Hey Angel

di _AlexGrillo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** •Tequila• ***
Capitolo 2: *** •Lisztomania• ***
Capitolo 3: *** •Sex• ***
Capitolo 4: *** •Evi(tiamo)ci• ***
Capitolo 5: *** •Sorry• ***
Capitolo 6: *** •psychologist• ***
Capitolo 7: *** •Alone• ***



Capitolo 1
*** •Tequila• ***


Uno, due, tre bicchieri uno dietro l'altro. La musica rimbomba nella sala piena di gente che si muove a questo ritmo. "Ancora uno" chiesi al barista di fronte a me. Ormai avevo finito di vivere già da un po' di tempo, quando poi lo incontrai e tutto iniziò a cambiare. Pensavo di poter ricominciare da capo e lasciar andare via tutto quello che di brutto avevo passato. "É tutta colpa tua, stronzo" dissi mandando giù l'ennesimo bicchiere di Tequila. Ci avevo creduto fin troppo e ora la delusione e la rabbia mi stavano mangiando. Pensavo che l'amore tra di noi potesse essere reciproco e invece... "Non pensi sia ora di finirla, Alex?" disse Mirko, il barista, notando la mia sbronza. "No, non ancora" "Finirai in ospedale cosi" "Non mi importa, ormai niente mi importa più" "Si certo. E poi cos'altro? Inizierai a drogarti?" domandò passando velocemente un panno sul tavolino. "Potrebbe essere un'idea" dissi lasciando trasparire un lieve sorriso. Mi alzai, raggiungendo la porta per poter uscire da tutto quel casino. Raggiunsi un parco, quel parco in cui giocavo sempre da bambina. Quel parco dove mia mamma, la mia dolce mammina fu uccisa. Un colpo di pistola. E ricordo come se fosse ieri il terribile sguardo con cui mi guardò un'ultima volta. Avevo 7 anni. E la mia vita cambiò, mio padre.. Oh mio padre lo ricordo bene quella volta che, prima di uscire per raggiungere il suo solito bar dove si ubriacava la sera mi strinse a se: "va tutto bene" mi sussurò all'orecchio. Ma non andava tutto bene. Quella sera la polizia bussò alla mia porta, la notizia mi portò alla pazzia. Ed ora io sono qui, che porto la mia vita con peso ovunque vada. Se sapevo che sarebbe andata cosi non sarei mai uscita quel giorno di pioggia. Se sapevo, non mi sarei mai rifugiata in quel bar. Se sapevo, non mi sarei mai seduta a quel tavolino rischiando cosi di incontrare i suoi occhi. "Ti regalerei la luna se solo potessi". Forse é l'unica cosa che di buono mi sia capitata. Forse ero felice perché pensavo che lui mi amasse. É bello sognare. Mi disse quella frase e subito dopo mi baciò. L'idea sarebbe quella di dimenticare, ma dopo tutto questo alcool ho dimenticato il mio nome, ma non il suo. *** Era già la decima telefonata e il telefono continuava a squillare ininterrottamente. "Cazzo" risposi guardando la schermata illuminarsi nuovamente. Lo lasciai suonare, fino a quando la musichetta fastidiosa non cessò. Guardai la luce spegnersi piano piano, un po' come me, che lentamente mi sto spegnendo davanti agli occhi chiusi del mondo. Trovai finalmente quel silenzio che tanto cercavo in questo casino e cosi ne approfittai chiudendo gli occhi. Quando i pugni sulla porta e il suono irritante del campanello occuparono le mie orecchie. Costretta mi alzai e senza esitare aprì la porta trovando una splendida ragazza bionda davanti ai miei occhi. "Undici telefonate" disse mostrandomi il suo telefono. "Scusa, stavo dormendo" mentii. "Si certo, la solita scusa da cinque anni ormai" "Non é la solita scusa" Ormai mentire con lei era impossibile. Sapeva leggermi negli occhi e capire come mi sentivo in un batter d'occhio. "Tieni" rispose portando fuori dalla sua borsa un sacchettino. "Cos'è?" domandai confusa "Apri" rispose con un sorriso smagliante. Con incertezza aprì il sacchettino e trovai a mia grande sorpresa dei muffin al cioccolato. Lei mi conosceva bene, sapeva come far comparire un sorriso sul mio volto anche con la più piccola sciocchezza. "Era da tanto che me li chiedevi" "Già" risposi ingozzandomi Rise di gusto prima di bere un sorso di succo dal suo bicchiere. "Hai intenzione di fare l'asociale anche oggi?" disse ironicamente "Julya ascolta-" "Non voglio sentire altro" continuò interrompendomi "Non puoi passare un altro giorno a piangerti addosso. Alex, é ora di andare avanti" "Non pensi ci abbia provato fin troppe volte per rifarlo di nuovo?" domandai abbastanza seccata. Julya lo sapeva bene, ci avevo provato troppe volte a ricominciare da capo e purtroppo tutto é andato sempre per il verso sbagliato. Lei sa le mie paura, le mie fobie, e fidarmi delle persone ormai é una cosa estranea per me. Non riesco a dare fiducia senza pensare che un giorno quelle persone potrebbero deludermi. Allora tutti i sacrifici, tutte le promesse e i segreti detti andranno perduti. Come una nuvola di fumo che col suo tempo si disperde nell'aria. "Ti passo a prendere alle 11:00 dai" propose prendendo la borsa "No grazie" "Niente discoteca quindi?" domandò con il labruccio. Tanto con me non funzionava. Mossi la testa in segno di "no" e il suo viso, come al solito, s'imbronciò. "Vai con Edward no?" domandai speranzosa in un si. "Ma io volevo stare con la mia migliore amica" piagnucolò. "Mh... Non so, ti faccio sapere" "E va bene, tanto so che inventerai una delle tue solite scuse e bla..bla..bla" "Perché mi conosci troppo bene?" domandai "Sono la tua "Best Friend Forever" ricordi?" disse ridendo riportando alla memoria i vecchi tempi. "Ci sentiamo più tardi!" affermò. Un cenno di sorriso comparve sul mio volto. *** Spalancai la finestra avanzando verso l'immenso giardino della casa di mia nonna. Guardavo le foglie degli alberi muoversi e i fiori che oscillavano piano tra il fruscio del vento. Mi avvicinai ad un' enorme albero, il più grande presente in quella distesa di erba verde. Portai una cuffia al mio orecchio, poi l'altra. Iniziai cosi a cullarmi sotto le note di quella bellissima canzone. Uno sbadiglio usci dalla mia bocca e pigramente mi portai una mano per coprirla. Socchiusi gli occhi un po', poi ancora un'altro po' e infine mi addormentai dimenticandomi cosi del terribile mondo che mi circonda. Avevo però la strana sensazione di sentirmi come osservata. "Che cazzo vuoi Julya?" mi domandai infastidita credendo che fosse entrata senza permesso. Lentamente apri i miei occhi notando un ragazzo. Alto, ma non troppo, con dei meravigliosi capelli biondi e un sorriso da far invidia a chiunque. Mi alzai di soprassalto e gli saltai addosso. "Cuginetta" urlò ricambiando l'abbraccio. Era da tanto che non vedevo mio cugino Niall. Quasi un anno credo. Lui vive in Irlanda e dato che io sono di Londra le possibilità di vederci sono molto limitate. "Ti trovo in forma" dissi guardandolo. Si faceva sempre più bello man mano che cresceva. "Si ho iniziato a fare palestra da un po' e ora guarda che muscoli" rispose mostrandomi le sue braccia toniche. "Quindi abbiamo abbandonato il divano" affermai divertita "Oh tranquilla cioccolatino, in due si può fare sport anche li" rispose facendo l'occhiolino. Rise, notando la mia espressione un po' confusa. "Oh andiamo..." sospirai capendo finalmente il doppio senso a cui si stava riferendo. "Rimarrai sempre il solito porco però" continuai scherzosamente. "Facciamo un giro?" propose "Volentieri" Gli afferrai la mano, contenta di averlo al mio fianco per un po'. *** "Sai, ho iniziato a fumare da quando io e Clara ci siamo lasciati" "Si...beh...io lo faccio già da un po' di tempo." "Non mi piace" "Cosa?" "Fumare" "Perché?" "Se fumi costantemente é perché non puoi farne a meno. É un po' come l'amore, alla fine le cose non cambiano più di tanto." "Non ho capito il punto" "Perché secondo te fumiamo?" "Beh...io non -" "Vedi? Il fumo può farci 'stare bene'." spiegò formando delle virgolette con le dita. "L'amore é la stessa cosa, quando ami tanto quella persona da non poterne fare a meno, é difficile dimenticarla. Come é difficile smettere di fumare." "Potrebbe quasi sembrare un ragionamento logico" "Oh, lo é" sorrise "Devi solo afferrare il concetto" continuò.

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Capitolo 2
*** •Lisztomania• ***


"Come si chiama?" "Harry" "Che é successo?" "Era come vivere un sogno..." "E ora?" "E ora niente. Un sogno infranto non ha prezzo" "Dovresti solo avere la forza di voltare pagina, non voglio che tu cada in una profonda depressione..." "Sono venuta da lei, convinta che sarebbe riuscito a capirmi diversamente..." "Sto solo facendo il mio lavoro" "Forse é vero..." "Cosa?" "La musica aiuta più di uno psicologo" *** Addentai l'ultimo muffin che Julya mi aveva portato e subito dopo accesi la TV provando a distrarmi un po'. Niall sarebbe rimasto qui altri undici giorni, il tempo di rimorchiare qualche ragazza e poi tornare a Mullingar. "Cosa fa la mia ragazza preferita?" domandò entrando dalla porta. Sobbalzai silenziosamente prima di sbuffare pesantemente. "Guarda la TV" risposi fredda. "Ehy" disse poggiando il suo bel culo di fianco a me. Girai lo sguardo lentamente, cosi lentamente che quando incontrai i suoi occhi azzurri da far invidia al mare, brividi percorsero la mia schiena. "Tutto apposto?" chiese quasi preoccupato. "Ti preoccupi?" "Si, sei mia cugina" rispose passando delicatamente la mano sulla mia guancia. La strofinai dolcemente contro di essa, e infine mi poggiai sulla sua spalla mentre il suo braccio mi avvolse, proteggendomi. "Ti voglio bene" sussurrò. Sorrisi lievemente, senza rispondere. Silenzio. Quel silenzio bellissimo in cui non provi imbarazzo a stare in compagnia con altre persone. Quel silenzio cosi, cosi... Bello. A volte però, odiamo il silenzio, perché ci parla di troppe cose. "Vuoi che ti lasci da sola?" chiese quasi con paura. "Perché dovresti farlo?" risposi a mia volta alzando la testa. "Forse hai solo bisogno di stare un po' per i fatti tuoi" "É vero, ma é tutto più bello se ci sei tu" sussurrai Sorrise, quel sorriso contagioso, pieno di vita, che faceva sorridere anche me. Rimasi li, impassibile, a guardarlo. "Sei l'unica persona a cui lascerei la mia vita, ti prego, non abbandonarmi anche tu" "Hai appena detto che ti fidi di me?" "Non mi sembra di aver parlato di fiducia" risposi mordendomi il labbro. "Se non fossi mia cugina saremmo già andati a letto insieme" azzardò "Cosa?" domandai incredula "Niall James Horan nato a Mullingar in Irlanda il 13 Settembre 1993-" "Vuoi anche il mio codice fiscale?" sorrise "Idiota" risposi fingendomi incazzata. "Dai-" "Hai sentito cosa hai detto?" "Si" "E non hai delle scusa da porgere?" "Nha, in fondo..." Silenzio. "Che c'é, hai perso la lingua?" domandai infastidita. "Lo so che anche tu l'hai pensato più volte" mi sussurrò in un orecchio. Arrossii, pensando che aveva perfettamente ragione. In fondo, Niall é uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto, ma quello é un mio pensiero, uno dei miei soliti filmini mentali... Non andrei mai a letto con lui. O forse si. Sarebbe strano, in fondo é mio cugino. "Quante canne ti sei fatto caro cuginetto?" "Un paio" "Mi sa che dovresti andare a riposare" proposi. "E mi sa che hai ragione" rispose alzandosi "A dopo cioccolatino" disse baciandomi al lato delle labbra. Rimasi immobile, come se per un attimo il mondo si fosse fermato. "Ookay. Facciamo finta sia tutto normale" *** "Forse cerca solo sesso" ipotizzò "Ma dai, Niall? Chissà quante ragazze si sarà fatto da quando é qua" risposi "Presentamelo!" disse, quasi come fosse un ordine. "Perché dovrei?" chiesi abbastanza confusa. "Non so, mi va di conoscerlo. In fondo, conosco tutti i componenti della tua famiglia tranne lui" "Beh... Si, potrei farlo..." "Oh?" "Oppure no. Senti non capisco questa tua necessità di conoscerlo" "Beh tu me lo descrivi come fosse un puttaniere e sinceramente credo che alla fine non sia cosi qui-" "Wow, frena quella bocca. Che cazzo ti passa per la testa? Io non ho mai detto che Niall é un puttaniere" "Si ma é quello che mi stai facendo capire." "Allora mi sono espressa male" affermai abbassando la testa. Continuava a guardarmi, a fissarmi. Per un momento rimasi quasi incantata da quello sguardo. Poi vidi il solito labruccio formarsi sul suo volto. "Eh vabbene" sbuffai. Un espressione compiaciuta comparve sul suo volto. "Ma non fare cazzate" "Tipo?" "Tipo innamorarti... Sei già fidanzata" "Che c'é? Sei gelosa?" "Che? Io? Ma che cos' avete di sbagliato tutti oggi?" chiesi irritata. "Non sono gelosa" continuai "solo, non voglio che tu soffra in caso il tuo cuore decidesse di cambiare direzione e scontrarsi contro quello di Niall" "Non succederà." affermò incrociando le braccia. "Se lo dici tu" risposi passandomi una mano tra i capelli. "Usciamo stasera?" chiese alzandosi dal letto. "Non posso!" "La scusa?" domandò guardandosi allo specchio. Julya amava essere sempre in ordine, era quasi un'ossessione per lei. Peggio di suo fratello Zayn. Lui si che era veramente fissato con l'essere perfetto. "Nessuna scusa a cui so già non avresti creduto" "Brava, vedi che inizi a ragionare!" "Devo stare con mia nonna e Niall" "Oh si, classica cena di famiglia" "Beh non la definirei proprio così" sussurrai "Cosa?" chiese confusa, sicuramente non aveva afferrato ciò che avevo appena detto. "Oh niente, sai, voglio assicurarmi che non vada a letto anche con lei" Rise, una risata rumorosa e un sorriso che sarebbe capace di illuminare una città intera. Usci dalla sua stanza recandomi verso l'uscita quando una dolce melodia invase le mie orecchie. La stanza di Zayn era esattamente accanto a quella di sua sorella ed era da li che fuoriusciva quel bellissimo suono. Cosi, notando la porta leggermente socchiusa, ne approfittai per sbirciare. Zayn era un ragazzo abbastanza misterioso. Teneva tutto dentro, come se avesse la fobia del mondo. D'altronde, lo posso capire. Ma la loro vita sembra essere quasi perfetta escludendo il fatto che i loro genitori sono divorziati e la loro mamma si é invadita di un'altra uomo. Anche l'essere perfetti ha i suoi errori. "Canta da quando era piccolo" Sobbalzai. "Abbiamo provato più volte a farlo partecipare a qualche talent ma purtroppo prova vergogna" La mamma di Zayn e Julya, la Signora Catrins comparve all'improvviso dietro di me. "Ehm... Salve, i-" balbettai "Tranquilla, anche io a volte mi soffermo ad ascoltarlo. Ha una voce cosi profonda" "Ha partorito un talento Signora Catrins" risposi sorridente "Alex, non chiamarmi signora, ti prego, mi fai sentire vecchia" disse poggiando la mano sulla mia spalla. Sorrisi, pensando che ormai era ora di finirla con le buone maniere. Dopo tutti questi anni, La Signora Catrins mi é stata vicina come una mamma, cercando sempre di colmare quella mancata presenza di cui avevo bisogno. "D'accordo... Miranda" risposi accennando un sorriso. "Ora va meglio" mi fece un leggero occhialino prima di dirigersi al piano di sotto. Voltai la testa, trovando Julya sulla soglia della porta della sua graziosa cameretta. "Sei ancora qui?" disse avvicinandosi "Si, mi ci voleva un po' di musica dal vivo" risposi guardando un ultima volta Zayn cantare davanti allo specchio. *** Ho quel dannago bisogno di guardarlo di nuovo negli occhi, di fargli capire quanto cazzo mi manca e che insieme a lui se ne andato anche un pezzo della mia anima. Perché io, in quegli occhi, ci facevo l'amore ogni volta. Ho la fottuta necessità di prendere quelle mani e stringerle, come se fossero l'unica cosa a cui potermi aggrappare per sopravvivere. Quella voglia immensa di baciare il suo dannato sorriso con tanto di fossete. Di sentire la sua voce, quella maledetta voce che a volte sento nella mia testa, che mi perseguita ovunque io cammini, che mi porterò dietro come fosse la canzone più bella che abbia mai sentito. Ho bisogno di quel "ti amo" ma non detto da una persona a caso, non pronunciato senza sentimenti. Detto da lui, mentre stringe i miei fianchi con i suoi, mentre con gli occhi afferra i miei e sussurrando pronuncia quelle parole. E poi finire abbracciati, dopo una notte di passione. Dopo aver fatto l'amore. Con le mie dita che attorcigliano i suoi capelli. Quegli sguardi, diventare rosso in viso. I morsi, i graffi, tirarsi i capelli. Fare l'amore ogni volta, come se fosse l'ultima. Nella vita é pieno di bei momenti. Ma quello sarà il nostro. Il mio e il suo.

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Capitolo 3
*** •Sex• ***


"Poi?" "Poi mi baciò. Eravamo distesi su quel prato, lui sopra di me, e delicatamente posò le sue labbra sulle mie" "E da li in poi, le cose come sono andate?" "Bene, fino a quando un giorno lui non decise di rovinare tutto" "Cos'è successo?" "Perse la verginità!" affermai fredda. Mentre una lacrima, una delle tante, scese dai miei occhi. Lo psicologo mi porse un fazzoletto e afferrandolo mi soffiai il naso. "Alex, ricomincia da capo" "Era una notte tranquilla quando Harry bussò alla mia porta dicendomi chiaramente che non sarebbe venuto alla festa con me. Io insistetti fino alla nausea ma lui non voleva e niente e nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea. Allora abbastanza delusa mi diressi da sola a casa di Julya..." sospirai. Voltai leggermente il viso in direzione del Dott. Stuart che mi incitò a continuare. Presi un respiro profondo e con coraggio ripresi a parlare. "Entrai ed era già pieno zeppo di gente che beveva e ballava." "Perché Julya aveva dato quella festa?" "I suoi genitori sono divorziati e sua mamma é dovuta partire per lavoro mentre il padre vive lontano...." affermai con lo sguardo fisso nel vuoto. "Continua..." "Mi feci spazio tra la folla quando mi sentii chiamare da dietro ed era proprio Julya che mi faceva segno con la mano di raggiungerla. Mi presentò ad un ragazzo, Michael. Iniziammo a parlare e per tutta la festa rimasi da sola con lui, mi offrì da bere e in quel momento, mentre stavo con lui, mi sentivo come fuori dal mondo..." "Ed Harry era a casa, giusto?" "Oh si, avrebbe passato un altra serata da solo guardando dei film d'amore. O almeno era quello che pensavo" Ci fu un momento di silenzio, quando piano ripresi a parlare. "Alla fine della festa tornai a casa, convinta di trovarlo li, che mi aspettava. Magari addormentato sul divano, con quei riccioli che gli cadevano sul viso." sorrisi debolmente pensando a quella scena. "Ma niente. Tutto buio, nessun bigliettino, nessun messaggio, nessuna chiamata. Vuoto, come me" "Infine?" "L'indomani ero ancora ansiosa di ricevere una sua chiamata, ma erano già le due del pomeriggio e il telefono non squillava. Cosi presi coraggio e chiamai. Mi rispose con una voce incerta, con le parole che tremanti uscivano dalla sua bocca. Mi disse di vederci e che avrebbe voluto parlarmi. Alla fine della chiamata non ci furono "ti amo" solo un "vediamoci al solito posto"." "E tu ci andasti?" "Ovviamente, avevo bisogno di sapere. Ma a volte penso che sarebbe stato meglio se non avessi saputo." "Sai Alex, io sono convinto che una persona che ti provoca dolore puoi solo odiarla, non amarla." "Allora lei non ha mai amato nessuno veramente" *** "Niall ti presento Julya, Julya mio cugino Niall" "Molto piacere" disse la mia amica stringendogli la mano "Piacere mio" rispose Niall lasciandogli un bacio sulle nocche della mano destra. "Oh..." arrossí Julya "É gentile" sussurrò in mia direzione "Aspetta di conoscerlo" risposi a denti stretti e un finto sorriso. "Bene! Allora? Mi accompagni a vedere il tramonto?" chiese Niall squadrando Julya. "Ma se sono le due del pomeriggio" intervenni "Molto volentieri!" si addossò Julya "Cos...? Stai scherzando" risposi prendendola per un braccio. "É carino" disse guardandolo "Si ma é mio cugino e poi tu-" "Si si okay ci vediamo stasera" rispose correndo verso di lui. "Beh... Allora a stasera" urlai leggermente. Si girò sorridente e mi salutò felice con una mano. "Buona scopata" continuai ad urlare. Sentii la risata di Niall da lontano. "Beh possiamo dichiarare sepolta la storia con Edward" dissi parlando da sola. Mi voltai rientrando in casa quando mi accorsi che il mio vicino aveva assistito e sentito tutta la scena. "E anche la mia dignità" *** "Nonnina" "Tesoro stai bene?" domandò abbassandosi di poco gli occhiali. "Ehm.. Si, perché?" chiesi confusa "Beh, é da tanto che non ti vedo cosi felice" rispose smagliante "Si, insomma, Niall e Julya sono usciti insieme ed é probabile che faranno sesso o che magari lo stiano già facendo e che-" spiegai velocemente. Frenai la mia frenesia quando vitti lo sguardo di mia nonna sconvolto che continuava ad osservarmi. "Forse non avrei dovuto dirtelo" Silenzio. Quel silenzio imbarazzante mischiato con la faccia ancora sconvolta di mia nonna creano quasi un senso di inquietudine. "Beh.. Lo sai come sono non riesco a tenermi le cose dentro senza dirle a qualcuno" risposi ancora più velocemente. "Nonna? Ci sei?" Niente, nessuna risposta, nessuna parola, solo silenzio. Tanto silenzio, tanto imbarazzante. "Oh andiamo, perché sei scandalizzata? Come se tu non avessi mai fatto una scappatella per il sesso quando eri giovane!" continuai Mi guardò ancora più sconvolta cosi decisi che era ora di finirla e andare via o avrei seriamente peggiorato le cose. "Si beh io... Io adesso devo andare! Eh.. Ma non a fare sesso o qualcos'altro sai che sono una brava ragazza...." balbettai "A dopo nonna" *** Quello scantinato ormai era diventato il mio rifugio segreto. Avevo le foto di mia mamma poste in quello scatolone dimenticato in un angolo. Dimenticato da tutti, tranne da me. Era cosi bella. Con un sorriso da far invidia all'universo. "Ti voglio bene mamma" sussurai sfiorando una sua foto. "Ti manca?" chiese una voce troppo familiare per non riconoscerla. "Si" risposi alzando lo sguardo. "Tanto" "Anche a me" rispose avvicinandosi. Asciugai quella timida lacrima che stava scendendo dal mio occhio quando le braccia di Niall mi avvolsero in un caldo abbraccio. "Com'è andata?" chiesi con tono perverso. "Oh, ci sa fare!" "Dai." risposi lanciandogli un pugno scherzoso sulla spalla. "Non é stato strano?" "Cosa?" "Fare sesso con la mia migliore amica?" "No. In fondo era la tua migliore amica, non tu!" "Giusto!" Poggiai la testa sulla sua spalla mentre lui mi stringeva più forte a se. "Sai cos'è stato strano?" domandò socchiudendo di poco gli occhi. "Cosa?" "Nonna che continuava a guardarmi come se mi fossi spalmato della merda addosso" affermò serio. Con una serietà che mi fece scoppiare a ridere. "Tu sai qualcosa!" "Eh.. io? No, niente!" risposi ritornando seria. "Alex!" pronunciò "Beh, potrei aver accennato qualcosa a-" mi fermai, notando quella faccia sconvolta formarsi sul suo volto. La stessa espressione che aveva mia nonna poche ore fa. "Io ti uccido" affermò e subito dopo scoppiò a ridere ed io con lui. "Non mi rivolgerà più la parola!" "Penso che sarà cosi!" *** "Bene, fatto!" "Non pensi potrebbe vendicarsi?" "Oh, chi Edward? Nhaa" rispose soddisfatta. Ero contenta che Julya avesse lasciato Edward. Uno perché mi ricordava Harry, dato che il suo secondo nome era appunto Edward. Due perché aveva gli occhi verdi, proprio come Harry. E tre perché é abbastanza "floscio" come ragazzo. Niente doppi sensi. Dico solo che si scoglionava pure a campare. "Quindi tu e Niall state insieme?" domandai addentando l'ennesimo muffin al cioccolato. "No, solo sesso!" rispose accennando un sorriso perverso "Sicura che non ti sei innamorata?" "Sicura com'è sicuro che tu ami i muffin" affermò "Allora é sicuro" "E tu?" "Cosa?" "Perché non ti trovi qualcuno?" disse toccando il mio braccio con il suo gomito. "Per fare cosa?" "Beh.. sesso ovviamente!" "Tu sei matta" "E perché no? Magari potremmo fare una cosa a quattro!" proprose con un sorriso anche più pervertito del precedente. "Poteva essere una buona idea..." affermai "Fino a quando non l'hai detta!" continuai. Seccata si alzò raggiungendo la porta della mia camera. "E ora dove vai?" "Via!" "O andiamo non ti sarai offessa?" "No, ma mi secco guardarti mangiare muffin in continuazione. Dato che sono annoiata andrò a fare sesso con Niall!" affermò "Di nuovo? Ma avete gli ormoni che vi scoppiano per caso?" domandai incredula "Si, noi non siamo come te che piangiamo mangiando gelato e robe varie" spiegò aprendo la porta. "Poi non lamentarti se ingrasserai" "Oh certo! Il sesso come rimedio all'obesità" ironizzai "Povera Alex, mi fai così tanta tenerezza!" Se ne andò. Lasciandomi da sola, tra i miei muffin. Ricoperta da briciole di cioccolato. E pensai che forse aveva ragione. Serviva una svolta alla mia vita, a quel mio "restare sempre sola".

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Capitolo 4
*** •Evi(tiamo)ci• ***


"Rimasi immobile lamentando un singhiozzo persistente. Continuava a raccontarmi di aver fatto l'amore con questa Livia. Capelli castano chiaro e una carnagione non troppo scusa. Occhi verdi ma insuperabili di bellezza in confronto ai suoi. Mi disse di aver finalmente perso la verginità e che era felice anche se non ero stata io a portargliela via. Mi disse che da allora continuava a sentirsi con questa ragazza e a quel racconto cosi dettagliato mi sentì il mondo crollarmi addosso. Intuì che ormai aveva messo un fine doloroso alla nostra storia. Cosi rassegnata, senza dire niente, mi alzai da quella panchina posta al nostro "solito posto" e appena poco davanti a lui mi girai, buttandogli uno sguardo un'ultima volta. Con tristezza mi diressi a casa quando gocce di pioggia toccarono prima il suolo, poi il mio corpo. Alzai lo sguardo e notai la macchina di Harry passarmi accanto e immediatamente notai un altra figura insieme a lui. Non persi tempo in pensieri stupidi e capì che si trattava di Livia. É cosi che lacrime senza sosta iniziarono a scendere dai miei occhi accarezzandomi le guance. Trovai difficile smettere di piangere, anche perché, la pioggia faceva confondere le mie lacrime con le sue." "A volte la soluzione migliore, quella che consiglio a tutti, é avere la forza di ricominciare da capo" "Dottore!" "Si Alex?" "Come si fa a ricominciare da capo?" *** Gemiti di passione. Ecco cosa sentivo da tre ore ininterrotte di sesso tra Niall e Julya. Gemiti, solo quelli. Per fortuna mia nonna non era a casa o avrei dovuto sopravvivere con la sua faccia sconvolta per tutta la giornata. "Non credete sia ora di finirla?" urlai per farmi sentire. "Perché non ti unisci anche tu?" rispose Niall divertito. "Si, ti piacerebbe" affermai infastidita. Niall e il sesso. Due cose che separate non hanno più senso. "É arrivata nonna" urlai Sentì le loro voci preoccupate e imbarazzate e non potei fare a meno di ridere. La porta della mia stanza era spalancata e vedere Niall correre da una parte all'altra della casa cercando la sua maglietta era esilarante. Ancora più esilarante era sapere di aver preso i pantaloni di Julya e averli nascosti sotto il mio letto. Dovrebbero imparare a chiudere la porta ogni qual volta gli venga la voglia di farlo, ovvero sempre. "Alex, amica mia, prestami dei pantaloni. Ti prego" Era da tanto che non ridevo così e pensai che fare scherzi agli altri mi mancava da morire. Andare dallo psicologo mi sta aiutando molto e spero di avere la forza di andare avanti ancora una volta. "Scusa ma sono in lavatrice" "Tutti i tuoi jeans? Almeno dammi quelli del tuo pigiama!" rispose imbarazzata. Vidi Niall comparire da dietro e la sua faccia, oh la sua faccia era la migliore. "Julya smettila, non é arrivata nonna!" disse serio. "Cos...? Stronza!" affermò incazzata. Risi gustandomi la scena. "Oh certo, adesso ci mettiamo a fare scherzi per colmare la mancanza di sesso!" "Cosa? Io non sento la mancanza del sesso!" "Tutti la sentono prima o poi!" affermò Niall "Come te che la senti ogni secondo che passa?" Non rispose, si voltò e andò al piano di sotto. "Hai rovinato un momento di piacere..." "Ne avevo abbastanza di sentirti urlare il nome di Niall" "Senti, ti prego, cercati qualcuno." "Sesso occasionale, mi piace!" "Alex, credimi, ne hai bisogno." Rispose raggiungendo Niall. Ruotai gli occhi e infine mi buttai a peso morto sul letto. Non avevo bisogno del sesso per andare avanti. Avevo bisogno solo di essere libera e in pace con me stessa. Pensai che forse un viaggetto non sarebbe una cattiva idea. Magari in Italia, oh si, adoro l'Italia. E sarebbe anche una scusa per mangiare del cibo squisito in un paese meraviglioso. Dovevo abbandonare questa casa, non tornarci più. Fare le valige, salire sull'aereo. Voglio prendere quel volo, perdermi tra la bellezza dei paesaggi e la profondità dei mari. Ammirare il tramonto e fissare dei ricordi. Voglio far conoscere la vera me, perché nessuno ha mai avuto il coraggio di conoscerla davvero. *** Continuavo a camminare per le strade di Londra. La notte si stava facendo sentire e decisi che sarebbe stata ora di tornare a casa quando una brillante, ma allo stesso tempo stupida idea, mi entrò in testa. Andare a trovare i miei genitori. Sembra stupido alle dieci di sera andare al cimitero. Mi incamminai a passi svelti verso di esso e quando arrivai, sentì brividi percorrere la mia schiena. Mi ricordai del ciondolo, quel bellissimo ciondolo che tenevo sempre al collo e che fino ad allora era il mio portafortuna. A mia mamma sarebbe piaciuto riaverlo con se. A forma di stella con i bordi dorati. Diceva sempre che io ero la sua stella, la più bella che lei abbia mai visto. Mi avvicinai alla sua tomba e la poggiai delicatamente sopra. Sentivo il cuore battere forte e in un istante mi ritrovai sommersa dalle lacrime. Ma ero li, per quanto potesse sembrare assurdo e inquietante e inapropriato e terrificante, ero con mia madre... E mi mancava da impazzire. Adesso lei é felice, o almeno mi piace pensare che sia cosi. Asciugai le infinite lacrime e con la paura addosso cercai la via per ritornare a casa. Sapevo di non essere sola, a dir la verità l'avevo notato già da un po'. Un'ombra nera, sicuramente un uomo, poteva sembrare quasi un ragazzo anche della mia stessa età. Continuavo a guardarlo e più lo guardavo più mi ricordava qualcuno. Per evitare risposte azzardate e magari anche sbagliate, mi diressi verso l'uscita del cimitero, ignorandolo. "Vai da qualche parte?" Mi voltai lentamente, molto lentamente, molto spaventata. "Chi sei?" chiesi tremolante "Mi conosci!" affermò. La voce era familiare, ero sicura di averla sentita più e più volte. "Io non-" balbettai "Vieni" disse prendendomi la mano. E iniziammo a correre, verso una meta a me sconosciuta. E quella voce, l'avrei riconosciuta dappertutto, in qualunque posto. Ovunque. E sotto le sua mani morbide, la sua pelle liscia, stranamente mi sentivo al sicuro. Dopo tre mesi di astinenza da lui, dopo gli sguardi ignorati e gli abbracci dimenticati. Dopo mesi di pianti, chiudersi nella propria stanza e deprimersi. Dopo aver cancellato i ricordi, sepolto i sentimenti, archiviato i baci. Dopo aver messo un freno alla passione, uno stop alle carezze, fare tardi la notte per stare insieme. Dopo tutto questo tempo lui, era li, davanti a me. Che stringeva le sue mani con le mie. E una luce illumina il suo volto facendo trasparire quegli occhi belli come lo smeraldo. Notai le sue labbra muoversi. "Alex" pronunciò "Harry" pronunciai

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Capitolo 5
*** •Sorry• ***


"Cosa ci fai qui?" balbettai "Ti ho seguita" "Mi hai seguita?" chiesi tremolante "Si, io avevo bisogno di chiederti scusa!" rispose abbassando lo sguardo "Per cosa? Per la tua inadeguatezza come essere umano?" domandai fredda. "Ho solo un dannato bisogno di essere perdonato da te" "Tre mesi!" dissi a denti stretti "Non pensi sia troppo tardi?" Abbassò lo sguardo, avvicinando il poco spazio tra i miei piccoli piedi e i suoi. Annullando la distanza, unendo i nostri corpi. E infine, alzò la testa, e il suo viso era a pochi centimetri dal mio. "Ti ho amato. In modo forse sbagliato, forse troppo giusto, forse superficiale, forse poco, forse più del dovuto. Forse fino alla nausea, forse non ho messo impegno abbastanza o forse non ne ho messo per niente. Sta di fatto che ti ho amato, fino a far schifo. Fino a vomitare, fino a farmi odiare l'amore. Fino a farmi schifo da sola e in qualunque modo io l'abbia fatto non importa. Perché io ti ho amato." sussurrai, piano, scandendo le parole una per una in modo che potesse capirle. Volevo urlargli tutto quello che ho passato per lui, fino a farlo piangere, fino a farlo stare male peggio di come sono stata io. "Perché mi hai pensato solo ora?" chiesi con gli occhi lucidi. "Non lo so. Ho iniziato a pensare a noi due, di nuovo insieme. Vicini come ora, o forse anche di più. Con le labbra attaccate e gli occhi che si incrociano. Ho iniziato a pensarti, ed é stato difficile dimenticarti di nuovo. Per un periodo c'ero riuscito. Stavo male, ma c'ero riuscito." "E dopo?" "E dopo volevo solo una cosa, scoprire di nuovo cosa si nasconde dietro quegli occhi grandi e belli, quegli occhi che mi ricordano tanto la felicità." "Harry!" continuai a sussurrare "Si Alex?" chiese spostando delicatamente i miei capelli dietro il mio orecchio. "Mi hai mai amato veramente?" "Si, ma non per noia, non per solitudine." "E per cosa allora?" "Perché ti desideravo, perché ti volevo. Perché avevo bisogno di te, di stringerti tra le mie braccia, di proteggerti. Di starti vicino, di curarti, di sorriderti ogni qual volta tu ne avevi bisogno. Perché volevo essere solo io per te, e nessun altro" Rispose baciandomi sulla punta del naso. "Tu sei stato tutto questo. Solo, non sei stato "per me"." risposi allontanandomi. E con calma, quella distanza ricominciava ad apparire. E lui avanzava piano verso di me mentre io indietreggiavo. E le dite della nostra mano si sfioravano, quasi non si toccavano più. L'unica cosa a tenerci uniti, era stata spezzata. Mi voltai indietro, senza altri sguardi o parole, ritornando a casa, lasciandolo da solo, per il povero idiota che é. Non glie lo permetto di giocare con il mio cuore ogni volta che lui non ha niente da fare. *** "Credimi avevo paura che ti potessi arrabbiare, in fondo lo so quanto ci tieni a Niall e so anche che é il cugino che più preferisci tra-" Guardai fisso sulla porta, cercando di analizzare la situazione successa ieri sera. "Alex, mi stai ascoltando?" "Eh?" domandai spaesata. "Stai bene?" chiese Julya preoccupata "Si!" risposi senza giri di parole. "Sicuro?" Annuì. "Avanti, cos'è successo?" chiese mettendosi comoda sul mio letto. Aveva questa straordinaria capacità di capirmi al volo. Come un super potere che usava per farmi sfogare. E a quella domanda liberai tutta me stessa in un pianto istrerico. Gli raccontai tutto, senza tralasciare dettagli. E la sua faccia mi diceva tutto, un misto tra schifato e incredula. "E io non sapevo che fare e cosi, presa dalla confusione, mi allontai e lo lasciai li, da solo, in mezzo al buio!" spiegai piangendo. "Alex-" la interruppi "Julya, io non avrei mai voluto lasciarlo solo. Sarei andata da lui, correndo con il vento che mi scompigliava i capelli e l'avrei abbracciato, stretto tra le mie braccia perché mi manca da morire. E invece ho lasciato la sua presa, ho cancellato quel bellissimo contatto che c'era tra di noi. E tu lo sai adesso quanto io soffrirò e mi dispiace venire da te ogni cinque secondi, non lasciarti libera. Ma tu e Niall siete le uniche persone che mi siete rimaste e mi dispiace se vi voglio vicino a me, se sto soffrendo come una stupida, se piango quando lo penso e se mi deprimo quando qualunque cosa mi ricorda lui. E ti avevo giurato di aver buttato la sua felpa e invece é ancora li, impregnata del suo profumo, nascosta nel mio armadio e la sera ci dormo abbracciata perché é l'unica cosa che mi rimane di lui. Mi dispiace, ma non posso farne a meno, non posso fare a meno di pensarlo, di portarlo nel cuore e nella mente. Mi dispiace se non riuscirò mai a smettere di amarlo." conclusi singhiozzando. Restò li, senza muoversi, ferma come una statua. E la guardavo, sperando non iniziasse con le sue lezioni di vita. Anche se ero sicura si sarebbe arrabbiata per la felpa. E invece no, non parlò, si avvicinò velocemente e mi abbracciò. Un abbraccio che io e Julya non ci davamo quasi mai. Un abbraccio silenzioso e fatto di protezione, proprio quello di cui avevo bisogno. E in un istante mi addormentati tra le sue braccia e feci in tempo a sentire solo un frase: "Ti voglio bene piccola Alex" E mi addormentai. Un sonno profondo, che non facevo da tanto. Ho dormito, per la prima volta nella mia fottuta vita ho dormito. Solo dopo averlo visto, dopo aver incontrato i suoi occhi, dopo aver pianto, facendo esplodere il mio cuore. Buttando sangue, asciugando miliardi di lacrime, rompendo le palle agli altri per essere consolata. E poi la sera tartassare il cuscino, senza pietà. Facendogli provare le mie lacrime quando poggiavo il mio viso su di esso e piangevo, piangevo fino ad urlare, fino a crollare. E ora, per la prima volta sto dormendo. Tranquilla, senza pensieri. Ed é fantastico dormire serenamente. *** "É stato bello poter guardare di nuovo nei suoi occhi!" "Come sono i suoi occhi?" chiese il Dott. Stuart accennando un sorriso. "Belli. Di una bellezza introvabile." spiegai guardando il soffitto. "Non ti ha fatto male rivederlo?" "No. Si. Forse." Posai gli occhi sul suo viso per osservare la sua espressione. Proprio quella che avevo in mente. Proprio quell'espressione a cui sarei riuscita a dare una risposta più che sufficiente. "No, perché avevo voglia di osservare ancora una volta ciò che avevo perso e che amavo. Si, perché sono sicura non riuscirò mai a perdonarlo, a tornare con lui. Forse, perché nonostante stia cercando di dimenticarlo continuo a sentire la sua mancanza ovunque, in ogni posto." "É sbagliato, lo sai Alex? Se cerchi di dimenticarlo, devi farlo bene!" "Lei ha avuto altre donne prima di sua moglie, Dott. Stuart?" "Si!" "Quante?" "Sei donne!" "E lei ha mai dimenticate tutte e sei?"

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Capitolo 6
*** •psychologist• ***


"Vedo che ti senti meglio rispetto agli altri giorni. Le cose sono migliorate?" "si, abbastanza." "Pensi di essere in grado di andare avanti da sola?" "Forse, ma vorrei comunque continuare a venire da lei, se questo non le reca disturbo!" "É il mio lavoro. " "Bene!" "É una situazione, per quanto a te possa non sembrare così, molto delicata!" affermò "Ho bisogno di decidere cosa sia meglio fare per te!" continuò "Si capisco" "Potresti continuare cosi o ritornare indietro. Non basta sapere che Londra é grande e le possibilità di vedervi sono poche" "E a me non basta sapere che lei ha bisogno di tempo, questo é il suo lavoro, dovrebbe già sapere cosa fare!" In quel momento mi venne in mente che forse anche lo psicologo era stanco di me. Pensai che forse non dovevo continuare ad andare da lui o a metà di un'altra seduta strapperebbe la sua laurea e andrebbe a coltivare patate. *** Cambiai direzione, guardando altrove. Immaginando qualcosa di magnifico e favoloso che però per questo mondo é nulla. E no, non sto parlando della perfezione. Sto parlando della semplicità. Semplicità nel parlare, nel dichiararsi in una relazione. Semplicità nel fare le cose. Semplicità nel truccarsi, nel vestirsi. Semplicità nella vita. Solo semplicità. Perché ormai, le cose semplici sono ignorate, dimenticate. Ed é da quella sera che la mia testa vive in un mondo tutto suo. Da quando mi ha chiesto scusa. Scusa? Ma scusa sto cazzo. Scusa lo dici ai tuoi amici, scusa lo dici a tua madre, a tua sorella, non di certo a me. Perché dopo tutto quello che ho passato per lui, scusa non basta, non più. Quindi deve sparire, sparire dalla mia vista, dalla mia vita, dimenticarmi, dimenticarsi di me, come se il nostro "primo bacio" non ci sia mai stato. *** Mi svegliai sotto il magnifico rumore della pioggia, e quel profumo, quel profumo bellissimo e quella sensazione d'inverno quando ti copri con una coperta e sorseggi la tua cioccolata calda leggendo un libro e silenziosamente quell'odore di pioggia ti avvolge. Uscì dalla mia stanza per andare in bagno prima di vestirmi ma appena mi affacciai un odore riconoscibile ovunque, almeno per me, mi fece sentire come in paradiso, e non potei fare a meno di pensare che Julya aveva fatto i muffin. Adoravo quando me li portava la mattina appena fatti, amavo però quando li faceva direttamente da me, la mattina, con quell'odore di cioccolato che invade la casa. "Sto diventando io un muffin a forza di mangiarli ogni giorno" scherzai "Da quanto sei qui?" continuai. "Il tempo necessario per preparati questi" disse togliendoli dal forno. "Non sarai mica rimasta a dormire qui?" chiesi con tono pervertito. "Può essere" "Dai, hai dormito con Niall?" chiesi sbuffando "Beh.. Si, tu ti sei addormentata e io sono rimasta li con lui" spiegò "Quanto ancora andrà avanti questa storia?" chiesi stufa della situazione Abbassò la testa, guardando il pavimento. "Julya?" la chiamai "No. Non ti starai innamorando di Niall?" chiesi quasi allarmata "Io vorrei risponderti di no ma ce quel forse che-" "É una cosa meravigliosa" dissi sorridendo "Tu hai qualcosa che non va" dissi stranita "Perché? Dai si vede a chilometri di distanza che anche se fate solo sesso vi volete come qualcosa di più" affermai mordendo un muffin "Alex, non so più cosa pensare. Ieri sera, é successa una cosa strana" "Cioè?" chiesi ingozzandomi. In verità sapevo che non avrei capito niente di quello che mi avrebbe raccontato, se mangio muffin mi devo gustare quelli, non ascoltare cose apparentemente stupide. "Quando abbiamo finito di fare sesso ce stata una sensazione strana per tutte e due e quando mi ha chiesto di restare a dormire da lui, mi sono sentita piuttosto imbarazzata-" "Perché sapevi che c'ero io?" "Ni" rispose "Non fare la bimbaminchia ti prego, rispondi si o no" "Si, ma non solo per quello. Niall si comportava in modo strano, mi abbracciava, mi baciava più volte a stampo-" "E tu non l'hai apprezzato?" "La smetti di interrompermi?" chiese infastidita "Scusa" "No, il punto é questo, però mi sarei dovuta infastidire perché i baci dopo aver fatto l'amore, le carezze ecc.. Se li danno quelle persone che si amano, non due che si vedono solo per fare sesso" "Hai mai pensato che Niall potesse essere innamorato di te?" domandai "Beh, a volte lo immagino." "Ti piace, di la verità" "Si é vero, ma non lo voglio come fidanzato. Ho rotto con Edward da neanche quattro giorni, devo riprendermi" Risi a quell'affermazione, sapevo che era ironica e cavolo, era la miglior battuta che fosse mai riuscita a dire. "Ma se non te ne mai importato niente di lui" dissi ridendo ancora di più. Scoppiò anche lei in una fragorosa risata e vederla sorridere in quel modo era bellissimo. Sapevo che tra lei e Niall stava nascendo qualcosa, ecco perché li ho fatti conoscere. Anche se, dovrei consultarmi con Niall prima di prendere decisioni affrettate. "Sveglia cuginetto" urlai entrando nella sua stanza. "Alex che cazzo fai?" domandò con la voce assonata "Ma chiudi la finestra" disse strofinandosi gli occhi. "Ma minchia Niall é ora di alzarsi" risposi buttandomi sul suo letto. "Non sei mai venuta a svegliarmi in tutta la tua fottuta vita, perché cazzo devi farlo ora?" "Beh Julya ha fatto i muffin e pensavo che f-" "Julya? É ancora qui?" chiese facendomi sobbalzare "Si perché?" "Oh niente, ha dimenticato la sua felpa" disse porgendomela. "Potresti portargliela?" continuò. Abbastanza confusa mi diressi di sotto con la felpa mentre notavo a malincuore Niall che si rimetteva a dormire. "Avevi dimenticato la felpa" affermai poggiandola sullo schienale del divano. "Oh, e lui dov'é?" chiese tristemente "Sta dormendo" risposi quasi sussurrando "Bene!" disse prendendo bruscamente la felpa. "Julya dai non ti offendere!" "Non sono offesa, voglio solo andare a casa!" rispose fredda. "Ookay, allora a do-" Non feci in tempo a concludere la mia frase che il rumore brusco della porta che sbatteva interruppe le mie parole. "Potresti anche salutare, la tua educazione non dovrebbe influire su quello che provi per Niall!" urlai "Chi prova qualcosa per me?" "Merda"

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Capitolo 7
*** •Alone• ***


"Non l'ho più visto da quella sera!" "Arriverà quando meno te lo aspetti!" "Allora spero non succederà mai più" "Sicura che lo stai dimenticando?" "Dica la verità Dott. Stuart, lei si sta stancando di me!" "Io non mi stanco dei miei pazienti!" "E allora perché ha cosi fretta di mandarmi via?" "Non ho fretta, adesso tutto dipende da te!" "Cos'altro devo fare?" "Vivere!" *** "Io" balbettai "Tu?" chiese confuso "Si, ma non sono innamorata, solo, se tu non fossi stato mio cugino beh... Forse si opp-" balbettai ancora. "Ookay" rispose socchiudendo di poco gli occhi. "Niall-" "No, ti credo" disse guardandomi intensamente, osservando ogni mio movimento, ogni mia espressione. Scomparve dietro la porta della cucina e tirai un sospiro di sollievo. Spensi l'ennesima sigaretta e mi fermai a guardare il cielo. Azzurro, azzurro chiaro, con le nuvole bianche e gli uccelli che passavano cinguettando. Le macchine andavano velocemente e le persone di fretta correvano da una parte all'altra. Raggiunsi il giardino di mia nonna e mi sedetti sul muretto che lo divideva dalla strada. Presi l'ultima sigaretta dal pacchetto quando mi cadde dalla parte opposta. "Merda". Svogliata mi voltai per cercarla quando una mano si poggiò su di esso, afferrandolo. "Ti é caduto questo!" rispose porgendomi l'oggetto. "Grazie!" risposi, e continuai a farmi i cavoli miei, senza guardarlo negli occhi, gli voltai le spalle facendo finta di niente. "Posso avere il tuo numero?" "Per quale assurdo motivo?" risposi in modo abbastanza distaccato. "Beh, l'ho perso e pensavo che forse potevamo iniziare a messaggiare di nuovo!" affermò. Curiosa e confusa mi voltai di scatto incontrando i suoi occhi marroni, in cui tempo fa avevo perso la testa, quegli occhi marroni all'apparenza insignificanti ma che quando li guardi a lungo ti fanno rabbrividire. "Liam" risposi incredula. Zayn e Liam sono migliori amici, si conoscono fin da piccoli e quando io e Julya abbiamo iniziato a stringere amicizia all'inizio del liceo, mi fece conoscere questo ragazzo bello da toglierti il fiato e me ne innamorai. Poi arrivò Harry e da li le cose andarono a puttane. "Che ci fai qui? Non eri a New York?" domandai ancora sorpresa. "Si, ho saputo che Zayn sta attraversando un periodo difficile e da migliore amico ho il dovere di farlo piangere sulla mia spalla." "Si, i suoi genitori ha-" mi interruppe "Si lo so, Julya mi ha raccontato tutto!" "É bello che tu sia qui!" affermai sorridendo "Sono contento che la sorpresa ti sia piaciuta!" rispose accennando un sorriso. Restammo li, a parlare per un po'. E quando sorrideva, quando sorrideva il mondo si fermava per un attimo. E più lo guardavo, più capivo che la mia vita sarebbe stata diversa con lui. Se solo avessi pianto tra le sue braccia, avessi riposto la mia anima e il mio cuore in lui. Pensieri. Solo pensieri in quella giornata di sole, dove cercavo solo risposte ma che non arrivavano mai. E capì, in quel preciso istante, guardando nei suoi occhi, che amare Harry non é stato poi così sbagliato. Perché lui, per me é stato tutto anche se tutto prima o poi finisce. "Niall é qui?" chiese sorpreso "Si, é venuto per un paio di giorni ma tra poco se ne andrà" "Meraviglioso." affermò "Ricordo ancora quando lo conobbi e tutte le volte che uscivamo insieme chiedeva ad ogni ragazza carina che ore erano e cinque minuti dopo stavano a letto insieme!" continuò "Si, non é cambiato tanto!" risposi "É rimasto sempre lo stesso!" disse posando i suoi occhi su di me. "Già, tu invece sei cambiato!" risposi guardandolo. "Si, penso di essere diventato più maturo!" "Perché prima non lo eri?" domandai accennando un sorriso. "Quando stavo con te ero diverso." Volevo rispondere "si, é vero, quando stavi con me eri diverso. Quando stavi con me non avevi la barbetta e non facevi gli occhi dolci come ora. Eri stronzo e incapace di provare gli stessi sentimenti che provavo io, che tu provavi per un altra ragazza. Eri diverso ma eri stato capace di prendere il mio cuore e intrappolarlo nelle tue mani, convinta che lo proteggessi, ma non é stato cosi. E poi, poi te ne sei andato, lasciandomi sola, ma ormai ero abbiutuata a restare sola, con me stessa, con la musica e i muffin. Quindi si, sei cambiato, tanto. Ma é bello riaverti qui, guardarti e parlarti come i vecchi tempi." Sono stata zitta. Anche un muto sarebbe stato in grado di dire qualcosa. Ma sono stata zitta. "Entriamo?" propose Annuì. *** "Ehi fratello" disse Liam accennando un sorriso a Niall, sorriso che Niall ricambiò. "Allora? Sorpresa?" domandò Julya "Si, abbastanza. É da tanto che non lo vedo." "Già. Ti ha fatto effetto?" "Un po', é ancora più bello di come lo ricordavo!" "Vuoi andare a stenderti? Tua nonna ti ha appena rifatto il letto." affermò "No, voglio stare ancora qua." POV'S LIAM "Raccontami di lei!" affermai "É una sensazione strana, quando andavo a letto con altre ragazze, non provavo quello che provo con lei-" "E cosa provi?" "Ormai non é più solo sesso per me Liam, ce qualcosa che mi lega a questa ragazza, la sento sempre più vicina ma dubito che lei provi le stesse cose!" "Potresti provare a scoprirlo" "Cioè?" "Prova a scoprire i suoi sentimenti, scopri se prova qualcosa per te, togligli la maglietta prima di fare l'amore non lasciare che se la tolga da sola. Accarezzale i capelli prima di baciarla e sfiorala delicatamente. Intreccia le mani con le sue e tocca il suo corpo come fosse un diamante prezioso, guarda le sue curve e sorridi, e poi baciala, fino a togliergli il fiato!" spiegai "Wow amico, come siamo passionali!" "Sto con una donna adesso, la amo, anche se Alex mi ha fatto uno strano effetto, ma non provo più niente per lei." "Pensa se glie lo avessi detto, adesso le cose non sarebbero cosi!" "Già, é passato tanto tempo, i suoi capelli sono allungati, il suo carattere é cambiato, lei é cambiata." Silenzio. "Ma no, non sono più innamorato di lei!" continuai. POV'S ALEX Attraversai la strada dirigendomi al bar, entrando. Presi posto ad un tavolo da sola e il cameriere venne ad ordinare. "Un caffè macchiato" risposi. Andò via lasciandomi alla mia solitudine, con molte persone attorno, ancora una volta mi sentivo sola in mezzo a tanta gente. Le osservavo: ridevano, si abbracciavano, si guardavano, si parlavano. Ed io ero li, come una margherita in un campo di rose, sicura che nessuno l'avrebbe mai scelta.

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