Vuoi essere la mia Parabatai? Prima e Dopo

di EmilyHerondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 21 anni prima di Vuoi essere vuoi essere la mia Parabatai? ***
Capitolo 2: *** 18 anni prima ***



Capitolo 1
*** 21 anni prima di Vuoi essere vuoi essere la mia Parabatai? ***


Raccolta: “Vuoi Essere la mia Parabatai?” prima e dopo.
Sezione: Shadowhunters (In “Libri”)
Lunghezza. One Shot
Rating: Verde
Personaggi: Will Herondale, Stephen Herondale, Amatis Graymark, Imogen Herondale, Celine Herondale (riferimento).
Ambientazione: Idris
Note: missing moment
Tipo coppia: Nessuna, Het
Incipit:" -Will, ti muovi? -"
Citazioni dal libro originale: “hai presente quando le nuvole dall’oceano si ammassano sopra le montagne? Ecco quel grigio è esattamente il colore dei suoi occhi”
 
 
 
 
 
 

21 anni prima di “Vuoi Essere la mia Parabatai?”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Will, ti muovi? -
Era una giornata estiva quella in cui uno Stephen accompagnato da un Will, in visita da Londra, stava camminando.
 Entrambi altri, il primo aveva degli occhi azzurri che parevano di ghiaccio accompagnati da dei corti capelli biondi, il secondo aveva degli occhi di un blu molto particolare, che quasi sfociava nel violetto, ed in testa aveva una zazzera di capelli neri, i due condividevano lo stesso carattere, la stessa pungente ironia ed, anche se non erano fratelli, lo stesso cognome.
-Che fretta hai, Steph? E’ estate, rilassati, non hai voluto neanche aspettare Jem! -
-Io non vado di fretta, è solo che…-
-Buongiorno Will, Buongiorno Stephen-
Stephen era stato interrotto dalla voce di Amatis Graymark che li salutò sorridendo, il biondo ricambiò all’istante il saluto e le sorrise, si guardarono per un attimo negli occhi, incatenando gli sguardi, chiudendosi in un secondo tutto loro, in cui il mondo si era fermato ed era sparito, l’orologio riprese a girare quando lei distolse lo sguardo ed andò via.
A Will quell’attimo di isolamento non sfuggì e, sorridendo, gli chiese –Cos’è quel sorrisone? – Stephen abbassò lo sguardo –Beh, ieri sera l’ho riaccompagnata a casa…- il sorriso di Will divenne malizioso –Non dirmi, la sorellina di Lucian è un’altra di quelle ragazze che imputano a te la sparizione delle loro virtù-
Il biondò abbassò ancora di più la testa –In realtà ci siamo solo baciati-
Stephen rialzò lo sguardo –Lei mi piace, voglio fare le cose con calma e seriamente-.
Will era rimasto a bocca aperta –Aspetta un secondo- si guardò attorno –Tu non puoi essere seriamente mio cugino, dove lo hai nascosto? –
-Will sono sempre io, solo che lei…-
-Ti ha stregato- Will sorrise –L’amore, l’amore, ti cambia dal profondo mi hanno detto-
-Seh, va bene, ora cammina-
Ma Will non si arrese –E’ per questo, vero, che andavi così di fretta? Sapevi che sarebbe passata di lì, giusto? –.
Stephen strinse i denti, beccato.
-Può darsi- rispose.
Poi riprese a camminare determinato, superando la barriera attorno ad Alicante attraversando il bosco fino a che non vide il lago Lynn, si sedette lì vicino, su di un masso e raccolse le gambe al petto.
Will lo raggiunse portando con se la borsa preparata da Imogen, sua zia e madre di Stephen, con il loro pranzo, si sedette al fianco del cugino.
-Steph? –
-Che vuoi? -
-Ti devo chiedere scusa, non pensavo di offenderti- Stephen alzò la testa che fino a quel momento aveva tenuto tra le ginocchia, sorrise.
-Sai, da quando mi sono trasferito qui da Londra mi sono fatto nuovi amici, le ragazze hanno iniziato a corteggiarmi, in particolare Celine Montclaire, una bambinetta tredicenne che credo non riuscirò mai a reggere davvero, e tra tutte le persone accecate dalla mia fulgida bellezza, lei non mi filava neanche per caso, ed io ci sono cascato –
-Non sai quanto ti capisco, all’istituto è arrivata una ragazza, Tessa, pensiamo sia un tipo particolare di cacciatrice, hai presente quando le nuvole dall’oceano si ammassano sopra le montagne? Ecco quel grigio è esattamente il colore dei suoi occhi- Will aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se l’avesse d’avanti agli occhi –L’ho tattata malissimo ed ora non mi rivolge la parola se non per qualcosa di estremamente necessario-.
-Certo che siamo proprio sfortunati-
-Tu direi non tanto, mezza Alicante ti corteggia ed hai baciato la ragazza che ti piace, non ti lamentare per favore-
-Tu smettila di comportarti male e vedrai- Iniziarono a ridere.
Le risate scemarono quando un rumore iniziò a provenire da un cespuglio lì vicino, i due cugini si guardarono, a metà tra l’incuriosito e l’impaurito, rimasero lì immobili, voltandosi di tanto in tanto verso l’arbusto.
I rumori persistevano, il cespuglio continuava a muoversi, a quel punto Stephen disse al moro –Will, secondo te dovremmo scappare? –.
Will quasi gli rise in faccia –Siamo cacciatori, combattiamo demoni, non ho paura di qualche rumorino e di un cespuglio semovente-.
Will ebbe solo il tempo di finire di parlare che una lucertola uscì dalle foglie –Vedi da cosa stavi per scappare? – Il cespuglio riprese a muoversi lasciando poi passare un’anatra.
Will saltò su e si nascose dietro al masso buttando dinanzi a se suo cugino e gridando –Prendi lui, demone, non mi avrai mai, mangialo e risparmiami te ne prego! -.
Stephen lo guardò perplesso –Will, è solo un’anatra-
-Tu la chiami anatra, io la chiamo demone, ci stermineranno Steph! – di tutta risposta Stephen rise e prese un pezzo di pane, dopo di che si avvicinò all’animale che stava ancora seguendo la lucertolina e vi si accovaccio affianco per poi girarsi verso il cugino.
-Vedi è completamente innocu…AHI-.
L’anatra aveva mangiato il pane che il ragazzo aveva tra le mani beccandogli anche le dita, Stephen si alzò di scatto e fece due passi indietro, l’anatra lo seguì, l’Herondale fece altri due passi, l’animale fece lo stesso.
Il biondo si guardo attorno, quasi a ercare una via di scampo, quando riportò lo sguardo sull’anatra questa la guardò quasi a sfidarlo per poi aprire il becco ed emettere un –Quack- , Stephen fece un salto ed iniziò a correre lungo tutto il lago, sempre tallonato dal piccolo animale, tanto carino quanto letale.
Finalmente il biondo giuse lì dove si era nascosto Will.
-Benvenuto nel mio posto sicuro, Signor “E’ innocua”, ti sei ricreduto? –
-Shh, non vorrai mica che ci trovi? –
I due si sporsero al di sopra del masso.
-Sembra sia andata via-
-Usciamo da qui-
I due si girarono e se la ritrovarono lì.
A pochi metri da loro.
I due cugini si guardarono, gli occhi spalancati e poi dissero all’unisono –Chi arriva prima ad Alicante? -.
Iniziarono a correre a perdifiato seguiti dall’anatroccolo che altro non voleva se non un tozzo di pane.
Will e Stephen si sentirono al sicuro solo quando chiusero la porta della tenuta di famiglia.
Imogen li vide sulla sogli, sudati, sporchi ed affannati –Che avete combinato voi due? -.
I due si guardarono nuovamente negli occhi, un gesto che ormai era diventato abitudinario,
-Anatra- dissero all’unisono
-E’ terribile, Zia Imogen-
-Ci distruggeranno, mamma-
La donna li guardava sempre più perplessa –Cosa è successo esattamente? –
-Ci stava per mangiare, zia-
Imogen fece una smorfia –Si vede che non volete dirmelo, andate a ripulirvi per il pranzo-
-Ma…- disse Stephen
-Non accetto ma, andate di sopra che se no sporcate tutta casa-
-Ma…-riprovò Will
-Andate, su-
I due si rassegnarono per poi andare per poi salire le scale per andare a cambiarsi.
 
 
 
 
                                                                  *********************
 
 
 
 
E questa è la storia di due cacciatori, che combattono contro demoni e non hanno paura di qualche rumorino e di un cespuglio semovente, tanto per citare, e di come ha avuto luogo la loro paura comune, quella per le anat…bestie assassine.
Paura che verrà tramandata di generazione, in generazione, in generazione finchè la memoria terrà conto di questa storia o almeno fin che qualcuno non realizzerà che “i piccoli demoni” sono vegetariani. 












ANGOLINO DI EMY:

come promesso sono tornata con questa storiaad un anno dalla prima pubblicazione di "VEMP" inizio con una nuova avventura, spero che questa storia vi piaccia,è una raccolta di OS dedita a spiegare le situazioni cui i personaggi hanno solo accennato ed a mettere in evidenza avvenimenti importanti che precedono, andecedono o sono contemporanee allo svolgimento di "Vuoi essere la mia Parabatai?".
Ho voluto iniziare con Will e Stephen perchè in molti mi hanno detto che sono i personaggi più simpatici, "che mi sono venuti meglio".
Secondo voi quale sarà il protagonista della prossima One Shot? 
Fatemi sapere, un bacio, Emily

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Capitolo 2
*** 18 anni prima ***


Personaggi: Valentine Morgenstern, Jocelyn Fairchild, Amatis Graymark (riferimento), Hodge Starkwater, Maryse LIghtwood (riferimento), Robert LIghtwood (riferimento), Stephen Herondale (riferimento), Celine Herondale (riferimento), Circolo, Charlotte Fairchild, Jonathan Cristopher Morgenstern

 
Ambientazione: Idris
Tempo: 18 anni prima dei “VEMP”
Citazioni dal libro originale: Nessuna
 
 
 
 
18 anni prima degli avvenimenti di Vuoi essere la mia Parabatai?
 
 
 
 
 
-Complimenti Valentine, è un maschietto, è sano ed è questo l’importante- la madre di Jocelyun era li sorridente, sudata come se affrontato lei il parto al posto della figlia.
Entrò nella stanza, Jocelyn era lì, sul letto, col bambino in braccio… e piangeva.
Piangeva disperata, come se avesse per un familiare, qualcosa di importante.
-Questo non è mio figlio- mormorò la donna tra le lacrime, quelle parole attirarono l’attenzione di Valentine.
Non lo era sul serio, pensò l’uomo, era una parte semplicemente una parte del suo piano, il suo patto con Lilith, l’essere che aveva creato solo per distruggere i nascosti e regnare su Idris, gli occhi neri non erano altro che un simbolo demoniaco, se non fosse stato per il suo piano, chi lo sa, magari suo figlio avrebbe avuto gli stessi occhi di Jocelyn.
Però sua moglie era lì e piangeva.
-Jocelyn è nostro figlio, quello che aspettavamo da nove mesi, ti ricordi come eri felice? –
La donna tirò su col naso poi alzò gli occhi ancora umidi su di lui ostentando un sorriso che non arrivò agli occhi.
 –Come lo chiamiamo? –
-Jonathan Christopher, sarà destinato a qualcosa di grande, lo sento-
 Jocelyn chiuse gli occhi
 –Sarà coraggioso e carismatico come suo padre- disse la donna mentre una lacrima solitaria sfuggiva dai suoi occhi.
Valentine non si era mai sentito così in colpa.
 
 
 
 
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Nei giorni successivi al parto, Jocelyn si rifiutò di mangiare ed a mala pena guardava il bambino.
Valentine se ne era reso conto, la donna che fino a pochi giorni prima era radiosa, ora era caduta in una profonda tristezza, in cuor suo, Jocelyn sentiva che Jonathan era corrotto dal di dentro, una madre è sempre legata al suo bambino, per Jocelyn non era così.
Lei semplicemente sapeva.
Non sorrideva più, ed in quel periodo non era l’unica, Amatis non lo faceva a seguito della perdita del fratello.
 Stephen non lo faceva da quando lo aveva costretto a lasciare la Graymark per sposare Celine.
Persino Robert e Maryse sorridevano di meno (il che era indicativo di tutto).
La rivolta del circolo era vicina, ma davvero i suoi piani valevano la felicità della sua famiglia e dei suoi amici?
 
 
 
 
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Erano pronti, armati fino ai denti, fuori la sala del consiglio, durante la riunione.
-Tenetevi pronti, tra poco si entra in scena- disse Hodge Starkwater.
Tutti si misero in linea, né mancavano molti, Herondale compresi, mancavano proprio quel giorno, durante l’azione che li avrebbe portati al potere.
Quando le porte della sala del consiglio si aprirono, i ragazzi del Circolo entrarono nella sala degli Accordi.
-IL Circolo grida alla rivoluzione! – fu questo lo slogan adottato da qualcuno mentre il panico dilagava tra i presenti.
Tutti combattevano contro qualcuno, ma Valentine vedeva tutto da lontano come se stesse osservando il tutto da fuori, come se non fosse lì, come se fosse chiuso in una bolla di vetro.
Attorno a lui persone che cadevano in battaglia, grida, pianti, ma il rumore peggiore di tutti, quello che sarebbe rimasto per sempre nelle memorie del Morgenstern, fu il cozzare delle armi.
Valentine non ce la fece più, salì sul podio da cui parlava solitamente il Console, prese fiato e gridò
 –Basta! - tutti si fermarono per girarsi a guardarlo – Ho sbagliato, per quanto il Circolo possa volere il potere questo non vale le vite che stiamo perdendo accetterò tutte le punizioni che mi vorrete dare, la rivolta si chiude qui-
Il console Fairchild, Charlotte, la nonna di Jocelyn, gli si avvicinò e gli sorrise –Sapevo che mia nipote non poteva essersi innamorata di uno stupido- sussurrò –Valentine sei condannato ai domiciliari, torna a casa tua, verrà uno stregone a porvi un incantesimo-
-Va bene, Console- le si avvicinò –La prego non sia dura con gli altri, si sono lasciati ammaliare dalle parole-
 
 
 
 
                                                             *********************
 
 
 
 
Valentine tornò a casa seguito da Jocelyn, erano mano nella mano, passeggiavano tranquillamente, assaporando quell’ultima passeggiata, ma quando arrivarono sul vialetto la rossa lanciò un grido.
La casa che era appartenuta ai Morgenstern ora era ridotta alla cenere, tra questa erano ben visibili due corpi, Jonathan e la madre di Jocelyn.

Sua moglie gli si buttò tra le braccia piangendo disperata, in quel momento i sensi di colpa di Valentine raggiunsero i loro massimi livelli, non fu capace di dire nulla, per la prima volta non aveva le parole adatte, semplicemente abbracciò la donna che amava.tte, semplicemente abbracciò la donna che amava.el momento i sensi di colpa di Valentine raggiunsero i loro massimi livelli, non fu capace di dire nulla, per la prima volta non aveva le parole adatte, semplicemente abbracciò la donna che amava.














 

ANGOLO AUTRICE:

pensavate vi avessi abbandonato, vero? beh siete un pò sfortunate, su questo piano. spero che questo capitolovi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, tornerò presto con la prossima OS, prometto, non farò passare due mesi, assolutamente.
Un bacio, EmilyHerondale.

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