Orgoglio&Pregiudizio

di fede_rica19
(/viewuser.php?uid=478244)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 * EPILOGO * ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



NdA: Scusate la piccola intrusione!! ^^
Ho un aggiornamento da fare: Ho aperto un blog su tumblr sulle mie due fanfiction per servirmi della magia delle gif che ci trasportano direttamente ad Hogwarts ;) ...
Perciò se vi va poteti seguirmi anche lì! Un bacione e buona lettura!! 
il link:     http://www.tumblr.com/blog/orgoglioepregiudiziorory 

 
ORGOGLIO & PREGIUDIZIO

Capitolo 1


“Potter! Tu prova a rendermi la vita da Prefetto un inferno e io ti faccio espellere…”
 
James Sirius Potter, alto e muscoloso, occhi nocciola e con capelli lunghi e corvini che ricadevano morbidi e scomposti sul collo, quasi fino alle spalle. Sorriso malandrino ed un caratterino troppo strafottente per essere davvero il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Oppure forse la celebrità e la ricchezza nelle quale sin da piccolo era stato avvolto, lo rendevano così sprezzante, menefreghista ed arrogante. Sapeva di essere una celebrità appena ebbe messo piede sull’Espresso di Hogwarts, sei anni fa ormai. Ammirazione, ecco cosa scorgeva negli occhi della gente, e gongolava di quella, tanto da camminare sempre con il petto gonfio e un sorrisetto compiaciuto. Merlino lo aveva voluto anche maledettamente bello, così alla ricchezza e alla celebrità era subentrata la vanità. Era cosciente del fatto che più della metà delle ragazze ad Hogwarts gli correvano dietro, e a quella metà alla metà aveva già spezzato il cuore, volontariamente o no. Si perché il solo uscire, baciare, chiacchierare o portarsi a letto una ragazza, causava pianti isterici e cuori infranti anche a ragazze che non gli avevano mai rivolto la parola. Da bravo malandrino aveva selezionato i suoi amici in relazione al grado di stronzaggine che li contraddistingueva. Non godevano certo della sua popolarità o del suo fascino ma in fondo lui doveva esserne il leader perciò Bartolomeus ed Octavio uno biondo e dai grandi occhi azzurri e l’altro moro e con gli occhi color blu notte e la pelle ebano, entrambi dal fisico atletico, erano non solo i suoi due migliori amici ma anche i suoi compagni di squadra. Certo perché James aveva anche fortuna. Aveva avuto la fortuna di ereditare il gene del Quiddich come lo chiamava suo zio George. Sia papà Harry che mamma Ginevra erano due giocatori provetti, come gli zii Weasley, pertanto si beava anche dei cori e dei boati in suo onore. I voti a scuola erano gonfiati dai professori che lo adulavano solo per essere figlio di Harry Potter, e tutto sommato la sua astuzia e furbizia gli permettevano di impegnarsi poco ma ottenere molto. Cosa mancava a James Sirius Potter? Detto Sirius da tutti.

-Sirius muovi il culo, il macchinista non aspetterà di certo te, un’altra volta!!- gli urlò da uno dei finestrini Bartolomeus facendo anche un gestaccio. Sua madre increspò le labbra contrariata e dopo avergli dato un bacio frettoloso passò a sistemare la divisa di sua figlia Lily, al quarto anno tra i Grifondoro, e poi a dare una carezza alla guancia pallida di suo fratello Albus, al quinto anno nella casa dei Serpeverde.

-Sirius…- lo richiamò prima che mettesse piede sul treno. Lui si voltò pronto alla solita predica con un cipiglio rassegnato dipinto in viso. –Per favore quest’anno non fare casini… intesi? Cerca di rispettare le regole!! lo ragguardi una Ginny preoccupatissima. Come biasimarla: al primo anno aveva fatto esplodere uno dei bagni femminili per fare uno scherzo ad un gruppo di Corvonero; al secondo aveva dato fuoco alla serra di Erbologia per vincere una scommessa contro Octavius; al terzo aveva picchiato un Serpeverde per avergli versato, per sbaglio, una boccetta di Pozione sul Mantello nuovo; al quarto anno aveva avuto una nota disciplinare per aver mandato al Diavolo la metà dei professori e al quinto era stato sospeso perché con i suoi amici avevano organizzato una festa clandestina per festeggiare la Coppa del Quiddich. E qualcuno aveva fatto la spia.

-Ma mamma… cerca di avere fiducia in me!- rispose sarcastico e facendole l’occhiolino. Quella sospirò rassegnata e conscia che il gene dei gemelli Weasley col tempo si era fatto più pericoloso, osservò i suoi tre piccoli, si fa per dire, Grifondoro e Serpeverde salire, per un altro anno, sul treno che li avrebbe portati ad Hogwarts.
-Cazzo! Tua mamma non ti voleva mollare quest’anno!!- lo accolse Octavius tirandogli un pacco di gelatine tutti i gusti più una.
-Puoi dar torto a quel bocconcino di sua madre, Octo? È un sacco di guai ambulati Sirius, e puzzolente per di più!!!- intervenne Bartolomeus sorridendogli.
-Innanzitutto togliti dalla testa il culo di mia madre! Seconda cosa quello a cui puzzano i piedi sei tu, Bart! E poi quest’anno ho una novità!- rispose gonfiando il petto e gongolando. Per un attimo i due amici si guardarono confusi e poi osservarono Sirius sorridere sornione. Infine balzarono in piedi ed esterrefatti si avvicinarono al petto dell’amico. La spilla da Prefetto era in bella vista sulla sua divisa all’ultima moda.
-Quella vecchiaccia rimbambita della McGranitt si deve essere proprio fumata dell’erba buona per aver nominato te Prefetto!!!- esclamò Octo grattandosi il capo.
-Puoi dirlo forte!!- commentò Bart stropicciandosi gli occhi.
-Confesso che anch’io sono rimasto allibito quando ho aperto quella busta! Tra tutti i secchioni, nerd e perfettini che gironzolano ad Hogwarts proprio colui che ha cercato di far esplodere il Castello? Ma evidentemente anche la vecchiaccia ha subito il mio fascino!- rispose agli amici mentre tutti e tre prendevano posto. Il portello si spalancò, interrompendo i loro sproloqui.
-SIRIUS!!!- una vocina dolce urlò entrando come una furia, agitando i ricci ribelli.
-Flo!- la salutò lasciandosi abbracciare e stritolare. Florinda Jordan era la sua migliore amica. Grifondoro anche lei, bassina e dai ricci capelli castani. Si specchiò nei suoi grandi occhi marroni e le sorrise. –Ti unisci a noi?- le domandò facendole segno di sedersi.
-No, no Gilda, Rose e Selene mi aspettano nella cuccetta qui accanto!! Bart, Octo!- salutò quelli con un cenno del capo. Entrambi risposero con un gesto della mano e poi lei sparì, lasciando un occhiolino in direzione di Sirius.
-Una bottarella io gliela darei…- commentò con indolenza Bart. Sirius gli diede una gomitata.
-Piantala! È amica mia, no una di quelle sceme, ok?- lo minacciò. Bart rise divertito in direzione di Octo che si unì a schernire Sirius. Quest’ultimo rinunciò a farli ragionare e si sistemò disteso sul sedile, poggiando i piedi in faccia ad Octo che lo spinse fino a farlo cadere a terra. Quando ebbero finito di picchiarsi, Sirius si addormentò realmente. Non reggeva mai la sveglia presto del primo Settembre.

-CAZZO!! No, no no…-
-Che succede Sirius?- domandò perplesso Bart, svegliato dal suo urlo. Ma il ragazzo non rispose, si infilò le scarpe senza allacciarle e con i capelli arruffati dal sonno ed il maglioncino stropicciato, corse verso il compartimento dove i Caposcuola lo aspettavano, da ormai trenta minuti. Lo aprì con foga e quasi cadde dentro la stanza, inciampando sui fili sciolti delle sneakers.
-Ma bene… Potter ci ha degnato della sua presenza, a riunione quasi terminata!- lo accolse la voce petulante e fastidiosa della Caposcuola Corvonero, Giada Davies. Bassa, tozza e con gli occhi di un gufo.
-E’ sempre un piacere vederti Giada… mi sei mancata , o meglio mi sono mancati i nostri incontri notturni… ogni volta ti piaceva togliermi dei punti e non solo!- rispose lui portandosi indietro i capelli con fare arrogante. Giada arrossì e distolse lo sguardo imbarazzata. Sirius sorrise tra sé e sé compiaciuto per averla zittita e poi si guardò attorno. Tutti lo fissavano: oltre Giada, c’era Yuri Smith caposcuola dei Tassarosso, Cassia Greengrass caposcuola Serpeverde e Victory Baston caposcuola Grifondoro. E poi un mucchio di Prefetti nuovi che per lo più aveva intravisto con svogliatezza a lezione, poiché del suo stesso anno.
-Ehm, ehm comunque…- ritrovò il contegno Giada, -qui c’è il foglio che abbiamo stipulato con i turni delle ronde e le regole da far rispettare agli studenti! Dicevamo ai tuoi compagni che quest’anno rivestirete un ruolo fondamentale! Dovrete dare il buon esem…-
-Che palle! Fai sembrare il ruolo di Prefetto una noia… penso ci siano anche privilegi, no?!- la interruppe Sirius sbuffando. Giada divenne rossa a chiazze.
-Ah…- una risata sarcastica alla sua sinistra lo fece voltare. Ma certo, come non la aveva notata prima? Calliope Rosier. Serpeverde, purosangue e a quanto pare nuovo prefetto femmina Serpeverde.
-Problemi Rosier?- la stuzzicò sorridendole e avvinandosi al corpo perfetto della ragazza. Alta, con le curve da capogiro, lunghi capelli corvini lasciati ad ondeggiare e a risplendere fino sopra ai fianchi rotondi. Occhi blu da cerbiatta e labbra rosse come il fuoco. La odiava, e lei odiava lui dal primo giorno di scuola quando erano solo due ragazzini di undici anni.
-No Potter, figurati… godevo della tua saggezza ed intelligenza smisurata!- rispose tagliente.
-Ti farei godere io…- la minacciò con un velo di malizia.
-Ora basta! Potter parlerò con la McGranitt se ti ostini con questo atteggiamento superbo e maleducato!- urlò furioso Victory, in evidente imbarazzo poiché un suo studente stava facendo inviperire tutti quanti nello scompartimento. Sirius si morse la lingua rimanendo a fissare ancora per un po’ il viso ostile di Calliope i cui occhi erano divenute due fessurre, poi tornò ad ascoltare Giada.
-Potter studia le tue ronde e le regole sul foglio! Se vuoi sapere dei privilegi… beh avrai una camera tua ed un bagno personale, proprio accanto al ritratto della Signora Grassa, dietro ad uno raffigurante un cesto di fiori appassiti. In più potrai fare più tardi del coprifuoco visto che dovrai sorvegliare i corridoi ed assicurarti che nessuno lo violi!- lo informò seccata Giada.
-Cominciamo a ragionare!- rispose sorridendole. Anche gli altri Prefetti sembrarono soddisfatti però, tranne Calliope che osservandola era ancora inviperita. Diede un’occhiata al suo foglio e Sirius capì il perchè: due volte a settimana avevano da fare le ronde insieme. A lui salì un conato di vomito. Non riuscivano a stare nella stessa stanza per più di due minuti, senza un supervisore, che finivano per urlarsi contro e schiantarsi quando finiva peggio.
-Bene!- interruppe il groviglio dei suoi pensieri Cassia, -direi che per adesso è tutto! Ci riuniamo dopo cena all’ingresso della Sala Grande per mostrarvi come scortare nelle vostre Sale Comuni gli studenti della vostra casa! Noi Caposcuola stasera abbiamo la riunione con i professori, perciò vi raccomandiamo la massima serietà!- e chissà perché indugiò di più, con i suoi grandi occhi blu, sul viso di Sirius, che roteò gli occhi al cielo. Tutti annuirono e si avviarono verso l’uscita.

-Ehi Sirius!-
-Ciao Pam!!-
-Quindi sei tu il Prefetto maschile Grifondoro!- commentò allegra la ragazza, mostrando la sua spilla rosso-oro, identica a quella del ragazzo. Sirius aprì bocca per congratularsi con la sua compagna di casa, sempre molto studiosa e diligente, ma una voce troppo familiare e troppo odiosa lo frenò.
-Potter! Tu prova a rendermi la vita da Prefetto un inferno e io ti faccio espellere da Hogwarts, intesi?- lo minacciò Calliope puntandogli contro il suo dito roseo ed affusolato. Sirius si specchiò nei suoi occhi blu colmi di astio e ghignò infastidito.
-Rosier sempre più frigida ed antipatica!?-
-Razza di…- ma il Prefetto Serpeverde maschile la afferrò per un braccio prima che lei potesse scaraventarsi su Sirius che ora rideva compiaciuto di averla mandata su tutte le furie.
-Andiamo Calli!- la esortò Pierre Nott trascinandola via.
-Sirius quella fa sul serio, è una serpe velenosissima e ti darà del filo da torcere!- lo avvisò Pam sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Mi piacciono le sfide!- rispose e poi la salutò con un cenno della mano per raggiungere Octo e Bart. Riallacciatosi le scarpe e sistemato i capelli corvini, fece la sua sfilata per il corridoio del treno mentre le ragazzine ed anche le ragazze più grandi si voltavano a guardarlo con aria sognante. Ovviamente c’era chi, come Calliope Rosier, lo destava proprio per il suo carattere o perché sapeva di non poterlo avere, ma lui se ne infischiava. Sapeva che il mondo era ai suoi piedi. Forse Calliope Rosier dopo che Sirius, per sbaglio, al loro primo anno le aveva tirato una torta in faccia umiliandola davanti a tutti, aveva motivo di odiarlo più di chiunque altro. Ah e poi c’era quell’incidente con le caccabombe al secondo anno quando Sirius le lanciò dalla finestra del secondo piano centrandola in pieno mentre quella faceva i compiti distesa sul prato. Ma era stato uno scambio di persona. Per non parlare di quella volta al terzo anno quando aveva bisogno di un aiuto durante il compito di Pozioni e lei non gliel’aveva voluto dare… quella volta le fece un incantesimo riempiendola il viso di bolle tanto che a Madama Chips occorse un’intera notte per farle scoppiare e sparire tutte. Ma due incidenti su tre erano stati. Eppure Calliope Rosier lo destava e al quarto anno lo aveva schiantato davanti i primini facendolo appellare per un mese intero femminuccia per essere stato messo K.O. da una ragazza. E al quinto anno la Rosier aveva fatto la spia riguardo quella festa clandestina e l’aveva fatto sospendere. Quegli episodi eclatanti spiccavano sul resto delle innumerevoli litigate per i corridoi, nelle aule, in Biblioteca, per i giardini di Hogwarts e nei locali e viuzze di Diagon Alley. Spesso erano finiti in punizione insieme ma poi i professori ci avevano rinunciato a farli diventare amici, e per non rischiare duelli persino durante le punizioni, quelle dovevano farle separate. Calliope Rosier era anche una Purosangue radicata e lo destava anche per il suo status di Mezzosangue e per il suo passato. Ma cosa che più la rendeva una belva feroce quando James Sirius Potter era in giro era il suo atteggiamento. troppo sicuro di se, troppo superbo, borioso, antipatico, sprezzante, menefreghista. I Serpeverde si sentivano una spanna sopra tutti, ma Sirius Potter li batteva per presunzione e lei lo odiava. Punto.
 
*
 
-Prefetti dietro di me!!- ordinò Victory a Sirius e Pamela. Il ragazzo sbuffò e dovette interrompere la conversazione con la sexyssima Joanna Dawson.
-Scusa dolcezza, il dovere mi chiama!- quella gemette dispiaciuta e poi tornò dalle amiche affranta. –Ci vediamo dopo!- salutò Octo e Bart. Fianco a fianco a Pam raggiunse gli altri prefetti. Ascoltati gli ultimi suggerimenti iniziò a richiamare l’attenzione dei suoi compagni di casa aiutato da Pam.
-Dietro di noi, presto!!- ordinava la ragazza specialmente ai primini. Quell’anno ben sette ragazzini erano finiti a Grifondoro. Sirius si limitò a gesticolare di seguire Pam e poi a fare da chiudifila. Quando tutti i Grifondoro furono dentro la Sala Comune, si ritrovò nel corridoio silenzioso insieme a Pam.
-Non è poi così male…- commentò. Sirius fece spallucce.
-Forza iniziamo la ronda! Ho voglia di farmi una lunga dormita altrimenti domattina ci vogliono i cannoni per buttarmi giù dal letto!- rispose seccato. Pam annuì e raggiunsero gli altri Prefetti all’Ingresso, dove ogni sera, come scritto nel foglio, dovevano radunarsi per cominciare le ronde notturne. Giunto vicino agli altri Prefetti notò Pierre che teneva per mano la Rosier e ghignò divertito.

-Sai che per stanotte la tua bella sta con me, no?!- richiamò la loro attenzione Sirius passandosi la lingua sul labbro inferiore e mangiando con gli occhi il corpo di Calliope solo per far arrabbiare Pierre.
-Tu prova a toccarla e io…- lo minacciò.
-Finitela!- li bloccò Cassia. –Pierre da te mi aspetto un comportamento dignitoso, da bravo Serpeverde!- lo rimbrottò Cassia, ma fulminando con lo sguardo anche Sirius che le sorrise facendola lievemente arrossire. Quando le coppie furono formate, i Caposcuola li congedarono per recarsi a fare le ronde fuori dal Castello, perimetro che spettava solo a loro. In silenzio così iniziò la prima ronda di Potter e Rosier. Quella notte spettò a loro controllare il primo piano. Calliope aveva suggerito di dividersi e stare così ai lati opposti del piano, per poi riunirsi a fine del turno. Sirius era stanco per contro ribattere e poi non averla fra i piedi almeno per quella volta non fu un’idea tanto male perciò acconsentì. All’una di notte in punto, lui si fece trovare all’inizio della rampa di scale che conducevano al pian terreno.

-Ah sei qui… pensavo fossi andato a dormire, lasciandomi sola…-
-Sono stanco ma mica scemo… poi andavi a fare la spia che non faccio il mio dovere, Rosier non fare la furba!- rispose seccato. Calliope roteò gli occhi blu al cielo e sospirò.
-Come vuoi Potter, anch’io ho sonno e non mi va di spiegarti ed elencarti i motivi per cui tu, si, sei scemo!- Sirius aprì bocca per offenderla ma quella fece un cenno brusco con la mano e lo liquidò, scendendo le scale velocemente, verso i sotterranei. Sentì il sangue salire al cervello, e per un attimo pensò di urlarle che aveva il culone di una balena solo per farla arrabbiare e tornare da lui, ma poi ci rinunciò evitando così una punizione per aver svegliato tutti i ritratti a quell’ora di notte. Sbuffò sconfitto e tornò alla Torre Grifondoro e scoprì finalmente la sua nuova stanza. La stanza si raggiungeva dopo una piccola rampa di scale a chiocciola di pietra grigia. Era circolare e con le pareti color porpora. Su un lato un’ampia vetrata forniva il panorama del Lago nero e del cielo notturno punteggiato di stelle e dalla falce lunare. Il pavimento era in marmo dorato e adornato da un tappeto circolar rosso oro con enormi Grifoni ricamati. Il letto era ad una piazza e mezzo e a baldacchino in legno di noce. Tende drappeggiate di un dorato opaco ricadevano ai margini del letto, ai cui lati erano posti due comodini in legno di noce anche quelli. Dall’altro lato della camera c’era una scrivania da studio ed una libreria. Ai piedi del letto giaceva il suo baule. Infine sull’ultimo lato della camera una porticina conduceva ad un maestoso bagno, dove oltre la toilette di porcellana bianchissima, si trovava una vasca scavata nel pavimento di forma circolare. Una cinquantina di rubinetti in argento potevano riempirla e candele, Sali, polveri e creme erano disposti tutt’intorno. Sorrise soddisfatto. Si essere un Prefetto aveva sicuramente i suoi pregi. Adorò quella vecchiaccia della McGranitt come adoravano appellarla lui, Bart ed Octo, mentre si assopì sul suo nuovo letto comodissimo.
 
*
 
Un cuscino le arrivò in pieno viso.
-ALZATI CALLI!!- urlò Judi rifugiandosi in bagno nel caso in cui Calli si fosse vendicata all’istante.
-Ti odio!- rispose la bella addormentata, mettendosi seduta sul letto a gambe incrociate. Era ormai una settimana che frequentava i corsi e ancora non si era abituata alla sveglia la mattina presto per andare a fare colazione. Quelle ronde notturne la distruggevano per di più se fatte con quello spocchioso di Sirius Potter. Alle volte lui acconsentiva a fare i turni separati e Calli, quelle volte, si chiedeva come mai, alle volte invece rifiutava e la seguiva per darle fastidio. Per più del tempo lo ignorava, come professori, amiche e Pierre le avevano consigliato, ma era un piacere alle volte rispondergli ed insultarlo. Quando invece i turni erano con Amina Corner di Corvonero o Terence Mellark di Tassorosso, si divertiva a chiacchierare sugli ultimi scoop ad Hogwarts e le ronde divenivano sorprendentemente piacevoli. Ma le serate più belle erano quelle passate in compagnia di Pierre. Era un ragazzo alto poco più di lei, dal fisico asciutto e snello, muscoli appena accennati e una cascata di crini d’oro a contornare i lineamenti morbidi e gli occhi color del mare. Le era sempre piaciuto, ma aveva tirato un po’ la corda per farlo stare sulle spine, per tutto il quinto anno. Poi d’estate si erano incontrati ad una festa e lui l’aveva baciata. Il sesto anno non sarebbe potuto iniziare meglio, se non fosse stato per quell’antipatico di Potter con cui doveva sorbirsi addirittura due turni. I prefetti e la Preside dovevano averlo fatto apposta. Forse speravano che entrambi ne avrebbero giovato, e sarebbero maturati. Ma se loro avessero assistito a quelle orette notturne, avrebbero di sicuro cambiato idea prima che uno dei due ci avesse rimesso le penne. Rimuginando sull’ultimo litigio e su come lui la avesse presa per una gallina vanitosa, da quale pulpito veniva la predica, si sistemò i capelli ondulati e neri in una coda di cavallo, si truccò come la più bella delle reginette, conscia del fatto che era un esempio per le ragazzine della sua casa e per le amiche ed indossò la sua divisa all’ultima moda dai colori verde-argento.

-Sai devo cominciare a chiudere a chiave la mia nuova camera se continui a svegliarmi così Judi!- la avvertì mentre si sedevano a fare colazione. Quella sorrise malevola e fece finta di tirarle un biscotto allo zenzero.
-Calli il tuo bagno è così grande e bello… sarebbe sprecato per te e te soltanto!- rispose l’amica. Furono interrotte da un bacio scoccato sulla guancia di Calli.
-Pierre!!- squittì felice voltandosi e facendogli spazio accanto a lei.
Lui scosse il capo -ciao raggio di sole! Abbiamo Divinazione a prima ora, meglio che vi sbrighiate!- Calli annuì e di fretta ingollò la sua tazza di latte.
-Ti raggiungo in aula a momenti!- poi disse al ragazzo che scoccandole un bacio sulle labbra si voltò per recarsi a lezione. Calli alzò gli occhi davanti a sé incuriosita da un gesto teatrale proprio in sua direzione. James Sirius Potter finse di infilarsi due dita in bocca e vomitare alla vista del bacio che lei e Pierre si erano scambiati. Calli sorrise e le fece il gestaccio con il dito medio. Cercò di leggere il labiale del ragazzo: che classe, disse quello!
-Ma chi diavolo guardi, Calli?- attirò la sua attenzione Judi. Quest’ultima seguì lo sguardo della compagna di casa e vide Sirius salutarla. Judi arrossì e si voltò di scatto verso l’amica.
-Non cominciare Judi, lo sai che non ti sopporto quando cominci ad adulare Sirius-sono-bellissimo-Potter!!- la avvisò alzandosi di scatto e trascinandola con se. Judi sbuffò e la seguì senza aggiungere nient’altro.
*

-Freddy!!- Sirius corse incontro al cugino, anche lui in ritardo per gli allenamenti di Quiddich.
-Cugino, menomale che sei qui, altrimenti Helena faceva una ramanzina solo a me!- lo accolse passandogli un braccio intorno alle spalle. Freddy Jr. era all’ultimo anno tra i Grifondoro e da quattro anni giocava nella squadra di Quiddich come battitore insieme al capitano Helena Ross. Un’arpia dagli untuosi capelli giallo paglia e con occhi neri truci, ma un’abile battitrice che si meritava ogni giorno da capitano. Ovviamente Sirius la odiava perché lo sgridava sempre per il suo comportamento poco sportivo e borioso, per non parlare dei ritardi per gli allenamenti.

-POTTER, WEASLEY!- urlò furiosa quando li vide arrivare, sbucando dagli spogliatoi con le loro divise messe in fretta e furia. Tutta la squadra aspettava loro chiacchierando e qualcuno rideva già per l’espressione da toro inferocito della Ross. Bart, Octo e Nora erano i cacciatori della squadra e Hugo Weasley il portiere. Ovviamente Sirius aveva il ruolo di Cercatore.
-Senti bellezza, essere Prefetto prende molto del mio tempo… questa scuola va a pezzi se non mi occupo personalmente dei piantagrane!- si giustificò Sirius facendo sghignazzare tutti, perché tutti conoscevano le sue scarse doti di attore ed il suo scarso interesse per il rispetto delle regole. Freddy approfittò dell’attenzione riservata a Sirius nascondendosi dietro Bart, per non ricevere anche lui un rimprovero.
-Con me non attacca Potter… forza in sella alle scope: oggi partitella!!- annunciò, e tutti obbedirono. A fine partita Sirius si accorse della presenza di Flo sugli spalti e la raggiunse di soppiatto e alle spalle, appena si fu cambiato negli spogliatoi.

-BOO!- le urlò all’orecchio. Quella cacciò un gridolino e le scapparono i libri dalle mani che subito Sirius corse a raccogliere tra le risate. –Sei una preda fin troppo facile!- la schernì.
-Mi hai fatto venire un infarto Sirius!- rispose quella portandosi le mani all’altezza del cuore. –Comunque complimenti, avete una squadra da paura! Vinceremo di sicuro la Coppa quest’anno!- commentò prendendolo sottobraccio e avviandosi con lui verso il castello. Chiacchierarono per tutto il tragitto riguardo le ronde, la squadra e le lezioni appena agli inizi.
-Ma che diavolo è quello?- disse ad un tratto Sirius indicando il Lago Nero proprio accanto a loro. Flo si voltò e maestoso, gigantesco e bellissimo sbucava dalle acque del Lago Nero, un Veliero.
-Guarda lì!- attirò la sua attenzione Flo, indicando in alto nel cielo. Sirius alzò gli occhi al cielo e vide scendere, in picchiata e come fuori controllo, una carrozza nera e gigantesca, trainata da cavalli neri alati.
-Per le mutande di Merlino, io so cosa sta accadendo!- si liberò dalla presa di Flo e corse dentro al Castello. Piombò nella Sala Grande, visto che era ora di cena, per cercare Freddy. Sembrava una furia. Spinse a terra un mucchio di primini e studenti più grandi, finché non trovo il cugino. Lo afferrò per una spalla per richiamare la sua attenzione.
-Ehi che succede?- quello domandò perplesso.
-TORNEO TREMAGHI!- urlò Sirius euforico. Freddy lo fissò per un attimo senza capire nulla. Poi i suoi occhi cominciarono a spalancarsi e brillare. I due cugini iniziarono ad urlare e saltare sulla panca del tavolo Grifondoro. Si beccarono un mucchio di occhiate torve. Il primo a scendere fu Sirius.
-Come fai a saperlo?- poi gli chiese Freddy curioso.
-Aspetta e vedrai!- presero posto, e di corsa Sirius raggiunse Octo e Bart, appena entrati per venire a cenare. –C’è una sorpresa stasera!- li informò gongolante. Octo e Bart si fissarono perplessi e poi incuriositi scrutarono Sirius che indicò loro il tavolo dei professori. Proprio in quell’istante la Preside McGranitt si era alzata e aveva raggiunto il piccolo leggio dove venivano proclamati gli annunci.


Ecco qui… primo capitolo nuova ff!! Che ne dite?
Vi va una storiella su James Sirius Potter?! Spero di si, perché mi affascina molto il suo personaggio e come nelle varie ff è presentato.  
Voglio dare una mia interpretazione degli ultimi due anni di questo nuovo malandrino ed inserire qua e là vecchie e nuove conoscenze! Oltre James, abbiamo Bart figlio del famoso Cormac Mclaggen ed Octo invece figlio di Dean Thomas. Poi ho presentato Flo, figlia del bel Lee Jordan e Cassia Greengrass figlia di un fratello della famosa Astoria (che non so se abbia realmente un fratello). Calliope Rosier è totalmente frutto della mia fantasia! Pierre, il suo bel ragazzo, è invece il figlio di Theo Nott. Spero che anche gli altri cognomi vi abbiano ricordato qualcuno, perché se mi metto ad elencarli tutti facciamo sera xD ...
Pian piano posterò le foto dei personaggio di questa generazione (come li immagino io, ovviamente) anche se ho già messo un loro collage per farvi un'idea! Perciò se vi va lasciate un commentino bello o brutto ma lasciatelo, please!!! =) Vi auguro buona lettura e scusate se ci sono errori! Baci, come sempre! A presto, rory!

PS: le recensioni sono gratis ^^ ihihihi...

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
Capitolo 2

“No! Lo sai che lo odio! Anzi magari durante il Torneo ci lascia le penne!”

-Ehm ehm!- attirò l’attenzione l’anziana donna, -Silenzio prego, ho un annuncio importante da fare questa sera!- tutti gli occhi curiosi degli studenti erano puntati sulla Preside su ci Sirius scorse un sorrisetto compiaciuto. –Quest’anno Hogwarts ha il piacere di ospitare la competizione più importante, conosciuta e aspirata di tutto il Mondo Magico Scolastico… Signori e Signori qui ad Hogwarts quest’anno si terrà il Torneo Tremaghi!- prima si fu un assordante silenzio poi la Sala esplose in un fragoroso boato. Gente che urlava di gioia, chi di eccitazione, chi applaudiva e chi cantava già che sarebbe stato lui a vincere. Octo e Bart presero a pugni Sirius perché non glielo aveva detto prima ma quel caos fu interrotto ancora dalla Preside.

-Sonorus!- urlò quella e le voci nelle gole degli studenti vennero assopite per un secondo, così tutti tornarono ad ascoltarla. –Bene… sono lieta perciò di informarvi che ospiteremo qui al Castello, le due scuole di Beubauxtons e di Durmstrang per i prossimi mesi. Venite avanti!!- li incoraggiò la Professoressa. Il possente portone della Sala Grande si spalancò e prima entrarono i ragazzoni alti, forti, muscolosi di Durmstrang accompagnati dal suono di tamburi e da un coro, da loro stesso suonato e cantato. Dopo fu il turno delle ragazze, o meglio le Veele di Beubauxtons che con una camminata leggiadra ed elegante percorsero il corridoio tra l’entrata e il Tavolo dei Professori. Gli occhi e le bocche spalancate di più della metà dei ragazzi di Hogwarts erano tutte per loro. Alte, snelle, bionde e more, bellissime ed elegantissime avevano già fatto breccia nel cuore dei maschi. Sirius era troppo euforico e sembrava che non le avesse nemmeno notate. Sapeva tutto di loro sia perché suo padre gli aveva raccontato tutto sul Torneo Tremaghi, sia perché odiava le sue cugine Victorie e Dominque, Veele anche loro per  1/8. Troppo vanitose e belle le definiva lui, che invece amava i piccoli difetti e le piccole imperfezioni che facevano di una ragazza il suo fascino speciale.

-Benvenuti, benvenuti!!- li salutò cordiale e gioiosa la McGranitt. –Fate un caloroso appaluso a Vladimir Peskotrovic e ai suoi alunni di Durmstrang!- ed un applauso fragoroso si sprigionò dai tavoli. –E a Madama Maxime e alle sue studentesse di Beauxbatons!- aggiunse la strega, e ancora applausi, anche più assordanti ed accompagnati da gridolini di ammirazione e fischi poco galanti. –Bene bene bene… silenzio! Ora passiamo alle regole! Uno solo per ciascuna delle tre scuole sarà sorteggiato e scelto dal Calice di Fuoco, e avrete tre giorni per inserire il vostro nome su un rotolino di pergamena e immergerlo nel fuoco magico del calice. La sera del terzo giorno saranno proclamati i fortunati campioni che il Calice avrà giudicato meritevoli di partecipare a questa competizione!!- nel frattempo il Signor Gazza aveva trascinato il Calice al centro della Sala Grande, davanti la Preside. Quella si alzò e con tocco elegante lo svelò dal pesante mantello argento-blu che lo ricopriva. Il fuoco prese vita e danzò davanti agli occhi estasiati di tutti gli studenti, inglesi, russi e francesi. La fiamma blu ipnotizzò Sirius il cui sangue ribolliva di eccitazione.

-Fantastico…- sussurrò a se stesso.

-Ovviamente non tutti potranno inserire il loro nome e cercare di partecipare! Solo i ragazzi del sesto e settimo anno potranno sperare di essere estratti… il calice non permetterà a studenti degli anni inferiori di poter inserire il loro nome!- concluse la spiegazione la McGranitt tornando al suo leggio. –Quindi non mi resta che avvisarvi di essere cauti perché il Torneo è solo per i pavidi e i coraggiosi, gli intelligenti ed i caparbi! Buona fortuna e che vinca il migliore!!- terminò tra gli applausi la Preside, che tornò al suo posto.

-Perché non ce lo hai detto che sapevi del Torneo?- ringhiò Octo dando una gomitata a Sirius.
-L’ho saputo un minuto prima dell’annuncio! Piuttosto voi dove vi eravate cacciati?- si difese Sirius guardandoli con occhi fulminanti.
-Ti abbiamo visto uscire dagli spogliatoi con Flo e siamo andati in Sala Comune con le ragazze…- rispose Bart mangiando due cosce di pollo fritte contemporaneamente.
-Beh? Partecipiamo no?!- cambiò subito discorso Sirius.
-OVVIO!- urlarono in coro i due amici. Sirius afferrò il calice di succo di zucca e ne verso tre bicchieri. Afferrò il suo e lo alzò in alto. Octo e Bart afferrarono gli altri due e li issarono in aria.
-CHE SIA SCELTO IL MIGLIORE ALLORA!!- gridò Sirius per brindare.
-IL MIGLIORE!!!- risposero all’unisono gli altri due. E ingollarono tutto d’un sorso il succo, mentre tutti gli occhi erano puntati su loro tre e sul loro siparietto. Poco dopo una mano si poggiò sulla spalla di Sirius che si voltò con ancora l’ultimo boccone da mandar giù.

-E’ ora di portare gli alunni in Sala Comune!- la voce delicata di Pam lo avvisò dei suoi doveri. Si asciugò di fretta il muso e sbuffò.
-A dopo ragazzi!!- quelli fecero un cenno col capo e poi tutti gli studenti Grifondoro furono radunati dai due prefetti e scortati alla Torre est. Anche Sirius restò in Sala Comune quella sera chiacchierando con i suoi amici e il cugino Freddy, quarto membro occasionale della combriccola di malandrini, riguardo al Torneo. Tutte le orecchie erano per loro. Indistintamente grandi e piccini, persone a cui loro stavano simpatici o meno, incoraggiarono i quattro a partecipare alla selezione. Oltre loro altri due ragazzi del settimo anno tali Amadeus ed Isaac e due ragazze tali Georgia e Daisy, avrebbero messo il loro nome nel calice nei successivi tre giorni.

-Vai nella tua nuova camera?- lo fermò la voce tenera di Flo mentre recuperava la sua cravatta che aveva gettato dopo aver simulato un cowboy su uno stallone impazzito, e lo stallone impazzito era stato personificato da suo cugino Freddy. La ragazza aveva i riccioli castani raccolti in una treccia lasciata cadere di lato e gli occhi marroni molto assonnati. Era bassina rispetto Sirius che avvicinandosi la sovrastò con la sua figura.
-Si e dovresti andare a letto anche tu pulce, altrimenti domani il professor Paciock ti sgrida per essere arrivata in ritardo ad Erbologia!- rispose giocherellando con la punta della sua treccia.
-Mi piacerebbe vedere la tua stanza… un giorno! Forse hai ragione, per stasera vado a dormire, ma è da un po’ che non stiamo soli e non mi racconti qualcosa…- protestò arruffandogli i già scompigliati crini corvini. Sirius sfoggiò uno dei suoi sorrisi più affascinanti per farsi perdonare, perché in effetti in quella prima settimana di scuola aveva trascurato un po’ la sua migliore amica.
-Certo, pulce! Buona notte!- e le lasciò un bacio dolce sulla guancia color cioccolato della ragazza che gonfiò le guanciotte per farlo ridere attraverso una pernacchia inevitabile.
-‘notte notte, cucciolone!- si voltarono entrambi per andare nei loro rispettivi letti. Flo si girò ancora per vederlo scomparire dal Ritratto… così bello, così sicuro di sé.
La mattina il rumore di una leggera piogerella settembrina, destò Sirius che mugolò infastidito da un altro rumore, non proprio “leggero”. Alla sua finestra un ticchettio sfiancante al vetro accompagnava il rumore poco fragoroso delle goccioline di pioggia. Si udiva un bubulare isterico e quando aprì gli occhi giurò che aperta la finestra avrebbe ucciso il gufo dei suoi genitori.
“Ma perché diavolo non poteva aspettare l’ora di colazione come tutti gli altri gufi?” si chiese mentre scalzo, con i soli box messi e i capelli scompigliati, andava ad aprire la finestra della sua stanza da Prefetto.

-Entra obbrobrio della natura!- lo incoraggiò Sirius. In effetti il gufo dei signori Potter era proprio strano: aveva le piume giallognole e spennacchiate gli occhi troppo grandi di uno strano verde melma, e poi quando “parlava” sembrava sempre che frignasse. Il gufo si appollaiò sulla scrivania e cominciò a protestare per aver un po’ di cibo. Sirius aprì il cassetto e ne tirò fuori un sacchettino di cracker e ne porse uno al becco di Ranuncolo. Quello se lo gustò felice e così il ragazzo potè sfilare la lettera attaccata alla sua zampina. Aprì la busta, sigillata con lo stemma della sua famiglia, e ne estrasse la lettera. Riconobbe subito la calligrafia elegante della madre e sospirò conscio di cosa il messaggio trattasse.

Caro Sirius,
io e tuo padre abbiamo saputo cosa si svolgerà quest’anno ad Hogwarts. Prima che tu ti getti tutto, e non solo un biglietto, nel calice, volevamo avvisarti della pericolosità che comporta il Torneo Tremaghi! Sappiamo quanto tu sia avventato e sciocco a volte, ma anche coraggioso e furbo… però qui non si tratta di uno dei racconti di tuo padre, e sai bene quanto siano spaventosi al riguardo, questa è la realtà: crudele, violenta e pericolosa!! Ti prego pensa bene a quello che vuoi fare… a meno che tu già non abbia passato tutta la notte davanti al calice, violando al solito il coprifuoco, e messo un centinaio di biglietti con il tuo nome, ed io sia arrivata troppo tardi. Vorremmo che tornassi tutto intero quest’anno. Salutaci Lily ed Albus che per fortuna sono troppo piccoli ma anche tanto saggi da non voler partecipare...  
Un bacio da mamma e papà.

 
-Appunto!- disse a se stesso, rassegnato. Da bambino, con occhi ammirati, ascoltava sempre i racconti di suo padre sulle sue numerose e spaventose avventure. Sognava di essere al suo posto, di intraprenderle lui quelle stesse avventure. La sua preferita era proprio la storia dell’Ungaro Spinato, e aveva sperato sempre che quella competizioni si tenesse ad Hogwarts, proprio negli anni in cui lo avrebbe frequentato. No, non s sarebbe tirato indietro. Avrebbe dimostrato, se il suo nome sarebbe stato selezionato dal calice, che lui non valeva meno di suo padre, e che aveva diritto di vantarsi del cognome che portava. Ripose la lettera nella busta e la gettò dentro il cassetto. Prese un altro fogli odi carta e scrisse:

Cari mamma e papà,
vi saluterò senz’altro Lily e Albus.
Con affetto, Sirius.


Soddisfatto della risposta, infilò la lettera in una nuova busta, la sigillò ed una volta attaccata al zampetta di Ranuncolo, gli aprì la finestra e quello volò. Direzione? Casa Potter.
*
 
-NO, NO E NO! Non mi va che metti a repentaglio la tua incolumità per una stupida competizione dove l’importante è mettersi in mostra!- urlò furiosa a Pierre.
-Ma dai Calli!! Non è certo per mettermi in bella mostra che voglio tentare! Si parla di vincere delle prove che mettono alla prova il tuo coraggio e la tua intelligenza. È una sfida personale…- spiegò Pierre carezzandole i lunghi capelli neri.
-Ed io? Io morirò di spavento se tu fossi scelto… mentre tu ti metti alla prova, io sarò in Infermeria con un infarto perenne! Non voglio Pierre, per favore…- lo supplicò gettandogli le braccia al collo e tentando di persuaderlo sbattendo le ciglia di quegli occhi blu da cerbiatta, il più languidamente possibile.
-E’ una mia scelta Calli! Non sono venuto a chiederti il permesso, ma ad informarti che probabilmente oggi metterò il mio nome nel calice! Sei la mia ragazza e ritenevo giusto informarti!- la liquidò senza troppe cerimonie. Le baciò castamente la punta del nasino rosa e a patatina e poi con un sorriso uscì dal suo dormitorio, dove avevano passato la notte insieme. Restò inerme al centro della stanza da Prefetto di Pierre, ancora con la sua felpa Serpeverde come unico indumento. Storse la bocca amareggiata, ma era vero: non poteva impedirglielo e fargli una scenata lo avrebbe solo intestardito di più. Doveva solo sperare che ci fosse qualcuno, stupido e avventato più di lui, che fosse stato scelto. Per Calliope non si trattava di coraggio o di una prova con se stessi, si trattava di tre prove in cui potevi seriamente finire sbranato, annegato o abbrustolito e solo per essere alla fine acclamato da una folla festante. Lei non avrebbe certo preso parte. Scese così, una volta ritornata nella sua di stanza e messa la divisa, a fare colazione.

-SIRIUS, SIRIUS, SIRIUS!- un coro sguaiato di Grifondoro, la accolse all’entrata. Un mucchio di ragazzi portavano sulle spalle Sirius Potter che rideva come un matto. A seguito un gruppetto di ragazze sognanti, sospiravano e ridacchiavano. Qualcuno la spinse e lei entrò quasi rotolando in Sala Grande.
-Che succede?- domandò a Judi, già a tavola a mangiare biscotti.
-Sirius Potter sta per mettere il suo nome nel Calice e la sua casa lo acclama come se già avesse vinto il Torneo.- Calli sbuffò scettica ma non riuscì a distoglierle lo sguardo da quell’espressione sicura e spavalda dipinta sul volto di Sirius. Sperò davvero che fosse stato scelto lui. Lui adorava essere al centro dell’attenzione, cacciarsi nei guai, e rischiare di rompersi l’osso del collo, e a lei non importava nulla se fosse realmente accaduto. Sorrise. Quello fu messo giù dalla folla rosso-oro festante che lo guardò con trepidazione, sporgersi verso il calice, sorridere all’intera Sala ormai rapita da quel teatrino, e poi inserire tra le fiamme blu il biglietto. Ci fu una pausa di silenzio, dove anche Calli trattenne il fiato. Le fiamme ad un tratto avvamparono divenendo rosso vibrante e poi scintille. Il Calice aveva assorbito il suo nome e lui festeggiava issando i pugni al cielo in segno di vittoria. Un boato ed un fragoroso applauso, non solo rosso-oro, si liberò dalle panche e qualcuno brindò alla sua vittoria. Calli roteò gli occhi al cielo e poi fissò ancora il ragazzo. I loro sguardi si incrociarono e lui issò le sopracciglia con espressione furbetta.

-Ammazzati! pure!!- mimò con le labbra Calli per poi sorridere malignamente. Sirius fece un inchino e poi sciapò ed infine con la sua solita camminata da divo uscì dalla Sala Grande, mentre tutti gli occhi erano puntati su di lui.
-Ehi? Hogwarts chiama Calliope, Hogwarts chiama Calliope! C’è nessuno??-
-Ehm che??!!- Calli non si era accorta di essersi imbambolata a guardare Sirius fare la sua uscita trionfale. Si scosse e sbatté forte le palpebre per riprendere il controllo e prestare attenzione all’amica.
-Non ci credo! Anche tu finalmente ti sei accorta del sexy culo di Potter?- le domandò con un sorrisetto sornione. Calli le diede una gomitata e fece di no con il capo assumendo un cipiglio inorridito.
-Certo che no, che vai blaterando Judi!? Osservavo quanto sia pomposo e superbo! Strano che non sia finito nella nostra casa!- commentò mangiucchiando una ciambella fritta.
-Non c’è nulla di strano! Ha fegato da vendere e dà sempre una mano a chi ne ha bisogno! È seccante ammetterlo ma tra i Grifondoro, tutti idioti per la cronaca, è l’unico che riesca a farti apprezzare il loro carisma!- rispose come se la sapesse lunga. Calli roteò gli occhi al cielo.
-Piantala Judi di sbavare, per favore! E ti ricordo, mia cara, che io sono la ragazza di Nott, non lo scordare!! Dai andiamo altrimenti il prof Rùf ci mette in punizione!- le due ragazze presero la loro borsa e si avviarono a lezione.
“In effetti almeno il culo non è poi niente male…” pensò Calliope.
*

La luce filtrava dalle fronde degli alberi, illuminando timidamente le pagine scarabocchiate dei libri di Pozioni. Il profumo fresco dell’erba dei giardini di Hogwarts infondeva un senso di pace e freschezza nelle menti intorpidite dallo studio. Un lontano canto di uccellini in procinto di migrare in vista dell’arrivo di giornate più fredde, faceva da sottofondo in quel pomeriggio nel quale Sirius, Octo e Bart tentavano di capire qualcosa sulla Pozione Restringente.

-Ci rinuncio… a me i funghi piacciono allucinogeni, non nelle pozioni noiose come questa!!- sbottò Octo chiudendo con un tonfo il suo libro di Pozioni e scaraventandolo qualche metro più in là, lontano dall’ombra del pesco su cui si erano rifugiati.
-Io non riesco a concentrarmi… stasera ci sarà l’annuncio su chi è stato scelto per il Torneo… ci pensate se uno di noi… oh per tutti i Pimpy puzzolenti…- Bart parlava eccitatissimo ma anche spaventato e Sirius non poté fare a meno di dargli ragione. Anche lui era terribilmente euforico ma anche in ansia. Non solo perché c’era la possibilità di non essere scelto, ma anche quella di essere scelto. Cominciava ad avere fifa, anche se non lo avrebbe mai ammesso a nessuno.

-Calma, calma Bart! Chiunque di noi tre sarà il “fortunato” avrà l’appoggio e l’aiuto degli altri! E poi pensate al lato positivo: chi di noi sarà scelto avrà tutte le femmine ai piedi!- commentò Octo facendo cenno agli altri tre di guardare in direzione del Platone Picchiatore. I due amici si voltarono a guardare: un gruppetto di Veela, ragazze e ragazzi della scuola di Beauxbatons chiacchieravano allegri. Ma Octo si riferiva alle tre Veele che bisbigliavano e ridacchiavano guardando loro tre di soppiatto. Bart scosse il capo divertito. Sirius si diede un bacio sul palmo della mano e lo soffiò in loro direzione, facendole arrossire e girare con la velocità di un Ippogrifo affamato. Octo rise divertito e poi si mise seduto composto. Le tre ragazze stavano andando verso di loro. Sirius si scompigliò i capelli perché sapeva che più era trasandato il suo aspetto più faceva colpo, Octo si sistemò il cravattino rosso-oro, mentre Bart si chinò di più su libro facendo finta di nulla.

-Bonjour garçons!!- li salutarono in coro.
-Buon giorno a voi angeli, io sono Octo!!- rispose Octo alzandosi e porgendo loro la mano. Quelle risero stridulamente e gliela strinsero. Sirius si alzò con misurata lentezza e dopo aver infilato una mano nella tasca del pantalone nero della divisa, porse l’altra alle ragazze, che ad uno ad uno, paonazze, gliela strinsero.
-Piacere, io sono Sirius, Sirius Potter!- era inutile, a Sirius piaceva troppo giocare con la fama del suo cognome. Come se avesse premuto un interruttore quelle tre si illuminarono e lo guardarono con profonda ammirazione. Erano andate oltre il suo fascino e la sua bellezza. Oltre quegli occhi nocciola e avevano cominciato a fantasticare sulla sua fama.
-Io sono Amelìe, lei è Dìane e questa è Pauline!!- prese la parola la bionda del trio, quella con due occhi che sembravano fatti di chiaccio e con due labbra rosse, invitanti come due ciliegie succose. Dìane non era di certo una Veela perché non era alta come le altre ne particolarmente bella, ma i suoi ricci morbidi color dell’oro ed i suoi grandi occhi verdi la rendevano comunque molto carina. Pauline era pesantemente truccata perciò non si poteva dire se fosse realmente bella e provocante sotto quegli strati di mascara e fondotinta.

-E il vostro ami?- domandò curiosa Dìane adocchiando Bart chino sul libro. Sentitosi chiamato in causa abbozzò un sorriso e poi si alzò per raggiungere il gruppetto.
-Piacere, Bart!- e strinse la mano alle tre francesi.
-Partecipate a le tournoi, vero?- domandò Pauline sbattendo le ciglia languidamente.
-Ovvio che si angelo! E voi tre? Siete così coraggiose oltre che bellissime?- chiese Octo sfoggiando un sorriso smagliante. I suo i denti brillarono a contrasto con la sua pelle ebano.
-No, no tresòr… troppo pericoloso!- rispose Pauline poggiandogli una mano sulla spalla in tono scherzoso. Octo lo interpretò come un invito a nozze perché i suoi occhi brillarono di una luce eccitata.
-Dovete preservare così tanta bellezza ragazze! Lasciate a noi maschioni questo fardello!- ironizzò Sirius prendendo a giocare con una ciocca riccia di Dìane. I suoi occhi però erano tutti per Amelìe, che proprio come voleva Sirius, si era ingelosita di quella confidenza presa con l’amica e non con lei.
-Sei davvero jentile…- rispose Dìane. –Beh alor aspettiamo stasera… magari uno di voi sarà scelto!- aggiunse perché troppo imbarazzata. Sirius sorrise a tutte e tre e poi fece l’occhiolino a Dìane, conscio che avrebbe ancor di più attirato l’attenzione di Amelìe e chissà forse le sue gelosie. Quelle risero e con un cenno della mano salutarono i ragazzi. Sirius si voltò verso Bart e gli diede uno scappellotto sul collo.

-AHIA! Ma che ti prende? Sei per caso diventato più scemo?!- si difese massaggiandosi il retro del collo.
-A me? A te che è preso… tre sventole vengono ad abbordarci e tu te ne stai seduto e muto come un pesce?!- domandò Sirius esterrefatto. –Devo ricordarti che non staranno qui per sempre e che potrai dire di esserti fatto una francese!?- rinforzò la dose il Grifondoro. Bart restò zitto mordicchiandosi il labbro a capo chino.
-Te lo dico io che gli prende!- si intromise Octo e quando Sirius intercettò la direzione dei suoi occhi vide Lawrence MacMillan. La ragazza dalle lunghe gambe, stava sdraiata sul prato qualche metro più in là, insieme a due ragazzi di Tassorosso, a studiare. I lunghi capelli rossi erano intrappolati in una coda bassa, gli occhi celesti erano fissi sulla sua pergamena, che di sicuro stava rileggendo attentamente. Sirius si voltò verso Bart, ancora a capo chino e con l’espressione affranta.

-Ancora la MacMillan, amico?!- chiese quello stupito ma anche in pena per l’amico.
-Piantatela, ok?! Non mi va di prendere sempre quel discorso, intesi? Sono stufo… mi avete rotto! Ci vediamo a cena!!- rispose afferrando come una furia il libro di Pozioni e percorrendo a grandi falcate il giardino, per mettere quanta più distanza tra lui e gli amici. O forse tra lui e Lawrence.
-Lascialo stare… sai che non ce l’ha con noi, Sirius! È per via della McMillan che a volte è così scontroso…- lo bloccò per un braccio Octo con sguardo severo. Sirius annuì e tornò a fissare Lawrence. Lei non li stava nemmeno guardando e aveva preso ad interrogare i suoi due compagni un certo Greg e l’altro forse doveva chiamarsi Tommy.
-Pensavo gli fosse passata! Del resto è come se l’avesse mollata lui!- commentò Sirius facendo una smorfia di perplessità. Octo rispose facendo spallucce e con calma recuperarono libri e tracolle per recarsi a cena. Sirius per il tragitto ripensò alla faccia di Bart. Era così cupo quando aveva posato gli occhi su quella ragazza. Erano stati insieme per metà del quinto anno. Poi Bart aveva detto agli amici di voler allentare un po’ la presa. Andavano troppo veloci secondo lui, il giorno prima avevano timore di darsi un bacio perché ancora imbarazzati e quello dopo lei faceva progetti di vita. Bart era divenuto più freddo, come per difendersi, e poi lei si era fatta scostante, forse per proteggersi anche lei da una cocente delusione. Sta di fatto che avevano cominciato a litigare perché lui pensava che lei lo volesse punire per non aver mantenuto il passo con i suoi sentimenti, lei invece lo accusava di avere un’altra. E infine Bart più che per scrollarsi quella tensione legata ai litigi che per reale interesse, si era portato a letto una ragazza Corvonero, Alicia Noil. Inutile dire che ad Hogwarts i segreti non esistono, ed il giorno dopo Lawrence aveva fatto una scenata a Bart, nella Sala d’Ingresso, con tanto di sonoro schiaffo ed era scappata via in lacrime. Bart era rimasto impalato a guardarla andar via, mentre usciva dalla sua vita. Non aveva urlato, pianto, preso a pugni cose o se stesso. Si era chiuso in un silenzio per giorni e poi pian piano era tornato quello di sempre. Ma se c’era lei in giro, per tutto il resto del quinto anno, lui girava i tacchi e andava via. Con lei lontano era sempre il Bart scherzoso e cascamorto di sempre. Sirius sapeva che Lawrence McMillan era bella, intelligente e seria come ragazza ma non andavano d’accordo e il tradimento in un certo senso lo aveva causato lei, con la sua asfissiante presenza, con le sue accuse malsane e senza senso. O almeno questa era la sua opinione. In realtà Lawrence era una quindicenne romantica a quel tempo e le era piaciuto fantasticare sul matrimonio, di certo non voleva che Bart le chiedesse la mano una volta maggiorenni. Ma Bart, anche lui un incerto quindicenne all’epoca si era spaventato e a modo suo era fuggito via. Lawrence a distanza di un anno era più alta, i capelli rossi erano molto più lunghi e lisci, le lentiggini le davano quell’aria sbarazzina e misteriosa ed i grandi occhi celesti le donavano un aria tenera e sognatrice. Bart aveva avuto altre ragazze, e tutti notavano sempre delle certe somiglianze sia fisiche che caratteriali con Lawrence, ma quelle ragazze stancavano Bart dopo una settimana o due. Sei mesi con Lawrence invece erano stati così indimenticabili?

-Ci siamo!- lo destò dai suoi pensieri Freddy, all’entrata del Castello. –I professori stanno prendendo posto! Prima di cena saranno annunciati gli studenti scelti!- aggiunse il cugino tutto elettrizzato. Con lui c’era Lily, sua sorella.
-Sirius in bocca al lupo!- gli disse abbracciandolo.
-Crepi, piccolina!- ricambiò l’abbraccio. In lontananza scorse altri due occhi verdi, quelli di suo fratello Albus, così terribilmente uguali a quelli di suo padre che gli sembrò di vederlo davanti a lui a rimproverarlo. Raggiunse il fratello in compagnia di Lily, Octo e Freddy.
-Buona fortuna Sirius… mamma mi ha detto di avvisarla subito se sei stato… scelto!- lo avvisò con aria preoccupata. Mostrava sempre più degli anni, quindici, che aveva, perché sempre serio e preoccupato, attento e studioso. Sirius annuì. Così entrarono, e pian piano la Sala fu piena di studenti, inglesi, francesi e russi. La tensione era palpabile. Sirius si voltò verso Bart e gli diede una pacca. Quello si sciolse e sorrise all’amico.
-Ci siamo…- sussurrò Octo mentre la McGranitt si alzava accompagnata dai Presidi delle altre due scuole.

-Buona sera a tutti!- salutò sorridente la strega. –Sono passati tre giorni da quando avete cominciato ad inserire i vostri nomi ed oggi, questa sera, è arrivato il momento per il calice di dirci chi tra i tanti aspiranti sarà il campione Tremaghi per ogni una delle tre scuole partecipanti!!- annunciò la McGranitt anch’ella eccitata all’idea. –Bene… cominciamo!!- si avvicinò con eleganza al calice di fuoco e attese. Quello restò immutato per qualche secondo, lasciando con il fiato sospeso tutta la Sala. Ad un tratto le fiamme iniziarono a divenire rosso accesso ed ad aumentare pericolosamente fin quando le scintille presero il sopravvento e venne sputato un bigliettino di filigrana color crema. –Il campione selezionato per rappresentare la scuola di Magia e Stregoneria di Durmstrang è…- la professoressa fece una pausa per alimentare l’ansia e la trepidazione. Poi sorrise ed esclamò: -Igor Ukzberg!- un fragoroso applauso e delle urla accompagnarono la figura bassa e tarchiata di uno studente russo dai folti capelli castani e gli occhi piccoli e neri. Quello strinse la mano ai Tre presidi e poi seguì il Pofessor Paciock in una stanzina proprio dietro il tavolo dei Professori.

-L’ho visto allenarsi a suon di bastonate… è un minotauro!- commentò Octo mantenendo gli occhi sul calice.
-Continuiamo…- il fuoco, che era divenuto blu ancora, vibrò trasformandosi per la seconda volta in un incendio rosso fin quando, con altre scintille, non venne sputato il secondo biglietto. –Oh bene, tocca alla mia scuola…- disse quella non curandosi dell’ansia che sollevò tra gli studenti di Hogwarts. La Preside fissò più del dovuto il nome e quasi boccheggiò. –Il campione selezionato tra gli studenti della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è… James Sirius Potter!- annunciò con un filo di voce preoccupato. La Sala esplose, letteralmente. Cori, urla, applausi mentre Sirius restò seduto al tavolo come in uno stato di trance. I Grifondoro erano tutti in piedi, chi ballava, chi si era avvicinato per dargli pacche e complimentarsi, chi cantava. Anche svariati gruppi Corvonero e Tassorosso applaudivano il coraggioso e sprezzante James Sirius Potter. Solo che al momento stava facendo la figura dell’idiota, imbambolato com’era.

-Alzati Sirius!- la voce di Freddy arrivò come una doccia fredda. Lo sollevò di peso e lo spinse verso la Preside ancora con un cipiglio preoccupato in volto. Sirius a passo lento e stralunato, quasi a bocca aperta, giunse al cospetto della McGranitt che gli porse titubante il biglietto con su il suo nome e lo scrutò. La donna aveva la fronte aggrottata e scuoteva il capo contrariata.
-Grazie…- bisbigliò confuso Sirius. Prima di entrare nella stanza si voltò verso la folla festante e scorse gli occhi verdi di Lily orgogliosi ma anche tanto in pensiero, e lì accanto il viso sorridente di Albus. Beh se suo fratello era fiero e contento per lui allora doveva svegliarsi ed esserlo anche lui per se stesso.
 
*

-Certo quell’odioso, pomposo, arrogante e pagliaccio di Potter sarà stato raccomandato quell’altro pagliaccio di suo padre!- urlò furioso Pierre andando avanti e indietro per la stanza di Calliope che lo osservava dispiaciuta, fintamente si intende.
-Dai, Pierre… non è possibile! Il fuoco del Calice è incantato di una Magia antichissima… non l osi più manovrare!- lo rassicurò Calli.
-Quindi secondo te è più meritevole di me?!- abbaiò quello voltandosi a guardarla furente.
-No, certo che no, ma…- Calli aveva capito che qualsiasi cosa fosse uscita dalla sua bocca sarebbe stata sbagliata, perché Pierre era troppo incavolato.
-Ma cosa, Calliope? Che c’è? Piace anche a te alla fine Potter, eh?!- le domandò avvicinandosi pericolosamente.
-NO! Sai che lo odio! Anzi magari ci lascia le penne durante il Torneo… solo che il Calice sceglie in base al coraggio, magari lui è più… più intrepido di te! Tutto qui!- Pierre sgranò gli occhi.
-Mi stai dando del pappamolle?!- domandò esterrefatto. Calli si alzò per abbracciarlo e rassicurarlo, ma lui si scansò. –Stanotte dormo nella mia stanza… buona notte!- disse secco e arrabbiatissimo. Si sbatté la porta alle spalle e la lasciò per la seconda volta in meno di cinque giorni impalata e sola come una cretina.
“Idiota…” pensò Calli mentre l’acqua della sua nuova vasca riempiva il tutto. Si immerse per rilassare muscoli e nervi. “Caspita Potter! Allora ha davvero fegato…” continuò a perdersi tra i pensieri. Alla fine anche una ragazza francese, una certa Francìne Boudoir, era stata scelta oltre Igor e Sirius. La Mcgranitt aveva annunciato che la prima prova sarebbe stata il primo ottobre, perciò mancavano ancora due settimane. Era curiosa di vedere cosa il Torneo riserbasse a quei tre incoscienti. “Potter!?” più ci pensava e più non poteva crederci. Chissà se sarebbe riuscito a passare la prima prova? Uscendo dalla vasca si domandò che diavolo gliene importava a lei se Potter passava o no le prove. Si mise a letto ancora innervosita dalla precedente discussione, inutile e senza senso, avuta con Pierre. Si assopì maledicendo il calice, la McGranitt, Pierre e come sempre James Sirius Potter.
 
*

-Cavolo, Sirius… non posso ancora crederci!- Flo era distesa accanto a lui, sul suo letto a baldacchino. Teneva la testa appollaiata nell’incavo del suo collo, godendo di quel tepore che il letto e il corpo di Sirius sprigionavano.
-A chi lo dici… pensi che possa farcela? Cioè che riesca a vincere le prove?- solo con lei Sirius era veramente se stesso. Con la sua migliore amica non doveva essere perfetto, impavido, sfacciato e sempre con la risposta pronta. Con Flo lui si sentiva libero di denudarsi della sua corazza da ragazzo invincibile e presuntuoso, mostrando così quanto fosse insicuro e fragile in realtà. Dal secondo anno, quando Flo lo aveva trovato a calciare un sassolino sulla riva del Lago Nero, con un aria afflitta e tormentata e semplicemente gli aveva detto: cosa posso fare per farti sorridere? Da quel momento Sirius e Flo erano diventati inseparabile. Non era necessario passare ogni minuto insieme, perché bastava uno sguardo fra loro due. Se c’era qualcosa che non andava in Sirius, Flo glielo poteva leggere nei suoi occhi nocciola, e viceversa.
-Io penso che tu sia stato proprio sconsiderato… e sono davvero spaventata per te! Ma penso che tu possa farcela, si!- rispose fissando il profilo del ragazzo, intento a scrutare il soffitto ma in realtà non guardando niente. E lei era sempre sincera.
-Parli sul serio? Non lo dici solo perché sei mia amica, vero? Poco fa alla festa tutti mi facevano i complimenti… c’è già chi ha scommesso su di me… ma… io non penso di potercela fare! Voglio che tu sia onesta!- rispose rizzandosi sui gomiti tanto che lei dovette mettersi seduta per riuscire a guardarlo in viso.
-Sirius, non potrei mai assecondarti! Sei in gamba… voli bene, sei un ottimo duellante e sei perspicace e furbo! Ecco perché penso tu possa farcela! Ma non capisco perché tu abbia voluto partecipare!- commentò sempre con un cipiglio misto tra preoccupazione e dolcezza.
-Per una volta, una dannata volta, voglio che si parli di me non per le malefatte, per le tresche o baggianate del genere… non voglio per sempre essere l’ombra di mio padre! Voglio che si ricordi di James Sirius Potter non per suo padre o per le ragazzate… ma per un impresa speciale, superba!- gli spiegò concitatamente. Flo lo fissò stupita.
-Sirius tu sei più del figlio famoso di Harry Potter! Tu sei speciale anche senza essere il vincitore del Torneo!- gli disse schietta e sinceramente piccata. Non sopportava che lui si reputasse in realtà così inutile. Lui l’abbracciò con uno slancio facendola cadere sopra di lui. Rimbalzarono un po’ tra le risate per poi accoccolarsi ancora l’una sull’altro.
-Non saprei cosa fare se non ci fossi tu!- le disse dopo un lungo silenzio, scandito solo dal picchiettare della pioggia sulla finestra. Flo sospirò e prese ad arruffargli i capelli corvini.
-Non potresti!- rispose teneramente. Lui la strinse più forte. Ad un tratto lei si scrollò dalla sua presa e si mise seduta. –Devo andare… il coprifuoco è scaduto da un po’, e questa non è la mia stanza, Prefetto!-
-Ma va là… che mi frega se hai violato il coprifuoco! Puoi restare quanto vuoi!- ma lei scosse la testa, agitando i suoi ribelli ricci marroni. La prese per una mano mentre si alzava. –Flo, tutto ok? C’è qualcosa che devi dirmi?- lei lo guardò seria ma poi sorrise e scosse ancora la testa.
-Buona notte, campione!!-
-‘Notte pulce!!- rispose ma c’era qualcosa nella voce di Flo che lo aveva messo in allarme. Pensò che si trattasse della sua preoccupazione per lui… ma… fece spallucce e scosse il capo. Lui le femmine non le capiva proprio.


Eccomi qui con il secondo capitolo!
Ebbene il nostro malandrino è stato scelto dal calice e presto ci sarà la prima prova, curiosi?? ^^
Invece che ne pensate della storia di Bart e Lawrence, è abbastanza romantica? Chissà se Bart riuscirà a capire se stesso e dove ha sbagliato e se Lawrence sarà in grado di perdonarlo!?
Octo risulta essere il più spensierato dei tre, perché Sirius si sta rendendo conto del guaio in cui si è cacciato! Sente che la cosa gli sta sfuggendo di mano. Infine, vi piacciono le mie ragazze Calli e Flo? =) Daiii fatemi sapere se vi piaccioano i personaggi e magari mi date qualche consiglio e suggerimento per quello che potrebbe accadere!! Idee anche per le prove del Torneo??? Pleaseee!! 
Vi auguro come sempre buona lettura! Baciii! A presto, rory!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

“Andrò a letto e farò il bravo... così magari stuzzico ancora un pò la tua fantasia?”

Il Castello era in fermento. La cerimonia si era conclusa troppo tardi, dopo gli annunci, difatti dovevano ancora tutti cenare, e non vi era stato tempo per le feste in onore nuovi tre campioni. Alle tre nuove celebrità. No, stop. Sirius era già una celebrità perciò tutti i Grifondoro erano in estasi per quella sera. Era tutto nelle mani di Freddy e Octo, come sempre i più casinisti ad ora di festicciole. Ovviamente sarebbe stata un festa clandestina, ma tutti i Grifondoro erano invitati. Ci sarebbe stato di sicuro qualche studente di qualche altra casa. Sirius aveva amici sparsi, persino a Serpeverde, e molte pretendenti. Insomma si sarebbero serviti della Stanza delle Necessità ma non erano del tutto sicuri che il casino di quella folla festante e che la musica da ballo non si sarebbe sentita fino ai confini della Foresta Proibita. Ma per James Sirius Potter, persino i fantasmi del Castello avrebbero fatto carte false. Quindi la festa si sarebbe fatta, e sarebbe stata un successone.

-Pensi che dieci casse di burrobirre e dieci di Whisky possano bastare?- domandò Freddy mentre faceva una lista, seduto scompostamente al Tavolo dei Grifondoro, per pranzo.
-Fai dodici casse! E dì a tuo cugino o quello che è… che li porta alla statua della strega orba alle cinque di questo pomeriggio che dobbiamo andare a sistemare tutto prima che comincino le ronde dei Caposcuola!!- rispose Octo mentre ripassava la lista degli invitati extra. Ci sarebbero stati degli imboscati ma questo non aveva importanza perché di solito erano ragazze in vena di concedersi ai protagonisti della serata. Freddy annuì e corresse il numero.
-Che fate pigroni??- Rose si sedette scompostamente sulla panca di fronte alla loro facendo sobbalzare qualche boccale di succo di zucca sul tavolo. –Ops…- blaterò raccogliendo i bicchieri. Freddy roteò gli occhi al cielo, rassegnato al fatto che sua cugina fosse proprio imbranata.
-Organizziamo la festa per stasera, Rose!- rispose distrattamente Octo. –Hai le punte dei capelli nel porridge!- la informò con disinteresse, senza alzare gli occhi dalla lista.
-Ops!- disse ancora quella e le asciugò con un tovagliolo. –Non ci metterete tutti quanti nei guai, vero?- aggiunse mangiucchiando da un piatto all’altro.
-Sta tranquilla, Rose!! Piuttosto vedi di non venire con uno dei tuoi soliti vestiti strambi! Fatti carina per la festa in onore di Sirius!- la avvisò Freddy guardandola con un velo di compassione. Era proprio un disastro Rose. Intelligente e sveglia, quello si, ma sempre spettinata, con i capelli sempre in disordine e i vestiti mai abbinati fra loro. Sempre sbadata e con la testa fra le nuvole.
-Divertente, Freddy! Davvero!- rispose sarcastica. -Stasera mi darà una mano Dominique a vestirmi! Ne approfitto visto che Beauxbatons ce l’ha spedita qui per questi mesi…- aggiunse, senza realmente offendersi.

-Eccovi! Dannazione tutti sembrano impazziti! Tutti a parlare della festa di stasera!!- arrivò Bart esasperato. Rose gli sorrise e lui ricambiò unendosi a lei a pranzare. Octo e Freddy erano troppo eccitati per farlo. Ma era vero, tutti li fermavano per aver conferma del grande evento. Arrivò anche Hugo, lui sorridente e pimpante.
-Le ragazze di Corvonero hanno confermato! Ci saranno! E vengono anche un paio di ragazzi che Sirius conosce bene!- li informò agguantando una coscia di pollo fritto. –Rose hai fatto cascare la forchetta!- disse distrattamente alla sorella.
-Ops…- si abbassò a prenderla e risalendo batté la testa sul tavolo! Tutti si misero a ridere e stavolta fece una linguaccia ad ogni uno di loro e si alzò mandandoli a quel paese.
-Tua sorella è proprio stramba!- commentò Bart. Hugo fece spallucce rassegnato. Tutto il castello amava ridere della gaffe di Rose Weasley ma in fondo era simpatica e alla mano, e poi aiutava durante le verifiche. Aveva degli amici come Flo, Selene e Gilda, ma anche quelli non potevano fare a meno di ridere ogni volta che si cacciava in qualche buffa situazione.
-Però è carina, dai! Fa tenerezza!- si inserì Octo iniziando finalmente a mangiare e mettendo di lato la sua lista. Freddy lo seguì a ruota, mentre il suo stomaco gorgogliava.
-Giù le mani, Octo! Non mi fido di te!- rispose Hugo lanciandogli un’occhiata omicida. Octo sorrise e distolse lo sguardo, ritornando a parlare con Freddy sulle luci che ci sarebbero dovute essere alla festa.
-Hugo?- bisbigliò Bart per non essere sentito da Octo. Il Weasley si girò con aria circospetta e si chinò per ascoltare meglio. –Tra le Tassorosso invece c’è qualcuno che verrà?-
-Si almeno una decina di persone… chi ti interessa?- domandò Hugo inconsapevole di tutta la storia che celasse Bart dietro quella domanda.
-McMillan?- riuscì a mimare con la bocca, intimorito che Octo potesse udire la conversazione e cominciare con la predica sul suo scarso coraggio o sulla sua ossessione che gli impediva di apprezzare le belle gambe che volevano aprirsi a lui. Hugo estrasse un bigliettino dalla tasca del mantello. Fece scorrere gli occhi sulla lista e poi annuì.
-Si, verrà! Sirius ha insistito perché ci fosse anche lei tra gli invitati!- Bart scosse il capo ma non poté fare a meno di sorridere. In fondo a Bart bastava anche guardarla sorridere da lontano per essere felice. Si chiese come mai però lei avesse accettato, in fondo non erano poi così in stretti rapporti con Sirius. Chissà, magari… sorrise ancora.
*
 
-Eccolo qui: il Campione Grifondor!!- una voce elegante e dall’accento straniero molto carino, lo destò dai suoi pensieri. Era lì a passeggiare solo vicino al Lago ma di Flo nemmeno l’ombra. Eppure lei sembrava la sua calamita: quando lui stava male o era confuso, Flo spuntava e lo attirava a sé, curando ogni malessere.
-Bonjour madamoiselle!- rispose cercando di sorridere ad Amelìe, sfoggiando la sua aria sfacciata e sicura.
-Sono venuta a farti i complomenti tresòr!- rispose quella portandosi i capelli d’oro dietro le orecchie, con fare malizioso. Sirius si avvicinò e le porse la mano per chiederle di sedersi con lui su un tronco mozzo, e quella acconsentì.
-Mercì Amelìe! Magari mi portano fortuna!- la ragazza rise in maniera cristallina e vivace tanto che Sirius non poté fare a meno di esserne affascinato e coinvolto.
-Ho saputo della fosta! Noi non possiamo organizzarla sulla caroza, Madame Maxime è sompre lì di guardia!!- disse quella mettendo il broncio. Quel labbro rosso, umido, buttato all’infuori fece eccitare non poco Sirius che si leccò le labbra, fissando quelle della ragazza. Non c’era dubbio, il pomeriggio precedente aveva acceso le sue gelosie.
-Perché non vieni alla mia? Porti anche la Campionessa della tua scuola e qualche fidata amica, che dici?- rispose Sirius pregustando l’after-party nella sua camera o chissà dove. Amelìe si illuminò e gli gettò le braccia al collo.
-Ouiiii Sirius!!- strillò allegramente. Lui la abbracciò e rise di gusto. Era proprio vero che le ragazze francesi erano molto aperte, spontanee e cordiali. Quando si staccarono Sirius fissò le sue labbra e si avvicinò lentamente, mentre lei tratteneva il respiro e non nascondeva un sorrisetto malizioso. Batté le ciglia sfoggiando due occhioni celesti da cerbiatta. Ma Sirius sapeva come far cascare una ragazza ai suoi piedi. Difatti ad un tratto si alzò e la lasciò in quel limbo di eccitazione. La ragazza si riscosse e lo guardò stupita.
-Allora a stasera jolìe!!- la salutò con un sorriso e poi si avviò verso il castello. Mani in tasca ed espressione soddisfatta.
Prima regola di conquista di James Sirius Potter? Far credere alla ragazza che ti piace che non hai prestato minimamente attenzione a lei; seconda regola? Causare la sua gelosia; Terza regola? Illuderla e tirare un po’ la corda, perché si sa: l’attesa aumenta il desiderio.
 
*

Calliope aspettava indispettita, battendo il piede sul posto, Sirius. Quella sera avevano il turno di ronda insieme e lui non era arrivato all’Ingresso come di consueto, né l’aveva raggiunta al secondo piano, dove dovevano stare di ronda quella sera. Un ragazzo alto a passo lento, con le mani in tasca ed i capelli arruffati sbucò da dietro l’angolo e la raggiunse.

-Era ora, Potter! Si da il caso che io non stia ai tuoi porci comodi!!- lo accolse andandogli incontro come una furia. Lui fece spallucce. –E perché non porti la divisa e la spilla da Prefetto? Credi che sia una gita di piacere questa?- ruggì.
-Piacere? Con te che sbraiti contro di me? No direi che non sarà mai accostato l’aggettivo piacevole alla tua persona, Rosier!- rispose sprezzante. Calli sentì il sangue ribollire nelle vene e lo afferrò per il colletto. Lui però non si scompose e continuò a sorriderle specchiandosi nei suoi occhi blu. Sembravano un oceano in tempesta.
-Sentimi bene Potter: tu non piaci a me ed io non piaccio a te ma levati quella faccia da schiaffi e smettila di parlarmi in quel modo altrimenti me la pagherai cara!- gli ringhiò a denti stretti e lo mollò con uno strattone.
-Che paura principessa!! Comunque ho fretta ed ho un impegno per questo non ho la divisa! Facciamo questo turno! Io a destra e tu a sinistra?- chiese sistemandosi il colletto della camicia bianca, lasciata sbottonata per lasciar intravedere il petto robusto.
-Ah no! Questa sera facciamola insieme la ronda!- rispose furbetta. –Magari ti faccio arrivare tardi al tuo appuntamento e salta tutto!- aggiunse prendendolo per il polso e trascinandolo con sé.
-Sei perfida Rosier! Ma non riuscirai a mandare all’aria i miei piani!!- rispose seccato ma seguendola. Restarono in silenzio controllando che i corridoi del piano fossero sgombri al primo giro, e al secondo che le aule fossero deserte. –Contenta? Ora posso andare?!- sbottò al terzo giro di perlustrazione. Un coro di shhh si levò da qualche quadro. Sirius sbuffò.
-Mancano ancora venti minuti alla fine e non permetterò che tu te la squagli prima del tempo, capito? Altrimenti vado a fare rapporto a Cassia e lei alla McGranitt!- rispose malignamente e sorridendogli sorniona.
-Come fa la gente a sopportarti? Povero Nott… mi fa pena!- gli rispose Sirius incrociando le braccia al petto.
-Sei solo invidioso! Ma si può sapere che hai da fare a quest’ora?-
-STOP! Io invidioso? Di chi? di lui? Per te?- Sirius iniziò a ridere a crepapelle fino ad avere le lacrime agli occhi. Lei gli assestò una gomitata negli stinchi tutta offesa.
-Idiota patentato!- brontolò mettendo il broncio. Asciugatosi le lacrime e ripreso un certo contegno, tornò a guardarla.
-Comunque i miei impegni non ti riguardano guastafeste! E poi venti minuti sono appena passati, perciò Au revoir Miss.lastra di ghiaccio!- spiegò il ragazzo girando i tacchi. Calli lo osservò portandosi le mani ai fianchi esasperata.
-Prima o poi quell’aria da eterno vincente la perderai Potter! Magari ti rompi l’osso del collo alla prima prova!- gli urlò contro mentre lui svoltava l’angolo. Quelle parole, lei non poteva saperlo, ma colpirono Sirius fino a togliergli il respiro. La sua paura più grande era proprio fare la figura del fesso, dello sbruffone, proprio in quello su cui lui aveva puntato.
 
*

-ECCOLO!!- una folla festante andò incontro a Sirius, non appena ebbe varcato l’entrata della Stanza della Necessità. La musica spaccava i timpani, l’odore di alcol e di fumo gli entrò nelle narici prepotentemente e poi si trovò a rimbalzare a mezz’aria, spinto da un mucchio di braccia amiche. Il caos assordante non gli permisero più di pensare e rimuginare sulle parole della Rosier. Si lasciò trasportare in pista e fu accerchiato da un mucchio di ragazze, che iniziarono a ballare insieme a lui. O meglio a strusciarsi su di lui. Sirius riuscì a guardarsi intorno. Le luci colorate venivano da riflettori lasciati sospesi a mezz’aria a volteggiare grazie ad un incantesimo di levitazione. Un grande striscione pendeva da un lato all’altro della stanza dove c’era scritto: SIRIUS E’ IL NOSTRO CAMPIONE! Sorrise verso tutto quell’affetto. Riuscì a sgattaiolare fuori dalla pista senza dare nell’occhio ed individuò Bart, Octo, Freddy e Hugo poggiati allegramente al piano bar.

-ECCOLA LA STAR DEL MOMENTO!- urlò Hugo già brillo, ed ondeggiando pericolosamente il bicchiere di Vinopizzicherino versandone qualche goccia a terra.
-Grazie ragazzi! È tutto splendido, le luci, la musica, la gente! Datemi un po’ di Whisky e brindiamo alle vostri doti di organizzatori di eventi!- detto fatto, si trovarono a bere in loro onore.
-Cousin!!!- la voce squillante di Dominique lo fece trasalire. Con lei, per venire a salutarlo, c’erano Rose e Lily.
-Dom ciao!!- abbracciò ad una ad una le sue ragazze, come le chiamava lui, e poi si accorse del gruppetto di ragazze francesi dietro la bionda cugina. –Amelìe!!- esclamò facendosi spazio. Si chinò per farle il baciamano e quella arrossì ma si girò verso le amiche gongolando. Octo invece individuò Pauline e la trascinò in pista. Freddy ed Hugo corsero a presentarsi approfittando dell’importanza che la vicinanza di Sirius comportava. Così poco dopo stavano ballando animatamente insieme ad Octo e ad un mucchio di francesine ubriache, compresa Francìne, la campionessa di Beauxbatons!
-Non mi inviti a ballare Sirius?- chiese Amelìe poggiandogli una mano sul petto. Il ragazzo sorrise e le lasciò una carezza sulla guancia.
-Certo!! Magari possiamo ballare… io e te da soli! Che ne dici?- l’alito pungente di Whisky di Amelìe, suggerivano a Sirius che i già pochi freni inibitori della ragazza erano stati annullati del tutto. Difatti annuì e si avvinghiò più stretta a lui. La mano della ragazza scese dal petto, verso l’addome scolpito di Sirius fino alla patta dei suoi jeans neri. Amelìè strinse nella sua piccola e delicata mano il membro di Sirius che sentì una scossa al basso ventre. Afferrò Amelìe per le spalle e le iniziò a baciare il collo profumato. Sapeva di pesca. Scese ancora più in basso verso la spalla lasciata nuda dal tubino fuxia indossato per la nottata. Poi si spostò verso il viso mentre lei teneva gli occhi socchiusi per l’eccitazione. Sirius fece una pausa, si leccò le labbra ed infine leccò quelle della ragazza che gemette di piacere. Infine la bacio con prepotenza, succhiando il suo labbro inferiore e poi cercando la sua lingua con la quale iniziò a giocare. Il sapore di Whisky mandò in estasi Sirius che si eccitò moltissimo.

-Sirius…- sospirò lei mentre con la mano il ragazzo le palpava il sedere piccolo e sodo.
-Vuoi che smetta o che troviamo un posto più tranquillo?- le sussurrò all’orecchio. Amelìe afferrò la sua mano e lo condusse in fretta dentro ad un bagno.
-Colloportus!- ruggì quella e lo attirò a sé per ricominciare da dove si erano interrotti. Sirius non perse tempo e le sfilò il tubino dal capo lasciandola in biancheria, un grazioso completino di pizzo rosa. Un altro fremito al basso ventre gli suggerì di baciarla ancora altrimenti sarebbe andato subito al sodo lasciandola insoddisfatta. Dalle labbra scese con ferocia a baciarle la pelle del seno attraverso il pizzo. Ma Amelìe non aveva la stessa pazienza e sganciò il suo reggiseno gettandolo in un angolo del bagno. Sirius sorrise guardandola negli occhi, piacevolmente spaesati ma anche tanto furbi e cominciò a giocare con la lingua con i capezzoli della francesina. Quella quasi urlò di piacere mentre con le mani sbottonava la camicia di Sirius che cadde ai piedi del ragazzo. Succhiò quelle due piccole gemme rosee. Le mordicchiò e lecco, ancora e ancora.
-Basta… Prondimi!!- gli ordinò Amelìe afferrandolo per il mento e sollevandogli il capo fino a sfiorare quello della bionda. Sirius si lasciò sfuggire una risata divertita e lei gli levò quel ghigno con un altro bacio. Si staccarono per prendere ossigeno e poi lui si sbottonò e tolse i jeans. Sfilò gli Slip della ragazza e la sollevò, facendola sedere sul lavabo. Lei aprì le gambe e con una mano afferrò i capelli di Sirius avvicinandolo al suo corpo teso. Entrò dentro di lei con ferocia e con lo stesso impeto alternò colpi di reni a baci sul seno e sul collo della bionda. Ancora e ancora, tra le urla orgasmiche di Amelìe, spinse dentro di lei fino a venire. Con un ansimo finale si lasciò riposare la testa sulla spalla di lei che gli lasciò un bacio sulla guancia.
-Piaciuto il ballo?- le domandò girandosi a guardarla, spettinata e sudata. Amelìe sorrise ed annuì. –Torniamo alla festa! Altrimenti si chiederanno chi diavolo stanno a festeggiare!- aggiunse. Odiava restare molto tempo a parlare con la ragazza con cui aveva appena fatto sesso. Il sesso doveva restare sesso e se si iniziava a dialogare, a conoscersi, le ragazze potevano scambiarlo con qualcos’altro e lui, proprio quella sera, non ne aveva voglia. Amelìe annuì e si rivestì come già lui stava facendo.
-Sirius?- lo richiamò mentre aveva appena poggiato la mano sulla maniglia del bagno. –A domain, no?- chiese per assicurarsi che non fosse stato solo un incontro, ma un assaggio. Sirius le sorrise, le prese il capo tra le mani ed annuì.
-Certo angioletto!- la rassicurò ma uscì dal bagno senza aspettarla. La musica e la poca luce lo confusero per un attimo ma poi ritrovò i suoi due amici e i suoi due cugini. Hugo traballava più di prima e anche Octo sembrava troppo alticcio per stare in piedi correttamente.
-EHI! Ma dove diavolo sei stato?- chiese Freddy mentre sottobraccio teneva una Veela che gli baciava il collo con lascivia. Sirius ghignò e fece spallucce. Ma quell’atteggiamento e quell’espressione malandrina i suoi amici la conoscevano bene. Bart era il più sveglio di tutti, ma anche Sirius aveva solo bevuto un bicchiere. Sirius seguì lo sguardo dell’amico e non si stupì che si ritrovò a guardare Lawrence McMillan ballare con due amiche Tassorosso.
-Va da lei! Chiedile di ballare!- gli suggerì.
-Piantala Sirius! Non vado a farmi dare un due picche, o peggio uno schiaffo!- rispose mandando giù un sorso di burrobirra. Nel frattempo Octo vomitò sulle scarpe di Hugo che si arrabbiò un sacco.
-Bene credo che questi due possano considerare la festa terminata!!- suggerì Sirius sorreggendo Octo per un braccio, mentre Freddy faceva lo stesso con Hugo.
-Tresòr ci vediamo più tardi dove ti ho detto!- disse Freddy alla bella biondina che annuì traballando sul posto.
-Amico ti voglio bene!- biascicò Octo mentre veniva trasportato da Sirius. l’alito pungente di Whisky stordì il ragazzo.
-Anch’io amico, ma tieni quella fogna chiusa, è un arma chimica di massa!- rispose poggiandolo sul pavimento.
Sistemati Octo e Hugo sul pavimento del bagno, per far in modo che se avessero avuto bisogno, avrebbero potuto vomitare o nel water o nel lavabo, tornarono alla festa.
-Hai visto Flo?- domandò Sirius a Freddy prima che quello scomparisse con la Veela. Freddy scosse il capo e corse via, euforico. –Bart, hai visto Flo per caso?- provò con l’amico.
-Ti cercava… ma poi ti abbiamo visto con Amelìe ed è andata via!- rispose distratto. –Senti io vado amico, non ci riesco a stare qui a guardarla!- aggiunse esasperato. Finì il suo boccale di burrobirra tutto d’un sorso, lo poggiò con un tonfo sul bancone e si avviò verso l’uscita. Sirius guardò l’ora ed erano le tre di notte. La Stanza era meno piena ma comunque la gente si divertiva a ballare, chiacchierare e bere. Ancora qualcuno veniva a complimentarsi e a fare quattro chiacchierare con lui sul Torneo, mentre tra la folla cercava Flo. Ma di lei nessuna traccia.
-Rose!!- la cugina si voltò, interrompendo il suo strano balletto sbilenco con Lily ed un ragazzo Corvonero. Sirius lo fulminò con gli occhi e lui ritrasse la mano dal fianco di sua sorella Lily.
-Sirius, ti stai divertendo? La festa è un successone!!- lo accolse Rose con voce troppo acuta per non essere anche lei vittima dell’alcol. Lily invece sembrava abbastanza lucida e sorrise rassicurandolo silenziosamente che ci avrebbe pensato lei alla cugina.
-Hai visto Flo?- domandò alla cugina che si portò un dito alla bocca e poi sorrise.
-Si… poco fa ha detto che le faceva male la testa ed è tornata al dormitorio!- lo informò allegra e non smettendo di annuire.
-Bene! Io vado! Grazie per essere venuti… pensa Freddy a dare una sistemata! Ah bello… giù le mani da mia sorella o te le amputo!- così Sirius baciò la cugina e Lily sulla guancia ed uscì dalla Stanza. Il castello era al buio e silenzioso, nonostante la musica assordante della festa. Di sicuro Freddy ed Octo avevano usato molti Muffliato per arrivare ad un tale risultato. Mani in tasca e con capo ciondolante raggiunse il Ritratto della Signora Grassa. Quella ronfava beata perciò Sirius dovette svegliarla per dirle la parola d’ordine.
-Screanzato, ma hai visto che ore sono?!- ma lo lasciò passare. La Sala Comune era vuota. Certo, tutti i Grifondoro o erano alla festa o già a letto. Salì dove sapeva esserci la camera di Flo che oltre che con Rose condivideva con Gilda e Selene che aveva appena visto ballare con due Tassorosso dalle mani morte. Bussò piano alla porta e sentì un fruscio di coperte. Poi la porta si aprì piano ed un paio di occhioni marroni sbucarono dallo spiraglio.
-Ciao!- esclamò sorridente Sirius.
-Ciao… come mai qui? E la festa?- domandò senza aprire la porta per lasciarlo entrare ma quel tanto che bastava per mostrarsi, piccolina com’era, in pigiama blu.
-Tutti si stanno divertendo ed io ne ho avuto già abbastanza! Così sono venuto a cercarti…- rispose poggiando la testa allo stipite. –Posso entrare?- aggiunse con finta timidezza ed occhioni da cucciolo bastonato. Flo lo fissò per un istante in quei grandi occhi nocciola e poi aprì completamente la porta del dormitorio.
-Non ti divertivi? Non sei nemmeno venuta a salutarmi!- la rimproverò.
-Ero venuta… ma… eri già impegnato!- sottolineò quell’aggettivo con la voce. Sirius intuì cosa lei avesse visto, o meglio con chi lo avesse visto e sorrise imbarazzato, passandosi una mano sulla nuca.
-Dopo… sono venuto a cercarti!- farfugliò.
-Beh me ne ero già andata!- rispose secca sedendosi a gambe incrociate sul letto. Lui la raggiunse e la fissò confuso.
-Non ti è piaciuta la festa?- domandò curioso. Flo annuì e storse il naso.
-Sono stanca Sirius… vorrei dormire! Ieri sera abbiamo festeggiato la tua selezione, giusto?-
-Si, ma… sei una delle persone più importanti con cui avrei voluto ballare almeno un po’!- rispose ancora più confuso dall’atteggiamento freddo dell’amica.
-Certo, ma anche quella Veela, no?- domandò fulminandolo con gli occhi. Sirius aggrottò la fronte spaesato. –Lascia stare è che sarei stata poco e quel poco eri impegnato! Fa nulla…- la riccia subito travisò facendo un gesto con la mano come se stesse allontanando un moscerino fastidiosissimo. Sirius scosse il capo. Si sentiva tonto.
-Flo, qualcosa non va? Ti ho fatto arrabbiare in qualche modo? Sei ancora preoccupata per il Torneo? Perché non  ne parliamo…- lei lo guardò poi si morse il labbro e scosse il capo.
-No, ho solo sonno Sirius! Buona notte!- lo congedò. Lui strabuzzò gli occhi e restò in silenzio, ancora seduto sul letto. Poi, sentendosi educatamente cacciato, si alzò ed andò verso la porta. Si voltò a guardarla ma lei era ancora seduta e con il capo chino a fissare il tappeto rosso-oro della stanza.
-‘notte Pulce!!- farfugliò un po’ offeso e un po’ preoccupato. Lei non disse nulla e così lui uscì e riscese nella Sala Comune con un mucchio di pensieri tristi per la testa.
 
*

-Judi ma che faccia che hai! Cos’è successo stanotte? Non hai dormito bene?-
-No Calli, veniamo da una maledetta sbronza!- rispose Annie al posto dell’amica. Calli alzò un sopracciglio.
-Che state dicendo? Siete andate ad una festa senza di me?- domandò indispettita. Judi sorrise.
-No Calli… cioè tu non saresti venuta di sicuro… era in onore della selezione di Sirius Potter per il Torneo!- la informò Judi per poi ingollare il suo caffè sperando che riuscisse a farla riprendere.
-Ah…- fu la risposta della ragazza. “Ecco che impegno aveva quell’idiota borioso di Potter…” pensò stranamente risentita. Non solo perché le sue amiche le avevano “nascosto” la festa a cui sarebbero andate, ma perché lui non aveva minimamente pensato di invitare anche lei. Ma si sentì strana. “Perché diavolo doveva invitarti Calli? E perché diavolo volevi essere invitata?” si domandò perplessa. I suoi occhi blu però non poterono fare a meno di cercarlo al tavolo. Annoiato e con la testa sorretta dalla mano, Sirius mangiava le sue frittelle. Era arrabbiata? Era gelosa? Si domandava perché. Loro due si odiavano, e avevano litigato quella stessa sera. Allora perché avrebbe voluto urlargli che “doveva” invitare anche lei? Si accorse di essersi imbambolata a guardarlo quando la sua visuale fu ostruita da Pierre, appena seduto di fronte a lei.
-‘Giorno Calli!- la salutò sporgendosi per darle un bacio a cui lei rispose per riflesso, ancora pensierosa. –Ehi ragazze, che facce!- si rivolse alle sue amiche.
-Zitto Pierre… ho la testa che esplode!- rispose Judi.
-Come mai?- domandò quello distratto.
-Ieri c’era la festa in onore di Potter!- rispose per lei, Calli. Pierre alzò un sopracciglio ma continuò a fare colazione con aria indifferente.
-Perché siete amiche sue?- chiese ad un tratto, mangiucchiando un tortino alla mela. Calli fu interessata dalla discussione.
-Beh Annie è uscita con lui un paio di volte, e poteva portare un’amica!- Annie annuì massaggiandosi le tempie.
-Contente voi! Se avete così tanta voglia di adulare un pallone gonfiato!- commentò Pierre distogliendo lo sguardo dalle due. Calli fino ad un momento prima la pensava proprio come Pierre, ed ora perché le coceva dentro che non aveva potuto partecipare?
-Andiamo a lezione, Calli? Vitious ci mette in punizione se arriviamo in ritardo! Voi venite festaiole?- la destò un sarcastico Pierre. Calli annuì distrattamente e si alzò, seguita da Judi ed Annie ancora scosse dalla nottata.
Dopo due giorni, ebbero la seconda ronda insieme di quella settimana. Si malediceva del fatto che aveva pensato spesso a quella festa a cui non era stata invitata e inevitabilmente, quando se lo trovò all’appuntamento non riuscì a tenere a freno la lingua.
-Divertito Potter alla festa?- chiese ad un tratto, mentre perlustravano il corridoio del quarto piano. Sirius si voltò di scatto e spaventato.
-Hai fatto la spia?- le domandò allarmato. Calli aggrottò la fronte e si fermò di botto.
-No, Potter! Sta tranquillo!- brontolò. Lui sospirò portandosi una mano al cuore. –Era una festicciola per soli eletti?- si informò sforzandosi di non sembrare piccata.
-No è stato un megafestone!!- rispose tronfio. Calli si sentì ancora più arrabbiata.
-E in base a cosa erano selezionati gli invitati?- domandò mentre la sua voce si faceva sempre più squillante. Sirius alzò un sopracciglio incuriosito.
-Che c’è Rosier? Volevi partecipare?- domandò gongolante. Calli spalancò gli occhi.
-IO? Sei matto!? Che mi interezza venire a festeggiare il tuo stupido culo da campione?!- si difese sforzandosi di sembrare convincente. Però lui non abboccò e cominciò a ridere di lei.
-Che c’è? Pierre non ti lascia divertire abbastanza? Hai bisogno di ampliare i tuoi orizzonti?- la schernì riprendendo a camminare. Lei lo seguì indispettita.
-Tra me e Pierre le cose vanno alla grande se lo vuoi sapere! E ti ripeto che non volevo venire alla festa!- sentenziò. Si ritrovarono davanti al Ritratto della Signora Grassa proprio alla fine del turno.
-Dì la verità, Rosier: vuoi abbassare l’ascia di guerra?-
-Fottiti, Potter! Io e te non saremmo mai amici!- rispose secca. Sirius fece spallucce. Lei lo guardò di sottecchi.
-Pensavo solo che… visto che siamo compagni di ronda, e passiamo più tempo insieme, mi avresti invitato, tutto qui…- si morse la lingua, ma che aveva detto? Difatti lui sorride soddisfatto.
-Visto? Volevi venire!- rispose prendendo a girarle intorno. Calli sbuffò e si portò le mani ai fianchi.
-Sei un caso disperato, Potter! Vai a dormire che è meglio!!- alla fine disse esasperata. Sirius le prese una ciocca castana e se la attorcigliò sul dito. Lei lo fulminò con lo sguardo ma si sentì le gote avvampare dall’imbarazzo. Dall’intimità di quel gesto.
-Va bene Rosier, come vuoi tu! Andrò a letto e farò il bravo… così magari stuzzicò ancora un po’ la tua fantasia!- le sussurrò ad un centimetro della guancia che letteralmente prese fuoco. Il suo caldo respiro si posò leggero sulla pelle rosea di Calli che avvampò. Lasciò che dolcemente il crino castano si sfilasse dal suo dito e con un sorriso compiaciuto scomparve nella sua stanza, al di là del ritratto di frutta secca. Dopo qualche secondo Calli si accorse di essere rimasta a fissare come una stupida, il punto in cui lui era sparito.
-TI PIACEREBBE MANIACOO!- gli urlò dietro ma forse lui era già troppo lontano per sentirla. Si portò le mani fredde alla faccia, ancora rossa ed accaldata. “Ma che ti prende Calli? È Potter, il microcefalo Potter! È la sua tattica per far cascare le ragazze ai suoi piedi e tu lo odi e non cascherai ai suoi piedi!” ripeté nella testa. Scrollò le spalle, ondeggiando la chioma color cioccolato e scese di fretta verso i sotterranei. Una doccia fredda, in quel bagno meraviglioso, ecco che le ci voleva, per togliersi di dosso il profumo di agrumi di quel galletto arrogante. Si strofinò la spugna violentemente sulla pelle, come per pulire via dal corpo quella sensazione che Sirius le aveva causato. Nulla. Si adagiò sfinita sul letto.
“Calliope Jasmine Rosier, smettila! Sei fidanzata! Sei intelligente e sveglia! Non puoi avere una cotta per quell’arrogante di Potter! NON PUOI!” rimuginò disperata. Si abbracciò al cuscino ed arrossì ancora ripensando al suo respiro caldo sulla sua guancia. Avrebbe mai abbassato l’ascia di guerra?

Buon pomeriggio e buona vigilia di Natale! ;)
Terzo Capitolo come regalino Natalizio e per chi seguisse "la ragazza dagli occhi ambra" 18°capitolo ^^
Allora che ve ne pare? Il prossimo capitolo entriamo nel vivo del Torneo perciò non abbandonatemi se è questo che state aspettando!
Domande? Dubbi sui personaggi e i loro compartementi? Fatemi sapere con una bella recensione ^^ io dopo le feste faccio un piccolo salto e chissà magari ho il tempo di scrivere il quarto per bene! =) BUONE FESTE E BACI DA RORY!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

“Come diavolo fai a sapere sempre cosa dire per farmi star meglio?”

Sirius non era per niente un tipo paziente. Sin da bambino se desiderava una cosa, frignava o urlava, oppure metteva il broncio, fin quando, esasperati mamma Ginny e papà Harry non cedevano alle sue richieste. A Sirius non piaceva aspettare il turno, aspettare una risposta, un esito di un esame o che era pronto a tavola. Insomma a Sirius non piaceva aspettare. Mancavano tre giorni alla prima prova ormai e le mani non ne potevano più di essere torturate, i capelli sarebbero caduti a furia di scompigliarseli per il nervosismo e il labbro avrebbe cominciato a sanguinare se continuava a mordicchiarlo esasperatamente. Ma quello che più gli faceva male, non era tanto la paura della prima prova quanto che non poteva dare a vedere che se la stava facendo sotto. Come se non bastasse le lettere di sua madre stavano divenendo asfissianti. Ogni giorno ne inviava una nuova. Con nuovi consigli, raccomandazioni, incoraggiamenti o rimproveri. A seconda dello stato d’animo di Ginny. C’erano giorni in cui era orgogliosa che il calice lo avesse reputato abbastanza coraggioso ed intelligente, e giorni in cui avrebbe voluto picchiarlo per aver solo pensato di partecipare. Suo padre aveva solo espresso il suo parere in un “Ps.” Delle lettere di sua madre. Aveva solo scritto: Buona fortuna James, so che ci renderai fieri di te!

Magari per lui era una frase bellissima da dire. Magari per Harry Potter quello bastava ad infondere coraggio a suo figlio. Ma quelle poche lettere erano bastate a Sirius per sprofondare ancora di più nell’insicurezza che il solo esser figlio di Harry Potter, anch’egli vincitore del Torneo, causava. Che significava sono sicuro che ci renderai fieri? Che lui pensava che avrebbe vinto di sicuro? E se non avesse vinto? Sarebbero stati tutti delusi? Che sarebbe successo se avesse deluso tutti? Affondò ancora di più la testa nel cuscino e soffocò un urlo. Si sentiva in gabbia. Non poteva svignarsela per la fifa. Non poteva fare la figura del coniglio con i suoi amici che lo avrebbero preso in giro fino alla fine dei suoi giorni. Non poteva ritirare la sua candidatura altrimenti tutto il castello lo avrebbe preso in giro fino alla fine dei suoi giorni. Non poteva sfogarsi con sua madre altrimenti si sarebbe fiondata ad Hogwarts a portarlo via di lì, e poi tutto il Mondo Magico avrebbe riso di lui fino alla fine dei suoi giorni. Insomma un passo falso e di sicuro qualcuno avrebbe riso di lui fino alla fine dei suoi giorni. L’unica persona che sapeva ogni sua paura, ogni suo più piccolo segreto, che era a conoscenza di quanto in realtà insicuro e spaventato fosse James Sirius Potter, era scomparsa. Flo… non era proprio scomparsa, anzi la vedeva spesso a lezione, perché stessa casa e stesso anno. La incontrava a pranzo, ma lei era sempre in compagnia di Rose, Selene e Gilda e non lo degnava di uno sguardo. Non veniva più agli allenamenti di Quiddich e non lo veniva a trovare più nella sua camera o al Lago. Perché lei lo sapeva che poteva trovarlo lì. Lei lo sapeva che lui stava male perché bastava che lei lo guardasse negli occhi per capirlo. Ma non veniva. Possibile che non gli importava più nulla di lui, si chiedeva Sirius? Che le aveva fatto? Perché era arrabbiata con lui? Soffocò un altro urlo nel cuscino.

Toc toc.

Sospirò mentre si alzava per andare alla porta.
-Che cazzo ci fai ancora in pigiama Sirius? Fra venti minuti si scende in campo contro i Tassorosso e tu ti sei appena svegliato?- abbaiò Freddy spintonandolo dentro. –VESTITI!!- ringhiò il battitore della squadra. Sirius gemette di frustrazione. Si era completamente dimenticato della partita. Si chiese dove diavolo avesse avuto la testa? “Ah già… il Torneo… e Flo… che razza di migliore amica…” pensò mentre si infilava direttamente l’uniforme da cercatore. Non avrebbe di sicuro avuto tempo di cambiarsi negli spogliatoi. Freddy nel frattempo urlava di muovere il culo, allora uscì dal bagno ed insieme al cugino corsero per le scale, per i corridoi, per la Sala d’Ingresso ed infine per i giardini. Quando Sirius scorse le piccole bandierine dei colori delle case di Hogwarts le venne una fitta allo stomaco. Non aveva proprio voglia di giocare. Un altro sospirò e si ritrovò nello spogliatoio a staccare dal muro la sua scopa. Un coro tutto per lui ed un fragoroso applauso accolse i due ultimi membri della squadra.

-Ti uccido Potter!- sibilò a denti stretti Helena. Octo e Bart lo guardarono confusi mentre di malavoglia volava nella sua postazione. Hugo era già tra gli anelli e Freddy volò di fronte Helena con la sua mazza da battitore stretta tra le mani. Nora e Lucrezia, salde sulle loro scope, ripassavano tra loro lo schema su cui si erano allenati con Octo e Bart. Gli occhi di Sirius, mentre Madame Bum si portava al centro del campo, vagarono tra gli spettatori. Oltre gli studenti rosso-oro e giallo-nero, ce ne erano gruppi di altre case, Veele e alcuni ragazzi di Durmstrang venuti per svagarsi un po’. Dov’era Flo? Sarebbe almeno venuta ad assistere alla prima partita?

-SIRIUS!!- urlò Helena. Il ragazzo tornò a prestare attenzione al campo e la partita era già cominciata. In tempo per schivare un bolide, Sirius si lanciò di lato. Doveva concentrarsi, si ripeteva, doveva assolutamente concentrarsi. “Dove diavolo sei boccino? Dannato boccino!!! Almeno tu fatti vivo!!” si guardava intorno, schivava i bolidi e nel frattempo i suoi compagni di squadra stavano vincendo per 50 a 10 contro la squadra di Tassorosso. Giordan Hudson sfrecciò dall’altro lato in picchiata, mentre veniva segnato un altro punto da Bart che esultò roteando a testa in giù con la sua Firebolt 3000. Sirius capì cosa stesse facendo Giordan, il cercatore dei Tassorosso, e si lanciò al suo inseguimento. Un boato assordante si vibrò nell’aria e Sirius per un attimo si voltò a guardare. Perse campo, come se già non fosse abbastanza indietro di suo. Scosse il capo e cercò di accelerare ma Giordan era così lontano. Come diavolo aveva fatto? Lui nemmeno lo vedeva ancora il boccino. Cori, un mucchio di cori, ma non erano per lui. Giordan aveva afferrato il boccino e lui si sentì come se avesse appena ricevuto uno schiaffo in pieno viso. Avevano perso, e con la squadra più scarsa della scuola. Da secoli. Era tutta colpa sua.

-Sirius…- la voce dispiaciuta di Octo lo raggiunse alle spalle, mentre poggiava i piedi nel campo e scendeva dalla scopa. Pian piano tutti i compagni di squadra lo raggiunsero ed accerchiarono.
-Scusate! Scusate tutti!- mentre si dispiaceva con loro, in sottofondo le urla di gioia dell’altra squadra, lo facevano sprofondare ancora più sottoterra.
-Ma dove avevi la testa? Ma almeno l’hai cercato il boccino?- urlò Helena dandogli una spinta.
-Mi…mi dispiace! Sono confuso… fra poco c’è la prima prova del Torneo.. io…- balbettò imbarazzato mentre lo stadio, per fortuna, si andava svuotando. Si passava una mano sulla nuca e tenva lo sguardo basso.
-Dai Capitano! Può capitare… è solo la prima partita! Sirius è stressato e ci può stare una defagliancé- intervenne Freddy in sua difesa. Sirius abbozzò un sorriso in sua direzione.
-Ok!- disse secca ma poco convinta –ma non mi importa nulla del Torneo a me! Io voglio vincere la Coppa del Quiddich, intesi? Se il Torneo prende tutte le tue energie e alla prossima non prendi il boccino… sei fuori dalla squadra!!- chiarì diretta, tagliente e dolorosa, Helena. Girò i tacchi e lasciò la squadra di sasso. Sirius non aveva mai fallito da quando era cercatore. Erano stupefatti dalla reazione di Helena ma anche dal suo atteggiamento: era stato distratto e poi era realmente dispiaciuto. Nessuno poteva crederci ed un silenzio surreale si alzò nel campo.
-Forza andiamo a mangiare!! Lo spettacolo è finito gente!- venne in aiuto Octo esortando tutti con le mani ad uscire dal campo di Quiddich. Bart passò un braccio sulle spalle di Sirius e con comprensione lo scortò fino al castello, seguiti da Freddy e poi da Octo. Nella Sala Grande molti si voltarono a guardarlo quando, dopo la doccia, scese a cena. Se ne fregò, era bravo a farlo. Sapeva quanto volubile fosse una folla ammirante e beh, forse il vento stava cambiando. Ma lui era James Sirius Potter e sapeva sorridere, mascherarsi e gonfiare il petto. Così ci si poteva parare e schermire da ogni delusione o offesa. Lui era forte, anzi lui doveva essere forte.

-Ehi!- quella voce tenera, dannazione quanto gli era mancata. Si voltò, non appena si fu seduto al tavolo. I due grandi occhioni marroni di Flo brillavano. Questo significava che era contenta di vederlo e che era dispiaciuta.
-Eri alla partita?- domandò subito all’amica. Quella annuì e sorrise dispiaciuta. –Ho fatto proprio schifo, vero?- lei annuì ancora. Era sempre sincera, meglio per lui, si ripeteva sempre.
-Non importa! Sei spaventato, distratto e teso! Ci stava cucciolo! Al diavolo il Quiddich per una volta… fra tre giorni hai la prima prova!- lo confortò stringendogli la mano da sotto il tavolo. La sua piccola mano, morbida e color del cioccolato, lo rassicurò. Quel calore, quel tocco così sincero e tenero era quello di cui aveva bisogno. Lei gli sorrise attenendo una risposta.
-Come diavolo fai a sapere sempre cosa dire per farmi star meglio?- le chiese sorridendo di rimando. Flo liberò una risata cristallina e lo abbracciò.
-Perché sei il mio cucciolo e ti conosco benissimo!- rispose come se fosse la risposta più scontata ed intelligente del mondo. Sirius la strinse forte a sé. Merlino quanto le era mancata, si trovò a pensare. Finirono la loro cena più spensierati. Qualsiasi cosa era presa a Flo, le era passata, al momento. Octo e Bart si unirono alla chiacchierata e quel momento venne spezzato. Ma lei continuò a sorridere e questo bastò a Sirius per stare più tranquillo.
-Vieni nella mia stanza, stasera? Non ho ronda oggi…- la informò Sirius, afferrandola per un polso, mentre gli studenti lasciavano la Sala Grande. Flo abbassò lo sguardo verso la stretta e poi lo guardò pensierosa.
-Oh… no ho promesso a Judi di aiutarla con il tema di Pozioni!- rispose atona. Sirius storse il naso.
-Non può farselo da sola? È proprio una capra la tua amica!- rispose seccato e lasciando la presa. Flo fece spallucce e non lo guardò negli occhi, fissò piuttosto la punta delle sue scarpe.
-Vado… buona notte Sirius!- aggiunse girandosi e salendo di fretta le scale. Pam nel frattempo chiamava il suo aiuto per scortare i primini in Sala Comune ed evitare che qualcuno se la svignasse. Sospirò. Ultimamente lo faceva spesso. Si sentiva incompleto, sempre insoddisfatto. Controvoglia aiutò Pam a cui si elettrizzavano i capelli per lo stress. Come se scortare quei marmocchi fosse veramente qualcosa di difficile. Una volta finito, si ritirò nella sua stanza. Si levò il maglioncino come se fosse fatto di ortica, gettandolo contro il muro.

Paura, rabbia, ansia, insoddisfazione.

Ecco cosa lo faceva essere così distratto. Sbuffò, diede un calcio al baule vuoto e si gettò nel letto come una furia, rimbalzando e facendo lamentare le molle del letto. Pugni sul cuscino, ecco. Sin da piccolino dare pugni al cuscino lo faceva sfogare. Qualche piuma volò per la stanza, ma quel cuscino da Prefetto era indistruttibile, non trovò nemmeno soddisfazione nel picchiarlo.

Toc toc.

Si alzò dal letto come un canguro, ed aprì la cornice.
-FLO?- no quella non era Flo.
-Aspettavi qualcuno, Potter?- la sua voce era bassa, suadente e sempre quel pizzico maliziosa da far venire la pelle d’oca. Occhi blu come il profondo degli oceani e grandi. Aveva gli occhi grandi come se potessero inghiottirti o lasciarti affogare. Era pericolosa, bastarda e troppo sensuale per riuscire a mantenere un poco di lucidità in sua presenza.
-Io? No… pensavo che fosse… no, nulla! Entra Cassia!- Cassia Greengrass era perfetta. Irraggiungibile, stronza, intelligente e Caposcuola Serpeverde. Ma aveva un punto debole e quello era Sirius! Cassia era insoddisfatta solo quando si sentiva solo a letto, e allora cercava lui e riusciva a tornare se stessa. La assoluta e inavvicinabile Cassia Greengrass.
-Hai compagnia? Hai per caso un altro appuntamento?- domandò senza nascondere le briciole di gelosie, mentre girovagava per la stanza. Non lo guardava, perché se lo faceva avrebbe perso il controllo, immediatamente.
-No… sono solo!- rispose Sirius poggiando le spalle al muro ed osservando il profilo della ragazza, intenta a specchiarsi nella cornice appesa all’armadio. Si spostò tutti i capelli biondissimi di lato e sospirò. Inumidì le labbra passandogli la lingua lentamente, maledettamente lentamente. Poi con la coda dell’occhio sbirciò Sirius. Vestito solo dei jeans e scalzo, la stava osservando come si osserva un dolce caldo e profumato.
-Ero venuta a vedere come stavi… dopo la partita! Pensavo avessi bisogno di un po’ di…conforto!- Sirius ghignò. Usava sempre queste metafore lei. Così pudica nei modi e nelle parole quando era vestita e così disinibita una volta nuda ed eccitata. Si voltò del tutto e restò a fissarlo. –Ti va?- chiese con voce innocente. Il ragazzo sbuffò divertito ma restò a guardarla. Gli piaceva Cassia, gli piaceva come faceva la bambina durante i preliminari. Gli piaceva come gemeva sotto o sopra di lui. Gli piaceva quando si rivestiva e tornava il Prefetto leva punti per eccellenza. Ed ora il Caposcuola. E gli piaceva quando per i corridoi lei facesse finta di conoscerlo a malapena. Gli toglieva punti e poi la notte era nel suo letto. Solo quando voleva lei, ovviamente. A lui non era permesso cercarla, avvicinarla o addirittura guardarla. Ma poteva graffiarla e succhiare la sua pelle fino a lasciarle segni, quando erano da soli ed era lei ad averlo cercato. Sirius annuì. Cassia si portò le mani alle spalline dell’abitino e ne sfilò prima una e poi e l’altra con misurata lentezza, senza togliere gli occhi da quelli nocciola di lui. Quando ebbe le spalle nude, aprì le mani e lasciò cadere a terra l’abito, che si raggomitolò attorno ai suoi piedi intrappolate in un paio di ballerine nere. Era nuda. Totalmente e splendidamente nuda. Vestita solo della luce della candela, lasciata a bruciare sul comodino di Sirius. Lui scoccò la lingua sul palato e staccò le spalle dal muro. Passo dopo passo si ritrovò con le mani attorno al collo di Cassia che trattenne il respiro.

-Altrochè…- le sussurrò all’orecchio, stringendo la presa. Poi la getto nel letto con ferocia. Lei rise. Era così che le piaceva essere trattata. Aprì le gambe, si anche quello le piaceva. Sirius si inginocchiò a terra e poggiò le mani sulle cosce di lei, allargando ancora di più quelle lunghe gambe nivee. Soffiò sulla sua femminilità e lei gemette conscia di quello che stava per accadere. Le baciò prima l’interno coscia, lo leccò. Poi i baci scivolarono verso l’inguine e infine sul suo piacere più intimo. Lui leccò e succhio fino a farla urlare di piacere ed implorarlo di continuare. Le morse la coscia fino a farla sanguinare ad un tratto e poi entrò dentro di lei con un dito, poi due e infine tre. Fin quando il corpo di Sirius implorava di essere accontentato anche lui. La lasciò seduta ai piedi del letto con i piedi saldi a terra e leggermente spaesata. Si alzò in piedi per togliersi il jeans e i boxer. Ora erano entrambi nudi. La afferrò per i capelli fino a farla piagnucolare e la baciò assaporando la sua bocca. Lei gli morse la lingua e si liberò dal bacio. I baci non erano per Cassia, ma per le scolarette, diceva lei. Scese a mordicchiare la sua mascella lievemente ispida, lo zigomo, la mandibola, il collo. Era suo, ogni centimetro della pelle di Sirius era suo, almeno quella notte. Ma lui sentì il solito fremito al basso ventre, l’afferrò per le braccia e la gettò sul letto. Lei riaprì le gambe e si morse il labbro inferiore.

-Vieni qui! Ora!- gli ordinò con voce bassa e lasciva. Sirius ghignò e si adagiò sopra di lei. Divennero un’unica cosa e godettero di spinte, gemiti, graffi e baci. lei voleva di più, sempre di più. Allora Sirius resisteva, anche se solo guardarla lo mandava in estasi. Resisteva e spingeva. Quando lei raggiunse l’orgasmo allora lui si lasciò andare, facendole compagnia. Si accasciò sopra di lei ansante e sudato. Adorava il seno florido di Cassia premuto contro il suo petto. Lei lo abbracciò e gli posò un bacio sulla spalla madida. Gli leccò il sudore e si inumidì le labbra rosse. Lo scanso, lasciandolo adagiare accanto a lei. Si voltò e restò su un fianco a guardarlo, carezzandone i pettorali scolpiti ma robusti. Sirius non era magro, ma possente ed atletico.

-Va meglio? Meglio di prendere un boccino, no?- chiese sarcastica. Sirius sorrise e si specchiò nei suoi occhi blu. Non c’era amore, non c’era comprensione. Lei era bellissima ed intelligente, sagace e spiritosa quando voleva. Ma non significava niente per lui. E fuori da quelle lenzuola lui non era niente per lei. Se non il figlio dell’eroe, come l’aveva chiamato la prima volta che l’aveva punito. Quella stessa sera era andata da lui “per farsi perdonare” e avevano fatto sesso per la prima volta. Rude e sporco come sempre.

-Vai già via?- le chiese mentre si alzava dal letto e raccoglieva il suo vestito rosso da terra. Annuì. –Beh… alla prossima allora Caposcuola!- aggiunse incrociando le braccia sotto il capo per mettersi comodo ed osservare fino all’ultimo istante il suo seno florido e le sue cosce piene.
-Certo Potter!! Nel frattempo vedi di vincere la prima prova, altrimenti perdi di interesse!- e con quell’ultima frecciatina uscì dalla stanza, oltrepassando il ritratto di frutta secca.
*

Tutti non facevano che parlare della prima prova, che si sarebbe tenuta quel pomeriggio. I giornalisti della Gazzetta del Profeta, del Cavillo e del Gazzettino Magico erano giunti ad Hogwarts e avevano interrotto la lezione di Storia della Magia per “rapire” Sirius Potter e intervistarlo insieme agli altri campioni. Calli aveva roteato gli occhi al cielo, conscia che tutte quelle attenzioni non avrebbero fatto altro che far accresce il già smisurato ego di quel galletto, come lo chiamava lei. Ma tutti erano ansiosi, non tutti per quel bel culo di Potter, ma in generale per la prova. Che cosa avrebbero dovuto affrontare? Sarebbe stata pericolosa o una prova di intelligenza? Quale creatura avrebbero visto? Chi avrebbe dimostrato più coraggio e intelligenza? La bella Veela Francìne, il rozzo ma forzuto Igor o l’arrogante ed affascinante Sirius? A colazione, a lezione e a pranzo tutti, nessuno escluso, parlavano della prima prova, tanto che Calli si sentì agitata senza rendersene conto. Fu travolta dall’entusiasmo e dall’ansia generale. Cominciò a sentire il cuore palpitare mentre camminava verso il giardino. Un piede dopo l’altro, con sottofondo le urla isteriche delle sue compagne e i cori francesi, inglesi e russi, raggiunse l’entrata del campo da Quiddich. Scansò il solito gruppetto di scommettitori incalliti e qualche gradino dopo sbucarono negli spalti. Una volta voltatasi però restò pietrificata. Dov’era finito il capo da Quiddich? Il prato verde, gli anelli, le strisce bianche a delimitare i confini del campo, le coccarde e le bandiere dei colori delle quattro case, dov’erano? L’arena era diventata una prateria. L’erba era giallognola e secca. Alberi mai visti, dalle strane forme ed un caldo asfissiante completavano il panorama. Era una savana. Calli sbatté gli occhi concitatamente e poi li stropicciò con i pugni delle mani. Non poteva crederci e a giudicare dallo strano silenzio, fatta eccezione per qualche sussurrò, anche tutti gli altri studenti erano senza parole. Pensò a Sirius, immediatamente. Cosa avrebbe provato una volta che lo avrebbero spinto lì dentro? Cosa nascondeva quella sottospecie di riserva naturale africana? Sentì il cuore accelerare e il fiato farsi corto. Aveva paura, paura per Sirius. Perché?

-Calli, sei qui! Hai visto che roba?- la voce di Pierre la riportò alla realtà. Si voltò di scatto come se si fosse appena svegliata di soprassalto, dopo un incubo. Annuì confusa e poi portò di nuovo gli occhi blu al campo. Notò una tenda enorme e chiusa color prugna. Si potevano distinguere delle ombre muoversi lì dentro, segno che i campioni e i presidi dovevano già essere lì. Deglutì, ma perché diavolo era così nervosa, pensava mentre Pierre prendeva posto tra lei e Judi. Continuò a scorrere gli occhi e notò un’altra piccola tenda aperta nella quale si trovavano dei manici di scopa, pozioni e bacchette. Un timore crebbe dentro di lei. Quella sorta di cornucopia era dal lato opposto della tenda dei campioni, e se lì c’erano delle bacchette, di sicuro Sirius era disarmato quando avrebbe messo piede nella savana. Quindi Calli giunse alla conclusione che la prima mossa di un campione doveva essere quella di giungere alla cornucopia e armarsi di bacchetta, pozione giallognola e scopa. Di sicuro quelle bacchette erano di Francìne, Igor e Sirius. Ma ancora non capiva dove stava il pericolo. C’era, se lo sentiva, anzi era logico che ci fosse, altrimenti che prova sarebbe stata? Altrimenti a cosa servivano quelle armi nella cornucopia?
Ad un tratto, la piccola banda presente in tribune intonò un inno, proprio quello del Torneo Tremaghi, che annunciava l’imminente inizio della prova. Quando trombe e tamburi cessarono la loro melodia scoppiò un applauso dagli spalti. L’eccitazione e la trepidazione erano palpabili.

-Guardate quell’idiota di Gazza con il cannone!!- disse Judi indicando in alto, vicino alle tribune dei professori. In quell’istante fu raggiunto dal Professor Paciock che inciampò nei piedi di Gazza e non cadde per un pelo. Gli studenti che si erano goduti il siparietto scoppiarono a ridere. Il professore, arrossito, si portò la bacchetta alla gola e fece il suo annuncio.
-Buon pomeriggio studenti di Hogwarts, Durmstrang e Beauxbatons e benvenuti alla prima prova del Torneo Tremaghi!- fece una pausa per lasciar sfogare il boato di eccitazione e gli applausi. Calli restò immobile. Era pietrificata ma gli occhi cercavano il pericolo. “Dove diavolo è?” Ma il professor Paciock continuò. –Allo sparo del cannone inizierà la prima prova ed il primo campione sorteggiato è…- infilò la mano in una boccetta gentilmente sorretta dalla professoressa Bum, visibilmente agitata. Agitò i tre bigliettini con la mano e poi ne afferrò uno. Se lo portò agli occhi e ci fu una pausa.
-Ma si è addormentato?- domandò Annie allibita. Calò un innaturale silenzio nello stadio. E infine lo disse.
-James Sirius Potter!- il silenzio non cessò. L’irreale silenzio fu squarciato dallo sparo e poi la tenda dei campioni si aprì. Sirius uscì già sudato. I tratti del viso contratti dalla paura, le spalle rigide e tutti i muscoli del corpo tesi. Lo accolse un applauso assordante. Ma lui restò immobile come se non sentisse nulla, come se fosse dentro una bolla. Calli lo vide studiare l’ambiente. L’erba gialla e secca era altissima e gli alberi giganteschi.
“Dove diavolo è il pericolo?”
Sirius fece qualche passo, proprio in direzione della cornucopia. L’aveva notata e Calli si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.
“Dove diavolo è il pericolo?”
Ancora qualche passo e Sirius si trovò quasi al centro della savana. Un urlo di una ragazza lacerò l’aria.

-GUARDATE!!!- urlò un altro ragazzo non molto distante da Calli. Lei si voltò e seguì la traiettoria del suo dito. “CAZZO!” pensò e strinse fortissimo la mano di Pierre, anche lui a bocca aperta. Un gigantesco, minaccioso e grigio Erumpent marciava dalla gabbia, che nessuno aveva notato per via dell’erba alta, verso Sirius. Urla, Calli sentiva solo quelle, urla di terrore. Lei aveva la bocca asciutta e la lingua attorcigliata. Ma stringeva la mano di Pierre, forse gliela stava stritolando ma non le importava. Era terrorizzata. Sirius iniziò a correre più veloce e questo attirò l’attenzione dell’animale che scalciò a terra e ringhiò furioso. Calli cacciò un gemito e poi la bestia andò alla carica di Sirius. Il ragazzo allora deviò, allontanandosi dalla cornucopia, correndo a zigzag per confondere l’erumpent. La belva era comunque velocissima e Sirius fu costretto ad arrampicarsi su uno degli alberi. Arrivò in cima e l’albero fu scosso dal fiondarsi dell’animale.

Trunk!
Altri urletti mentre a fatica Sirius si reggeva ad un ramo oscillante.
Trunk, trunk, trunk.

L’Erumpent non cessava di scagliarsi contro il tronco, deciso com’era  a far cadere Sirius e calpestarlo o…mangiarlo. Calli non sapeva che diavolo facesse quel mostro. Appena si sistemò meglio sul ramo Sirius si guardò intorno. Nulla, Calli non vedeva nulla che lo potesse aiutare a venirne fuori.
-Che diavolo fa?- chiese Pierre non nascondendo una certa agitazione nella voce. Calli si voltò ed osservò le facce dei suoi compagni Serpeverde che riempivano gli spalti. Erano spaventati e trepidanti. Si voltò e capì perché Pierre aveva fatto quella domanda. Sirius si era tolto le scarpe, aveva allacciato tra loro i fili ed ora era in piedi sul ramo, a reggersi solo con una mano al tronco dell’albero. Poi Sirius mise quanta più forza nel braccio e lanciò lontanissimo, verso la tenda dei campioni, il paio di scarpe. Quelle fecero un tonfo contro una roccia e il rumore attirò l’attenzione dell’Erumpent. La belva corse verso l’origine del suono, convinto che fosse la sua preda o magari una nuova e con due balzi Sirius scese dall’albero e corse a perdifiato verso la cornucopia.

-ARRIVA!!- urlò ancora uno studente tra gli spalti. Sirius si voltò terrorizzato ma la sua mano aveva già afferrato la bacchetta.
-ACCIO POZIONE!- urlò per prima cosa. L’Erumpent era già alla carica, pochi metri e l’avrebbe centrato.
“Muoviti Sirius, muoviti!!” pensò Calli quasi in lacrime ed un groppo alla gola. Ma il ragazzo non fece in tempo ad afferrare anche la scopa che il corno della belva lo centro in pieno petto, probabilmente inclinandogli qualche costola o ammaccandogli lo sterno. E Sirius volò lontano dalla cornucopia di qualche metro, gemendo di dolore. Il pubblico si lasciò andare ad urla di spavento e qualche imbecille pure ad applausi verso l’Erumpent. L’animale scalciò la terra e sbuffò dal naso, segno che si stava riscaldando per un altro attacco. Sirius si sollevò da terra a fatica ed incrociò gli occhi della belva che nel frattempo era ripartito alla carica. Il ragazzo corse a nascondersi dietro un grande masso appena in tempo per sentire la frenata dell’Erumpent, lì dove prima stava in piedi lui. Poi fu tutto velocissimo: Sirius puntò la bacchetta contro un alberello qualche metro più in là e urlò “Bombarda”. Il fracasso attirò l’animale che corse nella direzione opposta alla cornucopia. Zoppicante e con una mano all’altezza dello sterno, Sirius corse a prendersi la scopa. Il ragazzo salì in sella alla sua scopa e poi fu il caos. Un boato, cori e urla di ammirazione si librarono in cielo, insieme alla sua scopa e al corpo del ragazzo Grifondoro. Volò in pacchiata verso un Erumpent confuso, e lasciò cadere sul corno dell’animale l’intera boccetta di pozione giallognola. La belva chiuse gli occhi gradualmente fino ad assopirsi rannicchiata a terra.

“Pozione Soporifera!!” pensò tra sé e sé Calli finalmente rilassata. Sirius scese a terra e raggiunse la bestia addormentata. Il solito sorriso malandrino che gli si stava dipingendo sul volto. Guardò la belva e poi il pubblico e infine sorrise a tutti facendo una piroetta su se stesso. Alzò i pugni al cielo, l’uno dentro l’altro, in segno di vittoria. Ancora applausi e cori. Dopo un veloce inchino, si chinò sulla zampa della belva e ne sciolse una piccola fune. Poi sollevò un cartoncino d’oro. Eccolo là, il lasciapassare per la seconda prova.

-Fortunato di merda!!- ringhiò a denti stretti Pierre sbuffando. Calli si accorse che stava sorridendo anche lei, proprio come Sirius. Proprio per Sirius. Si voltò frastornata verso Pierre e lo guardò torvo. Era geloso.
-E’ stato perfetto!-
-Si coraggiosissimo!-
-E bellissimo!-
Tutti commentavano estasiati la prova di Potter e Calli non riusciva ad essere cinica e spietata come sempre. Perché? Perché era così felice? Si sentiva più leggera, come se le avessero tolto un macigno dallo stomaco. Il nodo nella gola era stato sciolto e non la smetteva di sorridere. Nel frattempo, tra ovazioni e schiamazzi, Sirius fu scortato dalla professoressa Bum fuori dallo stadio.
Calli non ricordava un giorno come quello dopo la prima prova, ad Hogwarts. Era tutto così elettrizzante. Tutti erano euforici. Nessuno degli altri due campioni aveva fatto meglio del campione di Hogwarts. Sirius ci aveva messo meno tempo e non si era fatto prendere dal panico come era successo a Francìne. Erano tutti orgogliosi di lui. Ovviamente la maggior parte dei Serpeverde no. Ma chissà perché Calli non era tra loro quella volta.

-Allora, Potter, complimenti!!- lo accolse in Sala d’Ingresso alla prima ronda dopo il successone della prima prova. Sirius sorrise e si inchinò. Calli rise e scosse la testa. –Non montarti, per favore! Potrei pentirmi di aver fatto il tifo per te!- aggiunse in fretta ma non smettendo di sorridergli.
-Va bene! È che mi meraviglio di te… non ci odiavamo io e te?! Come siamo passati da “ammazzati” a “complimenti”?- domandò sornione. Le fece cenno di seguirlo, quella sera gli toccava il secondo piano. Fianco a fianco e bacchette alla mano per illuminare il corridoio buio camminarono mentre Calli si prese un minuto per pensare. Fece spallucce.
-Non lo so… sei strano Potter! Ma non farci l’abitudine!- lo avvisò. “Ma perché diavolo non smetto di sorridere?!” Calli si chiedeva se le fosse venuta una paralisi facciale. Sirius guardava davanti a sé e per fortuna sembrava non averci fatto caso.
-Se così stanno le cose, mi godrò la quiete prima della tempesta!!- rispose divertito. Calli rise ma risultò una risata così acuta che divenne rossa. Che diavolo le stava prendendo si chiese, terrorizzata?! Doveva star zitta, doveva concentrarsi sulla ronda. Era una tattica, Potter la stava raggirando, ne era certa. Si raddrizzò le spalle e ravvivò i capelli. Doveva trovare la sua compostezza e la sua rigidità. Con lei non doveva attaccare il sorriso brillante, sfavillante e tenero… no, no, no… non doveva attaccare quel sorriso arrogante e da galletto, anzi da pavone. Indurì la mascella e lo sguardo e si concentrò sul turno. Anche Sirius sembrava pensieroso. Restarono in silenzio ma in coppia. Nessuno dei due aveva accennato al fatto di dividersi per perlustrare il piano, ma Calli volle restare in silenzio. Riusciva a tenere il controllo delle sue facoltà mentali se restavano in silenzio. L’ora trascorse tra camminare per i corridoi ed entrare nelle aule e nei bagni per tre volte.

-Tutto bene?- si morse la lingua ma era curiosa.
-Uhm? Si… sono un po’ stanco! La celebrità è dura!- rispose sarcastico ma passandosi una mano tra i ricci corvini ribelli come a scacciare un pensiero fastidioso.
-Ci sei abituato tu! Qualcos’altro deve essere!- rispose. “Maledetta lingua! Ma che ti importa?!”
-Uhm, no… è che… va bè lascia perdere! Che ti frega a te dei miei problemi! A te piace che io abbia problemi, no?!- Calli si portò le mani ai fianchi e lo ammonì con lo sguardo.
-No! Se connetti il cervello al corpo sai essere…normale! E quando sei normale non godo dei tuoi problemi e non te ne creo!- Sirius sembrò sorpreso e allora si fermò per guardarla meglio negli occhi. Possibile che c’erano tutti quei pregiudizi fra loro due?
-Ok, allora… non riesco a capire il comportamento di una ragazza!- la buttò lì.
-Ah no… io non voglio mica sapere che cosa fai con le tue sciacquette però…- farfugliò divenendo paonazza. Sirius rise e scosse il capo.
-No, no… è un’amica! Si comporta in modo strano! È la mia migliore amica! A volte è gentile e riesce a capirmi come sempre… altre volte scompare nel nulla oppure è fredda!- sciorinò senza essersi reso conto di parlare dei suoi problemi con la Rosier. Lei lo ascoltò interdetta. Era stupita: allora Potter ha dei sentimenti, pensò. Altro pregiudizio.
-Hai provato a parlarle? Magari tu fai qualcosa che la infastidisce ma lei evita di fartelo notare!- rispose spassionatamente. Sirius si bloccò. Cosa stava facendo? Sentiva una mano invisibile che toglieva quella maschera di superbia ed arroganza, dal suo viso. Si sentì quasi nudo e la cosa lo spaventò. Non poteva mostrarsi debole e preoccupato. No, e non di certo con la Serpeverde lì davanti. Sirius scosse il capo e riprese a camminare. –Che ti prende?- domandò Calli raggiungendolo.
-Nulla… è che mi fa strano!- rispose senza smettere di camminare e non guardandola.
-Cosa? Parlarne con me? Non mordo mica… era un consiglio!-
-Si ma fa strano che sia tu a darmi consigli! Io e te non siamo amici… a malapena ci sopportiamo Rosier!- chiarì il ragazzo senza accorgersi di averla ferita. Ma lei si chiese perché si sentiva così…ferita. Fu silenzio. Solo il rumore di passi fino alla Sala d’Ingresso. Il turno era finito.
-Potremmo abbassare l’ascia di guerra… fare una prova!- suggerì imbarazzata. Con il capo chino Calli attese una risposta. Sirius la osservò titubante.
-Non è che poi spifferi tutto ai tuoi amici serpenti e divento lo zimbello della scuola! Non voglio essere dipinto come un sentimentale!- la ragguardi. Lei alzò gli occhi ed incontrò i suoi nocciola. Poi sorrise al ragazzo. Lui si aprì anche in un sorriso sincero e lei fu abbagliata. Sirius risplendeva di una luce propria. Era radioso, sempre. Non trovò cattiveria, malizia o perfidia in quegli occhi o nel suo sorriso. –Possiamo provare!- alla fine le disse porgendole la mano. Lei la afferrò, con troppa foga si accorse, tanto che arrossì ancora, fino alle punte dei capelli. Ringraziò che il Castello fosse quasi al buio totale.
-Allora ci si vede S…Sirius…- suonò strano detto da lei, per entrambi. –Buona notte!- aggiunse imbarazzata.
-‘notte Calliope!!- rispose sornione. Forse si era accorto di quanto lei fosse imbarazzata e tesa. Girò i tacchi come una furia e corse verso i sotterranei, maledicendosi per aver fatto la figura della ragazzina impacciata. Anche lui scomparve nel buio delle scalinate.
A letto, Calli fissò il soffitto della camera. Storse il naso. “Cavolo ho abbassato l’ascia di guerra!” Inutile. Non poteva ancora crederci.

E buon giorno!! ^^
Mi sembrava giusto pubblicare il nuovo capitolo di questa fic dopo che ieri ho aggiornato l'altra mia fic!!! Così spero di fare contenti tutti i miei lettori attraverso due regalini per l'anno nuovo!!! Che ne dite?? Inutile dire che ho messo il rating rosso perciò mi prendo le mie libertà ;) ... Poi ormai credo sia più che palese cosa la piccola Flo faccia... tiene lontano il suo "migliore amico" per UNA buona ragione e questa è......... beh lascio tutto alla vostra fantasia e congetture ma ripeto....è mooolto palese ^^ !!!
Calli invece vacilla... stare troppo a contatto con Sirius le sta facendo capire chi in realtà sia... Negli anni si sono sempre tenuti a debita distanza e si sono odiati, ma le ronde non faranno altro che avvicinarli! Beh non mi resta che augurarmi che il capitolo vi piaccia! Ci ho messo tutta me stessa nella prima prova!! =) fatemi sapere che ne pensate su!!! Fatemi voi un regalino per l'anno nuovo!! Vi mando un mondo di baci e AUGURI DI UN FELICE CAPODANNO!! A presto, rory!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5

“Non sarà lui a farmi soffrire!”
 
-Come è andata la ronda con quel pagliaccio?- le chiese Pierre mentre la stava accompagnando a lezione di Divinazione. Calli inarcò un sopracciglio perplessa. Poi si illuminò: stava parlando di Sirius.
-Oh, tutto sommato bene… civile convivenza!- rispose distrattamente. Subito si pentì di non essere stata sincera, di non aver detto al suo ragazzo che aveva abbassato l’ascia di guerra. Ma perché lo aveva fatto?
-Sai che se dovesse darti fastidio… fare il cascamorto, me lo devi dire immediatamente?-
-Oh certamente, mio cavaliere! Sei tenero quando fai il geloso! Lo sai?- Pierre sorrise e la attirò a sé passandole un braccio intorno alle spalle.
-Perché sei bellissima e dolcissima! E non ti deve toccare nessuno, nemmeno con un dito Calli!- rispose stampandole un bacio nella guancia rosea. Lei sorrise e lo strinse più forte. Si, aveva sbagliato sicuramente a non dire la verità a Pierre. Non si meritava bugie, ma oramai era troppo tardi. La frittata era fatta e se avesse aggiunto quel “piccolo” particolare adesso, Pierre avrebbe di sicuro pensato male. Probabilmente ci avrebbe visto qualcosa sotto. E non c’era nulla sotto. Semplicemente Calli di istinto aveva risposto una balla, non sapeva neanche lei perché.
-Tutto bene raggio di sole?- le chiese ad un tratto. Si accorse che erano davanti la porta dell’aula ma che lei era rimasta impalata a pensare. Le punte delle orecchie si fecero rosse e sorrise imbarazzata.
-Oh, si si… ho solo tanto sonno!!- cercò di tergiversare Calli. Pierre abbozzò una smorfia di preoccupazione ma la Cooman fece loro segno di entrare e Calli fu salvata dall’inizio della lezione.
 
*

-Ragazzi questo schema dovrebbe funzionare contro quelle serpi… ma Potter, ti voglio più concentrato, intesi?- Helena li stava tartassando, dopo la sconfitta, durante gli allenamenti e Sirius si tratteneva più volte da spingerla giù dalla scopa e farla cadere da cinquanta metri di altezza. Annuì per levarsela dai piedi e perché non aveva voglia di iniziare una discussione con lei, su quanto fosse in pensiero per la seconda prova. Fatta contenta, corse a togliersi la divisa da quiddich sudata.

-Vieni a berti una burrobirra in camera nostra?- gli domandò Octo, all’uscita degli spogliatoi.
-Oh si… mi ci vuole proprio!!!- sospirò allegro a quell’idea e si avviò con Octo e Bart verso il Castello, mentre il sole pian piano tramontava e scompariva tra le montagne boscose.
-La McGranitt poi ti ha detto quando sarà la prossima prova?- domandò Bart curioso. Sirius scosse la testa.
-Quella vecchiaccia dice che farà il suo annuncio in Sala Grande quando avranno preso la decisione!!- rispose sbuffando e portandosi le braccia incrociate sotto il petto.
-Paura, Sirius?- lo schernì Octo cercando di fargli lo sgambetto. Sirius si vendicò con una sberla dietro il collo, allora Octo gli diede un pugno sul braccio e cominciarono a darsela di santa ragione.
-Siete due idioti! Certe volte mi chiedo perché diavolo sto con voi!-
-Perché ci vuoi bene!- rispose Sirius rialzandosi da terra. Octo lo imitò e si scotolò l’erba dai jeans chiari. –E perché c…- ma Sirius si interruppe di parlare improvvisamentee. Bart notò la sua espressione basita e seguì la traiettoria del suo sguardo fino ad intercettare una ribelle chioma riccia poggiata ad un albero vicino al Lago Nero. D’istinto prese Sirius per un braccio. Quello si divincolò e a passo spedito raggiunse la sua meta.

*(Lene Marlin; Sitting down here) 
Sono seduta qui, ma hey tu non riesci a vedermi! 
...Le tue parole colpiscono piuttosto profondamente, non sono nient'altro che bugie! 
...Mi fai sempre piangere e sembra che tu voglia farmi del male… 
ma ho imparato a vendicarmi e giuro che un giorno te ne accorgerai.*


-Che succede qui?- Flo si voltò ed il sorriso che aveva stampato sul volto divenne una cura all’ingiù, spegnendosi pian piano.
-Sirius…- sussurrò preoccupata, specchiandosi nei suoi occhi nocciola minacciosi.
-Stavamo chiacchierando, Potter!- rispose Kevin Flitt interponendosi tra Flo e Sirius.
-Lo vedo… e che avete da dirvi voi due, serpe?- sibilò gonfiando il petto e avvicinandosi troppo al corpo di Kevin. Flo si guardava la punta dei piedi in silenzio.
-Potter gira al largo… non mi interessano le tue scenate da superstar!- rispose allargando il torace a sua volta.
-PIANTATELA!- urlò Flo poggiando una mano sul petto di Kevin e l’altra sul petto di Sirius, per allontanarli. Sirius afferrò la sua mano come per sottolineare la sua appartenenza. Flo si liberò dalla presa e lo fulminò con lo sguardo. Il ragazzo strabuzzò gli occhi e guardò Flitt che gongolava per la piega presa dalla situazione.
-Flo perché parli con lui? Nemmeno sapevo che fraternizzavi con le serpi! Che stavate facendo?- Sirius era un fiume in piena e ribolliva di rabbia mentre il fianco di Kevin sfiorava quello di Flo.
-Stavamo chiacchierando, come ha detto Kevin poco fa… da che pulpito viene la predica poi… tu non fraternizzi con loro? Io so che ci vai “molto d’accordo”!- rispose acida. Sirius la osservò incredulo. Era arrabbiata! Con lui? E se si, perché?  Non riusciva a darsi una risposta.
-State insieme o roba del genere?- chiese aggrottando la fronte.
-No!- rispose secca Flo mentre le gote le si imporporavano. Kevin osservò prima lei e poi lui, grattandosi la testa. Era confuso.
-Flo… ci vediamo domani ad Hogsmead, come stabilito! Ciao!- le stampò un bacio sulla guancia che mandò il sangue al cervello a Sirius. Lo trucidò con gli occhi e lo osservò mentre si allontanava.
-Ma sei matto? Che ti è preso?- ringhiò lei dandogli una spinta.
-A me? A te che è preso! Kevin Flitt, sul serio? Non sei riuscita a trovare di meglio? È un Serpeverde spocchioso, arrogante e vanitoso!-
-Mi ricorda qualcuno!- Sirius sentì come una doccia gelata sul viso. La afferrò per i polsi e la scosse lentamente.
-E’ questo che pensi di me? Sai che non sono come mi mostro agli altri… con te io sono diverso! Lui tratta le ragazze alla stessa maniera indipendentemente se abbiano un cervello o no!- sciorinò frustrato. Lei lo guardò negli occhi tra il dispiaciuto e l’arrabbiato.
-E’ stato gentile… mi ha fatto la corte per un po’! Adesso stavamo solo parlando e mi ha dato un appuntamento per domani! Non capisco perché non posso decidere da sola quale ragazzo frequentare!?- rispose liberandosi dalla sua presa. Lui la osservò ancora arrabbiato per la sparata di prima.
-Puoi… ma non lui!- farfugliò portandosi le mani ai fianchi.
-E chi?- domandò lei con un filo di voce.
-Non lo so… nessuno è in gamba quanto te! Non c’è ragazzo che ti meriti! E non capisco perché mi paragoni a lui!- protestò indignato. Flo sbuffò e si portò le mani ai fianchi anche lei fronteggiandolo con gli occhi. Nocciola contro nocciola, rabbia contro rabbia. –Non mi va che ti frequenti con quello…- alla fine spezzò il silenzio il ragazzo.
-Non ti riguarda con chi esco io… io non mi sono mai azzardata di dirti con chi dovevi uscire o non… o quel che diavolo ci fai con quelle ragazze!- lo avvisò lei puntandogli contro l’indice color cioccolato.
-Merlino da quando sei così testarda e non guardi la realtà? Ti farà soffrire!- Flo spalancò gli occhi. Restò ammutolita e poi lo oltrepassò.
-Non sarà lui a farmi soffrire!- fu la sua ultima parola e a grandi falcate tornò al Castello lasciandolo solo a fissare l’erba. Lì dove prima c’era quella che una volta pensava fosse la persona che più lo comprendeva. La persona che più lo conosceva e che lo rassicurava e consigliava. La persona che lui pensava di conoscere. Gli mancava Flo, o meglio quella che un tempo era Florinda Jordan, la sua migliore amica.
In Sala Grande, per cena, si sedette lontano da lei. La osservò chiacchierare fitto con Rose. Chissà se stavano parlando del loro litigio, si chiese Sirius.

-Piantala di fissarla! O penserà che sei geloso per davvero!-
-Non sono geloso, Bart! Lo sai! È che Flitt è un idiota e lei ci starà da cani… pensavo che accettasse i miei consigli!- mormorò indignato.
-Più che un consiglio le hai urlato un ordine!- si intromise Octo servendosi di risotto alla zucca. Sirius sbuffò e la piantò di osservarla. Cercò con gli occhi Kevin tra i Serpeverde seduti a tavola. Se gli sguardi potessero uccidere…
 
*

Toc, toc.
Uscì dal bagno in accappatoio e con l’umore a pezzi.
-Amelìe!- esclamò sorpreso. La ragazza era all’in piedi che aspettava di essere invitata ad entrare. Sfoggiava due bei occhi languidi.
-Bon soir Sirius! Posso…?- lui annuì e la lasciò passare. –Che jolìe la tua stonza!- commentò gironzolando tra le sue cose.
-Grazie… a che devo la tua visita?-
-Ehm… ponsavo que sarebbe carino se mi portassi ad Hogsmead domain… so que sci sarà una jità!- il ragazzo la osservò perplesso. Davvero non aveva capito che era stato solo il piacere di una volta? Eppure sembrava così sveglia. –Ehm… so que non sei tipo da primo appuntamonto mais io non resterò por sompre!- aggiunse in fretta. Sirius le si avvicinò e le carezzò la guancia. Amelìe schiacciò la guancia al palmo della mano di lui per trovarne calore. Poi sollevò gli occhi celesti ed incontrò il sorriso del ragazzo.
-Hai ragione! Ti porto a prendere una calda burrobirra angioletto!- rispose con voce suadente all’invito. –Passo a prenderti all’entrata della tua carrozza alle cinque, va bene?- Amelìe annuì entusiasta e posò la sua mano sul dorso di quella del ragazzo. Gli sorrise maliziosamente e poi scivolò con le mani verso il basso. Gli carezzò il collo ancora umido per via della doccia appena fatta, la pelle del torace scoperta dall’accappatoio e poi arrivò al cordone che glielo teneva addosso. Lo sciolse delicatamente e poi lo sfilò dalle spalle possenti e larghe di Sirius che aveva subito in silenzio. Quando l’accappatoio toccò terra, accompagnato da un fruscio, le afferrò i fianchi e se la portò a toccare con il suo pube. Il suo sesso era già teso e Amelìe lo senti premuto contro la sua gonna di lana nera.
-Non sei venuta solo per dirmi di prenderci una burrobirra ad Hogsmead vero?- le soffiò sulla bocca gonfia e avida del suo bacio. Amelìe scosse la testa e sorrise maliziosa. –Meglio così…- e la baciò, mentre la spogliava con foga e bramosia. Lei, senza porre fine a quel bacio di lingue e saliva, si allacciò con le gambe alla schiena di Sirius che la traportò fino al letto, adagiandosi sopra di lei lentamente. –Non sei proprio un angioletto allora…- le sussurrò all’orecchio mentre entrava dentro di lei.
-No… voglio brusciare all’inforno!!- Sirius sorrise per la risposta e per quell’accento tanto grazioso che storpiava ogni frase ed iniziò a ritmare il suo corpo dentro di lei che gemette sempre più forte e si aggrappò con le unghia alla pelle delle sue braccia, fino a graffiarlo. Quando venne dentro di lei, uscì e prese a baciarle la pelle candida del collo, delle spalle fino ai seni e li torturò baciando e succhiando i capezzoli fin quando anche lei cacciò un ultimo gridolino orgasmico e si rilassò. –Posso restare cette nuit?- domandò abbracciandolo, mentre lui si metteva comodo accanto a lei. Sirius sospirò e si voltò a guardarla.
-Amelìe ascolta… tu mi piaci, sei bellissima e fare sesso con te è stupendo ma non vorrei che tu ti affezionassi troppo e…- lei gli mise un dito sulla bocca e sorrise.
-Ho capito! Stai tranquillo tresòr mi basta questo!- si alzò e si rivestì di fretta. Sirius capì di averla un po’ ferita ma non la fermò. Non provava nulla per lei se non tanta attrazione fisica. Quando ebbe finito di sistemarsi si voltò a guardarlo, ancora nudo nel letto.
-Mi dispiace Amelìe!- lei sorrise ancora. Era bellissima, anzi perfetta, una Veela a tutti gli effetti e probabilmente se si fosse arrabbiata sarebbe diventato un brutto uccellaccio gracchiante.
-A domain Sirius! Alle scinque!- lo salutò ed uscì dalla camera, con fin troppa fretta. Sirius portò le mani al viso, nascondendolo. Perché si sentiva così sporco. Non è che gli dispiacesse per lei. Non la conosceva nemmeno. Si stava stancando? Era così che voleva continuare? Si sentiva così debole, così solo. Prese a pugni il cuscino dove prima il capo biondissimo di Amelìe era poggiato. Era arrabbiato, e nemmeno fare sesso con la Veela era servito a scaricare la tensione. Si alzò di scatto e si vestì come una furia. Uscì dal ritratto e oltrepassò quello della Signora Grassa, per fortuna ancora sveglia. Nella Sala Comune un gruppo di ragazzi del secondo anno era intenti a finire una partita di scacchi magici e lo salutarono estasiati al suo passaggio. Lui rispose con un grugnito e poi salì i gradini a due a due fino alla porta del dormitorio di Flo. Bussò talmente forte che probabilmente anche le camere vicine sentirono i colpi. Udì dei mormorii e poi la porta si aprì lentamente lasciando solo uno spiraglio visibile.
-Devo parlare con Flo…- disse perentorio a sua cugina Rose, che si era alzata per vedere chi fosse a quell’ora. Coi capelli castani arruffati e gli occhi confusi, annuì perplessa.

*...tu non riesci a vedermi come se fossi invisibile e non noti la mia presenza! 
Non sono proprio nascosta, nemmeno come un'ombra…
Avevo solamente pensato che sarei stata con te per un giorno.*


-Aspetta qui, le ragazze sono in pigiama!- sentì Selene e Gilda lamentarsi e poi alcuni alcuni passi. Flo sbucò da sotto il braccio di Rose, che rientrò senza prima aver lanciato uno sguardo di rimprovero, per chissà quale motivo, a Sirius che aggrottò la fronte confuso ma arrabbiato. La cugina chiuse la porta e lui e Flo si ritrovarono da soli a fronteggiarsi nel corridoio buio del dormitorio femminile. Lei indossava un pigiama aderente azzurro e teneva i capelli raccolti in una treccia laterale e spettinata. Le labbra porpora della ragazza erano serrate, segno che anche lei era arrabbiata ed i suoi occhi un po’ troppo svegli per quell’ora e per essersi appena alzata.
-Che ci fai qui Sirius?- gli domandò mantenendo il tono della voce basso e sforzandosi di restare calma. La prese per le spalle e la fece poggiare al muro. Flo strabuzzò gli occhi e lo guardò basita.
-Dimmi che ci sta succedendo Flo, per favore…- il suo tono era di supplica, -perché io non lo capisco! E sento che ti sto perdendo! Aiutami a capire!- lei ascoltò in silenzio e mordicchiandosi il labbro inferiore. Aprì la bocca un paio di volte ma alla fine non riuscì a dire nulla. Sirius lasciò la presa e si passò una mano fra i capelli corvini, scompigliandoli ancora di più.
-Io… io non voglio perderti!- alla fine disse Flo prendendogli una mano e intrecciandola alla sua. –Ti prego non complicare le cose… lascia che mi veda con quel ragazzo! Ok?- aggiunse stringendola ancora più forte. Lui sbuffò.
-Ok… ma io gli spacco la faccia se ti fa star male in qualche modo!- rispose tirato. Lei abbozzò un sorriso e poi Sirius la attirò a sé, stringendola tra le sue forti e possenti braccia. Le baciò i ricci del capo e ne inspirò il profumo di fragola, che tanto lo faceva rilassare. –Buona notte pulce!!- le sussurrò quando la sciolse dal suo abbraccio.
-Sogni d’oro cucciolo!- rispose con un filo di voce lei e rientrò nella sua camera.
 
*

Tin, tin, tin.
-Scusate! Posso avere la vostra attenzione?- la McGranitt interruppe il pranzo ed attirò gli sguardi dei presenti. –Bene… approfitto del momento di silenzio per fare i miei complimenti ai tre campioni per la loro prestazione più o meno eccellente della scorsa settimana!- si levò un applauso fragoroso. –Si, si complimenti veramente! Ma ora passiamo all’annuncio: prima del consueto ballo che si tiene in occasione del Torneo Tremaghi, si svolgerà la seconda prova!- un brusio generale avvolse la Sala.
-E il ballo di Natale?- domandò Rose ad alta voce.
-Ovviamente quest’anno faremo coincidere le due ricorrenze e faremo un unico ballo, la vigilia di Natale… dopo la quale inizieranno le vacanze!- precisò la Preside. –Quindi la seconda prova si terrà il quindici dicembre e successivamente il Comitato Scolastico di Eventi Sociali e Mondani, procederà con l’organizzazione del ballo del ceppo! È tutto!- terminò risedendosi elegantemente al tavolo dei professori. Gli studenti cominciarono a parlare fitto fra di loro mentre si alzavano per recarsi ad Hogsmead. Sirius restò a fissare il budino alla mela verde, specchiandosi. Tra dieci giorni ci sarebbe stata la seconda prova e la Preside aveva dato l’annuncio come se avesse annunciato le previsioni del tempo. Cercò con lo sguardo la faccia di Francìne e di Igor. La prima era pallida, sudaticcia e stava strappando in piccoli pezzettini un fazzoletto di carte. Igor era teso come una corda di violino sulla sua panca condivisa con i Corvonero. Ritornò a fissare il verde del budino e deglutì a vuoto.

-Ehi amico, che brutta cera che hai!!- la voce di Octo lo portò alla realtà.
-Ehm? Ah si… andiamo ad Hogsmead?- tergiversò alzandosi come se qualcuno gli avesse ficcato un ago nella chiappa. Octo intuì che il suo amico non voleva parlare di ciò che lo turbava e lo seguì in silenzio. –Dov’è Bart?- chiese mentre uscivano dall’enorme portone del Castello.
-Al solito… appuntamento segreto con una nuova rossa!- rispose con indolenza Octo. Sirius scosse il capo rassegnato. –Prima o poi gli passerà e porterà una ragazza alla luce del sole!- aggiunse subito Octo sapendo che Sirius stava già per elencare i motivi per cui dovevano fare una predica al loro amico. 
-Aspetta…appuntamento…?! Oh cavolo che ore sono?-
-Le cinque e dieci… che succede? DOVE CORRI?-
-HO UN APPUNTAMENTO CON UNA VEELAAA!- rispose a suon di urla. Octo maledì i suoi due amici per averlo lasciato solo. Almeno se fosse stato avvisato prima si sarebbe organizzato di conseguenza con Freddy e qualche fanciulla.
-Pardon trésor!!- si annunciò Sirius appena vide Amelìe passeggiare sola all’entrata del Castello. Ansante per la corsa, si piegò in due per riprendere fiato.
-Ti eri scordato di moi?- domandò piccata, vedendolo arrivare dai giardini e non dal Salone d’Ingresso. Sirius fece spallucce ed abbozzò un sorriso rammaricato. Il nasino all’insù di Amelìe era arricciato pericolosamente e le sue sopracciglia bionde troppo arcuate.
-Permettimi di farmi perdonare! Ti porto in un locale bellissimo e ti offro un dolce squisito, ti va?- provò a scioglierla. Amelìe ci penso un attimo, ancora con il broncio. Poi annuì. Lui la prese sotto braccio e fecero una passeggiata fino al villaggio parlando dei loro interessi. Sirius odiava uscire con le ragazze, lo faceva solo per guadagnare la loro fiducia e portarsele a letto. Ma con Amelìe non ce ne era bisogno. Aveva già sperimentato le sue doti a letto. Forse aveva ceduto perché non era così immune al fascino della Veela come credeva, oppure avere la testa come un pallone a causa del litigo con Flo, lo aveva rammollito. Avrebbe voluto ficcarsi la testa sottoterra pur di non ascoltare le frivolezze e le sciocchezze della ragazza su quale sua amica fosse più falsa e quale più puttanella. Sorrise ed annuì, commentando ogni tanto con un “si?” oppure un “uhm, davvero!?” e finalmente arrivarono da Madama Piediburro. Le aprì la porta con innata galanteria e si accomodarono ad un tavolino all’angolo. Sirius benedì mentalmente Madama quando portò loro la fetta di torta al cioccolato e miele, che tappò per qualche minuto la bocca della ragazza. Sorseggiò il suo idromele pregando che quella tortura finisse presto.

-Vado ad inscipriarmi il naso, va bien??- Sirius annuì allegro e quando fu andata via, sbuffò sonoramente ed osservò la locanda. L’odore rivoltante di vaniglia faceva venire il voltastomaco. Dovevano essere quelle candeline al tavolo o le lanterne svolazzanti. Poi vide una chioma corvina e balzò sulla sedia. Pierre Nott e Calliope Rosier ridacchiando e abbracciatissimi, stavano facendo il loro ingresso.
-Vieni raggio di sole, sediamoci lì in fondo!- Calli annuì all’invito del ragazzo e si voltò verso il tavolo. Anche lei ebbe un sussulto quando posò gli occhi blu sulla chioma corvina terribilmente e perennemente scompigliata di James Sirius Potter.
-Buon pomeriggio!!- esordì Sirius con un sorriso a trentadue denti e salutando con la mano i nuovi arrivati. Pierre aggrottò la fronte stupito. Da quando in qua Potter li salutava, si chiese. Calli boccheggiò impalata all’entrata della locanda mentre Pierre rimbalzava con gli occhi da lui a lei. –Calliope stai bloccando il passaggio…- aggiunse Sirius divertito. Lei si scosse e guardò prima Pierre e poi sorrise imbarazzata.
-Da quando in qua ti chiama per nome?- ringhiò il biondo.
-Non lo so… Potter che ti prende?- Sirius strabuzzò gli occhi ma non gli ci volle molto per capire che cosa stava accadendo: Calliope Rosier non aveva detto al suo perfetto fidanzato, Pierre Nott, che aveva abbassato l’ascia di guerra. Quello che ora Sirius voleva sapere al più presto era il perché! Ridacchiò mentre si stiracchiava come per prepararsi ad uno scontro corpo a corpo.
-Nulla Rosier… solo che il tuo nome è così bello! Volevo pronunciarlo almeno una volta nella vita! Non ti dispiace vero Nott?- ironizzò. Le tempie di Pierre pulsarono pericolosamente dal nervosismo, mentre Calli poggiava una mano sulla sua spalla per rassicurarlo. Sirius notò il tocco leggero e rassicurante e cominciò a capire.
-C’è qualcosa che devi dirmi Calli? Ti disturba per caso durante le ronde? È successo qualcosa fra voi due?- sciorinò nervosissimo.
-Tesori!- cinguettò Madama tornando dalle cucine, -Volete accomodarvi??- domandò spingendoli lontano dall’entrata e verso l’unico tavolo libero.
-Pierre ti prego… non è il caso di fare una sceneggiata qui!- sussurrò la ragazza, imbarazzata.
-Rispondimi Calli!- ringhiò esasperato.
-NO! È pazzo, lo sai! Ignoralo Pierre, ti prego…- lo supplicò, sedendosi e dando le spalle a Sirius che osservava interessatissimo l’evolversi della situazione. Un forte odore di muschio lo investì. Si voltò e Amelìe si era appena seduta al tavolo e gli lanciò un gran sorriso. Sirius posò due galeoni ed uno zellino al centro del tavolo e si alzò. Porse con smisurata galanteria la mano ad Amelìe per esortarla ad alzarsi e poi la prese a braccetto.
-Beh… buon pomeriggio piccioncini! Nott, Rosier!- li salutò senza voltarsi. Calli restò con lo sguardo fisso sul tavolo e Pierre fulminò con gli occhi azzurri il Grifondoro. Se gli sguardi potessero uccidere, ancora.
-Que maleducati… nemmeno hanno risposto al saluto!- commentò ignara Amelìe mentre attraversavano le stradine del villaggio verso il Castello. Qualche ragazza si voltò a guardarli. Occhiate truci e di invidia fecero un immenso piacere ad Amelìe che si strinse ancora di più al braccio di Sirius. Il ragazzo nel frattempo che quella chiacchierava si guardò intorno. Flo doveva essere lì da qualche parte. Se l’avesse vista serena con Kevin Flitt, sarebbe stato più tranquillo. Se lo avesse beccato invece a darle fastidio, sarebbe piombato ancora una volta fra loro, per spaccare la faccia a Kevin, immediatamente. Quei due occhi nocciola saettavano da un angolo all’altro di Hogsmead e al di là di ogni vetrina e finestra dei locali del villaggio. Riconobbe la risata cristallina e tenera di Flo, che le faceva comparire due fossette sulle guance. Sirius le adorava. Si voltò di scatto tanto che Amelìe rischiò di perdere l’equilibrio. Seduti su una panca vicino ai tre manici di scopa, chiacchieravano. Kevin di sciuro le stava raccontando una barzelletta o un aneddoto divertente perché Flo rideva a crepapelle ed agitava i ricci ribelli su cui aveva fissato un fiocchettino rosso, per l’occasione. Sirius storse il naso. Non poteva spaccare la faccia a Kevin, e la cosa lo infastidiva alquanto ma li osservò un secondo ancora, mentre loro non si erano accorti di lui, e poi terminò la sua passeggiata.
-E’ stato un piacere Amelìe!- disse liberandosi dalla sua presa, una volta arrivati alla Carrozza di Beauxbatons. Lei prese il capo di Sirius fra le mani e lo avvicinò al suo.
-Anche per moi!- soffiò sulle sue labbra, liberando un dolce profumo di cioccolato e vaniglia. Lui sorrise e le posò un bacio sulle labbra rosse. Leggero e veloce, quasi timido. –Sci vediamo trèsor!- lo salutò con la manina nivea ed entrò nella carrozza. 
 
*

Calli sospirò mentre attendeva impaziente l’arrivo di Sirius. Era in mostruoso ritardo quella sera. La ronda avrebbe dovuto già essere iniziata da venti minuti e di lui nessuna traccia.

-La prossima volta le burrobirre le porti tu stronzo!- sentì dire ad una voce familiare. La testa rossa di Freddy comparve accanto a quella di Bart Mclaggen, Octo Thomas e ovviamente a quella perennemente scompigliata di Sirius.
-Quanto sei taccagno Weasley!- rispose Octo barcollando appena. Bart corse a sorreggerlo ma sghignazzava troppo per essere totalmente sobrio. Sirius rideva alle spalle degli amici ciondolando. Mentre, da chissà quale aula, camminavano verso la gradinata che conduceva ai piani superiori e poi alla Torre Grifondoro, si accorse di lei.
-CAZZO!- esclamò avvistandola impalata nel Salone d’Ingresso con le mani sui fianchi, un sopracciglio alzato e un piede tamburellante. I tre amici si accorsero della Serpeverde e sbiancarono.
-Ma bene… almeno quaranta punti in meno a Grifondoro per questo bel quadretto di ubriachi e trasgressori del coprifuoco!- disse Calli inviperita. Sirius spinse via i suoi amici, invitandoli a darsela a gambe.
-Correte finché siete in tempo!- gli intimò mentre quelli se la ridevano. Poi si voltò con occhi colpevoli verso la ragazza e la raggiunse mestamente, con le mani in tasca e il capo rannicchiato tra le spalle.
-Dire mi dispiace, potrebbe servire?!- ed abbozzò un sorriso. Calli lo osservò e poi sbuffò oltrepassandolo.
-Muovi il culo, Potter!- abbaiò salendo le scale! –Quarto piano, oggi!- aggiunse. Sirius la raggiunse a grandi falcate e la affiancò. Bacchette alle mani, bisbigliarono “Lumos” per non svegliare i quadri e cominciarono la ronda. Stettero in silenzio per un po’.

-Sei arrabbiata?- biascicò cercando di tenere l’equilibrio saldo nonostante le sei burrobirre. Lei scosse il capo in segno di diniego ma continuò a guardare davanti a sé.
-Perché non arrivi al punto… forza! Se devi sfottere, sfotti! Non ho detto nulla a Pierre dell’accordo! Vai… dì pure!- ad un tratto sciorinò fermandosi e guardandolo. Sirius spalancò gli occhi e non rispose.
-Veramente io non volevo dire proprio nulla…- rispose sbadigliando.
-Davvero? Non mi chiedi nemmeno perché non l’ho detto a Pierre?- domandò scioccata. Sirius fece spallucce e prese a camminare. Lei lo raggiunse perplessa. –Perché? Cioè dovresti crogiolarti come al solito mentre… ma davvero?- blaterò.
-Mi gira la testa!- commentò Sirius senza ascoltarla. Calli aprì la bocca ma la richiuse. –Vieni con me?- le domandò come se si fosse dimenticato dov’erano, chi era lei e cosa stavano facendo. Lei inarcò le sopracciglia.
-Dove? E la ronda? Dove stai andando?- sussurrò a denti stretti mentre lo riconcorreva. Lui non rispose ma Calli continuò a seguirlo. Sirius la portò al quinto piano, svoltando verso l’aula di Aritmanzia. Poi si fermò davanti una statua di un cavaliere dalle lunghe orecchie a punta. Il ragazzo si alzò in punta di piedi e afferrò le punte delle orecchie tirandole in su. La statua brontolò qualcosa e poi si spostò verso destra, mostrando così un tunnel.

*(Rihanna; Stay)
Non sono proprio sicura del modo in cui mi sento a riguardo…
C’è qualcosa nel modo in cui ti muovi,che mi fa sentire come se non potessi vivere senza di te.
Mi prende completamente e voglio che rimani qui.*


-Seguimi…-
-Ma che diavolo…?- Calli afferrò il braccio di Sirius stritolandolo e si fece condurre per il tunnel, sino a sbucare in un terrazzino del Castello. L’aria fredda di Dicembre e l’odore di pino la investì. Si avvolse di più nel suo mantello per proteggersi dal freddo. Sirius si distese a terra, incrociando le gambe e le braccia sotto il capo. Chiuse gli occhi e sospirò. Calli lo guardò perplessa e poi gli diede un calcetto sulla coscia. Quello mugugnò infastidito e la ignorò. La ragazza sbuffò e si sedette accanto a lui. Sirius aprì gli occhi.
-Va già meglio… Merlino come girava tutto… rischiavo di vomitarti su quelle belle scarpette firmate!- la informò osservando le stelle. Calli ridacchiò ma si ricompose subito. Fissò il ragazzo su cui occhi si rifletteva la luce delle stelle. –Unisciti a me!- le disse facendola sussultare. Calli inarcò un sopracciglio castano ma poi si convinse e si distese accanto al corpo del ragazzo. Portò le mani sul grembo e distese le gambe, a sfiorare quelle di Sirius. Mirò le stelle. Erano a milioni e brillavano illuminando i loro visi, come diamanti su una trapunta di velluto blu. Era uno spettacolo da sogno, era magico. Si voltò a fissare il profilo di Sirius. Anche lui ammirava il cielo sopra Hogwarts, in silenzio. Non lo aveva mai visto così serio e silenzioso. Le seccava ammetterlo, ma in penombra ed illuminato solo dalla luce stellare ed argentea della notte, era ancora più bello. Senza quell’espressione furbetta e saccente, era…perfetto.
-Credo che se gliel’avessi detto sarebbe stato geloso! Si sarebbe opposto! Non so perché credo una cosa del genere… ma se io avessi ragione…mi impedirebbe di parlarti, di esserti amica!-
-Uhm… sai Calliope non credevo fosse così impossibile essere amici… cioè dopo la guerra, dopo i processi e dopo tutto questo tempo possibile che una Serpeverde ed un Grifondoro non possano essere amici?-  Calli sospirò.
-Ci sono rancori e pregiudizi che sono troppo radicati! Pierre è un bravo ragazzo ed è anche tanto dolce! Ma minerebbe troppo il suo orgoglio maschile se sapesse che… cosa siamo Sirius? Amici?-
-Credo di si…- si voltò a guardarla, quasi i loro nasi si sfiorarono e le gote di Calli si arrosarono. Poi le sorrise e lei non poté fare a meno di fare lo stesso. Poteva specchiarsi nelle iridi nocciola del ragazzo tanto erano vicini.
-Non farmene pentire, Potter!- lo minacciò sghignazzando. Sirius annuì e sbadigliò. Si accucciò nella spalla di Calli e chiuse gli occhi. Il corpo di Calli fu percorso da una scossa. Un gesto così intimo non se lo era aspettato.
-Sai ho seguito il tuo consiglio… ho parlato con la mia amica! Credo che le cose possano andare meglio d’ora in poi!- la informò con voce impastata dalla sbronza e dal sonno. Così lei fu riportata alla realtà dalle sue parole.
-Sono contenta! Anche Pierre alla fine si è tranquillizzato e penso che prima o poi glielo dirò! Quando sarà il momento!- Sirius annuì. –Dovremmo rientrare! Sto congelando… e la ronda è appena finita!- disse Calli non riuscendo ad impedire di lasciare una carezza tra i crini corvini di Sirius. Lui sospirò.
-E’ così calmo qui… adoro questo posto! Sai… non ci ho mai portato nessuno! Lo custodivo gelosamente! Prometti di tenerlo segreto?- Calli strabuzzò gli occhi ed arrossì. Davvero aveva condiviso con lei qualcosa di così bello e che non aveva nemmeno accennato ai suoi amici? Lui aprì gli occhi e lei si affrettò ad annuire. Sirius le sorrise e poi si alzò aiutando anche lei. La scortò ancora nel buio del tunnel e poi nella Sala d’ingresso. Calli era ancora interdetta dalla sua ultima rivelazione e di suoi gesti così genuini mentre lui era troppo preso dall’emicrania per intrattenere altre conversazioni.
-Va a letto… non ti reggi in piedi!- alla fine gli disse ai piedi della scala per i sotterranei. Lui ridacchiò ed annuì. –‘Notte, Sirius!- si alzò in punta di piedi e lo baciò sulla guancia lievemente ispida.
-‘Notte Calliope, Rosier o come diavolo il tuo fidanzato vuole che ti chiami…- alla fine la prese in giro comunque per l’accaduto e se ne andò.

Buon pomeriggio!!
Non faccio disparità perciò se ho aggiornato la fic de “la ragazza dagli occhi ambra”, era giusto, anzi d’obbligo aggiornare con un nuovo capitolo anche Orgoglio&Pregiudizio! Che ve ne sembra?? Intanto non mi avete fatto sapere nulla sulla prima prova! Vi è piaciuta?? Consigli sulla seconda?? Ho già qualcosina in mente ma tutto da delineare meglio!! Che ve ne sembra dei personaggi??? Avete già il vostro preferito?? DAI SUUU SONO CURIOSA DI AVERE E SAPERE I VOSTRI PARERI!! ^^
Comunque vi annuncio che presto avranno spazio anche Bart e Lawrence…mentre solo più in là con la storia ne sapremo di più su Lily Potter e ci sarà una new entry ;) Non vi svelo nulla perché DEVE essere una sorpresa! Non so con quale frequenza aggiornerò perché sto studiando per gli esami di febbraio! Perciò baci e a presto, rory!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6


“…se io vinco la scommessa, tu tirerai fuori le palle e chiederai a Lawrence di venire al ballo del ceppo con te!”
 
Caro Sirius, caro Sirius e caro Sirius. Non faceva che leggere questo. Sua mamma lo stava letteralmente ossessionando. Aveva accartocciato tutte le lettere e le aveva gettate nel camino. Per lo più tutte dicevano la stessa cosa. Ora però si malediceva perché si stava ustionando i polpastrelli delle dita nel cercare di recuperarne dei frammenti abbrustoliti.

-Dove sei, dove sei, dove sei?- ripeteva appuntandosi di suicidarsi se non avesse trovato quello che aveva letto. Rose gli aveva appena detto di aver visto i tre Presidi di Hogwarts esaminare le acque del Lago Nero, ostentando fin troppa spensieratezza. La cosa era puzzata alla cugina ed era corsa, o meglio rotolata tra una caduta e l’altra, fino alla stanza di suo cugino Sirius per avvisarlo. Acqua: come stare sott’acqua? Suo padre Harry glielo aveva raccontato un trilione di volte il metodo che aveva usato lui, ma proprio non riusciva a ricordarlo. Sua madre Ginny invece lo aveva detto un paio di volte nelle sue lettere che in caso di prova subacquea c’erano vari metodi che poteva utilizzare. Ma ora quelle lettere erano un mucchietto di cenere e qualche frammento di carta abbrustolito. Non poteva di certo mandare un gufo e chiedere a casa, altrimenti gli avrebbero chiesto che fine aveva fatto fare a tutte le lettere che gli avevano inviato. Li avrebbe delusi e lui avrebbe avuto altre gatte da pelare. “Stupido! Stupido! Stupido!” Perchè doveva essere sempre così impulsivo, menefreghista e testa in aria?!

-Lascia fare a me!- la voce calma di Flo lo riportò alla realtà. Gli posò una mano sulla spalla e lo scansò dolcemente, facendolo sedere a terra, di fronte al camino. Si chinò sul focolare quasi del tutto spento e puntò la bacchetta.
-Accio carta!- un mucchietto di pezzettini di carta levitarono e si posarono sul tappeto rosso-oro. Flo li dispose l’uno lontano dall’altro. Li esaminò tutti, con curata attenzione. Mentre Sirius la osservava ammirato da tanta premura. I ricci ricadevano morbidi sul suo viso e sulle spalle. Si poggiavano sbadatamente sulla cenere di cui i bigliettini erano intrinsechi. Le labbra carnose e porpora serrate per la concentrazione ed i grandi occhi nocciola seri e imperturbabili. Si sentì lusingato e geloso di quelle attenzioni. Avrebbe sempre voluto Flo accanto, ogni momento, affinché lei si prendesse cura di lui. Ora più che mai, che si sentiva angosciato dall’ansia e dalla paura. La seconda prova era così maledettamente vicina. Due giorni.

-Trovato nulla? Era qualcosa tipo un alga… e poi c’era qualcosa su… una specie di Incanto o che so io!?- farfugliò Sirius tenendosi il capo fra le mani e sbriciando fra le dita l’espressione della ragazza. Lei non rispose ma a terra mise insieme quattro pezzettini bruciacchiati e poi sorrise.
-Dell’alga non ho trovato nulla! Ma qui c’è scritto Cedric… e poi Incanto TestaBolla!- e poi si voltò e gli sorrise –bolla mi fa pensare all’acqua e perciò credo che abbiamo la tua soluzione!- cinguettò. Sirius le saltò addosso, e rotolarono sul tappeto tra le risate. –Ahahaha mi schiacci cosìììì!!- cacciò un gridolino divertito con gli occhi chiusi. Smisero di rotolare e ridere e Flo riaprì gli occhi. Il corpo possente di Sirius aderiva a quello minuto di Flo che riusciva a specchiarsi negli occhi del ragazzo, a sentire il suo respiro alla menta sulla bocca e quasi a sfiorare il suo naso con quello di lui. Il ragazzo sorrise ancora.
-Davvero non saprei cosa fare senza di te!- le disse.
-Non potresti!- rispose mordendosi il labbro inferiore imbarazzata. Sirius ridacchiò e le spostò un ricciolo castano dalla fronte e dal nasino. Dopo un ultimo sorriso Sirius fece forza sulle braccia e si sollevò dal corpo di Flo, mettendosi in ginocchio sul tappeto. Le offrì una mano e lei lo imitò.
-Allora non ti allontanare più da me!- disse con voce bassa e improvvisamente serio. Flo storse il naso. –Me lo prometti?- le domandò infine.
-Che significa? Sirius… non puoi impedirmi di passare il mio tempo con altre persone! Io non te lo proibisco!-
-Lo so… ma per me è diverso! Si tratta di divertimento! Tu… tu stai con Flitt? Siete fidanzati o robaccia del genere?- Flo scosse la testa e Sirius prese un grosso respiro come se fosse già stato in apnea e senza l’Incanto TestaBolla.
-Però ha detto che gli piaccio davvero! Abbiamo un appuntamento domani, nella mia ora buca!- precisò mentre le gote le si imporporavano.
-E a te piace davvero?- quasi ringhiò.
-Mmh… si! È simpatico, carino e gentilissimo!- rispose imbarazzata. -Ha detto che è stanco delle solite ragazze! Che non c’è gusto se si buttano fra le tue braccia o se hanno il cervello di una gallina… voglio provare, Sirius! Che ho da perdere?- guardò Sirius come in attesa. Aspettava un motivo da lui per non frequentare Kevin? Se si, perché?
-Io… io voglio solo che tu sia felice! Sei felice con Flitt?- domandò in ansia. Flo annuì.
-Penso di si! Ci siamo divertiti insieme, fin'ora!-
-Ok, ma non voglio essere messo di lato! Io sono… il tuo cucciolo! E ti ho permesso di chiamarmi così, dovresti ringraziarmi!-
-Ahahah si ma in privato! Non me lo permetti in pubblico!- ridacchiò. –Va bene te lo prometto, non ti trascurerò più…- alla fine aggiunse. Si rialzò velocemente e non indugiò più sugli occhi di Sirius. –Ti lascio alle tue riflessioni! Antiche Rune non si studierà da sola!- prese la sua tracolla dai piedi del letto del ragazzo e fece per andar via.
-Non capisco perché ti ostini a seguire quella robaccia strana…-
-Perché voglio diventare un Magiavvocato e stare nella stanza di un Prefetto a far nulla, non mi servirà!- Sirius sbuffò.
-Ok… ricorda che hai promesso!- Flo irrigidì le spalle e poi oltrepassò il ritratto di frutta secca.
 
*

-Sei proprio ottuso cugino! Zio Harry e mio padre ce l’avranno raccontato almeno un miliardo di volte!- lo schernì Hugo in Sala Comune, il giorno dopo. Hugo gli aveva ricordato che durante la terza prova suo padre Ron era stato rapito dalle maridi e dai tritoni. Come lo era stata zia Hermione. Suo padre Harry aveva dovuto liberarli e il tempo era stato cronometrato. Mancavano solo poche ore alla prova e i suoi cugini, Lily ed Albus, più i suoi amici più cari erano tutti presenti. Flo e Rose erano nell’atrio del Castello a chiacchierare. Octo, Bart, Hugo e Freddy erano con lui in Sala Comune. Le persone a cui teneva non erano state allontanate da lui. La prova allora sarebbe stata diversa, anche se si sarebbe svolta comunque al Lago Nero. Non vi era più alcun dubbio visto che era stata montata una piattaforma per i tuffi e alcuni spalti ai lati del grande lago. Il Veliero di Durmstrang era stato fatto attraccare sulla riva e a turno i Presidi avevano perlustrato le acque.
Così l’ora di pranzo arrivò e il suo aspetto diveniva sempre più pallido e malaticcio. Odiava l’acqua. Non era un amante delle vacanze al mare. Lui adorava la campagna, i pic nic alla Tana dai noni Weasley. Le escursioni in montagna e l'avventura. Amava le lunghe passeggiate con Lily e sua madre mentre loro raccoglievano fiori di campo. Sapeva nuotare a malapena da qualche anno, quando Octo e Bart lo avevano convinto a passare una settimana in Costa Azzurra al Manor Mclaggen. Perciò si era ritrovato a dover imparare da loro le basi. Non capiva come doveva tuffarsi nel Lago Nero senza costume. Alzò lo sguardo verso Francìne, sembrava più tranquilla e rilassata. Forse quel fisico slanciato e atletico era dovuto al fatto che amava nuotare e lo praticava come sport. Si voltò a cercare Igor. Lui era come al solito accigliato e con la mascella indurita. Di sicuro stava riflettendo ed era molto teso e concentrato. Lo stomaco di Sirius era chiuso e riuscì solo a fare, del suo pasticcio di Lasagne, una poltiglia informe. A nulla valsero gli incoraggiamenti di cugini, fratelli e amici. Si sentiva già dentro una bolla. Emozioni e suoni erano ovattati e indistinguibili. Riusciva solo a pensare all’acqua. Poi pensava al buio, si perché avrebbe nuotato a lungo, e le acque si sarebbero fatte scure e profonde. E poi pensava a cosa potesse celarsi lì sotto. Forse i suoi piedi non rispondevano più alla sua testa. Ma si ritrovò a seguire la McGranitt e il Professor Paciock, senza accorgersene. Si voltò indietro ed i suoi cari erano tutti lì, pronti per sistemarsi sugli spalti, fare il tifo per lui e a sperare che riemergesse tutto integro. Lily era tremendamente seria e teneva le labbra arricciate dalla preoccupazione. Flo si tormentava come sempre un ricciolo quando era preda delle sue isterie. Octo e Bart lo avevano incitato fino a qualche minuto prima e Albus al solito si era raccomandato affinché il fratello mantenesse la concentrazione e non si fosse abbandonato a colpi di testa. Una nuova tenda adibita ai campioni, di una verde pistacchio, li accolse. Francìne indossava già un bikini sportivo di un azzurro cielo ed una cuffia ai capelli per contenerli talmente erano lunghi. Igor aveva un boxe rosso e lasciava il petto villoso e possente scoperto.

-Ah Signor Potter… prego…- un uomo che Sirius non aveva mai visto lo invitò ad appartarsi dietro una tendina. Lì trovò un costume intero nero e verde da indossare. Si cambiò in fretta e sudando più del normale. Quando uscì Francìne aveva perso un po’ del suo colorito e Igor era sudato come il Grifondoro.
-Allora ragazzi! Adesso uscirete contemporaneamente fuori e al colpo di cannone dovrete tuffarvi nel Lago Nero! Lì non troverete, come dovrebbe essere Maridi, sirene e Tritone, ma qualcos’altro… un altro abitante del lago…-
-La…p…Piovra G…Gigante! Allora è vero? Esiste?- sbottò incredulo Sirius. Francìne cacciò un gridolino e Igor spaccò in due un ramoscello.
- Francìne ma cherie, calma!- intervenne Madama Maxime stringendole le piccole mani fra le sue. Il preside di Durmstrang invece tolse di mano il ramoscello al suo studente e lo ammonì con lo sguardo. La McGranitt si schiarì la voce con un colpo di tosse e poi riprese.
-Si, signor Potter! Non dovete temere la morte, ragazzi! Piuttosto dovete tenere a mente che avete un’ora di tempo per immergervi, togliere il secondo tesserino da uno dei tentacoli della Piovra e riemergere. L’ultimo a riemergere sarà l’ultimo clafssificato per la terza prova e subirà una "penitenza"!-
-Tre tesserine in tre tentacoli! Vi invito alla massima correttezza, dato che agirete tutti e tre allo stesso momento! È possibile usare le mani, piedi e bacchetta! Non potete uccidere l’animale! Tutto chiaro?- li ragguardì il professor Paciock. Senza avere la forza di proferir parola, si limitarono ad annuire. –Bene!- concluse. Ciascuno dei Presidi scortò fuori il proprio campione. Un fragoroso applauso li accolse. I rumori giungevano a Sirius come se si trovasse già sott’acqua. Lanciò un’occhiata al Professor Paciock. Anche i suoi occhi cioccolato erano colmi di preoccupazione. Gli sorrise e a Sirius venne voglia di aggrapparsi a lui e non tuffarsi più. Supplicarlo di nasconderlo e lasciarlo fuggire.

BOOM.

Troppo tardi. Si puntò contro la bacchetta, pronunciò l’incantesimo. Una bolla avvolse naso e bocca di Sirius che si tuffò immediatamente. La bolla gli permetteva di respirare sott’acqua tranquillamente. La visuale invece era pessima. Forse era meglio farsi inviare con il gufo dei Potter, una mascherina subacquea. Imprecò sprigionando piccole bollicine subacque e poi cominciò a nuotare verso le profondità e l’oscurità del Lago. Aveva perso di vista Francìne ed Igor nel momento stesso che il cannone aveva suonato. Le orecchie di Sirius, man mano che scendeva i livelli del lago, si tappavano fino a far male. Ma della Piovra nessuna traccia. Ancora più giù.

SBAAM.

Un enorme e viscido tentacolo gli si era spiaccicato in faccia. Le orecchie si erano stappate per un istante, mentre veniva sbalzato di qualche metro più in là. Sentì la guancia bruciare a contatto con l’acqua salata. Si portò una mano alla guancia e al contatto sentì qualche escrescenza crescere sulla sua pelle. Scostò subito la mano poiché il tocco gli causava un bruciore lancinante e strinse i denti. Cercò di focalizzare meglio cosa ci fosse davanti e sotto di lui. Ridusse gli occhi nocciola a due fessure e la vide: gigantesca, mostruosa e con almeno una trentina di tentacoli, la Piovra si trovava proprio sotto di lui. Il cuore palpitò come una belva feroce nel suo petto. Estrasse la bacchetta dal pezzo di sopra del costume e riscese, nuotando, verso la creatura. Non badò a lui. Sirius allungò il collo per scorgere cosa stesse accadendo e riuscì a captare un bagliore rosso qualche metro più in là. Igor o Francìne dovevano essere già all’opera.
“Dove sei… cazzo… tesserino dove sei???”

-Expelliarmus!- la bacchetta schizzò via dalla mano di Sirius che la perse di vista. Si voltò verso la fonte della voce e davanti a lui Igor, con tanto di branche sulla mascella, stava sghignazzando.
“Cazzo!” imprecò il ragazzo. Lo aveva fregato. Avrebbe impiegato un’eternità a ritrovare quella bacchetta. L’unica cosa da fare era lanciarsi all’inseguimento. Nuotò come una furia fino ad agganciarsi alle spalle di Igor. Quello si dimenò e Sirius si prese una gomitata nello zigomo che cominciò a sanguinare, come se le bolle e le escrescenze sulla guancia non lo stessero già dilaniando dal dolore. Sirius gli piazzò un pugno nello stomaco, che per via dell’acqua, non risultò così debilitativo. Ma fu un attimo: si agganciò con le gambe al ragazzo, immobilizzandolo da dietro. Igor tentò di morderlo sul braccio ma il ragazzo fu abbastanza veloce da sottrargli la bacchetta dalla tasca del boxe e urlare.

-Accio bacchetta!- la bacchetta di Sirius schizzò da chissà dove, e giunse alle mani del Grifondoro che diede una testata ad Igor per stordirlo e mollò la presa. Lanciò lontano la bacchetta del russo e lo lasciò stordito lì. La piovra nel frattempo si era spostata e di Francìne o bagliori di luce non c’era più alcuna traccia. Ce l’aveva fatta? Un tentacolo in quel momento si scagliò contro il corpo di Sirius che stavolta riuscì a scansarlo. Un altro, dall’altro lato, tentò di afferrarlo per le caviglie, ma il ragazzo riuscì a sgusciare. Non riuscì ad evitare di strofinare la pelle delle caviglie sui tentacoli, e quella cominciò ad avvampare proprio come la guancia. Approfittando dello spazio lasciato dai due tentacoli si addentrò ancora di più ed un luccichio attirò la sua attenzione. Si sentì soffocare. Un tentacolo, da dietro, lo aveva afferrato e avvolto come la spira di un serpente. L’intero corpo parve bruciare sotto le ventose dei tentacoli della Piovra. Cacciò un urlo sordo e soffocato da litri e litri di acqua salata. Si sentì morire. Aprì gli occhi in uno sprazzo di forza e il tesserino brillava proprio sotto di lui. Pensando al sorriso dei suoi amici, agli occhi verdi di Lily, al viso dolce di sua madre, strinse i denti ed estrasse un braccio dal tentacolo. La pelle sembrò sfaldarsi tanto era il bruciore che avvertì con lo sfregamento ma con l’arto libero estrasse la bacchetta dal costume e la puntò contro il tentacolo che lo stava soffocando.
-Incendio!- il tentacolo lo lasciò e alcune ventose bruciarono sotto l’azione dell’incantesimo, come stava bruciando la pelle del corpo del ragazzo. Libero di muoversi mentre la Piovra si riprendeva dall’attacco si fiondò sul tesserino, con ampie bracciate e con movimenti delle gambe. –Recido!- la cordicella che teneva il tesserino si spezzò e Sirius lo afferrò e lo conservò dentro il costume. –Incendio!- ripetè allontanando un tentacolo pericolosamente vicino e poi cominciò la risalita in superficie. Sentì pian piano il peso dell’acqua farsi meno e le orecchie far meno male. Il bruciore invece si acutizzavano sempre più, a contatto con il sale dell’acqua. Qualche riflesso di luce, avvisò Sirius di essere quasi giunto in superficie e sperò che ancora non fosse passata un’ora . Lui credeva di essere sott’acqua da un eternità.
 
-Stupeficium!- un getto rosso lo colpì sulla coscia ed arrancò indietro per qualche metro. Si voltò e ancora Igor gli stava puntando contro la bacchetta. –Dammi tvuo tesserrrino Pvotter!- ringhiò con il suo rude accento russo. Non era riuscito, o nemmeno aveva tentato di sottrarlo al terzo tentacolo della piovra, ormai a metri e metri di profondità. Voleva quello del Grifondoro che nel frattempo aveva estratto la sua bacchetta e la puntava contro Igor.
-E’ mio! L’ho recuperato io!- rispose Sirius con voce deformata dalla bolla. Si accorse che quella si stava facendo più piccola e fragile, segno che il tempo dell’incantesimo stava scadendo.
-Non c’è pviù tempo! Dammmela!- abbaiò nuotando troppo veloce secondo Sirius.
-INCACERAMUS!- urlò furioso Sirius. Funi comparvero dal nulla e legarono Igor mani e piedi. Il ragazzo si dimenò come una tigre in gabbia. Sirius non esitò ancora e nuotò come se non ci fosse un domani fino alla superficie. Il sole sulla sua pelle sembrò un miraggio. Il bruciore sembrò attenuarsi ed infine le orecchie ripresero il loro normale funzionamento ed udì il boato di gioia. La bolla era scoppiata non appena aveva respirato l’ossigeno. Sorrise.

BOOM.

L’ora era appena finita e ce l’aveva fatta. Scorse Francìne già con Madama Maxime, sul porticello. La ragazza mostrava delle bolle e qualche arrossamento sul fianco destro e sulla pancia. La McGranitt gli sorrise e gli fece cenno con la mano di nuotare sino a loro. Obbedì per la prima volta nella sua vita, con piacere. Si issò sul ponticello tra gli applausi scroscianti.

-Preside… ho dovuto legare Igor! Tentava di disarmarmi e schiantarmi, non di prendere il tesserino!- la donna annuì e gli mise una mano sulla spalla.
-Tranquillo Potter… stanno andando a recuperarlo! Ha perso la prova e sarà l’ultimo per quanto riguarda alla terza prova! Professor Pac…- poi fu tutto nero.

Aprì gli occhi e li richiuse istintivamente. La luce che dalle tapparelle e dalle tendine bianche filtrava nell’infermeria, fece male ai suoi occhi. Pian piano li riaprì e si abituò a quella luminosità e capì di essere nel letto dell’Astanteria. Si toccò la faccia ed alcune bende la coprivano, lì dove le ventose della Piovra lo avevano abbrustolito. Fece una smorfia di dolore e poi si ispezionò il resto del corpo. Anche quello era fasciato qua e là. Sul comodino c’erano un vaso con fiori, un pacco di cioccorane ed uno di api frizzole. Sorrise. Non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici, Lily ed Albus. Si rizzò sulle braccia per mettersi seduto mentre qualche parte del corpo pulsava per via delle scottature. Sospirò. Non era abituato a stare da solo. Sirius Potter che era sempre circondato o da amici o da ammiratrici, non sopportava la solitudine. Specialmente quando aveva bisogno di attenzioni dopo tanto dolore.

SLAAM.

-Eccolo qui il bello addormentato!!!- la voce profonda ed allegra di Octo fece capolino nell’Infermeria.
-Oh finalmente! Bentornato tra i vivi pesce lesso!!- lo canzonò anche Bart buttandosi sul letto accanto che cigolò sotto il suo peso.
-Cani rognosi! Vi aspettavo al mio capezzale a piangere!! E invece mi sono risvegliato da solo! Begli amici che mi ritrovo!- i due scoppiarono in una fragorosa risata, e furono seguiti a ruota dallo stesso Sirius che finalmente si sentì realmente guarito. Realmente fuori pericolo.
-Ti rendi conto che il Torneo è quasi finito e tu sei ancora tutti intero?-
-Certo Bart… ma non so fino a dove si spingeranno la prossima volta i professori! Una fottuta piovra gigante stava cercando di soffocarmi lì sotto! E prima ancora il corno di quell’Eruptment mi si stava infilando su per il culo!- rispose rabbrividendo a quei ricordi.
-Te la stai facendo sotto già da adesso? Mancano mesi… di mezzo ci sarà il ballo e le vacanze di Natale, Sirius!- gli ricordò Octo vedendolo impallidire improvvisamente. Dopo un po’ il ragazzo annuì e afferrò una cioccorana dal comodino per ficcarsela tutta in bocca.
-Flo è fenuta a trofarmi?- bofonchiò con la bocca impastata di cioccolato.
-Si ieri sera è stata qui un’ora, ma poi Madama Chips la cacciata via! Era scattato il coprifuoco!- rispose Bart rubando una cioccorana a sua volta.
-Sai anche chi è venuto? Aveva proprio l’aria di un ladro… si aggirava furtiva…- intervenne Octo con voce maliziosa ed un sorrisetto malandrino. Sirius aggrottò la fronte confuso e deglutì.
-Chi?-
-La bella Serpeverde Calliope-odio-Potter Rosier…-
-Mi sa che non lo odia più così tanto!- s’intromise Bart sornione.
-Davvero?!- Sirius divenne pensieroso.
-La cosa sembra stupirti… ma evidentemente il tuo fascino da baccalà la deve aver ammaliata durante le ronde!- commentò Octo grattandosi il mento con fare schernitore. Sirius gli fece un gestaccio con il dito medio e tornò a pensare a lei. Possibile che fosse preoccupata per lui? Vero era che ultimamente non litigavano più, che non bisticciavano o si urlavano contro. Ne lui le aveva fatto più scherzi cretini. Ma veramente erano arrivati al punto di potersi considerare amici tanto che lei lo era andato a trovare in infermeria.
-E’ restata molto?- chiese fingendosi disinteressato, ma mal riuscendoci.
-No…quando siamo comparsi io e Octo ha balbettato qualcosa al proposito di una pozione per il mal di testa… ma era arrossita e teneva un pacchetto di gelatine tutti i gusti più uno, dietro la schiena. È corsa via come un bolide poi…- gli spiegò Bart studiando Sirius. Forse Bart stava cominciando a capire cosa stava accadendo. Ma avevano stipulato un patto silenzioso i due amici: se c’era una confessione da fare o un sentimento da ammettere, bisognava aspettare che l’altro fosse stato pronto ad ammetterlo prima a se stesso e poi agli amici. Niente forzature, niente ragionamenti contorti da femminucce. Sirius fece spallucce e prima che potesse aprir bocca, un urlo li fece trasalire tutti e tre.

-CHE CI FATE VOI QUI? Fuori, fuori… il signor Potter deve assolutamente e immancabilmente riposare! Ha bisogno di tranquillità…- li cacciò Madama Chips a suon di spintoni ed urla, mentre loro protestavano e sghignazzavano.
-Le ho mai detto che ha degli occhi bellissimi?-
-No, no signor Potter con me non funziona! Dovrà bere tutto il suo elisir fuocospento, poi si potrà considerare guarito e potrà tornare a combinare chissà che con quei due scimmioni che la seguono ovunque!- rispose sbrigativa Madama Chips mentre trafficava con delle boccette da un colore simile alla cacca di Troll. Gli porse il bicchiere colmo di quell’elisir e sorrise sorniona. Con una smorfia Sirius impugnò il bicchiere e se lo portò al naso, annusando la pozione. Trattenne a stento un gemito di disapprovazione. –Su… tutto d’un fiato!- lo esortò con un gesto della mano la medimaga. Il ragazzo si tappò il naso con due dita e portò il bicchiere alla labbra. Ingollò tutto l’elisir e poi si deformò il viso in una smorfia di disgusto.
-Oltre ad avere l’aspetto di cacca di Troll mi sa che ne ha anche il sapore…- commentò con la lingua impastata. Fu sicuro di udire Madama Chips ridersela sotto i baffi. Lui non sapeva che la pozione oltre a rimarginare le scottature e ad agire come un balsamo per la pelle, aveva anche una potenza soporifera e presto si ritrovò a sonnecchiare di nuovo.
*

-Oche giulive a ore dodici!- sussurrò Octo all’orecchio di Sirius, due giorni dopo, mentre passeggiavano sul prato poco più in là del Platone Picchiatore.
-No giuro che non ce la faccio più! Non capiscono che non posso portare al ballo delle dodicenni?- gemette frustrato Sirius portandosi entrambe le mani ai capelli corvini, scompigliandoli. Bart rise un po’ e dopo si accasciò a terra poggiando con indolenza la schiena ad un castagno.
-Ma dovrai pur portarci qualcuno!- lo ragguardi Octo distendendosi sul prato. La neve si era da poco sciolta, per via di un paio di giornate di sole, nonostante fosse Dicembre inoltrato. Sirius seguì i suoi amici, nascondendosi dietro Bart.
-Tu chi ci porti?-
-Credo Arwin Bulstrode! Sai la Serpeverde che gioca come cacciatrice?- rispose Octo –penso di chiederglielo stasera dopo cena… dirà di si!- alla fine sorrise.
-Tu?- si voltò poi verso Bart che già aveva lo sguardo vacuo e rivolto chissà dove.
-Sapete che odio queste scemenze mondane!-
-Se…come no… tu odi dover farti vedere in pubblico con una ragazza! I post-party ti piacciano invece!- rispose Octo colpendolo con un piede alla coscia.
-AHIA! Sei matto?! O non vengo o vengo da solo…- balbettò massaggiandosi la coscia.
-Ma perché non la inviti e basta? Non puoi nasconderti per sempre Bart… devi venire allo scoperto, dirle che provi ancora qualcosa per lei!- intervenne Sirius contento che l’attenzione si fosse spostata tutta sull’amico  e che poteva dire la sua.
-Tze…così mi ride in faccia! O peggio mi rifila un altro schiaffo in pubblico, facendomi fare la figura del fesso! No, grazie ma passo…- rispose scocciato accovacciandosi meglio sull’erba e sporcando il pesante mantello. Octo scosse il capo frustrato e si arrese divenendo taciturno. Aprì il libro di Pozioni e ci ficcò dentro il naso. Chissà magari se si fosse impegnato di più avrebbe smesso di prendere Troll, una buona volta.
-Facciamo così!- sbottò d’un tratto Sirius, facendo sobbalzare entrambi. Lo guardarono confusi ed allarmati; quando aveva un’idea come minimo dovevano preoccuparsi che l’apocalisse era vicina. Ci si metteva sempre nei guai o si facevano colossali figuracce. Le sue idee e i suoi piani finivano sempre con qualcosa che esplodeva e con una punizione.

-Spara!- fu il primo Octo a cedere alla curiosità. Sirius sorrise tronfio e si illuminò. Mettendosi a braccia incrociate e con occhi malandrini aprì bocca.
-Facciamo una scommessa Bart! Quello che vuoi… sfidami a fare qualsiasi cosa e se io ci riesco, se io vinco la scommessa, tu tirerai fuori le palle e chiederai a Lawrence di venire al ballo del ceppo con te!- espose con tono solenne, come se non ci fosse niente al mondo di più intelligente da dire. Octo applaudì annuendo orgoglioso dell’amico che si prostrò ad una serie di inchini. Quando ebbe finito con la sua sceneggiata da attore famoso entrambi rivolsero lo sguardo a Bart. Le labbra del biondo erano contratte e le sopracciglia quasi si toccavano. Bart aveva un punto debole: era competitivo! Molto competitivo. Gli piacevano le bische clandestine di magipoker, streepmagipoker, di scacchi magici e le scommesse sul quiddich! Non a caso aveva ammontato un bel gruzzoletto con le due prove del Torneo Tremaghi scommettendo la prima volta sulla miglior prestazione di Sirius e per la seconda prova sul fatto che Sirius non sarebbe arrivato ultimo. Conscio del vizietto di Bart, Sirius gli porse una mano, aspettando che il biondo accettasse il patto.

-…Ok! Perderai! Oh si se perderai!- lo minacciò stringendogli la mano.
-Fidati amico…dopo aver avuto una tete a tete con la piovra gigante, non ho paura di quello che mi chiederai di fare!- rispose spavaldo e ammiccando. Octo si lasciò andare ad un “uhu” per aumentare la tensione fra i due.
-Ne sei proprio certo?! Io conosco una “creatura” ancora più mostruosa e terrificante della piovra gigante!- Sirius inarcò una sopracciglio e si ritrovò a chiedersi di che diavolo stesse parlando l’amico. Bart incrociò le braccia e gli si stampò un sorrisetto beffardo che gli fece comparire due tenere fossette agli angoli della bocca. Aveva l’aria di un angelo con quei capelli d’oro e gli occhi azzurri, ma i suoi amici sapevano di cos’era capace.
-Sputa!- lo esortò Octo che non stava più nella pelle.
-Ti sfido a baciare la Rosier entro le nove di stasera! Davanti tutta la scuola in Sala Grande!- sciorinò con tono perverso e una luce fanatica negli occhi. Sirius arricciò il naso, spalancò gli occhi nocciola e deglutì spaventato.
-Sei perfido amico! Complimenti!- disse Octo entusiasta e si batterono il cinque proprio sotto il naso di Sirius, ancora senza parole. 

Ehiii buon pomeriggio!!!
Nuovo capitolo, nuova prova!! La seconda per la precisione! Che ne pensate? Su daii... lasciatemi qualche commento e recensione, consigli e critiche!!
Ho un'ideuzza su come Sirius agirà!! Vi prego siate pazienti!! Ho un milione di esami a febbraio per l'università e studio come una matta!! Farò il possibile per non aggiornare fra un secolo! ;) Buon fine settimana lettori!! Un bacione!! A presto, rory!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


   
Capitolo 7

Io ho bisogno di ricominciare!”
 
La vigilia di Natale si avvicinava così come l’eccitazione per l’imminente ballo. Le ragazze erano esaltatissime del fatto che avrebbero potuto sfruttare il sabato per giungere ad Hogsmead e comprare l’occorrente. Innanzitutto l’abito, per le meno fornite o per le più capricciose che non si accontentavano di ciò che avevano. E poi scarpe, orecchini, bracciali, collane, fermagli eccentrici e trucchi all’ultimo grido. Nei bagni circolava la voce che avessero appena messo in commercio un rossetto fluorescente ed un ombretto scintillante. Intrepide e determinate anche ad acciuffarsi per i capelli, ogni ragazza di Hogwarts doveva accaparrarsi il dettaglio più cool, l’oggetto più fashion, insomma tutto ciò che poteva renderle più belle e desiderabili che mai. Non c’è festa senza post-party, anche quello sapevano le ragazze, perciò persino la biancheria intima aveva un posto nella lista delle studentesse. Chi di pizzo, chi di seta, chi trasparente, chi semplice e chi artefatta, dovevano strabiliare il fortunato (o malcapitato a seconda di quanto l’alcol quella sera avesse reso bella la ragazza) sempre e comunque.

Calli ovviamente, seppur cinica e poco interessata a rendersi più affascinante e bella di quanto già non fosse, non era immune all’isteria che vigeva tra le studentesse. Durante il pomeriggio aveva chiacchierato con Judi ed Annie sull’idea che aveva del vestito da indossare. Quell’anno andava di moda il corallo ed il magenta e sapeva che da Susan taglia&cuci, ad Hogsmead ci sarebbero stati tutti capi all’ultima moda. Aveva già comprato un mucchio di scarpe l’anno precedente, perciò avrebbe dovuto pensare solo all’abito e al trucco, visto che amava lasciare i lunghi e setosi capelli neri sempre sciolti. Invece Judi era in piena crisi perché aveva ricevuto un invito da Karl Leere di Corvonero, forse il più carino del sesto anno tra i corvi, e doveva (a detta sua) essere la più bella al ballo. Annie che invece non trovava nessuna attrattiva nel sesso maschile era determinata a non prestare ascolto neanche ad un sillaba ogni volta che le due migliori amiche aprivano bocca per parlare del ballo del ceppo.
Proprio alla fine delle lezioni, quel venerdì al Castello, Calli e Judi erano intente a spettegolare sugli ultimi inviti che le Serpeverde avevano ricevuto, mentre Annie ripassava Aritmanzia tenendo il libro con una mano, incurante della gente che doveva balzare da un lato all’altro del corridoio per non finirle addosso.

-Ah, e hai presente quella brufolosa di Gina Smith?? Indovina un po’ che si è inventata?!- la esortò ad indovinare.
-Mmh…non saprei Judi! Dai spara!- rispose Calli in trepidazione e ridacchiando dei modi buffi dell’amica.
-Ha cercato di mettere nel succo di zucca di Malfoy un po’ di filtro d’amore!!!- esclamò per poi scoppiare a ridere seguita a ruota da Calli.
-E come ha fatto Malfoy a scoprirlo?-  chiese sbigottita Calli mentre facevano il loro ingresso in Sala Grande.
-Oh beh…il filtro dentro il succo ha cacciato un odoraccio che avrebbe fatto cadere i peli del naso a chiunque e Scorpius se ne è accorto… allora lo ha fatto bere al suo fedele scagnozzo Goyle per testarlo e adesso sarà Goyle ad andare al ballo con Gina Smith!- e ancora risate. Annie, che di pettegolezzi davvero non era una fan, scosse il capo e con un tonfo chiuse il suo libro per sedersi a tavola. Il profumino di arrosto, bistecche e braciole fece venire i crampi di fame anche alle altre due che dopo essersi asciugate le lacrime agli occhi per il troppo riso, si accomodarono con l’amica.

-Ragazze!- esclamò Pierre qualche posto più in là, vicino Kevin Flitt e Romeo Zabini. Calli gli inviò un bacio scoccandolo sul palmo della sua mano per poi soffiarlo in direzione del ragazzo che sorrise fingendo di afferrarlo ed intascarlo. Annie sbuffò schifata da tanto “miele” e decise di voltarsi del tutto ed ignorare i suoi amici. Cenarono chiacchierando del giorno dopo e di come avrebbero passato la giornata ad Hogsmead dopo lo shopping delle ragazze. Così optarono per i Tre Manici di Scopa e dopo per far qualche pupazzo di neve tutti insieme. Quando le pance furono piene di ogni dessert per quella sera, venne il momento per Calli e Pierre di radunare i primini e scortarli sino ai Sotterranei nella Sala Comune. Calli si occupò della fine della tavolata come sempre, mentre Pierre già scortava i primi “marmocchi” come li chiamava sprezzante sempre lei, verso l’uscita della Sala Grande. Mentre richiamava l’attenzione di due undicenni secchi ed allampananti che sghignazzavano della bella senza prestarle nemmeno un briciolo di attenzione, non si accorse della tragedia che si stava per consumare alle sue spalle. Si voltò con i colletti dei due ragazzini uno per mano trascinandoli verso il resto degli studenti Serpeverde del primo anno, e vide un ragazzo alto e con i capelli all’aria come se si fosse appena svegliato, venire verso di lei con aria incerta. Aggrottò le sopracciglia e lasciò andare i due ragazzini che brontolarono qualcosa sui suoi modi da Troll. Il tavolo dei Grifondoro, alle spalle di Sirius, era girato verso di lei e qualcuno rideva anche. Non ebbe il tempo di riflettere o avere un’intuizione che lui fu vicino, troppo vicino. La sovrastò con la sua figura alta e possente e le sorrise per un frazione di secondo. Le mani grandi e calde del ragazzo si posarono sulle guance di Calli che rabbrividì ed arrossì a quel contatto. Poi lui si fece più vicino e, troppo velocemente per potersi ritrarre da quella presa leggera ma comunque prepotente, le loro labbra si toccarono. Sirius le premette sulle sue, rosee e timide nonché rigide per la sorpresa. Quelle di Sirius rosse e carnose invece erano umide e avevano un sapore dolce. Avrebbe potuto giurare che quel bacio fosse durato un’ora o più e di non aver udito nulla fuorché il suo cuore battere dentro le orecchie. Poi ritornò in se. Afferrò con ferocia le mani di Sirius allontanandole dal suo viso e poi con tutta la forza che il suo corpo formoso poteva avere lo spinse facendo pressione sul petto del ragazzo. Nel frattempo le fuoriuscì un ringhio rabbioso dalla gola ed i suoi grandi occhi blu vennero invasi da saette.

-COME OSI? COME TI SEI PERMESSO? STRONZO! VIGLIACCO! IDIOTA! CHE TI E’ SALTATO IN MENTE?- urlò contro il Grifondoro con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Mentre in sottofondo risate, fischi di incoraggiamento e maliziosi e anche qualche applauso giungeva dal tavolo dei Grifondoro. Tutto ciò fece infuriare ancora di più Calli che lo spinse ancora ringhiando avvilita. E ancor di più la rabbia le montava perché lui non proferiva parola e la guardava impassibile. –Sapevo che eri solo un pagliaccio! Sapevo che non dovevo fidarmi di te… io…io…- ma la rabbia che le faceva ribollire le vene le tolse anche la capacità di parlare e sentì le lacrime pungerle gli occhi. Non sapeva spiegarsi il perchè.
-Mi…mi dispiace Calliope…scusa era solo una scommessa!- quella parola fu come una pugnalata dritta nel petto della ragazza. Una scommessa? Una scommessa su di lei? L’aveva baciata solo per una stupida scommessa? Era questo che era diventata per lui un gioco? Un trofeo? Una barzelletta da raccontare ai suoi amici stupidi?
-Mi fai schifo Potter…- riuscì a sussurrare a denti stretti, imbevendo quelle parole con tutto il veleno che aveva prodotto in meno di due minuti nei suoi confronti. Poi con una spallata lo superò e mettendosi a correre uscì dalla Sala Grande trattenendo a stento i singhiozzi. E ancora risate di scherno si levarono dai ragazzi rosso-oro.
Si sentiva accaldata, con un gran mal di testa. Si sentiva umiliata, usata, presa in giro. Pensava a lui e gli salivano i conati di vomito. Pensava alle facce festanti degli amici e dei compagni di Sirius mentre la deridevano e le veniva da piangere. Si chiedeva come si era potuto permettere di farle una cosa del genere. Non avevano nemmeno iniziato a conoscersi che già lui aveva rovinato tutto. Ma la cosa che più la faceva stare male era che non sapeva spiegarsi come mai la faceva stare cosi tanto male. Eppure doveva aspettarselo dal latin lover Potter, doveva aspettarsi che stava bluffando quando diceva che erano divenuti amici. Doveva aspettarsi che lui era falso, approfittatore e bifolco come aveva sempre sospettato. Non avrebbe dovuto fidarsi. Era troppo tardi: l’aveva fatto e come un treno fuori lei ora stava deragliando. Cosa avrebbe detto a Pierre? Doveva raccontarglielo? Si, per forza, perché la Sala era piena di studenti e la voce gli sarebbe giunta di lì a poco. Sicuramente fra qualche minuto avrebbe bussato alla sua stanza da Prefetto, dove Calli si era rintanata. Cosa avrebbe detto vedendola in quello stato. Le lacrime avevano cominciato a solcare il suo viso niveo ed i suoi occhi blu erano arrossati. Le labbra arricciate per la delusione e qualche singhiozzo che le saltava in gola incontrollatamente. Pierre le avrebbe chiesto perché piangeva? Perché mai Calliope Rosier era rimasta così scioccata e delusa da un’azione di James Sirius Potter? Lui non poteva capire perché. Lui non sapeva. Non sapeva che avevano abbassato l’ascia di guerra, né della loro serata in terrazza o delle ronde divenute piacevoli o ancora che era sgattaiolata a trovarlo in Infermeria perché preoccupata per la sua salute. Pierre non avrebbe capito perché lei stava così male perché nemmeno lei capiva perché stava così male.
 
*

Nel frattempo, qualche metro più su dei sotterranei, Sirius sentiva come dentro ad una bolla, le risate e le acclamazioni dei compagni Grifondoro. I suoi amici e compagni andavano in visibilio ogni volta che lui dava spettacolo con una buffonata, una scommessa o una sceneggiata delle sue. Di volta in volta lui si lasciava adulare ed acclamare come fosse un eroe. Ad esempio la settimana prima aveva tenuto quasi un comizio sopra la folla festante in Sala Comune, quando era riuscito a fregare dall’ufficio di Gazza le caccabombe sequestrate a due Tassorosso del secondo anno. Ma quella volta qualcosa era andato storto. Le tempie gli pulsavano, lo sguardo vacuo e confuso. Era rimato pietrificato ed ammutolito dalla reazione di Calliope. Quegli occhi blu lucidi, quelle parole dette con profondo odio. Aveva sentito la voce incrinata della ragazza mentre lo aggrediva, come preda di un imminente pianto.

Mi fai schifo.

Da lei lo aveva sentito almeno un trilione di volte in sei anni. Per ovvi e giusti motivi. Ma quella volta erano state dette con un enfasi diversa, con profondo odio e rancore. Non più come qualcosa che dici tanto per dire, per far scena. Non più come se parlasse una ragazzina immatura che non aveva nemmeno idea di cosa significasse provare reale ribrezzo per qualcuno. Eppure era reale quello che era successo. Lui l’aveva baciata per scherzo e lei era scappata via, preda di un’umiliazione che aveva scatenato in lei chissà cosa. Si era venuta a creare una situazione a cui Sirius non riusciva a dare una spiegazione.

Era un scherzo, tutto qui.

Avrebbe potuto ripeterselo all’infinito ma sapeva che proprio perché era stato uno scherzo lei si era sentita così ferita. Quando una mano batté sulla sua spalla una pacca fu destato dal turbine di pensieri nel quale era piombato.

-Beh…complimenti amico! Bart deve ancora riprendersi dallo shock, ma dopo questa deliziosa impresa ben riuscita, lui dovrà davvero chiedere a Lawrence di andare al ballo con lui!- disse Octo scortandolo al tavolo Grifondoro. Sirius annuiva con indolenza, ancora troppo scosso dalla rabbia di Calliope. Incrociò gli occhi di Bart. Il biondo aveva le labbra contratte per il disappunto, pallido come un lenzuolo e giocherellava nervosamente con le dita delle mani. Sirius si sforzò di sorridere.
-Andiamo amico…non pensavi veramente che avrei perso o mi sarei ritirato! Ho messo la faccia poco fa con la Rosier e ora tu hai qualche giorno per chiedere a Lawrence di venire con te al ballo!- Bart osservò il suo amico parlare come se lo vedesse ma non riuscisse a sentirlo. Poi si scosse, come appena svegliato da uno stato di trance ed annuì. Octo cinse le spalle dell’amico e lo scortò fuori dalla Sala Grande, mentre Sirius raggiungeva una Pam esaurita.
-Ehi finalmente!! Hai finito con il tuo show? Ci sono quelle due insolenti che non ne vogliono sapere di tornarsene in Sala Comune!- lo accolse Pam quasi in cima alla prima rampa di scale.
-Scusami…- mormorò il ragazzo passandosi una mano sulla nuca e sorridendole con occhi dolci. Lei arrossì come se stesse avvampando e si voltò di scatto tanto che gli occhiali vacillarono. Mentre Pam si affrettava a scortare i primini nell’ala est verso la Torre Grifondoro, Sirius scese per rimproverare le due undicenni che chiacchieravano allegre vicino alla porta d’Ingresso. Quando una si accorse di lui sorrise e si sistemò meglio la divisa, mentre l’altra divenne paonazza e si nascose dietro l’amica più spavalda.
-Ciao Sirius!!- cinguettò la undicenne sorridente. Lui le fece un cenno col capo e si avvicinò.
-Dovete tornare in Sala Comune ragazzine!- cercò di sottolineare quella parola. Difatti la portavoce delle due arricciò il naso e sembrò sgonfiarsi. Ultimamente le ragazze di Hogwarts più erano piccole e più erano “disponibili”. A lui ricordavano tanto dei pulcini mentre loro si sentivano dei bellissimi cigni e piene di possibilità per essere invitate al ballo da lui.
-Ok…veniamo con te!- alla fine rispose vaporizzandosi i capelli. Mentre l’amica sorrideva e la seguiva a ruota. Sirius non prestò attenzione alle chiacchiere delle due che bisbigliavano e sghignazzavano sottovoce, sicuramente di lui. La testa incontrollabilmente tornò al viso deluso e amareggiato di Calli. Poi ancora più indietro. Quando posò le sue labbra su quelle di lei, lei non si era scostata. Rifletté solo allora su quel particolare. Aveva risposto la bacio. Non si era allontanata di scatto come se si fosse ustionata, cosa che Sirius aveva pensato che fosse accaduto mentre si dirigeva verso di lei. E invece era rimasta impassibile e le sue labbra morbide avevano indugiato su quelle di lui per qualche secondo. Non ci capiva più nulla…
-Siamo arrivati! Forza entrate!- le esortò mentre lo squadravano da capo a piedi ma poi dispiaciute oltrepassarono il ritratto e sbucarono prima di lui nella Sala Comune. Mentre quelle si allontanavano a capo chino e sconfitte, una testa rossa si dirigeva verso di lui.
-Hai letteralmente mandato a girare il mondo in senso contrario lo sai vero?!- Sirius aggrottò la fronte confuso e fissò Freddy interdetto. –Bart è sopra a letto, muto, fissa il soffitto ed è pallido come un lenzuolo! Credo che morirà prima di riuscire a chiedere alla McMillan di andare al ballo insieme!- Sirius si aprì in un sorriso.
-Sono un cupido nato!! Vado a riportarlo nel mondo dei vivi!- così dicendo lui e Freddy salirono nel dormitorio maschile, nella stanza che per cinque anni avevano condiviso con Octo e Bart.
*

Toc toc.

Continuava a mordicchiarsi il labbro fino a farlo sanguinare, da quando dalla sua stanza aveva salito le scale dai Sotterranei al secondo piano. Sentì un sommesso vociare al di là della porta poi dei tacchi ed un passo leggero fin quando la porta dell’aula si aprì.

-Ehm…mi dispiace interrompere la vostra riunione del Comitato, Cassia…ma avrei un problema!- balbettò intrecciando le dita nervosamente. Cassia socchiuse la porta alle sue spalle affinché le altre ragazze del Comitato studentesco non potessero ascoltare, e tornò a fissare Calli con un sopracciglio alzato, in attesa. –Io…ecco…vorrei chiederti un favore…cioè un immenso favore…io…-
-Senti Rosier non ho tutto il giorno! Stiamo organizzando tutto per il ballo e c’è ancora del lavoro da fare su decorazioni e musica, si può sapere che sei venuta a dirmi?- argomentò acida.
-Vorrei che chiedessi alla McGranitt una modifica sul turno delle ronde…- disse tutto d’un fiato la mora.
-E perché? Che tipo di modifica?- chiese Cassia facendosi seria.
-Perché…oh beh vorrei non dover più fare i turni di lunedì, mercoledì e venerdì con Potter!- rispose distogliendo lo sguardo da quello indagatore della Caposcuola. Restarono in silenzio.
-Sai Calliope, la McGranitt ha cose più importanti a cui pensare di una stupida diatriba da ragazzini che va avanti da anni… e anch’io!- detto questo rientrò nell’aula dove si stava svolgendo la riunione sbattendole la porta in faccia. Calli sobbalzò dal forte rumore e sospirò sconfitta. Quel venerdì sera le sarebbe toccato passare più di un’ora con lui. Poggiò testa e schiena al muro e si lasciò scivolare a terra. Prese il capo tra le mani e si maledì. La stava facendo impazzire.
-Calli!- la voce dolce di Judi la fece trasalire. –Dai alzati, andiamo!- la prese per una mano e insieme si diressero verso il cortile interno per poi sedersi su una bianca panchina di marmo.
-Judi ci siamo…fra poco mi porteranno al reparto per malattie mentali del San Mungo e marcirò li dentro! Te lo dicevo dal primo anno che quel Potter ci sarebbe riuscito!- precedette qualsiasi domanda dell’amica. Judi sorrise e, mossa a compassione per lei, la abbracciò di slancio.
-E’ una sexy tortura almeno!- cercò di sdrammatizzare. Calli si liberò dall’abbraccio per colpirla con un pugno sulla spalla.
-Non sei divertente…- mormorò incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
-Che mi dici di Pierre?-
-Beh…non ci siamo più parlati da quando… da quando l’ho lasciato fuori dalla porta la scorsa sera!-
-Per tutto il giorno oggi non vi siete rivolti la parola?- sbottò incredula Judi abituata a vederli sempre mano nella mano tra un corso e l’altro, a sbaciucchiarsi ad ogni pausa delle lezioni o a sgattaiolare via per avere un po’ di privacy, appena potevano. Calli annuì e si aprì in un sorriso sbilenco.
-Non riesco ad affrontarlo…che dovrei dirgli Judi?-
-Ehm non saprei magari che non ti interessa che Potter ti abbia baciata, che non piangevi perché ti ha solo presa in giro, che non eravate in procinto di diventare “amici” e che stai male solo per la figuraccia fatta davanti ai Grifondoro!- il tono di voce di Judi trasudava sarcasmo ma Calli non le diede la soddisfazione di farglielo notare. O forse non sapeva se aveva ragione l’amica.
-Io… si sono solo arrabbiata che mi ha umiliata davanti a tutti! Sono solo un passatempo per lui ecco…-
-Ci risiamo! Non è questo a cui devi pensare! Non ti deve importare che sei solo un passatempo per lui! Sarebbe una tragedia se fosse Pierre a trattarti così e invece è in pensiero per te… e comincerà a dare i numeri se gli lasci credere che t’importi qualcosa di Potter, Calli!- la rimbrottò Judi materna. Calli sbuffò. Lei non sapeva mentire. Forse per questo non aveva voluto avere un confronto diretto con Pierre poco dopo quello che era successo. Lui sarebbe riuscito a leggere nei suoi occhi che Sirius la stava facendo soffrire e che la pessima figura centrava poco e niente. Ora stava a lei capire perché la stava facendo soffrire.
-Devo andare Judi…- mormorò.
-Non vieni a cena?-
-No…vorrei stare un po’ da sola! Ci vediamo domani, stasera ho…la ronda!- disse con tono sconfortato e poi si alzò e si diresse lontano, lontano da tutti e da tutto.
 
*

Sapeva che non sarebbe venuta, lo sapeva. Aveva atteso con Pam e Yuri, che gentilmente gli stavano facendo compagnia, nel Salone d’Ingresso. Poi quelli avevano cominciato la ronda nei Sotterranei e lui era rimasto solo, seduto sul primo gradino della scalinata che conduceva ai piani alti. La testa sorretta dalle mani ed i gomiti sulle ginocchia, fissava un punto indefinito chiedendosi se Calli d’ora in poi avesse fatto finta che lui non fosse mai esistito. L’aveva fatta grossa! Scoccando la lingua sul palato, scocciato, si alzò e cominciò a dirigersi verso il terzo piano. Giunto di fronte la statua del cavaliere dalle orecchie a punta, gliele solleticò ed il percorso si aprì fino al terrazzino. La falce lunare e le poche stelle di quel gelido Dicembre illuminavano ben poco il terrazzino del Castello e ci volle un po’ affinché gli occhi di Sirius si abituassero all’oscurità. Poi la vide rannicchiata a terra, spalle alla ringhiera di pietra grigia. Lì a terra c’era Calliope.

-Calli… sei qui!?- chiese sbigottito il ragazzo avvicinandosi lentamente a lei. Passo dopo passo ne poté distinguere i tratti del viso. Aveva pianto. Gli occhi rossi e le guance lucide ne erano la testimonianza. Lei non rispose e mantenne lo sguardo fisso verso i vasti giardini di Hogwarts o forse verso la foresta. Era impossibile per Sirius comprendere quei grandi occhi blu in piena tempesta. Si morse il labbro e sperando che lei non scappasse via si accomodò accanto a lei, spalle alla ringhiera. –Sono contento che tu stia in silenzio, perché ho delle cose da dirti…- lei alzò un sopracciglio ma non parlò. –E’ stata una stronzata quella volta… ho fatto una cazzata da premio oscar e ti giuro che non si ripeterà più!- cominciò. Calli sbuffò si tirò indietro i capelli avvilita e poi lentamente si voltò verso lui.
-Una stronzata, già…- mormorò trapassandolo con lo sguardo.
-Era una scommessa…una scommessa idiota! Se lo avessi fatto, di baciarti intendo… Bart avrebbe chiesto ad una ragazza di cui è cotto di andare al ballo con lui!- spiegò chiaramente cercando di reggere lo sguardo di Calli. Gli sembrava, ad ogni secondo che lei lo fissava, di annegare nel blu dell’oceano che erano i suoi occhi.
-Certo…- biascicò Calliope tornando a fissare chissà dove. Lui avvicinò una mano alla sua sfiorandola ma lei la ritrasse come se la pelle di Sirius fosse bollente e lo fulminò con lo sguardo. Se gli sguardi potessero uccidere. –Hai pensato, nel tuo geniale piano di cupido, a me per un momento?- gli ruggì contro sporgendosi verso di lui.
-Io…non capisco! Pensavo che se ti avessi spiegato come erano andate le cose…- balbettò confuso agitando il capo.
-Certo…erano nobili le tue intenzioni! Ma se ti fossi fermato a pensare che un bacio è un BACIO, dannazione!- urlò. –Forse per te, che sei abituato ad avere scie di ragazze che non danno importanza a nulla, solo ad aprire le gambe forse, non sarà nulla un bacio!- Sirius aprì bocca ma la richiuse incapace di rispondere. –Sei così vuoto, così privo di valori… non ti accorgi di come riesci a ferire le persone…di quanto le fai star male! Ti servi di loro per delle scommesse e le umili! Non dovevo fidarmi di te…non dovevo avvicinarmi a te! Ecco perché sto male!- una lacrima le solcò il viso niveo e corse ad asciugarla con la manica del pesante mantello, ormai cosparso di piccoli fiocchi di neve. Era vero, ogni sillaba. Sirius aveva ricevuto quelle rivelazioni su se stesso come una serie di pugni allo stomaco. Non volle chiedersi perché per Calli un bacio al suo peggior nemico, fino a poco tempo fa, era stato così importante. Ma si soffermò su ciò che era ovvio: non si curava dei sentimenti altrui. Ogni mossa, perfettamente escogitata era un suo tornaconto personale. Ma la cosa che più lo faceva star male era vederla piangere a causa sa. Non era mai successo nonostante le innumerevoli litigate. Calli urlava, lo faceva mettere in punizione o la affatturava. Come erano arrivati a quel punto? Come erano giunti ad essere così vicini tanto da farsi male? La sentì deglutire e respirare regolarmente per calmarsi.

-Ok…centro! Hai ragione, contenta? Sono un idiota e probabilmente lo sarò per sempre! Mi dispiace di non aver pensato alla tua reazione, ai tuoi sentimenti!- lei lo fissò ma della rabbia e della delusione covata non scemò nulla.
-Si sei un idiota! E io più di te perché ho creduto e ho visto qualcosa in te di buono! Mi sono sbagliata!- aggiunse alla fine e si rialzò di scatto, scotolando il mantello.
-Dai Calli…aspetta, per favore!- la supplicò seguendola fino all’imbocco del passaggio che li avrebbe condotti al corridoio del castello. Le sfiorò il polso tentando di afferrarla ma lei fu più veloce e si scansò, come se l’avesse toccata qualcosa di viscido e puzzolente. –Sono sicuro che c’è qualcosa che potrei fare per farmi perdonare!- aggiunse ignorando l’ira dei gesti della ragazza ed i suoi occhi trucidi.
-Ah ah- rise sarcastica e con amarezza –il tuo ottimismo e la tua sfacciataggine evidenziano quanto tu sia ancora troppo sicuro di te ed arrogante!- gli sputò contro.
-Adesso vedrai sempre del marcio in ogni cosa che farò o dirò… non volevo essere presuntuoso, voglio rimediare…- brontolò offeso. Calli restò impalata a studiarlo. Il viso di Sirius era contratto, non rilassato come sempre in un’espressione furbetta o in uno dei suoi ghigni malandrini. Era davvero dispiaciuto. Ma cominciava a dubitare che Calli se ne fosse mai resa conto. Forse lei aveva ragione: era troppo sfacciato ed ottimista. Avvicinò nuovamente le dita al suo polso e lei se ne accorse con la coda dell’occhio. Restò con le labbra rosee serrate ma non si allontanò. Sirius sfiorò la sua pelle gelida per via della fioccata di neve o forse per la rabbia, o magari per via di entrambe. Lambì delicatamente il suo polso e poi lo afferrò, facendosi più vicino con qualche passo verso di lei. La sovrastò con la sua altezza e lei alzò il capo per riuscire a mantenere il  contato visivo. Sirius si sentì con l’acqua alla gola specchiandosi nel blu oceano degli occhi della ragazza. Abbozzò un sorriso e poi le baciò la guancia. –Non voglio vederti soffrire! Scusami per tutto!- alla fine le sussurrò ad un millimetro dalla sua pelle, facendola rabbrividire al contatto con il suo respiro caldo. Calli abbassò gli occhi sulle sue labbra che pronunciavano quelle parole e poi li rialzò verso i suoi occhi nocciola e si morse la lingua.
-Ho bisogno di tempo!- riuscì a dire con voce rotta, da un pianto o dalla tensione che la vicinanza di Sirius le provocava? Lui questo non riuscì a capirlo. Alla fine però annuì anche se ancora perplesso da quello che stava accadendo fra loro due. Gli sembrava tutto così strano, impensabile. Se pensava a quando erano due tredicenni che si lanciavano fatture pure mal riuscite. La liberò dalla sua presa e sentì di essere dispiaciuto di non sentire più la sua pelle sotto la sua. –Buona notte Sirius…- alla fine sussurrò Calli distogliendo gli occhi da lui e facendosi più lontana fino a voltarsi e percorrere all’indietro il passaggio segreto. Lo lasciò solo, pieno di dubbi.
 
“E naufragar m’è dolce in questo mare.” (Leopardi)
 
 
*

Sabato arrivò e subito dopo pranzo fiotti di studenti si precipitarono a consegnare al Professor Paciock il loro permesso per raggiungere Hogsmead. Le ragazze, a gruppetti, correvano disperatamente non evitando di scivolare sul ghiaccio fresco o su cumuli di neve, per arrivare per prime in certi negozi di abiti alla moda del villaggio. Le ragazze di Beubaxtons seppur già favolose perché più della metà Veele, parteciparono comunque a quello shopping frenetico ed isterico. Sirius, Bart ed Octo approfittando della privacy lasciata dalle ragazze, si godettero un pomeriggio ai Tre Manici di Scopa a sorseggiare burrobirra e Whisky Incendiario. Bart aveva deciso che avrebbe agito subito. Quel cerotto, per non far male, doveva essere strappato tutto in una volta e velocemente. Avrebbe fatto male ma almeno si sarebbe tolto il pensiero. Aveva già ingollato una burrobirra e due bicchieri di Whisky e nonostante il fatto che i freni inibitori erano stati lasciati andare, non si sentiva abbastanza pronto per affrontare lei. Lawrence McMillan. Bella, da togliere il fiato, sexy, dolce, intelligente, un pizzico presuntuosa ed il suo tormento da ormai un anno. Probabilmente l’errore più grande che aveva potuto fare nella sua vita, anche se ancora così giovane, era stato lasciarla andare. Perderla perché era spaventato di averla e di poterla rompere. Era un ragazzino ai tempi, si era spaventato della velocità che avevano avuto nel bruciare le tappe. Si era spaventato di se stesso e dei suoi sentimenti. Così grandi e così forti per una ragazza che lo prendeva totalmente. Le era mancata tanto ma poi ci aveva fatto l’abitudine. Non era stato uno stinco di santo, non era rimasto a secco in fatto di ragazze, nonostante pensasse sempre a lei e le paragonasse tutte a lei. E la cosa che più lo preoccupava era venire a sapere che lei avesse avuto altre storie o che avesse già un cavaliere. Ne era certo, era la più bella tra i Tassorosso, membro del Comitato Studentesco e prima del Corso tra gli studenti del sesto anno.

-Ci siamo…adesso noi andiamo da Zonko e poi a trovare mio zio George- visto che gli affari dei Tiri Vispi Weasley andavano alla grande, zio George e zia Angelina difatti avevano aperto una filiale anche ad Hogsmead oltre che in altri villaggi magici dell’Inghilterra. –E tu…- proseguì scrutandolo mentre ingoiava l’ultima goccia di Whisky, -andrai da Lawrence!- Bart sbattè il bicchiere di vetro sul tavolo con un tonfo e sospirò guardando i suoi amici, poi annuì.
-Sono pronto alla disfatta!-
-Oh andiamo amico…con quel bel faccino che ti ritrovi Lawrence non può dirti di no…- lo rassicurò Octo battendogli delle pacche sulla spalla. Il biondo scosse il capo conscio che avrebbe ricevuto un due di picche o peggio ma si alzò insieme ai suoi amici e pagò la sua quota di galeoni. Una volta fuori dal locale di Madama Rosmerta il freddo pungente di quel venti di Dicembre, lo investì. Mancavano tre giorni al ballo e doveva chiedere a Lawrence di andarci con lui. Sistemò meglio la sciarpa rosso-oro attorno al collo ed infilò i guanti neri, mentre Sirius e Octo lo salutavano con la mano e sorrisi incoraggianti. Alla fine Octo gli alzò entrambi i pollici all’insù e gli fece un gran sorriso. Bart si strinse nelle spalle e si incamminò verso la via dove i negozi di abiti di ragazze si concentravano. Mani in tasca, testa bassa nascosta per metà dalla sciarpa ed occhi tesi, raggiunse la stradina gremita di ragazze indaffarate tra buste, sacchetti, scatoli e intente a ridere o lamentarsi disperatamente. Ignorò le chiacchierare stupide ed affrettò il passo mentre dalle vetrine dei negozi cercava di scorgere la chioma di fuoco di Lawrence. Quante volte l’aveva fissata di nascosto, mentre il cuore cominciava a battergli nel petto come un martello pneumatico. Quante volte la sbirciava a lezione di Cura delle Creature Magiche e di Divinazione, corsi che Tassorosso e Grifondoro facevano insieme. O quante volte durante i pasti in Sala Grande la spiava da dietro la spalla di qualcuno per poterla osservare, poterla sentir ridere, scherzare o anche solo osservarla mangiare?! E così la vide, stava uscendo a braccetto con un’amica da Anita la sarta amica, con un pacco e rideva spensierata. Chissà se anche lei provava ancora qualcosa per lui o se oramai nel suo suore non c’era più spazio per lui? Deglutì a vuoto e mentre poteva sentire il cuore battere nelle orecchie si avvicinò alle due Tassorosso che nel frattempo erano intente a fare un elenco di quello che ancora mancava loro, per il ballo. Si leccò le labbra secche e screpolate per il pungente gelo e poi pronunciò il suo nome dopo mesi e mesi che era divenuto un tabù, dopo mesi che non ne aveva il coraggio di nominarla, nemmeno nei suoi pensieri, dopo il male che le aveva fatto.

-> http://www.youtube.com/watch?v=PrGq-pSvZg8

-Lawrence?- ne uscì quasi un sussurro ma bastò. Le due ragazze sollevarono il capo dalla loro lista e lo fissarono a bocca aperta. Lei divenne seria, pallida ed immobile. La sua amica la strattonò e poi rimbalzò con gli occhi da l’uno all’altra. Bart non aveva coraggio di continuare ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, non riusciva a smettere di specchiarsi nell’azzurro ghiaccio degli occhi di Lawrence.
-Io…io vado un attimo da Susan Taglia&Cuci, Law! A dopo…- si affrettò a dire la sua amica e corse via, lasciandoli da soli. Lawrence annuì e sbatté le ciglia velocemente come per riprendersi da una vista accecante. E in effetti era così strano vedere Bart di fronte a lei che le parlava. Era da un anno che non incrociava più i suoi dolci occhi cenere.
-Law…io volevo… come stai?- alla fine Bart optò per una via migliore, più facile: quella di ricominciare.
-Co…io…bene! Tu come stai?- era confusa e la sua voce era tesa.
-Bene…fa un freddo cane! Ti va una cioccolata calda?- e alla strategia aggiunse anche che sapeva bene cosa piaceva a Lawrence. Lei inclinò il capo di lato perplessa. Cosa stava accadendo? –Per favore…- allora aggiunse lui facendosi più vicino di qualche passo. Poi lei scrollò le spalle ed annuì. Fianco a fianco, e in imbarazzante silenzio, giunsero sino a Madama Piediburro e lui le aprì la porta per farla entrare. Una volta dentro la cameriera li fece accomodare e allora lui le spostò la sedia e la aiutò a sfilare la sciarpa blu-argento. Non c’era nulla di strano nei suoi gesti, o almeno li aveva sempre fatti con lei, ma era bizzarro comunque perché oramai erano due estranei visto il tempo trascorso ad essere arrabbiati, delusi, lontani. Troppo orgogliosi per ammettere che tenevano ancora l’uno all’altra. Lei comunque lo lasciò fare perché interdetta ed incapace di formulare un pensiero di senso compiuto. Quando si fu seduto di fronte a lei, una volta liberatosi anche lui di sciarpa e mantello ordinò una cioccolata per lei ed un caffè per sè.
-Bart…- tremò nel dire il suo nome, perché da troppo tempo probabilmente anche lei non lo pronunciava, -…che sta succedendo? Che significa tutto questo?- ed allargò una mano per indicare il posto romantico, e in senso astratto anche il suo atteggiamento galante.
-Perché no?- fu la sua unica risposta. Lawrence aprì più volte la bocca ma poi preferì riflettere. Nel frattempo la cameriera servì loro la tazza e la tazzina con le loro ordinazioni ed andò via, lasciandoli ancora da soli, ancora in silenzio. Sorseggiarono con il sottofondo dei loro pensieri. Quando il silenzio si fece assordante, lui aprì bocca ma prima le carezzò la mano che lei aveva abbandonato sul tavolo. Lawrence osservò quel gesto affettuoso e con estrema lentezza poi sollevò gli occhi su di lui.
-Cos’è uno scherzo dei tuoi Bart? Vuoi farmi ancora star male…?- lui scosse il capo indurendo i tratti del viso e poi le strinse la mano intrecciando le dita alle sue.
-Ricominciamo…- le sussurrò specchiandosi nei suoi occhi. Lawrence fece pressione sulle sue dita, stringendo ancora di più la sua mano a quella di Bart e poi tornò a guardare le loro mani intrecciate.
-E’ andata così male la prima volta… un disastro!-
-Non è tutto da buttare!- precisò lui piccato. Erano veri e sentiti quei baci sotto le stelle, quelle passeggiate in riva al lago al tramonto, le occhiate timide ed impacciate, le parole dolci sussurrate abbracciati in qualche panchina del cortile interno del Castello. Le fughe dopo il coprifuoco per sentire l’adrenalina correndo insieme fuori dal Castello. Era tutto meraviglioso prima che la paura di impegnarsi prendesse il sopravvento su di lui.
-Lo so… ma non dimentico quello che mi hai fatto… mi hai fatto toccare il cielo con un dito! Poi mi hai deluso e sotterrato!-
-Ho sbagliato! Quel pomeriggio ero venuto a dirtelo…ma tu sei scappata via! Da quel giorno non mi hai più rivolto la parola! Io ho bisogno di ricominciare!-
-Io…non lo so!-
-Vieni al ballo con me! Dammi una chance!- disse di getto, ormai quella stupida richiesta, quella scommessa fatta, non aveva più alcun valore, importava solo lei. Lei e la possibilità di cui aveva bisogno Bart.
-Non…non posso!-
-Perché no Law!? Ti prego… se non mi dai una possibilità come fai a saper se sono cambiato…se puoi fidarti di me!?- non gli importava di apparire patetico o disperato. Non con lei, almeno.
-Non posso perché ho già detto di si ad un altro ragazzo, Bart!- si giustificò alleggerendo la presa sulla mano del ragazzo che si corrucciò ed i suoi occhi divennero tristi, delusi. –Mi…mi dispiace!- e si liberò dalle dita del biondo che restò a studiarla.
-Chi è?-
-Non ha importanza! Il ballo è fra tre giorni, non potevo sapere che… e comunque devo pensarci su… io non so più chi sei! È passato così tanto tempo! Circolano così tante voci su di te ed i tuoi amici… non sono una delle tante!-
-Non lo sei mai stata!- si affrettò a precisare. Lei abbozzò un sorriso ma poi ritornò seria. Si affrettò a rimettere la sciarpa ed il mantello.
-A presto Bart!- restò un attimo a guardarlo e poi corse fuori dal locale. Poggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani, stirando indietro tutti i crini biondi, scompigliandoli. Gemette di frustrazione e poi ringhiò qualcosa, incurante della presenza degli altri clienti. Si coprì e gettò letteralmente il prezzo delle cose ordinate per poi uscire al gelo. Stranamente non sentì il freddo sulla sua pelle stavolta. Avvertì un altro tipo di gelo che lo stava facendo tremare, quello del cuore.

“Hai bisogno della luce solo quando si sta spegnendo.
Ti manca il sole solo quando inizia a nevicare.
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare” (Let her go; Passenger)


Buona sera, anzi notte a tutti!!
Mi rifaccio viva e spero di esservi mancata! Anzi spero che vi siano mancati Calli, Sirius, Bart e tutti gli altri protagonisti!
Mi auguro che la storia vi stia piacendo ed intrigando e che come me vi stiate affezionando ai protagonisti ^^
Se vi va di lasciarmi un commento, critica, consiglio o chiedermi qualcosa se avete dubbi io sono qua!! =) A presto con l'ottavo capitolo che sarà incentrato sulla festa, cioè sul ballo del ceppo! Ci saranno chiarimenti e discussioni! Un abbraccio e baci, rory!

PS:al link la canzone let her go dei passenger e all'inizio un collage di mia invezione su Bart (Sam Claflin) e Lawrence (Deborah Ann Woll).

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***





NdA: Scusate la piccola intrusione!! ^^
Ho un aggiornamento da fare: Ho aperto un blog su tumblr sulle mie due fanfiction per servirmi della magia delle gif che ci trasportano direttamente ad Hogwarts ;) ...
Perciò se vi va poteti seguirmi anche lì! Un bacione e buona lettura!! 
il link:     http://www.tumblr.com/blog/orgoglioepregiudiziorory 

 
Capitolo 8

“Ho bisogno che questa serata vada bene! Ho bisogno che tu mi sia vicina!”
 
-Guardati non ti reggi neanche in piedi…sei patetico!!- la voce roca dovuta all’alcol, di Bart risuonò nell’aula di Divinazione. Stavano con i sederi abbandonati nei puff bordeaux. Erano inebriati dal profumo d’incenso e vaniglia, proveniente dalle numerose candele lasciate ad illuminare le mensole. Lì dove si trovavano le sfere di cristallo della Cooman.
-Ah io?! Ma se sei tu quello che si è scolato più di mezza bottiglia da solo di Whisky, razza di cane rognoso!- gli ringhiò contro Sirius puntandogli l’indice contro ma non riuscendo bene ad inquadrare la direzione visto che l’alcol aveva appannato la sua vista. La stanza sembrava girare a tratti, specialmente se si agitava su quel morbido puff.
-Non è vero! Octo me ne ha fregato un sacco!- si difese Bart.
-IO? Ma…ma se quella bottiglia era per tre persone e te la sei scolata tutta tu con due sorsi!- subito protestò Octo, e a gran ragione. Bart afferrò uno dei cuscini e lo lanciò contro Octo che non avendo la sua giusta porzione di Whisky aveva tutti i sensi svegli, e lo schivò. Sirius sghignazzò e sentì la testa più leggera e vuota di tutti quei grovigli che lo avevano reso teso e cupo negli ultimi due giorni. Complice l’alcol ed i suoi amici, finalmente aveva staccato la spina. La sua testa vagava, vagava e poi inevitabilmente finiva col pensare a lei. Che aveva fatto di male per sentire quello strazio? Ricordava i suoi occhi, blu come l’oceano, rossi e quelle lacrime… così lo stomaco gli si contorceva. Si odiava per aver fatto star male Calliope e si odiava di più perché lei ancora non lo aveva perdonato. Dopo due giorni, che non lo guardava più ne gli rivolgeva la parola, erano ancora ad un punto morto. Aveva chiesto del tempo, Sirius glielo stava dando. Anche perché non sapeva che altro fare se non ignorarla e aspettare. Aveva anche rischiato un pugno da Pierre, quando aveva saputo della scommessa e di quello che era successo in Sala Grande. Era stato salvato dall’arrivo della Sprite alla serra. Lui non era fatto per queste cose, non sapeva come comportarsi. Sirius era abituato alle ragazze semplici, prevedibili e scontate. Con loro era facile sapere cosa dire, cosa fare, come sorprenderle. Con loro, quelle rare volte che si offendevano, era semplice rimediare. Uno sguardo dolce, un sorriso, un bacio rubato e tutto tornava a risplendere. Nulla era semplice con lei. Nulla era semplice con Calliope Rosier. Non era semplice capire perché nonostante tutto lui si stancasse facilmente di quel tipo di ragazze prevedibili e non si era stancato invece di aspettare che lei lo perdonasse.
-Sono le tre di notte idioti! Direi che se Gazza ancora non ha sentito i grugniti di Bart siamo stati fortunati… dai andiamo, alzate quei culi!- li esortò Octo dando dei calci al puff di Bart affinché si schiodasse di lì. Anche Bart aveva lasciato che il fidato amico alcol lenisse le sue pene. Una sola cosa balenava nella sua testa, ininterrottamente. Lawrence ed il suo cavaliere per il ballo. Aveva sfracassato le parti basse degli amici per due giorni, affinché scoprissero chi fosse questo misterioso tizio. Ma visto che non c’erano riusciti, gliele aveva fracassate ancora di più. Fin quando Octo non era riuscito ad infiltrare una bottiglia di Whisky Incendiario nel Castello e aveva guarito entrambi i suoi amici. Di certo non potevano andare al ballo come due stracci, specialmente Sirius. Lui no, perché lui era il campione del Torneo e sarebbe stato sotto i riflettori tutto il tempo. Alla fine Octo decise di sollevare di peso il biondo, visto che Sirius per lo meno riusciva a camminare da solo, e lo scortò fuori dall’aula sin giù per le scale.

-Ehi!- una mano spinse indietro Sirius, facendolo cadere sul tappeto circolare dell’aula e facendogli vedere le stelle per un attimo, visto il botto che l’osso del suo sedere aveva subito. –Dove credevi di andare?! Sei cattivo Sirius…sei un trasgressore! Tu che sei un prefetto dovresti stare nella tua cameretta a quest’ora!- quella voce che tanto lui conosceva bene, calda e sensuale lo fece tornare in se. Cassia aveva richiuso la porta a chiave ed ora era in piedi davanti a lui, con le mani ai fianchi. Aveva una finta aria minacciosa ed un sorrisetto che allargava quelle labbra rosse e carnose. La penombra dell’aula la rendeva ancora più criptica e misteriosa.
-Puniscimi allora…- fu la risposta di Sirius. Lei rise scostandosi i lunghi capelli biondi dalle spalle e scoprendo la sua scollatura vertiginosa che mostrava gran parte del suo seno prosperoso. Sirius si accomodò meglio sul puff alla sua destra e lei si inginocchiò tra le sue gambe, con il viso ad un soffio dal cavallo dei jeans scuri del ragazzo. Baciò la patta dei suoi jeans ed un fremito percorse la colonna vertebrale del ragazzo che ghignò divertito. –Non hai paura che i miei amici tornino a cercarci e ci scoprano insieme? Che ne sarebbe del patto? Della tua reputazione?- la provocò affondando la mano nella sua chioma bionda e attirandola a se per incontrare la sua bocca. Quando la trovò le morse il labbro inferiore tirandolo con i denti tanto che a lei scappò un gemito di dolore. Poi la baciò con prepotenza e le infilò la lingua in bocca assaporando il suo sapore di ciliegia. Adorava quel lucidalabbra che metteva sempre. La trattenne con forza per il collo fin quando lei non cedette ed iniziò ad accarezzare con la sua lingua quella di lui, a danzare con lui. Solo quando mancò l’ossigeno ad entrambi la liberò e lei poté guardarlo negli occhi.

-Sei a corto di coccole, Sirius?- gli domandò furba, con un alzata di sopracciglia. Lui fece spallucce e roteò gli occhi al cielo. Il gesto gli fece girare la testa ma ignorò i sintomi della sbronza e con forza la fece distendere sul tappeto finendole di sopra. Iniziò a sbottonarle la camicetta grigia e accompagnò i movimenti con piccoli morsi dal collo, al seno fino al suo ventre e poi risalì lasciandole una scia di saliva con la lingua sino al capezzolo che turgido appariva dal reggiseno in pizzo nero. Fu lei a liberarsene  rimanendo a seno nudo e lasciando a Sirius il tempo di giocare e torturare i suoi seni con morsi, succhiandoli e baciandoli di tanto in tanto. Con il collo inarcato e a suon di gemiti orgasmici Cassia lo lasciò fare. Non appena si fu risollevato con il busto Cassia gli sfilò la maglia rossa ed affondò le sue unghia sulla schiena del ragazzo che grugnì dolorante. Passò le sue unghia laccate di rosso sangue su tutta la schiena mentre lui inspirava il profumo dei suoi capelli d’oro. Non aspettò oltre e le tolse i jeans dalle gambe lasciandola con il perizoma nero. Si beò di quella vista ed affondò il naso nelle sue parti intime per sentirne gli umori e provare degli spasmi al basso ventre. Quando ne ebbe abbastanza si liberò anche lui dei jeans e si distese invitandola con la mano a mettersi a cavalcioni su di lui. Cassia si tolse l’ultimo indumento che la costringeva e poi accolse dentro di se la sua erezione pulsante, danzando ritmicamente su di lui e godendo dei suoi sospiri e dei suoi gemiti che tanto la mandavano in estasi. Erano musica per lei. Amava farlo godere e godere di lui. Non avrebbe mai desiderato nulla che quello da lui. Solo quello. Lei la afferrò per i fianchi dando ai suoi movimenti un ritmo più veloce ed affondando ancora di più dentro di lei a suon di colpi di reni, fin quando non raggiunse l’orgasmo e lei dietro di lui poco dopo. I suoi lunghi crini biondi gli solleticarono il petto quando Cassia si chinò su di lui per baciargli una goccia di sudore sulla fronte. Poi si abbandonò accanto al ragazzo, continuando a guardarlo mentre trovava un ritmo più regolare dei respiri. Fin quando non riaprì gli occhi per poi sorridergli.

-Che c’è?- le domandò Sirius curioso e alzando un sopracciglio.
-Non avevamo ancora festeggiato il tuo successo nella seconda prova!- rispose lei carezzandogli via dalla fronte qualche riccio nero. Anche lui allora sorrise. –Prima eri in infermeria, poi sono stata occupata con il ballo e l’organizzazione!- continuò lei, cominciando già a cercare i suoi vestiti per ricomporsi. Lui aspettò ancora, rilassandosi sul tappeto.
-Già… sono sicuro che domani sarà tutto perfetto! Del resto decidi sempre tutto tu poi, visto che sei il Capo del Comitato!- commentò non del tutto interessato a quelle sciocchezze.
-Basta che non rovini tutto tu! Entrerai con la tua dama, farai il tuo discorso e aprirete le danze! Hai una dama no?-
-Ah…quindi è proprio necessario portare qualcuno?-
-Per te si!- rispose acida presagendo già un disastro.
-Troverò qualcuna allora… avrei preferito andare da solo!- borbottò.
-Che c’è? Non riscuoti più tanto successo?- lo stuzzicò. Lui rise divertito e poi si rivestì lasciando cadere il discorso. –Beh so che non lo riscuoti su una certa Rosier…- alla fine ruppe il silenzio lei. Sirius sbucò con la testa dal colletto della maglia rossa e la squadrò con aria interrogativa. E lei come faceva a saperlo? –Che le hai fatto? So che non litigavate più…-
-Perché che ti ha detto?-
-Era venuta a chiedermi di cambiare i turni delle ronde! Non voleva più farle con te!- rispose incurante del caos che nella testa di Sirius si stava scatenando. –Ovviamente l’ho mandata al diavolo quella capricciosa e viziata!- aggiunse abbottonando del tutto la camicetta ed aprendo la porta.
-Ah… ok…- riuscì solo a dire.
-‘Notte campione! Alla prossima vittoria…- e Cassia lo lasciò solo. Ancora da solo. Solo con i suoi pensieri. Struggendosi del fatto che non era servita a nulla la loro discussione. Di certo lui non poteva sapere che Calliope aveva chiesto ancor prima di parlare con lui sul terrazzino, quelle cose a Cassia.
 
*

-> http://www.youtube.com/watch?v=LqI78S14Wgg
Come sempre quando doveva fare qualcosa che la rendeva nervosa e la stressava, stava torturando a suon di piccoli morsi il labbro inferiore e intrecciava le dita in grembo. Chissà se Pierre sarebbe venuto. Calli stava aspettando il suo ragazzo, o almeno lei sperava ancora che lo fosse dopo come lo aveva trattato per due giorni. Lo attendeva seduta su uno dei gradini dell’Ingresso del Castello. Aveva voglia di fare una passeggiata lontano da tutto e tutti, se lui fosse venuto all’appuntamento. Da brava codarda e calcolatrice di una Serpeverde, aveva lasciato che la sua civetta Brunilde, portasse il messaggio arrotolato al ragazzo, all’ora di colazione. Ormai stava lì a congelare dal freddo da più di dieci minuti, dieci come i minuti che Pierre aveva di ritardo. Pensò di meritare di morire assiderata quel ventitré Dicembre. Poi sentì dei passi dietro di sé e si voltò speranzosa e così lo vide. Imbronciato, con lo sguardo basso e anche lui avvolto nel suo mantello nero e verde. Il più pesante che aveva visto la neve che in quei giorni era caduta. Con la sciarpona di lana fin sul naso.

-Sei venuto…- riuscì a dire come un sussurro. Lui annuì senza enfasi e poi scese ancora qualche gradino fino a raggiungerla. Calli si alzò di scatto, scrollandosi la neve dal sedere e gli sorrise.
-Non sono come te, se c’è un problema mi piace discuterne…-
-Hai ragione! Ho sbagliato…ti va di fare una passeggiata?- Pierre annuì ancora e mani in tasca, senza farsi troppo vicino a lei, la seguì. S’incamminarono vicino la casetta di Hagrid da cui fuoriusciva una scia di fumo nero, proveniente dal caminetto. Il cielo plumbeo presagiva un’imminente, nuova nevicata e il venticello pungente faceva salire brividi freddi lungo la spina dorsale.
-Puoi dirmi cosa sta succedendo…- alla fine Pierre non resistette un minuto in più nel suo atteggiamento ostile ed offeso. Si voltò come una furia ed arrestò il passo. Lei fece lo stesso e restarono a guardarsi per qualche istante negli occhi.
-Pierre… Potter mi ha baciata…- iniziò.
-Lo so…tutta la scuola ne parla… sono anche andato a spaccargli la faccia ma la professoressa Sprite era lì vicino e mi ha messo in punizione!- rispose non nascondendo nel tono di voce un punta di amarezza e di gelosia. –Il punto è perché la cosa ti ha reso così… perché non sei corsa a dirmelo? Perché è stato lui ad umiliarti e invece non hai più parlato con me?- le fece l’interrogatorio, agitando in aria le mani con fare esasperato.
-Mi sentivo una stupida e mi vergognavo…- farfugliò arrossendo. –Lo ha fatto per…scherzo…non perché io gli piaccia…- aggiunse a fatica. Si morse ancora il labbro e poi cercò la mano del ragazzo. Non si allontanò anzi subito le afferrò la sua portandosela alla bocca e la baciò. La pelle fredda e pallida di Calli tremò a quel contatto, caldo ed umido, e tornò a specchiarsi negli occhi verdi del ragazzo.
-E’ un pagliaccio… te l’ho sempre detto! La pagherà Calli! Tutto a tempo debito! Ma non devi avere mai vergogna di me! Io sono il tuo ragazzo e voglio proteggerti! Non deriderti come quegli idioti Grifondoro, quella sera!- e detto ciò la attirò a se e la avvolse in un abbraccio stringendola forte al suo petto asciutto.
-Lo so…- sussurrò sfiorando con le labbra il cappotto di Pierre.
-Su rientriamo al Castello, stai congelando! Non vorrai beccarti un raffreddore il giorno del ballo!?- la afferrò per le spalle scuotendola un po’ e così i loro visi furono l’uno di fronte all’altra. Calli scosse il capo divertita e poi rise. Pierre ricambiò il sorriso e si chinò su di lei per sfiorarle le labbra fredde e screpolate. Quando Calli sentì quel bacio rabbrividì. Inevitabilmente la mente vagò sino alla Sala Grande, fino a qualche giorno prima. Li dove erano le labbra di Sirius a sfiorare le sue. Andò a quel momento in cui si sentì avvampare, tremare fino a cedere le gambe. A quando la mente le fu annebbiata per attimi che parvero infiniti. 

*Quando senti il mio calore, guarda nei miei occhi 
è dove i miei demoni si nascondono. 
Non avvicinarti troppo, d
entro di me c'è il buio... 

È dove i miei demoni si nascondono.*

 
*
 
-Dannazione a voi!! BASTA NON CE LA FACCIO PIU’!- la voce isterica di Pam si udì fino al Salone d’Ingresso dove Sirius stava correndo diretto alle cucine degli elfi, per uno spuntino con Freddy. Arrestò la sua corsa ed indietreggiò per sbirciare cosa stava accadendo. Pam strillava contro svariati ragazzini intenti ad ammirare, a bocca aperta, i membri del Comitato Studenti e qualche volontario, addobbare la Sala Grande per quella sera. Soffocò una risatina nel guardarla sbraitare, agitare le braccia e con i capelli tutti elettrizzati. Si schiarì la gola ed entrò per darle una mano.
-Pam!! Hai bisogno di aiuto?-
-Oho chi si rivede!?- fu la sua risposta ironica. Sirius assorbì subito il rimprovero, ma non aveva nulla da ribattere perché effettivamente non la aiutava mai al di là della cena, nel controllare le matricole. E faceva le ronde perché obbligatorie altrimenti i Caposcuola lo avrebbero portato in Presidenza di corsa.
-Pam mi spiace…sono stato impegnatissimo…le prove, le lezioni, gli allenamenti! A Gennaio ci sarà Grifondoro contro Serpeverde, lo sai!- provò a giustificarsi ma alle parole accompagnò una scrollatina dei capelli con la mano e due occhioni nocciola da cucciolo. Per finire uno dei sui sorrisi languidi e Pam fu bella che sciolta. E Sirius fu bello che perdonato.
-Oh, oh…certo, ok scusami…ma mi faranno impazzire!- come avesse lui la capacità di ribaltare così facilmente le situazioni, nonostante avesse torto sfacciato, non se lo spiegava nemmeno lui. Anche a casa, da ragazzino era così: Lily o Albus subivano una delle sue angherie ma lui riusciva a farla franca quasi sempre. Una dote innata alla fine, diceva a se stesso. –Senti sono riuscita a convincere questi qui a salire in Sala Comune con me, ma quelle ochette lì e quei due scapestrati non vogliono proprio sentire nulla…- si brontolò Pam arrossendo. Sirius le sorrise.
-Ci penso io, te li porto subito in Sala Comune!- così dicendo corse verso un paio di ragazzine imbambolate sul soffitto che stava prendendo a nevicare, rimproverandole e facendole impallidire. Quelle corsero subito via imbarazzatissime per essere state ammonite dal Campione, dalla star di quella sera. Poi fu il turno di un gruppetto di Grifondoro del secondo anno, intenti invece a combinare scherzi ai volontari e far sparire loro addobbi e vassoi per il cibo. Dopo aver tolto dieci punti in totale per la malandrinata, li scortò sino alla Torre ovest e al di là del Ritratto della Signora Grassa, per essere sicuro che non sgattaiolassero di nuovo via a fare altri guai.
-Finalmente! Pensavo ti avessero messo nel sacco anche a te! Sono delle pesti!- gli venne incontro Pam portandosi le mani al petto e sospirando sollevata. –Non volevano saperne di salire su a prepararsi per stasera!- aggiunse sprofondando esausta nella poltroncina scarlatta, davanti al camino.
-Ah già, stasera…- farfugliò Sirius annoiato e grattandosi la nuca. Osservò Pam massaggiarsi le tempie e si chiese perché fosse sempre così isterica. Non si rilassava mai quella ragazza. Si morse un labbro. Magari era anche colpa sua se era così stressata. Così si ripromise di aiutarla di più durante la giornata, e specialmente in vista di queste occasioni, dove l’isterismo contagiava un po’ tutti.
-Beh dovrei andare a prepararmi anch’io! Mi ci vuole una bella doccia bollente per riprendermi!- alla fine esclamò stiracchiandosi e facendo per salire ai dormitori. Sirius, che era stato impalato all’entrata della Sala Comune, la osservò pensieroso fin quando gli si accese una lampadina.
-Pam?- la richiamò e quella si voltò distrattamente tanto che gli occhiali le vacillarono sul naso, come le accadeva spesso, essendo sempre così frenetica. –Hai già un cavaliere per il ballo?- le chiese a bruciapelo. Pam sgranò gli occhi e si guardò attorno come se ci potessero essere altre Pam lì intorno. Peccato che in Sala ci fossero solo loro due e due del settimo anno intenti a ripassare Rune Antiche.
-Io? Ehm no… vado con le mie amiche…- balbettò confusa. Stava divenendo rossa fino alla punte delle orecchie perciò Sirius si affrettò ad arrivare al punto.
-Ti va di venirci con me allora?-
-C…cosa? Io? Al ballo?- probabilmente pensò Sirius gli occhi le sarebbero usciti fuori dalle orbite se non si dava una calmata.
-Si tu, Pam!- rispose il ragazzo, grattandosi il capo e aggrottando la fronte confuso. Lei si portò una mano al cuore e balbettò qualcosa sottovoce che lui non riuscì a decifrare. Fece qualche passo verso di lei con aria curiosa e si accorse che stava trattenendo il respiro. –Pam?-
-Oh si…si cioè ok, si ci vengo!- alla fine riuscì a dire. Sirius le sorrise e le scoccò un bacio sulla guancia paonazza.
-Perfetto! Fatti carina Pam, apriremo le danze tu ed io! Ci vediamo all’Ingresso alle otto!-
-Io…tu…cosa?- ma già Sirius correva fuori dalla Sala Comune, per iniziare anche lui i preparativi. Freddy lo avrebbe ucciso per il bidone che gli aveva fatto.

Un’ora dopo era quasi pronto ma il nodo alla cravatta non ne voleva sapere affatto di venire bene. Sbuffò e lo sciolse per la quinta volta. Guardò l’orologio. La McGranitt era stata chiara: alle otto in punto nel Salone d’Ingresso, e mancava solo un quarto d’ora. Allacciò l’ultima scarpa e corse dall’unica persona che poteva dargli una mano in extremis. Quando fu di fronte alla porta di Flo, del dormitorio femminile, bussò due volte e attese che qualcuno si degnasse a venirgli ad aprire, per minuti.

-ODDIO! Che ci fai qui?- Selene aveva aperto la porta con solo una asciugamano di spugna verde addosso e quasi le era scivolato via per la sorpresa. La porta si richiuse con un tonfo. –ROSE C’E’ QUEL PAZZO DI TUO CUGINO QUI!- urlò la ragazza come una furia.
-Sirius che ci fai qui?- trillò Rose appena riaprì la porta.
-C’è Flo?- Rose sorrise e gli fece cenno di aspettare un attimo, con l’indice. Di nuovo si ritrovò fuori da solo nel corridoio, con la porta chiusa in faccia. Sbuffò e si sedette a terra, spalle al muro. Da quella mattina aveva una forte emicrania, anzi forse da prima. Dalla sbronza della sera precedente. La peggior fitta l’aveva sentita quando Cassia le aveva detto che Calli non voleva far più le ronde con lui.
-Sirius?- la voce di Flo lo riportò al presente. –Che ci fai lì a terra?- Flo era avvolta in un accappatoio due taglia più grande di lei, di una fuxia così sgargiante da accecare.
-Sono negato…- fu la risposta del ragazzo che le mostrò la cravatta penzolante. Flo rise di gusto e chinandosi sulle caviglie, potendo essere faccia a faccia, gli sistemò per bene il nodo alla cravatta magenta che aveva scelto Sirius. Indossava una camicia di seta bianco perla ed una giacca grigia di satine con i pantaloni cordinati. Quando finì gli sistemò anche il colletto e gli sorrise. –Sei il mio angelo!- la ringraziò dandole anche una carezza sulla guancia color cioccolato ora imporporata dal phard rosso. Le chinò il capò per cullare il viso in quella dolce carezza.
-C’è qualcos’altro che non va, vero?- Sirius interruppe il contatto visivo ed infilò entrambe le mani in tasca. Flo si morse il labbro e poi si accomodò vicino a lui, nella sua stessa posizione. –Ti va di parlarne?- tentò.
-E’ un periodo strano…confuso…- mormorò senza guardarla ancora. Lei annuì iniziando a riflettere sulle parole dell’amico. Attese in silenzio, perché come sempre lui le avrebbe raccontato tutto. Doveva solo dargli tempo. –Mi sembra di essere così…così…diverso! Prima facevo le cose senza pensare…ora appena faccio una stronzata la mia coscienza non mi lascia in pace! Sono diventato un fottuto riflessivo e logorroico di merda, Flo!- esplose ad un tratto portandosi le mani ai capelli per scompigliarli fino al punto da sembrar uscito da un uragano. Lei si leccò le labbra e sospirò.
-Non sei più un ragazzino… adesso hai nuove responsabilità: il Torneo, sei un Prefetto…si avvicinano i M.A.G.O. e dobbiamo impegnarci di più! È normale che stai cambiando Sirius!-
-Ma… io non me ne sono neanche accorto! Voglio dire è stato tutto così…improvviso! Non pensavo di lasciarmi sorprendere, di lasciarmi toccare da certe cose, invece…-
-Stiamo ancora parlando del Torneo…?- chiese lei, con un tono di voce leggermente più duro. Sirius si voltò con estrema lentezza a guardarla. Gli occhi color cioccolato di Flo, grandi e luminosi, lo fissavano come spaventati. Lui cercò la sua mano e Flo sussultò appena quando lui la strinse forte. –Sirius?- chiese con la voce tremante.
-Io… io sono confuso! Ho bisogno che questa serata vada bene! Ho bisogno che tu mi sia vicina, in questo momento!- fu la sua unica risposta. Lei rimase a guardarlo ancora per un minuto e poi si sforzò di sorridere. Infine annuì e si lasciò aiutare a rialzarsi. Quando, piccolina com’era, alzò il capo per osservare Sirius lui le stava sorridendo.
-Allora ci vediamo al ballo, campione!-
-A stasera pulce!- la salutò scompigliandole i ricci ribelli e poi corse giù, fuori verso il punto d’incontro con gli altri Campioni e i Presidi delle scuole.
 
*

Pierre venne a prenderla puntualissimo alle sette e mezza nella sua camera. Lei come al solito era in ritardo, da brava narcisista e perfettina che era, non usciva di camera se non era impeccabile. Assicuratasi che il rossetto non fosse sbavato e che sul vestito corallo non vi fosse nemmeno un piega, uscì e a braccetto con il biondo, che la riempì di complimenti restando a bocca aperta. E poco dopo giunsero in Sala Grande. Quasi tutta la scuola era già lì. C’era chi chiacchierava, chi già beveva l’aperitivo e mangiucchiava gli antipasti. C’era chi ballava sul posto una leggera musica di sottofondo. Chi aspettava il cavaliere o la dama e chi invece guardava impacciato il proprio compagno o compagna di serata, perché ancora alle prime armi. A destra della Sala Calli notò che si trovavano quasi tutti i Grifondoro e sbirciò, senza farsi notare da Pierre, se ci fosse anche Sirius. Oramai erano quasi le otto in punto e di lì a poco i tavoli sarebbero stati imbanditi di tutte le prelibatezze preparate nelle cucine degli elfi. Dalle dieci invece avrebbero aperto le danze e poi si sarebbe fatta baldoria fino al mattino, quando l’Espresso per Hogwarts li avrebbe attesi per rientrare a casa per le vacanze Natalizie.

-Ciao ragazzi!!- la voce di Scorpius li accolse e con la mano li invitava a raggiungere il tavolo occupato da lui, Anita Pucey, Judi e il suo Corvonero, Kevin Flitt con una ragazza Grifondoro, che a Calli era molto familiare e Romeo Zabini con… la cugina di Sirius? La stramba? Calli non poteva credere ai suoi occhi: Rose Weasley era la dama di Romeo? Si convinse che ci fosse di mezzo un filtro d’amore di troppo e accompagnata da Pierre raggiunsero il tavolo. I ragazzi avevano lasciato loro due posti, mentre il terzo aspettava di essere occupato da Annie che ancora non si era fatta viva.
-Ragazzi non so se conoscete Rose Weasley…- e quella si chinò per stringere la mano a Calli e Pierre, rovesciando a terra un calice per fortuna già vuoto. -…e Florinda Jordan!- terminò Scorpius sorridendo sotto i baffi per la gaff di Rose.
-Lui invece è Lucas Oriordan!- presentò Judie il suo cavaliere gongolandosi per la effettiva bellezza del moro. Il ragazzo era alto, muscoloso, esibiva due grandi occhi verdi ed un sorriso molto affascinante. Calli però non si soffermò più di tanto su di lui ma con la coda dell’occhio continuava a scrutare Florinda. Dove diavolo l’aveva già vista? Non si conoscevano tutti al castello, e Calli non aveva mai avuto tanta voglia di socializzare con i Grifondoro. Troppo esibizionista e pomposi per i suoi gusti. Come qualcuno… mentre Rose era conosciuta per le sue figuracce praticamente fatte in ogni parte del Castello. Era impossibile non sapere chi fosse. In più era la prima del suo corso, la più brava tra i Grifondoro del sesto anno. La sua fama la precedeva. La cosa che più straniva Calli era che anche Florinda sembrava studiarla di sottecchi, mentre chiacchierava con Kevin.

-Eccoli!- alla fine annunciò Rose indicando l’entrata della Sala Grande. Calli si voltò con calma, a differenza di Rose che era letteralmente balzata in piedi tirando verso di sé la tovaglia color ghiaccio. Florinda seguì la compagna di casa e alzandosi sulle punte dei piedi, nonostante i tacchi, ispezionò la direzione. C’era qualcosa che univa le due ragazze, ma ancora loro due non lo sapevano. Quando il gigantesco portone della Sala Grande si aprì del tutto fecero il loro Ingresso, ciascuno a braccetto con la propria dama e cavaliere, Igor ed una biondina di Tassorosso, Francìne ed un ragazzo di Durmstrang stranamente meno rozzo e burbero nell’aspetto rispetto i suoi compagni di scuola. E infine Sirius. Calli sentì un balzo al cuore e le guance avvampare. Era praticamente bellissimo nel suo completo grigio scuro e con quella cravatta magenta. Si sporse leggermente, al di là delle spalle di Pierre, per poter vedere la sua dama. Riconobbe immediatamente il Prefetto femmina Pamela. Scoccò la lingua sul palato e la studiò a fondo, mentre con Sirius e dietro gli altri campioni sfilavano lungo il corridoio centrale lasciato libero. Il corridoio si apriva poi sulla scalinata che conduceva al palco. Pamela vestiva con un abito caratterizzato da un corpetto bianco senza spalline ed una gonna stretta in vita che poi le si apriva a palloncino sulle gambe, fin sopra il ginocchio. Tutta color senape. E ai piedi indossava dei sandali alti color senape anche quelli. Era carina tutto sommato e questo fece storcere il naso a Calli. La ragazza aveva potuto fare ben poco ai capelli visto il corto caschetto moro che portava dall’inizio dell’anno e non aveva optato per delle lenti a contatto, sfoggiando invece ancora la montatura nera che le deformava il trucco color perla. Calli non si era accorta che anche Florinda aveva perlustrato ogni centimetro di Pam, proprio accanto a lei. Quando i Campioni raggiunsero il palco la McGranitt li fece disporre al centro di esso, e il tutto fu accompagnato da un applauso scrosciante e da fischi di incoraggiamento.

-Buona sera a tutti cari!- si annunciò la Preside, fiancheggiata anche da Madama Maxime e Vladimir Peskotrovic. –Colgo l’occasione per porgervi i miei più affettuosi e sinceri auguri di Buon Natale a tutti voi, anche da parte dei miei colleghi!- ed indicò i presidi delle altre due scuole e poi il tavolo dei professori. Sorrise e poi si schiarì la gola. –Adesso vorrei fare i miei complimenti a questi tre ragazzi, che hanno affrontato coraggiosamente e lealmente, chi più chi meno, le due prove finora sostenute, mostrandosi realmente degni di vestire questa carica e che il Calice di fuoco non si è sbagliato!- proseguì la strega voltandosi ad applaudire i tre studenti partecipanti al Torneo. Igor si portò una mano al petto in segno di ringraziamento e Francìne alzò la gonna del suo abito stile impero e color pesca, per fare un impercettibile inchino con estrema eleganza. Sirius invece si esibì in una riverenza fino a toccare quasi col naso il pavimento e poi con una piroetta mandò in visibilio la Sala che rise di cuore. Calli scosse il capo ma si lasciò andare ad una risatina che purtroppo non sfuggì a Pierre. Il biondo la guardò torvo e confuso ma lei non se ne accorse neanche, affascinata com’era da quello che stava accadendo sul palco.
-Che esibizionista del cazzo!- commentò Scorpius e Anita annuì esibendo un ghigno di sdegno per rafforzare il concetto del Serpeverde. Probabilmente pensò Calli, era opinione comune tra i Serpeverde o quasi, ma non erano della stessa opinione tutte le altre case e persino gli studenti delle altre scuole che invece si divertivano con le sue scenette buffe e rimanevano affascinati da lui. Per fortuna Rose e Florinda non sembravano aver sentito il commento poco carino e allora Calli non volle rispondere a tono, per non dar inizio ad una discussione.
-…Perciò invito ogni uno di loro, se vuole dire qualche parola in merito alla loro esperienza, prima che la terza prova decreti un vincitore!- aveva proseguito la McGranitt. La prima a marciare imbarazzatissima verso il microfono fu Francìne.
-Io volevo solo dire que è un onore partecipore a cette competiçion! E que scercherò di fare del mio moglio por vinscere e portare lustro ala mia scole!- si inchinò ancora ed accompagnata da un applauso riprese posto vicino al suo cavaliere. Fu il turno di Igor che marciò pesantemente sino al microfono.
-Rincrazio Hocwarts e tutti koloro che si stanno pvrodigando per la bvuona riuscita del torneo! Spero anch’io di vincere per onorare Durmstrang e divenire il Campvione del Ttorneo Ttremaki!- anche Igor fu omaggiato con un applauso contenuto visto che tutti erano venuti a conoscenza di ciò che era successo nelle profondità del Lago Nero. Ormai era il meno quotato come vincitore. E così la McGranitt fece cenno a Sirius di avvinarsi con le labbra arricciate e lo sguardo severo. Si vedeva lontano un miglio che la professoressa temeva ciò che poteva passare per la testa di Sirius. Si sentì persino sospirare quando il ragazzo si fermò davanti al microfono.
-Grazie Prof!- prese parola, scatenando qualche risata. nessuno degli altri due era stato così spartano ma avevano mantenuto contegno e portamento elegante. Il Grifondoro salutò tutta la sala con due dita che batté sul capo e poi in direzione della folla. –Come va? Spero che non vi stiate annoiando…sono certo che dopo tutto questo sproloquiare noioso ci sarà da divertirsi! Metteranno della musica immagino…- oramai i Grifondoro erano preda degli spasmi per quanto ridevano. Erano tutti con le lacrime agli occhi. La McGranitt veniva osservata dagli altri due presidi con espressione perplessa. Mentre la Preside si massaggiava l’attaccatura del naso con aria arresa. –Comunque anch’io ringrazio tutti: elfi, fantasmi, Gazza, Hagrid… o si i professori, la McGranitt!- e le inviò un bacio ed un occhiolino. –Io spero di vincere così Bart potrà intascare il suo gruzzoletto! Vero amico?!- urlò in direzione del biondo che fece un gestaccio col dito medio mentre gli altri compagni ridevano a crepapelle. –Però spero di più che la prossima prova non sia di nuovo “piacevole” e poco pericolosa come le precedenti! Grazie a tutti!!- terminò ed un boato di approvazione si sprigionò dalla Sala. La preside lo fulminò con lo sguardo mentre le passava davanti e poi riprese la parola.

-…Bene! Possiamo dare inizio al banchetto!- a quelle parole le tavole furono imbandite di ogni prelibatezze, dal primo, al dessert sino alla frutta! Calli tentò di osservare fino alla fine Sirius e Pam. Lui le aveva porto la mano galantemente aiutandola a scendere dal palco, mentre lei era paonazza da quando aveva fatto il suo ingresso. Poi l’aveva accompagnata al tavolo dei Campioni, spostandole la sedia per farla sedere. Da quel momento in poi non era più riuscita a vederli. Purtroppo per lei qualcuno al suo fianco invece aveva visto ogni suo movimento e aveva ben capito quanta attenzione riserbasse per Sirius.
Per tutta la sera Rose intrattenne i presenti al tavolo con barzellette ed aneddoti. Romeo si divertì un mondo e spiegò di averla conosciuta in Biblioteca, mentre la aiutava a rialzarsi dopo esser caduta dalla scaletta della libreria. L’aveva liberata dai libri che l’avevano sotterrata e poi le aveva chiesto se voleva venire al ballo con lui. Kevin invece chiacchierava con Flo, un po’ in disparte, totalmente rapito dalla ragazza. Calli scoprì, bisbigliato all’orecchio da Judi, che era già il terzo appuntamento per loro e che Kevin sembrava realmente interessato alla ragazza. Annie li aveva raggiunti già brilla e aveva scherzato con Scorpius e Anita prendendo in giro praticamente tutti in quella Sala. Pierre era stato molto silenzioso e Calli aveva deciso di non dar importanza alla cosa. Di tanto in tanto buttava un occhio su Florinda. Quando il Professor Paciock presentò prima il DJ scelto dal Comitato studentesco e poi diede il via al Professor Vitious e alla sua orchestra, Kevin portò la sua ragazza in pista. Calli balzò sulla sedia per vedere meglio il vestito. Florinda indossava un abito lungo con scollo a V e senza spalline, di un verde smeraldo incantevole. Sulla scollatura, per risaltare il decoltè, vi erano piccoli cristalli dorati, gli stessi che creavano una cintura in vita. Sorrise a Kevin mentre con una piroetta la indirizzò al bordo della pista. Le danze dovevano essere aperte dai campioni infatti Sirius, Igor e Francìne si portarono al centro della pista, presero posizione e alle note del primo valzer cominciarono le danze. Si esibirono in una coreografia che Igor sbagliò sin dal primo passo, pestando i piedi alla povera Tassorosso di continuo. Francìne invece sembrava leggiadra come una piuma e il suo cavaliere era un bravissimo ballerino. Sirius e Pam si divertirono a sbagliare qualche passo insieme e a prendersi in giro da soli. Quando anche alcuni ragazzi si unirono ai campioni, pian piano la pista si riempì, e il valzer fu subito sostituito con musica house, mentre le luci da pacate e bianche, divennero psichedeliche e di mille colori. Gradualmente la temperatura in sala cominciò a salire, per via dell’alcol e dei balli movimentati e sfrenati. Pierre le aveva chiesto di ballare solo a metà nottata, e la sera l’aveva trascorsa a farsi venire il culo piatto sulla sedia ed a osservare gente che invece si divertiva sotto il suo naso. Pierre la prese per mano e si unirono a Judi e Lucas. Il fatto che Calli non riusciva proprio a divertirsi. La testa la sentiva pesante ed il suo atteggiamento era sbadato, come se avesse la testa fra le nuvole, ad altro. Forse se l’avesse avuta sulle spalle si sarebbe accorta di Pierre e della sua rabbia fumante.

-Ehi Lucas, andiamo a prendere da bere alle ragazze?- alla fine esclamò e il Corvonero acconsentì seguendolo vicino al tavolo del punch.
 
*

Pam era stata per tutto il tempo imbarazzata ma alla fine della serata era stato comunque piacevole passare il tempo con lei. Avevano ballato e lei si era rilassata un poco, finalmente. Si era anche trovata bene al tavolo con Octo, Audrey, Bart ed una certa Sabìne. Una Veela che Bart aveva invitato all’ultimo minuto. In più si erano uniti a loro Freddy e Giorgia dei Tassorosso. All’incirca alle quattro di notte, quando la musica si era fatta più lenta, per le coppiette, Pam era corsa con le amiche ai bagni e Sirius si era ritrovato solo al tavolo con Bart, intento a fissare Lawrence ballare con un ragazzo di Durmstrang, e con Sabìne  imbronciata. Deciso a non spingere Bart verso Lawrence, per non rovinare la serata a nessuno, si voltò per dare un’occhiata intorno. Un lungo abito verde ed alcuni riccioli su un collo color cioccolato, sfuggiti dalla trappola chignon, attrassero la sua attenzione. Sorrise quando la riconobbe ma il sorrise gli morì in faccia quando si accorse delle due mani che la tenevano stretta in vita e la facevano danzare dolcemente. Alzò gli occhi ed incontrò i visi di Flo e Kevin che si distanziavano di qualche millimetro e il suo stomaco ebbe un tuffo. Sapeva che si frequentavano ma non li aveva mai visti insieme così. Non si aspettava di certo che il suo sangue salisse al cervello. Scrocchiò le nocche agitato e quando non ne poté più di quella vista si alzò e li raggiunse.

-Perché non vai a prenderti un po’ di punch, Flitt?- si annunciò con passo ciondolante verso i due. Flo riconobbe la sua voce e si voltò di scatto, aggiustando le ciocche ricce ribelli ed arrossendo. Kevin indurì la mascella e con una mano portò Flo più vicino a lui.
-Perché non vai a bere tu? Magari ti rinfreschi le idee Potter!- rispose a tono. Sirius gonfiò il petto e lo fulminò con lo sguardo per poi attenzionare la sua mano stretta al fianco di Flo.
-E’ tutta la sera che le fai la mano morta, secondo me è ora che vai a farti un giro!- lo minacciò Sirius facendosi più vicino. Prima che Kevin dicesse la sua intervenne la ragazza.
-Io dico invece che potete piantarla tutti e due! Kevin ascolta non ho passato nemmeno un secondo di questa sera con Sirius… è mio amico, il festeggiato… ti va se ci vediamo al tavolo fra poco?- chiese con voce dolce. Kevin la osservò indeciso, poi scrutò Sirius e infine le lasciò una bacio sulla guancia il più lentamente possibile per far dispetto al Grifondoro.
-Ok…ma stai attenta!- aggiunse.
-Attenta? A me?- sbottò Sirius ma Flo l’ammonì con lo sguardo e lui ammutolì. Quando Kevin si allontanò Sirius tornò a guardarla con occhi da cucciolo, languidi e dolci. Lei rise di gusto e lo abbracciò. Un altro lento partì dalle casse del DJ e Sirius la strinse a sé iniziando a danzare. Gli occhi grandi e castani di Flo erano bellissimi truccati di verde e oro e sembravano brillare come due stelle di una sera fresca d’estate. Le sue labbra carnose erano di un porpora scuro e la scollatura la rendeva elegante e bellissima.

-Sei stato uno spasso sul palco…- spezzò il silenzio lei. Sirius si accorse che quel silenzio per lui non era uguale ad imbarazzo ma che era stato piacevole osservarla. Non era più la bambina di undici anni che aveva conosciuto anni addietro. Era un donna. Una donna bellissima.
-Grazie… erano stati barbosi tutti gli altri e qualcuno cominciava già a sbadigliare…- rispose Sirius facendola volteggiare. –Sei stupenda stasera!- alla fine non riuscì più a trattenersi e glielo disse. Flo divenne di mille colori e scosse il capo sfuggendo ai suoi occhi. Quando li sollevò lui le sorrideva ancora e allora anche lei rispose con un sorriso imbarazzato. Gli poggiò il capo sul petto e lui che la strinse a sua volta, ancora di più. Non voleva lasciarla andare. Pensarla ancora tra le braccia di un altro lo rendeva un fascio di nervi. Ma la canzone terminò e fu lei a staccarsi lentamente poggiando le piccole mani sul suo petto e poi allontanandosi completamente.
-D…devo andare!- disse specchiandosi negli occhi nocciola tristi di Sirius. –Kevin è un bravo ragazzo, davvero…- aggiunse. Sirius sbuffò e poi le carezzò la guancia, portandole dietro l’orecchio un riccio. Lei rabbrividì a quel tocco e chiuse gli occhi.
-A domani pulce…- alla fine le disse. Si chinò e la baciò sulla fronte. Flo sorrise a malapena ed annuì. Lo osservò andar via al suo tavolo.
 
*

-Ti diverte guardarlo?- la voce di Pierre la fece trasalire.
-Io…ecco…cosa?- l’aveva beccata impalata ad osservare Sirius e Florinda ballare stretti l’uno all’altra. Davvero era rimasta due minuti in piedi e fissarli imbambolata, senza accorgersene? Almeno si era ricordata di chi fosse la ragazza: la migliore amica di Sirius. E’ solo che quell’anno i due si vedevano meno spesso insieme, mentre prima, ricordò Calli, erano veramente inseparabili.
-Dì la verità Calli… a te è piaciuto il fatto che quel pagliaccio ti abbia baciata, non è così?!- ringhiò Pierre ad un soffio dalla sua faccia. Calli si sentiva pallida e aveva preso a sudare freddo. Come poteva dare una risposta a Pierre se lei se lo chiedeva da giorni e non era riuscita a rispondere a se stessa? –Lo sapevo…- sibilò a denti stretti.
-Senti Pierre non è come pensi… lui non mi piace! È un amico… davvero… abbiamo cominciato ad andare d’accordo una volta che abbiamo preso a fare le ronde insieme! Tutto qui!- si giustificò.
-Non farmi ridere, ne devi prendermi per un coglione, ok?- le puntò contro il dito. –Credo che sia meglio che ti faccia un esame di coscienza Calliope! Non sono la tua ruota di scorta, capito?- sciorinò additandola. Calli si sentì un verme e gli occhi le si inumidirono di lacrime.
-Pierre…ti prego…- mugugnò.
-No è inutile che sfoggi i tuoi lacrimoni! Va da lui se ti piace così tanto… oppure fai pace con il cervello e poi fammi un fischio!- detto questo la lasciò impalata ed uscì dalla Sala ad ampie falcate. Si asciugò due lacrime e scappò fuori dalla Sala anche lei, verso l’uscita del Castello. Si sentiva ferita, umiliata, confusa e col cuore spezzato. Il freddo pungente di Dicembre la investì ma finalmente riuscì a prendere aria.

-> http://www.youtube.com/watch?v=4y9d1-e8HHQ
Si lasciò sfuggire un gemito di frustrazione e poi si accasciò seduta sul gradino della grande scalinata del Castello. Osservò in lontananza le fronde degli alberi della Foresta Proibita e desiderò fuggire via, correre tra gli alberi e far perdere le sue tracce.

-Calliope!- trasalì udendo quella voce e si voltò mostrando il viso arrossato e gli occhi lucidi per le lacrime. –Che è successo? Perché piangi?- la interrogò sedendosi velocemente accanto a lei. Ma lei non parlò e si limitò a prendersi il viso fra le mani per non farsi vedere. –Ho visto che sei corsa via e ti sono venuto dietro…- allora aggiunse Sirius preoccupato. Lei alzò il capo e lo guardò da sopra le sue mani.
-Ho litigato con Pierre ma non ho voglia di parlarne…- singhiozzò. Sirius annuì e si sfilò la giacca. Dolcemente gliela poggiò sulle spalle.
-Stai tremando dal freddo, ecco tieni!- Calli sentì un’ondata di calore e il suo profumo di rose investirla.
-Morirai tu dal freddo…- borbottò imbarazzata.
-No io ho la camicia a maniche lunghe, con quel tubino smanicato tu invece congelerai se non ti decidi a rientrare-. Calli lo osservò. Non aveva più le sembianze di quel ragazzino rompi scatole, dalla lingua lunga e stupido di quando avevano un undici anni. Era cresciuto, era un uomo oramai. Era maturato, era bello, più responsabile e gentile. Poggiò il capo sulla sua spalla e lui le passò un braccio sulle spalle stringendola al suo fianco. Strofinò una mano sul suo braccio per scaldarla e restarono in silenzio a guardare le stelle. Calli avrebbe voluto assopirsi fra le sue braccia, avrebbe voluto sentire il suo odore e la sua voce rassicurarla per tutta la notte. Ma qualcosa dentro di lei lei diceva che era sbagliato. Che non era il momento.
-E’ colpa mia… sono stata io a farlo arrabbiare! È meglio che rientro!- alla fine disse facendosi forza e staccandosi da lui.
-Io credo invece che sia colpa sua…-
-Perché?-
-Perché se ti fa soffrire è solo un idiota!- rispose specchiandosi nei suoi grandi occhi blu lucidi. Calli sorrise e fece spallucce. Non poteva dirgli quanto invece l’idiota fosse lei.
-Tieni la giacca…- fece per sfilarla, quando si rialzò.
-Tienila tu… domani prima di andare sull’espresso me la riporti, altrimenti prenderai di nuovo freddo adesso!-
-Ah…ok! Allora a domani! Buona notte Sirius!-
-‘Notte Calli!- lei si voltò e fece qualche passo verso l’entrata del Castello.
-Sirius?-
-Si?- Calli fece qualche passo verso di lui, si avvicinò al suo viso e gli lasciò un caldo bacio sulla guancia ispida.
-Grazie di tutto!- aggiunse la ragazza e poi realmente rientrò al Castello, diretta ai sotterranei.

*Voglio nascondere la verità, voglio proteggerti...
ma con la bestia dentro me, non c'è posto per nascondersi.
Non importa quale sia la nostra razza, 
siamo ancora fatti d'invidia 

Dicono sia ciò che fai, io dico che dipende dal destino... 
È intrecciato con la mia anima ma ho bisogno di lasciarti andare. 
I tuoi occhi brillano così luminosi, voglio salvare la loro luce. 

Non posso fuggire da tutto questo ora, a meno che non mi mostri come fare.*

Buona sera a tutti!! =)
Non sono sparita ve lo assicuro!! Vorrei aggiornare più spesso ma in piena sessione di esami il tempo scarseggia e in più devo aggiornare anche l'altra mia ff! ^^
Spero che l'attesa sia valsa a qualcosa e che il capitolo vi piaccia! Penso proprio che il prossimo riprenderà da dove ci siamo lasciati, magari dal punto di vista di Bart! 
Che ve n pare del cambiamento di Sirius?
Cosa ne pensate dei dubbi di Calli?
Il personaggio di Flo comincia a prender spazio non solo nella storia ma anche nella mente di Sirius... Fatemi sapere le vostre opinioni e se avete dubbi io sono qui!!!
Un bacione e buona lettura! A presto, rory!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




Capitolo 9

“Andiamo a cena, mostriamo a tutti i miei pretendenti chi è il mio ragazzo!”
 
-Andiamo amico, forza!- Sirius prese per un braccio Bart, che non aveva intenzione di schiodarsi dalla sedia, mentre Sabine era già corsa via offesa.
-No…fin quando non vedo quel brutto muso russo nella sua nave del cazzo, io non mi muovo da qui!- ringhiò liberandosi dalla presa dell’amico. Sirius sbuffò e a braccia incrociate squadrò l’amico. Bart osservava Lawrence ridere con un gruppo di studenti di Durmstrang, insieme alle sue amiche Tassorosso.
-Pensi di ottenere qualcosa fissandolo come uno stoccafisso e senza far nient’altro che piangere sul latte versato?- lo rimproverò esasperato. Bart si voltò imbronciato ma quando incontrò gli occhi di Sirius ne lesse compassione. Non poteva sopportare ancora tutto questo per molto, si sentiva esplodere.
-Vuoi che faccia qualcosa? vuoi davvero che io faccia qualcosa? Perché vorrei solo prendere a pugni quello stronzo che non ha nessuna colpa! Ma è l’unica cosa che mi farebbe sentire meglio…- sciorinò frustrato. Si portò entrambi le mani tra i capelli biondi quasi li tirò per la rabbia e infine ingollò giù l’ultimo sorso di brandy.
-Ho un’idea migliore: va solo da lei e invitala a ballare… niente pugni, niente sceneggiate o liti!- rispose con calma, sorprendendo il suo amico. Sirius era il primo a istigare alle risse. Era in prima linea nell’aizzare i suoi amici per poi farsi quattro risate. Lo squadrò ancora. Poi abbassò gli occhi sulle sue scarpe. Erano davvero cresciuti. Avere diciassette anni, aver perso la traccia, ed essere quasi maggiorenni anche nel mondo dei babbani, aveva fatto di loro degli uomini. Un tempo si sarebbe buttato addosso a quell’energumeno di Durmstrang con lui. Un tempo Bart, se ne sarebbe fregato della ragazza che gli piaceva. Ma Lawrence non era solo una ragazza che pensava essere carina. Lawrence era la ragazza che voleva. Che voleva davvero, oramai da troppo tempo. Si alzò di scatto, Sirius riuscì a dargli una pacca di incoraggiamento e poi a passo spedito raggiunse la Tassorosso e i suoi compagni di serata. Era fantastica nel suo tubino nero e con i capelli vermigli raccolti in una alta coda di cavallo. I suoi grandi occhi blu brillavano, illuminati dalle luci della sala da ballo e le sue labbra rosse erano aperte in un sorriso che avrebbe pietrificato il più spavaldo dei damerini.

-Law!- disse quando fu al suo fianco. La ragazza, complice la musica ancora alta ed il chiacchiericcio, non distinse la voce e quando si voltò restò di sasso nel ritrovarsi il volto imbarazzato del suo exragazzo.
-Bart! Ciao…- rispose non accorgendosi di come non riuscisse a star ferma con le mani. In una frazione di secondo riuscì a sistemare tutto: dai capelli alle scarpe, pur di essere perfetta. Certo non poteva sapere che lui per tutta la sera l’aveva osservata, appuntandosi di ogni suo dettaglio, fuori posto o meno. Per lui ogni cosa di lei era praticamente perfetta.
-Posso rubarti al tuo cavaliere e ai tuoi nuovi amici?- le domandò con tono sommesso. Troppo timido per il suo stile. Bart lanciò anche un’occhiata dietro la ragazza, lì dove l’energumeno di Durmstrang li stava osservando, non prestando attenzione a cosa i suoi amici gli stavano raccontando di tanto divertente.
-Si…certo!- si voltò verso il suo accompagnatore ma così in fretta da esser stato impossibile che gli avesse chiesto il permesso. Afferrò la mano del ragazzo e fu lei a condurlo in pista. La ballata movimentata che accompagnava i ragazzi in pista, fece in modo che Bart la facesse danzare, piroettare, che la avvinghiasse a se conducendola in quella salsa sensuale. Lawrence sorrise di gusto all’ennesimo caschè e poi fu tirata su, ritrovandosi ad un millimetro dalle labbra di Bart che osservava rapito quelle rosse della ragazza. Quando Bart rialzò gli occhi su quelli azzurri di Lawrence lei stava letteralmente tremando fra le sue braccia.
-Ho desiderato averti così vicina, per tutta la sera!- gli sussurrò soffiandole sulle labbra. Lawrence si leccò le labbra e batté le palpebre agitata ed imbarazzata. Un lento si diffuse dalle casse del DJ e la avvicinò ancora una volta a sé. La ragazza poggiò il capo sulla spalla di Bart e si lasciò cullare dalle note e dal corpo possente e sicuro del Grifondoro. Le doveva dare il tempo di cui aveva bisogno. Sapeva di non dover aspettarsi nulla. Né una risposta ne addirittura una frase dolce come quella che lui le aveva riserbato. Doveva attendere che lei fosse pronta. E doveva sperare che si fosse resa conto di desiderarla quanto lui desiderava lei. Ad un tratto Lawrence sollevò il capo e di nuovo potè specchiarsi nei suoi grandi occhi acquosi.
-Perché non sei venuto prima a portarmi via…?- sussurrò con voce tremante.
-Avevo timore che volessi passare la serata con il tuo cavaliere e non con me…- rispose scostandole una ciocca scarlatta dagli occhi e portandogliela dietro l’orecchio.
-Non intendo stasera… perché adesso Bart? Perché non mesi fa?- incalzò la ragazza facendosi seria, maledettamente seria. Lui si sentì rimpicciolire.

Già perché?

Doveva dirle che era stato un codardo? Doveva dirle che avrebbe voluto riprendersela ogni giorno, minuto ed ogni secondo? Doveva togliersi la sua armatura, la sua maschera che lo rendeva invece forte e che lo schermiva dalle delusioni? Farlo significava esporsi, essere in pericolo. In pericolo di soffrire.
-Perdonami… hai ragione! Ho perso solo tempo!- riuscì alla fine a dire. Lawrence sorrise amaramente e quando le note cessarono per dar spazio ad un ballo più movimentato si staccò da lui. Bart non lasciò però le sue mani e riuscì ad intrecciare le sue dita a quelle della ragazza.
-Forse non è troppo tardi…- disse la Tassorosso non riuscendo però a guardarlo negli occhi. Lui le prese il mento con le dita e la costrinse a guardarlo.
-Abbiamo tutta la vita per recuperare!- le rispose sorridendole. Due tenere fossette comparvero sul viso del biondo ed i suoi occhi cerulei brillarono per l’emozione. Anche Lawrence sorrise e per un attimo pensò di avvicinarsi e baciarla.

-Dvisturpo?- una voce rauca a bassa si intromise fra loro. Lawrence fece uno scatto indietro e Bart le mollò la mano. Il suo Cavaliere era di fianco a loro e fulminava entrambi con lo sguardo. Bart pensò di tirargli un gancio sotto il mento ma poi si ricordò del discorso con Sirius. voleva fare buona impressione sulla ragazza a farle vedere di essere cambiato. Doveva distruggere tutti i pregiudizi che si era costruita su di lui.
-No, scusami tu, se ti ho rubato per un ballo la dama!- difatti rispose con cordialità. Lui ridusse gli occhi a due fessure analizzandolo e Lawrence a bocca aperta lo osservò. –Buona notte Lawrence!- aggiunse sorridendole e riprendendo a guardarla.
-…Notte…- rispose perplessa. Il ragazzo russo le passò un braccio sulle spalle e la scortò al tavolo dove avevano cenato. Bart si strinse nelle spalle e sospirò. Gli era costato una fatica immensa fingersi predisposto ad accettare quella cosa. Rilassò le mani agitando le braccia, scrollando così di dosso la tensione e la voglia di colpire qualcuno sul muso. Calmatosi osservò il tavolo dove aveva lasciato Sirius. Non c’era più. Decise così di salire in Sala Comune e mettere fine alla sua festa. L’idea che le vacanze Natalizie lo avrebbero tenuto lontano da Lawrence lo destabilizzavano, solo dormire sarebbe riuscito a togliergli dalla testa quel pensiero.
 
*

Nonna Molly di anno in anno continuava a sfornare maglioni marchio Weasley, e nel suo caso con una bella J di James, tanto che il baule non si chiudeva più quell’inverno. Quando finalmente ci riuscì, non esitando a sedersi sopra quello, con tutta la forza che aveva nel sedere, lo trascinò fuori dalla sua camera di Prefetto. Sbuffò già stanco e tirò fuori la bacchetta per farlo lievitare fino al Salone d’Ingresso dove poi gli elfi domestici li avrebbero trasportati con la magia sin sopra l’espresso. 

-SIRIUS!- un gridolino qualche metro più in là lo fece sussultare. Calliope gli stava venendo incontro sorridendogli e portava ad un braccio la sua giacca. Sirius le fece cenno di avvicinarsi e lei accelerò il passo. –Hai già chiuso il baule? E la giacca?- chiese dispiaciuta.
-Oh la posso lasciare qui!- la prese, sfilandola dal braccio della Serpeverde e la poggiò con noncuranza sul baule, per tornare a guardarla. –Come stai?- le domandò infine. Calli fece spallucce, cosa poteva rispondere? Da l’ultima volta che lei aveva parlato con Sirius non era cambiato nulla. Era andata a letto e la mattina, con gli occhi gonfi per le lacrime della notte, e la testa dolente per i troppi e confusi pensieri, aveva fatto la valigia per poi raggiungere la torre est. 
-Bene, diciamo… il Natale mi mette sempre di buon umore, con tutti i regali, le luci, la cena… tu come stai?-
-Sono felice di rivedere la mia famiglia! Mi faranno il terzo grado sulle prove…sui i miei voti e sulla coppa del Quiddich! Non vedo l’ora!- rispose sarcasticamente, rubando una risata a Calli.
-Riunirete tutti i cugini?-
-E dove sta il bello? Saremo talmente tanti da far tremare le mura della tana!- rispose sorridendo e alzando un sopracciglio con fare furbetto.
Calli rise ancora. –Mi piacerebbe vedervi all’opera! Ci sarebbe da divertirsi!- commentò.
-Perché no?! Se vuoi basta un po’ di polvere volante e sbuchi direttamente nel salotto della Tana!- rispose facendosi serio e prendendo in considerazione l’idea. Calli sorrise e divenne rossa sulle gote. Si portò i capelli neri dietro le orecchie e lo osservò imbarazzata.
-Potrei…vediamo che impegni ha la mia fam…-
-Sirius bon jour!- la voce acuta di Amelìe fece capolino e il suo viso angelico si frappose tra lui e Calli.
-Ciao Amelìe!- avrebbe mentito se avesse detto che non si era dimenticato di lei in quei giorni. Tra Torneo, la lite con Calli e la voglia di fracassare di botte Kevin Flitt, non aveva più pensato alla Veela. Sirius si stupì di vederla sorridente e per nulla offesa per essere stata trascurata.
-Tresòr stavi andando via sensa salutormi?- e gli lanciò le braccia al collo, balzando da terra. Con uno scroscio gli stampò un bacio sulla guancia ispida e poi, restando avvinghiata, si voltò verso Calli. –Qui è la tua ami?- trillò.
-E’ Calliope Rosier! Una ragazza del mio anno… Serpeverde!- la presentò Sirius. –Calli lei è Amelìe, è di Beuxbatons!- disse non potendo aggiungere altro.  Calli sorrise impacciata.
-Ma mi stanno antipatique les Serpevorde… non sono nemici dei Grifondor, Sirius?- si lamentò Amelìe guardando il ragazzo che restò perplesso.
-Sirius credo sia meglio che ora io vada, manca poco alla partenza!- disse Calli messa in difficoltà ed in imbarazzo.
-A…aspetta!- il ragazzo si divincolò da Amelìe che li squadrava con aria apparentemente disinteressata. –B…buon Natale Calli!- si chinò e gli lasciò un dolce bacio sulla guancia rosea. Dopo averle sorriso si voltò per tornare lì dove era posato il suo baule e dove Amelìe impalata lo attendeva.
-Tresòr anque io ero venuta ad augurarti Buon Natale…ora sci vedremo a Jennaio!- piagnucolò la Veela lasciandogli una carezza sul viso. Sirius sospirò e si rassegnò al fatto che lo avrebbe seguito sino al treno. Ma almeno con il mese di vacanze che lo aspettava, se la sarebbe levata dai piedi molto presto.
 
*

Con la guancia in fiamme scese le scale di fretta. Voleva correre lontano da quella vista, da quelle parole che tanto le facevano andare il sangue al cervello. Non sopportava l’idea che quella ragazza lo stesse toccando, guardando, respirando davanti a lei. Non capiva cosa l’aveva fermata dal lanciarle una fattura quando era stato palese che quella Veela la voleva solo mettere in cattiva luce. Anzi peggio, la aveva oscurata per avere tutta l’attenzione di Sirius. Ma chi si credeva di essere? Come era riuscita a farla passare per il terzo incomodo. Frenò di fronte la sua camera. Come una furia trascinò fuori il suo baule e maledì Sirius per averla resa così imbranata e sciocca. Come diavolo c’era riuscito ancora non se lo spiegava. Non riusciva a sopportare l’idea che frequentarlo equivaleva a sembrare una dodicenne con gli ormoni in subbuglio. Quella storia doveva finire. Voleva assolutamente che le cose cambiassero. Certo aveva avuto la pelle d’oca quando lui le aveva lasciato un bacio sulla guancia. Ma non poteva più passare per una ragazzina cotta del ragazzo più bello e popolare del Castello. E doveva assolutamente ritornare la Calliope di una volta. La studentessa modello, invidiata, ammirata e rigida che la scuola conosceva. Doveva recuperare il suo rapporto con Pierre. Per un intero anno aveva sperato che il ragazzo le chiedesse di essere la sua ragazza. Era al settimo cielo quando era successo. Con l’inizio delle ronde tutto era cambiato. Ma non poteva più reggere quella storia. Calli era decisa a riprendere le redini della sua vita. Non doveva più farsi affascinare da quel Grifondoro. Per quanto potesse essere maturato e cresciuto, restava sempre il galletto che tutte bramavano. Lei non era fatta per sopportare certi atteggiamenti. Era troppo orgogliosa per mettersi a corteggiare qualcuno che probabilmente l’avrebbe considerata solo un trofeo da esporre nella sua bacheca immensa. Lei non era un trofeo, lei era una Serpeverde dal sangue puro che qualsiasi ragazzo avrebbe dovuto ambire, più di ogni altra cosa. E lei aveva un ragazzo. O meglio non era più tanto sicura di averlo ma lo avrebbe riconquistato se ce ne fosse stato bisogno. Probabilmente aveva provato delle forti e strane emozioni negli ultimi tempi per Sirius, se ne rendeva conto. Ma potevano benissimo essere seppellite, sotterrate e dimenticare in profondità. Avrebbe continuato a fare le ronde con lui, ad essere sua compagna di scuola, e amica se necessario. Ma doveva togliersi dalla testa James Sirius Potter. Lui non sarebbe mai appartenuto a nessuno e lei lo sapeva bene.

Al Manor dei Rosier gli elfi domestici avevano superato se stessi quel Natale. Mancavano solo un’ ora al gran cenone che sua madre aveva organizzato con tutte le famiglie purosangue più esponenti del mondo magico. Il maestoso abete alto tre metri e adorno di cristalli preziosi e luminosi, era sfoggiato come sempre al centro dell’immenso salone d’Ingresso. Calli, nella sua camera, stava praticamente soffocando nel suo vestito lungo e dorato. Sua madre aveva l’abitudine di dire alla sua elfa Sally di stringerle talmente tanto il bustino fino a soffocare. Spesso a quelle feste le erano venute le vertigini poiché il sangue non affluiva bene al cervello. Ma così Mrs.Rosier aveva un figlia non solo bella ma anche dalle curve vertiginose. Quelle feste servivano a sua madre per esporla ai giovani rampolli purosangue, possibili mariti. Calli non aveva avvisato i genitori che da mesi frequentava il giovane Nott, perciò anche quella sera doveva essere perfetta. Quando suonò il campanello gli elfi fecero accomodare i primi invitanti nel gran salone, dove un violino ed un arpa incantati intrattenevano gli ospiti. Nel frattempo sui tavoli vi erano antipasti e stuzzichini. Il Padrone di Casa, il Signor Rosier, chiacchierava di affari con i suoi amici bevendo vino, mentre la moglie, la bella Brunilda Jhons, spettegolava con le mogli dei nobil uomini.
Quando Sally uscì dalla sua stanzetta, Calli si osservò nel lungo specchio del suo armadio color crema. Non aveva proprio voglia di partecipare a quella cena. Pierre non aveva risposto al suo gufo, non sapeva se sarebbe venuto con la sua famiglia. Judi non avrebbe preso parte con i suoi parenti, perché in viaggio in Francia. Il suo umore era nero e star a sentire sua madre elencare i pregi che le nemmeno pensava di avere, stanca di essere esposta come un oggetto in vendita, stanza dei pettegolezzi delle mogli degli amici di suo padre. Quella vita che da bambina sembrava scintillante ed invidiabile ora la sfiancava. Si accomodò nel tavolo per la toletta e si prese il capo fra le mani. Un ticchettio alla finestra la fece sobbalzare. Si voltò verso la grande vetrata della sua camera e vide un gufo spennacchiato e grigiastro che tentava di entrare. Corse ad aprirgli e lui svolazzò sul comodino vicino al letto a baldacchino, anch’esso color crema con tende drappeggiate di un tenue turchese. Alla zampa portava una piccola busta rossa. Calli aprì il cassetto del comodino e ne estrasse un cracker che offrì al pennuto. Quando quello lo afferrò per mangiarlo, lei sfilò la busta e con il cuore a mille la lesse.

Buon Natale Calliope…
Sirius.

La ragazza ebbe un sussulto quando lesse quel nome. Afferrò una catenina e la tirò fuori dalla busta. Il ciondolo della catenina era una piccola stellina su cui era incastonato un cristallo luminoso e blu. Calli sorrise estasiata. Lo osservò a lungo, incredula. Le aveva fatto un regalo? Aveva pensato a lei? Pian piano i suoi propostiti, senza che lei se ne rendesse conto, stavano andando a farsi benedire. Corse al tavolo della toletta e una volta seduta, si mise al collo la sua nuova collana e si ammirò, con quella addosso. Una nuova luce illuminava ora il suo viso e non si rese conto di come il suo umore fosse cambiato così improvvisamente. Ripensò alle sue labbra sulle sue…

No, doveva dimenticarlo…

Ripensò al suo sorriso mentre un manto di stelle illuminava i loro visi.

No, doveva dimenticarlo…

Ripensò al suo abbraccio e alla sua giacca calda e profumata sulla pelle delle sue spalle.

No, doveva dimenticarlo
Ma il cuore palpitava e ruggiva come una tigre in gabbia.

-Signorina Calliope…Sally non vuole disturbare, ma Sally è venuta ad avvisare la signorina Calliope che gli invitati e sua madre la attendono per la cena!- la vocina impaurita dell’elfa la destò immediatamente. La realtà la investì come un treno. Non poteva pensare a Sirius, ai suoi auguri o alla sua collana. Si alzò e di fretta scese nel salone del Manor. Sua madre quasi urlò quando la vide arrivare. Era una tattica affinché tutti potessero ammirare la figlia scendere gli ultimi gradini, con l’ultimo abito costosissimo che aveva comprato per lei. Prendendo un gran respiro, Calli si aprì in un sorriso finto e cominciò con la sfilza di saluti, presentazioni, ossequi, omaggi e chi più ne ha più ne metta. Quando sua madre terminò di sfoggiarla invitò tutti a servirsi dei primi, al tavolo nella sala da pranzo lì accanto.
-Tua madre mi sta antipatica, sai?!-
-Pierre!- esclamò Calli voltandosi proprio sulla soglia della porta. –Sei qui! Sei venuto…-
-Come potevo non venire?! È una di quelle cene dove ti cercano marito…- rispose ironicamente, e si avvicinò a lei. –Volevo starmene a casa…non ti ho risposto alla lettera perché ero arrabbiato con te! Ma è più forte di me: mi manchi!- ora erano occhi negli occhi e lei tratteneva il respiro.

Lui le era mancato?

-Ho sbagliato e voglio rimediare… sono ancora la tua ragazza, Pierre?- gli chiese sfiorandogli una guancia. Lui poggiò la sua mano su quella di Calli e restò in silenzio. Poi si chinò e la baciò delicatamente sulle labbra. Calli chiuse gli occhi ed assaggiò quell’attimo. Non doveva interrogarsi su niente, non doveva pensare ad altro… doveva concentrarsi su quel bacio e su di lui. Schiuse le labbra ed approfondì il bacio. Così lui la abbracciò e lei poté sentirne e percepirne tutto l’amore che il ragazzo provava per lei. Più lo faceva soffrire, più lui teneva a lei. Come poteva lasciarsi sfuggire un ragazzo del genere? Anche lei allora lo strinse forte. Quando si staccarono Calli sorrise e gli prese il viso fra le mani. –Andiamo a cena, mostriamo a tutti i miei pretendenti chi è il mio ragazzo!- scherzò. Pierre rise di cuore e mano nella mano fecero il loro ingresso li dove sarebbe stata servita la cena.
 
*

Alla Tana come al solito c’era un gran fracasso. Il grande abete addobbato con gnomi, folletti e palline di natale incantate, prendeva quasi tutto lo spazio del Salotto. Ma non si sa come, anche con così poco spazio, Hugo, Lily e Teddy riuscivano a giocare o gobiglie e a darsele di santa ragione. Sul divano Roxanne, Victorie e Dominique sfogliavano riviste di moda e di abiti da sposa, insieme ad Andromeda, la nonna di Teddy. In cucina nonna Molly, mamma Ginny, zia Hermione, zia Fleur e zia Angelina stavano terminando di preparare la cena. Zio George, Zio Bill e Freddy Jr. avevano aperto un battibecco su chi quell’anno avrebbe vinto la coppa del mondo di quiddich. Papà Harry e zio Ron si lamentavano, con nonno Arthur, del lavoro che al Ministero li stava sobbarcando. Infine Rose ed Albus chiacchieravano sul portico dei G.U.F.O., che il ragazzo stava affrontando. Rose, secchiona com’era, riusciva sempre a dargli una mano con le ricerche ed il ripasso. Sirius se ne stava nella vecchia camera di zio Ron ad osservare i poster dei cannoni di Chudley. Aveva inviato il gufo un’ora fa alla Serpeverde e di certo non si aspettava una risposta immediata, visto che era la sera di Natale. Di sicuro stava partecipando ad una festa sontuosa. Però si immaginava la sua faccia quando aveva scoperto che era stato lui ad inviargli la lettera. Sorrise pensando ai suoi grandi occhioni blu stupiti. Immaginò come quella collanina, che le aveva preso a Diagon Alley, potesse starle al collo. Non era costata granché ma quando l’aveva vista, aveva pensato subito a lei e così si era deciso a farle un regalo. Il brillantino sulla stella, luminoso e di color cobalto, gli aveva ricordato gli occhioni di Calliope.

-A TAVOLAAAA!- urlò nonna Molly. Sirius si rizzò sul letto e scese con un gran appetito. Non vedeva l’ora di riempirsi lo stomaco e poi aprire i suoi regali. Per fortuna la mattina aveva risposto a tutte le domande di genitori e parenti riguardo al Torneo e ora poteva godersi la serata.
-Piantala Lily! Hai barato, come sempre!- Sirius giunto in cucina udì come al solito Teddy litigare con sua sorella. I due si stavano spintonando per accaparrarsi il posto vicino al camino e stare al calduccio. Teddy afferrò Lily per le braccia, sollevandola in aria. Con un balzo la spostò lontano e si sedette per primo nel posto ambito. Lily piagnucolò lanciandogli anche una linguaccia e poi si sedette di fronte a lui. Per quanto bisticciassero sempre, sin da quando Lily era nata, erano comunque inseparabili.
-Oh Teddy piantala di fare il bambinone!- lo rimproverò Victorie, che si accomodò con grazia accanto a lui. Da quando tutta la famiglia sapeva che si erano fidanzati, erano sempre appiccicati. Lily fece una smorfia e distolse l’attenzione da loro due, cominciando a servirsi di purè di patate.
La cena trascorse come al solito, cioè tra baccano, abbuffate e chiacchierare. Quando pure le briciole vennero divorate si spostarono tutti in salotto ad aprire i regali. Sirius ricevette, un kit per la scopa, maglioni, calzini, sciarpe e il nuovo album dei Green day. Contento del bottino aspettò che gli zii andassero via, per salutarli e augurare loro ancora buon Natale. Alla Tana sarebbero rimasti solo zia Hermione e zio Ron con Rose e Hugo, oltre la famiglia Potter e Teddy, il figlioccio di Harry.
 
*

-Ehi “bambinone”!- Lily sbucò nella stanza di Teddy, la vecchia stanza dei gemelli.
-Peste! Potevo essere nudo…- la rimproverò tirandola per un braccio e scaraventandola sul letto. Prese a farle il solletico, tappandole la bocca con un mano. –Così impari!- la minacciò e quando Lily stava per smettere di respirare dalle risate, la lasciò libera.
-Vuoi soffocarmi per caso?- lo accusò quando recuperò l’ossigeno e si asciugò le lacrime per le troppe risate.
-Esagerata! Ma che hai lì?- Teddy si chinò su di lei e le abbassò il colletto del maglioncino.
-Non devi dirlo a nessuno…- bisbigliò e così gli mostrò il piccolo tatuaggio sulla spalla. Lily era riuscita a sgattaiolare insieme a Lysander, lo scorso pomeriggio, a Nocturn Alley e lì avevano fatto un tatuaggio. Il ragazzo si era tatuato la miniatura di un petardo cinese con tanto di fuoco che usciva dalle narici. Lei aveva optato per un piccolo fiore, un gelsomino. Scostò la benda e così Teddy poté ammirarlo.
-Wow… papà Harry ti ucciderà!- commentò, carezzando il piccole fiore. Un brivido percorse la schiena della ragazza che scrollò le spalle per non darlo a vedere.
-Non mi importa! Mi andava e l’ho fatto! Tu non fare la spia!- rispose distendendosi sul letto. Teddy si distese accanto a lei ed entrambi presero a fissare il soffitto.
-Tu e Lysander?-
-Che c’è sei geloso?-
-IO? No… chiedevo! Come fratello maggiore è mio dovere interessarmi a…-
-Piantala non sei mio fratello!- ringhiò acida Lily, voltandosi verso di lui. Teddy si girò così che il suo naso poté sfiorare quello della ragazza.
-Lily io… ti ho vista crescere… mi hai sempre chiamato fratello davanti ai tuoi amici, pensavo…-
-Ero piccola Teddy…credevo che lo fossi veramente! Non siamo fratelli!- precisò ancora. Lui la osservò mentre i suoi capelli da azzurri, colore che rispecchiava la sua serenità, pian piano diventavano corvini. Accadeva sempre quando si incupiva.
-Ok…ma voglio comunque poterti proteggere!-
-Sai che non ne ho bisogno! Teddy non so se te ne sei accorto, ma io sono cresciuta! Sono una ragazza ormai, non la bambina che piangeva quando gli rubavi i giocattoli!- sciorinò frustrata. Lui la osservò in silenzio, specchiandosi nei suoi occhi verdi, uguali a quelli di Harry.
-Si è vero sei cresciuta!- commentò –Stai diventando una donna ribelle però… non so se la cosa mi piaccia!- Lily rise e scosse il capo. Si morse il labbro e poi carezzò il viso lievemente ispido del ragazzo.
-Non tutte possiamo essere perfette e di classe come Victorie…- rispose con tono furbetto ed ironico. Teddy rise e le baciò la punta del naso. Lily arrossì ma fece una smorfia per riprendere il controllo di sé.
-Il mondo è bello perché è vario! Victorie non è così noiosa come sembra, Lily! Ci divertiamo insieme…-
-Si come no… non sa un tubo di quiddich, odia qualsiasi cosa esca fuori dai suoi canoni… parla sempre di abiti, smalti, scarpe e trucchi… wow che spasso!- rispose sarcasticamente. Teddy la ascoltò in silenzio e poi le scostò una ciocca rossa dalla guancia, portandola dietro all’orecchio. Lily si crogiolò in quella carezza leggera e calda e si specchiò negli occhi quasi lillà del ragazzo. Era imbarazzato e felice quando i suoi occhi, quasi sempre color ambra, divenivano lillà. La ragazza sorrise e si accoccolò più vicino a lui, mettendosi su un fianco e passandogli un braccio sulla vita. Lo strinse forte e poggiò il capo sul suo petto possente. Ne udì il battito lievemente accelerato e sospirò.

Chi voleva prendere in giro? Victorie era perfetta. Alta, bionda, occhi azzurri, elegante, raffinata, intelligente e furba. Sempre più spesso si parlava di matrimonio e sempre di più gli stava portando via il suo Teddy bear.

Preda del turbine di preoccupazioni e pensieri si addormentò fra le sue braccia. Teddy ne avvertì il suo respiro più pesante e la strinse forte, lasciandole un bacio sul capo vermiglio e appisolandosi dopo di lei.
 
*

L’indomani mattina Sirius aprì gli occhi e ci mise un po’ a ricordarsi dove si trovasse. Non si era svegliato davanti ad un camino scoppiettante come accadeva ad Hogwarts, nella sua stanza personale. Bensì avvistò dalla finestra una fioccata di neve. Si stiracchiò, e sbadigliando scese in cucina. L’odore di pancakes di nonna Molly lo investì e si sedette a tavola, dopo aver augurato il buon giorno ai nonni e a suo fratello Albus.

-Lily?- chiese Sirius al fratello, mentre quello dava un’occhiata alla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta.
-E’ uscita con Teddy…sono andati a fare un giro in scopa sotto la neve, come da tradizione!- rispose con indolenza Albus, senza sollevare gli occhi dal suo articolo. Sirius sollevò gli occhi sull’orologio magico dei nonni e il viso di suo padre e di sua madre segnava che erano entrambi in camera da letto. Gli zii invece in salotto con Hugo e Rose. Li sentì chiacchierare su come andavano le lezioni e le partite a scuola. Quando terminò la colazione stava per salire di sopra a farsi una doccia calda per raggiungere Freddy al negozio dello zio. Fu interrotto però dal suono del campanello. Visto che era l’unico all’ingresso, andò lui ad aprire.

-> http://www.youtube.com/watch?v=xRsd94Z3wZ8 

-BUON NATALE!!!- cinguettò Flo e inzuppandolo di neve, lo abbracciò stritolandolo. Anche quella era una tradizione. Ogni anno, dopo la cena di Natale, Flo la mattina piombava alla Tana e passavano la giornata insieme, in giro per Diagon Alley. Alla fine la ragazza restava a cena.
-Buon Natale pulceee!- la fece piroettare tenendola stretta a se, balzandola dentro casa, poi richiuse la porta. Una volta messa giù, Flo gli sorrise e lui le tolse un piccolo fiocco di neve dal nasino color cioccolato.
-Si congela fuori…- farfugliò divenendo paonazza e allontanò l’attenzione da sé. Tolse il cappotto pesante color miele. –Uhm che odorino di pancakes!-
-Vieni tesoro… li ho conservati per te! Questi due ingordi se li stavano mangiando tutti!- giunse nonna Molly all’ingresso e dopo averla abbracciata, la scortò sino alla cucina. Sirius le seguì divertito e chiacchierò con Flo e suo fratello sul programma della giornata, prima della cena. Flo nel frattempo ingurgitò più pancakes possibili e poi salì in camera di Sirius.

*(Blue Jeans; Lana del Rey)
...e so che l’amore è meschino, e l’'amore ferisce 
ma ricordo ancora il giorno che 
ci siamo incontrati a dicembre, oh tesoro!*


-Vado a farmi una doccia!- si congedò il ragazzo, lasciandola a frugare tra le vecchie cianfrusaglie dello zio Ron. Quando il ragazzo uscì fuori con solo i jeans addosso e frizionando con l’asciugamano i ricci corvini, Flo arrossì e si mordicchiò il labbro. Subito abbassò gli occhi sui vecchi libri dello zio di Sirius.
-Andiamo ai Tiri Vispi e poi solita cioccolata alla gianduia da Fortebraccio, Flo?- chiese sedendosi ai piedi del letto. La ragazza annuì. –Tutto ok? Come mai così silenziosa?-
-Tutto ok, però devo dirti una cosa…- la ragazza sospirò e poi finalmente posò i suoi grandi occhi nocciola su Sirius. Lui smise si tamponare i crini bagnati e la osservò con espressione curiosa. –Nel pomeriggio non resto: ho promesso a Kevin di fare una passeggiata con lui!- continuò stringendosi nelle spalle.
-Ah…- fu la reazione del ragazzo. Lei lo squadrò perché sapeva bene che un'unica parola come risposta, significava solamente guai.
-So che non era nei piani… parlerò io con i tuoi e Molly! Avrei voluto cenare con voi stasera, come sempre, ma…-
-Ma il tuo ragazzo non vuole!- concluse con tono seccato Sirius. –Perciò quel Serpeverde pomposo e schifoso non capisce quanto sia importante una tradizione… gli amici vengono dopo una storiella di qualche settimana?- sciorinò infilandosi il maglione con rabbia e foga. Flo si portò le mani ai fianchi ma si morse la lingua pur di non arrabbiarsi e cercare di passare almeno quella mattinata con lui e in tranquillità.
-Se avessi una ragazza anche lei vorrebbe trascorrere le vacanze con te, Sirius! Non puoi vedere le cose come stanno e basta, senza farti influenzare dal fatto che Kevin è un Serpeverde e che ti sta antipatico?-

*Ti amerò fino alla fine dei tempi, 
aspetterei milioni di anni. 
Promettimi che ti ricorderai che sei mio !
Tesoro, riesci a vedere oltre le lacrime? 
Riesci a vedere che ti amo di più di quelle stronze che hai avuto prima ?
Dimmi che ti ricorderai, oh tesoro, dimmi che ti ricorderai 
che ti amerò fino alla fine dei tempi.*


-Perché come stanno le cose Flo?- domandò alzando il tono della voce. –Te lo dico io…te ne freghi del fatto che ti ho domandato di starmi vicina…che ho bisogno di te! Adesso hai il fidanzatino e Sirius può andare a farsi fottere…! Ecco!- nello stesso momento in cui terminò lo sfogo, si rese conto della cazzata che aveva sparato. Vide Flo guardarlo delusa ed offesa.
-Non ho mai aperto bocca, non mi sono mai intromessa, non ho mai giudicato le ragazze con cui ti sei frequentato… e ora? Ora che finalmente, nonostante tutto, sono riuscita a lasciarmi andare con qualcuno…è… è questo che ti importa?-
-Io non volevo…-
-Ti importa solo di te… non sei stato felice nemmeno per un istante che io stia bene con lui!- continuò con tono piatto ma deluso. Per Sirius sarebbe stato meglio che gli avesse urlato contro. Almeno si sarebbe sentito meno in colpa con una bella sgridata. Invece quella voce delusa lo stava ferendo a morte.
-Mi…mi dispiace Flo! Scusa io non…-
-Lascia perdere! Tanto è vero: non ti importa nulla di questa storia! Vorresti che io fossi solo utile a te…giusto?- Sirius non rispose. In realtà avrebbe voluto dire di si. Le avrebbe voluto dire che qualcosa bruciava nel suo stomaco se la pensava con lui. –Infatti…- aggiunse Flo interpretando il suo silenzio come un si. Flo afferrò la sua borsa con ferocia e fece per uscire dalla porta. Lui si alzò di scatto e con una mano la richiuse.
-Ti prego resta!-disse ad un millimetro dal suo orecchio mentre lei gli dava le spalle. Si voltò con il broncio e si specchiò negli occhi mortificati di Sirius. Poi, decisa a non lasciargliela passare liscia, scosse il capo in segno di diniego e ritentò di aprire la porta. Lui non la bloccò ancora ma la fermò lo stesso, abbracciandola da dietro. Posò il capo sulla sua testolina riccia e sospirò. La strinse così forte da farla soffocare e poi le lasciò un bacio sul capo. –Perdonami!- soffiò sui suoi ricci. Quando sentì che la ragazza aveva rilassato il corpo e tolto la mano dal pomello della porta la lasciò andare, senza prima però averla voltata verso di lui.

*...ma quando te ne sei andato da quella porta, una parte di me è morta 
e ti ho detto che volevo di più ma non era questo ciò che avevo in mente. 
Volevo soltanto che fosse come prima quando ballavamo tutta la notte. 
poi ti hanno portato via, strappandoti via dalla mia vita 
ed ora hai soltanto bisogno di ricordare che... *


-Ok…non voglio litigare!- rispose.
-Saprò stare al mio posto! D’ora in poi accetterò la cosa!- la rassicurò prendendole il viso fra le mani. Lei annuì e fece per dire qualcosa. Ma alla fine fece spallucce e decise di restare in silenzio. Sirius sorrise e finì di prepararsi. 

*....che ti amerò fino alla fine dei tempi 
aspetterei milioni di anni 
promettimi che ti ricorderai che sei mio*


Buona sera!!!
Come state lettori? Scusate la lunga assenza, ma come ho detto anche ai lettori de "la ragazza dagli occhi ambra", sono in piena sessione esami...ne restano due per questa fine sessione ma scrivere è linfa...perciò ecco qui: NONO CAPITOLO pubblicato! =) che ne pensate? Non siate cattivi e fatemi sapere che ve ne pare!
Inanzitutto è importante precisare che ho introdotto il tema teddy-lily, ma ancora dovrete aspettare un pò prima che la trama gli dia più spazio! Spero però di avervi intrigato ;) ... Invece vorrei anche sapere che ne pensate di Bart e Lawrence?! Di Sirius e Flo? E Sirius e Calli? Daiiii non mi fate stare sulle spine!! Vi ricordo il blog sulla storia: http://www.tumblr.com/blog/orgoglioepregiudiziorory
Buona lettura e a presto! Baci, rory!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***




Capitolo 10

“Ma se tenti ancora di guardarla, parlarle, o solo pensare a lei, te la vedrai con me!”

 
Il viaggio in treno era stato come al solito caratterizzato da lotte tra Bart e Sirius a suon di calci e cazzotti. Poi era passata la signora con il carrello dei dolci, che era stato svaligiato letteralmente. Avevano ingurgitato kili e kili di cioccolato e caramelle e dopo si erano raccontati cosa avevano fatto per Natale, regali ricevuti annessi. Come aveva recitato la lettera della Preside, non ci sarebbe stato nel viaggio l’incontro con i Caposcuola ma avrebbero discusso dopo l’arrivo al castello sui nuovi turni delle ronde. Sirius si sentiva eccitato nel tornare a scuola, non solo perché presto avrebbero comunicato il giorno della terza ed ultima prova del Torneo. Ma anche perché l’allenamento si sarebbe fatto più intenso sul campo di Quiddich in vista della partita Grifondoro contro Serpeverde.
Giunti alle carrozze dei Therstral salirono tutti e tre sulla stessa carrozza. Come fulmini un gruppo di ragazze Tassorosso del quarto anno, ridacchiando salirono insieme a loro.

-Ciao ragazzi!- sghignazzò la ragazza che dava l’impressione di essere la più intraprendente.
-Ciao bellezze!- rispose Octo facendogli spazio, per farle accomodare tutte e quattro. Bart scosse il capo divertito, ma aveva proprio voglia di flirtare un po’ con delle ragazzine, vista la malinconia che lo aveva accompagnato durante quelle vacanze. Difatti aveva resistito alla tentazione di scrivere a Lawrence o di piombarle a casa come un fulmine a ciel sereno. E lei non si era fatta viva. Sapeva che doveva darle tempo, e che essere invadente ed ossessivo sarebbe andato solo a suo sfavore. Mentre Octo e Bart si divertivano a farsi corteggiare, con complimenti gratuiti sulle loro prestazioni a Quiddich, Sirius si guardò intorno. Cercando di ignorare lo sguardo insistente della biondina Tassorosso, che gli faceva “piedino”, si accorse che due carrozze più in là una testolina riccia, stava poggiata su una spalla. Riconobbe il marchio verde-argento. Ridusse gli occhi a due fessure, digrignando i denti. Quando poi lei si sollevò, lui le prese il mento per baciarla. Sirius sentì salire dallo stomaco alla bocca, un conato di vomito. Le labbra carnose e scure di Flo premute contro quelle sottili e rosee di Kevin, le mani del ragazzo che affondavano prima sulla sua folta chioma riccioluta, e poi giù sino alla schiena.
Non riusciva a guardare oltre… chiuse gli occhi con foga e si voltò di scatto dall’altro lato.

Perché? Perché doveva fargli quell’effetto, la visione della sua amica stretta ad un ragazzo? Eppure aveva assistito tante volte alle limonate di Octo. Entrambi erano suoi amici, ma il fastidio che gli suscitava se a farlo era lei, era inspiegabile. Provava tanto fastidio fino a sentir prudere le mani. Quando la carrozza sussultò, si sentì sollevato di essere arrivato al castello. Il chiacchiericcio fastidioso di quelle oche e la sensazione che dietro di lui Flo era tra le braccia di Kevin lo stavano divorando. Scese con un balzo, senza aspettare gli amici. Avvistò Freddy in compagnia di Nora. Li raggiunse e si inserì nel discorso che per fortuna verteva sugli schemi di Quiddich e poté distogliere la mente dalle labbra di Flo. La cena così trascorse serenamente, tra cibo, discorso di benvenuto della McGranitt e sull’impegno che avrebbero dovuto mettere i ragazzi alle prese con i G.U.F.O. e con i M.A.G.O., e le chiacchiere riguardanti le vacanze appena terminate.

-Pam!- Sirius avvistò la sua compagna di casa e la raggiunse. Insieme scortarono i primini e le matricole in Sala Comune, al termine della cena. Poi fianco a fianco, raggiunsero l’ufficio della Preside.
-Speriamo che ci assegnino meno turni… non ho mai tempo di studiare in Biblioteca la sera…- borbottò Pam.
-A chi lo dici…- rispose sarcasticamente il Grifondoro sogghignando. Di certo se lui avesse avuto più sere libere le avrebbe impiegate o a dormire beatamente o con i suoi amici a far baldoria. Era da molto che non facevano una seratina con Ab alla Testa di Porco. Finalmente giunsero di fronte alla statua del Gargoyle.
-Molliccio!- pronunciò la parola d’ordine Pam. La statua si spostò e così si aprì una scala a chiocciola in marmo bianco fin sopra l’ufficio della McGranitt. Una volta entrati si accorsero di essere gli ultimi. Se a Sirius non gliene importò nulla, invece Pam divenne paonazza e cominciò a scusarsi ripetutamente con tutti.
-Prego Potter, Whinchester!- la professoressa li fece accomodare sull’ultimo divanetto rimasto libero. In piedi vi erano i quattro Caposcuola e ai lati i Prefetti delle altre tre case in altri divanetti. Sirius cercò lo sguardo di Calli. Anche se a dirla tutta era un po’ arrabbiato con lei, per non aver risposto agli auguri di Natale. Ma la ragazza teneva lo sguardo fisso sull’abito color smeraldo della Preside e non accennava a voltarsi verso di lui.
-Bene, vi ruberò pochissimo tempo, così potrete disfare i vostri bagagli e riposare! Ho già compilato la lista delle ronde fino alla fine dell’anno. Ci sono stati dei cambiamenti nelle coppie e nei giorni per permettere a tutti di conoscersi e lavorare insieme!- annunciò e spiegò la Preside. Così la strega porse a Yuri, il caposcuola Grifondoro, i fogli con i turni e lui ne distribuì una copia ciascuno. Sirius lesse subito la colonna con il suo nome. Inconsapevolmente cercò anche, sulla sua colonna il turno con Calli. Solo uno. Uno il giovedì. Gli seccò ammetterlo a se stesso, ma un po’ c’era rimasto male. Si era abituato ad averla sempre fra i piedi e il tempo con lei, durante le ronde, ultimamente sembrava volare. Certo battibeccavano e si stuzzicavano di continuo, ma forse per questo era così spassoso. Le ronde con i prefetti di Corvonero e Tassorosso invece erano così noiose. Alzò gli occhi su di lei, ma nulla. Lei non lo degnava di uno sguardo.
-Molto bene ora potete andare nelle vostre Sale Comuni, grazie a tutti!- li congedò la McGranitt. Quasi marciando e salutando la Preside, uscirono dall’ufficio sin giù nel corridoio. Il gruppetto di prefetti però, per potersi salutare dopo le vacanze e scambiare qualche opinione sui nuovi turni, restò unito. Sirius si avvicinò a Calli, la quale era intenta a cercare qualcosa dentro la sua tracolla rossa.

-Ehi!- si annunciò abbassandosi alla sua altezza con il busto. Calli sussultò e sgranò gli occhi. –Che ne pensi di questi nuovi turni? Mi sa che la vecchiaccia ci ha separati perché non ci siamo più affatturati!- sghignazzò osservandola. Calli restò impassibile anche se gli occhi lucidi e sgranati la tradivano.
-Potter! Perché non vai a nanna!? È tardi!- la voce di Pierre fece capolino. Il Serpeverde passò un braccio sulle spalle della ragazza e la strinse al suo fianco. Mentre con i suoi occhi cerulei scrutava con astio Sirius.
-Stavamo solo chiacchierando…-
-Io invece vedevo che tu chiacchieravi mentre lei stava in silenzio a sopportarti ancora una volta!- rispose con un ghigno Pierre. Sirius fece scrocchiare le nocche ma anziché rispondere a tono cerco gli occhi blu di Calli, per aver sostegno. Ma lei si limitò a ricambiare lo sguardo e si morse il labbro.
-Appunto…- commentò Pierre accorgendosi del silenzioso siparietto. –Stammi bene a sentire Potter: non voglio guai! Non ti ho pestato quando “per gioco” l’hai baciata! Ma se tenti ancora di guardarla, parlarle, o solo pensare a lei, te la vedrai con me! Non mi importa di chi tu sia figlio, campione dei miei stivali o che altro?! Ok? D.e.v.i.s.t.a.r.l.e.a.l.l.a.l.a.r.g.a.!- sillabò velenoso. Il Grifondoro lo osservò incapace di reagire. Poi abbassò il capo e senza guardare nuovamente  la ragazza, per non avere un’altra delusione, girò le spalle ad entrambi.

Alla fine Helena, il capitano della squadra, aveva optato per la formazione a diamante. Sin dal secondo giorno, dal ritorno ad Hogwarts, aveva ottenuto il permesso per allenare la squadra, un giorno si e uno no. Erano tutti esausti, e infastiditi di doversi allenare con i passaggi e le parate anche sotto il diluvio che quei giorni aveva colpito il Castello. Ma erano di gran lunga migliorati, e Sirius si sentiva più sicuro di farcela, rispetto all’ultima volta. Della terza prova ancora non si sapeva nulla, con Flo non aveva più discusso anche se cercava di evitare di incontrarla a dirla tutta. Mentre Calliope Rosier era ritornata la frigida Serpeverde a cui non riusciva a dare una giusta collocazione nella sua vita. La partita sarebbe stata quel Sabato, ma prima avrebbe dovuto affrontare la ronda con Calliope.
 
*

Si rigirava tra le mani la collanina che Sirius le aveva regalato per Natale. Il luccichio della stellina color cobalto, si rifletteva sul suo viso, dipingendo delle onde blu come quelle dell’oceano. Aveva combattuto contro la tentazione di indossarla e correre da lui a chiedere scusa per come si stava comportando da quando la scuola era ricominciata. Da un lato sapeva che era la cosa giusta se voleva mantenere sano e leale il suo rapporto con Pierre. Dall’altro lato percepiva benissimo quanto le mancava. Nei momenti di debolezza, quando lo vedeva chino sui libri in biblioteca, nei giardini a passeggiare o per i corridoi vicino qualche sua amica, si ricordava di quanto si era sentita stupida e inadeguata nell’osservarlo accanto ad una Veela. Montava in lei la gelosia, l’orgoglio e la rabbia, perciò si frenava. Bastava poi pensare a quanto Pierre la amasse e a come l’aveva perdonata subito, per rinsavire. Ma ora era arrivato il momento di affrontarlo. Non voleva che lui la prendesse per una codarda o per una ragazza succube delle decisioni del proprio fidanzato. Doveva andare a quella ronda. Si sentiva maledettamente in imbarazzo a ripensare alle minacce che Pierre aveva inveito contro Sirius, e a come lei era stata in silenzio. Ma doveva farlo. Si sistemò il mantello sulle spalle, legò i capelli in una coda bassa laterale e salì nel Salone d’Ingresso. Quello che vide la sbalordì. Sirius era già lì, era stato stranamente puntuale. Non era mai successo prima da quando facevano le ronde insieme. Anche tutti gli altri sembravano appena arrivati.

-Bene ragazzi io e Cassia perlustreremo i piani alti stasera… mi raccomando fate il vostro giro e poi a dormire!- li ragguardì Yuri. Tutti i Prefetti annuirono e le coppie si formarono. A loro era toccato il terzo piano. Sirius senza degnarla di uno occhiata, si voltò e cominciò a salire le rampe di scale fino al terzo piano. Calli cominciò a correre per stargli dietro. Non averlo neanche salutato la faceva star male. Quando finalmente lo affiancò, estrasse la bacchetta per illuminare il suo lato di corridoio. Pierre l’aveva ragguardata con lo sguardo, prima di iniziare la sua ronda con Pam, e lei si era sentita come una bambina stupida. Deglutì a vuoto e con la coda dell’occhio osservò il Grifondoro accanto a lei. Lui teneva gli occhi fissi davanti a sé. Lo sguardo serio, i tratti del viso contratti e seri. Calli riabbassò gli occhi a terra, a disagio. Quel silenzio la stava divorando da dentro. Non riusciva a sopportare quell’atteggiamento freddo e distaccato, non dopo come era stato gentile e trasparente con lei, nelle ultime occasioni. Si morse il labbro fino a farlo sanguinare come era solita, cercando di star zitta ed un’ora se ne andò in silenzio. Mancava solo mezz’ora e stavano per fare un ultimo giro per controllare che le aule e i bagni fossero vuoti. Sirius sembrava non respirare e il rumore dei piccoli tacchi che lei stessa portava, cominciava a darle su ai nervi. avrebbero passato il loro tempo così fino alla fine dell’anno? Sarebbero rimasti ogni volta in silenzio come se non esistessero l’uno per l’altra? Aveva senso? Si chiedeva e si tormentava la testa con tutte quelle domande e quando aprì bocca difatti nemmeno se ne accorse.

-Sai la prossima settimana è il mio compleanno…- l’unica reazione che diede a Calli la certezza di non aver sognato di averlo detto, fu che Sirius dalla sorpresa rallentò il passo. Ovviamente non le rispose ma restò in religioso silenzio. Calli attese che lui aprisse una porta, controllasse che il bagno fosse deserto, e poi che lui tornasse in corridoio. –Faccio diciotto anni…divento maggiorenne anche nel mondo babbano…- proseguì lei, sperando di scioglierlo. Ma nulla. Lui faceva finta di non sentirla. Camminava spedito e non la degnava di uno sguardo. Lei sentiva ribollire il sangue. Non sopportava di essere ignorata, ma sapeva che era ovvio dopo quello che Pierre gli aveva detto. Dopo che lei non lo aveva difeso, dopo che non si era opposta. Allora fu un attimo. Lei arrestò il passo, gli cinse il polso e con uno strattone lo costrinse a fermarsi. –Guardami!- gli ordinò pacatamente, non lasciando la presa sul polso possente del Grifondoro. Lui ovviamente non accennò a cedere. –Per favore, guardami…- quasi lo supplicò. Sirius scoccò la lingua sul palato. Poi si voltò lentamente e posò gli occhi nocciola su di lei. Sul suo viso si dipinse un ghigno ed alzò un sopracciglio.
-Che c’è Rosier? Il gatto non c’è e i topi ballano?- la provocò. Calli scosse il capo amareggiata, ma in fin dei conti se lo meritava e lui non aveva di certo torto.
-Mi dispiace per quello che ha detto Pierre, io…-
-A me non importa niente di quello che ha detto Pierre, Rosier!- ringhiò acido Sirius. –A me importa che tu non hai detto nulla per fermare quella sceneggiata…- continuò ormai arrabbiato. Calli lasciò il suo polso e boccheggiò spaesata.
-E’ vero, avrei dovuto dire la mia…ma in fondo ha ragione, no? Si è arrabbiato perché mi hai baciata, perché eravamo più intimi e lui non ne sapeva nulla…-
-Perché non gli hai detto di noi?-
-Di noi…?- il tono di voce di Calli si ruppe per l’emozione… per quella strana emozione…
-Intendo del fatto che non litigavamo più come un tempo, che andavamo d’accordo!?- precisò Sirius, non cogliendo il doppio senso che invece Calli aveva letto.
-Io…io…non lo so! Pensavo fosse sbagliato! Ecco tutto…- balbettò indispettita. La stava mettendo con le spalle al muro e cosa peggiore lui nemmeno se ne stava rendendo conto.
-Essere amici è sbagliato?- domandò esterrefatto. Calli lo osservò. Si, decisamente lei si era illusa. Sirius non aveva provato le stesse sensazioni che aveva sentito lei nel baciarlo, nell’essere stata stretta da lui in quell’abbraccio, nel guardare le stelle insieme.
-No…non lo è!- alla fine rispose atona. Lui la prese per le spalle e chinò il capo per poterla guardare meglio negli occhi.
-Allora perché è così impossibile esserlo?- Calli lo osservò. Quegli occhi nocciola, lucidi, genuini come quelli di un bambino la sciolsero.
-Potrebbe essere il nostro segreto!- alla fine disse. Lui sussultò a quell’affermazione inaspettata. Sgranò gli occhi e mollò la presa.
-E’ davvero necessario?- chiese stupito. Calli annuì e fece spallucce.
-Lui non ti vedrà mai di buon occhio…- rispose riprendendo a camminare. Sirius la seguì. –Allora? Che ne dici?-
-Ok…non voglio perderti!- Calli sussultò a quella frase ma cercò di non darlo a vedere, fingendo di aver sentito un rumore alle sue spalle.
-Non accadrà!- alla fine rispose.
-Sai…avrei voluto rifilargli un pugno in faccia al tuo damerino…ma ho riservato tutto il mio rancore per la partita di questo Sabato… non riuscirà nemmeno a vederlo il boccino il tuo Pierre!- sdrammatizzò come al solito Sirius, con il suo fare buffo. Calli rise e finirono la ronda chiacchierando della partita.
-Sono contenta che abbiamo chiarito…- disse Calli una volta nell’ingresso del Castello. Sirius sorrise e le carezzò una ciocca di capelli sulla spalla.
-Anch’io, Calliope! Buona notte!- si chinò e gli posò un bacio sulla fronte, sfiorandole per sbaglio il polso con la sua mano. Calli rabbrividì e le venne la pelle d’oca a quel tocco. Si sentiva così stupida… come se uno sciame di farfalle le stesse svolazzando dentro lo stomaco.
 -Buona notte, Sirius!- quasi sussurrò per l’imbarazzo. Lui si voltò e salì fin sopra la Torre est.
 
*

Lo stadio quella domenica sembrava un covo di bestie inferocite. Grifondoro contro Serpeverde, risultava la partita del campionato più avvincente e sentita. Coccarde, bandiera, striscioni e trombe venivano esibiti da entrambe le case, e le altre due case non si risparmiavano di fare il tifo sfegatato per una o per l’altra squadra. Quell’anno i membri di Beaubaxtons e Durmstrang contribuivano alla calca che si era creata e all’entusiasmo goliardico che aveva contagiato un po’ tutti. Bart come al solito aveva ingaggiato un circolo di scommesse e la squadra favorita, dopo il fiasco dei Grifondoro contro i Tassorosso, risultava quella dei Serpeverde. Se Grifondoro avesse vinto lui avrebbe accumulato ben duecentocinquanta galeoni. Negli spogliatoi Sirius sentiva sulla sua pelle l’entusiasmo e la voglia di rivalsa dei suoi compagni di squadra. Helena, il capitano, li stava incoraggiando a dare il massimo, ma lui riusciva solo a sentire tutto come da dentro una bolla. I rumori arrivavano ovattati e l’adrenalina bruciava nelle vene del corpo. Bart, Nora e Octo ebbero il tempo di ripassare lo schema per mettere dentro quei maledetti anelli la pluffa, e poi si catapultarono fuori sul campo. Il primo a decollare fu Freddy, andando a mettersi di fronte ad Helena con in mano la sua mazza da battitore. Hugo planò sino agli anelli e Sirius si dispose più in alto di tutti, proprio di fronte l’altro cercatore, il cercatore dei Serpeverde. Pierre Nott. Madama Bum si portò al centro del campo, con passo spedito e fiero, mentre i suoi occhi grigi da gatta scrutavano con fare ammonitorio tutti i membri delle due squadre. Pierre ghignò compiaciuto e Sirius assottigliò lo sguardo in segno di sfida.

-Pronto a perdere pagliaccio?!- ringhiò il Serpeverde.
-Potrei farti la stessa domanda, verme!- rispose acido il Grifondoro.

FIUUUUUUU’

Il fischio di inizio, diede vita ad un boato del pubblico festante e in trepidazione. Nott sfrecciò lontano dalla vista di Sirius che però preferì non badare a lui. Mentre che loro due si fronteggiavano a suon di frecciatine, Madama Bum aveva liberato il boccino e lui non aveva visto nemmeno che direzione aveva preso, perciò di certo nemmeno Pierre lo aveva notato. Decise di non interessarsi completamente della partita. Annullò come al solito i suoni attorno. Doveva sentire solo l’aria sfrecciare attorno a sé, così da poter capire se qualche bolide stava schizzando verso di lui. E di concentrarsi su un unico senso: la vista. I suoi vispi occhi nocciola saettavano da un lato all’altro del campo, del cielo, degli spalti ma nulla. Della pallina dorata e alata non c’era nessuna traccia. Individuò Pierre, ma anche lui cercava con gli occhi il boccino, e sul suo volto affilato e pallido si leggeva la tensione. Stava sudando freddo. Scosse il capo: non doveva importargli nulla se Pierre reputava quella vittoria, una questione personale. Se inevitabilmente collegava prendere il boccino a decretare la sua proprietà esclusiva su Calli. E poi che cavolo gliene fregava a lui se volevano fare i fidanzatini appiccicosi e gelosi, si chiese. Si rese conto di star per perdere la concentrazione e si raddrizzò sulla scopa, appena in tempo per veder sfrecciare con la coda dell’occhio un bolide. Si abbassò facendo un giro completo sul lato inferiore della scopa, ed un urlo di ammirazione si liberò dagli spalti. Sorrise nel modo affascinante che solo lui conosceva, e tornò a controllare dove diavolo fosse quel dannato boccino. Si voltò verso la tribuna dei professori e vicino all’orecchio del professor Paciock notò un bagliore dorato sospetto. “Da quando in qua il professor Paciock porta il piercing all’orecchio?!” si chiese aggrottando la fronte.  Quando realizzò che di certo non era un orecchino, già stava sfrecciando in picchiata verso la tribuna. L’aria sembrava tagliergli il viso tanto andava veloce sulla sua Nimbus 3000. Gridolini di terrore e imprecazioni si sprigionarono dalle bocche dei professori indignanti, e quando fu ad un centimetro da loro, alzò il manico di scopa per schivarli e allungò il braccio per afferrarlo ma il boccino sfuggì alla presa e cominciò a volar via. Sirius si risistemò sulla scopa e grugnì una parolaccia. Voltandosi si accorse che Pierre era alle sue costole. Calciò i piedi per acquistare velocità, e accelerò la corsa verso il boccino. Sentì la presenza del ragazzo Serpeverde sempre più vicina, Pierre gli teneva il fiato sul collo.

-Non mi scappi Potter!- ruggì il Serpeverde, portandosi accanto a lui. Sirius sentì la situazione sfuggirgli dalle mani. Come aveva fatto a recuperare tanto campo su di lui?!
-Mangia la mia polvere viscida serpe!!!- ringhiò e decise tutt’ad un tratto di piazzarglisi davanti tagliandogli la strada. Pierre dovette frenare per non finirgli sopra e rischiare di spezzare il suo manico di scopa. A quel punto il Grifondoro diede un’ultima accelerata, tese il braccio e in fine il boccino fu suo.
 
*

Nella Sala comune Serpeverde regnava il silenzio e lo sconforto. Calli sentiva il dovere di consolare Pierre, per quello che era successo ma aveva ben due motivi per non farlo e restare comodamente seduta a leggere il suo tema di Pozioni. Innanzitutto Pierre era stato sgarbato con tutti, persino con lei, grugnendo insulti e spintonando a destra e a sinistra anche i suoi migliori amici, Romeo e Kevin. E in secondo luogo era felice per Sirius. quando aveva afferrato il boccino aveva sorriso. Lei stessa non ci poteva credere. Anni addietro era una specie di cheerleader contro i Grifondoro, contro James Sirius Potter in primo luogo. Ma non poteva farci nulla: il suo sorriso, le sue urla di gioia, i suoi compagni che lo portavano in braccio in trionfo e i suoi occhi luminosi la facevano sentir bene. Sapeva che era sbagliato e sapeva di non doverne fare parola a nessuno, nemmeno a Judi, ma era più forte di lei lo stesso. Sui divanetti in pelle nera, davanti al camino in pietra grigia, i suoi compagni si lamentavano della sconfitta e stavano architettando il modo per farla pagare a tutta la squadra rosso-oro. Calli sospirò e intinse la piuma nel calamaio, iniziando così ad appuntare le sue correzioni al tema.

Ma sapeva che era sbagliato…

Una settimana dopo, finalmente gli animi si erano calmati, e in vista della partita Corvonero contro Tassorosso, per fortuna non vi erano scontri o schermaglie tali da destare preoccupazione nei professori. Calli si trovava in Biblioteca con Judi e Anna, con le mani nei lunghi capelli corvini dalla disperazione.

-Che diavolo di materia è?!- alla fine piagnucolò frustrata.
-Rune Antiche è una delle materie che dovrai superare con il massimo dei M.A.G.O.  il prossimo anno se vorrai fare la magisprudenza, Calli!- rispose atona Annie ignorando beatamente il fatto di aver mandato ancor di più nello sconforto la sua amica.
-Nobile da parte tua sollevarmi il morale…- rispose sarcastica. Annie alzò un sopracciglio, senza sollevare gli occhi dal suo tomo di Storia della Magia, e fece spallucce.
-Kevin aveva detto che sarebbe venuto ad aiutarci, stai tranquilla…- la calmò invece Judi. Detto fatto, la testa mora di Kevin fece capolino da uno scaffale ma alle sue spalle un’altra testolina comparve, riccia stavolta. Calli storse il naso istintivamente.
-Scusate il ritardo ragazze!- disse Kevin facendo accomodare prima Florinda e poi sedendosi accanto a lei.
-Ciao…- salutò la Grifondoro senza troppa enfasi. Le tre Serpeverde borbottarono dei saluti.
–Allora capitolo venti, giusto?- proseguì Kevin senza badare all’atteggiamento restio delle sue compagne di casa verso la sua ragazza. Calli annuì e corsero ad impugnare le loro piume. Essendo dello stesso anno, anche Florinda seguì passo per passo la traduzione di Kevin, e sembrava anche molto ferrata nella materia, visto che lo correggeva a volte. Calli storse un’altra volta il naso, se prima non sapeva perché le stava antipatica, adesso ne aveva trovato un motivo. Lei si sentiva una capra in quella materia mentre la riccia sembrava un genio. Alla fine dell’ora, Judi e Anna avevano anche preso in simpatia Florinda che aveva spiegato loro delle rune un po’ astiose e qualche simbolo piuttosto semplice in fondo. Kevin si stiracchiò e passò un braccio intorno alle spalle della sua ragazza, scoccandole un dolce bacio sulla guancia color cioccolato. Calli non riusciva a fare a meno di osservare i due. O meglio di studiare Florinda. Ad un tratto, mentre scriveva le ultime righe della sua pergamena con la piuma quasi fece un buco in essa. Era sussultata ad un ricordo. In una delle prime ronde, anzi durante la ronda dove avevano deciso di essere amici lei e Sirius, lui le aveva confidato di aver dei problemi con un’amica. Era Florinda. Ecco perché al ballo la sua presenza l’aveva incuriosita più del dovuto. Ecco perché sentiva che Florinda Jordan non era la pacata e dolce ragazza che voleva far credere. Lei nascondeva qualcosa, lei covava qualcosa per Sirius o contro Sirius e Calli era decisa a scoprire cosa. Specialmente perché Calli aveva ben capito che era qualcosa che provava per Sirius, con ogni probabilità.

-Florinda come vanno le cose?- ad un tratto se ne sbucò Calli, che non le aveva ancora rivolto parola. La riccia si voltò titubante difatti, come se la voce non fosse provenuta realmente da lei.
-B…bene! Tu come te la passi con lo studio? So che anche tu hai scelto magisprudenza!- rispose Flo cercando di trovare un argomento di conversazione. Calli annuì, tenendo ancora gli occhi sulla sua piuma mentre traduceva.
-Già, magari lavoreremo al Winzgamot insieme un giorno chissà… e… invece tutto bene con Sirius? So che avete avuto dei problemi ultimamente! Avete chiarito o tu sei ancora fredda con lui?- sciorinò velenosa. Flo sussultò e sgranò gli occhi. La Grifondoro fissò la Serpeverde, boccheggiando per qualche secondo.
-C…cosa? Di cosa stai parlando?- le domandò con le guance in fiamme. Kevin la osservava incapace di mettere fine alla discussione che metteva a disagio la sua ragazza, pur di saperne di più.
-Mmh… qualche giorno fa me lo ha detto in una delle nostre ronde! Gli ho risposto che può star tranquillo! Noi ragazze siamo fatte così: non riusciamo a mascherare ciò che ci infastidisce….vero Flo?!- e finalmente sollevò con estrema lentezza i suoi grandi occhi blu sulla Grifondoro. Flo la osservava con i suoi occhi nocciola lucidi e spaesati invece. La riccia scosse il capo come appena risvegliatasi da un sogno lungo e doloroso.
-Scusami Kevin…ci vediamo a cena…- farfugliò raccogliendo la sua pergamena ed il suo tomo di Rune Antiche. La sentirono correre dal corridoio della Biblioteca fino all’uscita della stessa.
-Ma che ti è preso Calli?- gracchiò Anna sbalordita dalla scenetta a cui aveva appena assistito. Kevin indurì la mascella. Di sicuro non sapeva se essere più arrabbiato per i modi scortesi ed invadenti di Calli o per la reazione strana e sospetta della sua ragazza al nome di Sirius. Calli fece spallucce e gli occhioni da bambina, come a voler dire di non aver fatto o detto nulla di male.

Ma sapeva che aveva sbagliato…

Buon pomeriggio! SCUSATEEEE!!
Lo so ormai non ci speravate neanche più ma è stato un delirio... prima le lezioni, poi lo studio, poi l'incidente, la mia vita sociale e allora il tempo non sapevo più dove trovarlo! Oggi però ho deciso di dedicarmi alla correzione del decimo capitolo e finalmente eccolo qua, appena sfornato! CHE VE NE PARE???
Diciamo che è un corridoio...per il prossimo che pupullula di guai come potete aver intuito!! Per tutte le ragazze che fanno il tifo o per la Florius o per la Callius, vi avviso che ancora non ho ben chiaro il finale perciò si accettano consigli, suggerimenti e critiche!! Il finale è ancora lontano e sto cercando di indirizzare la storia in un verso o nell'altro!! ;)
Non tanto presto l'attenzione sarà anche spostata su l'altro fronte la Lily/Teddy, ma dobbiamo aspettare ancora la fine di questo anno scolastico! 
Quasi dimenticavo un grazie speciale a chi segue, ricorda e preferisce la storia e sopratutto a pandora_1984, linda_red head, Fedez my love e ChiaTag! Beh che altro dire...baci e apresto, rory!


NB: RICORDO IL BLOG SULLA FF : 
http://orgoglioepregiudiziorory.tumblr.com/  

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




Capitolo 11

“Perché non riusciamo più ad essere felici l’uno insieme all’altra?"
 
Mentre la pioggerella di metà gennaio appannava i vetri della sua camera, Sirius si beava del rumore fitto e scrosciante e cercava di appisolarsi sul letto a baldacchino da Prefetto. Le lezioni del sesto anno cominciavano a farsi più pesanti ed il carico di compiti in vista degli esami di fine anno si era triplicato. Flo non si era presentata all’appuntamento. Aveva promesso di aiutarlo in Pozioni, unica materia dove era un emerito idiota, mentre nelle altre, grazie a quel poco studio e al suo charme con i professori, riusciva ad andare discretamente bene. Ma dopo un’ora ancora la riccia non aveva bussato alla sua porta. Così sfinito dal ripasso di quelle innumerevoli e noiosissime formule e liste di ingredienti, aveva lanciato il tomo sul pavimento e si era concesso un pisolino. Quando Morfeo stava per avvolgerlo nel suo caldo abbraccio un tuono fortissimo lo risvegliò bruscamente da quello stato di dormiveglia. Nonostante il tepore delle coperte e la voglia di starsene a letto, qualcosa lo cominciò a turbare così tanto che si mise seduto sul letto con il viso corrucciato. Perché Flo non era venuta? Doveva preoccuparsi? In realtà stava già cominciando a preoccuparsi. La mente vagò dritta al suo viso sorridente tra le braccia di Kevin come quando li aveva osservati baciarsi sulla carrozza. Così Sirius sentì una fitta allo stomaco. Magari aveva litigato con Kevin e ora chissà come stava? Si chiese se in realtà stesse sperando che Flo avesse litigato con il suo fidanzato Serpeverde che tanto odiava. Si passò entrambi le mani tra i cappelli, sciogliendone i nodi riccioluti dovuti al mezzo pisolino fatto. Non riusciva a rilassarsi per godersi una sana dormita, e rivestitosi del maglione rosso oro e dei jeans scuri, uscì dalla sua camera per andarla a cercare. Tentò nella Sala Comune e chiese ai suoi compagni Grifoni se l’avessero vista. Stava per salire su, fino ai dormitori femminili quando incrociò Selene.

-Ehi Sel…hai visto Flo per caso? È su in camera vostra?- chiese concitato, sempre più preoccupato dell’assenza dell’amica.
-No…doveva andare a studiare in Biblioteca con Kevin Rune Antiche, è andata più di due ore fa però…- rispose divenendo pensierosa.
-La aspettavo per ripassare Pozioni…- farfugliò più a sé stesso che in risposta alla ragazza. Inutile mentire: sapeva che gli bruciava tantissimo venire a sapere che gli aveva dato buca per intrattenersi più del dovuto con Kevin. Ma non poteva arrabbiarsi. Le aveva promesso, a Natale, di essere più comprensivo e appoggiare la sua relazione. Senza degnare Selene di un saluto, scese ed oltrepassò il ritratto della Signora Grassa, diretto in Biblioteca. Solo qualche gruppetto di secchioni era ancora intento a studiare nonostante fosse quasi ora di cena, e di Flo non vi era traccia, ne tantomeno di Kevin. Un altro pensiero fastidioso si insinuò nella sua testa. Se Flo e Kevin avrebbero dovuto trovarsi lì ma non c’erano, forse…forse erano da soli, in intimità da qualche parte. Fece scrocchiare le nocche mentre si accertava che Flo non era nemmeno in Sala Grande. Con la mascella contratta dal fastidio e dallo sgomento nell’ immaginarsi la sua piccola Flo, la sua migliore amica, la bambina con cui era cresciuto, tra le braccia di un altro e…nuda. Strinse gli occhi come a voler reprimere un raggio di sole troppo forte e troppo doloroso e uscì fuori dal Castello, sotto la pioggia sempre più fitta e fragorosa. Inconsciamente passo dopo passo e sempre più fradicio, arrivò sino al Lago Nero, alla riva. Lì si erano incontrati la prima volta, lì aveva conosciuto Florinda Jordan quando aveva dodici anni e si ritrovò a rimpiangere quegli anni quando poteva vantare spensieratezza e genuinità insieme a lei. Quando arrestò il passo, la pioggia gli rendeva tutto poco visibile e si guardò intorno confuso fin quando non la vide, in piedi con la schiena poggiata alla quercia, albero che aveva ospitato mille dei loro picnic tra una lezione e l’altra.

-Flo che ci fai qui? Perché sei sotto la pioggia? Per caso Kevin…?- ma non riuscì a finire la frase che lei si voltò come una furia e a grandi falcate lo raggiunse.

-> https://www.youtube.com/watch?v=fKyi4mve5nk 
SBAAM.

Con un sonoro e forte schiaffo lo colpì sulla guancia e lui sgranò gli occhi stupito. Flo di sicuro sperava che la pioggia mascherasse le sue lacrime ma non era sufficiente. Il ragazzo difatti si era accorto dei suoi occhi rossi e gonfi e delle lacrime copiose della ragazza. Il problema è che non poteva fingere con lui. A lui bastava lambirla con i suoi grandi occhi nocciola, indugiare sui suoi un istante, per poterla capire. Poteva comprendere se era felice, se era triste, preoccupata, in ansia o serena. Eppure qualcosa stavolta in lei era diverso, sconosciuto. C’era una luce strana, malinconica e che andava al di là di quello che Sirius poteva riuscire a capire.
-Perché Flo? Che significa tutto questo?- le chiese con un filo di voce e portandosi una mano sulla guancia indolenzita e accaldata dallo schiaffo. Lei deglutì a forza e con ardore lo fissò.
-Perché?! Ho io delle domande per te Sirius… da quando in qua io e te abbiamo avuto problemi? Cos’è che starei nascondendo eh?! E perché hai raccontato queste dicerie su di me alla tua amichetta Serpeverde?- la sua voce era un misto di rabbia, delusione e amarezza. Non urlava, Flo era così: anche se era arrabbiata non alzava mai la voce, ma questo faceva più male a Sirius. il suo tono deluso era una lama tagliente. Non sopportava farle del male, figuriamoci deluderla. Solo che non capiva di cosa diavolo stesse parlando.
-Non capisco…con chi avrei parlato di me e te? Non ho detto nulla di male su di te Flo, come potrei?!-
-Potresti…perché non lo chiedi alla tua amica Calliope Rosier? Perché non le chiedi cosa ha lasciato intendere che sia successo fra me e te, davanti al mio ragazzo? Anzi perché non parli chiaro con me?- lo minacciò.
-Io…io davvero non so di cosa tu stia parlando… e cosa centra Flitt!- balbettò confuso mentre i suoi boccoli corvini grondavano acqua e le labbra di entrambi divenivano blu per il freddo. Un vento gelido li oltrepassò, come se già il freddo del loro litigio non li stesse irrigidendo più del dovuto. –Cosa dovrei chiarire con te?- aggiunse facendo un passo verso di lei, che di contro indietreggiò per mantenere le distanze da lui. Sirius si stupì dell’atteggiamento, si sentì un estraneo e per un attimo non riconobbe in quella ragazza piccola e riccioluta, la sua migliore amica.
-Cosa hai insinuato alla tua amichetta dalla lingua biforcuta? Che c’è qualcosa che ti nascondo? Cosa ti starei nascondendo, eh?!- la voce di Flo adesso era sofferente, si mordeva il labbro ed i suoi occhi brillavano, speranzosi? Sirius ne fu spaesato. Perché non riuscivano più ad essere quelli di un tempo? Perché non riuscivano a comprendersi come all’inizio? Perché?
-Io ho solo chiesto un suo parere perché ti sentivo lontana, come se fossi arrabbiata con me…tutto qui!- rispose con tono amaro e fragile. Lei si passò le mani fra i ricci fradici, tirandoli indietro avvilita. La pioggerella se pur meno fitta, continuava a scandire i loro respiri e a mascherare la reale tristezza della ragazza. Si morse ancora più violentemente il labbro come se stesse trattenendo a fatica un pensiero così doloroso che lasciarlo tradurre in parole avrebbe scatenato un putiferio. –Flo…cosa ci sta succedendo? Perché non riusciamo più ad essere felici l’uno insieme all’altra?- alla fine Sirius le domandò disperato.
-Non potremmo esserlo mai più…non dopo questo! Non dopo la pugnalata alle spalle che mi hai dato!- rispose quasi a fatica, con smisurata lentezza, quasi non convinta di quello che aveva appena detto. Ma c’era comunque riuscita e Sirius si sentì morire. Come una pellicola ingrigita i loro momenti più dolci, felici e genuini, gli passarono davanti. Li rivisse tutti e non poté che rimpiangere ogni momento che aveva trascorso senza di lei, senza un suo sorriso, magari impegnato a fare lo stronzo o il pagliaccio chissà con chi e chissà dove. Ed anche se non sapeva spiegarsi perché lei era giunta a quella conclusione, incapace di attribuirsi una qualche colpa, non sapeva comunque essere arrabbiato con lei.
-Che significa? Vuoi cancellarmi dalla tua vita come se non fosse mai esisto niente fra di noi?-
-Non sai nemmeno cosa sia esistito fra di noi tu! Non sai nulla di me, in realtà… non sai che…tu non sai niente!- lo additò e parlò con ferocia, per ferirlo, per sfogarsi.
-Sei…sei la mia migliore amica…cos’è che ti fa così rabbia? Cos’è che non sono riuscito a capire di così grave da arrivare a questo punto?- lei si concesse una risata amara e priva di gioia. Sirius si corrucciò e la osservò perplesso.
-Sei così cieco…sei così…- farfugliò isterica. Sirius tentò di capire, ci provò realmente senza però riuscire a trovare un ancóra di salvataggio. –Basta! Adesso dovrò chiarire questo malinteso che tu e la tua amichetta avete creato, con Kevin…sarai felice se io non ci riuscissi ma ci metterò tutta me stessa per far funzionare questa relazione, e tu e lei non riuscirete più a metterci i bastoni fra le ruote! Siete solo due persone incontentabili, che hanno tutto, ma che vogliono sempre di più affinché gli altri possano star male invidiandovi!- sciorinò con insensibilità velenosa e lo oltrepassò correndo via. Lontano da lui, forse per sempre.

*Ciao ti manco?  Ti sento dire che è così… Ma non nel modo in cui tu stai mancando a me!
Che c
’è di nuovo? Com’è il tempo? C’è la tempesta da quelle parti?
Sembri vicino ma si sente che sei lontano… Oh potrebbe significare qualsiasi cosa…
Se tu sapessi cosa sto immaginando nella mia testa tu andresti via…
Bacia la pioggia! (kiss the rain; Billie Myers)*

 
*
 
Bart odiava che uno dei suoi amici fosse scontroso, permaloso o triste. Di solito era lui quello rompi palle da consolare o da far ragionare.  Octo aveva una simpatia frizzante ed umoristica e un sorriso contagioso e Sirius invece con il fascino e le sue argomentazioni convincenti riuscivano sempre a farlo sentire meglio. Perciò ora che da quasi una settimana Sirius era chiuso in sé stesso e Octo stava scontando un mese di punizione con la Professoressa Sprite per aver dato fuoco “accidentalmente” alla sua piantagione di Bubotuberi, che avevano rilasciato un odore nauseante simile a quello di benzina per tutto il Parco del castello, si sentiva solo. Non solo si sentiva solo ma anche impotente: non poteva in nessun modo scagionare Octo e cercare insieme una soluzione per capire cosa affliggesse Sirius né poteva costringere quest’ultimo a confidarsi con lui. Ci aveva provato in tutti modi, ma o gli rispondeva a monosillabi sviando su un altro argomento oppure lo appellava con qualche epiteto poco carino, mandandolo al diavolo anche a suon di gestacci. I primi giorni Sirius si era chiuso in camera, senza mangiare e aveva saltato parecchie lezioni e allenamenti di quidditch. Successivamente le cose erano migliorate e ora lasciava anche entrare i suoi due amici, dopo cena, nella sua stanza, andava a pranzo e ovviamente dopo che Helena lo aveva affatturato, si recava anche agli allenamenti. Ma quando stava in compagnia restava in silenzio ascoltando i suoi due amici sproloquiare, oppure riuscivano a convincerlo a giocare a sparaschioppo e a distrarsi un po’. Ma ora Bart aveva veramente bisogno dell’aiuto dei suoi amici. Il compleanno di Lawrence era arrivato e quella sera avrebbe voluto parlarne agli amici, così da poter organizzare qualcosa alla ragazza la sera successiva. L’idea era quella di sorprenderla a mezzanotte, essere il primo a farle gli auguri, e lasciarla senza fiato con qualche ideuzza romantica. Non essendo più abituato a tanto impegno nel dover far breccia sul cuore di una ragazza, perché fino ad allora nessuna ne era stata degna a parer suo, aveva perso la sua verve da principe azzurro, e non era riuscito a partorire nessuna buona idea fino a quel momento.

-Ti decidi a darmi una risposta o te la devo cavare con la forza?- ringhiò esasperato in direzione di Sirius, che se ne stava appollaiato sul letto a sgranocchiare gelatine tutti i gusti + 1. Sirius borbottò qualcosa e poi sollevò gli occhi sul biondo amico.
-Che vuoi da me?! Che ne so io di queste sdolcinatezze? Io non so nulla…- rispose mentre la sua voce diveniva più cupa al suono delle sue stesse parole che tanto gli ricordavano quelle di una persona.
-Bell’amico! Veramente fortunato e bravo sono stato a scegliermi gli amici…un fannullone combina guai ed uno scorbutico trita gelatine!- si lagnò prendendo a camminare in tondo per la stanza. –Domani almeno verrai agli allenamenti? Elena ha chiuso un occhio mercoledì scorso, ma se non ti ripresenti credo che ti lancerà un’altra bella fattura su quelle chiappe con piaghe da decubito che ti ritrovi!-
-Ci sarò…almeno di quella dannata scopa ne capisco ancora qualcosa!- rispose lanciandogli il pacco ormai vuoto di gelatine, che Bart schivò per un pelo.
-Già fidata scopa…almeno lei si che ci dà soddisfazione! L’unica “femmina” capace di liberarci da… aspetta un attimo… SIRIUS SEI UN GENIO!!- Bart balzò sul letto e stritolò con un abbraccio il suo amico. Di contro Sirius lo guardò con sdegno e perplessità sia per lo slancio di affetto (non si erano mai abbracciati prima di allora) sia per il momento di squilibrio mentale improvviso di cui era stato preda Bart.
-Si può sapere che accidentaccio ti prende razza di microcefalo platinato??- ringhiò Sirius divincolandosi con stizza dall’abbraccio.
-LA SCOPA! La scopa Sirius!!!- ma il moro continuava a squadrarlo con perplessità come se avesse di fronte un pazzo sfuggito alle guardie del San Mungo. –Ti credevo più sveglio…Userò la mia scopa per portare Lawrence fuori dal Castello e so già cosa le potrebbe piacere una volta fuori!- e scoccò la lingua sul palato con soddisfazione.
-Cioè?-
-Eh no… se vuoi sapere cosa ho in mente per lei devi prima dirmi cosa diavolo è preso a te!- lo ricattò Bart con un sorrisetto furbetto.
-Tsk…poco mi interessa!- rispose sdraiandosi sul letto. Bart iniziò a contare mentalmente e arrivato a 5, come lui sospettava vista l’innata curiosità ossessiva di Sirius, quello tornò a guardarlo. –Ok…Santo Merlino quando sei sadico! Te lo dirò…- Bart si mise comodo sulla poltrona color magenta e attese quasi in trepidazione. Sirius gli spiegò che all’inizio dell’anno sentiva già che le cose tra lui e Flo erano cambiate, come se lei volontariamente lo tenesse distante. Gli raccontò di essersi confidato con Calli e che lei era stata gentile e disponibile ad ascoltarlo, difatti l’atteggiamento aveva giovato al rapporto con Flo. Ma quando sembrava che le cose stavano migliorando era spuntato Kevin che tanto gli dava su ai nervi. Proseguì raccontandogli del Natale e di come si era ripromesso di accettare la relazione con il Serpeverde e infine della litigata sotto la pioggia e di quei giorni senza poterle parlare o solo guardarla. Bart ascoltò in silenzio, e da una curiosità divertita passò ad una preoccupazione crescente. Avrebbe dovuto dirgli cosa pensava realmente? Possibile che il suo amico Sirius non si era accorto di cosa Flo in realtà volesse dire con quelle parole?  Da un lato voleva dirgli che era stato veramente cieco a non accorgersi di come Flo da bambina dolce e malandrina che partecipava spesso ai loro scherzi, era sbocciata in una donna riflessiva e…innamorata! Bart aveva appena capito quegli strani atteggiamenti della compagna Grifondoro solo in quel momento, non appena aveva saputo quelle cose da Sirius. Come poteva lui non rendersene conto?! Da un lato voleva aprire gli occhi all’amico e interrompere la sua tortura nello scervellarsi su cosa fosse preso a Flo per allontanarlo così drasticamente. Dall’altro sapeva che rivelargli una tale notizia, far scoppiare una simile bomba fra i suoi amici, sarebbe stato forse ancor peggio. Che sarebbe accaduto se Sirius avesse capito che Flo era completamente cotta di lui?!
-Sirius, amico mio, sono donne… non ti dico che tu hai qualche colpa…magari potevi evitare di chiedere consiglio a quel serpente della Rosier e farti incantare meno da quegli enormi occhioni blu! Ma…ma Flo ha esagerato effettivamente e stare rintanato qui come un codardo per evitare di incontrarla non servirà a nulla…-
-Che proponi?- ringhiò il moro.
-Mmh…ecco io le lascerei un po’ di tempo! Non ti ha detto che non dovete più parlarvi o roba del genere, ma che non sarà più la stessa cosa fra di voi! È ben diverso dall’apocalisse che ci hai costruito attorno tu!- rispose con un sorriso rassicurante. –L’ho vista in questi giorni tranquilla con Kevin, perciò non è arrabbiata con te per aver litigato con il suo piccolo viscido verme! Lasciale del tempo per capire che Calli ha solo esagerato perché si diverte a torturare le Grifondoro ingenue come lei!-
-Non capisco perché Calliope le sia andata a dire una cosa del genere…non ho avuto modo di chiederglielo…-
-Certo hai fatto la vita di un reietto!- sentenziò Bart guardandolo con biasimo. Sirius annuì consapevole di aver fatto la figura del fifone. –Devi approfittare della ronda che avete insieme domani e chiederle che diavolo le sia passato per la testa!- alla fine aggiunse Bart sistemandosi la sciarpa sul collo e alzandosi per andar via.
-Si…magari ne scopro di più e posso finalmente capire che accidenti è preso a Flo per arrabbiarsi così tanto!- rispose pensieroso, grattandosi il capo. –Dove vai?- poi chiese a Bart mentre quello apriva la cornice per uscire dalla camera da Prefetto.
-Preparativi mio caro… Lawrence cadrà nella mia trappola d’amore!- rispose con enfasi e sghignazzando. Sirius scosse il capo convinto che al suo amico mancasse qualche rotella.

Il tempo era stato benevole con Bart e la sera successiva alla chiacchierata con Sirius, nonostante la fresca brezza che faceva venire la pelle d’oca, il cielo era cosparso di poche nuvole e la pioggia aveva cessato di scendere. Alla mezzanotte sarebbe scoccato il compleanno di Lawrence e per tutto il pomeriggio aveva saltato le lezioni per fare in modo che la sua sorpresa riuscisse splendidamente. Aveva portato la scopa in camera sua, lasciandola entrare nel Castello grazie ad uno dei passaggi segreti, e fino alla torre di Grifondoro servendosi di un incantesimo di disillusione sulla medesima. Era passato con aria ciondolante e spensierata davanti al professor Paciock con quel manico che lievitava ad un centimetro da lui. Guardò l’orologio e si accorse che mancava davvero poco. A cena Lawrence era sembrata serena e sorridente con le sue compagne perciò Bart si sentiva rincuorato che almeno non lo avrebbe buttato giù dalla scopa in un impeto di stizza.
-Ancora non capisco perché lo fai…- fu il commento di Octo che quel venerdì sera aveva finalmente terminato le punizioni.
-L’amour mon ami! L’amour…- rispose con un sorrisetto compiaciuto. Octo scosse il capo e si voltò verso Freddy per continuare la sua partita a scacchi magici. Bart aprì la finestra e si mise in sella alla sua scopa. –Beh…non mi augurate in bocca al lupo mannaro?- i due amici lo guardarono con perplessità e poi gli inviarono un cenno del capo. Bart fece spallucce, e sfrecciò nella notte, verso l’ala del Castello adibita alle cucine. L’aria fresca ed invernale lo investì mentre sulla sua scopa sfrecciava dalla Torre ai piani bassi del Castello. Sentiva il cuore battere come un martello pneumatico, nel petto, quasi fino a sentirlo dentro le orecchie. Avrebbe mentito se avesse detto a qualcuno che non temeva un due di picche. Ma voleva rischiare, perché valeva la pena rischiare per lei. Pensando alle mille reazioni che Lawrence avrebbe potuto avere tra rabbia, paura, stizza, preoccupazione, stupore, gioia e chi più ne ha più ne metta, si ritrovò davanti l’ampia vetrata a mosaico, della finestra del dormitorio femminile dei Tassorosso. Sapeva qual era la sua stanza e con chi la condivideva, perché spesso erano stati protagonisti di piccole fughe romantiche, e di nascosto da occhi curiosi, sgattaiolavano giù per stare un po’ insieme a coccolarsi. Con una frenata si accostò meglio al vetro e prendendo un grosso respiro profondo, picchiettò con le nocche. Erano appena scoccate le undici e mezza della sera, perciò, se Lawrence aveva rispettato il coprifuoco, di sicuro l’avrebbe trovata lì dentro. Non dovette aspettare molto che una delle ante dell’ampia finestra del dormitorio, si spalancò. Ne apparve il viso di una ragazza paffuta dai lunghi capelli castani ed arruffati. La ragazza era in pigiama e la sua espressione visibilmente turbata.

-Mclaggen!! Che diavolo ci fai tu qui?!- ringhiò la Tassorosso richiudendo la finestra e lasciandone solo uno spiraglio aperto. Imbarazzata di sicuro per essersi fatta trovare in pigiama dal Grifondoro.
-Mi dispiace per l’ora ma sto cercando Lawrence! È lì dentro?- rispose dispiaciuto. In effetti le altre compagne di stanze, e persino Lawrence stessa, erano di sicuro pronte per andare a letto, e quindi Bart capiva il loro disagio.
-ASPETTA QUI!- urlò la ragazza inviperita. Con un tonfo richiuse la finestra e Bart restò solo sotto il cielo dolcemente stellato. Sospirò e si guardò intorno. Chissà se qualche professore era affacciato e presto si sarebbe trovato, anziché di fronte Lawrence, nell’ufficio della Preside?! Non ebbe il tempo di pensare ad una scusa plausibile da rifilare a quella vecchiaccia della McGranitt che l’anta della finestra si riaprì lentamente.
-Bart…sei impazzito?! Che ci fai qui?- Lawrence, vestita con una felpa di un tenue malva ed un jeans chiaro, comparve. La sua espressione era intrinseca di stupore: gli occhi spalancati, un sorrisetto ambiguo e le spalle rannicchiate.
-Beh, fra poco sarà mezzanotte e la ragazza più bella del Castello compirà ben diciotto anni! Mi è sembrato doveroso festeggiare in gran stile l’evento! Che ne dici?- le tese una mano, e sperò con tutto il cuore che lei l’afferrasse e salisse con lui sulla scopa. Lawrence indugiò con i suoi grandi occhi azzurri sulla mano del Grifondoro. Era combattuta: da un lato la voglia di tenerlo stretto in sella alla sua Firebolt speedy era tanta, dall’altro la paura che quel “si” avrebbe comportato ovvero restare sola con lui e mettersi alla prova, era ancor più grande. Nel frattempo Bart sentiva la testa fumante. La paura che lei avrebbe potuto dire di no lo stava assalendo e da incerta possibilità stava divenendo paurosa certezza. Ad un tratto però Lawrence scavalcò il davanzale ed afferrò la sua mano. Con slancio ed aiutata dal ragazzo, salì in sella e si strinse forte alla schiena del biondo, poggiando il capo sulla sua schiena ed inspirando il dolce profumo di muschio che Bart emanava. Iniziò a planare intorno al Castello, non risparmiandosi piroette e giri spericolati tra le cune delle torri più alte del Castello. Mentre Lawrence rideva di cuore e divertita gli intimava di smetterla di fare lo spericolato con lei dietro.

-Dove mi stai portando?- gli chiese quando il ragazzo iniziò ad allontanarsi dai giardini di Hogwarts.
-Lo vedrai Law!- rispose con tono furbetto e divertito. Lei sorrise e si morse il labbro eccitata. Lo strinse ancor di più quando un brivido freddo le percorse la schiena. Bart sentì il cuore fermarsi mentre si crogiolava in quel caldo abbraccio. Sentiva i suoi morbidi capelli svolazzare contro vento e lambirgli la pelle del viso. Ne poteva inspirare l’odore di frutti di bosco. Riusciva a sentire, dal maglione, il contatto delicato ma allo stesso tempo profondo, delle mani della ragazza, intrecciate, per tenersi stabile sulla scopa, all’altezza del suo petto. Si concentrò sulla rotta perché ormai mancava poco alla mezzanotte e doveva sbrigarsi per esser certo che tutto sarebbe andato secondo i piani. Cominciò la discesa verso la terra ferma e Lawrence iniziò a capire dove lui la stava portando. Quando entrambi toccarono terra scesero dalla scopa. Lui si voltò a guardarla per bene e le sorrise. Lawrence arrossì e abbassò il capo.

-Allora…dov’è che stiamo andando?- cercò di allontanare l’attenzione dal suo imbarazzo e si guardò attorno. –Siamo vicino ai binari dell’Espresso. No?- Bart annuì e la prese per mano, intrecciando le sue dita a quelle della ragazza. Lawrence ebbe un sussultò a quel contatto improvviso e intimo ma non cercò di liberarsi bensì lo seguì incuriosita. Passo dopo passo si ritrovarono alla rimessa delle barche, dove Hagrid all’inizio di ogni anno radunava i primini per trasportarli al Castello.
-Sorpresa!- esclamò Bart scostandosi e permettendo a Lawrence di osservare il panorama. Una delle barche, attaccata ad un palo distante da tutte le altre, ondeggiava sulle acque del Lago Nero. Tutt’intorno un filo di luci dorate creavano un’atmosfera romantica e soffice. All’interno Lawrence poté scorgere anche una lunga rosa rossa poggiata su una delle panche a sedere della barchetta.

-Oh Morgana…! È…è…stupendo Bart!- Lawrence si portò le mani alla bocca stupefatta ed emozionata, mentre i suoi occhi brillavano di gioia.
-Ti piace? Mi sono ricordato che con i tuoi andate spesso in barca d’estate, che mi raccontavi essere uno dei tuoi momenti preferiti, e allora ho pensato di…-
-Shhh…si mi piace! È tutto perfetto!- rispose voltandosi verso di lui ed interrompendone l’isterico sproloquio. Bart si grattò la nuca conscio della figuraccia da nevrotico che stava facendo e sorrise. Due tenere fossette comparvero sul suo viso da angelo e Lawrence sorrise a sua volta.
-Dobbiamo sbrigarci altrimenti la mezzanotte sarà passata senza aver fatto neanche una remata!- la ragazza annuì e ancora mano nella mano percorsero insieme il ponticello della baia, fin quando giunti alla barchetta, Bart non la aiutò a salire. Poi salì anche lui a bordo e tolse la corda dal paletto per prendere il largo. Afferrò entrambi i remi e con fatica, visto che prima di allora non l’aveva mai fatto, remò per dar inizio a quel romantico giretto in barca.

-Wow è così calmo qui…- in effetti si udivano solo le cicale in lontananza e il rumore dell’acqua che si infrangeva sul legno della barca e dei remi, dolcemente. Quando si voltò ad osservare il ragazzo lo trovò affannato e concentrato nella remata e non riuscì a trattenere un risolino di scherno. –Possiamo fermarci…- gli disse. Bart mostrò un espressione sollevata e poggiò i remi. Si massaggiò gli avambracci indolenziti e poi guardò l’orologio.
-Buon Compleanno!- la mezzanotte era passata da qualche minuto ma Lawrence aveva persino dimenticato che quella notte era il suo compleanno. La cosa che più le importava era tutto l’impegno e l’amore che il ragazzo aveva messo per farle quella sorpresa.
-Grazie!- rispose sorridendo ed arrossendo. Fu colpita da una scossa di brividi di freddo, visto che indossava solo una felpa. Lui se ne accorse e voltandosi le mostrò una coperta di flanella che aveva portato per l’occasione. Alzandosi la raggiunse e posò la coperta sulle sue spalle per poi risedersi ad un palmo di naso da lei, osservandola. –E tu? Non stai congelando?-
-Beh sono riuscito a fregare a Freddy solo questa coperta, tra le cose di sua nonna, tienila tu!- rispose. In effetti bearsi della presenza di Lawrence era l’unico calore di cui aveva bisogno. Ma la ragazza finse di non aver sentito e si alzò. Si accoccolò tra le sue braccia senza prima però aver avvolto entrambi con la coperta. Infine poggiò il capo sull’incavo creato dal collo e dalla spalla di Bart e chiuse gli occhi. Restarono in silenzio con il sottofondo delle acqua del Lago e delle cicale canterine. Bart aveva voglia di chiederle se stava bene, se cominciava a fidarsi di lui, se aveva deciso di dargli una seconda possibilità ma sapeva che Lawrence non era ancora pronta per dare una risposta e metterle fretta avrebbe significato ricevere un no.

-E’ il regalo più bello che io abbia mai ricevuto!- ad un tratto disse la ragazza riaprendo gli occhi azzurri su cui si rifletteva la luce della luna.
-Ti meriti anche di meglio…- rispose dolcemente osservandola, lei si voltò con estrema lentezza, tanto da trovarsi con le labbra ad un soffio da quelle del ragazzo. Le osservò per un istante che ad entrambi sembrò infinito ma poi abbassò il capo sorridendo. –Che c’è?-
-Nulla…è che sembri diverso! Cioè sembri cambiato…più sicuro di te, più…più maturo!-
-Lo sono… cioè lo sono diventato per te!- rispose ricercando quello sguardo intenso di poco prima. Lei sospirò e poi si scostò delicatamente da lui. –Ho detto qualcosa che non va?- si allarmò Bart.
-No, ma se pur sono felice che ti stai impegnando così tanto per dimostrarmelo, non sono ancora sicura di voler comunque rischiare un’altra delusione. Non so se riuscirei nuovamente a fidarmi di te…- rispose con tono malinconico. Bart sospirò cosciente che Lawrence aveva sofferto troppo a causa sua ma anche del fatto che avrebbe dato se stesso pur di renderla felice.
-Quando ti sentirai sicura io sarò lì ad aspettarti!!- lei lo osservò e poi sorrise ancora. Si voltò e poggiando entrambe le mani sul suo viso si chinò per lasciargli un bacio sul capo.
-E’ meglio rientrare adesso! Se qualcuno ci scopre ci espellono!- cambiò discorso la Tassorosso divenendo la diligente studentessa di sempre. Bart annuì sorridendole e riafferrò i remi, dopo averla riavvolta con la coperta. Ritornarono poco dopo al molo e ancora mano nella mano, ma in silenzio, raggiunsero la scopa. Una volta saliti sul manico di scopa entrambi, volarono stavolta con tranquillità, fino alla finestra dove circa un’ora prima aveva bussato. Bart assaporò ancora il torpore del suo abbraccio, il suo profumo di vaniglia e il dolce tocco dei suoi crini rossi sul viso. Giunti sul lato delle cucine, la aiutò a scendere aspettando che una delle sue compagne di stanza le aprisse l’anta in vetro.
-Allora…ci vediamo Law!- le disse con un filo di voce.
-Si e grazie ancora di tutto… io sono sta magnificamente e…e rifletterò su ciò che ci siamo detti!- rispose imbarazzata. Bart le sorrise e attese che lei si richiudesse la finestra alle spalle. In fine planò fin sopra la Torre Ovest Grifondoro.
*
 
-Quel Potter… è possibile che dobbiamo aspettarlo ogni volta! Direi di denunciare la cosa alla Preside!- tuonò ad un tratto Pierre rivolto ai caposcuola e ai prefetti già all’ingresso. Tutti erano pronti per cominciare la ronda e da venti minuti attendevano Sirius.
-Nott sono cosciente del fatto che Potter non è uno tra i tuoi migliori amici… ma in qualità di Caposcuola Grifondoro è mio dovere informarti che lui si sta preparando per la terza volta e…- ma Yuri non terminò la frase che finalmente comparve il diretto interessato.
-Scusate!- si affrettò a dire alzando una mano in aria in segno di scuse. Calli che aveva preferito non controbattere all’affermazione del suo ragazzo, sorrise quando lo vide arrivare, senza rendersene conto. Fortuna che neanche Pierre lo notò.
-Finalmente!- brontolò la caposcuola dei Corvi. –Bene formate le coppie ed iniziate il vostro turno! Tra due ore tutti a letto, intesi?!- li ragguardì severa. Come suggerito ogni uno quel giovedì si affiancò al compagno e cominciarono le ronde. Calli raggiunse Sirius che al suo solito non la accolse con un sorriso smagliante ma con un timido cenno del capo. Non che non si aspettasse una cosa del genere dopo che da Kevin era venuta a sapere dell’allontanamento che aveva causato lei stessa fra lui e la sua cara amica Flo. Forse non più tanto cara. Ma a Calli la notizia non era dispiaciuta ovviamente.

-Tutto ok?- spezzò il silenzio lei dopo essere giunti al primo piano.
-Non credo di essere libero di parlare con te…- rispose frettolosamente e con tono tagliante. Calli arricciò il naso indispettita e si voltò dall’altro lato offesa. Sirius arrestò il passo e come una furia si voltò verso di lei, colta di sorpresa.
-Che diavolo?!- imprecò Calli mentre lui la afferrava per un braccio trascinandola in un aula vuota e buia. –Lasciami… ma che?!- borbottò cercando di divincolarsi, ma Sirius la mollò solo quando ebbe chiuso la porta alle loro spalle.
-Muffliato!- bisbigliò agitando la bacchetta verso la porta. Dopo si chinò minaccioso all’altezza del viso della ragazza. -CHE DIAVOLO HAI DETTO A FLO? COSA E’ USCITO DALLA TUA BOCCA VELENOSA? SAI COSA HAI COMBINATO CALLI?- le urlò contro agitando le braccia. Calli si irrigidì e cerco di non perdere il controllo. Arrabbiarsi non le sarebbe servito visto che sapeva di avere sbagliato e di avere torto marcio.
-Stavamo chiacchierando io e la tua amica…non so cosa ti sia venuta a raccontare!- si difese fingendosi spaesata e confusa.
-E di grazia…si può sapere quale era l’argomento? “Come pugnalare alle spalle un amico” forse?!- le chiese con sottile ironia. Calli sbuffò contrariata e incrociò le braccia al petto. –Vuoi per favore illuminarmi?!- la esortò sfinito dal suo atteggiamento.
-Tu avevi detto che le cose non andavano bene…ed io le ho chiesto se avevate risolto! Tutto qui…-
-Tutto qui?- inarcò un sopracciglio con scettiscismo. La ragazza annuì.
-Credo che sia un po’ troppo permalosa…non mi pare di averla offesa! Ho testimoni a mio favore…e poi che male c’è nel porre quella domanda? A meno che…- inutile dire che Calli aveva una dote innata nel rigirare la frittata a sua favore e manipolare i suoi interlocutori. Una brava serpe.
-A meno che?-
-Beh… a meno che Florinda non ha qualcosa da nascondere! O meglio da nasconderti…- la sua voce da irritata era divenuta quasi un sussurro. Sirius si corrucciò e rimasero in silenzio a studiarsi per qualche attimo.
-Cosa dovrebbe nascondermi? So praticamente tutto di lei io! Ci conosciamo da anni! Ho perfino accettato il fatto che esca con quel viscido di Flitt!- rispose più parlando a se stesso che a Calli.
-Ne sei certo?! Magari c’è qualcosa che tu proprio non puoi sapere…qualcosa che potrebbe cambiare ogni cosa fra di voi…qualcosa che cancellerebbe la vostra amicizia, se di questa si parla!- Calli era decisa a smascherare Flo. Non sapeva se farlo le avrebbe giovato. Non sapeva se questo rientrava nel manuale della fidanzata che deve dimenticare un bacio clandestino. Eppure era più forte di lei. Avvertiva Florinda Jordan come una rivale e doveva annientarla. Farla apparire come una subdola bugiarda era un ottimo piano per farli allontanare per sempre.
-Io…io non capisco! Cosa ci potrebbe essere di così terribile…?- farfugliò spaesato guardandosi intorno come se potesse trovare una risposta. Calli era ad un bivio dire tutta la verità e rischiare di distruggere per sempre la loro amicizia oppure lasciare che ci arrivasse da solo. –non vuole parlarmi…mi evita e oramai sono settimane che non la incrociò più da sola! È come se avesse paura di restare sola con me!- confessò Sirius passandosi entrambe le mani fra i ricci corvini, avvilito. La ragazza gli si avvicinò avendo capito che lui non era più arrabbiato con lei. Con naturalezza, poiché finalmente non stava più agendo guidata dalla sua mente manipolatrice e calcolatrice, ma guidata dal cuore, lo abbracciò. si appiattì al suo torace, chiuse gli occhi ed inspirò il profumo di Sirius, il calore del suo corpo. Sentiva il cuore del Grifondoro battere, sperava non fosse solo un desiderio, ma credette di sentire il battito di lui accelerato. Aspettò che lui si riprendesse dalla anormalità di quel gesto e di essere ricambiata. E così fu. Sirius la avvolse in un abbraccio e la strinse forte a se, poggiando il mento sul capo corvino di Calli. Restarono abbracciati come fossero aggrappati l’uno all’altro per non cadere nel buio.
-Vedrai che sarà lei a dirti la verità!- decise di dire Calli alla fine. Lo sentì sospirare. Sebbene sarebbe voluta restare fra le sue braccia tutta la notte, a fatica si staccò da Sirius che la fissava intensamente. –Che c’è?-
-Niente…è che è buffo!- sorrise.
-Cosa è buffo, sentiamo?-
-Io e te al buio, tu che mi abbracci all’improvviso!- rispose con tono suadente per provocarla. –Conosco un Serpeverde che potrebbe fraintendere!- proseguì a punzecchiarla, arricciando con l’indice un crino corvino di Calli. Avrebbe voluto rispondere a tono, come un tempo, ma si rese conto che non sapeva cosa dire. Si rese conto che per lei non vi era niente di buffo, che il cuore non le aveva smesso di battere all’impazzata nonostante la rinnovata lontananza dei loro corpi. Si rese conto che il solo vederlo giocare con i suoi capelli la eccitava e fu percorsa da una serie di brividi lungo la schiena fino a dietro le orecchie. Aveva la pelle d’oca e a lui questo sembrava buffo?! Decise di riprendere il controllo di se stessa. Decise di pensare al suo rapporto con Pierre.
-Immagino tu sia abituato a queste situazioni, come dire?! Piccanti… ma con me vai in bianco mio caro Potter!- quanto si sentiva sciocca e falsa.
-Me ne farò una regione! La bella principessa delle serpi purtroppo appartiene già ad un altro!- rispose sorridendole. Calli arrossì violentemente al suo complimento e cercò di mascherarlo sistemandosi i capelli. Possibile che fossi così cieco ed ingenuo? Non riusciva a vedere come Flo lo guardava e come lei stessa aveva cominciato a guardarlo? Oppure nemmeno lo sfiorava l’idea che una di loro due potesse essere un’ipotetica amante? La cosa la infastidiva tanto da farle venire prurito alle mani.
-Andiamo playboy…- lo esortò con tono acido, oltrepassandolo ad ampie falcate ed uscendo dall’aula. Quando il tempo restante della ronda si esaurì, arrestarono il passo in cima la rampa di scale del primo piano attendo che ricambiasse nuovamente direzione e permettesse a Calli di raggiungere il piano terra del Castello.

-Calli?-
-Uhm?-
-Grazie!-
-Per cosa?-
-Per l’abbraccio, per le tue parole! Un’amica mi ha appena voltato le spalle, ma un’altra mi è rimasta vicina! Grazie…- spiegò con dolcezza mentre i suoi genuini occhi nocciola brillavano alla penombra. Calli boccheggiò confusa.

No. Lei non voleva essere questo, solo questo.

-Figurati!- rispose con un filo di voce e sfuggendo allo sguardo di Sirius, nello stesso istante dell’arrivo della rampa di scale. –Buona notte…- si affrettò a dire e scese di corsa lontano da lui. Sirius restò spaesato dall’improvvisa fuga. Ma non sapeva che dentro Calli era appena scoppiata una guerra.

Si perchè lei doveva essere questo. Solo questo.

Buona sera a tutti! Scusate l'assenza...lezioni, esami, studio...insomma vita da univeritaria in crisi D:
Finalmente ho riletto e corretto il capitolo 11 ed eccolo qui fresco fresco!
Spero vi piaccia e che mi facciate sapere che ve ne pare ;) baciiiii!!! A presto, rory!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


                                                 

CAPITOLO 12
“Mi sento un mostro...e la cosa peggiore è che sto facendo soffrire tutti e tre…”
TIN TIN TIN

-Scusate posso avere la vostra attenzione?- la McGranitt, affiancata ai lati dai Presidi di Durmstrang con espressione contrariata, e da Madama Maxime dal lato opposto con aria sognante invece. Gli studenti di tutte e quattro le case e quelle delle scuole ospitate si voltarono, smettendo per un attimo di ingozzarsi delle prelibatezze sfornate dagli elfi domestici per quella cena. L’attenzione era tutta sulla Preside che sembrava avere un sorrisetto compiaciuto e gli occhietti un po’ troppo vispi. Sirius però non aveva notato questi particolari, ed il suo cuore aveva iniziato a battere all’impazzata credendo si trattasse della terza prova, tanto da sentire dolore al petto. Con gli occhi cercò subito i visi di Francìne al tavolo dei Corvonero e poi si voltò a cercare quello di Igor tra i Serpeverde. Anche loro due sembravano terrorizzati e questo non fece altro che gettare ancora più nell’agitazione Sirius.

-Ehi cugino, rilassati, di questo passo il bicchiere lo frantumi!- gli sussurrò all’orecchio Freddy. Sirius si accorse in quel momento di star stringendo talmente forte il suo calice di succo di zucca tanto da avere le nocche bianche. Lasciò il calice e tornò a guardare la Professoressa che nel frattempo aveva ripoggiato il suo, che aveva usato per attirare la loro attenzione.
-Bene…ora che ho la vostra attenzione, posso fare la mia comunicazione! Come ben sapete la prossima settimana sarà San Valentino…- si liberò un brusio eccitato da tutte le quattro tavolate, -…e per allentare la tensione dovuta all’avvicinamento delle verifiche prima dei G.U.F.O. e dei M.A.G.O., come ogni anno sarà organizzato anche quest’anno, dal Comitato Studentesco, il ballo di Valentino!- concluse estasiata la McGranitt, che adorava vedere il Castello addobbato di cuori, ghirlande di rose rosa e rosse e tutti i suoi studenti in abiti galanti. Sirius tirò un sospiro di sollievo. Non ebbe il tempo di realizzare che ancora per un po’ avrebbe avuto la pellaccia sana e salva che si sentì fissato con insistenza da una dozzina di occhi sognanti.

-Andiamo prima che queste qui ti saltino addosso e si accapiglino per accalappiarti in vista del ballo!- lo esortò Octo, afferrandolo per un braccio e trascinandolo verso le cucine. Anche Bart e Freddy erano del gruppo e presto si ritrovarono insieme nelle cucine a sorseggiare una bottiglia clandestina di Rum Formicolante.
Come era ovvio, l’indomani il Castello era in fermento, mancavano solo cinque giorni al Ballo di Valentino, che ormai da anni si teneva il quattordici di Febbraio al Castello di Hogwarts, e le ragazze erano divenute isteriche. Con il Sabato ad Hogsmead avrebbero potuto riservare la loro isteria nello shopping. Octo, Bart e Sirius avevano deciso di non partecipare a quella uscita e restare ad Hogwarts per sorseggiare Idromele insieme ad Hagrid come non facevano da tempo.

-Sai Sirius…in questi giorni i Presidi delle scuola sono venuti spesso e mi sembrano molto interessati ai Giardini…ne ispezionano ogni angolo, prendono delle misure! Credo che stiano preparando la terza prova!- lo informò Hagrid mentre si grattava il panciotto. Il ragazzo rabbrividì a quelle ultime due parole. Deglutì a vuoto spaventato. Possibile che dopo aver avuto un faccia a faccia con un Eruptment e con una piovra gigante, ancora rabbrividiva se si sfiorava l’argomento “Torneo”?! Si passò una mano fra i crini corvini scacciando l’agitazione e ingollò tutto d’un sorso il suo idromele.
-Beh sono pronto! Qualsiasi cosa stiano preparando quelle tre menti malefiche, io ce la farò anche stavolta!- si sforzò di sembrare convincente. Lui per i suoi amici e i suoi compagni era una specie di supereroe. Era il loro Cercatore, il loro Giullare, il loro Casanova ed ora anche il loro Campione del Torneo Tre Maghi. Non doveva fallire.

Non doveva fallire?

-Pauline è un fascio di nervi…è tesa come una corda di violino! Crollerà non appena Gazza sparerà quella dannata palla di cannone!- commentò Octo stiracchiandosi sulla sedia.
-E Igor l’ultima volta si è visto proprio male se ha tentato di rubare il tuo tesserino piuttosto che provare a prendere quello sul tentacolo della Piovra!- si aggiunse Bart dando pacche di incoraggiamento sulla spalla di Sirius. Quest’ultimo si sentì davvero sollevato. Non tanto per quello che avevano evidenziato i suoi amici ma perché i suoi amici gli erano vicini. Se avesse fallito, pensò, loro sarebbero comunque rimasti al suo fianco.

Poteva fallire?

E se pur non fosse riuscito a classificarsi primo, avrebbe avuto poi così importanza? Lui era comunque felice così. Aveva i suoi amici, i suoi cugini e il suo successo con le ragazze. Aveva davvero bisogno di non fallire per tenersi stretto ancora a lungo tutto quello?!

 
L’indomani mattina il Professor Paciock aveva fatto la sua comparsa al tavolo dei Grifoni, a colazione, trafelato. Nessuno mai riusciva a spiegarsi il perché, ma il professore di Erbologia era sempre di corsa e ansante.

-Signor Potter, Buon giorno! In vista della terza ed ultima prova, la Gazzetta del Profeta è riuscita a convincere la Preside a intervistare i tre Campioni!- molti studenti restarono a bocca aperta e iniziarono a fissare Sirius. Di contro lui sbuffò e lasciò cadere una forchettata di uova strapazzate sul piatto. –Perciò alle  sette in punto di questo pomeriggio, attendiamo lei e i suoi due compagni di avventura, nel mio ufficio! La giornalista Rita Skeeter sarà felice di intervistarvi per la sua rubrica!- terminò il professore, nonché rappresentate dei Grifondoro. Il ragazzo si limitò a fare spallucce.
-CHE PALLE!- ringhiò dopo che il Professor Paciock fu abbastanza lontano da non sentire l’imprecazione. –Mio padre mi ha sempre parlato male di questa oca starnazzante e ora mi tocca sopportarla!-
-Si è vero! Strano che ancora non l’abbiano licenziata, dopo le fandonie che ha scritto per tutti questi anni!- commentò Freddy alla sua sinistra.
-Ma di che parlate?! Rita Skeeter è la migliore giornalista di sempre! Lo sanno tutti!- commentò Selene qualche posto più in là, mentre si versava del latte caldo al caramello. Sirius ed altri in disaccordo si voltarono verso di lei con espressione sbigottita, e fu in quel momento che dopo un mese circa Sirius incrociò gli occhi nocciola grandi e dolci di Flo. Fu una frazione di secondo, poté sentire un tuffo al cuore, le viscere contorcersi e la bocca farsi secca. Si rese conto di quanto avrebbe voluto sorriderle e sedersi vicino a lei. Lei abbassò subito lo sguardo sulle sue frittelle, lasciando Sirius interdetto per un attimo, e gettandolo nello sconforto l’attimo successivo. Aveva provato a venire a capo a quella situazione, ma non c’era riuscito. Negli occhi di Flo aveva letto imbarazzo e… e senso di colpa! Era possibile che si sentisse in colpa per quello che aveva fatto?

Gli mancava…

Gli mancavano i loro pomeriggi di studio dove alla fine Sirius copiava ogni lettera del suo tema, gli mancava quando restavano a letto a chiacchierare di idiozie pur di stare vicini e al caldo, gli mancavano le passeggiate in riva al lago quando la brezza primaverile e il profumo di gelsomini faceva da contorno, gli mancava il suo sorriso improvviso, la sua risata cristallina e perdersi nei suoi occhi nocciola.

Gli mancava!

-Pianeta terra chiama Sirius! Pianeta terra chiama Sirius!- Octo lo riportò alla realtà. Il moro si sentì come se una mano gigantesca ed invisibile lo avesse afferrato e con ferocia lo avesse trascinato fuori da una bolla di sapone. Almeno tra i ricordi, estraniato da tutto e tutti, si era beato della presenza della sua amica Flo. In quel ricordo ovattato ma felice, era stato bene, per poco tempo, ma bene!
-Che dannatissimo basilisco vuoi?!- ringhiò difatti in direzione del suo amico.
-C’è Pam in fondo che sta litigando con un gruppetto di matricole, mi sa che le servono i rinforzi!- rispose Octo atono. Sirius sbuffò ancora, rinunciò a fare colazione in santa pace per quella mattina e raggiunse la sua compagna Prefetto.
Alle sette in punto, strano per lui essere puntuale, si ritrovò fuori dall’ufficio del Professore di Erbologia. Francìne che aveva già trovato dentro, dopo mezz’ora uscì sudata e ancor più pallida di come Sirius aveva imparato a conoscerla. La ragazza chiuse la porta con rabbia e ad ampie falcate lasciò soli, nel corridoio, Igor e Sirius. Un istante dopo la chioma riccia e ormai bianca di Rita Skeeter sbucò dall’ufficio. Il suo nasino all’insù e la sua pelle nivea erano rimasti gli stessi di tempo addietro.

-Oho bene! Signor Potter! Il mio Campione Preferito! Prego, entri!!!- cinguettò estasiata e spalancando la porta per permettere al ragazzo rosso-oro di entrare. Non poco perplesso Sirius si accomodò su una poltroncina che conosceva bene, teatro delle innumerevoli ramanzine del Professore della casa dei Grifoni.
-Esattamente…a cosa dovrebbe servire un’intervista ad uno studente alla Gazzetta del Profeta, signora Skeeter?- domandò inclinando da un lato il capo.
-Ah ah…- ridacchiò la donna, -mi avevano detto che lei, Signor Potter, era sfacciato e altezzoso! Non ricorda affatto suo padre!- Sirius sentì una scarica di adrenalina per tutto il corpo. Adorava quando qualcuno gli diceva di non somigliare al padre. Non che suo padre avesse qualcosa di sbagliato o si fosse mai comportato male con lui, ma lui non voleva essere “il figlio di Harry Potter!”, punto. -…così timido e introverso!- aveva proseguito la Skeeter.
-Veniamo al dunque?!- Un taccuino ed una piuma volarono dalla scrivania per posizionarsi proprio tra la giornalista e lo studente.
-Cosa lo ha spinto a mettere il suo nome nel calice di fuoco, Signor Potter? Manie di Protagonismo o emulazione verso suo padre? Ama il pericolo?-
-Io… no! Non voglio copiare mio padre ne tanto meno cercare occasioni per uccidermi…- borbottò esterrefatto. –EHI! Non ho detto che voglio compiacere mio padre a tutti i costi!- ringhiò Sirius riuscendo a vedere cosa la piuma incantata stesse appuntando nel taccuino. Rita Skeeter sorrise e il taccuino si allontanò dai due con aria sospettosa.
-E mi dica… i suoi genitori approvano la sua crociata? Cioè…dopo tanto dolore provocato dalla guerra, i coniugi Potter sono lieti che il loro primogenito si scontri con creature mostruose?- proseguì ignorando le proteste del ragazzo.
-Ma…no, loro erano preoccupati ma io…-
-E allora è un ribelle?! Cioè ha voluto partecipare per remare contro la sua famiglia? Non le lasciano esprimere le sue doti?- incalzò la strega.
-No! Diavolo, no! Mi appoggiano in tutto ma il Torneo comunque li ha preoccupati…loro…-
-Allora ha potere su di loro, ignora le raccomandazioni della sua famiglia! Interessante…anche la sua sorellina ribelle e il suo fratellino secchione, hanno lo stesso appoggio o lei è il preferito?-
-L’intervista è sulla mia esperienza nel Torneo o sulla famiglia Potter, mi scusi?!- finalmente Sirius capì il gioco della Skeeter e capì di non dover rispondere per difendersi, ma fare il suo stesso gioco. Quella se ne accorse e schioccò la lingua sul palato un po’ scocciata per poi sorridere con finta dolcezza.
-Su di lei mio caro, è ovvio!- così la fine dell’intervista si concentrò sulle precedenti prove e su ciò che Sirius aveva fatto, pensato e provato nel frattempo. Anche lui dopo mezz’ora, fu libero di andare. –Ah signor Potter!?- lo fermò proprio sul ciglio della porta, -non mentivo affatto quando ho detto che lei è il mio preferito: io tifo per lei! In bocca al lupo mannaro!-
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=Brj8d5HKpEs
*Noi siamo quello che non vediamo 
ho perso tutto sognando ad occhi aperti 
dalle fiamme alla polvere, dagli amanti agli amici 
perchè tutte le cose belle finiscono? ...*


Calli si rigirò tra le lenzuola di seta del letto di Pierre, quella notte piovosa di fine Gennaio, il suo ragazzo le aveva fatto una sorpresa e alla mezzanotte, quando fu scoccato il suo compleanno, si era presentato alla sua porta. Quando aveva aperto l'uscio della sua camera da Prefetto, il biondo era raggiante e in abito da sera con in mano una mazzo di rose incantate. Come cristalli illuminati dalla luce del sole, le rose brillavano dei colori dell’arcobaleno. Con un bacio le aveva augurato buon compleanno per primo e avevano cenato a lume di candela nella stanza di Pierre sul grande e morbido tappeto verde petrolio al centro della stanza. Alla fine erano finiti a letto dopo la cena e avevano fatto l’amore.

L’amore?

Calliope Rosier non era più sicura di niente. Pierre era tutto ciò che da bambina aveva sempre desiderato: un buon partito che piacesse alla sua famiglia, un ragazzo alto, biondo e dagli occhi azzurri come un angelo, educato e diligente a scuola nonché romantico e attento alle sue esigenze. Ma quando la baciava, quando la toccava e quando le sussurrava che l’amava lei non sentiva più quel brivido e quel trasporto di mesi addietro. Lei sapeva bene il perché. Il perché aveva i capelli ribelli e corvini, gli occhi color cioccolato, la pelle olivastra e il sorriso malandrino. Il perché era James Sirius Potter. Da ragazzina aveva preso in giro chi andava dietro il bel Grifondoro, da ragazzina sapeva che era un galletto fascinoso da cui tenersi alla larga. Ma un periodo passato con lui le aveva letteralmente mandato in tilt in cervello!! Era cascata nella trappola che lei stessa sapeva esistere e da cui aveva messo in guardia le sue amiche. Si sentiva stupida ma allo stesso tempo impotente poiché non poteva farci nulla…lo desiderava. Desiderava essere con Sirius…desiderava che lui sapesse cosa lei provava.

-Tesoro? Non riesci a dormire?- sussurrò ad un tratto Pierre rigirandosi dal suo lato e sfiorandole con il dorso dell’indice la guancia candida.
-No, ho fatto un brutto sogno…- mugugnò Calli fingendo un sorriso compiaciuto per quel tocco leggero ed affettuoso. Si sentiva viscida, come un verme, per quanto era brava a fingere. Lui l’amava e lei lo stava solamente prendendo in giro.
-Oh vieni qui…- la avvolse in un caldo abbraccio. Calli quasi si sentì morire di vergogna per se stessa quando il petto caldo di Pierre si poggiò sul suo seno nudo. Un gesto così intimo, dolce e spassionato, in realtà era del tutto non voluto.

Non era amore.

Eppure ciò che desiderava non aveva importanza. Doveva combattere i suoi mostri sotto il letto e riuscire a ritrovare quel sentimento assopito per Pierre. Perché, quando ricordava come quella Veela l’aveva fatta sentire non abbastanza all’altezza per uno come Sirius, desisteva da ogni intenzione di averlo.

-Va meglio ora?- le bisbigliò dolcemente all’orecchio. Calli annuì abbozzando un sorriso e si sistemò il capo nell’incavo creato dal collo e la spalla di Pierre chiudendo gli occhi. Le sfuggì un sospiro e cercò di assopirsi mentre i sensi di colpa la dilaniavo e la facevano sentire infedele e colpevole!
La mattina alzandosi in punta di piedi, per non svegliare Pierre, si rivestì del pigiama in flanella rosso e si diresse verso la sua camera. Se lui le avesse chiesto come mai non avesse avuto la premura di svegliarsi insieme, avrebbe risposto di essersi svegliata con l’emicrania e che era corsa a prendere una medicina in infermeria.

-BUON COMPLEANNO BASTARDA!!!- trillarono insieme Judi e Anna con in mano un tortino alla zucca e sopra infilzata una candelina. Calli fissò sbalordita la scena impalata sull’uscio della sua camera. Poi scoppiò a piangere. Judi lasciò cadere il tortino a terra e preoccupata accolse tra le braccia Calli, e poi Anna abbracciò entrambe. Lasciarono che Calli si sfogasse, che piangesse tutte le sue lacrime. La ragazza fu percossa da singulti mentre ripensava a ciò che aveva passato quella notte. Per quanto fredda e calcolatrice lei realmente fosse quotidianamente lo era sempre nelle banalità... fingere di fare l’amore con quello che mesi prima era la fonte della sua felicità, era stato umiliante e devastante. Raccontò tutto alle amiche che la ascoltarono in silenzio.

-Mi sento un mostro...e la cosa peggiore è che sto facendo soffrire tutti e tre… io mi sento morire ogni volta che mia bacia, Pierre è stato pugnalato alle spalle e Sirius…beh sono stata la causa del litigio con la sua migliore amica, e a lui manca così tanto! Non so davvero cosa mi sia preso?!- alla fine concluse esausta dalle lacrime e dal nervosismo.
-Non sei un mostro…ti sei presa una sbandata per quel pagliaccio, tutto qui…è la persona sbagliata per te! Anzi è la persona sbagliata per chiunque e ti riprenderai! Vedrai che le cose andranno meglio…- la rassicurò Anna.
-La fai così facile…vorrei che fosse come dici tu!- sospirò Calli stringendo le mani dell’amica.
-Io…io credo che tu debba capire fino a che punto si spinge il tuo sentimento per Sirius invece! Calli non è giusto nei confronti di Pierre quello che stai facendo ma nemmeno verso te stessa!- Judi fece una pausa e abbassò gli occhi, -e da quello che hai detto non è una semplice sbandata quella che hai per Sirius!- concluse risollevando gli occhi sull’amica per poterne vedere l’espressione del viso. Calli sbiancò, non che non se lo fosse già immaginata visto che non faceva altro che pensare a lui ultimamente aspettando con ansia il giorno della ronda insieme.
-Ok, ora basta! Cavolo Calli oggi compi diciotto anni! Ma davvero vuoi passare questo giorno a piangerti addosso?!- la esortò Anna che di solito era la più risoluta e cinica delle tre. Calli abbozzò un altro sorriso e riabbracciò le due amiche.
-Grazie ragazze…per tutto!- si staccò –mi dispiace per il tortino! Era stata un’idea davvero carina e dolce!-
-Non fa nulla! L’importante è il pensiero!- rispose Judi sorridendole –e a proposito di pensieri… ecco i nostri regali!- e tirò fuori due buste da dietro la poltroncina color verde. Calli felice li scartò per trovarne una boccetta di profumo alle more e vaniglia e nell’altra un braccialetto con la sua inziale e un serpente come ciondoli. Indossò immediatamente il bracciale e con quello indosso ed insieme alle sue due amiche uscì a fare colazione.

* i cani stavano ululando alla nuova luna fischiettando una nuova melodia sperando che sarebbe arrivata presto. 
E il sole si stava chiedendo se doveva farsi da parte per un giorno intero, fino a che quella sensazione sarebbe andata via. 
E il cielo si stava appesantendo sulle nuvole che stavano cadendo e la pioggia aveva dimenticato come portare la salvezza (Nelly Furtado;  All Good Things)

 
*

Ghirlande di rose, candele alla vaniglia e piccoli cupidi volanti giravano e fluttuavano per il castello, lanciando qua e la petali di rose ogni tanto. L’aria era festosa e “dolciastra” ad Hogwarts e quella sera più che mai visto che si sarebbe tenuto il Ballo di Valentino. Sirius, seduto su una delle panchine in pietra dell’atrio interno del castello, guardava le poche stelle di quel quattordici Febbraio. Con il suo completo color grigio scuro, la camicia blu ed i suoi capelli in ordine e tirati indietro, aspettava la sua dama. Non aveva potuto fare a meno di invitare Amelìe visto che nei giorni precedenti alla festa era stata la sua ombra, presentandosi ogni sera nella sua stanza, implorando attenzioni. Si alzò e camminò in tondo calciando una pietruzza qua e là.

-Bon soir Tresor!- cinguettò la Veela mettendoselo a braccetto.
-Buona sera Amelie e buon san valentino!- rispose Sirius sorridendole e accompagnandola nella Sala Grande. Cuoricini con le ali fluttuavano per la grande sala mentre le Tavolate delle quattro casate erano addobbate con tovaglie rosse e candele profumate. –Prego…- le disse facendola accomodare. Octo per non essere da meno aveva invitato al ballo Pauline, l’amica Veela di Amelìe mentre Bart aveva optato questa volta di godersi la serata con gli amici. Aveva seguito il consiglio di Octo e aveva lasciato spazio e tempo a Lawrence, nella speranza che lei cominciasse a sentire la mancanza del ragazzo. Con uno sforzo disumano aveva resistito alla tentazione di invitarla al ballo di Valentino ed era venuto accompagnato da Freddy eccezionalmente senza dama per far un favore all’amico. Tra chiacchiere più o meno frivole e piedini fatti solo il tavolo, presto il cibo a tavola fu divorato totalmente e con uno schiocco delle dita la Preside aveva fatto sparire non solo i piatti vuoti ma anche i tavoli delle case e al posto loro, Al centro della Sala Grande, si era creata una rotonda e spaziosa pista da ballo. Le luci divennero di un tenue rosso-oro e la musica iniziò a vibrare da alcuni cuori in alto agli angoli della Sala. Amelìe l’aveva trascinato in pista e conducevano una salsa molto provocante e seducente quando un paio di occhi blu attirarono l’attenzione di Sirius. in un elegante  e corto abito blu notte, Calli si dondolava sul posto a ritmo di musica con sguardo vacuo e lontano dal tavolo dei compagni di casa. Sirius non poté fare a meno di pensare a quanto fosse carina. Sorrise fra se e se.

-Ti divorti mon amour?- lo risvegliò dai suoi pensieri la Veela.
-Certo bellissima!- rispose con un sorriso smagliante e facendola volteggiare, -mi aspetteresti al tavolo mentre prendo da bere per entrambi, ho bisogno di alcol!- aggiunse ammiccando. La ragazza annuì e con il suo lungo abito panna volteggiò leggiadra fino al tavolo dove si erano trattenuti a chiacchierare, in maniera troppo ravvicinata, Pauline e Octo.
-Buona sera! Sei splendida stasera!- si annunciò Sirius sorprendendo alle spalle Calli. La ragazza trasalì e quando finalmente si voltò trasalì nuovamente ritrovandosi Sirius ad un millimetro dal viso.

-> https://www.youtube.com/watch?v=ktkuykzkAZs

-Oddio, mi è preso un colpo!- abbaiò Calli portandosi una mano al cuore. Sirius sorrise e svelto la afferrò per il polso e la condusse lontano dalla vista di Pierre, seduto due tavoli più in la a sorseggiare vino bianco con Scorpius Malfoy. –Che fai Sirius?- gli chiese divertita mentre non opponeva resistenza al “rapimento”.
-Non ho mai avuto il piacere di fare un ballo con la mia nuova amica Serpeverde!- rispose divertito a sua volta mentre sbucavano in un balconcino della Sala Grande. Sebbene Calli sentì una fitta al cuore alla parola “amica”, comunque fu percorsa da una scarica di adrenalina, conscia di quello che aveva voluto dire. Difatti quando si arrestò le cinse con una mano il fianco e con l’altra la mano piccola della ragazza. Così uniti iniziò a condurla in un ballo lento anche se la musica arrivava da lontano. Ma quel sottofondo era sufficiente ad entrambi per lasciarsi cullare da note lontane. Sirius si accorse di sentire tremare Calli sotto il tocco delle sue mani. Si corrucciò e prese ad osservarla. Aveva gli occhi bassi, di un blu sbiadito e triste. Silenziosa come in poche occasioni. –Ehi?- lei sollevò gli occhi su di lui ma quando incrociò i suoi occhi genuini e caldi li bassò. Ciò fu peggio perché si posarono sulle labbra di lui e tremò ancora una volta visibilmente tra le mani di Sirius. –tutto ok Calli? Ti senti bene?- le domandò sinceramente preoccupato. Aveva voglia di stringerla e farle passare qualsiasi paura tra le sue braccia.
-Si! Si sto bene ora…cioè tutto ok si!- farfugliò agitata. Lentamente si liberò dalla stretta e facendosi forza lo guardò negli occhi per sorridergli.
-Mi sembri strana! Se hai paura che Pierre noti la tua assenza possiamo tornare di là anche adesso!- disse anche se aveva ancora voglia di passare del tempo con lei.
-No! Non è questo…cioè si, si potrebbe insospettire e venirmi a cercare ma non m’importa…- quasi sussurrò quelle ultime due parole. Sirius le si avvicinò e le prese il viso tra le mani non resistendo più alla tentazione di farla sentire protetta e al sicuro fra le sue mani.
-Ti ho già detto una volta che se ti fa soffrire è uno stupido! Se non state più bene assieme devi fartene una ragione e lasciarlo Calli!- la ragazza lo ascoltò con espressione sofferente ma beandosi allo stesso momento del tocco delle mani calde di Sirius sulla pelle delle sue guance e del suo collo. Lo guardò negli occhi e senza rifletterci, senza averlo premeditato prima ed incurante del fatto che qualcuno potesse vederli, si sollevò sulle punte dei piedi e lo baciò. Premette le sue labbra rosse e carnose su quelle sottili e rosee del ragazzo con dolcezza ma allo stesso tempo con impeto. Inspirò il profumo di rose di Sirius e quando riaprì gli occhi e riscese sulle piante dei piedi trovò il viso perplesso e turbato del Grifondoro.

-Mi…mi dispiace…non…non avrei dovuto…io…- balbettò ma Sirius la prese per le spalle la spinse al muro e chinandosi su di lei la baciò ancora ma stavolta fu un bacio diverso. Sirius riuscì a spiegarsi il perchè aveva avuto voglia fino a quel momento di abbracciarla, stringerla e farla sentire meglio. Si spiegò perchè appena l'aveva vista da lontano si era perso dentro ai suoi occhi blu. Calli schiuse la bocca perché Sirius aveva voglia di assaporarla, di danzare con la sua lingua, mentre una mano affondava tra i suoi crini corvini e con l’altra le cingeva la vita. Quando mancò l’ossigeno ad entrambi Sirius si staccò un millimetro dalle sue labbra tanto che Calli poteva ancora riuscire a sentire il caldo respiro di Sirius sulla sua bocca.

-Non mi dispiace per niente!- Esordì il ragazzo. Calli rise di gusto e gli rubò un altro bacio sfiorando ancora le labbra di lui. Anche Sirius rise con trasporto mentre le carezzava i crini corvini.
-Dobbiamo aspettare Sirius…devo prima parlare con Pierre!- tornò seria per un attimo. Sirius annuì.
-Calli?- la richiamò mentre le passava accanto per andar via.
-Si?-
-Ancora non ho capito cos’è successo!- ammise confuso ma sorridente.
-Ti ho baciato perché mi sono presa una cotta per te, arrogante di un Potter!- gli rispose con tono smorfioso ed un sorrisetto e voltandosi di fretta, scappò via.

*E questo amore, ascoltalo... 
E se questa vita non lo vedrà  allora non vede tempo per stare solo... 
Non ti lascerò andare 
Se sta cadendo il cielo, prendi la mia mano e stringila 
Non devi essere sola, non ti lascerò andare ! (James Morrison; I won't let you go)*

                                                                            

Buona sera lettori!!
Scusate la lunga assenza ma sono di esami all'università e sono stressata al massimo!
Scrivere questo capitolo però mi ha trasmesso dolcessa e spero che vi piaccia come è piaciuto a me!
Un bacione a tutti e a presto, rory!
ps: ringrazio di cuore chi segue, ricorda e chi preferisce! VI ADORO! <3 


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***




Capitolo 13

“Solo quando riuscirai a perdonarmi riusciremo a ricominciare”
 
Bart era stato molto taciturno, solo la presenza di Fred e le sue continue barzellette sconce lo avevano fatto sorridere un po’. Era inutile: da quando era tornato ad Hogwarts e l’aveva rivista e dal momento in cui aveva passato del tempo con lei a causa di quella scommessa, non faceva altro che sperare di vederla spuntare da un momento all’altro. Desiderava che lei si decidesse a fare un passo verso di lui e per questo non riusciva a godersi il ballo di Valentino come avrebbe fatto il buon vecchio e spensierato Bartolomeus Mclaggen.

-E così purtroppo e “accidentalmente si intende” ho dato fuoco a tutta la serra di erbologia…ma quella vecchiaccia della McGranitt non se l’è bevuta, cioè non mi ha creduto…e sono stato due settimane in punizione!- stava raccontando Octo alla sua bella Veela, mentre Bart sorseggiava il suo Vino bianco. Aveva sempre invidiato il suo amico dalla pelle color cioccolato. Così disinvolto, spensierato, incurante di tutto e tutti. Lui, Bart Mclaggen, figlio dell’illustre Cormac Mclaggen nonché capo dell Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, dell'Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia, e dei seggi britannici della Confederazione Internazionale dei Maghi, era un fifone. Non lo avrebbe mai ammesso, ma a differenza degli amici, lui studiava per paura dei cattivi voti che suo padre gli avrebbe rinfacciato e per timore che i professori potessero spiacersi con lui. Lui non faceva mai di sua spontanea iniziativa scherzi a Gazza, ai primini o alle ragazze a meno che non era trascinato da Sirius e Octo. Aveva paura delle punizioni e se non fosse stato che aveva i suoi amici a fianco, sicuramente si sarebbe stato buono buono in un cantuccio e non sarebbe diventato così popolare negli anni. Lui però non voleva essere popolare. Era difficile a credersi visto che era praticamente bellissimo. Biondo, occhi azzurri, alto, muscoloso, visti i duri allenamenti di Quiddich in veste di cacciatore, con quelle fossette dolcissime che ad ogni sorriso comparivano sulle sue guance rosee. Simpatico, intelligente e anche altezzoso visto che la mela non cade mai lontano dall’albero. Eppure lui non voleva essere paragonato al padre, che seppur aveva fatto carriera, seppur era rispettato e anche temuto dai dipendenti e da chi sottostava alla sua carica, non era stato affatto un buon padre, ne un buon esempio. E di sicuro non era stato un buon marito. Sua madre, Eva Eaton aveva sempre contato su Barty, come adorava chiamarlo lei. Il marito l’aveva tradita tante di quelle volte che ormai non tentava nemmeno più di nasconderlo se non alla stampa per non fomentare qualche scandalo. Piangeva, si disperava e spesso si rintanava nelle sue camere, Eva, quando un altro indizio gli finiva sotto il naso in merito all’ultimo tradimento. Poi pian piano aveva assunto una machera di freddezza e forza per lui, per Barty. A suo figlio bastava aver avuto un padre poco presente, non doveva anche avere una madre piagnucolona e ubriacona. Da quel momento il legame che li aveva legati era cresciuto a dismisura fino a quasi diventare morboso. Bart aveva deciso di non deluderla mai. Aveva subito troppe delusioni per subirne altre anche da lui. Cercava di essere perfetto ed impeccabile, e anche se all’esterno poteva sembrare montato, lui sapeva che doveva essere perfetto per lei, per Eva Eaton. Non si era accorto che mentre pensava e ricordava quelle cose dolorose, si era alzato e diretto verso il tavolo del ponch per scolarsi l’ennesimo calice.

-Mclaggen!-una voce femminile con un accento marcato ma familiare lo fece voltare. Una ragazza alta, dal fisico e i lineamenti androgeni gli si era piazzata qualche centimetro più in là e lo stava fissando. Portava capelli corti neri, un corto abito blu notte e un paio di sandali col tacco argentati. I suoi occhi di un nero così profondo gli si sembrarono così familiari, che tutto il suo viso di Bart si corrugò incuriosito.
-Ci conosciamo?- chiese avvicinandosi a lei e porgendogli la mano. La ragazza guardò con un sorrisetto la mano protesa verso di lei e poi incrociò nuovamente i suoi occhi con quelli del ragazzo.
-Adesso sei così popolare da far finta di non ricordati di me?- domandò la ragazza in inglese ma con qualche accento russo qua e la.
-Scusami ma davvero non riesco a ricordarmi dove ci siamo già incontrati…hai un’aria familiare!- rispose Bart riabbassando la mano e cercando di scrutarla centimetro per centimetro. Era lievemente mascolina per via dei muscoli un po’ pronunciati sulle braccia e sulle gambe. Sicuramente era una giocatrice di Quiddich o roba del genere. Era alta e comunque attraente nonostante i lineamenti androgeni e i capelli e gli occhi nerissimi.
-Mclaggen, ti ricorda niente l’estate di tre anni fa quando i tuoi capelli per un mese intero divennero di un rosa schoking e le tue unghia smaltate di fuxia?- lo spiazzò ad un tratto, avvicinandosi ancheggiando e sorridendo. Bart spalancò la bocca come un idiota.
-Katrina Krum!- esclamò dopo un attimo iniziale di stupore. Quella sorrise a trentadue denti sfoggiando un sorriso bianchissimo e smagliante. Katrina Krum era la figlia minore del famosissimo ex giocatore della Nazionale Viktor Krum. Le due famiglie, vista la carica di Ambasciatrice della moglie di Viktor Krum, furono legate prima da impegni di lavoro e poi anche da un’amicizia tra Irina, Ambasciatrice per la Russia, ed Eva. Per diverse estati la famiglia Krum era stata ospite in Inghilterra al  Manor dei Mclaggen e così Bart l’aveva conosciuta.
-Non posso dire che sia un piacere rivederti Katrina dopo che i miei capelli hanno rischiato di restare rosa per l’eternità!- rispose sprezzante il ragazzo ingollando il fondo del calice e posandolo sul tavolo accanto.
-Oh ma dai, lo sai che è stato un incidente, ero solo una ragazzina che non sapeva usare ancora la bacchetta…- sghignazzò Katrina divertita e per niente convincente.
-Dopo mesi che sei qui al Castello ti fai viva solo ora?-
-Oh ma sai con tutta questa gente, questo castello immenso e il Torneo, non ho avuto molto tempo ma ora che ti ho trovato tutto solo soletto, senza amici o gallinelle attorno, ho pensato di poterti dedicare il mio preziosissimo tempo!- rispose strizzandogli l’occhio e avvicinandosi ancora tanto che Bart poteva specchiarsi nei suoi occhi nonostante le luci soffuse della sala ed il nero di quelli di Katrina.
-E come mai la figlia di un ex Campione Tre maghi, non è stata sorteggiata dal calice di fuoco?- la punzecchiò a sua volta Bart inclinando la testa di lato per fingere curiosità.
-Oh stai sicuro che se avessi potuto mettere il mio nome dentro quel calice, mi avrebbe di sicuro estratto!- ed un’espressione tra lo stizzito ed il contrariato si dipinse sul viso di Katrina. –Dopo aver fatto esplodere l’ala di Pozioni del Castello dei Romanov, il Preside mi ha vietato ogni tipo di attività che io potessi trasformare in un’attività di tipo terroristico!- aggiunse adesso con tono rassegnato.
-Cioè hai fatto esplodere il Castello…?! Ahaha!-
-hai sempre avuto il tatto di un Troll!- ringhiò la ragazza mettendosi le mani sui fianchi. –E comunque gli incidenti capitano a tutti!- aggiunse quasi borbottando.
-Si ma a chi la vuoi dare a bere?! Sei sempre stata una casinista combina guai!-
-già…ma da quello che so anche tu Barty!- lo apostrofò divertita.
-Non ti azzardare, sai che non mi piace essere chiamato così!-
-Oh invece io sono della famiglia, ricordi?! Tua mamma mi ha dato il permesso!- e facendogli una linguaccia lo oltrepassò per versarsi del ponch. Sbuffando Bart si voltò e non poté far a meno di notare il culo sodo e muscoloso di Katrina che sporgeva dal vestito blu. Non c’era più nulla delle undicenne ossuta e bassina di qualche estate fa. Crescendo era divenuta, se non bella, molto attraente e sempre più furba anche. –Piantala di vivisezionarmi il culo Mclaggen o ti affatturo qui davanti a tutti!- difatti lo rimbeccò senza nemmeno essersi voltata ed averlo beccato in flagrante. Bart però non arrossì bensì rise di gusto.
Restarono a chiacchierare degli anni lontani, seduti ad un tavolo ormai abbandonato dalla gente che sfrenata ballava in pista. Katrina gli raccontò che aveva fatto un provino per entrare  nella nazionale Bulgara di Quiddich e che avendolo superato presto l’avrebbe vista gareggiare. Gli raccontò che la madre si era ritirata dalla carica di ambasciatrice perché dopo essere rimasta incinta del terzogenito aveva deciso di dedicarsi alla famiglia e di come non avevano viaggiato più. Bart invece non aveva granché da dire, parlò dello studio, della coppa del Quiddich vinta per tre anni di fila ad Hogwarts e di sua madre Eva con cui aveva trascorso una settimana in Italia la scorsa estate, in Sicilia al mare.
-Ho bisogno di una sigaretta…mi fai compagnia?!- gli domandò ad un tratto alzandosi dal tavolo. Facendo spallucce la seguì fuori dal portone della Sala grande e poi verso uno dei porticati all’area aperta.
-Perché fumi?-
-Ansia, stress, voglia di sentirsi adulti…- elencò senza guardalo ed aspirando un paio di volte la nicotina. Bart non ebbe il tempo di indugiare ancora su di lei che una furia rossa attirò la sua attenzione.

-> (https://www.youtube.com/watch?v=wA4ppvp2IzY)
“Mi sono persa nel tempo solamente pensando al tuo viso...
Dio solo sa perché mi ci è voluto così tanto per dissipare i miei dubbi!
Tu sei l'unico e il solo che voglio.”


-BART!- Lawrence, visibilmente traballante e alticcia, a grandi falcate si dirigeva verso loro due. Katrina resto in piedi quasi sorridente. Bart invece era paralizzato e confuso.
-Law! Che succede? Stai bene?-
-Oh certo…fai anche il carino ora! Sapevo che non potevi essere cambiato… che ci saresti cascato ancora! Non era possibile che fossi venuto solo al ballo…neanche hai pensato di invitarvi…io…io…- Lawrence era un treno in corsa, disinibita dall’alcool e quasi cadde a terra. Bart con i suoi riflessi pronti evitò che franasse a terra, avvolgendola fra le sue braccia. Lawrence però iniziò a divincolarsi e scalciare.
-Patetico…- sentì sussurrare a Katrina ancora con un sorriso compiaciuto e divertito. Bart però cercò di ignorarlo e facendo forza si caricò Lawrence su una spalla e con il braccio le tenne gambe ferme per non ricevere più colpi. Anche se la rossa continuava a colpirlo sulla schiena con pugni fortissimi.
-Ehm…ho avuto un imprevisto! Ci vediamo presto…-
-Certo…come no Barty!?- rispose Katrina portandosi la sigaretta alle labbra e facendo spallucce.
Quando furono abbastanza lontani dal porticato, ovvero vicino alla Sala Comune Tassorosso, la mise giù.
-Non ti permettere mai più a caricarmi sulle spalle nonostante le mie proteste!- lo rimproverò puntandogli il dito contro ma non riuscendo a mantenere la mira.
-Perché hai bevuto così tanto da ridurti uno straccio?-
-PERCHE’? PERCHE’? PERCHE’ SONO UN’IDIOTA ECCO!- urlò mentre gli occhi azzurri le si riempivano di lacrime. –Avrei dovuto immaginare che avevi una dama…che per questo non mi avevi chiesto di venire al ballo con te! Mi ero illusa che fossi stato sincero, che veramente c’ero solo io per te!-
-Ed è così…quella è una mia vecchia amica…non la vedevo da anni!- tentò di giustificarsi.
-Si certo…come se prima d’ora tu non mi avessi mai raccontato fesserie!- abbaiò Lawrence portandosi le mani alla testa disperata.
-Non può continuare così… se ancora non riesci a dimenticare il passato e a lasciartelo alle spalle…beh non possiamo avere un futuro! Solo quando riuscirai a perdonarmi riusciremo a ricominciare Law…-
-Beh…allora forse non sono in grado di farlo…- sussurrò quasi impaurita e senza riuscire a guardarlo negli occhi, mentre pronunciava quella sentenza.
-Non puoi dire sul serio…non ci hai nemmeno provato, forte dei pregiudizi che ti sei creata su di me…- quasi piagnucolò Bart spaventato dalla piega che aveva preso la discussione.
-Io…io…devo andare!- ad un tratto Lawrence scappò via, rifugiandosi al di là del quadro di frutta secca, che conduceva alla Sala Comune Tassorosso.

“Non so perché sono spaventata ci sono già passata...
Ogni sentimento, ogni parola, ho immaginato tutto.
Non lo saprai mai, se mai provi a dimenticare il tuo passato e a provare semplicemente ad essere mio”


Quando smise di fissare quel cesto di frutta secca gli sembrò essere passato un secolo. Dopo tutti quei passi avanti che avevano fatto, ora erano di nuovo punto e a capo. Non sapere se l’indomani Lawrence gli avrebbe rivolto ancora la parola lo rendeva nervoso. Si sentiva impotente e sconfitto ma per la prima volta non colpevole. Stavolta non aveva sbagliato lui, aveva solo chiacchierato con un amica vecchissima, stavolta Lawrence aveva sbagliato. Mentre si dirigeva nuovamente verso l’ingresso del Castello, incontrò il suo amico Sirius.
-Ehi perché quella faccia pallida?!- domandò il moro con un tono fin troppo contento per sembrare normale, ma a Bart non parve ubriaco.
-Io, tu piuttosto, sembri stralunato!- distolse da lui l’attenzione. Non passò molto tempo prima che Sirius gli raccontasse la sua serata e quello che era successo con Callie, rampa dopo rampa, fino alla stanza da Prefetto di Sirius.
-Caspita… beh mi chiedevo quando l’avresti capito ma c’ha pensato lei a svegliarti!- commentò il biondo alla fine del resoconto.
-Perché vuoi farmi credere che tu sai sempre tutto e ci arrivi sempre prima di me alle conclusioni?-
-Oh beh perché eri tu ad aspettare una sua visita quando eri in infermeria dopo il tete a tete con la piovra gigante, tu che non hai esitato a vincere la scommessa baciandola dopo anni di litigi, e sempre tu che quasi quasi non mangiavi più quando lei ce l’aveva con te per quel bacio!- Sirius lo guardò a bocca aperta per poi borbottare qualcosa molto simile a “vedi questo so-tutto-io sapientone!”.
-Si ma a parte tutto…che ne pensi della storia di Nott?-
-Che saranno cazzi amari, amico mio!-
*

-SEI PAZZA!- un urlo pervase tutto il dormitorio femminile Serpeverde la mattina dopo il ballo. Calliope Rosier si era rintanata nella stanza delle amiche per raccontargli cosa “aveva combinato” la sera precedente. Anna l’aveva presa decisamente male. –TI RICORDI PER CASO QUANDO LUI E I SUOI DUE STUPIDI AMICI HANNO LANCIATO QUELLE CACCABOMBE SOPORIFERE MARCHIO WEASLEY NELLA NOSTRA SALA GRANDE?!- continuò a protestare gesticolando contro Callie, seduta al bordo del letto di Judi. Lei continuava a mordicchiarsi a sangue, come al solito, il labbro inferiore.
Davvero lasciare Pierre e cominciare a frequentare Sirius era così catastrofico?!
-No non l’ho affatto scordato quanto fosse imbecille, immaturo e stronzo…e probabilmente ancora questo aspetto di lui c’è e non mi piace…ma…-
-MA COSA ROSIER?- abbaiò Anna con sguardo truce.
-…Ma se tu sapessi quanto invece lui sia divertente, appassionato in tutto quello che fa e…anche dolce con me, allora capiresti che è cambiato!- terminò Callie non accorgendosi che i suoi occhioni blu erano divenuti luminosi ed il suo tono di voce sognante. Anna si lasciò andare ad un verso a metà tra un sospiro ed un ringhio di frustrazione mentre si buttava sul letto.
-Callie io sono contenta che tu abbia ammesso a te stessa che è Sirius quello per cui ha perso la testa e per cui non vuoi più star con Pierre- Judi fece una pausa e strinse forte le mani dell’amica, -ma adesso non devi perdere altro tempo e devi lasciarlo!- terminò con fare materno. Judi aveva ragione, non doveva più sentirsi così viscida nel mentire al suo ragazzo, certo lo stesso si sarebbe sentita una stronza quando lo avrebbe mollato ma dopo sicuramente si sarebbe sentita più leggera.
-Si! Approfitterò di questa sera…quando saremo entrambi fuori da Hogwarts, a casa mia!- difatti sarebbero iniziate quel pomeriggio per tre giorni le vacanze date dalla Preside. Si vociferava che i Professori volessero l’intera Hogwarts sgombra da studenti per preparare la terza ed ultima prova del Torneo Tre Maghi. Callie aveva deciso di parlare a Pierre fuori da Hogwarts per evitare una scenata o peggio. Certo un po’ le scocciava dover finger ancora per qualche ora di essere una coppia, almeno a colazione e sul vagone dell’Espresso, ma poi sarebbe stata libera e soprattutto sincera.
-Judi tu dovresti essere dalla mia parte e dissuaderla…- commentò Anna ancora distesa e con tono stizzito.
-Perché Anna?- chiese Judi divertita e incamminandosi verso l’altra amica.
-Perché James Sirius Potter ha spezzato il cuore a mezzo Castello e Callie è solo un altro trofeo da mostrare…il più importante visto che l’unico intento è quello di vincere l’ennesima competizione contro Pierre Nott, con un Serpeverde!!!- rispose mettendosi seduta  e con espressione decisa.
Callie avrebbe mentito se avesse detto di non aver sentito un brivido lungo la schiena a quelle parole perché per quanto poteva saperne poteva essere vero. Ogni parola e frase pronunciata da Anna poteva essere la verità, visto che Sirius aveva davvero fatto lo stronzo con tantissime ragazze, anche Serpeverde. Davvero doveva preoccuparsi? In effetti era stata lei a baciarlo. Lui l’aveva solo abbindolata per portarla ad agire in quel modo? Lui non provava quello che provava lei?
-Piantala Anna, perché tutti per te devono essere meschini, subdoli e calcolatori?! Sirius non è un Serpeverde!- commentò Judi scacciando qualcosa di inesistente con la mano in segno che quello che aveva detto la compagna di dormitorio erano solo fesserie. Ma Callie non ne era tanto sicura. Ricordava come le erano tremate le ginocchia quando l’aveva baciata, spingendola al muro, ma ora non era più tanto sicura che in quel bacio ci fosse desiderio e romanticismo. E se ci fosse stato solo piacere fisico e voglia di prevalsa su Pierre, da parte del Grifondoro?

“Ti sfido a lasciarmi essere l'unica e la sola per te
Ti prometto che merito di essere stretta tra le tue braccia
Perciò avanti, dammi la possibilità di dimostrare che sono l'unica che
può percorrere questa lunga strada prima che inizi la fine.”


-Io…io devo andare a finire la mia valigia…ci…ci vediamo in Sala Grande più tardi!- riuscì a finire la frase Callie e corse via di lì. Non sapeva se stava scappando dal cinismo di Anna o dalla verità.
 
Non sapeva perché stava correndo e dove era diretta, ma più correva e più sentiva che stava scappando. Le facevano male le gambe e il petto bruciava per la stanchezza, rampa dopo rampa era finita al terzo piano e non sapeva quante persone aveva spintonato fino ad allora. Ma non le importava perché nella sua testa risuonavano ancora le parole di Anna. Verità o non verità ora lei aveva paura. Qualcosa però arrestò la sua corsa, o meglio qualcuno, perché fu afferrata per il polso e trattenuta. Si voltò confusa, ondeggiando i lunghi capelli castani e sgranando i grandi occhi blu in tempesta.

-Ehi, Callie ma che succede?- la voce calda e preoccupata di Sirius sembrò ridargli l’ossigeno che la corsa sfrenata le aveva tolto. La stava studiando, ed era ad un centimetro da lei. Si accorse dell’armatura familiare qualche metro più in là del ragazzo, e Callie capì dove era diretta, al passaggio segreto che lui le aveva mostrato.
-Vuoi che io sia il tuo Trofeo da sbattere in faccia a Pierre, perché è un Serpeverde?!- le parole le uscirono come un fiume in piena e non si era affatto pentita di ciò che aveva chiesto, nonostante l’espressione offesa del Grifondoro.
-Cosa?! Di che troll stai parlando?!- come se si fosse accorto di star stringendo una caccola di Troll e non il polso della ragazza, la lasciò di impeto.
-Io…Anna ha detto che a te piace fare lo stronzo e che mi spezzerai il cuore per poi sbandierarlo in faccia a Pierre!-
-E a te interessa ciò che dice “Anna”?! O ti interessa ciò che provi tu?!-
-A me…ecco…non lo so! Puoi negare che mezza scuola ti sbava dietro e che tu di questo te ne vai vantando?!-
-Non puoi pensare che quello che è successo ieri sia paragonabile a quello che è stato con alcune oche della scuola…- il tono di Sirius era amareggiato e deluso. Non lo aveva mai visto così. Cominciava a sentirsi in colpa.
-No…io non credo, ma…-
-Ma cosa Callie? Se non sei in grado di fidarti di me ma sei così influenzabile da ciò che pensa una tua amica come possiamo iniziare qualcosa? qualunque cosa sia?!- si sentiva che Sirius era sincero e che pensava realmente quello che stava dicendo.
-Non sono influenzabile! Io ho solo paura di star male…- quasi sussurrò. Solo in quel momento si rese conto di quanto debole e presa da lui doveva essere apparsa agli occhi di Sirius. in realtà quella discussione era servita solo a farsi vedere vulnerabile, cotta a puntino, ed impaurita agli occhi del ragazzo. Pensando quelle cose arrossì violentemente. Forse Sirius intuì cosa Callie avesse appena realizzato e sorrise tra sé e sé. Di nuovo le si avvicinò e delicatamente le strinse entrambi i polsi. Si chinò all’altezza del suo viso e così lei poté vedere quanta dolcezza c’era nei suoi occhi così nocciola e genuini, ed il suo bellissimo sorriso raggiante. Non c’era più nulla di quell’amarezza e della delusione. Aveva appena scoperto un pregio di Sirius: non era capace di portare rancore.
-Potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro…- bisbigliò Callie. Sirius fece spallucce e sorrise ancora. raddrizzandosi la condusse all’armatura dal cavaliere con le orecchie a punta e poi al di là, nel passaggio buio ed umido. Stavolta con delicatezza la fece poggiare al muro di pietra fredda, schiacciandosi contro di lei con dolcezza. Le carezzò una guancia accaldata e poi, sempre guardandola negli occhi, le sorrise ancora.
-Anche qui hai paura che qualcuno possa scoprirci?-
-…No…- sussurrò imbarazzata. “Porco Merlino! Ma perché divento un pesce lesso balbuziente quando c’è lui?!” pensò in preda al panico.
-Allora perché stai tremando…pensavo avessi ancora paura…- lei si morse il labbro. Non avrebbe mai potuto rispondere che tremava dall’emozione. Si era abbastanza scoperta con le frasi di poco prima.
-Fa freddo!- ad un tratto le venne questa l’illuminazione per farla franca. E così si rilassò un momento e sorrise compiaciuta. Prima che si accorgesse di quanto bello, simpatico e dolce fosse, le veniva naturale partecipare ai loro battibecchi botta e risposta. Ora tutto era cambiato.
-Vuoi che ti riscaldo io?!- ma di certo uno come Sirius a quella domanda non avrebbe atteso risposta, e le sue labbra carnose e rosse si ritrovarono contro quelle rosee e tremanti di Callie. Di istinto la ragazza si aggrappò a lui gettandogli le braccia al collo e con le mani cominciò a giocare con i ricci sulla nuca di Sirius. Dal canto suo il ragazzo cerco la sua lingua per assaporarla ancora e ancora mentre le sue mani scendevano sulle natiche e verso le cosce della ragazza. Callie si lasciò andare ad un sospiro eccitato quando Sirius sfiorò involontariamente il suo interno coscia. Tra un bacio e l’altro lui sorrise divertito e i loro denti si scontrarono dolcemente mentre ancora Callie arrossiva impacciata.
-Sei un cretino!- ringhiò mettendo il broncio.
-Ah si?!- la sollevò da terra mantenendola a contatto con il muro e facendo in modo che lei si agganciasse a lui anche con le gambe. Callie rabbrividì sentendo l’eccitazione di Sirius contro di lei, contro la sua. Lo sentiva fremere e pulsare per lei e questo le fece dimenticare per cosa si era precedentemente offesa. Lui la baciò ancora e stavolta fu lei a cercare la sua lingua e a farlo gemere di piacere. –Dovrei lasciarti andare…- ad un tratto disse soffiandole sulle labbra, tenendo gli occhi chiusi e la fronte contro quella della ragazza.
-Lo so…anch’io…- commentò tristemente. Con delicatezza la fece scivolare via da lui e si ritrovarono uno fronte all’altra in piedi.
-Non voglio che ogni nostro incontro sia così!-
-Non lo sarà! Lo lascerò questa sera…non voglio farlo qui ad Hogwarts, voglio che sia a casa mia con un po’ di privacy per essere il più delicata possibile!- subito gli spiegò Callie per paura che lui adesso fosse quello a pensare di essere usato. Lei non stava giocando.
-Ok… mandami un gufo quando lo farai!- Callie annuì. –E’ meglio che esca prima io!- aggiunse poi lui. Un ultimo sorriso e poi con aria afflitta Sirius sparì dalla vista della ragazza.

“So che non è facile cedere al tuo cuore...
Nessuno è perfetto!
So che non è facile cedere al tuo cuore, credimi.” (Adele; One and Only)


 
*

-Dove porco Salazar eri finito?!- lo accolse Octo sul vagone che aveva trovato per lui ed i suoi amici. Dopo qualche cazzotto schivato e qualcuno preso dritto nello stomaco, Sirius riuscì a spiegare tutto ciò che era successo tra lui e Callie anche ad Octo.
-Cazzo amico…pensavo che fosse Bart quello sentimentale…- commentò sconvolto Octo con espressione delusa. –Anche tu ti sei fatto incastrare da una strega?!- chiese poi. Bart e Sirius si scambiarono un’occhiata divertita.
-Octo quando anche tu smetterai di andare di fiore in fiore capirai che lo hai fatto perché una donzella ha rubato il tuo cuore, freddo e nero, che ti ritrovi al momento!- rispose Bart con un sopracciglio sollevato come di uno che la sa lunga a soli diciotto anni.
-Spero che sia un giorno lontanissimo visto che con questo cuore ieri mi sono portato a letto quella moretta di Corvonero che l’anno scorso ti ha dato un due di picche Sirius!- rispose pavoneggiandosi.
-Ti ammiro fratello, credimi!- fu la risposta di Sirius seriamente colpito. Ancora gongolando Octo si distese sulla cuccetta per appisolarsi.
-Allora al ritorno tu e Callie sarete una coppia?- fu l’ultima domanda di Bart verso l’amico.
-Credo…credo di si!- rispose confuso ma per niente pentito di ciò che baciare Callie, nelle ultime ventiquattro ore, aveva comportato.
-Oh beh questa si che non me la sarei mai aspettata se me l’avessero detto che Potter e Rosier fossero finiti dallo scagliarsi fatture pungenti a sbaciucchiarsi in un cantuccio, gli avrei riso in faccia!- aggiunse Octo, ad occhi chiusi.
-Anch’io amico mio!- confermò Bart annuendo. Raramente Bart ed Octo si trovano d’accordo su qualcosa eppure Sirius stavolta non ne fu sorpreso perché anche lui doveva ammettere che non ci avrebbe scommesso mai uno zellino se qualcuno glielo avesse detto.
Giunti a King’s Cross tentò di incrociare quegli occhioni blu ma senza successo, così speranzoso che quel gufo sarebbe arrivato presto quella sera, seguì sua madre Ginny verso Grimmauld Place, verso casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



Capitolo 14
“Giuralo! Giuralo che lo saremo per sempre!”

Come al solito la sua elfa Sally era venuta a prenderla quella sera alla Stazione di King’s Cross. Per lei c’era sempre stata Sally e non accadeva mai, come invece era per quasi tutti gli altri, che fossero i signori Rosier, o almeno uno di essi, a prenderla. A testa china, fianco a fianco a Pierre, l’aveva raggiunta e dopo un timido e freddo bacio (almeno da parte di Callie) si erano dati appuntamento a dopo cena, al Manor Rosier.
Ancora non riusciva a sentirsi in pace con se stessa, non vedeva l’ora che arrivassero le ventuno, per ricevere Pierre e comunicargli con tranquillità cosa aveva deciso. Certo non avrebbe aggiunto che si sbaciucchiata con James Sirius Potter, comunque avrebbe dovuto anche dirgli che in qualche modo Sirius aveva contribuito ad allontanarli. Seppur non amava più Pierre, era comunque affezionata a lui. Erano stati compagni di casa per anni e molto amici fino al quinto anno e non voleva affatto che si ritrovasse ad dover affrontare lei e Sirius insieme senza alcun preavviso, e dopo essere stato mollato per di più.
Era decisa ad essere il più sincera e corretta possibile dopo che lo aveva tradito. Il solo pensare che lo aveva ingannato le faceva contorcere le viscere, si sentiva uno schifo e non vedeva l’ora di potersi liberare e pulire la coscienza. Giunta a casa dopo essersi smaterializzata insieme a Sally nel Grande Salone di ingresso sospirò ed andò in cerca di sua madre. Era lei la prima a cui avrebbe detto che avrebbe lasciato Pierre. Era sicura che sarebbe andata su tutte le furie dopo che a quella festa di Natale aveva “sfoggiato”, come amava dire proprio sua madre, Pierre come il suo ragazzo. Ma prima glielo avesse detto prima si sarebbe tolta il pensiero, scenata o non scenata. Giunta nella grande Biblioteca dove sua madre, Anita Prior, amava passare i pomeriggi a sorseggiare acquaviola e leggere, prese un grande respiro ma venne interrotta.

-Tesoro bentornata!- la accolse sollevando i suoi grandi occhi blu dalle pagine ingiallite e polverose di un tomo di Storia Magica Antica.
-Buona sera mamma!- rispose Callie abbracciandola leggermente. –Volevo parlarti…- aggiunse facendosi seria e sedendosi vicino a lei nella poltrona in velluto blu notte, accanto a quella della madre.
-Anch’io tesoro volevo parlare con te!- fu la risposta inaspettata di Anita. –Ma prima tu Calliope, cos’è che devi dirmi?-
-Oh no mamma… prima tu, assolutamente!- si era fatta prendere dalla fifa, e temporeggiare le era sembrata l’idea migliore.
-Bene! Ora che hai compiuto diciotto anni e sei nella giusta età per andar in sposa a qualcuno, ho pensato bene che era il momento di parlare con i signori Nott, visto che tu e loro figlio Pierre vi siete messi insieme!- Callie si sentì morire. Era impallidita e impietrita da quelle parole. Adesso non le era sembrato più tanto una buona idea far cominciare la madre. –Del mio stesso parere sono stati anche i suoi genitori, difatti la scorsa settimana si sono presentati qui per discuterne e siamo arrivati ad un accordo!-

“Un accordo? Quale accordo? Possibile che la mia vita sentimentale anzi la mia intera vita, sia decisa da terze persone? Possibile che l’amore per loro sia un accordo?!”

Ma di certo sua madre non poteva sapere che le stava spezzando il cuore e proseguì, -di conseguenza visto che sono venuta a sapere che Pierre era invitato qui dopo cena questa sera, ho pensato bene di invitare anche i suoi genitori per cena. Ti consiglio di farti bella perché stasera credo proprio che si parlerà del tuo matrimonio tesoro!- concluse Anita con un sorriso estasiato ma comunque con fiera compostezza. Callie era rimasta per tutto il tempo nella stessa posizione, seduta e fredda come una statua di ghiaccio. –Ma tu cos’è che dovevi dirmi Calliope?- alla fine sembrò ricordarsi che anche sua figlia pensava e parlava e con sguardo indagatore attese una risposta.
-Io…io…nulla di importante! Volevo avvisarti che Pierre sarebbe venuto intorno alle ventuno, a trovarmi…- alla fine rispose con un sorriso falsissimo.
-Bene, invece saranno qui alle venti! Manca poco più di mezz’ora, è meglio che ti faccia aiutare da Sally a scegliere il vestito…consiglio quello rosa pesca per la lieta occasione.

Lieta, cosa c’era di lieto in quello che aveva appena saputo?!

Nemmeno se fosse stata ancora innamorata di Pierre quello era il modo giusto per decidere qualcosa di così importante come sposarsi. Sposarsi a diciotto anni o poco più poi.
Come una condannata a morte si diresse nella sua camera. Lì trovò Sally che come al solito sapeva ogni cosa di ciò che stava accadendo ed era pronta ad occuparsi di lei.
-Sally ti prego…voglio restare sola…penso io a prepararmi per stasera! Non lo dirò alla padrona, promesso!-
-Oh ma Sally è contenta di servire la sua padroncina Calliope! Sally vuole aiutare per la cena di stasera…Sally sa che questa è una cena speciale per padroncina Calliope!- rispose allegra e saltando qua e là per la camera.
-Ti prego Sally!- la supplicò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Aveva bisogno di stare sola ed urlare. Si avrebbe voluto urlare.
-Oh…ai suoi ordini! Sally va a nascondersi allora!-
-Va bene…grazie!- chiusa la porta della sua camera scoppiò in lacrime. Si prese il viso tra le mani e si sfogò in silenzio, soffocando ogni singhiozzo. Non seppe come riuscì a trovare la forza di lavarsi e vestirsi con il vestito rosa pesca che sua madre le aveva consigliato. Eppure quando fu pronta non aveva intenzione di schiodarsi dalla sua stanza. Erano le venti passate da dieci minuti e aveva sentito Sally bussare molte volte per avvisarla che gli ospiti erano presenti ma non le aveva dato il permesso di entrare. Di sotto non sapeva che sua madre stava rassicurando tutti che fosse in ritardo solo per farsi ancora più bella per il lieto evento. In piedi davanti alla finestra, mentre una leggera piogerella di metà febbraio batteva sul prato all’inglese dell’immenso giardino del Manor Rosier, si specchiava sul vetro e non si riconosceva. Com’era divenuta così vigliacca?! Lei la fiera e intelligente figlia del Direttore dell’ Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, ricchissima e perfetta Calliope Rosier, come era divenuta così fragile e un burattino così facile da gestire?!

Toc toc

-Calliope, posso?- la voce profonda e ruvida di suo padre fece capolino nella sua camera.
-Papà!- sobbalzò la ragazza. Sebbene fosse stato sempre molto severo Achille Rosier con la sua unigenita figlia, Callie si era sentita sempre molto amata e accontentata dal padre.
-Ti stiamo aspettando per la cena da venti minuti! Cosa stai facendo?- le chiese con tono inquisitore.
-Io…io non voglio scendere…- non seppe dove aveva trovato il coraggio ma riuscì anche a proseguire, -non mi sento affatto pronta a fare ciò che avete deciso per me!-
-Bene…non voglio che tu sia infelice perciò se non sei pronta ad organizzare il tuo matrimonio non dovrai farlo!- Callie sorrise per un momento. –Ma in ogni caso Pierre è il tuo ragazzo, e non hai mancato a farcelo presente a Natale, quindi verrai a cena e ufficializzeremo comunque il vostro fidanzamento! Terminata la scuola torneremo a parlare della cerimonia!- terminò con tono irremovibile. Poi camminò sino alla porta e ammonendola con lo sguardo la invitò a superarlo e precederlo nello scendere le scale in marmo nero sino al Salone d’Ingresso e poi in Sala da Pranzo. Come una prigioniera verso il patibolo mise un piede dietro l’altro e infine giunse di fronte a Pierre. Sollevò i suoi grandi occhi blu ed incrociò quelli color della cenere di Pierre, e in quel momento sentì la lama cadere sul suo collo e il respiro morirgli in gola.

Ora o mai più, ora o mai più, ora o mai più.

-Ciao splendore!- la salutò lui dandole un bacio casto sulla guancia come era solito fare in presenza della famiglia di entrambi.
-Ciao…- soffiò in preda al panico lei.

Ora o mai più, ora o mai più, ora o mai più.

-Buona sera signori Nott!- aggiunse Callie con un inchino verso i genitori di Pierre, Theodore Nott e Daphne Greengrass.
-Sempre bellissima!- la accolse con un abbraccio Daphne mentre Theodore la salutava sollevando il suo calice colmo di vino rosso nella sua direzione.
-Accomodiamoci!- li esortò elettrizzata Anita. E così tutti presero posto intorno al grande tavolo. Per magia apparvero pietanze di ogni genere, tutte a base di pesce e con portate scenografiche. Mentre gli adulti conversavano pacatamente, Callie sentiva i secondi scivolare su di lei come lava ardente. E si ripeteva che doveva fermare quella sceneggiata, se lo ripeteva anche mentre Pierre di tanto in tanto si girava per sorriderle, le carezzava la mano da sotto il tavolo o le parlava della futura formazione che avrebbero messo in campo contro i Tassorosso il prossimo week end. E quando al discorso quiddich la mente la portò all’ultima partita tra Serpeverde e Grifondoro, il viso radioso di Sirius le apparve davanti come un fulmine a ciel sereno. E realizzò in quel momento che no, non era devastata perché quello che stava accadendo la stava allontanando per sempre da Sirius, ma che si sentiva così poiché stavano decidendo il suo futuro, la sua vita al posto suo.

Ora o mai più, orao  mai più, ora o mai più.

PLOP

Mentre lei era intenta a cercare invano una soluzione gli altri avevano terminato le portate ed i piatti sporchi erano spariti.
-Perché non ci spostiamo in Salotto?!- cinguettò Anita quasi trotterellando verso il salone del Manor. Pierre le cinse la vita una volta che furono in piedi e così la scortò fino al divano.
-Champagne?!- domandò Achille Rosier ai suoi invitati.
-Con molto piacere!- rispose il signor Nott sorridendo. Quando tutti i bicchieri furono pieni, eccetto quelli dei due ragazzi, scese il silenzio.
-Mio figlio ha qualcosa da dire alla vostra bellissima unigenita! Vero figliolo?!- spezzò il silenzio Theodore Nott.

Ora o mai più, ora o mai più, ora o mai più.

-Si!- esclamò dopo un lieve sospiro. Si voltò verso Callie che stava tremando, ma non per la ragione che gli altri pensavano, ovvero per l’emozione. Il biondo Serpeverde si inginocchiò ai piedi di Callie e senza toglierle lo sguardo di dosso estrasse dal taschino della giacca nera un piccolo scrigno di bronzo. Callie aveva voglia di piangere ma i suoi occhi lucidi ancora una volta furono fraintesi e scambiati per commozione.
-Oh che emozione!- sentì Daphne Greengrass alle sue spalle.

Ora o mai più, ora o mai più, ora o mai più.

-Calliope Rosier vuoi rendere ufficiale la nostra unione fidanzandoci ufficialmente?- e Pierre dicendo così aprì lo scrigno per rivelarne un anellino in oro bianco e tempestato al centro di piccoli diamanti luminosi.

Ora mai o più, ora o mai più, ora o mai più.

Prima di aprir bocca, pronta a dir di no, si voltò a guardare suo padre, che a differenza degli altri spettatori, aveva un’espressione di rimprovero e di delusione dipinta sul volto. Così la parola no gli morì in bocca. Si voltò nuovamente verso Pierre e rispose.
-Si!- in quel momento, tra gli applausi e i sorrisi di festeggiamento, Calliope capì di aver perso non solo Sirius per sempre, ma anche la sua libertà di scelta.
 
*

Toc toc

-LYS!- Lily balzò dalla sedia della sua scrivania e corse verso il suo migliore amico. Gli si gettò letteralmente addosso che per poco non caddero a terra. Ma Lysander la accolse a braccia aperte e la fece volteggiare al centro della stanza.
-Cavolo Lily, non ci vediamo da tre giorni ed è così che mi saluti?! Che ne sarà di te quando partirò con mio padre Rolf, per quella spedizione in Islanda?-
-Non ci voglio nemmeno pensare, anzi credo che mi nasconderò dentro la tua valigia servendomi di un incantesimo restringente!- rispose mentre la metteva giù. Lui le sorrise ed iniziò a scompigliarle i rossi capelli ribelli.
-Sono venuto con mia madre e mio padre che volevano augurare buona fortuna a tuo fratello Sirius per la terza prova! Purtroppo stanno partendo per l’Australia, visto che mia mamma deve fare un servizio per il Cavillo sulle nuove creature che ha scoperto mio padre lì…i Billywigs Giganti!-
-Oh quel rompi palle di Sirius è stato scontroso per tre giorni…non abbiamo capito perché se l’è presa con noi, ma è stato intrattabile dalla sera in cui è tornato!-
-Gli farò il mio in bocca al lupo mannaro il giorno della prova ad Hogwarts allora!- fece una pausa guardandosi intorno –perché questo posto deve sembrare sempre un campo di battaglia? Ti sei accorta che il pacchetto di sigarette è in bella mostra?! Se dovesse entrare tuo padre?!- Lily sgranò gli occhi e dando un’occhiata intorno disperatamente individuò le sue adorate sigarette all’angolo della camera, vicino la gabbia della sua civetta, Arwen. Si precipitò a nasconderle in fondo al baule, pronto per la mattina seguente, quando sarebbe salita sull’espresso verso Hogwarts.
-Dannazione a me, ho la testa per aria in questi giorni!- sospirò Lily, distendendosi, con i battiti accelerati, sul suo lettone. Lysander, ancora seduto sul bordo del letto si voltò a guardarla.
-Immagino…per la storia di Teddy giusto? È stato qui in questi giorni o alla Tana?-
-Qui… ha perso il lavoro al Ghirigoro perché hanno avuto dei problemi finanziari e hanno ridotto il personale…- Lily fissava il soffitto con occhi vuoti e freddi. –Papà come al solito gli ha chiesto di trascorrere il week end qui per distrarsi un po’, è un po’ depresso!- terminò di spiegare tutto al suo migliore amico.
-Come puoi dimenticarti di lui se ti ronza sempre intorno?! Dannazione, ma lui non ha una casa sua?!-
-Lys, che dovrei fare?! Dire a mio padre che mi sono innamorata del suo figlioccio, un botto più avanti di me con gli anni e che per di più è il promesso sposo di sua nipote?!- sussurrò a denti stretti, sollevandosi sui gomiti per fulminare Lysander con gli occhi verdi.
-No…ovvio che no! Perché non te ne andavi tu?! Andavi da tuo zio Ron a passare un po’ di tempo con Rose, o alla Tana dai tuoi nonni, o…o potevi venire a stare da me per tre giorni!- rispose scompigliandosi nervosamente i suoi capelli color paglia dorata. Anche gli occhi verde chiaro di Lysander sembravano arrabbiati.
-Non capisco perché lo odi così tanto! In fondo lui non ha fatto nulla…sono io che come una stupida mi sono presa una dannatissima cotta per lui! Lui non fa altro che cercare un lavoro per mantenere quella spocchiosa di mia cugina Victorie, altrimenti non potranno sposarsi!-
-Io non lo odio….ma non voglio che ti faccia soffrire!-
-Lo fa inconsapevolmente e lo sai!- rispose prontamente incrociando le braccia al petto.
-Si certo come no…- commentò Lysander con tono sarcastico.
-Che vuoi dire?- si corrucciò Lily avvicinandosi a lui, a gattoni sul letto.
-Che a me la storia del fratellone maggiore che ti abbraccia, ti bacia, e delle passeggiate al chiaro di luna, non me la da a bere!- sciorinò incavolatissimo.
-Davvero?! Cioè credi che lui… NOOOO! No, ti assicuro che ti stai sbagliando! È una cosa a senso unico! Lui è innamorato di Vicky!- non si fece illudere Lily. Nervosissima al solo pensiero che presto o tardi, quando Teddy avesse trovato un lavoro, lui e sua cugina sarebbero stati marito e moglie, afferrò la bacchetta dal comodino e la puntò contro la porta. –Colloportus!- ringhiò. Si fiondò sul pacchetto di sigarette e se ne accese una. Ad occhi chiusi si poggiò la testa al muro e scivolò seduta poi a terra gettando fumo dalla bocca.
-Dammene una!- Lily lanciò il pacchetto a Lysander e al volo quello lo afferrò. Restarono in silenzio per alcuni minuti, il tempo che entrambi finirono le loro sigarette e poi Lysander si sedette accanto a lei.
-Lo so che sei preoccupato per me…ma non devi! Supererò questa cosa! Ce la farò, dopotutto ho sedici anni e ancora tutta la vita davanti!- lo rassicurò voltandosi verso di lui.
-Il mare è pieno di pesci Lily!- la rossa gli sorrise e poi si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia.
-Grazie Lys!- rispose accucciandosi sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.
 
*
 
-> (https://www.youtube.com/watch?v=Xp7_eM2GuQI)

Il binario era affollatissimo, poiché per la prima volta la famiglia Potter era stata puntuale e non come al solito l’ultima ad arrivare. Dopo sei lunghi anni James Sirius Potter non stava correndo verso il vagone più vicino, mentre il treno era già in movimento, in realtà si stava trascinando per la stazione di King’s Cross, confuso, arrabbiato e con le viscere contorte da una strana sensazione. Cosa poteva essere successo affinchè Callie non gli avesse mandato quello stramaledetto gufo?! Che ci avesse ripensato su Pierre e non lo avesse più lasciato!? Forse se ne era pentita di averlo baciato e lei e Nott erano ancora una coppia.

-Jamie, figliolo, saremo ad Hogwarts non appena la Preside McGranitt ci informerà del giorno della terza prova!- la voce calda e amorevole di suo padre lo destò da quei pensieri. Suo padre e la sua famiglia non era solita chiamarlo Sirius ma a lui non dispiaceva, amava entrambi i suoi nomi visto che entrambi derivavano da due figure coraggiose e malandrine.
-Va bene papà!- rispose atono. Harry si corrucciò pensieroso.
-Non devi essere spaventato! Io sono comunque fiero di te, per essere stato estratto dal calice di fuoco e per essere arrivato primo alla terza ed ultima prova! Non hai nient’altro da dimostrare figliolo! Sei il nostro orgoglio!- lo rassicurò Harry Potter, inconsapevole che la tristezza del primogenito non aveva nulla a che fare con la terza prova. Ma anche inconsapevole di quanto avesse reso Sirius felice. In quell’attimo, dopo quelle bellissime parole pronunciate da suo padre, Sirius si sentì rassicurato per la prima volta che fallire non avrebbe significato nulla. Sapere che i suoi genitori erano fieri di lui, lo rendeva già vincitore.
-Grazie papà, davvero!- e abbracciò suo padre con un impeto tale da potergli trasmettere tutto il riconoscimento e l’amore che nutriva come figlio.
-Saluta la mamma prima che si offenda di tutte queste attenzioni per me, e poi monta su quel treno!- disse Harry raddrizzandosi gli occhiali sul naso. Sirius annuì e corse a salutare Ginny e poi ad aiutare Lily con il suo baule.

*Perché non ci sarà la luce del sole.
Se ti perderò, tesoro non ci saranno cieli sereni
Se ti perderò, tesoro proprio come le nuvole, i miei occhi faranno lo stesso…
Se te ne andrai ogni giorno, pioverà, pioverà, pioverà... *


Si era dimenticato per un attimo di cosa per quei tre giorni lo aveva reso intrattabile fin quando proprio davanti allo scompartimento che Octo aveva occupato insieme a Freddy, non la vide. Mano nella mano con Pierre, in piedi pronta ad entrare due scompartimenti più in là. Calliope Rosier sollevò il suo sguardo blu, spento e colpevole su quello nocciola e amareggiato di Sirius. lui scosse il capo confuso e poi i suoi occhi scivolarono su le loro mani intrecciate, segno che erano ancora una coppia, che non lo aveva affatto lasciato. E così lo vide, l’anello di fidanzamento al suo anulare che brillava e faceva male agli occhi come se fossero raggi del sole. Tornò nuovamente ad incrociare i suoi occhi blu e quando lei capì cosa aveva appena notato, mimò con le labbra “Mi dispiace!”.

Fu una pugnalata dritta al petto per Sirius, non aveva mai sentito gli occhi inumidirsi coì violentemente e in pubblico e specialmente a causa di una ragazza. Era rimasto impalato sul corridoio del treno, anche dopo che Calliope era scomparsa dentro al vagone, seguita da Pierre, Scorpius e Judi.

-Amico?- Bart lo richiamò nel mondo reale. –Ehi, che succede Sirius?- domandò quando fu ad un passo da lui tanto da vederne l’espressione turbata e gli occhi lucidi.
-Ehm…niente…scusate…- balbettò schiarendosi la gola e ricacciando indietro le lacrime. Lasciò impalato e confuso Bart e si incamminò per il corridoio. Giunto nel posto giusto, aprì il portello dello scompartimento e ne cercò un paio d’occhi dolci e familiari.
-Sirius?- chiese sbalordita Florinda quando lo vide comparire.

-Ho bisogno di te!- Selene e Gina uscirono di fretta dalla cuccetta come se sapessero che si trattava di qualcosa di veramente intimo e doloroso, lasciandoli così soli. –Ho bisogno che tu mi dica cosa c’è di sbagliato in me, che mi spieghi perché non me ne va bene una, perché mi hai abbandonato e perché mi sento così fottutamente confuso!- non riusciva a calmarsi e la sua voce tremava.
-Io…io ho sbagliato! Non dovevo allontanarti in quel modo! Mi dispiace! Non c’è niente di sbagliato in te!- furono le prime parole di Flo. Sirius si sedette accanto a lei e gli prese le mani intrecciandole alle sue. –Non hai niente che non va! Tu sei…sei…sei perfetto e non ti meriti di soffrire! Cos’è successo?- sapeva che chiederlo avrebbe significato venire a conoscenza di qualcosa che l’avrebbe fatta star male ma doveva saperlo, doveva aiutarlo! Così lo ascoltò, ascoltò tutto quello che temeva di scoprire o vedere con i suoi occhi. Tutto ciò che aveva intuito ci fosse tra lui e Calliope Rosier si era appena rivelato realtà e il suo cuore era in frantumi. Soffriva, soffriva maledettamente sia per lo stato in cui Calliope lo aveva ridotto sia perché avrebbe tanto voluto che quei sentimenti così accessi, vivi ed emozionanti che Sirius nutriva per quella Serpeverde fossero stati rivolti a lei. Lei lo avrebbe amato, lei lo avrebbe protetto per sempre, se solo lui si fosse accorto di lei. Se solo lei fosse stata meno vigliacca e gli avesse rivelato i suoi sentimenti. Non sapeva che come Callie era intrappolata in una relazione con un ragazzo che non amava. Callie era stata costretta ad amare, Flo si costringeva a voler bene qualcuno per paura di non saper dimenticare in altro modo, qualcun altro. Se solo lo avesse saputo, probabilmente non la avrebbe odiata poi così tanto.

-Shhh, basta! Non ti merita, tutto qui!- lo fermò Flo ad un certo punto.
-Io però non capisco…aveva paura che fossi io a prenderla in giro! Perché dirmelo se in realtà era lei quella a giocare?!- alla fine chiese rassegnato.
-Ho imparato a conoscere Calliope Rosier… non è poi così diversa da ogni altro Serpeverde, Sirius. E’ una serpe approfittatrice, macchinatrice e calcolatrice che adora essere al centro dell’attenzione! Quante ragazze come lei potranno dire di aver sedotto e poi abbandonato James Sirius Potter?-
-Credi…credi che davvero sia questo?! Credi davvero che sia stato io il trofeo da esporre con le sue amiche?-
-Si! È stata lei a creare quel malinteso per farci allontanare, così che tu potessi avvinarti a lei… faceva l’amica…così ti ha abbindolato e poi baciato! Ti ha fatto credere che potevate diventare qualcosa di più e poi ti ha preso in giro con la storia di Pierre! Ora hai capito chi è realmente?- non sapeva dove aveva covato tutto quel veleno, e se quello che stava dicendo era la verità o magari no, ma aveva bisogno di vendicarsi. Occhio per occhio dente per dente: se Calliope li aveva allontanati e fatti litigare, ora toccava a lei allontanarli, per sempre!
-Tutto torna in effetti! Non ci posso credere…- sussurrò con sguardo vacuo.
-Non preoccuparti, ci sono io adesso!- e lo abbracciò mentre lui ancora rifletteva sulle parole appena sentite.
-E Kevin, Flo?-
-Lui…lui capirà! Siamo amici io e te, no?!- solo dire la parola amici la faceva sentire una bugiarda ma per stare vicino a lui avrebbe sopportato tutto ciò che comportava esserlo.
-Giuralo! Giuralo che lo saremo per sempre!-
-Si, per sempre!-

*Non dire addio
Raccoglierò questi cocci fino a sanguinare
Se questo aggiusterà le cose! (Bruno Mars; It will rain)*


Buona sera!!!
Scusate l'assenza!!! Come nell'altra mia fanfic (finalmente terminata) =) ho detto, sono stata impegnatissima...tra lo studio, la mia mini vacanza, il lavoro alla colonia estiva e i miei piccoli drammi quotidiani, non ho avuto granché tempo per scrivere!! Ma eccomi con questo nuovo capitolo moooolto...come diree... triste!! Sia per i fans della Callius sia per quelli della Florius in ogni caso Sirius è triste e allora piangiamo tutti T__T ... e poi che dire della new entry? LYSANDER! NOn vedevo l'ora di trovare un capitolo per inserirlo e introdurre l'amicizia che lo lega alla piccola Lily!!! Per la Lily/Teddy c'è da aspettare la fine del Torneo Tre Maghi, poi la bella Lily avrà molto più spazio! ;) cosa aggiungere?! ah si GRAZIEEEEEEEEE chi segue, chi preferisce, chi ricorda e specialmente chi mi ha lasciato una bella recensione! Vado a rispondere!
A presto e un bacio, rory!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***




Capitolo 15

“Weasley se volevi saltarmi addosso bastava dirlo!”

All’arrivo ad Hogwarts, Gazza il custode, annunciò a tutti che era severamente vietato l’accesso alla parte est dei giardini del Castello. Non ci voleva un genio a capire cosa doveva esserci nella zona est e Sirius non stava più nella pelle nel riuscire a sbirciare qualcosa sulla terza prova. Inutile dire che lui e Freddy avevano tentato più volte di ingannare Gazza e corrompere Hagrid così da poter giungere alla famigerata porzione est dei giardini. Avevano provato ad aggirare i loro tentativi di nascondere il tutto per due settimane intere, ma le barriere magiche messe lì dai professori, non permettevano loro di oltrepassare i cancelli. Inoltre a turno ogni professore restava di guardia proprio lì, insieme a qualche guardia inviata niente che di meno dal Ministero della Magia. A Sirius non restava che attendere il giorno della prova e mettersi l’anima in pace. Pensando alla terza prova ed allenandosi nella stanza delle Necessità con incantesimi e fatture grazie ad un fantoccio che la Stanza gli aveva messo a disposizione, e per merito dello studio fatto con Flo in Biblioteca per gli esami finali, era riuscito a distrarsi dall’argomento Callie. Avrebbe ingannato se stesso se avesse detto che pensare a quella storia non gli faceva contorcere le viscere. Non riusciva a capire se si trattava di orgoglio per essere stato preso in giro, o se si trattasse di delusione per aver perso quel qualcosa che per un attimo lo aveva reso speciale e lo aveva fatto sentire diverso, oppure se era semplicemente rabbia verso quella che per anni aveva considerato una viscida e frigida Serpeverde, che lo faceva star male. Si sentiva inqueto e solo i pomeriggi passati nel silenzio della Biblioteca e accanto a Flo lo rendevano sereno. Per i corridoi aveva spesso incrociato Calliope e avrebbe potuto giurare che la Serpeverde spesso lo stesse seguendo o spiando, o semplicemente osservando da lontano con occhi malinconici. In certe situazioni gli era sembrato come se si stesse avvicinando da un momento all’altro pronta a dire qualcosa. L’aveva beccata spesso qualche metro più in là trepidante e saltellante sul posto, mentre si mordicchiava il labbro inferiore. Di sicuro era stato molto orgoglioso da parte sua non andare da lei e chiedergli almeno perché avesse cambiato idea! Si ripeteva che ormai non avevano più nulla da condividere. Quell’anello che fino alla sera del loro bacio, non esisteva, parlava forte e chiaro. Alla fine Sirius si era convinto che Calliope Rosier aveva giocato con lui come lui aveva fatto con molte altre ragazze e che quindi doveva mettersi l’anima in pace.

Chi di spada ferisce di spada perisce, continuava a ripetersi.

Cosa avrebbe dovuto fare altrimenti?! Di certo non poteva farle una scenata, era pur sempre una ragazza fidanzata che aveva tradito il suo promesso sposo con lui! Che diritto aveva di farle una scenata?! I primi giorni, per la rabbia, probabilmente c’era mancato poco, la prima volta che l’aveva incrociata in guferia. Poi però la rabbia scemando aveva lasciato solo spazio alla delusione e dopo due settimane solo ad apatia. Comunque doveva ammettere che mai per nessuna ragazza aveva attraversato tutti quegli stati emotivi. L’unica a cui riusciva a confidare ciò che provava era Flo. Ringraziava Merlino tutti i giorni che gli era bastato piombare nel suo scompartimento per ritrovarsela al suo fianco, dopo un mese intero di silenzio e di lontananza. Non poteva provare rancore, rabbia o delusione per lei, perché le voleva bene qualsiasi cosa potesse accadere fra di loro, perchè al momento del bisogno l’uno c’era per l’altra e viceversa. Non poteva rinunciare a lei perché lei era la sua spalla su “cui piangere” e lui lo era per lei. E nonostante le occhiatacce di Kevin, sempre più frequenti, erano tornati a frequentarsi, forse più di prima se era possibile. Spesso Sirius doveva andarsene perché Kevin sbucava e reclamava la sua ragazza. Avrebbe voluto spaccargli la faccia ogni volta, ma se c’era una cosa che aveva capito era che Flo si era allontanata perché lui non aveva saputo essere felice per la sua relazione, seppur glielo aveva permesso lo scorso Natale. Quindi ora ce la stava mettendo tutta per farsi andare giù quel Serpeverde montato e velenoso di Kevin Flitt.
 
Se solo Sirius avesse saputo che mai più lontano era stato dalla realtà in quel momento. Ogni volta che Flo sentiva parlare di Calliope, perché purtroppo Sirius spesso tornava sull’argomento, a Flo sembrava che qualcuno le stesse trafiggendo il cuore con una lama incandescente. Avrebbe voluto che il suo “amico” parlasse di lei con lo stesso ardore con cui parlava di Calliope. Sentiva che lui ne era ancora preso, nonostante insistesse che quello di Rosier fosse ormai un capitolo chiuso. Nonostante Sirius si volesse autoconvincere di non sperare che Calliope ci ripensasse, lei lo conosceva fin troppo bene per non arrivarci da sola. Difatti si era ritrovata ad analizzarsi allo specchio. Avrebbe voluto le labbra sottili e rosee di Calliope, e non le sue grosse e scure che non avevano nulla di elegante. Avrebbe voluto i capelli lunghi lisci e setosi di Calliope e non i suoi ricci, gonfi, crespi e indomabili nonché anonimi capelli castani. Avrebbe voluto la pelle candida, quasi luminosa e marmorea di Calliope e non la sua color caramello così comune e per niente raffinata. Avrebbe voluto i grandi occhi blu di Calliope e non i suoi anonimi occhi color nocciola. Si odiava con tutta se stessa per non essere ciò che a Sirius sarebbe piaciuto. Aveva soffocato infiniti pianti nel cuscino, la notte, sperando che nessuno la sentisse eppure, una notte Selene si era alzata e coricata insieme a lei. L’aveva abbracciata forte forte e si era sfogata sul petto di Selene quella notte, fino ad addormentarsi sfinita. Non importava che Kevin era un bel ragazzo, intelligente e di buona famiglia se le si spezzava il cuore quando Sirius per i corridoi con aria confusa e triste osservava Calliope che dal canto suo lo osservava con rammarico ed incertezza. Non si era pentita di ciò che aveva detto sul treno, ma aveva capito che non era vero nulla. C’era qualcosa sotto ma non le importava venire a conoscenza di cosa. Sperava solo che non fosse cambiato nulla, perché sapere delle tresche senza importanza di Sirius ormai era divenuto sopportabile, ma sapere invece che con Calliope fosse stato diverso o poteva ancora essere diverso, le faceva venire un groppo alla gola. Allo stesso tempo sapeva che doveva dedicarsi alla sua storia, farla crescere, farla maturare ed imparare ad amare Kevin. Doveva dimenticare Sirius, doveva farlo se non per Kevin e per la sua storia, per sé stessa! Per se stessa che non meritava di soffrire così. A volte tra i singhiozzi della notte, su quel cuscino, pensava di meritarlo in fondo visto che era vigliacca e codarda. Chissà cosa sarebbe successo se gli avesse confessato cosa provava per lui. La paura che lui poteva dispiacersi per lei, di essere umiliata e rifiutata era troppa per rischiare. Un frastuono alle sue spalle la risvegliò dai suoi pensieri e si accorse di essere rimasta immobile a fissare il fuoco scoppiettante della sala grande rosso-oro.

-ROSE MA VUOI STARE ATTENTA DANNAZIONE A TE!- Octo urlava contro la sua compagna di casa che correndo per scappare da suo cugino Freddy, aveva fatto cadere la scacchiera dove Octo e Bart si stavano svagando la mente a giocare da quasi un’ora, mandando al diavolo la loro partita.
-Piantala idiota di rivolgerti così a Rose!- subito Flo corse in difesa della compagna di dormitorio.
-Ecco l’avvocato difensore delle imbranate!- subito abbaiò Octo raccogliendo il suo alfiere e la sua regina da terra. Flo gli fece un gestaccio con il dito medio e lui di tutta risposta la imitò. Nessuno dei compagni di casa o dell’intera scuola faceva più caso ai loro litigi. Erano tutti abituati ai battibecchi dei due Grifondoro.
-Mi dispiace ragazzi!- balbettò Rose arrossendo.
-Scusate, è colpa mia! Non avrei dovuto mettere alla prova il già precario equilibrio di mia cugina!- intervenne Freddy dando un sonoro scappellotto, anche doloroso probabilmente, ad Octo sulla nuca. Flo capì che era il suo modo per difendere sua cugina dall’insulto del ragazzo, che dal canto suo incassò senza fiatare.
-Ignorali Rose, non è mica caduto il mondo!-
-Ne sarebbe capace!- sghignazzò Octo rivolgendosi a Bart che cercò di ridere sotto i baffi per non beccarsi una delle “pacche” di Freddy. Fu così che il cugino di Rose e Octo iniziarono una delle loro scazzottate dove non si capiva perchè entrambi si divertivano un mondo. Perplessa Flo aiutò Rose a recuperare i libri di Pozioni e si diressero insieme, come sempre in anticipo per prendere i posti in prima fila, nell’aula del Professore Lumacorno. Quando finalmente anche gli altri Grifondoro compresi Octo, Bart, Sirius e Freddy e anche tutti gli altri Serpeverde del sesto anno, furono arrivati, entrò anche il Professore di Pozioni.
-Bene ragazzi oggi ho davvero una novità interessante!- un brusio si liberò dagli studenti rosso-oro e quelli verde-argento. –Ho in serbo un lavoretto su una pozione che richiede una preparazione di circa ventidue giorni…- tutti si guardavano sbalorditi e poi una mano li librò in aria. Rose, come sempre la più intuitiva e brillante mente del suo anno, aveva già capito di cosa si trattasse. –Si, signorina Weasley?-
-Prepareremo la Pozione Polisucco??- cinguettò conscia di aver trovato la soluzione. Sebbene Rose fosse sbadata, con la testa per aria e molto goffa, era molto intelligente, la strega più brillante della sua età dicevano tutti i professori ad Hogwarts. Nulla a che fare con il malandrino e scansafatiche di suo fratello Hugo. Hugo, Lily e Lysander amavano cacciarsi nei guai e passare i pomeriggi a fumare vicino la serra di Erbologia che a studiare in biblioteca come faceva Rose. La cugina Molly era invece una ragazza molto selettiva che aveva scelto una cerchia di amici Tassorosso e frequentava poco Rose e i cugini. Mentre sia la cugina Roxanne che Lucy avevano già preso i loro M.A.G.O.. Sirius le aveva anche presentato Dominique che si trovava li con gli studenti di Beauxbatons. Flo spesso dimenticava qualche cugino del clan Potter Weasley ma era certa che la migliore fosse Rose.

-Certamente signorina Weasley, complimenti! Dieci punti a Grifondoro!- dal fondo dell’aula qualche compagno di casa fischiò per acclamarla e qualcuno le fece i complimenti. Inutile dire che i Serpeverde mormorarono invece qualcosa di offensivo, lamentandosi per i punti assegnati alla casa che sentivano più rivale delle altre in merito alla coppa delle case e a quelle di Quidditch.
-Complimenti cervellona!- fu il commento di Flo in un sussurro, e le strizzò l’occhio fiera di lei. Rose sorrise e si sistemò i capelli castani già un po’ più crespi per via del vapore causato dai calderoni. I suoi occhi castani, identici a quelli della madre Hermione, erano ancora luminosi per via dell’emozione che stare al centro dell’attenzione causavano alla bella Weasley.
-Bene… ma la novità non è questa! Vista la preparazione impegnativa che richiede questa pozione in particolare, e visto anche il vasto numero di ingredienti i quali vorrei che foste in grado di procurarvi e non che faceste fuori le mie scorte, ho pensato bene di organizzare dei lavori di coppia!- Flo e Rose si guardarono sorridenti, perché adoravano studiare insieme, adoravano Pozioni e far bella figura con il Professor Lumacorno che le aveva fatte membri del suo Lumaclub.
-Inizieremo oggi stesso? Quando dobbiamo andare a cercare gli ingredienti?- domandò un ragazzo Serpeverde in terza fila alzando in aria la mano.
-Oh no, oggi parleremo degli effetti che la Pozione ha e dei vari ingredienti dove trovarli e come utilizzarli! Ma soprattutto ci occuperemo di dividervi in coppie!-
-Possiamo fare da soli!- suggerì Bart avvicinandosi verso Pam, sapendo della sua bravura in quella materia. Flo scosse il capo e quasi le venne da sorridere. “Malandrini approfittatori” pensò.
-Oh no signor McLaggen, io stesso farò le coppie e più assortite saranno meglio sarà…adoro la competizione e più competizione c’è meglio sarà svolto il lavoro!- un nuovo brusio si genererò nell’aula. Quando il professor Lumacorno chiamò per primo Kevin Flitt e Pam Witter come coppia di lavoro, a tutti fu subito chiaro che l’assortimento di cui parlava si riferiva a Grifondoro e Serpeverde insieme. Dopo le prime tre coppie formatesi fu il turno di Rose.
-Weasley Rose e…- il Professor Lumacorno agitò il baffo da tricheco e si diede un’occhiata intorno quando poi parve illuminarsi -…e Malfoy Scorpius!- a Flo gelò il sangue e dal pallore di Rose, doveva essersi gelato anche alla Weasley. Da sei anni Scorpius non perdeva occasione di prenderla in giro quando inciampava, quando per l’emozione in classe balbettava o quando in sala grande faceva una gaffe. Quei due non potevano stare insieme.
-Sta scherzando vero?!- difatti fu la pronta protesta di Scorpius che con passo minaccioso si avvicinò alla cattedra fermandosi proprio di fianco ad una Rose imbarazzatissima.
-E per quale motivo signor Malfoy, mi scusi?!- domandò il Professore di Pozioni visibilmente irritato e paonazzo.
-Come minimo questa imbranata farà esplodere il calderone e manderà in fumo il mio lavoro! Non voglio prendere un Troll in pozioni l’anno prima dei miei M.A.G.O.!- rispose Scorpius livido di rabbia.
-Non mi risulta che la signorina Weasley abbia mai fatto esplodere qualche calderone da quando segue il mio corso! Anzi, se dobbiamo mettere i puntini sulle “i”, Signor Malfoy, la Signorina Weasley ha voti migliori dei suoi nella mia materia!- a quella frase Scorpius assottigliò i suoi cerulei occhi e si voltò come una furia e di scatto verso Rose. La guardò da capo a piedi e dopo aver grugnito qualcosa, a grandi falcate e sbuffando riprese il suo posto in fondo l’aula.
-Proseguiamo…Potter e…-

“Non Rosier, non Rosier, non Rosier” sperò Flo con tutta se stessa.

-…e McAdams Ylenia!- senza accorgersi di quanto forte lo fece, Flo si lasciò andare ad un sonoro sospiro di sollievo. Fortuna che dal primo banco all’ultimo dove si trovava Sirius era impossibile che l’ avesse sentita sospirare.
-Ultima coppia…- disse dopo circa cinque minuti dopo il Professor Lumacorno –oh per Morgana non mi ero accorto che eravate rimasti voi due…va bè confido che non faccia fare tutto il lavoro alla signorina Jordan, intesi signor Thomas?!- domandò rivolto ad Octo.
-Come no, Prof?!- fu la risposta del ragazzo che non nascondeva per niente il sarcasmo. Flo si girò e con occhi da assassina lo ammonì. Lo avrebbe messo in riga dopo la lezione.
*
 

-Come stai?- Judi si sedette accanto a lei in Biblioteca. Calli sollevò i suoi grandi occhi blu dalla pergamena di Rune Antiche e sospirò.
-Bene…- le pesanti occhiaie e il pallore del suo volto tradivano però tutto quello che poteva celarsi dietro quell’aggettivo così impropriamente usato.
-Devi reagire Callie! Devi fare qualcosa! Devi…-
-Judi non posso fare proprio nulla! Sai…quando ero bambina e loro decidevano per me come dovessi tagliare o come dovessi legarli, come dovessi vestirmi, quali amici frequentare, dove fare le vacanze e come rispondere alla gente come se io non avessi nemmeno un po’ di sale in zucca…mi ripetevo che quando fossi divenuta maggiorenne sarei scappata di casa…- fece una pausa ed iniziò a fissare la vetrata in mosaico della finestra della biblioteca con aria malinconica mentre Judi la osservava con aria compassionevole. –Crescendo capii che non ci sarebbe stato bisogno di scappare perché una volta che sarei cresciuta avrei potuto fare le mie scelte!- si voltò nuovamente verso Judi e si specchiò negli occhi dell’amica passando da pensierosa a serissima. –Non mi sento morire ogni giorno perché Sirius non mi rivolgerà mai più la parola, probabilmente, ma perché non ho potuto scegliere come passare il resto della mia vita, con chi passarlo e quando! Non mi hanno lasciato nessuna libertà Judi, nessuna!- ormai parlarne non la faceva neanche più piangere. Si sentiva svuotata di ogni emozione, di ogni ambizione e briciola di ottimismo. Parlare non serviva a sfogarsi ma a rimuginare e rassegnarsi che non vi era alcuna soluzione. Judi la abbracciò forte a sé e le carezzò i lunghi capelli corvini.
-Si risolverà tutto, vedrai!- le bisbigliò all’orecchio sperando che avesse avuto ragione.
 
Quella stessa settimana Calliope e il suo compagno di studi, ovvero Gina Cotton, la compagna di dormitorio di Florinda e Rose, si diressero in silenzio e in evidente stato di imbarazzo, verso i margini della foresta proibita in cerca di Erba Fondente, visto che in quel periodo ci sarebbe stata la luna piena. Non ci voleva un genio per capire che Flo aveva “chiacchierato” di lei con le sue amiche. Chissà cosa aveva detto loro della storia tra lei e Sirius, perché lo sapeva che i due migliori amici si erano confidati. Seppur era una faccenda privata e delicatissima non si aspettava ne sperava che Sirius non ne avesse parlato con nessuno. Era normale che avesse tentato di capirci qualcosa, di sfogarsi…
-Allora…quanto ne dobbiamo prendere di questa roba?- cercò di rompere il ghiaccio Gina, guardandola di soppiatto.
-Ehm…- Callie estrasse dalla borsa a tracolla di pelle di drago il suo quaderno di appunti e ne lesse gli ingredienti –almeno tre cespuglietti…qui dice due ma se qualcosa va storto ne abbiamo uno di riserva, no?!- Gina annuì. Ripiombò il silenzio mentre a due estremità opposte cercavano i cespuglietti di erba fondente. Callie cercò di attenersi alla descrizione che nei libri in biblioteca aveva trovato per cercare di rintracciarla in mezzo a quella boscaglia e metter fine al più presto a quell’imbarazzante appuntamento di studio.


Qualche metro più in là, un’altra coppia di studenti era in cerca di quella stessa erba per la medesima pozione. Il biondo e austero Scorpius scacciava con riluttanza e sdegno dei piccoli insetti volanti che si intromettevano tra lui e il sentiero che stava cercando di percorrere, mentre si teneva a debita distanza da Rose. La ragazza con aria apparentemente spaesata si guardava intorno senza far caso all’atteggiamento riluttante del Serpeverde.

-Vuoi muoverti Weasley? O hai paura di incendiare l’intera foresta con uno dei tuoi casini?!- la canzonò senza nemmeno voltarsi.
-Sono proprio dietro di te! E ne ho già trovata un po’!- rispose spiazzandolo. Lui si voltò con un’espressione mista tra il sorpreso e lo sconcertato.
-Brava almeno sei utile a qualcosa!- alla fine decise di rispondere schioccando la lingua nel palato con fare scocciato.
-Dimmi Malfoy… sentenziare e sputare veleno sulla gente perché ti fa star meglio?! Cos’è che cerchi di ottenere da loro una volta che li hai offesi?- ed ecco che il gene Granger veniva fuori. Capitava raramente ma quando accadeva era “un vero spettacolo” come diceva sempre Lily. Del resto di Weasley Rose aveva solo ereditato l’essere goffo di suo padre. Non aveva i capelli rossi, bensì li aveva di un castano chiaro, non aveva gli occhi azzurri del padre ma color miele della madre, e neanche una misera lentiggine in viso. In più era bassa anche se dal corpo esile, proprio come mamma Hermione. Mentre suo fratello Hugo era alto, pieno di efelidi su tutto il corpo e dai capelli color carota.
-C-cosa? Come ti permetti a rivolgerti così a me saputella!?-
-Pff…saputella?! Non hai veramente nulla di meglio nel tuo repertorio!?- stavolta Scorpius si voltò come una furia ma nello stesso istante Rose gli mostrò il secondo cespuglietto che aveva rintracciato in mezzo ad un cespuglio di bacche velenose. La bocca si spalancò impulsivamente dalla sorpresa ma si scosse subito per ritrovare la sua compostezza. Si sistemò all’indietro i lunghi capelli biondi e la guardò con superiorità.
-Bene! Possiamo anche andare allora! Così diamo un taglio a questa faccenda!- Rose roteò gli occhi al cielo e si voltò verso la strada di casa, mentre il buio irrompeva dalle fronde. Solo la luna piena illuminava i loro passi, e l’ora del coprifuoco era vicina. In sottofondo si udivano le cicale e qualche bubolo di gufi appollaiati per la sera. Ad un tratto Scorpius la oltrepassò apposta per darle uno spintone con la spalla ma per qualche strana ragione Rose riuscì a sorreggersi su un ramo sporgente e non cadde sulla terra ancora umida dei giorni di pioggia che vi erano stati. Poiché però la nuvoletta nera di Rose Weasley era invincibile, alla prima radice sporgente il suo piede venne intrappolato e cadde in avanti. I suoi riflessi, se pur arrugginiti sin dalla nascita, le permisero di allungare le braccia in avanti pronta a sbattere con i palmi sulla terra fredda e fangosa. Invece le sue mani per sbaglio afferrarono le spalle di Scorpius due passi davanti a lei. Il ragazzo si voltò stupito e spaventato e Rose gli cadde rovinosamente addosso con tutto il suo peso, su tutto il corpo. Il dolore alle ginocchia per l’impatto contro quelle di Scorpius le fecero vedere le stelle e non capì alcunché per un attimo di ciò che era accaduto e soprattutto di dove fosse atterrata. O meglio su chi. Quando riaprì gli occhi due occhi cerulei la fissavano scocciati. Scorpius la guardava accigliato e con un ghigno strano dipinto in viso. Quando realizzò che il suo corpo aderiva completamente a quello del ragazzo si spiegò l’improvvisa sensazione di calore in quella sera molto fredda di Febbraio.

-Weasley se volevi saltarmi addosso bastava dirlo!- furono le prime parole del Serpeverde. Finalmente Rose capì l’espressione del ragazzo, quel ghigno era di divertimento. –Davvero Weasley non c’è bisogno di arrivare a tanto nel bel mezzo della foresta Proibita e con il buio!- proseguì leccandosi malizioso le labbra rosee e sottili e un sopracciglio alzato. Quando Rose trovò la forza nelle gambe per stare in piedi, fece leva sulle braccia e si sollevò da sopra il corpo di Scorpius guardandolo offesa.
-Ma per chi mi hai preso?! Io non sono quel tipo di ragazza che si apparta dietro ad un albero, dopo il coprifuoco con il primo che capita!- sciorinò con una vocina isterica e tutta rossa in viso un po’ per rabbia e un po’ di più per imbarazzo. Anche Scorpius si alzò da terra, scrollandosi dai vestiti la terra e le erbacce rimasti attaccati su divisa e mantello.
-Calma Weasley altrimenti ti usciranno gli occhi fuori dalle orbite! Prometto che non dirò a nessuno della tua personalità nascosta…un po’ da ninfomane…ne del tuo interesse per me!- la canzonò ancora, prendendoci gusto come suo solito fare.
-Sei un viscido essere bugiardo e vanitoso!- gli puntò contro un dito ma quando fu ad un passo da lui arrossì violentemente per la rinnovata vicinanza. Così lo riabbassò sbuffando e ricambiandogli la spallata lo superò lei stavolta, dirigendosi verso il castello.
-ASPETTA!- gli urlò alle spalle Scorpius quando giunsero nei pressi della casetta di Hagrid dove un tenue fumo fuoriusciva dal caminetto.
-Che vuoi?- sbottò Rose voltandosi e facendo ondeggiare violentemente i suoi ribelli e castani capelli, nonché la sciarpona rosso-oro.
-Dovremmo stabilire chi terrà gli ingredienti e dove cominciare la preparazione appena li avremmo tutti!-
-Ecco…si…pensavo di tenerli io e di fare il calderone al secondo piano! C’è la vecchia aula di Divinazione in disuso, da quando il centauro Cassandro è stato congedato!- rispose la Grifondoro stringendosi nelle spalle per il freddo.
-Si, ok…sapientona, come vuoi tu!- balbettò Scorpius ignaro ed offeso che non sapesse della storia del Centauro-insegnante.
-Si! Buona serata anche a te idiota!- di tutta risposta lo congedò Rose seminandolo ad ampie falcate, diretta in Sala Grande per la cena. Scorpius la osservò immobile mentre si allontanava. La ragazza lo aveva sorpreso. Per anni Rose aveva utilizzato la tecnica dell’indifferenza con Scorpius e la sua combriccola, pronti sempre a prenderla in giro. Invece quella sera aveva tirato fuori un bel caratterino e lo aveva spiazzato non poco. Non immaginava che l’imbranata di casa Weasley avesse la faccia tosta di rispondergli per le rime. Quando si accorse di essere rimasto impalato come uno stoccafisso scrollò le spalle e si guardò intorno, sperando che nessun studente lo avesse notato. Fortuna che era ora di cena e non c’era anima viva lì intorno. Coprendosi meglio con il suo lungo e pesante mantello nero, anche lui si incamminò per rientrare nel Castello.
 
Nda: Arieccomi! Mi dispiace per la lunga assenza ma oggi h odato il mio ultimo esame all'università e mi sento effettivamente una laureanda adesso! Se tutto va bene il mese prossimo avrò la corona di alloro in testa! Perciò sono stata incasinata con lo studio e la stesura della tesi!! Sorry!!
Ma passiamo a parlare del capitolo e della storia... allora...è un capitolo dedicato più che altro alle riflessioni de ltrio protagonista...da un lato Sirius orgoglioso e ferito, dall'altro Calliope piena di rimorsi e paure e alla fine Flo che si sente inadatta ed insicura! E passiamo ai due nuovi personaggi della storia, nuovi si fa per dire ma da adesso avranno più visibilità...si parlo di Rose e Scorpius!! Per ricapitolare, chissà nei capitoli passati ho fatto qualche gaffe con le descrizioni, Rose è una grifondoro del sesto anno e io la immaggino come Hermione, castana, secchiona e timida con i ragazzi! ;) non occhioni blu, capelli rossi e lentiggini! Spero di non averla descritta così in qualche capitolo passato! Mnetre Scorpius sembrerebbe il tipico figlio di papà viziato ma in realtà non è poi così male come vedrete... ;)
Mi sto dilugando ma DEVO!!
Allora vorrei precisare anche che non m isono soffermata tanto sull età dei personaggi scritta in Italian Harry Potter Wiki, ma ho fatto di testa mia! nel senso che Rose, Scorpius, Sirius per me hanno 18 anni (o quasi) e frequentano il sesto anno (così come Flo Callie Bart Octo e Freddy...) Mentre Lily e Hugo sono coetanei ed hanno adesso 16 anni e frequentano il quarto anno. Infine Albus (che non s ose avrà spazio in questa storia) ha 17 anni e frequenta il quinto anno! Come potete capire per me la lettera arriva ai piccoli maghetti ad 11 inoltrati perciò terminano gl istudi ad Hogwarts a 19 anni (un pò come il nostro liceo)! Non ho mai fatt oquesta precisazione all'inizio e spero che sia stato lo stesso chiaro e che la storia sia piaciuta lo stesso! INFATTI INFINITE GRAZIE A CHI SEGUE, A CHI RICORDA, A CHI PREFERISCE LA STORIA E A CHI RECENSISCE! vi adoro! <3 Per qualsiasi chiarimento su questo discorso degli ann idei personaggi e di come ho architettato io gli anni di scuola ad Hogwarts potete chiedermi in privato ;)
Beh credo sia tutto! A presto e baci, rory!!

PS: qui vi ricordo il blog della storia
https://www.tumblr.com/blog/orgoglioepregiudiziorory
e qui un collage creato da me con Lysander (Hunter Parrish), Lily (Julie McNiven), Rose (Emma Roberts) e Scorpius (Alex Pettyfer):
http://i1367.photobucket.com/albums/r782/aluto1/Fotor0905170539_zps7db41a91.png
 
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***




Capitolo 16

“…sei proprio una codarda, hai ragione!”

-Per tutte le caccole di Troll ma cosa stai combinando?!- sbraitò Flo mentre con le mani scacciava via il fumo nero che si sprigionava dal loro calderone. Octo sbuffò chiudendo il tomo di pozioni con esasperazione e si lasciò andare ad un ringhio di frustrazione.
-Non ce ne capisco niente…ho sempre preso voti imbarazzanti in questa materia! Odio Lumacorno, Pozioni e questo diavolo di bagno puzzolente!- si lamentò indicando a braccia aperte il bagno di Mirtilla Malcontenta. Ogni tanto il fantasma faceva loro visita, solo per corteggiare un po’ con occhioni e vocina dolci il bel Grifondoro. E ogni tanto Flo poté giurare di averla sentita mentre la insultava sottovoce. L’ultima volta Flo le aveva urlato che prima che lei potesse solamente pensare ad Octo come possibile “bel ragazzo su cui posare gli occhi” il mondo sarebbe finito. Dopo quel pomeriggio Mirtilla era svolazzata giù per lo scarico del water offesa, ed ora erano giorni che non si faceva viva.
-Vuoi concentrarti per amore di Morgana almeno per un attimo?! Pensi solo che non vorresti essere qui ma a pomiciare chissà dove o ad inventarti un altro modo per bruciare la scuola, anziché prestare realmente attenzione alle istruzioni!- lo rimbeccò.
-EHI! Non sono così stupido! È che è difficile questa preparazione…ormai è una settimana che andiamo avanti così…appena ti allontani un attimo esce questo fumaccio nero e puzzolente!- Octo incrociò le braccia al petto e mise il broncio. Flo roteò gli occhi al cielo e abbassò la fiammella.
-Devi tenere il fuoco basso, non siamo ancora giunti nemmeno a metà… dobbiamo ancora aggiungere la Centinodia, ricordi?-
-Si, si! E aspettiamo che si siano stufate per bene le Mosche Crisopa, LO SO! Ma quando quella stupida pozione vede che mi avvicino io, non so perché. ma tenta il suicidio!- si brontolò il ragazzo sedendosi su uno dei lavabo, a debita distanza dal calderone che ormai aveva smesso di fumare pericolosamente.
-Non so perché non ho ancora tentato io il suicidio!-
-Ah ah, molto divertente! È un onore far coppia con me, ricordatelo!- gonfiò il petto Octo.
-Certo come no!- Flo mescolò un paio di volte in senso antiorario e dopo si voltò per raccogliere i suoi libri di pozioni, visto che per quel giorno avevano finito.
-Ma che ne è stato di Florinda la nostra compagna di marachelle, eh?!- la stuzzicò Octo con un ghigno in viso e guardandola con i suoi occhi blu, mentre lei si affaccendava.
-E’ cresciuta! Ed è ora che anche tu e quegli altri due idioti lo facciate!- rispose senza degnarlo di uno sguardo e mettendosi sulla spalla la tracolla pesante.
-Oh dai ci divertivamo un mondo!- insistette il ragazzo balzando giù dal lavabo e seguendola per il corridoio, verso la Torre Grifondoro, due piani più su. –Ricordi quando tu e Sirius avete messo due merendine marinare nello zaino di Robbins e Velster del secondo anno di Tassorosso?! Ahaha, hanno vomitato per giorni!- Flo tentò di non guardarlo perché a quel ricordo le era spuntato un sorrisetto divertito. –O quando al secondo anno tentavamo di costruire un fuoco d’artificio che prendesse le sembianze di un ippogrifo e per sbaglio il tuo si è accesso e la tazza del water è saltata in aria allagando tutto il quarto piano?! Ahaha…- continuò Octo camminando fianco a fianco a lei. Flo non riuscì più a trattenersi e al ricordo della faccia rossastra e furibonda della McGranitt, sbottò a ridere a crepapelle.
-Ahahaha, si oh Merlino quella punizione durò ben quattro settimane! E voi bastardi l’avete fatta franca svignandovela prima che arrivasse Gazza!- e lo fulminò con i suoi grandi occhi nocciola. Asciugandosi le lacrime Octo la osservò nuovamente mentre l’amica rideva con lui. Era vero che era cresciuta. Prima la vedeva come una ragazzina più capelli ricci che altro. Era minuta, ossuta e si comportava da maschiaccio. Ma da quando effettivamente non li frequentava più non solo non si era messa più nei guai ma era diventata una donna. Era formosa, i suoi capelli non erano più crespi come rovi o sparati in aria, ma morbidi ed ondulati verso il basso e il suo viso rotondo ora così truccato era dolce, i suoi occhi anche più belli. In ogni caso era rimasta un po’ bassina alla fine notò, visto che a lui arrivava poco più in alto della spalla.
-Non ti manchiamo nemmeno un po’?!- alla fine le chiese serio e con occhi malinconici. Flo, sempre camminando si voltò seria anche lei ed annuì.

-Ma tu nemmeno un po’! Sirius è il mio migliore amico e Bart è intelligente e sveglio! Tu non mi manchi affatto!- scherzò un po’.
-Oh non far finta che la notti non pensi a me, ai miei muscoli!- decise di stare allo scherzo il Grifondoro.
-Si e mi struggo quando ti vedo con una ragazza nuova ogni giorno!- completò la frase sarcasticamente lei.
-Lo so che Kevin è una copertura!- continuò, -in realtà è perché non puoi avere questo bel bocconcino qui!-
-Quale bel bocconcino?- la voce di Sirius fece capolino fra loro due e Flo sussultò. Sudava freddo per la strana coincidenza che si era venuta a creare. Octo aveva parlato del fatto che Kevin fosse solo una copertura solo per scherzare, ed era spuntato Sirius.
-Ehi amico!- lo salutò Octo passandogli un braccio sopra le spalle. –Con Flo stavamo ricordando i bei vecchi tempi quando alla McGranitt facevamo una visita in presidenza una sera si e l’altra pure!- Sirius posò gli occhi su Flo che aveva ripreso a respirare e i cui battiti del cuore si stavano regolarizzando.
-Eri una degna malandrina pulce!- commentò il ragazzo sorridendole. Flo rispose al sorriso e poi distolse lo sguardo. Ormai giunti davanti al ritratto della Signora Grassa, Sirius li salutò dicendo di dover fare una doccia nella sua stanza da Prefetto e aggiunse che si sarebbero visti a cena. Octo e Flo oltrepassarono il passaggio al di la del ritratto e giunsero nella Sala Comune rosso-oro.
-Ehi Flo, poco fa…che cosa ti è preso? Ti ho per caso offeso con la battuta su Kevin?! Mi sei sembrata sconvolta per un attimo…- la sorprese Octo mentre si bivaccava sul divano davanti al camino. Di nuovo i battiti del suo cuore accelerarono e seppe di essersi tradita. –Che succede?- allora domandò il moro facendosi curioso.
-Ecco…nulla! Non mi sono per niente offesa…io…- ma era troppo tardi.
-Oh porco goblin allora è vero! Kevin è una copertura!-
-Shhhh abbassa la voce idiota!- nella sala c’erano un gruppo di primini che studiava divinazione e allora prese il ragazzo per il polso o lo trascinò su per la scalinata fino a raggiungere il dormitorio maschile.
-Beccata! Che stai combinando riccia?!- Octo era stupito ed incuriosito ed anche un po’ divertito dalla scoperta succulenta. Per quanto lo negasse era un amante dei gossip così quanto una studentella di Hogwarts.
-Non hai beccato proprio nulla… anzi se non stai zitto e continuerai a parlare di questa storia, ti beccherai un cazzotto in un occhio! Intesi?!-
-Chi è l’altro? A chi sta facendo da ruota di scorta il povero Flitt?- allora sussurrò eccitato.
-insisti?! Pianatala ok?- purtroppo era diventata paonazza e il suo respiro era irregolare per via del nervosismo, era in trappola e lo sapeva. Non poteva raccontare tutto ad uno dei migliori amici di Sirius, lui avrebbe raccontato tutto all’amico.
-Lo conosco? È tra i Grifondoro o un'altra serpe? È Nott?- Flo con occhi supplichevoli restò però in silenzio. –Eddai giuro che non lo andò a dire a nessuno…siamo amici! E poi non vado da un perfetto sconosciuto a dire che sei cotta di lui!- Flo distolse lo sguardo alla parola sconosciuto, ma fu la goccia che fece traboccare il vaso. –Oh no…lo conosco, è un mio amico, vero?- fece una pausa e poi gli occhi azzurri di Octo si sgranarono –E’ SIRIUS!- sbottò ad un tratto. Flo ormai pregava solo di non scoppiare a piangere e nemmeno rispose. Dopo attimi di silenzio in cui Flo cercava le parole per persuadere Octo a non andare a spifferare niente a Sirius e per Octo di metabolizzare la faccenda, Flo si voltò verso di lui.
-Non sono pronta a questo! Non sono pronta ad affrontare lui…lui mi crede una buona e cara amica ed è questo di cui ha bisogno adesso! Per favore non andargli a dire nulla!-
-Non lo farei mai! Come è mio amico lui sei mia amica tu! E hai molto più bisogno tu di un amico vista la situazione in cui ti sei andata a cacciare, che non lui!- la sorprese piacevolmente Octo con questa risposta. Flo sospirò e sorrise al ragazzo.
-Grazie!- fu tutto ciò che poté rispondere. Octo non sapendo bene cosa fare, visto ancora le lacrime che pungevano gli occhi della ragazza, la abbracciò. Per un attimo entrambi si sentirono a disagio ma poi tutto divenne naturale. Quando si staccarono si sorrisero e Flo raggiunse le sue amiche in stanza, pronta a raccontare ogni cosa.
 
*

-Eccolo il mio pettirosso preferito!-
-E’ Grifondoro, Katrina! Accidenti a te!- rispose Bart sul ciglio dell’aula di Trasfigurazione.
-Fa lo stesso! Questa storia delle case mi mette confusione! Perché semplicemente non fate come noi, ovvero studenti e basta?!-
-perché la scuola è stata fondata così e…-
-Si si, va bene, non l’ho chiesto perché volevo fatta una lezione di storia!- tagliò corto lei scacciando qualcosa di invisibile con la mano. –In realtà volevo sapere se ti andava una sigaretta prima della lezione, ho una cosa da chiederti!- continuò lei ignorando lo sguardo omicida di Bart.
-Veramente fra poco la professoressa Gott sarà qui ed io…-
-Oh ma che è?! Non sarei mica un secchione con i muscoli vero?!- lo interruppe ancora sconvolta, portandosi una mano al cuore.
-NO! Ma ecco, mi metterà in punizione se arrivo in ritardo!-
-Tic tac…stai perdendo tempo e la mia voglia di sigaretta mi farà diventare isterica a momenti!- si allontanò ancheggiando. Bart si guardò attorno. L’aula si andava riempiendo e la professoressa sarebbe stata di lì a poco in classe.
-Al diavolo!- si disse e la rincorse fino a raggiungerla in uno dei bagni delle ragazze.
-EHI!- urlarono due ragazzine Tassorosso del terzo anno indispettite. Quando si accorsero però di chi fosse lui arrossirono violentemente e mute come pesci se la svignarono.
-Caspita! Devi essere proprio una celebrità qui ad Hogwarts se fai questo effetto!- commentò Katrina seriamente colpita, poi aspirò e buttò fuori il fumo distogliendo lo sguardo da lui ed ammirando il cielo plumbeo.
-Cos’è che dovevi dirmi?- tagliò corto Bart raggiungendola.
-Fra un mese esatto ci sarà il provino per la squadra che allena mio padre…so che è scontato che mi prendano ma voglio fare davvero bella figura con gli altri aspiranti…voglio che ammettano che me lo merito quel posto in squadra! Odio che vadano dicendo che sono una viziatella e raccomandata figlia di papà!- sciorinò parlando più a se stessa che con il biondo.
-Ok…lo capisco! Ma cosa centro io?!-
-So che tu giochi per i pettirosso!-
-GRIFONDORO!- ringhiò.
-ok scusa, come vuoi Grifondoro!- fece una pausa e finalmente si voltò a guardarlo –vorrei che mi facessi allenare con voi! Convinci il tuo capitano! Ti prego: ho bisogno di allenamento e non ho ottenuto il permesso dalla vostra preside perché non vuole assumersi la responsabilità se dovessi farmi male!- sciorinò frustrata.
-Io…io ecco…posso provare ma Helena è una vera arpia e non si convincerà tanto facilmente!!-
-TI PREGO! Devi mettercela tutta, ok?!-
-Va bene! Ti proponi per il ruolo di cercatrice immagino, vero?- Katrina annuì mentre al solo pensare ad un boccino le brillavano gli occhi.
-Mi prometti che ci riuscirai?!- disse con un filo di voce la ragazza. Bart sorrise ed annuì. Avrebbe fatto l’impossibile. Lei si alzò e lo abbracciò goffamente. –Grazie!- alla fine gli disse quando si staccò da lui e lo guardò negli occhi azzurri.
-Ora devo scappare! Ci vediamo a cena! Conto di parlare con Helena dopo la lezione!- si congedò con un altro dei suoi dolci sorrisi e scappò via, seriamente preoccupato per la punizione che la Gott gli avrebbe assegnato.
Così, dopo aver seguito due ore di trasfigurazione e per punizione essersi beccato due pergamene di tema per l’argomento del giorno, per l’indomani da consegnare in ufficio della Gott, si diresse verso la Sala Comune. Lì trovo intenta a scaldarsi nel focolare e a ripassare gli schemi di Quiddich, per la prossima partita contro i Corvonero, Helena.

-Ehm ehm…- si annunciò schiarendosi la gola. Helena si voltò verso il suo cacciatore con un sopracciglio sollevato e visibilmente infastidita dall’interruzione.
-Che vuoi Mclaggen? Non sposterò gli allenamenti perché hai rimediato un appuntamento con una gallinella, ok? L’ho fatto una volta solo perché avevi preso una di quelle pasticche febbricitanti e sembravi realmente malato!-
-No, no! Non si tratta di questo!- “peggio” pensò mentre le mani gli sudavano. Quella ragazza era capace di mettere a disagio ed intimorire chiunque. Tranne Sirius e Freddy.
-Allora?!- domandò esasperata.
-Ecco, conosci Katrina Krum?-
-Si certo io e Viktor Krum ogni giorno alle cinque in punto prendiamo tea e pasticcini insieme! MA CHE DOMANDE FAI?! CERTO CHE NON LA CONOSCO!- urlò.
-Già scusa…comunque lei per adesso è qui con la sua scuola e vorrebbe continuare gli allenamenti di Quiddich e pensava…cioè mi ha domandato, se poteva allenarsi con noi!-
-COOOOSA?- urlò ancora più forte balzando in piedi.
-Prima di dire no, lasciami spiegare che…-
-NO?! Perché dovrei dire di no?! L’ho vista giocare l’anno scorso, faceva la sostituta dopo l’infortunio al cercatore a metà campionato! Certo che voglio che si allena con noi! Sarebbe un onore, potrebbe insegnarci un mucchio di cose!-
-Davvero?! Cioè grazie Helena! Ne sarà entusiasta!- rispose Bart tirando un sospirò di sollievo. Non pensava sarebbe stato così facile perché non si era ricordato di come il cognome di Katrina fosse così importante.
-WOW…la figlia di Viktor Krum che si allena nella mia squadra…wow…- commentò Helena mentre si risedeva a revisionare gli schemi di gioco con rinnovato e più profondo impegno.
Quella sera a cena, Bart non appena entrò in Sala Grande, accolto da un succulento odorino di Rosbeff, scorse Katrina già seduta alla sua tavolata. La raggiunse sedendosi di fronte a lei nella panca opposta e non appena lei lo vide gli sorrise speranzosa. Evitando di dire la verità perché a Bart bastava quanto lei fosse già presuntuosa di suo, le disse che si sarebbe potuta allenare già dal pomeriggio seguente.
-Sei in squadra! O meglio sei dei nostri per gli allenamenti! Con il mio solito charme e con le mie doti di persuasione, ho convinto il mio Capitano ad accettare questa storia! Non mi merito un bacio?!- Katrina prima rise di gusto eccitata, poi si sporse sul tavolo, ed urtando un vassoio colmo di patate arrosto, gli schioccò un bacio sonoro sulla guancia.
-Ti ho sottovalutato Mclaggen, mi piaci!!- commentò addentando una coscia di pollo.
-Non c’è di che?!- rispose Bart scuotendo il capo, divertito.
 
*

Il giorno seguente ci furono gli allenamenti dei Grifondoro. Il cielo non li aveva lasciati in pace e quando terminarono gli ultimi accorgimenti dello schema a diamante, preparato da Helena, si ritrovarono negli spogliatoi zuppi fradici.
-Ehi Krum, complimenti!- urlò Freddy mentre la ragazza si toglieva la divisa di spalle mostrando le natiche anche ai membri maschi della squadra.
-A cosa ti riferisci?! Al mio culo o alle mie capacità sulla scopa?-
-Entrambe!- rispose scatenando le risate di tutto lo spogliatoio, tranne che di Helena visibilmente in imbarazzo.
Quando tutti furono asciutti e soprattutto vestiti si diressero al castello cercando di correre senza scivolare nel fango e proteggendosi con un incantesimo dalla pioggia come se la bacchetta fosse divenuto un ombrello invisibile. Ancora correndo, visti i brontolii dello stomaco dovuti all’ora e alla stanchezza, si diressero tutti verso la cena.
BOOM.

Sirius si ritrovò con il culo per terra e vide le stelle per il dolore.
-EHI ACCIDENTI! RAZZA DI UN TROLL STUPIDO, MA NON VEDI DOVE METTI I PIEDI?!- sbraitò massaggiandosi il fondoschiena mentre si rimetteva in piedi.
-Scu…scusami!!- in tempo per vedere e sentire la voce di Calliope, aprì gli occhi e restò di sasso. –Non ti avevo visto arrivare!- aggiunse imbarazzata giocherellando con le mani. Purtroppo quel movimento fece in modo che l’attenzione del ragazzo si spostasse su di esse e vide quell’anello ancora al suo anulare. Sospirando e assumendo un’espressione furibonda, Sirius la oltrepassò diretto alla Sala Grande dove tutto il resto della squadra era scomparso. –Aspetta…ti prego…- lo supplicò con le lacrime agli occhi. Lui si fermò sul posto con le spalle rigide ma senza voltarsi.
“Mi ferisce che deve andare in questo modo non riesco più a nascondermi. Dio sa che ci ho provato Tengo duro finchè posso. Se potessi cambiare ciò, lo farei…”
-Cosa vuoi ancora?-
-So che hai tutto il diritto di essere arrabbiato con me, so che ho fatto una stronzata e mi sento male per questo…ma…- Sirius si voltò e le fu addosso.
-COSA E’ STATA UNA STRONZATA ROSIER? LA NOSTRA TREGUA? IL FATTO CHE TU MI HAI BACIATO? O IL FATTO CHE IO ABBIA CREDUTO CHE TU FOSSI SINCERA?!- le urlò contro dimenticandosi di essere nel bel mezzo del Salone di Ingresso del Castello. Fortuna che era ora di cena e solo il fantasma del Barone Sanguinario qualche metro più in là li aveva sentiti. Purtroppo aver represso la rabbia era servito a farla esplodere al momento opportuno.
-Nessuna di queste cose!- rispose a denti stretti la ragazza, tentando di mantenere la calma. Gli si avvicinò ma lui di tutta risposta indietreggiò arrabbiato. La ragazza sospirò –Questo!- e gli mostrò l’anello al dito sollevando la mano all’altezza del suo viso, -…questo è stato una stronzata!- Sirius schioccò la lingua sul palato scocciato e scosse il capo.
-Ti sei fidanzata il giorno che avevi detto che lo avresti lasciato! Credi che sia stupido?! Ok, sono cascato al tuo scherzo! Brava ti sei vendicata di tutti gli scherzi che ti ho fatto negli anni! A+ principessa della serpi! Ma non ho più tempo da perdere con te… ora, se vuoi scusarmi…- e si voltò per proseguire verso il banchetto.
-NO! Ti prego, ma vuoi ascoltarmi per un istante e smetterla di sentenziare?!- lo bloccò ancora una volta.
-Cos’altro ha progettato la tua mente contorta Rosier, come scusa per tutto questo?- le chiese rigirandosi e specchiandosi nei suoi occhi blu tristi. La rabbia del ragazzo però non gli permise di leggera tristezza ma solo preoccupazione. –Sta tranquilla…se pensi che vada a spifferare del nostro bacio al tuo futuro sposo, credimi non lo farò! Voglio dimenticare al più presto questa faccenda!- la precedette convinto che si trattasse di questo.
-Davvero pensi che io abbia solo scherzato con te?! Che non ci sia stato niente fra di noi e che quel bacio era una specie di vendetta?!-
-Cos’altro? Tornati a scuola dovevamo iniziare o no a frequentarci? E invece sei o non sei ritornata con quel coso al dito Rosier?- gli vomitò addosso velenoso.
-HAI RAGIONE, OK? HAI RAGIONE!- urlò con quanto fiato avesse nei polmoni. –E’ colpa mia, è tutta colpa mia! Non ho saputo oppormi a questa cosa! I miei genitori sono fieri di me per averlo fatto, per aver accettato questo fidanzamento…ed io sono stata una codarda e ho rinunciato a…noi!- ormai erano l’uno di fronte all’altra e si specchiavano l’uno negli occhi dell’altra.
-Che stai dicendo?- sussurrò confuso.
-Sto dicendo che hanno programmato il mio matrimonio…che le nostre famiglie si sono riunite per l’occasione e che sono stata stupida a non dir di no!- spiegò con un filo di voce.
-Perché dovrei crederti?-
-Perché ogni secondo della mia vita lo passo a maledirmi di non aver saputo scegliere per me stessa…e per…per averti perso!- soffiò sul suo viso, così vicino. Sirius la guardava confuso ma non riusciva a staccare gli occhi da quelli blu in tempesta della ragazza.
-Anche se fosse tutto vero…e credo sia un’altra delle tue trovate da serpe…non mi fa per niente star meglio il fatto che tu abbia accettato di essere la fidanzata di un tizio che non ami nemmeno!- alla fine rispose Sirius indurendo la mascella, con aria sostenuta e diffidente.
-Io…io spero che tu invece mi creda e che tu sia capace di metterti un attimo nei miei panni…sto uno schifo e non potrò mai cambiare le cose…mai!-
-Mai? Allora fattelo dire: se tutta questa storia è vera, e sottolineo se, sei proprio una codarda, hai ragione! Buona cena Rosier!- stavolta si voltò con decisione e a grandi falcate raggiunse la Sala Grande. Callie non ebbe la forza di richiamarlo perché lacrime copiose iniziarono a rigarle le guance.

“Tappati le orecchie se non ti piace il suono della mia voce
Ti comporti come, come se io avessi una scelta
oltre a quella di lasciarti dietro.” (Lene Marlin; playing my game)


                                   

Buon sabato a tutti!!!! =)
Come va? intanto un enorme bacione e grazie alle ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo così positivamente, VI ADORO E MI SPRONATE A CONTINUARE QUESTA STORIA! e un grazie anche a chi segue, ricorda e preferisce la storia, anche questa settimana siete aumentati! =)
Ho tardato un pò l'aggiornamento perchè fra qualche settimana mi laureo e con i preparativi sono a niente! Ma tanto il tempo per scrivere e aggiornare si trova sempre! ;) Che ve ne pare del chiarimento o quasi di Callie e Sirius? Riuscirà il Grifondoro a perdonarla e a crederle? E Octo secondo voi è un tipo che mantiene le promesse o ci saranno casini? Ho mille idee per la testa ma ancora nulla di chiaro! Sarà quel che sarà!! ;)
Un bacione!! A presto, rory!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***



Capitolo 17
“…e io voglio sapere cosa nasconde!”

-Pssss! Psss…- Sirius si voltò dopo essere uscito ciondolante e sbadigliando dall’aula di Storia della Magia, e nascosto dietro ad una colonna c’era Igor che lo stava chiamando. Aveva tutta l’aria di essere nervoso, come se fosse appena diventato testimone di un omicidio. Sirius deglutì impallidendo e disse ai suoi amici che si sarebbero visti direttamente alla casetta di Hagrid, dove avevano appuntamento con il mezzogigante, prima di raggiungere gli altri studenti ad Hogsmead. Quel week end difatti era di libera uscita, anche se con la fine di Febbraio e l’arrivo di Marzo, le giornate era divenute piovese e grigie.

-Ehi…ciao!- lo salutò appena fu davanti al ragazzo di Durmstrang.
-Pvuon ciorno Potter!- ricambiò. –Secuimi!- aggiunse con tono perentorio e così Sirius marciò dietro di lui fino all’atrio interno del Castello. Era deserto ed Igor rilassò un momento le spalle.
-Che sta succedendo Igor? Mi stai facendo preoccupare…- lo anticipò preoccupato a ripensare al Torneo Tre Maghi.
-Ho telle cose ta tirti Potter… si tratta tel Torneo Tre Machi!-
-Spara…- Igor inclinò la testa, confuso dal gergo del ragazzo. –Ehm…dimmi pure!- si corresse Sirius che cominciava a sudar freddo ora che aveva avuto la conferma si trattasse proprio del Torneo.
-Ieri io e Pauline siamo riusciti ad aggirare gli incantesimi di protezione…ehm…si tratta di un lapirinto Potter…la terza prova è un lapirinto!- sottolineò ancora una volta. Sirius non sapeva se sentirsi sollevato, visto che non avrebbero affrontato bestie feroci e sia perché poteva chiedere consiglio a suo padre su come comportarsi, o spaventato perché molte volte proprio suo padre stesso gli aveva raccontato che alla fine delle tre prove la più spaventosa per lui era stata proprio la terza. Quelle mura di erbaccia fitta e spinosa davano un senso di inquietudine e di soffocamento.

“C’era da perdere la testa…” diceva sempre Harry Potter ai suoi figli.

-Grazie! Io…io sono davvero senza parole! Non credevo che avresti condiviso questa scoperta con…me…-
-Ecco…topo qvuello che ho fatto durante la seconda prova, beh era minimo…- farfugliò imbarazzato.
-Tranquillo! Ci ho già messo una pietra sopra!- e Sirius sorrise al ragazzo che tornò a guardarlo negli occhi e dopo un lungo sospiro sorrise. –E chiamami Sirius!- aggiunse il Grifondoro porgendogli la mano che prontamente Igor strinse cordiale ma comunque con la forza e decisione che lo contraddistingueva.
-In pocca al lupo!- infine gli augurò Igor, sincero con il suo solito accento marcato e rude.
-Crepi e buona fortuna a te!- fu la pronta risposta di Sirius. Così le loro strade tornarono a separarsi!
Quel pomeriggio Sirius si sentiva veramente turbato. Si era rifugiato nella guferia, sperando che finalmente prima o poi si sarebbe deciso ad inviare o no quella lettera a suo padre. Aveva bisogno di un consiglio ma allo stesso tempo non voleva apparire spaventato e bisognoso di aiuto agli occhi del padre. Per quanto Harry Potter si fosse mostrato orgoglioso e già soddisfatto del figlio e per quanto lui gli avesse creduto, c’ era ancora qualcosa che lo faceva sentire incompleto, ancora non all’altezza. Si guardò intorno mentre l’odore degli escrementi dei gufi, barbagianni e falchetti degli studenti si faceva nauseante. Saltò in aria quando un tuono squarciò l’aria e si sollevò in piedi frustrato. Adocchiò Penny, il gufetto rossastro della sorella Lily e strinse fra le mani la sua lettera, pronto a legarla alla zampetta dell’uccello.

-In effetti questo luogo mancava alla nostra lista di posti dove l’abbiamo fatto!- la voce calda e sensuale di Cassia lo riportò alla realtà. Intascò con foga e fretta la lettera nella tasca interna del mantello e sorrise alla ragazza. Un sorriso tirato che Cassia notò all’istante.
-Chi non muore si rivede!- disse avvicinandosi a lei e afferrandola da dietro per il collo. Aveva rifiutato tanti, troppi, appuntamenti da quando era successo il disastro con Callie e l’unica ragazza a parte sua sorella (e neanche poi tanto visto i continui litigi delle due teste dure) con cui riusciva a stare era stata Flo. La attirò subito a sé premendo le labbra carnose e rosse della bionda Serpeverde sulle sue. –Mi sei mancata…- le bisbigliò all’orecchio mentre con uno strattone le toglieva il mantello pesante.
-Strano a dirsi…ma anche tu!- rispose sorridente Cassia. Le mani di Sirius tornarono prepotentemente sui fianchi della ragazza, per attirarla al suo corpo e sentirne le forme su di se. –Sembri a corto di calore Potter!- sussurrò eccitata Cassia intenta a sfilargli i laccetti del suo mantello.
-Sai che sono stato molto impegnato! Gli allenamenti di quiddich ci stanno stremando…-
-Lodati questi allenamenti allora…- sospirò Cassia mentre infilava le mani sotto il maglione del ragazzo tastandone i muscoli dell’addome tesi. Sirius, mentre tra un bacio e l’altro le toglieva la camicetta bianca della divisa scolastica, con poca grazia, dimenticò per un attimo l’ansia di poco prima.
-Scu…scusate!- Sirius si staccò dalla Serpeverde come se la ragazza fosse fatta da pus di bubotubero e rintracciò subito la fonte della voce. –FLO!- disse allarmato. Si rese conto immediatamente di non essere allarmato come Cassia per il fatto che la loro tresca, da molto tempo nascosta, fosse stata scoperta. Anzi di quello non gliene poteva importare meno. Si stupì che fosse allarmato perché Flo l’aveva appena beccato con un’altra. Iniziò a rincorrerla nel momento stesso in cui quegli occhi lucidi fuggirono via. –FLO ASPETTA, ASPETTA!- La ragazza si fermò all’improvviso nel bel mezzo del corridoio del quinto piano, deserto e silenzioso tanto da poter udire un singhiozzo strozzato della sua amica.
-Mi dispiace avervi interrotti…- balbettò con un tono apparentemente calmo. Sirius la raggiunse e prendendole una mano dolcemente la fece voltare.
-Non dispiacerti…non è niente quello ce c’è tra me e Cassia…puro divertimento…- perché si stava giustificando proprio non riusciva a capirlo. Alla fine pensò che era giusto così visto che anche a lui capitava di avere i conati di vomito e di non resistere a stare nello stesso posto dove Kevin era intento baciare Flo. –Dispiace a me che hai dovuto assistere ma…-
-Ehi, è tutto ok…non mi importa! Dovevo spedire una lettera, lei è la Caposcuola, per di più Serpeverde, avrei voluto tanto voluto sapermi smaterializzare piuttosto che essere vista da lei!-
-Ok…ecco io pensavo che, si beh, che era giusto darti delle spiegazioni, no?! Allora è tutto ok?- si sentiva strano, come a disagio. Voleva abbracciarla, e non si spiegava il motivo, ma voleva stringerla perché sentiva di averle fatto un torto. Ad un tratto sentì quella sensazione viscerale che aveva avvertito la prima volta che aveva visto Flo, sulla carrozza trasportata da Therstral, mentre baciava Kevin. Aveva creduto fosse sbagliato. E sentiva di avere sbagliato ad aver fatto la stessa cosa.
-Qualcosa non va?- lo richiamò alla realtà Flo, notava che era ancora sconvolta ma per qualche strana ragione lei non ne voleva parlare del motivo. Sirius intuì che ciò che provava lui quando la vedeva con Kevin era la stessa cosa che aveva provato lei nel vederlo con Cassia. Cosa gli stava succedendo? Gli girava la testa per la confusione. Si sentiva spaesato e…spaventato da quelle emozioni. –Sirius?- ora la sua voce era incrinata come se fosse terrorizzata e questo mandò ancora più nel pallone il ragazzo.

Cosa ci sta succedendo Flo? Continuava a chiedersi.

-Io…devo andare! Scusami…- la oltrepassò accigliato e con il respiro affannato. Non si accorse nemmeno di aver accelerato il passo e di star letteralmente correndo verso il dormitorio maschile dei Grifondoro.
-EHI AMICO? Che succede? Sembra che hai appena beccato la McGranitt e il vecchio Gazza a pomiciare!!!- lo accolse Bart mentre si infilava un calzino ancora con i capelli umidi per la doccia sicuramente appena fatta. Octo uscì dal bagno in quello stesso istante, mezzo nudo e guardò Sirius allo stesso modo con cui si osserva qualcosa di morto. E in effetti doveva essere veramente pallido.
-Credo di provare qualcosa per Flo!- Bart sgranò gli occhi. Il biondo già da molto aveva capito cosa la sua amica nonché migliore amica di Sirius, provasse. Ne era stato certo dopo il loro litigio sotto la pioggia, quando Sirius si era confidato con lui e gli aveva raccontato della loro discussione. –E…credo che anche lei provi qualcosa per me!- aggiunse con voce tremante.
-Amico, siediti un attimo…ok?- Bart lo fece sedere accanto a lui sul suo letto mentre Octo li guardava curioso, ma senza dire una parola. Di certo non poteva raccontare della conversazione con Flo, aveva promesso di non parlarne ad anima viva. Come poteva tradirla? Le voleva bene.
-Odio vederla con Kevin…odio che stia con lui! E credo che odierei ogni essere vivente che possa solo sfiorarla! L’ho sempre sentito dentro di me…pensavo ad una gelosia come se fossi un fratello maggiore…odio vedere Lily per Hogsmead con qualche smidollato ma è diverso! So che è sbagliato, so che vorrei essere io a farla sorriderla, a farla passeggiare…a…baciarla!- si sfogò fissando un punto nel vuoto mentre ricordava della prima volta che aveva visto Kevin e Flo parlare ai piedi di quell’albero o ad Hogsmead seduti su una panchina a ridere.
-Pensi di dirglielo?- chiese Octo ad un tratto, serio come non mai.
-No! Cioè è così strano…e se lei invece non ricambiasse?! E se rovinassi la nostra amicizia per un malinteso! Se mi sbagliassi?- rispose fissando l’amico con occhi lucidi.
-Calmati! Devi rifletterci su! È normale, devi ponderare bene la cosa prima di dire o fare qualsiasi cosa! Con lei non puoi essere impulsivo, una mossa falsa e rischiate di non parlarvi più…- consigliò saggiamente Bart. Anche lui decise di non mettere  davanti alla verità il povero Sirius già abbastanza sconvolto. Ma era certo che Flo ricambiasse i sentimenti del ragazzo.
-Ho bisogno di stare lontano da lei per un po’…poco fa nel corridoio io…io avrei voluto baciarla… non posso lasciarmi trascinare dagli impulsi…e lo farò se lei mi sarà vicina! Ho bisogno di voi!- Bart e Octo lo guardarono confusi. Allora il ragazzo proseguì –Potete starle vicino voi, controllarla dico, capire se ho ragione…rassicurarla che sono solo teso per la prova, che non ho nulla con lei! Altrimenti potremmo ancora litigare, non lo sopporterei, ma ho bisogno di un po’ di tempo per capire!- terminò lasciandoli perplessi.
Dopo un attimo di silenzio fu il primo Bart a rispondere -Io non posso farmi vedere con nessuna ragazza…Lawrence già non mi parla più da quando frequento Katrina, mi ucciderebbe e mi giocherei ogni possibilità…mi dispiace amico!-
-Lo farò io! La terrò d’occhio io! Stiamo un sacco insieme per questa roba della polisucco!- prese parola Octo rassicurandolo anche con un gran sorriso Sirius.
-grazie, davvero!- rispose Sirius abbracciando Octo.
-Figurati…- sussurrò l’altro quando si furono staccati.
 
*

TIN TIN TIN
L’intera Sala Grande cessò di strafogarsi di cibo e si voltò curiosa verso la Preside che quando aveva quel sorrisetto faceva ben sperare agli alunni che ci fosse qualche liete evento in programma. E se San Valentino era tanto amato dalle ragazze quanto odiato dai ragazzi, per via di tutti quei cupido svolazzanti e dei coriandoli a forma di cuore che da ogni angolo del castello venivano sputati fuori da qualche campanella, invece il lieto evento di cui si stava per fare l’annuncio era atteso da tutti.

-Buona sera, mi spiace interrompere il vostro delizioso banchetto ma ho un annuncio da fare…come ben sapete per via di alcuni…ehm preparativi al di fuori del castello…, il Carnevale qui ad Hogwarts si festeggerà qualche settimana in ritardo. Essendo al corrente di quanto tutti voi lo stiate bramando, visto le sollecitazioni del comitato studentesco, vi comunico che questo Mercoledì sarà indetta una festa in maschera!- concluse radiosa la Preside, che non l’avrebbe mai ammesso, ma adorava le feste e vedere il suo Castello addobbato mentre i suoi studenti erano felici. Un mormorio eccitato si diffuse per tutta la Sala e lo stesso fu fino a quel giorno, quando i più esauriti erano divenuti intrattabili perché non erano riusciti a trovare un’idea originale per un costume di Carnevale. Sirius aveva deciso di travestirsi da Hagrid, e quando glielo aveva comunicato proprio al mezzogigante lui aveva riso a crepapelle. Di certo un qualsiasi altro professore si sarebbe offeso a morte sentendosi un fenomeno da baraccone tanto da diventare una maschera da indossare. Per fortuna avevano fatto desistere Octo dal travestirsi da McGranitt, idea che gli era venuta dopo aver appreso di cosa Sirius si sarebbe travestito. Bart invece era stato duro da convincere ma alla fine lo avevano persuaso a vestirsi da Licantropo. Freddy che invece odiava il carnevale (e per questo suo padre George aveva pensato non essere suo figlio, cosa che avrebbe ribadito all’infinito se non fosse stato per i capelli rossi e le lentiggini pure sulle chiappe) aveva sbuffato verso l’insistenza dei suoi amici e aveva ceduto ad indossare al massimo un paio di denti finti da vampiro. Ogni studente non vedeva l’ora che quella giornata finisse presto, per correre nei loro dormitori e prepararsi per il lieto evento. I poveri mal capitati del sesto anno però, i quali sentivano sul loro collo il fiato spaventoso del professor Harrison, dopo l’ora di Cura delle Creature Magiche, si incontrarono per controllare la loro pozione. Mancava solo una settimana alla consegna e la preparazione, chi più chi meno, l’avevano tutti quasi completata correttamente. Perciò nemmeno il Carnevale doveva distrarli dall’attenzione minuziosa che dovevano mettere negli ultimi passaggi.

-Ehi!- Octo entrò nel bagno di Mirtilla Malcontenta, costatando felicemente che il fantasma non era lì dentro e raggiungendo Flo, con il naso ficcato in mezzo al libro di Pozioni.
-ehi…- rispose flebilmente la ragazza senza sollevare lo sguardo dalle pagine ingiallite e stropicciate, tanto erano state meticolosamente analizzate. Octo si sentiva a disagio perché in quei giorni, successivi alla promessa che aveva fatto, Sirius effettivamente aveva evitato Flo come fosse una mandragola petulante e lui effettivamente le era stato vicino, ma l’umore della ragazza era giorno per giorno peggiorato. La cosa che più lo rendeva nervoso era che lei non aveva preso argomento, seppure si vedeva lontano un miglio che era confusa e triste.
-Le mosche si sono ben cotte?- buttò lì sedendosi a terra, sulle mattonelle bianche, vicino Flo. Lei annuì e continuò a leggere la sua pagina del tomo di pozioni. –E già le hai ficcate dentro? È successo nulla?-
-Tutto ok…l’acqua è divenuta un attimo rossa e densa e poi ha ripreso il colorito bluastro di sempre… manca la pelle di Girilicco!- rispose chiudendo il libro seccata e finalmente guardando in faccia Octo. –Non so dove diavolo trovarla qui… sui libri non c’è nulla a tal proposito…e su un libro in biblioteca ho letto che qui in Gran Bretagna è difficile trovarla! Non so davvero gli altri dove l’abbiano scovata! Ho sentito dire a Jhonsson di Tassorosso che lui l’ha trovata! Figlio di…-
-Ehi…tranquilla, sono sicuro che la troveremo anche io e te!- rispose con un tono un po’ troppo affabile, come se si stesse rivolgendo ad una bambina un poco tonta e capricciosa. Flo sbuffò indispettita ed incrociò le braccia al petto.
-La vuoi piantare di trattarmi come una malata psicopatica da compatire e tener buona?! So cosa stai facendo…so che è stato lui a mandarti a farmi da balia! Non ne ho alcun bisogno!- abbaiò.
-C…cosa? No…no che vai a pensare?!- balbettò lui.
-Pensate davvero voi due imbecilli che sono così credulona ed ingenua? Ho visto come si sta comportando da quando l’ho visto…avvinghiato come una piovra gigante a quella balena bionda…mi evita e non so perché! Se non fossi così codarda da affrontare nuovamente il discorso lo avrei già preso a calci in culo!- sciorinò Flo con la faccia paonazza di rabbia.
-E va bene, ok…è stato lui a dirmi di tenerti d’occhio! Ehi ma tu hai fatto la stessa cosa un paio di mesi fa: avete discusso e lo hai evitato come la peste per un sacco di tempo!- confessò. Probabilmente se non avesse saputo dei sentimenti di Flo per Sirius non sarebbe stato così sincero. Non avrebbe tradito il patto fatto con Sirius.
-Non ho bisogno che tu mi tenga d’occhio, ok? So sopportare tranquillamente anche senza il tuo brutto muso che mi segue ovunque!- gli ringhiò furiosa.
-Sicura di stare bene?-
-Argh…ti odio! Anzi vi odio! Maledetto il giorno in cui vi ho conosciuto! Ero una bambina felice, ingenua ma felice! Perché Merlino?! Perché?!- si maledì alzandosi dal pavimento e facendo avanti e indietro per i bagni mentre Octo la guardava ridendosela. –Ah ti sembro comica?- ad un tratto si arrestò con un sopracciglio sollevato, volendo incutere timore.
-Si e sei anche più carina quando ti arrabbi!- la punzecchiò lui sapendo quanto i complimenti la facessero arrossire e pertanto imbestialire. Difatti Flo gli tirò contro il tomo di pozioni che lo prese dritto in testa e poco dopo stavano camminando per i corridoi verso la Torre Ovest, con in bella vista un bernoccolo sulla testa di Octo.
Quando Flo raggiunse il suo dormitorio trovò Rose rannicchiata sul letto, ancora con la divisa scolastica.
-Ehi che succede?- la raggiunse sul letto sedendosi vicino a lei.
-Malfoy…- rispose secca. Flo inarcò un sopracciglio mettendosi già sul piede di guerra. –Non riusciamo proprio a lavorare, non riusciamo a stare insieme per più di cinque minuti senza che mi insulti su quanto sono goffa e maldestra!- spiegò in procinto di piangere.
-E’ un idiota! Posso levargli quel ghigno a suon di pugni alla babbana o a suon di fatture, basta che tu me lo dica!-
-No! Voglio…voglio che capisca che è solo un prepotente! Fare il bullo lo fa sentire una spanna sopra gli altri ma…mia mamma mi ha detto che chi fa così ha un grosso dolore dentro!- fece una pausa facendosi seria –e io voglio sapere cosa nasconde!- aggiunse decisa. Flo avrebbe voluto elencare un milione di motivi per farla desistere ma sapeva che se la sua amica Rose si metteva in testa una cosa, nemmeno un esercito di Auror con la bacchetta puntata contro sarebbero riusciti a farla desistere.
-Bene! Allora trasforma quel broncio in un bel sorriso e vieni a prepararti, manca poco alla festa!- la informò Flo cingendole il polso e trascinandola nel bagno.
 
*

La musica della festa quella volta, merito di Fanny Green, una ragazza del settimo anno di Serpeverde, era puro pop-rock babbano, e molta più calca si era formata sulla pista da ballo. Gli studenti rimpinzatisi del ricco banchetto di quella sera, si dimenavano in preda alle convulsioni. C’era sempre chi trovava il modo di strusciarsi lascivamente, come se si trattasse, canzone dopo canzone, di un lento (di un porno). Bart, al tavolo con i suoi amici, tutti rigorosamente single, compreso Freddy che aveva accettato stranamente di buon grado il fatto che per la festa di Carnevale non dovesse trovarsi una qualche dama, aveva riso di gusto e mandato giù due burrobirre e un Vodka al limone. Era ormai consuetudine che il Comitato Studentesco approvasse bibite babbane alle feste della scuola.
-Chi va a prendere un altro giro di burrobirre stavolta?- tuonò Freddy che agitava in aria il suo boccale vuoto.
-Tocca a quello scansafatiche di McLaggen!- intervenne Sirius –avrea le chiappe atrofizzate, non ti sei smosso di qui neanche un secondo!- aggiunse per sottolineare il concetto.
-E va bene! Vado!- sospirò e per niente traballante, visto che lui doveva mandarne giù di alcol per essere ubriaco, raggiunse il bancone. Mentre attendeva che il barista, un barbuto stregone dall’aria trasandata e sudaticcio, lo notasse tra la folla di studenti bisognosi di alcol, due mani si posarono sui suoi occhi e divenne tutto nero.
-Vuoi ballare con me?- una voce dolce parlò ad un centimetro dal suo orecchio e in un attimo gli venne la pelle d’oca e il cuore cominciò a battere all’impazzata. Le mani si sollevarono dai suoi occhi celesti e voltandosi trovò quelli blu di Lawrence a guardarlo con apprensione mista a divertimento.
-E me lo chiedi pure?!- rispose cercando di non apparire nervoso e troppo felice. Doveva mantenere un po’ di dignità dopo come lo aveva trattato. La portò sulla pista dove la canzone 21 Guns dei GreenDay risuonava dalle casse della postazione del DJ. Lawrence prese l’iniziativa allacciandosi al suo collo con le braccia e restando a fissarlo mentre lui le cingeva la vita.

-> https://www.youtube.com/watch?v=q1RKr4pWOqs
-Mi dispiace! Mi dispiace così tanto…non avrei dovuto fare quella sceneggiata! È che vorrei così tanto fidarmi di te! Vorrei così tanto lasciarmi il passato alle spalle!- gli confessò specchiandosi negli occhi del ragazzo. Bart le scostò un boccolo rosso sceso a coprirgli la fronte e sfuggito dal cerchietto, e le sorrise.
-Ed io spero tanto che tu possa riuscirci! Non voglio ferirti ne metterti fretta ma Katrina è una mia amica di infanzia, volevo che tu lo sapessi!- la rassicurò il biondo mordendosi un labbro quando gli occhi si posarono sulla bocca di Lawrence, rossa e morbida. Quanto gli mancavano i suoi baci, il suo sapore e le farfalle nello stomaco che sentiva ogni volta che la baciava. Forse era la dolce musica, oppure il lento, o le luci soffuse…o magari anche lei aveva avuto quel desiderio ma la ragazza si sollevò sulle punte delle sue ballerine azzurre e gli posò un dolce e fugace bacio sulle labbra.
-Un passo alla volta…- soffiò sulle labbra del ragazzo quando si staccò e con ancora gli occhi chiusi. Nello stesso istante che toccò terra la ragazza si voltò liberandosi dall’abbraccio di Bart e lasciò la pista da ballo, lasciandolo interdetto e senza parole. Ma con i battiti del cuore feroci come una belva.

*Il peso del dolore supera l'orgoglio? E cerchi un posto per nasconderti?
Qualcuno ha spezzato il tuo cuore? Sei in rovina…
Uno, 21 colpi, deponi le armi, rinuncia alla lotta…
Uno, 21 colpi, alziamo le mani al cielo tu ed io. (21 Guns; Green Day)*
 
Buona sera!!!
Scusate avrei voluto aggiornare prima ma la vita sociale e lavorativa mi sta succhiando l'anima come un dissenatore a digiuno da secoli e solo stasera poco prima di uscire ho trovato una mezz'oretta di tempo per aggiornare la storia!! Fin qui che ve ne pare?! le cose cominceranno a complicarsi come avete notato e moooolto presto ci sarà la terza ed ultima prova ;) .... Pensavo di dividere la storia in una prima parte (ovver oquesta del torneo) e una seconda parte che si incentrerà su altri personaggi e fatti...però ancora non ho le idee molto chiare! Vi terrò aggiornati! ;)
Grazie a chi trova il tempo di lasciarmi una recnsione con la propria opinione, VI ADORO e risponderò a tutti...Grazie anche a chi aggiunge la mia storia tra le preferite, ricordate e seguite! Baci e a presto, rory!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***




Capitolo 18

“Chi non risica, non rosica…”

 
Mentre dalla cassa pompavano gli U2, e le coppiette si strusciavano e dondolavano in un perfetto cerchio, scoccavano ad Hogwarts le due di notte in punto. Una ragazza nel suo vestito un po’ troppo stretto e scomodo si arricciava una ciocca di capelli attorno all’indice con agitazione, quasi correndo per i corridoi. Non era spaventata ne delusa, era solo nervosa. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato e voleva solo trovare il coraggio di farla finita una volta per tutte. Lo aveva visto barcollante sorreggere una biondina Serpeverde, che qualche volta partecipava al loro gruppo di studi e con cui l’aveva trovato un po’ troppe volte in compagnia negli ultimi tempi. Aveva capito, ma la verità era che non le importava poi così tanto. Certo un po’ di orgoglio femminile era subentrato quando praticamente davanti ai suoi occhi Kevin era uscito avvinghiato con quell’occa ossigenata e dalla lingua biforcuta. Per questo aveva deciso di provare a seguirli tra la confusione. Quando svoltò l’angolo verso i bagni maschili nel corridoio dei sotterranei, proprio accanto l’aula di Pozioni, vide Kevin ancora brillo uscire da quella porta, solo ma con i vestiti ancora da sistemare. La camicia glicine era male abbottonata con bottoni in asole che non gli appartenevano, la cravatta malamente posata sulle spalle e i capelli scompigliati. Flo sospirò rassegnata e si avvicinò a lui.

-Almeno mi aspettavo la decenza che mi avresti mollato prima di farti un’altra!-
-Oh…Florinda! Sei qui!- cercò di sistemarsi alla meno peggio e poi tornò a guardarla ancora con i sintomi della sbronza. –Ecco io…io non…- balbettò.
-Piantala Kevin! Avevo già capito tutto! Da quant’è che va avanti questa storia? Eh?!- lo interruppe con tono secco e acido.
-Da quando? DA QUANDO?- iniziò ad urlare lui. –DA QUANDO TU E QUELLA SOTTOSPECIE DI PAGLIACCIO DI POTTER SIETE TORNATI INTIMI, ECCO DA QUANDO!- sbraitò gesticolando ad un centimetro da lei.
-C…cosa? Ma di che diavolo stai parlando? Adesso sarebbe colpa mia? Colpa mia perché frequento un amico?-
-Amico?- chiese a denti stretti il Serpeverde. Si passò una mano tra i capelli corvini con fare avvilito e poi sorrise amaramente. –Adesso sei tu che mi prendi in giro? Flo non siete amici tu e lui! Parli sempre di lui, passi la maggior parte del tempo con lui, mi parli sempre di lui e ti ho beccata più di una volta a fissarlo come imbambolata!-  fu come una doccia fredda per la Grifondoro. Possibile che era così evidente ormai a chi appartenesse il suo cuore?
-Io…io…- farfugliò guardandosi intorno umiliata e a disagio. L’aveva smascherata.
-Mi dispiace! Non volevo fare questo, ti giuro che è la prima volta che la bacio, non era mai successo niente tra me e lei prima di stasera!- fece una pausa avvicinandosi a lei e prendendole il viso tra le mani, -stasera ero ubriaco e il solo vederti così bella e così rapita da lui mi ha fatto andare fuori di testa e l’ho portata qui! Non dovevo farlo, è vero…ma in ogni caso che senso ha continuare così?! Che senso ha stare con te se tu vorresti stare con un altro?- alla fine le chiese guardandola negli occhi in attesa di una risposta ad una domanda ovviamente retorica.
-Mi dispiace…Kevin, mi dispiace che per tutto questo tempo ti ho mentito! Hai ragione…- alla fine ammise scostandosi da lui e guardando a terra veramente mortificata.
-Non importa…ho avuto la mia vendetta…anche se a te non frega proprio nulla anche se me la fossi portata a letto!-
-Ecco non è così, tu mi piaci ma non…-
-Non quanto lui, lo so!- concluse lui la frase per lei. –Beh non so davvero cosa ci troviate tutte quante in lui visto che non riesce a tenersi fissa una ragazza e fa lo stronzo oltre che il pagliaccio, ma se provi qualcosa per lui, credo che dovresti dirglielo!-
-Non è semplice! Potrei rovinare la nostra amicizia…e so per certo che anche lui teme questo!- rispose ritrovando l’agio di guardarlo in faccia.
-Non ha senso però nascondersi! Bisogna rischiare alle volte nella vita! Giusto? Io con te ho rischiato, non è andata bene…ma chi non risica non rosica, giusto?- Flo sorrise ed annuì, conscia che non era così semplice come diceva Kevin, ma comunque apprezzava il consiglio.
-E’ meglio che io vada a letto… ne ho avuto abbastanza di Carnevale, di feste e di ragazzi che mi danno consigli sulla mia vita sentimentale per oggi!- Kevin rise e le si avvicinò. Le prese la mano ed inscenò un galante baciamano.
-Buona fortuna per tutto Florinda!- le soffiò sul dorso della mano e poi sparì, verso la Sala Grande con passo felpato.
Visto che ad Hogwarts anche le mura avevano le orecchie e seppur ci si impegnava a mantenere un segreto, non era possibile, già più di metà degli studenti era al corrente della rottura tra Kevin Flitt e Florinda Jordan quella sera stessa.

PUNCH

-Argh…Potter ma sei impazzito!- ringhiò Kevin disteso su un fianco a terra, mentre si teneva il naso sanguinante.
-EHI MA CHE DIAVOLO TI PRENDE STRONZO!- abbaiò Scorpius in difesa del compagno di casa. Mentre Octo tratteneva Sirius dal colpirlo ancora, Bart stava lottando allo stremo per non permettere a Scorpius di reagire.
-A ME? RAZZA DI VERME SCHIFOSO HAI TRADITO LA MIA AMICA CON UNA PUTTANELLA E DICI A ME CHE SONO IMPAZZITO? IO TI SPACCO LA FACCIA!- urlava per il corridoio dei sotterranei Sirius preda della rabbia e dell’alcol.
-Fammi un favore Potter, stammi alla larga, capito? Sei proprio un emerito idiota!- rispose Kevin rialzandosi da terra a fatica e fulminando il Grifondoro con lo sguardo.
-Ah è così? Tutto qui razza di viscido traditore?- biascicò ubriaco Sirius.
-Andiamo amico, lascia perdere!- gli ripeté per l’ennesima volta Octo trascinandolo via. Bart trattenne Scorpius fin quando Sirius ed Octo non sparirono dalla loro vista e da quella di Kevin.
-McLaggen vuoi un consiglio? Lascia che il tuo amico mi colpisca un’altra volta e non sarò buono come stasera, intesi?!- Bart annuì alla minaccia di Kevin e dopo aver salutato entrambi con un cenno del capo raggiunse i due amici.
-Devo parlare con lei…non importa! Ora ha bisogno di me, ne ha bisogno più che mai!- continuava a ripetere Sirius mentre Octo lo osservava perplesso.
-Avevi detto di volerle stare alla larga…non sei contento che sia tornata single?- chiese Bart mentre andava avanti e indietro davanti al camino della loro Sala Comune.
-Si, ma non avevo previsto che la tradisse, si sentirà uno straccio…io devo salire su! Devo parlarle!- Sirius barcollante per via della sbornia salì le scale del dormitorio, schivando le braccia di Octo che provarono a fermarlo. Bussò così forte alla porta che si udirono dei gridolini terrorizzati. Gilda quando lo vide indietreggiò imbarazzata.
-Cerchi Rose o Flo?- balbettò tutta paonazza. Era storia la sua cotta per Sirius.
-FLO? FLO DOVE SEI?- urlò mettendosi le mani a coppetta attorno alla bocca e sprigionando un forte odore di Tequila da essa. La riccia balzò dal letto esterrefatta e raggiunse il ciglio della porta, un volta riconosciuta la voce del ragazzo. Gilda girò i tacchi e come un fulmine chiuse la porta per rintanarsi nel suo letto.
-Sirius che è successo? Stai bene?- chiese vedendolo con la faccia stropicciata e sconvolta, mentre barcollava per il corridoio dei dormitori femminili.
-Io?! Tu? Tu stai bene? So cosa è stato capace di farti! È un idiota…come ha fatto a tradirti? Sei bellissima, sei…sei dolce, sei così buona! Come può aver rinunciato ad una cosa così perfetta come te?- Flo sapeva che l’alcol aveva tolto i freni inibitori al suo amico, e sapeva che se fosse stato cosciente non avrebbe detto tutte quelle cose. Ma sapeva anche, dopo anni di sbronze con lui, che quando era ubriaco Sirius diceva la verità. -Come posso rinunciarci io?- aggiunse con voce flebile. Flo deglutì e allungò le mani verso il viso del ragazzo. Tirò delicatamente giù la barba lunga e folta dal suo viso, tenuta su con un elastico, ad imitare quella crespa di Hagrid e infine sorrise al ragazzo. Si sollevò sulla punta dei piedi scalzi e lo baciò in maniera tenera e fugace. Quando toccò nuovamente terra gli sorrise e gli carezzò una guancia.
-Chi non risica non rosica, Sirius!- disse dolcemente. Poi voltandosi, si chiuse la porta alle spalle, lasciandolo pietrificato lì fuori nel corridoio.
 
*Litighiamo tutto il tempo tu ed io…
va bene, siamo un’anima sola.
Non ho bisogno di sentirti dire che se non fossimo così uguali ti piacerei decisamente di più.
Adesso ascoltami ho bisogno che tu sappia che non devi affrontare tutto da sola.* (U2 Sometimes You Can't Make It On Your Own)

 
*

Come se un martello pneumatico battesse nelle sue tempie ancora e ancora si svegliò da quello che suo zio George avrebbe sicuramente chiamato profondo coma post sbronza. Con la bocca secca e pastosa di un sapore dolciastro si alzò la testa di malavoglia dal cuscino. Ci mise un minuto buono a capire che si trovasse nella sua stanza da Prefetto e la luce che filtrava dalla finestra gli dava enormemente fastidio. Pensò che ci fosse troppo sole per essere Febbraio. Non si ricordava neanche come ci era arrivato sin li e perché si fosse addormentato ancora vestito e dal lato sbagliato del letto, con la testa lì dove era il posto dei piedi.  Dopo qualche riflessione si ricordò della sbronza e del pugno che aveva dato a Kevin. Poi c’era un gran caos tra i ricordi. Ricordava Octo che cercava di afferrarlo. Ma perché? Ad un tratto ricordò il viso assonnato di Gilda e una porta sbattersi. Il solo ricordo gli fece venire una fitta prepotente alla testa e mugugnò per il dolore. Poi dei ricci e dei grandi occhi nocciola. Un bacio.

Un bacio?

Flo lo aveva baciato? Come? Quando? E lui aveva risposto? Possibile che l’alcol gli avesse fatto immaginare tutto? Oppure era tutto vero? A fatica si vestì mentre le tempie continuavano a pulsare incessantemente. Ignorando il senso di vomito e con il caldo maglione di nonna Molly rosso-oro, raggiunse la Sala Comune, svegliando una isterica Signora Grassa. Salì dagli amici e senza bussare si infilò nella loro stanza. Strattonò leggermente Bart che sonnecchiava con la guancia schiacciata nel cuscino.

-Mmh…?- mugugnò ad occhi semi aperti. –MA CHE DIAVOLO AMICO? MI HAI FATTO VENIRE UN COLPO!- sbraitò ritrovandosi ad un centimetro dal naso il viso stropicciato di Sirius.
-Ehi neanche tu sei un bello spettacolo di prima mattina!- rispose allontanandosi ed assumendo un cipiglio seccato.
-Che cazzo avete da urlare? Sono le sei del mattino maledetti!!- si lamentò Freddie da sotto le coperte. Anche Octo da tutte quelle urla era stato svegliato e adesso, seduto sul suo letto, li guardava con espressione assonnata ma interessata.
-Che cazzo di Troll è successo ieri sera? Come sono arrivato nella mia stanza e cosa diavolo è successo tra me e Flo ieri?- chiese quando tutta l’attenzione degli amici era rivolta a lui. Freddie che era un pettegolo per natura si rizzò seduto sul letto, tutt’orecchie.
-Sirius…ascolta, abbiamo provato a fermarti ma sei corso su e quando Octo ti ha raggiunto avevi già bussato e Gilda era sul ciglio della porta. Cosa potevamo fare ormai?- raccontò Bart. Sirius si prese la testa fra le mani tentando di ricordare se avesse o meno preso lui l’iniziativa ma i ricordi erano vaghi su tutto ciò che era stato quella sera precedente.
-Che gran casino…- fece una pausa –credete debba andare da lei a parlarle?-
-Porco Merlino, amico…ti fai un sacco di complessi! Va da lei, spiegati!- sbottò Octo lanciandogli un cuscino.
-E se non volesse ricordare? E se sono stato io di prepotenza ed è arrabbiata con me?- piagnucolò. Octo gli lanciò il cuscino di Freddie ignorando bellamente le proteste di quest’ultimo.
-MUOVI IL CULO!!- urlò suo cugino che si era comunque coricato e aveva chiuso gli occhi.
Dopo la colazione, dove aveva piluccato un toast, raggiunse l’aula di Divinazione un po’ prima del previsto e attese, poggiato con la schiena e con indolenza al muro, l’arrivo di Flo che di suo era sempre in anticipo insieme a Rose, per prendere i primi posti.

-C…ciao!- lo fece trasalire la voce confusa e ansiosa di Flo. Quando Sirius si accorse che era praticamente davanti a lui con Rose al seguito e con la tracolla piena di libri, restò impalato e balbettò qualcosa di incomprensibile.
-Ehm…vado a prendere i posti in prima fila, ci vediamo dopo Flo!- ruppe il ghiaccio sua cugina. Quando lo oltrepassò gli inviò un’occhiata ricca di significato e penetrante con i suoi occhi castani e poi sparì oltre la soglia dell’aula di divinazione. Restarono soli, l’una davanti all’altro e in silenzio. Quando Sirius aprì bocca anche Flo lo fece.
-Io…- dissero all’unisono.
-Senti…-
-No, prima tu Sirius!- gli diede precedenza la ragazza. Sirius sospirò e fece un passo nella sua direzione per cercare di rompere la tensione e ridurre le distanze. Flo stava tremando come una foglia e giocherellava con le dita, torcendole.
-Non ricordo molto di ieri notte, ero praticamente ubriaco dalla testa ai piedi…e se ho detto o fatto qualcosa che ti ha dato fastidio, mi dispiace!- disse guardandola negli occhi.
-Oh no…tu non hai fatto nulla! O meglio ho saputo che hai picchiato Kevin e credimi, non ce ne era alcun bisogno!-
-Ma…lui…cioè so che ti ha tradita con la Humpinkson, giusto?- farfugliò confuso e in imbarazzo. Flo scosse il capo e sorrise.
-Ci siamo lasciati…è tutto ok! Anzi, siamo rimasti amici!- precisò la Grifondoro abbozzando un sorriso sbilenco. Sirius si grattò il capo confuso e la fissò stordito.
-Oh…beh, meglio così allora! Tu stai bene?- s’informò.
-Si, sta tranquillo! Quindi…quindi non ricordi proprio nulla?-
-è tutto molto confuso, ci sono certe cose che non ricordo se le ho fatte o solo immaginate!-
-Oh…ok!- Flo annuì freneticamente abbassando lo sguardo. Il corridoio si stava riempiendo sempre di più e il disagio dei due ragazzi stava aumentando.
-C’è qualcosa che dovrei ricordare?- chiese Sirius mentre i suoi occhi cominciavano a brillare per l’emozione mista a paura. Doveva dirle del bacio? Doveva chiedere se l’aveva baciata? Se le era piaciuto? Dovevano finalmente parlare del motivo per cui si erano nuovamente allontanati?
-Studenti cosa fate qui fuori? La lezione sta per cominciare!- la voce profonda del Professore Fiorenzo spezzò il filo dei suoi pensieri (o meglio delle sue domande). Flo trasalì e dopo aver annuito in direzione del centauro oltrepassò Sirius e si precipitò nel suo banco, proprio accanto a Rose. Sirius ancora scosso, fissò interdetto il punto dove fino ad un attimo prima c’era in piedi Flo e solo dopo aver sospirato entrò e prese posto accanto a Freddie.
 
*

Cara Calliope,
Sono stata informata da tuo padre della tua decisione. Sono davvero molto rammaricata che non hai intenzione di iniziare i preparativi per le tue nozze. Ma su insistenza di tuo padre non posso far altro che attendere la conclusione dei tuoi M.A.G.O. il prossimo anno. Successivamente daremo il via ad ogni preparativo. Ho molto idee sulla cerimonia e sarò felice di elencartele al tuo ritorno per le vacanze.. Nel frattempo impegnati a scuola e nelle verifiche, poiché una moglie con ottimi voti ai M.A.G.O. è anche una buona donna in carriera ed una buona madre.
Con affetto, mamma.


Con affetto? Dove aveva messo affetto sua mamma in quelle parole? A colazione il loro barbagianni era planato al tavolo verde-argento e aveva lasciato quella piccola busta color crema con lo stemma dei Rosier. Calliope era trasalita non appena aveva riconosciuto lo stemma della sua casata. Odiava quando sua mamma le scriveva. Aveva sempre da rimproverarle qualcosa o da lamentarsi di qualcosa. Che diavolo voleva da lei? Si era chiesta. Quando aveva letto il contenuto aveva accartocciato la lettera e l’aveva ficcata dentro la tracolla nera. Aveva voglia di urlare, di buttare vassoi e piatti a terra, di dare fuoco al castello. Saltò le lezioni e si diresse spedita in un luogo che poteva definire il più tranquillo, isolato e specialmente sconosciuto, che esisteva ad Hogwarts. Solleticò le orecchie dell’armatura e, attenta che non ci fosse nessuno e che tutti erano a lezione, sgattaiolò dentro e poi sino al balconcino esterno. Il venticello freddo dei primi di Marzo la investì facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli corvini per aria, come onde del mare. Versò lacrime amare e soffocò le urla dentro le mani, tenendosi il capo con esse. Si rannicchiò sfinita a terra e poggiò il capo alla parete di pietra. Non sapeva dire di preciso quanto tempo era stata li nascosta, ma poteva immaginarlo perché il cielo era divenuto scuro e si era riempito di nuvole grigie e di stelle poco luminose. Da lì poteva udire le acque lievemente agitate del Lago Nero e il soffio violento del vento contro le guglie del Castello.

 -> https://www.youtube.com/watch?v=6AUK90eQGt8

-Allora sei una persecuzione Rosier!- aveva sperato di vedere arrivare Sirius, ma dopo un’intera giornata li aveva cominciato a perdere le speranze quando poi la sua voce fece (finalmente) capolino. Sollevò il capo e lo vide in piedi di fronte a lei.
-Non ti sto seguendo! Ero qui prima di te, è un posto tranquillo dove poter pensare senza che qualcuno non ti fissi o ti chieda cosa diavolo hai!- sbottò Calli. Forse Sirius non immaginava che l’atteggiamento della ragazza fosse cambiato. Aveva parlato con lei settimane prima, e aveva lasciato una ragazza remissiva e pronta a scusarsi.
-Bene!- rispose in un abbaio il ragazzo
-Bene!- ruggì Calli dal canto suo. Si stavano fulminando con lo sguardo quando la ragazza si alzò. –Me ne vado se è questo che vuoi! Non voglio infastidirti in alcun modo con la mia viscida presenza!-
-Ah ora sarei io quello sbagliato? Sono io il cattivo, per questo ti comporti così?!- sbottò incredulo e con occhi spalancati Sirius allargando anche le braccia in un gesto esasperato. Calli sbuffò ed incrociò le braccia al petto. –Ma per Merlino, Morgana e tutti i maghi e le streghe, che diavolo ti prende adesso?-

*Lottiamo perchè siamo vicini a volte facciamo più male alle persone di cui abbiamo più bisogno.
No, non possiamo aspettare un Salvatore,
possiamo solo biasimare noi stessi per questo comportamento…*


-Sei cocciuto, ecco cosa mi prende! Non hai voluto sentire ragioni! Non mi hai ne ascoltata ne presa sul serio, nemmeno per un secondo l’altra volta!- spiegò offesa senza guardarlo.
-Sei incredibile! Mi baci e poi ti presenti fidanzata ufficialmente con un altro e sei tu quella offesa ed arrabbiata?!-
-Visto? Non hai capito un’ acca di quello che ti ho spiegato!-
-Magari non mi interessa! Magari quell’anello osceno e baggiano mi è sufficiente a capire ogni cosa!- rispose facendosi serio. Calli finalmente posò lo sguardo su di lui. Era bello, dannatamente bello e aveva voglia di abbracciarlo, di baciarlo e stare con lui lì, sotto stelle e nuvole, per tutta la notte. –Magari ho perso quella fiducia che avevo in te e per questo non ho voglia di ascoltare perché hai deciso di rinunciare a noi e sposare un altro! Magari ho voltato pagina…- aggiunse con un filo di voce ma con tono duro. Calli restò pietrificata a fissarlo, non sapendo cosa dire, non sapendo come convincerlo. Abbassò le spalle sconfitta.
-Probabilmente hai ragione su tutto! È giusto che tu abbia voltato pagina…avrei solo sperato di riuscire a farlo anch’io!-
-Se non vuoi farlo è solo colpa tua! Cosa pensi di fare? Rintanarti qui tutti i giorni? Da quant’è che sei qui? Ventidue ore?-
-Sapevi che ero qui e sei entrato comunque?-
-Ti ho vista stamattina davanti il cavaliere solleticargli le orecchie…e per tutto il giorno alle lezioni che abbiamo in comune con il corso di Serpeverde non ti sei fatta vedere! Ho fatto due più due…nemmeno a cena eri lì!- spiegò sedendosi a terra e tirando fuori una fiaschetta di Whisky.  -Oh…beh ma sei entrato comunque! Allora non sei poi così arrabbiato con me!- disse sedendoglisi accanto.
-Che senso ha essere arrabbiato con te? Hai preso la tua decisione…il fatto che ti nasconda da tutto e tutti credo sia una punizione abbastanza pesante per te!- rispose chiudendo gli occhi e poggiando il capo sul muro. Calli restò a fissarlo. Si faceva pena da sola. Come si era ridotta? Doveva andare avanti così?
-Tieni, leggila!- gli porse la lettera accartocciata e Sirius in silenzio la lesse con espressione corrucciata. Quando finì restò a fissarla perplesso.
-Avere la prova che non mi hai mentito non mi fa star meglio! Cioè penso sempre che tu sia una codarda…- commentò sincero girandosi a guardarla.
-è vero ma cosa dovrei fare? Sai come ho passato la mia infanzia? Sai cosa ho fatto fino alle scuole medie? Ero in un collegio per purosangue! Vedevo i miei genitori solo nel fine settimana se avevano tempo di passare a trovarmi o venirmi a prendere!  Sai perché? Perché così avrei frequentato solo i bambini figli di maghi purosangue! Sai dove trascorrevo le vacanze? No, non con i miei amici ma con loro e le famiglie che loro selezionavano per me…sai cosa farebbero se mi opponessi a questo matrimonio? Probabilmente mi rinchiuderebbero in qualche convento dopo avermi cruciata…- gli raccontò frustrata. Fece una pausa, il tempo che Sirius assimilasse la lezione.
-Evidentemente non meritano una figlia come te! Minacciali di andar via… ci sarà per forza una soluzione!-
-Ah si? E scappare, sembrare una fuggitiva o una latitante e non parlare più con nessun membro della mia famiglia o amico, per te è una soluzione?- rispose a tono. Poi entrambi sospirano e abbassarono lo sguardo contriti.

*...ma nessuno sa cosa accadrà domani…
cerchiamo di non far vedere quanto siamo spaventati.
Soffriresti di solitudine se fossi l'unica stella in cielo nella notte.
Devi credere che tutto andrà bene alla fine, devi credere che tutto andrà bene ancora.*


-Io…io non so davvero cos’altro dire… vorrei aiutarti!-
-Perché? Perché dopo come ti sei sentito?-
-Perché magari non sono davvero riuscito a voltare pagina…perché magari non riesco a portarti rancore!- rispose sincero. Calli lo guardò per un istante per poi sorridergli.
-Guarda!- gli disse estraendo da sotto il colletto della camicetta Il ciondolo blu che Sirius le aveva regalato per Natale. Fece capolino, sorprendendo il ragazzo. –Lo tengo sempre al collo, sempre con me- aggiunse la ragazza. Sirius la osservò chiedendosi se era davvero assopito per sempre quello che aveva sentito e provato per lei.

Possibile che era tutto finito? Possibile che il cuore a mille e l’eccitazione che aveva provato erano scomparsi così facilmente? E la gelosia per Flo in tutto quello come poteva essere interpretata?

-Devo andare!- alla fine disse il ragazzo mettendosi in piedi con un balzo.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- allora esordì allarmata Calli, mettendosi in piedi anche lei. Ma vedendo che il ragazzo non si fermava, gli cinse il polso arrestandolo di prepotenza. –Che ti prende? Pensavo che avessimo chiarito!-
-E’ un periodo di merda Calli! Sono confuso, la terza prova si avvicina e ho mille pensieri per la testa al di là di questa storia del matrimonio! Mi…mi dispiace ma ora devo andare!-
-C’ è un’ altra?-
-Che importanza ha Calli?! Sei fidanzata e comunque no…o meglio forse…non lo so! Te l’ho detto sono confuso…lasciami in pace, per favore!- sbottò. –Scusa…ci vediamo in giro!- aggiunse stavolta andandosene per davvero. Una folata di vento fredda attraversò Calliope che rabbrividì, se per il vento o per il pensiero che Sirius avesse un’altra, non seppe dirlo in quel momento. E sperò davvero di vederlo in giro, ma soprattutto che non avesse chiuso il loro capitolo.

*Tieni la mia mano per favore,
cerca di capire che non siamo soli,
dobbiamo credere che tutto andrà bene alla fine.* (Duran Duran; What's happen tomorrow)

 
*

-Riccia!- trillò Octo mentre la sorprendeva, quel pomeriggio ad Hogwarts, -ti ho cercata dappertutto, ho dovuto ricorrere alla mappa del malandrino per scovarti!- aggiunse sedendosi nel tronco sull’erba, vicino a lei. Flo però restò in silenzio a fissare in lontananza la Foresta Proibita. Octo le lasciò un po’ di tempo, e anche lui ammirò lo spettacolo che era il paesaggio di Hogwarts.
-Ha finto di non ricordarsi che l’ho baciato, o peggio…ha dimenticato totalmente che l’ho baciato e il mio slancio di coraggio è stato vano!- ad un tratto spezzò il silenzio denso tra loro due. Octo si voltò a guardarla.
-E quindi? Che diavolo ti importa se lo ha fatto? Evidentemente non ha capito quanto tu sia speciale…- Flo si voltò sorpresa. –Dico sul serio, riccia! Se è destino che lui apra gli occhi e si accorga di te, lo farà! Perché deprimerti qui tutta sola?- continuò serio. Flo gli sorrise.
-Beh, veramente ero venuta qui per studiare quel cavolo di tomo e capirne qualcosa sulla pelle di Girlicco…ma nulla! La consegna è fra poco e noi siamo a niente! Senza quell’ingrediente non possiamo aggiungere le mosche e portarla in classe per fare l’esperimento!- spiegò la Grifondoro.
-E se ti dicessi che io so dove trovare quella pellaccia del cavolo?- cinguettò Octo con un gran bel sorriso e i due occhi azzurri luminosi.
-Ti direi che sei un imbroglione, che non ho tempo da perdere con i tuoi scherzi! E sai cosa farei? Farei prima uno buffo divertito, poi ti guarderei con biasimo e infine me ne andrei!-
-Ah ah, mi sto scompisciando, davvero!- si fece serio –dico per davvero! È un rimedio un tantino drastico, ma so dove trovarla!- aggiunse. -Ti fidi di me?-
-No! Credevo fosse chiaro!-
-Eddai riccia! Seguimi!- la prese per mano e la trascinò sino al Castello senza dargli modo di obiettare o riuscire a fermarsi e tra frenate in scivolata per i corridoi e quasi cadute a terra, Flo rise di gusto dimenticandosi perché fino a due minuti prima era cupa e pensierosa. –Eccoci arrivati!- le lasciò la mano e si schiarì la gola. –Mimbulus Mimbletonia- esordì gongolante davanti ad un portoncino in legno mangiucchiato dalle termiti. Dopo un secondo quello si aprì mostrando un piccolo corridoio che percorsero in silenzio, stretti stretti. Sbucarono in una sala enorme piena si scaffali e vetrinette contenenti ogni sorta di barattolo, ampolla e cesto ricolmi di ingredienti per tutte le pozioni del mondo.
-Siamo…siamo nel deposito personale di Hogwarts?- chiese Flo in preda ad emozione e spavento.
-Già! Qui potrai trovare tutta la pelle di Girlicco che vuoi!- rispose fiero, con petto gonfio e sorrisino malandrino dipinto sul volto. Flo iniziò a picchiarlo, elargendo schiaffi e pugni su braccia, petto e nuca.
-Sei…impazzito…se…ci…scoprono…ci espellono…tutto…il…nostro…lavoro….IL MIO LAVORO…sarà…stato…inutile…- disse alternando le parole ai pugni.
-AHIA, AHIA! Dannazione a te se non fai silenzio certo che ci scopriranno! Sta’ tranquilla…- aggiunse mentre scappava da lei, -i professori hanno il consiglio di Istituto adesso, insieme ai Caposcuola e ai Prefetti!- la rassicurò mentre lei lo cruciava con gli occhi. Il ragazzo si voltò e con il dito iniziò a scorrere gli ingredienti dentro ampolle e barattoli. Flo sospirò avvilita tanto che sembrò un ringhio e iniziò anche lei a cercare.
-TROVATA!- Octo le mostrava un barattolino colmo di una serie di viscidi pezzettini blu di pelle squamosa, cinque minuti dopo.
-Dai diamocele a gam…-
-Bene, bene, bene!- la voce di Giada Davies, Caposcuola Corvonero li fece trasalire e voltare verso il corridoio dell’ingresso. –Jordan e Thomas a rovistare tra le scorte! Il professor Lumacorno aveva proprio ragione che qualcuno doveva restare a sorvegliare il deposito oggi!- il suo ghigno malefico e la sua voce strascicata facevano rabbrividire i due ragazzi.
-Oh andiamo Davies! Non puoi chiudere un occhio per stavolta? Siamo qui per un compito in clas…-
-Stop! Non mi interessa! Finalmente ti ho beccato con le mani nel sacco Thomas e la tua punizione sarà esemplare!-
-Oh non sarai ancora arrabbiata con me per la storia di Caramellandia! È stato un incidente!-
-Certo perché rovesciarmi addosso un barile di miele caramellato alla paprika può definirsi un incidente!- sbottò Giada inviperita e rossa in faccia. Octo stava trattenendo le risate e a Flo era venuta voglia di strangolarlo. –Farò in modo che ne tu ne la signorina Jordan possiate andare ad Hogsmead la prossima settimana e proporrò che abbiate almeno un mese di punizione!- aggiunse ritrovando il suo contegno.
-Sei perfida!- biascicò Octo riducendo gli occhi a due fessure.
-Oh non sai quanto Thomas! Ora andate nella vostra Sala Comune, il professore vi riceverà nel suo ufficio alle 19 in punto, non appena il consiglio sarà terminato!- e fece cenno ad entrambi di precederla. Flo a passo svelto e capo chino passò per prima seguito da un Octo imbestialito.
-Per favore di qualcosa!-
-Cosa dovrei dirti Octo?- chiese atona mentre aspettavano fuori dall’ufficio del professor Lumacorno che gli dicesse di entrare, due ore dopo l’accaduto.
-Preferirei che fossi arrabbiata con me e mi facessi una lavata di capo…che so, dimmi che sono avventato, un idiota, che ti ho cacciato nei guai! Qualsiasi cosa ma non il tuo silenzio! Per favore…- Flo si voltò a guardarlo ma prima che aprisse bocca, la porta dell’ufficio del professore di Pozioni si spalancò.
-Ecco i due ladruncoli! Prego entrate!- entrambi a capo chino si accomodarono nelle poltroncine all’altro capo della scrivania. –Bene…diciamo che da Thomas me lo aspettavo un comportamento del genere…ma da lei signorina Jordan…mi ha sorpreso ecco tutto!- iniziò la ramanzina. –Credevo che frequentare la signorina Jordan le avrebbe giovato mio caro Thomas e invece è alla signorina Jordan che ha fatto male frequentare lei!- continuò facendo sentire Octo sempre più in colpa nei confronti della ragazza che non emetteva un suono. Al ragazzo venne il dubbio che stesse ancora respirando, era tesa e con occhi bassi. Si sentiva un verme.
-E’ colpa mia difatti professore! L’ho costretta! Non volevo prendere un brutto voto e non ho aspettato che Florinda trovasse l’ingrediente a modo suo! Lei non sapeva cosa ci fosse lì dentro! Le ho detto che avrei sabotato la pozione se non mi avesse seguito li dentro!- decise di assumersi tutte le colpe. Flo finalmente sollevò il capo e squadrò a bocca aperta il suo compagno di casa, seduto vicino a lei.
-Oh, ok…ma resta il fatto che la signorina Davies ha sorpreso entrambi e quindi devo prendere un provvedimento per tutti e due!-
-Professore la prego non metta in punizione Florinda, lei non ha fatto niente! Se le impedisce di portare a termine la pozione prenderà un brutto voto nella verifica e non potrà…-
-Ehi stia calmo signorino Thomas! Chi ha detto che sospenderò la vostra pozione! No! Dovrete rispettare il termine di consegna!- mise in chiaro Lumacorno facendo vibrare i suoi baffoni da tricheco.
-Oh…ok! Allora…?-
-Allora sarete messi in punizione! E su suggerimento della signorina Davies innanzitutto non vi sarà concesso il permesso di andare ad Hogsmead domani! E in secondo luogo ogni mercoledì per tutto il mese di Marzo verrete nel mio ufficio e io e Mastro Gazza vi assegneremo una punizione! Cominciando dal prossimo credo che andare a lucidare tutti i Trofei nella Sala Trofei non sia male come inizio!- terminò sorridente ma sadico il professore.
-Trofei?!- sbottò Octo –ma saranno almeno 500 anni di coppe Professore!-
-Bene, un buon motivo per venire di buona lena e con olio di gomito signor Thomas! Ora…ho molte verifiche del quinto anno sui G.U.F.O. da correggere quindi siete congedati! Buon week end!- aggiunse ancor più maligno. I due ragazzi si alzarono, Octo sconvolto ripensando agli innumerevoli trofei da lucidare e spolverare, Flo ancora scossa e perplessa dalla reazione del ragazzo durante la sua “quasi vera” confessione. In silenzio e fianco a fianco, raggiunsero il ritratto della Signora Grassa.
-Volevi che ti dicessi qualcosa poco fa?-
-Si, per favore non sopporto vederti con il broncio e arrabbiata!-
-Grazie!-
-Cosa?- Sbottò Octo. Flo sorrise.
-Grazie per aver preso le mie difese, per esserti assunto tutta la colpa! E’ stato un gesto carino e disinteressato! Quindi…non sono arrabbiata con te! Ma mi viene da piangere se penso che dopo la consegna della polisucco ho un altro motivo per passare del tempo con te, dannazione!- Octo cominciò a ridere ed entrarono nella Sala Comune a suon di spintoni e buffetti. –Però c’è ancora un problema!- ad un tratto si fece seria.
-Quale?-
-La pelle di Girlicco! Come diavolo facciamo? Ho saputo che gli altri se la sono fatta arrivare dai genitori, altri hanno trovato una specie di spacciatore ad Hogsmead!-
-Eh testolina riccia che non sei altro!- tirò fuori dalla tasca del mantello un sacchettino con dentro alcuna di quella pelle squamosa blu.
-Oh santo Merlino ne hai un poco! Come hai fatto?!- esclamò estasiata prendendo il sacchettino nelle sue mani.
-Prima di dirti di averla trovata ne avevo già nascosta un po’ in tasca! Sai, per le evenienze!- confessò sorridendo alla ragazza.
-Sei un genio, un fottutissimo, maledettissimo genio!-
-Hai dimenticato bellissimo genio!- la corresse fingendosi serio e offeso. Flo sbottò a ridere e scosse il capo.
-Si, si… mr.modestia io vado a letto, sono esausta! Mi aspetta un mese d’inferno!- e la ragazza se ne andò nel suo dormitorio mentre Octo, ancora con il sorriso dipinto sul volto la seguì con lo sguardo fino a vederla scomparire.

Buona sera, scusate l'assenza ma il lavoro mi sommerge la mattina e il pomeriggio faccio volontariato quindi...beh quindi mi siete mancati e mi è mancata Hogwarts! Spero che il capitolo vi piaccia!! Il prossimo ancora faccende di cuore e nel 20°capitolo la TERZA PROVA!!! ;) Vi auguro una buona serata e buona lettura e grazie a chi trova il tempo di lasciarmi una recensione, VI AMO!! Ma grazie anche a chi segue, preferisce e ricorda la mia storia!! <3
Baci e a presto, rory!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***




Capitolo 19
“…non metterti in mezzo, alla fine quello che soffrirà sarai tu!”
 
La pioggia incessante batteva sugli spalti, sul campo e sui giocatori di Quidditch, quel pomeriggio di metà Marzo. I Corvonero e i Grifondoro si stavano sfidando per 70 a 30 a favore dei nero-blu. Dopo la sconfitta nella partita contro i Serpeverde, si erano allenati molto e Sirius aveva compreso che non doveva mai più mischiare la sua vita sentimentale con lo sport. Lui non era il capitano della squadra ma essendone il cercatore facevano comunque tutti affidamento su di lui, sempre e comunque. Helena, che aveva deciso di seguire i consigli di Katrina sul nuovo schema da mettere in campo, sbraitava contro i suoi compagni che, secondo lei, tenevano un po’ troppo in mano la pluffa, lasciandosela sottrarre troppo spesso dai cacciatori Corvonero. Freddy era molto concentrato e quei pochi gol che aveva preso, non erano stati colpa sua ma merito dei giocatori avversari che, Sirius doveva ammettere, erano molto migliorati rispetto all’anno precedente.

-POTTER, POTTER, POTTER!- gridava a ritmo la sua tifoseria. Si sentiva gasato e i suoi occhi color nocciola saettavano da un punto all’altro dell’arena, desiderosi di veder brillare qualcosina. Di in tanto in tanto lanciava occhiate alla cercatrice Corvonero. Amelia Corner, era una ragazza alta, muscolosa ma bellissima. I suoi lunghi capelli castani raccolti in una coda di cavallo tiratissima grondavano acqua mentre lei, con i suoi occhi verdi, esaminava il campo, l’aria e gli spalti in cerca della pallina dorata. Lui e Amelia avevano avuto una storia, per di più durata anche molto di più del resto delle sue tresche. Erano stati insieme tre mesi quando avevano entrambi sedici anni. Alla fine era stata lei a lasciarlo per pura competizione. Ed eccoli lì ora a sfidarsi anche quell’anno. Nelle ultime due partite, dell’anno precedente, alla partita di andata era stata Amelia a scovare il boccino e in quella di ritorno Sirius. Purtroppo per lei Corvonero non era comunque arrivato in finale ed era per questo motivo che quell’anno si erano allenati il doppio i nero-blu. Non avrebbero sopportato di vedere nuovamente Grifondoro e Serpeverde in finale. Un ronzio familiare, proprio accanto al suo orecchio attirò ad un tratto la sua attenzione. Se non fosse stato così vicino, con lo scroscio dell’acquazzone in corso non lo avrebbe mai sentito. Si catapultò alla sua destra ed iniziò ad inseguirlo. Amelia fu avvisata dal cronista che informava il pubblico che Potter aveva avvistato il boccino. La ragazza allora si lanciò all’inseguimento di entrambi, scalciando sulla scopa.

-Tesoro non c’è bisogno che ti affretti così! Prometto che ti offro una burrobirra finita la partita!- gli urlò sotto il rumore incessante dell’acqua.
-Taci Sirius, stavolta tocca a me prenderlo!- rispose acida dandogli una spallata sul fianco, facendolo così deviare. Amelia riuscì a sorpassarlo ed ora era lei ad un passo dal boccino. La sua cavalleria gli intimava di non fare del male alla ragazza, ma si ricordò di quanto male Helena avrebbe fatto a lui se non avesse preso quel dannato boccino. Grugnì un’imprecazione e raggiunse Amelia sgasando con la scopa.
-Mi spiace bellezza! È ancora il mio turno!- restituendole così la spallata, e dandogliela una più forte inevitabilmente, essendo lui un ragazzo, Amelia rischiò quasi di cadere dalla scopa e perse campo. Così Sirius si trovò ad un millimetro dal boccino e sporgendosi dalla scopa lo acciuffò.
 
Nella sala comune cori in suo onore e in onore al capitano risuonavano da ogni angolo. La musica rimbombava un po’ troppo forte dalla radiolina di Nora, per non essere stata truccata con la magia. Mentre striscioni rosso oro addobbavano il tutto. Per merito di Freddy circolava qualche burrobirra e qualche bottiglia di vodka e tutti tranne i primini, mandati a letto da Pam, ballavano qua e la benedicendo Sirius per aver dato loro un motivo per far baldoria, afferrando il boccino e facendo così diventare primo in classifica Grifondoro. Era rimasta la partita contro Tassorosso di andata, e quella era la più semplice da affrontare visto che il loro cercatore era infortunato e che avrebbe giocato la riserva. Ufficialmente era Lysander Scamandro il cercatore dei Tassorosso e due anni prima era stato merito suo, che ogni volta aveva preso il boccino, se la squadra dei Tassi aveva vinto la coppa del Quidditch. L’anno precedente però a metà campionato aveva avuto un incidente con un bolide impazzito durante gli allenamenti. Mentre pensava proprio al suo amico di infanzia lo vide divertirsi sul divanetto con sua sorella Lily e suo cugino Hugo.
-Ehi e che ci fa un Tasso tra i campioni?- lo salutò battendogli il pugno.

-Mi godo le feste in onore del quidditch, se non torno a giocare io non ne festeggerò per chissà quanto tempo ancora!- rispose Lysander. Tutti scoppiarono a ridere, anche Lily al suo fianco e Hugo che per poco non si strozzò con le patatine.
-Beh non bevete troppo… e tu Lily, spegni quella sigaretta!- e gliela tolse dalle mani per buttare la cicca nel camino.
-Guasta feste!- e la sorella gli fece la linguaccia. Divertito Sirius si guardò intorno e notò che tutti si stavano divertendo. Nora, Helena, Katrina, Lucrezia e Bart ci davano dentro ballando come pazzi al centro della Sala. Freddy pomiciava al solito con una ragazza, appartato in un angolo. L’unico della squadra che sembrava scomparso era Octo. Poi lo vide. Era seduto sul cornicione della finestra a bere una burrobirra e a chiacchierare. Spostò lo sguardò su una testolina riccia e riconobbe Flo. Sorrise, il suo amico stava mantenendo la promessa. Decise che poteva avvicinarsi a loro, tanto non sarebbero rimasti da soli lui e Flo con Octo nei paraggi.

-Buona sera!- si annunciò sorridente e rubando la burrobirra dalla mano dell’amico che protestò.
-Ciao!- rispose Flo sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio.
-Di cosa stavate parlando?- s’intromise
-Parlavamo della polisucco! Tu l’hai finita?-
-Si, si, “l’ho” finita!- rispose divertito facendo intendere che era stata la sua compagna di lavoro a farla anche per lui. Flo sorrise scuotendo il capo. –Non vi buttate in pista? Che fate soli soletti qui? La festa sta impazzando!- cambiò discorso il moro squadrandoli. Flo fece spallucce.
-Sai che ballo come un folletto paralizzato!- rispose Octo. –E tu perché non vai a ballare amico?-
-Ma…si, dai perché no?!- si voltò verso la ragazza –andiamo? Se non mi sbaglio non mi hai ancora fatto gli auguri!?- aggiunse. Flo lo seguì inviando un’occhiataccia ad Octo che ammiccò nella sua direzione. Mentre Sirius e Flo si univano alla combriccola danzante Octo restò ad osservarli. Si chiedeva come faceva Sirius a non accorgersi di quanto la sua amica gli stesse morendo dietro. Si chiese come mai non si rendesse conto di quanto fosse intelligente, carina, furba e simpatica…
 

-Che fai?- la voce di Freddy lo fece trasalire e si accorse che si era imbambolato a guardare Flo ballare.
-Io? Niente, perché?- farfugliò fingendo di stare a fare altro.
-Sembravi pensieroso! Sai se cominci a diventare pensieroso tu inizio a preoccuparmi che diventerà intelligente mio cugino Hugo!- commentò divertito.
-Ma come siete tutti simpatici diventati!- rispose dandogli un pugno sulla spalla.
-Levaci mano amico, intesi?-
-Di che stai parlando?- si corrucciò Octo. Freddy ammiccò in direzione di Florinda e Sirius.
-Non fare cazzate ok? Non ti far fregare da questa storia…lei è cotta a puntino e lui deve solo schioccare le dita per averla se solo si decidesse. Mio cugino si crede tanto coraggioso ma poi è una mammoletta quando si tratta di sentimenti… non metterti in mezzo, alla fine quello che soffrirà sarai tu!- Octo per tutto il tempo aveva fissato con la coda dell’occhio Flo divertirsi mentre Sirius la faceva volteggiare. Si rese conto che gli piaceva un sacco quando sorrideva ed anche il suono della risata della ragazza. I suoi occhioni color cioccolato erano rapiti da Sirius. –Lei è off-limits! È di Sirius e se tu non ti tiri indietro adesso per quella stupida promessa che gli hai fatto, succederanno un sacco di casini, credimi!- terminò Freddy. Octo fissò il suo rosso e lentigginoso amico nonché compagno di dormitorio. Non lo aveva mai visto ne sentito parlare in modo così serio e deciso.
-Sta tranquillo io e lei siamo solo amici!- lo rassicurò scacciando una mosca inesistente con la mano.
-Adesso…o forse già per te non siete poi così solamente amici… beh buona serata!- rispose Freddy abbozzando un sorriso e lo lasciò nuovamente solo, seduto sul cornicione, mentre intorno a lui tutti stavano festeggiando.
 
*

TOC TOC TOC

-Arrivooo! Dannato Collins sei più puntuale di un orologio svizzero! ARRIVOO!!!- urlò ancora a torso nudo mentre si infilava il maglione nero con lo stemma di Hogwarts. Finì di appuntare la spilla da Prefetto e ancora saltellando per infilarsi la scarpa aprì la porta.
-Buona sera! So che non sono il “dannato Collins” ma sono puntuale comunque!-
-Calliope, ma che ci fai qui?-
-Collins si è preso una merendina marinara o una pasticca vomitosa, ora non so di preciso…per saltare Pozioni, ma o Hugo Weasley o tua sorella Lily gliela devono aver data “modificata” ed è ricoverato in infermeria da tre giorni! Mi ha chiesto se posso sostituirlo e la prossima settimana avrò un giorno libero!- spiegò la ragazza con un sorrisino dipinto sulle labbra. Per la prima volta Sirius pensò che non era il suo carattere egocentrico a fargli credere che fosse felice di fare quel turno in più per stare con lui, ma che Callie fosse davvero felice a prescindere dalla sua poca modestia.
-Oook…beh se sei così in ansia di fare questa ronda in più, contenta tu contenti tutti!- rispose facendo spallucce e seguendola giù verso i sotterranei. –Dovevamo pattugliare sotterranei, salone d’ingresso e Sala Grande!- la informò scompigliandosi i capelli con fare annoiato. La ragazza annuì. Restarono in silenzio fino al Salone d’Ingresso.
-EHI MA AVETE VISTO CHE ORE SONO?! FILATE A LETTO MONELLI!- urlò Callie giunti all’entrata dei Sotterranei a due primini Serpeverde che scapparono verso la loro Sala Comune.
-Oh Morgana, sei sembrata un’isterica, frigida zitella!- rise Sirius tenendosi la pancia per i crampi.
-Ah ah, mi sto scompisciando! Se vuoi insegnare la disciplina devi avere voce ferma, incutere timore!-
-Si ma così gli fai venire i capelli bianchi per lo spavento!- ridacchiò ancora un po’ il ragazzo. Lei gli diede un buffetto sul braccio e mise un finto broncio. Passo dopo passo perlustrarono i Sotterranei ed anche lì cacciarono dall’aula di Pozioni una coppietta che pomiciava dietro la vetrinetta degli ingredienti.
-Mmmh interessante Finnigan di Grifondoro se la spassa con la Capner di Tassorosso! Queste ronde servirebbero a quelle due pettegole di Nora e Lucrezia!- commentò divertito Sirius.
-io credo che anche tu sia un pettegolo! Una donnetta pettegola ecco cosa sei!- lo prese in giro Calli mentre risalivano verso la Sala Grande. Anche lì dovettero cacciare due Corvonero che si erano trattenute con due ragazzi Serpeverde a chiacchierare e a bere birra. Dopo due lunghe ore di avanti e indietro la ronda terminò e si ritrovarono al buio del Salone d’Ingresso.
-Mamma mia che stanchezza!- disse sbadigliando Sirius, mentre si stiracchiava le braccia.
-Sei fatto vecchio!- commentò Calli ancora pimpante.
-Ehi sei più vecchia di me di sei mesi! Non scordarlo! Devo ancora compiere diciott’ anni io!- si difese risentito il ragazzo. Calli ridacchiò accorgendosi di quanto buffo poteva apparire Sirius.
-Ok…non lo dimenticherò!- fece una pausa –tutto ok?- indagò ancora memore dell’ultima discussione che avevano avuto in terrazza. Sirius sospirò e la guardò pensieroso. –Ehi, comunque siano andate le cose  fra noi ti ricordo che ancor prima avevamo stipulato una tregua!- aggiunse per farlo sentire a suo agio. Sirius ridacchiò e poi scosse il capo.
-E va bene…pensavo dovessi correre dal tuo futuro maritino ma se vuoi trattenerti ancora, c’è un posto che voglio mostrarti!- Calli sembrò rianimarsi e lo seguì. Il ragazzo la portò al di là di una statua che disse a Calli chiamarsi la statua della strega Orba e percorsero solo un breve tratto. –Usciremo di qui… il passaggio porta direttamente a Caramellandia, ma io e Freddy abbiamo creato un’uscita che conduce ai giardini del Castello!- la informò aiutandola ad uscire da una piccola apertura. Quando Calli fu all’area aperta riconobbe il castagno vicino al Lago Nero. L’enorme albero e le sue maestose fronde in pieno inverno rendevano impossibile che qualcuno dal castello potesse vederli.
-Wow! Di sera è fantastico il Lago! Non c’ero mai stata se non al primo anno quando siamo giunti ad Hogwarts dalla stazione con la barca!- commentò la Serpeverde guardandosi tutt’intorno estasiata. Sirius le sorrise e si andò a sedere su una macigno abbastanza largo da ospitarli entrambi. Difatti Calli lo raggiunse poco dopo. –Perché mi hai portata qui?- chiese curiosa.
-E’ il posto dove ho conosciuto Flo! La prima volta che ho parlato con lei è stato qui e mi è sembrato di averci già parlato altre mille volte! Di conoscerla già…- confessò mirando le piccole onde del Lago dove si rifletteva la luna frastagliandosi.
-Oh…e perché volevi mostrarmelo! È…è successo qualcosa fra voi due?-

-> https://www.youtube.com/watch?v=4M65TfCSdIQ
-Mmh… veramente non lo so! È da un po’ che me lo chiedo!-
-Cosa?- la voce della ragazza aveva assunto un tono troppo acuto. Si schiarì la gola per ritrovare il suo contegno e tornò a guardarlo in attesa di una risposta.
-Beh…se sono innamorato di lei! Potrebbe sembrare la mia anima gemella, mi conosce come le sue tasche, sa cosa dire e cosa fare sempre e…e odio vederla con altri ragazzi! Penso che anche a lei dia fastidio vedermi con qualcun’altra…- raccontò restando sempre a fissare il lago mentre il riflesso della luna si frstagliava in mille pezzi luminosi sul lago Nero. Restarono in silenzio un paio di minuti e poi lui si voltò a guardarla. –Cosa ne pensi?-
-Oh ecco…non saprei! Qual è il problema? Perché non le parli punto e basta!?- si sforzò di dire la mora.
-Ho paura!- confessò.
-Che ti rifiuti? Ma dai…- si lasciò sfuggire Calli e si voltò subito arrossita.
-No…cioè anche! Quello che mi spaventa maggiormente è che io riesca a rovinare tutto come ho sempre fatto con le ragazze! Lei è diversa, è speciale…non potrei smetterla di vederla e basta, come ho fatto con qualsiasi ragazza del Castello con cui ho avuto una storia… non sopporterei di averla persa anche come amica oltre che come ragazza!- spiegò Sirius che stava riuscendo ad aprirsi finalmente.
-Cavolo! Ci tieni proprio tanto alla Jordan!- commentò irritata e con un filo di voce. –Pensavi queste cose anche quando…beh, hai capito no?-
-Perché stai tirando fuori ancora questo discorso Calliope? Non stiamo parlando di me e di te! Devo ricordarti che non ha senso parlarne?- chiese stizzito ma pentendosi subito dopo del tono duro usato.
-Volevo solo sapere che sarebbe successo se ci fossimo messi insieme… se tu già eri geloso di lei e tutto il resto!- precisò infastidita.
-Vorresti sapere qualcosa che non accadrà mai?!- sussurrò
-Rispondi…che ci vuole!?- invece sbottò Calli.
-Bene! È successo tutto come se fosse esplosa una bomba nella mia testa! Non l’avevo previsto! Ero si geloso che si vedesse con Kevin ma non come adesso…pensavo si trattasse di una gelosia come se lei fosse mia sorella!- fece una pausa –probabilmente se tra me e te non fosse finita non me ne sarei nemmeno accorto e mi sarebbe passata!- sciorinò.
“Dannazione!” pensò Calli. Schioccò la lingua nel palato infastidita e smise di guardarlo. Aveva rovinato tutto ed ora doveva tenersi la sua gelosia perché lei era fidanzata.
-Beh se vuoi un consiglio disinteressato- alla fine esordì –buttati! Lascia che le cose vadano come devono andare!- terminò rimettendosi in piedi. –Andiamo? Sento freddo!- le uscì un po’ troppo acidamente. Non poteva fare a meno di essere arrabbiata. Se con lui o con se stessa, non sapeva dirlo.
-Aspetta un attimo! Non ci credo! Sei arrabbiata con me! Sei gelosa per caso?!- sbottò Sirius incredulo e alzando il tono della voce.
-SI, OK? SI, SONO GELOSA! SONO ARRABIATISSIMA! MA NON LO SONO CON TE, DANNAZIONE! LO SONO CON IL MONDO INTERO!!!- urlò a squarcia gola Callie e poi scoppiò a piangere prendendosi il viso tra le mani. Ma ad un tratto il freddo scomparì e si sentì avvolgere da un dolce calore. Le braccia di Sirius l’avevano stretta al suo corpo muscoloso e caldo. Lei pianse sul suo petto e ne ascoltò il battito del cuore. –Sono una sciocca e tu sei troppo buono…- singhiozzò sul suo mantello pesante.
-Shhh è tutto ok… si risolverà ogni cosa!- le soffiò con il mento poggiato sul capo della ragazza.
-No…e lo sai! È finita! È tutto finito! Ti ho perso, per sempre…- lui la strinse più forte.
-Non puoi chiedermi questo Callie, non puoi…-
-Perché?- sollevò il capo la ragazza per guardarlo in viso, in quegli occhi così caldi e così sinceri.
-Non sarò il tuo amante, non resterò a guardare in un angolo la coppia “felice”, non mi priverò di vivere una storia normale!- rispose pacatamente ma con sguardo severo. Callie singhiozzò ancora e poi chinò il capo per abbracciarlo ancora, sempre più forte.

*Mi colpisci come un raggio di sole che brucia attraverso le mie notti più buie…
sei l'unico che voglio e penso che sono spinta verso la tua luce.
Ho giurato che non sarei mai più caduta
ma in questo caso non mi sento come se stessi cadendo…*


-Scusami…- alla fine disse sciogliendo per prima l’abbraccio e asciugandosi il viso umido per via delle lacrime.
-Non devo scusarti nulla! Dai, torniamo al Castello, stai congelando!- rispose passandole un braccio sulle spalle e scortandola, in silenzio, oltre il passaggio segreto e fino ai sotterranei.
-Non posso farcela Sirius! Non posso…- si voltò ad un tratto la ragazza prima di entrare nella sua camera da Prefetto.
-Sta a te decidere! Devi chiederti se è meglio una vita a nascondersi dietro ad una maschera oppure affrontare tutto e tutti ed essere libera Callie!- rispose serio il Grifondoro. Callie chinò il capo e dopo un sospiro sommesso gli voltò le spalle e oltrepassò la soglia della sua camera.

*Ovunque io guardi adesso sono circondata dal tuo abbraccio,
tesoro riesco a vedere la tua aura sai che sei la mia unica buona qualità,
sei tutto quello di cui ho bisogno e di più.
(Halo; Beyoncé)*
*

-…Perciò vi comunico miei cari Campioni e miei cari studenti, che la terza ed ultima prova del Torneo Tre Maghi, si svolgerà questo Venerdì! Prego ogni uno di voi di dare spazio e tempo ai tre Campioni di prepararsi, allenarsi e trovare la giusta concentrazione. Inoltre informo ogni uno di voi che si svolgerà alle 18 in punto e che potrete trovar posto sugli spalti costruiti appositamente per ospitare le tifoserie delle tre scuole!- terminò la McGranitt in piedi davanti al leggio della Sala Grande. Sorrise a tutta la Sala creando delle piccole rughe attorno alla sua bocca. –Buona fortuna a tutti e tre!- aggiunse con tono dolce, come una mamma. Sirius aveva trattenuto per tutto il tempo il respiro, sapeva già a cosa stava andando incontro grazie alla scoperta di Igor e Francìne, ma saper che la prova era vicina gli metteva addosso una ansia insormontabile. Chinò il capo sul suo piatto vuoto. Tutt’intorno a lui il chiacchiericcio gli giungeva come da dentro ad una bolla di sapone. Adesso era solo con se stesso, con la sua paura, con il suo timore di non essere all’altezza. Con il suo terrore di non essere come suo padre, di non essere degno di essere il figlio del grande e glorioso Harry Potter. Suo padre, il salvatore del mondo magico.

-> https://www.youtube.com/watch?v=XgITi3Y6BNo
-Ehi! Andrà tutto bene! Saliamo in camera, ti va?- la voce dolce di Flo lo svegliò dal suo stato di trans. Lui annuì confuso e mano nella mano raggiunsero la stanza. Quando entrarono Sirius prese una boccata d’aria. Era nervoso, era spaventato. –Sta calmo, ok? Mancano ancora tre giorni! Puoi andare nella Stanza delle Necessità, puoi allenarti, puoi ripassare alcuni incantesimi! Se vuoi ti darò una mano! Cosa ti serve? Io…-
-Solo che tu stia qui! Resta qui, con me!- la interruppe brusco. Flo lo guardò un attimo interdetta. Poi annuì ed abbozzò un sorriso. Sirius si distese a letto malamente, gettandosi di schiena come se fosse sfinito. La ragazza lo raggiunse e si distese accanto a lui in silenzio. Sentì le dita di Sirius intrecciarsi a quelle della sua mano e stringerla forte. Restarono a guardare il soffitto senza fiatare. Pian piano il respiro di Sirius si fece regolare, l’ansia cominciava a sparire. Anni addietro per entrambi era così naturale ed innocente restare così vicini a letto, a chiacchierare…ma ora era tutto così denso di tensione e di cose non dette.
-Ce la farai! Comunque vada, avrai dimostrato di essere un Campione, di essere all’altezza del tuo cognome!- disse in un soffio Flo.

Perché sapeva sempre cosa dire?

Sirius si voltò verso di lei, accompagnato dal fruscio del cuscino. Guardò il profilo della ragazza, serio.
-Lo pensi veramente?- soffiò a pochi millimetri dal viso della ragazza.
-Si!- fece una pausa e si voltò verso il ragazzo, ora i loro nasi quasi potevano sfiorarsi. –Sei speciale e coraggioso anche senza quella coppa Sirius!- e gli sorrise. Anche lui riuscì a sorriderle nonostante il groppo alla gola.
-Ti…voglio bene pulce!-
-Anch’io cucciolo!- rispose la ragazza con voce tremante. Poi chiuse gli occhi e si voltò nuovamente. Sirius si addormentò così, voltato verso di lei, osservandola pensieroso.

Buon pomeriggioooo!! SCUSATE L'ASSENZA PROLUNGATA!!
Altro che l'epifania tutte le feste porta via... il tempo proprio non l'ho avuto e tra il lavoro e il volontariato solo oggi sono riuscita ad aggiornare!!
Beh che ve ne pare del primo capitolo del nuovo anno??? Il prossimo: TERZA ED ULTIMA PROVA DEL TORNEO!!! ;)
Lasciatemi un commentino per favore, un opinione e qualche suggerimento!!
Baci e a presto, rory|
PS:nelle feste tanta gente ha aggiunto la mia storia tra ricordate,seguite e preferite, GRAZIEEEEEEEE!! <3 vi adoro!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***




Capitolo 20
“Se vuoi passare e la coppa trovare, ad uno quesito dovrai saper replicare!”
 
-Campioni tutti intorno a me!- disse perentoria la Preside. Accanto a lei, ai due lati, vi erano Madama Maxime e Vladimir Peskotrovic, rispettivamente Preside di Beauxbatons e Preside di Durmstrang. –Vi raccomando calma, concentrazione e coraggio! Abbiamo già parlato di cosa potrete incontrare: Acromantula, Sfinge, Mollicci e Schipodi Sparacoda! Avrete la vostra bacchetta e il vostro cervello…non servono solo i muscoli ma anche molta intelligenza e furbizia dentro al Labirinto!- si raccomandò per l’ennesima ed ultima volta la Preside di Hogwarts. Sirius, sebbene era spaventato e inorridito da cosa stava per andare incontro, non riusciva a fare a meno di ignorare cosa la McGranitt stava dicendo loro. Tanto l’aveva sentito da tre giorni a quella parte. Piuttosto si guardava intorno. Gli spalti costrutti per l’occasione erano gremiti di studenti. Ai piani bassi vi era disposta la banda e il coro musicale di Hogwarts e in seconda fila i parenti più stretti dei Campioni. Aveva visto i suoi genitori l’ultima volta un mese prima, e gli erano mancati, ma ora aveva voglia che scomparissero all’istante. Era terrorizzato di deluderli. Accanto a loro era impossibile non ipotizzare che quella donna alta, affascinante e da capelli color dell’oro fosse la mamma di Francìne e accanto a lei un uomo panciuto e dal baffo brizzolato sedeva accanto a lei. Sirius pensò dovesse essere il padre della mezza Veela. E per esclusione alla destra di Harry Potter e Ginny Weasley doveva esserci il padre di Igor, un uomo alto e possente dai folti capelli ricci e neri e la mascella pronunciata. Igor non doveva aver mamma, perché l’uomo era solo e molto nervoso.

-Bien Francìne, Je veux que vous soyez courageux et concentré!- Sirius sentì Madame Maxime raccomandarsi alla campionessa, poggiando le sue grandi e curatissime mani sulle spalle della ragazza che a sua volta sospirò ed annuì, gonfiando poi il petto in uno sprizzo di coraggio. Il Grifondoro poi si voltò e alle sue spalle anche il preside Vladimir stava facendo le sue raccomandazioni ad Igor che nel frattempo faceva dello streetching. Nello stesso istante anche la sua Preside lo avvicinò e si chinò su di lui con un sorriso materno.

-Potter, non mentirò dicendoti che ero entusiasta quando il calice ha estratto il tuo nome! Ero sicura avessi mandato tutto all’aria combinando una delle tue marachelle, che truccassi in qualche modo le prove o qualsiasi cosa sono sicura tu sia capace di fare… ma non mento neanche sul fatto che mi hai resa orgogliosa di te! Sei stato il primo classificato nella prima prova e il secondo classificato nella seconda prova! Hai totalizzato più punti dei tuoi avversari e ti sei guadagnato il privilegio di entrare per primo nel labirinto! Sono fiera di te e lo è tutto il corpo insegnanti! Siamo orgogliosi che sia stato tu a rappresentare Hogwarts e comunque finisca questa terza ed ultima prova, per noi hai già vinto!- e sorrise ancora affettuosa verso il suo studente.
-Preside la ringrazio…sono…sono senza parole!-
-Non c’è di che signor Potter! Del resto buon sangue non mente! E ricordi furbizia e concentrazione!- Sirius annuì facendosi serio e poi la banda cessò di suonare tutt’ad un tratto. La Preside si puntò la bacchetta alla gola per amplificare con la magia la sua voce attraverso un Sonorus.

“Cazzo, cazzo, cazzo, ci siamo quasi!” pensò Sirius mentre la tuta rosso nero che gli avevano dato cominciava a prudere a causa dell’agitazione. Anche Francìne aveva una tuta ma il colore della sua era di un azzurro tenue e portava lo stemma di Beaxbatons. Così come Igor era fasciato da una tuta nera con lo stemma di Durmstrang. Si trovavano l’uno accanto all’altro, impalati come stoccafissi. Francìne ansimava per la paura, come se avesse finito una lunga corsa, Igor stava sudando, probabilmente freddo, e Sirius non riusciva a smettere di grattarsi dappertutto.

-BENVENUTI STUDENTI, FAMIGLIE, PARENTI ED AMICI DEI CAMPIONI! STIAMO PER DARE INIZIO ALLA TERZA ED ULTIMA PROVA DEL TORNEO TRE MAGHI! VOGLIO PRIMA RINGRAZIARE I DUE PRESIDI CHE MI HANNO AFFIANCATO IN OGNI DECISIONE ED INIZIATIVA, UN APPLAUSO A MADAME MAXIME E VLADIMIR PESKOTROVIC- ci fu una pausa per accogliere gli appalusi degli spalti –E VOGLIO RINGRAZIARE TUTTO IL CORPO DOCENTI CHE HA COLLABORATO AD ALLESTIRE ED ORGANIZZARE OGNI PROVA! BENE…AL COLPO DI CANNONE CHE MASTRO GAZZA SPARERA’ LA TERZA PROVA AVRA’ INIZIO ED IL PRIMO AD ENTRARE, NONCHE’ PRIMO NEL TOTALIZZARE UN MAGGIOR NUMERO DI PUNTI NELLE PRECEDENTI DUE PROVE, SARA’ IL SIGNOR JAMES SIRIUS POTTER, CAMPIONE E RAPPRESENTATE DI HOGWARTS!- seguì un boato di applausi, cori in suo onore e schiamazzi di incitazione. –SUCCESSIVAMENTE ENTRERA’ FRANCÌNE, CAMPIONESSA DI BEAUXBATONS,- anche gli studenti della scuola Francese acclamarono la ragazza che sorrise impacciata, -E IN FINE PER ESSERE ARRIVATO ULTIMO NELLA CLASSIFICA PUNTI IL SIGNOR IGOR UKZBERG!- terminò la McGranitt precisa e solenne come sempre. Fece un piccolo cenno col capo a Gazza che accese la miccia che fece sparare al cannone la terza ed ultima palla che sanciva l’inizio della terza prova del Torneo. Sirius ebbe il tempo di cercare gli occhi verdi e tranquilli di suo padre tra il pubblico. Giurò di aver letto il labiale di suo padre dire “Buona fortuna figliolo!” e poi il Professor Paciock lo prese per le spalle fino a condurlo all’entrata del Labirinto. Sentiva i piedi pesanti e la voglia di entrare scemare piano piano! Il labirinto non era fatto di siepi come suo padre aveva raccontato fosse il suo, ma le mura erano in cemento e su di essi folta erba rampicante si stagliava minacciosa  e scura. Il sangue gli si stava gelando nelle vene, e al prurito imbarazzante si affiancò il sudore gelido nelle tempie.

-Sirius, in bocca al lupo mannaro!- gli bisbigliò all’orecchio il Professore, nonché grande amico di famiglia dei Potter-Weasley e padrino di Albie. Sirius deglutì a vuoto, spaventato, e poi passo dopo passo entrò solo e terrorizzato nel labirinto. Subito esso si richiuse dietro di sé. Adesso era davvero solo con se stesso.
Concentrazione e Furbizia.
Sospirò ed estraendo la bacchetta dalla tasca del pantalone rosso-nero disse.

-Lumos!- la tenne rivolta verso il basso per far si di non attirare con la luce l’attenzione di qualche creatura. Schiopodi, acromantule, sfinge e molliccio, continuava a ripetere l’elenco di ciò che da un momento all’altro poteva presentarglisi davanti, mentre metteva un piede davanti un altro e percorreva le vie del Labirinto senza saper dove andare. Il sole stava quasi tramontando e dopo dieci minuti buoni era saltato in aria un paio di volte al suono di qualche erba frusciante, al gracchiare di un corvo e dopo l’urlo di una ragazza. Era stata sicuramente Francìne, chissà che cosa aveva visto o peggio chissà cosa aveva visto lei. Scrollò la testa e tornò a concentrarsi.
“Dove diavolo sei, coppa del cazzo!” pensò digrignando i denti. Di certo non sperava di trovarla senza prima incappare in qualsiasi cosa si nascondesse lì intorno, e difatti non fu così. Alle sue spalle una sorta di ticchettio lo fece trasalire. Doveva pensare, e doveva farlo in fretta. Si ricordò subito di aver letto in Biblioteca due giorni prima insieme a Flo e Bart che solo una bestia avrebbe potuto fra quel tipo di rumore quando era eccitata o arrabbiata. Rabbrividì al sol pensiero delle pinze dell’Acromantula e si guardò intorno in cerca di una soluzione. Scorse almeno venti centimetri sopra di lui, un ramo più robusto di altri, sporgere dal denso fogliame rampicante del muro alla sua sinistra. Fece un salto verso l’alto ma al primo colpo non riuscì a raggiungere il ramo. Il ticchettio si faceva sempre più insistente e udibile perciò cercando di far più forza e leva sulle gambe, saltò nuovamente un secondo dopo e lo afferrò. Trovò un’insenatura nel muro per cercare di inserire il piede e tenersi in piedi, adeso al muro. Guardò in basso non appena ebbe trovato un po’ di stabilità, e un secondo dopo vide l’enorme ragno, peloso e sbavante, svoltare un angolo e giungere proprio dove un istante prima si trovava in piedi. La bestia però non sembrava accennare ad andarsene dopo non aver trovato nessuno. Anzi sembrava fiutare l’aria come se odorasse le tracce che Sirius aveva lasciato nel terreno.
“Dannazione!” imprecò mentalmente il ragazzo mentre la tuta prudeva da far paura. Resistette all’impulso di lasciare il ramo e grattarsi il sedere e restò concentrato sul ragno gigante. La bestia non accennava a smuoversi e stava ferma proprio sotto di lui. Non poteva permettersi di stare tutto quel tempo lassù, doveva continuare a cercare la coppa, altrimenti o Igor o Francìne l’avrebbero presa al suo posto. Cosa doveva fare?! Cosa avevano studiato insieme lui e Flo sulle Acromantule? C’era un incantesimo, si lo ricordava, ma quale era la sua formula gli sfuggiva. Troppo prurito, troppa paura. Era facile per la McGranitt dire di restare concentrati pensò, non era lei a star appesa ad un muro con sotto un Acromantula pronta a far merenda. Ad un tratto la bestia puntò i suoi grandi occhi grigi ed acquosi verso di lui. L’aveva fiutato e il ticchettio delle sue pinze vicino alla bocca ricominciò.

-CAZZO!- urlò mentre la bestia cominciava ad arrampicarsi. Attese che il ragno fosse quasi giunto e poi saltò mentre un pezzo della sua maglia veniva strappato da una delle pinze. Restò senza metà della maglietta rosso-oro, che ora penzolava da una delle zampe pelose del ragno gigante. Iniziò a correre a perdifiato per seminarla, ma la bestia era velocissima e gli stava alle calcagna. Il ticchettio e i lamenti dell’ animale affamato erano divenuti assordanti. Tenendo la bacchetta puntata dietro, verso il ragno, ma non sapendo cosa dire, Sirius continuava a correre. L’acido lattico nelle sue gambe gli implorava di fermarsi ma la paura e l’adrenalina lo facevano correre ancora più veloce. Ma era comunque troppo lento per lei. Difatti si sentì afferrare per la caviglia e vene trascinato a terra. Batté forte la nuca ed imprecò chiudendo gli occhi per il dolore. La bestia lo stava trascinando e nel frattempo sentiva sulle sue gambe la bava appiccicosa del mostro. Se gli permetteva di morderlo, lo sapeva, non sarebbe più riuscito a muoversi per la paralisi che il veleno provocava. Cercò di scalciare per liberarsi la caviglia ma questo fece in modo che la zampa del ragno gliela scorticasse fino a farla sanguinare. Gemette per il dolore e digrignò i denti frustrato. Ad un tratto cessò di trascinarlo, perché la bestia aveva trovato un riparato vicolo cieco per preparare il suo spuntino. Cercando di ignorare il dolore lancinante alla gamba, che incessantemente sanguinava, sollevò il busto facendo peso sui gomiti e guardò la bestia in faccia. Era orribile. Pelosa, con la bava ovunque e pinze minacciose che sbucavano dalle fauci. E proprio da lì nello stesso istante fece capolino il pungiglione. Sirius rabbrividì di puro terrore, con un forte strattone, conscio che avrebbe potuto spezzarsi la caviglia, scalciò un ultima volta per liberare la gamba, e Merlino fu con lui, ci riuscì. Cacciò un urlo di dolore, mentre metà della pelle della caviglia gli veniva strappata e restava appiccicata alla pinza della zampa dell’Acromantula. A denti stretti e stringendo forte la bacchetta la puntò verso la bestia.

-Stupeficium!- disse. Un getto rosso colpì sul petto la bestia che gemette indietreggiando. Ovviamente era riuscito a guadagnare spazio da lei, non di certo a stordirla o altro.
“Pensa fottuto idiota, pensa…” urlò un altro paio di volte l’incantesimo, per tenere a distanza il gigantesco ragno, mentre ancora sanguinante e con la gamba indolenzita strisciava all’indietro e guadagnava terreno. Poi l’illuminazione.

-ARAIA EXUMAI!!!- urlò disperato sia per la paura sia per il dolore incessante alla gamba che perdeva copiosamente sangue. Un getto argento e luminoso si sprigionò dalla bacchetta del ragazzo che colpì in pieno la bestia. L’Acromantula rantolò e piagnucolò come se quella luce per lei fosse fuoco ardente. Sembrava si stesse accartocciando su se stessa. Sfinita dal dolore la bestia iniziò ad arrampicarsi sulle mura del labirinto e a scappare, lasciando solo Sirius. Il ragazzo cercò di riprendere fiato, anche se l’incantesimo risultava facile, per lui che aveva perso forze, con la corsa, e il sangue era stato devastante. Si issò con fatica e poggiò le spalle al muro, restando seduto sull’erba. Prese fiato e pian piano il suo battito cardiaco tornò normale. Aprì gli occhi e vide la sua caviglia praticamente solo con qualche lembo di pelle ancora attaccato e una piccola pozza di sangue tutt’intorno ad essa. Pallido e senza forze puntò la bacchetta verso la gamba e cercò di pensare a qualche incantesimo che zia Herm gli aveva detto aver usato nei boschi ogni qual volta suo padre o zio Ron si erano feriti. Il vuoto. La testa gli girava prepotentemente per la grossa perdita di sangue ed aveva un enorme paura che tutto quel tempo perso gli avrebbe per sempre tolto l’occasione di trovare per primo la coppa. Era stato tanto volte in infermeria per ferite da quidditch o da rissa ma mai aveva provato quel dolore lancinante.

-Aspetta un attimo- si disse, -Vulnera Sanitatis!- sussurrò sperando di ricordare la giusta formula che Madama Chips aveva usato quando aveva fatto smettere di sanguinare il suo labbro superiore, dopo il cazzotto che Malfoy gli aveva dato un paio d’anni fa, ad una partita di Quiddtch. Piano piano la pelle smise di sanguinare, ma non ne era ricresciuta di nuova. Allora aggiunse –Ferula!- dal nulla apparvero bende che fasciarono la sua caviglia dandogli un senso di freschezza. Nel giro di pochi minuti il dolore quasi svanì e riuscì a mettersi in piedi. Provando a camminare si rese conto di star zoppicando ma dopo il sangue che aveva perso non poteva sperare di meglio. Alla fine, tutte quelle risse, incidenti casuali e non, che lo avevano fatto diventare un assiduo frequentatore dell’infermeria, non erano stati poi così inutili, pensò. Claudicante svoltò diversi sentieri e solo per un attimo aveva avuto un forte spavento quando dopo un urlo di ragazzo aveva visto un segnale di periculum rosso, sbucare nel cielo ora plumbeo, non poco distante dalla sua posizione. Probabilmente Igor aveva finito in quello stesso istante la sua esperienza al Torneo. Ora erano rimasti solo lui e Francìne. Sospirò sinceramente dispiaciuto, seppur voleva vincere, non voleva capitasse nulla di brutto agli altri due dopo che lo avevano avvisato del labirinto. Si concentrò nuovamente sui sentieri quando ad un tratto notò degli strani colori frastagliarsi tra le erbacce.

-Ma che diavolo è?!- si avvicinò cauto, con la bacchetta stretta in mano e tesa davanti a sé. Girò l’angolo ed una creatura maestosa metà uccello e metà leone. Lo stava squadrando curiosa ma non aveva alcun intenzione di attaccarlo, quello era palese. Aveva studiato tutto sull’argomento e ripassato fino alla notte precedente l’argomento Sfinge.
-Ehm…ciao!-
-Se vuoi passare e la coppa trovare, ad uno quesito dovrai saper replicare!-
-Oh! Vai subito al sodo! Mi piace!- rispose zoppicando ancora più vicino alla bocca da uccello della creatura. –Spara!-
- Una principessa viene rapita da un orco, e un cavaliere corre a salvarla. L' orco indica al cavaliere due porte e dice "in una di quelle c'è la principessa, nell' altra una tigre affamata che ti sbranerà". Sulla porta a sinistra vi è un cartello che dice "In questa porta c'è la tigre". Sulla porta a destra un altro cartello che dice "In una porta c'è la principessa". Infine l' orco aggiunge: solo uno dei cartelli è vero. Sapreste dire in quale porta c'è la principessa e perchè?- recitò il mezzo uccello. Il ragazzo restò a fissarla confuso.
-Puoi ripetere scusa?- silenzio. –Ok…allora una principessa, un cavaliere e un orco…la principessa è stata rapita, giusto? Dall’orco no? E cos’è che dice l’orco al cavaliere!?- sbottò grattandosi la testa. Ancora silenzio. –Ok uccellaccio, ok…- il ragazzo si fece pensieroso. Poco dopo però la Sfinge parlò ancora e ripeté l’indovinello. Stavolta Sirius stette molto più attento e memorizzò ogni singola parola.
“Se ci sono due cartelli e una dice di sicuro il vero…se fosse quello dove c’è scritto che c’è la tigre…allora dovrei far aprire quell’altra…ma…” si fermò un attimo e scrutò la creatura. Non poteva essere così semplice. Rimuginò per minuti interi sull’enigma, seduto a terra per recuperare la forza nella gamba. “Ma se fosse quello vero il cartello che dice che tra una delle due porte c’è per forza la principessa? Allora…allora il cartello con c’è la tigre diventa falso e la principessa…e la principessa è nella porta dove c’è il cartello falso!” fece una pausa e ricapitolò tutto. “Quindi se è falso il cartello c’è la tigre, ed è vero quello che in una delle due porte si trova la principessa, allora la principessa è per forza dietro alla porta con il cartello falso!” si sentiva eccitato ma allo stesso tempo spaventato. Che sarebbe successo se avesse dato la risposta sbagliata? Cerco di mettersi in piedi sforzando il meno possibile la gamba. Quando fu in piedi guardò negli occhi la Sfinge e prese un profondo respiro.

-La porta dove si trova la principessa è quella con il cartello “in questa porta c’è la tigre”?-
-Me lo chiedi o lo affermi?- Sirius esitò.
-Lo affermo!- alla fine rispose.
-La principessa sta nella porta con scritto "C'è la tigre". Infatti, l' altro cartello "In una delle due porte c'è la principessa" è inequivocabilmente vero dato che l' orco stesso ha detto che in una delle due porte c'è la principessa, quindi, automaticamente l' altro cartello "C'è la tigre" diventa falso, e, dato che è falso, c'è la principessa e non la tigre! Puoi passare!- gli comunicò la Sfinge. Il ragazzo sorrise e quando il sentiero dietro la creatura fu di libero accesso, claudicante lo attraversò. Era un percorso dritto e buio, era vicino. Lo sentiva. E poi la vide. Luminosa, splendente e su di un piedistallo: la Coppa Tre Maghi. Sorrise e gli vennero le lacrime agli occhi. Ce l’aveva fatta. Si guardò alle spalle e di Francìne non vi era l’ombra. Mise un piede dietro l’altro e quando fu proprio davanti alla coppa con entrambe le mani la sollevò dal piedistallo. Si sentì riempire il cuore di gioia e lacrime di felicità iniziarono a rigargli il viso.

Ce l’aveva fatta.
*
 
Quando riaprì gli occhi la prima cosa che vide furono due grandi occhi verdi ed una massa di capelli rosso fuoco, davanti a sé. Sbatté le palpebre più e più volte per mettere a fuoco, aveva gli occhi appiccicaticci come se si fosse appena svegliato da una lunghissima e profonda dormita. La luce era tenue come se venisse da un paio di candele e fosse notte. Appena capì che si trattava di sua sorella anche Lily si accorse che suo fratello si era svegliato e gli sorrise.

-Ben tornato campione!- cinguettò la rossa inclinando il capo di lato con espressione tenera.
-Che è successo? Dove siamo?- sentiva la bocca impastata e la gola secchissima.
-In infermeria! Sei svenuto non appena hai cercato di percorrere i il labirinto all’indietro! I professori stavano per venirti a prendere per farti materializzare come un eroe davanti al pubblico festante, ma come una mammoletta hai perso conoscenza un attimo prima!-
-Cosa?- non ricordava nulla, solo la luce soffice, bianca e vincente della coppa.
-Non sei poi così intelligente fratellone! Non dovevi mica rifarti il labirinto al contrario! Non hai dato tempo ai professori che sei svenuto!- ridacchiò.
-Ma perché? Stavo bene!- protestò Sirius confuso. Lily sghignazzò ancora ed indicò la gamba di Sirius. –Ma l’avevo aggiustata!- replicò. Lily sbuffò divertita roteando gli occhi al cielo.
-Diavolo Jamie, ti sopravvaluti sempre!- fece una pausa tornando seria –ci vogliono anni di pratica per praticare quell’incantesimo di guarigione come si deve…e le bende erano rattoppate di brutto!- Sirius si corrugò e si scoprì la gamba liberandola dalle coperte. Era fasciata molto meglio ma la sentiva quasi paralizzata. –Avevi perso troppo sangue e le tue energie erano al minimo! Madama Chips ha detto che sei stato fortunatissimo… l’Acromantula ha quasi scalfito l’osso!- allora spiegò Lily.
-Porco Salazar! Allora è stata tutta fortuna, un centimetro di più e non sarei stato più in grado di camminare per quel labirinto!-
-Esatto! Ma siamo tutti a conoscenza del tuo culo…o scusa fortuna stratosferica!- ironizzò Lily dandogli buffetti affettuosi sulla gamba sana. –Ma non sei felice? Hai vinto!!!- trillò cambiando discorso.
-Certo! Ma avrei preferito tornare trionfante!- sospirò –dove sono mamma e papà?-
-Li ho mandati a mangiare qualcosa, era ora di cena!- gli sorrise ancora, quel sorriso che assomigliava tantissimo a quello di sua madre quando lo coccolava mentre era malato. –Hai dormito per ventiquattrore Jamie! Mamma è stata qui tutto il tempo preoccupatissima, aveva bisogno di riposare e mettere qualcosa sotto i denti!- gli raccontò.
-Oh dannazione! Che figura di merda!- si guardò attorno e due letti più distanti era disteso Igor, se stava dormendo o fingendo non lo sapeva. Lily notò chi il fratello stava osservando ed intervenne.
-E’ sotto pozione sonnifera! Ha molto più bisogno di te di dormire!-
-Che gli è successo? È stato lui ad inviare quel segnale di Periculum?- si informò.
-Si Jamie! Quell’acromantula che hai fatto fuggire gli è apparsa così, all’improvviso! La bestia era confusa e dolorante e non gli ha dato il tempo nemmeno di accorgersi cosa stava accadendo che l’ha morso alla coscia! Mentre la bestia continuava a fuggire impaurita, Igor ha inviato il segnale, ma è rimasto paralizzato. Lo è da un giorno…il veleno lo sta espellendo grazie alle pozioni di Madama Chips, ma ci vorranno ancora delle ore!-gli raccontò. Sirius si voltò ancora verso il letto dello studente di Durmstrang e con la coda dell’occhio notò una pila di scatole di dolciumi sul suo comodino. C’erano anche diversi mazzi di fiori e bigliettini attaccati, peluches e striscioni sopra il letto vuoto, accanto a quello suo. Sorrise. Era abituato ad essere una celerità, prima per il suo cognome, dopo per le sue marachelle e poi crescendo (alto, muscoloso e attraente) per la sua bellezza e per il quidditch.

-Chi è passato a trovarmi?- domandò scorrendo gli occhi sulla pila di regali. Lily sorrise conscia che suo fratello aveva accantonato i pensieri lugubri legati al Torneo per bearsi della celebrità che il Torneo stesso gli aveva procurato.
-Tutta la scuola…i tuoi amici stupidi, tutti i tuoi cugini, gli zii e i nonni, io e Albie…l’harem di ragazze che ti gira attorno e nuove fans di Beauxbatons…ammiratori più piccini e molti dei professori. Tu dormivi e non si sono potuti congratulare con il loro campione!- fece l’elenco Lily guardando verso l’alto e contandoli sulle dita, con aria divertita. –Contento?-
-per stupidi intendi Bart e Octo?-
-e chi se no?!- ridacchiò scuotendo il capo. Sua sorella non stravedeva per quei due nonostante avesse partecipato a molte delle festicciole da loro organizzate e per un po’ avesse avuto una cotta per Bart (aveva solo dodici anni, e se lo era lasciato alle spalle).
-Flo è venuta?- chiese apprensivo. Lily sorrise ed annuì. –E nessun’altra?- la sorella si corrugò. –Cioè…-
-JAMIE HAI UNA RAGAZZA?- trillò sconvolta. Sirius sgranò gli occhi e scosse il capo.
-No, no! Assolutamente! Chiedevo così, tanto per dire!- balbettò arrossito. Doveva saperlo però. –Solo Grifondoro e ragazze di Beauxbatons sono venuti?- chiese fingendo un tono di voce disinteressato, mentre scartava una cioccorana.
-Mmmh no! Un gruppetto di Tassorosso tra cui la McMillan, eravate amici prima, no?- Sirius annuì, -ehm…anche diverse ragazze Corvonero tra cui la Miller che voleva cominciare a scrivere l’articolo per il Gazzettino di Hogwarts- Lily fece una pausa. –Ah e sai chi?! Incredibile…la Rosier, la Serpeverde con cui ti affatturavi fino all’anno scorso!- finalmente, pensò Sirius.
-Beh…non è poi così strano! Abbiamo appianato le nostre divergenze per un bene comune!-
-Sarebbe?- inarcò un sopracciglio la sorella.
-Riuscire a fare le ronde insieme senza che uno dei due finisse in infermeria, o peggio…dalla McGranitt!- mentì il ragazzo. Ma il tono di voce era risultato convincente e sicuro. Lily fece spallucce. Sua sorella era sveglia oltre che molto bella, ma l’età inferiore e le poche esperienze (almeno lui sperava) giocavano a favore di Sirius che poteva auspicare ad un briciolo di ingenuità della sorella. Poca, ma ne aveva. Era scaltra e maliziosa, lui lo sapeva che somigliava più a se stesso che ad Albus quindi più a mamma che a papà, più genuino e limpido, ma a volte pensava fosse un bene ed altre volte che fosse un male. Era sempre in pensiero per la sorella. Fumava, spesso non solo sigarette, beveva (non tanto ma per le feste era capace di ridursi uno straccio) e attirava troppi ragazzi, secondo lui. Per fortuna c’era il suo amico Lysander, anche amico di Sirius, a tenerla d’occhio.

-Certo…- mugugnò sospettosa in risposta. Cazzo, forse non era più tanto ingenua come la ricordava, si ritrovò a pensare Sirius. Avrebbe voluto che rimanesse sempre la sua piccola sorellina dai capelli rossi e gli occhioni verdi curiosi.  

Toc toc

-Possiamo?- il viso tondo e i capelli rossi come il fuoco di sua mamma fecero capolino nella stanza seguiti dal viso pallido e gli occhiali tondi di suo padre. Entrambi sorridevano e poté giurare di vedere due lacrimoni negli occhi sempre fieri e severi di sua madre. I suoi genitori lo abbracciarono incuranti del fatto che le ossa stessero ancora gemendo di dolore e la sua gamba pulsava nel punto in cui l’Acromantula l’aveva dilaniato, e dove la pelle era venuta via. Eppure i suoi genitori avrebbero potuto prenderlo a sberle, quella volta glielo avrebbe permesso. Gli erano così tanto mancati e aveva così tanto temuto di deluderli che voleva che quell’ abbraccio non finisse più. In quell’attimo entrò il suo fratellino Albus e lo riuscì ad intravedere da sopra la spalla di suo padre. Era impossibile non riconoscere quegli enormi e dolci occhi verdi, identici a quelli di sua sorella e di suo padre e quella cravatta ad intonarsi perfettamente.

Un Potter Serpeverde …se ancora ci pensava…

Ma in quel momento neanche quello gli importava più di tanto. Il fratello rimase ai piedi del letto con un sorrisetto divertito ma anche…soddisfatto?! Beh le emozioni di Albie non erano mai chiare eppure sembrava felice di avere i suoi familiari tutti lì e tutti sani e salvi. Poteva odiare la casa dove era stato smistato suo fratello ma non odiava lui. Anzi in quel momento avrebbe abbracciato anche il suo piccolo Albie se avesse avuto le forze di alzarsi per farlo. Lily ed Albus restarono tutta la notte lì, in infermeria, a raccontargli la prova, le reazioni, i pettegolezzi e ogni succulento gossip che ne derivava. Mentre i coniugi Potter tornarono a casa, a Grodric’s Hollow. La mattina seguente un tintinnio di ampolle lo fece svegliare, quando riuscì a mettere a fuoco si accorse che il letto di Igor era vuoto e che vicino la dispensa delle erbe magiche, Madama Chips si affaccendava canticchiando sotto voce una canzoncina di Celestina Warbeck. Puntellò sui gomiti nel materasso, per mettersi a sedere e poi tossì per farsi notare dalla medimaga.

-Oh Signor Potter buon giorno!!- cinguettò la strega avvicinandosi a lui con un bicchiere colmo di un liquido giallognolo che non aveva per niente un gradevole aspetto. Quando Madama Chips fu vicina Sirius giurò di aver sentito puzza di piedi di Troll fuoriuscire da quella pozione. Tutt’ad un tratto si maledì per essersi fatto notare.
-Non credo sia proprio un buon giorno, visto che vuole farmi ingoiare quel vomito di Troll, mi scusi…- protestò arricciando il naso.
-Suvvià grande e grosso com’è, non mi dica che ha paura di una pozione per far ricrescere più in fretta la pelle! Dopo aver vinto il Torneo Tre maghi non mi aspetto questo comportamento così capriccioso, signor Potter!- lo ammonì. Sirius roteò gli occhi al cielo ed afferrò il bicchiere, prese un lungo respiro e poi lo ingoiò tutto d’un fiato. Quasi gli venne da vomitare mentre Madama Chips sospirò e scosse il capo divertita. –Visto?! Quante storie…- alla fine gli voltò le spalle e fece per andarsene.
-Aspetti! Dov’è Igor, il campione di Durmstrang?- domandò curioso.
-L’ho dimesso stamattina, mentre lei dormiva beato! Il veleno è stato tutto debellato dal suo corpo e la paralisi è svanita!- spiegò mentre riprendeva a smistare le erbe mediche nella sua amata dispensa.
-E perché io sono ancora costretto a letto? Anche il mio veleno sarà stato del tutto debellato, no?- protestò con un piagnucolio. Detestava star fermo, e per di più a letto. Voleva gongolare e pavoneggiarsi per tutto il castello e soprattutto festeggiare con i suoi amici.
-Quante lagne di prima mattina! Il veleno è stato debellato anche dal suo corpo petulante, si, ma la ferita alla gamba non è ancora del tutto guarita! Abbiamo fatto ricrescere quasi tutto l’osso e presto anche la ferita si sarà del tutto rimarginata! Pensi a riposare e non a fare i capricci che se si agita ci vorrà più tempo e dovrò sopportarla ancora per molto!- e lì Sirius capì che lamentarsi ancora non avrebbe avuto più senso. Ingoiò il boccone amaro e incrociò le braccia al petto mettendo il broncio. Visto che in piena mattinata le lezioni dovevano già aver inglobato quasi tutti gli studenti e la noia che si preannunciava, iniziò a guardarsi intorno in cerca di distrazioni. Notò come la pila di dolciumi marchio mielandia, regali da scartare e letterine (con ogni probabilità di ammiratrici), si era notevolmente aumentata. Allungò un braccio per prendere un pacco di api frizzole che iniziò a scartare, mentre per fortuna Madama Chips lasciava la stanza per recarsi a lavare sicuramente le ampolle vuote.

-Quella stregaccia non voleva proprio smammare, eh?!-
-Flo…- sussurrò incredulo mentre la ragazza sgattaiolava dentro l’infermeria, verso il suo letto. Flo gli sorrise e si sedette sul bordo del letto. –Come stai?-
-Ah tu lo chiedi a me?! Io sto bene, e tu, ragnetto?- scherzò la ragazza dandogli un piccolo buffetto sulla gamba sana. Sirius ridacchiò al nomignolo.
-Madama Chips dice che l’osso è quasi tutto ricostruito e che la ferita si sta rimarginando…spero che tra un paio di giorni potrò essere fuori! Sto impazzendo!- si brontolò.
-Certo! Così potrai andare a pavoneggiarti in giro, eh?!- lo stuzzicò divertita. –I Grifondoro non vedono l’ora di dare inizio ai festeggiamenti!- aggiunse rubandogli una delle caramelle frizzanti. Sirius finse di ritirare il pacchetto e schiaffeggiarle la mano. Risero insieme per quel siparietto ma subito dopo calò uno scomodo silenzio fra i due.

https://www.youtube.com/watch?v=lkMOOSt75tg
-Flo ecco io…io volevo scusarmi!-
-Per cosa?- soffiò in evidente imbarazzo la riccia. Sirius fece una smorfia e poi trovò il coraggio di guardarla nei suoi grandi occhi nocciola.
-Beh…in queste settimane sono stato, beh ecco…un po’ distante! Ed è stata una stronzata…perchè vedi…mi sei mancata e…- fece ancora una pausa stavolta densa di significato perché non sopportava più il battere feroce e impazzito del suo cuore e lo sguardo così dolce e penetrante di Flo.

*Tutti i miei piccoli piani e programmi, li ho persi come un sogno dimenticato…
Sembra che tutto quello che realmente stavo facendo era attendere te…*


-Anche tu mi sei mancato! Credo…credo che tu abbia avuto i tuoi motivi se ti sei preso un po’ di tempo per te stesso, per star da solo!-
-Si! Infatti…infatti c’è un motivo bello e buono se ho voluto mettere questa distanza fra me e te!- rispose avvicinandosi al viso della ragazza. Flo trattenne il respiro tanto che il ragazzo poté accorgersene. Anche lui sentiva il fiato corto per l’emozione e il cuore sembrava esplodergli dal petto. Erano così vicini, così vicini da poter sentire il respiro l’uno sulle labbra dell’altra. Flo chiuse gli occhi in attesa mentre Sirius gli posò delicatamente la mano sulla guancia ed i suoi occhi si posarono con bramosia sulle labbra carnose della ragazza.

*Proprio come bambine e bambini giocando con i loro piccoli giocattoli…
Sembra che tutto quello che realmente stavamo facendo era attendere l’amore…*


CRASH

Il rumore assordante di vetro rotto interruppe quel momento. Flo si irrigidì sgranando gli occhi e guardandosi attorno confusa. Sirius invece restò immobile e frastornato, togliendo però la mano dal suo viso.
Avrebbe tanto voluto baciarla…

Madama Chips era appena rientrata nell’astanteria con le ampolle linde e profumate, ma una doveva esserle scivolata di mano perché il rumore assordante e i cocci di vetro a terra testimoniavano proprio quello.
“E ci ha interrotti, dannazione!” pensò tra sé e sé Sirius mordicchiandosi il labbro inferiore frustrato. Flo era rossa d’imbarazzo sino alla punta dei ricci e balzò in piedi.
-Signorina Jordan cosa ci fa in pieno orario di lezioni qui in infermeria? Non dovrebbe essere in qualche aula ad imparare?!- la rimbrottò sguainando la bacchetta per racimolare i cocci di vetro e farli levitare sino al cesto della pattumiera.
-Oh si…si, vado!- balbettò impacciata e paonazza. Non riuscì a voltarsi verso di lui e corse via, lasciandolo solo con la medimaga e con un groppo alla gola per quello che sarebbe potuto essere.

*Non ho bisogno di stare da solo, è vero amore. (Tom Odell; Real love)*
 
*

-Ecco qui nana! Fumante e verdastra come ti aspettavi!- Scorpius aveva appena spento la fiammella del calderone contente la polisucco e stava mostrando a Rose come negli ultimi passaggi la sua mano non aveva fatto danni. Al solito Rose notò il suo petto gonfio e l’aria gongolante che tanto destava ma anche i suoi occhi così vuoti e cerulei da non lasciar trasparire alcuna emozione. Negli anni i due non avevano mai avuto contatti se non per ricevere insulti. O meglio Rose era spesso bersaglio delle frecciatine dei Serpeverde, Scorpius Malfoy compreso, per via della sua goffaggine oppure per via dell’invidia che i verde-argento avevano dei suoi voti alti. Ma quel giorno all’ennesimo insulto quale “nana”, Rose si morse la lingua per non rispondere, perché dal loro battibecco nella foresta i loro incontri non si erano risparmiati in botte e risposte taglienti ma quel giorno, dopo essersi impuntata che dietro la maschera di algida nobiltà ci fosse qualcosa che lui nascondeva, aveva dunque deciso di tenere a freno la lingua. Non dovevano litigare se voleva che lui si aprisse con lei. Solo che… beh solo che nemmeno stando zitta avrebbe ottenuto nulla. –Che c’è quel gattaccio che hai per animale domestico, e che tra le altre cose assomiglia ad una spazzola spelacchiata, ti ha mangiato la lingua Weasley? Nemmeno un rimbrotto oggi?- la punzecchiò divertito mentre radunava i suoi effetti all’interno della tracolla nera in cuoio. Rose inspirò per non partire in quinta in difesa di Scraffy, il degno figlio di Grattastinchi, e gli si avvicinò.

-E’ andato tutto bene, perché dovrei?! È pronta ed è abbastanza buona per domani! Potremmo anche presentare la migliore pozione e prendere una E!-
-Certo! L’ho fatta io con la Grifondoro più intelligente del corso!- sbottò. Ma subito inarcò le sopracciglia sorpreso lui stesso. Le aveva fatto una specie di complimento per caso?! Rose decise di prenderlo come tale se voleva provare una sorta di avvicinamento.
-Grazie! Anche tu sei stato abbastanza bravo! Hai trovato molti degli ingredienti e ti sei occupati di diversi passag…-
-Ok, ok! Non c’è di che! Ma non finiremo per prendere tea e pasticcini insieme Weasley!- la fermò riacquisendo il cipiglio serio e algido di sempre. Rose sospirò mentre le sue speranze di riuscire ad instaurare una qualsiasi forma di contatto stavano scemando.
“Mamma ma sei sicura che per ogni uno c’è una chiave?” pensò mentre insieme al Serpeverde uscivano dall’aula in disuso e percorrevano insieme il corridoio per la sala grande.

BOOM

La ragazza sentì un dolore lancinante al sedere mentre i suoi appunti sul compito di pozioni volavano per il corridoio.
-EHI TONTA! GUARDA DOVE METTI I TUOI PIEDONI DA ORCO UBRIACO!- si sentì appellare. Quando riaprì gli occhi davanti a sé Trevor Brave, un Corvonero del Sesto anno come lei, la sovrastava.
-Scusa…io, non ti avev…-
-EHI MA CHE RAZZA DI UOMO SEI?! E’ COSI’ CHE TI RIVOLGI ALLE RAGAZZE, AIUTALA A RIALZARSI!- tuonò Scorpius accanto a lei, paonazzo vicino le orecchie. Rose sgranò gli occhi incredula. Stava prendendo le sue difese? Trevor dovette essere sconvolto tanto quanto lei visto che spalancò la bocca. Eh si, che Scorpius Malfoy la difendesse era davvero uno spettacolo… esilarante? Sconvolgente? Rose sentiva di aver perso il dono della parola. Il Corvonero le porse la mano e Rose poté tirarsi su senza troppe cerimonie. Il galletto blu-argento però si riscosse.
-Ehi Malfoy, ma che diavolo ti prende?!- almeno lui aveva riacquistato il dono della parola perché Rose ancora era troppo scossa per realizzare cosa era appena accaduto. Ma il biondo restò pietrificato sul posto, nuovamente sorpreso da se stesso, visto che le sopracciglia tanto erano arcuate da scomparire nella sua folta chioma oro. Trevor sconcertato e confuso scosse il capo e si dileguò. Rose, ormai in piedi accanto al suo compagno di studio, ne fissava il profilo in religioso silenzioso. Infine Scorpius si riscosse e si voltò a guardarla.
-Che c’è?- ruggì
-Nulla… volevo, volevo ringraziarti per…-
-Non ti ho difesa! Hai davvero il senso dell’equilibrio di un orco ubriaco, ma quelli che ti ha lasciato lanciare per il corridoio sono gli appunti anche del mio compito di pozioni!- come aveva la capacità di cadere sempre in piedi Rose non poteva capirlo. Scosse il capo e andò dritta per la sua strada. –Ehi Weasley che ti prende? Odio quando lo fai!-
-Cosa?- abbaiò rivoltandosi verso il biondo.
-Che mi lasci impalato e te ne vai!- spiegò irritato.
-Beh che ti aspetti?! Sei odioso quanto uno schiopodo sparacoda su per il culo!- ecco che i geni Granger tornavano a sopprimere quelli goffi ed impacciati marchio Weasley e Scorpius ne restava ogni volta agghiacciato. –Quando penso che tu sia una persona normale, ecco che puntualmente mi devi far ricredere! Sei solo un egoista presuntuoso…- si sfogò puntellandogli l’indice sul petto.
-Pensavi che per uno stupido compito insieme, ora fossimo diventati amici?!- biascicò. Rose si lasciò andare ad uno sbuffo avvilito e infine scosse il capo rassegnata.
-No…sia mai che un rampollo viziato per di più purosangue come te si abbassi a tanto!- rispose tagliente. Vide Scorpius irrigidirsi e trafiggerla con lo sguardo. Cosa aveva detto di sbagliato? Non era la verità che era un rampollo purosangue e viziato?
-Tu nemmeno mi conosci e ti permetti di giudicare…- sussurrò a denti stretti. –Certo la figlia dei salvatori del mondo magico si può permettere questo ed altro…- aggiunse malevolo. Allora era questo che pensava di lei.
-Mi stai paragonando a te?! A differenza tua io non vado in giro per il castello a vantarmi del mio cognome perché i miei genitori sono importanti!-
-E IO SI?!- urlò a pieni polmoni il ragazzo. Rose si pietrificò sul posto per via della reazione inaspettata e sproporzionata di Scorpius, ancora ansimante per l’urlo e la rabbia. –Sapete sputare solo sentenze voi Potter-Weasley, ma in realtà siete solo dei figli di papà che si pavoneggiano a destra e a manca!- aggiunse a bassa voce ma livido di rabbia.
-Da che pulpito viene la pred…-
-Quanto ti sbagli…- la bloccò Scorpius, -…non sai neanche quanto ti sbagli!- ed un luce triste e malinconica si affacciò sui suoi occhi cerulei. Ma prima che Rose potesse ribattere, il ragazzo la oltrepassò lasciandola sola con le sue domande.


SCUSATE!!! Ho un ritardo gigantesco nell'aggiornamento che non è stato mai regolare ma stavolta ho sperato me stessa! ;(
causa rottura computer!! sorry! ;)
Allora che ve ne pare della terza prova? deduco che il capitolo precedente non vi abbia entusiasmato, peccato nessuna piccola piccina minuscola recensione :(
Comunque piagnistei a parte sono tornata! Non so adesso quando potrò riaggiornare ma vi lascio con il VINCITORE del torneo trionfante ma anche confuso!! FLO o CALLIE? Questo è il DILEMMA!! E poi secondo voi cosa fa star male Malfoy? Fatemi sapere le vostre opnioni! <3 ci tengo! Ringrazio le persone che si sono aggiunte nel seguire, preferire e ricordare la storia!!! Grazieeee!
Un abbraccio e alla prossima, vostra Rory! ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***




Capitolo 21

“Ero venuta per questo…”
 
Quel week end ad hogsmead l’agitazione era molta più del consueto. Aveva deciso di andare con le sue amiche, Judi e Anna e con la nuova fiamma di quest’ultima, una moretta spilungona Tassorosso. Mentre le due si tenevano per mano, lei e Judi erano dietro di loro. Avevano passato metà del pomeriggio ai Tre Manici di Scopa e nella libreria Tina Fortina. Perciò si stavano concedendo un ultima passeggiata prima che la fioccata di neve diventasse una tempesta.

-Ehi occhi blu! Tutto ok? Sei così silenziosa ultimamente…- la svegliò dai suoi pensieri Judi poggiandole una mano sulla spalla. Calli abbozzò un sorriso.
-Non è vero… mi sto divertendo! È bello staccare la spina!-
-Beh rispetto alle prime settimane sei senza dubbio più chiacchierona, ma non puoi mentirmi e lo sai! Sei…sei ancora scossa e la spina non la stai staccando di certo dalle lezioni ma da un certo Nott…sbaglio?- la punzecchiò Judi scrutandola. Così Callie capitolò. Che senso aveva nascondersi alla sua migliore amica? Le raccontò di come evitava di star troppo tempo con Pierre, che per fortuna era impegnatissimo con gli allenamenti di quidditch in vista della partita contro i Tassorosso. Le raccontò della lettera di sua madre e… e di Sirius, ovviamente. Di come si era sentita meglio dopo aver avuto quel mezzo chiarimento ma di come fosse rimasta male che poi non avevano più avuto nessun contatto. Le ronde erano state del tutto stravolte nel secondo semestre e Sirius non ne aveva più fatte dopo il ricovero. Quel giorno aveva saputo che sarebbe stato dimesso però, visto che lei lo aveva cercato con gli occhi dovunque, evidentemente non aveva avuto il permesso di venire ad Hogsmead. Sicuramente Madama Chips glielo aveva seriamente vietato per non sforzare la gamba. Erano passate due settimane dalla fine del Torneo. I studenti stranieri non erano ancora tornati nelle loro scuole e alla loro routine perché era tradizione festeggiare la premiazione con una super mega festa lussuosa il vincitore, pertanto le due delegazioni straniere e i loro rispettivi presidi erano dovuti rimanere ad Hogwarts. Proprio quella mattina la McGranitt aveva annunciato la premiazione per il Sabato successivo e tutti, nessuno escluso, avevano approfittato dell’uscita per comprare un nuovo vestito o solo per passeggiare e chiacchierare avidamente della festa, che si sarebbe tenuta tra i Grifondoro, alla quale lei ovviamente non era stata invitata. Si aspettava che da Serpeverde non lo fosse, ma chissà perché ci aveva sperato che Sirius la invitasse facendo un’ eccezione per lei. Comunque da brava codarda che era non era più tornata in infermeria nonostante avesse saputo del risveglio del ragazzo. L’aveva trovato in compagnia della sorella Lily due settimane prima, ammaccaticcio e ancora con le bende sporche di sangue sulla fronte e sul collo e le si era rimpicciolito il cuore. Aveva maledetto Lily Potter per la sua presenza. Se la sorella di Sirius non fosse stata lì lo avrebbe abbracciato. Addormentato e ferito le era sembrato ancora più attraente e dolce allo stesso tempo.

-Callie…ha ragione! Se non hai ne voglia ne coraggio di lasciare Pierre devi smetterla di punzecchiarlo! Vuole voltare pagina, vuole chiudere questo capitolo… se tu non vuoi sfidare i tuoi genitori, devi lasciarglielo fare!- commentò alla fine Judi. La ragazza annuì. Avevano ragione, avevano ragione entrambi. Ma che poteva farci se quando stava con Pierre si sentiva oppressa, come costretta dentro uno stanzino delle scope di Gazza? Quei pochi minuti con Sirius invece si era sentita libera, viva. Lo voleva, lo desiderava, ma doveva stare al suo posto. Era un compito che non era sicura sarebbe riuscita a portare a termine.
 
*

“Ci sono così tante cose che mi piacerebbe dirti ma non trovo le parole giuste nella mia testa.
I giorni stanno scorrendo e tutte le foglie stanno cambiando
ma il tempo non cambierà tutte le cose che non sono mai state dette…
perchè tutto è diverso ora...”

Che non se lo fosse aspettato sarebbe stata una super mega balla, ma vederli tutti lì in rosso-oro con bandiere a scacchi, piccoli fuochi d’artificio e coccarde a dargli il benvenuto gli riempì il cuore d’orgoglio. Si sentiva amato, inutile negarlo. Lo rispettavano come Potter, come Cercatore della squadra e ora anche come Campione del Tre Maghi. Eppure si rese conto che non era questo che gli importava. Ma erano gli abbracci, le domande sulla sua salute, i baci ed i sorrisi erano tutto ciò che lo faceva star bene. Ci aveva messo un po’ a capirlo che tutti i suoi amici e compagni lo avrebbero comunque festeggiato per non aver mollato ed aver comunque completato le tre prove, e lo stesso valeva per i suoi genitori e fratelli, ma alla fine ci era arrivato e se pure era fiero di aver vinto il Tre Maghi, niente lo ripagava meglio e lo faceva star bene quanto stare al caldo della sua Sala Comune, circondato dai suoi amici. Inutile dire che grazie all’anima delle feste, ovvero suo cugino Freddy, si fece baldoria tutta la notte tra drink, fuochi d’artificio illegali marchio Tirivispi Weasley e balli sfrenati. Octo si era lanciato in una sorta di spogliarello, vicino al camino, con due ragazzine del quinto e ad una delle quali stava per prendere fuoco il sedere, per le graziose risate di Flo. L’aveva osservata per tutta la sera e lei sembrava non accorgersi di lui. Si era chiesto se lei sapesse che la festa era in suo onore. Non aveva incrociato il suo sguardo nemmeno per un istante. Accerchiata da Selene e Gina e tra le risate insieme ad Octo non era riuscito a rapirla e riprendere il discorso o quello che era, che Madama Chips aveva interrotto in infermeria.

Ma voleva veramente riprenderlo?

La stava baciando, anzi per meglio dire: si stavano per baciare. E lui stavolta era vigile e cosciente. Voleva farlo. Ed ora? Ora non ne era più certo. Si, senza ombra di dubbio Flo era bella ed era la migliore ragazza che aveva conosciuto. Le voleva bene e stava bene con lei ma…

Si perché c’era un ma…

Ritornavano prepotenti i dubbi. Fare le cose di istinto e con impulsività, lasciandosi guidare da sensazioni ed emozioni era diverso che guardare a mente fredda le cose. Era davvero intenzionato a mettere alla prova la loro relazione? Era davvero disposto a mettere a repentaglio la loro amicizia per qualcosa che poteva finire. Si perché per Sirius una cosa era certa: l’amore finiva. Ma l’amicizia quella no, quella resta. Per sempre.
-Bon soir belle célèbre!!- voltandosi e tirato fuori dal groviglio di riflessioni così bruscamente, vide Amelìe. Lei senza aspettare una risposta gli scoccò un bacio sulla guancia. –Balliamo?- aggiunse trascinandolo sulla pista. Sirius ridacchiò sorpreso e si lasciò trasportare nell’improvvisata pista da ballo, tra i divanetti della Sala Comune.
 
*

-Non fare l’idiota! Stai diventando verde!- la fastidiosa voce di Octo la riportò al presente. Era alla festa di Sirius, l’aveva ignorato per tutta la sera, lo stava osservando con la coda dell’occhio e ora stava morendo di invidia mentre quella francesina si strusciava maliziosa su di lui, mentre un pezzo elettro si propagava per la Sala Comune rosso-oro.
-Piantala ok? Fatti gli affari tuoi! Hai finito piuttosto di ballare come un coniglio in calore con la sciatica?!- ribatté acida. Prendersela con lui non aveva senso ma non poteva sfogarsi con Selene e Gina visto che erano andate a prendere da bere.
-Stare invece seduta su un bracciolo di una poltrona e tenere il muso morendo di gelosia è molto meglio, vero?!- rispose inarcando un sopracciglio. Flo rispose con un gestaccio del dito medio e una linguaccia. –Molto maturo da parte tua!- disse il ragazzo scuotendo il capo. –Andiamo!- aggiunse. La afferrò per la mano e la trascinò, ignorando le sue potreste, in mezzo alla pista da ballo, proprio accanto a Sirius e la mezza veela. Si sentì avvampare di imbarazzo quando si accorse della vicinanza con i due ma ancor di più quando Octo le posò le mani sui fianchi facendola ondeggiare a ritmo di musica.
-Che ti salta in mente?!- gli ringhiò a denti stretti, ritrovando la lucidità per parlare.
-Ti faccio buttare nella mischia! Restare in disparte a guardare non ti sarà d’aiuto se quel che vuoi è far breccia nel cuore del Campione!- rispose con tono saccente e un ghigno. Flo sbuffò mentre istintivamente seguiva le note e il corpo del ragazzo, ballando. Ma quello che ne seguì fu terribilmente spaventoso e non solo per lei. Visto che al rallentare delle note e all’aprirsi di un lento dalle casse del Dj, anche Octo impallidì.
 
*…come ti volevo qui al mio fianco, so quel che ho detto,
ma ho mentito, sembrava una risata, ma in realtà piangevo…
adesso vorrei poter schiacciare sul pulsante "rewind”…
oh, stupido orgoglio, non riesce a nascondere i buchi che ci sono nel mio cuore
perchè ho bisogno che tu sia qui con me.*

Fermarsi e fuggire come due idioti l’uno dall’altra sarebbe stato ancora più imbarazzante davanti agli occhi di tutti e specialmente di Sirius. Non erano due ragazzini perciò fu Octo a far l’uomo e a prender un po’ di coraggio. Le cinse la vita facendosi più vicino, tanto che Flo poté sentire il profumo del suo collo. Si diede una scossa e come etichetta voleva gli mise le braccia attorno al collo. In religioso e imbarazzatissimo silenzio, ballarono su quella dolce ma amara melodia. Sembrava scritta per lei e Sirius. Perché si, si trattava di orgoglio se ora non era tra le braccia del ragazzo ma di Octo, e se aveva un groppo alla gola stretta e così vicino a lui, tanto da trattenere il fiato. Se non avesse preteso che fosse stato Sirius a venire a parlarle, probabilmente quel lento adesso lo avrebbe ballato con lui. Ma si sentiva quasi le gambe molli, quasi stessero per cedere, mentre Octo la stringeva a sé, in silenzio e guardandola serio, ma andava bene così.
*ti ho visto all'angolo, stringendo la mano ad una nuova felice come solo un ragazzo sa essere…
c'era l'amore nei tuoi occhi e si, anche lei sembrava provare le stesse cose… è divertente che potevo essere io.*

 
*
 
Fino a sei mesi prima non avrebbe mai creduto di fare una cosa del genere. Fino a sei mesi fa, non si sarebbe mai immaginata di sgattaiolare fuori dalla sua Sala Comune dopo aver dato la buona notte alle sue amiche, assicurarsi che Pierre fosse cotto di sonno nella sua camera, dati gli estenuanti allenamenti di Quidditch, e aggirarsi per i corridoi della scuola. Fino a sei mesi prima non avrebbe mai creduto che vedere James Sirius Potter fosse diventato vitale. James Sirius Potter era la nemesi di Calliope Rosier, eppure lei era li a congelarsi di freddo e a morire di ansia, chissà Gazza potesse scoprirla, diretta alla Torre Grifondoro. Non era ancora certa di come sarebbe riuscita a convincere la Signora Grassa a farla passare, e nemmeno cosa avrebbe potuto dire ai Grifondoro in merito alla sua presenza lì. E cosa avrebbe detto a Sirius?
“Ciao…congratulazioni per la tua vittoria…ehm, mi manchi?!” nella sua testa questo discorso faceva abbastanza schifo quindi non voleva immaginare quanto schifo avrebbe fatto dirlo ad alta voce. Aveva preventivato una colossale figuraccia eppure non riusciva a fermarsi. Judi era stata chiara “se lui vuole chiudere questo capitolo, devi lasciarglielo fare”, ma Calliope non era famosa per essere una ragazza accondiscendente, bensì abbastanza testarda e caparbia. Oramai pensando un milione di cose e nessuna con un senso compiuto, era quasi giunta alla Sala Comune rosso-oro.

BANG

-Caspita, occhi blu!- una ragazza alta, androgina e dai capelli corti le era finita addosso. Ricordava il suo viso ma in quel momento le sfuggiva il nome.
-Scusami, non ti avevo vista con questo buio!-
-Tranquilla, un lumos però la prossima volta potrebbe aiutarti!-
-Quel viscido di Gazza potrebbe avvistarmi più facilmente, preferisco il buio!- si giustificò.
-Beh che ci fa una…- la squadrò bene e non solo vide i dettagli verde argento ma anche la spilla da Prefetto sulla sua divisa –…una brava ragazza come te in giro a quest’ora di notte?-
-Mi chiamo Calliope,- “non brava ragazza” pensò -e vorrei vedere una persona…-
-Piacere occhi blu! Io sono Katrina!- ora Calli ricordò chi fosse la ragazza davanti a sé. A lei di certo non piaceva il quidditch ma Pierre le aveva fatto una testa come una casa in merito alla figlia di Krum, quando la delegazione di Durmstrang si era presentata ad Hogwarts.
-Piacere!- gli restituì il sorriso, -cosa fai in giro tu? Da Prefetto dovrei portarti dal tuo preside ma date le circostanze sono solo curiosa!- Katrina ridacchiò e si strinse nella spalle.
-Sono invitata ad una festa!- Calli si illuminò.
-Stai andando nella Sala Comune Grifondoro? Sai la parola d’ordine?- si morse la lingua.
-Beh si…perchè io sono stata invitata!- la punzecchiò. –E tu occhi blu perché vuoi andare? Sei una spia? Andrai dalla preside a denunciare la festa clandestina?- la interrogò per niente in allarme la bulgara, ma solo molto divertita. Calli era convinta che da un momento all’altro la ragazza avrebbe potuto scagliarle un confundus e aveva drizzato tutti i sensi.
-Ehm…io…no, no vorrei…- stava balbettando e se non si dava un contegno, così Katrina avrebbe potuto convincersi che fosse veramente lì per mandare all’aria la festa. Beh forse sei mesi prima avrebbe anche fatto una cosa del genere. Ma ora…ora c’era Sirius, e non più “quel pagliaccio di Potter”.
-Calma occhi blu! Vuoi imbucarti non è così?!- la riscosse Katrina con un ghignetto saputello. Calli si ritrovò ad annuire rilassandosi. –Beh seguimi allora! Mclaggen mi ha invitata e mi ha dato la loro parola d’ordine, andiamo a divertirci occhi blu!- e cominciò a fare strada. Calli cominciò a sentire i battiti del cuore dentro le orecchie e il respiro accelerato quando si avvicinarono al ritratto della Signora Grassa. Non si sentiva musica provenire dalla Sala, di sicuro avevano lanciato un silencio sulla porta.
-ASPETTA!- quasi urlò tanto che Katrina sobbalzò in aria.
-Che c’è?- chieste stupita. –Non ti sai imbucare alle feste? Non devi attirare l’attenzione!-
-No, non è questo… è che non so se sono desiderata dal festeggiato! Non so…non so cosa potrei dirgli, io…- ma che cosa le era venuto in mente? Farsi vedere li dai rosso-oro, insieme a Sirius? Tutta la scuola sarebbe venuta a conoscenza della sua cotta, Pierre l’avrebbe mollata e i suoi genitori diseredata. E cosa avrebbe detto Sirius? Le aveva chiesto chiarezza e presentarsi lì chiaro non lo era affatto. E poi in veste di cosa si stava presentando? Essere mollata, essere odiata dalla sua famiglia ed essere lo zimbello del Castello si rese conto non le importava poi così tanto…le importava cosa avrebbe fatto Sirius quando lei gli avrebbe detto che era lì per lui e di star un pò da soli. Aveva bisogno di parlargli, congratularsi, abbracciarlo dopo lo spavento. Ma non poteva. Proprio no.

-Allora?- la riscosse nuovamente Katrina con un sopracciglio inarcato e visibilmente spazientita.
-Non posso! Divertiti…- sussurrò afflitta.
-Non fare la cacasotto! Caput Draconis!- recitò e come una furia la trascinò dentro afferrandola per un polso. Era dentro. La musica era assordante, le luci tutte colorate lanciate da una palla sospesa con la magia al centro del soffitto. L’aria era calda grazie al camino acceso e i ragazzi erano divisi tra chi ballava, chi beveva in un bancone improvvisato con tavolini e scacchiere e chi chiacchierava sui divanetti con aria brilla. –Divertiti tu!- alla fine si congedò Katrina, mollandola all’entrata con aria stordita. Doveva scappare.
-UN ALTRO BRINDISI A SIRIUS, IL NOSTRO CAMPIONE!!- sentì urlare da un ragazzo alto e dinoccolato coi capelli rossi. Lo riconobbe come Freddy, il cugino Weasley di Sirius. Tutta l’attenzione era su di lui e sui calici, era il momento di fuggire.
-Che ci fai tu qui?!- la voce di Florinda Jordan la fece trasalire. Il sangue le si congelò nelle vene e si voltò lentamente nella direzione della riccia e la trovò che la squadrava minacciosa.
-Volevo…volevo congratularmi con Potter…-
-Falla finita! Voi non vi parlate…- Calli si sentì infastidita dall’acidità della risposta e punta nel vivo gonfiò il petto.
-Beh allora Sirius non ti ha aggiornata… ci riparliamo eccome!- Florinda doveva essere all’oscuro della loro ultima chiacchierata sul balcone perché la durezza del suo sguardo vacillò e si morse un labbro.
-Non sei stata invitata comunque!- tornò alla carica.
-Come avrebbe potuto farlo se era una festa a sorpresa per lui?- rispose a tono.
-Comunque non sei la benvenuta altrimenti saresti stata sulla lista degli invitati!- il punto andò a segno. A quello non poteva replicare perché se lei e Sirius fossero stati amici, i suoi migliori amici ovvero gli organizzatori della festa l’avrebbero invitata, come avevano fatto con la Krum, che addirittura era di un’altra scuola. Il brindisi era finito ma loro due non se ne accorsero affatto, prese a fulminarsi con gli occhi, perché altrimenti si sarebbero dileguate visto l’imminente figuraccia.
-Cosa sta succedendo qui?- la voce di Sirius fu come uno schiaffo in pieno viso. Ma Calli si accorse che lo fu per entrambe perché anche Florinda sembrò impallidire. Ma lei era la benvenuta perciò fu proprio la riccia a rispondere.
-Si è imbucata!- quanto avrebbe voluto strangolarla. Sirius la squadrò ma non sembrava arrabbiato, quanto confuso.
-Che ci fai qui Calli?- le chiese dopo un attimo di smarrimento.
-Volevo salutarti…sei stato male…io, io volevo farti i miei auguri per…- si sentiva ridicola a blaterale sottovoce e imbarazzata, mentre Florinda al fianco di Sirius la sfidava con lo sguardo. –niente, lascia perdere…- alla fine capitolò rendendosi conto di essere fuori posto e indesiderata. Lì dentro lui era il re, accerchiato dai suoi amici e da lei. Era chiaro come il sole ormai che il suo passo falso lo aveva avvicinato a lei. A Florinda Jordan.
-Aspetta…- soffiò Sirius mentre lei si voltava per andar via, e Calli si bloccò.
-Sirius…- sussurrò Flo sconvolta, poi si riscosse e fece per voltare le spalle al suo amico ma Sirius le cinse il polso. A Calli quel gesto fece male quanto una pugnalata al cuore. Erano così legati, così in sintonia. Per questo non riuscì a mordersi la lingua e star zitta.
-Sirius mi hai detto di aspettare, sono qui, sono qui per te!-  il ragazzo lasciò la presa e tornò a guardare lei. Flo li osservava impalata, come lei poco prima. Era una situazione inverosimile, così prese le redini lei. –Vieni fuori a parlare?- aveva sganciato la bomba ora doveva solo aspettare.
-Flo, torno subito…- una piccola vittoria per Callie. Ma Florinda sembrò sprofondare nello sconforto. –Ti prego Flo…- ma la riccia si era già dileguata delusa. Vide Sirius alzare lo sguardo verso un suo amico, che Calli non capiva bene come e perché sembrava aver assistito a tutta la scena. Si scambiarono un’occhiata intensa e poi Octo, così Callie si ricordava si chiamasse, annuì e marciò via.
 
*

Aveva combinato un casino. Voleva seguirla, voleva parlare con lei. La mattina si stavano per baciare e la sera aveva perso ogni chance con lei.

Bravo Sirius, complimenti. Sei proprio un coglione.
Eppure anche se lo pensava, stava seguendo Calliope e non riusciva a smettere di pensare che gli era mancata ed era felice di vederla lì.
-Mi dispiace che per la sola mia presenza, tu abbia dovuto litigare con la tua amica!- conosceva Callie ed era certo che quello che aveva detto non lo pensava affatto, ma apprezzò la cortesia. Calliope sapeva che Flo aveva una cotta per lui, ne era certo, l’aveva capito prima lei che lui stesso. Se lo ricordava quel periodo.
-Tranquilla! Le passerà! “spero” –piuttosto perché stavi scappando? Non abbiamo superato la fase “voglio ucciderti” da un pezzo?!- ironizzò anche se si sentiva abbastanza scombussolato. Anzi per meglio dire diviso. Si sentiva diviso tra la ragazza che ormai le dava il tormento, in senso buono, e la ragazza che ormai non era più solo un’amica. Tra due fuochi, ecco.
-Si, è vero! Ma mi ci vedevi lì dentro a dare spiegazioni perché una serpe si aggira tra grifoni ubriachi?!- ribatté sottovoce perché ancora vigeva il pericolo Gazza.
-Dai andiamo nella mia stanza, se Gazza ci scopre alle quattro di notte in giro ci finisce a pulire gabinetti con lo spazzolino da denti!- Calli annuì rilassandosi. Voleva stare con lei, e glielo stava dimostrando. E lei stava dimostrando a lui di essere felice per questo. Entrarono nella sua camera da prefetto dopo sembrava esser esploso un petardo visto che era piena di vestiti ammucchiati qua e là, bottiglie vuote di burrobirra agli angoli e pacchetti vuoti di mielandia. – Scusa il disordine, in attesa della terza prova mi ero lasciata andare un po’…- disse imbarazzato. Sentì Callie ridacchiare e la vide accomodarsi nell’unico angolo di letto libero da indumenti o rifiuti.
-Tranquillo…sarai stato stressato!- rispose con un tono nervoso mentre tamburellava con le dita sul materasso.
-Callie, non voglio girarci intorno…quindi te lo chiederò direttamente: perché sei qui?- sbottò in piedi davanti a lei. La ragazza si morse un labbro nervosamente e lui davvero non voleva farla sentire indesiderata o offenderla, ma doveva sapere.
-Sirius ero venuta mentre eri ancora svenuto in infermeria…e volevo congratularmi con te e…vedere se stavi bene, se ti eri ripreso…e…- Sirius però scosse la testa e fece una smorfia. –Che c’è?- allora ruggì Callie, inarcando un sopracciglio.

-> https://www.youtube.com/watch?v=Y-01dsXDqGE
-Il vero motivo Callie…tutte queste cose potevi anche aspettare e farle domattina a colazione o nella pausa pranzo! Perché sei qui?-

*Non so perché non ci sei. Ti ho dato il mio amore, ma proprio non ti interessa.
Avevo ragione, ero sbagliato. Dammi un segno. Che cos'è l'amore?
Bambina non farmi male, non farmi male, non più.*


Lo guardò con quei suoi grandi occhioni blu lucidi, che dal basso sembravano ancora più grandi, anzi più profondi perché si stava sentendo annegare in quel blu, in quel mare tempestoso. La sentì sospirare e stava per gettare la spugna perché con lei era tutto così tormentato, sbagliato ma allo stesso tempo così piacevole, che lei si alzò e lo baciò. Un bacio lento, dolce, a fior di labbra. Il sapore delle sue labbra era dolce ma ugualmente amaro, perché quel bacio era si sbagliato ma anche così piacevole. Perché era lei, e perché gli era mancata. Quando lei si staccò lentamente aprì gli occhi ed incontrò quel maledetto blu in cui ogni volta affogava. Gli diede un altro piccolo bacio, aveva delle labbra così morbide Callie, era così bella lei. Sirius si leccò le labbra confuso ma dolcemente spaesato.

-Ero venuta per questo…- gli sussurrò a fior di labbra. Il respiro caldo della ragazza lo fece rabbrividire. Con lei non si eccitava per piccoli gesti o parole, tremava. Tremava dall’emozione. Questo lo spaventava a morte.
*Non so, cosa posso fare? Cosa posso dire per fartelo capire…Io non posso andare avanti. Che cos'è l'amore? Bambina non farmi male, non farmi male, non più.*
Non aveva più parole e lei non sembrava voler aggiungere altro. Era stata per tutto il tempo in punta di piedi per baciarlo e la vide tornare a terra e voltargli le spalle.
-Lo sai…- fece una pausa perché non gli sembrava nemmeno la sua voce tanto si sentiva emozionato, la sua voce tremava. -…ehm, lo sai che non puoi fare così? Non puoi essere fidanzata e venire qui nella mia camera, baciarmi e andartene? Non puoi farlo…- spiegò frustrato. Le spalle di Callie si irrigidirono visibilmente e la sentì sospirare ancora.
-Lo so…- e poi uscì dalla sua camera.
 
*

-ah eccoti qui!- Octo aveva inseguito Flo che aveva imboccato le scale verso il dormitorio femminile. La ragazza però si era intrufolata nel magazzino della Torre, dove gli elfi impilavano cuscini, lenzuola e coperte rosso-oro puliti. La trovò accucciata a terra con le ginocchia al petto, le braccia attorno alle gambe e la faccia sprofondata su di esse. Udì qualche singhiozzo e allora sospirò.
-Oh ti prego, lasciami stare! Ti ho già detto che non c’è bisogno che mi fai da balia…non importa ciò che hai promesso a quell’idiota!- rispose Flo scossa dal pianto.
-Oh si adesso lo chiami idiota! E comunque guardati…- fece una pausa indicandola, -sei davvero convinta che non ti serva una balia?!- ironizzò velenoso. Non ricevendo risposta si lasciò sfuggire un grugnito camuffato da sospiro e le si sedette accanto a gambe incrociate. La sentì singhiozzare ancora per un po’.
-Cosa c’è di sbagliato in me? Perché non mi vuole?- piagnucolò tornando a guardarlo. Octo si sentiva impotente, non sopportava vederla triste figuriamoci piangere.
-Nulla! Sei perfetta Flo! Se lui non riesce ad accorgersene peggio per lui, ok?!- rispose posando i suoi occhi azzurri su quelli nocciola dell’amica.
-Non è vero…hai visto come è andato dietro a quella?! E stamattina…beh al diavolo stamattina!- sbottò. Octo sentì dentro di sé un campanello d’allarme, lo ignorò.
-Stamattina cosa?-
-Mi stava baciando! Capisci? Sta solo giocando! Sono una delle tante...fa come gli pare!- sciorinò con gli occhi rossi dal pianto. Octo sgranò gli occhi.
-E perché non è successo?- si sentiva curioso e allo stesso tempo infastidito. Perché il suo amico faceva lo stronzo con Flo? Perché gli aveva fatto promettere di starle accanto per poi vederla soffrire e non poter fare nulla?
-E’ arrivata Madama Chips… ma questo non centra nulla! Lui stasera mi ha bellamente ignorato come se non esistessi, come se fossi peggio di uno snaso! È corso dietro a quella lì…e…guardami!-
-Lo sto facendo Flo! E non vedo nulla di sbagliato!- rispose serio. Si sentiva incazzato e non capiva perché.

-> https://www.youtube.com/watch?v=4Vp4T4y94c0

-Io sono bella per te?- rimase spiazzato. Era una domanda intima e sicuramente Flo non gliel’avrebbe mai fatta visto il loro rapporto d’amicizia fatto solo di battute e scherzi. Era certo che se non fosse stato per due acquaviole corrette con vodka al mirtillo, Flo non sarebbe stata così spudorata. Eppure lo guardava con la innocenza negli occhi. Per fortuna sua non si sarebbe ricordata più nulla domattina.
-Si lo sei!- rispose sorridendole. Era sincero. Lo aveva sempre pensato. Facendo battute sul suo fondo schiena sporgente e sodo, questo si, ma lo era davvero. Aveva delle belle labbra piene, occhi grandi e dolci color nocciola e ricci graziosi che le ricadevano sul viso rotondetto e color caramello. Era bella, punto. Non sapeva se era un dato oggettivo o soggettivo, ma era stato sincero, quello si.
-Perché lui non se ne accorge?- lei continuò ignara e incurante dei suoi pensieri. Già perché? Perché il suo amico gli aveva mollato quella patata bollente di cui si stava sempre a preoccupare e che gli faceva rimpicciolire il cuore quando piangeva. Perché lo stava facendo affezionare a Flo più di quanto avrebbe mai immaginato. Erano amici, ma non lo erano stati mai fino a quel punto. E a che punto erano? Che punto era quando avevi voglia di spaccare il culo a chiunque potesse farle del male?
-Lo farà, e spero per lui che sarà troppo tardi!- sussurrò duro. Flo annuì solo perchè l’effetto sonnolenza dell’alcol l’aveva fatta calmare. Probabilmente non aveva capito un’acca di quello che lui le aveva detto. Difatti lei si accucciò con la testa nell’incavo tra collo e spalla di Octo e chiuse gli occhi. Si irrigidì un attimo. Quel contatto così intimo lo fece rabbrividire. Era tutto così nuovo e inaspettato e così dettato dalla disinibizione dell’alcol che non sapeva se era giusto o sbagliato sentirsi emozionato.
-Non voglio tornare in camera…dovrò raccontare dell’ennesima cazzata di Sirius e le mie amiche mi faranno la predica…-
-E dove pensi di dormire per stanotte? In camera mia ci sono i ragazzi! Non sono sicuro potresti sopportare la puzza dei piedi di Freddie!- sdrammatizzò Octo perché stava sudando un po’ freddo avendola così vicina e calda su di se.
-Restiamo qui! Il pavimento e il muro non sono mica così scomodi, no?!- rispose con tono pacato e la voce già impastata dal sonno. Octo si morse il labbro. Non avrebbe chiuso occhio con lei così avvinghiata.
-Mmh ok…- mormorò. –Flo?- chiese qualche secondo dopo. Nessuna risposta. Il fatto che si fosse addormentata lo rendeva meno nervoso. La osservò dormire beatamente sul suo petto e si intenerì. Sentì il cuore scaldarsi.

“No il pavimento è decisamente scomodo!”
 
*Non voglio altro, nessun altro amante.
Questa è la tua vita, ma è il nostro tempo.
Ma quando siamo insieme, ho bisogno di te per sempre.
È questo l’amore?
Bambina non farmi male, non farmi male, non più.* (Kiesza; What is love?)

EHILAAAAA'!!!
Come va lettori??? scusate l'assenza, la mia vita sociale e lavorativa mi aveva rapito e lo confesso...ho scritto moooolto poco ultimamente ma non è giusto togliere così tanto tempo ad una passione come quella dello scrivere e allora prometto a me stessa di dedicare più tempo a questa storia!!! ;)
Intanto GRAZIE di cuore a chi ha recensito lo scorso capitolo, pubblico e corro a rispondere ;)
E grazie a chi (anche se non aggiorno spesso) segue, ricorda e preferisce la storia :-* SIETE LA LINFA PER ME!
Che ve ne pare dl 21esimo cap? Tortuoso eh? Beh anche il prossimo sarà così...siamo a circa 3/4 della storia! Non so se la parte dedicata a Lily la continuerò come seconda parte di questa fic oppure ne inaugurerò una seconda fic! ;) vedremo...
Intanto baci e buona settimana! A presto (spero ^^), rory...

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***




Capitolo 22

“Sei così…diversa!”
 
Scorpius Hyperion Malfoy non era di certo uno stupido. Forse Rose Weasley si credeva la persona più intelligente del Castello, ma non aveva idea di come era fatto lui. Non era di certo passato inosservato il fatto che, prima della grande litigata come nella sua testa la chiamava da un po’, la Weasley aveva tentato di calmare le acque fra di loro…insomma di instaurare una specie di rapporto pacifico. Che ci fosse sotto qualcosa dietro quei sorrisi o dietro quei gesti gentili, era certo. Il problema che ancora non era riuscito a capire quale fosse l’obiettivo della Weasley. E prima ancora che potesse indagare avevano litigato. Se pensava ancora a come si era messa a giudicare senza saperne nulla di lui e della sua famiglia, ancora gli ribolliva il sangue nelle vene. Fin quando offendeva lui dandogli del rampollo o del viziato egoista era una cosa, ma nessuno doveva permettersi di parlare ne tanto meno sputare sulla sua famiglia. E poi cosa ne sapeva una Weasley, una privilegiata come lei, di quello che aveva passato lui da bambino o di quello che aveva passato suo padre?! Si sentì nella gola un nodo di malinconia e tristezza. Fortuna volle che il suo compagno di stanza bussò alla porta del bagno dove si era barricato da un’ora ormai. Rischiava di far tardi alla lezione di pozioni, ovvero al fatidico giorno della consegna della polisucco. Non aveva potuto ripassare i passaggi, gli ingredienti e tutte le procedure che avevano usato lui e la Weasley visto che lui e quest’ultima non si erano rivolti la parola per tutto il week end, e che li aveva tenuti lei nella sfuriata.

-Scorpius questo monopolio del bagno deve terminare qui ed ora! Esci di lì!- gli ordinò Romeo con tono pacato e la sua solita voce profonda. Sospirò riaggiustandosi esasperato e per la milionesima volta i ricci biondissimi ed uscì. Sotto lo sguardo indagatore dell’amico preparò la tracolla con i libri della giornata scolastica. E poi cedette.
-Che c’è? Non ti serviva il bagno?- ringhiò
-E’ che sei così radioso e dolce stamattina damerino, che non posso toglierti gli occhi di dosso!- ironizzò con un ghignetto dei suoi. Il biondo sospirò e tornò ai suoi affari cercando di ignorarlo. Dopo che Romeo ebbe finito in bagno si avviarono dai dormitori maschili alla Sala Comune Verde-argento. Sentiva ancora gli occhi e l’attenzione di Romeo su di sé e lo fulminò con lo sguardo. A nulla servì concentrarsi sulla colazione in Sala Grande. Fin quando esasperato non cedette ancora una volta.
-Si può sapere che hai da guardare?-
-Dimmelo tu perché sei intrattabile da tre giorni e potrebbe anche entrarci qualcosa che prima del previsto si sono interrotti i pomeriggi di studio con Rose!- fu l’argomentazione tagliente del moro. Scorpius fece scoccare la lingua sul palato snobbando la frecciatina.
-Dimentico che tu e la Weasley siete amici…-
-Perché io so apprezzare un cervello quando ne incontro uno!- rispose secco ma senza cattiveria. Scorpius sapeva che Romeo e la Weasley studiavano molto spesso insieme in Biblioteca e che erano entrambi membri del club degli scacchi magici. Per giunta Romeo l’aveva portata al ballo del ceppo. Aveva capito quella sera che tra i due non c’era nulla di tenero, ma che erano solo buoni amici. Scorpius inarcò un sopracciglio. –E’ inutile che menti a te stesso e a me…per me sei un libro aperto da quando avevamo tre anni damerino: te ne sei accorto anche tu che Rose è intelligente e furba! Ti sei trovato bene a studiare con lei e non vuoi ammetterlo perché i tuoi pregiudizi su di lei son troppi radicati!- Fece una pausa asciugandosi elegantemente gli angoli della bocca con il tovagliolo. –Però non capisco perché per un mese siete riusciti a convivere pacificamente, più o meno, e poi avete interrotto gli incontri in prossimità della consegna! Cos’è successo?-
-Perché non te lo fai dire dalla “so tutto io” se siete così amici!?- rispose stizzito. Perché odiava quando Romeo aveva ragione. Perché si, si aveva dei pregiudizi e passare del tempo con Rose Weasley era stato…destabilizzante.
-Nel week end è difficile che riusciamo a vederci! Lei va ad Hogsmead con i cugini e le amiche oppure ne approfitta per rispondere alle lettere o ad aiutare il fratello con le pergamene arretrate!- Scorpius non poteva credere che Romeo e Rose fossero così legati. Si sentì stupido quando si rese conto di aver spalancato la bocca in una perfetta o. Difatti Romeo ridacchiò quasi silenziosamente. –Allora? Vuoi dirmi o no cosa è successo?- Scorpius si guardò attorno, nessuno degli studenti era loro così vicino da poter aver sentito qualcosa della conversazione. Diede un’occhiata anche di sbieco al tavolo rosso-oro, ma nessuna traccia della Weasley.
-Abbiamo litigato…divergenze dovute alle famiglie a cui apparteniamo!- biascicò evitando gli occhi marroni e penetranti dell’amico.
-Famiglie? Cioè?-
-Lei sostiene aspramente e con tutta se stessa che mi vanti di essere un rampollo purosangue e io sostengo che invece lei ed i suoi cugini siano dei privilegiati che si pavoneggiano per essere eredi dei Salvatori!- raccontò atono. In realtà il solo ricordo di quelle parole lo mandava in bestia. Era bravo Scorpius Hyperion Malfoy a non lasciar trasparire nessuna emozione. Era bravo sempre, quasi sempre…con Rose Weasley si era mostrato abbastanza arrabbiato e risentito.
-E tu dimostrale che non è così! Nessuno può immaginare ciò che la tua famiglia ha passato, la mia o quella di Nott! Nessuno può sapere se hai una maschera finché non te la togli davanti a quel qualcuno!-
-Perché dovrei? Lei non è mia amica ne tanto meno se lo merita! Gongolerebbe e andrebbe a raccontar ogni cosa ai cugini!- protestò stizzito. Aprirsi con la Weasley oltre che umiliante sarebbe stato la sua rovina. Romeo si era impazzito?!
-Rose non è la ragazza che pensi sia! Lei è diversa…- fece una pausa –e comunque dovrai rivolgerle nuovamente la parola oggi in classe!- sdrammatizzò alzandosi. Scorpius lo imitò ed insieme e in un silenzio scomodo, per il biondo, si avviarono verso i Sotterranei.
 
*

Qualche ora prima sempre nei Sotterranei, nella sua camera da Prefetto, Calli si risvegliò e per un attimo credette di aver sognato ogni cosa. Poi realizzò che aveva baciato Sirius.

Lo aveva baciato…era sbagliato, ma lo avrebbe rifatto.

Cioè no, non avrebbe più dovuto farlo. Per lo meno se fosse stato per lei ogni notte sarebbe sgattaiolata nella sua stanza per baciarlo e dormire tra le sue braccia, ma non poteva. Non poteva perché Sirius non avrebbe giocato quel gioco pericoloso e perché era fidanzata…ufficialmente. Le si contorcevano le viscere al solo pensarci. Si vestì di malavoglia perché anche se non era stato un sogno, era quello che avrebbe dovuto fingere fosse stato. Non poteva far colazione con lui, non poteva abbracciarlo, non poteva sedersi nel banco con lui, non poteva baciarlo… sospirò uscendo dalla sua camera per andare a fare colazione, con la divisa scolastica indosso insieme al suo solito broncio.

-Buon giorno Rosier!- la voce di Cassia la sorprese mentre percorreva il corridoio dei sotterranei.
-Buongiorno!- rispose cordiale e con rispetto. La bionda aveva solo un anno più di lei ma era la Caposcuola Serpeverde e comunque anche prima di esserlo si faceva rispettare e temere.
-Hai una brutta c’era! Non hai dormito abbastanza stanotte?- argomentò stranamente Cassia.
-Ehm…non no dormito bene, già…- era strano che Cassia Greengrass si “abbassasse” a chiacchierare con gli studenti più piccoli, e poi loro due non avevano chissà quale rapporto.
-Magari se non sgattaiolassi dopo il coprifuoco fuori dalla tua camera per andare a delle feste…!- quella risposta fu una doccia fredda per Calli.
-Come?-
-Come lo so? Ero di ronda alla torre ovest proprio ieri!-
-A quell’ora?- sbottò incredula. Le ronde a mezzanotte finivano. Lei era lì alle tre della notte. Cassia mutò l’espressione cordiale in una altamente incattivita dalla sua sfacciataggine, nonostante si trovasse in fallo.
-Rosier stai cercando di sfidarmi?-
-Io…no…no…- balbettò sfuggendo dallo sguardo della Caposcuola. –Non accadrà più…scusami!- si affrettò a dire.
-Sai cosa non accadrà più?!- sussurrò Cassia con un sorriso sbilenco e gli occhi blu pieni di soddisfazione. –Che mi rovini i programmi della serata! Stai lontano da Sirius ragazzina altrimenti…- fece una pausa mentre la seconda doccia gelida la investiva facendola rabbrividire di paura, -il tuo fidanzatino verrà  a conoscenza dei tuoi spiacevoli, quanto sorprendenti, hobby notturni, Rosier! Buona giornata!- e con una spallata la oltrepassò, lasciandola di sasso.

*

-> https://www.youtube.com/watch?v=bRBCUeHXG4w
Qualche piano più su…

Si svegliò con una fitta al sedere, che sentiva gelido tra l’altro. Il suo viso si corrucciò tutto ed aprì gli occhi pian piano. Non riconobbe subito dove si fosse addormentata. Perché era certa che quella non era la sua stanza ne il suo letto. La bocca era pastosa e dal retrogusto dolciastro. In un lampo le vennero in mente le troppe acquaviola corrette, che Freddy aveva elargito con nonchlance al bancone. Messo a fuoco ciò che le stava davanti riconobbe dei pettorali.
PETTORALI?!
Il suo sguardo pian piano salì e trovo prima il mento e poi gli occhi ancora chiusi di Octo, che dormiva a fianco a lei. Anzi no, era lei del tutto accucciata su di lui. Tolse come scottata le braccia da attorno alla vita di Octo che mugugnò infastidito voltandosi dal latto opposto. Restò seduta e con aria confusa per qualche istante, fin quando non si accorse di avere sulle spalle qualcosa. Octo durante la notte le aveva poggiato sulle spalle il suo cardigan nero per tenerle caldo. Si sentì sciogliere e le si dipinse un sorriso sulle labbra. Prima di poter decidere su cosa pensare e sul da farsi, Octo si agitò nuovamente accanto a lei e voltandosi incontrò i suoi occhi azzurri.

-Buongiorno!- le disse con voce assonnata e stropicciandosi gli occhi chiari con il dorso delle mani.
-Buongiorno a te…- borbottò confusa. Lo vide alzarsi e guardarsi intorno intontito.
-Come stai?- le chiese ad un tratto. Si accorse così di essere rimasta in silenzio a fissarlo. Si era ritrovata senza parole. Non capiva se si sentiva imbarazzata, arrabbiata o…emozionata?! Si alzò anche lei sfilandosi il cardigan dell’amico e glielo porse. – Ehi tutto ok?- lui invece le sembrava così tranquillo. Ma solo lei credeva che risvegliarsi abbracciati in uno stanzino era…disdicevole? Piacevole? Sapeva solo che la testa le stava scoppiando.
-Ma come sei chiacchierone di prima mattina!- sbottò con tono acido. Se ne pentì subito dopo ma ormai gli occhi azzurri del ragazzo si erano tinti di un alone cupo.
-Scusami tanto…la prossima volta che mi chiedi di restare qui con te la mia risposta sarà no dato che te ne sei pentita…- biascicò anche lui acido.
-Pentita? Ma di che diavolo stai parlando?- si sentiva lo stomaco in subbuglio e le orecchie in fiamme. Era in totale imbarazzo. L’unico ragazzo con cui aveva mai passato la notte era stato…Sirius.
-Certo…se il tuo amico Sirius scoprisse che ti sei rintanata qui con me chissà cosa penserebbe non è vero?!- Octo subito dopo si morse il labbro. Lei si guardò attorno confusa come se li dentro ci potesse essere la soluzione ad un problema che nemmeno sapeva di avere. Cosa voleva Octo? Perchè stavano litigando?
-Io…io non so perché mi stai dicendo queste cose! Ricordo che sono stata io a venire qui e chiederti di farmi compagnia! Mi dispiace se ieri sera ti ho rovinato la serata! È vero che ti ho detto che non devi farmi da balia ma sono già diverse volte che accade l’opposto! Beh… non è più necessario, davvero!- sciorinò cercando una tregua ad una battaglia di cui non aveva ne percepito ne visto l’inizio.

*L’unica cosa che sapevo quando mi sono svegliata stamattina è
che adesso so qualcosa, qualcosa che prima non sapevo…
nel profondo della mente, mi fa sentire bene…*


-Non è questo Flo… non hai rovinato un bel niente e piantala con la storia della balia, ok? Io volevo stare qui con te, la promessa fatta a Sirius non centra più nulla…- mentre che le rispondeva le aveva rivolto le spalle. Ecco ora oltre lo stomaco le faceva male la testa e le orecchie ormai erano in fiamme.
-Allora perché sei arrabbiato? Perché mi tratti così?!- soffiò con voce tremante. Di emozione? Di rabbia? Ecco perché il mal di testa.
-Non sono arrabbiato Flo… è che quando mi sono svegliato avevi quella faccia da cane bastonato…come se avessi fatto un torto a qualcuno ad essere qui con me…lascia stare, è tutto ok!- alla fine risolse. Si voltò nuovamente a guardarla e poi abbozzando un sorriso fece per oltrepassarla.
-Ehi…- lo fermò cingendogli il polso. –Non ho fatto un torto a nessuno! Ti ho chiesto di restare qui con me perché ne avevo bisogno…grazie!- Octo indietreggiò fino ad affiancarla e si chinò a darle un bacio sulla guancia. Sentì un brivido percorrerle la spina dorsale e le guance avvampare.
-Non c’è di che riccia!- le soffiò sulla pelle per poi liberarsi dalla presa e uscire dal magazzino.

*tutti i miei muri si ergono dipinti di malinconia ma io li abbatterò
ed aprirò una porta per te.
E l’unica cosa che sento sono le farfalle nello stomaco…
Una bella sensazione, rifarsi del tempo perduto, Prendere il volo, mi fa sentire bene…
Voglio solo sapere che ora ne sei consapevole!*



Cazzo se Freddy aveva ragione…si ritrovò a pensare Octo mentre risaliva le scale verso il dormitorio maschile. Lo aveva avvisato che sarebbe rimasto fregato. Lo aveva avvisato che avrebbe sofferto lui per quella promessa fatta. Flo era off limits, Flo era innamorata di Sirius e per quanto lui poteva starle vicino come amico aveva finito per apprezzarne ogni suo gesto, i suoi occhi, il suono della sua risata. Era rimasto fregato e non poteva fare a meno di pensare che era in trappola, la stessa trappola in cui era cascata Flo per Sirius. Avrebbe voluto tornare indietro, prenderla per le spalle e baciarla. Avrebbe voluto urlarle in faccia di svegliarsi e piantarla di vivere quell’amore platonico che le faceva solo male, che le inquinava l’anima e il cuore. Ad un tratto, mentre si accorgeva di essersi chiuso in bagno ed aver ignorato Bart che gli aveva domandato dove fosse stato fino a quel momento, si ricordò delle parole di Bart sull’espresso di Hogwarts per le vacanze di Natale.

“Octo quando anche tu smetterai di andare di fiore in fiore capirai che lo hai fatto perché una donzella ha rubato il tuo cuore, freddo e nero, che ti ritrovi al momento!”

La realizzazione lo investì come un camion in corsa. Da quanto tempo non accettava l’invito di una ragazza o chiedeva un appuntamento a qualcuna? Non ne aveva avuto l’interesse…aveva smesso di andare di fiore in fiore. La sola compagnia di Flo lo faceva star bene. Allora…allora aveva trovato la donzella che gli aveva rubato il cuore?

*Torna indietro e dimmi perché mi sento come se avessi sentito la tua mancanza per tutto questo tempo…
raggiungimi qui stasera e fammi sapere che non è solo una sensazione creata nella mia mente.*

 
*

Rose Weasley, con la solita aria impacciata, stava seduta in prima fila su uno dei vecchi banchi dell’aula di pozioni. Quando vide entrare Scorpius Malfoy, in compagnia di uno dei suoi migliori amici, ovvero Romeo Zabini, sussultò sulla sedia tanto da far venire un colpo a Selene, seduta proprio accanto a lei. Era già stato strano non trovare Florinda in camera quella mattina quando si era svegliata ed era ancora più strano non trovarsela lì al primo banco con lei a sentirla sproloquiare, come nei giorni antecedenti, su quanto fosse tesa nel doversi rapportare nuovamente e forzatamente con il biondo serpeverde. Non fu difficile per quest’ultimo individuarla visto che, da brava secchiona, sedeva sempre in prima fila con le sue amiche. Il professor Lumacorno sarebbe arrivato da un momento all’altro perciò preso un profondo respiro si fece coraggio e raggiunse il suo compagno di studio. E proprio perché Romeo era una tra le persone che più la capivano gli sembrò giusta l’opzione di girare i tacchi. Tanto gli avrebbe raccontato tutto più tardi…il furbo. Persa un attimo fra i suoi pensieri, e vista la sua eterna sbadataggine, non si accorse di esser giunta sino a Scorpius e gli pestò un piede.

-Ops scusami…-
-Tranquilla…- sibilò a denti stretti, -dovevi dirmi qualcosa?- domandò con tono gelido.
-Ehm ecco io…io volevo scusarmi per non averti più ridato la metà dei tuoi appunti! Io ero così arrabbiata e adesso che è arrivato il giorno della consegna me ne pento…- confessò paonazza su guance e orecchie, tipico marchio Weasley.
 
Scorpius si ritrovò a pensare che quella strana ragazza che gli stava di fronte era una continua sorpresa. Riusciva a tramutarsi da dolce ragazzina impacciata, un po’ dinoccolata, a biscia dalla lingua biforcuta so tutto io. Nel loro ultimo incontro l’aveva lasciata inferocita come una iena ed ora sembrava impacciata come un agnellino. Questo lo destabilizzava e con Rose Weasley, che da anni prendeva in giro senza neanche aver mai parlato con lei veramente, non sapeva più come comportarsi. Non sapeva più che pesci prendere. E la chiacchierata mattutina con il suo amico Zabini, non lo aveva di certo aiutato a fare chiarezza.

-Non preoccuparti- biascicò dopo un lungo e scomodo silenzio –avevo preso appunti a lezione e avevo il mio libro, il resto spero di ricordarlo!- non sapeva se era stato acido o se l’aveva tranquillizzata, quella mattina si sentiva stordito e un po’ in ansia.
-Oh, ok allora ci…ci sediamo vicini? Cioè vicino al nostro calderone? L’ho portato qui stamattina con l’aiuto di mio fratello Hugo…- aveva notato come Rose fosse imbarazzata e anche lui si sentiva a disagio. Era proprio vero che se non litighi con una persona non la conosci mai veramente abbastanza però…però nessuno gli aveva detto che litigarci significava raggiungere un livello di intimità scomodo. La seguì senza dire una parola vicino al calderone, e quasi tutte le coppie di studio avevano preso il loro posto. Difatti il professor Lumacorno entrò in scena poco dopo con il suo solito panciotto in fuori e il baffo da tricheco ben pettinato.
-Bene miei cari…devo dire che in queste settimane siete stati molto attenti alle mie lezioni e tra piccoli furti e lievi esplosioni nei vari piani del castello, sono fiero di voi, tutti avete una pozione a coppia ma…- e fece una pausa per creare suspence, -solo una di queste giovani coppie potrà aggiudicarsi la E nella mia materia a fine anno!- accanto a lui poteva sentire Rose fremere e aspirare con tutta se stessa a quel premio. La osservò con la coda dell’occhio per non esser notato da lei a farlo. Era bassina, le arrivava alla spalla, aveva un color di capelli strano tra il rame e il castano. Nessuna efelide a differenza di quello spilungone di suo fratello Hugo. Labbra carnose e carnagione pallida. A differenza della cugina Lily era meno appariscente con il suo corpicino snello e slanciato. Non si era mai fermato ad osservarla. Era sempre stato frenato dai suoi pregiudizi e poi con i suoi compagni quando lei era nei paraggi si impegnava a sfotterla. Nel frattempo il professore aveva cominciato ad esaminare i calderoni. Accanto a lui Rose aveva aperto il quaderno dove avevano appuntato ogni passaggio, lo aveva posto proprio in mezzo a loro affinché anche lui potesse dargli un’occhiata. Prima della litigata aveva notato quelle piccole attenzioni che aveva nei suoi riguardi, era banale gentilezza certo, ma lui non la meritava. Non perché fosse un cattivo ragazzo, ma perché con lei era sempre stato cattivo e sgradevole. Gli facevano comunque piacere, inutile negarlo. Sbirciò il loro quinto passaggio perché in quei giorni era quello che non riusciva a ricordare, ripassandolo velocemente, e poi toccò a loro.

-Bene bene…la signorina Weasley non disattende mai le mie rosee aspettative! La miglior pozione vista finora! E Signor Malfoy sono convinto che abbia dato anche lei il contributo! Del resto entrambi siete due tra i migliori pozionisti del sesto anno!- Si sentì gonfiare il petto e Rose accanto a lui sorrideva tutta paonazza su guance ed orecchie, come sempre quando era emozionata. Sussultò resosi conto di aver registrato quella particolarità.
-Grazie mille professore, non ce l’avrei mai fatta senza l’aiuto di Scorpius che ha trovato la maggior parte degli ingredienti!!- perché lo stava lodando? Quando avevano smesso di darsi addosso? La cosa che più lo spaventò era che non aveva voglia di dirle di smetterla. In un certo senso gli piaceva questo riguardo che aveva Rose nei suoi confronti. Stava realizzando che era più piacevole rispettarla che denigrarla. Ma cosa avrebbero pensato i suoi compagni Serpeverde se avesse cambiato atteggiamento? Nel frattempo il professor Lumacorno era passato al calderone successivo e si rese conto di non aver spiccicato parola. Arrossì impercettibilmente. –Io e il professore ti abbiamo fatto dei complimenti, come mai quella faccia?!- lo riscosse dai suoi pensieri Rose.
-Ehm…grazie! Cioè ho apprezzato ciò che ha detto, che avete detto!-
-Prenderemo una E, me lo sento!!- cinguettò accanto a lui, tutta emozionata. Gli veniva da sorridere, ma tossì per dissimulare. Ignorarla, come se lei non fosse lì accanto a lui, gli sembrava l’idea migliore, in attesa di capire come comportarsi. Avrebbe dovuto interpretare ciò che sentiva dentro. Già parlare di emozioni in relazione a Rose Weasley, lo destabilizzava alquanto. Dissimulare, si, era la giusta tecnica. Fortuna che il professore aveva terminato.
-Bene! Troverete i risultati del vostro lavoro affissi in bacheca stasera prima di cena, per ogni coppia un voto che inciderà sulla vostra pagella finale!- diede loro un’occhiata complessiva e infine li congedò. Scorpius sentì le spalle alleggerirsi. Sapere di poter uscire dall’aula ed allontanarsi da Rose, lo rendeva più tranquillo. Dannato Romeo, continuava a pensare, con le sue insane idee che la compagnia di Rose Weasley poteva essere niente male.
-Ehi!- lo fermò per il corridoio.
-Si?- dissimulò voltandosi con nonchalance. Rose le sembrò così ingenua e anche un po’ sulle spine. Sospirò e le si avvicinò. Non le era mai sembrata così smarrita, come un pulcino bagnato.
-Io…io volevo scusarmi per la scenata! Ecco…mi dispiace! Non dovevo permettermi di giudicare! Non ti conosco nemmeno un po’ e non conosco i tuoi! Ehm…allora ci si vede in giro…- Scorpius realizzò in quel momento che il loro lavoro di coppia era terminato e che non aveva più alcun motivo di frequentare Rose Weasley e….e la cosa lo rendeva inquieto.
-perché devi essere così?!- si sentì dire come se la sua voce non gli appartenesse.
-Così come?-
-Dici che non dovevi permetterti di dirmi quelle cose…ma io mi sono permesso tante volte di prenderti in giro! Non è giusto che fai la misericordiosa con me…io…spesso sono stato uno stronzo con te, dovresti ricambiarmi con la stessa moneta, no scusarti!-
-Non so che tipo di gente sei abituato a frequentare tu ma dalle mie parti è così che funziona!-
-Gente serpeverde…- biascicò –ci vediamo stasera, diamo insieme un’occhiata al voto! A più tardi!- non le lasciò il tempo di rispondere, che ad ampie falcate fuggì via dal problema.
*
 
Sirius uscì dall’aula di pozioni con due certezze: la prima che Florinda non lo aveva degnato di uno sguardo il che significava guai, e la seconda che avrebbe preso almeno una E in pozioni grazie a Clarabella Jones, la sua compagna di studio per il progetto polisucco.
-Ehi Octo!- richiamò il suo amico mentre anche lui aveva una strana faccia. Ma che cosa era preso a tutti quella mattina?!
-Ehi…- fu la risposta atona dell’amico. Guai…odore di guai.
-Che succede? Flo è scappata via! Tu sembri che sia stato morso da un ungaro spinato visto il muso lungo che hai!-
-Tutto ok…Flo è stanca! Ha detto che ha dormito male!- altra risposta secca e atona. Guai…
-Non prendermi per il culo amico! Che succede?-
-Ti ho detto che è tutto ok! Lasciami in pace! Non sono la sua balia…non ci facciamo le treccine a vicenda ne ci prendiamo il the caldo alle cinque, ok?- sbottò contro di lui. Per un attimo Sirius restò di sasso e senza parole. Di fronte a lui Octo abbassò lo sguardo a terra.
-Lo so che non sei la sua balia! Ultimamente però siete stati molto a contatto, pensavo sapessi qualcosa…- Octo restò in silenzio a mordicchiarsi il labbro.
-Scusami…ehm ecco sarà infastidita per il fatto di Calli…amico devi smetterla di giocare questa partita a Quidditch… è arrivato il momento di acchiappare un solo boccino!- alla fine si confidò con lui. Gli parve sincero e visibilmente meno acido.
-Tranquillo, allora…ci vediamo agli allenamenti più tardi, ok?- gli venne incontro per sciogliere il ghiaccio che si era creato tra i due.
-Certo…- gli rispose in tutta fretta Octo che sgattaiolò via verso l’atrio più vicino del castello. Doveva affrontare un problema alla volta, si disse. C’era innanzitutto il problema Florinda. Doveva spiegarle che non poteva esserci nulla con Calliope Rosier, che lei era fidanzata e che era uscito fuori dalla Sala Comune solo per chiarire le cose. Certo poi si erano baciati, ma Florinda non doveva saperlo e per di più non era stato previsto. Ovvio che poi c’era il problema Calliope. Ok, il bacio non era stato previsto, ma desiderato? Si, forse quello si. Gli era mancato poterla sfiorare, sentire il suo profumo e il tocco dolce e passionale allo stesso tempo delle labbra rosse e carnose della Serpeverde. E infine terzo ma non meno importante problema: che cavolo aveva il suo amico Octo?
-Oh eccolo qui signor Potter, presto mi segua!- la voce della Preside di Hogwarts lo fece ritornare nel mondo reale, dopo che il groviglio dei suoi pensieri lo aveva rapito.
-Giuro che non sono stato io!- sbottò
-Signor Potter, so che è abituato a seguirmi o a venire nel mio ufficio spedito da chissà quale professore, ma stavolta non si tratta di una delle sue marachelle!-
-Di cosa?- domandò confuso seguendo comunque la McGranitt su per l’ufficio.
-Si da il caso, Signor Potter, che lei ha vinto il Tremaghi e che consuetudine voglia che il vincitore faccia un’ intervista per la Gazzetta del Profeta ed un servizio fotografico a seguire per la prima pagina!- spiegò di fretta e quasi con tono infastidito la McGranitt, come se lui potesse sapere tutto quello. Magari una sapientona come sua cugina Rose di sicuro l’avrebbe saputo, ma lui no. Lui era stato certo solo di una cosa durante il torneo, ovvero che doveva restare vivo. Giunti davanti al Gargoyle la Preside pronunciò quasi sottovoce la parole d’ordine, tanto che fu impossibile per Sirius captarla. Mostrata la scala a chiocciola in marmo bianco salirono sopra dove un team di giornalisti erano affaccendati ad impostare luci e macchine fotografiche magiche per tutto l’ufficio. Non appena tutti si accorsero della sua presenza fu assalito dalle truccatrici e dal parrucchiere. La Preside sembrò volatilizzarsi, sicuramente infastidita anche lei da quella caciara. Poco dopo aveva chili di fondotinta in faccia, tanto da sentirsi cremoso da far schifo e gli prudeva il naso per via dei pennelli usati per il fard. Dopo aver starnutito un paio di volte, quello che fino a quel momento era stato in disparte, gli si avvicinò. Era un uomo alto e possente, dai folti capelli color oro e un pizzetto appuntito. Poteva avere sulla quarantina d’anni e gli sorrise affabile.
-Buon giorno signor Potter! Piacere io sono Amedeo Higgins e sono qui per intervistarla riguardo alla sua vittoria al Torneo Tremaghi!-
-Il piacere è mio signor Higgins!- rispose cordiale.
-Innanzitutto le faccio le mie congratulazioni! Ora se vuole accomodarsi nella poltrona, io comincerei cn le domande!-
Un’ora dopo era soddisfatto del fatto che il giornalista della Gazzetta del Profeta non si era rivelato affatto come Rita Skeeter, che chissà perchè non aveva fatto l’intervista stavolta. L’uomo gli aveva permesso di esprimere la verità sui motivi che l’avevano spinto a partecipare, sulle paure e sull’orgoglio che aveva provato nel soddisfare i propri genitori che l’avrebbero comunque sostenuto in caso di sconfitta. Uscì tronfio dall’ufficio ma il suo sorriso si spense non appena la realtà tornò a bussare alla sua porta.
Florinda stava per entrare nel bagno femminile e da stupido idiota impulsivo qual’era non poteva più aspettare per chiarire con lei. Magari il riflessivo Bart o il galante Octo avrebbero aspettato una situazione più consona, ma lui no. A grandi falcate e con il cuore che pompava nelle orecchie, la raggiunse. Le cinse il polso e la tirò a sé, ad un soffio dal suo petto e i loro sguardi si incrociarono.

*Proprio dall’inizio sei stato un ladro hai rubato il mio cuore…
Ed io sono stata la tua vittima consenziente, ti ho lasciato vedere le parti di me che non erano proprio belle
e tu le hai messe a posto con un semplice tocco…*


-Sirius…- soffiò lei mentre i suoi grandi occhioni nocciola si riempivano di lacrime. Ad un tratto decise che anche quella piccola distanza che li separava doveva essere annullata. Così la strinse a sé in un abbraccio. La sentì trattenere il respiro contro di lui.
-Flo…so cosa sta succedendo fra di noi! Non voglio perderti, ho paura!- non aveva mai parlato così apertamente, con il cuore in mano, nemmeno con lei che era la sua migliore amica.
-Anch’io ho paura di perderti…ho paura di sbagliare!- confessò mentre poggiava le mani sul suo petto per scansansarsi dolcemente. Sirius con indice e pollice le sollevò il mento delicatamente. Così ancora una volta furono occhi negli occhi.
-Le cose fra noi sono cambiate. Nemmeno me ne sono accorto ma lo so, lo sento… l’amicizia non basta più, non è così?!- Flo annuì.

*Semplicemente dammi una ragione, solo una sarebbe abbastanza,
solo un secondo in cui non siamo rotti ma piegati…
E possiamo imparare ad amare ancora, è nelle stelle, è stato scritto nelle cicatrici dei nostri cuori…*


-Cosa accadrà adesso?- balbetto la ragazza
-Io so solo che ho bisogno di te!- si sentì di risponderle, il più sinceramente possibile.
-Anch’io, ma…ma se fare questo passo nel vuoto ci porti verso la fine di tutto?- gli chiese impaurita. –Io non sono pronta a rinunciare a noi…- aggiunse.
-Neanch’io Flo…non ti ho scartata dalla mia vita, volevo solo capire dentro di me se ero pronto a fare questo salto nel vuoto…se dovesse andare male…-
-Se dovesse andare male finirà ogni cosa, lo so…- concluse per lui. Stavolta fu lei ad abbracciarlo. Erano come dentro ad una bolla. In quel momento sarebbe anche potuto finire il mondo e loro non se ne sarebbero nemmeno accorti.
-Flo?-
-Perdonami…devo andare!- lo sorprese ad un tratto.
- Perché? Perché adesso sei tu a scappare dal problema?-
-Adesso sono io ad avere bisogno di tempo… avrei potuto fregarmene di tutto il resto e buttarmi a capo fitto in questa storia ma non voglio rischiare la nostra amicizia, ancora no…- Sirius rimase senza parole. Dopo tutto quel tempo passato a rimuginarci su, non si sarebbe mai aspettato che Flo prendesse tempo. Adesso capiva com’era sentirsi mentre si aspettava la decisione di qualcuno.
-Io…io…- boccheggiò confuso. –Suppongo che occorra del tempo prima di decidere…sei la mia migliore amica è vero ma potresti diventare un’estranea se le cose andassero male fra noi due, come coppia intendo…- vide Flo avvampare a quella parola ma non poté fare a meno di intenerirsi ancor di più.
-Si, infatti! Ti ho concesso tanto tempo per te, adesso puoi concedermene oppure lei ti separerà da me ancor prima?- ed era ovvio che Calliope sarebbe stata tirata in ballo in quella discussione.
-Lei deve dimenticare quello che è stato! È finita! Presto si sposerà ed io voglio andare avanti!- rispose il ragazzo. Flo annuì e poi sorrise. Uno di quei sorrisi sinceri che scaldano il cuore.
-A presto…- disse la ragazza voltandogli le spalle.
-A presto pulce…- sussurrò quando già Florinda si era allontanata.

*Oh le lacrime cadono a dirotto… Io rimedierò a tutto questo per noi.
Stiamo raccogliendo la polvere, ma il nostro amore non è abbastanza, lo stai trattenendo…(Pink; Just give me a Reason)*

 
*

Una E. Beh di meno non si sarebbe mai aspettata. Aveva lavorato sodo e sopportare Scorpius Malfoy come contorno di quel piatto non era stato da sottovalutare. Forse Lumacorno aveva dato quel voto solo a loro considerando anche quanto male assortita era stata la loro coppia. Certo, a parte Flo ed Octo, che comunque d’accordo non vi erano andati mai, ogni grifondoro aveva in coppia un serpeverde. Ma a lei era capitato il principe delle serpi e per giunta quello che forse più di tutti l’aveva presa in giro negli anni. Solo che ora non sapeva più come classificarlo, mentre in piedi accanto a lei, guardava il suo voto affisso in bacheca e scritto in grassetto sulla pergamena. Stava sorridendo o era una sua impressione?!

-> https://www.youtube.com/watch?v=3qaN8IfiQjU
-Contento?- gli chiese titubante. Perché la metteva così a disagio quella figura così algida ed austera?
-Certo Weasley! Non credere sia tutto merito tuo se abbiamo preso il voto migliore di tutto il corso!- e come poteva risponderle se non con una frase tagliente?! Era più forte di lei, Scorpius riusciva solo a tirar fuori da lei solo il lato peggiore, la sua lingua biforcuta.
-Diciamo che con un mentore come me tu sia riuscito a fare del tuo meglio!- lo provocò stizzita e voltandogli le spalle per andar via. Non voleva litigare nuovamente con lui. Aveva capito che erano troppo diversi. Non voleva più tentare di sciogliere quel ghiaccio. Lui non voleva aprirsi con lei, e lei non voleva più trovare la chiave per farlo.
-Ehi…dove vai?! Ti ho ripetuto centinaia di volte che odio quando mi ignori e vai via!- la rimbrottò raggiungendola.
-E stare a sentirti mentre ancora una volta mi prendi in giro o ti vanti di te stesso!? No grazie… ho di meglio da fare che litigare con te!- argomentò Rose atona, senza degnarlo di uno sguardo. Lui schioccò la lingua nel palato con fare irritato e le si piazzò davanti sbarrandole la strada. Rose così alzò il capo per guardarlo incontrando quei suoi occhi di ghiaccio. Sollevò un sopracciglio curiosa.
-Beh?- gli domandò spazientita infine.
-Sei così…-
-Stramba?!- abbaiò, memore delle volte che le era stato detto, anche da lui.
-Diversa…- soffiò scrutandola assottigliando gli occhi artici.
-Cosa cambia?- domandò la ragazza sbuffando e facendo per oltrepassarlo definitivamente.
-Tutto…- rispose. –Buona notte nana…- aggiunse. E stavolta fu lui ad oltrepassarla e lasciarla senza parole.

ECCOMIII! NIENTE RITARDI, STO AGGIORNANDO PRESTO STAVOLTA!! VISTO?! ;)
Allora che ve ne pare?? Sirius e Flo sono ad una svolta ma anche Octo, no?! che ne dite di questo triangolo?? Ah i due bellocci nell'immagine del capitolo sono Scorpius (Alex Pettyfer) e Rose (Emma Roberts) ^^ ...  Aspetto le vostre opinioni e corro a rispondere alle vostre recensioni dolcissime!! Sempre grazie a chi segue preferisce e ricorda la storia e a chi lascia sempre la sua opinione!! SIETE LINFAAAA!! <3
Un bacione e buon week end!! a presto, rory!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***




Capitolo 23
“Sono fiera di te!”
 
Stendardi e scocche da un lato verde e argento e dall’altro nero e giallo, addobbavano il castello. Chi tra le due squadre di quidditch avrebbe vinto quella competizione sarebbe arrivato in finale contro chi nella partita di ritorno avrebbe vinto tra Corvonero e Grifondoro. E come ogni dannata partita a Calliope Rosier non poteva fregar di meno. Ormai mancava solo un giorno alla grande festa in onore del Campione del Torneo Tremaghi e inevitabilmente anche alla partenza delle due delegazioni straniere, e si era arresa all’idea che per l’ennesima volta sarebbe stata un’intera serata al tavolo con Pierre e i suoi compagni serpeverde noiosissimi. Non ne poteva più di annuire alle loro frasi fatte sul quidditch, sugli affari di famiglia, oppure dei loro discorsi sempre così odiosamente razzisti e snob. Si chiedeva come aveva potuto farlo per sei anni ad Hogwarts senza rendersi mai conto della superficialità e della cattiveria di quei discorsi. Eppure sapeva di non avere altra scelta. Isolarsi avrebbe alimentato nuovamente i dubbi di Pierre sulla loro coppia. Tentare di rubare Sirius e nascondersi era oltremodo da dimenticare, specialmente dopo le minacce di Cassia Greengrass. La vedeva che ogni tanto la osservava. Più che altro si sentiva linciare ed oltrepassare dai suoi sguardi di fuoco e verdi di invidia. Ormai erano ventiquattrore che cercava di non pensare a quel bacio, di non pensare a Cassia o a quell’ insopportabile di Pierre che era un fascio di nervi in vista della partita di quel pomeriggio. Ma ora che Sirius le stava di fronte, a lavorare insieme a lei sulle Frullobulbo, nella serra di Erbologia, come poteva non pensare alle ventiquattrore prima mentre il suo cuore tentava di uscirle fuori dal petto quando si stavano baciando?! Era corrucciato, con le labbra serrate in una linea retta, silenzioso. Le aveva solo detto “mettiamoci a lavoro” quando il Professor Paciock lo aveva invitato a prendere posto accanto a lei e poi infilatosi i guanti protettivi era calato il gelo. Era arrabbiato con lei? Si sentiva il sangue gelato nelle vene. Aveva capito che giocare con i suoi sentimenti, se di giocare si poteva parlare, era stato sbagliato, così come rubarlo alla festa e baciarlo, ma davvero si meritava di essere trattata così?

-chiedimelo pure se vuoi…- la sorprese all’improvviso, tanto che sussultò facendo rovesciare un’ ampolla a terra. Sirius fu lesto a raccoglierla prima che cadesse a terra, evitando che si rompesse e facesse baccano. Era chiaro un miglio che non voleva attirare l’attenzione su loro due.
-Cosa?- finse sincera curiosità
-Perché sono così concentrato sul compito e non ho detto una parola…ricordo quando mi prendevi in giro per la mia scarsa intelligenza, a parer tuo!- argomentò bisbigliando
-come siamo rancorosi e comunque no figurati…dobbiamo finire prima dell’ora, immagino sia per questo!- le costava fare la superiore, vista la curiosità, ma un pizzico di orgoglio femminile doveva pur restarle, ecchecavolo!!!
-Ok, allora taglia queste radici per bene, abbiamo quasi terminato!- rispose calmo e sempre bisbigliando. Callie sentì le orecchie infiammarsi ma si morse la lingua per non controbattere ed eseguì l’ordine. Per un momento si risentì la ragazzina che dava spettacolo contro Potter il pagliaccio.
-Effettivamente…- cominciò la ragazza, dopo una pausa di silenzio, -sei strano…- lo vide fare un sorriso furbetto ma manteneva gli occhi fissi sulla sua pergamena. Si, decisamente stava facendo lo stronzo come suo solito, come quando aveva voglia di affatturargli le chiappe. Così Callie non ne poté più e con uno scatto gli afferrò la mano. Preso di sorpresa il ragazzo sollevò lo sguardo su di lei stupito e così finalmente la sua espressione da duro vacillò un attimo. –Che succede?- voleva aggiungere

“sono io che non potrei parlarti perché mi hanno minacciato di farlo, ah si…e perché sono promessa sposa ma in realtà ho una cotta mostruosa per te…”


-Calliope…- cominciò serio –non credo che…-
-Non credi cosa?- quasi abbaiò a denti stretti, per non farsi beccare dal professore a chiacchierare durante la lezione.
-Che vorresti saperlo…-
-centra qualcosa con la Jordan?- biascicò Callie inorridita al solo pensiero
-Si!- altra pausa
-State insieme ora?- non poteva sopportare di non sapere
-no…- si sentì come se un masso di cento quintali le fosse stato tolto dallo stomaco, -vorrei invitarla alla festa di domani…ma…dai non ti importa!-
-Dimmi!- quasi ruggì
-…Ma credo sia arrabbiata con me, o comunque è successo qualcosa! Ho cercato di parlare ieri in Sala comune e stamattina per i corridoi ma è così sfuggente…per ben due volte mi ha detto di aver da fare e che appena avrà due minuti si farà viva! Non ha voluto nemmeno che le accennassi cosa volevo dirle…- si sfogò Sirius come un fiume in piena alla fine. Una doccia gelata o un calcio in bocca avrebbe fatto meno male che sentire quanto Sirius fosse in pena per lei. Per un’altra, una che non fosse lei. Lui la osservò, forse ciò che pensava le si leggeva nella faccia perché il ragazzo sbuffò scuotendo la testa. –Vedi?! Facevo meglio a non dirtelo…che poi non capisco!- commentò scocciato.
-Cosa?- sembrava non sapesse dire altro quella mattina Callie, si odiava per essere così ragazzina.
-Non capisco perché ti interessi così tanto! Pensavo avessimo chiarito: niente più incontri, giochetti e sotterfugi! Sei fidanzata, con tanto di anello al dito!- ed ecco che tornava a rinfacciarle il suo schifosissimo destino.
-Hai ragione! Non mi importa nulla!- gli vomitò in faccia mettendo in scena la sua espressione di ghiaccio migliore. Raccolse la sua tracolla da terra, consegnò il lavoro finito al Professor Paciock, che colto di sorpresa quasi se lo fece scivolare dalle mani, e poi uscì dalla serra impettita.
 
*

Come da accordi Flo si trovava davanti l’ufficio del professor Lumacorno, alle 18 in punto, per la sua punizione. Mancavano ancora due settimane alla fine di quella punizione a lungo termine ma non era quello ad agitarla. Come aveva evitato Sirius, fino a quella mattina, quando era in evidente palpitazione nel chiederle chissà cosa, aveva evitato Octo. Il motivo ancora non lo aveva capito bene nemmeno lei. Di sicuro centrava qualcosa la strana discussione avuta due giorni prima nel ripostiglio della biancheria rosso-oro. Si era sentita imbarazzata, a disagio e… e stranamente emozionata. C’era stato qualcosa di diverso dal solito nel modo in cui Octo le aveva parlato, nel modo con cui l’aveva guardata. Aveva letto rabbia repressa e anche qualcos’altro, ma cosa? E lei? Perché lei aveva sentito battere il cuore nel petto come un eruptment inferocito?! Nel frattempo vide arrivare con la coda dell’occhio il Professore di Pozioni.

-Buona sera signorina Jordan…come vedo il signor Thomas è in ritardo, come al solito! Ma la prego si accomodi, lo attenderemo dentro, magari sorseggiando del succo di zucca, le va?-
-Oh la ringrazio professore, ma credo che lui stia per arriv…- non ebbe il tempo di finire la frase che il diretto interessato fece la sua comparsa. Cravatta leggermente allentata, camicia con stemma rosso-oro spiegazzata e braccio stretto attorno alla vita di Erina O’Connell, Grifondoro del quarto anno. Quando i loro occhi si incrociarono, lo vide serrare le labbra e poi chinarsi per baciare a fior di labbra la ragazza.
-Ci vediamo a cena Erina!!- la salutò alla fine, e lì ne seguì una risata frivola della ragazza che quasi trotterellando andò via. –scusi il ritardo professore, sa…appuntamenti!-
-Come no signor Thomas, anch’io sono stato giovane…ma il dovere la chiama! Questa sera vi toccherà rimettere in ordine, strettamente alfabetico, i miei ingredienti e ripulire da cima a fondo le credenze che li contengono compreso di ampolle, contenitori e via dicendo! Beh, accomodatevi e buon lavoro miei cari!- li informò Lumacorno, uscendo immediatamente dopo dal suo ufficio. Octo entrò oltrepassandola e senza rivolgerle la parole o per lo meno un’occhiata. Indispettita ma decisa a non chiedere spiegazioni, orgogliosa com’era, lo seguì a ruota, richiudendosi la porta alle spalle. In quella stanza Flo sentì immediatamente il gelo, ma ovviamente non dovuto al freddo, visto che la primavera era vicina bensì all’atteggiamento del ragazzo, che gli dava le spalle, troppo interessato improvvisamente agli stracci che Gazza si era premurato di fargli trovare sulla cattedra. Ancora ferma nell’idea di non calpestare il suo orgoglio per domandargli che diavolo gli stesse prendendo, sbuffò affiancandolo per rimediare anche lei uno strofinaccio. Appena gli fu vicino fu investita dal suo profumo, muschio e vaniglia.

Le era mancato…

Le era mancato?! E perché diavolo aveva fatto caso a qual’era il profumo di quell’idiota galetto di Octo?! Si voltò come se si fosse scottata e facendolo inquadrò sul collo del ragazzo un succhiotto. Sentì una fitta allo stomaco e di impeto lo oltrepassò dandogli una spallata. Dritta verso una delle due credenze, la aprì e in silenzio cominciò a disporre le ampolle sul tavolo. Anche Octo era votato al silenzio, perché dopo un’ora circa lì dentro il silenzio era divenuto assordante.
-che cavolo ti ho fatto posso saperlo???- urlò e udì la sua voce come se non le appartenesse. Così isterica, quasi inferocita.
 
*

Già che cavolo gli aveva fatto Florinda per trattarla così? Ignorarsi a vicenda era stato facile, visto che se ne era accorto che lei lo aveva evitato come la peste bubbonica. Ma arrivare stropicciato di “coccole” e poi non rivolgerle neanche un saluto, era stato troppo. Ma anche troppo spontaneo. Non lo aveva previsto, ma era stato più semplice che parlare con lei. La realizzazione che probabilmente era cotto di lei, e non essersene nemmeno reso conto giorno per giorno, ma averlo realizzato come un fulmine a ciel sereno, era stato destabilizzante? Terrorizzante? E che dire del fatto che lei nemmeno a scommetterci potesse ricambiarlo, innamorata come era da secoli di Sirius? E come non essere terrorizzato dal fatto che Sirius era uno dei suoi migliori amici e allo stesso tempo essere cotto della sua di migliore amica, nonché futura…ragazza?

-Allora?- Flo ruppe il filo ingarbugliato dei suoi pensieri con prepotenza, riportandolo alla realtà. Cosa doveva risponderle? Stava facendo la figura dell’idiota.
-Non eri tu quella che odiava la mia voce irritante e sempre tu quella che mi intimava di stare zitto mentre ti concentravi con la pozione?! Volevo lasciarti concentrare mentre pulisci la tua metà di contenitori…- che idiozia, ma non sapeva cosa dirle, davvero. Ed essere senza parole con lei era ancora più terrorizzante. Con nessuna in assoluto gli era mai successo.
-Certo perché tu ti trovi meglio a parlare con una di quelle ochette che ti porti in giro come bottino di guerra, no?!-
-beh può essere almeno lei due parole di seguito me le ha rivolte in questi giorni…- rispose secco e tagliente.
-Io…io sono stata impegnata!- balbettò Flo presa in contropiede. –E comunque fai come credi, se non vuoi rivolgermi più la parola perché sono stata presa dai miei impegni, fai pure…- e gli voltò le spalle riprendendo a smistare i suoi barattolini. Octo fece lo stesso sbuffando stizzito. Così ripiombò di nuovo il silenzio.
-E comunque…- fu lui di nuovo, dopo una manciata di minuti, a riprendere il discorso –se non sono indiscreto, cos’è che ti ha così tenuta impegnata? I compiti? Le amiche? …Sirius?- Flo si voltò a guardarlo. Era visibilmente arrossita, ma il suo carattere impertinente non la fece desistere.
-Credo siano affari miei, no?- fece una pausa abbassando lo sguardo, -e comunque no, non è con Sirius che sono stata impegnata…ultimamente non ci siamo visti come un tempo…- gli diede comunque una spiegazione che, gli seccava ammetterlo a se stesso, ma lo aveva rassicurato.
-Ah le vostre splendide e durature chiacchierate da bravi vecchi amici si sono interrotte? Siete di nuovo in pausa? Non vi stavate baciando in infermeria la scorsa volta?- era più forte di lui essere acido. Difatti l’espressione della ragazza si trasformò e assunse un cipiglio tra l’imbarazzato e il deluso.
-Ti senti meglio quando sei maligno con me? Ti fa star bene mettere in ballo i problemi che io e lui abbiamo… già che ci sei perché non parliamo del fatto che alla festa mi ha lasciata sola per andarsene con la Rosier?!- e ancora una volta la ragazza abbassò lo sguardo, -…oppure del fatto che ho preso io le distanze da lui per pensare…?!- ad un tratto lo stupì con quell’ultima affermazione. Cosa aveva voluto dire?
-Cioè? Ti ha… ti ha chiesto qualcosa su voi due e tu…-
-Non sono pronta a fare quel passo, credevo di esserlo quando ero così gelosa di lui e delle ragazze che aveva, ma ora che una fantasia che ho avuto per tanto tempo su me e lui, si sta realizzando, mi sento frenata…-
-Sei spaventata?- chiese Octo visibilmente curioso e preoccupato.
-Si, si sono spaventata da tutto ciò che potrei perdere se la nostra amicizia diventasse qualcosa di più!- rispose sincera e ritornando a guardarlo negli occhi. Quando lo guardava così, smarrita e preoccupata, a lui si scioglieva il cuore e avrebbe voluto abbracciarla, come quella notte…ma non poteva. C’era la paura, l’imbarazzo, la possibilità che la riccia lo avrebbe picchiato… insomma non poteva. Stava per aprire bocca quando un Lumacorno lievemente alticcio entrò nella stanza.
-Bene ragazzi, vedo che avete quasi finito, a chiudere tutto ci penso io! Ma prima che andiate ho già la prossima punizione per il penultimo dei nostri incontri… come sapete la festa per il Campione del Torneo Tre Maghi si terrà questo sabato e tra i camerieri presi per l’occasione e gli studenti che si sono offerti per un gruzzoletto di galeoni, ci sarete anche voi due!-
-COSA?- fu il primo Octo a realizzare e protestare. Aveva pensato di ubriacarsi a quel party e staccare la spina da tutto e tutti. –Professore la prego… mi accontento di ripulire con uno spazzolino da denti tutti i water del castello, lo sgabuzzino delle scope di gazza, spalare il letame dell’ippogrifo di Hagrid, ma non questo! Per favore!-
-La decisione ormai è stata presa signor Thomas!- ridacchiò Lumacorno.
-Flo di qualcosa anche tu!- la spronò il ragazzo.
-Beh mi risparmierà preoccupazioni per la scelta del vestito, dell’acconciatura e del trucco…forse è meglio così!- lo spiazzò. Non gli restò che sospirare avvilito.
-Bene, allora potete andare per stasera ragazzi miei! Buona notte!- li congedò allegro il professore di pozioni. Una volta nel corridoio fianco a fianco verso la torre grifondoro non si poté trattenere.
-Perché il tuo essere secchiona e noiosa ci impedirà di andare alla festa? Magari se protestavamo tutti e due lui si sarebbe convinto…- protestò ancora.
-perché il tuo essere avventato e impulsivo, nonché infantile e immaturo ci ha costretti ad avere un mese di punizione, ecco perché non puoi andare alla festa... per me una punizione vale l’altra, e questa in particolare mi risparmierà lo stress dei preparativi!- rispose con tono furbetto e saccente, come al solito. Octo la scimmiottò provocandole una risata.
-Ok, brava rinfacciami pure la faccenda della pozione, brava riccia, complimenti!-
-sei tu che hai cominciato!- rispose divertita mentre risalivano le scale verso la sala comune. Fianco a fianco.
-E’ stato un colpo basso, da brava malandrina qual’eri! Ma resti una secchiona noiosa che non andrà alla festa!-
-Oh ma noi andremo alla festa, solo che saremo vestiti da pinguini!- ironizzò con un sorriso ad incresparle le labbra. La trovava così adorabile. Come poteva essere arrabbiato con lei?!
-Beh sai che divertimento, servire gli altri mentre non puoi abbuffarti ne bere il punch corretto da Freddie!- attesero che l’ultima rampa si decidesse a tornare nella loro direzione per permettergli di raggiungere il ritratto della signora Grassa guardandosi e sorridendo con gli occhi. Ma non stavano litigando fino a dieci minuti prima?
-Eccola, andiamo sbrigati, fra poco scatterà il coprifuoco!- Octo la seguì a ruota e quando furono dentro la Sala comune la trovarono quasi deserta, i pochi presenti o studiavano o chiacchieravano davanti ad un leggero fuocherello.
-Beh buona notte pinguino!- gli augurò sorridendo,
-Buona notte riccia!- la vide imboccare le scale, e la voglia di andarle dietro e abbracciarla ricomparve ma restò lì, a vederla svoltare l’angolo. In quel momento capì che le loro strade dovevano separarsi e che sarebbe stato doloroso, ma era la cosa giusta. Non poteva e non doveva spaventarla ancora di più di quanto già non fosse per via di Sirius. Lui sarebbe stato solo il terzo incomodo a cui il suo amico non avrebbe rivolto più la parola per di più.
 
*

La partita era stata vinta dai Serpeverde e ovviamente non si erano risparmiati Pierre e i suoi amici, ed ovviamente tutta la squadra verde argento, di andare a festeggiare ai Tre Manici di Scopa brindando alla finale contro o i Grifondoro o i Corvonero. Per saperlo bisognava attendere l’altra semifinale tra i grifoni e i corvi della prossima settimana. Così mentre il sole stava tramontando, Callie osservava Pierre e i suoi compagni di casa già un po’ brilli prima del ballo di quella sera, che sarebbe cominciato fra circa un’oretta e mezzo. Non le importava cosa avrebbe indossato, ne di come avrebbe acconciato i capelli e nemmeno del trucco o delle scarpe. Non doveva fare colpo su nessuno. Non sarebbe andata al ballo con chi avrebbe voluto, nemmeno avrebbe potuto andare da lui e complimentarsi per la vittoria e la festa in suo onore…nulla. Aveva notato come Cassia la tenesse sott’occhio, ed ora che Pierre aveva smaltito l’ansia pre partita si sarebbe dedicato anima e corpo a lei, come sempre. Quando finalmente furono soddisfatti di far festa, Pierre mano nella mano e continuando ad elencare tutte le azioni da urlo che aveva fatto sul suo manico di scopa, la riaccompagnò alla sua stanza.

-Allora passo a prenderti fra un’oretta, va bene tesoro?- le chiese smettendo per un nano secondo di parlare di quidditch. Eppure sapeva quanto lei lo odiasse lo sport!
-Si, va bene, faccio una doccia veloce e mi vesto!- rispose mascherando un sorriso falsissimo che Pierre o non notava o fingeva di non notare. Il ragazzo comunque annuì e andò a prepararsi a sua volta. Un’ora dopo, puntuale come un orologio svizzero tornò a bussare alla sua porta. Vestita con un elegante ma semplice abito in raso rosso scuro e i capelli acconciati in un treccia laterale, uscì dalla sua camera. Sentiva il chiacchiericcio della Sala Grande sin da lì, dai sotterranei, e presa dalla curiosità di vedere con chi Sirius si sarebbe presentato alla festa in suo onore, ignorò del tutto il complimento di Pierre sul suo aspetto e meccanicamente gli si mise a braccetto, incamminandosi verso la festa. La Sala Grande era stupenda, un palchetto su cui l’orchestra si era posizionata, era stato allestito in prossimità del leggio della Preside, sul soffitto volteggiavano candele rosso oro e stendardi dei grifondoro e infine notò ai lati le due delegazioni straniere, tra cui Françine e Igor, nella loro divisa da cerimonia, eleganti ed emozionati per la partenza che si sarebbe tenuta la mattina successiva alla festa.

-Guarda lì ci sono Romeo e Scorpius, hanno preso il tavolo anche per noi! Andiamo…- la richiamò alla realtà Pierre. Callie lo seguì continuando a guardarsi intorno e poi notò la porticina che collegava la Sala Grande alla Sala professori, accostata. Sirius attendeva li? La curiosità cominciò a salirle e a circolarle nelle vene. Ormai messa la pulce in testa doveva trovare il modo di allontanarsi dal tavolo con una scusa e andare a vedere. È vero avevano litigato a lezione il giorno prima ma la tentazione di essere la prima a fargli gli auguri quella sera, prima della grande festa in suo onore, era troppa. E poi vide proprio le sue amiche sedute ad un tavolo lì vicino alla stanza dei Professori. Come una molla saltò dalla sedia.
-Pierre vado a salutare Judi e Anna! Torno fra poco!- Pierre annuì quasi con disinteresse, preso com’era da uno dei racconti di Romeo sulla sua nuova conquista amorosa, e lei trotterellò velocemente via da lì verso il tavolo delle sue amiche.
-Eccola qui la stella più sorridente!- la accolse Anna con ironia.
-Ah ah…si da il caso che in questo momento sia in missione e voi dovete aiutarmi!- sentenziò Callie.
-Cosa ti sei inventata stavolta per metterti nei guai Callie?- chiese preoccupata Judi.
-Sono quasi certa che Sirius si stia preparando lì dentro e sono intenzionata a scoprirlo ed essere la prima a fargli gli auguri... prima della premiazione ufficiale!-
-Voi eterosessuali mi farete venire l’ulcera prima o poi! Perché diavolo ancora sei fissata con quel pagliaccio?!- sbottò Anna. Callie agitò la mano come a scacciare un insetto nella direzione di quest’ultima e si rivolse solo a Judi. –Voglio che adesso voi due guardiate Pierre e mi direte quando non guarda verso di me, in quel momento correrò verso la Sala Professori come una bolide truccato! Intesi?- spiegò il suo piano, che ad alta voce sembrò un pò da stupidi effettivamente.
-Callie prima o poi Pierre scoprirà cosa nascondi e quello che fai alle sue spalle…- iniziò la predica Judi.
-Ragazze vi prego, se non ho nemmeno voi dalla mia parte mi suicido gettandomi dalla Torre di Astronomia questa notte stessa!- e questo le convinse, forse impietosite. Entrambe si scambiarono uno sguardo e poi annuirono. –Grazie ragazze…datemi il via!- pochi attimi dopo stava sgattaiolando dentro la Sala Professori e si chiuse la porta alle spalle con un gesto lieve, senza far rumore. Scese una scalinata a chiocciola in ferro battuto e poi lo vide, si stava guardando allo specchio ma i suoi occhi erano assenti, chissà a cosa stava pensando realmente. Qualcuno gli aveva consigliato di accorciarsi i capelli. I suoi riccioli erano scomparsi, in favore di un taglio corto e sbarazzino, più da uomo e meno da ragazzino scapestrato. Vestiva un abito da gala di un blu notte elegantissimo e un papillon rosso-oro. Era bellissimo, ma anche molto pensieroso…forse triste. Cercando di farsi sentire grazie al rumore dei tacchi lo raggiunse e lui si stupì nel vedere la sagoma di Callie riflessa nello specchio. Si voltò meravigliato.

-Che ci fai qui Calliope?- le domandò non infastidito però. Si sentiva un po’ stupida lì impalata a due passi da lui. E il rosso del suo vestito non le era mai sembrato così appariscente ed inopportuno. Perché mai nessuno l’aveva mai fatta sentire così insicura ed indifesa e allo stesso tempo così desiderata e bella come faceva quel ragazzo?! Perché non poteva avere tutto quello?!
-Prima della premiazione volevo farti i miei complimenti! Non ero contenta di come ci siamo lasciati l’ultima volta, me ne sono andata come una maleducata e non volevo che avessi questo ricordo di noi prima che la tua festa iniziasse…- rispose avvicinandosi tanto da poter specchiarsi negli occhi nocciola del ragazzo.
-Callie…- sospirò Sirius accarazzandole la guancia. Lei si sentì avvampare. La mano di Sirius scese dalla guancia alla pelle calda della spalla e poi sulla sua schiena. Callie chiuse li occhi eccitata e trattenendo il respiro. –Perché le cose devono essere così complicate…- gli soffiò a fior di labbra lui.
-SIRIUS SEI QUI???- la voce di Cassia li riportò nel presente.
-Devo nascondermi!!- sibilò a denti stretti e con gli occhi sgranati Callie. Sirius sembrava ancora più confuso mentre Callie si chiudeva in bagno terrorizzato.
 
*

Mentre Callie alle sue spalle si era appena barricata in bagno, visibilmente terrorizzata, Cassia faceva capolino nella stanza vestita da un lungo abito rosa confetto, i capelli dorati e mossi le ricadevano sulle spalle e il decolté e le labbra rosso fuoco si aprirono in un sorriso malizioso.
-Ciao Cassia, sono quasi pronto! È già il momento?-
-Oh no manca ancora qualche minuto prima della premiazione e del banchetto…ecco io ero venuta per un piccolo in bocca al lupo speciale!!- rispose la ragazza che passo dopo passo le si era spalmata addosso. La prese per le braccia il più gentilmente possibile e le sorrise impacciato.
-Cassia i nostri incontri si sono interrotti…come ti avevo detto! Ho chiuso con questa storia! Eri stata tu a dirmi che era un passatempo!- ma a Cassia quello che lui aveva da dire proprio non interessava perché gli saltò praticamente addosso stendendolo sul divano in pelle bianca che era lì vicino.
-Non ricordo di averlo chiamato così…Potter tu mi piaci!-
-Non credo…a te piace che sono il campione Tremaghi e vuoi pavoneggiarti un pò, sfoggiandomi come il tuo ragazzo!- la scansò, adagiandola sul lato opposto al suo del divano. Velocemente Sirius si rialzò.
-Ma che ti prende! Ora disdegni?- chiese istericamente la bionda serpeverde sistemandosi il vestito stropicciato e rimettendosi in piedi.
-No, Cassia tu sei bellissima ed io ti sono venuto dietro per un intero anno e quest’anno non ti ho mai rifiutato quando sei venuta a cercarmi ma mi sono stufato! È finita… non mi interessano più queste scappatelle ne con te ne con nessun’altra!- spiegò Sirius e lui stesso si sorprese della serietà del suo discorso e del tono che aveva usato. Era proprio a questo che stava pensando allo specchio prima che arrivasse Calliope. Non era il taglio ma il suo cambiamento interno a renderlo un uomo ormai. Il prossimo mese avrebbe compiuto diciotto anni. Non era più interessato a fare scherzi, a far il rubacuori, ad essere sempre al centro dell’attenzione o a vantarsi del suo cognome. Dopo quella sera, dopo la fine del Torneo a tutti gli effetti, voleva essere un uomo diverso, un Potter diverso. Anzi era già un James Sirius Potter diverso.
-Va al diavolo!- si congedò Cassia, letteralmente fuggendo via dalla Sala Professori. Sentì alle sue spalle la porta del bagno aprirsi e si voltò. Callie lo guardava con occhi nostalgici.
-Che c’è?- le chiese con un sorrisetto sempre malandrino, perché cambiamento o no, quello era nel suo DNA.
-Sono fiera di te!- rispose la ragazza raggiungendolo e stringendogli delicatamente la mano. Le loro dita si intrecciarono. –Mi spiace piombare ogni volta da te e pretendere qualcosa che non devi darmi…e che io non dovrei volere!- la ragazza si sollevò lievemente sulla punta dei piedi e gli lasciò un bacio sulla guancia, gli sorrise. –In bocca al lupo per la premiazione Sirius!- aggiunse prima di andar via anche lei e lasciarlo da solo.
 
*

Era stato commovente vedere tutta la scuola, le delegazioni, i professori e la famiglia di Sirius applaudirlo. Vedere quanto il suo migliore amico era cresciuto, divenuto un campione ed un uomo, e quanto lui fosse fiero di se stesso e felice, l’aveva emozionata. Aveva voluto applaudire come una forsennata, e aveva poggiato chissà dove il vassoio dei calici vuoti che stava portando nel tavolo dove poi gli elfi lo avrebbero fatto silenziosamente sparire. Ma ora non lo trovava più.
-Ti sei persa qualcosa riccia?- sussultò piacevolmente a quella domanda e si voltò verso Octo.
-Non sapevo che i pinguini avessero gli occhi azzurri!- gli rispose divertita. -E comunque si, non trovo il vassoio che avevo in mano!- piagnucolò guardandosi intorno. La gente divisa ai tavoli banchettava allegramente su un sottofondo musicale gradevole intonato dall'orchestra del professor Vitious.
-guarda è laggiù sulla finestra!- ah già nella foga lo aveva poggiato li per avvicinarsi al palco ed applaudire Sirius. Insieme lo andarono a prendere e anche Octo posò il suo vassoio di piatti vuoti.
-Ti stai divertendo?- ironizzò Flo squadrando Octo mentre si esibiva in uno sbadiglio sguaiato.
-Tantissimo!- rispose seccato –almeno c’è una pausa tra una portata e l’altra, non capisco perché non possono fare comparire  e sparire le cose dai tavoli, come avviene quotidianamente qui!- borbottò il ragazzo.
-Perché altrimenti gli studenti che vogliono guadagnare con un lavoretto extrascolastico e chi come noi ha una punizione, non ne avrebbero modo!-
-Sei sempre la solita saccente so tutto io Florinda Jordan!- la prese in giro Octo facendole il solletico. Ridacchiarono insieme mentre a Flo le stavano avvampando le orecchie. Octo l’aveva quasi abbracciata per solleticarle i fianchi e lei sentiva il cuore esploderle nelle orecchie mentre rideva senza possibilità di fermarsi. –adoro sentirti ridere…- quella frase sembrò scappare ad Octo che si fermò improvvisamente di farle il solletico e divenne serio. –Ehm credo che ci siano dei piatti vuoti a quel tavolo… vado io!- tuonò all’improvviso, lasciandola frastornata. Era stata una cosa dolcissima da dire. Un po’ ambigua. Il loro rapporto diventava giorno per giorno sempre più ambiguo e quello che lei sentiva crescere dentro di se diveniva sempre più destabilizzante e strano. Quelle sensazioni le erano familiari…
 
*

La pista da ballo si era scatenata ed era venuto il suo momento. Aveva pianificato tutto grazie a Katrina, che con consigli femminili e sorprendentemente romantici, aveva pianificato con lui ogni cosa. Messa un po’ di Vodka di nascosto nel calice di Gazza, che era addetto al controllo del palchetto della premiazione, il mastro era stato messo KO. Katrina era corsa alla postazione del DJ e fra poco sarebbe stato distratto da una supermega limonata, come l’aveva chiamata Katrina stessa. Adesso doveva solo trovare le palle…ops, il coraggio, di FARLO! Era l’ultima spiaggia per riconquistare la fiducia e la stima di Lawrence. Aveva aspettato dieci minuti come Katrina gli aveva ordinato ed era il momento. Salì i pochi gradini che lo portarono sul palco. Come promesso la sua amica bulgara stava tenendo “impegnato” il DJ. Preso un respiro profondo, corse alla postazione del DJ. Freddie, che aveva deciso di collaborare in un piano romantico (ancora non poteva crederci). era pronto con le luci che avrebbe sprigionato dalla sua bacchetta.

“E allora inizio allo spettacolo!”

Staccò la musica della cassa del DJ e il silenzio piombò nella Sala Grande, un attimo prima in festa. Qualche “oooh”, dispiaciuto e infastidito dalla cosa, echeggiò per la pista da ballo. Prese comunque il microfono mentre adrenalina e sudore lo stavano divorando vivo.

-Ehm prova, prova! Posso avere la vostra attenzione per favore?!- cominciò. –Mi spiace interrompere la festa del mio migliore amico, ma vi ruberò solo qualche istante e potrete tornare a festeggiarlo! AUGURI AMICO MIO!- qualche risata sciolse per poco la sua ansia. –Comunque…volevo dirvi che in mezzo ai voi c’è un angelo, il mio angelo! Una ragazza speciale di nome Lawrence!- in quell’istante Freddie fece sprigionare dalla sua bacchetta un Lumos Maxima di un gradevole rosa fluo che illuminò la ragazza, in un angolo della Sala. Lawrence sgranò gli occhi e si pietrificò sul posto. Le sue amiche attorno a lei ridacchiavano e la spintonavano eccitate.
-Io sono stato uno stronzo, un bastardo, una caccola schifosissima e puzzolente di Troll ed ho tradito la sua fiducia…ed ogni giorno fino a questo momento, lei mi è mancata da togliere il fiato!! Sono qui adesso davanti a lei, che è straordinariamente bella questa sera, per chiedergli perdono! Lawrence io sono ancora innamorato di te e se esiste una sola piccola possibilità che tu possa volermi ancora una volta al tuo fianco, ti prego concedimela! Ti amo!- le ragazze in sala non si risparmiavano in miagolii di romanticismo e di contro i ragazzi incitavano Bart con fischi poco galanti. Vide Katrina intimargli di raggiungere Lawrence. L’ultima parte del piano. Se Lawrence era rimasta impressionata dal suo gesto di li a poco sarebbe stato il ragazzo più felice del Castello, se invece in questo momento lo stava odiando avrebbe solo fatto una figuraccia pessima e sarebbe divenuto lo zimbello di tutto il castello nei secoli. E finalmente tra applausi ed incitazioni dei compagni di scuola, fu di fronte a lei. Era tesa come una corda di violino ma…ma stava sorridendo.
-Sei pazzo…- soffiò Lawrence.
-Sono pazzo di te!-
-BACIO BACIO BACIO!
-AVANTI PERDONALO!!!-
-FORZA BACIALO!!!-
Sembrava che i pianeti, anzi l’intero universo stessero collaborando in favor suo. E fu così. Lawrence lo baciò stringendolo forte a sé, e l’intera sala scoppiò in un fragoroso applauso. Finalmente quell’incubo era terminato.
-E anch’io sono ancora innamorata di te!- gli disse mantenendo le labbra ancorate a quelle sue e gli occhi chiusi.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=heuFBVLpVqI

Concluso il siparietto romantico di Bart e Lawrence che magicamente erano spariti, la festa era proseguita tra lenti e balli sfrenati a ritmo di musica babbana e non. Ma ormai la sala si stava svuotando. Sirius era stato per tutta la festa sballottato a destra e sinistra tra la famiglia, i professori, il Ministro, alcuni funzionari del Ministero e i giornalisti, e perciò aveva deciso di fargli i suoi auguri domani mattina. In più lui era stato tutto il tempo occupato con la sua punizione e concentrato a non rovesciarsi i piatti sporchi addosso, tra una portata e l’altra. Ma non si era abbastanza concentrato quei pochi minuti che aveva passato con Florinda, perché gli aveva praticamente rivelato quello che sentiva per lei. Allora aveva deciso di passare il resto del tempo lontano miglia e miglia da lei. Fra poco avrebbero dovuto sistemare una sala da ballo vuota, non appena i più festaioli si fossero stancati di danzare. Adagiato sul muro batteva il piede a terra su un nuovo pezzo babbano orecchiabile che fuoriusciva dalle casse del DJ.

*L’hai presa nel modo sbagliato… Sapevi chi ero in ogni passo che ho fatto verso di te.
Solo giornate tristi e cattive, scegliendo strane perfezioni in ogni estraneo che ho scelto.
Le cose potrebbero essere più facili se ci fosse un modo giusto? Tesoro, non esiste un modo giusto…*


E scorrendo con gli occhi per tutta la sala, pregando che finalmente quella festa terminasse, la vide. Seduta, pensierosa ed annoiata, con la testa tenuta da una mano. Florinda non si era goduta quella festa proprio come lui e per giunta non avevano nemmeno cercato di passare la serata/punizione insieme per lasciare trascorrere più velocemente il tempo e più piacevolmente. Passo dopo passo la raggiunse, le prese la mano e le sorrise mentre lei sgranava gli occhi sorpresa.
-Mi concedi questo ballo riccia?- Flo scoppiò in una risata dolce e melodiosa e lo seguì nella pista da ballo.

*E così io mi innamoro solo un po’, oh un pochino ogni giorno di qualcun altro…*

La strinse forte a sé mentre ondeggiavano al centro della pista, illuminati da una tenue luce azzurrina. Sentiva la guancia di Flo poggiata sul suo petto e quasi il cuore voleva uscirgli da esso, ma finalmente per la prima volta in quella serata, si sentiva veramente bene. Tenerla vicino a sé, ballare con lei, era lontano anni luce da quello che aveva deciso, ovvero rinunciare a lei. Ma allo stesso tempo era così dannatamente bello. E sembrava così dannatamente giusto! E lei appariva così felice come lui. La vedeva sorridere con gli occhi chiusi, e lo stava stringendo anche lei.

*C’è un’arte per le distrazioni della vita, per scappare in qualche modo dall’attesa che brucia,
l’arte di affrontare a stento, qualcuno da immaginare, la carezza oscura di qualcun altro, credo che qualsiasi brivido lo farà…*


E quella canzone sembrava scritta proprio per loro…erano stati due sconosciuti fino a quel momento…fino al momento in cui si erano accorti di quanto fosse piacevole passare il tempo insieme. E chissà se era tutto nella sua testa invece…chissà se solo lui aveva sentito come era bello stare insieme. Perché sapeva cosa c’era nel suo cuore ma non in quello di Florinda. Non poteva domandarglielo, aveva paura di un rifiuto, aveva paura di litigare con lei e di dover rinunciare anche a quel poco che poteva avere dal loro rapporto, dalla loro amicizia.

-Almeno un ballo dovevamo farlo a questa stupida festa, non credi?!- scherzò, perché era quello che meglio gli riusciva, anche quando sarebbe voluto morire dentro.
-Hai avuto una fantastica idea!- rispose sollevando il capo e guardandolo negli occhi. –E sono davvero contenta in questo momento! Odio litigare con te…- anche quella suonava proprio come una mezza dichiarazione o si stava sbagliando?!

*Mi sveglio di prima mattina, ed il mio cuore ha già peccato.
Quanto sia puro il dolce amore, pregheresti per lui…
Perché Dio sa che mi innamoro solo un po’, oh un pochino ogni giorno di qualcun altro…*


-Anch’io…mi dispiace di essere stato acido! Scusami!-
-Scusami tu, anch’io non sono stata proprio uno zuccherino!- ridacchiò lei. E quella canzone sarebbe dovuta durare per sempre, ma così non fu perchè quando finì lei si staccò da lui. Sembrava dispiaciuta nel farlo ma l’aveva fatto ed Octo non sapeva più cosa pensare oramai. –Dovremmo rimetterci a lavoro, ormai siamo rimasti a ballare solo io e te…- e si sentì stupido, pateticamente stupido, a non essersene accorto. Ma mentre la stava stringendo a sé si era dimenticato del mondo circostante. La vide sorridere imbarazzata.
-Ok…allora…- farfugliò imbarazzato
-Allora buon lavoro!- concluse per lei, che a differenza sua sembrava ancora un essere pensante e parlante.
-Anche a te…- e per l’ennesima volta la vide allontanarsi, via da lui.

*L’amore con tutti gli sconosciuti, lo straniero tanto meglio!
Io mi innamoro solo un po', oh un poco ogni giorno di qualcuno di nuovo. (The Hozier; Someone New)*


Buon pomeriggio cari!! ;)
Scusate avrei voluto aggiornare qualche giorno fa ma dovevo assolutamente rileggere e correggere il capitolo che era pronto ma non revisionato!!!
Beh eccolo qui, che ve ne pare?? Ho cercato di coinvolgere un pò tutti...ma si manca qualcuno! ROSE E SCORPIUS?? Beh non me ne sono scordata è che per loro riservo il prossimo capitolo :D
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e vi supplico di farlo sempre, adoro sapere cosa pensate e se ho scritto gran cacate oppure cose piacevoli XD
suppliche a parte ringrazio comunque chi segue preferisce e ricorda la mia fic delirante! ;) Baci e a presto, rory!
PS: corro a rispondere alle recensioni!!!
PS2: Per chi non ricorda Sam Clafin è il mio Bart e Deborah Ann Woll la mia Lawrence !! ^^
 



 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


                         

Capitolo 24
“Non vivo mica di orgoglio e pregiudizio”
 

Normalmente senza bisogno di tacchi vertiginosi e tubini neri attillati, Rose Weasley inciampava almeno una decina di volte al giorno in giro per il castello. La maggior parte delle volte senza devastanti conseguenze, altre volte invece ne conseguivano bibite rovesciate su qualche suo compagno di scuola, libri caduti rovinosamente a terra o terribili figuracce con il sedere a terra e dolorante. Quella sera, forse miracolata, era uscita indenne dalla festa. Si era lasciata convincere da Flo ad indossare “qualcosa di carino e sexy” per la festa in onore di suo cugino, e come aveva previsto, aveva passato tutta la sera compressa in quel tubino nero prestato da Lily, e in bilico sui tacchi a spillo color argento di sua cugina Dominique, ancora per poco tempo ospite ad Hogwarts, con la delegazione di Beuxbatons. Aveva anche tentato di ballare con i suoi cugini e insiem a Selene e Gilda ma aveva rischiato di cadere da quei trampoli. Così alla fine, individuata la sua ancora di salvezza, si era fiondata a piccoli passi al tavolo di Romeo. Certo, solo una volta seduta li si era accorta che proprio Scorpius Malfoy sedeva di fronte al suo amico Romeo. Quando l’aveva vista arrivare aveva colto in Scorpius una strana espressione, quasi di meraviglia forse, ma poi si era limitato a scoccare la lingua sul palato come stizzito dalla sua comparsa e aveva continuato a conversare con Pierre Nott, ignorandola bellamente. Lei ne aveva approfittato per avere Romeo tutto per sé. Avevano chiacchierato dopo una lunga settimana impegnativa che li aveva costretti a stare lontani. Difatti, uscendo dalla sala grande Romeo gli stava togliendo le parole di bocca.

-Direi che domani andiamo a prendere una burrobirra ai Tre Manici di Scopa Rose, dobbiamo recuperare il tempo perso! Fra poco cominciano le verifiche finali e se ti conosco bene scomparirai in qualche corridoio della biblioteca sommersa da centinai di libri!-
-Stavo per proportelo io! Domani alle 17 nel salone d’Ingresso?- rispose la ragazza raggiante. Romeo annuì sorridente. La serata non poteva che concludersi con il bel serpeverde che l’accompagnava sino al ritratto della signora grassa per poi incontrarsi con una bella ragazza del sesto anno. Stanca tanto da non reggersi in piedi, salì le scale verso il dormitorio femminile. Uscita dal bagno fu felice di essere vestita con il suo pigiamone cucito da nonna Molly, con una R gigante proprio sul davanti, e tra le lenzuola calde. Ad un tratto, mentre era in dormiveglia, sentì la porta del suo dormitorio aprirsi. Vide entrare Florinda. Si mise a sedere assonnata ma abbastanza preoccupata per l’amica.
-Flo…- bisbigliò per non svegliare Selene e Gilda, -che succede?!- la sua amica sembrava sconvolta. Flo le fece cenno di raggiungerla nel bagno. Rose abbandonò il suo letto caldo e la raggiunse. –Che ti prende?- la spronò mentre la riccia si sedeva sul bordo della vasca.
-Sta succedendo un casino…- farfugliò in risposta con il capo basso.
-Perché dici così? Non può essere successo nulla di così grave dai…centra Sirius?- Rose era abituata ai deliri di gelosia della sua migliore amica verso suo cugino Sirius il rubacuori.
-Non centra lui…cioè non del tutto! Rose… sta succedendo tutto così in fretta…e…e così in modo inaspettato! Io non immaginavo che…- Florinda balbettava in maniera sconclusionatail ché fece allarmare ancora di più Rose.
-Stop! Prendi fiato, respira! Capovolgi il nastro e ripeti, non ne sto capendo nulla!!- la bloccò sedendosi vicino a lei sul bordo della vasca.
-Octo… credo di piacergli…-
 

Nello stesso momento in cui lo disse ad alta voce, divenne realtà. Realizzò quello che aveva appena detto alla sua migliore amica. Octo Thomas, uno dei suoi vecchi amici, un idiota, o almeno fino a poche settimane prima lo considerava così, si era preso una cotta per lei. Aveva sentito nascere e crescere questa sensazione dentro di sé, ed ora aveva realizzato che era reale. Non era stata solo una sensazione. Come l’aveva stretta quella sera, sulla pista da ballo, come l’aveva guardata, quello che aveva detto poco prima mentre la solleticava…era tutto reale e tutto confermava ciò che aveva segretamente intuito. Octo Thomas la voleva. E lei in tutto questo non sapeva come sentirsi. Però di una cosa era certa, era stata davvero bene tra le braccia del ragazzo, mentre ballavano, e sapeva anche che Octo aveva dei meravigliosi occhi blu ed un sorriso dolcissimo.
-Octovaius? Octovaius Thomas? Stiamo parlando dello stesso Octo con cui da anni hai un botta e risposta che sfocia quasi sempre in qualche fattura sul sedere?!- Rose come aveva immaginato era scettica, ma lo era anche lei. La realizzazione di quella sera l’aveva investita come il nottetempo dritto in faccia. Si limitò ad annuire, e l’amica abbassò lo sguardo confusa. Restarono in silenzio a fissare le mattonelle avorio del bagno per chissà quanto tempo. Ma in fondo tra loro era così. Potevano stare in silenzio e dirsi un milione di cose allo stesso tempo. Perché bastava stare insieme per darsi forza a vicenda, per comprendersi. Importava solo che l’una c’era sempre per l’altra.
-E Sirius non sa nulla di tutto questo…in compenso credo abbia chiuso definitivamente con la Rosier…e per giorni l’ho evitato, ma credo che volesse dirmi qualcosa, qualcosa di importante!- si sentì di aggiungere ad un tratto.
-Rischiano di fare a botte quei due se non chiarisci questa situazione Flo…se Sirius ha chiuso con la Serpeverde ed è te che sta cercando, visto quello che è “quasi” successo in infermeria fra voi due, allora avrà fatto chiarezza nel suo cuore…-
-O nel suo cervello…- sussurrò preoccupata Flo…
-Perché devi sempre pensare di essere la sua ruota di scorta!-
-Perché lui Calliope Rosier non può averla, mentre me…beh io sono sempre stata qui ad aspettarlo…- ammise con amarezza.
-E a rompere le scatole a me nel frattempo!- ironizzò Rose. Un pizzicotto era inevitabile, come inevitabile fu finire con il ridacchiare tra un pizzicotto e l’altro. Alla fine Rose la guardò seria.
-Qualsiasi cosa accada ricordati che avrai sempre me! Non sarai mai sola!- Flo sorrise a quelle parole e la sera della festa si concluse per lei con un grosso abbraccio fra lei e la sua migliore amica.
 
*

La mattina successiva, dopo pranzo, Rose insieme ai suoi cugini Freddy, Sirius, Lily e al fratello Hugo aveva salutato la cugina Dominique che, insieme alla sua delegazione scolastica e a Madama Maxime, era partita sulla carrozza trainata da cavalli neri e alati. Subito dopo il corsaro nero della delegazione bulgara-russa si era inabissato ed Hogwarts aveva salutato le due scuole con fuochi d’artificio e un lungo applauso. Mentre con la coda dell’occhio aveva visto Florinda sgattaiolare via da lei e da qualche suo cugino al momento poco gradito dall’amica, le era anche venuto in mente il suo appuntamento con Romeo. Risistemandosi la tracolla sulle spalle, all’interno della quale vi erano un paio di libri babbani, ovvero letture piacevoli, ed una sciarpa marchio Molly Weasley, corse al Salone d’Ingresso. Puntuale come un orologio svizzero e nonché come un galantuomo, ad aspettarla in un angolo c’era il suo amico Romeo Zabini.

-Buon pomeriggio raggio di sole, andiamo?- e le porse il braccio. Rose sorrise e mettendosi a braccetto attraversarono il portone per dirigersi verso Hogsmead. Con l’arrivo della Primavera, Aprile aveva portato con sé tiepide giornate e molti più studenti partecipavano ai week end ad Hogsmead. Chiacchierando prima del ballo e poi della verifica di Aritmanzia che ci sarebbe stata il lunedì seguente, raggiunsero i Tre Manici di Scopa. Sempre con la sua solita galanteria Romeo le scostò la sedia per farla accomodare e poi fece cenno alla nipote di Madama Rosmerta, ovvero Miss Camilla, di venire a prendere la loro ordinazione.
-Per me una burrobirra e la signorina…un’acquaviola, dico bene?-
-Dici bene mio buon amico!- rispose ridacchiando Rose.
-Ah senti Rose…per oggi pomeriggio so che doveva essere un momento solo per me e te ma…beh ecco un amico non si lascia mai solo, e così ho invitato Scorpius, ti dispiace?- se le avesse dato un pugno in faccia all’improvviso, sarebbe rimasta meno sorpresa.
-Perché? Sai che mi odia…non ci sopportiamo, ed ultimamente è così…-
-Così cupo? Appunto… non potevo lasciare che si deprimesse davanti al caminetto della Sala Comune, non credi?!- la fece sentire in colpa ed anche un po’ viscida, perciò fece una smorfia e spallucce, arrendendosi. –Ottimo…sicuramente starà per arrivare!- aggiunse sorridente Romeo. Mentre Rose spiegava a Romeo le innumerevoli ragioni per cui il prossimo anno i M.A.G.O. sarebbero stati devastanti per la loro salute mentale, fece il suo ingresso il principe delle serpi. Inevitabilmente Rose si ammutolì e fu Romeo ad invitare Scorpius con un cenno delle dita ad accomodarsi con loro.
-Ce l’hai fatta biondo! Finalmente aria fresca!- si vide lontano un miglio che Scorpius non aveva nessuna voglia che Rose sentisse quella conversazione. Che non avesse voglia che lei sapesse che il suo umore ultimamente era nero. Difatti stiracchiò un sorriso finto e a malapena inarcò il capo per salutarla.
-Avete già ordinato?- biascicò annoiato e guardandosi intorno per avvistare Miss Camilla.
-Le nostre ordinazioni stanno arrivando…cosa gradisci tu?- rispose Romeo ignorando l’aura negativa del suo compagno di casa. Mentre Rose si sentiva così maledettamente fuori posto. Avrebbe voluto essere dovunque tranne che lì in quel pub tra Romeo Zabini e Scorpius Malfoy. Ad un tratto le venne da ridacchiare.
-Che hai da sorridere?- abbaiò Scorpius notandola immediatamente.
-Nulla…a cuccia!- rispose a tono. Si sentiva abbastanza scaltra davanti a lui quando il suo lato Granger veniva a galla.
-Come ti perme…-
-Decido io per te Scorpius! Va bene un po’ di succo di zucca?- lo interruppe Romeo. Scorpius assottigliò gli occhi cerulei e glaciali fulminando Rose che invece aveva mantenuto un espressione sorridente e furbetta. Adorava vederlo dare in escandescenza per nulla. Poi annuì a Romeo il quale li soprese alzandosi e lasciandoli soli. –Vado ad aggiungere la tua ordinazione al bancone…- difatti disse allontanandosi. Calò un silenzio imbarazzante al tavolo. Ecco che ritornava prepotente quella voglia di voler essere dappertutto tranne che lì a quel tavolo. Così si ricordò perchè aveva ridacchiato destando la stizza di mr.Malfoy. qualsiasi altra ragazza non avrebbe mai desiderato nient’altro che essere al tavolo con quei due rampolli e gran gnocchi (gergo di Gilda) di Malfoy e Zabini. Ma lei non era come le altre ragazze, l’aveva sempre saputo. Era sempre stata anche diversa dalla sua migliore amica Florinda, figuriamoci dalle altre gallinelle dagli ormoni impazziti. Lei era sempre stata tutta per i libri, per la conoscenza, per l’amicizia. D’altra parte non aveva mai visto Romeo Zabini se non come un amico dai modi raffinati e galanti. Erano girate voci su loro due da quando al terzo anno avevano cominciato a frequentarsi ma a lei non era mai importato. E poi Romeo volente o nolente le aveva smentite cominciando ad andare di letto in letto con la prima scostumata, così a Rose piaceva chiamarle, di Hogwarts. E Malfoy…beh lei e Malfoy si odiavano, punto. Il silenzio venne interrotto dall’arrivo di Romeo accompagnato da Miss Camilla che teneva in bilico il vassoio con le loro ordinazioni.
-Ecco qui! Cinque galeoni e tre zellini!-
-Offro io ragazzi!- li anticipò Romeo mettendo sul vassoio la cifra.
-Non ce ne era affatto bisogno!- puntualizzò Scorpius
-Beh voi state facendo già un grande sforzo a causa mia…mi sentivo in dovere di offrirvi almeno da bere!- rispose Romeo con non chalance cominciando a sorseggiare la sua burrobirra. Rose apprezzò la battuta ma era decisa a dimostrarsi terribilmente nauseata dall’idea di Romeo di farli stare allo stesso tavolo, perciò non diede la soddisfazione di ridere. Ma la sensazione che Romeo sapesse di averla divertita da come la guardava di sottecchi era più che concreta.
-Di…di cosa stavate parlando prima che arrivassi?- sia Rose che Romeo furono colmi di stupore che Scorpius avesse abbassato l’ascia di guerra, e anche se dal suo tono trapelava ancora una certa riluttanza a conversare a quel tavolo, avevano comunque entrambi apprezzato lo sforzo.
-Stavo convincendo Rose che i M.A.G.O. non saranno così terrificanti come i professori tentano di farci credere solo per studiare di più!- rispose Romeo
-Oh beh certo…a te basta dare un’occhiata ai libri, grazie alla memoria fotografica che hai… per me saranno devastanti! Sai come mi faccio prendere dal panico per una semplice verifica!-
-Perché devi rilassarti zuccherino, te l’avrò ripetuto centinai di volte!- insieme ridacchiarono. Alla fine Rose cogliendo l’espressione di Scorpius a metà tra il curioso e lo stizzito, tossicchiò distogliendo lo sguardo da Romeo.
-Io…io credo che siano solo un periodo stressante che ci preparerà al mondo del lavoro lì fuori…quello si che spaventa!- alla fine Scorpius si inserì nel discorso.
-Cos’è che ti spaventa? Dopo Hogwarts avremo una carriera tutta nostra, nessun orario, nessuna verifica da rispettare! Molta più libertà nel gestire il nostro tempo libero!- scattò in risposa Rose che invece non vedeva l’ora di seguire le orme di sua madre nella magisprudenza.
-Cosa? Oh beh non capiresti tu!-
-Perché non ci provi invece a farle capire cosa vuoi dire?- intervenne Romeo
-Oh lascia stare se non vuole darmi questa confidenza lo capisco… come potrebbe abbassarsi al livello Weasley?!-
-È questo che pensi?! Pensi che io non voglia parlartene perché penso che io possa abbassarmi al tuo livello?- chiese Scorpius quasi sconvolto da quella rivelazione. Eppure cosa c’era di strano? Per anni non l’aveva derisa dandogli della povera?
-Ovvio!- Rose scosse la testa perplessa agitandosi sulla sedia. Voleva restare per non deludere Romeo ma la voglia di andarsene era tanta, troppa.
-Vuoi andartene? Sei brava a farlo! Romeo lei fa così sai? Quando un discorso non le piace gira i tacchi e scappa via!-
-Beh forse se avessi la decenza di trattare la gente come un tuo pari forse non accadrebbe così spesso!- ruggì Rose. Romeo le fece cenno di abbassare il tono della voce con le mani. Rose arrossì e abbassò lo sguardo. Nessuno la scuoteva dentro come Scorpius Malfoy. Si ricompose e stiracchiò un sorriso finto. –non mi importa se non ti va di parlare di certe cose con me, non ci conosciamo abbastanza hai ragione, non mi importa cosa pensi del futuro!- alla fine risolse la ragazza con maturità. Come se guardasse una partita a tennis gli occhi di Romeo balzavano da l’uno all’altro, che si davano botta e risposta. Quasi quasi a Rose sembrò vederlo divertirsi nell’assistere a quel siparietto.
-Magari non voglio che tu ti abbassi al mio livello invece…magari…magari sono io che non voglio essere deriso da te!- questa poi le batteva tutte pensò Rose e quasi Romeo si strozzò con la sua burrobirra. Tossicchiò così forte e gliene uscì un pò dal naso tanta fu la sorpresa. Quel momento di stupore fu interrotto dall’entrata in scena di Kevin Flitt.
-Romeo devi assolutamente venire con me!- tuonò raggiungendoli al tavolo…- Rose andò in allarme.
-Perché? Che succede Kevin?-
-È per quella questione di soldi di cui ti parlavo, posso rubarvelo un momento, per favore?- alla fine si rivolse a loro. Rose notò la preoccupazione negli occhi del Serpeverde ed annuì. Scorpius invece li guardò sospettoso ed incuriosito dalla faccenda, ma annuì subito dopo.
-Raggio di sole ci vediamo a cena!- la salutò il ragazzo uscendo poi insieme a Kevin dal pub.
 

Se gliel’avessero detto quella mattina non ci avrebbe creduto. Lui e Rose Weasley seduti allo stesso tavolo di un pub a dover finire di sorseggiare i loto drinks durante un’uscita ad Hogsmead. Ne aveva avute di strane giornate ultimamente e quasi tutte per colpa di Rose Weasley, ma quella le batteva tutte.
-Se vuoi andare vai…non devi restare mica per forza…- gli disse mentre cercava di finire in fretta la sua acquaviola. Non rispose. Preferì osservarla. Romeo l’aveva chiamata raggio di sole. Gli aveva un pò dato fastidio la loro complicità, poco prima durante l’argomento M.A.G.O., ed ora di nuovo. Si sentiva escluso e ci stava male. Rose Weasley doveva smetterla di fargli provare quelle strane e nuove sensazioni. Raggio di sole perché poi, pensava. La osservò ancora meglio, quasi studiandola. Era un pò minuta, con lunghi capelli tra il rame e il castano, un po’ troppo pallida secondo lui ma…ma forse graziosa. Non l’aveva mai vista sotto questo punto di vista. Rose Weasley era graziosa. Forse la chiamava raggio di sole per questo, magari anche perché era un tipo solare, sorridente. Il suo opposto rifletté. Romeo però andava d’accordo con entrambi, con lui che era un pò misantropo e permaloso e con lei che a quanto pare era invece solare e chiacchierona.
-Non voglio andare via…- alla fine le rispose quando capì che Rose stava per alzarsi, visto che aveva finito la sua acquaviola in tempo record pur di andarsene da lì, lontano da lui. Davvero lui le faceva questo effetto? Davvero la indisponeva così tanto?!
-Perché?- Chiese lei titubante e con sospetto, assottigliando gli occhi color caramello.
-Non lo so…mi incuriosisci! Era questo che volevo dirti l’altra sera, cioè…sei diversa, non strana.- le spiegò per poi abbassare lo sguardo imbarazzato. Glielo aveva confessato. Si sentiva un tantino strano lui adesso, anzi diverso. Forse non gli era mai successo di parlare con il cuore in mano con qualcuno.
-Anche tu mi incuriosisci…sei tormentato!- capì che anche lei si stava confessando. Forse era questo che stava cercando di fare Rose quando era diventata più invadente negli ultimi tempi, mentre lavoravano alla polisucco. Voleva capire perché era tormentato…
-Non devi essere poi così male se tu e Romeo andate così d’accordo!-
-Potrei dire lo stesso di voi due…- gli rispose a tono. Non conosceva nessuna ragazza così sveglia. Anche questo lo incuriosiva e…stuzzicava.
-Touché!- fece una pausa, si sentiva uno strano mal di pancia…si sentiva imbarazzato. -…mi piacerebbe conoscerti meglio- la buttò lì, ma non se ne pentì, come non era pentito di non aver tagliato la corda quando Romeo era andato via.
-Anche tu!- rispose secca lei tenendo lo sguardo fisso su di lui. Non aveva mai conosciuto quel lato sicuro di Rose Weasley. Era una continua sorpresa quella ragazza.
-Lo avevo capito, sai?! Quando studiavamo insieme nei bagni…cercavi di indagare!- e ghignò divertito. Rose arrossì ma poi gli sorrise e riprese il contatto visivo con lui.
-Non cercavo di indagare, ero solo curiosa di sapere perché ti mostri sempre così algido ed arrabbiato con il mondo intero…specialmente con me…- farfugliò le ultime parole di nuovo imbarazzata e paonazza. Scorpius non si aspettava che lei gli parlasse così schiettamente. Forse raggio di sole si riferiva anche al suo essere così schietta e genuina.
-Io non ce l’ho con te!- biascicò roteando gli occhi al cielo. –cosa te lo fa credere?- le chiese stizzito.
-Beh le continue occhiate di derisione e i tuoi insulti sulla mia povertà! Che poi ok tu sarai pure un ereditiere ma mia mamma è un avvocato di successo al Ministero e mio padre guadagna bene come Auror…credo che sia una credenza abbastanza superata ormai quella che i Weasley siano dei poveracci, non credi?!- quasi parlò tutto d’un fiato e avvalorò la sua teoria che fosse una logorroica chiacchierona. Per la prima volta la vide anche fragile, piccola, da proteggere. Davvero non si rendeva conto di offendere la famiglia di qualcuno dandole della poveraccia. Nemmeno si ricordava poi di averlo fatto. Era vera la teoria del branco, non ti accorgi quando sei in mezzo agli amici di far comunella contro qualcuno ferendolo. Che poi se fosse toccato a lui probabilmente avrebbe scatenato il putiferio…lui la sua famiglia non la voleva toccata.
-beh di nuovo Touché, ma ti assicuro che lo facevo un tempo! Ammettilo quant’è che non ti punzecchio?!- fece una pausa –mi facevo prendere dalla foga de branco…gli altri ti sfottevano ed io lo facevo anche, tutto qui! Non me ne è mai fregato niente se fossi povera, imbranata o dei tuoi voti più alti dei miei!- confessò Scorpius. Rose gli sorrise. –Nemmeno il clan Potter-Weasley è stato clemente con me però e con parte dei miei amici…ci si difende!- aggiunse il ragazzo gonfiando il petto mostrando orgoglio serpeverde.
-Clan Potter-Weasley?!- domandò lei strabuzzando gli occhi.
-Non sapete che vi chiama così tutta Hogwarts? Voi cugini… così uniti ed irraggiungibili!- spiegò il biondo. –Così pieni di voi, orgogliosi dei vostri cognomi tanto da usarli per fare breccia nel cuore di chi vi sta attorno!- Rose lo stava ascoltando incredula ma curiosa. Allora continuò, finalmente aveva la possibilità di sfogarsi. –Non te ne sei mai resa conto perché tu non lo fai… tu non sei come loro, l’ho capito frequentandoti, tu le cose te le sudi, te le guadagni! Non ti pavoneggi di essere figlia di…cioè sei davvero intelligente ed astuta! Non come ad esempio James Potter che va facendo il pagliaccio o tua cugina Lily che sa di essere seducente e spezza cuori a destra e a manca incurante dei sentimenti degli altri… ha fatto mollare mia cugina Asteria facendo da amante per tre mesi al suo ex ragazzo!- stava vomitando tutto quello che gli passava per la mente ma non stavano litigando, lui le stava solo raccontando perché odiava tanto i suoi parenti e perché lei era solo stata messa a far mucchio.
-È vero i miei cugini spesso si mettono in mostra ma non lo fanno con cattiveria…sono cresciuti così! Sin da piccoli hanno conosciuto la fama ed i privilegi di essere i figli del Salvatore! Anch’io, anche mio fratello Hugo ma ogni uno ha il suo carattere, qualcuno ci sguazza, altri ne prendono le distanze! E mio cugino Jamie è cambiato! Si cresce… non si vive nel passato!- gli spiegò dolcemente. –Anche voi Serpeverde siete stati sempre perfidi con noi…-
-Per difesa! Non è bello essere considerati solo per ciò che i tuoi…i tuoi genitori erano in passato…- si sentì di abbassare il capo. Si vergognava a parlare di quello…poi con lei era ancora più imbarazzante. Lei era il bene…la famiglia Weasley lo era.
-È questo che credevi facessi io? Che io ti considerassi per cosa è successo in passato? Ma se nemmeno eravamo nati, che cavolo me ne dovrebbe fregare Scorpius?!- sbottò lei.
-Beh il clan però non si è mai risparmiato di darci degli… sporchi figli di Mangiam…-
-Ok, ho capito! Non c’è alcun bisogno di dirlo ne di arrabbiarsi!- Rose lo guardò con occhi dolci, questo lo faceva sentire a disagio ma anche…compreso. Non era pietà quella che leggeva negli occhi sinceri di Rose Weasley che in uno slancio di genuinità lo aveva chiamato per nome, avvicinandosi anche a lui senza accorgersene. –Siamo cresciuti Scorpius, non siamo i nostri genitori e noi abbiamo accantonato tutti i pregiudizi di quando eravamo dei ragazzini, puoi abbassare il muro che ti sei creato attorno a te, puoi levarti l’armatura! Non essere così orgoglioso, puoi perdonare la superbia dei miei cugini!- era vero. Da anni ormai quelle offese non erano nemmeno più state fatte ma lui era cresciuto così, sempre pronto a proteggersi e a rispondere a tono alle accuse di essere un seguace del male perché suo padre lo era stato, e suo nonno prima di lui.
-Anche se sembrerebbe così io non vivo mica di orgoglio e pregiudizio!- Rose gli sorrise e gli porse la mano. Lui la guardò confuso.
-Pace?- lo incitò a stringergliela. Scorpius si sentiva un cretino ma nel senso buono. Pace? Pace lo chiedevano i bambini eppure detto così da Rose Weasley sembrava la cosa giusta da dire. Non c’era niente di infantile. Era…tutto così giusto. E gliela strinse. E poi sorrise.
-Rose Weasley che stringe la mano ad un Malfoy…le cose sono davvero cambiate! Il passato non ferisce più nessuno per davvero!- ironizzò ma non troppo, sorridendo ancora alla ragazza che seduta accanto a lui era davvero felice della piega che aveva preso il loro rapporto. Così la accompagnò fino al castello, e tra le stradine di Hogsmead fino al Salone d’Ingresso nessuno si risparmiò di guardarli come se fossero un troll ed un orco a passeggio mano nella mano. Eppure a lui sembrava così naturale adesso non farsi la guerra ma chiacchierare con lei del più e del meno. Aveva ridacchiato un paio di volte vedendola urtare qualcuno con sbadataggine oppure inciampare su qualche ciottolo ma non aveva riso di lei, ma con lei. Adesso capiva Romeo quando gli raccontava che era piacevole passare il tempo con lei, che era una tipa sveglia, non come le gallinelle a cui lui era abituato con cui non potevi fare un discorso serio perché nemmeno ti avrebbero capito. E come lei se ne stava fregando delle occhiate dei curiosi anche lui lo avrebbe fatto. Si sentiva già più maturo e meno incazzato con il mondo. La genuinità e la solarità di Rose lo stavano contagiando. Lei era così semplice e voleva esserlo anche lui.
-È stato carino passare il pomeriggio con te! Anzi direi rivelatore! Buona serata Scorpius e salutami Romeo quando lo vedi…- gli disse salendo il primo gradino verso la Torre Grifondoro.
-Oh…ok lo farò! E comunque lo stesso vale per me riguardo ad oggi! Buona serata Rose…- gli faceva strano non chiamarla Weasley con la solita freddezza ma era piacevole. Si sentiva più pulito, meno infantile. Aveva quasi diciotto anni ecchecacchio! La ragazza lo illuminò con un altro dei suoi sorrisi raggianti per poi voltargli le spalle e andar via.
 
*
-> https://www.youtube.com/watch?v=EdBym7kv2IM

Qualche ora prima

Nello stesso momento in cui Rose stava raggiungendo Romeo, all’oscuro di come poi quel pomeriggio l’avrebbe sorpresa, anche Sirius stava rincorrendo qualcuno, e lo stava facendo da giorni ormai.

*Sono venuto per incontrarti, dirti che mi dispiace,
Tu non sai quanto sei adorabile.
Dovevo trovarti, dirti che ho bisogno di te, dirti che ti ho considerata da lontano.
Dimmi i tuoi segreti e ponimi le tue domande, Oh, torniamo al punto di partenza…*


Intuito dove Flo si stesse dirigendo, decise di sorprenderla quindi tornò indietro correndo, imboccando così il corridoio parallelo e in scivolata giunse sull’uscio della porta della Biblioteca. Si nascose nella parte interna. Quando lei entrò le si parò davanti.
-Oh, ma che?!-
-Non mi hai lasciato altra scelta!- fece spallucce Sirius stiracchiando un sorriso malandrino. Flo era visibilmente a disagio. –Sono stanco di rincorrerti…devi smetterla di nasconderti, l’hai fatto per tanti anni! Puoi essere sincera adesso?- era arrabbiato con lei perché adesso che le carte erano state svelate non capiva per quale motivo aveva dovuto braccarla per riuscire a parlarle.
-Cosa vuoi che ti dica?- ruggì spalancando i suoi occhioni nocciola spaventati.
-Cosa provi per me! Ti ho aperto il mio cuore, mi sono scoperto e quello che ho ottenuto è stata solo indifferenza! Se faccio un passo nel vuoto e rischio voglio che tu ti butti insieme a me, che rischiamo insieme!-
-e se io non fossi pronta! È vero ho aspettato tanti anni che ti accorgessi di ciò che io provavo per te ma non per questo hai il diritto di pretendere che io sia lì pronta a braccia aperte! Che mi assuma il rischio di rovinare anni di amicizia…-
-È vero non ne ho il diritto!- le afferrò i polsi e la spinse a sé, contro il proprio corpo, e la baciò. Le loro labbra si sfiorano con dolcezza mentre la stringeva a sé con voglia. Quando con lentezza le loro labbra si staccarono le une dalle altre entrambi aprirono gli occhi timorosi. Adesso si stava specchiando in quelli colmi di lacrime di Florinda. Era così fragile e bella. –Ma avevo il diritto di fare questo! Non voglio più nascondermi dietro ad un dito Flo…

*Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, è una vergogna per noi dividerci.
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, nessuno ha mai detto che sarebbe stato così difficile,
Oh, riportatemi alla partenza. (The scientist; Coldplay)*


Flo si alzò sulla punta dei piedi e dimenticò il ballo della notte precedente, dimenticò quegli occhi azzurri che ultimamente le erano stati così vicini e che l’avevano protetta. Era tra le braccia del suo principe azzurro, del suo sogno da bambina, e baciò ancora una volta Sirius.

Buona sera! (anche se è già mezzanotte passata ma vabbè XD)
Vi spiego.....il capitolo era pronto giorni fa ma tra il fatto che il computer è stato in assistenza, due matrimoni, sono stata in vacanza e la solita vita sociale non sono riuscita ad aggiornare prima!! MA FINALMENTE ECCOLO QUA! Capitolo che funge da sparti acque e che definisce meglio i rapporti tra i nostri protagonisti! Niente Octo lo so, so che vi siete affezzionate, ma nel prossimo lo rivederemo così come Callie... ;)
Devo dare spazio a tutti i personaggi e dare più velocità alla trama  :) SE VOLETE LASCIATE LA VOSTRA OPINIONE CON UNA RECENSIONE, VE NE SAREI GRATA! Ho bisogno di sapere se vi sta piacendo! e ringrazio chi fin ora segue, ricorda e preferisce la storia! VI ADORO! baci e a presto, rory! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


                            
Capitolo 25
“Torna da lui!”
 
1 mese e mezzo dopo…
 
Erano stati sulla bocca di tutti. C’era stata gente che, quando solo avevano cominciato ad essere amici aveva, scommesso che prima o poi sarebbero finiti per essere una coppia. Le prime settimane in cui Sirius e Florinda camminavano mano nella mano, si scambiavano baci e sorridevano complici, chiunque a scuola parlava di loro. Sirius ovviamente non era nuovo a quelle attenzioni, sommate poi al fatto di essere già una celebrità per aver vinto quasi due mesi prima il Torneo Tre Maghi. Ora però non poteva più fare un passo senza che qualche matricola o qualche scolaretta sognante non gli mettesse i bastoni fra le ruote. Se tutta questa popolarità mesi prima non gli sarebbe dispiaciuta, ora invece lo mandava in bestia. E chi era vicino a James Sirius Potter lo poteva gridare ai quattro venti che si, era proprio cambiato, tutta un’ altra persona. Posato, diligente, riflessivo e…serio. Ci sono cose che non puoi perdere del tutto come il senso dell’umorismo, la voglia di fare qualche scherzo o un’uscita notturna per una birra clandestina con gli amici, ma ormai le marachelle che sfociavano in risse o punizioni erano finite per sempre. La storia con Florinda era delicata, dolce e piena di complicità. Ogni giorno scopriva un lato di se stesso nuovo. E come quel pomeriggio lei lo aiutava a studiare e a prendere voti decenti in vista delle ultime verifiche.

-Freddy piantala di disturbare Sirius…finita la sua pergamena di Antiche Rune potrete andare a giocare fuori!- si prese gioco di loro Florinda vedendoli farsi le linguacce, esausti dallo studio. Si voltò verso il suo tomo di Pozioni per richiuderlo e con la coda dell’occhio vide Octo entrare in Biblioteca. Quest’ultimo non appena la vide sbiancò in viso e fece per voltarsi e andarsene.
-OCTO!- lo chiamò urlando Freddy, beccandosi un’occhiataccia dalla bibliotecaria e da metà degli studenti che erano li in cerca di silenzio per poter studiare in pace. Allora il ragazzo fu costretto a raggiungerli.
-Buon pomeriggio!- li salutò bivaccandosi annoiato nella sedia accanto a Freddy e di fronte a Sirius. evitando accuratamente di guardarla come faceva ormai da settimane e settimane. Anche il rapporto tra Sirius e Octo si era raffreddato ma tra maschi si sa, è diverso. In un modo o nell’altro riuscivano ad andare d’accordo in gruppo, e Sirius sembrava ignorare il cambiamento di Octo, che lo facesse senza saperlo o che lo ignorasse volutamente questo Florinda non lo sapeva.
-Ti aspettavo un ora fa per finire insieme questa relazione di Erbologia!- lo rimbrottò offeso Freddy per aver fatto tutto il lavoro da solo.
-Scusami ho avuto un imprevisto!- Florinda inarcò un sopracciglio perché aveva intuito che quella era solo una scusa. Si capiva lontano un miglio che aveva cercato di ritardare sperando che lei fosse già andata via. Sebbene Octo sopportava la presenza di Sirius, quella sua proprio non gli andava giù. Decise allora di togliere il disturbo.
-Sirius promettimi che se adesso io me ne vado non finite per sputarvi addosso palline di carta e sputo, ma che finirai la pergamena per domattina!- il ragazzo gli sorrise sfoggiando la sua espressione più innocente ed annuì. Così Flo si chinò su di lui baciandolo a fior di labbra e poté giurare di aver sentito su di lei gli occhi di Octo fenderla come lame. Ignorò quella sensazione e li salutò con un “ciao” collettivo.
 
Odiava quella situazione. Odiava che Freddy avesse avuto ragione sin dall’inizio, odiava che il suo rapporto con uno dei suoi migliori amici era così freddo, odiava che Sirius faceva finta di non notarlo, odiava vedere come lui e Florinda erano felici. Odiava se stesso perché non era riuscito a restare al di fuori di quella situazione e che ancora non riusciva a dimenticarla. La loro storia seppur fresca e magari ancora traballante per via della diversità dei due ragazzi sembrava perfetta. E lui? Lui nemmeno più provava la tecnica chiodo scaccia chiodo visto che in quelle settimane nessuna ragazza era riuscita a togliergli dalla mente Florinda Jordan. Ascoltava distrattamente quello che Freddy gli stava dicendo riguardo la relazione di erbologia e quando quello finì, lui annuì distrattamente.
-Stasera almeno dagli una lettura, altrimenti stavolta Paciock ti boccia amico mio!- disse Freddy dandogli un colpo in testa con la relazione stessa. Octo ridacchiò e si alzò per andarsene. Captando la tensione nell’aria Freddy guardo prima lui e poi Sirius stranamente così preso dallo studio. –Beh allora stasera è confermato, stanza delle necessità a mezzanotte per un giro di Vodka incendiaria?- finalmente Sirius sollevò gli occhi dai suoi fogli.
-Si…siamo tutti?- e a quella domandò guardò Octo. Gli occhi dei due ragazzi si incrociarono per una frazione di secondo ed il primo ad abbassarli fu proprio Octo. Nonostante soffrisse a causa di Sirius si sentiva comunque in torto lui perché stava nascondendo il suo malessere al suo migliore amico.
-Si ci sarò! A più tardi!- rispose girando i tacchi ed uscendo a passo svelto dalla Biblioteca. Non sapeva se sarebbe riuscito a resistere fino a mezzanotte prima di farsi un bicchierino di qualsiasi cosa, purché fosse alcol, che gli facesse dimenticare per un attimo quella situazione. Decise di prendere una boccata d’aria, così si diresse verso il Lago Nero, le giornate di giugno erano arrivate calde e solo lì sulle rive del lago di Hogwarts, poteva respirarsi un pò d’aria fresca. Magari era quello che gli ci voleva.

-> https://www.youtube.com/watch?v=wh8qKh7KLmI
-Oh ma è una condanna?!- sbottò non riuscendo a trattenersi e rompendo il silenzio forzato che durava da settimane, appena vide lì seduta Florinda.
-Per le mutande di Merlino, non posso di certo diventare invisibile perché non mi sopporti!- gli ululò contro Flo, alzandosi dal ceppo sul quale stava leggendo uno dei suoi libri babbani. Octo non sapeva cosa dirle. –Argh…- ruggì Flo avvilita, -me ne vado, tranquillo!- chiuse il libro e a grandi falcate fece per andar via ma di fronte a lui Octo la bloccò serrandole il polso e facendola arrossire.
-No, tranquilla vado via io! Non voglio essere un disturbo per la tua felicità!- rispose acido e assottigliando gli occhi blu.
-Ma cosa stai dicendo?! Che centra adesso la felicità?! Ma ti senti come sei melodrammatico?!- protestò divincolandosi dalla presa.
-Io?! A me risulta che la reginetta dei melodrammi sia tu! La ragazza che prima fa l’amichetta e poi tesse trame alle mie spalle!-
-Si può sapere di cosa stai parlando?!- abbaiò lei fuori di sé.

*Oh, oggi sono solo una goccia d'acqua e sto correndo giù per la montagna,
venite domani sarò in mare, sarò in aumento con la marea del mattino…*


-Del fatto che un giorno prima siamo culo e camicia ed il giorno dopo nemmeno mi vieni a dire che hai coronato il tuo sogno d’amore!- gli urlò in faccia Octo.
-SCUSAMI!- sbraitò lei -è tutto qui?! Ok ho sbagliato…ma pensavo non ce ne fosse bisogno!-
-Si come no… tutto quello che riesci ad inventarti è questo?! Dopo mesi quest’anno di assistere ai vostri tira e molla, secondo te essere aggiornato non era necessario?! Falla finita…puoi prendere in giro te stessa ma non me!- la accusò il ragazzo con occhi duri.
-Ora sei così coraggioso e così eloquente! Perché non venivi a farmi la predica il giorno in cui l’hai scoperto?- protestò la riccia.
-Ah…secondo te toccava a me venire da te?!-
-Perché no?! Dicevi sempre di essere lì per me in ogni momento!- borbottò lei.
-MA NO A FARE DA TERZO INCOMODO ALLA COPPIA FELICE!- urlò Octo avvilito.
-TI HO CHIESTO SCUSA! COS’ALTRO POSSO FARE PER RIMEDIARE!- oramai urlavano e pregavano che nessuno li potesse sentire.
-Nulla! Voglio che tu ti goda la tua storia d’amore…e…buona fortuna…-

*C'è un fantasma sulla brughiera stanotte, ora è in casa nostra…
camminava nella stanza in quel momento e sembrava come il sole appena sorto!*


-Tutto qui? Era questo che ti tenevi dentro? E il tuo coraggio che fine ha fatto?- i suoi occhi si erano riempiti di lacrime ed Octo si sentiva confuso, spaesato. Ora cosa pretendeva da lui? Cosa gli stava domandando? –Scusami, lascia perdere ti prego…- borbottò la ragazza con tono triste.
-Perché piangi adesso?- domandò facendo un passo verso di lei. Flo si asciugò frettolosamente con il dorso della mano una lacrima timida.
-Non sto piangendo!- mormorò e ad Octo scappò un risolino. Lei lo guardò offesa.
-Davvero?- la stuzzicò lambendogli con dolcezza la guancia umida per via della lacrima. La sentì tremare sotto il suo tocco.
-io non sono mai stata un tipo coraggioso…non ho mai saputo affrontare queste situazioni complicate…-

*Sono un atomo in un mare di nulla, in cerca di un altro atomo a cui unirmi.
Forse potremmo essere l'inizio di qualcosa, essere insieme all'inizio del tempo…*


-Di cosa stai parlando?- gli chiese dolcemente Octo facendo scendere la sua mano, carezzandole la spalla e poi il braccio sino ad afferrarle nuovamente il polso delicatamente stavolta.
-Lo sai di cosa sto parlando…non te lo sei immaginato ciò che…ciò che c’era fra me e te ultimamente…io, io non ho avuto il coraggio di dirti di me e Sirius per questo…- abbassò gli occhi imbarazzata. Octo con due dita glielo risollevò. E non sapeva quanto Florinda annegasse nel blu dei suoi occhi.
-Perché mi chiedi di essere coraggioso? Cosa dovrei fare secondo te adesso?- Flo posò i suoi occhi lucidi sulle labbra di Octo e lui la baciò. Un bacio prima delicato e dolce, a fior di labbra, poi prepotente, lascivo, intimo. Lui le strinse le spalle per avvicinarla a sé. La sentì tremare contro il suo corpo e tra le sue braccia. E nulla attorno a loro aveva importanza. C’erano solo loro due e quel bacio. Flo affondò le sue dita tra i ricci appena accennati di lui, li strinse forte e lo tirò ancora di più a sé. La danza di lingue, denti e saliva, dei loro corpi caldi l’uno contro l’altro, era una scena ipnotizzante, era sbagliato forse si, ma così dannatamente piacevole.
-È un errore…e qualcuno potrebbe vederci…- soffiò Flo sulle labbra del ragazzo mentre teneva ancora gli occhi chiusi. Lui sospirò staccandosi da lei.
-Lo so!- ammise sciogliendo pian piano il loro abbraccio. Restarono l’uno davanti all’altro a guardarsi negli occhi. Ci sarebbero state un milione di cose da dirsi, altri baci da darsi e nuove emozioni da scoprire insieme, ma lei sorrise amaramente e lasciandogli una carezza sul viso se ne andò lasciandolo da solo sulle rive del lago nero.

*E il giorno è chiaro, la mia voce è solo un sussurro…
più forte delle urla che senti, ed è come il sole appena sorto (The start of time; Gabrielle Aplin)*

 
*

Calliope Rosier dal giorno della festa in onore della fine del Torneo Tre Maghi aveva fatto una promessa a se stessa. Dopo quasi due mesi stava mantenendo quella promessa ovvero non tentare più di giocare con i sentimenti di nessuno. Specialmente i suoi. Aveva vissuto una giostra di emozioni per quasi tutto il suo sesto anno ad Hogwarts. Notti insonni, pomeriggi passati con lo sguardo perso nel vuoto e serate sprecate a tenere il broncio, più che a Pierre, alla situazione stessa che le era piombata addosso. Se rifletteva non riusciva neanche a ricordare il momento in cui aveva smesso di essere innamorata di Pierre, ma di una cosa invece era certa la sera della festa, che si sarebbe impegnata a ricostruire quel sentimento perduto. Ricordava i mesi in cui l’aveva corteggiata e lei si era fatta desiderare. Tutto per gioco, perché anche lei era cotta di lui. Un quinto anno tra tira e molla giocosi, di una ragazzina capricciosa e infine un’estate d’ amore, di giochi in spiaggia, in piscina, di feste serpeverde che finivano per terminare con lunghi baci sotto la luna dopo essere sgattaiolati via. Cosa era accaduto poi non sapeva spiegarselo ma ora che la scuola stava finendo e finalmente poteva andarsene e scappare dalla persona che aveva innescato il suo cambiamento interno, poteva tentare di godersi l’estate e di ricostruire i suoi sentimenti per Pierre. Oramai erano fidanzati ufficialmente e dopo il loro settimo anno si sarebbe tenuto il loro matrimonio, doveva provarci a tutti i costi, altrimenti sarebbe rimasta per sempre una purosangue incastrata in un matrimonio senza amore. Grazie anche alle attività che il comitato studentesco gli aveva affidato, si teneva impegnata organizzando la festa di fine anno che sarebbe stata fra tre giorni. L’indomani della festa finalmente l’Espresso l’avrebbe riportata a casa.

-Credi che questi addobbi vadano bene?- le domandò Pam mostrandole dei nastri blue-argento in un sacchetto e dei palloncini del medesimo colore in un altro sacchetto.
-Si quei corvacci saranno contenti di aver vinto la coppa delle case!- commentò Callie stizzita. –spero solo che almeno la coppa del Quidditch sarà vinta dai noi serpeverde!!-
-Ehm ehm…con la squadra che vi ritrovate quest’anno avete poco da sperare contro di noi mia cara Rosier!!- rispose a tono Pam sistemandosi gli occhiali per bene. Decise di ignorarla sfoggiando un sorrisetto ironico. Non è che poi a lei era mai fregato tanto del quidditch. Andava alle partite solo per far contento Pierre.
 
E difatti anche quella volta si ritrovava seduta sugli spalti, avvolta nella sua sciarpa estiva verde-argento, con uno stendardo da sventolare dei medesimi colori in una mano. Anche quello faceva parte della sua promessa, fatta a sé stessa. Avrebbe sostenuto Pierre, sarebbe stato un piccolo primo passo verso di lui, verso il loro rapporto. Non importava chi fosse l’altro cercatore con il quale Pierre si sarebbe scontrato. Non le sarebbe importato se l’altro cercatore avrebbe perso, o peggio si sarebbe infortunato. Lei avrebbe tifato e gioito per lui, per Pierre.
Non appena Madama Bum aprì il baule il bagliore dorato sfuggì dalla vista collettiva. Mentre della pluffa si impadronì immediatamente la squadra Serpeverde. Dopo un quarto d’ora si ritrovavano Grifondoro e Serpeverde quasi in parità, quando il cronista attirò l’attenzione di tutti.
-Ed ecco che Nott ha appena compiuto una virata pericolosissima con la sua firebolt3000 e sfreccia come un bolide inferocito verso quello che sembra essere proprio il boccino.- Un “oho” di meraviglia mista a preoccupazione, si sprigionò dagli spalti, mentre Pierre si esibiva in una volata in picchiata da brividi. –Ecco che Potter lo raggiunge…che sfida avvincente miei cari compagni! Chi avrà la meglio? Potter che è anche il campione del Tre Maghi o Nott, il miglior cercatore verde-argento degli ultimi cinquant’anni?!- Callie era terrorizzata. Da un lato non voleva che Pierre si facesse male per riuscire a dimostrare qualcosa o per battere Sirius. Dall’altro invece sperava che lui riuscisse in questa impresa. Sapeva quanto per lui fosse importante. E se voleva dimostrare di tenere ancora lui, doveva credere in quel ragazzo, nel suo ragazzo.

-> https://www.youtube.com/watch?v=7Pp-kPe8Xo8
-FORZA PIERRE! AFFERRA QUEL BOCCINO!!!- allora urlò a squarciagola. Capì che Pierre l’aveva appena sentita perché il ragazzo riuscì a chinarsi in avanti ancora di più, quasi distendendosi sul suo manico di scopa, riducendo la resistenza dell’aria e così acquisendo maggior velocità rispetto a Sirius, che in quello stesso istante si voltò per incrociare i suoi occhi. Fu un attimo fugace, ma Callie giurò di aver letto delusione in quegli occhi. Non poteva esserne certa ma oramai non aveva più alcuna importanza. Entrambi si erano legati a persone che provavano affetto per loro. Le loro strade si erano divise.
-NOTT HA AFFERRATO IL BOCCINO! SERPEVERDE VINCE PER 400 PUNTI SU GRIFONDORO!! LA COPPA DEL QUIDDITCH È VERDE ARGENTO QUEST’ANNO MIA CARA HOGWARTS!!- proclamò il cronista al microfono, seguito da un fragoroso applauso serpeverde e da cori in onore della squadra vincente. La festa presto dal campo di Quidditch si spostò nella loro Sala Comune, dove festoni e palloncini addobbavano la stanza, e i cori e i balli erano più chiassosi che mai. Vincere era fantastico ma se poi lo si faceva contro i Grifondoro che avevano vinto la coppa per due anni di fila, era sublime.

*…Il dolore è nella mia anima perchè sembra che quel che è sbagliato ami davvero la mia compagnia…
Lui è più di un uomo e questo è più che amore, è la ragione per cui il cielo è blu,
ma le nuvole stanno arrivando perchè sono andata via di nuovo
e con lui non riesco ad essere sincera…*


-Sc…scusate!- un Pierre visibilmente alticcio e sudato, vestito solo dei pantaloni da cercatore ed una camicia verde argento sbottonata e sudaticcia, era appena salito su uno dei tavolini in marmo nero del salotto. –Vorrei avere la vostra attenzione per un attimo!- aggiunse barcollando un pochino e facendo ridere tutti nella sala comune, persino Callie che lo trovò buffo e tenero allo stesso tempo. –Vorrei dedicare questa vittoria alla mia splendida fidanzata, nonché futura sposa!- e così posò i suoi occhi cerulei ed innamorati su di lei. –Ti amo tesoro!- aggiunse e quelle parole ferirono come una lama nel cuore perché non sapeva cosa rispondere. Sorrise a Pierre, cercando di sembrare il più genuina possibile. Doveva sforzarsi. Doveva riuscirci.

*E io so che lui sa che io sono infedele e questo lo uccide dentro
sapere che io sono felice con qualche altro ragazzo ed io lo vedo morire dentro…
Non voglio più ferirlo, non voglio strappargli la vita,
non voglio essere... un'assassina.*


-Anch’io…ma adesso scendi prima di romperti l’osso del collo, ubriaco come sei di vodka incendiaria!- inscenò così la parte della fidanzatina apprensiva e lo aiutò a scendere dal tavolino. Pian piano riuscì a sorreggerlo fino alla sua stanza da Prefetto, quella accanto alla sua. Aprì senza problemi conoscendo la parola d’ordine, come ogni mese, e lo fece adagiare sul letto a baldacchino. Sorrise al faccino tenero ed assonnato del ragazzo già in dormiveglia sulle lenzuola fresche di seta. Facendo piano lo lasciò riposare e fece per uscire dalla stanza in punta di piedi.
-Aspetta Callie…- la fermò sul posto. Così la ragazza lo raggiunse e sedendosi sul ciglio del letto cominciò a lambirgli dolcemente una guancia e poi i capelli biondissimi. –Lo so che non sei felice, ma io ti amo e farò di tutto per renderti la ragazza più fortunata del mondo…- farfugliò nel sonno e ancora alticcio. Calliope si sentì gelare il sangue e pregò che domani avesse rimosso ciò che aveva detto. Sarebbe stata comunque certa che dentro di sé Pierre sapesse già del suo malessere di quei mesi. Lo vide addormentarsi pochi attimi dopo ma decise di non andare via, bensì di rannicchiarsi accanto a lui e addormentarsi osservandolo. Doveva riuscirci.

*Il nostro amore, la sua fiducia, potrei benissimo prendere una pistola e puntarla alla sua testa,
andare a fondo alla questione ma non voglio farlo più, mai più… (Unfaithful; Rihanna)

 
*

-Come mai non ti hanno smistata a Corvonero?-
-Ma che diamine di domande sono Scorpius?!-
-Beh di solito tutti i secchioni frigidi finiscono lì!- rispose rilanciandogli il libro che un attimo prima Rose gli aveva tirato in testa- Tutto ciò perché si era distratto mentre lei gli stava riassumendo l’ultimo argomento di Trasfigurazione fatto a lezione.
-Ah ah…- disse Rose trucidandolo con lo sguardo –sarà perché sono un tipo coraggioso, leale e solare, no?- rispose risistemando definitivamente il libro nella sua tracolla floreale. La biblioteca si era quasi svuotata, e l’ora di cena era arrivata. Avrebbe avuto solo il tempo di posare i suoi libri nella torre e riscendere in Sala Grande, e di corsa se voleva trovare ancora un pò di patate.
-Sai che il cappello era indeciso se smistarmi a Serpeverde o a Corvonero?- la informò il ragazzo camminando di fianco a lei, verso le scale.
-Ma dai, il principe delle serpi che poteva essere un corvo secchione?! Non ci credo affatto!-
-Si sul serio, solo che appunto l’ho supplicato di non diventare un secchione irritante come te, che nonostante tutto sei grifondoro, e lasciarmi entrare in serpeverde!- raccontò il biondo.
-Oppure il cappello ti ha dato un’occhiata più approfondita al cervellino piccino piccò che ti ritrovi e ha capito che l’unica casa che poteva sacrificarsi ad ospitarti era quella delle serpi!- Scorpius ridacchiò e Rose si fece contagiare. Ormai erano settimane che uscivano insieme o in comitiva con Romeo e suo fratello Albus, appena vi era un pò di tempo libero, e Scorpius inoltre l’aveva supplicata di aiutarlo a prendere un buon voto nell’ultima verifica di Trasfigurazione di domani. Nonostante non sapevano parlare senza punzecchiarsi e prendersi in giro, riuscivano ormai a farlo ridendo l’uno con l’altro e non l’uno dell’altro, perciò la loro nuova amicizia stava crescendo e se molti erano ancora i dubbiosi in quella scuola, loro due erano certi che avrebbe funzionato. Rose aveva capito che quella del freddo nobile era solo una maschera e che in realtà quel ragazzo era proprio come Romeo, gentile e sbruffone in senso buono. Scorpius aveva invece scoperto una ragazza altruista e sensibile che non perdeva occasione di fare qualche gaff e divertirlo.
-Oh che noia! Guarda stanno ancora attaccando palloncini qua e là per il ballo di sabato…- argomentò ad un tratto Scorpius una volta giunti al Salone d’Ingresso. –Tu ci andrai? Intendo…al ballo?- le domandò a bruciapelo.
-Ecco, all’inizio dell’anno ti avrei risposto di no e che il ballo di fine anno è solo un’altra occasione frivola e inutile per gli studenti di Hogwarts che vogliono trovare un modo per distrarsi dallo studio…ma si da il caso che abbia un cavaliere stavolta e perciò si ci andrò!- cinguettò felice, facendo per staccarsi da lui e correre a posare i libri nella suo dormitorio.
-Aspetta un attimo… tu, tu hai un cavaliere per il ballo?!- sbottò il ragazzo incredulo.
-EHI! Sono davvero così sfigata secondo te che è così incredibile che io ne abbia uno?!- protestò Rose offesa.
-No, no non è questo, è che credevo che…niente lascia stare!- farfugliò lui.
-Cosa?- lo esortò curiosa Rose.
-Niente ma non volevo dire quello che hai pensato tu, ok? E chi sarebbe il “fortunato”?- ironizzò il serpeverde.
-Anthony Finn, Tassorosso del settimo anno!- lo informò di nuovo emozionata Rose.
-Davvero? Davvero Finn? Ti piacciono spilungoni e con gli occhi giganti da cerbiatto?! È una mezza calzettaquello li!- commentò con espressione schifata.
-Pensa per te e all’ochetta tutta risolini, tette e culo che ti porterai dietro! Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, nessuno te l’ha detto mai?!- protestò paonazza in viso.
-Bah… contenta tu!- e schioccò la lingua sul palato stizzito.
-Ti auguro una buona cena cupido dei miei stivali!!- e stavolta gli voltò davvero le spalle sforzandosi di ironizzare sulla faccenda. Non sapeva però che quelle parole avevano turbato Scorpius Malfoy.
 
*

Il fruscio delle lenzuola ancora calde lo svegliò dalla fase di dormiveglia in cui era entrato.
-Perché non resti qui stanotte?- le chiese il ragazzo.
-Resto quasi ogni notte oramai, dovrò pur tornare nel mio dormitorio prima o poi Sirius…- rispose Florinda indossando di nuovo la sua canottiera color pesca come le mutandine.
-E vorresti lasciarmi solo proprio la notte prima del ballo di fine anno? Torneremo ogni uno a casa a propria fra due giorni e poi non sarà più possibile dormire insieme…- cercò di persuaderla il ragazzo con tono suadente ed abbracciandola da dietro. Dopo le lasciò un bacio timido e caldo sulla spalla, e poi altri baci lungo il collo fino all’orecchio e ne leccò il lobo dolcemente. Fu percorsa da brividi sensuali su tutto il corpo e chiuse gli occhi inclinando indietro il capo riccio per cercare la bocca del ragazzo. Si scambiarono un bacio tenero ed umido per poi restare a guardarsi negli occhi.
-Sono stata qui tutte le notti da quando stiamo insieme, vorrei anche passare una notte con le mie amiche prima dell’estate, mi capisci?- gli soffiò sulle labbra. Sirius inspirò e poi annuì.
-Sarà strano dormire da solo dopo settimane… ma possiamo rimandare a domani notte, dopo il ballo!- e la baciò ancora stavolta un bacio a stampo, casto.
-Certo tesoro! Buona notte…- lo lasciò sonnecchiante sul letto, dopo essersi rivestita in silenzio. Quando fu nella Sala Comune si sentì una merda. Tra le braccia di Sirius, a fare l’amore, e a chiacchierare con lui stava bene, ma come faceva ad ignorare cosa provava per Octo? Come faceva a dimenticare che si erano baciati nei giardini di Hogwarts? La testa gli stava per esplodere e aveva paura di incontrare Octo in ogni istante. Ma ciò che più la spaventava era il ballo. Avrebbero di sicuro avuto il tavolo insieme, erano una comitiva, e lo erano sempre stati ed anche se ultimamente i rapporti tra Octo e Sirius si erano raffreddati, avevano comunque continuato a frequentarsi, coinvolti sempre da Bart e Freddy, amici in comune. Beandosi della tarda ora, non incontrò nessuno in Sala comune se non qualche primino intento a giocare a sparaschiocco in un angolo. Entrò nel dormitorio e Selene, Gilda e Rose dormivano già. Così sospirò sollevata, le sue amiche avevano l’eccezionale abilità di capire quando qualcosa la turbava, specialmente quella testona di Rose. Si sedette sul bordo del cornicione interno della finestra. Il cielo era limpido e pieno di stelle estive. La luna piena si frastagliava dolcemente sul lago nero e qualche cicala friniva in lontananza. Nemmeno quel paesaggio meraviglioso e la magia di Hogwarts riuscivano a calmarla. Ed un'altra notte insonne sarebbe trascorsa.
 
*

La cena si era svolta in tranquillità. Pix aveva dato spettacolo facendo spaventare gli studenti e gli insegnanti sbucando ogni tanto qua e là dal centro dei tavoli sbatacchiando la lingua e facendo pernacchie. E mentre la musica si faceva più frizzante ed invitava i presenti a lasciarsi andare nella pista da ballo, lui tentava di non dare di matto mentre Domitilla Jhonson sproloquiava su quanto quel vestito rosso, attillato e lungo le era costato un occhio della testa. Non aveva potuto invitare la ragazza che avrebbe desiderato con tutto se stesso al suo fianco. Ma quello che più lo faceva star male era aver raggiunto la convinzione e la certezza che Florinda Jordan era la prima ragazza con cui aveva passato del tempo senza che tutto fosse sfociato nel sesso. L’unica ragazza con cui era semplice chiacchierare, e non di stupidaggini come Domitilla stava facendo da ore, ma di argomenti interessanti, intelligenti. E gli mancava il suono della sua risata, come agitava i ricci quando discutevano ed i suoi grandi occhioni color caramello mentre lo aiutava a studiare pozioni. La notte chiudendo gli occhi cercava di ricostruire il loro abbraccio e il loro bacio tra gli alberi di Hogwarts, cercando di provare ancora e ancora quell’emozione per sentirla di nuovo sua. Ed ora vederla volteggiare tra le braccia di Sirius, sorridente e seducente come solo lui l’aveva considerata dal primo giorno, era una tortura al cuore. A tavola avevano finto che l’uno non esisteva per l’altro. O almeno lui ci aveva provato, mentre lei ci era riuscita in pieno. Lo aveva fatto sentire inesistente, quello che era successo sembrava esserselo immaginato lui. Ma non riusciva ad arrabbiarsi, almeno non con lei. Ma era arrabbiato con Sirius sebbene lui non avesse fatto nulla poi. Aveva deciso da solo di star vicino a Flo e nessuno lo aveva costretto ad affezionarsi a lei in quel modo. Eppure lo detestava, un tempo erano così amici, così intimi ed ora lui sapeva che qualcosa si era spezzato ma non ne avevano parlato.

-Allora?- trillò Domitilla accanto a lui.
-Allora cosa?- biascicò per poi sorseggiare distratto un po’ di acquaviola corretta con rum.
-Non mi inviti a ballare?- protestò inacidita la Tassorosso. Octo annuì e si alzò trascinandosela dietro, in pista. Di proposito si mise di fianco alla coppia felice, e cominciò a strusciarsi a Domitilla che di certo non disdegnava. Inevitabilmente gli occhi di Flo si incontrarono con quelli suoi e si incastrarono violentemente gli uni agli altri. I suoi occhi divennero confusi e spaventati. Non voleva farla star male ma così stavano male entrambi. Forse la voleva fare ingelosire, forse la stava solo mettendo in difficoltà di fronte a Sirius, che comunque non si era accorto di nulla. E si fermò. Lo fece, non era giusto agire così ma non aveva intenzione di arrendersi e rinunciare a lei. Si morse il labbro e dopo a grandi falcate e spingendo qua e là chi era sulla sua strada, uscì dalla Sala grande. Sentiva il cuore battere a mille ed il sangue pulsargli alle tempie. Con il respiro affannoso entrò nel bagno degli uomini e diede un calcio al primo lavabo, su cui poi con entrambe le mani si appoggiò. Alzò lo sguardo e si rifletté allo specchio. Inspirò ed espirò più di una volta cercando di rallentare i battiti e calmarsi. Poi sentì la porta dei bagni aprirsi e si voltò.

-cosa credevi di fare piazzandoti lì davanti agli occhi di Sirius?-
-Oh no, non davanti ai suoi? Credi che voglia raccontargli di noi due?!-
-Noi due oddio…- chiuse gli occhi e sospirò avvilita Flo dandogli le spalle. Come un fulmine la raggiunse piazzandoglisi davanti e afferrandola per le spalle.
-Guardami!- le intimò e così lei obbedì spaventata, -noi due ci siamo baciati l’altro pomeriggio…vuoi che io lo dimentichi? Vuoi che non sia mai accaduto e far finta che non sia stato reale?- le domandò a bruciapelo con tono brusco.
-io non lo so cosa voglio in questo momento…non lo so…- ammise con i lacrimoni agli occhi ma cercando di mantenere il contatto visivo.
-Non volevo attirare l’attenzione di Sirius…volevo attirare la tua!- addolcì il tono il ragazzo ammorbidendo anche la presa sulle sue spalle, trasformandola così in un abbraccio. Lei poggiò la testa sul suo petto e Octo inspirò il profumo di shampoo alle fragole. –Volevo farti ingelosire…- ammise con un sorrisetto. Lei alzò il capo puntellando con il mento e lo guardo sorridendo.
-Ci sei riuscito…- ammise genuinamente. Così lui le lasciò un bacio dolce sulla fronte. Poi si fece forza e si liberò timidamente dall’abbraccio. –Ma anche se io non cosa fare adesso, Sirius è il mio ragazzo e non voglio farlo soffrire, ne fare soffrire te!-
-A lui non ho raccontato nulla tranquilla…se tu non vuoi che lui sappia qualcosa, io non ti importunerò più, te lo giuro!-
-Lui non sa nulla…e deve rimanere così, per ora…e ti assicuro che è già abbastanza deluso dal raffreddamento del vostro rapporto di amicizia…non si merita un’altra delusione, non da me…-
-Se volesse chiarire…-
-Cosa? Come potreste chiarirvi?! Cosa gli racconteresti?!- lo interruppe brusca –Sirius sa che in qualche modo centro io con questa faccenda fra voi due, ma ne ignora i motivi…lo so, io lo conosco bene, e anche se non ne abbiamo parlato, ho capito tutto!- gli spiegò. Octo la ascoltò senza sapere cosa ribattere. Aveva ragione, cosa poteva dire a Sirius se gli avesse chiesto perché aveva deciso di allentare i loro rapporti? –mi spiace…te l’ho detto io non sono come voi due, io non sono impulsiva, coraggiosa o incurante degli effetti collaterali che ciò che potrei dire o fare possano causare!- Flo si morse il labbro ed abbassò gli occhi. Ci fu una pausa di silenzio.
-Torna da lui.- sussurrò sconfitto Octo. Lei sollevo di nuovo i suoi occhi color nocciola, lucidi e tristi su di lui. –Ti prego…è già doloroso così…- aggiunse lui.
-mi dispiace…- sussurrò lei prima di uscire dal bagno e richiudersi la porta alle spalle.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=2vMD-qLG0Uc
Si sentiva una stupida, una stupida sfigata.

“Mi spiace Rose…ti avevo invitata solo per farla ingelosire ed ora mi ha appena chiesto di raggiungerla di sotto, nelle cucine…ci si vede in giro!”

*Le stelle brillano come le tue ossa si illuminano, il primo bacio come una droga,
sotto la tua influenza, tu mi porti su, tu sei la magia nelle mie vene…
Questo deve essere l’amore!*


Ecco cosa le aveva appena detto Anthony prima di mollarla al tavolo del ponch sola nel suo vestitino rosa pesco lungo e così scomodo. Come se una nuvola nera gli si fosse piazzata sopra la testa, cercò prima Florinda tra la folla, senza trovarla. Poco dopo individuò Romeo, ma non appena fece quattro passi per raggiungerlo si accorse che era in dolce compagnia di una biondina. Grugnì avvilita e quando ormai aveva perso le speranze e si stava dirigendo traballante a causa dei tacchi, verso il dormitorio Grifondoro vide una testolina bionda poggiata ad un pilastro. Scorpius stava osservando la festa con un bicchiere di Whisky Incendiario in mano e l’espressione seria in volto, vestito con un completo grigio gessato.

*Né argento, né oro potrebbero calzarmi cosi bene, tu sei il glitter nel buio del mio mondo,
dimmi solo cosa fare, io cadrò dritto dentro te.
Stiamo cadendo giù, getta l’incantesimo, dì soltanto la parola…
Sento il tuo amore!*


-bene bene bene…senza accompagnatrice anche tu?!- lui sussultò colto alla sprovvista ma quando la riconobbe le sorrise, un sorriso sollevato, sincero.
-Non mi aspettavo che saresti venuta da me! Dov’è Anthony?- s’informò curioso.
-Mi ha piantata! L’idea che il suo interesse nei miei confronti a Rune Antiche era perché gli piacessi era errata, in realtà voleva scopiazzare i miei appunti, perché è ancora innamorato della sua ex ed io servivo a farla ingelosire!- Scorpius sgranò gli occhi divertito e tratteneva a stento una risata. –Se vogliamo cogliere il lato positivo della faccenda, Anthony ha raggiunto il suo scopo e adesso una coppietta felice starà pomiciando in qualche aula buia!- concluse Rose rubando il whisky a Scorpius, che per poco non se lo rovesciò addosso.
-Mi piacerebbe dirti “te l’avevo detto che lui era una mezza calzetta” ma in realtà ti dirò qualcos’altro…- fece una pausa e le tolse il bicchiere dalla mano, -vuoi ballare con me?- le sussurrò con un ghigno. Rose ridacchiò e lo seguì in pista. Incuranti delle solite occhiate curiose e ancora scettiche riguardo la loro amicizia, danzarono su una canzone pop babbana a suon anche di pernacchie e prese in giro.

*Tu sei la luce e io ti seguirò, tu mi lasci perdere la mia ombra, tu sei il sole,
l’aura brillante e tu continui a bruciarmi con tutto il tuo amore…*

 
-tu credi che io sia così cessa?- Scorpius quasi si strozzò con l’acqua mentre erano seduti su una panchina in marmo bianco, dell’atrio interno.
-No…no certo che no, ce ne sono di cesse in giro, credimi!- rispose mentre lei teneva gli occhi fissi sull’erbetta.
-Devi essere sincero, brutale oserei dire…Romeo è sempre troppo gentile per darmi consigli spassionati!- farfugliò imbarazzata e torcendosi una ciocca di capelli castani.
-Vuoi che sia sincero?- lei annuì ancora a capo chino, mentre sfuggiva allo sguardo di Scorpius. –Ok allora…se ti vestissi sempre così carina come stasera e sorridessi a tutti come fai con me, saresti una delle ragazze più popolari!- Rose sollevò il capo con sguardo furbetto.
-Mi hai appena fatto un complimento o sbaglio?!-
-Ma di che parli?!- sbottò il ragazzo arrossendo un tantino.
-Mi hai detto che stasera sono carina…- rispose Rose puntandogli l’indice contro divertita. Scorpius lo scacciò ridacchiando.
-Voi Weasley… sempre in cerca di elogi!- scherzò su.

-> https://www.youtube.com/watch?v=BPcDCaX-47I
-Si come no, svia pure belloccio dei miei stivali! A proposito ma hai piantato la tua dama alla festa stasera per essere qui con me?- si informò lei.
Scorpius ghignò alla sua domanda, -non ho invitato nessuno, Flitt per adesso è uno scapolo e ci godiamo le serate tra amici!- rispose il ragazzo atono.
-oh…-
-Se anziché arrabbiarti avresti prestato attenzione a quello che volevo dirti avresti capito cosa mi era venuto in mente di proporti l’altra sera, prima di cena…- borbottò tanto che Rose riuscì a stento a captare cosa avesse detto.
-Ovvero?- squittì curiosa facendoglisi più vicino. Scorpius si voltò e se la trovò ad un palmo di naso. Era proprio vero che i Weasley non avevano tatto ed invadevano gli spazi vitali come se fossero ungari spinati.

*Boom, clap, il suono nel mio cuore, i battiti continuano, e continuano e continuano…*

Eppure non lo infastidiva, si era solo sorpreso di averla così vicino.
-Beh io mi sono ricordato del ballo del ceppo e che tu eri andata lì con Romeo…come amici…ed io volevo invitarti…so che non sono Romeo e che lui è il tuo migliore amico da anni e quant’altro ma sarebbe stato carino…giusto?!- disse tutto d’un fiato, si sentiva imbarazzato. Nella sua testa aveva avuto senso quel discorso giorni fa, perché ora dirlo ad alta voce a Rose sembrava così stupido ed infantile?
-ma noi siamo buoni amici come lo siamo io e Romeo! E si…sarebbe stata un’idea carina ed avrei anche risparmiato un bidone da Anthony!-
-Allora non preferisci Romeo a me? Cioè…-
-Non essere sciocco e non fare il geloso!- eccola la “delicatezza” Weasley proprio come quella di un centauro imbizzarrito. –Siete entrambi miei amici e vi voglio bene…- e lei ovviamente con la sua genuinità non poteva capire che quelle tre semplici parole per Scorpius erano come oro colato, sentite dire forse solo da sua madre e che lo avevano appena scosso dentro come un uragano distrugge case ed alberi. Difatti lei gli sorrise e poi la ragazza si alzò. –Raggiungi Flitt, io me ne vado a letto, domani ci aspetta un lungo viaggio fino a casa, buona notte biondo!- sbadata com’era non si accorse nemmeno andando via che lui era rimasto impietrito e senza parole sulla panchina dell’atrio.

*Boom, clap, tu mi fai stare bene, torna a casa da me, torna a casa da me adesso.(Boom Clap; Charli XCX)*

Buon giorno a tutti/e vi ringrazio per le recensioni e per il fatto che aumentate a vista d'occhio nel seguire, preferire e ricordare la mia storia...credo che siamo agli sgoccioli e cercherò in ogni capitolo di non tralasciare nessuno dei personaggi d'ora in poi!! ;) anche se ancora non ho risolto il mio eterno dilemma se dividere la storia in due parti (la prima con questi personaggi e la seconda con la storia di Lily e altri personaggi oppure se nella seconda parte riprendere anche qualche personaggio di adesso.... uffa!! -_-
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! Risponderò alle recensioni, baci e a presto, rory!! PS: vi lascio con un collage dei tre protagonisti, in basso a sinistra Bart, in alto al centro Sirius e in basso a destra Octo! :) la prossima volta ne pubblicherò uno sulle ragazze! ;)

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


                                                                             
 
Capitolo 26
“E tu sai che io avrei voluto essere quella ragazza…”
 
-Sirius dai sbrigati…Ho promesso a Selene e Gilda che sarei passata dal loro scompartimento per un po’, hanno gossip succulenti sulla festa di ieri!!- Flo esortava Sirius per il corridoio del vagone mentre lui trasportava la gabbia con la sua civetta Annie.
-Arrivo, non sta ferma un attimo!- rispose avvilito.
-FLO! SIAMO QUI!!- urlò Gilda dall’altro lato del corridoio agitando il braccio come una forsennata. Così Flo sorrise a Sirius e lo oltrepassò.
-Ci vediamo fra poco nello scompartimento, ok? Se passa il carrello prendi qualche ape frizzola per il viaggio tesoro!- Sirius annuì e non fece in tempo a voltarsi per continuare verso lo scompartimento, che Freddy aveva promesso di occupare, che qualcosa o meglio qualcuno gli venne a sbattere contro.

BOOM

Un enorme paio di occhi blue come un oceano profondo si incontrarono con i suoi. Calliope era venuta a sbattere contro di lui, sbilanciata dalla sua gabbia con un allocco bruno. Inevitabile fu voltarsi verso Florinda che aveva assistito a tutta la scena. Ritrovarsi tra le due ragazze per Sirius fu una strana sensazione. Si sentiva a disagio e non sapeva cosa dire. Non che le ragazze erano state da meno visto che anche loro era impalate.

-Scus…scusate, colpa mia! Permesso….- era stata Calliope a prendere coraggio e a spezzare il silenzio, appiattendosi contro il muro e oltrepassandoli. Flo aveva assunto un cipiglio che lui non riusciva proprio a decifrare. Cosa aveva fatto di sbagliato?
-Flo non l’avevo vista arrivare, non l’ho fatto di proposito…- tentò il ragazzo ancora scosso e a disagio. Flo aveva ancora gli occhi fissi sul punto in cui Sirius aveva frenato ovvero nel quale era rimasto impietrito di fronte Calliope. Poi mostrò un sorriso tirato, scrollando il capo.
-Tutto ok! Ci vediamo dopo…- alla fine gli disse e la vide incamminarsi verso Gilda che dal corridoio in lontananza la stava ancora aspettando. Posò la gabbietta a terra vicino ai piedi di Bart raccomandandosi di controllare il pennuto della ragazza, e si congedò dai suoi amici per andare in bagno. Si sentiva improvvisamente uno strano mal di testa, era confuso ed agitato. Si sciacquò il viso tentando di rinfrescare non solo la pelle ma anche i pensieri. Quando uscì dalla porta un altro viso che lo metteva a disagio non poco gli si parò davanti.

-Ho finito, prego…- disse ad Octo scansandosi per lasciarlo passare. L’altro ragazzo lo guardò perplesso ma Sirius era già abbastanza agitato per quello che era successo prima, e non ne sapeva nemmeno il motivo, ma una cosa la sapeva: non se la sentiva di cominciare una discussione anche con quello che mesi addietro era uno dei suoi migliori amici.
-Sirius senti…- anche stavolta però il diretto interessato aveva un’intenzione diversa.
-Ti sembra questo il momento adattato?- ruggì voltandosi di scatto.
-Volevo solo dirti che mi dispiace per come si sono messe le cose…- Octo aveva un tono basso e malinconico ma lui si sentiva così arrabbiato.
-Così come?!- difatti gli domandò puntiglioso ed ironico –cosa hai combinato per fare in modo che le cose si mettessero così?! Tu pensi io sia cieco, o stupido?!- gli vomitò addosso quelle parole con rabbia. Octo si irrigidì ma a quanto pare non sapeva cosa rispondergli.
-non so a cosa ti stai riferendo Sirius ma io ero venuto a scusarmi…- mormorò Octo ad occhi bassi.
-Scusarti per cosa? Per aver mantenuto un pò troppo la promessa di tener d’occhio Florinda?- adesso il suo amico era sbiancato ma ancora una volta restò in silenzio e non rispose all’ennesima frecciatina. -È la mia ragazza adesso e non ha più bisogno di te…ti credevo un amico io, non un qualsiasi traditore…- e con queste parole si voltò e a grandi falcate si allontanò da quello che un tempo era stato come un fratello per lui.
 
*

Alla tana era un putiferio quel 18 Giugno, tiepido e soleggiato, per il matrimonio di Molly Weasley con il primogenito dei coniugi Baston. Florinda aveva aiutato nonna Molly come tutte le cugine di Sirius, ad allestire con nastri, ghirlande e fiori il grande Tendone, dove si era appena conclusa la cerimonia. Ma la giornata non si era prospettata piacevole come aveva creduto. In realtà doveva aspettarselo che Bart Mclaggen e… Octo fossero stati presenti. Probabilmente Sirius non aveva raccontato ai cugini che non erano più amici come un tempo, e allora lo zio Percy aveva pensato bene di invitare anche loro dato che anche Lucy e Molly per anni avevano giocato con gli amici di Sirius alla Tana e ne erano molto affezionate. Le era gelato il sangue quando lo aveva visto fare capolino all’interno del Tendone, proprio poco prima dell’inizio della celebrazione. Aveva un’espressione austera ma occhi curiosi che forse solo lei sapeva riconoscere. Quando l’aveva vista sul piccolo altare a fare da damigella insieme a Lily e Rose lo vide fare un piccolo sussulto. A quanto pare entrambi erano rimasti scossi dall’essersi rivisti dopo due settimane di lontananza, senza nemmeno un messaggio al cellulare oppure una lettera via gufo.

-> https://www.youtube.com/watch?v=0zl_kygKrFw
Sirius non ne aveva più parlato di quanto successo sul treno ma Florinda sapeva bene che le stava nascondendo qualcosa che sicuramente andava ben oltre al di là dell’incidente con Calliope Rosier. Che sinceramente le aveva dato fastidio. Non era cieca, aveva visto che occhiata significativa e piena di frasi non dette si erano scambiati, ma forse era più facile mentire a sé stessi e convincersi di averlo immaginato oppure non dargli alcuna importanza. In fondo ora Sirius era il suo ragazzo, no?! Lo stava osservando chiacchierare con qualche suo pro-zio sull’ultima partita dei cannoni di chudley quando qualcuno si sedette accanto a lei al tavolo. Il cuore le si fermò quando vide chi fosse.

*E' passato un sacco di tempo  dall'ultima volta che sono venuta da queste parti…
è passato un sacco di tempo ma sono tornata in città,
e questa volta non me ne andrò senza di te.*


-Buon pomeriggio damigella!- la voce calda e suadente di Octo le era mancata. Con il cuore in gola e le gambe tremanti sotto il tavolo (per fortuna, altrimenti sarebbe stato troppo imbarazzante).
-Buon pomeriggio a te…non credevo venissi qui!- mormorò imbarazzata tormentandosi le dita sotto il tavolo.
-Qui da te?- le chiese guardando ovunque tranne che nella sua direzione, mentre lei non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo profilo. Poi capì cosa o meglio chi stava cercando Octo con gli occhi, ed un brivido le percorse la schiena.
-Già…non ci siamo più parlati dopo…dopo la conversazione che abbiamo avuto nei bagni!- argomentò Florinda con voce tremante ed imbarazzata sempre di più. –non dici nulla però…-
-Stare qui con te mi basta! Mi sei mancata!- le disse finalmente guardandola negli occhi. –ed io?- quegli occhi blu la fottevano sempre.
-Si, anche tu mi sei mancato!- ammise con il cuore in gola.

*Sai di whisky quando mi baci… Rinuncerò di nuovo a tutto per essere la tua bambolina .
Sì, questa volta non me ne andrò senza di te …
 C’è qualcosa, qualcosa in questo posto.
Qualcosa delle notti solitarie e il mio rossetto sul tuo viso…di me e te.*


-non dirmi no…- fece una pausa –vieni a ballare con me, voglio stringerti un ultima volta, poi se me lo chiederai io ti lascerò andare…per sempre!- ormai Flo era convinta che il cuore talmente batteva forte le sarebbe uscito dal petto e avrebbe ballato la rumba al centro del tavolo. –Allora?- ma decise di non rispondergli bensì si alzò dalla sedia e gli porse la mano. Octo la strinse e insieme si aggiunsero alle persone che in pista stavano ballando un pezzo jazz insieme agli sposi. Lui le teneva dolcemente la mano mentre lei aveva poggiato il mento sulla sua spalla. Erano stretti l’uno all’altra e sentiva Octo annusarle dolcemente i ricci raccolti in un chignon morbido.

-Chiedimelo…- le sussurrò implorante all’orecchio –chiedimi di lasciar perdere, di rinunciare a te! È troppo difficile prendere questa decisione da solo… se solo tu mi dicessi che è quello che vuoi, che vuoi essere lasciata in pace, io lo farò!- il suo respiro caldo sul suo orecchio la fecero rabbrividire ma le sue parole la ferivano nel cuore.
-Non posso…- piagnucolò chiudendo gli occhi e stringendolo ancora più forte a sé. –Io non so se voglio rinunciare a te!- rispose aprendo gli occhi e cercando i suoi, tinti di blu come il cielo di mezzanotte senza stelle.

*tu ed io…preferirei morire senza te e me. È passato molto tempo da quando sono arrivata qui...
ma sono tornata in città ma questa volta io non me ne vado senza di te! (You and I; lady Gaga)*


-mi dispiace…- gli disse mentre gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime, si liberò dall’abbraccio e dopo avergli stretto forte le mani, lasciò la presa e si allontanò dalla pista da ballo.
 
Lo stesso fece Octo che tirando su con il naso e cercando di non inseguirla si rifugiò dietro il tendone, un posto isolato. Voleva urlare e voleva tirare pugni contro il muro.
-Cosa non ti è chiaro di starle lontano?!- Sirius lo aveva raggiunto e dall’espressione dura e il tono nervoso quell’incontro si era appena messo male.
-Gira al largo Sirius, non è il momento!-
-Non dovevi presentarti qui se non volevi vedermi!- ruggì in risposta l’altro ragazzo.
-Non è te che sono venuto a vedere…ti ricordo che Molly è una mia cara vecchia amica e…-
-E sei venuto per portarmi via Florinda, non è così?!- gli si fece più vicino gonfiando il petto e serrando i pugni. Non poteva crederci…lui e Sirius, un tempo come fratelli, si stavano fronteggiando, ma la cosa più stupefacente è che lui si sentiva pronto a spaccargli il muso.
-Vorrei capire per quale motivo tu credi che lei sia una tua prerogativa? Cioè dopo anni di trattarla male, di farla soffrire mentre pendeva dalle tue labbra, di lasciarla in un angolo per scoparti la prima cretina che ti capitava, adesso credi che te la meriti?- gli vomitò quelle accuse ad un palmo di naso, poteva specchiarsi nelle iridi nocciola di Sirius tanto erano vicini, a tenersi testa. Sentì alle sue spalle dei passi sull’erba, sempre più veloci.
-Ragazzi per favore andateci piano…- la voce di Bart alle sue spalle lo sorprese, ma non si voltò, voleva reggere lo sguardo di fuoco di Sirius.
-Per favore dateci un taglio…ricordate per caso che siete buoni amici da anni?!- anche Freddy era comparso alle spalle di Sirius. I loro amici volevano mitigare ma Octo dentro di sé sapeva che qualcosa tra loro due ormai si era rotta per sempre.
-Non sono affari tuoi cosa ci sia stato fra me e Florinda in passato…fatti da parte, lei ha scelto di stare con me! Non hai il diritto di intrometterti solo perché ti avevo chiesto un favore, non ti avevo chiesto di innamorarti di lei!- probabilmente se lo avesse colpito con un pugno gli avrebbe fatto meno male.
-Credi che ti spetti ogni cosa di diritto, come se tu fossi il padrone di tutto e noi i tuoi servi non è così?! Non crogiolarti troppo nell’idea che lei sia tua solo perché tu hai schioccato le dita e ti sia finalmente deciso!-
-Che cosa vuoi insinuare?! Che lei possa lasciare me per te?- gli domandò con tono ironico e sprezzante, e in quel momento Octo non ci vide più dalla rabbi e lo colpì dritto sullo zigomo con un pugno ben assestato. Ovviamente Sirius reagì all’istante colpendolo in un fianco e facendolo sputare e mugolare dal dolore. Non poté reagire nuovamente perché le braccia di Bart lo avvolsero e lo spostarono di peso. Lo stesso fece Freddy, tentando di fermare Sirius, con la prepotenza.
-SARÀ LEI A SCEGLIERE!- però riuscì ad urlargli mentre Bart lo trascinava lontano da lì.
 
*

Mentre Freddy gli premeva una borsa di ghiaccio sullo zigomo, Florinda entrò con viso preoccupato nel salottino di nonna Molly.
-Ma che hai combinato?- cosa poteva risponderle? Abbassò lo sguardo con rabbia e Freddy lasciò la stanza. –Hai litigato con Octo? Perché?- insistette lei sedendoglisi con prepotenza di fronte, cercando il suo sguardo.
-Dimmelo tu perché Flo!- ruggì sollevando il capo. Lei si irrigidì ma non distolse lo sguardo.
-Perché sei geloso di lui?- invece gli domandò la ragazza.
-Perché?! Perché prova qualcosa per te e tu lo sai e me lo hai nascosto per tutto questo tempo! La sincerità che c’era fra noi da amici dov’è finita ora che siamo una coppia?!- l’espressione dura di Flo vacillò un attimo.
-Cosa potevo dirti? Avreste litigato…come è appena successo! Volevo evitare che finisse così ma non ci sono riuscita, mi dispiace non essere stata sincera!- ammise lei.
-voglio stare da solo adesso…- borbottò abbassando nuovamente lo sguardo a terra e premendosi il ghiaccio sul piccolo ematoma che già gli era spuntato in viso.
-Cosa vuoi dire adesso?- la voce della ragazza tremava.
-Che credo sia meglio che tu vada via! Per favore…- rispose atono Sirius. La vide alzarsi con la coda dell’occhio e raggiungere il focolare. Aspettò che prese un po’ di polvere volante e di vederla entrare nel camino. La raggiunse e furono faccia a faccia, in piedi l’uno di fronte all’altra. –Qualcosa è appena cambiato fra me e te…se devi decidere fallo in fretta…- le disse nell’stante in cui Florinda gettò a terra la polvere volante e che una fumata verde la portasse via da lui. Ma fu certo che lei lo aveva sentito.
 
*

Come ogni 21 Giugno si tenne a Tinworth la festa per la stradelle del paesino, in occasione del solstizio d’estate, il giorno in cui il Sole raggiunge il punto più settentrionale nella sua corsa annuale nei nostri cieli, regalando il massimo numero di ore di luce possibili nell’arco di una giornata. Ma come ogni anno le streghe ed i maghi più giovani scendevano in strada nel lungo mare di Tinworth solo la sera. Potevano bazzicare tra una bancarella e l’altra, tra uno stend di caramellandia ed uno di Zonko e molti altri, lì in occasione della festività. Ma l’attrazione più attesa erano i fuochi d’artificio di mezzanotte da guardare in spiaggia o sugli scogli. Florinda dopo il matrimonio di Molly, dal quale erano passati appena tre giorni, non aveva più rivisto Sirius, ma si erano sentiti via gufo. Le mancava tanto, ma adesso, dopo quello che c’era stato con Octo, non sapeva più se le mancava come fidanzato o come amico… perché le era mancato anche Octo. Ma con lui aveva preferito non sentirsi. Octo le aveva inviato un messaggio sul cellulare, le aveva chiesto di incontrarsi a Diagon Alley per una burrobirra e per poter parlare ma lei aveva preferito non rispondergli. Non voleva più creare disagi fra loro due fin quando non si fosse chiarita le idee. Il ragazzo non l’aveva più cercata e da un lato ne era stata sollevata ma dall’altro si era sentita delusa. Del resto per ogni ragazza era piacevole sentirsi cercata, desiderata. Sirius invece le aveva risposto immediatamente al suo gufo. Lei gli aveva scritto poche righe:

Mi manchi… so di aver sbagliato ma ignorarci non servirà a farci chiarire le idee.
Spero risponderai, tua Flo.


Sirius era dello stesso avviso e le aveva risposto che non aveva intenzione di ignorarla ma che preferiva stare da solo con se stesso per qualche giorno. Ma il giorno seguente era stato lui a scriverle.

Non voglio perderti ma questa situazione mi sta facendo impazzire…devo sapere se tu pensi a lui…

Quel gufo era arrivato nelle prime ore del mattino ma lei era corsa alla finestra e aveva preso subito pergamena e piuma per rispondergli, mentre le mani le tremavano:

Dobbiamo essere sinceri perciò ti risponderò sinceramente…dopo quello che è successo al matrimonio come potrei non essere preoccupata per entrambi?! Si ho pensato a lui…e a te, perché ho bisogno di vederti!

E poi attese tutto il pomeriggio fin quando proprio ad ora di cena un gufo era planato sul caminetto spento, e incurante di essere a tavola con i suoi genitori si era fiondata al piano di sopra, nella sua cameretta per leggere la risposta di Sirius.

Non posso dividerti con un altro uomo…domani vediamoci dallo zio Bill…andiamo insieme alla festa di Tinworth, così potremmo parlare e decidere cosa sia meglio per entrambi…mi manchi ma se a te manca un altro uomo io non posso dormire la notte.

Ore 20:00, Villa Conchiglia.
-> https://www.youtube.com/watch?v=XMWgc4vajEU

Rivederlo in quel momento fu come rivedere un fantasma. Sentiva di non conoscerlo più, di non essere abbastanza per lui, di non essere completa al suo fianco. Sirius era stato per così tanto tempo qualcosa di irraggiungibile, un sogno non realizzabile, quasi un trofeo da bramare. Adesso aveva capito che sognare un amore da favola, con il ragazzo perfetto che dovrebbe inscenare la parte del principe azzurro, lo si poteva fare da ragazzina, e per tanti anni lo aveva fatto, vedendo in Sirius ogni pregio possibile ed immaginabile ed invidiando la ragazza popolare di turno che lo poteva baciare, abbracciare. Ora si sentiva abbastanza cresciuta e matura da capire che si era appena svegliata dal sogno del “vissero felici e contenti”, che la loro amicizia lei aveva fatto di tutto per trasformarla in qualcosa che non era mai esistito. Ma quello che in quei tre giorni aveva capito più di ogni altra cosa era che Sirius aveva realizzato la sua favola perché stava scappando da qualcosa che lo terrorizzava. Non lo aveva fatto apposta ma era successo inconsapevolmente. Aveva trovato in lei, che lo aveva sempre protetto ed incoraggiato, un’ ancora di salvezza ed entrambi avevano scambiato quel profondo legame che li univa per amore.

*Suvvia fragile amore, arriva fino alla fine dell’anno, versa un po’ di sale sulle ferite…
amore mio ti dico di distruggere ogni cosa, taglia tutte le corde e lasciami cadere.*


Quello sguardo pieno di frasi celati e desideri repressi che nell’Espresso di Hogwarts Sirius e Calliope si erano scambiati era stato una rivelazione. Era stato difficile ammetterlo a sé stessa all’inizio, ma sempre più facile non appena si era messa nei loro panni. Come lei si sentiva incatenata e privata di ciò che desiderava realmente, Sirius e Calliope lo erano stati anche. Lo erano ancora. Lei aveva aperto gli occhi e rinunciato a lui. Lui adesso era libero, non avrebbe più impedito nulla arrabbiandosi e spaventandolo di poterla perdere.

*…e la mattina starò con te, ma sarà in un modo diverso…
suvvia fragile amore cosa è successo qui?
…Il fardello è pesante quindi addolcisci la rottura.”


Non c’era stato bisogno di dirgli nulla in realtà. Erano stati amici per anni e forse lui aveva già capito tutto quello che lei aveva da dirgli mentre avevano passeggiato fianco a fianco fino al lungo mare di Tinworth.

-Aveva ragione lui…volevi scegliere e non ho alcun diritto di pensare che avresti scelto me! Solo che…pensavo eravamo fatti l’uno per l’altra…che tu mi conoscessi così bene ed io lo stesso da non avere mai motivo per litigare, per…lasciarci.- spezzò il ragazzo il silenzio creatosi. Lei gli sorrise e gli prese entrambe le mani.
-Ci conosciamo da così tanto, sappiamo così bene l’una le cose dell’altro che non poteva finire diversamente. Siamo e saremo per sempre la pulce e il cucciolo, due ottimi amici ma ciò che avevo ideato nella mia mente su noi due erano solo castelli di sabbia…Sirius non è me che vuoi, io sono solo la ragazza da cui rifugiarsi quando ti senti confuso, triste ed hai bisogno di un consiglio ed io l’ho capito solo adesso ma non sono arrabbiata perché per me tu sei lo stesso! Solo che…solo che da ragazzina mi son fatta questa idea che tu fossi la mia anima gemella tanto stavo bene con te che mi sono comportata da capricciosa e ti ho spaventato e così ti sei allontanato dalla persona che vuoi al tuo fianco realmente!- parola dopo parola lei si sentì più leggera, più sincera e allo stesso tempo vide Sirius cambiare espressione, come se stesse realizzando solo in quel momento che la verità era proprio quella.

*Adesso tutto il tuo amore è stato sprecato? Allora chi diavolo ero io?
…Adesso mi sto infrangendo alla fine delle tue frasi.*


Lei gli sorrise e lo abbracciò forte a sé. –Ciò che voglio io non ha importanza adesso!- le sussurrò malinconico e stringendola forte a sé. –Adesso voglio che tu vada da lui e ti goda ciò che desideri veramente, io me la caverò!- aggiunse con voce spezzata ma sorridendole. Le diede un dolce bacio sulla fronte e poi si allontanò a capo chino e le mani nella tasche dei jeans.

*Chi ti amerà? Chi combatterà per te? Chi sarà lasciato indietro? (Skinny Love; Birdy)*

 
*

Giostre, bancarelle, gruppi musicali ad ogni angolo della strada e quella brezza fresca proveniente dalle onde del mare che si infrangevano dolcemente sugli scogli della Cornovaglia, rendevano magica ed allegra l’atmosfera. Rose si sentiva a suo agio mentre seduta su un telo mare ascoltava una barzelletta di Romeo, circondata dagli amici di quest’ultimo e al chiaro di stelle. Adorava il mare ne era stata sempre attratta e poteva stare anche ore a fissarlo nel punto più lontano mentre si fondeva con il cielo. Ma la quiete fu interrotta proprio mentre stavano sghignazzando tutti in coro, quasi piegata in due, da Scorpius che alla sua sinistra si era appena alzato come se qualcosa lo avesse punto proprio nel sedere. Che gli era preso? Perché stava quasi correndo verso la festa, allontanandosi dalla spiaggia? Fra poco ci sarebbero stati i fuochi d’artificio. Decise di seguirlo, perché sembrava che solo lei si era accorta dell’accaduto.

-Ehi, ehi Scorpius!- lo chiamò tra la folla e gli schiamazzi. Poco dopo nella mischia lo perse di vista. Andò a sbattere contro diverse bancarelle, e pestò i piedi ad un paio di persone prima di raggiungere il piccolo bar La Conchiglia incantata. Proprio lì poggiato al muro dell’entrata a fumare una sigaretta c’era Scorpius Malfoy. Aveva in viso di nuovo quell’espressione assorta e seria che gli aveva visto al ballo. –Ehi…- si annunciò raggiungendolo. Lui gettò la cicca con fare stizzito.
-Che ci fai qui? Perché non torni dal tuo amichetto?-
-Ma di che stai parlando?- ruggì lei corrucciandosi.
-Del fatto che è una sera che mi ignori e te ne stai appiccicata a Romeo e ridi come una gallina spennata ad ogni sua parola!- rispose acido il ragazzo, a muso duro. Rose sbottò a ridere.
-Allora è questo?! Sei geloso! Ho scherzato con tutti i presenti, sei tu che ti fai film in testa, mio caro principino! Vuoi essere sempre al centro dell’attenzione, è questa la realtà!- rispose co ntono saputello ed un sopracciglio inarcato.
-Si è vero, ma solo della tua attenzione!- le cinse i fianchi e la tirò a sé baciandola. In quell’istante esplose nel cielo una pioggia dorata di fuochi d’artificio.
 
*

Quando i primi fuochi d’artificio illuminarono il cielo blu Octo era seduto da solo sugli scogli muschiosi. Aveva raggiunto la festa con Freddy, Bart, Lawrence e qualche amica di quest’ultima. Alla prima occasione, mentre gli altri erano intenti ad ascoltare un gruppo suonare l’ultimo pezzo delle sorelle stravagarie aveva tagliato la corda. Si era lasciato convincere a lasciare la sua cameretta, nella quale si era rifugiato da giorni, dopo la scazzottata con Sirius, ma una volta con i suoi amici, aveva preferito isolarsi e l’idea di guardare i fuochi d’artificio da solo, sugli scogli mentre il mare impetuoso si frastagliava ai suoi piedi, gli era piaciuta all’istante. Ignaro però che una testolina riccia lo aveva cercato correndo a perdifiato ovunque per le bancarelle del paese.

-Non pensavo fossi il tipo da arrendersi al primo cazzotto!- gli sembrò quasi di immaginarla la voce allegra di Flo ma quando si voltò e la vide sedersi accanto a lui sentì il cuore perdere un battito.
-In realtà era un cazzotto bello forte, ben piazzato…credo che chiunque al mio posto se la sarebbe fatta sotto!- rispose con un sorrisetto malandrino. Flo si mordicchiò il labbro per non ridere.
-L’ho sempre saputo che eri un pappamolle Octavius Thomas! È una vergogna che sia stato io a venirti a cercare in questa baraonda…- gli disse la ragazza mettendo un finto broncio.
-Beh mi hai trovato!- rispose lui divertito ma subito si fece serio ed ammirò un’esplosione di fuochi argento specchiarsi negli occhioni di Florinda.
Lei si voltò e gli sorrise. –E ora che mi hai trovato sono curioso di sapere cosa sei venuta a dirmi, riccia!- aggiunse specchiandosi nelle iridi della ragazza.
-Baciami!- gli sussurrò lei.
-ah ah…- la ammonì furbetto -è ora che sia tu ad avere il coraggio di farlo!- la punzecchiò leccandosi le labbra e ridacchiando. Le gli diede un pizzicotto nel braccio. –allora? Sto aspettando…- e così Florinda si chinò su di lui e lo baciò con dolcezza. Lui la strinse avvolgendola tra le sue braccia e poi accarezzandole i ricci castani e profumati di fragola che tanto gli erano mancati.
Quando si staccarono aveva mille cose da chiederle e da dirle ma fu lei a parlare.
-Non ho mai provato queste emozioni per nessun’altro…credo di essermi innamorata di te!- fu come toccare il cielo con un dito per Octo sentire quelle parole e restò a guardarla incredulo. –Hai capito zuccone? Ti amo!- scherzò lei perché era così tanto imbarazzata dal suo silenzio.
-Finalmente ammetti di essere stata catturata dal mio charme, dal mio fascino e… AHIA!!!- aveva appena ricevuto un altro pizzicotto. Si fece serio –Stavo scherzando riccia! Io l’avevo già capito da un pezzo che ero pazzo di te!- proprio in tempo per l’ultimo botto la tirò a sé baciandola con passione e trasporto. La scostò un attimo dalle sue labbra e le sussurrò –Ti amo anch’io!-
 
*
 
 
Mezz’ora prima…

Dire che non se lo fosse aspettato sarebbe stato una bugia… aveva capito che non stava più funzionando, che la loro magia, era finita appena erano diventati una coppia. La loro magia stava nell’esserci l’uno per l’altra questo si, ma solo come amici. Lei era una bella ragazza ed il loro legame era profondo ma si erano mentiti a vicenda in quelle settimane. Di una cosa però non era pentito: di averci provato. Non aveva rimpianti e in più non l’aveva persa come amica. Mentre il groviglio dei suoi pensieri si annodava sempre di più non si era nemmeno curato passo dopo passo, tra la folla e le bancarelle del lungo mare di Tinworth, di essere finito proprio di fronte ad una ragazza. La osservò chinarsi con la bacchetta in mano e pronunciare una formula magica mentre se la puntava al piede.

-> https://www.youtube.com/watch?v=S1g4Uoqhhc8  

*Permettimi di fuggire tra le tue braccia, piccola io sono tuo.
L’amore non arriva in modo facile…mi sei mancata così tanto.
Dimmi, è questa la libertà, piccola?
L’inseguimento dopo il pericolo, fa battere forte il mio cuore.*


-Hai bisogno di aiuto?- le disse mentre lei si rialzava e puntava i suoi grandi occhi blu terrorizzati su di lui. –ehi non mordo mica!- si affrettò ad aggiungere lui sorridendole. Calliope sembrava tesa, irrigidita e l’espressione terrorizzata sul suo volto non voleva sparire. Così Sirius si corrucciò. –Che ti prende? Non pensavo che fossimo arrivati a questo punto…addirittura non rivolgerci più la parola, perché?- le chiese ad un passo da lei.
-Sirius…non è che non voglio rivolgerti più la parola ma…ma credo che non dobbiamo più in alcun modo avere contatti!- quasi si sforzò nel dirlo ma c’era riuscita e il ragazzo restò stupito da quella decisione. L’ultima volta, alla festa del Torneo, si erano lasciati in tutta tranquillità, perché ora quella freddezza, quel muro?
-Non credo di capire…pensavo che il tempo dell’odio era finito…cosa ti ha fatto cambiare idea? Esisteva una tregua tra me e te!-
-Si ma prima che…beh lo sai, prima che finissimo per avere una specie di storia…e poi Florinda mi odia come Pierre odia te, non possiamo essere amici, lo capisci questo?- gli chiese dolcemente ma Sirius non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che lei stesse più convincendo se stessa che lui che non era possibile frequentarsi.
-Io e Florinda non stiamo più insieme…- mormorò a testa bassa lui. Calliope sussultò appena alla notizia appena appresa.
-Co…come mai?- chiese con tono curioso lei. Lui tornò a guardarla e la sensazione che lei non volesse davvero interrompere quell’incontro e futuri incontri si fece ancora più plausibile.
-Non era destino! Ci abbiamo provato, altrimenti avremmo avuto per sempre il dubbio! E poi lei ora è felice davvero con chi la desiderava veramente…- Calliope ascoltò pendendo dalle sue labbra. –Non è giusto forzare le cose, se non si è fatti per stare insieme non bisogna imporsi qualcosa o…qualcuno!- e a quella frecciatina, la ragazza si rannicchiò su se stessa con le spalle e abbassò lo sguardo. Sirius sentì di aver ancora una volta colpito nel segno. Ma non era lì per farle l’ennesima predica o convincerla di qualcosa. Le parole di Flo su chi lui desiderasse realmente risuonavano ancora come un eco nella sua testa, incessante, ma non era certo che al momento era quello che voleva. Non si sentiva ancora pronto a tuffarsi in un’altra situazione complicata. Ne era appena uscito. Calliope si mordicchiò un labbro e poi risollevò il capo.
-Devo andare, i miei amici mi aspettano nell’attico di Flitt per guardare i fuochi…stanno per iniziare!-
-Peccato…avrei voluto offrirti un gelato e passare del tempo con te, ma devi andare, lo capisco…- rispose Sirius facendo spallucce e abbozzando un sorriso dispiaciuto. Calliope annuì e lo superò verso casa di Flitt.
-SIRIUS!- si sentì chiamare appena qualche secondo dopo aver fatto un paio di passi. Si voltò verso la direzione che aveva preso la ragazza e la vide in piedi che lo guardava. –La proposta del gelato è ancora valida?- gli chiese imbarazzata ma con un sorrisetto e facendo qualche passo verso di lui. Appena lo raggiunse lui le sorrise in risposta.
-Sempre!- e si incamminarono verso lo stend di ForteBraccio. Giunti lì Sirius le offrì un cono lo stesso gusto del suo e poi passeggiarono fianco a fianco fino alla spiaggia, parlando del solstizio e di quanto magica diventasse la località di Tinworth. Raccontò a Callie di Villa Conchiglia e di come ogni estate ci trascorresse almeno due settimane andando al mare con suo cugino Loius.
-Cosa farai quest’estate?- le domandò. Calliope si irrigidì ancora. –Domanda sbagliata?- ci scherzò su lui. Lei ridacchiò scrollando il capo.
-No…tranquillo è che ho preso questa decisione stamattina e stasera dovrò comunicarla a Pierre…- Sirius si corrucciò incuriosito, così lei continuò –Ho preso due biglietti per Mykonos, la parte magica. non babbana, per me e Pierre, per fare una vacanza romantica insieme…la prima da soli!- confessò preoccupata della reazione del suo interlocutore.
Sirius sospirò –certo è giusto che prima del grande giorno vi conosciate meglio!- rispose atono senza mostrare ne piacere ne dispiacere per la notizia.
-Dai se hai qualcosa da dire di tagliente, una battutina, falla pure!- gli rispose fermandosi davanti a lui. Si trovavano sul bagno asciuga e le onde calde e schiumose gli accarezzavano i piedi.
-No davvero, non ho nulla da dire, i miei commenti sono terminati mesi fa al riguardo! La vita è tua e decidi tu cosa sia meglio per te, giusto?!- le disse alzando le mani a cielo discolpandosi.
-Oh andiamo la tua faccia sta per esplodere di commenti taglienti e frecciatine, come quella di poco fa su chi decide per sé la persona giusta…- protestò lei.
-Ho solo detto cosa ha deciso di fare Florinda, ma se te la sei sentita non è mica colpa mia!- ironizzò il ragazzo sorridendo malandrino. Calliope lo colpì con uno schiaffetto sul braccio ma le scappò una smorfia divertita.

*Forse se le stelle si allineano, forse se i nostri mondi si scontrano.
Forse sul lato oscuro possiamo stare insieme, Forse in un milione di miglia,
su una strada attraverso i cieli…Un giorno, presto, saremo insieme…*


-Qualche mese fa ero convinta che fosse la scelta sbagliata ma in realtà mi sono convinta che quella di farsi una famiglia con un ragazzo che ti rispetta e ti ama incondizionatamente, non è poi così male…- commentò lei voltandosi verso l’oceano, ad osservare l’orizzonte. Sirius la imitò. Era stupenda quella quiete. Il rumore delle onde, una ballata lontana in sottofondo e con la luna e le stelle ad illuminarli.
-Si spero anch’io di trovare una ragazza che si lasci amare e rispettare ogni giorno…- Calliope sospirò e si girò a guardarlo.
-E tu sai che io avrei voluto essere quella ragazza!- sussurrò tristemente. –Buona estate Sirius…- aggiunse con un sorriso amaro dipinto sul volto pallido e illuminato dalla luna. Gli lasciò una dolce carezza sul braccio e poi si smaterializzò mentre il primo boato dei fuochi rimbombava nel cielo.

*Era un sognatore nel suo cuore…Inseguendo le stelle…
Ali spiegate al sole. Mi manchi così tanto…*


Quel solstizio d’estate Sirius lo trascorse da solo sulla spiaggia a guardare i fuochi d’artificio mentre il suo cuore si spezzava per la seconda volta quella sera. Flo aveva ragione su di lui, come sempre del resto…ciò che desiderava era ben altro…era Calliope e aveva paura di restare solo come quella notte di festa, per questo aveva cercato di rifugiarsi tra le braccia della sua migliore amica. Ma ora non aveva più scuse, non poteva più fingere o nascondersi. E ciò che più faceva male oltre a dover recuperare un rapporto d’amicizia con Octo, che aveva trattato malissimo, era che avrebbe dovuto farci l’abitudine perché Calliope non sarebbe stata mai sua.

*Forse in un milione di miglia, su una strada attraverso i cieli,
un giorno, presto, saremo insieme (Be Together; Major Lazer feat. Wild Belle)*
 
ECCOLO QUI, APPENA CORRETTO E SFORNATO IL 26° CAPITOLO!
Ho cercato di coinvolgere tutti i personaggi che ancora hanno qualcosa in sospeso nella storia... spero vi piaccia!! Ringrazio Bianchina07 per aver recensito lo scorso capitolo, grazie per avermi fatto sapere cosa ne pensassi, corro a risponderti ;) :-*
Per chi volesse delucidazioni, chiarimenti o volesse farmi una critica io ci sono, potete scivermi xD =P
RINGRAZIO SEMPRE CHI SEGUE, RICORDA E HA MESSO TRA LE PREFERITE LA MIA STORIA! vi amo!!! <3
A presto, rory...
ps: come promesso ecco un collae delle ragazze di "Orgoglio e Pregiudizio"!! In alto a sinistra Calliope (Alexandra Daddario), al centro a destra Florinda (Antonia Thomas) e in basso a sinistra Rose (Emma Roberts)! 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


                                    
Capitolo 27
“Ma io sto soffrendo adesso che tu sei qui…perché mi hai ricordato cosa c’era fra noi due…”
SLAP!

Le cinque dita di Rose si erano appena stampate sulla guancia di Scorpius. La guardò interdetto per un attimo e allora lei partì in quarta.
-MA SI PUÒ SAPERE CHE MISERIACCIA TI È SALTATO IN MENTE?!- gli urlò in faccia con tono minaccioso mentre sul viso era divenuta paonazza dall’imbarazzo e dalla rabbia. Lui balbettò un attimo preso alla sprovvista. Forse, pensò Rose, non era mai successo che qualcuna si arrabbiasse per essere stata baciata da Scorpius Malfoy, anzi… ma a parte che lei non era una delle pretendenti dagli ormoni in subbuglio del bel biondino, in più non trovava una ragione a quello che era appena accaduto. Lei non gli aveva inviato alcun segnale che facesse pensare a qualcosa di più. –TI HANNO MANGIATO LA LINGUA?!- allora continuò furiosa pensando a quelle cose, ma anche a qualcos’altro...
-Io…io…AHIA!!- sbottò ad un tratto massaggiandosi la guancia colpita dallo schiaffo della ragazza, ancora ansante per la rabbia. –Ma che ti salta in mente a te?! Come spiego questo alla mia famiglia e ai miei amici?!- le domandò indicandosi il livido a forma di mano sulla sua faccia. Rose scoppiò a ridacchiare ma tentò di mantenere uno sguardo arrabbiato.
-Pronto? C’è nessuno? Mi hai appena baciato dal nulla, senza un motivo, te ne rendi conto? Come pensi che possa reagire una ragazza?-
-Oh beh in tutt’altri modi…- rispose con sarcasmo -e comunque io…io l’ho fatto per gioco! Ho bevuto un pò, sono un pò brillo Rose- fece una pausa, -pensavo che ti andasse…- rispose il biondo sfuggendo al suo sguardo.
-Per gioco? - ripeté lei sbigottita. –Scorpius avrai bevuto a malapena una burrobirra e prima mi stavi accusando di qualcosa, cioè prima che ti venisse in mente di baciarmi! -
-Oh dai potevamo divertirci!- mentre Scorpius le dava queste risposte sembrava come a disagio, la voce era quasi tentennante e giocherellava con le dita delle mani, e in più non la guardava mai negli occhi. Poteva anche sbagliarsi ma Scorpius era imbarazzato e non le stava dicendo la verità.
-Forse sei abituato così, magari ad ogni festa hai una ragazza da sbaciucchiare per passatempo ma io non sono come quelle!- disse tagliente lei. Scorpius inarcò un sopracciglio colpito.
-Beh che tu ci creda o meno volevo solo farti uno scherzo e magari se ci stavi ci divertivamo un pò insieme…tutto qui!- ribadì il biondo con nonchalance, riacquistando un pò della sua sicurezza.
-Se così fosse mi spiace per il due di picche, ritenta sarai più fortunato con una gallinella qui in mezzo!- rispose Rose indicando con il pollice la stradina di fianco a loro dalla quale si intravedevano alcune bancarelle e giostre. Fece per oltrepassarlo e tornare in spiaggia da Romeo. Aveva un profondo ed urgente bisogno di raccontargli tutto. Poi sarebbe toccato a Florinda.
-Eddai ora dove vai?!- la fermò però Scorpius sfiorandole un braccio per invitarla ad arrestare la camminata. E lei fu oltrepassata da un brivido. –Non ti sarai mica offesa? Mi dispiace…- si scusò lui sorridendole. Rose si voltò a guardarlo e poi arrossì con tanto di pelle d’oca per il tocco di prima.
-Non c’è niente da offendersi!- mormorò a bassa voce. Lui allora le si avvicinò confuso.
-Allora perché sembri così infastidita…era solo un bacio innocente!-
-Ecco se vuoi saperla tutta: io non avevo mai dato un bacio prima d’ ora!- sbottò lei paonazza.
-Quindi sono il tuo primo bacio!- terminò a bassa voce lui per lei. Ma con stupore di Rose non aveva usato un tono gongolante bensì le era sembrato turbato. –Io…io non ne avevo idea…non volevo che fosse così…cioè il tuo primo bacio, mi dispiace, davvero!- si scusò lui e guardandolo dritto negli occhi a Rose sembrò sinceramente dispiaciuto. Si sentiva comunque imbarazzata. Aveva confidato a Scorpius Malfoy ciò che più la imbarazzava e la faceva sentire ancora una ragazzina senza esperienza e non una diciottenne come le altre. Si vergognava di quel segreto che aveva custodito e condiviso solo con Florinda e Romeo. Sentiva le orecchie bollenti, di sicuro era ancora tutta paonazza dalla vergogna, proprio come diventava suo padre Ronald in una situazione scomoda.
-Ehm, tranquillo… come potevi saperlo?! Io, beh ecco mi è dispiaciuto che il mio primo bacio sia stato per…divertimento, per scherzo…credo che sia per questo che io mi sia arrabbiata così tanto!- confessò la ragazza riuscendo a trovare nuovamente il coraggio di guardarlo negli occhi. Quegli occhi così azzurri, così di ghiaccio, quasi color argento.
-Potresti vederla come una prova…- la buttò lì il ragazzo, -cioè in attesa del ragazzo che ti piacerà, hai baciato un…amico per fare esperienza!- Rose si corrucciò –ok se anche quest’idea ti fa schifo ti do il permesso di schiaffeggiarmi l’altra guancia, se sono stato di nuovo inappropriato!- si affrettò a dirle. Allora le venne da ridacchiare. Le faceva tenerezza che si preoccupava per lei. –Che c’è?- sbottò confuso lui.
-Nulla, alla fine non è malaccio come modo di vedere la cosa!- argomentò Rose divertita. –Possiamo tornare ora al falò, ci siamo già persi i fuochi!- mormorò perché ancora quell’atmosfera tra loro due la metteva a disagio. Un disagio che però non riusciva  a spiegarsi. Si domandava ancora come mai quella pelle d’oca quando l’aveva sfiorata e perché le dava un pò fastidio che avesse minimizzato l’importanza del bacio. L’unica cosa di cui era certa era che non voleva più parlarne.
-Certo…- mormorò lui con una strana espressione che la ragazza non riuscì a decifrare. –Rose?- si rivolse a lei mentre si erano incamminati verso la spiaggia.
-Si?- chiese lei intimorita.
-Ti ricordi che…che mi hai detto che mi vuoi bene?- le domandò con voce rauca.
-Si, certo- cinguettò lei in risposta, sincera.
-Anch’io…- sussurrò il ragazzo sorridendole.
 
L’alba illuminò timidamente i granelli di sabbia della spiaggia di Tinworth dove giovani maghi e streghe si erano accampati per la notte con tende e teli mare. Dopo i fuochi infatti era esplosa in ogni lido musica e i ragazzi avevano fatto festa tutta la notte, ballato e bevuto ogni sorta di cocktail babbano e non. Anche Scorpius, con la sua comitiva, aveva deciso di pernottare e lui si era addormentato nella tenda con Anita Bones. A quella festa erano arrivati insieme ma in realtà non è che l’avesse calcolata poi più di tanto, almeno fino a che non era successo quell’ “incidente” con Rose. Sapeva bene perché l’aveva baciata. Aveva sentito per lei, sin dal giorno in cui gli era stato assegnato di creare quella pozione polisucco insieme, una forte attrazione, ma per la prima volta non fisica, almeno non solo, bensì un’attrazione mentale. All’inizio lo aveva spaventato questo fatto ma poi si era sempre più incuriosito fino a non poterne fare più a meno, di lei e delle giornate insieme. Lo aveva attratto mentalmente e non gli era mai successo con nessun’altra ragazza. Era piacevole parlare con una ragazza senza che la cosa sfociasse nel “fisico”, e lui aveva rovinato tutto. Quell’attrazione lo aveva spaventato e come al solito aveva fatto una cazzata. Lui con le femmine ci sapeva fare, si continuava a ripetere, ma con Rose era diverso. Con lei l’obbiettivo non era farle togliere le mutandine entro un’ora, quello che era stato per le altre. Bensì tentare di piacerle per ciò che diceva, per gli argomenti trattati, per gli interessi in comune. I pomeriggi con lei in biblioteca e nei giardini di Hogwarts erano volati e passati troppo in fretta ed ora l’estate gliel’avrebbe portata via? La sua cazzata l’avrebbe fatta scappare a gambe levate? Aveva capito appena entrato in tenda e trovato Anita in lingerie ad aspettarlo, che lui probabilmente non era abbastanza per Rose Weasley. Aveva passato anni a disprezzarla senza un reale motivo, solo perché i suoi amici lo facevano a loro volta spinti dai pregiudizi dei genitori ancora troppo razzisti. Ed ora si sentiva lui non abbastanza per lei. Lei meritava un ragazzo brillante, intelligente e con la testa sulle spalle. Lui non era mai stato un principe azzurro. Era sempre e solo stato l’erede dei Malfoy, bello si ma solo da poter sfoggiare come il belloccio ricco di turno. Non era mai stato il fidanzato modello, nessuna lo aveva mai cercato per quello. Né lui aveva mai pensato al matrimonio, nemmeno ora che aveva diciotto anni. Rose invece era l’emblema della fidanzata perfetta. Era gentile, bella, intelligente e matura e di sicuro si sarebbe diplomata il prossimo anno con il massimo ai M.A.G.O. e si sarebbe sposata con un avvocato o un medico di fama, visto le conoscenze dei coniugi Weasley rispettivamente avvocato la madre e vicecapo Auror il padre. Lui cosa poteva offrirle oltre che il lusso? Perché solo per quello le ragazze lo bramavano. Unico erede della casata Malfoy e con la fama di essere uno sciupafemmine, come minimo poteva aspirare alla nomina di scapolo d’oro anno dopo anno fino a diventar decrepito e inutile anche per quello. Anita nel sonno si voltò dall’altro lato e lui ne approfittò, liberato dalla presa della ragazza, per uscire dalla tenda e sperare che un pò d’aria fresca gli avrebbe giovato e sciolto quel groviglio di pensieri deprimenti. Inspirò la quiete e la brezza marina, mentre più in là un altro gruppo di giovani maghi si stava risvegliando e cominciando a smontare le tende. Si grattò il capo confuso. Non ricordava nemmeno come ci fosse finito sano e salvo nella sua tenda visto che dopo “il bacio” si era ubriacato come una spugna e aveva probabilmente dato spettacolo ballando come un troll impazzito. Chiuse gli occhi invaso da una sensazione di profondo imbarazzo.

-Buongiorno!- e poi la voce di Rose lo fece sobbalzare letteralmente ed il cuore gli saltò in gola. Lei ridacchiò divertita portandosi genuinamente un mano davanti alla bocca. Ogni gesto della ragazza lo inteneriva.
-Buondì…mi hai quasi fatto venire un infarto ma spero sarà davvero un buongiorno…questo!- rispose lui offeso toccandosi il petto all’altezza del cuore. Poi si lasciò scappare una risata. –come mai sveglia già di prima mattina?-
-Beh la mia famiglia mi aspetta da zio Bill a Villa Conchiglia per il pranzo di benvenuto a mia cugina Victorie che torna dal suo stage a Parigi…te ne avevo parlato!- rispose la ragazza scrollandosi un pò di sabbia dalle cosce scoperte, visto che indossava una maglietta maschile, probabilmente di suo fratello Hugo, dato che raffigurava una band babbana rock, di cui Hugo Weasley era un fan sfegatato, più un pantaloncino di jeans quasi inguinale. E la cosa che più lo turbava era che si ricordava quelle cose di cui Rose gli aveva parlato.
-Ah già, lo stage di magigiornalismo internazionale!- difatti rispose pensieroso. –Potremmo rivederci stasera allora per prendere qualcosa da bere…- la buttò lì per tentare di capire se lei ce l’avesse ancora con lui.
-Ehm si, perché no, magari potremmo darci appuntam…- alle sue spalle però, prima che Rose potesse finire la frase, sentì il fruscio della tenda aprirsi. Chiuse gli occhi pronto all’ennesima figuraccia.
-‘Giorno Scorpy!!- cinguettò Anita mettendosi in punta di piedi e dandogli un bacio sulla guancia. –Vado a darmi una sciacquata al bar qui vicino e torno subito…- aggiunse la ragazza, ancora in lingerie, prima di lasciarlo impalato e teso davanti ad una Rose corrucciata e visibilmente senza parole.
-Rose guarda che…-
-Ehi! Non devi mica giustificarti…- mormorò subito lei prima che lui potesse dire qualunque cosa. –Solo che non me lo aspettavo che ieri sera alla fine ti fossi appartato con un…un’altra, tutto qui!- aggiunse mentre la sua voce si alzava di un tono, sull’isterico. Poi scrollò il capo e posò gli occhi su uno scoglio lì vicino. Guardarlo a quanto pare le dava fastidio. Non nascose a sé stesso però che forse quella reazione non gli stava dispiacendo affatto. L’apparizione di Anita a quanto pare l’aveva ingelosita. Così ghignò divertito ed orgoglioso.
-Ecco io avevo pensato che…cioè dato che tu non avevi avuto voglia di divertirti con me, forse qualcun’altra sarebbe stata d’accordo…- prima però che lei si voltasse per replicare aggiunse –ma effettivamente sono stato uno sciocco a pensare che tu fossi come Anita! Quelle come lei sono da portare a letto in una squallida tenda in spiaggia, mentre tu…beh tu meriti di meglio, meriti una favola!- e non si riconobbe in quelle parole così romantiche ma si sentì lo stesso felice di fare quei passi avanti. Difatti la lasciò senza parole. Ancora. Gelosa ed incuriosita, un mix che forse stava tirando acqua al suo mulino. Magari poteva essere il fidanzato modello che ragazze come Rose Weasley potevano apprezzare.
-Io…io credo di si…- biascicò lei confusa su cosa rispondere. Così Scorpius decise di non forzare troppo le cose.
-Rose magari mi mandi un gufo per sapere se e quando potremo vederci, anch’io fra poco tornerò a casa mia!- si chinò su di lei e le baciò dolcemente e lentamente la guancia nivea. Inspirò l’odore di pesca della pelle della ragazza e il sapore di salsedine.
-Si…- la sentì sussurrare e poi con la coda dell’occhio la vide smaterializzarsi lasciando dietro di sé una nuvoletta di sabbia e tanta malinconia nel cuore di Scorpius.
 
*

Era ormai quasi ora di pranzo mentre la sua elfa le stava porgendo la borsetta.
-La padroncina non deve dimenticare la sua borsa…e Annie ricorda alla sua padroncina Calliope che Mrs. Pierre Nott è giù ad aspettarla da venti minuti ormai!- le disse la piccola domestica mentre lei si stava specchiando per l’ultima volta controllando che fosse impeccabile e in ordine. Scese i gradini a tre a tre e al diavolo le buone maniere purosangue e con il fiatone raggiunse il salotto dove Pierre stava sorseggiando succo di zucca con i suoi genitori.
-Oh Calliope cara finalmente sei qui! È vero che una donna deve farsi attendere ma non così tanto!- la rimbrottò sua madre. Callie roteò gli occhi al cielo beccandosi un’altra occhiataccia da sua madre e oltrepassò quest’ultima quasi sbuffando.
-Scusami Pierre! Possiamo andare…- lo salutò baciandolo poi a fior di labbra. Suo padre si alzò dalla poltrona e li venne a salutare prima che la passaporta, un pettine tempestato di rubini, li agganciasse e trasportasse nella magione estiva dei Nott. Così pranzarono, lei e i genitori del ragazzo, nel terrazzo della magione che affacciava sul mare. Dopo lei e Pierre decisero di accomodarsi sulle sdraio, da soli. Era la sua occasione per parlargli del viaggio a Mykonos.
-Pierre?- attirò l’attenzione del ragazzo.
-Si tesoro, dimmi!- rispose lui mentre cominciava a spalmarsi minuziosamente la crema solare.
-Volevo farti una sorpresa e magari farteli trovare da qualche parte, ma non sono brava in queste cose perciò… eccoli qui! E li uscì dalla borsetta con un sorriso tirato. Pierre abbassò dal naso gli occhiali da sole firmati ed osservò i due biglietti aerei per l’isola greca. Poi le sorrise.
-Sono quello che penso?-
-Si! Due biglietti per un vacanza romantica solo io e te!- rispose Callie sventolandoglieli sotto il naso. Il ragazzo li afferrò e li esaminò.
-Partiamo fra tre giorni quindi?- poi le domandò eccitato.
-Esatto! Ti bastano per fare le valigie?!- scherzò su lei mentre Pierre la avvolgeva in un abbraccio.
-Questa si che è una bella notizia!- e Callie sapeva, specialmente dopo la festa per la vittoria della coppa del quidditch e dopo quello che Pierre da ubriaco le aveva confessato, di averlo fatto felice organizzando quel viaggio.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=mxx2DLEDMHA

*Sei stata nei miei pensieri…Mi sono affezionato ogni giorno di più, mi sono perso nel tempo,
solamente pensando al tuo viso. Dio solo sa perché mi ci è voluto così tanto per dissipare i miei dubbi…
Tu sei l'unica e la sola che voglio*


-Ma qui est que biondino lì fuori?- trillò Victorie indicando con il dito verso la finestra che dava sul portico dove Scorpius Malfoy faceva avanti e indietro borbottando qualcosa a testa bassa.
-Ma quello è Scorpius!- abbaiò Albus confuso.
-Avevi un appuntamento romantico con lui fratellino? Ironizzò Lily che si beccò una gomitata dal diretto interessato.
-Ehm credo sia qui per me!- balbettò imbarazzata Rose che si alzò di scatto rovesciando per sbaglio la tazza di thé su sua cugina Lucy e sgattaiolò fuori di casa prima che iniziassero tutti con le domande scomode. Lo raggiunse confusa. Che ci faceva lì? Perché non aveva bussato ed era entrato? E soprattutto perché non aveva aspettato che gli inviasse un gufo? e perché il cuore le martellava nel petto?
-Ehi!- si annunciò raggiungendolo. Quello sobbalzò per la seconda volta quel giorno e la guardò terrorizzato.
-So che dovevi inviarmi un gufo e che non avevo il diritto di presentarmi qui e farti fare una figuraccia con i tuoi parenti ma…ma mi stavo tormentando dentro e dovevo sapere…- le disse istericamente.
-Sapere cosa?- gli chiese ora a metà tra il curioso e lo spaventato visto che il ragazzo sembrava fuori di sé. Lui le si avvicinò e le prese le mani. E ancora quel brivido caldo le fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo fino a farle rizzare i capelli della nuca.
*Non so perché sono spaventato, ci sono già passato, ogni sentimento, ogni parola…Ho immaginato tutto. Non lo saprai mai, se non provi a dimenticare il tuo passato e a provare semplicemente ad essere mia.*
-Ho una possiblità?- le chiese a bruciapelo.
-Cosa?-
Allora lui ripeté –ho una possibilità?-
-Cioè?- si sentiva davvero tonta ma proprio non capiva cosa diavolo stesse succedendo ed il cuore continuava a battere all’impazzata.
-Io non sono bravo in queste cose…di solito sono le ragazze ad implorare per ottenere cinque minuti con il sottoscritto…sono nuovo in questo campo! Come si fa ad avere un’occasione con una ragazza come te?- Rose sorrise mentre cominciava a capire cosa stesse accadendo. E conscia che tutti i suoi stramaledetti cugini e zii si trovavano a spiarla dalla finestra, si sentì ancora più imbarazzata.
-Si direi che non sei bravo con queste cose!- ironizzò lei divertita e cercando di spiegargli con gli occhi cosa stesse avvenendo alle sue spalle.
-Oh…- fu la reazione del ragazzo appena capì e vide la sua settima generazione a spiarli. –ehm scendiamo in spiaggia?- propose lui e Rose annuì grata.

*Ti sfido a lasciarmi essere l'unico e il solo per te.
Ti prometto che merito di essere stretto tra le tue braccia…*


-Allora…quel bacio non era proprio uno scherzo!- ruppe lei il silenzio imbarazzante creatosi nel tragitto per raggiungere il bagno asciuga. Non risparmiandosi di usare un tono adatto a punzecchiarlo e per prendersi gioco di lui che avvampò.
-No non lo era…sono una frana quando si tratta di sentimenti e davvero non sapevo come comportarmi… volevo baciarti ma allo stesso tempo pensavo che tu non lo volessi e allora ti ho presa alla sprovvista! Ma non avevo torto…- mormorò con tono mesto.
-Su cosa?- gli chiese confusa e inclinando il capo di lato.
-Sul fatto che tu non volessi! Mi hai dato uno schiaffo Rose, non un bacio…- precisò lui sarcasticamente.
Rose sbuffò divertita –è vero, io non volevo un bacio…in quel modo! Il mio primo bacio l’ho sempre immaginato timido e lento, pieno di elettricità ed imbarazzo. Non lo avevo immaginato in un vicolo sudicio e rubato…-
-Da uno come me…- concluse tristemente lui per lei.
-No… stavo per dire rubato e poi minimizzato!- e vide Scorpius se era possibile incupirsi ancora di più. Lo aveva mortificato ma almeno era stata sincera. Lo raggiunse e gli sollevò il mento con due dita. –Eccola qua la tua possibilità…vuoi sprecarla a piangerti addosso?- il ragazzo le sorrise, colto alla sprovvista. Le posò delicatamente le mani sulle guance, prendendole il viso tra di esse e l’avvicinò a sé guardandola negli occhi.
*So che non è facile cedere al tuo cuore… Nessuno è perfetto.*
-Dimentichiamo ieri sera… puoi immaginare che sia questo il nostro primo bacio?- le domandò dolcemente.
-Questo quale?- scherzò lei divertita. E così Scorpius la tirò a sé baciandola dolcemente sulle labbra morbide che sapevano di thé alla pesca. Lasciò le sue labbra lentamente e aprirono gli occhi entrambi allo stesso momento.
-Ti prometto che mi meriterò una ragazza come te!-
-Perché dici così?- gli domandò intenerita.
-Perché io non ho mai avuto una fidanzata e non so come ci si comporta…ma non voglio che con te sia una storiella, io…io ti voglio con tutto me stesso perché sei diversa dalle altre, sei intelligente oltre che divertente e bellissima!- le spiegò lui dandole poi un altro bacio sulle labbra umide.
-Beh…se è per questo nemmeno io ho mai avuto un fidanzato, ed ecco… beh possiamo dire che è la prima volta per entrambi allora!- lo rassicurò lei anche se le costò un pò e divenne paonazza. Lui sorrise però a trentadue denti perché sapere che lui era non solo il suo primo bacio ma anche il suo primo ragazzo (e lui sperava anche l’unico e solo), lo inorgoglì ed eccitò contemporaneamente. E la baciò ancora perché di lei non sarebbe stato mai sazio.

*Perciò avanti, dammi la possibilità di dimostrare che sono l'unico che può percorrere questa lunga strada,
prima che inizi la fine. (One and Only – Adele/Austin Adams cover)*
*

Quello che stava facendo era un vera e propria follia ma i suoi geni scavezzacollo Potter avevano deciso di prendere il sopravvento ed ora si trovava a volare su una scopa verso Villa Rosier. Non sapeva nemmeno lui cosa lo stava spingendo a tanto ma quella mattina si era alzato e dopo aver trangugiato le uova strapazzate e bacon di sua zia Fleur, era uscito a fare due passi. La notte precedente non aveva chiuso occhio pensando alle parole di Calliope…
 
“e tu sai che io avrei voluto essere quella ragazza…”
 
Perché? Perché doveva essere tutto così complicato? E si chiedeva se lui voleva essere quel tipo di ragazzo che si arrendeva davanti alle avversità. Octo non si era arreso neppure quando Florinda si era fidanzata con lui. Non ci si arrende quando qualcosa o qualcuno che ti fa star bene ti viene portato via. Ed era ora che il timore e la paura facessero spazio all’intraprendenza. Come sempre Flo aveva detto il giusto: solo per paura di restare solo a guardare Calliope felice con un altro aveva cercato nella sua amica una compagna. Ma adesso che tutto gli era chiaro non voleva farsi condizionare più dalla paura. Dalla spiaggia era corso al ripostiglio dove suo cugino Hugo teneva i suoi manici di scopa vecchi, sui quali avevano giocato per un’infanzia e che ora erano impolverati e dimenticati dal tempo. Arrivato lì non avrebbe fatto una scenata né una serenata d’amore ma doveva pur far qualcosa prima che lei partisse… doveva assicurarsi di non aver rimpianti. Atterrò qualche metro prima del grande e imponente cancello in robusto ferro nero sormontato da due pilastri in cemento sul cui apice lo fissavano due gargoyle spaventosi. Fece una smorfia di ribrezzo mentre un brivido gelato gli attraversava la schiena. Suonò al campanello e dopo qualche attimo un elfo vecchio ma vestito elegantemente, come un piccolo maggiordomo, fu al cancello materializzandosi dal nulla.

-Buongiorno visitatore! Cosa posso riferire ai miei padroni?- lo salutò arcigno.
-Salve…vorrei incontrare Calliope, sono James Sirius Potter, un suo compagno di scuola!- rispose lui guardingo. L’elfo lo scrutò con i suoi grandi occhioni neri e acquosi e dopo annuì.
–Attenda!- abbaiò la piccola creatura domestica e con un altro schioppo svanì nello stesso punto in cui era comparso. Passò un attimo e dopo le inferriate del cancello si aprirono lentamente per lascialo passare. A grandi falcate e con il cuore che batteva nel petto come se fosse un ungaro spinato impazzito, raggiunse il portone dove stavolta non c’era affatto un elfo bensì una donna, una bellissima donna dagli occhi blu, il viso niveo e segnato da qualche ruga, vestita con un abito quasi ottocentesco estivo e di un verde bottiglia elegantissimo.
-Che piacere signor Potter averla qui nella nostra casa!- lo accolse austera nel volto ma gioviale nel tono di voce. Gli strinse la mano e lui, ricordandosi di come Victorie sin da ragazzina gli avesse detto come ci si comportava con i purosangue mentre giocavano “a mamma e figlio”, gli fece un baciamano contornato di inchino. Si sentì fiero di se stesso.
-Il piacere è tutto mio Miss Rosier!- rispose cordiale. La donna si aprì in un sorriso tirato e gli fece cenno di accomodarsi. –A cosa dobbiamo questa visita gradita ma del tutto inaspettata, mia figlia Calliope non aveva accennato che saresti venuto oggi…- gli disse mentre si sedeva nella poltrona color blu notte del salottino austero. Ogni mobile sembrava essere stato scolpito nel marmo bianco, persino il pavimento doveva essere in marmo, e quella stanza, nonostante fosse estate, era fredda come il ghiaccio.
-No difatti le sto facendo una sorpresa, spero gradita!- rispose con un sorriso a trentadue denti. Ma ottenne dalla madre di Calliope solo un sopracciglio inarcato ed un’espressione indecifrabile. Sirius era indeciso tra il disgustato e l’infastidito.
-Il mio elfo sta avvisando mia figlia della tua presenza! Come stanno i tuoi genitori James?- gli faceva sempre uno strano effetto che qualcuno lo chiamasse così, ma era nello stile degli adulti chiamarlo con il suo primo nome, persino sua sorella Lily e sua madre non potevano far e a meno di chiamarlo Jamie. Ma lui si era sempre sentito più Sirius che James.
-Finalmente papà è in vacanza, il lavoro lo prende non poco…ora che è a capo del reparto dirige tutte le squadre, ma almeno raramente scende sul campo perciò mamma sta più tranquilla e lavora più serenamente al suo settimanale!- adorava parlare della sua famiglia, ne era sempre orgoglioso e gli si scaldava il cuore. Ovviamente dall’espressione di Miss Rosier a lei non era potuto importare di meno di quello che aveva appena detto lui eppure decise di ignorare l’ennesima occhiata indecifrabile della donna.
-Ottimo! Mio marito è in buoni rapporti con tuo padre, sai?! Spesso hanno collaborato in qualche caso di giustizia!- Sirius sapeva che il padre di Calliope, Mrs. Augustus Rosier, era uno stimato magiavvocato penalista come sua zia Hermione.
-Buono a sapersi!- cinguettò lui beccandosi un altro sopracciglio inarcato dalla donna di fronte a lui. Si appellò a tutto il suo autocontrollo per non risponderle con una frecciatina o peggio un gestaccio e finalmente comparse dalle scale Calliope. Splendida in un prendisole in leggero pizzo bianco, i capelli neri sciolti in morbide onde che ricadevano sul seno formoso. E ne fu certo: non poteva rinunciare a quella visione. Non poteva rinunciare a lei che appena lo vide sorrise imbarazzata. Le si imporporano le gote e si portò qualche ciocca nero corvino dietro un orecchio.
-Ciao…- soffiò lui emozionato balzando in piedi e sorridendo come un beota.
-Che ci fai qui Sirius?- si corrucciò lei rimanendo sugli ultimi gradini, poggiata al corrimano. Nel frattempo la madre di Calliope li scrutava rimbalzando con gli occhi blu da l’uno all’altra.
-Sono venuto a trovarti prima che… prima del viaggio…- rispose lui facendo qualche passo verso di lei e percepì la figura austera della donna irrigidirsi.
-Ah…stavo appunto preparando le ultime cose per domani, ho la stanza in disordine, possiamo fare una passeggiata in giardino se ti va…- gli venne incontro Callie. Sirius annuì e dopo aver fatto un inchino verso Miss Rosier per congedarsi raggiunse Callie e le porse il braccio. Callie sorrise divertita da quel Sirius così galante e “nobile”, viste le circostanze, e gli si mise a braccetto. Forse avevano appena lasciato così perplessa la madre della ragazza che non replicò nulla a quella scenetta. Così uscirono fuori e percorsero i primi passi in silenzio verso un piccolo gazebo in legno, sul retro della magione, dove un roseto di rose bianche faceva da sfondo. Una fontanella ed il suo fruscio d’acqua limpido facevano da sottofondo a quel già magico scenario. Quel giardino, pensò Sirius, non aveva nulla a che fare con l’austerità e la freddezza dell’interno di villa Rosier.
-È bellissimo qui Callie!- ruppe il ghiaccio lui sedendosi su una panchina in legno di castagno scuro, ed ammirando tutto intorno a lui.
-Grazie, sono stata io, insieme alla mia elfa, a piantare queste rose qui intorno un paio d’anni fa! Questo gazebo è il mio posto preferito dove vengo a leggere nei pomeriggi!- rispose sorridente ed orgogliosa.
-Difatti sa di te! Non come quella casa lì…stavo per congelare!- ironizzò lui convinto che lei capisse cosa stesse intendendo.
-Beh l’arredamento è un pò ottocentesco e poi mia madre ha i gusti della regina dei ghiacci… non è stata un’impressione è proprio una rompipalle lei!- stette allo scherzo la ragazza sedendosi di fianco a lui.

-> https://www.youtube.com/watch?v=DRa2K1mn2M4

*Sai che è difficile essere tuo amico …odio deluderti di nuovo,
non sappiamo come finirà perché adesso tu conosci il segreto a cui non potrò mai porre rimedio.*


-Allora…-
-Allora…- ripeté lei imbarazzata ma guardandolo negli occhi color nocciola.
-So che non vorresti che io fossi qui…- cominciò sporgendosi verso di lei che arrossì. Si ricordò di quando erano ragazzini e lei veniva a sfidarlo, a fargli una linguaccia o a minacciarlo che lo avrebbe affatturato se non avesse smesso di fare lo sbruffone con una sua compagna di casa. -…Ma non posso permetterti di partire senza almeno provarci…-
-Provare a far cosa?- chiese lei in un sussurro pendendo dalle sue labbra. Forse Sirius poteva essere un pò imbranato con le donne quando si trattava di sentimenti sinceri e profondi e non di storielle leggere, solo per divertimento, ma non era cieco. Vedeva benissimo come Calliope lo guardava, come tratteneva il respiro quando lui toccava certi tasti, come i suoi occhi blu diventavano un oceano in tempesta appena iniziava a preoccuparsi. Non era di certo una ragazza che sembrava voler rinunciare a lui. E la baciò. Un bacio d’impeto, con il viso di lei fra le sue mani, avvolgendolo delicatamente. La vide chiudere gli occhi e ricambiare. Affondò le mani nelle ciocche corvine e morbide della ragazza, stringendo appena. Quello poteva essere il loro ultimo bacio e la paura che gli stava attanagliando le viscere non presagiva nulla di buono. Fu lei a staccarsi e a poggiare le sue mani nivee e morbide su quelle grandi e calde di Sirius. La sentì sospirare ancora ad occhi chiusi.

*E questo potrebbe svanire quando ci sveglieremo domani. i cuori non cambieranno il tempo che rimane,
è stato preso in prestito e non sopporto più il modo in cui mi guardi.
C'è un qualunque posto in cui io e te potremmo essere? E potremmo andarcene, e tutto svanirebbe.*


-Perché Sirius?- fece una pausa e riaprì gli occhi –perché sei voluto venire qui? Non capisci che renderai tutto più difficile per tutti e due?- piagnucolò ancora stretta tra le sue mani per assaporarne ancora il tocco. Lui allora l’abbracciò.
-Non voglio complicare le cose…voglio che tu resti qui con me, voglio solo che tu sia mia!- le sussurrò nell’orecchio dolcemente, stringendola sempre di più mentre la sentiva singhiozzare sulla sua spalla. Si staccò da lei, sciogliendola dall’abbraccio e le asciugò con i pollici le lacrime. Si ricordò quanto odiava vederla piangere. Lei cercò di ricomporsi asciugandosi frettolosamente le lacrime e ravvivandosi i capelli. Ora non lo guardava più, forse troppo imbarazzata, bensì preferiva tormentarsi il labbro inferiore mordicchiandolo. Poi si voltò verso di lui, e sembrò che avesse fatto uno sforzo disumano.
-Mi sono fatta una promessa- gli disse e dentro di sé il ragazzo sentì un altro brivido gelido percorrergli la schiena, -quella di dover recuperare la mia storia con Pierre! Hai avuto sempre ragione tu: non sono abbastanza forte per contrastare il volere dei miei, sono una codarda e non dovevo giocare con i tuoi sentimenti ne ferire Pierre…-
-Ma non devi neanche soffrire tu…- protestò Sirius
-Ma io sto soffrendo adesso che tu sei qui…perché mi hai ricordato cosa c’era fra noi due, come sei stato capace di accendermi, di cambiarmi, di farmi sentire viva!- gli rispose tirando alla fine su con il naso per ricacciare indietro nuove lacrime. Sirius fece per protestare ancora ma lei lo bloccò sollevando una mano all’altezza del viso del ragazzo.

*Questo silenzio è assordante, questo oceano non ha fine e non c'è niente che io conosca…
quello che so è che siamo fatti per stare insieme, quindi ascoltami, mi stai ascoltando?*


-So perché sei qui…e ti ammiro perché ci hai provato, perché tu non hai paura delle conseguenze, dei giudizi e te ne freghi e fai di tutto per provare ad essere felice…ma io non sono così e non sono pronta a deluderli…- fece una pausa e prese un profondo respiro. –Domani comincerà una nuova vita per me Sirius ed io voglio che funzioni!- e quella per il ragazzo suonò proprio come una sentenza, definitiva ed irremovibile. Chinò il capo, sconfitto. E continuare a dire a sé stesso che almeno ci aveva provato e non avrebbe avuto rimpianti non lo aiutava per nulla a star meglio. Sentiva come se stesse sanguinando. Così sospirò sconfitto e si alzò mestamente. Calliope lo seguì a ruota e le vide le mani tremanti. Gliele prese dolcemente anche se lei lo stava facendo soffrire maledettamente. Si leccò le labbra stranamente secche, e tentò di trovare le parole giuste. Sapeva che sarebbe stato un addio ma dire qualcosa ad alta voce sarebbe stato come renderlo reale, e se era possibile ancora più penoso.
-Dovrei dire qualcosa…ma ormai hai deciso per entrambi e non mi resta che cercare di dimenticare quest’anno di merda! Mi farà bene partire con mia zio Charlie per la Romania…- lasciò la presa delle sue mani e a capo chino si voltò in silenzio raggiungendo il cancello ed una volta che gli si richiuse alle spalle seppe di averla persa sempre. Ma sapeva che quel giorno gli sarebbe servito a recuperare almeno qualcosa. Riprese la sua scopa e volò ancora per qualche miglio, raggiungendo la Tana. Sapeva che al momento i nonni erano fuori casa visto che zio Bill aveva invitato tutta la famiglia e aveva le stanze degli ospiti al completo. Puntò la bacchetta sulla serratura menzionando l’incantesimo per sbloccare la serratura ed entrò. Si diresse spedito verso il caminetto e gettando un pò di polvere volante ai suoi piedi disse a chiare lettere –Casa Thomas!-. Apparve nel salottino della famiglia Thomas che era stata come una seconda famiglia per lui. Lì aveva passato la sua adolescenza, ogni estate, qualche vacanza di Natale e avevano fatto molte feste con i compagni di casa durante quelle. Come aveva potuto dimenticare quelle cose? Come aveva potuto litigare con Octo? Come aveva potuto picchiarlo e dirgli quelle cattiverie? Come se pensando a lui lo avesse chiamato telepaticamente Octo entrò nella stanza e restò a bocca aperta trovandolo lì impalato.
-Co…cosa ci fai qui?-
-Sono venuto a chiederti scusa e prima che tu possa controbattere qualsiasi cosa, voglio dirti che anche se non avessi capito che quello che mi lega a Florinda è solo una profonda amicizia sarei comunque qui a chiederti scusa!- rispose tutto d’un fiato sperando che il suo amico capisse quanto sincero fosse stato e che avesse messo di lato l’orgoglio.
-Lo so! Anche per me è lo stesso! Anche se lei avesse capito che eri tu quello che amava sarei venuto a scusarmi per come mi sono comportato! Anch’io ho sbagliato a non aprirmi con te, sarei dovuto essere sincero! Non si nascondono segreti tra migliori amici, nemmeno i più imbarazzanti…- gli disse il Octo abbozzando poi un sorriso impacciato.
-Già…beh abbiamo sbagliato entrambi, avremmo dovuto affrontare questa cosa insieme da uomini maturi, parlarne e venirci incontro! Siamo stati due babbuini invece…proprio come ci dice sempre la McGranitt!- ci scherzò su Sirius, sorridendo a trentadue denti. Octo gli fu addosso e lo abbracciò. Un abbraccio da veri maschi, con tanto di pacche rumorose sulla schiena, ma fu speciale, come speciale era sempre stato il loro rapporto. 

CIAO A TUTTI!!!
Vi ringrazio per le recensioni, corro a rispondervi e VI ANNUNCIO CHE IL PROSSIMO SARA' L'ULTIMO CAPITOLO! ^.^
Vi lascio anche con una foto di Rose e Scorpius e come sempre ringrazio chi segue, preferisce e ricorda la mia storia! Vi adoro!
Se volete lasciamri una recensione, un parere o una critica io son qui! :D A presto, rory!


                                                                   


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Capitolo 28 * EPILOGO * ***




Capitolo 28
“Non devi fare ciò che ci inorgoglisce e dopo esser triste quando noi non ci siamo.”
 
Quella sera, prima che lo zio Charlie ripartisse, Teddy aveva detto che avrebbe fatto un annuncio a tutta la famiglia dopo cena e nell’aria si respirava trepidazione. Per tutta la cena qualcuno aveva tentato di estorcere qualche indizio ma in tutta risposta il ragazzo si era scambiato sguardi eccitati con Victorie. Lily sentiva che avrebbe vomitato da un momento all’altro e si maledì di non aver invitato anche Lysander quella sera, almeno avrebbe avuto qualcuno con cui sfogarsi e per fumarsi una sigaretta sul retro. E invece era stata costretta a sorbirsi quel siparietto da futuri sposini. Immaginava che la grande notiziona che avrebbero dato centrasse qualcosa con il matrimonio, magari volevano ufficializzare una data. Li odiava. Anzi odiava lui, non lei. Victorie poteva essere un pò snob e spocchiosa, ma non era colpa sua se lui la amava. Ma poi come biasimarla per la sua presunzione dato che era bellissima e che la sua carriera da giornalista di cronaca rosa ormai stava decollando? Difatti in Francia era molto conosciuta ed apprezzata. Odiava lui perché non aveva niente a che fare con lei eppure stavano insieme. Lui era un testone, chiacchierone, amante dei tatuaggi come lei, che preferiva fare una partita a quidditch mentre pioveva e sporcarsi di fango piuttosto che sorseggiare thé e parlare di quali tazzine scegliere per la nuova casa. Un ragazzo che per anni aveva preferito piercing e capelli verdi a mò di cresta che parlare di progetti familiari. Dov’era finito quel Teddy di cui si era innamorata?! Dopo quei mesi in Francia come tirocinante era diventato così insipido, così rigido…

TIN TIN TIN

Il tintinnio di un bicchiere di cristallo la destò da quei pensieri, nemmeno si era accorta di aver stretto tanto la forchetta da farsi male. Vide prima il viso solare e sorridente di sua cugina ed i suoi occhi così cerulei, da sembrare un pezzo di cielo, posati sul suo futuro marito. Così Lily sollevò i suoi di occhi su Teddy. Sentì una fitta allo stomaco quando vide lo stesso sorriso felice dipinto anche sul volto del ragazzo. Possibile che dopo due anni ancora lei non riusciva a capire che sua cugina e il suo Teddy erano fatti l’uno per l’altra?! Possibile che nemmeno avere nove anni in meno di lui l’avevano mai fermata dall’amarlo così incondizionatamente? Perché non riusciva ad essere una ragazza di diciassette anni come tutte altre?

-Come vi avevo accennato ho un importantissima notizia da darvi che spero vi renda orgogliosi di me e felici come lo siamo io e Victorie!- altra fitta allo stomaco. Dov’era Lysander quando aveva bisogno di lui?! –Come sapete mi è rimasto l’ultimo anno di tirocinio e finalmente concluderò i miei studi di Scienze della Magiformazione…- Lily si guardò attorno, tutti i suoi zii e cugini pendevano dalle labbra di Teddy Lupin, guardandolo con ammirazione. Chissà se qualcuno aveva mai notato che lei lo guardava con amore. -…ebbene mi è stata offerta la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts, appena prenderò la mia pergamena di Specializzazione!- BOOM. La testa di Lily stava per esplodere. Teddy aveva appena lanciato una bomba atomica e nemmeno se ne era reso conto. E certo come poteva?! Lui non sapeva nulla dei suoi sentimenti, delle sue paure, della sua sofferenza. Mentre gli altri a tavola applaudivano e Victorie si era alzata per abbracciare il suo fidanzato perfetto, lei si alzò di scatto, facendo quasi rovesciare la sedia a terra e a grandi falcate lasciò la cucina di zio Bill. Sperò che nel frastuono delle acclamazioni e delle congratulazioni nessuno si fosse accorto di lei. Cacciò un ringhio frustrato, chiusa in bagno, e diede un calcio allo stipetto dei Sali da bagno di zia Fleur. Ricacciò indietro le lacrime. Lei era forte. Lei non piangeva, non più. Si sedette sulla tavola del water chiusa e si prese la testa fra le mani, puntellando con i gomiti sulle ginocchia. Si continuava a chiedere cosa ancora le facesse sperare che le cose sarebbero cambiate.
-Lils?- la voce di Teddy la fece trasalire.
-Và via Ted…sono in bagno…- ruggì lei.
-Davvero?!- chiese ironico –apri dai!- la esortò con tono infastidito.
-Và via!- ripeté Lily e si sentì patetica. Che scusa poteva arrecare per il suo strano comportamento? Lo sentì armeggiare con la bacchetta e poco dopo il rumore della toppa che scattava. Pian piano la porta cigolò e si aprì ed infine lui entrò. Lily sbuffò avvilita roteando gli occhi al cielo e alzandosi dal water gli diede le spalle raggiungendo la finestra. Da lì si poteva vedere l’oceano e la luna piena frastagliarsi arrogante sulla sua superficie.

-> https://youtu.be/zTkj312mr3c
-Perché hai avuto quella reazione? Pensavo che tu più di tutti saresti stata felice di avermi di nuovo qui in Inghilterra l’anno prossimo…- lei ridacchiò in maniera grottesca ed ironica. Scosse il capo e la rabbia le salì ancora più al cervello. Perché? Perché lui non capiva? Come poteva non capire cosa ribolliva in lei?! Si vantava sempre di come fossero così bravi a comprendersi con uno sguardo, –Dì qualcosa, qualunque cosa…- poi lo sentì camminare, quasi sbattendo i piedi sulle mattonelle lillà del bagno e poi si sentì prendere bruscamente per le spalle e si dovette voltare.

*E mi sto sentendo così piccolo…Era oltre quello che immaginavo…
Non ho più certezze.*


-Non ho voglia di parlare con te! Lo capisci questo professorino del cazzo?!- non si rese conto di averlo detto né di aver usato tutta quella rabbia e sputato quel veleno. Non pensava di averne tanto in corpo né di essere capace di esternarglielo così di impeto. Non al suo Teddy. Lui mollò la presa come se si fosse appena scottato. La guardò ma sembrò non riconoscerla. –Ti avevo detto di andar via…perché sei entrato?- aggiunse lei con un groppa in gola e a mò di rimprovero, ma non avrebbe pianto. Specialmente non davanti a lui. Non era più una ragazzina piagnucolosa. Era cresciuta.
-Perché ero preoccupato per te, perché credevo di fare la cosa giusta, ma con te ultimamente sembra che non ci riesca mai…era tutto così semplice prima che…-
-Prima che… cosa? Che crescessi? Che non fossi più una bambina a cui raccontare storie o a cui comprare le cioccorane? Si cresce Ted, ed io l’ho fatto…sono una donna adesso e non puoi comprarmi facendomi ridere cambiando colore dei capelli…- lo interruppe vomitandogli ancora addosso rancore e rabbia.
-Perché ti comporti così? Perché sei così arrabbiata con me Lils? Da dove viene fuori questo odio? Pensavo che mi volessi bene! Che noi fossimo come fratello e sorella!-
Colpita e affondata. Nulla poteva fare più male di quello che aveva appena sentito.
-NON SIAMO FRATELLO E SORELLA! NON LO SIAMO MAI STATI! JAMES È MIO FRATELLO, ALBUS LO È! TU NON LO SEI! TU NON SEI NEMMENO UN MIO PARENTE! TU NON SEI NIENTE ORMAI!- urlò quelle cose e si sentì avvampare e voleva essere pentita per quello che gli era appena uscito dalla bocca ma non fu così. Si sentì leggera e sincera per la prima volta da quando aveva capito di amarlo. Le sembrò di sentire il cuore di Teddy frantumarsi e vide gli occhi del ragazzo inumidirsi. Poi lui voltò il capo brusco, per non guardarla. Stava raccogliendo le idee mentre i suoi capelli diventavano da rosso rabbia a grigio. Grigi non li aveva mai visti. Nemmeno lei riusciva più a decifrare quel ragazzo che un tempo conosceva come le sue tasche. Con cui era cresciuta, di cui si era innamorata da adolescente.

*Ed io inciamperò e cadrò…
Sto ancora imparando ad amare semplicemente iniziando a gattonare.*


-Sono…sono senza parole…credo che me ne andrò via adesso!- farfugliò confuso e saettando con i suoi occhi color paglia da un punto all’altro del pavimento, ancora scosso e confuso. Lei era ancora ansante per le urla e paonazza di rabbia e vergogna. Non sarebbe mai riuscita a spiegargli perché aveva detto quelle cose e non voleva farlo probabilmente. Voleva perderlo, per sempre. Ecco perché aveva fatto tanto male sapere che tra un anno lo avrebbe avuto sempre tra i piedi, sotto gli occhi. Averlo in Francia, per tutto quel tempo, l’aveva aiutata. Come si dice? Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Sapeva bene che una volta sposati sarebbero andati a vivere in Francia. Perché avevano cambiato idea? E perché lo aveva appreso come tutti gli altri e nello stesso istante? Perché Teddy non glielo aveva detto prima? Magari anche via gufo. Non era pronta. Saperlo felice a Parigi non era come vederlo ogni giorno. Non voleva sbattuta in faccia la felicità di sua cugina giorno per giorno con l’uomo che amava lei. Anche se lo aveva detto Teddy restò ancora lì impalato e Lily fu tentata di confessare tutto, di liberarsi delle sue paure, emozioni e sentimenti. Poi lui si mordicchiò il labbro come combattuto ma alla fine scelse. Le voltò le spalle ed uscì dalla stanza.

*E ingoierò il mio orgoglio. Tu sei la persona che amo e ti sto dicendo addio…
Di qualcosa, sto rinunciando a te. (Say Something; Christina Aguilera/Jasmine Thompson)*


Quella sera stranamente i suoi genitori decisero di non restare a Villa Conchiglia a dormire, ma che sarebbero ritornati a Godric’s Hollow un giorno prima. Dopo la cena (e probabilmente dopo la sfuriata di Lily che tutti avevano sentito dal piano di sotto) si era respirata un’aria tesa e per lo più si era chiacchierato del nulla, senza cercare che saltasse fuori l’argomento “Teddy e Victorie tra un anno torneranno ad abitare in Inghilterra”. Lei aveva fatto appello a tutta la sua pazienza, e cercando di non sprofondare dalla vergogna, era riscesa dopo qualche minuto che l’aveva fatto Teddy e si era seduta sul divano in salotto a leggere una delle riviste di moda che Dominique lasciava sempre in giro. Tutti gli altri suoi cugini ed i suoi fratelli erano rimasti in cucina, forse per lasciarle il suo spazio o forse perché non volevano avere affatto avere a che fare con lei che ultimamente più del solito era irascibile e scontrosa. Quando la voce più severa del solito di suo padre la risvegliò capì di essersi appisolata sul divano degli zii e seguì a testa bassa i suoi familiari fuori dalla casa, lì dove una passaporta era stata preparata un’oretta prima. Si sentì agganciare per l’ombelico e un vortice la avvolse caoticamente e dopo i suoi piedi toccarono terra. Traballò leggermente e poi tornò in equilibrio, mettendo così a fuoco il salottino di casa sua. Casa dolce casa.

-Signorinella!- aveva tirato un sospiro di sollievo troppo in fretta a quanto pareva. Si girò con espressione sottomessa verso sua madre che era spalleggiata da suo padre. Entrambi avevano un cipiglio a dir poco infuriato. Sua madre aveva persino le mani sui fianchi e suo padre era più pallido del solito. Come biasimarli? Loro volevano un mondo di bene al loro figlioccio Teddy. Per loro era come un figlio, lo era sempre stato. Ovvio che a parer loro per Lily Teddy doveva essere come un fratello. Non sapevano però che lei lo amava immensamente e cosa stava nascondendo a tutti quanti. Tranne a Lysander
-Per favore…non potreste semplicemente restare fuori da questa storia?!- cominciò a protestare. Suo padre gli lanciò un’occhiataccia e decise che per il momento era meglio tacere e vedere cosa avevano da dirle.
-Come ti sei permessa di dire quelle scempiaggini a Ted? Perché mai sei stata così cattiva con lui anziché gioire come tutti gli altri della sua vittoria in campo lavorativo?- le domandò sua madre mentre agitata svolazzava i capelli lunghi e rossi come fiamme, proprio come i suoi. Restò zitta. Cosa poteva inventarsi? Non trovava nulla di buono da dire perciò restò a fronteggiare i suoi genitori con gli occhi ardenti di rabbia. Sentiva i suoi fratelli agitarsi dietro di lei. Forse volevano venirle in soccorso ma lei doveva sbrigarsela da sola. Forse loro avevano capito cosa c’era sotto, chissà…
-Rispondi a tua madre! È questa l’educazione che ti abbiamo insegnato? Se hai avuto “una giornata no” non hai il diritto di prendertela così spassionatamente con un tuo caro, lo capisci questo Lilian?- la rimbrottò suo padre minaccioso. Non potevano capire. Come potevano immaginarsi cosa c’era dietro. Anzi non dovevano nemmeno immaginarlo. Probabilmente sarebbero rimasti disgustati. Come poteva essersi innamorata del ragazzino che le aveva anche cambiato il pannolino anni addietro? Si sarebbero vergognati della loro figlia immatura e viziata e forse un pò perversa.
-Fatti miei!- sibilò cattiva. Per poco sua madre non svenne per così tanta insolenza. Era sempre stata la pecorella nera della famiglia Potter, un pò troppo svampita, un pò troppo frivola, incurante delle regole e dalle amicizie discutibili ma con loro era sempre stata gentile ed educata.
-Fila in camera tua, sei in punizione fino a quando questo tuo atteggiamento insolente non avrà fine!- fu la risposta secca di suo padre. Eccolo l’Auror che veniva fuori in casa propria.
-Ma…ma…ho diciassette anni, come puoi ancora mettermi in castigo?!- protestò sbattendo i piedi ed agitando la sua chioma cremisi come il fuoco, mentre i suoi grandi occhioni verdi ardevano di rabbia. L’unica risposta che ottenne fu un’altra occhiataccia ammonitrice e il dito minaccioso di suo padre che le indicava le scale verso la sua camera. Sbuffò talmente forte che quasi sembrò ringhiare e a passi pesanti come a voler rompere i gradini, salì diretta nella sua cameretta. Si sbatté la porta alle spalle e chiuse il mondo fuori.
*

TOC TOC

Il tocco leggero di suo padre la destò dai suoi pensieri. Era rimasta per la terza volta in piedi come una stoccafisso a fissare l’armadio semivuoto, mentre ultimava il baule e la valigia che si sarebbe portata dietro nel suo viaggio in Grecia.
-Avanti…- disse trasalendo appena. Suo padre entrò e si guardò attorno, quel disordine in effetti non le si addiceva ma era pur sempre in fase di preparativi, doveva concederglielo un pò di sano e femminile caos.
-Come procedono i preparativi per la vacanza? Pronta per domattina?- le chiese curioso. Calliope sorrise a suo padre che si dimostrava sempre rigido ma che lei sapeva essere in realtà buono come il pane. Almeno con lei.
-Oh beh spero di non dimenticare nulla…stavo facendo un ultimo resoconto, ma credo che io abbia preso tutto l’occorrente!- lo informò raggiungendolo e abbracciandolo. –Grazie per avermi dato il permesso!- aggiunse poggiando la sua guancia sul petto robusto del padre. Voleva tornare bambina e lasciarsi cullare, perché non poteva tornare bambina? Non avrebbe avuto quelle paure, quei rimpianti e quelle sofferenze.
-Figurati tesoro mio, tutto pur di farti felice!- rispose suo padre ma Callie sembrò cogliere nel tono di voce del padre una nota stonata. Si staccò da lui giusto per aver modo di alzare lo sguardo sugli occhi castani del padre e lo trovò pensieroso.
-Che c’è papà?- gli domandò curiosa senza sciogliere l’abbraccio ma inclinando in capo. –Qualcosa non va? Ci hai ripensato sulla vacanza senza genitori?- domandò perplessa. Suo padre scosse il capo lasciandosi andare ad un risolino composto.
-No tesoro…ecco io però proprio non riesco a vederti felice! Ti guardo e mi sembri sempre persa nei tuoi pensieri, turbata oserei dire!- fu lui a sciogliere l’abbraccio e a sedersi sulla sedia dello scrittoio, per guardarla con attenzione, quasi studiandola. Callie arrossì appena ma si voltò per non fare in modo che suo padre lo notasse.
-Papà davvero non c’è nulla che non va…- provò lei in un mormorio sommesso.
-Calliope…- l’ammonì –sono tuo padre, capisco quando qualcosa non va in mia figlia, sono mesi che ho questa sensazione ed ora che sei qui per le vacanze estive e posso passare più tempo con te ne ho avuto la conferma!- fece un sospiro e poi parlò ancora –voltati tesoro e dimmi cos’è che ti rende triste!- lei obbedì e non poté fare a meno di avere gli occhi colmi di lacrime ed un groppo in gola. Era sempre stata fragile e un pò piagnucolona ma doveva tentare di resistere davanti a suo padre.
-Io…io vi voglio bene e voglio rendervi orgogliosi di me, ti basta questo papà? Prometto di essere felice e riconoscente!-
-Ma tesoro!- e lì suo padre balzò in piedi corrucciato in viso –non devi fare ciò che ci inorgoglisce e poi essere triste quando noi non ci siamo!- e non poté fare a meno di piangere. Le lacrime scesero copiose senza che nemmeno si accorse di aver cominciato a piangere. Suo padre l’avvolse in un abbraccio e le accarezzò i capelli lisci e corvini dolcemente.
-Ma mamma…- miagolò tra le lacrime.
-Mamma capirà…- e li Callie comprese che suo padre aveva sempre saputo. Che aveva capito perfettamente cosa lei aveva nascosto per tutti quei mesi, indossando una maschera di finta gioia per quel matrimoni ocombinato. –Ci vorrà un pò perché lei è molto all’antica, più di me a quanto pare, e ci tiene ai rapporti con la famiglia Nott, ma prima o poi capirà!- aggiunse per rassicurarla ma esser al contempo sincero. Callie si liberò delicatamente dall’abbraccio per guardare in viso suo padre.
-Grazie…- sussurrò. Lui le asciugò le lacrime con i pollici e poi le sorrise. Poco dopo si ritrovò nuovamente sola nella sua stanza ma con un’idea che le frullava per la mente.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=KRKzcxJVjEc

*Siediti con me, coprimi, coccolami, stenditi insieme a me
e stringimi tra le tue braccia…*


Avvolse un ricciolo castano al dito mentre lei aveva cominciato a baciargli il collo lasciandogli baci bollenti. Si stava eccitando ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di guardarla. Era così bella. Non gli era mai successo, ma con Florinda riusciva a non pensare al sesso nonostante lei fosse in babydoll color blu notte, a cavalcioni su di lui e lo stesse riempiendo di baci umidi sul collo e poi sui lobi delle orecchie. Ma era splendido poterla abbracciare e odorare la sua pelle color cioccolato.
-Ti amo lo sai?- le soffiò dolcemente sulle labbra tumide quando lei prese a baciarlo sulle sue.
-anch’io!- rispose sorridendogli e specchiandosi nei suoi occhi color del cielo. Il ragazzo si sollevò adagiando lei al suo fianco. La sovrastò e la baciò con ardore, insinuando la sua lingua nella bocca di Florinda e quando incontrò la sua. Poi le sfilò prima una e poi l’altra spallina del babydoll e scoprì i suoi seni floridi e prosperosi. Li annusò poi ne baciò ogni centimetro e quando arrivo ai capezzoli li tormentò di baci, li succhiò e baciò ancora fino a sentirla gemere e allora la liberò totalmente del babydoll lasciandola in mutandine.
Lei sollevò il capo ed iniziò ad accarezzargli la schiena con le unghia tracciando ghirigori, mentre lui le toglieva anche quelle. E poi si liberò dei suoi boxe. Si sorrisero emozionati consci che stavano per fare l’amore per la prima volta. Octo sentì il cuore ruggire mentre pensava che quello non era sesso. No non sarebbe stato più solo sesso. La baciò mentre entrava in lei ed i loro corpi si fusero. Sotto i suoi colpi di reni udì i gemiti di piacere di Florinda e quando arrivò al culmine del piacere la baciò ancora e le passò una mano tra i riccioli sudati. Perché non riusciva a smettere di sorridere come un idiota!? Si distese accanto a lei, senza mai scioglierla dal suo abbraccio. Non poteva permettere che quello fosse un sogno. Non avrebbe lasciato più che qualcosa o qualcuno gliela portasse via di nuovo.

*Il tuo cuore è contro il mio petto, le labbra premute sul mio collo.
Mi sto innamorando dei tuoi occhi…ora sono innamorato.*


-Non scappo mica…- scherzò lei voltandosi così che i loro nasi si toccassero.
-E chi me lo dice?!-
-il mio amore per te! Sono innamorata di te Octavius Thomas e a meno che tu un giorno non ti stancherai di me io sarò sempre tua!- lo rassicurò per poi baciarlo dolcemente sulle labbra carnose color caramello.
-Come potrei?! Come potrei stancarmi di questa sensazione di essere finalmente nel posto giusto con la persona giusta?!- a quelle parole Florinda si accoccolò ancora di più avvolta nel suo abbraccio e sospirò beatamente. Si era proprio tutto così dannatamente e meravigliosamente giusto adesso.
 
*

*Sistemati con me e sarò la tua salvezza. Sarai la mia signora…
Sono stato creato per tenere caldo il tuo corpo ma ho freddo mentre il vento soffia
perciò stringimi tra le tue braccia…*

 
-Muovi il culo Jamie, altrimenti perderemo la passaporta del mio collega Jonathan, si attiverà a mezzogiorno in punto!!- gli urlò suo zio mentre tentava di non rompersi il collo mentre scendeva il baule proprio di quest’ultimo dalle scale tortuose della Tana. Suo zio Charlie aveva fatto tappa dai genitori e una sera gli aveva proposto quella vacanza in Romania. Cosa c’era di meglio di un safari tra i draghi per liberare la mente e dimenticare quell’anno del cazzo, continuava a ripetersi?! Stava lasciando i suoi genitori e sua sorella litigati, Albus stava partendo con gli altri cugini per Malta e lui aveva deciso di tagliare la corda e allontanarsi da tutto e tutti. Da qualunque cosa che poteva ricordargli lei.
-Eccomi zio!- disse con il fiatone appena entrato nella cucina dei nonni. Nonna Molly al solito era in lacrime perché non solo suo figlio Charlie stava ripartendo ma stavolta si portava via per tre mesi il suo nipotino Jamie.
-Oh bene sei pronto!- lo accolse con il suo solito tono rude lo zio. Quando lo guardava pensava sempre “come avere settant’anni e non sentirli!”. –ehi ma chi è quella morettina che corre sgraziata per fuggire dai nostri gnomi?-
“eh?” fu tutto quello che il cervello di Sirius poté formulare. Suo zio doveva essere uscito di testa a furia di avere a che fare solo con bestione sputa fuoco. Quella frase non aveva alcun senso. Lo zio, con i suoi soliti modi gentili, gli prese la testa fra le mani e gliela voltò bruscamente verso la finestra. La scenetta sarebbe stata esilarante se non fosse stato che quella pazza che correva ed urlava nel giardino della Tana non fosse stata proprio la ragazza che gli aveva spezzato il cuore e che lo stava costringendo a partire per cambiare aria. Sgranò gli occhi e liberatosi dalla presa dello zio che borbottò qualcosa sul non ritardare altrimenti sarebbe partito senza di lui, corse via verso Calliope.

-> https://www.youtube.com/watch?v=KRKzcxJVjEc
*Sì, sto provando tutto dall’odio all’amore, dall’amore alla lussuria, dalla lussuria alla verità.
Credo che questo sia quanto ti conosco,
perciò ti stringo vicina a me per aiutarti a lasciarti andare…*


-AIUTO! AIUTO! CACCIALI! CACCIALI VIA!!!- urlò lei appena lo vide arrivare. Sirius prese un forcone lì vicino e minacciò i piccoli esserini. Quelli lo mandarono al diavolo e si sparpagliarono, scappando via verso lo stagno. Si voltò verso Calliope piegata in due dal fiatone e con le gambe nivee, lasciate scoperte dal prendisole color smeraldo, sporche di terra ed erba.
-Che ci fai qui?- le domandò gettando via il forcone e raggiungendola.
-Avevo voglia di fare un pò di Jogging con gli gnomi selvatici dei tuoi nonni, non è ovvio?!- rispose lei ironicamente. Sirius si corrucciò. Erano tornati ragazzini e si stavano battibeccando nei corridoi di Hogwarts?!
-Sul serio Calliope, non dovresti essere già in viaggio?-
-E tu?- chiese di rimando la ragazza ritrovando il giusto ritmo del respiro. La vide scrollarsi di dosso la terra e staccarsi i fili d’erba appiccicati ai suoi polpacci e poi finalmente tornò a guardarlo.
-Calliope?!- la rimproverò, perché il tempo dei giochi era finito.
-Mi chiedevo…se per quel viaggio in Romania, c’è un posto anche per me…- dire che lo aveva spiazzato era poco. Lei gli stava sorridendo e le tremavano le mani. Solo allora si accorse che qualche metro più in là c’erano un baule ed una valigia.
-Dici sul serio? E la Grecia? E Pierre? E i tuoi genitori?- lui si sentiva una ragazzina isterica ma non ce ne stava capendo più un fico secco.
-Che vadano al diavolo tutti! Basta scappare, basta paura, basta rimpianti, basta dolore! Portami via con te! Adesso!- Sirius non sapeva se continuare con il terzo grado o andarle incontro e baciarla. Ma ci pensò lei a fargli prendere la decisione giusta. Calliope prendendo una rincorsa gli saltò addosso abbracciandolo. Le gambe della ragazza si avvolsero attorno al suo bacino e le sue braccia attorno al suo collo. Lo stava quasi stritolando ma non gli importava, era da troppo tempo che gli mancava il corpo di Callie contro il suo. –Allora… mi porti via con te?- gli chiese ancora con gli occhioni blu colmi di speranza.
-Certo!- le soffiò sulle labbra mentre un sorriso splendente si dipingeva sulle labbra di entrambi e poi lei lo baciò. Gli erano mancate anche le sue labbra morbide che, non si spiegava come, sapevano sempre di fragola. La strinse sempre più a sé così che i loro corpi caldi potessero aderire e diventare un tutt’uno.

*Baciami come se volessi essere amata…sembra proprio un sentimento d'amore.
Ci stiamo innamorando!*


-EHI PICCIONCINI LA PASSAPORTA SI È ATTIVATA! SI PARTE O NO?!- la voce di suo zio Charlie li raggiunse. Callie scoppiò a ridere.
-Beh direi che possiamo andare!- scherzò lui. Sospirò felice e la mise a terra. –solo una cosa…- però le domandò prima di raggiungere la Tana.
-Dimmi!- cinguettò lei divertita immaginando quello che le avrebbe chiesto.
-Non ti sposi più vero?!- Calliope rise di gusto. Scosse il capo in senso di diniego cercando di tornare seria.
-No sono libera!- e gli mostrò che al dito non portava più la fedina.
-Ma che libera?! Sei la mia ragazza!- protestò lui fingendosi offeso e puntando i piedi a terra.
-Mmh… suona bene però: Calliope la fidanzata di Potter il galletto!- lo prese in giro abbracciandolo forte forte.
-Abbastanza!- e la strinse a sé. –Ora andiamo prima che mio zio ci lasci qui!- si incamminarono stretti l’uno all’altra, fianco a fianco.
-Ma non ci saranno davvero i draghi, vero?!- mise le mani avanti a lei.
-Ceeeerto che no…- rispose lui poco convincente beccandosi un’occhiata spaventata. –Ehi ci sarò io a proteggerti!-
-Me lo prometti?- miagolò lei senza sciogliere l’abbraccio, mentre camminavano verso la Tana.
-Ti proteggerò per sempre!- le disse improvvisamente serio e ancorando i suoi occhi nocciola in quelli blu oceano di Calliope. Lei gli sorrise e per la prima volta in tutta la sua vita capì cosa significava quella parola tanto decantata in miliardi di canzoni e poesi… L’Amore. L’amore era quello. Era specchiarsi negli occhi di una persona e sentirsi bene, sentirsi a casa.
-Ti amo!- gli disse Calliope e Sirius seppe che anche lei stava pensando le stesse cose che aveva pensato lui.
-Ti amo anch’io!- rispose avvolgendo il suo viso tra le sua mani e baciandola con passione.
 

 
FINE.
 
Che dire?! GRAZIE! Grazie per aver seguito la mia teendrama fanfiction, SCUSATE se in questo più o meno lungo periodo ho aggiornato in maniera altalenante e se avete trovato qualche errore di battitura qua e là =P ... Ancora GRAZIE a coloro che hanno voluto lasciare una traccia del loro passaggio lasciando una recensione (risponderò oggi stesso a quelle del capitolo precedente e GRAZIE anche a chi in silenzio ha messo tra le seguite, preferite e da ricordare la mia storia! ^.^ Ma passiamo al mio ultimo commento su Orgolio&Pregiudizio... Mi sono permessa di terminare parlando della coppia protagonista che ha dato vita a tutto questo e nei toni più spensierati e dolci che li hanno contraddistinti fin dall'inizio...eh si parlo proprio di Callie e Sirius! xD era giusto, a parer mio, dare loro un finale con tanto di battibecchi e battuttine, del resto è così che la loro storia è iniziata ed era così che doveva finire! ;) Non poteva mancare il lieto fine anche per la ragazza della porta accanto, la ricciolina Florinda ed il suo principe azzurro inaspettato ovvero Octo! Spero che anche loro due abbiano fatto breccia nei vostri cuori ed infine un' ultima nota d'autore...no non sono pazza che proprio nell'ultimo capitolo ho parlato di Lily e Teddy...vi ho parlato di loro qua e là in questi 28 capitoli e questo perchè in testa ho un progetto su loro due, Lysander e il fratellino di mezzo, eh si proprio Albus Potter! Ancora di nero su bianco non c'è nulla, ma solo qualche ideuzza! intanto ho gettato le basi e come si suol dire CHI MI AMA MI SEGUA!!! con questo è tutto lettori, vi auguro un sereno e felice Natale! Buone vacanze e alla prossima! baci e a presto, rory! <3
 
 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2337389