Just you and me

di Goten
(/viewuser.php?uid=1572)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Un altro ballo a Forks, il ballo di fine anno. Orrendo, noioso e chiassoso, tutte le ragazzine si erano vestite in modo osceno, vestiti che mostravano fin troppo le loro grazie al popolo maschile.

Jessica, Lauren e altre ragazzine mi erano corse dietro fin dal mio primo passo dentro la palestra, agghindata per l'evento.

Odiavo tutto questo, odiavo quelle sciocche.

In tutta la sala, c'erano solo tre, massimo quattro ragazze vestite in maniera decente, una era Angela Weber, l'altra era la figlia dell'ispettore Swan, e altre due del primo anno, di cui, sinceramente, non ricordavo i nomi.

Emmett mi prese in disparte, ci sedemmo sulle gradinate, non curandoci della gente che ci stava attorno, la musica a tutto volume era decisamente assordante.

<< Allora, Edward, perché non provi a divertirti per una sera. >>

<< No, non mi va... >> Risposi annoiato, fortuna che noi vampiri avevamo un ottimo udito.

<< Eddy! Per una volta nella tua noiosa esistenza, buttati! Scegli una dama e balla! >>

Mi voltai verso mio fratello, scettico in volto. << Non chiamarmi Eddy, non lo sopporto. E sentiamo, chi dovrei invitare? Proponi. >>

Emmett si guardò attorno, davanti a noi, a qualche metro di distanza, stava Isabella Swan, stava parlando tranquillamente con la sua amica Angela e Ben.

<< Lei per esempio. >> Indicò proprio la Swan.

Sghignazzai ironico. << Emmett, stai scherzando vero?! >>

<< Perché? Io la trovo bella. >>

<< E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>

Isabella alzò lo sguardo sorpreso verso di noi, sembrava ferita, ma sicuramente era solo una mia impressione.

Qualche istante dopo, si allontanò dai suoi amici, ogni tanto la vedevo sbucare qua e la, non era vero quello che avevo detto ad Emmett, Isabella Swan era graziosa, non sfacciata e sicuramente molto contenuta, rispetto ai gesti e alle movenze delle altre ragazze. Era buffo, l'avrei vista bene in un ballo vittoriano.


La scuola finì... passò l'estate... e ritornò l'autunno...


Erano ormai due anni che vivevamo a Forks, piovosa cittadina di circa 3.000 anime, possibile che ogni giorno in cui mettevamo piede a scuola, cominciavano a fissarci ed a spettegolare su di noi? Possibile che gli insulsi umani che abitavano qui, non avessero niente di meglio da fare?

Evidentemente no...

Sospirai stanco di tutto questo, osservando le crepe nel muro della mensa.

Alice, Rosalie, Jasper ed Emmett mi fissarono. Sapevano quanto fossi insofferente, ma anche per loro, ultimamente, stava diventando una vera e propria rottura questa città.

Saltai da una mente all'altra senza preoccuparmi di chi fosse, di solito, cercavo di stare alla larga da quella della Stanley, era la più volgare e chiassosa che avessi mai letto.

Eppure, quel giorno, Alice mi chiese, quasi mi supplicò, di ascoltarla. Non capii il perché, finché non notai al suo tavolo la figlia dell'ispettore Swan.

Isabella Swan, Bella, come le piaceva farsi chiamare, era l'unica ragazza che non aveva mai avuto nulla da spettegolare su di noi... ultimamente Alice cercava in tutti i modi di avvicinarsi a lei. Voleva diventare sua amica...

Che folle! Come poteva diventare amica di un'umana?!

Entrai comunque nella mente di Jessica, stava parlando con Isabella.

<< ... sei sicura di stare bene? Sei ancora più pallida del solito... >>

<< Si, sono solo stanca, tutto qui. >> Le sorrise mesta.

Stanca? Ma se è sempre con quella pelle pallida! Potrebbe far concorrenza ai Cullen! Dio mio! Edward oggi è uno schianto! Quella maglietta mostra ancora di più...

Basta! Uscii dalla sua mente! Possibile che passasse dal falso interesse per la sua amica ai commenti più fastidiosi per me?!

Ad ogni modo, il suo strano colorito pallido fece scattare un dubbio... la fissai per un attimo.

<< Edward Cullen ti sta fissando. >> Le annunciò Jessica, a questo punto, di solito, le ragazzine arrossivano e cominciavano a balbettare come tante oche starnazzanti.

<< Si? Bene, vuol dire che sono più interessante delle crepe nel muro che fissa di solito. >>

Come diavolo... come aveva fatto a...

<< Ad ogni modo, non mi interessa. E' arrogante e maleducato. >>

Alt! Cosa ero?! E da quando sarei maleducato?! Arrogante potevo capirlo, nessuno a scuola si avvicinava a me, quando lo facevano, li allontanavo senza tante cerimonie. Ma maleducato no!

Provai a sondare la sua mente... con mio sommo orrore e stupore, non ci riuscii.

<< Abbiamo un piccolo problema... >> Parlai veloce con i miei fratelli, che subito mi fissarono attenti.

Che succede? Qualcuno sa qualcosa di noi?

I pensieri di Rosalie erano fra tutti, quelli più ansiosi.

<< No, ma non riesco a leggere la mente della Swan. >> Li fissai.

<< Alice. >> Mi voltai verso di lei. << Cosa vedi? >>

Si concentrò per un attimo e quello che vidi mi lasciò stupefatto.

<< Non è possibile... >> Sussurrai pianissimo, anche per il nostro udito.

<< Cosa?! >> Domandò agitato Jasper.

<< E' una di noi... >> Rivelò Alice stupita quanto me.

<< E' impossibile. >> Rosalie si volò verso la figlia dell'ispettore Swan. << Come possiamo non essercene accorti?! >>

A turno, la fissammo tutti, la pelle pallida, i denti bianchissimi, profonde occhiaie quasi viola, gli occhi, ricordavo nei pensieri di Jessica, erano neri.

Notammo che il suo vassoio era integro...

Come era possibile che Isabella Swan fosse una di noi?

In due anni di permanenza a Forks non ci eravamo mai accorti di lei.

Isabella sorrideva, parlava e scherzava con gli altri esseri umani, nessuno di loro pensava che fosse strana come noi. Nessuno.

<< Ma non vive con l'ispettore? >>

Ottima domanda Emmett.

<< Che io sappia si. Ma, lui è umano, sono sicura! Carlisle lo ha curato parecchie volte. >>

<< E' possibile che non sappia cosa sia sua figlia? >>

Ottima osservazione Jasper.

L'ispettore, sapeva cosa fosse in realtà Isabella? Sapeva anche di noi?

Una cosa era certa, dovevamo conferire subito con Carlisle ed Esme, anche loro dovevano essere avvisati.

La campanella suonò, con lentezza esasperante, forse cercando di prolungare più del dovuto la pausa, gli esseri umani si rimisero in moto per andare alle loro ultime lezioni, noi, continuavamo ad osservare Bella, stava rivolgendo a tutti dei piccoli accenni di sorrisi, ma non sembrava incline ad alzarsi dal suo posto.

<< Allora, ci sentiamo oggi? >> Le domandò Jessica con lo zaino in spalla.

<< Ma certo. Ti chiamo dopo... >>

Si salutarono, lasciando finalmente Isabella da sola.

<< Che cosa volete? >> Si voltò verso noi cinque.

Alice ci precedette e con la sua camminata quasi danzante, la raggiunse.

<< Ciao, sono Alice. >> Le porse la mano amichevolmente.

Isabella si alzò sospirando. << Bella Swan. >> La strinse, sentii Jasper rilassarsi. Per un attimo aveva temuto per l'incolumità della sua compagna, si avvicinò cauto e porse anche lui la mano. << Jasper Hale.>>

<< Piacere. >> Strinse la mano anche a lui ed a turno anche a Rosalie ed Emmett.

Io ero rimasto indietro, non mi ero presentato, stentavo ancora a credere di non riuscire a leggere la sua mente.

I miei fratelli mi guardarono allibiti.

<< Edward? Vieni... >>

<< Non importa. >> Sibilò Isabella. << Già ci conosciamo... >>

Davvero? Quando ci eravamo conosciuti?

<< Come... >> Cominciò Alice, venendo interrotta proprio da Bella.

<< Al ballo di fine anno... Aspetta, com'è che mi avevi definita... >> Si picchettò il dito sulla tempia, fingendo uno sforzo di memoria. << Ah si... passabile, non abbastanza bella da tentarti. E di questo ringrazio Dio ogni giorno. >> Mi fissò seria, mentre con eleganza afferrava la sua borsa e usciva dalla caffetteria.

Edward Cullen, ci devi una spiegazione!

Oddio, Rosalie in modalità avvocato difensore del gentil sesso era difficile da digerire.

Se per colpa tua, non farò amicizia con lei, sei un fratello morto!

Grazie Alice eh! Grazie davvero per il tuo supporto...

Ovviamente non potevo chiedere aiuto ai miei fratelli, mai si sarebbero messi contro le loro dolci metà... mai, neanche per aiutare me.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Wow! Addirittura 20 commenti per il primo capitolo! *_* GRAZIE!! e 46 preferiti! Sono senza parole!
Come qualcuno ha fatto notare, ringraziate la mia scrittrice preferita; Jane Austen per alcune frasi che troverete nella ficci!!

========================================================================

Capitolo 2

Le ultime dure ore furono un vero e proprio strazio! Alice e Rosalie continuavano a mandarmi insulti d ogni tipo. Alcuni in lingua Eschimese!

Tutto per colpa di quella maledetta mocciosa!

Aspetta che lo sappia Esme!

Era l'ultima minaccia di Rosalie... si era eretta ufficialmente difensore della povera e afflitta Isabella Swan.

Ma non aveva altro da fare mia sorella? No... dovevo suggerire ad Emmett di passare più tempo con lei, magari, mi sarei lasciato scappare quanto si sentisse sola...

Alice continuava a tormentarsi perché non era riuscita a diventare subito sua amica, e ovviamente, il colpevole ero io...

Anche Jasper però, dovevo ricordare anche a lui quanto Alice avesse bisogno della sua continua presenza.

Magari sarei riuscito a levarmele dalle scatole in un colpo solo!

Sbuffai, ancora tre minuti e la scuola, per quel giorno si poteva dire terminata.

Adesso aspetti che arrivi alla macchina e le chiedi scusa!

Neanche per idea lo avrei fatto.

Edward Cullen! Ti farò mettere in ginocchio se sarà necessario! Tuonò Alice nella mia mente.

Dio mio che fastidio. E va bene! Le avrei detto quella dannatissima parola!

Finalmente suonò la fine! Evvai! Adesso, dovevo solo strisciare come un verme da Bella e dirle... dirle... oh cielo! Non poteva essere così difficile dire...

Mi passai una mano fra i capelli scompigliandoli più del dovuto.

Maledette femmine!

S.C.U.S.A. ... Si, potevo farcela, non era difficile, era solo un insieme di lettere... I miei quattro fratelli erano tutti li pronti, aspettavano solo me; il condannato a morte.

Uscimmo assieme dall'edificio, anche se in realtà mi scortarono fuori dall'edificio.

La massa di studenti si era riversata nel parcheggio. Sospirai, allora, dove sei Isabella?... Guardai ovunque. Non c'era...

Anche Rosalie si guardava attorno, ma senza successo. Ci rimaneva solo Alice...

<< Non la vedo... non riesco a vederla. >>

Grande! Non solo non potevo leggerle nella mente, ma a quanto pare, mia sorella non riusciva neanche a vederla nelle sue visioni. Che diavolo di potere extra aveva Isabella?

Salimmo sulla mia Volvo e schizzammo a casa, Carlisle ed Esme, dovevano sapere tutte queste novità.

<< Per quanto ancora avete intenzione di tenermi il broncio?! >> Esclamai leggermente irritato. Non solo mi insultavano mentalmente, ma adesso si rifiutavano perfino di parlarmi! Assurdo!

Fortunatamente arrivammo in pochissimi minuti a casa e, con mio grandissimo sollievo, Esme e Carlisle erano dentro ad aspettarci.

In piedi nel nostro salotto immacolato, avevamo appena finito di raccontare ogni cosa, Esme era stupita e suo marito non era da meno.

<< Ne siete sicuri? >> Domandò per la seconda volta Carlisle.

<< Assolutamente. >> Risposi secco.

<< E' una cosa assurda. E' rimasta sotto il nostro naso per due anni e non ci siamo mai accorti di lei... Incredibile! >> Esme aveva ragione, era incredibile.

<< Alice, provaci ancora. Concentrati... >> Le chiese nostro padre. Era assurdo anche per lui che non riuscisse a vederla.

Fu un attimo, Alice sussultò, i suoi occhi si fecero vacui. Mi sintonizzai nella sua mente, e la vidi; Isabella Swan.

Era intenta a cucinare e a chiacchierare con Charlie. Gli sorrideva tranquilla, mentre lui rideva, probabilmente per una sua battuta. Sembravano davvero padre e figlia, assurdo pensare invece, che lei, era una predatrice mortale.

La visione cambiò, all'improvviso, vidi Bella vagare nel bosco, gli occhi neri, probabilmente a caccia.

Alice tornò al presente. << L'ho vista... >>

Io potei solo annuire.

<< Ma allora, perché oggi non ci sono riuscita? >>

Era la domanda che tutti si stavano ponendo, me compreso.


Il giorno dopo, a scuola, noi cinque attendevamo, quasi con impazienza, l'arrivo di Bella.

Guai a te, se oggi non divento sua amica! Mi minacciò la piccola nana malefica.

<< Te l'ho già giurato prima, Alice. Non farò nulla che possa intralciare i tuoi piani. >> Le ridissi come una litania, la stessa frase per la millesima volta.

Sbuffò non soddisfatta del tutto, ma proprio in quel momento, il rumore del pick-up di Bella si fece sentire.

Eccola li, con quel rottame che non si poteva nemmeno definire auto.

Scese con grazia dall'abitacolo del veicolo, i jeans neri e la camicia bianca risaltavano le sue forme da diciottenne, mentre appoggiato con noncuranza, il maglioncino marrone giaceva sulle sue spalle.

Si voltò verso di noi, e dopo quello che mi parve un attimo di indecisione, si incamminò verso il nostro gruppo.

<< Buon giorno. >> Ci salutò cordiale.

Alcuni di noi contraccambiarono con un semplice cenno, chi con un semplice ciao.

<< Allora, siete ancora qui fuori perché...? >> Non le sfuggiva nulla a quanto pare.

<< Bella, noi vorremmo diventare tuoi amici! >> Alice non perse tempo. << Ci terrei così tanto!! >> Le prese le mani fra le sue e la guardò con occhi amorevoli.

Il fine sopracciglio di Isabella si arcuò. << Ah si? Come mai? >>

Stavolta Rosalie perse la parola. << Alice è da un mese che sta escogitando il modo di avvicinarti, e adesso che è possibile, non sta più nella pelle. >>

<< Oh, quindi tu volevi diventare mia amica anche se fossi stata umana? >>

La testa nera di Alice annuì convinta. << Non solo io, anche Rose! >>

Gli occhi dorati di Bella la fissarono quasi incredula.

<< Bé, non so che dirvi. Credo che grazie sia dovuto. >>

<< Quindi? >> Domandò impaziente Alice.

<< Quindi adesso, siamo in ritardo per la prima lezione. Ci vediamo a pranzo, va bene? >>

<< Si!! >> Esclamò Alice saltandole al collo. << Oh si! Lo sapevo che saremmo diventate subito amiche!! >>

<< Si, certo. >> La staccò da se e la guardò sorridendo. << Ci vediamo dopo allora. >> Ci salutò con un cenno della mano e sparì dentro l'edificio.

<< Sei contenta adesso?! >> Esclamai felice per lei e per me, finalmente non mi avrebbero più tenuto quel maledetto broncio.

Guarda che non mi sono dimenticata! Le devi ancora dire qualcosa se non sbaglio!

Stupida mente femminile vampiresca!

Alzai gli occhi al cielo. << Lo farò... >> Sospirai vinto.

La prima lezione ebbe inizio, come sempre una parte del mio cervello elaborava quello che il professore stava spiegando, mentre una buona fetta della mia attenzione era rivota alle menti degli studenti.

Ero fissato soprattutto con quella della Stanley, stava seguendo Spagnolo assieme a Bella. I suoi pensieri erano ovviamente ovunque tranne che sulla lezione, ma almeno da lei, potevo avere una visuale ravvicinata della Swan.

Ancora non capivo come facesse a bloccare il mio potere, era assurdo e tremendamente frustrante!

Passai alla seconda lezione e poi alla terza, volevo a tutti i costi capire i meccanismi oscuri della sua mente!

Arrivò la pausa pranzo tanto agognata da Alice, eravamo tutti e cinque seduti al nostro tavolo, le continue occhiate di mia sorella Rosalie all'ingresso della caffetteria mi stavano facendo innervosire.

<< Rose, basta! Adesso arriva! >> Esclamai spazientito.

Mi rivolse un'occhiata velenosa. << Non ti conviene tirare troppo la corda Eddy. >>

Feci un piccolo e basso ringhio. << Non chiamarmi Eddy. >>

La sedia vicino ad Alice si mosse e Isabella vi prese posto, tutta la caffetteria era in fermento, non si era mai visto nessuno sedere al nostro tavolo. Decisamente per almeno dei mesi, la scuola avrebbe avuto di che parlare.

<< Buon giorno a tutti... anche a te Eddy. >>

Stavo per lanciarle un insulto micidiale.

NON PROVARCI NEMMENO! SONO STATA CHIARAAA!!!

L'urlo che sentì nella mia mente mi aveva letteralmente tramortito.

<< Grazie Alice. >> Sibilai.

Bella dava le spalle all'intera scolaresca.

<< Forza, adesso ditemi cosa volete sapere. >> Sorrise cordiale alle mie sorelle.

<< Tutto! >> Esclamò Rosalie.

<< Bé, allora, sono di Forks, sono nata qui nel 1901 e poi mi sono trasferita a Chicago con i miei genitori. Sono rimasta li, finché la Spagnola non li ha strappati a questa vita. Poi sono andata a vivere con dei miei zii a Londra. Avevo diciotto anni quando un vampiro decise di assalirmi, ricordo solo che mi trovai da sola, tre giorni dopo, trasformata e frastornata, con un gran bruciore in gola. >>

Ci guardammo tutti. Che strano, avrei potuto incontrarla, invece il destino aveva deciso di farci incontrare in questa cittadina.

<< Quindi tu hai la stessa età di Edward. >> Sentenziò Alice.

Lo sguardo dorato di Bella si posò su di me. << Abbiamo la stessa età? >> Sorrise.

Annuii. << Si, sono nato a Chicago nel 1901 e morto nel 1918. >>

<< Wow! Pensa, potevamo incontrarci all'epoca. >>

<< Già, pensa che sfortuna, vederti anche li... >> Il calcio di Rosalie mi arrivò dritto nello stinco.

<< Che vuoi dire? >> Mi domandò con gli occhi ridotti a due fessure.

<< Beh, se ci fossimo incontrati, saresti stata senza dubbio una di quelle ochette che mi correvano dietro. Un po come qui... >>

TU SEI UN FRATELLO MORTO! Il ruggito di Alice mi frastornò un attimo.

Isabella prese un bel respiro profondo e fissò i miei fratelli. << Mi dispiace ragazzi, sul serio, la trasformazione deve aver avuto qualche intoppo. Deve essere difficile per voi vivere con un adolescente eterno, sempre schiavo dei suoi poveri piccoli raggrinziti ormoni... >> Con fare teatrale prese la mia mano nella sua accarezzandola sul dorso. << Su Eddy, vedrai, prima o poi troverai una pazza disposta a prenderti con se... >>

Strattonai via la mano. << Non chiamarmi Eddy! >> Scandii ogni parola.

<< Perché no? E' così carino... Eddy. >>

Mi stava facendo saltare i nervi. Strega!!

<< Bella, ti va di unirti a noi oggi? >> Alice arrivò giusta in tempo per evitare che l'assalissi e le staccassi la testa.

Lo sguardo di Isabella tornò limpido e cristallino. << Oggi?... Mmm, non posso, ho un impegno. Però domani sono libera. >>

<< Oh, va bene lo stesso. >> Si intromise Rosalie. << Allora, domani passiamo a prenderti a casa. >>

<< Va bene. >> Le sorrise cordiale la piccola strega.


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sono sinceramente allibita, ben 114 persone lo hanno messo fra i preferiti! E tutti quei commenti!! O.O WOW!
Grazie mille di cuore! Davvero, sono commossa che vi piaccia così tanto *_*

=======================================================================

Capitolo 3

La scuola finalmente finì, ci trovammo nel parcheggio, stavamo per andare, quando notammo uno dei Quilutes appoggiato al pick up di Bella. Lo fissammo irrigiditi. Che stava facendo? Perché era li?

Dalla porta a vetri apparve lei. << Jacob! >> Corse verso di lui abbracciandolo.

La scena, mi impietrii del tutto, anche i miei fratelli erano rimasti sconvolti.

<< Hey Bells! Allora, sei pronta! >> Le scombinò i capelli.

<< Eccome! Non vedo l'ora di vedervi tutti! >>

<< Ottimo, questo è lo spirito giusto! Monta dai, ci stanno aspettando tutti alla riserva! >>

Come?! Alla riserva!? Ma non poteva! Era territorio vietato per noi vampiri!

La vidi lanciare le chiavi del suo pick up a quel ragazzo e salire sul lato passeggero, ma prima di sparire dentro al veicolo, ci lanciò un saluto.

Mi venne un dubbio. << Alice, prova a cercare Bella nelle tue visioni... >>

Mi guardò per un attimo dubbiosa, ma lo fece. << Non la vedo... >>

Bingo! Ecco svelato il mistero. << E' la presenza dei cani! >> Sibilai. Ma almeno, ora, sapevamo che erano loro l'interferenza nelle visioni di Alice.

Quindi, anche ieri era con loro? Domandò Rosalie.

<< A quanto pare... >> Feci scattare la serratura della macchina. << Forza, andiamo a casa. >>

In macchina, i pensieri di Jasper erano identici ai miei.

Come è possibile che riesca a frequentare dei licantropi? Potrebbero scattare in qualunque momento e per lei sarebbe la fine... forse non si rende conto del rischio che corre.

Forse, o forse no... Isabella era diversa dai vampiri che fino ad ora avevamo conosciuto.

A casa, Esme ci venne incontro come sempre, sorridente e amorevole.

<< Allora, come è andata oggi? >>

<< Tutto bene. >> Le rispose Emmett. << Oggi, abbiamo scoperto che Bella, è amica dei lupacchiotti! >>

Esme ci guardò seria. << Amica dei licantropi? Siete sicuri? >>

<< Già. Oggi, subito dopo la fine delle lezioni è venuto uno di loro a prenderla per portarla alla riserva. >> Le parole di Rose la colpirono.

<< Ma, il patto... >>

<< Lei non fa parte del atto, a quanto pare ha accesso a tutto il territorio. >>

Concordavo con le parole di Jasper.

<< E mi chiedo, perché! Cosa ha fatto per avere il via libera anche nel loro territorio?! >>

<< Domani glie lo chiederemo. Abbiamo un appuntamento no?! >> Si aggiunse Alice.

<< Giusto. Possiamo domandarle tutto. >> Le diede man forte Rosalie, seguendo Alice su in camera.

Sospirai.

<< Io vado a caccia, voi che fate? >> Propose Jasper guardandoci.

Emmett, per tutta risposta si mise seduto con il telecomando in mano.

<< Tu, Edward? >>

<< Vengo con te. Ho bisogno di distrarmi un po. >>

Lasciai il cappotto sul divano e con Jasper corsi fuori, nella foresta.

Era una sensazione bellissima correre libero come il vento, sentire le scie dei vari odori degli animali, la natura e... l'odore dei lupi?! Che diavolo!

<< Jasper, lo senti anche tu? >>

<< Si, sono vicini. >> Si mise in posizione di difesa.

Eravamo ancora nel nostro territorio, come era possibile che dei licantropi si trovassero qui?!

Tanto non mi prendi! Fu il pensiero che avvertii, poco prima che un enorme lupo comparisse dalla fitta rete di rami e alberi.

<< Fermati immediatamente!! >>

Gli occhi miei e di mio fratello erano puntati verso il luogo da dove era venuta quella voce divenuta ormai familiare.

<< Razza di idiota! Fermati Jake!! >>

Isabella sbucò dall'immensa distesa di verde, seguita a ruota da un licantropo un po più piccolo rispetto a quello che era passato prima.

La fissavo sbalordito, possibile che fosse così aggraziata nel correre?

<< Jacob Black! Se non ti fermi, ti cucino in padella stasera!!! >> Urlò, inoltrandosi dall'altra parte della foresta.

Il lupo che correva al passo di Bella rilasciò un latrato divertito, dai suoi pensieri lessi che gli sarebbe piaciuto vederla quella scena.

Jasper li fissava immobile. Stanno giocando! Ti rendi conto!? Un vampiro e un licantropo che giocano!

Era difficile riuscire a sorprendere Jasper, ma a quanto pare, Isabella ci stava riuscendo. Quella piccoletta stava stravolgendo il nostro normale mondo...

<< Io punto a favore del licantropo. >> Sghignazzai.

Jasper mi guardò come se fossi impazzito. Vorresti che fosse lei a finire in padella?

Ridacchiai divertito. << Andiamo. >> Ripresi la nostra battuta di caccia, anche se una parte del mio cervello stava ancora cercando di razionalizzare quello che avevo appena visto.

Un puma e quattro cervi dopo, eravamo pronti per tornare a casa.

Rosalie e Alice stavano pensando ai vari vestiti e accessori che avrebbero potuto cominciare a condividere con Bella, Emmett aveva l'attenzione rivolta al televisore, stavano trasmettendo il suo programma preferito; le Superchicche... almeno ora non guardava più i Teletubbies... rabbrividii, che brutti ricordi.

Carlisle ed Esme erano impegnati in una discussione sull'eventuale ristrutturazione della casetta che avevano preso in mezzo alla foresta.

Svogliatamente mi recai in camera mia, avevo bisogno di una doccia e di un cambio d'abiti, feci i primi scalini, quando la voce di Alice mi raggiunse.

<< Tanya verrà a trovarci domani. >>

La guardai per una frazione di secondo. << Da sola? >>

<< No, ci saranno anche Irina e Kate. >>

<< Ottimo, almeno avremo un po di compagnia. >> Salii i gradini e mi rintanai nel bagno.

Tanya sarebbe venuta a trovarci, non era una brutta notizia, almeno avremmo avuto davvero un po di compagnia extra.

Lasciai scorrere l'acqua e attesi che divenisse bollente, quando mi misi sotto il getto, il calore che mi lasciò sul corpo fu un sollievo.

Con la mente vagai agli ultimi avvenimenti, la scoperta di Isabella, la strana amicizia che la legava ai licantropi di La Push, la convivenza assurda fra lei e suo padre Charlie...

Alt! Un momento! Ora che ci pensavo, Bella non ci aveva detto nulla del suo rapporto con Charlie. Come si erano conosciuti? Lui sapeva anche di noi?

Ero stato talmente preso dal divertimento che provavo nello stuzzicarla, che non le avevo chiesto nulla di tutto ciò.

Bé, poco male, Bella sarebbe venuta qui, potevo porle tutte le domande che volevo.

Ghignai... di sicuro, mi sarei divertito un sacco!


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Cavoli, anche questa ficci non scherza! 145 preferiti! E una valanga di commenti!! ^_______^ GRAZIE!!!

===================================================================

Capitolo 4

A scuola, tutto trascorse tranquillo, il chiacchiericcio sul nostro nuovo acquisto a tavola, non si era ancora spento, Isabella sedeva, come il giorno prima, fra le mie due sorelle, rispondendo alle loro frivole domande sui suoi colori preferiti e marche di abiti.

<< Bella, l'ispettore Swan sa tutto vero? >> Le interruppe Jasper.

<< Si, sono stata ufficialmente presentata come sua figlia, ma in realtà, ci siamo conosciuti pochi anni fa. Charlie è stato il primo e unico essere umano che mi ha accolto in casa. All'epoca non avevo una fissa dimora. Lui, mi ha preso con se, non mi ha fatto domande. >> Sorrise intenerita dal ricordo. << Io, dopo qualche periodo, gli ho raccontato tutto. Non è stato facile, ma... ora siamo come una famiglia. >>

<< Quindi lui ha sempre saputo anche di noi? >> Si intromise Emmett.

<< Io non gli ho detto nulla, ma credo che lo abbia capito. La pelle, gli occhi, il nostro essere perfetti... >>

<< E' una brava persona. >> Sentenziò colpita Rosalie.

<< Molto, gli voglio bene, come se fosse il mio vero padre. >>

Il sorriso che Alice le regalò, bastò per illuminare la stanza. Era veramente colpita dall'affetto sincero che Isabella provava per l'ispettore.

<< Oggi mi ha accompagnata lui, quindi, potete rapirmi subito dopo la fine delle lezioni. >>

<< Ottimo! Abbiamo ancora tante cose di cui parlare! >> Esclamò contenta Rose.

<< E poi, oggi avrai il piacere di conoscere tre persone. >> Aggiunse Alice sorridente.

<< Chi? >>

<< Noi le consideriamo un po come nostre parenti alla lontana. Vengono da Denali, ogni tanto passano a trovarci. >>

<< Oh, siete sicure che non vi creo disturbo? >>

Adesso era timorosa. La cosa mi stuzzicò. << Cosa c'é, hai paura di non reggere il confronto? >> Ghignai. << Potresti imparare come si comportano le donne e perdere così i tuoi modi rozzi... >>

I miei fratelli mi guardarono allibiti. Non era da me questo comportamento, eppure, non riuscivo a trattenermi. Isabella mi faceva venire voglia di tormentarla.

Assottigliò il suo sguardo dorato. << Che vuoi dire? >>

Allargai il ghigno. << Come sta fido? Sei riuscita a metterlo in padella? >>

Sgranò gli occhi. << Tu! Come fai a saperlo?! >>

Ridacchiai. << Era impossibile non sentire le tue urla nella foresta. >>

Abbassò lo sguardo imbarazzata.

Edward, smettila! Mi minacciò Rose, ma non potevo, mi piaceva troppo.

In quel momento, Bella afferrò lo zaino rosso e rovistò al suo interno, pochi attimi dopo, mi lanciò un piccolo libro, lo presi e lessi il titolo, stampato a lettere cubitali; Imparare l'educazione in pochi giorni...

Alzai lo sguardo verso di lei, scoprii che stava sghignazzando. << Potrebbe tornarti utile, magari un giorno, potresti trovare la donna che ti sopporterà per l'eternità. >>

Ha ha ha. Davvero molto spiritosa... Feci solamente un grugnito in risposta.

<< Se questo è il tuo modo di rispondere ad una donna, ti consiglio di cominciare subito a leggerlo. >> Si alzò dal tavolo e con lieve cenno della mano ci salutò tutti.

Emmett e Jasper ridevano senza freni, mentre Rosalie e Alice pensavano a quanto fossi stupido.

Odiavo Isabella Swan.

Le lezioni finalmente finirono ed io mi ritrovai in macchina con Emmett e Jasper, le ragazze erano tutte sulla Bmw di Rosalie.

<< Carina la Swan, sa metterti al tuo posto eh, Eddy?! >> Ridacchiò ancora Emmett.

<< La vuoi piantare di chiamarmi così? >> Sbuffai infastidito.

<< Sai, ho notato che ogni volta che Isabella è nei paraggi, le tue emozioni diventano instabili... >> Si mise a riflettere ad alta voce Jasper.

<< Sarà perché non la sopporto?! >> Gli suggerii ironico.

I suoi occhi mi fissarono per un breve istante... Per me è qualcosa d'altro...

Sbuffai ancora, ma possibile che Bella piacesse a tutti, mentre a me dava solo irritazione?

<< Comunque, è carina e simpatica. Rose l'adora! E anche la piccola nanetta a quanto pare! >> Sorrise soddisfatto Emmett.

In effetti, non era da Rosalie accettare con tanta facilità qualcuno. Nemmeno Tanya le stava simpatica e lei, era da una vita che la conoscevamo.

Parcheggiai la macchina, i pensieri delle persone dentro casa mi fecero capire che il clan di Denali era già arrivato, la Bmw accostò accanto alla mia.

<< Sono arrivate. >> Dissi, facendo intuire a tutti di chi stessi parlando.

<< Evviva... >> Sospiro insofferente Rosalie, prendendo a braccetto Bella. << Tu, stammi vicina, sarai il mio talismano contro lei. >>

<< Chi? >> La guardò corrugata Isabella.

<< Vedrai, lo capirai al volo. >>

Aprii la porta di casa, Esme ci venne incontro come sempre, sorridente. << Bentornati, tu devi essere Isabella. Molto piacere. >> Le porse la mano.

<< Il piacere è mio. >> Contraccambiò Bella.

<< Io sono Carlisle, ho sentito molto parlare di te. >>

Strinse la mano anche a lui. << E' un vero piacere fare la vostra conoscenza. >>

<< Accomodati, dentro abbiamo degli ospiti, vieni. >> Esme le indicò la strada e, sempre con Rosalie a braccetto, arrivammo in salotto.

<< Isabella, loro sono Kate, Irina e Tanya. >> Bella fece un piccolo inchino.

<< E' un piacere fare la vostra conoscenza. >> Sorrise amichevole.

Tanya fu la prima ad avvicinarsi ancheggiando sinuosa, pareva Jessica Rabbit. << E' un piacere anche per noi. >> La sua voce era strisciante, nonostante fosse anche melodica.

Il sorriso di Isabella si gelò, voltò piano il viso verso Rosalie. << Ho capito... >>

<< Allora, Tanya, come mai siete venute fino a Forks? >> Domandò gentile Carlisle.

La mezza bionda rossiccia, si voltò verso mio padre, facendo svolazzare i suoi capelli lunghi. << Era da molto che non ci vedevamo, sentivamo un po la vostra mancanza. >> In quel momento, i suoi occhi si puntarono su di me.

<< Capisco. E a Denali, le cose vanno bene? >> Domandò ancora.

<< Si, non c'è male. Stavamo valutando se ristrutturare una parte della nostra abitazione, mi piacerebbe avere un tuo parere, Esme. E ovviamente anche il tuo, Edward... >> Si avvicinò sinuosa. << Mi piacerebbe molto sentirti suonare, adoro udire quelle tue fantastiche melodie. >>

Rosalie e Alice si trattenevano dal riderle in faccia, i loro pensieri non mi stavano aiutando a rimanere serio.

Ancora un po e si attaccherà a te come una mosca!

<< Potrebbe suonarle la marcia funebre, che la troverebbe incantevole... >> Sussurrò Rosalie a Bella.

Isabella invece la guardava sconvolta. Avrei dato non so cosa per leggere i suoi pensieri in questo preciso momento.

Notai con orrore che il suo labbro inferiore stava tremolando, oddio, non si sarebbe messa a ridere anche lei?! I suoi occhi mi fissarono per un breve istante, per un attimo, fui certo che sarebbe scoppiata a ridere senza ritegno, invece, si schiarì la voce, prese un piccolo respiro e si ricompose. << Sono certa che Edward, sarebbe felicissimo di suonare per te, Tanya. Oggi a scuola, non faceva altro che ripeterci, quanto fosse contento di rivederti. >>

I colpi di tosse finti di Jasper e Emmett incorniciarono quel tragico momento.

<< Oh Edward, speravo di esserti mancata, ma non credevo così tanto. >> Miagolò la bionda rossiccia, aggrappandosi come un condor al mio braccio, mentre Rosalie tirava Isabella al piano di sopra, salvandola dalla mia ira.

Non appena il momento fosse stato propizio, avrei ucciso Bella Swan, con le mie mani!

Passai quasi dure ore al pianoforte, suonando pezzi di Mozart, e Beethoven, Tanya non capiva nulla di musica, ogni tanto facevo anche delle storpiature, ma il sorriso ebete che aveva sulla faccia non scemava mai via.

Sentivo le risate delle mie sorelle, provenire dal piano di sopra. Mentre le mie mani scorrevano sui tasti in avorio, la mia mente si intrufolava in quella di Rose o Alice e prendeva atto di quello che stavano facendo quelle tre vampire.

Per un po parlarono di abbigliamento, accessori, cose molto frivole, finché...

<< Un po mi dispiace per vostro fratello. >> Sospirò Bella.

<< Ma no! Non vedi come è felice Tanya! >> Ridacchiò Alice.

L'avrei uccisa.

<< Si. >> Ridacchiò Bella. << Ma sono due ore che sta suonando... >>

<< Bella, fidati, lascia stare... >> Liquidò la cosa Rosalie. << Piuttosto, dicci, c'è qualcuno che ti fa battere quel cuoricino morto che ti ritrovi? >>

Ottima domanda Rose! Anche Alice era curiosa di saperlo.

Isabella rise. << Scherzi vero?! Assolutamente no! Fin'ora non ho mai avuto la sfortuna di innamorarmi! >>

Accidenti, nessuno aveva fatto breccia nel suo cuoricino... speravo di avere un'arma in più nel mio arco, invece... niente.

Sbuffai.

<< Tanya, scusami, sono un po' stanco. >> Smisi di suonare.

<< Oh certo Edward... >> Si alzò, attendendo che facessi lo stesso. << Ti va di fare un giro in giardino? >>

<< Si, certamente... >> Dio mio, non me ne sarei più liberato, uscimmo nell'immenso prato verde che circondava la casa. << Allora, per quanto tempo rimarrete qui? >>

<< Credo tre giorni, poi dovremo tornare a casa, sai com'è... >> Aggiunse lasciandosi andare ad una risatina frivola.

Tre giorni d'agonia! Nooo!

<< Che aria triste, povero cuore! >> Ridacchiò Isabella, sbucando dal nulla.

La fissai con sguardo omicida.

<< Isabella. >> La salutò Tanya.

<< Tanya. >> Contraccambiò Bella. << Ero venuta a salutarvi, io dovrei andare, si è fatto tardi. >> Sorrise perfida.

<< Ma certo, ci vediamo domani a scuola. >> La salutai, programmando di renderle il giorno successivo un vero inferno.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Oh! Sempre meglio, 168 preferiti! CAVOLI! GRAZIE!!!!
E come sempre un GRAZIE specialissimo va a chi lascia un commento!! ^__^

===================================================================

Capitolo 5

Il giorno dopo, arrivammo a scuola con un anticipo di quasi un'ora! Per tutta la notte, Tanya mi era stata incollata come una cozza allo scoglio. Ero sinceramente molto nervoso ed irritato. Le mie due sorelle non facevano altro che pensare a commenti e battutine di ogni tipo, mentre i miei fratelli ridevano delle mie disavventure.

La coalizione maschile, decisamente non sapevano cosa fosse...

Quella mattina, Tanya era riuscita a mettere mano al mio guardaroba, adesso mi trovavo vestito come un modello, altro che studente...

Verso le otto, cominciarono ad arrivare i primi allievi, Bella non si vedeva ancora, forse avevo la vaga possibilità di correre a casa e cambiarmi. Ma al solo pensiero di ritrovare Tanya ad accogliermi, mi fece passare tutte le voglie.

<< Possiamo entrare in classe! >> Sibilai.

<< No, aspettiamo Bella! Ah, eccola! >> Esclamò saltellando Alice, attendendo Isabella sorridente.

Bella spense il pick up e saltò fuori con il suo zainetto in spalla, quando mi vide, il suo labbro cominciò a tremolare come il giorno prima.

Si avvicinò studiandomi attentamente. << Buon giorno a tutti. >> Il suo sguardo passò dalle scarpe ai pantaloni, alla camicia, ai capelli. << Ehm... Edward, sinceramente, sembri un pavone imbellettato! >> Scoppiò a ridere senza ritegno, la sua risata cristallina, per quanto trattenuta da una mano davanti alla bocca, arrivò in ogni singola parte della scuola.

Strega!

<< Almeno io non sono sciatto. >> Sibilai. Rose mi fulminò e Alice, che era vicino a me, mi tirò un calcetto.

La risata di Bella si affievolì fino a svanire. Adesso c'era troppo silenzio, il coro di campane non c'era più. Non mi piaceva il fatto di non sentirlo.

Isabella aveva il volto composto. << Hai ragione, io sono sciatta. Non mi vesto all'ultima moda e non cerco di assomigliare a una gatta in calore. >> Sorrise amara. << Ma va bene così. Io non voglio accalappiare un uomo o vampiro. Al contrario di altre... >>

Lievissimo accenno a Tanya...

I suoi occhi dorati sembravano tristi. << Potresti imparare come si comportano le donne e perdere così i tuoi modi rozzi... non mi avevi detto così? Bé, scusami se te lo dico, ma mi auguro che non dovessi imparare qualcosa da lei. >> Altro accenno a Tanya, maledizione! Non potevo darle torto, Bella era cento volte meglio di quella vampira oca e svampita!

La campanella suonò e rivolgendoci un sorriso mesto, Bella entrò nell'edificio, lasciandomi l'amaro in bocca.

<< Che cavolo ti prende!? >> Esclamò Alice puntandomi il dito contro. << Cosa ti ha fatto di male?! >>

Niente, non capivo nemmeno io. Ma non riuscivo a smettere di stuzzicarla.

Decisi di andare in segreteria, urgeva un cambio di orario!

Sfoderai tutto il mio fascino, la mia voce vellutata e il mio sguardo ammaliatore, la signora Cope non ebbe la forza di volontà di negarmi questo piccolo, insignificante piacere.

Soddisfatto, presi il mio zaino e con calma, mi diressi verso la mia nuova classe. Bussai alla porta ed entrai, le ragazzine trattennero il respiro, alcune cominciarono a sbavare, i miei occhi si posarono sull'unica che mi fissava con sincero stupore, per poi passare all'indifferenza.

<< Signor Cullen, come mai nella mia classe? >> Domandò giustamente il professore.

<< Ho cambiato alcuni orari, ero desideroso di riascoltare le sue lezioni. >> Ottimo, l'insegnante era piacevolmente colpito.

<< Bene, si sieda. >>

Quanto avrei voluto sogghignare, l'unico posto era proprio accanto a lei!

Spostai la sedia e mi accomodai, le rivolsi un piccolo ghigno e lei, per risposta, sollevò un fine sopracciglio sbuffando lievemente.

<< Non sei felice di avermi vicino? >> Le sussurrai.

<< Per niente, Edward. >> Tornò a seguire la lezione per un po.

I pensieri dei nostri compagni erano tutti rivolti a noi. I ragazzi mi odiavano profondamente, ero seduto vicino alla loro dea. Scoprii che alcuni di loro avevano intenzione di invitarla fuori per un appuntamento.

<< Allora, chi sarà il fortunato che porterai al ballo di fine anno? >> Sussurrai a bassa voce, nessun umano avrebbe potuto sentirci.

Bella continuava a fissare la cattedra. << Nessuno. >>

Nessuno eh... << Come mai? Non hai ricevuto neanche un invito? >>

Respirò piano. << No. Semplicemente non ci vado. >>

<< Solo perché per me non sei abbastanza carina, non vuol dire che qualcun altro non ti possa invitare... >>

Si voltò di scatto verso di me. << Senti, Edward. Non mi interessa se per te, io non sono abbastanza carina, poco femminile o rozza. Semplicemente non vengo al ballo. >>

<< Io non ho detto che sei poco femminile, questa è una tua ammissione. >> Continuai, anche se sapevo di poter ferire i suoi sentimenti.

I suoi occhi si scurirono. << Lasciami in pace. >> Sibilò minacciosa.

La campanella suonò, seguii Isabella per tutte le lezioni, ma sfortunatamente, non riuscii più a sedermi abbastanza vicino.

Passai quasi tutta la mattina arrabbiato, persino gli sciocchi umani mi giravano al largo più del solito. Ero arrabbiato con me stesso e con Bella.

Aveva sempre la risposta pronta e la ragione stava sempre dalla sua parte.

Vagavo continuamente nelle menti degli ignari studenti, in cerca del suo volto, la ascoltavo parlare, anche di cose prive di significato o di importanza. Era sempre così gentile e dolce verso tutti. Con me no... sapevo che aveva i suoi buoni motivi, l'avevo derisa, presa di mira con battute e offeso la sua dignità femminile.

Ma, ammisi con me stesso. Mi sarebbe piaciuto ricevere uno di quegli sguardi che rivolgeva a suo padre o alle mie sorelle. No, anzi, ne avrei voluto solo uno tutto mio, uno sguardo che avrebbe dovuto dedicare solo a me...

Mi irrigidii. Cosa diavolo stavo pensando?!

Assurdo! Quella vampira mi stava facendo diventare matto!

In quel momento, mentre avanzavo fra i corridoi della scuola, sentivo l'agitazione tornare più forte che mai, mi sentivo come un normalissimo diciottenne in balia degli ormoni.

Quando arrivai alla caffetteria, Jasper mi guardò stranito. Che diavolo ti prende, Edward? Perché sei ansioso?

Scossi a testa. Niente, non mi stava succedendo niente.

Mi misi seduto accanto a lui e attesi l'arrivo degli altri. Alice e Rosalie furono le prime a varcare la soglia, seguite da Emmett e Bella.

Dovetti trattenere un ringhio quando li vidi scherzare così vicini fra loro, la mano di Jasper si posò sul mio braccio. Calmati, Edward! Che diavolo ti sta prendendo?! Sprizzi rabbia e gelosia da ogni poro!

Io NON ERO geloso!

Durante il pausa pranzo, Isabella non mi degnò di uno sguardo, rideva, scherzava e parlava con tutti i miei fratelli.

<< Fra poco ci saranno le feste di Natale. >> Buttò li ad un certo punto Rosalie.

<< Oh bellissime! Io le adoro! >> Gli occhi di Alice luccicavano pericolosi. << Bella, tu sarai dei nostri, vero!? >>

Le sorrise dolcemente. << Mi dispiace Alice, non posso... >>

Lo sguardo allegro delle mie sorelle si spense. << Perché? >> Rosalie a quanto pare ci teneva ad averla con noi a Natale.

Lo sguardo di Bella si posò su di lei. << Perché non sarò qui... >> Cominciò a spiegare la piccola streghetta, mentre noi eravamo seriamente congelati sul posto. << Charlie, durante le feste va a Phoenix dalla sua ex moglie, è un'usanza che hanno. Si ritrovano durante le feste per passarle assieme... >>

<< E tu lo accompagni? >> Si intromise Emmett.

<< Si. >> Si voltò verso di lui con un lieve sorriso.

<< E con il sole, come fai? >> Aggiunse Jasper.

<< Oh Bè, non è un problema... >> Si fece troppo vaga. C'era qualcosa che non ci stava dicendo.

Anche Alice se ne accorse, perché cominciò a frugare fra le varie visioni che riguardavano Bella, una scarica di immagini mi piombarono nel cervello, Bella che rideva, Bella che ballava, Bella che sorrideva, Bella seduta su un ramo di un albero, che fissava il bosco di Forks ricoperto di neve.

Perché ci aveva mentito? Non era con Charlie... era da sola...

La stessa domanda compariva nelle mente di Alice... Perché?

La campanella suonò, ricordandoci le ultime lezioni. << Hey Bellina, dopo ti aspettiamo... >> Le scompigliò i capelli Emmett.

<< Ok, a dopo! >> Si dileguò con la massa di studenti.

<< Ci ha mentito! >> Esclamò Alice. << Ho visto, non sarà a Phoenix con Charlie, sarà a Forks, da sola... >>

Tutti noi la guardammo. Rosalie aggrottò la fronte. << Non capisco. Perché? >>

<< Dovremmo chiederglielo. >> Rispose mia sorella.

<< Certo, così le dovremmo anche spiegare come facciamo a saperlo... >> Le dissi un po' acido.

Non riuscivo a controllarmi, il solo pensare a Isabella, mi faceva agitare.


Quando arrivammo a casa, Tanya era pronta sulla porta, mi scappò un lieve mugugnio di fastidio.

<< Che carina... >> Sospirò Bella rivolgendosi a Tanya. << Non è un amore, Eddy? Guardala, come una fidanzatina amorevole ti viene incontro! >>

<< Sei gelosa? Vorresti essere al suo posto?! >> Esclamai duro.

Mi guardò come se fossi pazzo. << Ma per favore! >> Esclamò.

Esme arrivò dietro Tanya. << Bentornati, ciao Bella. >>

<< Buon giorno. >> La salutò sempre cordiale, mentre il mio braccio, diventava parte integrante della rappresentante di Denali.

Per tutto il pomeriggio, la mia pazienza venne messa a dura prova dalla gatta morta ehm, Tanya. Ero sinceramente stanco! Il che era assurdo, se si considerava il fatto che ero un vampiro!

Jasper, riuscì a distrarla per un breve istante, ne approfittai. Con uno scatto veloce, raggiunsi il piano superiore, spalancai la porta entrando quasi di corsa e chiudendo la porta subito dietro di me.

<< Edward?! >> Esclamò Alice. << Che razza di modi sono! >> Rosalie e Bella mi guardavano confuse.

<< Scusatemi... >> Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.

<< Edward, sei qui? >> La voce di Tanya mi giunse dalle scale.

<< Vi prego levatemela dai piedi. >> Supplicai sibilando. Non ne potevo più, era assillante e petulante, in sostanza un'oca completa, solo che mancava il ripieno.

<< Scherzi?! E io poi come faccio a divertirmi? >> Esclamò Isabella indignata.

<< Divertirti? >> La guardai ancora più male. << Ti diverti con le mie disgrazie?! >>

<< Ovvio! E' uno spasso guardarti fuggire da lei! >> Ridacchiò assottigliando lo sguardo.

La porta si aprì ed Emmett comparve con Tanya al seguito. << Hey Bella! Ti va di fare una gara? >>

Tempo dieci secondi dopo, ci trovammo in salotto con la Playstation di Jasper accesa e Bella con Emmett pronti ad una sfida all'ultimo passo.

<< Chi perde il ritmo paga pegno! >> La sfidò mio fratello, mentre la consolle finiva di caricare il gioco.

La gara consisteva nel fare più mosse possibili uguali a quelle che propinava il videogame.

Emmett era un mostro a questo gioco, ad ogni suo salto, la casa tremava, Bella era molto più aggraziata, ma nonostante questo, perse la gara quasi un'ora dopo.

<< Bene, Bellina adesso paghi pegno! >>

Isabella incrociò le braccia, pronta per il suo verdetto. << Niente di schifoso, Emmett! >> Lo minacciò con lo sguardo.

Il largo sorriso che le propinò la mandò in confusione, io lessi la sua mente poco prima che pronunciasse quelle parole, in quel momento lo detestai.

<< Bella, devi ballare un lento con Edward. >>

Isabella si irrigidii e io pure. Che diavolo dovevo fare?! Ma se quella nanetta non sapeva neanche ballare!

<< Ho detto niente cose schifose! >> Esclamò indignata.

Hey! Quello indignato dovevo essere io!


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ragazzi, non ci credo, 199 preferiti!! Oh santissimo! Sono ancora incredula! A parte dirvi GRAZIE! Non so davvero come sdebitarmi... mmm... forse farò un epilogo per "sei tu."
Adesso, voglio come sempre ringraziare ancora di più tutti quelli che mi lasciano un commento; GRAZIE DI CUORE!!!

=============================================================

Capitolo 6

<< Emmett, io non credo che sia il caso, rischio seriamente di rimetterci un piede! >> Esclamai.

Isabella mi squadrò in malo modo. << Mi scoccia ammetterlo ma, ha ragione lui... stavolta! >> Aggiunse. << Non ho mai ballato in vita mia un lento... finché si tratta di fare quello che dice uno stupido gioco, va bene, ma così... >>

Emmett mise avanti le mani. << Niente scuse, Bellina. Pagare pegno. >>

Bella sbuffò e si voltò verso di me, gli occhi ridotti a due fessure. << Non piace a me quanto a te... >>

Rosalie inserì il cd di Debussy nel lettore e la musica di Claire de Lune invase la stanza.

Mi avvicinai a Bella. << Avvicinati, il lento si balla abbracciati, sai? >> Le dissi fra l'ironico e lo scocciato.

Fece un passo lungo al massimo due centimetri, sbuffai impaziente, le afferrai i fianchi con le mani e la tirai verso di me, facendo combaciare i nostri corpi. Il suo, così minuto e morbido, contro il mio, alto e forte.

Senza accorgermene, intrecciai una delle mie mani con la sua, mentre l'altra la teneva dolcemente per la vita.

Era... piacevole, morbida, sensuale... era bellissima.

La stanza con tutti i suoi inquilini, scomparve. Avevo davanti a me, solo lei; Isabella. Con i suoi capelli castani dai riflessi rossi, i suoi occhi dorati e le sue labbra piene.

Una piccola Venere del Botticelli, fatta su misura per me...

Volteggiammo sulle note di Claire de Lune fino alla fine, il suo profumo mi avvolgeva come una coperta, era fresco e brioso, come lei.

Non riuscii a trattenere un piccolo sorriso.

<< Cosa c'è? >> Mi domandò.

Avvicinai il mio viso al suo. << Non sei male, non mi hai pestato i piedi neanche una volta... >>

Sbaglio, o quello che avevo visto per un lieve istante era un sorriso?! Si, mi aveva sorriso! Per la prima volta, da quando la conoscevo, mi aveva dedicato un sorriso. << Bé, grazie... >> Ero riuscito a metterla anche in imbarazzo.

La musica finì, e con essa anche quella piccola magia che ci aveva avvolto.

Isabella si staccò da me, guardandomi per un lieve istante, poi si rivolse alle mie sorelle. << Ok, pegno pagato! >>

Jasper si avvicinò a me, osservandomi compiaciuto. Non avevo mai sentito delle emozioni così forti e potenti, Edward...

Sbuffai fra l'imbarazzato e il fastidio. Non era piacevole per me che mio fratello potesse leggere le mie emozioni, soprattutto se riguardavano qualcosa che nemmeno io volevo catalogare.


Il giorno dopo, il clan di Denali ci lasciò come promesso. Quando sparirono dalla mia vista, mi sentii felice e sollevato, niente più Tanya appiccicata! Evvai!

<< Forza, è ora di andare a scuola! >> Esclamò Emmett, anche lui sollevato dalla partenza delle tre vampire.

In effetti, anche io non vedevo l'ora di andare a scuola! La mia nuova compagna di banco mi attendeva! Ridacchiai ironico. Ero sicuro che Isabella, al massimo, mi attendeva per staccarmi la testa a morsi.

Tempo pochi minuti dopo, ci trovammo nel parcheggio della scuola, come sempre ad aspettare Bella.

Oggi, assolutamente devo chiederle di venire con noi a Port Angeles per una sana sessione di shopping.

A quanto pare, Alice, stava già programmato una giornata di spese folli. Non invidiavo Isabella, anzi, forse mi sarei potuto unire a loro... ridacchiai, sarebbe stata una pacchia romperle le scatole in ogni momento!

Arrivarono le otto e passarono, del pick-up di Bella neanche l'ombra, ci guardammo tutti e poi fissammo Alice in una muta richiesta.

Le immagini arrivarono nitide e chiare.

<< James! Come sono felice di vederti! >> Esclamò Isabella abbracciando di slancio un ragazzo biondo, pallido, troppo pallido; un altro vampiro.

Una fitta mi colpii forte.

<< Bella, speravo di trovarti ancora a Forks. >> Ricambiò l'abbraccio il biondo.

Si separarono, ma lo sguardo che lei dedicava a lui, non mi piaceva, come mi faceva montare una rabbia insana lo sguardo di lui.

Lei gli sorrise. << Sono sempre qui, James. Lo sai... >>

Le prese la mano e la condusse per la foresta. << Isabella, sono venuto a prenderti. >>

Alt! Cosa era venuto a fare?! Il respiro, per quanto inutile per noi, si mozzò nella mia gola!

<< Cosa... >> Domandò non capendo.

<< Ho trovato un luogo carino, ti prego, vieni via con me. >>

<< Oh... >> Bella fissò per un attimo il terreno.

<< Che c'è? Credevo che volessi venire via da qui... >>

No che non voleva! Maledetto! Ma chi diavolo credeva di essere?!

<< Non è quello, è che... Charlie, non me la sento di lasciarlo. Non dopo che mi ha accolto. >> Lo guardò con i suoi occhi limpidi.

James sbuffò. << Bella, ancora mi domando come tu faccia a vivere di animali! >>

<< Non voglio essere un mostro... >> Mormorò risentita.

Si fissarono per un attimo. << Senti, facciamo così. Tornerò per le feste di Natale. Troviamoci qui. Mi darai una risposta per allora... >>

Annuì pensierosa.

La visione finì.

Io e Alice ci guardammo rigidi, lasciai a lei il compito di spiegare agli altri cosa avevamo appena visto, mancava veramente poco alle feste di natale, poco meno di un mese... A dispetto di ciò, i piccoli fiocchi cominciarono a scendere, inondando il cielo.

Quel giorno, non si presentò a scuola... né i giorni successivi, che passavano lenti e monotoni.

Ogni tanto Alice aveva delle visioni su di lei, era ancora a Forks, ma il suo futuro, cambiava continuamente. Era confusa...

La neve scendeva ormai leggera, ma nonostante tutto, grazie al freddo incredibile dei giorni precedenti, il ghiaccio si era solidificato sulle strade e aveva creato un piccolo strato perfino sui fiumiciattoli più piccoli.

Erano giorni che non avevo notizie di Isabella, non che mi mancasse... non è vero, mi mancava! Mi mancava il suo ribattere ad ogni mia insinuazione, il suo tenermi testa.

Sorrisi sarcastico, stavo ammettendo con me stesso che forse provavo qualcosa per quella piccola rompiscatole.

Da non cederci.

Continuai a vagare nella foresta in preda ai miei pensieri, spesso il ricordo di quel singolo ballo, sulle note di Claire de Lune, tornava prepotente a tormentarmi.

Mi era dannatamente piaciuto, stringerla fra le braccia, sentire le sue curve morbide su di me, quel sorriso che mi aveva regalato, il suo profumo dolce, brioso e solare...

Mi diedi dell'idiota!

Scattai in avanti e afferrai un cervo, affondai i denti nel suo morbido collo, bevendo e saziandomi.

Ero nervoso, agitato... i miei familiari non mi sopportavano più, perfino Esme, quando mi vedeva, aveva rinunciato a chiedermi cosa potesse mai turbarmi così...

Eppure, spesso, quando rivedevo nella mia mente Bella e quel James, un dolore forte, insopportabile si affacciava prepotente dentro di me...

Sospirai, era meglio rientrare.

Ripercorsi la strada verso casa, i miei pensieri non trovavano pace, così come il mio animo, forse potevo andarla a trovare e chiederle di tornare a scuola e...

Mi bloccai per un solo misero secondo. Il suo profumo!! Una scia forte e ben tangibile era presente in quel punto!

Non mi resi neanche conto di essermi messo a correre, inseguendo quella dolce fragranza, entrai quasi di corsa in casa, spalancai la porta e la vidi. Lei era li!

Isabella e Rosalie mi guardavano stupite. Non era da me un simile comportamento. Ma quando avevo sentito il suo profumo, provenire da casa nostra, qualcosa era scattato. Avevo avuto il bisogno impellente di vederla! Erano passati solo pochi giorni dal nostro ultimo incontro, ora che la vedevo, il mio spirito era tornato tranquillo...

<< Edward, tutto bene? >> La sua voce! Dio mio! Quanto mi era mancata!

Aprii la bocca per risponderle, una risposta degna di me... ma non mi riuscii di pensare a nulla, solo di dirle la verità. << Si, adesso si. >> Mormorai.

Rosalie mi guardava con un cipiglio inquisitore.

Edward Cullen che cosa stai macchiando?

Se le avessi risposto; nulla... non mi avrebbe certamente creduto...

<< Io... ehm.. avete... avete visto Emmett? >> Domandai, per salvarmi da quella situazione imbarazzante.

<< No... >> Rispose Bella.

<< Hai provato davanti alla tv? >> Buttò li mia sorella, ancora irritata per aver interrotto la sua chiacchierata con Isabella.

<< Oh, si certo. Grazie. >> Chiusi la porta, ma non mi recai al piano di sotto, salii in camera mia ed entrai nella mente di Rosalie.

<< Allora, cosa hai deciso di fare? >>

<< Non lo so, mi sento così confusa... Non voglio andarmene... >> Disse afflitta.

<< Allora, non andare via! >>

Brava Rosalie! Mi annotai mentalmente di regalare qualche cosa di stupendo a mia sorella.

<< Ma James... >>

<< Senti, Bella. James cosa è per te? >>

Ottima domanda! Adesso anche io volevo saperlo! Chi era questo biondino che pretendeva di portarti via da me!?

<< Bé, lui... è la mia famiglia, credo... >>

<< Credo? >>

<< Si... bé, lui e Victoria mi hanno aiutato per un periodo, quando arrivai in America... >>

<< Victoria, chi sarebbe? >>

<< La compagna di James, sono come dei fratelli per me, come per te lo sono Alice, Jasper e Edward. >>

Il blocco di pietre che avevo fin a pochi attimi prima sullo stomaco, si era volatilizzato. Mi sentivo leggero. E così, questo James non era il suo ragazzo o compagno... sorrisi felice della scoperta.

Bella era libera... stavo per saltare dalla felicità, quando un pensiero orribile mi passò per la mente.

Fino a quando sarebbe stata libera? Prima o poi, sarebbe arrivato qualcuno a portarmela via... e allora... io... cosa diavolo avrei potuto fare per impedirlo?

Il blocco di pietre tornò al suo posto.

Dovevo a tutti i costi parlarle, rivelarle i miei sentimenti, perché ormai... ero sicuro, che per Isabella Swan, provavo qualcosa di molto, molto profondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


216!!! Oh.mio Dio! 216 Preferiti!! *_* Sono felicissima!! E oh.santissimo!! Quanti commenti!!! GRAZIEEE!!

================================================================

Capitolo 7

Passarono altri giorni, Isabella veniva sempre più spesso a casa nostra, con sommo stupore di tutti, il mio umore, quando lei era nei dintorni, migliorava considerevolmente.

Era bello sentire il suo profumo, quando rientravo da una battuta di caccia, vederla sorridente e allegra, assieme alle mie sorelle... ma proprio qui stava il punto.

Non avevo mai trovato un attimo per parlarle da solo, era sempre impegnata con Alice o Rosalie.

Le mie frecciatine nei suoi confronti non trovavano mai fine, i suoi occhi, sprizzavano rabbia cieca ad ogni mia parola.

Era affascinante.

Mi sentivo sempre più attratto da lei, ogni suo movimento, ogni suo respiro attirava in maniera esponenziale la mia attenzione.

Era ormai notte, guardai il calendario e sospirai... era il 24 dicembre, la Vigilia di Natale. Sapevo benissimo che in questo preciso momento, Isabella, si trovava seduta su un ramo, in mezzo alla foresta, in attesa di James.

Avevo chiesto ad Alice, di provare ad avere delle visioni su Bella, ma le sue risposte erano sempre la stessa; è confusa, non ha ancora deciso.

Cosa dovevo fare per farla rimanere?

Mi sentivo come una bambola vuota, ma nello stesso momento, piena. Vuota per il semplice fatto di non sapere cosa avrei fatto, quando Bella fosse sparita dalla mia vita... ed eccolo li, il dolore in mezzo al petto.

Piena, perché i miei sentimenti erano ormai un fiume senza inizio e senza fine. Aspettavano solo lei per uscire allo scoperto.

La sveglia sulla mensola segnò la mezzanotte, la neve continuava a scendere, imbiancando e rendendo quasi fiabesco l'intero bosco.

Respirai a pieni polmoni, l'aria fredda entrò e sibilò nella mia gola.

Oh, al diavolo! Scattai veloce, senza neanche un saluto ai miei familiari, uscii nella foresta, i miei pensieri vorticavano tutti in cerca di lei, la sua scia mi guidò verso un punto preciso...

Eccola li, immobile, seduta su quel ramo che Alice, aveva predetto giorni addietro.

Nonostante il mio passo fosse leggero e silenzioso, Isabella si voltò verso di me, sorpresa della mia presenza.

<< Edward, che ci fai qui? >>

Mi guardava con quei suoi occhioni enormi, così bella, candida, forse più della neve. Così aggraziata e dolce.

<< Io... ehm... >> Nella mia mente, c'era il buio.

<< Edward, se non ti spiace, sto aspettando qualcuno... >> Saltò giù dal ramo.

<< Lo so, per questo sono qui. >> Le dissi, forse un po troppo precipitoso.

Isabella assottigliò lo sguardo. << Lo sai? >>

<< Si, ho sentito la tua chiacchierata con Rosalie. >> Ammisi.

<< Oh, quindi, sei qui per dirmi che ho la tua benedizione per andarmene? >> Domandò ironica.

Sbuffai. << Lo sai che sei assurda. >>

I fiocchi di neve stavano ancora scendendo, imbiancandoci entrambi.

<< Allora, dimmi cosa vuoi. >> Piegò di poco la testa, i suoi lunghi capelli scivolarono da un lato.

<< Io... non voglio che tu te ne vada... >> Lo dissi e ammisi con una voce forse troppo bassa, ma lei lo sentì comunque. Raddrizzò piano la testa e mi fissò. Non sapevo come catalogare quello sguardo, ma, le mie labbra si aprirono di nuovo e la verità uscì da esse, spezzando il silenzio della notte. << Isabella, ho lottato invano contro la mia volontà e non c'è rimedio... ti prego, metti fine alla mia agonia. >> Le sussurrai avvicinandomi, eravamo a soli due passi di distanza, il suo profumo di fresia e lavanda mi colpì forte.

<< Non capisco. >> Mi guardò confusa.

<< Ti amo... da impazzire, ti prego, concedimi la tua mano. >> Ero in agonia, non riuscivo più a stare senza di lei. La volevo. Avevo ceduto ai miei sentimenti, ero completamente in balia di loro.

<< Edward io... non capisco cosa ti abbia fatto credere che potessi corrisponderti, ma se ho dato quell'impressione, ti prego di perdonarmi. >> Il suo sguardo era confuso e sospettoso. Temeva che la stessi prendendo in giro?

<< Questa è la tua risposta? >> Ero stupito. Non mi ero aspettato una simile risposta.

<< Si. >> Secca e decisa.

<< Mi stai respingendo? >> No, non poteva farmi questo! No!! Un dolore forte e inarrestabile si schiantò nel mio petto.

<< Di certo Tanya saprà come consolarti. >>

<< Perché vengo respinto? Per Tanya? Fra me e lei, non c'è nulla, solo una forte amicizia e nient'altro! >> Calmati Edward, resta calmo, non agitarti... come potevo, l'unica donna che avevo capito di amare, mi stava respingendo!

<< Non solo per quello. Come puoi anche solo pensare che io accetti, dopo avermi detto di aver lottato contro la tua volontà. Edward, tu provi solo attrazione per me, non mi conosci. Mi hai preso in giro, mi hai insultato in tutti i modi possibili, come pensi che io possa amarti?! Con il tuo comportamento, il tuo modo di fare, mi hai fatto capire che tu sei l'ultimo uomo sulla terra che avrei mai potuto sposare! >> Esclamò.

Ingoiai più e più volte il veleno che sgorgava nella mia bocca.

Mi sentivo mancare, mi sentivo male...

Abbassai lo sguardo. Aveva ragione, lo sapevo bene, ma nonostante tutto io l'amavo.

<< Io... >>

<< Bella? >>

Entrambi ci voltammo verso quella voce. James fece la sua comparsa, uscendo dal buio degli alberi.

<< Credo, sia meglio che vada... >> Mormorai, osservandola, forse per un'ultima volta.

Bella socchiuse le labbra, forse voleva dirmi qualcosa, o forse no.

Con un cenno del capo, salutai il nuovo arrivato e mi allontanai, ferito, solo, amareggiato e con un dolore talmente grande, da poter distruggere un mondo intero.

Camminai lento per tutto il sentiero, il rumore dei fiocchi che cadevano e si univano con il resto della neve, era l'unico rumore nel bosco.

Mi fermai davanti a casa, ero di nuovo qui. Come sempre, solo con un pezzo in meno del mio cuore.

Entrai, lo sguardo dei miei familiari mi passò da parte a parte, ovviamente Alice aveva visto tutto.

<< Edward... mi dispiace così tanto... >> Sussurrò affranta Esme.

Non riuscivo neanche a formulare una frase concreta, scossi solamente la testa e sempre con molta lentezza mi recai in camera mia e chiusi la porta.

Rimasi li, in piedi, davanti alla grande vetrata per giorni e notti. Non mi mossi mai.

Vedevo spuntare il sole, la neve brillare sotto di esso, uno spettacolo incedibile, ma per me, non significava nulla...

Nessuno della mia famiglia entrò nella mia stanza, sapevano, che quando me la fossi sentita, io stesso avrei varcato nuovamente quella soglia.

Isabella, cosa aveva scelto? Non avevo avuto il coraggio di leggere nella mente di Alice, sapevo che il dolore era li, pronto a colpirmi...

Un lieve bussare alla porta mi riscosse. << Edward, ti prego, posso entrare? >>

<< Certo, vieni pure mamma. >>

Lo dissi, ma non distolsi mai lo sguardo dalla grande vetrata.

La porta si aprì ed Esme fece il suo ingresso timidamente. << Edward, sono due settimane che sei chiuso qui dentro. >>

Non risposi, sapevo benissimo quanto tempo era passato.

<< Ti prego, hai bisogno di nutrirti... >>

Era vero, i miei occhi, non erano più colore dell'oro, adesso erano solo neri e vuoti.

<< Lo farò, stai tranquilla... >> Mormorai, più per tranquillizzarla che per altro.

<< Alice, domani... >> Iniziai, ma la sua voce mi arrivò chiara.

<< Ho visto. Sono contraria, ma solo tu puoi scegliere... >>

Ottimo, non dissi più niente, rimasi li fermo immobile.


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Bé, che dire, sono sempre più allibita e felice! ^__^ Sono arrivata a ben 239 preferiti! Oh.mio.Dio! WOW! GRAZIE, davvero di cuore! E che dire di tutti quei fantastici commenti!!! VI AMO!!! hahaha sono a dir poco felicissima che la ficci vi piaccia così tanto!!

==============================================================

Capitolo 8

La scuola era rincominciata ormai da quasi dieci giorni, ma io non mi ero ancora mosso dalla mia stanza.

Alice, ancora il primo giorno di rientro a scuola, era corsa da me, dicendomi che Isabella era rimasta.

Ero stato veramente felice per quella notizia, ma... sapevo anche che lei non mi voleva... nonostante le quasi suppliche dei miei fratelli, non volli lasciare il mio piccolo angolo di agonia.

Non me la sentivo di ritornare a scuola e di rivederla, Alice lo aveva visto ed era contraria a questa mia scelta. Ma sapeva di non poter fare nulla. La scelta era mia.

Sospirai malinconico... era mattina, tutti erano fuori casa... scesi al piano inferiore, come sempre era tutto immacolato, perfetto.

Il pianoforte attirò la mia attenzione, era da molto, troppo tempo che non lo usavo, senza indugio, mi misi seduto sullo sgabello e sollevai il coperchio. I tasti in avorio, erano li, splendenti e desiderosi di emettere quelle note melodiche per cui erano stati creati.

Chiusi gli occhi e feci scivolare le mie mani, emettendo una melodia dietro l'altra, il tono malinconico e triste era impregnato in ogni singola nota.

Avvertii il suono della porta aprirsi e chiudersi più volte, i passi leggeri e delicati di Esme, raggiunsero la cucina, quelli di Rosalie e Emmett salirono su per le scale, quelli di Jasper e Carlisle, finirono nello studio.

Mancava Alice, ma pochi secondi dopo, sentii nuovamente la porta aprirsi ed i suoi passi danzanti entrare in casa, seguiti da altri più timorosi.

Interruppi la melodia a metà, aprii i miei occhi ormai più neri della notte, vidi mia sorella guardarmi con uno strano cipiglio in volto, mentre, poco dietro di lei, Isabella mi osservava timorosa.

Aveva la bocca socchiusa, segno che stava per dire qualcosa, ma io la precedetti.

<< Alice, Bella. >> Le salutai, alzandomi e chiudendo il coperchio del pianoforte.

Senza degnarle di altra attenzione, mi avviai a passo umano su per le scale, entrai nella mia camera e mi richiusi dentro.

Pensavo che nel vederla cambiasse qualcosa...

Mi dispiace Alice, ma per adesso, non cambia proprio niente.

Sentii i loro discorsi al piano inferiore.

<< Ti ringrazio, Alice. Adesso so che è ancora qui. Non mi sarei mai perdonata se avesse deciso di andarsene, per colpa mia... >>

Così Bella, era preoccupata che me ne fossi andato? Che assurdità...

Aprii la porta finestre della mia stanza, l'aria fredda entrò, carica di tutti gli odori del bosco.

Sapere che Isabella, era qui, sotto il mio stesso tetto, era doloroso per me.

Con un balzo felino, uscii e atterrai su di un ramo, forse Esme non aveva torto, una buona caccia mi sarebbe sicuramente servita.

Balzai da un ramo all'altro con agilità e velocità, il battito di tre cuori, attirò la mia attenzione, scesi con un piccolo balzo dall'albero, ero in mezzo al bosco, e poco distanti da me, c'erano tre cervi.

Mi bastarono cinque secondi per ucciderli tutti, il sangue che colava dentro la mia gola arsa era puro nettare.

Sentii le forze tornarmi e così anche la mia razionalità. Forse, l'idea di andarmene, non era così male... affondai i denti nel secondo cervo.

Sarei potuto andare a Denali, sicuramente Tanya mi avrebbe accolto a braccia aperte, mi immaginai la scena... lasciai andare il corpo del cervo e presi il terzo.

Avrei potuto raggiungere l'Alaska con qualche ora di macchina, avrei potuto... ma il volto di Bella apparve imponente nei miei pensieri.

Ripensai a tutti i momenti che avevo passato con lei, non potevo dare torto alle sue parole, se io avevo visto e conosciuto la vera Isabella, era anche vero, che lei, di me, aveva conosciuto un falso Edward.

Uno spocchioso, arrogante e per certi versi parecchio stronzo.

Ero sazio, e forse anche più determinato di prima. Aprii i miei occhi finalmente dorati; Isabella Swan, come tu possiedi il mio cuore, riuscirò a prendere il tuo!

Il cellulare vibrò nella mia tasca, lo presi e lessi sul display.

<< Alice? >>

<< Ti servirà aiuto, torna a casa. >>

Quella piccoletta aveva visto tutto. Non potei evitare di sorridere.

<< Arrivo.>>

<< Ah, Edward... >>

Rimasi in ascolto.

<< Sono fiera di te. >> Riagganciò, lasciandomi felicemente allegro, adesso avevo una compagna d'armi. Sapevo che Alice avrebbe fato di tutto e di più per aiutarmi.


Il giorno dopo, a scuola, arrivammo come sempre perfetti, Isabella non era ancora arrivata, io, come suggerito da Alice, mi recai in classe e attesi.

Avevamo deciso che avrei mostrato a Bella il vero me stesso e non più lo spocchioso e irritante Edward.

Gli studenti cominciarono ad entrare, mi sentivo agitato... potevano succedere mille e mille cose che potevano cambiare i nostro destino, ma Alice era sicura delle sue visioni... ed io, non potevo far altro che fidarmi.

Eccola, in tutto il suo splendore. La vidi allargare gli occhi per la sorpresa di vedermi e, se possibile, li allargò ancora di pi quando la salutai con un sorriso.

Prese posto accanto a me, leggermente impacciata.

<< Ciao. >> Le sussurrai.

Voltò di poco il viso verso di me. << Ciao. Temevo di non vederti più. >>

Sospirai. << L'avevo capito. E' per questo che sei venuta ieri, per assicurarti che ci fossi ancora. >>

Annuì.

<< Non temere, non me ne vado. >> La rassicurai. Poi, la spiazzai completamente, allungai la mano verso di lei. << Amici? >> Proposi.

Mi guardò confusa e indecisa, ma alla fine. << Amici. >> Afferrò la mia mano e la strinse.

Avvertii mille scariche elettriche in quel momento, chissà se anche lei le aveva percepite...

La lezione cominciò e proseguì tranquilla, passammo la prima e la seconda ora. Al cambio con la terza, dovemmo cambiare edificio.

Raccolsi i miei libri e l'attesi.

<< Sono sinceramente colpita da questo tuo cambiamento... a cosa lo devo? >>

La massa di studenti si districava per tutto l'istituto.

<< Bé, diciamo che quello che hai sempre visto, non era il vero Edward... o almeno, manca una buona parte.>> Ammisi.

Arcuò il fine sopracciglio. << E come mai? >>

Fissai davanti a me. << Non è facile essere, il ragazzo più desiderato della scuola, ed essere anche la creatura che potrebbe mettere fine alle loro vite. Sono talmente abituato a cercare di mantenere a distanza tutti, che ho costruito una maschera... Nessuno, a parte la mia famiglia mi conosce. >>

Ci fu qualche attimo di silenzio.

Il corridoio si era svuotato, c'eravamo solo noi due... mi voltai e la fissai.

<< I miei sentimenti per te, sono eterni, Bella. Ma ho capito, che hai ragione. Tu non mi conosci, non ti ho dato questa possibilità. Ti chiedo, di concedermela, dammi una sola chance, una sola... >>

<< Edward, io... >>

Mi avvicinai di un passo. << Non ti chiedo di dirmi si, solo, permettimi di frequentarti. >>

Ero teso, ansioso... i miei denti tormentavano il labbro inferiore.

<< Come amici? >> Domandò prudente.

Rilasciai il respiro, abbastanza soddisfatto. << Come amici. >> Sorrisi.

Riprendemmo a camminare, entrando in aula, le scostai la sedia cavallerescamente e con un po di speranza in più, pensai ai vari suggerimenti di Alice.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Cavoli!! Siete in tantissimi! 250 preferiti e una valanga enorme di commenti! OH MIO DIO!!! GRAZIEEEEE!!! Sono felicissima!!!

===============================================================

Capitolo 9

Nei corridoi per raggiungere la caffetteria, incrociai Alice. Oggi sarete da soli a pranzo...

Annuii e continuai a camminare con Bella.

Alice si stava impegnando fortemente per farmi rimanere più tempo possibile da solo con lei. Avrei seriamente dovuto ringraziarla, sia lei che i resto della mia famiglia.

Il pranzo fu dolcemente tranquillo, io e Bella arrivammo assieme, chiacchierando del più e del meno, come sempre, gli sguardi invidiosi dei nostri compagni ci accompagnarono fino al nostro tavolo.

<< Oggi sono più insistenti del solito. >> Notò Isabella, rivolgendosi agli sguardi dei nostri ammiratori.

<< Lasciali guardare... >> Le sorrisi complice.

Sul suo viso comparve una piccola smorfia.

<< Cosa c'è? >> Le chiesi, spezzettando con le mani, una piccola ciambellina ricoperta di zucchero.

<< Vorrei sapere cosa pensano. E' difficile, cercare di comportarsi normalmente con tutti i loro occhi addosso... >>

Le sorrisi sghembo e mi avvicinai al suo orecchio sussurrandole. << Non mostrare sorpresa... >>

Annuii e io continuai.

<< Mike Netwon, pensa che sei molto carina, anche se per me equivale ad un insulto, perché sei bellissima. E sta cercando di capire quando invitarti al ballo di fine anno. >>

Presi un altro respiro, cercando di non focalizzare la mia attenzione sul suo dolcissimo profumo. << Tayler e la maggior parte dei maschietti, hanno più o meno gli stessi pensieri di Newton, mentre le ragazze, ti stanno invidiando da morire e vorrebbero sapere, cosa ti sto bisbigliando all'orecchio. >>

La sentii irrigidirsi. << Adesso, sorridi, come se ti avessi detto una bella cosa... >>

E lei lo fece, i pensieri degli studenti, vorticavano attorno al suo sorriso, convinti che le avessi detto chissà che complimenti e che frivolezze.

Si voltò piano, sempre con quel finto sorriso, verso di me. << Sei una pessima attrice. >>

<< Tu, leggi nella mente? >> Il tuo tono era intriso di ansia, mentre la sua facciata mostrava solo quel sorriso statico.

<< Si, leggo nella mente di tutti... >> Stava per dire qualcosa, ma aggiunsi subito. << Non leggo nella tua. Non ci riesco. >>

Non riuscì a mantenere il sorriso e mi fissò guardinga. << Giuramelo. >>

<< Su tutto quello che vuoi. >> Le concessi.

<< Adesso però, sono curioso. Come fai a bloccarmi? >> Appoggiai il gomito sul tavolo e il volto alla mano. Sembravo l'immagine del relax, cosa assolutamente sbagliata, ero talmente agitato!

Sospirò. << Nessun potere extra mi può colpire, non so perché, ma non funziona nulla su di me. >> Ammise.

<< Ne parli come se avessi provato con qualcuno. >> Le feci notare.

<< Si, ho incontrato una vampira, a Volterra, si chiamava Jane. >>

Mi raddrizzai rigido. << Tu hai conosciuto Jane? Quando? Perché? >>

Ci pensò per un breve istante. << Bé, molto prima di arrivare qui. Ho visitato l'Italia e mi sono imbattuta in lei e suo fratello. Non siamo andati molto d'accordo io e Jane. Ha provato a fare qualcosa su di me, ma non ha funzionato. Poi, ho capito che era meglio cambiare aria. Sono partita e... eccomi qui. >>

Questa cosa era incredibile. Se tutto questo era vero, Bella poteva essere una sorta di scudo, e lei, neanche ne era consapevole!

La campanella suonò. << Andiamo... >> Sospirai, aspettandola per recarci alla lezione di spagnolo.

Avevo ancora una domanda da porle, ma anche lei a quanto pare...

<< Sei l'unico che ha un potere extra? >> Mi chiese, stringendosi i libri al petto.

<< No. >> Avevo deciso di essere sincero. << Alice, vede il futuro. Jasper, sente e manipola le emozioni degli altri. >>

La fissai, scoprendola con le labbra dischiuse e con uno sguardo sorpreso.

<< Ti ho stupita? >> Domandai ridacchiando.

<< Oh, bé... si. >> Ammise, abbassando lo sguardo e ridacchiando imbarazzata. << Molto. >>

Ci sedemmo ancora vicini, la lezione cominciò e noi, ovviamente parlammo d'altro.

<< Come fai a sopportare l'odore dei lupi? >> Sussurrai a bassa voce.

Isabella finse di osservare il suo libro. << Non respiro. >>

Giusto, semplice e facile. << Come vi siete conosciuti? >>

Sollevò di poco lo sguardo, come se fosse persa nei suoi ricordi. Erano quei momenti che odiavo il fatto di non leggerle nella mente.

<< Quando sono arrivata, dopo che Charlie mi aveva offerto di rimanere con lui, abbiamo ricevuto la visita del vecchio Billy e di Jacob. >> Aspettò che il professore cambiasse fila di banchi e riprese il discorso. << Erano venuti a controllare. Alcuni di loro, mi avevano visto in giro. Charlie, come ben sai, è amico di Billy da una vita... >>

<< Quindi, Charlie sa anche dei licantropi? >>

<< Si. Ci è voluto parecchio tempo, perché cominciassero a fidarsi di me. Ma vedevano quanto affetto mi legava a Charlie, giorno dopo giorno. Così, mi diedero il permesso di entrare anche nelle loro terre. >> Prese una piccola boccata d'aria. << Ovviamente, non caccio animali nei loro territori, ma posso andare e venire a piacere. >>

<< Capisco... >> Cambiai argomento. << Ti piace la musica? >>

Un piccolo sorriso comparve. << Molto, soprattutto quella classica. >>

Le sorrisi di rimando, un'idea mi era già balenata in mente, dopo avrei dovuto chiedere ad Alice una previsione.

Quando anche l'ultima lezione finì, ci trovammo nel parcheggio, in attesa dei miei fratelli. Non dovemmo attendere molto, Alice arrivò con il suo passo leggero, seguita da un Jasper in agonia, Rosalie e Emmett.

<< Ciao! >> Ci salutò allegra il piccolo folletto.

<< Alice. >> Le sorrise di rimando Bella. << Ragazzi. >> Salutò anche il resto del gruppo.

Osservai Jasper incuriosito. << Che ti prende? >>

Mi guardò con occhi quasi spiritati.

Alice ridacchiò. << Ha dovuto sedare quasi tutti gli ormoni femminili. >>

<< Seriamente, Edward. Datti un contegno, sembravano delle conigliette in calore! >> Esclamò con la faccia tirata per lo sforzo di non urlare.

<< Hey! Io non ho fatto nulla! >> Esclamai, cosa diavolo avevo fatto?

<< Non è vero... Fammi il favore, cerca di sorridere il meno possibile. Ho avuto dei seri problemi a gestire la cosa. Alcune erano sul punto di svenire! >>

La risata di Bella esplose senza che potesse fare nulla per arginarla, se avessi potuto, sarei arrossito sicuramente.


<< Ne sei sicura?! >> Domandai forse per la quindicesima volta.

Edward Cullen, smettila! Ho visto e anche tu! Andrà alla grande!

Mi rispose Alice, finendo di sistemare il fazzolettino bianco nel taschino della mia giacca color fumo.

Ecco, sei perfetto! Esclamò soddisfatta, dandomi ancora un'occhiata critica. Vedrai che rimarrà a bocca aperta!

Me lo auguravo con tutto il cuore... afferrai il pacchetto che Alice mi poneva, presi le rose e uscii.

Caspita Edward, che eleganza! Se anche Rosalie, guru della moda, pensava questo, dovevo proprio essere uno schianto.

Presi le chiavi della Aston Martin, il suo motore faceva le fusa ad ogni mio comando... arrivai a casa dell'ispettore Swan che era da poco calato il sole.

Charlie era in cucina e si stava gustando il piatto di lasagne cucinato da Bella.

Parcheggiai la macchina nel vialetto, mi sentivo agitato come uno scolaretto, scesi dalla macchina e con agitazione bussai alla porta.

Bella in persona mi venne ad aprire.

<< Edward? Cosa ci fai qui? >> Il sospetto era intriso nella sua domanda, e aveva ragione.

Le sorrisi smagliante. << Ti rapisco. >>

<< Bella, chi è? >> Domandò Charlie, alzandosi e venendo all'ingresso.

<< Capo Swan, sono Edward Cullen. >> Gli porsi la mano, che strinse senza problemi.

<< Si, ti conosco. >>

<< Posso rapire Bella stasera? >> Domandai tranquillo, mentre la vampira del mio cuore mi guardava allibita.

<< E dove la porti? >> Mi piaceva Charlie, si preoccupava per Bella come se fosse veramente sua figlia.

<< Ad un concerto di musica classica. >> Ammisi, lasciando felicemente stupida Bella.

<< E dove sarebbe? >> Ecco entrare Charlie in modalità ispettore.

<< A Seattle, saremo di ritorno sul tardi, se per voi va bene. >>

Adesso toccava a Bella dire la sua... ingoiai un fiotto di veleno.

<< Per me non ci sono problemi, per te, Bella? >> Charlie stava diventando il mio personalissimo mito umano!

<< Bé, mi piacerebbe... ma non ho niente di adatto... >> Biascicò in imbarazzo.

Allungai in quel momento la scatola che Alice mi aveva dato. << Da parte di Alice. >>

Mi guardò con occhi assottigliati. Probabilmente aveva capito che il piccolo mostriciattolo aveva sbirciato nel futuro.

La carta che avvolgeva il pacchetto cadde a terra, mentre, sotto lo sguardo ammirato e stupito di Bella, un abito da sera color blu notte fece la sua comparsa.

<< Io... non so che dire, è bellissimo. >> Mormorò con voce emozionata.

<< Bene, sono certo che Alice apprezzerà. >> Le dissi soddisfatto.

Quindici minuti dopo, Bella apparve in tutto il suo splendore, l'abito blu stile Epoca Vittoriana, la faceva sembrare appena uscita da un romanzo della Austen.

<< Sei bellissima... >> Non riuscii a trattenermi. Bella era magnifica!

Charlie mi mise una mano sulla spalla. << Riportamela a casa sana e salva, Edward. >>

<< Lo farò. >> Promisi, mentre prendevo con grazia e baciavo la mano della mia splendida compagna.


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Sempre megio!! 261 preferiti!!! Mi dispiace che fra poco sarà finita questa storia... però noto con piacere che in molti di voi stanno già seguendo quella nuova. ^_^ Grazie mille ancora a chi commenta questa storia, siete il motore che mi fa andare avanti^^.

=============================================================

Capitolo 10

In macchina ci assalì un fastidioso silenzio, Bella era tesa, sapevo che non mi stavo propriamente comportando da amico, ma dovevo pur giocare bene le mie carte.

<< Una rosa per ogni tuo pensiero... >> Le dissi, ricordandomi di avere un mazzo di dodici rose rosse appoggiate sul sedile posteriore.

Bella scosse la testa, lasciando che i fini boccoli si muovessero aggraziati. << Tu sei un folle, lo sai vero?! >>

Sorrisi. << Ovvio! >>

<< Edward, tutto questo è... è bellissimo... >>

<< Ma ti senti a disagio. >>

Tornò a fissare la strada. << Un pochino. Non fraintendermi, è bellissimo, ma nessuno mi ha mai trattato come stai facendo tu. Per me, è tutto nuovo. >> Ammise e dovette costarle parecchio quell'ammissione.

Tolsi la mano dal cambio e presi la sua stringendola con gentilezza. << Anche per me è tutto nuovo. Bella, non mi sono mai sentito così esposto come in questo momento. >> Le confessai.

La stavo imbarazzando, ma volevo che sapesse quanto anche per me, tutto questo fosse assolutamente nuovo.

Arrivammo a Seattle, lasciai l'Aston Martin all'addetto al parcheggio e, con mio sommo piacere e fastidio, notai che tutti gli sguardi maschili si posavano, quasi senza ritegno sulla mia Bella.

Mi avvicinai al suo orecchio e vi sussurrai. << Sei la donna più affascinante della serata. >>

Si voltò di scatto, i nostri nasi si sfiorarono, il suo profumo si abbatté violento su di me, per un breve attimo, avevo seriamente pensato di prenderla e portarla via, nascondendola alla vista di tutti. Ma la ragione era ancora attiva nella mia mente, impedendomi di fare quella sciocchezza.

Abbassò gli occhi. << Grazie. Anche tu, sei molto... affascinante. >>

Le presi la mano e intrecciai le dita con le sue. In quel momento, ero il vampiro più felice della terra.

La serata fu magnifica, il concerto per pianoforte era stato favoloso, Isabella lo aveva apprezzato molto e, quando la lasciai davanti a casa, con un sorriso enorme, tutto per me, quello fu il momento in cui mi sentii ancora più felice.


I giorni cominciarono a passare veloci, ogni giorno a scuola parlavamo, scherzavamo, ogni tanto, qualche frase o battuta riportava a galla il vecchio Edward, ma sembrava che Isabella accettasse quel fatto senza problemi.

I miei fratelli poi, adoravano letteralmente vedere quanto tempo perdevamo nel punzecchiarci.

Fu in uno di quei giorni piovosi, che Alice, mi cacciò a prendere Bella a casa sua. Bussai e attesi, l'ispettore Swan mi osservò compiaciuto.

<< Ciao, Edward. Bella è di sopra. >> Non fece in tempo a finire la frase che la bellissima vampira comparve con il suo passo aggraziato e silenzioso.

<< Edward... ciao. >>

Possibile che ogni giorno fosse sempre più bella? << Ciao, mi manda Alice. Ha detto, e cito le sue testuali parole; Edward, se non vai a prendere Bella, ti sfregio l'Aston Martin. >>

Un fischio di ammirazione partì dall'ispettore. << Certo che tua sorella sa come farsi ubbidire. >>

<< Già. >> Esclamai un po irritato. << Perciò, mi dispiace Bella. So che non dovevamo vederci oggi, ma come vedi... ti devo rapire. >>

Bella mi guardava ridacchiando. << Ok, vengo... Solo perché so quanto ci tieni alla macchina. >> Aggiunse salendo le scale.

<< Grazie. >>

<< Vieni, accomodati. >> Charlie mi indicò il divano, stavano trasmettendo una partita di football.

<< Volentieri. >> Mi sedetti sulla poltrona accanto alla sua.

<< Allora, dove andate di bello stavolta. >> Aprì la lattina birra che sostava sul tavolino vicino.

<< Oh, credo che Alice e Rosalie vogliano andare a Port Angeles a fare shopping. >> La cosa non mi rendeva felice, ma con Bella, potevo tranquillamente sopportare la giornata fra un negozio e l'altro.

Ci fu qualche attimo di silenzio, poi Charlie riprese. << E' stata davvero felicissima, quando siete usciti l'ultima volta. >>

Gli sorrisi complice. << Anche io. Bella è speciale. >>

Mi fissò, come un padre fissa l'uomo che potrebbe far avverare i sogni della propria figlia. << Lo so. Non fartela scappare. >>

Potevo essere più felice? Avevo la benedizione di Charlie! SI!!

<< Cercherò in tutti i modi. >> Ammisi.

Tornò a guardare la partita, mentre Isabella prese a scendere le scale, si era cambiata, adesso, indossava un paio di jeans comodi e una maglietta bianca.

<< Papà, noi andiamo. Ci vediamo stasera. >> Lo baciò sulla guancia e dopo essersi infilata la giacca uscimmo assieme.

La strada scorreva veloce. << Allora, dove andiamo? >>

<< A prendere le due pazze per lo shopping prima di tutto e poi, Port Angeles. >>

Un mugugnio uscì dalle labbra di Bella.

<< Che c'è? >> Sorrisi guardando la strada.

<< Odio lo shopping. >> Ammise con una smorfia.

Ridacchiai. << Dopo oggi, ti assicuro che lo detesterai ancora di più. >>

Un altro lamento le sfuggì.

Alice e Rosalie ci aspettavano sulla porta, prontissime per la sana sessione di compere folli.

<< Ciao Bella! >> La salutò Rosalie.

<< Ciao. >>

<< Cosa è quel muso lungo? Andiamo a fare shopping! Dovresti essere felice! >> Esclamò Alice dal suo posto.

Bella mia guardò supplichevole.

<< A Bella non piace lo shopping, e sono sicuro che dopo aver passato la giornata con voi, lo odierà sicuramente! >>

Quindici negozi dopo e un sacco di borsine che riempivano l'enorme baule della macchina, Bella si dichiarò sconfitta.

<< Basta! Vi prego! Farò qualunque cosa, ma basta shopping! >>

Il sorriso di vittoria che apparve sul volto delle mie sorelle non era molto tranquillizzante.

<< Ottimo! Allora basta. >>

<< Alice, perché stai cantando l'inno Italiano in latino? Che mi vuoi nascondere? >>

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


277 preferiti?! ç_ç sono felicissimaaaaaaaaaa GRAZIEEEEE e non so che dire davvero dei vostri magnifici commenti!! Sono sempre una ventata di gioia le vostre parole... GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!

================================================================

Capitolo 11

Eravamo in viaggio ormai da ore, l'aereo stava volando sopra il paese del sole; l'Italia.

Isabella, al mio fianco guardava incantata la marea di luci che si vedevano dal finestrino.

<< Ancora poco e saremo arrivati. >> Le sussurrai, felice di vederla così entusiasta.

<< E' bellissimo! >> Sussurrò, felice come una bambina, con le mani sul vetro.

Ripensai a qualche ora prima, quando Charlie, dopo averci accolto a casa, ci aveva detto che la valigia di Bella era pronta e che aveva seguito alla lettera le istruzioni di Alice, consegnandoci infatti un foglietto in cui, per ogni riga, aveva messo una V per segnalare di aver eseguito il compito.

<< Divertiti Bells! E tu, Edward, tienila stretta! >>

Carlisle era comparso con la sua Mercedes dai finestrini oscurati e senza tanti convenevoli, aveva caricato in auto la valigia di Bella, facendomi notare un'altra valigia già pronta nel baule; la mia.

Lo guardai incredulo.

<< Rosalie, Alice e Esme. >> Disse solo, svelandomi chi fosse l'artefice di tutto; il trio malefico!

Allacciare le cinture.

Gracchiò la voce della hostess, mentre l'aereo cominciava la fase di atterraggio.

Ma le sorprese, non erano finite, ad attenderci, trovammo un autista, ingaggiato dalla mia famiglia, in mano aveva un cartellone con scritto: Cullen.

<< Non ci credo... >> Sussurrai incredulo, quando vidi la limousine su cui avremmo fatto un pezzo di strada.

<< Io meno di te... >> Sussurrò Bella, anche lei completamente confusa da tutto quello che ci stava accadendo.

La limousine sfrecciava veloce sull'autostrada, lasciandoci alle spalle l'aeroporto di Roma.

<< Edward, tu non hai proprio idea di dove... >>

<< Stiamo andando? >> Conclusi per lei la frase. << No, assolutamente. Quelle tre, ci hanno giocato alla grande! >> Ripensai a Esme, la cara Esme, non credevo che arrivasse ad unirsi al sacro duo, Alice e Rose, per riuscire ad avere Bella come futura nuora. Mi annotai mentalmente di prenderle un regalo degno di lei.

<< Edward! Guarda che bello!! >> Esclamò Bella, afferrando la mia mano e puntando con l'altra verso il Colosseo.

<< Magnifico. >> Sussurrai, anche se sapevo di non riferirmi all'enorme struttura, ma alla mano morbida e delicata di lei.

Girammo per alcune vie della città, finché arrivammo alle porte di Roma, l'autista ci lasciò davanti ad una casa, dall'aspetto molto antica, ci consegnò le chiavi e in un inglese un po stentato, disse che sarebbe tornato a prenderci entro due giorni.

Entrammo nella villa, gli affreschi, le statue e la struttura, erano bellissime, anche Isabella era rimasta a bocca aperta, in quel momento il mio telefonino vibrò in tasca.

Aprii lo sportellino e lessi il messaggio che era arrivato. Divertitevi! Guardai il numero; Rosalie.

Sospirai con un sorriso sulle labbra e lo mostrai a Bella.

<< Sono pazze, lo sai vero? >>

<< Ci vivo da quasi settant'anni assieme, ma penso di averlo capito adesso. Su, portiamo le valige nelle camere. >>

Un delizioso bagno, in stile romano antico color avorio ci accolse al primo piano, le camere da letto erano sfarzose, forse anche troppo, ma nell'insieme, era favoloso.

<< Sono le undici di sera. Che facciamo? >> Domandò la meraviglia che mi accompagnava, una volta finito di sistemare le valige.

Feci schioccare la lingua e la guardai serio. << Potremmo occupare il tempo in tantissimi modi... >> Le risposi suadente.

<< Edward... >>

<< Pensi subito male. >> Esclamai. << Io pensavo che potevamo andare in centro a fare un giro, vedere i monumenti... Ah Bella, di la verità, tu cosa hai creduto!? >> Le sorrisi sfacciato.

<< Niente.>> Disse subito.

La guardai allusivo, non me la dava a bere... ma per questa volta, decisi di lasciar correre, volevo troppo godermi quei momenti con lei.

<< Forza allora, andiamo. >> Aprii la porta e attesi sorridente.

<< Sei assurdo. >> Sorrise, avanzando sicura e contenta fuori dalla villa.

Corremmo veloci per chilometri e chilometri, la vegetazione copriva buona parte del tracciato che stavamo percorrendo, era bello, liberatorio, correre con Bella al proprio fianco.

<< Ci siamo quasi... >> Le dissi, cominciando a rallentare fino a camminare in maniera umana.

Sbucammo in una stradina che ci condusse poi verso il centro della città, girammo in lungo e largo, visitammo tantissimi posti, molti chiusi, ma solo il fatto di essere li a vederli dal vivo, scatenava in entrambi una piccola euforia.

Tantissime persone, nonostante l'ora tarda, erano ancora in giro.

<< Mi scusi? Senta lei... >> Una ragazza si avvicinò. Oh Madonna! Dio esiste! Porca miseria che figo! << Potrebbe farci una foto? >> Mi mostrò la macchinetta digitale, arrossendo imbarazzata.

<< Certo. >> Risposi con il mio accento tutto particolare, evitando di ridere per il suo pensiero sul sottoscritto.

Bella ridacchiava sorridente.

La ragazza si mise in posa assieme alle sue amiche. Scattai una, due, tre foto.

Le porsi la macchinetta e la vidi osservare compiaciuta gli scatti. << Grazie. >> Mi sorrise contenta. Oh mamma mia che sorriso!

<< Dona! Come sono uscite le foto? >>

<< Da Dio! >> Esclamò questa, correndo incontro alle sue compagne.

<< Adesso scopro che sei anche un fotografo... >> Mi sorrise Bella, riprendendo la nostra passeggiata.

<< Oh si, so fare praticamente tutto. >> Mi vantai un po.

<< Modesto eh Cullen! >>

<< Altroché! >>

<< Scommetto che quelle ragazzine stavano facendo pensieri morbosi su di te. >>

Sbaglio o c'era una piccola nota di gelosia?

<< Potrebbe essere... gelosa? >> Domandai falsamente tranquillo e contento.

Non mi rispose e la cosa mi bastò.

Ci trovammo ben presto sul ponte che portava a Castel Sant'Angelo, i lampioni si riflettevano nel fiume che scorreva tranquillo li sotto, i fari illuminavano l'imponente costruzione e dalla nostra posizione potevamo scorgere anche il Vaticano.

<< E' davvero molto bello. Sono felice che Esme, Alice e Rosalie ci abbiano fatto venire qui. >>

Oh, anche io lo ero. Avevo già notato una deliziosa casa in centro a Roma, forse potevo comprarla per mia madre e regalargliela per ringraziarla di essersi unita alle due pazze. Sicuramente si sarebbe divertita a ristrutturarla.

La luna era alta nel cielo scuro, mi avvicinai a Bella, portandomi accanto a lei, le presi la mano e intrecciai le dita con la mia.

<< Sono contento anch'io di essere qui, non sai quanto. >> Portai il dorso della sua mano all'altezza della mia bocca e la baciai gentilmente.

Se fosse stata ancora umana, sarebbe sicuramente arrossita.

Mano nella mano, percorremmo i vari viottoli della città, passammo la fontana di Trevi, Piazza di Spagna e tantissimi altri posti incantevoli.

Quando il sole cominciò a sorgere, eravamo già al sicuro nella villa, io ero in camera mia, mentre Bella si era appropriata del bagno, sentivo l'acqua scendere nella grane vasca... dovetti tenere a freno la fantasia. Emmett, sicuramente se fosse stato qui, mi avrebbe incitato a proseguire, ma la mia parte razionale, per quanto fosse ormai ridotta ai minimi termini, era ancora presente.

Sentii diverse cose: lo strofinare dei vestiti sulla pelle, segno che Bella si stava spogliando, l'immersione del suo corpo nell'acqua calda, il sospiro di piacere che rilasciò nel sentirsi immersa in quella vasca calda e accogliente. Ok, ora basta!

Osservai il mio riflesso nel vetro della finestra, i miei occhi erano neri, e non per la fame...

Dovevo distrarmi! E velocemente!

Pensai e ripensai a diverse cose, alla mia famiglia, a Bella, al mio pianoforte, a Bella, alle rose, a Bella... Maledizione! Per quanto ci provassi, era sempre li, nei miei pensieri!

Mi voltai verso l'ingresso e ciò che vidi, mi lasciò senza fiato... Bella era uscita dal bagno, avvolta in un telo di spugna blu che la copriva giusta giusta nei punti più particolari, i capelli raccolti in un alto asciugamano più piccolo, stava camminando per tornare nella sua stanza, e fu li, che la mia parte razionale mi salutò.

Veloce, mi portai dietro di lei, abbracciandola in vita e fermandola. << Tu sei affascinante come il peccato e io sono stanco di resistere... >> Le sussurrai sensuale, facendo scorrere le punte delle mie dita sulle sue braccia.

Strofinai il naso sul suo collo candido, annusandone la dolce fragranza. Il suo respiro era accelerato, tremava lievemente.

Con gentilezza, la feci voltare verso di me, le presi il mento fra il pollice e l'indice sollevandole il volto e senza indugio, posai le mie labbra sulle sue.

Eravamo una unione perfetta, una sinfonia perfetta. Passai la mia mano sulla sua schiena e la tirai verso di me, schiacciandola contro il mio corpo, le sue braccia si allacciarono dietro il mio collo e le nostre bocche approfondivano quel bacio passionale.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Oh cavoli!! 293 preferiti!! *_* Hahaha^^ i vostri commenti sono stati sublimi, davvero! Mi sono divertita da matti a leggerli! Passavo dal sorriso tenue, a quello estasiato, a quello sfrenato, fino a ridere come una scema davanti al pc! XD AVVISO: Il prossimo è l'ultimo capitolo.

=================================================================

Capitolo 12

<< ... e poi? >> Mi chiese Emmett, mentre lasciavo andare la carcassa del puma che avevo appena dissanguato.

Sospirai e mi voltai verso di lui. << E poi, niente. >>

Saltò giù dall'albero dove era stato appollaiato per tutta la durata del mio resoconto sul viaggio organizzato dal trio malefico. << Edward, come è possibile niente? >>

<< Emmett, niente, vuol dire niente. Non è successo altro... >> Mi guardava con occhi increduli.

<< Vuoi dire che poi avete passato l'intera notte e tutto il giorno dopo ognuno nelle vostre stanze?! >> Scherzò mio fratello, ma si rese ben presto conto dal mio sguardo che quella era la verità.

<< Ma come?! Edward, è assurdo! Lei, ha risposto al tuo bacio! >>

<< E allora?! Non vuol dire nulla Em! Lei non mi ama! E adesso, basta! Me ne devo fare una ragione! >> Sbottai frustrato.

Si avvicinò e mi posò una sua manona sulla spalla. << Edward! Non ti arrendere! >>

Sollevai il volto e lo guardai serio negli occhi. << E' tardi Emmett, mi sono già arreso. >> E scivolai via dalla sua presa.

Quello di cui non tenevo conto, era la forza di Emmett. La sua forza di volontà e quella fisica, rapido, veloce, anche per uno come me, mi prese con forza e mi sbatté contro l'albero, causandone la rottura. Il rumore secco si sparse per il bosco.

<< Ora basta, Edward! Non puoi arrenderti! Sei un Cullen! Ricordi?! Un Cullen! Questo cognome, ci ha sempre spronato, dato forza e speranza! Adesso dimmi... >> Mi schiacciò ancora con il suo braccio contro quello che rimaneva del tronco. << ... lei ti ha detto “Edward, io non ti amo” ?! >>

Le mie labbra si aprirono e un << No... >> Sospirato uscì da esse.

Ma la presa di Emmett non lasciava dubbio al fatto che non avesse ancora finito con me. << E allora, che diavolo stai facendo qui?! Dovresti essere da lei, a tormentarla, a stressarla, a farle capire quanto la desideri!! Devi farle capire, quanto lei sia importante per te!! >>

Con uno scatto mi lasciò andare e rimasi li a fissarlo, quello era mio fratello?! Quello che guardava i Teletubbies?

Lo guardavo ormai con una luce diversa, adesso capivo perché Rose lo amava, Emmett, era una vera forza della natura.

Il mio sguardo si fece deciso. << Grazie. >>

<< Corri! E non tornare senza di lei! >> Mi ordinò.

Pochi istanti dopo, mi trovai davanti alla casa dell'ispettore Swan, bussai timidamente, non avevo idea di cosa avrei fatto...

La porta si aprì e la figura dell'ispettore fece la sua comparsa. << Ciao, Edward. Vieni, accomodati... >>

<< Grazie. >> Entrai e chiusi la porta dietro di me.

Si sedette sul suo solito divano e mi invitò a fare altrettanto. << Bella non c'è, dovrebbe arrivare fra poco... >>

<< Posso aspettarla? Non disturbo? >> Domandai un po timoroso.

<< Affatto, anzi, sono contento che tu sia qui, perché credo sia il caso di chiarire qualche cosa, fra me e te. >>

Oi oi, cosa voleva dire?

Afferrò la lattina di birra e ne bevve un sorso, dio mio, ma quell'uomo aveva sempre della birra a portata di mano?

<< Bella, mi è parsa, molto felice quando siete tornati dal viaggio. Non l'avevo mai vista sorridere in quel modo, è stato quasi... sconvolgente ecco. >> Notai il lieve velo di sudore sulla sua fronte, era fonte di imbarazzo, sicuramente.

<< Si, anche io sono stato molto felice di aver passato quei giorni splendidi. >> Ammisi.

<< Ottimo, perché vedi, ultimamente Bella, è sempre sulle nuvole, trasognata, sono addirittura riuscito ad entrare in casa di soppiatto e a spaventarla. >>

Lo guardai socchiudendo le labbra, questo era assurdo...

<< Lo so, è parso strano anche a me... >> Bevve un altro sorso. << Comunque, tu mi piaci Edward. Sono convinto che tu e Bella potreste essere una bellissima coppia. >>

Mi sentii leggero.

<< Ma ora, spiegami perché perché non l'hai più chiamata?! >>

<< Come prego? >>

<< Si, bé siete usciti assieme, avete fatto un piccolo viaggetto romantico e poi, puff... più niente. Edward, non vorrei che tu stessi giocando con i sentimenti di Bella, perché è una cosa che non potrei sopportare. >>

<< Le giuro che non sto affatto giocando con i suoi sentimenti signore. >> Ero maledettamente serio, mi dimenticai perfino di sbattere le palpebre. << Io AMO Isabella, con tutto me stesso... io... vorrei tanto che lei diventasse la mia sposa, per l'eternità. Ma, non credo che Bella, provi per me niente di più della semplice amicizia. >>

Finii e rimasi in silenzio, lasciando all'ispettore il tempo di assimilare le mie parole.

Fuori il vento aveva cominciato a fischiare, la pioggerellina a scendere e il rombo di una macchina ci fece voltare verso al finestra.

Entrambi vedemmo Isabella arrivare a bordo di un pick up, al volante stava Jacob Black. Lui e Bella, stavano abbracciati nel piccolo abitacolo, le braccia di lui erano attorno al suo corpo minuto, lei, non fece nulla per allontanarlo, anzi, si strinse di più nel suo abbraccio e questo per me fu troppo.

<< Io credo di dover andare, adesso. >> Dissi con voce morta, ingoiando un fiotto di veleno.

<< Edward, io non credo che... >> Cominciò l'ispettore, ma lo fermai.

<< Non importa, lei è felice. Basta così. Per me, l'importante è quello. >> Aprii la porta, vidi le teste stupite di entrambi voltarsi verso di noi. Non si aspettavano che fossi li.

Porsi la mano all'ispettore, la prese e me la strinse. << Addio, Capo Swan. >>

Non mi disse nulla, ma vidi nei suoi occhi la muta preghiera di restare, non potevo accettare, se fossi rimasto, sicuramente avrei staccato la testa a Black.

Scesi i tre gradini e con uno scatto ripercorsi la strada verso casa, arrivai bagnato fradicio, Alice mi venne incontro.

<< Non farlo. Per favore, Edward, non andartene. >>

Non le risposi, afferrai le chiavi della Aston Martin e mi voltai per andare in garage. La mia famiglia era al completo davanti a me.

<< Non farlo. >>

<< Mamma, per favore. Ho bisogno di stare da solo... >>

<< Non vedo dove vai. >> La voce di Alice mi sembrava stridula, non più un canto di angeli.

<< Non ho ancora deciso. >>

<< Figliolo. >>

<< Papà, e voi tutti. Per favore, la mia scelta l'ho fatta. Adesso, rispettatela. >>

Non mi dissero più niente, raggiunsi il garage, entrai in macchina e l'accesi. Il rombo del motore si propagò per la casa, con il telecomando aprii il garage e schizzai fuori.

Non avevo una meta, ma di sicuro, era lontano da li.

Dodici ore dopo, il telefonino non aveva quasi mai smesso di vibrare, adesso conteneva circa sessantasette chiamate non risposte, tutte di Alice, Esme e Bella. Quando avevo visto il suo numero, mi ero sentito morire. Cosa voleva?

Non lo sapevo e in quel momento non volevo saperlo.

Lo spensi e lo gettai sul sedile accanto a me.

Sapevo che Alice avrebbe avuto sicuramente dei flash sui posti che stavo passando, ma non mi importava, adesso, volevo solo stare per i fati miei. Non volevo più pensare a nulla, volevo solo, tornare ad essere il vecchio odioso, spocchioso Edward Cullen.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo di questa fiction. Siete in 308 ad averla messa nei preferiti, mi avete accompagnato fra le righe di questa storia, con i vostri splendidi commenti. Io ne sono stata felicissima! Non sapete che gioia nel leggere le vostre recensioni! ^^ Spero di rivedervi nelle prossime storie che posterò, ora vi lascio alla lettura. Bacioni e grazie di tutto, Goten.
============================================================

Capitolo 13

Quando arrivai a Forks qualche anno fa, non immaginavo di certo di aver la possibilità di incontrare altri come me.

Mi chiamo Isabella, sono stata “adottata” dall'ispettore Charlie Swan. Lui sa cosa sono e nonostante tutto, mi ha accettato lo stesso.

La prima volta che ho visto i Cullen, sono rimasta seriamente colpita dalla loro bellezza, anche io so di esserlo, ma lui, Edward, è qualcosa che va ben oltre la bellezza classica di noi vampiri.

Per quasi due anni, abbiamo frequentato la stessa scuola e loro, non si sono mai accorti della mia presenza. Assurdo, ma vero.

La sera del ballo di fine anno, avevo ormai capito che anche io, come tutte le ragazze umane che frequentavano la scuola, avevo una infatuazione per lui.

<< E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>

Le mie fantasie e tentennamenti cessarono in quel momento, sapevo che Edward era spocchioso e un po antipatico, ma questo, mi aveva ferito, molto.

Quando Alice, all'inizio del nuovo anno scolastico mi venne incontro, cercando a tutti i costi di essere mia amica, e così il resto della famiglia, per un breve attimo, mi sentii felice, poi arrivò lui, con il suo modo di fare arrogante. Reagii d'istinto, ad ogni sua frecciata, io rispondevo, non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa da lui; mai!

Più passava il tempo, più mi rendevo conto di affezionarmi ai Cullen e, anche si mi costa dirlo, anche a Edward... il vago sentimento che provavo per lui all'inizio, cominciò a crescere...

L'arrivo di Tanya mi fece rendere conto di quanto fosse vuota e piatta quella vampira, notai con somma gioia che nessuno, Edward incluso, poteva sopportarla.

Il pegno che avevo pagato; un ballo con Edward, era stata la cosa più bella che mi fosse mai capitata. Volavo letteralmente sulle note di Claire de Lune, non mi sembrava neanche lui, era così dolce... così perfetto...

Poco prima di Natale, arrivò James... e li, per la prima volta, capii che il mio sentimento era cresciuto ancora...

<< Io... non voglio che tu te ne vada... >> Mi disse. Mi persi in quegli occhi dorati, il mio cuore batteva, assurdo perché non era possibile, eppure, per me batteva solo per lui. Poi, le sue parole... << Isabella, ho lottato invano contro la mia volontà e non c'è rimedio... ti prego, metti fine alla mia agonia. Ti amo... da impazzire, ti prego, concedimi la tua mano. >> Era una dichiarazione in piena regola, eppure, quelle parole mi ferirono... come poteva essere che aveva lottato contro se stesso... allora, in realtà, non mi amava, mi desiderava e basta...

Quando la risposta mi scivolò fuori dalle labbra, mi sentii un vero mostro, l'avevo ferito, lo sapevo, ma non potevo farci nulla, come potevo pensare che lui provasse qualcosa simile all'amore per me?

Poi era successo... non si era presentato a scuola, aspettai... giorno dopo giorno, la mia ansia cresceva. Alice mi diceva che non se ne era andato, era a casa... ma io... avevo bisogno di vederlo, di sentire la sua voce... avevo bisogno di lui.

Quando arrivai a casa Cullen, la melodia che sentii era meravigliosa, triste ma meravigliosa. Entrai subito dopo Alice, lui era li. Bellissimo. Mi sentivo felice, lui era reale... ma non era mio...

Quando il giorno dopo mi disse. << I miei sentimenti per te, sono eterni, Bella. Ma ho capito, che hai ragione. Tu non mi conosci, non ti ho dato questa possibilità. Ti chiedo, di concedermela, dammi una sola chance, una sola... >>

Mi sono sentita stordita, incredula e... felice. Possibile che davvero lui provasse amore nei miei confronti? Possibile?

Ogni giorno divenne sempre più bello, sempre più emozionante... e finalmente, trovai il mio posto fra le sue braccia, con le nostre bocche unite.

Troppi sentimenti tutti assieme, troppi dubbi ancora mi vagavano per la testa, avevo chiesto a Jacob di ascoltarmi, lui è il mio migliore amico e quello che mi ha consigliato è stato semplice; << Vivi Bella, se ti ama e tu lo ami, vai da lui. >>

Adesso, sono in macchina con Alice, la sua Porsche gialla sta viaggiando a velocità pazzesca per trovare il vampiro più spocchioso, testardo e adorabile che mi ha strappato il cuore; Edward Cullen.

<< Quanto manca? >> Le domandai, forse per la centesima volta.

<< Ancora un po... >> Rispose criptica.

Dopo altre quattro ore, arrivammo in un piccolo porto, noleggiò una barca a motore e partimmo nuovamente.

Era mattino, il sole stava per sorgere e noi eravamo in mezzo al mare, dovevamo raggiungere Isola Esme.

Avrei chiesto dopo informazioni sull'isola, quello che volevo in quel momento, era raggiungere il mio vampiro il prima possibile.

In lontananza vidi qualcosa affiorare, sembrava un'isola.

Alice fermò la barca e mi guardò seria. << E' tutto nelle tue mani, Bella. >> Mi spinse e caddi in acqua. Quando riemersi, la vidi già lontana, giurai a me stessa che prima o poi l'avrei fatto fare anche a lei un bagno simile!

Mi immersi nuovamente e nuotai sotto acqua, quando i miei piedi toccarono il fondale, camminai, l'acqua piano piano cominciava ad abbassarsi, quando raggiunse la mia vita, vidi Edward che mi fissava sbalordito.



Stavo osservando l'immensa distesa di acqua davanti a me, il sole era sorto da poco, l'orlo dei miei pantaloni era rigirato più volte sulle gambe bianche , la camicia aperta, svolazzava in base al venticello che mi accarezzava cercando di consolare il mio animo. Avevo cercato consolazione nella solitudine di questa isola, ma non ne avevo trovata. Il mio cuore, giaceva a pezzi nel mio petto, e la mia mente vedeva sempre e solo il volto di Bella. Anche adesso, ero seduto sulla spiaggia bianca immacolata, mi sembrava di vederla spuntare dalle acque, sembrava una dea, una visione stupenda, l'acqua scivolava via dal suo corpo, lasciandole i capelli leggermente più scuri, il viso ricoperto di goccioline trasparenti.

<< Edward... >> La sentii sussurrare.

Ok, come visione era veramente fatta bene. Un'altra folata di vento mi colpii, portando con se il suo profumo delicato. D'istinto lo respirai a pieni polmoni. Dio! Sembrava così vera!

Il vestito bianco che indossava ormai era come una seconda pelle, potevo vedere tutto. Era perfetta!

Immobile a pochi metri da me, l'acqua le arrivava poco sotto la vita.

Sapevo che questa bellissima visione sarebbe sparita a breve, eppure, invece adesso, stava correndo disperata verso di me, i suoi piedi schizzavano acqua ovunque, arrivò sul bagnasciuga, le sue piccole impronte vennero cancellate da un onda, mentre lei compieva gli ultimi passi.

Mi ritrovai sdraiato sulla sabbia bianca, la mia visione celestiale addosso e le sue labbra premute ermeticamente sulle mie.

Mi bastò quella frazione fra il secondo e il centesimo di secondo per capire che quella visione era più corporea e vera di qualunque altra cosa.

Le mie mani si mossero da sole, vagavano sulla sua schiena bagnata, impedendole di fuggire da me, la tenevo stretta, lei, la mia ancora di salvezza.

Tremava, ma non di freddo, tremava di passione, di felicità, di qualcosa di molto profondo...

<< Mi hai stregata nell'animo e nel corpo, ti amo, ti amo, ti amo. Non voglio più stare lontana da te. >> Mormorò staccandosi di pochissimo dalle mie labbra.

Mi amava?! Non era possibile... Bella era con quel cane!

Eppure, era qui, fra le mie braccia, a giurarmi amore!

La mia mano le accarezzò con gentilezza il volto. << Sei vera... >> Sussurrai.

Un tenue sorriso si mostrò sulle sue labbra. << Si. >> Poi il sorriso si spense. << Ti amo, Edward. >> La sua mano disegnò i contorni delle mie labbra. << Quando sei sparito, mi sono sentita morire... >> Nascose il viso nell'incavo del mio collo.

<< Io ti ho visto con Black... >> Mormorai piano, avevo ancora paura che fosse un sogno.

La sentii annusarmi, Dio mio che sensazione stupenda!

<< ... Mi stava dicendo, quanto fossi fortunata ad essermi innamorata di te. >> Sollevò piano il suo viso, strofinando il suo naso contro il mio.

I suoi capelli bagnati formavano un separé fra noi e l'esterno, ero perso in lei, in quegli occhi, in quel viso...

<< Bella, come puoi dire di amarmi...? >> Sapevo di essere un idiota a porle una simile domanda, ma io dovevo sapere, anche se ero un vampiro indistruttibile, il mio animo, cadeva a pezzi, non poteva sopportare oltre altro dolore.

<< Edward... >> Sospirò piano chiudendo gli occhi e appoggiando la sua fronte contro la mia...

In quel momento, la sentii. Sentii tutto il suo amore per me, riuscii a entrare nella sua mente, i suoi pensieri, i suoi ricordi, le sue emozioni. Erano come un immenso fiume in piena che ti trascinava e ti portava con se... era impossibile opporsi ad esso... impensabile... il mio viso, la mia immagine, ogni mio singolo gesto, parola o sorriso, era stampato a fuoco nella sua mente.

<< Bella, come... come è possibile... >> Perfino la mia voce, faticava a uscire, talmente forti erano le emozioni che stavo provando, anzi, che lei provava per me.

La vidi aprire gli occhi e sorridermi mesta. << Sei sempre stato il mio sole, Edward... >> Il suo sguardo, così come le sue parole, si fecero titubanti. << ...tu, davvero mi ami? >> Si stava mordicchiando il labbro inferiore.

Non potei trattenere un sorriso, le baciai dolcemente la punta del nasino. << Isabella, prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare? >>

Se mi avesse risposto di no, questa volta, l'avrei legata personalmente ad uno scoglio, non volevo più perderla... ma non servì.

<< Si. >> Semplice, schietta e sincera. La adoravo!

Il sole batteva sulla nostra pelle sfaccettando i colori dell'arcobaleno ovunque, ma non importava, io e lei eravamo assieme, per sempre, per l'eternità.

Poi, mentre le nostre bocche, instancabili, continuavano a cercarsi e a trovarsi, le esposi un mio dubbio che, ero sicurissimo sarebbe diventato il suo incubo...

<< Bella... >>

<< Mmm... >> Rispose baciandomi la mascella con le sue labbra morbide.

<< Lo sai vero che Alice starà guardando in questo momento... ? >>

<< Non mi importa... che guardi pure... >> Continuava il suo lavoro minuziosamente e a cosa, mi piaceva da matti.

<< Sono d'accordo... >> Ci baciammo ancora... e poi... << Bella... ? >>

<< Mmm... >>

<< Sai che Alice vorrà organizzare le nozze...? >>

Si bloccò improvvisamente, conscia di quanto sottintendessero quelle parole; shopping sfrenato e, ore e ore di estetismo inutile.

<< Edward... >> La sua voce tremolante mi fece irrigidire, la guardai aspettando che continuasse. << ... ho cambiato idea. >> Fece per alzarsi, ma la trattenni, rotolammo sulla sabbia, sporcandoci ancora di più.

<< Eh no, ormai hai accettato. >> Le dissi sorridendo come un idiota. << Presto, sarai la signora Isabella Cullen. >> Bella non smetteva di dimenarsi. << Mia moglie. >> Le sussurrai all'orecchio. In quel momento si calmò, i suoi occhi fissarono i miei.

<< Tua moglie... >> Mormorò, aggiungendo poi. << Sarai mio marito. >>

Dio mio quanto mi piacevano quelle parole!

Le sue braccia trovarono il loro posto dietro al mio collo e tornammo a baciarci, Alice, sapevo che non ci avrebbe dato tregua, ma avevamo tutto il tempo ormai a nostra disposizione, tutta l'eternità.

FINE.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=333332