
con la mano.
Entrai in casa riflettendo sulle parole di Lilla. ' E se avesse
ragione? Se fosse realmente destino l'incontro con quel ragazzo?'
Senza pensarci un attimo mollai la cartella facendola cadere a terra ed
uscì di nuovo.
' Voglio parlare con lui, o almeno chiedergli scusa per il mio
comportamento!'
Corsi verso il negozio ma quando arrivai era chiuso, forse per la pausa
pranzo.
"Accidenti!" dissi calciando un sassolino.
"Povero sassolino! Che ti aveva fatto di male?" disse una voce alle mie
spalle. Mi voltai.
Damian era li, sorridente e divertito. Aveva ancora la cartella in
spalla, probabilmente toccava a lui aprire il negozio.
Avevo tante cose da dirgli, ma in quel momento non mi venne nulla,
avevo scordato ogni cosa!
"Avevi bisogno di qualcosa?" mi chiese allora lui vedendomi esitante.
Ancora non parlavo.
"Aahh, ho capito! Sei venuta a comprare l'amuleto che hai lasciato
ieri, non è vero? Mi domandò entusiasta.
' Forza Ginevra parla!' mi incoraggiai io.
"SI!" fu l'unica cosa che fui in grado di rispondere!
Lui mi sorrise. Un sorriso da svenimento:" Bene allora, entra pure!" E
così dicendo aprì con le chiavi la porta del
negozio e
mi face cenno di entrare.
Quel posto era davvero unico, ti faceva sentire come in un altro mondo.
"Posso chiederti come ti chiami?" chiese mentre poggiava lo zaino su
una sedia.
"Ehm... Ginevra" Almeno a questa domanda riuscì a
rispondere.
"Piacere Ginevra! Io sono Damian!" e mi porse la mano facendo un altro
di quei sorrisi.
Arrossì stringendogli la mano che all'impatto mi
sembrò congelata e dopo molto calda.
Poi si sentì uno strano rumore, solo dopo capì
che si trattava del mio stomaco!! Il mio rossore
aumentò!
Lui rise. "Senti ti va di mangiare qualcosa?" domandò
affabile.
Rimasi per un attimo perplessa. Mangiare li con lui? Davvero?
Annuì con la testa:"Grazie". Come avrei potuto dirgli di no.
Fortunatamente a casa mia non ci sarebbe stato nessuno fino a sera,
almeno potevo star tranquilla!
"Vieni seguimi, andiamo di sopra!" mi indicò le scale a
chiocciola sommerse dagli oggetti che avevo notato la scorsa volta.
Vidi solo ora che lentrata era bloccata da un cancelletto.
"Allora questo è il primo piano" affermò appena
salì l'ultimo gradino.
Mi ritrovai di fronte ad un piccolo appartamento, ben ammobiliato. Al
centro c'era un divano letto beige ben rifatto, e di fronte un
semplicissimo
mobiletto con sopra la televisione e negli scaffali si poteva
intravedere un lettore dvd e una console per videogiochi.
In fondo alla parete era sistemata una libreria in legno, con tutti i
libri e quaderni di scuola e non, e a fianco un
piccolo tavolino
con sopra un bellissimo computer.
In fondo c'era un'altra porta con attaccato un cartellino con la
scritta WC, e sulla mia sinistra invece un piccolo corridoio.
Le pareti erano bianche con una striscia color verde ai bordi, e sul
pavimento era stesa una morbida moquette di un verde più
scuro.
"Wow, com'è accogliente!" esclamai io sorpresa.
"Davvero? Ti piace? E' opera mia sai?" affermò lui fiero di
se'.
"Hai arredato tu?" domandai stupita.
"Arredato e dipinto! Bravo è?" poi si girò verso
di me e cominciò a ridere. Scoppiai anche io.
"Sei molto modesto!" esclamai divertita!
"Già, è uno dei miei pregi!" continuò
lui sempre col sorriso sulle labbra.
"Vieni ti faccio vedere la cucina!" mi condusse per quel corridoio
stretto e non molto lungo, arivando all'altra stanza.
Le pareti erano di un azzurro chiaro e e la cucina in stile rustico,
con al centro un tavolo rotondo e quattro sedie.
"Prego accomodati" mi incitò lui spostando una sedia fuori
da sotto la tavola. Era davvero gentile.
Lo ringraziai e lui per tutta risposta mi sorrise.
"Dica pure signorina, cosa desidera da mangiare?" e si mise come
sull'attenti tenendo un braccio avanti imitando un cameriere.
Io scoppiai a ridere:" La specialità della casa, la
ringrazio." risposi come una cliente raffinata.
"Molto bene signorina, e quattro salti in padella siano!"
affermò lui già ridendo all'ultima parola.
Andammo avanti così tutto il pranzo a ridere e scherzare.
"Però , lo parli bene l'italiano Damian per essere cresciuto
in Romania." osservai dopo un pò.
Inghiottì la coca cola che stava bevendo:" Beh, è
perchè mio padre era italiano, e sono venuto spesso da
queste parti da piccolo,
l'ho imparato sul campo e un pò.. da lui!" mi rispose
tranquillo, ma il suo sguardo si fece triste.
"Capisco.." dissi io non andando oltre.
"Hey ma sono già quasi le due..."
"I simpson!" esclamammo insieme e scoppiammo a ridere nuovamente
correndo a sederci sul divano.
In quel momento sentimmo tossire. Quel rumore improvviso mi fece
sussultare.
"Oh è mio nonno, lui ha la stanza di sopra, non
stà molto bene ultimamente, per questo mi occupo io del
negozio.
Forse è meglio non fare troppo rumore." Mi disse lui
anticipando la domanda che stavo per fargli.
Poi mi sorrise e accese la tv.
Mentre guardavo lo schermo ogni tanto con la coda dell'occhio lo
osservavo. Era davvero bello, oltre che molto simpatico!
Forse dopo tutto era vero... era stato il fato ad intrecciare i nostri
fili.
Grazie mille pacci che mi incoraggi nel continuare questa storia! Ti
voglio bene!
Grazie anche alle persone che l'hanno letta fin ora, spero continuerete
a farlo e che mi esprimerete
il vostro parere!
Baci!
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Capitolo 4 *** L'amore non è Bello... ***
4: L'AMORE NON è BELLO...
Finita la puntata decisi che era il momento di tornare a casa, se pur
estremamente dispiaciuta.
"Senti Ginevra, se non ti da fastidio posso accompagnarti.." mi disse
un pò imbarazzato.
Io rimasi stupita, non me l'aspettavo.
"No, certo che non mi da fastidio figurati! Ma non devi aprire il
negozio?" domandai con altrettanto imbarazzo.
"No tranquilla! Ho ancora mezz'ora, apro alla tre. Sicuramente faccio
in tempo!" affermò sorridendo.
"Ok allora. Ti ringrazio..." ero sicura che se avessi avuto davanti uno
specchio non mi sarei riconosciuta per quanto dovevo essere rossa in
viso!
Ci incamminammo verso casa mia.
A quell'ora per strada non c'era quasi nessuno, la maggior parte dei
negozi erano chiusi, proprio come quello di Damian.
Mi sembrava così strano camminare al suo fianco.
"Allora ehm, anche in Romania avevate un'attività?"
Domandai per rompere il silenzio imbarazzante che si era venuta a
creare.
"No, nel mio paese mio nonno coltivava cereali, soprattutto granturco e
frumento, e io gli davo una mano, ci guadagnavamo da vivere
così.
L'agricoltura è ancora molto importante li. Un negozietto
non avrebbe funzionato."
Mi sorrise tranquillo.
"Ho capito... E come mai vi siete trasferiti?" Continuai io curiosa.
"Beh come ti ho già detto mio nonno non stà bene,
e la Romania non offre il meglio in quanto a cure.
Così avendo già comunque conoscenza dell'Italia e
soprattutto della lingua, abbiamo deciso di venire qui."
Manteneva sempre un tono tranquillo, non sembrava scocciato per le mie
domande.
"Quindi anche tuo nonno parla bene l'italiano?" mi incuriosiva, non
sapevo neanche io perchè, ma volevo sapere tutto di lui.
"Si, direi abbastanza bene!" rispose riflettendoci.
Decisi di cambiare argomento, forse ero stata troppo invasiva.
"Sai, mi piace molto ciò che vendete, sono tutti oggetti
così particolari...!" Esclamai io guardandolo sorridendo, ma
mi voltai subito,
il suo volto era stupendo, difficile abituarsici...
"Bene! Allora spero che passerai a trovarmi spesso..!"
Questa sua risposta mi sorprese, ma nello stesso tempo mi fece un
immenso piacere.
"Certo. Ci puoi contare!!" gli risposi con un sorriso.
Questa volta fu lui a voltarsi di scatto, e dal basso della mia
altezza, mi parve anche di vederlo arrossire, e senza nemmeno
accorgermene mi ritrovai ad arrossire anche io, per non so quale
motivo, e abbassai la testa..
"Eccomi. Sono arrivata." Affermai con voce lieve dopo alcuni minuti di
silenzio.
"Grazie mille per avermi accompagnata, sei stato molto gentile Damian."
Mi piaceva pronunciare il suo nome.
"Ma figurati è stato un piacere!"
Mi sorrise lui con le mani in tasca.
In quel momento notai una cosa che fino ad allora mi era sfuggita. Nel
mio sogno mi si presentava con occhi dorati, ne ero sicura,
ma ora che ci facevo caso e che finalmente riuscivo a guardarlo in
volto, in realtà aveva gli occhi verdi.
' Che strano...' Pensai tra me.
"Allora a domani!" mi disse lui risvegliandomi dai miei pensieri.
"A domani." Feci per girarrmi ed aprire la porta.
"Ah dimenticavo!" esclamò improvvisamente. Mi voltai.
"Tieni! E' per te! L'ho preso prima di uscire!" e mi porse la mano, sul
quale palmo teneva l'amuleto a forma di sole che tanto mi piaceva.
Rimasi sbigottita. Questo ragazzo era pieno di sorprese!
"Oh, gr-grazie davvero! Aspetta un momento entro a prendere i soldi che
ti devo!" Affermai subito.
Lui mi fermò:"No, non preoccuparti! E' un mio regalo! In
verità non sapevo quale ti piacesse di più tra
quelli che avevi preso ieri, così ho scelto
quello che piaceva di più a me. Spero di aver indovinato!" E
mi regalò un bellissimo sorriso.
"Questo... mi piace molto! Ti ringrazio!" dissi infine.
"Bene, meno male!" esclamò soddisfatto e sollevato.
"Ci vediamo domani Ginevra!" mi salutò alzando una mano e
tenendo l'altra in tasca.
Quando pronunciava il mio nome sentivo dei brividi, glielo avrei fatto
ripetere mille volte!
Alzai la mano anche io:"Ciao.." sorrisi.
Lo guardai allontanarsi, e anche lui mentre camminava si
girò più volte indietro. Entrai in casa un
pò confusa.
Riguardai l'amuleto. 'Un suo regalo.. Mi ha fatto un regalo!' Fui presa
da un'immensa ondata di felicità al solo pensiero!
Mi poggiai alla porta con la schiena, e me lo strinsi forte al petto,
chiudendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore.
"Ginny che stai facendo sulla porta? E soprattutto... si può
sapere DOVE SEI STATA?!"
Era la voce di mamma Silvia, e non sembrava molto affabile!
"Ah ciao mamma... Pensavo fossi al lavoro fino a sera oggi..." risposi
io, forse complicando la situazione.
"Capisco, quindi visto che non c'era nessuno in casa hai pensato bene
di uscire senza dirci nulla, non è vero?!"
Ora era arrabbiata, e non aveva tutti i torti.
Stavo per rispondere ma riprese lei.
"Immagina la mia sorpresa quando sono tornata a casa con un dolce per
farti piacere, e tu, non solo non c'eri, ma avevi anche lasciato
la porta di casa aperta! Ti rendi conto che avrebbe potuto entrare
qualcuno? Adesso va bene che abitiamo in un piccolo paesino di montagna,
ma le persone non oneste esistono anche qua! Inoltre mi hai fatto
preoccupare da morire, ho pensato di tutto!" Esclamò lei
gridando
ma anche con tono preoccupato.
"Mi dispiace tanto mamma, non era mia intenzione, davvero! Non sapevo
di dover uscire è stata una cosa improvvisa!
Avevo dimenticato di farmi ridare un libro da una mia compagna e...
sono corsa a casa sua a riprenderlo perchè mi serviva per un
compito,
poi mi ha invitato a mangiare li con lei e siccome sapevo che a casa
non c'era nessuno ho accettato. Davvero, non volevo
farti preoccupare Silvia." Dissi io tutto d'un fiato per cercare di
giustificarmi.
Di certo non potevo dirle che avevo passato il pomeriggio in compagnia
di un ragazzo appena arrivato oggi a scuola.
Lei sospirò, abbassò per un attimo la testa, poi
mi guardò accigliata.
"E va bene, per questa volta sei perdonata... In fondo non l'hai fatto
per cattiveria, può succedere!
Forza ora vieni a mangiare qualche pasticcino!" affermò con
il sorriso ritrovato!
' Wow, l'ho scampata bella..' pensai.
Fortunatamente non riferì nulla a papà, mi disse
che sarebbe rimasto tra noi, ma di non fargliene pentire.
La ringraziai immensamente per questo, papà mi avrebbe
chiuso in casa per almeno una settimana!
La mattina dopo mi alzai molto più felice di andare a
scuola, non ne sapevo il motivo ma non vedevo l'ora di arrivare.
Aspettai Lilla, in ritardo come sempre e ci avviammo. Strada facendo le
raccontai un pò incerta ciò che era successo il
pomeriggio precedente.
Lei si bloccò, giro lentamente la testa verso di me, come se
fosse robotizzata, rimase in silenzio per qualche secondo.
Io la guardavo stranita e anche con un pò di paura a dire il
vero. Poi scoppiò...
"EVVIVAAAAA! Grandioso! Come ti invidiooo! Lo sapevo che era
destino, lo sapevo!" esclamò gridando tutta contenta.
Ero sbigottita.
"Ehm..Lilla, guarda che non è successo nulla, è
stato un pomeriggio di... conoscenza" Dissi io non troppo convinta.
Lei mi guardò con sguardo investigativo:"Ah si... Quindi mi
stai dicendo che DAMIAN non TI PIACE Gin??"
sottolineò il suo nome, e io stupidamente arrossì!
"Ah ah!" Affremò subito lei puntando il dito al mio volto
color porpora:" Lo sapevo!"
Sospirai:"Oh e va bene, si forse è così... lui mi
piace .. un pò!" Ammisi ormai senza altra scelta.
"E' una cosa bellissima Gin! E poi ti ha già fatto un
regalo, e anche molto carino, lo vorrei anche io.."
continuò lei guardando l'amuleto che avevo appeso alla
cartella.
"Forse tu preferiresti quello per l'amore Lilla!" esclamai sorridendo.
"Si, si, si! Lo voglio, lo voglio!" cominciò a saltellare, e
scoppiammo a ridere.
Arrivammo finalmente davanti a scuola, e tutta la mia
felicità di qualche secondo prima scomparve.
Davanti all'ingresso c'era Damian, ma non era solo, bensì in
compagnia di una ragazza, che molto intimamente li poggiava una mano
sul petto.
Non so cosa mi prese di preciso, ma mi salì una rabbia e un
nervoso inverosimili.
Lilla si rigirò più volte da lui a me
preoccupata, e incerta su cosa e se dire qualcosa. Mi incamminai, e
quando gli passai accanto feci finta di nulla,
entrando senza nemmeno guardarlo in faccia.
Lui rimase con la mano alzata pronto al saluto, perplesso.
Durante tutta la giornata non gli rivolsi la parola, pur sentendomi
chiamare spesso durante la lezione, e all'intervallo lui era troppo
impegnato a parlare
con tutte le ragazzine della scuola per poterlo avvicinare!
Non appena suonò la campanella presi lo zaino e
uscì insieme a Linda che ancora non aveva spiccicato parola
al riguardo!
Anche per tutta la strada non disse nulla, capì che non ero
in vena di parlarne. Ci salutammo ed entrai in casa.
Quel pomeriggio rimasi di cattivo umore e silenziosa, e dopo cena mi
diressi subito in camera, lasciando interrogativi i miei genitori.
'Certo forse mi ero comportata come una bambina, ma lui poteva
evitare!' Pensai sdraiata sul letto col cuscino stretto tra le braccia.
'Io lo avevo detto che non era niente più che una
conoscenza!' Peccato che in quel momento non ci cerdevo nemmeno io!
Mi addormentai con fatica e quella notte feci ancora lo stesso sogno,
ma questa volta non mi svegliai al solito punto.
Damian mi si avvicinava con un sorriso, ma diverso, potevo distinguere
decisamente due lunghi canini... Quelli di un vampiro.
E ancora in lontananza mi disse: "Grazie".
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille ancora a pacci! Sono felice che la storia ti piaccia!
Anche io adoro Damian.. hihihi! Bacio!
*Grazie davvero ladystorm94! Non sei quanto mi fa piacere che questa ff
ti piaccia così tanto! Purtroppo non sta andando molto bene
ed ero indecisa se continuarla o meno, quindi ti ringrazio
per le tue bellissime recensioni! Fammi sapere che ne pensi di questo,
spero ti piaccia!
Grazie poi a voi che leggete, spero continuerete a farlo e
che mi esprimiate le vostre opinioni!
Baci!
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Capitolo 5 *** Uno Strano Nonno. ***
5: UNO STRANO NONNO.
Quando mi risvegliai mi sentivo davvero confusa.
' Che cavolo di sogno... Ora anche vampiro?..' Pensai tra me alzandomi
a fatica.
Mi misi una mano sulla testa, mi girava un pò, forse
perchè mi ero svegliata all'improvviso.
Andai di sotto e feci colazione, fortunatamente mi passò. Mi
preparai e quando stavo per uscire notai una cosa.
Appeso alla cartella avevo ancora l'amuleto, con un gesto deciso lo
strappai senza pensarci, poggiandolo sul mobiletto accanto al telefono.
' Felicità? Si come no!' Sussurrai io guardandolo un
momento, poi aprì la porta ed uscì.
Rimasi sorpresa vedendo Lilla già davanti al cancelletto.
"Buongiorno! Come mai non hai suonato?" le domandai cercando di essere
più affabile possibile, dopo tutto lei non mi aveva fatto
nulla.
"Beh in verità sono appena arrivata!" Confessò
lei mettendosi una mano dietro la testa e facendo la linguaccia, poi
sorrise:
"Mi sembri di buon umore stamattina..." provò a tastare il
terreno...
"Si, perchè non dovrei?" mi girai verso di lei con un
sorriso.
"No, cioè si, però ecco, pensavo di trovarti
ancora arrabbiata per..." la interruppi prima che potesse pronunciare
il nome.
"Ah beh sai ci ho pensato e alla fine non ho nessun motivo per essere
arrabbiata, in fondo è solo un amico. Anzi oggi ho
intenzione di scusarmi
con lui per il mio comportamento!" la guardai provando ad essere il
più convincente possibile.
"Capisco.." mi rispose però non del tutto convinta.
Arrivammo a scuola, mi guardai attorno ma non lo vidi. ' Forse
arriverà più tardi..' pensai tra me.
La prima campanella suonò, e dopo cinque minuti anche la
seconda. Entrò il professore chiudendo la porta alle sue
spalle.
Damian non c'era.
Rimasi molto delusa, pur avendocela con lui avevo comunque voglia di
vederlo! Sbuffai...
La giornata durò un eternità, ogni ora sembrava
durarne cinque. Poi finalmente arrivarono le tredici.
Libertà!
Sulla strada del ritorno Linda mi raccontò di una sua breve
conversazione con Gerry durante italiano, ne era entusiasta, e io lo
ero per lei.
"Secondo me tu piaci a Gerry, sai Lilla?" le dissi con tutta
sincerità.
"Lo pensi sul serio?!" mi domandò agitata e speranzosa.
Annuì sorridendole. Lei esplose di felicità
cominciando a strillare e saltellare. Quando la salutai ancora
canticchiava.
Entrai in casa, mi tolsi la giacca, non c'era nessuno. Trovai un
biglietto sulla tavola:
'Ciao tesoro, sono dovuta scappare al lavoro, se vuoi ordinati pure una
pizza, ti ho lasciato i soldi accanto al telefono.
Io e papà torneremo per cena. A dopo, un bacio. Mamma.'
Sospirai: " e va bene, ordiniamoci stà pizza.." mi diressi
verso il mobiletto. "Ecco i soldi..." ma prima di poterli prendere mi
bloccai.
Erano tenuti fermi dal mio amuleto. Lo presi in mano, lo accarezzai, lo
infilai in tasca, poi decisi.
Mi rimisi veloce il giubbino ed uscì. Sapevo che a quell'ora
lo avrei trovato chiuso, ma speravo comunque di riuscire a vederlo.
Una volta arrivata cominciai a bussare alla porta d'ingresso con le
persiane abbassate e la scritta CHIUSO, e insistetti, finchè
non mi aprirono.
"Si signorina cosa posso fare per lei? Il negozio ora è
chiuso." Era un signore anziano, ed immaginai si trattasse del nonno di
Damian.
"Ehm, mi scusi per il disturbo. Io stò cercando Damian.."
Dissi un pò incerta.
Mi guardò circospetto, in realtà non mi sembrava
un tipo molto amichevole, faceva un pò paura.
Era abbastanza anziano, forse sugli ottantanni, capelli brizzolati,
schiena incurvata, si poggiava su un bastone, col poggiamano in argento
a forma di testa di drago. Gli occhi erano davvero piccoli e portava un
paio di occhiali
rotondi e spessi, la sua carnagione era chiarissima, ancora
più della mia, e dalle occhiaie evidenti sotto gli occhi,
sembrava soffrisse di insonia da secoli!
Dopo avermi scrutato per benino mi invitò ad entrare con un
gesto della mano tenendomi aperta la porta.
"Permesso.." sussurrai entrando.
"Attendi qui, te lo chiamo." affermò il nonno senza smettere
di fissarmi un momento, mi sentivo molto imbarazzata.
Forse avevo fatto male ad andare.
"Ginevra!" Sentì urlare il mio nome dalla balconata sopra la
mia testa:"Aspetta scendo subito!" continuò.
Qualche secondo dopo era giù, con un espressione felice in
volto. Appena lo vidi arrossì, era bellissimo.
Aveva una magliettina nera aderente sopra una pantalone della tuta
bianco abbastanza largo, ed era scalzo! I capelli li aveva raccolti in
piccolo codino,
tirati tutti indietro, e in volto era tutto rosso, così
capii:
"Damian ma sei malato?" mi avvicinai subito preoccupata mettendogli la
mano sulla fronte senza nemmeno rifletterci, in quel momento
scese anche il nonno che mi lanciò un'occhiataccia, io
istintivamente tirai indietro la mano e diventai rossa, soprattutto per
il contatto
improvviso con lui.
Anche Damian si sorprese e si imbarazzò quanto me, poi si
girò:
"Ah Ginevra, lui è mio nonno Dragomir. Nonno lei
è Ginevra una mia compagna di classe." disse per togliere
l'imbarazzo.
Così allungai il braccio verso di lui, ma non
ricambiò, si limitò a farmi un gesto con il capo
poi si allontanò mettendosi a sistemare della merce
sugli scaffali. Io rimasi col braccio per aria, perplessa.
"Ehm scusalo, lui è fatto così. Non da subito
confidenza alle persone." Mi disse Damian cercando di spiegare il
comportamento del nonno.
"Senti ti dispiace se saliamo di sopra? La febbre mi è
passata ma ho ancora un pò di mal di testa e preferirei
sdraiarmi."
Era un pò vergognoso e molto tenero. Io arrossì
di nuovo e abbassai la testa.
"Ma si certamente! Anzi scusami, che stupida ti lascio riposare, nel
caso ci vediamo domani a scuola." e feci per andarmene.
Lui mi fermò per un braccio delicatamente:" No, per favore
rimani. Mi fa piacere avere la TUA compagnia." e mi sorrise imbarazzato.
Chi sarebbe stato così stupido da dirgli di no...
"O-ok allora rimango volentieri.." tenni la testa bassa, il rossore
aveva superato ogni limite ormai!
Salimmo e lui si distese immediatamente sul letto. Io rimasi in piedi
non sapevo cosa fare.
"Hey, che fai ancora li.. vieni a sederti accanto a me!"
esclamò con un gran sorriso tirandosi su leggermente.
Annuì e lo raggiunsi. Mi sedetti in maniera molto formale,
tenendo giù le gambe perchè avevo le scarpe.
Probabilmente davo l'impressione di essere un pezzo di legno!
Damian scoppiò a ridere e mi si avvicinò alle
spalle:
"Forza, non ti devi vergognare! Togliti le scarpe e fai come fossi nel
tuo letto! Tra poco iniziano i Simpson, dobbiamo stare comodi!"
Ancora quel fantastico sorriso!
Con non poco imbarazzo rimasi scalza e mi sedetti al suo fianco. Non
potevo credere di essere in un letto con
un ragazzo talmente meraviglioso sdraiato così vicino!
Aveva un profumo buonissimo, non capivo se era deodorante o proprio il
profumo della sua pelle. Ma ero più propensa per la seconda.
"Allora sbaglio o tu hai lo stesso nome di tuo nonno?" gli chiesi per
distrarmi.
"Già. Dragomir, significa 'colui che è prezioso',
per questo hanno chiamato anche me così! Anche se senza il
'mir ' cambia significato.."
"Ah si? E che vuol dire?" chiesi incuriosita.
Lui sorrise, forse soddisfatto per il mio interesse:" Colui a cui la
pace è preziosa.." Mi fece l'occhiolino, e si
rigirò:
"Senti.." iniziò lui improvvisamente:" Mi dispiace per ieri,
non volevo farti arrabbiare.." Non mi guardava in viso,
si era messo un braccio sugli occhi, e la sua mano sfiorava il mio.
Non sapevo cosa rispondergli, non spettava a lui scusarsi, ma a me.
"Damian tu non devi scusarti di nulla. Sono io che ho sbagliato,
insomma non sono affari miei le ragazze che frequenti..." mi interruppe.
Si alzò di scatto: "No, davvero io quella tipa non la
conoscevo nemmeno, mi si è presentata e si è
presa un pò troppa confidenza!
Ma sul serio non ho niente a che fare con lei!"
Senza nemmeno rendersene conto mi si era avvicinato moltissimo, i
nostri visi erano ora a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Ci guardammo negli occhi per qualche istante, poi ognuno si
rigirò dall'altra parte.
Mi ero sbagliata. Ora avevo raggiunto il massimo rossore!
Rimanemmo in silenzio per tutta la puntata del cartone, ma
probabilmente anche lui non era attento, perchè proprio come
me
non rise neppure una volta, e quando finì il silenzio si
fece più intenso.
' Devo trovare qualcosa da dire..' continuavo a ripetermi. Poi dissi la
cosa più stupida che potesse venirmi in mente.
"Sai stanotte ti ho sognato, ed eri un vampiro!" mi pentì
subito di quelle parole, ora chissà che pensava!
Si girò verso di me e guardandomi stupito mi chiese:"
davvero?" non sembrava irritato, ma più... felice.
Io annuì, sorridendo.
"Un vampiro! ahahah davvero un sogno strano! Forse eri così
arrabbiata con me che mi hai sognato nella parte del cattivo!" e
continuò a ridere.
Meno male, l'aveva presa bene! Però forse non aveva tutti i
torti, poteva essere proprio quello il motivo...
Mi misi a ridere anche io. In quel momento salì il nonno.
'Che strano non averlo sentito fare le scale, con un bastone come
quello avrebbe dovuto fare parecchio rumore.. ' pensai tra me.
Non appena ci vide così ricominciò a squadrarmi e
domandò:
"Vi state divertendo?.." Io cessai subito diventando seria.
"Oh nonno! Beh Ginevra mi stava raccontando un sogno che ha fatto!
Pensa ha sognato che ero un vampiro! ahahah"
l'uomo si incupì e spalancò gli occhi dalla
sorpresa, poi con tono arrabbiato si rivolse a me:
"Ora èmeglio che lei vada. Mio nipote ha bisogno di
riposare." Non ebbi possibilità di replica e mi alzai
annuendo.
"Nonno ma ora mi sento meglio!" cercò di protestare lui, ma
non servì a smuoverlo.
"Non preoccuparti, ha ragione. Ci vediamo domani a scuola se te la
sentirai.." Gli dissi cercando di mostrarmi tranquilla.
Mi salutò con la mano un pò triste e io ricambiai
sorridendo.
Non appena fuori, il sorriso mi si tolse dal volto. 'Quanto
è scortese quel vecchietto!" e feci una linguaccia
rivolta al negozio,
poi corsi verso casa. Nonostante tutto mi sentivo abbastanza felice e
serena!
"Nonno si può sapere perchè sei stato
così scortese, non.."
"Damian non devi più parlare con quella ragazza. E' un
ordine!" disse con tono autoritario.
"Ma cosa? Perchè mai..?"
"Non c'è altro da dire. Ora riposa!"
Arrivata a casa, cominciai a canticchiare, non vedevo l'ora che
arrivasse domani.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie di cuore ladystorm94 per la tua stupenda recensione!!! Sei
davvero carinissima, mi hai davvero incoraggiato,
e guarda anche se tu fossi la mia unica lettrice se davvero ti
può aiutare la continuerei solo per quello!
Ti auguro di stare presto meglio! Grazie ancora! Fammi sapere che ne
pensi di questo! Bacio!
*Grazie bella95! Sono molto felice di ricevere le tue recensioni anche
in questa ff. Grazie mille! Spero mi dirai ancora che ne pensi!
*Grazie pacci!! ti voglio bene!
Ringrazio tutti voi che leggete, non siete molti ma spero
continuerete a farlo! E se riuscite fatemi sapere che ne pensate!
Grazieeeee!
Baci!
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Capitolo 6 *** L'ora di Sapere. ***
6: L'ORA DI SAPERE.
Il giorno seguente Damian non si presentò a scuola,
nuovamente, e per completare l'opera anche Lilla rimase a casa malata.
Fu una giornata lunghissima, e quando finì mi
sembrò di esserci stata un'eternità in ' quel
posto! '
' Chissà come starà Damian? Ieri mi sembrava
stesse meglio. Forse ha avuto una ricaduta...' pensai tra me.
Camminavo verso casa con la testa bassa, pensierosa, poi ad un tratto:
"PSSS, HEY.."
Non mi girai e spaventata cominciai ad aumentare il passo.
"Hey, fermati..fermati" la voce continuava a sussurrare, e sembrava
sempre più vicina, così cominciai a correre.
Questo qualcuno però improvvisamente mi fermò per
un braccio.
"No, no mi lasci! Mi lasci in pace!" cominciai ad urlare ad occhi
chiusi agitando le mani per proteggermi.
"Ginevra calmati sono io!"
Aprì gli occhi:" Damian..?" Mi scesero delle lacrime.
"M-ma perchè piangi?" mi chiese preoccupato.
Io mi portai una mano davanti per asciugarmi: "Sc-scusa, i-io mi sono
spa-spaventata.." risposi tra i singhiozzi.
Lui mi guardò dispiaciuto, si mise le mani in tasca in cerca
di qualcosa, che però non trovò.
"Accidenti, ma dov'è?"
Sollevai leggermente la testa ancora con i lacrimoni, non riuscivo a
farli smettere:
"Co-cosa stai cercando?'" gli chiesi incuriosita dalla foga con cui
frugava in tutte le sue tasche.
"Il mio fazzoletto.. Mi sa che lo ho lasciato a casa..!" e
continuò a cercare, poi smise:
Mi spiace non ce l'ho.." affermò in fine rassegnato.
Io sorrisi.
"Ecco, così sei molto più bella sai?"
esclamò lui portandomi una mano vicino al viso e
asciugandomi delicatamente le guance.
Naturalmente io arrossì e notandolo si imbarazzò
anche lui, cominciando a guardare a terra.
"Senti ti va di parlare un pò?" mi chiese poi con uno
splendido sorriso.
Annuì. Ci dirigemmo verso un parchetto non lontano da li,
isolato a quell'ora. Appena arrivati chiamai casa per avvisare che
sarei rientrata più tardi ma non rispose nessuno,
così per sicurezza lasciai un messaggio in segreteria.
"Ti va?" mi domandò Damian indicandomi due altalene
leggermente mosse dal vento.
"Si!" risposi io entusiasta, le avevo sempre amate.
Cominciammo a dondolarci lentamente, c'era silenzio, l'unico rumore che
si sentiva era il cigolìo delle altalene, e il
cinguettìo degli uccellini.
"Senti Ginevra..." cominciò lui posizionando deciso i piedi
a terra per fermarsi.
Io lo guardai perplessa, si era intristito e non capivo il
perchè..
"Vedi... Oggi non ero a scuola non perchè stavo male..." si
interruppe ancora, calciando la terra, senza mai guardarmi.
"Ah no? E perchè allora?" domandai io per indurlo a
continuare.
Si girò verso di me, ancora con quello sguardo:" per te
Ginevra..."
Mi fermai di colpo anche io, ero confusa, ma cosa stava dicendo?
"Che- che cosa vuol dire? Perchè per me? Non capisco!"
esclamai subito io scuotendo la testa.
"Beh in verità non so il motivo.. Ma mio nonno NON VUOLE
ASSOLUTAMENTE che ti frequenti, per cui ha deciso di iscrivermi in
un'altra scuola.."
Guardava nuovamente a terra per cui non riuscivo guardare la sua
espressione, ma stringeva forte le catena delll'altalena,
quindi dedussi che fosse arrabbiato.
Io ero incredula. Mi ero accorta di non andare molto a genio a suo
nonno, ma non pensavo fino a questo punto,
che avevo fatto di male?!" Abbassai anche io il capo. Non sapevo cosa
rispondergli.
"Però io NON VOGLIO!" Esclamò improvvisamente
alzandosi.
Allora io lo guardai sorpresa:" E come intendi fare?" domandai con voce
roca e bassa.
Lui si abbassò per guardarmi in viso e mi sorrise poggiando
le mani sulle mie ginocchia:
"E' da troppo tempo che mio nonno mi nasconde qualcosa... e ora
è arrivato il momento di scoprire che cos'è...
Vorresti aiutarmi?" mi chiese con uno sguardo acceso, convinto e deciso.
Gli sorrisi poi annuì:" Sarà un piacere!"
Affermai felice.
Mi accompagnò verso casa e io cominciai a riempirlo di
domande.
"Quindi che cosa hai intenzione di fare con la scuola?" gli chiesi
speranzosa di non dovergli stare lontano.
"Beh parlerò con il nonno, gli spiegherò che
siamo già al secondo trimestre e cambiare ancora non mi
aiuterebbe, e poi..."
si interruppe pensieroso.
"E poi?" domandai allora io.
Si fermò e si girò verso di me:" Poi
dovrò dirgli che non ho più alcun rapporto con
te..."
Abbassai la testa:" Ah certo capisco" risposi io intristendomi.
Lui mi si avvicinò e con le dita mi tirò su
delicatamente ilo mento per potermi guardare negli occhi:
"Naturalmente non sarà la verità.." concluse
facendomi l'occhiolino. Sorrisi e annuì contenta.
"Per cui come hai intenzione di agire? Come hai intenzione di scoprire
questo.. segreto?" chiesi io curiosa.
Lui si porto le braccia dietro la nuca e guardò per aria.
"Vedi c'è un baule... Punterò su quello! Mio
nonno fin da quando ero piccolo mi ha sempre vietato di poterlo aprire
e anche solo avvicinarmi.
Una volta all'età di 5 anni cercai di sollevarne il
coperchio, ma lui si arrabbiò moltissimo e mi
intimò di non avvicinarmici mai più!
Sono più che sicuro che li dentro possa trovare qualcosa..."
mi guardò con un tenero ghigno.
Scoppiai a ridere!
"Hey perchè ridi?" domandò irritato guardandomi
accigliato.
"Perchè..per quanto tu possa cercare di fare il cattivo hai
sempre un'espressione così tenera, da cucciolo!"
Ridevo a crepapelle non riuscivo a smettere!
"Guarda che non è vero! Quando mi arrabbio mi arrabio sai?!"
replicò lui mettendo il muso.
"Ok, ok. Scusami!" dissi asciugandomi le lacrime scese per quanto avevo
riso, ma fu inutile.
Ci guardammo negli occhi e ricominciammo entrambi!
Arrivammo davanti a casa.
"Bene allora fammi sapere tu quando vederci per ' la missione'!" dissi
facendo le virgolette con le dita.
Lui sorrise:"A dire il vero domani verso le due mio nonno ha una visita
all'ospedale di San Giovanni Bianco, quindo potremmo
aproffittarne! Probabilmente non ci sarò a scuola, ma
potresti raggiungermi tu dopo, se puoi naturalmente..
magari essendo sabato hai già impegni.." Mi
guardò di sottecchi speranzoso del contrario.
"No non preoccuparti va benissimo, poi domani si esce anche a
mezzogiorno.. vengo da te per le 14 quindi? Tuo nonno dovrà
uscire
almeno un'ora prima tanto..." risposi riflettendo.
"Perfetto! Allora a domani.." esclamò sorridendo.
"A domani.." ricambiai il sorriso. Entrai in casa. Ma come faceva ad
essere così bello!?
"Ehm ehm, chi era quel ragazzotto?" Era la voce di papà
Luca, appoggiato allo stipite della porta della cucina.
Mi aveva presa alla sprovvista, difficile trovare una scusa sul
momento, così optai per la verità...
"Beh lui è Damian un nuovo compagno di scuola..." dissi io
cercando di essere più spontanea possibile.
"Ah davvero.. solo un ' semplice' compagno?" domandò lui
sospettoso guardandomi accigliato.
"Ehm, si certo.." feci un sorrisetto ma non avrebbe potuto suonare
più falso.
Mi sentivo sotto interrogatorio, mio padre aveva la capacità
di far confessare tutto ad ogni persona. Avrebbe dovuto fare
l'investigatore!
"D'accordo, se lo dici tu..." disse dandomi le spalle ed entrando in
cucina.
Possibile che l'avessi scampata? Sospirai di sollievo, ma era troppo
presto!
"Comunque mi piacerebbe molto conoscerlo il tuo fidanzatino!"
esclamò in fine ridendo.
Avrei voluto sprofondare!
"Mia figlia ha un fidanzatino, mia figlia ha un fidanzatino!"
cominciò a canticchiare tutto contento.
"Uffa! Papà finiscila! Non non ho nessun fidanzatino!"
E mi sedetti a tavola irritata.
Lui si fece scappare una risatina, poi non disse più nulla.
Io intanto avevo assunto un colorito acceso!
La mattina dopo mi svegliai di buona lena, anche quel giorno Lilla non
ci sarebbe stata, io non vedevo l'ora di vederla per raccontarle ogni
cosa!
La giornata passò velocemente e senza troppe
difficoltà. Durante la ricreazione Gerry venne a chiedermi
notizie di Linda, non appena glielo
avrei detto avrebbe fatto i salti di gioia, anche da ammalata!
Appena rientrai in casa, mangiai tranquilla, ero davvero di buon umore!
"Ah Ginny oggi hai dei programmi?" mi domandò la mamma come
investigativa. Papà aveva senz'altro spifferato e le aveva
chiesto di informarsi.
"A dire il vero si... Vado da un amico.." risposi sincera continuando a
mangiare i miei spaghetti al sugo.
"Oh davvero e chi sarebbe? lo conosco?" continuò facendo
finta di nulla mentre si allacciava le scarpe.
"No è uno nuovo, e lo sai benissimo visto che il signor Luca
ti ha già detto tutto.." esclamai infine stufa di quella
farsa.
Lei rise:"Si è vero, glielo avevo detto che non avrebbe
funzionato! Allora com'è?" mi domandò curiosa
sedendosi al mio fianco.
Io risi:" Beh è... molto bello.." Ammisi senza girarci
troppo intorno.
"Davvero? e si comporta bene con te?" continuò lei un
pò preoccupata.
"Benissimo! Ma stai tranquilla non è il mio ragazzo, siamo
solo amici... oggi vado a portargli gli appunti, perchè
è stato malato e non è venuto a scuola,
poi stasera passo anche da Lilla." le dissi serena e convincente.
"Molto bene allora! Fai la brava mi raccomando! Ora scappo che sono in
ritardo!" mi diede un bacio sulla guancia.
"Ah dimenticavo domani sera siamo a cena da Raffaele d'accordo?, quindi
puoi portarli domani gli appunti a Linda, a meno che non servano
per lunedì. Uh è tardissimo! Ciao a staseraaa! e
si chiuse la porta alle spalle correndo fuori.
Finito di mangiare mi lavai e cambiai di corsa, facendomi una trecciona
per essere più libera.
Bene, ero pronta per andare!
Arrivai in orario, lui era davanti all'entrata che mi aspettava, e
quando mi vide fece un meraviglioso sorriso.
Io ricambiai pur sapendo di non essere alla sua altezza!
"Allora andato?" domandai una volta essermi avvicinata.
"Andato!" esclamò lui sollevando il pollice:" Abbiamo
comunque poco tempo, alle tre devo aprire il negozio!" concluse.
"Forza che aspettiamo?!" esclamai io entrando e sorridendogli. Mi
sentivo come in un film giallo, pronta a scoprire tutti gli indizi...
Il baule si trovava nella stanza del nonno, all'ultimo piano della
casa. Era una camera molto antica, con mobili in ciliegio molto scuri.
Al centro c'era un enorme letto,
altissimo da terra, non capivo come faceva a salirci, io avrei dovuto
saltare!
Posizionato di fronte c'era questo baule, anch'esso molto scuro, sopra
ad un tappeto bordeaux, esattamente dello stesso colore delle tende e
del
copriletto. Non c'era uno spiraglio di luce, e si sentiva l'odore
inconfodibile di naftalina.
Ci avvicinammo al baule e Damian ne sollevò il coperchio.
Ciò che si presentò all'interno ci fece
spalancare gli occhi dalla sorpresa.
Era vuoto.
L'unica cosa che notammo sul fondo, poggiata lateralmente era una foto,
nella quale c'erano raffigurati un uomo molto giovane
con una donna anziana che teneva in braccio un bambino appena nato.
"Hey Damian questo sei tu con tuo padre e tua nonna?" domandai curiosa.
Lui era impietrito.
"No Ginevra, questo sono io .. insieme alla nonna e al nonno..." rimasi
senza parole.
Riguardai perplessa dentro al baule e notai un'altra cosa luccicare,
era un ciondolo, una bellissima pietra bianca, quasi trasparente,
con bordino e catenella in oro bianco.
Ne rimasi incantata, e senza pensarci la presi in mano, ma non feci
nemmeno in tempo a tirarla fuori che si illuminò di una luce
intensa,
riempendo tutta la stanza.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille pacci! Questo nonno non è cattivo..
solo..preoccupato! Mettila così! ahahah grazie!
*Grazie mille bella95! Non temete presto si scoprirà
perchè il nonno si comporta così! Comunque grazie
per le tue recensioni!
Spero ti piaccia anche questo!
Ringrazio tutti voi che leggete, spero questo capitolo vi
piaccia, tra poco verrà fuori la verità sul
nostro bel Damian..
Spero davvero mi farete sapere che ne pensate! Grazie!
Baci!
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Capitolo 7 *** Una nuova Conoscenza... ***
7: UNA NUOVA CONOSCENZA.
La pietra continuava ad emanare luce, una luce bianca e molto forte.
Istintivamente la lasciai cadere a terra e appena toccò il
suolo quella luminescenza cessò.
Io e Damian ci guardammo negli occhi increduli per ciò che
era accaduto, ma nessuno dei due proferì parola.
Lui aveva ancora in mano la fotografia e sembrava sconvolto, gli occhi
spalancati dalla sorpresa.
Non sapevo cosa dire, qualsiasi cosa mi veniva in mente sembrava fuori
luogo.
"Che cosa diamine vuol dire tutto questo..." Damian tremava confuso.
Sembrava di essere finiti in uno di quei film Fantasy, solo che questa
era la realtà, per quanto sconvolgente.
Improvvisamente sentimmo bussare alla porta di ingresso del negozio
insistentemente.
Quel rumore mi fece sobbalzare e Damian è come se si stesse
risvegliando in quel momento.
Si guardò l'orologio al polso:
"Sono già le tre.." disse sussurrando.
Senza che ce ne fossimo accorti era passata un'ora da quando eravamo
saliti nella stanza.
Si alzò e scosse la testa poi scese di sotto senza dirmi
nulla, come se nemmeno si ricordasse della mia presenza.
Prima di raggiungerlo mi misi la pietra in tasca che appena la toccai
si riaccese magicamente per poi ' spegnersi' una volta lasciata,
richiusi il baule e scesi.
Damian era poggiato al bancone ancora con quella fotografia tra le
mani, incantato.
Nel negozio c'era un cliente, un ragazzo alto dai capelli mori che
girava tra gli scaffali incuriosito. Probabilmente era lui che aveva
bussato.
Mi avvicinai e aspettai che mi notasse, non volevo farlo spaventare
visto come era impegnato ad osservare quella foto.
"Davvero non capisco Ginevra..." Cominciò a parlare sotto
voce.
"Questa foto risale a quando ero appena nato... Ma mio nonno qui
dimostra venti anni si e no, mentre mia nonna almeno una cinquantina
se non di più... Come può essere che dopo solo 17
anni lui ne dimostri quasi settanta... E' tutto così
incasinato!"
Si portò una mano sulla fronte stringendosi i capelli e
poggiandosi nuovamente al bancone.
Ero dispiaciuta, non sopportavo di vederlo così ed in parte
era colpa mia.
"Ti chiedo scusa Damian.." Abbassai la testa colpevole. Lui
alzò lo sguardo:
"Per cosa Ginevra? Tu non ti devi scusare." Mi disse lui stranito.
"Si invece! Non capisci? Se io mi fossi allontanata come ti aveva detto
tuo nonno, se non mi fossi intromessa nella tua vita
perchè non volevo starti lontana, ora tutto sarebbe a posto
e tu non staresti così..."
Mi veniva da piangere, ma non volevo farlo, strinsi i pugni.
Lui mi poggiò una mano sulla spalla e con l'altra mi
sollevò il mento delicatamente, poi mi sorrise:
"Hey, non è colpa tua... Anzi è merito tuo! Senza
te non sarei mai riuscito a scoprire cosa mi stesse nascondendo mio
nonno...
Tu Ginevra mi hai dato coraggio e ti ringrazio per questo.."
Ogni volta che pronunciava il mio nome venivo percorsa da brividi e il
cuore cominciava a battere più forte.
"Allora ti sei convinta?" continuò lui in attesa di una
risposta.
Io annuì rispondendo al suo sorriso. Ci guardammo negli
occhi, l'uno perso nell'altra.
Improvvisamente udimmo una risata provenire dalle nostre spalle.
Era quel ragazzo, il cliente. Poggiato con una mano ad uno scaffale e
l'altra davanti alla bocca per trattenersi.
Lo guardammo irritati e perplessi.
"Ahahahahahah! Scu-scusate non fate ahahah caso a me! ahahah!"
continuò a ridere questa volta portandosi la mano alla
pancia piegandosi in avanti.
Mi accigliai: "Come sarebbe a dire scusa? NON FATE CASO A ME?! Come
cavolo facciamo a non darti peso se ridi in quel modo?!"
Esplosi estremamante infastidita.
Lui si bloccò all'istante e mi osservò perplesso
per quella reazione.
"Però bel caratterino la tua ragazza amico... e anche molto
carina..." Si avvicinò al bancone.
"Che cosa vuoi?" Damian mi si mise davanti come per difendermi. Io
arrosì meccanicamente.
Lui sorrise: "Solo darti delle risposte Damian Dragomir, proprio come
vuoi tu.." guardò prima lui e poi me.
"Tu chi sei? Come fai a sapere il mio nome?" Era sempre più
sospettoso nei riguardi di quella persona, e io non ero da meno.
Lo guardavamo entrambi accigliati.
Quel sorriso non scomparve dal suo viso.
"Avete ragione, sono stato meleducato, i miei genitori sarebbero
rammaricati dalla mia scortesia,
il mio nome è Mirko Drakul, principe della Romania,
nonchè figlio di Re Gheorghe Vlad Drakul."
E così dicendo fece un inchino da manuale, degno di un
nobile, se avesse avuto un mantello sarebbe stato perfetto.
L'eleganza con cui lo fece mi stupì. Dalla prima impressione
che avevo avuto nei suoi confronti lo avrei più considerato
un villano,
non certo un principe! Diventai rossa, ne ero rimasta affascinata.
Damian lo notò e si infastidì ulteriormente:
"Hey si può sapere chi credi di prendere in giro! Guarda che
lo so benissimo che in Romania non c'è una monarchia!
Esclamò voltandosi verso di lui.
Io guardai Damian..' Già, ha ragione lui..' pensai tra me
portandomi l'indice al mento pensierosa.
Mirko invece rimase ammutolito. E guardò Damian come se
stesse scherzando, era allibito.
"Io, io non posso credere che tu... no, no aspetta..." Si interruppe
per un attimo mettendosi una mano sul viso come per ragionare.
Poi rialzò il capo e si prese il mento tra l'indice e il
pollice accigliandosi:
"Davvero vuoi farmi credere... che tu sei all'oscuro di ogni cosa?..."
Era come sorpreso ma divertito allo stesso tempo.
Rimanemmo tutti in silenzio in attesa di una risposta, quando la porta
si aprì..
"Che cosa stà succedendo qui?!" esclamò il nonno
infastidito guardando me. Poi girò lo sguardo e
spalncò gli occhi inginocchiandosi a terra.
Io aprì la bocca stupita.
"Nonno ma che..."
Portò poi la faccia verso il pavimento:
"Pricipe Drakul, è un vero onore averla qui tra noi."
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille pacci! Sono tanto tanto contenta che ti piaccia questa
storia! Graziee!
*Grazie davvero bella95! Non sai quanto mi fanno piacere le tue
continue recensioni, grazie perchè mi sostieni sempre!
Ringrazio poi tutti quelli che leggono questa ff, spero
questo capitolo vi piacerà! Fatemi sapere!
Grazieeeee!
Baci!
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Capitolo 8 *** Anime Gemelle. ***
8: ANIME GEMELLE.
Mi trovavo in una situazione davvero strana e surreale.
Vedere il nonno di Damian piegato a terra davanti ad un ragazzino mi
sconvolse, ma ero sicura che c'era qualcosa che ancora non sapevo.
"O forza Dragomir, non c'è bisogno che tu ti inchini.. mi
sento in imbarazzo!"
Dicendo ciò Mirko li si avvicinò e lo
aiutò a rialzarsi prendendolo delicatamente per un braccio.
Damian guardava il tutto a bocca aperta, esattamente come me non capiva
nulla di ciò che stava accadendo.
"Nonno ma mi vuoi spiegare che succede? Chi è questo tizio?"
esclamò all'improvviso squadrando il principe.
"Dam! Non osare parlare in quel modo al tuo futuro re sai?! Mi scuso
per lui.."
"Ahahah! Non c'è nessun problema Dragomir figurati!"
continuò a ridere fissando Damian e me.
"Piuttosto non ti sembra che sia arrivato il momento di mettere tuo
nipote qui al corrente di TUTTO? Non sa proprio un tubo! Ahahahah!"
"Hey! Che hai da ridere? Cosa dovrei sapere?!" era sempre
più impaziente.
"Figliolo stai calmo... il qui presente Principe Mirko può
essere venuto da noi solo per una ragione..."
Poi guardando prima Damian poi me con sguardo accigliato disse:
"Avete aperto il baule non è vero?" non gridava ma
l'arrabbiatura sul suo viso era evidente.
Io non sapevo cosa rispondere e annuì soltanto.
"Si nonno è così! Ma non prendertela con Ginevra,
le ho chiesto io di aiutarmi, credo sia giusto che io venga
a conoscenza della verità!" Damian era più deciso
e determinato che mai.
Arrossì nel vederlo così sicuro prendere le mie
difese e lo guardai con occhi ammaliati, poi notai che il
così detto Principe mi fissava,
allora abbassai la testa imbarazzata e un pò scocciata. Non
mi piaceva quel tipo!!
"Ehm, è meglio che ora vada e vi lasci parlare..." feci per
andare alla porta ma non mi fu permesso, Mirko senza nemmeno che me
ne rendessi conto con un movimento velocissimo si fece di fronte a me.
Mi guardai indietro nel punto esatto dove un secondo prima si trovava.
Come diamine aveva fatto a muoversi così rapidamente?!
Quando mi rivoltai il suo viso era a pochi centimetri dal mio.
Mi fissò curioso." Non puoi andare via.. Tu devi sapere
almeno quanto lui.." Mi sorrise.
Notavo solo ora la sua estrema bellezza. Alto almeno quanto Damian se
non di più, moro e gli occhi di uno starno colore violaceo,
con delle
pagliuzze dorate, e una pelle chiarissima color avorio senza nemmeno
una minima imperfezione. Le labbra poi erano di un rosso intenso e il
volto
dai lineamenti insoliti ma perfetti. Ne rimasi completamente incantata
e lui non sembrava voler perdere quella vicinanza improvvisa tra di noi.
"Già.. il principe Mirko ha ragione.."
I miei pensieri furono interrotti dalle parole del nonno, mi voltai di
scatto verso di lui. Mi ero resa conto solo in quel momento di essere
arrossita e guardando Damian mi sembrò molto scocciato del
nostro semi contatto, così tornai verso di lui, considerando
che
non potevo andarmene, non prima di aver ascoltato ciò che
avevano da dire almeno.
Sentì una risatina trattenuta alle mie spalle ma non mi
girai.
Damian mi sorrise più sollevato e io ricambiai. Come era
dolce.
"Tu hai preso in mano quel ciondolo non è vero ragazzina?"
mi domandò improvvisamente il nonno facendomi sobbalzare, mi
girai verso di lui cauta.
"Il ciondolo?" Già aveva ragione, mi ero completamente
scordata di averlo in tasca, lo cercai frugando e lo tirai su per la
catenella.
"Questo?" chiesi mostrandolo ma senza toccare la pietra.
"Si, proprio quello. " Intervenne Mirko ancora con un sorriso
divertito. Mi chiesi se riuscisse qualche volta a stare serio!
"E abbiamo trovato anche questa nonno! Vorrei delle spiegazioni a
proposito!" Esclamò Damian sollevando la fotografia per
deviare il discorso da me.
Era davvero protettivo nei miei confronti e gli ero grata per questo.
"Certamente mio caro nipote. Ormai non ho altra scelta che spiegarti
ogni cosa. In verità non avrei voluto, ho cercato in tutti i
modi di farti vivere una vita normale,
senza problemi, ma poi è arrivata lei togliendomi ogni
possibilità di scegliere. Ti avevo chiesto di non
frequentarla Dam,
ma forse era destino che tu la incontrassi. Prima o poi sarebbe
accaduto.. "
Mi guardò accigliato con preoccupazione.
"Nonno ma che vuoi dire con questo? Ginevra che ruolo ha in tutto
ciò?!" sbottò Damian sempre più
confuso.
"Ginevra potresti tenere il ciondolo tra le mani per cortesia?.."
domandò gentile Mirko avvicinandosi a me.
Io ero un pò incerta, non capivo dove volessero arrivare,
allore il principe mi avvicinò di più prendendomi
le mani e chiudendole sulla pietra.
Una luce fortissima invase il negozio, proprio come era accaduto poco
prima. Il nonno si affrettò a tirare giù le
veneziane delle vetrine.
Dopo qualche istante mi lasciò e ripresi a tenere la collana
per la catenella. Nonostante fosse già accaduto quel fatto
non riusciva a lasciarmi indifferente.
Sulle labbra del principe comparve un leggero sorrisetto:
"Damian potresti provare a tenerla tu ora per favore?" gli chiese
facendomi cenno con la mano di dargliela.
Senza pensarci gliela porsi e non appena ne toccò il palmo
quell'immensa luce bianca riprese ad illuminare tutto.
La poggiò delicatamente sul bancone:
"Ma che significa tutto ciò? Perchè brilla nelle
mani di tutti? domandò stupito.
"No Dam.." intervenne il nonno avvicinandosi anch'esso a noi "Non nelle
mani di chiunque.."
Dicendo ciò prese in mano la pietra, istintivamente mi
coprì gli occhi ma non accadde nulla. Rimasi sbigottita,
capivo sempre meno.
"Lo vedi Damian... è la pietra a scegliere.." disse Mirko
guardandolo con fare quasi provocatorio.
"Scegliere?" Ripetemmo assieme io e lui, poi ci guardammo e sorridemmo.
"Questa pietra prende il nome di SELECT-HEART ed è molto
importante fra il nostro popolo.."
Continuò Mirko cominciando a camminare avanti e indietro.
"Selezione cuore?" Domandai io affascinata da un tale nome.
Lui si fermò e mi guardò soddisfatto:"
Esattamente Ginevra..."
" La SELECT-HEART è una pietra in grado di riconoscere
l'unica persona al mondo adatta a noi, è come un radar
capace di ricercare la tua
cosidetta ANIMA GEMELLA..." riprese il nonno guardandomi interrogativo,
probabilmente in attesa di una mia reazione.
Io e Damian ci guardammo straniti. Questo voleva dire che io e lui...
Arrossimmo nello stesso momento e abbasammo la testa.
"Non- non sapevo che al mondo esistesse un ciondolo capace di
ciò.." Dissi io per togliermi dall'imbarazzo.
"Infatti pochi umani sanno della sua esistenza, e se ne sono a
conoscenza è perchè sono rapportati a UNO DI NOI
Ginevra..."
Il principe mi guardò con fare provocatorio inarcando un
sopracciglio.
Sollevai di colpo la testa al quelle parole. Che intendeva dire? Umani?
Uno di noi?!
"State forse cercando di dirmi che non siamo essere umani? Mi volete
prendere in giro?"
Intervenne immediatamente Damian perplesso e con sorrisetto forzato.
Il nonno e Mirko si guardarono negli occhi, poi Dragomir
annuì come se avesse parlato e preso una decisione con
l'altro.
Si avvicinò a Dam lentamente e gli prese la mano in segno di
rassicurazione:
"Figliolo, noi non siamo comuni essere umani, no. Noi siamo quelli
comunemente chiamati VAMPIRI.
Mentre tu appartieni alla categoria oggi rinominata dei NUOVI VAMPIRI."
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille bella 95! Esatto si chiama proprio come dracula, tra poco
spiegherò anche quello! Per il momento ti lascio
questo diciamo mini capitolo, spero tanto ti piaccia! Grazie!
*Grazie pacci che mi recensusci ogni storia! Bacio.
Ringrazio poi tutti voi che leggete, spero davvero che troverete questo
capitolo interessante,
la storia andrà sempre più a complicarsi!
Bacioni!
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Capitolo 9 *** Parentela. ***
9:
PARENTELA
Nel
negozio era sceso il silenzio.
Io
deglutì:" Va-vampiri?" dissi poi a bassa voce guardando
prima il nonno, poi Mirko, infine mi voltai verso Damian,
ancora
immobile al mio fianco.
Sembrava
più sconvolto di me e non ebbi il coraggio di dirgli nulla.
"Vi
divertite così tanto a prenderci in giro?!"
sbottò
improvvisamente nervoso.
"Nonno
ti aspetti davvero che io ti creda? I vampiri sono solo storie per
bambini, come potrei credere che lo siamo noi?
E'
completamente assurdo, e mi rifiuto di ascoltare anche solo un'altra
parola!"
Si
voltò avviandosi verso le scale.
"Come
pensi che sia arrivato qui da voi Damian? Mi è stato
affidato da mio
padre un compito ben preciso.
Sono
io ad occuparmi delle SELECT-HEART, e ogni qualvolta essa si illumini
io devo essere li, ovunque sia accaduto,
e
assicurarmi che sia nelle mani giuste.
Gli
umani non devono venire a conoscenza della nostra esistenza e per
questo viviamo normalmente con le persone,
di
raro capita che la nostra anima gemella si trovi tra di loro , anche
se in questa famiglia direi che a riguardo ci sia un'abitudine.."
Disse
dando un'occhiata al nonno che alzò gli occhi al cielo.
"
Fammi capire, stando a ciò che dici, tu dalla Romania devi
giungere
nel luogo esatto dove è stata trovata la pietra ovunque
questo fatto
sia avvenuto?"
Domandò
Damian incredulo accigliato.
"E
da noi sei riuscito ad arrivare in meno di cinque minuti? Mi credi
davvero tanto scemo da crederci?!"
Continuò
sempre più agitato, si sentiva preso in giro e non avrebbe
retto per
molto la calma.
Io
non aprivo bocca, mi limitavo a guardare a turno chi parlava, ma non
capivo nulla di ciò che stava accadendo..
Che
fosse un altro dei miei sogni?
"Beh,
capisco che possa suonarti strano ma è esattamente
così..."
Rispose Mirko con tranquillità accomodandosi su uno sgabello.
"Vedi
Dam il fatto è che lui viene automaticamente evocato dalla
luce
della pietra,
qualsiasi
cosa stia facendo e ovunque si trovi, nel momento in cui una pietra
si illumina viene portato li, come se fosse un teletrasporto,
ma
non è lui a decidere quando e dove andare." Intervenne il
nonno
per spiegare meglio.
"Già,
proprio così! Evito di raccontarti le volte che mi
è accaduto
quando ero sul gabinetto...
ma
ti posso assicurare che non è piacevole! Invece quando mi
trovavo
sotto la doccia devo dire che le ragazze
rimanevano
piacevolmente sorprese.." esclamò il principe guardandolo
con
un sorrisetto da ebete.
Damian
inarcò un sopracciglio guardandolo come si guarda un matto.
"Ma
scusa e per il sole come fate? Voglio dire, tu hai affermato che
vivete tra di noi normalmente, ma non vi sciogliete sotto la luce del
sole?"
domandai
poi all'improvviso, incuriosita da tutta quella situazione guardando
Mirko.
Si
girarono tutti verso di me allibiti, poi il principe scoppiò
a
ridere.
"Ahahahahahah!
Che tipa divertente! Ahahahah! Magari ora mi dirai che credi ancora a
Babbo Natale?! Ahahahah!"
Lo
guardai arrabbiata.
"Hey
si può sapere che ci trovi da ridere? E' una domanda
più che
lecita!" sbratai io verso di lui, che si bloccò
improvvisamente.
"Già
è vero, è lecita." Mi guardò come
stupito ad occhi
spalancati.
Ma
dove diamine lo avevano trovato questo scemo?!
Poi
mi sorrise:
"Il
fatto tesoro è che sono tutte baggianate, favolette,
stratosferiche
cazzate.. Non so se mi spiego..
Le
persone hanno solo voluto inventarsi qualcosa che potesse rendere la
realtà fantasia, qualcosa che potesse farla diventare
irreale.
Tanto
per dirtene una l'aglio.. Io adoro l'aglio! E anche la storia che ci
cibiamo di sangue... Tutte cavolate inventate di sana pianta!
Esattamente
come far credere che il 'nostro amico' Dracula fosse un umano
sanguinario che si divertiva a far impalare le persone...
Il
vostro popolo nell'antichità ne ha inventate di cose pur di
celare i
veri avvenimenti sai piccola?...Ahahaha."
Riprese
a ridere, mentre io ero completamente sconvolta.
"Vuo-vuoi
dire che Dracula non era uno spietato assassino?" Chiesi ancora
io sempre più presa dai suoi racconti.
Mi
guardò ancora col sorriso sulle labbra:
"Oh
si, era uno spietato assassino, ma era era uno spietato assassino
VAMPIRO Ginevra,
anche
tra di noi la sua persona è famosa perchè
è stato il primo ad
usufruire del sangue umano come fonte di vita
e
ad uccidere molte persone, poi come era immaginabile ci sono stati
vampiri suoi discepoli che hanno voluto seguire la sua strada,
ma
fortunatamente oggi sono molto pochi.
Comunque
per me rimane un pro zio come tanti...”
Lo
guardai a bocca aperta:
“Hai
detto pro zio??” domandai io scioccata.
Anche
Damian era molto interessato alla conversazione.
“Si,
be ecco, mio padre sarebbe il figlio del figlio di suo padre,
anche
se di madre diversa... Non so come spiegarvi meglio...”
“Praticamente
il padre di Mirko è il figlio del fratellastro del
così detto
Dracula..” Intervenne il nonno alzando gli occhi al cielo
guardando
il
principe
che si grattava la testa imbarazzato.
“Quindi
è nato da una relazione extra coniugale?”
Chiesi
cercando di capire meglio.
“Esattoooo!
E' proprio intelligente questa ragazza!” Esclamò
Mirko.
'
O forse sei tu che sei stupido..' pensai tra me sfregandomi un
occhio.
Damian cominciò
a camminare avanti e
indietro accigliato,
tutti noi lo guardavamo
incerti
aspettando una sua reazione.
Si girò
improvvisamente verso di me:
“Ginevra ma tu
quindi credi a tutto
ciò che stanno dicendo?”
Mi domandò serio.
Io lo guardai sbigottita
per un attimo,
presa alla sprovvista da quella domanda.
“Be, si, io non
so esattamente il
motivo, ma gli credo Damian,
poi sono sicura che tuo
nonno non ti
mentirebbe mai.”
Lo guardai cercando di
rassicurarlo con
la speranza di riuscirci,
lui rimase un attimo sulle
sue, poi
ricambiò il sorriso e guardò suo nonno.
“Va bene nonno.
Ti credo. Però
vorrei che mi spiegassi bene tutto.”
Gli disse deciso.
Dragomir annuì
piegando le labbra in
un sorriso se pur non troppo evidente.
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie pacci, e
già magari fosse
possibile scoprire così chi è l'anima gemella!
Hihihi! Baci!
*Grazie bella95, tra poco
saprai tutto
tranquilla! Comunque grazie tante,
anche per la tua bellissima
recensione
nell'ultimo capitolo di Nayade,
sono davvero felice che tu
abbia
trovato il finale perfetto davvero, temevo non
piacesse molto, grazie
ancora perchè
mi segui sempre!
Ringrazio poi tutti voi che
leggete,
perdonatemi se questo capitolo è così corto ma ho
avuto dei
problemi al computer.. spero comunque vi piacerà!
Fatemi sapere! Baci!
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Capitolo 10 *** Tutta la Verità ***
10)
TUTTA LA VERITA'.
“Vedi Damian
quando conobbi tua nonna
me ne innamorai all'istante,
purtroppo però
non potevo avvicinarla
perchè lei era un'umana e le nostre regole in merito erano
molto
chiare.
Da quando gli umani anni e
anni prima
si erano rifiutati di convivere pacificamente con noi, cominciando a
sterminare chiunque venisse sospettato di essere 'diverso', i vampiri
sono stati costretti a nascondersi per non rischiare la vita. Pur di
metterci tutti contro ai tempi, i sacerdoti, i preti e gli uomini di
chiesa della Turchia, diffusero su di noi delle voci orribili e senza
fondamento, cogliendo poi la palla al balzo quando Dracula commise
quei terribili delitti.
Ci fecero passare per
demoni assetati
di sangue, vogliosi di bambini e di donne,
incitando le persone a
starci lontani e
ad ucciderci.
Cominciarono delle ronde,
diurne e
notturne, furono sterminati molti di noi,
piccoli e grandi, in modo
crudele e
inumano.
La decisione presa dal
nostro Re,
Gheorghe Vlad Drakul, fu allora quella di migrare verso un nuovo
territorio, per poi tornare una volta che le acque si fossero
calmate,
convinti che prima o poi
sarebbe
cominciato un periodo storico più positivo.
D'altra parte loro non
potevano vivere
per sempre, noi si.
Ci rifugiammo in Romania,
terra in cui
poi decidemmo di rimanere, senza però mostrarci
più per ciò che
eravamo, ma, come appunto detto prima dal Principe,
vivendo invece in maniera
normale e
confondendoci con le altre persone.
Furono quelle maledette
voci a
rovinarci, ma noi avevamo sempre vissuto tra gli umani normalmente,
l'unica differenza tra noi e loro a parte l'immortalità,
è il fatto che
possediamo dei poteri
particolari, poteri però che possono essere tenuti nascosti
senza
alcun problema...”
“Beh anche la
bellezza vi
differenzia..”
Commentai io
istintivamente, ma quando
me ne resi conto mi portai le mani
davanti alla bocca per
tapparmela,
imbarazzata.
Damian arrossì a
quella affermazione,
mentre Mirko sorrise divertito e fiero.
Il nonno mi
lanciò un'occhiataccia,
scocciato per quella stupida interruzione.
Io abbassai il capo
dispiaciuta.
“Per quanto trovi
inutile e
superficiale questa sua esclamazione signorina,
le risponderò
dicendole che la
bellezza non è fattore determinante tra noi vampiri,
esattamente
come tra di voi ci sono i belli e i meno belli,
anche per noi influiscono i
fattori
genetici sa?”
Mi rispose infine scuotendo
la testa,
con tono freddo.
Mi sentii come umiliata in
quel
momento, non mi sembrava di aver fatto un intervento così
stupido in
verità, io mi basavo su ciò che vedevo!
Non capivo proprio
perchè quell'uomo
ce l'avesse così con me!
“Comunque..”
riprese poi voltandosi
verso Damian “fu allora che conobbi tua nonna figliolo,
inizialmente non mi avvicinai a lei, appunto per il divieto che ci
era stato imposto per mantenere la nostra incolumità,
cominciai però
a seguirla, a vedere dove andava, che faceva, e con il passare dei
giorni notai quanto fosse una persona triste e sola.
Non aveva famiglia, aveva
pochi amici e
nessuno stretto, e sui mezzi mentre andava al lavoro leggeva spesso
dei libri di fantascienza o storici sui vampiri.
Era un tipo molto
stravagante,
completamente diversa dagli altri umani,
così un giorno
mi decisi e mi
presentai.
Ci frequentammo per qualche
tempo ma
non le rivelai la mia vera identità, fin
che non realizzai che lei
era la donna
con la quale avrei voluto passare il resto della mia vita..”
A quelle parole Damian si
girò verso
di me e mi sorrise dolce,
di conseguenza
arrossì rispondendo a
quel meraviglioso sorriso che ogni volta mi faceva sognare e battere
forte il cuore.
“Prima
però di confessarle ogni cosa
mi recai da Re Gheorghe per chiedergli il permesso ed avere la sua
benedizione.
Descrissi al meglio che
potevo i miei sentimenti per quell'umana,
di quanto fosse differente
dagli altri,
e della fiducia immensa che provavo nei
suoi confronti.
Il Re era profondamente
indeciso, ma mi
conosceva da tempo, e sapeva che il mio istinto raramente sbagliava,
per questo ero suo consigliere fidato...”
“Davvero? Eri il
consigliere del Re
nonno?”
Domandò curioso
Damian guardandolo.
Il nonno annuì
fiero.
“Esatto, lo sono
stato per molti anni
mio caro nipote...”
“E
perchè dopo hai smesso?”
Chiese ancora sempre
più coinvolto da
quella storia.
“Tra poco ci
arrivo Dam, abbi
pazienza..”
Rispose con un leggero
sorriso il
nonno.
Damian abbassò
la testa in segno di
scuse.
Dragomir
continuò il suo racconto:
“Re
Gheorghe fu molto comprensivo e mi concedette di rivelarle la
verità,
ma solo dopo averle fatto
tenere in
mano la mia SELECT-HEART, così che avrei potuto sapere se
lei era
realmente la mia anima gemella.
Nelle sue mani la pietra si
illuminò e
fu allora che le dissi tutto quanto e che cominciò la nostra
vita
insieme.”
Istintivamente osservai
quel magnifico
ciondolo poggiato sopra il bancone,
affascinata da quel suo
potere.
Lo stesso fecero il nonno e
Dam
pensierosi.
Improvvisamente ancora con
lo sguardo
rivolto a lei Dragomir riprese:
“Dopo un paio di
anni nacque tua
madre, Isabel, in parte vampira in parte umana, come lei ai tempi ce
ne erano già altri, fortunatamente le relazioni miste erano
ormai
diffuse, e riuscì ad ambientarsi senza problemi.
All'età di
19anni si innamorò
follemente di un coetaneo umano di nazionalità italiana, tuo
padre
Ivan.
Presto mi chiese il
permesso di
rivelargli la sua identità e di poterlo sposare.
Lo sguardo ed il desiderio
che aveva mi
ricordarono tanto me, così io e sua madre, glielo concedemmo.
La SELECT-HEART si
illuminò nelle mani
di quel ragazzo, poco dopo furono uniti in matrimonio e passato un
anno diedero alla luce un figlio.”
Si interruppe un attimo
sorridendo al
nipote che ricambiò teneramente.
Poi riprese, questa volta
con lo
sguardo più triste:
“Tutto andava
splendidamente, l'unico
inconveniente era il tempo.
Contrariamente a me tua
nonna Miriam
invecchiava, contrariamente a me lei poteva morire.
Fu allora che presi la
decisione più
importante, rinunciare alla mia immortalità.”
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie bella95! Le tue
recensioni mi
fanno sempre piacere!
Spero ti
piacerà anche questo
capitolo!
Mi piacerebbe sapere anche
il tuo
pensiero sulla mia nuova storia,
ovviamente se ne hai tempo
e voglia!
Comunque grazie!
*Grazie _VampirE _ CulleN
_! non sai
quanto sia felice delle tue parole,
ho cercato di informarmi
il più
possibile.
Comunque sono davvero
felice che
questa storia ti piaccia, e spero ti piacerà
anche questo capitolo!
Graziee!
Grazie poi a tutti voi che
leggete,
direi pochi ma ottimi!
Ve ne sono davvero grata!
Bacioni!
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Capitolo 11 *** Il Fiore di Vita o di Morte. ***
11)
IL FIORE DI VITA O DI MORTE.
Io e Damian spalancammo la
bocca dalla
sorpresa a quelle parole.
Il nonno aveva abbassato il
capo in
attesa di una reazione da parte del nipote, che ancora era incredulo.
“Hai, hai
rinunciato alla tua
immortalità? Ma come? Cioè, voglio dire, come hai
fatto?!”
domandò agitato Dam.
Io voltavo la testa da lui
al nonno,
impaziente.
Un clima di tensione si era
impossessato di quel momento.
“Uuuaaaa!”
Mirko sbadigliò,
interrompendo quel silenzio e spaventandomi.
Si portò una
mano davanti alla bocca:”
Ops, Pardon!” esclamò subito piegando le labbra in
un sorrisetto
beffardo.
Io inarcai un sopracciglio
guardandolo,
stupita, mentre Damian gli lanciò un'occhiataccia.
“Vedi
figliolo..” riprese il nonno
per riconquistare l'attenzione “ Mirko, qui presente, vive
con la
famiglia reale in un bellissimo castello, dirti che è enorme
sarebbe
effettivamente un eufemismo, forse infinito sarebbe più
appropriato...”
Cercai di immaginarmi le
dimensioni di
un castello infinito, ma anche provandoci non ci riuscii..
“Al suo interno
comunque esiste un
prato, un esteso prato, tra il quale cresce una pianta speciale...
Magica..”
“Magica?”
ripete Damian
interrogativo.
“Si, esatto, mio
ingenuo amico!”
intervenne Mirko dirigendosi verso il bancone, poi con movimento
rapido, quasi invisibile, ci si accomodò sopra.
“Non ho detto a
te!” affermò Dam
restio. Proprio non lo sopportava...
“Hei, tranquillo
Damiuccio, come
siamo scortesi...” Mirko lo guardò con aria di
sfida. Sembrava che
dai loro occhi uscissero delle scariche elettriche.
Poggiai una mano sul
braccio di Damian
per tranquillizzarlo, lui allora spostò gli occhi dal
principe a me,
e recuperarono subito quella dolcezza dalla quale di solito erano
caratterizzati. Rimanemmo a guardarci, persi l'uno dentro l'altra.
“Ehm,
ehm...” il nonno si schiarì
la gola, interrompendo quel momento.
Dam si portò una
mano dietro la nuca
imbarazzato, e io sollevai la testa guardandomi in giro. Al mio
fianco sentii una risatina dispettosa, Mirko ci osservava divertito,
muovendo le gambe avanti e indietro.
“Scusate, dato
che già conosco tutta
la storia, ci sarebbe un posto dove potermi sdraiare? Giusto il tempo
che voi finiate..”
chiese poi alzandosi
rivolgendosi a
Dragomir.
“Ma certo
Principe, si accomodi pure
di sopra.” e così dicendo gli fece un cenno con la
mano verso le
scale.
Dam sbuffò al
pensiero di Mirko nel
suo letto, ma pur di non averlo tra i piedi, non replicò e
lo lasciò
andare.
“Continua pure
nonno. Perdonami.”
disse Damian poi guardandolo.
Lui annuì e
riprese: “Quella pianta
prende il nome di F.L.O.D., in esteso sarebbe Flower Life Or
Death...”
“Fiore vita o
morte?” chiese il
nipote perplesso.
“Esatto figliolo.
Il F.L.O.D. fiorisce una volta all'anno, cresce durante l'inverno e
rimane chiuso
fino all'estate, quando i suoi petali si aprono. Nel corso di tale
apertura ogni fiore sparge sul terreno una leggera polvere argentea,
sarà quella che permetterà l'inverno successivo
di farla
ricrescere. Tali fiori nascono sempre in piccoli mazzi di tre, non di
più e non di meno, e non superano la quindicina, quindi al
massimo
cinque mazzetti.
Ci sono i due piccoli
laterali e quello
più lungo e di dimensioni maggiori al centro.
I primi vengono raccolti e
con essi si
ricava una specie di tisana, la quale ha la capacità di dare
l'immortalità o di toglierla. Del secondo, quello
più grosso
invece, è utile solo il pistillo...”
“Il pistillo?
Cioè la parte
centrale?” lo interruppe Dam incuriosito.
Il nonno annuì
nuovamente:
“Quei pistilli
Damian sono le
SELECT-HEARTH.”
Rimanemmo entrambi di
sasso. Chi
avrebbe mai creduto che una pietra di quel genere, che tanto
somigliava ad un diamante potesse nascere da un fiore?
Era una cosa sbalorditiva
ma fantastica
nello stesso tempo.
“Wow,
è..incredibile.” Damian mi
tolse le parole di bocca.
“Però,
non capisco... come fa quella
pianta a nascere solo nel 'giardino'..”
dicendo ciò fece
le virgolette con le
mani “di questo Re se una volta convivevate con le persone in
un
altro paese, cioè, non eravate ancora nascosti
li...” Dam non
sapeva spiegarsi, ma Dragomir aveva capito perfettamente,
evidentemente già si aspettava tale domanda
perché rispose pronto.
“Il F.L.O.D. una
volta, tanto tempo
fa, cresceva liberamente infatti, nelle foreste, nei boschi, quasi
sempre in zone buie e spesso tra le radici degli alberi, o su rocce
troppo esposte al vuoto per poterle raggiungerle. Nessuno a parte noi
vampiri conosceva le sue facoltà, e così era
giusto, fino a quando
un giorno un umano ne venne a conoscenza. Allora noi avevamo ancora
fiducia in alcuni di loro, in quanto non tutti ancora ci
perseguitarono, e Re Gheorghe volle concedergli una
possibilità, se
noi potevano avere vita eterna perché loro no?.. Solo che le
cose
non andarono come previsto. Di quella tisana era necessario e
indispensabile berne solo un sorso per entrambe le
opportunità, una
sola goccia in più avrebbe causato la morte
istantanea..”
Spalancai gli occhi e
deglutii al solo
pensiero.
“Ogni cosa buona
ha le sue
controindicazioni mia cara..” disse il nonno accorgendosi del
mio
sguardo, poi continuò:
“L'umano, anche
dopo le nostre varie
raccomandazioni e dopo averlo messo al corrente di un tale rischio,
non fu in grado di fermarsi. Con ogni fiore si è in grado di
produrre un bicchiere su per giù, e lui lo bevve tutto.
Morì
all'istante.
Furono la sua smania di
potere e la sua
avidità che lo condussero alla morte,
ma ci sentimmo comunque
responsabili.
Questo fatto non fece che peggiorare la nostra già critica
situazione, non si era ancora arrivati alle ronde, ma ciò
contribuì
a farle giungere. Nessuno credette alla nostra spiegazione volevano
delle prove, ma noi non potevamo rischiare ancora, così gli
umani
cominciarono a cercare da se il F.L.O.D. Fortunatamente con scarsi
risultati, e durante l'inverno successivo raccogliemmo tutti i
quindici fiori impedendo loro di aprirsi e di poter quindi concimare
il terreno. Li conservammo dentro dei vasi, nei posti più
nascosti
possibili aspettando l'estate, e quando questa arrivò non
appena i
petali si aprirono ne raccogliemmo la polvere e la conservammo in un
vaso.
Facemmo appena in tempo che
poco tempo
dopo l'incubo che già aveva preannunciato il suo arrivo
giunse.
Dovemmo andarcene e ricominciare la nostra vita da 'normali' altrove.
Il Re allora decise di
spargere quella
polverina solo e non oltre il confine del suo prato, e da allora la
pianta non è mai più cresciuta altrove.”
Rimanemmo tutti in silenzio
per qualche
minuto, ognuno perso nei suoi pensieri.
Fu Damian a spezzare il
silenzio. Con
passo lento si avvicinò al nonno e d'improvviso lo
abbracciò:
“Hai fatto una
cosa bellissima per la
nonna. Sei una persona meravigliosa.”
Mi commossi di quel gesto.
C'erano ancora tante
domande da fare,
tante risposte da avere,
ma adesso quel momento era
la cosa più
importante.
Ciao
a tutti! Eccovi qui un altro capitolo finalmente!
Mi
spiace tanto che abbiate dovuto aspettare così tanto,
perdonatemi!
Comunque spero tanto tanto che vi piaccia!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie
_ Vampire _ CulleN _! Oddio quanti complimenti, non me li merito, ma
mi fanno tanto piacere! Sei una delle poche che legge questa storia,
ma vali per cento! Grazie davvero, spero ti piaccia anche questo
capitolo, fammi sapere!
*Grazie
mille pacci, le tue recensioni non mancano mai!
Non
vedo l'ora di sapere se anche questo ti piace! Un bacione!
Ringrazio
poi tutti voi che leggete, non siete in molti ma è comunque
un
onore! Spero mi farete sapere che ne pensate di questa idea del
F.L.O.D. Ci conto!
Baciiiii!
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