Just you and me di Goten (/viewuser.php?uid=1572)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Un
altro ballo a Forks, il ballo di fine anno. Orrendo, noioso e
chiassoso, tutte le ragazzine si erano vestite in modo osceno,
vestiti che mostravano fin troppo le loro grazie al popolo maschile.
Jessica,
Lauren e altre ragazzine mi erano corse dietro fin dal mio primo
passo dentro la palestra, agghindata per l'evento.
Odiavo
tutto questo, odiavo quelle sciocche.
In
tutta la sala, c'erano solo tre, massimo quattro ragazze vestite in
maniera decente, una era Angela Weber, l'altra era la figlia
dell'ispettore Swan, e altre due del primo anno, di cui,
sinceramente, non ricordavo i nomi.
Emmett
mi prese in disparte, ci sedemmo sulle gradinate, non curandoci della
gente che ci stava attorno, la musica a tutto volume era decisamente
assordante.
<<
Allora, Edward, perché non provi a divertirti per una sera. >>
<<
No, non mi va... >> Risposi annoiato, fortuna che noi vampiri
avevamo un ottimo udito.
<<
Eddy! Per una volta nella tua noiosa esistenza, buttati! Scegli una
dama e balla! >>
Mi
voltai verso mio fratello, scettico in volto. << Non chiamarmi
Eddy, non lo sopporto. E sentiamo, chi dovrei invitare? Proponi. >>
Emmett
si guardò attorno, davanti a noi, a qualche metro di distanza,
stava Isabella Swan, stava parlando tranquillamente con la sua amica
Angela e Ben.
<<
Lei per esempio. >> Indicò proprio la Swan.
Sghignazzai
ironico. << Emmett, stai scherzando vero?! >>
<<
Perché? Io la trovo bella. >>
<<
E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>
Isabella
alzò lo sguardo sorpreso verso di noi, sembrava ferita, ma
sicuramente era solo una mia impressione.
Qualche
istante dopo, si allontanò dai suoi amici, ogni tanto la
vedevo sbucare qua e la, non era vero quello che avevo detto ad
Emmett, Isabella Swan era graziosa, non sfacciata e sicuramente molto
contenuta, rispetto ai gesti e alle movenze delle altre ragazze. Era
buffo, l'avrei vista bene in un ballo vittoriano.
La
scuola finì... passò l'estate... e ritornò
l'autunno...
Erano
ormai due anni che vivevamo a Forks, piovosa cittadina di circa 3.000
anime, possibile che ogni giorno in cui mettevamo piede a scuola,
cominciavano a fissarci ed a spettegolare su di noi? Possibile che
gli insulsi umani che abitavano qui, non avessero niente di meglio da
fare?
Evidentemente
no...
Sospirai
stanco di tutto questo, osservando le crepe nel muro della mensa.
Alice,
Rosalie, Jasper ed Emmett mi fissarono. Sapevano quanto fossi
insofferente, ma anche per loro, ultimamente, stava diventando una
vera e propria rottura questa città.
Saltai
da una mente all'altra senza preoccuparmi di chi fosse, di solito,
cercavo di stare alla larga da quella della Stanley, era la più
volgare e chiassosa che avessi mai letto.
Eppure,
quel giorno, Alice mi chiese, quasi mi supplicò, di
ascoltarla. Non capii il perché, finché non notai al
suo tavolo la figlia dell'ispettore Swan.
Isabella
Swan, Bella, come le piaceva farsi chiamare, era l'unica ragazza che
non aveva mai avuto nulla da spettegolare su di noi... ultimamente
Alice cercava in tutti i modi di avvicinarsi a lei. Voleva diventare
sua amica...
Che
folle! Come poteva diventare amica di un'umana?!
Entrai
comunque nella mente di Jessica, stava parlando con Isabella.
<<
... sei sicura di stare bene? Sei ancora più pallida del
solito... >>
<<
Si, sono solo stanca, tutto qui. >> Le sorrise mesta.
Stanca?
Ma se è sempre con quella pelle pallida! Potrebbe far
concorrenza ai Cullen! Dio mio! Edward oggi è uno schianto!
Quella maglietta mostra ancora di più...
Basta!
Uscii dalla sua mente! Possibile che passasse dal falso interesse per
la sua amica ai commenti più fastidiosi per me?!
Ad
ogni modo, il suo strano colorito pallido fece scattare un dubbio...
la fissai per un attimo.
<<
Edward Cullen ti sta fissando. >> Le annunciò Jessica, a
questo punto, di solito, le ragazzine arrossivano e cominciavano a
balbettare come tante oche starnazzanti.
<<
Si? Bene, vuol dire che sono più interessante delle crepe nel
muro che fissa di solito. >>
Come
diavolo... come aveva fatto a...
<<
Ad ogni modo, non mi interessa. E' arrogante e maleducato. >>
Alt!
Cosa ero?! E da quando sarei maleducato?! Arrogante potevo capirlo,
nessuno a scuola si avvicinava a me, quando lo facevano, li
allontanavo senza tante cerimonie. Ma maleducato no!
Provai
a sondare la sua mente... con mio sommo orrore e stupore, non ci
riuscii.
<<
Abbiamo un piccolo problema... >> Parlai veloce con i miei
fratelli, che subito mi fissarono attenti.
Che
succede? Qualcuno sa qualcosa di noi?
I
pensieri di Rosalie erano fra tutti, quelli più ansiosi.
<<
No, ma non riesco a leggere la mente della Swan. >> Li fissai.
<<
Alice. >> Mi voltai verso di lei. << Cosa vedi? >>
Si
concentrò per un attimo e quello che vidi mi lasciò
stupefatto.
<<
Non è possibile... >> Sussurrai pianissimo, anche per il
nostro udito.
<<
Cosa?! >> Domandò agitato Jasper.
<<
E' una di noi... >> Rivelò Alice stupita quanto me.
<<
E' impossibile. >> Rosalie si volò verso la figlia
dell'ispettore Swan. << Come possiamo non essercene accorti?!
>>
A
turno, la fissammo tutti, la pelle pallida, i denti bianchissimi,
profonde occhiaie quasi viola, gli occhi, ricordavo nei pensieri di
Jessica, erano neri.
Notammo
che il suo vassoio era integro...
Come
era possibile che Isabella Swan fosse una di noi?
In
due anni di permanenza a Forks non ci eravamo mai accorti di lei.
Isabella
sorrideva, parlava e scherzava con gli altri esseri umani, nessuno di
loro pensava che fosse strana come noi. Nessuno.
<<
Ma non vive con l'ispettore? >>
Ottima
domanda Emmett.
<<
Che io sappia si. Ma, lui è umano, sono sicura! Carlisle lo ha
curato parecchie volte. >>
<<
E' possibile che non sappia cosa sia sua figlia? >>
Ottima
osservazione Jasper.
L'ispettore,
sapeva cosa fosse in realtà Isabella? Sapeva anche di noi?
Una
cosa era certa, dovevamo conferire subito con Carlisle ed Esme, anche
loro dovevano essere avvisati.
La
campanella suonò, con lentezza esasperante, forse cercando di
prolungare più del dovuto la pausa, gli esseri umani si
rimisero in moto per andare alle loro ultime lezioni, noi,
continuavamo ad osservare Bella, stava rivolgendo a tutti dei piccoli
accenni di sorrisi, ma non sembrava incline ad alzarsi dal suo posto.
<<
Allora, ci sentiamo oggi? >> Le domandò Jessica con lo
zaino in spalla.
<<
Ma certo. Ti chiamo dopo... >>
Si
salutarono, lasciando finalmente Isabella da sola.
<<
Che cosa volete? >> Si voltò verso noi cinque.
Alice
ci precedette e con la sua camminata quasi danzante, la raggiunse.
<<
Ciao, sono Alice. >> Le porse la mano amichevolmente.
Isabella
si alzò sospirando. << Bella Swan. >> La strinse,
sentii Jasper rilassarsi. Per un attimo aveva temuto per l'incolumità
della sua compagna, si avvicinò cauto e porse anche lui la
mano. << Jasper Hale.>>
<<
Piacere. >> Strinse la mano anche a lui ed a turno anche a
Rosalie ed Emmett.
Io
ero rimasto indietro, non mi ero presentato, stentavo ancora a
credere di non riuscire a leggere la sua mente.
I
miei fratelli mi guardarono allibiti.
<<
Edward? Vieni... >>
<<
Non importa. >> Sibilò Isabella. << Già ci
conosciamo... >>
Davvero?
Quando ci eravamo conosciuti?
<<
Come... >> Cominciò Alice, venendo interrotta proprio da
Bella.
<<
Al ballo di fine anno... Aspetta, com'è che mi avevi
definita... >> Si picchettò il dito sulla tempia,
fingendo uno sforzo di memoria. << Ah si... passabile, non
abbastanza bella da tentarti. E di questo ringrazio Dio ogni giorno.
>> Mi fissò seria, mentre con eleganza afferrava la sua
borsa e usciva dalla caffetteria.
Edward
Cullen, ci devi una spiegazione!
Oddio,
Rosalie in modalità avvocato difensore del gentil sesso era
difficile da digerire.
Se
per colpa tua, non farò amicizia con lei, sei un fratello
morto!
Grazie
Alice eh! Grazie davvero per il tuo supporto...
Ovviamente
non potevo chiedere aiuto ai miei fratelli, mai si sarebbero messi
contro le loro dolci metà... mai, neanche per aiutare me. |
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Wow! Addirittura 20 commenti per il primo capitolo! *_* GRAZIE!! e 46 preferiti! Sono senza parole!
Come qualcuno ha fatto notare, ringraziate la mia scrittrice preferita; Jane Austen per alcune frasi che troverete nella ficci!!
========================================================================
Capitolo
2
Le
ultime dure ore furono un vero e proprio strazio! Alice e Rosalie
continuavano a mandarmi insulti d ogni tipo. Alcuni in lingua
Eschimese!
Tutto
per colpa di quella maledetta mocciosa!
Aspetta
che lo sappia Esme!
Era
l'ultima minaccia di Rosalie... si era eretta ufficialmente difensore
della povera e afflitta Isabella Swan.
Ma
non aveva altro da fare mia sorella? No... dovevo suggerire ad Emmett
di passare più tempo con lei, magari, mi sarei lasciato
scappare quanto si sentisse sola...
Alice
continuava a tormentarsi perché non era riuscita a diventare
subito sua amica, e ovviamente, il colpevole ero io...
Anche
Jasper però, dovevo ricordare anche a lui quanto Alice avesse
bisogno della sua continua presenza.
Magari
sarei riuscito a levarmele dalle scatole in un colpo solo!
Sbuffai,
ancora tre minuti e la scuola, per quel giorno si poteva dire
terminata.
Adesso
aspetti che arrivi alla macchina e le chiedi scusa!
Neanche
per idea lo avrei fatto.
Edward
Cullen! Ti farò mettere in ginocchio se sarà
necessario! Tuonò Alice nella mia mente.
Dio
mio che fastidio. E va bene! Le avrei detto quella dannatissima
parola!
Finalmente
suonò la fine! Evvai! Adesso, dovevo solo strisciare come un
verme da Bella e dirle... dirle... oh cielo! Non poteva essere così
difficile dire...
Mi
passai una mano fra i capelli scompigliandoli più del dovuto.
Maledette
femmine!
S.C.U.S.A.
... Si, potevo farcela, non era difficile, era solo un insieme di
lettere... I miei quattro fratelli erano tutti li pronti, aspettavano
solo me; il condannato a morte.
Uscimmo
assieme dall'edificio, anche se in realtà mi scortarono fuori
dall'edificio.
La
massa di studenti si era riversata nel parcheggio. Sospirai, allora,
dove sei Isabella?... Guardai ovunque. Non c'era...
Anche
Rosalie si guardava attorno, ma senza successo. Ci rimaneva solo
Alice...
<<
Non la vedo... non riesco a vederla. >>
Grande!
Non solo non potevo leggerle nella mente, ma a quanto pare, mia
sorella non riusciva neanche a vederla nelle sue visioni. Che diavolo
di potere extra aveva Isabella?
Salimmo
sulla mia Volvo e schizzammo a casa, Carlisle ed Esme, dovevano
sapere tutte queste novità.
<<
Per quanto ancora avete intenzione di tenermi il broncio?! >>
Esclamai leggermente irritato. Non solo mi insultavano mentalmente,
ma adesso si rifiutavano perfino di parlarmi! Assurdo!
Fortunatamente
arrivammo in pochissimi minuti a casa e, con mio grandissimo
sollievo, Esme e Carlisle erano dentro ad aspettarci.
In
piedi nel nostro salotto immacolato, avevamo appena finito di
raccontare ogni cosa, Esme era stupita e suo marito non era da meno.
<<
Ne siete sicuri? >> Domandò per la seconda volta
Carlisle.
<<
Assolutamente. >> Risposi secco.
<<
E' una cosa assurda. E' rimasta sotto il nostro naso per due anni e
non ci siamo mai accorti di lei... Incredibile! >> Esme aveva
ragione, era incredibile.
<<
Alice, provaci ancora. Concentrati... >> Le chiese nostro
padre. Era assurdo anche per lui che non riuscisse a vederla.
Fu
un attimo, Alice sussultò, i suoi occhi si fecero vacui. Mi
sintonizzai nella sua mente, e la vidi; Isabella Swan.
Era
intenta a cucinare e a chiacchierare con Charlie. Gli sorrideva
tranquilla, mentre lui rideva, probabilmente per una sua battuta.
Sembravano davvero padre e figlia, assurdo pensare invece, che lei,
era una predatrice mortale.
La
visione cambiò, all'improvviso, vidi Bella vagare nel bosco,
gli occhi neri, probabilmente a caccia.
Alice
tornò al presente. << L'ho vista... >>
Io
potei solo annuire.
<<
Ma allora, perché oggi non ci sono riuscita? >>
Era
la domanda che tutti si stavano ponendo, me compreso.
Il
giorno dopo, a scuola, noi cinque attendevamo, quasi con impazienza,
l'arrivo di Bella.
Guai
a te, se oggi non divento sua amica!
Mi minacciò la piccola nana malefica.
<<
Te l'ho già giurato prima, Alice. Non farò nulla che
possa intralciare i tuoi piani. >> Le ridissi come una litania,
la stessa frase per la millesima volta.
Sbuffò
non soddisfatta del tutto, ma proprio in quel momento, il rumore del
pick-up di Bella si fece sentire.
Eccola
li, con quel rottame che non si poteva nemmeno definire auto.
Scese
con grazia dall'abitacolo del veicolo, i jeans neri e la camicia
bianca risaltavano le sue forme da diciottenne, mentre appoggiato con
noncuranza, il maglioncino marrone giaceva sulle sue spalle.
Si
voltò verso di noi, e dopo quello che mi parve un attimo di
indecisione, si incamminò verso il nostro gruppo.
<<
Buon giorno. >> Ci salutò cordiale.
Alcuni
di noi contraccambiarono con un semplice cenno, chi con un semplice
ciao.
<<
Allora, siete ancora qui fuori perché...? >> Non le
sfuggiva nulla a quanto pare.
<<
Bella, noi vorremmo diventare tuoi amici! >> Alice non perse
tempo. << Ci terrei così tanto!! >> Le prese le
mani fra le sue e la guardò con occhi amorevoli.
Il
fine sopracciglio di Isabella si arcuò. << Ah si? Come
mai? >>
Stavolta
Rosalie perse la parola. << Alice è da un mese che sta
escogitando il modo di avvicinarti, e adesso che è possibile,
non sta più nella pelle. >>
<<
Oh, quindi tu volevi diventare mia amica anche se fossi stata umana?
>>
La
testa nera di Alice annuì convinta. << Non solo io,
anche Rose! >>
Gli
occhi dorati di Bella la fissarono quasi incredula.
<<
Bé, non so che dirvi. Credo che grazie sia dovuto. >>
<<
Quindi? >> Domandò impaziente Alice.
<<
Quindi adesso, siamo in ritardo per la prima lezione. Ci vediamo a
pranzo, va bene? >>
<<
Si!! >> Esclamò Alice saltandole al collo. << Oh
si! Lo sapevo che saremmo diventate subito amiche!! >>
<<
Si, certo. >> La staccò da se e la guardò
sorridendo. << Ci vediamo dopo allora. >> Ci salutò
con un cenno della mano e sparì dentro l'edificio.
<<
Sei contenta adesso?! >> Esclamai felice per lei e per me,
finalmente non mi avrebbero più tenuto quel maledetto broncio.
Guarda
che non mi sono dimenticata! Le devi ancora dire qualcosa se non
sbaglio!
Stupida
mente femminile vampiresca!
Alzai
gli occhi al cielo. << Lo farò... >> Sospirai
vinto.
La
prima lezione ebbe inizio, come sempre una parte del mio cervello
elaborava quello che il professore stava spiegando, mentre una buona
fetta della mia attenzione era rivota alle menti degli studenti.
Ero
fissato soprattutto con quella della Stanley, stava seguendo Spagnolo
assieme a Bella. I suoi pensieri erano ovviamente ovunque tranne che
sulla lezione, ma almeno da lei, potevo avere una visuale ravvicinata
della Swan.
Ancora
non capivo come facesse a bloccare il mio potere, era assurdo e
tremendamente frustrante!
Passai
alla seconda lezione e poi alla terza, volevo a tutti i costi capire
i meccanismi oscuri della sua mente!
Arrivò
la pausa pranzo tanto agognata da Alice, eravamo tutti e cinque
seduti al nostro tavolo, le continue occhiate di mia sorella Rosalie
all'ingresso della caffetteria mi stavano facendo innervosire.
<<
Rose, basta! Adesso arriva! >> Esclamai spazientito.
Mi
rivolse un'occhiata velenosa. << Non ti conviene tirare troppo
la corda Eddy. >>
Feci
un piccolo e basso ringhio. << Non chiamarmi Eddy. >>
La
sedia vicino ad Alice si mosse e Isabella vi prese posto, tutta la
caffetteria era in fermento, non si era mai visto nessuno sedere al
nostro tavolo. Decisamente per almeno dei mesi, la scuola avrebbe
avuto di che parlare.
<<
Buon giorno a tutti... anche a te Eddy. >>
Stavo
per lanciarle un insulto micidiale.
NON
PROVARCI NEMMENO! SONO STATA CHIARAAA!!!
L'urlo
che sentì nella mia mente mi aveva letteralmente tramortito.
<<
Grazie Alice. >> Sibilai.
Bella
dava le spalle all'intera scolaresca.
<<
Forza, adesso ditemi cosa volete sapere. >> Sorrise cordiale
alle mie sorelle.
<<
Tutto! >> Esclamò Rosalie.
<<
Bé, allora, sono di Forks, sono nata qui nel 1901 e poi mi
sono trasferita a Chicago con i miei genitori. Sono rimasta li,
finché la Spagnola non li ha strappati a questa vita. Poi sono
andata a vivere con dei miei zii a Londra. Avevo diciotto anni quando
un vampiro decise di assalirmi, ricordo solo che mi trovai da sola,
tre giorni dopo, trasformata e frastornata, con un gran bruciore in
gola. >>
Ci
guardammo tutti. Che strano, avrei potuto incontrarla, invece il
destino aveva deciso di farci incontrare in questa cittadina.
<<
Quindi tu hai la stessa età di Edward. >> Sentenziò
Alice.
Lo
sguardo dorato di Bella si posò su di me. << Abbiamo la
stessa età? >> Sorrise.
Annuii.
<< Si, sono nato a Chicago nel 1901 e morto nel 1918. >>
<<
Wow! Pensa, potevamo incontrarci all'epoca. >>
<<
Già, pensa che sfortuna, vederti anche li... >> Il
calcio di Rosalie mi arrivò dritto nello stinco.
<<
Che vuoi dire? >> Mi domandò con gli occhi ridotti a due
fessure.
<<
Beh, se ci fossimo incontrati, saresti stata senza dubbio una di
quelle ochette che mi correvano dietro. Un po come qui... >>
TU
SEI UN FRATELLO MORTO! Il
ruggito di Alice mi frastornò un attimo.
Isabella
prese un bel respiro profondo e fissò i miei fratelli. <<
Mi dispiace ragazzi, sul serio, la trasformazione deve aver avuto
qualche intoppo. Deve essere difficile per voi vivere con un
adolescente eterno, sempre schiavo dei suoi poveri piccoli
raggrinziti ormoni... >> Con fare teatrale prese la mia mano
nella sua accarezzandola sul dorso. << Su Eddy, vedrai, prima o
poi troverai una pazza disposta a prenderti con se... >>
Strattonai
via la mano. << Non chiamarmi Eddy! >> Scandii ogni
parola.
<<
Perché no? E' così carino... Eddy. >>
Mi
stava facendo saltare i nervi. Strega!!
<<
Bella, ti va di unirti a noi oggi? >> Alice arrivò
giusta in tempo per evitare che l'assalissi e le staccassi la testa.
Lo
sguardo di Isabella tornò limpido e cristallino. <<
Oggi?... Mmm, non posso, ho un impegno. Però domani sono
libera. >>
<<
Oh, va bene lo stesso. >> Si intromise Rosalie. <<
Allora, domani passiamo a prenderti a casa. >>
<<
Va bene. >> Le sorrise cordiale la piccola strega.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Sono sinceramente allibita, ben 114 persone lo hanno messo fra i preferiti! E tutti quei commenti!! O.O WOW!
Grazie mille di cuore! Davvero, sono commossa che vi piaccia così tanto *_*
=======================================================================
Capitolo
3
La
scuola finalmente finì, ci trovammo nel parcheggio, stavamo
per andare, quando notammo uno dei Quilutes appoggiato al pick up di
Bella. Lo fissammo irrigiditi. Che stava facendo? Perché era
li?
Dalla
porta a vetri apparve lei. << Jacob! >> Corse verso di
lui abbracciandolo.
La
scena, mi impietrii del tutto, anche i miei fratelli erano rimasti
sconvolti.
<<
Hey Bells! Allora, sei pronta! >> Le scombinò i capelli.
<<
Eccome! Non vedo l'ora di vedervi tutti! >>
<<
Ottimo, questo è lo spirito giusto! Monta dai, ci stanno
aspettando tutti alla riserva! >>
Come?!
Alla riserva!? Ma non poteva! Era territorio vietato per noi vampiri!
La
vidi lanciare le chiavi del suo pick up a quel ragazzo e salire sul
lato passeggero, ma prima di sparire dentro al veicolo, ci lanciò
un saluto.
Mi
venne un dubbio. << Alice, prova a cercare Bella nelle tue
visioni... >>
Mi
guardò per un attimo dubbiosa, ma lo fece. << Non la
vedo... >>
Bingo!
Ecco svelato il mistero. << E' la presenza dei cani! >>
Sibilai. Ma almeno, ora, sapevamo che erano loro l'interferenza nelle
visioni di Alice.
Quindi,
anche ieri era con loro? Domandò
Rosalie.
<< A quanto pare...
>> Feci scattare la serratura della macchina. << Forza,
andiamo a casa. >>
In macchina, i pensieri
di Jasper erano identici ai miei.
Come
è possibile che riesca a frequentare dei licantropi?
Potrebbero scattare in qualunque momento e per lei sarebbe la fine...
forse non si rende conto del rischio che corre.
Forse, o forse no...
Isabella era diversa dai vampiri che fino ad ora avevamo conosciuto.
A casa, Esme ci venne
incontro come sempre, sorridente e amorevole.
<< Allora, come è
andata oggi? >>
<< Tutto bene. >>
Le rispose Emmett. << Oggi, abbiamo scoperto che Bella, è
amica dei lupacchiotti! >>
Esme ci guardò
seria. << Amica dei licantropi? Siete sicuri? >>
<< Già.
Oggi, subito dopo la fine delle lezioni è venuto uno di loro a
prenderla per portarla alla riserva. >> Le parole di Rose la
colpirono.
<< Ma, il patto...
>>
<< Lei non fa parte
del atto, a quanto pare ha accesso a tutto il territorio. >>
Concordavo con le parole
di Jasper.
<< E mi chiedo,
perché! Cosa ha fatto per avere il via libera anche nel loro
territorio?! >>
<< Domani glie lo
chiederemo. Abbiamo un appuntamento no?! >> Si aggiunse Alice.
<< Giusto. Possiamo
domandarle tutto. >> Le diede man forte Rosalie, seguendo Alice
su in camera.
Sospirai.
<< Io vado a
caccia, voi che fate? >> Propose Jasper guardandoci.
Emmett, per tutta
risposta si mise seduto con il telecomando in mano.
<< Tu, Edward? >>
<< Vengo con te. Ho
bisogno di distrarmi un po. >>
Lasciai il cappotto sul
divano e con Jasper corsi fuori, nella foresta.
Era una sensazione
bellissima correre libero come il vento, sentire le scie dei vari
odori degli animali, la natura e... l'odore dei lupi?! Che diavolo!
<< Jasper, lo senti
anche tu? >>
<< Si, sono vicini.
>> Si mise in posizione di difesa.
Eravamo ancora nel nostro
territorio, come era possibile che dei licantropi si trovassero qui?!
Tanto non mi prendi!
Fu il pensiero che avvertii, poco prima che un enorme lupo comparisse
dalla fitta rete di rami e alberi.
<< Fermati
immediatamente!! >>
Gli occhi miei e di mio
fratello erano puntati verso il luogo da dove era venuta quella voce
divenuta ormai familiare.
<< Razza di idiota!
Fermati Jake!! >>
Isabella sbucò
dall'immensa distesa di verde, seguita a ruota da un licantropo un po
più piccolo rispetto a quello che era passato prima.
La fissavo sbalordito,
possibile che fosse così aggraziata nel correre?
<< Jacob Black! Se
non ti fermi, ti cucino in padella stasera!!! >> Urlò,
inoltrandosi dall'altra parte della foresta.
Il lupo che correva al
passo di Bella rilasciò un latrato divertito, dai suoi
pensieri lessi che gli sarebbe piaciuto vederla quella scena.
Jasper li fissava
immobile. Stanno giocando! Ti rendi conto!? Un vampiro e un
licantropo che giocano!
Era
difficile riuscire a sorprendere Jasper, ma a quanto pare, Isabella
ci stava riuscendo. Quella piccoletta stava stravolgendo il nostro
normale mondo...
<<
Io punto a favore del licantropo. >> Sghignazzai.
Jasper
mi guardò come se fossi impazzito. Vorresti che fosse lei a
finire in padella?
Ridacchiai
divertito. << Andiamo. >> Ripresi la nostra battuta di
caccia, anche se una parte del mio cervello stava ancora cercando di
razionalizzare quello che avevo appena visto.
Un
puma e quattro cervi dopo, eravamo pronti per tornare a casa.
Rosalie
e Alice stavano pensando ai vari vestiti e accessori che avrebbero
potuto cominciare a condividere con Bella, Emmett aveva l'attenzione
rivolta al televisore, stavano trasmettendo il suo programma
preferito; le Superchicche... almeno ora non guardava più i
Teletubbies... rabbrividii, che brutti ricordi.
Carlisle
ed Esme erano impegnati in una discussione sull'eventuale
ristrutturazione della casetta che avevano preso in mezzo alla
foresta.
Svogliatamente
mi recai in camera mia, avevo bisogno di una doccia e di un cambio
d'abiti, feci i primi scalini, quando la voce di Alice mi raggiunse.
<<
Tanya verrà a trovarci domani. >>
La
guardai per una frazione di secondo. << Da sola? >>
<<
No, ci saranno anche Irina e Kate. >>
<<
Ottimo, almeno avremo un po di compagnia. >> Salii i gradini e
mi rintanai nel bagno.
Tanya
sarebbe venuta a trovarci, non era una brutta notizia, almeno avremmo
avuto davvero un po di compagnia extra.
Lasciai
scorrere l'acqua e attesi che divenisse bollente, quando mi misi
sotto il getto, il calore che mi lasciò sul corpo fu un
sollievo.
Con
la mente vagai agli ultimi avvenimenti, la scoperta di Isabella, la
strana amicizia che la legava ai licantropi di La Push, la convivenza
assurda fra lei e suo padre Charlie...
Alt!
Un momento! Ora che ci pensavo, Bella non ci aveva detto nulla del
suo rapporto con Charlie. Come si erano conosciuti? Lui sapeva anche
di noi?
Ero
stato talmente preso dal divertimento che provavo nello stuzzicarla,
che non le avevo chiesto nulla di tutto ciò.
Bé,
poco male, Bella sarebbe venuta qui, potevo porle tutte le domande
che volevo.
Ghignai...
di sicuro, mi sarei divertito un sacco!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Cavoli, anche questa ficci non scherza! 145 preferiti! E una valanga di commenti!! ^_______^ GRAZIE!!!
===================================================================
Capitolo
4
A
scuola, tutto trascorse tranquillo, il chiacchiericcio sul nostro
nuovo acquisto a tavola, non si era ancora spento, Isabella sedeva,
come il giorno prima, fra le mie due sorelle, rispondendo alle loro
frivole domande sui suoi colori preferiti e marche di abiti.
<<
Bella, l'ispettore Swan sa tutto vero? >> Le interruppe Jasper.
<<
Si, sono stata ufficialmente presentata come sua figlia, ma in
realtà, ci siamo conosciuti pochi anni fa. Charlie è
stato il primo e unico essere umano che mi ha accolto in casa.
All'epoca non avevo una fissa dimora. Lui, mi ha preso con se, non mi
ha fatto domande. >> Sorrise intenerita dal ricordo. <<
Io, dopo qualche periodo, gli ho raccontato tutto. Non è stato
facile, ma... ora siamo come una famiglia. >>
<<
Quindi lui ha sempre saputo anche di noi? >> Si intromise
Emmett.
<<
Io non gli ho detto nulla, ma credo che lo abbia capito. La pelle,
gli occhi, il nostro essere perfetti... >>
<<
E' una brava persona. >> Sentenziò colpita Rosalie.
<<
Molto, gli voglio bene, come se fosse il mio vero padre. >>
Il
sorriso che Alice le regalò, bastò per illuminare la
stanza. Era veramente colpita dall'affetto sincero che Isabella
provava per l'ispettore.
<<
Oggi mi ha accompagnata lui, quindi, potete rapirmi subito dopo la
fine delle lezioni. >>
<<
Ottimo! Abbiamo ancora tante cose di cui parlare! >> Esclamò
contenta Rose.
<<
E poi, oggi avrai il piacere di conoscere tre persone. >>
Aggiunse Alice sorridente.
<<
Chi? >>
<<
Noi le consideriamo un po come nostre parenti alla lontana. Vengono
da Denali, ogni tanto passano a trovarci. >>
<<
Oh, siete sicure che non vi creo disturbo? >>
Adesso
era timorosa. La cosa mi stuzzicò. << Cosa c'é,
hai paura di non reggere il confronto? >> Ghignai. <<
Potresti imparare come si comportano le donne e perdere così i
tuoi modi rozzi... >>
I
miei fratelli mi guardarono allibiti. Non era da me questo
comportamento, eppure, non riuscivo a trattenermi. Isabella mi faceva
venire voglia di tormentarla.
Assottigliò
il suo sguardo dorato. << Che vuoi dire? >>
Allargai
il ghigno. << Come sta fido? Sei riuscita a metterlo in
padella? >>
Sgranò
gli occhi. << Tu! Come fai a saperlo?! >>
Ridacchiai.
<< Era impossibile non sentire le tue urla nella foresta. >>
Abbassò
lo sguardo imbarazzata.
Edward,
smettila! Mi minacciò
Rose, ma non potevo, mi piaceva troppo.
In
quel momento, Bella afferrò lo zaino rosso e rovistò al
suo interno, pochi attimi dopo, mi lanciò un piccolo libro,
lo presi e lessi il titolo, stampato a lettere cubitali; Imparare
l'educazione in pochi giorni...
Alzai lo sguardo verso di
lei, scoprii che stava sghignazzando. << Potrebbe tornarti
utile, magari un giorno, potresti trovare la donna che ti sopporterà
per l'eternità. >>
Ha ha ha. Davvero molto
spiritosa... Feci solamente un grugnito in risposta.
<< Se questo è
il tuo modo di rispondere ad una donna, ti consiglio di cominciare
subito a leggerlo. >> Si alzò dal tavolo e con lieve
cenno della mano ci salutò tutti.
Emmett e Jasper ridevano
senza freni, mentre Rosalie e Alice pensavano a quanto fossi stupido.
Odiavo Isabella Swan.
Le lezioni finalmente
finirono ed io mi ritrovai in macchina con Emmett e Jasper, le
ragazze erano tutte sulla Bmw di Rosalie.
<< Carina la Swan,
sa metterti al tuo posto eh, Eddy?! >> Ridacchiò ancora
Emmett.
<< La vuoi piantare
di chiamarmi così? >> Sbuffai infastidito.
<< Sai, ho notato
che ogni volta che Isabella è nei paraggi, le tue emozioni
diventano instabili... >> Si mise a riflettere ad alta voce
Jasper.
<< Sarà
perché non la sopporto?! >> Gli suggerii ironico.
I suoi occhi mi fissarono
per un breve istante... Per me è qualcosa d'altro...
Sbuffai ancora, ma
possibile che Bella piacesse a tutti, mentre a me dava solo
irritazione?
<< Comunque, è
carina e simpatica. Rose l'adora! E anche la piccola nanetta a quanto
pare! >> Sorrise soddisfatto Emmett.
In effetti, non era da
Rosalie accettare con tanta facilità qualcuno. Nemmeno Tanya
le stava simpatica e lei, era da una vita che la conoscevamo.
Parcheggiai la macchina,
i pensieri delle persone dentro casa mi fecero capire che il clan di
Denali era già arrivato, la Bmw accostò accanto alla
mia.
<< Sono arrivate.
>> Dissi, facendo intuire a tutti di chi stessi parlando.
<< Evviva... >>
Sospiro insofferente Rosalie, prendendo a braccetto Bella. <<
Tu, stammi vicina, sarai il mio talismano contro lei. >>
<< Chi? >> La
guardò corrugata Isabella.
<< Vedrai, lo
capirai al volo. >>
Aprii la porta di casa,
Esme ci venne incontro come sempre, sorridente. << Bentornati,
tu devi essere Isabella. Molto piacere. >> Le porse la mano.
<< Il piacere è
mio. >> Contraccambiò Bella.
<< Io sono
Carlisle, ho sentito molto parlare di te. >>
Strinse la mano anche a
lui. << E' un vero piacere fare la vostra conoscenza. >>
<< Accomodati,
dentro abbiamo degli ospiti, vieni. >> Esme le indicò la
strada e, sempre con Rosalie a braccetto, arrivammo in salotto.
<< Isabella, loro
sono Kate, Irina e Tanya. >> Bella fece un piccolo inchino.
<< E' un piacere
fare la vostra conoscenza. >> Sorrise amichevole.
Tanya fu la prima ad
avvicinarsi ancheggiando sinuosa, pareva Jessica Rabbit. << E'
un piacere anche per noi. >> La sua voce era strisciante,
nonostante fosse anche melodica.
Il sorriso di Isabella si
gelò, voltò piano il viso verso Rosalie. << Ho
capito... >>
<< Allora, Tanya,
come mai siete venute fino a Forks? >> Domandò gentile
Carlisle.
La mezza bionda
rossiccia, si voltò verso mio padre, facendo svolazzare i suoi
capelli lunghi. << Era da molto che non ci vedevamo, sentivamo
un po la vostra mancanza. >> In quel momento, i suoi occhi si
puntarono su di me.
<< Capisco. E a
Denali, le cose vanno bene? >> Domandò ancora.
<< Si, non c'è
male. Stavamo valutando se ristrutturare una parte della nostra
abitazione, mi piacerebbe avere un tuo parere, Esme. E ovviamente
anche il tuo, Edward... >> Si avvicinò sinuosa. <<
Mi piacerebbe molto sentirti suonare, adoro udire quelle tue
fantastiche melodie. >>
Rosalie e Alice si
trattenevano dal riderle in faccia, i loro pensieri non mi stavano
aiutando a rimanere serio.
Ancora
un po e si attaccherà a te come una mosca!
<< Potrebbe
suonarle la marcia funebre, che la troverebbe incantevole... >>
Sussurrò Rosalie a Bella.
Isabella invece la
guardava sconvolta. Avrei dato non so cosa per leggere i suoi
pensieri in questo preciso momento.
Notai con orrore che il
suo labbro inferiore stava tremolando, oddio, non si sarebbe messa a
ridere anche lei?! I suoi occhi mi fissarono per un breve istante,
per un attimo, fui certo che sarebbe scoppiata a ridere senza
ritegno, invece, si schiarì la voce, prese un piccolo respiro
e si ricompose. << Sono certa che Edward, sarebbe felicissimo
di suonare per te, Tanya. Oggi a scuola, non faceva altro che
ripeterci, quanto fosse contento di rivederti. >>
I colpi di tosse finti di
Jasper e Emmett incorniciarono quel tragico momento.
<< Oh Edward,
speravo di esserti mancata, ma non credevo così tanto. >>
Miagolò la bionda rossiccia, aggrappandosi come un condor al
mio braccio, mentre Rosalie tirava Isabella al piano di sopra,
salvandola dalla mia ira.
Non appena il momento
fosse stato propizio, avrei ucciso Bella Swan, con le mie mani!
Passai quasi dure ore al
pianoforte, suonando pezzi di Mozart, e Beethoven, Tanya non capiva
nulla di musica, ogni tanto facevo anche delle storpiature, ma il
sorriso ebete che aveva sulla faccia non scemava mai via.
Sentivo le risate delle
mie sorelle, provenire dal piano di sopra. Mentre le mie mani
scorrevano sui tasti in avorio, la mia mente si intrufolava in quella
di Rose o Alice e prendeva atto di quello che stavano facendo quelle
tre vampire.
Per un po parlarono di
abbigliamento, accessori, cose molto frivole, finché...
<< Un po mi
dispiace per vostro fratello. >> Sospirò Bella.
<< Ma no! Non vedi
come è felice Tanya! >> Ridacchiò Alice.
L'avrei uccisa.
<< Si. >>
Ridacchiò Bella. << Ma sono due ore che sta suonando...
>>
<< Bella, fidati,
lascia stare... >> Liquidò la cosa Rosalie. <<
Piuttosto, dicci, c'è qualcuno che ti fa battere quel
cuoricino morto che ti ritrovi? >>
Ottima domanda Rose!
Anche Alice era curiosa di saperlo.
Isabella rise. <<
Scherzi vero?! Assolutamente no! Fin'ora non ho mai avuto la sfortuna
di innamorarmi! >>
Accidenti, nessuno aveva
fatto breccia nel suo cuoricino... speravo di avere un'arma in più
nel mio arco, invece... niente.
Sbuffai.
<< Tanya, scusami,
sono un po' stanco. >> Smisi di suonare.
<< Oh certo
Edward... >> Si alzò, attendendo che facessi lo stesso.
<< Ti va di fare un giro in giardino? >>
<< Si,
certamente... >> Dio mio, non me ne sarei più liberato,
uscimmo nell'immenso prato verde che circondava la casa. <<
Allora, per quanto tempo rimarrete qui? >>
<< Credo tre
giorni, poi dovremo tornare a casa, sai com'è... >>
Aggiunse lasciandosi andare ad una risatina frivola.
Tre giorni d'agonia!
Nooo!
<< Che aria triste,
povero cuore! >> Ridacchiò Isabella, sbucando dal nulla.
La fissai con sguardo
omicida.
<< Isabella. >>
La salutò Tanya.
<< Tanya. >>
Contraccambiò Bella. << Ero venuta a salutarvi, io
dovrei andare, si è fatto tardi. >> Sorrise perfida.
<< Ma certo, ci
vediamo domani a scuola. >> La salutai, programmando di
renderle il giorno successivo un vero inferno.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Oh! Sempre meglio, 168 preferiti! CAVOLI! GRAZIE!!!! E come sempre un GRAZIE specialissimo va a chi lascia un commento!! ^__^
===================================================================
Capitolo 5
Il giorno dopo, arrivammo
a scuola con un anticipo di quasi un'ora! Per tutta la notte, Tanya
mi era stata incollata come una cozza allo scoglio. Ero sinceramente
molto nervoso ed irritato. Le mie due sorelle non facevano altro che
pensare a commenti e battutine di ogni tipo, mentre i miei fratelli
ridevano delle mie disavventure.
La coalizione maschile,
decisamente non sapevano cosa fosse...
Quella mattina, Tanya era
riuscita a mettere mano al mio guardaroba, adesso mi trovavo vestito
come un modello, altro che studente...
Verso le otto,
cominciarono ad arrivare i primi allievi, Bella non si vedeva ancora,
forse avevo la vaga possibilità di correre a casa e cambiarmi.
Ma al solo pensiero di ritrovare Tanya ad accogliermi, mi fece
passare tutte le voglie.
<< Possiamo entrare
in classe! >> Sibilai.
<< No, aspettiamo
Bella! Ah, eccola! >> Esclamò saltellando Alice,
attendendo Isabella sorridente.
Bella spense il pick up e
saltò fuori con il suo zainetto in spalla, quando mi vide, il
suo labbro cominciò a tremolare come il giorno prima.
Si
avvicinò studiandomi attentamente. << Buon giorno a
tutti. >> Il suo sguardo passò dalle scarpe ai
pantaloni, alla camicia, ai capelli. << Ehm... Edward,
sinceramente, sembri un pavone imbellettato! >> Scoppiò
a ridere senza ritegno, la sua risata cristallina, per quanto
trattenuta da una mano davanti alla bocca, arrivò in ogni
singola parte della scuola.
Strega!
<<
Almeno io non sono sciatto. >> Sibilai. Rose mi fulminò
e Alice, che era vicino a me, mi tirò un calcetto.
La
risata di Bella si affievolì fino a svanire. Adesso c'era
troppo silenzio, il coro di campane non c'era più. Non mi
piaceva il fatto di non sentirlo.
Isabella
aveva il volto composto. << Hai ragione, io sono sciatta. Non
mi vesto all'ultima moda e non cerco di assomigliare a una gatta in
calore. >> Sorrise amara. << Ma va bene così. Io
non voglio accalappiare un uomo o vampiro. Al contrario di altre...
>>
Lievissimo
accenno a Tanya...
I
suoi occhi dorati sembravano tristi. << Potresti imparare come
si comportano le donne e perdere così i tuoi modi rozzi... non
mi avevi detto così? Bé, scusami se te lo dico, ma mi
auguro che non dovessi imparare qualcosa da lei. >>
Altro accenno a Tanya, maledizione! Non potevo darle torto, Bella era
cento volte meglio di quella vampira oca e svampita!
La
campanella suonò e rivolgendoci un sorriso mesto, Bella entrò
nell'edificio, lasciandomi l'amaro in bocca.
<<
Che cavolo ti prende!? >> Esclamò Alice puntandomi il
dito contro. << Cosa ti ha fatto di male?! >>
Niente,
non capivo nemmeno io. Ma non riuscivo a smettere di stuzzicarla.
Decisi
di andare in segreteria, urgeva un cambio di orario!
Sfoderai
tutto il mio fascino, la mia voce vellutata e il mio sguardo
ammaliatore, la signora Cope non ebbe la forza di volontà di
negarmi questo piccolo, insignificante piacere.
Soddisfatto,
presi il mio zaino e con calma, mi diressi verso la mia nuova classe.
Bussai alla porta ed entrai, le ragazzine trattennero il respiro,
alcune cominciarono a sbavare, i miei occhi si posarono sull'unica
che mi fissava con sincero stupore, per poi passare all'indifferenza.
<<
Signor Cullen, come mai nella mia classe? >> Domandò
giustamente il professore.
<<
Ho cambiato alcuni orari, ero desideroso di riascoltare le sue
lezioni. >> Ottimo, l'insegnante era piacevolmente colpito.
<<
Bene, si sieda. >>
Quanto
avrei voluto sogghignare, l'unico posto era proprio accanto a lei!
Spostai
la sedia e mi accomodai, le rivolsi un piccolo ghigno e lei, per
risposta, sollevò un fine sopracciglio sbuffando lievemente.
<<
Non sei felice di avermi vicino? >> Le sussurrai.
<<
Per niente, Edward. >> Tornò a seguire la lezione per un
po.
I
pensieri dei nostri compagni erano tutti rivolti a noi. I ragazzi mi
odiavano profondamente, ero seduto vicino alla loro dea. Scoprii che
alcuni di loro avevano intenzione di invitarla fuori per un
appuntamento.
<<
Allora, chi sarà il fortunato che porterai al ballo di fine
anno? >> Sussurrai a bassa voce, nessun umano avrebbe potuto
sentirci.
Bella
continuava a fissare la cattedra. << Nessuno. >>
Nessuno
eh... << Come mai? Non hai ricevuto neanche un invito? >>
Respirò
piano. << No. Semplicemente non ci vado. >>
<<
Solo perché per me non sei abbastanza carina, non vuol dire
che qualcun altro non ti possa invitare... >>
Si
voltò di scatto verso di me. << Senti, Edward. Non mi
interessa se per te, io non sono abbastanza carina, poco femminile o
rozza. Semplicemente non vengo al ballo. >>
<<
Io non ho detto che sei poco femminile, questa è una tua
ammissione. >> Continuai, anche se sapevo di poter ferire i
suoi sentimenti.
I
suoi occhi si scurirono. << Lasciami in pace. >> Sibilò
minacciosa.
La
campanella suonò, seguii Isabella per tutte le lezioni, ma
sfortunatamente, non riuscii più a sedermi abbastanza vicino.
Passai
quasi tutta la mattina arrabbiato, persino gli sciocchi umani mi
giravano al largo più del solito. Ero arrabbiato con me stesso
e con Bella.
Aveva
sempre la risposta pronta e la ragione stava sempre dalla sua parte.
Vagavo
continuamente nelle menti degli ignari studenti, in cerca del suo
volto, la ascoltavo parlare, anche di cose prive di significato o di
importanza. Era sempre così gentile e dolce verso tutti. Con
me no... sapevo che aveva i suoi buoni motivi, l'avevo derisa, presa
di mira con battute e offeso la sua dignità femminile.
Ma,
ammisi con me stesso. Mi sarebbe piaciuto ricevere uno di quegli
sguardi che rivolgeva a suo padre o alle mie sorelle. No, anzi, ne
avrei voluto solo uno tutto mio, uno sguardo che avrebbe dovuto
dedicare solo a me...
Mi
irrigidii. Cosa diavolo stavo pensando?!
Assurdo!
Quella vampira mi stava facendo diventare matto!
In
quel momento, mentre avanzavo fra i corridoi della scuola, sentivo
l'agitazione tornare più forte che mai, mi sentivo come un
normalissimo diciottenne in balia degli ormoni.
Quando
arrivai alla caffetteria, Jasper mi guardò stranito. Che
diavolo ti prende, Edward? Perché sei ansioso?
Scossi
a testa. Niente, non mi stava succedendo niente.
Mi
misi seduto accanto a lui e attesi l'arrivo degli altri. Alice e
Rosalie furono le prime a varcare la soglia, seguite da Emmett e
Bella.
Dovetti
trattenere un ringhio quando li vidi scherzare così vicini fra
loro, la mano di Jasper si posò sul mio braccio. Calmati,
Edward! Che diavolo ti sta prendendo?! Sprizzi rabbia e gelosia da
ogni poro!
Io
NON ERO geloso!
Durante
il pausa pranzo, Isabella non mi degnò di uno sguardo, rideva,
scherzava e parlava con tutti i miei fratelli.
<<
Fra poco ci saranno le feste di Natale. >> Buttò li ad
un certo punto Rosalie.
<<
Oh bellissime! Io le adoro! >> Gli occhi di Alice luccicavano
pericolosi. << Bella, tu sarai dei nostri, vero!? >>
Le
sorrise dolcemente. << Mi dispiace Alice, non posso... >>
Lo
sguardo allegro delle mie sorelle si spense. << Perché?
>> Rosalie a quanto pare ci teneva ad averla con noi a Natale.
Lo
sguardo di Bella si posò su di lei. << Perché non
sarò qui... >> Cominciò a spiegare la piccola
streghetta, mentre noi eravamo seriamente congelati sul posto. <<
Charlie, durante le feste va a Phoenix dalla sua ex moglie, è
un'usanza che hanno. Si ritrovano durante le feste per passarle
assieme... >>
<<
E tu lo accompagni? >> Si intromise Emmett.
<<
Si. >> Si voltò verso di lui con un lieve sorriso.
<<
E con il sole, come fai? >> Aggiunse Jasper.
<<
Oh Bè, non è un problema... >> Si fece troppo
vaga. C'era qualcosa che non ci stava dicendo.
Anche
Alice se ne accorse, perché cominciò a frugare fra le
varie visioni che riguardavano Bella, una scarica di immagini mi
piombarono nel cervello, Bella che rideva, Bella che ballava, Bella
che sorrideva, Bella seduta su un ramo di un albero, che fissava il
bosco di Forks ricoperto di neve.
Perché
ci aveva mentito? Non era con Charlie... era da sola...
La
stessa domanda compariva nelle mente di Alice... Perché?
La
campanella suonò, ricordandoci le ultime lezioni. << Hey
Bellina, dopo ti aspettiamo... >> Le scompigliò i
capelli Emmett.
<<
Ok, a dopo! >> Si dileguò con la massa di studenti.
<<
Ci ha mentito! >> Esclamò Alice. << Ho visto, non
sarà a Phoenix con Charlie, sarà a Forks, da sola... >>
Tutti
noi la guardammo. Rosalie aggrottò la fronte. << Non
capisco. Perché? >>
<<
Dovremmo chiederglielo. >> Rispose mia sorella.
<<
Certo, così le dovremmo anche spiegare come facciamo a
saperlo... >> Le dissi un po' acido.
Non
riuscivo a controllarmi, il solo pensare a Isabella, mi faceva
agitare.
Quando
arrivammo a casa, Tanya era pronta sulla porta, mi scappò un
lieve mugugnio di fastidio.
<<
Che carina... >> Sospirò Bella rivolgendosi a Tanya. <<
Non è un amore, Eddy? Guardala, come una fidanzatina amorevole
ti viene incontro! >>
<<
Sei gelosa? Vorresti essere al suo posto?! >> Esclamai duro.
Mi
guardò come se fossi pazzo. << Ma per favore! >>
Esclamò.
Esme
arrivò dietro Tanya. << Bentornati, ciao Bella. >>
<<
Buon giorno. >> La salutò sempre cordiale, mentre il mio
braccio, diventava parte integrante della rappresentante di Denali.
Per
tutto il pomeriggio, la mia pazienza venne messa a dura prova dalla
gatta morta ehm, Tanya. Ero sinceramente stanco! Il che era assurdo,
se si considerava il fatto che ero un vampiro!
Jasper,
riuscì a distrarla per un breve istante, ne approfittai. Con
uno scatto veloce, raggiunsi il piano superiore, spalancai la porta
entrando quasi di corsa e chiudendo la porta subito dietro di me.
<<
Edward?! >> Esclamò Alice. << Che razza di modi
sono! >> Rosalie e Bella mi guardavano confuse.
<<
Scusatemi... >> Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
<<
Edward, sei qui? >> La voce di Tanya mi giunse dalle scale.
<<
Vi prego levatemela dai piedi. >> Supplicai sibilando. Non ne
potevo più, era assillante e petulante, in sostanza un'oca
completa, solo che mancava il ripieno.
<<
Scherzi?! E io poi come faccio a divertirmi? >> Esclamò
Isabella indignata.
<<
Divertirti? >> La guardai ancora più male. << Ti
diverti con le mie disgrazie?! >>
<<
Ovvio! E' uno spasso guardarti fuggire da lei! >> Ridacchiò
assottigliando lo sguardo.
La
porta si aprì ed Emmett comparve con Tanya al seguito. <<
Hey Bella! Ti va di fare una gara? >>
Tempo
dieci secondi dopo, ci trovammo in salotto con la Playstation di
Jasper accesa e Bella con Emmett pronti ad una sfida all'ultimo
passo.
<<
Chi perde il ritmo paga pegno! >> La sfidò mio fratello,
mentre la consolle finiva di caricare il gioco.
La
gara consisteva nel fare più mosse possibili uguali a quelle
che propinava il videogame.
Emmett
era un mostro a questo gioco, ad ogni suo salto, la casa tremava,
Bella era molto più aggraziata, ma nonostante questo, perse la
gara quasi un'ora dopo.
<<
Bene, Bellina adesso paghi pegno! >>
Isabella
incrociò le braccia, pronta per il suo verdetto. <<
Niente di schifoso, Emmett! >> Lo minacciò con lo
sguardo.
Il
largo sorriso che le propinò la mandò in confusione, io
lessi la sua mente poco prima che pronunciasse quelle parole, in quel
momento lo detestai.
<<
Bella, devi ballare un lento con Edward. >>
Isabella
si irrigidii e io pure. Che diavolo dovevo fare?! Ma se quella
nanetta non sapeva neanche ballare!
<<
Ho detto niente cose schifose! >> Esclamò indignata.
Hey!
Quello indignato dovevo essere io!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Ragazzi, non ci credo, 199 preferiti!! Oh santissimo! Sono ancora incredula! A parte dirvi GRAZIE! Non so davvero come sdebitarmi... mmm... forse farò un epilogo per "sei tu."
Adesso, voglio come sempre ringraziare ancora di più tutti quelli che mi lasciano un commento; GRAZIE DI CUORE!!!
=============================================================
Capitolo
6
<<
Emmett, io non credo che sia il caso, rischio seriamente di
rimetterci un piede! >> Esclamai.
Isabella
mi squadrò in malo modo. << Mi scoccia ammetterlo ma, ha
ragione lui... stavolta! >> Aggiunse. << Non ho mai
ballato in vita mia un lento... finché si tratta di fare
quello che dice uno stupido gioco, va bene, ma così... >>
Emmett
mise avanti le mani. << Niente scuse, Bellina. Pagare pegno. >>
Bella
sbuffò e si voltò verso di me, gli occhi ridotti a due
fessure. << Non piace a me quanto a te... >>
Rosalie
inserì il cd di Debussy nel lettore e la musica di Claire de
Lune invase la stanza.
Mi
avvicinai a Bella. << Avvicinati, il lento si balla
abbracciati, sai? >> Le dissi fra l'ironico e lo scocciato.
Fece
un passo lungo al massimo due centimetri, sbuffai impaziente, le
afferrai i fianchi con le mani e la tirai verso di me, facendo
combaciare i nostri corpi. Il suo, così minuto e morbido,
contro il mio, alto e forte.
Senza
accorgermene, intrecciai una delle mie mani con la sua, mentre
l'altra la teneva dolcemente per la vita.
Era...
piacevole, morbida, sensuale... era bellissima.
La
stanza con tutti i suoi inquilini, scomparve. Avevo davanti a me,
solo lei; Isabella. Con i suoi capelli castani dai riflessi rossi, i
suoi occhi dorati e le sue labbra piene.
Una
piccola Venere del Botticelli, fatta su misura per me...
Volteggiammo
sulle note di Claire de Lune fino alla fine, il suo profumo mi
avvolgeva come una coperta, era fresco e brioso, come lei.
Non
riuscii a trattenere un piccolo sorriso.
<<
Cosa c'è? >> Mi domandò.
Avvicinai
il mio viso al suo. << Non sei male, non mi hai pestato i piedi
neanche una volta... >>
Sbaglio,
o quello che avevo visto per un lieve istante era un sorriso?! Si, mi
aveva sorriso! Per la prima volta, da quando la conoscevo, mi aveva
dedicato un sorriso. << Bé, grazie... >> Ero
riuscito a metterla anche in imbarazzo.
La
musica finì, e con essa anche quella piccola magia che ci
aveva avvolto.
Isabella
si staccò da me, guardandomi per un lieve istante, poi si
rivolse alle mie sorelle. << Ok, pegno pagato! >>
Jasper
si avvicinò a me, osservandomi compiaciuto. Non avevo mai
sentito delle emozioni così forti e potenti, Edward...
Sbuffai
fra l'imbarazzato e il fastidio. Non era piacevole per me che mio
fratello potesse leggere le mie emozioni, soprattutto se riguardavano
qualcosa che nemmeno io volevo catalogare.
Il
giorno dopo, il clan di Denali ci lasciò come promesso. Quando
sparirono dalla mia vista, mi sentii felice e sollevato, niente più
Tanya appiccicata! Evvai!
<<
Forza, è ora di andare a scuola! >> Esclamò
Emmett, anche lui sollevato dalla partenza delle tre vampire.
In
effetti, anche io non vedevo l'ora di andare a scuola! La mia nuova
compagna di banco mi attendeva! Ridacchiai ironico. Ero sicuro che
Isabella, al massimo, mi attendeva per staccarmi la testa a morsi.
Tempo
pochi minuti dopo, ci trovammo nel parcheggio della scuola, come
sempre ad aspettare Bella.
Oggi,
assolutamente devo chiederle di venire con noi a Port Angeles per una
sana sessione di shopping.
A quanto pare, Alice,
stava già programmato una giornata di spese folli. Non
invidiavo Isabella, anzi, forse mi sarei potuto unire a loro...
ridacchiai, sarebbe stata una pacchia romperle le scatole in ogni
momento!
Arrivarono le otto e
passarono, del pick-up di Bella neanche l'ombra, ci guardammo tutti e
poi fissammo Alice in una muta richiesta.
Le immagini arrivarono
nitide e chiare.
<<
James! Come sono felice di vederti! >> Esclamò Isabella
abbracciando di slancio un ragazzo biondo, pallido, troppo pallido;
un altro vampiro.
Una fitta mi colpii
forte.
<<
Bella, speravo di trovarti ancora a Forks. >> Ricambiò
l'abbraccio il biondo.
Si separarono, ma
lo sguardo che lei dedicava a lui, non mi piaceva, come mi faceva
montare una rabbia insana lo sguardo di lui.
Lei
gli sorrise. << Sono sempre qui, James. Lo sai... >>
Le
prese la mano e la condusse per la foresta. << Isabella, sono
venuto a prenderti. >>
Alt! Cosa era venuto a
fare?! Il respiro, per quanto inutile per noi, si mozzò nella
mia gola!
<<
Cosa... >> Domandò non capendo.
<<
Ho trovato un luogo carino, ti prego, vieni via con me. >>
<<
Oh... >> Bella fissò per un attimo il terreno.
<<
Che c'è? Credevo che volessi venire via da qui... >>
No che non voleva!
Maledetto! Ma chi diavolo credeva di essere?!
<<
Non è quello, è che... Charlie, non me la sento di
lasciarlo. Non dopo che mi ha accolto. >> Lo guardò con
i suoi occhi limpidi.
James
sbuffò. << Bella, ancora mi domando come tu faccia a
vivere di animali! >>
<<
Non voglio essere un mostro... >> Mormorò risentita.
Si
fissarono per un attimo. << Senti, facciamo così.
Tornerò per le feste di Natale. Troviamoci qui. Mi darai una
risposta per allora... >>
Annuì
pensierosa.
La visione finì.
Io e Alice ci guardammo
rigidi, lasciai a lei il compito di spiegare agli altri cosa avevamo
appena visto, mancava veramente poco alle feste di natale, poco meno
di un mese... A dispetto di ciò, i piccoli fiocchi
cominciarono a scendere, inondando il cielo.
Quel giorno, non si
presentò a scuola... né i giorni successivi, che
passavano lenti e monotoni.
Ogni tanto Alice aveva
delle visioni su di lei, era ancora a Forks, ma il suo futuro,
cambiava continuamente. Era confusa...
La
neve scendeva ormai leggera, ma nonostante tutto, grazie al freddo
incredibile dei giorni precedenti, il ghiaccio si era solidificato
sulle strade e aveva creato un piccolo strato perfino sui
fiumiciattoli più piccoli.
Erano
giorni che non avevo notizie di Isabella, non che mi mancasse... non
è vero, mi mancava! Mi mancava il suo ribattere ad ogni mia
insinuazione, il suo tenermi testa.
Sorrisi
sarcastico, stavo ammettendo con me stesso che forse provavo qualcosa
per quella piccola rompiscatole.
Da
non cederci.
Continuai
a vagare nella foresta in preda ai miei pensieri, spesso il ricordo
di quel singolo ballo, sulle note di Claire de Lune, tornava
prepotente a tormentarmi.
Mi
era dannatamente piaciuto, stringerla fra le braccia, sentire le sue
curve morbide su di me, quel sorriso che mi aveva regalato, il suo
profumo dolce, brioso e solare...
Mi
diedi dell'idiota!
Scattai
in avanti e afferrai un cervo, affondai i denti nel suo morbido
collo, bevendo e saziandomi.
Ero
nervoso, agitato... i miei familiari non mi sopportavano più,
perfino Esme, quando mi vedeva, aveva rinunciato a chiedermi cosa
potesse mai turbarmi così...
Eppure,
spesso, quando rivedevo nella mia mente Bella e quel James, un dolore
forte, insopportabile si affacciava prepotente dentro di me...
Sospirai,
era meglio rientrare.
Ripercorsi
la strada verso casa, i miei pensieri non trovavano pace, così
come il mio animo, forse potevo andarla a trovare e chiederle di
tornare a scuola e...
Mi
bloccai per un solo misero secondo. Il suo profumo!! Una scia forte e
ben tangibile era presente in quel punto!
Non
mi resi neanche conto di essermi messo a correre, inseguendo quella
dolce fragranza, entrai quasi di corsa in casa, spalancai la porta e
la vidi. Lei era li!
Isabella
e Rosalie mi guardavano stupite. Non era da me un simile
comportamento. Ma quando avevo sentito il suo profumo, provenire da
casa nostra, qualcosa era scattato. Avevo avuto il bisogno impellente
di vederla! Erano passati solo pochi giorni dal nostro ultimo
incontro, ora che la vedevo, il mio spirito era tornato tranquillo...
<<
Edward, tutto bene? >> La sua voce! Dio mio! Quanto mi era
mancata!
Aprii
la bocca per risponderle, una risposta degna di me... ma non mi
riuscii di pensare a nulla, solo di dirle la verità. <<
Si, adesso si. >> Mormorai.
Rosalie
mi guardava con un cipiglio inquisitore.
Edward
Cullen che cosa stai macchiando?
Se
le avessi risposto; nulla... non mi avrebbe certamente creduto...
<<
Io... ehm.. avete... avete visto Emmett? >> Domandai, per
salvarmi da quella situazione imbarazzante.
<<
No... >> Rispose Bella.
<<
Hai provato davanti alla tv? >> Buttò li mia sorella,
ancora irritata per aver interrotto la sua chiacchierata con
Isabella.
<<
Oh, si certo. Grazie. >> Chiusi la porta, ma non mi recai al
piano di sotto, salii in camera mia ed entrai nella mente di Rosalie.
<<
Allora, cosa hai deciso di fare? >>
<<
Non lo so, mi sento così confusa... Non voglio andarmene... >>
Disse afflitta.
<<
Allora, non andare via! >>
Brava
Rosalie! Mi annotai mentalmente di regalare qualche cosa di stupendo
a mia sorella.
<<
Ma James... >>
<<
Senti, Bella. James cosa è per te? >>
Ottima
domanda! Adesso anche io volevo saperlo! Chi era questo biondino che
pretendeva di portarti via da me!?
<<
Bé, lui... è la mia famiglia, credo... >>
<<
Credo? >>
<<
Si... bé, lui e Victoria mi hanno aiutato per un periodo,
quando arrivai in America... >>
<<
Victoria, chi sarebbe? >>
<<
La compagna di James, sono come dei fratelli per me, come per te lo
sono Alice, Jasper e Edward. >>
Il
blocco di pietre che avevo fin a pochi attimi prima sullo stomaco, si
era volatilizzato. Mi sentivo leggero. E così, questo James
non era il suo ragazzo o compagno... sorrisi felice della scoperta.
Bella
era libera... stavo per saltare dalla felicità, quando un
pensiero orribile mi passò per la mente.
Fino
a quando sarebbe stata libera? Prima o poi, sarebbe arrivato qualcuno
a portarmela via... e allora... io... cosa diavolo avrei potuto fare
per impedirlo?
Il
blocco di pietre tornò al suo posto.
Dovevo
a tutti i costi parlarle, rivelarle i miei sentimenti, perché
ormai... ero sicuro, che per Isabella Swan, provavo qualcosa di
molto, molto profondo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
216!!! Oh.mio Dio! 216 Preferiti!! *_* Sono felicissima!! E oh.santissimo!! Quanti commenti!!! GRAZIEEE!!
================================================================
Capitolo
7
Passarono
altri giorni, Isabella veniva sempre più spesso a casa nostra,
con sommo stupore di tutti, il mio umore, quando lei era nei
dintorni, migliorava considerevolmente.
Era
bello sentire il suo profumo, quando rientravo da una battuta di
caccia, vederla sorridente e allegra, assieme alle mie sorelle... ma
proprio qui stava il punto.
Non
avevo mai trovato un attimo per parlarle da solo, era sempre
impegnata con Alice o Rosalie.
Le
mie frecciatine nei suoi confronti non trovavano mai fine, i suoi
occhi, sprizzavano rabbia cieca ad ogni mia parola.
Era
affascinante.
Mi
sentivo sempre più attratto da lei, ogni suo movimento, ogni
suo respiro attirava in maniera esponenziale la mia attenzione.
Era
ormai notte, guardai il calendario e sospirai... era il 24 dicembre,
la Vigilia di Natale. Sapevo benissimo che in questo preciso momento,
Isabella, si trovava seduta su un ramo, in mezzo alla foresta, in
attesa di James.
Avevo
chiesto ad Alice, di provare ad avere delle visioni su Bella, ma le
sue risposte erano sempre la stessa; è confusa, non ha ancora
deciso.
Cosa
dovevo fare per farla rimanere?
Mi
sentivo come una bambola vuota, ma nello stesso momento, piena. Vuota
per il semplice fatto di non sapere cosa avrei fatto, quando Bella
fosse sparita dalla mia vita... ed eccolo li, il dolore in mezzo al
petto.
Piena,
perché i miei sentimenti erano ormai un fiume senza inizio e
senza fine. Aspettavano solo lei per uscire allo scoperto.
La
sveglia sulla mensola segnò la mezzanotte, la neve continuava
a scendere, imbiancando e rendendo quasi fiabesco l'intero bosco.
Respirai
a pieni polmoni, l'aria fredda entrò e sibilò nella mia
gola.
Oh,
al diavolo! Scattai veloce, senza neanche un saluto ai miei
familiari, uscii nella foresta, i miei pensieri vorticavano tutti
in cerca di lei, la sua scia mi guidò verso un punto
preciso...
Eccola
li, immobile, seduta su quel ramo che Alice, aveva predetto giorni
addietro.
Nonostante
il mio passo fosse leggero e silenzioso, Isabella si voltò
verso di me, sorpresa della mia presenza.
<<
Edward, che ci fai qui? >>
Mi
guardava con quei suoi occhioni enormi, così bella, candida,
forse più della neve. Così aggraziata e dolce.
<<
Io... ehm... >> Nella mia mente, c'era il buio.
<<
Edward, se non ti spiace, sto aspettando qualcuno... >> Saltò
giù dal ramo.
<<
Lo so, per questo sono qui. >> Le dissi, forse un po troppo
precipitoso.
Isabella
assottigliò lo sguardo. << Lo sai? >>
<<
Si, ho sentito la tua chiacchierata con Rosalie. >> Ammisi.
<<
Oh, quindi, sei qui per dirmi che ho la tua benedizione per
andarmene? >> Domandò ironica.
Sbuffai.
<< Lo sai che sei assurda. >>
I
fiocchi di neve stavano ancora scendendo, imbiancandoci entrambi.
<<
Allora, dimmi cosa vuoi. >> Piegò di poco la testa, i
suoi lunghi capelli scivolarono da un lato.
<<
Io... non voglio che tu te ne vada... >> Lo dissi e ammisi con
una voce forse troppo bassa, ma lei lo sentì comunque.
Raddrizzò piano la testa e mi fissò. Non sapevo come
catalogare quello sguardo, ma, le mie labbra si aprirono di nuovo e
la verità uscì da esse, spezzando il silenzio della
notte. << Isabella, ho lottato invano contro la mia volontà
e non c'è rimedio... ti prego, metti fine alla mia agonia. >>
Le sussurrai avvicinandomi, eravamo a soli due passi di distanza, il
suo profumo di fresia e lavanda mi colpì forte.
<<
Non capisco. >> Mi guardò confusa.
<<
Ti amo... da impazzire, ti prego, concedimi la tua mano. >> Ero
in agonia, non riuscivo più a stare senza di lei. La volevo.
Avevo ceduto ai miei sentimenti, ero completamente in balia di loro.
<<
Edward io... non capisco cosa ti abbia fatto credere che potessi
corrisponderti, ma se ho dato quell'impressione, ti prego di
perdonarmi. >> Il suo sguardo era confuso e sospettoso. Temeva
che la stessi prendendo in giro?
<<
Questa è la tua risposta? >> Ero stupito. Non mi ero
aspettato una simile risposta.
<<
Si. >> Secca e decisa.
<<
Mi stai respingendo? >> No, non poteva farmi questo! No!! Un
dolore forte e inarrestabile si schiantò nel mio petto.
<<
Di certo Tanya saprà come consolarti. >>
<<
Perché vengo respinto? Per Tanya? Fra me e lei, non c'è
nulla, solo una forte amicizia e nient'altro! >> Calmati
Edward, resta calmo, non agitarti... come potevo, l'unica donna che
avevo capito di amare, mi stava respingendo!
<<
Non solo per quello. Come puoi anche solo pensare che io accetti,
dopo avermi detto di aver lottato contro la tua volontà.
Edward, tu provi solo attrazione per me, non mi conosci. Mi hai preso
in giro, mi hai insultato in tutti i modi possibili, come pensi che
io possa amarti?! Con il tuo comportamento, il tuo modo di fare, mi
hai fatto capire che tu sei l'ultimo uomo sulla terra che avrei mai
potuto sposare! >> Esclamò.
Ingoiai
più e più volte il veleno che sgorgava nella mia bocca.
Mi
sentivo mancare, mi sentivo male...
Abbassai
lo sguardo. Aveva ragione, lo sapevo bene, ma nonostante tutto io
l'amavo.
<<
Io... >>
<<
Bella? >>
Entrambi
ci voltammo verso quella voce. James fece la sua comparsa, uscendo
dal buio degli alberi.
<<
Credo, sia meglio che vada... >> Mormorai, osservandola, forse
per un'ultima volta.
Bella
socchiuse le labbra, forse voleva dirmi qualcosa, o forse no.
Con
un cenno del capo, salutai il nuovo arrivato e mi allontanai, ferito,
solo, amareggiato e con un dolore talmente grande, da poter
distruggere un mondo intero.
Camminai
lento per tutto il sentiero, il rumore dei fiocchi che cadevano e si
univano con il resto della neve, era l'unico rumore nel bosco.
Mi
fermai davanti a casa, ero di nuovo qui. Come sempre, solo con un
pezzo in meno del mio cuore.
Entrai,
lo sguardo dei miei familiari mi passò da parte a parte,
ovviamente Alice aveva visto tutto.
<<
Edward... mi dispiace così tanto... >> Sussurrò
affranta Esme.
Non
riuscivo neanche a formulare una frase concreta, scossi solamente la
testa e sempre con molta lentezza mi recai in camera mia e chiusi la
porta.
Rimasi
li, in piedi, davanti alla grande vetrata per giorni e notti. Non mi
mossi mai.
Vedevo
spuntare il sole, la neve brillare sotto di esso, uno spettacolo
incedibile, ma per me, non significava nulla...
Nessuno
della mia famiglia entrò nella mia stanza, sapevano, che
quando me la fossi sentita, io stesso avrei varcato nuovamente quella
soglia.
Isabella,
cosa aveva scelto? Non avevo avuto il coraggio di leggere nella mente
di Alice, sapevo che il dolore era li, pronto a colpirmi...
Un
lieve bussare alla porta mi riscosse. << Edward, ti prego,
posso entrare? >>
<<
Certo, vieni pure mamma. >>
Lo
dissi, ma non distolsi mai lo sguardo dalla grande vetrata.
La
porta si aprì ed Esme fece il suo ingresso timidamente. <<
Edward, sono due settimane che sei chiuso qui dentro. >>
Non
risposi, sapevo benissimo quanto tempo era passato.
<<
Ti prego, hai bisogno di nutrirti... >>
Era
vero, i miei occhi, non erano più colore dell'oro, adesso
erano solo neri e vuoti.
<<
Lo farò, stai tranquilla... >> Mormorai, più per
tranquillizzarla che per altro.
<<
Alice, domani... >> Iniziai, ma la sua voce mi arrivò
chiara.
<<
Ho visto. Sono contraria, ma solo tu puoi scegliere... >>
Ottimo,
non dissi più niente, rimasi li fermo immobile.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Bé, che dire, sono sempre più allibita e felice! ^__^ Sono arrivata a ben 239 preferiti! Oh.mio.Dio! WOW! GRAZIE, davvero di cuore! E che dire di tutti quei fantastici commenti!!! VI AMO!!! hahaha sono a dir poco felicissima che la ficci vi piaccia così tanto!!
==============================================================
Capitolo
8
La
scuola era rincominciata ormai da quasi dieci giorni, ma io non mi
ero ancora mosso dalla mia stanza.
Alice,
ancora il primo giorno di rientro a scuola, era corsa da me,
dicendomi che Isabella era rimasta.
Ero
stato veramente felice per quella notizia, ma... sapevo anche che lei
non mi voleva... nonostante le quasi suppliche dei miei fratelli, non
volli lasciare il mio piccolo angolo di agonia.
Non
me la sentivo di ritornare a scuola e di rivederla, Alice lo aveva
visto ed era contraria a questa mia scelta. Ma sapeva di non poter
fare nulla. La scelta era mia.
Sospirai
malinconico... era mattina, tutti erano fuori casa... scesi al piano
inferiore, come sempre era tutto immacolato, perfetto.
Il
pianoforte attirò la mia attenzione, era da molto, troppo
tempo che non lo usavo, senza indugio, mi misi seduto sullo sgabello
e sollevai il coperchio. I tasti in avorio, erano li, splendenti e
desiderosi di emettere quelle note melodiche per cui erano stati
creati.
Chiusi
gli occhi e feci scivolare le mie mani, emettendo una melodia dietro
l'altra, il tono malinconico e triste era impregnato in ogni singola
nota.
Avvertii
il suono della porta aprirsi e chiudersi più volte, i passi
leggeri e delicati di Esme, raggiunsero la cucina, quelli di Rosalie
e Emmett salirono su per le scale, quelli di Jasper e Carlisle,
finirono nello studio.
Mancava
Alice, ma pochi secondi dopo, sentii nuovamente la porta aprirsi ed i
suoi passi danzanti entrare in casa, seguiti da altri più
timorosi.
Interruppi
la melodia a metà, aprii i miei occhi ormai più neri
della notte, vidi mia sorella guardarmi con uno strano cipiglio in
volto, mentre, poco dietro di lei, Isabella mi osservava timorosa.
Aveva
la bocca socchiusa, segno che stava per dire qualcosa, ma io la
precedetti.
<<
Alice, Bella. >> Le salutai, alzandomi e chiudendo il coperchio
del pianoforte.
Senza
degnarle di altra attenzione, mi avviai a passo umano su per le
scale, entrai nella mia camera e mi richiusi dentro.
Pensavo
che nel vederla cambiasse qualcosa...
Mi
dispiace Alice, ma per adesso, non cambia proprio niente.
Sentii
i loro discorsi al piano inferiore.
<<
Ti ringrazio, Alice. Adesso so che è ancora qui. Non mi sarei
mai perdonata se avesse deciso di andarsene, per colpa mia... >>
Così
Bella, era preoccupata che me ne fossi andato? Che assurdità...
Aprii
la porta finestre della mia stanza, l'aria fredda entrò,
carica di tutti gli odori del bosco.
Sapere
che Isabella, era qui, sotto il mio stesso tetto, era doloroso per
me.
Con
un balzo felino, uscii e atterrai su di un ramo, forse Esme non aveva
torto, una buona caccia mi sarebbe sicuramente servita.
Balzai
da un ramo all'altro con agilità e velocità, il battito
di tre cuori, attirò la mia attenzione, scesi con un piccolo
balzo dall'albero, ero in mezzo al bosco, e poco distanti da me,
c'erano tre cervi.
Mi
bastarono cinque secondi per ucciderli tutti, il sangue che colava
dentro la mia gola arsa era puro nettare.
Sentii
le forze tornarmi e così anche la mia razionalità.
Forse, l'idea di andarmene, non era così male... affondai i
denti nel secondo cervo.
Sarei
potuto andare a Denali, sicuramente Tanya mi avrebbe accolto a
braccia aperte, mi immaginai la scena... lasciai andare il corpo del
cervo e presi il terzo.
Avrei
potuto raggiungere l'Alaska con qualche ora di macchina, avrei
potuto... ma il volto di Bella apparve imponente nei miei pensieri.
Ripensai
a tutti i momenti che avevo passato con lei, non potevo dare torto
alle sue parole, se io avevo visto e conosciuto la vera Isabella, era
anche vero, che lei, di me, aveva conosciuto un falso Edward.
Uno
spocchioso, arrogante e per certi versi parecchio stronzo.
Ero
sazio, e forse anche più determinato di prima. Aprii i miei
occhi finalmente dorati; Isabella Swan, come tu possiedi il mio
cuore, riuscirò a prendere il tuo!
Il
cellulare vibrò nella mia tasca, lo presi e lessi sul display.
<<
Alice? >>
<<
Ti servirà aiuto, torna a casa. >>
Quella
piccoletta aveva visto tutto. Non potei evitare di sorridere.
<<
Arrivo.>>
<<
Ah, Edward... >>
Rimasi
in ascolto.
<<
Sono fiera di te. >> Riagganciò, lasciandomi felicemente
allegro, adesso avevo una compagna d'armi. Sapevo che Alice avrebbe
fato di tutto e di più per aiutarmi.
Il
giorno dopo, a scuola, arrivammo come sempre perfetti, Isabella non
era ancora arrivata, io, come suggerito da Alice, mi recai in classe
e attesi.
Avevamo
deciso che avrei mostrato a Bella il vero me stesso e non più
lo spocchioso e irritante Edward.
Gli
studenti cominciarono ad entrare, mi sentivo agitato... potevano
succedere mille e mille cose che potevano cambiare i nostro destino,
ma Alice era sicura delle sue visioni... ed io, non potevo far altro
che fidarmi.
Eccola,
in tutto il suo splendore. La vidi allargare gli occhi per la
sorpresa di vedermi e, se possibile, li allargò ancora di pi
quando la salutai con un sorriso.
Prese
posto accanto a me, leggermente impacciata.
<<
Ciao. >> Le sussurrai.
Voltò
di poco il viso verso di me. << Ciao. Temevo di non vederti
più. >>
Sospirai.
<< L'avevo capito. E' per questo che sei venuta ieri, per
assicurarti che ci fossi ancora. >>
Annuì.
<<
Non temere, non me ne vado. >> La rassicurai. Poi, la spiazzai
completamente, allungai la mano verso di lei. << Amici? >>
Proposi.
Mi
guardò confusa e indecisa, ma alla fine. << Amici. >>
Afferrò la mia mano e la strinse.
Avvertii
mille scariche elettriche in quel momento, chissà se anche lei
le aveva percepite...
La
lezione cominciò e proseguì tranquilla, passammo la
prima e la seconda ora. Al cambio con la terza, dovemmo cambiare
edificio.
Raccolsi
i miei libri e l'attesi.
<<
Sono sinceramente colpita da questo tuo cambiamento... a cosa lo
devo? >>
La
massa di studenti si districava per tutto l'istituto.
<<
Bé, diciamo che quello che hai sempre visto, non era il vero
Edward... o almeno, manca una buona parte.>> Ammisi.
Arcuò
il fine sopracciglio. << E come mai? >>
Fissai
davanti a me. << Non è facile essere, il ragazzo più
desiderato della scuola, ed essere anche la creatura che potrebbe
mettere fine alle loro vite. Sono talmente abituato a cercare di
mantenere a distanza tutti, che ho costruito una maschera... Nessuno,
a parte la mia famiglia mi conosce. >>
Ci
fu qualche attimo di silenzio.
Il
corridoio si era svuotato, c'eravamo solo noi due... mi voltai e la
fissai.
<<
I miei sentimenti per te, sono eterni, Bella. Ma ho capito, che hai
ragione. Tu non mi conosci, non ti ho dato questa possibilità.
Ti chiedo, di concedermela, dammi una sola chance, una sola... >>
<<
Edward, io... >>
Mi
avvicinai di un passo. << Non ti chiedo di dirmi si, solo,
permettimi di frequentarti. >>
Ero
teso, ansioso... i miei denti tormentavano il labbro inferiore.
<<
Come amici? >> Domandò prudente.
Rilasciai
il respiro, abbastanza soddisfatto. << Come amici. >>
Sorrisi.
Riprendemmo
a camminare, entrando in aula, le scostai la sedia cavallerescamente
e con un po di speranza in più, pensai ai vari suggerimenti di
Alice.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Cavoli!! Siete in tantissimi! 250 preferiti e una valanga enorme di commenti! OH MIO DIO!!! GRAZIEEEEE!!! Sono felicissima!!!
===============================================================
Capitolo
9
Nei
corridoi per raggiungere la caffetteria, incrociai Alice. Oggi
sarete da soli a pranzo...
Annuii e continuai a
camminare con Bella.
Alice si stava impegnando
fortemente per farmi rimanere più tempo possibile da solo con
lei. Avrei seriamente dovuto ringraziarla, sia lei che i resto della
mia famiglia.
Il
pranzo fu dolcemente tranquillo, io e Bella arrivammo assieme,
chiacchierando del più e del meno, come sempre, gli sguardi
invidiosi dei nostri compagni ci accompagnarono fino al nostro
tavolo.
<<
Oggi sono più insistenti del solito. >> Notò
Isabella, rivolgendosi agli sguardi dei nostri ammiratori.
<<
Lasciali guardare... >> Le sorrisi complice.
Sul
suo viso comparve una piccola smorfia.
<<
Cosa c'è? >> Le chiesi, spezzettando con le mani, una
piccola ciambellina ricoperta di zucchero.
<<
Vorrei sapere cosa pensano. E' difficile, cercare di comportarsi
normalmente con tutti i loro occhi addosso... >>
Le
sorrisi sghembo e mi avvicinai al suo orecchio sussurrandole. <<
Non mostrare sorpresa... >>
Annuii
e io continuai.
<<
Mike Netwon, pensa che sei molto carina, anche se per me equivale ad
un insulto, perché sei bellissima. E sta cercando di capire
quando invitarti al ballo di fine anno. >>
Presi
un altro respiro, cercando di non focalizzare la mia attenzione sul
suo dolcissimo profumo. << Tayler e la maggior parte dei
maschietti, hanno più o meno gli stessi pensieri di Newton,
mentre le ragazze, ti stanno invidiando da morire e vorrebbero
sapere, cosa ti sto bisbigliando all'orecchio. >>
La
sentii irrigidirsi. << Adesso, sorridi, come se ti avessi detto
una bella cosa... >>
E
lei lo fece, i pensieri degli studenti, vorticavano attorno al suo
sorriso, convinti che le avessi detto chissà che complimenti e
che frivolezze.
Si
voltò piano, sempre con quel finto sorriso, verso di me. <<
Sei una pessima attrice. >>
<<
Tu, leggi nella mente? >> Il tuo tono era intriso di ansia,
mentre la sua facciata mostrava solo quel sorriso statico.
<<
Si, leggo nella mente di tutti... >> Stava per dire qualcosa,
ma aggiunsi subito. << Non leggo nella tua. Non ci riesco. >>
Non
riuscì a mantenere il sorriso e mi fissò guardinga. <<
Giuramelo. >>
<<
Su tutto quello che vuoi. >> Le concessi.
<<
Adesso però, sono curioso. Come fai a bloccarmi? >>
Appoggiai il gomito sul tavolo e il volto alla mano. Sembravo
l'immagine del relax, cosa assolutamente sbagliata, ero talmente
agitato!
Sospirò.
<< Nessun potere extra mi può colpire, non so perché,
ma non funziona nulla su di me. >> Ammise.
<<
Ne parli come se avessi provato con qualcuno. >> Le feci
notare.
<<
Si, ho incontrato una vampira, a Volterra, si chiamava Jane. >>
Mi
raddrizzai rigido. << Tu hai conosciuto Jane? Quando? Perché?
>>
Ci
pensò per un breve istante. << Bé, molto prima di
arrivare qui. Ho visitato l'Italia e mi sono imbattuta in lei e suo
fratello. Non siamo andati molto d'accordo io e Jane. Ha provato a
fare qualcosa su di me, ma non ha funzionato. Poi, ho capito che era
meglio cambiare aria. Sono partita e... eccomi qui. >>
Questa
cosa era incredibile. Se tutto questo era vero, Bella poteva essere
una sorta di scudo, e lei, neanche ne era consapevole!
La
campanella suonò. << Andiamo... >> Sospirai,
aspettandola per recarci alla lezione di spagnolo.
Avevo
ancora una domanda da porle, ma anche lei a quanto pare...
<<
Sei l'unico che ha un potere extra? >> Mi chiese, stringendosi
i libri al petto.
<<
No. >> Avevo deciso di essere sincero. << Alice, vede il
futuro. Jasper, sente e manipola le emozioni degli altri. >>
La
fissai, scoprendola con le labbra dischiuse e con uno sguardo
sorpreso.
<<
Ti ho stupita? >> Domandai ridacchiando.
<<
Oh, bé... si. >> Ammise, abbassando lo sguardo e
ridacchiando imbarazzata. << Molto. >>
Ci
sedemmo ancora vicini, la lezione cominciò e noi, ovviamente
parlammo d'altro.
<<
Come fai a sopportare l'odore dei lupi? >> Sussurrai a bassa
voce.
Isabella
finse di osservare il suo libro. << Non respiro. >>
Giusto,
semplice e facile. << Come vi siete conosciuti? >>
Sollevò
di poco lo sguardo, come se fosse persa nei suoi ricordi. Erano quei
momenti che odiavo il fatto di non leggerle nella mente.
<<
Quando sono arrivata, dopo che Charlie mi aveva offerto di rimanere
con lui, abbiamo ricevuto la visita del vecchio Billy e di Jacob. >>
Aspettò che il professore cambiasse fila di banchi e riprese
il discorso. << Erano venuti a controllare. Alcuni di loro, mi
avevano visto in giro. Charlie, come ben sai, è amico di Billy
da una vita... >>
<<
Quindi, Charlie sa anche dei licantropi? >>
<<
Si. Ci è voluto parecchio tempo, perché cominciassero a
fidarsi di me. Ma vedevano quanto affetto mi legava a Charlie, giorno
dopo giorno. Così, mi diedero il permesso di entrare anche
nelle loro terre. >> Prese una piccola boccata d'aria. <<
Ovviamente, non caccio animali nei loro territori, ma posso andare e
venire a piacere. >>
<<
Capisco... >> Cambiai argomento. << Ti piace la musica?
>>
Un
piccolo sorriso comparve. << Molto, soprattutto quella
classica. >>
Le
sorrisi di rimando, un'idea mi era già balenata in mente, dopo
avrei dovuto chiedere ad Alice una previsione.
Quando
anche l'ultima lezione finì, ci trovammo nel parcheggio, in
attesa dei miei fratelli. Non dovemmo attendere molto, Alice arrivò
con il suo passo leggero, seguita da un Jasper in agonia, Rosalie e
Emmett.
<<
Ciao! >> Ci salutò allegra il piccolo folletto.
<<
Alice. >> Le sorrise di rimando Bella. << Ragazzi. >>
Salutò anche il resto del gruppo.
Osservai
Jasper incuriosito. << Che ti prende? >>
Mi
guardò con occhi quasi spiritati.
Alice
ridacchiò. << Ha dovuto sedare quasi tutti gli ormoni
femminili. >>
<<
Seriamente, Edward. Datti un contegno, sembravano delle conigliette
in calore! >> Esclamò con la faccia tirata per lo sforzo
di non urlare.
<<
Hey! Io non ho fatto nulla! >> Esclamai, cosa diavolo avevo
fatto?
<<
Non è vero... Fammi il favore, cerca di sorridere il meno
possibile. Ho avuto dei seri problemi a gestire la cosa. Alcune erano
sul punto di svenire! >>
La
risata di Bella esplose senza che potesse fare nulla per arginarla,
se avessi potuto, sarei arrossito sicuramente.
<<
Ne sei sicura?! >> Domandai forse per la quindicesima volta.
Edward
Cullen, smettila! Ho visto e anche tu! Andrà alla grande!
Mi
rispose Alice, finendo di sistemare il fazzolettino bianco nel
taschino della mia giacca color fumo.
Ecco,
sei perfetto! Esclamò
soddisfatta, dandomi ancora un'occhiata critica. Vedrai che
rimarrà a bocca aperta!
Me
lo auguravo con tutto il cuore... afferrai il pacchetto che Alice mi
poneva, presi le rose e uscii.
Caspita
Edward, che eleganza! Se anche
Rosalie, guru della moda, pensava questo, dovevo proprio essere uno
schianto.
Presi
le chiavi della Aston Martin, il suo motore faceva le fusa ad ogni
mio comando... arrivai a casa dell'ispettore Swan che era da poco
calato il sole.
Charlie
era in cucina e si stava gustando il piatto di lasagne cucinato da
Bella.
Parcheggiai
la macchina nel vialetto, mi sentivo agitato come uno scolaretto,
scesi dalla macchina e con agitazione bussai alla porta.
Bella
in persona mi venne ad aprire.
<<
Edward? Cosa ci fai qui? >> Il sospetto era intriso nella sua
domanda, e aveva ragione.
Le
sorrisi smagliante. << Ti rapisco. >>
<<
Bella, chi è? >> Domandò Charlie, alzandosi e
venendo all'ingresso.
<<
Capo Swan, sono Edward Cullen. >> Gli porsi la mano, che
strinse senza problemi.
<<
Si, ti conosco. >>
<<
Posso rapire Bella stasera? >> Domandai tranquillo, mentre la
vampira del mio cuore mi guardava allibita.
<<
E dove la porti? >> Mi piaceva Charlie, si preoccupava per
Bella come se fosse veramente sua figlia.
<<
Ad un concerto di musica classica. >> Ammisi, lasciando
felicemente stupida Bella.
<<
E dove sarebbe? >> Ecco entrare Charlie in modalità
ispettore.
<<
A Seattle, saremo di ritorno sul tardi, se per voi va bene. >>
Adesso
toccava a Bella dire la sua... ingoiai un fiotto di veleno.
<<
Per me non ci sono problemi, per te, Bella? >> Charlie stava
diventando il mio personalissimo mito umano!
<<
Bé, mi piacerebbe... ma non ho niente di adatto... >>
Biascicò in imbarazzo.
Allungai
in quel momento la scatola che Alice mi aveva dato. << Da parte
di Alice. >>
Mi
guardò con occhi assottigliati. Probabilmente aveva capito che
il piccolo mostriciattolo aveva sbirciato nel futuro.
La
carta che avvolgeva il pacchetto cadde a terra, mentre, sotto lo
sguardo ammirato e stupito di Bella, un abito da sera color blu notte
fece la sua comparsa.
<<
Io... non so che dire, è bellissimo. >> Mormorò
con voce emozionata.
<<
Bene, sono certo che Alice apprezzerà. >> Le dissi
soddisfatto.
Quindici
minuti dopo, Bella apparve in tutto il suo splendore, l'abito blu
stile Epoca Vittoriana, la faceva sembrare appena uscita da un
romanzo della Austen.
<<
Sei bellissima... >> Non riuscii a trattenermi. Bella era
magnifica!
Charlie
mi mise una mano sulla spalla. << Riportamela a casa sana e
salva, Edward. >>
<<
Lo farò. >> Promisi, mentre prendevo con grazia e
baciavo la mano della mia splendida compagna.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Sempre megio!! 261 preferiti!!! Mi dispiace che fra poco sarà finita questa storia... però noto con piacere che in molti di voi stanno già seguendo quella nuova. ^_^ Grazie mille ancora a chi commenta questa storia, siete il motore che mi fa andare avanti^^.
=============================================================
Capitolo
10
In
macchina ci assalì un fastidioso silenzio, Bella era tesa,
sapevo che non mi stavo propriamente comportando da amico, ma dovevo
pur giocare bene le mie carte.
<<
Una rosa per ogni tuo pensiero... >> Le dissi, ricordandomi di
avere un mazzo di dodici rose rosse appoggiate sul sedile posteriore.
Bella
scosse la testa, lasciando che i fini boccoli si muovessero
aggraziati. << Tu sei un folle, lo sai vero?! >>
Sorrisi.
<< Ovvio! >>
<<
Edward, tutto questo è... è bellissimo... >>
<<
Ma ti senti a disagio. >>
Tornò
a fissare la strada. << Un pochino. Non fraintendermi, è
bellissimo, ma nessuno mi ha mai trattato come stai facendo tu. Per
me, è tutto nuovo. >> Ammise e dovette costarle
parecchio quell'ammissione.
Tolsi
la mano dal cambio e presi la sua stringendola con gentilezza. <<
Anche per me è tutto nuovo. Bella, non mi sono mai sentito
così esposto come in questo momento. >> Le confessai.
La
stavo imbarazzando, ma volevo che sapesse quanto anche per me, tutto
questo fosse assolutamente nuovo.
Arrivammo
a Seattle, lasciai l'Aston Martin all'addetto al parcheggio e, con
mio sommo piacere e fastidio, notai che tutti gli sguardi maschili si
posavano, quasi senza ritegno sulla mia Bella.
Mi
avvicinai al suo orecchio e vi sussurrai. << Sei la donna più
affascinante della serata. >>
Si
voltò di scatto, i nostri nasi si sfiorarono, il suo profumo
si abbatté violento su di me, per un breve attimo, avevo
seriamente pensato di prenderla e portarla via, nascondendola alla
vista di tutti. Ma la ragione era ancora attiva nella mia mente,
impedendomi di fare quella sciocchezza.
Abbassò
gli occhi. << Grazie. Anche tu, sei molto... affascinante. >>
Le
presi la mano e intrecciai le dita con le sue. In quel momento, ero
il vampiro più felice della terra.
La
serata fu magnifica, il concerto per pianoforte era stato favoloso,
Isabella lo aveva apprezzato molto e, quando la lasciai davanti a
casa, con un sorriso enorme, tutto per me, quello fu il momento in
cui mi sentii ancora più felice.
I
giorni cominciarono a passare veloci, ogni giorno a scuola parlavamo,
scherzavamo, ogni tanto, qualche frase o battuta riportava a galla il
vecchio Edward, ma sembrava che Isabella accettasse quel fatto senza
problemi.
I
miei fratelli poi, adoravano letteralmente vedere quanto tempo
perdevamo nel punzecchiarci.
Fu
in uno di quei giorni piovosi, che Alice, mi cacciò a prendere
Bella a casa sua. Bussai e attesi, l'ispettore Swan mi osservò
compiaciuto.
<<
Ciao, Edward. Bella è di sopra. >> Non fece in tempo a
finire la frase che la bellissima vampira comparve con il suo passo
aggraziato e silenzioso.
<<
Edward... ciao. >>
Possibile
che ogni giorno fosse sempre più bella? << Ciao, mi
manda Alice. Ha detto, e cito le sue testuali parole; Edward, se non
vai a prendere Bella, ti sfregio l'Aston Martin. >>
Un
fischio di ammirazione partì dall'ispettore. << Certo
che tua sorella sa come farsi ubbidire. >>
<<
Già. >> Esclamai un po irritato. << Perciò,
mi dispiace Bella. So che non dovevamo vederci oggi, ma come vedi...
ti devo rapire. >>
Bella
mi guardava ridacchiando. << Ok, vengo... Solo perché so
quanto ci tieni alla macchina. >> Aggiunse salendo le scale.
<<
Grazie. >>
<<
Vieni, accomodati. >> Charlie mi indicò il divano,
stavano trasmettendo una partita di football.
<<
Volentieri. >> Mi sedetti sulla poltrona accanto alla sua.
<<
Allora, dove andate di bello stavolta. >> Aprì la
lattina birra che sostava sul tavolino vicino.
<<
Oh, credo che Alice e Rosalie vogliano andare a Port Angeles a fare
shopping. >> La cosa non mi rendeva felice, ma con Bella,
potevo tranquillamente sopportare la giornata fra un negozio e
l'altro.
Ci
fu qualche attimo di silenzio, poi Charlie riprese. << E' stata
davvero felicissima, quando siete usciti l'ultima volta. >>
Gli
sorrisi complice. << Anche io. Bella è speciale. >>
Mi
fissò, come un padre fissa l'uomo che potrebbe far avverare i
sogni della propria figlia. << Lo so. Non fartela scappare. >>
Potevo
essere più felice? Avevo la benedizione di Charlie! SI!!
<<
Cercherò in tutti i modi. >> Ammisi.
Tornò
a guardare la partita, mentre Isabella prese a scendere le scale, si
era cambiata, adesso, indossava un paio di jeans comodi e una
maglietta bianca.
<<
Papà, noi andiamo. Ci vediamo stasera. >> Lo baciò
sulla guancia e dopo essersi infilata la giacca uscimmo assieme.
La
strada scorreva veloce. << Allora, dove andiamo? >>
<<
A prendere le due pazze per lo shopping prima di tutto e poi, Port
Angeles. >>
Un
mugugnio uscì dalle labbra di Bella.
<<
Che c'è? >> Sorrisi guardando la strada.
<<
Odio lo shopping. >> Ammise con una smorfia.
Ridacchiai.
<< Dopo oggi, ti assicuro che lo detesterai ancora di più.
>>
Un
altro lamento le sfuggì.
Alice
e Rosalie ci aspettavano sulla porta, prontissime per la sana
sessione di compere folli.
<<
Ciao Bella! >> La salutò Rosalie.
<<
Ciao. >>
<<
Cosa è quel muso lungo? Andiamo a fare shopping! Dovresti
essere felice! >> Esclamò Alice dal suo posto.
Bella
mia guardò supplichevole.
<<
A Bella non piace lo shopping, e sono sicuro che dopo aver passato la
giornata con voi, lo odierà sicuramente! >>
Quindici
negozi dopo e un sacco di borsine che riempivano l'enorme baule della
macchina, Bella si dichiarò sconfitta.
<<
Basta! Vi prego! Farò qualunque cosa, ma basta shopping! >>
Il
sorriso di vittoria che apparve sul volto delle mie sorelle non era
molto tranquillizzante.
<<
Ottimo! Allora basta. >>
<<
Alice, perché stai cantando l'inno Italiano in latino? Che mi vuoi
nascondere? >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
277 preferiti?! ç_ç sono felicissimaaaaaaaaaa GRAZIEEEEE e non so che dire davvero dei vostri magnifici commenti!! Sono sempre una ventata di gioia le vostre parole... GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!
================================================================
Capitolo
11
Eravamo in viaggio ormai
da ore, l'aereo stava volando sopra il paese del sole; l'Italia.
Isabella, al mio fianco
guardava incantata la marea di luci che si vedevano dal finestrino.
<< Ancora poco e
saremo arrivati. >> Le sussurrai, felice di vederla così
entusiasta.
<< E' bellissimo!
>> Sussurrò, felice come una bambina, con le mani sul
vetro.
Ripensai a qualche ora
prima, quando Charlie, dopo averci accolto a casa, ci aveva detto che
la valigia di Bella era pronta e che aveva seguito alla lettera le
istruzioni di Alice, consegnandoci infatti un foglietto in cui, per
ogni riga, aveva messo una V per segnalare di aver eseguito il
compito.
<< Divertiti Bells!
E tu, Edward, tienila stretta! >>
Carlisle era comparso con
la sua Mercedes dai finestrini oscurati e senza tanti convenevoli,
aveva caricato in auto la valigia di Bella, facendomi notare un'altra
valigia già pronta nel baule; la mia.
Lo guardai incredulo.
<< Rosalie, Alice e
Esme. >> Disse solo, svelandomi chi fosse l'artefice di tutto;
il trio malefico!
Allacciare le cinture.
Gracchiò la voce
della hostess, mentre l'aereo cominciava la fase di atterraggio.
Ma le sorprese, non erano
finite, ad attenderci, trovammo un autista, ingaggiato dalla mia
famiglia, in mano aveva un cartellone con scritto: Cullen.
<< Non ci credo...
>> Sussurrai incredulo, quando vidi la limousine su cui avremmo
fatto un pezzo di strada.
<< Io meno di te...
>> Sussurrò Bella, anche lei completamente confusa da
tutto quello che ci stava accadendo.
La limousine sfrecciava
veloce sull'autostrada, lasciandoci alle spalle l'aeroporto di Roma.
<< Edward, tu non
hai proprio idea di dove... >>
<< Stiamo andando?
>> Conclusi per lei la frase. << No, assolutamente.
Quelle tre, ci hanno giocato alla grande! >> Ripensai a Esme,
la cara Esme, non credevo che arrivasse ad unirsi al sacro duo, Alice
e Rose, per riuscire ad avere Bella come futura nuora. Mi annotai
mentalmente di prenderle un regalo degno di lei.
<< Edward! Guarda
che bello!! >> Esclamò Bella, afferrando la mia mano e
puntando con l'altra verso il Colosseo.
<< Magnifico. >>
Sussurrai, anche se sapevo di non riferirmi all'enorme struttura, ma
alla mano morbida e delicata di lei.
Girammo per alcune vie
della città, finché arrivammo alle porte di Roma,
l'autista ci lasciò davanti ad una casa, dall'aspetto molto
antica, ci consegnò le chiavi e in un inglese un po stentato,
disse che sarebbe tornato a prenderci entro due giorni.
Entrammo nella villa, gli
affreschi, le statue e la struttura, erano bellissime, anche Isabella
era rimasta a bocca aperta, in quel momento il mio telefonino vibrò
in tasca.
Aprii lo sportellino e
lessi il messaggio che era arrivato. Divertitevi! Guardai il
numero; Rosalie.
Sospirai con un sorriso
sulle labbra e lo mostrai a Bella.
<< Sono pazze, lo
sai vero? >>
<< Ci vivo da quasi
settant'anni assieme, ma penso di averlo capito adesso. Su, portiamo
le valige nelle camere. >>
Un delizioso bagno, in
stile romano antico color avorio ci accolse al primo piano, le camere
da letto erano sfarzose, forse anche troppo, ma nell'insieme, era
favoloso.
<< Sono le undici
di sera. Che facciamo? >> Domandò la meraviglia che mi
accompagnava, una volta finito di sistemare le valige.
Feci schioccare la lingua
e la guardai serio. << Potremmo occupare il tempo in tantissimi
modi... >> Le risposi suadente.
<< Edward... >>
<< Pensi subito
male. >> Esclamai. << Io pensavo che potevamo andare in
centro a fare un giro, vedere i monumenti... Ah Bella, di la verità,
tu cosa hai creduto!? >> Le sorrisi sfacciato.
<< Niente.>>
Disse subito.
La guardai allusivo, non
me la dava a bere... ma per questa volta, decisi di lasciar correre,
volevo troppo godermi quei momenti con lei.
<< Forza allora,
andiamo. >> Aprii la porta e attesi sorridente.
<< Sei assurdo. >>
Sorrise, avanzando sicura e contenta fuori dalla villa.
Corremmo
veloci per chilometri e chilometri, la vegetazione copriva buona
parte del tracciato che stavamo percorrendo, era bello, liberatorio,
correre con Bella al proprio fianco.
<<
Ci siamo quasi... >> Le dissi, cominciando a rallentare fino a
camminare in maniera umana.
Sbucammo
in una stradina che ci condusse poi verso il centro della città,
girammo in lungo e largo, visitammo tantissimi posti, molti chiusi,
ma solo il fatto di essere li a vederli dal vivo, scatenava in
entrambi una piccola euforia.
Tantissime
persone, nonostante l'ora tarda, erano ancora in giro.
<<
Mi scusi? Senta lei... >> Una ragazza si avvicinò. Oh
Madonna! Dio esiste! Porca miseria che figo! <<
Potrebbe farci una foto? >> Mi mostrò la macchinetta
digitale, arrossendo imbarazzata.
<<
Certo. >> Risposi con il mio accento tutto particolare,
evitando di ridere per il suo pensiero sul sottoscritto.
Bella
ridacchiava sorridente.
La
ragazza si mise in posa assieme alle sue amiche. Scattai una, due,
tre foto.
Le
porsi la macchinetta e la vidi osservare compiaciuta gli scatti. <<
Grazie. >> Mi sorrise contenta. Oh mamma mia che sorriso!
<<
Dona! Come sono uscite le foto? >>
<<
Da Dio! >> Esclamò questa, correndo incontro alle sue
compagne.
<<
Adesso scopro che sei anche un fotografo... >> Mi sorrise
Bella, riprendendo la nostra passeggiata.
<<
Oh si, so fare praticamente tutto. >> Mi vantai un po.
<<
Modesto eh Cullen! >>
<<
Altroché! >>
<<
Scommetto che quelle ragazzine stavano facendo pensieri morbosi su di
te. >>
Sbaglio
o c'era una piccola nota di gelosia?
<<
Potrebbe essere... gelosa? >> Domandai falsamente tranquillo e
contento.
Non
mi rispose e la cosa mi bastò.
Ci
trovammo ben presto sul ponte che portava a Castel Sant'Angelo, i
lampioni si riflettevano nel fiume che scorreva tranquillo li sotto,
i fari illuminavano l'imponente costruzione e dalla nostra posizione
potevamo scorgere anche il Vaticano.
<<
E' davvero molto bello. Sono felice che Esme, Alice e Rosalie ci
abbiano fatto venire qui. >>
Oh,
anche io lo ero. Avevo già notato una deliziosa casa in centro
a Roma, forse potevo comprarla per mia madre e regalargliela per
ringraziarla di essersi unita alle due pazze. Sicuramente si sarebbe
divertita a ristrutturarla.
La
luna era alta nel cielo scuro, mi avvicinai a Bella, portandomi
accanto a lei, le presi la mano e intrecciai le dita con la mia.
<<
Sono contento anch'io di essere qui, non sai quanto. >> Portai
il dorso della sua mano all'altezza della mia bocca e la baciai
gentilmente.
Se
fosse stata ancora umana, sarebbe sicuramente arrossita.
Mano
nella mano, percorremmo i vari viottoli della città, passammo
la fontana di Trevi, Piazza di Spagna e tantissimi altri posti
incantevoli.
Quando
il sole cominciò a sorgere, eravamo già al sicuro nella
villa, io ero in camera mia, mentre Bella si era appropriata del
bagno, sentivo l'acqua scendere nella grane vasca... dovetti tenere a
freno la fantasia. Emmett, sicuramente se fosse stato qui, mi avrebbe
incitato a proseguire, ma la mia parte razionale, per quanto fosse
ormai ridotta ai minimi termini, era ancora presente.
Sentii
diverse cose: lo strofinare dei vestiti sulla pelle, segno che Bella
si stava spogliando, l'immersione del suo corpo nell'acqua calda, il
sospiro di piacere che rilasciò nel sentirsi immersa in quella
vasca calda e accogliente. Ok, ora basta!
Osservai
il mio riflesso nel vetro della finestra, i miei occhi erano neri, e
non per la fame...
Dovevo
distrarmi! E velocemente!
Pensai
e ripensai a diverse cose, alla mia famiglia, a Bella, al mio
pianoforte, a Bella, alle rose, a Bella... Maledizione! Per quanto ci
provassi, era sempre li, nei miei pensieri!
Mi
voltai verso l'ingresso e ciò che vidi, mi lasciò senza
fiato... Bella era uscita dal bagno, avvolta in un telo di spugna blu
che la copriva giusta giusta nei punti più particolari, i
capelli raccolti in un alto asciugamano più piccolo, stava
camminando per tornare nella sua stanza, e fu li, che la mia parte
razionale mi salutò.
Veloce,
mi portai dietro di lei, abbracciandola in vita e fermandola. <<
Tu sei affascinante come il peccato e io sono stanco di resistere...
>> Le sussurrai sensuale, facendo scorrere le punte delle mie
dita sulle sue braccia.
Strofinai
il naso sul suo collo candido, annusandone la dolce fragranza. Il suo
respiro era accelerato, tremava lievemente.
Con
gentilezza, la feci voltare verso di me, le presi il mento fra il
pollice e l'indice sollevandole il volto e senza indugio, posai le
mie labbra sulle sue.
Eravamo
una unione perfetta, una sinfonia perfetta. Passai la mia mano sulla
sua schiena e la tirai verso di me, schiacciandola contro il mio
corpo, le sue braccia si allacciarono dietro il mio collo e le nostre
bocche approfondivano quel bacio passionale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Oh cavoli!! 293 preferiti!! *_* Hahaha^^ i vostri commenti sono stati sublimi, davvero! Mi sono divertita da matti a leggerli! Passavo dal sorriso tenue, a quello estasiato, a quello sfrenato, fino a ridere come una scema davanti al pc! XD AVVISO: Il prossimo è l'ultimo capitolo.
=================================================================
Capitolo
12
<<
... e poi? >> Mi chiese Emmett, mentre lasciavo andare la
carcassa del puma che avevo appena dissanguato.
Sospirai
e mi voltai verso di lui. << E poi, niente. >>
Saltò
giù dall'albero dove era stato appollaiato per tutta la durata
del mio resoconto sul viaggio organizzato dal trio malefico. <<
Edward, come è possibile niente? >>
<<
Emmett, niente, vuol dire niente. Non è successo altro... >>
Mi guardava con occhi increduli.
<<
Vuoi dire che poi avete passato l'intera notte e tutto il giorno dopo
ognuno nelle vostre stanze?! >> Scherzò mio fratello, ma
si rese ben presto conto dal mio sguardo che quella era la verità.
<<
Ma come?! Edward, è assurdo! Lei, ha risposto al tuo bacio! >>
<<
E allora?! Non vuol dire nulla Em! Lei non mi ama! E adesso, basta!
Me ne devo fare una ragione! >> Sbottai frustrato.
Si
avvicinò e mi posò una sua manona sulla spalla. <<
Edward! Non ti arrendere! >>
Sollevai
il volto e lo guardai serio negli occhi. << E' tardi Emmett, mi
sono già arreso. >> E scivolai via dalla sua presa.
Quello
di cui non tenevo conto, era la forza di Emmett. La sua forza di
volontà e quella fisica, rapido, veloce, anche per uno come
me, mi prese con forza e mi sbatté contro l'albero, causandone
la rottura. Il rumore secco si sparse per il bosco.
<<
Ora basta, Edward! Non puoi arrenderti! Sei un Cullen! Ricordi?! Un
Cullen! Questo cognome, ci ha sempre spronato, dato forza e speranza!
Adesso dimmi... >> Mi schiacciò ancora con il suo
braccio contro quello che rimaneva del tronco. << ... lei ti ha
detto “Edward, io non ti amo” ?! >>
Le
mie labbra si aprirono e un << No... >> Sospirato uscì
da esse.
Ma
la presa di Emmett non lasciava dubbio al fatto che non avesse ancora
finito con me. << E allora, che diavolo stai facendo qui?!
Dovresti essere da lei, a tormentarla, a stressarla, a farle capire
quanto la desideri!! Devi farle capire, quanto lei sia importante per
te!! >>
Con
uno scatto mi lasciò andare e rimasi li a fissarlo, quello era
mio fratello?! Quello che guardava i Teletubbies?
Lo
guardavo ormai con una luce diversa, adesso capivo perché Rose
lo amava, Emmett, era una vera forza della natura.
Il
mio sguardo si fece deciso. << Grazie. >>
<<
Corri! E non tornare senza di lei! >> Mi ordinò.
Pochi
istanti dopo, mi trovai davanti alla casa dell'ispettore Swan, bussai
timidamente, non avevo idea di cosa avrei fatto...
La
porta si aprì e la figura dell'ispettore fece la sua comparsa.
<< Ciao, Edward. Vieni, accomodati... >>
<<
Grazie. >> Entrai e chiusi la porta dietro di me.
Si
sedette sul suo solito divano e mi invitò a fare altrettanto.
<< Bella non c'è, dovrebbe arrivare fra poco... >>
<<
Posso aspettarla? Non disturbo? >> Domandai un po timoroso.
<<
Affatto, anzi, sono contento che tu sia qui, perché credo sia
il caso di chiarire qualche cosa, fra me e te. >>
Oi
oi, cosa voleva dire?
Afferrò
la lattina di birra e ne bevve un sorso, dio mio, ma quell'uomo aveva
sempre della birra a portata di mano?
<<
Bella, mi è parsa, molto felice quando siete tornati dal
viaggio. Non l'avevo mai vista sorridere in quel modo, è stato
quasi... sconvolgente ecco. >> Notai il lieve velo di sudore
sulla sua fronte, era fonte di imbarazzo, sicuramente.
<<
Si, anche io sono stato molto felice di aver passato quei giorni
splendidi. >> Ammisi.
<<
Ottimo, perché vedi, ultimamente Bella, è sempre sulle
nuvole, trasognata, sono addirittura riuscito ad entrare in casa di
soppiatto e a spaventarla. >>
Lo
guardai socchiudendo le labbra, questo era assurdo...
<<
Lo so, è parso strano anche a me... >> Bevve un altro
sorso. << Comunque, tu mi piaci Edward. Sono convinto che tu e
Bella potreste essere una bellissima coppia. >>
Mi
sentii leggero.
<<
Ma ora, spiegami perché perché non l'hai più
chiamata?! >>
<<
Come prego? >>
<<
Si, bé siete usciti assieme, avete fatto un piccolo viaggetto
romantico e poi, puff... più niente. Edward, non vorrei che tu
stessi giocando con i sentimenti di Bella, perché è una
cosa che non potrei sopportare. >>
<<
Le giuro che non sto affatto giocando con i suoi sentimenti signore.
>> Ero maledettamente serio, mi dimenticai perfino di sbattere
le palpebre. << Io AMO Isabella, con tutto me stesso... io...
vorrei tanto che lei diventasse la mia sposa, per l'eternità.
Ma, non credo che Bella, provi per me niente di più della
semplice amicizia. >>
Finii
e rimasi in silenzio, lasciando all'ispettore il tempo di assimilare
le mie parole.
Fuori
il vento aveva cominciato a fischiare, la pioggerellina a scendere e
il rombo di una macchina ci fece voltare verso al finestra.
Entrambi
vedemmo Isabella arrivare a bordo di un pick up, al volante stava
Jacob Black. Lui e Bella, stavano abbracciati nel piccolo abitacolo,
le braccia di lui erano attorno al suo corpo minuto, lei, non fece
nulla per allontanarlo, anzi, si strinse di più nel suo
abbraccio e questo per me fu troppo.
<<
Io credo di dover andare, adesso. >> Dissi con voce morta,
ingoiando un fiotto di veleno.
<<
Edward, io non credo che... >> Cominciò l'ispettore, ma
lo fermai.
<<
Non importa, lei è felice. Basta così. Per me,
l'importante è quello. >> Aprii la porta, vidi le teste
stupite di entrambi voltarsi verso di noi. Non si aspettavano che
fossi li.
Porsi
la mano all'ispettore, la prese e me la strinse. << Addio, Capo
Swan. >>
Non
mi disse nulla, ma vidi nei suoi occhi la muta preghiera di restare,
non potevo accettare, se fossi rimasto, sicuramente avrei staccato la
testa a Black.
Scesi
i tre gradini e con uno scatto ripercorsi la strada verso casa,
arrivai bagnato fradicio, Alice mi venne incontro.
<<
Non farlo. Per favore, Edward, non andartene. >>
Non
le risposi, afferrai le chiavi della Aston Martin e mi voltai per
andare in garage. La mia famiglia era al completo davanti a me.
<<
Non farlo. >>
<<
Mamma, per favore. Ho bisogno di stare da solo... >>
<<
Non vedo dove vai. >> La voce di Alice mi sembrava stridula,
non più un canto di angeli.
<<
Non ho ancora deciso. >>
<<
Figliolo. >>
<<
Papà, e voi tutti. Per favore, la mia scelta l'ho fatta.
Adesso, rispettatela. >>
Non
mi dissero più niente, raggiunsi il garage, entrai in macchina
e l'accesi. Il rombo del motore si propagò per la casa, con il
telecomando aprii il garage e schizzai fuori.
Non
avevo una meta, ma di sicuro, era lontano da li.
Dodici
ore dopo, il telefonino non aveva quasi mai smesso di vibrare, adesso
conteneva circa sessantasette chiamate non risposte, tutte di Alice,
Esme e Bella. Quando avevo visto il suo numero, mi ero sentito
morire. Cosa voleva?
Non
lo sapevo e in quel momento non volevo saperlo.
Lo
spensi e lo gettai sul sedile accanto a me.
Sapevo
che Alice avrebbe avuto sicuramente dei flash sui posti che stavo
passando, ma non mi importava, adesso, volevo solo stare per i fati
miei. Non volevo più pensare a nulla, volevo solo, tornare ad
essere il vecchio odioso, spocchioso Edward Cullen. |
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo di questa fiction. Siete in 308 ad averla messa nei preferiti, mi avete accompagnato fra le righe di questa storia, con i vostri splendidi commenti. Io ne sono stata felicissima! Non sapete che gioia nel leggere le vostre recensioni! ^^ Spero di rivedervi nelle prossime storie che posterò, ora vi lascio alla lettura. Bacioni e grazie di tutto, Goten.
============================================================
Capitolo
13
Quando
arrivai a Forks qualche anno fa, non immaginavo di certo di aver la
possibilità di incontrare altri come me.
Mi
chiamo Isabella, sono stata “adottata” dall'ispettore
Charlie Swan. Lui sa cosa sono e nonostante tutto, mi ha accettato lo
stesso.
La
prima volta che ho visto i Cullen, sono rimasta seriamente colpita
dalla loro bellezza, anche io so di esserlo, ma lui, Edward, è
qualcosa che va ben oltre la bellezza classica di noi vampiri.
Per
quasi due anni, abbiamo frequentato la stessa scuola e loro, non si
sono mai accorti della mia presenza. Assurdo, ma vero.
La
sera del ballo di fine anno, avevo ormai capito che anche io, come
tutte le ragazze umane che frequentavano la scuola, avevo una
infatuazione per lui.
<<
E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>
Le
mie fantasie e tentennamenti cessarono in quel momento, sapevo che
Edward era spocchioso e un po antipatico, ma questo, mi aveva ferito,
molto.
Quando
Alice, all'inizio del nuovo anno scolastico mi venne incontro,
cercando a tutti i costi di essere mia amica, e così il resto
della famiglia, per un breve attimo, mi sentii felice, poi arrivò
lui, con il suo modo di fare arrogante. Reagii d'istinto, ad ogni sua
frecciata, io rispondevo, non mi sarei mai fatta mettere i piedi in
testa da lui; mai!
Più
passava il tempo, più mi rendevo conto di affezionarmi ai
Cullen e, anche si mi costa dirlo, anche a Edward... il vago
sentimento che provavo per lui all'inizio, cominciò a
crescere...
L'arrivo
di Tanya mi fece rendere conto di quanto fosse vuota e piatta quella
vampira, notai con somma gioia che nessuno, Edward incluso, poteva
sopportarla.
Il
pegno che avevo pagato; un ballo con Edward, era stata la cosa più
bella che mi fosse mai capitata. Volavo letteralmente sulle note di
Claire de Lune, non mi sembrava neanche lui, era così dolce...
così perfetto...
Poco
prima di Natale, arrivò James... e li, per la prima volta,
capii che il mio sentimento era cresciuto ancora...
<<
Io... non voglio che tu te ne vada... >> Mi disse. Mi persi
in quegli occhi dorati, il mio cuore batteva, assurdo perché
non era possibile, eppure, per me batteva solo per lui. Poi, le sue
parole... << Isabella, ho lottato invano contro la mia
volontà e non c'è rimedio... ti prego, metti fine alla
mia agonia. Ti amo... da impazzire, ti prego, concedimi la tua mano.
>> Era una dichiarazione in piena regola, eppure, quelle
parole mi ferirono... come poteva essere che aveva lottato contro se
stesso... allora, in realtà, non mi amava, mi desiderava e
basta...
Quando
la risposta mi scivolò fuori dalle labbra, mi sentii un vero
mostro, l'avevo ferito, lo sapevo, ma non potevo farci nulla, come
potevo pensare che lui provasse qualcosa simile all'amore per me?
Poi
era successo... non si era presentato a scuola, aspettai... giorno
dopo giorno, la mia ansia cresceva. Alice mi diceva che non se ne era
andato, era a casa... ma io... avevo bisogno di vederlo, di sentire
la sua voce... avevo bisogno di lui.
Quando
arrivai a casa Cullen, la melodia che sentii era meravigliosa, triste
ma meravigliosa. Entrai subito dopo Alice, lui era li. Bellissimo. Mi
sentivo felice, lui era reale... ma non era mio...
Quando
il giorno dopo mi disse. << I miei sentimenti per te, sono
eterni, Bella. Ma ho capito, che hai ragione. Tu non mi conosci, non
ti ho dato questa possibilità. Ti chiedo, di concedermela,
dammi una sola chance, una sola... >>
Mi
sono sentita stordita, incredula e... felice. Possibile che davvero
lui provasse amore nei miei confronti? Possibile?
Ogni
giorno divenne sempre più bello, sempre più
emozionante... e finalmente, trovai il mio posto fra le sue braccia,
con le nostre bocche unite.
Troppi
sentimenti tutti assieme, troppi dubbi ancora mi vagavano per la
testa, avevo chiesto a Jacob di ascoltarmi, lui è il mio
migliore amico e quello che mi ha consigliato è stato
semplice; << Vivi Bella, se ti ama e tu lo ami, vai da lui. >>
Adesso,
sono in macchina con Alice, la sua Porsche gialla sta viaggiando a
velocità pazzesca per trovare il vampiro più
spocchioso, testardo e adorabile che mi ha strappato il cuore; Edward
Cullen.
<<
Quanto manca? >> Le domandai, forse per la centesima volta.
<<
Ancora un po... >> Rispose criptica.
Dopo
altre quattro ore, arrivammo in un piccolo porto, noleggiò una
barca a motore e partimmo nuovamente.
Era
mattino, il sole stava per sorgere e noi eravamo in mezzo al mare,
dovevamo raggiungere Isola Esme.
Avrei
chiesto dopo informazioni sull'isola, quello che volevo in quel
momento, era raggiungere il mio vampiro il prima possibile.
In
lontananza vidi qualcosa affiorare, sembrava un'isola.
Alice
fermò la barca e mi guardò seria. << E' tutto
nelle tue mani, Bella. >> Mi spinse e caddi in acqua. Quando
riemersi, la vidi già lontana, giurai a me stessa che prima o
poi l'avrei fatto fare anche a lei un bagno simile!
Mi
immersi nuovamente e nuotai sotto acqua, quando i miei piedi
toccarono il fondale, camminai, l'acqua piano piano cominciava ad
abbassarsi, quando raggiunse la mia vita, vidi Edward che mi fissava
sbalordito.
Stavo
osservando l'immensa distesa di acqua davanti a me, il sole era sorto
da poco, l'orlo dei miei pantaloni era rigirato più volte
sulle gambe bianche , la camicia aperta, svolazzava in base al
venticello che mi accarezzava cercando di consolare il mio animo.
Avevo cercato consolazione nella solitudine di questa isola, ma non
ne avevo trovata. Il mio cuore, giaceva a pezzi nel mio petto, e la
mia mente vedeva sempre e solo il volto di Bella. Anche adesso, ero
seduto sulla spiaggia bianca immacolata, mi sembrava di vederla
spuntare dalle acque, sembrava una dea, una visione stupenda, l'acqua
scivolava via dal suo corpo, lasciandole i capelli leggermente più
scuri, il viso ricoperto di goccioline trasparenti.
<<
Edward... >> La sentii sussurrare.
Ok,
come visione era veramente fatta bene. Un'altra folata di vento mi
colpii, portando con se il suo profumo delicato. D'istinto lo
respirai a pieni polmoni. Dio! Sembrava così vera!
Il
vestito bianco che indossava ormai era come una seconda pelle, potevo
vedere tutto. Era perfetta!
Immobile
a pochi metri da me, l'acqua le arrivava poco sotto la vita.
Sapevo
che questa bellissima visione sarebbe sparita a breve, eppure, invece
adesso, stava correndo disperata verso di me, i suoi piedi
schizzavano acqua ovunque, arrivò sul bagnasciuga, le sue
piccole impronte vennero cancellate da un onda, mentre lei compieva
gli ultimi passi.
Mi
ritrovai sdraiato sulla sabbia bianca, la mia visione celestiale
addosso e le sue labbra premute ermeticamente sulle mie.
Mi
bastò quella frazione fra il secondo e il centesimo di secondo
per capire che quella visione era più corporea e vera di
qualunque altra cosa.
Le
mie mani si mossero da sole, vagavano sulla sua schiena bagnata,
impedendole di fuggire da me, la tenevo stretta, lei, la mia ancora
di salvezza.
Tremava,
ma non di freddo, tremava di passione, di felicità, di
qualcosa di molto profondo...
<<
Mi hai stregata nell'animo e nel corpo, ti amo, ti amo, ti amo. Non
voglio più stare lontana da te. >> Mormorò
staccandosi di pochissimo dalle mie labbra.
Mi
amava?! Non era possibile... Bella era con quel cane!
Eppure,
era qui, fra le mie braccia, a giurarmi amore!
La
mia mano le accarezzò con gentilezza il volto. << Sei
vera... >> Sussurrai.
Un
tenue sorriso si mostrò sulle sue labbra. << Si. >>
Poi il sorriso si spense. << Ti amo, Edward. >> La sua
mano disegnò i contorni delle mie labbra. << Quando sei
sparito, mi sono sentita morire... >> Nascose il viso
nell'incavo del mio collo.
<<
Io ti ho visto con Black... >> Mormorai piano, avevo ancora
paura che fosse un sogno.
La
sentii annusarmi, Dio mio che sensazione stupenda!
<<
... Mi stava dicendo, quanto fossi fortunata ad essermi innamorata di
te. >> Sollevò piano il suo viso, strofinando il suo
naso contro il mio.
I
suoi capelli bagnati formavano un separé fra noi e l'esterno,
ero perso in lei, in quegli occhi, in quel viso...
<<
Bella, come puoi dire di amarmi...? >> Sapevo di essere un
idiota a porle una simile domanda, ma io dovevo sapere, anche se ero
un vampiro indistruttibile, il mio animo, cadeva a pezzi, non poteva
sopportare oltre altro dolore.
<<
Edward... >> Sospirò piano chiudendo gli occhi e
appoggiando la sua fronte contro la mia...
In
quel momento, la sentii. Sentii tutto il suo amore per me, riuscii a
entrare nella sua mente, i suoi pensieri, i suoi ricordi, le sue
emozioni. Erano come un immenso fiume in piena che ti trascinava e ti
portava con se... era impossibile opporsi ad esso... impensabile...
il mio viso, la mia immagine, ogni mio singolo gesto, parola o
sorriso, era stampato a fuoco nella sua mente.
<<
Bella, come... come è possibile... >> Perfino la mia
voce, faticava a uscire, talmente forti erano le emozioni che stavo
provando, anzi, che lei provava per me.
La
vidi aprire gli occhi e sorridermi mesta. << Sei sempre stato
il mio sole, Edward... >> Il suo sguardo, così come le
sue parole, si fecero titubanti. << ...tu, davvero mi ami? >>
Si stava mordicchiando il labbro inferiore.
Non
potei trattenere un sorriso, le baciai dolcemente la punta del
nasino. << Isabella, prometto di
amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi
vuoi sposare? >>
Se
mi avesse risposto di no, questa volta, l'avrei legata personalmente
ad uno scoglio, non volevo più perderla... ma non servì.
<<
Si. >> Semplice, schietta e sincera. La adoravo!
Il
sole batteva sulla nostra pelle sfaccettando i colori dell'arcobaleno
ovunque, ma non importava, io e lei eravamo assieme, per sempre, per
l'eternità.
Poi,
mentre le nostre bocche, instancabili, continuavano a cercarsi e a
trovarsi, le esposi un mio dubbio che, ero sicurissimo sarebbe
diventato il suo incubo...
<<
Bella... >>
<<
Mmm... >> Rispose baciandomi la mascella con le sue labbra
morbide.
<<
Lo sai vero che Alice starà guardando in questo momento... ?
>>
<<
Non mi importa... che guardi pure... >> Continuava il suo
lavoro minuziosamente e a cosa, mi piaceva da matti.
<<
Sono d'accordo... >> Ci baciammo ancora... e poi... <<
Bella... ? >>
<<
Mmm... >>
<<
Sai che Alice vorrà organizzare le nozze...? >>
Si
bloccò improvvisamente, conscia di quanto sottintendessero
quelle parole; shopping sfrenato e, ore e ore di estetismo inutile.
<<
Edward... >> La sua voce tremolante mi fece irrigidire, la
guardai aspettando che continuasse. << ... ho cambiato idea. >>
Fece per alzarsi, ma la trattenni, rotolammo sulla sabbia,
sporcandoci ancora di più.
<<
Eh no, ormai hai accettato. >> Le dissi sorridendo come un
idiota. << Presto, sarai la signora Isabella Cullen. >>
Bella non smetteva di dimenarsi. << Mia moglie. >> Le
sussurrai all'orecchio. In quel momento si calmò, i suoi occhi
fissarono i miei.
<<
Tua moglie... >> Mormorò, aggiungendo poi. <<
Sarai mio marito. >>
Dio
mio quanto mi piacevano quelle parole!
Le
sue braccia trovarono il loro posto dietro al mio collo e tornammo a
baciarci, Alice, sapevo che non ci avrebbe dato tregua, ma avevamo
tutto il tempo ormai a nostra disposizione, tutta l'eternità.
FINE.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=333332
|