il teatro è la mia vita 1 di garakame (/viewuser.php?uid=54220)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il teatro è la mia vita 1 ***
Capitolo 2: *** atto 1 scena 2 cap 2 ***
Capitolo 3: *** il teatro è la mia vita 3 ***
Capitolo 4: *** il teatro è la mia vita 4 ***
Capitolo 5: *** il teatro è la mia vita 5 ***
Capitolo 6: *** il teatro della mia vita 6 ***
Capitolo 7: *** il teatro è la mia vita 7 ***
Capitolo 8: *** il teatro è la mia vita 8 ***
Capitolo 9: *** il teatro è a mia vita cap 9 ***
Capitolo 10: *** il teatro è la mia vita 10 ***
Capitolo 11: *** il teatro è la mia vita 11 ***
Capitolo 12: *** il teatro è la mia vita 12 ***
Capitolo 1 *** il teatro è la mia vita 1 ***
Il teatro è la mia vita
Disclaimer:
Tutti i personaggi di Garasu no Kamen, il grande sono di Maya sono di proprietà
di Suzue Miuchi e degli aventi diritto. Non li uso a fini di lucro ma soltanto a
scopo ludico.
Buona lettura
Il teatro è la mia vita
Atto I scena I
Maya stava seduta sulla panchina del parco, dopo le prove sempre più sfiancanti,
le piaceva distrarsi nella quiete del verde, stare in mezzo alla natura la
rilassava. Presto i colori delle foglie sarebbero cambiati. L’autunno stava
arrivando, sentiva già il cambiamento di stagione, l’aria era più fresca, non
più così calda e afosa dei mesi precedenti.
Erano quasi le sei di sera e il sole stava tramontando, I suoi caldi raggi si riflettevano sui capelli castani di
Maya, dandole riflessi ramati. Intorno a lei bambini di tutte le età giocavano
rumorosi, in attesa che le loro mamme e papà andassero a prenderli per
riportarli a casa. Maya non li sentiva. Lo sguardo fisso nel vuoto, come se si
trovasse in un altro mondo, non si accorgeva di quello che la circondava. I suoi
pensieri erano rivolti a quello che era successo poche ore prima alle prove e
subito dopo.
Si trovava nel Kid Studio, stava provando con Sakurakoji l’ultima scena della
Dea Scarlatta. Le loro mani unite come i loro sguardi, ma anche questa volta
c’era qualche cosa nella scena che non andava. Il regista fermò gli attori,
gridando:
“No Maya, non ci siamo, cosa combini? Isshin è l’uomo che ami, sembra
che tu stia guardando un tonno da un quintale al mercato del pesce.” Maya
arrossì e si scusò con il regista e il compagno di scena, sospirò sconsolata.
“Va bene, per oggi è tutto, visto che non si riesce a cavare un ragno dal buco,
finiamola qui.” Disse il regista piuttosto scocciato. Maya e Sakurakoji scesero
dal palco, salutando regista e attori, si avviarono verso l’uscita insieme.
Il ragazzo alto e bruno si chiedeva cosa avesse la sua amica. Lui le voleva bene da
tanto tempo, aveva cercato in quelle settimane di dimostrarglielo in ogni modo.
Era giunto il momento di chiarirsi con lei.
“Maya ti va se andiamo a bere qualche cosa al Bar”. Maya lo guardò con aria sconsolata, ma assentì e si
diressero verso un bar all’angolo della strada principale. Mentre aspettavano
una bibita e un caffè, Sakurakoji fissò il viso pallido della ragazza.
“Maya, cosa c’è che non va? Come mai non riesci a recitare? Non ti sembro abbastanza
veritiero come Isshin”? Maya lo guardò stupita, non era quello. Abbassò gli
occhi:
“Non sei tu Yu, sono io che non vado”.
“Maya, chi è che ti sta facendo soffrire così tanto?”
“Come dici?” spalancando gli occhi.
Yu le prese le mani, tra le sue.
“Maya, io ti amo, non voglio vederti soffrire così.”
“No, Yu ti prego di non dirmi queste cose.” Questa volta due grosse lacrime
rigarono il suo viso, e continuò:
“Voglio essere sincera con te, ti prego di ascoltarmi senza arrabbiarti. Anche se questo forse significherà che avrò
soltanto il tuo odio e perso il mio partner sulla scena." Lui ritrasse le mani e
pallido iniziò ad ascoltarla.
“In queste settimane mi hai fatto veramente stare bene, con te mi sono sentita
protetta, coccolata. Ci siamo divertiti tanto, noi due insieme.” Si toccò il
piccolo ciondolo a forma di delfino che aveva al collo.
“Per un momento mi sono illusa di poterti considerare il mio fidanzato, pensavo che per riuscire a
diventare la Dea Scarlatta mi sarei dovuta innamorare di te anche nella vita
reale. Ma non posso, mi dispiace” Maya guardò Yu negli occhi, lui deglutì,
pallido, aspettando il seguito. “Scusami se ti sto facendo soffrire, ma il punto
è proprio questo. L’amore non è un dovere o un’imposizione, nasce spontaneo. In
questo periodo mi sono sforzata di fare la parte della brava fidanzata, ma non
voglio costringere te e me a vivere in un’illusione.”
Yu si alzò in piedi facendo cadere la sedia, stava tremando di collera:
“Vuoi dire che non potrai mai amarmi, Maya…?”
“Non come intendi tu, Sakurakoji, perdonami, io ti considero un caro vecchio
amico. Tutto quello che abbiamo fatto insieme, mi ha fatto molto piacere. Per un
momento mi è sembrato di avere la famiglia che non ho mai avuto, mi sono sentita
attratta dal calore del tuo amore e di quello di tua madre. Ma non riesco a
considerarti in maniera diversa che da un amico. Per me sei molto importante, ma
l’amore è altro.”
Sakurakoji , chinò il capo, aveva un’espressione triste sul bel viso pallido,
non si era aspettato tutto questo da Maya. Aveva sperato fino all’ultimo che lei
contraccambiasse i suoi sentimenti e ne era quasi convinto.
“Ti prego di scusarmi, ma ho preferito essere il più sincera possibile con te,
perché la mia vita mi sembra fin troppo una farsa, in questo momento. Non te lo
meriti Sakurakoji.” Dicendo queste ultime parole, Maya si alzò e fece per
andarsene, ma si sentì prendere per un gomito. “Io non posso credere a quello
che mi stai dicendo, eppure eravamo così vicini, Maya.”
La ragazza si divincolò dalla sua presa e gli disse:
“Tu eri convinto di questo, Yu, che ti potessi amare, e con il mio comportamento ti ho fatto illudere sempre di più. Ti prego
di perdonarmi. Ma non posso amarti.” Le lasciò il braccio abbassando la testa,
aveva capito che non c’era nulla da fare. In fondo era stato meglio così che
illudersi, come le aveva detto.
Uscirono dal Bar e si incamminarono verso la strada principale. Entrambi avevano
un peso nel cuore, ma Maya sembrava più serena, perché aveva finalmente fatto
chiarezza nei suoi sentimenti. Yu mise un braccio sulla spalla della ragazza
facendola girare verso di sé:
“Chi è Maya? Chi è che ti ha rapito il cuore, devo
saperlo!”
Lei spalancò gli occhi ed impallidì “Si vede così tanto?”
“Sembri un’anima in pena, non fai altro che sospirare…Sei sempre triste. E se
non sono io, purtroppo, sarà pur qualcun altro. Visto che mi consideri il tuo
migliore amico, voglio sapere chi è. E’ un mio diritto.”
“No, Sakurakoji, non posso dirti chi è. Il mio amore è senza speranza, perché
lui non sa che io lo amo, al contrario è convinto che lo odi. Lui non mi vede
neppure come una donna, mi considera soltanto una ragazzina. Ma io lo amo con il
cuore e con l’anima.” Sakurakoji, guardò l’amica e notò che dicendo quelle
parole, i suoi occhi si erano illuminati e le sue guance erano diventate di
porpora. Rimase stupito dalle sue parole e dall’espressione. Un amore
impossibile come quello di una dea verso un mortale. Un amore impossibile come
il suo per Maya e come quello di Maya per questa persona.
“Maya, ci sei… E’ in questo modo che devi interpretare Akoya.” La prese di nuovo
per le braccia
“Cosa?”
“Tu non ti sei vista, ma non appena hai iniziato a dirmi che lo amavi, hai
cambiato espressione, ti sei illuminata.” Il ragazzo tornò per un momento
triste, ma finalmente aveva capito come aiutare la sua amica.
“Maya, quando reciti Akoya, ti prego cerca di vedere in me l’uomo che ami.”
Maya, stava per controbattere dicendogli che lei non lo amava, ma lui la
interruppe, mettendole un dito sulla bocca.
“Non ti sto dicendo di amarmi, nella vita reale, ora che so che sono solo un
amico per te, accetto la tua scelta, ma sforzarti di vedere in me l’uomo che ami
sul palco.” Lei sembrava non capire. “Immagina che sul palco al mio posto, ci
sia questa persona, che non sia io che ti tengo stretta o che ti sussurro parole
d’amore, ma lui”. Maya arrossì solo all’idea, poi balbettò un: “Ma sei sicuro
che funzionerà?”. “Domani, Maya, ti prego fai questo piccolo sforzo e andrà
tutto bene.”
Yu abbassò la testa sconfitto, si rese conto che con queste ultime parole il suo
sogno di essere amato da lei svanì completamente. L’idea lo ferì a tal punto che
sentì il bisogno di scappare da lei. Fece per allontanarsi, ma Maya gli prese
una mano per fermarlo. Lui si girò e la vide piangere: “Grazie, Sakurakoji.
L’unica cosa che mi rimane è questo amore infelice ed il teatro.”
“No, Maya, ricordati che ti rimarrò sempre amico. E quando vorrai rivelarmi il
nome del tuo amore, andrò a prenderlo a calci, perché non ha capito proprio
niente di te.” Le lacrime di Maya scesero copiose dal suo viso, iniziò a
singhiozzare e Sakurakoji la strinse in un caldo abbraccio, sospirando. Aveva
perso il suo amore, ma avrebbe fatto di tutto pur di vedere la sua amica serena.
I passanti guardavano incuriositi la strana scena che gli si presentava, un
ragazzo e una ragazza che si abbracciavano in mezzo al marciapiede. Forse due
innamorati che avevano fatto pace. Su una bianca limousine di passaggio, un uomo
in completo blu, guardava la scena, fumando nervoso una sigaretta. Ordinò
all’autista di portarlo in ufficio, sentì una fitta di gelosia attanagliargli il
cuore, sospirò, corrugò la fronte. Forse era arrivato il momento di sapere.
Telefonò alla sua segretaria chiedendo di annullare tutti gli appuntamenti che
aveva nel tardo pomeriggio e chiese all’autista di farlo scendere. Doveva sapere
cosa era successo tra quei due.
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Capitolo 2 *** atto 1 scena 2 cap 2 ***
br>Come sempre grazie per le recensioni.
Atto I scena II
Maya era seduta sulla panchina e ripensava alle parole che Yu le aveva detto
pochi istanti prima.
Immaginare Masumi sul palco con lei al posto di Yu, in fondo provare non le
sarebbe costato nulla. L’amore della Dea era un amore impossibile, come il suo,
una donna immortale e un umano. Come si sarebbe sentita la Dea nel perdere
Isshin. Come si sarebbe sentita lei? Masumi si sarebbe sposato a breve con una
bellissima donna e l’avrebbe perso per sempre. Maya sentì le lacrime pungerle
gli occhi. Mi sento morire, pensò. lui amerà un'altra donna, la sposerà, vivrà
con lei, l’amerà e avranno dei figli. Mi fa male il cuore se ci penso. E’ questo
l’amore di Akoya per Isshin, è un amore profondo ma disperato. Ma almeno loro si
sono potuti amare, io non posso nemmeno dirgli che lo amo, mi vedo già il suo
ghigno sprezzante: “Ragazzina, ma cosa sta dicendo?” A questo pensiero Maya
sentì una fitta allo stomaco e si piegò in due sulla panca di legno, pallida e
sudata.
Erano giorni che non stava bene, ogni volta che pensava a Masumi e Shiori, la
sua bellissima fidanzata, il suo corpo aveva questa reazione. Non riusciva
nemmeno a mangiare regolarmente e a dormire bene. Era andata dal medico, perché
aveva paura che fosse una cosa grave. Il medico l’aveva liquidata dicendole che si
trattava di stress, molto probabilmente il suo problema era legato al
nervosismo. Cercò di fare respiri lunghi e profondi come le aveva consigliato il
dottore, quando sentì una voce alle sue spalle.
“Tutto bene ragazzina?”
“Oh no, ci mancava solo questa” disse a voce alta. Tirò su il busto e prese un
lungo respiro, massaggiandosi con la mano destra la parte alta dello stomaco,
prima di aprire gli occhi ed essere sicura al cento per cento di trovarsi
davanti l’uomo dei suoi sogni.
Masumi Hayami il giovane presidente della Daito Art Production si sedette sulla
panchina accanto alla giovane attrice, guardandola preoccupato, notò che
nonostante la giornata mite, la giovane era molto pallida ed aveva la fronte
imperlata dal sudore.
“Se le da così fastidio la mia presenza, tolgo subito il disturbo” disse
stizzito.
Maya prese un altro bel respiro e gli disse: "No, Signor Hayami, non se ne vada,
mi mancava l’aria e le mie parole non erano riferite a lei. ” Mentì.
Lui sorrise: “Bene, ragazzina, allora rimango.”
Maya lo guardò estasiata, con quell’abito blu, la camicia bianca, la cravatta
blu scuro, i suoi occhi risaltavano ancora di più. “Come mai da queste parti,
Signor Hayami, non è indaffarato per i preparativi del suo matrimonio?” Maya si
mise una mano sulla bocca, le parole erano uscite senza poterle fermare, non era
questo che voleva dirgli.
Lui la guardò indispettito, “E lei ragazzina, come vanno le cose? Come stanno
procedendo le prove della Dea Scarlatta?”
“Lo sa che è proprio un bel maleducato? Non lo sa che non si risponde ad una
domanda con un’altra domanda?” Lui la guardava con le braccia incrociate, una
luce di sfida negli occhi, le labbra piegate in un sorriso sarcastico. Lei si
era alzata dalla panchina e gli si era parata davanti, le mani sui fianchi.
“Le prove stanno andando bene, io e tutti gli altri attori ci stiamo impegnando
molto per mettere in scena una Dea Scarlatta, vera.”
“Bene, molto bene, ragazzina. Mi stavo chiedendo cosa ci facesse al parco tutta
sola, visto che vi state impegnando così tanto sulla scena, pensavo che
continuaste anche nella vita reale. Il suo fidanzato l’ha per caso lasciata?
Siete così una bella coppia, sulle foto dei giornali scandalistici venite molto
bene insieme.”
“Se si riferisce a Yu, non siamo fidanzati.” urlò Maya spazientita.
Masumi si alzò e la prese per le braccia: “Ah, no? E allora cosa ci facevate
abbracciati in mezzo alla strada lei e il suo non fidanzato? Che cosa mi
risponde, ragazzina.” La stava guardando con uno sguardo d’ira.
Maya lo guardò cercando di stare il più calma possibile, sarebbe scoppiata se
ancora per una volta le avesse detto quell’odioso “ragazzina”. Pensò un secondo
alle sue parole, sembrava geloso. Alzò un sopraciglio e gli disse:
“Cosa fa adesso, mi spia?” Preso in contropiede, Masumi mollò la presa, incrociò
le braccia al petto e alzando gli occhi al cielo, imbarazzato le disse: “Mi
stavo recando alla Daito e passando in macchina, vi ho riconosciti.”
“Allora, se stava andando alla Daito, come mai è qui?”
“Glie l’ho detto, avevo voglia di fare quattro passi al parco, di stare un po’
all’aria aperta prima che arrivi la brutta stagione.” Fece spallucce, mentendo
spudoratamente.
Era Maya che questa volta lo guardava con le braccia incrociate al petto, le sue
risposte non erano molto convincenti, sembrava geloso di lei e lei non poteva
credere a ciò che vedeva. Che cos’è questa sensazione che ho nel cuore si chiese
Maya, sembra quasi che sia geloso di me e Sakurakoji. Mio ammiratore, ti amo
così tanto, pensò.
Per togliersi dall’imbarazzo, Maya fece un bel respiro, allungò le braccia sui
fianchi e con voce serena, ma stanca gli disse.
“Gli e lo ripeto Signor Hayami, io e Yu non siamo fidanzati, la prego di non
credere ai giornali. Yu è soltanto un caro vecchio amico, che mi sta aiutando in
un momento molto difficile della mia vita.” Dicendo questo Maya iniziò a
camminare per il parco e Masumi la seguì, voleva scoprire cosa la tormentasse.
“Cosa succede ragazzina, le prove vanno bene, me lo ha appena detto. O No?”
Lei lo guardò: “Da domani saranno perfette, Signor Hayami, lei vedrà una Dea
Scarlatta impeccabile, perché io diventerò Akoya. Questo sarà il mio regalo di
nozze per lei e la sua adorata consorte.” Maya aveva gli occhi lucidi, stava per
scappare via, ma Masumi la trattenne.
“Perché piangi, Maya.” Lei si passò una mano sugli occhi.
“Sono solo molto stanca.” Tentò di giustificarsi, ma si sentì in un attimo
mancare la terra sotto i piedi.
Masumi la prese in braccio e la porto in giro per il parco, non curante delle
sue proteste. Cercò con questo diversivo di non pensare alle parole appena dette
da Maya.
Se solo sapessi di avere un briciolo di speranza con te ragazzina, annullerei
questo stupido matrimonio d’interesse all’istante, pensò.
“Se ti senti stanca non devi fare sforzi.” Si accorse solo nel momento in cui la
prese in braccio quanto fosse leggera.
“Ragazzina, mangi abbastanza?”
“No, Signor Hayami non ho affatto fame in questo periodo.”
“Ma ti mangerei di baci”, pensò Maya arrossendo.
“Come hai detto?” Masumi la guardò esterrefatto. Aveva veramente udito da Maya
il seguito: Ma ti mangerei di baci….
“Non ti facevo così intraprendente, ragazzina.” La guardò, divertito, sentì una
fievole speranza farsi strada nel suo cuore. Decise di continuare a stuzzicarla.
“Non ho capito bene sul fatto che tu mi mangeresti di baci.”
Maya arrossì fino alle orecchie, ma cosa le era saltato in mente? Lui l’aveva
sentita bene e lei era convinta di averlo solo pensato, non detto ad alta voce.
Ma ormai si trovava intrappolata tra le sue braccia, il suo viso così vicino al
suo. Doveva tentare il tutto per tutto. E se lui si fosse solo voluto divertire
con lei? Prenderla in giro? Almeno non avrebbe avuto rimpianti.
“Forse se la smettesse di chiamarmi in questo modo e mi considerasse un po’ più
donna, le cose tra noi potrebbero anche cambiare.” Disse Maya spazientita.
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Capitolo 3 *** il teatro è la mia vita 3 ***
Buon San Valentino a tutti. Come sempre grazie per le recensioni.
Atto I scena III
Masumi si irrigidì, allora era questo. Che stupido che era stato, lei era
convinta che lui la vedesse solo come una ragazzina e non come la donna
meravigliosa che stava diventando. Mentre per lui lei era una donna bellissima,
in grado di trasmettergli forti emozioni che non aveva mai provato.
“Mi scuso con lei, Maya, se l’ho sempre trattata da ragazzina. Non accadrà più,
gli e lo prometto.”
“Dice davvero Signor Hayami?”, lui assentì e le sorrise.
Maya stette a guardarlo per un attimo che le sembrò una vita, voleva imprimersi
i suoi lineamenti. Senza rendersene conto, come se fosse la cosa più naturale
del mondo, lo abbracciò, mise le sue braccia attorno al collo dell’uomo. Lui
rispose al suo abbraccio stupito lasciando la presa sotto le ginocchia e
tenendola per la vita, fece aderire il corpo minuto di lei al suo. Ebbe come un
sussulto, era la stessa scena che aveva provato nel paese della Dea Scarlatta.
Solo che in quel ricordo così struggente erano le loro anime unite, non i loro
corpi. Maya iniziò a tremare e a piangere, amava così tanto Masumi, ma non
riusciva a dirgli nulla, sentiva il suo corpo grande e caldo avvolgerla, si
sentiva protetta. Allora perché aveva quel nodo alla gola e non riusciva a
dirgli che lo amava. Masumi non aveva il coraggio di staccarsi da lei, la
sentiva calda morbida e accogliente. Poteva sentire i suoi piccoli seni sul suo
petto e la curva del fianco con la mano. Decisamente no, non era più la piccola
ragazzina tredicenne magra che aveva conosciuto molti anni prima. Era diventata
una donna.
Era oramai sera, i bambini erano tornati alle loro case, il parco era deserto,
erano rimasti solo loro due e qualche altro passante, che non li degnava nemmeno
di uno sguardo..
Quando Masumi cercò di scostarsi da lei, lei lo strinse più forte a se.
“La prego, mi tenga stretta così, se no non sarò più in grado di andare avanti.”
Sentì Masumi deglutire e sospirare.
“Potresti provare a darmi del tu, o non conosci il mio nome.”
“Va bene, Masumi.” Chiuse gli occhi
“Ti amo, Masumi.” Gli riaprì rimanendo in attesa.
Lui spalancò gli occhi, la strinse a sé con più passione, quasi a volerle dire
con la sua stretta che anche lui provava la stessa cosa.
“Ti amo, mio ammiratore” richiuse gli occhi, aspettando
Lui si staccò da lei per guardarla negli occhi, la bocca aperta per lo stupore.
“Allora sapevi.”
“Da tanto tempo, da Lande dimenticate.”
Lui la fece scendere a terra e la guardò deluso. Maya sentì freddo alla pelle
e nel cuore, sentiva già lontano il contatto della suo corpo caldo. Si mise le
mani intorno alle braccia, per scaldarsi.
“Capisco, tu pensi di amarmi solo perché hai scoperto che sono il tuo ammiratore
segreto.” Disse triste l’uomo.
Maya iniziò a tremare, ora aveva freddo e paura di perderlo; “ No, Masumi. Io ti
amo per quello che sei.” Cercò di avvicinarsi, ma lui si ritrasse, girando il
viso dall’altra parte per non vederla.
Una risata cinica “Sono l’affarista senza scrupoli della Daito…”
“Ti amo perché con me sei sempre stato gentile e mi hai aiutato nei momenti più
bui .”
Lui la guardò stupito: “Non mi odi?”
Scosse la testa in senso di diniego, i suoi lunghi capelli scuri si mossero in
un onda. “No.”
“Io ho ucciso tua madre” la sfidò un’altra volta.
“Non è vero, hai cercato di aiutarla, è morta per un tragico incidente.”
Maya gli prese una mano e se la portò al cuore, era disperata. Masumi sentì il
cuore della ragazza battere veloce e lei iniziò a piangere, aveva rischiato di
perdere tutto ed era sicura che lui non l’avrebbe mai ricambiata.
Lui le si avvicinò e con l’altra mano le accarezzò una guancia. Poi l’attirò a
se, abbracciandola, con forza e disperazione, ora che sapeva che anche lei lo
amava, non l’avrebbe più lasciata.
“Ti amo, ragazzina.”
Maya lo guardò stupita, le aveva detto che la amava e aveva usato la solita
parola odiosa, ma con un tono così dolce che si sentì sciogliere.
Non riusciva a smettere di piangere. In quel giorno, Maya aveva avuto il
coraggio di parlare apertamente a Sakurakoji e di dichiarare il proprio amore a
Masumi.
La sua sorpresa crebbe ulteriormente quando sentì le labbra calde di Masumi
sulle sue. Era il suo primo bacio. Un bacio umido e caldo, che diventava con il
passare del tempo più intenso e languido.
Masumi rimase senza fiato, non poteva credere che baciare la sua ragazzina fosse
così piacevole. Si staccò da lei a fatica, l’accarezzò la guancia bagnata
cercando di asciugarle le lacrime.
Lei gli si fece ancora più contro e lo guardò estasiata.
“Grazie Masumi, non hai distrutto i miei sogni.”
Lui le sorrise: “E io che pensavo che tu mi odiassi.”
La strinse a se con più forza.
“Grazie Maya, ora potrò annullare il matrimonio.”
Il cuore di Maya mancò un battito, lo guardò a bocca aperta.
“Era un matrimonio d’interessi.” Masumi sospirò, togliendosi dal cuore un
macigno. “Shiori, è una donna molto bella, elegante, raffinata, ma non l’ho
scelta io. E’ stato mio padre ad impormi di sposarla. Ora che so che mi ami, non
posso stare con una donna che non sia tu.”
Maya era arrossita, lui le sorrise e la baciò ancora, perché non ne aveva mai
abbastanza di lei.
La notte avvolse la giovane coppia in un manto oscuro, come a volerli proteggere
da sguardi indiscreti.
Masumi si staccò a fatica dall’abbraccio di Maya, notò che lei era vestita
leggera per la notte, si tolse la giacca e gli e la mise sulle spalle. Maya
sentì il calore del suo corpo attraverso la stoffa e il suo profumo. Questo
calore, è il calore dell’amore, lo devo tenere presente per Akoya.
Uscirono dal parco camminando l’uno di fianco all’altro, lei lo prese sotto
braccio, lui stupito dal gesto le sorrise. A Masumi non sfuggì il brontolio
dello stomaco di Maya, che arrossì.
“Hai fame?” lei assentì.
“Devo dire che anche io comincio a sentire un certo languore.” Si toccò la
pancia.
Le prese la mano appoggiata al braccio, “Conosco un posto tranquillo, qui
vicino, ti va di mangiare ramen questa sera?.” A Maya brillarono gli occhi per
la gioia.
La cena si svolse con molta serenità, Masumi vedeva un grosso cambiamento in
lei. Sembrava più bella, le guance arrossate lievemente, gli occhi luminosi. Non
sembrava la ragazzina pallida e triste che aveva incontrato poche ore prima al
parco.
Mentre mangiava, Maya lo guardò e gli disse: “Questo è il nostro primo
appuntamento insieme, come coppia.” Masumi trasalì: “Avrei dovuto portati in un
ristorante un po’ più elegante, per festeggiare.” Ma aggiunse: “Avremo tutto il
tempo per farlo, vedrai, Maya.”
“Non ti preoccupa quello che potrebbe dire la gente, riguardo allo scandalo che
susciterà la nostra relazione?”
Lui appoggiò entrambi i gomiti sul tavolo ed appoggiò il mento sulle mani e la
guardò: “Non me ne importa un fico secco delle male lingue. Per anni, mi sono
fatto mille problemi, perché ti amavo e tra noi ci sono undici anni di
differenza. Ma ora le cose sono diverse.” Le sorrise.
Maya smise di mangiare, non aveva più fame, il viso di Masumi era sereno,
sincero e lei era immensamente felice per aver sentito quelle parole.
Usciti dal locale Masumi disse:
“Ti accompagno a casa, Maya.” Fece per allungare la mano per chiamare un taxi.
“Vorrei continuare a stare con te, vorrei poterti amare.” Disse lei, facendosi
più vicina, nascondendo il viso arrossato nel suo braccio. Non aveva il coraggio
di guardarlo.
Lui la guardò sorridendole “Non stiamo correndo un po’troppo, Maya? ” Le mise le
mani sulle spalle, facendola girare di fronte a se: “Anche io vorrei passare con
te la notte, ma domani hai le prove, mi hai detto che avresti messo in scena
un’Akoya vera. Se questa notte la passassimo insieme, poi non ti lascerei più
andare da nessuna parte, perché ti rapirei e porterei via lontano da tutti e tu
non potresti più recitare, perché saresti soltanto mia e di nessun altro.” Maya
lo ascoltò divertita, lui le sorrise.
“Io voglio vedere la tua Akoya, Maya.” Disse lui serio.
Lei capì che il suo amore era sincero, chinò la testa “Hai ragione Masumi.”
Gli ridiede la giacca, salirono sul taxi e lui la riportò a casa, per poi
ritornare alla residenza Hayami.
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Capitolo 4 *** il teatro è la mia vita 4 ***
E' come sempre doveroso ringraziare le gentilissime Piper_73, Kaori e Blu Rei per le recensioni. Grazie infinite
Ecco a voi un altro capitolo, spero vi piaccia.
Atto II scena I
A Rei non sfuggì l’aria sognante che aveva Maya, quando rientrò a sera tarda.
Maya salutò l’amica seduta al tavolo, disse che era stanca e in fretta si
congedò.
Rei la seguì con lo sguardo entrare nella stanza dove c’erano i futon,
prenderne uno dall’armadio e andare a letto, completamente vestita.
Le prove devono essere state molto pesanti, pensò, ma poi si ricordò che il viso di Maya
era arrossato e le sue labbra erano più rosse del solito e sembrava molto
contenta.
Di sicuro era successo qualche cosa.
“Maya, svegliati.”
Le strattonò le coperte per cercare di attirare l’attenzione,
voleva una risposta.
“Rei, sono stanca, lasciami in pace.”
“No, signorina, adesso mi racconti tutto…”
“Maya, la guardò, da sotto le coperte spuntavano solo gli occhi lucidi per la
gioia.”
Maya si mise a sedere sul letto:
“Oggi sono riuscita a parlare con Sakurakoji.”
“Allora ti sei fidanzata ufficialmente con Saku..” non riuscì a finire la frase.
“Gli ho detto che non lo amavo.”
“Cosa?” squittì Rei.
Maya si era seduta nel futon, le mani stropicciavano le coperte:
“Ho incontrato al parco il Signor Hayami e….” arrossì.
Rei non ci mise molto a tirare le some e con voce stridula le disse
“Cosa? Maya ma ti ha dato di volta il cervello?”
“Ecco, mi ama anche lui.”
Disse Maya divertita vedendo lo sguardo incredulo di
Rei.
“E’ il mio ammiratore delle rose scarlatte.”
A questo punto Rey si dovette sedere per non svenire.
Occhi sbarrati, bocca
spalancata per lo stupore.
“Ma come è successo? Da Quando? Maya, perché non mi hai detto niente?”
“E’ da tanto tempo che sapevo che lui era il mio ammiratore, da lande
dimenticate.
E mi sono accorta di amarlo forse da sempre.
Il nostro rapporto è
stato complicato solo perché lui pensava che io lo odiassi.
Sono contenta di
sapere che ricambia i miei stessi sentimenti. Rei, non è l’uomo cinico e
arrivista che sembra.”
“Se lo dici tu Maya ti credo.
Mi si stringeva il cuore vederti rientrare a casa
ogni sera con la testa china e uno sguardo vuoto, sempre triste e sconsolata.”
“Lui mi ama.” Una lacrima scese sulla guancia di Maya, Rei abbracciò la piccola
amica.
“Non sai quanto mi renda felice vederti così serena, ti auguro ogni bene, Maya.”
“Lo so che non sarà facile, Rei. Masumi dovrà annullare il matrimonio con
Shiori, la differenza di età tra noi è molta; la gente potrebbe dire che io sono
una sciocca attricetta, e che mi sono messa con lui solo per i suoi soldi.” Maya
guardò l’amica, gli occhi brillanti: “Io lo amo, anche se fosse l’uomo più
povero di questa terra, se perdesse tutto il suo denaro, tutto il suo potere, io
continuerei ad amarlo lo stesso.”
Rei rimase stupita dalle sue parole, Maya era diventata una donna, aveva creduto
in questo amore con tutta se stessa e aveva avuto il coraggio di dichiararsi.
Le due amiche continuarono a chiacchierare a lungo, finchè Rei distrutta dal
sonno, disse a Maya che l’indomani ci sarebbero state le prove e spense la luce
augurandole una buona notte.
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Capitolo 5 *** il teatro è la mia vita 5 ***
grazie come sempre per i commenti.
Atto II scena II
Rei sentì suonare alla porta ed ancora assonnata andò ad aprire. “Uffiii, sono
solo le otto, oggi non devo lavorare la mattina, chi è che viene e scocciare?”
Si vide davanti agli occhi prima un magnifico mazzo di rose scarlatte e poi il
suo proprietario e per poco non le venne un colpo. Arrossì perché era ancora in
pigiama ed urlò un: “Maya svegliati, un fattorino speciale ha una consegna per
te.”
Fece accomodare Masumi nella piccola sala.
Maya fece il suo ingresso con ancora addosso il suo comodo pigiama di cotone
bordato di rosso, si stropicciò gli occhi assonnata, quando lo vide spalancò gli
occhi e corse ad abbracciarlo: “Masumi, sei un tesoro.”
Rei corse in bagno imbarazzata.
“Allora, sei pronta per mostrarmi la tua Dea?”
“Masumi, devo chiederti di non venire. Vedrai la Dea Scarlatta alla prima.”
Masumi la guardò deluso, “Ci tenevo così tanto a vedere la tua Dea.”
“Scusami Masumi, ma questa per me è solo una prova, voglio diventare sempre più
brava per farti vedere la mia vera Dea Scarlatta.”
“Ho capito, Maya. Mi chiedi di aspettare perché non vuoi deludermi. Va bene farò
come vuoi.”
Ma gli sorrise e gli scoccò un bacio sonoro sulle labbra.
“Buon Giorno, amore mio, ti preparo il caffè.”
Lui l’attirò a sé, sulle ginocchia: “Sei molto sexy con questo pigiama.”
Vennero interrotti da una Rei imbarazzata.
Maya si alzò dalle ginocchia di Masumi, “Preparo il caffè per tutti e poi di
corsa alle prove.”
Rei, guardò Maya e poi Masumi, era così rilassato e sorridente, non lo aveva mai
visto così. L’amore fa bene ad entrambi, pensò.
“Ora, devo proprio andare. Il lavoro mi aspetta.” Disse Masumi avviandosi alla
porta.
“Avrai problemi per l’annullamento del matrimonio?” lo guardò Maya preoccupata.
“E’ probabile”, disse lui. “Ma non mi interessa, voglio solo renderti felice.”
La prese tra le braccia e la baciò. Rei si voltò dall’altra parte imbarazzata.
Masumi uscì dalla piccola casa, il cuore leggero, sarebbe stata una giornata
movimentata.
Alle prove Maya e Sakurakoji fecero scintille. Kurunoma, non stava nella pelle
dalla contentezza. Finalmente Maya era diventata la Dea che si aspettava. Niente
più insicurezze o paure. Davanti ai suoi occhi c’era la Dea Scarlatta, Maya era
riuscita a trasmettere le diverse emozioni che provava la Dea, Maya era la Dea.
Per un momento tutti, i tecnici, gli attori, i costumisti, rimasero a guardare
il viso ed il corpo di quella piccola donna rimanendone rapiti in un brivido.
Questa era Maya e queste erano le sensazioni che riusciva a trasmettere.
Tra una pausa e l’altra Maya e Sakurakoji ebbero l’opportunità di parlare.
Anche Isshin rimase favorevolmente colpito dal cambiamento della sua Dea: “Maya,
sono contento che grazie al mio consiglio tu sia riuscita a recitare.”
“Grazie Sakurakoji, per il tuo aiuto, se lo spettacolo sarà convincente sarà
anche merito tuo.” A Yu non sfuggì lo sguardo sereno di Maya, ma lo imputò al
fatto che lei era finalmente riuscita a recitare.
“Continuiamo con la scena successiva.” Disse il regista.
Le prove durarono tutta la giornata nella piena soddisfazione di attori e
regista.
Alla Daito Art Production il presidente ordinò alla sua segretaria di indire una
conferenza stampa quello stesso pomeriggio.
La segretaria, guardò stupita il suo capo. Erano mesi che non lo vedeva così
sereno, pur notando le profonde occhiaie sotto gli occhi chiari, il viso
denotava una tranquillità che la stupì.
“C’e altro che posso fare per lei presidente?”
“No, è tutto, può andare.” Masumi ebbe un ripensamento,” Anzi no, Signorina
Mitsuki.”
La segretaria si girò e lo fissò stupita.
“in realtà , mi deve aiutare a preparare un matrimonio.”
“Non capisco, Signor Hayami, i preparativi per il suo matrimonio sono quasi a
buon punto.”
“Un altro matrimonio, Signorina Mitsuki, la mia consorte sarà la signorina
Kitajima, non Shiori.”
La segretaria rimase di sasso, la sua bocca stava per arrivare alle ginocchia,
tanto era lo stupore, poi un sorriso le incurvò le labbra.
“Ho ascoltato il suo consiglio, il semaforo non rimane rosso per sempre, sono
riuscito a cogliere in tempo una buona opportunità per essere felice.”
“Ma, signor presidente, ha idea di quello che succederà quando darà questa
notizia?”
“Si, signorina Mitsuki, ma non mi interessa.” La segretaria gli sorrise
compiaciuta, finalmente il presidente aveva preso le decisioni giuste. Si
inchinò e uscì dalla porta.
“Mi ci voleva proprio.” Masumi si distese sulla poltrona, le mani dietro la nuca
in una posa rilassata. Sarebbe stata una giornata molto intensa, era meglio
agire subito. Chiamò l’autista per farsi accompagnare dalla famiglia Takamiya.
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Capitolo 6 *** il teatro della mia vita 6 ***
E' doveroso ringraziare come sempre Blu Rei, Piper_73 e Kaoru per i commenti. Ecco a Voi un altro capitolo.
Atto II scena III
Quella mattina Masumi fu accolto nella casa di Shiori con i dovuti onori
spettanti ad un futuro sposo, nessuno si aspettava la richiesta risoluta del
giovane, e neppure la reazione di Shiori alla notizia. La donna era furiosa, si
mosse in direzione di Masumi mollandogli un manrovescio che gli fece uscire dal
labbro inferiore un rivolo di sangue: “Annulli il matrimonio, per quella insulsa
ragazzina. Dimmi la verità Masumi, è per quella Maya che lo fai? Io mi
vendicherò su di lei, non potrà recitare mai più.” Masumi si toccò il labbro
sanguinante ormai diventato gonfio, per niente intimorito dalle sue parole le
disse:
“Si Shiori, annullo il nostro matrimonio perché mi era stato imposto di sposarti
per interesse. Io non ti amo.” Shiori era veramente fuori di se, ma lo era
ancora di più il nonno della donna.
“Ma come si permette di venire in casa mia con questa assurda richiesta, la
rovino ” disse il vecchio. Masumi lo guardò con uno sguardo gelido, che non
permetteva repliche: “Come ho già spiegato a sua nipote, annullo un matrimonio
di interesse che non ho scelto per mia volontà, sua nipote è una bella donna,
ricca, raffinata, gentile, ma con me non sarebbe stata felice, sono un uomo
incapace di amare. Con l’annullamento faccio un favore a voi e a me stesso.”
“Ma non dire fesserie, tu ami quella Maya Kitajima, ho scoperto l’album delle
foto che tenevi nascosto nella casa al mare.” Disse Shiori piangente. Masumi la
guardò senza battere ciglio.
“E’ un grave affronto per la mia famiglia, la farò pentire di essere nato.”
Disse il vecchio Takamiya.
Masumi calmo abbassò lo sguardo a terra e poi guardò con occhi gelidi l’uomo
vestito in abiti tradizionali e continuò.
“Ho fatto alcune indagini sulla vostra famiglia e sul riciclaggio di denaro
sporco con la Yakuza.” Un mezzo sorriso gli si dipinse sul volto. “Se proprio
volete distruggermi come ha detto poco fa, provateci, ma ho molti assi nella
manica.” Aggiunse calmo: “Oggi indirò una conferenza stampa in cui dichiarerò
l’annullamento del matrimonio e anche questa notizia del danaro e dei vostri
loschi affari con la mafia.” Il vecchio Takamiya tremava di collera: “Non avete
le prove.” Provò a difendersi, Masumi continuò risoluto:
“Ho i tabulati delle telefonate fatte con i mafiosi e gli spostamenti del denaro
riciclato, ho anche io le mie fonti segrete da cui attingere.” Takamiya
impallidì, a questo punto sapeva che non poteva fare niente con questo ricatto.
“Un’altra cosa “ disse Masumi “Non provate a torcere un capello a me o a una
qualsiasi altra persona vicino a me, perché so essere spietato e so come
vendicarmi, non appena succederà qualche cosa, tutti sapranno dei vostri loschi
affari. Ho molte risorse.” Il suo sguardo non ammetteva repliche, fissò Shiori e
poi il vecchio con uno sguardo di ghiaccio. Shiori, capì che non poteva fare più
nulla, le minacce di poco prima rivolte a Maya erano servite soltanto a creare
un divario tra di loro. Non sarebbe servito a niente cercare di supplicarlo di
rimanere con lei. Capì troppo tardi, che la sua battaglia era persa, si era
inimicata l’uomo che credeva di amare. Solo in quel momento si rese conto che
non provava nulla per lui, che per volontà di altri si era imposta di amarlo.
Shiori abbassò lo sguardo, lacrime calde rigarono il bel volto pallido; si
rivolse a Masumi “Vattene da questa casa e non farti mai più vedere, non faremo
niente che ti possa nuocere, ma non voglio più vederti. Mai più.” La donna
furente guardò il vecchio che assentì. Masumi Hayami uscì da quella casa sereno,
aveva ottenuto quello che voleva, ora sarebbe toccato ai giornalisti dare la
notizia dell’annullamento del suo matrimonio, poi avrebbe dovuto rendere conto a
suo padre e lo scontro non sarebbe stato dei più facili.
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Capitolo 7 *** il teatro è la mia vita 7 ***
Grazie come sempre a tutte le persone che leggono e commentano.
Ecco un altro capitolo.
Atto III scena I
Il giorno dopo tutti i quotidiani nazionali riportavano a caratteri cubitali
la notizia che il matrimonio del secolo tra le famiglie Hayami e Takamiya era
stato annullato dallo stesso presidente della Daito Art Production. Durante la
conferenza stampa Masumi rispose con calma a tutte le domande dei giornalisti e
si prese tutte le colpe per il mancato matrimonio, dicendo che era stato lui a
volerlo annullare che la Signorina Shiori era una donna molto bella, ma si era
veduto costretto a rinunciare a lei per incompatibilità di carattere, dovuto al
suo attaccamento per gli affari. Quando un giornalista tentò di controbattere
che forse c’era un'altra donna, Masumi con un sorriso sarcastico disse che aveva
sposato il suo lavoro e non c’era nessuna donna nei suoi pensieri. Con questa
dichiarazione liquidò i giornalisti e chiuse la conferenza stampa.
La stessa mattina Rei buttò giù dal letto Maya, con il giornale in mano e gli
e lo fece leggere. Alla ragazza brillavano gli occhi per la gioia, sapeva che
Masumi aveva fatto questo passo per lei.
Sapeva che aveva mentito per
proteggerla, almeno fino a quando non avrebbe recitato la Dea Scarlatta la loro
relazione sarebbe rimasta nell’ombra, ma a Maya andava bene così; per lei la
cosa più importante era sapere che lui l’amava. Prese il giornale e lo mise
nella sua scatola dei ricordi, la scatola dove teneva tutti i regali che il suo
ammiratore le aveva mandato.
La stessa mattina quando Masumi scese per la colazione si trovò il padre
furente, che lo aspettava con il giornale aperto sul tavolo.
“Che cosa vuol dire questo? Perché non sono stato avvisato, Masumi?” sbattè
con violenza il giornale spiegazzato sul tavolo.
” Non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto, padre.” Disse Masumi calmo. “A
trent’anni suonati ho deciso finalmente di prendere in mano la mia vita e di non
farmi più condizionare da nessuno, tanto meno da te e dalle tue assurde
richieste.”
“Come ti permetti di disubbidire a tuo padre.”
“Tu non sei mio padre, non lo sei mai stato.” Disse Masumi asciutto.
“Avevi bisogno di un figlio solo per interesse, per mandare avanti la
compagnia. Hai rovinato la mia vita e quella di mia madre per colpa del tuo
egoismo.”
“Chi è la donna?”
“Non c’è nessuna donna.” Tentò di giustificarsi il giovane.
“Masumi, sono vecchio ma non stupido, ho visto come la guardavi.”
Masumi impallidì di collera.
“Se proprio ci tieni a stare con quella sciocca ragazzina fai pure, ma
ricordati che io vi rovinerò la vita, ti diserederò.” Fece per girarsi e uscire
dalla stanza.
“Va bene padre, se ostacolerai me e Maya ti porterò via ciò a cui tieni di
più, e per me sarà molto facile. Se le cose andranno come penso.” Un sorriso
cinico gli increspò le labbra.
“Distruggerò per sempre il tuo sogno di possedere la Dea Scarlatta. Sono anni
che aspetto questo momento, Padre. Con mia madre hai ucciso per sempre la parte
umana che era in me. E' stata per colpa tua che è morta, per il tuo stupido
orgoglio. Non ti permetterò di farmi ancora del male o di impedirmi di essere
felice.”
“Sei solo uno sciocco, Masumi.” Ribattè il padre, una risata strozzata gli
uscì dalla gola.
“La felicità è cosa assai effimera, Masumi, tu sei sempre stato un uomo solo,
privo di scrupoli, e lo sarai sempre, non sarai mai felice.”
“Ti sbagli, Padre, sei tu che sei sempre stato solo. Ossessionato dal tuo
sogno, non hai mai visto altro per tutta la vita. Non hai colto la possibilità
di farti una famiglia e di essere felice con essa. Mia madre e io potevamo
essere la tua famiglia se solo lo avessi voluto. Grazie a quella sciocca
ragazzina come l’hai chiamata, io non farò la tua stessa fine.”
Il giovane uomo aggiunse: “Per quanto riguarda tutte le tue ricchezze, non so
che farmene, il cognome Hayami te lo puoi tenere, non ne ho certo bisogno.
Ritornerò ad essere un Fujimura, non ho certo paura delle tue minacce. Ho
imparato ad essere un abile uomo d’affari, con la mia esperienza il lavoro non
mi mancherà di certo, anche con un altro cognome.”
Eisuke Hayami si fermò in mezzo alla stanza, un rivolo di sudore gli scese
dalla tempia, si girò per guardare suo figlio. L’alta figura lo osservava in
piedi dall’altra parte del tavolo, le braccia rilassate lungo i fianchi, non lo
aveva mai visto così risoluto e calmo. Ebbe paura di lui. Per la prima volta il
vecchio, si sentì in trappola. Iniziò a tremare: “Fai pure come ti pare, ma la
Dea Scarlatta…”
Masumi lo interruppe:
“La Dea Scarlatta, sarà mia e ne otterrò i diritti per la messa in scena, ne
sono certo in qualsiasi moto vada, sia che vinca Hayumi o Maya, i diritti
saranno miei e non tuoi. Sta a te e a come ti comporterai nel futuro, se sarà la
Daito a rappresentarla o una qualsiasi altra compagnia, di cui io sarò il
presidente. Come vedi caro padre, non ti conviene minacciare me o la donna che
amo.”
L’anziano uomo sulla sedia a rotelle iniziò a piangere, capì che non c’era
più niente da fare.
“Fai come vuoi con quella ragazza, ma ti prego, prima di morire voglio che la
Dea Scarlatta ritorni ad essere mia.”
“Te lo ripeto, tutto dipende da come ti comporterai.” Disse in tono freddo
l’uomo più giovane e uscì dalla stanza con il cuore più leggero.
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Capitolo 8 *** il teatro è la mia vita 8 ***
Un grazie infinito A Piper_73, Sheila84, Kaoru, Blue Rei che leggono e recensiscono la storia.
Questo capitolo è per voi.
Il tempo è tiranno e questa settimana non sono riuscita ad aggiornare.
Perdonate il ritardo.
Spero che il capitolo vi piaccia
Atto III scena II
Erano passati diversi mesi dall’annullamento del matrimonio tra Masumi e
Shiori. L’autunno era arrivato portando sugli alberi i suoi colori caldi, la
temperatura era più fredda, nonostante ci fossero ancora delle belle giornate di
sole.
Alla rappresentazione della Dea Scarlatta mancava solo un giorno, tutti erano
in fermento per la messa in scena. Quella Domenica mattina gli attori della
compagnia di Kuronuma erano in pausa. Il regista aveva deciso che sarebbe stato
meglio per tutti una giornata di relax.
Sakurakoji aveva passato, come sempre, la giornata con Mai, visto che era da
un mese che convivevano insieme.
Finalmente dopo tanto tempo aveva deciso di riavvicinarsi a quella dolce e
tranquilla ragazza che lo amava da sempre. Non fu facile per lui riconquistare
Mai, perché lei aveva capito che non la amava, che amando Maya lei era stata
solo un ripiego; Sakurakoji spiegò a Mai che aveva deciso di rispettare la
scelta di Maya, che per lui sarebbe stata per sempre la sua più preziosa amica,
e la sua amante solo sulla scena. Dopo diverse settimane di pianti da parte di
lei e di chiarimenti da parte di lui, Mai capì che con Yu sarebbe stata
veramente felice e che era sincero, quando il ragazzo le si avvicinò con un
anello di fidanzamento e gli e lo mise all’anulare. Da quel momento per loro
iniziò una nuova vita insieme. Quando una sera, dopo le prove, Sakurakoji e Mai
dissero a Maya che sarebbero andati a vivere insieme, Maya guardò prima l’uno
poi l’altra esaltò al collo di tutti e due, contentissima per la notizia,
rischiando di far cadere lei e gli amici per la foga che aveva messo
nell’abbraccio. A Maya brillavano gli occhi per la gioia. Si salutarono fuori
dal teatro e li vide andare via sulla moto di Yu. Svoltato l’angolo Maya vide
una limousine bianca aspettarla, il finestrino si abbassò leggermente ed una
rosa scarlatta uscì da esso. Maya prese il dono contenta, ne inspirò l’odore
dolce. La porta della macchina si aprì ed entrò nella vettura, Masumi le sorrise
e l’abbracciò.
La Domenica mattina prima della rappresentazione della Dea Scarlatta, Masumi
decise di fare un regalo a Maya. Le disse di prepararsi presto, vestita
sportiva, sarebbero andati a fare un picnic in un posto da sogno. Maya aiutata
da Rei preparò dei panini in un cestino e il the caldo nel termos, sentì suonare
il clacson salutò l’amica che si raccomandava di non fare sciocchezze e di
tornare presto la sera. Maya la salutò con un “Si, Mammina.” Ed un bacio sulla
guancia. Rei indispettita, contraccambiò: “Non prendermi in giro, Maya.” La vide
sparire nella vettura. Era contenta per lei. Da quando si erano messi insieme
Maya e Masumi erano sempre stati molto accorti a non fare trapelare nulla
riguardo alla loro relazione.
Agli occhi delle persone che li circondavano
doveva rimanere tutto come prima. Quando erano visti insieme, di solito accadeva
quando Masumi si recava al Teatro Kids per assistere alle prove, Maya lo
trattava quasi in maniera fredda e Masumi contraccambiava punzecchiandola con le
sue battutine. Le poche sere che trascorrevano insieme nell’appartamento di Maya
e Rei erano veramente una coppia di giovani innamorati. Rei trovava sempre una
scusa per uscire e lasciarli in pace.
“Masumi, dove mi porti? Sto morendo di curiosità.” Lui la guardò sorridente,
sarebbe stata una grossa sorpresa per lei, ne era certo.
Erano in viaggio da diverse ore quando Maya riconobbe il meraviglioso posto
in cui lei e Hayumi avevano passato delle ore impegnative per imparare a
diventare gli elementi che componevano la Dea Scarlatta. Masumi l’aveva portata
nella valle dei Susini, la terra della Dea Scarlatta.
Lo spettacolo della natura e dei colori caldi dell’autunno era commovente.
Scelsero un posto tranquillo in mezzo agli alberi colorati di rosso e giallo. Si
sedettero l’uno di fianco all’altro su una vecchia coperta, per ammirare
estasiati la natura e i suoi colori. Maya era così contenta di trovarsi in quel
posto, sembrava ritornata bambina. Masumi guardava ammirato il paesaggio e poi
Maya, il corpo rilassato seduto accanto a lui, gli occhi lucidi per la
contentezza di essere lì. La pelle del viso leggermente arrossata dalla lieve
brezza, la bocca schiusa in un sorriso. Masumi, non resistette, le diede un
bacio sulla bocca, lei presa alla sprovvista emise un piccolo grido. “Che bello
essere qui con te, amore mio.” Lei lo abbracciò con tutta la forza che aveva,
lui ricadde sulla morbida coperta, ridendo. Rimasero a lungo sdraiati
abbracciati.
“Hai paura per domani pomeriggio?”
“Si, tanta come sempre. Essere giudicata dopo Hayumi, mi spaventa. Non so se
riuscirò a batterla, lei è così brava e… ” Masumi le mise due dita sulla bocca e
le accarezzò il viso.
“Non dire sciocchezze, tu sei valida quanto lei per rappresentare la dea
scarlatta, se no la Signora Tsukikage non ti avrebbe nemmeno presa in
considerazione né come attrice, né come rivale di Hayumi.”
“Se lo dici tu.” Disse Maya sconsolata.
“Ragazzina, cos’è questa voce così triste.” L’uomo iniziò a farle il
solletico. “So io come tirarti su di morale, non avrai scampo.” Maya non
riusciva a smettere di ridere, rossa in viso, il fiato corto per lo sforzo,
Masumi non le lasciava un attimo di tregua.
“Basta, basta mi arrendo. Oggi niente pensieri tristi.” Disse ridendo Maya,
le lacrime per le risa le scivolarono sulle guance.
“O bene, così va molto meglio” Masumi le diede un bacio appassionato sulle
labbra rosee, Maya abbracciò l’uomo facendolo aderire meglio al suo corpo, si
trovava così bene con lui. Il tempo sembrava essersi fermato i due amanti
continuarono a baciarsi e a sussurrarsi parole d’amore a lungo. Quando Masumi si
rese conto di stare per perdere il controllo, si staccò da lei a malincuore, un
sospiro, avevano deciso di comune accordo di non avere rapporti prima della
rappresentazione della Dea. Si alzò, le tese la mano.
“Andiamo a fare una passeggiata.” Maya gli prese la mano, si alzò in piedi,
lo guardò e gli disse “E dopo mangiato, ti mangio di baci.” Lui si mise a
ridere, allegro, la sua ragazzina si stava facendo sempre più audace.
Passarono una giornata tranquilla, verso sera mentre stavano facendo ritorno
verso casa, Maya tirò fuori dal cestino delle vivande una busta. Masumi mentre
guidava la notò e chiese:
“E questo cos’è?”
“E’ il biglietto per il mio ammiratore segreto. Il posto migliore per vedere
la Dea Scarlatta.”
Masumi, gli occhi lucidi, avvicinò Maya a se e le diede un bacio sui capelli.
“Grazie, ragazzina.”
Maya abbracciò il braccio dell’uomo e dopo pochi minuti si addormentò
contenta della giornata passata.
Quando arrivarono a casa Masumi portò Maya in braccio in casa, non voleva
svegliarla, visto che dormiva profondamente. Un buon sonno le avrebbe fatto bene
per affrontare la giornata impegnativa che l’aspettava l’indomani.
“Grazie Signor Hayami, di tutto” Gli disse Rei, mentre vedeva Masumi
appoggiare Maya delicatamente sul futon e coprirla. Usciti dalla piccola stanza
l’uomo si rivolse alla ragazza:
“Fammi un favore, Rei, inizia a darmi del tu e ad accettarmi come amico. Sarà
molto più facile anche per me venire a trovare Maya in questa casa, con meno
formalità.”
“Va bene, Masumi” disse Rei contenta.
“Speriamo che domani vada tutto bene.” Aggiunse la ragazza.
“Non ho dubbi, su chi vincerà la Dea Scarlatta e su chi otterrà i suoi
Diritti” Guardò in direzione della piccola stanza in cui dormiva Maya.
“Se non subito dopo, ma a breve, ho intenzione di chiedere a Maya di
sposarmi.”
Rei trasalì e quasi per la gioia non urlò, si portò subito una mano alla
bocca.
“Ci farai da testimone, vero? Sei l’amica più cara di Maya, quella che le è
stata da sempre più vicino.”
“Si, Masumi.” Disse lei con le lacrime agli occhi “Grazie.”
L’uomo uscì dalla piccola casa contento. Era curioso di vedere lo spettacolo
che le due giovani donne avrebbero messo in scena il giorno dopo.
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Capitolo 9 *** il teatro è a mia vita cap 9 ***
Ringrazio come sempre le gentili donzelle che mi hanno lasciato le recensioni e tutte le persone che hanno letto.
Atto III scena III
Hayumi Himekawa rimase in mezzo al palco, il respiro rilassato, addosso aveva i
diversi strati colorati del vestito della Dea Scarlatta, i lunghi capelli neri
le incorniciavano il volto, ormai rilassato.
Non vedeva le persone che applaudivano la sua Dea, le luci glielo impedivano, sentiva solo l’assordante
scroscio degli applausi.
Si sentiva bene, aveva dato vita ad una Dea giovane,
sincera, appassionata.
La sua rappresentazione aveva avuto il pieno consenso del
pubblico.
L’ovazione degli applausi e la chiamata alla ribalta di tutti gli
altri attori, stavano ad indicare che la compagnia Onodera aveva messo in scena
uno spettacolo perfetto.
Masumi Hayami, elegante nel suo smoking, guardava la giovane donna sul palco e
la applaudiva.
Hayumi era stata veramente brava ad interpretare la Dea,
soprattutto aveva apprezzato la sua abilità nei movimenti, per un momento gli
sembrò che la ragazza fluttuasse nell’aria, non camminasse.
Era stata veramente
molto abile.
Ora toccava alla sua ragazzina, solo poche ore e avrebbe visto la
sua Dea.
Si alzò in piedi e salì sul palco per complimentarsi con la compagnia
Onodera e con la giovane donna protagonista in mezzo a tutti gli altri attori ed
attrici.
I fotografi pronti ad immortalare l’evento.
Eisuke Hayami era rimasto molto colpito dalla rappresentazione della giovane
Himekawa, aveva davvero molto talento.
Cercò tra i presenti lo sguardo della
donna che aveva amato in gioventù, dalla quale era stato respinto.
La figura alta e snella vestita di nero era rimasta in disparte, appoggiata al bastone,
gli occhi brillanti, la soddisfazione nello sguardo.
Solo dopo il secondo spettacolo avrebbe deciso chi avrebbe continuato il capolavoro di Ichiren.
Si ritirò soddisfatta con il fedele Genzo, prima che i giornalisti arrivassero come
un nugolo di api sul miele ad intervistarla.
Maya era nel suo camerino, stava aspettando il suo turno.
Non aveva ancora
indossato gli abiti di scena, ma soltanto un leggero Yukata bianco e raccolto i
capelli per indossare la parrucca della Dea.
Il viso pallido, reso ancora più
pallido dal trucco di scena, le labbra leggermente rosa, gli occhi resi ancora
più grandi dal trucco.
Era talmente concentrata che non sentì bussare alla
porta, Sakurakoji entrò anche lui già pronto con gli abiti di scena ed il viso
truccato, Maya lo vide nello specchio, non disse nulla.
“Maya, sei bellissima.” Disse Sakurakoji.
“Sei pronto mio Isshin?” gli chiese Maya.
“Si, dobbiamo mettercela tutta, per le persone che amiamo.” Esordì Yu.
Maya gli sorrise, girandosi vide che qualcuno era sulla porta e stava aspettando
di entrare, si alzò dalla sedia e trascinò dentro la ragazza.
Mai si vergognava di interrompere i due attori, ma voleva solo salutarli e augurargli un grosso in
bocca al lupo.
Maya la fece entrare nel camerino contenta ed iniziarono a
chiaccherare.
Mentre i tre ragazzi passavano un po’ di tempo per rilassarsi,
sentirono rumore provenire dai corridoi.
Quando Maya si affacciò vide un gruppetto di ragazzi e ragazze, erano i suoi vecchi compagni di scuola ed il suo
professore di ginnastica.
A Maya si riempirono gli occhi di lacrime.
“Ragazzi eccola, Evviva Kitajima.”
Esultarono contenti di vederla.
Un ragazzo smilzo con gli occhiali si avvicinò a lei e le disse:
“Mi sto laureando in scenografia del teatro e cinema, devi assolutamente recitare sui
miei copioni, Maya.”
Una ragazza con il naso aquilino e i capelli lisci e scuri le disse:
“Sono venuta dall’Hokkaido, non mi sarei mai persa questa rappresentazione, Maya.
Erano anni che aspettavo di rivederti sul palco.”
“Maya, mi ricordo ancora la rappresentazione di Bianca la donna pirata, mi hai
fatto venire la pelle d’oca.” Disse una ragazza cicciotella.
“Mi raccomando Maya, fatti valere.” Le disse il grosso professore di educazione
fisica, per nulla cambiato dagli anni della scuola.
Maya ringraziò tutti, con un inchino, le lacrime le rigarono il viso rovinandole
il trucco, ma a lei non importava, ci sarebbe stato altro tempo per rifarlo.
Rivedere i suoi compagni di scuola le aveva fatto molto piacere, non pensava che
fosse venuta così tanta gente per vederla recitare, si sentì circondata dal loro
affetto.
“Che cosa ci fate voi qui. Andate via, questa è zona riservata agli attori.”
Esordì un addetto alla sicurezza, che accompagnò i ragazzi vocianti fuori dai
camerini.
Maya salutò i compagni di classe ad uno ad uno, nel frattempo Sakurakoji si era
ritirato nel suo camerino per trovare la concentrazione necessaria per recitare
dopo aver salutato Mai con un bacio.
Maya rientrò nel camerino, si risistemò il
trucco e si concentrò sul ruolo che avrebbe recitato a breve.
Sentì bussare alla porta, sapeva che solo una persona sarebbe potuta entrare nel suo camerino
indisturbato.
Vide Masumi nello specchio sorriderle, reggeva uno splendido mazzo
di rose scarlatte.
“Mio ammiratore, grazie.” Maya gli corse incontro.
Lui le porse i fiori che le mise subito in un vaso pieno d’acqua.
Masumi aprì le braccia per accogliere la ragazza, ma la vide esitare.
“Ho paura di sporcarti la giacca se ti abbraccio.”
“Ragazzina, vieni qui e fatti abbracciare.”
Maya lo abbracciò contenta, solo tra le sue braccia si sentiva protetta, Masumi aveva la capacità di
tranquillizzarla.
Rimasero per molto tempo abbracciati.
Maya gli raccontò dei suoi compagni di scuola, poi divenne improvvisamente triste:
“Mi manca mia madre.” Masumi sospirò, si sentiva in colpa per tutto quello che era successo
anche se lei lo aveva perdonato.
“Lei ti guarda Maya, ti è sempre vicino e sarebbe molto orgogliosa della sua bambina.”
“Lo so, Masumi. Grazie.”
L’uomo le accarezzò una guancia, sentirono bussare alla
porta.
“Mezz’ora alla rappresentazione.”
Sentirono una voce fuori dal camerino.
Masumi si staccò da Maya a malincuore.
“E’ ora Ragazzina.” Maya gli sorrise, come in trance, lentamente iniziò a
indossare i diversi strati dei kimono che componevano l’abito della Dea
Scarlatta ed infine i suoi lunghi capelli neri.
Masumi impallidì, aveva davanti
agli occhi una donna bellissima, non più Maya, ma la Dea Scarlatta.
Il miracolo della trasformazione era avvenuto.
Maya sollevò il viso guardandolo, ma non lo vide, era già diventata la Dea Scarlatta. Masumi capì che era meglio andare, si
richiuse la porta alle spalle e si diresse verso la sala dove si sarebbe svolto
lo spettacolo.
“In Scena.”
Il regista passò bussando ad ogni porta, Maya sentì bussare alzò lo
sguardo verso lo specchio senza vedersi, uscì dal camerino.
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Capitolo 10 *** il teatro è la mia vita 10 ***
Un grazie enorme a Piper_73, Kaoru e Blu Rei per avermi recensito. Mi fa come sempre piacere. Ecco un altro piccolo pezzo per continuare la storia. Spero vi piaccia.
Atto IV scena I
Masumi era rimasto inchiodato alla poltrona, non era riuscito a muoversi,
sentiva un piacevole calore invadergli il corpo. Tutti gli altri presenti nella
sala si erano alzati in piedi applaudendo da diversi minuti, ma lui era rimasto
profondamente scosso dalle emozioni che la sua ragazzina era riuscita a
trasmettergli, non era riuscito ad alzarsi. Maya aveva recitato solo per lui, se
ne era accorto molto bene. Ogni volta che la Dea parlava al suo amato, Masumi
sentiva il calore delle sue parole scaldargli il cuore. Durante la
rappresentazione nessuno aveva avuto il coraggio di parlare, erano tutti rapiti
da Maya, il suo modo di muoversi, la sua voce, l’espressione del suo viso, erano
quelli della Dea Scarlatta. Anche Eisuke Hayami si era dovuto ricredere, quella
ragazzina aveva suscitato in lui le stesse emozioni che Chigusa gli aveva
trasmesso quando era giovane, era rimasto piacevolmente colpito dalla sua
rappresentazione. Gli amici di Maya della compagnia dell’unicorno si spellavano
le mani per applaudirla, Rei, Sayaka, Mina avevano le lacrime agli occhi, i suoi
compagni di classe facevano un tifo da stadio per lei. La Signora Tsukikage
piangeva di gioia, sapeva che Maya aveva le doti per interpretare questo ruolo e
ci era riuscita egregiamente, aveva superato le sue aspettative.
Hayumi Himekawa aspettava fuori dalla sala, seduta in maniera composta, le mani
nervose stropicciavano un fazzoletto bianco. Non aveva voluto vedere Maya, da
sempre si sentiva minacciata dalla sua rivale, anche se per lei provava una
grande ammirazione per il talento naturale che aveva nel recitare, Maya era puro
istinto e a lei questo dava enormemente fastidio. Aveva imparato la tecnica, con
anni di studio, di duro lavoro. Aveva osservato sua madre recitare fin da
piccola, si era impegnata come sempre per eccellere in tutto ciò che faceva. Ma
aveva paura. Nel silenzio del corridoio sentì gli applausi e le ovazioni, capì
che aveva perso un’altra volta contro la sua rivale. Sospirò sconsolata, una
lacrima le scese lungo la guancia rosea, macchiò il fazzoletto candido. La madre
di Hayumi le si avvicinò e le si sedette accanto, prendendole una mano.
“Sono fiera di quello che hai fatto, Hayumi.”
Lei la guardò adirata: “Come puoi esserlo, ho fallito ancora. Lei è sempre più
brava di me.” Urlò spazientita. I begli occhi pieni di lacrime. In un gesto di
stizza ritrasse la mano. La madre di Hayumi le si avvicinò, le mise un braccio
attorno alle spalle e le diede un bacio sulla guancia: “Tu sei riuscita, dove io
non sono mai arrivata, bambina mia. Io e tuo padre siamo orgogliosi di avere una
figlia come te. E poi non sapremo il giudizio della signora Tsukikage fino a
questa sera, nulla è perduto.” Hayumi si stupì, in tutti quegli anni, sua madre
non le aveva mai dato un bacio. Si toccò la guancia, sentiva un piacevole
calore. Abbracciò la madre piangendo, quel caldo abbraccio le diede il conforto
che aveva cercato in tutti quegli anni di solitudine, madre e figlia finalmente
si erano riavvicinate.
Maya, gli occhi ancora chiusi, la fronte imperlata di minuscole goccioline,
sentì lo scroscio degli applausi, un lungo respiro le permise di concentrarsi,
aprì gli occhi la maschera della Dea Scarlatta si era dissolta. Era ritornata in
se. Guardò Yu che le teneva la mano e le sorrideva, rivolse lo sguardo verso il
pubblico e cercò Masumi. L’uomo aveva gli occhi lucidi, le sorrideva e la
guardava come fosse una cosa preziosa. Maya si mise una mano vicino al viso,
sentì le lacrime rigarle le guance, stava piangendo. Il regista salì sul palco
ed abbracciò tutti gli attori, si mise tra Maya e Yu e tutti insieme si
inchinarono di fronte al pubblico.
La Signora Tsukikage chiese a Genzo di riportarla a casa, era stata una giornata
impegnativa e molto producente, le forti emozioni l’avevano provata, avrebbe
riposato un po’ prima di andare al ricevimento che si sarebbe tenuto quella
sera, in cui avrebbe annunciato la sua scelta.
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Capitolo 11 *** il teatro è la mia vita 11 ***
Atto IV scena II
La sera stessa al ricevimento gli invitati erano in fibrillazione, erano tutti
incuriositi dall’esito della gara.
Le due compagnie rivali Ondine e Kurunoma
erano arrivate, mancavano soltanto le attrici principali.
La Signora Tsukikage
era comodamente seduta su una comoda poltrona in velluto rosso, stava parlando
con Genzo, era serena, dopo tanti anni aveva finalmente realizzato il suo sogno.
Masumi Hayami in un angolo della sala guardava gli invitati, sulle spine
aspettava che arrivasse la sua ragazzina, vide entrare la famiglia Himekawa.
Hayumi era accompagnata dal fotografo Hamil, un abito color rosso fuoco le
fasciava il corpo snello, il corpino a cuore, aderiva perfettamente al busto, la
gonna a sirena si allargava verso il fondo a campana; i capelli acconciati con
una coda bassa, le ricadevano sulla spalla destra, era come sempre bellissima.
Un leggero rossore le invase le guance quando il fotografo le parlava.
Masumi notò che anche lei era diventata una bellissima donna.
L’uomo in smoking si staccò dall’angolo e andò a salutare la giovane attrice e il suo seguito.
Nel frattempo arrivarono anche Sakurakoji in smoking e Mai con un abito
sottoveste di seta color pesca, lungo fino ai piedi.
La coppia fu accolta da Kuronuma, che stava facendo i complimenti all’attore per la sua patner.
Mai arrossì poiché non era abituata né ai complimenti né a sentirsi bella, ma da
quando stava con Yu qualche cosa era cambiata in lei, l’amore la rendeva più
affascinante.
Maya entrò nella stanza quasi di soppiatto, non si sentiva a proprio agio con l
vestito e i tacchi alti.
Masumi che chiacchierava amabilmente con Ayumi sentì
una presenza alle sue spalle e si voltò, spalancò gli occhi per lo stupore.
Maya era davvero uno spettacolo, il vestito di seta leggero, color ghiaccio era lungo
e aderente al corpo, accollato davanti, lasciava le spalle e le braccia nude, il
corpino era leggermente arricciato sul lato sinistro, dietro la schiena era
completamente scoperta se non fosse stato per un intricato incrocio di nastri di
seta di color scarlatto che finivano in un fiocco appena sopra il sedere.
I capelli erano raccolti in uno chignon basso, sul lato sinistro una rosa
scarlatta adornava l’acconciatura.
Il tutto era completato da una stola di seta
color scarlatto.
Masumi la guardò con sguardo sognante, non aveva mai visto
niente di più bello in vita sua.
Hayumi vide Maya e subito corse da lei per complimentarsi, la ragazza arrossì,
non era abituata a sentirsi bella.
Hayumi era contenta di aver avuto come rivale
Maya, forse se non ci fosse stata lei non si sarebbe impegnata così tanto.
Aveva dato il meglio di sé, anche se non avesse vinto aveva trovato non più una rivale
ma un’amica.
Sakurakoji e Mai si avvicinarono alle due attrici, anche loro
volevano farle i complimenti. Masumi si avvicinò a loro, da lontano vide il
padre osservarlo sulla sedia a rotelle.
“Signorina Kitajima, è davvero molto bella questa sera.”
“Grazie Signor Hayami, anche lei sta molto bene in smoking.”
Il messaggio di Masumi era stato chiaro, riservatezza, Maya capì perfettamente
la situazione, anche se lui scorse nei suoi occhi una nota di tristezza.
Le sorrise, quella notte avrebbe stupito tutti, perfino lei.
Quando finalmente gli invitati furono arrivati, la Signora Tsukikage salì sul
palco e fece l’annuncio tanto atteso.
Le due attrici erano l’una accanto all’altra sorridenti e serene, avevano dato il massimo, non avevano rimpianti,
in qualsiasi modo sarebbe andata.
La voce della signora Tsukikage risuonò nella stanza, resa metallica dal
microfono:
“Ho osservato queste due ragazze diventare giovani attrici e maturare molto
negli anni, ormai è parecchio tempo che le osservo, che studio il loro modo di
comportarsi sulla scena e al di fuori di essa.” L’anziana donna guardò le due
giovani apparire un po’ tese.
“Ho imparato a riconoscere di entrambe le loro debolezze ed i loro punti di
forza, a spronarle a dare il meglio di loro stesse quando necessario, a volte
anche in maniera brutale.” Un brusio risalì tra i presenti.
“Nessuna delle due mi ha mai delusa. Entrambe hanno dato il meglio in ogni
occasione. Anche in questo caso sono convinta che abbiano dato il massimo per la
Dea Scarlatta. Tuttavia mi trovo costretta a fare una scelta.
Hayumi Himekawa mi ha stupito per la sua rappresentazione, ha messo in scena una
Dea Scarlatta moderna, dolce, sincera, tecnicamente perfetta.”
Guardò Hayumi sorridendole:
“Solo dopo la seconda rappresentazione ho potuto rendermi conto e
fare la mia scelta".
Guardò Maya, aggiungendo.
"Maya Kitajima ha saputo cogliere la vera essenza della Dea Scarlatta, ha
trasmesso a me e a tutto il pubblico l’emozione di un amore forte, sincero e
disperato, anche la sua Dea era perfetta nei movimenti e nella mimica, ma Maya
ha superato Hayumi nella forza dei suoi sentimenti.
A lei, pertanto, vanno i diritti di rappresentazione ed alla sua compagnia il diritto di mettere in scena
per i prossimi mesi e per gli anni a venire l’opera di Ichiren.”
Maya si portò le mani alle labbra, tremava visibilmente, Hayumi l’abbracciò:
“Amica mia sei stata davvero brava, tu sei riuscita a fare meglio di me, complimenti.”
Maya abbracciò Hayumi, era la prima volta che la considerava un’amica:
“Grazie Hayumi, di cuore, grazie amica mia, per me comunque, sei sempre tu la migliore.”
Il pubblico applaudì la scelta della Signora Tsukikage, solo il regista Onodera,
buttò il cappello per terra ed uscì dalla sala stizzito e sconfitto.
Kuronuma scoccò un bacio sulla guancia della moglie, non era mai stato così contento in
vita sua.
Masumi salì sul palco, con un mazzo di rose scarlatte ed un mazzo di
rose rosse, diede un mazzo, il mazzo di rose rosse ad Hayumi e quello di rose
scarlatte a Maya complimentandosi con entrambe.
Un inserviente gli pose un altro mazzo di rose rosse per la Signora Tsukikage che accettò ringraziando.
Il giovane Hayami si avvicinò al microfono.
“Scusate, Signori e Signore, avrei un annuncio da fare.”
Tutti si zittirono, sorpresi, guardando verso il palco.
“Anzi, gli annunci sono due.” Disse per nulla imbarazzato.
La Signorina Mitsuki dal fondo della sala osservava il suo capo, più sereno e tranquillo, avevano
parlato a lungo dopo la rappresentazione e Masumi con lei era stato molto
onesto, lei aveva preso la sua decisione.
“In primo luogo faccio i complimenti alle due bellissime giovani donne sul palco, senza nulla togliere alla Signora
Tsukikage.”
Tutti risero, la donna in nero si stupì della battuta, non pensava
che il giovane Hayami potesse essere anche spiritoso.
“Vi annuncio che da questa sera rinuncio formalmente ad ogni legame con la
famiglia Hayami, pertanto non sono più il presidente della Daito Art Production,
e non sono più figlio del Signor Eisuke Hayami. Riprendo il mio cognome di
origine Fujimura.”
Il brusio insistente imperversava tra la folla.
Eisuke Hayami guardava pallido il giovane sul palco, non gli era rimasto più nulla.
Fece cenno ad uno dei suoi maggiordomi di riportarlo a casa. Maya strinse al petto le rose
scarlatte.
“Perché Masumi, fai questo per me?” sussurrò.
Hayumi osservò l’amica e Masumi e sorrise, Maya innamorata di Masumi, non l’avrebbe mai immaginato.
Si sentì un fischio partire dal microfono, e la voce di Masumi continuare con
una certa emozione:
“Ecco, vedete, siccome tra di voi ci sono molti amici, ho
pensato che questa sarebbe stata una buona occasione per annunciare il mio
fidanzamento con la Signorina Kitajima.”
Maya spalancò gli occhi, se non ci
fosse stata Hayumi a reggerla sarebbe svenuta. La signora Tsukikage sorrise
divertita, aveva da sempre sospettato che ci fosse attrazione tra quei due. Rei
urlò un: “Evviva, finalmente.” Le sue amiche la guardarono arrabbiate, sapeva
tutto e non aveva raccontato nulla. La maggior parte delle persone rimasero
scandalizzate, tutti gli amici veri di Maya e Masumi furono molto contenti.
“Dai Maya, vai da lui. Mi devi invitare al matrimonio e voglio prendere il
bouquet.” le strizzò l’occhio Hayumi. Maya arrossì, si avvicinò a Masumi che le
prese le mani tra le sue e se le portò alle labbra, le sorrise, si inchinò
davanti a lei e le chiese se voleva sposarlo. Maya si mise a piangere per la
gioia e gli disse di si, lui si alzò, l’attirò a se in un dolce abbraccio. La
Signora Tsukikage osservava i due innamorati contenta. Il suo sogno d’amore non
si era mai potuto avverare, ma quello della sua prediletta si. Si complimentò
con i due giovani, non provava più alcun astio verso Masumi, poiché aveva
troncato ogni rapporto con la famiglia Hayami. Decise di tornare a casa, era
stata una giornata stancante; di sicuro nei suoi sogni ci sarebbe stato Ichiren
che la ringraziava per quello che aveva fatto. I fotografi ed i giornalisti
sembravano impazziti, tre scoop in meno di dieci minuti, i giornali di cronaca e
gossip sarebbero stati pieni di notizie il giorno dopo.
La festa proseguì senza altri colpi di scena, Maya e Masumi rimasero insieme per
tutta la serata, senza più nascondere il loro amore.
In quella fresca notte
d’autunno, vissero quelle emozioni e sensazioni che fino ad allora si erano
negati.
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Capitolo 12 *** il teatro è la mia vita 12 ***
E siamo giunti alla fine di questa storia. L'ho voluta scrivere perchè è così che immagino la fine del fumetto.
Spero sempre con molta illusione che l'autrice si decida a porre la parola fine al manga.
Un bel lieto fine.
Un grazie enorme a tutte le persone che mi hanno letto e recensito.
I vostri commenti mi hanno fatto molto piacere.
EPILOGO
Il matrimonio della Dea e del mortale avvenne in una splendida mattina di
maggio.
I signori Fujimura emozionati si trovavano in piedi davanti all’albero di
susino, i fiori rosa incorniciavano le loro figure.
Maya guardava la mano più
grande sopra la sua, appoggiate delicatamente al tronco dell’albero come a
volerlo accarezzare, guardò gli anelli in oro bianco all’anulare.
Volse lo
sguardo al marito, vestito in completo scuro con cravatta bianca, gli sorrise,
scorse nei suoi occhi una dolcezza infinita.
Masumi guardava la moglie
bellissima, un vestito lungo, semplice bianco, le spalline sottili, i capelli
adornati da una piccola coroncina, sciolti sulle spalle esili, era stupenda.
Avevano voluto sposarsi nella valle dei susini.
La Dea Scarlatta era stata la loro felicità e la loro fortuna.
Il giovane Fujimura si era dimostrato un uomo d’affari accorto, puntiglioso ed
onesto.
Il vecchio Hayami aveva tentato in tutti i modi di rovinare il figlio,
per l’affronto subito, ma non ci era riuscito.
La nuova compagnia che Masumi aveva creato non era molto grande, ma le persone
che vi lavoravano erano tutte fidate ed amiche; Mitsuki e Hijiri lo avevano
seguito in questo nuovo cammino, gli attori che avevano ingaggiato avevano
talento, la compagnia dell’unicorno e Kurunoma avevano scelto con entusiasmo il
nuovo ingaggio.
La rappresentazione della Dea Scarlatta aveva avuto un successo
enorme di pubblico, le repliche si erano fermate solo per breve tempo, per dare
la possibilità a Maya di sposarsi e dopo poco sarebbero riprese.
Masumi non aveva perso tempo, non aveva più fatto ritorno in casa Hayami,
rompendo ogni rapporto con l’anziano padre.
Dalla sera della premiazione, si era
trasferito in un appartamento non molto grande, in una zona vicino alla nuova
ditta, che aveva comprato mesi prima.
Vi aveva portato Maya due settimane dopo
il suo trasferimento.
Aveva preso la sua ragazzina in braccio e le aveva
sussurrato che quella sarebbe stata la loro nuova piccola casa, lei gli aveva
risposto che l’appartamento era accogliente e luminoso e le piaceva tanto, ma la
cosa più bella era vivere con lui ed avere il suo amore.
Il giorno prima Rei trovò Maya seduta per terra nella loro piccola camera da letto, guardava il
cielo spruzzato di nuvole di cotone; aveva preparato cinque scatoloni pieni
delle sue cose, presto sarebbe passato Masumi a prenderla.
L’amica aveva gli occhi lucidi e un groppo alla gola, avevano passato tanti anni insieme in quella
casa. Ora sarebbe iniziato un nuovo capitolo della sua vita.
Quando Masumi suonò alla porta, si abbracciarono a lungo in un silenzioso saluto che non aveva
bisogno di altre parole.
Come regalo di nozze Maya aveva donato al marito i diritti della Dea Scarlatta,
chiedendo prima il permesso alla signora Tsukikage.
Una sera l'anziana insegnante aveva ricevuto la visita della giovane disperata:
“Maya, sono tuoi i diritti, devi gestirli tu e darli a chi vuoi.”
Ma Maya non aveva voluto sentire ragioni, il suo parere per lei era la cosa più importante,
la giovane era più tranquilla vedendo la sua maestra compiaciuta nel passo che
stava compiendo. Anche la signora Tsukikage era stata invitata al matrimonio e
nonostante gli acciacchi al cuore che ancora resisteva, fu contenta di assistere
alla cerimonia. Tra i pochi invitati c’erano i componenti della compagnia
dell’unicorno, Sakurakoji e Mai, Hayumi ed Hamil, Rei testimone di Maya, in abiti femminili, stava
un incanto, Hijiri come testimone di Masumi. Sayaka e
Mina le damigelle d’onore. Kuronuma, accompagnò all’altare Maya; Genzo non
poteva proprio mancare e neppure Mitsuki la segretaria di Masumi, che si assunse
il merito per la buona riuscita della cerimonia prima e della festa dopo. Al
lancio del Bouquet tutte le donne iniziarono a spingersi per prenderlo, Maya lo
lanciò e finì tra le braccia di Rei che non lo voleva, appena se lo vide davanti
lo rilanciò e tra le risate di tutti rotolò tra le mani di Hamil. L’uomo sospirò
e lo diede alla fidanzata che gli buttò le braccia al collo gridando: “Evviva,
la prossima sono io.” Haiyumi prese i fiori e abbracciò il fotografo, tra le
risa di tutti.
La festa continuò per tutta la serata tra scherzi goliardici e
divertimenti. I due sposi rimasero in luna di miele nella valle dei Susini per
una settimana intera. I fiori di susino di giorno e le stelle splendenti di sera
furono silenziosi testimoni del loro amore che durò per tutta la vita.
Fine
Spero vi sia piaciuta. Rileggendo ho trovato il capitolo quasi scritto di fretta, ma a me piace così. Aspetto i vostri commenti
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