deja vu

di pam932
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ritorno ***
Capitolo 2: *** sofferenza ***
Capitolo 3: *** autodistruzione ***
Capitolo 4: *** Jacob ***
Capitolo 5: *** Leggende.. e realtà ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** incidente ***
Capitolo 8: *** decisioni ***
Capitolo 9: *** Licantropo ***
Capitolo 10: *** determinazione ***
Capitolo 11: *** ricominciare ***
Capitolo 12: *** SCUOLA ***
Capitolo 13: *** visita ***
Capitolo 14: *** strategie ***
Capitolo 15: *** piccoli chiarimenti e presagi del futuro ***
Capitolo 16: *** Alleanza ***
Capitolo 17: *** Paura ***
Capitolo 18: *** Victoria ***
Capitolo 19: *** Lotta ***
Capitolo 20: *** Segnali contrastnti ***
Capitolo 21: *** Fine ***



Capitolo 1
*** ritorno ***


ero tornato. ero stato davvero uno stupido a pensare di poter rimanere lontano da lei, nemmeno se questo avrebbe significato tenerla al sicuro.

continuavo a ripetermi che questa mia decisione non avrebbe cambiato le cose.
solo un paio di giorni, pensavo, per assicurarmi che stia bene.
"sarà come se non fossi mai esistito" le ultime parole che le avevo detto continuavano a torturarmi e con loro il viso di Bella che trattiene le lacrime, lo shock, la paura, il dolore...
avevo fatto le cose per bene. non le avevo lasciato niente che potesse ricordarle di me. avevo anche tolto le fotografie dall'album che sua madre le aveva regalato.
non avevo però avuto il coraggio di allontanarle da lei. c'è sempre stata una parte di me che voleva che lei ricordasse. così nascosi tutto sotto una trave del pavimento in camera sua.
i pensieri mi tormentavano. erano passati sei mesi da quando ero andato via.
mi ero allontanato da tutti, non volevo che anche la mia famiglia soffrisse a causa mia. passavo le mie eterne giornate a vagare nei boschi e a cacciare quando ne avevo necessità. volevo sapere come stava. continuavo a chiedermi cosa stesse facendo.
non avevo deciso razionalmente di venire a Forks. era stato il mio istinto a portarmi lì.
quando arrivai in città il mio unico pensiero era quello di vedere Bella.
non sapevo che ora fosse ma supponevo che lei fosse a scuola. così mi precipitai lì.
una volta arrivato cominciai a leggere le menti di mike e jessica, consapevole che erano amici di Bella e che con lei condividevano molte lezioni. ma nessuno dei due aveva mai pensato a Bella nè tantomento si era voltato a guardarla.
cominciai a leggere le menti di chiunque per localizzarla, ma niente. nessuno pensava a lei, nessuno la guardava. cominciai a chiedermi se fosse davvero lì.
magari si era trasferita. "no" scossi la testa con forza. Alice l'avrebbe visto. forse era malata.
arrivata l'ora di pranzo tutti gli studenti si diressero in mensa ed io rimasi in ascolto.
"attenta!" sentii urlare. mi concentrai. "ma guarda questa" pensò la ragazza senza nome di cui ascoltavo la mente. mentre si chinava a raccogliere i libri che Bella aveva fatto cadere. sorrisi. era rimasta la solita imbranata "mi..mi dispiace" sussurrò Bella. la sua voce era fragile, bassa, un sospiro.
"guardala, guardala, guardala" cominciai ad implorare. se solo l'avesse guardata  anch'io avrei potuto vederla.
Bella rimase con il viso basso e senza dire un'altra parola si diresse in completa solitudine al tavolo una volta occupato da me e dalla mia famiglia.
rimasi a guardarla attraverso gli occhi di questa ragazza. "è sempre così triste" pensò prima di dirigersi al tavolo dove l'aspettavano i suoi amici.
continuò a guardarla e solo allora potei farlo anch'io.
era seduta al grande tavolo da sola, non mangiava, non aveva neanche il vassoio con il cibo. scarabocchiava su un quaderno.
poi tutto d'un tratto, come se si fosse appena resa conto di qualcosa di importante, raccolse le sue cose e corse via.
cos'era succeso? dov'era andata? perchè era sola? 
mentre mi facevo queste domande cominciai a muovermi.
la vidi correre verso il suo pick up. rimasi al margine della foresta a guardarla.
era magra, troppo magra. i suoi capelli erano spenti. nei suoi occhi non c'era nulla.
poi la sentii piangere. chiusa nell'abitacolo della sua auto singhiozzava e tirava su con il naso. usava le maniche della sua felpa per asciugare le lacrime che copiose le scorrevano sul viso. 
rimasi pietrificato. che cosa avevo fatto???

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Capitolo 2
*** sofferenza ***


non era così che sarebbe dovuta andare.
senza di me lei avrebbe dovuto avere una vita normale. una vita da umana.
e invece era chiusa nel suo pick up a piangere anzichè godersi i suoi amici e affetti.
mise in moto l'auto e il rombo che ne uscì quasi mi fece sobbalzare.
"dove va?" mi chiesi. "non è pericoloso che guidi in quello stato?"
mise la prima e partì. e io con lei.
quando la vidi svoltare per il sentiero che conduceva a casa mia fui preso dal panico. accellerai la mia corsa così da poter arrivare prima di lei e far sparire le tracce del mio passaggio.
quando Bella arrivò non aveva l'aria di chi va in un posto per ricordare. sembrava pienamente consapevole di dove stava andando. la cosa mi incuriosì ma poi la consapevolezza si fece strada dentro di me e capii di aver fatto un passo falso.
quando ero arrivato a casa avevo notato un buco nella porta della cucina. avevo pensato che forse qualcuno, sapendo che i Cullen erano andati via, aveva voluto vedere la casa, o magari qualche ladro aveva controllato se c'era qualcosa di valore.
senza pensarci lo avevo riparato. trattenni il respiro quando Bella si avvicinò alla porta. la vidi bloccarsi e guardarsi intorno.avvicinò la mano tremante alla porta e sfiorò il punto dove prima c'era il buco. chiusi gli occhi. avrebbe capito?
Bella iniziò a scuotere la testa come a voler cacciare un brutto pensiero e più in fretta che poteva si allontanò tornando al suo pick up.
tornò a casa e corse nella sua stanza. Charlie non era ancora tornato. dalla finestra riuscivo a vederla vagare nella camera. si mise alla scrivania piena di libri sgualciti e cominciò a scrivere. avrei tanto voluto sapere cosa stava scrivendo. magari studiava. 
rimasi lì. la sua vicinanza, il suo odore, il battito del suo cuore erano come l'aria.
un rumore poi attirò la mia attenzione. Guardai nella sua direzione ma non riuscivo a vederla. eppure era ancora lì ne ero sicuro. era caduta? volevo avvicinarmi per controllare ma non potevo rischiare che mi vedesse. poi la vidi alzarsi. si avvicinò alla finestra e l'aprii. guardò fuori ed io trattenni il respiro. si era accorta di me?
no, sembrava che volesse solo respirare un pò d'aria fresca.
guardai il suo viso. era così diversa, spenta.
ed era tutta colpa mia.

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Capitolo 3
*** autodistruzione ***


i giorni passavano lenti.
trascorrevo tutto il mio tempo a guardare Bella da lontano.
Charlie era preoccupato. Bella si svegliava di notte urlando, non mangiava, non parlava, sembrava un'automa.
Aveva pensato che mandandola in Florida da Renèè forse lei sarebbe stata meglio ma Bella si era opposta con forza. Secondo Charlie quella fu l'unica volta in cui il suo viso si era colorato.
Ormai avevo capito la sua routine. Al mattino andava a scuola, poi andava a casa mia e ci rimaneva per ore. Studiava, piangeva, leggeva i miei libri, dormiva sul mio divano. e poi tornava a casa.
io rimanevo lì a guardarla e a soffrire con lei. volevo farle sapere che ero qui, che vegliavo su di lei, che l'amavo più di qualunque cosa al mondo. ma non potevo. l'avevo promesso.
il sabato successivo aspettò che suo padre uscisse per salire sul pick up. mise in moto ma la macchina gracchiò e il motore si spense.
"dannazione!" la sentì esclamare mentre con il pugno colpiva il volante.
tornò in casa e si diresse al telefono. 
"papà?" 
"è successo qualcosa?" sentì la voce di Charlie che palesemente era preoccupata
"il pick up non parte" disse lei con la sua voce monocorde.
"ah" rispose Charlie. "dovevi andare da qualche parte?"
"ehm, no volevo solo passare al supermercato per comprare qualcosa per cena" rispose lei. mentiva. non era migliorata granchè come attrice.
"lascia stare, ci penso io. stasera gli darò un'occhiata"
"ok" rispose lei sconsolata. "ciao" e riattaccò.
cominciò a vagare in casa come un leone in gabbia. riordinò in fretta la cucina ed il bagno e poi si lasciò scivolare sul pavimento in salotto. non riuscivo a vederla. la cosa mi innervosì. le ore passavano e lei rimaneva lì.
poi vidi arrivare Jacob Black. cosa ci faceva li? cominciai a leggere i suoi pensieri.
Charlie l'aveva chiamato per dare un'occhiata alla macchina di Bella.
bussò alla porta ma Bella rimase dov'era. forse si era addormentata. Jacob prese la chiave da sotto lo zerbino ed entrò in casa.
"Bella??" la chiamava per annunciarsi. "ha chiamato Charlie...BELLA!!" lo sentì urlare agitato. Scattai. Per la prima volta da quando ero arrivato mi avvicinai alla finestra pronto ad entrare se fosse servito. cos'era successo? perchè Jacob era così spaventato?
vidi Bella attraverso gli occhi di Jacob sdraiata sul pavimento. la sua posa era innaturale, come se fosse svenuta. di certo non era addormentata.
Jacob si gettò su di lei, la sollevò senza sforzo e la adagiò sul divano. cominciò a scuoterla dolcemente per svegliarla fin quando lo sentì sospirare di sollievo quando lei gli chiese "che ci fai tu qui?" ripresi a respirare. non mi ero accorto che stavo trattenendo il respiro.
Jacob non rispose.il primo pensierò che gli attraversò la sua mente fu "ma che...?
cosa? cosa c'era che non andava?perchè non pensava chiaramente così che anch'io potessi sincerarmi che tutto andava bene??
 la aiutò ad alzarsi e le porse un bicchiere d'acqua. finalmente anch'io potevo guardarla.
Bella evitava il suo sguardo. sembrava si vergognasse di qualcosa. 
lui cominciò a guardarsi intorno fin quando il suo sguardo non si fermò su qualcosa che si intravedeva tra i cuscini del divano.
Bella si accorse di cosa Jacob stava guardando e cercò di muoversi in modo tale da sedersi tra i cuscini e nascondere il suo piccolo segreto.
Jacob le prese un polso e con uno strattone la tirò via dal divano. per poco non mi lanciai attraverso la finestra per staccargli la testa a morsi. come si permetteva anche solo di sfiorare la mia Bella??
continuai ad osservare e lui tirò fuori dai cuscini del divano una bottiglia vuota e l'annusò.
"vodka?" chiese. strabuzzai gli occhi. Cosa?? da quando Bella beveva??
"cosa vuoi jacob?" chiese Bella acidamente mentre barcollando si allontanava da lui.
"ferma lì" ordinò lui inchiodandola con uno sguardo infuriato.
Bella si bloccò ma non lo guardava.
"sei ubriaca?" chiese lui ancora arrabbiato avvicinandosi a lei cercando di scrutare il suo viso. "si," pensò "è decisamente ubriaca. puzza di alcool da chilomentri"
"fatti gli affari tuoi" rispose lei "cosa sei venuto a fare qui?"
"mi ha chiamato Charlie per guardare il tuo pick up" rispose semplicemente lui ma non ancora pronto a lasciar cadere l'argomento.
"bene" rispose lei con la stessa acidità di prima. "come hai potuto vedere il pick up è parcheggiato fuori, quindi lasciami in pace"
"Bella.. ti va di parlarne?" chiese Jacob titubante.
"parlare di cosa?" chiese lei in preda alla confusione.
"di te, di questa" disse indicando la bottiglia vuota.
"sto bene jake, lasciami sola per favore"
"ok" disse lui. e si diresse verso il pick up.
la sua mente riviveva le immagini appena viste. l'eccessiva magrezza di bella, gli occhi lucidi, troppo grandi per il suo viso, la bottiglia vuota. si chiedeva che cosa potesse fare per lei. 
quando ebbe finito con la macchina tornò in casa ma Bella non era più in salotto. salì in camera sua e la trovò rannicchiata sul suo letto con le guance rigate dalle lacrime.
"bella?"la chiamò dolcemente.
"io vado, forse dovresti alzarti, charlie sta per tornare". Bella si alzò e scese con lui.
lo ringraziò per il pick up e lo accompagnò alla porta.
"jake?" lo chiamò imbarazzata. lui si girò e la guardò. il suo sguardo era implorante.
"potresti..ehm..evitare di dire a Charlie di..." e con la testa indicava il divano.
Jacob annuì ma non era sicuro che fosse la cosa giusta da fare. si avvicinò a lei e prese il suo dolce, fragile viso tra le mani in modo che lei non potesse evitare il suo sguardo "Bella ti prometto che con Charlie terrò la bocca chiusa ma tu devi smetterla".
lei era in imbarazzo, non voleva mostrarsi debole.
non rispose ma Jacob non intendeva lasciar perdere. "promettimelo" 
"okay" rispose lei ma io capii subito che non avrebbe mantenuto la promessa.

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Capitolo 4
*** Jacob ***


Da quel giorno Jacob torno sempre piu spesso a trovare Bella presentandosi con le scuse più disparate. Una mattina si presentò per chiedere se Charlie avesse voluto partecipare ad una battuta di pesca assieme a suo padre e Harry. "Alla riserva non avete i telefoni? E poi dovresti chiederlo a lui, no?" chiese Bella irritata. Aveva capito che Jacob la controllava. Ogni volta che le si avvicinava provavo una sensazione indescrivibile. Un odio profondo per quel ragazzo che poteva avvicinarla, chiederle come stava, abbracciarla e tenerla stretta quando era giu di morale e anche rimproverarla per come si stava comportando. Lui poteva starle. Era umano. Io ero un mostro senz'anima. E se lei si fosse innamorata di lui? Il dolore che provai a quel pensiero avrebbe ucciso qualunque essere umano. Pensarla avvolta nelle sue braccia, che gli sorrideva teneramente o arrossiva ad ogni suo complimento mi uccideva. Ma dovevo essere forte. Per lei. In fondo non era questo che mi ero augurato? Che lei potesse avere una vita semplice, libera dal fardello che costituiva la mia esistenza, dai pericoli, con dei figli magari? Tutte cose che io non avrei mai potuto darle. Il fatto stesso che io esista è un pericolo per lei. Ma allora perché? Perché sto morendo? Lui sarebbe perfetto per lei. Non dovrebbe mai trattenersi nel baciarla o accarezzarla, non avrebbe mai avuto la tentazione di ucciderla, sarebbero stati quello che io e Bella non saremo mai..due ragazzi alla pari. E poi sarebbe in grado di proteggerla. Dai pericoli umani,ovviamente. Nulla potrebbe in confronto alla forza di un vampiro ma dal momento che io non faccio più parte della sua vita sono i soli pericoli umani a minacciare la vita di Bella..ovviamente oltre a se stessa.. E poi, cosa più importante, lui la ama. Mai potrebbe farle del male, perché l'amava da sempre, da quella volta sulla spiaggia, quando, non credendo veramente a quello che diceva, le rivelò chi io fossi in realtà. L’amava di un amore puro ma niente se paragonato all’amore che mi univa a lei, totalizzante , inimmaginabile straordinariamente vero. Ma loro erano umani. Leggere la sua mente, sentire quello che provava... avrei voluto prenderlo a pugni. “Lei è mai!” ringhiavo nella mia testa. Ero diviso in due. La mia parte egoista mi diceva di correre da lei e implorare il suo perdono. Ma poi mi soffermavo su di lei, sul suo viso, la mia Bella, fragile e dolce..i miei occhi bruciavano e capii che se fossi stato umano adesso starei piangendo. Non potevo starle accanto. Inizialmente Bella era irritata dalla continua presenza di Jacob e non faceva niente per nasconderlo ma con il passare del tempo si lasciò un po’ andare. Ogni tanto quando era con lui la sentivo persino ridere. Sembrava stesse meglio. Stare con Jacob le faceva bene. Ero...contento. Certo ogni tanto quando Bella era sicura che lui non sarebbe passato da lei si permetteva qualche stupidata come attingere dai liquori di suo padre. Era come se la solitudine le facesse paura. Il cuore,il mio cuore senza vita, piangeva per lei. Ma poi tornava Jacob e lei stava meglio. Stasera Bella e Jake usciranno insieme. La serata scorre tra risate e momenti di imbarazzo. Quando poi casualmente lei gli sfiora il braccio la sento esclamare "Santo Cielo Jake! stai bruciando!! devi avere la febbre!" lui rimane imbambolato "cosa? Ho la febbre? Strano io mi sento bene o forse..” pensa. "adesso che me lo fai notare non sono sicuro di stare bene" dice confuso. "dai torniamo a casa" dice lei ridendo. Bella è tranquilla. Ed è vedere quella tranquillità nei suoi occhi che non vedevo da tempo che mi spinge verso la mia decisione. Devo fare quello che è giusto per lei. Andare via e questa volts per sempre. Tornare dalla mia famiglia e lasciarla andare,ora che ha qualcuno su cui contare posso farmi da parte. Ma prima devo fare una cosa... il telefono comincia a squillare. È Alice. Ignoro la chiamata. Presto saremmo stati insieme e avremmo potuto parlare. Mi nascondo tra gli alberi al confine con la riserva del Quilute e aspetto. Aspetto... Quando sento i suoi pensieri avvicinarsi esco dal mio nascondiglio e mi pianto al centro della strada. I fari della sua Golf mi illuminano e con una brusca frenata lui si ferma ad un centimetro da me. Scede dalla macchina. "Cavolo amico scusa, non ti ho visto" dice prima di rendersi conto di chi ero. Quando se ne rende conto la sua mente è un miscuglio di odio, rabbia e frustrazione."che ci fa qui il succhiasangue ? “ "Cosa sei venuto a fare qui Cullen?" mi ringhia contro. "Devo parlare con te Jacob" gli rispondo con tranquillità . " Noi non abbiamo niente di cui parlare" mi risponde urlando. "vattene! non lascero che tu le faccia ancora del male" "Jacob,non fraintendere. Non sono tornato per restare. Sono tornato solamente perche volevo sincerarmi che Bella stesse bene. Prima era uno straccio ma adesso grazie a te sta meglio." "che cazzo ti importa di come sta Bella dopo che sei stato tu a ridurla in quello stato" pensa Jacob accompagnando il pensiero all'immagine che ha di Bella quando la trovo completamente ubriaca, svenuta sul pavimento.. "non la nominare..." la sua voce è un sussurro. Vedermi lo ha reso una furia ma non ne capisco il motivo. Non sono una minaccia per lui. "Jacob io la amo ma non vado bene per lei. Sono venuto a chiederti anzi no ad implorarti di trattarla come si merita, so che la ami,ma non potevo andare via senza avere la tua parola che mai le farai del male" le mie parole lo fanno arrabbiare ancora di più e la cosa mi confonde. Poi tutto successe talmente in fretta che quasi non me ne accorsi. Jacob è in preda alle convulsioni e nel suo petto risuona un ringhio. Faccio qualche passo verso di lui con una mano tesa e lo sento esclamare “farai meglio a sparire succhiasangue” con voce distorta dalla rabbia. Il cellulare squilla ancora. Ho un presentimento. E poi prima che la consapevolezza potesse farsi strada nella mia mente Jacob esplose.

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Capitolo 5
*** Leggende.. e realtà ***


Jacob non c’era più. Al suo posto un enorme lupo dal pelo rossiccio. Righiava e mi mostrava i denti. I suoi pensieri erano chiari, come se non si fosse accorto della sua trasformazione. continuava ad inveire contro di me. Pensava a proteggere Bella. Da me. Non si rendeva conto che adesso era cambiato tutto? Ora, per lei, lui era pericoloso quanto me. Carlisle mi aveva raccontato di quanto erano volubili i licantropi. Del pericolo che le loro donne erano costrette a correre. Restai a guardarlo impietrito. Possibile che Bella riuscisse ad attrarre a sè ogni essere sovrannaturale che esistesse attorno a lei? Mentre ancora ero assorto nei miei pensieri altri tre lupi si avvicinarono e solo allora Jacob si rese conto di ciò che gli era appena successo. Il lupo più grande intimò agli altri due, in posizione di attacco, di calmarsi e di non attaccare. “E’ un Cullen” pensò. Poi spinsero Jacob lontano da me,nel bosco. Quando rimasi solo e riuscì a far rispondere il mio corpo ai miei comandi urlai: “stà lontano da lei, jacob!” e cominciai a correre. non sapevo dove sarei andato. non sapevo più ciò che era giusto o sbagliato. avevo deciso di andare via, Bella con Jacob stava meglio, si stava riprendendo. ma adesso sarebbe stato diverso. lui non avrebbe più potuto starle accanto.lei sarebbe rimasta di nuovo sola. e se lui avesse deciso, come me all’inizio, che non l’avrebbe lasciata? non potevo permetterlo. avevo lasciato Bella per proteggerla dal mio mondo ma adesso comincio a pensare che oramai lei ne faccia irrimediabilmente parte. senza pensare realmente a dove stessi andando arrivai a casa mia. per la prima volta nella mia esistenza fui preso alla sprovvista tanto che quando Alice parlò sussultai per lo spavento. “mi dici a cosa serve avere una sorella in grado di prevedere il futuro se quando lei vede qualcosa di importante viene ignorata?” mi accusa sarcasticamente. “scusa” poi aggiunge mentalmente quando si accorge di avermi spaventato. quando la vedo sospiro di sollievo. Alice mi conosce meglio di chiunque altro e nessuno meglio di lei potrebbe aiutarmi a fare chiarezza adesso. e poi lei vede il futuro cambiare in base alle decisioni….. Lei sorride e corre ad abbracciarmi non appena vede il suo futuro. sarebbe rimasta con me. “vedrai che sistemeremo tutto” dice.”ora però andiamo a caccia” aggiunge con un sorriso notando i miei occhi neri. “ti seguo” e ci dirigiamo nella foresta. non c’è bisogno che io spieghi ad Alice niente, lei ovviamente è già al corrente di tutto quindi so che quando mi dice “è un bel casino però”si riferisce a Jacob. “cos’hai visto esattamente Alice?” “ho visto che avevi deciso di tornare da noi ma che prima volevi parlare con Jacob. Ma lui stava già per trasformarsi. la visione poi si è interrotta. ho cercato di vedere se vi sareste attaccati ma non ho più visto niente. mi dispiace Edward. ma devi capire che Bella ormai fa parte di questo mondo che ti piaccia o no.” rimugino sulle sue parole. ma continuo a pensare che Bella debba stare lontana da noi e anche da Jacob. spero che lui le rimanga lontano. cosa avrei fatto altrimenti? “Alice riesci a vedere se decide di allontanarsi da Bella o no?” “No Edward” dice scuotendo la testa “ci sto provando ma il futuro di Jacob è come sparito” Annuisco e continuiamo la caccia in silenzio. “Allora?” mi chiede Alice dopo non so quanto tempo.. La guardo. “tornerai da lei?” Io continuo a guardarla. Tornerò da lei? Non lo so..Avevo fatto una promessa. Alice scoppia in una risata fragorosa come se lei avesse colto un senso ironico che a me era sfuggito: “una promessa Edward? davvero? Dai..non ci crede più nessuno” pensa continuando a ridere. Vi sta piacendo? Recensite!!!!

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Io ed Alice continuammo la caccia in silenzio. Ogni tanto parlava per raccontarmi ciò che mi ero perso stando lontano da casa. A quanto pare Emmett è in cerca di uno scontro e stuzzica un pò tutti. Rosalie non fa che lamentarsi (ma quando mai?), Esme lavora presso uno studio di architetti mentre Carlisle lavora al pronto soccorso. Jasper, secondo Alice, è molto più sicuro di se e riesce a stare tranquillo quando è tra gli umani.

Improvvisamente Alice si bloccò e il suo sguardo divenne vuoto. La visione fu talmente breve che non riuscii a coglierne il significato.

“hanno vietato a Jacob di vedere Bella” mi spiega.

La notizia mi fa sospirare di sollievo ma mi lascia l’amaro in bocca.

Come farà Bella? Senza di me e ora senza Jacob. L’unico che, da quando ero andato via, era riuscito a risollevarla.

Alice comprende i miei sentimenti e mi poggia una mano sulla spalla comprensiva.

“Vai, ci vediamo a casa” mi dice quando vede che sto per andare, come tutte le sere, da Bella.

Quando arrivo alla sua finestra lei dorme già. E’ agitata e si rotola tra le lenzuola.

“Perchè?” la sento sussurrare “Perchè Edward?” e una lacrima le riga il viso.

Sentire il mio nome pronunciato da lei mi provoca, come sempre, un’emozione indescrivibile.

Contravvenendo a tutti i miei buoni propositi entro nella sua camera.

la sensazione di deja vù è fortissima. mi sembra ieri quando entravo di nascosto nella sua camera per guardarla dormire. quando ancora non sapevo che sarebbe stato il grande amore della mia esistenza.

Mi avvicino al suo letto e raccolgo con un dito la lacrima che le era sfuggita.

Il mio tocco è come quello di una piuma ma la vedo mentre aggrotta la fronte e in un attimo apre gli occhi. Mi vede ma prima che possa mettere a fuoco io sono già nascosto sull’albero.

Si alza di scatto e corre alla finestra. Guarda l’oscurità. Poi scuote la testa e un sorriso triste le increspa la bocca. “Sei una stupida” dice a se stessa e torna a rannicchiarsi sotto le coperte.

Per un pelo penso.

Appena sveglia si precipita al telefono.

“Ciao Billy sono Bella. Jake è in casa?”

“oh” risponde semplicemente con la delusione nella voce. Cosa le ha detto?

“potresti passarmelo per favore?” chiede in un sussurro. Nella sua voce quasi una preghiera.

“capisco. Lui. non. vuole. parlare. con. me.” risponde Bella ripetendo evidentemente ciò che Billy le aveva appena detto.

“Certo. Ciao” e riattacca.

Come la prenderà? mi avvicino alla finestra per sbirciare il suo viso. Quello che vedo mi fa tremare. In quel momento Charlie entra in cucina e rimane impietrito a guardare Bella che, dal canto suo, nemmeno si è accorta che lui fosse lì.

“Tutto bene Bells?” chiede lui cercando di suonare disinteressato. l’espressione di Bella lo spaventa non poco.

Quando Bella si riprende dallo shock annuisce. Nei suoi occhi ora solo determinazione.

“Esco” dice. “Vado a trovare Jake”.

Charlie sospira di sollievo. “stà attenta” dice e continua la sua colazione.

Cosa? Non può andare alla riserva. E se lui perdesse le staffe? Se non riuscisse ad impedire la sua trasformazione e Bella gli si trovasse troppo vicino?

Non potevo nemmeno seguirla per assicurarmi che tutto andasse liscio.

Alice. Dovevo parlare con Alice.

Lei ovviamente mi ha visto arrivare e mi aspetta seduta sui gradini del portico.

“Sta tranquillo.” mi dice “Andrà tutto bene. Jacob dirà a Bella che non possono più frequentarsi e lei andrà via subito.”

“sei sicura Alice? ieri non vedevi il futuro di Jacob cosa ti fa pensare che sarà come dici tu?”

“credo che abbia a che fare con la sua trasformazione. Fin quando Jacob è in forma umana riesco a vedere mentre quando diventa un lupo..tutto sparisce”

“capisco. Quindi non ci resta che aspettare”

“non dovrai aspettare molto. Bella è appena arrivata a La Push. Sarà una conversazione breve.”

Io annuisco. Jacob con quattro parole distruggerà tutto qullo che aveva fatto per lei e io non potrò fare niente per evitarlo.

Dopo un pò il silenzio sta diventando opprimente.

Poi Alice esclama. “E’ fatta. Dobbiamo andare via però. Lei sta venendo qui.”

in un attimo facciamo sparire tutte le nostre tracce e ci nascondiamo tra gli alberi.

Quando Bella arriva ha lo sguardo vuoto tanto che Alice sussulta non appena la vede.

Mi porto un dito alle labbra per intimargli silenzio.

Entrata in casa Bella si rannicchia sul pavimento e si lascia andare piangendo e singhiozzando. urlando imprecazioni al mondo intero.

il suo dolore riflette il mio ed è straziante.

quando ha finito tutte le sue lacrime Bella torna in sè, si sistema come meglio può e torna al suo pick up.

Quando arriva a casa è già buio e Charlie è preoccupato. Ha chiamato Billy per sapere quando sarebbe tornata Bella e lui gli aveva detto che non era lì.

si precipitò alla porta quando sentì il rumore della serratura pronto a sgridare sua figlia per averlo fatto preoccupare ma quando vide la sua espressione si ammutolì.

“hey non dovevi andare da Jake?” gli chiede cercando di assumere un tono di voce dolce.

“si...ma..abbiamo litigato” risponde lei scrollando le spalle e prima che possa ricominciare a piangere corre in camera sua.

 

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Capitolo 7
*** incidente ***


I giorni passavano lenti e Bella stava sempre peggio. Charlie, che si era concesso qualche speranza con l’arrivo di Jacob, non sapeva come comportarsi con lei.

La guardava e si sentiva impotente. Come me.

Io non ne potevo più.Guardarla soffrire in quel modo mi uccideva.

Alice continuava a spingermi verso di lei.

“Non è solo per te che lo dico Edward! Guardala! si sta ammazzando! Tu devi fare qualcosa”

mi diceva. Ma cosa? Tornare da lei come se niente fosse?

Ogni volta che lei provava ad aprire l’argomento reagivo come un’adolescente rabbioso che non sa affrontare i problemi. Andavo via.

Un pomeriggio, dopo l’ennesima discussione con Alice, lei andò a caccia per sbollire la rabbia, diceva.

Io seguì Bella fino a casa mia.

Passava lì gran parte del suo tempo. Camminava per la casa, sfiorando quello che avevamo lasciato, quando eravamo andati via in fretta e furia.

Io me ne stavo appollaiato su un albero ad ascoltare il suono più bello del mondo. il suo cuore.

perciò mi sentii confuso quando la sentii parlare. non era arrivato nessuno, era ancora sola,

con chi stava parlando? forse al cellulare?

mi avvicinai alla finestra. era sola. mi sembrava strana. aveva gli occhi lucidi e la pelle del viso arrossata.

“sola…”ripeteva in un sussurro.

poi dalle labbra le sfuggì una risatina. sembrava isterica.

“Era questo quello che volevi no?” disse “Bhè adesso guardami” aggiunse ridendo.

uno strano senso di inquietudine si impadronì di me.

la vidi uscire sotto la pioggia e anzichè correre per non bagnarsi, come faceva sempre dato che odiava la pioggia, rimase ferma,con il viso volto verso il cielo, lasciando che la pioggia la inzuppasse.

poi tornò al pick up e partì.

uno fruscio di vento mi avvertì dell’arrivo di Alice. Mi girai verso di lei e vidi la sua espressione velata di paura.

“cosa Alice?” gli chiesi spaventato.

nella sua mente le immagini di Bella che schiantava contro un albero. la sua auto ridotta a macerie.

“NO” urlai ma era troppo tardi. il silenzio si riempì di un rumore metallico assordante.

mi precipitai da Bella con Alice al mio seguito.

quando arrivammo lì mi bloccai. l’odore del suo sangue era forte nell’aria, il che mi fece pensare al peggio ma poi sentii il suo cuore.

prima che potessi cominciare a muovermi Alice era già da lei.

“Edward!!” mi chiamava “Sbrigati”

smisi di respirare e mi avvicinai. Insieme riuscimmo ad estrarla dall’auto, o meglio quello che ne rimaneva, senza provocare ulteriori danni.

“Bella? Bella mi senti? Ti prego non mollare!”dicevo preso dal panico.

“Sta bene,andiamo”disse Alice.

mi girai verso di lei e la inchiodai con uno sguardo. dove voleva che andassi? non potevo lasciarla.

“dai Edward non possiamo rimanere qui e lo sai. i soccorsi stanno arrivando saranno qui tra 3 minuti”

sospirai e lasciai la mano di Bella. le baciai dolcemente la fronte. “ti amo” le sussurrai.

“Edward” sospirò lei. quando parlò mi resi conto che era ubriaca.

 

Alice era silenziosa e cercava in tutti i modi nascondermi i suoi pensieri.La cosa mi irritava. C’era qualcosa che io non sapevo?

Sapevo che me ne avrebbe parlato quando se la sarebbe sentita.

Al momento volevo solo sapere come stava Bella. Decisi di andare in ospedale e restare in ascolto.

“Edward?”mi fermò Alice

“si?”

“Stai andando in ospedale?” mi chiede.

“si”

“ci sarà anche Jacob” mi dice semplicemente.

“COSA?” scatto  “lui non deve avvicinarsi a lei, non può!”

Alice si stringe nelle spalle come a dire e io che c’entro?

senza aspettare ulteriormente mi precipito al pronto soccorso. la macchina di Charlie è già lì.

è furioso. i medici gli hanno appena comunicato che Bella sta bene ma che il tasso alcolemico nel suo sangue era troppo alto.

poi vedo Jacob arrivare con la sua auto. Quando scende si guarda intorno annusando l’aria e lo sento sussurrare “stupida sanguisuga”. poi entra.

“Charlie!” lo chiama non appena lo vede.

“Jacob” lo saluta freddamente. “che ci fai tu qui?”

“ho saputo dell’incidente di Bella. Come sta?”

“perchè? adesso ti importa di come sta mia figlia?” Charlie sta quasi urlando.

Jacob incassa il colpo poi però Charlie si rende conto di essere stato ingiusto.

“scusami jake, non ce l’ho con te. sono così arrabbiato. Bella era urbiaca!”

Jacob chiude gli occhi. lo immaginavo pensò.

“posso vederla?” gli chiese speranzoso.

io dal canto mio speravo gli dicesse di no.

“Certo, dovrebbe essere sveglia” jacob annuisce e si reca nella camera dove Bella sta riposando.

“Ciao” le dice.

Bella lo guarda diffidente prima di salutarlo con un cenno della testa.

“Cosa vuoi jake? lasciami in pace”

jacob si avvicina al letto ignorando quello che gli aveva appena detto.

“mi avevi promesso di smettere” le dice con voce severa.

“e tu avevi promesso di non lasciarmi” risponde accusandolo e alzando la voce.

“lo so Bella. mi dispiace. e’...complicato”

“non stare lì ad arrovellarti il cervello Jake. hai detto che non vuoi più essere mio amico quindi la tua presenza qui non ha molto senso non credi? quindi se non ti dispiace vorrei riposare. sai dov’è la porta.”

detto questo Bella si porta le lenzuola fin sopra le orecchie escludendolo del tutto.

jacob rimane qualche altro secondo a guardarla e poi esce sconfitto.

quando Charlie gli si avvicina lui scuote la testa “non ha voluto parlarmi” dice prima che lui possa fargli qualche domanda.

Charlie annuisce e gli da una pacca sulla spalla prima di allontanarsi.

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Capitolo 8
*** decisioni ***


Bella è tornata a casa dopo due giorni trascorsi in ospedale.

Charlie era furibondo anche se ancora non le aveva parlato. Temeva la sua reazione.

Tuttavia non le avrebbe più  permesso di uscire dal suo campo visivo.

Lei rimaneva tutto il tempo chiusa in camera a scarabocchiare o a camminare avanti e indietro.

Alice mi ignorava. Non sapevo nemmeno il perchè. A volte sembrava volesse staccarmi la testa a morsi. i suoi pensieri però non erano chiari e non riuscivo a capire il motivo di tanta ostilità da parte sua.

Mi parlò solo quando mi comunicò che Jacob aveva deciso di non rinunciare a Bella.

A quella notizia scappai nella foresta.

potevo accettare che lui stesse con lei quando era ancora umano ma adesso non lo era più. cos’ha di diverso da me? entrambi siamo un pericolo per lei.

la gelosia mi logorava. Lei lo avrebbe perdonato. E allora? che cosa avrei fatto io? sarei andato via per non tornare mai più? l’avrei lasciata nelle mani di un giovane,volubile licantropo?

tornai da Alice ma lei mi evitava.

“Alice mi dici cosa c’è che non va?”gli chiesi

all’inizio non rispose e si limitò a guardarmi. “C’è che sei un idiota!” scattò irata.

“cosa..?” il suo scatto d’ira mi confuse. Perchè era così brava a nascondermi i suoi pensieri? cosa voleva dire?

“Edward a volte sei così ottuso! Ancora non capisci?”

“No Alice, non capisco. Che cosa stai dicendo?”

“ti sto dicendo che se dovesse succedere qualcosa a Bella ti odierò per sempre”

a quelle parole i miei istinti si attivarono.

“Alice sai qualcosa che io dovrei sapere?” le chiedo. comincia a farmi arrabbiare.

“non volevo essere io a dirtelo, speravo che l’avresti capito da solo e ti saresti messo in moto per fare qualcosa”

“COSA ALICE?” quasi urlai.

“Bella...ha deciso di morire”disse in un sussurro evitando il mio sguardo.

io la guardai ma in realtà non la vedevo.

“menti” le dissi. In realtà ero  io a mentire a me stesso.

“No Edward. non capisci? l’incidente dell’altro giorno non è stato un incidente!”

“NO!” ormai non ero più padrone del mio corpo. ero furioso. presi Alice dalle spalle e cominciai a scuoterla urlando. “E’ stato un incidente! la strada era bagnata e lei...lei era ubriaca Alice!”

“No ti sbagli Edward e lo sai anche tu. Aveva bevuto certo ma l’ha fatto perchè voleva che Charlie non pensasse che si fosse tolta la vita. e poi.. l’ha fatto per te. Perchè ti aveva promesso che non avrebbe fatto niente di stupido.”

“Certo! perchè mettersi alla guida di quella trappola mortale che lei chiama auto completamente ubriaca non è stupido vero?” dissi sarcasticamente.

la furia mi accecò.poi la consapevolezza si fece strada dentro di me.

“l’hai voluto tu no?” aveva detto. “adesso guardami”

stava parlando con me!

non ero mai stato così arrabbiato. nemmeno quella volta che James le morse la mano.

senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai a casa sua e non ci fu tempo per pensare o prendere decisioni. entrai in camera sua e mi bloccai. lei non c’era. c’era odore di sangue. entrai nel bagno e lei era lì con una lama in mano che si faceva dei tagli sui polsi. il sangue colava sulle sue braccia ma non ci badai nemmeno. nemmeno l'odore mi toccava.

si girò verso di me e la lama cadde sul pavimento. mi fissava come se avesse visto un fantasma.

senza parlare mi avvicinai a lei, presi delle bende dall’armadietto e cominciai a pulirgli i tagli.

Lei guardava le mie mani che si prendevano cura di lei come se ancora non avesse capito cosa stesse succedendo.gli occhi le si riempirono di lacrime e per un attimo mi è sembrato che volesse abbacciarmi.

poi un barlume di lucidità le illuminò gli occhi. tirò via il suo braccio dalle mie mani con forza.

“cosa vuoi? cosa sei venuto a fare TU qui?”la sua voce era dura, cattiva. non l’avevo mai sentita parlare così.

Con la stessa cattiveria le presi il braccio pieno di tagli e glielo misi sotto gli occhi:

“cerco di farti mantenere una promessa” le lasciai subito il braccio per il timore di farle male. ero troppo arrabbiato.

lei strabuzza gli occhi e urla:”Una promessa? perchè dovrei mantenere una promessa se la tua non aveva alcun valore?”

mi guardò per un secondo lunghissimo quasi a voler memorizzare ogni tratto del mio viso.

“Vattene” sibilò.

“Bella ascoltami...io..” cerco di mantenere la calma e di addolcire un pò il mio tono

“NO” m’interrompe. “ascoltami tu. vaffanculo” urla spingendomi.

era una furia. non l’avevo mai vista così.

alzo le mani in segno di resa e cerco di farla ragionare. “Bella tu non puoi comportarti così”

“BASTA!” urlò ancora tappandosi le orecchie con le mani.

“Tu non puoi venire qui a dirmi come posso o non posso comportarmi”

“Bella me lo hai promesso!” dico con enfasi

“PROMESSO!” urla lei “ e tu? tu cosa avevi promesso? sarebbe stato come se tu non fossi mai esistito vero?? la tua promessa non valeva niente dal momento in cui l’hai fatta. potevi far sparire le foto, i libri, i regali ma era tutto qui!” dice colpendosi la testa con forza. io ero immobile. non sapevo cosa fare.

sembrava impazzita. poi è scoppiata in lacrime cadendo in ginocchio.

quando mi avvicino per darle conforto lei mi colpisce con uno schiaffo la mano che le tendevo facendosi sicuramente male.

“VAI VIA” urla.

e non potendo fare altro esco dalla finestra, così com’ero entrato.

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Capitolo 9
*** Licantropo ***


Ero sconvolto. Spesso mi ero soffermato a pensare a come sarebbe stato se fossi tornato da lei. A come Avrebbe reagito. Ma mai avevo immaginato una simile rabbia nei miei confronti.

In fondo era sempre stata molto attenta ai sentimenti degli altri, anche quando qualcuno non le andava a genio è sempre stata attenta a non ferirlo.

Mi odiava. Era solo colpa mia se era così depressa e rabbiosa. Meritavo la sua furia.

Quando arrivai a casa Alice, che ovviamente sapeva già tutto, mi stava aspettando. Era preoccupata. Per me. Non ero degno della sua compassione. Avevo fatto soffrire tutti con la mia sciocca presunzione di poter stare lontano da lei.

“Come stai?”  pensò lei.

Come  stavo? Davvero non riuscivo a dare un nome ai sentimenti che stavo provando.

Mi sentivo come se le fiamme dell’inferno mi stessero bruciando. La guardai. Non sapevo davvero cosa risponderle.

“Mi odia” sussurrai più a me stesso che a lei.

“Ma no, è solo arrabbiata” cercava di consolarmi. “vedrai che tutto si sistemerà, lei ti ama Edward, non ha mai smesso di amarti”

“Hai visto anche tu come mi ha sbattuto fuori?”

“Certo che l’ho visto. Sono sicura che se avesse potuto ti avrebbe gettato dalla finestra” mi dice sorridendo.

Non posso fare a meno di sorridere anch’io. Bella che tenta di buttarmi giù da una finestra?

Alice nota la mia espressione addolcirsi e prende la palla al balzo.

“Andrò da lei” mi informa con nonchalance.

Le lancio un’occhiataccia.

“Forse dovremmo lasciarla in pace” dico.

Mi guarda storto. “Edward fino ad ora abbiamo fatto a modo tuo. Per favore, per favore permettimi di fare a modo mio. In fondo avresti dovuto aspettarti una reazione del genere. Presentarsi a casa sua furioso, dicendole cosa può o non può fare...diciamo che non è stata una grande idea” dice indulgente.

“Lo so” dico ammettendo il grosso errore che la rabbia mi aveva fatto fare.

“Quindi?” mi chiede. Poi, vedendo che non accennavo a risponderle aggiunge “ Ti prego Edward io vorrei davvero andare da lei”.

Mi sentivo con le spalle al muro. Non volevo che Alice andasse da lei, che minasse ulteriormente il suo equilibrio. Ma oramai non credevo più nella mia capacità di giudizio.

Insomma tutto quello che avevo fatto da quando l’avevo lasciata si era rivelato un enorme errore.

“Okay Alice” dissi rassegnato. “Ma per favore non insistere con lei. Mi è sembrata...instabile”

Alice inizia a saltare battendo le mani come se avesse ricevuto il più bel regalo della sua vita.

“Finalmente” cominciò ad urlare. E prima che il suono della sua voce si spegnesse cominciò a correre verso casa di Bella.

Scuoto la testa sorridendo per la sua spontaneità e la seguo.

Arrivati nel vialetto io vado nella foresta ad aspettare mentre Alice si precipita a bussare alla porta. Nessuno di noi si era accorto di Jacob all’interno della casa.

Bella aprì la porta e, alla vista di Alice che le sorrideva rimase pietrificata.

Ecco, pensai, adesso le chiude la porta in faccia.

Gli occhi di Bella si riempirono di lacrime e si lanciò tra le braccia di Alice che la strinse in un abbraccio.

“Che..Cosa ci fai qui?” riuscì a dire quando i singhiozzi si furono attenuati.

Alice sorrise: “Sono venuta a far visita alla mia migliore amica, cosa ci farei qui altrimenti?

poi arricciando il naso aggiunge “ma che cos’è questa puzza?”

Fu allora che Jacob si avvicino: “Bells tutto bene?” e si bloccò vedendo Alice.

Anche Alice si immobilizzò e tutto sembrava andare a rallentatore.

Lo sguardo di Bella vagava da Jacob a mia sorella. Era intelligente. Capì subito che qualcosa non andava.

Jacob cominciò a tremare e un ringhio gli uscì dalle labbra. Alice sibilò.

Cosa faccio? Cosa faccio??

Mi precipitai in casa e spinsi con forza Jacob in giardino prima che succedesse l’inevitabile.

Alice non appena si fu ripresa spinse Bella contro il muro che guardava me e Jacob come ipnotizzata.

“Jacob stai calmo” dicevo cercando di evitare la sua trasformazione mentre era così vicino a Bella.

Dopo essersi divincolata dalla presa di Alice corse tra me e Jacob come a volerci dividerci.

“Cosa sta succedendo chiese?”

Noi la ignoravamo.

“Cosa siete venuti a fare qui succhiasangue?” chiese lui con cattiveria. Continuava a tremare sempre più forte.

“Jacob non qui, non di fronte a lei” dicevo

Bella sembrava isterica. Continuava ad urlare “Ditemi che cazzo succede!!!”

Jacob come se non l’avesse sentita urlò “non dirmi cosa fare!” e si trasformò.

Fortunatamente Alice l’aveva allontanata.

Bella, aveva gli occhi spalancati.Sembrava sconvolta. Mi aspettavo che da un momento

all’altro scappasse via a gambe levate.

Jacob non attaccò. Si voltò a guardare Bella come a volersi scusare e con un balzo si diresse nella foresta. Lei gli corse dietro e lo chiamava. Quando poi si rese conto che ormai era andato via tornò indietro. Io ed Alice ci scambiavamo sguardi eloquenti. E ora?

“Cosa gli hai fatto?” mi chiese con ostilità.

Io aggrottai la fronte. Davvero credeva che fosse colpa mia se il suo amichetto era diventato un animale??

“Niente” risposi e lei chiuse gli occhi a fessura. Probabilmente cercava di capire se le stessi dicendo la verità.

Si girò verso Alice che la fissava senza proferire parola. Anche lei, come me, pensava che sarebbe potuta svenire o qualcosa del genere. Non capita tutti i giorni di vedere un amico trasformarsi in lupo.

Ma Bella come al solito mi stupì. Non ebbe nessuna reazione e si avvicinò ad Alice trascinandola in casa tagliandomi completamente fuori.

Alice mi guardò dispiaciuta ed entrò in casa con lei.

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Capitolo 10
*** determinazione ***


Per un pò di tempo rimasero in silenzio. L’unica cosa che riuscivo a sentire erano i passi agitati di Bella. Camminava avanti e indietro nel piccolo salotto mentre Alice, seduta sul divano, la guardava. 
“Non è possibile” esclamò di punto in bianco. Si diresse in cucina e compose un numero al telefono.
“Cosa fai?” Chiese Alice curiosa.
“Chiamo Jacob” rispose lei come se fosse la cosa più ovvia da fare.
Alice era titubante. “Bella...frequentare Jacob in questo momento non è la più saggia delle idee”
“Perchè? Alice cosa gli è successo?” chiese e la sua voce si spezzò.
Alice optò per la verità. “Jacob è un licantropo”.
“Licantropo” ripetè Bella come se pronunciando lei questa parola potesse cambiarne il significato.
“Bella è pericoloso per te stare vicina al tuo amico adesso. L’hai visto anche tu. Basta un nulla per farli scattare e se tu ti trovassi troppo vicino a lui…” non terminò la frase.
“Pericoloso?” la derise Bella. “Così com’era pericoloso frequentare voi?” la sua voce era piena di rammarico.
Alice non rispose e si limitò a guardare altrove.
“Dove sei stata tutto questo tempo?” Bella cercò di alleggerire la situazione.
“Un pò qui, un pò lì” rispose Alice sorridendo.
“Ti ho scritto..” sussurrò Bella.
“Lo so, scusami se ti ho ignorata”
“Te l’ha chiesto lui?” pensando a me la sua voce divenne dura.
Di nuovo Alice non rispose.
Poi Bella scattò in piedi e prese la giacca a vento.
“Andiamo da qualche parte?” chiese Alice curiosa.
“Io vado da Jacob, tu fa quello che vuoi” disse scrollando le spalle.
Alice strabuzzò gli occhi. “Ma..ma..Bella? hai sentito quello che ti ho appena detto? non è sicuro per te.” Edward ,cavolo come la fermo? Pensò.
“Jake non mi farà del male” disse più a se stessa che ad Alice.
“Ne sei così sicura?” il tono di Alice era più tagliente di quanto avrebbe voluto.
“Si” rispose energicamente guardandola dritto negli occhi.
“Okay,” sospirò Alice rassegnata. “Non posso certo trattenerti”
“Infatti” rispose Bella con tono di sfida. E detto questo salì sulla sua “nuova” auto e si diresse a la Push.
Non potevo permetterlo. Jacob era furioso ed ero sicuro che ancora non si era calmato.
Perchè doveva mettere la sua vita costantemente in pericolo??

Alice mi raggiunse subito. “Mi dispiace” disse “non sono riuscita a farla ragionare”
“Va tutto bene Alice,hai fatto quello che hai potuto” risposi.
“Cosa facciamo?”
“Riesci a vedere cosa può succedere?” chiesi ansioso.
“No Edward, Jacob non si è ancora ritrasformato. Il suo futuro è un buco nero e ovviamente anche quello di Bella, dato che ha deciso di mischiarlo con il suo.”
“Okay, grazie” le dissi. Poi aggiunsi “Proverò a parlarle ancora, prima che arrivi al confine” e mentre lo dicevo ero partito.
Così come giorni prima avevo fatto con Jacob, aspettai al confine che Bella arrivasse.
Quando mi vide mi lanciò uno sguardo carico di odio.
“Spostati” sibilò.
Le feci segno di no con la testa.
“Dobbiamo parlare” le dissi non appena fu vicina da potermi sentire. Rimaneva in auto ferma. Sembrava che stesse decidendo cosa fare.
“Non abbiamo niente di cui parlare” rispose senza guardarmi.
“Ti prego Bella, vieni con me, torniamo a casa” la imploravo. Non andare da lui, non posso perderti.
“Devo andare da Jacob”
“E’ pericoloso” gli dissi. Con il mio tono sembrava che volessi convincere un bambino.
“Spostati” ripetè.
Quando capì che non l’avrei fatto uscì dalla macchina e cominciò a camminare sotto la pioggia.
Mi piazzai difronte a lei deciso a non lasciarla passare quando mi disse guardandomi dritto negli occhi: “Jacob è l’unica persona che mi è rimasta accanto, l’unica che davvero mi vuole bene”. Lo disse con meschinità e capii che il suo intento era ferirmi.
Mi superò, diretta verso il confine.
Decisi di giocare l’ultima carta che mi era rimasta.
“Bella io ti amo” le dissi.
Si voltò verso di me e per un secondo la sua espressione era beata, come se avesse bramato quelle parole, come se fossero l’aria che le permetteva di respirare.
Per un secondo. “Oh ma davvero? TU MI AMI?” chiese scettica.
Io la guardavo. Ero perso. Non sapevo come gestire questa situazione.
“Potevi pensarci prima” disse scrollando le spalle dimostrando che in realtà non le importava.
“L’ho fatto per te, per proteggerti” le dissi. Mi stava sfuggendo. La stavo perdendo.
Si mise a ridere. La sua risata era però triste e spenta.
“Proteggermi?” chiese. “Da cosa esattamente? Da te? Da me stessa? Da cosa?"
Tra gli alberi qualcosa attirò la mia attenzione.
Mi misi in ascolto e sentii la voce mentale di Jacob che mi intimava di andare via.
Poi emerse dall’oscurità.
Bella lo fissò spaventata e poi gli si avvicinò, “Jake?” chiese e lui le diede una piccola spinta con il muso facendola ridere.
Poi Bella gli salì in groppa e andarono via lasciandomi solo sotto la pioggia.
Era andata via. Le avevo detto che l’amavo, che l’unico motivo che mi ha spinto a lasciarla era la sua protezione e lei era andata via. Con un licantropo.
Ma non mi sarei arreso. Quando le avevo detto che l’amavo lei per un attimo si è addolcita. Avevo visto come mi aveva guardato. Era felice.

Avrei lottato per riaverla. Mi sarei fatto perdonare.

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Capitolo 11
*** ricominciare ***


Ero ansioso. Bella non era ancora tornata e ovviamente non potevo andare alla riserva per accertarmi che stesse bene.
E se lui le avesse fatto del male? Lo avrei ucciso.
Tornai da Alice dato che era l’unica cosa che mi rimaneva da fare.
Mentre mi avvicinavo a casa la mia mente si riempì di voci familiari.
“Sta arrivando” Diceva Alice. La mia famiglia era tornata a Forks.
“Che succede qui?” dissi varcando la soglia e guardandoli confuso.
Esme corse ad abbracciarmi e fui lieto di poter stringere mia madre tra le braccia.
Emmett mi diede una pacca sulla spalla. “Hey fratellino è un pò che non ci si vede” La sua mente era piena di immagini di me e lui che lottiamo. L’idea mi piaceva. Avrei potuto scaricare un po dell’agitazione che mi portavo dietro.
Erano tutti felici di essere tornati, anche Jasper e Rosalie.
Io, da parte mia ero contento di riavere la mia famiglia. “Come mai siete tornati?” Chiesi.
Tutti guardavano Alice. Anch’io mi voltai a guardarla. Lei era un pò in imbarazzo e scrollando le spalle dice: “Ho visto la tua decisione di restare. Lo sai che siamo una famiglia. Tutti volevano tornare quindi…” scuotevo la testa divertito. Sempre la solita Alice.
“E adesso? Riprendiamo la nostra vita come se niente fosse?” questa volta mi rivolsi direttamente a mio padre, Carlisle.
“Certo. Io domani ho appuntamento in ospedale e voi potreste tornare a scuola”
“E la versione ufficiale quale sarebbe?” chiese Emmett.
Carlisle ci pensò un pò su e poi disse: “A Esme Los Angeles non piaceva”
Tutti scoppiammo a ridere nel vedere l’espressione imbronciata di Esme.
E così tutto sarebbe ricominciato. Sarei tornato a scuola dove l’avrei vista tutti i giorni. Magari avrei condiviso con lei qualche lezione. Avrei potuto starle accanto senza che lei potesse dire o fare nulla. Semplicemente avrebbe dovuto accettare la mia presenza. Sorrisi all’idea.
Passammo il week end a sistemare tutti i documenti e poi andammo a caccia.
Jasper era eccitato. Riusciva a tenere molto più sotto controllo la sua sete e voleva dimostrarci quanto fosse diventato forte nel gestirla.
Emmett voleva rivedere Bella ma quando ero nei paraggi cercava di non pensarci. Anche lui si era molto affezionato a lei e le voleva bene come se fosse usa sorella minore.
Io mi chiedevo come avrebbe reagito vedendoci domani a scuola.
Quando si è trovata Alice davanti era felice. Purtroppo non posso dire lo stesso di me…

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Capitolo 12
*** SCUOLA ***


Non credevo che lo avrei mai detto ma finalmente è arrivato. Il primo giorno di scuola.
Sono nervoso e agitato come un ragazzino.

Quando arrivammo nel parcheggio tutti si voltarono a guardarci sorpresi e si alza un mormorio generale. “Sono tornati, i Cullen sono tornati” si dicevano.
Passammo tra di loro ignorandoli completamente e ci dividemmo, ognuno verso la sua lezione.
La mattinata trascorse lenta. Non avevo nessuna lezione comune con Bella e io non facevo altro che pensare a lei.
Arrivata la pausa pranzo non stavo più nella pelle. Ci siamo pensai.
Finalmente avrei potuto vedere nella sua reazione cosa ne pensava di tutto questo. Sorrisi. Certo non potevo leggere la sua mente ma i suoi occhi per me erano un libro aperto.

Raggiunsi i miei fratelli che mi stavano aspettando. Alice ci informò che Bella sarebbe stata seduta al tavolo che occupavamo noi. Noi saremmo dovuti andare oltre.Entrammo e la situazione mi sembrava surreale. Tutti stavano parlando di noi, sussurrando a dire il vero, ma ovviamente loro non sapevano che noi potevamo sentirli.
Il mio sguardo vagò per la sala fin quando si posò su di lei. Era..esterefatta.
Ci guardava con gli occhi spalancati e avrei giurato che si stesse sforzando per non far cascare la mascella.
Mi ero illuso di capire qualcosa dalla sua espressione.
Tutto quello che leggevo erano sentimenti contrastanti.
Un attimo sembrava felice e sorpresa, l’attimo dopo rancorosa e ostile.
Continuammo a camminare. Alice si diresse verso di lei superandoci.
“Pranziamo insieme?” le chiese con un sorriso.
Bella inarcò un sopracciglio sarcasticamente come a dire “Mi prendi in giro?ma sorrise e liberando il tavolo dai suoi libri sparpagliati disse “Certo Alice”
Quando ci avvicinammo anche noi l’occhiataccia che mi riservò Bella fu molto eloquente. "Smamma".
Le superai. Non ero abbattuto. Lei mi amava. Avevo ritrovato tutta la mia determinazione. Mi amava e ne ero sicuro.
In fondo non l’avevo sentita più volte sussurrare il mio nome? Non passava i pomeriggi chiusa nella mia camera? A leggere i miei libri?
Emmett non era sicuro di cosa fare. Voleva salutarla ma aveva paura della sua relazione. Mi veniva da ridere.Emmett che aveva paura di Bella.
Ma non appena io fui oltre, Bella riprese a sorridere. Emmett incoraggiato da quel sorriso le si avvicinò, Rosalie venne verso di me ignorandola completamente. Ancora era gelosa di lei. Jasper invece le sorrise imbarazzato accennando un ciao.
“Ciao piccola” disse Emmett sollevandola in un grande abbraccio.
“Mi sei mancata tanto” le dice.
Bella cercava di non piangere, fallendo miseramente nel suo intento. Poi tirò su col naso e scoppiò a ridere.
“Anche tu” disse continuando a ridere.
“Resti con noi?” gli chiese.
Emmett fu preso in contropiede. “ Ehm.. no. Lasciò le ragazze spettegolare e torno dagli altri” disse facendole l’occhiolino.
“Okay” disse lei abbracciandolo ancora una volta.
Il loro scambio m’infastidì. Non perché fossi geloso. Ma perché capii che Bella riservava solo a me quel trattamento astioso.
“Perché non me lo hai detto?” sentii Bella sussurrare ad Alice come se la volesse accusare.
Alice fece spallucce, quasi a non voler dare importanza alla cosa.
“ Non mettetemi in mezzo. Tu sei la mia migliore amica. Lui è mio fratello.”
“Non era mia intenzione farlo. Quindi siete tornati tutti?” chiese cercando di cambiare argomento.
Alice annuì sorridendo.
“E siete tornati per restare?” Era speranza quello che sentivo nella sua voce?
Alice annuì ancora allargando il suo sorriso.
Lo sguardo di Bella si posò su di me.
Ci guardammo per un lungo istante durante il quale il tempo mi sembrò essersi fermato. Potevo sentire il battito del suo cuore accelerare e vedere le sue guance tingersi di rosa. Avrei potuto perdermi nella profondità dei suoi occhi. Poi, troppo presto, distolse lo sguardo.
Continuarono a chiacchierare come facevano un tempo e Bella non mi guardò più. La pausa pranzo passò velocemente. Ci alzammo tutti e Alice e Bella si salutarono con un abbraccio.
Salutò anche Emmett con un cenno della mano e si diresse alla sua lezione. Che guarda caso era anche la mia.
Per entrare in aula attesi che tutti fossero ai loro posti. Poi entrai. Fui immensamente grato al fato che Bella fosse l’unica a non avere un compagno. Finalmente cominciavo ad essere fortunato. Lei mi guardava male consapevole del fatto che sarei stato il suo compagno.
Mi diressi  verso il professor Banner “Bentornato Edward, ci sei mancato” poi lanciando uno sguardo ai miei “nuovi” compagni di classe aggiunse “Puoi sederti accanto ad Isabella, è l’unico posto libero”
“Grazie” dissi e presi posto accanto a lei.
Subito cercò di mettere tra di noi quanta più distanza le fosse possibile e proprio come quando lei era arrivata a Forks mise i suoi capelli tra di noi quasi a voler creare un muro. La sensazione di deja vù era fortissima. Chissà se com'è quella volta sarei riuscito a riconquistare la sua fiducia.
“Ciao Bella” le dissi mentre mi sedevo.
Ancora non riuscivo a credere di essere qui. Di poterle parlare. Di poter respirare il suo profumo.
Bella non rispose ma si limitò ad alzare il mento nella mia direzione.
Il professor Banner interruppe il flusso dei miei pensieri per informarmi di ciò che mi ero perso nei mesi di assenza poi disse: “La prossima settimana dovrete consegnare una relazione sugli ultimi argomenti trattati. Dovrete lavorare a coppie. Sono sicuro che Isabella sarà disponibile nell’aggiornarti e nell'aiutarti a rimetterti in pari”. Questa sì che è fortuna Pensai.
Bella alzò la testa di scatto. Guardò prima il professore poi me e poi tornò ad abbassare la testa. “Nessun problema” disse.
Per tutta la lezione mi ignorò completamente. Quando Banner, notando la sua distrazione, le fece una domanda, io le suggerii la risposta ma lei continuò ad ignorarli. Come se non mi avesse sentito.
Finita la lezione ero pronto a chiederle come avremmo fatto per la relazione quando lei mi si alzò e mi guardò dritto negli occhi.
“La relazione la faccio da sola. Sono sicura che non avrai problemi a rimetterti in pari" disse usando le parole che il professore aveva usato poco prima.
Dovremmo farla insieme” le dico cercando di rendere la mia voce suadente.
Lei sbattè le palpebre. Sembrava confusa.
Scosse la testa e disse “ Non credo proprio”.
Io la guardai divertito. Era arrabbiata ma ero sicuro che il suo senso del dovere avrebbe avuto la meglio.
“E cosa dirai al professor Banner?” le chiesi con tono di sfida.
Fece spallucce. “Niente. Ci metterò anche il tuo nome”.
Questa volta fui io a scuotere la testa e a dire “non credo proprio”. La mia risposta la irritò.
Avrebbe voluto dire qualcosa invece mi diede le spalle e uscì dall’aula.
Scoppiati a ridere.
Continuando a ridere raggiunsi Emmet per la lezione successiva. Qualcosa di divertente? Pensò guardandomi confuso. Mi limitati a dire “Bella” continuando a ridere. Emmett si unì alla mia risata e disse “Sembra un gattino arrabbiato”.
"Hai proprio ragione"

La scuola finì in fretta.
Arrivati all'auto Alice mi comunicò, con sua immensa gioia, che avrei steso la relazione con Bella.
Io sorrisi. Non avevo dubbi.

 

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Capitolo 13
*** visita ***


 

Bella passava tutto il tempo che non le occupava la scuola alla riserva. Mi chiedevo se avesse scelto lui, se avesse deciso di stare assieme ad un licantropo invece di un vampiro.
Poi mi convinsi che lo faceva per evitarmi.
A scuola continuava ad ignorarmi.
Poi un giorno, prima di lasciare l’aula di biologia si voltò verso di me e con lo sguardo di una martire mi chiese “Dove vuoi che ci vediamo per fare la relazione?”
Guardava ovunque tranne che me.
“Facciamo da me? Esme muore dalla voglia di salutarti” dissi senza pensarci e subito me ne pentii quando vidi la tristezza attraversarle lo sguardo nel sentire il nome di mia madre.
Poi si ricompose e riprese la sua faccia arrabbiata.
“Dopo la scuola?” chiese impassibile.
“Certo, vuoi un passaggio?
“No. Ci vediamo dopo” E se ne andò.
Non vedevo l’ora. Certo non si poteva chiamare un appuntamento e lei era palesemente restia all’idea di passare del tempo con me ma forse avrei avuto l’occasione di spiegarle. Se te lo lascia fare. Dissi a me stesso.
Quando arrivai all’auto, nel pomeriggio, Alice era più elettrizzata di me. Mi avvicinai sorridendo e Emmett mi chiese: “Che succede fratello? Perché questo mostriciattolo non fa che saltare?” e cercò di tenerla ferma dato che lo stava irritano. Prima che io potessi rispondere lei quasi urlò “Bella viene da noi” Emmett mi guardò così come Jasper e Rosalie e io mi limitati ad un’alzata di spalle salendo in macchina.

Quando arrivammo a casa Alice corse dentro per dirlo ad Esme. Era incredibile quanto riuscisse ad entusiasmarsi e ad essere terribilmente irritante.

Esme mi venne subito incontro. E' vero Edward? Sorrisi ed annuii. Anche lei mi sorrise. Era felice ma riusciva a nasconderlo meglio di Alice. Poco dopo sentimmo un’auto svoltare nel sentiero e capimmo che era quasi arrivata.

Ci guardammo. Jasper attirò la mia attenzione. Io vado via. Vi lascio soli. Tanto avremo tanto tempo. E uscì dalla porta sul retro. Rosalie seguì il suo esempio. Quanta agitazione per un'umana combinaguai.
Emmett rimase spaparanzato sul divano.
Poi udimmo l’auto che si fermava. Bella rimase qualche secondo in macchina prima di scendere e incamminarsi verso la casa.
Salì i gradini del portico e la sentimmo fare un paio di profondi al che ad Emmett sfuggì una risatina. Il gattino è agitato. Si divertiva. Io sbuffai. “Perché non te ne vai?”sibilai.
“Hey ti ricordo che è contenta di rivedere me” disse e io mi rabbuiai. “Okay” disse e divenne una statua.
Poi Bella bussò. Toc toc toc.
Erano dei colpi leggeri e frettolosi. Emmett aveva ragione. Era agitata.
Mi precipitati ad aprire la porta. Bella mi guardò un istante prima di tornare ad abbassare lo sguardo. “Ciao” disse imbarazzata. “Ciao” le risposi facendomi da parte per farla entrare. Si guardò intorno. Tutto era tornato esattamente come prima che ce ne andassimo. Poi il suo sguardo si posò su Esme che la guardava sorridendo.
In un primo momento la sua reazione mi stupì. Le corse incontro e si lanciò tra le sue braccia. Esme le accarezzava i capelli e le asciugava le lacrime. Ero mortificato. Non c’era da stupirsi. Bella adorava Esme. Così come Esme adorava Bella. Ero stato uno stupido. Con la mia decisione avevo fatto del male a tutti in un modo o nell’altro. Speravo solo di avere la possibilità di rimediare.

Dopo che Bella salutò Alice ed Emmett mi avvicinai a lei. “Possiamo andare in camera mia” le dissi.
“Ti seguo” disse ancora senza guardarmi.
La condussi nella mia stanza. Come quando aveva fatto non appena entrata in casa. Si guardò attorno. Questa volta però era imbarazzata. Lei era consapevole che io sapevo dei suoi pomeriggi qui.
Fu lei a rompere il silenzio.
“Prima iniziamo prima finiamo” disse acida.
“Così impaziente di andare via?” le chiesi
Alzò lo sguardo inchiodandomi al pavimento.
“Davvero Edward cosa ti aspettavi?” Era la prima volta che diceva il mio nome. Consciamente.
Cosa mi aspettavo? Certamente non mi sarei aspettato tutto questo rammarico.
“Che almeno ti fermassi ad ascoltare quello che ho da dirti..”
Era combattuta, lo vedevo.
“Sentiamo, che cos’è che avresti da dirmi?” disse guardandomi con i suoi occhi color cioccolato.

 

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Capitolo 14
*** strategie ***


Alice aveva informato tutti. Quando scesi con Bella fecero finta di niente nonostante lei scrutasse i loro volti. Aveva capito che qualcosa non andava.

La salutarono tutti e io l’accompagnai all’auto.

“Vuoi che ti accompagni?” le chiesi guardando il cielo. Si stava facendo buio.

“No grazie” rispose lei arrossendo. Strinsi la mascella. Ovviamente non era consapevole del pericolo che incombeva su di lei, ma non poteva per una volta accettare?

Salì sulla macchina e le chiusi la portiera.

“Ci vediamo domani a scuola” le dissi. Lei annuì e partì.

Corsi in casa dove tutti mi stavano aspettando. Lanciai un’occhiata ad Emmett che capì al volo. “La seguo fino a casa?” mi chiese ed io annuì.

“Alice” dissi. Nel suo nome una preghiera. Cosa volevo? Che avesse sbagliato? Alice non sbagliava mai.

“Edward non lo so è uscita così dal nulla. Non so nemmeno quando succederà” disse afflitta.

“Non succederà” gridai.

Carlisle che era appena arrivato mi posò una mano sulla spalla.

“Edward figliolo, stai tranquillo, non permetteremo che le faccia del male”

“Ma come possiamo fare? Lei non mi permetterà di starle accanto per proteggerla!”

Alice mi lanciò uno sguardo come a dire grazie per la considerazione.

Carlisle parlò prima che Alice potesse dire la sua. “Devi dirle la verità, Edward”

“Ma come faccio? Siamo appena tornati e la sua vita è già in pericolo” dissi portandomi le mani sul viso.

“Devo correggerti Edward” Alice. “Victoria ha deciso di rifarsi su Bella quando tu hai ucciso James. La sua vita era già in pericolo. Ancor prima che tu decidessi di andar via.”

Emmett che nel frattempo era tornato non sembrava minimamente toccato dalla questione.

Finalmente gli si prospettava uno scontro vero, senza Esme che si preoccupava che potessimo farci del male.

“Stà tranquillo Edward, non riuscirà minimamente ad avvicinarsi a lei. Dovrà prima vedersela con me”.  Cercava di mostrarsi tranquillo ma anche lui era preoccupato. Non gli piaceva l’idea che qualcuno potesse far del male a Bella, le voleva troppo bene.

Ci guardammo tutti in attesa che qualcuno dicesse l’inevitabile.

“Dobbiamo trovarla e ucciderla” disse Jasper che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

Carlisle annuì. Non gli piaceva l’idea di uccidere qualcuno, nemmeno se quel qualcuno fosse un’assassina che voleva far del male a qualcuno di noi. Mi stupì che pensasse a Bella come a una di noi.

“Qual’è il piano?” chiese Emmett a Jasper.

Lui guardò Alice. “Aspetteremo che la visione diventi più chiara e che lei decida quando attaccare. Dovremmo avere un certo margine di tempo. Nel frattempo tu Edward devi parlare con lei e dirle tutta la verità”. Io scuotevo la testa. Doveva esserci un altro modo. Non volevo che Bella sentisse la pressione di questa situazione. Era ancora instabile e non sapevo come avrebbe preso la notizia che una vampira cercava di ucciderla.

Poi Alice intervenne: “Edward dovresti parlare con Jacob”

La guardai sconvolto e dubbioso sulla sua sanità mentale.

Carlisle capì prima di me quello che Alice voleva dire.

“Edward, Alice ha ragione. In fondo i licantropi esistono per uccidere quelli come noi. Bella si fida di lui e passano molto tempo insieme. Deve essere informato.”

Non volevo accettarlo. Avrei dovuto chiedere aiuto a Jacob? Colui che consideravo un mio nemico nella lotta per il cuore di Bella?

Poi piano piano che la tensione spariva dal mio corpo, sicuramente per merito di Jasper, capì che era la cosa più giusta e sensata da fare.

“Avete ragione” dissi “Vado adesso”

“Vengo con te” disse Emmett e insieme ci dirigemmo al confine con il territorio dei Quilute.

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Capitolo 15
*** piccoli chiarimenti e presagi del futuro ***


Ed ecco il momento che stavo aspettando.

Finalmente mi stava dando l’opportunità di spiegarle.

C’erano così tante cose che avrei voluto dirle che non sapevo da dove cominciare.

I pensieri mi riempivano la mente e mi impedivano di parlare. Può un vampiro sentirsi così?

Mi avvicinai a lei e guardandola dritto negli occhi le dissi “ Ti amo”. Era l’unica cosa di cui ero sicuro.

Lei chiuse gli occhi. E ancora una volta mi è parso che lei stesse assaporando quelle parole.

“Questo me lo hai già detto” disse in un sussurro. Cosa voleva dire? Che non credeva nelle mie parole?

“Bella mi dispiace davvero per tutto il male che ti ho fatto. Ma non vedevo altro modo. Quando Jasper al tuo compleanno..” non riuscivo a pensarci.

“Ho pensato che per te fosse troppo pericoloso vivere a stretto contatto con noi. Che mai avrei avuto la sicurezza che non ti avrei fatto del male.” La guardavo mentre mi ascoltava. “ma non ho mai smesso di amarti. Credimi. Ogni singolo giorno è stato una tortura per me. Sei rimasta nei miei pensieri giorno e notte. Ho sbagliato. Pensavo di proteggerti. Credevo di fare ciò che era meglio per te.”

“Non hai mai pensato, visto che era di me che si parlava, che avrei voluto scegliere? In fondo era la mia vita! Invece hai scelto tu per entrambi” la sua voce che prima si era alzata di tono si spezzò sull’ultima parola.

“Andiamo Bella, sappiamo entrambi quale sarebbe stata la tua scelta” dissi sprezzante.

L’immagine di Bella bianca e fredda con gli occhi rossi balenò nella mia mente.

“Per te non è mai stata un’opzione vero?”

Girai la testa per non guardarla. Ci avevo pensato spesso, soprattutto quando l’avevo conosciuta. Ma credevo che sarebbe stata una scelta egoista. Lei era così pura, semplice, coraggiosa, sincera. Non potevo privarla della sua anima.

“Rispondimi Edward” la determinazione nella sua voce mi spinse a guardarla.

“No” risposi.

“Capisco” e la delusione le attraversò il volto. Davvero avrebbe voluto diventare come me? Un mostro senz’anima? Mi faceva male quell’espressione sul viso. Volevo spiegarle.

“Bella io non potrei mai condannarti..”

“A cosa Edward? Ad una vita senz’anima?” disse interrompendomi.

Io annuì.

“Mi dispiace dirtelo ma è quello che hai fatto.” mi accusò. Senza lasciarmi il tempo di pensare a cosa volesse dire con quelle parole mi chiese

“Perchè sei tornato?”

“Volevo rivederti. Mi ero convinto che se ti avessi vista vivere la tua vita come meriti sarei riuscito ad andare via. Ma tu…”

“ah” disse e abbassò lo sguardo imbarazzata. In quel momento ricordai tutta la rabbia che avevo provato nel vederla farsi del male.

“Davvero Bella cosa pensavi di fare?” le dissi arrabbiato.

Sussultò quando sentì l’asprezza delle mie parole. Continuava a non guardarmi.

“Io…” arrossì e guardò altrove. Rimase in silenzio per un pò poi sottovoce disse

“il dolore fisico era più sopportabile”.

Chiusi gli occhi. Ero davvero un mostro se l’avevo portata a questo.

“E’ colpa mia quindi..” dissi a me stesso in un sussurro tale che lei non potè sentirmi.

“Ti prego Bella, adesso sono qui, ti amo, voglio stare con te” le dissi prendendo le sue mani calde tra le mie.

La sensazione che provai al contatto con la sua pelle era una delle più belle che avessi mai provato.

Lei tirò via le mani, ma non lo fece in modo brusco. Cercava di non ferirmi.

“Questo non cambia le cose” disse allontanandosi da me, dandomi le spalle.

“Perchè Bella? Non mi vuoi più?” le chiesi. La sofferenza palese nella mia voce.

Si voltò a guardarmi. I suoi occhi sembravano più grandi, erano lucidi e confusi.

Non rispose.

“E’ per lui? Per Jacob? Sei innamorata di lui?”

“Non essere ridicolo. Jake è mio amico”

“Lui è innamorato di te” mi guardò ancora una volta confusa e poi scosse la testa come a voler scacciare quel pensiero.

“E allora perchè?”

“Non posso permetterti di tornare nella mia vita.”

Non aveva detto che non mi amava. Questo per me era un grande passo avanti.

Semplicemente aveva bisogno di fidarsi ancora di me. Ce l’avrei fatta.

Stavo per dirle che non avrei mollato quando sentii Alice sussurrare il mio nome dal piano di sotto. Mi misi in ascolto e rimasi pietrificato nel vedere la sua visione.

Una massa di capelli rosso fuoco frustati dal vento, la postura felina, pronta all’attacco. Nei suoi occhi rosso cremisi l’immagine di Bella, sola e indifesa, che si preparava all’inevitabile. Victoria.

“No!” scattai improvvisamente tanto che Bella si spaventò.

Mi guardò confusa e io cercai di scrollarmi di dosso quello che avevo visto.

Poi cercai di ricompormi: “Edward va tutto bene?” mi chiese allungando una mano verso di me.

“Si scusa” le dissi. Poi per cambiare argomento aggiunsi “Allora? questa relazione?”

Sapevo che non si era lasciata ingannare ma saggiamente decise di non farmi altre domande.

Non avrei proprio saputo risponderle.

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Capitolo 16
*** Alleanza ***


Quando arrivammo al confine non dovemmo aspettare molto. I licantropi si resero conto quasi immediatamente della nostra presenza così vicino al loro territorio e accorsero. Quando Jacob mi vide ringhiò. Il capobranco, Sam, lo zittì. “fermo Jacob. noi NON attaccheremo” pensò. Emmett si guardava intorno. Sono enormi pensava guardando i cinque lupo intorno a noi. “Devo parlarti Jacob” dissi e dal mio tono di voce capì che era importante. “Avete notato qualcosa di strano ultimamente? Un odore diverso dal nostro?” chiesi rivolgendomi a tutti loro. “puzzate tutti uguale” pensò con disprezzo uno di loro. “Andate ci penso io” disse Jacob guardando Sam. Lui annuì e “andiamo” disse agli altri e si dileguarono nell’oscurità. Anche Jacob si allontanò per tornare pochi secondi dopo in forma umana. “Parla” disse incrociando le braccia al petto. “Cos’è questa storia succhiasangue? C’è in giro un’altro succhiasangue?” “Un’altro?” chiesi confuso. Jacob annuì. “La settimana scorsa ne abbiamo ucciso uno” disse orgoglioso. Io ed Emmett ci guardammo. “Un uomo o una donna” chiese lui? “Uomo” l’espressione di Jacob cominciò a farsi confusa. Cos’è questo interesse? pensava. “Se era un vostro amichetto sappiate che era sul nostro territorio. Il patto non è stato infranto” “Non è questo Jacob..” dissi. “E allora cosa?” disse. Mi stai irritando. pensò. “Mia sorella Alice ha previsto che arriverà una vampira, una rossa, ma non sappiamo quando” “E siete così preoccupati perché…?” chiese per farmi continuare. “Viene per vendicarsi. Io ho ucciso il suo compagno.” dissi. Jacob mi guardò confuso. Non capisco cosa vuoi dire succhiasangue. Cosa c’entriamo noi? “Per vendicarsi vuole uccidere Bella” “COSA?” urlò Jacob. Il suo corpo cominciò a tremare, dal suo petto nasceva un ringhio forte, le convulsioni erano sempre più forti… “JACOB!” urlai “Questo non è il momento di farsi prendere dalle emozioni” gli dissi e lui sembrò calmarsi. A quel punto gli tremavano solo le mani. Fece un respiro profondo e annuì. “Okay. Cosa facciamo?” “Innanzi tutto vorrei che Bella non lo venisse a sapere. Possiamo occuparcene senza che lei le si avvicini” Jacob ci pensò. Non mi piace l’idea di mentire a Bella però forse il succhiasangue ha ragione, lei non sta ancora bene. Sarebbe meglio che non vivesse costantemente con la paura di essere ammazzata. Jacob annuì. Io continuai “se la trovate prima voi sapete cosa fare. In ogni caso non deve sopravvivere” dissi. La mia voce sembrava distorta dall’odio. “Non succederà” disse Jacob sicuro. “Se non c’è altro” disse guardando prima me poi Emmett “andrei a mettere al corrente gli altri” “Certo” risposi e gli tesi la mano. Lui la guardò stupito ma poi la strinse. La sua era una presa forte e sicura. Ebbe un piccolo sussulto causato dalla diversità delle nostre temperature ma lo ignorò. “Grazie” dissi. “Certo” disse annuendo. E poi, dopo essersi trasformato, corse via.

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Capitolo 17
*** Paura ***


I giorni passavano e di Victoria nessuna traccia. Alice non aveva avuto piu visioni tanto che cominciavo a pensare che magari lei avesse rinunciato al suo piano di vendetta.
Bella non rimaneva un attimo da sola sia che lo sapesse o meno.
Quando non era a scuola era con Alice o Jacob. Di notte ero fuori dalla sua finestra.
Il suo comportamento nei me i confronti era impercettibilmente cambiato. Si sforza di salutarmi e ogni tanto la sorprendevo a guardarmi. Tutte le volte che succedeva mi sentivo gioire.
Jacob cominciava a starmi simpatico. Certo era innamorato di Bella e per questo sapremmo stati eterni nemici ma era un bravo ragazzo, la sua mente era una delle più buone che avessi mai sentito e poi Bella gli voleva bene. Senza dimenticare che è lui che devo ringraziare se Bella è ancora viva. probabilmente se non ci fosse stato lui lei non sarebbe qui.
Lo chiamai al pomeriggio. Io e la mia famiglia dovevamo allontanarci per la notte. Avevamo bisogno di andare a caccia.
Accettò di passare la notte di vendetta senza problemi.
Così partimmo. Non ci saremmo allontanati molto ma eravamo tutti molto elettrizzati.Era tanto tempo che non passavamo del tempo insieme e questa sarebbe stata l’occasione ideale.

Quando Alice lasciò cadere il puma che aveva catturato troppo presto perchè avesse finito tutti ci voltammo a guardarla e vedemmo il suo sguardo diventare vitreo.
Jasper le fu subito accanto e io prestai attenzione.
Il terrore s’impadronì di me. La visione di Alice divenne nitida ed entrambi capimmo che tutto sarebbe successo da un momento all’altro e noi eravamo distanti.
Bella era in un punto anonimo della foresta. Che cosa ci faceva lì da sola? Victoria le si avvicinava con passo lento, gustandosi la paura più che evidente nei suoi occhi.
Alice non appena prese lucidità ringhiò di rabbia e cominciò a correre trascinando Jasper con sè. “Andiamo” urlò ad Emmett, Rosalie, Carlisle ed Esme che ci guardavano confusi e spaventati.
Presi il cellulare lieto di averlo preso e composi il numero di Jacob cominciando la mia corsa.
Provai a chiamarlo ma non rispose. Sperai con tutto me stesso che fosse con Bella.
Riprovai. Al terzo squillo rispose. “Pronto?” la sua voce era assonnata.
Aumentai la velocità. “Cazzo Jacob, dov’è Bella?” ero sempre più spaventato.
“Sta tranquillo sono a casa sua lei è…” e si fermò.
“Cosa?” chiesi quasi urlando.
“Cazzo la macchina non c’è! E’ uscita e non me ne sono accorto! Merda!”
“Victoria sta per attaccare” dissi. La mia voce era atona. Ormai mi sentivo sconfitto.
“Dove?” chiese Jacob. avvertii anche un fruscio. Anche lui stava correndo.
“Nella foresta. Non abbiamo alcun punto di riferimento. Noi stiamo arrivando.”
“Cosa significa stiamo arrivando? Non siete ancora in città?”
“No stiamo tornando”
“MERDA!” urlò Jacob e chiuse la comunicazione.

Non riuscivo a credere che fosse stata così fortunata nei tempi. Da quando Alice ha avuto la sua prima visione non abbiamo lasciato Bella da sola un attimo tra noi e Jacob.
Questa è stata la prima volta. Dovevamo andare a caccia, la sete cominciava a farsi sentire.
Bella aveva preso la macchina e questo era uno svantaggio. Non potevamo seguire il suo odore.Poteva essere ovunque.
“Dividiamoci” disse Alice e la sua determinazione mi diede forza.
Ognuno di noi andò in una direzione e pregavo che qualcuno la trovasse.
Girai a vuoto finché non sentii il suo odore portato da una folata di vento.
Mi voltai appena in tempo per vedere la scena della visione di Alice. Victoria si stava avvicinando pericolosamente a Bella. Lei era terrorizzata e indietreggiava strisciando.
Poi Victoria fece un passo verso di lei.
“NO!” urlai. Mi sentì e si voltò verso di me sorridendomi compiaciuta avvicinandosi sempre di più a Bella che ancora non poteva vedermi.
Bella chiuse gli occhi e Victoria con un salto si lanciò su di lei...

 

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Capitolo 18
*** Victoria ***


Questo è l'unico capitolo in cui è Bella a parlare.
Che ne dite? vi sta piacendo la storia? recensite!!!
 

Erano passate settimane da quando i Cullen erano tornati ed erano successe tante cose. Ad esempio? Jake, il mio amico, era un licantropo.
Ancora non riuscivo a crederci.
Eppure lo avevo visto trasformarsi con i me i occhi. In un attimo era diventato un enorme lupo dal pelo rossiccio.
Spostavo lo sguardo da lui a Edward che lo fissava sconvolto. Poi urlò “ Non davanti a lei"
Significava che Edward sapeva?

Feci spallucce e risi di me stessa. Mi irritava  che lui, a differenza mia, conoscesse il segreto del mio migliore amico ma non potevo aspettarmi che me lo dicesse dato che lo ignoravo.
Quanto avrei resistito? Quando mi aveva detto che mi amava ho sentito il mio cuore battere di nuovo, come se con quelle semplici parole lo avesse riattivato.
È stato difficilissimo guardarlo impassibile e dirgli che non mi importava quando l'unica cosa che avrei voluto fare era rifugiarmi tra le sue braccia.
Insomma chi si credeva di essere?
Mi aveva lasciata senza una spiegazione logica. Per me ovviamente. Per lui la sua decisione era molto più che logica.
Quel giorno a casa sua mi ha anche spiegato le sue motivazioni che ora con il senno di poi mi sembravano anche giuste ma una parte di me non riusciva a perdonarlo nè a dimenticare tutto ciò che avevo passato. Ma lo amavo più di qualsiasi cosa al mondo e il solo vederlo quasi tutti i giorni mi rendeva...felice.
E poi c’era Alice. Mi era mancata tantissimo e passavamo un sacco di tempo insieme. Ovviamente tutto quello che non passavo con Jacob. Erano giorni  che praticamente non ero mai sola. Qualche volta anche Emmett passava del tempo con me.
A volte avevo l’impressione che volessero sorvegliarmi. Forse temevano che facessi qualcosa di sconsiderato? Mi vergognavo tantissimo di quello che avevo fatto a me stessa ma non ne avevamo più parlato.

E poi c’era Jacob.
Non potevo credere a quello che mi aveva detto la sera prima.
Bells.. io..mi sono innamorato. 
Mi aveva detto imbarazzato guardando ovunque tranne che dalla mia parte.
E' fantastico Jake! dissi entusiasta. Ero davvero felice per lui. Se lo meritava davvero. Chi è la fortunata? La conosco?
Finalmente si voltò a guardarmi. Uno sguardo intenso che disse più di mille parole. Oh dissi quando capii e non seppi aggiungere altro. Si era innamorato..di me
Non poteva essere. Lui era il mio migliore amico. La persona che era riuscita a portare un po’ di colore nella mia vita ormai diventata grigia. Gli volevo bene e mia avrei potuto vivere senza di lui ma.. non era il mio tutto. Quel posto nel mio cuore era occupato da Edward e sarebbe stato sempre così, anche se lui non fosse mai tornato.

Avevo bisogno di mettere ordine nei pensieri, così presi la macchina che Charlie mi aveva dato “in prova” e partii.
Poco prima di arrivare al sentiero per casa Cullen c’era una piccola radura. L’avevo trovata per caso vagabondando uno dei pomeriggi a casa di Edward, quando ancora era un posto vuoto ma pieno di ricordi. Era un posto incantevole. Mi sentivo in pace li. Parcheggiai l’auto. Avrei dovuto camminare per qualche centinaio di metri.
Arrivata lì mi guardai intorno soddisfatta.
Mi stesi sull’erba umida e chiusi gli occhi.
Non so per quanto tempo rimasi così.
I pensieri mi si affollavano nella mente e davvero mi sentivo più confusa che mai.
L'unica cosa certa era quello che provavo per Edward.
Ero stata davvero cattiva con lui da quando era tornato. Gli avevo detto cose con il solo scopo di ferirlo.
Mi ero decisa ad andare da lui e porre fine al nostro supplizio. Volevo chiedergli scusa per come mi ero comportata.
Volevo dirgli che anch’io lo amavo.
Aprii gli occhi e mi sedetti ma rimasi pietrificata.
A pochi metri da me una figura dai capelli di un rosso acceso mi guardava con un ghigno stampato sul viso. Victoria.
Cosa ci faceva qui? Cosa voleva? La fissati spaventata senza riuscire a muovermi e lei fece un passo verso di me.
Cercai di strisciare indietro e di allontanarmi da lei ma il mio corpo non rispondeva ai miei comandi.
Era bellissima e selvaggia. I suoi abiti sporchi e strappati ma non sembrava curarsene. Mi guardava come se finalmente avesse raggiunto il suo obiettivo.
In quel momento capii che stavo per morire.
Non avrei potuto dire ad Edward che lo amavo, non avrei più rivisto Jake, Alice o Charlie..
Victoria si girò a guardare tra gli alberi co ne se qualcosa avesse attirato la sua attenzione. Seguii il suo sguardo ma non vidi niente. Poi lei sorrise. Io ne approfittai per allontanarmi un altro po da lei.
Non sarebbe servito a nulla ma era l’unica cosa che riuscivo a fare.
Quando poi la vidi saltare e lanciarsi nella mia direzione chiusi gli occhi pregando che finisse presto.

Sentii un forte schianto e solo allora mi decisi ad aprire gli occhi. Davanti a me c’era Jacob che ringhiava contro Victoria che si stava alzando da terra. Un enorme albero era stato spezzato in due. Poi dagli alberi sbucò Edward che alla vista di Jake sospirò di sollievo.
Victoria provò a girare attorno a Jacob e a raggiungermi. Perché voleva me??
“ Non ci riuscirai” le disse Edward. Jake sembrava d’accordo con lui.
Victoria era agitata e si guardava intorno. Cercava una via d’uscita?
Poi arrivarono anche Alice ed Emmett così mi resi conto che era circondata.
Emmett mi guardò. Sembrava che stesse cercando di capire se fossi tutta intera.
Mi ero accorta che le mie mani sanguinavano appena a casi dello sfregamento con il terreno ma a parte questo,tutto bene. Annuii e lui sorrise di rimando prima che il suo volto diventasse una maschera di odio.
Io mi volta i a guardare Edward. Speravo che capisse dal mio sguardo tutto quello che avrei voluto dirgli.
Victoria emise un urlo spaventoso che mi costrinse a coprirmi le orecchie con le mani e si lanciò a tutta velocità contro Alice.
Mi costrinsi  a distogliere lo sguardo da Edward e vidi Victoria cadere nel punto esatto da cui era appena partita. Alice sembrava non essersi mossa. Poi annuì verso Edward e venne verso di me. Cosa si erano detti? Alice si accovacciò accanto a me. “ Stai bene?” mi chiese. Io continuavo a guardare Edward ma annuii.
“Dobbiamo andare via” mi disse. Mi decisi a guardarla confusa. Dove voleva che andassi?
La lotta tra Victoria e gli altri riprese e io mi gira i a guardare. Non riuscivo a vedere molto. Erano troppo veloci per i miei occhi. Sentivo solamente dei grossi colpi e Jacob ringhiare.

Poi l’albero proprio accanto a me si spezzò. Ci misi qualche secondo a capire che era stato il corpo di Edward a sbattergli contro.
Lo guardai terrorizzata e non potei fare a meno di urlare il suo nome cominciando a piangere. Lui non mi degnò di uno sguardo ma urlò contro sua sorella. “Maledizone Alice. Portarla via da qui!”
Al che Alice mi prese tra le braccia e mentre le urlavo di lasciarmi e mi dimenavo. Non ero quasi cosciente delle mie azioni. Non capivo più nulla. Volevo stare con Edward con ogni fibra del mio essere. 
"Alice" la incalzò Edward sparendo e riapparendo nella parte opporta della radura.
"Ho paura di farle male" urlò lei frustrata.
Allora mi ritrovai senza accorgermene tra le braccia di acciaio di Emmet che mi portò via per lasciarmi a casa Cullen e sparire di.nuovo.

 

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Capitolo 19
*** Lotta ***


Quando arrivai alla radura sospirai di sollievo nel vedere Jacob posizionato davanti a Bella a farle da scudo. Victoria era confusa. Chiaramente non poteva sapere di Jacob. Ma era decisa a portare a termine il suo piano così provò a girare intorno a Jacob per raggiungere Bella. Mi voltai a guardarla. Il suo sguardo dapprima spaventato adesso era intenso. Era come se cercasse di dirmi qualcosa. “Non ci riuscirai” dissi a Victoria prevedendo la sua mossa. Jacob ringhiò. Era d’accordo con me. Poco dopo anche Alice ed Emmett ci raggiunsero. Victoria era circondata. Quando se ne rese conto urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Bella si coprì le orecchie con le mani. Poi credendo che Alice fosse la più debole del gruppo si lanciò su di lei. Alice quasi non si mosse e con un calcio ben assestato nella pancia rimandò Victoria nel punto esatto da cui era partita. Alice sorrise soddisfatta. “Porta via Bella” sussurrai e Victoria ringhiò. Alice annuì e andò da Bella. “Stai bene?” le chiese. Bella annuì. “Vieni dobbiamo andare via”. Nel frattempo Victoria tornò ad attaccare. Jacob intervenne e la lanciò contro di me. Lei cominciò a girarmi intorno. Voleva allontanarsi quel tanto che bastava per poter attaccare uno solo di noi. Era in chiaro svantaggio. Poi sentii Bella urlare e mi distrassi quel poco che bastò a Victoria per scaraventarmi contro un albero che si spezzò a pochi metri da Bella. “Edward!” urlò lei piena di paura. Il mio nome pronunciato dalle sue labbra mi riempì di gioia. Aveva paura per me. Questo doveva pur significare qualcosa. Ma non era questo il momento di pensarci. Non mi voltai nemmeno a guardarla. “Maledizione Alice! Portarla via da qui!” urlai esasperato. “Ho paura di farle male!” urlò lei di rimando frustrata. Allora Emmett corse da lei e prese Bella tra le braccia e spari nel bosco seguito da Alice. Tornò dopo pochi minuti nei quali io e Jacob attaccando Victoria che oramai non aveva via di scampo. Mi si affiancò e con uno dei sorrisi più cattivi che avessi mai visto sul viso di Emmett disse “ liberiamoci di questa feccia” Attaccammo contemporaneamente e per Victoria fu la fine. Dopo averla smembrata raccogliendo tutti i pezzi per darle fuoco. Jasper ci raggiunse in quel momento e ci diede una mano a finire il lavoro. Scusa il ritardo pensò. Sono rimasto per calmare Bella. Era isterica. Io annuì. Jacob tornò in forma umana. Il sorriso sul suo volto era contagioso. “Bel lavoro amico” disse dandomi una pacca sulla spalla. “Bella dov’è?” chiese poi. “A casa mia” dissi. “Okay io vado ad avvisare gli altri che è tutto finito” “Grazie Jacob” dissi. Gli ero davvero riconoscente. Se non ci fosse stato lui io non sarei arrivato in tempo e Bella sarebbe morta. Era finita. Adesso però dovevo affrontare Bella e dirle tutto. Sarebbe stata una bella gatta da pelare.

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Capitolo 20
*** Segnali contrastnti ***


Arrivato a casa trovai Carlisle ed Esme ad aspettarci sotto il portico. “E’ finita” dissi con un sorriso. Carlisle annuì ed Esme corse ad abbracciarmi. “Dov’è Bella?” chiesi. “Si è addormentata nella tua stanza” mi rispose Carlisle ed io corsi da lei. Entrai ed Alice si alzò e venne verso di me. Mi mise una mano sulla spalla prima di uscire. Mi avvicinai al divano sul quale Bella era rannicchiata. Era ancora agitata e si lamentava. Rimasti un po’ a guardarla. Era così bella e innocente. Non sarei mai riuscito a perdonami per tutto il male che le avevo fatto. Le sfiorai la guancia con un dito e lei aprì gli occhi. Mi guardò confusa per un attimo. Poi esclamò “Oh mio Dio! Edward stai bene?” e cominciò a tastarmi le braccia e il petto per assicurarsi che fossi tutto intero. Poi cominciò a piangere rannicchiata contro il mio petto. L’abbracciai. E tutto il mio mondo riprese il suo equilibrio. Cercasi di calmare i suoi singhiozzi cullandola tra le mie braccia. “E’ finita adesso tranquilla” le sussurravo all’orecchio. Averla tra le mie braccia era un’emozione indescrivibile e avrei dato o fatto qualsiasi cosa per prolungare quel momento. Ma troppo presto lei si staccò da me per guardarmi in viso e chiedermi “Cosa è successo?” Una parte di me non voleva dirglielo. In fondo era colpa mia se un vampiro aveva provato ad ucciderla...di nuovo. Ma mi ero ripromesso di essere sincero con lei e di lasciarla decidere. Sospirai e lei continuava a guardarmi. “Qualche settimana fa Alice ha visto la decisione di Victoria. Voleva vendicare la morte di James uccidendo te” dissi mortificato. Lei nel sentire i nomi di Victoria e James rabbrividì. “E’ per questo che Alice ed Emmett non mi lasciavano mai sola?” chiese irritata. Io sorrisi per la sua perspicacia ed annuii. “Io passavo le notti sull’albero di Charlie” dissi sperando che non si arrabbiasse nel sapere che ancora oggi la guardavo dormire. Lei sembrava.. compiaciuta. “Aspetta...e Jake? Perché anche lui era nella foresta? Oh Edward sta bene vero? Dov’è adesso?” disse alzandosi e cominciando ad agitarsi. Stava per svenire ci avrei scommesso. “Hey calmati è tutto a posto okay? Il tuo amico sta bene ed è tornato alla riserva” dissi obbligandola a sedersi. “Respira” ordinai. Fece qualche respiro profondo e sembrò calmarsi. “ Tu passi così tanto tempo con lui così mi è sembrato giusto avvertito nel caso attaccasse mentre eri con lui. Lui si è offerto di aiutarci.” dissi rispondendo alla sua domanda. “E nessuno di voi ha pensato di dirmi cosa stava succedendo?” disse con tono offeso. Ero imbarazzato. Non sapevo cosa risponderle. Potevo dirle che avevamo paura che avesse un esaurimento nervoso dato che era già sulla strada della pazzia senza offenderla? “Bella tu.. non stavi molto bene. Non abbiamo voluto darti ulteriori problemi” distolse lo sguardo e annuì senza dire altro. Probabilmente sapeva che avevo ragione. “E lei adesso dov’è?” chiese in un sussurro. “Non potrà mai più farti del male” dissi. “L’avete uccisa vero?” chiese. Il suo tono sembrava dispiaciuto. Era dispiaciuta perché avevamo ucciso un mostro che voleva a sua volta ucciderla? Ma forse ho capito male. “Si” dissi e mi allontanai da lei. Non volevo che vedesse l’odio nel mio sguardo. Non volevo che mi sapesse capace di provare un odio così profondo. Bella si alzò ed io mi avvicinai a lei. “Stai bene?” le chiesi prendendo entrambe le sue mani tra le mie. Lei rimase a guardare le nostre mani intrecciate per un momento. “Io..” cominciò a balbettare. “Si?” le chiesi curioso. Era la prima volta che ero con lei e non mi sotterrava con lo sguardo. Volevo proprio sapere cosa stava pensando e soprattutto il motivo di questo cambiamento. Poi lei distolse lo sguardo e disse “Dovrei andarmene”. Non riuscii a nascondere la delusione. “Certo” dissi. “Posso accompagnarti io” dissi ma poi vedendo il suo sguardo aggiunsi “O Alice se preferisci”. Lei sbattè le palpebre un paio di volte guardandomi negli occhi. Poi abbassò lo sguardo imbarazzata e disse in un sussurro “Preferirei che mi accompagnasse Alice”. Non pensavo che mi sarei sentito così ferito. Mi ero illuso che le cose tra noi potessero cambiare. Sentire la paura nella sua voce mentre gridava il mio nome, la sua preoccupazione per me mi avevano fatto credere che lei ancora mi volesse. Annuii e lasciai andare le sue mani. Lei mi si avvicinò e mi posò una mano sulla guancia e a quel contatto così caldo sentii come una scarica elettrica attraversarmi il corpo. Chiusi gli occhi. “Scusa” sussurrò prima di uscire correndo.

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Capitolo 21
*** Fine ***


. Rimasi lì immobile per non so quanto tempo. Sentivo ancora il calore della sua mano sulla guancia. Cosa voleva dire quell’ultimo gesto, quell’ultima parola? Per cosa si stava scusando? Perché non mi voleva? Perché sapeva che mi aveva ferito? Il sole era calato da un po’ e io ero ancora a rimuginare su tutto questo. Sentii bussare alla porta e voltai la testa. Quello fu il primo movimento dopo non so quante ore. Alice fece capolino tutta sorridente come al suo solito. Sperai che capisse che non ero dell’umore giù si per sopportare la sua esuberanza. “Che ci fai ancora qui?” chiese con la sua voce cristallina. “Non dovresti essere a spiare Bella?” disse sollevando un sopracciglio. La guardia confuso. Alzai le spalle e dissi “Non ce n’è più bisogno Victoria è morta” dissi sprezzante. Le mi guardò compiaciuta e io iniziai a frugare nella sua mente. Alice era molto brava a non farmi capire a cosa stava pensando. Iniziava a dire a memoria romanzi, avvenimenti storici, le canzoni più disparate. Così capivo che mi stava nascondendo qualcosa. Quello era proprio uno di quei momenti. Stava raccontando tutte le fiabe per bambini in tre lingue diverse. “Che cosa mi stia nascondendo?” chiesi irritato. Non rispose ma sorrise e mi fece l’occhiolino! Poi se ne andò. Era frustrante! Alice a volte si comportava come una burattinaia e noi eravamo i suoi burattini. Ci induceva a fare quello che lei voleva per poter raggiungere il risultato di una delle sue strambe visioni. Quel comportamento mi rese ansioso. Bella stava bene? In fondo era stata quasi uccisa. Avrei dovuto chiedere ad Alice di rimanere con lei stanotte. Decisi di andare a controllare. La casa era buia e silenziosa. Sicuramente tutti dormivano. Mi avvicinai e presi il mio solito posto soddisfatto di sentire il battito regolare del suo cuore e il suo respiro tranquillo. Mi accorsi di un odore diverso, metallico che veniva dall’albero. Mi guardai intorno e poggiata al ramo sopra la mia testa c’era una scatola. La presi curioso e l’aprii. Era chiaramente di Bella perché impregnata del suo odore. Ma come ci era finita lì? Ipotizzati che ci fosse lo zampino di Alice. All'interno c'erano delle lettere. Un mucchio. Ne presi una. Caro Edward Sono passati non so più quanti giorni da quando hai deciso di andare via. Perché lo hai fatto? Io ti amo così tanto. Continuo a pensare a quello che mi dicevi riguardo la mia anima. Non era vero quello che dicevi. Se fosse stato vero che tu volevi protegge la mia anima non me l’avresti strappata via. Adesso sono una persona vuota perché tu sei andato via portando ti dietro la mia anima e il mio cuore. Papà vorrebbe che andassi in Florida dalla mamma ma io non voglio perché tu potresti tornare. Anzi no tu tornerai. Ne sono sicura. Non può tenerti per sempre il mio cuore. Ero sconvolto. Erano lettere e lettere indirizzate a me. Ne presi un altra. Ti odio! Ti prenderei a calci se sapessi dove sei. Sei un egoista, ipocrita e bugiardo! Non solo te ne sei andato via tu ma mi hai tolto anche la mia migliore amica! Non posso nemmeno parlare con lei. Come dicevi “sarà come se non fossi mai esistito”? Bhè Stronzo! Ma come hai potuto pensare che potesse succedere? Dovevi cancellarmi la memoria se volevi riuscire nel tuo intento stupido imbecille! Sbattei le palpebre. E presi l’ultima lettera che probabilmente aveva scritto dato che era quella che più odorava di inchiostro. Carissimo Edward.. Sei tornato. Lo sapevo che lo avresti fatto. Non sia quanto mi renda felice saperti di nuovo a Forks. Perdonami per come mi comporto con te. Anch'io ti amo più della mia stessa vita ma ho paura. Tu sei la persona che più può farmi male a questo mondo. E non per che cosa sei. Ma per quello che provo per te. Vedi Edward tu te ne sei andato sperando che io potessi vivere una vita normale. Ma non hai messo in conto che io mai e poi mai potrei amare qualcun altro. Mai riuscirei a provare un amore così profondo e totalizzante come quello che provo per te. Tu sei il mio tutto. Senza di te nulla ha più senso. Ma ho paura. Davvero tanta paura. Se ti permettessi di ritornare adesso nella mia vita cosa mi assicurerebbe che domani non succeda qualcosa che ti porterà a prendere la stessa decisione? E allora che cosa ne sarebbe di me? Ti chiedo ancora per il mio comportamento è pura difesa. Ti amo La gioia che provai nel leggere quelle parole fu immensa. Corsi alla finestra portando con me il tesoro che quella scatola rappresentava e senza fare rumore l’aprii. Mi avvicinai al suo letto. Sapevo che non avrei dovuto sceglierla, aveva bisogno di riposare ma fu più forte di me. Prima che potessi fare qualsiasi cosa Bella aprì gli occhi. “Edward cosa ci fai qui?” disse confusa quando mi vide poi guardando la scatola tra le mie mani arrossì. “Alice te le ha date” disse imbarazzata. Mi avvicinai. “Posso?” le chiesi indicando il letto. Lei si alzò facendomi spazio. Mi sederti. “Bella io..” cominciai a dire ma mi interruppe. “Edward mi dispiace! Per..per tutto!” disse cominciando a piangere. Le asciugano le lacrime con le dita. “Non dispiacerti” le dissi. “Mi sono comportata malissimo con te, ti ho ferito. Anch’io ti amo” disse poi saltandomi addosso e dandomi un bacio umido sulle labbra. La strinse forte tra le braccia. “Bella nell’ ultima lettera...io ti do la mia parola che mai più ti lascerò. Ho fatto un errore che non ripeterò. Sei la mia vita. E adesso che ti ho di nuovo tra le mie braccia non potrei mai più lasciarti andare.” dissi accarezzandole il viso. “Cosa succederà la prossima volta che sarò in pericolo?” chiese “Chi mi assicura che non te ne andrai di nuovo?” Non si fidava delle mie parole. Ma non potevo biasimarla. Ma ormai avevo preso la mia decisione e se lei voleva condividerla niente e nessuno avrebbe mai potuto separarci. “Bella ci ho pensato tanto e…” il suo sguardo si incuriosì. “Nessuno potrà mai darti la certezza ma.. se tu diventassi come me..” dissi e lasciati cadere la frase. Mi fissò incredula prima di dire: “mi prendi in giro?” Le sembrava che stessi scherzando? Mi era costato tanto farle questa proposta. Ma era quello che voleva lei. E egoisticamente quello che volevo anch’io. La guardia e lei capi che ero serio. Un sacco di emozioni le attraversarono il viso. La felicità, la paura, il rimpianto e ancora felicità. “Davvero mi stia chiedendo di passare l’eternità con te?” chiese non ancora convinta. Io annuì. Non so perché ma non riuscivo a parlare. Si lanciò ancora tra le mie braccia e tra un bacio e l’altro “Ti stancherai di me” disse ridacchiando. Risposi ai suoi baci prima di risponderle divertito. “Non succederà mai”. Ci sdraiammo nel suo letto e la coprii con il piumino quando la sentii rabbrividire. “Ti amo Edward” disse prima di lasciarsi andare ad un sonno profondo. “Ti amo anch’io mia Bella” risposi posandole un bacio sui capelli.

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