The reflex of your light

di dina
(/viewuser.php?uid=49412)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


light

The reflex of your light

Il cielo era coperto da spesse coltri di nubi grigie,quasi nere, nonostante fossero appena le cinque. Le strade oscure sembravano specchiare l'animo dei loro abitanti, tutto era grigio e nero, sporco ed oscuro.

Camminavano tranquilli, nonostante la soggezione che riuscisse a mettere quel posto, sapevano che se fosse accaduto qualcosa sarebbero riusciti a cavarsela in un modo o nell'altro. Entrarono in un negozio sgangherato e sporco,con il vetro rotto e la porta, spaccata a metà, marcia.

-Sono stati qui- constatò freddo.

-E' vero, una delle nostre ultime spie, una delle nostre ultime speranze..- disse il vecchio malinconico.

-Già..-

-Portiamolo via di qui, merita una sepoltura come si deve..- detto questo estraendo la bacchetta, fece levitare il corpo ormai senza vita dell'uomo.

Dettero un ultima occhiata in giro ed uscirono fuori -Dovremmo passare a ritirare le erbe per Hagrid, quelle lumache hanno divorato le erbe della professoressa Sprite..- l'altro annuì -converrebbe prima portarlo all'ospedale, per accertare la sua morte-

-Vada lei io penso a quelle stupide erbe- disse distaccato.

-Di questi tempi non è sicuro andare in giro soli, lo sai meglio di chiunque altro- l'altro era calmo.

-Me la so cavare da solo, non ho bisogno di guardie del corpo- era seccato, che venissero pure, non aveva paura di loro!

-Sta' attento..- il ragazzo gli girò le spalle, facendogli un segno di congedo con la mano e gli girò le spalle, incamminandosi.

-Silente?- si fermò -dica a mio zio che deve sostituirmi domattina a prima ora, ho delle cose da sbrigare- e riprese a camminare.

Camminava lento e sicuro, non aveva paura del buio, dell'oscurità, lui c'era nato nell'oscurità, nel male, non aveva paura di morire né di uccidere, sarebbe stato pronto a tutto.

Sapeva che prima o poi sarebbero andati a cercarlo per regolare i conti, lo sapeva da quando aveva deciso di disertare, rinunciando così ad un destino di morte e desolazione, di torture e mali, un futuro che davvero non gli andava giù, il destino del Mangiamorte. Non che non condividesse le loro idee, no affatto, per lui i babbani erano feccia ed i mezzosangue inferiori, punto, ma per lui la faccenda si finiva lì, non capiva tutto questo bisogno di ucciderli a tutti i costi, se loro evitavano lui, lui evitava loro, senza bisogno di torture o assassinii, una convivenza basata sul menefreghismo.

Come detto precedentemente, lui non aveva paura di uccidere, ma dall'uccidere per difendersi, all'uccidere per hobby, o peggio per eseguire gli ordini di qualcuno, che vista la sua ideologia sarebbe dovuto morire il primo di tutti, magari ucciso da sé stesso, la differenza era enorme.

La legge della giungla signori e signore, uccidi o vieni ucciso..non si scappa.

No, questo destino non faceva per lui, gli piaceva terrorizzare e punire, destare ammirazione e paura, ed aveva trovato un modo efficacissimo per farlo: insegnava Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Tutti gli studenti lo rispettavano, non sapeva se più per paura o per ammirazione, le studentesse lo idolatravano, e nessuno osava discutere le sue punizioni o i suoi metodi..insomma una vera e propria pacchia! E gli davano anche lo stipendio!

Entrò nel negozio e si diresse direttamente al bancone, senza neanche guardare le clienti del negozio che lo guardavano mangiandoselo con gli occhi.

-Due buste di erba lumalenosa- ordinò e subito il negoziante con i suoi occhietti vispi, nascosti da un paio di vecchi occhialetti di un'epoca fa,prese due grandi sacchi panna e li mise sul bancone.

-Due galeoni- il ragazzo li sfilò dalla tasca, pagò e con un gesto della bacchetta rimpicciolì le buste e se le mise nella tasca del mantello, uscendo.

Camminò per i vicoli bui e freddi di quel quartiere malfamato, sembrava conoscerlo molto bene, voleva andare a rilassarsi in qualche bettola, magari con qualche bella ragazza in grembo,era così annoiato.

Nella pallida luce, riuscì a scorgere per caso, un fagotto nero, appallottolato, pensò che fosse qualche barbone, troppo ubriaco anche per reggersi in piedi, ma quando stava per superarlo ed andare oltre, quello emise una specie di gemito di dolore. Si fermò di scatto con la bacchetta in mano e si guardò intorno, che fosse tutta una finzione per farlo cadere in trappola? Ma il fagotto emise un altro gemito, e decise di andare a controllare, si inginocchiò e girò lentamente il corpo inerme ammantato di nero.

Era tutto sporco, il viso ricoperto di fango, stava per andarsene di nuovo, confermando l'ipotesi del barbone, quando uscì da quelle labbra sporche un sospiro, spostò con un fazzoletto un po' di fango dal viso, e si rese conto che era una ragazza, controllò il battito cardiaco, era lento ma stabile, ma che ci faceva una ragazza da sola svenuta, in un vicolo di Nocturn Alley? Che avesse subito l'attacco di un Mangiamorte?

Spostò il mantello e le controllò distrattamente il corpo, non era ferita, soltanto sporca e sudata, ma non ferita, le controllò la fronte e vide che scottava, che doveva fare, lasciarla lì al suo destino ed andarsene oppure aiutarla?

Lui non era mai stato un buon Samaritano, anzi non era mai stato nemmeno buono, con nessuno, ma in quel momento non se la sentì di lasciare quella ragazzina, perchè non poteva avere più di diciassette o diciotto anni, lì sola a morire, la prese tra le braccia e, rimpiangendo il suo mantello nuovo, si smaterializzò.

Comparve nell'ufficio di Silente, unico luogo dove ci si poteva materializzare e smaterializzare tranquillamente senza uscire fuori dai confini della scuola, protetta da potenti incantesimi anti-smaterializzazione.

-Devo portarla da Madama Chips- rispose freddo all'occhiata curiosa del preside -non mi chieda nulla- e si incamminò.

Portarla tra le braccia era stranamente facile, era molto leggera, quasi friabile, cercò di imboccare corridoi poco frequentati, ma fu tutto inutile, incontrò lo sguardo di numerosi studenti, che con una sua occhiata truce subito si glissarono in un'altra direzione.

Aveva il fango che gli colava lungo i vestiti, ed anche il suo viso si doveva essere sporcato, perchè oltre a sentirne l'orrenda puzza sentiva qualcosa di viscido colargli dal viso.

Chiunque tu sia non credere che questa te la farò passare liscia..

Finalmente arrivò all'infermeria e posò la ragazza nel letto più vicino ed andò a chiamare l'infermiera.

-L'ho trovata per terra, coperta di fango, il battito è lento ed ha la febbre alta- la informò mentre la donna le misurava magicamente la temperatura.

-40! Ci credo che è messa così male! Presto Signor Malfoy mi prenda la pozione viola che c'è in quell'armadietto di vetro.- Il biondo fece come aveva detto e vide la donna prendere una siringa ed iniettarglielo nel braccio sottile.

-Che è successo?- entrò il preside -Draco?- lo guardò, l'altro sospirò e si apprestò a spiegare.

-Ho trovato questa ragazza in un vicolo di Nocturn Alley, era svenuta, infangata e con la febbre altissima. Ho controllato se sanguinasse, ma non aveva ferite, ha il battito rado ed ho deciso di portarla qui- Silente si soffermò ancora un po' a guardare negli occhi Draco, che irritato distolse lo sguardo per posarlo sulla ragazza.

-Capisco..hai fatto bene, a portarla qui..ma mi chiedo chi sia, e cosa ci facesse lì..?-

-Non lo so, io l'ho soltanto vista e portata qui, non so altro- detto questo uscì irritato dall'infermeria.

-Si salverà Poppy?- chiese preoccupato il preside.

-Non lo so, tutto dipende da questa notte,se la supera sarà salva..se no..-

-Ho capito- posò lo guardo sulla ragazza.

-Hai fatto un buon lavoro con quel ragazzo, fino a qualche anno fa se ne sarebbe fregato,girandosi dall'altra parte- disse incoraggiante la donna.

-..C'è ancora tanto che quel ragazzo deve imparare..- sospirò -se peggiora o migliora fammi sapere per favore. Buona notte.- ed uscì.



Erano passati quattro giorni, aveva saputo che la ragazza era sopravvissuta, e che solo il giorno prima si era svegliata, non ricordava nulla, chi era, da dove veniva, cosa ci faceva in quel vicolo svenuta..niente, le avevano cancellato sicuramente la memoria, ed i suoi effetti personali non la aiutavano affatto, aveva soltanto una borsa con un sacchetto in cuoio rosso pieno di galeoni d'oro, una bacchetta magica ed un libro di un autore babbano, quale William Shakespire, “Sogno di una notte di mezza estate” con una piccola dedica che però non aveva aiutato affatto a capire chi fosse.

Lui dopo essersene andato quel giorno, non era più tornato a trovarla, non gliene importava molto, anche se a volte si ritrovava a pensarci ed a farsi sempre le solite domande.

Adesso era notte ed era almeno un ora che cercava di prendere sonno inutilmente, si alzò e si versò un bicchiere di Whisky Incendiario, lo bevve d'un fiato, e si vestì prendendo la decisione improvvisa di andare a vedere la ragazza, in fondo lui l'aveva salvata, aveva diritto di vederla in viso.

Scese tranquillo, e quando arrivò all'infermeria aprì piano la porta, le avrebbe dato un occhiatina veloce e poi se ne sarebbe tornato a letto.

Entrò senza fare rumore e si avvicinò al letto dove dormiva inconsapevole la ragazza, la guardò, aveva la pelle dorata, come se avesse addosso tanti brillantini, il collo sottile e la bocca rossa e voluttuosa, gli occhi leggermente a mandorla, le guance magre e fine, il tutto incorniciato da lunghi capelli corvini, dovette ammettere che era davvero molto bella, nonostante le leggere occhiaie, non perdeva quell'eleganza e regalità quasi che emanava da ogni poro, il suo corpo era minuto, ma era sufficientemente alta, ed aveva le forme al punto giusto, non troppo abbondanti, ma abbastanza belle da attirare un qualsiasi uomo. Eccetto lui certo,a lui piacevano quelle formose e dai fianchi tondi.

Ad un certo punto si ritrovò a fissare due occhi curiosi, neri come la pece, ma con piccole pagliuzze azzurre, incorniciati da lunghe ciglia scure.

-Beh che hai da guardare?- chiese scontroso, non gli piaceva che l'avesse beccato mentre la osservava, quella sciocca ragazzina non doveva fare l'errore di pensare di poter contare un minimo per lui.

-Veramente quello che mi guardava eri tu..- rispose piano lei -chi sei?-

-Non sono affari che ti riguardano-

-Non ti ho chiesto mica il codice del tuo conto in banca, soltanto il tuo nome..-

-Ah fai anche la spiritosa?!- disse irritato

-Non faccio la spiritosa-

-Si invece, impara a portare un po' di rispetto a chi è più grande e superiore a te- disse freddo

-Superiore a me?-

-Si-

-Non credo proprio..- sospirò ed il suo sguardo si fece triste -come fai a sapere che sei più grande di me, se non sai neanche quanti anni ho..nemmeno io lo so..-

-L'ho visto dal tuo corpo, più di 12 anni io non ti darei..- lei arrossì indignata.

-Se non hai intenzione di presentarti ma di offendermi,quella è la porta- disse arrabbiata.

-Oh ti sei offesa?- fece ironico -scusa, ma è la verità, anzi dovresti ringraziarmi, perchè almeno ti ho fornito una piccola informazione sul tuo oscuro passato- sghignazzò.

-FUORI!-

-Calmati ragazzina, non puoi darmi ordini- disse tornando serio e freddo.

-Invece si, è notte, sono stanca devo soltanto riposare e tu mi vieni a rompere?!-

-Ti ho detto di calmarti, io non sono tuo fratello, non puoi parlarmi come ti pare stupida ragazzina- il tono era arrogante, con tracce di freddezza ed irritazione.

-Non mi interessa chi sei, e sinceramente se tu fossi mio fratello giuro che mi ucciderei..adesso per favore te ne vuoi andare, prima che chiami l'infermiera e ti faccia buttare fuori a calci?!- era molto, molto irritata.

-Come ti permetti?Tu non sai chi sono io..- disse indignato, quella stupidissima ragazzina si era permessa non solo di dargli degli ordini, ma anche di minacciarlo!

-No, hai ragione, e non mi interessa affatto saperlo. Ora se vuoi scusarmi- si girò dalla parte opposta -avrei sonno, buona notte-

-Ti auguro i peggiori incubi della tua vita, mia cara- disse irritato voltandosi ed incamminandosi verso l'uscita.

-Oh no, non puoi essere così crudele da augurarmi di sognarti!- disse ad alta voce.

-Almeno a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei qui da oltre cinque giorni, e nessuno è venuto a cercati, non credo che qualcuno tenga così tanto a te- disse irritato uscendo dalla stanza.

Stupida ragazzina senza cervello, non potevo lasciarla marcire in quel vicolo?!

****************

-Allora Signorina come stiamo?- disse cortese il preside.

-Bene- mentì,no non stava affatto bene, non sapeva chi era, chi era stata, da dove veniva, ed aveva la testa che le doleva, voleva soltanto andare a casa, ovunque essa fosse.

-Sono contento- continuò Silente -visto che non sa nulla del suo passato, e quindi nessun posto dove andare, ho pensato che potrei ammetterla in questa scuola, sarebbe smistata in una delle quattro case, riprenderà le lezioni di magia e nel frattempo studierò qualche incantesimo per la sua memoria,e cercherò di scoprire il motivo per cui era in quel vicolo, in quelle condizioni..che ne dice?-

-Va bene- disse distrattamente.

-Bene, mi sono permesso di fornirle la divisa della scuola e tutti i libri necessari- le sorrise -se ha qualche lacuna non esiti a chiedere ai nostri valenti professori, oppure ad usufruire della biblioteca della scuola-

-Okay, la ringrazio-

-Ora,visto che non ricorda il suo nome, vuole sceglierne uno a piacere suo?-

-Scelga lei,a me non fa differenza, non sarà mai mio- disse triste.

-Direi Calypso, “colei che cela, colei che nasconde”..Calypso Baker..che ne pensa?- l'altra scollò le spalle.

-Bene Signorina Baker, la cerimonia di smistamento avverrà questa sera alle 7:30 p.m. Per la cena, più o meno tra una mezz'ora. Buon pomeriggio.- sorrise ed uscì.

Rimasta sola, la ragazza si alzò, ed andò a vedere la borsa piena di libri che il preside aveva poggiato su di una sedia, tutti libri del settimo anno, difficili a detta sua, non ricordava neppure come si teneva in mano una bacchetta magica, figuriamoci!

Sospirò ed andò alla finestra, vide dei ragazzini ridere e correre, spensierati, loro sapevano chi erano, da dove venivano, non dovevano inventare uno stupido nome per essere ammessa in una stupida scuola. Sospirò e andò a fare una doccia nel bagno dell'infermeria, indossando poi la divisa scolastica, si sistemò i capelli e mise un po' di kajal dentro gli occhi, altra cosa trovata nella sua borsa.

Era quasi ora, e si sentiva nervosa, tutti i suoi nuovi compagni le avrebbero fatto un milione di domande, e lei, lei cosa avrebbe risposto? Avrebbe mentito, senza ombra di dubbio, non le andava di dire che non sapeva completamente nulla di sé stessa e della sua vita.

Prese la borsa con i libri e si incamminò, ed incontrò la Mcgranitt, che la scortò in Sala Grande, la fece attendere fuori dalla porta fino a quando il preside non la annunciò, e poi entrò, era nervosa, e guardò una delle pochissime persone che conosceva e che si era mostrata gentile con lei, Albus Silente.

Sentiva gli sguardi curiosi e stupiti di tutti su di sé, ma cercò di non farci caso proseguendo dritto, al seguito della Mcgranitt.

Questa la fece sedere in un piccolo sgabello e le mise sulla testa un vecchio cappello nero, che come le aveva spiegato precedentemente serviva a smistarla in una delle quattro case, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.

-Mmm..difficile..hai coraggio da vendere, voglia di scoprire e metterti alla prova..saresti d'accordo se ti mettessi a GRIFONDORO!?!- esclamò e tutta la sala irruppe in un fragoroso applauso, i più entusiasti però erano i Grifoni.

Si alzò ed andò a stringere la mano al preside, quando i suoi occhi, come dotati di volontà propria, si andarono a posare alla figura all'ultimo posto del tavolo..conosceva quel ragazzo, era lo stesso che l'aveva insultata ed offesa qualche notte prima in infermeria, quello che in mancanza di un nome, aveva chiamato “l'arrogante bastardo platinato nottambulo”.

-Almeno a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei qui da oltre cinque giorni, e nessuno è mai venuto a cercati, non credo che qualcuno tenga così tanto a te-

Quelle parole l'avevano ferita profondamente, lo guardò meglio vide che la guardava con un ghigno malevolo, senza dubbio l'aveva riconosciuta, ed era deciso a vendicarsi.

Poco male, io non ho paura di te..

Si girò e si incamminò verso il tavolo dei rosso-oro, dove la accolsero tutti con un sorriso, -ciao io sono Adele, molto probabilmente sarai la mia nuova compagna di stanza visto che da me c'è un letto vuoto- le sorrise una ragazza alla sua sinistra, la guardò, aveva i capelli castano chiaro corti sopra le spalle, e gli occhi verdi, sul naso qualche piccola lentiggine.

-Piacere di conoscerti Adele, io sono Calypso-

-Calypso,la ninfa, un bel nome complimenti- fece pensierosa.

-Grazie, ma dovresti complimentarti con chi l'ha scelto- le sorrise.

Calypso la ninfa..esiste nome più stupido?

-Sei di qui? Dell'Inghilterra intendo-

-No, io..vengo da..dal New Jersey..sono americana..-

-Ah capisco..non hai l'accento yenkee però..-

-Io..-

-Oh Adele non ti tenere tutta l'attenzione della ragazza per te..faccela conoscere anche a noi- sorrise un ragazzo moro, con gli occhi castani, molto attraente, poi si rivolse all'altra che lo guardò grata -Io sono Jean e loro sono Jimmy e Jeff- disse indicando altri due ragazzi vicino a lui, Jimmy era alto e nerboruto, coi capelli chiari e gli occhi scuri, mentre Jeff era mingherlino con i capelli biondo sull'arancione e gli occhi verdi.

-Le tre J..stanno sempre assieme e ne combinano di tutti i colori- alzò gli occhi al cielo Adele -guardati da loro, frequentandoli troppo ti porterebbero ad una cattiva strada- scherzò.

-Beh tu ci hai frequentato molto, soprattutto uno di noi, e mi pare che sei ancora viva- guardò allusivo Jeff,i due arrossirono simultaneamente, facendo scoppiare a ridere gli altri -o sbaglio?-

-Mmm, mi sa che mi dovrò informare- rise guardando Adele maliziosa -Comunque io sono Calypso, piacere di conoscervi – sorrise, Adele la guardò grata per aver cambiato argomento.

-Calipso, la ninfa dall'infinita bellezza, immortale, ma innamorata di un mortale- disse ad alta voce Jean -nome molto azzeccato- le sorrise affascinante.

Ecco, comincia a piacermi questo nome..

Lei scoppiò a ridere -la ninfa che però fu rifiutata da Odisseo, il mortale appunto- si stupì di ricordarsi.

-Conosci l'Odissea?- chiese molto stupito.

-Vagamente- rispose sinceramente, non si ricordava proprio tutto, ricordava alcuni punti soltanto.

-Non molti maghi la conoscono..- disse Jimmy, lei alzò le spalle e si servì del cibo che era appena apparso in tavola.

-Allora ti va di visitare la scuola?Ti faccio da guida se vuoi- propose entusiasta Adele quando ebbero finito di cenare.

-Certo- sorrise, si alzarono ed uscirono.

Le fece visitare quasi tutta la scuola, cavolo quel castello era enorme! Le spiegò che non doveva mai avvicinarsi troppo al lago nero, che doveva far attenzione ai Serpeverde,perchè erano infidi ed antipatici, nonchè alcuni di essi futuri Mangiamorte,ecc.

-Cavolo, hai stupito Jean- le disse quando dopo quasi un'ora, stavano entrando nella guferia -non è facile sorprenderlo sai, poche ci sono riuscite, è uno dei ragazzi più belli di Hogwarts- la mora alzò le spalle.

-Senza contare il professor Malfoy certo- disse sognante.

-Chi è il professor Malfoy?- chiese curiosa

-Quello biondo con dei bellissimi occhi grigi..se non fosse per il suo caratteraccio..-

-VUOI DIRE “L'ARROGANTE BASTARDO PLATINATO NOTTAMBULO”?!- la interruppe leggermente isterica, quell'idiota era un professore?!

-Vedo che non hai perso ancora questo brutto vizio Baker – emerse una figura dall'ombra e le ragazze con il cuore a mille fecero un passo indietro, cosa che fece sghignazzare il biondo – non vi mangio- le derise.

Calypso si riprese ed alzò la testa a mo' di sfida – nemmeno tu hai perso quello di osservare dall'oscurità,come un viscido serpente-

-Come ti ho già ripetuto più volte, ci vuole rispetto, soprattutto adesso che sarai mia allieva, ti consiglio di cucire la bocca e parlare solo quando interpellata se non vuoi passare un pessimo anno- fece freddo e si incamminò verso l'uscita -ah dimenticavo, 10 punti in meno a Grifondoro, è appena scattato il coprifuoco- sghignazzò uscendo.

-Che bastardo..stronzo..idiota..come osa minacciarmi?- sussurrò irritata.

-Ehm..forse è meglio ritirarci, se ci ritrova qui ci mette in punizione..- disse ancora imbarazzata, aveva commentato il suo aspetto ed il suo carattere con lui presente..che figuraccia!

-Eh?Si..hai ragione- fece ancora irritata -ma che cosa insegna, “bastardaggine nel 2000?” per caso?-

-No, Difesa contro le Arti Oscure – rise l'altra

-Ah bene..- entrarono nel quadro della Signora Grassa.

-Ma com'è che vi conoscete?- chiese curiosa

-Oh..beh..diciamo che abbiamo avuto un piccolo scontro- l'altra la guardò con un sopracciglio alzato -ci siamo praticamente insultati dal primo istante che ci siamo visti- sbuffò, l'altra scosse la testa ridendo -ma è stato lui a cominciare però!-

-Sembri una bambina arrabbiata- rise -comunque ti consiglierei di seguire il suo consiglio, è bellissimo si, ma è un infido bastardo di prima categoria-

-Mmm..-

-Ecco questa è la stanza che dividerai con me- disse quando entrarono, era una stanza abbastanza grande, le pareti erano color dell'oro e i due baldacchini, uno di fronte all'altro, avevano tende e piumoni rossi,c'erano due scrivanie e due piccoli armadi.

-Carina-

-Già..bene, quello è il mio letto- disse indicando il baldacchino alla sua sinistra -e l'altro è il tuo, il tuo baule è già..- guardò meglio ai piedi del letto e non vide nessun baule -dov'è il tuo baule?- chiese confusa.

-Oh..ehm..io l'ho..perso..- che scusa idiota..

-Come l'hai perso?-

-Non lo so..l'ho affidato al macchinista del treno e poi non l'ho trovato più-

-E come farai con i vestiti?-

-Ho dei soldi nella borsa, li comprerò nuovi-

-Sabato c'è la settimanale uscita a Hogsmeade, se vuoi ti accompagno visto che non sei di qui- propose Adele

-Sarebbe grandioso, grazie-

-Bene allora buona notte- con un incantesimo si mise il pigiama e ne passò un altro a Calypso -visto che non hai il baule puoi mettere questo per ora.. se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi- disse coricandosi.

L'altra annuì -grazie- e andò in bagno ad indossare il pigiama viola a maniche corte che le aveva prestato la sua nuova amica.

Sarà così d'ora in avanti la mia vita? Piena di bugie e frasi non dette?

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


jsnj


-Hey!Calypso svegliati, è ora di scendere a colazione!-

-Mmm..altri cinque minuti..- si girò dall'altra parte, erano passate tre settimane da quando aveva preso a frequentare le lezioni, ed ancora non si era abituata alle ore di lezione mattutina.

Aveva imparato alcuni incantesimi, i professori avevano fatto in modo che si mettesse in pari con gli altri, e la aiutavano, senza far capire nulla ai suoi compagni, tutti tranne uno, Malfoy, che invece faceva tutto l'opposto, la chiamava quasi sempre e coglieva ogni occasione per umiliarla e beffeggiarla,in privato o davanti a tutti.

-No nessun minuto, siamo già in ritardo..alzati o ti butto di sopra un secchio d'acqua- rise Adele.

-Mmm..non lo faresti mai..- disse da sotto il cuscino la mora.

-E come fai ad esserne tanto sicura?-

-Perchè poi ti ucciderei- rise pigramente

-Si certo..adesso alzati- dopo un altro po' di lamentele da parte di Calypso, Adele riuscì a farla alzare e sbrigare, e poi scesero insieme a fare colazione.

-Forza sbrigati a mangiare, indovina chi abbiamo a prima ora?- la guardò sogghignante

-Oh no..non dirmi che abbiamo quello -

-MI dispiace per te, ma si abbiamo quello a prima ora, e se arriviamo in ritardo non sai che ci farà, soprattutto a te, visto i precedenti che avete avuto- rise l'altra

-Andiamo!- la prese per il braccio e la trascinò di corsa avanti l'aula della loro prima materia -ho fatto abbastanza in fretta?- le chiese ironica con il fiatone.

L'altra annuì ed entrarono,posizionandosi in due degli ultimi posti, lasciati quasi sempre liberi, le aveva spiegato Adele, perchè le studentesse volevano mettersi il più vicino possibile al bellissimo professore.

-Seduti- entrò il professore, seguito dai sospiri ammirati di quasi tutte le studentesse -oggi spiegheremo l'incanto patronus..qualcuno di voi sa già come si esegue?- chiese freddo alla classe, nessuno parlò -bene,uno di voi vuole venire qui ad eseguirne uno, per esempio..la Signorina Beker?- la chiamò con una luce malevola negli occhi.

Ma era scemo o cosa?Non lo sapeva che non ricordava niente degli incantesimi magici?!

-Professore, io non so come si faccia- disse sincera.

-Male, molto male, 10 punti in meno a Grifondoro per la sua inettitudine- sogghignò, seguito dai Serpeverde, lei invece arrossì -ma venga lo stesso qui Signorina Beker-

-Come?- chiese stupita

-Ho detto di venire qui, subito- il tono di voce freddo non ammetteva repliche.

-Non vedo perchè dovrei venire lì a dirle la stessa cosa- disse,ora si stava irritando.

-Perchè glielo ordino io- disse glaciale -venga qui- ordinò

-Professore, le ho già detto che non so come si esegue un incanto patronus, non ha senso che io venga lì-

-Lei deve eseguire alla lettera TUTTI i MIEI ordini, se le dico di venire qui, lei deve immediatamente venire qui!- disse irritato -30 punti in meno a Grifondoro, per la sua sfacciataggine- lei aprì la bocca indignata e stava per rispondergli a tono, quando lui la precedette -facciamo 40 e un compito extra come punizione, deve farmi una relazione di 40 cm sul ruolo che hanno i professori e il posto degli alunni,per domani- lei sgranò gli occhi -adesso venga subito qui- ordinò perentorio. Lei si alzò lentamente e lo raggiunse.

-Bene,vedo che ha capito..- si rivolse alla classe -il patronus serve a sconfiggere i Dissennatori, si esegue agitando la bacchetta e dicendo la semplice formula: “Expecto patronus” mentre si pensa al ricordo più felice della propria vita- tornò a guardarla, lei aveva gli occhi ridotti a due fessure.

-Prego, lo esegua- sghignazzò, lei strinse i pugni lungo i fianchi, e lo superò raggiungendo la porta -le ho detto che poteva andarsene?- chiese duro.

Lei strinse ancora di più i pugni e si girò a guardarlo, i suoi occhi mandavano lampi -sa benissimo che non posso farlo, professore- ed uscì.

Corse fuori e raggiunse il lago nero, si sedette ai suoi margini ed iniziarono a sgorgarle piccole lacrime.

Come hai potuto chiedermi questo..come..

-Come ti sei permessa di andartene dalla mia lezione così?!- chiese una voce adirata alle sue spalle.

Non si girò, non voleva farsi vedere mentre piangeva, non voleva dargli anche quella soddisfazione.

-COME TI PERMETTI DI IGNORARMI?!GUARDAMI QUANDO TI PARLO!- le prese un braccio e la fece alzare di forza, guardò i suoi occhi lucidi e rossi e le sue guance bagnate di lacrime e ne rimase per un attimo disarmato, ma solo un attimo,poi riprese la sua freddezza -allora?!-

-Lasciami stare!- strattonò il braccio nel tentativo di liberarlo, ma la sua presa era ferrea.

-Allora, come ti sei permessa?!-

-IO come mi sono permessa?!TU non hai un briciolo di cuore, sai che non ricordo nulla del mio passato, e che questo mi fa soffrire molto, ma a te non importa nulla, anzi ne approfitti per infierire sempre di più!- si asciugò una lacrima -tu sei un essere spregevole!- la presa al braccio si fece dolorosa.

-Non mi interessa quello che pensi di me stupida ragazzina, mi interessa che non mi mancherai mai più di rispetto! Questa sera alle otto in punto nel mio ufficio, discuteremo della tua punizione- la lasciò e girandole le spalle se ne tornò sui suoi passi.

Lei rimasta sola, si risedette per terra e scoppiò in un pianto a dirotto.

Lo odio,lo odio..è un essere spregevole ed odiosamente arrogante..non ho mai odiato così tanto una persona in vita mia..o almeno credo..


Si incamminò lenta verso le scale, le salì ed imboccò il primo corridoio a destra, doveva andare nell'ufficio di quel mostro, per farsi assegnare la sua punizione.

Stava ancora male per la giornata trascorsa, era stata tutto il giorno a piangere vicino al lago nero, senza muoversi, senza andare a pranzare o cenare, non voleva rispondere ad alcuna domanda, e per questo non si era mossa da lì.

Arrivò alla sua porta, e cercò di mettersi una maschera di freddezza e menefreghismo che sapeva di non possedere,bussò.

-Entra- un ordine, freddo ed autoritario.

Lei entrò -siediti- le indicò una sedia davanti la sua scrivania, dove stava correggendo alcune pergamene, verifiche,suppose.

-Quello che hai fatto oggi è inammissibile, e non dovrà ripetersi mai più- alzò gli occhi su di lei, che non rispose, cercando di restare calma -non hai niente da dirmi?- chiese freddo.

-No- rispose allo stesso modo.

-Nessuna parola di scuse, nessuna giustificazione?-

-No-

-Bene, per i tre mesi avvenire sarai in punizione con me, ogni sera alle otto verrai nel mio ufficio e mi assicurerò che tu spenda le tue ore nel massimo della piacevolezza- lei non rispose -e ti assicuro che mi impegnerò al massimo per trovare qualcosa di divertente da farti fare- ghignò.

-Non ne dubito- disse fredda.

-Inizierai domani sera, tutto chiaro?- lei annuì -bene puoi andare- ordinò tornando a correggere le pergamene.

Calypso si alzò, ed andò alla porta, ma la sua voce la fermò -ti consiglio di non rifare mai più ciò che hai fatto oggi, o non sarò così buono nella prossima punizione- lei strinse i pugni ed uscì.

Tornò in fretta in camera, cercando di non farsi vedere, ma arrivata in camera fu subito abbracciata da un' Adele preoccupatissima -dove sei stata?Ero in pensiero per te!Che ti è preso oggi?Stai bene?-

-Sto bene, ma di quello che è successo oggi non mi va di parlarne, ti spiace?-

-No,come vuoi..- sospirò -ma che cosa ti ha fatto il professore, quando è uscito a cercarti era furioso, ho avuto paura che ti avesse fatto qualcosa di male..-

-Niente mi ha solo detto di andare questa sera nel suo ufficio a discutere la punizione-

-Meno male!Che punizione ti ha dato?-

-Per tre mesi devo andare ogni sera nel suo ufficio, provvederà poi lui a farmi passare le ore nel modo più piacevole possibile- lo imitò, facendo ridere l'altra.

-Adesso è meglio se vai a letto, domani ti aspetta una giornata molto pesante..- la mora annuì -sai Jean era preoccupato per te, ti ha cercata per tutta la scuola, e quando non ti ha trovata ha dato di matto- sorrise maliziosa e l'altra arrossì -oh oh qualcuno è lusingato da queste attenzioni- la prese in giro.

-Tu sta' zitta e pensa per te..Jeff oh Jeff..è bellissimo..Jeff fuori fa freddo copriti bene..- la imitò, l'altra arrossì di brutto e Calypso scoppiò in una fragorosa risata.

-Cos-cosa dici..-

-Ti piace Jeff ammettilo..-

-No!- disse imbarazzata

-No che non ti piace, o no che non lo ammetti?- rise l'altra

-Io..oh ti odio!- scoppiò a ridere anche lei.

-Ma cos'è successo tra voi?- chiese Calypso quando l'eccesso di risa si fu fermato.

-I-io..noi siamo stati insieme per tre mesi..e poi ci siamo lasciati..-

-Perchè?Ho visto come ti guarda, e come tu guardi lui, siete cotti l'uno dell'altra-

-Ci sono state delle incomprensioni- sospirò -io sono andata per un mese in Italia, da alcuni parenti, e lui non si è fidato di me..quindi l'ho lasciato..- disse triste.

-Mi dispiace..devi aver sofferto molto-

-Non fa niente..è acqua passata ormai..- si asciugò una piccola lacrima – raccontami un po' di te, ti sei mai innamorata?-

-I-io..sono stanca,vado a letto..scusami..- cercò di temporeggiare, sapeva però che sarebbe stato inutile, era già passato troppo tempo, ed Adele aveva il diritto di sapere.

-Eh no..io ti ho detto i miei sentimenti per Jeff e raccontato la mia storia, ora tocca a te..-

-...-

-Non ti giudicherò se temi questo- le sorrise incoraggiante.

-..E se non avessi una storia da raccontare?-

-In che senso?- chiese confusa, l'altra sospirò.

-..Mi hanno trovata qualche settimana fa, con la febbre altissima, in un vicolo buio di Nocturn Alley..sono stata in coma per quasi cinque giorni..al mio risveglio non ricordavo nulla del mio passato.. Silente mi ha accolto in questa scuola, sapendo che non avevo un posto dove andare e nella speranza che col tempo potessi ricordare, ma io non ricordo nulla, chi sono, da dove vengo, se ho una famiglia, cosa ci facessi lì..non so niente..-

-Qui-quindi non ti chiami Calypso Beker e non sei americana..-

-No..quello è il nome inventato da Silente- singhiozzò

-Non piangere..ricorderai..-

-No, non è vero..io mi sforzo di ricordare, davvero, ma è tutto inutile.. - si asciugò le lacrime con il fazzoletto che le aveva passato l'amica -e Malfoy lo sa..lo sa benissimo..è stato lui a trovarmi e portarmi qui..- disse con rabbia.

-E' per questo che oggi te ne sei andata dalla classe?- chiese, ad un tratto fu tutto chiaro, provò pena per lei e capì il dolore che doveva aver provato l'amica.

-Il patronus si invoca con il tuo ricordo più felice..ma io non potevo farlo..non potevo..io..non ne ho..- l'amica la abbracciò.

-Il professor Malfoy è solo uno stronzo..non devi dargli coccio..-

-Lo so..- si staccò da lei e si alzò -ti prego non dirlo a nessuno..non voglio che si sappia la verità..- la pregò.

-Te lo giuro- le promise.

Si misero a letto in silenzio, tutte e due molto tristi, una cercava di ricordare un passato completamente sconosciuto e l'altra pregava sinceramente per l'amica.

*********************

-Puntuale, brava forse cominci a mettere un po' di giudizio?- la guardò, lei non rispose -non oso sperare..bene questa sera la passerai a ripulire il mio ufficio, da cima a fondo, perchè quando si ha la coscienza sporca, cosa c'è di meglio di pulire?Non si sa mai che poi ti accorgi della grande cavolata che hai fatto- ghignò.

-Non ho fatto nessuna cavolata, l'hai fatta tu semmai-

-Ecco mi sembrava troppo bello il tuo silenzio- sospirò teatralmente, si sedette su una poltroncina,in posizione relax -puoi cominciare-

-Tu non hai altre cose da fare, che so altri studenti da ferire, o tiranneggiare in giro per la scuola?- fece ironica.

-No, per tua sfortuna questa sera non ho niente di meglio da fare che guardarti lavorare- sorrise sarcastico -ah quasi dimenticavo, dammi la tua bacchetta- lei gliela lanciò e lui la prese al volo.

-Posso iniziare adesso?-

-Prego-

Cominciò a rassettare i vari libri ed a spolverarli,poi passò un panno bagnato sulla scrivania, che prima sgomberò, pulì la libreria e riordinò le pergamene sparse per la stanza, cambiò alcune candele quasi finite e pulì per terra, il tutto sotto lo sguardo insistente del biondo, che non l'aveva mollata nemmeno per un istante.

-Devo ammettere che come sguattera te la cavi abbastanza bene, sicura che non lo facessi per mestiere prima?- le chiese sardonico quando ebbe finito.

-Ho finito posso andare adesso?- disse ignorando l'affermazione di prima.

-Mmm..nessuna coscienza che rimorde?- chiese finto speranzoso.

-Assolutamente no..e tu?-

-Assolutamente no..- imitò il suo tono di voce.

-Bene, allora se non ti dispiace mi ridai la mia bacchetta?- chiese tendendo la mano.

-Vieni a prendertela- disse aprendo il suo palmo sinistro su cui era poggiata la sua bacchetta, lei si avvicinò e si abbassò per poi prendere la bacchetta alla velocità della luce, non gli piaceva stargli così vicino, era dura ammetterlo, ma stare da sola con lui..beh le faceva un po' paura.

Lui sembrò intuirlo e scoppiò in una fragorosa risata -brava fai bene ad avere paura di me-

-Io non ho paura di te- mentì prontamente.

-Si certo..- la prese in giro.

-E' vero, non ho paura di te-

-Bene, dimostramelo- si alzò velocemente e si avvicinò a lei, fino a schiacciarla a muro con il suo corpo premuto addosso, il cuore le batteva fortissimo, e sentiva l'aria mancarle nei polmoni, ma non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui.

-Che fai, allontanati!- cercò di spingerlo via, ma lui fermò le sue mani.

-Sta' ferma- avvicinò la testa al suo collo, e lei immaginò che volesse baciarglielo, si immobilizzò ed il cuore minacciò di scoppiarle in petto.

Ma lui si limitò a poggiare un orecchio per qualche secondo e poi scoppiare nuovamente a ridere, staccandosi di pochi centimetri da lei.

-Hai paura..- constatò

-N-non è vero..-

-Il tuo cuore sta scoppiando, ti manca il respiro e..- le prese una mano e la guardò -ti tremano le mani, o hai paura o sei tremendamente innamorata di me..- sghignazzò.

-I-io..ma come ti permetti!- lo spinse via con rabbia e si allontanò da lui -io non ho paura di te e soprattutto non sono e non sarò mai innamorata di te, come potrei amare un essere come te?!- gli girò le spalle e se ne andò,lasciandolo solo.

**************

Guardò fuori dalla finestra, era una giornata cupa e nuvolosa, come sempre del resto, ma si sentiva una strana inquietudine dentro, da quattro giorni a quella parte non aveva chiuso occhio, pensava e ripensava a quello accaduto pochi giorni prima con quella stupida ragazzina.

All'inizio si era avvicinato a lei solo per dimostrarle che lui avesse ragione, aveva paura di lui, lo nascondeva bene,ma l'aveva,e quando l'aveva capito aveva deciso di metterle ulteriormente soggezione, avvicinandosi di più a lei, aveva stretto il suo corpo al suo e sentito il suo corpo morbido aderire perfettamente a lui, poi aveva avvicinato la testa al suo collo, voleva sentire i suoi battiti cardiaci, per umiliarla di più, ma quando aveva sentito il suo profumo di ciliegia, la sua pelle morbida ed il suo battito frenetico, si era inevitabilmente eccitato, gli era venuta una gran voglia di baciarla e.. Scosse la testa, non sapeva né come né perché, sapeva soltanto che era successo, e questo lo aveva mandato in bestia, e le aveva detto per imbarazzarla quell'assurda teoria che fosse innamorata di lui, l'aveva fatto per vederla arrossire, vendicarsi..ma la risposta che gli aveva dato lo aveva spiazzato, quasi ferito, non sapeva perchè, sapeva soltanto che era così.

-...non sono e non sarò mai innamorata di te, come potrei amare un essere come te?!-

C'era rimasto di sasso, era abituato a mietere vittime con il suo fascino da bello e dannato, ad avere sciami di ragazzine che sbavavano per lui, ma non gliene era mai importato nulla, ma lei lo aveva ferito dicendogli quella frase, non perchè tenesse a lei..assolutamente no, ma era una questione d'orgoglio, tutte gli cadevano ai piedi, tutte, nessuna esclusa e lei non poteva essere risparmiata, doveva essere a tutti i costi innamorata di lui, così lui poi l'avrebbe tranquillamente respinta ed umiliata e si sarebbe sentito soddisfatto.

Nelle sere di punizione che erano seguite a quella fatidica sera, si era limitato ad assegnarle il lavoro da svolgere ed a guardarla, senza proferire altra parola, si divertiva a vederla arrabbiata, a vederla combattere contro l'impulso di mandare tutto a quel paese ed andarsene, qualche volta l'aveva stuzzicata, ma lei non aveva risposto, divertendolo ed inquietandolo allo stesso tempo.

Sentì la porta che si aprì alle sue spalle -sei in ritardo- constatò.

-Ho finito tardi di mangiare- disse tranquilla -allora quale altra ridicola punizione mi assegnerai questa volta?-

Lui si girò a guardarla, aveva una coda alta, ed un ciuffo di capelli sfrangiati le ricadevano coprendo la tempia sinistra, leggermente truccata e con la divisa un po' in disordine, manteneva sempre quella sua bellezza regale che le aveva sempre riconosciuto -oggi dovrai ordinare quei libri per me- indicò una libreria con almeno un centinaio di libri messi a casaccio -in ordine alfabetico e data di creazione..- lei spalancò gli occhi scuri – buon lavoro- le sorrise sardonico ed andò a sedersi nella solita poltrona.

La guardò iniziare a leggere tutti i titoli ed a sospirare rassegnata, prese dalla borsa che aveva lasciato vicino alla porta una piccola pergamena ed una piuma con il relativo inchiostro. Cominciò a segnare i vari nomi e le date con concentrazione, era vicino a lui, tanto che riusciva ad udirne il respiro.

La guardò scrivere frettolosa, forse ansiosa di finire al più presto ed andarsene, si toccò piano il collo e spostò una ciocca di capelli corvini, sfuggiti alla severa coda, dietro la spalla, lui seguì quel movimento ammaliato e poi accarezzò con gli occhi la linea gentile del collo, e quando si piegò per prendere un altro libro un po' più distante, lui riuscì a scorgere il pizzo del reggiseno fucsia, distolse lo sguardo immediatamente, sentendo la gola secca.

No quella ragazzina non mi può fare quest'effetto, non glielo permetto!

Si alzò di scatto ed andò a versarsi un bicchiere di Whisky Incendiario, bevendolo d'un fiato.

-Lo sai che non si beve quando si è in servizio?- disse lei distrattamente

-Fatti gli affari tuoi-

-Non è molto professionale, e potresti ubriacarti e provarci con me- era ironica.

-Non devi preoccuparti di questo, io non ci proverei con te nemmeno sotto effetto di sostanze stupefacenti ed in fin di vita, diciamo..si non sei proprio il massimo che un uomo possa desiderare, c'è di meglio..quindi puoi stare tranquilla- disse freddo, la vide stringere i pugni e guardarlo con odio -che c'è delusa?- la derise.

-Affatto, non ci tengo proprio ad attirarti, non ci terrei neanche se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra- disse tornando a scrivere.

-A me sembra proprio il contrario..scommetto che pagheresti l'oro che non hai per passare una notte con me-

-Non credo proprio-

-Fidati-

-Sei completamente fuori strada-

-Se ti facessi passare una notte con me ti innamoreresti subito-

-Hai un concetto completamente sbagliato sull'amore- lo guardò

-Ah si?-

-Si-

-E allora cos'è per te l'amore Calypso Beker?- disse il suo nome con una vena di derisione.

-I-io non lo so..- distolse gli occhi -non riesco a ricordare di essere mai stata innamorata- disse triste -ma so che non è soltanto carnalità..è di più, lo so, lo sento..l'amore non può mai essere solo sesso come credi tu, credo che sia qualcosa di dolce e protettivo..-

-Che commovente..ed assurdo- la prese in girò

-Già dimenticavo con chi stavo parlando..- sospirò

-Allora non scordarlo più..odio sentire certi discorsi smielati- disse disgustato.

-Solo perchè tu sei un insensibile non vuol dire che anche gli altri lo siano e...- si interruppe subito, e con una smorfia di dolore si prese la testa tra le mani.

-Che succede?-

-...-

-Ragazzina, che succede?- si avvicinò a lei e la guardò negli occhi, facendole alzare la testa, aveva le pupille dilatate e gli occhi rossi -che cosa ti succede?-

-I-io non..lo so..mi scoppia la testa..- d'un tratto gli occhi le tornarono normali ed abbassò le mani.

-Che cosa ti è successo?- chiese freddo, ma con una puntina di preoccupazione, ora, perchè cavolo si era preoccupato vedendole gli occhi a quel modo?

-Non lo so..tutto ad un tratto ho sentito come se la testa dovesse esplodermi..- rispose confusa.

-Quando avrai finito dovrai andare da Madama Chips, a farti controllare- ordinò imperioso e lei annuì.

-Finisci il lavoro- si allontanò nuovamente da lei.

Quando finì di riordinare tutti i libri, esattamente due ore dopo, si congedò dirigendosi sicuramente nell'infermeria della scuola.

Che cosa aveva avuto? Che c'entrasse con quello che le era successo precedentemente?

Si avviò verso la sua stanza con queste domande che gli giravano nella testa e quella sera si addormentò molto tardi, cercando incessantemente delle risposte, ma invano.


La mattina la vide, ridere tranquilla con quell'idiota Grifondoro, Seed Jean, un ragazzo a suo avviso mediocre, ma molto famoso tra le ragazze.

Strinse i pugni quando Seed le spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli, quando si rese conto del gesto istintivo che aveva fatto, si diede mentalmente dello stupido, non c'era motivo di scaldarsi tanto per una ragazzina.

-Sei pensieroso Draco- la voce di Piton lo riportò alla realtà, si girò a guardarlo e scosse la testa -qualcosa che ti turba?-

-No- la guardò sorridere all'idiota -tutto bene-

-Non ha ancora recuperato la memoria vero?- seguì il suo sguardo, ed il biondo si diede mentalmente dell'idiota, suo zio non era mai stato uno stupido.

-No, infatti- lo guardò.

-So che Silente sta studiando un incantesimo che fa al caso suo, molto efficace-

Quindi presto avrebbe recuperato tutti i ricordi, avrebbe saputo chi era e qual era il suo posto, e non ci sarebbe stato ulteriore bisogno di tenerla ancora ad Hogwarts..sicuramente se ne sarebbe andata, sarebbe tornata a casa dalla sua famiglia ed i suoi affetti, avrebbe continuato la sua vita come se niente fosse, dimenticandosi di tutti, lui compreso. Stranamente questo pensiero non gli piacque, non voleva che se ne andasse, era troppo divertente farla arrabbiare, non voleva dirle addio, ma soprattutto non voleva che lei si dimenticasse di loro, di lui.

No, non mi importa niente di quella ragazzina, prima se ne va e meglio è..

-Meglio, non so per quanto ancora potrò tollerare di averla intorno- disse glaciale.

-Draco..hai così tante cose da imparare..- disse inaspettatamente

-Non trattarmi come un bambino zio, non lo sono- disse irritato, l'altro sospirò e non rispose.

Si alzò e si diresse decisamente irritato a lezione, aveva la Beker da interrogare.


La guardò piegarsi e passare lo straccio bagnato nel pavimento, quella era la sua punizione di quella sera, pulire l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, visto che quelli del quarto anno avevano combinato un disastro, che lui avrebbe dovuto pulire, quale soluzione migliore, se non farlo fare a quella sciocca ragazzina?!

In verità era stato anche tentato dal fatto che si dovesse inginocchiare per farlo, o meglio mettersi a gattoni, quindi aveva preso la sua decisione molto rapidamente, ed ora lui era dietro di lei intento a godersi uno spettacolo davvero niente male, che lei inconsapevolmente gli offriva.

Notò che anche mentre puliva, chinata in terra con lo straccio in mano, manteneva quell'aria di regalità orientaleggiante.

-Non hai niente di meglio da fare che stare lì a guardarmi?- chiese irritata dopo un po'.

-Benché tu non sia affatto un bello spettacolo, no non ho niente da fare, se non ricavare piacere dal vederti umiliata ed ai miei piedi- ghignò.

-Sei uno stronzo!- strinse con forza lo straccio

-Può darsi, ma a te non è dato dirlo, quindi torna a pulire-

Lei si girò con occhi di fuoco -ti diverte così tanto far del male alle persone, vederle umiliate?-

-Si, devo ammettere che mi soddisfa molto- sorrise ironico.

-Perchè non hai fatto il Mangiamorte se ti piace far del male alle persone?- chiese inaspettatamente.

-Non credo che questi siano affari tuoi- rispose freddo

Stettero in silenzio per un po', ma poi lei lo sorprese -Perchè cerchi di dimenticare il tuo passato? Ci sono persone che farebbero di tutto per ricordarlo- disse malinconica.

-Persone tipo te- lei lo guardò -ma io e te siamo molto diversi, fortunatamente-

-Il nostro passato fa parte del nostro essere, tu sei così grazie al tuo passato, io sono così grazie al mio passato-

-Ma guarda, abbiamo la nuova Socrate- la derise.

-Per quanto ne so, potrei essere anche una sua discendente- sorrise, era bello il suo sorriso, puro e gentile, che coinvolgeva sempre i suoi occhi scuri.

-Si, certo..sogna ragazzina-

-Ragazzina..- ripetè infastidita -non sono poi tanto più piccola di te sai?-

-Ci siamo messi a fare conversazione?!Lavora- disse duro quando si accorse che..si gli piaceva parlare con lei.

-Che palle!- mormorò.

-Guarda che ti sento- lei alzò gli occhi al cielo senza farsi vedere.

-Bene, ho finito- disse dopo mezz'ora, si ripulì le mani ed uscì insieme a lui dalla stanza, ma all'uscita una sgradita, per Draco, gradita, per la ragazza, sorpresa li attendeva, Jean era venuto a prendere Calypso.

-Ciao!- lo salutò entusiasta -Che fai qui?- gli andò incontro.

-Ti aspettavo, dai ti accompagno al ritratto- le sorrise, le mise un braccio sulle spalle, e guardò storto il professore che ricambiò appieno, lei non si ritrasse, cosa che infastidì non poco il biondo, che lo incenerì ancora di più.

Non aveva scusanti però per punirlo, nemmeno per interrompere quel tètè a tètè,quindi si limitò a fulminare i due ed andarsene rabbioso dalla parte opposta.


-Oggi cominceremo a studiare le Maledizioni Senza Perdono- disse quando tutti si furono seduti -chi sa dirmi quali sono?- , molti alzarono la mano -Seed?-

-La Maledizione Cruciatus, la Imperius, e l'anatema mortale- rispose tranquillo Jean.

-Venga qui a spigarle- lui si alzò e si diresse vicino al professore

-La Cruciatus è una specie di tortura, serve per provocare immediato dolore alla vittima, senza però ferirlo fisicamente-

-Ha mai provato una Cruciatus Signor Seed?- chiese maligno

-No..-

-Vorrebbe provarla per poi dire i suoi effetti alla classe?-

-Cosa..n-non si può..- era impallidito

-Si, io sono il professore, decido io il metodo..- disse freddo -allora cosa mi dice?- la classe era ammutolita.

-I-io..-

-Non può farlo! Silente non approverebbe certi metodi!- scattò in piedi Calypso.

-10 punti in meno a Grifondoro per l'intervento sgradito- non la degnò di uno sguardo, lo teneva puntato sul ragazzo, come un serpente che aspetta un passo falso della sua preda, per attaccare.

-Ma..-

-Vuole prolungare la sua punizione Signorina?- chiese freddo.

Guardava Jean con divertimento e rabbia, senza dubbio si stava godendo quel momento di paura, anzi puro terrore, come leggeva negli occhi di quell'idiota.

-I-io..- deglutì

-Vada apposto, 50 punti in meno per la sua codardia- si diresse verso uno scatolone e lo mise sulla scrivania, ne uscì un rospo e gli puntò la bacchetta addosso -Crucio!- subito il rospo prese a contorcersi e emettere piccoli versi di dolore, -questi sono gli effetti della Cruciatus, peccato che non sia molto legale usarla- sospirò.

-Signorina Beker vuole venire a spiegarmi la Maledizione Imperius ed eseguirlo su questo animale?- la ragazza si alzò e si diresse verso il rospo con la bacchetta sguainata.

-Imperio- e subito il rospo prese a ballare, provocando l'ilarità di tutta la classe, tutta eccetto il professore, che la guardava impassibile -questo incantesimo serve ad imporre la propria volontà su altri esseri viventi-.

-Adesso mi spieghi a cosa serve l'Anatema Mortale e lo esegua su quel rospo- lei spalancò gli occhi, ma guardando l'espressione del professore capì che se non l'avesse fatto l'avrebbe sicuramente sgridata e punita.

-Perdonami- sussurrò al rospo -Avada Kedavra- un fascio di luce verde fuoriuscì dalla sua bacchetta, ed andò a colpire il povero animale, che si accasciò a terra senza vita, -questa maledizione..uccide- disse con un filo di voce.

-Bene, può andare a posto- si rivolse alla classe -per domani voglio che facciate un tema di 20 centimetri su queste maledizioni.-

Finita l'ora tutti se ne andarono, e lui andò nel suo ufficio, e sedette nella sua poltrona, quella da cui osservava ogni sera la ragazza, mentre scontava la punizione.

Ricordò improvvisamente di aver dimenticato un libro che gli serviva nell'aula, stava per tornare, aveva già aperto la porta, che vide Calypso che si toglieva la giacca della divisa e prendeva il rospo che aveva ucciso e lo avvolgeva in un pezzo di stoffa nera che aveva fatto comparire con la magia, -mi dispiace piccolo, non avevo scelta- e lo portò fuori, Draco si diresse alla finestra, intuendo ciò che la ragazza aveva intenzione di fare e la osservò stupito scavare una buca con le mani e sotterrarci il rospo.

Perchè mai si dava tanta pena per uno stupido animale?

La sera, durante le ore di punizione, gliel'aveva chiesto curioso, l'aveva vista abbassare gli occhi e rispondergli piano: -ogni essere meriterebbe di vivere, che sia umano o animale non ha nessuna importanza, ha avuto una morte indegna, come minimo doveva essere sepolto- e lui l'aveva guardata stupito da tanta saggezza e sensibilità in una ragazzina di 17 anni, lui non era mai stato così saggio alla sua età, nemmeno ai suoi vent'anni di adesso, figuriamoci.

-Era una creatura inferiore- disse come se fosse ovvio.

-Secondo chi?-

-E' un dato di fatto-

-Non credo..aveva lo stesso diritto di vivere di te-

-Vuoi paragonarmi ad un rospo?!- aveva chiesto indignato, lei guardando la sua faccia era scoppiata a ridere, e lui ne era rimasto un attimo incantato.

Aveva una bella risata, non troppo rumorosa, ma piacevole, e quando la sentivi ti veniva voglia di ridere con lei.

In seguito erano rimasti in silenzio fino alla fine della punizione e quando lei se ne era andata, lasciandolo solo nel suo ufficio, per un momento,ma solo per uno avrebbe voluto risentire quel bellissimo suono, e vedere nuovamente i suoi occhi illuminati da un luccichio di divertimento.

Passarono alcuni giorni da quella sera, ed ogni volta Draco si stupiva dei sentimenti protettivi e di gelosia che provava nei confronti della ragazza, una sera aveva avuto un altro episodio di mal di testa, con conseguente dilatazione delle pupille, non le aveva nemmeno fatto finire la punizione, che l'aveva subito accompagnata dall'infermiera della scuola a farla controllare, ed a nulla erano servite le sue proteste ed i suoi tentativi di convincerlo di star bene, se l'era presa in spalla e trasportata in infermeria.

Oppure quando quel cretino di Seed aveva provato a baciarla nel corridoio, lui era intervenuto prontamente, molto accigliato e aveva tolto un sacco di punti a Grifondoro, e li aveva interrotti anche altre volte, sembrava che quel ragazzo non si desse mai per vinto e cogliesse ogni minima occasione per metterle le mani addosso. Inammissibile!

Si diceva che era normale, le aveva salvato la vita, era logico che adesso si preoccupasse della sua incolumità, di lei..ma questa scusa faceva acqua da tutte le parti, anche alle sue orecchie, e questo lo irritava profondamente, ed ogni volta che provava qualcosa del genere se la prendeva con lei, e da lì sfociava un'accesa discussione.

Una sera, quando lei aveva finito la punizione e stava per andarsene, era arrivata un affannata Adele Smitt che le aveva sussurrato delle cose all'orecchio, facendola impallidire ed uscire quasi di corsa, lui naturalmente e aveva seguite di nascosto, sentendo come una puzza di bruciato, ed adesso si trovava al freddo della foresta proibita, con loro due che si erano incontrate con Jeff Sauders che, se possibile era più spaventato di loro.

-Com'è possibile che si sono persi?- chiese Calypso

-Non lo so, mi avevano detto di aspettarli qui, ed io l'ho fatto..è da un'ora che li aspetto-

-Ma perchè siete venuti qui?- chiese apprensiva Adele.

-Jean voleva prendere dei fiori per lei- indicò Calypso -dei fiori rari e bellissimi, che crescono soltanto qui..e Jimmy lo ha accompagnato, io ho provato a fermarli, ma non mi hanno ascoltato, dicendomi che avrebbero fatto in cinque minuti, che dovevo restare qui a fare la guardia..- disse sconsolato.

-Vado a cercarli- disse Calypso

-Cosa?NO!Potresti perderti anche tu-

-Non preoccupatevi ho molto senso dell'orientamento- sorrise

-E se incontrassi qualche animale feroce?- chiese preoccupata Adele

-So difendermi, aspettatemi qui,- e senza farsi vedere da Jeff fece l'occhiolino ad Adele che arrossì -non chiamate per nessun motivo i professori, o ci espellerebbero tutti-

-Ma se non torni..?- chiese terrorizzata la castana

-Se non torno..- sospirò -di mattina avvertirete i professori, ma tornerò giuro- prese la bacchetta e si avviò verso la foresta.

Draco la seguì di nascosto, con gli occhi puntati su di lei, procedeva veloce e se provava timore non lo dava a vedere, si faceva luce con la bacchetta tremando di freddo, quell'incosciente non si era nemmeno portata uno stupido mantello!

Stupida Grifondoro senza cervello!

Camminò ancora per una ventina di minuti, quando ad un trattò si sentì un rumore di zoccoli, correvano veloci verso di lei,che prese a correre.

Dopo alcuni metri la raggiunsero e formarono un semicerchio intorno a lei.

-Avevamo detto che non volevamo umani nella nostra casa- parlò un centauro molto grosso, forse il più grosso di tutti.

-Non sono qui per farvi del male, sto cercando dei miei amici, si sono persi da queste parti- disse all'apparenza calma e tranquilla.

-Non ci interessa, non dovevate venire qui, ed adesso pagherete, tu ed i tuoi amici- caricò per attaccare, e lei chiuse gli occhi, prevedendo la fine imminente, ma Draco nel momento stesso in cui il centauro la attaccò la buttò di lato e schiantò il centauro.

-Malfoy..cosa ci fai..- lui corse da lei e la fece rialzare con forza, la prese per il braccio e si mise a correre, non ce l'avrebbero mai fatta contro tutti quei centauri, e se li doveva affrontare avrebbe prima messo al sicuro la ragazza.

-Muoviti!- le ordinò, era lenta, troppo lenta.

Corsero a perdifiato per almeno dieci minuti, sorpassando gli ostacoli delle buche, dei rami degli alberi ecc, e con alle calcagna i centauri, più furiosi che mai.

Arrivarono in un dirupo, probabilmente fuori dai confini della foresta proibita, e presero l'immediata decisione di saltare, sotto c'era un fiume ed un tratto di terra, dovevano essere almeno a 20-25 metri d'altezza, con un po' di fortuna sarebbero caduti nell'acqua.

-Non c'è alternativa..- constatò lei.

Saltarono e nella foga del momento allentò la presa al braccio e la lasciò, cadde dolorosamente in terra e gli ci volle qualche minuto per riscuotersi, si alzò dolorante,aveva sbattuto un fianco in un masso, doveva sanguinargli, perchè gli bruciava parecchio. Cercò a tentoni la bacchetta,ma non la trovò, e la poca luce non lo aiutò di certo -Beker?- chiamò, ma nessuna risposta gli giunse, si guardò intorno -BEKER!?- urlò al vento.

Guardò il fiume e vide delle bollicine, quella stupida doveva essere finita lì in mezzo, si tolse il mantello e la camicia in fretta, si tuffò e si immerse ad occhi aperti cercandola.

La vide, era quasi sul fondo, inerme, doveva essere svenuta, la raggiunse più in fretta che potè e la portò a riva.

Controllò i battiti e vide che c'erano, ma aveva le labbra viola per il freddo, l'acqua di quel fiume era congelata, quindi la spogliò, facendola rimanere completamente nuda, e le mise il suo mantello.

Si mise la camicia e se la portò seduta sulle sue ginocchia, stringendola a sé nel tentativo di scaldarla.

-Non ti azzardare a morire hai capito?!- le sussurrò -o giuro che me la paghi-

Non devi morire,tieni duro,ce ne andremo di qui.. si guardò intorno sperando in un miracolo, perchè soltanto questo avrebbe potuto salvarli.

***************

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


derb

***************

Aveva male a tutto, i polmoni le bruciavano, la testa le girava, e la gola era riarsa, ma stava stranamente bene, al calduccio, avvolta in qualcosa di caldo e confortevole, che fosse morta?

Aprì lentamente gli occhi, tentando di mettere a fuoco nella penombra, e vide una testa, si spaventò e si mosse cercando di sfuggirgli, ma quando le parlò riconobbe subito la voce e si tranquillizzò, accoccolandosi tra le sue braccia.

TRA LE SUE BRACCIA?! Si ritrasse di scatto provocando l'ilarità del biondo che ancora la stringeva a sé -lasciami!- lui allentò la presa, ma non la lasciò completamente.

-Non sembrava ti dispiacesse fino a qualche minuto fa- fece malizioso.

-Ero svenuta!- disse irritata -C-che cosa è successo?- chiese poi.

-La tua avventatezza ci è quasi costata la vita- ritornò serio e duro, lei lo guardò in attesa di ulteriori spiegazioni -siamo saltati da quel dirupo e tu sei finita nel lago, quasi annegata, sono dovuto venire io a salvarti, perchè stavi annegando ed in seguito morendo assiderata-

-Io..- si guardò e notò che indossava il suo mantello e..basta?! -mi hai spogliata?!- chiese indignata ed imbarazzata allo stesso tempo.

-Direi-

-Non ti dovevi permettere, non ne avevi il diritto!- gli aveva urlato.

-Volevi forse morire di freddo? O farti venire la broncopolmonite?!- urlava anche lui, e guardandolo nella penombra lei notò una cosa, era più pallido del solito, ed aveva le labbra e le unghie viola.

-Ma tu stai congelando!- esclamò stupita, senza pensarci un attimo si tolse il mantello e glielo mise sulle spalle, coprendolo, facendogli stringere i lembi del mantello nei pugni chiusi, e poi si tirò su, appoggiando la schiena al duro torace di lui, e avvolse le sue braccia intorno al suo corpo.

-E' forse un tentativo di seduzione?- sussurrò ironico al suo orecchio.

-NO!Stupido idiota, non voglio averti sulla coscienza, e non voglio morire nemmeno io..il mantello ci riparerà dal freddo e i nostri corpi si scambieranno calore- disse arrossendo, ma perchè quella serpe fraintendeva tutto?

-Come hai fatto ad arrivare in tempo? Che ci facevi qui?- chiese curiosa dopo qualche minuto.

-Sapevo che saresti stata tanto incapace da farti quasi ammazzare-

-Mi hai seguita?!- chiese scioccata.

-CERTO!Avevo intuito che stavate per mettervi nei guai e giuro che questa me la pagate, ho in mente almeno un centinaio di punizioni per voi!- stranamente sentirlo lamentare e dire cattiverie era confortante, almeno la situazione non era così critica da demoralizzarlo..consolante no?

Con tutto che era nuda tra le braccia della persona più antipatica ed arrogante di tutto il mondo magico, in quel momento ringraziò di essere con lui, di essere tra le sue braccia, si sentiva al sicuro, protetta..se ci fosse stato Jean al posto suo non credeva che si sarebbe sentita così, Malfoy per quanto potesse detestarla, l'aveva salvata più volte, mettendo in pericolo la sua stessa vita..non era del tutto sicura che Jean avrebbe fatto altrettanto.

-Malfoy..grazie-

-Non l'ho fatto per te- disse freddo.

-Lo so..- disse triste -ma comunque l'hai fatto..è questo l'importante- lui non rispose, stettero in silenzio per un po', al punto che Calypso pensò che lui si fosse addormentato.

-Malfoy, MALFOY!- lo chiamò allarmata.

-Che c'è?- chiese scontroso.

-Non addormentarti..al freddo non ci si deve mai addormentare..o si corre il pericolo di non svegliarsi più!- spiegò preoccupata.

-Da quando in qua ti preoccupi per me?- chiese ironico.

-Non sono preoccupata per te..è solo che..non voglio restare sola in questo posto..e non voglio che muori abbracciato a me..mi farebbe..paura..- disse piano.

-Oh oh qualcuno qui si sente a disagio ad ammettere che tiene a me- la prese in giro.

-IO NON TENGO A TE, è solo che non voglio che muori qui, con me... appena torneremo a scuola potrai morire tranquillamente se ti va-

-Certo certo..- calò di nuovo il silenzio.

-Parlami!-

-Che vuoi che ti dica?- chiese infastidito.

-Non lo so qualsiasi cosa, ma basta che stai sveglio-

-Raccontami qualcosa tu, visto che ci tieni tanto-

-I-io lo farei, ma non ho niente da raccontarti, nessun ricordo..nessun.. niente- disse triste

-Forse è meglio così, finirei di sicuro per addormentarmi- lei gli diede una gomitata -Ahi!- si lasciò sfuggire e lei avvertì nel gomito un qualcosa di bagnato e viscido..

-Ma tu sei ferito!-

-Non è niente-

-Come non è niente, ti sanguina il fianco!-

-E' solo un graffio, basta che non mi dai più gomitate e starò bene- disse freddo.

-Perchè mi hai salvata quel giorno a Nocturn Alley?- chiese dopo un po' di silenzio.

-Non lo so- capì che era sincero -non hai riacquistato nemmeno un piccolo frammento di ricordo?- cambiò argomento.

-No..io..mi sforzo di ricordare, ma è tutto inutile..non ci riesco..- disse sconsolata.

-...-

-Credo che non ricorderò mai nulla della mia vita precedente..-

-Ho sentito che Silente sta studiando un incantesimo, credo che ce la farà, è un vecchio bacucco, però è molto potente-

-Lo spero..- sospirò -quando quella sera all'infermeria te ne sei andato mi hai detto: “sei qui da oltre cinque giorni, e nessuno è venuto a cercati, non credo che qualcuno tenga così tanto a te”, credo che tu abbia avuto ragione, nessuno teneva a me..nessuno si è preoccupato di cercarmi..- disse con gli occhi lucidi.

-Si che sarebbe un sollievo liberarsi di te, ma non è detto che non ti abbiano cercata..magari ti hanno cercata e non ti hanno trovata, dandoti per morta..oppure sono morti tutti, o non avevi nessuno..-

-E' questo che mi preoccupa, che razza di persona ero, se alla mia scomparsa nessuno si è disperato, nessuno ha fatto di tutto per cercarmi.. che razza di persona ero, se sono stata sola per tutta la vita?- singhiozzò e calò il silenzio.

-Mi sembra che qui però hai fatto amicizia con molti, c'era quell'idiota di Seed che si sarebbe fatto espellere per portarti degli stupidissimi fiori..- disse freddo, ma nell'ultima parte colse una vena di irritazione.

-Non dirmi che sei geloso..- scherzò lei.

-Ma figurati, io sono l'uomo più bello ed ambito della scuola, molte pagherebbero per essere al tuo posto in questo momento- disse superbo.

-Pagherebbero per essere sperdute, doloranti, infreddolite e nude, cadute da un dirupo per sfuggire a morte sicura e perse?- parlò a vanvera.

-Pagherebbero per stare tra le mie braccia- la strinse di più a sé -..nude per di più- rise, e lei gli diede una gomitata, facendo però attenzione a non colpire la ferita.

-Non pensi di essere un po' troppo arrogante a volte?-

-Io me lo posso permettere-

-Si, ma questo non vuol dire che devi per forza esserlo-

-Stai sempre a criticare..Ma non ti stai mai sulle palle tu?- chiese ironico.

-No, però in compenso mi stai tu sulle palle, va bene lo stesso?- rispose con sarcasmo.

-Sai sarà il freddo a farmi parlare, ma a volte mi sembri quasi simpatica, quasi- la prese in giro.

-Io sono sempre simpatica, quando non mi si fa arrabbiare-

-Si..certo certo-

-Perchè non hai fatto il Mangiamorte?- questa domanda gliel'aveva già fatta, ma lui non le aveva risposto, e lei voleva sapere.

Lo sentì sospirare -Se te lo dico poi stai per qualche minuto zitta?- lei annuì -io ho quegli ideali, sono nato in una famiglia che fin da quando ero piccolo mi ha insegnato che i babbani ed i mezzosangue erano inferiori, e come ho detto prima io lo condivido pienamente..ma non vedo perchè se loro non mi disturbano io devo andare ad ucciderli, io li ignoro, a patto che loro ignorino me, e mi stiano alla larga..non capisco tutto questo bisogno di ucciderli-

-Hai ragione, questa guerra non ha né capo né coda..e poi i Mangiamorte obbediscono ad un idiota che ha manie di grandezza, e che per quello che pensa ed insegna ad i suoi adepti dovrebbe essere il primo a morire-

-Sei informata bene- si stupì.

-Si ho letto dei vecchi articoli di cronaca e Silente mi ha spiegato alcune cose, e non condivido il tuo pensiero che i babbani ed i mezzosangue siano inferiori ai purosangue-

-Punti di vista- rispose distratto.

-Sei mai stato innamorato?-

-Cosa?- chiese spiazzato dal repentino cambiamento di discorso.

-Sei mai stato innamorato?- ripetè.

-E questa domanda da dove salta fuori?-

-Non lo so, mi è venuto in mente, allora?-

-Non che siano affari tuoi, ma no, non sono mai stato innamorato-

-Capisco..-

-E tu?-

-Domanda idiota Malfoy, ponimene un'altra degna della tua grande intelligenza- lo prese in giro.

-Sei innamorata di Jean Seed?- le chiese -questa è abbastanza intelligente?-

-No, non proprio..comunque no, non sono innamorata di Jean, lui mi sta simpatico, e mi piace stare con lui, ma..manca la scintilla, il batticuore, le farfalle nello stomaco, il sangue che si rimescola nelle vene..la voglia di stare insieme a lui, la voglia di intimità..gli sguardi complici..la passione che brucia e consuma..la gelosia..manca tutto questo, quindi no non sono innamorata di lui- disse sicura.

-Mi sa che hai una versione un po' troppo romanzata dell'amore-

-E allora tu come lo vedi?- chiese offesa

-Non lo so..- scrollò le spalle -appena lo saprò verrò sicuramente a dirtelo- ironizzò.

-Io ti aspetterò- lei era seria.

Passarono le ore così, a parlare, a battibeccare ed a conoscersi, ed alle prime luci dell'alba, quando ci fu abbastanza luce per cercare le bacchette, decisero che era il momento di cercare di tornare a scuola.

Calypso con addosso ancora il mantello di Draco, trovò ed indossò i suoi vestiti, ed in seguito la sua bacchetta.

-Tieni, grazie- gli porse il mantello piegato.

-Tienilo, sfigata come sei ti salirebbe immediatamente la febbre- lo rifiutò, lei sorrise, aveva capito che dietro gli insulti, c'era una lieve cortesia e lo indossò di nuovo.

Draco trovò, finalmente, la sua bacchetta, fortunatamente integra e con un incantesimo fece comparire una scaletta per risalire nel dirupo.

-Sali prima tu, ci mancherebbe soltanto che tu cadessi di sotto e non ci fosse nessuno a prenderti- lei gli fece la linguaccia ed iniziò a salire.

-Se mi guardi sotto la gonna ti uccido!-

-Ti ricordo che ti ho già vista nuda, quindi non sarebbe poi tutta quella novità- disse malizioso.

-TI UCCIDO!-

Salirono e ripercorsero la foresta ed arrivarono al punto in cui lei aveva detto a Calypso di aspettarla, trovandovi Jeff ed Adele che dormivano abbracciati sorrise -che carini!- ma poi vide Malfoy svegliarli in malo modo, -ma che cavolo fai?!?!- chiese indignata.

I due si svegliarono di soprassalto e si guardarono intorno spaventati, videro Calypso e la ragazza corse ad abbracciarla.

-Stai bene?Cosa hai fatto tutto questo tempo?Ti sei persa?Eravamo così preoccupati!- disse apprensiva, l'altra rise.

-Sto bene, diciamo che si mi sono persa, ma niente di grave- l'amica si staccò -e Jean e Jimmy?-

-Sono a scuola, sono tornati un'ora dopo che tu te ne eri andata, con quei dannati fiori e con un polso slogato Jean ed una caviglia rotta Jimmy.. noi abbiamo voluto aspettarti-

-L'ho visto..-le sorrise maliziosa e l'altra arrossì, si girò dall'altra parte e granò gli occhi alla vista del professore.

-Pr-professor Malfoy..- balbettò, l'altro annuì secco.

-Tornate subito tutti a scuola, penserò dopo alle punizioni da darvi, intanto 100 punti in meno a Grifondoro-

-Dirà..a Silente?- chiese timido Jeff.

-No, lui non saprà nulla di questa..avventura, ci penserò io a punirvi per bene, non si preoccupi- rispose freddamente.

Gli altri sospirarono sollevati, e Calypso lo guardò grata, si avviarono verso la scuola, tutti sollevati, e tutti e quattro con la consapevolezza che quella notte qualcosa era cambiato.


Si avviò verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, per l'ennesima sera in punizione, ed anche se era stanchissima e assonnata, era un po' più serena, Adele e Jeff erano tornati insieme, e lei, lei aveva visto una parte di Malfoy nuova, diversa, che non a tutti era dato vedere, e non lo vedeva più come “l'arrogante bastardo platinato” , ma come “l'arrogante bastardo salvatore platinato” un gran passo avanti no?

Bussò e la sua voce le intimò di entrare, lo guardò e lo vide seduto alla sua scrivania intento a riordinare dei fogli, poi la raggiunse e la superò, senza degnarla di un'occhiata -questa sera passerai la tua punizione in un altro posto- si incamminò e lei lo seguì, fino all'aula di pozioni, dove erano raggruppati diversi mucchi di erbe.

-Piton mi ha chiesto il favore di tagliare queste per lui, ma tu lo farai al posto mio, questa è la tua punizione di sta sera- lei sgranò gli occhi -puoi iniziare- ed andò a sedersi sopra la scrivania.

Lei si incamminò e prendendo il grosso coltello, iniziò a tagliuzzare e sminuzzare -voglio un lavoro preciso ed accurato, sai com'è Piton..e non voglio fare una figuraccia per colpa della tua incompetenza- lei strinse di più il coltello e non rispose.

Tutto qui?..

Quando si era avviata per andare alla sua giornaliera punizione, c'era andata tranquilla, quasi entusiasta, convinta che non sarebbe stato lo stronzo di prima, che qualcosa tra loro due fosse cambiato, si erano detti la verità l'un l'altro, avevano passato ore abbracciati a capirsi, a conoscersi, e lei credeva davvero di aver visto una parte nuova di lui, una parte molto recondita, nascosta da strati e strati di arroganza e freddezza..ma a quanto pareva si sbagliava, forse aveva ragione lui, era davvero il freddo a farlo parlare e comportare a quel modo, non c'era altra spiegazione.

Povera illusa, credevo di aver scoperto il suo vero io, ma sono soltanto una stupida pensò triste.

Finì rapidamente, ma aveva la testa completamente altrove, e la sua distrazione le costò parecchi tagli alle dita, che subito si curò di nascondere al professore, non voleva che li vedesse, non voleva che commentasse malignamente, c'era rimasta già troppo male per il suo comportamento di prima.

-Ho finito- disse tenendo i pugni chiusi.

-Bene, fammi vedere le mani- disse freddamente, e lei se le portò dietro la schiena, nascondendole alla sua vista - Non ti ho chiesto mica il codice del tuo conto in banca, soltanto di vedere le tue mani- le fece il verso, e lei strinse i pugni.

-Non c'è niente da vedere nelle mie mani-

-Ah no? Allora perchè le nascondi dietro la schiena?-

-Non sono affari tuoi, adesso scusami, ma sono molto stanca- cercò di superarlo, ma lui fu rapidissimo, le fu davanti in un attimo e le prese con forza le braccia, costringendola ad arrendersi, poi le aprì i pugni chiusi. Controllò le sue mani e vide i tanti taglietti pieni di sangue sulla sua pelle, alcuni molto piccoli, altri un po' più profondi, fece apparire delle bende e le fasciò le mani delicatamente -sono incantate, domattina non avrai un graffio- disse freddo, ma lei si stupì comunque, perchè le riservava quella cortesia?

-Grazie..-

-Guarda che non lo faccio per te, per quanto mi riguarda potresti anche morire dissanguata, ma se qualche professore, o Silente vedesse i tuoi tagli mi darebbero noia- lei lo guardò ferita -adesso vattene sono stanco- la cacciò in malo modo e lei con le lacrime agli occhi raccolse le sue cose e se ne andò.

Nei corridoi si asciugò la piccola lacrima che le era scivolata lungo le guance, no, non avrebbe pianto, era solo colpa sua, solo e soltanto colpa sua, si era costruita castelli di sabbia per aria, ed adesso la dura realtà li aveva buttati giù.

Bene, almeno adesso sapeva davvero con chi aveva a che fare.

*************

Ringraziamenti:

Nika_night: grazie per la recnsione:) vedrò di provvedere al problema delle frasi..mmm il finale è già delineato nella mia testolina pazza, quindi cercherò di aggiornare spesso.. x Draco..non ce lo vedo a farsi male, lo vedo più come un superuomo, ma vedremo cosa si può fareXD 

kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


lff

Passarono le settimane e le cose non migliorarono, lui la trattava freddamente, e lei rispondeva alla cortesia, non parlavano quasi mai, lui si limitava ad interrogarla ed a spiegarle le punizioni che doveva eseguire, e lei a rispondere.

Una sera, mentre correggeva i compiti dei bambini del terzo anno, sentì un leggero bussare alla sua porta, seccato diede il permesso di entrare, e vi entrò timida Calypso -Posso?- chiese nervosa ed imbarazzata.

-Che vuoi?- chiese irritato.

-I-io..-

-Non sei un po' in anticipo per la tua punizione?-

-Non sono qui per questo..-

-Allora?-

-Ho un tratto di pelle come insensibile, congelato..- disse imbarazzata.

-E cosa vuoi da me?- era sempre più irritato, quella ragazzina doveva smetterla di perseguitarlo, prima i suoi pensieri, poi i suoi sogni, ed adesso anche la realtà.

-M-madama Chips non sta bene, e Piton mi ha detto che aveva da fare e quindi di venire qui da te, mi avresti dato la soluzione- disse piano, con gli occhi sulle sue scarpe.

-Anch'io ho da fare- disse secco.

-L-lo so, ma è davvero urgente..non sarei qui se no..-

Sospirò, le avrebbe dato una stupida pomata, così se la sarebbe tolta dai piedi in fretta – da cosa è causato?-

-Non lo so...ce l'ho da sta mattina- rispose piano lei.

-Sei veramente un caso disperato- si alzò -fammelo vedere-

-C-cosa?- chiese allarmata.

-Il tratto di pelle congelato, cos'altro!?- rispose irritato.

-I-io..non puoi darmi una pozione e basta?-

-No, devo vedere di che si tratta- era veramente molto seccato -quindi muoviti non ho tempo da perdere-

-E' in una parte un po'..privata- sussurrò.

-Non mi interessa, quindi se vuoi il mio aiuto devi muoverti-

Lei annuì rossa come un pomodoro, e cominciò a sbottonarsi la camicia, -che stai facendo?- chiese lui stupito, indeciso se fosse uno dei suoi soliti sogni o un'improbabile realtà.

-E'..qui..- mormorò, si indicò poco sopra il seno sinistro e lui deglutì e le si avvicinò.

-Sbrigati- cercò di mantenersi freddo.

Lei continuò a sbottonarsi la camicia, e poi se la scostò dalla spalla sinistra, ed abbassò la bretella del reggiseno blu, facendo vedere una grossa macchia quasi grigia, lui si avvicinò di più e la sfiorò piano con le dita, lei sussultò -senti qualcosa?- lei scosse la testa e lui continuò a sfiorarla piano, cercando di mantenere il controllo ed al contempo capire a cosa fosse dovuta quella insensibilità.

-Potrebbe essere di qualsiasi cosa, una specie di reazione allergica o altro..- era come incantato dalla sua pelle, così delicata e morbida -dimmi cos'hai usato negli ultimi quattro giorni?- le chiese piano.

-Beh..ho usato un bagnoschiuma al latte, il solito profumo..creme non ne metto lì, la uso soltanto per le mani..- spiegò imbarazzata.

-Nient'altro?-

-No..- ci pensò -ah..ehm..due giorni fa per sbaglio Jean mi ha versato addosso un po' di pozione-

-Che tipo di pozione?-

-Anestetizzante, per le ferite magiche..-

-Il solito idiota..- si allontanò a malincuore da lei e prese dal cassetto della sua scrivania una piccola ampolla di vetro -bevi questa sta sera e domani mattina, in poche ore non avrai più nulla-.

Lei si ricompose, si rialzò la bretella del reggiseno ed riabbottonò la camicia -grazie- prese con mani tremanti l'ampolla che le porgeva.

Si avviò verso la porta, ma fu fermata dalla fredda voce di lui -questa sera salteremo la punizione, sono stanco- la guardò annuire senza voltarsi, non voleva correre il rischio di perdere il controllo e di sbatterla a muro e prenderla come desiderava fare da un sacco di tempo.


La sera di Halloween era arrivata, aveva sentito gli alunni in fermento, tutti erano entusiasti dell'annuale festa in Sala Grande, lui aveva preso la notizia con freddezza, se non con noia quando aveva saputo che anche i professori avrebbero dovuto mascherarsi.

Adesso stava legando al collo il mantello del suo costume, si era deciso a vestirsi da vampiro, tutto di nero come piaceva a lui, a parte il lato interno del mantello che era rosso. Il pallore del suo viso si intonava perfettamente, e per l'occasione aveva fatto un incantesimo ai suoi denti allungando leggermente i canini.

Si chiese come si sarebbe mascherato Piton, o la Mcgranitt, o meglio Silente, rise mentalmente immaginandolo vestito da fungo.

Chissà come si vestirà lei..scosse la testa, non doveva pensare a lei, se l'era ripromesso, lei non contava niente per lui, niente meno di zero!

Uscì dalla sua stanza e si avviò lungo il corridoio, sarebbe stata una serata veramente pallosa, se non per il fatto che avrebbe visto suo zio Severus vestito in maschera, camminò lentamente e si fermò un attimo dietro l'angolo per sistemare il laccio del mantello che si era slegato, quando sentì delle voci.

-Stai benissimo, appena ti vedrà impazzirà!- disse entusiasta la prima voce, che lui riconobbe subito.

-Non è vero..è troppo..troppo..- disse un'altra imbarazzata.

-Giuro che stai benissimo, se ti stesse male te lo direi no?-

-..E' troppo osè!A Jeff verrà un infarto appena mi vedrà!-

-Si, ma per la tua bellezza, non per altro credimi- dalla sua voce capì che doveva sorridere.

-Non so Caly..-

-Adele fidati di me, con questo costume il tuo caro Jeffino schiatterà- rise -dai l'abbiamo scelto apposta per questo-

-E tu, chi vuoi far schiattare con quel costume?- chiese maliziosa.

-Nessuno- disse velocemente.

-Menti..-

-Invece no, non voglio conquistare nessuno- disse sicura.

-E Jean? Ti assicuro che non appena ti vedrà ti cadrà ai piedi come una pera-

-Che sei esagerata- rise.

-Ma proprio non ti interessa Jean?-

-Non lo so..sono confusa- disse sincera Calypso.

-Beh sicuramente questa sera ti chiarirai le idee, perchè ti assicuro che ti bacerà, e proverà a portarti in camera- disse tra il serio e il divertito Adele.

-E tu cosa ne sai?- chiese divertita.

-Io sono una veggente-

-Ah giusto..perchè non prendi il posto di quella vecchia bacucca della Cooman allora?Perchè a quella non la reggo più-

-Lo farò senz'altro..- rise -ti ha detto qualcos'altro quella cretina?-

-Si, che il mio passato ed il mio futuro è legato ad una casata importante e bla bla bla, devo discernere e scegliere tra passato e futuro ed altre cretinate così..-

-Mmm bene..adesso andiamo prima che ci ripensi e torni nel dormitorio a mettermi un lenzuolo sopra questo abito indecente!- scherzò.

-Non te lo permetterei mai- voci lontane.

Ricominciò a camminare, con i pugni chiusi, non avrebbe permesso che l'affermazione della Smitt si realizzasse, che fosse una veggente o no, avrebbe impedito quell'eventualità, Calypso non sarebbe mai, mai andata a letto con Jean Seed, anche al costo di farle un imperius e costringerla a rifiutarlo, oppure legarla ad una sedia in un'altissima torre, sorvegliata da un drago (lui) in un paese sperduto nel mondo..forse si era un po' inspirato ad una favola babbana, rabbrividì.

Comunque sia li terrò d'occhio tutta la sera..

Entrò e tutte le ragazza presenti nella sala se lo mangiarono con gli occhi, era veramente bellissimo, tutte tranne una, che era di spalle e molto probabilmente non aveva notato la sua entrata trionfale, ma poi lei si girò a guardarlo.

Aspetta un secondo..

La guardò meglio, e ne rimase scioccato ed incantato allo stesso tempo, era semplicemente bellissima!

Aveva un vestito da odalisca orientale, bianco, la gonna era di stoffa sottile, con degli spacchi laterali, lunga poco sopra i piedi, che seguiva ed abbracciava sinuosa ogni suo movimento, fermata alla vita da una cintura di strass, perle e brillantini in argento, la specie di reggiseno, perchè in altro modo non si poteva chiamare, era tutto ricamato da perle ed aveva dei sottili e corti fronzoli, sempre di perle, che le scendevano nell'addome piatto, ed anche nelle braccia, dove aveva dei bracciali che iniziavano dai polsi per finire qualche centimetro sopra i gomiti.

Aveva il viso truccato, gli occhi scuri allungati dall' eyeliner ed i capelli, leggermente arricciati per l'occasione, spinti indietro da una sottile fascia bianca, nell'insieme era semplicemente sublime.

Irritato scoprì di non essere il solo a pensarla a quel modo, perchè tutti i maschi della sala la guardavano ammaliati e le chiedevano questa o quella danza.

La guardò per tutta la sera ridere e scherzare e passare da un cavaliere all'altro, sempre più irritato, aveva fatto ricorso a tutto il suo autocontrollo per non schiantare tutti quegli impertinenti, anche se si era fatto una lista mentale di chi avrebbe casualmente interrogato e punito nei prossimi giorni.

-Draco non ti diverti?- la voce di suo zio lo fece tornare alla realtà, lo guardò, era vestito normalmente di nero, ma al viso portava una piccola maschera scura, ovvio Severus Piton non si sarebbe mai mascherato.

-No zio, al contrario mi diverto molto- rispose freddo.

-Hai guardato tutta la sera rabbioso ed incantato quella ragazza, senza guardare altre o ballare con altre, non credo che tu ti stia divertendo-

-Non so di che parli- disse un po' a disagio, non gli andava che venisse scoperto, non voleva che nessun altro sapesse..ma sapesse cosa poi?Che era ossessionato da quell'odalisca?!

-Si che lo sai..e non c'è alcun bisogno di fingere con me- disse freddo -è carina, hai ottimo gusto-

-Zio!- esclamò indignato -non potrebbe mai, mai piacermi quella pezzente!- si girò a guardarla, e la vide ridere con un ragazzo, poco dopo arrivò Jean Seed e le sussurrò qualcosa all'orecchio, lei arrossì ed annuì, e per mano si incamminarono verso l'uscita della Sala Grande, Draco strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

-Non ti piace eh?- indicò i suoi pugni chiusi.

-Devo andare- e lo superò, più che mai deciso ad interrompere quei due, non gli piaceva che fossero da soli, fuori dal suo campo visivo, li seguì fuori, ma non li vide più, svoltò per diversi corridoi sempre più furioso, com'era possibile che in due secondi si fossero volatilizzati?!

Perquisì numerose aule, ed angoli nascosti, ma non li trovò da nessuna parte, alla fine sempre più irritato e deciso ad uccidere tutti e due gli “amanti mancati” (ci avrebbe pensato lui a farli diventare tali) , li trovò. Si stavano baciando dietro la statua della strega orba -Devo aver sbagliato posto, pensavo che questa fosse una scuola, non un bordello- disse con gli occhi che lampeggiavano d'ira.

I due si staccarono all'istante, la ragazza guardava in basso rossa in viso, ed il ragazzo guardava il professore con rabbia, senza dubbio non aveva gradito l'interruzione.

-50 punti in meno a Grifondoro per amoreggiamenti in corridoio, avete qualcosa da dire in vostra discolpa?-

-...- erano scioccati, chi, quale professore se la prendeva tanto per dei baci in corridoio, soprattutto in un giorno di festa?

-Bene, Signor Seed sarà messo in punizione da domani- disse freddo.

-Cosa?Cosa ho fatto?-

-Ha trasgredito le regole della scuola-

-Ma non è vero!- ribattè.

-Sono io il professore, lo dico io!- esclamò irato.

-Ma non stavamo facendo nulla di male!- intervenne Calypso alzando gli occhi.

-Tu signorina vieni con me- le prese un polso ed incominciò a camminare, trascinandosela dietro.

-Che fai?Lasciami!- lei si divincolava, ma era tutto inutile, lui era troppo forte.

-La lasci!- gridò Jean raggiungendoli.

-Tu fatti gli affari tuoi, sei già nei guai così, vuoi che ti faccia espellere dalla scuola?- quello deglutì, se quell'uomo voleva una cosa la otteneva, non c'era niente da fare, ed era capace di tutto pur di fare ciò che voleva, scosse la testa -bene, allora fatti gli affari tuoi e vattene- intimò freddo.

Quello con un ultima occhiata di scuse a Calypso corse via, -JEAN!- chiamò allarmata.

-Lasciami!- lui entrò nel suo ufficio e la lasciò, sigillò di nascosto la porta mentre lei si massaggiava il polso.

-Che cosa stavate facendo?- chiese cercando di stare calmo.

-Niente che ti interessi-

-RISPONDIMI!- le urlò in faccia.

-N-niente..ci stavamo solo baciando..- rispose spaventata.

-E cosa avevate intenzione di condividere poi, un letto?!- chiese sardonico.

-I-io- deglutì facendosi coraggio -ma si può sapere cosa vuoi da me?-

-Cosa voglio da te?!- sussurrò più a sé stesso che a lei -Voglio te!- urlò e la sbattè a muro, immobilizzandole le braccia sopra la testa, la baciò con rabbia e passione, mordendole le labbra, tenne i polsi con una mano, e con l'altra iniziò ad esplorare il suo corpo.

Lei cercava di spingerlo via, ma lui non le dava scampo, le baciò il collo e le slacciò il reggiseno, continuando a lasciare una scia di baci, le morse piano un capezzolo inturgidito, ed a lei sfuggì un gemito che lo fece sorridere, si sbottonò la camicia e slacciò i pantaloni, continuando a baciarla.

Le fece scivolare giù la gonna e lei rimase in una misera mutandina in pizzo bianco, lui gliela scostò e le fece entrare dentro un suo un dito, disegnando cerchi ed arabeschi immaginari in lei, che gemette forte, poi le tolse le mutandine e con le gambe si fece circondare la vita.

Entrò in lei violentemente ed inesorabilmente, lasciandole i polsi ed accarezzandole tutto il corpo, cavolo non si era mai sentito così eccitato in vita sua, la prese più forte e lei urlò di piacere, accarezzandogli i capelli, quando raggiunsero il massimo piacere si accasciarono a terra, cercando di riprendere fiato.

-I-io..- provò a dire piano lei dopo qualche minuto -cosa..-

-Va' a dormire, non voglio più vederti con Seed- disse freddo, si alzò e si rivestì in fretta.

-Cos-cosa significa?Perchè hai..?-

-Non significa niente, avevi voglia di farti scopare da Seed ed invece ti ho scopata io- si legò il mantello e tolse gli incantesimi dalla porta, riaprendola.

-Cosa vuol dire?- chiese con le lacrime agli occhi.

-Vuol dire solo che è stata una scopata..piacevole, ma la cosa si ferma qui, io e te non siamo niente- disse cattivo, le aprì la porta e le fece segno di uscire, ma lei non si mosse, era scioccata, le lacrime le scendevano da sole, senza che nemmeno se ne accorgesse -sei sorda forse?Ti ho detto di andartene!-

Lei raccolse le sue cose e si rivestì in fretta, ed uscì correndo.

Finalmente aveva avverato i suoi sogni, adesso non sarebbe mai più stata la sua ossessione, se l'era scopata, punto e basta, aveva provvisto ai suoi bisogni, aveva concretizzato le sue fantasie, ora poteva affermare con assoluta fermezza che quella ragazzina non contasse nulla per lui, adesso se l'avesse voluta ancora Jean Seed sarebbe stato libero di prendersela.

Faceva questi pensieri, ma nel suo gelido cuore sentiva, sentiva che qualcosa dentro di lui era cambiato, per sempre.

*****************


Ringraziamenti:

Nika_night:grazie x la recensione ed i complimenti:) comunque non credo che lei riuscirà a finire di mettersi nei guai, perchè quando ci prova..beh saranno i guai a trovare lei..come un po' con tutti XD per quanto riguarda l'immunità di Draco..qualcuno deve pur riparare ai disastri che fa la ragazza no?XD

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


df

Pulì bene i libri, che lui le aveva assegnato come punizione per quella sera, non si erano cambiati una parola dalla sera di Halloween, solo brevi fredde frasi, non avevano nemmeno più parlato di ciò che era accaduto quella dannata sera.

Era come se tra loro fosse sceso un baratro, i loro rapporti erano glaciali, ed a lei andava benissimo così.

Quando quella sera era tornata nel suo dormitorio si era buttata nel letto, aveva chiuso le tende ed insonorizzato, ed era scoppiata in un pianto a dirotto, che era continuato fino all'indomani mattina.

Si era sentita malissimo, lui l'aveva usata, usata e poi buttata via come una pezza vecchia, quando le aveva detto quelle terribili parole si era sentita morire.

Quando l'aveva toccata e baciata, per un tempo che era durato un battito di ciglia, si era sentita bene, a casa, si era illusa che lui tenesse in qualche modo a lei, che se perdesse di nuovo la memoria o le succedesse qualcosa, lui sarebbe andato a cercarla in capo al mondo..

Ma questi erano solo sogni, uccisi subito dalla dura realtà, cavolo quanto aveva pianto per quel bastardo, a lui non importava nulla di lei, l'aveva fatto solo per uno sfogo, aveva bisogno di far sesso ed il destino aveva voluto che lei si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato, niente di più.

E questo lo aveva capito soltanto l'indomani mattina, quando aveva deciso che non gli avrebbe mai più permesso di usarla ed umiliarla a quel modo.

-Non significa niente, avevi voglia di farti scopare da Seed ed invece ti ho scopata io- strinse convulsamente la pezza che aveva in mano, anche se erano passati sei lunghi giorni, quelle parole le facevano male, un male tremendo ogni volta che ci pensava.

Mai più..

-La punizione di domani è anticipata al pomeriggio- la riportò alla realtà – mi serve un facchino per portare dei sacchi ad Hogsmeade, e chi meglio di te può ricoprire quel ruolo?!- lei strinse i pugni ma si limitò ad annuire.

Finì di pulire e sistemare i libri, raccolse le sue cose e se ne andò, senza salutare né niente, quel verme schifoso non meritava nemmeno il saluto.

Si incamminò velocemente verso la torre Grifondoro, quando una voce alle sue spalle la fermò -Calypso!- lo riconobbe subito, era Jean, quello che non l'aveva salvata dalle sue grinfie, che aveva permesso che commettesse il più grosso errore della sua vita -Calypso!Ti prego aspetta!- la fermò per un braccio, ma lei lo scrollò via -ti prego ascoltami-.

-Che vuoi?- chiese irritata.

-Scusarmi, so che ho fatto una cosa riprovevole, ma ho avuto paura e..- sospirò -ti prego mi dispiace-.

-Non me ne faccio niente delle tue scuse- riprese a camminare, ma lui la raggiunse.

-Non ti ha fatto niente alla fine, quindi potresti anche smetterla di fare la smorfiosa-

-Non mi ha fatto niente..NON MI HA FATTO NIENTE? TU DOVEVI IMPEDIRE COMUNQUE CHE MI TRASCINASSE CON LUI, DOVEVI DIFENDERMI, MI FAI SCHIFO SEI SOLO UN CODARDO!- gli urlò in faccia.

-Smettila di urlare, che cosa ti ha fatto? Ti ha toccata?- chiese geloso.

-Questi non sono affari tuoi, vattene non voglio più avere niente a che fare con te-

-Io..capisco che sei arrabbiata adesso, ma spero che prima o poi..mi perdonerai..-

-Si, certo riprova tra cinque o sei secoli- e se ne andò, lasciandolo solo e distrutto.


Erano almeno due ore che giravano, lei era già piena di borse e sacchetti, che non ce la faceva più, ma non si azzardava a fiatare, a quanto pareva lui aveva ancora parecchi negozi da visitare.

Questo qui è peggio di una donna..

Entrò in un negozio di quidditch e le ordinò di rimanere fuori, lei obbedì, tirandosi il cappuccio sulla testa, e rimase al freddo ad aspettarlo una decina di minuti.

Quando ne uscì aveva due grossi pacchi in mano -Tieni, portameli- e lei cercò di farsi spazio nelle mani già piene, ma inutilmente.

-Non ci entrano nelle mie mani, sono troppo piena!- esplose.

-Ti ho forse ordinato di parlare?- lei lo fulminò -Non mi sembra-

-Non ho bisogno del tuo permesso per parlare!-

-Invece si-

-Sei solo un cafone e..- un forte boato le fece morire le parole in bocca, si voltò e vide una mezza dozzina di Mangiamorte.

Posò le buste per terra ed estrasse la bacchetta, pronta a tutto, vide che anche Malfoy aveva fatto la stessa cosa.

-Nipote quanto tempo- un Mangiamorte in prima fila si tolse il cappuccio facendosi riconoscere, Bellatrix Lestrange.

-Bellatrix- salutò freddo.

-Un tempo mi chiamavi zia- rise quella, lui alzò le spalle.

-Figlio- disse un secondo Mangiamorte togliendosi il cappuccio e la maschera d'argento -come te la passi?-.

-Bene padre e voi?- rispose freddamente.

-Molto bene, ma tra poco ancora meglio..perchè toglierò di mezzo un traditore del suo sangue-

-Fatti avanti allora, io sono qui- iniziarono a combattere, Malfoy contro sua zia e suo padre e lei contro altri due Mangiamorte, -va' a chiamare aiuto subito!- le sussurrò quando le fu vicino.

-No, io devo combattere!- pietrificò uno dei suoi avversari e congelò l'altro.

-Vai stupida cretina!- disse lui rabbioso, evitando una cruciatus.

-Non ti lascio solo!-

-So cavarmela benissimo, ma se non chiami aiuto ci lasceremo la pelle!- lei sospirò e si guardò intorno, i Mangiamorte erano più rabbiosi ed accaniti che mai, forse avevano davvero bisogno di aiuto.

Corse dal lato opposto, decisa a fare il più in fretta possibile, per poi tornare a combattere, ma fece pochi passi che una mano la afferrò per il cappuccio, costringendola a voltarsi lentamente.

-Dove pensi di andare?- un Mangiamorte le stava davanti, ghignando le lasciò il cappuccio, che scivolò giù e lui la guardò a bocca aperta -Amira?- chiese scioccato.

-Come mi ha chiamata?-

-Amira..sei viva..- le accarezzò piano una guancia, lei fece un passo indietro.

-L-lei chi è?E perchè mi ha chiamata a quel modo?- chiese confusa.

Lui si guardò indietro -non qui..ti svelerò tutto-

-Tutto cosa?- chiese confusa.

-Il tuo passato-

-Sa chi ero?- lui annuì -la prego me lo dica, io non ce la faccio più, non ricordo nulla- disse disperata.

-Ti svelerò tutto a tempo debito- sorrise.

-Quando?- chiese impaziente, lui le guardò lo stemma della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

-Venerdì alle otto, avverti Silente che vengo in pace e soprattutto da solo- disse tornando indietro.

-Chi mi dice che non sia una trappola?- chiese sospettosa.

-Giuro sul mio onore che non alzerò bacchetta su nessuno, se non verrò attaccato- se ne andò, e lei si portò affianco a Malfoy, sanguinante e si smaterializzarono a scuola.

-Che cosa hai fatto piccola stupida?!- chiese irritato.

-Ti ho salvato la pelle-

-Ti avevo detto di chiedere aiuto, non di farci scappare!-

-Stavi morendo se non l'hai notato!-

-Non è vero, me la stavo cavando benissimo!- le urlò.

-Comunque sia non mi importa, ho di meglio da fare- si incamminò verso la scuola, doveva avvertire subito Silente.

-Cioè?- la seguì.

-Cioè non sono affari tuoi!-

-Vabbè comunque non me ne frega niente, devo avvertire Silente- la superò.

-No, devo parlare io con Silente prima- lo raggiunse .

-Assolutamente no- aumentò il passo.

-Invece si, la mia è una cosa più importante- lo sorpassò.

-No!- iniziò a correre e lei gli stese di poco dietro -quanto sei infantile!- accellerò, ma lui la sorpassò comunque.

Quando infine arrivarono nell'ufficio del preside avevano tutti e due il fiatone, ma Draco si ricompose subito.

-I Mangiamorte erano ad Hogsmeade, ci hanno attaccati- disse d'un fiato.

-I Mangiamorte ad Hogsmeade?Per quale motivo?- chiese sbalordito Silente.

-Non lo so-

-State bene?- li guardò, osservando il sangue che colava dal naso del ragazzo.

-Si, stavo combattendo contro di loro, quando questa cretina ci ha smaterializzato qui!- spiegò irritato.

-Ti..ho salvato..la vita- aveva ancora il fiatone.

-Manderò dei gufi agli Auror, controlleranno la zona, - disse calmo -ottimo lavoro ragazzi-

-Avrei potuto ucciderli, se lei non fosse intervenuta, e..-

-Uno di loro mi ha fermata, stava per colpirmi ma poi non l'ha fatto, dice di sapere delle cose su di me, sul mio passato, mi ha chiamato in un modo strano..Amir..Amira..- lo interruppe.

-Ma lo sai che è maleducazione interrompere?-

Lei lo ignorò -Verrà qui venerdì alle otto, in pace, ha giurato che non attaccherà nessuno, se non sarà attaccato, verrà soltanto per spiegarmi chi sono e perchè sono qui..-

-Cosa?Un Mangiamorte qui?!!Assolutamente no!- disse secco Draco.

-Preside la prego, ho bisogno di sapere..- lo supplicò.

-Va bene, lo faremo venire qui- le sorrise, lei lo guardò grata.

-Cosa???Silente non dirà sul serio spero!E se fosse una trappola?- disse allarmato Draco.

-Può darsi, in tal caso saremo pronti ad accoglierlo, la ragazza ha tutto il diritto di sapere- disse calmo.

-MA LEI E' PAZZO!INVITA VOLONTARIAMENTE I LUPI A CENA!-

-Il suo sguardo era sincero, non mi mentiva- disse sicura Calypso.

-E da quando ci fidiamo delle tue impressioni, ti sei già sbagliata delle volte o no?- chiese sarcastico, lei lo guardò ferita.

-Mi fido del suo giudizio Draco, se dice che era sincero lo era-

-E' un Mangiamorte, la sincerità nemmeno la conosce!-

-Lui lo era- disse sicura .

-Certo certo, e noi ci dovremmo fidare dei pareri di una sciocca ragazzina sognatrice?- chiese a Silente.

-Se non acconsentirete a farlo venire andrò io da lui-

-Ti ha detto dove sta?-

-No..-

-E allora come farai a trovarlo piccola stupida!?-

-Non lo so, ma in qualche modo farò-

-Verrà qui, manderemo a chiamare Harry Potter ed i Weasley- disse calmo il preside.

-Grazie- anche se non aveva la minima idea di chi fossero..chi?

-Continuo a pensare che sia una pazzia- mormorò Draco.

-Nessuno ha chiesto il tuo parere- lo rimbeccò Calypso e lui la fulminò con lo sguardo.

-Signorina Baker, sa chi era?- chiese curioso Silente.

-Io..no, mi dispiace..ma so che aveva un che di familiare..-

-Benissimo- sussurrò il biondo.

-Bene, potete andare, mi occuperò io di tutto, vi aspetto qui alle sette e mezza. Buona serata-

Loro uscirono e Draco subito la fermò -non dirmi che sei tanto stupida da cederci, è tutta una farsa, una trappola-

-Non è così-

-Si, e metterai in pericolo tutti noi-

-Non è vero..saprò del mio passato..-

-No, ti dirà un mucchio di sciocchezze e ci rimarrai malissimo, soffrirai e magari morirai pure-

-Non puoi saperlo..-

-Sei solo una stupida sognatrice- le voltò le spalle -un giorno all'altro questi tuoi sogni ti uccideranno- se ne andò.

L'hanno già fatto..




Recensite per favore...mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate..^^ accetto le critiche costruttive, servono a migliorare no?:)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


new chap

Scusate tutti il leggero ritardo, ma ho avuto un pò di impegni...e poi mi è venuta un'improvvisa ispirazione x una FF che avevo lasciato a metà a natale..bruttissimo il blocco della pagina bianca..comunque vedrò di fare tutte e due, anche perchè questa so già come finirà..ihih 

Spero vi piaccia il capitolo che segue..buona lettura.

Il venerdì era arrivato, Calypso l'aveva aspettato con impazienza, contando quasi le ore, era felice, tra non molto avrebbe saputo chi era e chi era stata. Silente si era fidato di lei, ed aveva fatto venire soltanto alcuni Weasley ed il Bambino Sopravvissuto, che sarebbero restati nascosti per uscire soltanto in caso di necessità.

Era seduta davanti la scrivania del preside, con lei c'erano Silente, Malfoy e Piton, lei tremava impaziente sorseggiando il suo thé -quando arriva!?- chiese impaziente.

-Magari era tutta una farsa, si è soltanto preso gioco di te, è molto facile sai di questi tempi- lei strinse i pugni.

-Non lo farà, lui non è come te!-

Improvvisamente sentirono il classico flop della materializzazione, e dinnanzi a loro, in tutta la sua avvenenza comparve un uomo alto e biondo. -Lucius Malfoy!- esclamò Piton impugnando la bacchetta e puntandogliela contro.

-Stavi dicendo?!- Draco si rivolse alla ragazza che ora guardava un po' Draco e un po' il padre, erano praticamente identici!

Lo stesso colore degli occhi e dei capelli, il fisico aitante, la stessa espressione fredda ed arrogante, cambiavano soltanto i lineamenti, quelli del padre molto marcati, e quelli del figlio un po' più delicati.

La forma degli occhi e della bocca, il mento del padre era più pronunciato ed i suoi capelli erano leggermente più chiari, e molto più lunghi.

Come aveva fatto a non notare prima quella somiglianza?!

Si che era buio ed aveva il cappuccio nero, ma soltanto un cieco non l'avrebbe visto!

-Lucius che ci fai qui?- chiese Piton sempre con la bacchetta contro di lui.

-Avevo avvertito che sarei venuto, ma prego abbassala pure, non sono qui per combattere- guardò la ragazza, e la sua espressione si addolcì leggermente -Amira..Amira..-.

-LEI NON SI CHIAMA COSI' VATTENE!- si alzò di scatto Draco e gli puntò contro la bacchetta.

-Fermi!Aspettate ve ne prego- li supplicò Calypso, Piton annuì sempre in allerta, ma Draco non si mosse -Ti prego, voglio sentire cosa ha da dirmi..ti prego, se lo uccidi non potrò mai sapere..ti supplico Malfoy- lui abbassò di poco la bacchetta, tornando a sedere, ma non lo perse di vista un solo istante.

-Chi sono io? Da dove vengo? Perchè mi trovavo in quel vicolo buio ricoperta di fango? Come ho perso la memoria? Chi è lei? Cosa c'entra con me?- si rivolse all'uomo.

-Non sei cambiata affatto- sorrise -ti chiami Amira Zeina Fahd Al-Haddad..-

-Che cavolo di nome è? Cosa sono araba?- chiese scioccata.

-No, non esattamente, sei nata in Alessandria d'Egitto, dove vivevi con tuo padre-

-Sono un'egiziana?- lui annuì.

-Si, ed esattamente il tuo nome Amira Zeina in egiziano vuol dire bellissima principessa..mai nome fu più azzeccato- le sorrise.

Lei arrossì e Draco fece una smorfia di disgusto.

-Amira Zeina..- ripetè.

-Per sapere cosa ci facevi senza memoria, e ricoperta di fango devo prima raccontarti di noi, vuoi che loro sentano?-

-Perchè non dovrebbero sentire?- chiese allarmata.

-Perchè sono cose private..-

-In che senso?- chiese confusa.

-Ci arriveremo..allora posso cominciare?- lei annuì -come ho detto prima vivevi con tuo padre, che faceva il traduttore per i Mangiamorte..-

-Mio padre era un Mangiamorte?!-

-No, lavorava soltanto per noi..e per favore non interrompermi più, odio essere interrotto-

-Mi scusi..- sussurrò piano.

-Non mi avevi mai dato del lei- disse divertito -comunque, lavorava per noi Mangiamorte, traduceva sotto compenso dalla vostra lingua all'inglese, per questo parli così bene la nostra lingua..ritornando al nostro discorso, un giorno però il Signore Oscuro si accorse che faceva il doppio gioco, e che riferiva buona parte delle nostre informazioni alle schiere nemiche ed ordinò a me di ucciderlo.

Andai dove mi disse e mi fermai un attimo a guardare dalla finestra, e vidi te..bellissima ed arrabbiata che discutevi animatamente con tuo padre. Lui ti rinfacciava che era per colpa tua se tua madre era morta, che ti odiava, e come mi dicesti poco tempo dopo e mi spiegasti che non era la prima volta.

Comunque discutevi con lui, entrai e voi mi vedeste, tremaste di paura..mi chiedesti coraggiosamente cosa volevo, che non ero il benvenuto ecc ed io restai colpito dal tuo coraggio, per questo ti risparmiai e ti spiegai che non ero lì per te, e quindi di farti gli affari tuoi se non volevi finire male.

A quelle parole tuo padre impallidì, e cercò di scapparmi, lo legai e stavo per smaterializzarmi, quando tu mi chiedesti cosa ne avrei fatto di lui, “lo torturerò e poi lo ucciderò” ti dissi, e tu mi chiedesti se c'era un modo per evitarlo, per salvarlo. Ti chiesi cosa saresti stata disposta a dare in cambio, e tu rispondesti: “tutto, me stessa, la mia vita” , “non è abbastanza” ti risposi e me ne andai con tuo padre.

Ma avevi catturato inesorabilmente la mia attenzione, perchè ci tenevi così tanto a salvare una persona che ti odiava ed insultava?

E dopo quelle domande venne il desiderio del tuo corpo, anche quando baciavo e toccavo mia moglie, mi venivi sempre in mente tu..cercavo somiglianze di te in tuo padre, ma non ce ne erano, quindi la voglia di vederti, di averti mi costrinse una notte a venire da te.

Entrai dalla finestra e mi avvicinai a te, tu apristi di scatto gli occhi e mi guardasti tranquilla, se avevi paura non lo davi minimamente a vedere. “Cos'hai da offrirmi in cambio della vita di tuo padre?” ti richiesi, “tutto, me stessa, il mio corpo, la mia vita” ed io accettai tutto di buon grado.

Quella notte ti presi più volte, sperando che mi sarebbe bastato per sempre..ma così non fu, divenni come ossessionato da te, venni da te più volte, e non mi bastavi mai, diventasti la mia ossessione, il mio incubo più bello, al punto che persino mia moglie se ne accorse, e ti odiò.

Ma a me non importava niente, dovevo soltanto averti ed averti..non potevo liberare tuo padre, ma lo tenni nelle segrete, in vita, non lo torturai né lo toccai mai più, aveva tutti i confort.

Pian piano ci innamorammo, anche se io non ho mai voluto dirti cosa provavo per te tu lo sapevi, e ti bastava.

Voldemort si accorse dei miei sentimenti, e mi ordinò di ucciderti..diceva che eri solo una distrazione, che l'amore è soltanto per i deboli..io mi lasciai convincere, ma quando stetti per farlo..non ci riuscì.

Nei giorni a seguire ideai un incantesimo che ti facesse perdere completamente la memoria, per non farti trovare e per non farmi venire a cercare da te, visto che Voldemort non ti aveva mai vista, ritenni sicuro crearlo in modo che nessuno potesse leggerti la mente, così da non correre rischi.

Sapevo che era pericoloso, ma decisi di tentare, quindi feci questo complicato incantesimo su di te.

Ma non ebbi il tempo di vedere se era andato tutto apposto, che altri Mangiamorte mi raggiunsero, feci un altro incantesimo e ti smaterializzai altrove, in un posto dove ti avrebbero trovata ed accolta. Dovevo immaginarlo che saresti finita qui, ma non sapevo nemmeno se tu fossi sopravvissuta..ti credevo morta..-

-Ero in fin di vita quando mi trovarono- annuì lei.

-Già..ma sei viva adesso..-

-Quindi io e te siamo..?- chiese dopo qualche minuto di silenzio totale.

-Tu eri la mia amante- confermò.

Sentì una sedia strisciare per terra, forte, si girò e vide Draco rabbioso che usciva fuori.

-I-io..scusatemi un attimo..- uscì e lo seguì.

Lo raggiunse dopo qualche secondo -Malfoy?- lui continuò a camminare -Malfoy, fermati- gli prese il braccio e lui si scostò in malo modo, continuando a camminare.

-Adesso perché ce l'hai con me?Che cosa ho fatto?- lui si fermò di botto.

-Mi chiedi cosa hai fatto?..MI CHIEDI COSA HAI FATTO?!- le urlò -HAI FATTO SESSO CON ME MENTRE ERI INNAMORATA DI UN ALTRO, NON UNO QUALSIASI, MA DI MIO PADRE! HAI ROVINATO LA VITA A MIA MADRE, E' CADUTA IN DEPRESSIONE QUANDO L'HA SCOPERTO, HA TENTATO IL SUICIDIO QUANDO HA CAPITO, LO SAPEVI QUESTO?!- i suoi occhi erano pericolosamente chiari.

-No, io non lo sapevo..e mi dispiace..-

-Non servono a niente le tue scuse, dovevi pensarci prima di scoparti quello stronzo di mio padre!- esclamò furioso.

-Io..mi dispiace per tua madre, non so se lo sapevo o no..però mi dispiace- disse piano -ma per quanto riguarda quello che mi hai detto prima, il fatto di aver fatto sesso con te, io non volevo farlo e..-

-Cosacosacosa?! No bella mia tu eri più che consenziente, entusiasta direi-

-Va bene, ma all'inizio ero contraria, sentivo che era sbagliato, poi mi sono lasciata trasportare..cosa vuoi che ti dica, che sei un eccellente amatore?! Io non sapevo di essere innamorata di lui, quindi non farmene una colpa!- disse ad altissima voce -e poi non eri tu quello che diceva che era stata solo una scopata, niente di più, che non siamo niente?! Adesso perchè te la prendi tanto?-

-E' una questione di principio!- disse freddo.

-Quale?!- la prese per i capelli e la tirò verso di se'.

-Dimmi piccola puttanella, sei venuta con me perchè somiglio a mio padre?! Inconsciamente immaginavi lui?!! EH?- le strattonò i capelli forte e lei urlò, la sua espressione le faceva paura, sembrava un folle, un pazzo furioso -ABBI ALMENO IL CORAGGIO DI RISPONDERMI, DOPO QUELLO CHE HAI FATTO!-

-Io non ho fatto niente..non sapevo niente!- cercò di liberarsi -e smettila, questa tua sottospecie di parodia della gelosia non ha né capo né coda!- la lasciò e lei cadde rumorosamente per terra, massaggiandosi la cute.

-GELOSIA?!- chiese scioccato -GELOSIA DI TE?! MA NON FARMI RIDERE, COME POTREI ESSERE GELOSO DELLA RAGAZZA CHE E' STATA LA CAUSA DELLA DEPRESSIONE DI MIA MADRE? DI QUELLA CHE MI HA SOLTANTO USATO?!-

-TU MI HAI USATA, NON INCOLPARE ME, HAI TROVATO UN CORPO SU CUI SFOGARE LE TUE VOGLIE, E POI MI HAI BUTTATA VIA, SE C'E' QUALCUNO DA RIMPROVERARE QUI QUELLO SEI TU!-

-Pensi veramente che io ti abbia usata? Che tu fossi solo un corpo da usare e poi buttare per me?!- sembrava..scioccato, indignato ed irritato allo stesso tempo.

-Si, è quello che mi hai detto anche tu!-

-Sei solo una stupida che non capisce niente..- scosse la testa.

-Cosa c'è da capire?-

-Niente, ormai più niente..adesso mi fai solo schifo..- le voltò le spalle -la punizione è annullata, non voglio mai più rivederti né parlarti, per me non esisti- se ne andò.

Ma perchè doveva fare così? Perchè dal torto doveva per forza passare alla ragione?

Pianse silenziosamente, coprendosi il viso - ..non voglio mai più rivederti né parlarti, per me non esisti- .

Bene..si alzò, e si ricompose.

Quando fu sicura che nel suo volto non c'era traccia di lacrime tornò nell'ufficio del preside.

Nemmeno per me esisti più..

-Amira..- la chiamò Lucius Malfoy, lei si girò e lo guardò interrogativa -tutto bene?-

-Si, certo- sorrise cercando di essere credibile -ho saputo chi ero, il mio passato, è solo questo che conta-

Lui corrispose al sorriso -Ho fatto un patto con Silente..passerò alcune informazioni utili a lui ed agli Auror e farò da spia, in cambio dell'annullamento di tutte le accuse a mio carico e della tua protezione-.

-I-io..non so cosa dire..- disse sbalordita -la ringrazio Signor Malfoy...?-

-Non darmi ancora del lei..e non chiamarmi Signor Malfoy..dopo quello che hai saputo, non credo stia bene- sorrise ironico e lei arrossì annuendo.

E' un hobby che hanno in comune, padre e figlio, quello di voler mettermi in imbarazzo perennemente..

-Io ti ringrazio per le informazioni che mi hai dato, e per avermi salvato la vita..ma vorrei che tu creassi un incantesimo inverso a quello che mi hai fatto, voglio recuperare la memoria-

-Non se ne parla, questa è una precauzione in più-

-Io voglio i miei ricordi, la mia vita..- sospirò.

-No-

-Ti prego Lucius..ti prego- lui sembrò addolcirsi ed annuì.

-Studierò un contro incantesimo, ma mi ci vorrà qualche giorno- sospirò.

-Va bene, grazie- sorrise.

-Signorina Bake..ehm..Signorina Fahd..Al..Kuzum?..- provò Piton.

-Fahd Al-Haddad..- lo corresse Lucius.

-Fahd Al-Haddad..- lo fulminò -può andare a cena, noi dovremmo stilare gli appunti base del nostro accordo-

-Ok..- guardò Lucius per una conferma, e quello annuì -beh buona serata..- ed uscì veloce dalla porta.

Adesso sapeva chi era e chi era stata, da dove veniva, e sapeva anche che non era una persona così orribile, o meglio non tanto, pensò ricordando le parole di Draco su sua madre.

Che non l'avevano cercata, non perchè nessuno l'amava, ma perchè le uniche persone al mondo che aveva o pensavano fosse morta, o erano imprigionate..ma allora perchè sentiva come..un vuoto? Una strana inquietudine?

E' solo perchè per adesso non ho ricordi, quando riacquisterò la memoria tornerà tutto alla normalità..

Si diresse in Sala Grande e si sedette accanto ad Adele -ho delle novità da comunicarti- le sussurrò e lei si girò interrogativa -ho saputo delle cose.. cose riguardanti il mio passato- l'amica si accese.

-Cosa? Hai recuperato la memoria?- le chiese speranzosa.

-No quello non ancora, ma è questione di giorni..in compenso ho saputo buona parte del mio passato ed il perchè mi hanno trovata in quel vicolo in fin di vita- sorrise.

-Chi te l'ha detto?-

-Non qui..- l'altra capì ed annuì.

Calypso si guardò intorno felice, ma quando incontrò il suo sguardo di ghiaccio lo stomaco le si contorse dolorosamente e distolse subito gli occhi.

Non gli avrebbe permesso di rovinare la sua felicità.



Uscì dall'aula in fretta, come al solito, da qualche giorno a quella parte, lui non l'aveva interrogata, non le aveva nemmeno rivolto la parola, non l'aveva corretta mentre sbagliava, niente, come se fosse trasparente.

E se questo all'inizio le aveva fatto piacere, adesso le dava un fastidio tremendo, come poteva ignorarla ed odiarla a quel modo, lei non aveva fatto niente, niente!

-Caly!- la richiamò una voce, si fermò a guardare Adele che correva verso di lei -o dovrei dire Ami?- sussurrò sorridendo.

La sera che aveva saputo le aveva raccontato tutto, era troppo entusiasta, e lei non l'aveva giudicata, si era soltanto molto molto, tanto da rimanere per due minuti buoni a bocca spalancata, stupita al nome di Lucius Malfoy.

Ma poi aveva scherzato riprendendosi subito dicendole ridendo -Wow adesso il professor Malfoy non potrà mai più stuzzicarti sapendo che probabilmente diventerai la sua matrigna- lei aveva riso forzatamente.

Ora che ci pensava, non le aveva raccontato tutto, l'avventura con il professor Malfoy e la sua reazione quando aveva saputo della storia con suo padre, non gliel'aveva raccontata, non se la sentiva ancora di parlarne.

-Calypso per adesso va benissimo- sorrise.

-Oh Caly sono così felice per te!- la abbracciò.

-Eddai Adele, siamo in corridoio frena l'entusiasmo- ma quella non l'ascoltò -guarda che così mi strozzi, non respiro!- la lasciò.

-Che palle che sei, egiziana di merda!- e scappò, Calypso la rincorse.

-Se ti prendo ti uccido!-

-Dovrei avere paura?- rise l'altra, era velocissima quella traditrice!

-Direi proprio di si!- continuava a rincorrerla, quando andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno e gli cadde addosso come una pera.

-Scusami, io non ti ho visto- disse cercando di alzarsi, ma le faceva troppo male la gamba, non riusciva a muoversi più di tanto.

Si stupì quando venne spostata in malo modo e finì nuovamente a terra -Ehi!Che modi- lo guardò e capì, il professor Malfoy non le avrebbe riservato altra cortesia.

Lo guardò alzarsi velocemente e senza degnarla di una parola o di un'occhiata se ne andò.

La ragazza dopo qualche secondo si riprese e si alzò, nonostante il dolore alla gamba, e riprese a correre.

Questa la paghi Adele..pensò ironica.

Ringraziamenti:

Nika_night: grazie come sempre di seguirmi, spero di essere migliorata:)  non so se approfondirò la battaglia con sua zia, perchè a questo punto quella con il padre non conviene..però farò sicuramente qualche accenno..poi..boh prenderò in considerazione..:) grazie come sempre  ^.^  kiss

lorelei_88: grazie per i graditi complimenti, sono contenta che ti piaccia..:) riguardo Draco..beh si è un pò antipatichino, ma dobbiamo capirlo, è un Malfoy poveretto ^.^ kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


wsjs

Stava studiando Incantesimi in biblioteca insieme ad Adele e Jeff, che più che studiare si scambiavano sguardi da pesce lesso, e pensò che presto si sarebbe scambiata quegli stessi sguardi con Lucius..o almeno sperava.

Le risultava incredibile che la sua IO passata si fosse innamorata di un Mangiamorte, e che fosse anche riuscita a farlo innamorare a sua volta, uno del calibro di Lucius Malfoy per di più!

Molte volte si sentiva in colpa, per Draco e per sua madre, lui le aveva rinfacciato di averla fatta cadere in una depressione nera e a lei questo dispiaceva, aveva senz'altro rovinato una famiglia che si poteva dire più o meno o abbastanza, a seconda dei punti di vista, felice, aveva sottratto del tempo di suo padre a loro.

Ma ogni volta si ripeteva che non era colpa sua, come aveva detto anche Lucius, era lui che veniva da lei, non lei che lo chiamava, e non era colpa sua se alla fine si erano innamorati, era successo basta.

-Signorina Baker, deve venire con me, subito- la chiamò la professoressa Mcgranitt, la guardò, dalla sua espressione sembrava preoccupata.

-Certo- raccolse i libri e li mise in borsa -scusatemi- disse rivolta ai due amici che annuirono perplessi.

Seguì la Mcgranitt fino all'ufficio del preside, dove quando entrò vi trovò Lucius sanguinante, con Madama Chips che cercava di medicarlo, corse da lui.

-Che ti è successo?- chiese preoccupata e si avvicinò a lui.

-Niente sto bene..- rispose cercando di rassicurarla.

-Una profonda e sanguinante ferita alla spalla non è proprio quel che si dice stare bene- gli sposto i capelli sudati dalla fronte.

-E' stato scoperto da Voldemort, - lei trasalì -ha scoperto anche che lei è viva- disse calmo Silente.

-Grandioso..- sussurrò Lucius riservando al preside un'occhiata truce -mi spiega, Silente, a che serviva dirglielo?-

-Doveva sapere-

-A che scopo? Servirà solo a farla preoccupare e spaventare- esclamò Lucius secco.

-Tu mi volevi tenere nascosta una cosa del genere?- gli chiese indignata -e quando pensavi che dovessi saperlo, quando Voldemort mi avrebbe puntato la bacchetta addosso lanciandomi una Maledizione Senza Perdono?! O quando tu o qualcun altro della scuola venisse ucciso?!-

-Non succederà niente del genere!-

-Per quanto tu possa essere potente e forte, non prevedi il futuro!- esclamò irritata, stupendo tutti nella stanza, tranne uno che teneva i pugni serrati lungo i fianchi.

-Non ti farò succedere niente!-

-Certo certo..- guardò il preside -la ringrazio, se non fosse stato per lei chissà quando avrei saputo- fulminò con lo sguardo Lucius che alzò gli occhi al cielo.

-Dovere Signorina Fahd Al-Haddad..- sorrise tranquillo Silente.

-Noto con piacere che non sei cambiata affatto- sospirò teatralmente e lei gli fece una linguaccia.

-Litigavamo spesso?- chiese lei piano, prendendo un panno bagnato ed asciugandogli il sudore dalla fronte.

-Si, sei sempre stata una stupida testona- rispose ironico.

-E tu scommetto che sei sempre stato dispotico ed autoritario- lo rimbeccò.

-..Ma non c'è mai stato niente che avrei cambiato in te- le sussurrò piano in modo che sentisse solo lei e le accarezzò una guancia.

Sentirono dei passi veloci e rabbiosi superarli, lei si girò giusto in tempo per distinguere la figura che usciva sbattendo forte la porta -Malfoy- sussurrò piano.

-Professor Silente, come faremo?- chiese preoccupata dopo qualche secondo.

-Il Signor Malfoy potrà alloggiare a scuola se lo desidera, ma è meglio che non si faccia vedere dagli studenti, potrebbero spargere la voce, che arriverebbe di sicuro alle orecchie sbagliate. Inoltre proteggeremo il castello con numerosi Auror e..-

-Sia chiaro che se resto qui non è perchè ho paura di loro, ma per proteggere Amira- puntualizzò secco.

Silente annuì e continuò -lei avrà tutto l'occorrente per lavorare ad un incantesimo o pozione a sua scelta, per la memoria della Signorina Fahd Al-Haddad e mentre ci darà le informazioni a noi utili che ci ha promesso- l'altro annuì, e quando l'infermiera ebbe finito di fasciargli la ferita, Piton e Calypso lo accompagnarono nella sua nuova stanza.

-Amira, rimani un attimo, devo parlarti- le disse quando stava per andarsene, Piton senza una parola si richiuse la porta alle spalle.

-Prego siediti- le indicò una poltrona vicino la finestra, dove lui guardava fuori, lei obbedì.

-Che cosa devi dirmi?- chiese lei curiosa ed imbarazzata.

-Niente, volevo che rimanessi un po' con me, è da molto che non stiamo insieme- la guardò -ti va?-

-Ehm..si certo..- rispose incerta, lui continuava a guardarla intensamente, a studiare ogni tratto del suo viso.

-Come..come sta mio padre?- chiese imbarazzata dopo parecchi minuti di silenzio.

-Bene, oserei dire che è più al sicuro di noi, l'Oscuro lo crede morto, e nei miei sotterranei è più che a suo agio, servito e riverito dai miei Elfi Domestici- le sorrise.

-Capisco..-

-E' tutto qui quello che vuoi chiedermi? Che vuoi dirmi?- le chiese un po' deluso dopo qualche minuto.

-No..è solo che..mi sento un po' a disagio..è come se non ti conoscessi..io..- abbassò gli occhi.

-Tranquilla, va bene, tra qualche giorno tornerà tutto alla normalità... capirai quanto ci amiamo e perchè-

-Okay..- lui si sedette e le fece segno di sedersi nelle sue gambe, lei lo fece -perché mi hai salvata da Voldemort, non era più sicuro e più facile uccidermi?-

-Più sicuro forse si..ma più facile no, per niente-

-Perché non hai eseguito gli ordini?-

-Ho ucciso molte persone Amira, uomini e donne, non faceva differenza.. ho sempre obbedito ai suoi ordini, facendone una legge di vita..ma lui poi mi ha chiesto di uccidere l'unica persona che non avrei mai e poi mai toccato per farle del male..e non ce l'ho fatta..- la guardò intensamente -forse sono soltanto un debole, ma io non ci sono riuscito ad ucciderti-.

-Saresti stato debole se tu l'avessi fatto- gli accarezzò i capelli.

-Mi mancava questa tua saggezza, hai sempre avuto il dono di saper dire la cosa giusta al momento giusto- le sorrise.

-Parlami di te, che hai fatto in questo periodo?-

-Vuoi davvero saperlo?- le chiese dubbioso.

Domanda inutile, era un Mangiamorte cosa poteva fare, raccogliere fiorellini di campo?

-No, hai ragione..- abbassò gli occhi triste.

-E' questo ciò che sono, ciò che sono sempre stato- le alzò il viso.

-Lo so..-

-Tu invece, che hai fatto?- cambiò argomento, e lei gli raccontò delle cose che aveva imparato, delle persone che aveva conosciuto, dei pigiama party con Adele, dell'accoglienza dei professori, dei libri che aveva letto e che le erano piaciuti molto, delle continue domande che si poneva, di alcune battute divertenti scambiate con gli amici, gli raccontò tutto.

A parte degli episodi con il figlio, non voleva che sapesse, non sapeva come avrebbe reagito, voleva proteggere Draco e sé stessa, appigliandosi all'unica cosa che poteva ridarle il suo passato.

-Hai fatto una bella vacanza allora- rise lui, e guardandolo bene si accorse ancora una volta di quanto somigliasse a suo figlio.

Non me ne importa niente di lui, ho Lucius adesso, che amo e che mi ama, a tal punto da disobbedire agli ordini del suo ammirato ex padrone..

-Si, tutto sommato mi sono divertita- sorrise lei.

A parte in alcuni momenti..

-Dovevo immaginarlo che saresti sopravvissuta, sei forte..e dovevo immaginare che lo stupido di Silente ti avrebbe accolta a braccia aperte- scherzò.

-Non lo insultare, è un grand'uomo!- lui la guardò quasi timoroso.

-Che c'è?- chiese lei curiosa.

-Adesso cosa mi dirai, che ti sei innamorata di un Weasley?!- disse tra il serio ed il faceto.

-In effetti c'è uno carino..mi pare che si chiami Charlie..- finse di pensarci e lui si irrigidì.

-Okay, questo Weasley avrà vita corta- finse di alzarsi e lei rise -mi ero quasi dimenticato quanto fosse bello vederti ridere- disse guardandola intensamente e la baciò.

Dopo un po' di minuti, quando il bacio stava cominciando ad approfondirsi, e le sue mani farsi troppo audaci, lei si scostò -i-io..-.

-Va bene, lo so..hai bisogno di tempo..- sospirò.

-Ti ringrazio..- gli sorrise grata -ora forse e meglio che vada..- fece per alzarsi, ma lui la fermò.

-No, rimani un altro po'..voglio stare un altro po' con te- lei annuì ed appoggiò il capo alla sua spalla con la testa completamente altrove.

E' una questione di tempo.. chiuse gli occhi.


Erano passate due settimane, e la pozione era quasi ultimata, entro tre giorni avrebbe riavuto la sua memoria.

Il rapporto con Lucius era molto migliorato, aveva imparato a conoscerlo e capirlo, era un uomo all'apparenza freddo ed austero, ma se riuscivi a conquistare la sua fiducia, ma soprattutto il suo cuore era molto di più.

Era un fantastico ascoltatore, leggeva tra le righe ogni minima emozione, o frase non detta; era un ottimo amico, capace di consolarti nei momenti più neri ed anche un eccellente amante, la riempiva di attenzioni e cortesie, che non ci si potrebbe mai aspettare da un ex Mangiamorte.

Peccato però che soltanto pochi, pochissimi avevano conosciuto quel suo lato.

Invece una cosa che era rimasta sempre la stessa, se non peggiorata era il rapporto con Malfoy junior, che adesso la degnava di brevi ma intense occhiate irate.

Più volte aveva provato a parlargli, mettendo da parte il suo orgoglio che le diceva di lasciar perdere, ma lui l'aveva sempre evitata o ignorata, non sembrava nemmeno che la sentisse, come se fosse fatta di vetro.

I Malfoy sono uomini di parola.. sospirò.

Era a cena in Sala Grande e stava gustando tranquillamente il suo pasticcio di patate e formaggi quando qualcosa gelò la stanza.

-Lui verrà presto..- boccheggiò come in trans la professoressa Cooman -ha scoperto dove si nascondono..è accecato dalla rabbia, mieterà vittime in ogni dove..vuole la testa dei due traditori e quella della ragazza, che morirà per ultima annebbiata da infiniti dolori ed inumane torture..non si fermerà davanti a niente..presto presto sarà qui..due giorni esatti..due.. - cadde rumorosamente per terra.

Nella sala scese lo scompiglio più totale, tutti erano impauriti ed agitati, sapevano che la Cooman era una megera di prima categoria, ma quando aveva questi episodi di trans, quello che diceva si avverava, sempre.

Ed inoltre tutti sapevano a chi era riferito quel lui.

-SILEENZIO!- Silente si alzò in piedi -mantenete la calma, finite di mangiare, e quando tornerete ai vostri dormitori fate i bauli, domani mattina tornerete a casa, le lezioni saranno sospese fino a tempo indeterminato, mi occuperò io di avvertire le famiglie- si rivolse al professor Piton -Severus potresti accompagnare la nostra cara amica Sibilla alla sua stanza per piacere?- l'altro annuì e si alzò, facendo levitare la donna ancora senza sensi.

La ragazza finì in fretta di mangiare ed incontrò lo sguardo preoccupato di Silente, poi quello di Draco che la fulminò, si alzò di scatto e corse da Lucius.

Doveva avvertirlo, lui doveva sapere.

Bussò ed entrò subito dopo -cosa c'è a quest'ora?!- esclamò quello seccato senza alzare gli occhi dal libro che stava leggendo.

-Lucius..- lui alzò lo sguardo su di lei, e la vide con gli occhi lucidi e le guance rigate di lacrime.

-Che è successo?- si alzò, pronto a ridurre in polvere chiunque avesse osato farla piangere, lei corse ad abbracciarlo.

-Verrà qui..lui verrà qui presto- singhiozzò -ha scoperto dove siamo, è accecato dalla rabbia e dalla voglia di vendetta..vuole la testa dei due traditori e quella della ragazza, che morirà per ultima annebbiata da infiniti dolori ed inumane torture..non si fermerà davanti a niente..ha detto..- lui la abbracciò.

-Non ti farà niente, non permetterò che ti catturi- lei annuì e si staccò – aspettami qui..vado a parlare con Silente- si mise il mantello e tirò il cappuccio sugli occhi ed uscì.

Lei si strinse nelle braccia ed andò dove era seduto lui prima, prendendo a leggere lo stesso libro, cercando di calmarsi.

Ma non riusciva a leggere più d'un rigo, aveva la vista annebbiata dalle lacrime, quindi vi rinunciò, chiudendo semplicemente gli occhi ed accoccolandosi nella poltrona.

Quando si svegliò si trovò in un letto dalle lenzuola di cotone bianche, si girò e vide Lucius accanto a lei che riposava tranquillo, doveva averla messa lui in quel letto.

Guardò fuori dalla finestra e vide che era l'alba, si alzò e in punta di piedi tornò in camera sua.

Adele dormiva profondamente e lei ne approfittò per fare un veloce e rilassante bagno, lavò i denti e poi indossò la divisa scolastica.

Tornò in camera e notò sorridendo che la sua amica aveva fatto anche il suo baule, le si avvicinò e la svegliò piano -Adele?-

-Mmm..- si girò dall'altra parte.

-Adele svegliati, è ora di alzarsi, ve ne dovete andare..-

-Mmm..-

-Dai dormigliona, svegliati o ti butto un secchio d'acqua addosso- rise.

-Da quando..in qua il mondo si è capovolto- rispose l'altra ironica aprendo gli occhi.

-Che vorresti dire?- fece finta offesa l'altra.

-Niente, solo che di solito questa recita la facciamo ogni mattina al contrario, ma adesso i ruoli sono completamente scambiati e confusi-

-E' bello cambiare ogni tanto no?-

-Mmm..- sbadigliò.
-Forza alzati, o perderai il treno- l'amica si alzò e prendendo i suoi vestiti si infilò in bagno.

Uscì venti minuti dopo e si legò i capelli in una coda -dai andiamo a colazione- scesero giù e mangiarono abbondantemente, al momento in cui dovevano avviarsi alla stazione, Calypso la fermò -aspetta- .

-Cosa? Dobbiamo andare o perderemo il treno-

-Io non verrò Adele- disse seria.

-Cosa?- chiese scioccata l'altra pensando di non aver capito bene.

-Mi dispiace, il mio posto è qui-

-N-no, tu devi venire..dobbiamo andarcene..-

-Non ho altro posto dove andare-

-Verrai a casa mia, ti ospiterò io..fino a quando vorrai, potrai stare da me-

-Non hai sentito la Cooman? E' anche me che vuole, non metto in pericolo te e la tua famiglia- disse calma.

-Ma non puoi restare qui..non l'hai sentito ti torturerà ed ucciderà..non puoi restare!- esclamò nel panico.

-So difendermi ed inoltre mi proteggeranno-

-Resterò anch'io allora- disse convinta.

-No-

-Non ti lascio da sola..-

-No, tu devi andare, il tuo posto è a casa, insieme alla tua famiglia, con Jeff, tu devi..- le scese una piccola lacrima solitaria -non voglio avere la tua morte sulla coscienza..ti prego devi andare..-

-Ma..-

-No Ade..ti prego..fallo per me- l'altra annuì piano -grazie..sei stata l'amica migliore che si possa mai desiderare..- la abbracciò singhiozzando. Restarono così per lunghi secondi, a piangere, chiedendosi se si sarebbero mai più riviste.

-Tieni, voglio che ce l'abbia tu- Adele si sganciò dal polso un sottile braccialetto di perle e conchiglie e glielo mise in mano.

-Adele..io..- disse incerta.

-Accettalo- l'altra annuì.

-E' per caso un portafortuna? Se è così lo accetto volentieri- cercò di scherzare.

-No, è una cosa che ti aiuterà sempre a fare la cosa giusta, promettimi che quando avrai dei dubbi lo guarderai e deciderai la cosa giusta.. promettimelo- la supplicò seria.

-Te lo giuro, per sempre- le sorrise -ricordati di me Adele, ma soprattutto sii felice-

-Anche tu- si asciugò le lacrime -arrivederci Amira- le voltò le spalle e si incamminò, senza girarsi, perchè se si fosse voltata sarebbe rimasta a combattere al fianco dell'amica.

-Addio Adele- sussurrò piangendo.

Si asciugò le lacrime e tornò in Sala Grande, che adesso era stata praticamente trasformata in Sala Riunioni per gli Auror ed i membri dell'ordine della Fenice, che dovevano essere più o meno in cento, e si sedette accanto a Lucius.

-Abbiamo il fattore sorpresa, Volemort non si aspetta che noi sappiamo, pensa di trovare degli alunni indifesi..- disse Silente.

-C'è da dire che le sue truppe sono molto più forti e compatte- intervenne Lucius.

-Anche noi siamo forti!- esclamò Harry Potter -sono anni che vi teniamo testa-

-Ne sei sicuro Potter, sbaglio o eravamo sempre noi ad essere in netto vantaggio?- lo rimbeccò Lucius.

-Solo fortuna, e poi non era sempre- intervenne Bill Weasley.

-Vediamo di non fargli avere questa fortuna domani-

Fecero la strategia, formando dei gruppi, sparsi per tutta la scuola, si sarebbero nascosti nei dormitori, nella casupola di Hagrid, nelle aule e nei sotterranei, per poi uscire in un momento di combattimento, sfruttando l'effetto sorpresa.

Apprese inoltre che sarebbero arrivati altri Auror quella sera, e si sentì di poco sollevata, di poco.

-Amici, fratelli e sorelle, parlerò chiaro, domani a quest'ora potremmo essere tutti sotto dieci metri di terra, morti. Perciò vi dico godetevi questo giorno e questa notte, nell'eventualità che non ci sia un domani- disse Malocchio Moody.

-Ci sarà- risposero all'unisono tutti e si disgregarono.

Calypso passò così la giornata, parlando e ringraziando tutti, scherzò e rise, anche se dentro si sentiva inquieta.

Fece amicizia con i gemelli Weasley, che la iniziarono all'arte dell'inventare scherzi -se sopravviveremo, ricordaci di assumerti- dissero scherzosi, quando lei aveva suggerito loro un nuovo scherzo.

La sera cenò e stette un po' in compagnia di Lucius, ma poi decise che c'era qualcos'altro che doveva fare, non voleva morire con questo peso sulla coscienza, perciò prese una sofferta e dolorosa decisione.

Non posso morire così..

Si recò nella sua stanza, la aprì con un incantesimo di magia nera che le aveva insegnato Lucius -ti potrà sempre servire, per scappare o nasconderti- le aveva detto, entrò dentro chiudendo piano la porta, e si guardò intorno.

La stanza era impregnata dal suo odore, piacevolmente sexy e di una virilità disarmante, vi era un letto a baldacchino con drappeggi verdi in seta, le lenzuola nere, anch'esse in seta, posto al centro della stanza.

Una scrivania in noce scura e un grande armadio identico, di fronte al camino erano poste due poltrone in pelle nera con sotto un bellissimo tappeto persiano.

Cavolo se aveva gusto quella serpe!

Andò nell'angolo più remoto della stanza, e le lacrime le scesero senza che se ne accorgesse, quella poteva essere la sua ultima notte di vita, i suoi ultimi battiti cardiaci, i suoi ultimi respiri e le sue ultime lacrime.

Aveva ragione Moody, l'indomani a quell'ora potrebbero essere tutti morti e sepolti, e se lui l'avesse cacciata non avrebbe avuto mai più occasione di redenzione.

Passarono le ore, lei non si muoveva, ma continuava a piangere, sempre nella stessa posizione, saltando però ad ogni rumore esterno.

Quando però sentì la porta aprirsi lei non si mosse, ne' guardò, attribuendo il rumore solo alla sua immaginazione, fu soltanto la sua voce a riscuoterla.

-Che cosa ci fai tu qui?!- le chiese irato, lei sobbalzò ma non alzò gli occhi, non voleva incontrare il suo sguardo pieno di disprezzo.

-Dovevo parlarti..- sussurrò.

-Non mi interessa, esci fuori di qui-

-Domani potremmo essere tutti morti..- disse piano.

-Grazie dell'informazione, adesso vattene-

-Non voglio morire con questo peso sulla coscienza, voglio dirti che mi dispiace da morire..- lo sentì avvicinarsi rapidamente e tirarla per il braccio, alzandola, lo guardò e lo vide per un attimo stupito dalle sue lacrime.

-Perché stai piangendo?- chiese oltremodo confuso.

-Perché non riesco a sopportare il tuo odio..non voglio che tu mi odi.. accetto di non starti simpatica, non pretendo che mi vuoi bene, ma non voglio che mi odi..-

-Perché?- sussurrò.

-Non lo so..so soltanto che non lo voglio..- si asciugò una lacrima -so che probabilmente sono una persona orribile, che ho ferito te e tua madre, e mi dispiace da morire..ma ti prego non odiarmi..non voglio morire con la consapevolezza che tu mi detesti e disprezzi..ti prego- singhiozzò.

-Tu non morirai..-

-No, hai ragione, prima verrò torturata a lungo, chissà per quanti anni..e poi uccisa- sentì la sua presa farsi dolorosa.

-Non morirai..ti proteggeremo..ti proteggerò- disse piano.

-Io..- lo guardò stupita.

-Ti proteggerò..- ripetè.

-Ho così tanta paura- si buttò tra le sue braccia singhiozzando, e lui l'abbracciò, accarezzandole piano i lunghi capelli.

-Non morirai..non lo permetterò..finché sarò vivo non ti succederà nulla..te lo giuro-

E' appunto di questo che ho paura.. si sorprese di pensare.

Si sedette per terra, sempre stringendola tra le braccia, e la cullò, lei si sentì tranquilla, al sicuro davvero, come se la paura, la rabbia ed il dolore fossero solo un tenue ricordo.

Dopo qualche ora di pianto infinito si addormentò tra le sue braccia.

Sognò di volare sopra il fuoco, e di sentire dolore, tanto dolore, vide i corpi dei suoi compagni, dei suoi amici accasciati a terra, senza vita.

Vide Adele che piangeva stringendo il corpo morto di Jeff, quando la vide le urlò -è colpa tua..è solo colpa tua..- e poi vide anche Lucius circondato dai suoi ex compagni che lo torturavano, Draco che urlava forte piangendo stringendo convulsamente un pezzo di corpo umano, staccato dal resto del corpo, e Silente in una pozza di sangue.

Poi vide qualcosa, un corpo o meglio dei pezzi smembrati di un corpo martoriato, per terra, si avvicinò alla testa e vide il suo volto. Era lei!

Boccheggiò e sentì le gambe cederle, in lontananza le urla di Draco e una risata agghiacciante.

Aprì gli occhi di scatto e si alzò a sedere, sudata ed ansimante, e si accorse di essere in un letto dalle lenzuola di seta nera.

D'un tratto ricordò tutto, le sue scuse, Malfoy che le prometteva di proteggerla, che l'abbracciava, di aver pianto tra le sue braccia.

Si guardò intorno cercando il proprietario della stanza e lo vide seduto su una poltrona in pelle, vicino al suo letto, che la guardava intensamente -è stato solo un incubo- disse piano.

-Che potrebbe realizzarsi però..- si asciugò una lacrima.

-Non lo farà..- disse sicuro, e la sua sicurezza sembrò calmare un po' l'animo della ragazza.

-Grazie per ieri sera, e grazie per avermi messa qui..- cambiò argomento indicando il letto, lui alzò le spalle continuando a guardarla.

-Che ore sono?- chiese imbarazzata dopo qualche minuto, il suo sguardo la faceva sentire strana..quasi a disagio.

-Le sette e mezza-

-Oh io devo..- si alzò in fretta e si mise le scarpe -devo andare..Lucius sarà preoccupato..- il ragazzo strinse i pugni ma annuì, lei andò alla porta -beh allora grazie di tutto Malfoy..e buona fortuna..- si chiuse la porta alle spalle, ma prima le sembrò di sentirlo sussurrare -ti proteggerò Amira Zeina Fahd Al-Haddad..-.

Si diresse rapidamente nel suo dormitorio, fece una doccia veloce, per lavarsi il suo buon profumo che si sentiva costantemente addosso.

Mise un semplice vestito blu, stile orientale, con lo scollo a V circondato da piccoli lapislazzuli, a maniche lunghe, corto poco sopra il ginocchio.

Se doveva morire, tanto valeva farlo con stile, con un bell'abito.

E con questo pensiero superficiale andò alla scrivania e scrisse una sottospecie di testamento in cui scriveva che lasciava tutto ciò che aveva ad Adele, la conservò nel suo baule e scese a fare colazione.

La accolsero tutti con un teso sorriso, fingevano di conversare normalmente, ma si vedeva lontano un miglio che era solo scena, erano tutti nervosi e spaventati per l'imminente battaglia.

-Ciao Amira!- la salutarono in coro i gemelli.

-Ciao ragazzi- si mise di fronte a loro e si servì del latte.

-Buon giorno- si girò e vide sedersi accanto a lei Lucius.

-Buon giorno- disse piano.

-Qualcosa non va?-

-No..- posò gli occhi sulla tazza di latte.

Cosa doveva esserci che non andava? Si sentiva in colpa per la notte passata nella stanza di suo figlio, si sentiva in colpa per le sensazioni di benessere che aveva provato e..ah si, stava quasi per essere catturata e torturata dall'essere più malvagio del mondo..in effetti c'era qualcosa che non andava, molte cose.

-Tutto bene- bevve il suo latte.

-Questa notte ti ho cercata nel tuo dormitorio..non c'eri..- lo guardò, era molto serio, forse aspettava una spiegazione.

-Si..io..non ho dormito, sono stata tutta la notte nella torre di Astronomia..- mentì velocemente, sperando che le credesse.

-Capisco..ero venuto solo a dirti che ho terminato la tua pozione- disse freddamente, forse non le aveva creduto.

-Davvero?!- si illuminò e lui annuì -quando posso prenderla?-

-Questa sera..deve raffreddare..- il suo entusiasmo si spense all'istante, non era sicura che sarebbe stata viva fino a quella sera.

-Ah..-

-La prenderai, non ti succederà niente..ti abbiamo promesso di proteggerti-

Già mi avete promesso di proteggermi..

-Si..andrà tutto bene- sorrise brevemente ed incontrò i suoi occhi di ghiaccio all'altro capo del tavolo, la stava guardando intensamente, come quella stessa mattina, distolse subito lo guardo e lo riposò sul suo interlocutore.

-Adesso vieni con me..Voglio insegnarti degli incantesimi che a scuola non insegnano- le disse Malfoy senior e lei annuì alzandosi e lo seguì.

Ringraziamenti:

cassandra 287: sono molto contenta che ti piaccia..ho cercato di costruire il personaggio di Draco Malfoy così come lo vedo io..:) grazie x i complimenti.. a presto^.^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


b

Era seduta in Sala Grande, che giocava una partita di scacchi magici con Harry Potter, pochi erano in quella stanza, una ventina, compresi tutti i professori e Lucius, e tutti fingevano di occuparsi di altre cose, c'era chi leggeva, chi giocava a scacchi, chi conversava con altri, ma in realtà tutti erano in ansia, spaventati.

L'attesa a volte è più snervante della battaglia..

-Regina in E 2- disse Harry e quella si mosse, posizionandosi dove lui le aveva indicato e facendo a pezzi il cavaliere della ragazza.

-Ma no! E' la terza volta che mi vinci!- esclamò sconsolata lei.

-Sei proprio una frana Amira!- rise George che aveva seguito tutta la partita.

-Oh sta' zitto e pensa per te!- borbottò offesa.

-Io sono un maestro degli scacchi-

-Me lo immagino..-

-Non mi chiamo mica Amira-L'-Egiziana - la prese in giro.

-Fred, ti spiace se uccido tuo fratello?- chiese al gemello.

-Fai pure..- alzò le spalle e l'altro lo fulminò.

-Non sei tanto male però- la consolò Harry.

-No, sono anche peggio- disse sconsolata.

-Magari è perchè non ricordi le regole, forse in passato eri una giocatrice professionista..- cercò di rincuorarla.

-No, è sempre stata una frana in questo gioco- disse Lucius senza alzare gli occhi dal giornale, lei gli rivolse un'occhiata truce.

-Nessuno ti ha chiamato in causa- disse stizzita e quello alzò le spalle.

Udirono un forte boato provenire da fuori e la ragazza rabbrividì estraendo la bacchetta, imitata da tutti i presenti e tutti scattarono in piedi.

La battaglia abbia inizio..

D'un tratto la Sala Comune fu invasa da decine e decine di Mangiamorte, che si guardarono intorno un po' disorientati, senza dubbio non se l'aspettavano.

-Ma bravo Silente, di solito i vecchi con gli anni rincitrulliscono, invece noto con piacere che la tua mente è ancora arzilla ed efficace..bene, ci sarà più gusto nell'ucciderti- disse una voce sibillina.

I Mangiamorte si spostarono, aprendosi in due gruppi e ne venne fuori un essere, perchè uomo non lo si poteva chiamare, bianco e calvo, il naso era piatto, e la bocca increspata in un ghigno cattivo, se non fosse stato per gli occhi, duri e profondi occhi rossi, lo si sarebbe potuto scambiare tranquillamente per un cadavere.

E così questo era Voldemort.

-Cosa sei venuto a fare qui Tom?- chiese calmo Silente.

-Mmm..forse mi sbagliavo sulla tua mente..- ghignò -comunque la risposta mi sembra abbastanza ovvia, ad uccidervi tutti- poi guardò Harry -Potter ti va di morire oggi?- gli chiese ironico.

-Dopo di te Voldemort- rispose quello.

-Ma chi abbiamo qui, la nostra piccola egiziana, colei per la quale uno dei miei più fidati e forti Mangiamorte mi ha tradito..- la guardò da capo a piedi -i miei complimenti Lucius, gusti raffinati come sempre, ma temo che la sua bellezza sarà molto presto sciupata, pagherà per il tuo tradimento, un prezzo così caro che le farò rimpiangere di essere nata- le sorrise e lei fece un passo indietro, cosa che fece ghignare Voldemort.

Lucius e Draco la circondarono ai lati.

-Naturalmente un destino simile attende anche te piccolo disertore, avevo grandi speranze riposte in te..- sospirò guardando Draco che non si scompose -potevi diventare grande sai-.

-Non mi interessa, ho scelto la mia strada, e non mi pento di nulla- disse sicuro Malfoy Junior.

-Oh sta' tranquillo, il pentimento arriverà dopo..- guardò tutto il gruppo ad uno ad uno -vogliamo cominciare?-.

Detto questo si scatenò il putiferio, i Mangiamorte attaccarono gli avversari a sorpresa, ma quelli non si fecero cogliere impreparati e risposero colpo su colpo.

Amira combattè con un Mangiamorte potente, ma grazie alle lezioni di Lucius e il suo impegno durante quei mesi, soprattutto per non farsi umiliare da Malfoy junior, riuscì a tenergli testa.

Lo pietrificò e si guardò intorno, Lucius combatteva contro Rodolphus Lestrange e Draco contro la moglie di quello, sua zia Bellatrix.

Non erano affatto in difficoltà, anzi schivavano e colpivano con una velocità ed abilità disarmanti, ce l'avevano nel sangue la guerra, l'abilità di stroncare vite.

Vide un' Auror a terra, con bacchetta ai piedi, schiantò il Mangiamorte che stava per ucciderlo e Bill Weasley la guardò grato.

Arrivarono ulteriori Mangiamorte, e Silente, con un leggero incantesimo richiamò gli Auror nascosti nella scuola, i quali accorsero subito ed entrarono in combattimento.

-Ehi ragazzina, vuoi vedertela con un vero uomo?- lei si girò a guardare il suo interlocutore.

Doveva avere la stessa età di Malfoy junior, non molto alto, castano con gli occhi scuri.

-Ma perché avete tutti la fissa di chiamarmi ragazzina, lo odio!- si girò verso di lui completamente, l'altro ghignò -forza grande UOMO fammi vedere che sai fare-.

-Ai tuoi ordini piccola- le lanciò una Cruciatus, che lei prontamente schivò, provò a schiantarla, ma lei abilmente deviò l'incantesimo.

-Impedimenta!- l'altro si spostò di lato per evitare lo schiantesimo.

-Crucio!-

-Protego!-

-Serpensortia!- d'un tratto dalla bacchetta del Mangiamorte uscì un viscido serpente nerastro a qualche metro da lei, subito dopo il ragazzo con un incantesimo lo ingrandì.

Adesso doveva essere almeno 50 centimetri, con dei maligni occhi gialli.

Lei non sapeva che cosa fare, avrebbe potuto ingoiarla in un boccone, e non aveva mai studiato un contro incantesimo per questo, o almeno non in quel suo passato prossimo.

-Adesso che mi dici bambina?- ghignò l'altro, lei non rispose, aveva lo sguardo puntato su quel viscido coso che le stava di fronte e non la perdeva d'occhio un solo istante -Imperio! Attacca la ragazza!- ordinò .

Accadde tutto in una frazione di secondo, ma a lei sembrò di vedere tutto al rallentatore, vide il serpente venire a tutta velocità verso di lei, con la bocca aperta che puntava alla sua testa.

Pensò che presto sarebbe morta, nel più doloroso dei modi per di più, si consolò che almeno non si sarebbe avverata la profezia della Cooman.

Ma quando vide il serpente a mezzo metro da lei, sentì qualcosa spingerla violentemente di lato, cadendo sopra di lei.

-Cosa stavi facendo?! Attendevi che la morte ti raggiungesse?!- una voce rabbiosa che riconobbe subito.

-Ma-Malfoy..-

-No, la fata Turchina!- si tirò su da lei, solo Malfoy poteva fare dell'ironia in un momento simile, quasi sorrise.

Il ragazzo con un -Vipera Ivanesca- fece disintegrare il serpente e si rivolse al Mangiamorte -Flitt, quanto tempo..come te la passi?- chiese freddo.

-Draco Malfoy..- constatò -bene, molto meglio di te direi..- disse indicando il grosso taglio che aveva nella spalla -adesso spostati, devo uccidere la tua amichetta e poi penserò a te- disse puntando la bacchetta contro la ragazza ma Draco si frappose tra loro.

-Ti dispiace se prima ti batti con me? In onore dei vecchi tempi-

-Come vuoi..Crucio!-

-Protego!-

-Reducto-

-Protego-

-Stupeficium!- Malfoy deviò ora questo ora quell'incantesimo, quasi annoiato, cosa che irritò non poco il suo avversario -ora basta giocare, mi sono stancato-

-Era ora- disse freddo.

-Avada Ke..-

-Avada Kedavra!- Malfoy fu più veloce e l'altro illuminato da una luce verde cadde a terra senza vita.

-Alzati, o sarai facile bersaglio- si rivolse alla ragazza, che eseguì immediatamente.

-Malfoy..- lo fermò per un braccio -grazie..e sono quattro-.

-Non è il momento dei ringraziamenti..- si scostò e le girò le spalle -e vedi di non farlo accadere più, non sono mica il tuo Superman personale!- adesso era ironico, lei scosse la testa sorridendo.

Grazie Malfoy, mi proteggi sempre..

Si ributtò nella battaglia, ma non c'era molto da fare, ormai l'esito era presto detto, i Mangiamorte erano in netto svantaggio, e molti erano stati catturati o uccisi.

Guardò Harry e proprio in quel momento quello disse addio al suo nemico di sempre, colui che gli aveva irreparabilmente rovinato la vita, che gli aveva portato via le persone a lui più care, e lo uccise liberando il mondo da quella piaga.

Il corpo morto di Voldemort cadde rumorosamente per terra ed i Mangiamorte si trovarono nel panico, provarono a smaterializzarsi, ma Silente aveva protetto la scuola con una potente barriera anti-smaterializzazione e quindi si videro costretti a dare il meglio di sé, non più per uccidere, ma per aver salva quella loro miserabile vita.

Un forte schiantesimo la colpì ed andò a finire contro il muro.

L'impatto fu dolorosissimo, sbatté la testa e la spalla, ma non doveva avere niente di rotto, soltanto il sopracciglio ed il labbro, perchè si sentiva il sapore vischioso del sangue in bocca.

L'altro stava per completare l'opera, ma le cadde addosso pesantemente.

Cercò di scrollarselo di dosso, ma anche da morto era troppo pesante, si guardò intorno e vide Draco che la guardava con la bacchetta alzata e scuoteva la testa.

Che aveva detto prima, che non era il suo Superman personale?!

Lucius corse da lei e le tolse l'uomo di dosso -stai bene?- la fece alzare e lei annuì, lui l'abbracciò forte -è finita, siamo salvi..abbiamo vinto!- ma lei non lo ascoltava, guardava il ragazzo, che le rivolse un'occhiata delle più tristi che avesse mai visto e si girò a raccogliere i feriti.

Malfoy...Draco...


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


n

Erano passate due settimane da quel giorno, in seguito lei era andata da Madama Chips a farsi dare i punti nel labbro e nel sopracciglio, poi con Lucius si era diretta nella sua stanza ed aveva bevuto la pozione.

In trenta secondi, miliardi di immagini e flashback le avevano inondato la mente, e nei quattro giorni a venire aveva avuto leggeri capogiri, ma poi era tornato tutto alla normalità, aveva riavuto la sua memoria.

Aveva fatto l'amore con Lucius più volte, ricordando i sentimenti che la legavano a lui.

Ma diversamente da prima non aveva provato nulla..non per colpa dell'uomo, cavolo no lui era un perfetto amatore, ti faceva fremere di desiderio in un attimo, ma dopo esserci andata a letto o averlo baciato o altro si sentiva come.. svuotata, inquieta, insoddisfatta..

Non sapeva nemmeno lei come, ma sapeva che non erano le sensazioni che provava quando, prima di perdere la memoria lui andava da lei e stavano insieme, prima provava tenerezza, desiderio, ammirazione.

Cavolo prima era totalmente innamorata di lui, ma adesso? Cosa provava? Era normale stare così?

Lei non lo sapeva, e più ci rifletteva e più si sentiva confusa, strana, sapeva che da qualche parte dentro di lei qualcosa era cambiata, e lo aveva capito anche Lucius che più volte l'aveva vista distratta e pensierosa, ma lei non sapeva quali cose fossero cambiate.

Non aveva avuto il coraggio di parlargliene, e nemmeno ad Adele, con la quale si era incontrata qualche giorno prima ad Hogsmeade.

Aveva finto di essere felice, e per un attimo aveva invidiato la felicità dell'amica quando le aveva detto sorridendo -si, sono sicura che sarai un ottima madrina per il mio bambino..- lei c'era rimasta un attimo di sasso, l'aveva guardata a bocca aperta e l'aveva subito abbracciata, facendole le congratulazioni e chiedendole come aveva preso la notizia Jeff.

Due ore dopo si erano dovute lasciare, per tornare ai rispettivi impegni, ma già non vedeva l'ora di rivederla a scuola, cosa che sarebbe avvenuta tra soli sei giorni.

Oh Adele tu sapresti cosa dirmi..

-Sei sveglia..- Lucius aprì gli occhi e vide che lo guardava, erano coricati nel letto, lui dopo aver fatto l'amore con lei si era addormentato, ma a quanto pareva lei no..

-Si..-

-Da quanto?-

-Non lo so..qualche minuto- mentì e lui annuì.

-Che succede Amira?- chiese dopo qualche minuto di silenzio.

-Niente..che dovrebbe succedere?-

-Questo dovresti dirmelo tu..- sospirò.

-Non succede niente..- distolse gli occhi e lui le accarezzò una guancia.

-Sei così giovane..- sussurrò triste -io so che cosa ti prende..-.

-Cosa?-

-Amira, amore è chiaro..l'ho capito fin da quando ti ho vista nell'ufficio di Silente, ma mi ripetevo che era questione di tempo, che se ero riuscito a farti innamorare una volta ci sarei riuscito di nuovo, che con il riacquisto della memoria sarebbe tornato tutto come prima..ma non volevo ammettere ciò che dentro di me già sapevo..sapevo che era troppo tardi ormai, che il tuo cuore era già di un altro..- disse triste.

-Cosa??- ripeté scioccata.

Ma che stava dicendo?

-Tu non sei innamorata di me, o almeno non più..questi mesi ti hanno cambiata profondamente, e tu..ti sei innamorata di lui..-

-Lui..lui chi? Che stai dicendo?-

-C'è davvero bisogno che ti dica il suo nome?- chiese dubbioso.


-Il tuo cuore sta scoppiando, ti manca il respiro e..- le prese una mano e la guardò -ti tremano le mani, o hai paura o sei tremendamente innamorata di me..- sghignazzò.

-Oh oh qualcuno qui si sente a disagio ad ammettere che tiene a me- la prese in giro.

-Sei innamorata di Jean Seed?-

-Voglio te!-

-Pensi veramente che io ti abbia usata? Che tu fossi solo un corpo da usare e poi buttare per me?!-

-Non morirai..non lo permetterò..finché sarò vivo non ti succederà nulla..te lo giuro-


-Non so di cosa parli- guardò fuori dalla finestra la luna piena.

-Ascoltami- le prese piano il mento e la vece voltare verso di lui -io ti amo Amira, ed è per questo che non voglio costringerti..non mi amerai mai più. Quindi è inutile che prendi tempo ripetendoti che un giorno tornerà tutto come prima, non succederà mai, perché tu ami lui..non voglio che ti senti in obbligo verso di me, non siamo sposati, puoi fare ciò che vuoi..non voglio che tu sia infelice soltanto perché hai paura di ferirmi, non lo accetto- la lasciò.

-I-io..-

-Il passato ci forma, ci fortifica, ma non deve condizionare la nostra vita, io sono il tuo passato.. un passato che sarà sempre con te, ma tu hai bisogno del presente e del futuro- Merlino quanto gli costava dirle quelle cose..!

-Lucius..- provò.

-Devi fare la scelta giusta..e la tua scelta giusta non sono io- disse dolce e malinconico.

Lei guardò il bracciale, come aveva promesso ad Adele, avrebbe fatto la scelta giusta..ma chi le diceva che era quella la scelta giusta? Lei lo amava davvero?

Ripensò a tutte le volte che si era sentita ferita per una sua frase o una sua occhiata, a quanto il suo sguardo la facesse sentire strana, a quanto si era sentita felice e lusingata quando le aveva dimostrato la sua gelosia, a quanto si era sentita bene, al sicuro ed a casa tra le sue braccia, a quanto le aveva fatto male vedere l'occhiata triste che le aveva rivolto quando alla fine della battaglia Lucius l'aveva abbracciata.. ma allora lo amava?

Ripensò alla paura che aveva provato quella stessa sera, ricordando quando lui si era buttato su di lei, per salvarla dalle fauci dell'enorme serpente, a quanto fosse stata vicina a perderlo, qualche altro secondo ed avrebbe morso lui.

Sarebbe sicuramente morto, e lei ne era rimasta terrorizzata, in seguito aveva ringraziato il cielo e tutti i santi per quel miracolo.

-Mi dispiace Lucius..- si alzò ed andò alla finestra.

-Va' da lui..o sarà troppo tardi- lei si girò di scatto verso di lui, e capì che diceva sul serio, guardò fuori il sole che stava appena sorgendo.

Quella era la sua alba, l'alba della sua nuova vita.

**************

Bevve l'ultimo sorso di Whisky Incendiario e posò il bicchiere sulla scrivania, ridusse con un incantesimo le dimensioni del baule e se lo mise in tasca, indossò il mantello ed aprì la finestra che dava sul balcone.

Prese la sua Nimbus 2009 nuova dall'angolo, uscì fuori e guardò il cielo, aveva preso la sua sofferta decisione, non ce la faceva più a stare lì, faceva troppo male.. troppo male vederla con lui, guardarla e sapere di non poterla avere mai più.
Per un momento la notte prima della battaglia si era illuso che lei provasse un qualche sentimento per lui, quando gli aveva detto che non sopportava il suo odio, quando lo aveva abbracciato, e si era fatta cullare e vedere così fragile e disperata..a lui si era stretto il cuore e si era illuso dell'inverosimile.

Che cosa mi hai fatto ragazzina?..

Quella notte era stata la più bella della sua vita, l'aveva stretta a sé e guardata dormire tutto il tempo, ascoltando il suo respiro lento ed accarezzandole i morbidi capelli.

Si era sentito veramente bene, felice come non gli era mai successo in vita sua e lì aveva capito che voleva che fosse felice, e se era felice con suo padre..okay lo avrebbe accettato, ma non poteva assolutamente pretendere di sopportare tutto con un falso sorriso stampato in faccia, non poteva pretendere che lui facesse l'amicone, no, questo non doveva chiederglielo.

Dopo che aveva fatto l'amore con lei, aveva capito di aver commesso il più grosso errore della sua vita: si era irreparabilmente ed inconsapevolmente innamorato di lei.

E quando aveva saputo del suo passato era diventato furioso a dir poco e l'aveva odiata, o almeno ci aveva provato, le aveva sputato addosso tutto il suo disprezzo e rancore.

Aveva un milione di motivi per odiarla, quella ragazza era stata la causa del dolore di sua madre, dei suoi tentativi di suicidio e delle sue crisi depressive, era venuta a letto con lui mentre amava un altro..ma come si poteva odiare qualcuno, quando lo si amava così tanto?

Perdonami mamma..non ci riesco..

Perciò aveva preso la decisione di partire, sarebbe andato altrove, dove non si sarebbe trovato più i due amanti sempre davanti agli occhi, dove il suo cuore avrebbe potuto riposare in santa pace e la sua mente pensare ad altro che non fosse lei.

-Avevi intenzione di andartene senza salutarmi?- chiese una voce alle sue spalle.

Amira..

-Perché avrei dovuto farlo? Noi non siamo niente..e poi non volevo interrompere la tua idilliaca relazione con il mio caro genitore- rispose freddo.

Ti prego, lasciami stare, non rendere le cose ancora più difficili di quanto sono..

-Perché te ne vuoi andare?- chiese ignorando la sua affermazione di prima.

-Ho preso la mia decisione-

-Perché?- richiese senza scomporsi lei.

-Non c'è più nessuna ragione che mi trattenga qui- disse sincero nella speranza che se ne andasse al più presto, più tempo trascorreva con lei e più sarebbe stata dura dimenticarla.

-Dove andrai?-

-Non lo so ancora- sospirò -che cosa sei venuta a fare qui?-

-..Per quanto tu mi possa odiare, ci sei sempre stato, mi hai sempre salvata ed aiutata..-

Odiarti?! Ho pregato perchè fosse così..

-Non voglio la tua gratitudine, non è ciò di cui ho bisogno- la interruppe secco.

-E di che cosa hai bisogno allora?-

-Niente che tu possa darmi..- rispose piano.

-Comunque stavo dicendo che per quanto tu possa avermi odiata e detestata, ci sei sempre stato per me, per aiutarmi nelle difficoltà e salvarmi nei momenti di pericolo..- attese qualche secondo prima di continuare -adesso sono io che voglio salvare te: non voglio che tu parta, non lo permetterò-

-Cosa?- si girò a guardarla confuso.

-Non permetterò che tu parta, anche al costo di seguirti in capo al mondo non mi lascerai da sola..-

-Lucius non te lo permetterebbe mai- sospirò e tornò a guardare il cielo dandole nuovamente le spalle.

-Non mi importa-

-Non puoi chiedermi di rimanere qui, non puoi chiedermi di stare a guardare mentre lui..- strinse i pugni.

-Non te lo sto chiedendo-

-Bene, allora lasciami partire in pace-

-No-

-Perché?- chiese esasperato.

-..Poco fa mi hai detto che non avevi più motivi per rimanere giusto?- lui annuì -..e se te lo dessi io un motivo per rimanere?-

-Quale, fare da testimone alle vostre nozze?! Fare da padrino ai vostri figli?!- chiese a metà tra l'amaro e l'irritato.

-No, essere il padre dei nostri figli..amare me ed essere amato da me..- disse lentamente.

Lui si girò di scatto stupito e confuso.

-Cosa..? Cosa vuol dire?- non poteva illudersi, o la speranza gli avrebbe ridotto la sua anima ed il suo piccolo cuore in coriandoli.

-Vuol dire che ti amo..- sorrise e gli si avvicinò piano.

Mi..ama?

-Puoi ripetere?-

-Ti amo Draco Malfoy-

-E l'amore per mio padre?- disse cercando di mantenere un tono freddo, ma non fu del tutto sicuro di riuscirci.

-Ho amato tuo padre, nel mio passato, ma quando incontrai te mi innamorai perdutamente sin dal primo istante, anche se non me ne accorsi subito.. la mia infatuazione per lui è ormai spenta da tanto, troppo tempo, non potevo continuare a fingere..io gli voglio bene, ma è te che amo, te che voglio accanto per il resto della mia vita..- gli scostò dolcemente i capelli dalla fronte e lui la guardò intensamente -se lo vorrai ti darò tutto l'amore di cui dispongo..-

-Merlino! Che cosa ho fatto per meritare tutto questo?!- la tirò a sé e la abbracciò fortissimo, tanto da farle mancare il fiato.

-Draco..mi stai..strozzando..- lui la lasciò sorpreso.

-Non mi avevi mai chiamato per nome..-

-Ti dispiace?-

-No affatto..mi piace sentirlo dire dalla tua bocca- sorrise.

-Ma come siamo diventati romantici!..- lo prese in giro e lui fece una smorfia di disgusto.

-Non ti ci abituare!- lei gli fece la linguaccia.

-Non voglio che tu parta..non voglio che mi lasci- disse seria.

-Non lo farò-

-Me lo prometti?-

-Si- la baciò tenendola stretta a sé.

Merlino quanto gli era mancata!

-Amira?-

-Mmm?-

-Credo di non aver mai vissuto veramente, la mia vita è sempre stata un'immensa tenebra prima di incontrare te..tutto il mio essere è illuminato dal riflesso della tua luce – rimasero abbracciati, lei gli poggiò il capo nella spalla sorridendo, e la sentì rilassarsi - Ti amo Amira Zeina Fahd Al-Haddad-

-Per sempre?-

-Per sempre- confermò lui stringendola di più.

lorelei_88: scusami se ti ringrazio solo adesso, ma non avevo completamente visto la tua recensione^.^'  quindi scusa:) cmq grazie e spero che gli ultimi capitoli ti siano piaciuti..fammi sapere se ti va^.^ kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Epilogo ***


b

L'uomo camminava lentamente, aiutandosi con il suo bastone d'argento e legno massiccio, ultimo regalo di sua moglie, teneva in mano dei fiori, alcune rose rosse e dei fiordalisi bianchi, i suoi preferiti.

Le faceva visita ogni domenica da dieci anni a quella parte, un'abitudine che nonostante la sua veneranda età di sessantatré anni non si era mai voluto levare.

Arrivò alla lapide e guardò la sua foto, sorrideva, con quel suo bellissimo sorriso che partiva dagli occhi e che contagiava chiunque la stesse a guardare.

Era giovane in quella foto, aveva appena avuto Alexander Brad , secondo lui dopo la maternità la sua bellezza era aumentata a dismisura, gliel'aveva detto più volte e lei lo aveva accusato di ruffianezza e la aveva scambiata per una scusa per non cambiare il pannolino al piccolo-spara-popò.

Posò i fiori nel vaso trasparente, togliendo quelli vecchi, e ripensò alla sua vita. Da quando era arrivata lei tutte le tenebre di cui da sempre era stato avvolto erano scomparse, distrutte dal bagliore della sua luce.

Dopo che si erano confessati i reciproci sentimenti quella sera, lui l'aveva messa sulla sua scopa ed erano andati nella chiesa babbana più vicina, lei insisteva di volersi sposare lì, e avevano fatto il giuramento di amore eterno davanti ad un prete babbano.

Alcuni mesi dopo, quando lei aveva preso il diploma, avevano girato il mondo per cinque bellissimi anni e poi erano tornati a casa.

Lei si era trovata un lavoro come giornalista, lavorando per La Gazzetta del Profeta e lui aveva trovato un prestigioso posto al Ministero della Magia.

Un anno dopo era nato Alexander Brad, dopo di lui, a soli due anni di distanza Aaron Marcus, ed infine, altri due anni dopo, le gemelline Audrey Narcissa e Crystal Daphne.

Avevano cresciuto con amore i loro figli, educandoli a ciò che è bene ed a ciò che è male, ma con profondo disappunto di lei, e segreto entusiasmo di lui, erano finiti tutti a Serpeverde, facendone passare di tutti i colori al professor Piton.

Ricordava ancora le sue urla isteriche quando lo aveva saputo, aveva accusato lui, come al solito, di essere la causa di quella disgrazia.

Lui le aveva riso in faccia, cosa che aveva fatto infuriare ancora di più la donna, che lo aveva spedito a dormire nel divano per una settimana intera.

-Mi manchi amore, la vita è così vuota senza di te..- sussurrò e si asciugò una piccola lacrima.

Dopo la sua morte, lui aveva passato uno dei periodi più neri e brutti della sua vita, erano stati i suoi figli ed i suoi nipoti ad aiutarlo a sorridere ancora, soprattutto lo avevano aiutato Adele e Jeff Sauders, con cui aveva stretto una grande amicizia anni dopo il suo matrimonio con Amira.

Amicizia che si era consolidata sempre di più dopo la morte di quest'ultima, e quella della sua migliore amica, avvenuta due anni dopo, Adele Smitt in Sauders.

Non saresti mai potuta stare senza la tua migliore amica vero?

Era piacevole parlare con Jeff, ricordavano aneddoti di gioventù ormai persi, nascosti in chissà quale angolo buio della loro provata mente, oppure giocavano a scacchi magici.

E come ogni cosa questo le ricordava lei, le eterne partite di scacchi che lei puntualmente perdeva, ma si ostinava a ripetere che la prossima volta sarebbe andata meglio.

Avevano avuto una vita ed una felicità delirante, ma la sua morte era stata quanto più silenziosa ci potesse essere.

Se ne era andata nel sonno, addormentata per sempre dall'ombra nera con la falce, morta di una malattia che non perdona, il cancro.

Quell'ultima sera, prima di andarsene, gli aveva detto delle cose che lo avevano fatto sentire inquieto, anche se non aveva capito subito, lei sapeva che era l'ultima volta che l'avrebbe rivisto in quel mondo.

-Draco, non mi pento nemmeno di un secondo passato insieme a te, avessi la possibilità di rinascere rifarei tutto d'accapo..sono contenta di essere riuscita ad invecchiare con te amore mio e ti amo come il primo giorno..-

Toccò la lapide e si portò la mano alla bocca -torno domenica prossima- le sorrise e la foto corrispose.

Vide in lontananza una figura sulla sedia a rotelle che avanzava lenta verso dove era lui, teneva in mano una rosa rossa e conservava tutta la dignità che lo aveva caratterizzato per una vita intera, soltanto l'espressione esprimeva una profonda malinconia e solitudine.

Fece un rigido cenno di saluto al padre, che corrispose educatamente, e si incamminò dalla parte opposta.

Era un uomo completo, aveva vissuto, aveva amato immensamente ed era stato riamato allo stesso modo..adesso non gli restava che aspettare, aspettare per vivere di nuovo, aspettare per essere di nuovo felice, aspettare che lei lo richiamasse a sé, questa volta per sempre.

Ti amo..

FINE

Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito, anche chi ha solo letto o solo messa tra i preferiti.. grazie ragazzi, spero davvero vi sia piaciuta. Fatemi sapere.;)

lorelei_88: sono contenta ti sia piaciuta, e grazie x i complimenti..^.^  fammi sapere che ne pensi se ti va:) kiss

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=320554