Nella vita mai dire mai

di fiphina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fanny Edwards ***
Capitolo 2: *** Si parte! ***
Capitolo 3: *** Non proprio un buon inizio! ***
Capitolo 4: *** Benvenuti ad Asgard! ***
Capitolo 5: *** Tentativo di fuga ***
Capitolo 6: *** Cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Piacevoli accordi ***
Capitolo 8: *** Nuovi incontri e ennesimi bisticci ***
Capitolo 9: *** La vita è come una bachata... è la passione che ci metti che fa la differenza! ***
Capitolo 10: *** Ogni scherzo ha i suoi svantaggi ***
Capitolo 11: *** Ma perché capitano tutte a me? ***
Capitolo 12: *** La cena ***
Capitolo 13: *** Is the villain... Has more fangirls than the hero! ***
Capitolo 14: *** Galeotto fu il disegno ***
Capitolo 15: *** Passatempi infantili per asgardiani infantili ***
Capitolo 16: *** Pessime scelte di parole ***
Capitolo 17: *** Quando le cose non vanno come ci si aspetta ***
Capitolo 18: *** Pioggia ***
Capitolo 19: *** Festa d'addio ***
Capitolo 20: *** L'amore o l'orgoglio? ***
Capitolo 21: *** Epilogo: due semplici difficili parole... ti amo! ***



Capitolo 1
*** Fanny Edwards ***


Image and video hosting by TinyPic -Oh mamma, è tardissimo!- Esclamò Fanny, balzando giù dal letto come una lepre. Se fosse arrivata tardi anche quel giorno, il capo l'avrebbe rispedita a casa senza pensarci due volte. In pochi minuti era pronta, stupendosi a sua volta di come avesse fatto. Quello però non era il momento adatto per spiegarselo. Dopo essersi resa 'presentabile', si precipitò giù per le scale come un fulmine. "Avrò preso tutto?" pensò, mentre faceva di qua e di là per i gradini. Quando salì in macchina si accorse di essere a secco. -Magnifico!- Urlò, sbattendo le mani sul volante. E visto che non aveva abbastanza soldi per pagare un taxi o un altro mezzo pubblico, avrebbe dovuto farsela a piedi. Fortunatamente non lavorava molto lontano da casa sua. Intraprese così una corsa nel traffico intenso di Manhattan. -Hey! Stia più attenta signorina!- Le urlò un tizio su cui accidentalmente andò a sbattere, facendole volare via la cartellina da sotto il braccio destro. -Scusi..- tentò lei, mentre raccoglieva tutti i fogli sparsi per la strada. -Eccomi!- Disse con il fiatone in gola, spalancando le porte dell'ufficio. La sua collega e amica Debbie le si avvicinò -Fanny finalmente, ma dov'eri finita?- le chiese quasi sussurrando. -Scusa Debbie ma ho avuto molti contrattempi questa mattina!- Si giustificò la ragazza. -Prepara una giustificazione più convincente da dare a lui...- Ribatté l'altra, indicando un uomo distinto che veniva verso di loro, con un'espressione che non prometteva nulla di buono. Ora iniziavano i guai! -Signorina Edwards!-Si signore?- rispose subito Fanny. -Io non le devo dire niente- disse lui serio. -Ha perfettamente ragione signore, mi dispiace immensamente e...-Bene.- sorrise falsamente lui, interrompendola -l'avevo avvertita signorina. Lei è licenziata!- Fanny era impietrita, si sentiva umiliata. Per l'ennesima volta aveva sbagliato tutto! Notò gli sguardi di compassione degli altri colleghi e prima che Debbie potesse avvicinarla nuovamente, Fanny uscì a passo svelto, sbattendo la porta dietro di sé. Dopo due ore passate a vagare per la città, si sedette su una panchina di Central Park. Debbie aveva cercato più volte di contattarla ma lei non le aveva risposto. Non voleva sentire nessuno. Ne aveva bisogno della compassione di qualcuno. Voleva solo prendersi del tempo per sé, per riflettere sulla sua 'schifosa' vita, perché ormai era così che la riteneva. Non le andava bene una cosa in vita sua, sia in ambito lavorativo sia in abito sentimentale, visto che era ancora zitella. La sua autostima scendeva sempre di più... -Perché?- mormorò, una lacrima a rigarle il viso, quando sentì il telefono suonare ancora. Stavolta non era la sua amica, ma il professor Buck. Un vecchio amico di famiglia e, la persona più bizzarra che conoscesse, anche se era uno dei pochi su cui poteva veramente contare. -Professor Buck- rispose lei. Dall'altra parte della cornetta, un urlo più acuto di un gracchio di un corvo per poco non le sfondò un timpano, tanto che fu costretta ad allontanare per un attimo il cellulare dall'orecchio. -SIGNORINA FANNY!!!- La ragazza sospirò tra sé e sé -Certo che ha una voce piuttosto squillante per avere sessantanni!- Riavvicinò il telefono -Professore?-Fanny deve venire subito da me!- Le disse lui, la sua voce era particolarmente agitata e nello stesso tempo entusiasta. -Perché, cos'è successo?- domandò la giovane, iniziando a preoccuparsi -Perché ce l'ho fatta signorina!- In quell'istante un pensiero attraversò la mente della ragazza, che dopo aver riattaccato, fece come le aveva detto. Angolo autrice: Salve! Sono tornata con una nuova storia, con questa ci sto mettendo veramente i cuore... fatemi sapere che ne pensate!

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Capitolo 2
*** Si parte! ***


Image and video hosting by TinyPic Fanny, dopo aver ricevuto la chiamata, si recò dal professor Buck nel suo laboratorio. Se pensava giusto, doveva verificare di persona per crederci. Il professore, tempo fa, le accennò qualcosa a proposito di una macchina, senza però specificarle subito il suo utilizzo. Da quello che le disse, non fu un lavoro affatto facile! Lei stessa gli consigliò di lasciar perdere; ma con lui non finiva mai di sorprendersi. Si sarebbe aspettata di tutto, persino di vedere ali meccaniche attaccate a dei poveri asinelli nel tentativo di farli volare. Ridacchiò a quel pensiero, sistemandosi meglio la borsa sulla spalla. Camminando, arrivò a destinazione -Professor Buck?- lo chiamò, bussando alla porta, ma niente. Non ricevette nessuna risposta. "Strano" pensò. Improvvisamente udì un forte scoppio provenire dall'interno, che la fece sobbalzare sul posto. Se gli fosse successo qualcosa? Usò il ferretto che aveva nei capelli per cercare di aprire la porta. Dopo pochi secondi riuscì ad entrare. -Professore?!- Gridò, ma non riusciva a vedere nulla, perché si era sollevata una fitta nuvola di polvere a causa del botto. -Professore!- Lo chiamò ancora, dopo vari colpi di tosse. Poi in tutto quel trambusto, sentì una voce allegra e per nulla preoccupata: -Ce l'ho fatta,sono un genio! Dovrebbero candidarmi al premio Nobel!- Fanny roteò gli occhi, divertita e sollevata. Da quelle parole capì che il professore stava più che bene. E poi, chi o cosa poteva mettere K.O. quel diavoletto! Quando la nuvola di polvere si dissolse, il professor Buck notò la presenza della ragazza -Oh, Fanny Edwards! Benvenuta, è un vero piacere rivederla.- La salutò cordialmente lui. La ragazza non riuscì a trattenere una risatina quando vide com'era conciato: era rimasto appeso a testa in giù, tutto sporco di nero e i capelli tutti elettrizzati. -Vuole una mano?- Si offrì la giovane.-No non si preoccupi Fanny, faccio da solo...- Con un abile piroetta si ritrovò di nuovo in posizione eretta. -Accidenti! Non sono più agile come una volta.- Si lamentò, mentre dava una ripulita agli enormi occhiali rotondi. -Allora, perché mi ha fatto venire con così tanta urgenza? Non mi dica che...- Iniziò Fanny e lui annuì. -Invece le dico di sì, mia cara le presento la macchina altera realtà!- Le ultime parole furono udibili persino all'altro capo della città, tanta la quantità di entusiasmo e del volume che il professore ci mise. Era un genio, questo non poteva negarlo; solo, aveva il piccolo difetto di urlare quando era stra-felice... Ma forse non era un problema poi così tanto piccolo! -Beh, non è un vero capolavoro?- chiese lui, con la stessa faccia di uno che ha appena vinto alla lotteria. Davanti a loro comparve una grossa struttura metallica, simile alla cabina di una nave, con una finestrella circolare posizionata al centro della porta. -Wow... alla fine siete riuscito a completarla professore; ma cosa può fare esattamente?-Vede...- rispose lui, guardandosi intorno -questa macchina...- si bloccò -può trasportare persone o cose dal mondo reale a quello fantastico!- Concluse la frase quasi sussurrando. -Mondo fantastico?- Disse Fanny, stupita. -Certo, in un qualsiasi mondo o universo. Può catapultare in luoghi che le persone vedono solo nei sogni*...- il tono di voce si faceva sempre più basso e misterioso, come se stesse rivelando un segreto o mettendo in risalto il fatto di non sottovalutare le potenzialità della macchina. -Luoghi che nemmeno si vedono.*- Concluse. Fanny non volle farlo notare, ma un brivido di, non sapeva nemmeno lei di cosa, le percorse la schiena. Era paura? Ansia? Non lo sapeva... -C-capisco.- Balbettò solamente. Il professore però, sotto sotto il suo carattere bizzarro e scherzoso, notò l'improvviso timore della ragazza, così decise di tranquillizzarla, in fondo non aveva niente da temere. Come lo fece? Alla sua maniera, cioè scherzando! -Quasi quasi, penso di mettere la mia invenzione in un parco divertimenti come attrazione per i turisti.- Ridacchiò. Proprio come sperava, riuscì a strapparle un sorriso -molto meglio di certe attrazioni che ti fanno rimanere con lo stomaco sottosopra!- commentò infatti lei, stando alla battuta. Passarono un altro paio d'ore insieme, chiacchierando e scherzando; tempo in cui lei approfittò per sfogarsi sulla situazione delicata che stava vivendo in quel periodo. Il professore l'ascoltò volentieri. E per farle un regalo diciamo così, le domandò se le facesse piacere voler essere la prima persona a provare l'emozione e l'esperienza della macchina altera realtà. Fanny rimase in un primo momento esitante ma poi, il professor Buck riuscì a convincerla, assicurandole che l'avrebbe accompagnata. La ragazza ci pensò e, concluse che in fondo aveva proprio bisogno di sperimentare qualcosa di nuovo, e perché no?... di divertente! Una sorta di vacanza per lei. Senza neanche accorgersene, calò la sera. Fanny tornò a casa; la sua 'avventura' avrebbe avuto inizio a notte tarda. Decisero di essere il più discreti possibile, come prima prova. Mentre era sdraiata sul divano, non poteva fare a meno di pensare a dove li avrebbe portati la macchina, a quali luoghi favolosi avrebbero visto. Forse avrebbero incontrato qualche personaggio immaginario molto famoso... "Magari incontrassimo Loki! Con il suo sorriso da disgraziato e allo stesso tempo affascinante!" Pensò. A disturbare i suoi meravigliosi pensieri ci pensò la suoneria del cellulare. "Uff" sbuffò, alzandosi per andare a rispondere. -Fanny-ah ciao Debbie- era la sua migliore amica Debbie. -Spero di non disturbarti...-no tranquilla- la rassicurò la ragazza -menomale, senti innanzitutto, volevo ribadirti che mi dispiace da morire per stamattina. E volevo chiederti se stasera alle dieci, vorresti venire con noi in un pub, ti va? Vedrai che ci divertiremo!- Cercò di convincerla Debbie. -Scusa Debbie ma, stasera non posso perché ho già un impegno. Ti ringrazio ma sarà per un'altra volta... Ora riattacco perché devo prepararmi.- Si giustificò Fanny. -D'accordo... buona serata allora- rispose l'altra. Fanny poggiò il telefono sul tavolo della cucina e guardò l'orologio: mancava ancora qualche ora, ragion per cui ne approfittò per mangiare e mettersi qualcosa di più comodo. A mezzanotte precisa, uscì silenziosamente di casa cercando di fare il minor rumore possibile. -Si parte!- Mormorò eccitata come una ragazzina, a dispetto dei suoi ventiquattro anni e sfoderò un sorriso smagliante. Angolo dell'autrice: *Le due frasi con l'asterisco vicino, non sono mie, ma sono tratte dal film 'jumanji' anche se un po' rielaborate. Ecco il secondo capitolo di questa storia e spero che possa riparare alla schifezza del primo! Comunque la storia si evolve e ci saranno molte sorprese per i nostri due novelli viaggiatori, sorprese che cominceranno a venir fuori nei prossimi capitoli! Cercherò di aggiornare il più presto possibile, tempo permettendo naturalmente... Beh, fatemi sapere che ne pensate!

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Capitolo 3
*** Non proprio un buon inizio! ***


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-Professore è tutto pronto?- Chiese Fanny, sistemandosi meglio
il bracciale sul polso.
Il professore le disse che fungeva da localizzatore, in modo
tale da poter essere rintracciati dalla macchina altera realtà;
inoltre avrebbero potuto spostarsi facilmente all'interno
della dimensione.
-Ecco fatto!- Disse il professor Buck, dopo aver inserito 
tutti i dati sul computer.
-Professore, non mi ha ancora detto dove andremo...-
Intervenne la ragazza, ad un certo punto.
-Volevo che fosse una sorpresa signorina, ma siccome la 
conosco bene, immagino che non mi darà tregua fino a 
quando non le dirò ciò che vuole sapere, vero?- Il tono scherzoso, 
a mo di presa in giro.
Fanny emise un sospiro di approvazione -esattamente!- Le mani sui 
fianchi e un sopraciglio alzato. 
-E va bene noiosa.- Ridacchiò l'altro, -Un uccellino mi ha detto che lei
è una grande fan del mondo della Marvel Cinematic Universe; quindi
ho pensato che le avrebbe fatto piacere fare un salto lì...- Concluse, 
aspettandosi una possibile reazione estasiata della giovane.
Proprio come si aspettava: la ventiquattrenne si mise a fare i salti 
di gioia. -Dice davvero?- Lui annuì sorridendole calorosamente. 
La ragazza lo abbracciò forte, quasi facendogli mancare l'aria.
-Lei è la persona più generosa che conosca!-
Quelle parole fecero commuovere il professore.
-La ringrazio signorina Fanny! Io non desidero altro che vederla felice...- disse,
abbozzando un sorriso, per nascondere la commozione.
Quella ragazza era come una figlia per lui, lo era sempre stata.
-Dai dai, andiamo ora!- Disse infine.

Entrarono nella cabina. La voce della macchina iniziò il conto alla rovescia:
-Inizio evento, tra sette secondi. Sei. Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno...-
I due vennero avvolti da un fascio di luce intensa; fu una razione di
secondo!
In un batter d'occhio si ritrovarono in un luogo fuori dal comune.
-Dove siamo finiti?-
Chiese il professor Buck, guardandosi intorno spaesato e grattandosi
la testa. 
La ragazza lo imitò. Professore, siete sicuro di aver inserito l'universo Marvel?- Si,
certamente!- Così, cominciarono ad incamminarsi sul ghiaccio scricchiolante;
faceva freddissimo, era buio e nevicava.
C'erano lastre di ghiaccio gigantesche dappertutto; se non sapessero di essere 
in un mondo fantastico, avrebbero giurato di essere stati catapultati in una
qualche parte della Groenlandia.
Eppure tutto quello parve molto famigliare a
Fanny. "L'universo Marvel è immenso... Non possiamo essere finiti proprio lì!"
Riflettè. Naturalmente, le sue erano solo supposizioni...
L'atmosfera era tetra, quasi spettrale, i loro passi risuonavano
lugubri per tutta la landa fredda e desolata.
Ad un certo punto, il professore parlò -Signorina?-Cosa c'è?- rispose lei,
avvicinandosi. Lui le indicò un grosso pezzo di ghiaccio, assomigliante 
ad una statua. 
-Guardi questa scultura. Chi l'ha scolpito deve essere un vero genio 
dell'arte, senza ombra di dubbio, quasi quanto Edward mani di forbice!-
Ironizziò, dondolando la testa e dando un paio di colpetti al pezzo.
Fanny ridacchiò -Nessuno batte Edward però,anche se le sue sculture
erano in vetro!-
Entrambi non sapevano se quelle improvvise battute erano dovute a puro
e semplice divertimento o, dalla fifa.
Ma se ne sarebbero resi conto ben presto!

Uno scricchiolio, infatti, li fece sobbalzare.
-C-chi è?- Mormorò il professore, con voce tremolante. La ragazza non 
rispose, ma le sue teorie si facevano man mano sempre più 
veritiere. 
Un altro scricchiolio.
-S-s-signorina Fanny...- Continuò lui, cercando di apparire tranquillo;
Strabuzzarono gli occhi quando notarono che il rumore proveniva dalla
suddetta statua, che stranamente prese a muoversi: il ghiaccio che la 
ricopriva, si ruppe e una grossa creatura, alta circa sei-sette metri o
più, iniziò a ringhiare minacciosa.
Fanny e il professore erano diventati due cubetti di ghiaccio, non 
per il freddo, ma per la paura!
Si squadrarono per un secondo per poi rispostare lo sguardo
sulla creatura.
Il professor Buck ritrovò per un attimo, forse miracoloso, la parola.
-Dove. Siamo. Finiti?!- Scandì perfettamente la frase.
La ragazza esitò, ma quando avvertì il fiato caldo del ruggito della creatura 
sul collo, urlò a pieni polmoni -Jotunheim!-
Senza neanche rendersene conto, i due protagonisti, neo esploratori,
corsero via a gambe levate, con la bestia alle calcagna. 
Quasi non toccavano per terra per la troppa velocità, che, per 
un terrestre non era affatto normale.
-Professore?!-Mi dica pure signorina-So che a lei piacciono gli scherzi, ma
 avrebbe potuto anche accennarmi la sua intenzione di visitare la terra dei
giganti di ghiaccio!- Esordi la ragazza, facendo pause tra una parola e l'altra.-
La risposta che le diede il professore la lasciò sconcertata: -Ma io non lo sapevo!
Mi sono dimenticato di accennarle, infatti, che, quando si viaggia con la macchina
altera realtà, è possibile conoscere solo la dimensione o universo, non il luogo
preciso! E più è vasta la dimensione, più è difficile indovinare la destinazione!
- Urlò, ma stavolta per il fracasso che c'era.
A Fanny per poco non le prese un infarto."Tra tanti posti, proprio su
Jotunheim dovevamo finire?" Pensò la povera ragazza.
-Se non facciamo subito qualcosa professore, temo invece di conoscere
la prossima tappa! Ma non so se Hela gradirebbe la visita di due terrestri
surgelati..- Il professore s'illuminò, -Beh, la signora, sperando che non si offenda,
ma che metta da parte tè e biscotti, perché la visitina la rimandiamo ad 
un'altra occasione! Prema il pulsante verde sul bracciale fanny!-Ok!-
Lo premettero appena in tempo, prima di finire, o in un precipizio o sbranati
dalla creatura.







Angolo dell'autrice: Eccomi qua! Il terzo capitolo proprio, stando a tema: fresco, fresco! 
Spero possa piacere! Ne arriveranno delle belle... chissà dove verranno catapultati stavolta! ; )
Fatemi sapere che ne pensate. A presto...
Fiphina :D



  















 

 

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Capitolo 4
*** Benvenuti ad Asgard! ***


Image and video hosting by TinyPic -Un figlio che desiderava il trono oltremisura... e un altro che addirittura lo ricusa. Questo è il mio retaggio?- Affermò il padre degli dei, con una nota un po' delusa nella voce.

-Loki è morto con onore, io nello stesso modo proverò a vivere. Non è un retaggio sufficiente?- Fu la ferma risposta del dio del tuono.

Odino fece un lieve cenno con il capo, prima che Thor gli porgesse Mjolnir.

-Appartiene a te, se ne sarai meritevole.- gli concesse benignamente il sovrano.

-Cercherò di esserlo.-Non potrò darti la mia benedizione, né tantomeno augurarti buona fortuna...- Aggiunse il re.-Lo so.-E se fossi orgoglioso dell'uomo che mio figlio è diventato... anche questo non potrei dire; resterebbe unicamente nel mio cuore. Va, figlio mio!- Concluse, accennando un sorriso.

Prima che il figlio potesse rispondere, un improvviso fascio di luce intensa si espanse in un punto sul soffitto, proprio sopra la testa del padre degli dei.
Sembrava una sorta di apertura, un portale per la precisione: aumentava sempre più d'intensità, prima lentamente, poi si spalancò di colpo lasciando udire delle urla e, successivamente precipitare due figure estranee.

-Padre!- Urlò il biondo, gettandosi su Odino, salvandolo. -Ma che...- Imprecò quest'ultimo, prima di ritrovarsi a terra.

Fanny e il professore atterrarono dritti sulla scalinata che portava al trono dorato, facendo un tonfo assordante.

-Accidenti! Quando tornerò a casa devo ricordarmi di fare qualche piccola modifica sulla fase di atterraggio... Questi sono un tantino poco delicati per i miei gusti.- Si lamentò il professor Buck.

Si alzò da terra e si diresse verso la giovane. -Signorina sta bene?- le domandò.

-Ehm, più o meno...- Rispose lei, con una mano a sorreggersi la schiena dolorante. Sperò di non essersi rotta qualche costola, cosa di cui però dubitava fortemente.

-State bene padre?- Chiese il dio Thor ad Odino. -Oh, ma levati di dosso pezzo d'imbranato!- Sbraitò irritato il re, lasciando l'altro del tutto sconcertato e stupito da quell'improvvisa fredda reazione. Dopo tutto gli aveva salvato la vita.

La cosa non durò molto, perché l'attenzione dei due divini venne attirata dai due,non si sa come, arrivati.

Nello stesso momento i due neo viaggiatori si guardarono per un attimo intorno, per cercare di capire dov'erano. Finalmente si accorsero di non essere soli.

La prima a sorprendersi fu Fanny, che capì all'istante dove erano finiti. -Oh. Mio. Dio.- Mormorò, gli occhi e la bocca completamente spalancati.

Quello vicino a lei la guardò, -Cosa ci riserva questa volta il futuro signorina?- Disse. -Non mi dica che ci sono altri mostri surgelati, sbafosi e orribilanti in giro intenzionati a usarci come stuzzicadenti!- Il tono palesemente sarcastico.

Vedendo l'espressione fuoribonda di lei, curioso, si voltò nella sua stessa direzione.

-Oh per bacco!- E questi chi cavolo sono? Sanno che carnevale è già passato da un pezzo?- Sbottò poi, aggrottando le sopracciglia e assumendo un'aria tipica alla Jack Sparrow.

Il dio del tuono avanzò di un passo verso di loro. -Voi chi siete? Come avete fatto ad arrivare qui senza l'uso del bifrost?- Chiese.

Thor sapeva benissimo che in tutti i nove regni, c'era solo una persona che conoscesse altri modi per viaggiare indisturbato tra i vari mondi: altri non era che suo fratello. Nessun'altro ne era a conoscenza se non lui.

Perciò non seppe spiegarsi come quei due midgardiani, sicuramente tali visto il loro modo di vestire, fossero arrivati lì. Ma c'era anche un'altra questione che in quel momento turbava il figlio di Odino: da come i due mortali si comportavano, si direbbe che conoscessero sia lui che il regno in cui erano appena incappati. Non tanto il bizzarro vecchietto, ma più la giovane mortale.

Certo, lui insieme agli avengers aveva salvato il loro mondo, però, l'unica terrestre ad aver visto personalmente e a sapere qualcosa in più sul suo mondo era Jane Foster.

Daltronde non poteva nemmeno essere opera di Loki visto che non c'era più.

Uno dei midgardiani prese parola, dopo un silenzio quasi infinito e carico di sorprese. -Il bi...che? Ehm...- Il professore prounciò l'ultima parola con una mano che indicava il dio biondo, come a chiamarlo.

-Scusi mr.muscolo ma non rammento il suo nome e nemmeno il termine che ha usato poco fa... Ma non ci faccia caso, perché sono una vera frana per quanto riguarda i film.-

Thor aveva una faccia completamente allibita. Non capì niente di quello di cui stava parlando il terrestre.

Fanny invece non poteva fare a meno di osservare il grande martello impugnato dal dio, che tante volte aveva visto solo nel film. Ora invece era proprio davanti a lei e non riusciva a crederci!

Odino, non riuscì a trattenere una risatina che però fu ben notata da Thor.

Di situazioni strane ne aveva vissute a bizzeffe, ma mai quante come in quel giorno!

La situazione precipitò completamente nel caos, quando un'ennesima figura fece la sua comparsa nella sala del trono: -Cosa sta succedendo qui?- Tuonò la voce imperiosa e autoritaria.

-Padre degli dei!- Dissero in coro i presenti, sbalorditi. Se quello era Odino, chi era colui che era stato lì per tutto il tempo? Un  lampo di intuizione passò nella mente del biondo.

-Professore, credo che siamo capitati proprio nella scena finale di Thor the dark world!- Commentò Fanny, in un sussurro.

Thor, rosso in viso dalla rabbia, senza neanche girarsi afferrò per un orecchio l'altro Odino che nel frattempo aveva approfittato del momento per filarsela via. -Tu non vai da nessuna parte!- Ringhiò minaccioso.

L'atro tentò di giustificarsi -C-calmati figlioletto caro...- fece un sorrisino innocente. "Si può sapere come ha fatto a liberarsi quell'altro?" Si chiese mentalmente. Il biondo lo guardò con aria che non prometteva di certo rose e fiori.

-Come sei potuto arrivare addirittura fino a questo punto?!- Gli chiese Thor, urlando.

-Eh eh, era ora che ci arrivassi fratello...sei sempre stato scarsino in fatto di intuizioni.- Rispose Loki ridacchiando sarcasticamente, mentre riprendeva le sue vere sembianze.

In quel momento la ragazza sentì il cuore batterle all'impazzata, quasi in fibrillazione e le guance bollire, ma si sforzò di non farsi sgamare. Non era decisamente il momento adatto per svenire e grazie al cielo nessuno notò nulla.

-Capisco che sei arrabbiato con me, ma che ne dici di rimandare le questioni familiari a più tardi? Perché sembra che abbiamo un altro problemino che esige più urgenza, non ti sembra?- Disse il dio degli inganni.

Il biondo non lo prese a martellate solo perché riconobbe che, disgraziatamente e per sua fortuna, Loki questa volta non aveva tutti i torti.

Dopo un respiro profondo, abbassò Mjolnir. Il vero padre degli dei si avvicinò e si rivolse per un attimo al figlio adottivo -Stavolta non la passerai liscia, mio caro dio degli inganni.- Loki sorrise falsamente -Si può sapere come avete fatto a liberarvi?-

-Anche se non sei il mio vero figlio, ti conosco molto bene Loki, non dubitarne. Di questo però ne parleremo dopo; sei stato per troppo tempo al centro dell'attenzione ultimamente.-

Detto ciò e dopo aver messo le manette al moro, tre si voltarono verso i due mortali.

Fanny e il professore si guardarono con uno sguardo d'intesa. Ora dovevano qualche spiegazione.

Padre tutto riprese posto sul trono, Thor e Loki ammanettato, ad un lato. Il sovrano intimò loro di raccontare cos'era successo e perché; fu la giovane a parlare savolta e raccontò tutto dall'inizio alla fine.

Dopo averla ascoltata attentamente, si grattò la barba bianca e rifletté. La versione della midgardiana sembrava logica anche se strana, molto strana: loro? Personaggi di un film?

Prima di prendere una decisione definitiva, chiamò a sé una guardia. Tornò a rivolgersi ai terrestri -Bene! Esamineremo la cosa con maggior attenzione. Nel frattempo, per misure di sicurezza, fino a quando non saremo sicuri maggiormente della veridicità della questione, sarete condotti nei sotterranei.- Concluse.

Fanny restò letteralmente scioccata da quelle parole. -cosa?!- Replicò.

-Perché dovremmo andare in prigione signore?- Intervenne il professore, anch'egli stupito.

-Abbiamo detto la verità!- Continuò la ragazza, camminando di qualche passo in avanti.

Odino non si scompose. -Vi credo midgardiana. Ma... Come ho detto, verrete trattenuti per ulteriore precauzione. Così ho deciso!-

Fanny si mise le mani nei capelli, non credendo alle proprie orecchie.

-In quanto a te...- Disse Il re, in direzione del dio degli inganni, -anche tu sarai, in questo caso, ricondotto, nei sotterranei. In attesa di un nuovo giudizio per le tue azioni.-

"Forse farebbe meglio a sforzarsi di ricordare che ho aiutato il suo adorato e perfetto figlio nella sua ultima battaglia e rimettendoci anche la vita, se è per questo! Perché temo che gli sia sfuggito qualcosa, da quando glielo riferii, travestito da guardia." Pensò amaramente Loki.

-Dato che non ci sono altre celle disponibili nei sotterranei, starete tutti e tre nella stessa.- Riferì Odino.

Uno scintillio malizioso passò negli occhi del moro, che sorrise rivolgendo poi uno sguardo a Fanny. Forse non era una cattiva idea tornare la sotto. La ragazza si sentì ancora più avvampare quando i loro sguardi si incrociarono per un secondo.

"Mamma, ecco quel sorriso da disgraziato e sexy... Basta Fanny! Smettila con questi pensieri sciocchi. Ok, ora andrai in carcere con lui, ma non sarai sola e non succederà niente di niente, mantieni la calma! E per quanto riguarda la prigionia ingiusta, è meglio non protestare oltre per il momento."

Scosse la testa e si lasciò portare via dalla guardia.

Quando si accertò che fossero soli, Thor parlò -Padre, siete sicuro di aver agito saggiamente mandandoli in cella? Non sembrano una minaccia.-

-Lo so figlio, ma ti ricordi cos'è  successo l'ultima volta che un terrestre è stato qui vero? Non voglio ripetere lo stesso errore.-

Nei sotterranei...

-Non posso crederci! Non è possibile!- Disse la ragazza, in preda al furore, mentre camminava avanti e indietro per la cella.

Loki non smetteva di osservarla, ogni suo spostamento, ogni sua mossa più insignificante.
La trovava molto interessante e, sicuramente molto irrascibile. Tuttavia ne era stranamente attratto. Infatti non si poteva non notare il sorrisetto mai andato via dalle sue labbra sottili e lo scintillio malizioso negli occhi verde smeraldo. Era seduto per terra, i capelli corvini che gli ricadevano sulle spalle e le mani dietro la nuca.

-Sei piuttosto irrascibile vedo...- mormorò, alzando un sopracciglio.

-Come posso non esserlo visto dove mi trovo!- Rispose lei, mettendosi senza pensarci, davanti a lui con le mani sui fianchi.

Il dio si alzò in piedi, andandole in contro. -Dovrai farci l'abitudine, sai, qui succede spesso di essere giudicato ingiustamente dolcezza.- Disse ad un palmo di distanza dal volto della giovane.

"Mio dio quegli occhi!" Pensò Fanny, guardandolo in quelle iridi profonde in cui ci si poteva perdere. Non riuscì a muoversi, era come bloccata. Ma la voce del professore scosse quel momento unico.

-Io non ho ancora capito dove diavolo siamo!-

Lei sospirò, sollevata, dall'imminente infarto di cui stava per essere vittima.

-Allora colgo l'occasione per ribadire ad entrambi un: Benvenuti ad Asgard!-






Angolo dell'autrice: Ciao!!!! Sono tornata! Scusatemi il ritardo, davvero. Solo non sapevo come circostanziare al meglio possibile il capitolo; spero che possa piacere. Altrimenti accetterò comunque tutti gli insulti, tranquilli : )
Finalmente sono catapultati ad Asgard i nostri due esploratori sfortunati! E dopo aver rischiato di essere divorati dal gigante di ghiaccio nel capitolo precendente, cosa c'è di meglio se non finire in prigione, con il nostro Loki? Cghe comunque non perde tempo ad usare il suo incredibile fascino sugli altri! Eh eh, cosa farà la povera Fanny? Riuscirà a resistergli, che dite??? ; ) Cosa si inventeranno per uscire di prigione i tre?
Fatemi sapere che ne pensate! A presto, bacioni da
Fiphina : D























 

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Capitolo 5
*** Tentativo di fuga ***


Image and video hosting by TinyPic Passarono due giorni da quando i tre furono imprigionati.
 
Loki quella mattina era già sveglio da un po' di tempo, comodamente sdraiato a pancia in su. Quando non resistette più in quella posizione, decise di alzarsi; improvvisamente si sentì afferrare per la vita.
 
-Ma cosa...?- Imprecò, per poi voltarsi e notare che la  giovane mortale era completamente abbracciata a lui, ma naturalmente addormentata.
 
Tentò di scostarla ma questa gli si strinse maggiormente. Poi un pensiero gli attraversò la mente: poteva approfittare di quella situazione per divertirsi un pochino, in fondo era abituato ad essere al centro dell'attenzione. Così rimase allungato sul letto.
 
Lanciò una breve occhiata al midgardiano che dormiva beatamente sulla sedia; fortuna che non russava.
 
Qualche ora più tardi Fanny cominciò a svegliarsi. Quasi non si rese conto subito di dove si trovasse; aprì lievemente gli occhi e scorse una sagoma accanto a lei, ma non gli diede troppo peso.
 
Quel qualcosa su cui era accoccolata era talmente morbido ed emanava un odore estremamente gradevole, come di menta fresca.
Solo non aveva capito che il suo oggetto profumato e morbido e quella sagoma vicino a lei erano la stessa cosa.
 
Improvvisamente una voce parlò - Ben svegliata! Sono abbastanza soddisfacente per lei come materasso?- Una nota maliziosa nella voce.
 
A quella frase la ragazza spalancò di colpo gli occhi.
 
Solo dopo essersi resa conto della realtà dei fatti si allontanò immediatamente dal dio. -Cosa... come ha potuto...- farfugliò allibita.
 
-Io non ho fatto niente.- Si giustificò Loki, alzando appena le mani.
 
 -Ah certo, sempre innocente!- Ribatté lei, aggrottando le sopracciglia. -Prima approfitta di me fingendo di illustrarmi un perfetto piano di fuga poi, dopo che sono caduta nella sua trappola, mi colpisce alle spalle!- Urlò infine, fuori di sé.
 
Il dio non sembrava affatto turbato da quella reazione -Se non ricordo male, non sono stato io a crollare addormentato sull'altro durante la chiacchieratina. Ma...credo che con lei sia inutile discutere.- Fu la sua semplice risposta.
 
Fanny si mise le mani nei capelli per evitare anche solo il rischio di commettere il suo primo e ultimo omicidio.
 
-E poi piccola...- Continuò Loki, alzando un sopracciglio e accennando un sorrisino beffardo, mentre lei gli lanciò un'occhiata di fuoco.
-Io sono il dio degli inganni e come tale posso approfittare come più voglio di qualunque situazione mi aggrada. Ma se è vero ciò che ha raccontato qualche giorno fa, dovreste conoscermi bene.-
 
La giovane non gli rispose neanche, l'aveva messa con le spalle al muro e in quelle situazioni, con un soggeto del genere, difficilmente riesci ad uscirne vincitrice. Tuttavia rossissima in viso per l'imbarazzo e perciò voltata nella direzione opposta.
 
A volte si chiedeva come aveva fatto a scegliere lui come personaggio preferito. Tipo completamente arrogante e troppo sicuro di sé.
 
"Antipatico imbroglione! E io che vado pure a cercare il suo bel sorrisino sexy, accidenti a me!" Gli disse mentalmente.
 
Intanto il professore, senza che loro se ne accorgessero, aveva osservato tutta la scena in silenzio. Uno strano sorrisino appena pronunciato sulla bocca.
 
"Quei due... cane e gatto. Ma come dice un famoso proverbio: gli opposti si attraggono! E chissà, magari un giorno..." Pensò ridacchiando silenziosamente.
 
Si fece notare con un colpo di tosse.
 
-Professore.- Disse Fanny, mentre lui si avvicinò come se nulla fosse, -beh, cos'era tutto quel baccano di poco fa?- Domandò fingendo di sgridarli, in tono scherzoso.
 
-Lo dica alla signorina qui presente.- Rispose il moro, con un'espressione da "io non c'entro niente" sul viso.
 
La sottoscritta roteò gli occhi, evitandogli una rispostaccia a tono.
 
-Lasciamo perdere- mormorò, tentando in tutti i modi di sigillare quella maledetta conversazione. -Piuttosto cerchiamo un modo per uscire di qui, perché non ho la minima intenzione di passarci un minuto di più!-
 
-Concordo con lei signorina, ma come?- Rispose il professor Buck.
 
-Sono proprio curioso di vedere cosa escogiterai midgardiana.- Mormorò Loki divertito, mettendosi seduto per terra in un angolo e con le mani dietro a nuca.
 
Lei gli si avvicinò furtivamente -Ha un libro?- chiese. Il dio sembrò stranito e incuriosito da quella richiesta, ma annuì e le indicò una catasta di libri in un angolo della cella.
 
"Chissà cosa vuole combinare." Quella mortale era estremamente troppo intrigante. Non finiva mai di stupirlo e la cosa gli piaceva molto, anche solo starla a guardare.
 
La ragazza prese qualche volume e si posizionò di fronte alla barriera protettiva della prigione.
 
-Si può sapere che vuole combinare?- Le chiese ad un certo punto Loki.
 
-Infatti signorina, cosa vuole fare?- Le domandò anche il professore. -Lo vedrete...- Rispose lei.
 
Un ennesimo libro sbatté contro la protezione dorata della cella, facendola vibrare. Emettevano uno strano suono ogni volta che rimbalzavano.
 
Sia il dio che il professore la osservavano, ormai erano ore che
andava avanti quel "bombardamento": il primo con aria quasi, dico quasi indifferente, ma che in realtà era tutt'altro; mentre il secondo con aria rassegnata e speranzosa.
 
-Hai intenzione di continuare a lanciare, o meglio, distruggere libri per ancora quanto tempo?- Chiese il dio degli inganni.
 
-signorina si fermi, la prego.- La esortò benignamente il professore.
 
-Non ci penso neanche!- Ribatté Fanny, a corto di fiato per gli sforzi. -Nel secondo film di Thor...Kurse... con un solo pugno è riuscito a rompere la barriera. Se riesco a riprodurre quella botta...-
 
Loki trovò logico il ragionamento della mortale, ma tuttavia la ritenne un'impresa impossibile per un semplice umano, specialmente donna. Anche se questa midgardiana era un vero osso duro.
 
Persino lui aveva pensato ad una cosa del genere, visto le doti che possedeva pur non essendo un armadio, ma non lo aveva fatto per ovvi motivi.
Ma per un terrestre era molto più complicato.
 
-Io lascerei stare.- Disse, raccogliendo un libro da terra e sfogliandolo. Sarebbe potuto intervenire, ma non lo fece per vedere fino a che punto si sarebbe spinta.
 
-Finiresti per crollare sfinita...-E cosa le importa?- Rispose lei, irritata.
 
-Non dico che mi importi, solo non ho voglia di raccoglierla da per terra, di nuovo.-
 
-Signorina, il dio ha ragione. Se non si riposa finirà per perdere del tutto le forze.- Disse il professore Buck.
 
-Io non mi arrendo!- Ripeté testarda lei.
 
Quello strazio andò avanti ancora per molto tempo, con qualche pausa qua e la.
 
Verso sera, ormai allo stremo... Fanny raccolse tutte le sue energie e quando lanciò un libro più grosso contro la barriera, questa produsse un rumore ancora più strano, come quello di una crepa. Che ci fosse riuscita davvero?
 
Comparvero dei graffi sulla superficie.
 
I tre rimasero interdetti; persino Loki assunse un'espressione stupita, infatti divenne serio in volto.
 
Fanny si allontanò e si sedette sul bordo del letto, mentre riprendeva fiato. -Questa notte andremo via...- Disse trionfante.
 
Loki si girò verso di lei -I miei complimenti!- Commentò, compiaciuto.
 
Quella notte stessa...
 
Il dio degli inganni si mise di fronte alla barriere protettiva, ormai prossima a cedere. -Ora lasciate fare a me.- Esortò. Chiuse gli occhi e si concentrò, mentre nelle sue mani si formarono delle piccole scintille verdi che poi divennero come lame affilate.
 
Con decisione le scaglio contro le crepe e la protezione si ruppe in mille pezzi, per poi dissolversi.
 
Rise sotto i baffi. Erano liberi finalmente.
 
Uno ad uno uscirono dalla cella in completo silenzio; era tutto buio. Il corridoio appena illuminato.
 
C'era qualcosa che non tornava... Loki rimase abbastanza perplesso. Nessuna guardia, nulla, nessuno. C'era troppo tranquillità e non era una cosa positiva, non era suonato neanche l'allarme. Strano!
 
Risalirono le scale dei sotterranei e si ritrovarono non si sa dove, sempre al buio.
 
-La situazione non mi piace...- Sussurrò il dio, guardandosi intorno con aria sospetta. Al contrario dei due midgardiani che invece sembravano totalmente spensierati ed euforici per essere finalmente usciti dalla prigionia ingiusta.

Loki era molto turbato ma a nulla valsero i suoi tentativi di dissuaderli. 

Fanny sembrò non riconoscerlo: Loki preoccupato? Non era proprio da lui... "Bella questa!" Pensò stupita.

Improvvisamente, in tutto quel silenzio... uno scricchiolio sospetto e tutti sobbalzarono. -C-chi è stato?- Domandò il professore tremando dalla fifa. 

Di nuovo un completo silenzio. -Non c'è nessuno... a quanto pare...- Mormorò Fanny guardandosi intorno e sospirando, anch'essa un po' impaurita.

Il buio era davvero troppo fitto. -Loki- Lo chiamò sottovoce lei. -Ha qualcosa per illuminare?-

Il giovane dio con un piccolo gesto delle dita fece comparire un fascio di luce verde che illuminò abbastanza l'enorme salone in cui si trovavano. 

-Finalmente... un po' di luc...- Disse voltandosi in avanti, per poi paralizzarsi all'istante.

Un intero squadrone di soldati asgardiani li circondava. La povera ragazza si ritrovò la lama affilata di una spada puntata dritta in faccia.

-Per bacco...- Imprecò invece il professor Buck.

Ma la cosa che più li sconvolse fu vedere chiaramente la figura di Loki dissolversi come fumo, seguita successivamente da un lampo verde.

-Non è possibile!- Sbottò Fanny frustrata e sorpresa; ma in fondo doveva aspettarselo, ecco perché non sembrava essere lui qualche minuto fa. Perché in effetti non era lui.

Tutto fu chiaro: il dio degli inganni li aveva ingannati. In realtà lui non aveva mai lasciato i sotterranei!

Sentiva il fumo uscirle dalle orecchie. Non le interessava come avesse fatto, ma ora l'avrebbe sentita, eccome se l'avrebbe sentita.

Sarebbe stato obbligato a sentirla quando gli avrebbe scagliato contro una grande valanga di insulti fino a fargli scoppiare il mal di testa, a tal punto da fargli pregare Odino in persona a chiedere un'altra cella.




Angolo dell'autrice: Eccomi qua! Scusate ma l'ispirazione ha faticato a tornare... veramente, non sapevo cosa inventarmi ma poi.. ce l'ho fatta! Inoltre sono stata molto impegnata con lo studio.
Dunqueeee, eh eh, che dite, ve l'aspettavate un bello scherzetto da parte del nostro Loki? Credevate davvero che fosse cambiato eh? Preoccupato e tutto il resto? Non è proprio da lui! Però, boh... Magari le cose possono prendere una piega diversa col tempo, o forse no... chissà... no dico altro, è tutto da vedere! ; ) Solo che con questo ennesimo scherzetto Loki dovrà subirsi una Fanny piuttosto incavolata nera! Vedremo che succederà... : ) Desidero ringraziare chi segue e recensisce e anche chi legge. Come sempre mi farebbe molto piacere anche stavolta sapere le vostre opinioni.
A presto 
Fiphina :D





 

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Capitolo 6
*** Cambiamenti ***


Un'egoista, un bugiardo, un perfetto idiota!

Questo era quello che pensava Fanny, mentre veniva scortata di nuovo nei sotterranei. Il povero professore cercava di dissuaderla, notando il suo viso livido dalla rabbia.

-Signorina perfavore! In fondo si è trattato solo di un piccolo scherzo... Non se la prenda troppo.- 

-Troppo? Siamo stati fortunati se non ci abbiano portato direttamente sul patibolo o non so dove, per evasione! Ma non finisce qui!- Rispose la ragazza, sentendo il fumo uscirle dalle orecchie.

-Avete l'ordine di rimanere in silenzio!- Disse una guardia in tono autoritario.

-Rimanere in silenzio...Mi sembra di essere in una stazione di polizia! Neanche avessimo commesso un reato!- Sussurrò Fanny, sarcastica.

Però la guardia la sentì benissimo. -Le ho detto di tacere Midgardiana!-

La guardia doveva ringraziare il fatto che erano arrivati, altrimenti un bel pugno lo avrebbe perfettamente centrato sul naso. Ma forse... lo avrebbe potuto tenere da parte per un certo psicopatico dio asgardiano che lo meritava più di chiunque altro, pensò. 

Nel vederli arrivare, il suddetto dio si lasciò scappare un sorriso divertito. Non era per niente agitato dopo aver visto il ghigno stampato sul viso della mortale. Un'altra occasione per divertirsi, rifletté tra sé e sé. 

Loki non immaginava però che non sarebbe stato affatto semplice come pensava...

-Lei... Lei...- La giovane faticava persino a parlare, puntandogli un dito contro. 

Il dio l'ascoltava, quasi con impazienza, in attesa che si scaricasse e continuasse a gettargli i peggiori insulti che le venivano in mente in quell'istante. Ormai era abituato a ricerverli, per cui non gli facevano più così tanto effetto.

Il povero professore invece, decise di lasciarla fare, perché se la fermava non sapeva cosa sarebbe accaduto; sicuramente avrebbe solo peggiorato la situazione, nonostante lui, sotto sotto, aveva trovato un po' di divertimento in quello scherzo.

Non aveva più vissuto avventure simili da quando era giovane; ma se lo avrebbe confessato, anche lui probabilmente non l'avrebbe passata tanto liscia, conoscendo bene il carattere facilmente irrascibile della ragazza.

Intanto, proprio come Loki pensava, Fanny continuò la sua sfuriata. -E' un lurido bugiardo! Uno psicopatico con manie di grandezza! Mi spiace deluderla ma non ha fatto bene i calcoli su chi hai davanti asgardiano dei miei stivali, perché non ho alcuna intenzione di fargliela passare come se non fosse successo nulla! Sa, da me c'è un proverbio che dice: chi la fa, l'aspetti!-

Il volto della mortale non trasmetteva neanche un senso di insicurezza, benché davanti a lei non avesse un semplice umano, ma un dio.

Loki questo lo notò e da un lato ne fu sorpreso, ma sapeva come prendere in mano la situazione.

-Sei molto ostinata mortale, devo riconoscerlo e ti ammiro. Finora non avrei mai pensato che una comune umana si sarebbe scagliata contro di me con così tanta sicurezza. Ma questa è la mia natura e nessuno riuscirà a fermarmi! So manipolare le situazioni alla perfezione e non permetterò a nessuno di ritorcermele contro, quindi risparmiati le energie e la voce perché non otterrai nulla da me...-

-Non mi sottovaluti!- Rispose minacciosa lei, avanzando di un passo, cercando di controllare l'impulso di menarlo.

Loki rise compiaciuto e Fanny non né capì il motivo. 

-Sai perché rido mortale?- Chiese.

La ragazza aspettò una risposta che non tardò ad arrivare.

-Nonostante ti dimostri ostinata, cerchi di disintrgrarmi con il solo sguardo...- Fece un pausa. 

-Non esiti ancora a darmi del "Lei" anziché del "tu"...- Concluse.

A quel punto la giovane perse definitavamente le staffe e gli si scagliò contro, tentando di accaparrargli colpi, uno dopo l'altro, mirando allo stomaco.

Era totalmente fuori di sé.

Persino il dio fu colto alla sprovvista ma fu abbastanza attento da riuscire a fermare i suoi colpi con il braccio. Dopo pochi minuti la situazione cominciò a divertirlo. Non ricambiava i colpi della ragazza, si limitava solo a pararli.

Doveva riconoscere che una reazione simile non se la sarebbe aspettata proprio. Gli insulti si, ma non una reazione fisica.

Dopo vari tentativi, Fanny prese la rincorsa e gli volò addosso, o almeno ci provò, finchè Loki non l'afferrò per i fianchi facendola atterrare sul pavimento e bloccandola con il suo corpo, automaticamente bloccandole anche le mani. Erano ad una distanza veramente ravvicinata l'uno dall'altra.

Lei cercò di dimenarsi, ma invano.

-Ti arrendi piccola?- Le sussurrò con tono calmo, leggermente affaticato e Fanny fu felice di notarlo.

Non togliendo lo sguardo da quello smeraldo e meraviglioso del dio, si decise a rispondere.

-Mai!- Fu un lieve soffio.

Poi un silenzio incombò nella cella bianca. Il professor Buck era decisamente rimasto a bocca aperta; uno strano luccichio negli occhi.

-Caspita...- Sussurrò senza essere udito. Vedeva una forte intesa tra i due, come una strana magia, non intesa come potere ma come sensazione.  

Da quell'episodio ebbe la conferma che il dio, benché villain, non avrebbe mai fatto del male a Fanny, altrimenti lo avrebbe già fatto avendone avuto l'occasione.

I due giovani erano ancora li per terra. Loki avvertiva il corpo di lei sotto il suo: dalla curva del torace in giù. Percepiva una stranissima e sconosciuta sensazione. I loro sguardi erano letteralmente incollati, magnetici come due calamite.

Lei si perse totalmente in quel meraviglioso verde smeraldo dei suoi occhi e per un secondo dimenticò tutto l'accaduto. Il suo volto si rilassò all'istante e sentì la presa del corvino allentarsi sui suoi polsi. 

All'improvviso Loki si riscosse e lentamente si sollevò da lei, che fece altrettanto. Entrambi cercarono di ignorare la strana sensazione provata poco prima, l'uno all'insaputa dell'altro.

Il silenzio fu rotto da lei, che sospirò come a trovare le parole. 

-Posso darle del "tu"?-

Lui
 la guardò e accennò un sorriso e provando ad assumere la stessa tranquillità di sempre, le rispose annuendo. 

-Certamente, e... se la sente di concedere anche a me il privilegio di darle del "tu" giovane midgardiana?- Chiese a sua volta, con un'eleganza che rispecchiava il suo rango di principe, ma sempre con una punta di malizia, tipica sua.

La ragazza annuì, esibendo anch'ella un certo contegno. 

Da quell'episodio la situazione sembrò mutare: Fanny ebbe modo di imparare a conoscerlo veramente e a comportarsi in un certo modo con lui. Loki da parte sua, cominciò a mostrare un certo rispetto nei confronti di Fanny. 

Riconobbe in lei un carattere forte e determinato. Degno di una persone che sa quello che vuole. 

Così, da una situazione di rivalità, naque un rapporto non ancora da poterlo definire amicizia, ma diciamo un inizio.

Stessa cosa accadde con il professore. Il dio mostrava un certo comportamento anche con lui, imparando a conoscerlo. Tuttavia questo non significava che si stesse rammollendo, solo dava il giusto riconoscimento a chi veramente lo meritava. E quei due umani lo meritavano.





Angolo dell'autrice: Ciao! Un capitolo fresco fresco per voi, spero vada bene! : )

Qui avviene una piccola svolta tra i personaggi, specialmente tra Loki e Fanny. Non è ancora una cosa decisiva ma è comunque un inizio, come avrete potuto notare. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, accetto qualunque tipo di critica, non preoccupatevi ; ) Veramente... ci terrei davvero a sapere la vostra opinione e ringrazio chi lo ha già fatto nei capitoli precedenti e ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite, le ricordate e chi naturalmente chi legge solo... Ancora grazie! Spero aumenterete! Alla prossima...
Fiphina :D






 




 











     















 

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Capitolo 7
*** Piacevoli accordi ***


Image and video hosting by TinyPic L’atmosfera nella prigione sembrava meno tesa rispetto alle altre volte.

Era vero che dopo l’ultima bisticciata tra il dio e la mortale, le cose sembrarono iniziare a prendere un piega differente. Comunque sia, Loki era sempre Loki e Fanny sempre Fanny e non mancavano di certo frecciatine da parte di lui e reazioni un po’ esagerate di lei.

Un giorno, in cella regnava una particolare tranquillità. Per la felicità del dio.

Loki era seduto in un angolo come sempre con un libro tra le mani, a leggere; Fanny invece era sdraiata sul letto annoiata e il professore altrettanto su una sedia.

-Che noia!- Borbottò quest’ultimo.

-Non ha torto professore…- Gli rispose la ragazza, prima di mettersi a sedere.

Vide l’asgardiano porgerle un libro senza nemmeno girarsi, come se stesse facendo la cosa più ovvia del mondo.

-Cosa devo farci con un libro?- Domandò la ragazza, assumendo un’aria stupita.

-Credevo ti fosse tornata la voglia per un nuovo tentativo di fuga, niente di più.- Rispose lui, con tono neutrale.

-Comunque se mai ti venisse, i libri sono sempre li.- Continuò, indicandoli.

La giovane alzò gli occhi al cielo.

-Tranquillo non ci riproverò… Tanto meno per farmi fregare ancora una volta da te!- Ribatté, facendo una piccola smorfia nella sua direzione.

-Uuuh, quanto siamo permalosi, non si può neanche scherzare! Ma voi terrestri siete tutti così? Ti prego dimmi di no, altrimenti mi sentirei male.- Disse provocandola, con ironia.

Fanny si limitò a fargli una linguaccia, cui seguì una risatina divertita da parte del bel dio. Con lei c’era sempre gusto.

A parte gli scherzi, Loki prese realmente in considerazione la questione, perché se i midgardiani erano davvero di quel carattere, confrontato con lui la cui responsabilità e pazienza corrispondevano pari a meno di zero, iniziò a pensare che i vendicatori gli avevano fatto un notevole favore a rispedirlo a “calci” da dove era venuto… E in quel caso avrebbe dovuto persino baciare il martello di Thor. Ora capiva il senso della frase che Frigga gli ripeteva spesso quando era piccolo: “Ubbidisci alla mamma tesoro, perché sai quello che lasci ma non quello che trovi, è per il tuo bene.”

Non aveva dubbi, i consigli della regina erano sempre buoni. Si rattristò un attimo al pensiero della defunta madre adottiva, ma fu una cosa rapida.

-Ma voi cosa siete venuti a fare qui?- Le chiese ad un certo punto.

La domanda colse di sorpresa Fanny, che non rispose subito.

-Beh… Noi, io…- balbettò, prima di continuare.

-Ecco… Vivendo in una realtà completamente diversa, che non è neanche la midgard che conoscete voi…Sono sempre stata curiosa di vedere cose straordinarie; inoltre lavoro, lavoravo in ambito giornalistico, ma per un ritardo mi hanno licenziata, anche se ho sempre saputo che al mio capo non sono mai andata a genio e che prima o poi alla prima scusa mi avrebbe cacciata comunque. Era convinto che fossi solo una buona a nulla… Perciò vorrei dargli una piccola lezione! Vorrei fargli capire che non è vero che non valgo nulla. Se riuscissi in qualche modo a riportare testimonianze delle cose insolite e grandiose come quelle che ci sono qui, farei un grande scoop! E proprio grazie ad un’invenzione del professore, siamo riusciti a realizzare parte di ciò… Ma rinchiusa qui non so come proseguire…-

Il dio ascoltò ogni sua singola parola.

Sotto certi aspetti erano simili: erano stati entrambi scartati, trattati come inferiorità, senza aver avuto la possibilità di dimostrare il proprio potenziale. Ed ora cercavano di riscattarsi, in un certo senso.

-Quindi se ho capito bene, a te interesserebbe conoscere cose innaturali di una qualche dimensione ed in questo caso la mia?-

-Diciamo di si…Ma qui non c’è nessuno che possa aiutarmi…- Fece la giovane, sedendosi sul bordo del letto, il tono amaro e scoraggiato.

-Forse io posso aiutarti!- Ribatté Loki, sedendosi al suo fianco.

Fanny alzò gli occhi, stupita. -Cosa?-

-Hai capito bene, ti aiuterò io!- Ripeté lui.

-E dov’è la fregatura?- Lo rimbeccò la ragazza, squadrandolo.

Il moro scosse la testa. -Stavolta niente fregature, davvero. Facciamo un patto…-

Fanny fu disposta ad ascoltarlo. -Sono tutta orecchie.-

-Bene! Io ti mostrerò alcuni dei segreti più intriganti ed affascinanti di Asgard; segreti che solo io conosco e che non ho mai rivelato a nessuno, infatti tu saresti la prima. Ti farò vedere cose incredibili…- Fece una breve pausa.

-Così potrai mostrare al tuo regno quanto vali ed avere la tua tanto agognata vendetta…E… tu in cambio garantirai per me davanti a tutta la giustizia asgardiana e di conseguenza davanti ad Odino in persona, in modo da evitarmi una possibile pena per le mie malefatte! Ci stai?- Finì e alzandosi le tese una mano.

Quell’asgardiano non cambiava mai. Immaginava che il doppio fine sarebbe emerso sempre e comunque. Ma almeno non a danni suoi, questo si.

-La tua capacità di persuasione è a dir poco spaventosa…Ci sto!- Rispose la ragazza, sorridendogli sicura di sé, alzandosi a sua volta e stringendogli la mano.
 
Non seppe se aveva fatto bene a fidarsi, ma si sentiva euforica al pensiero di aver “architettato” un piano con il dio degli inganni.

Poi Loki si rivolse al professore. -Se vuole, anche lei può usufruire delle mie brillanti conoscenze!-

Il professor Buck si avvicinò, curioso ed euforico.

-Dite sul serio Signor Loki?- Mormorò.

Il dio annuì. -Serissimo!-

-Fantastico! Signor Loki, può contare anche sul mio infallibile appoggio per la sua causa, non ne dubiti!- Gridò euforico, stritolandogli la mano e agitandogli contemporaneamente il braccio su e giù come una molla.

Loki riuscì a calmare la sua felicità stritolante, prima che si ritrovasse senza un arto.
-D’accordo, d’accordo…-

-Resta sempre il problema della detenzione…- Replicò il Professore, picchiettando le mani.

-Non temete…- Li rassicurò l’asgardiano. -In questo caso è meglio fare tutto secondo le regole reali. I processi di solito durano solo qualche giorno; a breve verranno a prelevarvi.-

-Ma tu cosa farai allora?- Chiese Fanny. -Senza di te non…-

Loki la interruppe. -Questo significa che voi dovrete prima fare il favore a me, in modo che possa uscire di qui e poi io farò la mia parte.- Non si poté non notare un sorrisetto soddisfatto nel suo viso.

-Dubito che con la nostra parola cambierà qualcosa.- Rifletté la giovane.

-Beh, per il momento potrò accontentarmi anche degli arresti domiciliari…-

Esattamente come Loki aveva detto, proprio quel pomeriggio alcune guardie scesero nei sotterranei e portarono i due prigionieri di fronte al re di Asgard.

-Signorina come faremo ad intercedere per il signor Loki? La nostra parola non vale neanche la metà delle loro…- Bisbigliò il Professore alla ragazza, mentre procedevano per gli immensi corridoi del palazzo.

-Lo so…Non sarà facile, ma ci riusciremo… - Lo rassicurò lei.

Tuttavia Fanny era affascinata dalla bellezza del palazzo, di ogni sua singola caratteristica: identica ai film.

Finalmente furono al cospetto del padre degli dei. Odino in tutta la sua regalità, era seduto sul trono dorato, non lasciando trasparire neanche un briciolo di emozione.

La giovane notò che era solo: presenziavano anche Thor, la famosa lady Sif e i tre guerrieri: Fandral, Hogun e Volstagg; affiancati da varie guardie e funzionari.

Mentre si guardava intorno, notò che gli occhi di uno dei tre: Fandral, erano puntati su di lei.
Non aspettandoselo, il giovane le sorrise, facendola rimanere interdetta.

Perché le sorrideva? Conosceva per cosa era famoso quell’asgardiano e non era solo per il coraggio. Anche se il suo sguardo sembrava, apparentemente, sincero, ricambiò lievemente.

La situazione mutò nel momento in cui il padre degli dei sbatté lo scettro sul pavimento, producendo il solito boato che si propagò per tutto il salone.

Scese dalle scale, avvicinandosi.

-Abbiamo discusso della vostra posizione… E siamo giunti alla conclusione che non siete una minaccia per nessuno di noi. Avete detto la verità in precedenza e questo è un nobile gesto da parte di sconosciuti.- Disse, calmo.

-Perciò…Siete liberi. E riguardo il vostro recente tentativo di fuga, ho deciso di passarci sopra…Dopotutto non siete i primi nell’intento.-

Lizzi e il professore ascoltarono ogni singola parola, senza abbassare mai lo sguardo.

-Spero che non pensiate che Asgard sia spietata con coloro che vengono a contatto con le sue terre per la prima volta…- Continuò il sovrano, cambiando di poco il tono della voce, facendolo più positivo.

-Perché se sarete disposti ad avere un comportamento adeguato, posso permettere che diventiate cittadini di Asgard. E se siete d’accordo, per il momento potete alloggiare qui alla reggia, nel frattempo di trovarvi una sistemazione permanente…-

I due ex prigionieri erano del tutto sbalorditi da quelle parole.

Fanny aveva sempre creduto che Odino, per quello che sapesse, dopo la morte della regina era diventato più scontroso e non disposto facilmente e sempre benignamente a graziare gli sconosciuti, permettendo addirittura di vivere a palazzo.

Comunque furono grati per quel gesto. Ma non dimenticarono cosa dovevano fare per Loki.
Tremante, la ragazza si fece avanti.

-V-vi ringraziamo infinitamente, vostra maestà! E accettiamo la vostra offerta, sebbene non resteremo qui per sempre, ma…- Disse con la voce rotta dall’agitazione. 

Ok, ora arrivava il momento cruciale.

-C’è un’altra richiesta che vorremmo fare…- Il sudore le colava come acqua.

Il re attese che proseguisse.

-Sappiamo che ciò che vi stiamo per chiedere potrebbe farvi cambiare idea su di noi...Ma…vorremmo chiedervi, con il dovuto rispetto e mi scuso se non conosco i termini adatti per dirlo… se potete diminuire la pena di vostro figlio Loki!- Disse, prendendo il coraggio come fosse una piuma.

La sala calò in un silenzio tombale e glaciale dopo quella richiesta.

Sul volto di Odino comparve un’espressione seria.

-Non posso acconsentire!- Rispose secco.

-Vostra maestà! Io e l’umano qui presente abbiamo avuto modo di conoscerlo, di avere a che fare con lui Penso che se Loki avesse voluto farci fuori, lo avrebbe fatto già da tempo e mi creda, le occasioni non gli sono mancate…-

-Posso testimoniare maestà! Sono d’accordo con la signorina Fanny.- Intervenne il professore.

La giovane sentì il cuore in gola per l’audacia con cui stava affrontando la questione.

-Tutti meritano una seconda possibilità, forse anche più di due… Non si può giudicare una persona solo dagli sbagli che compie, perché non esistono solo quelli. Ci sono moltissimi pregi che una persona possiede, ma a volte i pregi sono come diamanti, bisogna lavorarli, ma con i giusti attrezzi prima che possano risplendere! Perdonare può non essere sempre facile, ma dopo averlo fatto provi la gioia di sapere che hai fatto tutto il possibile per salvare coloro che ami! Dico questo non perché mi abbia costretta, ma perché è quello che penso, per quanto io possa essere ignorante in confronto a voi…Per questo vi chiedo ancora una volta se asseconderete alla mia richiesta…Per favore! -

Detto questo, Fanny si liberò di un grosso peso dallo stomaco.

Abbassò lo sguardo, non notando quello dei presenti e di Odino stesso, che da perte sua, non restò indifferente. Attendeva solo che le sbattessero la porta in faccia e la gettassero in una prigione peggio di quella in cui era stata.

Sentì solo dei passi verso di lei.

-Pensate davvero quello che avete detto?- Disse padre tutto.

Lei annuì solamente, continuando a tenere lo sguardo basso.

-Va bene.- Rispose il sovrano, dopo qualche secondo senza parlare.

I due midgardiani alzarono di colpo lo sguardo, stupiti, così come tutti gli altri.

-Acconsento a ciò che mi chiedete… Ma sarà tenuto costantemente sotto controllo dalle guardie, in qualunque posto andrà e in qualunque cosa farà, sono stato chiaro?- Ribadì.

-Certo maestà e grazie! Se vi fa sentire più tranquillo lo terrò io stessa sotto controllo!- Affermò, sfoggiando un bellissimo sorriso.

-Da come ne parlate, sembra esserci un buon rapporto…Conto su di voi midgardiana!- Finì. Lo sguardo sorpreso e incuriosito allo stesso tempo.

-Potete ritirarvi…- Annunciò, riferendosi a tutti.

Fanny e il professore si sentirono sollevati.

Il professor Buck sapeva molto bene che la ragazza non si era espressa in quel modo solo per interesse personale… Lui aveva molta esperienza e difficilmente si sbagliava. Ma non era ancora il momento di tirare fuori quell’argomento. Ogni cosa a suo tempo...

Nel frattempo si limitò a sorridere sotto i baffi.

I vari funzionari di corte uscirono dalla sala del trono; tutti tranne Thor e i tre guerrieri, i quali si avvicinarono ai mortali.

-Nessuno fino ad ora si è espresso con quelle parole nei confronti di mio fratello…Grazie!- Disse Thor.

-Ho detto solo la verità altezza…-

-Datemi pure del tu…- Aggiunse il dio del tuono, esibendo un sorriso per metterla a suo agio.

Fandral prese parola.

-Avete un bel coraggio miss! I miei più sinceri complimenti!- Disse alla ragazza, mettendola in imbarazzo.

-Vi ringrazio signore.- Biascicò.

Anche Sif, Hogun e Volstagg si congratularono, per il gesto in generale ovviamente e per il coraggio e la profondità delle sue parole.

-Che ne dite se vi mostrassimo una taverna dove hanno dell’ottimo idromele? Il migliore di tutta Asgard?- Propose lo spadaccino biondo.

-Ottima idea, comincio ad avere fame!- Sentenziò il robusto Volstagg, che subito aveva preso in simpatia il professore.

Fandral prese tranquillamente Fanny sotto braccio, cogliendola di sorpresa dal gesto improvviso e inaspettato,  come se la conoscesse da una vita, e la condusse per le strade del palazzo, seguito dal resto del gruppetto.

Così si avviarono allegri verso la taverna.
 





Angolo dell'autrice: Eccomi qua con il settimo capitolo! Ammettò che non è stato molto semplice da scrivere... Spero però che possa risultare interessante! Riguardo allo svolgimento possiamo notare la comparsa dei famosi compagni di Thor: SIf e i tre guerrieri : ) 
Anche loro avranno un ruolo nella storia e ci regaleranno situazioni stuzzicanti, specialmente... No, non spoilero!!! ; ) Lo scoprirete più avanti. Ringrazio chi recensisce e anche chi legge solamente! Come sempre un grazie anche a chi segue! 
Aspetto i vostri commenti! A prestissimo!!!!! 
Fiphina :D



 

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Capitolo 8
*** Nuovi incontri e ennesimi bisticci ***


Finalmente arrivarono nella famosa taverna. Era semplice, accogliente e costruita tutta in legno pregiato; c’erano lunghi tavoli sempre in legno, con sedie simili a sgabelli decorate e il fuoco nel grande camino dava un tocco rustico all’atmosfera.

La struttura non una parte a sé, infatti non c’erano le finestre: al loro posto si ergevano enormi aperture ad arco, cui seguivano scorri mano in marmo e pietra chiara.

Dentro si poteva sentire un gradevole profumo di deliziose pietanze che fece brontolare uno stomaco molto famigliare: quello di Volstagg.

Così si ritrovarono tutti quanti attorno ad uno di quei grandi tavoli, con vari tipi di bevande davanti.

-Che ne pensate lady Fanny? Il posto vi piace?- Le chiese galantemente Fandral, sorridendole.

Lei annuì. -Oh si… E’ bellissimo!-

In quel momento arrivò una ragazza che alla giovane sembrò essere una cameriera.

-Vi porto qualcos’altro signori?- Chiese con garbo.

-Si, un cinghiale, due fagiani e quattro botti di birra!- Disse il robusto asgardiano.

-Volstagg, non cambi mai eh?- Scherzò Sif scatenando le risa divertite di tutti.

-Che centra? Abbiamo ospiti… Quale cosa migliore se non accoglierli con una bella e soddisfacente mangiata?- Ribadì il forzuto guerriero.

Quella sera riservò molte risate e divertimento.

Nonostante ciò, in certi momenti alcuni pensieri la ragazza li riservò ad un certo dio che forse a quell’ora doveva già essere uscito di prigione e, se così fosse, se ne stava sicuramente rintanato nelle sue stanze o in una delle tante biblioteche reali; ovviamente solo con se stesso. Solo con guardie a fargli da balia.

Quel pensiero la rattristò per un secondo… Ma per non provocare sospetti decise di chiudere li l’argomento e godersi la bella serata.

Il giorno seguente Fanny non resistette oltre a rimanersene tra le soffici e calde coperte del letto. Così si alzò e toltasi la veste da notte asgardiana, uscì dalla stanza e si avventurò silenziosa tra i corridoi del palazzo.
Dopo un paio di metri giunse ad un’ampia balconata; in quel momento regnava il silenzio più assoluto. Affacciatasi, poté notare i vari casamenti già ben illuminati a differenza della terra che s’illuminava lentamente durante l’aurora.
L’aria fresca le passava attraverso i capelli biondi, come accarezzandoli. Almeno quello era uguale a dove abitava lei.
Proprio mentre i suoi occhi contemplavano il maestoso ponte Bifrost, un’idea le balenò nella mente: voleva incontrare di persona il grande e possente guardiano di Asgard: Heimdall e nessuno l’avrebbe fermata.

Si diresse verso l’uscita del palazzo dorato ed iniziò a correre euforica sul percorso del lungo ponte arcobaleno. Aveva sempre sognato di farlo!

Dopo circa un quarto d’ora il passo era decisamente rallentato. Sentiva il cuore galopparle in gola.

-Vi siete svegliata presto lady Fanny...- Disse il guardiano, senza nemmeno girarsi, capendo già chi fosse.

Fanny alzò la testa stupita.

-Voi… Conoscete il mio nome?- Mormorò.

Il possente asgardiano ridacchiò.

-Si. Ma non preoccupatevi, ho semplicemente sentito parlare di voi… Le voci girano velocemente ad Asgard.- Disse, scendendo dalle scale dove era solito stare.

-L’ho notato…- Rifletté la ragazza. -Comunque buon giorno!-

Heimdall ricambiò con un lieve cenno del capo. Era davvero enorme; La guardava con quei lucenti occhi ambrati che scrutavano ogni cosa.

-Ho saputo anche che avete intercettato per il dio degli inganni.- Affermò ad un certo punto.

-Fanny fu presa alla sprovvista da questa frase.

-Si, è vero.- Rispose un po’ esitante.

-Posso chiedervi perché l’avete fatto?-

La giovane decise di dire la verità.

-Perché mi ha promesso che mi avrebbe mostrato la risposta ad alcune mie domande una volta libero… Ma… Non solo per questo. L’ho fatto anche perché penso che chiunque debba avere più di una possibilità nella vita, a prescindere dalle azioni passate!- Concluse, quasi tutto d’un fiato.

-Giocate con il fuoco lady.- L’avvertì benevolmente Heimdall.

Fanny sospirò. -Un fuoco che bisogna imparare a domare per fare in modo che non crei più danni!- Una strana luce determinata negli occhi scuri.

La midgardiana si rivelò più intelligente e forte del previsto e questo non sfuggì affatto al possente guardiano.

Qualche ora dopo la conversazione, Fanny rientrò nuovamente a palazzo.

Aveva appena varcato la soglia quando sentì una voce che la fece sobbalzare.
-Noto con piacere che stai socializzando in fretta.-

La ragazza si voltò in quella direzione: Loki era appoggiato con una spalla su una colonna di marmo; la osservava con la classica espressione da arrogante e vanitoso sul volto.

Lei ricambiò lo sguardo.

-Noto con piacere che sei uscito di prigione.- Ribatté lei, usando il suo stesso tono di voce.

-A quanto pare si…- Fu la risposta soddisfatta del giovane dio.

Fanny tuttavia rimase a fissarlo a braccia conserte, come ad aspettare un qualcosa di ovvio.

-Bene. Suppongo che ora tocchi a me fare la mia parte…Sei pronta a soddisfare la tua sete di curiosità?- Le chiese ad un certo punto Loki.

-Oh questo me lo aspetto di certo, non dubitarne!- Gli rispose la giovane, continuando a non far trasparire alcuna emozione, se non determinazione e assoluta serietà.

Il dio degli inganni aggrottò le sopracciglia.

-E allora perché sei ancora li imbambolata scusa?-

Certo che quella mortale era dannatamente irritante quando ci si impuntava. Le donne asgardiane erano assai complicate ma lei le batteva di brutto. Cominciò addirittura achiedersi se fosse davvero una terrestre.

-Non ti sembra che forse hai dimenticato qualcosa? Non hai niente da dirmi?- Replicò Fanny, notando che lui non rispondeva.

Poi il moro capì cosa intendesse e sorrise beffardo.

-Fammi indovinare… Ora vorresti che io ti dicessi quell’insignificante, sdolcinata parolina che tutti associano alla gratitudine?- Ridacchiò.

-Si chiama educazione Loki! Ti ricordo che se non fosse stato per me, a quest’ora staresti ancora marcendo in catene!- Lo rimbeccò lei, canzonatoria.

-Ti ricordo che se non fosse stato proprio per te, sbucata dal nulla, io a quest’ora starei comodo, comodo seduto sul trono asgardiano, senza aspiranti ed irritanti alunne rompiscatole!- Disse imitando il tono di voce femminile della ragazza, per prenderla in giro.

Fanny si sentì andare in ebollizione per il nervoso, però rimase calma per non perdere quella poca stima che stava pian piano acquistando in quel regno. Così fece finta di niente.

-Sto aspettando!- Continuò, rimanendo nella sua posizione.

-E se non lo facessi tesoro?- La provocò lui.

-Allora si da il caso che così come ti ho fatto uscire, così ti faccio rispedire a calci in cella senza problemi ciccino! Scegli…- Concluse lei, esponendo un sorrisino diabolico.

Loki sbuffò. -Va bene, ok! Grazie!- Sentenziò, scocciato.

-Ehi! Non stai parlando con una sedia o un tavolo! Come tu pretendi rispetto, lo pretendo anche io, chiaro?!- Affermò dura Fanny.

Nonostante ciò, Loki non ne volle sapere di abbassarsi a quel livello e appese un muso che arrivava fino a terra, voltandosi dal guardarla.

-I bambini piccoli fanno i capricci per non dire un semplice “grazie!”-

Sentendo dargli del bambino, Loki si piazzò davanti a lei e pronunciò, senza pensarci oltre, quella fatidica parola provando a metterci, seppur con malavoglia a causa del suo orgoglio, tutta l’educazione che aveva. Nessuno doveva osare dargli del bambino!

-Grazie!-

Il volto della ragazza divenne improvvisamente meno teso.

-Prego!- Rispose, dopo qualche secondo.

Poi fece un passo verso di lui.

-Senti, io non ce l’ho con te!- Iniziò, poggiando automaticamente e senza riflettere, la mano sulla spalla del dio, che non si aspettava quel piccolo gesto, specie dopo la sfuriata di qualche secondo fa.

-Io posso e voglio mostrarti il rispetto che desideri, ma anche io lo voglio per me.- Fece un breve pausa.

-Dai ora sono pronta per imparare signore!- Scherzò, per cercare di togliere la tensione che si era creata.

Loki stranamente le sorrise a sua volta.

-Da dove vuoi cominciare?- Domandò, allontanandosi di qualche passo da lei.  

La giovane scrollò le spalle, indecisa.

-Non saprei… Decidi tu, sei tu il padrone di casa.-

Allora partiamo dalle basi…- Propose lui.

-Ok, ma non trattarmi come una bambina di sei anni però!- Rise Fanny.
-No, io sono il bambino. Tu fai la mamma, ti si addice di più!- Disse Il dio degli inganni, stuzzicandola, sorridendo.

La midgardiana gli diede una piccola pacca divertita sul braccio.

-A volte sei proprio infantile Loki, ammettilo...-

Scoppiarono a ridere insieme, mentre camminavano senza una metà per i corridoi.
Loki senza accorgersene, nelle risate, poggiò la mano sul fianco della ragazza, appoggiandola a sé.

Se ne accorsero solo quando si ritrovarono a guardarsi negli occhi intensamente: quando il castano di lei che si rifletteva negli specchi verdi di lui.

Si staccarono subito, entrambi esitanti e confusi, 
come se si fossero scottati reciprocamente sulla stessa fiamma.

-Vieni, altrimenti non cominciamo più…- Le disse semplicemente Loki, con un tono più serio e formale, scostando sguardo da lei, facendole cenno di seguirlo e lei lo fece senza ribattere.




Angolo dell'autore: Buon salve a tutti! Sono riuscita ad aggiornare finalmente. : )
Tornando al capitolo, la situazione ad Asgard, diciamo... Procede, a volte bene e a volte male. Sapete cosa intendo! ; ) In questo capitolo, come avrete notato, il professor Buck non compare perché ho voluto dare più spazio ai nostri due bisticcioni e questo si ripeterà anche in alcuni dei prossimi capitoli che posterò. ; ) ; )
Spero possa piacere! <3 Fatemi sapere che ne pensate e, come sempre ormai inutile che lo ripeto, un grazie a tutti!!! Non sto a specificare altrimenti vi annoierete... : ) A presto!
Fiphina :D



 

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Capitolo 9
*** La vita è come una bachata... è la passione che ci metti che fa la differenza! ***


Image and video hosting by TinyPic Dopo qualche ora Asgard prese vita. Si potevano sentire i fragori delle spade e delle lance che si scontravano tra loro, segno che i guerrieri si stavano allenando e tra questi anche Sif, Fandral, Hogun e Volstagg. Odino, come sempre, osservava dalla balconata, spesso in compagnia di Thor o dei suoi due corvi. 


-Insomma vuoi dirmi dove stiamo andando?- Chiese per la terza o quarta volta Fanny, mentre seguiva Loki da circa dieci minuti.

-Uffa quanto parli! Ti ho detto che tra poco lo vedrai e chiudi quella bocca per un secondo!- Replicò il dio, visibilmente scocciato dalle sue continue domande.

Il che però non era una novità, pensò la ragazza, mentre gli faceva una smorfia senza farsi notare. Dopo aver svoltato a destra e a sinistra altre due  tre volte, finalmente si fermarono davanti ad una porta: era alta più o meno qualche metro. Loki l’aprì ed entrò, la ragazza invece rimase all’entrata.
Si chiese dove l’avesse mai portata… Tuttavia intuì che se l’avesse chiesto ancora, il dio sarebbe andato sicuramente in escandescenze, perciò decise di darsi al silenzio.

-Beh… Che fai ancora sulla soglia? Entra…- La invitò lui, voltandosi a guardarla, notando la sua esitazione.

Così Fanny si decise ad entrare: quella stanza aveva tutta l’aria di essere una camera da letto. Mentre si guardava intorno, all’improvviso non vide più Loki. Dov’era andato ora? Per caso aveva già deciso di liberarsi di lei, scomparendo in un qualche passaggio segreto per poi lasciarla chiusa li dentro? Fortunatamente fu proprio lui a rompere il silenzio.

-Ti conviene fare commenti positivi sulla mia dimora personale, midgardiana. Di solito non concedo a nessuno il privilegio di varcare quella porta…-

La giovane, non dando retta più di tanto alle sue solite parole vanitose da principino, tirò comunque un sospiro di sollievo nel sentire la sua voce; almeno la sua teoria di potenziale “abbandono” poté essere scartata. Almeno per ora... Ma non appena si girò dalla sua parte non seppe se quello che doveva veramente provare era sollievo: l’asgardiano infatti si presentò tranquillamente a petto nudo davanti a lei, come se niente fosse, con una casacca verde e nera in mano. Fanny, cercò di controllarsi per non dargli un ulteriore occasione per provocarla, capendo perfettamente che l’aveva fatto apposta.

”Wow, che fisico però…” Si ritrovò accidentalmente a pensare.

Subito dopo scosse impercettibilmente la testa, arrossendo e dandosi della stupida. Non era il momento di fare pensieri del genere e che oltretutto erano quelli tipici da ragazzine innamorate perse, cosa che poi lei non era assolutamente! Specialmente di lui! Prese un respiro profondo prima di parlare.

-Allora devo sentirmi privilegiata!- Affermò alzando un sopracciglio, sforzandosi il più possibile di sembrare sicura di sé.

Lui sorrise nel riuscire comunque a notare del lieve disagio da parte della ragazza, nonostante cercasse in mille modi di mascherarlo. Ma doveva ancora imparare che a lui non sfuggiva nulla; non a caso era conosciuto specialmente per la sua brillante intelligenza e astuzia. Ottenuta un’altra piccola vittoria, s’infilò la casacca.

-Oh più di quanto immagini!- Disse, rispondendo alla sua frase di prima.

-Ti starai chiedendo perché ti abbia portata qui. Non preoccuparti, ti rispondo immediatamente: dovevo pur cambiarmi dagli abiti di carcerato no? Non posso di certo presentarmi in quello stato davanti ad una bella fanciulla come te... E poi la mia camera meritava di essere ammirata visto che è una delle più belle che ci sono!- Concluse con fierezza.

-Certo come no!- Ribatté Fanny, roteando gli occhi.
 
Improvvisamente un rumore continuo e assordante si propagò per tutta quell’area del palazzo. Entrambi sobbalzarono nello stesso istante.

-Ma che…?- Sbraitò il dio.

La ragazza ebbe l’impressione di riconoscere la canzone “Let’s Groove” e con le mani nei capelli si diresse subito dal presunto responsabile, seguita a ruota dall’asgardiano che nel frattempo si era tappato le orecchie. Quella specie di musica confusionaria e rombante attirò buona parte delle guardie e l’attenzione di Odino stesso. Loki e Fanny furono i primi ad arrivare sul luogo e non poterono credere ai loro occhi.

-Professore?- Mormorò lei, del tutto sconcertata.

-Volstagg?- Continuò Loki nella stessa maniera, ma un po’ più beffardo.

Il bizzarro vecchietto e il forzuto guerriero erano completamente immersi in quella ridicola musica, come la definì il dio degli inganni. Poco dopo sopraggiunsero anche il padre degli dei con le guardie.

-Ma che succede qui?- Domandò.

Seguì il breve cenno della midgardiana, che indicava davanti a loro con la mano e assunse la stessa identica espressione scioccata dei due giovani. Alcuni soldati però, si fecero anch’essi dal ritmo di quella strana canzone e incominciarono a muoversi impercettibilmente.

-Non è male come ritmo sire. Anche se non capisco chi è che canta… - Commentò uno di loro.
Finalmente Volstagg e il professore si accorsero dei presenti.

-Oh salve a tutti… Anche a voi maestà! Perdonate il mio comportamento un tantino al di sopra della norma, ma non sono riuscito a resistere a questa meraviglia!- Disse il guerriero, sprizzando felicità da tutti i pori.

-Dovreste lasciarvi andare anche voi sire! Vi renderà più rilassato e meno irrequieto.- Intervenne il professor Buck, ironico.

Sentendo quelle parole Fanny avrebbe voluto sprofondare sottoterra in quel preciso momento. Loki invece si lasciò scappare un risolino soffocato, trascinando anche alcune guardie, ricevendo comunque un’occhiata seria da parte di padre tutto.

-Io vorrei provare… Sempre con il vostro permesso mio re.- Azzardò un’altra guardia, poi un’altra e un’altra ancora.

I primi fortunati sfortunati ad essere letteralmente trascinati nel ballo furono, guarda caso, proprio Loki e Fanny.

-Professore ma cosa fa?- Replicò la ragazza.

Il giovane dio invece non proferì parola, essendo stato colto completamente di sorpresa e non avendo così avuto il tempo di ribattere. Ma forse non gli dispiaceva poi così tanto. Senza ulteriore preavviso l’energico vecchietto li fece prendere per mano, invitandoli a divertirsi. In quel momento la musica cambiò ad una bachata con un tempo più stuzzicante. La giovane fece di tutto per non incrociare lo sguardo penetrante dell’asgardiano, benché non si fosse mossa dalla sua posizione e non capendone il perché.

-A questo punto dovremo fare qualcosa noi due…- Mormorò lui ad un tratto, con tono lento, ammiccando.

Il suo sguardo era talmente magnetico che costrinse Fanny a voltarsi verso il giovane dio, mentre uno scintillio malizioso attraversava i suoi occhi verdi sfavillanti.
Non riuscì a resistere.

-Sarebbe?- Chiese, quasi a bassa voce.

Loki non rispose. Si limitò solo a donarle uno dei suoi miglior sorrisi, per poi farle fare una maestosa piroetta avvicinandola di colpo a sé, ritrovandosela a pochissimi centimetri dal viso. Il cuore della ragazza iniziò a battere sempre più rapido.
Chi l'avrebbe mai detto: lei che stava ballando la bachata con il dio degli inganni, ci mancava solo quella! Se la sua amica Debbie l'avesse vista non le avrebbe lasciato un attimo di tregua. Passati i primi momenti di esitazione, si lasciò andare. Sentiva il respiro caldo di lui sulle labbra mentre la guidava elegantemente nei movimenti; era veramente bravo, Fanny dovette ammetterlo, dato che era la prima volta che lui ascoltava quel tipo canzone; inoltre ad Asgard non esistevano le Bachate. Ad un certo punto l’atmosfera sembrò farsi surreale. Alla fine della bachata, scoppiò un forte applauso.

-Bravi!-Bravissimi!- Gridarono alcuni dei presenti.

-Complimenti! Abbiamo i prossimi candidati al premio Nobel!- Gridò il professore, battendo le mani e saltando dalla felicità.

“Alla faccia dei reumatismi!” Si disse la ragazza, sogghignando.

Odino non si era mosso di un millimetro, così come il suo sguardo. Naturalmente non era il solo ad essere così stupito: alcuni degli osservatori, compreso qualche ancella e funzionario di corte arrivati in seguito, rimasero meravigliati, sia per il principe cadetto che per la midgardiana. Per Loki sul fatto che lo sottovalutavano in questi ambiti, credendolo solo uno degli esseri più pericolosi dei nove regni. Per la mortale invece sul fatto che non abbia mostrato neanche un briciolo di paura. Il padre degli dei continuò a guardare il figlio e la mortale dopo che lui l’aveva rovesciata in un meraviglioso casquè e lei che si era aggrappata al suo collo, sorridendosi entrambi mentre si guardavano negli occhi.

Il professore gli si avvicinò.

-Maestà lei ha un figlio che è un talento nato!- Dichiarò, tirando una pacca confidenziale sulla spalla del sovrano, che per poco non finì a faccia per terra.

Odino osservò meglio il figlio: forse quella era la prima volta che gli parve di avere davanti una persona completamente differente. Ma Loki era pur sempre Loki e lo sapeva perfettamente, dunque era meglio non abbassare la guardia con lui perché era un tipo tutt’altro che prevedibile.
 

Nel letto Fanny non riusciva a prendere sonno. La sua mente non faceva altro che ripensare a quel momento: quando la sua mano e quella del dio erano sovrapposte l’una sull’altra, si sarebbe potuta allontanare come normalmente avrebbe fatto e invece era rimasta ferma lì. Neanche lei sapeva dare una spiegazione concreta al suo comportamento.
Poi un pensiero che poteva valere come una potenziale risposta le attraversò la mente senza che potesse evitarlo: non è che forse era stata proprio lei a non aver voluto andarsene ed aveva sfruttato come scusa il fatto che fosse stata ancora sconcertata, così da continuare a tenere la mano in quella grande e calda dell’asgardiano?
Scacciò immediatamente quell’ipotesi dalla sua testa e si rigirò tra le coperte. No, no e no! Non aveva usato nessun pretesto, tanto più per restare vicino a lui! Si era già chiarita su quell’argomento e non era cambiato nulla solo per uno stupido ballo! Scalciò via le coperte sbuffando, irritata e si alzò dirigendosi verso la balconata. Aveva bisogno di un po’ di aria fresca. Sospirò, alzando lo sguardo verso il cielo stellato e finalmente si aprì in un piccolo sorriso. Le piaceva moltissimo osservare le stelle quando era piccola: si ricordò della volta in cui suo padre, dopo cena, l’aveva presa teneramente in braccio e l’aveva portata sul terrazzo per farle guardare le stelle con il suo telescopio. Aveva solo cinque anni ed era felice come una pasqua. “Chissà cosa stanno facendo…” pensò con nostalgia.
Poi ritornò alla realtà, per così dire e si perse a guardare quei bei colori arcobaleno emanati dal ponte bifrost, finendo per addormentarsi.






Angolo dell'autrice: Eccomi, sono tornata! Spero che questo capitolo possa farvi divertire un pochino. ; ) 
Fatemi sapere che ne pensate! Accetterò qualunque tipo di critica, tranquilli!!! : D A presto... Grazie a tutti voi!
Fiphina :D

 

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Capitolo 10
*** Ogni scherzo ha i suoi svantaggi ***


Ogni scherzo ha i suoi svantaggi


-Ma si, è sulla bocca di tutti ormai!- Dichiarò con fermezza lady Sif.
 
-C’era anche Volstagg?- Chiese a sua volta Fandral, a bocca spalancata per lo stupore.

-E’ stato proprio lui a dirmelo…-

-Thor lo sa?- Intervenne Hogun.

-Non credo…- Rispose la guerriera, scrollando le spalle.

Casualmente di fronte a loro comparve il dio del tuono, che si avvicinava a passo deciso.

-Cosa dovrei sapere?- Chiese, indagatore.

I tre si scambiarono un’occhiata complice, annuendo... 
 

Quella mattina Loki si era finalmente deciso a mantenere il loro accordo: l’aveva portata nella biblioteca, dove era solito andare.

-Asgard non è un regno rotondo come la Terra perché non ruota su un proprio asse e non gira attorno ad una stella. E' composta da una massa di asteroidi uniti insieme da una forza di gravità simile a quella terrestre e presenta due superfici: una inferiore, costituita dalle "fondamenta", mentre l'altra comprende il regno nostro, quello degli Asgardiani, composto sia da acqua che da terra.*- Le spiegò lui.

Fanny lo ascoltava affascinata, pendendo dalle sue labbra e prendendo più appunti che poteva, non tralasciando nulla.

-Quindi ci sono differenze notevoli tra il tuo pianeta e il mio?- Chiese ad un certo punto la ragazza, curiosa, ma la sua era più un’affermazione da confermare che una domanda.

-Certo!- Rispose il moro, prima di continuare.

-La materia presente su Asgard è molto più densa e durevole rispetto a quella di midgard, Il regno è circondato da una forza sconosciuta la quale impedisce che la terra presente qui venga erosa una volta uscita dall'atmosfera e che evita che letti d'acqua come fiumi o cascate non vengano dispersi alla deriva nello spazio, interrompendosi. Il giorno e la notte, invece, si alternano ad intervalli sconosciuti e non è chiaro se le fonti di luce appartengano a qualche tipo di corpo solare.
Il ciclo di periodi climatici sono alternati da diverse variazioni meteorologiche come lievi nevicate, che cambiano ad intervalli ignoti.-

Dopo che finì di parlare, il dio degli inganni rimase a fissarla mentre lei appuntava il tutto su una specie di quadernetto verde. Sembrava agitata.

-Sembri piuttosto nervosa oggi…- Le fece notare, con una punta di divertimento nella voce, mentre la squadrava da capo a piedi.

-E’ una tua impressione…- Rispose diretta la ragazza, non alzando lo sguardo, continuando a scrivere. Già cominciò a sentire il nervoso salirle in tutto il corpo. Sperava non tirasse fuori l’episodio del giorno precedente.

Tuttavia il giovane dio non appariva per niente convinto.

-Ti senti forse a disagio per il fatto che il nostro simpatico balletto di ieri sia finito sulle bocche di tutta Asgard?- La punzecchiò.

Bang! Come non detto, ecco il dito nella piaga!

La giovane gli lanciò un’occhiata di fuoco.

-Sai cos’è che tanto mi infastidisce? Il tuo perenne continuare a fare domande inutili ed irritanti, invece di parlarmi maggiormente di ciò che mi interessa davvero e ragione per cui ora siamo qui! E comunque riguardo al fatto di ieri, sappi che ho fatto di peggio carissimo!- Replicò acida, con una punta di sarcasmo. Chissà perché era leggermente arrossita...

-Ma sentila! Bella intraprendente!- La rimbeccò l’asgardiano, per nulla intimorito.

-Forse è davvero meglio chiuderla qui, non mi va di conoscere i dettagli delle tue suddette esperienze, dolcezza.- Dichiarò infine, chiudendo gli occhi e sgranchendosi le braccia.

-Ti conviene. Anche perché non reggeresti! E fammi il piacere di chiamarmi con il mio nome d’ora in poi, che non è di certo dolcezza, bambola o altro…- Ribatté Fanny, con un moto d’impazienza.

Fatto di peggio? Si… Bella questa! A chi lo andava a raccontare? Tralasciò questo dettaglio.
Loki, a quelle parole, riaprì gli occhi di colpo e si alzò dal divanetto squadrandola con un aria strana. Quella ragazza stava alzando un po’ troppo la cresta per i suoi gusti.

-Un momento, ti dispiace ripetere?- Sentenziò, la voce affilata come le lame di un coltello e riducendo gli occhi a due fessure.

Fanny non si fece problemi a ridirlo.

-Non reggeresti!- Soffiò, fissandolo a sua volta con uno sguardo di sfida.

Se solo avesse saputo in anticipo del tipo di reazione che il dio ebbe subito dopo, ci avrebbe pensato due volte prima di arrivare a tanto. Infatti…
Allora aveva sentito bene: aveva detto che non avrebbe retto? Quello era troppo! Si avvicinò velocemente alla giovane e le si fermò per un istante davanti, non distogliendo lo sguardo gelido. Lei ricambiò tranquillamente, non sospettando nulla.
Il dio fece scivolare un perfido ghigno sulla bocca, il quale non prometteva nulla di buono. Poi di scatto afferrò la ragazza per i fianchi con un solo braccio e con un’incredibile agilità se la caricò su una spalla. I suoi tentativi di dimenarsi furono vani.

-Mettimi subito giù, sottospecie di un dio!- Continuava a ripetere.

Loki tuttavia continuava a camminare a passo spedito, ignorando le sue proteste.

-Mettimi giù!- Insisté lei, agitandosi sempre di più, iniziando a tirargli pugni sulla schiena che tuttavia gli facevano seppure il solletico.

Il dio uscì dal palazzo e scorto il suo obiettivo, si aprì in un sorrisetto beffardo.

-Per l’ultima volta: mettimi giù!- Gridò Fanny, sull’orlo di una crisi di nervi.

Pessima richiesta!

-Lasciam…- Ripeté, ma non fece in tempo a dire altro, che il dio degli inganni la gettò dritta dentro una fontana piena d’acqua.

Provò una certa soddisfazione dopo averlo fatto. E comunque era stata lei a insistere tanto di lasciarla andare, così l’aveva accontentata.

-Non dare la colpa a me, sai ultimamente le mie braccia non REGGONO molto!- Ghignò divertito, mentre si allontanava lasciandola lì zuppa fradicia.

 
-Per mille bende dell’occhio di Odino! Quella non è lady Fanny?- Mormorò sorpreso Volstagg ai compagni, indicando la ragazza da lontano mentre camminava nel corridoio del palazzo, letteralmente bagnata dalla testa ai piedi e con una smorfia indispettita sul viso; dietro di sé lasciava una scia di acqua sul pavimento a causa dei vestiti e dei capelli ancora gocciolanti.
I guerrieri, scioccati, le corsero incontro.

-Lady Fanny cosa vi è successo? Perché siete bagnata?- Le chiese lady Sif.

-Niente… Sentivo caldo, così ho fatto un bagno nella fontana!- Ribatté sarcastica la giovane.
Fandral si fece subito avanti.

-Siete infreddolita… Non so cosa sia successo, ma non potete di certo restare in queste condizioni, rischierete di ammalarvi! Venite, vi accompagno nelle vostre stanze e non accetto un no come risposta.- Le disse, togliendosi il mantello e avvolgendoglielo premurosamente sulle spalle.

-Ragazzi andate pure, vi raggiungo subito.- Si rivolse poi agli amici, facendo loro un cenno con la mano.

In quel momento arrivò anche il professore.

-Signorina Fanny perché è tutta bagnata?- Domandò preoccupato.

Fu lo spadaccino a rispondere per lei.

-Un piccolo incidente, non vi preoccupate signore.-

-Va tutto bene professore, stia tranquillo…- Intervenne la ragazza, rassicurandolo.

Una volta accompagnata davanti alla porta della stanza, Fandral ruppe il silenzio.

-Siete sicura di sentirvi bene lady?-

Lei annuì. -Certamente.-

Fece per ridargli il mantello ma lui la fermò.

-Tenetelo voi, non preoccupatevi.-

-Vi ringrazio…Ve lo ridarò il più presto possibile. E grazie anche per avermi accompagnata.-
Il biondo guerriero le sorrise dolcemente. 

-E’ stato un piacere… Farei qualunque cosa per voi Fanny!- Rispose, facendole un piccolo inchino col capo.

La giovane ricambiò il sorriso.
Fandral era sempre così dolce, sebbene facesse così con tutte le donne, asgardiane che fossero. Non sapevano che da lontano Loki stava osservando tutta la scena, indifferente ma ancora un lieve sorrisino segnato sulle labbra per lo scherzetto che aveva messo in atto prima.
I suoi occhi saettavano velocemente dallo spadaccino alla ragazza e viceversa, studiando ogni loro singolo movimento; però si ritrovò a cambiare immediatamente espressione quando vide il guerriero sporgersi all’improvviso verso di lei e lasciarle un casto bacio sulla guancia.
Senza accorgersene fece un impercettibile scatto in avanti, simile ad una scossa e nello stesso momento percepì come una forte fitta allo stomaco. Una reazione che gli venne quasi spontanea.
Ma la cosa che sembrò infastidirlo maggiormente fu notare il lieve imbarazzo della ragazza dopo quel gesto. Non capiva il motivo delle sue sensazioni e non gli interessava affatto saperlo, ma non aveva comunque la minima intenzione di rimanere lì, davanti a quella scena patetica. Perciò s’incamminò velocemente fino a scomparire dietro l’angolo.
Fandral, colmo di soddisfazione, raggiunse gli altri nell’arena. Il gesto che aveva compiuto pochi minuti prima era stato sicuramente azzardato, ma lo aveva reso talmente euforico. Poi ripensò all’evidente sguardo imbarazzato della ragazza dopo che le aveva dato il bacio e non poté fare a meno di sorridere apertamente.
Quando stava con lei si sentiva diverso di quando stava in compagnia di altre donne. Era proprio Fanny ad essere diversa e questo forse stava influendo su di lui.




Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Sono riuscita
 ad aggiornare; qui ci sono piccoli colpi di scena, come avete potuto notare! ;-> 
Confesso che non mi è per niente facile scrivere questa storia, soprattutto quando devo intrecciare i caratteri ed eventi tipici asgardiani con quelli terrestri... E non vorrei fare un pastrocchio! ;-D Comunque cercherò di fare il meglio che posso, promesso! Spero che questo capitolo vi piaccia. *Le informazioni le ho prese a parte, non sono mie. Vi avviso che d'ora in avanti inserirò anche i titoli, dato che pian piano imparo ad usare bene il sito... Che imbranata che sono! :-D Un grazie a tutti!! A presto e fatemi sapere la vostra opinione... 
Fiphina :D


 

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Capitolo 11
*** Ma perché capitano tutte a me? ***


Ma perché capitano tutte a me?
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La ragazza raccontò al professore quello che era successo con Loki giorni prima.

-L’ha gettata in una fontana?-

-Esattamente!- Esclamò, incrociando le braccia sul petto.

-Ma lei gli ha fatto qualcosa?- Indagò l'altro, conoscendo bene il suo caratterino un po’ troppo impulsivo.

-No… Stavamo… solo parlando.- Spiegò la ragazza, con una certa agitazione.

Beh, forse un pochino era stata anche colpa sua. Lo aveva provocato, lo ammise ma non lo disse. Comunque il professore la conosceva fin troppo bene e non si fece ingannare.

-L’ha provocato non è vero?- Ripeté, ma dalla sua faccia si intuiva che sapesse già la risposta.

Fanny sgranò gli occhi. “Ma come ha fatto a…?” Purtroppo riconobbe che aveva ragione e annuì.

Svariati secondi dopo il professor Buck scoppiò a ridere, il che la lasciò completamente interdetta e un po’ offesa.

-Che c’è da ridere?!- Chiese, aggrottando le sopracciglia.

Ci mancava solo lui a prendersi gioco di lei e la lista era quasi al completo. Non gliene andava mai bene una.

-E allora che si aspettava signorina? Aveva per caso dimenticato di avere a che fare con il dio degli inganni, nonché uno degli esseri più ambigui e imprevedibili che esistano?- Replicò il vecchietto, con le lacrime agli occhi per le risate.

Fanny sbuffò. Come sempre era stata lei a rimetterci, e anche se da un lato ci era abituata, la cosa la irritava molto.

-Io non ci capisco più niente!- Sbottò, lasciandosi cadere a peso morto su una poltrona.

Il professore scosse la testa, ridacchiando.

-Si inizia sempre così dopotutto…- Mormorò più a se stesso che a lei.

Comunque la frase non passò inascoltata alla diretta interessata, anche se non fu sicura di aver sentito bene.

-Come?-

-Niente di importante…- La tranquillizzò lui.

Ad un certo punto parve rianimarsi.

-Ehm… Signorina io dovrei raggiungere quel simpatico asgardiano mangione.-
Poi gli si avvicinò come a volerle confessare qualcosa.

-Sa, ci stiamo esercitando in gran segreto a ballare il rock!- Ironizzò.

-E lei invece?-

Io dovrei vedere Loki…- Fu la risposta rassegnata della ragazza.

Il professore sorrise sotto i baffi e le poggiò una mano sulla spalla per risollevarle il morale.
-Sorrida signorina Fanny, coraggio… Può non essere facile, è vero, ma cerchi di guardare con altri occhi. La realtà a volte non è quella che vediamo all’apparenza.- Detto questo, le fece l’occhiolino e sparì oltre la porta, lasciandola confusa.

Dopo qualche minuto era ancora lì, seduta sul letto, a riflettere su quelle parole. “La realtà non sempre corrisponde a come appare…” Ripeté nella sua mente. “Guardare con altri occhi…” Possibile che non capisse cosa intendesse dire, accidenti!
Due erano le cose: o lei era veramente ignorante, o la frustrazione e i sentimenti negativi in quel momento la stavano opprimendo troppo da impedirle di vedere chiaro.
 
Comunque sia, anche dopo il piccolo inconveniente e con sorpresa della giovane, Loki continuò a mantenere la promessa. L’unica cosa che c’era di diverso però, era l’atteggiamento dei Fanny: mentre il dio si aspettava che da un momento all’altro esplodesse con le sue solite reazione esagerate, dal canto suo la ragazza se ne stava sempre in completo silenzio; si limitava solo a fare cenni col capo in segno di approvazione a ciò di cui “parlavano”, per modo di dire.

Un pomeriggio erano in biblioteca. Tanto per cambiare...

-Hai deciso di fare finalmente il trattamento del silenzio?- Provò a punzecchiarla Loki. Era l’unico modo che forse poteva smuoverla.

Era deciso a farla parlare, non importava cosa dicesse. Si stupì non poco del suo continuo tacere, infatti Fanny continuava tranquillamente, come se niente fosse, ad appuntare le ultime cose riguardo alla convergenza.
Anche se apparentemente sembrava non ascoltarlo, in realtà era ben attenta. Non gli rispondeva apposta, perché era quello che lui voleva; ma quello che lei voleva, invece, era vedere fino a che punto si sarebbe spinto pur di farla cedere.
L’asgardiano assunse un’espressione seccata. Come osava Fanny comportarsi così con lui? Più Loki si irritava, più la soddisfazione della ragazza cresceva. Alla fine il dio non riuscì più a sopportare quel silenzio tombale, non perché voleva che rispondesse per lo scherzo della fontana, ma perché all’improvviso era come se avesse urgente bisogno di risentire la sua voce squillante e ancora una volta non capì il motivo delle sue azioni.
Fece per dirle altro ma fu colto di sorpresa proprio da Fanny, la quale al limite, scoppiò a ridere a crepapelle. Fu lui a rimanere senza parole stavolta: prima tanto silenzio, poi scoppia a ridere… Arrivò a credere che fosse pazza, o forse era lui il pazzo, come lo definivano tutti.

-Si può sapere perché in tutti questi giorni sei stata zitta e ora mi ridi in faccia?- Le chiese, duramente.

-E allora? Ti interessa così tanto che io parli? Eri proprio tu che mi dicevi sempre di stare a bocca chiusa e ti ho accontentato!- Lo rimbeccò lei, divertita.

Loki riprese subito il controllo della situazione che gli stava pericolosamente sfuggendo di mano.

-Non farti strane idee assurda mortale! Mi sembrava solo strano che il fatto che giorni fa io ti abbia buttato in una fontana ti sia stato completamente indifferente, tutto qui…Aspettavo solo un'altra delle tue esagerate reazioni!- Rispose, sfoggiando un ghigno.

-A giudicare dal fumo che ti stava uscendo dalle orecchie, dubito che fosse stato solo per quello, il quale non mi è rimasto affatto indifferente se è questo che pensi…-

A quelle parole un lampo di soddisfazione e compiacimento passò negli occhi del moro. Obiettivo raggiunto: Due a zero! O almeno, così credeva.

-Ma bastava solo chiedermelo!- Concluse infine la ragazza, consapevole di aver avuto sin dall’inizio le carte vincenti in mano, alzandosi dal divanetto.

Loki però era molto bravo a ribaltare le situazioni a suo vantaggio… oppure a trovare una via d’uscita. In questo caso scelse la seconda opzione: la via d’uscita.

-Ecco, lo sapevo che era meglio se te ne stavi con la bocca cucita!- Ironizzò, alzandosi a sua volta e guardandola mentre su una scala rimetteva il libro a posto.

-Non preoccuparti, sarà fatto…Non appena riuscirò a rimettere questo cavolo di librone… al suo… posto!- Balbettò alzandosi in punta di piedi, innervosita dal fatto che non era sufficientemente alta neppure con la scala, per poter arrivare allo scaffale giusto.

Poi di colpo scivolò e perse l’equilibrò, cadendo all’indietro.

-Attenta!- Senza pensare Loki la prese prontamente in braccio, evitandole la caduta.

In quell’istante il tempo si congelò; stavolta mancava letteralmente un millimetro a separarli. Loki deglutì a fatica. Le loro labbra entrambe semiaperte si sfioravano, ognuna assorbendo il calore del respiro improvvisamente affannato dell’altra.
Lui la reggeva saldamente con un braccio sulla schiena e uno sulle gambe e lei gli si aggrappava al collo, ancora tremante, sia per lo spavento che per dove si trovava ora. Si fissarono intensamente per tanto tempo. 
Fanny vide qualcosa negli occhi scintillanti del dio dell’inganno, qualcosa di nuovo, che neanche immaginava e fu allora che finalmente parve capire il significato della frase che tanto la tormentava: Cerchi di guardare con altri occhi... La realtà a volte non è quella che vediamo all’apparenza! Il cuori di entrambi battevano come tamburi.

All’improvviso sentirono il rumore della porta che si apriva e si staccarono frettolosamente, fortunatamente prima che lo sconosciuto entrasse.

-Scusate il disturbo…Lady Fanny, immaginavo di trovarvi qui.- Esclamò Thor, avanzando verso di loro.

-Sono venuto per dirvi che nel salone ci sono persone che vorrebbero tanto conoscervi, li ho fatti venire apposta…- Continuò il biondo, ricambiando per un secondo lo sguardo glaciale del fratello.

-Certo, arrivo…- Esclamò lei, cercando di nascondere le guance ancora arrossate per quanto accaduto con Loki.

Lanciò un’ultima occhiata verso il moro, per poi uscire dalla biblioteca con Thor. Mentre camminava Fanny cercò di far finta di niente riguardo a quello che era successo poco prima.
Se Thor fosse entrato qualche secondo in anticipo, non osava immaginare la faccia che avrebbe fatto. Cos’era successo di tanto strano dopotutto: stava per fare la centesima o millesima figura dell’imbranata, cadendo da una scala; Loki fortunatamente ebbe i riflessi pronti e l'aveva afferrata appena in tempo, evitandole così una settimana a letto ed infine lei che con gli occhi spalancati e forse (sperava di no) a cuoricino si beava di stare tra le sue braccia come Loki fosse stato il principe azzurro che salva una fanciulla. Ecco! Va bene che Loki era davvero un principe, ma non di certo quello che fanno vedere nelle favole. Con qualche modifica in più alla vicenda, si direbbe che erano perfetti come protagonisti teatrali de la bella addormentata. L’unica differenza stava nel fatto che aurora cadeva in un sonno profondo, lei invece cadeva per terra. Scosse la testa bruscamente: menomale che doveva pensare ad altro.
L’unica cosa che doveva interessarle ora era di scoprire chi fossero i suddetti nuovi arrivati. Pregava solo che fossero persone “normali”.
Arrivati nella sala del trono, Fanny poté riconoscere l’astrofisica Jane Foster, la stagista Darcy Lewis e il dottor Erik Selvig. Perfetto! Di male in peggio o di bene in meglio? Non aveva un risposta… Quando la scorsero, i tre midgardiani, almeno avevano qualcosa in comune, le rivolsero un’occhiata curiosa e al tempo stesso amichevole.
Darcy si dimostrò senza dubbio la più espansiva, tanto che Jane dovette riprenderla più di una volta per evitare brutte figure. La conosceva da meno di un minuto e già l’aveva tempestata con ogni tipo di domanda; non risparmiò nemmeno domandine imbarazzanti.

La povera ragazza prese un attimo Thor in disparte.

-Si può sapere quando saresti volato sulla terra tu?- Indagò, parlando a bassa voce.

-Circa un quarto d’ora fa, più o meno…-

Lei sgranò gli occhi, sbalordita.

-E si può sapere come caspita hai fatto, in quindici minuti, a raccontare tutto di me, mmh?-

Thor ridacchiò come un bambino che sa di aver combinato una marachella. Sapeva delle reazioni piuttosto esagerate della giovane; inoltre suo fratello, a quanto sapeva, ci era già passato. Doveva sbrigarsi visto che la midgardiana aveva già iniziato a battere il piede sul pavimento. Il biondo cominciò a boccheggiare senza che però uscisse una sola parola.

-Allora?- Ringhiò Fanny, mostrando un falso sorriso per non insospettire gli altri, che già la guardavano straniti e un po’ timorosi. Avevano intuito che qualcosa non andava.

Thor ci pensò su, e alla fine preferì prendere la strada più facile: chiedere scusa.

-Perdonami Fanny… Credevo ti avrebbe fatto piacere.-

-Certo che mi fa piacere, solo potevi dirmelo che già mi conoscessero abbastanza…- Protestò la ragazza, marcando bene l’ultima parola.

-E’ che volevo farti una sorpresa…- Si difese l’altro, scrollando le spalle.

Fanny sospirò pesantemente.
-Mi sa che qui avete un concetto errato per quanto riguarda le sorprese e non dire di no: sai benissimo a cosa mi riferisco!-

Certo che lo sapeva, infatti fece un cenno affermativo con la testa: ricordava fin troppo bene la sorpresina che ebbe qualche settimana fa, da parte del suo caro fratellino. Uno scherzo tutt’altro che divertente.

Jane, Darcy e Erik era confusi.
-Qualcosa non va?- Intervenne l’astrofisico, avanzando di un passo.

-No, è tutto apposto Erik.- Lo rassicurò il dio del tuono.

-Sentite, che ne dite se per stasera rimarreste qui per cena?-

Sentendo ciò la stagista divenne improvvisamente euforica e si aggrappò alla giacca di Jane come una bambina.

-Si! Si! Si! Rimaniamo vero Jane? Ti prego! Ti prego! Prometto che ti pulirò la casa per un mese e non ti romperò più le scatole il giovedì sera! Dai dai dai!- La pregò Darcy, scuotendo l’amica per il braccio.

-D’accordo, d’accordo! Basta che mi lasci il braccio Darcy!- Gridò la scienziata, esasperata.

Il grado di follia della povera Darcy doveva aver superato la soglia della norma.

-Fa sempre così.- Affermò Selvig, facendo spallucce, rivolto a Fanny e Thor che lo guardavano interdetti.

–Comunque accettiamo l’invito Thor, grazie.- Disse la Foster, sorridendo.

-Finalmente posso ammirare anche io Asgard senza problemi…- Continuò ad un certo punto Erik.

Fu allora che Fanny e Thor si ricordarono di un particolare importante, anzi fondamentale.

-Visto che tuo fratello non c’è… Senza offesa naturalmente.- Concluse l’uomo, ignorando la sorpresina che di li a poco avrebbe ricevuto.

I due fecero per parlare, ma furono preceduti da qualcun’altro.

-Allora, chi abbiamo il piacere di avere come ospiti questa sera?- La voce famigliarissima.

Tutti si voltarono in direzione della voce: chi confuso, chi allibito. Tutti tranne il dottor Selvig che si pietrificò all’istante, ancora con il sorriso stampato in faccia e senza sbattere nemmeno le palpebre. Per fortuna gli dava le spalle.

-E questo chi è?- Mormorò Darcy, aggrottando le sopracciglia.

-Mi presento signori, anche se la maggior parte delle persone già mi conosce… Io sono Loki.- Affermò fiero il dio dell’inganno.

Proprio allora l’astrofisico svenne, ma fu ripreso da Thor.

-Erik!- Gridò Jane, allarmata e cercando di rianimarlo tirandogli dei buffetti.

-Non guardate me, io stavolta non ho fatto niente.- Si difese subito l’altro asgardiano, alzando le mani.

-Si sta riprendendo?- Chiese il dio del tuono, preoccupato.

Finalmente l’uomo si riprese, anche se ancora spaesato.

-Non ci crederete, ma ho sognato che quel dio che ma ha fatto il… il lavaggio del cervello… era qui e ha detto “Io sono Loki.” Che sogno eh?- Biascicò con la stessa espressione di quando era ubriaco.

Jane guardò Thor, che annuì.

-Erik… E’ così!-

-Così…?- Disse lui, prima di svenire nuovamente.

-A quanto pare non si regge in piedi dalla felicità.- Commentò Fanny con finta ironia, in direzione di Loki, il quale la assecondò con un lieve cenno del capo.

Darcy che era rimasta immobile per tutto il tempo, squadrò il giovane dio da cima a fondo; poi si avvicinò lentamente a Jane.

-Ehi Jane, quindi questo patatone è quello che ci ha quasi ammazzato in New Mexico e che ha quasi distrutto New York?- Sussurrò, ricevendo un’occhiataccia dalla sua interlocutrice.

Il soggetto della domanda si fece avanti.

-Mi permetta di darle il benvenuto my lady!- Aggiunse, e con una galanteria da far sciogliere le fece il baciamano. Infatti Darcy divenne rossa, beige… non si seppe più di che altro colore.

Nel mentre, il moro lanciò uno sguardo provocatorio a Fanny, che in quel momento faceva di tutto per mostrarsi indifferente, sebbene una piccola smorfia era ben disegnata sulle sue labbra rosee, che pian piano si increspavano diventando bianche. Era per caso gelosa? La sua ipotesi venne confermata inconsciamente proprio dalla ragazza stessa.

-Bene! Che si fa ora con Selvig?- Intervenne infatti, con il tono di voce abbastanza alto da distrarre la situazione.

Il sorriso di Loki si allargò maggiormente, mentre continuava a guardarla, e la giovane ricambiò, piuttosto innervosita. D’altra parte sapeva di aver fatto centro… Ancora una volta. Ma che poteva farci se aveva un fascino talmente irresistibile, Pensò vanitoso.

Fanny avrebbe voluto fargli non sapeva neppure lei cosa… Le cose tra loro continuavano a ribaltarsi di minuto in minuto: un attimo prima sembrava che andassero d’accordo, e un attimo dopo si dimostrava il solito mascalzone. Ma infondo ci rifletté… Lei non era mica la sua fidanzata, Loki poteva fare quello che voleva con chiunque e nessuno gli aveva dato il diritto di decidere per lui. Poi era solo suo amico, se così si poteva definire e quindi non aveva alcun motivo di essere gelosa, punto e basta. 





Angolino dell'autrice: Eccomi, sono tornata con un capitolo fresco fresco! Strano ma vero... Stavolta mi è uscito veramente lunghetto!!! Eh si, fatico ancora io a crederci... :-D Qui ne succedono delle belle!!!!! Vecchi amici e non solo! ;-> Ma le sorpresine non sono finite, anzi siamo solo all'inizio... ;-) ;-) Sappiate che ringrazio ogniuno di voi: lettori silenziosi, chi commenta, chi segue e tutto il resto. Vi adoro! Bacioni a tutti! A presto... 
Fiphina :D

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Capitolo 12
*** La cena ***


LA CENA

 
Non si seppe quante tisane, preparati, decotti e pillole anti-stress dovette prendere il povero Erik, dopo il trauma post-saw-Loki. D’altra parte anche il dio faceva la sua parte, negativa ovviamente, rivolgendogli beffardi sorrisetti che ogni volta gli facevano venire continue crisi. Tuttavia Thor lo rassicurò dicendogli che suo fratello era tenuto costantemente sotto controllo e che quindi non poteva più nuocergli in nessun modo.

-Se sapevate di avere un famigliare piuttosto vivace, non potevate adottarle prima le estreme misura di sicurezza?- Aveva brontolato l’astrofisico.

Erano riuniti nel grande salone riservato ai pasti, tutti intorno ad un lungo tavolo. Erik si era messo il più possibile lontano da Loki, tenendolo sempre d’occhio come un metaldetector. Per il resto la serata procedeva apparentemente bene.

-Vediamo se ho capito bene… Tu vieni dal mondo reale?- Domandò Darcy, scettica, ma allo stesso tempo curiosa.

-Precisamente- Confermò Fanny.

-E come avete fatto a venire qui?- Interferì Jane.

-Tramite la macchina altera-realtà…- Rispose il professore, masticando ancora il cibo.

-La che…?- Dissero le due donne all’unisono, completamente cadute dalle nuvole.

Loki in quel momento drizzò le orecchie, sentendo parlare di quello strano ma efficace marchingegno dallo strano nome. Forse sarebbe potuto tornargli utile un giorno… Chissà; forse per nuove conquiste.

-Allora noi in che razza di dimensione stiamo?- Replicò la stagista.

-Avete detto che siamo dei personaggi di un film, “Thor” giusto?- Esclamò Erik.

-Un film che porta il mio nome? Ma poi che cos’è un film?- Fece il dio del tuono, confuso, e
come lui così tutti gli altri.

Il dio degli inganni alzò gli occhi al cielo, per l’irritazione. Fantastico, ora doveva sentire pure quest’ultima, brutta, novella: suo fratello, non solo eroe acclamato dei nove regni, ma addirittura titolo di un… Film? Quello che era insomma. Ci mancava solo che gli erigessero un monumento. Possibile che nessuno parlasse di lui nemmeno nel mondo reale? Infondo lui era molto più intelligente di quello stupido tonante.

-Un film racconta la vita o le avventure di qualcuno chiamato protagonista. Esso di solito deve combattere e sconfiggere un potenziale avversario chiamato antagonista o villain. Ma comunque ci sono vari generi di film… Ad esempio comici, fantascienza, azione, drammatici… - Spiegò Jane.


-Ma se voi siete del mondo reale, perché noi no?- Ribatté Darcy.

-Ve l’ho detto, perché voi siete proprio i personaggi di uno di quei film- Ribadì Fanny.

Gli altri asgardiani presenti non capirono una mazza dell’argomento trattato finora. Film, personaggi, fantascienza… Roba di cui non avevano mai sentito parlare in vita loro.

-Tutto questo parlare mi ha fatto venire sete sapete…- Commentò Volstagg, ironico.

-Allora vai con l’idromele!- Gridò il professore, pieno di entusiasmo; fin troppo entusiasmo forse,
dato che il povero Hogun sedutogli vicino per poco non si rompeva il timpano sinistro.

Se ne versarono un bicchiere pieno fino all’orlo.

-Santo cielo professore! Non sta esagerando?- Gli ricordo che non sta per bere…- Sbottò la sua
compagna di viaggio, sbalordita.

Troppo tardi… Già sgolato tutto.

-Acqua fresca…?- Concluse per lei Jane, al che la ragazza acconsentì.

-Complimenti… Per essere un midgardiano deve avere uno stomaco di ferro- Affermò Loki ad un certo punto con un misto fra il sarcasmo e l’ironia, mentre si passava una mano tra i capelli neri, scompigliandoseli in un modo dannatamente sexy.

La cosa non passò affatto inosservata né a Darcy né a Fanny; quest’ultima comunque distolse molto cavallerescamente lo sguardo prima che il dio, accortosi benissimo di essere osservato dalle due ragazze, incrociasse il suo sguardo. Il giovane dio ghignò impercettibilmente. Ogni mossa ben calcolata e studiata andava a fondo con estrema precisione.

“Cosa sta architettando stavolta quello… E’ peggio di una volpe! Non mi lascia mai un attimo di tregua” Pensò la giovane, imbronciata.

Qualche ora dopo…

-Che ne dite di fare un salto nel mondo reale per dare un’occhiata? Così approfitto anche per prendere una bottiglia di buon vino… Mi sembra di averlo lasciato a casa della signorina Edwards, tempo fa…- Propose il professore, con tutte le buone intenzioni. Di certo non era sobrio…

Fanny per poco non si strozzò con l’acqua a quelle parole. Ricordava bene l'ultima volta che aveva ricevuto una visita dal professore; e chi se la scordava più visto che mancava poco che la cucina andasse a fuoco.

-Co-cosa?- Provò a dire, ma non gli uscì una singola sillaba. Rossa e con gli occhi strabuzzati per la mancanza d’aria. Per fortuna riuscì a celare il piccolo incidente.

-Perché no…Ragazzi che ne dite?- Rispose Sif, seguita da tutti gli altri che annuirono.

-Si! Mi piace il vino!!!- Urlò Darcy, piena di gioia.

L’unico che non sprizzò felicità fu Loki, che continuava a guardarsi le mani come se il discorso non riguardasse anche lui; anzi non lo riguardava. Meglio, così avrebbe potuto starsene tranquillo in camera o in biblioteca senza scocciature intorno. A parte che non ci pensava minimamente a tornare sulla terra, finta o reale che fosse e poi non gli avrebbero sicuramente
chiesto di andare con loro, figuriamoci.

-D’accordo, allora prepariamoci!- Esclamò il professor Buck, alzandosi dalla sedia.

-Ma come faremo ad arrivare laggiù?- Si preoccupò Volstagg, sistemandosi l’armatura.

L’interlocutore esibì un sorrisetto sghembo.

-Con questi- Annunciò, tirando fuori altri dalla tasca altri braccialetti metallici.

-Non è una tasca, è un guardaroba, credimi…- Mormorò Fanny, rivolta a chiunque ci fosse accanto a lei, scatenando risatine.

Tutti indossarono i bracciali al polso, pronti a partire.

-Bene, vi auguro buon viaggio! Con permesso…- Si congedò subito Loki, alzandosi e uscendo dal salone.

Nessuno sembrò calcolarlo più di tanto… Perché avrebbero dovuto.

-Lady Fanny, mancate solo voi- La chiamò Fandral.

Lei si girò dalla sua parte con una strana espressione in viso. Sembrava un attimo spaesata.

-Io non vengo… Preferisco rimanere ad Asgard. Andate voi- Fu la sua risposta, che lasciò tutti un po’ spiazzati, specialmente il guerriero.

Tre, due, uno… E il fascio di luce bianca li avvolse.

-Professore, mi raccomando non combinate disastri!- Urlò la giovane, prima che scomparissero nel nulla. “Speriamo mi abbia sentito…”

Infine s’incamminò nel corridoio dirigendosi nella sua stanza.
 
All’improvviso ebbe come un attimo di ripensamento e si voltò di scatto nella direzione opposta, bloccandosi subito dopo. Era sicura di sapere i motivi per cui era rimasta ad Asgard, ma
evidentemente le sfuggiva qualcosa.

Continuò a camminare finché non vide una porta aperta. Si avvicinò di poco, ma non appena capì che si trattava della stanza di Loki, indietreggiò di colpo. Ma prima che si fosse ritratta, qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Sbirciò nuovamente e quando si fu assicurata che all’interno non ci fosse nessuno, si fece coraggio ed entrò.
Strano che la porta era aperta, conoscendo Loki; l’ultima volta che era stata nella sua stanza non aveva avuto il tempo di guardarsi intorno. Cercava solo una cosa… Cosa che trovò dopo qualche minuto. Le labbra le si allargarono in un sorriso compiaciuto: l’armatura verde e nera del dio era appesa sull’anta del grande armadio, con tanto di elmo e mantello. Da vicino faceva
ancora più effetto; era meravigliosa!

Non resistette e dopo aver lanciato un’occhiata di sufficienza intorno a sé, la prese in mano e si sorprese di trovarla liscia e morbida, a parte gli strati di metallo dorato. Eccitata come non mai corse a rimirarsi allo specchio a muro: le andava largo in alcuni punti e aderente in altri. Un esempio perfetto ne era il suo fondoschiena bello sodo. Nel colletto riconobbe lo stesso profumo di Loki. Ridacchiò al pensiero che aveva appena avuto: che stupida, ovvio che aveva lo stesso profumo, era sua. Comunque sia, quell’odore era talmente inebriante, simile alla menta fresca. Per ultimo afferrò l’elmo e per poco non finì per terra. “Ma come fa a tenerlo in testa?” Se lo mise. Ora era al completo. La sensazione che si provava nell’indossarla era incredibile!
Ci si sentiva veramente come un dio. Nel suo caso però come una dea, anche se non le stava alla perfezione. 

-Cosa stai combinando?-

Fanny emise un urletto di sorpresa, sobbalzando dalla paura. Le venne quasi istintivo togliersi l’elmo, ma per uno strano motivo si bloccò con le mani all’altezza delle tempie, mentre timorosa
guardava Loki davanti a lei. L’asgardiano la osservava stupito e allo stesso tempo curioso.

-Io… Ehm…- Tentennò la ragazza.

Poi si sciolse.

-Senti scusami tanto. Non sarei dovuta entrare senza il tuo permesso, ma passavo di qui e ho visto la porta aperta e di conseguenza questa…- Esclamò, indicando l’armatura.

Abbassò lo sguardo, imbarazzata e sempre di più presa dal timore che si arrabbiasse. Era l’ultima cosa che voleva, anche se Loki aveva tutte le ragioni per esserlo.
Si preparò alla sfuriata che… Con sua grandissima sorpresa non arrivò. Sentì invece i suoi passi risuonare sul pavimento, e sempre più vicini.

-Ti piace la mia armatura?- Le chiese, in tono normalissimo.

-Beh, si…- Rispose Fanny, tenendo sempre gli occhi bassi e avvertendo quelli di lui che la trafiggevano come coltelli.

-Non ti sta poi così male, sai...-

La ragazza s’illuminò alzando finalmente gli occhi, in quel momento spalancati per quell’affermazione. Poteva sembrare cosa da poco, ma era probabilmente, attenzione probabilmente, una piccolissima parte di complimento. E ricevere complimenti da parte del dio degli inganni era come vincere alla lotteria: capitava forse un volta ogni due anni. In pratica quasi mai.

-Dici sul serio?- Indagò, cercando l’inganno nelle sue parole.

-Certo, serissimo-

Sembrava davvero sincero, ma mai abbassare la guardia.

-Che impressione do?- Insisté lei.

Decise di tirargli le parole con le pinze, perché sapeva bene che c’erano, altrimenti avrebbe potuto dirle tutto il contrario fin da subito, così da non trovarsi in una situazione puntigliosa.
Il dio la squadrò da cima a fondo, prima di sorridere beffardamente.

-Sembri un’ incrocio tra un elfo e un nano!- La punzecchiò, ridacchiando.

Quella risposta fece mutare l’inizio del sorriso di Fanny in una smorfia. Loki scoppiò a ridere animatamente, vedendo l’espressione che aveva assunto la midgardiana dopo la sua risposta. Naturalmente l’aveva fatto apposta perché gli piaceva troppo quando si arrabbiava e gli lanciava quegli sguardi glaciali. Gli smuovevano qualcosa dentro.

-Simpatico!- Brontolò lei, girandosi dall’altro lato e mettendosi a braccia incrociate. La classica posizione di chi si sente offeso.

-Non capisco perché ti sei offesa… Primo: ti sta due o tre volte tanto…-Iniziò lui. -Anche se non in tutte zone…- Precisò poi, nel tentativo di indicare con il capo un punto che Fanny comprese fin troppo chiaramente. Lo si capì dal suo sopracciglio improvvisamente innalzato.

-Secondo: ci vedo meglio abbinati i capelli neri, e tu sei bionda.- Concluse infine, tornando serio.

-E certo… Tu sei perfetto invece, giusto?!- Fu la risposta stizzita della ragazza.

Che vanitoso che era! Insopportabile ogni giorno di più!
Immersa nelle sue sentenze, non si accorse che l’asgardiano si era avvicinato e che ora stampato in faccia aveva un sorriso malizioso.
La prese per le spalle facendola voltare verso di lui. Dopodiché Loki fece scivolare le dita esattamente dove le aveva avute Fanny minuti fa, la quale avvertiva le palpitazioni fuori norma e il respiro irregolare ma silenzioso. Con eleganza ed estrema lentezza, unita ad una altrettanta delicatezza, le sfilò l’elmo.

-Certamente- Soffiò il bel dio, rispondendole e al col tempo avvicinandosi ulteriormente al suo viso.

La poverina, prossima ad un infarto, deglutì faticosamente. Perché le succedeva ripetutamente la stessa cosa ogni volta che stava così vicino a lui? Una mezza teoria ce l’aveva, ma era talmente assurda.
Ad un tratto Loki si allontanò da lei, ancora con il suo elmo in mano. Fanny si sentì inspiegabilmente delusa da quel suo improvviso gesto. Si tolse in fretta l’armatura e fece per andarsene, ma l’asgardiano la fermò, afferrandola per un braccio.

-Aspetta...-Sussurrò.

Si sbagliava o le stava veramente chiedendo di restare? Nonostante ciò accettò di rimanere.
Dopo che la situazione sembrò stare tornando tranquilla, Loki ruppe il silenzio.

-Credevo fossi andata con loro Fanny-

-Avevo i miei motivi per non farlo… E comunque anche io pensavo che tu saresti andato- Dichiarò con fermezza la ragazza.

Il dio capì il suo stratagemma.

-Hai paura di dovermi dire il perché?- La colse nel suo punto debole.

-Vivo sulla terra ventiquattro ore su ventiquattro, Loki…- Replicò lei, tagliente. Non poteva cedere e quella fu una scusa abbastanza convincente.

-Stai diventando abile più velocemente del previsto, devo riconoscerlo e me ne sorprendo. Ma d’altronde è merito della mia presenza, quindi merito mio!- Si vantò quello.

Fanny, che nel frattempo si era ripresa, non gli evitò una rispostaccia.

-Non credere che noi umani, inferiori, come ci definisci tu, siamo così inutili come credi!-

-Dimostramelo allora…- Le concesse il dio, alzandosi.
La ragazza lo imitò. Voleva una dimostrazione? Ebbene, la avrebbe avuta.

-Ci sto!- Replicò in atteggiamento di sfida.

Loki annuì, adorava le sfide. Anche se quella che gli si sarebbe presto presentata lo avrebbe lasciato non poco stupito.

Chiese all’asgardiano di procurarle un fogli e una matita, sempre se sapessero cosa fossero. Loki riuscì a racimolare qualcosa del genere. Era curioso di vedere.
Dal canto suo la giovane gli avrebbe mostrato una cosa che sicuramente loro non sapevano neanche dove stava di casa.




Angolo autrice: Buon salve a tutti. :-) Avrei dovuto aggiornare ieri, ma per un motivo e l'altro non ce l'ho fatta, scusatemi... Ormai abbiamo imparato che tra questi due funziona sempre così... ;-) Prima si azzuffano, poi zacchete, si azzuffano ancora e il resto lo sapete! XD Comunque spero che questo capitolo vi piaccia. :-) Tranquilli non mi sono dimenticata della combriccola viaggiante! XD XD Anche perché avranno un bel po' di spazio nel prossimo capitolo. Vi anticipo solo che faranno alcune, piccole per modo di dire, scoperte riguardo a qualcosa, ma non vi dico ancora cosa!!!!! Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. Un bacione a tutti e grazie. 
Fiphina :D

 

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Capitolo 13
*** Is the villain... Has more fangirls than the hero! ***


 IS THE VILLAIN… HAS MORE FANGIRLS THAN THE HERO
 
La combriccola fece capolino all’interno della macchina altera-realtà. Il teletrasporto sarebbe potuto andare meglio, se non fosse che il professore aveva dimenticato che la capienza della macchina fosse di massimo quattro persone; infatti si ritrovarono ammassati come sottilette.

-Non spingete…-

-Come facciamo se siamo letteralmente ammassati l’uno sull’altro?-

-Per mille bende dell’occhio di Odino! Se questo è il mondo reale, personalmente trovo che sia un tantino stretto…-

Il professore, piuttosto esile, riuscì a raggiungere il pulsantino verde che permetteva alla porta di aprirsi automaticamente: era un sistema di emergenza; meno male che aveva pensato ad inserirlo per i casi di estrema necessita! Non appena la porta si aprì, tuttavia, finirono tutti per terra provocando un tonfo non indifferente.

-Quand’è che riusciremo a fare un atterraggio normale?- Si lamentò Fandral.

-Cavolo che divertente… Possiamo rifarlo?- Mormorò divertita Darcy, con i capelli arruffati, mentre si alzava dal pavimento impolverato.

-Se ritrovarsi quasi a morire spiaccicati per te è divertente, ti consiglio di trovarti al più presto un buon psichiatra Darcy!- Replicò Jane, spolverandosi i pantaloni dalla polvere, e non a caso starnutendo.

L’altra assunse un’espressione offesa.

-Uffa quanto sei noiosa a volte!- La stagista aveva sempre ritenuto che il senso dell’umorismo e Jane fossero due cose completamente diverse e non si sbagliava.

Nel frattempo gli altri si guardarono intorno spaesati.

-Dove siamo?- Fece Hogun, osservando con curiosità degli strani marchingegni di vari colori, che emettevano uno strano rumore appena udibile, simile a un ticchettio.

Non dovette attendere molto per scoprirlo. Infatti quello strano oggetto, in teoria l’orologio a cuculo, aveva appena segnato un’ora precisa e l’uccellino uscì fuori canticchiando, facendo prendere un colpo al guerriero che fece un grosso salto dallo spavento. Non aveva mai visto una cosa del genere.

-Come ci è finito quell’animale dentro quella cassetta?- Chiese meravigliato Thor.

-Tranquillo, non è un uccellino vero… E’ fatto di plastica per fungere da decorazione- Gli spiegò Jane.

Il dio aggrottò le sopracciglia. –Cos’è un orologio?-

Stavolta fu Erik ad intervenire –E’ un oggetto che gli umani usano per conoscere il tempo.-

-Io ne ho una collezione intera di quegli affari…- Esclamò felicemente il professore aprendo la porta dello sgabuzzino, e mostrando una catasta di orologi di varie forme, dimensioni e colori diversi.

-Complimenti! Scommetto che ha vinto il Guinness dei primati per quella marea di pendolari.- Commentò la stagista, ironicamente.

Il professore scrollò le spalle deluso. –No. Quello no. Ma ho vinto il primo premio per la miglior collezione di paperelle di gomma giganti!- Sorrise infine.

Gli asgardiani si scambiarono sguardi interdetti. Adesso cosa c’entravano le papere giganti? Da quanto ne sapessero, su Midgard non esistevano animali di quella taglia, di gomma poi. Oltretutto se consideravano tale fatto strano, quello che avrebbero scoperto a breve, lo sarebbe stato ancora di più; sarebbe rimasto impresso nelle loro menti forse per sempre.
 

-Non trovo ci sia tanta differenza tra questa realtà e la nostra…- Mormorò Darcy, un po’ confusa.

-Magari per voi lady Darcy, ma per noi tutto è decisamente, diciamo, anormale. Che sia della vostra realtà o della loro- Ribatté Hogun, naturalmente con garbo.

-L’unica cosa che non ci è anormale sono le donzelle, che a quanto pare anche qui sono piuttosto… Attraenti! Inoltre io sono il re delle conquiste del genere femminile. Mi basta un tocco e le donne cadono ai miei piedi!- Si vantò lo spadaccino, nel mentre andò a scontrarsi accidentalmente contro qualcuno. Alzò lo sguardo e vide che era una ragazza.

Sfoggiò lentamente un sorriso –Le mie più umili scuse zuccherino!- Sussurrò galantemente, sebbene la reazione di lei non fu quella che di certo si aspettava.

Poco dopo un manrovescio lo colpì in pieno volto, lasciandogli ritrattate cinque dita. Mentre gli altri scoppiarono a ridere a crepapelle, compreso i mortali, che però cercarono di contenersi per non metterlo in imbarazzo; anche se di imbarazzo avrebbe già dovuto averne a bizzeffe dopo quella figuraccia.

-Mr. “io sono il re delle conquiste del genere femminile”… Mi sa che le fanciulle midgardiane  non sono poi così propense e docili come le asgardiane…- Lo prese in girò Volstagg, battendogli un paio di colpetti sulla spalla.

Di fatto quello poteva essere considerato un passo indietro piuttosto che avanti. La seccatura peggiore fu che il povero spadaccino dovette subirsi lo scherno dell’amico per un bel pezzo di tragitto, almeno fino a quando non fecero tappa in una specie di bar… Ringraziando sempre lo stomaco di un certo asgardiano affamato e stavolta aggiungendo pure quello di una mortale estremamente esuberante.

Dopo due o tre coppette di gelato, i viaggiatori presero subito confidenza con la sala giochi, nel retro. Mentre i maschiacci giocavano come bambini, le donne accompagnatrici, insieme ad Erik, se ne stavano tranquillamente sedute attorno ad un tavolino a sorseggiare del caffè e a godersi quello spettacolo decisamente demenziale. Non c’era niente da fare… Qualsiasi essere di sesso maschile, asgardiano o umano che fosse, era sempre lo stesso bambinone attaccabrighe.

-Mettici quella roba bianca… Come si chiama? Ah, la mozzarella!- Gridò ansioso Volstagg, incitando Fandral con molta fretta.

Quest’ultimo stava letteralmente perdendo la pazienza. Già era nervoso per il tempo che stava per scadere. Era in squadra con il forzuto guerriero e stavano gareggiando contro Thor, il professore e Hogun al gioco virtuale della pizzeria.

-L’ho messa!- Replicò il biondo, irritato.

Il tempo scorreva, ormai mancava pochissimo alla fine e dovevano ancora infornare.

-Mettici la provola ora!- Continuò l’esperto di cibo.

-Provola e mozzarella?- Sgranò gli occhi Fandral.

-Ma perché, te la devi forse mangiare tu?-

-Ma ti vuoi fare i fatti tuoi?!-

Non si seppe se era la macchina quella prossima ad esplodere o Fandral in preda al nervosismo. In più dovettero subire anche gli scherni degli avversari, in netto vantaggio. La situazione rischiò di precipitare quando arrivò il momento di infornare quella sottospecie di pizza che avevano difficoltosamente elaborato.

-Qui dice inforna, non dice gioca a biliardo!-

-Ma perché, so fare il piazzaiolo io?!- Urlò l’aspirante ma fallito pizzaiolo, con il fumo che usciva dalle sue orecchie, invece che dal forno virtuale.

Comunque sia, persero la partita.

-Wow… E’ stata una grande sfida! Non mi sono mai divertito tanto in vita mia!- Esclamò soddisfatto Hogun.

-Puoi dirlo forte… Peccato che le pizze fossero finte.- Rispose il professore con una punta di dispiacere.

-Sono d’accordo, sembrava proprio buona- Concluse Thor, divertito.

-Non sono poi così male gli aggeggi terrestri… Dovrebbero farli pure ad Asgard secondo me- Riprese Hogun.

-Parlate per voi!- Replicò stizzito Fandral.

-Non è colpa mia se tu sei una frana in cucina!- Ribatté Volstagg, ricevendo un’occhiata omicida.

Mentre tronavano nel salone principale per pagare, ancora una volta lo spadaccino andrò ad urtare qualcuno: una cameriera. Con tutte le persone esistenti al mondo, era di nuovo quella ragazza dello schiaffo. Quando la scorse ci riprovò.

-Ullallà est vous madmoizelle!- Sussurrò, sfoggiando un sorriso da perfetto cretino.

La cameriera poggiò il vassoio che aveva in mano, sul tavolo, e stavolta gli rifilò un pugno dritto in faccia che gli fece vedere le stelle. Poi se ne andò.

-Mi correggo… Sei una frana anche in campo sentimentale! Ahahah- Un ceffone colpi improvvisamente anche il povero Volstagg. Stavolta da parte di Sif, che batté un cinque alla cameriera.

-Vi state comportando come i bambini piccoli voi due!- Li riproverò duramente la guerriera.

Fortunatamente il professore provò a metter pace, decidendo di portarli al negozio di fumetti della Marvel. Doveva solo sperare che quel che avrebbero visto avrebbe messo pace se non altro!

Arrivati proprio davanti alla vetrina, senza però guardarla, notarono un gruppetto di ragazze più o meno sulla ventina, che si stava dirigendo nella loro direzione. Forse nuove ammiratrici!
Queste li scorsero e, come se le avesse colpite un fulmine, iniziarono a correre velocemente, allargando le braccia, protendendosi in avanti. Con sorpresa e per la gelosia di Jane, si fiondarono dritte sul dio del tuono, gridando frasi del tipo: -Mio dio, sei tu!- Oppure: -Non ci credo!- O ancora: -Sei proprio il…-

L’ultima venne bruscamente interrotta da un’astrofisica decisamente furiosa.

-Ehi voi! Vedete di girare alla larga!- Ringhiò, frapponendosi minacciosa tra il biondo e le ragazze, che la guardarono per poi scoppiare in una sonora risata.

-Cosa avete da ridere?- Indagò, innervosita da quell’atteggiamento di scherno.

-Ma stai zitta cornacchia che non sei altro!- La rimbeccarono quelle, con fare arrogante.

-Puoi tenerti tranquillamente il tuo fidanzato! Noi vogliamo, anzi bramiamo un altro!- Continuarono, suscitando incredibile curiosità.

Fandral era sicuro che fosse lui ma…

-A chi si deve il vostro stato di patologica euforia?- Chiese Darcy, sporgendo appena la testa, con le mani sui fianchi.

Le fan indicarono la vetrina dietro di loro. Non l’avessero mai fatto perché ciò che scoprirono fece letteralmente andare loro in trance questa volta. Non era possibile una cosa del genere! Si ritrovarono a contemplare il grande poster raffigurante il dio dell’inganno, in tutto il suo splendore! Sopra c’erano raffigurati migliaia di cuoricini con tanto di dediche. La cosa peggiore fu che chiunque uscisse indossasse o avesse segnata la faccia con qualcosa appartenente a Loki.
Il silenzio imbarazzantissimo e sconvolgente venne interrotto dal professore, che si fece avanti.

-E’ vero, qui, a differenza dei vostri regni, il signor Loki è uno dei personaggi più amati, soprattutto dalle donne… Sentivo di avere una pulce nell’orecchio infatti…- Il tono palesemente divertito, che però si guadagnò occhiate che vollero dirgli un: “E lo dici solo ora?”

Il sorrisino scomparve così come era apparso. –Va bene, ammetto che forse avrei dovuto accennarvelo prima… Scusatemi, ma la mia mente a volte vaga altrove eheheheh…- Balbettò, timoroso.

Gli avventurieri sventurati non poterono fare altro che scuotere il capo.
Come primo e sicuramente ultimo soggiorno realistico, non si poté dire che andò esattamente come se l’aspettavano. Specialmente quando, dopo sonori ceffoni e sfide perse… Ti ritrovi davanti un mega poster del dio dell’inganno!
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Angolo autrice: Bonjour! Eh si, mi sono data ad un po' di francese! ;) Non ho saputo resistere!!! Sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo finalmente... Spero che possa farvi ridere almeno dell'uno per cento. :) Diciamo che fa parte e allo stesso tempo non fa parte della trama in generale, non lo so nemmeno io! XD Fatemi sapere i vostri pareri! Comunque nel prossimo capitolo scopriremo cosa combinano quegli altri due ad Asgard!!! Ora che sono soli soletti! ;) Grazie a tutti
Fiphina :D

 

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Capitolo 14
*** Galeotto fu il disegno ***


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GALEOTTO FU IL DISEGNO

 
-Per quanto tempo ancora dovrò sopportare questo strazio?- Si lamentò il dio degli inganni.

Era da un’ora che era stato costretto a quella posizione; non che fosse scomoda: infondo era seduto su di uno scalino con una mano vicina al mento e con gli occhi puntati davanti a sé. No. Non era affatto scomodo, ma un’ora così fermo era pur sempre un’ora di fastidiose formichine dappertutto, specialmente nelle gambe e nelle braccia. Fastidi ben evidenti dalle lievi smorfie di lieve dolore.

-Sta zitto e guai a te se osi solamente muoverti, capito?!- Lo rimproverò fermamente  la ragazza.

Loki sbuffò apertamente, tornando ad immobilizzarsi come una statua.

Passò un’altra buona mezz’ora prima di sentire la fatidica e tanto desiderata frase, che però, nonostante tutto, lo fece sobbalzare dallo spavento, dato il tono acuto in cui venne pronunciata:
-Ho finito!- Esclamò infatti Fanny, aprendosi in un sorriso.

-Dai, smettila di fare il pigrone e vieni a vedere!- Ordinò lei, euforica e un po’ emozionata.

Il povero asgardiano indolenzito sgranò gli occhi. Non solo che aveva fatto il bravo bambino restando fermo e subendosi pure gli innumerevoli fastidi muscolari, ora doveva pure scattare come un soldatino a rapporto? Stava per protestare, quando l’ennesimo richiamo della ragazza lo bloccò nell’intento.

-Muoviti!-

-Ecco arrivo!- Sbraitò il giovane dio, massaggiandosi il fondoschiena dolorante mentre si alzava dallo scalino.

Se avesse scoperto di aver fatto tutto per una stupidaggine, altro che fontana! Stavolta l’avrebbe affogata direttamente nella vasca da bagno!

-Ma sono io…- Balbettò, alzando un sopracciglio, afferrando lo strato di carta.

Fanny alzò gli occhi al cielo.

–Certo, che credevi scusa?-

Il dio restò per un secondo in silenzio, deciso ad esaminarsi per vedere se tutto era assolutamente perfetto come doveva essere.

-Mmmh- Questi erano i mugolii continui che faceva, senza dire una parola, il che non fecero altro che far aumentare l’agitazione della ragazza.

-Uffa, ti decidi a parlare una buona volta! Mi stai rendendo ansiosa!- Sbottò lei, impaziente.

Vedendola sull’orlo dell’impazienza, finalmente Loki decise di smettere con quella dolce tortura del silenzio. Afferrò il disegno con entrambe le mani e sorrise compiaciuto.

-Certo che potevi impegnati di più… Ma infondo l’ho sempre detto che non siete capaci di fare nulla voi umani!- Sorrise arrogante, senza però riuscire a prevedere la futura mossa di lei, la quale infatti gli rifilò un ceffone di prima categoria.

La ragazza non era riuscita più a sopportare quel suo modo di fare. Con lui non si poteva mai discutere con calma… Certo, era stata lei a schiaffeggiarlo, ma l’ho aveva fatto perché dalla sua bocca uscivano sempre e solo critiche. 
L’asgardiano dovette ammettere che un po’ male gli aveva fatto, ma non demorse. Prima che riuscisse a uscire dalla stanza, l’afferrò mettendola a terra, sovrastandola col proprio corpo senza esercitare una pressione troppo forte e le bloccò saldamente i polsi sopra la testa. Fanny per la prima volta si pentì del gesto compiuto; forse era stata troppo avventata. Ora temeva per quello che poteva accadere, infatti, non a caso, aveva incominciato a tremare.
Lui la fissava intensamente da far male: gli occhi gli luccicavano, ma non appariva per niente arrabbiato, anzi, più che altro compiaciuto.

-Ci tieni così tanto a sentirti dire “brava”?- La interrogò, soave.

La giovane deglutì, prendendo coraggio per non farsi intimidire, benché lo fosse.

-No… Ci terrei se ti alzassi da sopra a me, gentilmente-

Loki ridacchiò, divertito. –Mi dispiace deluderti mia cara, ma non accadrà tanto presto, non stavolta- Le sussurrò all’orecchio, provocandole brividi in tutto il corpo.

-Mi dispiace ma allora non mi lasci altra scelta mio caro…- Detto questo, la ragazza gli assestò un calcio allo stomaco, sperando di beccarlo.

Stranamente non vide nessun cambiamento nell’espressione del giovane dio. Per un momento pensò di non aver azzeccato.

-Ho sbagliato forse?- Chiese dubbiosa, aggrottando le sopracciglia.

L’accenno di Loki col capo smentì le sue teorie.

–N-no… Le hai centrate alla perfezione…- Balbettò, per poi accasciarsi su di un lato a peso morto per il troppo dolore.

Fanny arrossì per un attimo, ma si riprese.

-Ben ti sta, così impari la prossima volta. Anche se non era quello il bersaglio…- Esclamò, aiutandolo ad alzarsi.

Sotto sotto si rammaricò nel vederlo così sofferente, che le venne quasi da ridere.

-Il disegno è il ritratto della perfezione, i miei più sinceri complimenti! Ora se vuoi scusarmi, letale mortale…- Replicò lui sarcastico, zoppicando nel corridoio verso la sua camera.

La giovane lo guardò impassibile per tutto il tempo, finché non scomparve dalla sua vista. Poi scoppiò in una breve ma intensa risata. Le sembrava tutto incredibile; un sogno assurdo… E pensare che lei vedeva tutte quelle cose attraverso un semplice schermo e ora invece le aveva davanti, le viveva, per così dire. Si passò svogliatamente una mano tra i capelli biondi, osservando l’ora sul cellulare: era abbastanza tardi, ma decise di starsene tranquilla lì ancora un po’.

-Le hai le chiavi?-

-Si, ora chiudo e possiamo andare…- Un rumore secco e poi più nulla. Le due guardie, inconsce, si avviarono tranquillamente nella direzione da cui erano sbucate, chiacchierando…
 

Il mattino seguente il povero dio degli inganni non aveva ancora del tutto superato il piccola trauma fisico. Fanny gli aveva sferrato un bel colpo; e meno male che non l’aveva fatto di proposito, senno chissà quali danni permanenti avrebbe riportato. Non ci volle neanche pensare!
Mentre si dirigeva nel salone per mettere qualcosa sotto i denti, incrociò casualmente Odino, che si sorprese di trovarlo in quello stato: camminava in modo strano e lentamente come un bradipo, e aveva una guancia appena gonfia e rossa.

-Per mille einherjar Loki, che ti è successo?-

Il sottoscritto lo fissò fintamente sorpreso.

-Oh… A cosa devo la vostra preoccupazione padre degli dei?- Rispose con sarcasmo fin sotto gli stivali.

Odino sbuffò impercettibilmente. –La permalosità è sempre stata una caratteristica ben nota in te Loki… Ora ti prego di rispondere al tuo re- Ribatté deciso.

“Il mio re…” Pensò frustrato il moro. Decise di lasciar perdere quell’argomento per il momento.

-Vi dirò solo una cosa padre degli dei: forse dovreste badare meglio a chi ospitate in casa vostra… Perché sapete… A volte non sono del tutto gracilini!- Rispose dondolando la testa come se fosse un ubriaco.

Infine riprese la sua direzione, dopo essersi esibito in un falso inchino.

Il sovrano rimase un po’ stupito da ciò che ascoltò e osservando meglio il figlio adottivo che camminava in quella maniera buffa, intuì cosa poté essere successo.

-Beh… Dio o non dio, traditore o no, una donna è sempre una donna e quello è un punto delicato per tutti gli uomini- Commentò a se stesso, con una certa ironia.

Quando arrivò a destinazione, Loki fu felicissimo di trovare la poltrona libera e vi andò subito a sedere prima che lo avesse fatto qualcun altro; altrimenti, e chi se ne sbatte della prigione, nessuno lo avrebbe fermato dal buttarlo giù dal giaciglio. 
Era strano non trovare la midgardiana già lì; di solito era quasi sempre la prima quando si trattava di mangiare. Magari non aveva il coraggio di ripresentarsi dopo l’increscioso incidente… Pensò, esibendo un sorrisino beffardo. Aveva appena addentato un dolce, quando sentì un gran fracasso provenire da fuori.

-Andale! Rientro alla base, gente! Una voce fin troppo famigliare e squillante riecheggiò in tutto il palazzo.

Il dio nascose la testa tra le mani, esasperato. Alla base? Ma che erano andati per caso in guerra? Certo che più cercava la tranquillità assoluta, più riceveva l’esatto contrario. A questo punto preferiva di gran lunga i sotterranei, tanto gli basava solo prendere a calci il primo cretino che gli capitava davanti ed era tutto risolto. La sua vita sarebbe andata a rose e fiori… Ma tuttavia c’era qualcosa che glielo impediva.

-Dove avete lasciat…- Iniziò, prima di aggrottare le sopracciglia. -I mortali…-

Non credette a quello che vide: suo fratello, Volstagg, Fandral, Hogun e Sif carichi di non sa cosa. Erano strane scatole colorate. Qualcuno avrebbe potuto chiedersi cosa ci fosse di tanto faticoso nel portarle, ma il fatto era che ne erano decine e ammassate una sull’altra. In più dovevano badare a non farle cadere, tenendole bene in equilibrio.
Se non esistesse già la torre di Pisa, c’erano già i candidati. Jane e Darcy erano state costrette a tornare a casa per occuparsi del povero dottor Selvig, in preda ad una crisi di isteria dopo aver scoperto quelle cose su Loki.

-Volete una mano ragazzi?- Chiese ad un certo punto il vecchietto, preoccupato di vederli con il fiatone.

-No… Guarda!- Mormorò sarcastico Fandral, paonazzo in viso per la fatica.

Il professore per sbaglio prese alla lettera la frase e se ne rimase a braccia conserte.
-Attento!- Gridò Sif a Fandral, prima che inciampasse, per poi caderle addosso con tutte le scatole.

Sfortunatamente anche gli altri tre persero l’equilibrio, andando ad aggiungersi alla mischia già per terra.

“Che razza di imbranati!” Pensò Loki, con una lieve smorfia di scherno.

-Vi siete fatti male figlioli?- Chiese Buck.

-Oh si… Eccome…- Biascicarono quelli, guardando da tutt’altra parte, a causa dei giramenti di testa.

-Potresti anche darci una mano tu, razza di svogliato!- Protestò Volstagg, riferendosi a Loki, che li guardava totalmente indifferente.

-Per tua informazione io sto da questa parte… E comunque sono spiacente di non poter dare il mio contributo, perché in questo momento sono indisposto-

-Cosa?!- Sbiancò il professore.

-Non indisposto in quel senso! Non sono mica una donna!- Replicò il dio, stavolta con gli occhi sgranati.

-E che hai fatto si può sapere?- Indagò Sif, squadrandolo sospettosa.

-Non sono affari che ti riguardano Sif!- La scaricò subito l’asgardiano.

Dopo che si furono sistemati e messo del ghiaccio sulle fronti, la troupe si rese conto di una cosa.

-Ma dov’è lady Fanny?- Chiese Fandral, guardandosi intorno, non vedendo la ragazza.

-E’ vero… Dove si è cacciata quella pestifera?- Confermò il professore.

-Se le hai fatto qualcosa, giuro che non la passerai liscia Loki!- Lo minacciò il guerriero, alzandosi in piedi.

-Stai calmo scemo… Concordo sulla prima teoria, cioè che sia pestifera; per quanto riguarda la seconda opzione… No, non ne so nulla. E’ da ieri che non la vedo.- Ribatté il moro, tutt’altro che impaurito.

Passarono ore a cercarla dappertutto. Si divisero in gruppi per fare prima, ma non la trovarono da nessuna parte.

-Se non la riporterò sana e salva il signore e la signora Edwards mi disintegreranno! Loki sei sicuro di averla vista qui l’ultima volta?- Piagnucolò il povero professore.

-Ne sono certo, non ne dubitate… Ma non credo che sia rimasta chiusa dentro…- Rispose il dio.

-Oh salve ragazzi, che facce!- Mormorò all’improvviso la stessa Fanny.

-Cosa cercate?- Domandò, curiosa.

-Stiamo cercando te, sei sparita da ieri e pensiamo che sei rimasta chiusa li dentro e ora vogliamo liberarti…-

Il professore si accorse di averla davanti solo dopo qualche minuto.

-Santa pazienza! Ma lei è qui signorina, viva e vegeta!- Gridò felice e sollevato, saltandogli al collo per abbracciarla.

-C-certo che sono viva… Perché dovrebbe essere il contrario?- Abbozzò lei, quasi a corto di fiato.

-Ero solo andata a fare una passeggiata…-

-Potevi anche avvisare… Altrimenti a questo mancava poco che non gli prendeva un attacco di cuore.- Intervenne Loki.

La ragazza gli rispose con un falso sorriso.

-Sul serio, ci avete fatto prendere un bello spavento!- Confermò anche Fandral.

-Non è che devo munirmi di scorta ogni volta che vado da qualche parte. Non sono mica una bambina…- Sbuffò Fanny.

-Non siete una bambina, ma neanche questo mondo è midgard…- Le fece notare Heimdall.

-L’importante è che stiate bene… Ora che ne dite di mettere da parte la preoccupazione e di andare a divertirci un po’ in un’accogliente locanda?- Propose lo spadaccino.

La ragazza stava per rispondere, quando noto un particolare.

-Per la miseria Fandral, ma che avete fatto a botte?-

Lui divenne paonazzo dall’imbarazzo, provando a farfugliare qualche parola per dare una giustificazione.

-Un increscioso piccolo incidente, ma non preoccupatevi, non è nulla di grave… A-andiamo!-




Angolo autrice: Ciao a tutti!!! Alloraaa? Che ne dite, vi piace questo capitolo? L'immagine iniziale è il disegno che ha fatto Fanny, che in realtà ho fatto io... E lo so, Loki mi uccidera per averlo per averlo fatto così male, aiuto!!! Loki ti prego perdonamiii!!! Ok, lasciamo perdere questo mio piccolo momento di follia pura. XD XD XD Qui anche il dio dell'inganno le ha prese di santa ragione eh? Povero! Vi avviso che il prossimo capitolo l'ho sto già scrivendo, manca ancora un po' prima di finirlo, ma prometto che appena lo avrò terminato lo posterò. Se volete posso accennarvi che nel prossimo capitolo succederà qualcosa di importante che inizierà a far prendere alla storia un filo più logico... Non vi dico altro! Lo scoprirete presto! Grazie a tutti come sempre, siete gentilissimi! Aspetto i vostri commenti!
Fiphina :D



 

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Capitolo 15
*** Passatempi infantili per asgardiani infantili ***


Passatempi infantili

per asgardiani infantili

 

-Tombola!- Esclamò fiero il dio dell'inganno mentre si accingeva a coprire l'ultimo numero sulla sesta tessera.

Avevano avuto la, ormai non più, brillante idea di giocare al gioco che gli umani chiamavano tombola. E anche questa volta la fortuna sembrava girare a favore del bel dio moro.

-Uffa! È mai possibile che tu debba sempre vincere?- Si lamentò Fandral, incrociando le braccia ad un lato come un adolescente che si ostina a non voler pulire la sua camera.

-E dai Fandral! È solo un gioco, non fare il bambino!- Lo rimproverò scherzosamente Fanny, mollandogli una pacca amichevole sul braccio. 

- Hai ragione Fay...- Rispose lo spadaccino nella stessa maniera in cui un cagnolino pende dalle labbra del suo amato padroncino, o in questo caso padroncina. 

Loki assunse un'espressione quasi infastidita. 

- Da quando in qua le dai del " tu "? E poi chi ti ha nominato il gran maestro dei soprannomi?- Affermò, inarcando un sopracciglio e incrociando le braccia, facendogli capire perfettamente a cosa si riferisse.

-Loki! Per favore, non ti ci mettere anche tu! Si da il caso che gli ho detto io che può farlo, ecco tutto...- Replicò schietta la ragazza.  

Anche se, sotto sotto, non le dispiaceva poi così tanto la situazione che si era venuta a creare. La faceva sentire, diciamo, contesa tra i due e questo la rendeva euforica a tal punto che poteva avvertire l'adrenalina scorrerle rapida nelle vene. Però il continuo battibeccare del guerriero e il dio la riportò al presente.

-Credevo di avere solo io questo privilegio...- Borbottò il principe cadetto, fingendo un tono di voce di chi si sente offeso.

-Sei forse geloso dio degli inganni? Non sarebbe la prima volta poi- Lo schernì lo spadaccino.

Tuttavia, l'altro non si fece intimidire in alcun modo.

-E tu allora? Che ti metti a frignare anche solo perché perdi sempre ad uno stupido gioco terrestre. Io almeno mi lamento per questioni decisamente più serie!- Ghignò beffardamente, avendo già calcolato bene su come rigirare la frittata a suo proprio vantaggio. Sarebbe stato l'ennesimo gioco da ragazzi, come sempre d'altronde.

-Uh, battuta pesante Fandral!- Commentò Hogun.

-Cos'è? Voti per lui adesso?- Ribatté piccato l'amico.

-Uno a zero per il dio... ci sarà la rimonta peril guerriero?-  Aggiunse il professore in tono ironico, mentre gli altri gli lanciarono occhiate perplesse. Neanche fosse allo stadio.

Alle parole di Loki Fanny arrossì lievemente. Ok che ci stava provando gusto, ma forse stavano un tantino esagerando. 

-Ehm... possiamo...?- Tentò.

-Continuare a giocare senza fare gli infanti, cortesemente?- Dichiarò ad un certo punto Volstagg, intromettendosi; ma almeno aveva risparmiato un attacco di ebollizione a discapito della 

caldaia muscolare della povera mortale.

-Infondo Fandral sei stato tu ad iniziare... - Fece notare Hogun.

-Ecco un altro traditore!- Lo accusò lo spadaccino. 

-Thor sbatti in cella anche lui!- 

-Ma che vuoi? Non ho mica commesso un reato, ho detto solo la verità... se stavolta ti si è ribaltata contro non è colpa mia!- Si difese quel'altro.

-Ti avevo sottovalutato in passato Hogun...- Disse Loki.

-Non farti illusioni-

-Proprio a lui lo dici Hogun?- Ridacchiò la midgardiana, facemdo arrossire l'asgardiano, dopo che si accorse del doppio senso. I fine scoppiarono tutti a ridere allegramente.

-Se perdi sempre a tombola, possiamo provare un gioco diverso- Propose Thor.

-Pensavo non avessi più la voce o che che il gatto ti avesse mangiato la lingua, o addirittura che ti fossi addormentato fratello...- Lo stuzzicò il dio delle malefatte.

-Loki se non la smetti subito, adesso, ti addormento io in un istante!- Sentenziò il dio del tuono in risposta.

-Va bene, che gioco proponete?- Sorrise lo spadaccino. -Uno in cui ho più possibilità di vincere eh...-

 

Un'ora dopo...

-Io ci rinuncio! Ora basta!- Replicò lo sfortunato giocatore, infastidito, alzandosi bruscamente, con Loki che si manteneva lo stomaco a furia di ridere.

-Io...- Biascicava senza completare. Rideva così tanto da no  riuscire neppure a parlare.

-Fandral mi sa che i giochi da tavola non fanno per lei- Ridacchiò il professore.

-Ha barato! Ha usato qualche magia, ne sono sicuro!-

-Ehi! Che non vi va bene quando vinco giocando sporco ci può stare, ma se non vi va bene nemmeno quando faccio il bravo, allora andata a quel paese, scusatemi!- Replicò il fratello di Thor, acidamente. Stavolta non aveva tutti i torti.

-Non credevo che l'avrei mai detto, ma su questo ha ragione Loki- Si intromise Volstagg.

-Stavolta non ha tutti i torti- Concluse lady Sif. 

-Odio il gioco dell'ocra!-

-Oca- Lo corresse il professor Buck.

-Proviamo un altro?- Consigliò Fanny.

Mezz'ora dopo...

-Gioca...- Lo incalzò Sif, indicando l'asso di spade.

-D'accordo d'accordo...- 

Fandral buttò la carta a terra.

-Scopa!- Gridò Loki, al massimo della soddisfazione.

-No no no, devo vincere!- Ribatté il biondino, non arrendendosi.

-Ok butta questa, tanto sono uscite tutte e tre- Lo incoraggiò anche Hogun.

-È vero...- Confermò Thor.

Il dio dell'inganno nel frattempo attendeva il suo turno con la massima tranquillità. 

-Guardate se fa un'altra scopa mi taglio le vene...-

Finalmente si decise a giocare.

-Che c'è? Siamo rimasti male? Non ce l'abbiamo questa qui? Non ce l'hai e la scopa non la puoi fare, non la puoi fare!- Canticchiò il guerriero. 

Dopo che ebbe finito di vantarsi attese la mossa dell'avversario. 

Loki, dal canto suo non si era impanicato.


 

-Scopa!- Annunciò infatti, imitando il tono canzonatorio dell'altro. 

Il perdente si alzò andandosi a buttare sulla poltroncina, ancora più imbronciato di prima.


 

-Siete un branco di ignoranti!- Se ne uscì.


 

Sentiva ancora le risare di Loki rimbombargli in testa.


Dopo un po' gli altri ripresero a giocare; non potevano perdersi il divertimento per i capricci di un pinco pallino.


 

Si ritrovarono a fare il gioco della bottiglia. Era il turno di Volstagg che fece roteare la bottiglia, andando ad indicare Fanny. 


 

 

-Obbligo o verità?- Le chiese secondo le regole.


 

-Verità- Scelse la giovane.

 

 

L'asgardiano si girò i pollici per pensare alla domanda da porre.

 

 

-Se non sembro inopportuno lady Fanny... vorrei chiederle se è fidanzata... voglio dire, si è mai innamorata?-



Tutti si zittirono all'istante.

Quella domanda fu come una mazzata. All'improvviso si

 pentì di aver scelto quell'opzione, ma ormai era fatta. Non poteva certo mentire... sarebbe stato come mentire anche a se stessa. 


Tutta l'attenzione era rivolta su di lei, la quale stava fissando un punto perso nel vuoto. Anche se inizialmente credi che quei sentimenti sono del tutto sconosciuti per te, è quando l'argomento viene a galla che capisci ciò che in realtà hai sempre sentito. La ragazza sospirò  impercettibilmente... Nonostante cercasse di evitarlo, i suoi occhi insistevano per spostarsi su Loki. Lui ricambiò il suo sguardo ma Fanny non riuscì ad intuire cosa stesse pensando. Sapeva solo che tutti i presemti aspettavano una sua risposta, sempre se c'era. Era uno di quegli istanti in cui percepisci crampi allo stomaco, le mani si ghiacciano senza che te ne accorgi, ilmrespiro si affanna e il cuore va in tumulto. Pur provando a riprendere il controllo le cose ti sfuggono di mano. Una sensazione bella e brutta al tempo stesso perché vivi nel dubbio. Ed è quello che ti consuma maggiormente da dentro: il non sapere come si è considerati, e perciò per via d'uscita cerchi di girarci intorno come se non ti importasse e per paura di dar luce alla verità, che però da un lato brami di conoscere, dall'altro però vorresti evitare con tutta te stessa. Ora di tutto questo ne capì la causa

: provava un forte sentimento per il dio dell'inganno. 

Casualmente, prima che potesse rispondere, arrivò una guardia ad interromperli.

-Perdonatemi signori... il re richiede la vostra presenza...-

 

 

 

Angolino dell'autrice: 

Sono tornata dopo un po' di tempo e credo di ritardo, perciò chiedo immensamente scusa!!!! Comunque ce l'honfatta pure stabolta. Che ne pensate di questo nuovo capitolo???? Come avrete potuto notare qui è successa una cosa molto importante,  una rivelazione pe r Fanny. Ora questo apre la strada per il continuo ed il finale della storia! Lo capirete meglio nel prossimo capitolo! Fatemi sapere i vostri pareri... Good bye

Fiphina :D


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Capitolo 16
*** Pessime scelte di parole ***


PESSIME SCELTE DI PAROLE

 
Fanny era appoggiata svogliatamente sulla balaustra della finestra con le gambe strette al petto. Non riusciva ancora a darsi pace per aver capito così tardi quello che provava per Loki. O forse ciò che si era semplicemente ostinata a non voler capire. Comunque sia, quello che non riusciva ad accettare era il fatto che fosse stato uno stupido gioco a tirarle tutto fuori. Insomma, era una donna e doveva arrivarci da sola! Si sentiva estremamente sciocca. Proprio in quel momento, per lei così intensamente riflessivo, qualcuno bussò alla porta. Non sobbalzò per lo spavento tuttalpiù per colui che si trovò davanti.

“Parli del diavolo…” –Loki?- Mormorò sorpresa, senza avere la minima idea di come proseguire.

-Disturbo forse?-Rispose lui, inarcando un sopracciglio, percependo la sua agitazione.

La ragazza provò a rattoppare la situazione alla svelta per non farsi trovare impreparata.

-Ehm… no no- Rispose scuotendo il capo e lasciandolo entrare.

-Come mai qui?- Affermò dopo pochi minuti, cercando di calmare l’ansia crescente.

Il dio sorrise all’angolo della bocca, insospettendola.

-Perché ridi?-

-Ti faccio davvero quest’effetto?- Rispose, facendola diventare più paonazza di un pomodoro.

-Non so di cosa tu stia parlando, né dove vorresti arrivare… si chiaro per una volta in vita tua!- Ribatté la giovane, strofinandosi nervosamente le mani sui fianchi e voltando lo sguardo per terra.

Non capiva. Che effetto doveva farle? Ma a chi voleva prendere in giro di nuovo… eccome se le faceva effetto! Come mai prima d’ora, ma aveva imparato a non farsi troppe illusioni, anche se…

-Eccome se lo sai invece...- Riprese infatti lui.

-Non credere di poter riuscire a sfuggire a me, il dio degli inganni, assurda mortale… avresti dovuto impararlo bene dopo tutto questo tempo.-

-Loki davvero non so a cosa ti riferisci…- Replicò la giovane cercando disperatamente di mantenere la giusta distanza tra loro per non fare la solita fine del pesce lesso, e nello stesso tempo mantenendo un atteggiamento normale.

-D’accordo come vuoi, sarò diretto, ma poi anche tu dovrai essere diretta- Rispose lui, serio.

La ragazza annuì.

-Non mi pare che tu abbia avuto il tempo di rispondere alla domanda che ti è stata rivolta. Al gioco della…-

-Bottiglia?- La giovane non seppe di essersi tirata la zappa sui piedi da sola con quella risposta. Ma se ne accorse subito dopo, quando cominciò a sudare freddo.

L’asgardiano era stato sicuro sin dall’inizio che sarebbe riuscito a farla cadere nella sua piccola trappola: fingere di non sapere per farselo dire dall’interlocutore stesso era un mossa furba e, come avrebbe detto se fosse stato un umano, avrebbe fatto decisamente “tombola”.

-Lo vedi che sai perfettamente di cosa sto parlando? Perché fingi?- Replicò abbozzando un sorriso all’angolo della bocca, vincitore.

La ragazza mantenne la calma il più che poteva, ma doveva trovare velocemente una scusa.

-Perché ti interessa tanto?- Mormorò allora, raccogliendo un po’ di coraggio. Se non poteva fuggire, non le restava altro che affrontare il problema a testa alta e così avrebbe fatto.

-Cosa ti fa pensare che sia così?-

-Il fatto che tu mi abbia chiesto di parlare…-

-Cosa ti dice che non sia per un mio scopo personale?- Ribatté il dio.

Fanny sospirò.

-Scopo personale o no… il tuo è sempre interesse-

-Io risponderò alla tua domanda se tu rispondi alla mia- Propose dunque Loki.

Che bastardo che era! Pensò Fanny roteando gli occhi.

-Si mi sono innamorata… tempo fa! Contento? Ora tu rispondi a me!-
Parlò alla stessa velocità di un fulmine. E con una fermezza incredibile, specie per quell’argomento.

-Ma certo… Te lo chiesto non perché mi interessasse davvero, ma solo per ottenere un’altra piccola soddisfazione personale. Visto che immaginavo che sarebbe stato difficile tirartelo fuori… Così ho voluto dare sfogo alle mie abilità.-

Poi si avvicinò come a volerle fare una confidenza.

-Sai… devo tenermi allenato. Troppa astinenza non fa bene- Concluse, scoppiando poi a ridere nel notare l’espressione con cui Fanny lo osservava.

-Ah, ah… Da me si dice “ridi, ridi che mamma ha fatto gli gnocchi!”- Lo canzonò lei, guadagnandosi per un attimo un’occhiata interrogativa.

Poi gli passò per la mente che Loki non conosceva i detti terrestri, ma ora che ci pensava, proprio questa consapevolezza rese la cosa ancora più divertente. Intanto però, la sua testa da umana stava stranamente progettando qualcosa…

-Possibile che a te non interessi di niente e nessuno?- Gli chiese ad un tratto, allontanandosi tanto per.

Loki dovette ammettere che non si aspettava una simile domanda, almeno non adesso.

-Perché dovrebbe?- Ribatté l’asgardiano.

-Perché dovresti essere egoista?- Fu la prontissima risposta della giovane, voltandosi nuovamente a guardarlo.

-Come mai tanto interesse?- L’asgardiano le ripropose le sue stesse parole. Ma ormai Fanny aveva incassato benissimo i suoi colpi precedenti.

-E cosa ti fa credere che sia così?- Anche lei ci mise del suo, riproponendo anch’ella le sue stesse parole.

Il dio sospirò pesantemente, visibilmente scocciato.

-E va bene hai vinto! Voglio essere egoista e basta, perché mi va!- Buttò tutto d’un fiato, piccato.

Per stavolta aveva vinto lei senza aver avuto il bisogno di ricorrere a mosse estreme.

-Ok, sono soddisfatta brontolone!- Lo prese scherzosamente in giro, dandogli una leggera spallata.

-Mi sto annoiando…- Aggiunse.

-Oh, ma non mi dire…- Rispose Loki, sarcastico.

-Smettila… senti ho un idea. Perché non ce ne andiamo a fare un giretto fuori? Magari su uno di quei cosi…-

Il principe aggrottò le sopracciglia.

-Quali cosi?- Chiese.

-Quelle sottospecie di navicelle che usate per volare, o spostarvi
insomma- Intese lei.

-Ah ho capito…-

-Allora?- La sua impazienza cresceva a dismisura.

-Non avrai le vertigini?- Ammiccò Loki, ridacchiando.

-E’ un si quindi?- Gli occhi di Fanny brillavano dall’emozione.

-Si ma solo perché va anche a me…-

Come non detto. Ma non sarebbe l’inafferrabile e bastardo dio degli inganni di sempre dopotutto! Rifletté lei divertita.

-Wow, grazie non vedo l’ora…- Nel troppo entusiasmo stava per compiere un gesto avventatissimo, ma si fermò in tempo, limitandosi a sorridere.

-A dopo allora lady Fanny... davanti all’entrata- Sussurrò lui, maliziosamente, uscendo dalla porta con un inchino.

-A dopo vostra altezza- Ricambiò la ragazza alla stessa maniera, aprendosi in un sorriso quando fu sola. Sorriso che ben presto si tramutò in improvvisa serietà.

Loki si incamminò nelle sue stanze ripensando a quanto successo e gli parve di aver visto una strana scintilla negli occhi della giovane. Che stesse tramando qualcosa in quella sua testolina pericolosa; chissà… Rise al pensiero. Adorava le sfide. In un attimo gli tornò a mente la domanda che gli aveva posto: davvero non gli interessava di niente e nessuno? Scosse il capo tornando in sé.
 

-Odino doveva proprio convocarci!- Sbraitò irritato lo spadaccino.

-Sai, quando si tratta di schermaglie…- Ribatté Hogun.

-Ma perché ti lamenti?-

-Fammi indovinare… scommetto che ti è rimasta la curiosità per la risposta non data di lady Fanny, giusto?- Esclamò lady Sif.

-Anche se ancora non capisco il perché tu gli abbia fatto tale domanda davanti a tutti Volstagg… Insomma, non è come chiedere cosa mangerai stasera.- Concluse la guerriera, rivolta all’altro compagno d’armi.

-Non lo so perché l’ho fatto sinceramente… istinto- Ammise il rossiccio, ridacchiando, guadagnandosi un’occhiataccia dal biondino.

-Perché mi fissi in quel modo? Ah dimenticavo… lei è il signor lagnone, ahahah- Lo schernì.

-Lei ti interessa Fandral?- Gli domandò Hogun.

L’altro sembrò tentennare un po’.

-Beh… si!- Rispose deciso, infine, riponendo la spada nel fodero.

-Allora di che ti preoccupi…- Concluse Sif, sorridendo.
 
Fanny non era sicura del tutto su quello che stava per fare. Ma sapeva che doveva; era necessario. Solo così poteva ottenere delle spiegazioni valide, non aveva altra scelta. Magari le avrebbero dato della pazza ma non le importava. Come dice Erik Selvig: “Non c’è niente di più rassicurante che rendersi conto che il mondo è più pazzo di te…” E quanto era vero. Questi erano i pensieri che le affollavano la mente mentre si dirigeva nel punto in cui Loki le aveva detto che dovevano incontrarsi. Sbuffò irritata. Stop, doveva godersi il giretto ora, infondo sarebbe stata tutto il tempo insieme a lui e questo per ora le bastava eccome. Si sarebbe andato tutto alla perfezione!



Angolino dell'autrice:
Scusatemi ma non sono riuscita a resistere a non pubblicare il capitolo, tanto ce l'avevo già pronto e mi sono detta: perché aspettare e lasciargli prendere la polvere? Inizialmente non era previsto che andasse da solo, ma poi ho deciso di inserirlo a sé perché volevo facesse da transito per quello successivo (quasi pronto!) e inoltre questo serve a prepararne meglio le basi... anche perché qui ci sono le risposte alle, tra virgolette, domande e a quello che succederà nel prossimo. Lo so, può sembrare strano: le risposte prima e le domande dopo, ma poi capirete tutto non preoccupatevi! COmunque ci stiamo avvicinando alla fine, che io ovviamente già conosco!!!!! ;-> Grazie a chi recensisce e anche a tutti gli altri che seguono e leggono! Vi adoro!! Alla prossima, che sarà molto presto... Fatemi sapere che ne pensate, un abbraccio forte...
Fiphina :D 
Ps: Per il titolo del capitolo mi sono ispirata alla frase di un personaggio di un film, ma l'ho leggermente cambiata... (Joker ne "Il cavaliere oscuro". Mi sembrava ci stesse bene... :-> ) 

 

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Capitolo 17
*** Quando le cose non vanno come ci si aspetta ***


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QUANDO LE COSE NON VANNO
COME CI SI ASPETTA


 
Loki e Fanny si incontrarono come previsto nel corridoio vicino all’entrata. Infine sgattaiolarono verso l’uscita, stando attenti a non farsi sgamare, per andare a “prendere in prestito” una di quelle navicelle.

-Andiamo!- La esortò il dio a bassa voce, prendendola per mano.

-Scusa ma perché non dobbiamo farci vedere?- Chiese la ragazza, in un misto di stupore e ironia.

-Fidati è meglio…- Le rispose l’asgardiano, tagliando corto, mentre osservava se avevano il via libera.

-Ma se ci tieni così tanto potevamo prendere una tua scorciatoia segreta e non dirmi che non ne conosci nemmeno una!- Replicò ancora lei, pensando che fosse la soluzione più ovvia.

Loki si fermò un istante ad osservarla.

-A volte mi piace rischiare…- Ironizzò sorridendo beffardo e facendola ridere a sua volta.

-Contento tu…-

In quel momento Fanny si sentiva euforica, felice e eccitata come non lo era mai stata. Mentre correvano si mise a fantasticare come una bambina… Sembravano proprio due amanti che scappavano.

“Troppo bello per essere vero!” Rifletté, sognante e con un po’ di amarezza. Aveva già gli occhi a cuoricino pulsante.

Era immersa completamente nei suoi pensieri che non si accorse che Loki l’aveva strattonata di colpo, trascinandola dietro un angolo.

-Ma che…?- Farfugliò confusa. 

Lui le tappò la bocca con l’indice della mano, facendole cordialmente capire di stare zitta. La ragazza ubbidì e non si mosse di un millimetro, né spiccicò una singola sillaba. Quando la guardia scomparve dalla loro vista, sospirarono sollevati.

-Potevi avvisarmi!- Borbottò sottovoce la giovane, stizzita.

Lui le lanciò un’occhiataccia sarcastica al cento per cento.

-Se tu non ti fossi distratta pensando a non so cosa, forse al principe azzurro!- Disse, facendola arrossire fortemente.

Fortuna che non l’aveva vista, perché avevano già ripreso la corsa.

-Ci siamo!- Annunciò ad un certo punto Loki, ghignando.

Le navette erano li esposte in bella mostra. Ora dovevano solo prenderne una.

-Prego, dopo di voi…- Le cedette il passo, con eleganza.

-Ma senti che gentiluomo! Dov’è finito il Loki che conoscevo e tutta la sua fretta?- Scherzò lei, salendo a bordo.

-Oggi mi sento di buon umore-

-Meglio per te…-

-Perché meglio per me?- Indagò Loki voltandosi a guardarla, riducendo gli occhi a due fessure ma sorridendo, curioso da quell’affermazione, mentre metteva in moto quell’affare.

-Perché così non mi offenderai e io non ti farò male, signor “tengo solo a me stesso”!- Fu la risposta diretta che ricevette.

-La prossima volta saprò come difendermi, contaci signorina “so tutto io”!- Ridacchiò il dio, punzecchiandola.

-Ma che gli prende?- Sbraitò subito dopo.

-Lascia fare a me…- Intervenne la ragazza, posizionandosi ad una certa distanza e tirando un calcio alla povera navetta, facendo prendere uno spavento anche all’asgardiano oltretutto.

-Ecco fatto!- Esclamò, sentendo il rumore del motore accendersi.

-Potevi avvisarmi!- Piagnucolò Loki, irritato.

-Oh… se non ti fossi distratto a pensare non so cosa, forse a qualche principessa!- Gli ripropose ironicamente le sue stesse parole, e fu orgogliosa di notare la sua occhiataccia. Segno che aveva funzionato.

Lentamente si sollevarono e cominciarono ad acquistare velocità. Il vento scompigliava i capelli di entrambi: il nero corvino di lui e il biondo dorato di lei.
Fanny non mostrava nessun segno di paura, a dispetto di come aveva creduto Loki, il quale pensava che si sarebbe aggrappata alla navicella come un gatto che si aggrappa al divano con le unghie.

-Posso guidarla io?- Gli chiese la ragazza ad un certo punto.

-E’ tutta tua…- Le concesse. Voleva vedere di cos’era capace.

Fanny afferrò quello che doveva essere il volante, per usare termini midgardiani, e piano piano aumento la velocità.

-Quando saremo di ritorno vorrei farlo con tutti i miei pezzi a loro posto, cortesemente…- Blaterò il principe cadetto; al contrario era lui quello che tendeva ad aggrapparsi come un gatto.

La giovane sogghignò.

-Ti farò venire i capelli bianchi asgardiano!- Lo provocò.

Non era poi così complicato guidarla. Pensava chissà quanto fosse difficile… e invece.

Il dio la osservava con uno strano sorriso sul volto.

-Un po’ più a destra…- Le consigliò poi con un tono di voce rassicurante, poggiando la sua mano su quella di lei e facendo una leggera pressione per aiutarla.

Fanny non si aspettò quell’improvviso gesto e provò una strana,
meravigliosa sensazione nel sentire quel tocco così morbido e… non sapeva che altro aggettivo usare per dirlo. La mano di Loki essendo più grande della sua, la copriva quasi del tutto; non era né troppo calda né troppo fredda. Semplicemente perfetta!
Alzò lo sguardo su di lui e si ritrovò spontaneamente a sorridere; quasi le veniva da piangere per la gioia, in quel momento fortissima. Scrutò ogni centimetro del suo viso di profilo altrettanto perfetto, e si rese conto che più lo guardava più le piaceva: la linea del naso fino al modo in cui le labbra sottili si toccavano fra di loro, il modo in cui i capelli scurissimi ricadevano sulle spalle; sembrava un movimento fatto apposta per lui. Lo fissò a lungo e intensamente, fino a quando anche il dio dell’inganno ricambiò. Forse per la prima volta da quando si conoscevano, nei loro sguardi non c’era la minima traccia di frecciatine… come quando l’aveva ripresa dopo che era caduta dalla scala in biblioteca. Loki la mirava dritta negli occhi, i quali sembravano parlargli da soli senza che però riuscisse a capire cosa dicessero. Questo in un certo senso lo innervosì.
Boccheggiò per un secondo, ma poi si voltò di scatto, interrompendo il particolare momento di contatto visivo. Azione improvvisa che Fanny considerò una grande delusione; forse la prima di una lunga fila? Non lo sapeva…

Il principe cadetto aveva una grande confusione in testa, impossibile da descrivere. Ma decise di non farci caso. Aveva ancora il suo orgoglio.
Anche la ragazza spostò lo sguardo, trattenendo un grosso magone alla gola che si propagava fin giù allo stomaco. Pensò che magari era vero che non gli importasse di niente e nessuno, tanto meno di lei. Evidentemente si era sbagliata ed illusa e doveva solo farsene una ragione una buona volta. Quando non sentì più neppure la mano sulla sua il magone si appesantì, avrebbe voluto sprofondare. Trattenne le lacrime per un pelo.

-Guida tu…- Disse  solamente, in tono neutrale.

Si allontanò, avvicinandosi alla punta del mezzo e sedendosi per ammirare l’acqua sotto di loro che scorreva placida e costante, seguita dal paesaggio fatto di palazzi e montagne.
I colori riflessi in essa erano talmente brillanti e limpidi che ci si poteva specchiare. Sembravano averla ipnotizzata. Si sporse maggiormente ma questo le fu fatale, infatti finì per scivolare e cadere in acqua.

-Fanny!- Gridò Loki scattando più veloce di un fulmine e seguendola, buttandosi anche lui in acqua.

La giovane era svenuta ed era già arrivata ad una profondità critica. Ma il dio riuscì comunque a riportarla in superficie. Raggiunse in fretta una riva e l’adagiò delicatamente al suolo per poi tentare in tutti i modi di rianimarla.

-Fanny! Fanny apri gli occhi!- Continuava a ripetere, allisciandole velocemente il viso bagnato più volte.

Ma lei non si muoveva neanche a pensarci. Le fece la respirazione, ma niente. Ora si che un sentimento si impadronì di lui, attanagliandogli fortemente lo stomaco come in una morsa d’acciaio: la paura! Cominciò a tremare senza che potesse controllarsi. Sembrava preso da convulsioni spaventose. Allora gli importava di qualcuno? Gli importava di lei? Che potesse accadergli qualcosa, di perderla? Ormai era allo stremo.

-Fay svegliati, per favore…- Le accarezzò i capelli fino alla guancia.

-Devi reagire…- Sussurrò accasciando la testa, lasciando che alcune ciocche nere umide si posassero sul petto della ragazza.

No! Non poteva finire così, non lo avrebbe permesso! Risollevò il volto, sentendo gli occhi pizzicargli forse ancora per l’acqua che non si era asciugato. Provò ancora una volta con la respirazione.

-Reagisci, devi reagire Fanny!- Sentì il cuore balzargli dal petto quando la vide riprendersi e tossire l’acqua ingerita.

La sollevò per la schiena per farla respirare e dopo qualche minuto il peggio passò. Nonostante questo però, Fanny tremava ancora, ma per il freddo. L’asgardiano allora fece comparire un manto che gli mise sulle spalle per riscaldarla. Gli avrebbe dato la sua casacca ma era fradicia.

-E tu? N-non senti freddo?- Soffiò appena lei.

-Cara sono un gigante di ghiaccio, non dimenticarlo…- Le ricordò, esponendo un piccolo sorriso.

-Grazie Loki!-

Il dio la guardò.

-Prego…- Mormorò infine, dopo un secondo che parve un’eternità.

Infine decisero di rientrare. Avevano vissuto abbastanza periperizie per quel giorno. Erano a qualche metro dall’entrata, ma all’ultimo minuto decisero di rimanere ancora un po’ seduti fuori, nel giardino reale. Almeno i vestiti si erano asciugati col sole.

-Non ti ringrazierò mai abbastanza…- Affermò Fanny, imbarazzata.

-E io non finirò mai di ripeterti prego… - Ironizzò Loki, ma pure lui non poté nascondere un certo imbarazzo.

-Dovresti stare un po’ più attenta, mi…- Continuò per poi bloccarsi.

-Ti ho fatto prendere un bello spavento volevi dire?- Concluse la giovane al suo posto. Gli occhi le luccicavano.

Dalla faccia che il dio degli inganni assunse, capì che aveva colto il segno in pieno. Era fatta! Infine non riuscì più a trattenere le risate.

-Cosa c’è? Perché ridi ora?- Chiese Loki dubbioso, non capendo il suo strano comportamento.

-Allora ci sono riuscita!-

-A fare cosa?- Indagò.

-A dimostrare che anche tu in realtà puoi tenere a qualcuno se vuoi, e che non sei affatto egoista!- Esclamò lei trionfante.

Sconvolto, Loki sgranò gli occhi, spiazzato da quello che sentì e capì com’era andata.

-L’hai fatto apposta?-

-Certo!- Rispose la Edwards.

-Ma sei impazzita?!- Urlò l’asgardiano, fuori di sé.

Come aveva potuto farsi ingannare? Era riuscita astutamente a far riemergere le sue emozioni sotto il suo naso. Questo inoltre spiegava ciò che gli era parso di vedere nei suoi occhi quella mattina.
Fanny cercò di non farsi spaventare, nonostante il cuore batteva all'impazzata. Quante volte aveva finto lui? Perché lei non poteva, almeno per una volta e per una buona causa?

-Ti rendi conto che saresti potuta…-Non completò la frase o ci sarebbe ricaduto; il viso era arrossato per la rabbia. 

Era vicinissimo a lei, sovrastandola con la sua altezza.

-Morire…?- Finì la ragazza per lui, in un lieve sussurro, appena un po’ la voce tremolante.

L’altro strinse le labbra.

-Non avresti dovuto farlo! E comunque ti ho salvata solo perché non mi
va di avere qualcun altro sulla coscienza, per ora!- Detto ciò se ne andò bruscamente, lasciandola sola.

Fanny era straziata. Non si aspettava che se la sarebbe presa così tanto; comunque sia i suoi sforzi non erano valsi a nulla. Loki le aveva espresso chiaramente ciò che pensava e lei non poteva cambiare più niente ormai. Ma andava bene così, se era questo che lui voleva. Se lo sarebbe tolto dalla testa e basta… anche se prevedeva sarebbe stata molto dura. Le lacrime salate ormai le scendevano sulle guance senza freno.



 Angolino dell'autrice:
Ehm... Cosa posso dire...? Non uccidetemi! Ma siccome so che sarà difficilissimo convincervi, mi dileguo!!!!!! Vedrete come proseguirà nel prossimo... Scappoooo! 

 

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Capitolo 18
*** Pioggia ***


 PIOGGIA

 
Era passato un giorno dall’ultima volta che si videro. Lei si era chiusa in camera sua e lui se ne stava a leggere nella sua. Pareva riuscire a fare solo quello ultimamente.

Proprio quel giorno…

Fanny era sempre più vicina alla porta. Ogni passo corrispondeva a un battito del suo cuore.
Da un lato si era pentita di aver agito in quel modo, di aver fatto quello che aveva fatto; era stata inopportuna e pressoché troppo avventata. Poteva farsi male sul serio… Dall’altra invece era stata sicura che Loki l’avrebbe salvata. Ma dopodiché, le cose non erano andate come aveva sperato. L’asgardiano non la ricambiava. Le aveva espresso in faccia che l’aveva soccorsa solo perché non voleva avere nessun’altro sulla coscienza, per adesso.
Tali parole l’avevano colpita come una spada; l’avevano ferita. Ci aveva riflettuto tutta la notte ed era giunta ad una decisione alquanto difficile. Ora doveva solo dirglielo.

Arrivata a destinazione prese un bel respiro…

La rabbia col tempo si era placata; Loki se ne stava tranquillamente seduto su una poltrona nella sua camera da letto a leggere, quando ad un tratto sentì bussare.

-Fanny… Che ci fai qui?- Domandò stupito, aprendo la porta. Non si aspettava di vederla a quell’ora.

-Posso?- Rispose semplicemente lei con un’espressione seria, anche se la voce la tradiva.

Il dio annuì e la fece entrare. Si chiese come mai fosse lì; tuttavia preferì che si trattasse di un altro favore, invece che di quello che era successo il giorno prima.

-Devo dirti una cosa…- Iniziò la ragazza, facendo una breve pausa.

Sembrava che qualunque cosa dovesse dire le costasse un’enorme fatica.

-Innanzitutto volevo chiederti scusa per ieri… ho sbagliato e mi dispiace!-

Loki in un certo senso rimase stupito: credeva che avrebbe insistito per il contrario dato il suo carattere impulsivo, e invece. Fece un cenno col capo per farle capire che aveva accettato le sue scuse, che tra l’altro gli erano dovute. Però mantenne lo stesso atteggiamento distaccato; gli aveva chiesto scusa e va bene, ma decise che per lui finiva lì. Se era dunque venuta per quello, ora poteva anche andarsene.
Ma se era così allora perché aveva uno strano presentimento? Come l’impressione che ci fosse ancora dell’altro.

-C’è un’altra cosa, poi tolgo il disturbo…- Riprese infatti la giovane midgardiana.

Lui attese che continuasse, non con poca curiosità, e dopo secondi di esitazione infatti arrivò il seguito.

-Domani ritornerò nel mondo reale…-

Loki si bloccò di colpo sul posto voltandosi di scatto verso di lei, incredulo, gli occhi spalancati. Si sarebbe aspettato veramente di tutto, ma questo no. I suoi stessi occhi parevano mandare luminosi bagliori dalla sorpresa. Era stato come un fulmine a ciel sereno.

-E… quindi te ne vai?- Balbettò, per vedere se aveva capito bene, ma finse di non esserne sorpreso più di tanto.

-Non dovrei? C’è forse qualcosa che mi trattiene qui? Qualcosa che devo sapere?- Rispose seria la ragazza, ma con una leggera nota di speranza nella voce.

Sentiva il nodo alla gola stringersi sempre di più. Ora aspettava una sua risposta, e da quella sarebbe dipesa ogni cosa che avrebbe fatto in seguito. Se essa fosse stata negativa allora avrebbe reso la sua decisione definitiva, seppur dentro di sé era ancora presente un barlume di possibilità.

Il dio continuò a fissarla intensamente con le sue profondi e smeraldine iridi. Era difficile descrivere la sua espressione in quel momento: appariva calmo, ma era percepibile un senso di agitazione nei suoi occhi. Comunque si stupì di se stesso: a lui che differenza faceva se fosse partita o no… Passarono minuti paragonabili a ore; regnava un silenzio affilato e teso.

-No…no, mi pare…- Mormorò infine, scuotendo appena il capo, tuttavia non distogliendo lo sguardo da quello di lei. Sebbene l’ultima parola fu e non fu udibile.

Dopo quella tagliente frase, Fanny sentì il cuore frantumarsi completamente in mille pezzi come un oggetto di vetro caduto per terra. Doveva rassegnarsi, glielo aveva fatto capire in maniera veramente decisiva ora. Continuarono ancora per un paio di secondi a fissarsi.

-Bene!- Fece la giovane diretta, per poi, senza aggiungere altro, uscire a passo veloce dalla camera e chiudendo la porta dietro di sé con poca delicatezza.

Il dio degli inganni sospirò, provando a non darci molto peso. Infondo lei aveva ottenuto quello che voleva ed era libera di andarsene. Così tornò a sedersi per leggere, ma benché cercasse in tutti i modi di concentrarsi sulla lettura, non ci riusciva.
Non voleva ammetterlo, ma quelle parole non avevano abbandonato del tutto i sui pensieri. Senza che volesse, gli ritornarono in mente i suoi occhi castani carichi di delusione e amarezza di poco prima. Si sforzò ancora una volta di caciarla dalla sua mente, ad esserne indifferente, perché così credeva che fosse ma evidentemente si sbagliava.
Allora gli importava se non l’avrebbe mai più rivista? Non poteva essere così…
 

Fanny dopo essere uscita dalla stanza, percorse a grandi falcate il lungo corridoio del palazzo con la testa abbassata e le lacrime che le rigavano il viso. Stavolta era davvero finita.
Uscì fuori permettendo che la pioggia le bagnasse gli abiti e la chioma bionda. Per tutto questo tempo aveva sperato in qualcosa di nettamente impossibile, ma doveva aspettarselo dopotutto. Era stata solo un’illusa, una sciocca illusa!
All’improvviso una voce da dietro la chiamò: era Fandral che le correva incontro. La giovane si asciugò velocemente le lacrime.

-Fanny!-Le disse lui felice di vederla, ma il sorriso gli sparì subito.

-Va tutto bene?- Chiese preoccupato.

-Si…- Rispose lei, con la voce che tremava ancora.

Il guerriero le si avvicinò, cingendole le spalle.

-Dalla tua faccia non direi proprio. Vieni, ti farà bene un po’ di compagnia.-

La ragazza non rifiutò e decise di andare con lui. Arrivarono fino ad una taverna dove si sedettero e si sistemarono accanto al camino.

-Cosa ti affligge tanto da farti stare così male?- Le chiese ancora preoccupato.

Le calde lacrime premettero ancora per uscire, finché Fanny non cedette del tutto.

-Ehi, ehi… sssh.- Cercò di tranquillizzarla in tutti i modi il biondo, circondandola in un affettuoso abbraccio. Non l’aveva mai vista in quello stato.

-Cos’ho fatto di sbagliato Fandral?- Farfugliò la giovane, disperata, tra i singhiozzi.

-Non hai fatto nulla di sbagliato… Ma perché dici questo, cosa ti è successo?- Insisté il guerriero, mentre la cullava dolcemente.

Non era però difficile intuire che le fosse accaduto qualcosa di grave.
 

Loki gettò malamente il libro sul tavolino e si mise la testa tra le mani, accasciandosi sul morbido cuscino del letto. Per la prima volta in vita sua non sapeva cosa dire o pensare. Fanny era riuscita a conquistare la sua amicizia, era vero, ma non c’era nient’altro al di fuori di essa. Niente. Eppure… “Uffa, Loki smettila!” Si rimproverò, stizzito.
Provare certi sentimenti lo facevano sentire un debole e lui non lo era. Infine sbuffò e si alzò nuovamente per uscire nella balconata. Fu solo quando sentì le goccioline d’acqua sulle guance, che si accorse che aveva iniziato a piovere.
Poi, infilando per caso la mano in una tasca toccò qualcosa: era un foglio di carta ripiegato più volte. Lo aprì e ne poté riconoscere il disegno che le aveva regalato la ragazza… Ricordava benissimo quel giorno, e piegò le labbra le quali presero la forma di un rapido, piccolo sorriso. Infine il sorriso si tramutò in una smorfia, ma di dolore? Strinse forte il foglio tra le mani.
 

Finalmente Fanny si era calmata. Fandral le aveva offerto qualcosa di caldo per risollevarle un po’ il morale.

-Ora te la senti di dirmi cosa ti è successo?- Domandò, cercando comunque di non essere troppo invadente.

Non gli piaceva vederla soffrire e voleva offrirgli tutto il suo appoggio, per qualunque cosa.

-Sai... Io non ho mai avuto un’alta autostima di me stessa.- Iniziò lei, fissando un punto indefinito, e tenendosi le mani.

-Dalla vita ricevo sempre enormi delusioni, nonostante gli sforzi… Non valgo niente per nessuno!- Continuò tristemente.

Ma non ebbe il tempo di proseguire oltre, perché il guerriero le aveva afferrato delicatamente il mento per guardarla negli occhi. Qel gesto la colse un po' di sorpresa.

-Invece tu hai un valore inestimabile per qualcuno Fanny…- Ribadì quello, sussurrando.

La mano dello spadaccino scivolò su tutta la guancia della giovane, accarezzandola. Lentamente avvicinò il suo viso a quello di lei fino a sfiorarla, e prendendo coraggio la baciò. Aveva sempre sognato quel momento: il momento in cui avrebbe finalmente unito le proprie labbra con quelle della donna che amava. Infine la cinse a pieno il volto anche con l’altra mano per tenerla stretta a sé.
Fanny non si mosse, ma neanche lo respinse… Rimase semplicemente li ferma.

Nel frattempo, fuori, il cielo azzurro mutò come un colore che perde la sua vitalità, cedendo il posto all’amarezza del cupo manto grigio delle nuvole, che, cariche d’acqua, lasciano che la pioggia bagni il legno della locanda proprio come lacrime amare.



Angolino dell'autrice:
Ciao! Lo so che volete ammazzarmi e vi capisco... che ne pensate? Le cose a quanto pare stanno prendendo un piega un tantino inaspettata eh?? ;-) Quanto mi sto divertendo!!! Ve lo aspettavate un colpo di scena simile? Loki non l'ha fermata e tra Fandral e Fanny c'è stato un bacio! ;-> Cosa succederà ora? Ihih... Lo scoprirete nei prossimi capitoli!!!!
Bye e grazie a tutti! Un ringraziamento particolare lo faccio a Lady windermere, Clary Sharpe e Isa chan, che mi sostengono con le loro recensioni! 
A presto...
Fiphina :D

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Capitolo 19
*** Festa d'addio ***


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FESTA D’ADDIO

 
Nei giorni seguenti la notizia dell’imminente partenza della giovane e del professor Buck si venne presto a sapere. La ragazza dopo quello che era accaduto con il guerriero, aveva deciso di prendersi un po’ di tempo per se stessa; anche per riordinare le idee. Era incredibile come fosse cambiato tutto. Pensò a tutto quello che aveva condiviso insieme al dio dell’inganno: risate, scherzi, anche predicozzi, e… infine la loro ultima conversazione che sperava andasse diversamente. Poi ripensò al bacio con Fandral e a ciò che aveva potuto significare per lei; ma l’unico risultato che ottenne fu la confusione totale, ragion per cui voleva andare via il prima possibile.
Non aveva più senso rimanere ad Asgard ormai, anche se aveva capito che lo spadaccino provasse qualcosa nei suoi confronti… non sapeva più cosa pensare. Raggomitolata in quei pensieri per ore e ore, ad un certo punto qualcuno bussò alla porta.

-Fanny, posso entrare?- La ragazza riconobbe la voce di Thor.
Si staccò dal davanzale della finestra dov’era appoggiata e andò ad aprirgli.

-Ciao Fay…- Le sorrise gentilmente.

-Sono venuto per dirti che, in vista della vostra imminente partenza, abbiamo deciso di organizzare per stasera una specie di festa per dirvi addio, diciamo… così come siete abituati sulla terra. Se vi fa piacere e non sembri banale…- La informò il dio del tuono, con una punta di tristezza nella voce.

Una festa? Beh, almeno si sarebbe distratta un po’.

-D’accordo, grazie Thor…- Accettò dopo momenti di esitazione, alzando per un attimo lo sguardo e mostrando un piccolo sorriso, il primo dopo tempo.

Tuttavia il dio biondo non resistette e l’avvolse con le sue possenti braccia in un affettuoso abbraccio. Fanny trovò che il suo era diverso: per lei era come un fratello maggiore e viceversa.

-Alle otto di stasera allora. Vi aspettiamo tutti- Concluse lui prima di uscire, sorridendole.

Rimasta nuovamente sola, la ragazza tirò un sospiro profondo.

All’improvviso si riscosse: Basta! Doveva andare avanti, la vita continuava... Doveva stare tranquilla e godersi il suo ultimo soggiorno ad Asgard. Doveva piuttosto pensare a cosa indossare per l’occasione; ma c’era un problemino… Le che ne sapeva di abiti asgardiani?
 
Fandral era nervoso mentre camminava su e giù. La notizia della partenza della ragazza lo aveva sconvolto molto.

-Non posso credere che se ne andrà… No, non posso accettarlo! Dopo quello che c’è stato tra di noi…- Sentenziò, agitando una mano.

-Amico calmati…- Intervenne Hogun.

-Come faccio Hogun, come?-

-Non immaginavo che le donne fossero così complicate…- Affermò

Volstagg, mentre preparava tranquillamente un altro super panino.

-Un bacio però può non essere sufficiente…- Affermò lady Sif.

-Ecco… ascolta la voce della ragione!- Rammentò il possente mangione.

Lo spadaccino non rispose, non sapendo più cosa dire…

-Tu la ami?-

Lui annuì. –Si Sif…-
 

Alle 19:30…

Fanny si stava preparando, aiutata da due ancelle. Per fortuna che era riuscita a trovarle altrimenti non sapeva proprio che cosa combinare.
Anche se, sebbene fossero in tre, non riuscirono a concludere un bel niente.

Avevano spogliato tutti gli armadi, ma niente. La ragazza non sapeva più che fare. La suddetta festa sarebbe cominciata fra niente meno che mezz’ora e lei non era ancora pronta. Improvvisamente entrò un’anziana ancella, che aveva tutta l’aria da classica nonnina buona.

-Allora che succede qui? La nostra lady Fanny non è ancora pronta vedo…- Affermò con una finta autorità.

-No purtroppo…-Rispose la ragazza, sconsolata, le braccia a penzoloni lungo i fianchi.

L’anziana le rivolse un sorriso dolce e comprensivo.

-Ho capito. Qui ci vuole la mano di un’esperta… Vieni cara.- La incoraggiò, invitandola ad alzarsi.

“Sembra la fata smemorina… Prima la bella addormentata e ora Cenerentola. Sto rimpiazzando tutti i personaggi Disney in pratica…” Pensò tra sé e sé Fanny, provando con un po’ di ironia.

La signora la esaminò attentamente, facendo vari cenni col capo senza parlare, segno che stava pensando. Poi le si allargò un sorriso e si avvicinò ad un armadio, rovistandoci dentro.

-Oh, ecco qua!- Mormorò ad un certo punto, voltandosi e tenendo in mano un vestito. Le altre due ancelle, compresa la midgardiana, espressero una certa curiosità.

L’aiutarono ad indossarlo con cura, essendo una stoffa molto delicata e pregiata. La giovane si sentiva sempre più emozionata. Per ultimo le misero una semplice decorazione al lato della testa e la fecero rimirare nello specchio a muro.

-E’ perfetto per voi lady…- Esclamò poi una delle ancelle.
 

Nel frattempo nel salone erano arrivati gli amici più intimi dei guerrieri: non era una cosa esagerata, volevano godersi la serata senza troppi invitati; una cosa semplice.
Anche Loki era presente, ovviamente separato dal resto del gruppo di chiacchieroni inutili. Aveva ben altro a cui pensare. Improvvisamente fu attirato da alcuni asgardiani che si girarono verso l’entrata, facendo dei sussurri. Incuriosito si voltò, e spalancò gli occhi da quello che vide!
Fanny, incoraggiata dalle tre ancelle, fece capolino oltre l’enorme porta in marmo. Tutti la fissavano ammirati facendola intimidire. Non era abituata a stare così al centro dell’attenzione.
Il dio dell’inganno non smise di osservarla neanche per un minimo secondo. Il vestito che la fasciava era color panna con leggere striature rosa pesca. I capelli sciolti e due rose al lato della testa le quali richiamavano il colore del vestito. Era bellissima!

Lentamente Fanny scese i pochi gradini che c’erano. In seguito incontrò lo sguardo di Loki e la sua espressione cambiò, non assumendone una in particolare, solo i crampi allo stomaco. Inizialmente fu tentata di sorridere, ma la sua attenzione venne riscossa dallo spadaccino che le si era avvicinato.

-Fay sei davvero stupenda!- SI complimentò emozionato al massimo.

-Grazie…- Rispose lei accennando un sorriso.

-Ti va di concedermi il primo ballo?- Le chiese galante, tendendogli la mano.

La giovane spostò impercettibilmente gli occhi sul dio che la guardava ancora. Per un attimo fu come se desiderò che intervenisse per impedirle di accettare… Ma, anche questa era tutta un’illusione. Non vedendo una sua reazione, delusa, accettò, mostrandosi indifferente.

Il duetto durò abbastanza a lungo, sotto gli occhi divertiti a ammiccanti degli altri.

-Va forte signorina Fanny!!!- Gridò il professore, attaccato ad una bottiglia di idromele insieme a Volstagg, l’amico per la pelle per eccellenza.

Fanny  doveva essere allegra ma non lo era affatto. Non poteva essere felice in presenza di Loki, non che gli desse fastidio lui, ma solo il fatto di vederlo sapendo che la loro relazione non è più quella di prima. Anzi, era peggiorata.

Dopo che il giro terminò, sentì il bisogno di allontanarsi, uscendo in giardino con la scusa di aver bisogno di prendere un po’ d’aria fresca.
Si mise ad osservare le luci emanate dalle miliardi di stelle, in contrasto con quelle del bifrost. All’improvviso si accorse della presenza di qualcuno alle sue spalle. Si voltò con il fiato corto ed il cuore iniziò a tambureggiare. Loki l’aveva seguita. La raggiunse in completo silenzio e a passo lento. Le sue iridi smeraldine erano la cosa più luminosa di quella sera. Inoltre, il fruscio delle foglie a causa del leggero vento crearono una specie di melodia.

Quando le fu ad un palmo di distanza le tese una mano che lei accettò come se già sapesse che fosse accaduto. In un attimo aveva dimenticato tutto… era come abbagliata dal bel dio. Lentamente lui le guidò le mani attorno al proprio collo, per poi poggiare le sue sui fianchi formosi della ragazza, stringendola a sé.

La giovane non sentì più i crampi allo stomaco, ma solo una felicità infinita. Ma sapeva che non sarebbe durata… eppure si chiedeva perché Loki lo stesse facendo. Forse lui non le aveva detto la verità e… provava realmente qualcosa per lei. Non riusciva a credere che non fosse così. Dopo tutto quello che avevano passato. Ma magari ci stava solo ricadendo, perché non le aveva detto ancora niente quindi non ne era sicura. Ma la speranza è l’ultima a morire!
Scacciò quei pensieri preferendo godersi il momento se doveva essere l’ultimo. Si appoggiò dolcemente sulla spalla del bel dio asgardiano, assaporando il suo profumo intenso e sentendo il battito del suo cuore. Loki dopo qualche secondo appoggiò la il mento sulla testa di Fanny. Avvertiva qualcosa di molto forte, non nello stomaco, questa volta nel cuore: tenerla stretta tra le braccia, sentire le sue chiacchiere da arrogante insopportabile, le sue risate squillanti e… ripensare a quando credeva di averla persa… gli fecero finalmente capire una cosa: quanto si fosse sbagliato per tutto questo tempo.
Inclinò leggermente il capo su di lei.

“Non andare via piccola!” Disse a se stesso. Cosa che invece doveva dire a lei. Ma perché non ci riusciva? Perché gli risultava tremendamente difficile, diamine!

Quando si staccarono, qualcuno l’interruppe.

-Signorina Fanny, il guerriero biondo dice di volervi parlare E’ urgente!-
Disse il professore, che però aveva notato molto bene la scena di fronte a lui di qualche minuto fa, e nascondendo uno strano sorriso. Aveva capito tutto su quello che c’era tra quei due indisciplinati!

La ragazza entrò prima di Loki, che li seguì a ruota. Al centro della sala c’era Fandral e tutt’intorno i compagni sorridenti.

Lei lo guardò interrogativa.

-Fay… devo dirti una cosa che avrei dovuto confessarti prima. Devi sapere che da quando sei arrivata la mia vita è cambiata completamente! Mi hai abbagliato con il tuo sorriso, i tuoi occhi, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo e mi dispiace. Perciò lo faccio adesso! Ora…davanti a tutti ti supplico di non andartene! Ti amo! Per favore resta qui con me!-

Il tempo si congelò all’istante, così come le facce di tutti e soprattutto di Fanny e Loki.



Angolino dell'autrice: 
E oraaa???? COsa risponderà la nostra Fanny a questa dichiarazione????? Lo saprete solo nel prossimo chap!!!!!
Grazie a tutti!!!!!
Fiphina :D


 

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Capitolo 20
*** L'amore o l'orgoglio? ***


Il silenzio più tombale era calato nella sala. I più esterrefatti erano senza dubbio Fanny e Loki, sebbene quest'ultimo cercasse di non mostrarlo. Anche se i suoi occhi spalancati, le sopraccigli appena aggrottate e la bocca contratta lo ingannassero. La ragazza era duramente provata, iniziando a tremare quasi impercettibilmente. Il dio degli inganni nella sua mente, anche se doveva dirlo a lei, le diceva di non accettare. Non poteva restare per quel damerino, non poteva amarlo veramente! Non dopo quello che avevano passato insieme! Ma allora perché era come inchiodato al pavimento e si sentiva legato come un salame? Voleva agire, impedirle di commettere un enorme errore, ma non ci riusciva. Forse era a causa del suo dannatissimo orgoglio a prova di bomba. Gli unici, oltre a lui, ad essere seri erano Thor e il professore. Fanny intercettò lo sguardo di Fandral, quello dei suoi compagni ed infine quello di Loki, che appariva indifferente. Sebbene si potesse percepire una strana ansia nei suoi occhi. Ma perché mai non agiva allora? Cosa glielo impediva di tanto grande? E se non provava qualcosa per lei, perché pochi minuti fa era stato proprio lui stesso a prendere l'iniziativa per quel ballo così passionale? Se non dici nulla ma poi ti comporti in tutt'altro modo, è facile che l'altra persona si illuda più di una volta. Ed è questo che le stava probabilmente succedendo. Nonostante Fanny non volesse ferire il guerriero, pur delusa, non poteva far finta da un momento all'altro che i suoi veri sentimenti non esistessero. Amava e avrebbe continuato ad amare più della sua stessa vita, solo il dio degli inganni. Così decise di fare ciò che ritenne giusto, cioè dire con delicatezza la verità. Anche se questo avrebbe recato un grande dispiacere a Fandral... dopotutto è sempre meglio un' amara verità che una dolce bugia. Gli si avvicinò rispettosamente.
-Fandral... io...- Biascicò con difficoltà le prime parole, ma si fece coraggio.
-Apprezzo il tuo gesto e comprendo quello che provi per me... mi fa piacere che me lo stai dimostrando apertamente...- A questa frase la giovane guardò per un secondo Loki.
-Ma...- Riprese immediatamente.
-Ecco, non vorrei ferirti, però... io non provo lo stesso per te... perdonami!- Buttò fuori con molta paura, ma convinta delle sue parole.
Lo spadaccino ovviamente ci rimase malissimo, però non aggredì la bella midgardiana. 
-C-capisco... meglio un' amara verità che una dolce bugia dopotutto...- Rispose dopo un po', sconvolto, e usando il suo stesso pensiero.
Era palese che credeva di aver avuto fino all'ultimo le carte vincenti in mano. Ma aveva perso. Un bacio può non essere sufficiente... queste parole non le scordò di sicuro invece, seppur manchi una parte: perché in alcuni casi neanche la più bella delle dichiarazioni funziona. Fandral non disse altro, forse gli ci voleva un po' più di tempo per mandar giù il boccone amaro. Loki da parte sua era sollevato. Adesso rimaneva il suo orgoglio come ultimo ostacolo da superare. Quando rientrarono nelle loro stanze, il dio incrociò Fanny giusto poco prima che entrasse nella sua camera. 
-Hai fatto bene...- Affermò, facendola sobbalzare.
-Ah, se tu...- Rispose lei, con una nota neutra nella voce. 
Il moro capiva che aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con lui, perché sapeva che era così. 
-Ho fatto bene a fare cosa?- Continuò, fredda, appoggiandosi all'anta della porta semi aperta. 
-Dicevo... prima... hai fatto bene a dire di no a Fandral-
Fanny alzò un sopracciglio.
-E perché secondo te ho fatto bene?-
-Ehm... perché lui... non è la persona giusta per te...-Balbettò difficoltosamente Loki.
-E chi sarebbe la persona giusta?- 
Il dio voleva rispondere me le parole gli morirono in gola. Cercava di essere tranquillo ma stava diventando sempre più complicato. Fanny sospirò... con lui era tutta fatica sprecata.
-Certo che ho fatto bene... ho detto semplicemente quello che penso, al contrario di certe persone! E visto che ultimamente 

 

L'amore o l'orgoglio?

 

Il silenzio più tombale era calato nella sala. I più esterrefatti erano senza dubbio Fanny e Loki, sebbene quest'ultimo cercasse di non mostrarlo. Anche se i suoi occhi spalancati, le sopracciglia appena aggrottate e la bocca contratta lo ingannassero.

La ragazza era duramente provata, iniziando a tremare quasi impercettibilmente. Il dio degli inganni nella sua mente, anche se doveva dirlo a lei, le diceva di non accettare. Non poteva restare per quel damerino, non poteva amarlo veramente! Non dopo quello che avevano passato insieme! Ma allora perché era come inchiodato al pavimento e si sentiva legato come un salame? Voleva agire, impedirle di commettere un enorme errore, ma non ci riusciva. Forse era a causa del suo dannatissimo orgoglio a prova di bomba. Gli unici, oltre a lui, ad essere seri erano Thor e il professore. Fanny intercettò lo sguardo di Fandral, quello dei suoi compagni ed infine quello di Loki, che appariva indifferente. Sebbene si potesse percepire una strana ansia nei suoi occhi.

Ma perché mai non agiva allora? Cosa glielo impediva di tanto grande? E se non provava qualcosa per lei, perché pochi minuti fa era stato proprio lui stesso a prendere l'iniziativa per quel ballo così passionale? Se non dici nulla ma poi ti comporti in tutt'altro modo, è facile che l'altra persona si illuda più di una volta. Ed è questo che le stava probabilmente succedendo. Nonostante Fanny non volesse ferire il guerriero, pur delusa, non poteva far finta da un momento all'altro che i suoi veri sentimenti non esistessero. Amava e avrebbe continuato ad amare più della sua stessa vita, solo il dio degli inganni. Così decise di fare ciò che ritenne giusto, cioè dire con delicatezza la verità. Anche se questo avrebbe recato un grande dispiacere a Fandral... dopotutto è sempre meglio un' amara verità che una dolce bugia. Gli si avvicinò rispettosamente.

-Fandral... io...- Biascicò con difficoltà le prime parole, ma si fece coraggio.

-Apprezzo il tuo gesto e comprendo quello che provi per me... mi fa piacere che me lo stai dimostrando apertamente...- A questa frase la giovane guardò per un secondo Loki.

-Ma...- Riprese immediatamente.-Ecco, non vorrei ferirti, però... io non provo lo stesso per te... perdonami!- Buttò fuori con molta paura, ma convinta delle sue parole.

Lo spadaccino ovviamente ci rimase malissimo, però non aggredì la bella midgardiana. -C-capisco... meglio un' amara verità che una dolce bugia dopotutto...- Rispose dopo un po', sconvolto, e usando il suo stesso pensiero.

Era palese che credeva di aver avuto fino all'ultimo le carte vincenti in mano. Ma aveva perso.

Un bacio può non essere sufficiente... queste parole non le scordò di sicuro invece, seppur manchi una parte: perché in alcuni casi neanche la più bella delle dichiarazioni funziona. Fandral non disse altro, forse gli ci voleva un po' più di tempo per mandar giù il boccone amaro.

Loki da parte sua era sollevato. Adesso rimaneva il suo orgoglio come ultimo ostacolo da superare. Quando rientrarono nelle loro stanze, il dio incrociò Fanny giusto poco prima che entrasse nella sua camera. 

-Hai fatto bene...- Affermò, facendola sobbalzare.

-Ah, se tu...- Rispose lei, con una nota neutra nella voce. Il moro capiva che aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con lui, perché sapeva che era così. 

-Ho fatto bene a fare cosa?- Continuò, fredda, appoggiandosi all'anta della porta semi aperta. 

-Dicevo... prima... hai fatto bene a dire di no a Fandral-Fanny alzò un sopracciglio.-E perché secondo te ho fatto bene?-

-Ehm... perché lui... non è la persona giusta per te...-Balbettò difficoltosamente Loki.

-E chi sarebbe la persona giusta?- Il dio voleva rispondere me le parole gli morirono in gola.

Cercava di essere tranquillo ma stava diventando sempre più complicato. Fanny sospirò... con lui era tutta fatica sprecata.

-Certo che ho fatto bene... ho detto semplicemente quello che penso, al contrario di certe persone! Visto che ultimamente vanno di moda le bugie che la verità...-

Lui annuì dopo averla ascoltata attentamente. Aveva espresso il tutto con assoluta convinzione e fermezza. Era proprio la tipica verità che ti viene spiattellata in faccia da un animo ferito. Una volta era successo pure lui, ma ora era proprio lui che stava mentendo. Non solo a lei ma anche a se stesso. Ma nel momento in cui desiderava confessare che si era innamorato di lei, l'orgoglio tornava a fargli visita mettendo le transenne. La voce di Fanny interruppe i suoi pensieri.

-Se non hai altro da dire, io andrei a dormire altrimenti domani non mi alzo... buona notte!- Aggiunse sempre più freddamente e con sarcasmo, entrando in camera come se niente fosse.

Stavolta fu la ragazza a lasciarlo impiantato sul posto come un baccalà. "Complimenti Loki! Hai vinto il titolo onorario di Perfetto Cretino!" Rifletté su di sé il dio dell'inganno, dirigendosi nella sua stanza. Cominciò seriamente a domandarsi come mai la vita facesse così schifo. O forse erano le persone a renderla tale... come stava facendo lui magari. Tornato in camera, si buttò a peso morto sul letto dove si addormentò profondamente dopo cinque minuti. Era talmente stanco... stanco fisicamente, mentalmente, in tutte le forme possibili ed immaginabili. Si addormentò con il pensiero di cosa accidenti fare. Per confermare la questione, la notte si mise pure a russare; cosa che lui normalmente non faceva.

La nottata non fu delle migliori per nessuno. Il mattino successivo il principe cadetto si alzò abbastanza tardi da poter dire che mancassero pochi minuti a mezzogiorno.

Si era ritrovato così come si era spaparanzato sul materasso e come se non bastasse si sentiva un po' stordito. Si portò una mano alla nuca e muovendosi fece scrocchiare il collo, avendo dormito piuttosto scomodo: sembrava gli fossero passati sopra migliaia di pentapalmi. Sospirò pesantemente, incominciando a girare a caso nella stanza, pensieroso. Aveva una pulce nell'orecchio. Poi ad un tratto si fermò e fece mente locale. Alzò il capo di scatto.

Ricordava! E ora sapeva cosa doveva, voleva, fare santa pazienza! Aveva il cuore in tumulto mentre si sfiorò in maniera sexy i capelli corvini.

-Questi stanno per andarsene...- Mormorò, iniziando a respirare affannosamente.

-Fanny!- Pronunciò infine, uscendo dalla camera alla svelta, prima che fosse troppo tardi. 

Intanto...

Fanny e il professore, sul ponte bifrost, si apprestano a partire dopo aver salutato nuovamente tutti. Stavano per premere i pulsanti sui braccialetti che li avrebbero riportati alla realtà, quando vennero fermati da qualcuno che correva verso di loro. 

-Fermi, fermi tutti!- Il respiro di Loki era ormai al limite ma lui ne risentì stranamente poco. 

Tutti si sorpresero di vederlo li e in quelle condizioni. Più di tutti fu Fanny ad essere stupita dalla sorpresa. Fu disposta ad ascoltare se doveva aggiungere altro. Intuì che doveva essere estremamente importante per scomodare il dio degli inganni in persona.

-Guarda chi c'è...- Affermò sarcastica, tentando di nascondere il turbine di emozioni dentro di lei. 

Loki ignorò completamente gli altri intorno a loro, rivolgendosi direttamente alla ragazza. 

-Fanny ti devo dire una cosa!- L'ansia cresceva come l'erba su un filo spinato. 

Tutti non rifilarono una sola parola. Era presente pure Fandral, che sentiva rodere lo stomaco. Tutto gli apparve più nitido: Fanny era innamorata di Loki, ma non ce l'aveva con lei, bensì con il dio.

-Devo dirti che...- Continuò quest'ultimo.

La giovane era divorata dall'attesa, tanto che non si accorse nemmeno di aver cambiato espressione in speranzosa.

-Che?- Lo incitò a proseguire lei, fissandolo profondamente negli occhi.

L'asgardiano provò in tutti i modi a continuare, ma di nuovo l'orgoglio s'impadronì di lui. 

-Che...- Poi sospirò abbattuto.

-Spero che avrai fortuna con ciò che hai appreso qui...- Concluse, totalmente vinto e abbassando lo sguardo da quello di Fanny. 

Sapeva che quella era l'ultima volta chegli avrebbe visti. Aveva avuto un'ultima occasione e l'aveva mandata all'aria. 

Fanny non disse nulla, ingoiando pesantemente. Arretrò di un passo, il viso era tornato serio e glaciale, spento.

Infine premette il pulsante verde e una luce intensa li avvolse all'istante. L'unica cosa che vide prima di sparire furono gli occhi smeraldini di Loki che la fissavano come mai prima d'ora, come se fosse pentito di ciò che aveva detto. Poi più niente. 

 

 

 

Angolino dell'autrice:

Bene, siamo arrivati alla fine dell'avventura di Fanny ad Asgard... so che vi aspettavate che finisse diversamente, ma vi prego di non uccidermi Loki💖... E poi c'è ancora un altro ultimo capitolo: l'epilogo! Preferisco definirlo così!!! Eh! Dobbiamo pur scoprire cosa succede alla nostra protagonista, se, come le ha augurato Loki.... ha fortuna! 😁😁😁 Non preoccupatevi, uscirà presto e li scoprirete tutto quanto!!!!!!😁😁😁😁😏😏😏😏 Grazie a tutti, davvero!

Fiphina :D

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Capitolo 21
*** Epilogo: due semplici difficili parole... ti amo! ***


DUE SEMPLICI DIFFICILI PAROLE: TI AMO!
 
 
Passò più di una settimana da quando Fanny e il professore fecero ritorno nel mondo reale. La prima a riempire di abbracci la ragazza fu la sua amica Debbie, anzi se l’era ritrovata dentro casa facendole prendere un accidente… alle sette del mattino poi! D’ora in avanti voleva dedicarsi solo al lavoro, infatti con l’aiuto dell’amica Fanny riuscì a convincere l’ex datore di lavoro a pubblicare la sua esperienza, con tanto di foto ed informazioni.
La notizia riscontrò un notevole interesse da parte delle persone, soprattutto attirò molto l’attenzione dei fan della Marvel. Inoltre accrebbe le vendite del giornale e anche le visite sul sito. Grazie a questo, il signor Brown diede alla giovane un’altra opportunità, riassumendola a lavorare nell’ufficio. Dopotutto gli aveva dimostrato le sue buone capacità. Nel
frattempo anche il professore era entrato in contatto con un ricco uomo d’affari che si offrì di finanziare la sua invenzione, così da permettere a chiunque volesse di provarla.

In seguito la Edwards venne chiamata in Germania da un famoso finanziere per farle un’ intervista proprio li. Ora la ragazza stava giusto riflettendo sull’accaduto degli ultimi giorni, mentre finiva di mettere le ultime cose in valigia. Quella stessa notte sarebbe dovuta partire. Si sedette sul bordo del letto e prese in mano il biglietto da sopra il comodino.  Il suoi occhi finirono sulla destinazione del volo: Stoccarda. Rise, più con amarezza che felicità. Alzò lo sguardo in un punto definito della stanza, così diversa da… basta! Era acqua passata, non doveva pensarci più. Si alzò sbuffando e chiudendo la cerniera del bagaglio con estrema noia. Dopodiché si fece una doccia fresca e veloce, indossò una camicetta bianca, un paio di jeans e si legò i capelli con un fermaglio. La sua destinazione fu prima la cucina poi il divano: si era provvista di due scatole da quattro vaschette di gelato di tutti i gusti, e alé le calorie!
Ma la cosa più strana era che singhiozzava mentre mangiava. Ormai svolgeva le cose quotidiane quasi senza voglia. Da quando era tornata, tutto le era diventato come indifferente, come se non facesse parte di quel mondo. Pure i colori più vivaci e accesi le apparivano cupi e spenti. Si sentiva come in una di quelle giornate piovose che durano ore e ore, e di cui non hai la minima idea di quando smetterà. Era difficile portare un peso simile nel cuore, ma doveva riuscirci.

Verso le undici di sera si diresse con un taxi all’aeroporto di New York, dove ad attenderla trovò, con sua grande sorpresa: il professore, i suoi genitori, Debbie e i genitori di quest’ultima.

-V-voi che fate qui…?- Balbettò stupita.

-Pensavi davvero che ti avremmo lasciato partire sola soletta?- Rispose
ironica Debbie, inarcando un sopracciglio e mettendo le mani sui fianchi.

Gli altri si limitarono a sorriderle, annuendo.

-Amica mia… è l’occasione della tua vita! Credevi davvero che potevamo lasciarti sola?- Fanny, commossa l’abbracciò forte.

-Grazie a tutti…-Le sussurrò all’orecchio, sorridendo dopo giorni.

-Prego… e poi mi manca proprio la Germania per la mia collezione di vestiti internazionali!- Scherzò Debbie, ricevendo un pizzicotto come
risposta. Era sempre la solita.

-Tesoro! Come sono contenta di vederti!- Le disse amorevolmente mamma Sarah.

-Figliola- Aggiunse papà James, sorridendo.

-Anche io sono contenta di vedervi!- Rispose Fanny.

-Dai sbrighiamoci, altrimenti a Stoccarda ci arriviamo a piedi!- Ironizzò il professore.

Le avevano fatto capire che non era affatto sola e questo la rasserenò un po’. Per il resto non dovettero aspettare molto per l’imbarco; dopo un quarto d’ora salirono a bordo dell’aereo.

Dopo che salirono a bordo, a notte fonda, tutti si addormentarono. Tutti tranne Fanny.

-Ehi…- La chiamò sottovoce Debbie.

-Ma tu non stavi dormendo?- Replicò la giovane.

-Dai, ora che possiamo parlare puoi rivelarmi qualche dettaglio sul tuo viaggetto…- La stuzzicò la rossa.

Fanny sapeva dove voleva arrivare e cominciò ad agitarsi.

-Cosa intendi?-

-Non fare la finta tonta furbina! L’hai incontrato?-

-Incontrato chi?-

Debbie roteò gli occhi.

-Uffa! Loki chi senno?-

La bionda avvertì una fitta allo stomaco.

-Si…- Rispose normalmente, senza tralasciare alcuna emozione, cosa che all’altra risultò fuori dal normale.

-Oh insomma, hai conosciuto il dio dell’inganno in persona e l’unica cosa che sai fare è dire un semplice “si”? Tu che impazzivi talmente tanto per lui! Io non me lo sarei fatto scappare, sarei rimasta lassù se fossi stata al tuo posto! Non è che magari ti sei presa una bella cotta per lui?-
Ridacchiò quella a occhi sbarrati, sistemandosi la giacca.

Fanny sospirò, cercando di restare calma. Ecco il dito nella piaga!

-E’ esattamente come nel film… niente che tu non sappia Debbie! – Ribatté irritata, girandosi dalla parte del finestrino, lasciandola sbigottita.

La rossa restò un attimo a fissarla, stranita dalla risposta che aveva ricevuto. Fanny era sempre stata una fan di Loki e ora che le prendeva? A volte era più difficile capire lei che un cruciverba.

-Scusami… buona notte allora…- Disse infine, assecondandola, rimettendosi a dormire.

La bionda si mise ad osservare le poche stelle che c’erano. Una lacrima le scese lungo la guancia fino a diventare un pianto silenzioso. Le mancava tremendamente Loki!

Quando finalmente atterrarono in Germania, il giorno seguente, si fecero un piccolo selfie davanti all’uscita dell’aeroporto, per poi prendere un taxi fino a Stoccarda, alla ricerca di un qualsiasi albergo disponibile.
Lo trovarono proprio vicino al luogo dove la sera si sarebbe tenuto l’incontro.

Arrivati davanti all’hotel, fecero la prenotazione, successivamente Fanny fu letteralmente trascinata dall’amica nei negozi di tutta la zona. Avrebbe dovuto dare un’ottima impressione nell’incontro di quella sera.

-Andate pure, qui ci pensiamo noi- Intervenne la madre di Debbie.

-Anch’io ho una cosuccia da sistemare- Intervenne il professore, sgattaiolando via, chissà dove.

Così, dopo essersi congedate dal gruppo le ragazze andarono alla ricerca di tutti gli accessori possibili ed immaginabili.

-Ma… ma… Ho portato già il vestito che devo mettermi!- Protestò inutilmente la ragazza.

-Cosa? Devi andare ad un incontro non ad una festa in maschera Fanny!- Replicò la rossa.

Come non detto… girarono quasi l’intero quartiere ma senza successo.
La povera Fanny ne aveva fin sopra i capelli: quando si andava a fare shopping con una come Debbie, finivi per pregare di voler uscire con un asgardiano rompiscatole qualunque!

-Abbiamo praticamente girato tutta Stoccarda, ma niente!- Si lamentò Debbie.

-Andiamo o faremo tardi!- Si incamminarono verso l’hotel.
 

Le 20:00 di sera…

Fanny era barricata nella sua stanza da ore. In realtà era già pronta da un pezzo; stava solo finendo di sistemarsi i capelli in uno chignon. Aveva deciso di mettersi uno smoking da donna nero con la gonna sopra il ginocchio e un paio di decolleté beige semplici. Dopo essersi data un’ultima passata di eyeliner nero sugli occhi, si guardò allo specchio e poi uscì.

-Ehi ehi… quanto siamo belle!- Esclamò la madre di Debbie, vedendola arrivare.

Erano tutti li ad aspettarla. La sottoscritta arrossì.

-Grazie signora…-

-Potrei essermi sbagliata sui tuoi gusti in fatto di moda, sai? Sei bellissima!- Si complimentò la sua amica.

All’ultimo minuto vennero raggiunti anche dal professore, che aveva un fiatone come se avesse percorso una salita con una zavorra da dieci chili sulle spalle.

-Ma dove siete stato professore?- Gli domandò Fanny.

-A sbrigare una faccenda importante, ma ora possiamo andare- Si giustificò con uno strano sorrisino come se avesse commesso una marachella.

-E’ bellissima! Vedrà che andrà tutto bene…- Le assicurò dopo averle sorriso sinceramente.
 
Quando arrivarono…

 -Questo locale non è male, ma è nettamente famigliare non trovi cara?- Chiese la madre di Debbie alla figlia, che alzò gli occhi al cielo.
Passò un uomo con dei bicchieri di liquore…

-Mamma mia!- Sbraitò il professore.
-Questo liquore mi ricorda il limoncello dal retrogusto amarognolo, che a sua volta mi fa pensare al limone della costiera Amalfitana, raccolto a marzo però con la buccia ancora verde perché non è stato ingiallito dal sole.*-

I compagni lo guardarono scettici.

Fortunatamente il luogo dell’incontro era davvero vicino ed era.. guarda caso, lo stesso  posto dove si era tenuta il breve scontro tra Loki, Captain America ed Iron man. Ricordarlo le fecero provare un momento di infinita tristezza, ma ora non poteva pensare ai sentimenti benché non fossero mai andati via. Sembrava che le capitassero apposta certe cose.

-Fanny sai che questo posto è stato un set del film di Avengers?- Sorrise emozionata Debbie.

-Ma non mi dire…- Ribatté la bionda sarcastica.

Da lontano scorsero il finanziere che doveva farle l’intervista. Fanny prese un respiro profondo.

Dover affrontare di nuovo l’argomento “Asgard” le procurava troppo dolore. Ogni parola, ogni dettaglio era una pugnalata al petto sempre nello stesso punto.

Quando finirono, grazie al cielo, la ragazza chiese di potersi congedare, e disperata si diresse fuori trattenendo i singhiozzi. Il dio le mancava talmente tanto che pensò che tutto quello che aveva ottenuto non contasse niente, che fosse senza valore. Lui era tutto per lei e non lo avrebbe mai più rivisto. Dopo questo non ce la fece più e scoppiò a piangere.

-Deve essere veramente molto disperata per piangere in quel modo signorina…-

Fanny alzò di scatto il capo, sbarrando gli occhi e la bocca. Non poteva essere vero! Forse stava diventando pazza… eppure l’aveva sentito. Lentamente si voltò e non credette ai propri occhi. Totalmente scioccata.
Loki era proprio davanti a lei. Era reale. Era lì! Indossava lo stesso smoking nero con la sciarpa verde. Lo stesso che aveva in The avengers. E i capelli… beh, erano gli stessi. Mille domande le si affollarono nella mente: perché Loki era venuto sulla terra? Che motivo aveva? Lui non faceva niente a caso.

Ignorando inizialmente le sue emozioni a mille, decise di togliersi ogni dubbio a modo suo. Con il cuore che riiniziò a battere all’impazzata trovò la forza di parlare.

-Come mai qui?- Chiese, fingendo un tono indifferente.

Lui ammiccò.

-Sai, ero ad Asgard e non avevo nulla da fare e mi stavo annoiando… così mi sono detto “perché non andare a trovare i miei vecchi amici terrestri?”- Rispose ironico e sarcastico per assecondarla, facendo un passo verso di lei.

-Strano… credevo che tu odiassi midgard… ma sappi che se hai nuove intenzioni di conquista non ci sarà nessun vendicatore a fermarti stavolta…- Concluse lei automaticamente, come se stessero recitando un copione.

Improvvisamente le parve di essere tornata ai loro battibecchi. Le emozioni si facevano sempre più forti ma doveva resistere. “Non illuderti Fanny!”

-Infatti…- Mormorò il dio ad un certo punto.

La giovane alzò lo sguardo, stranamente confusa. C’era una particolare luce nei suoi begli occhi verdi.

L’asgardiano aveva ben chiara la prossima mossa e stavolta al diavolo tutto e tutti. Niente e nessuno l’avrebbe fermato. Il suo sorriso malizioso si allargò.

Non gli sarebbe mai più scappata!

-Se non ci fosse stata un persona a farmi cambiare idea!- Detto questo non le lasciò neppure il tempo di reagire, accorciando le distanze che li separavano e cingendole il volto finalmente baciandola con tutta la passione che aveva in corpo, stringendola completamente a sé.

La ragazza fu colta alla sprovvista ma dopo che si rese conto di quello che stava accadendo, presa da una infinita gioia gli circondò il collo con le braccia, alternandosi anche sui suoi capelli corvini.

Ad un tratto si sentì mancare la terra sotto i piedi, segno che il dio dell’inganno l’aveva presa in braccio e la riempiva di baci e carezze.
Non si erano separati nemmeno per un secondo. Il bacio durò più a lungo di quanto si aspettassero.

-Ti amo Fanny! Ti amo, ti amo da impazzire!-

-Anche io ti amo alla follia Loki!- Mormorarono tra i baci. Finalmente potevano godere pienamente l’uno dell’altro.

-Ma come hai fatto?- Domandò la ragazza, dopo che si staccarono per riprendere fiato, ma ancora abbracciati.

-Beh… diciamo che ho avuto un piccolo aiuto intergalattico!- Le fece l’occhiolino lui, baciandola nuovamente, mentre da dietro con una mano faceva segno “ok” a qualcuno poco distante che li osservava felice.

Il professore ricambiò il gesto.

Debbie fece capolino.

-Chi è quel tipo che si bacia con Fanny?- Chiese curiosa.

-Figliola ti dice niente il nome “Loki”?-

La risposta fu un tonfo sordo. I suoi genitori le si fiondarono addosso preoccupati.

-Santo cielo figlia!-

Il professore ridacchiò, mentre si portava alla bocca una coppa dorata piena di idromele. Ora si che c’era un degno finale!

-Che dire… se non: e vissero tutti svenuti e contenti!- 

Fanny and Loki will be return...



Angolino dell'autrice: Sopresa!!!! Questo è il gran finale della storia! Loki è tornato grazie all'aiuto del... vabbe, lo avrete capito! ;-) E ora lui e Fanny possono stare insieme per sempre!!! <3 Comunque a brevissimo farò uno spin off su alcuni importanti momenti della neo coppia!<3 <3 <3 Quindi non finisce qui!! Un enorme grazie a tutti, uno particolare soprattutto a Clary sharpe e Isa Chan per le loro bellissime recensioni! Un altro ringraziamento particolare va anche a Lady windermere che, come ho detto nella presentazione della storia, mi ha permesso di trarre ispirazione dalla sua fanfic! 
Spero vi sia piaciuto e fatemi sapere che ne pensate! A prestissimo!!!!!
Fiphina :D

 *citazione di un film... Image and video hosting by TinyPic

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