Fallout: New Rome

di AndreMCPro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** G.O.A.T. ***
Capitolo 2: *** Disastro ***



Capitolo 1
*** G.O.A.T. ***


Fallout New Rome
Cap.1 G.O.A.T.

 
«No, sul serio, devo veramente farlo per forza?» Chiese Joseph, gli occhi –anzi, l’occhio dorato, visto che l’altro era cieco; una disfunzione che aveva da quando era nato- puntati verso il giovane davanti a lui. Joseph era un sedicenne dai capelli neri, altezza media e di corporatura piuttosto robusta. Il suo Pip-Boy indicava un livello di forza pari a 8. Il che, combinato con un carattere piuttosto suscettibile, non era affatto il massimo. In ogni caso, in quanto sedicenne, era in età da GOAT.
«Certo che devi farlo. Il GOAT fa’ parte della nostra vita» Rispose David. Diciotto anni, capelli castani, occhi azzurri. Alto e con una forza nella media, ma molto agile. Era uno degli Esploratori del Vault.
Per la precisione, Vault 184, distaccamento italiano della Vault-Tec. Luogo di insediamento: Roma.
David e Joseph erano praticamente cresciuti insieme, avendo solo due anni di differenza, ed entrambe le loro famiglie erano di origine americana. David aveva imparato molto in fretta a gestire il carattere piuttosto instabile del suo amico, e anche a girargli al largo quando non era di buon umore. E adesso non è che fosse poi così felice di quello che doveva fare…
«Ma perché dobbiamo fare questo stupido test? Non possiamo decidere da soli un lavoro?»
«Non è così facile. Io fino a due anni fa volevo lavorare nell’Impianto di Depurazione. Il GOAT però ha detto che dovevo fare l’esploratore, e ora… Ehi, sono uscito solo due volte fino ad oggi ma se potessi ci passerei gli anni, nella Zona Contaminata!» Si avvicinò ad una vetrina piena di armi di ogni tipo. «E guarda qua!» Aggiunse poi tirando fuori un fucile con la punta fatta di un cristallo verde. «Fucile al plasma. La mia arma preferita!»
«Wow, posso provarla?» Chiese entusiasta allungando la mano verso l’arma.
«No» Rispose secco il castano levando il fucile dal tavolo. «E adesso fila all’esame»
Il ragazzo si allontanò, sbuffando. Proprio quello a cui puntava David, che aggiunse: «Però se vuoi dopo ti faccio fare qualche tiro»
Il volto del sedicenne si illuminò e il ragazzo corse via raggiante.
Joseph aveva una passione sfrenata per le armi, un po’ come David. Il ragazzo si recava al poligono ogni qual volta gli era possibile e, anche se non gli facevano usare armi potenti, si dimostrava sempre sopra ogni aspettativa. Amava anche le spade, ma comunque la sua arma preferita era la Mitraglietta 10mm. Conoscendolo, molto probabilmente il GOAT lo avrebbe assegnato al ruolo di…
«Guardiano principale!» Gridò furibondo Joseph quando tornò, quindici minuti dopo, nelle stanze di David. «Siamo scherzando? Io non voglio stare tuta la vita chiuso qui dentro a controllare che non entri niente dall’esterno! Io voglio uscire!»
«Risultati?»Chiese calmo l’amico.
«Armi leggere, Armi da mischia e Scienza. E hanno pensato bene di assegnarmi alla Porta del Vault!»
«Beh… potevi chiedere una… piccola correzione… no?»
«Cosa?»
«Beh, il GOAT è un ottimo sistema, ma… diciamocelo, non è infallibile.  Se qualcuno si dimostra totalmente contrario ad un dato ruolo gli esaminatori sono autorizzati a variare uno dei risultati»
«Dici sul serio?»
«Certo! Non te l’hanno detto?»
«Ehm…» Sì, ora che ci pensava, ricordava che gli avessero detto qualcosa del genere… ma in quel momento era occupato a provare un fucile d’assalto e non aveva prestato attenzione.
«Datti una mossa, prima che i risultati arrivino dal soprintendente»
«Volo!» Rispose il ragazzo. Meno di dieci minuti dopo tornò con espressione trionfante.
«Guerriero completo! Non uscirò spesso come te, ma almeno non rimarrò chiuso nel Vault per sempre!»
«Fantastico!» Esultò con lui David, per poi prendere il fucile al plasma. «Andiamo a festeggiare, forza!»
Andarono al poligono. David imbracciò l’arma e la caricò con una cella MF. Poi però la tolse e diede sia il fucile che la cella a Joseph, che dopo un paio di tentativi capì come doveva fare.
«Ok» Fece il moro entrando nella cabina di tiro. «Com’è la precisione?»
«Non buona. O meglio, ci vuole molta esperienza per…»
Joseph fece fuoco. Centro perfetto.
«Ma come…»
«Dicevi?» Lo derise. Ma poi fu il fucile a prendere in giro lui: nessuno degli altri colpi andò anche solo lontanamente vicino al centro.
«Come diavolo è possibile?» Inveì il ragazzo mentre il nono fascio di plasma si schiantava addirittura fuori dal bersaglio.
«Te l’avevo detto che non è facile»
«Quanti punti ho fatto?»
«Trentadue»
«Su NOVE COLPI? No, questo fucile a schifo» Sentenziò posandolo.
«Finisci almeno i colpi! Ne hai ancora tre!»
Joseph sbuffò ma riprese in mano l’arma e tornò a mirare. Di nuovo centro perfetto, ma i due successivi finirono a bordo bersaglio. Il punteggio finale fu un misero quarantacinque.
«Tienitelo, fa schifo» Disse restituendo il fucile a David.
«Non è vero! Sei tu che non lo sai usare!»
«Mettila come ti pare» Rispose il ragazzo prendendo una mitraglietta. David invece ricaricò il fucile al plasma e si mise a tirare. A differenza del suo amico, totalizzò 110 punti, di cui sei centri.
 
 
 
I due raggiunsero la mensa a tarda sera. David aveva voluto insegnare a Joseph ad usare tutte le armi che aveva trovato fino ad allora. La sala era deserta, eccezion fatta per Bill, il Mister Handy che lavorava come barista, e tre o quattro ragazzi che alla loro vista fuggirono in dormitorio. A Joseph era stato assegnato un equipaggiamento standard di una mitraglietta 10 mm e una spada a una mano e mezza e il ragazzo si era subito agganciato le armi alla cintura, deciso a mostrarle il più possibile in pubblico, almeno per i primi tempi. David invece teneva in vista solo una pistola al plasma.
I due si sedettero al bancone e chiesero una bibita. Nuka Cola per David, birra per Joseph.
«Adesso posso dirlo con certezza: i fucili non fanno per te» Esordì David.
«Sono troppo lenti per i miei gusti» Ribatté il moro. «Preferisco le armi automatiche»
«Però i fucili sono ottimi per colpire dalla lunga distanza senza farsi scoprire. E usi meno proiettili, indubbiamente»
«A me piace fare casino» Concluse Joseph, per poi ridere insieme al suo amico, che subito dopo bevve un sorso di Nuka Cola.
«Già immagino come andrà a finire: tu che assali un accampamento di predoni e io che ti copro le spalle da una zona sopraelevata»
«Già, sarebbe divertente. Non ne posso più di stare qui dentro!»
I loro Pip-Boy suonarono all’improvviso, e sullo schermo apparve loro una notifica di segnale radio. David si connesse: era la Radio di Sevizio. A parlare era Alessandro, il capo della sicurezza.
«A tutti gli uomini disponibili: recarsi immediatamente al livello del reattore! Invasione di Scarafaggi fuori controllo! Ripeto: recarsi IMMEDIATAMENTE al livello del reattore!»
David scattò in piedi e si voltò verso Joseph. Si aspettava si sarebbe alzato con lui, ma invece era impallidito e stringeva con forza il bordo del bancone.
«Ho capito…» Disse esasperato il castano, per poi estrarre la pistola al plasma dalla fondina e uscire dalla stanza. E mentre correva per i corridoi, disse soltanto due semplici parole:
«Stupida Insectofobìa…»

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Capitolo 2
*** Disastro ***


Fallout New Rome
Cap.2 Disastro
 
Quello che David si ritrovò davanti una volta entrato nella sala del reattore fu qualcosa di orribile: Scarafaggi ovunque, a centinaia. Corpi riversi a terra in un lago di sangue e spesso mutilati di uno o più arti. Uno scarafaggio vicino ai suoi piedi stava bevendo il sangue di un ragazzo morto rimasto senza braccia. David dovette sforzarsi per non vomitare, e per non guardare quello che aveva davanti attivò il Pip-Boy. Uno dei sistemi più stupefacenti creati dalla Vault-Tec era quello di organizzazione oggetti: si poteva “operare un restringimento dell’oggetto per renderlo più maneggevole, anche se non meno pesante”… o almeno questo era quello che c’era scritto sulla sezione FAQ del Pip-Boy. Non sapeva esattamente come funzionasse, ma era una cosa dannatamente utile! Prese subito un Fucile d’Assalto e iniziò a sparare a tutto quello che vedeva, lanciando di quando in quando delle granate e indietreggiando nel corridoio in attesa di rinforzi. Giunsero presto tre uomini della sicurezza con altre armi automatiche e pian piano riuscirono a decimare l’immensa mole di insetti. Di lì a poco la situazione si calmò, ma subito un altro segnale di allarme disse ai quattro di raggiungere la sala ristorante, causa attacco di Ratti-Talpa.
 
 
 
Joseph faceva dei respiri profondi, cercando di calmarsi. Aveva sempre odiato gli insetti, perché erano l’unica cosa di cui aveva paura. O almeno, fino ad allora non aveva trovato altro che gli facesse quell’effetto. Con un ultimo sospiro si alzò, e con mano tremante fece per aprire la pagina radio del Pip-Boy. Un umore da sottoterra attirò invece la sua attenzione.
«Ma cosa…?»
Si bloccò, guardando dietro di sé con la coda dell’occhio. Sembrava che qualcosa stesse grattando, ma non gli pareva di vedere niente… tornò a guardare il Pip-Boy, ma non fece in tempo a toccare un pulsante che un colpo molto forte nello stesso punto di prima lo fece voltare, stavolta del tutto.
Alcune mattonelle erano esplose senza apparente ragione: i loro cocci erano sparsi intorno al buco sul terreno… Sì, perché al posto di quelle mattonelle ora c’era un buco. Un tunnel, per la precisione, troppo stretto perché un umano ci passasse agevolmente, ma di certo non ebbe alcun problema ad attraversarlo il Ratto-Talpa che era appena sbucato nella stanza. Appena l’animale vide Joseph si lanciò su di lui. Il ragazzo chiuse gli occhi, preparandosi al peggio.
Non accadde nulla.
Il giovane riaprì gli occhi. Il Ratto stava ancora saltandogli addosso, ma era sospeso a mezz-aria… come se il tempo si fosse congelato. Sentiva dietro di sé il bancone del bar che gli impediva di allontanarsi. Ma una cosa era certa: lo SPAV -Sistema di Puntamento Assistito Vault-tec- si era attivato, e non avrebbe di certo perso quest’occasione.
Appena Joseph fece per muoversi, il tempo ricominciò a scorrere al rallentatore. Mentre il Ratto si avvicinava molto lentamente alla sua testa, lui portò la mano, stranamente più veloce dell’animale, alla spada e la mise obliqua davanti a sé. Il Ratto fu tagliato a metà, e il tempo tornò normale. Ma il prezzo per Joseph fu un terribile senso di stanchezza che lo fece quasi accasciare al suolo.
«Maledizione…» Imprecò, tentando di rialzarsi. Altri Ratti presero ad uscire dal tunnel, e tutti lo puntarono, pronti a sbranarlo.
Un colpo di carabina lo salvò dai primi due che gli stavano saltando addosso. Un uomo piombò nella stanza, gettando l’arma appena usata a terra e prendendo un Lanciafiamme. In pochi secondi la minaccia fu debellata, e quello che Joseph riconobbe come Christian Paglieri infilò la punta del Lanciafiamme nel tunnel, dando fuoco a qualsiasi cosa si trovasse ancora al suo interno.
«Pessima mossa, amico…» Disse Christian bloccando il passaggio con un tavolo piuttosto pesante. «Hai a malapena A4; non sei abbastanza agile per usare lo SPAV come si deve»
«Dillo al Ratto che mi voleva staccare la testa…» Rispose Joseph mettendosi finalmente in piedi ed estraendo le sue fidate mitragliette, anche se il modo in cui le impugnava tradiva la sua stanchezza. «Piuttosto, non credo che quello li fermerà… Ci vorrà ben altro per…»
Un altro gruppo di mattonelle saltò. In quel momento però giunsero altri quattro uomini del Corpo di Guardia, tra cui David, e la guerra contro i Ratti-Talpa divenne ancor più un massacro di animali. Non ci volle molto perché i roditori capissero che dovevano cambiare aria, ma nessuno era tranquillo. Era meglio combatterli allo scoperto che temere chissà quali danni non visibili a circuiti o tubature nell’attesa che si rifacessero vivi.
Gli uomini si sparpagliarono. Nella stanza rimasero solo David e Joseph, quest’ultimo ancora provato dai postumi da Puntamento Assistito.
«Tutto ok?» Gli chiese il moro quando Joseph si sedette su una panca, distrutto.
«Sì, sì…» Liquidò lui. Ma l’amico insistette.
«Che è successo?»
«Niente, ho solo fatto qualcosa un po’ troppo oltre le mie possibilità…»
«SPAV?»
Il sedicenne annuì.
«Vai nella tua stanza» Ordinò categorico David.
«Ma…»
«Niente ma. Se resti qui nelle tue condizioni rischi di farti ammazzare. È meglio che tu te ne vada. Qui ci pensiamo noi»
«No» Ribatté secco Joseph.
«Cosa?»
«Avrete bisogno di tutti gli uomini possibili. E poi non voglio rischiare di essere ucciso nel sonno, se permetti!»
«D’accordo… ma fai attenz…»
La radio di emergenza indicò un incendio nel dormitorio. David imprecò sonoramente.
«Stavamo dicendo?» Lo canzonò Joseph.
«Stai zitto…» Fece il moro dirigendosi verso l’area indicata. Ma un nuovo allarme, stavolta dagli altoparlanti, costringe a dividere in due il gruppo di sicurezza. I ratti avevano danneggiato le tubature dell’acqua e il Vault rischia di rimanere a secco… o peggio, di allagarsi. Celebri erano le notizie riguardanti il Vault 92 a Washington D.C., o meglio, Capital Wasteland. In qualche modo Galaxy News Radio aveva trovato il modo di connettersi al vecchio continente, portando anche in Italia la leggenda del “Ranger della Waste”, fuggito dal Vault 101 per cercare suo padre, ma poi misteriosamente scomparso mentre combatteva un’associazione governativa detta “Enclave”.
In ogni caso, David non avrebbe mai permesso che il suo Vault facesse la stessa fine del 92. Imbracciò il suo Fucile al Plasma e si fiondò nell’area di pericolo, già lievemente allagata. Uccise i ratti senza pietà, aiutato da Joseph e vari altri, e poi si mise al lavoro per riparare le tubature. La radio però prese a segnalare pericoli da tutte le parti. Ratti e Scarafaggi avevano invaso decine di stanze, al punto che sembrava quasi un’invasione organizzata. Ma era una supposizione fin troppo idiota per essere anche solo plausibile. Un branco di Deathclaw, forse, era in grado di organizzare un assalto, ma non dei ratti o degli insetti ottusi.
Joseph e David si diressero alla porta, che era appena stata attaccata. Dei Mirelurk stavano cercando di sfondarla a suon di chele, così loro li assecondarono aprendola e facendoli saltare in aria con delle Mine al Plasma. Poi richiusero.
«Non ce la faccio più…» Ansimò Joseph.
«Connettiti alla GNR, allora!» Replicò David.
«Che c’entra la GNR con…?»
«Ogni volta che la ascolto mi sento subito meglio!»
«Stai zitto e dammi un Jet»
«Sì, sì, va bene» Rispose il moro lanciandogli il respiratore. «Vedi di non diventarne dipendente»
«Troppo tardi» Rispose l’altro. David gli scoccò un’occhiataccia di rimprovero.
«Sto scherzando!» Fece quello, quasi offeso. Poi si voltò di scatto verso la porta del Vault, facendo segno di silenzio.
Bip. Bip. Bip. Bip.
«Oh, cavolo…»
Un’esplosione li fece volare contro il muro, mozzando loro il fiato. La porta era stata letteralmente divelta e si era incastrata nella stessa parete, abbattendone una buona metà. L’allarme del Vault scattò immediatamente, ma loro non lo sentivano, assordati dall’esplosione, e cercarono di rimettersi in piedi. Inutile. Joseph crollò a terra, svenuto, mentre David cercava ancora di mettersi almeno in ginocchio.
Una mano lo afferrò per i capelli e lo alzò. Non aveva la forza per opporsi all’uomo, un Predone, che gli rifilava uno sguardo di profondo disprezzo. David vide le sue labbra muoversi, ma non capì nulla. Si guardò intorno, per quanto ci riusciva, e vide che i Predoni erano in tre: due uomini e una donna. L’altro tizio prese Joseph e lo portò via, mentre la donna superò i due uscendo dal campo visivo di David. Un attimo dopo, un dolore improvviso alla nuca mise fuori gioco il ragazzo.

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