Caroling, caroling

di happy ending
(/viewuser.php?uid=199014)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Let it snow! ***
Capitolo 2: *** All I want for Christmas is you ***
Capitolo 3: *** I'll be home for Christmas ***
Capitolo 4: *** Here we come a caroling ***
Capitolo 5: *** Have yourself a merry little Christmas ***



Capitolo 1
*** Let it snow! ***


LET IT SNOW!

Oh, the weather outside is frightful,

but the fire is so delightful!

And since we’ve no place to go...

Let it snow, let it snow, let it snow!

It doesn’t show signs of stopping

and I brought some corn for popping;

the lights are turned way down low...

Let it snow, let it snow, let it snow!

When we finally say good night,

how I’ll hate going out in the storm!

But if you really hold me tight,

all the way home I’ll be warm.

 

"Guarda come nevica!" esclama Hermione.

Mi volto verso di lei, che è affacciata alla finestra del salotto e osserva i candidi fiocchi di neve con un misto di meraviglia e preoccupazione.

Ci troviamo a casa sua, sono venuto a trovarla nel pomeriggio; i suoi genitori sono andati a visitare i nonni, perciò siamo da soli.

"Io ho una proposta" dico.

"Sentiamo".

"Restiamo qui stasera".

"Sul serio? E' la vigilia di Natale e non vuoi passarla a casa con la tua famiglia?"

"Non è che non voglio passarla con la mia famiglia... Solo che c'è talmente tanto freddo e tu hai avuto la febbre alta fino a pochi giorni fa... E poi nevica troppo, è rischioso anche smaterializzarsi... E..."

Ed eccolo lì, il sopracciglio alzato. Hermione mi scruta attentamente, mentre io comincio a sentire il solito fastidioso calore alle orecchie, segno che tra poco il mio volto sarà rosso come il fuoco nel camino acceso.

Hermione ha già capito tutto: la verità è che ho paura.

Questo è il primo Natale dopo la guerra e già lo so che non sarà come quelli passati...

Da piccolo, il giorno della vigilia, ero sempre super emozionato; non tanto per i regali... Sì, insomma, anche per quelli... Ma più che altro perché sapevo che la sera, casa mia, si sarebbe trasformata in un caldo, gioioso, caotico, rifugio.

Charlie e Bill tornavano a casa da scuola con qualche regalino preso a Hogsmead, che sistemavamo sotto all'albero. Dopo cena, ci radunavamo in salotto: Ginny si dondolava sulle ginocchia di Charlie mentre io ascoltavo i suoi racconti e quelli di Bill su Hogwarts, Fred e George ci facevano ridere con le loro stupidaggini e Percy si lamentava come al solito.

Papà restava seduto sulla poltrona ad ascoltarci e spesso ci interrompeva con la sua fragorosa risata.

E mamma... Mamma non stava ferma un attimo! Eppure, anche se rimaneva in cucina a sistemare, stava attenta a tutto ciò che dicevamo nell'altra stanza ed era sempre pronta a rimproverare i gemelli.

Arrivava il momento di scartare i regali, a mezzanotte, e si scatenava il putiferio. C'era talmente tanto amore in quei momenti...

Quando mamma ci mandava a letto, io e Ginny ci sistemavamo sotto le coperte in camera mia e tenevamo gli occhi chiusi fino a quando non sentivamo la porta della stanza dei nostri genitori chiudersi, poi saltavamo giù dal letto e ci mettevamo a giocare con i nuovi regali ricevuti fino a quando non riuscivamo più a combattere il sonno.

Era tutto perfetto.

Durante gli anni della guerra, questo clima così sereno venne incrinato dalla tensione e dalla paura per ciò che stava accadendo; ma in fin dei conti quei sentimenti, per quanto brutti, ci univano... Ci spingevano ad avere più cura l'uno dell'altro, a considerare il fatto che avremmo anche potuto non ritrovarci mai più lì nel nostro rifugio a festeggiare tutti insieme. Vivevamo un Natale non gioioso come una volta, ma che ci dava l'occasione di dare valore a ciò che ancora avevamo.

Mentre adesso, proprio adesso che potremmo finalmente rilassarci, siamo distrutti. Siamo distrutti e nessuno dice nulla. Siamo distrutti ed indossiamo ben bene la misera maschera di chi è ancora tutto intero, stando attenti a non lasciarla mai cadere... Perché se ne scivola una, crollano tutte. Se ne scivola una, abbiamo fallito. Funziona così in famiglia, giusto? O forse no? Miseriaccia, forse siamo solo dei pazzi! Fatto sta che ci impegniamo a nascondere il dolore per non far soffrire ulteriormente gli altri: combattiamo la tristezza con la risata. C’è chi fa più fatica, tipo mamma e Percy, e chi ci riesce alla grande, tipo Fred e George. A proposito, quei due sono la cura migliore nei giorni tristi... Non so come facciano, è una sorta di magia speciale la loro, ma per quanto tu possa sentirti a terra, stai sicuro che i gemelli Weasley riusciranno a strapparti una risata! Parlo di lui come se ci fosse ancora, dannazione. Fred... Io... Ma come diamine si fa ad indossare quella maledetta maschera serena se una parte di te ti è stata strappata via con la forza?! Come si fa a festeggiare il Natale se manca quella cavolo di parte?! Come si fa se mamma ha sempre gli occhi gonfi di pianto, se papà sembra invecchiato di cento anni, se George ogni tanto guarda al suo fianco e sembra cadergli il mondo addosso, se Percy non si lamenta nemmeno più, se Bill e Charlie non appaiono poi tanto forti, se Ginny crede di poterci salvare tutti? Come si fa? Come faccio? La verità è che non voglio passare la vigilia di Natale a casa mia, con la mia famiglia, perché ho paura che la maschera possa disintegrarsi proprio in quello che dovrebbe essere il giorno più felice e tranquillo dell'anno. Voglio stare solo, solo con l’unica cosa che è rimasta intatta nella mia vita: Hermione. La mia fiammella. Il mio posto sicuro.

"Ron?"

Alzo la testa e lei è a due centimetri da me, che mi guarda l’anima.

"Non ce la faccio" sussurro, con una voce che non mi sembra neppure la mia.

Mi accarezza dolcemente il viso, mi prende per mano e mi fa sedere accanto a lei sul divanetto davanti al camino.

"Lasciale andare" mi dice.

"Cosa?" chiedo, confuso.

"Le lacrime... Lasciale andare. Stai per scoppiare, lo vedo. Ascoltami: la affronteremo insieme la neve, ok? La affronteremo e torneremo al caldo, mi capisci?"

La capisco. Guardo dritto nei suoi occhi dolci e tutto d'un tratto mi ritrovo il volto bagnato di lacrime.

Sarà dura attraversare la tempesta di neve, tutto quel gelo, ma con Hermione al mio fianco... Ho un po’ meno paura.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** All I want for Christmas is you ***


ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS YOU

I don't want a lot for Christmas,
there is just one thing I need...
I don't care about presents
underneath the Christmas tree...
I don't need to hang my stocking
there upon the fireplace...
Santa Claus won't make me happy
with a toy on Christmas day.
I just want you for my own,
more than you could ever know.
Make my wish come true!
All I want for Christmas is you...
You, baby.


Se Harry non la smette di mettermi fretta, gli spezzo le gambe. Siamo alla ricerca dei regali di Natale e lui non fa che borbottare che dobbiamo sbrigarci perché è tardi... Ma per certe cose ci vuole calma!
“Ginny, sul serio, tra tre ore dobbiamo essere a casa tua... Molly non sarà felice se arriviamo in ritardo per la cena della vigilia, lo sai! E poi non per lamentarmi, ma fa un freddo tremendo e ormai sembro più un pupazzo di neve che una persona... E’ da due giorni che girovaghiamo per Diagon Halley, quanti regali ci mancano ancora?!” esclama, agitato.
Uno. Ci manca un solo regalo. Ed è il suo.
“Manca quello per papà” rispondo.
“Ma non gli abbiamo già preso il set di paperelle di gomma?”
“Sì, ma non voglio regalare a mio padre solo delle paperelle! Senti, tu vai a riposare un po’, così finisco qui con calma... Ci troviamo a casa mia”.
“Assolutamente no”.
“E allora passa a salutare George in negozio, gli farà piacere. Sul serio amore, ho bisogno di restare sola un attimo, altrimenti mi opprimi e non riesco a scegliere” dico, sperando che mi dia retta.
“Eh va bene, ma sbrigati... Ti aspetto da tuo fratello” mi dà un bacio e si allontana con tutte le borse in mano.
Faccio un lungo sospiro. Mi guardo attorno e sento crescere il panico: Harry ha detto che è da due giorni che siamo impegnati coi regali, ma in realtà io è da settimane che perlustro i negozi e mi scervello per trovarne uno adatto a lui. Il fatto è che questo è il suo primo Natale “senza problemi”... Sì, insomma, senza i Dursley, senza Voldemort, senza il peso di dover salvare l’umanità, e tutta quella roba lì... Perciò vorrei che fosse veramente speciale. Ma per renderlo tale, devo trovare qualcosa che lo ricompensi per ciò che ha dovuto affrontare da quando era bambino fino ad ora. Semplice, no? No. Assolutamente no. Decisamente no.
Avevo pensato a una scopa nuova, ma pare che vada di moda regalare scope ad Harry, quindi meglio di no.
Vestiti? Triste.
Un animaletto? Mi ha detto chiaramente di non essere ancora pronto ad averne un altro, dopo Edwige.
Un orologio? Poco originale.
Il problema è che mi sembra che nulla sia abbastanza... Ed è così, in effetti.
Harry merita qualcosa di spettacolare, di incredibile!
In preda alla disperazione, decido di dare un’occhiata anche al Ghirigoro.
Allungo la mano per aprire la porta e sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla.
“Mi scusi?”
Mi volto ed è Harry.
“Che ci fai ancora qui?!” esclamo, esasperata.
Lui mi sorride, poi mi prende per mano e in un secondo ci troviamo... su una spiaggia?
“Ma che...?”
“Aspetta a darmi del pazzo, non ti ho portata qui per caso! Qualche sera fa mi hai chiesto come fosse il mare in inverno...” comincia.
“E tu mi hai risposto che non ne avevi idea”.
“Già! Perciò ho pensato: non possiamo restare con questa lacuna! Dobbiamo rimediare!”
Lo guardo e scoppio a ridere.
“Come ti sembra?” mi chiede.
Sposto lo sguardo ed ammiro il mare, che è semplicemente meraviglioso in contrasto col cielo grigio e la spiaggia innevata... Lo ascolto, ne sento il profumo... E all’improvviso me ne frego del freddo, me ne frego della neve che mi ricopre i vestiti, me ne frego di tutti i casini che ho in testa... Sto bene. Sono libera. Potrei stare qui così per ore.
"Ehm ehm" fa Harry.
Mi volto a fatica verso di lui, presa come sono a contemplare quello spettacolo, e lo trovo in ginocchio.
"Ti bagni tutti i pantaloni!" esclamo.
"Sì, beh, non è che sono scemo... C'è un motivo anche per questo!" ridacchia.
Lo vedo tirare fuori qualcosa dalla tasca del giubbotto e...
"Ginevra Weasley, vuoi essere mia moglie?"
Il cuore prende a battere velocemente, il fiato diventa corto, gli occhi si riempono di lacrime, mentre davanti a me la persona che più amo al mondo, e che ho aspettato tanto per poter amare, attende una mia risposta con quei suoi occhi verdissimi e la scatolina contenente un anello stupendo sollevata verso di me. Vorrei urlare: "Sì, lo voglio! Lo voglio con tutto il cuore, con tutta l'anima!", ma qualcosa mi blocca. All'improvviso, nella mia mente, si affaccia l'immagine di mia madre che piange davanti all'orologio della Tana...
Tento di fare uscire anche solo un misero suono dalla mia bocca, ma non ce la faccio. Harry si solleva e mi prende una mano.
"So che non è il momento giusto per una cerimonia... E non dobbiamo farlo adesso... Ma da quando ci conosciamo ho commesso talmente tante idiozie nei tuoi confronti! Non mi sono accorto di te, ho lasciato che cercassi calore tra le braccia di altri ragazzi, ti ho amata di nascosto, me ne sono andato lasciandoti sola, sono tornato chiedendoti di accettare la mia consegna a Voldemort, la mia morte... E tu, tu non mi hai mai mandato a quel paese. Sei rimasta, mi hai aspettato, mi hai sopportato, mi hai creduto. Ma adesso, voglio darti la certezza che non ti lascerò mai... Ho bisogno di dartela. Ti porgo questo anello per farti capire, per ricordarti, che io sono pronto a costruire finalmente qualcosa insieme a te. Dovessero anche passare anni, non importa..." mi dice dolcemente.
"Lo voglio" sorrido, mentre le lacrime sembrano non voler smettere più di scendere.
Harry mi aiuta ad indossare l'anello, poi mi abbraccia forte e io mi sento la persona più fortunata del mondo.
"Oh, accidenti!" esclamo, scostandomi all'improvviso.
"Che succede?" chiede, preoccupato.
"Sei un idiota, Harry Potter!"
"Come?!"
"Dovevo fartelo io il regalo più bello, accidenti! E ora che tu mi hai fatto una cosa del genere, io che cavolo posso regalarti di più grande?!"
Lui tira un sospiro di sollievo, poi scoppia a ridere di gusto.
"Cosa ridi?! Sono seria" mi lamento io, seccata.
"Hai accettato di restarmi a fianco per il resto della nostra vita. E niente, ma proprio niente, potrebbe battere un regalo simile. Voglio solo te" mi sussurra.
Uno sguardo. Un bacio. Un abbraccio.
Andrà tutto bene, ne sono sicura.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I'll be home for Christmas ***


I'LL BE HOME FOR CHRISTMAS
I'm dreaming tonight of a place I love,
even more than I usually do;
and although I know it's a long road back...
I promise you,
I'll be home for Christmas.
You can count on me.
Please have snow and mistletoe,
and presents by the tree!
Christmas eve will find you
where the love light gleams.
I'll be home for Christmas,
if only in my dreams.

Oh, ma guardatelo! Se ne sta in negozio alla vigilia di Natale, tutto solo, a riordinare scaffali che ha già sistemato almeno dieci volte negli ultimi cinque minuti! Quello non è il mio gemello, assolutamente no.
George, George, ma quanto ti ci vuole per ricominciare a ridere di nuovo?
Ti osservo ogni giorno, per tutto il giorno, aspettando solo di risentire quella tua risata stramba, identica alla mia... E tu mi regali solo musi lunghi e mezzi sorrisi. Ti prenderei a schiaffi, se solo avessi ancora un corpo. Essere un fantasma ha i suoi vantaggi, ma cavoli, non poterti schiaffeggiare è una condanna!
E ora che fai? Guardi ancora la mia foto appesa alla parete? So di essere estremamente affascinante, ma non esagerare, mi imbarazzi!
Ti manco, vero? Anche tu mi manchi, da morire... ah-ah! Da morire! Mi sono ridotto a ridere da solo delle mie battute... Solo per te, pensa! Ho scelto di diventare un fantasma solamente per poterti tenere d'occhio come si deve e proteggerti, ma rimanendo nascosto; se provassi a mostrarmi a te, so già che ti priverei della possibilità e della forza di andare avanti. Sai che c'è, però? Che in realtà l'ho fatto più per me... Perché avevo il terrore di ritrovarmi in un posto in cui non ci sei tu. E ora, non poterti risollevare il morale, mi uccide una seconda volta.
Ogni tanto provo a mandarti qualche segnale... Cose che cadono, che si spostano, scritte minuscole sul quaderno del negozio... Ma pare che tu non ci pensi minimamente che sia tutta opera mia. L'ho sempre detto io che sei il gemello stupido! Ieri notte ti ho fatto un bellissimo pupazzo di neve davanti al negozio e non lo hai nemmeno degnato di uno sguardo, povero Freddie!
"Brutto idiota".
Perfetto, ora ti metti anche ad insultare le foto... Qui c'è molto da lavorare, caro mio.
"Chissà come te la ridi, lassù, eh? Io qui a sgobbare, e tu lassù a fare lo scemo come al solito... Perché tanto lo so che stai facendo lo scemo".
Ma senti questa!
"Come ti sembro? Non so se sono ancora uguale a te... Non mi guardo allo specchio da un po', ma devo avere una faccia orribile. E' solo che... Io ci sto provando ad andare avanti senza di te, te lo giuro... Per mamma, papà, Ginny e tutti quanti... Ma non ce la faccio. Ora non metterti a vantarti con Sirius, che sicuramente sarà lì a farti compagnia, ma mi manchi troppo. Più passa il tempo e più mi sento incompleto. Qualche giorno fa è passata Hermione, sai? Quella piccola so-tutto-io si è presa l'impegno di farmi da seconda madre, ora che per la nostra è tanto difficile guardarmi in faccia... Fa finta di niente, ma me ne sono accorto, povera mamma. Comunque, la Granger mi ha detto che pian piano andrà meglio... Che tu sicuramente mi osservi da dovi ti trovi e che non vorresti mai vedermi triste, e perciò devo farmi forza... Per te, per me. Io le ho dato ragione, ma non ci credo che andrà meglio.
E' la vigilia di Natale e non me ne frega un cavolo. Non riesco a dare un senso a niente, a niente! Tra qualche ora c'è la cena insieme agli altri e tu non ci sei... E io... Io..."
Oh, no... Non piangere, George... Non ti ho mai visto così. Ma ti capisco. Mi sento esattamente come te. Cavoli, sto singhiozzando anche io come un bambino! Almeno tu hai le lacrime, io sembro un idiota! Sarò a casa per Natale, George, te lo prometto. Ci sarò, ci sono. Vorrei solo che te ne accorgessi... Anzi, no, non voglio. E' meglio di no, accidenti.
"Chi c'è lì dietro?"
Porca miseria!
"Chi c'è?! Vieni fuori!"
No, no, no, no, stai al tuo posto!
"Fr... Fred?"
Ecco, perfetto. Passo quasi un anno a nascondermi e poi mi becca così, nel giro di due secondi, dietro a uno scaffale! Però è bello poterlo guardare di nuovo negli occhi.
"Sì, chi altro conosci con una versione più bella della tua faccia?" dico.
"Un fantasma? Fred..."
Il suo viso passa da una maschera di spavento, a una di pura gioia, a una di pura tristezza.
"Non guardarmi così... Dammi del codardo, ma non ce l'ho fatta a lasciarti qui da solo".
Annuisce e sorride appena.
"Avrei fatto la stessa cosa" sussurra.
Fa per abbracciarmi, ma il suo corpo attraversa il mio. Lo sento rabbrividire.
"Ecco, rovini tutti i bei momenti!" esclama, con un ghigno.
Eppure ha la voce strozzata e tiene il capo basso.
Fingo di non vedere le nuove lacrime che scorrono lungo le sue guance e tento di non cedere di nuovo ai singhiozzi.
Dopo un attimo di silenzio, si riprende e mi osserva.
"Tutte quelle cose che succedevano... Quell'orribile pupazzo di neve qui fuori... Sei sempre stato tu?" mi chiede.
"Sì, tonto. E non insultare Freddie! E' un capolavoro!"
"Sì, come no! Ma perché non ti sei fatto vedere prima? Ero a pezzi, avevo bisogno di te" dice, cupo.
"Avevo paura di rovinarti la vita... Insomma, non è il massimo restare attaccato a un fratello morto... Non credi? Speravo che col tempo, avresti capito che puoi farcela benissimo anche senza di me e che ti saresti ripreso" ridacchio, ma so bene che si tratta di una cosa dannatamente seria.
"Sai che c'è? Sarà sbagliato, sarà da deboli egoisti, sarà assurdo... Ma sono contento che tu sia qui" mi sorride.
Finalmente un sorriso vero.
"Anche io. Però... Non voglio che nessun altro mi veda, ok?"
"Ma... Mamma si sentirebbe meglio... Tutti si sentirebbero meglio ad averti ancora con noi!" esclama.
"Sono un fantasma. So che mamma non avrebbe voluto questo per me... E' meglio che mi creda al sicuro con i suoi cari, come la sento dire spesso quando tenta di farsi forza. Ora, comunque, sarà il caso che tu ti vada a fare una doccia e che ti sistemi come si deve per questa sera! E' di questo che hanno bisogno gli altri per ritrovare la pace: vedere te finalmente sereno".
Mi guarda ed annuisce.
"Ti voglio bene, Fred".
"Ti voglio bene, George".

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Here we come a caroling ***


HERE WE COME A CAROLING
Here we come a caroling,
among the leaves so green!
Here we come a wandering,
so fair to be seen!
Love and joy come to you,
and a merry christmas too!
And we wish you a happy new year...
And we wish you a happy new year!

Villa Conchiglia è sempre uno spettacolo, anche con la neve, devo riconoscerlo. Busso alla porta e subito la bella Fleur corre ad aprire con un sorriso.
"Charlie! Quonto tompo!" esclama.
"Ciao cognatina! Bill è pronto?"
"Oui! Sta solo scercando le scarpe... Ti va di entrare a bere un tè?"
"Oh, beh, con questo freddo mi farebbe molto piacere" rispondo.
"Ontra, su!"
Non so se è un problema mio, ma ci impiego sempre qualche secondo a capire quello che Fleur dice... A volte mi chiedo se faccia apposta a marcare tanto il suo accento francese.
Entro in casa e mi faccio guidare in sala da pranzo.
"Allora, come state?" le chiedo, prendendo posto e osservandola mentre con la bacchetta recupera la teiera e le tazze.
"Bien, bien... Ogni tonto Bill ha qualche momonto triste, ma scerca di non darlo a vedere. Tutto sommato stiamo bene, però. E tu?".
"Tutto a posto, grazie".
"Non ti senti mai solo in Romania?"
"No, ho i miei draghi, me la cavo".
Annuisce, ma dallo sguardo capisco che non mi crede e la cosa mi irrita.
All'improvviso nella stanza entra Bill, che viene ad abbracciarmi.
"Piantala di mettere su muscoli, o non potrò più frequentarti in pubblico!" esclama.
"Paura di sfigurare, eh?" ridacchio.
"Oh, taci! Hai fatto il tè, amore?" chiede a Fleur.
"Oui, oui, eccolo qua".
Ci sediamo tutti e tre e chiacchieriamo un po' del più e del meno.
"Come pensate di comportorvi con Percy?" ci domanda Fleur, curiosa.
Io e Bill ci guardiamo ed entrambi capiamo di non sapere proprio come rispondere. E' per questo che mi trovo qui: da qualche tempo nostro fratello ci invia lettere strane... Sono sempre piene di errori ortografici e parlano di cose assurde per lui, come partite di Quidditch o scherzi che ha in mente di fare a lavoro... Insomma, Percy ci preoccupa, perciò abbiamo deciso di andarlo a trovare a casa sua e vedere coi nostri occhi com'è la situazione. Non abbiamo idea, però, di cosa faremo una volta che ci troveremo faccia a faccia con lui.
"Abbiamo un piano tesoro, tranquilla" risponde Bill, poco convinto.
Lei alza gli occhi al cielo, poi gli dà un lieve bacio sulla guancia.
"Oh, che schifo! Andiamo dai, che stasera dobbiamo essere puntuali alla Tana!" dico, alzandomi e indossando la giacca.
Una volta arrivati davanti all'appartamento di Percy, Bill suona il campanello e dinnanzi a noi compare un uomo che ha tutta l'aria di essere pazzo.
"Pe... Percy?" balbetto io, incredulo.
Il viso è scavato e pallido, gli occhi quasi fuori dalle orbite, i capelli arruffati lunghi fino alle spalle...
"Ehi! Che sorpresa ragazzi! Ma che ci fate qui?! Forza, venite dentro! Che bello rivedervi dopo tanto tempo!" urla, con un preoccupante eccesso di entusiasmo.
Entriamo e ad accoglierci in casa è il caos più totale: libri strappati, vestiti sparsi qua e là, giocattoli ovunque, polvere...
"Sedetevi sul divano, su! Vi offrirei qualcosa, ma ho fatto fuori tutto io e non avevo proprio voglia di fare spesa in questi giorni! Allora, che mi dite? Come mai questa visita a sorpresa? Ooooh, ma aspettate un attimo! Devo farvi vedere assolutamente una cosa! Non vi muovete, devo averla lasciata in bagno, vado a prenderla!"
"Qui la situazione è grave" sussurra Bill, agitato.
"Sinceramente mi fa paura... Ma lo hai visto? Sembra un matto!" rispondo io, guardandomi attorno preoccupato.
Percy torna da noi con una pila di pergamene.
"Con queste, cari miei, ci scriverò un libro. Sono tutte barzellette che ho inventato io! Leggete, leggete! Vi faranno scompisciare dalle risate!" esclama.
Scompisciare dalle risate? Ma come si è messo a parlare?!
Bill prende un foglio e comincia a leggere: "Sapete qual è il colmo per una tartaruga? Mangiare l'erba... Sapete qual è il colmo per un venditore di bacchette? Dirigere un'orchestra..."
Percy esplode in una risata incontrollabile, mentre io prendo seriamente in considerazione l'idea di portarlo al S. Mungo.
"Sono divertenti, vero?" ci chiede, quando finalmente riesce a riprendere fiato.
"Sì, Percy, molto... Ma... Come mai questa idea?"
"Il mondo ha bisogno di ridere e io sono a sua disposizione!"
"Ok... E... Tutto questo casino in casa? Da quando ti metti a trattare così malamente i libri?"
"Oh, che noiosi che siete! Come mai, perché, da quando, blah, blah, blah... Sono rinato, fratelli miei! Ammirate il nuovo Percy!"
Lancio un'occhiata a Bill e noto la sua faccia sconvolta.
"Beh, nuovo Percy, spero che per stasera ti taglierai almeno i capelli... Mamma già deve soffrire per quelli di Bill, se vede anche i tuoi così lunghi le verrà un infarto" cerco di sdrammatizzare.
"Stasera?" domanda, perplesso.
"Sì, stasera... E' la vigilia di Natale, siamo tutti invitati alla Tana per aspettare insieme il Natale, non ricordi?"
Fa un lungo sospiro, poi comincia a sbattere la testa contro il muro. Io e Bill ci alziamo di scatto dal divano e lo blocchiamo, increduli.
“Ma che ti prende?!” esclamo.
“Non sono ancora pronto! Ho passato tutti questi mesi lontano da casa solo per riuscire a prepararmi come si deve a questo giorno! E ora è arrivato e io non sono pronto!” urla Percy.
“Pronto a cosa?! Ci spieghi che diamine sta succedendo dentro la tua testa?!”
Lui non risponde, ma continua a dimenarsi, mentre noi lo tratteniamo.
“Ok, ora ci diamo tutti una calmata! Prendete i cappotti, andiamo a berci qualcosa” dice Bill.
Gli diamo ascolto e, dopo qualche minuto, ci troviamo seduti a un tavolo dei Tre manici di scopa.
Ordiniamo tre burrobirre, poi restiamo in silenzio per un po’.
“Allora?” chiedo a Percy.
“Eh va bene. Dopo tutto quello che è successo... Dopo la guerra... Ho deciso che dovevo cambiare. Mi sono comportato come un cretino nei confronti dei nostri genitori, allontanandomi da loro e facendoli soffrire con le mie stupidissime idee ed il mio orgoglio per un sacco di tempo...”
“Ma sei tornato per combattere. Hai chiesto scusa e sei stato perdonato” lo interrompe Bill.
“Sì, ma sono stato comunque un cretino. Ho fatto soffrire mamma e papà, ma da ora in poi voglio solo farli sorridere, divertire. Ho passato tutto questo tempo combattendo contro ciò che realmente sono, per diventare una persona totalmente diversa. Fred è morto per colpa mia. E ora manca un Fred in famiglia, qualcuno che combini qualche stupidaggine. Nessuno di voi mi sopporta... Mi avete sempre definito come un noioso, pomposo, precisino, rompiscatole. Oh, non guardatemi in quel modo, non impegnatevi nemmeno a ribattere perché è chiaro che ho ragione. E sapete, è vero, sono così! Sono proprio insopportabile! Perciò ho pensato: chi se ne importa se sparisce un Percy, se a sostituirlo sarà un Fred. Ecco spiegati i libri strappati, le barzellette e tutto il resto...
Speravo di essere sulla buona strada, ma giudicare dalle vostre facce direi che manca ancora molto... Ed è un peccato, perché avrei voluto essere preparato per stasera! Era una bella occasione per farvi divertire tutti”.
Lo guardo e provo una stretta allo stomaco. Annullarsi per diventare qualcun altro... Qualcuno che non c’è più e di cui la mancanza si sente veramente forte. Giudichiamo sempre tanto Percy, ma ci vuole un gran cuore per arrivare a fare tutto questo, a costo di impazzire.
“Senti un po’, Fred non è morto per colpa tua. E poi, ognuno dovrebbe impegnarsi per diventare la versione migliore di sé. Li abbiamo fatti soffrire tutti i nostri poveri genitori... Io me ne sono andato, li ho lasciati e vi ho lasciati soli nei momenti più brutti e più belli della vostra vita.  Avrei potuto essere più presente in tutti questi anni, invece ho sempre preferito starmene solo con i miei draghi, perché mi sembrava più comodo.
E Bill... Beh, Bill avrebbe potuto tagliarsi quei dannati capelli vent’anni fa, e invece non l’ha fatto!”  sorrido e Bill mi dà una spintarella.
“Charlie ha ragione, Percy. E ascoltami bene: per quanto tu possa essere noioso, pomposo e tutto quello il resto, noi ti vogliamo bene così. Importa eccome se sparisce un Percy. Importa. Quindi ora togliti dalla testa tutto questo tuo piano assurdo e fai pace con te stesso... Torna, perché manchi. Ok?”
Percy si asciuga una lacrima e annuisce.
“Sentite anche voi? Ci sono i cori di Natale fuori!” esclamo,contento.
Mi hanno sempre affascinato molto i canti natalizi... Credo siano incantesimi senza bacchette.
Bill e Percy mi guardano e scuotono la testa divertiti.
“Dai, venite!” dico, lasciando i soldi sul tavolino e alzandomi.
“Dove?” chiedono.
“A fare qualcosa di buono” rispondo.
Usciamo dai Tre manici di scopa e raggiungiamo il coro, proprio lì accanto.
Senza dire una parola mi unisco al gruppo e comincio a cantare insieme a loro. I miei fratelli tentennano un attimo, poi prendono coraggio e mi imitano, mentre la signora che dirige ci sorride sorpresa.
Riusciremo a portare un po’ di gioia anche a casa stasera... L’importante, è che tagliamo i capelli a Percy prima di arrivare.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Have yourself a merry little Christmas ***


HAVE YOURSELF A MERRY LITTLE CHRISTMAS

Have yourself a merry little Christmas,
let your heart be light.
From now on our troubles will be out of sight...
Have yourself a merry little Christmas,
make the Yuletide gay.
From now on our troubles will be miles away...
Here we are as in olden days...
Happy golden days of yore...
Faithful friends who are dear to us,
gather near to us once more.
Through the years we all will be together
if the Fates allow...
Hang a shining star upon the highest bough
and have yourself a merry little Christmas.
Venti in punto.
Molly Weasley scruta fuori dalla finestra, impaziente.
"Sempre in ritardo! Possibile che non sia ancora arrivato nessuno?" borbotta.
"Ma sono appena scoccate le otto! Abbi pazienza, cara" le sorride il marito.
“Già... Beh, credo che intanto sistemerò meglio la tavola”.
“E’ perfetta così, riposati un pochino mentre aspettiamo”.
“Non è perfetta! Non è perfetto niente!” scatta lei, alzando la voce.
Arthur abbassa lo sguardo, stanco.
“Lo so. Ma dobbiamo imparare a vivere nell’imperfezione, Molly... “ le dice.
“L’imperfezione fa schifo”.
I due si guardano e, dopo lungo sospiro, si abbracciano forte.

Nel frattempo, fuori dalla Tana...
Sei teste rosse, più Harry, Hermione e Fleur, sono appena apparse in cortile.
Si guardano per un secondo, in silenzio, poi si stringono in un lungo e unico abbraccio.
“Tutto bene?” chiede Ginny.
La domanda è per tutti, ma lo sguardo va dritto verso George.
Un ghigno si dipinge sul viso del ragazzo, che annuisce... E in quel momento, la tensione nell’aria pare sciogliersi.
“Pronti?” fa Bill, avvicinandosi alla porta.
“Pronti” rispondono gli altri.
I nove si prendono per mano, decisi ad affrontare al meglio quella sorta di prova... Decisi a ricominciare.
Il maggiore bussa e dopo qualche secondo il signor e la signora Weasley aprono la porta.
Molly li osserva uno per uno, con gli occhi lucidi.
“Siete in ritardo” sussurra, severa.
Eppure, un sorriso le si apre spontaneo.

La famiglia prende posto a tavola e Molly comincia a servire la cena.
“Mamma, quante cose hai preparato!” esclama George.
Cerca gli occhi di sua madre, eppure lei annuisce senza guardarlo.
“Sono qui, non sul tavolo” dice.
“Come?” chiede lei, sempre evitandolo.
“Sono qui. Guardami in faccia, per favore”.
Tutti smettono di parlare. Hermione gli rivolge uno sguardo agitato, ma lui le sorride e si alza in piedi.
“Io sto bene, mamma. E sta bene anche Fred, ne sono sicuro”.
Molly, finalmente, punta gli occhi su di lui e si stupisce nel non vedere più il viso del figlio distrutto dal dolore...
“Se sorrido io, sorride anche lui. Perciò, ogni volta che mi vedrai felice, vedrai felici entrambi” continua, George.
“Anche... Anche io sto bene!” esclama Ron, alzandosi a sua volta e arrossendo un po’.
“Anche io” aggiunge Ginny.
“Anche io!”
“Anche io!”
Piano piano i nove si ritrovano tutti in piedi.
Arthur e Molly li osservano senza parole. I ragazzi ce la stanno mettendo tutta per recuperare l’equilibrio che si è distrutto con la guerra, perciò devono impegnarsi anche loro e risollevarsi una volta per tutte.
“Anche noi” sorride il signor Weasley, porgendo la mano alla moglie e aiutandola ad alzarsi.
“Beh, visto che stiamo tutti bene... Finiamo di mangiare e poi vi voglio tutti in salotto, che devo sistemare!” esclama la donna, con il suo solito tono autorevole.

Una volta riuniti vicino all’albero, Ron si guarda attorno: Ginny è seduta sul divano a parlare con Charlie; Bill, Fleur e papà ridono come matti ascoltando George che prende in giro Percy per le sue battute assurde; Hermione e Harry bisticciano giocando a scacchi magici; e Molly... Molly è in cucina e ha già rimproverato sei volte George da lontano.
Niente maschere.
Rimane ad osservare la propria famiglia ancora un po’, beandosi del calore ritrovato.

Intanto, seduto sui gradini  che portano al piano di sopra, Fred ascolta il trambusto proveniente dal salotto.
“Buon Natale” sussurra piano.
Vorrebbe unirsi agli altri, prendere in giro Percy insieme a George, ma rimane lì, con un sorriso stampato sulle labbra.

Fine.

Angolino dell'autrice
Salve a tutti!
Ho due storie in sospeso e mi vergogno come una ladra, ma non potevo non pubblicare qualcosina in questo periodo... Il Natale è "il mio momento", mi ispira, perciò... Eccomi qua :)
Innanzitutto ringrazio la mia socina Debbie, che è stata la prima a leggere questa fanfiction e mi ha riempito il cuore di gioia e amore con il suo commento... Ti voglio bene <3
Poi un ringraziamento va alla mia zietta Sonia, che si interessa con affetto a tutto ciò che faccio... Grazie mille :*
Non c'è molto da dire... Ho una passione sfrenata per le canzoni natalizie, mi scaldano il cuore e danno quel tocco di magia in più al Natale, quindi quest'anno ho deciso di tentare di sfruttarle come meglio potevo :)
E poi, alcune situazioni particolari mi hanno portata a riflettere sui cambiamenti che avvengono nel corso degli anni... Su quanto tutto possa stravolgersi se manca una sola persona nella nostra vita... E sull'importanza della famiglia quando tutto sembra andare a pezzi.
Chi mi conosce so che coglierà tanto di me tra le righe, soprattutto perché a darmi lo spunto è stata la mia meravigliosa famiglia...
Ora concludo, che è meglio! :D Spero che questa storiella possa piacervi e aspetto i vostri commenti :)
Per chi fosse interessato, mi trovate su Twitter ( @crezi95 )
Ne approfitto per augurare buone feste a tutti, e che vi portino tanta magia e serenità :)
Un abbraccio!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3334044