Fratello e Sorella l'ultima luce

di Angel27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trama ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Si va in scena ***
Capitolo 10: *** Verità e Inganni ***
Capitolo 11: *** Scelte difficili ***
Capitolo 12: *** Incubi ***
Capitolo 13: *** Come tutto ebbe inizio ***



Capitolo 1
*** Trama ***


Mi stringo a lui, anche se il freddo che emana il suo corpo mi fa rabbrividire, sento il suo sguardo grave su di me.
"Mi dispiace" dice  scostandosi leggermente, prontamente lo stringo dolcemente a me. "Preferisco un freddo abbraccio ad una gelida solitudine"  sussurro.
Se fosse sogno o realtà non saprei dirlo, poiché la mente sa che erano le illusioni ad ammaliarmi, ma il cuore provava sentimenti reali che la ragione non può spiegare.
Si, "il cuore ha ragioni che la ragione non può spiegare."
Ma cosa può chi ha amato solo illusioni? Illudersi di aver amato e torturarsi perché vorrebbe l'amore, quel sentimento che trasuda nobiltà, quella palma che porta la pace al cuore e quella fiamma ardente che sconvolge l'anima.
Allora conta...conta i minuti che ci separano e tira...tira quel filo rosso che mi lega a te, lo sai che c'è, perché ci ostiniamo a non vederlo? Potremo mai arrenderci all'amore?
Sei come un veleno che mi uccide piano e come lo zucchero che addolcisce ogni pena, sei la mia follia e la mia salvezza, sei illusione e sei realtà, sei l'amore di una vita e sei l'assassino del mio cuore...sei sogno tremendo e meraviglioso che incatena la dolce anima a pareti di roccia gelida scosse da vento e onde dell'imperioso oceano. Lei grida straziata dal dolore e dalla solitudine, piange ma le lacrime si fondono con l'acqua salata, che le ferisce il viso e infine canta...canta per te una nenia dolce come il miele e tetra come l'inferno.
"Se da cuore o uomo fui tradita non so dirlo. Ascolta o cielo la mia supplica di questa serva inutile a cui la vita ha dato tanto, ma nulla lei ha dato alla vita, fanne ciò che desideri: straziala, uccidila e poi va da lui gridagli il mio dolore, la mia sofferenza e morte. Ora che mi hai rinnegata...dolce traditore, sangue sarà chiesto e sangue sarà versato."
Perché si sa che quel dio che tutti amiamo mai imparerà ad amare..
.

 

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Capitolo 2
*** Prologo ***


Sento le lacrime bruciarmi il viso, non c'è nulla attorno a me solo tenebre, sento il corpo come avvolto da una paralisi e la mente tormentata dai peggiori incubi, mi lascio andare al dolore mentre mi avvolge con le sue spire maledette.
"Loki, tesoro perché piangi?- la voce di Frigga sembra una dolce melodia- vieni qui." Alzò la testa talmente veloce che sento il collo schioccare, mentre le lacrime si fermano. Ora c'era una luce in tutta quell'oscurità che andava man mano aumentando. 
Finalmente la vedo, nel suo elegante abito azzurro cielo ornato da filamenti dorati, stendere le braccia verso di me, "Madre,- pronuncio quella parola come se ne dipendesse la mia stessa vita- mi siete mancata così tanto!" sussurro abbracciandola e poggiando il capo sulla sua spalla. Sento le sue mani avvolgermi, stringermi con forza e dolcezza, mi lascio inebriare dal suo dolce profumo, lo stesso di quando ero bambino. 
"Madre, mi dispiace io...avrei dovuto proteggervi..." biascico lasciando che le lacrime riprendessero a scorrere, "Loki non è stata colpa tua." la sua voce vuole darmi conforto, ma il senso di colpa è troppo grande "Invece lo è!- affermo con rabbia- sono rimasto con le mani in mano mentre voi..." non riesco a concludere la frase il dolore e la vergogna sono troppo grandi. Mi scosta dolcemente o capelli dal viso per guardarmi negli occhi, non posso che sentirmi peggio vedendo che nei suoi cerulei, non vi è rabbia o tristezza, ma comprensione e amore, "Loki tu ora non puoi comprendere, ma vedrai col tempo ci riuscirai. Tesoro mio- mi prese il viso tra le mani ed io, chiudendo gli occhi, mi beai di quel contatto - tutti abbiamo una missione nella vita ora resta solo scoprile quale sia, io l'ho compreso tempo fa ed ora tocca a te." disse sorridendo e lasciandomi un tenero bacio sulla fronte, "Fidati di chi ti ama Loki, perché nell'amore troverai la tua strada."
La sua voce si fece lontana e la sua immagine divenne eterea come quella dei fantasmi fino a sparire come una dannatissima illusione.
Apro gli occhi e incontro il bianco soffitto della mia cella sospiro affranto, "Era un sogno, solo un dannatissimo e meraviglioso sogno..."

"Padre non potete, morirà!" tuona Thor esasperato, "La morte è la punizione per i traditori, Thor, e lui ci ha tradito troppe volte!" la voce del Padre degli dei è dura e priva di pietà, "Vi prego lasciate che venga con me su Midgard senza il pieno controllo dei suoi poteri è innocuo!Sarà sotto mia sorveglianza e probabilmente anche quella dello S.H.I.E.L.D. Padre diamogli un'ultima possibilità. È quello che vorrebbe Madre" conclude consapelove di aver toccato un tasto dolente entrambi. Odino, ormai troppo vecchio e addolorato per la perdita della moglie, annuisce stanco "Ma sappi che se ci tradirà di nuovo non esiterò a spedirlo tra le grinfie dei giganti di fuoco!" aggiunge con voce tonante. Thor sorride sollevato e dopo aver ringraziato mille volte Padre di tutto si congeda dalle stanze del re diretto alle prigioni.

Ho sempre amato lo spettacolo che si può godere dal Bifröst ammirando le miriadi di stelle e galassie.
"Arrivano...e vengono per te." la voce del Guardiano interrompe il silenzio mentre entrambi fissiamo le stelle "Lo so, Lei mi ha parlato." rispondo apparentemente calma, mentre un brivido di terrore mi corre su per la schiena, "Cosa devo fare Haimdall?" gli occhi ambrati del Guardiano si posano su di me, "Torna  e combatti! Sveglia la tua vera natura, smettila di fuggire da ciò che sei!" le sue parole sono lame che mi trafiggono da parte a parte, lo guardo con sincero risentimento "Non posso..." rispondo consapevole del mostro che dorme dentro di me, "Thor ti raggiungerà su Midgard" a quell'affermazione spalanco gli occhi stupita, "Cosa? Non dirmi che Odino ha scelto la terra per esiliare Loki." dico sperando di non avere ragione, "Non proprio Padre degli dèi ha deciso che entrambi ti sorveglieranno, per proteggerti." 
sbuffo alzando gli occhi al cielo "So difendermi da sola!- affermo offesa da questa decisione assurda- Padre ha dimenticato che è stato lui ad educarmi nell'arte della guerra e che Madre mi ha reso un'abile maestra di magia?" Haimdall mi guarda impassibile, "Ciò che decide il Padre degli dei è legge e come tale va rispettata! Sarai scortata e protetta dai tuoi fratelli questo è quanto!" Non mi dà il tempo di ribattere che interrompe il sogno.
Mi sveglio di soprassalto ricordando tutto in pochi minuti, "Ah che cavolo! Ci mancavano sono quei due adesso." borbotto.
Mi alzo svelta dal letto diretta al bagno consapevole di ciò che avrei visto una volta avvicinatami allo specchio. 
Infatti, eccola lì. Una ragazza simile a me è riflessa nello specchio ha lunghi capelli argentei e occhi ghiaccio decisamente differenti dai miei capelli ramati e occhi cobalto. 
La vedo ghignare beffarda, ciò mi irrita molto, "Smettila di ridere come un'ebete e parla! Quando arriverà?" chiedo spazientita, "Oh siamo di cattivo umore oggi?" domanda continuando a sogghignare guardandosi distrattamente le unghie della mano, chiudo gli occhi sospirando, "Smettila di cambiare discorso e parla!" le ordino, "Si, sei decisamente di cattivo umore!" la guardo malissimo, non va bene sta prendendo di nuovo il sopravvento effetto collaterale delle  troppe notti insonne, mi porto una mano alla tempia sentivo la testa scoppiare, "Presto-sussurra all'improvviso- vuole noi, il nostro sangue, il potere. Guardati le spalle principessa ora più che mai siamo in pericolo!"digrigno i denti per la rabbia"Deve temere il nostro potere prima di bramarlo!" Affermo decisa, "Guarda..." In pochi attimi nella mia testa cominciano a scorrere veloci delle immagini come in un film.
"L'abbiamo trovata mio signore!"una voce roca rimbomba nella mia testa,
"Bene- incontro due sinistri occhi gialli che si puntano con insistenza nei miei e sento gelare il sangue nelle vene- aspettami principessa presto ci rivedremo."

Salve a tutti!
Grazie per aver letto il prologo di questa nuova storiella.
Si, questa è la mia seconda ff su Thor vi sto assillando me ne rendo conto. ^_^"
Spero di avervi incuriosito almeno un po'.
A presto con il primo capitolo!
Bye
Angel27

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


Buio.
Tutto ciò che sento è un dolore lancinante per tutto il corpo, mi sforzo di aprire gli occhi per capire dove mi trovo, pessima idea, mi bruciano come tizzoni ardenti, con un gemito dischiudo le palpebre e la luce del sole mi acceca. Passano parecchi minuti prima che riesca a mettere a fuoco ciò che mi circonda. 
Sono disteso su qualcosa che riconosco essere erba, con una lentezza esasperante mi metto a sedere cercando di non fare caso al dolore che mi avvolge totalmente il corpo. 
Quando riconosco la persona in piedi davanti a me digrigno i denti per la rabbia, Thor mi fissa dall'alto della sua statura con superiorità, "Ora hai deciso di prendertela con chi non può difendersi- dico acido alzando i polsi legati da un paio di manette- bel vigliacco che sei!" concludo deridendolo, lui come se non avessi parlato mi prende per il colletto della giacca sollevandomi, come fossi un pupazzo. 
Inutile dire quanto in quel momento avrei voluto ucciderlo, peccato che grazie a quel vecchio orbo mi ritrovo con limitati poteri su un pianeta che, notando le panchine e vari alberi che ci circondano, riconosco con mio grande dispiacere essere Midgard.
"Perché siamo su questa sottospecie di bomba ad orologeria?" chiedo fulminandolo con lo sguardo, quello per tutta risposta mi guarda indifferente, "Non è bene insultare il pianeta dove vivrai fratello!" per una manciata di secondi lo guardo convinto di non aver realmente compreso le suo parole, "Cosa?" chiedo poi scettico, "Sbrigati abbiamo appuntamento con Jane per mostrarti la tua nuova dimora!" risponde lui e senza darmi il tempo di ribattere mi tira per le manette facendomi vedere le stelle per il dolore, "Sempre delicato eh?" mi lamento mentre la miriade di puntini che mi appannava la vista si dissolve, "Sta zitto Loki!" non mi piacciono i suoi modi, non mi piace lui e non mi piace che mi dia ordini, ma qualsiasi mossa ora non lo scalfirebbe nemmeno, senza i miei poteri o quantomeno il mio pugnale non posso certo fronteggiare un armadio a due ante come questo, quindi decido di non contraddirlo.
Improvvisamente il suo sguardo si illumina e lo vedo fissare con attenzione una figura in lontananza comprendo solo dopo qualche attimo che si tratta della donna di cui si è infatuato, lo vedo andarle incontro a passo svelto noncurante dello spettacolo decisamente ridicolo che sta dando.
È esilarante vedere come diventa un docile e servile cagnolino quando incontra quella Midgardiana. Purtroppo devo assistere alle loro effusioni mentre sento chiaramente salire un conato di vomito, il possente Thor dicono? Ma che baggianata! Non è altro che un bambinone viziato e sentimentale.
Quando finalmente si staccano li vedo avvicinarsi sorridenti, che diamine avranno da sorridere io non lo so, "Ciao Loki. È da un po' che non ci vediamo." la voce di questa donna è davvero fastidiosa con tutte le valchirie che ci sono su Asgard, proprio una vulvetta lamentosa come questa si doveva scegliere quello zuccone, "Credimi fosse stato per me avrei rimandato il nostro incontro a mai più, ma a quanto pare ora sono gli altri a prendere decisioni per me!" sputo quelle parole come fossero veleno giusto per irritare un po' Thor che, come previsto, reagisce male afferrandomi per il collo, "Portale rispetto Loki!" mi dice infuriato, ghigno soddisfatto per averlo fatto cadere nella mia "trappola", "Tranquillo Thor non mi sono offesa...lascialo - ovviamente Thor obbedisce completamente asservito a quella donna- Bene ora è meglio se andiamo stiamo decisamente dando troppo spettacolo qui." per una volta mi trovo d'accordo con l'umana e pochi attimi dopo mi ritrovo davanti ad uno  veicolo di metallo a quattro ruote. Thor mi fa cenno di entrare, "Te lo puoi scordare! Io non entro in questo corso!" ribatto scettico, pessima idea Thor con tutta la sua gentilezza mi spinge all'interno dell'abitacolo facendomi battere la testa contro il tetto ed io prendo a imprecare tutte le divinità esistenti.
Dopo aver sfrecciato tra palazzi e altri di questi strani veicoli, tra cui alcuni a due ruote, ci fermiamo davanti una piccola abitazione.
"Eccoci- esclama la terrestre soddisfatta aprendo la porta di quella piccola residenza- mi sembra abbastanza accogliente per voi due non credete? Lo SHIELD si è adoperato per trovarvi una comoda residenza provvederanno loro al pagamento della casa e alle varie spese." conclude guardandoci, mentre Thor mi libera finalmente da quelle maledette manette.
Osservo con attenzione la casa, ma senza un reale interesse, mentre sgranchisco i polsi indolenziti. Il mobilio non era male, mi ricordava vagamente la casa dell'uomo di metallo, c'era un divano bianco con accanto due poltrone del medesimo colore, sistemate davanti ad uno strano schermo nero, una scala in legno e vetro portava al piano superiore e di fianco vi era una porta che conduceva in un'altra stanza.
"Mi spieghi di grazia perché siamo qui?" chiedo acido sperando vivamente che sia tutto un incubo, "Padre dopo ciò che hai fatto ti aveva condannato alle prigioni di Múspellheimr- per un attimo mi manca il fiato pensando a quel posto fatto solo vulcani, lava e fuoco- Ma io l'ho pregato di mandarti qui su Midgard, poiché rinchiuderti nelle prigioni dei giganti di fuoco sarebbe stata morte certa!" mi spiega mentre cerco di evitare di urlargli contro tutta la mia rabbia, "Meglio la morte a questo punto" borbotto mentre la testa prende a girarmi e la mia mente si assenta per qualche secondo. Davvero Odino mi voleva morto? Quello che per tanti anni ho chiamato padre ora desiderava con ardore la mia distruzione, poi dicono che io sono il mosto, beh loro non sono da meno. Mi costringo a riprendere il controllo di me stesso, mentre sfinito smetto di ascoltare Thor e Jane che continuano a parlare di non so e non voglio sapere cosa. Mi avvicino al divano lasciandomi cadere sopra al sofà sfinito, e, dopo aver chiuso gli occhi, mi abbandono al sonno facendomi cullare da una cantilena dolce ed armoniosa, che proviene da qualche parte remota della mia mente.

"Insomma Irene ho detto di no!" urlo esasperata, "Ma perché? Dai sarà divertente!" continua imperterrita irritandomi profondamente, "Ho detto di no, lo sai che non amo quel locale, c'è troppa gente, troppo casino!" ripeto per la centesima volta, "Isabelle tesoro, sei una ragazza giovane e bella, per quale dannatissimo motivo vuoi sprecare tutto questo ben di Dio? Ci saranno almeno una trentina di scapoli lì! È come essere una bambina in un negozio di caramelle!" ribatte lei urlando le ultime parole costringendomi allontanare il cellulare dall'orecchio. Sospiro stanca sono due ore che mi sta assillando al telefono per andare assieme a lei e le ragazze al Blue Moon, un locale londinese molto amato dalle me amiche. Ho un mal di testa esagerato: "Va bene hai vinto, vengo- mi arrendo, la sento urlare di gioia e gli ultimi timpani rimasti vanno a farsi benedire, "Vengono anche Elisa e René ci vediamo sotto casa tua alle 21:30! Ok?" praticamente mi ha organizzato la serata "Ok- rispondo ridacchiando- a stasera!" detto questo finalmente posso posare il cellulare non mi sento più l'orecchio e la mano, tanto il tempo che mi ha tenuto al telefono, ma sorrido pensando che per quanto folli ed assolutamente irritanti sia fortunata ad avere amiche come loro.
Mi alzo dal letto della mia camera e mi dirigo al bagno. Fisso la mia immagine riflessa allo specchio, gli occhi cobalto vanno a contrastare con i capelli ramati e la pelle diafana, non posso evitare di ricordare ciò che è accaduto la notte scorsa e sospirando chiudo gli occhi cercando di scacciare via quei pensieri.
Guardo l'orologio sono le 18:30, realizzo di avere ancora molto tempo e decido di farmi un bel bagno rilassante, almeno distendo i nervi. Dopo aver riempito la vasca con acqua ed oli profumati alla rosa, mi immergo beandomi della sensazione di sollievo che mi dà l'acqua calda lasciandomi cullare dal profumo inebriante degli oli e poggiata la testa sul bordo della vasca mi abbandono al sonno e tutto diventa buio.

"No, potete scordarvelo!" sbraito fissando Thor nel suo nuovo abbigliamento midgardiano, camicia azzura, pantaloni scuri, che la mortale aveva chiamato jeans e scarpe nere. 
"Dai Loki ci divertiremo, visto che siamo su Midgard conviene che impariamo a conoscerla almeno un po'!" il modo in cui sorride mi dà così fastidio, che a stento riesco a trattenermi dal fracassargli il naso con un pugno, "Preferisco farmi uccidere dai giganti di fuoco!" ribatto acido, in risposta mi lancia gli indumenti, che aveva tra le mani, in faccia congedandosi con uno "sbrigati!". Sospiro mentre osservo quegli strani indumenti, una camicia bianca pantaloni neri e giubbotto nero di pelle, sbuffo sonoramente quando mi rendo conto che i pantaloni sono attillatissimi, ma come cavolo fanno a muoversi con certi così? Per gli dei quanto danno fastidio!
Mi avvicino alla finestra, il sole oramai era sparito e le stelle, anche se poco per via delle luci di quella città, si intravedevano nel cielo notturno. 
"Madre ve ne siete andata troppo presto, non siamo pronti..." sussurro con occhi lucidi, " Se ho permesso che accadesse tutto ciò è perché so che lo sei, Loki..." una lacrima sfugge al mio controllo rigandomi il viso, "Mi mancate madre..." sento gli occhi bruciare ed inumidirsi, "Io sono con te, Loki, sempre e per la grazia che c'è stata concessa starò con te quanto è necessario per aiutarti a trovare un posto nell'universo.- ormai le lacrime scendono copiose, ma non me ne curo- Ti voglio bene, figlio mio non dimenticare che non c'è amore più grade di quello di una madre." la voce svanisce ed io mi sento perso. Il cigolio della porta mi riporta alla realtà, non mi volto immaginando già chi fosse, "Sono pronto Thor arrivo!" dico con tono neutro, "Ti ho portato queste Loki, Thor le aveva dimenticate." mi volto di scatto incontrando gli occhi nocciola di Jane e, quando vedo comparirvi sorpresa, mi rendo conto di aver fatto una stupidaggine. I miei occhi sono ancora lucidi ed alcune lacrime ancora visibili sul mio viso, "Hey tutto bene?" mi chiede poggiando le scarpe sul pavimento, avvicinandosi cauta, non so perché ma quando mi accarezza il viso la lascio fare beandomi di quel contatto, "Sappi Loki che il mandarti qui non è una punizione, ma una missione.-dice, non comprendendo le sue parole la guardo interrogativo- Thor ti racconterà tutto più tardi, tieni!" conclude porgendomi un fazzoletto, sorrido amaramente, "Mi sto rammollendo!" dico ironico, sorride "No, stai vivendo!" mi dice prima di uscire dalla stanza salutando con un "ti aspettiamo". 
Rimango diversi minuti a fissare la porta ripensando alle sue parole, forse non era poi così stupida come pensavo.

Nota autrice:
Ed eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole!*ride malefica*
Ringrazio per aver letto il prologo e questo primo capitolo e vi prego di farmi sapere cosa ne pensate.
Ps. Chiedo perdono per eventuali errori. ^.^"
A presto.
Angel2

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Il campanello squilla, ed a velocità supersonica afferro la borsetta nera fiondandomi giù per le scale, "Io vado non aspettatemi sveglie!" urlo mentre Hayden mi salutava con un gran sorriso, "Finalmente esci un po', temevo che saresti stata in clausura eterna!- sorrido- Mi raccomando sta attenta!" dice canzonatoria,  la guardo alzando un sopracciglio "Hayden, per gli dei ho ventidue anni!" lei ridacchia, "Mi raccomando, Isabelle, non fare una strage!" interviene Delia strizzando l'occhio, "Oh ragazze basta, io vado!" dico sorridendo.
Come accordato Renè, Irene ed Elisa mi aspettano davanti casa, "Ciao ragazze!" dico sorridendo a tutte, Renè emette un sonoro e lungo fischio, "Ragazza, questa notte li fai morire tutti!" mi dice ammirando il mio vestitino nero aderente, parecchio succinto, chiuso da una lunga cerniera argento ricoperta da pietre simili a cristalli e un paio di decolletè nere. Irene ed Elisa annuirono col capo, come se fossero dei pupazzetti a molla, fissandomi allibite, in pratica mi stavano facendo una radiografia "Ok ragazze per tutte le Norne, basta ora!" le ragazze sorridono divertite, oramai non fanno più caso ai miei strani detti e nomi, mi maledico comunque pensando che dovrei stare più attenta. 
Appena arrivati vedo tante di quelle persone, che sono tentata dal girare le spalle e tornare indietro. No, questa sera niente pensieri! 'Tu sei cosciente del fatto che se domani non ti presenti in orario James ti fa fuori, vero?' come non detto la mia coscienza parla, ''Sarò da James per l'ora stabilita, ma adesso''...
"Andiamo!" esclamiamo tutte e quattro in coro entusiaste avviandoci nel grande locale con la scritta Blue Moon.

Arriviamo a destinazione con quel veicolo, che ho scoperto chiamarsi macchina, davanti ad un edificio con sopra la scritta azzurra luminosa 'Blue Moon'. 
"Cos'è facciamo gli spiritosi ora?" chiedo sarcastico indicando col pollice la scritta azzurra, Thor deve aver compreso il mio sarcasmo, poiché sulle sue labbra si stampa un sorriso beffardo, "Non era nostra intenzione, fratello, comunque bella battuta!" dice dandomi una pacca sulla spalla, sospiro rumorosamente "Modi più gentili Thor, gentilezza è così difficile da capire? Pensa se con la tua mortale ti comportassi in questo modo, la spezzeresti in due come un ramoscello!" cerco di fargli capire con tutto il garbo possibile, "Dai Loki non fare la femminuccia!". Ok, ora gliele suono di santa ragione! 
Stavo per reagire, ma la mortale mi guarda pregandomi di evitare di dare spettacolo e non posso che darle ragione. Sbuffo infastidito, "Entriamo?" disse spingendoci delicatamente verso l'entrata, entrambi annuiamo dirigendoci all'interno dell'affollato locale.
 
Eravamo sedute attorno ad un piccolo tavolo circolare tutte con davanti un cocktail chi verde, chi blu, chi giallo, il mio era un bel rosso fuoco. "Insomma ragazze non si balla questa sera?" chiede Elisa sorseggiando la sua bevanda, "Non ancora prima dobbiamo fare un gioco!" dice Irene e il modo in cui mi guarda non fa presagire nulla di buono, "Irene..." comincio, ma non mi permette di proseguire, "Folle, romantica, sexy decidi svelta!" mi dice sbrigativa, le altre due ridacchiano ed io le fulmino con lo sguardo, "Vi prego ragazze non diamo spettacolo così..." dico cercando di dissuaderle, "Isabelle questa sera devi vivere! Fregatene di tutto e scegli!" mi dice Renè sorridendo beffarda, "Prima ditemi chi è il malcapitato!" rispondo cercando di guadagnare tempo, mentre elaboro una via di fuga. 
Le vedo guardarsi intorno per parecchi minuti e proprio quando me ne stavo sgusciando via,  tutte e tre urlano "Quello!" sobbalzo e guardo nella direzione indicatami dalle tre arpie. Mi si mozza il fiato quando vedo "il malcapitato" seduto solo ad un tavolino. Ha lunghi capelli neri ribelli, che cadono sulle spalle, indossa una giacca in pelle nera e pantaloni del medesimo colore che vanno decisamente in contrasto con la pelle diafana, ma ciò che mi colpisce di più sono i suoi occhi di un verde molto intenso e familiare 'È cresciuto!' 'Già- penso sognate- Aspetta un secondo, ma tu non dovresti essere la mia parte razionale? Che sono queste constatazioni?' 'Sto solo dicendo che il ragazzo è messo piuttosto bene!' 'Oh sta zitta!'. Non credevo che l'avrei rivisto tanto presto, certo ero stata informata del suo improvviso trasferimento su Midgard, ma Londra è così grande che comincio a pensare l'abbia fatto apposta.
Non mi rendo conto di guardarlo già da parecchi minuti finché non sento Elisa che mi sussurra all'orecchio "Scegli" sobbalzo, "No, ragazze, non lui...è troppo..." balbetto, "Bello e dannato?" mi chiede Renè con un sorriso malizioso, "Tralasciando questo, ragazze è un gran bel pezzo di figliolo! Su scegli folle, romantica, sexy!" interviene Irene, "Concordo. Oh fossi in te opterei per la terza!" dice Elisa con fare sognante, "Siete tre arpie!- borbotto- Comunque prima vado a prendere qualcos'altro da bere." dico allontanandomi dal tavolino, mentre le tre ridacchiavano.

Il locale è scarsamente illuminato da luci calde e azzurrine, al centro vi è un'enorme pista da ballo animata da rumori assordanti, mentre il resto del locale è pieno di tavolini, sedie, divanetti. Thor e la mortale se ne stanno al centro della pista ad agitarsi come due scalmanati ed io mi sto annoiando da morire. 
Improvvisamente incrocio lo sguardo di una ragazza e sento una strana sensazione all'altezza dello stomaco, la vedo fissarmi per parecchi minuti, finché non distoglie lo sguardo richiamata da una mortale. Bene, bene le cose si fanno interessanti, la osservo sottecchi leggermente incuriosito 'È cresciuta' penso sogghignando, quando la vedo alzarsi e dirigersi verso quello che Jane ha chiamato bar, decido di seguirla. 

"Un Bloody Mary" dico al barman, che subito comincia ad mischiare i vari ingredienti, sospiro sconfitta. Oh dei, possibile che quelle tre sanno mettermi in croce in questo modo, poi che diamine, di tanti locali proprio qui doveva venire quello squinternato del mio fratellastro? 
Le sento ridere, lo so che stanno ridendo e quando mi giro per farle stare zitte incontro due occhi verdi che mi fissano curiosi. Il cuore mi va in gola e per un secondo smetto di respirare, la voce del barman mi riporta alla realtà, "Cosa ti servo?" chiede rivolto al moro, quello senza distogliere lo sguardo da me risponde "Lo stesso che ha preso lei." la sua voce è profonda ed a tratti maliziosa. 
È cambiato molto dall'ultima volta che l'ho visto, ora lunghi capelli corvini gli cadono scomposti sulle spalle, il viso è più affilato ed i tratti regali più accentuati, inoltre erano evidenti gli addominali appena scolpiti, che la camicia bianca aderente metteva in risalto da sotto la giacca. 
Si avvicina mettendosi al mio fianco, "Avvicini sempre così le ragazze?" chiedo maliziosa riprendendo il controllo, sorride "Solo se sono interessanti. E tu fissi sempre gli uomini per minuti interminabili senza ritegno?" chiede canzonatorio,  sorrido "Solo se ne trovo uno interessante." rispondo a tono, quello ridacchia scuotendo leggermente la testa. 
Mentre sorseggia il suo  Bloody Mary lo vedo arricciare il naso, segno che non ha gradito molto la bevanda, "Come fai a bere questa roba?" chiede disgustato, alzo un sopracciglio "Beh non saprei, sarà la forza della disperazione nello stare relegati su un pianeta decisamente limitato!"dico sarcastica, "Tu l'hai scelto." dice e
mi sembra di percepire un velo tristezza nella sua voce. Sorrido amaramente "Io non ho mai avuto scelta, Loki." rispondo sorseggiando il Bloody Mary. 
Sì, faceva davvero schifo.

La osservo con attenzione mentre fissa con noia quella sottospecie di bevanda, non credevo l'avrei più rivista, sono passati anni da quando Padre di tutto l'ha relegata su Midgard. Ora non è più una piccola bambina o forse non lo è mai stata. I suoi capelli ramati prima lunghi, ora arrivano fin sotto le spalle, il corpo snello ed alto è messo in risalto da un abito piuttosto succinto ed aderente. Mi rendo conto di stare a fissarla da troppo, quando è lei stessa a risvegliarmi dai miei pensieri "Vuoi una foto?" mi chiede ridacchiando, "Prego?" chiedo alzando un sopracciglio scettico, la vedo sorridere e sfilare qualcosa dalla borsetta, "Questa guarda." alza il piccolo aggeggio e premendo un pulsante, questo, emette una luce bianca, che mi fa socchiudere gli occhi, quando lo gira verso di me vedo uno schermo luminoso col mia immagine all'interno. 

Vedendo il suo stupore nell'osservare con tanta cura ed armeggiare con curiosità il mio cellulare, sorrido ricordando di aver avuto più o meno la stessa reazione quando Hayden me ne fece vedere uno per la prima volta, anni fa. "Sicuramente presto ne avrete uno anche tu e Thor." dico allungando la mano per riprenderlo ma, come era prevedibile, Loki lo stringe tra le mani senza alcuna intenzione a restituirmelo "Dai Loki non fare il bambino ridammelo." dico porgendo la mano, lui mi guarda sogghignando "E se non volessi?" sorriso maliziosa "Ti costringerei." rispondo sicura, si guarda intorno per qualche secondo e poi sbuffando mi restituisce il cellulare lasciandomi basita, "Sbaglio o non hai fatto storie dov'è il trucco?" chiedo avvicinandomi di più al suo viso scrutando i suoi occhi, ghigna soddisfatto "Avremo tempo per farci i dispetti Syn."
"Isabelle,- lo correggo- qui mi chiamo Isabelle" fa una smorfia di disappunto "Ti sei abbassata fino a questo punto, hai perfino rinnegato il tuo nome?" chiede distrattamente giocherellando col bordo del bicchiere, ignoro la sua provocazione ricordandomi improvvisamente che le ragazze ci stanno guardando "Cominciamo a fare un gioco, allora. - gli sussurro all'orecchio- Le vedi quelle ragazze laggiù mi hanno imposto di flirtare con te." mi guarda sorridendo beffardo, "Non hanno niente di meglio da fare le mortali?" sorrido "Evidentemente no, se escludiamo il rendermi la vita impossibile" ridacchia, "Bene quindi che facciamo?" chiede, "Beh un bel bacio appassionato andrebbe benissimo." dico maliziosa e guardandolo negli occhi li vedo illuminarsi, segno che ha capito il mio piano. Si gira in modo da dare le spalle alle ragazze e con un morbido gesto mi prende la mano posizionandomi davanti a lui, si china verso di me fino ad essere solo a pochi centimetri dal mio viso ed io sorrido immaginando la faccia delle ragazze che fantasticavano sul mio bacio appassionato. Faccio salire lentamente le mie mani su per la sua schiena fino alla nuca, dove comincio a giocare con qualche ciocca di capelli corvini, "Sei perfida..." mi sussurra ridacchiando, "Lo so." rispondo allontanandomi un po' dal suo viso, lui fece lo stesso. Buttai un occhio alle ragazze e le vidi su di giri mentre mi sorridevano mimando gesti assolutamente indescrivibili e sventolando i fazzoletti a festa. Faccio cenno di smetterla, senza successo ovviamente, "Sono incredibili-dico scuotendo la testa e Loki sorride- io devo tornare al tavolo, se vuoi venire continuiamo il giochetto" dico facendo l'occhiolino, lo vedo pensarci su come se fosse una decisione dalla quale dipendesse la sua stessa vita, "Si, ma ti avviso, Thor è con l'umana che si agitano come due pesci fuor d'acqua." mi dice facendo un cenno la testa verso la pista da ballo, quando individuo mio fratello assieme alla ragazza scoppio a ridere, Loki aveva ragione, Thor, sembrava davvero un pesce fuor d'acqua. 

Trovarla in questo locale midgardiano devo ammettere che è stata una sorpresa, forse questa visita su Midgard non sarà poi così noiosa. Quando mi chiede se voglio unirmi a loro rimango a valutare la proposta per qualche minuto, ma accetto di buon grado quando vedo Thor e la mortale spassarsela allegramente, riflettendo su quanto andrà per le lunghe la nottata.

Mentre ci avviciniamo al tavolo, vedo le ragazze sul punto di svenire mentre parlottavano fittamente tra loro, "Ragazze lui è..." comincio, "Loki" conclude lui, le vedo sorridere maliziose,
"Loki loro sono, Irene, Elisa e Renè." le presento e quelle sorridono salutandolo.
Portammo avanti una commedia niente male, anche se l'arrivo di Thor stava per rovinare tutto, ma grazie alle capacità oratorie di Loki e alla prontezza di Jane salvammo la situazione.

La sveglia suona e sbuffando la spengo alzandomi stancamente dal letto con gli occhi semichiusi. Dopo essermi lavata e vestita, nel guardarmi allo specchio mi rendo conto di assomigliare ad uno zombie, due profonde occhiaie sono in bella vista sotto i miei occhi lucidi. Mi armo di fondotinta e tutti i trucchi che ho a disposizione per nasconderle, con un risultato discreto. 
Quando finalmente scendo in cucina vedo Hayden e Delia intente a preparare la colazione, un profumino invitante proviene dal piano cottura. "Buongiorno!" esclamo sorridendo, "Oh guarda un po' chi si vede, sei resuscitata!" mi dice Delia ridacchiando, non faccio caso alle sue parole e dopo essermi seduta al tavolo guardo l'orologio sulla parete, segnava le 10:00, "Ragazze dovremmo sistemare quell'orologio porta avanti di un'ora." dico, sorseggiando distrattamente il mio cappuccino e beandomi del suo sapore intenso, oh dea mi sento rinascere. "No, cara- mi risponde Hayden- porta benissimo sono le 10:00" sgrano gli occhi sputando il cappuccino per la sorpresa, sembrando un'irrigatore per giardini "Mi vuoi dire che sono in ritardo di un'ora?! Oh porca miseria!" dico alzandomi di fretta e furia mentre le ragazze mi chiamano stupite, "Ragazze, James mi uccide devo andare!" urlo afferrando il cappotto e la borsa. 
Mi precipito fuori casa, diretta alla mia Ducati superbike nera, inciampando nei miei stessi passi. 
"Ma come diamine è possibile? Il mio cellulare non ha mai sbagliato l'ora e di certo non sono stata io a cambiarla!" borbotto, in pochi attimi mi torna in mente la sera precedente quando Loki aveva tra le mani il mio cellulare, "Brutto figlio di puttana!" urlo, realizzando il colpevole del reato e attirando gli sguardi dei passanti. Noncurante salgo sulla moto e in pochi attimi mi trovo a sfrecciare tra le strade di Londra diretta al Theatre of Roses.

Salve! Eccoci arrivati al secondo capitolo, Loki è un bel furbetto e come sempre ama fare scherzi. Piaciuta la commedia portata avanti da Loki ed Isabelle? XD 
Chiedo perdono per eventuali errori e spero che il capitolo vi sia piaciuto, inoltre, ringrazio tutti coloro che mi stanno seguendo! 
Al prossimo capitolo. 
Bye;) 
Angel27

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


"No, no, no Isabelle per la centesima volta quando ti rivolgi a lui devi guardarlo negli occhi, e metti un po' di patos nelle tue parole. Oh Shakespeare aiutami tu!"
James prese a pregare il famoso scrittore a voce alta, ed io non sapevo se ridere o piangere. Guardai il ragazzo di fronte a me, David era alto biondo, occhi azzurri insomma un uomo "perfetto" secondo la logica midgardiana, ma a me non ispirava minimamente la sua presenza, e dover recitare d'essere perdutamente innamorata di lui, mi era impossibile. "Perché non facciamo una pausa James?" fui sorprendentemente d'accordo col biondo, "Si, si, si ne abbiamo bisogno davvero tutti.- disse mentre si teneva la fronte con una mano- andate, andare pure- continuò sbrigativo, mentre con l'altra mano fece cenno di congedarci- Tu no, Isabelle." mi bloccai come una statua di marmo "Lo so, Jim..." cominciai, ma lui mi bloccò, "No, Belle non lo sai!- disse in tono grave, alzandosi dalla poltrona bordeaux del teatro- Cosa ti succede? Sei un'ottima attrice, lo sei sempre stata come può una parte tanto semplice non uscirti bene?" rimasi in silenzio a fissare il vuoto colpevole, "Isabelle, lo spettacolo si terrà fra tre settimane circa, verrà il noto regista teatrale, Henry Gilbert, non posso rischiare- alzai la testa di scatto sperando che le mie supposizioni fossero errate- Ti do una settimana ancora, ma sappi che ho già avvertito Jessica di studiare la tua parte. Se in questa settimana non riuscirai ad interpretare la parte di Psiche, lei prenderà il tuo posto." Sentii le gambe tremare e cedere sotto il mio peso. Come, voleva togliermi la parte? Il teatro non era solo un lavoro per me, era la mia vita non poteva farlo! 
Da anni recitavo per lui e con lui, non poteva, "E sia!- dissi col tono più duro possibile, cercando di non lasciar trasparire la mia ansia e delusione- Ti dimostrerò che il problema è quel biondino che mi hai scelto come partner. Sappi, James, che non mi arrendo mai!" sibilai con sguardo di fuoco, "Lo so." rispose ghignando soddisfatto.


"Hai infranto la tua promessa asgardiano, il Tesseract è nuovamente nelle mani di Odino." una voce gelida e roca ruppe il silenzio di quel luogo, che trasudava mistero ed inquietudine, "Non per molto, vi porterò la reliquia dovrete solo avere pazienza." esclamò il dio degli inganni, cercando di mantenere la calma. La risata agghiacciante di quell'essere gli gelò il sangue, "Ma Lui non ha pazienza, figlio di Laufey.- Loki digrignò i denti e si maledisse mille volte per aver stretto accordi con quegli esseri, che ora esigevano vendetta, forse era ciò che avevano sempre voluto, vendetta- Non ci saranno terre, lune deserte o crepacci dove potrai nasconderti. Tu credi di conoscere il dolore, lui ti farà capire quanto quel dolore sia niente!"
Balzò seduto sul letto, respirando a fatica, si guardò intorno in preda al panico e quando riconobbe la camera della villetta midgardiana non seppe se esserne sollevato o meno. 
Scese dal letto avvicinandosi alla finestra, i primi raggi del sole si infrangevano su di lui, per un secondo rimase a fissare quella stella tanto luminosa, perso nei pensieri. Thanos l'avrebbe trovato, torturato e forse, dopo essersi divertito a sufficienza, ucciso. 
Sentì un brivido salire su per la colonna vertebrale, temeva per il suo futuro sapeva che quando Thanos sarebbe arrivato nessuno lo avrebbe protetto. Scosse energicamente la testa, come se quel gesto potesse liberarlo da tutti quei pensieri, decise di uscire aveva bisogno di trovare un modo per tornare ad Asgard, e consegnare il Tesseract al titano, prima che fosse troppo tardi.


Odiavo James, David e soprattutto Jessica! 
Uscii dal teatro infuriata come una belva, non capivo perché fossi così arrabbiata. Non riuscivo a concentrarmi, oh per la dea, ma che mi prendeva? Dopotutto era solo un personaggio come tanti altri che avevo interpretato, perché diamine non riuscivo a mettere la stessa passione anche in questo. 'Forse perché tu dell'amore sai poco e niente' mi bloccai davanti alla moto fissando il mio riflesso sulla carrozzeria, ''Forse hai ragione, dell'amore so poco e niente, non ho mai amato o forse si, ma è stato tanto tempo fa...'' pensai mentre i ricordi aleggiavano nella mia mente, 'Ma tu non hai mai smesso di amarlo vero?' fissai con disprezzo il mio riflesso, ''Taci Syn, ora sono cambiata, ed il fatto che abbia permesso alla mia vera natura di coesistere in questo corpo, non vuol dire che sia ancora la dea che ho deciso di relegare.''
Inviai un messaggio alle ragazze, un semplice "HALP!" loro avrebbero compreso, sospirai probabilmente quella notte me le sarei ritrovate fuori casa tutte e tre con le bottiglie di vino, vodka e liquore, pronte a "consolarmi". Sorridendo a quella previsione salii sulla moto partendo a razzo diretta all'Hyde Park.

Nonostante fosse un pianeta degradato e maltrattato dai suoi abitanti, Midgard aveva un certo fascino. Girai per gran parte della città orientandomi grazie alle indicazioni di Jane. 
Era ormai una settimana che mi trovavo sulla terra e, Jane, seppur umana era piuttosto interessante, in una sola settimana mi aveva fatto visitare mezza Londra. La trovai discreta come città, ma il luogo che in assoluto amavo era un'enorme parco chiamato 'Hyde Park'. Un luogo immerso nel verde silenzioso e tranquillo, perfetto per starsene un po' in pace, lontano dai pensieri e dal caos. 
Giunsi al parco con calma, dopo aver trovato un posto isolato, mi sedetti su una panchina e chiudendo gli occhi inspirai affondo, nonostante la fredda aria invernale, il sole mi scaldava cullandomi col suo dolce tepore ed i pensieri scivolarono via da me come acqua.

Parcheggiai la moto, dirigendomi in fretta all'interno del parco, trovavo quel posto un luogo di pace e tranquillità, perfetto per distendere i nervi. Mi strinsi nel mio giubbotto in pelle nera e presi a camminare senza una meta. Era incredibile l'effetto benefico che aveva sul mio corpo e la mia mente, dimenticai tutto James, Loki, Thor, Syn, per un attimo diventarono solo brutti sogni.
Passeggiando nella pace idilliaca di quel paradiso, quasi non finii a terra quando vidi Loki, non molto lontano da me, seduto elegantemente su una panchina intento a leggere un libro. Feci per tornare indietro, cercando di non farmi vedere, inutile dire che ogni speranza andò a farsi benedire, Loki si era già alzato e si stava avvicinando velocemente. Lo guardai sognante, sembrava che volasse tanto era leggero il suo passo "Pensavo che avessi cambiato città." disse beffardo,"Sto prendendo seriamente in considerazione l'idea." risposi con uno sbuffo, mi guardò arricciando il naso in una smorfia "Mi dici perché ci eviti?"chiese serio, "Io non vi evito!" affermai, incrociando le braccia al petto, "Ma davvero? È da una settimana che Thor, cerca di contattarti, ma tu non rispondi al telefono né ti degni di richiamare. Sappi che è colpa tua se siamo qui!" stava alzando la voce e per di più mi stava accusando, "Ah si? È colpa mia se hai attaccato la terra, usurpato il trono di Asgard e deluso tutti coloro che ti amavano?! È colpa mia se sei stato esiliato qui?" esclamai irata, rimase a bocca aperta vidi danzare sulle sue labbra mille risposte, ma non parlò "Ah fa come ti pare!" esclamò infine girando le spalle e tornando alla panchina, non saprei spiegare il perché, ma mi sentii terribilmente in colpa. 
Mi sedetti accanto a lui e presi un profondo respiro per calmarmi, "Perdonami...-sussurrai- è solo che la decisione di Odino mi ha molto innervosita e indignata. Dopotutto ero una guerriera e una dea so difendermi da sola, quindi non c'era bisogno di inviare voi due come guardie del corpo." sorrise, "Il vecchio ha modi davvero insoliti per proteggere la guerriera più temuta nell'universo." sbuffai, sapevo dove voleva andare a parare, così prima che potesse continuare parlai "Visto che sono le due, che ne dici se ti porto un po' in giro per Londra?" lo invitai sorridendo, "Oh sarei onorato di essere scortato e guidato da voi, my lady!" rispose mimando un inchino col capo, risi "Bene allora andiamo!" esclamai balzando in piedi e prese le sue mani lo feci alzare, "Ah quasi dimenticavo." dissi dandogli un pugno ben assestato sul braccio. Probabilmente il mio gesto doveva averlo spiazzato, perché mi guardò interrogativo ed irato massaggiandosi il braccio che gli doleva, "Mi spieghi perché l'hai fatto?" chiese irritato, "Per colpa del tuo stupido scherzetto al Blue Moon, sono arrivata in ritardo a lavoro, James mi ha fatto una paternata di due ore e non scherzo quando dico due ore." sorrise beffardo "Non è colpa mia se sei una dormigliona." rispose pungente, decisi di non cedere alla provocazione, mi avvicinai lentamente a lui e presi ad accarezzargli le spalle, poi il petto con lentezza esasperante, lo sentii irrigidirsi come una statua di sale al mio tocco, sorrisi compiaciuta a quella reazione. Lo fissai intensamente negli occhi e come previsto riuscii ad ammaliare quelle due pietre preziose "Mio principe,-sussurrai melliflua- avrei motivo di svegliarmi al sorger del sole solo se fosse per incontrarvi." conclusi suadente, vidi danzare sulle sue labbra mille risposte, ma fu incapace di darvi fiato, risi beffarda e presolo per le mani, trascinai il re delle malefatte per mezza Londra. Mi raccontò di tutti i posti che aveva visitato, di come l'avevano affascinato e di quanto Hyde Park gli ricordasse la quiete dei giardini del palazzo di Asgard. 
Ridemmo e scherzammo come due bambini, non potevo crederci sembrava tornato il fanciullo di un tempo e non mi stupì dopotutto io e Loki avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto, fatto di giochi, scherzi, guai, lotte, litigi, abbracci e...promesse. 
Lo fissavo attentamente mentre guardava stupefatto Londra dall'alto della London Eye. "È uno spettacolo..." sussurrò e dall'espressione del suo viso capii che gli era sfuggito un particolare che non avrebbe voluto rivelare, "Tranquillo a me puoi dirlo, anche io non sopportavo Midgard poi dopo aver viaggiato e visto molti luoghi diversi, me ne sono innamorata. È vero che la guerra e l'odio la stanno devastando, ma per me resta uno dei mondi più belli, dovrebbe solo essere valorizzato un po' di più.- rivelai fissando le stelle ormai ben visibili nel cielo notturno- Sai non mi sarebbe dispiaciuto se fossi stato tu a governarlo" ops questo non dovevo dirlo, mi resi conto troppo tardi delle parole dette, vidi Loki sorridere amaramente "Beh saresti stata l'unica." ammise, gli presi una mano con dolcezza "Loki io credo in te, l'ho sempre fatto e non devi lasciarti andare al rancore perché il mondo non ti accetta per come sei. " mi stavo esponendo troppo, ma non riuscivo a vederlo soffrire restando impotente. In risposta fece qualcosa di inaspettato, mi abbracciò con forza e dolcezza mi strinse a lui come quando eravamo piccoli, "Mi sei mancata..." 
sussurrò al mio orecchio, piccoli brividi mi percorsero la schiena facendomi rabbrividire, "Anche tu mi sei mancato." risposi stringendolo, come se la mia vita dipendesse da quel semplice contatto.

Lo riaccompagnai a casa, quando arrivammo calò un silenzio imbarazzante, sembravamo due adolescenti al primo appuntamento, "Ok, io vado buonanotte Loki." feci per indossare nuovamente il casco, ma la sua voce mi bloccò "Perché non resti qui questa notte?" a quella richiesta strabuzzai gli occhi, "Cosa?" chiesi incredula, "Si, dopotutto è tardi potresti tornare a casa domani mattina." continuò, la sua voce si era fatta improvvisamente timorosa e imbarazzata, sorrisi amaramente "Mi farebbe molto piacere Loki, ma non credo sia il caso.- lo vidi rabbuiarsi così mi affrettai ad aggiungere- Ma se vuoi potrei farti uno squillo o mandarti un messaggio appena torno a casa." sorrise annuendo col capo, "Buona notte Loki" dissi lasciandogli un bacio sulla guancia.
La sua voce mi arrivò alle orecchie, seppur bassa, forte e chiara "Buona notte, principessa." non mi voltai, sarebbe stato ancor più difficile combattere il turbinio di emozioni che mi stava avvolgendo. 
Mentre sfrecciavo per le strade mi rimbombava ancora nella mente quella parola. "Principessa" era così che mi chiamava da bambina, per lui ero la sua piccola principessa. Niente di strano mi direte voi, essendo la figlia di Odino, tutti si rivolgevano a me con quell'appellativo, ma per Loki aveva un significato diverso. 

L'inverno era ormai agli sgoccioli, la candida neve cominciava a sciogliersi ed Asgard, lentamente, si preparava per l'arrivo della primavera.
"Loki, che leggi?" 
Avevamo rispettivamente tredici e quindici anni, Loki se ne stava sotto il ciliegio di Madre, come al solito, intento a leggere.
"Leggende Midgardiane" rispose senza staccare gli occhi dal libro, capii che era accaduto qualcosa così presi posto accanto a lui, "Sai in quel libro c'è una storia bellissima, che racconta di Eros e Psiche, due amanti contrastati da mille prove, ma che alla fine riescono a stare insieme e ad amarsi. Il loro amore seppur impossibile ha trionfato anche quando tutti pensavano il contrario, loro non hanno mai dubitato perché credevano nell'amore che provavano l'uno per l'altra. Dunque cosa affligge l'animo del mio principe?" chiesi alzandogli il mento con le dita, così da poterlo guardare negli occhi. "Nulla mia principessa." sorrisi era dolcissimo quando cercava di dirmi bugie, "Sai bene quanto me, che non puoi mentirmi Loki. Ricordi?" dissi mostrandogli il bracciale in oro, con una pietra verde incastonata al centro del gioiello, sorrise scuotendo il capo "Come potrei dimenticare, mia dea." rispose alzando il polso sinistro dove aveva un bracciale, simile al mio in forma, d'oro bianco con incastonata una pietra cobalto. 
Lo invitai nuovamente a parlare e stavolta esaudì la mia richiesta, "Ti ho visto con quel giovane guerriero stamane, mi sembrava foste molto intimi." sussurrò con un lieve rossore a colorargli le gote, il suo sguardo, però  trasudava ira e gelosia. "La tua vista come sempre è acuta ed attenta, ma ha anche lei le sue debolezze. Io ed il principe Ur di Múspellheimr siamo solo amici o per meglio dire conoscenti, Padre tiene molto a presentarmi ogni buon partito dei nove mondi." risposi in modo esaustivo alla sua implicita domanda, "Perdonami- sussurrò pentito chinando il capo- sono uno sciocco." gli accarezzai il viso con gentilezza e lo vidi bearsi a quel contatto, "Non hai motivo di chiedere scusa..." improvvisamente si spostò inginocchio di fronte a me "E invece devo, perché ciò che ti dirò mi impedirà di ricevere il tuo perdono.- lo guardai tra curiosità e perplessità-Syn, so che sarà difficile per te comprendere i miei sentimenti, ma come Eros non avevo previsto che accadesse, dopotutto l'amore è un sentimento ribelle non vuole sottostare a nessuna logica. -sentivo il cuore colmarsi di gioia e di una starna ansia- Basta vedere come ha messo al tappeto uno dei migliori oratori di Asgard.- disse ridacchiando ed io lo seguii, con occhi lucidi per l'emozione- Syn so che è da folli, ma io credo di essermi innamorato. Syn, sono innamorato di te, da sempre! Ti ho amato quando giocavamo assieme, quando ti ho insegnato la prima magia e tu da ottima allieva hai riprodotto l'incantesimo alla perfezione, quando piangevi per paura di essere lasciata sola. Ti ho amata quando sei entrata a far parte dell'esercito reale divenendo un'ottima guerriera, ti ho amata nei pianti, nei sorrisi, nei litigi e nei capricci. Syn so che è innaturale, dopotutto siamo fratelli, ma ti amo con tutto me stesso, ti ho sempre amata e qualsiasi cosa tu dica o faccia ti amerò per sempre." concluse col fiato corto, aveva esternato quei pensieri e sentimenti tutti in una volta, talmente erano intensi e sinceri che non riuscii più a trattenere le lacrime. Lo vidi indugiare e rabbuiarsi, ma prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa lo abbracciai con foga, stringendolo a me "Anche io ti amo, Loki. Ti ho sempre amato e sempre ti amerò!" sussurrai, sorridendo per la gioia immensa che esplodeva nel mio petto. Mi scostò leggermente, ci guardammo negli occhi per un tempo che mi parve infinito e quando le sue labbra rosee si poggiarono delicatamente sulle mie, mi sentii invadere da un senso di profondo benessere che pregai non finisse mai.

Quando Odino scoprì la nostra "storia", ci costrinse a stare lontani seppur abitando nello stesso palazzo, potevamo incontrarci solo per i pasti. 
Durante le lezioni, gli allenamenti ed il tempo libero sentivo terribilmente la mancanza di Loki, tutto ciò che mi restava di lui nei momenti di solitudine erano le illusioni, che Madre mi aveva insegnato a creare.
Loki non mi ha mai perdonato per aver lasciato Asgard, ma fui costretta ad un gesto tanto estremo per le condizioni impostemi da quello che consideravo mio padre.
"Ti sposerai col principe di Múspellheimr, questo è quanto non voglio più discuterne Syn!- tuonò dall'alto del suo scranno, avevo all'incirca diciassette anni quando, Odino, pianificò le mie nozze col principe Ur. 
Erano passati pochi mesi da quando Loki si era lasciato cadere giù dal Bifröst, il dolore che provai alla sua perdita fu immenso, ma Odino non volle sentire ragioni. Il re di Asgard mi espresse tutta la sua disapprovazione per aver combattuto al fianco di Loki, quando cercò di usurpare il trono. 
Dopo il lutto per la perdita del re delle malefatte, annunciò il mio fidanzamento con Ur, quella notte stessa pianificai la mia fuga. 
Cominciai a provare disgusto ed orrore per quell'uomo, che aveva mentito a Loki sulle sue reali origini e che ora costringeva me ad un matrimonio forzato e senza amore.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando mi resi conto di essere arrivata davanti casa, controllando l'orologio vidi che erano le 20:40. Parcheggiai la moto davanti al garage e velocemente mi precipitai alla porta di ingresso. Desideravo con ardore un bagno caldo, "Sono a casa!" annunciai a voce alta, appena misi piede in casa "Oh alla buonora!- esclamò Delia con scherno- La cena è pronta, appena hai fatto scendi." concluse. "Ok!" risposi, prima di salire al piano superiore salutai Hayden intenta a concludere i preparativi per la cena.

Arrivata davanti la mia camera rimasi a bocca aperta quando, aprendo la porta, vidi le ragazze intente a parlare. "RAGAZZE!!!-esclamai abbracciandole- che ci fate qui?" chiesi "Oh tesoro, la tua richiesta d'aiuto era più che esplicita!" spiegò Elisa, "Ora bando alle ciance e spiegaci cosa è successo!" intervenne Renè, non ebbi tempo di rispondere che sulla porta apparve Hayden con un vassoio tra le mani, "Ragazze vi ho portato la cena." disse sorridente, "Grazie mille!" esclamò Irene prendendo il vassoio. Approfittai del momento di distrazione delle ragazze per sfilare dalla tasca il cellulare e mandare un sms a Loki 'Sono a casa, mio principe, sana e salva. Ora potete fare sogni tranquilli.'
Raccontai alle ragazze tutto quello che era accaduto con James, tralasciando, però, l'incontro con Loki. Improvvisamente sentii vibrare il cellulare, mi sorpresi non poco nel vedere chi fosse il mittente, Loki. Sorrisi nel leggere la risposta 'Non avrei potuto, mia dea, sapendovi sola e indifesa, tra le strade di questa vasta città.'
"Chi è?" chiese curiosa Irene sporgendosi verso il display, "Nessuno." risposi sbrigativa, coprendolo "Da quando in qua, noi abbiamo segreti?" chiese Elisa fintamente contrariata, "Oh quanto siete drammatiche!" esclamai con scherno, "Quindi è vero che c'è qualcosa che non vuoi dirci!" intervenne Renè, mi arresi dopotutto non c'era nulla di male "Ok avete vinto.- dissi- Oggi ho rincontrato per caso il moro del Blue Moon." bastarono quelle semplici parole, per permettere alle ragazze di farmi il terzo grado, finché non finimmo esauste tutte quattro in uno stato di dormiveglia. "Belle...- sussurrò al mio orecchio Irene, mentre le altre due dormivano profondamente- si vede lontano un miglio che ti piace. Non aver paura buttati!" detto questo sprofondò tra le braccia di Morfeo, lasciandomi sola con i miei mille dubbi e pensieri.

Nota Autrice
Buon salve a tutti!
Eccoci arrivati al terzo capitolo, vi sarete resi conto che ho cambiato il tempo della storia, ma è per questioni di comodità ecco ^.^", fatemi sapere quale forma vi aggrada di più.
Mi scuso per eventuali errori e ringrazio tutti coloro che mi stanno seguendo!
Un bacio, al prossimo capitolo.
Angel27

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 ***


Rientrai a casa tenendo una mano sulla guancia baciata da Syn, ancora sorpreso e scottato da quel contatto inaspettato.
"Alla buon ora!" esclamò Thor, comparendo da una delle porte accanto all'ingresso, segna degnarlo di uno sguardo, andai spedito al piano superiore. 
Mi stesi sul letto aspettando sue notizie, consapevole di starmi rammollendo non poco, ma con lei ero semplicemente un dio innamorato, che caricava ogni suo gesto d'amore. 
Non sopportavo il modo in cui abbatteva ogni mia barriera ed ancor meno la mia dipendenza da lei. Dopo averla incontrata, in quel locale midgardiano, riaffiorarono in me emozioni che credevo dimenticate. 
Ogni ricordo della vita passata con lei, era un piccolo tassello dorato nell'enorme mosaico che costituiva la mia vita, tutto stava tornando vivido in me ogni ricordo, emozione e ciò mi faceva impazzire.
Sentii il cellulare vibrare e con un gesto fulmineo l'afferrai, mettendomi seduto sul comodo materasso. 
'Sono a casa, mio principe, sana e salva. Ora potrete fare sogni tranquilli.' sorrisi nel leggere quelle parole, era sempre stata capace di mettermi con le spalle al muro, in un modo o nell'altro. 
Stavo per rispondere quando un leggero bussare alla porta mi bloccò, immaginando chi fosse, risposi a quel gesto con un "Entra pure". 

La chioma castana di Jane Foster fece capolino dalla porta.
"Hei tutto ok? Sei corso di sopra senza dire nulla." disse con leggero timore, ma la curiosità di sapere prevalse sulla paura. 
Loki non le rispose, si limitò a stringere il cellulare tra le mani fissando un punto impreciso della stanza, perso nei pensieri.
"Ho capito non ti va di parlarne..." si arrese e, girate le spalle, fece per andarsene. "Cosa hai fatto...quando hai rivisto Thor dopo tutti quegli anni?" chiese il moro di getto, tanto da far rimanere la ragazza disorientata per qualche secondo.
"Beh- cominciò sorridendo al ricordo- gli diedi uno schiaffo.- Loki sorrise, immaginando la scenetta esilarante- Ma dopo aver compreso il motivo di quella lunga assenza lo perdonai e...-fece una pausa ricordando il modo brusco in cui furono interrotti dalla giovane stagista- se non fosse stato per Darcy ci saremmo anche baciati." concluse ridacchiando, con sua sorpresa contagiò anche il dio degli inganni.
"Loki, - continuò, prendendo posto sul comodo materasso accanto al dio- quando ami qualcuno non esistono più le leggi della fisica. Non contano più le diverse dimensioni o mondi distanti anni luce, se ami davvero qualcuno aspetti anche per secoli, perché l'amore è la più potente delle armi, l'unica fonte di gioia e serenità." concluse e, con grande soddisfazione, si rese conto d'essere riuscita a catturare quelle due gemme verdi. 
Ora leggeva chiaramente il suo stato d'animo, in quel momento di debolezza, Loki, le permise di comprendere i suoi pensieri. L'aveva volutamente coinvolta nei tormenti del suo animo e Jane accettò, senza troppe remore, l'implicito invito del dio. Quando vide dipingersi sul suo volto, un sorriso di sincera gratitudine si alzò avvicinandosi alla porta.
"A quanto pare lei l'ha già capito..." concluse, sparendo subito dopo, lasciando così Loki immerso nei suoi pensieri. 
Rimase a fissare la porta assalito dai dubbi, ma l'improvviso ricordo del messaggio ricevuto da Syn lo fece tornare in sé. 
Dopo aver digitato l'sms, sorrise pensando che non solo si stava abbassando ad utilizzare oggetti midgardiani, ma si stava lasciando dominare dall'amore che lentamente riaffiorava in lui.

"Insomma ragazze, avete parlato tutta la notte!" ci rimproverò, Hayden.
Guardai le ragazze sedute al tavolo, avevano certe facce e certamente io non ero messa meglio di loro, sembrava avessimo fatto una lotta col trucco. 
"Hai ragione, ma Belle doveva raccontarci un po' di cose..." cominciò Irene sbadigliando.
"E poi sai come siamo una parola tira l'altra e alla fine..." intervenne Elisa, con la voce ancora impastata dal sonno.
"Ci ritroviamo a discutere del più e del meno per ore, senza rendercene conto." concluse René, girando il suo cappuccino con lentezza esasperante. 
Delia ridacchiò lanciandomi un'occhiata, capii subito a cosa voleva dire.
Anche con lei ed Hayden facevamo baldoria notti intere su Asgard, scossi la testa cercando di eliminare quei ricordi, oramai era Midgard il mio mondo. 
Diedi un'occhiata veloce alla tavola imbandita, ma il mio stomaco si chiuse subito al solo pensiero di mandar giù una qualsiasi pietanza. 
Come avevo previsto le ragazze avevano portato ogni genere di bevanda alcolica, ed, ovviamente, una buona parte l'avevano mandata giù prive di buon senso. 
Senza ombra di dubbio, ogni tentativo di dimenticare era da me bene accetto, ma si sa che l'alcol ti concede la liberazione dai ricordi finché dura il suo effetto, poi torni alla realtà e ti senti mille volte peggio di prima, perché oltre dolore mentale si aggiunge quello fisico. 
"Io devo andare" biascicai, alzandomi lentamente dalla tavola, le presenti mi guardarono perplesse.
"Dove vorresti andare in queste condizioni?" mi riprese Hayden ad alta voce.
"Ti prego non urlare,- dissi socchiudendo gli occhi, per il forte mal di testa- ho bisogno di provare la parte Hayden o James mi farà fuori. Non voglio rinunciare a questo spettacolo! Ricordati che per me non è solo un lavoro, ma la mia vita!" Risposi decisa. 
"E va bene, ma poi non dire che non ti avevo avvertito!" si arrese.
"Grazie!- esclamai abbracciandola-Ragazze vi prego di scusarmi, Delia vi accompagnerà a casa." continuai, scambiando un'occhiata complice con la diretta interessata. 
"Don't worry dear!" rispose Elisa.
"Mi raccomando..." cominciò Renè.
"Sta attenta!" concluse Irene.
"Tranquille farò la brava bimba." risposi ridacchiando, subito dopo mi congedai velocemente e, dopo essermi vestita, uscii diretta al mio piccolo paradiso terrestre. 

Non ne compresi la ragione, ma mentre mi inoltravo in Hyde Park, nasceva dentro di me la speranza di rincontrare Loki, su quella panchina isolata, mentre era intento a leggere un libro come suo solito. 
Le mie gambe si mossero da sole, portandomi proprio a quella panchina, sorrisi amaramente scuotendo la testa nel vederla vuota
'Sono davvero ridicola' pensai. 
"Cercavi qualcuno?"una voce alle spalle mi fece sobbalzare per la sorpresa.
"Cosa te lo fa pensare?" chiesi voltandomi lentamente.
"Beh sei tornata precisamente alla stessa panchina di ieri, dove mi hai incontrato." Precisò lui canzonatorio.
"Ah davvero non me ne sono resa conto." risposi evasiva.
"Non puoi ingannare il dio degli inganni, Isabelle." l'eleganza di ogni sua parola, come sempre, mi disarmava.
"Sicuro?" ero troppo stanca per aprire inutili discussioni, sentivo le gambe tremare, avevo dormito si e no tre ore. 
Come se non bastasse, avevo deciso di muovermi in moto. Pessima idea, a stento riuscivo a tenere gli occhi aperti, se non fosse stato per la mia buona stella, ora starei già a conversare con Hela. 
Mossi qualche passo verso la panchina, cercando di non dare a vedere la mia debolezza, fallii miseramente la vista si annebbiò di colpo e le gambe cedettero, come fossero state di carta pesta. 
Sentii due braccia sorreggermi, i riflessi pronti di Loki impedirono che cadessi rovinosamente a terra.
"Belle, hey tutto ok?" chiese allarmato.
"Si, tranquillo è solo un giramento di testa." biascicai, mi prese in braccio ed  adagiandomi sulla panchina, mi permise di poggiare il capo sulle sue ginocchia. 
"Che hai fatto ieri sera?" chiese dopo alcuni attimi di silenzio, prendendo ad accarezzarmi i capelli.
"Niente di che, ho solo bevuto qualche goccio di troppo." rivelai con naturalezza, mentre la vista tornava a farsi nitida.
"Non dovresti fare certe cose lo sai?" mi riprese canzonatorio.
"Si, papà!" risposi sorridendo ironica, lo sentii ridacchiare malizioso. 
"Sul serio principessa...- disse chinandosi lentamente sul mio viso- così mi fai preoccupare." sussurrò facendomi arrossire violentemente. 
Una voce nella mia testa mi suggeriva di allontanarlo e alla svelta, ma i suoi occhi mi tenevano legata da una dolce catena dorata, che si avvolgeva attorno al mio corpo immobilizzandolo. Le sue labbra erano oramai troppo vicine ed io riuscii a riprendere il controllo appena in tempo, mi misi a sedere di colpo e Loki scansò per un soffio una bella testata.
"Eh no, così no!" urlai alzandomi dalla panchina e prendendo ad agitare nervosamente le braccia come un'ossessa. Lo vidi fissarmi interrogativo, con un sopracciglio alzato.
"Va bene che sei sparito per mesi, senza dare cenni di vita, posso anche tollerare il fatto che non mi sia venuto a cercare. Ma non puoi piombare da un giorno all'altro così e comportarti come se non fossero passati cinque anni!" esclamai tutto d'un fiato. 
Si alzò lentamente e mi bloccò per i polsi, con l'intento di tranquillizzarmi. 
"Scusa- rimasi a bocca aperta, lui che chiedeva scusa era un evento raro- ho esagerato." ammise, deglutii non sapendo cosa dire.
"Forse..." sussurrai, scrutando il suo sguardo curiosa.
"Sono successe tante cose dalla battaglia su Asgard." ammise.
Rimasi in silenzio non volevo parlare oltre, poiché sapevo fin troppo bene, che alla fine avrei detto la verità e ciò avrebbe reso le cose più difficili.
"Se Orfeo non si fosse girato, se Psiche non avesse tentato di conoscere, allora noi non avremmo creduto alla forza del loro amore." sussurrò.
Lo guardai perplessa e lui sorrise sornione indicando il mio polso.
"Non l'hai tolto per tutti questi anni?" chiese incredulo.
"No, era l'unica cosa che mi restava di te." risposi malinconica al ricordo di lui che cadeva nel vuoto.
"Hey!- disse alzando il mio viso, con una mano- ora sono qui e non ho alcuna intenzione di perderti di nuovo" dichiarò sincero.
"La smetti di leggermi la mente!?" lo ripresi canzonatoria.
"Sei tu che hai deciso di tenere il bracciale!" esclamò sorridendo. Con uno scatto felino gli afferrai il braccio.
"Beh, a quanto vedo anche tu." dissi, abbassandogli la manica del giubbotto.
"Come avrei potuto separarmene? Era tutto ciò che mi rimaneva di te" ammise, utilizzando le mie parole e divenendo improvvisamente serio. 
Lo guardai negli occhi per un tempo che parve infinito. Era tutto troppo perfetto, troppo semplice. La domanda dunque era "dov'è l'inganno?".
Scrutai il suo sguardo in cerca di qualche menzogna, una bugia qualsiasi che mi permettesse di scappare via da lui, ma non trovai nulla, i suoi occhi verdi erano limpidi come due smeraldi...dannatamente sinceri.
"I...io ora devo andare- le mie parole ruppero quel silenzio carico di imbarazzo, per un secondo, incrociando nuovamente il suo sguardo, mi sembrò di rivedere il Loki bambino- James, vuole che impari a recitare come si deve la parte di Psiche, oppure mi terrà fuori dallo spettacolo e questo non posso permetterlo." spiegai, certo era una scusa per andarmene, ma anche la verità, dopotutto avevo già perso troppo tempo e quello che rimaneva a disposizione era poco, troppo poco.
"Che ironia dopo tanti anni ti ritrovi a recitare una leggenda che adoravamo leggere da bambini. Com'è curioso il destino." disse, sorridendo nostalgico, scuotendo la testa.
Sorrisi al ricordo, era questo il motivo per cui tenevo tanto a quella interpretazione.
"Già, ma non ho molto tempo per cercare di abituarmi a quel biondo palestrato, che mi farà da partner." continuai sbuffando.
"Come sarebbe? Permettono a certi energumeni di recitare in un  teatro o peggio semplicemente di entrarvi?" chiese ridacchiando.
"Haha molto spiritoso.-risposi sarcastica, dopotutto aveva ragione- Vai a fargli capire che il problema è quel tizio. Credimi anche se per finzione non riesco ad essere attratta da lui." conclusi con l'ennesimo sbuffo, rendendomi conto troppo tardi di avergli dato un modo per tornare al discorso lasciato in sospeso. La preoccupazione, per quel piccolo errore, svanì subito, poiché un'idea atreaversò la mia mente come un fulmine a ciel sereno.
"TU!" urlai improvvisamente, dovevo avere lo sguardo di una folle, visto lo sguardo allibito di Loki.
"Io?" chiese scettico, alzando sopracciglio.
"Conosci le battute a memoria, puoi aiutarmi tu!" spiegai su di giri, lo vidi pensarci su per un tempo che parve infinito.
"E va bene, ti aiuterò." accettò in fine sorridendomi, un urletto di gioia uscì dalle mie labbra.
"Grazie, grazie, grazie!" dissi abbracciandolo calorosamente, quando mi allontanai vidi dipinto sul suo volto un sorriso malizioso, che mi fece venire i brividi ed arrossire di colpo.
"C...cos'è quello?" chiesi sospettosa, riferendomi al sorrisino beffardo.
"Così sarai in debito con me..." disse, paralizzandomi con lo sguardo.
Loki, fu capace di risvegliare in me, emozioni che per anni erano rimaste solo ricordi vaghi, perché il loro signore era tornato, l'unico capace di destarle, l'unico capace di far battere un cuore di ghiaccio.

"PARLA!" la spronò, Nebula, dandole una sferzata. Le urla di Syn riecheggiarono per i cunicoli della caverna.
"Mai!" sibilò ansante all'androide, che brandiva una frusta di fuoco, forgiata dai giganti di Múspellheimr.
"Come desideri..." rispose con un ghigno sadico, alzò il braccio e, presa da una furia cieca, riprese a dare sferzate alla schiena della dea. 
Syn, tentò di reprimere le urla, aggrappandosi alle catene che le tenevano in alto le braccia. Ciò non fece altro che far aumentare, all'aguzzina, la forza delle frustate, desiderosa di udire i suoi lamenti di dolore.
La ragazza, sentiva la frusta bruciare la carne e solcare sempre in più in profondità la pelle, poteva sentire l'odore metallico del sangue e stomachevole della pelle bruciata, invaderle le narici. Trattenne un conato di vomito, oramai non aveva più sensibilità alla schiena, non riusciva nemmeno a sentire il sangue colare copioso da essa. 
Lasciò cadere la tesa in avanti ansimante, facendosi reggere dalle due catene, legate da due bracciali metallici ai suoi polsi. 
Oramai non sentiva più nemmeno le ginocchia, a causa del troppo tempo passato a contatto col suolo ruvida e fredda roccia.
Sentì l'androide ridere sguaiatamente, quando le liberò i polsi, lasciandola cadere rovinosamente sulle fredde rocce, non badò al dolore dell'impatto col pavimento. La vista era annebbiata, tutto ciò che poteva distinguere dinnanzi a sé erano solo ombre.
"Thanos sarà felice di vederti." disse in un sibilo tirandola su bruscamente per i capelli, ma Syn era troppo stanca per ribellarsi, lasciò dunque che l'oblio l'avvolgesse.

"Dunque hai smesso di lottare?" una voce, ruppe il silenzio spettrale di quel luogo buio e tenebroso.
"Non ho più ragione di farlo" rispose la ragazza, ed  improvvisamente si sentì leggera, serena in quel buio che lentamente la cullava facendole dimenticare il dolore.
"Quindi mi hai già dimenticato?" continuo quella voce, ora troppo familiare. 
Syn, si alzò di scatto e ciò le produsse piccole fitte di dolore per tutto il corpo, che le annebbiarono la vista per qualche minuto.
"Loki! Loki, dove sei?" gridò, guardandosi intorno in preda alla disperazione, ma tutto ciò che vide fu buio e tenebre.
"Loki, ti prego..." continuò, piegandosi su se stessa, preda delle lacrime.
"Principessa perché piangi?" quelle dolci parole, seguite da una mano gentile sul suo capo, la fecero smettere di singhiozzare all'istante ed alzare il viso speranzosa.
"Loki!" lo chiamò sorridendo ed abbracciandolo di slancio.
"Hey tranquilla sono qui." prese ad accarezzarle la testa per tranquillizzarla.
Syn, si strinse contro il suo petto in cerca di protezione e Loki l'avvolse con le sue lunghe braccia confortandola.
"Perché mi hai lasciata sola?" chiese improvvisamente la ragazza.
"Non ti ho mai lasciata, Syn." rispose stringendola di più a sé.
"Vorrei che fosse vero...-sussurrò la ragazza malinconica- ma questa illusione è destinata a finire col mio risveglio." concluse rassegnata.
"Sei sempre stata molto perspicace principessa. Verrà in giorni in cui potremo essere di nuovo felici...insieme." rispose e Syn volle credergli, aveva bisogno di una bugia che le permettesse di andare avanti e Loki gliene stava offrendo una su un piatto d'argento. Certo, credeva che prima o poi il destino li avrebbe fatti rincontrare, ma le circostanze potevano non essere a loro favore. Dunque meglio credere ad una dolce menzogna che ad una amara verità.

Angolo dell'autrice:
Perdono! *si prostra a terra supplichevole*
Sono in spaventoso, obbrobrioso ritardo e inoltre il capitolo non è nemmeno un granché. T.T Potrete mai perdonarmi?
Dunque, parlando del capitolo devo dire che non mi piace affatto, ma considerando il ritardo assurdo ho deciso di pubblicarlo ugualmente. Come ho già accennato nella ff "Un amore improbabile" i ritardi sono dovuti alla scuola che mi sottrae tempo ed energie. T.T
La frase detta da Loki “Se Orfeo non si fosse girato, se Psiche non avesse tentato di conoscere, allora noi non avremmo creduto alla forza del loro amore.” è una citazione, ho rubacchiato una frase di Apuleio, giusto per restare in tema hihihi XD
Mi scuso per eventuali errori e vi prometto che cercherò di essere più veloce nell'aggiornare.
Detto ciò ringrazio chiunque abbia letto questo capitolo, aggiunto tra i preferiti, seguiti ecc. Un grazie speciale va Lady Windermere e Loki__Laufeyson per aver recensito, vi amo <3 <3
Come sempre vi esorto a farmi sapere cosa ne pensate.
Per farmi perdonare lascio un piccolo SPOILER, che inserirò prossimi
capitoli.
A presto. ;)
Angel27<3


"Urla il tuo dolore e placa il tuo animo inquieto, perché devi soffrire così? Urla Syn! Urlami il tuo rancore, insulta l'uomo che ti ha spezzato il cuore!" La sua voce aumentò di qualche ottava, mi stava urlando contro spezzando il religioso silenzio di quella notte invernale.
La pazienza raggiunse presto il limite e mi ritrovai in piedi di fronte a lui furente.
"Adesso desideri che io mi sfoghi per tutto il dolore accumulato in venti anni? Vuoi che ti dica quanto sei stato infame, bene lo sei stato in modi che non puoi immaginare, hai preferito sprofondare nell'oblio lasciandomi sola con un padre, che non si è mai comportato da tale, con un fratello soggiogato dallo stesso e dall'amore per una mortale! Vuoi che ti dica quanto mi sono sentita sola in questi anni? Si, sono stata sola ed ho sofferto troppo, ho lasciato la mia casa per scappare da un'unione senza amore, per puro interesse di due re folli. Sono arrivata su un pianeta limitato che non fa altro che mortificarmi ogni giorno, ma la cosa peggiore è che convivo con un cuore che dipende incondizionatamente da te e dal tuo dannatissimo amore. Tutto ciò che vorrei è vederti sparire, dimenticarti, odiarti, ma non posso perché l'amore che provo per te supera qualsiasi forma di odio. Un cuore che ha troppo amato non è capace di odiare..." 

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***



Quando Syn riaprì gli occhi, l'accolsero solo dolore e stanchezza, si rese conto di giacere su gradini in pietra. Alzò, con non poca fatica, il viso dalla fredda roccia incontrando due occhi violacei.
"La figlia di Odino, Syn la Giusta! Quale onore..." fece Thanos, mimando un inchino di scherno dal suo imponente trono. 
Syn era spaesata, non riusciva a collegare gli eventi, che le vorticavano nella mente come una tempesta di immagini ed eventi, causandole un gran mal di testa.
"Tu, dea, sarai mia sposa e genererai una dinastia di potenti immortali." 
Il tono del titano non accettava repliche, eppure Syn, nonostante la stanchezza ed il dolore, si alzò barcollante con sguardo colmo di rabbia. Era fuggita da Asgard per cercare Loki e sfuggire ad un matrimonio combinato, non sarebbe stata nuovamente vittima delle decisioni altrui.
"Chi sei tu per impormi il tuo volere? Io non ho re, patria o comandante! Sono la padrona di me stessa, non permetto che mi si diano ordini!" Il suo tono, forse, fu troppo irriverente, ma la rabbia e la frustrazione erano troppo forti per cercare di acquietarli.
"Come pensavo, irrispettosa, piena di coraggio ed orgoglio...sarai una moglie perfetta!" continuò il titano, senza scomporsi minimamente.
La ragazza non rispose, si limitò a fissare le sue iridi viola, esigevano rispetto e lei ebbe il timore di ribattere oltre. Non gli risparmiò, però, uno sguardo carico di sdegno ed odio, cosa che il titano prese come una vera e propria sfida.
"Sei molto coraggiosa...o forse molto stupida, figlia di Odino! Accolgo la tua sfida, ragazza, ma se cerchi la morte, sappi che non la troverai qui, ti ho espresso il mio volere e finché sarai mia, nessuno potrà torcerti un solo capello-esclamò con sorriso soddisfatto, per aggiungere con sguardo di puro sadismo- escluso me." 
Quelle parole bastarono a farle gelare il sangue nelle vene, in pochi attimi si ritrovò a terra in preda a spasmi di dolore. 
Thanos sorrideva malefico, mentre, grazie al controllo della mente, controllava il corpo della dea, che urlava in preda al dolore.

Fu un secondo e mi ritrovai a terra, non sentii il dolore dell'impatto col suolo, poiché il mio corpo era scosso da fremiti di dolore. 
Sentivo il suo potere oscuro invadere ogni fibra del mio corpo, non riuscivo a contrastarlo, controllava la mia mente, tutto ciò che riuscii a fare fu osservare le immagini strazianti, che scorrevano veloci davanti  i miei occhi.
Riusciva a leggere i miei pensieri,  a comprendere i miei desideri ed improvvisamente mi ritrovai ad Asgard.
Loki, mi osservava con un dolce sorriso dipinto sul bianco volto illuminato dal caldo sole estivo. Tese una mano verso di me, invitandomi a raggiungerlo, accettai senza indugio e mi tirò a sé, stringendomi in un caldo abbraccio.
"Loki, sei vivo! Sapevo che saresti tornato io..." mi bloccai non appena incrociai gli occhi di quell'essere, erano neri come la pece e vuoti come l'oblio. Cercai di scansarmi, ma la presa sulle mie braccia divenne improvvisamente ferrea, le sue unghie, ora lunghe, penetrarono la mia carne facendomi inorridire. 
Osservai le sue mani, il suo viso e con orrore constatai che stavano mutando in un blu scuro. La sua pelle divenne improvvisamente gelida, come le lande di Jotunheim, ed il suo corpo percorso da linee in rilievo di colore più scuro.
Il contato con la sua pelle di Jotun mi provocò ustioni, lasciai andare un gemito di dolore e con orrore lo vidi bearsi della mia sofferenza.
"Loki! Ti prego, torna in te! Tu non sei un mostro...ti supplico." vane furono le mie preghiere.
Sul suo volto apparve un ghigni malefico, prese a colpirmi dilaniando la pelle, non lo fermai, non opposi resistenza, il mio corpo era privo di forze...vuoto. 
Non badai al dolore che ne seguì, ero bloccata a fissare quell'essere tanto spaventoso. Non era Loki, ma ciò che sarebbe potuto diventare se corrotto dal male, poiché la sua natura di Jotun lo portava a seguire gli istinti, come le belve.
Un'improvvisa risata mi fece tornare alla realtà, era Thanos, lui stava controllando la mia mente con un fantoccio che somigliava, seppur lontanamente, a Loki.
"THANOS!" urlai, questa volta non fu per il dolore, ma per la rabbia, che cieca cresceva nel mio petto.

"Come osi!- urlò Syn, alzandosi, senza alcuna fatica, dal freddo pavimento di rocce- Non ti permetto di infangare così il ricordo di Loki! Sappi che non ti temo!" continuò senza alcuna paura.
Nebula, fissava la ragazza con somma sorpresa ed interesse, come poteva quella dea essere tanto forte? 
Si voltò verso il padre sorridendo malefica, ora capiva le reali intenzioni di Thanos e ne fu sadicamente felice.
"Vedi, figlia, questa donna ha tutte le qualità per essere mia sposa." detto ciò si alzò dal suo trono ed, avvicinatosi alla ragazza, rimasta immobile sulla difensiva, la prese saldamente per le spalle e prima che potesse ribellarsi, le ordinò, fissandola negli occhi, di sprofondare in un sonno profondo. 
Syn, fece come le era stato detto, scivolando in un sonno senza sogni...nuovamente nell'oblio.

"No, Loki, non ce la faccio!" esclamò, Isabelle, esasperata.
Erano ore che provavano senza sosta quella scena e, Loki con l'aiuto del seidr (quasi completamente riacquistato grazie alla benevolenza di Thor, che aveva deciso di togliergli subito quelle manette, unico limite ai suoi poteri), aveva assunto le sembianze di David.
"Insomma Belle, non è nulla di così complicato, so che il mio aspetto è decisamente migliore, e di certo, ispira di più rispetto a questo zotico ossigenato, ma reciterai con lui e non con me, quindi IMPEGNATI!!!" concluse canzonatorio, scandendo l'ultima parola. .
"Ok, però facciamo una pausa prima." decretò la ragazza sfinita, lasciandosi cadere sul bianco divano del soggiorno.
Ebbene si, Loki era a casa sua, purtroppo fu l'unico posto disponibile per provare, erano due giorni che ripetevano senza sosta. 
Ovviamente, Delia ed Hayden non sapevano nulla, entrambe erano a lavoro e, Syn, approfittava di quelle ore libere, per ripassare la parte con Loki. 
La casa del dio era esclusa, non voleva incontrare Thor si sarebbe aperto un discorso poco piacevole, e lei non aveva tempo da perdere in inutili discussioni.
Loki, le si sedette accanto riprendendo le sue sembianze.
"Capisco che sei stanca, ma se andiamo avanti così non credo che riuscirai ad essere pronta per lunedì." fece serio.
"Hai ragione, ma c'è qualcosa che mi blocca...sarà che dell'amore so poco e niente. Dunque, mi é difficile interpretare la parte di una donna innamorata a tal punto da affrontare Venere, pur di poter riabbracciare Eros." ammise tristemente, fissando assente il soffitto.
"Come sarebbe che non conosci l'amore?!- esclamò fintamente indignato-Non noti nulla?" le chiese, poi, con un sorrisetto beffardo. 
Isabelle, come illuminata sorrise compiaciuta e si alzò di scatto.
"FORZA!- lo incitò- ricominciamo!" Loki le sorrise e si alzò pronto a fare sul serio sta volta, ma senza riprendere le sembianze di David.
"Chiudi gli occhi!" disse malizioso.
"Cosa?" chiese la ragazza stranita.
"Chiudi gli occhi, mi sembra facile." fece canzonatorio.
"No!" rispose secca lei, Loki rise di gusto poi le si avvicinò all'orecchio.
"Ti fidi di me?" chiese in un sussurro, Isabelle arrossì di colpo.
"S...si" rispose imbarazzata, bastò uno schiocco di dita e furono avvolti dal buio.

********************
"Chi siete?" domandò timorosa Psiche fissando intimorita il buio che oscurava la camera.
"Colui che ti è stato annunciato dal divino oracolo del dio Apollo, il  tuo sposo." rispose il misterioso uomo, nascosto nel buio.
"Perché mai permettete alla notte di celarmi il vostro aspetto?" chiese ancora con sospetto la fanciulla.
"Psiche, è volere degli dei che lo sposo rimanga celato agli occhi della consorte. Ti prego, dolce fanciulla, non proferire oltre parola al riguardo." la pregò l'uomo avvicinandosi alla consorte.
"Lo sposo, dunque, resterà celato alla vista della sposa? Oh me sventurata, che piccola ancora nel grembo materno, ereditai una bellezza tanto rara e venerabile. Uomini da paesi e città venivano ad adorarmi, come nuova Venere. 
Povera me, succube dell'Ira funesta della dea. Vorrei poter invocare il suo perdono, la morte sarebbe dovuta essere mio sposo, ma oramai la dea, la cui bellezza incanta Giove stesso, ha decretato il mio infelice fato. Dunque, voi siete davvero l'orrenda fiera che tutti temono?" chiese Psiche timorosa. 
L'uomo, prese gentile le sue mani e le pose sul suo petto, che la fanciulla trovò morbido e caldo... umano.
"Mia dolce Psiche, Venere divina non ha decretato la tua morte, bensì ti ha donato un marito, perché la tua infelicità fosse rischiarata dalla gioia del matrimonio. Dunque, mia bellissima sposa, temi il mio aspetto? Non potrei ferirti, mia dea, è lo stesso amore che provo per te a difenderti" detto ciò la baciò e la fece sua.
*******************
Le luci erano spente Isabelle non vedeva ad un palmo dal suo naso, un piccolo rumore la fece sobbalzare.
"Chi siete?" domandò fissando intimorita il buio che oscurava il salotto.
"Colui che ti è stato annunciato dal divino oracolo del dio Apollo, il  tuo sposo." rispose Loki, nascosto nel buio.
La sua voce era melodiosa ed invitante, Isabelle sentì l'impulso di seguirla.
"Perché mai permettete alla notte di celarmi il vostro aspetto?" chiese ancora con sospetto.
L'idea, di Loki di rendere così reale l'ambiente, fu accolta di buon grado da Isabelle, che si sentì subito parte della storia.
"Psiche, è volere degli dei che lo sposo rimanga celato agli occhi della consorte. Ti prego, dolce fanciulla, non proferire oltre parola al riguardo." la preghiera di Loki era sincera, Isabelle non escluse l'idea che stesse parlando sul serio.
"Lo sposo, dunque, resterà celato alla vista della sposa? Oh me sventurata, che piccola ancora nel grembo materno, ereditai una bellezza tanto rara e venerabile. Uomini da paesi e città venivano ad adorarmi, come nuova Venere. 
Povera me, succube della sua ira funesta. Vorrei poter invocare il suo perdono, la morte sarebbe dovuta essere mio sposo, ma oramai la dea, la cui bellezza incanta Giove stesso, ha decretato il mio infelice fato. Dunque, voi siete davvero l'orrenda fiera che tutti temono?" chiese la ragazza, oramai la distanza tra loro era nulla.
Isabelle, si rese conto di non stare recitando, ma star esprimendo, attraverso i due personaggi, sentimenti e pensieri, tenuti segreti per anni. 
Loki, prese gentile le sue mani e le pose sul suo petto, e la ragazza arrossì sentendo il suo cuore battere furioso nel petto.
"Mia dolce Psiche, Venere divina non ha decretato la tua morte, bensì ti ha donato un marito, perché la tua infelicità fosse rischiarata dalla gioia del matrimonio. Dunque, mia bellissima sposa, temi il mio aspetto? Non potrei ferirti, mia dea,-i loro nasi si sfiorarono-è lo stesso amore che provo per te a difenderti" sussurrò sulle sue labbra, Isabelle chiuse gli occhi, desiderava quel bacio da molti anni.
La luce si accese all'improvviso accecando i due.
"OH CIELO, BELLE!!!" esclamò Hayden a bocca aperta, Isabelle fece un balzo all'indietro, presa alla sprovvista.
"H...Hayden posso spiegare!" cominciò in preda all'ansia.
"Oh lo spero bene!" rispose l'altra, mentre analizzava la figura divertita di Loki, con sguardo sospetto ed indagatore.
"GIORNI CELESTI LOKI!" esclamò Delia che, presa dallo stupore, aveva lasciato cadere le buste della spesa al suolo.
"DELIA!" fece Isabelle.
"BELLE!" la chiamò Delia.
"HAYDEN" rispose Loki divertito.
"OK ok ok diamoci una calmata!" esclamò Isabelle, cercando di far dare un contegno ai presenti.
"Capisco che possiate essere sconvolte, ma lui è qui per aiutarmi e..." continuò la ragazza.
"...E sarei lieto, se Snotra e Hyn, si sedessero ad ascoltare la storia davanti una buona camomilla." intervenne Loki con voce suadente e sguardo magnetico.
"Si, credo sia meglio." bofonchiò Delia, ormai in balia delle sue iridi smeraldo.
Dopo aver spiegato loro la motivazione per cui, il re delle malefatte si trovava lì, Isabelle, le vide calmarsi e riprendere fiato.
"Dunque, -cominciò Hayden- non hai nessuna intenzione di flirtare con la nostra Isabelle, e riconquistare il suo cuoricino di principessa?" chiese maliziosa.
Loki sorrise beffardo, prendendo sul serio quella richiesta.
"Oh mia cara Hyn, credimi ci sto provando da quando l'ho incontrata al Blue Moon, ma lei non vuole saperne, dunque lascio tempo al tempo. E come dicono i terrestri, se son rose fioriranno!" concluse facendo l'occhiolino alla povera Isabelle, ora rossa come un pomodoro.
"Ok adesso basta! Mi sento la protagonista di una serie tv.-esclamò alzandosi dalla sedia di scatto-Loki è tardi, credo che sia ora per te di tornare a casa." decretò la ragazza, con tono che non ammetteva repliche.
Loki le riservò un'occhiata eloquente ed Isabelle ricambiò con una omicida.
"E sia,- disse alzandosi- ragazze è stato un piacere rivedervi." detto ciò, baciò la mano ad entrambe con fare galante.
Le due avvamparono per l'imbarazzo, mentre Isabelle sentì uno strano vuoto all'altezza dello stomaco.
"Quando hai finito raggiungimi fuori. Vado a prendere la moto!" esclamò irritata uscendo dal salotto.
Le due ragazze la guardarono interrogative, mentre Loki sorrise malizioso, era gelosa dunque aveva ancora una possibilità.
Isabelle, si affrettò al garage, aveva deciso di prendere la macchina scelta decisamente p più saggia.
Si avvicinò allo sportello pronta ad aprirlo, ed eccolo lì il suo dannatissimo riflesso.
"Oh siamo gelosi." iniziò provocatoria.
"Sta zitta!" replicò
"E perché mai? È la verità e tu lo sai, per questo ti fa tanto male!" continuò.
"Spiegami per quale motivo dovrei ammetterlo, tanto non cambierebbe nulla.-ribatté ad alta voce- lui ama te, l'ombra del mio passato, la dea della Giustizia, certo non la fragile midgardiana che ha bisogno di protezione."concluse in un sussurro, con sguardo assente.
"Giorni celesti finalmente l'hai capito dunque torna ad essere me è finiamola con questi capricci da infante." esclamò ghignando.
Isabelle guardò Syn indecisa sul da farsi, avrebbe dovuto parlare con Hayden e Delia delle sue visioni. Era da tempo che la sua vera natura non veniva tenuta a bada da una qualche catena, le vecchie si erano arrugginite e forse, qualcuna si 
era anche spezzata.
"Stanno arrivando principessa, sono più vicini di quanto pensi, avrai bisogno dei tuoi poteri e della tua forza per sconfiggerli." Syn, le stava predicendo ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. I suoi occhi, ora persi nel vuoto, erano divenuti ambrati e luminosi.
Subito dopo, un rumore lancinante costrinse Isabelle a portarsi le mani sulle orecchie. 
Era come lo stridore delle unghie sulla lavagna aumentato di qualche ottava, ne seguì il boato della porta del garage, che veniva sfondata. Isabelle venne colpita in pieno da un pezzo di metallo, e finì sbattuta con violenza al muro.
"Figlia di Odino, ci rivediamo finalmente." un' essere dalle sembianze umane, gli occhi gialli ed inquietanti, troneggiava davanti la ragazza, affiancato da un gruppo di chitauri.
Isabelle, cercò di scacciare il dolore e la macabra sensazione del sangue, che colava copioso dalla nuca al collo. 
Riconobbe subito la voce dell'essere e con molta fatica si issò pronta a combattere.
"Höðr il traditore, ma che sorpresa avrei giurato che il prossimo incontro sarebbe stato al tuo corteo funebre!" ringhiò feroce e l'altro rise di gusto.
"Bella e irriverente come sempre,- accorciò la distanza tra loro, prendendole in malo modo il mento con una mano, costringendola così ad incrociare le sue iridi gialle.
Ogni tentativo di liberarsi da quella morsa fu ovviamente vano- oh Syn,- riprese mellifluo-il mio signore ti ha cercata per molti anni ed ora eccoti qui, una fragile midgardiana, che per amore, ha relegato la sua natura immortale. Quanta stoltezza porta l'amore, quanta debolezza infonde il sentimento, ma gioisci, perché è giunta l'ora del tuo ritorno tra gli dei, risveglierò la tua natura e potrai unirti a Thanos."concluse solenne.
La porta di servizio, che conduceva al garage, venne sfondata e Loki, ora nella sua ordinaria tenuta asgardiana, apparve con al seguito Hyn e Snotra.
La prima impugnava una spada runica, mentre la seconda un arco dorato.
"Lasciala immediatamente Höðr!" ordinò il re delle malefatte.
"Loki Laufyson, tu ordini a me? Oh quanta ironia ed impertinenza!" esclamò lanciando una sfera di luce viola verso il dio.
Loki, la bloccò abilmente e uscì dal garage, deciso a risolvere quella questione il più lontano possibile dalla ragazza e dalla casa.
"Giochiamo un po' col tuo amante, che ne dici cara?!" disse ironico.
Loki, si inoltrò nel bosco di fronte alle abitazioni, per allontanare lo scontro dagli abitanti di quella zona di periferia.
Höðr, come se fosse una bambola, scosse violentemente Isabelle, gettandola ad un chitauro che lo affiancava.
"Osserva la fine di chi si oppone al volere di Thanos!" esclamò, ingaggiando una lotta tra lui e Loki.
Ne seguirono diversi colpi, mentre Hyn e Snotra combattevano contro i chitauri nell'intento di liberare la ragazza.
Quando, improvvisamente, Loki venne atterrato da Höðr, Isabelle, sentì la rabbia invadere ogni centimetro del suo corpo, tentò di liberarsi, ma il chitauro l'afferrò saldamente per i polsi, impedendole di allontanarsi da lui più di quanto le permettesse la lunghezza delle sue braccia.
"Perirai Jotun, come tuo padre assassinato da un traditore!" esclamò ghignando sadico.
Höðr, afferrò il dio per il collo alzandolo dal suolo e minacciandolo con l'altra mano avvolta da energia oscura.
"NO!" urlò Isabelle, che presa dalla disperazione, si dimenò atterrando il chitauro. Quando finalmente riuscì a liberarsi, corse verso Höðr ignorardo le grida delle due dee, che la pregavano di non fare idiozie.
"È me che vuoi!- esclamò la ragazza- Dunque non perdere tempo." lo invitò.
'Belle è ora di spezzare le catene' la voce di Syn arrivò prepotente alle sue orecchie.
'No!- ribatté lei- Userò l'inganno come Loki mi ha insegnato...farò ciò che mi viene meglio...recitare!" concluse e la voce svanì.
"Thanos avrà la sua sposa, non perdiamo altro tempo!" continuò la ragazza imperterrita.
Höðr, lasciò cadere il ragazzo a terra, Isabelle lo guardò dritto negli occhi e lui comprese il piano.
"E sia, risveglierò i tuoi poteri, Syn, e sarai la sposa del mio signore!" afferrò la ragazza per il braccio destro, e sfoderato  il suo pugnale vi incise un profondo taglio e cominciò a disegnare sullo stesso rune col sangue. 
Loki venne pervaso dalla rabbia, non poteva sopportare oltre le mani di Höðr addosso alla ragazza.
"Per il potere conferitomi dal titano, io ti or..." non riuscì a concludere la frase, poiché venne colpito con forza dal mjolnir, lasciò andare Isabelle che cadde a terra dolorante. Loki si affrettò a raggiungerla, mentre Thor avanzò in tutta la sua forza brandendo il Mjolnir che, dopo aver colpito Höðr, era fedelmente tornato al suo padrone.
"Hai fatto male i tuoi conti Höðr!" tuonò irato richiamando i fulmini.
"Figlio di Odino- esclamò- non temo la tua forza, sappi che non potrai nulla contro di Lui!" sibilò, ma resosi conto di essere rimasto solo a combattere, considerò più saggio ritirarsi così svanì senza lasciare traccia.
"Belle, guardami! Belle!" Loki chiamava la ragazza priva di sensi, in preda al panico.
Thor lo raggiunse, chinandosi sul corpo della sorella.
"Quel lurido!" tuonò preso dall'angoscia e dalla paura.
Hyn e Snorta si avvicinarono di corsa, per soccorrere la ragazza.
"Miei signori- iniziò Hyn- sarà di certo saggio portare la principessa in casa." concluse e Loki li materializzò tutti all'interno del salotto, mentre Snotra grazie all'uso Seiðr ricompose il garage distrutto, per evitare sguardi indiscreti.
Per loro grande fortuna, le case erano ancora vuote, ma i vicini sarebbero tornati di lì a poco dai loro impieghi e, di certo, vedere un garage mezzo sfondato non avrebbe fatto altro che generare domande a cui non potevano rispondere.
Loki, adagiò Isabelle sul suo letto e con l'aiuto di Hyn mise a sedere la ragazza per valutare la gravità delle ferite sulla schiena e la nuca.
"Bisogna sfilarle la camicia-decretò non considerando il peso delle sue parole, l'occhiata di Hyn lo fece avvampare- avrà c..certamente un qualche indumento intimo...non credo che abbiamo molta scelta!" esclamò imbarazzato.
Hyn in altre circostanze avrebbe riso di gusto, ma si limitò a sbottonare la camicia della ragazza ed a sfilarla mentre, Loki, teneva Isabelle per le spalle.
Quando le sue mani vennero a contatto con la pelle candida di lei, ebbe un brivido che non sfuggì agli occhi della dea accanto a lui.
"Lascia la tengo io." lo aiutò gentile.
Il dio delle malefatte, le sorrise con gratitudine e prese a toccare delicatamente la schiena della ragazza, constatando con sollievo che le ossa erano intatte, vi erano solo diversi ematomi, ma nulla di preoccupante.
Il taglio sulla nuca invece, lo preoccupò non poco, aveva perso molto sangue e Loki si vide costretto ad utilizzare il Seiðr, conscio che ciò avrebbe potuto giovare solo in parte alla ragazza, ma necessario per fermare l'emorragia alla nuca e al braccio.
"Aspetta- lo fermò Hyn, l'ingannatore la guardò grave- so che vuoi assicurarti la sua guarigione, lo vogliamo tutti, ma così facendo aumenterai la quantità di Seiðr messa in circolo nel suo sangue da Höðr." spiegò.
"Ne sono consapevole, ma non credo abbiamo altra scelta." ribatté deciso.
"Loki, soffrirebbe molto di più se tu la risvegliassi adesso, il Seiðr che rivive in lei è abbastanza forte da permetterle una pronta guarigione, le sue ferite in due giorni saranno solo graffi superflui." continuò gentile, cercando di farlo ragionare.
Loki sospirò rassegnato, decise di seguire il consiglio di Hyn. 
Fece comparire bende, disinfettante e prese a medicare le ferite della ragazza.
Quando ebbero finito, la lasciarono riposare e, dopo averla coperta con le soffici coperte, Loki le lasciò un casto bacio sulla fronte.
"Sogni d'oro principessa." le sussurrò prima di uscire dalla camera.
/-----/
"Mio signore." la voce gutturale di Höðr arrivò prepotente alle orecchie del titano.
"Dimmi Höðr l'hai trovata?" chiese mellifluo Thanos.
"Si, mio signore, si trova su Midgard sorvegliata e protetta dai due principi, Loki di Jotunheim e Thor di Asgard." rispose ghignando, sul volto del titano comparve un sorriso compiaciuto.
"Bene, bene, il fato presenta interessanti risvolti. Portala da me, Höðr, ho aspettato quella piccola, ma preziosa, impudente per troppo tempo.

Nota dell'autrice.
Perdono, perdono, perdono *si prostra supplichevole*
Sono in super ritardo,davvero sono costernata, ma la scuola mi toglie tempo, energie ed idee.
Dunque, prima cosa perdonate eventuali orrori grammaticali sono un disastro lo so.
Secondo, ma assolutamente non meno importante, ringrazio di cuore tutti coloro che seguono la mia storiella. 
In particolare ringrazio Lady Windermere per le sue recensioni, GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!!!
Terzo vi lascio il link della mia pagina fb, dove posterò avvisi aggiornamenti, spoiler, nuove idee per le storie. (Si storielle, perché ne sto portando avanti altre due, 'Ice king and angel queen' ed 'un amore improbabile'.)
Ps. Si, ho citato il film di Aladdin non mi dite nulla.
Bene che dire qualsiasi domanda sono qui.
https://www.facebook.com/pages/Angel27-Efp/1492436281045772
Alla prossima, e vi prometto che sarà presto. (è una minaccia! XD)
Un bacio.
Angel27<3 

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 ***


La sveglia suonò ed a fatica aprii gli occhi, illuminati dalla luce del sole, lentamente mi misi a sedere suo letto accompagnata da un lungo sbadiglio.
"Sono le otto uffa!" esclamai sbuffando, ma decisi di alzarmi non c'era tempo per dormire.
Uscii dalla camera diretta alla cucina, il caso volle che proprio in quel momento Loki uscisse dal bagno con solo un asciugamano bianco legato ai fianchi.
"Ma dico, sei qui da nemmeno due giorni e giri per la casa mezzo nudo? Non ti inibisce nemmeno un po' il fatto che siamo solo donne?" chiesi scioccamente, poiché ovvio fu il suo sorriso colmo di malizia.
"Lascia stare, meglio se non parli!" esclamai, prima che potesse fare un qualsiasi danno altro.
Girai le spalle pronta a scendere le scale, ma prontamente mi afferrò il polso tirandomi verso di lui. 
Ora le mie mani erano poggiate sul suo petto nudo che si muoveva ritmicamente col battito del suo cuore, mentre le sue poggiate ai miei fianchi in una morsa ferrea, così da potermi evitare qualsiasi fuga.
"Non mi dirai che è gelosia quella che vedo nei tuoi occhi..." mi sussurrò all'orecchio, una scarica di brividi mi attraversò.
Era terribilmente crudele, giocava con me come il gatto col topo, sapeva di avermi in pugno, eppure mi dava continuamente la speranza di una qualche libertà da lui.
"Vostra maestà si crede troppo importante." risposi sfacciata, ma il rossore sulle guance tradì le mie parole.
"Ah si? Dunque se ti baciassi ora..." iniziò avvicinandosi alle mie labbra.
"Non cambierebbe nulla..." conclusi allontanandolo con uno spintone, finì seduto a terra e malauguratamente l'asciugamano si sciolse dal fianco, scoprendolo per metà, mi girai prontamente.
"E copriti per gli dei!" urlai scendendo le scale, ebbi il tempo di sentire la sua risata prima di entrare in cucina.
/----/
"Non accetterò una qualsiasi obiezione! Mia sorella necessita di protezione è dunque mio preciso dovere assisterla e vegliare su di lei!" la voce di Thor rimbombò per l'intera casa. Hayden e Delia abbassarono il capo mortificate, mentre Loki osservava la scena con interesse, appoggiato al camino scoppiettante.
Anche se a fatica, per le ferite ancora fresche, mi portai dinnanzi all'imponente figura di Thor, guardandolo con aria di sfida.
"Vuoi insegnarmi altro, Thor? Perché oggi non ci dai anche una bella lezione di onestà, coraggio e spirito patriottico, visto che siamo in tema di bei discorsi?- al mio tono di scherno, il suo viso divenne paonazzo, ma non gli diedi il tempo di ribattere- Va via Thor, non necessito oltre della tua protezione..." dissi seria.
"Nostro padre ha detto..." cominciò.
'Nostro padre' quelle parole risvegliarono in me una rabbia cieca, l'afferrai con forma per il colletto sbattendolo a terra. Sentii Jane alle mie spalle sussultare, mentre Loki rimase impassibile.
"Tuo padre vorrai dire, per me é morto molto tempo fa e tu con lui Thor.- sibilai con la mano alla sua gola mentre lo tenevo inchiodato a terra col mio esile corpo- ora ripeto, io non ho bisogno di te..." le mie parole, sebbene sussurrate, colsero il segno. 
Il suo viso si fece cupo e per la prima volta dopo tanto tempo vidi il suo labbro inferiore tremare e la bocca schiusa in una chiara espressione di stupore e delusione.
Mi alzai così da permettergli di fare lo stesso, i volti delle ragazze presenti erano di pura sorpresa e ansia, evitai qualsiasi contatto con loro, ma il senso di colpa aveva già fatto capolino.
"E sia, ma Loki rimarrà qui, questo e quanto." concluse uscendo di casa velocemente, seguito a ruota da Jane.
La ragazza non se ne andò prima di rivolgermi uno sguardo di supplica, che decisi di ignorare.
La porta si chiuse ed io ripresi finalmente a respirare, Loki si fece vicino sapevo che avrebbe solo peggiorato la situazione, ma ero troppo stanca per ribattere oltre.
"Vuoi coricarti sei ancora debole, necessiti di cure e di un adeguato riposo." beh forse non sempre le sue parole erano destinate a colpire il prossimo.
"Ho riposato a sufficienza, ora se permetti preferirei uscire!" appena mossi un passo verso la porta le gambe cedettero sotto il mio peso e, Loki, prontamente mi sorresse.
"Ora tu fili a letto, senza storie." per la prima volta era lui a farmi la predica, mi sentii come una bambina ripresa dai genitori, annuii debolmente senza opporre alcuna resistenza.
"Per qualsiasi cosa chiama..." disse sul l'uscio della camera.
"Loki,-al mio richiamo si fermò, ma senza rivolgermi lo sguardo- non tornerò con voi, dunque è bene che tu e Thor non vi illudiate ho ripudiato la mia natura per essere libera non intendo tornare indietro." conclusi seria, non mi rispose semplicemente uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle lasciandomi sola con i miei pensieri.
/----/
"Tutto ok Belle?" Mi chiese Hayden sorridente.
"Tutto bene, dici. NO NON VA BENE PER NULLA!- sbraitai, Delia mi mise una mano sulla spalla per farmi calmare e dopo aver fatto un respiro profondo continuai- Si ostina a giocare con me. Sembro la sua preda, mi prende di striscio con le sue frecce, gli piace sentire i miei gemiti di dolore mentre cerco di fuggire ferita..." dissi malinconica sedendomi su una sedia.
"Dovresti lasciarlo stare.-cominciò Delia- Ti ha fatto solo soffrire e lo farà ancora quindi..." Non le permisi di finire la frase e scattai in piedi come una molla.
"Cosa credi che abbia fatto in questi ultimi cinque anni? Ci ho provato, Delia, ma non riesco a dimenticarlo ogni volta il suo ricordo torna vivo nella mia mente." spiegai.
"Quel ragazzo è davvero un tonto. Belle, ti ama alla follia eppure non sa dimostrarlo, tanto intelligente e poi così impacciato...dagli una possibilità." le parole di Hayden erano sempre provvidenziali.
"E sia, ma solo perché l'hai chiesto tu." conclusi prima di scoppiare a ridere assieme alle due.

Passai la giornata a passeggiare per il bosco, persa nei pensieri le ferite ormai erano solo graffi superficiali, merito del Seiðr che circolava nel mio sangue.
Un improvviso capogiro, mi costrinse ad appoggiarmi ad un arbusto vicino, voci lontane riecheggiarono nella mia testa ed immagini familiari iniziarono a scorrere veloci davanti i miei occhi, in pochi attimi mi ritrovai ad Asgard.

Il palazzo era in agitazione la grande festa annuale dei nove regni si sarebbe svolta quella sera. La tradizione vuole che ogni rappresentante del proprio pianeta partecipi alla cerimonia, oltre alle famiglie nobili e di spicco.
"Io, padre, mi rifiuto di essere la vostra schiava tra personale, non canterò mai per il principe Ur!" urlai furente.
"Porta rispetto al tuo re!-tuonò il Padre degli dei- Il principe Ur, nonché tuo futuro sposo, desidera con fervore ascoltare la tua voce, dunque canterai per lui durante la cerimonia, questo e quanto!" concluse il re congedandomi, uscii irata dalla sala.
Alla sera la stessa sala del trono era gremita di invitati, che conversavano animatamente tra loro, di tanto in tanto scostavano lo sguardo sul palco posizionato all'estremità della sala, di fronte ai troni della coppia reale. Attendevano tutti con eccitazione l'esibizione della principessa asgardiana.
D'un tratto le luci che illuminavano la sala si affievolirono e come per magia il palco si illuminò. 
Sopra di esso vestita con un abito bianco ed oro del medesimo colore c'ero io pronta a dare spettacolo, come dicono su Midgard.
Odino osservava il palco, cercando di riconoscere gli strani strumenti che "l'orchestra" possedeva, ma invano poiché comprese ben presto che erano di origine  midgardiana. 
I musici iniziano ed Odino rimane interdetto udendo la strana musica suonata, non mi preoccupai del suo sguardo furente, semplicemente iniziai a cantare.
"E ti si legge negli occhi perchè 
Non c'è alcun peso da nascondere 
E quel vestito da stringere un po', 
buone intenzioni che non bastano. 
E tieni a mente le parole, 
solo le più belle, 
rotta è la tua voce 
mentre il cielo piange."

Cantando scambiavo sguardi con Loki, che oramai aveva compreso la mia dedica, potei vedere un sorriso di compiacimento sul suo volto pallido, questo non fece altro che rallegrarmi e spingermi a continuare con più forza di prima.

"Sei sola, sola, sola. 
Ti senti sola, sola, sola. 
E ti si legge negli occhi perchè 
Sempre più rare le tue lacrime. 
La nostalgia per chi non rivedrai 
E l'allegria che poi ritroverai 
Nei gesti e nei dettagli 
Piccoli e importanti 
Anche se oggi vedi 
Solo amori infranti."

La rabbia, la sofferenza, l'amore con la quale emettevo ogni singolo suono commosse molti nella sala, mi sentii una sirena ammaliatrice.
"Piccola impudente!" ringhiò Odino, ma venne bloccato da Madre, che gli evitò così di perdere il contegno davanti gli invitati

"Sei sola, sola, sola. 
Ti senti ancora troppo 
Sola, sola , sola. 
E continui a domandarti 
Quale senso possa avere il tuo 
Dolore."
Guardavo Odino con sguardo di sfida provocandolo, molti colsero il significato nascosto della canzone, anche il principe Ur, che fissava Loki con sguardo di fuoco.
"Risposte troverai 
Prima o poi 
In fondo all'amore 
Che ti renderà più forte 
E sarà una buona amica anche 
La solitudine. 
Sola, sola, sola. 
Tu non sei sola, sola, sola."

Conclusa l'esibizione un applauso fragoroso avvolse la sala, mi inchinai in segno di ringraziamento, senza distogliere lo sguardo da Loki.
Il ricordo stava mutando, quelle ombre ora venivano manipolate da qualcun altro.
'Sei una folle, Padre, è molto adirato per ciò che hai fatto' sentii la voce di Loki chiara nella mia mente.
Telepatia, oh che grande dono, le nostre menti erano connesse grazie al bracciale che portavamo al polso, un utile dono.
'Non avevo scelta...' risposi, il sorriso di malizia sul mio volto scomparve lasciando il posto ad un'espressione di malinconia.
'C'è sempre possibilità di scelta.' ribatté
'Non per me.' continuai.
'Seguimi...' detto ciò uscì dalla sala raggiungendo la sua camera e poco dopo lo raggiunsi.
"Syn-cominciò grave- Padre ha deciso di allontanarti da Asgard...per evitarti distrazioni" concluse a voce bassa, sbiancai di colpo.
"No, non può farlo..." biascicai.
"Syn è bene che tu sposi il principe Ur." le sue parole mi trafissero più di mille spade, alzai di scatto la testa sconcertata.
"Dopo tutto quello che abbiamo fatto? Hai deciso di lasciarmi sola! Vuoi tradirmi anche tu Loki?" chiesi con voce tremante, cercò di farsi più vicino ma mi allontanai facendo alcuni passi indietro.
"Perdonami, Syn, ma è l'unico modo, non sarai mai felice con me, lo vuoi capire?!" la sua voce era rotta dalla rabbia e la frustrazione.
"Sei tu che non capisci, Loki, sei pronto ad abbandonare tutto...Io non lo farò, sono disposta a lasciare Asgard pur di liberarmi di Odino e così sarà- mi si avvicinò- non necessito della tua presenza...fratello!" detto ciò raggiunsi la porta, prontamente mi afferrò il braccio e mi strinse a lui premendo con forza le sue labbra sulle mie.
"Non ti lascerò, Syn, non posso farlo...ma la tua sicurezza viene prima di tutto." mi sussurrò, poggiando la sua fronte alla mia.
"Mi dite tutti che ho bisogno di protezione, eppure ho guidato spedizioni militari in tutti i nove regni, non ha senso ciò che dite!" risposi esasperata.
"Ascolta, Syn, tu hai un potere, che va oltre ogni immaginazione, la luce di un pianeta estinto. Hai in te la vita, ma anche la distruzione, molti ti desiderano per questo, diffida di tutti Syn sempre..." concluse.
Queste ombre non erano ricordi, Loki mi stava parlando, ma a quale luce si riferiva, e perché non me ne parlava di persona? Ma la visione svanì prima che potessi chiederglielo.

'Le ombre si dissolvono il tempo scorre inesorabile, ma i ricordi quelli restano dolorosi e crudeli, figli delle illusioni create da noi stessi.
Così come infidi esseri, i ricordi si insinuano in parti buie della nostra mente, in modo da poter rimanere celati al suo proprietario e tendergli un agguato venendo improvvisamente alla luce. Figlia della giustizia torna e riprendi ciò che ti appartiene.'
La voce delle Norne mi fece sussultare, le tre guardiane dell'albero della vita parlavano a me ora mortale, quale segreto celava il mio essere?
Quando le ombre del mio passato svanirono notai che i raggi del sole si erano fatti fiochi, era il crepuscolo. Decisi di tornare a casa e nel farlo tentai di dimenticare, o quanto meno celare quanto era accaduto.
Arrivata a casa ad aprirmi fu Loki, evitai magistralmente la sua figura, non degnandolo nemmeno di uno sguardo, salii le scale assente la mia mente vagava ancora attraverso i ricordi.
A causa di Höðr, il Seiðr aveva indebolito le mie difese e i ricordi tornavano vividi, inoltre Loki poteva entrare con facilità nella mia mente, questo non andava bene per nulla.
Le pareti della camera mi opprimevano, decisi che l'aria fredda mi avrebbe di certo aiutato così mi alzai dal letto e, ripreso il pesante giubbotto, salii sul tetto per rimirare gli astri, ottimo calmante.
Guardando il cielo trapunto di stelle, rimasi esterrefatta da tanta bellezza e per pochi istanti mi parve di affiancare Heimdall.
"Non v'è nulla di più bello che rimirare gli astri." una voce vicina, mi riportò alla realtà.
"Se potessi fuggirei all'istante, per vagare in cerca di nuovi mondi e di avventure." risposi sognante senza voltarmi verso il mio interlocutore. 
Lo sentii sospirare, ero sicura che sul suo volto fosse dipinto un sorriso sghembo.
"Puoi farlo- la sua risposta mi fece sorridere malinconica, avrei voluto dirgli si, scappare via, ma non potevo- perché non ti lasci andare per una volta. Dimentica il mondo, dimentica i problemi, le angosce, pensa solo al tuo futuro." continuò imperterrito.
Le sue parole mi facevano male, ma era uno di quei dolori destinati a svanire con la consapevolezza di non poter far altro che l'esatto contrario di ciò che aveva appena detto.
"Sai che non posso, sono destinata a questo... una vita di dolore, insoddisfazione e continua ricerca della felicità. Cosa ben misera è l'uomo, incapace di badare a se stesso e al mondo in cui vive, non chiedermi l'impossibile, Loki." risposi afflitta.
"Hai le capacità per cambiare il tuo destino, prenderne le redini e guidarlo dalla parte opposta. Dunque perché ti ostini a soffrire? Perché sei qui ad
autocommiserarti? Ci sono esseri ben peggiori, che non si fanno scrupoli a compiere  i delitti più atroci e scellerati." smisi di fissare il cielo per incontrare i suoi occhi verdi, più luminosi degli astri che ci sovrastavano. 
Vidi la sua espressione cambiare in malinconia, il senso di colpa lo logorava giorno e notte per i delitti commessi.
"Hai ragione-dissi spezzando il silenzio- eppure è da ciò che si misura la forza di una persona. Non dalle prove fisiche, ma dalla rinuncia di sogni ed ambizioni per intraprendere un destino scomodo." la mia risposta evidentemente non gli piacque, perché sul suo volto apparve una smorfia di disappunto.
"Ora vuoi diventare una di loro? Un'umana, sai bene quanto me che è impossibile! Dentro di te scorre il sangue degli dei non quello di due terrestri!" tuonò con rabbia.
"Eppure se fosse, Loki? A te cosa importerebbe, sei stato via tanto di quel tempo che credo sia un vero miracolo che ancora tu riesca ricordare il mio nome. Mi hai lasciata sola ed ora ho imparato a vivere così, nella solitudine del mio essere sola con le mie paure e la mia natura!" risposi cercando di frenare la rabbia.
"Sai benissimo cosa è accaduto, Syn, non darmi la colpa. - strinsi i pugni conficcando le unghie nella carne- Per una volta, una soltanto ti chiedo di essere te stessa, di esternare tutto il dolore, l'angoscia, il risentimento, la rabbia. Urla il tuo dolore e placa l'animo inquieto. Urla Syn! Urlami il tuo rancore, insulta l'uomo che ti ha spezzato il cuore!" la sua voce aumentò di qualche ottava, spezzando il religioso silenzio di quella notte invernale.
Mi aveva chiamata per nome, il mio vero nome Syn, probabilmente il significato di quel gesto per lui era diverso dal mio.
La pazienza raggiunse presto il limite e mi ritrovai in piedi di fronte a lui furente.
"Sei un egoista ed un impudente!- tuonai furente- Adesso desideri che mi sfoghi per tutto il dolore accumulato in questi anni? Vuoi che ti dica quanto sei stato infame? Bene lo sei stato in modi che non puoi immaginare! Hai preferito sprofondare nell'oblio, lasciandomi sola con un padre, che non si è mai comportato da tale, con un fratello soggiogato dallo stesso e dall'amore per una mortale! Vuoi che ti dica quanto mi sono sentita sola in questi anni? 
Si, sono stata sola ed ho sofferto troppo, ho lasciato la mia casa per scappare da un'unione senza amore, per puro interesse di due re folli, per scampare ad un essere privo di scrupoli. Sono arrivata su un pianeta limitato, che mi mortifica ogni giorno, ma la cosa peggiore è che convivo con un cuore che dipende incondizionatamente da te e dal tuo dannatissimo amore. Tutto ciò che vorrei è vederti sparire, dimenticarti, odiarti, ma non posso perché l'amore che provo per te supera qualsiasi forma di odio. Un cuore che ha troppo amato non è capace di odiare..." conclusi ansante dandogli le spalle, non mi ero resa conto di aver urlato tutti quei pensieri, finché non sentii la gola bruciare. 
Aveva ragione, il dolore mi stava logorando e la disperazione era tale da farmi sembrare una pazza isterica in preda a crisi.
Sentii gli occhi inumidirsi e bruciare, velocemente nascosi il viso tra le mani vergognandomi per tanta fragilità e banalità.
Mi bloccò i polsi, portandomeli dietro la schiena, mi strinse con forza a sé facendo aderire perfettamente i nostri corpi, avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra, potevo sentire il suo respiro fondersi col mio.
"Dimmi che non mi vuoi, dillo ora e me me andrò..." sussurrò sulle mie labbra.
Una scarica di brividi mi prese, sentii gli occhi bruciare.
"Non posso..." risposi con voce rotta.
Premette, con una dolcezza inaudita, le sue labbra sulle mie, sentii il suo dolce sapore invadere ogni cellula del mio corpo. 
Calde lacrime rigavano ora il mio viso, a dispetto di come si possa pensare, erano lacrime di gioia, da troppo tempo attendevo il suo ritorno e riaverlo fu per me la gioia più grande.
Mi lasciò delicatamente i polsi e lentamente feci salire le mie mani fino alla sua nuca, dove cominciai a giocare con i suoi capelli.
Loki, continuò a tenermi stretta a lui con un braccio attorno alla mia vita, mentre con l'altra mano sulla nuca, mi impedì di interrompere quell'agognato bacio.
"Sei mia principessa..." sussurrò.
I suoi occhi erano limpidi e magnetici, diceva la verità 
"Dunque prendimi..." risposi sorridendo maliziosa e lasciando un casto bacio sulle sue labbra rosee.
"Allora hai o non hai un'esibizione lunedì?" chiese canzonatorio.
"Si, ma..." cominciai.
"Niente ma, vieni!" mi interruppe porgendomi la mano, lo guardai interrogativa.
"Dove?" chiesi, sorrise beffardo.
"Di sotto, dobbiamo provare. Non vorrai rinunciare spero." disse malizioso.
"Non sia mai. Andiamo!" lo incitai.
Provammo tutta la notte ed anche nei giorni seguenti senza sosta, e lunedì mattina mi trovavo davanti al 'Theatre of Roses' pronta ad ottenere la parte di Psiche.
"Oh Belle, sono più emozionata di te!" esclamò Elisa.
"Beh questo genere di cose le faccio da parecchi anni, so tenere a bada l'ansia." risposi con un ghigno.
"Si, però non te la tirare!" esclamò scherzosa Irene.
"Ragazze non mi sembra il momento di..." la voce di René venne coperta dal rombo di un motore.
"Non...ci...credo!" disse Elisa stupefatta. 
Loki, scese con eleganza dalla Jaguar nera, lasciando me e le ragazze a bocca aperta.
Ora aveva i capelli più corti ed indossava una camicia bianca con dei pantaloni aderenti neri e scarpe nere abbinate alla perfezione. 
Si mosse sicuro verso me, che lo fissavo in un misto di stupore, malizia e compiacimento.
"Buongiorno" disse cortese a tutte le presenti.
"Buongiorno a te." risposi sorridendo maliziosa. 
Elisa, Irene e Renè muovevano le labbra ad intermittenza, non riuscendo a spiccicare una parola. Quando Loki, seppur per puro scherno, rivolse loro uno dei suoi migliori sorrisi, le vide sciogliersi come neve al sole mentre emettevano sospiri sognanti.
"L'entrata ad effetto-sussurrai-è la rovina di ogni ragazza." 
Sorrise malizioso, roteai gli occhi sbuffando.
"Smettila di sorridere come un idiota e andiamo!" dissi.
"Ammettilo sei gelosa." fece canzonatorio, in risposta gli arrivò un pugno sul braccio.
"Andiamo!" continuai, entrando nel teatro seguita da Loki e le ragazze.

Nota dell'autrice
Buone feste a tutti!
Lo so sono come sempre in ritardo, ma anche le feste mi hanno rubato molto tempo ed energie.
La canzone è 'sola' di Francesca Michelin, non è tra le mie cantanti preferite però la canzone mi è piaciuta, mi scuso con chi non ama il genere o la cantante.
Ringrazio chi legge la storia anche senza recensire, come sempre apprezzo chi recensisce, grazie Lady Windermere le tue recensioni mi rendono tanto felice e mi motivano a continuare la storia, GRAZIE!!! *^* 
Vi ricordo mia pagina fb https://www.facebook.com/pages/Angel27-Efp/1492436281045772 
Vi faccio tanti auguri di buon anno e spero di poter aggiornare presto.
Un abbraccio
Angel27

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Capitolo 9
*** Si va in scena ***


"Hai intenzione di aspettare ancora molto?" la voce di Nebula si perse tra le stelle.
"Impaziente mia adorata?" rispose il titano ghignando.
"Non comprendo il perché di questa lunga attesa potrebbe esse già tua!" sfuriò l'androide.
"Ma lo è mia cara, lo è..." una risata malefica riecheggiò per il cosmo.
Da qualche parte su Midgard, un sorriso malefico si dipinse sul volto di uno dei suoi falsi abitanti.
"Si va in scena..."

"Non è affatto una buona idea, Loki!" Jane si voltò di scatto guardando storto il dio del tuono.
"Non pretendo che tu comprenda Thor, mi aspetto che tu esegua!" Loki cercava di essere il più paziente possibile, ma l'impresa risultava ardua.
"Perché non ascoltarlo?-intervenne Jane- Dopotutto non hai nulla da perdere..." continuò.
Thor la fissò colpevole, sapeva di meritare l'odio di Isabelle e di certo non aveva idea di come farsi perdonare, non aveva scelta.
"E sia, andremo a vedere questa esibizione, ma non sperare troppo fratello.
Conoscendo Syn,-Loki gli rifilò un'occhiata eloquente- volevo dire Isabelle di certo non basterà per perdonarmi." concluse stizzito.
"Certo che no!- intervenne il dio- ma è pur sempre un inizio." concluse uscendo dalla casa con un ghigno di soddisfazione.

"Bene bene- la voce di James riecheggiò per il teatro- hai portato gli spettatori!" Esordì compiaciuto, sorrisi al pensiero di ciò che stava per accadere.
"Certo, una grande attrice non recita senza pubblico" scherzai, lui sorrise malizioso.
"Bene, dov'è David, David?" chiamò, ma al suo posto sul palco si presentò Loki.
"E tu saresti?" chiese alzando un sopracciglio scettico.
"Eros mr. James" disse facendo un inchino.
Sorrisi soddisfatta nel vedere James diventare paonazzo per la rabbia Loki aveva colpito nel segno.
"Io decido chi recita nei miei spettacoli, e tu non hai mai provato! Inoltre la parte è stata data a qualcuno di certo più capace." concluse d'un fiato.
Il grande errore di James fu proprio quello di paragonarlo a David, vidi Loki serrare la mascella era chiaramente nervoso stava combattendo con se stesso, non voleva reagire come uno Jotun, ma come un principe, forse perfino come un midgardiano.
"Sarai tu a decidere James!-intervenni, sentii Loki rilassarsi notevolmente- Loki sarà il mio partner solo per l'audizione." conclusi.
"E sia!- disse con sguardo indagatore- Beh che aspettate? Che inizi lo spettacolo!" concluse alzando le braccia con fare teatrale, come sempre.
Le luci si spensero, Loki sparì ed io mi ritrovai sola ebbi, forse per la prima volta, un blocco, una paura improvvisa del buio che mi portò indietro nel tempo.
"Voi non potete!" le urla di una donna ruppero il silenzio.
"Le Norne l'hanno scelta, sarà lei la custode dell'ultima luce!" la voce di un uomo, imponente ed autoritaria, sovrastò i singhiozzi della donna.
"È solo una bambina! Morirà!" di nuovo quella voce tanto familiare, era straziante udire le sue urla.
Lentamente nel buio si delinearono dei tratti morbidi e regali, non ebbi il tempo di parlare Loki lo fece al mio posto, stava utilizzando il bracciale per interagire con la mia mente.
"Madre" la sua voce fu un bisbiglio nostalgico.
"Come è possibile..." intervenni cercando di toccarla, ma la mia mano passò attraverso la materna figura finendo nel vuoto.
"La luce ed il buio si ritroveranno e la fine avrà inizio.
Combatteranno assieme come due amanti, 
sconfiggeranno le tenebre portando i vessilli della pace. 
L'universo sarà contro di loro, ma l'amore vincerà
E per sempre la pace trionferà."
Queste furono le sue parole.
Né io né Loki ne comprendemmo il significato e Madre svanì prima di poter porre qualsiasi domanda.
Una luce mi illuminò e per pochi istanti sentii il fiato mancare, ancora presa dalle parole di madre.
'Dai Syn facciamogli vedere chi siamo!' la voce di Loki mi fece rinsavire.

"Non temo voi voci amiche, ma il mio sposo. Mi è ignota la sua natura così come il suo essere, vi prego voci care indicate a questa povera ancella un luogo sicuro ove riposare"
Le voci erano interpretate da alcune ragazze al lato sinistro del palco.
"Dolce fanciulla dalla divina bellezza, il nostro signore è un uomo giusto, saprà rendere onore alla tua grazia. Vieni fanciulla e riposa le membra, affinché tu possa accogliere al meglio il nostro signore."
Feci qualche passo verso il letto posto al centro del palco, simulando stupore nell'entrare in una stanza da letto immaginaria. 
'Ricorda le nostre stanze...' la voce di Loki era un balsamo, una guida.
'Si, le ricordo-gli risposi girando su me stessa e guardandomi intorno- le mura erano in oro finemente decorate con motivi asgardiani, vi era un'unica finestra ma grande abbastanza da illuminare la grande stanza, tende in velluto coprivano l'ampia finestra. Il letto poi era un magnifico lavoro manifatturiero, un elegante baldacchino lo ricopriva con leggere tende ricamate con diversi tipi di punti.' dissi avvicinandomi al letto e sfiorandolo con le dita.
"Che gli dei benevoli proteggano il mio sonno." dissi coricandomi. 
Chiusi gli occhi simulando un sereno riposo, e appena sentii dei passi vicini mi destai di colpo.

La luce ora illuminava anche Loki debolmente.
"Chi siete?" domandò Isabelle, fingendo di non vedere il dio.
"Colui che ti è stato annunciato dal divino oracolo del dio Apollo, il  tuo sposo." rispose Loki.
La voce profonda del dio incantò Isabelle, che si alzò lentamente dal letto fingendosi intimorita.
"Perché mai permettete alla notte di celarmi il vostro aspetto?" chiese ancora con sospetto cercando di intravedere l'uomo.
"Psiche, è volere degli dei che lo sposo rimanga celato agli occhi della consorte. Ti prego, dolce fanciulla, non proferire oltre parola al riguardo." le sue parole erano una dolce supplica.
Isabelle si avvicinò lentamente al dio tenendo lo sguardo fisso su un punto impreciso davanti a sé, come fosse priva della vista.
"Lo sposo, dunque, resterà celato alla vista della sposa? Oh me sventurata, che piccola ancora nel grembo materno, ereditai una bellezza tanto rara e venerabile. Uomini da paesi e città venivano ad adorarmi, come nuova Venere. Povera me, succube dell'ira funesta della dea. Vorrei poter invocare il suo perdono, la morte sarebbe dovuta essere mio sposo, ma oramai la dea, la cui bellezza incanta Giove stesso, ha decretato il mio infelice fato. Dunque, voi siete davvero l'orrenda fiera che tutti temono?" Isabelle stava recitando così bene che James si chiese se effettivamente lo stesse facendo, le loro emozioni erano reali.
Qualche passo e Loki eliminò la poca distanza che li separava, le cinse i fianchi con un braccio e la strinse a sé.
"Mia dolce Psiche, Venere divina non ha decretato la tua morte, bensì ti ha donato un marito, perché la tua infelicità fosse rischiarata dalla gioia del matrimonio. Dunque, mia bellissima sposa, temi il mio aspetto? Non potrei ferirti, mia dea, è lo stesso amore che provo per te a difenderti." le sue parole erano così vere e cariche di sentimento, che Isabelle arrossì.
'Quel rossore sulle gote ti rende ancora più bella, mia dea' quell'invasione nella sua mente le stava facendo perdere il controllo.
Sentì l'impulso irrefrenabile di impossessarsi delle sue labbra, come la notte prima, bramava ogni centimetro di quel corpo tanto perfetto.
'Tentatore' lo provocò avvicinandosi alle sue labbra come volesse baciarlo, per poi allontanarsi con un sorriso malizioso.
'Un tempo ti piaceva...' osò lui. 
'Non posso oppormi al mio signore, dunque cosa volete fare ora?' questo dialogo mentale era accompagnato a sguardi e gesti carichi di passione.
James osserva la scena allibito, non sapeva più se stavano seguendo il copione o meno fatto sta che le loro parole i loro gesti erano veri, o quantomeno così sembrava.
Loki premette le sue labbra contro quelle di Isabelle con dolcezza e passione, la ragazza non rispose subito perché presa alla sprovbista, poi con passione ricambiò il bacio. 
Il dio la prese tra le braccia alzandola e l'adagiò sul letto portandosi sopra di lei, mentre le braccia della ragazza cingevano il suo collo.
Le luci si spensero e per pochi istanti ci fu solo silenzio, tornò poi la luce. I due stavano sul palco l'uno accanto all'altra aspettando il verdetto dell'uomo che li fissava con stupore.
"Voi due!-iniziò serioso- Siete stati..." un'altra pausa, Isabelle fissava James dritto negli occhi consapevole di aver dato il massimo...di essere stata vera.
"Semplicemente MAGNIFICI!" esultò infine con voce stridula.
Isabelle tirò un respiro di sollievo e Loki le strinse la mano avvicinandola a lui.
"Dunque, tu piccolo Shakespeare-disse rivolto a Loki e la ragazza rise di gusto per quel nomignolo-ammetto di averti sottovalutato sei davvero una promessa del teatro. Mentre riguardo te piccola furbastra, volere è potere! Ricordalo sempre.-la ragazza sorrise ed annuì col capo-Bene non ho altro da dire, sai che non amo gli elogi Belle, e poi non voglio che ti monti la testa."concluse congedandosi.
Il mio sguardo vagò per la sala e in lontananza scorsi, tra le poltrone in velluto rosso, una chioma bionda ed osservando con attenzione una figura minuta al suo fianco, mi mancò improvvisamente il fiato.
Sentii lo sguardo grave di Loki su di me e capii il motivo della presenza di mio fratello.
"Perché l'hai fatto?" la mia domanda fu come una secchiata d'acqua gelida.
"Isabelle, sono passati anni, non hai idea di cosa abbia passato Thor. Hai ragione a considerarlo uno scimmione senza cervello e con evidenti problemi di igiene, ma questo non diminuisce l'amore che prova per te." le sue parole mi insospettirono non poco.
"Lui non ha idea di ciò che ho passato io!!!-sibilai- E poi da quando questo rinnovato amore per il tuo fratellastro?!" concludi ironica, sorrise malizioso.
"Da quando ho capito che fare la guerra non porta da nessuna parte, mia adorata." rispose malizioso baciandomi la mano con galanteria.
La mente tornò indietro desiderosa di ricordare...
"Nervosa sorella?" La voce di Thor arrivò forte e chiara alle mie orecchie.
"Mai fratello, sono famosa per la mia calma glaciale ricordi? Forse tu cerchi di dissimulare le tue preoccupazioni dandole a me." risposi maliziosa.
Come un bimbo colto con le mani nella marmellata, Thor scosse la testa incapace di ribattere colpito nel segno.
"Dunque qual è la sfida oggi?" chiesi, mi sorrise furbo (un aggettivo insolito per lui me ne rendo conto).
"Corsa di cavalli." risi di gusto, era da secoli che mi sfidava a gare, lotte e battendolo o tenendogli testa, peccato che ero la terza in linea di successione al trono sarebbe stato bello duellare con lui durante la lotta degli eredi, necessaria per decidere il futuro re di Asgard.
Lo scenario cambia ora siamo nell'arena ridendo e scherzando come solo un fratello ed una sorella sanno fare, spintonandoci con le spalle.
Loki accanto a me ci guardava quasi con nostalgia, Thor lo trascinò a forza nella "rissa" tra fratelli, il povero lasciò a malincuore il suo libro per azzuffarsi con noi. Erano tempi di luce e gioia quelli, dove ancora mi potevo fidare di loro, dove Thor forse ragionava ancora con la propria testa e Loki era sincero...
La scena cambia, mi ritrovai a fissare la mia figura in fondo la sala del trono gremita di gente,
"Traditore!" urlai a Thor, mentre due guardie mi trattenevano per le braccia,  che obbediva come un cane agli ordini di Odino.
"L'hai lasciato morire! Hai tradito tuo fratello!!!" continuai
"Taci Syn!-la voce di Odino arrivò prepotente alle mie orecchie- Loki figlio di Laufey è accusato di alto tradimento, con l'inganno hai tentato di appropriarsi del trono la sua scomparsa è un sollievo per molti." concluse.
Le sue parole mi fecero salire un conato di vomito, Frigga aveva occhi colmi di lacrime segno della sua disapprovazione, quelle parole facevano male, ma più di tutto lasciavano comprendere la vera natura di quell'essere, che si ostinava a farsi chiamare re.
Mi divincolai con forza e le due guardie rovinarono a terra, con passo regale e sguardo di fuoco percorsi la sala del trono, sotto gli sguardi stupiti dei presenti. Il mio abito azzurro lentamente mutò lasciando il posto ad una armatura in oro bianco, che copriva solo alcune parti del corpo lasciando intravedere la tunica azzurra sotto ed il pantalone in pelle nera, ma ciò che provocò più stupore fu l'elmo identico a quello di Loki se non per il bianco oro.
"Dunque voi-dissi camminando come una tigre verso la preda- dite che è stato un sollievo, un balsamo per le ferite del popolo, la fine di una tirannia crudele e schiavista?!-la mia risata riecheggiò per tutta la sala- Davvero mio re siete molto spiritoso. -feci inchinandomi con scherno- Chiedete al popolo se effettivamente ha patito sotto il domino di Loki, che voi tanto temete. È stato un buon re ed ha governato giustamente, nessuno si è lamentato escludendo i quattro cani che Thor si porta dietro- feci rivolta ai quattro, Syn si fece avanti ma Thor la fermò la guardai con sfida per poi tornare a fissare Odino- Voi decidete, voi fate, voi siete...con Loki era diverso non era 'io dico', ma 'tu cosa dici'. Ammettete che siete invidioso, perché il figlio di Laufey vi ha superato in astuzia e bravura nel governare." alle mie parole il viso di Odino si fece cupo, una maschera di serietà e tristezza.
"Mia cara, comprendo il tuo rammarico.- una scintilla sinistra brillò nel suo occhio buono- Mi pare ovvio che Loki abbia soggiogato la principessa tanto da renderla succube innocente dei suoi malefici scopi." disse rivolto all'assemblea.
Quel dannato! Aveva deciso di farmi passare per una folle asservita a Loki.
"Padre-decisi di reggere il gioco- forse avete ragione non sono mai stata più confusa-feci reggendomi la testa con aria innocente- mi è stato dato uno strano intruglio ed ora la testa mi duole..." lo schernii.
Con fare regale scese dal suo trono e mi si fermò dinnanzi stringendomi a sé come per abbracciarmi, ma nello stesso attimo in cui mi avvicinai a lui una fitta di dolore al fianco mi tolse il fiato.
"Shhh mia cara, riposa- sentì il freddo ferro abbandonare il mio corpo ed il sangue colare copioso- al tuo risveglio tutto sarà tornato al suo posto..." quella voce risuonava come una macabra ninna nanna, sentii Thor alle mie spalle urlare il mio nome e correre verso di me.
Il re si allontanò da me e barcollai con lo sguardo perso nel vuoto, portai lentamente le mani alla ferita inorridita dal suo gesto disumano.
Madre mi guardava interrogativa, ma appena notò il sangue che macchiava la mia armatura si mosse veloce verso di me, ignorando la voce di Odino, la folla presente nella sala iniziò a bisbigliare incredula.
"Syn! Syn tesoro guardami!" la sua voce era un eco lontano.
"Mia figlia ha bisogno di ritrovare il senno- disse zittendo la sala e giocando con il pugnale ancora macchiato del mio sangue- ahimè questo è l'unico modo per renderla più obbediente." un moto di rabbia si sprigionò nel mio petto, mossi qualche passo verso di lui.
La lama di quel pugnale era stata intinta nel Sovende un veleno che lentamente porta il corpo ad assopirsi. Una piccola quantità non fa che assopire, ma basta anche solo una goccia in più per far dormire la vittima per settimane, mesi o anni.
"Avete dimostrato al vostro popolo, perché Loki si è spinto a tanto..." dissi prima di cadere in un profondo oblio, le braccia di Thor mi sorressero prima che cadessi al suolo.

Nella sala del trono si teneva a settimanale assemblea con i nobili.
Le porte si spalancarono ed io feci irruzione nella sala, erano passati due giorni da "quell'incidente", madre mi fissava con evidente preoccupazione così come Thor.
"Ti sembra questo il modo di presentarsi Syn?!" ignorai parole del re.
"Come vedete ho ripreso le forze...ed ho un importante annuncio da farvi." dissi rivolta ai presenti. 
"Figlia finalmente hai recuperato il senno, sposerai il principe Ur!" le parole di Odiono erano cariche di compiacimento, ma sarebbe svanito di lì a pochi minuti.
"Tu non sei mio padre...non lo sei mai stato. Vorrei poter dire di essere stata adottata come Loki, pur di non reggere il disonore di avere te come genitore..." le mie parole erano cariche di disgusto, rammarico, delusione. 
Il ghigno compiaciuto di Odino scomparve, mi avvicinai a Thor che mi guardava perplesso, conosceva le mie intenzioni dopotutto i fratelli riescono a comprendere anche i più nascosti pensieri.
"Vieni con me..." gli sussurrai.
"Non posso." rispose guardano Frigga.
Rivolsi lo sguardo verso la regina, sapevo che non l'avrei più rivista e più di tutto mi sarebbero mancati i suoi caldi abbracci, ma era l'unico modo. 
Le sussurrai un "mi dispiace" poi mi rivolsi al re.
"Io, Syn figlia di Odino, mi spoglio oggi della mia deità e relego i miei poteri esiliandomi da Asgard per sempre!" la mia voce riecheggiò per la sala mentre una luce azzurra mi avvolgeva.
Sentii le urla di Odino e lo stupore dei presenti, delle guardie tentarono di fermarmi ma vennero respinte dal campo di forza che si era creato attorno a me.
Padre fece un ultimo disperato tentativo, ma oramai era tardi, tutto ciò che vidi prima di sparire furono gli occhi colmi di lacrime di madre e Thor che la stringeva tra le braccia.

"Sei stata davvero bravissima, Isabelle!" la voce di Jane mi riscosse.
"Ti ringrazio Jane..." risposi cortese.
Di nuovo i ricordi il Seiðr stava facendo effetto. Thor mi guardava come indeciso sul da farsi, bastò un'occhiata di Loki e Jane per farlo parlare mi si avvicinò schiarendo la voce.
"Beh di certo non sono i teatrini che facevamo ad Asgard...-iniziò- sei stata davvero bravissima Belle." disse poi con un sorriso sincero.
Hey fermi tutti! Belle? Mi aveva chiamato con il nome midgardiano? Cosa c'era sotto? Guardai Loki canzonatoria, ma lui rispose con uno sguardo innocente.
"Ti ringrazio Thor, ma non è stato tutto merito mio. Loki come si è visto ha dato un grande contributo, inoltre non era un'esibizione solo una prova per aggiudicarmi la parte della protagonista." risposi indifferente, non potevo certo fare il gioco di quei due.
Il mio tono neutro ed il mio sguardo gelido distrussero i suoi tentativi di creare un qualsiasi approccio con me.
"Belle io..." iniziò
"Se non vi dispiace io andrei, le ragazze mi aspettano." detto ciò mi congedai lasciando in sospeso Thor.
Loki mi richiamò, ma non l'ascoltai continuando a camminare assieme alle ragazze, che si complimentavano e descrivevano Loki tra i sospiri come un gran figo.

"Hai visto?" Thor si rivolse al re delle malefatte con malinconia.
"Sta fingendo, chi meglio di me può saperlo?!" rispose il dio scrutando la figura ormai lontana di Isabelle.
"Ha tutte le ragioni per odiarmi, non l'ho protetta e non l'ho capita. Inoltre mi accusa ancora per la morte di Madre ed infondo sappiamo che ha ragione. Ero rimasto ad Asgard per proteggerla, ma ho fallito miseramente."
Loki non rispose, semplicemente nella sua mente si delineavano i filamenti di un nuovo piano, volto a portare a termine la loro missione.

Nota dell'autrice
Ciao a tutti!!! 
Finalmente Isabelle si è tolta il macigno dell'esibizione! Hahaha
Vi chiedo venia per non averlo reso al meglio davvero ho cercato di dare il massimo, ma crearlo così su due piedi non è stato facile. Inoltre chiedo scusa anche per eventuali orrori grammaticali. 
Allora un grazie speciale va a Lady Windermere e LadyRealgar per le loro bellissime recensioni, ragazze ve AMO!!! <3 *lancia cuoricini di carta e petali di rose*
Ringrazio tutti coloro che hanno letto il capitolo, chi segue la storia anche senza recensire e chi l'ha aggiunta alle preferite.
Vi lascio, con una minaccia...ci rivedremo presto muhahaha XD
Un abbraccio
Angel27

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Capitolo 10
*** Verità e Inganni ***


Si dice che la notte porta consiglio, mi sono sempre chiesta cosa vuol dire, sarà perché è uno dei pochi momenti della giornata in cui restiamo soli con noi stessi. Riflettiamo su domande alla quale non sappiamo rispondere durante il giorno e, il più delle volte, riusciamo a trovarvi una soluzione.
Così fece Loki decise di meditare sul da farsi tutta la notte nella speranza di avere qualche idea per sbrogliare quella faccenda.
Le parole di Frigga l'avevano molto turbato, Syn doveva sapere, scoprire il perché era così importante per Odino e Thanos.
Lentamente, cullato dai suoi stessi pensieri, cadde in un sonno profondo e giunse in un quieto limbo.
"Sei triste figlio mio? Percepisco il tuo animo inquieto." quelle voce melodiosa fece perdere un battito al suo cuore.
"Madre!" esclamò 
"Cosa ti affligge?" la voce della donna si fece ancora più dolce, prese delicatamente le mani del figlio stringendole nelle sue.
"Perché quelle parole? Qual è il loro significato?"si affrettò a chiedere il dio.
"Il sole splende alto nel cielo, ma non gli si chiede perché lo fa, così non puoi chiedere ad una madre perché protegge i figli, lo fa e basta.- la donna prese un profondo respiro, come per farsi coraggio- Syn è mia figlia Loki deve sapere, il mio dovere primario è proteggervi, dunque voglio che tu le parli e che la riporti ad Asgard. Ora Midgard non è un posto sicuro per lei." spiegò seria.
"Volete che ritorni da quel folle? Avete dimenticato cosa le ha fatto?"chiese quasi urlando.
"Perché ti ostini a vedere ciò che vuoi e non ciò che è?- fece malinconica- Il dio degli inganni la verità scoprirà e la dea della giustizia il mondo salverà...due entità un solo fine, a voi il destino dei nove mondi."
"Madre!" la donna lentamente stava svanendo divenendo simile all'aria.
"Il nemico è più vicino di quanto credi Loki, salvala o sarà troppo tardi..." concluse, poi il buio lo avvolse.

Si svegliò di soprassalto, non pensò. Uscii dalla camera in fretta diretto a quella di Isabelle, ma quando l'aprì non vi trovò anima. Il letto non era intatto, segno che la ragazza non era rincasata.
Guardò la sveglia erano le quattro del mattino, l'agitazione prese il sopravvento si vestì e velocemente scese al piano inferiore, doveva parlare e doveva farlo ora!
"Dove corri?" una voce alle sue spalle lo fece voltare di scatto.
"Belle! Ma sei pazza ti pare questa l'ora di tornare?!" la sua voce era mista all'ansia e alla paura.
Isabelle, poggiata allo stipite della porta che portava alla cucina, scoppiò a ridere.
"Tu sei preoccupato per me, Thor è preoccupato per me, Odino mi vuole e anche Thanos, sono già così famosa e non ho ancora un secolo di vita?" dal suo tono di voce il dio comprese che era ubriaca.
"Hai bevuto?" chiese serio, Isabelle avanzò barcollando.
"Solo un po', dovevo pur festeggiare dopo la splendida performance!" spiegò lei poggiandosi alla parete.
"Perché fai così? Non vedi come ti sta riducendo stare qui?" continuò lui.
"Di certo è meglio dell'essere la schiava di Odino!" rispose la ragazza cupa.
Gli diede le spalle e cercò di salire le scale, ma con scarsi risultati perse subito l'equilibrio.
"Non ti reggi nemmeno sulle gambe, Belle, hai bisogno di riposare e schiarirti le idee." detto ciò la prese in braccio e la portò in camera.

La poggiò delicatamente sul letto, prese la coperta in pile ai piedi del letto e la coprii.
"Non andare!" disse prendendogli la mano, la sua voce era una supplica dolce.
Loki indugiò e la ragazza approfittò di quel momento di debolezza, si issò col busto e premette le sue labbra contro quelle del dio.
"Belle..." provò a ribattere lui con voce rotta, mentre la ragazza gli baciava il collo lentamente.
Non riuscì a trattenere un sospiro, che sembrò dare il permesso alla ragazza di sfilargli la felpa.
Il barlume di lucidità che era rimasto vivo in Loki suonò il campanello di allarme, la prese per le spalle e l'allontanò da sé quanto bastava per guardarle gli occhi.
"Syn." la sua voce era un sussurro.
"Mi hai riconosciuta dunque...non avevo dubbi sei troppo sveglio per essere ingannato." stava per baciarlo nuovamente, ma Loki la fermò fissandola negli occhi intensamente.
"Da quanto non riesci a controllarla?" la sua voce risuonò come un eco lontano, ma bastò per far rinsavire la ragazza.
"Da prima che arrivaste su Midgard...-rivelò Isabelle affranta- sono sempre io...e me ne vergogno!" le sue parole erano cariche di disprezzo verso se stessa. 
"Non dovresti." rispose prontamente prendendole il viso e costringendola a guardarlo negli occhi.
"Ho ucciso senza alcuna pietà interi villaggi, lasciato mia madre a morire ed abbandonato te per paura! Io devo vergognarmi di ciò che sono!" la sua voce ora era più alta di qualche ottava ed i suoi occhi colmi di lacrime.
Loki la strinse a sé maledicendosi per tanta stupidità, doveva dirle la verità, aiutarla a controllare quella forza che cieca cresceva in lei.
"Isabelle io..." provò a spiegare.
"Ma che succede qui?" la voce di Hayden interruppe il dio, che strinse i pugni con stizza.
La ragazza fissò con sgomento il dio seminudo, ma non appena riaprì la bocca, Isabelle parlò.
"Nulla. Torna pure a dormire." rispose sbrigativa la ragazza.
Hayden dopo aver scambiato un'occhiata con Loki, che diceva chiaramente 'falle qualcosa e ti cancello dai nove mondi!', tornò nella sua stanza.
"Belle..."cercò di continuare.
"Loki è stata una giornata piena di emozioni e converrai con me che è meglio riposare, qualsiasi cosa sia rimandiamola a domani. Ok?" le parole di Isabelle l'avevano messo con le spalle al muro, accettò e si congedò.

Un fastidioso ronzio mi con strinse ad aprire gli occhi, ed un mal di testa atroce mi attraversò le tempie.
Afferrai il cellulare e caddi nuovamente sul cuscino con la testa che pulsava per il dolore.
"Pronto?" la mia voce risuonò come un mugugno incomprensibile.
"Buongiorno mia splendida Psiche! Ti voglio qui tra due ore massimo, chiaro?" era chiaramente la voce di James.
"Guarda non potremmo rimandare ho la testa che..." ma non mi lasciò concludere la frase.
"Niente ma! Ti voglio qui tra due ore, sempre se vuoi ancora la parte di Psiche." la sua voce non ammetteva repliche.
"E va bene, ci vediamo tra due ore..." conclusi chiudendo la chiamata.
Con uno sforzo immane mi alzai dal letto trascinandomi nel bagno, ero costretta ad una lentezza a dir poco snervante, presi qualche compressa per il mal di testa e scesi le scale a mo' di Pantera Rosa, mi risparmiai la colonna sonora. 
Guardai bene attorno, fortunatamente nessuno girovagava per la casa, uscii cercando di non fare rumore ed in pochi attimi sfrecciavo già per le strade di Londra.

"Belle ascoltami so che potrà sembrarti strano, ma...no così non va bene- Loki camminava su e giù per la stanza teso come una corda di violino da ore, si schiarì la voce per l'ennesima volta- Isabelle dobbiamo parlare. Ricordi quando Madre ci ha parlato? Oh meglio ti ha parlato, ecco vedi c'è qualcosa di più riguardo le tue origini, cose che ti sono state nascoste per valide ragioni, ma è arrivato il momento di metterti al corrente della verità. Si!-esultò- Proprio così!" uscì dalla stanza mormorando le parole appena dette, come se avesse paura di dimenticarle e arrivato davanti la camera di Isabelle bussò cortese.
"Belle?" chiamò poi nn ricevendo risposta.
Nulla.
"Belle?!" ora la sua voce era più alta.
Non ricevendo alcuna risposta decise di entrare, Isabelle non c'era esattamente come la sera prima.
Corse al piano di sotto con il cuore che batteva furioso nel petto, fece irruzione nella cucina dove Hayden e Delia stavano consumando la colazione come d'abitudine.
"Avete visto Belle?" chiese con evidente preoccupazione.
"Sarà uscita a fare una passeggiata, perché ti preoccupi tanto?" chiese Delia con sospetto.
Loki ripensò alla frase detta da Frigga "Il nemico è più vicino di quanto credi Loki, salvala o sarà troppo tardi!" un lampo di luce lo colpì.
"Quel bastardo!-sibilò a denti stretti- Chiama Thor!" urlò a Hayden.
"Perché dovrei..." tentò di ribattere la ragazza.
"Dì di raggiungermi al Theatre of Roses!" esclamò Loki cercando le chiavi della macchina.
"Ma che succede?" continuò imperterrita.
"FALLO E BASTA!!!" tuonò il dio zittendola.
Ignorando le voci delle due dee, afferrò le chiavi dell'auto diretto al garage, si maledisse mentalmente nel ricordare che i poteri di teletrasporto non facevano parte delle sue abilità, la macchina uscì in corsa dal garage e Loki pregò gli dei che non fosse troppo tardi.

"Spero avrai una buona ragione per avermi chiamata a quest'ora." dissi sbadigliando.
James se ne stava sul palco di spalle, come preso a fissare qualcosa.
"Oh credimi Syn è davvero un ottima ragione!" quelle parole mi stupirono a tal punto da farmi bloccare sul posto come una statua di sale.
"Come hai..." biascicai.
"Hai sentito bene Syn." si girò verso di me quanto bastava per farmi scorgere il suo reale aspetto.
I due occhi color caramello erano spariti, al loro posto c'erano un occhio scarlatto e un altro grigio chiaro.
"Chi sei?" chiesi indietreggiando.
"Il mio nome è Garmr. Thanos, il mio padrone, mi ha chiesto di informarlo di ogni tuo spostamento, di controllarti e così ho fatto. Ora il mio signore vuole che ti porti da lui e così farò!" si girò verso di me è finalmente potei riconoscerlo.
Il suo corpo era per metà di lupo e per metà "umano", lunghi canini risaltavano dalla bocca schiusa, quelle che prima erano mani ora apparivano come zampe dai lunghi e neri artigli, era quello che gli umani chiamano lupo mannaro. I nove mondi lo conoscevano come il leccapiedi di Hela, una sorta di cane da guardia del regno dei morti, digrignai i denti non potevo combatterlo solo fuggire.

"Il nemico è più vicino di quanto credi Loki, salvala o sarà troppo tardi!"
Quelle parole riecheggiavano ancora nella mente del dio.
"Dannazione!-ringhiò- Perché non l'ho capito subito!" sfrecciava tra le macchine sperando che non fosse troppo tardi.
La sua corsa però attirò una auto volante della polizia che prese a seguirlo con le sirene accese, un vero e proprio inseguimento.
"Maledizione!" imprecò a voce alta.
Non aveva tempo per fermarsi decise di aumentare la velocità per seminarli, in poco tempo la sua corsa divenne simile a quella dei film di Fast and Furious.
Riuscì a seminare la polizia prendendo una via contromano e finalmente arrivò al teatro.

"Thanos non mi avrà mai, perché non si mette l'anima in pace!" ringhiai.
"Oh ma lui ti ha già piccola principessa, sei sempre stata sotto il suo vigile sguardo ed ogni persona conosciuta qui era ai suoi comandi." spiegò Garmr prima di scoppiare in una gelida risata.
Mentre avanzava focalizzai la mia attenzione sul carrello delle pulizie a pochi centimetri da me, afferrai la mazza della scopa e tolsi la parte finalizzata alla pulizia.
A modo suo ora quella mazza era un'arma, ero umana certo, ma non avevo perso la forza d'animo tipica degli asgardiani.
Feci abilmente roteare il bastone ed il demone rise divertito, lo colpì alla testa con aria di sfida ed il ghigno divertito svanì dal suo viso, si scagliò contro di me, ma lo evitai abilmente.
'Grosso e muscoloso, ma lento e stupido.' pensai ghignando.
"Non ti ucciderò piccola impertinente, ma solo per non scatenare l'ira del padrone." ringhiò.
Materializzò un'asta di acciaio ed iniziò a scagliare colpi non letali, ma finalizzati semplicemente a stordirmi, li schivai al meglio cercando di risparmiare le energie.
Un grido alle mie spalle mi fece distrarre ed uno dei colpi di Garmr andò a segno colpendomi in pieno petto, rovinai a terra a qualche metro dal lupo.
Un altro grido, mi voltai e vidi una donna che tremava impaurita, Garmr la guardò sorridendo malefico, compresi le sue intenzioni e mi alzai di scatto gettandomi su di lui, mi bloccò per il collo stringendolo saldamente.
"Insomma Syn-cominciò guardandomi di sbieco- questo comportamento non è degno di una principessa." mi schernì.
Rafforzò la presa, persi il fiato mentre la vista si faceva sfocata.
'E dunque tutta qui la tua forza?' una voce familiare riecheggiò nella mia testa.
'Syn non credo sia il momento di discutere!' ribattei al mio alter ego
'Con questa resa stai affermando che sono la più forte! Principessa, ricorda ciò che sei...una guerriera.' rispose semplicemente prima di svanire.
Con tutte le mie forze sferrai un calcio dritto allo stomaco di Garmr, che si piegò in due dal dolore.
"Va via!" gridai alla donna che al mio comando scomparì dalla sala.
Sfilai al demone la spada che teneva legata alla vita, e mi allontanai da lui velocemente. 
"Finalmente ragioniamo!" dissi roteando l'arma era una sciabola dalla lama nera ed incisioni runiche tipiche dei nani di Niðavellir, l'impugnatura era assai scomoda per via delle borchie che ne ricoprivano un lato.
"Sei agile lo ammetto,- disse rialzandosi-ma non basterà." concluse tornando all'attacco.

Loki fece irruzione nella sala del teatro, vide Isabelle impegnata in uno scontro con un mezzo lupo, che lui conosceva fin troppo bene.
"Garmr dovevo immaginarlo." la voce di Loki bloccò i due duellanti.
"Figlio di Laufey ci rivediamo." sul volto del demone comparve un sorriso compiaciuto.
"Non ho certo dimenticato il nostro conto in sospeso." rispose il dio.
"Bene..." sibilò il lupo.

Quando incrociai lo sguardo di Loki sentii il cuore fermarsi, era lì per me di nuovo... pronto a dare la sua vita per la mia.
Garmr si allontanò da me, tra lui e Loki iniziò una fitta lotta uno scontro senza esclusione di colpi.
Loki si muoveva con agilità schivando i fendenti dell'avversario, sembrava danzare più che combattere. Lo guardavo ammaliata era da tanto che non lo vedevo combattere così, con un'abile colpo alle ginocchia riuscì ad atterrare il lupo.
"Sei più abile, te lo concedo-disse- alla prossima figlio di Laufey..." concluse, ma prima di sparire nel nulla lanciò una piccola sfera di metallo al soffitto.
"Belle via!" Loki ebbe appena il tempo di avvisarmi che il tetto esplose.
Mi fiondai su di lui nel vano e patetico tentativo di proteggerlo, lo sentii gridare il mio nome poi il buio.

"Syn!" mi voltai
"Ur...dimmi" risposi senza interrompere la mia lettura.
"Come non ricordi, oggi ad Asgard si terrà l'annuale lotta degli eredi! Chissà quali ardue prove dovranno affrontare!" la voce di Ur era carica di entusiasmo.
Alzai lo sguardo dal libro, i suoi occhi castani con venature scarlatte si erano illuminati come due rubini.
"Certo me ne ricordo." dissi con tono neutrale e sguardo glaciale.
Molti al palazzo mi consideravano una statua di ghiaccio priva di emozioni, ma conoscevano bene il motivo del mio essere.
"Dunque mi permettete di accompagnarvi?" fece galante.
"A dir la verità sono stata già invitata." risposi fredda.
"E da chi, se posso..." chiese sorpreso e deluso.
"Dal mio maestro." risposi chiudendo il libro con un sorriso soddisfatto.
Lasciai Ur a rimuginare diretta alle mie stanze, lì le ancelle mi aiutarono a prepararmi, giunta l'ora di andare puntuale come un orologio sentii bussare alla porta.
"Avanti." invitai.
"Principessa è ora di andare." la voce di Haimdall mi scaldò il cuore.
Mi voltai verso di lui sorridendo.
"Maestro è un onore avervi come accompagnatore." dissi inchinandomi
"L'onore è mio my lady." rispose anche lui con un inchino.
L'arena era gremita di abitanti di ogni pianeta ed un gran baccano regnava tra gli spalti.
Presi posto accanto il trono di madre e Haimdall al mio fianco, pochi scalini sotto di noi vi erano tutti i nobili dei nove regni che attendevano con ansia l'inizio dei giochi.
Odino si alzò in piedi reggendo con forza Gungnir la battè a terra e tutti tacquero.
"Oggi Asgard ha il grande onore di ospitare i nove regni per gli antichi Giochi degli Eredi. Ogni regno presenterà due legittimi eredi al trono che si sfideranno in tre prove per aggiudicarsi il titolo di re o regina, come re di Asgard e protettore dei nove regni presento i miei due figli Thor e Loki Odinson. Che i giochi abbiano inizio e possa la fortuna essere sempre a vostro favore." concluse il re tornando a sedersi sul suo trono.
I duellanti si presentarono nell'arena e, a due a due, affrontarono la prima sfida che consisteva in una gara di agilità e prontezza di riflessi.
Quando arrivò il turno di Loki e Thor cominciai a stringere nervosamente un lembo del vestito. Desideravo che entrambi uscissero incolumi da quella prova, ma non preferivo nessuno dei due essendo legata ad entrambi seppur per diversi motivi.
Loki riuscì ad avere la meglio nella prima prova, dove entrambi ne uscirono indenni.
La seconda era una prova di resistenza al fuoco, per realizzarla usufruirono di diversi attrezzi che avevo visto usare ai giganti di fuoco di Múspellsheimr per allenarsi, sembrava più un circo che una prova per i giochi.
Thor la superò senza problemi, mentre Loki dopo aver saltato gli ostacoli infuocati rovinò a terra ansante. Scattai in piedi allarmata attirando l'attenzione di Odino e dei reali presenti, non diedi peso ai loro sguardi e focalizzai la mia attenzione sul dio.
'Loki!' lo chiamai 'Loki! Alzati!' continuai.
Si mosse e lentamente si rimise in piedi, non mi rispose semplicemente mi guardò dal centro dell'arena e non appena si congedò, dopo essersi inchinato, lo raggiunsi.
"Loki!" chiamai, Thor gli stava parlando.
"Sto bene!" sibilò liberandosi dalla presa di Thor.
"Che è successo?" chiesi preoccupata.
"Nulla!" rispose secco lui, fece per andarsene ma lo bloccai per il braccio.
"Non è stato nulla!-lo ripresi- Hai una resistenza notevole il tuo incidente non è da sottovalutare!" continuai
"Ti ho detto che non è nulla!- ruggì- Lasciatemi." concluse dandoci le spalle.
Feci per ribattere, ma Thor pose una mano sulla mia spalla scuotendo il capo, decisi di ascoltare il suo muto consiglio.
L'ultima sfida fu un duello tra gli eredi, in quel corpo a corpo Thor ebbe la meglio, Loki si sentì umiliato e svalutato. Potevo sentire ogni suo pensiero, ma non la rabbia che cieca cresceva in lui, da quel giorno la vendetta iniziò a logorare il suo animo. 

Menzogne, inganni e bugie sono i fili argentati di una trappola mortale, la giovane dea ignara del suo destino vi si è avvolta spogliandosi di ogni protezione...ora è tardi per fuggire. Il destino sta già giocando con voi ignare marionette...

Angolo dell'autrice
E rieccomi! :D
Vi prego abbiate pietà, so che questo capitolo non soddisfa le aspettative ed è molto, troppo confusionario...chiedo perdono!
Ho introdotto un nuovo personaggio, Garmr, preso dalla mitologia (come sempreXD) spero che sia stato di vostro gradimento.
Poi volevo fare una piccolissima precisazione, ai giochi degli eredi possono partecipare solo i primogeniti e secondogeniti (scusate ho difficoltà a spiegarlo non trovo le parole)XD ecco perché Syn è costretta a stare in disparte.
Mi scuso per eventuali errori di grammatica e ringrazio tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra le preferite, seguite ecc. <3
Ovviamente ringrazio come sempre le ragazze che esprimono sempre il loro parere lasciando una fantastica recensione che mi dà la carica per continuare a scrivere, ve amo!!! :* <3
Un abbraccio!
Angel27;)
Ps. Non so se io sarei riuscita a mandare via un Loki a torace scoperto, beato autocontrollo di Belle!^.^"

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Capitolo 11
*** Scelte difficili ***


Era buio, ma non avevo paura, il tempo mi aveva insegnato a conviverci e considerarlo un amico.
Il corpo era come avvolto da un torpore che invitava al sonno, nessun dolore, nessun pensiero ero io e basta solo Isabelle. 
Venni avvolta da una luce dorata e tutto, intorno a me, mutò sembrava un caldo tramonto estivo.
"Dunque è così, in tanti anni hai imparato solo a fuggire?" una voce profonda ruppe il silenzio e una figura, che sembrava brillare di luce propria, mi si parò dinanzi.
"Mi hai insegnato a combattere, i valori di un guerriero, la fedeltà alla patria Haimdall, ma non come combattere contro me stessa." dissi fissando i miei occhi in quelli ambrati del Guardiano.
"Nessuno ha detto che devi combatterla. Devi solo accettarla, gestirla, sfruttarla a tuo vantaggio." Haimdall odiava i giri di parole, dunque ogni suo pensiero era espresso nella sua purezza.
"Parli così perché non sai cosa vuol dire convivere con due esseri, non sapere chi sei in realtà." sibilai.
"Ti sbagli so benissimo cosa si prova, fin dalla nascita sono stato predestinato alla vita del Guardiano. In me cresce un potere antico che mi ha portato a compiere delle scelte, ma questo non esclude altre vie. Noi siamo quello che scegliamo di essere, nessuno può decidere per noi in base ai nostri poteri o alla nostre capacità. E tu, chi scegli di essere?- davanti a me si materializzarono due copie identiche a Syn ed Isabelle, i miei due io- La dea o la mortale?" concluse.
Fissai con attenzione entrambe, la ragione mi portava verso Isabelle, verso una vita libera senza costrizioni, ma piena di rinunce e di adii. L'istinto verso Syn, verso il riscatto, la giustizia, la vita vecchia che può essere rinnovata.
"Non lo so..." ammisi affranta.
"Segui il cuore principessa ti porterà sulla retta via." concluse

"Padrone." fece Garmr inchinandosi al cospetto di Thanos.
"Lei dov'è?" chiese il titano di spalle.
"Potentissimo, lo Jotun ha interferito, ma sono riuscito a risvegliarla." rispose sicuro.
"Non sento la sua forza, il suo potere. Syn dorme ancora!" ruggì voltandosi e puntando i suoi occhi viola in quelli del lupo.
"Credetemi- la sua voce si fece improvvisamente sinistra- presto lo farà." 

Haimdall mi sedeva accanto guardavamo Asgard spendente al tramonto.
"Sono felice di averti qui." rivelai, mi sorrise come un padre alla figlia.
"Io veglio sempre su di te, non ti ho mai persa di vista. Sento le tue emozioni so cosa ti ha spinto a rinnegare la tua patria per Loki, hai tradito me è tutti gli asgardiani,- abbassai il capo colpevole-ma l'hai fatto per amore e per questo sei perdonata." disse infine, tirai un sospiro di sollievo nell'apprendere che non mi biasimava per il gesto compiuto tempo addietro.
"Ho sbagliato me ne rendo conto, ma non potevo lasciarlo le nostre anime da tempo sono unite, Haimdall. Non importa quante guerre, o quanti ostacoli, dovremo affrontare io sono sua e lui è mio. Loki è il mio mondo...la mia casa." risposi osservando l'orizzonte infuocato.
"Bene il mio compito qui è terminato hai le risposte che cercavi." mi agitai vedendolo alzarsi, il senso di abbandono prese il sopravvento.
"Come? No, resta ti prego! Non so come uscire da qui e poi non so se è la cosa giusta."dissi balzando in piedi.
"Sei la dea della Giustizia, farai sempre la cosa giusta." detto ciò svanì così come era arrivato.
Nuovamente sola, ma ora più confusa, mi avvolse un freddo improvviso e tutto si fece ghiacciato.


Quando Thor arrivò era troppo tardi.
Enormi pezzi di cemento coprivano la sala un tempo illuminata da splendidi lampadari, Hayden, Delia e Jane cominciarono ad urlare i nomi dei due ragazzi nella speranza che stessero bene, ma nulla né un lamento né un grido, nulla.
"Continuiamo a cercare!- ordinò Thor- Devono essere vivi." le ultime parole risuonarono più come una preghiera.

Presi lentamente conoscenza, respirare mi era quasi impossibile, la testa era attraversata da fitte di dolore e la vista offuscata da tanti punti, segno che dovevo aver sbattuto la testa.
Buio era tutto ciò che potevo vedere, richiamai con non poco sforzo il Seiðr per illuminare l'ambiente, subito piccole sferette verdi andarono a posizionarsi negli spazi vuoti.
Quando i miei occhi riuscirono a mettere a fuoco ciò che mi circondava capii. Ero sotterrato da macerie di cemento, che, ringraziando gli dei, si erano incastrate tra loro formano un piccolo spazio d'azione.
Impiegai diversi minuti per ricordare cosa era accaduto: Garmr, l'esplosione, Belle. 
Girai di scatto il viso in cerca di Isabelle, ricordando che le dovevo la vita, sentii il fiato mancare quando vidi una chioma ramata a qualche metro da me. Non ci pensai due volte cominciai a strisciare a terra per raggiungerla, ma nonostante la breve distanza, ero costretto dalla lentezza non tanto per le ferite quanto per la precarietà della struttura sopra di noi.
Quando finalmente riuscii a raggiungerla il panico mi avvolse, era sdraiata accanto quella che prima doveva essere una poltrona, non dava cenni di vita, il bel volto sporco di polvere e sangue, i morbidi capelli impolverati le ricadevano suo viso. Mi avvicinai con la paura di dover apprendere una troppo dolorosa realtà.
Accostai il viso alle sue labbra, un flebile respiro si infranse sulle mie guance, sospirai di sollievo, ora dovevo portarla in salvo. La presi tra le braccia delicatamente, il suo bel corpo era gelido, la pelle troppo bianca, le labbra livide, sentii qualcosa di viscoso sulla mano che le reggeva il capo, mi resi conto con ancora più orrore che era sangue. Dovevo tirarla fuori di lì subito.

"LOKI! SYN!" la voce di Thor riecheggiò per il teatro, o quel che ne restava, Hayden e Delia grazie al Seiðr avevano illuminato lo spazio circostante rendendo più facili le ricerche.
Thor era afflitto, aveva già perso una volta suo fratello e sua sorella non voleva che accadesse di nuovo.
Emise un ringhio esasperato, strinse con forza il Mjolnir e Jane gli fu subito accanto.
"È colpa mia!-disse con voce rotta- Dovevo proteggerli, invece..." la rabbia prese il sopravvento e non riuscì a terminare la frase.
"Thor- lo chiamò dolcemente la ragazza poggiandogli una mano sulla spalla- sai che non è colpa tua, ci sono cose che non possiamo prevedere." spiegò calma.
"Loki mi odia, perché sono stato un cattivo fratello. Syn mi odia, ed ha ragione, perché quando aveva bisogno del mio aiuto non l'ho sostenuta. Non ci sono mai stato per loro!" ringhiò.
"Ma ora ci sei e sei qui per lei, per Loki. Ti amano, Thor, e sanno che faresti di tutto per loro." il dio la guardò malinconico.
"No, Jane loro sanno che per loro non ho mai fatto nulla." ammise.
La ragazza rimase pietrificata da quelle parole e dalla voce tanto triste del dio.
"Allora non arrenderti!" esclamò decisa la scienziata dando vita al dio che riprese le ricerche. Una luce verde attirò la loro attenzione.
"Loki!" esclamarono all'unisono.
Raggiunsero il flebile fascio di luce, camminando sulle macerie e stando attenti a non creare frane sotto di loro.
Thor con forza smosse le macerie, alzando i grandi pezzi di cemento, la luce verde si fece via via più forte e finalmente la figura di Loki emerse dalle macerie.

Udii delle voci in superficie così aumentai la luminosità delle sfere, dovevo dar loro un segno.
Sentii il rumore farsi sempre più vicino creai con le ultime energie una barriera per proteggere me è Belle dalle macerie.
Un forte rumore ruppe il silenzio, finalmente la figura possente di Thor si presentò in tutta la sua preoccupazione.
Per pochi istanti ci guardammo negli occhi, come due leoni che si contendono la preda, poi mi aiutò ad uscire da lì tenendo Belle tra le braccia, devo ammettere che non ero mai stato tanto felice di vederlo.
"Ha bisogno di cure...subito" ansimai mantenendomi il petto, ogni respiro mi dava incredibili fitte al costato.
Jane mi fu subito accanto così come Hayden e Delia, sostenendomi. Grazie al Seiðr in pochi istanti fummo nel tranquillo salotto di casa.
"Hayden pensa a Belle, io aiuto Loki!" esclamò Delia prendendomi sottobraccio diretta al piano di sopra.
"No!-obiettai- Vado con Hayden, tranquille ho la pelle dura anche se non sembra," risposi deciso.

Dopo aver adagiato Isabelle sul suo letto prendemmo ad ispezionare le ferite.  La spalla sinistra risultò lussata e aveva un brutto taglio sul fianco destro dal quale perdeva molto sangue. 
Non potevamo utilizzare il Seiðr, ma quelle ferite non si sarebbero rimarginate tanto facilmente.
"Dobbiamo allineare le ossa della spalla."'fece grave Hayden.
La guardai preoccupato Belle si stava risvegliando, la vidi scuotere leggermente il capo, non c'era tempo per addormentarla, inoltre qualsiasi anestesia avrebbe potuto causarle ulteriori danni.
Belle aprì gli occhi, le presi il viso tra le mani mentre Hayden si preparava a tirare il braccio per sistemare l'osso.
"Belle guardami, farà male, ma sarà per pochi istanti. Tu però non devi muoverti, capito?" non riuscivo a rimanere calmo, eppure tante volte l'avevo vista ferita, dolorante ma non mi ero mai agitato così, era forse la consapevolezza che il corpo mortale nel quale era bloccata poteva portarla alla morte.
Belle annuì vagamente con un cenno del capo, guardai Hayden con una muta preghiera e lei senza preavviso diede uno strattone al braccio di Belle, che emise un gemito di dolore inarcando leggermente la schiena.
"Shhh tranquilla è finita." dissi carezzandole i capelli ancora sporchi di polvere.
Disinfettammo la ferita al fianco, consapevoli che il troppo sangue perso l'aveva indebolita, era febbricitante ed il suo corpo scosso da fremiti di dolore.
"Sai che ne ha bisogno.-dissi rivolto alla dea- È debole non ce la farà." 
"Non è ciò che vuole!" mi rispose secca.
"Per soddisfare i suoi capricci vuoi lasciarla morire?" la rabbia stava prendendo il sopravvento, mi costrinsi a mantenere la calma.
"È una sua scelta." rispose con voce rotta.
"No, non lo è. Lei non ha mai potuto scegliere..." risposi ricordando le parole di Belle.
Hayden mi guardò supplichevole, ma sapeva che era la cosa giusta.
"Soffrirà molto di più così, lo sai vero?" mi chiese grave
"Lo so..." risposi semplicemente mentre Hayden chiudeva la porta lasciandomi solo con lei.

"Sai perché sei stato risparmiato Loki?" la voce di Odino riecheggiò per la sala del trono.
"Immagino non sia tutto merito della benevolenza di Thor." rispose il dio degli inganni con un sorriso di scherno.
"Sei qui per una ragione, figlio di Laufey. Dovrai risvegliare lo spirito dormiente della dea della Giustizia, mia figlia, in caso contrario andrai incontro al tuo destino sarai rinchiuso nelle prigioni del pianeta di fuoco così come era stato deciso." la voce del padre degli dei era sicura ed autoritaria.
Loki guardò con disprezzo colui che aveva per troppo tempo chiamato padre, quando quello sorrise sadico alla sua reazione sentì la rabbia esplodere ed impossessarsi del suo essere.
"Può definirsi padre un essere tanto meschino e maligno nei confronti dei suoi figli?!- ringhiò- Mai tradirei la fiducia di Syn, la mia risposta è no!" simile ad un serpente velenoso sibilò le ultime parole che risultarono come veleno.
"E sia! Un altro lo farà al tuo posto e come deciso tu marcirai nelle prigioni di fuoco fino alla fine di Asgard!" tuonò Odino.
Ancora una volta Thor accorse in soccorso del fratellastro e ciò non sorprese il dio.
"Loki ragiona è una follia! Accetta le condizioni imposte da mio padre, ti prego." ma la supplica del re dei tuoni non scalfì l'Ingannatore.
"Le ho già arrecato troppe sofferenze, Thor." Ammise con un velo di malinconia.
"Soffrirebbe molto meno se fossi tu a farlo..." la voce di Thor fu una cascata gelida.
Le guardie presero di peso un Loki con lo sguardo perso nel vuoto, Thor lo chiamò ancora e come rianimato il dio alzò il capo di scatto.
"Lo farò, sarò io a risvegliarla!" la sua voce risultò decisa, ferma, gli occhi emanavano scintille di fuoco verdi.
"Non avevo dubbi." sibilò il re con un ghigno soddisfatto.

E così l'Ingannatore decise per lei. Trame di un malefico piano, per la conquista del trono, si delinearono nella sua mente. Ma il suo cuore ancora pulsa e grida amore soffocando la sua malvagia indole. Ora il destino di una dea è nelle sue mani. 
Cosa sceglierai ora, principe senza regno, l'amore o il potere? 


N.D.A.
Salve! *Le corrono dietro con forconi e torce*
Vi prego di perdonarmi per questa assenza tanto lunga, ma la scuola mi toglie energie e tempo. Avevo pronti questi capitoli da tempo, ma non li avevo corretti e così mi sono ridotta ad oggi. 
Un altro grandissimo scusa va a coloro che seguo e che a loro volta mi seguono!
Ragazze ho notato che ho lasciato indietro molti capitoli delle vostre storie, ma vi prometto che piano piano li leggerò e lascerò come sempre una recensione.
Detto ciò ringrazio tutti coloro che mi seguono, che mi lasciano recensioni o che semplicemente leggono la mia storiella. GRAZIE DAVVERO!
Mi scuso per eventuali orrori grammaticali e vi auguro buona Pasqua ora perché non ho idea di quando potrò aggiornare. Vi prego abbiate pazienza.
AVVISO: TUTTE LE MIE FF CONTINUERANNO HO INTENZIONE DI FINIRLE TUTTE, QUINDI NON VI PREOCCUPATE. 
SOLO UNA È A RISCHIO ELIMINAZIONE, HO DECISO DUNQUE DI LASCIARE A VOI IL VERDETTO, OVVERO SE ELIMINARLA O MENO. 
ECCO IL LINK: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2832001&i=1
Vi prego fatemi sapere!
Un abbraccio fortissimo!
Angel27

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Capitolo 12
*** Incubi ***


Cenere e polvere...
Cenere e polvere è tutto ciò che rimane di Asgard e dei nove regni, perfino il cielo grigio sembra piangere, come in un rito funebre, il triste destino dell'universo. Non un raggio di sole in questo eterno buio, quella che un tempo era la città del sole ora era una landa di spettri.
Ho provato a salvarli, ma è stato inutile ogni mio sforzo è stato vano, futile, ed ora è tutto finito.
"Menti- un sibilo simile a quello di un rettile ruppe il religioso silenzio di quel luogo- la verità è che hai fallito, non hai avuto il coraggio di salvarli. Nel tuo egoismo hai scelto te stessa ed ora guarda, grande dea! Sono morti tutti per te. Con chi piangerai la loro morte? A chi narrerai le loro gesta? Sei sola col tuo egoismo, ma infondo non era ciò che volevi?" 
"Non sono sola...- biascicai esasperata- ci sei ancora tu." quelle parole tanto insolite erano accompagnate da una folle speranza, mai avrei immaginato di pronunciarle o semplicemente pensarle.
"Mi hai rinnegato figlia senza padre, donna senza identità. Ora sarai dannata alla solitudine, vagherai nei nove mondi battendoti il petto e piangendo lacrime scarlatte, nessuno ti salverà poiché nessuno è rimasto. Ora anche il male ti rinnega sei come un'urna vuota, bella all'esterno ma vuota e piena di ragnatele nell'interno" detto ciò, il mio alterego si allontanò svanendo nel nulla
"No! Syn ti prego!" gridai, troppo tardi come lei stessa aveva profetizzato rimasi sola caddi in ginocchio tra la polvere e la cenere.
Una gelida risata spezzò nuovamente il silenzio poi una voce.
"Sarai mia figlia di Odino" la figura di Thanos mi si materializzò dinanzi.
Ciò che provai mi portò a credere di star perdendo il senno, sollievo. Vedere l'essere che mi aveva dato la caccia per anni risollevò il mio animo troppo solo.
"Ecco la possente dea della Giustizia!" la voce di Nebula, mi derideva eppure il sollievo non svanì.
"Ti amavo Syn, ho dato la mia vita per te, ma tu non hai mai amato altri se non te stessa" la voce di Ur mi trafisse il petto, scattai in piedi, eccolo lì che scuoteva la testa in volto solo delusione e tristezza.
"Mi hai uccisa tu Syn, sei fuggita via e mi hai lasciata morire." all'udire quella voce alle mie spalle il mio corpo si pietrificò.
"Madre, io non volevo..." provai a giustificarmi, ma le parole mi morirono in gola quando mi voltai, tra le sue braccia stringeva il corpo senza vita di Thor e quello che era sollievo si tramutò in orrore.
I suoi occhi, un tempo cerulei, ora erano persi nel vuoto e privi delle loro mille sfumature blu, le sue braccia, un tempo forti, ora ricadevano sulla scura cenere prive di vita.
"L'hai ucciso, Syn.- la sua voce era,simile ad un lamento funebre- La tua indifferenza, il tuo rancore ha logorato il suo cuore giorno per giorno." calde lacrime rigarono il suo triste viso.
Come un film le immagini di me è Thor iniziarono a scorrere veloci.

"Vuoi insegnarmi altro, Thor? Perché oggi non ci dai anche una bella lezione di onestà, coraggio e spirito patriottico, visto che siamo in tema di bei discorsi? Va via Thor, non necessito oltre della tua protezione..." 
"Nostro padre ha detto..."
"Tuo padre vorrai dire, per me é morto molto tempo fa e tu con lui Thor. Ora ripeto, io non ho bisogno di te..." 
Rividi me e la mia cattiveria, con quanto veleno avevo riempito quelle parole destinate solo a ferire.

Indietreggiai scuotendo la testa, ma uno dei miei passi andò in fallo e rovinai a terra smuovendo la polvere grigiastra.
Mi rialzai di colpo sentendo sotto mi me qualcosa muoversi, questa volta l'orrore ed il disgusto fu più forte.
Un essere dal volto sfigurato e dalla pelle liquefatta si contorceva preso da spasmi, l'osservai inorridita. 
I muscoli del viso erano in bella mostra, non sangue colava ma un liquido giallastro e viscoso, l'occhio destro era ormai cieco mentre il sinistro scattava vigile a destra e manca, esaminai con attenzione ciò che restava dei suoi abiti e quando il mio sguardo cadde sulle sue braccia il cuore venne meno. 
Non ebbi parole, ma riuscii a versare lacrime che calde e brucianti mi rigarono il viso lasciando marcati solchi scarlatti.
"Loki..." sussurrai allungando una mano verso la sua, ma quello gridò e si dimenò con tutte le forze rimastegli.
"Va via mostro!- biascicò- Hai compiuto il tuo lavoro!" concluse ringhiando come una belva ferita.
Scorsi niente altro che odio, paura ed orrore nel suo unico occhio buono.
"Mi dispiace" sussurrai allontanandomi.
Quando mi asciugai le lacrime con i palmi delle mani li sentii bruciare come tizzoni ardenti, li osservai e con orrore constatai che le mie lacrime si erano trasformate in un terribile acido scarlatto.
Iniziai a correre, veloce per fuggire da quel luogo, ma nonostante corressi veloce non sarei mai potuta fuggire da me stessa.
Quando esausta mi fermai, mi resi conto di essere su quello che un tempo era chiamato Bifrost, ora era privo dei suoi sgargianti colori arcobaleno, risultava niente più che un comune ponte spezzato.
Mi avvicinai al bordo percependo l'infinito sotto di esso, come attirata da due invitanti braccia mi lasciai inghiottire dall'universo e avvolgere dalle stelle, mentre alla mente tornavano i ricordi di un ormai remoto passato.

Camminavo sul bordo del ponte immersa nei pensieri, sentivo il vuoto alla mia sinistra e pregavo affinché mi inghiottisse. 
Odiavo quella vita, odiavo Odino e più di tutto odiavo essere sua figlia. 
Mi fermai per fissare l'universo infinito, il desiderio di fare un salto nel vuoto si impossessò di me, desideravo sprofondare tra le stelle sentire il mio corpo cadere lento abbandonandomi all'infinito.
Presi un profondo respiro e...
"Syn!" due forti braccia mi tirarono sottraendomi a quella piacevole sensazione di libertà.
"Cosa credevi di fare! Sei ammattita?!" Thor mi scosse per le spalle con vigore, nei suoi occhi vi era paura pura e non ne fui sorpresa.

'Ora non ci sono più le tue forti braccia a reggermi per impedirmi di cadere.'

"Volevo solo raggiungerlo" dissi semplicemente.
Lo sguardo era vuoto, spento oramai i miei occhi avevano perso la luce della gioia, vivevo come un vegetale.
"Syn, Loki è morto e non tornerà." la sua voce si fece cupa così come il suo sguardo.

'Non lui, ma io sono morta per lui e questa volta per sempre...'

"Non senti il suo cuore perché non sai ascoltare...è vivo Thor, ma è lontano...molto."risposi.

'Si...il suo dolce cuore, ma oramai quella melodia è parte di un felice passato ora non mi resta che dire addio.'

Poi una luce mi avvolse, calda ed accogliente.
"Ricordati chi sei..." quella voce la conoscevo bene, disse tre semplici parole che mi aiutarono a comprendere.
Per anni avevo considerato la mia vita come una maledizione, piena di costrizioni e doveri, la mia casa come un luogo dal quale fuggire e invece era proprio quel luogo, proprio quella vita a rendermi tanto speciale e tanto forte, perché nonostante tutti gli ostacoli c'era sempre chi credeva in me, ma soprattutto la mia vita aveva uno scopo proteggere gli altri, difendere proprio quelle persone che credevano in me. Rinnegando me stessa non avevo fatto altro che abbandonarli in balia del male, condannando il mio essere all'infelicità per paura di compiere il mio destino.

Loki non la lasciava un secondo sola, era ormai da una settimana che Isabelle riposava senza dar cenni di volersi risvegliare. Il dio rimuginava sul comando di Padre di tutto, doveva risvegliarla questo era chiaro, ma come avrebbe convito la ragazza? Certo costringerla o risvegliarla mentre riposava sarebbe stato più semplice, ma il senso di colpa era sempre lì a frenarlo.
'Ti stai rammollendo' una voce in lui prese il sopravvento.
'Fosse per te dovrei essere blu puffo e girovagare tra i ghiacci come un uomo delle caverne sperando di trovare qualcuno da pestare.' rispose il dio.
'Dimentichi che è questa la tua vera natura.' continuò.
'E tu dimentichi che posso zittirti quando più mi aggrada, sarai anche parte di me, ma piccola in confronto alla mia vera essenza. Dopotutto sono cresciuto come un dio e le mie azioni, i miei studi mi hanno portato a diventare tale, dunque non ti temo.' aggiunse il dio con noncuranza.
'Eppure ragioni come uno Jotun, il solo sperare la morte di Odino ti rende uno di noi.' quella voce cominciava a dargli sui nervi.
'La mia vendetta non ha nulla a che vedere con il vostro mondo ed il Tesseract!' ruggì il dio.
'No? Vediamo perché desideri la sua morte? Ah giusto perché il vecchio ti ha mentito sulle tue reali discendenze e per secoli ti ha ingannato promettendoti un trono che non avresti mai avuto!' 
'Adesso basta!-decretò l'Ingannatore- Hai parlato anche troppo, tornatene nel tuo buio tugurio!' ordinò e così la voce svanì. Loki tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere sulla soffice poltrona di fianco al letto dove giaceva la ragazza.
Isabelle si agitava nel sonno, il suo esile corpo era scosso da continui spasmi, mormorava parole prive di significato ed incantesimi che Loki riconobbe come molto antichi.

Gli occhi di Belle si aprirono di colpo, si mise a sedere sul letto ansante, con sollievo constatò di essere nella sua camera da letto di fianco a lei Loki riposava sulla soffice poltrona, senza fare rumore si alzò avvicinandosi alla finestra, era buio e la luna con la sua luce vinceva le nere nuvole che tentavano di oscurarla.
La ragazza ispirò a pieni polmoni l'aria fredda della sera, la brezza le scompigliò i capelli e subito si sentì rigenerata. Sorrise pensando a quanto era stata sciocca per tanti anni aveva scelto di fuggire quando bastava solo credere in se stessa ed affidarsi alla sua forza.
"Non fare sforzi, Belle." La voce del dio la riportò alla realtà.
"Dov'è Garmr?" chiese la ragazza.
"È fuggito, ma sta tranquil..." 
"Ho deciso!" lo interruppe la ragazza, il dio la guardò interrogativo.
Syn prese un profondo respiro come se le parole pesassero tanto da non riuscire a farle uscire, quindi prese un altro respiro.
"Voglio riacquistare i miei poteri e tornare ad Asgard!" annunciò poi decisa.
Loki rimase senza parole, la guardava con la bocca aperta, perso,credendo di stare sognando.
"Come scusa?" chiese con leggera stizza.
"Hai sentito benissimo, ora muoviti abbiamo molto lavoro da fare!" disse sbrigativa.
"Come? Aspetta un attimo, hai passato anni su Midgard per fuggire da Odino, Thanos ed ora ti risvegli dopo una settimana dicendo che vuoi tornare ad essere una dea, così su due piedi?" Loki non si rese conto di stare urlando, Isabelle sorrise e gli si avvicinò lentamente, le ferite, anche se gravi, oramai si erano rimarginate.
"La verità Loki è che avevo paura di essere me stessa, ma ora temo di più perdere le persone che amo...di perdere te." concluse in un sussurro prima di baciarlo.
Loki la prese per le spalle e scrutò con attenzione gli occhi della ragazza, non c'era dubbio non era Syn a parlare, ma Isabelle.
Possibile che per una volta nella sua vita i tasselli del mosaico iniziassero a posizionarsi nella giusta posizione da soli? Ma oramai non sapeva più cosa pensare, cosa desiderare per l'ennesima volta Isabelle era stata capace di sconvolgere i suoi piani spiazzandolo.
"Guarda che so bene che ti è stato ordinato di risvegliarmi da Odino." disse poi con un sorriso furbo.
"Chissà come l'hai scoperto..." rispose canzonatorio, la ragazza fece un sorriso innocente.
"Sai, non é colpa mia se lasci i sogni vagare liberi nella tua mente." si giustificò.
"Ma certo ora diamo colpa al mio inconscio." rispose lui fulminandola con lo sguardo e la ragazza sorrise furba.
"Ora esci su,- il dio la guardò interrogativo- mi devo vestire!" puntualizzò la ragazza.
"Oh capisco! E quale sarebbe il problema?" chiese con finta innocenza.
"Lo sai benissimo ora fuori di qui!" rispose con foga Belle lanciandogli un cuscino e centrando in pieno il suo viso.
Loki  uscì mugugnando parole che la ragazza non comprese, ora non desiderava altro che scusarsi con Thor, abbracciarlo e dirgli quanto in realtà gli voleva bene.

Ma Isabelle non poteva sapere quali oscuri avvenimenti minacciavano il suo futuro.


NOTA DELL'AUTRICE
Salve a tutti!
*stupore generale seguito da un lungo ohhhhh*
Si lo so siete sorpresi di leggere un altro capitolo così presto e nonostante sia piccino, possiamo dire che è piuttosto intenso, un po' macabro, ma anche leggermente demenziale. XD
Syn comincia a perdere la ragione e le linee di un possibile futuro prendono vita nella sua mente. Ora che ha deciso di riprendere i suoi poteri cosa accadrà?
A voi il giudizio di questo decimo capitolo!
Intanto ringrazio coloro che hanno aggiunto da poco la mia storia alle seguite, GRAZIE DI CUORE ve amo!
Ovviamente ringrazio tantissimo anche coloro che leggono senza recensire, ma un grandissimo grazie va alle ragazze che mi fanno sempre sapere cosa ne pensano di questa ff con le loro SPLENDIDE recensioni, grazie ragazze vi voglio tanto bene!!!
*lancia cuoricini di carta*❤️❤️❤️
Detto ciò vi chiedo venia per eventuali orrori e spero che il capitolo sia piaciuto!
PS. Stavo pensando di pubblicare una piccola one-shot riguardo lo Hobbit, voi che dite la leggereste? 
Vi abbraccio tutti!😘
A presto (si spera XD)
Angel27 

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Capitolo 13
*** Come tutto ebbe inizio ***


Alle porte del Valhalla in tutta la sua bellezza e potenza si erge quel frassino che sorregge i nove regni e la volta celeste. Yggdrasill l’enorme albero della vita troneggiava tranquillo osservando le immense distese verdi che lo circondavano, alle sue radici bagnate da acque bianche come argilla vegliavano le tre dee, conosciute come Norne.
“Sorella ancora perdi il tuo tempo con le faccende degli Aesir? Urðr non approva lo sai.” Disse Verdandi mentre la sorella, Skuld, carezzava le acque dove erano riflesse immagini dei nove mondi.
“La fanciulla, custode dell’Ultima Luce, ha deciso risveglierà il potere che tanto teme e cresce dentro di lei.” Rispose osservando le acque.
“E lui…” non osò pronunciare il suo nome, ma la dea sapeva a chi alludeva.
“È vicino sorella…presto avverrà lo scontro tanto atteso, ancora una volta le sorti di Yggdrasill vengono decise con spargimenti di sangue, Hela ne sente già l’odore posso sentire le risa malefiche e vedere il compiacimento sul suo volto. E quello Jotun ancora non sa che il suo gioco sta per avere fine.” Continuò.
“Ignori ancora i miei ordini, sorella,- disse Urðr, fece il suo ingresso camminando leggiadra sull’acqua biancastra appena sfiorata dai piedi nudi e candidi- dovrei punirti per questa insolenza.”
“Non mentirmi, so che anche tu hai pensiero per le sorti di quella fanciulla e del pianeta che custodisce.” Ribattè Skuld.
“Non lo nego sorelle… ma siamo custodi di nove regni, dunque il nostro sguardo deve posarsi su ogni popolo, non su un solo abitante.” Così dicendo le invitò a prendersi per mano ed a prestare attenzione ai rami dell’albero sacro, che custodivano nove sfere di diverse tonalità, nelle quali si rispecchiava la vita dei regni che sosteneva.
Un sussurro insistente ruppe il religioso silenzio che regnava in quel luogo, si fece sempre più insistente le tre dee osservavano le sfere che lentamente presero a macchiarsi di nero.
“Thanos…Thanos…Thanos…” il suo nome riecheggiava sempre più forte, riaprirono di scatto gli occhi guardandosi preoccupate.
“È tardi…” sussurrò Verdandi.


Secoli addietro il popolo Jotun, sfruttando la potenza devastante di una Gemma dell’infinito, cuore del suo regno, tentò la conquista di MIdgard.
Laufey, re di Jotunheim, per domare il potere infinito della Gemma ordinò la costruzione del Tesseract, una custodia che la trasformò in un’arma letale. Con questo potere incontrastabile sollevò i giganti di ghaccio contro Asgard e fu guerra.
Odino radunò gli eserciti dei nove regni, tutti risposero all’appello di Padre di tutto nessuno osò tirarsi indietro. Il campo di battaglia fu Midgard regno di esseri mortali, privi di un potere in grado di contrastare la minaccia che li devastava. Quella terra al passaggio di Laufey era divenuta una nuova Jotunheim, solo ghiaccio regnava in quella terra semideserta. Il re Jotun voleva sottomettere quel popolo e regnare su due regni, ma i suoi piani erano destinati a fallire

Odino si presentò in groppa a Sleipnir, il famigerato destriero a otto zampe, che sbuffava impaziente di cominciare lo scontro, e fiancheggiato da divinità le cui gesta le precedevano: Hlér il gigante e re del mare, Baldr dio del sole e della luce, Hœnir dio della forza e dell’aria, Modi dio del coraggio, Ullr dio dell’inverno ed incredibile arciere e Týr il temibile signore della guerra.
Sul campo di battaglia, Laufey si mostrò in tutta la sua potenza. L’esercito dei giganti era tanto numeroso che non se ne poteva scorgere la fine, ma nessuna delle due parti avrebbe tollerato la resa.
Un grido ruppe il silenzio, che avvolgeva quel luogo, e lo scontro ebbe inizio!
Il sangue irrigò ogni angolo di quella terra: nessuna resa, nessun prigioniero, questo era l’ordine.
Quel giorno si decise il destino dell’intero universo.
Fu una lotta tra potenze, lo scontro decisivo tra bene e male che ebbe fine con la devastante sconfitta di Laufey che, oramai privo di esercito, dovette arrendersi.
Odino privò quel popolo del potere del Tesseract, causa della loro ribellione e follia, ma privarli di quella Gemma significava appropriarsi di una forza infinitamente più rara…della vita della stessa Jotunheim.
Ma la Gemma non fu l’unico tesoro che venne trafugato quel giorno, quando riportarono Laufey e ciò che restava del suo esercito su Jotunheim, Odino trovò un neonato abbandonato tra le lande ghiacciate.
Lo riconobbe come il figlio di Laufey, ma le sue dimensioni gli fecero intuire il perché si trovasse da solo tra lande desolate.
Il suo primo pensiero fu quello di ucciderlo, era solo nessuno sarebbe stato testimone di quell’omicidio, ma nel momento esatto in cui alzò il braccio un bagliore lo accecò.
“Come osi tu profanare la vita di un regno?” tuonarono tre voci seguite dall’arrivo di Frigga.
Ed ecco tre donne, le custodi del tempo e del destino degli abitanti di Yggdrasill, la loro dimora è tra le sue radici e da molti sono considerate le giudici dei nove regni.
Verdandi, custode del presente, le sue iridi dorate scrutano l’oggi degli uomini e sull’abito verde bosco, che fasciava il corpo snello e slanciato, risaltava la chioma dorata. Skuld, cuostode del futuro, il suo sguardo è ghiaccio, i capelli seta come nera scivolavano leggeri seguendo le forme del corpo, messe in risalto dall’abito scarlatto. E Urðr colei che decide il fato degli uomini, gli occhi neri paragonabili a un pozzo senza fondo e la chioma argentea che quasi si confondeva con la veste bianchissima.
“Hanno violato la pace dei nove regni, mie signore, il nostro dovere è punirli!” la risposta di Odino non tardò ad arrivare.
“Non sbagli Asgardiano, ma la brama di potere ha sopraffatto la tua coscienza. Punizione non è vendetta, restituisci ciò che hai rubato, riponi l’arma sacra e ti sarà rimessa questa colpa.” Fu Urðr a parlare.
“E lasciare che Laufey si risollevi contro il mio regno? Mai!” ruggì il re degli dei.
“E sia! Ma la tua cecità costerà la vita di tua figlia…una vita per una vita! Ciò che hai rubato lo restituirai centuplicato.” Decretarono le tre dee.
Skuld si avvicinò pericolosamente a Frigga, Odino tentò invano di raggiungerla poiché il seidr delle due Norne lo avvolse come un serpente rendendolo spettatore impotente.
Frigga oppose quanta più resistenza poteva, nel disperato tentativo di difendere quella figlia dal male che le era stato promesso per le colpe del suo stesso padre.
“Prendi la mia vita…ma ti prego lasciala vivere.-sospirò mentre Skuld le stringeva in una morsa ferrea il collo candido- Se vuoi vendicarti non sarà la perdita di una figlia il dolore più grande, ma di colei che riempie i suoi giorni.” Skuld la fissava incerta, scrutò la sua anima e vi trovò sincerità.
Sarai esaudita, dea coraggiosa, ma vedrai ancora molte lune prima che ciò avvenga.’ Frigga sentì chiara la voce della dea risuonare nella sua testa.
“Frigga!” le grida di Odino la riscossero.
“Nel grembo di questa donna c’è una vita e lentamente fiorirà portando in sé il cuore di questo popolo.” Gridò Skuld mentre le sue mani, poggiate sul ventre della regina, venivano avvolte da una forte luce bluastra.
“Non oserete!”  ruggì come un animale ferito l’impotente re.
“Taci traditore! Pagherai il tuo affronto è Yggdrasill che ti impone il suo volere. Un ultimo ordine…crescerai quel bambino nella tua casa, il fato deciderà se sarà o meno la tua rovina. Questa è la tua condanna.” Conclusero.
Padre di tutto non ebbe il tempo di replicare perché svanirono così come erano apparse, non pensò accorse ad aiutare Frigga che teneva tra le braccia quel figlio adottivo, che tanto avrebbero dovuto odiare.
“Non possiamo lasciarlo morire.” Disse la donna cullando quell’essere paffuto dal colorito dei profondi oceani, che faceva a tanti orrore.
“Guardalo non è della nostra razza! Lascialo e torniamo ad Asgard.” rispose sprezzante il dio.
“Le Norne ti hanno ordinato…”continuò decisa stringendo il bambino tra le braccia.
“NON PORTERÒ UN MOSTRO NELLA MIA CASA!” tuonò e il piccolo prese a piangere per la paura.
“Hai messo in pericolo la vita di tua figlia e di tua moglie! Chi è il vero mostro?” rispose a tono la dea.
Il dio sospirò afflitto passandosi una mano sul viso segnato dal sangue, l’occhio ormai ceco gli doleva, ma le parole di Frigga fecero ancor più male. La sua vigliaccheria aveva messo in pericolo ciò per cui viveva e lottava.
“E sia, ma lo crescerai come se fosse tuo, nessuno dovrà conoscere la sua vera natura nemmeno Thor e la creatura che il tuo ventre nasconde.” Disse passando una mano sul bambino che subito assunse un colorito rosa pallido, mentre i suoi occhi si illuminavano di verde smeraldo.
“Si chiamerà Loki: figlio del ghiaccio e del fuoco.” Decise la regina avvolgendolo col suo mantello.


Nota dell’autrice
CIAO A TUTTI! *voce robotica* LA SIGNORINA ANGEL È  MOMENTANEAMENTE ASSENTE SI PREGA DI CERCARLA PIÙ TARDI.
Ciao a tutti! *si fa coraggio*
Sono secoli che non mi sentite lo so e vi chiedo un trilione di volte scusa, ma non riuscivo a portare a termine questo capitolo. MA LA STORIA CONTINUA E CONTINUERÀ! Quindi tranquilli non vi mollo e non la mollo! Ci vuole un pochino ma se sarete pazienti finiremo assieme questo viaggio.
Odino è un bel vigliacco eh? Ora si capisce perché Syn non lo sopporta proprio. Comunque che ne dite? Vi piace un po’ questo ritorno al passato? E’ necessario sapere queste cose per proseguire altrimenti perche ho intitolato la storia “FRATELLO E SORELLA L’ULTIMA LUCE”?
“Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala!” (Citz. Kronk)
Allora ci sono piccole citazioni vediamo se le trovate.
Ah vi dico che oggi per questa storia ho aggiunto una trama extra vedete è prima del prologo sarebbe fantastico sapere cosa ne pensate. *^*
Si ho cambiato un po’ l’intro perché volevo rendere il tutto interessante.
Va bhe ora vi saluto e se vi va date un’occhiata alle tre flashfic che ho scritto: Non c’è bisogno di dirsi addio, E amore entrò nei miei sogni e Ogni uomo uccide ciò che ama. Tutte sul nostro Loki.
Baci e a presto promesso :-*
Angel27

 

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