Until the end of the world

di Miss Reedus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** "Stai attenta." ***
Capitolo 3: *** James ***
Capitolo 4: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 5: *** Ghost Town ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***



La copertina è stata realizzata interamente da me con PhotoshopCC. 
Crediti: sfondo (TheAJDeviant |Deviantart) corpo ragazza ( FairieGoodMother) corpo soldato (Freeport) viso uomo (Norman Reedus) viso donna         (Holland Roden). Vietata la copia anche solo parziale.

L'inizio

 

 

Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, le radio hanno iniziato a parlarne in modo superficiale, dicevano - Sembra esserci una piccola epidemia, ma il Presidente ha detto di non preoccuparsi è tutto sotto controllo- sì, sotto controllo, la situazione non era affatto sotto controllo, non sapevano neanche l'origine della "piccola epidemia" e quindi avevano deciso di mentire a tutti sminuendo il problema che nel giro di una settimana sarebbe diventato un'apocalisse. Ricordo ancora quando diedero l'allarme, ero in giardino e stavo giocando con mia sorella Kat, una bambina di 9 anni, mamma e papà erano dentro e stavano discutendo per l'ennesima volta del loro rapporto ormai andato a puttane da diversi anni, erano separati, ma mio padre tornava sempre a casa nella speranza di riallacciare i rapporti con mia madre che si era già sposata ben tre volte dopo il loro divorzio - Lo vuoi capire che tra noi due è finita? Cristo santo mettiti l'anima in pace e sparisci una volta per tutte- quando sentivo la macchina di mio padre fermarsi sotto casa portavo via Kat per non farle sentire l'ennesima discussione, lei non era una bambina stupida infatti un giorno l'avevo portata a fare una passeggiata e mi disse - Lo sai, ho capito perché mi porti fuori quando arriva papà- io non le avevo risposto e cercai di cambiare argomento - è perché non vuoi che io li senta litigare. Non è bello, mi fa stare male e quindi tu mi porti via. Lo fai perché mi vuoi bene vero?- mi ricordo che l'abbracciai forte e le dissi che presto si sarebbe aggiustato tutto. In lontananza udimmo una sirena e una voce di un altoparlante - EVAQUAZIONE! EVAQUAZIONE! DOVETE ANDARE VIA DALLA CITTÀ! EPIDEMIA! PERICOLO! EVAQUAZIONE!- senza pensarci due volte presi in braccio mia sorella e mi precipitai a prendere le chiavi della macchina, non sapevo se i miei avessero sentito l'avviso e francamente non me ne importava più di tanto, cercai di non ascoltare le urla di mia madre e le bestemmie di mio padre, andai in garage, misi la cintura di sicurezza a Kat e partii senza una destinazione precisa e solo quando arrivammo sull'autostrada mi accorsi di aver lasciato indietro i miei genitori o meglio ne ero stata consapevole per tutto il viaggio di non averli neanche avvertiti, ma solo quando eravamo ormai lontane mi resi conto di ciò che avevo fatto; lasciare indietro la mia famiglia, le persone che mi hanno messa al mondo e che mi hanno cresciuta, non nel modo in cui una ragazzina dovrebbe crescere ovvero in mezzo ad alcohol, fumo di sigaretta, canne, bestemmie e litigi di vario genere, decisi di dimenticare quello che avevo fatto, Kat non disse una parola, non ce n'era bisogno, lei aveva capito e non parlammo mai più dei nostri genitori, mai più, ma erano sempre nei nostri pensieri. Guidai finché non finì la benzina, la macchina ci abbandonò in mezzo ad una strada di Washington, avevo guidato senza sosta per ben 9 ore, cercavo di scappare da quel maledetto altoparlante che nella mia testa continuava ad urlare "EVAQUAZIONE", cercavo di scappare dalle urla dei miei genitori che continuavano a martellarmi la testa e a seguirmi come un'ombra, Kat aveva dormito per tutto il viaggio e continuava a dormire profondamente, per fortuna. Non volevo che vedesse il caos che regnava per strada: c'erano persone che piangevano disperate, chi scappava in automobile o in moto, c'era perfino chi cercava di tirare giù qualcuno dal loro veicolo perché non ne possedeva uno proprio, non avevo mai visto i famosi Infetti di cui parlava tanto la radio, non sapevo che aspetto avessero. Presi mia sorella in braccio e scesi rapidamente dalla macchina, lei bofonchiò qualcosa, infastidita dal fatto che io l'avessi fatta scendere malamente - Dove siamo?- chiese con voce stanca - Siamo a Washington, dobbiamo trovare un'altra macchi...- non feci in tempo a finire la frase che qualcuno urlò - INFETTI!!!!!!- mi girai automaticamente nella direzione da cui proveniva l'urlo e vidi delle persone, se si possono ancora chiamare così, che si trascinavano per la strada, non volli guardare un secondo di più ed iniziai a correre il più velocemente possibile, vidi delle persone chiudersi dentro a dei negozi e feci anche io così, non mi interessava se era una cosa illegale o meno, avevo paura, dovevo sopravvivere, mia sorella doveva vivere, non sapevo cosa sarebbe successo se avessi permesso agli Infetti di avvicinarsi, ma non mi interessava, vidi un negozio con la porta ancora aperta, mi precipitai dentro e mi chiusi la porta alle spalle, ansimavo per la corsa, posai Kat a terra - Allontanati dal vetro- lei obbedi e se ne andò a curiosare in giro, mi appoggiai alla parete più vicina e chiusi gli occhi, finalmente potevo rilassarmi, ma per quanto? 



Hola! Sono ancora viva, era da tantissimo che non pubblicavo qualcosa ed eccomi qui con un'idea bella fresca. L'anno scorso ho scoperto The Walking Dead ed è diventata immediatamente una droga a tempo pieno dal primo fotogramma. Mi sono follemente innamorata di Daryl Dixon e insomma tra una cosa e l'altra ecco qua una nuova fanfiction. Spero vivamente che questo primo capitolo vi piaccia e che dire? Buona cena muffins <3 
MH

 

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Capitolo 2
*** "Stai attenta." ***


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La copertina è stata realizzata interamente da me con PhotoshopCC. 
Crediti: sfondo (TheAJDeviant |Deviantart) corpo ragazza ( FairieGoodMother) corpo soldato (Freeport) viso uomo (Norman Reedus) viso donna         (Holland Roden). Vietata la copia anche solo parziale.

"Stai attenta."

 Mi girava la testa. Stanchezza. Un forte senso di stanchezza dominava il mio corpo. Sentivo freddo e spontaneamente cercai le coperte alla cieca e quando sentii una superficie dura mi decisi ad aprire gli occhi. Non riconoscevo il posto e credevo di essere ancora in un sogno, ma quando mi ricordai il motivo per cui ero seduta a terra, balzai in piedi ed iniziai a cercare Kat, ricordo che guardai fuori ed era buio, la strada deserta, piena di macchine abbandonate. Continuai a cercare mia sorella all'interno del negozio - Kat??- guardai dietro al bancone - Vieni fuori, non è divertente!- non era da nessuna parte. Una morsa allo stomaco mi fece indietreggiare “L'hanno presa. Cazzo l'hanno presa” mi accasciai a terra e cercai di non scoppiare in lacrime e di domare l'attacco di panico. Tutto intorno a me iniziava a girare velocemente - Focalizzati sul tuo punto fermo- la voce di Peter mi tornò in mente come un eco lontano - Trova la tua ancora, il tuo totem- deglutii e cercai di respirare piano, ma intorno a me il mondo continuava a roteare -... Fai della tua debolezza la tua più grande forza- chiusi gli occhi e mi sentii cadere - Falla tua! Non mollare- la sua voce. Lui. Pensai a Peter e feci di lui il mio punto fermo e piano piano la giostra su cui ero salita incominciò a rallentare. Quando riaprii gli occhi sperai di trovarmelo davanti, ma purtroppo c'era soltanto la vetrata e la strada deserta. Mi asciugai le lacrime e pensai “ Dev'essere uscita, pensa positivo e cercala” con tutto il coraggio che mi era rimasto in corpo aprii la porta e uscii. Fuori l'aria sembrava tesa, era tutto fermo, in un equilibrio precario che da un momento all'altro avrebbe potuto rompersi. Mi guardai attorno sperando di vedere la sua chioma bionda in mezzo alle auto. Sentii un rumore e mi diressi automaticamente verso quella direzione, c'era un uomo piegato su qualcosa, emetteva strani rantoli - Mi scusi?- l'uomo continuò a non curarsi di me - Sto cercando mia sorella- dissi alzando la voce - ha 9 anni, è di piccola statura, bionda... L'ha vista?- non mi rispose, così mi avvicinai e gli strattonai una spalla - Ehi sto parlando con lei...- quando si voltò vidi la cosa più ripugnante del mondo: la sua faccia era per metà consumata come se fosse stata staccata via a morsi. Urlai. Era un Infetto. Indietreggiai incapace di dire o fare qualcos'altro, inciampai contro un macigno e caddi, l'Infetto si avvicinava trascinandosi a fatica, ero paralizzata, non potevo fare nulla, stava quasi per toccarmi quando sentii un forte schiocco e l'essere cadde all'indietro con una freccia conficcata proprio in mezzo agli occhi, sentii delle mani prendermi per le spalle, continuai a fissare quella cosa morta, mi sentii strattonare dietro una macchina e qualcuno mi disse di fare silenzio, vidi altri Infetti avvicinarsi e piano piano uno ad uno cadevano a terra colpiti da una freccia. Svenni.

- Quindi si chiamano Zombie?- la voce di Kat entrò dentro la mia testa, vidi un fuoco acceso e riconobbi la sagoma di mia sorella. Stava parlando con qualcuno - Mia sorella li chiama Infetti- mi guardai attorno, ma non vidi nessuno oltre a noi due - Tua sorella è in mezzo a questo schifo solo da due giorni, non sa un cazzo- disse qualcuno dietro di me. Passò accanto a me un uomo e buttò della legna sul fuoco - Non si dice quella parola!- lo rimproverò Kat - Parlo come mi pare- disse lui - Prova a rivolgerti di nuovo così a mia sorella e giuro che ti fracasso la testa con un pezzo di legno- dissi ringhiandogli contro - Oh guarda chi si è svegliata- disse senza neanche degnarmi di uno sguardo - Stai bene?- mi chiese Kat, annuii piano - Tu? Come stai? E dove sei stata?- mi guardai attorno e vidi degli alberi e dedussi che eravamo in una foresta - E dove diavolo siamo?- Kat mi mise le sue piccole mani attorno al viso - Calmati! Sono andata in giro, tu dormivi e io mi annoiavo... Così sono uscita e sono entrata in un altro negozio e ho incontrato lui che mi ha chiesto da dove fossi spuntata così gli ho raccontato tutto. Mi ha portata in salvo ed è tornato ad aspettare che ti svegliassi per portarti qui- guardai l'uomo - Chi sei?- gli chiesi - Non mi ringrazi neanche? Kat sei fortunata a noi essere come tua sorella- bofonchiò - Senti brutto stronzo fammi un po' vedere la tua fottuta faccia- mi avvicinai a lui pronta per dargli un pugno, lui mi bloccò il braccio e spinse a terra bloccandomi. Finalmente vidi il suo volto. Non era vecchio, avrà avuto 35 anni, gli occhi celesti, incavati, i capelli che gli scendevano sul il viso, con un'espressione di rabbia repressa, con l'aria dura, di qualcuno che ha sofferto molto e che non ha più spazio per l'amore dentro di sé. Fissai i suoi occhi azzurri - Provaci di nuovo e...-
-... Cosa? Cosa vuoi farmi? Uccidermi davanti ad una bambina? Prego accomodati. Tu prova soltanto a rispondere in quel modo a mia sorella e non vedrai più la luce del sole. Mi hai capita?- lui non fece una piega, strinse la presa e i suoi occhi si ridussero ad una fessura - Stai attenta. Stai attenta- e lasciò la presa - Smettetela tutti e due! E andateci piano con le parole!- io e lui ci guardammo con aria di sfida e Kat sospirò - Comunque, lui è Daryl Dixon- io e Daryl continuammo a guardarci, entrambi con gli occhi annebbiati dalla rabbia repressa.  
 

PICCOLO SPAZIO AUTRICE:

Eh si, ogni tanto esco dal mio angolino polveroso, ma se devo dirla tutta devo rigraziare BrightJulees che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere e di aggiornare questa storia, anche perché The Walking Dead con Daryl e tutti i suoi zombie è la mia serie TV preferita in assoluto, quindi ti ringrazio tantissimo ancora una volta. Stavolta spero di mantenere l'impegno di scrivere e aggiornare le mie fanfiction più spesso e di non sparire più. Che dire? Sono felicissima di aver scritto qualcosa, anche se per ora è ancora poco spero vivamente di ritornare attiva come una volta. Un bacio e un abbraccio affettuosissimo a tutti <3 Da Miss Hoechlin per ora è tutto, passo e chiudo <3 

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Capitolo 3
*** James ***



La copertina è stata realizzata interamente da me con PhotoshopCC. 
Crediti: sfondo (TheAJDeviant |Deviantart) corpo ragazza ( FairieGoodMother) corpo soldato (Freeport) viso uomo (Norman Reedus) viso donna         (Holland Roden). Vietata la copia anche solo parziale.

James.

 

Quella notte non riuscii a dormire, rimasi sveglia insieme a Daryl a fare da palo. Quando sentivamo dei rantoli lui si alzava e andava a vedere cosa fossero. Sembrava che le ore non passassero mai, guardavo sempre il mio orologio impaziente di poter andare via da quel posto: i boschi mi hanno sempre inquietata, iniziai ad averne paura quando da piccola mi ci sono persa, Daryl notò che mi guardavo spesso dietro le spalle e scrutavo nell'oscurità - Paura del buio?-

-No, paura dei boschi in generale-

-Non sapevo si potesse avere paura dei boschi-

-Evidentemente non è così-

-... A-ha. Come mai questa paura?-

-Che ti frega?-

-Senti, sto facendo un enorme sforzo per cercare di essere gentile con te e di non buttarti tra le fauci di uno zombie del cazzo quindi, almeno, fai uno sforzo minimo anche tu, grazie-

-Che palle... È una paura che ho incominciato ad avere quando avevo 4 anni-

-Ok... E da cos'è nata questa paura?-

-Senti... Nulla di personale, ma non mi piace raccontare della mia vita e delle mie paure alle persone...- annuì silenziosamente -... e poi, non te la prendere, ma tu saresti l'ultima persona al mondo a cui vorrei raccontare di me stessa- rise - Non ci credo... L'hai detto veramente? Ma sei sempre così stronza con tutti o sono io che ti sto sul cazzo? Te l'ho chiesto non perché volevo sapere i cazzi tuoi, ma solo per passare il tempo visto che sono ancora le due di notte, che cazzo me ne può fregare a me dei tuoi problemi o il fottuto motivo di questa tua stupida paura!- si alzò e diede un calcio ad un pezzo di legno che fece innalzare molte scintille e si andò a mettere nel lato esattamente opposto a dove stavo io, dandomi la schiena. Forse fui troppo dura con lui quella notte. Pensai a Peter e mi chiesi dove fosse in quel momento, mi chiesi se stesse pensando a me, con chi fosse e se stesse bene o meno, il solo pensiero che qualche Infetto potesse averlo morso o ucciso mi faceva rabbrividire. Ogni tanto guardavo alle mie spalle per vedere cosa stesse facendo Daryl, ma ogni volta che mi giravo lui era sempre lì, immobile, seduto a guardare nel vuoto, continuai a guardarlo finché gli occhi non iniziarono a chiudersi da soli, ricordo che l'ultima cosa che pensai prima di crollare fu che dopotutto io e lui ci assomigliavamo molto, stesso carattere. Dovevano essere le quattro di mattina quando mi addormentai, Kat mi svegliò verso le otto - Forza svegliati! Dobbiamo andare- il fuoco si era spento - Andare dove?- mugolai - Dobbiamo spostarci, trovare un posto sicuro- disse Daryl raccogliendo tutte le nostre cose -... La signorina poi ha paura dei boschi, quindi meglio muoversi- mi guardò negli occhi in attesa che gli rispondessi a tono - Fanculo...- Kat mi tirò una gomitata - Ti taglio la lingua la prossima volta- disse lei cercando di avere un'aria minacciosa - Scusami Kat. Dove vorresti andare scusa?- lui iniziò a dirigersi verso una direzione ignota

-Sicuramente altrove- disse lui.

-Ho capito, ma dove?-

-Un posto sicuro-

-Grazie della descrizione illuminante...-

-Cosa vuoi sentirti dire? Ogni cosa che dico non ti va mai bene. Dimmelo su. Così almeno ti stai zitta, cazzo-

-DARYL!!-

-Scusami Kat-

-Voglio che tu mi dica dove vuoi andare precisamente. Se in un posto chiudo o aperto, sei capace a dirmelo o no? Non mi sembra di aver chiesto la Luna-

-Dobbiamo andare in un posto chiuso, una città, un paese, una casa, qualsiasi cosa oppure preferisci fare ogni notte il palo?-

-”Dobbiamo”? Scusami da quando io e Kat ti seguiremo in questa tua “impresa”?-

-Infatti non siete assolutamente obbligate, sei vuoi rimani pure qui e fatevi mangiare dagli zombie-

-È quello che faremo infatti. Non ti seguiremo-

-No. Io vado con lui!-

-Kat ti prego, non è il momento per discutere- cercai di avvicinarla a me, ma indietreggiò -No! Io voglio stare con lui- disse quasi piagnucolando.

-Smettila di fare queste storie da bambina e vieni qui!-

-No!- andò vicino a lui.

-Kat smettila!!-

-No, smettila tu di fare la bambina. Perché non vuoi rimanere con lui??-

-Perché non lo conosciamo. Potrebbe essere benissimo un maniaco, un assassino o un criminale-

-Troppi complimenti, davvero, così mi imbarazzi-

-Non mi fido-

-Così arrossisco...-

-Senti, puoi starti zitto? Non sto parlando con te-

-Non stai parlando con me, certo. Stai parlando di me, è diverso, scusami se mi sento chiamato in causa chiedo perdono-

-Kat, per favore non ho la forza fisica e mentale per litigare con te. Andiamo via, salutalo e andiamo-

-Andiamo dove? Non andremo da nessuna parte, in qualche giorno potremmo essere morte e non iniziare a dirmi “Cosa ne sai?” perché lo sappiamo tutte e due che non supereremo mai la notte da sole. Anche se vuoi dire a te stessa che qui, ora, con gli zombie in giro, sei inutile. Anche se neghi a te stessa di aver bisogno d'aiuto per sopravvivere, noi abbiamo bisogno di lui- fissai a lungo Kat. Spostavo gli occhi da lei a Daryl e da Daryl a lei - No...- lei ridusse gli occhi a due fessure - Perfetto, allora abbandonami come hai fatto con mamma e papà- quella manciata di parole mi trafissero il cuore come una pioggia di coltelli - Kat...- dissi piano con voce rotta - Io resto con lui. Voglio sopravvivere, tu se vuoi abbandonami pure, non mi interessa- con le lacrime agli occhi non dissi nulla e iniziai a dirigermi verso la direzione in cui stava andando Daryl, passandogli vicino lo urtai facendogli cadere le sue cose - Aspetta...- disse piano Kat, ma io non volli voltarmi indietro e continuai a camminare senza sosta, sempre dritta. Non so bene dopo quanto tempo sentii dei passi raggiungermi, era Daryl. Non lo guardai neanche. Si affiancò a me - So che non vuoi avere a che fare con nessun essere umano in questo momento e anche se mi piacerebbe vederti tra le grinfie di uno zombie devo darti questo- mi mise un coltello in mano - cerca di non farti mordere e colpiscili in testa. Tra qualche chilometro dovresti sbucare su una strada asfaltata, gira a destra e vai sempre dritta e dovresti arrivare ad una cittadella- lo guardai con aria di sfida - Sempre che tu voglia rimanere con noi... Volevo solo dirti dove andare, per non perderti- fece una pausa - Beh, se ti vedremo andare in un'altra direzione vorrà dire che andrai per la tua strada- tornò indietro ed io accelerai il passo.

Camminai senza sosta per ore prima di scorgere in lontananza il famoso “posto sicuro”, non mi guardai mai alle spalle per controllare se Kat e Daryl fossero ancora dietro di me. Lungo la strada vidi molte macchina abbandonate, ma nessun Infetto o umano; sembravamo gli ultimi superstiti al mondo il che mi spaventava molto. Mancavano due chilometri alla cittadina quando sentii delle urla. Mi guardai intorno, ma non vidi nulla, mi scorsi dal guard rail e vidi uno spettacolo agghiacciante: c'era un uomo sopra una macchina circondato da zombie che da terra cercavano di morderlo, istintivamente scavalcai il “muro” d'acciaio e mi precipitai di sotto, c'erano una decina di metri tra me e gli Infetti così urlai di lasciarlo in pace, quando gli esseri si voltarono verso di me mi si gelò il sangue nelle vene. Iniziarono ad avanzare nella direzione delle mie urla. Non sapevo cosa fare, ma intanto gli zombie continuavano ad avvicinarsi. Mancavano pochi metri tra me e il primo Infetto, intanto sentii qualcuno scavalcare il guard rail e Kat che mi urlava di andare via. Mi tornarono in mente le parole di Daryl “Colpisci alla testa” presi il coltello e lo piantai nella testa del primo Infetto urlando, poi colpii il secondo, il terzo, il quarto, il quinto e infine continuai a colpire senza sosta il sesto. Quando realizzai quello che avevo appena fatto mi guardai le mani sporche di sangue, lanciai il coltello lontano da me e guardai i corpi che giacevano immobili a terra. Guardai le mie mani, il coltello, i corpi e infine l'uomo che prima era in cima alla macchina e che stava cercando di scendere, lo andai ad aiutare - G-g-grazie...- balbettò - Non c'è di che, lo avrebbe fatto chiunque- l'uomo mi strinse la mano tremando - Sono James, grazie, grazie, grazie per avermi salvato la vita- era alto, con i capelli scuri, con un accenno di barba e gli occhi neri, insomma un bell'uomo - Tutto bene?- Daryl comparve alla mia sinistra toccandomi il braccio, lo scostai violentemente - Certo che sto bene- così iniziò a squadrare James -... Tu saresti?- disse freddo - Oh io sono James, la tua ragazza mi ha salvato da quei... cosi- disse lui con un sorriso amichevole - Quei... “cosi” si chiamano zombie...- disse ancora più freddo -... Ed io non sono la sua ragazza- James sembrò imbarazzato - Scusatemi, non volevo...- gli misi una mano sulla spalla - Tranquillo nessun problema- cercai di sforzare un sorriso e lui sembrò apprezzare - Cosa posso fare per ringraziarti? Siete diretti da qualche parte?-

-No- disse subito Daryl.

-In realtà siamo diretti verso quella cittadella, stiamo cercando un posto sicuro-

-Sul serio??-

-Già-

-Capitate proprio a fagiolo, io abito lì. Ormai tutti sono diventati... Zombie- tutto d'un tratto si fece triste - Ma la mia casa è ancora in piedi, se avete bisogno...-

-No non ne abbiamo bisogno- lo interruppe Daryl, io gli diedi una gomitata - Certo che ne abbiamo bisogno...- dissi gentilmente - Perfetto allora sarete miei ospiti!- James venne scostato da Daryl - Scusami, puoi lasciarci soli un secondo?- disse scortesemente, lui annuì e andò verso il guard rail - Cos'hai in mente di preciso?- disse freddamente - No Daryl che cazzo hai in mente tu?! Cercavamo un posto sicuro no? Bene l'abbiamo appena trovato. Non ti sta bene? Perfetto allora vai da un'altra parte- seguii James, ma lui mi prese un braccio - Non mi fido- cercai di liberarmi dalla sua presa, ma inutilmente -Scusami?- dissi incredula - Ho detto che non mi fido di questo tizio- lo spinsi via - “Questo tizio” si chiama James e ci ha appena offerto un tetto sulla che per ora è tutto quello che ci serve- l'espressione di Daryl si fece più cupa - Ti ricordo che hai una sorella che è sotto la tua responsabilità, te l'ho detto, non mi fido di quest... James- mi scostai i capelli dalla faccia - Ripeto: non ti sta bene? Perfetto vattene da un'altra parte, ma io e Kat andiamo da James- Daryl rise - Sempre se Kat vorrà venire con te- lo fulminai con lo sguardo - Vai al diavolo- e finalmente raggiunsi James e Kat - Allora che fate?- mi chiese tutto sorridente - Se non ti siamo d'intralcio ti saremo davvero grati se ci ospitassi- lui aprì le braccia - Perfetto, allora siete i benvenuti. Venite con me- ci incamminammo verso la nostra destinazione - Secondo Daryl non è una buona idea, non ci dovremmo fidare di lui- mi bisbigliò Kat strattonandomi piano il lembo della maglietta - Sta zitta tu- le ringhiai liberandomi dalla sua debole presa. Accelerai il passo e mi misi accanto a James che d'istinto mi sorrise ed io ricambiai volentieri. Dietro di me sentivo lo sguardo duro di Daryl su di me che si faceva sempre più pesante man mano che ci avvicinavamo alla cittadina.

PICCOLO SPAZIO AUTRICE:

Eccoci qua. Stavolta il capitolo è un po' più lungo ecco perché è uscito più tardi del previsto. Non sapevo come far avolvere la storia, ma ora ho le idee chiarissime hehehehe. Devo ammettere che prima questa storia non mi convincesse più di tanto, ma ora che ho già in mente lo sviluppo mi piace veramente molto. Tutto questo che state leggendo è un grandissimo flash-back della protagonista, più avanti capirete perché. Spero vivamente che mi possa piacere, aspetto con ansia delle recensioni con anche delle critiche costruttive io intanto me ne torno nel mio angolino e lascio la parola a voi. Qui da Miss Reedus (eh si ho cambiato nome muehehe :3) è tutto, un bacione. Passo e chiudo <3
MR

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Capitolo 4
*** Finalmente a casa ***



La copertina è stata realizzata interamente da me con PhotoshopCC. 
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Finalmente a casa.
 

James abitava in una modesta casa a due piani in un piccolo quartiere che, sicuramente, prima che tutti si tramutassero in zombie doveva essere un posto davvero tranquillo e allegro in cui vivere, ma ormai era ridotto ad un lembo di strada con delle catapecchie abbandonate. James ci fece accomodare nella sala da pranzo - Scusate per il disordine ma...- - Tranquillo nessun problema- dissi tranquilla - Durante un'apocalisse chiedere scusa per il disordine della propria casa mi sembra una cosa ridicola- grugnì Daryl, io gli risposi con un'occhiataccia, ma lui fece finta di niente - Bene, allora per voi- disse James indicandoci - Ho la camera per gli ospiti accanto al bagno e alla mia stanza, così se vi serve qualcosa avete tutto a portata di mano- ci guidò di sopra, quando aprì la porta Kat si tuffò nel letto ed iniziò a saltarci sopra - James...- iniziai -... c'è solo un letto matrimoniale- all'inizio lui non capì - Oh... Diamine il letto singolo è di sotto nel garage. Oppure posso portare un materasso di sopra e la piccola dorme sopra a quello- guardai il letto e poi guardai Daryl, dopo qualche secondo anche lui si rese conto che avremmo dovuto dormire insieme - Non se ne parla- disse freddo - Ci dormo io con Daryl- disse Kat - Assolutamente no. Tu con lui non ci dormi affatto- lui mi rivolse uno sguardo di ghiaccio - Tu te ne vai a dormire in garage- dissi a denti stretti - Non credo proprio ragazzina- disse poggiando la balestra vicino al letto - Ehi smettetela vi prego- James gli mise una mano sulla spalla - se vuoi Daryl puoi dormire con me, anche il mio è a due posti- lui si liberò immediatamente dalla sua presa - Spero tu stia scherzando... L'ultima cosa che voglio è dormire insieme a te, preferisco lei guarda- disse indicandomi - BASTA!!- sbottai. Tutti tacquero. Mi avvicinai a Daryl e gli puntai un dito sul petto - Tu e Kat dormite qui- sentii un suo gridolino di gioia - Ma giuro su Dio che se provi a sfiorarla anche solo con un dito che ti uccido. Sfiorala e io ti...- lui mi prese delicatamente la mano e la spostò dal suo corpo e lasciò cadere vicino al mio fianco - Tranquilla, non sono un pedofilo- disse gentilmente con un sorriso appena accennato - E levati quella espressione da deficiente dalla faccia- lui rise - Scusa è che sono felice di non dover passare la notte con te...- mi guardò con un sorriso beffardo -... Tutto qui- si lasciò cadere su letto a peso morto - Daryl ricorda ciò che ti ho detto. Toccala e ti uccido- non mi rispose, James mi picchiettò sulla spalla e con un sorriso amichevole indicò una porta - Qui c'è il bagno e questa è la camera da letto- era la stanza più ordinata della casa, le lenzuola erano di un blu acceso e per un attimo mi dimenticai di essere nel bel mezzo di un'apocalisse, c'era una finestra da cui entrava la luce del tramonto che rendeva l'atmosfera calma e piatta, anche io mi lanciai sul letto - Scusa James- dissi col fiato corto - Per cosa?- mi soffiai via una ciocca di capelli dalla faccia - Per essermi buttata sul letto, ma dovevo farlo, scusami- lui prese la rincorsa e si distese accanto a me - Tranquilla, sai era da tanto che non mi buttavo su un letto- disse ridendo, mi girai e lo guardai, lui ricambiò subito lo sguardo e mi sorrise, imbarazzata distolsi lo sguardo e mi guardai intorno: era tutto così normale, dei poster attaccati alle pareti, dei normalissimi soprammobili ma, non c'era neanche una foto - Come mai non ci sono foto in giro?- lui chiuse gli occhi - Non mi piacciono i ricordi, la mia fidanzata è morta all'inizio dell'epidemia e...- si girò dall'altra parte -... Scusami mi fa ancora uno strano effetto parlare di lei al passato e ricordarmi che lei non c'è più ormai- mi avvicinai e lo abbracciai - Tranquillo, so come ti stai sentendo- non lo riuscivo a vedere in faccia, ma sentivo che stava piangendo - Mi dispiace moltissimo, James, ti prego non piangere- tirò su col naso - Sai, quando vi ho incontrati non hai idea della felicità che avevo in corpo- si fermò - rivedere altri esseri umani è stato... Bellissimo, grazie- lo abbracciai più forte - Grazie a te per averci ospitati, non so dove saremmo se non fosse stato per te- Daryl comparve sull'uscio della porta - Scusatemi piccioncini se vi sto disturbando, ma io e Kat abbiamo fame- anche lei comparve accanto a lui - Sì, molta, moltissima fame- disse sorridendo.
A cena mangiammo un piatto di pasta e una frittata, Daryl ripulì tutto e in meno di cinque minuti si era già stravaccato sulla sedia e si stava togliendo dei residui dai denti con uno stuzzicadenti mentre si dondolava con la sedia, ogni tanto gli lanciavo delle occhiate piene di disgusto - Che c'è?- mi disse alla fine, scossi la testa - Ah giusto tu sei una che ama le buone maniere, ma tesoro, non mi sembra il momento adatto per la buona educazione- sbattei le posate sul tavolo - Ti guardavo semplicemente per ricordarti che siamo degli ospiti e non mi sembra davvero il caso di sedersi in quel modo e che a qualcuno potrebbe dare fastidio-

-James ti da fastidio che io mi sia messo così?-

-Ehm... No no fai pure come vuoi-

-Kat a te da fastidio-

-No-

-Ecco, a nessuno da fastidio-

-Non hai chiesto la mia opinione- righiai.

-Ti do fastidio?-

-Si-

-Della tua opinione non me ne frega un cazzo quindi vaffanculo- e ritornò a dondolarsi, io lo fulminai con lo sguardo - Ah scusatemi, buon appetito- disse con un sorriso sarcastico. Esasperata mi alzai con il piatto e andai in veranda - Attenta a non farti mangiare dagli zombie- mi fermai e aspettai che finisse di sghignazzare, tornai indietro e gli rovesciai il bicchiere d'acqua addosso, lui perse l'equilibrio e cadde - Fottiti- io ero già diretta verso la veranda quando lui mi si parò davanti , indietreggiai e lui iniziò ad avanzare minaccioso, quando la mia schiena toccò un muro lui iniziò -Tu...- mi puntò un dito contro -...Razza di stronza e non continuo ad insultarti soltanto perché c'è una bambina e perché mia madre mi ha educato a...- - A quindi hai avuto una madre e hai ricevuto un'educazione? Non si direbbe.- tirò un pugno al muro poco lontano dalla mia guancia - Non provare a nominare mia madre o giuro che ti uccido. Stai zitta. Ti prego stai zitta o giuro su tua sorella che inizio a prenderti a botte e non mi fermo più - James si alzò con aria minacciosa e lui lo fulminò con lo sguardo come per dirgli di starsene al suo posto -Stavo dicendo: mia madre mi ha educato a non muovere un dito sulle donne e a non insultarle, ma giuro che io ti romperei la testa sul primo muro che mi capitasse sotto mano. Non provare più a parlarmi va bene? Non devi più guardarmi- -Tranquillo, neanche prima ti guardavo- tirò un secondo pugno, questa volta molto più vicino al mio viso, il rumore dell'urto mi perforò il timpano e mi immobilizzai, James fece qualche passo, ma Daryl gli rivolse di nuovo lo stesso sguardo - Non rivolgermi mai più la parola, tu, per me, da questo momento in poi non esisti più- mi guardò per un paio di secondi. Non riuscivo a dire o fare nulla, sentivo il suo respiro pesante e guardavo i suoi occhi azzurri che mi squadravano severi e pieni di odio, dopo un tempo interminabile uscì massaggiandosi il pugno e si mise seduto in veranda ed io rimasi ferma immobile contro il muro con ancora il piatto in mano, Kat andò fuori insieme a lui e James venne da me - Stai bene?- annuii piano - Quello è pazzo. Fai bene a non parlargli più, ma perché state insieme? Perché sta con voi?- non riuscivo a far uscire nessuna parola, dentro le mie orecchie rimbombava ancora il rumore del suo pugno contro il muro - Per...p-p-p-proteggerc-c-ci- dissi balbettando - Lui ci protegge- guardai James nei suoi occhi neri, gli misi il piatto in mano e andai di sopra. Mi distesi sul letto e iniziai a piangere, non per Daryl, ma per la paura che avevo avuto in quel momento, perché mi mancava Peter, avevo bisogno di qualcuno che mi proteggesse e nonostante la situazione Daryl per quanto possa odiarlo mi ispira un senso di protezione, piangevo perché volevo tornare a casa, perché non avrei mai voluto chiudermi la porta alle spalle e lasciare i miei genitori... Forse l'ultima parte non era vera, ma in quel momento avevo bisogno di qualcuno che mi consolasse e di solito era sempre mia madre che, quando non era sotto gli effetti dell'eroina, veniva ad asciugarmi il viso, piansi perché non volevo essere arrabbiata con Kat perché nonostante tutto era tutto ciò che mi era rimasto della mia famiglia, le lacrime continuavano a uscire piano piano e alla fine mi addormentai.

PICCOLO SPAZIO AUTRICE:

Eh si lo so, lo so è uscito in ritardo... Mooolto in ritardo, ma ho avuto un sacco di problemi questa settimana e purtroppo non sono riuscita a toccare neanche col pensiero il computer per impegni vari, ma eccolo qui. Che ve ne pare?? Che ne pensate del povero James? Io me lo immagino con la stessa faccia di James Franco, un brutto ragazzo insomma eh Beh io me ne torno a scrivere e lascio lo spazio a voi, da Miss Reedus passo e chiudo... Linea allo studio(?) <3 
MR.

 

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Capitolo 5
*** Ghost Town ***


 


La copertina è stata realizzata interamente da me con PhotoshopCC. 
Crediti: sfondo (TheAJDeviant |Deviantart) corpo ragazza ( FairieGoodMother) corpo soldato (Freeport) viso uomo (Norman Reedus) viso donna         (Holland Roden). Vietata la copia anche solo parziale.

Ghost Town

Quando mi risvegliai James era accanto a me, ancora profondamente addormentato, mi alzai senza far rumore, ma si svegliò comunque - Buongiorno- farfugliò piano mentre si stropicciava gli occhi - Buongiorno- dissi calma, lui mi sorrise con un'aria assonnata, guardai i suoi capelli tutti arruffati e ci passai una mano sopra facendoli diventare ancora più spettinati - No dai...- disse, mi prese delicatamente la mano e me la poggiò sul cuscino e mi fece sdraiare di nuovo a letto - Ieri sera stavi piangendo- cercai di nascondere la mia espressione imbarazzata - Non devi piangere per quello stronzo- mise una mano sopra al mio fianco, tremai, ma i suoi occhi scuri mi tranquillizzarono - Non piangevo per lui... Figuriamoci, per quel cretino non ci sprecherei neanche una lacrima- iniziò ad accarezzarmi i capelli - E allora perché piangevi?- chiese calmo - Io...- i suoi occhi si fecero più profondi e io nascosi la faccia nel suo braccio - Che c'è?- si avvicinò ancora un po' di più - È che non mi piace raccontare di me...- lui sorrise - Tranquilla non sei obbligata- non risposi e rimasi nascosta sotto le sue braccia, mi prese il mento tra le dita e mi fece alzare il viso e ci ritrovammo faccia a faccia, ci guardammo a lungo senza dire nulla, solo battiti di ciglia finché lui non si avvicinò e poggiò le sue labbra sulle mie rompendo quell'equilibrio perfetto che si era c reato tra noi, sentii il suo calore e la sua dolcezza inondarmi il corpo, chiusi gli occhi estasiata da tutto quell'affetto e mi lasciai a peso morto sul letto, aveva un aroma mischiato al fumo, selvaggio, un aroma che non avrei mai associato a questo James - Vado a preparare la colazione- e lo osservai mentre si metteva una camicia e usciva dalla stanza, mi sotterrai sotto le coperte con un sorriso ebete stampato in faccia, felice e raggiante come una bambina piccola, sentii bussare alla porta e riemersi immediatamente e trovai Kat che mi fissava con un'aria innocente - Buongiorno!- feci scomparire immediatamente la mia aria da ragazzina e le lanciai uno sguardo severo - Buongiorno... Cosa vuoi?- venne verso di me - Perché non vai a chiedere scusa a Daryl?- alzai gli occhi al cielo - Kat se sei venuta qui per chiedermi questo è meglio che te ne vai- rimase lì a fissarmi e iniziò a fissarmi - Che c'è? Che vuoi adesso?- lei non rispose subito - Perché mi stai trattando male?- disse con un filo di voce, mi misi una mano tra i capelli sbuffando e la guardai. Stava lì a fissarmi con quei riccioli biondi che le incorniciavano perfettamente il viso innocente - Dai vieni qui- dissi battendo sopra al letto, ma lei non si mosse - Avanti dai... Vieni qua sopra- senza cambiare espressione si sedette sul letto - Scusami Kat- dissi togliendole una ciocca ribelle da davanti la faccia - è stato il modo in cui mi hai trattata che mi ha fatto arrabbiare- lei abbassò lo sguardo - Ma avevo ragione- - Sì, avevi ragione- dissi sospirando, mi guardò negli occhi - è che non capisco per quale motivo ti fidi così tanto di lui-
- È un ragazzo...-

-Uomo. Kat non puoi chiamarlo ragazzo!-

-È un uomo buono, è gentile-

-Non credo proprio-

-E tu che ne sai?-

-Lo so e basta-

-No, non lo sai. Tu c'eri quando mi ha aiutata? No. Quindi non puoi basare le tue convinzioni su una tua sensazione-

-Io non mi fido. Punto e basta. Tu sei liberissima di giocarci e starci insieme e cose simili, ma se prova a toccarti...-

-Non è quel genere di uomo-

-E tu che ne sai?-

-Lo so e basta- disse con aria di sfida.

-Non lo puoi sapere con certezza-

-Oggi mi ha portato un mazzo di fiori bianchi-

-Io lo ammazzo...-

-E mi ha detto di portarli a te- mi fermai a guardarla - Cosa?- Kat tornò indietro, si chinò a prendere qualcosa sul pavimento, tornò indietro e vidi un mazzo di fiori, lo guardai - Non mordono mica- disse porgendomeli, io li posai immediatamente sul comodino - Se è un modo per farsi perdonare, fa veramente pena- lei rise - Ha detto che se avessi detto questo io ti avrei dovuto dire che in realtà non è un modo per farsi perdonare e che in realtà saresti tu quella che si dovrebbe scusare- guardai i fiori - Non succederà mai- Kat prese un fiore e se lo mise in tasca - Ha detto che avresti detto anche questo- alzai gli occhi al cielo - E poi cos'ha detto?- chiesi con aria scocciata - Che non gliene frega nulla- detto questo scese dal letto - Dove vai?- chiesi con tono severo - A cercare Daryl, non lo trovo da nessuna parte- si voltò e andò di sotto, la sentii, mentre scendeva le scale, chiamare James, sospirai e tornai a guardare i fiori, mi guardai la canottiera e vidi delle macchie di sangue vecchio di giorni, macchie di cibo e delle mie lacrime, così scesi di sotto anche io: James emerse dalla cantina. - Come mai da queste parti?- mi guardai attorno - Ehm... Ho la canottiera sporca. C'è una lavatrice da queste parti?- sembrò confuso - Si... Nel bagno di sopra perché?- lo guardai con aria interrogativa -... Per lavare la canottiera no?- si rilassò - Ah certo! Vai pure- si voltò e tornò a preparare il pranzo - Hai visto dov'è andata mia sorella? Mi sono dimenticata di chiederle una cosa..- lui non si voltò neanche per rispondermi - No, non l'ho vista da nessuna parte- alzai le spalle e salii di sopra. Sono sempre stata una frana con gli elettrodomestici e solo dopo un buon quarto d'ora che lottavo contro la lavatrice finalmente riuscii a farla funzionare, c'erano degli altri panni sporchi in una bacinella lì vicino e decisi di lavare anche quelli, penso fossero tutti vestiti di James anche se c'erano alcuni vestiti da donna, pensai che fossero della sua compagna così non li lavai “Magari ci tiene” così li misi da parte, l'ultimo capo da mettere in lavatrice sembrava un enorme cappotto arancione con una serie di numeri neri stampati su un lato e sulla schiena, era orribile e anche sporco di sangue come la maggior parte degli altri vestiti, scrollai le spalle e lo buttai a lavare insieme agli altri, dopo aver impostato tutte le impostazioni di lavaggio guardai per un po' i vestiti che giravano vorticosamente attraverso l'oblo “Chissà se il sangue di zombie va via così facilmente...” presi una camicia che era appoggiata, me la infilai e sistemai gli orli all'interno dei pantaloni, guardai per una altro po' quel vortice multicolore, alla fine andai in camera da letto per rifare il letto. Stavo mettendo apposto le lenzuola quando due possenti braccia mi circondarono la vita: James. - Che fai?- mi chiese piano - Rifaccio il letto- lui iniziò a baciarmi delicatamente il collo e dei brividi caldi iniziarono a corrermi lungo il corpo, iniziammo a baciarci intensamente, strinsi i suoi capelli tra le dita, mi posò sul letto e ricominciò a baciarmi con più passione sul collo, ma cosa stavo facendo? Stavo baciando un ragazzo durante un'epidemia di zombie, c'era ben altro da fare che stare lì a baciarsi sul letto, i miei pensieri corsero immediatamente a Peter, ripensai ai suoi occhi blu e alle sue labbra carnose, scossi la testa e ritornai alla realtà, James mi stava ancora baciando e stava cercando di slacciarmi i jeans - No... James per favore...- lui sembrò non ascoltarmi - James- gli bloccai le dita - Ora non mi sembra il momento giusto- lui mi guardò impassibile, si avvicinò per baciarmi, ma mi scansai, lui mi guardo con uno sguardo vuoto e riprovò una seconda volta, ma lo rifiutai gentilmente, sentii come un masso colpirmi in piena faccia - Sei solo una puttana- disse con un sibilo e mi colpì di nuovo in faccia, un sapore aspro iniziò ad inondarmi la bocca, sangue. Cercai di divincolarmi, ma appena cercai di urlare lui mi coprì la faccia con un cuscino colpendomi ripetutamente sui fianchi, persi conoscenza e svenni.

Non ricordo quanto tempo rimasi svenuta, ma quando rinvenni mi facevano male i polsi, mi guardai intorno: mi trovavo in una stanza senza neanche una finestra, una lampada dondolava sopra la mia testa e io ero legata ad un pilastro delle fondamenta della casa, ero nella cantina. Cercai di divincolarmi, ma mi accorsi di avere le mani e le gambe legate e ogni movimento mi procurava un dolore incredibile ai fianchi e ai polsi, mi accorsi solo ora di avere addosso soltanto la biancheria intima e la camicia di James. James. Mi ricordai delle percosse nella stanza da letto, aprii la bocca per dire qualcosa, ma una fitta mi attraversò tutta la mascella e sentii il sapore aspro del sangue - Non mi muoverei troppo se fossi in te- disse James comparendo dalla penombra.

-Dov'è Kat?-

-Quella piccola bastarda si è nascosta da qualche parte- disse con tono crudele.

-James che cazzo sta succedendo?!-

-Sai... Tu sei uguale a tutte quelle luride stronze-

-...Di chi stai parlando? Liberami immediatamente!-

-Non l'hai ancora capito... Sai ho visto che hai fatto la lavatrice-

-James...-

-Non hai notato quel camice arancione?-

-S-s-si-

-Bene... Probabilmente non hai capito che è mio e che è una divisa che danno ai carcerati-

Mi si gelò il sangue nelle vene, e decisi di non muovere più un muscolo - Non mi chiedi neanche cos'ho fatto per andare in carcere? Strano, di solito lo fanno tutti- iniziò ad avvicinarsi - Lo vuoi sapere?- continuai a rimanere immobile - Sono stato messo dentro per aver sterminato una famiglia intera, dicevano che ero schizofrenico, ma non lo sono affatto, sono lucidissimo- si grattò la testa - quando c'è stata l'epidemia sono riuscito ad evadere e sono capitato per puro caso in questa cittadina, inutile dire che ho ucciso tutti- sul suo viso comparve un sorriso e capii: i vestiti che erano dentro la bacinella non erano suoi, ma delle persone che probabilmente abitavano in questa casa e che lui aveva brutalmente ucciso - Dov'è Daryl?- lui scoppiò in una sonora risata - Oh Daryl l'ho conciato come si deve, è fuori combattimento, non darà più fastidio - fece una piccola pausa - volevo divertirmi un po' anche con tua sorella, ma quella stronzetta si è nascosta non so dove- cercai di divincolarmi - Razza di psicopatico se solo l'hai sfiorata...- - Purtroppo non sono riuscito neanche a torcerle un capello, ma ora posso rimediare con te- si avvicinò e si accovacciò davanti a me, lo guardai con il terrore disegnato in volto - Avete tutti lo stesso sguardo...- iniziò ad accarezzarmi i capelli, sentii che iniziò a stringere la presa e mi sbatté la testa contro il pilastro a cui ero legata, urlai e una fitta lancinante mi attraversò tutto il corpo - Di solito mi implorano di lasciarli andare... Perché non lo stai facendo? Eh?!- la mia testa colpì di nuovo il pilastro - Perché non lo stai facendo? Perché non mi stai implorando?!- stavo per morire, me lo sentivo dentro, non riuscivo a fare nulla, ero paralizzata, incapace di fermarlo - Ora però arriva il bello...- iniziò a slacciarmi la camicia, io mi divincolai, ma invano, stavo per morire. Chiusi gli occhi per non vedere la sua faccia, quella faccia che mi baciò, quella faccia che mi ospitò a casa, quella faccia di cui mi fidai, sentii un rumore metallizzato e un tonfo sordo, rimasi con gli occhi chiusi, mi rifiutavo di vedere cosa fosse successo, sentii le corde che mi legavano i polsi e le caviglie allentarsi, aprii gli occhi e vidi una giacca di pelle nera e un volto familiare, mi girai e vidi James steso a terra con una pala sporca di sangue vicino, tirai un sospiro di sollievo e l'aroma aspro e selvaggio mischiato al sudore mi inondò le narici: Daryl. Mi prese in braccio, non feci caso al dolore che mi procurava ogni piccolo movimento, ero tra delle braccia “amiche” non potevo chiedere altro, corse di fuori, vidi di sfuggita una chioma bionda e lui che le diceva di correre, riconobbi gli abiti di Kat e sospirai di nuovo, non so come ma mi addormentai tra le sue braccia mentre fuggivamo via da quell'inferno e da quella città fantasma.

PICCOLO SPAZIO AUTRICE:

Ed ecco finalmente quello che mi frullava in testa da un mese praticamente. Mi sento finalmente libera di aver scritto questo capitolo. Ora per i nostri protagonisti inizia una nuovo avventura, un nuovo capitolo. Eh già è stata proprio una brutta esperienza, che dire? Spero che questo capitolo vi piaccia, sto già scrivendo il prossimo e spero di pubblicarlo il più presto possibile. Forse la scena della cantina è stata troppo corta e sbrigativa, magari la correggerò in seguito. Io me ne ritorno a scrivere nel mio angolino polveroso, spero vivamente che vi piaccia. Per ora da Miss Reedus è tutto, passo e chiudo, linea allo studio (?) <3 
MR

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